Le piante officinali nei territori degli Ecomusei del

Guida alla scoperta di saperi, tradizioni e itinerari Volume II - Ecomuseo del Lagorai 2014 © – Tutti i diritti riservati.

Coordinamento progetto editoriale: Federico Bigaran Coordinamento e redazione testi: Stefano Mayr Revisione testi e coordinamento Ecomusei: Adriana Stefani, Silvia Corrado

Volume I Ecomuseo Argentario: Ivan Pintarelli, Stefano Delugan Volume II Ecomuseo del Lagorai: Valentina Campestrini, Katia Lenzi Volume III Ecomuseo della Judicaria: Diego Salizzoni, Guido Donati, Marco Merli Volume IV Ecomuseo del Tesino, Terra di Viaggiatori: Mariano Avanzo, Francois Salomone Volume V Ecomuseo della Valle del Chiese: Aurora Mottes, Manuel Zorzi Volume VI Ecomuseo della Val di : Oscar Groaz, Monica Framba, Maria Loreta Veneri Volume VII Ecomuseo del Vanoi: Silvia Gradin, Federica Micheli

Cartografia a cura di Augusto Cavazzani Fotografie: archivi fotografici dei singoli ecomusei, archivio Stefano Mayr, archivio Mariano Avanzo, archivio Raffaella Lunelli, archivio Maurizio Fernetti Progetto grafico e impaginazione: Artimedia –

ISBN 978-88-7702-365-0

1ª edizione gennaio 2014

ARTIMEDIA Valentina Trentini, editore 38122 Trento - Via Madruzzo, 31 Tel. 0461 232400 - Fax 0461 265878 Internet: www.artimedia.it E-mail: [email protected] Le piante officinali nei territori degli Ecomusei del Trentino

GUIDA ALLA SCOPERTA DI SAPERI, TRADIZIONI E ITINERARI

Volume II - Ecomuseo del Lagorai

SOMMARIO

Presentazione 6

Introduzione 8

Ecomuseo del Lagorai 12

Il Trentino e le sue erbe 18 La situazione attuale in Trentino 21 La gestione dell’azienda agricola dal punto di vista pratico 22 Il Regolamento attuativo provinciale (in attuazione della LP 28 marzo 2003, n. 4) 24 Alcune utili definizioni 26

L’utilizzo locale delle erbe 32 Erbe officinali di uso tradizionale nel territorio dell’Ecomuseo 34 La cosmesi naturale 42

Percorsi alla scoperta delle erbe 44 Sentiero naturalistico G.C. Franco Furlan 46 Sentiero delle erbe del pascolo 48 Sentiero dei Larici a Casapinello 50 Erbe sulle tracce della storia 52

Il turismo che vuole profumare d’erba 54

Le norme da seguire 60

5 PRESENTAZIONE

iniziativa editoriale che ho il piacere di presentare è frutto di un intenso lavoro, effettuato “a più mani”, con il contri- buto di una pluralità di soggetti: tecnici, esperti, agricoltori, L’ ristoratori, operatori turistici, rappresentanti di associazioni e di amministrazioni comunali, guardie forestali, anziani, ecc…, ac- comunati dalla passione per il variegato mondo delle piante officinali e per il nostro territorio. La pubblicazione è una guida, composta da sette agili libretti, per ac- compagnare il lettore alla scoperta del vasto mondo di saperi, tradi- zioni ed itinerari collegati alle piante officinali, che si cela nei territori dei sette Ecomusei del Trentino che hanno partecipato al progetto. L’opera è nel contempo una testimonianza della volontà di dar voce e nuove opportunità alle realtà considerate “marginali “del Trentino, per costruire un’offerta turistica basata sull’esperienza diretta, sulla conoscenza dell’ambiente e della natura che sappia coinvolgere la popolazione locale. L’opportunità di intraprendere questo percorso è stata la partecipa- zione del Servizio Agricoltura, Ufficio per le produzioni biologiche, al progetto comunitario “SY_CULTour – Sinergia tra cultura e turismo: utilizzo dei potenziali culturali nelle zone rurali svantaggiate”, finan- ziato nell’ambito del programma Interreg Sud-Est Europa. Seguen- do le metodologie partecipative coordinate a livello internazionale la Provincia ha coinvolto pienamente nel progetto la rete degli Eco- musei del Trentino, affidando loro la realizzazione delle varie azioni del progetto pilota intitolato “Dalla tradizione alla produzione: l’uso sostenibile delle piante officinali coltivate e spontanee nel contesto dell’offerta turistica rurale”. Produttori, trasformatori, ristoratori, ge- stori di impianti termali e di centri benessere, albergatori, educatori ambientali, associazioni, fondazioni, abilmente coordinati dalla Rete degli Ecomusei, hanno saputo cooperare con spirito innovativo e par- tecipativo per il raggiungimento di un interesse. La costante ed intensa attività d’animazione locale e di ricerca su usi e tradizioni del mondo rurale, effettuata negli ultimi anni, ha consentito l’efficace e attiva partecipazione degli Ecomusei e delle numerose associazioni ad essi collegate. Il progetto SY_CULTour ha saputo individuare nel patrimonio di cono- scenze legato alle erbe officinali ed aromatiche un potenziale cultu- rale di sviluppo attorno al quale si sono mobilitati gli interessi sia del

6 settore agricolo-produttivo sia di quello turistico-culturale. Il ricco ca- pitale territoriale di cui dispongono gli Ecomusei, se adeguatamente valorizzato, consente di favorire uno sviluppo equilibrato anche nelle aree rurali generalmente meno interessate dai flussi turistici. Il per- corso di valorizzazione rafforza nel contempo l’identità della popola- zione e ne preserva il patrimonio culturale, materiale ed immateriale, per le future generazioni. Il progetto si inserisce nell’attività dell’amministrazione provinciale finalizzata a favorire la cooperazione tra i settori agricolo e turisti- co e l’esperienza riportata nelle guide dimostra che la coltivazione e la raccolta di piante officinali detiene ampie potenzialità. L’adozione del marchio provinciale TRENTINERBE® ha costituito la necessaria premessa per avviare il percorso di integrazione, qualificando le pro- duzioni e garantendo nel contempo il consumatore. Le guide offrono quindi al lettore un interessante compendio di co- noscenze, non solo geografiche ma anche storico-culturali ed enoga- stronomiche, relative alle aree dei sette Ecomusei trentini. Un “viag- giatore interessato” potrà trovare informazioni specifiche sui territori riguardanti l’ospitalità, le aziende produttrici presenti, i sentieri na- turalistici, le specie tipiche della zona ed altro ancora, come primo passo verso la creazione di un vero e proprio “pacchetto turistico te- matico”. L’esperienza effettuata ha consentito di comprendere come sia possibile, attraverso la costruzione d’iniziative volte ad un turismo che si richiami ai concetti di responsabilità, sostenibilità ed ecologia, creare nuove opportunità di lavoro ampliando la presenza turistica ai periodi primaverili ed autunnali, mantenendo la cultura locale ed il territorio. In questo gli Ecomusei possono svolgere un ruolo chiave mettendo in rete gli attori, sviluppando progetti ed iniziative per di- venire i custodi dei saperi, delle tradizioni rurali e della biodiversità. Ringrazio quanti hanno collaborato alla realizzazione di questa pub- blicazione ed auguro ai lettori ed ai visitatori del Trentino di lasciarsi coinvolgere nella riscoperta degli antichi saperi legati alle erbe offici- nali ed aromatiche, patrimonio delle nostre comunità.

Michele Dallapiccola Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca della Provincia Autonoma di Trento

7 INTRODUZIONE

PROGETTO SY_CULTour SINERGIA FRA CULTURA E TURISMO: L’UTILIZZO DEI POTENZIALI CULTURALI NELLE ZONE RURALI SVANTAGGIATE

a presente pubblica- della qualità della vita nelle zone zione è stata realizzata rurali, che coprono la metà della nell’ambito del progetto superficie comunitaria e rappre- Lcomunitario denomina- sentano circa il 20% della po- to “SY_CULTour – Sinergia fra polazione, è uno degli obiettivi cultura e turismo: l’utilizzo dei condivisi dalle politiche dell’U- potenziali culturali nelle zone ru- nione europea. Proprio in que- rali svantaggiate” finanziato dal sto contesto si inserisce il pro- programma Interreg SEE (Sud getto SY_CULTour, che ha come Est Europa), di durata triennale fine principale il miglioramento (marzo 2011 – febbraio 2014). della gestione del capitale ter- Il progetto è stato coordinato a ritoriale per favorire uno svilup- livello provinciale dall’Ufficio per po socioeconomico equilibrato le produzioni biologiche del Ser- delle aree rurali, rafforzando nel vizio Agricoltura della PAT che contempo l’identità culturale e ha accolto la proposta di par- preservando il patrimonio cul- tenariato presentata dal Centro turale materiale ed immateriale di Ricerca dell’Accademia Slo- per le generazioni future. vena di Scienze e Arte, l’Istituto Geografico Anton Melik (ZRC Al progetto prendono parte sei SAZU), da anni impegnato nello paesi europei, Slovenia, Serbia, studio di aree marginali, del pa- Ungheria, Grecia, Bulgaria e Ita- trimonio rurale e delle tematiche lia, ognuno dei quali ha candi- legate allo sviluppo regionale. dato una, o più “aree pilota” per La diversificazione delle attività un totale di 11 realtà. Per l’Italia economiche e il miglioramento oltre alla Provincia Autonoma

8 di Trento partecipa la Comunità si, benessere, ecc…) passando Montana Sirentina (Abruzzo). attraverso la riscoperta del pa- Il progetto pilota elaborato dalla trimonio culturale tradizionale PAT riguarda la valorizzazione delle comunità rurali. L’iniziativa del patrimonio culturale legato prevede infatti la valorizzazione all’utilizzo delle piante officinali della conoscenza della cultura ed è denominato “Dalla tra- rurale legata all’uso delle erbe dizione alla produzione: l’uso officinali e la promozione delle sostenibile delle piante offici- attività agricole per la loro pro- nali coltivate e spontanee nel duzione e la raccolta di piante contesto dell’offerta turistica spontanee presenti nei territori rurale”. Partner locali del pro- trentini. Il settore delle piante getto sono stati individuati i officinali è stato recentemente sette ecomusei che compongo- valorizzato dalla Provincia Au- no la rete ecomuseale trentina tonoma di Trento attraverso la e che a loro volta coinvolgono creazione del marchio TRENTI- numerosi operatori, associazio- NERBE® che definisce i disci- ni e amministrazioni presenti plinari produttivi ed il sistema di sul territorio. Il progetto pilota è controllo per i produttori aderen- volto a favorire la cooperazione ti. Il progetto pilota ha sviluppato tra le aziende che producono e numerose azioni d’informazione trasformano piante officinali e rivolte alla popolazione locale, gli operatori del settore turistico. coinvolgendo gli stakeholders Gli attori coinvolti provvedono (amministratori, associazioni inoltre alla realizzazione di per- culturali, operatori turistici, risto- corsi ed escursioni didattiche ratori…), al fine di individuare e riguardanti la raccolta di piante proporre dei pacchetti turistici spontanee ed il loro utilizzo nei tematici legati alle piante offici- vari settori (ristorazione, cosme- nali. Il progetto prevede inoltre

Visita del gruppo di lavoro del Progetto SY_CULTour al Giardino Fitoalimurgico di Legnaro (PD).

