Giovanni Pascoli

La vita ▪ La distruzione del nido familiare

▪ L’impegno politico e letterario

▪ La carriera accademica e gli ultimi anni Le raccolte poetiche

▪ Myricae

▪ Dai Canti di Castelvecchio ai Poemi conviviali Giovanni Pascoli La vita La distruzione del nido familiare

1855: Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna, quarto di dieci figli; cresce nella tenuta del principe infanzia di Torlonia, dove il padre era amministratore. 1862: a sette anni inizia a studiare nel collegio dei padri Scolopi a Urbino, dove resta fino al 1871.

1867: il 10 agosto il padre Ruggero viene assassinato da lutti ignoti; le cause della morte non furono mai chiarite. 1868: muoiono la sorella Margherita e la madre. 1871: muore il fratello Luigi.

1873: vince una borsa di studio alla facoltà di lettere studi dell’Università di , dove frequenta lezioni con Giosue Carducci.

2 Giovanni Pascoli La vita L’impegno politico e letterario

▪ Durante l’Università entra in contatto con ambienti gli anni a anarchici e socialisti (viene arrestato per aver partecipato Bologna a manifestazioni non autorizzate).

▪ Nel 1882 si laurea con una tesi sul poeta greco Alceo. il ritorno ▪ Inizia a insegnare latino e greco nei licei. agli studi ▪ Si trasferisce con le sorelle Ida e Mariù a e poi solo e il lavoro con Mariù a Castelvecchio di Barga, ricostruendo il nido perduto.

le prime ▪ Nel 1891 pubblica il primo volume di poesie, Myricae. pubblicazioni ▪ Dal 1897 al 1904 pubblica i Poemetti, il Fanciullino, la prima edizione dei Canti di Castelvecchio e i Poemi conviviali.

3 Giovanni Pascoli La vita La carriera accademica e gli ultimi anni

▪ Dal 1896 insegna nelle Università di Bologna, di e di carriera . accademica ▪ Nel 1905 insegna Letteratura italiana a Bologna, subentrando alla cattedra di Carducci.

▪ Pubblica le versioni definitive dei Pometti, con il titolo di le ultime Primi poemetti (1904), Nuovi poemetti (1909) e Poemi opere conviviali (1905). ▪ Pubblica le raccolte di carattere celebrativo Odi e inni, Poemi italici, Poemi del Risorgimento.

▪ Negli anni precedenti alla morte, assume il ruolo di poeta poeta vate vate, guida della nazione, scrivendo discorsi celebrativi. ▪ Malato da tempo, muore a Bologna nel 1912.

4 Giovanni Pascoli Le raccolte poetiche Myricae Prima raccolta pascoliana, pubblicata per la prima volta nel 1891.

Il titolo della raccolta corrisponde al nome latino delle tamerici e deriva da un verso delle Bucoliche di Virgilio, dove vengono definite fiori umili. Si tratta di una dichiarazione di poetica: la volontà di cantare le piccole cose e il mondo della natura, ricco di significati profondi.

La raccolta è composta da piccoli quadri di vita contadina, componimenti perlopiù brevi, in cui vengono presentati banali aspetti della realtà che assumono una forte carica simbolica. I temi principali sono legati al nido familiare e al trauma della sua distruzione, che il poeta rievoca con tristezza.

A livello formale e linguistico, Pascoli opera una rivoluzione recuperando versi della tradizione ma assegnandovi un tono diverso e moderno. Di grande importanza nella lingua poetica pascoliana è il fonosimbolismo, ottenuto attraverso figure retoriche di suono (allitterazione e onomatopea). E frequenti nei suoi versi sono anche le figure retoriche di significato (sinestesie, metafore, ossimori ecc.).

5 Giovanni Pascoli Le raccolte poetiche Myricae Il lampo In queste tre liriche viene presentata la natura E cielo e terra si mostrò qual era: in preda a eventi atmosferici che rievocano un’atmosfera inquietante e che suscitano la terra ansante, livida, in sussulto; paura e angoscia. il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto una casa apparì sparì d’un tratto; Il tuono come un occhio, che, largo, esterrefatto, s’aprì si chiuse, nella notte nera. E nella notte nera come il nulla,

a un tratto, col fragor d’arduo dirupo Temporale che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, Un bubbolìo lontano… e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto Rosseggia l’orizzonte, s’udì di madre, e il moto di una culla. come affocato, a mare: nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano. 6 Giovanni Pascoli Le raccolte poetiche Dai Canti di Castelvecchio ai Poemi conviviali

Canti di Castelvecchio Il titolo contiene un riferimento autobiografico: allude al luogo in cui il poeta visse con la sorella. Come in Myricae, anche nei Canti di Castelvecchio sono presenti la natura e la vita di campagna, ma i testi sono pervasi da maggiore simbolismo e, rispetto ai componimenti di Myricae, sono più lunghi e complessi.

Poemetti Le liriche, più lunghe rispetto a quelle di Myricae, sono incentrate sulla vita di campagna e presentano una scrittura più ricercata ed elevata.

Poemi conviviali La raccolta contiene venti poemetti relativi a personaggi del mito e della storia antica. Il mondo antico viene però reinterpretato alle luce della sensibilità moderna e inquieta del poeta. Scritti in un linguaggio aulico, i componimenti sono raffinati sul versante formale.

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