VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

RAPPORTO PRELIMINARE ai sensi dell’art. 4, comma 2 bis della l.r. 12/2005 e dell’art. 12 del D.lgs. n 4/2008

Giugno 2017

Variante del P.T.C. del Parco

Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica

RAPPORTO PRELIMINARE ai sensi dell’art. 4, comma 2 bis della l.r. 12/2005 e dell’art. 12 del D.lgs. n 4/2008

A cura di: Eugenio Carlini, Barbara Chiarenzi, Alessandra Gagliardi, Carlo E. Morelli

Istituto Oikos s.r.l. Sede legale e operativa: via Crescenzago 1 - 20134 – MILANO Sede secondaria: via Antonio Canova 34 - 06132 - Lacugnano (PG) tel. +39 02 21597581 - fax +39 02 21598963

P.I CF. 06146830960

INDICE

1. Premessa ...... 1

2. Riferimenti normativi ...... 7 2.1.1 Normativa europea ...... 7 2.1.2 Normativa nazionale ...... 9 2.1.3 Normativa regionale ...... 11 2.1.4 Disciplina regionale di verifica di assoggettabilità a VAS ...... 12 2.1.5 Fasi procedurali previste e attivate ...... 13

3. Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento ...... 17 3.1. Quadro territoriale, ambientale e socio economico ...... 17 3.1.1 Caratteristiche generali ...... 17 3.1.2 Inquadramento geologico ...... 20 3.1.3 Acqua ...... 25 3.1.4 Clima e Atmosfera ...... 32 3.1.5 Vegetazione, Habitat e Flora ...... 42 3.1.6 Fauna ...... 49 3.1.7 Il sistema delle aree protette ...... 55 3.1.8 Paesaggio ...... 56 3.1.9 Suolo e sottosuolo ...... 60 3.1.10 Popolazione e Urbanizzazione ...... 64 3.1.11 Salute della popolazione ...... 67 3.1.12 Rifiuti ...... 71 3.1.13 Rumore ...... 73 3.1.14 Infrastrutture e trasporti ...... 75

I VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI E

3.1.15 Turismo ...... 76 3.2. Quadro programmatico ...... 77 3.2.1 Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 77 3.2.2 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) ...... 87 3.2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ...... 88 3.2.4 Piano di Settore Agro-Forestale e Piano di Indirizzo Forestale del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate ...... 90 3.2.5 Zone a diverso grado di tutela ...... 91

4. La proposta di variante al PTC del Parco ...... 93 4.1. Aree interessate dal procedimento ...... 93 4.1.1 VARIANTE 1 – di Castelnuovo B. (CO) ...... 93 4.1.2 VARIANTE 2 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - Abbiate Guazzone – Tradate (VA) ...... 96 4.1.3 VARIANTE 3 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - S. Provinciale n. 19 - Tradate (VA) ...... 97 4.1.4 VARIANTE 4 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - (CO) ...... 97 4.1.5 VARIANTE 5 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Istituto Missionario Comboniani -

Venegono Superiore (VA) ...... 98 4.1.6 VARIANTE 6 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Istituto religioso delle Piccole Apostole

di Gesù – Appiano Gentile (CO) ...... 99 4.1.7 VARIANTE 7 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Società Cooperativa Sociale Varietà -

Beregazzo con Figliaro (CO) ...... 100 4.1.8 VARIANTE 8 – Attrezzature ed aree vocate alla tutela naturalistica, alla didattica ed alla ricerca faunistica - laghetto Cà Bianca - Beregazzo con

Figliaro (CO) ...... 101

II Verifica assoggettabilità alla VAS – Variante del P.T.C. -INDICE

4.1.9 VARIANTE 9 – Attrezzature ed aree vocate alla tutela naturalistica, alla didattica ed alla ricerca faunistica - Laghetto Fornace – Lurago

Marinone (CO) ...... 102 4.1.10 VARIANTE 10 – Modifiche e rettifiche alle NTA del PTC ...... 103

5. Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco ...... 107 5.1.1 VARIANTE 1 – Comune di Castelnuovo B. (CO) ...... 107 5.1.2 VARIANTE 2 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - Abbiate Guazzone – Tradate (VA) ...... 109 5.1.3 VARIANTE 3 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - S. Provinciale n. 19 - Tradate (VA) ...... 111 5.1.4 VARIANTE 4 – Aree a parcheggio a servizio di infrastrutture di uso pubblico. - Limido Comasco (CO) ...... 112 5.1.5 VARIANTE 5 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Istituto Missionario Comboniani -

Venegono Superiore (VA) ...... 113 5.1.6 VARIANTE 6 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Istituto religioso delle Piccole Apostole

di Gesù – Appiano Gentile (CO) ...... 113 5.1.7 VARIANTE 7 – Strutture ed infrastrutture private, pubbliche e di uso pubblico a carattere istituzionale - Società Cooperativa Sociale Varietà -

Beregazzo con Figliaro (CO) ...... 116 5.1.8 VARIANTE 8 – Attrezzature ed aree vocate alla tutela naturalistica, alla didattica ed alla ricerca faunistica - laghetto Cà Bianca - Beregazzo con

Figliaro (CO) ...... 116 5.1.9 VARIANTE 9 – Attrezzature ed aree vocate alla tutela naturalistica, alla didattica ed alla ricerca faunistica - Laghetto Fornace – Lurago

Marinone (CO) ...... 117 5.1.10 VARIANTE 10 – Modifiche e rettifiche alle NTA del PTC ...... 117

6. Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000 ...... 119

III VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

6.1.1 ZSC IT2020007 Pineta Pedemontana di Appiano Gentile ...... 119 6.1.2 Interferenza della variante con la ZSC IT2020007 ...... 136

7. Motivazioni di esclusione dalla procedura di VAS ...... 141

IV

1. PREMESSA

La D.G.R. del 7 luglio 2000 n. 7/427 approvava il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate (ai sensi dell’art. 19, comma 2. l.r. 86/83 e s.m.

Il 28 ottobre 2008 con deliberazione dell'Assemblea Consortile n. 11 veniva adottata una variante al P.T.C. del Parco, che veniva successivamente approvata da Regione Lombardia con D.G.R. 10715/2009. Tale variante non era stata sottoposta a VAS in base al Decreto dell’autorità competente datato 04/06/08. Successivamente veniva annullata in data 22/06/2012 dal Presidente della Repubblica in seguito all'accoglimento di un ricorso straordinario presentato da privato.

L'Amministrazione del Parco in data 05/02/2013 ha ripresentato la variante all'Assemblea consortile, per la relativa adozione. Non è stato rifatto il processo di VAS e non è stata effettuata la Valutazione d’Incidenza. Con la Deliberazione della Comunità del Parco nr. 09 del 29/10/2013 sono state approvate le controdeduzioni alle osservazioni pervenute. Regione Lombardia con D.G.R. 2580/2014 dichiarata l’improcedibilità della variante. Il Parco ricorreva al TAR ma il ricorso non veniva accolto. La sentenza metteva, comunque, in evidenza alcuni aspetti significativi, in particolare:

1 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 l’art. 19 della legge regionale n. 86/83 attribuisce alla Giunta regionale il potere di approvazione o non approvazione del piano e delle sue successive varianti;  la Giunta regionale con la D.G.R. 761/2010, ed in particolare l’allegato 1d, ha dettato prescrizioni in materia di VAS con riferimento al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. Deve, quindi, ritenersi che la verifica circa il rispetto di tali prescrizioni rientri nei poteri della Regione, che ben può non approvare una variante di piano (a ciò equivale, nella sostanza, la dichiarata improcedibilità della proposta) laddove riscontri una difformità nel procedimento;  il ricorrente ha dedotto che la presenza di un SIC all’interno dell’area del Parco non comporterebbe necessariamente l’assoggettamento alla VAS, prevedendo la normativa di riferimento possibilità di deroghe. Ad avviso del Collegio il motivo è infondato;  il punto 2.2 dell’allegato 1d alla DGR 761/2010 esplicita che sono soggetti a verifica di assoggettabilità alla VAS le varianti al PTC del Parco che determinano l’uso di piccole aree a livello locale o che costituiscono modifiche minori al piano. La Regione ha contestato durante il procedimento che vi siano questi presupposti;  ad avviso del Collegio, non può ritenersi conducente, per diversi ordini di ragioni, l’argomentazione di parte ricorrente secondo cui si tratterebbe della stessa proposta di variante già adottata nel 2008, in relazione alla quale il Direttore del Parco, in seguito alla conferenza di verifica, aveva disposto l’esclusione della VAS. Innanzi tutto la deliberazione n. 9/2013 accoglie in parte controdeduzioni formulate in relazione alla proposta di variante. Inoltre, successivamente alla proposta di variante del 2008 è intervenuta la DGR n. 761 del 10 novembre 2011 che, in recepimento delle modifiche introdotte al D.lgs. 152/2006 dal D.lgs. 128/2010, ha dettato (nuove) prescrizioni in ordine alla procedura

2 Premessa

di VAS. Invero l’art. 2, comma 3, lett. a), del D.lgs. 29 giugno 2010, n. 128 ha introdotto un’ulteriore condizione ai fini dell’assoggettamento alla VAS di piani e programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, prevedendo che sia necessario tenere conto “del diverso livello di sensibilità ambientale dell'area oggetto di intervento”. Tale profilo, ulteriore rispetto all’esito della procedura di verifica di assoggettabilità, non può non tenersi in considerazione nell’area di un parco naturale, in cui è presente un SIC, quale è il Parco ricorrente (per le cui finalità si veda l’art. 34 bis della l.r. 16/2007). Non si rinviene nel procedimento alcuna valutazione concreta e motivata in relazione a tale aspetto. In sintesi, ad avviso del Collegio, è assente, nel procedimento che ha condotto all’approvazione della variante di piano, una fase – altrettanto procedimentalizzata – in cui si sia dato conto della sussistenza delle circostanze di cui all’art. 6 comma 3 del D.lgs. 152/2006, al fine di escludere motivatamente la produzione di impatti significativi sull'ambiente.

Visto l’esito dei due precedenti procedimenti, vista la sentenza del TAR e viste le procedure applicate in altri contesti simili, il Parco ha deciso di procedere con quanto previsto dall’allegato 1d alla DGR 761/2010. Ovvero, in sintesi:

• apertura del procedimento di verifica di VAS della variante del PTC; • individuazione delle autorità competenti e procedenti; • individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; • elaborazione di un rapporto preliminare comprendente una descrizione della Variante e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente

3 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

dell’attuazione della Variante facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva; • messa a disposizione del rapporto preliminare, del documento di sintesi e avvio della fase di verifica; • decisione in merito alla verifica di assoggettabilità alla VAS della Variante. L’autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, esaminato il documento di sintesi della proposta di Variante del PTC del Parco e di determinazione dei possibili effetti significativi, acquisito il verbale della conferenza di verifica, valutate le eventuali osservazioni pervenute e i pareri espressi, sulla base degli elementi di verifica di cui all’allegato II della Direttiva, si pronuncerà sulla necessità di sottoporre la Variante del PTC del Parco al procedimento di VAS, ovvero di escluderlo dallo stesso. In caso di assoggettabilità alla VAS, l’autorità procedente, nella fase di revisione della Variante del PTC del Parco, terrà conto delle eventuali indicazioni e condizioni contenute nel provvedimento di verifica. • informazione circa la decisione e le conclusioni adottate.

Se dovesse essere prevista la sottoposizione a VAS, il procedimento continuerebbe come di seguito indicato:

• elaborazione e redazione del Rapporto Ambientale; • messa a disposizione; • convocazione conferenza di valutazione; • formulazione parere ambientale motivato; • formulazione parere ambientale motivato finale e approvazione finale da parte della Giunta Regionale.

Il presente documento rappresenta, quindi, il Rapporto preliminare per la Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ai

4 Premessa sensi dell’art. 4, comma 2 bis della l.r. 12/2005 e dell’art. 12 del D.lgs. n 4/2008 della Variante del P.T.C. del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate vigente e prende in considerazione le caratteristiche della variante dal punto di vista dei contenuti e della loro rilevanza per l'integrazione di criteri ambientali volti alla sostenibilità; le caratteristiche degli impatti attesi e in relazione alle caratteristiche delle aree interessate da tali impatti dal punto di vista dei valori naturalistici e ambientali, della loro vulnerabilità, della presenza di fattori di criticità e della presenza di vincoli di protezione nazionale, comunitaria o internazionale.

5

2. RIFERIMENTI NORMATIVI

Si riportano di seguito i riferimenti normativi in materia di VAS, specifici per quanto concerne la Verifica di assoggettabilità di piani, programmi e varianti, relative alla Valutazione Ambientale Strategica. In particolare si fa riferimento alla normativa Europea, Direttiva 2001/42/CE, a quella nazionale, e all’applicazione della stessa a livello regionale.

2.1.1 NORMATIVA EUROPEA

La normativa relativa alla valutazione ambientale strategica ha come riferimento principale la Direttiva 2001/42/CE. L’obiettivo generale della Direttiva e quello di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”.

Articolo 3 (Ambito d'applicazione)

(…)

2. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi:

a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o

7 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE;

b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE.

3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti significativi sull'ambiente.

4. Gli Stati membri determinano se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull'ambiente.

5. Gli Stati membri determinano se i piani o i programmi di cui ai paragrafi 3 e 4 possono avere effetti significativi sull'ambiente attraverso l'esame caso per caso o specificando i tipi di piani e di programmi o combinando le due impostazioni. A tale scopo gli Stati membri tengono comunque conto dei pertinenti criteri di cui all'allegato II, al fine di garantire che i piani e i programmi con probabili effetti significativi sull'ambiente rientrino nell'ambito di applicazione della presente direttiva.

6. Nell'esame dei singoli casi e nella specificazione dei tipi di piani e di programmi di cui al paragrafo 5, devono essere consultate le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3. (ovvero: art. 6, comma 3: “Gli Stati membri designano le autorità che devono essere consultate e che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi”).

8 Riferimenti normativi

2.1.2 NORMATIVA NAZIONALE

A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Europea il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”. I contenuti della parte seconda del decreto, riguardante le “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale (IPPC)” sono stati interamente abrogati e sostituiti dal d.lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008, pubblicato nella G.U. n. 24 del 29-1-2008- Suppl. Ordinario n.24. Di seguito si riporta il testo coordinato, anche in relazione alle successive integrazioni portate con il D.lgs. 16 marzo 2009, n. 30 e con il Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128 Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69.

Articolo 6 (Oggetto della disciplina)

(……) 2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della

9 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. 3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell'area oggetto di intervento. 3-bis. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere effetti significativi sull'ambiente.

Articolo 12 (Verifica di assoggettabilità)

1. Nel caso di piani e programmi di cui all'articolo 6, (commi 3 e 3-bis), l'autorità procedente trasmette all'autorità competente, (su supporto informatico ovvero, nei casi di particolare difficoltà di ordine tecnico, anche su supporto cartaceo), un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell'allegato I del presente decreto. 2. L'autorità competente in collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere. Il parere e inviato entro trenta giorni all'autorità competente e dall'autorità procedente. 3. Salvo quanto diversamente concordato dall'autorità competente con l'autorità procedente, l'autorità competente, sulla base degli elementi di cui all'allegato I del presente decreto e tenuto conto delle osservazioni

10 Riferimenti normativi pervenute, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi sull'ambiente. 4. L'autorità competente, sentita l'autorità procedente, tenuto conto dei contributi pervenuti, entro novanta giorni dalla trasmissione di cui al comma 1, emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o il programma dalla valutazione di cui agli articoli da 13 a 18 e, se del caso, definendo le necessarie prescrizioni. 5. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico.

2.1.3 NORMATIVA REGIONALE

A livello regionale vi sono differenti atti deliberativi, tutti vigenti, volti a regolare il processo di VAS:

 La LR n 12 del 11 marzo 2005 “Legge per il governo del territorio” – testo coordinato;  Deliberazione del Consiglio Regionale 13 marzo 2007, n.351 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi.  Deliberazione della Giunta Regionale 22 dicembre 2011 - n. 2789 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione ambientale (VAS) - Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010).  Deliberazione della Giunta Regionale 25 luglio 2012 - n. 3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. 12/2005; d.c.r.n. 351/2007) - Approvazione allegato 1u - Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - Variante al piano dei servizi e piano delle regole.

11 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 la DGR VII/1563 del 22 dicembre 2005 – Allegato A “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”;  la DCR VIII/351 del 13 marzo 2007 “Indirizzi generali per la valutazione di Piani e Programmi – art. 4, comma 1, LR 12/2005”;  la DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione Ambientale Strategica di Piani e Programmi – Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell’art. 4 della LR 11 marzo 2005, n. 12 ‘Legge per il governo del territorio’ e degli ‘Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei Piani e Programmi’, approvati con deliberazione del Consiglio Regionale 13 marzo 2007, atti n. VIII/0351”, che, nell’allegato 1c) fornisce – ad integrazione e specificazione delle disposizioni già vigenti - un modello metodologico procedurale per la VAS dei Piani Territoriali di Coordinamento;  la DGR VIII/10971 del 30 dicembre 2009 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS – Recepimento delle disposizioni di cui al D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli”;  la DGR IX/761 del 10 novembre 2010 “Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; DCR n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle DDGR 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971.  TESTO COORDINATO dgr 761/2010, dgr 10971/2009 e dgr 6420/2007 Modelli metodologici e altri allegati vigenti per la VAS

2.1.4 DISCIPLINA REGIONALE DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VAS

I provvedimenti regionali in precedenza richiamati definiscono l’ambito di applicazione della VAS in relazione alle diverse tipologie di piani e programmi e loro varianti. Nella fattispecie, la disciplina generale per le procedure di verifica di assoggettabilità a VAS è definita nell’Allegato 1 – Modello Generale alla DGR

12 Riferimenti normativi

IX/961 del 10.11.2010; il provvedimento stabilisce che (punto 2.2 dell’Allegato 1) “La Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale si applica alle seguenti fattispecie: a) P/P ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori (punto 4.6 – Indirizzi generali); b) P/P non ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione di progetti. Per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del D.lgs. e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del d.lgs., se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull’ambiente.”

Con riferimento a quanto sopra, è possibile affermare che, la Variante rientra tra i P/P ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della Direttiva, ma interessa e pianifica un’area di dimensioni ridotte, pari a 40,45 ha (0,084%) di superficie, rispetto alla superficie complessiva del Parco pari a 48.319 ha. Tutto ciò premesso, si può pertanto considerare senz’altro soddisfatto il requisito a) richiesto per l’attivazione della procedura di verifica dalla VAS.

