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25 luglio 2018

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23/07/2018 vicenzapiu.com 5 Tavolo Intercategoriale Orafo di Vicenza: "obiettivo Fuori Fiera"

24/07/2018 Newz.it 17:38 6 Intesa per la Legalità sottoscritta in Prefettura con Hitachi Rail Italy per prevenire infiltrazioni mafiose

24/07/2018 cn24tv.it 17:34 8 Legalità: intesa in Prefettura Reggio contro i crimini informatici

24/07/2018 strettoweb.com 9 Reggio Calabria, in Prefettura sottoscritta Intesa di Legalità con Hitachi per "prevenire infiltrazioni mafiose" [FOTO, VIDEO e DETTAGLI]

24/07/2018 vicenzareport.it 16:28 11 Si prepara il "Fuori Fiera" per Vicenzaoro September

SCENARIO ECONOMIA

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 13 Un'antica fame di nomine

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 15 L'ora di Manley e i conti Fca: debito azzerato

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 17 Da barricaderi a possibilisti Su Tav e gasdotto il nuovo volto dei 5 Stelle

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 19 «Terzo Settore, decreto urgente» Associazioni in pressing sul governo

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 21 Ilva, l'apertura di ArcelorMittal Di Maio: pronti ad annullare la gara

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 23 Bcc, proroga di sei mesi per la riforma

25/07/2018 Corriere della Sera - Nazionale 24 Leonardo, nel programma il nuovo rapporto con le pmi: partner per crescere insieme 25/07/2018 Il Sole 24 Ore 26 Telecom valuta opzioni per Sparkle e conferma la cessione di Persidera

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 28 Ilva, sul tavolo di Di Maio l'annullamento della gara

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 31 Parte la nuova Cdp Ragioneria, resta Franco

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 33 BancoBpm motore di sviluppo delle Pmi, alle imprese serve fiducia

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 35 Fca recupera in Borsa Oggi a Londra il ceo Manley presenta i conti del gruppo

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 37 Ai e audio personalizzati, al Sole il Google dni fund

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 40 «Ferrari società di lusso, il capolavoro di Marchionne»

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 42 economia perdente con poche economiste

25/07/2018 La Repubblica - Nazionale 44 Fca, la prima volta di Manley con i conti di Marchionne

SCENARIO PMI

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 47 Lombardia laboratorio dell'impresa eccellente

25/07/2018 Il Sole 24 Ore 49 Stretta di Londra sui takeover di aziende strategiche

25/07/2018 MF - Nazionale 50 BorsadelCredito.it fa per finanziare pmi

25/07/2018 MF - Nazionale 51 Fatture in cloud, la rivoluzione nella fattura elettronica

25/07/2018 ItaliaOggi 53 RISIKO AGRICOLO

25/07/2018 ItaliaOggi 54 Rafforzare l'avviamento

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5 articoli 23/07/2018 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Tavolo Intercategoriale Orafo di Vicenza: "obiettivo Fuori Fiera"

Tavolo Intercategoriale Orafo di Vicenza: "obiettivo Fuori Fiera" Di Note ufficiali | 15 minuti fa | 0 commenti Il Tavolo Intercategoriale Orafo di Vicenza, unione delle sigle Apindustria, Confindustria, Confartigianato e CNA, presieduto da Andrea Fabbian, ha incontrato - comunica una nota di Apindustria - Italian Exhibition Group e l'Assessore alle Attività Produttive del Comune di Vicenza, Silvio Giovine condividendo l'obiettivo dell'Amministrazione Comunale di fare sistema nella valorizzazione e nel potenziamento delle iniziative in città in occasione di VICENZAORO September. L'obiettivo comune è dare vita a un vero e proprio "Fuori Fiera" vicentino, agganciandosi alla straordinaria visibilità internazionale che Vicenza avrà durante la settimana del salone orafo-gioielliero. Tra il 22 e il 26 settembre nel capoluogo veneto arriveranno infatti migliaia di operatori economici da 130 Paesi che visiteranno i 1300 brand presenti in Fiera, di cui una rappresentanza importante è costituita proprio dal distretto locale, con 200 aziende. Il Fuori Fiera Vicentino si concentrerà, per il 2018, nella giornata di sabato 22 settembre con l'ambizione di far crescere l'iniziativa già a partire da Gennaio 2019 in occasione di VICENZAORO January. Andrea Fabbian, anche presidente della Categoria Orafa ed Argentiera di Apindustria Confimi Vicenza, intende lavorare intensamente, di concerto con il Comune e con IEG a questo progetto, affinché il distretto torni al suo protagonismo in Provincia, anche alla luce dei buoni risultati economici registrati dalle aziende nell'ultimo biennio e della ricrescita dell'offerta di posti di lavoro. L'iniziativa settembrina coinvolgerà tutti gli esercizi commerciali del centro della città vicentina dando vita a iniziative dedicate con aperture straordinarie, vetrine a tema "oro" e trattamenti esclusivi per gli ospiti della città, mentre un allestimento speciale della città farà brillare Piazza dei Signori e le principali vie del centro storico. L'Assessore Giovine ha dimostrato forte impegno nel sostenere il progetto come primo atto di una spinta sull'attrattività turistica che la città del Palladio merita. Tra le iniziative, si anticipa che gli studenti del Conservatorio di Vicenza faranno da colonna sonora alla serata e si esibiranno in alcuni punti del centro per un suggestivo ensemble musicale cittadino. A celebrare gli eventi, un cocktail di apertura di VICENZAORO organizzato da IEG nella Basilica Palladiana che accoglierà tutti gli espositori della manifestazione, i buyer e i media internazionali ospitati. Nei primi giorni di settembre è attesa una conferenza stampa congiunta a Palazzo Trissino tra il Comune di Vicenza, Il Tavolo intercategoriale Orafo Vicentino e IEG per annunciare nel dettaglio le iniziative.

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 5 24/07/2018 17:38 Sito Web Newz.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Intesa per la Legalità sottoscritta in Prefettura con Hitachi Rail Italy per prevenire infiltrazioni mafiose

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Reggio Calabria. Una importante e innovativa Intesa per la Legalità è stata sottoscritta stamane in Prefettura, alla presenza del Procuratore Distrettuale antimafia, Giovanni Bombardieri, tra il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, l'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto, il Questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, il Presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca. "Il focus, questa volta, afferma il Prefetto, è sui tentativi delle organizzazioni criminali di infiltrarsi e condizionare a fini illeciti, non già un appalto pubblico, ma l'attività economica e gestionale d'impresa in quanto tale, il cui ciclo produttivo nella misura in cui crea ricchezza collettiva diventa in bene da tutelare. Per tale ragione abbiamo posto in essere uno strumento pattizio fortemente innovativo che a fronte dell'assunzione di principi di responsabilità sociale ed etica da parte dell'impresa amplia le tutele antimafia con ricadute positive sul sistema produttivo in generale". Pochissime le esperienze in Italia con tali precipue finalità, la prima, forse, che riguarda una Holding Internazionale, nel quadro di un contesto normativo speciale che estende su base volontaria anche al settore dei rapporti economici tra privati il sistema delle verifiche antimafia. Sulla scia dei Protocolli-quadro stipulati a livello nazionale tra il Ministero dell'Interno e Associazioni datoriali, quali Confindustria, Confapi, e Confimi-Industria, la Prefettura di Reggio Calabria ed Hitachi Rail Italy hanno condiviso l'obiettivo di accrescere i livelli complessivi di sicurezza e trasparenza del sistema economico ed imprenditoriale locale e del mercato del lavoro, nella considerazione che la legalità è condizione necessaria e inderogabile di ogni intervento di sviluppo e crescita anche aziendale. L'Atto pattizio, in particolare, prevede l'estensione in favore di Hitachi Rail Italy, importante Holding internazionale con uno stabilimento produttivo anche nella Città di Reggio Calabria, delle funzioni pubbliche di accertamento antimafia nonché l'individuazione, in parallelo, da parte della citata Holding, di una serie di principi, impegni e regole comportamentali cui attenersi nell'attività d'impresa nella conclusione ed esecuzione di appalti e subappalti di lavori, servizi e forniture, come nell'attività di natura informatica. L'Intesa in parola, infatti, è integrata da un "Addendum", che ne arricchisce ulteriormente la portata innovativa e preventiva, che è stato sottoscritto dal Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni "Calabria", Vincenzo Cimino, e dall'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto. Tale accordo aggiuntivo è volto a prevenire e contrastare anche le minacce di natura informatica come ogni tentativo di accesso illecito ai sistemi informatici e alle reti telematiche di supporto alle funzioni aziendali, considerate per il loro rilievo infrastrutture sensibili di interesse strategico. L'Amministratore delegato di Hitachi, ing. Manfellotto, ha messo in evidenza che: "A partire dal 2015, Hitachi Rail Italy ha attivato una serie di iniziative volte all'innovazione dei processi industriali e delle piattaforme prodotti" ed ha, inoltre, dichiarato che l'obiettivo dell'azienda è "la capacità di sostenere una competizione sempre più globale nella quale è necessario che gli investimenti e la digitalizzazione siano affiancati dalla sinergia con tutti i principali stakeholder, tra cui le istituzioni statali e territoriali, all'interno della quale si inseriscono gli impegni come questo di oggi a Reggio Calabria per la legalità". La cerimonia di stipula ha registrato la presenza di Autorità civili e militari, nonché di rappresentanti istituzionali e del mondo del lavoro, datoriali e sindacali. L'approfondimento. Cosa prevede la convenzione In base all'intesa, Hitachi si impegna a chiedere le informazioni antimafia oltre

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 6 24/07/2018 17:38 Sito Web Newz.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

che nei casi contemplati dalla legge, anche per gli appalti e per i subcontratti di lavori, forniture e servizi di importo pari o superiore a 150 mila euro; a sviluppare e attuare il monitoraggio delle attività produttive nello stabilimento di Reggio Calabria, operando una attenta ricognizione dei contratti e subcontratti, nonché delle persone e degli automezzi presenti a qualunque titolo nei siti di produzione, nonché dei clienti e fornitori con cui la stessa società entra in contatto nello svolgimento dell'attività di impresa e che hanno accesso allo stabilimento. Ancora Hitachi si impegna a denunciare all'autorità giudiziaria o agli organi di polizia qualsiasi tentativo di interferenza illecita da parte della criminalità organizzata in qualsiasi forma si manifesti o qualsiasi fenomeno corruttivo. Inoltre Hitachi si impegna a garantire il regolare impiego della manodopera, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro, l'osservanza della normativa antinfortunistica, il regolare assolvimento degli obblighi retributivi e contributivi, l'adempimento degli obblighi fiscali. Dal canto suo, la Questura di Reggio Calabria, per il tramite della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, rappresentata dal dirigente del compartimento reggino Vincenzo Cimino, attuerà forme di controllo specificamente rivolte alla prevenzione e al contrasto dei crimini informatici che hanno per obiettivo i sistemi tecnologici e i servizi informatici di Hitachi, mediante un separato atto convenzionale. Infine Unindustria Calabria svolgerà un ruolo di promotore della cultura della legalità all'interno del sistema imprenditoriale, verificando la possibilità di intraprendere con Hitachi ogni azione volta a migliorare l'efficacia delle iniziative adottate nell'ambito dell'intesa. Nuovi posti di lavoro. «La trasparenza è un evidente elemento di differenza che incrementa la competitività - ha detto Maurizio Manfellotto, amministratore delegato di Hitachi - siamo onorati di essere i primi, come anche in altri casi in termini di competizione. Da Reggio Calabria partono treni per tutte le parti del mondo (purtroppo infiocchettati, perché dalla Stazione di Reggio Calabria diventa difficile anche raggiungere la Capitale ndr), dobbiamo puntare ancora di più sul mercato nazionale perché possiamo dare un contributo non solo al Pil ma anche all'incremento dell'occupazione. Recentemente sono in atto degli importantissimi investimenti in industria 4.0 che differentemente da altri casi porta nuove assunzioni, nell'anno in corso abbiamo in mente tra i tre stabilimenti italiani di aumentare di 170 persone e se ci saranno ulteriori risultati e nuove acquisizioni - ha concluso Manfellotto - perché non aumentare di più?». La proposta della Uil: meccanismo analogo anche per la Zes «Un meccanismo del genere deve essere pensato anche per ciò che accadrà nella Zona economica speciale di Gioia Tauro». Lo ha detto il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, intervenendo alla cerimonia in Prefettura.

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 7 24/07/2018 17:34 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Legalità: intesa in Prefettura Reggio contro i crimini informatici

Legalità: intesa in Prefettura Reggio contro i crimini informatici 24 luglio 2018, 17:34 Reggio Calabria Attualità Una importante e innovativa Intesa per la Legalità è stata sottoscritta stamane in Prefettura, alla presenza del Procuratore Distrettuale antimafia, Giovanni Bombardieri, tra il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, l'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto, il Questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, il Presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca. 'Il focus, questa volta, afferma il Prefetto, è sui tentativi delle organizzazioni criminali di infiltrarsi e condizionare a fini illeciti, non già un appalto pubblico, ma l'attività economica e gestionale d'impresa in quanto tale, il cui ciclo produttivo nella misura in cui crea ricchezza collettiva diventa in bene da tutelare. Per tale ragione abbiamo posto in essere uno strumento pattizio fortemente innovativo che a fronte dell'assunzione di principi di responsabilità sociale ed etica da parte dell'impresa amplia le tutele antimafia con ricadute positive sul sistema produttivo in generale'. Pochissime le esperienze in Italia con tali precipue finalità, la prima, forse, che riguarda una Holding Internazionale, nel quadro di un contesto normativo speciale che estende su base volontaria anche al settore dei rapporti economici tra privati il sistema delle verifiche antimafia. Sulla scia dei Protocolli-quadro stipulati a livello nazionale tra il Ministero dell'Interno e Associazioni datoriali, quali Confindustria, Confapi, e Confimi-Industria, la Prefettura di Reggio Calabria ed Hitachi Rail Italy hanno condiviso l'obiettivo di accrescere i livelli complessivi di sicurezza e trasparenza del sistema economico ed imprenditoriale locale e del mercato del lavoro, nella considerazione che la legalità è condizione necessaria e inderogabile di ogni intervento di sviluppo e crescita anche aziendale. L'Atto pattizio, in particolare, prevede l'estensione in favore di Hitachi Rail Italy, importante Holding internazionale con uno stabilimento produttivo anche nella Città di Reggio Calabria, delle funzioni pubbliche di accertamento antimafia nonché l'individuazione, in parallelo, da parte della citata Holding, di una serie di principi, impegni e regole comportamentali cui attenersi nell'attività d'impresa nella conclusione ed esecuzione di appalti e subappalti di lavori, servizi e forniture, come nell'attività di natura informatica. L'Intesa in parola, infatti, è integrata da un 'Addendum', che ne arricchisce ulteriormente la portata innovativa e preventiva, che è stato sottoscritto dal Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni 'Calabria', Vincenzo Cimino, e dall'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto. Tale accordo aggiuntivo è volto a prevenire e contrastare anche le minacce di natura informatica come ogni tentativo di accesso illecito ai sistemi informatici e alle reti telematiche di supporto alle funzioni aziendali, considerate per il loro rilievo infrastrutture sensibili di interesse strategico. L'Amministratore delegato di Hitachi, ing. Manfellotto, ha messo in evidenza che: 'A partire dal 2015, Hitachi Rail Italy ha attivato una serie di iniziative volte all'innovazione dei processi industriali e delle piattaforme prodotti' ed ha, inoltre, dichiarato che l'obiettivo dell'azienda è 'la capacità di sostenere una competizione sempre più globale nella quale è necessario che gli investimenti e la digitalizzazione siano affiancati dalla sinergia con tutti i principali stakeholder, tra cui le istituzioni statali e territoriali, all'interno della quale si inseriscono gli impegni come questo di oggi a Reggio Calabria per la legalità' La cerimonia di stipula ha registrato la presenza di Autorità civili e militari, nonché di rappresentanti istituzionali e del mondo del lavoro, datoriali e sindacali. accordolegalitàinformaticaprefettura reggio calabria

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 8 24/07/2018 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Reggio Calabria, in Prefettura sottoscritta Intesa di Legalità con Hitachi per "prevenire infiltrazioni mafiose" [FOTO, VIDEO e DETTAGLI]

