Pio La Torre, Una Vita Per La Sicilia Tesi Totale Di

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Pio La Torre, Una Vita Per La Sicilia Tesi Totale Di UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN “SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE E ISTITUZIONALE” (67/S) PIO LA TORRE UNA VITA PER LA SICILIA Tesi di Laurea di: Relatore DAVIDE MANCUSO Ch.ma Prof.ssa ALESSANDRA DINO (matricola 0512152) ANNO ACCADEMICO 2008/09 INDICE Introduzione p. 116 Capitolo 1. “La lotta per la pace” 1. Il potenziamento del “Fronte Sud” p. 111 2. L’Italia e la Nato p. 112 3. La militarizzazione della Sicilia p. 115 4. La base di Comiso p. 119 5. Le prime battaglie p. 121 6. La ricostruzione p. 123 7. I missili a Comiso p. 126 8. La battaglia di La Torre p. 128 9. Mediterraneo mare di pace p. 131 10. Le mobilitazione contro la base Nato p. 135 11. La minaccia mafiosa p. 138 Capitolo 2. “La lotta per la terra” 1. La vita familiare p. 143 2. L’iscrizione al Partito Comunista p. 144 3. “La terra a tutti” p. 147 4. La strage di Portella della Ginestra p. 151 5. Le elezioni del 18 aprile 1948 p. 153 6. La crisi all’interno del Partito Comunista in Sicilia p. 158 7. La ripresa della lotta p. 160 3 8. L’occupazione del feudo di Santa Maria del Bosco p. 161 9. La prigionia p. 165 10. La legge di riforma agraria p. 169 Capitolo 3. “La lotta contro la mafia” 1. La Commissione Antimafia p. 173 2. I lavori della prima Commissione p. 175 3. La Torre all’Assemblea Regionale Siciliana p. 178 4. Mafia e politica p. 180 5. La battaglia di La Torre al Comune di Palermo p. 182 6. La ditta Cassina p. 185 7. L’impresa mafiosa p. 192 8. Attacco ai patrimoni dei mafiosi p. 198 9. La proposta di legge p. 103 10. L’assassinio di Pio La Torre p. 107 11. Quel 30 aprile del 1982 p. 115 12. L’impegno politico di La Torre p. 116 13. La pista interna p. 119 14. L’omicidio come delitto di Cosa Nostra p. 120 15. La verità giudiziaria p. 122 Conclusioni p. 123 4 Appendice 1 p. 127 La lettera di Pio La Torre a Paolo Bufalini Appendice 2 p. 130 La proposta di legge n. 1581 del 31 marzo 1980 Bibliografia p. 150 5 INTRODUZIONE Oggetto della presente tesi è il racconto delle battaglie di Pio La Torre per la difesa della legalità e contro la criminalità mafiosa, soprattutto nella propria regione natale, la Sicilia. Pio La Torre, nasce la vigilia di Natale del 1927 ad Altarello di Baida, borgata in provincia di Palermo, e spende tutta la sua vita nella lotta alla mafia, nelle varie forme in cui essa si manifesta nel corso degli anni. Iscrittosi al Partito Comunista nel 1945, apre tre sezioni ad Altarello di Baida, Boccadifalco e Chiavelli, e si scontra già da giovanissimo con la pressione mafiosa. Il capomafia di Altarello, Salvatore Cappellano, “consiglia” al padre, di far desistere il giovane Pio dal continuare la propria attività politica. Consigli che culminano in un attentato incendiario nelle campagne del padre e nella scelta di Pio di lasciare la propria casa ed andare ad abitare a Palermo. Una scelta da interpretare non come una fuga, bensì come un tentativo di protezione della propria famiglia, con cui da allora allenta i rapporti. Il presente lavoro non vuole essere una biografia del sindacalista e politico palermitano, bensì un racconto, attraverso l’ausilio dei documenti, di tre grandi lotte condotte da La Torre, tutte unite da un filo comune: il contrasto alla mafia. In particolare si ricorderanno la lotta contro l’installazione nella base militare di Comiso, condotta dal 1981 fino al giorno della sua morte, il 30 aprile del 1982; la lotta per la terra, condotta negli anni ’50 per rivendicare l’applicazione dei decreti Gullo e il diritto dei contadini a possedere le terre, battaglia che costerà a La Torre un anno e mezzo di ingiusta detenzione; e la lotta contro la mafia che si concretizza nel lavoro nella