2.1.5 FASI PROCEDURALI PREVISTE E ATTIVATE

Ai sensi delle norme di legge richiamate, il procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS si configura nelle seguenti fasi principali:

 pubblicazione (sul sito del Parco e sul sito web SIVAS) di avviso di avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità;

13 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 elaborazione del Rapporto Preliminare volto ad evidenziare i principali effetti ambientali connessi alla proposta di intervento;

 messa a disposizione presso gli Uffici del Parco, sul sito web del Parco e sul sito web SIVAS del Rapporto Preliminare e del Documento di sintesi per almeno trenta giorni al fine dell’espressione dei pareri di competenza da parte dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente coinvolti;

 convocazione della Conferenza di Verifica per il confronto con gli Enti al fine della valutazione circa i possibili effetti ambientali correlati al procedimento;

 emissione del verbale della Conferenza e decisione finale da parte dell’autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, in merito all’assoggettabilità a VAS della proposta di Variante; la pronuncia viene resa con atto pubblico entro novanta giorni dalla messa a disposizione del Rapporto Preliminare.

Con Deliberazione del Consiglio di Gestione del Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate n. 43 del 29/11/2016 è stato dato avvio al procedimento di verifica di assoggettabilità dalla V.A.S della Variante del PTC del Parco. Nella medesima sera la Comunità del Parco è stata informata dell’apertura del procedimento. In tale atto è stata individuata l’autorità competente per la verifica di assoggettabilità alla VAS, ovvero il Direttore del Parco. L’autorità procedente per la verifica di assoggettabilità alla VAS è stata individuata nel Responsabile del Servizio Tecnico. La successiva Determinazione del Responsabile del Servizio Tecnico n. 34 del 17 maggio 2017 ha individuato i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati:

 ARPA Lombardia (dipartimento di e di )

 ATS

14 Riferimenti normativi

 Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici della Regione Lombardia

 Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici

 Soprintendenza per i beni archeologici

 Regione Lombardia Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile

 Regione Lombardia Direzione Generale Territorio, Urbanistica, Difesa del Suolo e Città Metropolitana

 Regione Lombardia UTR Insubria

 Provincia di Varese Area 4 - Ambiente e Territorio

 Provincia di Como Settore Parchi e Territorio

 Comuni del Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate

 Autorità di Bacino del PO

 Autorità competente in materia di ZSC e ZPS (Regione Lombardia DG Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile);

 Associazioni ambientaliste

 Associazioni venatorie

 Associazioni di categoria in materia agricola e forestale

 eventuali altri settori che si ritenesse opportuno integrare nel corso del procedimento.

15

3. CARATTERISTICHE DEL SISTEMA TERRITORIALE E AMBIENTALE INTERESSATO DAL PROCEDIMENTO

3.1. QUADRO TERRITORIALE, AMBIENTALE E SOCIO ECONOMICO

Il presente capitolo delinea un quadro delle principali caratteristiche territoriali e ambientali del Parco; esso si basa su un’analisi e rappresenta una sintesi di precedenti indagini svolte o promosse dal Parco e su dati disponibili consultando pubblicazioni e banche dati di Arpa Lombardia e di Regione Lombardia e delle Province di Como e Varese.

3.1.1 CARATTERISTICHE GENERALI

Il Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate è un’area protetta ubicata nella fascia alto-padana, di raccordo tra la bassa pianura irrigua lombarda e i primi contrafforti prealpini. Il suo territorio, compreso tra il corso del Fiume ad Ovest e quello del Torrente Lura ad Est, si trova entro un ipotetico triangolo, i cui vertici sono rappresentati dalle città di Milano a Sud-Est, Como a Nord-Est e Varese a Nord-Ovest. I confini del Parco delimitano un’area di forma grossolanamente romboidale, allungata in direzione Nord-Nord Ovest/Sud-Sud Est, con un’estensione media in senso Nord-Sud di 10 km circa ed in senso Est-Ovest approssimativamente di 4,5 km (Figura 3.1). La lunghezza massima, dal punto più settentrionale del Parco, a , a quello più meridionale, a , è di quasi 12,5 km, mentre la larghezza

17 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE massima, calcolata perpendicolarmente alla lunghezza, si ha tra Tradate e Appiano Gentile ed è di circa 5,7 km. La superficie totale del Parco è pari a 4831,93 ha. Il Parco segna, per un discreto tratto, il confine tra le province di Varese e Como, ed è circondato da una cintura di 15 centri abitati di dimensione più o meno modesta. Alla Provincia di Varese appartengono i comuni di , Venegono Superiore, e Tradate; a quella di Como, i comuni di Binago, Beregazzo con Figliaro, Castelnuovo Bozzente, Oltrona S. Mamette, Appiano Gentile, , , Limido Comasco, Mozzate, Carbonate e . L’unico comune completamente incluso entro il territorio in esame è quello di Castelnuovo Bozzente (864 abitanti, dati 2011), borgo rurale di origine medioevale ove è attualmente ubicata la sede del Parco. Gli altri comuni sono, invece, interessati dall’area protetta solo parzialmente. Nel Parco sono, inoltre, presenti un limitato numero di insediamenti a carattere agricolo ed alcune aree residenziali di recente edificazione. Dal punto di vista altimetrico, l’area è compresa tra l’elevazione massima di 439,5 m s.l.m., a Nord-Ovest, in comune di Beregazzo, e quella minima di 250 m s.l.m., ad Est, nel territorio di Mozzate. Spostandosi da Nord a Sud, si assiste ad una progressiva diminuzione di quota: al limite settentrionale, l’altitudine media è approssimativamente di 420 m s.l.m.; nella porzione mediana, fra Tradate e Appiano Gentile, le quote si aggirano intorno ai 340-350 m s.l.m.; all’estremità meridionale, raggiungono il valore medio di circa 260 m s.l.m. Pertanto, tra i limiti settentrionali del Parco e quelli meridionali è apprezzabile un dislivello medio di 160 m circa. Larga parte del Parco si situa su di un pianalto, costituito dai depositi morenici e fluvioglaciali formatisi nel recente passato geologico (Quaternario), e possiede una morfologia piuttosto movimentata, originata

18 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento dall’azione di incisione operata dai numerosi corsi d’acqua, che solcano le sue superfici fortemente pedogenizzate.

Figura 3.1 - Confine del Parco

Quasi il 70% dell’area a Parco è ricoperta da boschi, che spiccano per la loro collocazione entro una delle fasce più antropizzate della Lombardia.

19 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Terreni destinati a pratiche agricole e superfici urbanizzate si spartiscono in maniera approssimativamente egualitaria il restante 30% del territorio. La vegetazione, benché lungamente ed intensamente interessata da una serie di attività umane, presenta ancora molti aspetti della tipica brughiera lombarda ed è costituita prevalentemente da pino silvestre, che forma boschi puri o in consociazione a latifoglie.

3.1.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO

Durante il Pliocene e per una parte del Quaternario, l’attuale Pianura Padana era sommersa dal Mare Adriatico. La successione sedimentaria che si ritrova nel sottosuolo è dovuta al progressivo riempimento di tale bacino da parte dei materiali detritici provenienti dall’erosione dei rilievi alpini ed appenninici ed è la testimonianza della graduale transizione dall’ambiente di mare aperto a quello di spiaggia, al deltizio, al lagunare e, in ultimo, all’ambiente continentale. Lungo i margini del bacino padano, il passaggio alla terra emersa, definitosi tra Pliocene superiore e Pleistocene inferiore, è ben documentato dai depositi del Villafranchiano, nei quali si osservano tre facies litologiche (una argilloso- marnosa e sabbiosa, una sabbioso-argillosa alternata a depositi ghiaiosi e una sabbioso-ciottolosa), rappresentanti sedimenti lagunari, deltizi e fluviolacustri. Su quest’unità poggiano i depositi morenici e fluvioglaciali delle successive glaciazioni, tradizionalmente classificate come Gunz, Mindel, Riss e Wurm. Grande interesse hanno appunto tali formazioni quaternarie, non solo perché la zona in cui si situa il Parco ha rappresentato il punto di convergenza delle fronti dei ghiacciai che, a più riprese, scesero dal Lago Maggiore, da quello di Lugano e dal Lago di Como, ma anche per il discreto sviluppo areale e la potenza di questi depositi.

20 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Successioni marine pre-quaternarie

Nell’area del Parco, i depositi sedimentari di ambiente marino costituenti il substrato dei terreni glaciali e fluvioglaciali sono presenti nel sottosuolo solo a notevoli profondità. Sono tuttavia rinvenibili diversi affioramenti più a Nord del territorio in studio e lungo il corso del Fiume Olona. Tra le più importanti di queste unità, è opportuno menzionare:

 Il Flysch cretaceo-eocenico, costituito da un’alternanza ritmica di strati arenacei e marnosi, formata dall’enorme quantità di materiali detritici che, dopo essere stati accumulati in aree prossime alla costa, vennero rideposti in mare profondo ad opera di correnti di torbidità, durante le fasi compressive legate all’orogenesi alpina.

 Il Gruppo della Gonfolite (Oligocene-Miocene inferiore), formato da conglomerati con ciottoli di varie dimensioni, in particolare di granodiorite (“ghiandole”) e diorite (“serizzo”), provenienti dallo smantellamento di rocce ignee e metamorfiche dell’entroterra alpino e depositati in ambiente sottomarino; i banchi conglomeratici sono alternati ad arenarie grossolane e a marne siltoso-sabbiose.

 Le argille e le argille-sabbiose plioceniche, da grigio-verdastre a bluastre, disposte in strati sottili e leggermente inclinati.

Successioni continentali plio-quaternarie

Nel Quaternario, e forse già nel Pliocene superiore, le Alpi sono state interessate da numerose glaciazioni. Durante tali glaciazioni, a causa di una diminuzione della temperatura media annua di alcuni gradi centigradi, il limite delle nevi permanenti si è abbassato notevolmente. Questo fenomeno ha provocato un grandioso aumento di volume e di estensione dei ghiacciai che, formando un sistema di colate confluenti, scesero ad occupare le valli raggiungendo la pianura ove si espansero con ampi lobi.

21 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Fra una glaciazione e l’altra, si verificarono condizioni di clima più mite, durante le quali la coltre glaciale si ritrasse progressivamente, lasciando successive cerchie moreniche a testimonianza della sua espansione. Dopo l’ultima imponente espansione glaciale, il cosiddetto Ultimo Massimo Glaciale (circa 20.000 anni fa), con l’inizio dell’attuale periodo interglaciale, i ghiacciai si sono ritirati considerevolmente.

Principali unità fisiografiche

I diversi ordini di terrazzi fluvioglaciali rappresentano la testimonianza delle diverse idrografie che si sono succedute nel territorio di studio durante il Quaternario. Tali terrazzi mostrano un peculiare fenomeno di inversione stratigrafica, per cui i lembi dei depositi più antichi, risparmiati dalle successive erosioni, vengono a trovarsi ad altitudini più elevate dei ripiani più recenti. Alla quota più bassa si trovano i depositi fluvioglaciali che costituiscono il livello della pianura, le cui superfici, quasi perfettamente piane, possiedono una debole pendenza media dello 0.6-0.7%. Queste alluvioni ricoprono le antiche pianure “pre-wurmiane” e, nell’alta pianura pedemontana, ne bordano i lembi residui, creando scarpate di modesta entità, per la maggior parte rimodellate artificialmente. Si tratta di depositi pochissimo o affatto alterati, costituiti da un’alternanza di ghiaie e ciottoli con matrice sabbiosa più o meno grossolana e talvolta argillosa, che sono stati rinvenuti solo all’esterno dell’area a Parco. Il terrazzo intermedio, che corrisponde all’unità geologica del fluvioglaciale Riss auct., presenta superfici globalmente pianeggianti, di pendenza media dello 0.8-0.9%, movimentata tuttavia da ondulazioni appena accennate. Si tratta di un’unità più antica ed elevata della precedente e lievemente più soggetta all’azione delle acque superficiali; la continuità delle sue superfici è, infatti, interrotta soltanto dalle poche incisioni dei corsi d’acqua di una certa entità (aste principali dei torrenti Fontanile, Gradaluso e Bozzente).

22 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Circa il 10% della superficie del Parco giace sul terrazzo intermedio, il quale è limitato solo ad alcune delle fasce più esterne dell’area: da Binago scaturisce il fluvioglaciale di Vedano Olona-Venegono-Tradate-Mozzate, che borda il lato occidentale del pianalto a ferretto; immediatamente a Nord Ovest di Appiano Gentile si diparte il lembo di diluviale del settore orientale e meridionale del Parco. Questa unità fluvioglaciale è separata dal soprastante pianalto dalle scarpate che ha creato terrazzandolo: dai 20-30 metri di altezza nella porzione nord- occidentale del Parco, in prossimità di Vedano Olona, le scarpate diminuiscono gradatamente dirigendosi verso Sud, fin quasi a scomparire a Locate Varesino. Il materiale che compone questo terrazzo è rappresentato essenzialmente da ciottoli anche di notevoli dimensioni, da ghiaie più o meno grossolane, blandamente stratificate e a matrice sabbiosa, e da livelli sabbiosi e limoso- argillosi. Gli anfiteatri morenici recenti (Wurm auct.) sono costituiti da blocchi, ciottoli e ghiaie, immersi in maniera caotica in una matrice limoso-sabbiosa. Lo strato di alterazione superficiale ha uno spessore di 0,5÷1,5 metri e fin nei livelli immediatamente sottostanti alla superficie si ritrovano ciottoli calcarei. Questi depositi morenici non hanno interessato l’area attualmente occupata dal Parco, essendosi arrestate ad alcuni km a Nord Est. Ai margini del terrazzo ferrettizzato o sopra di esso, come a Binago e in vicinanza di Castelnuovo Bozzente, si trovano invece le cerchie moreniche antiche (Riss auct.), che circondano il Parco ad oriente e a settentrione e lo interessano direttamente solo in minima misura, costituendo il 2-3% della sua superficie. Dipartendosi da Appiano Gentile, la cerchia morenica si dirige verso Oltrona S. Mamette; nel successivo tratto tra Oltrona e Castelnuovo Bozzente la cerchia non è ben definita, mentre immediatamente a Nord di Castelnuovo

23 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE ritorna ad essere nuovamente distinguibile, per terminare poi in prossimità di Binago, a Nord-Nord Ovest dell’area. Dal punto di vista compositivo, il morenico “antico” non è dissimile da quello “recente”, se non fosse che qui la coltre superficiale alterata ha uno spessore di circa 3 metri; entro questo primo spessore non si rinvengono ciottoli calcarei, ma solamente i loro residui svuotati del CaCO3 (stromi), ed è notevole la frazione argillosa dovuta alla caolinizzazione dei terreni cristallini. Sia le morene recenti che quelle antiche presentano ancora il caratteristico aspetto collinare. Il terrazzo a ferretto è altimetricamente il più elevato dei ripiani terrazzati. Il Parco è situato quasi esclusivamente (88% circa della sua superficie totale) su questo pianalto. La superficie diluviale residuale rappresentata dal terrazzo a ferretto costituisce un lembo di forma approssimativamente rombica compreso fra i paesi di Binago, Appiano Gentile, Mozzate e Tradate; al di fuori dei confini del Parco, questa unità quaternaria è presente nel sottosuolo, ricoperta dai depositi quaternari più recenti (Riss e Wurm auct.). Corrispondendo all’unità geologica più antica (Mindel auct.), è stato esposto per un tempo più lungo agli agenti meteorici, che hanno svolto un’intensa azione di alterazione pedogenetica favorita, secondo alcuni Autori, dall’instaurarsi di periodi caldi e/o piovosi piuttosto lunghi. Il cosiddetto “ferretto” è, infatti, un terreno molto impermeabile che ha subito un processo di ossidazione degli elementi ferrosi (rubefazione) e di lisciviazione dei carbonati e che presenta un abbondante contenuto di argilla, derivata dall’alterazione chimica dei minerali silicatici contenuti nelle ghiaie originarie. I ciottoli risultano di conseguenza rossastri e tanto friabili da rompersi e addirittura tagliarsi con estrema facilità; tra questi, graniti, porfidi, gneiss e micascisti sono abbastanza comuni e sempre più o meno intensamente alterati, mentre quarziti e anfiboliti sono pressoché intatte; le granulometrie

24 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento più minute si sono invece spappolate e si sono ridotte a formare la pasta che avvolge i ciottoli. A tale alterazione dei materiali si è accompagnata, nel tempo, un’azione di erosione e dilavamento, che ha smembrato l’originaria superficie del pianalto in una serie di ripiani separati da un fitto reticolato idrografico esclusivo di questo terrazzo, che si presenta pertanto accidentato con numerosi dossi ed ondulazioni e profondamente inciso da valli, vallecole, solchi e fossi di erosione. Il pianalto costituisce così la realtà fisiografica più ricca e maggiormente articolata del territorio, contrapponendosi nettamente ai terrazzi a minor altitudine, morfologicamente più monotoni. Sulle superfici meno alterate e più permeabili di questi ultimi, le acque provenienti dal pianalto perdono progressivamente energia, depositano i sedimenti in carico e si infiltrano nel sottosuolo, senza riuscire a creare quei processi e quelle forme apprezzabili nel Parco. La topografia del terrazzo a ferretto risulta inoltre movimentata da residui di cordoni morenici molto antichi (Mindel auct.).

3.1.3 ACQUA

Nel territorio del Parco sono presenti tre bacini idrografici confinanti, subparalleli e orientati globalmente in direzione Nord-Sud (Figura 3.2). Si tratta, procedendo da Est a Ovest, del bacino del Torrente Bozzente, di quello del Gradaluso e del bacino del Fontanile. L’area è interamente collocata nel bacino idrografico del Fiume Olona benché, dei tre torrenti, solo il Bozzente vi si versi direttamente. Gli altri si inoltrano nel sottosuolo, alimentando la falda freatica, fra i paesi di Mozzate, , Rescalda, e Gorla Minore.

25 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 3.2 - Rete idrica principale e secondaria del territorio del Parco.

