Il 'Marchese Di Caporetto'
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Il ‘marchese di Caporetto’ Claudio Treves e l'interventismo di sinistra di Antonio Casali Figura centrale del movimento socialista e tra i A prominent leader of the socialist movement protagonisti, per oltre trent’anni, della vita po and outstanding figure of the Italian political litica italiana, Claudio Treves ha conosciuto un scenery for over thirty years, Claudio Treves singolare destino. L’ostracismo decretatogli du has experienced a remarkable destiny. The rante il ventennio fascista è sembrato infatti ostracism he suffered during the fascist era has trasmettersi, quasi senza soluzione di continui seemed to continue, almost unchanged, tà, all’Italia repubblicana e postresistenziale. through the post-resistance and republican Ignorato dalla cultura liberalsocialista; oggetto years. Disdained by the liberal-socialist culture, di una imbarazzata oleografia d’occasione da awkwardly commemorated every now and then parte della socialdemocrazia saragattiana; tenu by the right-wing socialdemocrats, kept aside to ai margini financo dal recente riaccendersi di even in the recent revival of the social-reformist interesse sull’esperienza del socialismo riformi tradition, Treves has so far met with a curious sta: Treves ha attirato su di sé, fino ai nostri political and historical ‘misfortune’. giorni, una insistita ‘sfortuna’ politica e storio This essay unearths the roots of that ‘misfor grafica. tune’, scrupulously revisiting the origins and Il presente articolo va alle radici di questa motives of the myth of the ‘marchese di Capo- ‘sfortuna’, ricostruendo analiticamente motiva retto’. Taking into account the years 1915- zioni ed origini del mito del ‘Marchese di Capo- 1917, it shows how Treves’ neutralism and paci retto’. Prendendo in esame gli anni 1915-1917 fism were harshly and unanimously opposed by dimostra come le posizioni neutraliste e pacifiste the so-called left-wing interventists, who are to di Treves abbiano incontrato l’insistita, virulen be regarded as the true inventors of the sarca ta ed unanime opposizione delle forze del cosid stic nickname imposed to Treves immediately detto interventismo di sinistra, il quale deve esse after the events of October-November 1917. As re considerato il vero e proprio responsabile del a matter of fact, both revolutionary and demo la definizione ‘marchese di Caporetto’ attribuita cratic interventists did not only fall in with al socialista torinese all’indomani dell’ottobre- Mussolini and the nationalists in their cam novembre 1917. Interventisti rivoluzionari e in paign against the “inner enemy” and the “de terventisti democratici infatti non solo si allinea featist”, but adopted a perfectly identical style rono a Benito Mussolini e ai nazionalisti nella of ideological intolerance and verbal violence. campagna contro il “nemico interno” e il “di Based on a large and careful examination of sfattista”, ma di Mussolini e dei nazionalisti press sources, the essay throws a clear light on giunsero a precorrere intolleranza ideologica e both the vicious character and the unsuspected parossismo verbale. Attraverso un vasto spoglio capillarity of the campaign waged against Clau di fonti a stampa il presente saggio evidenzia allo dio Treves in those crucial years. stesso tempo la pretestuosità e l’insospettabile capillarità della campagna intentata contro Claudio Treves fra il 1915 e il 1917. Italia contemporanea”, settembre 1990, n. 180 482 Antonio Casali Dalla neutralità all’intervento ziativa”, “L’Internazionale”, “Il Fronte in terno”, “Il Secolo”, “Lacerba”, “L’Unità”, Quando, nel dicembre 1917, Benito Musso “La Voce”: insomma tutta l’ampia costella lini coniava per Claudio Treves l’appellativo zione politica ed intellettuale che si è soliti “marchese di Caporetto”1 — il riferimento comprendere nelle espressioni interventismo polemico era al discorso parlamentare del 12 rivoluzionario e interventismo democratico2. luglio precedente con la celebre invocazione Divisi su alcune importanti questioni di poli finale: “il prossimo inverno non più in trin tica estera, ‘mussoliniani’ e ‘democratici’ cea” — esprimeva un giudizio che sarebbe erano stati infatti convergenti (allineandosi limitativo ricondurre e circoscrivere a mere spesso e volentieri alle tesi del più vieto na ragioni di avversione personale. Il durissimo zionalismo) su quelle di politica interna: in attacco del direttore del “Popolo d’Italia” primis nell’insistita campagna contro i neu s’inseriva infatti perfettamente (costituendo tralisti, visti alla stregua di “austriacanti”, ne una sorta di suggello finale) in quell’in- di “nemici interni” e di “disfattisti”. Sebbe tensa campagna di diffamazione lanciata da ne in sede storiografica si sia tentato a