Reggio Calabria, in Prefettura sottoscritta Intesa di Legalità con Hitachi per "prevenire infiltrazioni mafiose" [FOTO, VIDEO e DETTAGLI] 24 luglio 2018 15:55 | Ilaria Calabrò Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato / 24 luglio 2018 15:55 Reggio Calabria: sottoscritta in Prefettura una importante Intesa per la Legalità con Hitachi Rail Italy ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione e condizionamento mafioso, che riguarderà anche il contrasto dei crimini informatici Una importante e innovativa Intesa per la Legalità è stata sottoscritta stamane in Prefettura, alla presenza del Procuratore Distrettuale antimafia, Giovanni Bombardieri, tra il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, l'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto, il Questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, il Presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca. "Il focus, questa volta, afferma il Prefetto, è sui tentativi delle organizzazioni criminali di infiltrarsi e condizionare a fini illeciti, non già un appalto pubblico, ma l'attività economica e gestionale d'impresa in quanto tale, il cui ciclo produttivo nella misura in cui crea ricchezza collettiva diventa in bene da tutelare. Per tale ragione abbiamo posto in essere uno strumento pattizio fortemente innovativo che a fronte dell'assunzione di principi di responsabilità sociale ed etica da parte dell'impresa amplia le tutele antimafia con ricadute positive sul sistema produttivo in generale". Pochissime le esperienze in Italia con tali precipue finalità, la prima, forse, che riguarda una Holding Internazionale, nel quadro di un contesto normativo speciale che estende su base volontaria anche al settore dei rapporti economici tra privati il sistema delle verifiche antimafia. Sulla scia dei Protocolli-quadro stipulati a livello nazionale tra il Ministero dell'Interno e Associazioni datoriali, quali Confindustria, Confapi, e Confimi-Industria, la Prefettura di Reggio Calabria ed Hitachi Rail Italy hanno condiviso l'obiettivo di accrescere i livelli complessivi di sicurezza e trasparenza del sistema economico ed imprenditoriale locale e del mercato del lavoro, nella considerazione che la legalità è condizione necessaria e inderogabile di ogni intervento di sviluppo e crescita anche aziendale. L'Atto pattizio, in particolare, prevede l'estensione in favore di Hitachi Rail Italy, importante Holding internazionale con uno stabilimento produttivo anche nella Città di Reggio Calabria, delle funzioni pubbliche di accertamento antimafia nonché l'individuazione, in parallelo, da parte della citata Holding, di una serie di principi, impegni e regole comportamentali cui attenersi nell'attività d'impresa nella conclusione ed esecuzione di appalti e subappalti di lavori, servizi e forniture, come nell'attività di natura informatica. L'Intesa in parola, infatti, è integrata da un "Addendum", che ne arricchisce ulteriormente la portata innovativa e preventiva, che è stato sottoscritto dal Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni "Calabria", Vincenzo Cimino, e dall'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto. Tale accordo aggiuntivo è volto a prevenire e contrastare anche le minacce di natura informatica come ogni tentativo di accesso illecito ai sistemi informatici e alle reti telematiche di supporto alle funzioni aziendali, considerate per il loro rilievo infrastrutture sensibili di interesse strategico. L'Amministratore delegato di Hitachi, ing. Manfellotto, ha messo in evidenza che: "A partire dal 2015, Hitachi Rail Italy ha attivato una serie di iniziative volte all'innovazione dei processi industriali e delle piattaforme prodotti"

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 9 24/07/2018 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ed ha, inoltre, dichiarato che l'obiettivo dell'azienda è "la capacità di sostenere una competizione sempre più globale nella quale è necessario che gli investimenti e la digitalizzazione siano affiancati dalla sinergia con tutti i principali stakeholder, tra cui le istituzioni statali e territoriali, all'interno della quale si inseriscono gli impegni come questo di oggi a Reggio Calabria per la legalità" La cerimonia di stipula ha registrato la presenza di Autorità civili e militari, nonché di rappresentanti istituzionali e del mondo del lavoro, datoriali e sindacali. Reggio Calabria: intesa per la Legalità tra Prefettura ed Hitachi, intervista all'AD di Hitachi Rail Italy, Maurizio Manfellotto [VIDEO] Reggio Calabria: Intesa per la Legalità tra Prefettura ed Hitachi, intervista al Prefetto Michele Di Bari [VIDEO] Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

CONFIMI WEB - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 10 24/07/2018 16:28 Sito Web La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Si prepara il "Fuori Fiera" per Vicenzaoro September

Si prepara il "Fuori Fiera" per Vicenzaoro September Redazione 24 luglio 2018 Cronaca, Vicenza Vicenza - Il Tavolo intercategoriale orafo di Vicenza, unione delle sigle Apindustria, Confindustria, Confartigianato e Cna, presieduto da Andrea Fabbian, ha incontrato dei rappresentanti di Italian Exhibition Group (Ieg) e l'assessore alle attività produttive del Comune di Vicenza, Silvio Giovine condividendo l'obiettivo dell'amministrazione comunale di fare sistema nella valorizzazione e nel potenziamento delle iniziative in città in occasione di Vicenzaoro September. L'obiettivo comune è quello di dar vita a un vero e proprio Fuori Fiera vicentino, agganciandosi alla straordinaria visibilità internazionale che Vicenza avrà durante la settimana del salone orafo e gioielliero. Tra il 22 e il 26 settembre nel capoluogo veneto arriveranno infatti migliaia di operatori economici da 130 nazioni, che visiteranno i 1300 brand presenti in Fiera, di cui una rappresentanza importante è costituita proprio dal distretto locale, con 200 aziende. Il Fuori Fiera vicentino si concentrerà, per il 2018, nella giornata di sabato 22 settembre, con l'ambizione di far crescere l'iniziativa già a partire da Gennaio 2019 in occasione di Vicenzaoro January. Andrea Fabbian, che è anche presidente della categoria orafa ed argentiera di Apindustria Confimi Vicenza, intende lavorare intensamente, di concerto con il comune e con Ieg a questo progetto. L'iniziativa di settembre coinvolgerà tutti gli esercizi commerciali del centro di Vicenza, con aperture straordinarie, vetrine a tema e trattamenti esclusivi per gli ospiti della città, mentre un allestimento speciale della città farà brillare Piazza dei Signori e le principali vie del centro storico. L'assessore Giovine ha dimostrato forte impegno nel sostenere il progetto. Tra le iniziative previste, anche quella che riguarda gli studenti del conservatorio di Vicenza, che faranno da colonna sonora alla serata e si esibiranno in alcuni punti del centro.

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16 articoli 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 1 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Lottizzazioni Un'antica fame di nomine Sabino Cassese

Nominati i capi di gabinetto e degli uffici legislativi, designati i vertici della Cassa depositi e prestiti, tocca ora alla Rai, a Ferrovie dello Stato e all'Istituto nazionale di statistica, nonché ai posti di capi di dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri. Più tardi verrà il turno di alcune autorità amministrative indipendenti, di Poste, di Eni, di Enel, nonché dei livelli inferiori (ad esempio, dei direttori di rete Rai) e dei dirigenti generali statali che vanno riconfermati alla scadenza del loro incarico. Ma l'appetito vien mangiando, perché il ministro dell'Interno ha dichiarato al Corriere della sera del 23 luglio: «educazione vorrebbe che i vertici di ogni autorità governativa si mettano a disposizione del nuovo governo». Si chiamava una volta lottizzazione, occupazione dello Stato, governo spartitorio. Anche il governo autodefinitosi del «cambiamento» ha fatto presto a impadronirsi degli usi e costumi antichi, che precarizzano e spartiscono le cariche più importanti dello Stato, trasformando l'Italia in una Repubblica di nominati. Chi avesse a cuore le sorti dello Stato dovrebbe riflettere su almeno quattro punti. Primo: non si può ridurre il numero dei nominati? Oggi vi sono gabinetti, alta burocrazia, vertici di enti pubblici e di alcune autorità indipendenti, amministratori di società con partecipazione pubblica. Insomma, i posti di rilievo dello Stato e delle frange dello Stato. Ai posti nella disponibilità del governo nazionale bisogna aggiungere quelli a disposizione dei vertici politici di Regioni e Comuni, e anche di altri organismi collaterali. Si tratta di un vero esercito di generali, che alimenta clientelismo e aspirazioni (in una grande città meridionale si diceva una volta che i figli della piccola borghesia dovevano far concorsi per la pubblica amministrazione, quelli della media e alta borghesia potevano aspirare a una nomina in una banca o in una società a partecipazione statale). I motivi per ridurre i posti sui quali si può esercitare ad libitum una scelta della politica sono numerosi. La precarizzazione di quei posti mette molti organismi nelle mani di persone transeunti, considerata la velocità con la quale cambiano i governi in Italia, con grave danno della continuità dell'azione pubblica. Poi c'è l'«indotto»: il nominato vorrà o dovrà sdebitarsi, nominare altri, indicati dal suo «dante causa», in posti subordinati, oppure eseguire i «patti» fatti col nominante. Insomma, c'è una politicità che «discende per li rami». Infine, questa generale precarietà crea dipendenza, fidelizza anche quando non viene esercitato un potere di revoca o di non conferma. Non bisognerebbe dimenticare che le banche pubbliche e specialmente il sistema delle partecipazioni statali affondarono sotto il peso del meccanismo delle nomine clientelari. Il secondo punto sul quale riflettere riguarda la stessa idoneità dei governi, da soli, alla scelta. L'esempio della Cassa depositi e prestiti, dove le fondazioni bancarie hanno una quota e particolari diritti di governance che consentono loro una partecipazione che permette di fare alcune nomine, o quello della Corte costituzionale, nella quale confluiscono persone scelte da autorità diverse, danno maggiori garanzie di scelte più ponderate o almeno equilibrate. Terzo: la sagra delle nomine si ripete tanto spesso perché la durata nella carica dei nominati è quasi sempre molto breve, per lo più tre anni, un termine che rende impossibile o difficilissima l'attività di manager di grandi imprese (si pensi che un colosso come l'Enel ha 72

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 13 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 1 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

milioni di utenze in tutto il mondo). Quarto: i criteri. Chi garantisce che le scelte non siano arbitrarie e che vengano nominate non persone all'altezza del compito, ma fedeli seguaci di questa e di quella forza politica, pronti a obbedire ai desideri dei nominanti? Colpisce, nelle scelte compiute dall'attuale governo, composto di forze politiche che invocavano trasparenza e persino vincoli di mandato, che queste non abbiano prima stabilito procedure di nomina, stabilito i criteri, fatto un bando, richiesto di rendere pubblici i curricula, formato una commissione indipendente, motivato la decisione. Insomma, a prescindere dalle scelte compiute, in taluni casi di sicura qualità tecnica vista la provenienza interna all'azienda, non si è usciti da una procedura opaca. Per fare solo un paragone, si pensi a come è stato scelto l'ultimo governatore della Banca d'Inghilterra, con un recruitment process preceduto da un bando, richieste di interessati, nomina di una commissione indipendente, esame da parte di questa dei vari candidati. Questo è un modo per procedere alla luce del sole. In conclusione, penso che l'attuale governo abbia seguito la stessa prassi incostituzionale (la nostra Costituzione prevede solo due modi di accesso alle cariche pubbliche: elezione e concorso) che ha alimentato il distacco tra popolo e governanti e ha condotto al successo delle due forze che ne fanno parte. Queste non dovrebbero dimenticare ciò che - secondo Voltaire - disse Luigi XIV, il Re Sole (ogni volta che nomino una persona a un posto vacante faccio cento scontenti e un ingrato), e ricordare che, dopo qualche decennio, un pronipote e successore di quel re finì sulla ghigliottina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 14 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 1.6 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato STORIE & VOLTI il dopo marchionne L'ora di Manley e i conti Fca: debito azzerato Bianca Carretto

L'appuntamento è per le 12: il nuovo ad di Fca Manley presenterà agli analisti i conti dell'azienda, confermando i target e l'estinzione del debito industriale. Intanto si chiarisce la partita italiana del nuovo management. alle pagine 6 e 7 Basso, Polato Sarà oggi, alle 14 in Fiat Chrysler, la prima conferenza con gli analisti diretta dal nuovo amministratore delegato Mike Manley, assistito dal direttore finanziario Richard Palmer. Manley ha proseguito ieri i colloqui con i manager che fanno parte del Gec (Group Executive Council), per definire le strategie operative in ogni regione in cui Fca è presente. Verranno comunicati i dati economici del secondo trimestre dell'anno, che confermeranno l'avvenuta estinzione del debito industriale, il cruccio maggiore di Marchionne. L'ex guida del gruppo automobilistico continua ad essere in gravi condizioni, ma stabile, e dall'ospedale di Zurigo non ci sono comunicazioni specifiche. La Borsa intanto ha ripreso ieri a salire: a Milano Fca ha guadagnato il 2,39%, portando le azioni ad un valore di 16,55 euro. Per Ferrari il conto è stato invece più amaro: nella giornata di lunedì i titoli del Cavallino erano scivolati del 4,88% mentre ieri hanno limitato la ripresa allo 0,4%. Tutte le società della galassia Agnelli, comprese Exor e Cnh, hanno lasciato sul campo, lunedì, una perdita valutata 2,3 miliardi di euro. Exor, sempre alla Borsa di Milano, ha recuperato l'1,5%, Cnh, la migliore, ha realizzato una performance del 3,78%. Oggi inoltre non è in programma nessuna relazione sullo spin off di Magneti Marelli, che potrebbe anche essere venduta. Per la casa di Maranello, oltre all'uscita di Marchionne che doveva rimanere sia come presidente che come amministratore delegato fino al 2021, ha pesato sicuramente anche la sconfitta nel Gp di Germania di domenica. Ieri si è insediato l'amministratore delegato nominato dal board, Louis Camilleri (presidente è ora John Elkann) che si è rifiutato di occupare l'ufficio di Marchionne («quella stanza rimane sua») ma è entrato in quella utilizzata da Luca Cordero di Montezemolo ai tempi della presidenza. Dovrà prendere dimestichezza, valutando le priorità che Marchionne ha lasciato sul tavolo. Elkann, arrivato anche lui a Maranello, ha incontrato prima Maurizio Arrivabene, team principal di Ferrari e Mattia Binotto, direttore tecnico, dopo la squadra e, in conference call, i piloti, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, cercando di spronarli a credere nel successo finale, per acciuffare quel titolo di Campione del Mondo che manca ormai da dieci anni. Certo, sostituire Marchionne non è facile. Nel Gp di Ungheria, domenica prossima, la sua assenza e l'assenza dei suoi commenti si faranno sentire ancora di più. Domenica 1 luglio, a Silverstone, in Inghilterra, dove la Rossa ha battuto la Mercedes, con i due suoi piloti sul podio, il silenzio di Marchionne aveva fatto capire a tutti che c'erano problemi, ma nessuno pensava di questa gravità. Sulle sue condizioni ieri è intervenuto anche Beppe Grillo: per il fondatore del M5S Marchionne sarebbe già stato ucciso da media e finanza. Bianca Carretto © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 15 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 1.6 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Mercati Fca, Ford e General Motors comunicano oggi la semestrale e l'attenzione è alta, soprattutto su Fca all'esordio di Mike Manley come amministratore delegato. Ieri alla Borsa di Milano hanno chiuso in rialzo tutti i titoli della galassia Agnelli: Fca ha terminato in rialzo del 2,39% a 16,55 euro, Ferrari a +0,39%, Exor è salita dell'1,53% e Cnh Industrial ha segnato un rialzo del 3,78% Oggi Manley, che ha preso il posto di Sergio Marchionne, presenterà i conti e per la prima volta parlerà con gli analisti in conference call. Solo fino a pochi giorni fa ci si aspettava Marchionne all'appuntamento con i conti, poi l'improvviso aggravamento delle condizioni di salute hanno portato sabato scorso all'avvicendamento immediato Manley è dal 2009 a capo del marchio Jeep e dovrà affrontare in tempi strettissimi questo nuovo impegno. Al suo fianco ci sarà il direttore finanziario, Richard Palmer, che era anche lui nella lista dei possibili successori di Marchionne insieme ad Alfredo Altavilla, fino a ieri capo dell'area Emea del gruppo. Il dirigente italiano, dopo 20 anni in Fiat prima e poi Fca, ha rassegnato le dimissioni La parola gec È l'acronimo con cui viene indicato il «Group Executive Council», il consiglio di manager del gruppo Fiat Chrysler con cui ieri il nuovo amministratore delegato ha proseguito i colloqui prima della conferenza con gli analisti prevista per oggi. Saranno infatti presentati oggi da Torino i conti di Fca. A fianco a Mike Manley ci sarà anche il direttore finanziario del gruppo Richard Palmer

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 16 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 11 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il caso Da barricaderi a possibilisti Su Tav e gasdotto il nuovo volto dei 5 Stelle Il Movimento prende tempo. «Ascoltare le comunità» Alessandro Trocino