Commissione Antimafia e nella proposta di legge che, approvata dopo la morte di 6 La Torre, introduce nell’ordinamento giudiziario il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni nei confronti degli indiziati per mafia. La lotta per la pace Nella prima parte del lavoro si approfondirà il contesto politico, economico e culturale che fa da sfondo alla decisione, annunciata il 7 agosto 1981 dal Governo italiano, guidato da Spadolini, di consentire l’installazione dei missili nucleari Nato Cruise nell’aeroporto della città ragusana. Ciò costituiva la risposta america all’installazione da parte dell’Urss di missili nucleari SS20 e SS21 nei paesi aderenti al Patto di Varsavia. In quello stesso periodo Pio La Torre, lascia la carica di deputato nazionale e torna in Sicilia per ricoprire la carica di segretario regionale del PCI. Il Partito era in piena crisi politica, aperta dalle elezioni politiche del giugno del 1979. In quella tornata, a Palermo, il PCI ottenne solo il 16,86% dei voti contro il 47,91% della DC, e a livello regionale raggiunse solo il 20,38%. La crisi portò ad un dibattito all’interno del partito su chi fosse il nome giusto per rilanciarne l’attività. I nomi sui quali si concentrò la scelta furono quelli di Pio La Torre e di Luigi Colajanni. Nonostante una corrente del partito preferisse un’opera di ringiovanimento, garantita da Colajanni, alla fine la scelta ricadde su La Torre. La Torre individuò subito nella lotta per la pace, uno dei punti cardini del lavoro da compiere nel partito. Scrisse infatti su Rinascita in un articolo pubblicato postumo il 14 maggio 1982: “La Sicilia rischia di diventare bersaglio di ritorsioni in uno scontro che va ben oltre i confini nazionali. […] Va rivelato inoltre che se dovesse realizzarsi la decisione di installare a Comiso la base dei missili Cruise si accentuerebbero tutti i processi degenerativi delle istituzioni autonomistiche”. La Torre compie un grande lavoro di mobilitare l’interesse generale sulla questione comisana. Riuscendo a coinvolgere forze diverse, come le Acli e i giovani pacifisti. 7 L’11 ottobre del 1981 è tra i principali promotori della manifestazione, a Comiso, contro l’installazione dei missili Cruise. Decine di migliaia di persone, sfilano in corteo dall’aeroporto al centro del paese, una manifestazione unitaria che coinvolge anche le Acli, i sindacati, l’Arci e i movimenti femministi. Viene promossa anche una raccolta firme che raggiunge quota un milione. E saranno in centomila in piazza Diana a Comiso, il 4 aprile del 1982. Ultima manifestazione che vede la presenza di La Torre, che cade vittima di un agguato mafioso pochi giorni dopo, il 30 aprile 1982. La lotta per la terra Il 19 ottobre del 1944 il governo di unità nazionale, presieduto da Ivanoe Bonomi approva su iniziativa del ministro dell’Agricoltura, Fausto Gullo, tre decreti tesi a regolamentare la questione agraria. I tre “decreti Gullo” prevedono la ripartizione dei prodotti della mezzadria e soprattutto la concessione delle terre incolte e mal coltivate alle cooperative dei contadini. La mancata applicazione dei decreti per la protesta degli agrari spalleggiati da Cosa Nostra, provoca la ribellione da parte dei braccianti. La Torre, poco più che ventenne, è in prima linea, come dirigente della Federterra e componente del direttivo della Federazione di Palermo del Partito Comunista ed è tra gli organizzatori delle manifestazioni di protesta che si tengono nel novembre del 1949 e nel marzo del 1950. Con il motto di “la terra a tutti”, il Partito Comunista era a fianco dei contadini per raggiungere l’obiettivo di occupare le terre incolte o mal coltivate e ridistribuirle in parti uguali ai braccianti. “La parte più importante del nostro piano di lavoro – scrive La Torre in una relazione inviata al Partito nel giugno del 1949 - è quella che si