9 Progetto SY_CULTour

lo sviluppo di azioni per la pro- – un futuro per il nostro pas- mozione delle erbe officinali e sato: attività di ascolto della la definizione di una strategia comunità e raccolta dei saperi di marketing comune, nonché tramandati; strumenti adeguati in una pro- – la creazione di orti botanici; spettiva di turismo sostenibile – la realizzazione di sentieri e ed eco-compatibile. L’integra- l’organizzazione di escursioni; zione tra agricoltura, turismo – la progettazione di itinerari di- ed artigianato rappresenta l’ele- dattici; mento strategico del progetto in – la produzione di piante a sco- grado di produrre uno sviluppo po dimostrativo e promozio- durevole legato alla valorizzazio- nale; ne della cultura rurale connessa – la filiera corta. all’uso di erbe officinali coltivate Conformandosi alla volontà della e spontanee. Commissione europea, che ha promosso l’utilizzo dei metodi LE AZIONI PILOTA partecipativi nello svolgimento Il progetto si articola in sette delle attività progettuali comuni- azioni pilota, realizzate presso tarie, anche la PAT ha adottato i singoli Ecomusei del Trentino questo tipo di approccio. Avva- e così denominate: “Come il lendosi della collaborazione di sol, come l’erba” (Ecomuseo un esperto mediatore il team del del Vanoi); “Il giardino botani- progetto ha fatto si che even- co del Tesino: usi delle piante ti ed incontri divenissero non spontanee nella tradizione po- solo momenti di divulgazione polare” (Ecomuseo del Tesino); e informazione ma, soprattut- “La riscoperta dell’utilizzo delle to, interessanti opportunità per erbe officinali nella tradizione analizzare il contesto culturale e popolare dell’Ecomuseo del socioeconomico delle comunità. Lagorai” (Ecomuseo del Lago- Scambiare idee, condividere le rai); “L’Orto in Villa” (Ecomuseo esperienze legate alle singole dell’Argentario); “Erbe da vivere, azioni pilota, sono stati elementi erbe di vita” (Ecomuseo della qualificanti del percorso parte- Judicaria); “L’orto dei rimedi. cipativo anche in prospettiva di Sperimentazione e didattica iniziative promozionali comuni e nell’ambito della coltivazione l’individuazione di percorsi turi- di piante officinali in Valle del stici legati alle erbe officinali. In Chiese” (Ecomuseo della Valle questo contesto si inserisce la del Chiese); “L’orto dei semplici presente guida turistica che è in Val di Peio” (Ecomuseo della articolata sui percorsi dedicati Val di Peio). Inoltre sono state alle erbe officinali specifici per individuate delle aree tematiche ognuno dei sette Ecomusei tren- principali, che hanno impegnato tini aderenti al progetto SY_CUL- gli Ecomusei in attività comuni: Tour.

Pianta di carota selvatica mostrata ad un’escursione del gruppo di lavoro del Progetto SY_CULTour.

10 Progetto SY_CULTour

11 ECOMUSEO DEL LAGORAI

L’“ECOMUSEO DEL LAGORAI - NELL’ANTICA GIURISDIZIONE DI CASTELLALTO” COPRE I TERRITORI DEI COMUNI DI , , E .

idea di riunire i territori medioevale sotto la giurisdizione dei quattro comuni per dei signori di Castellalto. Nono- dare vita all’Ecomuseo stante le trasformazioni culturali L’ nasce dalla necessità degli ultimi quarant’anni i quat- di aiutare lo sviluppo sostenibile tro paesi hanno saputo mante- del territorio superando i confini nere le loro specificità attraverso amministrativi e valorizzando gli un’economia agro-silvo-pastora- aspetti ambientali, storici, cul- le volta a promuovere azioni a turali e antropici dell’area. Tut- scarso impatto ambientale e at- to questo soprattutto perché le traverso il mantenimento di un stesse quattro comunità hanno forte legame con la montagna un passato in comune, essen- del Lagorai che da sempre costi- dosi trovate riunite già in epoca tuisce il valore principale per gli

12 abitanti del territorio. Lo scopo incontaminato e dove esiste an- dell’Ecomuseo è quindi quello di cora una rispettosa convivenza far conoscere e di valorizzare le tra uomo e natura. La scarsa radici che da sempre sostengo- antropizzazione della zona ha no e caratterizzano la nostra co- permesso che l’alta montagna munità, la comunità dell’antica sia caratterizzata da un pae- giurisdizione di Castellalto. saggio naturale di estremo valo- Il territorio del Lagorai è proba- re, con alcune “perle” come la bilmente la catena montuosa zona di Sette Selle, la conca del più selvaggia del Trentino ed lago d’Ezze e la confinante Oasi è una delle poche zone in cui di Valtrigona, importante anche l’ambiente è rimasto pressoché perché unica oasi WWF in am-

Particolare dell’orto botanico nell’oasi WWF di Val Trigona.

13 ECOMUSEO DEL LAGORAI

14 Progetto SY_CULTour

biente alpino. Nelle zone d’alta sizione botanica dei pascoli e quota dalle cime di Sette Selle della flora microbica locale. La ad Ezze, dalla Valtrigona a Val- specificità del prodotto è notevo- piana, passando per la valle di le al punto che è stato ottenuto il Cagnon sono presenti numerose presidio slow food del formaggio malghe situate generalmente ol- di malga del Lagorai: si tratta di tre i 1400 metri di quota e costi- un prezioso riconoscimento, che tuite da un pascolo più o meno rende onore alla tradizione che ampio. Alcune fonti comprova- sapientemente nei secoli è stata no che già in epoca medioevale trasmessa di padre in figlio. (XIV secolo ) sulle montagne del Il territorio dell’Ecomuseo del La- Lagorai esistevano delle casàre gorai è stato da sempre gestito per la lavorazione dei prodotti; e regolato dalla comunità, che gli animali trovavano riparo sot- sin dal XIV secolo produsse degli to sporgenze rocciose o sotto le statuti con lo scopo di definire il fronde di qualche grande albero corretto utilizzo e sfruttamento di chiamato “maresana”. Furono prati, pascoli, malghe, acque e le leggi igieniste del XIX secolo boschi. Queste raccolte di nor- ad introdurre i grandi stalloni, me sono definite “carte di rego- detti barchi, sia per proteggere la” e ancora oggi sono alla base il bestiame dalle intemperie, che degli statuti comunali. per favorire una corretta conci- Il bosco costituisce gran parte mazione del pascolo. Solo ne- dell’ambiente del Lagorai e da gli ultimi cinquant’anni anche il sempre è stato oggetto di una malghese ha una residenza “di- gestione volta alla sua salva- gnitosa”, mentre prima doveva guardia, che ha portato ad un arrangiarsi alla meglio, nella ca- utilizzo sostenibile dello stesso: il sara o nel barco. legname infatti per secoli è stato Da sempre alla base dell’econo- la principale fonte di sostenta- mia di sussistenza di alta quota, mento per le nostre comunità la tradizione dell’andare in mal- assieme all’agricoltura. ga ha costituito e costituisce al L’agricoltura nell’intera Valsuga- giorno d’oggi un importante tas- na orientale ha rivestito sempre sello nello sviluppo sostenibile un ruolo importante; le pendici del territorio del Lagorai e della esposte a sud hanno favorito la sua economia. Il formaggio e coltivazione della vite, del melo, soprattutto il burro sono i pro- del frumento, del tabacco e del dotti d’eccellenza delle malghe gelso per i bachi da seta. Il ca- del Lagorai: entrambi hanno un stagno ha rappresentato un’im- colore giallognolo dovuto all’ele- portante fonte di reddito per le vato contenuto di caroteni, pre- famiglie e ancora oggi questa senti in quantità particolarmente coltura risulta essere interessan- elevata nei pascoli di alta quota. te sia dal punto di vista qualitati- I caratteristici profumi e sapori vo che quantitativo. sono determinati dalla compo- Ancor oggi le attività legate all’al-

Nella pagina a fianco il formaggio di Malga Cagnon de Sora, presidio Slow Food. In alto una vacca della razza grigia alpina.

15 ECOMUSEO DEL LAGORAI

levamento e all’agricoltura, an- staio, della produzione di reti per che se notevolmente trasformate la raccolta del fieno e della rea- e meno praticate, rappresentano lizzazione delle gerle. Allo stesso un importante presidio di salva- tempo i progetti di ricerca sono guardia del nostro territorio. stati mirati alla diffusione della Recentemente si è diffusa la conoscenza della storia e del- coltivazione dei “piccoli frutti” le tradizioni del territorio con la come fragole, mirtilli, ribes, lam- realizzazione di un museo etno- poni e more: specie che cresco- grafico a Telve di Sopra, luogo in no bene su terreni acidi e pos- cui si racconta la vita contadina sono essere coltivate anche su del passato attraverso gli stru- limitate superfici. menti recuperati con sapiente Nei terreni di fondovalle trova maestria nel corso dei secoli da posto il granoturco destinato Tarcisio Trentin, appassionato all’alimentazione animale; inol- del posto. Sono stati individuati tre è stata reintrodotta da poco, anche dei sentieri come quello grazie ad uno specifico pro- del sacro, quello del legno a Car- gramma europeo, una vecchia zano e il sentiero naturalistico varietà di mais, detta “Spin”, Franco Furlan a Torcegno. nome derivante dalla particolare conformazione del chicco, che Siti e strutture che si pongo l’o- permette la produzione di una biettivo di narrare in sinergia farina da polenta particolarmen- con l’attività dell’Ecomuseo la te saporita. storia, le radici che il territorio L’Ecomuseo del Lagorai in questi racchiude, permettendo a tutti anni si è dedicato al recupero e di conoscerla e di valorizzarla in alla valorizzazione anche di anti- funzione di uno sviluppo soste- chi mestieri, quali quello del ce- nibile del territorio stesso.

Laboratorio dell’Ecomuseo sulle erbe. A fianco, prato alpino.

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17 IL TRENTINO E LE SUE ERBE

IL VERSANTE MERIDIONALE DELLE ALPI OSPITA UNA STRAORDINARIA RICCHEZZA FLORISTICA, CON UNA VARIETÀ E DISTRIBUZIONE ECOLOGICA DI SPECIE DIFFICILMENTE RISCONTRABILI ALTROVE

e si parla di ricchezza sono state rinvenute oltre 1900 floristica, il Trentino è specie di piante vascolari, di cui forse uno dei siti mag- alcune endemiche, ed è meta, Sgiormente rappresenta- in particolare nel periodo delle tivi, vista la grandissima diversità fioriture, di studiosi ed appas- che caratterizza il substrato geo- sionati da tutto il mondo. Grazie logico, la distribuzione altimetri- a questa ricchezza è in ripresa ca e l’andamento climatico. la coltivazione di erbe officina- Nell’arco di poche decine di chi- li ed aromatiche e si svolgono lometri si spazia dalla flora sub- annualmente importanti manife- mediterranea del Lago di Garda stazioni come “Baldo Speziale”. e della Valle dei Laghi agli ha- Molti altri luoghi in Trentino sono bitat artici delle calotte glaciali noti per la ricchezza floristica, ad dei massicci dell’Adamello-Pre- esempio le Alpi di oppu- sanella e del Cevedale. Ad Est re il Monte Lefre in Valsugana, della Valle dell’Adige il substra- mentre sul monte , alle to geologico varia dagli Altipiani Viote, si trova il primo grande calcarei ai porfidi del Lagorai e giardino botanico alpino realiz- alle Dolomiti del Trentino orien- zato in Italia, gestito dal MUSE tale. Alcuni luoghi sono divenu- (Museo delle Scienze di Trento). ti nel corso del tempo il monu- La straordinaria varietà di erbe mento all’importanza delle erbe e fiori che cresce in Trentino per la salute umana, grazie agli ha da sempre stimolato l’uomo studi iniziati a partire dal 1500. Il ad approfondirne lo studio e la Monte Baldo, ad esempio, ospita sperimentazione sia a scopo il 43% dell’intera flora alpina, vi alimentare sia curativo. Sin dal-

18 la preistoria, al tempo dei primi lattie. Tra gli studiosi si possono cacciatori del tardo paleolitico citare il medico senese Pietro che si sono avventurati tra valli Andrea Mattioli (1501-1578), e montagne dopo l’ultima gla- ospite a Trento del Principe Ve- ciazione (circa 13.000 anni fa), scovo Bernardo Clesio, Fran- l’uomo ha sperimentato l’utiliz- cesco Facchini (1788-1852), zo di erbe, bacche e preparati, Agostino Perini (1802-1878), tramandando i risultati. Custodi Carlo Perini (1817-1888), Fran- del sapere a quel tempo erano cesco Ambrosi (1821-1897), gli sciamani e alcune donne sa- Don Pietro Porta (Valvestino, pienti, poi trasfigurati nel mito 1832-1923), Adele Boschi (Vo- dell’Homo o Dona Salvadega lano, 1855-1957), dott. Enrico o Gambinei, Salvanei, Angua- Gelmi (1855-1901), Angelo Fol- ne, oppure demonizzate come letto (Ledro, 1872-1966), dott. streghe. La sapienza popolare e Giuseppe Dallafior (1884-1967), contadina ha comunque saputo tramandare nel tempo molte di queste conoscenze, che sono state poi affiancate da studi di autorevoli personaggi dedicatisi alle piante officinali e alla realiz- zazione di erbari di importanza storica e naturalistica. Importan- ti custodi dei saperi erboristici sono stati i monaci, che all’in- terno dei conventi coltivavano le erbe negli “Orti dei Semplici” e ne ricavavano prodotti indicati alla cura di gran parte delle ma-

In alto piante officinali: Halleborus niger e Calthapalustris. Qui sopra i SS. Cosma e Damiano protettori degli erboristi (Stampe del Tesino - Collezione Mariano Avanzo).