Roma Alberto Airola è sicuro: «La questione della Val di Susa è un patto fondante, senza quelle battaglie il Movimento non esisterebbe. La Tav non si farà mai». Eppure, tanta sicurezza ostentata è il segno di una fragilità del Movimento, che si trova nella difficile situazione di dover tener fede alle promesse della campagna elettorale e al tema identitario per eccellenza, ovvero il no alle grandi opere. Chi conosce il Movimento sa bene quali sono le posizioni sull'Alta velocità, ma anche sulle Olimpiadi e sulla Tap, il gasdotto che dovrebbe arrivare in Puglia. Ma, come è accaduto anche per il termovalorizzatore di Parma (ma lì Federico Pizzarotti diventerà il «traditore»), tener fede alle promesse, una volta al governo, significa anche affrontare la realtà. Che spesso si traduce in lavori avviati, impegni presi, contratti firmati e pesanti penali da pagare in caso di improvviso stop ai lavori. Per questo i nervi sono tesissimi. Barbara Lezzi, ministro ma soprattutto militante no Tap della prima ora, è nervosa. Non sa come rispondere ai tanti che la sollecitano e aspetta che Luigi Di Maio prenda una decisione. Ma il vicepremier, nonché due volte ministro, prova a ributtare la palla in campo. E spiega: «Non si possono prendere decisioni dall'alto, bisogna ascoltare le comunità. Qualsiasi opera sul territorio va fatta dialogando con loro». Che è già un rimettere in discussione decisioni che sembravano scontate. Di fronte al tentennare sulla Tap (Alessandro Di Battista aveva promesso che sarebbe stato bloccato in due settimane), ma anche sull'Ilva, che secondo Beppe Grillo doveva diventare un parco giochi, e la cui riconversione ora alla Lezzi pare «fantasmagorica», ieri è intervenuto Danilo Toninelli. Per ridare spazio alla voce delle origini, quella evocata da Airola. Così il ministro delle Infrastrutture spiega che leggendo il dossier della Tav Torino-Lione ha provato «rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani. È stato un enorme lo sperpero di denaro pubblico per favorire i soliti potentati, certe cricche politico-economiche e persino la criminalità organizzata». Toninelli, a questo punto spiega che «nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell'avanzamento dell'opera, sarebbe un atto ostile». Ma non dice che sarà bloccata. Spiega che «rifarsi al contratto di governo significa voler ridiscutere integralmente l'infrastruttura in applicazione dell'accordo con la Francia. Senza preclusioni ideologiche, ma senza subire il ricatto che ci piove in testa». In sostanza, ridiscutere ma non bloccare. Un'altra Tav è possibile. Anche se Ettore Rosato (Pd) e Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) temono che dietro questo sbarramento di parole si nasconda la volontà di far saltare tutto. Nel frattempo, però i cantieri sono fermi, il Movimento discute, aspettando di decidere. E Giuseppe Civati (fondatore di Possibile) può ironizzare: «Questo è il governo del cambianiente». © RIPRODUZIONE RISERVATA FRANCIA Venezia Milano Genova Torino Bari PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO PUGLIA Varese Bergamo Brescia Verona Treviso Vicenza Alessandria Savona Brindisi Lecce Taranto La mappa MOSE Lavori in corso (fine prevista 2020) Cantiere in corso (fine prevista 2020) GASDOTTO TAP PEDEMONTANA VENETA ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA BRESCIA- VERONA Cantiere a fine 2018 (fine prevista 2026) Lavori in corso (fine prevista 2021) 5 TAV

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 17 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 11 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Torino-Lione 8,2 4 2,2 2,8 PEDEMONTANA LOMBARDA AUTOSTRADA VALTROMPIA 0,213 Lavori mai partiti Lavori in corso (fine prevista 2029) Lavori primi due tratti finiti, lotto 2 non ancora avviato (nessuna previsione) 4,7 8,2 4,5 PASSANTE DI GENOVA Lavori non iniziati (cantiere di 10 anni) TERZO VALICO (ferrovia Tortona-Genova) Lavori in corso (fine prevista 2022) Corriere della Sera Costo in miliardi di euro Le infrastrutture Foto: Tutte le notizie di politica con gli aggiornamenti in tempo reale, le fotogallery, i video, le analisi e i commenti

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 18 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 21 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

«Terzo Settore, decreto urgente» Associazioni in pressing sul governo L'appello: «Servono correttivi entro il 2 agosto». Coinvolti 11 milioni di volontari Forum Nazionale del Terzo Settore

A un anno dall'avvio della riforma del comparto, il Forum Nazionale del Terzo Settore ha inviato una lettera aperta, sottoscritta da 69 associazioni e organizzazioni, al presidente del Consiglio Conte, ai due vice Di Maio e Salvini, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti e ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali del Senato, Borghesi, e Affari sociali della Camera, Lorefice, chiedendo tra le altre cose un decreto correttivo al Codice del Terzo Settore. Secondo i firmatari, in questa prima fase sono emerse «criticità» che occorre correggere e incertezza nelle norme fiscali e civili che rendono difficile l'opera di 11 milioni di soci e volontari. Entro il prossimo febbraio, infatti, le associazioni dovranno modificare gli statuti sociali. Il decreto correttivo - chiede il Terzo Settore - dovrebbe essere emanato entro il 2 agosto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Va definito un quadro normativo, la proroga di 4 mesi non basta per mutare statuti e qualifica giuridica La Lettera Le parole del Presidente del Consiglio nel discorso di insediamento del 5 giugno scorso sono state un riscontro della piena consapevolezza che ha il Governo dell'importanza dei valori e delle azioni del Terzo Settore per lo sviluppo del Paese e dell'urgenza di portare a compimento la riforma. Fare bene è importante ma oggi è necessario anche fare tempestivamente. Ad un anno dall'avvio, la riforma del Terzo settore ha evidenziato criticità che devono essere emendate. Un ulteriore ritardo nell'emanare un primo correttivo del Codice del Terzo settore prolunga una situazione ormai non più sostenibile di incertezza normativa - sul piano fiscale e civilistico - e organizzativa che complica e, in alcuni casi, rischia di compromettere l'opera di 11 milioni di soci e volontari impegnati in oltre 300.000 organizzazioni di volontariato e di promozione sociale operanti nelle nostre comunità. Tutte queste associazioni sono tenute, entro febbraio 2019, a modificare i propri statuti sociali e a ridefinire aspetti determinanti della loro attività, fino al cambiamento della stessa qualifica giuridica. Tutto ciò non può essere effettuato in presenza di un dato normativo incompleto e instabile che, anche alla luce della eventuale proroga di 4 mesi per l'adozione dei provvedimenti correttivi, è passibile di ulteriori modifiche. Certezze normative, fiscali e civilistiche sono peraltro indispensabili anche per sbloccare la costituzione di nuovi soggetti fermi da più di un anno nell'attesa che si definisca un quadro normativo certo. Chiediamo quindi, anche in relazione alle aperture più volte manifestate: - una interlocuzione organica su tutti i provvedimenti inerenti il completamento e l'attuazione della riforma; - che il Governo eserciti la delega emanando uno o più provvedimenti correttivi; - che un primo correttivo contenente le indispensabili modifiche e precisazioni relative al funzionamento delle associa-zioni, al trattamento fiscale e alla proroga dei tempi per gli adegua-menti statutari venga emanato entro il 2 agosto, come previsto dalla legge delega, consentendo agli enti di attivare in tempi adeguati valutazioni e processi democratici interni

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 19 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 21 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ineludibili; - che si sblocchi l'iter di approvazione del decreto che definisce le attività secondarie (art 6 del DLGS 117/2017). Con fiducia, © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 20 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 30 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Ilva, l'apertura di ArcelorMittal Di Maio: pronti ad annullare la gara Il vicepremier: avviate le procedure. E domani incontrerà i vertici del gruppo La nuova proposta Gli acquirenti: vogliamo mettere in atto il turnaround nel più breve tempo possibile Sergio Bocconi

ArcelorMittal va avanti sull'Ilva. E ieri è arrivata la firma definitiva del contratto per il passaggio dell'ex stabilimento Lucchini di Piombino al gruppo indiano Jsw che fa capo a Sajjan Jindal. Una giornata dunque importante, almeno per gli sviluppi che promette, per l'acciaio. In serata, tuttavia, il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha annunciato l'avvio di un procedimento amministrativo per l'eventuale annullamento della gara. «Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse» ha spiegato Di Maio, che ha confermato l'incontro di oggi con i vertici di ArcelorMittal. Con una nota il gruppo anglo-indiano «ha informato i commissari straordinari di Ilva che accetta tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo al contratto di affitto e acquisto sottoscritto nel giugno 2017». I contenuti dell'addendum al contratto non sono stati resi noti e fonti vicine al dossier hanno profilato alcune linee guida. Di Maio ha detto che nella stessa giornata «verranno analizzate le proposte». E ha aggiunto: «Dopo le criticità sollevate dall'Anac, io comunque vado avanti con gli accertamenti. Sia chiaro: le due cose vanno insieme. Gli stiamo affidando la più grande acciaieria d'Europa che ha avuto un impatto devastante sulla salute. Questo impatto è ciò che dobbiamo evitare perciò c'è bisogno di una gara fatta bene con una procedura del piano ambientale giusta e valida». I sindacati «saranno convocati molto presto». La nuova proposta riguarderebbe la parte ambientale, con l'impegno da parte della società di utilizzare tecnologie adeguate sotto questo profilo. Circa gli aspetti occupazionali, ArcelorMittal «è disponibile a supportare, nell'ambito della procedura sindacale, insieme a tutte le parti interessate, il raggiungimento di un'idonea soluzione da definire nell'eventuale accordo sindacale per ciascuno degli attuali dipendenti» di Ilva «entro la scadenza del piano industriale». Sempre nella nota, il gruppo ArcelorMittal dice di «confidare sul fatto che questi impegni aggiuntivi evidenzino al governo e agli altri stakeholder nazionali e locali il suo pieno impegno per una gestione responsabile di Ilva». ArcelorMittal è inoltre «fiduciosa che, con il supporto del governo, sarà ora possibile finalizzare nei prossimi giorni l'accordo con i sindacati». La società si dice «desiderosa di mettere in atto il programma di turnaround nel più breve tempo possibile in modo da assicurare il futuro sostenibile per Ilva, i suoi fornitori, i suoi clienti industriali e, nello stesso tempo, la tutela dell'ambiente e il benessere delle comunità locali». Sulla nuova proposta i sindacati hanno reagito con la richiesta di conoscere il contenuto dell'addendum e sollevando l'urgenza di un confronto. Il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli ha detto di ritenere che «sia ora di interrompere lo scaricabarile, se ci sono vizi nella gara la si annulli, altrimenti sia riaperto immediatamente il negoziato sindacale fermo da due mesi». Le incertezze «stanno rallentando gli interventi ambientali, azzerando ogni manutenzione rendendo sempre più insicuro l'impianto per i lavoratori, e provocano perdite di quote di mercato e di ingenti risorse finanziarie». Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha sottolineato di voler evitare che «ancora una volta ci si trovi di fronte ad accordi bilaterali»: «Vogliamo un vero confronto sul piano industriale e soprattutto avere una soluzione occupazionale per tutti i 14 mila lavoratori».

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 21 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 30 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Rispetto infine all'accordo per l'impianto ex Lucchini «l'accordo di programma», ha sottolineato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, «ha un valore ambientale e industriale. Jindal si impegna a produrre acciaio costruendo due forni elettrici per una produzione di almeno due milioni di tonnellate». © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 mila , il numero di occupati all'Ilva, dei quali 11 mila diretti. Con l'indotto gli addetti salgono a 20 mila Acciaio Lakshmi Mittal è presidente e ceo del gruppo anglo-indiano ArcelorMittal Il gruppo è il maggior produttore globale di acciao, presente in 60 Paesi, con ricavi 2017 pari a 68,7 miliardi di dollari Sajjan Jindal presidente di Jsw, Jindal South West, secondo nella siderurgia indiana e trentesimo nel mondo Produce 12,4 milioni di tonnellate l'anno con ricavi per 9 miliardi di dollari

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 22 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 33 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Credito Bcc, proroga di sei mesi per la riforma Claudia Voltattorni

Sulla proroga, assicura il ministro dell'Economia Giovanni Tria, «c'è stata piena unanimità di tutti i ministri». E il premier Giuseppe Conte parla di «riforma della riforma» e di «interventi chirurgici ma molto significativi nell'impatto pratico e nella rilevanza politica». Cambia così la riforma pensata dal governo Renzi per superare quel modello di banca «locale» messo in crisi dai crac bancari. E anzi, fa quasi un dietrofront, perché il «localismo» torna ad essere un punto di forza. Così ieri il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga di 6 mesi per la riforma delle banche del credito cooperativo dando più potere ai piccoli e più tempo per aderire ai grandi gruppi tra cui le tre holding Iccrea, Cassa Centrale Banca e Raiffeisen. «Rafforziamo la finalità mutualistica - dice Conte - e cerchiamo di conservare il radicamento nel territorio di questi organismi bancari». Le norme sono contenute nel decreto Milleproroghe varato ieri. Per il ministro Tria, la proroga «si è resa necessaria dal fatto che contestualmente si propongono norme di modifica della riforma ed è quindi necessario che tutte le banche che dovranno decidere se aderire ai gruppi bancari, abbiano del tempo per valutare cosa fare». Una delle finalità della riforma era quella di «garantire il carattere mutualistico delle banche di credito cooperativo, il carattere localistico, la dedizione al territorio di queste banche: questa finalità - spiega Tria - presentava dei problemi critici e quindi siamo intervenuti per risolverli». Con le nuove norme, è stata elevata dal 51% al 60% la quota minima di capitale che le Bcc devono detenere nella capogruppo, questo «per un controllo maggiore da parte delle singole banche sulle azioni della capogruppo», sottolinea il ministro. Inoltre, la metà più due componenti del cda devono essere espressione delle Bcc e deve essere tenuto conto del carattere mutualistico. Prima di decidere poi, la capogruppo deve consultare tutte le altre banche e le categorie di rischio prese in considerazione per intervenire nelle singole banche «devono essere sottoposte al controllo della Banca d'Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA 60% la quota minima di capitale che le Bcc devono detenere nella capogruppo in base alle nuove norme

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 23 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 33 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato INTERVISTA La strategia Leonardo, nel programma il nuovo rapporto con le pmi: partner per crescere insieme Zoff: puntiamo a campioni nazionali di ingegneria e meccanica Acquisti Metà della spesa per gli acquisti di Leonardo viene fatta in Italia e vale circa 3,7 miliardi Antonella Baccaro

Leonardo rivoluziona il rapporto con i fornitori puntando a rafforzarne il coinvolgimento, fino alla creazione di vere e proprie partnership. A spiegare la strategia del programma Leap2020, che punta a rafforzare la struttura industriale del Paese oltre che al raggiungimento degli obiettivi del piano 2018-2022 del gruppo dell'aerospazio e della difesa, è Marco Zoff, responsabile della Direzione Acquisti e amministratore delegato di Leonardo Global Solutions. «Premessa: metà della spesa per acquisti Leonardo la fa in Italia. Si tratta di 3,7 miliardi ogni anno. Circa un terzo riguarda le Pmi». Quante aziende? «Circa 2.800 in tutta Italia: nessuna regione esclusa. Sono aziende che rispecchiano il Paese. Tra i pregi hanno il grande know how , la flessibilità e spesso la competitività sui costi. Tra i difetti, la mancanza di managerialità e la sottocapitalizzazione. È un tessuto frammentato, poco robusto, sensibile ai cicli produttivi». Cosa proponete loro? «Un salto in avanti, un cambio di paradigma verso un rapporto nuovo in cui cresciamo entrambi in maniera sostenibile: una vera partnership». In pratica? «Noi diamo loro una prospettiva di lungo periodo, l'integrazione delle piattaforme, il nostro supporto a condizioni preferenziali oltre che condizioni finanziarie migliori». In cambio di cosa? «Per essere partner o si rischia o si investe insieme. Fuori da questi impegni si resta semplicemente fornitori». Non è da tutti. «Infatti non è un programma non è per tutti. Vogliamo puntare su imprese sostenibili finanziariamente e con precisi requisiti di reputation e affidabilità». Che tipo di aziende? «Prima di tutto alcuni campioni nazionali e poi i fornitori di nicchia, eccellenti in qualcosa. Puntiamo su alcune categorie: meccanica, ingegneria e sistemi di bordo». Perché? «Per i volumi (corrispondono a circa un miliardo di acquisti), per le sinergie all'interno del nostro gruppo e perché sono settori frammentati. Nella sola meccanica abbiamo 200 fornitori». Chiedete un'esclusiva? «Al contrario: vogliamo aziende, "contaminate" da altri, non dipendenti dalle nostre tecnologie». Il programma parte dall'Italia e sarà a regime nel 2020. Ha incentivi pubblici? «No, ma ciò non toglie che le Pmi possano autonomamente accedere ai vari canali di funding». Chi resta fuori dal programma, soccomberà?