riferisce allo sviluppo delle lotte 8 politiche e sindacali nelle campagne. Nostra intenzione è quella di sviluppare una mobilitazione contemporanea a tutti gli strati della popolazione contadina. Per i braccianti della fascia costiera: l’imponibile di mano d’opera. Per i coltivatori diretti e piccoli proprietari abbiamo pensato di avviare una organizzazione cooperativa capace di immettere direttamente al consumo della città i loro prodotti ortofrutticoli, sottraendoli allo sfruttamento degli intermediari. Per i mezzadri, prepariamo l’imminente battaglia per la ripartizione del prodotto estivo a 60 e 40. Per i contadini poveri senza terra dell’interno, prepariamo la nuova grande lotta per la conquista e la concessione delle terre incolte o mal coltivate”. Dopo l’occupazione delle terre del novembre del 1949, nel marzo successivo si procedette alla rivendicazione delle terre seminate in inverno e al diritto di raccolta. Il 13 marzo, a Bisacquino, La Torre rimane coinvolto negli scontri tra i contadini e le forze dell’ordine e, accusato ingiustamente di aver colpito alla testa un brigadiere dei carabinieri, viene arrestato e incarcerato all’Ucciardone, dove rimarrà per 18 mesi. Nel periodo della detenzione riceve la notizia della morte della madre ma ha anche la gioia della nascita del primo figlio, Filippo. La lotta contro la mafia Eletto alla Camera dei Deputati nel 1972, Pio La Torre entra da subito a far parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia, in sostituzione dell’on. Li Causi. È estensore, insieme tra gli altri al giudice Cesare Terranova, della relazione di minoranza che mette in luce le infiltrazioni mafiose nell’economia, nella società, e nelle amministrazioni comunali delle città siciliane. In particolare si mettono in luce i rapporti tra esponenti della Democrazia Cristiana e costruttori e imprenditori. Una su tutte la “società” VA-LI-GIO, acronimo del costruttore Vassallo, e dei politici Lima e Gioia che deteneva quasi il monopolio delle costruzioni del capoluogo siciliano.
Recommended publications
  • Mafia Linguaggio Identità.Pdf
    EDIZIONI MAFIA LINGUAGGIO IDENTITÁ di Salvatore Di Piazza Di Piazza, Salvatore <1977-> Mafia, linguaggio, identità / Salvatore Di Piazza – Palermo : Centro di studi ed iniziative culturali Pio La Torre, 2010. (Collana studio e ricerca) 1. Mafia - Linguaggio. 364.10609458 CDD-21 SBN Pal0224463 CIP – Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” 5 Nota editoriale di Vito Lo Monaco, Presidente Centro Pio La Torre 7 Prefazione di Alessandra Dino, sociologa 13 Introduzione Parte Prima 15 Il linguaggio dei mafiosi 15 Un linguaggio o tanti linguaggi? Problemi metodologici 17 Critica al linguaggio-strumento 18 Critica al modello del codice 19 Critica alla specificità tipologica del linguaggio dei mafiosi 19 Mafia e linguaggio 20 La riforma linguistica 21 Le regole linguistiche: omertà o verità 22 La nascita linguistica: performatività del giuramento 23 Caratteristiche del linguaggio dei mafiosi 23 Un gergo mafioso? 26 Un denominatore comune: l’“obliquità semantica” 30 Impliciti, non detti, espressioni metaforiche 36 Un problema concreto: l’esplicitazione dell’implicito Parte Seconda 41 Linguaggio e identità mafiosa 41 Sulla nozione di identità 42 Linguaggio e identità mafiosa tra forma e contenuto 43 Prove tecniche di appartenenza: così parla un mafioso 44 La comunicazione interna 45 La comunicazione esterna 49 La rappresentazione linguistica: un movimento duplice 49 Dall’interno verso l’esterno 51 Dall’esterno verso l’interno 52 Un caso emblematico: i soprannomi 54 Conclusioni 57 Bibliografia di Vito Lo Monaco Il presente lavoro di Salvatore Di Piazza fa parte delle ricerche promosse dal Centro Studi La Torre grazie alla collaborazione volontaria di autorevoli comitati scientifici e al contributo finanziario della Regione Sicilia.