PERCORSO DELLE ASTE PRINCIPALI

Il Torrente Fontanile si origina a Nord della strada che collega Binago e Figliaro, in prossimità delle cerchie moreniche antiche (Riss auct.) al di fuori dei confini del Parco. Scorre sul terrazzo a ferretto da Nord-Nord Est a Sud-Sud Ovest, reincidendo i depositi dell’ampia Valle di Castelnuovo Bozzente; a Nord del bivio per Appiano della strada Tradate-Castelnuovo, piega decisamente a Sud Ovest, prendendo il nome di Valascia. Unendosi dapprima alle acque del Torrente S. Michele e poco dopo a quelle del Torrente S. Giorgio, esce dal Parco e giunge sulle superfici del terrazzo intermedio; oltrepassato l’abitato di Tradate, si muove a corso artificializzato

26 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento per un breve tratto in direzione Sud Ovest e successivamente verso Sud Est, fino al bosco di Rugareto, tra le località di Cislago e di Gorla, dove si spaglia. Il Torrente Gradaluso si forma ad Est-Nord Est di Castelnuovo Bozzente, approssimativamente al contatto tra le cerchie moreniche antiche e i depositi costituenti il terrazzo a ferretto. Dirigendosi verso Sud-Sud Ovest, riceve pochi affluenti di una certa rilevanza dalla sottile dorsale d’interfluvio che lo separa dal bacino del Fontanile; a circa metà del suo decorso sul pianalto, in prossimità dei residui dei cordoni morenici a Nord e ad Ovest della cascina Villafranca, piega bruscamente per dirigersi con maggior decisione verso Sud. A Tradate, in località Montechiuso, si muove verso Sud-Sud Est, iniziando a rappresentare il confine del Parco, per portarsi poi, ad oriente di Abbiate Guazzone, sul terrazzo intermedio; dopo aver costeggiato per un certo tratto le scarpate del pianalto, abbandona il Parco ad Ovest della cascina Moneta a Locate Varesino, immettendosi in un canale artificiale rettilineo a fondo naturale (Cavo Gradaluso), diretto inizialmente a Sud-Sud Ovest e poi a Sud-Sud Est. Si disperde, infine, sulle superfici boscate in prossimità della cascina Visconta, a Sud Ovest di Cislago. Il Torrente Bozzente si origina dalla confluenza di numerose aste fluviali diverse, a decorso complessivo Nord Sud: da occidente a oriente, le principali sono il Fosso delle Valli, il Bozzente vero e proprio, che scaturisce ad Est della cascina Pagliaccia, il Torrente Vaiadiga e, infine, l’Antiga, che si continua, per un curioso caso di omonimia, in un altro torrente chiamato Bozzente. Tutti questi corsi d’acqua, con la sola eccezione dell’Antiga-Bozzente, proveniente dai colli morenici di , si formano nelle adiacenze più o meno immediate dei residui di cordoni morenici che si sopraelevano dal centro del pianalto. L’Antiga-Bozzente si differenzia anche per altre peculiarità: è l’unico ad avere una portata più o meno costante per l’intero anno, sebbene si tratti di

27 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE immissioni artificiali dovute ad un impianto di depurazione delle acque, ed è il solo, all’interno del Parco, a solcare, per lunghezze significative, substrati diversi da quelli del terrazzo a ferretto, poiché scorre in direzione Nord Sud su un fondovalle alluvionale, all’interno dei depositi fluvioglaciali del terrazzo intermedio compresi tra il pianalto ad occidente e le colline moreniche antiche di Oltrona S. Mamette, Appiano Gentile e Veniano ad oriente. Dal terrazzo a ferretto si immettono nell’Antiga-Bozzente un paio di tributari significativi, mentre dai più permeabili substrati in sinistra idrografica non ne provengono per nulla. Il complesso idrografico che raccoglie la gran parte delle acque della parte centro-meridionale del pianalto è però rappresentato dalle altre aste fluviali di questo bacino, le quali, attraverso il progressivo confluire nel Bozzente, si uniscono all’Antiga-Bozzente, formando un corso unico solamente ad Est di Mozzate. A Sud del centro abitato, il Bozzente viene immesso in un alveo artificiale (Cavo Borromeo) che, scorrendo inizialmente in direzione Sud-Sud Ovest e poi Sud Est, raggiunge l’Olona all’altezza di Rho.

REGIME IDRAULICO

I corsi d’acqua del Parco presentano un regime tipicamente torrentizio, con forti contrasti tra la portata di magra e quella di piena; pertanto nei periodi in cui non piove, e quindi per gran parte dell’anno, gli alvei sono quasi completamente asciutti. Al contrario, in presenza di precipitazioni prolungate, oppure di breve durata, ma ad elevata intensità, le aste si riempiono in maniera relativamente veloce, convogliando notevoli volumi d’acqua, mobilizzando ingenti quantità di materiali dopo averli presi in carico dal fondo o averli erosi dalle sponde e causando frequenti fenomeni di dissesto lungo gli alvei. Oltre che alle caratteristiche climatiche, questo regime idraulico è da ricondurre al particolare bacino di alimentazione di tali corsi d’acqua, rappresentato proprio dal terrazzo a ferretto su cui oggi si situa il Parco.

28 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

La scarsa permeabilità delle sue superfici consente, infatti, l’infiltrazione nel sottosuolo soltanto di una parte marginale delle acque di precipitazione ed è contemporaneamente all’origine dell’esistenza di un reticolato idrografico piuttosto denso in grado di drenare efficacemente le acque meteoriche. Durante gli eventi piovosi l’acqua, non riuscendo a penetrare nel terreno, si accumula e ristagna nelle zone pianeggianti, ma inizia invece immediatamente a scorrere su quelle in pendenza, scavando ed ampliando i già numerosi rivi e solchi, generandone di nuovi e producendo forti erosioni di sponda e crolli nei torrenti, in cui i deflussi superficiali infine convergono. La ragione di tale bassa permeabilità superficiale è da ricercare nel maggior tempo avuto a disposizione dalla pedogenesi per agire sui terreni del pianalto, i quali sono cronologicamente antecedenti a quelli che costituiscono i ripiani inferiori. Col passaggio sul terrazzo intermedio, costituito da terreni più recenti e permeabili, e quindi non così in grado di impedire l’infiltrazione, le acque del pianalto confluiscono in un numero esiguo di aste fluviali, mostrando una netta differenza di comportamento in tal senso rispetto alle superfici più elevate. Quando infine le acque giungono sulla pianura, la permeabilità dei terreni è tanto elevata da far sì che la maggior parte di esse si disperda nel sottosuolo nello spazio di pochi chilometri e che l’idrografia superficiale risulti assai scarna. Pertanto, benché tutto il territorio in esame sia inserito in un contesto climatico omogeneo, gli effetti delle precipitazioni, da terrazzo a terrazzo, sono stati e sono tuttora radicalmente diversi. A causa di tale regime idraulico, soprattutto in passato si verificarono ripetute e spesso disastrose inondazioni degli abitati a meridione del Parco.

QUALITÀ ACQUE SUPERFICIALI

La valutazione della qualità delle acque superficiali nel territorio del Parco si basa sulle rilevazioni effettuate da ARPA Lombardia nelle stazioni che rientrano nella rete di monitoraggio regionale.

29 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Tali valutazioni, come riportato nel Rapporto annuale 2014 - Stato delle acque superficiali bacino dei Fiumi Lambro e Olona, redatto da Arpa (l’ultimo disponibile in termini temporali), classifica lo stato di qualità dei corpi idrici superficiali sulla base valore più basso tra il suo stato ecologico e il suo stato chimico. Lo stato ecologico è stabilito in base alla classe più bassa relativa agli elementi biologici, agli elementi chimico-fisici a sostegno e agli elementi chimici a sostegno. Le classi di stato ecologico sono cinque: elevato (blu), buono (verde), sufficiente (giallo), scarso (arancione), cattivo (rosso).

Figura 3.3 - Rete di monitoraggio dei corpi idrici del bacino dei fiumi Lambro e Olona (fonte ARPA Lombardia, 2014). Il cerchio rosso individua la stazione collocata nel territorio del Parco.

Lo stato chimico è definito rispetto agli standard di qualità per le sostanze o gruppi di sostanze dell’elenco di priorità. Il corpo idrico che soddisfa tutti gli

30 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento standard di qualità ambientale fissati dalla normativa è classificato in buono stato chimico (blu). In caso contrario, la classificazione evidenzierà il mancato conseguimento dello stato buono (rosso). I corsi d’acqua che caratterizzano il Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, rientrano nella rete di monitoraggio del bacino del Fiume Olona e una sola stazione di monitoraggio, situata sul Torrente Bozzente in prossimità del depuratore di Limido Comasco, interessa il territorio del Parco (Figura 3.3). I dati disponibili per i monitoraggi del triennio 2012-2014 sono purtroppo incompleti in quanto risultano “non determinati” i valori relativi allo stato degli elementi biologici, lo stato dell’indice LIMeco risulta tuttavia “buono” e quello degli elementi chimico-fisici di sostegno “sufficiente”, analogamente lo stato chimico risulta “buono”.

Tabella 3.1 - Stato dei corsi d’acqua del bacino del fiume Olona nel triennio 2012- 2014 (monitoraggio operativo) (fonte ARPA Lombardia).

Il confronto con il triennio precedente non presenta variazioni di rilievo in quanto risulta “non determinato” lo stato ecologico, mentre lo stato chimico risulta in entrambi i periodi “buono”.

Tabella 3.2 – Esiti del monitoraggio operativo dei corsi d’acqua del bacino del Fiume Olona eseguito nel triennio 2012-2014 e confronto con triennio 2009-2011 (fonte ARPA Lombardia)

31 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

3.1.4 CLIMA E ATMOSFERA

ANALISI DEI DATI METEOROLOGICI

I dati utilizzati per l’inquadramento climatico sono stati reperiti presso la stazione meteorologica dell’Osservatorio di Fisica Terrestre del Seminario Arcivescovile di Milano, in comune di Venegono Inferiore (VA). Tale stazione, situata a 356 m s.l.m. e istituita sin dal 1934, ha purtroppo smesso di funzionare nel 1987; tuttavia, la sua collocazione geografica particolarmente favorevole, in posizione approssimativamente mediana rispetto ai confini settentrionali e meridionali del Parco, e le misurazioni regolari effettuate per più di un cinquantennio, la rendono una fonte di informazioni meteorologiche preziose e particolarmente rappresentative.

Temperatura dell’aria

Nell’area in esame, la temperatura media annua è di 11,6° C (Tabella 3.3). Il mese più freddo è gennaio, con una media di 1,6°C, mentre il mese più caldo risulta essere luglio, con una media di 21,9°C. L’escursione termica annua è, quindi, di 20,3° C.

Tabella 3.3 - Temperature medie. MESE TEMPERATURA (°C) Gennaio 1,6 Febbraio 3,4 Marzo 7,2 Aprile 11,4 Maggio 15,4 Giugno 19,4 Luglio 21,9 Agosto 20,7 Settembre 17,3 Ottobre 11,9 Novembre 6,5 Dicembre 2,8 Anno 11,6

32 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

L’escursione giornaliera media è di 10°C; l’escursione giornaliera massima dell’anno si ha in luglio, con una media di 12° C, quella minima in dicembre, con una media di 7,6°C. La temperatura massima registrata è di 38°C (21 luglio 1983), la minima di -13,3°C (7 gennaio 1985).

Precipitazioni

Le precipitazioni, liquide e solide, raggiungono una media annua di 1.423,8 mm. La frequenza annua delle precipitazioni, ossia il numero medio annuo dei giorni di precipitazione, è di 102 giorni. La stagione maggiormente interessata da precipitazioni è la primavera, mentre la stagione più secca è l’inverno. Il regime delle precipitazioni è caratterizzato da un massimo principale localizzato nel mese di maggio, con una media di 171,3 mm (massimo primaverile), e un massimo secondario nel mese di ottobre, con una media di 146,9 (massimo autunnale); le precipitazioni minime si rilevano invece in gennaio, con una media di 74,8 mm (minimo invernale), mentre luglio presenta 115,1 mm (minimo estivo). Seguendo Pinna (Pinna M., 1977 – Climatologia - UTET -Torino), si tratta pertanto di un regime di tipo prealpino, che interessa d’altronde larga parte dell’Italia settentrionale. La frequenza mensile delle precipitazioni è massima a novembre (12 giorni), seguono aprile e giugno (10 giorni), marzo, maggio, agosto e ottobre (9 giorni), dicembre (8 giorni), luglio e settembre (7 giorni) e gennaio e febbraio (6 giorni). I massimi assoluti delle precipitazioni di breve durata e forte intensità sono stati 60,0 mm (1979), 88,6 mm (1973), 123,8 mm (1959), 130,4 mm (1959) e 157,7 mm (1944), corrispondenti rispettivamente alle durate di 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Le precipitazioni di tale tipo tendono, più in generale, a distribuirsi all’interno del lungo periodo compreso tra la tarda primavera e la fine dell’autunno.

33 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Venti

Prevalgono leggermente i venti provenienti dal quadrante nord-orientale e proprio da Nord giunge il Föhn, vento relativamente caldo e asciutto che, soprattutto in inverno, mostra chiaramente i suoi effetti mitigatori. Sempre da queste direzioni provengono i venti di maggior velocità; tuttavia, in accordo con alcuni Autori, considerando forti i venti oltre i 10 m/sec (= 36 km/h), si può constatare che, nel Parco, tali venti si presentano con frequenza assai modesta, se non del tutto trascurabile.

Umidità relativa dell’aria

Nel territorio del Parco l’umidità relativa media annua è di 68.2%: esaminando il quadro dei valori standard dell’Italia riportati da Casati & Pace (Casati P., Pace F., 1991. Scienze della Terra – L’atmosfera, l’acqua, i climi, i suoli – CLUP - Milano), si può ritenere un valore medio-alto. Il massimo medio annuo è in ottobre (77%), il minimo in luglio (61%); sorprende che il massimo si verifichi in autunno poiché, secondo Casati & Pace (1991), l’umidità relativa ha in genere un andamento inverso a quello della temperatura, presentando un massimo nei mesi più freddi ed un minimo in quelli più caldi (per l’Italia, rispettivamente in gennaio ed in luglio). I valori stagionali medi vanno dal 72% in inverno al 63.7% in primavera, al 64% in estate, al 75.3% in autunno.

CLIMA DEL TERRITORIO DEL PARCO

La definizione del clima della regione in esame deriva dalla media delle osservazioni meteorologiche disponibili per un determinato periodo. Benché siano diversi gli elementi che possono risultare utili nello stabilire un sistema di classificazione climatica (il bilancio dell’acqua del suolo, la radiazione netta o l’insolazione, la vegetazione, i suoli, ecc.), quello più utilizzato è indubbiamente il sistema empirico-quantitativo di Koppen che, nello stabilire classi di climi, combina le caratteristiche di temperatura e piovosità

34 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

(parametri tra i più facili da misurare e i cui dati, in ragione della loro abbondanza nel tempo e nello spazio, sono quindi estremamente fruibili). Allo stesso tempo, tale sistema di classificazione crea dei limiti di demarcazione della distribuzione della vegetazione e dei suoli. Il sistema di Koppen è caratterizzato da un codice di lettere, che indica i principali tipi di climi, i sottogruppi nell’ambito dei gruppi e le ulteriori suddivisioni. Il clima di interesse per l’area in oggetto risulta essere il Cfb, in cui:  C indica un clima temperato caldo (mesotermico), che ha il mese più freddo con una temperatura media inferiore ai 18° C, ma superiore a -3° C (nel nostro caso, gennaio, con una temperatura di 1,6° C) e almeno un mese ha una temperatura media superiore ai 10° C; pertanto, i climi C hanno sia una stagione estiva sia una invernale;

 f indica il sottogruppo umido, con precipitazioni abbondanti in tutti i mesi; manca una stagione asciutta, essendo le precipitazioni del mese più secco superiori in media a 30 mm (gennaio, con 74,8 mm);

 b indica l’aggiuntiva suddivisione di estate calda; la temperatura media del mese più caldo è inferiore a 22° C (luglio, con 21,9° C) e almeno quattro mesi hanno una media superiore a 10° C (sette, nel nostro caso: aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre).

Quindi, il codice Cfb indica che la zona in esame è caratterizzata da un clima temperato piovoso (mesotermico umido), umido in tutte le stagioni, con estate calda. Se, tuttavia, si confronta l’escursione termica annua, il mesoclima (o clima locale) del Parco – escursione 20,3° C – differisce da quello con un più spiccato grado di continentalità che interessa la Pianura Padana – escursione 22-24° C, secondo dati di Pinna (1977). È possibile affermare che il mesoclima del Parco è da considerarsi, quindi, soltanto moderatamente continentale. Oltre alla già citata influenza del Föhn, a cagione di tale bassa continentalità si può invocare l’azione di

35 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE attenuazione, ravvisata da alcuni Autori, operata sui settori dell’alta pianura dai grandi bacini lacustri poco più a Nord (Lago Maggiore, di Como e di Lugano), in grado di fungere da volani termici e di ridurre in tal modo le escursioni giornaliere e annue sulla terraferma, limitando, nel frattempo, il pericolo di gelate. Anche il regime delle precipitazioni, benché simile, si diversifica da quello della bassa pianura lombarda: a Milano, ad esempio, prevale il massimo annuale autunnale in ottobre, invece che primaverile in maggio.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

Nel territorio della Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate non sono presenti centraline fisse della rete regionale di rilevamento e non risultano effettuate campagne di rilevamento con mezzi mobili da parte dell’ARPA provinciale in periodi recenti. Il territorio del Parco, nell’ambito della zonizzazione regionale ai fini della valutazione della qualità dell’aria, rientra nella ZONA A - Pianura ad elevata urbanizzazione. Di seguito vengono presentate le carte relative all’inventario delle emissioni a livello regionale predisposto da ARPA Lombardia. Per la realizzazione dell’inventario ARPA utilizza il sistema IN.EM.AR. (INventario EMissioni Aria), nato nell’ambito del Piano Regionale Qualità dell’Aria (PRQA), gestito e sviluppato dal 2003 da ARPA Lombardia.

La Fonte delle Carte è: INEMAR - ARPA Lombardia (2014), INEMAR, Inventario Emissioni in Atmosfera: emissioni in regione Lombardia nell'anno 2014 - dati finali. ARPA Lombardia Settore Monitoraggi Ambientali.

36 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.4 - Mappa emissioni annuali 2014 di PM10 per km2 - Risultati dell'Inventario Regionale di Emissioni in Atmosfera (tonnellate/Km2).

Figura 3.5 - Mappa emissioni annuali 2014 di NOX per km2 - Risultati dell'Inventario Regionale di Emissioni in Atmosfera (tonnellate/Km2).

37 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 3.6 - Mappa emissioni annuali 2014 di COVNM per km2 - Risultati dell'Inventario Regionale di Emissioni in Atmosfera (tonnellate/Km2).

Figura 3.7 - Mappa emissioni annuali 2014 di NH3 per km2 - Risultati dell'Inventario Regionale di Emissioni in Atmosfera (tonnellate/Km2).

38 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.8 - Mappa emissioni annuali 2014 di Gas Serra per km2 - Risultati dell'Inventario Regionale di Emissioni in Atmosfera (tonnellate/Km2).

Di seguito vengono presentate le mappe per il territorio delle province di Como e Varese, relative alla Valutazione Modellistica della Qualità dell’Aria (VMQA) per l’anno 2015, predisposte da ARPA (AA. VV., 2015. Rapporto sulla Qualità dell’Aria della provincia di Varese – Anno 2015. Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia e AA. VV., 2015. Rapporto sulla Qualità dell’Aria della provincia di Como – Anno 2015. Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia).