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 24 25/07/2018 diffusione:219875 Pag. 33 tiratura:310832 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

«Altrove questo tipo di programmi sono aggressivi. Noi non vogliamo spremere i fornitori. Certo, nello scegliere, qualcuno resterà escluso, ma non è detto che resti fuori dalla catena del valore: potrebbe scendere o essere acquisito». Perché i fornitori più forti dovrebbero accettare? «Perché esiste una forte pressione competitiva e a fare sistema. Sono già in tanti a chiedercelo. Peraltro ci impegniamo anche a supportare le aggregazioni che riteniamo potenzialmente promettenti, ma senza metterci capitali. Vogliamo che il sistema industriale cresca». Sarete come Cristiano Ronaldo per la Juve? «Me lo chiede perché mio padre è Dino Zoff? Accetto la metafora: non andiamo a fare le superstar. Ci sentiamo più i capitani di una squadra». © RIPRODUZIONE RISERVATA fornitori di Leonardo Ripartizione geografica degli acquisti L'Ego Italia, Regno Unito, USA, Polonia 75% Altri Paesi 25% Fornitori in Italia 70% Pmi di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia 600 Numero di imprese della filiera A&D 42.000 Numero di occupati coinvolti 45% Pmi USA 70% della base fornitori di PZL-widnik 190 Polonia 60% Pmi Numero di imprese coinvolte nel programma 21st Century Supply Chain Regno Unito Chi è Marco Zoff, 44 anni, ingegnere, è responsabile della Direzione Acquisti dal marzo di quest'anno e amministratore delegato di Leonardo Global Solution. È nel gruppo dal 2005 Il progetto Leonardo rivoluziona il rapporto con i fornitori puntando a rafforzarne il coinvolgimen-to, fino alla creazione di vere e proprie partnership. È la strategia del programma Leap2020, per rafforzare la struttura industriale del Paese e raggiungere gli obiettivi del piano al 2022

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 25 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.9 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Semestrale Telecom valuta opzioni per Sparkle e conferma la cessione di Persidera Antonella Olivieri

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Tregua nel cda Telecom che archivia una semestrale senza guizzi, chiusa con ricavi per 9,44 miliardi e utili per 554 milioni: dati contabili in calo a fronte di confronti "omogenei" in parte positivi. Il consiglio che si è riunito ieri a Roma ha anche «avviato un percorso di valutazione delle opzioni strategiche delle sue partecipate» e confermato la prosecuzione del processo di vendita di Persidera. Sul primo fronte, il riferimento nello specifico è a Sparkle, la società dei cavi internazionali di rilevanza strategica nazionale oggi posseduta al 100% da Telecom, anche se non ci sarebbero al momento dossier concreti sul tavolo. Quanto a Persidera, la società dei mux (i canali per la trasmissione tv in digitale terrestre) che ha come socio di minoranza Gedi, è stato dato mandato a vendere a un trustee, per rispettare l'impegno che era stato preso con l'Antitrust Ue da Vivendi, azionista rilevante anche di Mediaset, ma non ci sono novità. La riclassificazione proposta da Telecom individua i ricavi "confrontabili" del semestre in 9,512 miliardi rispetto ai 9,772 della prima parte del 2017 (-2,7%): a parità di cambi (la svalutazione del real brasiliano è stata superiore al 20%) la variazione organica sarebbe positiva dell'1,5%. L'utile netto contabile è di 554 milioni, il confrontabile di 618 milioni rispetto ai 596 milioni del primo semestre 2017. Nel primo semestre di quest'anno l'Ebitda del gruppo è stato pari a 3,763 miliardi. Il dato "confrontabile" ammonta a 3,918 miliardi, in calo del 4,8% rispetto ai 4,114 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. L'Ebitda organico registra una flessione dell'1,6% con una marginalità calata dal 42,5% al 41,2%. Tim sottolinea che nella prima parte di quest'anno sono stati contabilizzati oneri operativi non ricorrenti per 121 milioni, contro i 56 milioni dell'analogo periodo 2017. Nel conto rientrano i 74,3 milioni accantonati per la multa golden power, sospesa dal Tribunale in attesa del giudizio di merito. Gli investimenti industriali sono stati pari a 1,597 miliardi (1,675 miliardi a parità di principi contabili applicati, secondo il ricalcolo aziendale) rispetto ai 2,056 miliardi dello stesso periodo 2017. In particolare, gli investimenti sul mercato domestico sono stati pari a 1,212 miliardi (1,273 miliardi il dato confrontabile) contro 1,626 miliardi nel primo semestre dell'anno scorso. La nota Tim spiega che questo conferma «le azioni di efficienza avviate negli anni passati verso i singoli fornitori, attuate con approccio di selettività, garantendo gli ampi livelli di copertura ultrabroadband e la focalizzazione sulla qualità del servizio». Il flusso di cassa della gestione operativa è stato pari a 886 milioni rispetto ai 958 milioni dello stesso periodo precedente. Nel periodo sono stati pagati dividendi per 222 milioni. Infine, l'indebitamento finanziario netto contabile si attesta a 26,041 miliardi (in riduzione di 50 milioni rispetto a fine dicembre), mentre l'indebitamento rettificato ammonta a 25,141 miliardi (-167 milioni). Per quanto riguarda il secondo trimestre la nota Tim segnala ricavi in crescita dell'1,6% nel segmento mobile domestico, con 13,3 milioni di linee mobili broadband attive su una base clienti totale di 31,6 milioni: la copertura Lte raggiunge oltre il 98% della popolazione. Sul fisso domestico la copertura in banda ultralarga (principalmente Fttc) ha raggiunto l'80%

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 26 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.9 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

delle unità abitative, con una crescita netta delle linee fibra di 590mila unità e una crescita dell'arpu (ricavi per cliente) broadband del 2,4% a 26,1 euro per linea al mese. Il consiglio ha deciso anche di nominare il lead independent director, scelta - caduta su Dante Roscini - che in precedenza era stata ritenuta superflua in quanto anche il presidente Fulvio Conti, come il resto dei consiglieri tratti dalla lista Elliott, ha conservato la qualifica di indipendente, non avendo deleghe esecutive. L'ex banchiere d'affari agirà in supporto alla presidenza nel coordinamento delle attività consiliari, precisa la società. E sono state affrontate inoltre altre tematiche di governance, affinando la procedura parti correlate estesa a eventuali patti parasociali (oggi inesistenti) che dovesso esprimere la maggioranza del consiglio. Intanto Elliott ha aggiornato la sua posizione in Telecom (comunicazione Consob al 17 luglio) che è stabile all'8,847%. Il fondo Usa - come precisato nei mesi scorsi alla Sec - ha protetto con un collar (una combinazione di opzioni put e call con JP Morgan come controparte finanziaria) il 4,9%. Nel periodo delle scadenze delle opzioni, dal 5 febbraio al 6 giugno dell'anno prossimo, se le quotazioni Telecom scendessero sotto 0,81054 euro, per i meccanismi del collar, il pacchetto del 4,9% potrebbe ridursi fino all'1,5%. Viceversa, se nello stesso periodo le quotazioni salissero sopra 0,89586 euro, la quota di Elliott potrebbe limarsi al 3,3%. Poco variato il titolo Telecom in Borsa: le quotazioni si sono fermate a 0,6084 euro (+0,3%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Antonella Olivieri 9,4 Telecom ha chiuso il primo semestre con ricavi per , miliardi e utili netti per milioni contro i , miliardi e i milioni dello stesso periodo . Il cda ha avviato la valutazione di opzioni strategiche per Sparkle e confermato la volontà di cedere Persidera. 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80 0,85 0,90 Il titolo a Milano 29/12/17 24/07/18 0,721 0,608 Telecom Italia 9,4 Telecom Italia Foto: BLOOMBERG Strategie per le tlc. --> Nel semestre ricavi consolidati per 9,4 miliardi

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 27 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.5 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato IL CASO TARANTO Ilva, sul tavolo di Di Maio l'annullamento della gara ArcelorMittal accetta tutte le richieste in materia ambientale Il ministro: avvio del procedimento per cancellare l'aggiudicazione Oggi prosegue il confronto con il gruppo siderurgico: un mese per decidere Matteo Meneghello

Rischio di annullamento per la gara per l'Ilva. «A seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva - scrive un comunicato del ministero dello Sviluppo economico - e del parere fornito dall'Anac, si ritiene che ci siano i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all'eventuale annullamento in autotutela del decreto del 5 giugno 2017 di aggiudicazione della gara. È un procedimento disciplinato per legge - afferma il ministro Di Maio - che durerà 30 giorni. Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse. Ad ogni modo - conclude il Ministro - oggi incontrerò i vertici di ArcelorMittal per proseguire il confronto sull'aggiornamento della loro proposta». ArcelorMittal aveva ieri accettato tutte le richieste aggiuntive nell'ambito del contratto per l'acquisizione dell'Ilva di Taranto, in particolare per gli interventi in campo ambientale. Attraverso una nota, ArcelorMittal ha informato i commissari straordinari dell'Ilva che «accetta tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo il contratto di affitto e acquisto firmato nel giugno 2017». L'azienda punta ad assicurare un «futuro sostenibile» per l'Ilva, i suoi lavoratori e le comunità locali. Nessun richiamo esplicito, invece, al tema critico dell'occupazione, argomento demandato al tavolo sindacale. Secondo quanto appreso dall'Ansa, ArcelorMittal sarebbe disponibile a supportare il raggiungimento di una «idonea soluzione» per ciascuno degli attuali dipendenti di Ilva entro la scadenza del piano industriale (2024). Ieri, intanto, è stato firmato ufficialmente il contratto per la cessione dell'ex Aferpi di Piombino dagli algerini di Cevital al gruppo indiano Jindal Steel West. a pag. 5 Il futuro dell'Ilva di Taranto resta in bilico. Il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, comunica a tarda sera l'avvio di un procedimento per l'eventuale annullamento di aggiudicazione della gara. A seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva - recita un comunicato del Mise - e del parere fornito dall'Anac, si ritiene che ci siano i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all'eventuale annullamento in autotutela del decreto del 5 giugno 2017 di aggiudicazione della gara. «È un procedimento disciplinato per legge - afferma Di Maio - che durerà 30 giorni. Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse. Ad ogni modo - conclude il ministro - domani (oggi per chi legge, ndr) incontrerò i vertici di ArcelorMittal per proseguire il confronto sull'aggiornamento della loro proposta». Proprio ieri ArcelorMittal aveva accettato tutte le richieste aggiuntive nell'ambito del contratto per l'acquisizione di Ilva, alzando l'asticella su tempistiche e aspetti tecnici relativi alle prescrizioni ambientali. Di Maio, da parte sua, aveva detto di essere pronto a convocare i sindacati per la ripresa della trattativa. L'azionista di maggioranza della cordata Am Investco Italy, che si è aggiudicata il bando per gli asset Ilva, ha fatto sapere di avere dato l'ok ai commissari sulle «richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo al contratto di affitto e acquisto firmato» nel giugno dell'anno scorso. ArcelorMittal confida che «questi impegni aggiuntivi evidenzino al Governo» e a tutto il territorio interessato «il suo pieno impegno per una gestione responsabile di Ilva». Il gruppo

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 28 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.5 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ha fiducia nella possibilità di «finalizzare nei prossimi giorni l'accordo con i sindacati in modo da poter completare rapidamente operazione». Il ministro Di Maio si era detto pronto a valutare le controproposte, ricordando comunque che proseguono anche «gli accertamenti dopo le criticità sollevate dall'Anac. Sia chiaro - ha detto - che le due cose vanno insieme». Di Maio ha evidenziato che il Governo «sta affidando» a Mittal «la più grande acciaieria d'Europa che ha avuto un impatto devastante sulla salute e questo lo dobbiamo evitare. Per evitarlo c'e' bisogno di una gara fatta bene». Gli impegni evidenziati da ArcelorMittal hanno per oggetto soprattutto il cronoprogramma ambientale: già nelle scorse settimane era emersa ai tavoli una parziale disponibilità (che DI Maio aveva giudicato insufficiente) a ridurre i tempi di completamento degli interventi sui parchi minerali (18 mesi in meno rispetto alle previsioni iniziali), per la copertura dei parchi carbone (13 mesi in meno), sulla depolverazione dell'impianto di agglomerazione (6 mesi di anticipo), sull'intervento per la loppa dell'altoforno (30 mesi in meno). Queste disponibilità (alle quali se ne aggiungono altre) sarebbero state confermate e in alcuni casi migliorate, formalizzandole espressamente nel contratto d'acquisizione. Resta da capire come saranno recepite all'interno del decreto ambientale in vigore, che di fatto ha autorizzato l'Aia per il futuro proprietario degli impianti recependo le specifiche del piano ambientale. Il documento concordato con i commissari non conterrebbe poi, secondo fonti vicine alle parti, espliciti richiami alla decarbonizzazione. Il tema è però tutt'altro che eluso: ArcelorMittal sarebbe pronta ad applicare a Taranto già dopo il raggiungimento del break even le nuove tecnologie di riduzione e contenimento delle emissioni inquinanti già in corso di sperimentazione in altri siti del gruppo, oltre a sviluppare altre soluzioni nel centro di ricerca che sarà realizzato a Taranto. Nessun richiamo esplicito, infine, sull'occupazione, argomento demandato al tavolo sindacale che, ha sottolineato ieri Di Maio, saranno convocati «molto presto». Secondo quanto appreso da Ansa, però, ArcelorMittal avrebbe manifestato disponibilità a «supportare», nell'ambito della procedura sindacale ex articolo 47, «insieme a tutte le parti interessate, il raggiungimento di un'idonea soluzione da definire nell'eventuale accordo sindacale per ciascuno degli attuali dipendenti» di Ilva in amministrazione straordinaria «entro la scadenza del piano industriale prevista per il 2024». Marco Bentivogli, leader della Fim, ha ricordato che al momento, «anche a causa della proroga dei commissari straordinari, l'incertezza sta rallentando gli interventi ambientali». © RIPRODUZIONE RISERVATA Matteo Meneghello INUMERI 10.100 L'occupazione Sul piano occupazionale il piano resta al momento fissato sui 10.100 assunti al subentro e altri 400 da assumere a fine piano industriale, nel 2023. Mittal è però pronto a definire con il sindacato «un'idonea soluzione». 1,8 miliardi L'aggiudicazione Ilva è stata aggiudicata al prezzo di 1,8 miliardi, con un canone di affitto annuo previst0 pari a 180 milioni di euro. L'offerta prevede investimenti per circa 2,4 miliardi di euro di cui 1,25 miliardi di investimenti

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 29 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.5 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

tecnologici e 1,15 miliardi di investimenti ambientali Foto: Polo siderurgico --> Una veduta delle linee di produzione di acciaio dell'impianto Ilva di Taranto

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 30 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.2 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LE NOMINE Parte la nuova Cdp Ragioneria, resta Franco Rivera diventa dg del Tesoro Si tratta ancora sulla Rai: Salini in pole per la direzione Manuela Perrone

