'f' iiiiiiiiiiiiiiiO or- ---r-­ Ln =a "?=�===Lr'\ N �� N---N 00-N oo ====oo z =oo c:o =oo U) ====r-- Commento 251 Anna Rosa Guerriero 228 Raffaele Simone Uno spazio linguistico da conquistare fratello 255 Vito Maistrello Il calcolatore per scrivere breve Le parole nelle parole 230 Raffaele Aragona Giochi letterari. Rubrica L'italiano del sito Niente di più serio 260 Stefania Spina 236 Paolo Albani Una rete che ti spiega La parola come oggetto anomalo, anche Dibattito • L'italiano è da salvare? G.A.Rossi 262 Luciana Preti, Paola Pantani, Oulipiani ante litteram Patizia Ruju Le parole per dirlo Rubrica Parole col trucco 244 Giuseppe Aldo Rossi Rubrica Parole che si dicono Un gioco che ti mette 266 Michele A. Cortelazzo in croce Parole da spiaggia

Scrivere, riscrivere ■ 246 Ugo Cardinale ■ Dalla ricerca La maturità con un 268 Rosaria Solari110 articolo Che cosa i bambini non sanno scrivere

Italiano e Oltre Comitato di direzione Direttore responsabile Stampa Amministrazione Rivista bimestrale Daniela Bertocchi, Camilla Mattia Nencioni Cartoedit, Città di RCS Scuola S.p.A. Bettoni, Dario Corno, Castello (PG) Via Mecenate 91 - 20138 Anno XV (2000), Anna Rosa Guerriero, Milano numero 5 Edoardo Lugarini, Alberto Progetto grafico Direzione e redazione novembre-dicembre A. Sobrero C.D. & V. Firenze La Nuova Italia, Viale Servizio clienti Carso 46 00195 Roma RCS Scuola S.p.A. Direttore Redazione Fotocomposizione tel. 06/3729220 Tel. 055/7590.247/292 Raffaele Simone Simonetta Rossi C.D. & V. Firenze fax 06/37351065 Fax 055/7590.208 I collaboratori di questo numero

Paolo Albani docente di Economia Politica, Università di Firenze Raffaele Aragona docente di Tecnica delle Costruzioni, Università Federico Il, Napoli Ugo Cardinale docente di Lingua Italiana, Università di Trieste Michele Cortelazzo docente di Grammatica Italiana, Università di Padova Lidia Costamagna 5/2000 ricercatrice nell'Università per Stranieri, Perugia Valter Deon dirigente scolastico Anna Rosa Guerriero condirettore di "leO" ubrica La scuola delle parole Maria G. Lo Duca ■ ricercatrice, Università di Roma 27 4 Valter Deo11 Chi dirige chi? Vito Maistrello docente di scuola media, Verona Claudio Marazzini ubrica Parlandoparlando docente di Storia della Lingua Italiana, ■ Università del Piemonte Orientale 276 Alberto A. Sobrero Luciana Preti Rischio analfabetismo docente di liceo, Milano Giuseppe Aldo Rossi scrittore Storie dell'italiano Alberto A. Sobrero condirettore di "leO" 278 Claudio Marazzi11i Rosaria Solarino Una lingua regolata docente nella SSIS Veneto dall'alto Susanna Spina a collaboratore tecnico nell'Università per Stranieri, Perugia ■ rica Il suono dell'italiano 284 Lidia Costamagna Raddoppiare è italiano

Biblioteca / Recensioni 286 Maria G. Lo Dtrca su Michele A. Cortelazzo, Italiano d'oggi, 2000

ISBN 88-221-3507-5

Abbonamento a Le richieste di abbonamento o Il versamento della quota di Italiano & Oltre 2001 di rinnovo dovranno essere abbonamento va effettuatto sul per l'Italia: L. 72.000 (€ 37,20) inoltrate a: c.c.p. n. 510206, intestato a: per l'estero: L. 87.000 (€ 45) Any renewal requests far 200 I The cheque musi be headed to: Singolo fascicolo: must be sent to: RCS Scuola S.p.A. L. 16.000 (€ 8,25) RCS Scuola S.p.A. - Via Mecenate 91 Fascicolo doppio: Abbonamenti 20138 Milano L. 32.000 (€ 16,50) Via Mecenate 91 20138 Milano Autorizzazione del Tribunale di La Nuova Italia Firenze n. 3389 del 2.12.1985 Commento Il piccolo fratello

Raffaele Simone vvicinandosi la fine comunicare, e forse cambierà dell'anno 2000, e con ancora più in profondità le no­ questa il vero inizio stre abitudini. del millennio, mi sono domandato se c'è ieci anni fa scrissi su que­ unaA cosa, una persona o un fat­ sta rivista ("leO" 6 to a cui si possa riconoscere D (1991]: 55-56) un artico­ una specie di oscar virtuale in lino di irrisione sul telefonino, campo linguistico. Di cui imma­ allora appena agli inizi. Ero in ginare che sarà importante, per buona compagnia. Anche Um­ la nostra vita e il nostro modo di berto Eco aveva scritto (o comunicare. Premi di questo avrebbe scritto, non ricordo be­ genere sono inusitati, e forse ne) una pagina scherzosa su anche poco desiderati, ma non questo oggetto, in cui sostene­ si può negare che ci siano, spe­ va che il telefonino si addiceva cialmente in certi momenti, fe­ solo a persone che dovevano nomeni talmente importanti da essere reperibili in ogni mo­ cambiare il nostro modo di co­ mento (dal cardiochirurgo all'i­ municare, di usare la lingua o le draulico), ma che agli altri non lingue, e perfino di cambiare la serviva e che quindi lui non lo lingua stessa. avrebbe mai comprato. Mi sono detto subito che Non so se Eco abbia poi te­ questo premio va dato, senza nuto fede al suo proponimento. esitazione, al telefonino. Sì, ave­ lo non avevo preso impegni co­ te capito bene: a quell'oggetto, sì solenni, anche se dal mio detto anche cellulare, cellulari­ pezzo si capiva che una sorta di no, portatile, portatilino e in tan­ promessa di non comprarlo c'e­ ti altri modi, che ormai vediamo ra. Confesso che ora ce l'ho, da nelle mani di tutti, ma proprio qualche anno, anche se ne fac­ tutti, compresi bambini e vec­ cio un uso parchissimo, ma tro­ chietti. Questo oggetto che sta vo che per certe funzioni sia cambiando il nostro modo di una straordinaria scoperta, a

Il temibile dominatore delle nostrevite non è un dittatorevirtuale, ma un oggettodomestico Commento

parte i rischi per la salute di cui ora si arriva col treno (perlopiù tanti altri, è l'organo che crea la si legge spesso, e sui quali sa­ in ritardo), se un incontro è con­ funzione. Prima di avere l'orga­ rebbe bene avere qualche noti­ fermato e simili. Ma i ragazzi no, non pensavamo neanche di zia precisa. Quindi devo fare fanno di più. Ho letto qualche aver bisogno di una cosa deter­ pubblica ammenda, e cercare di giorno fa che la crescita di que­ minata. Persino a scuola, il tele­ spiegare perché mai io ritenga sti messaggi in Italia è stata fonino preme per trovare diritto che il telefonino dominerà i no­ spettacolare: un anno fa ne ve­ di cittadinanza. In aula lo usano stri prossimi anni. nivano spediti circa cinque mi­ tutti: insegnanti, studenti, per­ lioni al giorno (cifra enorme, an­ sonale di servizio. La presenza ntanto, il telefonino ha cam­ che se si pensa che costano più di questo oggetto è indiscutibi­ biato il nostro concetto di di 200 lire ognuno), oggi questo le e configura un diritto politico spazio privato. Se prima, con valore è passato a quindici mi­ che sembra inalienabile. Anche i telefoni a gettone che si trova­ lioni al giorno! Immaginando che le maestre elementari telefona­ vano per la strada, ci si racco­ due o tre SMS siano prodotti no e ricevono telefonate dinanzi glieva per parlare, quasi che nel­ dalla stessa persona (posso cal­ a scolaresche che digitano avi­ lo spazio attorno dovessimo colarlo da un campione sicuro: damente messaggini per orga­ scavarci una nicchia di riserva­ mia figlia, utente intensiva di nizzare compleanni. tezza, ora coi telefonini tutti par­ questo servizio), ogni giorno al­ lano di tutto in faccia a chic­ meno cinque milioni di italiani noltre è cambiato il linguag­ chessia, anche ad alta voce, battono qualche SMS sul loro Igio scritto che i telefonini vei­ senza preoccuparsi di nulla. Al­ telefonino. colano. Diversi colleghi già tro che privacy, altro che riser­ dissertano sul linguaggio degli vatezza! indi, flussi irrefrenabili di SMS (privacy permettendo). lo Va da sé che considero que­ aparole parlate e scritte si rispetto la privacy, anche se mi sta rottura dello spazio privato iversano ogni momento preoccupo per l'eccesso, e noto non un inconveniente ma una sugli italiani, totalmente incu­ che le scritture su SMS pongo­ disgrazia vera e propria. Le cul­ ranti del costo di queste comu­ no una situazione davvero para­ ture senza spazi privati sono de­ nicazioni, dei possibili effetti di dossale: sono la più straordina­ stinate alla confusione, come si un uso così esteso sulla salute, ria esplosione collettiva di biso­ vede bene da quella sorta di tre­ della maniacalità dell'operazio­ gno di scrittura, anche se è pro­ mendo telefonino visuale che è ne, del fastidio che possono ge­ dotta da una delle popolazioni stato Il grande fratello. Anche lì, nerare presso gli altri. I benefi­ meno alfabete d'Europa. Nessu­ nessuna distinzione tra pubblico cati di questa colluvie sono gli no di noi immaginava che lo e privato: tutto può essere det­ idraulici e i chirurghi (che sono scarso alfabetismo si potesse to, tutto può essere fatto, sotto meglio reperibili e che quindi conciliare con una simile esplo­ gli occhi di tutti. Una delle bar­ fanno più affari), le mamme e i sione del bisogno di scrivere. Il riere più profonde e importanti figli ansiosi (che possono scari­ telefonino ha mostrato che si della cultura umana è stata ab­ care i loro messaggi fàtici sulle può essere insieme semi-anal­ battuta. onde dell'etere), i mafiosi e i po­ fabeti (come il venti per cento La cosa non si ferma qui. Il litici (che si organizzano meglio), della popolazione italiana, stan­ telefonino è nato come un ca­ gli amanti (che possono combi­ do alle analisi del CEDE) e scrit­ nale per trasmettere suoni evo­ nare anche all'ultimo minuto). tori intensivi. ci, ma è diventato presto un ca­ Siccome il problema non è solo Ma il 2001 ci riserva altre nale per veicolare messaggi italiano, ma ovviamente plane­ sorprese. I telefonini che rispon­ scritti. Tutti sappiamo ormai che tario (o globale), non possiamo dono allo standard UMTS per­ cosa sono gli SMS, i "messaggi­ illuderci che si tratterà di un pro­ mettono anche di ricevere mes­ ni" che si spediscono e si rice­ cesso breve. E la scuola dovrà saggi video. Vedremo partite di vono col telefonino. lo li trovo fare la sua parte. calcio mentre guidiamo la mac­ straordinari sostituti dei tele­ Come facevamo prima? Mi­ china, ascolteremo canzoni pop grammi, per comunicare a che stero. In questo caso, come in e rap, e saremo tutti più felici ... -·-·-·-···------·----229 -

IL PICCOLO FRATELLO Le parole nelle parole Giochi. letterari. Niente- di più seno Georges Perec, Harry Mathews e Paul Fournel: ■ tre esponenti dell'ouuPo (l' Ouvrair de Ldtérature 1. Patentie!Je), il sodalizio nato in Francia nel 1960. A fondarlo erano stati Raymond Oueneau Il laboratorio dell'Oulipo (l'autore di Zazje nel metro e degli Esercjzj dj In viaggio in auto da Parigi a Lione, un gruppo di sWe) e François Le Lionnais: un letterato con la amici scrittori, dopo essersi fermati a pranzo, lot­ passione per le scienze esatte ed un matematico tando contro la naturale sonnolenza postprandia­ amante delle belle lettere. le e la noia dell'autostrada, presero a conversare dell'incomparabile Montserrat Caballé. Bastò il nome di quella sublime interprete per scatenare una febbre omofonica che diventò presto furore e ■ afferrò il gruppo continuando a possederlo ben 2. oltre il viaggio. Se questo furore trovò fine, fu solo La contrainte perché si era ormai giunti alla centounesima metamorfosi del nome della cantante e perché Nel laboratorio dell'ouupo vige la cantraù1te, una una certa esasperazione cominciava a serpeggia­ regola rigida, scelta e definita clivolta in volta dal­ re tra i I pubblico che attendeva che quegli scritto­ l'autore dell'opera, ma che una volta assunta ri si decidessero a parlar loro di letteratura (ciò diventa obbligatoria, senza che ciò debba costitui­ per cui erano stati invitati). re un impedimento alla sua libertà: l'ispirazione Ecco alcune delle metamorfosi prodotte da di un'opera letteraria si adatta comunque ad una quella contagiosa febbre omofonica. serie di procedure e costrizioni (grammaticali, les­ Il 20 gennaio 1793, l'infelice Luigi XVI disse sicali, di struttura). L'obiettivo dell'Ouvrafr fu a Maria Antonietta: "Ho paura della ghigliottina" quello cli modificare o ampliare di numero tali e lei rispose: Man cher, t'as qu 'à pas y aller! (Mio limitazioni ormai codificate e consolidate, dimo­ caro, non hai che da non andarci!). strando anche come tali costrizioni fossero propi­ Man Chfrac a bfìj/Jé (Il mio Chirac ha sbadi­ zie, generose. Strutture come l'acrostico, il lipo­ gliato) è l'espressione attribuita all'allora Presi­ gramma, il palindromo, l'olorima, ritenute sterili dente Giscard a proposito di una disattenzione esercitazioni e meritevoli soltanto cliuna smorfia del suo primo ministro. divertita, vengono così difese e sostenute (per Ed ancora. L'innamorata mormora al focoso questi termini vedi il Pjccala Jessjca in fondo amante: "Ti preferisco nudo, man chérj, qu'ha­ all'articolo). billé" (mio ciccino, anziché vestito!). Quando Raymond Oueneau cercava di spiega­ 230 Di quel gruppo cli amici facevano parte re cosa fosse l'ouuPò, precisava che alcuni suoi RaffaeleAragona La "contrainte" non impeçlisce né la libertà né [email protected] l'ispirazione dell'autore. E invece uno stimolo produttivo Le parole nelle parole

lavori potevano pur sembrare semplici scherzi o dei risultati ottenuti, tanto meglio; in ogni caso jeux d'esprit, ma ricordava che anche la topologia l'opera sarà una prova delle potenzialità rag­ o la teoria dei numeri vennero fuori, almeno in giungibili attraverso le strettoie di quelle regole. parte, da quella che una volta si chiamava la el gruppo dell'ouuro si continua ancora "matematica divertente". "Si può ritenere - dice oggi ad esplorare sistematicamente la potenzia­ Queneau - che i Carolingi, in cui hanno lità della lingua con il continuo obiettivo di pro­ incominciato a contare sulle dita per fare versi, durre nuovi procedimenti, nuove forme e strut­ abbiano compiuto un lavoro oulipiano". ture letterarie suscettibili cli generare poesie, I Cent miJle miJliards de poèmes di Queneau romanzi, testi rispondenti a prefissate contrain­ costituiscono il passaggio dalla matematica alla tes, prescindendo quindi, almeno in parte, dal sua "letteralizzazione": vengono scritti dieci tradizionale concetto di ispirazione. sonetti con le stesse rime e con una struttura Nessun oulipiano pretende di sostenere che grammaticale tale che ogni verso di ciascun le proprie esercitazioni costituiscano vere e com­ sonetto è intercambiabile con gli altri situati piute opere letterarie: si tratta, in ogni caso, di nella stessa posizione. Per ciascun verso si esercizi che, in prospettiva, possono produrre avranno così dieci possibili scelte indipendenti; nuove ed originali strutture compositive. In esse, poiché i versi sono 14, in totale risultano 1 O 14 comunque, al di là cli un tentativo di riabilitazio­ sonetti, cioè centomila miliardi di poesie. ne dell'artificio letterario, vi si può anche legge­ Un'altra opera di Queneau, Exeròses de re il tentativo - spesse volte riuscito - cli libera­ style, nasce dall'idea di realizzare in campo let­ zione da forme e schemi abituali. terario quella libertà di variazioni su tema possi­ Potrà anche capitare di prendere le invenzio­ bile nella musica e così un semplice e insignifi­ ni clell'ouuro come scherzi; potranno risultare cante episodio di vita quotidiana viene ripetuto divertenti ed entusiasmare ma, se ci si fermasse 99 volte in 99 stili differenti: c'è la maniera lipo­ a tanto, se ne perderebbe la vera portata, poiché grammatica, la versione filosofica, la trasposizio­ non si tratta affatto di uno scherzo poco serio, ne giudiziaria, la traduzione onomatopeica, l'e­ ma di un gioco molto serio. sposizione in versi, lo stile ampolloso, il modo retrogrado, la forma telegrafica, quella anagram­ matica, ed altre... novanta ancora. Gli oulipiani partono dall'idea che la scrittura ■ necessiti di impalcature rigorose, anche se non 3. sempre visibili né decifrabili. I frutti dell'0ULIP0 L'esempio de La DÌsparUion di Georges Perec è illuminante: l'oggetto sparito è la lettera e, mai È certamente merito dell'ouuro se Jacques usata nel corso del romanzo. La regola nascosta, Roubaud ha potuto concepire l'originale struttu­ ma pure sotto gli occhi di tutti, sfuggì ai critici, ra de La bella Ortensia, che sconvolge i tradizio­ che lessero La Disparition come un romanzo nali canoni della narrazione coinvolgendovi lo "normale". stesso lettore: l'autore, i personaggi, il narratore, È naturale che uno degli artifici ricorrenti nei il lettore sono tutti insieme presenti, contempo­ testi oulipiani derivi dalle sorprendenti omofo­ ranei protagonisti del romanzo. nie della lingua francese (e le composizioni olo­ È senz'altro derivabile dalle attività oulipisti­ rimiche di alcuni poeti francesi, come quelle di che la concezione della struttura di alcuni libri di Louise de Vilmorin, possono essere considerate Italo Calvino (anch'egli entrato a far parte del­ un'interessante anticipazione delle mode ouli­ l'ouuro). Oulipiano è l'espediente "cornice" utiliz­ piane). È straordinario, ad esempio, l'effetto pro­ zato per legare i vari brani di Se una notte d'in­ dotto eia un delirante testo degli oulipiani Paul verno un viaggiatore, dieci inizi di romanzi, che Fournel e Jacques Roubaud: L'Hotel de Sens, una sviluppano un nucleo comune nei modi più storia fantastica, nella quale una successione di diversi (Calvino, ispiratosi ai quadrati semiotici quattordici lettere dà luogo ad una serie di di Greimas, in Comment }'ai écrit un de mes diverse letture. jjvres ebbe a spiegare tutto il procedimento segui­ Nel metodo dell'ouuro in primo luogo conta to). È oulipiano il principio della campionatura la qualità delle regole, la loro ingegnosità ed ele­ della potenziale molteplicità del narrabile, che sta ganza; se ad esse corrisponderà subito la qualità alla base de Il castello dei destini incrociati. ··········································································································································································································································································

GIOCHI LETTERARI Le parole nelle parole

romanzo di senta il nucleo de I fjori blu in cui Queneau si )i la struttura del grand� È ouli; ana Il romanzo prende gioco della storia negandone il divenire Pe . ec. La Vie mode d'emplo1. eorges una moltitudine per ridurla alla semplice quotidianità: il più ouli­ 9 una1 scatola contenente . . e come . palaz_zo pa ng1no piano dei romanzi di Raymond Oueneau, I fiori romanzi; Perec immagina u� cli d'. mo do c he blu, è il più bello di tutti i suoi romanzi. al quale sia stata _tol�a la facciata, tutti gli ambient1 �iano co�tempoianeamentc visibili. La struttura e schematizzata da una sorta cli scacchiera lOxl O, dalle cantine alle mansarde, e Perec, ispirandosi alla progressione del cavallo nel gioco degli scacchi, tocca le varie caselle e ■ crea tanti romanzi in uno. elle sue Lezjoni ame­ 4. ricane, in quella sulla "molteplicità", Calvino giu­ L'eco in Italia dicò La vita istruzioni per l'uso "l'ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo". Soltanto dopo una decina d'anni l'attività origi­ È fortemente oulipiana l'origine de La Dispa­ nale e specifica dell'o LJP0 raggiunse il grande rWon. La regola lipogrammatica si trasforma pubblico e i due volumi editi da Gallimard, nella storia stessa narrata. La vocale non esiste Oulipo - La littérature potentielle, Créations Ré­ più, è scomparsa, ma la sua assenza riempie le créations Récréations (1973) e l'Atlas de littéra­ pagine di una sorta di continua, crescente e ture potentielle ( 1981), presentarono gli aspetti silenziosa presenza: essa genera il racconto, fa più salienti della produzione oulipiana. vivere o per lo meno fa muovere e morire i suoi L'attività raggiunse poi alcuni intellettuali e protagonisti. Perec rappresenta una storia che scrittori italiani, come Calvino, Eco, Almansi, e lascia riconoscere quella propria e quella di se ne notarono le influenze in alcune riviste let­ altri (Perec era ebreo e i suoi genitori non terarie come "il Caffè" di Giambattista Vicàri, scamparono ai campi di sterminio) rielaboran­ fino a che, nel 1985, a cura di Ruggero do completamente gli elementi derivati da quel Campagnoli e di Yves Hersant, uscì a Bologna, progetto irragionevole di distruzione di un inte­ presso l'editrice "Clueb", Oulipo - La letteratura ro popolo: la storia del genocidio viene presa al potenziale (Creazioni Ri-creazioni Ricreazioni), rovescio e, alla follia antisemitica, Perec rispon­ versione dell'opera francese pubblicata da de con l'eliminazione, incruenta, di una lettera Gallimard. dell'alfabeto; all'insensata e assurda violenza La prima "traduzione" necessaria fu quella nazista egli oppone deliranti stragi linguisti­ dell'espressione Ouvroir de Littérature Poten­ che. La DisparWon, d'altra parte, rappresenta tielle e i due traduttori fecero corrispondere ad anche la testimonianza diretta di un salvatag­ ouvroir il termine industriale - molto belle épo­ gio, quello della lingua. La libertà del linguag­ que - di opificio e cli lì, quindi, la sigla OPLEPO gio si trova sempre contrapposta alla sua tiran­ fatta già propria da Calvino nel commemorare su nide: evitare di usare una vocale costringe ad la morte di Georges Perec. utilizzare una serie di artifici retorici e formali. Nel 1990, a trent'anni dalla fondazione del­ Il romanzo diventa così la prova eclatante e l'ouuPo, nasce a Capri l'oPLEP0 ( OPificio di convincentissima che l'assunzione di regole, LEtteratura POtenziale), con gli stessi intenti anche le più dissennate, non è di alcuna limita­ dell'omologo e più anziano gruppo francese; lo zione all'attività letteraria. fondano Domenico D'Oria, Ruggero Campagnoli È oulipiano l'impianto di Sigarette dell'ameri­ e Raffaele Aragona e successivamente vi aderi­ cano Harry Mathews, che introduce un meccani­ scono scrittori come Ermanno Cavazzoni, smo nuovo di romanzo, una sorta di "narrativa Edoardo Sanguineti ed il catalano Màrius Serra, combinatoria": lo sviluppo della trama è ottenuto francesisti e letterati come Brunella Eruli, Piero attraverso la presentazione dei vari protagonisti, Falchetta e Maria Sebregondi, studiosi e ricer­ a due a due, secondo diverse combinazioni. catori come Paolo Albani, Luca Chiti, Sai Dopo la sua "proposta" di scientificizzare la Kierkia, Giuseppe Varalcloe Giorgio Weiss, arti­ storia ( Une histofre modèle, 1966), Raymond sti come Alessandra Berardi, Totò Radicchio e Queneau tenta d'introdurre un po' d'ordine e un Aldo Spinelli, matematici ed informatici come po' di logica in un mondo che ne è privo. L'uscUa Elena Adclòmine, Marco Maiocchi e Piergiorgio dalla stoàa è l'unica soluzione possibile e rappre- Oclifreclcli. 232 · •························································ ...... ········································ ·······················••·· ··········•·············•···························· ··························.... · ' Le parole nelle parole

L'oPLEPO (come l'ouuro) lavora sulle regole, ne evidenzia la presenza e mostra come esse ■ abbiano sempre prodotto la letteratura. L'oPLEP0 (come l'ouuro) produce strutture, ovvero fasci di 5. costrizioni che generano testi, sia in modo diret­ L'oPLEPO tra i banchi to sia trasformando testi già esistenti. L'0PLEPO ha in qualche caso ripreso le contraintes Operazioni come queste, osservava Guido oulipiane, ma altre volte ne ha sviluppate di Almansi, possono avere notevole importanza, nuove e le sue Creazioni Ri-creazioni mcreazioni sono di incoraggiamento per un vasto speri­ comprendono ormai vari tipi di strutture e tra mentalismo e fortemente opportune, special­ queste molte si prestano facilmente ad una uti­ mente in Italia, dal momento che la nostra lette­ lizzazione tra i banchi di scuola: i mitografemi, la ratura e la nostra cultura sono generalmente poesia toponomastica, il piccolo omonimario illu­ ossessionate da due "eterni", quello che si rife­ strato, gli isovocalismi, le traduzioni omografi­ risce al tempo, alla memoria, allo spazio, all'a­ che, il rimbalzo statistico, la scrittura antonimica. bisso e quell'altro connesso al solito triangolo: Queste strutture possono facilmente condurre ad quando non si sconfina nei grandi problemi interessanti esperienze didattiche, non solo con metafisici e psicologici, ci si occupa di piccole riferimento all'invenzione di nuovi esempi e vicende borghesi. Il continuo rimuginio su que­ nuovi testi, ma con riguardo alla manipolazione sti "eterni" è molto noioso: ben venga perciò un di opere esistenti; un'attività, quest'ultima, che grande sperimentalismo il quale, se non porta coinvolge la forma o il senso di un testo prefissa­ necessariamente ad una grande opera, conduce to attraverso determinate regole le quali, in ogni ad una molteplice e multiforme fioritura di caso, ne modificano l'una o l'altra. opere minori. Il lavoro scolastico che ne deriva è fortemente In questa direzione, non senza una buona produttivo: lo studente gioca riscrivendo testi, dose di ironia, si muovono gli oplepiani e le pro­ con una libertà di variazioni che comunque com­ prie "opere", per lo più sotto forma di plaquettes, porta il rispetto di regole ed implica l'inevitabile sono stampate in cento esemplari numerati e recupero di termini e locuzioni, nonché il natura­ fuori commercio. le accrescimento del proprio lessico.