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Padre Atanasio Cristofori da Grauno (1885-1961), Luigi Pan- cheri (, 1888-1962), Ales- sandro Negri (Tres, 1896-1967), Eugenio Piechenstein (, 1930-1976). Con l’incremento delle conoscenze ed il progres- so tecnologico molte farmacie si specializzarono nella preparazio- ne e lavorazione delle erbe e si svilupparono inoltre industrie di trasformazione per la realizza- zione di pregiati distillati o altri preparati tradizionali, come ad esempio le cosiddette “zirele”, tipiche caramelle trentine. Oggi, grazie all’impegno degli Ecomusei, che hanno contribuito al recupero di saperi e pratiche tradizionali, nonché della Provin- riguardo alla corretta stagionali- cia Autonoma di Trento, che ha tà del prodotto!). La raccolta di realizzato numerosi corsi di for- antica consuetudine di queste mazione professionale specifica specie spontanee è regolamen- ed ha fondato il marchio TREN- tata da norme che sono riportate TINERBE®, si assiste ad una ge- nella parte conclusiva di que- nerale ripresa della coltivazione sto opuscolo. La coltivazione, di specie officinali, aromatiche e la raccolta ed il commercio di alimurgiche, e ad un crescente piante officinali coltivate sono interesse dei consumatori verso disciplinati invece dal Decreto questi prodotti. del Presidente della Provincia Il termine “piante Officinali” de- n. 41 – 148 del 24/9/2008 (in riva dal latino “officina”, l’antico attuazione della LP 28 marzo laboratorio farmaceutico in cui 2003, n. 4). Le norme trattano la venivano preparate le erbe e se produzione, la prima trasforma- ne estraevano i principi attivi, le zione e la commercializzazione cosiddette “droghe”, sotto forma di piante officinali prodotte e tra- di olii essenziali, tinture, pomate, sformate in Trentino, salvaguar- miscugli da infusione o decotti. dano e valorizzano le produzioni Oggi con il termine “officinale” locali attraverso un sistema di si tendono a raggruppare le spe- controllo coordinato dalla Pro- cie di interesse erboristico, aro- vincia Autonoma di Trento. Gli matico e le spontanee utili per agricoltori del settore per aderire l’alimentazione. Molto note tra devono qualificarsi partecipando queste sono le specie precoci a specifici corsi di formazione, al primaverili, che permettono una fine di garantire uno standard di salutare integrazione vegetale produzione e qualità e salubrità alla dieta, generalmente in anti- del prodotto. cipo rispetto alla disponibilità di specie coltivate in campo (ovvia- In alto, fiordalisi. mente se abbiamo un occhio di

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LA SITUAZIONE ATTUALE sviluppo dell’utilizzo delle piante IN TRENTINO officinali nel settore termale e del benessere dove, accanto ai Allo stato attuale sono operati- bagni di fieno, vengono proposti ve oltre 70 aziende agricole su tisane e cosmetici di produzione di una superficie di circa 10 ha locale. Il settore delle piante of- coltivati ad officinali e che effet- ficinali offre inoltre al comparto tuano la raccolta di specie spon- turistico interessanti opportunità tanee. Le aziende sono orientate per la realizzazione di percorsi alla vendita diretta del prodotto. I didattici, botanici e naturalisti- prodotti venduti sono: tisane, sali ci, legati all’uso alimentare ed aromatizzati, cuscini aromatizza- officinale di specie coltivate o ti, confetture miste di frutta ed spontanee. Alcuni esempi di erbe, condimenti e pesti a base sinergia fra il turismo e le erbe di erbe spontanee, succhi, sci- officinali sono rappresentati dalle roppi, prodotti cosmetici. Alcune seguenti iniziative: il programma aziende coltivano ed utilizzano “Baldo speziale”, sull’Altopiano le piante officinali per comple- di , che vede la par- tare la propria offerta derivante tecipazione dell’associazione di dall’attività zootecnica principa- produttori associati “Baldensis”, le, come nel caso dei formaggi la “Festa delle erbe officinali” a ai fiori o alle erbe o del miele Roncegno, con la partecipazione balsamico alle erbe oppure della dell’Associazione di produttori viticoltura come nel caso della locali “Montagna e Benessere”, produzione di vini ed aceti medi- il Festival del Miele e delle Erbe cati e distillati. Interessante è lo officinali a .

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LA GESTIONE DELL’AZIENDA AGRICOLA DAL PUNTO DI VISTA PRATICO

Per la costituzione dell’azienda agricola, oltre alle conoscenze tecniche e alla propria volontà a produrre, sono necessari al- cuni adempimenti burocratici iniziali: l’apertura di partita IVA, l’iscrizione alla Camera di Com- mercio, l’apertura di un fascico- lo aziendale, l’iscrizione all’A- PIA (Archivio Provinciale delle Aziende Agricole), la partecipa- zione al corso Trentinerbe e l’i- scrizione all’elenco provinciale TRENTINERBE®, l’eventuale notifica del metodo biologico (Reg.834/07). Si passa quindi al reperimento del materiale di propagazione (semi, piantine), alla sistemazione e preparazio- ne dei terreni, approntamento dei mezzi tecnici e dei mac- chinari. La produzione primaria viene realizzata secondo i disci- li, integratori alimentari previa plinari prescelti, seguendo un acquisizione delle necessarie piano colturale e un programma autorizzazioni. Infine si proce- di rotazioni. Una volta ottenuti i de alla commercializzazione del prodotti primari si possono es- prodotto, in azienda o presso al- siccare con strumenti idonei o tre strutture. in locali adibiti all’operazione, L’Assessorato all’Agricoltura e le assicurando garanzie di igiene. strutture tecniche dell’ammini- I materiali essiccati si ripongo- strazione provinciale partecipa- no al buio, in sacchetti di carta no alle attività di promozione e o in contenitori ermetici. La fase sviluppo delle piante officinali, successiva è quella della trasfor- in collaborazione con la Fonda- mazione della produzione, da zione Mach, con l’Unità di ricer- eseguire in conto proprio (con ca per il Monitoraggio e la Piani- limitazione delle specie) o trami- ficazione forestale del Consiglio te terzi (erboristi qualificati) che per la Ricerca e la Sperimen- garantiscano la correttezza delle tazione in Agricoltura (CRA) di operazioni e delle specie impie- Villazzano, con il Museo Civico gate. I prodotti possono essere di e con le associazioni composti da miscugli, come nel Florere, Montagna e Benessere, caso di infusi o sali aromatizzati, Baldensis. o essere venduti come mono- La coltivazione, raccolta e tra- prodotto. Inoltre si possono re- sformazione delle piante offici- alizzare cosmetici, oli essenzia- nali sono settori con buone pos-

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sibilità di sviluppo, in particolare piante spontanee nella prepa- in un contesto montano come razione dei pasti in determinati quello della nostra Provincia, periodi. Tali prodotti possono dove la qualità dell’ambiente e quindi oggi rappresentare un la conoscenza degli usi e delle nuovo strumento per valorizzare tradizioni locali, possono fornire la montagna, fornendo agli abi- un importante valore aggiunto tanti possibilità di reddito anche alle produzioni. Le piante of- in aree marginali ed integrando- ficinali, nelle varie forme oggi si ottimamente con il settore tu- offerte dal mercato, riscontrano ristico, l’ambiente ed il territorio sempre maggior interesse pres- nel suo complesso. La Provincia so i consumatori. L’utilizzo di tali autonoma di Trento, mediante la prodotti si è particolarmente dif- recente adozione di una serie di fuso presso i “centri benessere” provvedimenti normativi, ha in- e le strutture ricettive del settore teso creare adeguate condizioni rurale (agritur, bed&breakfast, per consentire lo sviluppo del malghe, ecc), nei mercati agri- settore e favorire la creazione di coli di prossimità e nei negozi nuove opportunità per i produt- specializzati. La ristorazione di tori, qualificare le produzioni lo- qualità ha inoltre in questi ulti- cali ed offrire maggiori garanzie mi anni riscoperto l’utilizzo delle per i consumatori.

Lo zafferano, coltivato sul monte Baldo assieme a moltissime altre erbe. Nelle foto piccole buon enrico e campanule.

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IL REGOLAMENTO Un regolamento da tenere pre- ATTUATIVO PROVINCIALE sente: il Reg (CE) 852/2004 (LP 28 MARZO 2003, N. 4) del Parlamento europeo e dei Consigli, relativo all’igiene dei Il Regolamento definisce la ca- prodotti alimentari tegoria di “prodotto alimentare Il regolamento fissa i requisiti erboristico” come “prodotto rea- generali in materia d’igiene che lizzato a base di piante officinali, devono rispettare le imprese ali- singole o miscelate, non addi- mentari in ogni fase della catena zionato con prodotti di sintesi o alimentare. Si applica alla pro- semisintesi, destinato ad essere duzione primaria, con deroghe ingerito a scopo non nutritivo, per la fornitura diretta di piccoli utilizzato nel tradizionale impie- quantitativi di prodotti primari go alimentare di uso corrente dal produttore al consumatore. per il quale non sono dichiarate finalità salutistiche o terapeuti- Produzione primaria che”. Per “produzione primaria” si in- Il Regolamento stabilisce inoltre tendono tutte le fasi della produ- la costituzione dell’“Elenco pro- zione, dell’allevamento o della vinciale degli operatori abilitati coltivazione dei prodotti primari, alla coltivazione, alla raccolta compresi la raccolta, la mungi- e alla prima trasformazione di tura e la produzione zootecnica piante officinali per la produ- precedente la macellazione, zione di piante officinali per la comprese la caccia, la pesca e produzione di prodotti alimentari la raccolta di prodotti selvatici. erboristici e loro miscelazione”. Per la cessione – a livello loca- Per l’iscrizione a tale elenco l’o- le – di prodotti primari ottenuti peratore dovrà essere in posses- nell’azienda, a condizione che so di determinati requisiti, fra i tale attività sia marginale rispet- quali disporre di strutture azien- to all’attività principale, a eser- dali situate nel territorio provin- centi il commercio al dettaglio, ciale e di un attestato di frequen- mense di aziende, ristoranti, è za e superamento di un apposito prevista l’esclusione dal campo corso di formazione organizzato di applicazione della normativa. dalla Provincia. Rimangono obbligatori il rispet- Ai fini dell’iscrizione all’Elenco è to delle regole igieniche e delle riconosciuto anche l’attestato di buone pratiche agricole e l’ ob- frequenza e superamento di un bligo della rintracciabilità per il corso di formazione organizzato dettagliante. dalla Provincia Autonoma di Bol- Il regolamento interessa la pro- zano o da altre Regioni purché duzione e la coltivazione di pro- avente i contenuti minimi previ- dotti vegetali quali cereali, frutta, sti per il corso organizzato dalla ortaggi ed erbe, compreso il tra- Provincia. Sono dispensati dal sporto, il magazzinaggio e il trat- partecipare al corso e sostenere tamento all’interno dell’azienda l’esame gli operatori in posses- (senza modifica sostanziale del- so di diplomi di laurea attinenti la loro natura) e l’ulteriore tra- il settore o di altri titoli abilitanti sporto verso uno stabilimento. all’esercizio della professione di erborista.