L'assemblea di Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha scelto il nuovo consiglio di amministrazione della Cdp nell'era Tononi-Palermo. Come vicepresidente il ministro dell'Economia, Giuseppe Tria, ha scelto l'economista Luigi Paganetto. Per Tria doppia blindatura nel suo ministero: il Cdm ha deciso la promozione a Dg del Tesoro di Alessandro Rivera e ha confermato Daniele Franco alla Ragioneria generale dello Stato. Vertice notturno a Palazzo Chigi per la Rai dove si deve sciogliere il nodo dell'amministratore delegato (in pole c'è ancora Salini) ma anche quello dei direttori dei telegiornali su cui è alta la tensione fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. a pag. 2 ROMA Regge il patto di governo sulle prime nomine e parte il nuovo corso di Cassa depositi e prestiti. Ieri l'assemblea dei soci ha nominato il Cda, incoronando presidente l'ex numero uno di Mps Massimo Tononi, indicato dalle Fondazioni bancarie, e Ad Fabrizio Palermo, finora direttore finanziario, fortemente voluto al timone di Cdp dai Cinque Stelle con l'assenso della Lega. Nel board entra come vicepresidente Luigi Paganetto, preside della facoltà di economia di Tor Vergata proposto dal ministro dell'Economia Giovanni Tria. Dal Mef arriva in Cdp Fabrizia Lapecorella, confermata dal Consiglio dei ministri anche al dicastero come direttore generale delle Finanze. Tria ha incassato dal Cdm di ieri altri due risultati: la nomina di Alessandro Rivera alla direzione generale del Tesoro (dopo aver rinunciato a Dario Scannapieco al vertice della Cassa) e la riconferma di Daniele Franco alla guida della Ragioneria generale dello Stato,che era sembrata vacillare dopo le polemiche con il vicepremier Luigi Di Maio sulla relazione tecnica al decreto dignità. Gli altri consiglieri di Cassa depositi e prestiti sono Fabiana Massa Felsani, docente di diritto commerciale all'Università di Sassari; Valentino Grant, presidente della Bcc San Vincenzo de' Paoli, in quota Lega; l'imprenditore napoletano Francesco Floro Flores, fondatore e presidente del gruppo Trefin. Le Fondazioni hanno scommesso invece sull'avvocato Matteo Melley, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spezia, e su Alessandra Ruzzu, che ha subito rassegnato le dimissioni dal Cda del Banco di Sardegna. La nuova compagine di Cdp, la cassaforte dei risparmi postali degli italiani, e le caselle chiave coperte a Via XX Settembre fotografano gli equilibri fragili di un governo sempre più a tre teste, con i tecnici (Tria e gli uomini a lui vicini) nel ruolo di guardiani dei conti e della stabilità. Che i rapporti non siano distesi lo dimostrano le altre partite, a cominciare dalla Rai . La giornata di ieri non si era aperta sotto i migliori auspici. Interpellato sul "casting" annunciato dal vicepremier Matteo Salvini per scegliere presidente e amministratore delegato della Tv pubblica (nomine che spettano formalmente al Mef), Tria aveva ostentato indifferenza: «Se c'è necessità di qualcuno di incontrare le persone per rafforzare le proprie convinzioni, nonsignifica che questo condizioni le scelte del ministro competente. In genere si usa condividere le cose, poi ognuno si assume le proprie responsabilità». Una chiara rivendicazione di competenza rispetto all'iperattivismo dei due vicepremier sulla questione. È toccato di nuovo al premier Giuseppe Conte convocare un vertice con Di Maio, Salvini e Tria, che si è prolungato fino a tarda sera, per tentare di sbrogliare la matassa e indicare i

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 31 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.2 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

vertici Rai prima dell'assemblea già rinviata a venerdì. La rosa di nomi per la poltrona di Ad si è ristretta a tre: in pole per il M5S Fabrizio Salini, ex La7 e Fox, Andrea Castellari di Viacom International e Marcello Ciannamea, direttore dei Palinsesti Rai e consigliere di Auditel. Più complicata la partita della presidenza, dopo il freno da Forza Italia e da ambienti pentastellati alla candidata leghista Giovanna Bianchi Clerici. Dubbi (non solo di Fi) anche sull'altro nome circolato ieri, quello di Gianmarco Mazzi. Ma è sulle direzioni dei Tg che si consuma il vero scontro sottotraccia tra M5S e Lega. Con il Tg1, dove i Cinque Stelle sognano Milena Gabanelli, ambito anche dal Carroccio. In alto mare, infine, il dossier Ferrovie, dove si cerca un successore di Renato Mazzoncini. © RIPRODUZIONE RISERVATA Manuela Perrone Note: (*) principali partecipazioni del gruppo Cassa depositi e prestiti Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti Le principali partecipazioni del Ministero dell'Economia e di Cassa depositi e prestiti Dati in percentuale SOCIETÀ QUOTATE SOCIETÀ NON QUOTATE MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE Monte dei Paschi di Siena Enav Enel Poste Italiane Leonardo Eni Ferrovie dello Stato Italiane Rai Cassa depositi e prestiti* 68,25% 53,28% 23,58% 29,26% 30,20% 4,34% 82,77% 100% 100% Eni Poste Italiane Telecom Italia Fincantieri Saipem Ansaldo Energia Open Fiber Sace Simest Terna Snam Italgas 25,76% 35,00% 4,933% 100% 76,01% 71,64% 59,94% 50,00% 12,55% 29,85% 30,37% 26,04% Mef e Cdp, le partecipazioni sotto la lente 250 MILIARDI DI EURO È l'ammontare del risparmio postale: ovvero le somme affidate alla Cdp da coloro che hanno sottoscritto libretti di risparmio o buoni fruttiferi presso le Poste Mef e Cdp, le partecipazioni sotto la lente Foto: Paganetto vice- presidente. --> Nel board della Cassa entra come vicepresidente, su proposta del ministro Tria, Luigi Paganetto, preside della facoltà di Economia dell'Università di Roma Tor Vergata

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 32 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.10 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

BancoBpm motore di sviluppo delle Pmi, alle imprese serve fiducia Alessandro Graziani

A pag 10 «Cosa chiedono le imprese per continuare a investire? Soprattutto fiducia. Siamo in una fase delicata. Incontrando negli ultimi nove mesi 3.000 imprenditori in 14 regioni, ho trovato un clima generale positivo alimentato da buoni bilanci e dalla crescita dell'export. Ma nelle ultime settimane questo clima di fiducia si è attenuato, in parte a causa della imprevista guerra dei dazi scoppiata a livello internazionale, in parte per le incertezze sulla scelte di politica economica del nuovo Governo italiano». Giuseppe Castagna - amministratore delegato di Banco Bpm, terzo gruppo bancario italiano che sul sostegno alle imprese ha costruito uno dei principali driver di crescita dei ricavi del gruppo - ha concluso da pochi giorni un "giro d'Italia" in nove tappe nei territori in cui BancoBpm è presente, da Nord-Italia al Centro Sud. Un vero e proprio viaggio nel mondo delle imprese dei vari distretti industriali del Paese. «Abbiamo ascoltato storie di crescita, di turnaround, di innovazione - spiega Castagna - e abbiamo raccontato, insieme ai 3.400 colleghi che hanno partecipato al road show, quello che BancoBpm può dare alle aziende: credito, certo, come dimostra la crescita degli impieghi di 1,4 miliardi dall'avvio della nuova struttura commerciale a febbraio 2018, ma anche servizi finanziari per l'export, per la finanza innovativa, per il merchant e banking. Abbiamo spiegato l'evoluzione della nuova Banca Akros, potenziata con nuovi team di bankers specializzati nel corporate e nell'advisory e fund raising a favore dei veicoli d'investimento Spac utili per la quotazione delle Pmi. Se la ripresa dell'economia non si contrarrà, ed è importante che tutti si impegnino in questa direzione, credo che il terzo gruppo bancario italiano possa fare da volano alla crescita delle imprese». Il viaggio in Italia è iniziato a metà ottobre 2017 a Novara, accogliendo oltre 300 imprenditori del nord ovest: Vercelli, Alessandria, Verbania, Biella. «Negli anni della crisi, l'area è stata duramente colpita dalla recessione - spiega il banchiere - ma ora la ripresa è visibile nei vari distretti, dalla rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia all'agroalimentare. Novara e Verbania sono le uniche due province in cui BancoBpm è presente con quote di mercato superiori al 30%, un livello straordinario che intendiamo conservare». Dal Piemonte alla Lombardia, con due tappe a Bergamo e Milano. A novembre a Bergamo oltre 150 imprenditori della zona e di Brescia hanno testimoniato la vitalità delle eccellenze, dal distretto siderurgico bresciano a quello della gomma del semino bergamasco fino al tessile della Valseriana. A Milano a fine gennaio la banca si è (ri)presentata a 180 imprese del capoluogo lombardo, di Monza Brianza, Como, Varese e Lecco. Protagonisti il settore del mobile della Brianza, che nel quarto trimestre del 2017 ha visto una crescita dell'export del 28,5%, ma anche il distretto metalmeccanico lecchese e quello della meccanica strumentale di Varese. Con la sorpresa del polo Ict di Milano che nei primi nove mesi del 2017 aveva incrementato le esportazioni di 2,52 miliardi. «Il racconto di un Paese in declino non trova conferma nella voglia di intraprendere e crescere anche in settori innovativi - spiega Castagna - ma alle imprese serve la collaborazione di banche più attrezzate rispetto al passato. Le ex popolari hanno una tradizione di conoscenza al territorio, che è stata quasi sempre positiva, quello che il nuovo BancoBpm può dare in più è la competenza a tutto campo nei nuovi servizi finanziari di cui le imprese hanno bisogno».

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 33 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.10 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Quasi ovunque, come già si è visto, è stato l'export a trainare la crescita. Trend confermato anche nella tappa a Lodi, cui hanno partecipato 320 imprenditori di Pavia, Cremona, Mantova, Piacenza, Genova, La Spezia. Si è confermato il buon trend di crescita (+13,9% l'export) del distretto delle macchine per la concia della pelle di Vigevano, di quello delle carni e dei salumi di Cremona-Mantova (+18,4% nel 2017), della cosmesi nel lodigiano. E così anche nella tappa di Modena, con 160 imprenditori delle aree emiliano-romagnole che hanno testimoniato la vitalità delle imprese clienti nei distretti dei salumi e del lattiero caseario di Parma, delle piastrelle di Sassuolo, del biomedicale di Sassuolo, delle macchine per imballaggio nel bolognese. Un tour proseguito in Toscana dove, a Lucca, sono convenuti oltre 700 imprenditori, e proseguito al centro sud, con tappe a Roma e Napoli dove sono emerse eccellenze imprenditoriali accanto a distretti da rilanciare. «Il tessuto imprenditoriale del Sud è sicuramente valido e capace con delle punte di eccellenza - commenta Castagna - ma servirebbe una politica di investimenti per garantire livelli di crescita costanti». Il road show è stato anche l'occasione, insieme al presidente Carlo Fratta Pasini e al top management che ha partecipato a tutti gli incontri in Italia, per raccontare i vari progetti della banca a livello locale «puntando a guadagnare la fiducia del nostro mondo, che è rappresentato anche dalle Fondazioni locali e dagli enti di previdenza che raccolgono il denaro degli italiani. Sarebbe bello che investissero nei motori dell'economia italiana, nelle banche sane». © RIPRODUZIONE RISERVATA Al.G. I NUMERI 14 Le regioni Il road show avviato nove mesi fa da BancoBpm ha toccato 14 regioni: sono stati circa tremila gli imprenditori incontrati in tutta Italia per un confronto sulle richieste e le preoccupazioni del mondo produttivo. 1,4 miliardi Gli impieghi Dall'avvio della nuova struttura commerciale a febbraio 2018 BancoBpm ha accresciuto gli impieghi di 1,4 miliardi insieme a servizi finanziari per export, finanza innovativa, merchant e . Foto: Al timone. --> L'ad di BancoBpm, Giuseppe Castagna Foto: Manager. --> Giuseppe Castagna, amministratore delegato di BancoBpm

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 34 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.4 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Auto Fca recupera in Borsa Oggi a Londra il ceo Manley presenta i conti del gruppo Marigia Mangano

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La Borsa torna a comprare i titoli della galassia controllata dalla famiglia Agnelli e guarda alla presentazione dei conti di Fca, primo appuntamento ufficiale per Mike Manley nel nuovo ruolo di capoazienda. Mentre restano stabili le condizioni di Sergio Marchionne, ricoverato in terapia intensiva in una clinica svizzera, il mercato ieri ha iniziato a ragionare con più lucidità sul futuro del gruppo automobilistico, orfano improvvisamente del manager italo canadese artefice del capolavoro finanziario e industriale che è riuscito a salvare la vecchia Fiat dal fallimento e a trasformarla in un player mondiale. Il bilancio borsistico è stato così positivo per tutti i titoli coinvolti: Fca ha guadagnato il 2,39% a 16,55 euro, e rialzi significativi sono stati registrati anche da Cnh (+3,78%)e Exor (+1,53%), mentre Ferrari ha contenuto il progresso a +0,4%. Il rimbalzo sui mercati arriva dopo che lunedì scorso a Torino, al Lingotto, si sono riuniti i manager di prima linea di Fca che fanno parte del Gec, il Group Executive Council, organismo decisionale del gruppo. Sotto la guida del nuovo amministratore delegato Manley, responsabile ora anche delle attività europee dopo l'uscita improvvisa di Alfredo Altavilla, si è proceduto con l'esame dei settori operativi per individuare le linee strategiche per ogni brand e ogni regione in cui il gruppo è presente. Un appuntamento chiave e preparatorio in vista della presentazione dei dati del trimestre, in agenda oggi. Un trimestre che ha già un "titolo" perché è quello dell'azzeramento del debito, risultato preannunciato da Sergio Marchionne lo scorso primo giugno a Balocco, in occasione della presentazione del piano industriale del gruppo Fca. E che rappresenta per Manley il primo banco di prova nei rapporti con la comunità finanziaria. Il manager presenterà i conti semestrali e per la prima volta parlerà con gli analisti in conference call nel ruolo di amministratore delegato. Manley, che dal 2009 è a capo del marchio Jeep e dal 2015 anche di Ram, avrà al suo fianco il direttore finanziario, Richard Palmer, manager che faceva parte della short list dei possibili successori di Marchionne. L'appuntamento di oggi rappresenta dunque a tutti gli effetti un debutto ufficiale per il nuovo Ceo di Fca che inevitabilmente dovrà confrontarsi con una eredità pesante, con un predecessore il cui carisma e visione strategica sono ardui da replicare. In egual misura, nei report degli analisti si riconoscono però i meriti di un manager che, a capo di Jeep dal 2009, è riuscito a far crescere lo storico brand americano dei fuoristrada a livelli di eccellenza, facendolo diventare motore trainante dell'intera Fca. Pochi i dubbi sulle sue capacità di portare a compimento il piano industriale 2018-2022, tanto più che il passaggio di consegne e quella successione già programmata da tempo al vertice del gruppo automobilistico arriva in un momento di grande solidità finanziaria e industriale. Fca ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con un utile netto adjusted di 1,038 miliardi di euro (+55% sul primo trimestre 2017), un ebit adjusted di 1,611 miliardi (+5%), e ricavi netti a 27,027 miliardi (-2%). Per la fine dell'anno il gruppo ha modificato le previsioni alla luce della decisione di procedere con lo scorporo di Magneti Marelli, operazione già avviata, come riportato dal Sole24 Ore dello scorso 18 luglio e che si realizzerà per il tramite di un veicolo olandese. Fca aveva indicato di aspettarsi ricavi netti di circa 125 miliardi di euro, un adjusted

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 35 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.4 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ebitda uguale o superiore a 8,7 miliardi, con un utile netto adjusted di circa 5 miliardi e un eps adjusted diluito pari a 3,2 euro per azione, con un capex tra 8 e 8,5 miliardi. In occasione della presentazione del piano industriale il primo giugno scorso a Balocco, considerando il piano di scorporo di Magneti Marelli, i target del gruppo escludendo questa divisione sono di ricavi netti di circa 120 miliardi di euro, un ebitda adjusted uguale o superiore a 8,2 miliardi di euro e un utile netto adjusted di circa 4,7 miliardi di euro. Senza Magneti Marelli l'eps adjutes diluito è stimato in 3 euro e il capex tra 7,4 e 7,9 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Marigia Mangano 2,3 Dopo il lunedì nero, chiusura in rialzo ieri alla Borsa di Milano per i titoli della scuderia del Lingotto: Fca ha guadagna il , % a , euro. Bene anche gli altri titoli: Cnh (+ , %), Exor (+ , %) e Ferrari (+ , %). Fca in deciso recupero anche in apetura a Wall Street. Andamento del titolo a Milano FCA Andamento del titolo a Milano CNH INDUSTRIAL Andamento del titolo a Milano FERRARI Andamento del titolo a Milano EXOR 23/07/18 24/07/18 23/07/18 24/07/18 23/07/18 24/07/18 23/07/18 24/07/18 Di ieri +1,53% Inizio anno +8,81% Di ieri +0,39% Inizio anno +30,82% Di ieri +3,78% Inizio anno -19,43% Di ieri +2,39% Inizio anno +11,04% 16,17 16,55 8,67 9,0 113,9 114,4 54,76 55,6 16,00 16,25 16,50 16,75 113,58 114,60 115,62 116,64 8,60 8,80 9,00 9,20 54,45 55,16 55,87 56,58 I titoli della scuderia in Borsa 2,3 I titoli della scuderia in Borsa Inglese. --> Mike Manley, 54 anni, fedelissimo di Marchionne, e già responsabile del brand Jeep, è il nuovo ceo di Fca Group. Una laurea in Ingegneria e un Mba a Londra è nel settore auto dal 2000. Maltese. --> Louis Camilleri, 64 anni, è il nuovo ad di Ferrari. Una lunga carriera da manager fino ai vertici del gigante del fumo Philip Morris. Sedeva già nel board di Ferrari prima della designazione di sabato scorso. Foto: AFP Valore. --> Il marchio Jeep è stato il principale motore della crescita di Fca degli ultimi anni. Un brand iconico per gli americani, rilanciato nell'era di Marchionne da Manley, che fu scelto dal manager italo canadese per seguirne lo sviluppo e che ora ha preso il suo posto alla guida del gruppo.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 36 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.14 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato INFORMAZIONE & TECNOLOGIA Ai e audio personalizzati, al Sole il Google dni fund Roberto Bernabò