Riferimenti bibliografici

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GIOCHI LETTERARI Le parole nelle parole

Piccolo lessic Acrostico. 1ella sua forma più sempli e consiste in cli un'appropriata punteggiatura, di eventuali apo­ una serie di versi le cui lettere iniziali, lette di ségui­ strofi o accenti - si trasforma in un te to I oetico. to, danno luogo ad un vo abolo, un nome, una frase. Olorima. Due testi diversi realizzano una "rima tota­ lsovocalismi. n intero testo viene critto (o "tradot­ le" poiché foneticamente coincirlenti. to") utilizzando una ola del! inque vocali. Palindromo. Un vocabolo (ossesso) o una frase (ai laU Lipogramma. È un testo che fa completamente a cl'Italia) possono leggersi egualmente da sinistra a meno di una o più lettere dell'alfabeto; sono anche destra o viceversa. frequenti esempi che ne utilizzano solo alcune: quel­ Piccolo omonimario illustrato. na serie di vocaboli le, ad esempio, che concorrono a formare il nome cli omonimi, almeno tre, viene disposta in ordine signi­ una o due persone. ficativo, in modo da costituire la sintesi di una breve Mitografemi. na sequenza ininterrotta di nomi cli narrazione, che dalla serie stessa è generata. personaggi mitologici - in virtù cli opportune cesure, Poesia toponomastica. È una struttura analoga a Piccola antologia

IL PICCOLO SILLABARIO ILLUSTRATO TRADUZIONI OMOGRAFICHE

Sulla scia del Petit abécédaire illustré di Georges L'esempio che segue è di Elena Addòmine, ideatrice Perec, una raccolta di sedici piccole storie, ciascuna con anche della struttura. una particolare chiave finale, foneticamente equivalente alla successione di una consonante via via accoppiata con Lo vedi, le cinque vocali, Italo Calvino tentò e portò a termine l'e­ paga in amore, sperienza in italiano. tremo rapita. Una delle storielle si riferisce alla sequenza BA-BE-BI­ Ma fine porterò fatale ... BO-BU. Tutte le ragazze impazziscono per Bob, ma egli sembra insensibile alle loro lusinghe. Bob parte per una Love dip, crociera in India, Ulrica decide d'imbarcarsi sullo stesso again a more tremor: piroscafo, sicura che il viaggio le sarà propizio. All'amica a pit a ... Ludmilla, che si mostra scettica, Ulrica dice: "Vedrai, 'm a fine porter of a tale ... appena riuscirò a sedurlo, ti scriverò. Scommetto che sarà prima d'uscire dal Mar Rosso". Infatti, da Bal-el-Mandeb, PICCOLO OMONIMARIO ILLUSTRATO Ludmilla riceve una laconica cartolina: "Bab. Ebbi Bob. U.". "Bardo bardo bardo" è uno dei testi proposti da MITOGRAFEMI Raffaele Aragona ne La viola del bardo insieme con l'ap­ posita nota esplicativa: Canto tenero di Giuseppe VaraIdo, un componimento a contenuto erotico-amoroso e dedicato alla donna Lavoro al Teatro Comunale: faccio il costumista. amata, è costituito da 14 strofe, ciascuna di 4 endecasil­ Questa sera si inaugura la stagione lirica con un'ope­ labi a rima alterna: in particolare i versi dispari terminano ra di un musicista tedesco. tutti, a strofe alternate, in -io o in -ia. A me hanno affidato il primo attore, il baritono, che Queste che seguono sono le due quartine di chiusura interpreta il personaggio principale del melodramma: un generate dalla sequenza: Lamo, Recarano, Nereo, Nerio, poeta nordico, che canta gli antichi splendori del suo Enone, Pan, Eagro, Neda, Penati, Reco, Raro, Ero, popolo, ma che, per la sua balordaggine, è continuo Spercheio, Miscelo Lico Nesso, Core, Elena, Egialeo, Nino, oggetto di derisione da parte dei cortigiani del palazzo. Pene, Parche, Dia, Edona, Foco, Egio, ladi, Perse, Sol, Sto vestendo il protagonista con gli abiti vistosi della Dioscuri, Nereidi, Priamo, Grazie, Ate, Aletto, Giunone. cerimonia de/l'incoronazione del re, quella che apre il primo atto: L'amore, cara, non è reo, né rio, e non è pane agro, né dà pena: - bardo bardo bardo - ti reco raro eros, perché io miscelo lì con esso core e lena. bàrdo 1) v.vb. da bardàre. bàrdo 2) s.m.: poeta, vate dei popoli celtici; cantore, E già leonino pene par che dia, poeta patriottico. e dona foca e gioia di per sé; bàrdo 3) agg.: sciocco, balordo. sol dì oscuri, nere idi pria: mo', grazie a te, a letto giù non è. 234 ·········································································································································································································································"···························•" Le parole nelle parole

JUlipiano quella dei "mitografemi": qui la sequenza è costitui­ "un attacco memorabile, che non solo denuncia il lin­ ta eia nomi geografici. guaggio dei sentimenti nel tenero idillio campestre Rimbalzostatistico. Ciascuna lettera dell'alfabeto ha con un rovesciamento grottesco,· ma in certo senso una propria frequenza di utilizzazione. Il "rimbalzo" sistema per le feste la poesia, la rende inservibile per obbliga a scrivere un testo, nel quale una prefissata almeno un secolo: non si potrà più citare T'amo pio lettera viene esclusivamente usata nel rispetto della bave senza ricordare il superiore T'odio empia sua frequenza ed è posizionata con ritmo costante. vacca" (Amica ironia, 1984). Scritturaantonimica. Ogni vocabolo cli un testo viene Traduzioni omografiche. na medesima sequenza cli sostituito dal suo opposto, senza che sia mutato l'ori­ lettere viene sottoposta a due diverse segmentazioni. ginario impianto sintattico. Un esempio suggestivo 1e derivano, pur con aggiustamenti cli punteggiatu­ cli poesia aJJtonimica. A proposito ciel T'odio empia ra, due testi differenti, in due lingue differenti, con vacca cli Sebastiano Vassalli, Guido Almansi parlò cli significati differenti.

)Ulipiana

SONETTI ISOVOCALICI POESIA TOPONOMASTICA

Giuseppe Varaldo ha composto 40 sonetti (All'alba Amandola (l'autore è Giuseppe Varaldo) già nel titolo, Shahrazad andrà ammazzata, 1993), 40 "riassunti" di privo di qualsiasi cesura, cela il nome di una cittadina altrettanti capolavori letterari: per ciascuno di essi è uti­ delle Marche; Essen, Dora Riparia, Mede, Tasmania, Sète, lizzata sempre la stessa vocale. Desio, Malia, Bra, Mosa, Lamìa, Alma, Pardo, Cile, Serio, Il sonetto relativo all'Infernodi Dante inizia con Saar, Ida, Pur, Mali, Everest, Era... sono i nomi che gene­ rano la prima quartina del sonetto: Nel mentre ch'è trentenne, l'Eccellente (nelle Lettere regge, è legge, splende) Essendo rari -pari a me d'età­ ben nel ventre terrestre se ne scende: smania, sete, desìo, malia bramosa, ente perenne, sede del Fetente. la mia alma par docile, seriosa, arida pur... : ma lieve resterà, e si conclude così: AIUOLE PER QUENEAU Emerger preme nelle brezze verne, tender testé ver belle estreme mete, Aiuole obliate gialle d'erba, sa nell'ètere veder le stelle esterne... un cupo brusìo smuovervi, allusione ad altre estati, cetonia blu-violetta, RIMBALZI STATISTICI enunciando noumeni oscuri: tutto fu,

Aldo Spinelli, ideatore della struttura, ha scelto la let­ sarà ed è in circolo: dunque è sempre tera e: la e, in italiano, ha una frequenza pari all' 11, 1%; presente nelle eterne senescenze mediamente, dunque, essa appare in un testo ogni nove e effervescenze d'ere, nel serpente lettere. d'etere, seme, cenere, erbe secche. Ecco l'incipit di questo "rimbalzo" (anche il titolo, Le ripartite, rispetta la regola) che si sviluppa in circa 260 È un gioco di Calvino, così spiegato da Calvino: righi di testo: "Sono partito dalla parola italiana più corta, che con­ Eh già. Potrei iniziare così, in questo modo lento o tenga tutte le vocali: aiuole. In ogni verso della prima quar­ anche un poco spento: una anemica maniera di concen­ tina le vocali compaiono e spariscono una a una nell'ordine. trarmi per produrre qualcosa. E abbozzare, dopo, un pre­ Primo verso: nella prima parola, tutte le vocali; nella ciso intreccio in questa facile quanto preoccupante forma seconda, a, e, i, o; e così via fino all'ultima parola, che ha di regola, una restrizione strana, che io mi vanterò di solo la a; usare ... Secondo verso: la prima parola ha solo la u; la seconda ha u ed o; e così via fino a ricostituire la serie completa; Terzo verso: stesso schema del primo, all'incontrario. La seconda quartina si apre con la successione a a, e e, i i, o o, u u. Il resto della poesia utilizza solo la vocale e".

GIOCHI LETTERARI Le parole nelle parole La parola comeqggetto anomalo, a e • la parola musicale (ad es.: fonosimbolismo, poesia sonora, linguaggi onomatopeici); ■ • la parola figurata (ad es.: tecnopegnio, parole 1. in libertà, calligrammi, poesia visiva); La parola: un oggetto • la parola divertita (ad es.: giochi poetici, lette­ da manipolare ratura potenziale, ludolinguistica); • la parola comica (ad es.: lapsus, nonsense, Dal gennaio al marzo del 2000 ho tenuto presso spropositi letterari, parodie scientifiche). l'Università del Progetto di Reggio Emilia - un "ambiente progettuale" che svolge le proprie atti­ Nell'introduzione generale al corso mi sono vità nel design e nella comunicazione un corso di soffermato sul concetto di parola come oggetto, sensibilità alle parole - intitolato, parafrasando utensile, congegno, strumento materiale da una celebre opera di Marcel Duchamp: "La paro­ modificare, plasmare, manipolare, e su quello di la come oggetto anomalo, anche". anomalia, intesa come deviazione o difformità da Il corso prevedeva al mattino lo svolgimento una regola, da una struttura o da un comporta­ di lezioni, con ausilio di strumenti audiovisivi, mento considerati normali. Tutto ciò per sorpren­ schede riassuntive riguardanti concetti, esempi dere il linguaggio nei suoi aspetti insoliti, singo­ di testi creativi, note su autori, bibliografie orien­ lari, in qualche modo anomali. tate, insieme alla riproduzione di immagini da Come il designer deve conoscere le potenzia­ libri d'artista, da cataloghi di mostre e simili, lità del materiale (ferro, legno, plastica, ecc.) del­ proiettate su grande schermo, e poi ancora con l'oggetto che intende progettare, così per giocare letture, improvvisazioni e performance dal vivo, con le parole bisogna conoscere le potenze bifide, e al pomeriggio una fase applicativa di esercita­ deflagranti del linguaggio, procedendo per via zioni a tema. sperimentale attraverso le sue curiosità, eccezio­ Dopo alcuni cenni introduttivi sulle diverse ni e stravaganze. modalità d'approccio alla parola Parola, ovvero L'approccio al linguaggio ha preso in esame sulle funzioni del linguaggio, sulle caratteristiche principalmente: fonetiche e grafiche e sulle articolazioni dei segni linguistici, il corso si è preoccupato di analizzare • le sue caratteristiche visive dove quello che alcuni aspetti insoliti e bizzarri dell'oggetto-paro­ prevale è l'elemento ottico, pittorico della scrittu­ la, investigando su: ra, la sua geometria, la sua spazialità, dove cioè le parole sono assunte come puri oggetti estetici, • la parola inesistente (ad es.: neologismi, lin­ autonomi dal loro significato; gue fantastiche, glossolalie dei pazzi); • le sue caratteristiche dove l'attenzione 236 sonore Paolo Albani Un corso per analizzare gliaspetti [email protected] insoliti e bizzari delleparole Le parole nelle parole

della parola, sulla esempio allo scat, tecnica vocale del jazz consi­ è posta sul dato fisico-acustico _ sua musicalità, sulla sua sostanza fomca, anche stente nell'imitazione di uno strumento da parte qui sganciata, autonomizzata dal livello semanti­ della voce, con sillabe o parole senza senso co codificato; {Albani e Buonarroti 1994). In questa sezione del • le sue caratteristiche di veicolo della fantasia, corso abbiamo parlato di false etimologie dell'immaginazione: il linguaggio non solo come (Sebregondi 1988), del grammelot di Dario Fo, strumento di comunicazione, ma come una mera­ un'emissione di suoni che riproduce, in modo vigliosa macchina capace di comporre con venti­ burlesco, la struttura sonora di una determinata cinque o trenta suoni un'infinita varietà di paro­ lingua senza però pronunciare parole reali le (anche inesistenti, nonsensiche), un congegno (Pozzo 1998) e delle fànfole di Fosco Maraini, sempre in divenire, che si trasforma e non è mai divertenti "poesie metasemantiche" composte compiuto, con un'illimitata potenzialità espressi­ per lo più di parole inventate ("Ci sono giorni va; smègi e lombidiosijcol cielo dagro e un fònzero • le sue caratteristiche di spiazzamento nei con­ gongruto/ci son meriggi gnàlidi e budriosijche fronti della logica, dell'ordine conosciuto delle plògidan sul mondo infrangelluto... ") (Maraini cose attraverso i meccanismi del gioco e della 1994). E poi ancora delle parole-valigia, ottenute comicità. saldando la testa di una prima parola con la coda di una seconda (smoke + fog = smog) e di altre Una fase di rodaggio per prendere familiarità forme di ibridi linguistici, citando, fra le altre con alcune nozioni elementari di semiotica, in cose, i neologissimi di Luigi Malerba ("Sce­ particolare con i concetti di comunicazione, miologia: scienza generale degli scemi, da non segno e struttura, è servita ad offrire un'idea confondere con la semiologia, scienza generale generale, da un lato, del funzionamento dei segni dei segni") (Malerba 1977) e i finneghismi (ter­ e della loro influenza sociale e, dall'altro, del mine ripreso dal titolo del libro di James Joyce modo in cui sono costituiti i testi ( opere lettera­ pjnnegans Wake, 1939) di Umberto Eco, cioè rie, immagini, produzioni audiovisive, oggetti parole-macedonia accompagnate da una defini­ artistici, manufatti) (Eco 1973; Volli 2000). zione plausibile, sul tipo di colfinge1� agente el primo laboratorio del corso abbiamo com­ segreto sotto le mentite spoglie di collaboratrice posto degli "esercizi di stile" alla maniera di domestica; arfabeto: sistema di scrittura per cani; Raymond Oueneau ovvero, partendo da un testo carneaficina: massacro di filosofi greci ignoti ai "banale", lo abbiamo riscritto usando stili diversi più (Eco 1995). (telegrafico, metaforico, onomatopeico, gergale, Abbiamo visitato alcune biblioteche immagi­ ecc.) (Oueneau 1983). narie, prima fra tutte quella dell'abbazia di San Vittore descritta da François Rabelais nel Gargantua e Pantagruele (contenente libri quali Il Pissipissi dei Padri Celestini o Il Cogliona­ ■ mento dei promotori), e letto e discusso una serie 2. di recensioni a libri inesistenti, come quella di Eco sul testo intitolato Aspetti iniziatici della sup­ La parola inesistente posta (Eco 2000: 290-291). Abbiamo infine preso contatto con il meraviglioso scientifico, cioè con Dopo una sintetica esposizione sul rapporto le scienze anomale e immaginarie, elaborate da comunicazione e retorica, in cui si è parlato delle "pazzi letterari", da studiosi eterodossi o partori­ figure retoriche ( di morfologia, di sintassi, di te dalla fantasia di alcuni scrittori, visitando significato, di pensiero) e del legame che inter­ curiose Istituzioni come il Collegio di Patafisica, corre fra immagini (in specie quelle pubblicita­ la Facoltà di Scienze inutili di Barcellona, la rie) e retorica (Napoli 1995), il corso si è inoltra­ Società degli Onironauti che studia la materializ­ to nel mondo magico della parola inesistente, zazione dei sogni e la Facoltà di Irrilevanza procedendo fra neologismi, capaci di condensare Comparata dove s'insegnano discipline come in un segno unico tutto un sistema descrittivo, e Fonetica del mm muto e Urbanistica tzigana lingue immaginarie congegnate in letteratura (Albani e della Bella 1999). (fantastica, fantascientica, ludica e sperimentale) Su questa tematica abbiamo approntato il e in altri settori della ricerca artistica: si pensi ad nostro laboratorio, inventando "finneghismi", 237 ......

- LA PAROLA COME OGGETTO ANOMALO Le parole nelle parole

"parole-valigia", "fànfole", abbozzando la descri­ tazioni della neo-avanguardia. In questo modo zione di libri fantasma e poi ancora creando abbiamo esplorato le straordinarie potenzialità scienze, discipline e teorie strampalate, Accade­ espressive legate all'uso della voce, sempre più mie e Università anomale e improbabili. valorizzate dall'impiego di tecnologie elettroni­ che (D'Ambrosia 1979). Il laboratorio sugli aspetti musicali della paro­ la prevedeva la stesura di una poesia fonetica ■ usando esclusivamente onomatopee alla maniera dei dadaisti, mescolando parole di un ipotetico 3. linguaggio primitivo con altre di sapore infantile. La parola musicale

Introducendo la parte del corso sulla parola musi­ cale si sono fatti alcuni cenni sulla distinzione fra foni, fonemi e allofoni, sul ruolo dei tratti sopra­ ■ segmentali (tonalità della voce, interruzioni, 4. sospiri, sbadigli, pianto, ecc.) e del sistema into­ La parola figurata nativo ("non è quello che dici, ma il modo in cui lo dici") e sull'incandescente eloquenza delle Per introdurci alla plasticità della parola figurata onomatopee (primarie, secondarie o inventate) siamo partiti dai concetti di grafo, grafema e allo­ (Crystal 1993: 160-175). Quindi abbiamo affron­ grafo, esaminando poi un vasto campionario di tato la problematica della musicalità delle parole, "alfabeti animati" e variegate espressioni di poe­ concentrandoci sul ritmo in poesia, ovvero su sia visuale, come il tecnopègnio (dal greco téch­ quella trama di attese, appagamenti, disappunti e ne, arte, e paignon, gioco) e i calligrammi cli sorprese che il succedersi delle sillabe comporta. Guillaume Apollinaire, dove la diversa lunghezza Abbiamo analizzato rime e rimari stravaganti e la disposizione dei versi disegnano il profilo di insieme ad alcuni esempi di armonie imitative un elemento materiale (nave, piramide, anfora, escogitate dai poeti, dal verso di Francesco della pioggia, fumo, ecc.) (Apollinaire 1986; Massin Rovere, poeta cinquecentesco, che dice "Farò 1995; Pozzi 1981 ). Le tavole parolibere dei futu­ durundandà; tu fa' dindino" fino al linguaggio dei risti e in particolare le pubblicità di Fortunato passeri che Giovanni Pascoli nei CanU di Depero hanno offerto ulteriori spunti di riflessio­ Castelvecchio esprime con un ripetuto telterell­ ne sul rapporto parola-immagine. Un approfondi­ telltelltelltell e oltre (Scarlatti 1988: 210-232). mento è stato dedicato ai termini "simultaneismo Dopo una breve digressione sul fonosimboli­ percettivo", "multimedialità", "arte totale, sine­ smo, cioè sull'idea che il significante possa avere stetica, plurisensoriale", in vario modo esprimen­ una significazione autonoma affidata al puro ti il coinvolgimento simultaneo di tutti i sensi che gioco dei suoni, siamo infine approdati all'espe­ oggi sempre più caratterizza la fruizione dell'o­ rienza della cosiddetta "poesia sonora", una poe­ pera d'arte contemporanea (Pignotti 1990). sia che privilegia la parola come dato fisico-acu­ Le esercitazioni di un primo laboratorio sulla stico, come puro suono, rumore, musica, con un parola figurata erano così strutturate: disegnare volo che ci ha portati dalla declamazione futuri­ delle parole con una forma grafica che ne metta sta fino alla ricerca contemporanea di nuove in evidenza il significato; far parlare un oggetto sonorità, sostenuti dall'ascolto di audio-esempli­ (un uovo, una sedia, una lampadina, ecc.) dando ficazioni (Lora Totino 1989). Abbiamo così senti­ alle sue parole un aspetto grafico che permetta to brani della lingua trasmentale (la zaum ') dei all'oggetto stesso, sebbene mai nominato, cli esse­ futuristi russi, una lingua priva di regole gram­ re riconoscibile solo dai lineamenti della scrittu­ maticali, di prescrizioni sintattiche, di convenzio­ ra; inventare un calligramma alla maniera di ni semantiche e di norme stilistiche, creata per Apollinaire. esprimere le emozioni e le sensazioni primordia­ Sempre pensando alla parola dipinta (in li che vanno perdute nei significati della lingua primo luogo alle vocali colorate di Arthur comune, frammenti di poesie fonetiche nate Rimbaud) e agli innumerevoli artifici per l'occhio durante l'esperienza del movimento Dada e vari abbiamo ricostruito in estrema sintesi un piccolo m funambolismi vocali delle più recenti sperimen- catalogo di tecniche visive: collage, décollage, ·······················•"'-'" Le parole nelle parole assemblage, combfoe-painting, frottage e rollage spropositi linguistici, e la ricchezza immaginati­ (Grassi e Pepe 1994). Uno sguardo abbiamo rivol­ va degli errori di stampa, così cara a Johann to alla scrittura verbo-visuale e più in dettaglio Wolfgang Goethe ("Penso sempre, quando vedo alla Poesia visiva, una sorta di pittura da leggere un errore di stampa, che qualcosa di nuovo è o di poesia da guardare, movimento artistico nato stato inventato") e ad Alberto Savinio ("Alcuni negli anni Sessanta con intenti bellicosi di "guer­ errori sono più che felici, sono provvidenziali") riglia semiologica", inscenata per capovolgere il (Dossena 1999; Pozzi 1984; Zamponi 1986). Il significato dell'informazione diffusa dai media saggio Come ho scritto alcuni miei libri (1935) di attraverso l'ironica utilizzazione di immagini e Raymond Roussel, in cui lo scrittore francese slogan di vasta circolazione, per lo più ripresi svela il suo procedimento di scrittura basato sulle dalla pubblicità, dalla stampa e dalla cartelloni­ allitterazioni e sui doppi sensi delle parole, ci è stica (Pignotti e Stefanelli 1980; Spatola 1978). servito per discutere i rapporti fra letteratura e Un testo può vibrare anche in virtù delle sug­ giochi di parole. Il primo laboratorio dedicato al gestioni di un ritmo visivo, come accade nei pit­ gioco proponeva di cercare gli anagrammi del togrammi di Raymond Queneau, storie racconta­ proprio nome e cognome e con essi costruire, se te per immagini, usando grafie inconsuete possibile, un testo (ogni riga un anagramma); di (Oueneau 1981: 167-175). Ancora un passo in comporre un acrostico o un mesostico; di prende­ avanti e la nostra analisi del linguaggio visuale è re una parola a caso, di scriverla come inizio di approdata in prossimità dei logotìpi e dei marchi frase, quindi di formare un testo con parole che commerciali, segni disincantati di un moderno iniziano con l'ultima sillaba della parola prece­ connubio tra parola e immagine. dente (il sorriso soffice celava variritorni). Gli esercizi di un secondo laboratorio sulla In una successiva lezione abbiamo parlato dei parola figurata erano: delimitare lo spazio del giochi inventati dai surrealisti, grandi manipola­ foglio con una figura geometrica (quadrato, ret­ tori del linguaggio, e dell'esperienza dell'ouuPo tangolo, cerchio, losanga, ecc.) di varia dimensio­ ( Ouvroir de Littérature Potentielle-Opificio di ne, quindi inserire una o due parole al massimo Letteratura Potenziale), gruppo di scrittori e usando alcuni artifici grafici (ingrandimenti, ricercatori scientifici fondato a Parigi nel 1960 da riduzioni, spezzature, sovrapposizioni, ecc.); François Le Lionnais e Raymond Oueheau, cui costruire un'immagine con una o più lettere o parteciparono, fra gli altri, Georges Perec e Italo segni d'interpunzione (punto, virgola, ecc.); fare Calvino (Garrigues 1995; Oulipo 1985). un collage combinando parole e immagini con Il "potenziale" della letteratura oulipiana sta ritagli di riviste. a significare che si tratta di una letteratura ancora da farsi, inesistente, da scoprire in opere già prodotte o da inventare attraverso l'uso di nuove procedure linguistiche, una letteratura ■ mossa dall'idea che la creatività, la fantasia tro­ vano uno stimolo nel rispetto di regole, di vin­ 5. coli, di costrizioni ( contraintes) esplicite, come La parola divertita ad esempio quella di scrivere un testo senza mai usare una determinata lettera (lipogram­ Per affrontare con serietà la parola divertita ma). La costrizione è strumento creativo, che abbiamo inizialmente scomodato le elaborazioni amplifica le probabilità di raggiungere soluzioni teoriche sul gioco di Johan Huizinga e Roger originali, bizzarre: l'essere costretti a seguire Caillois, ormai dei classici della giocologia certe regole induce uno sforzo di fantasia; la (Caillois 1989; Huizinga 1982). Come in un costrizione non limita l'orizzonte delle strategie campo minato ci siamo mossi guardinghi fra narrative dello scrittore, al contrario ne allarga alcuni tentativi di classificazione dei giochi di e le "potenzialità visionarie", paradossalmente è con le parole, affrontando le trappole dei lapsus e "un inno alla libertà d'invenzione", capace, delle contrepèterie, gli slittamenti degli spooneri­ come ha scritto Calvino, "di risvegliare in noi i smi, gaffe create dall'inversione di lettere o silla­ demoni poetici più inaspettati e più segreti". be (DettaTura/TettaDura), che prendono il nome Senza dimenticare che esiste sempre la possibi­ dal prete anglicano William Archibald Spooner lità di "una leggera deriva" in grado di distrug­ (1844-1930), uomo irascibile, famoso per i suoi gere il sistema stesso delle costrizioni, uno scar-

LA PAROLA COME OGGETTO ANOMALO Le parole nelle parole

to giocoso e liberatorio che Perec chiama clina­ mò al soccorso!"; oppure: "Egli passeggiava su e men (nella fisica epicurea, una deviazione spon­ giù pel giardino con le mani dietro la schiena, tanea degli atomi). leggendo tranquillamente "; e ancora: Questa volta gli esercizi del laboratorio "Ah! Ah! - fece egli in portoghese"; "E la carroz­ riguardavano la tecnica del lipogramma (riscri­ za partì al rapido trotto di due cavalli lanciati al vere un determinato testo senza usare la lettera galoppo!"; "Si toccò la mano ... Orribile!! La sua "a" oppure la "e"); il metodo S + 7 (sostituire a mano era viscida e ghiacciata come quella di un ogni sostantivo di una frase di partenza il settimo serpente!". sostantivo successivo in ordine alfabetico di un In questa turbinosa panoramica non poteva­ vocabolario); l'aggiunta poetica (partendo dal mo dimenticarci della comicità scientifica, dirom­ verso di un poeta famoso, scriverne un altro della pente negli articoli pubblicati sugli Annals of stessa misura, o quasi, che faccia rima con il Improbable Research, la rivista americana che primo; esempio: Nel mezzo del cammin di nostra assegna ogni anno gli Ig-Nobel, gustosi contro- vita/Accesi la TV per la partita). obel che premiano indagini scientifiche di esi­ larante assurdità. Gli Annals hanno ospitato studi sulla misurazione delle onde cerebrali di un campione di volontari nell'atto di masticare che­ ■ wing-gum di diversi colori e sullo spennamento delle galline come indicatore della velocità degli 6. uragani (Abrahams 1999). La parola comica Abbiamo speso due parole anche sul sorriso che provocano gli oggetti anomali, da quelli d'af­ fezione di Man Ray, di cui resta famoso il ferro da ell'ultima parte del corso ci siamo occupati del stiro con la parte liscia della piastra costellata di lato "divertente" del gioco linguistico, muovendo chiodi, a quelli introvabili di Carelman, noto per dal presupposto che diverte chi è capace di stu­ la sua caffettiera del masochista che ha il manico pire in modo originale ovvero chi riesce a mostra­ dalla parte sbagliata, per finire con quelli inutili re un aspetto sorprendente, inatteso, nuovo, inu­ di Bruno Munari progettati per suonare il piffero, sitato del codice linguistico, generando nel letto­ prevedere l'aurora, mortificare una zanzara ed re sorpresa e spaesamento. Difficilmente defini­ altro (Carelman 1978; Man Ray 1970; Munari bile in modo esaustivo per la sua enorme e conti­ 1994). nua libertà d'invenzione, il comico, genericamen­ Il laboratorio di questa sezione era indirizzato te inteso come tutto ciò che è capace di produrre a descrivere un oggetto improbabile, sulla falsa­ il riso o il sorriso, e dunque di riflettere e di riga dell'acchiappa-nuvole, un marchingegno per ricreare una delle fondamentali esperienze fare ombra d'estate sulle spiagge assolate o della umane, è stato un terreno fertile per la fioritura bi-pentola progettata per cuochi gemelli o infine di molte teorie. Fra le più importanti quella di dell'agitatore di coda per cani pigri. Henri Bergson per il quale il riso nasce dall'evi­ Il corso è terminato con una breve escursio­ denza della meccanicità della vita e del corpo ne intorno alla letteratura del nonsenso, là dove ridotto a burattino, a oggetto; quella di Sigmund il comico si maschera fra le pieghe di un verti­ Freud secondo cui il motto di spirito è una scari­ ginoso e caotico pastiche di parole (Rinaldi ca di energie psichiche represse e quella di Luigi 1997). Qui abbiamo familiarizzato con il lime­ Pirandello che definisce l'umorismo come il "sen­ rick, una specie di filastrocca nonsensica resa timento del contrario" (Ferroni 1974; Santarcan­ famosa dallo scrittore e pittore inglese Edward geli 1989). Lear (1812-1886), che scrisse molte di queste Abbiamo parlato anche dell'umorismo nero di poesiole assurde per i suoi nipotini (Lear 1970; André Breton e dell'umorismo involontario, forse Manfredi e Trucco 1994). Ecco un esempio di il più sublime, come quello di Pierre-Alexis limerick leariano: "C'era un vecchio di palu­ Ponson du Terrai! (1829-1871), autore del popo­ de/di natura futile e rude/seduto su un roc­ lare ciclo di Rocambole, 22 volumi usciti nel chio/cantava stornelli a un ranocchio/quel di­ periodo 1859-1867, che scrive frasi di questo dattico vecchio di palude". Alla tecnica di tipo: "Con la mano destra afferrò il pilota, con la costruzione del limerick ci ha introdotto Gianni 240 sinistra strinse a sé la fanciulla, e coll'altra chia- Rodari, delizioso conoscitore della grammatica Le parole nelle parole

della fantasia (Rodari 1973: 43-45). el menu del nostro ultimo laboratorio erano Il discorso ha spaziato infine sul plurisignifi­ suggeriti due esercizi: 1. scrivere un limerick; 2. cato delle parole e sugli slittamenti semantici, prendere un proverbio, una frase famosa, un vale a dire sull'ambiguità nutritiva del linguag­ luogo comune e stravolgerne il senso con il sem­ gio, tanto più stimolante, specie nel campo poeti­ plice cambio di una lettera o di una parola; ad co-letterario, quanto più ingenera dubbi e incer­ esempio: Meglio tarli che mais, Chi dorme non tezze fruttiferi, cortocircuiti della fantasia, un spoglia peschi, Ogni nodo sviene al petting, Una ampliamento degli orizzonti interpretativi. parola sUra l'altra.

