Allegato Programmatico - Operativo

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Allegato Programmatico - Operativo Unione montana di Comuni Cannero Riviera, Cannobio, Cavaglio Spoccia, Cursolo Orasso, Falmenta, Ghiffa, Gurro, Oggebbio, Trarego Viggiona sede: Piazza Vittorio Emanuele III° n. 2 – 28822 Cannobio – tel. 0323-738257 P.E.C. [email protected] - e mail [email protected] Codice ente 1011026020 - C.F. 93035770036 - P.IVA 02435550039 – IBAN IT27R0569645270000005800X46 Documento Unico di Programmazione 2019-2020-2021 Allegato Programmatico - Operativo. Parte introduttiva: (Riferimento a elaborato informatico programma APKappa) 0 FRONTESPIZIO 1 SOMMARIO 2 PREMESSA 3 SEZIONE STRATEGICA 3.1 SCENARIO DI RIFERIMENTO (Si fa riferimento a elaborato informatico programma APKappa) 3.1.1 RICOGNIZIONE degli ELEMENTI CONOSCITIVI dell’UNIONE MONTANA del LAGO MAGGIORE DENOMINAZIONE Unione del Lago Maggiore COMPOSIZIONE: (Comuni facenti parte dell’Unione) Cannero Riviera Cannobio Cavaglio Spoccia *** Cursolo Orasso *** Falmenta *** Ghiffa Gurro Oggebbio, Trarego Viggiona *** Nota Dal 1.1.2019, agli effetti della legge regionale n. 8 del 16.7.2018, i tre Comuni sono stati aggregati nel nuovo “Comune di Valle Cannobina”. Comune “convenzionato” per l’esercizio delle funzioni montane: COMUNE DI N. PROVVEDIMENTI DATA FIRMA CONVENZIONE BEE’ Deliberazione Consiglio Unione n. 24 del 29.10.2015 Convenzione con sottoscrizione Deliberazione Consiglio comune di Bee’ n. 48 del 16.11.2015 digitale di entrambe le parti completata in data 12.1.2016. SEDE LEGALE UNIONE Cannobio SEDE OPERATIVA Cannobio - (Provincia del Verbano – Cusio – Ossola) INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele n. 2 – 28822 Cannobio / VB POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA [email protected] INDIRIZZO E-MAIL (di contatto generale) [email protected] N. TELEFONICI SEDE 0323/738259 (funzioni montane) - 0323/738257 (servizi) N. TELEFONICO PRESIDENTE 0323/738213 – 335/5948128 N. TELEFONICO SEGRETARIO (Dirigente: Direttore Tecnico e Segretario Generale) 366/1986381 – 0323/738262 SITO INTERNET www.unionelagomaggiore.it CODICE FISCALE ENTE 93035770036 PARTITA IVA ENTE 02435550039 CODICE IBAN ENTE IT27R0569645270000005800X46 (Tesoriere: Banca Popolare di Sondrio) 319407 (Tesoreria Unica) Contabilità Speciale intestata a Unione del Lago Maggiore CODICE MINISTERIALE 1011026020 REVISORE DEI CONTI Dottoressa Liliana Sciarappa – Corso Orbassano n. 218 – 10137 Torino ORGANIGRAMMA DELL’UNIONE: PRESIDENTE Arch. Giandomenico Albertella VICE PRESIDENTE Dott. Matteo Lanino SEGRETARIO Dott. Mauro Branca GIUNTA Giandomenico Albertella - Presidente Matteo Lanino - Vice presidente Gisella Polli - Assessore Luigi Milani - Assessore Renato Agostinelli - Assessore CONSIGLIO Giandomenico Albertella Sindaco di Cannobio Matteo Lanino Sindaco di Ghiffa Gisella Polli Sindaco di Oggebbio Federico Carmine Sindaco di Cannero Riviera Renato Agostinelli Sindaco di Trarego Viggiona Luigi Milani Sindaco di Falmenta Valter Costantini Sindaco di Gurro Giuseppe Dellamora Sindaco di Cavaglio Spoccia Alberto Bergamaschi Sindaco di Cursolo Orasso Valerio Bergamaschi Rappresentante delle Minoranze 3.1.2 Linee programmatiche di mandato Quale premessa e presupposto alle linee programmatiche di mandato, si riporta di seguito parte del documento programmatico con validità quinquennale 2014/2019, posto alla base dell’insediamento di questa amministrazione, approvato all’unanimità con deliberazione di Consiglio n. 7 del 22.9.2014, documento confermato per i bilanci degli esercizi finanziari 2015, 2016, 2017 e 2018. Il testo che segue riguarda i presupposti e i fondamenti dell’Unione (montana) del Lago Maggiore, anche menzionando quelle leggi e le diverse vicissitudini che hanno portato alla costituzione del nuovo ente, che ha raccolto nuova parte dell’eredità della preesistente Comunità Montana del Verbano. Nel testo della disciplina titolata “Disposizione organiche in materia di enti locali” che interessa il riordino della gestione associata e di aggregazione dei piccoli Comuni, licenziato dal Consiglio Regionale il 26 settembre 2012 e promulgato con legge regionale n. 11 in data 28 settembre, si legge decisamente una forte condivisione da parte di tutte le forze politiche sul fatto che debba essere la libera scelta dei Comuni il principio cardine su cui imperniare tutta la riforma, seppure blindata dall’obbligo della gestione associata per i comuni e, nei territori montani, con meno di 3.000 abitanti. Tale normativa è stata poi soggetta alle integrazioni fissate dalla legge regionale n. 3/14.3.2014 e dalla cosiddetta legge "del Rio" n. 56/7.8.2014 che hanno apportato ulteriori vincoli anche sostanziali. Con riferimento ai soli territori montani tale riordino amministrativo vedrà conseguentemente le Comunità Montane estinte e sostituite dalle “Unioni