vario più parti, circa tre anni prima, all’indirizzo titolo — anche in questo secondo dopoguer del socialista torinese. Ad essa, oltre allo ra — di operare una netta distinzione fra de stesso Mussolini, avevano preso parte uomi mocratici e rivoluzionari3, cercando di giu ni come Leonida Bissolati, Ivanoe Bonomi, stificare le posizioni dei primi e di sottrarli Napoleone Colajanni, Roberto Farinacci, al giudizio di riprovazione che ha coinvolto i Pietro Nenni, Sergio Panunzio, Gaetano secondi4, l’operazione appare francamente Salvemini, Oliviero Zuccarini; giornali e ri poco plausibile. Chi operi un attento esame viste come “Azione socialista”, “L’Avan dell’operato e del linguaggio degli interven guardia”, il “Giornale del Mattino”, “L’Ini tisti (soffermandosi in particolar modo sui 1 Cfr. Ed ora ai fatti, “Il Popolo d’Italia”, 24 dicembre 1917, p. 1; poi in Benito Mussolini, Opera Omnia, Firenze, La Fenice, 1951, vol. X, p. 342. Ma già due mesi e mezzo prima l’invito di Treves era apparso a Mussolini un “vero e proprio appello alla diserzione” (Governo e nazione, “Il Popolo d’Italia”, 7 settembre 1917, p. 1; poi in Opera Omnia, cit., vol. IX, p. 166). 2 In assenza di studi complessivi sull’interventismo si vedano intanto le importanti rassegne di Paolo Alatri, La pri ma guerra mondiale nella storiografia italiana dell’ultimo ventennio, “Belfagor”, 1972, n. 5, pp. 559-95 e 1973, n. 1, pp. 53-96; Nicola Tranfaglia, Dalla neutralità italiana alle origini del fascismo: tendenze attuali della storiogra fia, in Dallo Stato liberale al regime fascista. Problemi e ricerche, Milano, Feltrinelli, 19763, pp. 53-98; Giorgio Ro- chat, L ’Italia nella prima guerra mondiale. Problemi di interpretazione e prospettive di ricerca, Milano, Feltrinelli, 1976; Mario Isnenghi, Interventismo, in II mondo contemporaneo. Storia d ’Italia, vol. II, Firenze, La Nuova Ita lia, 1978, pp. 563-571. Sull’interventismo democratico cfr. i riferimenti contenuti nei lavori di Raffaele Colapietra, Leonida Bissolati, Milano, Feltrinelli, 1959, pp. 250-252; Gaspare De Caro, Salvemini, Torino, Utet, 1970, pp. 262-267 e 288-292; Fernando Manzotti, Il socialismo riformista in Italia, Firenze, Le Monnier, 1965, pp. 112-115 e 122-132. Fonda- mentale lo studio di M. Isnenghi, Il mito della grande guerra, Bologna, Il Mulino, 19892. Sull’interventismo di sini stra cfr. il discutibile saggio di Renzo De Felice, L ’interventismo rivoluzionario, in Aa.Vv., Il trauma dell’interven to 1914-1919, Firenze, Vallecchi, 1968, pp. 273-291; e più recentemente l’informato contributo di Giovanna Pro cacci, Gli interventisti di sinistra, la rivoluzione di febbraio e la politica interna italiana nel 1917, “Italia contempo ranea”, 1980, n. 138, pp. 49-83. 3 Cfr. soprattutto R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Torino, Einaudi, 1965, pp. 334-400. 4 Cfr. Roberto Vivarelli, Il dopoguerra in Italia e l’avvento del fascismo, I, (1918-1922), Napoli, Istituto italiano per gli studi storici, 1967, pp. 84-114, che pur riconoscendo la carica antiparlamentare presente nell’interventismo democratico ne avalla la bontà dell’ispirazione originaria: “nei democratici il richiamo alla piazza contro un Parla mento che si riteneva corrotto era ispirato dall’istanza di attribuire più largo potere al popolo” (p. 92) e tende a li mitarne la corresponsabilità nelle scelte reazionarie compiute durante la guerra (pp. 104-105). Il ‘marchese di Caporetto’ 483 loro organi di stampa) difficilmente sfuggirà cratico’, arrecò un contributo difficilmente all’impressione che nel clima di union sacrée e sopravvalutabile, operando da vero e proprio di esaltazione patriottica aleggiante in Italia battistrada della provocazione antisocialista e frail 1915 e il 1918 i ‘democratici’ abbiano as antipopolare. sunto una collocazione sostanzialmente con servatrice, se non reazionaria, subordinata di Al momento in cui, il 28 luglio 1914, l’Au- fatto alle forze nazional-liberali. Spinti da un stria-Ungheria dichiarava guerra alla Serbia vero e proprio furore persecutorio ed ossessi innescando la miccia della prima guerra mon vo i fogli interventisti di sinistra (da quelli ra diale, Claudio Treves aveva quarantacinque dicali a quelli repubblicani, da quelli bissola- anni ed era unanimemente considerato in Ita tiani a quelli mussoliniani, da quelli salvemi- lia e all’estero quale uno degli esponenti più niani a quelli sindacalisti ed anarchici) si mos rappresentativi del Psi. Appena qualche setti sero fin dai primi mesi di guerra all’insegna di mana prima il rivoluzionario russo Ananin, al una serie ben precisa di coordinate comuni. suo primo viaggio in Europa occidentale, ave Esse comprendevano: una evidente rescissio va non a caso riconosciuto in lui “l’uomo più ne dei vecchi legami con le classi lavoratrici; erudito e di