Riferimenti bibliografici

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LA PAROLA COME OGGETTO ANOMALO Le parole nelle parole

Oulipiani ante litteram Non è necessario far ricorso agli "anagrammi" o Ludovico Lepòreo battezzò col suo nome i lepo­ "lipogrammi" saussuriani, spie di una dissemina­ reambi, sonetti le cui rime sfruttavano un giro di zione della parola-tema nel corpo di ogni testo quattro vocali (es.: -atto, -etto nelle quartine; -itto, classico, per accertare l'esistenza di numerosi pre­ -otto nelle terzine; oppure: -era, -ira; -ora, -ura). cedenti, per così dire oulipiani, presso i nostri Giambattista Marino, celebre per le sue acrobazie scrittori. verbali, fece largo uso degli ossimori, come in que­ Guittone d'Arezzo compose un sonetto, d'into­ sta otta a, in cui, non senza una ena di autentica nazione provenzale, tutto intessuto di ocaboli poesia, descrisse l'amore: legati al binomio porto/porta e un altro in cui si alternano, nei loro vari significati, due sole rime: Volontaria follia, piacevo! male, punto e gente. stanco riposo, utilità nocente, Il Boccaccio premise a L'Amorosa visione tre disperato sperar, morir vitale, sonetti realizzati raccogliendo acrosticamente le temerario timor, riso dolente; iniziali cli tutte le terzine di questo suo poema alle­ un vetro duro, un adamante frale, gorico, destinato a Fiammetta e "ai graziosi animi un'arsura gelata, un gelo ardente, virtuosi in cui Amor celato tiene il suo giocondo di discordie concordi abisso eterno foca". Antonio Alamanni in uno dei tanti suoi paradiso infernal, celeste inferno. sonetti nascose il nome della donna amata (Cicilia) in questo modo: Il prete sardo Giambattista Agnesi, nel buio della sua cecità, riuscì ad anagrammare più di Centun, centuno, cinquantuno e un'A, mille volte le prime parole della Salutazione compare, è la ragion ch'io mi disperi... Angelica: A ve, Maria, gratia piena: Dominus tecum = Alma Virga et pia Mate1� unica munda es E Michele di Bartolomeo, detto Tifi Odasi, gli = Arca Dei, gemma Numinis, tota pura, vale = Ego tenne bordone con un altro nome femminile, superna, immaculata, divfoa Mate1� ecc. Lucia: Luigi Casolini nel Saggio di elogi dedicati al pro­ prio mecenate Bandino Panciatichi non usò mai la Cinquanta Cinque e Cento & Un & A lettera R, spiegando di essersi risolto a farlo, "pic­ fa il nome che il mio cor sempre desira ... cato dall'ingiustizia" che i blesi fossero per il loro difetto considerati "stupidi, inetti e di plumbeo Teofilo Folengo (Merlin Coccai) in un sonetto talento". che precede L'Orlandino fece comparire in acrosti­ E per chiudere in allegria questa rassegna di co il proprio pseudonimo; Baldassarre Castiglione anticipatori delle contraintes oulipiane, affidiamo­ nel Cortegiano descrisse una serata alla corte ci a un raccontino a bisticcio del nostro re degli d' rbino, in cui tutti i gentiluomini si erano umoristi, Achille Campanile. Al termine di una cimentati a interpretare una S che la Duchessa spaventosa eruzione, in paese riprende la vita. portava in fronte; Luigi Grato, il Cieco di Adria, si Alla piccola Iva, rimasta putroppo orfana dei geni­ divertì a fabbricare tautogrammi cli questo tipo: tori, accudisce la vecchia nonna Eva. Costei si preoccupa anzitutto di togliere qualche residuo di Donna da Dio discesa, don divino, lava davanti alla porta di casa; poi pulisce il Deidamia, donde duol dolce deriva, nonno, insudiciato dall'eruzione; infine, prepara debboti donna dir, debbo dir diva, una frittatina e un po' d'uva per la nipotina. dotta, discreta, degna di domino? Un'immaginaria annunciatrice a questo punto non potrebbe che riferire: "Eva, l'ava, leva la lava, lava Serafino Ciminelli, L'Aquilano, oltre ai bisticci l'avo e alleva l'Iva con l'ova e l'uva". profusi nei suoi componimenti, amò i versi echici. G. A. R. Questi i primi due versi di una sua famosa ottava:

Ahimè! che avrò del mal ch'io porto? Porto. Son spirti qui, ch'odo un accento? Cento.

·····························••·······························································•···································•················································•············ ...... Xl CONVEGNO Con il patrocinio della Scuola di Specializzazione a11· Insegnamento NAZIONALE Superiore. della Facoltà di Lettere e Filosofia e della Facoltà di Lingue e STRAORDINARIO Letterature straniere dell'Università GISCEL degli studi di Chieti "G. D'Annunzio'', della Facoltà di Lettere e Filosofia La cultura linguistica nella formazione dell'Università degli studi dell'Aquila, degli insegnanti del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione della Facoltà di Pescara, 26-27-28 aprile 2001 Scienze Politiche dell'Università di Teatro CIRCUS Teramo Piazza Santo Spirito

I temi del convegno 2. Le richieste istituzionali 1. Lo stato dell'arte 2.1. Quale cultura linguistica viene richiesta agli inse­ La cultura linguistica degli insegnanti prima e dopo il gnanti dai programmi ufficiali e da quelli sperimentali 1975 oggi in vigore 1.1. Rilevamenti e indagini su quale e quanta linguisti­ 2.2. Quale cultura linguistica la scuola dell'autonomia ca ha sostanziato e sostanzia la formazione degli chiederà agli insegnanti italiani insegnanti: (a) di scuola dell'infanzia ed elementare 3. La formazione futura (b) di scuola media e media superiore Insegnamenti linguistici nelle Università e nelle SSIS (c) di lingua straniera 3.1. Ruolo e funzione delle discipline linguistiche (d) di altre discipline come le matematiche, le nell'Università riformata scienze della natura, le economiche, le giuridiche, 3.2. Ruolo e funzione delle discipline linguistiche nelle ecc. SSIS 1.2. Fonti e luoghi della formazione della cultura lin­ (a) bilancio sul ruolo e il peso della formazione lin­ guistica degli insegnanti: guistica nel primo ciclo di attivazione delle SSIS (a) l'università (b) il rapporto tra l'area comune e le altre discipline (b) l'aggiornamento (c) quale e quanta formazione linguistica per la plu­ (c) l'editoria e altre agenzie formative ralità degli insegnanti (d) le associazioni 3.3 La lingua come strumento di lavoro: quanta e quale lingua sanno usare gli studenti universitari e gli specializzandi

Iscrizione Per iscriversi al convegno, prenotare l'albergo e avere ogni altro tipo d'informazione è sufficiente una telefonata (o lasciare in segreteria nome, cognome e telefono) allo 0368.7551808. La quota di iscrizione è di 50.000 lire. A Pescara si arriva in auto da Roma, con l'A24 Roma-Pescara; da nord o da sud con l'A14; in treno da Roma e da nord o da sud lungo l'asse ferroviario Bologna-Pescara-Bari con arrivo alla stazione di Pescara; in autobus dalle principali città italiane e in aereo, da Milano, con volo giornaliero. 243 ■ Un gioco che mette in croce

r)uando un oscuro giornalista di Ed eccoci al punto. Che cos'è, in verticale tutti i suoi libri, già Uliverpool, sbarcato a New York nella sua intima struttura, un cru­ scritti orizzontalmente": una spe­ in cerca di fortuna, propose per il civerba? Un piccolo dizionario cie di contrainte oulipiana, con Natale del 1913 ai lettori del Fun, capovolto. Ciascuno di noi, se ha almeno trent'anni di anticipo sui supplemento settimanale del New bisogno di conoscere il significato vari Queneau, Perec e compagnia York World, il primo cross word di una parola, si rivolge al diziona­ bella. puzzle, probabilmente non immagi­ rio (o vocabolario) di fiducia e lì nava che quel suo gioco avrebbe trova la definizione. Nel cruciverba he cosa fece Bernard? Si di­ stregato il mondo. Oggi il Cruciver­ si compie il percorso inverso: ogni Cvertì a creare definizioni a dop­ ba diletta miliardi di persone che definizione è già pronta, al posto pio senso del genere: MURATORE: ingannano libero inseren­ giusto nella colonna delle orizzon­ Un tipo edificante - TATUATO: do parole su parole nei quadretti di tali o delle verticali, ed è il cruci­ Punto sul vivo - SORDO: Molto ru­ un reticolo in bianco e nero, in fun­ verbista che deve estrarne, stavo more per nulla - MARESCIALLO: zione delle relative definizioni. per dire il lemma, cioè la parola Uomo che ha meritato il bastone. In realtà il nuovo gioco non invocata. Un enigmista di oggi vi troverebbe conquistò immediatamente il suc­ Un simpatico esercizio, non il seme delle Crittografie mnemo­ cesso. Ci vollero dieci anni, e una privo di qualche esito culturale, niche; la maggior parte dei soluto­ serie di combinazioni sulle quali ma, a dire il vero, aridamente mec­ ri del tempo, digiuni di enigmisti­ sorvolo, perché il contagio si dif­ canicistico. L'autore del gioco ca, vi trovavano il motivo di man­ fondesse. In Italia fu la Domenica domanda: Qual è il fiume che dare al diavolo chi complicava ma­ del Corriere nel febbraio del 1925 passa per Roma? e tutti (qualcuno ledettamente le cose. Soprattutto a proporre il primo, facilissimo, con l'ausilio di un'enciclopedia) si quando il satanico facitore di pa­ schema, suscitando l'entusiasmo affrettano a compitare nelle appo­ role incrociate, dopo aver definito di persone di cultura, come Fer­ site caselle le fatali sei lettere: T, la Fenicia come un "paese d'Eu­ nando Palazzi, Emilio Cecchi, Va­ E, V, E, R, E. Nessuna difficoltà, ropa", spiegava con un sorriso di lentino Bompiani e altri. Si trattò di occulta o palese, nessun tranello compatimento, a quanti lo aveva­ inventare subito un nome italiano, verbale, che possa fare di un cru­ no sbeffeggiato per la sua colos­ che grosso modo corrispondesse civerba un vero gioco enigmistico. sale ignoranza in fatto di geogra­ a quello inglese, ma i primi voca­ A meno che ... fia, che lui aveva inteso parlare boli presi in considerazione furono E qui ci soccorre qualche altro non dell'Europa continente, ma di tali da far rabbrividire: chiasmatò­ grosso nome. Per la Francia, quel­ Europa figlia di Agenore, re della grifo, onomàstoro, storenigma... lo dell'umorista Tristan Bernard, il Fenicia. Finalmente prevalse il buon senso quale si rese famoso affermando: Analoghe malignità imbastiro­ e ci si accordò su parole incrocia­ "Le parole incrociate sono il gene­ no sui giornali americani tre auto­ te e, con un generoso tributo al re letterario più elevato che esi­ ri, adeguatamente muniti di pseu­ latino, su cruciverba. sta", e proponendosi "di riscrivere donimi desunti da personaggi del- 244 •·································· ································································································································································································································""''' Giuseppe Aldo Rossi ■

l'Inquisizione spagnola. Il primo, e Non odi. In tal contesa parli scuramento", le cui definizioni (del più famoso, si firmava Torquema­ una voce al cuor: tipo: "Milano vista di notte", "Bo­ da. È sua la famosa definizione perpetua nel fermento brilli logna al buio", "Genova tre ore Importante città in Cecoslovac­ la gioia ancor! prima dell'alba") inducevano il chia con sorprendente soluzione solutore ad annerire tutti i qua­ Oslo... sorprendente fino al In conformità di una noticina dretti. Salvo uno. E una nota spie­ momento di scoprire che nel che sulla rivista a pie' dei versi gava che esso era dovuto all'indi­ nome Cecoslovacchia è incluso avvertiva: La graziosa novità di sciplina di un cittadino, che aveva graficamente il toponimo Oslo. questo Cruciverba consiste nel far lasciato la luce accesa. trovare al solutore anche il dise­ a l'umorista francese e l'inqui­ gno, lascerò ai lettori il piacere di n dramma autentico invece si M sitore americano costituivano realizzare il semplicissimo sche­ U ebbe ai primi di giugno del delle isole nel mare delle banali de­ ma, limitandomi a spiegare il 1944, quando gli Alleati stavano finizioni in chiaro. Fu per questo senso nascosto del distico vallet­ preparando quello sbarco sulle co­ che gli enigmisti italiani da princi­ tiano: Non odi (SORDO). In tal ste della Normandia, che avrebbe pio accolsero senza entusiasmo la contesa (RISSA) parli una voce al cancellato il nazismo. novità, considerandola un puro e cuor (AMORE): perpetua (SERVA) I giornali inglesi, nonostante il semplice gioco di parole. Qualche nel fermento (RASPO) brilli la gioia periodo di guerra e la diminuzione anno più tardi un paio di riviste ancor! (OPALE). delle pagine, continuavano a pub­ specializzate si decisero a ospita­ Bisogna però dire che il cruci­ blicare il loro cruciverba quotidia­ re, e addirittura a bandire concorsi verba, in quasi 80 anni di esisten­ no. Su uno di essi, proprio alla vigi­ per cruciverba dotati di definizioni za, non ha molto attecchito tra i lia della grande invasione, compar­ a struttura dilogica, come Santa patiti della Sfinge, a differenza di vero cinque parole, apparente­ Sfinge voleva. Ci fu allora il solito quanto avviene sulle riviste popo­ mente innocenti: Utah, Neptune, Valletto che inventò il Crucimini­ lari, dove si realizzano continua­ Mulberry, Omaha, Overlord. Eb­ mo, uno schema con solo sei paro­ mente delle varianti allo schema bene, tutt'e cinque quelle parole le, tre orizzontali e tre verticali, ov­ classico (per esempio, lasciando facevano parte del cifrario segreto viamente munito di definizioni a in bianco tutto il reticolo, che i impiegato dagli Alti Comandi per struttura enigmistica. solutori - in base alle definizioni, l'imminente operazione bellica. Si Il primo Cruciminimo, capitato accompagnate dai numeri delle pensò subito a una clamorosa in un periodo un po' turbolento caselle da occupare - dovranno impresa dello spionaggio nemico, per il mondo degli edipi, s' intitola­ cercare di riempire non soltanto ma per fortuna ben presto ci si va Ansia di pace e condensava le con le parole, ma anche con i qua­ convinse che si era trattato soltan­ definizioni in due versi, il primo dretti neri). to di una incredibile, stupefacente dedicato alle orizzontali, il secon­ Durante l'ultima guerra un bur­ coincidenza. E le parole incrociate do alle verticali: lone inventò il "Cruciverba dell'o- non riuscirono a fermare la Storia. 245

UN GIOCO CHE METTE IN CROCE ■ -=...... Scrivere, riscrivere La mal111ità con un articolo

■ pendenti da vincoli di spazio e ■ di tempo imposti da ragioni editoriali e fattuali, richiede 1. una preliminare fase "investi­ 2. La nuova prova gativa" che sollecita la naturale Le notizie e di esame curiosità, prevede una base do­ le opinioni cumentata che neutralizza l'an­ Tra le novità del nuovo esame goscia del "non saper cosa di­ Ma scrivere per il giornale vuol di Stato appaiono diverse tipo­ re", e soprattutto richiede una dire molte cose diverse che è logie di prove interessanti. Tra lingua "aderente alle cose": es­ utile distinguere. Sebbene la queste, mi pare veramente im­ senziale, chiara, coerente nel­ struttura del linguaggio gior­ portante la possibilità ricono­ l'argomentazione. nalistico sia sostanzialmente sciuta ai ragazzi di scrivere, co­ La novità legislativa è ri­ unitaria, la suddivisione dei me prova d'esame, un articolo uscita infatti a produrre subito materiali secondo le diverse se­ di giornale. Dando agli studen­ effetti: si profila un'interessan­ zioni del giornale (la cosiddet­ ti la possibilità di produrre, al te sinergia tra mondo della ta "foliazione") ha prodotto col posto del tema tradizionale, un scuola e mondo del giornali­ tempo generi specifici: dall'in­ articolo creato per informare e smo, che potrà avere efficacia formazione politica al giornali­ farsi capire da un pubblico ben nel correggere alcune deforma­ smo sportivo, a quello econo­ definito, si punta a un obiettivo zioni nelle abitudini di scrittu­ mico, di costume, all'informa­ più globale: rompere con una ra degli italiani. Ad esempio, zione culturale, alla recensione tradizione di amplificazione re­ chiedendosi preventivamente di spettacoli teatrali o cinema­ torica fine a se stessa. qual è lo scopo del proprio la­ tografici, ecc. Come orientarsi Tra le due tipologie testuali voro e organizzarlo secondo un quindi nell'insegnamento? ci sono differenze sostanziali. Il piano, ci si può liberare dallo È noto che, nella storia del tema non ha limiti di spazio, è stile a ruota libera, che prevale giornalismo, i compiti di infor­ ad uso esclusivamente scola­ ancora in Italia in molte attività mazione e di commento si sono stico e tratta spesso di conte­ di scrittura scolastica, e a volte spesso fin dalle origini intrec­ nuti astratti, veicolati per di anche professionale. ciati tra loro, definendo almeno più da una lingua che vuole es­ due scopi del comunicare at­ sere specialistica ma non sem­ traverso il giornale, riassumi­ pre è ben assimilata. L'articolo bili nei due distinti termini del­ di giornale, invece, prevede re- la tradizione anglosassone: 246 gole di produzione chiare, di- news e vjews (cioè "notizie" e c ...... Ugo Cardinale Codicie meccanismi dell'articolo digiornale [email protected] in vista dell'esame dimaturità "opinioni"). Tuttavia è possibile dai primi anni del Settecento ispirava la scrittura giornalisti­ distinguere, tra i generi che va­ anche i primi esempi di "arti­ ca, sostituendo, alla presenza riano in un conUnuum, i due coli di fondo", dovuti a noti uo­ del giornalista che descrive o poli che si collocano agli estre­ mini di lettere, come Swift, De spiega, la rappresentazione rea­ mi di esso: l'articolo di cronaca Foe e altri), si sono resi possi­ listica dei fatti stessi dal di den­ e l'editoriale. bili con l'allargamento dei let­ tro, soggettivamente" (Papuzzi Punto di partenza dell'infor­ tori al di là della ristretta élite 1998: 26). Montaggio di scene mazione giornalistica è infatti borghese dei primi tempi. dal vivo, impiego di dialoghi la notizia. Ma quando un fatto, Dai pionieri della carta che riproducono il modo di par­ un evento diventa notizia? Gli stampata ad oggi i tempi sono lare dei protagonisti, ricostru­ studiosi del linguaggio giorna­ cambiati e la definizione di ciò zione di atmosfere, stati psico­ listico hanno coniato il neologi­ che "può diventare notizia" ha logici, uso di un punto di vista smo newsworthy (qualcosa co­ incorporato un sempre mag­ interno alle vicende, di un pro­ me "degno di diventare noti­ gior numero di fatti interessan­ tagonista o di un testimone, rea­ zia" o addirittura "notiziabile"), ti, non solo "oggettivamente" le o ipotetico, ecc. - tutte queste per indicare i requisiti di ciò descrivibili, ma anche soggetti­ risorse, tecniche e trovate han­ che può essere interessante vamente commentabili. no segnato il passaggio dallo per il lettore e quindi pubblica­ straight reporting ali' interpreti­ bile sul giornale. ve reporting, dalle news alle Teoricamente, con la nascita features (dal risvolto romanze­ della concezione moderna di ■ sco), dalla chiarezza descrittiva notizia e con la rivoluzione del­ allo "stile" letterario. la penny press, cioè dei quoti­ 3. La polemica stessa che ha diani venduti da uno strillone a Verità o fiction? accompagnato la storia del gior­ un penny, il campo di ciò che è nalismo sul "dilemma dell'o­ "notiziabile" si è allargato note­ Questa tradizione ci consegna biettività" conferma dunque volmente rispetto alle origini, dunque una opposizione anco­ quanto sia problematico l'accer­ ampliando potenzialmente il ra irrisolta: giornale come cro­ tamento della notizia e il pro­ numero dei lettori. Agli inizi naca di fatti o come espressio­ blema (anche etico e deontolo­ della storia del giornale in età ne di opinioni? Ecco i due poli gico) dell'uso delle fonti. moderna, ciò che era "notiziabi­ lungo i quali si collocano i ge­ L'obiettività, intesa come fe­ le" erano in prevalenza infor­ neri giornalistici. Il giornali­ deltà al vero, è perseguita so­ mazioni di carattere commer­ smo politico, per sua natura, prattutto nella cronaca, intesa ciale e finanziario (prezzi delle non può limitarsi ai fatti, per­ come esposizione delle notizie derrate nei mercati internazio­ ché il pubblico esige il com­ sulla base della famosa regola nali o tariffe dei noli marittimi), mento, che lo aiuti a capire e a americana delle cinque W e i giornali che le riportavano si prendere posizione. La cronaca Ma quale requisito "fa noti­ chiamavano corantos (dall'olan­ o reportage sembrerebbe inve­ zia"? I fattori che accrescono il dese krant "giornale"). Poi si ce chiedere un obiettivo rispec­ grado d'interesse di una notizia svilupparono, specialmente in chiamento dei fatti. per il pubblico possono essere ambiente anglosassone ( cfr. il Storicamente, nel giornali­ sintetizzati così (cfr. Papuzzi Daily courrant di Londra del smo americano era considerata cit.; Arricale 2000): novità, vici­ 1702), fogli periodici, integrati di maggior valore la descrizio­ nanza, dimensione, importanza, da "lettere al direttore", da illu­ ne, dato che si predicava "l'en­ drammaticità/emotività, comu­ strazioni, e fogli aperti a dibat­ fasi sui fatti". Ma tale approccio nicabilità, sensazionalità, con­ titi di carattere politico, apprez­ è stato rivoluzionato dal new flittualità, utilità (anche in ter­ zati a partire dall'età napoleoni­ joumalism degli anni Sessanta, mini di conseguenze pratiche), ca anche nel mondo continenta­ in cui si fecero un nome giorna­ esclusività (la capacità di batte­ le europeo, non esclusa l'Italia listi-scrittori come Tom Wolfe, re sul tempo la concorrenza), ri­ (cfr. Laparelli-Ludovici 1999). Truman Capote, ecc. Questo ferimento all'idea di progresso Tali sviluppi storici del gior­ giornalismo "si è sforzato di e al prestigio sociale, interesse nalismo (in cui si sono visti fin sovvertire la convenzione che umano. 247

SCRITTURA ALL'UNIVERSITÀ • --- Scrivere, riscrivere

La notizia però rinvia a fonti, voluzionato nel "villaggio globa­ immaginata, in genere, come dirette o indirette. Queste costi­ le". una piramide rovesciata: si par­ tuiscono un presupposto impor­ Le prime agenzie sono nate te dal cappello (in inglese Jead) tante dell'attendibilità delle no­ nel corso dell'Ottocento (nel per poi procedere al racconto tizie, ma occorre essere consa­ 1811 la Garnier a Parigi e nel vero e proprio, secondo una sca­ pevoli che nessuna fonte è del 1852 a Londra la famosa Reu­ letta che parte dagli elementi es­ tutto neutrale. Come dice Fa­ ters). Oggi sono indispensabili e senziali e dai particolari più im­ puzzi (cit.: 13), "ogni fonte sono accessibili non solo per via portanti e significativi e, in mo­ proietta un cono d'ombra sulla cartacea, ma anche elettronica do decrescente, arriva a quelli notiziabilità di un avvenimento attraverso internet. Spesso quin­ meno influenti" (Arricale cit.: e non offre mai la verità di un di il compito del giornalista è 51). fatto, ma una versione possibi­ quello di "riscrivere" le notizie Se il Jead, costruito come ri­ le della verità, quando non è d'agenzia. sposta ai cinque interrogativi una semplice tessera di un mo­ La proposta della notizia d'a­ classici espressi nella regola del­ saico da ricomporre". genzia, nella sua nudità asettica, le 5W: who "chi", what "che co­ La verità come attendibilità e l'esercizio di "riscrittura" in sa", where "dove", when "quan­ è pertanto un traguardo, non termini di cronaca può pertanto do", why "perché" (a cui occor­ una qualità scontata. Nel gior­ essere un'importante prova sco­ rerebbe aggiungere how "co­ nalismo americano è molto sen­ lastica di scrittura, all'insegna di me"), non viene più inteso come tita la regola della doppia fonte quei rapporti d'interdipendenza un riferimento da applicare pe­ non anonima, che può offrire tra mondo della scuola e mondo dissequamente e viene invece un antidoto ai rischi di falso o di della stampa che si vogliono raf­ reinterpretato con note di colore deformazione connessi alle forzare attraverso il progetto pe­ e di stile personale, la scaletta "fonti confidenziali", fonti uffi­ dagogico, concretizzatosi nel continua ad essere un'impor­ ciose protette dal "segreto pro­ protocollo d'intesa sottoscritto tante regola di costruzione del fessionale" (che possono forni­ dal Ministero della P.I. e dalla pezzo per un'informazione com­ re un surplus d'informazione, Federazione Nazionale della pleta, corretta e rapida. ma comportare rischi di denun­ Stampa. La scaletta serviva un tempo ce, accuse, rischi pericolosi, an­ D'altronde, anche gli scrittori per consentire la programma­ che se calcolabili). È una regola hanno cercato ispirazione nella zione dei "tagli" imposti da ra­ non prevista espressamente nel cronaca per i loro racconti (così, gioni editoriali, riservando alle giornalismo italiano, ma ben ad esempio, Dacia Maraini o Di­ ultime righe le parti più margi­ augurabile in un universo sem­ no Buzzati). E ciò non può che nali; oggi, serve ancora per ren­ pre più "manipolato" dall'infor­ essere una conferma delle po­ dere esplicita (quindi riproduci­ mazione. tenzialità di scrittura e riscrittu­ bile) la tecnica di presentazione ra offerte dalla cronaca, cioè da del "pezzo". quella realtà, quotidiana o no, Nella nostra tradizione gior­ che per la sua "sensazionalità" nalistica si è più spesso parlato ■ può rivestire un interesse per di "attacco" che di lead, un mo­ un pubblico di lettori. do più popolare per esprimere il 4. Per la scrittura del "pezzo", concetto di jncjpit della retorica Le agenzie nell'odierna scrittura al perso­ classica. L'jndpit è sempre sta­ na] computerviene fissato il nu­ to il segreto di un buon pezzo Tra le fonti giornalistiche, che mero delle battute (in passato si giornalistico: ecco perché può nel mondo della comunicazione parlava di cartelle, secondo uno essere importante enunciare la multimediale si dilatano enor­ schema in cui la cartella classi­ regola, ma non pretendere la memente, notevole importanza ca era fatta di 30 righe di 60 bat­ sua standardizzazione. assumono oggi le agenzie di tute) e vengono comunque im­ La regola delle 5W potrebbe stampa, che trasmettono le noti­ posti vincoli di sintesi e di con­ generare il rischio della banaliz­ zie internazionali di rilevante cisione, di grande esemplarità zazione dell'atto informativo, interesse, visto che il concetto di sul piano didattico. ma ciò andrebbe contro lo scopo 248 "vicinanza" si è ampiamente ri- "La costruzione del 'pezzo' è stesso della scrittura giornalisti- ■ ----- Scrivere, riscrivere ca che è quello di invogliare la • una dichiarazione, che ten­ braccio dell' UnUà e i "Contro­ lettura e di incuriosire il lettore. de a personalizzare la notizia corrente" del Gfornale di Monta­ L'attacco quindi è la parte più sul modello della comunicazio­ nelli sono stati un importante importante del testo ed è la par­ ne televisiva (es.: "La partita è esempio in Italia - e la rubrica, te che più richiede creatività e chiusa - scandisce bene le spazio fisso come "Il nostro Sta­ originalità all'autore. Anche la parole Silvio Berlusconi - E con to" di Carlo Casalegno. semplice cronaca può infatti fa­ questa frase dà l'addio alla Tra la cronaca e il commento re concessioni allo "stile". E a Bicamerale ... ", cit. da Papuzzi, si colloca anche il servizio di re­ questo proposito tutti i segreti in Stile Stampa, 1998), oppure portage, che non è un semplice della retorica classica possono una vera e propria citazione, resoconto dell'avvenimento nel diventare strumenti per miglio­ usata per lo più per avviare un suo farsi, ma la ricerca di nessi rare l' elocutfo e la djspositio. articolo di inquadramento e significativi tra fatti e altri fatti L'fodpU può muovere, se­ approfondimento; per dare loro la rilevanza di una condo lo stile tradizionale, da: • una frase interrogativa, che storia, articolata in sequenze. trasforma un fatto specifico in • un Jead enundaUvo che rac­ una questione d'interesse gene­ conta che cosa è avvenuto, rale (es.: "Il sogno di conquista­ senza coinvolgimento persona­ re il Mondiale di Fl è già svani­ ■ le del giornalista; oppure rife­ to per la Ferrari?"), ma, nella rirsi commistione di stili che caratte­ 5. • ad un lead sUuazjonale, che rizza ormai la scrittura giornali­ Quali articoli? ricostruisce ambienti (secondo stica, può manifestarsi anche la tradizione del new journa­ attraverso Sulla base della tradizionale no­ lism), sfrutta il pathos, cerca di • un commento in forma di menclatura degli articoli, in ba­ dare l'impressione al lettore di aforisma o l'esplicitazione di se alle diverse tecniche di rap­ trovarsi nel mezzo degli avveni­ un'opinione, anche se di per sé presentazione della notizia e al­ menti descritti, ricreando una tale tecnica contrassegna speci­ la diversa posizione occupata in scena concreta di particolare ficamente un altro genere gior­ pagina, si possono distinguere, impatto emotivo. nalistico, diverso dalla cronaca, oltre alle brevi, ai servizi, ai re­ come l'editoriale. portage, ai resoconti, agli edito­ Ecco un esempio, tratto da La riali, anche Stampa, citato da Traini, in Pal­ L'editoriale o articolo di fon­ lotti ( 1999: 175-176): do infatti non è mai d'informa­ • le inchieste di tipo investi­ zione pura e semplice, ma d'in­ gativo, che prendono il nome Pallido, magro, avvolto in un terpretazione o di commento. È dal linguaggio giudiziario e si cappotto liso, reggeva tra le ma­ l'articolo collocato in posizione articolano in più puntate ni una busta di plastica con le di apertura in alto a sinistra del­ (soprattutto nei settimanali), sue cose: un pigiamino e uno la prima pagina, senza occhiello coinvolgendo più giornalisti spazzolino da denti. Pasqualino, e sommario, e, se non è firmato, nel delicato compito di scoprire tre anni appena compiuti, era è espressione della linea politi­ verità nascoste e di esprimere pronto ad un viaggio senza ritor­ ca del giornale nel suo comples­ valutazioni critiche su realtà no. Stava per lasciare per sem­ so, anche se non è più come in controverse o oscure; pre il "basso" in cui è nato, nel passato necessariamente scritto • le inchieste sociologiche di centro antico di Napoli. Per i dal direttore. tipo conoscitivo; suoi era merce preziosa: i geni­ È però espressione di un re­ • le interviste, che, contraria­ tori, infatti, lo avevano venduto dattore o un collaboratore auto­ mente alle apparenze, risulta- per cinque milioni ad una cop­ revole o di prestigio su un tema no un genere molto difficile, pia che da anni tentava inutil­ di particolare rilievo nel mo­ perché richiedono competenza mente di avere un figlio. mento. Sottocategoria dell'edito­ (quello che il manuale inglese riale e dell'opinione è il corsivo, PracUcal Newspaper ReporUng È possibile anche iniziare commento polemico, tra l'ironi­ chiama il background) e padro­ con: co e il tagliente - di cui i Forte- nanza tecnica nella giustappo- 249