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REG 852/2004 Modalità operative Erbe spontanee È consentito l’utilizzo di vegetali spontanei, ma è necessario che chi li raccoglie e li impiega nelle pietanze che poi somministra sappia riconoscere le specie. Il ristoratore che impiega nelle proprie preparazioni le erbe spontanee si assume la responsabilità diretta su ciò che somministra. Si forniscono le seguenti indicazioni: • raccogliere le erbe spontanee lontano da fonti di inquinamento • non raccogliere erbe sui bordi delle strade o in parchi frequentati da cani o altri animali; • non raccogliere ciò che non si conosce; • non lasciare le erbe raccolte in sacchi di plastica e non tenerle ammucchiate; • non raccogliere piante malate o ammuffite.

Le coccole di ginepro, un esempio di prodotto spontaneo delle nostre montagne.

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ALCUNE UTILI DEFINIZIONI Questi stessi aromi, inoltre, sono maggiormente presenti in alcu- Piante officinali ni periodi dell’anno o in alcune Vengono definite erbe officinali ore del giorno: conoscerli aiuta i vegetali che possiedono pro- a sfruttarne al massimo le po- prietà aromatiche o medicinali. Il tenzialità! Le piante aromatiche loro nome deriva dalla parola la- possono essere suddivise in due tina officina, l’antico laboratorio ulteriori categorie: in cui, in passato, si lavoravano le piante per estrarre da esse le Piante da essenza: dotate di sostanze utilizzate nella medici- una notevole concentrazione di na popolare. Il termine si riferi- sostanze profumanti che ven- sce sia a specie dotate di pro- gono estratte per distillazione o prietà terapeutiche sia a piante mediante solventi. Esse sono ab- utilizzate per la preparazione di bondantemente utilizzate nell’in- cosmetici, profumi, liquori ecc. dustria cosmetica e alimentare. Vediamo quali sono le caratte- Vediamone alcune: ristiche di ciascun gruppo e i • Angelica: il suo aroma è un rispettivi ambiti di applicazione. derivato dell’acido pentade- cenoico. Questa pianta, che Erbe aromatiche contiene derivati del tanni- Si definiscono piante o erbe no, acidi aromatici, sostanze aromatiche i vegetali dotati di amare e zuccherine, è molto sostanze capaci di conferire usata per realizzare liquori e un particolare odore o sapore in pasticceria. e che, pertanto, sono utilizzate • Cannella: dotata di un aroma per condire alimenti, per con- forte ed estremamente grade- servarli, preparare profumi e vole, è usata in tutto il mondo bevande. Alcune piante presen- nell’industria dolciaria e di li- tano una diffusione uniforme quori ed in prodotti cosmetici. delle loro proprietà, mentre in • Gelsomino: utilizzato per l’a- altre si trovano concentrate solo roma estremamente grade- in alcune parti come, ad esem- vole in cosmetici e profumi, pio, semi, petali, foglie o radici. si ritiene che abbia un’azione

Fioritura di monarda.

26 In passato, prima che la medicina moderna si affermasse, la cura con le erbe rappresentava la norma. Con il passare del tempo la medicina ufficiale ha eroso il terreno della medicina popolare decretandone quasi la scomparsa. Oggi, tuttavia, si riscontra un ricorso sempre maggiore ai rimedi naturali: piante ed erbe medicinali sono tornate di moda! Le scienze che si occupano dello studio e dell’utilizzo di piante per la cura delle malattie si sono moltiplicate: erboristeria, fitoterapia, omeopatia, aromaterapia, medicina naturopatica ecc… Spesso esse prendono spunto dalla medicina popolare, rielaborandola attraverso approcci e rivisitazioni originali. Il riconoscimento che la medicina ufficiale tributa a queste scienze può variare da caso a caso. In generale si assiste alla tendenza a riconoscere, almeno in riferimento ad alcuni disturbi, l’efficacia di queste cure che possono anche essere affiancate ai farmaci convenzionali. È assolutamente necessario evitare il fai da te ed affidarsi sempre a persone accreditate: solo così è possibile ottenere reali benefici ed abbattere eventuali rischi. L’inizio di una terapia con erbe e piante medicinali, inoltre, va sempre concordata con il proprio medico curante. Non bisogna, infatti, incorrere nell’errore di credere che i rimedi naturali siano di per sé innocui o privi di rischi: i vegetali contengono dei principi attivi che possono rivelarsi pericolosi perché possono interagire con altri farmaci o produrre allergie. È bene inoltre sapere che non tutte le malattie possono essere curate con rimedi naturali: per le patologie più serie la medicina ufficiale è ancora l’unica capace di offrire risposte e cure certe.

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euforizzante e che aiuti a dis- sono sottoposte a processi mi- solvere le paure e le tensioni nimi di trasformazione come, ad legate alla sessualità. esempio, essiccamento o maci- • Lavanda: pianta profumatis- nazione, che garantiscono una sima utilizzata soprattutto per più lunga conservazione o una fini cosmetici e per profumare maggiore trasportabilità. gli ambienti. Le ghiandole che Si tratta di piante di uso talmen- producono l’olio essenziale te comune che basterà citarne i sono localizzate in tutte le nomi: aglio, alloro, basilico, se- parti verdi della pianta (fiori, dano, prezzemolo, rosmarino, foglie e gambi) anche se sono maggiorana, menta, origano, concentrate in modo partico- salvia, timo, peperoncino, ecc. lare nei fiori. Alcuni di questi vegetali sono, • Tiglio: le infiorescenze del ti- inoltre, dotati di proprietà me- glio vengono fatte essiccare e dicinali spesso ignorate nell’uso sono molto utilizzate in erbori- comune. steria per le notevoli proprietà aromatiche. Erbe e piante medicinali • Vaniglia: è l’unica orchidea Secondo la definizione dell’OMS che produce un frutto com- sono piante medicinali “tutte mestibile. La sostanza re- le specie vegetali contenenti sponsabile dell’aroma è la sostanze che possono essere vanillina, utilizzata in cosmesi utilizzate a fini terapeutici o pre- e nella produzione dolciaria. ventivi, o che sono precursori di sintesi chemio farmaceutiche”. Piante aromatiche da condi- Queste piante possono essere mento sono quelle utilizzate utilizzate dall’industria farma- comunemente in cucina per ceutica per la confezione di condire i cibi. Generalmente farmaci convenzionali oppure

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essere destinate ad un uso erbo- ristico. In quest’ultimo caso esse si presenteranno sotto forma di infusi, tisane, decotti, tinture e preparati di varia natura. Le piante dotate di poteri terapeu- tici sono molteplici. Elenchiamo di seguito quelle che riscontrano un impiego maggiore: • Arnica: la parte utilizzata sono i fiori. Ha proprietà antibatte- riche, antinfiammatorie; cura ematomi, distorsioni e dolori muscolari. • Biancospino: le sommità fio- rite sono ricercate per l’attività vaso-dilatatoria e di regolazio- ne della frequenza cardiaca e dell’ipertensione arteriosa. • Calendula: i suoi fiori eser- citano un’azione antinfiam- matoria verso le mucose e la cute, immunostimolante, cicatrizzante, disinfettante. La pianta sembra favorire, inol- tre, la guarigione delle ulcere gastriche e duodenali. • Carciofo: le foglie svolgono una valida azione diuretica, digestiva, lassativa ed epa- to-protettrice. Può rivelarsi utile anche per combattere la cellulite. • Finocchio: i semi esercitano un’azione antispasmodica, rinfrescante e digestiva. • Mirtillo nero: utile in caso di fragilità capillare, varici, di- sturbi oculari, infezioni delle vie urinarie, ulcere. Le bacche secche hanno, infatti, nume- rose proprietà tra cui antin- fiammatoria, antiossidante e antiulcera. • Ortica: le foglie sono diureti- che e antinfiammatorie. • Rosa canina: antiossidante, diuretica e ricca di vitamina C. Dall’alto arnica, mirtillo nero, • Valeriana: la radice è un seda- valeriana e rosa canina. Nella pagina a fianco lavandino. tivo e un ansiolitico naturale.

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Piante alimurgiche derivazione vegetale degli ali- Il termine “alimurgia” fu coniato menti usati in caso di necessità. nel 1767 dal medico e naturalista Bisognava reperire nuove fonti fiorentino Giovanni Targioni- Toz- alimentari allo scopo di liberare zetti che, pubblicando il suo la- la popolazione dal primario biso- voro: “De alimenti urgentia, ossia gno: la fame. Per questo motivo, modo per rendere meno gravi le il botanico Mattirolo, nella stesu- carestie, proposto per il sollievo ra del testo, non adotta un lin- dei popoli” aggiunse come dida- guaggio scientifico della materia, scalia al titolo “Alimurgia, inten- con “classificazioni chimiche, dendo con questa nuova scienza dietetiche o botaniche, perché illustrare come sopperire, in caso troppo differenti erano gli usi che di carestia, alla carenza di cibo si potevano fare di una stessa attraverso la raccolta delle erbe specie vegetale”, rendendo il suo selvatiche commestibili”. elaborato pratico e facilmente Il termine venne riproposto più consultabile. Nel suo libro Oreste tardi da Oreste Mattirolo, nel Mattirolo elenca più di 230 spe- suo libro “Phytoalimurgia Pede- cie di piante commestibili pre- montana” (1918), che aggiunse senti nel territorio piemontese, il prefisso fito-, precisando la suddividendole in dodici capitoli:

Qui sopra pimpinella. Nella pagina a fianco l’ortica, una pianta utilissima.

30 I. I cauli metamorfizzati in magazzini di materiali nutritizi (A. Ri- zomi – B. Tuberi, Bulbo-tuberi e Rizomi tuberosi – C. Bulbi). II. Le radici metamorfizzate in magazzini di materiali nutritizi. III. I giovani getti culinari teneri, succosi, che si possono mangiare. IV. Le piante di cui si usano le foglie o le innovazioni primaverili nelle insalate. V. Le piante delle quali si adoperano specialmente le innovazioni primaverili per confezionare minestre. VI. Le piante che si adoperano nelle frittate e nelle torte. VII. I fiori che si usano come alimenti. VIII. I frutti e i semi alimentari. IX. Le piante dalle quali si può estrarre olio. X. Le piante, o le parti di esse, usate come succedanee del caffè e del thè. XI. I funghi. Le alghe. I licheni. XII. La bibliografia alimurgica.

Il botanico Mattirolo si è ispirato al Trattato degli alimenti di Galeno (II secolo d.C.), attenendosi alla classificazione che aveva proposto l’autore romano circa due millenni prima, “la quale, dal punto di vista popolare, è esemplarmente pratica” (Mattirolo, 1918).

Di particolare interesse è la recente pubblicazione Piante alimur- giche del Veneto-Riconoscerle, coltivarle e gustarle, di Maria Clara Zuin, ricercatrice del IBAF-CNR, che, in collaborazione con Veneto Agricoltura ha anche realizzato tre giardini fitoalimurgici nel territorio veneto.