di Comuni”, tenendo conto che il minimo di popolazione per le nuove forme associative di gestione, viene oggi fissato in 3.000 abitanti, e questo vincolo oggi vale anche per le “Convenzioni”. In questo contesto occorre rimarcare alcune (tre) doverose precisazioni: due attengono ad aspetti inderogabili determinati dalla legge, e un’altra è di giudizio sulla proposta di legge. Il primo aspetto (di legge) consiste nell’obbligatorietà da parte dei comuni montani con meno di 3.000 abitanti di esercitare in forma associata, esclusivamente attraverso convenzione od unione, tutte le funzioni fondamentali attribuite (ad eccezione di anagrafe, stato civile e …) che in pratica significa la quasi totalità dell’attività del Comune. Il secondo (fissato dalla legge) stabilisce che nei territori montani, i comuni con più di 3.000 abitanti, non sono obbligati a dover associare funzioni e servizi, per cui la loro scelta di adesione ad un’Unione o la partecipazione a Convenzioni è solo volontaria e quindi giudicabile opportuna o no. Il terzo aspetto (contenuti della proposta di legge) tende a configurare le convenzioni come un qualcosa di integrativo all’Unione, e non sostitutivo, auspicandone l’uso esclusivamente in quei casi dove l’alternativa privilegiata dell’Unione non si rivelerebbe più opportuna od efficace. Nei territori montani l’Unione Montana nata dalla decisione dei Comuni, viene perciò riconosciuta dalla Regione come il soggetto privilegiato per la gestione associata di servizi e funzioni, per l’esercizio di funzioni trasferite dalla Regione medesima, e per esercitare le specifiche competenze di tutela e promozione della montagna attribuite in attuazione all’art. 44 della Costituzione. Tali attribuzioni, con un previdente sguardo alle prospettive del futuro, un futuro comunque molto imminente, assegnano alle politiche di sviluppo socio economico per la montagna dell’Unione Europea, una concreta e significativa possibilità di reperimento di risorse finanziarie. Questa valenza risulta decisiva per le realtà montane con interessi che accomunano le Valli con il loro fondovalle, il Lago e le zone collinari, offrendo opportunità anche ai Comuni con più di 3.000 abitanti, spinti volontariamente ad associarsi nell’Unione per promuovere appunto in sinergia, politiche di sviluppo economico e di valorizzazione dei territori montani, e trarne anch’essi beneficio. Consegue che la prima e preminente caratteristica per la costruzione dell’Unione Montana è il concetto di omogeneità, inteso quale sintesi dei suoi aspetti geografico-dimensionali (il territorio) e socio-economici (la popolazione), determinando un’entità politico-territoriale, cioè un ente, il quale trarrà crescenti benefici dal fatto che la sua popolazione sia superiore a quel valore di 10.000 abitanti, il quale in base a studi di settore, per territori montani come il nostro costituirebbe la situazione ottimale per conseguire efficienza, efficacia, economicità dell'azione amministrativa, a tutto vantaggio dei servizi da assicurare alla popolazione e degli investimenti sul territorio. La presenza di un territorio geograficamente e socialmente omogeneo, con una propria identità culturale definibile, può rappresentare quindi allo stato attuale e con la “rivisitazione della spesa” che ha investito lo Stato Italiano, una ipotesi ottimale di organizzazione e gestione del territorio per esercitare funzioni, attuare servizi e concretare politiche di sviluppo, nel presupposto che in un futuro ormai prossimo, la gestione dei beni comuni, seppure rispettosa delle idee e degli obiettivi di chi è chiamato ad amministrare, dovrà avvenire in un'ottica di mercato. In questa dimensione geografico territoriale e demografica infatti: 1. Rivisitazione spesa e risparmi Le “Spese di automantenimento”, cioè quei costi fissi che si determinano o generano necessariamente per l’esistenza dell’ente, in primo luogo legati all’organizzazione dell’attività politica, (attività del consiglio e della giunta …) alla segreteria (atti, pubblico, protocollo e archivio …), alla ragioneria (contabilità, personale …), alle prescrizioni di legge (bilanci, adempimenti contabili-finanziari, revisione dei conti …) devono essere ridotti al minimo. 2. Decentramento amministrativo Tenendo conto della revisione dei confini e della limitazione per le funzioni delle Province, con aggregazioni e riassegnazione di compiti ai Comuni, l’Unione acquisisce il ruolo e la valenza di nuovo ente intermedio di raccordo tra la Regione, anche tramite il suo decentramento, ora provinciale, ed i Comuni. 3. Tutela del territorio e pianificazione La salvaguardia idrogeologica ed idraulica forestale, le politiche forestali e della tutela ambientale, il corretto utilizzo delle acque ai fini potabili ed energetici, l’uso delle risorse naturali (acqua, energia,
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