SCRITTURA ALL'UNIVERSITÀ Scrivere, riscrivere

s1z10ne e articolazione delle della stampa quotidiana ( cfr. una responsabilità nei con­ domande e delle risposte; sull'argomento A. Cicalese, in fronti del pubblico di lettori cui • il pastone o nota politica, in Pallotti, 1999: 139-155). si rivolge e chiamano in causa cui si elencano i fatti politici Secondo una classificazione inevitabilmente problemi de­ più importanti della giornata; di Guglielmo Zucconi, in G. ontologici. • le notizie specialistiche di Faustini (1990: 132), i titoli Acquisire quest'attenzione carattere economico e finanzia­ possono distinguersi in due ca­ per il destinatario è quindi rio; gli articoli sportivi, ricchi tegorie: avalutativi, propri di un'importante esperienza edu­ di espressioni metaforiche giornali indipendenti, e valuta­ cativa per lo studente che gli fa creative; tivi, tipici di giornali schierati vivere "in situazione" i dilem­ • le recensioni di spettacoli e più impegnati politicamente. mi dell'etica e gli interrogativi teatrali e cinematografici o di Alcuni (come Arricale, cit.), filosofici sulla ricerca della libri. suggeriscono al riguardo alcu­ "verità". ne distinzioni: Le discussioni sui diritti e Ciascuno di questi generi ri­ doveri del giornalista, ad esem­ chiede abilità tecnica, ma tutti • rispetto alla forma: nomina­ pio, sono confluite in Italia in oscillano tra i due poli estremi li ("Neve sull'Alta Italia"), ver­ un codice deontologico costi­ che abbiamo individuato: le esi­ bali ("Nevica sull'Alta Italia"), tuito da 13 articoli, approvato genze della descrizione e quelle ellittici ("Un'altra strage"); nel 1998. La parte dei doveri, dell'interpretazione. Lo studio • rispetto al contenuto: deno­ come sottolinea Papuzzi ( cit.: delle differenze tra testo de­ tativi ("Il governo modifica l'Ir­ 61), presuppone alcuni princi­ scrittivo e testo argomentativo pef"), connotativi ("Il governo pi basilari come: il rispetto del­ costituisce quindi la base fon­ modifica l'Irpef a danno dei ceti le persone, il rispetto della pre­ damentale per apprendere tali medi"); sunzione di innocenza, il dove­ tecniche di scrittura. • rispetto alla forma: paratat­ re di rettifica e la separazione tici ("Il governo modifica l'Irpef tra la ricerca di notizie e di in­ - colpiti i ceti medi"), ipotattici formazioni e gli interessi pri­ ("Il governo modifica l'Irpef che vati personali (si pensi al cam­ colpisce soprattutto i ceti me­ po economico finanziario). di")1. La professione giornalistica infatti pone spesso di fronte a 6. Il giornale è quindi un'oc­ conflitti tra diritto di cronaca, Alla fine il titolo casione di scrittura che mette dovere di rispecchiare la verità l'autore di fronte ad una serie e problemi di responsabilità: Un discorso a sé meriterebbe il di scelte di contenuto e di sti­ ecco un'altra interessante oc­ discorso sui titoli, senza consi­ le, che non sono però solo sog­ casione di dibattito da portare derare la grafica e le immagini, gettive, in quanto implicano nella scuola.

1 Una classificazione più semplice viene anche suggerita da F. Samaritani Pasanisi, in Faustini ( 1990: 138), con la distinzione della titola­ zione in "calda o fredda; in altre parole: dal titolo scandalistico al titolo informativo si passa per tutta una serie di temperature intermedie".

Riferimenti bibliografici

AA.W. (1998), Stile Stampa, Manuale di scrittura, Tori­ Laparelli, G. F.-Ludovici, M. (1999), L'articolo di giorna­ no, . le all'esame di maturità, Roma, Donzelli. Arricale, A. (2000), Fare ilgiornale oggi, Caserta, Spring. Pallotti, G. (a cura cli) (1999), Scrivere per comunicare, Faustini, G. (a cura di) (1990), Studjare da giornalisti, Milano, Bompiani. Ondg, Roma. 250 ■ --- Scrivere, riscrivere Uno s io l1ngu1stico da conquistare

■ cità e conoscenze in un conte­ parametri di progressione. È sto dato, per un determinato evidente, infatti, che l'educa­ 1. scopo. Se rileggiamo le indica­ zione linguistica procede con Il curricolo del zioni relative alla riflessione ciclicità e ricorsività e non sem­ "fare tutto" sull'uso linguistico contenute pre in modo rigidamente se­ nei diversi programmi che ho quenziale. A partire dagli anni Novanta i menzionato, possiamo probabil­ programmi Brocca delinearono mente condividere un'impres­ un progetto di educazione lin­ sione di accumulo e di sovrac­ guistica fortemente innovativo carico. E in effetti la mancanza che da allora ha orientato il la­ di una visione d'insieme del • voro dei docenti, le sperimenta­ curricolo di educazione lingui­ zioni, la ricerca didattica, l'edi­ stica, dovuta all'accidentato 2. toria scolastica. Quel testo for­ percorso politico che ha accom­ Un curricolo niva indicazioni -generali per la pagnato per decenni la vicenda "curvo" programmazione didattica dei della riforma scolastica, e la docenti, proponeva un'articola­ conseguente assenza di un ba­ Nel passaggio dal completa­ zione delle abilità linguistiche e ricentro specifico, ma funziona­ mento dell'obbligo (primi due della riflessione grammaticale le alla progressione degli ap­ anni) al triennio finale del ciclo in termini di obiettivi, contenu­ prendimenti, per ogni segmen­ secondario si potrebbero enfa­ ti e metodi. to scolastico ha generato in mol­ tizzare, ad esempio, alcuni Se collochiamo tuttavia quei ti casi la prassi del "fare sempre aspetti già presenti nei pro­ programmi in sequenza, dopo tutto", con effetti spesso opposti grammi Brocca. el triennio su­ quelli delle elementari e della alle intenzioni. periore, infatti, le indicazioni scuola media, non risulta facile Un primo passo potrebbe es­ proiettano nella dimensione cogliere la gradualità e la pro­ sere allora quello di individua­ della variabilità e dello sviluppo gressione curricolare soprattut­ re, in corrispondenza degli sno­ diacronico il controllo dei feno­ to se ragioniamo nei termini di di fondamentali dei cicli, alcu­ meni linguistici; nel biennio si un curricolo per competenze, ne coordinate generali di riferi­ delinea un progetto complessi­ cioè di un curricolo in cui gli mento, per poter connotare in vo fondato su finalità sia cogni­ obiettivi si rifanno ad un qua­ modo specifico i segmenti e de­ tive che applicative. dro organico di competenze e in finire meglio i criteri di gra­ La fase di completamento cui queste ultime rappresenta­ dualità, non per marcare cesu­ dell'obbligo del ciclo secondario no la messa in atto di prestazio­ re, per escludere o includere, potrebbe quindi puntare all' e­ ni che coniugano abilità, capa- ma appunto per stabilire dei sercizio e al potenziamento del- 251

Anna Rosa Guerriero Ancora una proposta sul curriculum linguistico, [email protected] aspettando il "riordino dei cicli" ■ -�...... Scrivere, riscrivere

le competenze lfoguisUco-cogni­ poraneamente spazio cli lavoro segnamen to/apprendimen to tive, posto che i traguardi for­ in rapporto alle "curvature" cli presuppone naturalmente un'or­ mativi attesi eia parte degli allie­ indirizzo - oggi identificate dalla ganizzazione adeguata del tem­ vi che escono dall'obbligo scola­ riforma nelle aree classico-uma­ po-scuola e dei moduli didattici. stico debbano gravitare essen­ nistica, scientifica, tecnica-tec­ E presuppone anche l'integra­ zialmente intornoal sicuro con­ nologica, artistica e musicale - e zione di vari ambiti disciplinari trollo degli usi funzionali della alla trasversalità degli obiettivi in percorsi di educazione lingui­ lingua e a quello di strategie co­ di apprendimento. stica. gnitive e metacognitive per l'o­ Pensiamo, ad esempio, ad rientamento dei processi di ap­ una macro-competenza, poten­ prendimento. I punti di forza cli zialmente ricca di intersezioni questo segmento sarebbero disciplinari, come quella di "me­ ■ dunque identificabili nella capa­ diare, manipolare e trasformare cità di analizzare attraverso le informazioni" e descriviamola categorie appropriate il sistema attraverso una serie di presta­ 3. linguistico nei suoi diversi livel­ zioni come quelle di "leggere e Competenze li cliarticolazione, nel controllo interpretare/elaborare e gesti­ e descrittori cli strategie cli manipolazione e re/spiegare e argomentare in Proviamo dunque a riformulare trasformazione delle informa­ forma verbale dati clitipo stati­ l'insieme cli procedure prece­ zioni scritte/orali finalizzate ai stico". In questo caso la gestione dentemente delineato in una diversi usi funzionali, nel con­ dei dati, ad esempio attraverso prestazione-tipo, che cli fattorap­ trollo delle abilità cli studio, nel fogli di lavoro Excel, diventa un presenta la descrizione in termi­ controllo ricettivo e produttivo oggetto integrato di intervento ni di compito di una competen­ di un ventaglio cli forme testuali didattico in cui confluiscono e za. Descrivere una competenza campionate secondo parametri interagiscono elementi specifici significa in effetti esplicitare: cognitivi, pragmatici e funzio­ disciplinari relativi: l'oggetto cui essa si applica (i nali. contenuti); i contesti d'uso (con Il triennio conclusivo ciel ci­ - alle competenze di calcolo e possibili intersezioni disciplina­ clo secondario potrebbe puntare cli gestione del software, ri); i gradienti di difficoltà con­ in modo più marcato al poten­ - all'argomento disciplinare nessi allo sviluppo curricolare e ziamento ed ampliamento dello trattato, i livelli cli padronanza. La rifor­ spazio linguistico generale, svi­ - alle specifiche strategie lin­ mulazione potrebbe perciò esse­ luppando occasioni di apprendi­ guistiche necessarie per pro­ re: "sa elaborare un resoconto ra­ mento ed esercizio linguistico durre un resoconto argomen­ gionato scritto (una sintesi/una delle varietà di registro, delle lin­ tato, ad esempio sotto forma relazione) su un argomento (in­ gue speciali, dei lessici discipli­ di relazione. ter-) disciplinare con indicazioni nari e delle specifiche forme te­ sull'estensione del testo a parti­ stuali ad essi connesse, delle va­ In questo com plesso cli pro­ re da fonti di tipo statistico e eia rietà diamesiche, in vista anche cedure, dunque, gli aspetti lin­ grafici di vario tipo". Conside­ cli un controllo e cli un uso con­ guistici interagiscono con altre rando che la scrittura di tesine e sapevole dei diversi media del­ competenze disciplinari ed relazioni è una prestazione cru­ l'informazione (telecomunica­ esemplificano uno dei modi in ciale per gli allievi del triennio zioni, multi-/iper-medialità, ecc.) cui il progetto complessivo di alle prese con aree cli progetto, e delle loro complesse funzioni educazione linguistica può esse­ aree di approfondimento, espe­ semiotiche; e potrebbe puntare re curvato secondo specifici pro­ rienze di stage e preparazione al inoltre a far acquisire la perce­ fili di uscita di indirizzo, ad colloquio dell'esame finale, pos­ zione storica dei fenomeni lin­ esempio, cliarea scientifica o tec­ siamo senz'altro considerare la guistici, che trova nel lavoro sul nica-tecnologica (ma non neces­ descrizione di quella prestazio­ testo letterario una delle occa­ sariamente, perché le procedure ne-tipo come uno dei tratti sa­ sioni più concrete cli analisi e cli trattamento dati dovrebbero lienti del profilo di uscita degli confronto. ùivenlare uno standard comune allievi del triennio. In questa prospettiva l'eclu- a tutte le aree). La pratica cli que­ Se quindi l'elemento costante 252 cazione linguistica offre contem- ste procedure in sequenze cli in- e ricorsivo è il saper elaborare una determfoata forma testuale ■ razionalizzare il rapporto tra a partire da fontie dati, i descrit­ biennio e triennio. Il soddisfaci­ tori che determinano la comples­ mento di questa esigenza impli­ sità della prestazione e che for­ ca la soluzione di alcuni nodi. 4. niscono parametri di controllo Le competenze Tra questi, sinteticamente, ne in­ potrebbero consistere nella va­ di scrittura dicherò due. rietà delle forme testuali di arri­ Un primo punto su cui an­ vo, nella varietà e pluralità delle Ma riportiamo il discorso sulla drebbe fatta chiarezza è proprio fonti, nella complessità delle ope­ situazione attuale, perché è su il rapporto tra struttura di una razioni da compiere, del lessico questa che bisogna progressiva­ prova d'esame e pluralità di da usare e dell'argomento da mente innestare un processo di procedure e ambienti di ap­ trattare; potrebbero pertanto pre­ razionalizzazione. ei program­ prendimento nell'iter formativo, vedere la prestazione a partire mi Brocca del triennio (la loro tenendo presente il forte condi­ da un documento verbale di me­ pubblicazione risale al 1992), si zionamento che la prima eser­ dia estensione/da più fonti ver­ parla, ad esempio, di "riassunti, cita tradizionalmente sui secon­ bali di varia estensione/da fonti entro spazi definiti, di singoli te­ di. Da un lato, infatti, l'opportu­ statistiche, tabelle grafici/da fon­ sti e sintesi di dati e concetti da nità di proporre una pluralità di ti miste di varia estensione. più testi, con corrette citazioni e forme testuali alle quali adde­ Analogamente si potrebbero riferimenti alle fonti"; a questa strare gli allievi ( opportunità individuare descrittori per la formulazione generale corri­ che è molto sentita nei pro­ competenza orale. La prestazio­ sponde nelle verifiche la richie­ grammi del biennio), non deve ne-tipo che meglio si offre all'os­ sta di un riassunto secondo para­ implicare la ricerca di una sorta servazione e a una valutazione metri di spazio e di tempo. Quei di canone tipologico, ma deve più sistematica è certamente programmi delineano dunque, mirare anzi a far percepire i di­ quella del parlato monologico, come contenuti, una serie di ope­ versi oggetti testuali nella loro secondo un registro più o meno razioni descritte in termini ge­ dinamicità e provvisorietà, og­ formale. Nel caso dell'elabora­ nerali. getti che variano al variare dei zione orale di un resoconto su Quali sono i punti forti della parametri pragmatici della co­ un argomento (inter-) disciplina­ scrittura delineati nei program­ municazione (una recensione, re a partire da fontidi tipo stati­ mi del triennio? Certamente il ad esempio, definisce una gene­ stico e da grafici di vario tipo, i controllo degli usi funzionali con rale finalità comunicativa, ma descrittori potrebbero essere ad l'assoluta preminenza assegnata può variare estensione e regi­ esempio: l'utilizzazione di una alle varie forme di scrittura di stro se è destinata a un quoti­ scaletta, di uno schema espositi­ sintesi; lo scrivere di testi a par­ diano, a una rivista letteraria o vo, di appunti connessi con i da­ tire dalla loro analisi puntuale; la alla "quarta di copertina" di un ti statistici; una durata minima scrittura argomentata; la scrittu­ libro). D'altro canto, bisogne­ (es. almeno tre-quattro minuti) ra creativa. Salvo che per l'ulti­ rebbe fare maggiore attenzione dell'esposizione fluente e conti­ mo caso, siamo abbastanza vici­ all'individuazione di forme te­ nua; l'utilizzazione di vari sup­ ni ai quattro tipi di scrittura im­ stuali che, in alcuni casi, posso­ porti all'efficacia della comuni­ postati nella prima prova del no risultare piuttosto improba­ cazione: lucidi, computer, ecc.; nuovo esame di Stato, introdotto bili nella situazione di esame l'adeguamento del tempo di nel giugno del 1999. Mancano (almeno in quella attuale); an­ esposizione fluente e continua al tuttavia, come si diceva, i criteri drebbe invece enfatizzato il ca­ tempo massimo assegnato (es. di progressione e di gradualità e rattere procedurale e integrato sei-sette minuti). l'esplicitazione di indicatori che della prova, come sostanzial­ Una descrizione più analitica possano fornire parametri di mente è oggi la prova che ri­ delle competenze facilita il com­ controllo. on a caso il dibattito chiede il trattamento delle in­ pito di costruire una progressio­ sulla nuova articolazione della formazioni di un dossier), di cui ne delle competenze, in questo prima prova dell'esame di Stato tuttavia vanno messi meglio a caso di quelle relative alla mani­ ha fatto emergere, fra l'altro, l'e­ fuoco alcuni elementi (tipologia polazione e al trattamento delle sigenza di definire i criteri di svi­ e funzionalità del dossier, ad informazioni nell'uso scritto e luppo delle competenze da veri­ esempio) e come potrebbe esse­ orale della lingua. ficare e, pertanto, l'esigenza di re, se le consegne venissero me-

UNO SPAZIO LINGUISTICO DA CONQUISTARE ■ --- Scrivere, riscrivere

glio focalizzate e organizzate, la zazioni future, consolidamento l'integrazione tra strutturazione prova di analisi del testo. oggi disturbato appunto da una delle conoscenze e articolazione Un secondo punto su cui si frammentazione e da una dilui­ dello spazio iinguistico com­ dovranno dare indicazioni chia­ zione ciel tempo cli lavoro didat­ plessivo. re è il modo con cui nel triennio tico in quadri orari in cui devono Un secondo criterio è ricava­ l'educazione linguistica, oltre ad entrare un numero eccessivo di bile dalla stessa caratterizzazio­ avere traguardi specifici ed auto­ insegnamenti (magari con una o ne dei primi due tipi della prima nomi, interagirà con gli altri am­ due ore alla settimana). Del resto prova scritta dell'esame cli Sta­ biti disciplinari in termini di at­ la formazione post-scolastica, to, rispettivamente l'analisi del tività e di apprendimenti (orga­ pre-universitaria e universitaria testo letterario e la trattazione di nizzazione modulare? compre­ è ormai un terreno fortemente un argomento letterario, scienti­ senze? integrazioni disciplinari? segmentato che va spostando in fico, tecnico, a partire da un dos­ altro?). Compito non facile, dal avanti le connotazioni professio­ sjer di documenti. L'articolazio­ momento che la riforma in corso nalizzanti. ne in chiave disciplinare della di elaborazione fa sì che molte In modo speculare, ambiti di­ prova chiede cliconiugare com­ variabili sfuggano ancora e ren­ sciplinari fortemente trasversali, petenze di tipo procedurale - dano difficile delineare un qua­ come appunto l'educazione lin­ trattamento e rielaborazione dro globale. Eppure, anche se guistica, dovrebbero invece com­ delle informazioni - con la ca­ non sappiamo ancora, ad esem­ piere un passo avanti verso una pacità di orientarsi in un certo pio, in quanti indirizzi effettiva­ maggiore integrazione con altri dominio cliconoscenze, pur non mente si articoleranno le aree campi di conoscenza ed acquisi­ implicando una precisa verifica del triennio, sappiamo comun­ re, entro una certa misura, una di queste. Alle spalle cliquesto que che il criterio sarà quello di curvatura di area di indirizzo. traguardo si tratta allora di im­ ridurre quelli oggi esistenti e che postare forme di scrittura fun­ questa operazione sarà possibile zionale di supporto alle attività non solo eliminando insegna­ di studio, secondo modalità più menti troppo connotati da spe­ ■ specifiche e strutturate cliquelle cialismi professionali, ma anche avviate nel biennio, ad esempio recuperando e insistendo sugli 5. schedature cli vario genere e aspetti fondamentali di discipli­ I traguardi scopo (note esplicative o di ri­ ne che oggi vengono insegnate formativi epilogo di concetti, termini, fe­ nel triennio con un'eccessiva nomeni o argomenti in varie di­ frammentazione funzionale a Un primo criterio nel disegnare scipline; schedature cli parole­ specifici campi professionali (le profili d'uscita dal triennio po­ chiave cli poetiche e di autori "chimiche" variamente aggetti­ trebbe essere dunque quello cli con relative contestualizzazioni; vate, ad esempio, o le varie "ma­ considerare tra i traguardi for­ schede sotto forma di tabelle, tematiche"). Questo non signifi­ mativi il controllo adeguato da grafici, mappe, ecc.), con le qua­ ca dimenticare le sollecitazioni parte degli allievi dei lessici di­ li imparare ad elaborare un pro­ esterne alla scuola, significa sciplinari, delle lingue speciali e prio dossier su argomenti vari, piuttosto puntare al consolida­ delle specifiche pratiche testua­ se non addirittura veri e propri mento dei "fondamentali" delle li implicate dalle discipline por­ nodi ipertestuali per la creazio­ discipline, condizione impre­ tanti di particolari indirizzi, con­ ne di un data-base personale o scindibile per tutte le specializ- trollo che realizza, in ogni caso, di classe.

'" 254 •••••••••••••••••• ••••••O•••••••••••O••••••••••OO•••••••••••••O .. ••••••••••H• •••••••O♦••••••••••oo••••••••••OO•••••••••O"•••••••••••••••••••••OO••••••••••••O••••••••••••••••••••••OOO•••••••••••OO••••••••••O•••••••••oOOoo•••• ••••o••••••••••OO••••••••••" ' ■ --- Scrivere, riscrivere

scritte, anche se per questo non da complesse catene di impliciti e ■ 3 meno impegnative. È il caso dei presupposizioni . Di per sé una corsi organizzati a Padova per gli richiesta del genere, del tutto 1. studenti di Scienze della comuni­ legittima, è condizionata dal poco Premessa cazione, che all'esame affrontano tempo disponibile, oltre che dalla una prova nella quale, in due ore disomogeneità delle competenze Scuole o laboratori di scrittura? e con uso di word processor [wp], di lettura/scrittura degli studenti Se prendiamo in considerazione devono ridurre di circa un terzo e dall'ulteriore disomogeneità le iniziative sorte di recente nelle un articolo di giornale, in genere delle loro competenze in video­ Università italiane a scopo didat­ un'intervista di 7-8000 battute, scrittura. tico, almeno dalla SIS creata da trasformandolo in un testo 1 Bruni del 1997 a Venezia , prefe­ "monologico". Essendo assegnate riamo più sommessamente chia­ ai singoli corsi, che finora si sono marle "corsi di addestramento tenuti per gli studenti del secon­ ■ alla scrittura" (e, semmai, "alla do anno, poco più cli dieci ore di videoscrittura" o "a certe forme di esercitazione, compito degli inse­ scrittura funzionale"). Guardando gnanti-istruttori è quello cli mette­ 2. il panorama variegato dell'offerta re subito la "classe", di circa una ll·testo di partenza 2 a disposizione degli stuclenti , trentina cli studenti, cli fronte a Qualche elemento di riflessione siano quelli di tutte le facoltà o simulazioni della prova d'esame, su alcuni aspetti rilevati nelle solo quelli di Lettere-Scienze per ottimizzare l'azione didattica. esercitazioni degli studenti, limi­ della Comunicazione, i corsi han­ el caso specifico, si richiede tandomi ad un solo testo e ad un no subito e subiscono via via una scrittura di sintesi, ma anche solo corso. Soluzioni e difficoltà costanti aggiustamenti. una scrittura funzionale piuttosto che incontreremo costituiscono Questi "corsi di scrittura" circoscritta e "professionalizzan­ tuttavia un sintomo delle precarie sono prevalentemente "generali­ te", che presenta comunque varie competenze di scrittura riscon­ sti", poiché tendono, del tutto op­ difficoltà. I testi-origine implicano trate più in generale-I. portunamente, ad operare anche una serie di competenze di lettura Quello che si trova a pagina su competenze ortografiche, sin­ abbastanza sofisticate, ancor seguente è uno dei primi testi tattiche e lessicali, non limitando­ prima che le complementari capa­ proposti agli studenti, nell'a.a. si a quelle testuali e, dunque, alla cità di scrittura necessarie a 1999-2000, per addestrarsi al più pragmatica e complessa capa­ riproporne una sintesi monologi­ compito che avrebbero dovuto cità di gestire le informazioni ca. Gli studenti, infatti, devono sostenere all'esame. (Raso 1999: 98). Qualche ateneo, saper comprendere testi ad alta Si tratta di un esempio "me­ tuttavia, ha ristretto il campo a densità informativa e saper opera­ dio", quanto a lunghezza e diffi­ esercitazioni più definite e circo- re inferenze talvolta complicate coltà (poco meno di 4000 battute,

Vito Maistrello La videoscrittura all'università: [email protected] un 'esperienza particolare di riscrittura abbreviata ■ Scrivere, riscrivere

Il fondo Onu per l'infanzia: "Nel 2000 un sesto dell'umanità non saprà leggere. Le donne le più discriminate" Un miliardo di analfabeti l'Unicef lancia l'allarme Da la Repubblica, 9 dicembre 1998 di Stefania De Lellis