39 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 3.9 - Mappe relative alla Valutazione Modellistica della Qualità dell’Aria (VMQA) - Provincia di Como anno 2015 – Fonte ARPA Lombardia.

40 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.10 - Mappe relative alla Valutazione Modellistica della Qualità dell’Aria (VMQA) - Provincia di Varese anno 2015 – Fonte ARPA Lombardia.

41 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

3.1.5 VEGETAZIONE, HABITAT E FLORA

A dispetto del suo nome, più ambienti vegetazionali compongono l’ecosistema del Parco. Trattandosi di zone particolarmente eterogenee per continui interventi antropici, tali ambienti sono solo assai di rado precisamente definibili, mostrando abbondanti commistioni floristiche e termini di passaggio da una tipologia ad un’altra; la loro caratterizzazione fitosociologica presenta di conseguenza non poche difficoltà, tanto che, anche in letteratura, queste formazioni vegetali vengono frequentemente definite in termini più generali, di tipo fìsionomico (ossia, considerando prevalentemente i fattori strutturali del bosco e/o i tipi vegetativi e parlando, pertanto, di pineta di pino silvestre, bosco misto di aghifoglie e latifoglie, brughiera, ecc.), se non addirittura di tipo paesaggistico, termini che, seppur efficaci, non sempre sono in grado di descrivere esaurientemente le formazioni vegetali. Nonostante tutto, i boschi più o meno degradati che costituiscono il soprassuolo del Parco manifestano ancora i caratteri salienti della vegetazione della fascia pedemontana lombarda. La vegetazione del terrazzo a ferretto è, infatti, riuscita a conservarsi all’interno di un territorio alquanto antropizzato grazie, in primo luogo, all’accidentata morfologia che lo caratterizza. A ciò si aggiunga che, dal lato agricolo, il terrazzo a ferretto è assai poco fertile (condizioni di oligotrofia) anche per la natura stessa e la profonda decomposizione ed argillificazione dei suoi elementi. Questi terreni rappresentano cioè quella che, nel linguaggio comune, è definita una brughiera. Sia nei rapporti qualitativi che quantitativi tra le specie, la vegetazione è fortemente influenzata dalle caratteristiche topografiche, morfologiche, pedologiche e meso/micro-climatiche del Parco, tanto che esiste un’interazione piuttosto stretta tra ambiente e tipologia vegetazionale: nonostante i boschi presentino, quasi ovunque, caratteristiche di irregolarità, le diverse unità fisiografiche (aree sopraelevate, fondivalle, versanti, ecc.)

42 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento possono essere in larga misura identificate sulla base della componente vegetale, e viceversa; la vegetazione sulle superfici subpianeggianti è, infatti, molto diversa da quella degli adiacenti fondovalle e da quella dei versanti che raccordano le prime ai secondi. Le condizioni di altitudine, pendenza, tipo di suolo, umidità, ecc., in ultima analisi tutte riconducibili all’evoluzione geomorfologica della regione, hanno pertanto suddiviso l’ambiente del Parco in differenti habitat, in cui vengono a trovarsi differenti comunità vegetali, composte da abbastanza ben definite proporzioni di organismi vegetali, con una certa struttura della vegetazione ed una determinata composizione floristica. Tra i principali fattori geomorfologici che, direttamente o indirettamente, esercitano la loro influenza sulla distribuzione della vegetazione entro un determinato territorio, un posto di spicco è rivestito dall’inclinazione e dall’esposizione dei pendii:

 l’inclinazione, con la sua influenza nello smaltire le precipitazioni, agisce indirettamente sull’umidità: sulle superfici acclivi, quali i versanti, il deflusso è rapido e l’acqua non resta a lungo disponibile per le piante; al contrario, nelle aree pianeggianti o ad inclinazione moderata, gran parte delle precipitazioni può rendersi disponibile per un utilizzo prolungato (nel caso di superfici quali i fondovalle, poi, questo effetto viene amplificato dal convergere qui sia del ruscellamento superficiale da versante sia delle acque dei torrenti). Ciò rende ragione del fatto che le piante igrofitiche formano comunità vegetali caratteristiche dei fondivalle, mentre comunità meso o xerofitiche occupano le superfici intervallive;

 l’orientamento di una superficie rispetto al Nord geografico ha invece un’influenza diretta sulle piante: i versanti rivolti al sole offrono un ambiente più caldo e più asciutto rispetto a quelli meno esposti, in ombra per più lunghi periodi del giorno (alle medie latitudini, quali le nostre, questi contrasti di esposizione tra i versanti esposti a Nord o a Sud possono essere tanto forti da dar luogo a formazioni vegetali anche notevolmente differenti).

43 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

VEGETAZIONE POTENZIALE

La vegetazione naturale potenziale è quella che si verrebbe a costituire in un certo ambiente, qualora in esso venisse meno l’azione di disturbo dell’uomo. Secondo l’inquadramento di Tomaselli et al. (Tomaselli R., Balduzzi A., Filipello S., 1973 - Carta bioclimatica e della vegetazione forestale attuale e potenziale d’Italia. - Collana Verde n. 33. Min. Agricoltura e Foreste - Roma.), l’area in esame appartiene all’orizzonte submediterraneo del piano basale. In essa si possono riconoscere almeno due climax, quello della rovere e quello della farnia, il primo sulle superfici subpianeggianti elevate del terrazzo a ferretto, il secondo nei terreni più umidi e fertili delle incisioni che lo solcano.

VEGETAZIONE REALE

Un numero relativamente limitato di essenze forestali costituisce il soprassuolo del Parco, impartendogli il peculiare aspetto che lo caratterizza. Le più rilevanti tra queste, per diffusione areale e importanza fisionomica, sono:

 Pinus silvestris: caratterizza l’associazione a cui dà il nome. Specie pioniera, di temperamento eliofilo e frugale, indifferente al substrato purché non eccessivamente arido né stagnante, si trova quasi esclusivamente sulle superfici del terrazzo a ferretto.

 Quercus robur: rappresenta la specie autoctona un tempo estesa su vaste aree della Lombardia. In particolare, insieme al castagno e al pino silvestre, era una delle specie maggiormente diffuse nei boschi del pianalto: l’azione antropica ha ridotto la sua area di diffusione ed ampie zone sono state denudate e trasformate in terreno agrario e robinieti.

 Castanea sativa: si ritrova pressoché sempre governata a ceduo. Ha visto, come la farnia, il suo spazio ecologico sempre più occupato dalla robinia, ad eccezione delle pinete, e in special modo quelle che sono state

44 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

interessate da incendi, in cui tende a sostituire il pino silvestre e le latifoglie.

 Quercus rubra: introdotta in Italia dal Nord America nel 1860 e diffusa in ambito forestale negli anni ’30 del secolo scorso, si è perfettamente acclimatata, tanto da divenire specie ubiquitaria. Oltre che dal punto di vista ornamentale (suggestive colorazioni sono conferite dal suo fogliame autunnale al paesaggio), ha rivestito in passato notevole interesse selvicolturale grazie alla frugalità superiore rispetto a quella della farnia, al suo rapido accrescimento e alla buona qualità del legname.

 Robinia pseudoacacia: pianta naturalizzata importata in Europa dall’America nord-orientale nel 1601 e utilizzata come specie forestale nel Parco dalla metà del secolo scorso. Ha ormai occupato vaste aree boschive, diventando specie pericolosamente infestante grazie alla sua estrema frugalità e indifferenza al substrato; essendo di temperamento ubiquitario, ossia capace di adattarsi a condizioni ambientali assai diverse, è pertanto diffusa quasi ovunque e partecipa a tutte le cenosi forestali.

Con riferimento alle specie fisionomicamente dominanti e alle modalità con cui queste si associano, il Parco può venire suddiviso in un certo numero di ambienti, caratterizzati dalle formazioni vegetali di seguito esposte:

 Pineta di pino silvestre: principalmente legata ai suoli meno fertili dei ripiani sopraelevati, si presenta sotto forma di fustaia. La sua estensione, in forma pura, è piuttosto ridotta, mentre si ritrova spesso in consociazione a latifoglie (bosco misto acidofilo) e sono frequenti gli aspetti di transizione alle altre formazioni, in particolare alla brughiera; talora Castanea sativa assume valori anche elevati di abbondanza- codominanza. Caratterizzanti sono la struttura semplice e la povertà floristica di specie in tutti gli strati, specie in quello erbaceo, rappresentato quasi esclusivamente da Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum.

45 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 Querceto (boschi di latifoglie con querce dominanti e/o con forte presenza di querce e di specie dei querceti mesofili e mesoacidofili): elementi tipici sono le due querce (Quercus petraea e Quercus robur), cui si accompagnano Castanea sativa, Carpinus betulus, Prunus avium, Fraxinus excelsior ed esotiche quali Robinia pseudoacacia e Prunus serotina. Varie specie entrano a far parte dello strato arbustivo ed erbaceo tra cui, nel primo, Corylus avellana, Crataegus monogyna, Prunus padus, Frangula alnus, Viburnum opulus, Euonymus europaeus e Cornus sanguinea e, nello strato erbaceo, Aegopodium podagraria, Circaea lutetiana, Polygonatum multiflorum, Convallaria majalis, Geranium nodosum, Vinca minor, Molinia arundinacea e Deschampsia caespitosa. Oltre che sui versanti, il Querceto è presente sui suoli più profondi e freschi, come quelli che si ritrovano nei fondivalle. L’estensione di questo aspetto forestale, così come definito, è tuttavia sempre ridotta ed è costante la presenza di specie provenienti dalle formazioni vegetali limitrofe.

Dal punto di vista fitosociologico, questi boschi sono inquadrati nei tipi delle foreste caducifoglie dei terreni acidi riferibili all’ordine Quercetalia robori- petraeae, con aspetti di transizione, sui terreni più freschi, verso i boschi mesofili di querce del piano basale (ordine Fagetalia), collegate alla pianura.

 Castagneto (boschi di latifoglie con dominanza di Castanea sativa): non sono riscontrabili specie in grado di differenziare chiaramente il castagneto dalla pineta, se non per la diversa abbondanza dei due alberi guida e per la scarsa presenza qui di Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum. Specie arboree frequenti sono Quercus robur, Quercus petraea, Betula pendula e Robinia pseudoacacia.

 Robinieto: oltre che dalla dominanza di Robinia pseudoacacia, questa formazione, sempre sotto forma di cedui semplici o composti, ossia provvisti di abbondanti matricine (gli individui preposti alla rinnovazione da seme), è caratterizzata da alcune entità nitrofile quali, soprattutto,

46 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Sambucus nigra. A causa del degrado antropico, il Robinieto ha avuto nel Parco un grande sviluppo, soprattutto a spese dei boschi mesofili.

 Bosco misto: con tale termine, intenzionalmente generico, si vuole indicare quell’associazione vegetale che non può dirsi caratterizzata dalla dominanza di un’unica specie arborea, ma che comprende un certo numero di essenze, sia Conifere sia latifoglie, la cui importanza relativa è direttamente legata alla situazione edafica e all’intervento antropico.

 Brughiera: questa formazione è caratterizzata dalla presenza di Calluna vulgaris, spesso accompagnata da Cytisus scoparius, dall’assenza di un vero e proprio strato arboreo ed alto arbustivo e dalla presenza di alcune tipiche specie acidofile, come Danthonia decumbens e Potentilla erecta. In alcune situazioni aumenta, anche decisamente, la componente arbustiva e/o compare quella arborea, costituita in primo luogo da Populus tremula e Betula pendula. L’estensione di questa unità è sempre molto ridotta, tanto da poterla considerare un elemento marginale del contesto del Parco, nonostante quest’ultimo venga sommariamente definito una brughiera; sul terrazzo a ferretto, lembi di brughiera si rinvengono solo sulle superfici che sono state ripetutamente interessate da incendi o dal passaggio della linea elettrica.

 Boschi delle incisioni vallive: caratteristici di una precisa collocazione morfologica, con microclima e caratteristiche pedologiche particolari e generalmente favorevoli allo sviluppo di una copertura vegetale evoluta, questa tipologia vegetazionale risulta molto varia e spesso indefinibile, diversa per struttura e composizione sia dai boschi presenti sul pianalto, sia da quelli dei versanti; la dominanza è sempre a favore delle latifoglie (Quercus spp., Robinia pseudoacacia, Castanea sativa, innanzi tutto) e sono frequenti ed anzi tipici gli aspetti di transizione alle formazioni confinanti. Rappresentano spesso le aree floristicamente più interessanti, benché sminuite dallo stato di degrado che generalmente le caratterizza.

Meritano infine di essere menzionate:

47 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 la prateria a molinia (Molinia arundinacea), spesso forma estrema di degradazione della brughiera, anch’essa legata ad azioni di disturbo;

 gli impianti di essenze esotiche, di minor rilevanza rispetto ai robinieti;

 la vegetazione ornamentale degli insediamenti residenziali, quali, in primo luogo, Pianbosco e la Pinetina;

 le coltivazioni agricole.

FLORA

Nel territorio del Parco sono presenti numerose specie di flora e di muschi (da citare in particolare Leucobryum glaucum). In particolare sono presenti specie protette da direttive europee, regionali e provinciali (Tabella 3.4).

Tabella 3.4 – Specie di Flora protetta segnalata nel Parco.

Famiglia Genere Specie Conv. Berna Conv. Cites A Conv. Cites B Conv. Cites D 2 all. Habitat Diret. 4 all. . Habitat Diret 5 all. Habitat Diret 2 all. Barcellona Conv. Normativa regionale Como Provincia di Provincia di Varese Dryopteridaceae Dryopteris affinis P Marsileaceae Marsilea quadrifolia X X P Aristolochiaceae Asarum europaeum R Caryophyllaceae Dianthus armeria P Caryophyllaceae Dianthus seguieri P Nymphaeaceae Nymphaea alba R X X Ceratophyllaceae Ceratophyllum demersum R Ranunculaceae Anemonoides nemorosa P Hypericaceae Hypericum humifusum R Fabaceae Lotus peduncolatus R Aquifoliaceae Ilex aquifolium X Primulaceae Primula vulgaris subsp. vulgaris P Gentianaceae Gentiana pneumonanthe P X Manyanthaceae Nymphoides peltata P Lentibulariaceae Utricularia australis P Campanulaceae Campanula trachelium R Asteraceae Cyanus segetum R Hydrocharitaceae Hidrocaris morsus-ranae P Potamogetonaceae Potamogeton natans P Liliaceae Erythronium dens-canis R X Liliaceae Lilium martagon R X X Asparagaceae Convallaria majalis R Asparagaceae Ruscus aculeatus X R X Amaryllidaceae Leucojum vernum R Amaryllidaceae Galanthus nivalis X X P X X

48 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Famiglia Genere Specie Conv. Berna Conv. Cites A Conv. Cites B Conv. Cites D 2 all. Habitat Diret. 4 all. . Habitat Diret 5 all. Habitat Diret 2 all. Barcellona Conv. Normativa regionale ProvinciaComo di Provincia di Varese Amaryllidaceae Narcissus poeticus X X X Iridaceae Iris pseudacorus R X X Araceae Arum italicum R Typhaceae Typha latifolia X X Orchidaceae Platanthera chlorantha X P X X Orchidaceae Neottia ovata X P X X Orchidaceae Epipactis helleborine X P X X Orchidaceae Epipactis atrorubens X P X X Orchidaceae Cephalanthera rubra X P X X Orchidaceae Cephalanthera longifolia X P X X Note Normativa Regionale = L.R. Lombardia 10/08 - D.g.r. 27-01-10 - n. 8/11102 - P = protetta; R = regolamentata Provincia di Como = Dec. Pres. n°67 del 05-12-05 Provincia Varese = Dec. Pres. n° 102 del 12-03-02

3.1.6 FAUNA

Mammiferi

Le specie di mammiferi segnalate nell’area del Parco sono 33: 5 insettivori, 8 chirotteri, 2 lagomorfi, 9 roditori, 5 carnivori e 4 artiodattili. Fra i chirotteri è da segnalare che Myotis blythi e Myotis myotis sono inseriti nell’Allegato II e nell’Allegato IV della Direttiva Habitat, mentre Myotis nattereri, Pipistrellus kuhli, Pipistrellus pipistrellus, Eptesicus serotinus, Vespertilio murinus e Plecotus auritus figurano nell’Allegato IV.

Tabella 3.5 – Specie di mammiferi segnalate nel Parco. ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

Erinaceidae Erinaceus europaeus Riccio occidentale

Sorex araneus Toporagno comune

Crocidura ventre Insectivora Soricidae Crocidura leucodon bianco

Crocidura suaveolens Crocidura minore

Talpidae Talpa europaea Talpa europea

49 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

blythi Vespertilio di Blyth

myotis Vespertilio maggiore Myotis Vespertilio di nattereri Natterer

Pipistrello Pipistrellus kuhli Chiroptera Vespertilionidae albolimbato

Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano

Eptesicus serotinus Serotino comune

Vespertilio murinus Serotino bicolore

Plecotus auritus Orecchione

Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico

Lagomorpha Leporidae Sylvilagus floridanus Minilepre

Lepus europaeus Lepre comune

Sciuridae Sciurus vulgaris Scoiattolo rosso

Myoxidae Myoxus glis Ghiro

Myoxidae Muscardinus avellanarius Moscardino

Clethrionomys glareolus Arvicola rossastra Microtidae Rodentia Microtus savii Arvicola di Savi

flavicollis Topo selvatico collog. Apodemus sylvaticus Topo selvatico Muridae Rattus norvegicus Ratto grigio

Mus domesticus Topolino delle case

Canidae Vulpes vulpes Volpe

Meles meles Tasso

Carnivora Mustela nivalis Donnola Mustelidae foina Faina Martes martes Martora

Suidae Sus scrofa Cinghiale

Artiodactyla Cervus elaphus Cervo Cervidae Capreolus capreolus Capriolo

50 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

Dama dama Daino

Avifauna

Nel Parco sono segnalate complessivamente 69 specie, elencate in Tabella 3.6. Cinque specie figurano nell’Allegato I della Direttiva Uccelli: falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), nibbio bruno (Milvus migrans), falco pellegrino (Falco peregrinus), succiacapre (Caprimulgus europaeus) e picchio nero (Dryocopus martius).