    [Show full text]
  • Sicily's Ancient Landscapes & Timeless Traditions 2021
    YOUR O.A.T. ADVENTURE TRAVEL PLANNING GUIDE® Sicily’s Ancient Landscapes & Timeless Traditions 2021 Small Groups: 8-16 travelers—guaranteed! (average of 13) Overseas Adventure Travel ® The Leader in Personalized Small Group Adventures on the Road Less Traveled 1 Dear Traveler, At last, the world is opening up again for curious travel lovers like you and me. And the O.A.T. Sicily’s Ancient Landscapes & Timeless Traditions itinerary you’ve expressed interest in will be a wonderful way to resume the discoveries that bring us so much joy. You might soon be enjoying standout moments like these: Who doesn’t love to eat in Italy? But Sicilian food, which is heavily influenced by the Arabs who thrived here, is in a league of its own. Sample the local flavors when you visit the Tunisian-inflected town of Mazara del Vallo and share a traditional Sicilian lunch with a local family. As you savor the home-cooked fare, you’ll learn how the city’s identity continues to evolve, and the vital role of the local fishing industry. You’ll also visit a home of a very different sort, one that traveler Carol Bowman described as “a house full of hope.” It’s Casa di Maria, an organization (and Grand Circle Foundation partner) established by a family in Catania to provide a loving home for children who are refugees or victims of neglect and domestic violence. The daughter-in-law of the founders (Sergio and Carmela) will enlighten you about Sicily’s foster care system. And you’ll meet more of the Casa’s extended family, including a young Nigerian woman who literally showed up on Sicily’s shores with nothing and grew up here, and hear her harrowing—but ultimately inspiring—story.
    [Show full text]
  • Fondo Giorgio Prosperi
    Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” Gabinetto G.P. Vieusseux (https://www.vieusseux.it/archivio-contemporaneo.html) Fondo Giorgio Prosperi a cura di Costanza Loponte Firenze, 2019/20 Gabinetto Vieusseux, Archivio Bonsanti – Fondo Giorgio Prosperi INDICE - Stampa varia (1933-1954): p. 1-2 - “Il Giornale d’Italia” (1938-1949): p. 3-11 - “Asiatica” e “Yamato” (1941-1943): p. 12 - “Il Lavoro Fascista” (1942-1943): p. 13-18 - “Il Lavoro Italiano” (1943): p. 19 - “Domenica” (1944-1946): p. 20-21 - “Libera Stampa” (1945-1946): p. 22 - “Politeama” (1945-1946): p. 23 - “Gazzetta d’Italia” e “Gazzetta Sera” (1946-1947): p. 24 - “Fiera Letteraria” (1946-1948): p. 25 - “Commento” (1947): p. 26 - “Gazzetta del Popolo” (1947-1955): p. 27 - “La Settimana Incom” (1951-1959): p. 28-35 - “Il Tempo” (1955-1996): p. 36-142 Gabinetto Vieusseux, Archivio Bonsanti – Fondo Giorgio Prosperi Stampa varia [SV] Articoli su spettacoli teatrali, politica e vita quotidiana 1) Tecnica ed arte al Congresso Volta (quotidiano e data non specificato) 2) Rinnovarsi o morire (da “Conquiste”), 7 marzo 1933, autore “Giori” [Giorgio Prosperi] 3) In marcia (da “Conquiste”), 6 aprile 1933, autore “Giori” [Giorgio Prosperi] 4) Natale di Roma (da “Conquiste”), 20 aprile 1933, autore “Giori” [Giorgio Prosperi] 5) Lutto (da “Conquiste”), 4 maggio 1933, autore “Giori” [Giorgio Prosperi] 6) Registi italiani Mario Camerini (da “Conquiste”), 24 maggio 1933 7) Dieci anni di pace per tutto il mondo (da “Conquiste”), 10 giugno 1933, autore “Giori” [Giorgio Prosperi] 8) Liberalismo
    [Show full text]
  • Diacronie Studi Di Storia Contemporanea 
    Diacronie Studi di Storia Contemporanea www.studistorici.com N. 3 | 2|2010 | Dossier : Luoghi e non luoghi della Sicilia contemporanea: istituzioni, culture politiche e potere mafioso 5/ «Le spinte e i ritorni» Politica, istituzioni e società siciliane nel secondo dopoguerra: gli anni delle riforme Fausto PIETRANCOSTA* Lotta per l’autonomia e lotta contro lo statalismo furono le battaglie che il Governo regionale doveva continuare a combattere contro lo Stato, aspetto questo, che Giuseppe Alessi ribadì, quando affermò che: «l’autonomia regionale è un fatto dei nostri tempi, infatti, di fronte al predominio delle nuove realtà istituzionali è necessaria la tutela dell’individuo, essa però non può più realizzarsi come nella Francia dell’89, contrapponendo allo Stato i diritti dell’individuo, oggi ciò non è più possibile, per cui tale tutela può concretarsi contrapponendo allo Stato delle realtà politiche, le autonomie regionali, che possono meglio bilanciarne il peso politico». 1.Gli anni Cinquanta: la politica e le riforme a classe dirigente siciliana di fronte alla nascita del nuovo ente regionale siciliano si ritrovò a dover affrontare due ordini di problemi: la difesa dello LStatuto e l’organizzazione della struttura della Regione da un lato, e l’esercizio delle competenze regionali attraverso un’attività legislativa rispondente alle aspettative dei siciliani dall’altro 1. La tutela della conquistata autonomia regionale si tradusse nella salvaguardia delle disposizioni presenti nello Statuto siciliano, e quindi nel massimo impegno da parte del Governo regionale e dell’Assemblea regionale siciliana nella fase 1 HAMEL, Pasquale, Da nazione a regione storia e cronaca dell’autonomia regionale siciliana 1947-67 , Caltanisetta, Salvatore Sciascia, 1984, pp.