31 L’UTILIZZO LOCALE DELLE ERBE

L’USO TRADIZIONALE DELLE ERBE IN LAGORAI

li abitanti dei comuni riscoprendo gli utilizzi e la colti- dell’Ecomuseo del La- vazione. Molto importanti sono gorai e territori limitrofi gli stimoli provenienti dal con- Ghanno imparato, fino finante territorio di Roncegno, dai tempi antichi, ad utilizzare dove ha la sede l’Associazione le erbe e gli altri prodotti vegeta- “Montagna e Benessere”, che li a fini alimentari o terapeutici. raggruppa le principali aziende Le erbe venivano impiegate con produttrici di erbe officinali della un criterio di stagionalità, par- Valsugana, compreso il territorio tendo dalla raccolta delle prime dell’Ecomuseo. Il paese di Ron- erbette nel fondovalle alla fine cegno è divenuto punto d’incon- dell’inverno fino ad arrivare alle tro tra operatori turistici, aziende, specie delle praterie alpine nel periodo dell’alpeggio. Molto dif- fusa, ancora oggi, è la raccolta di tarassaco e cicorie in primavera, per preparare gustose insalate e verdure cotte, semplici e diffusi depurativi contro i grassi inver- nali. Noti e ricercati nei boschi in primavera anche i cosiddetti “Asparagi di Monte”, germogli di Aruncus diocus, come del resto i “bruscandoli”, germogli di lup- polo, lungo le stradine e i muretti delle campagne. Altre specie sono invece note solo agli anziani o ad appassionati che ne stanno

32 ristoratori e offre al visitatore op- Negli ultimi anni si stanno spe- portunità didattiche, escursioni a rimentando anche colture di tema e l’annuale appuntamento, piante officinali in quota, sull’Al- a fine luglio, con la Festa delle pe di Roncegno, con particolare Erbe Officinali nella cornice del- attenzione rivolta verso l’arnica lo splendido Parco Asburgico. A e specie aromatiche e alimur- Roncegno si trovano le aziende giche di diretto utilizzo da parte Maso Aria, sede del laboratorio di ristoratori locali. L’esperienza comune dell’Associazione Mon- di Roncegno è un modello per tagna e Benessere – visitabile il territorio dell’Ecomuseo, che su prenotazione – Maso Albio deve proseguire lo sviluppo del – presso il quale sono coltivati tema delle erbe e delle cono- e visitabili gli orti a servizio del scenze legate ad esse, diffon- Palace Hotel –, Casa di Salute dendo le buone pratiche già Raphael, Mulino Angeli-Museo sperimentate. Sono già in corso degli spaventapasseri e il suo varie forme di collaborazione re- piccolo orto officinale. ciproca tra persone ed iniziative.

In alto, eufrasia. A sinistra panace, erba castalda. Sopra, veronica.

33 ECOMUSEO DEL LAGORAI

ERBE OFFICINALI guento, una volta preparato in DI USO TRADIZIONALE tinozze che si possono osserva- NEL TERRITORIO re al Museo Etnografico di Telve DELL’ECOMUSEO di Sopra, si metteva in vasetti e veniva usato contro tagli, ustioni, Molte sono le erbe note: sicu- scottature, dolori, artriti e molti ramente oltre al già citato ta- altri malanni. In alta montagna rassaco, ottima pianta di cui si venivano raccolte anche le gem- utilizzano le foglie, i fiori (anche me e le giovani pignette del pino in stadio di bocciolo) e le radici; mugo per fare uno sciroppo per i getti basali della silene, ottimi la tosse. sia in insalata che lessati o ag- giunti ad altri ingredienti negli Nel territorio dell’Ecomuseo del gnocchi verdi o nelle frittate; i Lagorai sono venute alla luce germogli di luppolo, utilizzati nei le seguenti tradizioni legate al risotti e nelle frittate; l’acetosella, mondo delle erbe, raccolte da come componente di insalate; il testimoni degli antichi utilizzi. buon enrico, utilizzato per gnoc- chi verdi e nelle preparazioni in INTERVISTE A TORCEGNO cui sostituisce egregiamente gli spinaci; le ortiche giovani, per ri- Erbe utilizzate in cucina e per sotti e gnocchi. Altra pianta mol- l’alimentazione animale to utilizzata è il sambuco, di cui • Sgrisole (silene): mangiate molte famiglie utilizzano i fiori come insalata, utilizzate per per preparare uno sciroppo dis- preparare gli gnocchi setante e le bacche per confet- • Ravizole (buon enrico): utiliz- ture. Altre specie note per le pro- zate per fare gli gnocchi ma prietà aromatiche sono il comino anche lessate e mangiate dei prati, usato per aromatizzare • Farinele (farinello): utilizzate pane, crauti e per tisane digesti- per fare gli gnocchi ve, e il timo serpillo, per condire • Ortighe (ortica): utilizzate per carne o pesce, ma anche come preparare gnocchi e mine- cura per i raffreddamenti e com- stroni al posto di altre verdure; ponente di tisane digestive e utilizzate anche per l’alimen- calmanti. Altre specie note sono tazione dei maiali Achillea, Assenzio, Biancospino, • Erba porcellana (portulaca): Iperico, Malva, Menta, Parieta- utilizzate per l’alimentazione ria, Piantaggine, Edera. dei maiali, da cui prende il In primavera era poi tradizione nome andare nei boschi a prelevare • Grenteni (mirtillo rosso): uti- la resina “argà”, da tre specie lizzato per fare marmellate di conifere diverse, abete bian- • Cargedo (comino): usato per co, abete rosso e larice, compo- insaporire i crauti, utilizzato nente essenziale per preparare assieme alle braci per profu- quella sorta di rimedio univer- mare le stanze sale che è l’Onto Santo, aggiun- • Dente di cane (tarassaco): gendo cera d’api, seconda cor- utilizzato nelle insalate teccia del sambuco, olio di oliva, • Raisata dolza (felce dolce): burro o grasso animale, a volta masticata perché ha un sapo- anche erbe officinali. Tale un- re simile alla liquirizia

34 Erbe utilizzate a scopo curativo la gotta. Proprietà simili all’u- • Arnica: serviva per uso ester- va ursina no, contro dolori reumatici, • Uva ursina: stimola la diuresi traumi, slogature, strappi mu- • Piantaggine (a foglia roton- scolari, pertosse da): veniva messa sulle ferite • Stella alpina: utilizzata contro per cicatrizzarle la stitichezza ma anche per • Lagrimo (resina dell’abete fare un decotto contro la diar- bianco): utilizzata negli im- rea da dare ai vitelli appena pacchi contro la tosse, il ca- nati tarro e le contusioni • Bon maistro (assenzio): veni- • Alo: tritato assieme al grasso va dato ai conigli per mante- di maiale (songia), veniva uti- nerli in salute lizzato per impacchi contro le • Lainon (tanaceto): il decotto slogature veniva fatto bere ai bambini • Cargedo (comino): utilizzato contro i vermi contro il mal di pancia dei • Iperico (erba di S. Giovanni bambini o perforata): utilizzato come • Dente di cane (tarassaco): cicatrizzante e antisettico, an- utilizzato per fare una mar- che nelle infezioni polmonari, mellata contro la tosse bronchiti e asma • Bardana: utilizzata contro la • Tiglio: il decotto fatto con i gotta, i reumatismi e le mor- fiori veniva utilizzato contro la sicature di vipere tosse e il catarro • Sambuco: la marmellata ser- • Mugo: la marmellata era viva per combattere tosse e utilizzata conto la tosse e il raucedine catarro; veniva messo nella • Semi di lino: il decotto era grappa, per uso digestivo utilizzato a scopo depurativo • Sorgo (granoturco, mais): le con le mucche che avevano barbe, che hanno una buona appena partorito; gli impacchi attività diuretica, si utilizzava- servivano contro gli ascessi no per eliminare l’acido urico • Mandorla del pesco: data ai e curare varie infezioni, come bambini contro i vermi

35 ECOMUSEO DEL LAGORAI

• Camomilla: la tisana era ap- ALTRE INFORMAZIONI plicata sugli occhi come an- DAL TERRITORIO tinfiammatorio DELL’ECOMUSEO • Malva: usata come antinfiam- matorio Erbe utilizzate in cucina e per • Valeriana: usata come cal- l’alimentazione animale mante • Sgrisole (silene): utilizzate • Manota de Sant’Antoni: uti- per preparare gli gnocchi. Si lizzato per stimolare il periodo trovavano spesso nei pressi di calore della vacche del nostro vigneto e quando si doveva zappare, erano diffici- RICETTE le da estirpare, perché hanno Tintura di arnica le radici molto lunghe 25 g fiori di arnica, 5 g cannella, • Ravizole (buon enrico): uti- 50 g semi di anice, ½ l alcol lizzate per fare gli gnocchi di a 90° pane ma anche come verdura Lasciare macerare al sole per cotta. Si trovava spesso nei 8-15 gg e poi filtrare. pressi dei letamai • Farinele (farinello comune): Decotto di stella alpina (contro utilizzate per fare gli gnocchi la stitichezza) ma anche come verdura cot- Far bollire per 12 min 20 g di ta. Si trovava spesso nei pres- stella alpina essiccata, sminuz- si dei letamai zare in un litro di acqua e bere • Portulaca: usata per le insala- 2-3 tazzine al giorno. te. È un’erba infestante con i fiori arancioni Infuso di iperico (per uso ester- • Cicoria: la radice essiccata e no) macinata, era utilizzata per Aggiungere 15-30 g di fiori in 1 l fare il caffè, ma non aveva un di acqua bollente. Bere 3-4 taz- buon sapore. Serviva anche ze al giorno. fresca per le insalate

I caratteristici fiori della silene.

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• Grenteni (mirtillo rosso) e mirtillo: utilizzati per fare mar- mellate • Cargedo (comino): usato per insaporire i crauti, ma anche come digestivo • Dente di cane (tarassaco): utilizzato nelle insalate • Raisata dolza (felce dolce): per il suo sapore di liquirizia veniva succhiata, al posto del- le caramelle. Cresce su faggi e castagni

Erbe utilizzate a scopo curativo • Arnica: veniva messa sotto spirito, nell’olio o nella grap- pa. L’olio si massaggiava per le contusioni • Alloro: l’infuso aveva pro- prietà digestive • Aglio: quando i bambini ave- vano gli orecchioni, gli veniva messa una collana di aglio at- torno al collo • Borsa del pastore: sotto alco- ol combatteva molti dolori. Era molto diffusa nei campi prima dell’aratura • Senna: con queste foglioline prese in farmacia si faceva una tisana, usata come pur- ga • Bon maistro (assenzio): mi ricordo che quando mio papà tornava dal vigneto, succhia- va sempre un rametto di bon maistro • Menta: la tisana era utilizzata per digestivo. Si faceva anche un liquore con lo spirito a 90° • Mugo: la melata era utilizzata conto la tosse e il raffreddore • Piantaggine (a foglia lunga e stretta): quando mio papà si tagliava con la falce, metteva della piantaggine sulle ferite per fermare il sangue, ma an- Dall’alto: stella alpina, i denti de can, che per non farle infettare prodotti artigianali a base di erbe, i popolari stropacui. • Melissa: seccata, serviva per

37 ECOMUSEO DEL LAGORAI

Mirtillo rosso.

fare una tisana calmante, arrostite e usate anche per fare anche per i bambini. È una gli gnocchi. Facevano tanta mar- pianta infestante con un buon mellata, soprattutto con prugne profumo di limone e mele; meno con le pere per- • Iperico: lo spirito e la grappa ché la marmellata risultava trop- servivano contro i dolori po liquida. • Dente di cane (tarassaco): il fiore bollito e filtrato serviva Erbe utilizzate in cucina per fare un sciroppo (metà • Sgrisole (silene): venivano fiori e metà zucchero) cotte per preparare gli gnoc- • Sambuco: con i fiori seccati chi oppure lessate. Crescono si faceva una tisana per com- vicino ai campi battere l’influenza e la febbre. • Ravizole (buon enrico): ve- La marmellata serviva per nivano cotte e, mischiate alla combattere il catarro ma an- farina o alle patate, erano uti- che per favorire la digestione lizzate per fare gli gnocchi. • Semi di lino: erano utilizzati Erano molto diffuse in mon- sia con le persone che con gli tagna, in particolare vicino animali che non avevano ap- a malga Casapinello. Vanno petito raccolte quando hanno di- • Camomilla: l’infuso veniva mensioni di 10 cm circa dato alle mucche quando non • Farinele (farinello comune): stavano bene venivano cotte o arrostite. Crescevano lungo i campi e gli orti e veniva raccolta solo UN’ALTRA INTERVISTA la punta, per una lunghezza di 5-6 cm Una volta venivano raccolte • Ortica: erano utilizzate per la tante erbe, anche perché non preparazione di minestre op- c’erano medicine. Poi utilizza- pure venivano arrostite con il vamo tanto il radicchio, quando ‘lardo pesto’ (lardo macinato e le foglie erano grandi venivano speziato). Andavano raccolte

38 LA SCHEDA IL TIMO Progetto SY_CULTour

Nome scientifico: Thymus serpyllum Nome popolare: timo

Il timo serpillo, nelle sue varie sottospecie, è diffuso da fondovalle alle alte quote all’interno del territorio dell’Ecomuseo. In basso lo troveremo sul colmo dei muri a secco e in stazioni aride, più in alto tipicamente sugli affioramenti rocciosi, sulle rampe assolate delle strade forestali e attorno ai massi. Pianta ad andamento prostrato che forma dei cuscini con l’avvilupparsi dei suoi fusticini. A seconda del luogo di crescita e delle sottospecie può essere fortemente aromatico o poco odoroso, con varianti del profumo che possono tendere al citrico. Sarà quindi importante fissarsi bene in mente i luoghi di presenza per impostare una corretta raccolta spontanea della specie, che in ogni caso può anche essere coltivata, alla pari del Timo comune (Thymus vulgaris) che ha l’aspetto di un piccolo cespuglietto a fusti legnosi. La specie si utilizza per aromatizzare pietanze o per preparare tisane con fiori e foglie, oli e tinture. Si raccoglie dalla primavera all’autunno cercando di individuare i momenti balsamici (situazioni di maggior concentrazione di oli essenziali, generalmente all’inizio della fioritura). Consumato dopo i pasti aiuta la digestione e favorisce il riposo, mentre sono ben note le proprietà per la cura delle malattie delle vie respiratorie e antinfiammatorie.