Tabella 3.6 – Specie di uccelli segnalate nel Parco e loro fenologia (R = riproduttivo; M = migratorio; S = svernamento; P=presenza). SPECIE FENOLOGIA SPECIE FENOLOGIA

1 Pernis apivorus R,M 41 Saxicola rubetra R,M

2 Milvus migrans R 42 Saxicola torquata R,M,S

3 Accipiter gentilis R 43 Turdus merula R,M,S

4 Accipiter nisus R,M,S 44 Turdus philomelos R

5 Buteo buteo R,M,S 45 Turdus viscivorus S

6 Falco tinnunculus R,S 46 Sylvia atricapilla R

7 Falco peregrinus P 47 Phylloscopus sibilatrix R

8 Ardea cinerea P 48 Phylloscopus collybita R,M

9 Nycticorax nycticorax P 49 Regulus regulus M,S

10 Anas platyrhynchos R 50 Regulus ignicapillus R,S

11 Fulica atra R 51 Muscicapa striata R,M

12 Tachybaptus ruficollis P 52 Ficedula hypoleuca M

13 Gallinula chloropus R 53 Aegithalos caudatus R,M,S

14 Perdix perdix M 54 Parus palustris R,M,S

15 Phasianus colchicus R 55 Parus cristatus R,M,S

16 Columba palumbus R,M,S 56 Parus ater R,M,S

17 Streptopelia decaocto R,M,S 57 Parus caeruleus R,M,S

51 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

SPECIE FENOLOGIA SPECIE FENOLOGIA

18 Streptopelia turtur R 58 Parus major R,M,S

19 Cuculus canorus R 59 Sitta europaea R,M,S

20 Strix aluco R,S 60 Certhia brachydactyla R,M,S

21 Athene noctua R,S 61 Oriolus oriolus R

22 Caprimulgus europaeus R 62 Garrulus glandarius R,M,S

23 Apus apus R 63 Pica pica R

24 Dryocopus martius R, S 64 Corvus monedula S

25 Picus viridis R,M,S 65 Corvus frugilegus S

26 Picoides major R,M,S 66 Corvus c. cornix R,M,S

27 Dendrocopos minor S 67 Sturnus vulgaris R,S

28 Alauda arvensis R,M,S 68 Passer italiane R,M,S

29 Anthus pratensis R,M,S 69 Passer montanus R,M,S

30 Hirundo rustica R,M 70 Fringilla coelebs R,M,S

31 Delichon urbica R 71 Fringilla montifringilla S

32 Motacilla cinerea S 72 Serinus serinus R,M,S

33 Motacilla alba R,M,S 73 Loxia curvirostra R

34 Troglodytes troglodytes R,M,S 74 Carduelis chloris R

35 Prunella modularis S 75 Carduelis carduelis R,M,S

36 76 Carduelis spinus M,S

37 Erithacus rubecola R,M,S 77 Carduelis cannabina M,S

38 Luscinia megarhynchos R 78 Coccothraustes S coccothraustes

39 Phoenicurus ochhrurus R 79 Emberiza schoeniclus S

40 Phoenicurus phoenicurus R 80 Upupa epops P

Anfibi

All’interno del Parco è stata rilevata la presenza di otto specie di anfibi, di cui tre urodeli, salamandra pezzata (Salamandra salamandra), tritone crestato (Triturus carnifex) e tritone punteggiato (Triturus vulgaris), e cinque anuri,

52 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento rospo comune (Bufo bufo), rospo smeraldino (Bufo viridis), raganella italiana (Hyla intermedia), rana agile (Rana dalmatina) e rana verde (Pelophylax synk. esculentus). Il prospetto completo delle specie presenti è riportato in Tabella 3.7. Il tritone crestato è inserito nell’allegato II della Direttiva Habitat, salamandra pezzata, rospo smeraldino, rana agile e raganella italiana figurano nell’allegato IV.

Tabella 3.7 - Specie di Anfibi presenti nel Parco. ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

Salamandra salamandra Salamandra pezzata

Urodela Salamandridae carnifex Tritone crestato Triturus vulgaris Tritone punteggiato

bufo Rospo comune Bufonidae Bufo balearicus Rospo smeraldino

Anura Hylidae Hyla intermedia Raganella italiana

Rana dalmatina Rana agile Ranidae Pelophylax synklepton esculenta Rana verde

Rettili

Nel territorio del Parco sono segnalate nove specie di rettili: un chelone, la testuggine dalle orecchie rosse (Trachemys scripta); tre sauri, l’orbettino (Anguis fragilis), la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e il ramarro occidentale (Lacerta bilineata); cinque serpenti, il biacco (Coluber viridiflavus), il colubro liscio (Coronella austriaca), il saettone (Elaphe longissima), la natrice dal collare (Natrix natrix) e la vipera comune (Vipera aspis). Lucertola muraiola, colubro liscio e saettone figurano nell’allegato IV della Direttiva Habitat

53 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Il prospetto sistematico completo delle specie presenti è riportato in Tabella 3.8.

Tabella 3.8 - Specie di Rettili osservate nel Parco. ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

Testuggine dalle orecchie Chelonia Emydidae Trachemys scripta rosse

Anguidae Anguis fragilis Orbettino Squamata Sottordine Podarcis muralis Lucertola muraiola Lacertidae Sauria Lacerta bilineata Ramarro occidentale

Coluber viridiflavus Biacco

Coronella austriaca Colubro liscio Squamata Colubridae Sottordine Elaphe longissima Saettone Serpentes Natrix natrix Natrice dal collare

Viperidae Vipera aspis Vipera comune

Pesci

Le specie di pesci segnalate nel parco sono nove (Tabella 3.9), in particolare: un perciforme, 7 cipriniformi e un siluriforme. Una sola delle specie presenti è autoctona: la scardola (Scardinius erythrophthalmus).

Tabella 3.9 - Specie di Pesci osservati nel Parco. ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME COMUNE ORIGINE

Perciformes Centrarchidae Lepomis gibbosus Persico sole Alloctono

erythrophth Scardinius Scardola Autoctono almus

carassius Carassio Alloctono

auratus Carassio dorato Alloctono Cypriniformes Cyprinidae Carassius Carassio sp. Alloctono ornamentale

Carpa var. “a Cyprinus carpio Alloctono specchi”

54 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

ORDINE FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME COMUNE ORIGINE

Rutilus rutilus Rutilo o Gardon Alloctono

Tinca tinca Tinca Autoctono

Siluriformes Ictaluridae Ameiurus melas Pesce gatto Alloctono

Invertebrati

Gli invertebrati di interesse comunitario presenti nel Parco comprendono il Cervo volante (Lucanus cervus) che figura nell’Allegato II della Direttiva Habitat, il Cerambice della quercia (Cerambyx cerdo) che è inserito negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat e Lopinga achine, specie inserita nell’Allegato IV della Direttiva Habitat.

3.1.7 IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE

Nel territorio del Parco è presente la ZSC IT2020007 Pineta Pedemontana di Appiano Gentile. Si rimanda al paragrafo 6.1.1 per la descrizione dettagliata del Sito Natura 2000.

55 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 3.11 - Sistema delle aree protette circostanti il Parco.

La Figura 3.11 evidenzia la collocazione del Parco in relazione alle aree protette circostanti. Si può notare come il Parco si collochi in una posizione centrale e di raccordo fra le principali aree protette presenti sul territorio (parchi regionali nazionali, SIC/ZSC e ZPS) e svolga pertanto un ruolo di importanza primaria nella funzione di connessione ecologica fra le stesse. Il territorio del parco risulta, inoltre, circondato da una rete di PLIS (Parchi locali di interesse Sovracomunale).

3.1.8 PAESAGGIO

Il territorio del Parco presenta in questo periodo tre caratteri principali: quello agricolo-forestale, che per secoli è stato il prevalente ed ora è in larga parte decaduto, quello industriale e, ultimo in senso temporale, quello residenziale.

56 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Agro-Selvicoltura

La superficie dei terreni coltivati risulta pari a 1.600,00 ettari, di cui a prato 275 ettari. La distribuzione dei terreni agricoli e forestali appare profondamente condizionata dalle caratteristiche dell’area. La sua collocazione nella fascia degli alti terrazzi fluvioglaciali ai piedi delle Prealpi ha, infatti, da sempre reso difficile l’approvvigionamento idrico a fini agricoli. Questa limitazione restringe notevolmente la scelta delle colture praticabili e non permette di raggiungere livelli produttivi elevati. A ciò si aggiungono le sfavorevoli caratteristiche edafiche (la natura acida dei terreni, il drenaggio impedito da orizzonti impermeabili, la facile erodibilità, la mediocre fertilità, ecc.) e la particolare, tormentata situazione morfologica che contraddistingue la maggior parte del territorio destinato a Parco (notevole quantità di superfici acclivi, presenza di acque non regimate, ecc.), differenziandole, da questo punto di vista, dalle aree limitrofe, agronomicamente più favorevoli. Benché non manchino terreni coltivati anche sul pianalto, le aziende agricole ancora operanti e innestate sulle preesistenti aree rurali sono perciò localizzate nelle più fertili fasce pianeggianti ai confini dell’area protetta, in special modo in prossimità di Tradate, Locate Varesino, Carbonate e Mozzate e nella valle del Torrente Antiga-Bozzente, tra Appiano Gentile e Mozzate. In esse, si sono venute ad affermare anche le attività zootecniche, basate in prevalenza sull’allevamento bovino da latte. I boschi sono invece ubicati in prevalenza all’interno della zona in esame, poiché si tratta di un tipo di uso del suolo che ben si adatta alla conformazione irregolare e a volte impervia delle superfici del pianalto. Si può anzi ragionevolmente ritenere che il bosco si sia salvato dalla distruzione perché le colture agrarie sono state respinte dalle difficili condizioni agronomiche. Nell’area protetta sono stati inoltre introdotti alcuni allevamenti equini dotati di cavalcatoi.

57 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Utilizzo delle risorse forestali

L’attività del settore forestale nel Parco, sulla base dei dati disponibili consultando il Piano di Indirizzo Forestale (CFT, 2002) e le informazioni messe a disposizione dal Parco è in linea con la situazione regionale, accentuandone i caratteri di marginalità e complementarietà con altre attività economiche, specie quella agricola. Vi sono 7 ditte forestali, nel Parco, iscritte all’albo regionale lombardo. Il volume annuo di taglio si aggira sui 50.155 quintali di legna. In media il Parco istruisce circa 120 denunce di taglio all’anno, corrispondenti a tagli medi dell’ordine dei 4.700 m2. Per ogni taglio si ricavano circa 430 quintali di legname. La media della distribuzione della massa dendrometrica di taglio in base alla principali specie tra le stagioni silvane 1998/199 e 2016/2017 è stata la seguente (in quintali): Robinia pseudoacacia 25.869,7, Castanea sativa 11.954,6, Quercus rubra 9.956,4, Quercus robur 4.660,3, Pinus sylvestris 5.040,9, Pinus strobus 2.307,6.

Figura 3.12 - Quintali di legna assegnati ogni anno dalla s. s. 1998-99.

58 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.13 - Taglio boschi nel Parco - Figura 3.14 - Taglio boschi nel Parco - Media dalla s. s. 1998-99 Media dalla s. s. 2016-17

Industria

Tralasciando i numerosi stabilimenti dislocati sul corso del vicino Fiume Olona, aree industriali di una certa estensione sono riconoscibili nei comuni limitrofi al Parco: sul lato occidentale, spiccano quelli di Venegono Inferiore, Tradate, Locate Varesino e Mozzate; sul lato orientale, l’unica concentrazione notevole di insediamenti industriali è presente tra Appiano Gentile e Veniano.

Insediamenti residenziali

Oltre alle grandi città di Milano, Como e Varese e agli agglomerati urbani di , , Legnano e che fanno da cornice al territorio in esame, ai confini del Parco è presente un notevole numero di centri abitati, ampliatisi di molto negli ultimi decenni a causa dell’aumento della popolazione che per le località che circondano il bosco risulta molto al di sopra della media regionale e nazionale. Grande estensione hanno i paesi sul lato occidentale del Parco, ormai quasi uniti in una conurbazione continua, che va da Vedano Olona a Venegono Inferiore e Superiore, a Tradate-Abbiate Guazzone, a Locate Varesino, Carbonate e Mozzate. Sul lato orientale, con l’esclusione di Appiano Gentile, i centri urbani sono meno estesi e continui, ma sono tuttavia presenti vaste aree di edificato

59 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE sparso; anche qui esiste una fascia di costruzioni, benché meno ampia della precedente, che unisce Appiano Gentile, Veniano, Lurago Marinone, Fenegrò e Limido Comasco. L’insediamento antropico all’interno dell’attuale Parco è stato invece decisamente contenuto e la causa è plausibilmente da ricercare nelle stesse limitazioni che hanno agito come deterrente nei confronti dell’attività agricola. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalle propaggini residenziali di alcuni comuni, in particolare quelli di Venegono e Tradate, e dall’abitato di Castelnuovo Bozzente, completamente compreso entro l’area protetta. Negli ultimi decenni, tuttavia, un certo pericolo all’integrità del bosco è stato rappresentato dall’espansione dell’edilizia d’élite (case di seconda residenza ed impianti sportivi), sia dentro i suoi confini che nella fascia esterna di salvaguardia. Ha inciso in particolare sull’attuale Parco la costruzione del complesso della “Pinetina”, che interessa i territori dei comuni di Appiano Gentile, Veniano, Lurago Marinone, Mozzate e Tradate e possiede marcate caratteristiche ricreative (campi di calcio, da golf, da tennis, piscine, ristoranti, ecc.); tale complesso è andato ad occupare una vasta area boschiva che, essendo dislocata su superfici mosse da dorsali e valli incise, ha obbligato ad un parziale rimodellamento della topografia originaria e alla ricostruzione di un suolo artificiale per l’impianto dei prati da gioco. Oltre a tale edificato, possiedono una notevole rilevanza gli insediamenti a schiera di “Pianbosco”, tra Venegono Superiore ed Inferiore, cui si aggiunge un certo numero di complessi minori, quali “Monte Rosso” a Venegono Superiore e “Orizzonte Verde” tra Castelnuovo Bozzente ed Appiano Gentile.

3.1.9 SUOLO E SOTTOSUOLO

La superficie territoriale del Parco è di 4.831,93 ha. Di questi, ben 3.920,63 ha, pari all’81,14% della superficie del Parco sono occupati dal bosco, ivi inclusi gli impianti a rapido accrescimento, le formazioni a vegetazione pioniera, incolti e vegetazione naturale.

60 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

La superficie agricola, coltivata a seminativo o a foraggio, è di 658,51 ha, pari al 13,63% della superficie. Sono ivi inclusi i fabbricati rurali, che comprendono le abitazioni e le infrastrutture delle aziende agricole. La superficie urbanizzata è di 171,48 ha, pari al 3,55%, divisa nei nuclei di Castelnuovo Bozzente, nelle zone residenziali della Pinetina, Pianbosco, Orizzonte verde. Castelnuovo è l’unico centro storico del Parco, gli altri agglomerati risalgono al dopoguerra. Infine, 81,31 ha, pari all’1,68%, sono destinati al verde sportivo, con il campo da golf e le strutture sportive del centro della Pinetina.

Siti industriali

Non sono presenti siti industriali di rilievo nel territorio del Parco.

Aree estrattive

Non sono presenti attività estrattive di rilievo nel territorio del Parco.

Rischio idrogeologico

La valutazione del rischio idrogeologico nel territorio del Parco è stata analizzata nel dettaglio nell’ambito del “Piano di Indirizzo forestale” (CFT, 2002). Sono stati in tal modo individuati i tipi di dissesto e dei meccanismi d’innesco degli stessi, le località dissestate ed il pericolo e l’intensità del dissesto e sono stati proposti strumenti per la sistemazione delle aree soggette a dissesto. Tutte le aree rilevate sono state mappate. Le indagini hanno evidenziato come i corsi maggiormente dissestati sono presenti nella porzione settentrionale del pianalto, costituito dai depositi mindelliani. La tipologia dei terreni e la morfologia hanno determinato una combinazione di elementi (alta pendenza dei versanti, erodibilità del deposito, presenza di terreni scarsamente permeabili, ecc.) che favorisce l’instabilità lungo le aste fluviali. Gli stati di dissesto principali sono stati rilevati lungo i tratti di corso con configurazione a meandro con fondovalle coincidente con area di divagazione dell’alveo, quindi con la possibilità di

61 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE incrociare con il lato esterno di un meandro il versante, che sottoposto a scalzamento al piede, viene destabilizzato. Si originano in questo modo le alte pareti di crollo riscontrate sul Torrente Antiga, sul torrente della Valle di Castelnuovo Bozzente, sul Fosso Gradaluso ed in alcuni tributari. Questi corsi presentano un’intensità di dissesto molto elevata dovuta anche alla presenza concomitante di diverse tipologie di dissesto (soliflusso, caduta di alberi). Gli altri corsi presentano uno stato di dissesto da moderato ad elevato, con presenza diffusa di erosione delle sponde e diversi gradi e meccanismi di instabilità dei versanti. Risulta comunque elevato lo stato di dissesto generale dei corsi. Sono state individuate e cartografate anche aree nelle quali l’erosione non incanalata e il disboscamento possono provocare erosione accelerata del suolo.

Rischio di incendi boschivi

Sulla base dei dati messi a disposizione dal “Piano di indirizzo forestale” del Parco e dal Servizio tecnico del Parco il fuoco costituisce sicuramente la maggiore minaccia all’ecosistema forestale del Parco. Le statistiche relative al periodo 1988-2016 registrano 283 eventi, per un totale di superficie bruciata di 279,51 ha.

Tabella 3.10 – Incendi nel Parco nel periodo 1988 – 2016. Anno Numero incendi Superficie ha

1988 16 55,68

1989 14 9,08

1990 14 28,82

1991 26 14,37

1992 19 5,20

1993 35 34,61

1994 5 3,20

1995 12 28,40

62 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Anno Numero incendi Superficie ha

1996 7 21,53

1997 9 12,40

1998 10 17,24

1999 4 2,68

2000 3 0,25

2001 0 0,00

2002 2 0,08

2003 5 2,34

2004 2 0,32

2005 4 1,67

2006 5 5,10

2007 43 26,71

2008 14 3,62

2009 5 2,06

2010 0 0,00

2011 7 1,08

2012 1 0,04

2013 1 0,00

2014 2 0,64

2015 0 0,00

2016 3 2,40

TOTALE 283 279,51

I dati evidenziano nel periodo considerato una tendenza positiva alla diminuzione degli incendi, sia nel numero di eventi, sia per quanto riguarda la superficie media bruciata. Il periodo di maggior pericolo d’incendio è compreso fra febbraio e aprile. In particolare, gli incendi scoppiano per il 38,9% in marzo, per il 27,7% in aprile, per il 13,4% in febbraio.

63 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Le cause sono attribuibili a dolo per 70% degli incendi e a cause dubbie per il 21,9% di casi, il 7,4% degli incendi è attribuito a cause colpose, mentre solo lo 0,7% per cause accidentali. I territori più colpi da incendi risultano Tradate (36%), Appiano Gentile (32%), Venegono Superiore (7,4%) e Binago (5,3%). Fortunatamente, non si tratta di incendi particolarmente distruttivi: si tratta di fuochi bassi, che si sviluppano generalmente fra le sterpaglie e gli arbusti del sottobosco, e che nella grande maggioranza dei casi vedono l’intervento tempestivo dei corpi di volontari e dei vigili del fuoco. Il piano di settore del Parco pianifica la difesa dagli incendi puntando sostanzialmente sugli aspetti di gestione forestale e sulle relative infrastrutture.