Intelligenza artificiale e voce per un giornalismo di qualità sempre più su misura degli utenti. Due progetti del Gruppo 24 Ore, chiamati "Royalty" e "AI Anchor", che sono stati riconosciuti tra i più interessanti a livello europeo e finanziati dal Google DNI Fund per l'innovazione nell'informazione digitale. L'annuncio è stato dato ieri da Google che, in questo quinto round di un programma iniziato nel 2015, ha assegnato finanziamenti per 21,2 milioni di euro divisi tra 98 progetti, presentati da organizzazioni di 29 Paesi, su un totale di 820 candidature. Nove i progetti premiati in Italia. "Royalty" e "AI Anchor" hanno ottenuto complessivamente un grant di 978mila euro e sono il frutto della progettazione di un team collettivo, composto da redazione, content innovation lab Area 24, digital marketing, IT. Con Royalty, che sarà realizzato in 16 mesi, l'obiettivo è creare un prodotto editoriale premium per gli utenti costruito sui bisogni informativi e sui device utilizzati. Mentre con AI Anchor, sviluppato per Radio 24, l'obiettivo è generare contenuti audio personalizzati partendo da dataset strutturati. a pagina 14 Intelligenza artificiale e assistenti vocali per un'informazione di qualità sempre più su misura. Se c'è una predizione che trova d'accordo i manager dei più importanti media internazionali è di certo questa. E nel tradizionale paper del Reuters Institute che ogni anno definisce «Technology trends and predictions» le due grandi sfide di AI e Voice sono scolpite nella pietra: come ciò che i media non possono non fare se vogliono evitare di essere travolti dall'ennesima disruption. Perché dopo l'era del clic e quella del touch, stiamo correndo in quella della voce. Lo strumento più naturale dell'uomo ci guiderà nell'interazione digitale. I device Home di Google e Alexa di Amazon sono solo l'inizio di ciò che l'Internet of things ci riserverà in contesti connessi dove con una semplice richiesta vocale potremo essere guidati, consigliati, informati durante la nostra vita quotidiana. E l'intelligenza artificiale, con il machine learning, lavorando grandi masse di dati e imparando a farlo sempre meglio, sarà una componente fondamentale per costruire risposte informative su misura del consumatore. Per dirla con Mark Thompson, ceo del New York Times, visionario e determinato leader del più prestigioso giornale internazionale, l'intelligenza artificiale e gli assistenti intelligenti consentiranno a chi produce informazione di rispondere ai bisogni di conoscenza dei consumatori secondo i device, gli ambienti, i media che stanno utilizzando/frequentando. Per un brand come Il Sole 24 Ore che da 150 anni produce giornalismo di qualità è fondamentale costruire dei percorsi ancor più personalizzati ed efficienti per distribuire la propria informazione. Tanto più in un mondo dei media che sta abbracciando la strada di modelli pay - cosa che Il Sole ha fatto prima e più degli altri per i suoi contenuti specializzati e selezionati - messo di fronte alla fine dell'illusione che la pubblicità potesse finanziare il giornalismo come nell'era analogica, visto che questo mercato è stato i monopolizzato dagli Over the top. Ed ecco allora mesi di lavoro di un team multi competenze (dalla redazione al lab Area 24, dal media development al marketing digitale all'It) per definire due progetti - "Royalty" per Il Sole 24 Ore e "AI Anchor" per Radio 24 - che ruotano intorno alle sfide dell'intelligenza artificiale, dell'audio e della personalizzazione. E Google DNI Fund, il programma europeo ideato nel 2015 per promuovere l'innovazione nell'editoria, li ha selezionati e premiati con un grant

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 37 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.14 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

complessivo di 978mila euro. Da tre anni, in Europa la relazione tra Google e gli editori è uscita infatti dalla pura conflittualità alla ricerca di punti di convergenza. Da qui l'accordo complessivo in Italia con Fieg e anche la spinta affinché testate grandi e piccole partecipassero ai round di selezione del Digital News Innovation Fund. La futura monetizzazione dei progetti è stata in questo quinto round un elemento chiave del giudizio della Fondazione che gestisce il portafoglio di Google. I progetti finanziati sono stati 98 per un totale di 21,2 milioni di euro su 820 candidature ricevute da 29 Paesi europei. Nove in Italia, di cui due del Gruppo 24 Ore. Con "Royalty" che è stato inserito da Google nei quattro più interessanti insieme a un progetto francese, uno del Regno Unito e uno belga. Gli altri italiani finanziati sono quattro prototipi, un progetto medio ("Aladin" del giornale La Sicilia) e due di grandi dimensioni ("News Juice" di Adnkronos e Digital edition su smartphone di Rcs). Adesso il Digital News Innovation Fund avrà un ultimo round in autunno, quando in ballo dovrebbero esserci ancora oltre venti milioni di euro che si sommeranno così ai 115 fin qui distribuiti. Poi l'esperienza probabilmente finirà perché a Mountain View non sembrano voler proseguire in un'opera di sostegno dell'ecosistema digitale, nonostante i vertici europei di Google spingano con decisione per il rinnovo. Di certo per gli editori il DNI Fund è stato importante non solo per i finanziamenti ma per la spinta allo sviluppo della cultura della ricerca e dell'innovazione. Una sfida, specie sull'intelligenza artificiale, che in realtà il Gruppo 24 Ore ha abbracciato con decisione già dallo scorso anno con la creazione di Area24, un content innovation lab diviso tra New York, Roma e Milano, che lavora in stretta sinergia con la direzione editoriale, e sviluppa ricerche idee e prototipi. E ora ecco il salto di questo laboratorio e del resto delle strutture aziendali dai prototipi a due progetti più strutturati. Dove le competenze del Sole si incontreranno con quelle di alcuni partner che hanno maturato in questi anni un know-how importante. Per "Royalty", che richiederà 16 mesi di lavoro, Il Sole sarà affiancato da Teorema Engineering per creare, pescando nel grande serbatoio di informazione di qualità del giornale, un prodotto editoriale premium, personalizzato sulle preferenze di contenuto ma anche di device e di contesto del lettore. L'intelligenza artificiale sarà un supporto fondamentale ma decisiva sarà la capacità della redazione di addestrare la "macchina" a confezionare contenuti su misura. "AI Anchor" è invece il progetto che nasce sotto le insegne di Radio 24 e punta - con un lavoro di 12 mesi e due partner come Dataninja e il team del professor Accardi del l'Università di Pisa - a costruire contenuti audio di alta qualità partendo da dati strutturati come bilanci aziendali, dati macroeconomici. Per realizzarne podcast personalizzati che gli utenti potranno scegliere di ricevere sulle diverse piattaforme. Essere tech company e non solo media company è la grande sfida per l'editoria. "Royalty" e "AI Anchor" sono la risposta del Gruppo 24 Ore. © RIPRODUZIONE RISERVATA '' Avremo modo di proiettare nel futuro il giornalismo di qualità, che è il tratto fondante del nostro modo di fare informazione Guido Gentili '' Continueremo a investire su questa strada con l'obiettivo di offrire nuovi e migliori servizi e trovare nuovi clienti Massimo Pietro Colombo

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 38 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 1.14 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

I COMMENTI «Siamo particolarmente orgogliosi che Google abbia riconosciuto il valore altamente innovativo dei nostri due progetti. Grazie a questo finanziamento le redazioni del Sole 24 Ore e di Radio 24 potranno porsi all'avanguardia in Italia e vedere premiati i propri sforzi: avremo modo di proiettare nel futuro il giornalismo di qualità, che è il tratto fondante del nostro modo di fare informazione, attraverso le piattaforme e gli strumenti che il sistema digitale oggi, e soprattutto domani, richiede. Ringrazio i giornalisti del gruppo che hanno accolto la sfida e il vicedirettore allo sviluppo digitale Roberto Bernabò che con il suo ingresso ha dato un'importante accelerazione sul fronte dell'innovazione digitale» -Guido Gentili Direttore del Sole 24 Ore e Radio 24 «L'assegnazione del finanziamento del Google DNI Fund rappresenta un successo nel nostro cammino di innovazione e rinnovamento dell'offerta editoriale che ha visto Azienda e Direzione editoriale lavorare a stretto contatto. Grazie a questi investimenti potremo accelerare e sfruttare maggiormente le opportunità dell'intelligenza artificiale. Abbiamo fatto i primi passi su questo fronte fondando a novembre 2017 il Lab Area24, abbiamo poi iniziato a collaborare con i sistemi AI di IBM Watson sulle nostre banche dati professionali e ora partiamo con 2 progetti che ci proiettano nel futuro dell'editoria. Ringrazio Google per aver riconosciuto la capacità dei nostri progetti di generare nuovi ricavi: continueremo a investire su questa strada con l'obiettivo di offrire nuovi e migliori servizi e trovare nuovi clienti. Un ringraziamento particolare a Pierfrancesco Caria, a capo della Direzione Business & Media Development al cui interno è stato costituito Area24, e a Pierpaolo Bozzano, responsabile del Lab». -Massimo Pietro Colombo Direttore generale commerciale del Gruppo 24 Ore Foto: Mark Thompson. --> --> Il ceo del New York Times visionario e determinato leader del più prestigioso giornale internazionale, sostiene che l'intelligenza artificiale e gli assistenti intelligenti ci consentiranno di rispondere ai bisogni informativi dei consumatori secondo i device, gli ambienti, i media che stanno utilizzando

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 39 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 4 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

INTERVISTA Mario Gabelli. Il fondatore di Gamco Investors: ha trasformato un'azienda italiana basata a Torino in un gruppo globale «Ferrari società di lusso, il capolavoro di Marchionne» Marco Valsania

new york «Abbiamo deciso di nominarlo quest'anno nella nostra Hall of Fame». Mario Gabelli, dalla sede del suo impero finanziario Gamco Investors a Rye - tra New York e Greenwich, leggendaria patria dell'alta finanza - ha da sempre le idee chiare su Sergio Marchionne e il segno che ha impresso nel business, americano oltre che europeo. La «chiamata» nella Gamco Management Hall of Fame ne è l'ultima e forse piu' nitida testimonianza: «Nominiamo tre o quattro grandi manager ogni anno, ormai dal 1990 per onorare gli executive che hanno svolto un lavoro eccezionale nel rafforzare il valore per gli azionisti». Un processo basato sulla ricerca dei suoi analisti e che, solo due mesi or sono, ha visto la scelta di Marchionne. «L'abbiamo fatto alla nostra 33esima conferenza annuale per i clienti, il 18 maggio al Pierre Hotel di Manhattan - ricorda Gabelli, fondatore e tuttora alla guida d'un gruppo che ha in gestione 43 miliardi di dollari di asset - Sergio non è potuto intervenire, ma ci ha inviato un messaggio». Eccola la nota, che Gabelli ci passa: «Le mie più sincere scuse per non poter essere con voi a New York. Costruiamo macchine per il lavoro che aiutano i clienti a ottenere successo e, se sono onorato per il riconoscimento al duro lavoro svolto a CNH Industrial, i nostri 63.000 dipendenti generano la trasformazione e il raggiungimento degli obiettivi. È anche con loro in mente che vi ringrazio». Gabelli ha premiato Marchionne in particolare per il suo ruolo di chairman alla CNHI, dove investe, detenendo quasi 20 milioni di titoli, oltre che in Ferrari. Ma, spiega, il riconoscimento può estendersi a tutta l'attività del top manager e considera il messaggio di Marchionne tipico del suo grande, informato e aggressivo impegno. "Hard charging", come dicono gli americani. «L'ho incontrato per la prima volta nel 2004 - racconta - Abbiamo pranzato al ristorante Bice, poi chiuso, nel centro di Manhattan. Ero già attento alla Cnh e avevo seguito l'industria dell'auto per 40 anni. Così abbiamo parlato a lungo di tutto, delle sfide, della visione del futuro. Mi sono reso conto che le sue qualità e capacità, a cominciare da quelle finanziarie, erano eccezionali». Il 2004 fu proprio l'anno che vide Marchionne scelto quale chief executive di Fiat. E, nella parole di Gabelli, le qualità che aveva notato allora si sono ripetutamente viste all'opera successivamente, tra salvataggi e riscosse, nuove strategie, merger e scorpori. «Quel che ha fatto con Ferrari - sottolinea - è stato brillante: il suo trattamento come società del lusso». La misura del successo, agli occhi del grande gestore, comincia con il valore dell'intera galassia che ha gestito e cambiato. Cita il proprio analista di Gamco che la segue, Brian Sponheimer: sotto Marchionne la market cap di tutte le entità, da Fcau a Ferrari e CNHI, è cresciuta da 2 miliardi a circa 70 miliardi. Ma non si ferma lì. «Seguo con cura numerose aziende, almeno 50 o 60 l'anno, e la misura del successo, dell'efficacia e efficienza d'un grande manager non è nel parlare ma nell'apprendere e nell'eseguire. E per Marchionne questa execution era una costante». Ancora: «Aveva coscienza della necessità di "scale", di dimensioni globali. Del fatto che non si può più nel settore auto continuare ad affrontare da soli la necessaria spesa capitale. Sviluppare piattaforme, design per produzioni, motori, senza le dimensioni adeguate. E che bisogna mettere in pratica questa convinzione». Una tendenza,

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 40 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 4 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

al consolidamento e all'innovazione, che Marchionne aveva percepito limpidamente e che continua. L'impressione originaria del top executive, per Gabelli, è rimasta immutata anni dopo quel primo incontro a Manhattan. Quando l'ha rivisto, ad esempio, in occasione di un'altra premiazione, da parte del Niaf, l'associazione italo-americana, nel 2015 a Washington. «Rivederlo mi confermò nella certezza che l'efficacia di un dirigente si vede nel tempo. Nel suo caso in come ha gestito la combinazione tra Fiat e Chrysler in Fca. Nel come ha trasformato un'azienda italiana basata a Torino, anche attraverso il trasferimento del quartier generale, in gruppo globale. Nel come si può dire che prese in mano Chrysler e che senza di lui oggi la casa del marchio Jeep, su cui Fca oggi tanto scommette, non ci sarebbe più, non sarebbe sopravvissuta alla crisi». © RIPRODUZIONE RISERVATA '' Lo abbiamo nominato quest'anno nella nostra Hall of fame dedicata a chi ha creato valore per gli azionisti Foto: Sul sito aggiornamenti, approfondimenti, analisi e video sul riassetto di Fiat Chrysler online -->

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 41 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 14 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SCIENZA E GENDER GAP economia perdente con poche economiste Tiziana Assenza ed Emmanuelle Auriol