39 LA SCHEDA L’ARNICA

Nome scientifico: Arnica montana Nome popolare: Arnica

Pianta erbacea perenne molto nota, che cresce su pascoli acidificati sia in ambiente siliceo che calcareo, dal caratteristico aspetto di “margherita” rada, color giallo-arancio, che fiorisce nei pascoli secondari e nelle praterie alpine, mista alle specie caratteristiche della flora alpina, come le negritelle e le genziane. Occasionalmente si incontra anche a quote intorno ai mille metri, in stazioni fresche. Ne è possibile la coltivazione ma è consigliato scegliere bene il luogo, sia per altitudine che per condizioni microclimatiche. Dell’arnica si utilizzano i capolini fioriti, mettendoli solitamente a macerare in alcool o grappa, per ricavarne una tintura con la quale trattare ematomi, contusioni, dolori ossei e muscolari, reumatismi. Si può anche predisporre un oleolito mettendo a macerare l’arnica in olio extravergine di oliva, da utilizzare diluito (1 a 5) per impacchi e cure esterne. L’arnica è efficace tanto più tempestivamente viene utilizzata. Va ricordato che si tratta di una specie protetta e che quindi la sua raccolta deve essere autorizzata e localizzata dalle autorità competenti.

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fresche, prima che vi cresces- da dare ai bambini contro i sero le spine vermi. • Sambuco: con il sambuco • Piantaggine: l’infuso era usa- si faceva una marmellata da to contro il catarro, le foglie mangiare con il pane. Rac- erano strofinate sulle ferite coglievamo i grappoli maturi, per favorire la cicatrizzazione li bollivamo, e li filtravamo in • Sambuco: serviva per confe- un canovaccio, poi facevamo zionare una marmellata con- la marmellata, con tanto zuc- tro la tosse chero • Semi di lino: si faceva un • Dente di cane (tarassaco): si decotto per combattere la sti- mangiava in insalata. Quando tichezza era vecchio si cuoceva e si • Borsa del pastore: cresce in mangiava come verdura cotta montagna sui pendii molto ri- pidi Erbe utilizzate a scopo curativo • Barba delle pannocchie: ser- • Mugo: veniva utilizzato per viva per fare un infuso ma era preparare uno sciroppo per la usato anche contro le ferite tosse. Andavamo anche fino in Sette Selle per prenderlo! RICETTE • Arnica: si faceva una tisana Tisana di piantaggine con arnica e camomilla, con- Basta un cucchiaino di piantag- tro la tosse gine in ¼ di litro d’acqua. Far • Alo: veniva utilizzato per fare bollire e riposare. un infuso contro la tosse • Bon maistro (assenzio): si uti- Tisana di granoturco lizzava per fare un infuso ma Un cucchiaino di barba in ¼ di anche una pomata contro le litro d’acqua. Far bollire e ripo- ferite sare. • Dainon (tanaceto): con que- Ricette seguenti da “La memoria sta pianta si faceva un infuso degli antichi utilizzi”, opuscolo

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realizzato nel 2011 a Roncegno la e farli cuocere a bagnomaria Terme, a cura dell’Associazione sino a quando i pezzi di cortec- Montagna e Benessere, sulla cia divengono asciutti. Filtrare base di ricerche della Scuola pri- e invasare in vasi di piccole di- maria di Roncegno e del circolo mensioni. Anziani Primavera. *spesso l’Onto santo è composto L’onto santo da sole resine. Serve contro tutte le malattie: contro i tagli, le scottature, le L’onto di calendula distorsioni, le artriti, i foruncoli, Serve contro i gonfiori delle le piaghe, le punture di insetti e gambe, per le screpolature del- per estrarre le spine o le scheg- le mani e dei piedi, fa bene alla ge. Ingredienti: circolazione. Ingredienti: in egual peso resina di 3 qualità fiori di calendula e strutto. (abete bianco, abete rosso, Preparazione: scaldare lo strut- larice), cera d’api, seconda to, unire i fiori di calendula e farli corteccia del sambuco*, olio cuocere come in una frittata (a extravergine di oliva, burro (o fuoco non molto alto). Lasciare strutto o grasso di gallina). tutta la notte i fiori in ammollo Preparazione: unire tutti gli in- nel grasso. Al mattino scaldare, gredienti, metterli in una pento- filtrare ed invasare.

LA COSMESI NATURALE

Tutte le aziende agricole biologiche dedicate al settore delle erbe officinali dei comuni di Torcegno e Roncegno, aderenti al “Gruppo Erbe Officinali Valsugana”, producono e vendono alcuni cosmetici a base di erbe. I recapiti delle aziende sono indicati nel capitolo 6. Anche l’Hotel Raphael di Roncegno utilizza le erbe officinali coltivate nei terreni di Maso Albio.

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43 PERCORSI ALLA SCOPERTA DELLE ERBE Progetto SY_CULTour

ndar per erbe è una to delle specie non è agevole, piacevole attività di co- molto spesso lo stadio nel quale noscenza del proprio si utilizzano parti di una pianta Aterritorio. Sia che si è diverso da quello adulto, nor- vada per conoscere, fotografare malmente illustrato, ed è quin- o per raccogliere e preparare ri- di possibile la confusione con medi casalinghi o gustose ricette specie anche molto pericolose. di stagione, si entra in una di- È sempre meglio partire da po- mensione di scoperta continua, che specie ben note e poi via che rivaluta ai nostri occhi luo- via, provare a riconoscerne altre, ghi fino a quel momento ritenu- confrontandosi con esperti del ti conosciuti. Basta un cambio settore (erboristi, botanici) pri- di prospettiva, la necessità di ma di consumarle. Vanno inoltre un maggiore livello di attenzio- tenute presenti le norme vigenti ne e di studio dei dettagli, per che garantiscono la conservazio- scoprire l’infinita variabilità del ne delle singole specie. mondo naturale. Andar per erbe non è che una delle possibilità Nei volumi che compongono le di conoscenza della biodiversi- guide vengono presentati alcuni tà che ci circonda ed è anche itinerari, generalmente di mo- fondamentale per aumentare la desto sviluppo ed alla portata di consapevolezza sull’importanza tutti, che sono già stati oggetto di della salubrità ambientale. Non escursioni guidate e che si pre- si possono utilizzare le erbe di stano all’approfondimento del luoghi inquinati o contaminati tema delle piante officinali. Gli da fitofarmaci e da concimazioni Ecomusei organizzano periodi- eccessive, quindi un incremento camente uscite sui percorsi noti, dei raccoglitori di erbe selvatiche con la collaborazione di esperti. potrebbe indurre una riduzione I percorsi di grande interesse e dell’uso di prodotti tossici. Andar di più ampio respiro vengono in per erbe significa anche seguire ogni caso segnalati, a disposizio- una linea di dialogo tra noi e le ne di quanti si sentano più alle- esperienze del passato, in par- nati ed amino i lunghi cammini ticolare quelle trasmesse oral- di conoscenza. Gli Accompa- mente nei racconti degli anziani gnatori di Territorio del Trentino che hanno vissuto l’esperienza sono a disposizione per condur- della coltivazione estensiva pri- re alla scoperta degli angoli na- ma dell’instaurarsi delle mono- scosti della Provincia e possono colture di vite, melo e noccioli. organizzare visite guidate speci- Non si tratta di una materia da fiche all’interno dei territori dei improvvisare, il riconoscimen- vari Ecomusei.

Nel territorio dell’Ecomuseo del Lagorai sono da segnalare, per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza del mondo delle erbe officinali spontanee e coltivate, anche altri luoghi ed itinerari, tra i quali si segnalano: – il Sentiero Natura dell’Oasi WWF di Valtrigona, con inizio a Malga Valtrighetta, in Val Calamento. Presso Malga Valtrigona Centro Visitatori e piccolo Orto Botanico alpino; – i pascoli di Cagnon di sotto e di sopra, alla testa della Val Calamento; – il percorso dalla località Suerta a Malga Sette Selle; – la visita delle aziende produttrici di Roncegno (in automobile, da Roncegno all’Alpe Pozze e fino a Malga Trenca) con percorso pedonale ad anello intorno al Monte Colo, anche di grande interesse storico con riferimento a fatti della Prima Guerra Mondiale.

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SENTIERO NATURALISTICO G.C. FRANCO FURLAN Lunghezza: 2 km / Dislivello: 100 metri / Tempo: 2 ore

Il sentiero naturalistico G.C. Franco Furlan è un percorso didattico dedicato alla riscoperta degli animali, degli alberi e della vita nel bosco. Vi si accede dalla loc. Betulle a Torcegno, è un percorso didattico per permettere di comprendere le specie animali e vegetali presenti nel nostro territorio. Adatto per famiglie e bambini. Nato da un’idea dell’Associazione Cacciatori Trentini “Riserva di Torcegno”, con gli amici Guardiacaccia, dei colleghi Forestali e del Comune di Torcegno. È stato realizzato negli anni 2010/2011 dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento. Il sentiero è dedicato al Guardiacaccia Franco Furlan, scomparso tragicamente mentre, con il suo fedele cane Lajon, tentava di recuperare un camoscio ferito. È un percorso adatto a tutti, lungo circa 2 Km e con una pendenza media del 5%. Dal parcheggio in località “Praelo” si sale verso la vecchia strada comunale “San Antonio”, scoprendo i lavori di sistemazione forestale, l’isola ecologica, l’aia carbonile, gli animali, le piante del bosco ed il percorso dell’acqua. Si ridiscende quindi verso l’area attrezzata e l’area didattica ammirando i lavori nel vecchio vivaio forestale, la finestra verso il paese e le bellezze della natura. Sculture in legno che illustrano la fauna locale, ricavate dai ceppi di conifere, vivacizzano e rendono piacevole e stimolante il cammino.

Appunti sulle erbe Nel bosco si possono osservare mirtilli neri, asperule, acetoselle e felci, oltre alle varie specie di conifere che fornivano le resine utilizzate per miracolosi unguenti, detti “onti santi”, destinati a curare quasi tutte le malattie. Ma è soprattutto nelle radure che si trovano numerose specie di interesse officinale, dalle alte erbe come epilobi, petasites, ortiche, alle macchie di lamponi e alle specie erbacee tipiche dei prati, come tarassaco, silene, achillea. Lungo i ruscelli si può osservare la menta.