Siti contaminati

Sono assenti discariche nel territorio del Parco, e non sono segnalati siti contaminati nell’area sulla base dei dati resi disponibili consultando la Banca dati unificata di Regione Lombardia e di ARPA (AGISCO – Anagrafe e Gestione Integrata dei Siti Contaminati). Risultano nel database alcuni siti contaminati o bonificati in aree limitrofe al Parco, ma al di fuori dei confini dello stesso.

3.1.10 POPOLAZIONE E URBANIZZAZIONE

I dati disponibile per un’analisi dell’andamento della popolazione residente nei comuni che fanno parte del Parco sono riferibili al decennio 2001-2011. La fonte dei dati è la Mappa dati statistici popolazione 2001 2014 (https://www.dati.lombardia.it/Statistica/Mappa-dati-statistici-popolazione- 2001-2014/igim-w5sp). Il paese più popolato al 2011 (Tabella 3.11) è Tradate, seguito da Mozzate, Appiano Gentile, Vedano Olona e Venegono Superiore. Il meno popolato è Castelnuovo Bozzente. I più densamente popolati sono invece Venegono Inferiore, Venegono superiore e Vedano Olona, mentre Castelnuovo Bozzente risulta anche il paese con il minor numero di abitanti per km2.

64 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Tabella 3.11 – Dati statistici relativi alla popolazione residente nei comuni del Parco nel decennio 2001-2011 (Res. = residenti; Var. = variazione) (Fonte: Regione Lombardia, Mappa dati statistici popolazione 2001-2014). Var. Var. Res. Res. Res./km2 Res./km2 Res./km2 Comune 2001- Var. % 2001 2011 2001 2011 2001- 2011 2011

APPIANO 7026 7726 + 700 550,07 604,87 + 54,80 + 9,96 GENTILE

BEREGAZZO 2293 2590 + 297 603,55 681,73 + 78,18 + 12,95 CON FIGLIARO

BINAGO 4269 4862 + 593 616,77 702,45 + 85,68 + 13,89

CARBONATE 2541 2920 + 379 495,13 568,98 + 73,85 + 14,92

CASTELNUOVO 765 864 + 99 210,65 237,91 + 27,26 + 12,94 BOZZENTE

LIMIDO 2242 3732 + 1490 501,65 835,04 + 333,39 + 66,46 COMASCO

LOCATE 3955 4249 + 294 676,74 727,05 + 50,31 + 7,43 VARESINO

LURAGO 1941 2463 + 522 503,89 639,40 + 135,51 + 26,89 MARINONE

MOZZATE 6983 8367 + 1384 670,02 802,81 + 132,79 + 19,82

OLTRONA DI 2081 2293 + 212 774,99 853,94 + 78,95 + 10,19 SAN MAMETTE

TRADATE 15922 17901 + 1979 746,04 838,77 + 92,73 + 12,43

VEDANO 7006 7370 + 364 976,15 1026,87 + 50,72 + 5,20 OLONA

VENEGONO 5864 6370 + 506 1012,37 1099,73 + 87,36 + 8,63 INFERIORE

VENEGONO 6597 7185 + 588 954,81 1039,92 + 85,10 + 8,91 SUPERIORE

VENIANO 2302 2859 + 557 737,79 916,31 + 178,52 + 24,20

Dall’analisi dei dati si può evidenziare come (Figura 3.15) in tutti i comuni si sia registrato un aumento della popolazione residente, con consistenze piuttosto limitate (99 abitanti in più) in piccoli comuni come Castelnuovo Bozzente, e molto più marcate in comuni come Mozzate (+1384), Limido Comasco (+1490) e Tradate (+1979).

65 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

In termini percentuali le variazioni maggiori si registrano a Limido Comasco (un aumento di oltre il 66%), Lurago Marinone (+26,89%), Veniano (+24,20%) e Mozzate (+19,82%). Il paese con l’aumento percentuale più limitato è Vedano Olona (+5,20%). Per quanto concerne il territorio del Parco, sebbene non siano disponibili dati specifici, l’aumento di popolazione è da considerarsi limitato, in quanto solo il comune di Castelnuovo Bozzente ricade interamente nel Parco, mentre per quanto riguarda gli altri comuni, l’urbanizzazione ha riguardato quasi esclusivamente aree esterne ai confini del Parco.

Figura 3.15 - Variazione della popolazione residente nel territorio del Parco nel decennio 2001-2011. Il dato numerico indicato nella mappa evidenzia l’aumento effettivo di abitanti in ciascun comune (Fonte: Regione Lombardia, Mappa dati statistici popolazione 2001.

66 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

3.1.11 SALUTE DELLA POPOLAZIONE

Campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti

Esistono due tipologie di radiazioni: le radiazioni ionizzanti e quelle non ionizzanti. Le radiazioni ionizzanti vengono emesse da elementi radioattivi naturali come il radon, da sostanze prodotte artificialmente dall’uomo (rifiuti radioattivi e prodotti della fissione nucleare) e da macchinari utilizzati a scopi terapeutici. Essendo stata interrotta la produzione di energia nucleare, nel nostro Paese l’emissione di radiazioni ionizzanti è legata alla circolazione transfrontaliera di materiale radioattivo, alle sorgenti naturali come il radon e agli impieghi in campo medico. Un'indagine, effettuata su tutto il territorio nazionale negli anni '80 e '90 ma ancora valida proprio per le caratteristiche del fenomeno, ha evidenziato che in Lombardia esiste un'elevata concentrazione di radon, probabilmente dovuta all'alto contenuto di uranio nelle rocce e nei suoli. Il radon appartiene al limitato gruppo di sostanze per le quali è stata provata la cancerogenità sugli esseri umani; si ritiene che rappresenti per la popolazione la principale fonte di esposizione alle radiazioni ionizzanti e che sia uno dei principali fattori di rischio per il tumore al polmone. Nel febbraio del 1990 l’Unione Europea ha approvato una raccomandazione in cui si invitano i Paesi membri ad adottare misure tali per cui nelle nuove abitazioni i valori di radon indoor non superino i 200 Bq/m³, e che, ove si superino i 400 Bq/m³ vengano messi in atto interventi di risanamento. In Lombardia al fine di mappare il rischio radon sul territorio regionale è stata svolta nel 2003 una prima campagna di misura su scala regionale, con una collaborazione tra ARPA Lombardia e i Dipartimenti di Prevenzione delle ASL (ora Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria delle ATS). La campagna ha coinvolto circa 3600 punti di misura in 541 comuni (1/3 circa del totale dei comuni lombardi) in locali al piano terra. In seguito, nel 2009- 2010 è stata realizzata una seconda campagna regionale che ha riguardato

67 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE circa 1000 punti di misura, collocati in abitazioni a diversi piani; i risultati di tale campagna hanno integrato e sostanzialmente confermato i risultati della campagna precedente.

Figura 3.16 - Probabilità che una generica abitazione a piano terra abbia una concentrazione di radon superiore 200 Bq/m3).

In Figura 3.16 è evidenziata la probabilità che nei comuni lombardi una generica abitazione al piano terra abbia una concentrazione di radon superiore al livello significativo di 200 Bq/m3. I comuni sono stati raggruppati in 4 categorie (vedi legenda). I comuni colorati in rosso sono

68 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento quelli nei quali più del 20% delle abitazioni a piano terra potrebbe avere livelli di radon superiori a 200 Bq/m3.

La Tabella seguente riporta l’elenco dei comuni del Parco con indicazione della percentuale di abitazioni (supposte tutte al piano terra) che potrebbero avere concentrazioni di radon > 200 Bq/m3. Dall’osservazione della figura e dal confronto con la Tabella si evince che in tutti i comuni del parco il rischio è piuttosto basso, con un numero di possibili abitazioni con concentrazioni significative inferiore al 10%.

Tabella 3.12 – Percentuale di abitazioni (supposte tutte al piano terra) che potrebbero avere concentrazioni di radon > 200 Bq/m3 a livello comunale.

% di abitazioni (al piano terra) che Comune potrebbe avere concentrazioni di radon > 200 Bq/m3

Appiano Gentile 2 Beregazzo con Figliaro 5 Legenda Binago 1

Carbonate 8 0 - 1 % Castelnuovo Bozzente 4 1 - 10 % Limido Comasco 1 Locate Varesino 6 10 - 20 % Lurago Marinone 2 > 20 % Mozzate 2 Oltrona di S. Mamette 2 Veniano 2 Tradate 3 Vedano Olona 0 Venegono Inferiore 4 Venegono Superiore 2

L'emissione di radiazioni non ionizzanti, fenomeno conosciuto anche come inquinamento elettromagnetico, è legata alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali da parte degli impianti radio, tv e per telefonia mobile, degli elettrodotti che trasportano l’energia elettrica dalle centrali di produzione ai centri abitati, degli apparati per applicazioni

69 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE biomedicali e di tutti i dispositivi alimentati attraverso la rete elettrica come gli elettrodomestici.

Al fine di monitorare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici la l.r. n. 11/2001 ha istituito il catasto regionale degli impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione. Per quanto riguarda il territorio preso in considerazione sono presenti alcuni impianti di telefonia (Figura 3.17).

Figura 3.17 - Catasto regionale degli impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione. (Fonte: Arpa Lombardia).

Un elettrodotto di notevoli dimensioni decorre in direzione Nord Ovest-Sud Sud Est, da Binago a Mozzate, per ben 12,85 Km, dividendo il Parco approssimativamente a metà; tale costruzione ha comportato il disboscamento di una fascia di vegetazione di più chilometri di lunghezza e di circa 30 m di larghezza (Figura 3.18).

70 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.18 - Percorso elettrodotto.

3.1.12 RIFIUTI

I dati sulla produzione di rifiuti e la raccolta differenziata nei comuni del Parco sono reperibili consultando i rapporti annuali pubblicati dagli osservatori provinciali sui rifiuti delle province di Como e Varese e i dati pubblicati annualmente da .

71 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Nella Tabella 3.13 sono riportati i dati relativi alla produzione pro capite quotidiana di rifiuti e al tasso di raccolta differenziata nei comuni del Parco per gli anni 2013 e 2015.

Tabella 3.13 – Produzione pro capite di rifiuti e raccolta differenziata nei comuni del Parco e confronto con valori provinciali, regionali e nazionali negli anni 2013 e 2015. 2013 2015

Produzione Produzione Provincia Comune Percentuale Percentuale pro capite pro capite raccolta raccolta (kg/abitante (kg/abitante differenziata differenziata al giorno al giorno

CO Appiano Gentile 1,23 41,60 1,14 56,30

CO Beregazzo con Figliaro 1,01 63,10 1,05 66,60

CO Binago 1,09 62,00 1,16 67,00

CO Carbonate 1,62 64,90 1,45 63,50

CO Castelnuovo Bozzente 0,97 67,20 0,94 69,00

CO Limido Comasco 0,97 61,50 0,99 62,50

CO Locate Varesino 1,10 62,50 1,09 64,50

CO Lurago Marinone 1,16 43,30 1,14 60,70

CO Mozzate 1,26 37,30 1,16 55,80

CO Oltrona di S. Mamette 0,99 43,00 0,99 45,10

VA Tradate 1,12 71,40 1,11 71,50

VA Vedano Olona 1,07 70,10 1,13 72,10

VA Venegono Inferiore 1,49 58,30 1,43 60,50

VA Venegono Superiore 1,25 60,70 1,18 65,10

CO Veniano 1,16 43,40 1,14 45,20

Media provincia di Como 1,24 51,70 1,23 57,3

Media provincia di Varese 1,22 63,0 1,24 65,9

Media Lombardia 1,26 53,3 1,26 58,7

Media Italia 1,33 42,3 1,33 47,5

I valori più bassi di produzione pro capite di rifiuti sono riferibili (dati 2015) al comune di Castelnuovo Bozzente, seguito da Limido Comasco e Oltrona S. Mamette (tutte e tre con livelli di produzione inferiori ad 1 kg pro capite al giorno), i più alti si registrano invece nei comuni di Carbonate e Venegono Inferiore. La raccolta differenziata invece (dati 2015) raggiunge i valori più

72 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento elevati nei comuni di Vedano Olona e Tradate (oltre il 70%) e quelli più bassi ad Oltrona S. Mamette e Veniano (circa il 45%). Confrontando i dati relativi al 2015 rispetto a quelli del 2013 si nota una generale tendenza ad un aumento dell’efficienza della raccolta differenziata in tutti i comuni del Parco e una tendenza alla riduzione della produzione pro capite dei rifiuti nella maggior parte dei comuni. Il confronto con i dati relativi alla produzione provinciale, regionale e nazionale di rifiuti evidenzia come i valori relativi ai comuni del Parco siano: per quanto riguarda la produzione pro capite di rifiuti in linea o inferiori (con la sola eccezione di Venegono Inferiore e Carbonate) ai valori provinciali e regionali, e molto inferiori a quelli nazionali, mentre per quanto riguarda la raccolta differenziata (con la sola eccezione di Veniano e Oltrona S. Mamette) nettamente superiori ai valori medi nazionali e per la maggior parte dei comuni maggiori dei valori medi regionali.

3.1.13 RUMORE

Tutti i comuni del Parco hanno approvato il piano comunale di classificazione acustica (PCCA) (fonte https://www.dati.lombardia.it/ dati aggiornati al 15 maggio 2017). Il PCCA prevede la zonizzazione acustica del territorio comunale suddividendolo in zone all’interno delle quali vengono stabiliti i limiti per le sorgenti sonore esistenti. I piani prevedono la suddivisione del territorio in 6 zone, sulla base di 6 classi acustiche (definite dal D.P.C.M. 14/11/97), per ciascuna delle quali sono stabiliti specifici valori limite di emissione, immissione e qualità, distinte tra tempo di riferimento diurno e notturno.

Tabella 3.14 – Classificazione acustica definita dal D.P.C.M. 14/11/97 (fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Piano_comunale_di_classificazione_acustica).

73 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Classe Descrizione

rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un I – Aree elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, particolarmente aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di protette particolare interesse urbanistico, parchi pubblici ecc.

II – Aree destinate rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente ad uso da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con prevalentemente limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali. residenziale

rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, III – Aree di tipo con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di misto attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di IV – Aree di intensa attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree attività umana in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

V – Aree rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali prevalentemente e con scarsità di abitazioni. industriali

VI – Aree rientrano in questa classe le aree interessate esclusivamente da attività esclusivamente industriali e prive di insediamenti abitativi. industriali

Per alcuni dei comuni del Parco sul geoportale di Regione Lombardia è disponibile la versione digitalizzata in formato vettoriale (shp file) della cartografia relativa alla zonizzazione acustica comunale. La mappa dei dati di zonizzazione disponibili per i comuni del Parco è riportata in Figura 3.19. Come si può notare le aree ricadenti all’interno dei confini del Parco rientrano in prevalenza nella zona 1 e in misura minore nella zona 2 e solo porzioni limitate di territorio nella zona 3.

74 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Figura 3.19 - Zonizzazione acustica dei comuni del Parco (per le aree in bianco non sono disponibili dati relativi alla zonizzazione acustica del territorio comunale).

Non è stato possibile reperire, per il territorio interessato, dati su rilevamenti dell’inquinamento acustico.

3.1.14 INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Il Parco è circoscritto da tre importanti arterie stradali: ad occidente la Strada Statale 233 Milano-Varese (Varesina), a settentrione la Strada Statale 242 Como-Varese (Briantea), che decorre in direzione Est Ovest, e

75 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE ad oriente la Provinciale che, dopo essersi disgiunta dalla Varesina a Mozzate, si unisce a settentrione alla Briantea. L’area è inoltre servita dalla linea ferroviaria delle Ferrovie Nord Milano- Varese, che ha andamento pressoché parallelo a quello della statale Varesina. Solo due sono invece le principali strade asfaltate che si snodano attraverso il Parco: la prima congiunge Venegono Superiore e Binago, l’altra parte da Tradate, biforcandosi poche centinaia di metri dopo l'abitato per raggiungere Castelnuovo Bozzente a Nord Est e Appiano Gentile a Est. Da esse si diparte un certo numero di strade secondarie, su cui si innestano poi le strade di lottizzazione. Completano il quadro le strade sterrate ed un numero elevato e capillare di sentieri.

3.1.15 TURISMO

Il Parco è dotato di un “Piano per la fruizione sociale e ricreativa” che evidenzia le principali forme di “utilizzo” del Parco, sia da parte di residenti, sia da parte di fruitori non residenti, per finalità in prevalenza di carattere ricreativo, sociale e culturale. Le attività prevalenti nel territorio del Parco sono ascrivibili a manifestazioni sportive di carattere podistico e ciclistico, a manifestazioni culturali e folcloristiche e ad attività escursionistica alla quale si aggiunge, nel periodo autunnale, la raccolta di funghi. Il Parco è dotato di una rete di 21 sentieri che interessano buona parte del territorio, anche se in modo disomogeneo: il piano di fruizione a tal proposito mette in evidenza come per buona parte della rete sentieristica disponibile non siano presenti aree di parcheggio in prossimità del punto di inizio dei sentieri, o come queste non siano adeguate. Le attività economiche legate al turismo nel Parco sono piuttosto scarse e si basano in prevalenza su maneggi e centri legati ad attività ippiche presenti nei comuni che fanno parte del Parco e utilizzano i sentieri del Parco per escursioni. Ben strutturata, invece, è l’offerta didattica legata ad attività di

76 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento educazione ambientale e alle escursioni guidate, gestita sia dal Parco, sia da società operanti nel settore. L’offerta di servizi di ristorazione, alberghi, bar e centri dedicati alle attività di fruizione ricreativa nel Parco è relativamente scarsa. Esistono alcune realtà recettive: agriturismi e B&B. Esistono relativamente poche realtà legate alla ristorazione, concentrate prevalentemente nei comuni di Appiano Gentile e Castelnuovo Bozzente. Elementi di un certo rilievo, dal punto di vista della fruizione ricreativa, sono invece il Golf Club, che copre un’ampia porzione di territorio nella parte centrale del Parco, e il Centro Sportivo La Pinetina che offre campi da tennis, piscina e calcetto, oltre ad un servizio di ristorazione, entrambi in comune di Appiano Gentile. In comune di Vengono Superiore è presente un altro centro sportivo con campi da tennis e piscina interamente all’interno del Parco.

