Universita' Degli Studi Di Milano
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTA’ DI STUDI UMANISTICI Corso di Dottorato in Storia, Cultura, Teorie della società e delle istituzioni XXIX CICLO L’EUROPEISMO ITALIANO NELL’ “ETA’ DELLE CRISI” IL CONTRIBUTO DEI POLITICI DEMOCRISTIANI ALLA COMMISSIONE ESECUTIVA CE (1967-1984) TUTOR: Chiar.mo Prof. Alfredo CANAVERO COTUTOR: Chiar.ma Prof.ssa Daniela PREDA Coordinatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela SARESELLA Tesi di: LORENZO MELI Matricola n°: R10491 Anno Accademico 2015-2016 INDICE Indice delle abbreviazioni…………………………………………………………………….p. 5 Introduzione………………………………………………………………………………. .p. 7 L’Italia, l’Europa e la Commissione tra 1957 e 1967: una breve premessa……………………p.19 Parte I - La Comunità in salvo I. Il secondo fallimento inglese e il Trattato di Non Proliferazione nucleare 1. Edoardo Martino e l’Europa………………………………………………………………p. 25 2. Riunirsi per ripartire: la Commissione Rey………………………………………………...p. 29 3. Prove di negoziato………………………………………………………………………..p. 33 4. I Sei e il primo disarmo…………………………………………………………………...p. 40 5. L’Aja: e “il rilancio”………………………………………………………………………p. 47 II. La dimensione mediterranea 1 Le relazioni esterne nel primo decennio della Comunità………………………………….p. 51 2. I rapporti con la Grecia dei colonelli……………………………………………………...p. 53 3. Il protocollo addizionale CE-TURCHIA………………………………………………....p. 58 4. Europa e “nuovo” grande Medioriente…………………………………………………...p. 62 III. La “scoperta” del Terzo Mondo 1. La nuova Europa e il “nuovo” Terzo Mondo………………………………………………p. 70 2. La nascita della Cooperazione allo Sviluppo………………………………………………...p. 71 3. L’ultima “Eurafrique”: Yaoundé II ………………………………………………………….p. 77 4. L’America Latina, alleato scomodo..………………………………………………………..p. 80 Parte II - Vexata Quaestio IV. L’avvio della Commissione Malfatti e la CPE 1. Una formazione europea ? ..................................................................................................................p. 86 2. L’arrivo a Bruxelles………………………………………………………………………....p. 88 3. Porte aperte a Londra………………………………………………………………………p. 94 4. La CPE e la persistenza dell’impronta gollista………………………………………………p. 96 5. Risorse ed Istituzioni proprie……………………………………………………………....p. 102 2 V. L’Unione economica e monetaria: falsa partenza ? 1. Il Rapporto Werner……………………………………………………………………….p. 107 2. “Malfatti Round”………………………………………………………………………….p. 109 3.Reagire alla tempesta………………………………………………………………………p. 115 4. La coda del serpente……………………………………………………………………....p. 117 VI. Tra nuovi ingressi e dimissioni: proiezione internazionale ed epilogo 1. L’Europa Oltremanica…………………………………………………………………….p. 120 2. Bruxelles e “gli altri”……………………………………………………………………....p. 127 3. L’UNCTAD III…………………………………………………………………………...p. 131 4. Genesi della Politique Globale Méditerranéenne……………………………………………......p. 133 5. Le ragioni dell’addio……………………………………………………………………....p. 137 Parte III - L'Europa tra ambiente e petrolio VII. La PAC, dieci anni dopo 1. Carlo Scarascia Mugnozza a Strasburgo…………………………………………………....p. 143 2. L’eredità di Sicco Mansholt………………………………………………………………..p. 148 3. Note politiche……………………………………………………………………………,.p. 154 4. Il ventennale della CECA sulla strada per Parigi…………………………………………...p. 156 5. Nuovi assetti per i Nove…………………………………………………………………..p. 160 VIII. Una nuova coscienza ambientalista 1. Le politiche ambientali Ce…………………………………………………………………p. 163 2. I trasporti………………………………………………………………………………….p. 171 3. Il nuovo Mediterraneo…………………………………………………………………......p. 172 4. Velleità e pericoli del dialogo euro-arabo………………………………………………......p. 176 5. Nuova cooperazione per una nuova Comunità: Lomé ………………………………….... p. 180 IX. Informare sull’Europa 1. La nascita dell’Eurobarometro e le linee guida sull’informazione………………………….p. 186 2. La nuova difesa del cittadino europeo…………………………………………………….p. 192 3. Reazioni comuni al primo disastro “europeo”: Seveso…………………………………… p. 194 Parte IV - Ultime sfide X. Lorenzo Natali e l’apertura CE a Sud 1. Da Firenze a Bruxelles .…………………………………………………………………p. 201 2. La lunga durata: gli allargamenti delle Commissioni Jenkins e Thorn……………………p. 204 3 3. Di nuovo la Grecia…………………………………………………………………….p. 206 4. Il negoziato entra nel vivo……………………………………………………………..p. 208 5. Una solidarietà da ritrovare………………………………………………………….....p. 218 XI. L’Allargamento si completa 1. Il Portogallo: dall’Atlantico all’Europa………………………………………………….p. 221 2. Il gigante iberico………………………………………………………………………..p. 227 3. L’Europa raddoppia: I Programmi Integrati Mediterranei………………………………p. 234 4. L’evoluzione nei rapporti con il Terzo Mondo: Lomé III e IV………………………….p. 236 5. Il ritiro………………………………………………………………………………….p. 240 Fonti e Bibliografia ……….