Alle donne non piace occuparsi di economia o alle scienze economiche non piacciono le donne? I dati parlano chiaro: la presenza femminile in accademia per questo tipo di studi è inferiore rispetto alle altre scienze sociali. Il gender gap in economia deve essere affrontato non solo per una questione di discriminazione ma anche perché garantire l'eterogeneità di genere favorisce il dibattitto tra diversi punti di vista. Com'è emerso nel corso della tavola rotonda "Women in Economics" promossa il 21 giugno scorso dal Complexity Lab in Economics nell'ambito della 24esima edizione del convegno internazionale "Computing in Economics and Finance" ospitato dall'Università Cattolica. Uno studio statunitense del 2014 (Ann Mary May e co-autori) indica come economisti ed economiste hanno opinioni differenti sulle prescrizioni di politica economica, concludendo che la bassa quota di donne presenti nelle scienze economiche può causare un "bias" sulla visione prevalente nella professione. Secondo i dati RePEc (Research Papers in Economics, un sito web sugli economisti attivi nella professione) le donne in accademia per quanto riguarda le scienze economiche rappresentano a livello mondiale in media solo il 19%, con differenze significative tra i diversi Paesi. In Europa le nazioni con una presenza femminile più elevata sono Romania (52%), Portogallo (34%), Italia (30%), Spagna (27%) e Francia (26%). Mostrano quote più basse Germania (20%), Svezia (20%), Regno Unito (18%), Finlandia (16%) e Olanda (15%). Un rapporto del 2014 del Cswep (Committee on the status of women in economics profession) e un lavoro di Stephen J. Ceci e co-autori dello stesso anno dimostrano che alle donne piace studiare economia. Entrambi i lavori, condotti su dati statunitensi, se da un lato dicono che sono meno attratte degli uomini dalle scienze economiche (circa il 30% degli studenti al primo anno del corso di laurea), dall'altro, una volta scelto questo percorso, tendono a essere più persistenti intraprendendo anche un PhD. Negli ultimi 10 anni negli Stati Uniti più del 30% dei titoli di dottorato in economia sono stati conseguiti da donne e la quota di coloro che iniziano un corso di questo tipo è maggiore di quella degli uomini. La percentuale femminile si mantiene inoltre attorno al 30% per quanto riguarda i corsi di PhD e le posizioni da assistant professor (a tempo determinato) ma si abbassa drasticamente se si considerano le posizioni a tempo indeterminato di professore associato e professore ordinario (rispettivamente 20% e 10% circa). C'è da chiedersi se la situazione sia specifica delle scienze economiche o sia simile anche per le scienze sociali o per percorsi come ingegneria, fisica o matematica. Un lavoro di Donna K. Ginther e Shulamit Kahn del 2004 mostra che le cose vanno meglio non solo per le altre scienze sociali ma anche per le Stem (Science, technology, engineering and mathematics). Da un confronto dei percorsi di carriera di uomini e donne nei vari ambiti disciplinari gli autori giungono alla conclusione che il percorso di carriera è più complicato e più lungo nelle scienze economiche rispetto alle altre discipline. E in Europa? I dati preliminari raccolti dalla Women in economics (WinE) committee della European economic association (Eea) sembrano confermare come le quote di presenza di donne siano molto basse, soprattutto ai livelli alti della carriera: si passa da un 39% nella posizione di assistant professor al 21% di quella di full.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 42 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 14 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Sempre nel lavoro di Ceci e co-autori (su dati Usa) si considerano le differenze in termini di salari. Purtroppo non solo esiste un divario retributivo - e più accentuato per le scienze economiche - ma è sorprendente rilevare un peggioramento tra il 1995 e il 2010 per assistant professor e full professor con retribuzioni scese rispettivamente dal 97% all'87% e dal 95% al 74% (del salario dei colleghi uomini). Si potrebbe pensare che ciò sia causato dal fatto che le donne lavorino di meno e pertanto vengano retribuite di meno. Non è affatto così: le ore lavorate sono le medesime. Eppure una delle maggiori conclusioni della teoria economica afferma che non dovrebbero esistere divari salariali basati sul genere, ma su misure oggettive di performance quali, ad esempio, la produttività, un paradosso per una scienza che sembra predicare bene ma razzolare male. Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Toulouse School of Economics, University of Toulouse 1 Capitole © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 43 25/07/2018 diffusione:169116 Pag. 24 tiratura:255020 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La crisi del Lingotto Fca, la prima volta di Manley con i conti di Marchionne Oggi il nuovo numero uno del gruppo presenta una semestrale record senza debiti e con la cassa in attivo. Prevista la continuità con gli obiettivi del piano 2018-2022 Paolo Griseri, Torino

Una semestrale record, la prima senza debiti da molti anni e anzi, come prevedono i consensus della vigilia, con una cassa attiva per 200 milioni. Sarebbe stata una giornata epocale per Sergio Marchionne che con i conti del secondo trimestre 2018 vedeva avvicinarsi i target finanziari del piano 2014-2018. Invece i risultati che questa mattina verranno diffusi dal Lingotto finiranno per rappresentare il testamento finanziario del manager italo-canadese. E diventeranno nello stesso tempo l'occasione per il primo discorso pubblico del suo successore, quel Mike Manley che fino a dieci giorni fa tutto pensava tranne che dover assumere l'incarico di amministratore delegato in un momento tanto ravvicinato e drammatico. Secondo le previsioni degli analisti le vendite del gruppo tra marzo e giugno dovrebbero essere positive soprattutto per effetto dei buoni risultati del fatturato americano. In crescita è prevista anche la redditività per il miglior mix di prodotto che tradizionalmente garantisce il mercato di oltreoceano. Di conseguenza, nel confronto con il secondo semestre del 2017, è destinato a salire anche l'utile netto. Ma saranno le risposte che Manley vorrà dare agli analisti nella conference call del pomeriggio a chiarire la cifra della nuova gestione del gruppo. Certamente, da quanto trapela, Manley garantirà la continuità e il rispetto degli obiettivi del piano 2018-2022 già illustrati a giugno a Balocco. Si attendono le risposte che il nuovo amministratore delegato fornirà sul capitolo delle alleanze, quello lasciato aperto dalla gestione Marchionne e che con estrema probabilità il predecessore di Manley non avrebbe comunque chiuso. Del resto, uno degli obiettivi della strategia di azzeramento dell'indebitamento industriale era proprio quello di rendere conveniente, all'occorrenza, una fusione carta contro carta che il titolo senza debiti renderebbe più vantaggiosa per Exor. Certamente oggi è molto presto per capire se e quando Manley intende seguire questa strada. In ogni caso per arrivarci sarà ancora necessario rafforzare il gruppo. Secondo il piano 2014-2018 alla fine di quest'anno la cassa di Fca dovrebbe essere attiva per circa quattro miliardi. Molto meglio dell'attuale trend se si pensa che a fine 2017 l'indebitamento netto era di 2,4 miliardi. Se ne deduce che in 12 mesi il gruppo genererebbe cassa per poco meno di 7 miliardi. Comunque non sufficienti, da soli, a coprire l'investimento complessivo di 45 miliardi di euro in quattro anni annunciato all'inizio di giugno. Saranno così necessarie nuove iniziative per garantire il flusso di investimenti. Manley ha detto subito, nella riunione dell'altro ieri con i membri del Gec, che intende percorrere la strada già tracciata da Sergio Marchionne. Sulla continuità di gestione sembra scommettere anche la Borsa che, dopo le perdite di ieri, prima giornata di contrattazioni all'indomani delle drammatiche notizie sulla salute del manager italo-canadese. Il titolo è salito del 2,39, recuperando e migliorando sulla perdita dell'1,5 del giorno precedente. Ferrari invece recupera solo lo 0,39 di fronte alla perdita del 4,8 di lunedì. Maranello ha confermato che la presentazione del piano industriale 2018-2022 del Cavallino avverrà a metà settembre come inizialmente previsto. Le condizioni di salute dell'ex amministratore delegato del Lingotto sono gravissime ma, si diceva ieri a Zurigo, stazionarie. La tutela della sua privacy al momento è assoluta. Ci si attende però, al termine di questa drammatica vicenda umana, una spiegazione da parte delle

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 44 25/07/2018 diffusione:169116 Pag. 24 tiratura:255020 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

strutture sanitarie svizzere sulle cause che hanno reso irreversibile la situazione sanitaria del manager. Anche per mettere una parola fine alla ridda di voci e interpretazioni che circolano in questi giorni in tutto il mondo. I numeri fca I titoli del gruppo rimbalzano sul listino +2,39% +0,39% +3,78% +1,53% Dopo la bufera, il sereno. In attesa dell'annuncio sul "debito zero". Prevale la fiducia nel nuovo vertice ferrari Solo un mini rimbalzo per la casa di Maranello. Gli investitori temono tempi più lunghi per il piano cnh Meno ombre invece per le macchine agricole. Il titolo Cnh è il più brillante della galassia Agnelli exor Nubi diradate anche sulla holding, dopo il rosso da 1,5 miliardi di ieri. Attesa per i dati su ricavi e utili Foto: REUTERS Foto: Mike Manley, nuovo ceo di Fca

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SCENARIO PMI

6 articoli 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 7 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

RICONOSCIMENTI Lombardia laboratorio dell'impresa eccellente Nella regione il 30% delle imprese italiane con le performance migliori Dai 388 campioni nazionali la selezione per assegnare i Best Performance Award Luca Orlando

Milano Investono. Ma riescono anche a ridurre il peso del debito. E grazie all'innovazione crescono, sia in termini di ricavi che di profittabilità. È il profilo delle "prime della classe" tra le aziende italiane, risultati che emergono analizzando i dati dei quasi 400 "superstiti" nel viaggio verso il Best Performance Award 2018, premio dedicato all'eccellenza dell'impresa italiana. Il riconoscimento di Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con J.P. Morgan Private Bank, PwC, Thomson Reuters e Gruppo 24 Ore, prende inizialmente in esame i bilanci di oltre 500mila aziende, selezionando poi da questo universo le migliori realtà in termini di creazione di valore, economico, tecnologico e sociale. Il primo screening porta alla selezione di 388 "campioni" in possesso dei migliori parametri reddituali e patrimoniali, dove a spiccare è anzitutto una forte polarizzazione geografica. Quasi il 30% delle aziende si trova infatti in Lombardia, regione che da sola vale quanto Veneto ed Emilia-Romagna insieme, le altre due aree che completano il podio. Aggiungendo il Piemonte, le prime quattro regioni racchiudono quasi il 70% dell'intero campione. Il Sud è decisamente sottorappresentato, anche se i casi rilevati dimostrano che non si tratta di una "condanna" assoluta. In generale tra le realtà eccellenti spicca l'alta propensione ad investire, mediamente pari all'11,3% dei ricavi, una massa di 4,5 miliardi di euro in impianti, attrezzature, nuovi capannoni che si traduce in media in 11,6 milioni per ciascuna azienda, con picchi di 22 milioni in Emilia-Romagna . In termini settoriali sono farmaceutica, prodotti in metallo ed elettronica a realizzare in ambito manifatturiero le performance più elevate. «Dal 2014 al 2016 per questo indicatore c'è un aumento di due punti percentuali - spiega Matteo Vizzaccaro, project leader del premio e docente di sistema finanziario all'Università Bocconi - ed è una media particolarmente elevata. Interessante notare poi che queste aziende, già eccellenti, in realtà non si fermano e continuano ad investire, riducendo anche in parallelo il proprio livello di indebitamento, con un rapporto debt/equity che scende in due anni di 15 punti al 66%». Spinta all'innovazione che si lega ad una redditività particolarmente elevata, anch'essa in progresso al 19%, quasi il doppio rispetto alla media globale del sistema manifatturiero. Il processo di selezione procede ora con un'ulteriore scrematura realizzata attraverso una serie di questionari ed interviste dirette, tese a raccogliere anche elementi qualitativi non visibili direttamente in bilancio e tuttavia rilevanti in termini di sostenibilità, sviluppo umano, tecnologico e ambientale. Elementi nei quali, a giudicare dagli ultimi confronti internazionali, l'Italia certamente non primeggia. «I dati di percezione degli executives, soprattutto stranieri - spiega Leonardo Etro, co-direttore scientifico del progetto - sono allarmanti. Ma esiste una sostanziale differenza fra percezione e realtà. In Italia esistono imprese dalla performance assoluta. Quelle del Best Performance Award sono solo una piccola parte di questo universo. Il nostro obiettivo è quello di cambiare la percezione esistente e riportare l'Italia nel posto che le appartiene: l'eccellenza». «In un mondo fatto di rating - aggiunge Maurizio Dallocchio, insieme a Etro direttore del progetto - la valutazione delle variabili di sostenibilità Esg riveste un ruolo di crescente importanza per avere un proprio posizionamento da far valere nei

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 47 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 7 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

confronti di tutti gli stakeholder. L'obiettivo del Best Perfomance Award, anche per questa seconda edizione, è individuare un numero crescente di aziende "campione", indipendentemente dalla dimensione, che possano essere benchmark di riferimento per tutte le Pmi chiamate oggi a dover sviluppare una strategia efficace per il futuro». Al termine del processo di selezione alla giuria verrà fornita una rosa di una quindicina di aziende, tra cui saranno selezionati i vincitori per ciascuna categoria, con una premiazione prevista il 16 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Best Performance Award - Sda Bocconi Le aziende eccellenti Flussi di cassa degli investimenti (migliaia di euro) 76.890 3.734 96.361 1.135.639 38.225 259.985 116.358 1.202.320 55.110 247.669 69.960 522 14.899 138.123 133.698 157.353 753.933 4.500.779 EBITDA Margin 22% 11% 15% 18% 15% 20% 13% 20% 19% 19% 18% 12% 15% 22% 20% 21% 17% 19% Flussi di cassa degli investimenti % ricavi di vendita 17% 11% 7% 14% 11% 17% 13% 11% 9% 10% 17% 1% 6% 9% 15% 11% 10% 11,3% Numero imprese 5 3 20 51 7 24 7 111 9 37 7 1 3 22 11 8 62 388 Regioni Abruzzo Calabria Campania Emilia Romagna Friuli V. G. Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino A. A. Umbria Veneto Totale La mappa delle imprese Foto: La mappa delle imprese

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 48 25/07/2018 diffusione:84201 Pag. 16 tiratura:127102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato freno a shopping cinese Stretta di Londra sui takeover di aziende strategiche

La Gran Bretagna irrigidisce le norme sulle acquisizioni straniere di imprese strategiche. Il ministro per le Imprese, Greg Clark, intende estendere le attuali norme, che si applicano solo alle grandi acquisizioni a tutte le operazioni, dando quindi al Governo la possibilità di bloccare anche i takeover di piccole imprese, in qualunque settore. È un'iniziativa analoga a quelle prese in Stati Uniti, Germania, Francia e Australia, e ha la funzione principale di impedire alla Cina di acquisire tecnologie strategiche. Attualmente il governo di Londra può intervenire se l'intesa crea un gruppo con una quota di mercato pari al 25% oppure nel caso in cui abbia un fatturato di 70 milioni di sterline, quasi 85 milioni di euro, che scende a un milione di sterline se l'impresa acquisita è attiva nelle tecnologie militari o di uso misto. Il progetto di Clark intende annullare queste soglie, applicare le norme anche alle acquisizioni di singoli asset e brevetti e trasformare in reato la violazione degli obblighi imposti dalla nuova legge. «Questa proposta garantirà di avere gli strumenti appropriati per proteggere la nostra sicurezza nazionale garantendo allo stesso tempo che la nostra economia resterà pro-business senza complessi e aperta ad alti livelli di investimenti stranieri nel futuro», ha detto Clark. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 49 25/07/2018 diffusione:98970 Pag. 8 tiratura:162805 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

BorsadelCredito.it fa crowdfunding per finanziare pmi Elena Dal Maso

BorsadelCredito.it, fondata da Antonio Lafiosca e SiamoSoci, presieduta da Dario Giudici, hanno stretto un accordo per sostenere le Pmi italiane nella crescita attraverso due canali. Da un lato l'erogazione di linee di credito, che spesso le società più piccole faticano ad ottenere dal canale bancario, dall'altro la raccolta di capitali. E in questo caso interviene la formula dell'equity crowdfunding, sottoposto in Italia alla vigilanza della Consob. Target dell'accordo sono le Pmi con un fatturato tra uno e 15 milioni di euro. A oggi sono oltre 200 le aziende all'interno del bacino di SiamoSoci, per una raccolta complessiva di circa 46 milioni di euro, e sono invece 500 le Pmi a cui BorsadelCredito.it ha erogato finora 37 milioni di euro. In tutto un bacino d'utenza di 700 società. Quelle che ottengono il via libera per un prestito da BorsadelCredito.it e che successivamente abbiano necessità di sviluppo, per esempio per finanziare adeguatamente investimenti in R&S con l'equity, dopo aver alimentato il circolante attraverso il lending, potranno essere segnalate dalla piattaforma di credito a SiamoSoci per avviare una campagna di equity crowdfunding. In questo caso, l'impresa avrà un accesso agevolato al portale di crowdfunding, perché beneficerà dal giudizio già assegnato al merito di credito. Inoltre, le società che avviano una campagna di crowdfunding e intendono richiedere un prestito con BorsadelCredito.it potranno utilizzare la due diligence fatta da Mamacrowd e la potenziale validazione ottenuta dal mercato degli investitori per migliorare il rating prima della valutazione di BorsadelCredito.it. Le aziende dovranno rispettare i criteri di valutazione delle due piattaforme: per BorsadelCredito.it le Pmi devono avere, fra l'altro, un minimo di 12 mesi di attività, nessuna pregiudizievole grave e un fatturato di almeno 50 mila euro. (riproduzione riservata)