3.2. QUADRO PROGRAMMATICO

3.2.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE (PTR)

Il PTR di Regione Lombardia, aggiornato nel 2013 (attualmente in fase di revisione a seguito dell’approvazione della legge regionale n. 31 del 28 novembre 2014 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”), definisce tre macro - obiettivi quali basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile, che concorrono al miglioramento della vita dei cittadini:

 rafforzare la competitività dei territori della Lombardia;

 riequilibrare il territorio lombardo;

 proteggere e valorizzare le risorse della regione. Essi discendono dagli obiettivi di sostenibilità della Comunità Europea: coesione sociale ed economica, conservazione delle risorse naturali e del patrimonio culturale, competitività equilibrata dei territori.

77 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

I tre macro-obiettivi possono essere raggiunti declinando ventiquattro obiettivi specifici che il PTR propone, ovvero: 1. favorire l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione; 2. favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale con l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (fiere, università, ecc.) con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica; 3. assicurare a tutti i territori della Regione e a tutti i cittadini l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi; 4. perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio; 5. migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili); 6. porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero; 7. tutelare la salute del cittadino attraverso la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico; 8. perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente del suolo e delle acque;

78 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

9. assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10. promuovere un’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della Regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo; 11. promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione, ma anche come settore turistico, il miglioramento della competitività del sistema industriale, lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12. valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale; 13. realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo; 14. riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat; 15. supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale per garantire il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e progettazione a tutti i livelli di governo;

79 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

16. tutelare le risorse scarse (acque, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo, attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti; 17. garantire la qualità delle risorse naturali ed ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso e la gestione idrica integrata; 18. favorire la graduale trasformazione dei comportamenti anche individuali e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica e sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica; 19. valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia; 20. promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati; 21. realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio;

80 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

22. responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sial legate alla produzione (attività agricola, industriale e commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo); 23. gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali; 24. rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti.

Il PTR procede declinando gli obiettivi secondo due punti di vista, tematico e territoriale. Ogni obiettivo tematico permette il raggiungimento di uno o più degli obiettivi del PTR, direttamente (tramite il perseguimento dell’obiettivo tematico) o indirettamente (alcune misure mirate al conseguimento dell’obiettivo tematico e degli obiettivi del PTR ad esso correlati contribuiscono al raggiungimento anche di altri obiettivi, non direttamente correlati). Ogni tema è declinato in obiettivi e in linee di azione (o misure) atte al loro perseguimento. In ragione dell’ambito di competenza del presente rapporto si riporta una sintesi relativa agli obiettivi tematici (TM) inerenti l’Ambiente (aria e fattori climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore, radiazioni).

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure

TM 1.1 1, 5, 7, 17 Intervenire sulla normativa per assicurare Migliorare la qualità più stringenti limiti all’inquinamento da dell’aria e ridurre le fonte industriale, agricola ed energetica. emissioni climalteranti Incentivare l’utilizzo di veicoli a minore ed inquinanti impatto e progressiva sostituzione del parco veicoli pubblico. Razionalizzare e migliorare il sistema di trasporto pubblico. Disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, anche attraverso la regolamentazione degli accessi nelle aree congestionate. Promuovere l’innovazione e la ricerca nel campo della mobilità, dei combustibili, delle fonti energetiche pulite.

81 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure Ridurre le emissioni inquinati e climalteranti in atmosfera degli edifici, favorendo, sia mediante nuove norme sia mediante incentivi finanziari, la progettazione e la realizzazione di nuovi edifici, nonché la riqualificazione di quelli esistenti, con criteri costruttivi idonei ad assicurare la riduzione dei consumi energetici, l’autoproduzione di energia, e la sostenibilità ambientale dell’abitare.

TM 1.2 3, 4, 7, 16, 17, 18 Contenere i consumi idrici, sia attraverso Tutelare e promuovere un cambiamento culturale volto alla l’uso razionale delle progressiva responsabilizzazione degli risorse idriche, con utenti, sia mediante la promozione del priorità per quelle riciclo/riuso delle acque. potabili, per assicurare Predisporre azioni volte alla diffusione della l’utilizzo della “risorsa cultura dell’acqua in ambito scolastico acqua” di qualità, in (campagne di valorizzazione dell’acqua, condizioni ottimali (in corsi formativi per insegnanti, percorsi termini di quantità e di didattici tenuti da esperti, ecc.) e negli enti costi sostenibili per locali in modo da sensibilizzare la società l’utenza) e durevoli ad un attento utilizzo della risorsa. Gestire la rete idrica in maniera mirata alla riduzione delle perdite idriche, nei settori civile ed agricolo. Promuovere in aree, quali la regione milanese, in cui esiste il problema di disponibilità d’acqua di diversa qualità, la realizzazione di una doppia rete idrica – potabile e non potabile - allo scopo di razionalizzare l’uso della “risorsa acqua” e, conseguentemente, di normative e incentivazioni per la realizzazione negli edifici di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni di un doppio impianto idrico - acqua potabile e acqua sanitaria – con differenti fonti di approvvigionamento. Utilizzare le acque reflue urbane a fini irrigui. Riqualificare le infrastrutture irrigue. Attuare la riforma del servizio idrico integrato. Individuare e controllare la presenza di sostanze pericolose e misure per contenerle ed eliminarle. Tutelare e gestire correttamente i corpi idrici.

TM 1.3 8, 14, 17 Rinaturalizzare le aree di pertinenza dei Mitigare il rischio di corsi d’acqua.

82 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure esondazione Promuovere modalità di uso del suolo negli ambiti urbani che ne riducano al minimo l'impermeabilizzazione, anche attraverso forme di progettazione attente a garantire la permeabilità dei suoli. Promuovere programmi di intervento per la realizzazione di opere che favoriscano la laminazione delle piene dei corsi d’acqua. Attuare il Piano di Assetto Idrogeologico del bacino del Po. Promuovere la delocalizzazione di insediamenti e di infrastrutture dalle aree a rischio di esondazione, anche attraverso l’individuazione di adeguati meccanismi di perequazione e compensazione. Vietare la costruzione in aree a rischio di esondazione. Attivare forme assicurative obbligatorie per gli insediamenti situati in aree a rischio di esondazione.

TM 1.4 8, 14, 16, 17 Recuperare e salvaguardare le Perseguire la caratteristiche ambientali e paesaggistiche riqualificazione delle fasce di pertinenza fluviale e degli ambientale dei corsi ambienti acquatici. d’acqua Tutelare gli ambiti di particolare pregio, quali le fasce fluviali principali, l’asta del Po e i laghi, con specifica attenzione alla tutela e/o ricomposizione dei caratteri paesaggistici. Gestire le aree ad elevato rischio idrogeologico che comportano limitazioni e particolari attenzioni nella definizione dello sviluppo insediativo e infrastrutturale. Migliorare la gestione delle reti fognarie e dei depuratori. Promuovere la riduzione dei carichi di fertilizzanti e antiparassitari utilizzati in agricoltura. Redigere le linee guida per i processi partecipati di pianificazione strategica e di programmazione negoziata finalizzati alla riqualificazione dei bacini fluviali.

TM 1.5 7, 10, 15, 16, 17, Realizzare interventi integrati sui corsi Promuovere la fruizione 19, 21 d’acqua, che prevedano azioni su più fronti sostenibile ai fini e in settori differenti, ad esempio ricreativo turistico-ricreativi dei e ambientale, in grado di concorrere in corsi d’acqua maniera sinergica alla loro riqualificazione e valorizzazione.

83 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure

TM 1.6 4, 8 Emanare indirizzi per lo svaso delle dighe Garantire la sicurezza regolamentare la costruzione, l’esercizio e degli sbarramenti e dei la gestione delle dighe, nonché un migliore bacini di accumulo di inserimento paesaggistico delle stesse. competenza regionale, Garantire, da parte della Regione, un’opera assicurare la pubblica di raccordo e coordinamento dei tecnici incolumità delle esperti delle Sedi Territoriali Regionali. popolazioni e la protezione dei territori posti a valle delle opere

TM 1.7 1, 8, 15 Incrementare e diffondere le conoscenze Difendere il suolo e la sul rischio idrogeologico e sismico. tutela dal rischio Monitorare il rischio idrogeologico e sismico idrogeologico e sismico anche tramite tecniche innovative. Mettere in sicurezza le aree a maggiore rischio idrogeologico e sismico. Utilizzare gli studi del rischio idrogeologico e sismico come strumento a supporto dell’attività di pianificazione degli Enti Locali. Sviluppare la prevenzione attraverso la pianificazione urbanistica, secondo la l.r. 12/2005. Attuare il Piano di Assetto Idrogeologico del bacino del Po. Definire il nuovo modello organizzativo e normativo in materia di difesa del suolo. Delocalizzare gli insediamenti e le infrastrutture da aree a rischio idrogeologico e sismico, anche attraverso l’individuazione di adeguati meccanismi di perequazione e compensazione. Vietare la costruzione in aree a rischio idrogeologico e sismico. Attivare forme assicurative obbligatorie per gli insediamenti situati in aree a rischio idrogeologico e sismico.

TM 1.8 7, 8, 13, 16, 17 Contenere il consumo di suolo negli Prevenire i fenomeni di interventi per infrastrutture e nelle attività erosione, edilizie e produttive. deterioramento e Ridurre il grado di impermeabilizzazione dei contaminazione dei suoli e promuovere interventi di suoli rinaturalizzazione degli spazi urbani non edificati. Mettere in sicurezza e bonificare le aree contaminate, anche favorendo il ricorso a sperimentazione di bioremediation.

84 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure

TM 1.9 14, 17, 19 Conservare gli habitat non ancora Tutelare e aumentare la frammentati. biodiversità, con Sviluppare una pianificazione finalizzata ad particolare attenzione azioni di recupero e di riqualificazione della per la flora e la fauna naturalità ed alla protezione delle specie minacciate floristiche e faunistiche autoctone. Consolidare e gestire il sistema delle aree naturali protette, allo scopo di promuovere in maniera integrata la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, anche favorendo iniziative strategiche per la fruizione sostenibile di tali aree e la delocalizzazione delle attività incompatibili. Proteggere, estendere e gestire correttamente il patrimonio forestale lombardo. Conservare, ripristinare e promuovere una fruizione sostenibile delle aree umide.

TM 1.10 9, 13, 14, 15, 16, Valorizzare e potenziare la rete ecologica Conservare e 17, 19, 20, 21, 23, regionale, i parchi interregionali, i valorizzare gli 24 collegamenti ecologici funzionali fra le aree ecosistemi e la rete di Rete Natura 2000. ecologica regionale Attuare un maggior coordinamento verticale e orizzontale dei diversi livelli di governo (comunale, provinciale, regionale) per la realizzazione della rete ecologica regionale. Scoraggiare le previsioni urbanistiche e territoriali che possano compromettere la valenza della rete ecologica regionale. Ripristinare e tutelare gli ecosistemi - in modo particolare nei grandi fondovalle - anche attraverso l’innovazione nella progettazione delle infrastrutture con forme che tengano conto, ad esempio, dei corridoi per la fauna creare nuove aree boscate negli ambiti di pianura e nell’area metropolitana. Concentrare in aree di ridotta rilevanza dal punto di vista ambientale gli interventi compensativi, non strettamente finalizzati alla qualità ambientale dei luoghi. Potenziare le iniziative interregionali per l’individuazione di nuove aree di interesse naturalistico, anche di livello sovraregionale, e per incentivare azioni comuni per la costruzione di un modello di sviluppo condiviso dall’intero sistema territoriale di riferimento.

85 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure

TM 1.11 11, 14, 19, 21, 22 Promuovere l’integrazione tra iniziative di Coordinare le politiche conservazione delle risorse naturali e ambientali e d sviluppo paesaggistiche e le pratiche agricole. rurale Promuovere attività agricole in grado di valorizzare l’ambiente e di tutelare la salute umana, contenendo l’inquinamento atmosferico, idrico e dei suoli. Incentivare e assistere le imprese agricole multifunzionali. Promuovere i corridoi rurali anche in funzione del completamento della rete ecologica regionale.

TM 1.12 1, 2, 5, 7, 17, 18, Promuovere azioni per favorire gli Prevenire, contenere e 20, 22 interventi di contenimento ed abbattimento abbattere del rumore, attraverso la definizione e l’inquinamento acustico l’attuazione di piani e programmi anche allo scopo, nelle situazioni di sofferenza, di rientrare entro tempi determinati e certi nei limiti stabiliti dalla normativa vigente. Promuovere azioni per il monitoraggio del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto. Prevedere, fin dalla fase progettuale delle infrastrutture, adeguate misure per il contenimento dell’inquinamento acustico avente origine dall’esercizio delle infrastrutture aeroportuali, ferroviarie e delle linee metropolitane di superficie e stradali. Assicurare la compatibilità tra sorgenti e recettori, elemento essenziale per la qualità della vita nelle dimensioni economica, sociale e ambientale, attraverso la classificazione e la mappatura acustica del territorio.

TM 1.13 1, 2, 5, 7, 8, 11, Raggiungere gli obiettivi di qualità previsti Prevenire, contenere e 15, 17, 20, 22 dalla normativa vigente in materia di abbattere protezione della popolazione all’esposizione l’inquinamento di campi elettromagnetici generati dagli elettromagnetico e elettrodotti. luminoso Completare l’attuazione del Piano di risanamento degli impianti radioelettrici esistenti. Predisporre i criteri per la localizzazione di nuovi elettrodotti e degli impianti per le telecomunicazioni e le radiotelevisioni che, in accordo con la legislazione nazionale, tendono a minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici da parte della

86 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Obiettivo tematico Obiettivo del PTR Misure popolazione. Tutelare dall’inquinamento luminoso, con particolare attenzione alle aree di pregio naturalistico e ambientale. Predisporre criteri a supporto della pianificazione comunale per la redazione dei Piani d’illuminazione.

TM 1.14 5, 7, 8 Determinare le Radon Prone Areas e Prevenire e ridurre monitorare i valori relativi alla presenza di l’esposizione della radon negli edifici. popolazione al gas Predisporre linee guida per la costruzione di radon indoor nuovi edifici e per il risanamento di edifici esistenti che riducano la concentrazione del radon nei locali. Diffondere gli studi e predisporre il materiale informativo per la popolazione. Adottare, analizzare e replicare le buone pratiche condotte in altre Regioni. Sensibilizzare gli ordini professionali del settore e le associazioni di costruttori edili Ridurre l’incidenza del tumore polmonare nella popolazione residente tramite azioni di riduzione delle esposizioni a gas radon in ambienti indoor.

3.2.2 PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (PTPR)

Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (Dlgs.n.42/2004). Il PTR in tal senso recepisce consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà e identità. Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001,

87 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti, ribadendone i principi ispiratori che muovono dalla consapevolezza che:  non vi è efficace tutela del paesaggio senza una diffusa cultura del paesaggio, la cui costruzione passa innanzitutto per la conoscenza e la condivisione delle letture del paesaggio;

 tutto il territorio è paesaggio e merita quindi attenzione paesaggistica, anche se gli obiettivi di qualificazione paesaggistica e l’incisività della tutela sono differenziati a seconda delle diverse realtà e delle diverse caratteristiche di sensibilità e vulnerabilità dei luoghi;

 la pianificazione paesaggistica è necessaria al fine di guidare e coordinare le politiche per il paesaggio, ma la tutela e la valorizzazione dei differenti valori paesaggistici presenti sul territorio richiedono, per essere efficaci, di intervenire anche sulle scelte progettuali e sulle politiche di settore.

3.2.3 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP)

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Como è stato adottato il 25 ottobre 2005, con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 68/42422, approvato il 2 agosto 2006, con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 59/35993, ha acquistato efficacia in data 20 settembre 2006 in seguito alla pubblicazione sul B.U.R.L. serie inserzioni e concorsi, n. 38.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Varese è stato adottato nel giugno 2006, approvato l'11 aprile 2007 con Deliberazione del Consiglio Provinciale P.V. 27 avente per oggetto: “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: adempimenti previsti dall'art. 17, comma 9, l.r. 12/2005 ed approvazione definitiva del piano”, ha acquistato efficacia in data 2 maggio 2007 in seguito alla pubblicazione dell'avviso di definitiva approvazione dello stesso sul B.U.R.L. serie inserzioni e concorsi, n. 18, del 2 maggio 2007.

88 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

Il PTCP della provincia di Como evidenzia come gli elementi di relazione fra lo stesso e il sistema delle aree protette possano essere riassunti come segue:

 recepimento dei contenuti dei PTC dei Parchi naturali

 recepimento delle disposizioni di natura paesistica contenute nei PTC dei parchi regionali e delle riserve naturali Entrambi i piani individuano il Parco nell’ambito delle “aree protette”; in particolare, i PTCP, con identico dettato normativo, inseriscono nella rete ecologica provinciale sia le aree protette già istituite, sia nuovi ambiti meritevoli di tutela per le loro caratteristiche intrinseche (art. 11, c. 3, lett. b) PTCP Como, art. 70, c. 3, lett. b) PTCP Varese). La rete ecologica provinciale è elemento strutturale del sistema paesistico ambientale del PTCP e si compone di unità ecologiche la cui funzione è di consentire il flusso riproduttivo tra le popolazioni di organismi viventi che abitano il territorio, rallentando in tale modo i processi di estinzione locale, l'impoverimento degli ecomosaici e la riduzione della biodiversità. I PTCP perseguono quindi l'obiettivo di:

 promuovere nel territorio collinare e montano la riqualificazione delle aree forestali, rafforzandone la valenza non solo in termini ecologici e idrogeologici, ma anche in termini fruitivi, accrescendo le potenzialità in termini di occasioni per uno sviluppo sostenibile di quei territori;

 promuovere azioni di mitigazione delle infrastrutture per la viabilità;

 promuovere la riqualificazione sia ecologica, sia paesaggistica del territorio (art. 71, c. 3, PTCP Varese);

 mantenere le core-areas primarie, in quanto in grado di autosostenere gli ecosistemi ospitati (art. 72, c. 2, PTCP Varese).