    [Show full text]
  • Mafia Carini Capaci Isola Delle Femmine E Dintorni
    Mafia Carini Capaci Isola delle Femmine e dintorni Comuni sciolti per mafia 25 09 09 Uploaded by isolapulita . - News videos from around the world. Figura 1 Cipriano Santo Inzerillo Gianni SIINO dichiara: DI MAGGIO Salvatore Emanuele Io l’ho conosciuto all’interno della fattoria di Bellolampo intorno alla fine degli anni ’70. I DI MAGGIO hanno avuto varie vicissitudini in negativo all’interno dell’organizzazione mafiosa, perché messi da parte. L’ho rivisto insieme ad un DI MAGGIO detto “u’ figghiu da za’ lena” che mi venne indicato come capo della famiglia di Torretta. I due vennero a raccomandare un imprenditore di Torretta al quale ho fatto aggiudicare, perché loro me lo avevano chiesto, la scuola media di Isola delle Femmine. (Ordinanza di Custodia cautelare Operazione Oldbridge N. 11059/06 R. mod. 21 D.D.A.) Copacabana Di Trapani Isola delle Femmine ............. 1 Copacabana Di Trapani Isola delle Femmine ............. …… Ed è un dato ormai processualmente acquisito che, fino a quando il suo capo indiscusso, Gaetano BADALAMENTI, non fu espulso da Cosa Nostra, la famiglia di Cinisi costituiva uno dei più importanti mandamenti della provincia di Palermo, ricomprendendo, oltre al circondario di Cinisi e Terrasini , anche i territori di Balestrate, Carini, Capaci e Isola delle Femmine (cfr. BUSCETTA, MARINO MANNOIA e MUTOLO, nonché DI MATTEO Mario Santo). Successivamente, il mandamento venne sciolto e la famiglia aggregata al mandamento di Partinico, mentre i territori che ne avevano fatto parte furono divisi tra lo stesso mandamento di Partinico e (dopo il 1982) il neo- mandamento di San Lorenzo , dopo la ristrutturazione seguita alla conclusione della sanguinosa guerra di mafia dei primi anni ’80.
    [Show full text]
  • Quella Voce Scomoda Spenta Dalla Mafia Ma Che Risvegliò Catania Le Sue Denunce, Il Suo Amore Per La Sicilia
    LA SICILIA DOMENICA 5 GENNAIO 2014 8. i FATTI L’ANNIVERSARIO Giuseppe Fava 30 anni dopo Il 5 gennaio 1984 il giornalista Nitto Santapaola e Aldo Ercolano e scrittore catanese veniva ucciso mandante e organizzatore dell’agguato. davanti al Teatro Verga Il killer, Maurizio Avola, ora è un pentito Quella voce scomoda spenta dalla mafia ma che risvegliò Catania Le sue denunce, il suo amore per la Sicilia ra la sera del 5 gennaio del 1984 e Pippo Fava - giorna- IL PROGRAMMA ODIERNO lista e scrittore, voce scomoda di una città e di una re- Egione troppo spesso distratte di fronte agli intrecci tra «La nostra città non deve dimenticare il sacrificio di questo potere mafioso, certa imprenditoria e colletti bianchi - ave- grande intellettuale catanese che seppe vedere ciò che tutti va appena parcheggiato davanti al Teatro Verga, nell’allora gli altri non vedevano e per questo fu assassinato dalla mafia». via dello Stadio. Qui Fava attendeva, a bordo della sua Renault Così il sindaco di Catania Enzo Bianco ricorda Giuseppe Fava. E 5, l’adorata nipote, impegnata in una parte ne “L’ultima vio- oggi, alle 10, Bianco insieme con tutti i componenti la Giunta lenza”, il drammatico atto di denuncia scritto dallo stesso Fa- municipale, la presidente del Consiglio comunale Francesca va. L’allora direttore de “I siciliani” fu raggiunto da un killer Raciti e una rappresentanza dell’Assemblea cittadina, giovane, ma allo stesso tempo esperto e spietato. Quello che, depositerà una corona d’alloro in memoria di Pippo Fava parecchi anni dopo, sarebbe anche diventato un collabora- davanti alla lapide della via intitolata al giornalista ucciso dalla tore di giustizia: Maurizo Avola.