46 Nella foto grande una pianta di acetosella. Sculture lungo il sentiero.

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SENTIERO DELLE ERBE DEL PASCOLO Lunghezza: 3 km / Dislivello: 200 metri / Tempo: 2 ore

Percorso ad anello, con partenza dall’Agritur Malga Cere (m s.l.m.) in Val Calamento, che permette di ammirare alcune specie di erbe officinali d’alta quota, lungo il sentiero che si dirige in Val Maddalena e verso il monte Valpiana, con i suoi importanti reperti bellici (Herta Muller haus, ospedali militari), per poi tornare a Malga Valpiana (1843 m s.l.m.) ed assaporare il prodotto dell’elaborazione casearia dei fiori che colorano gli alpeggi. L’itinerario segue i tracciati dei malghesi per condurre il bestiame al pascolo nella splendida cornice ambientale della valletta sospesa nota come Val Maddalena, da cui antiche tracce conducono in Val Montalon e in Val Ziolera. Dal pascolo di Cere, ci si inoltra in un lembo di foresta di conifere (abeti rossi e larici) che riveste lo scalino sopra il quale si aprono, punteggiati da caratteristici massi, i pascoli delle Maddalene. Dal pianoro iniziale, si volge a destra e, con sentiero ad andamento trasversale che torna nel bosco, si raggiungono i pascoli di Malga Valpiana da cui, scendendo per strada sterrata, si ritorna al punto di partenza.

Appunti sulle erbe Lungo il percorso si incontra una grande varietà di specie, più o meno appariscenti a seconda del momento stagionale. Tipicamente si osservano achillea, eufrasia, arnica, brugo, mirtilli rossi e neri, alchemilla, ginepro nano, timo serpillo, cardi, crescione lungo i ruscelli, artemisie e numerose altre specie. Nei luoghi di stazionamento del bestiame e presso le malghe prevale la flora che si nutre di sostanze azotate, con prevalenza di ortiche e romici. Ai margini del bosco e nelle radure si possono incontrare, tra arbusti ed alte erbe, specie con proprietà officinali come gli epilobi, i petasites, i lamponi, la fragolina di bosco, il mirtillo nero.

48 Pascolo fiorito. Nella pagina a fianco, Carlina acualis, un cardo che orna di stelle i pascoli, un’antica e sana risorsa alimentare utilizzata in passato dai montanari.

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SENTIERO DEI LARICI A CASAPINELLO Lunghezza: 3 km / Dislivello: 100 metri / Tempo: 2 ore

Nei pressi di Malga Casapinello (1706 m s.l.m.), raggiungibile da Torcegno, si trova un incantevole laghetto circondato da un lariceto e dotato di area attrezzata per la sosta. Da qui inizia un piacevole sentiero che si inoltra nel bosco di larici, e grazie alla presenza di passerelle in legno, consente l’accesso a visitatori disabili accompagnati. Il sentiero si congiunge alla strada forestale che conduce a Malga Prima Busa (1776 m s.l.m.), meta di particolare interesse per l’ambiente grandioso in cui è inserita e la possibilità di osservare numerose specie di interesse officinale ed alimurgico. Dalla malga si torna lungo la strada fino a raggiungere un belvedere posto a monte del laghetto e quindi il punto di partenza o Malga Casapinello. È possibile anche allungare l’itinerario salendo da Malga Prima Busa alla conca dei 7 Laghi seguendo il sentiero SAT 323B, per tornare a Casapinello lungo il sentiero SAT 323.

Appunti sulle erbe Il percorso permette di osservare specie tipiche dei pascoli e delle brughiere alpine, come achillee, alchemille, eufrasia, mirtilli rossi, ginepri nani, brugo, timo serpillo, che si arricchiscono presso le malghe di specie legate alla concimazione dei siti, come il buon enrico, le ortiche, l’erba castalda o panace, il tarassaco, in alcune stazioni la menta. Interessante la presenza di Matricaria presso Malga Casapinello. Nel lariceto si osservano anche fragoline di bosco, epilobi e felci.

50 Menta acquatica, la sola specie che si rinviene a quote elevate. I “Grenteni”, mirtilli rossi.

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ERBE SULLE TRACCE DELLA STORIA Lunghezza: 3 km / Dislivello: entro i 100 metri / Tempo: 1.30 ore

La partenza del percorso è situata dal parcheggio posto nella parte bassa del paese, presso la chiesa della Madonna della Neve (453 m s.l.m.), la chiesa parrocchiale, ora tempio dedicato al ricordo degli sfortunati protagonisti della vicenda bellica della Prima Guerra Mondiale nota come “Sogno di Carzano”, che portò al sacrificio quasi totale del 72° battaglione bersaglieri e di circa 300 soldati austro-ungarici. Il sentiero tocca gran parte dei luoghi implicati nel fatto d’armi. Dalla chiesa si raggiunge il ponte sul Maso (420 m s.l.m.), quindi verso monte lungo la strada immersa tra castagni e meli che conduce, con piacevole passeggiata, alla centrale idroelettrica di Carzano (462 m s.l.m.). Si ritorna per la stessa strada fino all’incrocio (437 m s.l.m.) della strada “Mas del Prete”, che, sale, attraverso un bellissimo castagneto, verso la parte alta del paese, arrivando alla “fontana vecchia”(473 m s.l.m.). Si segue poi a sinistra nella parte vecchia dell’abitato il probabile tracciato dell’antica Via Claudia Augusta Altinate, per raggiungere infine la Villa Buffa e tornare al punto di partenza. Un piacevole punto di sosta lungo il percorso, in cui assaporare un menù tematico a base di erbe, è il Ristorante Le Rose. A valle dell’abitato si trova un interessante Parco Fluviale attrezzato, che può costituire un ideale completamento della visita di questa zona, dove è possibile l’osservazione di molte specie di interesse officinale ed alimurgico.

Appunti sulle erbe Il percorso attraverso campi, prati, frutteti, castagneti, lembi cespugliati e vegetazione riparia, muretti e scarpate permette l’osservazione di numerose specie di erbe utili a fini officinali e come alimento. Lungo il tragitto, osservando con attenzione, si scoprono moltissime erbe, tra le quali il timo serpillo, l’origano, varie specie di cicorie, il tarassaco, la valerianella (i nosioi), la borsa del pastore, la piantaggine, la pimpinella, l’achillea, l’acetosa, il verbasco, le ortiche, le fragoline di bosco, la robinia, il sambuco, i salici, le viole, le primule e l’edera.

52 Dall’alto in senso orario: dedica ai caduti del Sogno di Carzano; valerianella e crespigno. Nella pagina a fianco Villa Buffa.

53 IL TURISMO CHE VUOLE PROFUMARE D’ERBA

MASO ARIA A Roncegno, nell’antico maso di famiglia Ciola, Walter e Nunzia hanno creato un percorso di sapori dove si potranno ammirare i prodotti tradizionali dell’a- gricoltura locale, visitare le coltivazioni di erbe officinali e degustarne i sapori. Periodo di validità: da maggio a ottobre Giorno dell’attività: ogni mercoledì ore 9.30 Lingue in cui può essere svolta l’attività: italiano Importo dell’attività: euro 5 per persona compresa la degustazione Iscrizioni entro le ore 8 del giorno dell’attività Tel. 333 3916799 [email protected] Ritrovo c/o Maso Aria – via Monte di Mezzo, 112 – 38050

BED & BREAKFAST MONTE TESOBO Situato a 2 chilometri dal centro del paese, in posizione panoramica a 800 metri di altitudine in mezzo ai boschi sovrastanti Roncegno Terme, meta di soggiorno già dal 1857, anno in cui furono scoperte le acque termali. Oggi all’offerta termale si affiancano gli itinerari ad interesse culturale fra i quali si ricorda Arte Sella. Ci sono poi le strutture sportive: campi da tennis, percorsi di orienteering, campo da golf, lo sci e lo snowboard sul passo Brocon nel Lagorai, i Laghi di Levico e , percorsi di mountain bike di varia difficoltà. Per chi va a cavallo, è stata realizzata una ippovia sui monti del Lagorai. Le tre stanze del B&B (una con terrazzo e una con balcone), sono dotate tutte di bagno privato e sono arredate con mobili d’artigianato locale trattati con vernici naturali. La titolare Stefania Dal Fior, che coltiva erbe officinali, ha dato alle stanze i nomi: melissa, lavanda e malva. La colazione, con prodotti tipici e di preferenza biologici, viene preparata in una stube profumata di legno e riscaldata da una vecchia stufa ad olle. Nella bella stagione si potrà fare colazione anche nell’ampio terrazzo panoramico. Al piano terra è a disposizio- ne degli ospiti un locale con angolo cucina. Stefania coltiva erbe officinali ed aromatiche e sarà felice di farvi visitare la sua coltivazione. Per gli ospiti nella stube ha preparato l’angolo delle tisane preparate da lei. Stefania e il marito

54 Bruno aderiscono all’associazione culturale “Montagna e Benessere” che, oltre al progetto di valorizzazione delle erbe officinali, raggruppa produttori caseari, agriturismi e produttori di succhi biologici locali. Loc. Tesobbo - Monte di Mezzo, 11 – 38050 Roncegno (TN) - Tel. 0461 773185 – Cell. 349 3567916 [email protected] – www.montetesobo.it

LE ERBE OFFICINALI L’amore e l’entusiasmo verso le piante che la natura regala ha portato in Valsu- gana alla creazione del “Gruppo Erbe Officinali Valsugana”, nato per coltivare la terra ma anche, e soprattutto, per dar vita a prodotti dalle proprietà indiscu- tibili, per il benessere e l’equilibrio della persona. Il Gruppo Erbe Officinali Valsugana dell’Associazione “Montagna & Benessere” è disponibile, su prenotazione al numero (0039) 0461 764355, a visite guidate al laboratorio di essiccazione delle erbe e alla degustazione di alcune tisane (attività a pagamento: 5 euro). Nel mese di luglio viene tradizionalmente organizzata a Roncegno Terme la “Festa delle Erbe Officinali”, per avvicinarsi e scoprire questo mondo fatto di natura e benessere. È possibile partecipare ad attività come quella seguente, portata a titolo di esempio:

ANDAR PER ERBE... Accompagnati dall’erborista Carlo Signorini si partirà alla scoperta delle erbe spontanee che troviamo nei nostri campi, si visiterà il laboratorio dove vengono essiccate e trasformate le erbe coltivate a Roncegno presso il Maso Aria, e qui verrà servita la prima colazione. Si proseguirà poi lungo i masi di Roncegno per arrivare a S. Brigida, dove si visiterà il “Museo Casa della Musica”. La tappa finale sarà il Parco delle Terme, dove sarà servito il pranzo a base di polenta conzada con formaggio di malga ed erbette, Tosella con erbette e dolce sorpresa.