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 50 25/07/2018 diffusione:98970 Pag. 22 tiratura:162805 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Fatture in cloud, la rivoluzione nella fattura elettronica Il software di fatturazione online completo per la gestione della tua attività

Nasce da un'idea del 26enne Daniele Ratti, ingegnere informatico di Bergamo che, per soddisfare un'esigenza personale, ha creato nel 2014 una startup innovativa capace di digitalizzare il mondo delle microimprese in Italia. Fatture in Cloud (www.fattureincloud.it) una piattaforma online che consente di gestire, in totale autonomia, tutto il ciclo attivo e passivo della fatturazione, e non solo!!! Un vero e proprio gestionale completo che ti permette di avere il controllo della tua attività, a portata di clic: dalla generazione di fatture attive alla registrazione di quelle passive, dagli acquisti alle scadenze di pagamento, dai documenti di trasporto alla gestione del magazzino. « Fatture in Cloud - spiega Daniele Ratti - è una piattaforma di fatturazione dedicata a liberi professionisti, ditte individuali e pmi alle quali siamo in grado di fornire uno strumento semplice ed efficace per emettere fatture, organizzare i propri documenti e per connettersi con il proprio commercialista che riesce a prelevare, autonomamente ed in tempo reale, tutto il ciclo attivo e passivo per poi inserire, all'interno della piattaforma, gli F24 da pagare. Per fare un esempio pratico - continua Ratti - con Fatture in Cloud si ha la possibilità di vedere, in qualsiasi momento, l'andamento della propria azienda, il cash flow e le scadenze, così come i crediti e i debiti in sospeso, fare un preventivo o una fattura direttamente dal cliente utilizzando semplicemente uno smartphone o un tablet. Possiamo dimenticarci di emettere fatture cartacee, di sbagliare numerazione e di avere l'ansia di recuperare documenti di ogni genere. Abbiamo tutto li, a portata di clic. E anche i commercialisti miglioreranno la qualità del loro lavoro in quanto la contabilità dei propri clienti è consultabile in ogni momento ed il rapporto con i propri assistiti, immediato ». Un successo crescente quello di Fatture in Cloud il cui controllo, nel 2015, è stato acquistato dal gruppo TeamSystem, gruppo leader in Italia nella realizzazione di software gestionali, che ha rilevato il 51% delle azioni della società bergamasca. « Per noi oggi è motivo di orgoglio - spiega Daniele Ratti - far parte di una realtà come TeamSystem che ha creduto nella nostra startup e ha fatto questa acquisizione. L'obiettivo strategico è quello di riuscire a colpire, ancora di più di quanto stessimo facendo da soli, la categoria dei commercialisti, cosa che fortunatamente stiamo portando avanti con successo, anche grazie ad iniziative di co- branding fatte con TeamSystem che ci hanno visto in campagna televisiva su emittenti nazionali. Il nostro team - continua Ratti - è attualmente formato da 14 persone con una età media inferiore ai 30anni, un fatturato di 2.3 milioni di euro (bilancio 2017) e con una crescita esponenziale nel primo semestre 2018 ». Il successo di Fatture in Cloud ha portato Daniele Ratti all'idea del rilascio di un nuovo spin-off: una nuova piattaforma chiamata Dipendenti in Cloud che lavora a stretto contatto con Fatture in Cloud. L'obiettivo è quello di soddisfare le esigenze delle pmi legate alla gestione dei dipendenti. Aiutare le aziende che hanno fino a 50 dipendenti con un software che può gestire il registro delle presenze, la proiezione delle ferie, le buste paga e tanti altri servizi. Con Fatture in Cloud è possibile, già oggi, emettere fatture verso la PA e verso privati utilizzando un interfaccia semplice ed intuitiva. Essendo parte del gruppo TeamSystem, Fatture in Cloud offre anche il servizio di conservazione sostitutiva per 10 anni, gestito direttamente all'interno della piattaforma mentre, da settembre, sarà possibile gestire anche le fatture elettroniche passive. Per quanto riguarda i costi proposti da Fatture in Cloud, il servizio comprensivo di fattura elettronica, è previsto nei pacchetti Premium e Premium Plus. Dal 1° gennaio 2019, quando l'unico sistema di pagamento tra B2B

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 51 25/07/2018 diffusione:98970 Pag. 22 tiratura:162805 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

sarà la fatturazione elettronica utilizzando il Sistema di Interscambio ed il formato XLM, probabilmente verrà messo sul mercato un pacchetto ad hoc ad un prezzo vantaggioso. MadBit Entertainment S.r.l Via Giovannino de Grassi 24 24126 - Bergamo (BG) www.fattureincloud.it [email protected] Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti da MadBit Entertainment, che ne garantisce la correttezza e veridicità, a soli fini informativi Foto: In alto: team di Fatture in Cloud, a sinistra, Daniele Ratti CEO di Fatture in Cloud e a destra il piano tariffario

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 52 25/07/2018 diffusione:28796 Pag. 15 tiratura:67370 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

RISIKO AGRICOLO Luisa Contri

IL PRODUTTORE SALERNITANO DI CONSERVE VEGETALI D'A MICO (42 mln euro) ha acquisito dal fondo di Nem Sgr l'interno capitale sociale di Holding dei Sapori, società nata nel 2003 dalla fusione di Robo e Dega con un fatturato di 30 mln euro, che presidia in particolare il canale horeca in cui D'Amico intende espandere il presidio. C INQUE AZIENDE PASTARIE DELLA V ALTELLINA: Gastroval, Pastai in Valtellina, Pastifi cio di Chiavenna, Pastifi cio Valtellinese e Raviolifi cio Dei Cas hanno dato vita al Consorzio di tutela dei pizzoccheri della Valtellina, tipologia di pasta tipica di questa valle lombarda, che ha ottenuto il riconoscimento europeo dell'Igp nel 2016 e la cui produzione si attesta oggi intorno alle 1.500 tons di prodotto secco e 300 tons di prodotto fresco per un valore di mercato stimato in 3,3 mln euro nel 2017 e in 1,8 mln euro nel primo semestre di quest'anno. L' SGR DEA C APITAL A LTERNATIVE F UNDS ha dato vita a IDeA Agro, fondo di private equity italiano che investirà in aziende della fi liera agricola, localizzate nel territorio italiano, che operano in modo eco- sostenibile e prevalentemente di medio-grandi dimensioni (50-140 ha). Il primo closing del fondo, che ha visto la partecipazione di diversi investitori istituzionali, è pari a 80 mln euro P RIMA OPERAZIONE IN I TALIA PER I NVESTINDUSTRIAL G ROWTH, fondo d'investimenti in Pmi europee con alto potenziale di crescita promosso da Andrea Bonomi. Per una cifra coperta da riserbo, il fondo ha acquisito il 70% delle quote di Dispensa Emilia, catena di dieci ristoranti fast casual, centrati sulla cucina tradizionale emiliana, fondata 14 anni fa da Alfi ero Fucelli. Il nuovo socio di riferimento supporterài piani d'espansione del brand nel Nord Italia ma, in prospettiva, anche all'estero. da Alfi ero mento supbrand iva, N UOVO INVESTIMENTO NEL SETTORE RISTORAZIONE PER R OVAGNATI (270 mln euro). Dopo aver aperto a Milano due ristoranti a proprio marchio per promuovere la cultura dell'impiego dei salumi in cucina, il salumifi cio ha acquisito una quota di minoranza nella società PanB, di cui già era fornitore. I dettagli fi nanziari dell'operazione non sono stati resi noti. PanB, attiva con due paninoteche in altrettanti centri commerciali lombardi, ha in programma un consistente piano di sviluppo nel Nord Italia sempre in gallerie commerciali. a cucina, il H AUSBRANDT (98 MLN EURO NEL 2017) torna a concentrarsi sulla crescita per linee interne, dopo aver archiviato il tentativo di salvataggio della Melegatti, per una serie di problematiche operative che andavano oltre il mero aspetto debitorio. Punta le sue carte sull'export di caffè in primis in Francia, Svizzera, Regno Unito e Irlanda e sull'innovazione di prodotto. Progetta d'incrementare il fatturato a 102 mln euro quest'anno e a 109 nel 2019 grazie al cold brew, ossia al caffè ottenuto per infusione a freddo, bevanda molto trendy (anche il gruppo Illy è appena uscito con la sua versione di questo prodotto) e alla birra Theresianer senza glutine. otten bevan grup sua e a glut IL GRUPPO DISTRIBUTIVO S ELEX (10,5 mld euro, pari al +4,1% sul 2016) investirà 330 mln euro quest'anno, fra nuove aperture e ristrutturazioni, con l'obiettivo d'incrementare d'un ulteriore 4,2% il fatturato alle casse. IL (10 20 qu e ri d'incremen N UOVA ACQUISIZIONE IN VISTA PER J AB H ODING, la società d'investimenti lussemburghese della miliardaria famiglia tedesca Reimann. Per una somma di circa 1,7 mld euro, Jab Holding rileverà entro l'estate dalla società di equity Bridgepoint Advisers, , catena inglese di fast food con 530 locali (per i tre quarti nel Regno Unito) e un fatturato di poco più di 1 mld euro.

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 53 25/07/2018 diffusione:28796 Pag. 29 tiratura:67370 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

UNIONE NAZIONALE IMPRENDITORI L'Uni illustra le sue idee al governo. Focus su lavoro e rappresentatività Rafforzare l'avviamento Urge una riforma delle politiche per l'impiego EDOARDO MASSIMO FIAMMOTTO

La nuova classe politica insediatasi in Italia è giunta dunque alla sua prima e impegnativa prova: il governo con l'emanazione del cosiddetto «decreto Dignità», e gli organismi parlamentari con la discussione e la conversione il legge del provvedimento, detteranno le linee di una nuova fase storica che dovrebbe portare a riforme sostanziali per il mercato del lavoro. Passata questa tappa, che potremmo definire di «insediamento», e superata la pausa estiva, si prospetta una stagione di serrato confronto tra le istituzioni e le parti sociali: tra queste l'Unione nazionale imprenditori è pronta a dare il suo contributo. Ne abbiamo parlato con il presidente Mario Burlò, che intende portare le proposte delle imprese associate all'Uni con uno spirito dialogante e propositivo. Domanda. Dottor Burlò, mi sembra che, passata la fase delle schermaglie fra movimenti politici o sindacali e governo, la sua associazione intenda avviarsi al confronto con spirito costruttivo... Risposta. Certamente. L'Unione nazionale imprenditori non è un partito politico e nemmeno è fiancheggiatore di qualche movimento: il nostro scopo essenziale nasce dall'esigenza manifestata da molte imprese di avere dei Contratti collettivi nazionali che tutelino i lavoratori in maniera corretta ed al contempo consentano all'imprenditore di potersi sviluppare in un momento di così grande crisi. Ciò che noi vorremmo ridiscutere è il modello di relazioni industriali che negli ultimi anni è andato a imporsi sotto l'ombrello delle parti sociali «storiche» come Confindustria e triplice alleanza sindacale, con l'avvallo di organi della pubblica amministrazione che talvolta sembrano travalicare le proprie funzioni. D. Ad esempio? R. Per esempio l'Ispettorato nazionale del lavoro: emanando negli ultimi tempi molte circolari interpretative ha di fatto determinato condizioni di privilegio verso le sigle storiche della rappresentanza sindacale e datoriale che penalizzano associazioni liberamente costituite come la nostra; organizzazioni che non sono disponibili ad accodarsi agli accordi dai quali vengono preventivamente escluse. D. Lei ritiene che siano queste motivazioni che hanno giustificato l'uscita da primarie associazioni datoriali di grandi gruppi come Fiat, Luxottica e Marcegaglia? R. Ha citato i nomi più eclatanti, ma sono molte le piccole e medie imprese che non si sentono più rappresentate da organizzazioni che chiedono quote di adesione decisamente onerose e non sono più in grado di offrire tutele adeguate ai tempi che stiamo attraversando. L'Uni, che concentra da anni la principale attenzione dei suoi programmi nello sviluppo, nella formazione e nella gestione delle risorse umane, che considera il patrimonio più importante che un'azienda possa avere, non chiede quote di ingresso (tanto per essere chiari: quota associativa zero euro) ai suoi iscritti perché è guidata dagli stessi imprenditori associati. Io, come presidente, potrei considerarmi al massimo un «primus inter pares». D. Quindi? R. Quindi la naturale conseguenza è la strada tracciata da Marchionne, il cui stato di salute mi affligge, perché con il suo ritiro perdiamo una figura che io considero di levatura immensa, come manager e soprattutto come uomo, quando ha ritenuto indispensabile uscire dal mondo associativo per affrontare direttamente il confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Il contratto non è un monolito. Semmai una pietra che va scolpita rispettando la base imprescindibile che è costruita su leggi chiare determinanti i diritti fondamentali del lavoratore. L'Unione nazionale imprenditori ha sottoscritto contratti di categoria (come l'accordo con i dipendenti delle agenzie di viaggio, dei

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 25/07/2018 - 25/07/2018 54 25/07/2018 diffusione:28796 Pag. 29 tiratura:67370 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

servizi di specifici settori del commercio o del facility) che richiedono attenzione alle peculiarità dei compiti che il dipendente andrà a svolgere... ragion per cui discettare sul peso della rappresentatività nazionale di carrozzoni che pretendono di omologare, sotto un'unica sigla e con comuni rivendicazioni, indistintamente tutti i lavoratori senza considerare la tipologia delle mansioni oppure la prossimità del territorio in cui si trovano ad operare, è un concetto arcaico delle relazioni industriali che deve essere assolutamente superato. D. Siamo d'accordo, ma non mi sembra che i punti cardine del decreto Dignità siano ispirati da questi principi... Addirittura pare che alcune parti del decreto siano state pedissequamente copiate da documenti stilati dalla Cgil. R. Guardi: non siamo più in campagna elettorale. Alcuni messaggi lanciati con i programmi dei partiti al governo, come il «reddito di cittadinanza» o la «Flat tax», dovranno trovare attuazione attraverso un percorso realistico e obiettivo. Del resto non possiamo ignorare le aperture al dialogo manifestate dal governo. Ovvio che il varo definitivo del decreto dignità dopo il passaggio parlamentare costituirà il riferimento per la prossima stagione di confronto fra le parti sociali. D. Su cosa verteranno le richieste che porterete all'attenzione dei vostri interlocutori? R. Sostanzialmente sono tre le linee programmatiche sulle quali desideriamo confrontarci. In primo luogo vorremmo chiarire il concetto di rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali, che ultimamente ha trovato una pericolosa involuzione attraverso circolari dell'Ispettorato nazionale del lavoro che sancisce, in modo secondo noi arbitrario, l'esclusività di quelle che ho prima defi nito «sigle storiche». La nostra Costituzione sancisce in più articoli il diritto di associazione e di attività sindacale; e, come ci sono piccoli e grandi partiti, devono poter esistere piccoli, medi e grandi sindacati di lavoratori e di imprenditori. Da questo discende, in secondo luogo, l'esigenza di poter sottoscrivere accordi contrattuali che rispettino le peculiarità delle categorie e dei territori in cui operano; il nostro paese rappresenta un'eterogeneità di caratteristiche che ne costituiscono la ricchezza... l'omologazione è la peggior ricetta per uscire dalla crisi. Infi ne, e su questo siamo particolarmente sensibili, considerato che rappresentiamo in gran parte imprese impegnate nei servizi legati alla gestione e amministrazione esternalizzata del lavoro, riteniamo necessaria una revisione delle politiche di avviamento all'impiego, attraverso la totale riforma dell'Anpal, l'Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro, i cui centri per l'impiego si sono rivelati un fallimento e che spesso vengono confusi con le Apl, agenzie per il lavoro, le cui funzioni, competenze e prestazioni andrebbero riviste anche in funzione dei nuovi soggetti che si sono affacciati in questo ambito, quali le imprese che si affi ancano alle aziende orientate ad esternalizzare quei servizi che esulano dal proprio core business... D. Sarà un lavoro impegnativo... R. Lo so, ma ci faremo trovare pronti e disponibili ad illustrare le proposte della nostra associazione: esse non costituiscono meramente rivendicazioni speculative, ma considerano le innumerevoli sfaccettature di un mondo in continua evoluzione. Pagina a cura DELL 'U NIONE NAZIONALE IMPRENDITORI WWW. ASSOCIAZIONEUNI. COM PAGINA F ACEBOOK DELL 'U NIONE N AZIONALE I MPRENDITORI INF @ ASSOCIAZIONEUNI. IT 011 707 9017 Foto: Mario Burlò

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