    [Show full text]
  • Processo Lima
    CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv.
    [Show full text]
  • Understanding the Mafia. Session 2
    Understanding the Mafia. Session 2. Women. Evolutions. The role of women. A fundamental, yet secondary role. “The woman never has, and never will be affiliated, but she has always had a fundamental role” (Suraci 9, Graziosi, Pieroni, Giannini 16). - goods exchanged for alliances and to end faidas, through marriages - passive role: - 1) guaranteeing husband’s reputation - must be a virgin before marriage and must not commit adultery - 2) raising the children, transmitting the values mafiosi - seeking vengeance for males, being submissive for females Let’s talk. Because the children get indoctrinated from a young age with what is just and what is wrong under the principles and values mafiosi, alienated from the civil society that surrounds them, to what extent are they responsible for their actions? When is it that these young individuals realize (if ever) that what they are doing is inhumane? Are these women always conscious of the role they are playing and are they aware of their options and ability to denounce or change life? What could be the main obstacles inhibiting the women and children from denouncing and changing life? What role can and should the State have in informing mafiosi on their rights, their options and guarantee them protection if they decide to denounce and collaborate with the law? An evolving role. - never be affiliated, but have taken more active roles - they have become the brains of the husbands’ and sons’ actions (Suraci 8, 18, Pieroni, Saviano 158, 163) - in parallel there is transgression of the “code of honor” stating that women cannot be assassinated (Saviano 160).
    [Show full text]
  • Antimafia Cooperatives: Land, Law, Labour and Moralities in a Changing Sicily
    ANTIMAFIA COOPERATIVES: LAND, LAW, LABOUR AND MORALITIES IN A CHANGING SICILY THEODOROS RAKOPOULOS Thesis submitted in fulfilment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in Anthropology Goldsmiths College, University of London DECLARATION I DECLARE AS FOLLOWS: I authorise that the thesis presented by me for examination of the above Research Degrees, if a degree is awarded, be deposited as a print copy in the library and as an electronic version in GRO subject to the conditions set below. I understand that in the event of my thesis being not approved by the examiners, or being referred, would make this declaration void. I am the author or co-author and owner of the copyright in the thesis and/or have the authority on behalf of the author or authors to make this agreement and grant Goldsmiths and the British Library a licence to make available the Work in digitised format through GRO and the EThOS system for the purpose of non-commercial research, private study, criticism, review and news reporting, illustration for teaching, and/or other educational purposes in electronic or print form. That I have exercised reasonable care to ensure that the Work is original, and does not to the best of my knowledge break any UK law, infringe any third party’s copyright or other Intellectual Property Right, or contain any confidential material. [If in doubt please contact [email protected].] Rights granted to GRO, EThOS and the user of the thesis through this agreement are entirely non-exclusive and royalty free. I retain all rights in the Work in its present version or future versions.