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AGRITUR MALGA CERE Di recente ristrutturazione, la malga si trova ad un’altitudine di 1720 m. A disposizione degli ospiti 3 stanze multiple per un totale di 12 posti letto, con servizi igienici e doccia. Il ristorante offre un’ottima cucina tipica, realizzando piatti con le erbe officinali e spontanee del territorio. In un fabbricato a parte si trovano le 10 poste per i cavalli. Malga Cere ha ottenuto il marchio di qualità ambientale “Ecoristorazione Trentino”. Attraverso questo marchio Malga Cere dimostra il proprio impegno per la salvaguardia dell’ambiente, riduce il proprio impatto ambientale, garantisce la presenza nel menù di prodotti biologici e a filiera trentina, la riduzione dei rifiuti prodotti, l’ottimizzazione dei consumi idrici ed energetici, l’utilizzo di prodotti ecologici, e invita i propri clienti a sup- portare tale sforzo attraverso l’adozione di buone pratiche ambientali. Val Calamento (1.719 m) Località Cere - Telve (TN) Cell. 333 4953398 – www.malgacere.it

AZIENDA AGRIGOLA PANGEA di Bonella Maria Grazia L’Az. Agr. Pangea è una piccola realtà montana del Trentino situata a 750 m s.l.m. a Torcegno nella catena del Lagorai. Da tempo nel mondo del biologico, dei GAS, del commercio equo solidale e del volontariato, abbiamo avviato una piccola attività a conduzione familiare conservando le tradizioni, recuperando terreni altrimenti abbandonati coltivando piante officinali ed aromatiche, frut- ta e verdura con metodo biologico, scegliendo varietà resistenti e autoctone locali favorendo la vendita diretta e la filiera corta, mantenendo così un buon rapporto qualità/prezzo. Prodotti: sciroppi e tisane, sali aromatici da cucina con le nostre erbe e sale integrale, cosmetica tutta naturale, prodotti profumati con le nostre erbe di montagna, frutta, verdure e nocciole di stagione. Per informazioni e contatti: [email protected]

AZIENDA AGRICOLA PEDRIN CLAUDIA Azienda agricola biologica di montagna specializzata in piccoli frutti, ortaggi di stagione e produzione di piantine da orto. Via Molini, 5/A – 38050 Torcegno (TN) Tel. 333 2635595

B&B LE ROSE - Carzano Le Rose B&B e Ristorante è in una zona collinare molto panoramica da cui si può godere di una bella visuale sulla Valsugana. È un ottimo punto di partenza per escursioni in montagna. Il B&B Le Rose accoglie gli ospiti all’interno di una struttura indipendente, con 3 camere, sala colazione e giardino adiacente. Il Ristorante Le Rose aperto dal 1984, propone menù per tutte le occasioni, con cucina prevalentemente a base di pesce di mare. Si può trovare anche un menù tematico dedicato alle erbe officinali, alle piante spontanee e ai fiori. Via 18 settembre – 38050 Carzano (TN) Tel. 0461 766177 – Cell. 339 5476035 [email protected][email protected] – www.lerose.it

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HOTEL RISTORANTE NEGRITELLA - Torcegno L’hotel Negritella si trova a 800 m s.l.m. in una zona molto tranquilla in mezzo a prati verdi, boschi di antichi castagni e monti che superano i 2.000 metri di quota, offrendovi una vista stupenda su tutta la catena della Cima 12. Molto apprezzata è la cucina tipica che tiene conto delle erbe officinali del Lagorai e della tradizione culinaria del territorio dell’Ecomuseo del Lagorai. Tel. 0461 766341 / 0461 766341 [email protected] – www.hotelnegritellatrentino.it

RISTORANTE LE POZZE di Luigi Montibeller Situato sulla montagna di Roncegno Terme, il ristorante offre la possibilità di assaggiare piatti tipici trentini con un occhio di riguardo nei confronti delle erbe officinali e delle piante spontanee che crescono e che rappresentano la tradizione del territorio. Località Pozze (1.430 m) Tel. 0461 764606 / 338 4260485 (Luigi)

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INFORMAZIONI UTILI E CONTATTI A CHI RIVOLGERSI, COME ARRIVARE, STRUTTURE E SEDI DIFFUSE DELL’ECOMUSEO

Ecomuseo del Lagorai Telve – Tel. 348 6769967 [email protected] – www.ecomuseolagorai.eu

Azienda per il Turismo Valsugana-Lagorai Ufficio Informazioni di Tel. O461 752393 [email protected] – www.valsugana.info

Associazione Accompagnatori di Territorio del Trentino Vicolo Galasso, 19 – 38122 Trento [email protected] – www.accompagnatoriditerritorio.it

Associazione Montagna e Benessere Piazza A. De Giovanni, 1 – 38050 Roncegno Terme (TN) www.montagnaebenessere.it

Riserva locale Oasi WWF di Valtrigona WWF Trentino Alto Adige Tel. 0461 231842 [email protected] – www.wwwf.it/trentinoaltoadige

Libera Associazione Pastori e Malghesi del Lagorai c/o Latteria Sociale, fraz. Tomaselli di Strigno Tel. 349 5363542 [email protected][email protected] www.associazione-malghesilagorai.it

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59 LE NORME DA SEGUIRE

NORME DI TUTELA E CONSERVAZIONE PER LA RACCOLTA DI PIANTE SPONTANEE

a raccolta di prodotti ne delle specie particolarmente spontanei dovrebbe in tutelate (Allegato A), di quelle primo luogo rispondere protette e all’art. 4 fa riferimento a regole di buon senso, alla raccolta delle specie che ri- L entrano nelle antiche consuetu- che implichino la conservazio- ne e la tutela delle specie rac- dini locali, che è ammessa con colte, per garantirne la futura le modalità ed i limiti quantitati- propagazione, senza dare luogo vi, allo stato fresco al giorno per a saccheggi indiscriminati o ad persona, secondo quanto indi- alterazione dell’habitat. cato nell’Allegato B. Le Norme di legge vigenti in Trentino inquadrano tale visione in una serie di limiti alle specie e alle quantità giornaliere ammes- se e sono contenute nel Decreto del Presidente della Provincia 26 ottobre 2009, n.23-25/Leg che contiene il Regolamento di attuazione del Titolo IV, capo II (Tutela della flora, fauna, funghi e tartufi) della legge provinciale 23 maggio 2007 n.11 (Legge Provinciale sulle foreste e sul- la protezione della natura). Di seguito se ne riportano i punti essenziali. La norma contiene al Capo I i riferimenti alla prote- zione della flora, con indicazio-

60 Capo III tati alla coltivazione, alla raccolta Deroghe ed esclusioni e alla prima trasformazione di piante officinali per la produzio- Art.7 ne di prodotti alimentari erbori- 1.Raccolta per scopi scienti- stici e loro miscelazione, previsto fici, didattici, farmaceutici ed dall’art. 4 del decreto del presi- officinali. dente della Provincia 24 settem- La comunità territorialmente bre 2008, n. 41-148/Leg. Rego- competente può autorizzare la lamento di attuazione dell’art. raccolta di flora in deroga ai limi- 43 ter della legge provinciale ti quantitativi previsti dagli artt. 3 28 marzo 2003, n. 4 (Sostegno e 4 per scopi scientifici, farma- all’economia agricola, disciplina ceutici ed officinali. Unicamente dell’agricoltura biologica e della per scopi scientifici e didattici la contrassegnazione di prodotti comunità territorialmente com- geneticamente non modificati) petente può autorizzare la rac- riguardante la coltivazione, rac- colta di singoli esemplari delle colta e commercio di piante offi- specie elencate nell’Allegato A. cinali coltivate in Trentino). In vari punti sono poi specificati i criteri autorizzativi.

Art.8 Raccolta per scopi alimentari La comunità territorialmente competente può inoltre autoriz- zare, nel rispetto dei criteri e del- la procedura definiti nell’art.7, la raccolta di flora spontanea per scopi alimentari, in deroga ai limiti quantitativi previsti da- gli artt. 3 e 4, a chi ne faccia richiesta e sia iscritto all’elenco provinciale degli operatori abili-

61 Allegato B (articolo 4, comma1) Elenco delle specie vegetali il cui utilizzo rientra nelle antiche consuetudini locali

QUANTITÀ NOME SCIENTIFICO NOME COMUNE PARTI RACCOLTE in chilogrammi allo stato fresco Achillea millefolium L.s.l. Millefoglio infiorescenze 1/2 Alchemilla vulgaris L. Erba stella parti aeree 1/2 Alliaria petiolata (M.B.) Alliaria comune parti aeree 1/2 Cavara et Grande Bardana maggiore, Arctium lappa L. radice 1/2 Pettola Arctostaphilos uva-ursi Uva ursina foglie 1/2 (L.) Sprengel Artemisia absinthium L. Assenzio, Mademaistro foglie e sommità fiorite 1/2 Capsella bursa pastoris Borsa pastore parti aeree 1/2 (L.) Medicus Cetraria islandica (L.) Ach Lichene islandico tallo 1/2 Camomilla recutita (L.) Camomilla fiori 1/2 Rauschert Chelidonium majus L. Celidonia, Erba da porri foglie 1/2 Clematis vitalba L. Vitalba germogli 1/2 Crataegus monogyna Jacq. Biancospino fiori 1/2 Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. Rucola selvatica parti aeree 1/2 Equisetum arvense L. Coda cavallina parti aeree 1/2 Euphrasia officinalis sp.p. Eufrasia pianta in fiore 1/2 Filipendula ulmaria Maxim Ulmaria sommità fiorite 1/2 Fumaria officinalis Fumaria, Fumosa parti aeree 1/2 Galium odoratum (L.) Scop. Asperula parti aeree 1/2 Galium verum L. Caglio sommità fiorite 1/2

62 Progetto SY_CULTour

QUANTITÀ NOME SCIENTIFICO NOME COMUNE PARTI RACCOLTE in chilogrammi allo stato fresco Genere Mentha L. sp.p. Menta foglie, fiori 1/2 Hieracium pilosella L. Pelosella parti aeree 1/2 germogli ed Humulus lupulus L. Luppolo 1/2 infruttescenze Hypericum perforatum L. Iperico infiorescenze 1/2 Ortica bianca, Lamium album L. sommità fiorite 1/2 Falsa ortica Laurus nobilis L. Alloro foglie 1/2 Malva neglecta Wallr. Malva fiori, foglie 1/2 Melilotus officinalis (L.) Meliloto sommità fiorite 1/2 Pallas Nasturtium officinale R.Br. Crescione foglie 1/2 Papavero comune, Papaver rhoeas L. rosetta basale, fiori 1/2 Rosolaccio Parietaria L. sp.p. Parietaria, Vetriola parti aeree 1/2 gemme/amenti Pinus mugo Turra s.l. Mugo (infiorescenza maschile) 1/2 e pigne verdi Plantago major L. s.l. Piantaggine parti aeree 1/2 Portulaca oleracea L. Porcellana comune parti aeree 1/2 Silene alba (Miller) Krause Silene bianca parti aeree 1/2 Silene vulgaris (Moench) Strigoli, Sciopeti parti aeree 1/2 Garcke Solidago virgaaurea (L.) Verga d’oro parti aeree 1/2 Tamus communis L. Tamaro germogli 1/2 Tilia cordata Miller Tiglio selvatico infiorescenze con brattee 1/2 Tilia plathiphyllos Scopoli Tglio nostrano infiorescenze con brattee 1/2 Tussilagine, Farfaro, Tussilago farfara (L.) parti aeree 1/2 Farferugine Valeriana officinalis L.sp.p Valeriana comune radici 1/2 Valerianella locusta (L.) Valerianella, Nosioi rosetta basale 1/2 Laterade Aruncus doicus (Walt.) F Asparago di monte germogli 1 ernald Amaranthus retroflexus L. Amaranto parti aeree 2 Chenopodium album L. Farinello comune, Répesi parti aeree 2 Spinacio di monte, Chenopium bonus henricus Comedole, Caltri, parti aeree 2 L. Sonkraut Cicerbita alpina L. Wallr. Radicchio dell’orso germogli 2 Sambucus nigra L. Sambuco infiorescenze e frutti 2 Taraxacum officinale Weber Dente di cane, rosetta basale, frutti 2 s.l. dente di leone Urtica dioica L. Ortica parti aeree 2

63 Siti di riferimento: www.trentinoagricoltura.it/it/SC/2448/Aree_Tematiche.html www.pianteofficinali.org/ www.sycultour.eu/ www.inherba.it/index.php www.actaplantarum.org/index.php www.piantespontaneeincucina.info/index.html www.traditionalandwild.eu/en/ www.fairwild.org/standard www.ecomusei.trentino.it

Ringraziamenti Questa pubblicazione è frutto dello sforzo collettivo di persone che si sono messe a disposizione ed hanno contribuito alla raccolta del materiale di documentazione necessario (fornito foto, fatto interviste, fornito testi di consultazione, appoggio logistico e altro). Si desiderano perciò ringraziare in primo luogo l’Ecomuseo del Lagorai, Valentina Campestrini, Ettore Battista, Tullia Lenzi, Massimiliano Lenzi, Mirella Berti, Franca Dalcastagné, Ines Ganarin, Adriana Stefani (coordinatrice della Rete degli Ecomusei) e Silvia Corrado (collaboratrice dell’Ufficio per le Produzioni Biologiche della PAT per il Progetto SY_CULTour).

finito di stampare: gennaio 2014