Per garantire l'istruzione a tutti basterebbero sette miliardi di dollari l'anno: quanto in Europa si spende per i gelati. La sfida è mettere a punto scuole alternative per non escludere i bimbi lavoratori o i piccoli coinvolti in conflitti Quasi un miliardo di persone s'af­ la cifra sale a 150 milioni, un sesto della lo stato di salute generale dei piccoli. ma facceranno al duemila senza saper scri­ tota! ità degli analfabeti del pianeta. riduce anche la crescita demografica, vi­ vere il proprio nome. Incapaci di legge­ A essere tenute lontano dai banchi sto che le donne istruite hanno la ten­ re un libro o perfino di decifrare un'in­ sono soprattutto le bambine che rappre­ denza a sposarsi più tardi e ad avere me­ dicazione stradale. Un sesto dell'umani­ sentano i due terzi dei piccoli che non no figli. tà condannato al buio delJ'analfabeti­ hanno mai messo piede a scuola: co­ La sfida dei prossimi dieci anni per smo. Eppure. per invertire la tendenza e strette a lavorare in casa e fuori, a bada­ il Fondo dell'Onu non è soltanto in ter­ accendere in meno di un decennio la lu­ re ai fratelli più piccoli in assenza dei mini di quantità - più scuole e più mae­ ce dell"·abc'· su tutto il pianeta, baste­ genitori. discriminate nelle famiglie più stri-, ma di qualità. ·'Occorre mettere a rebbero sette miliardi di dollari ali" anno, povere che privilegiano l'istruzione dei punto sistemi nuovi di istruzione - si meno d.i quanto si spende negli Stati maschietti. Quando poi riescono ad ar­ legge nel rapporto - per raggiungere e Uniti per i cosmetici e in Europa per i rivare in aula trovano spesso un ambien­ coinvolgere il maggior numero possibi­ gelati. te ostile: insegnanti maschilisti e libri di le di bambini soprattutto nei contesti A lanciare l'allarme è il Fondo delle testo sessisti.Nell'Africa sub-sahariana più poveri e degradati". Orari flessibili Nazioni Unite per l'Infanzia, che dedica frequenta la scuola soltanto il 57 per e sovvenzioni per i piccoli Lavoratori, ai problemi dell'istruzione il suo rappor­ cento delle bambine, contro il 61 per maestri itineranti per raggiungere i vil­ to annuale. Ancora una volta i paesi più a cento dei bambini; nel Medio Oriente e laggi rurali, scuole mobili per i profu­ rischio sono quelJi in via di sviluppo. "In in Nord Africa la percentuale sale al 76 ghi. E infine, insegnamenti mirati per pratica- spiegano gli esperti delJ 'Unicef per cento per le femmine contro 1'85 per aiutare i milioni di bambini coinvolti in - per quasi un bambino su quattro negli cento dei maschi; nell'Asia meridionale conflitti a superare i traumi della guerra, Stati più poveri iJ diritto allo studio non solo il 62 per cento delle bambine va a ma anche semplicemente a sopravvive­ esiste'·. Sono almeno 130 milioni. infatti scuola contro il 74 per cento dei bimbi. re imparando quanto sia pericoloso ma­ i bimbi in età da scuola elementare che Di analfabetismo - soprattutto fem­ neggiare armi o attraversare un campo crescono senza avere accesso a un'istru­ minile - si muore. Tutte le ricerche, minato. Una richiesta infine ai governi. zione di base. E se a questi si aggiungo­ spiegano infatti all'Unicef, evidenziano Ai paesi poveri destinare il 20 per cen­ no 20 milioni di ragazzini che non rie­ uno stretto legame tra istruzione delle to dei propri bilanci e a quelli ricchi il scono a completare neppure quattro anni ragazze e progressi della salute dei bam­ 20 per cento degli aiuti allo sviluppo ai di elementari - il minimo secondo gli bini e delle stesse donne. L'istruzione programmi sociali: "È il migliore inve­ standard internazionali per poter consi­ femminile non solo diminuisce la mor­ stimento per garantire pace e prosperità derare un ragazzo come alfabetizzato - talità infantile e migliora la nutrizione e ai nostri figli".

dunque circa la metà d'una prova • assegnazione dell'articolo, • illustrazione conclusiva del­ d'esame); è stato assegnato all'i­ senza nessun "consiglio per la l'articolo, da parte del docente, nizio di uno dei corsi, appena lettura"; per individuare la struttura e lo chiarite alcune nozioni-base per • analisi-discussione in piccoli sviluppo dell'argomentazione; far produrre delle sintesi accettabili; gruppi per l'individuazione dei riconoscere sintagmi-pilota e pa­ la forma-intervista non è ancora nuclei tematici principali e del­ role-chiave, con rimandi intrate­ prevalente, come invece succede­ l'articolazione testuale; stuali significativi; esplicitare al­ rà in seguito5, ma è visibile una • sintesi scritta in aula, in pic­ cune "catene inferenziali" (D'Ad­ struttura di citazioni che in qual­ colo gruppo, di almeno due capo­ dio 1987); che modo la richiamano, per ana­ versi (con carta e penna), come • sintesi casalinga e individuale logia. avvio collettivo a procedure di degli studenti, scritta in genere Le modalità di lavoro sul testo "riduzione" completa del testo; con wp; sono state (e sono, in genr.re, • lettura di alcune delle sintesi • correzione delle sintesi pro­ durante i primi esercizi in aula) le prodotte, con discussione colletti­ dotte; seguenti: va dei differenti esiti; • correzione collettiva in aula, 256 ·· ...... ·········· F

con discussione dei fenomeni mo di "carenze ortografiche" (il e migliora lo stato di salute del­ testuali, linguistici e di edWng tipo "*un'ambiente", "*un'allar­ l'infanzia", 4: con un'ellissi che più ricorrenti ("positivi" e "nega­ me", tuttavia, non è raro). rende precaria la leggibilità della tivi"). Consideriamo piuttosto quei sintesi; fenomeni linguistici e semantici, • "Le statistiche condotte rivela­ In genere, e volutamente, più o meno consistenti, che no che J'istruzione - in particolar mano a mano che la serie di eser­ riguardano incompetenze, per co­ modo femminile - migliora la nu­ citazioni procede (in un corso si sì dire, di resa testuale e di gestio­ trizione dei bambini, facendo arriva a farne una media di sei­ ne lato sensu ciel proprio know­ quindi diminuire la mortalità sette complete), l'analisi del testo how di lettura-scrittura (metto in infantile, ma insieme a questa viene introdotta alla fine di cia­ corsivo, nelle citazioni, le espres­ anche lo sviluppo demografico", 4. scuna "unità di lavoro", a eserci­ sioni "incriminate", con indicazio­ tazione corretta, per non condi­ ne, alla fine cli ciascuna, ciel Di frequente si incontrano zionare la ricognizione sui risul­ numero di capoverso del testo-ori­ equivoci lessicali, talvolta in tati conseguiti da ciascuno stu­ gine a cui si riferiscono), nono­ forma di sopportabili lapsus cala­ dente. Tuttavia, per completare il stante il lavoro cli analisi prelimi­ mi ("insegnanti maschili" per quadro dei rilievi testuali e prag­ nare effettuato in aula. "maschilisti", 3; "tendenza all'al­ matici, nella lezione che intercor­ Alcune carenze sono da impu­ fabetismo" per "analfabetismo", re tra quella detta e quella in cui tare a disomogeneità grafica 1; "Asia Orientale" invece che il docente, "corrette" le sintesi (" centotrenta milioni... Centocin­ "meridionale", 3), ma altre volte individuali, potrà realizzare la quanta... ", capov. 2); a scarsa con­ in veste di "sinonimi" quanto "discussione collettiva" in aula, sapevolezza nell'uso delle maiu­ meno discutibili, o di parafrasi in viene proposto agli studenti un scole in acronimi e simili (" uni­ parte o in tutto fraintese, con altro articolo-intervista, con cef', 2); ad "accordo grammatica­ effetti di "reinterpretazione libe­ modalità simili, in avvio, ma con le" precariamente ad sensum ("un ra", se non proprio di "riseman­ l'aggiunta finale d'una sintesi miliardo clipersone ancora analfa­ tizzazione" (Baldini 1989): redatta dal docente. Lo scopo è beti", 1); a prolessi del comple­ • "basterebbero sette miliardi di quello di togliere imbarazzo alla mento, che obbliga a ridondanza dollari l'anno, paragonabili alle discussione sulle scelte operate e impropria, quanto a registro, in spese ... ", invece che "equivalen­ sugli eventuali limiti, per eviden­ testi come questo ("Se tale cifrala ti", 1; "un mmennio [?] di investi­ ziare non solo alcune buone aggiungiamo ...", 2). menti", 1?; "studio" per "scolariz­ opzioni ma anche aspetti di Pur essendo difficile, nella zazione/alfabetizzazione" in "in­ "debolezza" o "precarietà" testua­ limitata rassegna che facciamo, fatti nello studio vengono preferi­ le, espressamente introdotti. analizzare le scritture che, per ti i maschi, non solo come quanti­ eccesso di sintesi, tendono ad tà, ma anche come qualità", 3; omettere nuclei tematici sostan­ "secondo quanto prescritto dagli ziali, qualche esempio serve a standard internazionali", 2: non • ricordare la complessità del pro­ si tratta di 'prescrizione', ma di blema: 'convenzione'j'accordo', sulla base di determinati "parametri"; 3. • Alcuni risultati e "La sfida dell'Unicef, per spez­ "l'istruzione femminile è co1Tela­ qualche problema zare lo stretto legame tra livello di ta alla mortalità: una donna istruzione e mortalità infantile, istruita nutre meglio i figli...", 4. Tralasciamo qui di dar conto di punta quindi a migliorare la qua­ fenomeni morfosintattici e testua­ lità dell'insegnamento, in modo Tutto questo non è giustifica­ li che, con qualche riserva, sono da raggiungere il maggior nume­ bile, a nostro parere, solo con la da ritenere "minori" o "ovvi": ro possibile di bambini: dai picco­ fretta di esecuzione dell'esercizio: l'uso incerto della paragrafazione; li lavoratori ai profughi di guerra", non si vede quale utilità gli stu­ il ricorso, poco funzionale e stili­ capovv. 4-5: salta ciel tutto il rife­ denti possano ricavare da una sticamente "disequilibrato", all'i­ rimento all'istruzione "femmini­ simulazione casalinga che do­ potassi; l'impiego a-sistematico le", chiave cli volta del capov. 4, in vrebbero modulare su tempi, dell'interpunzione; le precarie questa sintesi omesso per intero; almeno in teoria, amplificati convenzioni di editing in fatto cli • "[Le donne istruite] sono più rispetto alle due ore della prova titolazione, di citazioni, di spazia­ informate sulla crescita dei figli, d'esame, se vogliono ottimizzare ture; ecc. E tanto meno ci occupia- cosicché diminuisce la mortalità tutte le operazioni di monitorag-

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6 gio del testo , rinforzando così o se ce l'hanno trovano ambienti sociali per i paesi ricchi, un inve­ qualche automatismo esecutivo. maschilisti", 3; stimento per garantire ai nostri Ciò vale anche per le incertez­ • "Si conclude col chiedere ai figli pace e prosperità": cosa ze sulle reggenze ("viene favorita governi...", 5, per rendere "Una significa? che cosa riguardano l'istruzione maschile a quella richiesta, infine, ai governi... ": questi investimenti? il "gioco" femminile", 3: qui si pensava a qual è il soggetto "logico", oltre delle preposizioni scardina l'"o­ "preferita", o simili), per cui che grammaticale? rientameto ciel senso"; basterebbe la consultazione di un • " ... sfida possibile solo con dizionario valenziale come il A completare il quadro di que­ l'aiuto economico dei governi, DISC: ma bisognerebbe avere ste "debolezze" si trovano anche destinando il 20% dei propri bi­ almeno un dubbio, in proposito, stereotipie, con effetto di "sfocatu­ lanci ai paesi poveri e altrettanto che qui non sembra trapelare, ra" semantica, nella resa del testo­ a quelli ricchi per i programmi oltre alla consapevolezza di certi origine: "il sesso debole", 3; "favo­ sociali". scherzetti che può giocare. la reggiamenti verso i maschietti", "contiguità semantica dei termi­ 3, al posto di un più adeguato ni" (Baldini, 1989), come sembra "favoritismi", semmai; "Un miliar­ ■ capitare in "Il rapporto annuale do cli persone... sarà incapace di dell'Unicef è dedicato all'analfa­ decifrare le scritte riguardanti il betismo. Sono 150 milioni, un nuovo millennio", 1; "tendenza 4. sesto della totaMà [invece che all'a[na]lfabetismo",1: ma c'è una Osservazioni finali "umanità"] gli analfabeti del pia­ "tendenza"?; "far raggiungere neta, di cui 20 milioni...", 1-2. Per almeno la quarta elementare ai Ritengo che si possano sottoscri­ non parlare di qualche nozione 150 milioni di bambini che oggi vere molte delle conclusioni a cui non peregrina sulle "valenze ver­ non ci arrivano", 2; "la discrimi­ in questi anni si è giunti, in fatto bali", capitolo in gran parte igno­ nazione sessuale ... limita ulterior­ di rendiconto operativo sulle to/ignorato dalla nostra scuola. mente la presenza tra i banchi, carenze di scrittura degli studenti Si notano, insomma, numero­ poiché le bambine sono conside­ universitari (bastino solo le osser­ se e varie debolezze "lessicali", rate più adatte ad altre mansioni", vazioni più recenti, come quelle diffuse e un po' preoccupanti, 3; "i due terzi dei bambini 'esone­ cli Raso 1999: 102-103, quando anche per fraseologia inefficace, rati' sono femmine", 3. riscontra, in un corpus considere­ dovuta a sintagmi verbali incom­ Proseguendo in questa esplo­ vole di elaborati degli studenti, pleti o usati assolutamente (che razione prevalentemente "lessi­ "scarsa capacità di riformulazio­ confermano, ad altro livello, le cale", arriviamo all'ultimo stadio, ne", "difficoltà di distinguere tra carenze "valenziali" segnalate): per così dire: quello dei problemi argomentazione, documentazione di "comprensione" e/o resa e esemplificazione", e soprattutto • "un bambino su quattro non testuale: "scarsa flessibilità· comunicati­ ha [garantito/assicurato], di fatto, va"). Tutto questo, in qualche il diritto allo studio", 2; • "Una risposta a questo proble­ modo, è assodato. • "L'Onu mira ad aumentare la ma viene cercata nell'aiuto econo­ Vorremmo richiamare tuttavia quantità: scuole e maestri; e la mico richiesto ai governi: baste­ l'attenzione di chi fa scuola a qualità: maestri itineranti per rebbero 7 miliardi... ", con infelice qualsiasi livello sul fatto che con­ raggiungere i villaggi, scuole attribuzione al capov. 5 di quanto tinua a perdurare, anche negli mobili", 5: con "scuole mobili" detto nel capov. 1 (i 7 miliardi non studenti universitari, la "perver­ che non "equivale" a "scuole mo­ sono i soldi chiesti ai governi!); sa" concezione per cui un "testo bili per i profughi"; • "Il rimedio a tale problema è da ridurre" è, in sostanza, un • "[le donne istruite] tendono a che ai governi poveri si dedichino "testo da tagliare", sul quale si sposarsi più tardi. .. procreando in [?] il venti per cento dei propri [di interviene poi con qualche ricuci­ numero inferiore e riducendo chi?] bilanci, e a quelli ricchi il tura di comodo tra le parti salva­ quindi il problema dell'eccessivo venti per cento degli aiuti allo svi­ guardate e/o parafrasate: questa, incremento demografico", 4: o si luppo di programmi sociali", 5; che pare un'osservazione quanto mette "procreando meno" oppure • "Si conclude col chiedere ai mai ovvia, di fatto continua a pro­ "procreando un numero inferiore governi di destinare il venti per durre "comportamenti linguistici" di figli"; cento clei propri bilanci ai paesi discutibili o inadeguati. • "[le bambine] non hanno la poveri e il venti per cento degli Dal la nostra esperienza cli 258 possibilità di frequentare [cosa?] aiuti allo sviluppo ai programmi scritture "universitarie" {che non ■ Scrivere, riscrivere si limita al piccolo esempio pro­ modellizzanti", del tipo "si ritiene do dall'uno all'altro (nel senso dotto) risulta infatti che: che", "è necessario operare in indicato da Simone 1990: 39-51, modo che/da", e simili (Spirito che parla di "tratti pertinenti" • il registro linguistico scelto 1999: 208-209), che più dei con­ anche per il loro aspetto di "arbi­ dagli studenti come "standard" nettivi in senso stretto servono a trarietà"). Succede invece, in per il testo di arrivo presenta un mantenere in equilibrio le modu­ molti casi, che _i nostri studenti grado di disomogeneità da impu­ lazioni fra le "voci" presenti nel non si creino un proprio avante­ tare, indirettamente, alle proce­ testo-intervista, spesso altrimenti sto, con i "tagli sincronici" neces­ dure "discrete" di questa sorta cli appiattite o cancellate nel testo­ sari per definire dinamicamente "taglia e cuci"; sintesi, se esso non è pensato un terreno di lavoro strutturale e • il ricorso integrativo o sempli­ come "trasformazione" del testo­ semantico, dal quale ricavare una ficativo alla "sinonimia" o, origine7. scrittura cli sintesi efficace. Le comunque, alle perifrasi di tipo moclellizzazioni avantestuali, per parafrastico per ridurre il testo­ Insomma: ci pare che quando quanto personali e "incomplete", origine, attinge a un "dizionario si producono scritture cli sintesi, permetterebbero loro cli giungere mentale" spesso approssimativo .. in genere, e in specie quelle di cui per strade meglio attrezzate al o condizionato da vaga "contigui­ ho riferito qui, si dovrebbe attin­ testo-bersaglio. tà semantica" con qualche sintag­ gere un po' clipiù alle modalità di Sarà anche questo da imputa­ ma ciel testo-origine; "sincronizzazione", tra testo-origi­ re ad un colpo di coda cli vecchie • i testi di sintesi sono, per lo ne e testo-bersaglio, e cli "perti­ e obsolete pratiche di scrittura più, privi o quasi cli "espressioni nenze" da salvaguardare, passan- della nostra scuola secondaria?

1 Non vanno dimenticate l'esperienza antesignana, in un certo • Un resoconto più articolato di quest'esperienza è stato oggetto cli senso, cli M. T. Serafini a Torino (Serafini, 1993 e 1994), il "labora­ un mio intervento al X Convegno G1SCEL, Ischia, marzo 2000 torio cli scrittura testuale" istituito eia F. Sabatini nel 1993-94 pres­ (Maistrello, in corso cli stampa). so la Terza Università cli Roma, e l'attività della rivista "Omero", 5 Per un'analisi relativa alle sintesi più specificamente eia intervi­ sempre a Roma, che ha intersecato poi le iniziative ciel sta rimando al mio intervento, cit., al Convegno di Ischia. Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari della Sapienza (De 6 Non solo cli quello cli partenza, ma clell'avantesto (Mortara Mauro e a. 1999). Garavelli 1999), che agli studenti servirebbe per confezionare il 2 Per questo cfr. almeno Alfieri ( 1999), Bruni ( 1998), De Mauro­ loro testo finale, cioè uno dei "modelli" possibili, in sede cli eserci­ Pedace (1999); Lavinio (1999), Raso (1998 e 1999), Serafini ( 1993 tazione, per quello che dovranno produrre all'esame. e 1994), ecc. 7 Questo è argomento trattato più adeguatamente in Maistrello (in 3 Vedi, per tutti, D'Adelio (1987) e Sbisà (1999). corso cli stampa).

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a rete Internet, oltre che mezzo di parole. Questo stru­ catastrofe naturale, l'inquie­ Lun potente mezzo di co­ mento, multilingue e conce­ tante dichiarazione di un sot­ municazione, è anche, a os­ pito in origine come aiuto per tosegretario: "Spero di poter servarla da un punto di vista i traduttori, risulta in realtà realizzare in pochi mesi que­ linguistico, un enorme serba­ estremamente utile anche sto progetto organico che, ol­ toio di parole. Pensiamo solo per chi studia o insegna la tretutto, garantirebbe un più alla lingua italiana, che non è lingua italiana. funzionale utilizzo delle risor­ certo la più rappresentata in se a disposizione della prote­ rete: siti Internet di aziende, Il termine dizionario è for­ zione civile"), usi del verbo in scuole, università, privati cit­ se un po' fuorviante, perché contesti meno usuali, come tadini; conversazioni di argo­ in effetti quello di Logos ra­ ad esempio quelli più concre­ menti vari che si svolgono in ramente contiene definizioni ti di un manuale di imballag­ newsgroup; banche dati di o indicazioni etimologiche e gio ("Macchine dette multi­ case editrici, agenzie di viag­ grammaticali (se si eccettua pack: si tratta di macchine gi, biblioteche, ministeri. Tut­ la parte del discorso di ap­ che effettuano le varie fun­ to questo vastissimo insieme partenenza), ma offre altre zioni appena descritte per di parole risiede nello stesso informazioni relative alla pa­ realizzare, in uno o più strati, mezzo fisico - la memoria di rola o alla espressione cerca­ raggruppamenti di varie for­ qualche computer - ed è al­ ta: oltre alla sua traduzione in me che avvolgono totalmen­ meno teoricamente accessi­ alcune decine di lingue, ri­ te o in parte i prodotti, se­ bile a chiunque si colleghi in porta la registrazione del suo condo le forme illustrate nel­ rete. suono e soprattutto i conte­ le figure"). sti in cui è utilizzata all'inter­ La Logos di Modena no del vastissimo repertorio Le ricerche possono an­ (www. logos.it), una società di testi raccolti da Logos, che che essere effettuate per specializzata in traduzioni, ha prende il nome di Wordthè­ espressioni composte da più deciso di sfruttare questo po­ que. di una parola; nel risultato tenziale di risorse linguisti­ Ricerche di parole dal si­ viene indicato l'argomento che ed ha creato un diziona­ gnificato generico come rea­ dei testi in cui esse sono sta­ rio consultabile in rete, in lizzare svelano, accanto ad te reperite: debito pubblico, continuo aggiornamento, che usi giornalistici, letterari e ad esempio, evidenzia la sua 260 conta attualmente 7 milioni e politici (all'indomani di una origine economica nei testi in

Stefania Spina [email protected]

cui compare (le agenzie An­ ccanto al dizionario, il si­ Bolzano fornisce la traduzio­ sa, le Gazzette ufficiali, la Ato di Logos offre, sempre ne tedesca di ciascun termi­ raccolta dei trattati dell'Unio­ nel campo del lessico, una ne). ne europea, alcuni saggi di serie di risorse terminologi­ argomento economico e, ina­ che relative alle lingue spe­ Da un glossario realizzato spettatamente, la traduzione ciali. Sono stati infatti raccol­ in Svizzera impariamo invece italiana dei Miserabili di Vie­ ti e suddivisi per lingua oltre che nel lessico della finanza tor Hugo). 700 glossari specialistici di lo scalatore è un "predatore vari argomenti. Per l'italiano finanziario, un finanziere che Pur se orientata verso fon­ ve ne sono diverse decine: lancia offerte di acquisto ti contemporanee, la banca da quello di informatica ap­ ostili nel tentativo di impos­ dati accoglie anche autori e prendiamo che, mentre non è sessarsi di imprese, spesso testi del passato, essenzial­ facile trovare un corrispon­ in difficoltà, mediante acqui­ mente letterari, e, come si è dente italiano di debugger sizioni non pubblicizzate di visto, traduzioni italiane di ("software progettato per la consistenti pacchetti aziona­ opere straniere, che a volte ricerca e la correzione degli ri". possono fornire risultati sor­ errori di un programma in fa­ L'interesse linguistico de­ prendenti: una ricerca di ac­ se di collaudo"), molto più gli strumenti del sito di Logos quaio ha mostrato la parola, agevole potrebbe essere so­ si accompagna in definitiva al di origine e ambito toscano, stituire l'abusato data entry merito di avere sfruttato la oltre che in autori di secoli con inserimento dei dati. In caratteristica più innovativa passati (Cellini e Giusti ad un glossario di termini giuri­ della rete Internet, quella del­ esempio), in traduzioni italia­ dici scopriamo che i beni im­ la condivisione di risorse, col­ ne di autori stranieri, anche mobili non sono solo le case, legate fra loro e messe a di­ contemporanei, come in que­ ma anche "il suolo, le sor­ sposizione della comunità in­ sto passaggio tratto da un genti e i corsi d'acqua, gli al­ ternazionale. romanzo inglese di alcuni an­ beri , [ ...] e in genere tutto ni fa: "C'era anche una cuci­ ciò che naturalmente o artifi­ na elettrica, un grande frigo­ cialmente è incorporato al rifero e un acquaio moderno suolo [ ... ]. Sono mobili tutti circondato da vecchi arma­ gli altri beni" (la banca dati dietti di quercia". dell'Accademia europea di 261

UNA RETE CHE TI SPIEGA L'italiano è da salvare? Dibattito Le P@role per dirlo

si avverta una stonatura così marcata come acca­ de con l'infinito presente. A titolo di confronto, per quanto concerne la sintassi ("che è il genfo e 1. la vocazione profonda" della lingua), ricordiamo che l'interrogativa indiretta introdotta dalla con­ Ci sono lingue pure? giunzione si, che diventa frequente nella tarda la­ Siamo tutti consapevoli del disagio che prova di tinità, per l'influenza esercitata dal greco sulla fronte ad un uso scorretto, o improprio, o appros­ lingua della Chiesa, e che permane nel volgare, simativo della lingua chiunque abbia una discre­ doveva apparire un'orrenda sgrammaticatura a ta padronanza di essa, e le occasioni di provare chi percepisse la congiunzione solo come condi­ tale disagio non sono poche. Tuttavia l'analisi for­ zionale. Questo non è che un esempio fra i tanti nita dal documento dell'associazione "La bella che testimoniano la trasformazione (o dovremmo lingua" ci sembra difficilmente condivisibile. dire "imbastardimento", "imbarbarimento"?) ciel Di quale italiano, vien fatto cli chiedersi, gli latino per effetto cli fenomeni storici cli portata estensori del documento si preoccupano? Quale epocale. Il latino ciel IV secolo cl.C. è una lingua italiano dell'Ottocento essi confrontano con quel­ meno "pura" cli quella ciel I secolo a.C.? Chi avreb­ lo ciel Novecento? Certo non la lingua parlata, di be potuto difendere la "purezza" che anelavaper­ cui non esistono reperti, se non filtrati da uno dendo? scrittore più o meno colto. Alludono alla lingua Siamo convinti insomma che per affrontare letteraria? Eppure è difficile pensare a uno scrit­ questo problema non si possa fare a meno cli tore ciel Novecento che superi in scioltezza e tra­ adottare una prospettiva socio-linguistica più am­ sparenza la prosa delle Operette Morali e di tan­ pia. Se la lingua appare sciatta e approssimativa, ta parte dello Zjbaldone. forse la spiegazione va cercata nella situazione Se poi si pensa alla lingua come a un sistema storica: evidentemente una crisi di valori si ri­ cli segni convenzionale e arbitrario, secondo la flette anche negli usi linguistici, la povertà lessi­ definizione ormai universalmente accettata, di­ cale riflette la povertà dei contenuti della comu­ venta arduo immaginare una linea cli demarca­ nicazione, e l'invadenza dell'inglese è giustifica­ zione tra i cambiamenti leciti e quelli illeciti. Cer­ ta dal ruolo cli lingua veicolare, che fa di esso la to, quando convenzionalità e arbitrarietà entrano moderna koiné. Eppure lo statuto cli lingua uffi­ in conflitto, si apre una crisi cli identità che non ciale dell'unica superpotenza planetaria non pre­ può essere indolore. Nel documento si cita l'orri­ serva neanche l'inglese, negli Stati Uniti, dall'as­ do "Grazie per non fumare": è orrendo, non c'è salto dello spagnolo, sempre più diffuso, tanto eia che dire, eppure l'uso ammette frasi ciel tipo "Gra­ dar vita a un ibrido che già viene definito span­ zie per avermi invitato, scritto, eletto ... ", in cui glish (intervista a Ilan Stevans, "autor ciel primer 262 "grazie per" regge un infinito passato senza che cliccionario de spanglish", El Pafs, 2.1.2000). Luciana Preti Tre voci professioniste della scuola continuano [email protected] il dibattito su "la bella li11gua" Paola Pantani Patrizia Ruju -