    [Show full text]
  • Lecture 2: CORRUPTION & ORGANIZED CRIME Chiara Superti
    Lecture 2: CORRUPTION & ORGANIZED CRIME Chiara Superti OUTLINE 1. Introduction 2. Two types of organized crime - New transnational crime groups - Old/traditional organized groups or Mafias - Relationship with the State - Use of corruption - Type of business - Relationship with their communities 3. How the traditional Mafia uses corruption: - Judicial corruption - Political corruption - Police corruption - Private sector corruption 4. Red Mafia vs Cosa Nostra: similarities. 5. Why is organized crime challenged under totalitarian regimes? 6. Why does it prosper during transition? - Lack of law enforcement - New wealth - New actors 7. The services of private protection 8. Wrap up Reading of reference and other sources for today’s lecture: Briquet, J. L. (2003). Organised crime, politics and the judiciary on post-war Europe. In F. Allum and R. Siebert (eds.), organised crime and the challenge to democracy. London: Routledge. 1 Gambetta, Diego. The Sicilian Mafia: the business of private protection. Harvard University Press, 1996. Gounev, Philip and Tihomir Bezlov, Examining the Links between Organised Crime and Corruption. Center for the Study of Democracy, European Commission, 2010. Gutauskas A., Juska A., Johnstone P., and Pozzuto R. (2004) Chang ing Typology of Organised Crime in a Post-Socialist Lithuania (the Late 1980s–Early 2000s). Global Crime, 6 (2). Paoli L. (1999) The Political Criminal Nexus in Italy. Trends in organized Crime, 5 (2). Paoli, L. (2003) Mafia brotherhoods: organised Crime, Italian Style, Oxford: Oxford University Press. Plywaczewsky E. (2004/2006) Organised crime in Poland: its development from real Socialism to present times. In Paoli, L. and Fijnaut, C. (eds.), organised Crime in europe. Dordrecht: Springer.
    [Show full text]
  • Causes and Consequences of the Sicilian Mafia
    Copyedited by: ES MANUSCRIPT CATEGORY: Article Review of Economic Studies (2020) 87, 537–581 doi:10.1093/restud/rdz009 © The Author(s) 2019. Published by Oxford University Press on behalf of The Review of Economic Studies Limited. Advance access publication 25 February 2019 Weak States: Causes and Consequences of the Sicilian Mafia Downloaded from https://academic.oup.com/restud/article-abstract/87/2/537/5364272 by MIT Libraries user on 29 May 2020 DARON ACEMOGLU MIT GIUSEPPE DE FEO University of Leicester and GIACOMO DAVIDE DE LUCA University of York and LICOS, KU Leuven First version received January 2018; Editorial decision December 2018; Accepted February 2019 (Eds.) We document that the spread of the Mafia in Sicily at the end of the 19th century was in part caused by the rise of socialist Peasant Fasci organizations. In an environment with weak state presence, this socialist threat triggered landowners, estate managers, and local politicians to turn to the Mafia to resist and combat peasant demands. We show that the location of the Peasant Fasci is significantly affected by a severe drought in 1893, and using information on rainfall, we estimate the impact of the Peasant Fasci on the location of the Mafia in 1900. We provide extensive evidence that rainfall before and after this critical period has no effect on the spread of the Mafia or various economic and political outcomes. In the second part of the article, we use this source of variation in the strength of the Mafia in 1900 to estimate its medium-term and long-term effects.
    [Show full text]
  • Brief History of Sicilian Mafia
    For centuries, there had been banditry in southern Italy. It is not surprising when we consider that the area south of Rome was ruled for hundreds of years by foreign powers and the land was generally (mis)managed by absentee landlords. In their absence, the bandits stepped in to enforce the payment of dues or meagre profits from the peasants to the landowners, creaming a lot off the top. Stealing from the rich to give to the poor was no part of their raison d’etre. Over time, they became the landowners’ enforcers and then began to take over large tracts but it was the unification of Italy, following Garibaldi’s march through Sicily and up through southern Italy defeating and forcing the capitulation of the Spanish Bourbons, rulers of the Kingdom of the Two Sicilies, which gave them their greatest opportunity . If you have read “The Leopard” by Giuseppe di Lampedusa or seen the film, you will have recognised that the Mafia were gaining an important role in the running of Sicilian cities, towns and regions; they were gaining election as mayors and they were marrying into families of the nobility of the island. The Risorgimento whilst unifying the country also exaggerated the division between the north and the south. Sicilians often used to dispute (at least publicly) the existence of the Mafia or La Cosa Nostra (Our Thing) as the organisation names itself. They claimed that it was a northern construct. However, there is an excellent book by Gianni Riotta, “Prince of the Clouds”, which describes how the mafia, acting as a private army on behalf of the landowner against her peasants, uses force and murder to keep the poor of Sicily under control.
    [Show full text]