……………………………………………………………..p. 245 4 Indice delle abbreviazioni ACP Paesi del gruppo Africa-Caraibi-Pacifico AIEA Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ASUE Archivi Storici dell’Unione Europea AHCE Archives Historiques de la Commission Européenne AILS Archivio storico dell’Istituto Luigi Sturzo CAP Common Agricultural Policy CCRE Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa CIHEAM Centre International des Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes COREPER Comitato dei Rappresentanti permanenti (al Consiglio delle Comunità europee) CPE Cooperazione Politica Europea CSM Carlo Scarascia Mugnozza EFTA European Free Trade Area EM Edoardo Martino EN Emile Noël FMM Franco Maria Malfatti FRUS Foreign Relations of United States LN Lorenzo Natali MFE Movimento Federalista Europeo OAPEC Organization of Arab Petroleum Exporting Countries PAA Piano d’Azione Ambientale Ce PGM Politique Globale Méditerranéenne PE Parlamento Europeo PVS Paesi in via di Sviluppo RFT Repubblica Federale Tedesca SAMA Stati Africani e Malgascio Associati s.d. senza data s.f senza firma SME Sistema Monetario Europeo SYSMIN Système Minière STABEX Système de Stabilisation des Recettes d'Exportation TNP Trattato di Non proliferazione nucleare 5 UEM Unione economica e monetaria UEO Unione europea occidentale UNCTAD/CNUCED United Nations Conference on Trade and Developement/ Conférence des Nations Unies sur le Commerce et le Developpemént 6 Introduzione Natura e scopi della ricerca Scrivere di storia dell’integrazione europea tra 2016 e 2017 potrebbe essere considerato a prima vista un esercizio anacronistico, quasi una battaglia di retroguardia, in un biennio segnato dalle vicende di un’Unione apparentemente sempre più in balìa delle proprie debolezze, antiche e recenti, e che pare sul più classico “punto di non ritorno” come mai in passato. L’Europa che sessantacinque anni dopo la nascita della CECA, e a sessanta dal momento fondante dei trattati di Roma, perde clamorosamente il Regno Unito e ha rischiato di perdere - stando almeno alla propaganda delle recenti elezioni presidenziali - il suo pilastro più antico nella Francia repubblicana non pare proprio godere di grande fortuna, anzitutto a livello della stessa opinione pubblica comunitaria. Molto spesso negli ultimi anni ci si è interrogati, anche a livello accademico, tramite politologi ed economisti in massima parte, sul come si sia potuti arrivare a questo punto, in quello che viene sempre più percepito e ostentato come un tradimento del sogno originario dei padri fondatori. Una risposta definitiva ad una simile domanda non rientra ovviamente, né può rientrare, tra le ambizioni di questo lavoro. L’analisi storiografica come quella che si propone qui può tuttavia cercare di proiettare una luce in più almeno sul quando tutto abbia cominciato a complicarsi. Quando, cioè, l’Europa abbia smesso i panni dell’antica Comunità a Sei membri, che, tenuta insieme certo da vincoli ideali e culturali, ma ancor più da regolamentazioni di natura essenzialmente commerciale ed economica, abbia cominciato a nutrire ambizioni di segno politico, ponendosi progressivamente in competizione e in contrasto - poi rivelatosi dalle conseguenze esiziali - con le autorità governative dei suoi componenti, e con gli altri attori della scena internazionale inseriti nel quadro geopolitico della Guerra fredda. All’interno del grande dibattito sulle trasformazioni conosciute dalla Comunità originaria, sul suo procedere a tratti incerto e contraddittorio tra “allargamenti” e “approfondimenti”, si pone l’altro nodo tematico, che mette in relazione il precedente con una dimensione più nazionale, attorno al quale si è deciso di impostare questa ricerca: vale a dire in quale misura si possa collocare l’apporto dell’Italia a questa controversa fase di costruzione della “seconda Europa” degli anni Settanta e Ottanta. Introduzione Si è ritenuto che una delle prospettive più interessanti e innovative che potesse venire offerta su questa materia fosse proprio quella dei quattro protagonisti delle pagine che seguono. Mettere a fuoco l’esperienza di questi veri e propri punti di incontro tra la politica dell’Italia repubblicana e quella del continente implica innanzitutto invertire un punto di vista che ha spesso privilegiato l’analisi delle dinamiche operanti all’interno del governo italiano nel suo relazionarsi con le istituzioni comuni. Significa tuttavia anche contribuire a completare, e magari a rileggere in parte, l’interpretazione storiografica che si è imposta fino a circa una decina di anni fa, secondo cui la Repubblica italiana sarebbe stata protagonista della scena dell’integrazione europea soltanto nel suo momento d’origine, più o meno dal 1951 al 1962, per poi ripiegare, distratta dalle sue grandi difficoltà interne, in un più modesto ruolo di comprimaria, di fronte allo stabilirsi dell’asse franco- tedesco e all’ingresso del Regno Unito. A compensare