L'italiano è da salvare? Dibattito

2. 3. L'influenza delle La lingua degli nuove tecnologie studenti Le trasformazioni introdotte dalle nuove tecnolo­ I guasti prodotti dal concorso cli queste cause sul gie sono senza dubbio responsabili cli molti cam­ linguaggio non sono difficili eia individuare. La biamenti: non si vede come potrebbe esserne scuola naturalmente è un ottimo osservatorio cli esclusa la lingua, che per definizione è un indi­ questa generale e inevitabile trasformazione (o catore sensibilissimo delle trasformazioni sociali, "imbarbarimento"): la lingua degli studenti infat­ se "a ogni lingua corrisponde un'organizzazione ti spesso è lessicalmente povera, priva cli sfuma­ particolare dei dati dell'esperienza" (Martinet). ture. Valgano pochi esempi per tutti: l'uso del­ Quindi appare ovvio che i fenomeni connessi con l'aggettivo polifunzionale ( tremendo, mitico ecc.) la globalizzazione si ripercuotano sulla lingua e in accezione tanto negativa quanto positiva; per che anche attraverso cli essa si percepisca il di­ non dire dell'abitudine a usare un lessico solo sagio che tutti sentiamo in questa nuova polariz­ "orecchiato", che dà luogo a effetti francamente zazione tra il mondo intero e il campanile, in un comici (adagiato per agiato, aneddoto per antido­ clima da "villaggio globale" che, mentre erode il to, lassativo per lassista ecc.). concetto cli nazione, fa deflagrare al tempo stes­ Talvolta gli studenti hanno una scarsa pa­ so conflittualità etniche e religiose che sembra­ dronanza della morfologia (pensiamo alla co­ vano sepolte in un passato ormai remoto. Tutta­ niugazione dei verbi o alla formazione cli plura­ via è difficile immaginare che esista una volontà li irregolari ) e della sintassi, che risulta di soli­ precisa che consapevolmente agisca, anche at­ to approssimativa: i loro testi, scritti e orali, de­ traverso la distruzione delle lingue nazionali, al­ scrivono la realtà più che svelarne i meccanismi lo scopo cli ottenere "una rapida unificazione ciel clifunzionamento, come dimostra la prevalenza mondo sotto l'impero della new economy": sem­ della paratassi e la mancanza o l'uso errato cli bra improbabile che si realizzi questa perversa connP-ttivi (impera "e per cui", invece cli "per unità cli intenti nelle sedi dei grandi poteri eco­ cui" o "e perciò", dovunque si richieda un nesso nomici, che, anche se appaiono ormai come po­ logico). Di solito gli adolescenti non posseggono tenze sovranazionali, sono attraversati ancora da una gran varietà cli registri linguistici, ma ri­ interessi tanto contrastanti. corrono a quello colloquiale/basso in tutte le si­ Piuttosto è ravvisabile l'influenza negativa cli tuazioni comunicative, senza distinguere tra for­ un certo giornalismo, sia televisivo sia della car­ male/informale, pubblico/privato, con l'effetto ta stampata, che ha confuso la regola aurea del­ clibanalizzare o addirittura cli snaturare i con­ la semplicità, necessaria per chi si rivolge a un tenuti. pubblico eterogeneo, con la sciatteria e l'uso cli È possibile ravvisare in questi difetti l'accet­ frasi fatte, o cli vocaboli stranieri, sfoggiati per tazione acritica cli modelli, desunti in particolar un vezzo eia parvenu. Mentre negli anni Cin­ modo dal linguaggio pubblicitario, che si tradu­ quanta, quando la radio e la televisione hanno ce nel ricorso a brevi frasi fatte, anche grossola­ avuto una funzione determinante nell'unifica­ ne, purché cli effetto. L'abitudine al linguaggio zione linguistica del paese, generalmente la lin­ delle immagini cli telefilm e videoclip inoltre si gua era molto più sorvegliata, nel clima cultura­ traduce nella produzione cli testi orali e scritti le degli anni Settantas ha imperato il mito della spesso privi cli coerenza, in cui i piani tempora­ spontaneità e della creatività, che ha portato nel­ li vengono confusi, si perdono i nessi cli cau­ la pratica didattica a privilegiare - giustamente sa/effetto, si hanno blocchi giustapposti-come in situazioni cli deprivazione culturale e nei pri­ flash. Questo uso così depauperato della lingua, mi anni dell'apprendimento - la produzione di che si traduce in difficoltà clicomprensione dei testi, anche a scapito della correttezza, che sa­ testi e cli rielaborazione, ha conseguenze che si rebbe stata recuperata in una fase successiva. ripercuotono in modi diversi in vari ambiti e (Purtroppo non sempre la fase successiva è stata non sono solo valutabili in termini cli "profitto realizzata adeguatamente). scolastico". 263

LE PAROLE PER DIRLO

'I L'italiano è da salvare? Dibattito

non cli legittimità, ma cli buona educazione. Per "buona educazione", nel senso alto ciel termine, in­ 4. tendiamo la preparazione all'esercizio critico ciel Il compito della scuola pensiero e l'acquisizione cli strumenti logici ed espressivi che consentano lo sviluppo di tutte le Tutto ciò premesso, a chi spetta dunque il compito potenzialità, sia a livello individuale che relazio­ cli salvaguardare la lingua? nale. La conoscenza di sé, come tutti sappiamo, na­ Non è certo ipotizzabile un intervento d'autori­ sce dal confronto con l'altro da sé, sia per gli indi­ tà eia parte cli istituzioni politiche, come il Parla­ vidui che per i gruppi. mento, o cli un'élite culturale, come un'Accademia; La grande sfida che la globalizzazione lancia al né può essere compito degli scrittori, che devono mondo della scuola è proprio quella di preparare cercare solo le forme espressive più consone alla dei cittadini del mondo, che sappiano conservare loro sensibilità, dato che l'unica funzione che com­ il senso della propria identità culturale attraverso pete loro è quella estetica. Ma se una grande re­ una conoscenza non superficiale della cultura na­ sponsabilità ricade sulla scuola, essa eia sola è mi­ zionale, e che al tempo stesso sappiano rapportar­ sero baluardo, poiché gli usi linguistici sono ormai si correttamente con le altre culture, rispettandole determinati in larga misura dai modelli fornitidal­ e riconoscendo il valore della diversità come fonte le agenzie cli informazione e eia media cli ogni ge­ potenziale cli arricchimento, senza perdersi nella nere. A questi, forse, eiaparte della società civile ricerca di pseudo- o microidentità regionali, locali, potrebbe essere richiesto cli darsi un codice deon­ campanilistiche. La capacità di riflettere sulle opi­ tologico, delle norme cli autoregolamentazione che nioni degli altri e cli argomentare le proprie, inol­ li impegnino alla correttezza anche sul piano lin­ tre, è il fondamento di un'educazione che si op­ guistico, per quanto concernela proprietà lessica­ ponga ad ogni atteggiamento di intolleranza. le e sintattica, oltre che al dovere cli fornire pro­ L'educazione linguistica può dunque fornireal­ dotti che non siano rivolti esclusivamente a un cuni prerequisiti indispensabili per una educa­ pubblico che si suppone solo cli un livello cultura­ zione interculturale, attraverso la presa di co­ le molto basso. scienza cli come le culture diverse si evolvano, si Tuttavia, poiché la lingua ha registri diversi, A il incontrino, talvolta si scontrino, ma tuttavia si ar­ saper passare dall'uno all'altro è una competenza ricchiscano a vicenda, e può, a sua volta, ricavar­ essenziale, crediamo che sia compito della scuola ne stimoli che inducano a una riflessione sui va­ rinnovare le strategie didattiche allo scopo cli di­ lori. La lingua dunque può essere salvata solo se fendere il registro più formale e colto, adatto a cer­ viene sottratta all'influenza di una cultura da talk ti usi, in modo particolare all'esercizio ciel pensie­ show o eia stadio, in cui l'assoluta povertà di con­ ro, affinché non si degradino né il lessico, né la sin­ tenuti si traduce in una contrapposizione spesso tassi, con il dare libero accesso immediatamente a artificiosa, che nasce solo dal bisogno di autoaf­ qualsiasi espressione più o meno "mostruosa" del­ fermazione, in situazioni comunicative in cui av­ la lingua parlata. viene di tutto tranne che una vera e propria co­ Per troppo tempo nel triennio delle superiori è municazione. stato privilegiato in modo quasi esclusivo lo studio La consapevolezza che la lingua è lo strumento della storia della letteratura, a scapito della lingua, privilegiato del pensiero e della comunicazione in­ persino negli Istituti tecnici, con la pratica ciel te­ terpersonale, la cui efficacia si misura nella capa­ ma cli letteratura che richiedeva l'uso cli un lin­ cità di scegliere il registro e le argomentazioni ade­ guaggio raffinato, applicato a tematiche piuttosto guate al destinatario e alla situazione comunicati­ sofisticate, a studenti la cui competenza linguisti­ va - consapevolezza che la scuola ha il compito cli ca anelava progressivamente abbassandosi. dare - può contribuire a salvarla in tutta la sua ric­ La scuola ha dunque il compito cli attrezzarsi chezza e complessità. Ma non possiamo nascon­ per opporre resistenza insegnando - perché no? - derci che l'interesse per la lingua può nascere so­ il rispetto della convenzioni sociali in campo lin­ lo in persone che abbiano la passione del pensiero, guistico: non tutto ciò che si può fare/dire, è lecito e quindi anche delle parole per dirlo. Il dibattito fare/dire sempre e dovunque, per una questione vero e proprio comincia qui.

264 ,•,j .. La rivista Progettare la Scuola diventa interattiva

Sul nuovo sito Internettutte le risorse e le risposte utili per i protagonisti della scuola che cambia . e un ' occasione per far sentire anche la propria voce ■

Parole• • da sp1agg1a

''Cheecoting, flashing L'impressione, nettissima fatte con palline di plastica boopies, web cam. So­ anche se non documentata trasparente; pare che que­ no solo alcune delle parole empiricamente, è insomma st'estate siano state il segna­ nuove delle tendenze estive. che le novità lessicali estive le della disponibilità della per­ Ecco le istruzioni base e il abbiano una vita ancora più sona che le portava: infilata al nuovo breviario della spiaggia effimera di quella che carat­ collo sciolta la collana signifi­ italiana del 2000". terizza un gran numero di cava che il portatore era sen­ Mi sono appropriato, così neologismi, che si rivelano es­ timentalmente libero, anno­ com'è, senza corsivi, dell' inci­ sere null'altro che dei sempli­ data che il portatore era già pit di un articolo del Corriere ci occasionalismi. Varrebbe la impegnato (con un impegno della Sera di ferragosto per pena di fare una verifica, ma tanto più forte quanto più in introdurre una breve panora­ per ora mi accontento di ri­ alto si trovava il nodo). mica sulle invenzioni lessicali flessioni estemporanee. che hanno fatto la loro com­ Un primo riscontro potete ito qu lche al ra par la . � . � ? parsa l'ultima estate, a desi­ farlo voi stessi. Quanti sono i Cestiva in cui m1 sono im­ gnare trovate, mode, inven­ lettori di questa rubrica che battuto. Kite surfing è una zioni tipicamente o prevalen­ conoscono le parole che ho nuova pratica sportiva sull'ac­ temente estive; per poi spari­ citato in apertura? Molto po­ qua, consistente nello stare re, mode e parole, con l'ac­ chi, immagino, fatta eccezio­ su una tavola da surf, facen­ corciarsi delle giornate, direi ne, forse, per web cam, la vi­ dosi trainare da un aquilone, senza lasciare traccia nella deocamera che trasmette su per finire a volteggiare anche memoria. Del resto sembra Internet, in diretta, le imma­ a molti metri d'altezza; lo ska­ proprio che le innovazioni gini del luogo in cui è piazza­ te-scooter o microscooter è il estive raggiungano solo un ta. monopattino, ritornato in au­ piccolo numero di parlanti, Mi corre dunque l'obbligo ge negli ultimi mesi; con nonostante l'effetto amplifi­ di spiegare il significato delle yacht watching si denomina il catore dei giornali alla ricerca parole citate. Cheecoting è il passatempo di cercare e rico­ di temi con cui riempire delle nome esotico di un gioco tra­ noscere, nei porticcioli più di pagine altrimenti vuote in pe­ dizionalissimo nelle nostre moda, gli yacht delle persone riodi di pausa di gran parte spiagge, e anche fuori, e cioè importanti (innocua forma di delle attività economiche e il gioco delle biglie; le f/ashing guardonismo di paria frustra­ 266 politiche. boopies sono lunghe collane ti); la cocktail music è una

Michele A. Cortelazzo [email protected]

' musica rilassante, a basso vo­ facile ironizzare su questo sparente dando loro un altro E lume, da conversazione; gli anglo-riminese, o lamenta­ nome e facendole passare street bar sono i bar con qual­ re l'incapacità di usare l'italia­ per novità: pochi si ricorde­ che tavolino all'esterno, che no da parte degli inventori di ranno che la cosa c'era già costituiscono il punto di ritro­ collanine e di sguardazzate stata, ed era stata identifica­ vo per le compagnie di giova­ agli yacht, o da parte dei cul­ ta da un nome ben preciso. ni; ed infine, forse un po' a tori di queste pratiche. In real­ Del resto, dai muri delle sorpresa, sono stati inventati tà la cosa è più complessa, nostre città Silvio Berlusconi i pony book, cioè i pony ex­ non foss'altro perché dubito propone per la nostra scuola press che portano a domicilio che chi non domina l'italiano la cura delle tre i: non italiano, i libri. possa essere capace di in­ inglese, informatica come io, Tutte tendenze nate negli ventare formule inglesi di ef­ povero ingenuo, avevo imma­ Stati Uniti, viene da pensare, fetto, anche se banali. La que­ ginato la prima volta che ave­ osservando che tutte le deno­ stione è, come si dice, di mar­ vo visto da lontano il manife­ minazioni di cui stiamo par­ keting. È risaputo che oggetti sto, ma inglese, informatica, lando sono in inglese. Invece e abitudini tradizionali acqui­ impresa. Con buona pace del­ no. Leggendo qua e là anche stano un sapore di novità se la capacità di dominare la lin­ solo il "" ho viene attribuito loro un nome gua materna che, evidente­ scoperto che, se effettiva­ esotico (che banalità, anche mente, serve poco per fare mente il kite surfing proviene un po' retro, le biglie: volete soldi. dalle Hawaii o il cheecoting è mettere il cheecoting, i cui sbarcato in Italia dalla Florida, appassionati italiani sono rag­ il fenomeno delle f/ashing gruppati nella Nca, National boopies è nato all'Aquafan di cheecoting association?); ma Riccione, il pony book è atti­ anche per le trovatine fresche Il materiale di questa rubrica è cocktail music tratto dall'archivio degli Annali del vo a Rimini, la di annata il nome straniero fa Lessico Contemporaneo Italiano. è un fenomeno musicale nato comodo: ha minori possibilità Chi desidera segnalare neologismi tra Forlì e Rimini. Insomma, di attecchire rispetto a un può farlo su Internet, all'indirizzo tutte invenzioni per sollazzare corrispondente occasionali­ � www.comune.belluno.it quelli che Gene Gnocchi (an­ smo italiano; così tra un anno Strutture/Bi bi ioteca /Lessico/ alcihome.html oppure per e-mail, che lui con un neologismo) o due, si potranno reinventa­ all'indirizzo [email protected] chiama spiaggisti. re le collanine di plastica tra- 267

PAROLE DA SPIAGGIA Dalla ricerca Che cosa i bambini non sanno scnvere Per quanto riguarda la scrittura, la ricerca si è C1 proposta di osservare, alla fine del livello di scuo­ la che nella precedente indagine IEA aveva dato i 1. migliori risultati nelle prove di lettura e di scrit­ Un'indagine sullo svantaggio tura (Benvenuto 1995) in che quantità in quella popolazione scolastica siano presenti fenomeni Che cosa sanno fare linguisticamente per iscritto linguistici e cognitivi che si possono considerare i bambini alla fine della scuola elementare, a pre­ "a rischio di svantaggio" e a quali variabili di con­ scindere dai contenuti dell'insegnamento? Qual è, testo (la scuola, la famiglia, l'area geografica) in altri termini, la loro competenza di scrittura? E questi fenomeni possano essere correlati. a quali aspetti della loro (in)competenza si può far Il suo punto di partenza è stato individuato risalire il rischio di svantaggio che si manifesta nella nozione di svantaggio linguistico, definito nella scuola media inferiore e superiore e che è da Berruto (1996), nel contesto della situazione responsabile dell'altissimo tasso di dispersione? sociolinguistica italiana, come la somma di due Sono queste le domande a cui si è proposta di ri­ fattori: "l'essere parlanti nativi di una varietà so­ spondere un'indagine nata per iniziativa del­ 1 cio-geografica di lingua che è sanzionata negati­ l'IRRSAE Puglia , che ha interessato 17 regioni2 vamente," e, dall'altro lato, "il possedere una e ha coinvolto circa 12.000 bambini di 600 classi gamma ridotta di varietà funzionali-contestuali di quinta elementare di comuni selezionati sulla della lingua (il che equivale a dire non avere la base delle dimensioni geografiche e delle caratte­ capacità di differenziare le proprie prestazioni ristiche socio-economiche e scolastiche in modo linguistiche in modo tale da compiere con una da costituire un campione significativo della real­ lingua una gamma ampia e variegata di funzio­ tà italiana. ni, in particolare le funzioni cosiddette alte)". A questo campione sono state sottoposte nel­ Lo svantaggio è legato dunque da un lato al­ l'aprile-maggio del 1997 delle prove di lettura (su la varietà di lingua materna che il bambino ha cui si veda Sobrero 1999 e in stampa) e di scrit­ imparato a parlare nel suo ambiente, dall'altro tura. Ai bambini, alle loro famiglie, agli inse­ alle limitate possibilità d'uso di altre varietà gnanti e ai direttori didattici è stato chiesto con­ funzionali-contestuali che gli sono state offerte temporaneamente di rispondere a questionari mi­ in famiglia e fuori della scuola. Alcuni bambini ranti ad ottenere informazioni di tipo extralin­ per esempio sono stati sollecitati a narrare del­ guistico, allo scopo di correlare i risultati ottenu­ le storie, a commentare, a descrivere fatti o per­ ti dai bambini nei questionari di lettura e scrittu­ sone in occasioni di comunicazione reale e mo­ ra a variabili di contesto socio-familiare e scola- tivata, altri non hanno invece avuto queste pos­ 268 stico. sibilità. Fondamentale, da questo punto di vista, Rosaria Solarino Una ricercaIRRSAE fa il punto sui [email protected] comportamenti linguistici dei bambini alla finedella scuola elementare Dalla ricerca

è il tipo di rapporto con il testo scritto che i integrare delle battute di interazione con adulti. bambini hanno avuto e continuano ad avere Ecco la lista dei testi. nell'ambiente familiare. L'esposizione naturale e precoce al testo scritto fin dalla primissima Prova n. 1 (Testo regolativo) infanzia ha infatti notevoli riflessi culturali e Scrivi le istruzioni per usare un telefono a cognitivi, che dipendono dal tipo e dall'intensi­ monete, a gettone o a scheda. tà del rapporto con gli alfabeti e la scrittura che si vive in una cultura e in un gruppo (Ponte­ Prova n. 2 (Testo espositivo) corvo 1991 ): queste differenze si traducono in capacità linguistiche diverse e si rivelano in Rispondi alle seguenti domande: particolari atteggiamenti mentali e abitudini - che cos'è un'ombra? linguistiche. - che cos'è una videocassetta? L'ipotesi da cui è partita la ricerca è dunque - che cosa vuol dire intervistare? stata la seguente: se lo svantaggio, dal punto di vista linguistico, si manifesta come uso della lin­ Prova n. 3 (Testo narrativo) gua incapace di svincolarsi dalle varietà di par­ Racconta un episodio della tua vita in cui ti è tenza "basse" dei bambini, esso può essere os­ capitato di sfuggire ad un pericolo e riferisci servato in particolari tratti linguistici che sono quello che ti hanno detto in quell'occasione. tipici di quelle varietà. Di qui si è partiti per iso­ lare nella lingua usata dai bambini dei compor­ Prova n. 4 (Testo descrittivo) tamenti linguistici che hanno buone probabilità Indica per iscritto ad una persona che non co­ di segnalare il rischio di svantaggio. on ci si è, nosce la tua casa dove si trovano le tue scarpe però, di proposito limitati a osservare nei bam­ da ginnastica. bini i comportamenti linguistici "devianti": la ri­ duzione dello svantaggio a un elenco di proprie­ Prova n. 5 (Testo argomentativo) tà linguistiche è infatti chiaramente riduttiva, perché trascura quell'insieme molteplice di ca­ Pensi che sia meglio essere figlio unico o ave­ pacità che è la competenza comunicativa di un re dei fratelli? Esponi la tua opinione sull'argo­ parlante. Per cogliere aspetti cruciali della co­ mento. municazione attraverso la scrittura (la capacità di tener conto delle conoscenze o attese del de­ Prova n. 6 (Interazioni con adulti) stinatario, di selezionare le informazioni ecc.), ai Vignette che sollecitano una richiesta di in­ descrittori linguistici si sono dunque affiancati formazione, di un oggetto, un avvertimento, una dei descrittori che osservano i comportamenti protesta. cognitivi assunti dai bambini quando si trovano davanti a certi compiti comunicativi ( e quindi a certi tipi di testo): ciò ha portato a due le serie di 1. Descrittorilinguistici descrittori, quelli linguistici e quelli cognitivo­ testuali. L1 nel dare istruzioni alterna più forme di­ rettive (infinito, si impersonale, seconda persona singolare o plurale con o senza il verbo dovere ) Cl passando indifferentemente dall'una all'altra, o dalla terza alla prima persona. 2. È un descrittore "atteso" nella prova n. 1. Le prove e i descrittori Esempi: "Si entra in cabina e inserisci un getto­ ne e fai il numero"; "si fa il numero di telefono e Le prove hanno tenuto presente la tipologia te­ poi aspetto". stuale di Werlich (1976), che distingue cinque fondamentali tipi di testo ( descrittivo, narrativo, L2 nel definire dà una definizione tautologica espositivo, argomentativo e regolativo). Si è ag­ del termine di partenza o ricorre solo a circo­ giunta una prova pragmatica, consistente in una stanze esemplificative. serie di quattro vignette in cui il bambino doveva Si applica al testo n. 2 . Esempi: "intervistare è 269

CHE COSA I BAMBINI NON SANNO SCRIVERE a Dalla ricerca fareun'intervista", "un'ombra è quando non c'è il Si applica alle vignette della prova n. 6. Ad sole e nella notte si vedono le ombre di qualsiasi esempio: "mi puoi dare quel giornale?" e "scusi cosa". ma lei mi ha imbrogliato, mi devi ancora dare E. 1000". L3 nel narrare non usa correttamente i tempi narrativi:

• alterna presente narrativo, passato prossimo 2. I descrittori cognitivo-testuali e remoto senza una logica plausibile • commette errori nell'uso dell'imperfetto Cl nel dare istruzioni non seleziona solo le • usa il trapassato prossimo come se fosse un operazioni necessarie in ogni possibile situazio­ presente narrativo, un passato prossimo o un ne, ma indica anche operazioni che si riferiscono passato remoto. a situazioni/condizioni particolari. Il descrittore si riferisce alla prova n. 1 e co­ Si riferisce al testo n. 3. Esempi: "Poi me ne glie l'atteggiamento implicito in frasi come "poi vado a casa e sono stata 17 giorni assente a esci dalla cabina", "e poi puoi andare a casa", scuola"; "Quando sono uscita dall'anestesia la "puoi essere contento della tua telefonata", "poi prima parola che ho detto era mamma, papà"; puoi finire di parlare con il tuo amico" che im­ "Io sono caduta... tutti si sono spaventati ... sia­ plicano condizioni - la presenza della cabina, mo andati al pronto soccorso, il medico aveva che si torni a casa, che la telefonata sia andata detto che non era successo nulla". bene, che si sia parlato con un amico - che non sono affatto generali, ma particolari di certe si­ L4 nel narrare mescola, come fa l'italiano col­ tuazioni d'uso del telefono. loquiale, le modalità del discorso diretto e indi­ retto. C2 nel definire, per specificare le proprietà di Si riferisce sempre al testo n. 3. Per esempio: un oggetto, azione ecc. non fa riferimento all'e­ "i dottori mi hanno detto che adesso ti devi met­ sperienza generale, ma alla sua esperienza per­ tere la stecca". sonale. Si riferisce alla prova n. 2. Esempi: "una vi­ L5 nel descrivere un percorso usa indicatori deocassetta è un oggetto che serve per vedere il spaziali non solo oggettivi (in alto a sinistra) ma mmino della tua prima comunione", "un'ombra anche soggettivi (là, qui). è la mfa stessa immagine", definizioni che si ri­ Si applica al testo n. 4. Per esempio "Apri la feriscono a esperienze legate alla soggettività del porta entra in casa dopo comincia a camminare bambino e "tagliano fuori" il resto. nel corridoio e là c'è una porta e Jì ci sono le sca1pe". C3 nel narrare non sceglie le informazioni in modo pertinente oppure omette informazioni im­ L6 nell'argomentare si riferisce solo alla sua portanti, non permettendo di avere un quadro esperienza, esprimendosi esclusivamente in chiaro della situazione. prima persona. Si riferisce alla prova n. 3. Una narrazione co­ È atteso nel testo n. 5. Esempi: "Io sono figlio me: "io e mio fratello giocavamo al cavallo pazzo unico e a volte quando i miei genitori non ci so­ ad un tratto io cado da sopra le spalle di mio fra­ no mi sento un po' sola e a volte non so cosa fa­ tello" non chiarisce per esempio la dinamica del re a cosa giocare ma almeno cosÌ sono tutta per gioco, impedendo a chi non la conosca di avere i miei genitori"; e anche: "Io voglio dei_fratelli, chiara la situazione. perché cosÌ possiamo giocare insieme al pallo­ ne, possiamo fare i compiti insieme, andare in C4 nel narrare organizza il testo in modo ba­ bici". nale e privo di tensione narrativa. Come il precedente si riferisce alla prova n. L7 nell'interagire con adulti usa pronomi al­ 3. "Io stavo per essere investita da un'automoN­ locutivi non adeguati alla interazione adulto- le. Stavo camminando su una strada di campa­ 270 bambino ( tu) o alterna tu/lei o tu/voi. gna (io abito in periferfa) assieme a mia cugina Dalla ricerca

Monica che è più grande di me e una macchina mazioni non adeguate alla situazione o si espri­ ci stava per investire" è per esempio una narra­ me in modo oscuro o ambiguo. zione che dice subito, in apertura, il fatto cen­ Si riferisce alle vignette pragmatiche della trale senza alcun tentativo di movimentare il te­ prova n. 6 e considera battute come "Signore la sto e di creare aspettativa nell'ascoltatore. prego mi aiuti ci sono degli incivili che gettano le immondizie sul marciapiede, stia attento!" o C5 nel descrivere un percorso non mostra di "Mi scusi mi potrebbe dire qual è il prezzo di cooperare abbastanza con l'interlocutore e dà quel giornalino così tanto buffo?", la prima per­ per scontate pre-conoscenze non necessaria­ ché troppo lunga rispetto all'urgenza di avverti­ mente condivise. re il signore del rischio che sta correndo, la se­ Si riferisce al testo n. 4. Si vedano le istru­ conda perché contiene valutazioni personali che zioni "metti il piede nell'armadjo, apri lo spor­ esulano dalla richiesta. tello, apri il cartone e trovi le sca1pe", "Girare a destra, andare sempre dritto, girare a sinistra, aprire lo sportello" che non si preoccupano di aiutare l'interlocutore. ad orientarsi nell'indivi­ duazione dell'armadio, del cartone e delle scar­ Cl pe, né specificano a che punto occorra girare a sinistra né di quale sportello si tratti. 3 Primi risultati C6 nell'argomentare entra in contraddizione 3 con se stesso cambiando opinione sulla questio­ L'elaborazione dei dati è ancora in corso , ma le ne o presentando argomenti contraddittori o con­ percentuali di occorrenza di ciascun descrittore troproducenti. linguistico e cognitivo-testuale permettono già Si applica al testo n. 5 e registra casi come "Io di trarre qualche prima, provvisoria, conclusio­ penso sia meglio avere dei frate11i perché così si ne. Partiamo dalle cifre: può giocare insieme a loro e avere degli aiuti . ... Io sono del parere che è meglio comunque esse­ re figliunici", in cui, l'opinione finale è l'opposto L3 44,5% di quella iniziale, o come "Se sei figlio unico è L2 42,6% una scocciatura perché non si può gjocare e di­ vertirsi... Io credo che se ci sono più figlinel 2000 Ll 33,7% saremo troppi", in cui l'argomento sulla "bomba L6 31,2% demografica" è coerente con la tesi che è meglio L7 16,4% essere figli unici, non con quella contraria. L'ar­ gomento "Quando sei solo non sai a chi dare le L5 11,9% colpe quando vieni sgridato" è poi un esempio di L4 5,9% argomento "suicida", che scredita chi lo enuncia, violando una delle regole della buona argomen­ tazione. C5 53,9% Cl· 39,7% C7 non distingue chiaramente argomenti ge­ C4 35,7% nerali da argomenti particolari. Si applica sempre al testo n. 5 e contempla C2 34,4% casi di giustapposizione tra argomenti generali C7 31,9% e particolari come "A vere dei frate11i è molto me­ C3 28,8% glio che non averne, perché i fratelli ti possono ricordare cose che tu non ricordi" o "è meglio es 22,6% avere dei fratelli perché se hai un fratellino puoi C6 17,1% avere l'occasione di andare sulla giostra".

C8 nell'interagire con adulti aggiunge infor- Tab. 1 Percentuali di occorrenza dei descrittori.

CHE COSA I BAMBINI NON SANNO SCRIVERE a Dalla ricerca Per interpretare questi primi dati occorre non sé e di riferirlo ad un'altra persona, un'opera­ dimenticare che al crescere della frequenza di zione, come si sa piuttosto complessa. A insuffi­ un descrittore cresce per i bambini la difficoltà ciente capacità di decentramento "fini" si può far di raggiungere il comportamento linguistico op­ risalire anche l'ampia frequenza del descrittore posto a quello descritto: non va dimenticato in­ C4 (35,7%). In questo caso le capacità in gioco fatti che i descrittori sono "in negativo", che se­ sono quelle di organizzare una narrazione in gnalano cioè una incompetenza, non una com­ funzione dell'interesse dell'interlocutore, movi­ petenza. mentando il testo con strategie linguistiche (l'u­ Il descrittore linguistico più frequente è L3, so di avverbiali eventivi come quand'ecco che, relativo all'alternanza dei tempi narrativi, tipica ad un tratto) o tenendo di riserva delle informa­ del parlato4. Seguono L2 (nel 42,6% dei casi i zioni. I bambini non risulterebbero però privi bambini, per definire, ricorrono a tautologie o a tout-court delle capacità di decentrarsi: molto circostanze esemplificative5) e L1, che registra più bassa (28,8%) è la percentuale di chi mostra la mescolanza di più forme regolative superfi­ di non rendersi conto delle necessità di infor­ cialmente diverse, ma nazionalmente equiva­ mazione essenziali dell'interlocutore (chi, quan­ lenti. In quarta posizione si colloca poi L6 ("nel­ do, dove, come e perché) osservate dal descrit­ l'argomentare si riferisce solo alla sua espe­ tore C3, che rientra sicuramente in questa stes­ rienza, esprimendosi esclusivamente in prima sa categoria. persona"). Molto meno rappresentati, con per­ La capacità di decentrarsi si rivelerebbe così centuali di presenze al disotto del 20%, risulta­ non di tipo "discreto" (che c'è o non c'è, per in­ no invece L7 ("nell'interagire con adulti usa pro­ tenderci), ma continuo: presente in forme più nomi allocutivi non adeguati alla interazione elementari e via via più decentrate, per effetto adulto-bambino (tu) o alterna tu/lei o tiVvoi"), di variabili (socio-familiari, scolastiche) che non L5 ("nel descrivere un percorso usa indicatori siamo ancora in grado di precisare. spaziali non solo oggettivi ma anche soggetti­ Il secondo aspetto cognitivo-testuale in cui il vi") e il descrittore relativo al discorso riportato bambino appare in difficoltà è la capacità di ge­ ("nel narrare mescola, come fa l'italiano collo­ neralizzare, di astrarre dalla sua esperienza. Es­ quiale, le modalità del discorso diretto e indi­ sa viene segnalata dal descrittore C 1, che rivela retto"). la difficoltà di selezionare delle istruzioni valide Dal punto di vista cognitivo-testuale, il com­ in ogni possibile occasione d'uso del telefono, portamento più frequente è quello descritto da ma anche in C2 (nel definire le proprietà di un C5 ("nel descrivere un percorso non mostra di oggetto, azione ecc. non fa riferimento all'espe­ cooperare abbastanza con l'interlocutore e dà rienza generale, ma alla sua esperienza perso­ per scontate pre-conoscenze non necessaria­ nale) e C7 (non distingue chiaramente argo­ mente condivise"), che è presente in più del 50% menti generali da argomenti particolari). A dif­ dei casi, rivelando così una larga e diffusa in­ ferenza della capacità di decentramento, quella competenza. Seguono, nell'ordine, Cl ("nel dare di generalizzazione appare più "alta": le percen­ istruzioni non seleziona solo le operazioni ne­ tuali di difficoltà si collocano infatti al di sopra cessarie in ogni possibile situazione, ma indica del 30%. anche operazioni che si riferiscono a situazioni/ In definitiva, il bambino che esce dalla scuo­ condizioni particolari"), C4 ("nel narrare orga­ la elementare appare carente rispetto a due sot­ nizza il testo in modo banale e privo di tensione to-competenze essenziali di scrittura: quella di narrativa") e, a breve distanza, gli altri descrit­ decentrarsi e quella di generalizzare, astraendo tori cognitivi testuali. dalla sua esperienza e dai casi particolari. Dal Si potrebbe riassumere la situazione dicendo punto di vista linguistico i comportamenti più che le maggiori difficoltà del bambino fanno ca­ frequenti riguardano tratti tipici del registro in­ po a difficoltà di decentramento e di generaliz­ formale (l'alternanza dei tempi narrativi del pas­ zazione. Descrivere ad una persona che non co­ sato, la mescolanza di forme regolative superfi­ nosce i luoghi il percorso da fare per trovare le cialmente diverse, ma equivalenti dal punto di sue scarpe da ginnastica, come richiedeva il te­ vista semantico). Più preoccupanti, per quanto sto n. 5, presuppone nel bambino la capacità di riguarda il rischio di svantaggio, appaiono in 272 "decentrare" il controllo dello spazio intorno a questo campo le percentuali di comportamenti a Dalla ricerca che si possono più nettamente considerare sub­ cialmente deprezzata della lingua e non sono in standard, in particolare L7 ("nell'interagire con grado di muoversi in uno spazio linguistico più adulti usa pronomi allocutivi non adeguati alla ampio di quello che gli è stato offerto dal loro interazione adulto-bambino ( tu) o alterna tu/lei ambiente di provenienza. Rivelano anche, però, o tu/voi") ed L4 ("nel narrare mescola, come fa che la scuola non è riuscita ad affiancare in mo­ l'italiano colloquiale, le modalità del discorso di­ do efficace alle varietà del loro ambiente di pro­ retto e indiretto"). Sono comportamenti lingui­ venienza altre varietà più "alte". Ma questo è un stici di bambini che possiedono una varietà so- altro discorso...

1 Per una presentazione generale della ricerca si veda Carella-Gu­ turare" il rischio di svantaggio, mentre le correlazioni con le varia­ glielmi (1996), in particolare il contributo di F. Pinto Minerva. bili di contesto possono dire qualcosa sulle condizioni geografiche, 2 Hanno partecipato alla ricerca le regioni Piemonte, Valle d'Aosta, sociali, familiari e sulle caratteristiche della scuola e dell'insegnan­ Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, te che lo favoriscono (o lo inibiscono). Il trattamento dei dati si de­ Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Abruzzi, Molise, Calabria, Basi­ ve alla paziente opera di Stefano Draghi, professore di 1etodologia licata, Puglia, Sardegna. della ricerca sociale all'Università di !Vlilano,cui si deve anche il co­ 3 La ricerca si propone di correlare la presenza dei descrittori lin­ ordinamento metodologico della ricerca) e all'Istituto Explorer di guistici e testuali-cognitivi (insieme ai dati relativi alla correttezza Milano. ortografica, lessicale e morfosintattica) con i punteggi ottenuti in­ 4 Su cui vedi Solarino ( 1991) e Lo Duca-Solarino ( 1992) dipendentemente nelle prove di lettura: ciò permetterà di verificare 5 Su queste strategie "immature" delle definizioni dei bambini si ve­ l'ipotesi di partenza, e cioè che tali descrittori siano in grado di "cat- da Lo Duca ( 1986 ).

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CHE COSA I BAMBINI NON SANNO SCRIVERE ■ Chi dirige chi?

settembre gli studenti che ai direttori didattici. Chi era in minato. Il Capo d'Istituto è sem­ Asono tornati a scuola non vena di scherzare, invece, ha pre stato solo nelle carte; il Pre­ hanno più trovato il Preside o il battuto sul manager. side sarà l'escamotage negli Isti­ Direttore Didattico, ma il DS, va­ Col passare del tempo, il pro­ tuti superiori. le a dire il Dirigente Scolastico. blema più serio sarà quello dei È una delle novità della scuola bambini e degli studenti con più dell'autonomia. lunga esperienza. Negli Istituti e resistenze dicono che, se il Gli scherzi delle sigle fareb­ comprensivi (le nuove unità sco­ Lnome non mette radici, la fi­ bero pensare a una pesante en­ lastiche che comprendono scuo­ gura rimane estranea al corpo vi­ trata della politica nella scuola. le materne, elementari, medie, e vo della scuola; e la persona in Ma, per fortuna, nei documenti che prefigurano materialmente imbarazzo. Non sarebbe un gra­ ufficiali l'abbreviazione compare la riforma dei cicli) qualche pro­ ve danno se la scuola non fosse sciolta e distesa. Invece, nelle blema è già sorto: i bambini che fatta di persone e di relazioni tra carte delle Agenzie che hanno hanno ereditato un preside si persone, e se non fosse che "formato" (si fa per dire) i vecchi sentono rimproverare dalle mae­ l'ambiente scolastico è fatto di fi­ Capi d'Istituto, i futuri manager stre perché gli si rivolgono con gure diverse le quali sono educa­ erano insistentemente DS. È ap­ "Buon giorno, Direttore"; i ra­ tive perché svolgono funzioni di­ prezzabile la prudenza del Mini­ gazzi della scuola media che verse. È inutile ricordare che, nel stero: non tanto per la politica, hanno ereditato un direttore nobile atto comunicativo dell'e­ quanto per la chiarezza. sembrano invece non avere ducare/insegnare, la storia dei Chi è diventato, con Decreto grandi imbarazzi: non è difficile ruoli è di primaria importanza. cumulativo, Dirigente Scolastico appoggiarsi su uno scalino più A freddo, i due termini diret­ ha provato nei primi giorni di alto della scala gerarchica di ieri. tore e dirigente sono vicini: han­ scuola qualche imbarazzo; anzi, Le situazioni più colorite si sono no la stessa radice in regere con a dire il vero, l'imbarazzo è stato presentate nelle scuole mater­ un prefisso che indica movimen­ di chi - personale amministrati­ ne: le maestre non sanno come to da un luogo all'altro. La diffe­ vo, insegnanti, genitori - doveva insegnare ai bambini a rivolgersi renza sta nel suffisso -tare, che comunicare col nuovo capo: co­ al manager che si presenta a al primo dà una connotazione di me rivolgersi a chi era stato pre­ scuola: risulta semplice se è un maggiore staticità, battendo sul­ side o direttore? Il buon senso e ex direttore; è più complicato se la capacità, acquisita con l'abi­ l'urgenza dei problemi dei primi è un ex preside. tudine, di dare direzioni; e in -en­ giorni hanno ovviato all'inconve­ Un fatto è certo: che nessu­ te, che fa sentire invece l'eserci­ niente: chi era stato preside ha no ancora si azzarda a tirare in zio della funzione. In una parola, continuato a sentirsi chiamare ballo il Dirigente Scolastico. Che se il primo termine dà l'idea del­ 274 preside, e lo stesso è accaduto resterà per qualche tempo inno- la funzione, il secondo fa vedere

Valter Deon [email protected]

la funzione nel suo svolgersi; dà, che tende a cristallizzarsi è una di riflesso, hanno le loro resi­ alla fine, un'immagine dinamica risorsa sempre più importante stenze. Sarà solo un problema e in movimento. per nominare realtà nuove. Il di adattamento e di tempo? Il A caldo, invece, la distanza DISC esemplifica: d. d'azienda, sintagma sarà capace di farsi tra i due termini si fa sentire più d. politico, sindacale; se si può una storia? ampia: direttore richiama una dire direttore d'azienda, qualche gerarchia, un apparato, una or­ difficoltà sorge con direttore po­ ganizzazione che ha a che fare litico o sindacale. " tar bene a scuola" è uno S con una macchina, anche buro­ slogan neanche tanto vuo­ cratica; dirigente fa subito anda­ to: tra l'altro, se stanno bene gli re col pensiero a qualcuno che si er tornare alla scuola, nel insegnanti e il personale che vi muove in mezzo a organizzazio­ Psintagma direttore didattico lavora, di riflesso staranno bene ni veloci, svelto e rapido nel da­ il focus andava soprattutto sul anche gli studenti. Qualche dub­ re dritte. Se viene facile dire di­ didattico, vale a dire sulle com­ bio però rimane. Se poi si pen­ rettore di un museo, più difficile petenze proprie dell'insegnare; sa che la storia dei dirigenti è vien da dire dirigente di un mu­ in dirigente scolastico il focus è stata una storia sindacale prima seo. A meno che non si pensi al sul dirigere piuttosto che sullo che culturale (la conquista della personale che vi lavora, e a chi scolastico. E, se è vero che il di­ dirigenza), il dubbio si fa ancora gli deve dare direzioni di marcia rigente è "colui che dà un indi­ più forte. Saranno, i manager rapide. rizzo teorico e pratico all'agire presenti e futuri, capaci di diri­ Insomma, dirigente è legato collettivo determinando le con­ gere bene la scuola? Gli studen­ a una cultura aziendalistica, ma­ dizioni in cui si vive e si opera", ti sono prudenti: più che di es­ nageriale, a organizzazioni che si il dirigere è più rivolto al perso­ sere diretti, sembrano ancora muovono e si trasformano (da nale, alla amministrazione, al desiderosi di essere educati, questo punto di vista - del mo­ funzionamento, che al didattico nonostante tutto. vimento - il nome, per la scuola, e all'insegnare. In una parola, Il dirigere in educazione si sarebbe di buon auspicio). Viene dal sintagma escono i bambini e nobilita se il condurre fuori diri­ quasi da dire che dirigente, ri­ gli studenti, l'insegnare e le ge da qualche parte; se è solo spetto a direttore, è termine più competenze che gli sono legate; un dirigere nell'atto dirigente, è largo, in ogni caso più neutro, vi entra l'organizzazione e la ge­ un problema di gestione. A certamente meno datato: si sta stione. Per questo credo che i scuola forse è troppo poco. avvicinando a manager. La ripro­ bambini e gli studenti non ri­ va è data dalle compatibilità sin­ escano a dire "Buon giorno, si­ tagmatiche: riprova importante, gnor Dirigente"; e, se hanno dif­ se è vero che l'unione di parole ficoltà loro, anche gli insegnanti,

CHI DIRIGE CHI? Rischio analfabetismo

dati recentemente diffusi sui carabinieri. Quanto poi a raccontare, anche a lungo e I dal CEDE sulla competenza qualità della lingua, anche i in modo efficace: intrecciano linguistica degli italiani danno migliori scrivono in una prosa sapientemente i fili della nar­ corpo a una sensazione che che spesso è fin troppo vicina razione, creano suspense, uti­ maestri e professori, linguisti al parlato, e parlano in modo lizzano opportunamente di­ e pedagogisti avvertivano da meno organizzato, direi meno scorso diretto e indiretto, ci­ tempo: la maggior parte della rigoroso dei loro genitori e dei tazioni, variazioni di registro popolazione italiana è a "ri­ loro nonni. ecc. I giovani spesso, molto schio analfabetismo". Per la spesso, non sanno racconta­ precisione: il 33% degli italiani re: dispongono gli eventi in ha difficoltà gravi di lettura, 1 fenomeno è interessante una successione elementare, 1 scrittura e conteggio, e un al­ perché è generale, diffuso anticipano il finale, non sanno tro 33% è appena al di sopra al Nord e al Sud, fra i ricchi e variare il registro, e perciò della soglia minima di compe­ i poveri (e anche: in Italia e esauriscono rapidamente il tenza linguistica. fuori). Chiunque abbia presta­ racconto, senza coinvolgere E il restante 33%, cioè i to orecchio al parlato delle ul­ l'ascoltatore; "bravi"'? Anche a guardare da time generazioni e lo abbia b) gli anziani organizzano vicino questa categoria privi­ mentalmente paragonato a un intervento in una discus­ legiata si trovano pochi moti­ quello delle generazioni pre­ sione in modo più efficace: vi di consolazione. Solo un cedenti avrà notato infatti che sia che lo facciano in italiano terzo di questa fascia - cioè il la pianificazione del discorso che - meglio ancora - in dia­ 10% della popolazione totale ha gittate sempre più brevi, letto, usano per convincere - ha un'elevata competenza che false partenze e interca­ strategie ed espedienti retori­ alfabetica (una percentuale lari sono più frequenti, che i ci che fanno del loro testo un soddisfacente sarebbe del registri sono sempre più con­ buon testo argomentativo. I 20-25%); degli altri, la mag­ taminati, e che prevale il regi­ giovani raramente posseggo­ gior parte sa leggere ma leg­ stro "brillante" - ma forse è no quest'arte; molti, addirittu­ ge poco, e quando lo fa sce­ meglio dire "leggero" - . Ma ra, violano tranquillamente il glie Il grande fratello (che, per avrà notato, soprattutto, che principio fondamentale di chi non lo sapesse, è anche è molto più rara la padronan­ non-contraddizione. una rivista, e ad alta tiratura) za delle strutture testuali: Perché accade questo? È o al massimo le barzellette a) gli anziani spesso sanno colpa di una scuola vecchia, 276 Alberto A. Sobrero [email protected]

di metodi inefficaci, di inse­ giovani, che puntano a varie­ sta che fare, temo, come il gnanti poco preparati o poco tà più basse, a lessici ele­ maestro dell'Appendix Probi: sensibili al problema? Sì, for­ mentari, all'indifferenza per il accorgerci del nuovo che se, ma forse questa spiega­ registro, per l'adeguatezza la avanza ma difendere il vec­ zione non basta, se il proble­ coerenza e la coesione, che chio, fino a quando le novità ma è davvero generale. A compensano con indetermi­ non saranno mature per l'in­ pensarci bene: perché mai il natezze lessicali, con ambi­ gresso in società, cioè per la bambino dovrebbe impadro­ guità e vaghezze semantiche, loro istituzionalizzazione. È nirsi di una lingua che trova con ridondanze ai nostri occhi l'antica maledizione della praticata a livelli soddisfacen­ inaccettabili. scuola, che vorrebbe innova­ ti solo - e non sempre - a re e rinnovarsi ma non può. scuola? Come fa a imparare Mai, neppure nell'era del stili narrativi che non cono­ n'evoluzione tutta negati­ computer: AURIS non oric!a, sce, perché il gusto di rac­ U va? Forse no: forse siamo CALIDA non calda... contare con i ritmi lenti della a uno snodo epocale, parago­ tradizione favolistica si è per­ nabile al periodo di incubazio­ so? E come fa a organizzare ne delle lingue neolatine, e bene un testo argomentativo, non lo sappiamo. Forse do­ se nelle osterie i giovani non vremmo con maggiore impe­ allenano la loro oratoria con gno scrutare l'orizzonte, alla le interminabili e sofisticate ricerca degli indizi di una nuo­ discussioni di una volta? (An­ va lingua, o di una nuova mo­ che perché non ci sono più le dalità espressiva, con regole osterie, come non ci sono più nuove e con nuove testualità i nonni narratori.) (rinunceremo al principio di non-contraddizione e alla struttura trama + intreccio? ' cambiato il contesto, è Può darsi che accada anche E cambiata la storia, e l'ita­ questo: non sarebbe il primo liano "medio", dopo una bella dei cambiamenti epocali, per fase di avvicinamento, si sta la nostra generazione). di nuovo allontanando dai E nel frattempo? Non ci re- m

RISCHIO ANALFABETISMO a Storie dell'italiano

riescono) l'assetto linguistico di un territorio, ispi­ e randosi alla concezione romantica e ottocentesca dello Stato inteso come espressione unitaria di 1. razza e lingua. La politica linguistica può arrivare Che cosa è la persino all'eliminazione fisica: si pensi al recente "politica linguistica" conflitto in Kossovo, con i casi documentati di "pu­ Per "politica linguistica" si intende l'intervento lizia etnica". dello Stato nel campo della lingua attraverso la All'estremo opposto, sta la tolleranza. La poli­ scuola, la burocrazia, le istituzioni pubbliche. Gli tica linguistica si può manifestare allora come atti più evidenti di tale politica riguardano le mi­ protezione delle minoranze, per rispetto, per cul­ noranze, verso le quali si manifesta talora un at­ to del passato, per conservazione "ecologica". Se teggiamento aggressivo, soprattutto nel caso di vogliamo estendere la riflessione su quanto acca­ conflitti etnici 1• el ovecento, ad esempio, ci so­ de fuori dell'Europa, in Africa, possiamo seguire no stati in Europa spostamenti coatti di popola­ Guido Barbina, esperto di quel continente, il qua­ zione, con notevoli conseguenze linguistiche. Co­ le ci avverte che il mantenimento delle lingue tri­ sì, dopo l'ultima guerra mondiale, si è avuto l'al­ bali portate nelle istituzioni scolastiche e di am­ lontanamento di oltre sei milioni di tedeschi dai ministrazione a scapito di una lingua più diffusa territori polacchi: la Polonia raggiunse in quel­ può essere strumento per mantenere la divisione l'occasione una compattezza etnico-linguistica e in una colonia e per impedire alle etnie di aggre­ religiosa che non aveva mai conosciuto nella sua garsi tra loro.i. Esiste insomma anche il rischio di storia2. Il confine dell'Oder- eisse corrisponde una eccessiva attenzione alle minoranze. quasi perfettamente dal 1946 al confine linguisti­ co fraarea germanica e area slavo-polacca, ciò che prima non era affatto. Tra Grecia e Turchia vi fu nel 1922 uno scambio di popolazione, con l'allon­ e tanamento dei turchi dal territorio greco e da Cre­ ta, e con il corrispondente allontanamento dei 2. greci dall'Asia Minore. Fine dell'arabo di Sicilia Tralasciamo problemi sorti ai confini italiani, Anche in Italia ci sono lingue minoritarie, e dun­ in Istria e in , dove la presenza della co­ que anche da noi la "politica linguistica" ha dovu­ munità tedescofona determinò un contenzioso tra to fare i conti con esse, pur se il problema non si è Mussolini e Hitler, i quali discussero in più occa­ quasi mai posto in forme violente. Drammi del ge­ sioni sullo spostamento coatto della popolazione nere, legati a differenze di religione e di etnia, a 3 tedesca . Le scelte politiche e amministrative pos- cui si aggiunge la differenza lingua, si sono scate­ 278 sono a volte modificare ("regolarizzare", se pur ci nati prima che avesse inizio la storia dell'italiano. Claudio Marazzini Breve storia delle politiche linguistiche [email protected] (per lo più inefficaci)praticate in Italia Storie dell'italiano

Penso alla presenza araba in Sicilia dopo la con­ questo aspetto. li Landino, per esempio, invitava i quista normanna. Non ci fu persecuzione imme­ concittadini di Firenze a darsi da fare per ottenere ditata, visto che "almeno fino alla fine del regno di il "principato" della lingua, e Lorenzo il Magnifi­ Ruggero II la situazione dei musulmani di Sicilia co, nel Comento, prospettando un mirabile futuro rimase buona sia sul piano giuridico che su quel­ per il fiorentino, parlava di un "augumento al fio­ 9 lo concreto"5. Ma sotto Guglielmo I si scatenarono rentino imperio" . Si potrebbe discutere sul signi­ massacri di musulmani a Palermo e in alcune lo­ fico del termine jmperjo, che probabilmente ri­ calità di provincia6. Dalla seconda metà del sec. guarda un concetto di egemonia culturale e spiri­ XII, dunque, "il lento mutamento della carta de­ tuale piuttosto che un primato politico. Questi ac­ mografica dell'isola subisce una brusca accelera­ cenni non ebbero alcun affetto pratico, anche se zione"7, che continua con la campagna militare di furono ripresi alla fine del Cinquecento, al tempo Federico II del 1222-1223. La conseguenza è la del granduca Cosimo de' Medici, il quale si sforzò cacciata di intere popolazioni, che spopola alcune di dare un seguito positivo alle pretese di primato contrade. Alla fine, la conservazione del poco ara­ avanzate da teorici e grammatici come Benedetto bo che resta in Sicilia (mentre a Malta la conser­ Varchi e Lionardo Salviati. vazione è ben maggiore) sembra essere legata Cosimo si rendeva conto che la lingua era uno piuttosto alla sua adozione come lingua d'uso del­ strumento per accrescere il prestigio e la potenza le comunità ebraiche locali8. della sua città, un po' come lo era il rapporto tra la L'eliminazione dell'arabo, però, come ho detto, Toscana moderna e l'antica Etruria (e infatti ci fu è anteriore, anche se di poco, all'avvio della storia anche un fiorire di studi etimologici etruscheg­ del volgare italiano. La fioritura della Scuola poe­ gianti). Dunque appoggiò l'Accademia fiorentina, tica siciliana si colloca su di un piano assoluta­ cercando fra l'altro di ottenere da essa una gram­ mente diverso, troppo elitario, per entrare in rela­ matica toscana da contrapporre autorevolmente zione con eventi che coinvolgono la vita di vaste alle grammatiche "settentrionali" come quella di aree di popolo, anche se in questo come in altri ca­ Bembo. La creazione di accademie e l'appoggio lo­ si le scelte culturali e linguistiche dettate dalle ro accordato è dunque un atto tipico di politica cul­ preferenze letterarie e dal gusto di corte furono turale, con carattere di politica linguistica quando anch'esse, alla fine, un atto di "politica linguisti­ l'accademia stessa abbia interessi in questo cam­ ca", inteso però non come persecuzione, divieto, po specifico. Quanto al primato fiorentino, uno pulizia etnica, ma come scelta, adesione, consen­ scrittore del tempo, il Gelli, poteva osservare con so, elaborazione originale. ella storia della lingua grande soddisfazione che il fiorentino era ormai italiana i momenti di questo secondo tipo, i mo­ utilizzato sempre di più al posto del latino dai menti costruttivi, sono molto più numerosi e im­ "principi" e dagli uomini "grandi" per trattare "i portanti di quelli aggressivi e distruttivi. La storia governi degli stati, i maneggi delle guerre e gli al­ dell'italiano si distingue in questo senso da quella tri negozi gravi" 10. di altre nazioni romanze, ad esempio dalla Fran­ Maturava l'idea di una superiorità del fiorenti­ cia. Gioca, certo, a vantaggio dell"'italiano lingua no sulle altre parlate d'Italia, di una superiorità lin­ non-imperialista", accolta per pacifico consenso, guistica della gente di Firenze e di Toscana legata la mancanza di uno Stato unitario fino al 1861. La non alla cultura, ma alle condizioni naturali, come nostra lingua, dunque, per forza di cose, fu espres­ dono del cielo, "razziale", potremmo dire. Ci furo­ sione culturale, non di egemonia politica. no anche rivalità all'interno della Toscana che ri­ guardarono questioni linguistiche: Girolamo Gigli fu vittima illustre del proprio accanimento antifio­ rentino, manifestato nel Vocabolarfo caterinjano; IJ quest'opera filologico-lessicografica fu condanna­ 3. ta e distrutta, mentre l'autore pagò con un periodo Rivendicazioni del primato di esilio, e fu cacciato anche da Roma, essendo in­ fiorentino tervenuto il Granduca di Toscana sul Pontefice. Per fortuna, però, queste pericolose tendenze Ci sono precoci rivendicazioni toscane di un pri­ dei fiorentini all'autocelebrazione e alla repressio­ mato politico ottenuto anche attraverso il control­ ne degli avversari non ebbero peso reale nella dif­ lo della lingua. Nell'ambiente della corte medicea fusione dell'italiano; la vera "politica linguistica" del Quattrocento emerge incidentalmente anche che portò all'assunzione della lingua toscana in m

UNA LINGUA REGOLATA DALLALTO a Storie dell'italiano tutte le regioni e in tutti i contesti non fu condotta da Firenze, ma dalle città della periferia, che scel­ IJ sero di adottare il toscano seguendo l'opinione dei 5. grammatici di area veneta, Fortunio e Bembo. Essi per primi avevano teorizzato la scelta dei modelli Il caso del Piemonte trecenteschi toscani. La più efficace politica italia­ A parte il caso della Chiesa, sta di fatto che gli in­ neggiante del Cinquecento non fu quella di Firen­ terventi più interessanti e sistematici di politica ze, ma quella di Venezia. Ma non fu una politica linguistica si ebbero in periferia 11. Di grande ri­ linguistica governata in maniera univoca e cen­ lievo è il processo di italianizzazione messo in at­ tralistica dagli organi istituzionali della città lagu­ to da Emanuele Filiberto di Savoia, il quale si nare; fu piuttosto il risultato di un consenso diffu­ sforzò di introdurre a mezzo di decreti il volgare so, di una preferenza degli intellettuali, di una con­ toscano nel suo Stato agendo sui tribunali (obbli­ vergenza su di una serie di scrittori da tutti molto gati a usare l'italiano al posto del latino nei pro­ apprezzati. La spinta verso l'arcaismo trecentesco, cedimenti di giustizia), sui notai, sulla burocra­ con la sua inattualità, ebbe il vantaggio di sottrar­ zia1 2. La scelta dell'italiano in Piemonte può es­ re la scelta del fiorentino alle dispute campanili­ sere interpretata in chiave prerisorgimentale, an­ stiche, e fece di questa lingua un idioma più ita­ ticipando una vocazione nazionale poi realizzata liano, più sovraregionale. La localizzazione della con l'Unità. Da Emanuele Filiberto in poi, non vi lingua nella Repubblica delle lettere, piuttosto che è Stato italiano in cui, come in Piemonte, le que­ in una città viva e vera, aveva il merito di evitare stioni linguistiche trapassino altrettanto rapida­ scontri come quelli che furono invece provocati mente in "politica linguistica", sia nella pratica dall'Accademia della Crusca. Cesarotti, nel Sette­ del governo, sia nelle pagine teoriche dei trattati­ cento, proprio per superare l'accademismo cru­ sti. Il più "politico" fra i libri della "questione del­ scante che tante reazioni negative aveva suscita­ la lingua" (dopo il De vulgari eloquentia di Dante, to, immaginò un Consiglio nazionale italico della che di politica ne contiene molta: si veda il forte lingua, composto di membri di tutte le regioni ita­ passo del libro I, cap. XII, dedicato ai principi d'I­ liane, ispirato ai nuovi modelli di democrazia rap­ talia) è il trattato Dell'uso e dei pregi della lingua presentativa. In quel momento la Crusca non era Ualiana del conte piemontese Galeani apione di attiva: era stata soppressa, in nome di ideali illu­ Cocconato. L'autore aveva attribuito una funzio­ ministici. La ripristinò Napoleone nel 1811. Il Con­ ne nazionale alla lingua toscana, immaginando siglio italico della lingua non fu mai realizzato. che la sua diffusione potesse servire da barriera contro le perniciose novità francesi, contro la pe­ ste rivoluzionaria. Insomma, in Piemonte il di­ battito linguistico investì facilmente questioni po­ IJ litiche, anche per la posizione geografica della re­ 4. gione (esposta alle conquiste francesi), tanto che La Chiesa la scelta del francese, avanzata provocatoriamen­ te da Carlo Denina in epoca napoleonica, suonò Non va dimenticato che un problema di "politica come uno scandalo. Denina aveva suggerito le li­ della lingua" fu affrontato anche dalla Chiesa, la nee di una politica linguistica attraverso la quale quale pure stava salda nel suo latino: ma doveva l'occupante avrebbe potuto e dovuto proceder al­ fare i conti con il volgare per regolare la predica­ la francesizzazione del Piemonte, e aveva insisti­ 13 zione, la traduzione della Bibbia, per la scelta del to sui vantaggi che ne sarebbero derivati • Di fat­ linguaggio della messa. La traduzione della Bibbia, to, durante l'Impero napoleonico, con il Piemonte in particolare, divenne questione spinosa, dopo annesso alla Francia, fu attuata proprio una poli­ che la Riforma protestante puntò le sue carte pro­ tica del genere, anche se probabilmente meno se­ prio sull'accesso diretto ai testi sacri. Nei paesi cat­ vera di quella che lo scrittore aveva consigliato. tolici come l'Italia, invece, la traduzione della Bib­ Galeani apione, per contro, aveva indicato, pro­ bia fu considerata uno strumento potenzialmente feticamente, la via della totale italianizzazione, pericoloso, da sottoporre a vincoli e divieti. La po­ esortando la corte e il re ad abbracciare la lingua litica linguistica della Chiesa, dunque, fu assai italiana, a sfrancesizzare lo Stato, secondo un di­ cauta nei confronti dell'italiano, fino al Concilio segno che si realizzò negli anni successivi, man 280 Vaticano II. mano gli ideali del Risorgimento fecero presa sul- Storie dell'italiano

la classe dirigente. Di fatto, la storia linguistica basate sull'identificazione di lingua e nazione. I italiana si caratterizza per questo paradosso: il to­ primi interventi si ebbero con gli scritti di Giove­ scano non fu imposto dai toscani. Si impose da nale Vegezzi-Ruscalla, interessante figura di et­ solo, con il consenso di tutti. Quando, finalmen­ nologo, linguista e uomo politico. Non solo Ve­ te, la formazione dello Stato nazionale richiese gezzi-Ruscalla dedicò un'attenzione speciale alla una lingua unitaria per la scuola e per la buro­ descrizione sistematica degli alloglotti sul suolo crazia, non furono i toscani a compiere l'atto di italiano, ma soprattutto avvertì come un pericolo imperio che pure secoli prima avevano sognato, gli alloglotti stessi ( così come si interessò ai dia­ ma furono i piemontesi a promuovere il toscano, letti, auspicando però che si avviassero all'estin­ proprio quei piemontesi come Vittorio Emanuele zione): si preoccupò insomma di studiare qualche II e Cavour, appartenenti ad una regione tra le cosa che riteneva al tempo stesso un rischio. La più estranee e refrattarie alla toscanità, in cui gli questione degli alloglotti negli anni dell'Unità intellettuali, per farsi italiani, avevano dovuto fa­ non venne affatto ignorata, e anzi le fu dedicata ticare non poco, dedicandosi all'apprendimento un'attenzione precoce e scientificamente lodevo­ della lingua così come si fa con un idioma fore­ le. Però l'attenzione non derivava necessaria­ stiero 14. mente da simpatia verso fenomeni di diversità: Furono dunque i piemontesi a organizzare per nel volume che presenta i risultati del primo cen­ davvero la "politica linguistica" italiana nella simento del Regno (svoltosi nel 1861) è concesso scuola e nella burocrazia. Nel quadro dello Stato un notevole spazio al problema degli alloglotti, nazionale unitario trovò presto spazio la propo­ ma si dice a chiare lettere che queste "varietà et­ sta di Manzoni, nata come scelta stilistica indivi­ nografiche, preziose per i dotti e per gli indaga­ duale, ma espressa, soprattutto nella Relazione tori di curiosità filologiche, non hanno alcun va­ diretta nel 1868 al ministro Broglio, in forma di lore giuridico, né alcun riscontro con lo stato pre­ programma di politica linguistica per sente". Si insisteva sul fatto che queste colonie appena unificata. In questo caso, era un milanese straniere non avevano più contatto con i ceppi a voler imporre il fiorentino {la sottocommissio­ originari, e spesso non avevano manco coscienza 15 ne di Firenze, al contrario, in quell'occasione di sé . espresse forti dubbi). Alla proposta di Manzoni Si può concludere che nel clima nazionale e fece seguito la risposta di G.I. Ascoli ( 1873 ), che patriottico del Risorgimento si trovano le radici prospettava un intervento assai diverso. Due di­ di molti atteggiamenti riemersi in seguito, i qua­ versi programmi di politica linguistica si con­ li, di solito, vengono confinati arbitrariamente trapposero. nella politica del Fascismo. Ovviamente il Fasci­ smo ebbe responsabilità nella repressione dei dialetti, nella lotta contro forestierismi e mino­ ranze alloglotte, arrivò a campagne rimaste fa­ IJ mose, come quella contro il lei e contro i fore­ 6. stierismi, ma in questo campo non inventò nulla Stato unitario e Fascismo di assolutamente nuovo. Semplicemente portò a compimento una politica già maturata in prece­ on fu un caso, infine, che proprio nel clima ri­ denza, radicalizzandola negli anni della guerra. sorgimentale, e in coincidenza con i primi atti Durante il Fascismo, però, si era anche deli­ amministrativi del Regno d'Italia, si manifestas­ neata una politica della lingua di respiro più am­ sero le avvisaglie di una politica linguistica auto­ pio, più ambiziosa, che si muoveva in due dire­ ritaria. Dopo l'Unità emerse ad esempio un pro­ zioni diverse. Da una parte si legava agli ideali di blema che prima nessuno aveva mai avvertito: grandeur imperiale (l'italiano diffuso nelle colo­ quello dell'italianità della Valle d'Aosta. La Valle nie, talora insegnato alla popolazione locale con era stata sempre fedelissima alla monarchia sa­ risultati assai duraturi, l'accentuazione della fun­ bauda, e gli stati dei Savoia erano sempre stati zione di Roma rispetto a quella di Firenze). Dal­ pacificamente bilingui, tanto che la politica di l'altra, soprattutto nelle aspirazioni di G. Bottai, Emanuele Filiberto aveva riguardato non la pro­ si collegava ad un desiderio di ammodernamento mozione dell'italiano contro il francese, ma la dell'italiano, il quale avrebbe dovuto beneficiare promozione di italiano e del francese contro il la­ della generale trasformazione della società av­ 6 tino. Con l' nità, invece, si diffusero idee nuove, viato dal regime 1 . In questo quadro, si colloca 281

UNA LINGUA REGOLATA DALL'ALTO Storie dell'italiano

meglio anche il neopurismo di Migliarini, il qua­ urgente un intervento diverso, rivolto alle nuove le ambiva ad un controllo sulla lingua, alla veri­ minoranze nel frattempo sopravvenute, poche del­ fica da parte del linguista delle esigenze di rin­ le quali sono legate alle minoranze "storiche". Per­ novamento determinate dagli scienziati e dai sino gli Albanesi di oggi non sono legati agli Al­ tecnici. banesi giunti in passato in buon numero nel no­ stro paese fuggendo di fronte all'avanzata turca. Altre minoranze sono assolutamente prive di pre­ IJ cedenti, come quelle africane o asiatiche. L'inter­ vento nei confronti di queste nuove minoranze, 7. più che ispirato alla protezione, come nei con­ Conservazione e integrazione fronti delle minoranze storiche, sembra dover es­ sere di integrazione. Recente è poi il dibattito sul­ Dopo la caduta del Fascismo, per molto tempo ci l'eventualità di attribuire ufficialmente alla lingua fu in Italia una forte diffidenza per ogni interven­ italiana la dignità di lingua nazionale. La Costitu­ to nel campo della politica linguistica. Nulla si in­ zione del 1948 non dedica a ciò alcun accenno. traprese in maniera dichiarata per il rafforza­ Del resto le costituzioni dei principali paesi mento o semplicemente per il controllo della lin­ d'Europa (le quali possono essere studiate come gua nazionale. Il dibattito, in diverse occasioni, atti o effetti della politica linguistica) si compor­ dalla Costituzione repubblicana in poi, e anche in tano in maniera difforme: Portogallo, Spagna e tempi recentissimi, si è indirizzato piuttosto sulla Francia indicano la lingua nazionale e le attribui­ necessità di favoriregruppi minoritari alloglotti o scono una funzione speciale più o meno rilevata, comunità dialettali, anche a mezzo di apposite mentre la tradizione anglosassone ne fa a meno. norme legislative (che hanno coinvolto da ultimo Si potrebbe pensare che siano proprio le lingue le Regioni, fino ad autorizzare, come in Friuli, l'u­ con minor forza ad avere bisogno di una menzio­ so di lingue diverse dall'italiano, o di dialetti, nel ne pubblica. Il provvedimento per la dichiarazione Consiglio regionale, o fino all'istituzione di corsi dell'italiano lingua nazionale sta appunto seguen­ scolastici nelle lingue locali). Quasi non ci si è ac­ do in questo momento il suo iter legislativo di corti che il mutare dei tempi rendeva molto più fronte al Parlamento.

1 Sul quadro generale dei rapporti lingua-etnia, con una serie inte­ 8 Cfr. ibid., p. 167. ressante di casi specifici, cfr. Ethnos e comunità linguistica: un con­ 9 Cfr. C. Marazzini, La lingua italiana. Profilo storico, li Mulino, Bo­ r 2 f onto metodologico interdisciplinare, Atti del Convegno Interna­ logna 1998 , p. 217. zionale di Udine (5-7 dicembre 1996), a cura di R. Bombi e e.Graf­ 1 ° Cfr. Id., Storia e/ella lingua italiana. Il secondo Cinquecento e il fi, Forum, Udine 1998. Seicento, Il Mulino, Bologna 1993, pp. 161-163. 2 Cfr. G. Barbina, La geografia delle lingue. Lingue, etnie e nazioni 11 Per il concetto cli "periferia" nella storia linguistica, si pensi alle nel mondo contemporaneo, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1993, sezioni regionali extratoscane e extraromane, meridionali e setten­ pp. 155-159 (e anche p. 102, nota 2). Pare che l'operazione rappre­ trionali, nei due volumi L'italiano nelle Regioni, a cura di F. Bruni, senti il caso più vistoso fra tutte le deportazioni cli massa mai avve­ Utet, Torino 1992 e 1994. nute in Europa. 12 Cfr. almeno C. Marazzini, La lingua e/egli Stati italiani. L'uso pub­ 3 Cfr. G. Barbina, op. cit., p. 150; V. Coletti-P.Corclin, A. Zambon, For­ blico e burocratico prima e/e/l'Unità, in la "lingua cl'Jtalia". Usi pub­ me e percorsi de/l'italiano nel Trentino-Alto Adige, Istituto di Studi blici e istituzionali, Atti ciel XXIX congresso SLI, Bulzoni, Roma per l'Alto-Adige, Firenze 1995, soprattutto alle pp. 102-111, dovute 1998, pp. 12-17 (in cui si troveranno opportuni rinvii bibliografici). ad A. Zamboni; ma non si può affrontare tale materia senza tener 13 Cfr. C. Denina, Storia e/elle lingue e polemiche linguistiche. Dai conto delle tante indicazioni offerte da R.De Felice nella sua monu­ saggi berlinesi 1783-1804, a cura cli C. Marazzini, Edizioni dell'Or­ mentale biografia di Mussolini: vedi ad es., per le trattative allo sco­ so, Alessandria, 1985, in cui si leggono il discorso Dell'uso e/ella lin­ po di concordare con Hitler l'allontanamento sistematico dei tede­ gua francese ciel 1803 (pp. 65-102) e la lettera dello stesso anno al schi altoatesini, Mussolini il duce r. Gli anni ciel consenso 1929- Prefetto ciel Dipartimento ciel Po, citoyen La Villa (pp. 103-112). 1936, Einaudi, Torino 1974, pp. 419-422, J\l[ussolini il duce II. Lo 14 Cfr. A. Stussi, Storia linguistica e storia politica, in Studi e docu­ stato totalitario 1936-1940, Einaudi, Torino 1981, pp. 471 e 482 (con menti cli storia e/ella lingua e dei dialetti italiani, Il Mulino, Bologna la citazione di un interessante passo del diario cli Ciano), iVIussolini 1982, p. 43. l'alleato I. L'Italia in guerra 1940-1943, Einaudi, Torino 1990, pp. 15 Cfr. C. Marazzini, Le osservazioni linguistiche nel primo censi­ 419-422. mento del Regno d'Italia, in Language Philosophies ancl the Lan­ 4 Cfr. G. Barbina., op. cit., p. 91. guage Sciences. A Historical Perspective in Honor of Lia Formigari, 5 A. Varvaro, Lingua e storia in Sicilia (Dalle guerre puniche alla a cura cli D. Gambarara, S. Gensini, A. Pennisi, Noclus Publikatio­ conquista normanna), 1, Selleria, Palermo 1981; p.161. nen, Mi.inster 1996, pp. 262-263. 16 6 Cfr. ibici., pp. 163-164. Cfr. lcl., Bottai e la lingua italiana, "Lingua 1 ostra", 58 (1997), pp. 282 7 !bici.,p. 164. 1-12. ·························1················································································································································································································································ Pro ettare la scuola Didattica delle discipline

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aggita è stata rinviata, abitia­ ad tres; mo te le altre frasi le consonanti ge­ come o in una sua fase il L arroma, hobbisogno di ri­ minate sono legittime. latino ha perso le consonanti fi­ poso, vabbene stasera, vedia­ mo ci In italiano, infatti, le forme nali e questo mutamento foneti­ venerdissera, /abbarca era monosillabiche (come a, che, co ha portato all'allungamento veloce, ne voglio dippiù: frasi co­ chi, è, e, ho, ha, o, se, tre, va del suono seguente: ad me, tres me queste, in cui la doppia con­ ecc.) o le forme accentate ossi­ caprae del latino vengono pro­ sonante grafica (che ho scelto tone (= con l'accento sull'ultima nunciate, in italiano, ammè, trec­ per evitare, per ora, la trascrizio­ sillaba, come caffè, perché, sa­ capre. Il fenomeno si estese poi, ne fonetica) corrisponde nella rò, venerdì ecc.), quando prece­ per analogia, ad altre forme de­ lingua orale a un suono di mag­ dono una parola che inizia con terminando la situazione attuale giore durata, si possono sentire consonante geminabile, attivano dell'italiano. La presenza di que­ sia parlando con una buona par­ la geminazione. Si ha geminazio­ sto fenomeno è riflessa anche te degli italiani sia ascoltando la ne, quindi, in a Roma con l'allun­ nella scrittura di parole risultan­ TV o la radio. gamento di r iniziale, ma non è ti da fusione, come soprattutto, Ma quali delle forme con ge­ possibile l'allungamento di sin è davvero, dappertutto, ebbene, minazione, contenute in ogni fra­ stata perché la geminazione di s eccome, oppure, ovvero, frat­ se, sono corrette in italiano o so­ davanti a consonante violerebbe tanto, sebbene, chissà, macché, no invece da considerare regio­ le regole di strutturazione silla­ pressappoco. nali? Le risposte saranno diver­ bica dell'italiano. se a seconda che a rispondere Questo fenomeno, normal­ 1 riconoscimento e l'uso attivo 1 sarà un italiano del Nord, uno mente non rispecchiato dalla della cogeminazione non sono del Centro o uno del Sud e a se­ scrittura, è chiamato raddoppia­ estesi a tutti i parlanti italiani. conda della consapevolezza e mento sintattico (o anche coge­ C'è poca consapevolezza della conoscenza della pronuncia del­ minazione - termine coniato da sua esistenza e una certa confu­ l'italiano. Secondo la pronuncia Canepari, per alludere alla mag­ sione sulla sua legittimità anche neutra dell'italiano, la prima e le giore durata del suono conso­ tra persone di cultura e profes­ ultime due frasi contengono for­ nantico attivata per la compre­ sionisti della voce (attori, dop­ me regionali: /aggita e !abbarca senza di determinati elementi). piatori). Alcuni di loro non la usa­ sono pronunce tipiche del Cen­ La cogeminazione è frutto no in modo uniforme neanche in tro-sud mentre la geminazione della parentela dell'italiano con brevi frammenti di parlato. Dal­ lessicale per la parola più è dif- il latino, lingua in cui esistevano l'analisi di dischi e film italiani e 284 fusa soprattutto nel Lazio. In tut- parole terminanti in consonante doppiati, Canepari ( 1999b) ha ri- Lidia Costamagna [email protected]

levato che l'applicazione della fenomeno non è presente. sta non può essere univoca per cogeminazione oscilla, per i pro­ Nel Sud i nativi lo usano in tutti e dipende soprattutto dal fessionisti della voce, dai due ai maniera meno estesa che al quel che si fa e dall'amore per la tre casi su quattro. Centro ma alcune persone (e propria lingua. Gli italiani del Nord non sono questo può succedere anche n ogni caso sarebbe bene co­ in grado di usare la cogemina­ nell'Italia centrale), se sollecitate noscere le caratteristiche di zione in maniera spontanea per­ ad analizzare le forme, pur sen­ pronunciaI della lingua parlata, ché il fenomeno non esiste nei tendole come familiari, non sem­ così come è giusto conoscere la loro dialetti. Per questo, tenden­ pre sono in grado di dire con grammatica e la morfosintassi. zialmente considerano scorretta precisione se sono corrette o In ogni caso, la cogeminazione è ogni forma di geminazione non meno e possono scambiare for­ uno degli aspetti più specifici registrata dalla scrittura, cre­ me di geminazione regionale della nostra lingua, di quelli che dendola una pronuncia tipica del (dippiù, labbalena ) per forme di ne caratterizzano il ritmo, e la Centro-Sud. Mioni ( 1993) nota, cogeminazione e viceversa. fanno sentire così "musicale" a tuttavia, che a volte nell'italiano Chi cerca d'imitare l'accento molti stranieri. di alcuni settentrionali si deter­ regionale toscano sa che la casa minano allungamenti consonan­ viene resa modificando il suono tici espressivi, dovuti all'idea consonantico iniziale, che in d'innalzare lo stile linguistico, molte zone di quella regione può senza però avere la coscienza arrivare a essere un suono aspi­ Per saperne di più delle regole che determinano ta­ rato (/ahasa), ma, a volte, non si le allungamento. rende conto che questa caratte­ Canepari, L. ( 1999a), Il DiPI. Dizio­ Nell'Italia centrale la cogemi­ ristica non può essere estesa al­ nario di pronuncia italiana, Zani­ nazione non ha la stessa diffu­ la forma a casa perché un to­ chelli, Bologna. Canepari, L. ( 1999b}, // MaPI. Ma­ sione in tutte le zone, e mentre scano, usando la cogeminazio­ nuale di pronuncia italiana, Zani­ la Toscana e la provincia di Ro­ ne, direbbe accasa. chelli, Bologna. ma detengono il primato del suo Mioni, A.M. ( 1993), Fonetica e fono­ uso, ci sono città, come ad hi riflette su fenomeni come logia, in Sobrero, A.A., Introduzio­ ne all'italiano contemporaneo I, esempio Arezzo e Perugia, in cui C questi, si domanda se sia Le strutture, Laterza, Roma-Bari. si attiva solo con poche parole così importante pronunciare l'i­ (principalmente con la parola taliano mantenendo le sue ca­ tre: treccose) e Ancona dove il ratteristiche originali. La rispo- 285 ········•······························································································································································································································································

RAOOOPPIARE È ITALIANO 1 ___ Biblioteca

do gli accorpamenti ed i collega­ ciali alle varietà più o meno strut­ menti suggeriti dalla disposizione turate che caratterizzano il reper­ stessa dei saggi. torio italiano contemporaneo, Cor­ Il primo grande tema affrontato telazzo si imbatte in quella partico­ riguarda le cosiddette "lingue spe­ larissima varietà dell'italiano che è ciali" (Lingue speciali: le dimensio­ stata definita "italiano scolastico" ni verticale e orizzontale), cui se­ (Per la storia dell'italiano scolasti­ guono due saggi su La lingua dei co), etichetta che giudica "felicissi­ mass-media e La lingua della can­ ma per indicare quella varietà arti­ zone d'autore - "lingue" che, pur ficiale di italiano che è (stata) pro­ non rientrando a nessun titolo nel­ posta dalla scuola ai piccoli italiani I la definizione di "lingua speciale" e che si accingevano ad acquisire la pur non essendo affatto varietà au­ lingua nazionale" (p. 91 ). Da una tonome di lingua, sicuramente de­ rapida sintesi delle fortune e della Una lingua finite e chiaramente circoscritte, morte (ma siamo davvero sicuri civile tuttavia ben si prestano a ragiona­ che di morte si tratti?) di questa re sulla dimensione diafasica dell'i­ particolarissima varietà di "lingua Maria G. Lo Duca taliano contemporaneo. Per ognu­ della scuola", l'interesse del lingui­ no di questi temi, Cortelazzo fa il sta si sposta su tematiche scola­ punto della situazione nel campo stiche sempre attuali, quali, ad degli studi, fornendo panoramiche esempio, la grande lezione di un in­ sempre molto puntuali ed aggior­ dimenticato maestro (L'arte dello nate, e individuando punti di forza scrivere: Lettera a una professo­ e di debolezza delle ricerche fin qui ressa), o la coesistenza in classe di Michele A Cortelazzo effettuate: dunque non solo i risul­ lingue e culture diverse (Lingue lo­ Italiano d'oggi tati assodati, ma anche i settori an­ cali, dialetti, scuola), situazione in Esedra, Padova 2000 cora scoperti in cui sarebbe bene cui non è mai facile progettare per­ pp. 225, L. 30.000 investire forze ed energie. corsi didattici pienamente soddi­ Ad esempio, a partire da esi­ sfacenti. genze particolarmente sentite nel Sembrerebbero, questi, temi campo della traduzione e dell'in­ ormai invecchiati, propri del dibat­ terpretariato, denuncia la mancan­ tito sull'educazione linguistica de­ za di una tradizione di studi che da gli anni Settanta, quando l'appas­ una parte proceda a sintesi de­ sionata denuncia di don Milani da scrittive delle caratteristiche non una parte, la "giovane" linguistica solo lessicali, ma anche sintattiche italiana dall'altra, obbligavano tut­ Il volume raccoglie una serie di e testuali delle lingue speciali, al­ ti, quasi tutti, a ripensare forme e saggi sull'italiano contemporaneo meno di quelle finora più studiate; modi dell'insegnamento scolastico scritti in varie occasioni tra il 1988 dall'altra operi "confronti fra le con­ tradizionale. Ma fa bene Cortelaz­ e il 2000, già apparsi in varie sedi, venzioni linguistico-testuali di testi zo a riproporre questi temi, oggi e ora molto opportunamente rac­ relativi a tradizioni culturali diver­ che finalmente ricercatori ed inse­ colti in volume. Dopo una rapida se" (p. 33), in una prospettiva di gnanti sono chiamati a progettare ma efficace "fotografia" della si­ linguistica testuale comparativa percorsi di insegnamento della tuazione attuale della lingua italia­ oggi più che mai avvertita (ricor­ scrittura (penso soprattutto al La­ na (La lingua italiana di fine millen­ diamo di sfuggita che a questo re­ boratorio di scrittura, oggetto del nio), fatta attraverso i risultati de­ lativamente nuovo filone di studi è cosiddetto Protocollo d'intesa tra il gli studi che a parere dell'autore ri­ stato di recente dedicato un con­ Ministero della Pubblica Istruzione sultano i più significativi sull'argo­ vegno, i cui atti sono stati pubbli­ e i G1scEL, ma anche alle prove mento, il volume affronta una serie cati a cura di G. Skytte-F. Sabatini, scritte dei nuovi esami di maturità); di temi di grande attualità, per lo Linguistica testuale comparativa, e che il plurilinguismo della socie­ più esaminati da ottiche diverse Museum Tusculanum Press, Cope­ tà italiana deve fare i conti con altri ma sempre correlate. Lo seguire- naghen 1999). idiomi ben più distanti dall'italiano 286 mo in questo percorso, rispettan- Spostandosi dalle lingue spe- delle lingue locali e dei dialetti, por- ••············································································································································································· ····································································•···········•·:,,;,;:.:. Biblioteca tati in classe dai figli degli immi­ lessicale alle soglie del Duemila). re riceverà un'informazione pun­ grati, e verso i quali i docenti più Anche per questi due temi l'auto­ tuale e aggiornata, in un linguag­ sensibili hanno già da tempo senti­ re propone delle sintesi ragionate gio semplice e scorrevole che è to di doversi porre il solito difficile sullo stato delle ricerche, forte del­ uno dei pregi dell'opera. problema: come conciliare il ri­ l'esperienza accumulata in due im­ Dunque Italiano d'oggi non de­ spetto per le lingue e le culture di prese di grande respiro che lo lude le attese sollecitate dal titolo: partenza con l'integrazione (ma è hanno visto impegnato in questi pur essendo una raccolta di testi questo il termine giusto?) nella lin­ ultimi anni: nel primo caso colla­ nati in circostanze e per scopi di­ gua/nelle lingue e nella società ita­ borando con il Comune di Padova versi, riesce ad essere un'opera liana? Problemi come si vede tut­ in corsi di preparazione del perso­ coesa grazie all'unitarietà dell'og­ t'altro che semplici, per i quali le ri­ nale per una scrittura più sempli­ getto e alle modalità di stile e di la­ flessioni di Cortelazzo possono aiu­ ce e di più immediata leggibilità (il voro adottate dall'autore. Ad tare ad immaginare qualche possi­ resoconto del lavoro fatto fin qui è esempio, nessun intento puristico bile risposta. in Michele A. Cortelazzo, (a cura o normativo traspare in queste pa­ Gli ultimi due argomenti af­ di), Semplificazione del linguaggio gine, sempre fedelmente e intelli­ frontati nel volume sono i tentativi amministrativo. Esempi di scrittura gentemente descrittive di una real­ di semplificazione del linguaggio per le comunicazioni ai cittadini, tà complessa che si vuole cercare burocratico (nei saggi: La semplifi­ Comune di Padova, 1999); nel se­ di capire, non di governare. A me­ cazione del linguaggio ammini­ condo caso curando la pubblica­ no che non si tratti degli usi lingui­ strativo: il modello 740 e La sem­ zione degli Annali del Lessico Con­ stici istituzionali (scuola, ammini­ plificazione del linguaggio ammini­ temporaneo Italiano. Neologismi, strazione), su cui il linguista non strativo all'Università) e l'innova­ Esedra, Padova, di cui sono usciti teme di prendere posizione e di zione lessicale nell'italiano con­ finora tre numeri, contenenti i neo­ scoprirsi, in una impostazione che temporaneo (nei saggi: La storia logismi registrati negli anni 1993- in altri tempi si sarebbe definita del lessico contemporaneo, La 1994, 1995 e 1996 (è adesso in "militante", ma che oggi potrem­ cronaca del lessico contempora­ preparazione il quarto numero). Ed mo più opportunamente definire neo (1993-1996) e L'innovazione anche su questi argomenti il letto- civile.

Inizia ln.lt

Questa nuova rivista vuole rispondere alla condizione Metà della rivista è dedicata a saggi di glottodidat­ di isolamento in cui si trova chi insegna italiano nel tica, a strumenti concettuali che mirano a unificare il mondo. Per questo, IN.II: la rivista dedica una serie di linguaggio degli italianisti, ed a creare una corrente pagine alle attività della Dante Alighieri, delle Univer­ comune di pensiero e di azione didattica, in modo che sità per Stranieri di Siena e Perugia, al Progetto ITALS sia possibile l'interscambio di esperienze, curricoli, ri­ dell'Università di Venezia, alle iniziative in rete a fa­ flessioni. vore dell'italianistica. Infine c'è bisogno di una linea comune di intenti, La rivista vuole anche contribuire a migliorare la di una condivisione della politica di diffusione dell'i­ qualità d·ell'insegnamento dell'italiano: è la condizione taliano, in modo da riflettere insieme sulla direzione necessaria per non essere abbandonati dagli studenti in cui si vuole andare e da far sì che poi in tutto il che preferiscono il francese, il tedesco o lo spagnolo (l'in­ mondo ci si muova nella stessa direzione. Per questo glese non è ovviamente "concorrente" dell'italiano), lin­ ogni numero conterrà riflessioni su questo tema. gue di prestigio economico e culturale come l'italiano ma L'editore Guerra ha iniziato la pubblicazione di In.It, i cui docenti hanno da anni l'assistenza di riviste e di distribuita gratuitamente in 20.000 copie e anche in re­ centri di (in)formazione come il Goethe, l'Alliance Fran­ te: la si può richiedere accedendo al link dal sito di çaise o il Cervantes. Guerra Edizioni: www.guerra-edizioni.com. 287

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La Nuova Halla