89 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

3.2.4 PIANO DI SETTORE AGRO-FORESTALE E PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE

DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Il Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate è dotato di “Piano di settore agro-forestale piano di indirizzo forestale per la tutela e la gestione delle aree boscate e la difesa dagli incendi boschivi”. Le finalità principali del Piano sono quelle di fornire un quadro conoscitivo dettagliato della situazione e della consistenza dei boschi del Parco, proporre norme specifiche per la gestione e per la conservazione del patrimonio forestale del Parco e valorizzare la funzione del bosco quale elemento multifunzionale di produzione, protezione e naturalità del territorio. Nel dettaglio gli obiettivi del Piano sono quelli di:

 proporre le modalità di gestione consorziata dei boschi del Parco da parte dei proprietari, di commercializzazione e valorizzazione del prodotto legnoso;

 definire i criteri per la lotta agli incendi boschivi;

 definire i criteri di ricostituzione delle aree boscate bruciate e degradate;

 proporre modalità di gestione in regime di convenzione con i privati anche a scopo sperimentale, per le aree forestali di acquisizione pubblica;

 prevedere norme per compensare la perdita di superfici boscate che tengano conto del loro reale valore ecologico;

 dare indicazioni per la gestione della fascia boscata sottostante gli elettrodotti, in funzione faunistica ed estetica;

 dare indicazioni in merito alle attività economiche compatibili da promuovere od incentivare oltre alla selvicoltura;

 individuare la gestione delle specie arboree alloctone presenti nel parco e gli interventi selvicolturali specifici. Inoltre, il Piano di settore individua: a) le aree forestali a prevalente destinazione di tutela naturalistica ed ambientale;

90 Caratteristiche del sistema territoriale e ambientale interessato dal procedimento

b) le aree forestali a prevalente destinazione di tutela idrogeologica, corrispondenti ai consorzi vegetali tipici delle vallecole di erosione dei corsi d’acqua; c) le aree forestali od agroforestali a prevalente destinazione paesaggistica ed estetica; d) le aree forestali da destinarsi al mantenimento della brughiera primaria; e) le aree forestali a prevalente destinazione produttiva; f) le aree forestali a prevalente destinazione ricreativa; g) le aree forestali a più elevato rischio di incendio; h) le aree di prioritaria acquisizione pubblica; II piano di settore contiene anche norme specifiche per la gestione dei soprassuoli presenti nelle zone di iniziativa comunale orientata e nelle zone con presenza di strutture ed attrezzature sportive o ricreative di interesse sociale, tenendo conto delle specifiche esigenze di fruizione, ricreative e paesaggistiche. Il piano di settore, infine, prevede specifiche prescrizioni di tutela ed orientamenti programmatici in ordine alla conservazione e valorizzazione delle zone umide ed alle modalità di integrazione fra gestione faunistica e gestione forestale del Parco.

3.2.5 ZONE A DIVERSO GRADO DI TUTELA

Zone tutelate in quanto facenti parte della Rete Natura 2000: ZSC IT2020007 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE

Per una descrizione degli obiettivi di conservazione del sito Natura 2000 si rimanda al paragrafo 6.1.1.

91

4. LA PROPOSTA DI VARIANTE AL PTC DEL PARCO

4.1. AREE INTERESSATE DAL PROCEDIMENTO

La proposta di variante al PTC del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate prevede una serie di modifiche di diversa natura che interessano aree differenti comprese nel territorio del Parco. Di seguito si riporta una descrizione sintetica delle singole Varianti proposte al PTC del Parco con particolare riguardo agli effetti ed alle caratteristiche ambientali delle aree che sono interessate dalle Varianti medesime.

4.1.1 VARIANTE 1 – COMUNE DI CASTELNUOVO B. (CO)

La proposta di Variante 1 riguarda esclusivamente il territorio di Castelnuovo Bozzente (CO), Comune in cui ha sede il Parco ed interamente compreso nel perimetro dell’area regionale protetta. La proposta fa seguito ad una richiesta del Comune di Castelnuovo Bozzente di modifica dell’articolazione di alcune zone territoriali e risulta suddivisa in due differenti Ambiti di Trasformazione (AT) a loro volta suddivisi in due sottoambiti (Figura 4.1):

Ambito di Trasformazione AT-1

Nell’Ambito di Trasformazione AT-1 sono distinguibili 2 sotto-ambiti, ovvero:

 AT-1 Nord. Attualmente compreso nella zona di Tutela Agro-forestale (priorità naturalistica) del Parco che, con la proposta di variante al PTC, verrebbe inglobato nella zona ICO (Iniziativa Comunale Orientata), vista l’assenza di copertura boschiva. Superficie: 13.390 m2.

93 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 AT-1 Sud. Attualmente compreso nella zona ICO (Iniziativa Comunale Orientata) che, con la proposta di variante al PTC del Parco, verrebbe inglobato nella zona di Tutela Agroforestale (di prioritario interesse naturalistico), vista la presenza di bosco e a compensazione del precedente ambito di trasformazione. Superficie: 18.785 m2.

Ambito di Trasformazione AT-2

Nell’Ambito di Trasformazione AT-2 sono distinguibili 2 sotto-ambiti, ovvero:

 AT-2A. Attualmente azzonato come zona agricola del Parco (settore Nord) e zona di tutela agroforestale (settore Sud), si propone la modifica in zona ICO (Iniziativa Comunale Orientata). Allo stato odierno, l’area è prevalentemente adibita a prato-stabile, a morfologia sub-pianeggiante ed in parte compresa tra ambiti già edificati. Superficie: 19.450 m2.

 AT-2B. Attualmente azzonato come zona di tutela agro-forestale, si propone la modifica in zona ICO (Iniziativa Comunale Orientata). Allo stato odierno, l’area è prevalentemente adibita a prato-stabile. Superficie: 4.335 m2

La Variante n. 1 al PTC del Parco non ricade nell’ambito del Parco Naturale e comporta quantitativamente le trasformazioni riportate nella Tabella seguente.

Tabella 4.1 – Trasformazioni determinate dalla Variante 1. Percentuale Percentuale variazione Superficie variazione rispetto alla complessiva rispetto alla Tipologia superficie del in variante superficie del comune di 2 Parco (m ) Castenuovo B. (48.319.287 m2) (3.646.350 m2) Zona ICO e di fruizione sociale +18.967 +0,52 +0,040 Zona agricola -19.450 -0,53 -0,041 Zona di tutela agroforestale +483 +0,01 +0,001

94 La proposta di variante al PTC del Parco

Figura 4.1 - Localizzazione degli Ambiti di trasformazione previsti dalla Variante 1 (aree evidenziate in blu).

95 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

4.1.2 VARIANTE 2 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - ABBIATE GUAZZONE – TRADATE (VA)

La variante prevede la realizzazione di area di sosta lungo la via dei Ronchi in località Abbiate Guazzone – Tradate (VA) a servizio del Centro Didattico Scientifico del Parco (Sentiero Natura e Osservatorio Astronomico). L’area individuata è ottimale per la collocazione ai margini del perimetro del Parco e idonea per la facile percorribilità pedonale e ciclopedonale dal parcheggio medesimo al complesso dell’Osservatorio/Parco di pertinenza. L’attuale uso del suolo è il prato stabile, mentre in termini di azzonamento del PTC si trova in zona di tutela agro-forestale generica e non ricade nell’ambito del Parco Naturale. A seguito dell’approvazione della Variante 2, si prevede la realizzazione di un’area di sosta per circa 50 posti auto (circa m2 1.000,00), con sistemazione della superficie in materiali drenanti e a basso impatto visivo e con allestimento di staccionate e siepi autoctone perimetrali.

Figura 4.2 - Localizzazione della Variante 2 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

96 La proposta di variante al PTC del Parco

4.1.3 VARIANTE 3 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - S. PROVINCIALE N. 19 - TRADATE (VA)

La variante riguarda un’area di sosta al margine della S. Provinciale n. 19 in territorio di Tradate (VA), l’area ricade nell’ambito del Parco Naturale. La zona di sosta è già di fatto utilizzata in modo spontaneo da parte di utenti del Parco, soprattutto nei periodi di raccolta funghi e castagne. La variante è volta a razionalizzare l’area per indirizzare i fruitori del Parco e consentire alle forze dell’ordine di sanzionare quanti intendano sostare abusivamente creando pericolo per la circolazione stradale e danneggiamenti delle aree vegetative tra la banchina stradale e le zone boscate.

Figura 4.3 - Localizzazione della Variante 3 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.4 VARIANTE 4 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - LIMIDO COMASCO (CO)

La variante 4 prevede la realizzazione di un’area di sosta in Comune di Limido Comasco, al limite del perimetro del Parco e non ricade nell’ambito

97 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE del Parco Naturale. Questa superficie è limitrofa al percorso iniziale di un sentiero per la fruibilità del Parco ed alla relativa bacheca informativa. Anche in questo caso, la finalità della variante è quella di razionalizzare e rendere idonea l’area di sosta per i fruitori del Parco e dei suoi sentieri. Attualmente la superficie oggetto di Variante 4 è sterrata, sporadicamente già utilizzata a parcheggio libero, mentre in termini di azzonamento del PTC si trova in zona agricola. A seguito dell’approvazione della Variante 4, si prevede la realizzazione di un’area di sosta per 20 posti auto (circa m2 550).

Figura 4.4 - Localizzazione della Variante 4 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia – ERSAF.

4.1.5 VARIANTE 5 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - ISTITUTO MISSIONARIO

COMBONIANI -VENEGONO SUPERIORE (VA)

La variante riguarda l’Istituto Missionario Comboniani, ubicato in Comune di Venegono Superiore (VA) e già elencato all’art. 17 delle NTA del PTC.

98 La proposta di variante al PTC del Parco

La variante 5 identifica e localizza la struttura nella Tavola di PTC (attualmente a zona di tutela agroforestale generica e parte ambito agricolo) con la retinatura dedicata alle infrastrutture sociali e private di uso pubblico.

Figura 4.5 - Localizzazione della Variante 5 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.6 VARIANTE 6 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - ISTITUTO RELIGIOSO DELLE PICCOLE

APOSTOLE DI GESÙ – APPIANO GENTILE (CO)

La variante riguarda l’Istituto religioso delle Piccole Apostole di Gesù, censito come sito rurale per la produzione propria di uova e pollame, destinata a garantire il sostentamento della proprietà. La variante richiesta dal legale rappresentante dell’Istituto consiste nel riconoscimento del carattere di infrastruttura sociale privata di interesse collettivo del complesso, ai sensi del comma 1 dell’Art. 17 delle NTA, per consentire di realizzare un edificio destinato al noviziato, per ragazze provenienti da paesi esteri, negli spazi antistanti l’edificio principale, da

99 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE adibire a funzioni didattiche, alla formazione religiosa ed all’accoglienza e noviziato religioso. Nell’attuale azzonamento del PTC il sito e inserito in zona agricola ed ambito agricolo.

Figura 4.6 - Localizzazione della Variante 6 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.7 VARIANTE 7 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE

VARIETÀ - BEREGAZZO CON FIGLIARO (CO)

La variante si riferisce alla struttura sociale gestita dalla Società Cooperativa Sociale “Varietà” (ONLUS), localizzata nel territorio di Beregazzo con Figliaro (CO), attiva da parecchi anni e con una dimensione locale molto importante. Analogamente a quanto proposto per la precedente Variante 5, anche in questo caso la struttura verrà citata all’art. 17 delle NTA e identificata nella cartografica del PTC.

100 La proposta di variante al PTC del Parco

Figura 4.7 - Localizzazione della Variante 7 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.8 VARIANTE 8 – ATTREZZATURE ED AREE VOCATE ALLA TUTELA

NATURALISTICA, ALLA DIDATTICA ED ALLA RICERCA FAUNISTICA - LAGHETTO CÀ

BIANCA - BEREGAZZO CON FIGLIARO (CO)

La variante riguarda il laghetto ex cava denominato Cà Bianca in territorio comunale di Beregazzo con Figliaro (CO). L’area naturalistica dopo l’approvazione della Variante, potrà entrare nella disponibilità dell’Ente Parco per lo sviluppo di una serie di attività di tipo naturalistico-scientifico.

101 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 4.8 - Localizzazione della Variante 8 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.9 VARIANTE 9 – ATTREZZATURE ED AREE VOCATE ALLA TUTELA

NATURALISTICA, ALLA DIDATTICA ED ALLA RICERCA FAUNISTICA - LAGHETTO

FORNACE – LURAGO MARINONE (CO)

La variante interessa l’area denominata Laghetto Fornace, localizzata in territorio di Lurago Marinone (CO). Si tratta di una cava dismessa la cui cavità è stata colmata da acque di prima falda che formano un laghetto di piccole dimensioni, facilmente raggiungibile da una rete sentieristica molto interessante dal punto di vista fruitivo. È obiettivo dell’Ente Parco sviluppare nella suddetta area interventi di riqualificazione ambientale, fruizione compatibile, prevenzione dell’inquinamento e studi di approfondimento nel settore faunistico-floristico.

102 La proposta di variante al PTC del Parco

Figura 4.9 - Localizzazione della Variante 9 su “Carta del valore naturalistico dei suoli” – fonte Regione Lombardia - ERSAF.

4.1.10 VARIANTE 10 – MODIFICHE E RETTIFICHE ALLE NTA DEL PTC

La variante riguarda alcune modifiche e rettifiche alle NTA del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. In particolare le variazioni riguardano:

 inserimento del riferimento alla localizzazione della ZSC Pineta Pedemontana di Appiano Gentile (cod. IT2020007) in cartografia del PTC (Figura 4.10). Si intende aggiungere l’articolazione del territorio proposta all’art. 13 delle NTA inserendo sia la citazione delle zone a bassa compatibilità insediativa, sia la presenza della ZSC IT2020007, e aggiornando in questo senso gli artt. 14 e 15 (zone di tutela agroforestale e zone agricole);

 modifica del comma 16, dell’art. 18, eliminazione delle recinzioni esistenti nel territorio del Parco;

103 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 specifiche relative alla tipologia di recinzioni prevista all’art. 20 delle NTA;

 aree a bassa compatibilità insediativa: integrazione della cartografia a corredo del PTC. L’Ente Parco intende rafforzare la norma collegata al Piano di Settore delle Cascine e Patrimonio Rurale che, per la realizzazione di nuovi insediamenti rurali (agro-silvopastorali), recava una Tavola di riferimento denominata “carta della compatibilità insediativa”.

Dopo una prima esperienza biennale si è riscontrata una maggiore attenzione e sensibilizzazione degli enti locali consorziati ad utilizzare questo strumento; infatti l’ultima variante al Piano di Settore, ha valutato ed accolto positivamente la richiesta dei Comuni di Oltrona San Mamette e di Appiano Gentile per trasferire alcune zone agricole da alta a bassa compatibilità insediativa. Considerato che anche altri comuni hanno espresso l’intenzione di chiedere una valutazione dei propri territori agricoli per verificarne il possibile trasferimento in bassa compatibilità insediativa, si ritiene che questa cartografia sia da allegare quale documento integrante e sostanziale al PTC del Parco. L’indirizzo è quello di perseguire in senso virtuoso la prescrizione dell’art. 59, comma 2, della l.r. 12/2005, relativo al minore consumo territoriale ed alla localizzazione dei nuovi insediamenti agricoli in zone già interessate da infrastrutture similari, evitando la polverizzazione e diffusione della nuova edificazione in zone non antropizzate, mantenendo l’integrità del paesaggio tipico del Parco formato da boschi e radure (prati stabili, pascoli ecc.).

104 La proposta di variante al PTC del Parco

Figura 4.10 - Variante 10 individuazione e delimitazione della ZSC IT2020007 - Pineta Pedemontana Appiano Gentile.

105

5. VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA DI VARIANTE AL PTC DEL PARCO

La valutazione degli interventi proposti in variante viene illustrata di seguito, tale operazione ha permesso di individuare una serie di prescrizioni attuative.

5.1.1 VARIANTE 1 – COMUNE DI CASTELNUOVO B. (CO)

La valutazione della sostenibilità degli interventi previsti dalla Variante 1 al PTC del Parco è determinata mediante il confronto una serie di criteri di sostenibilità che prevedono:

 Limitare nuovo consumo di suolo

Come illustrato in Tabella 4.1, la Variante 1 al PTC del Parco comporta quantitativamente le seguenti trasformazioni: 2  incremento della zona di tutela agro-forestale per 483 m ; 2  saldo relativo all’incremento delle zone ICO per complessivi 18.967 m ;

 decremento della superficie di zona agricola del Parco per complessivi 19.450 m2. Il potenziale utilizzo urbanistico della nuova zona ICO ipotizza una superficie coperta complessiva di nuova edificazione pari a 7.050 m2; il rapporto di copertura potrà essere pari a circa il 37%.

 Ridurre la produzione di rifiuti

L’attuazione di tale obiettivo di sostenibilità sarà correlato anche alla futura destinazione delle nuove zone ICO (residenziale, secondaria o

107 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

terziaria). Indipendentemente da quanto sopra, si potrà favorire la diffusione di materiali recuperabili anche attraverso una corretta politica di informazione, oltre ad incrementare la raccolta differenziata.

 Ridurre l’impiego di energie non rinnovabili a favore di fonti alternative ed ecologiche

Indipendentemente dall’azzonamento futuro, le eventuali nuove infrastrutture edificatorie dovranno prevedere l’impiego di fonti alternative (energia solare, geotermica) oltre all’impiego di tecnologie innovative per la produzione di energia (pompe di calore).

 Ridurre le emissioni atmosferiche inquinanti

Dal precedente criterio discende un migliore controllo dell’inquinamento atmosferico (minori emissioni derivanti dagli impianti di riscaldamento civili, del settore terziario, secondario e riduzione del consumo energetico a livello industriale).

 Tutela e miglioramento delle acque superficiali e sotterranee

Dovranno essere incentivate tecnologie per la razionalizzazione del consumo delle acque (es. risparmio della risorsa attraverso il riutilizzo, sia in ambito residenziale che produttivo). I nuovi interventi edificatori dovranno prevedere, oltre all’allacciamento al sistema fognario, lo sdoppiamento dei collettori per un migliore funzionamento del sistema di depurazione finale se esistente (o se in previsione).

 Conservare e migliorare l’aspetto e le caratteristiche qualitative dell’ambiente locale; conservare e migliorare la fruibilità dell’ambiente locale

Entrambi gli obiettivi di sostenibilità possono essere raggiunti dal recepimento delle NTA del PTC del Parco e dalla corretta previsione attuativa comunale. In particolare, le eventuali nuove edificazioni che saranno previste con l’attuazione della Variante 1 al futuro PGT del

108 Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco

Comune di Castelnuovo Bozzente dovranno prevedere azioni correttive di mitigazione, ovvero:

 ridurre l’impatto visivo (auspicabile mediante la limitazione delle altezze e delle superfici costruibili);

 prevedere fasce perimetrali e continue lungo le singole aree di trasformazione da destinare a verde di mitigazione;

 ove possibile, mantenere la continuità delle superfici a verde residue mediante aree di connessione con il territorio rurale.

 Tutela delle aree agricole e della valenza ecologica del Parco; tutela del paesaggio agricolo e delle relative infrastrutture; tutela e riqualificazione del patrimonio storico e architettonico.

Relativamente alla riduzione delle zone agricole del Parco previste dalla Variante, non si ritiene possano derivare impatti complessivamente negativi tali da pregiudicare la valenza ecologica e delle infrastrutture di carattere agricolo inserite nel Parco. Ove possibile, inoltre, qualora si preveda la trasformazione da zona agricola a zona vocata all’edificazione, si dovranno uniformare le caratteristiche tipologiche costruttive nell’ambito delle nuove zone ICO a quelle del nucleo storico esistente, ricostituendo la tessitura urbana tipica del luogo.

5.1.2 VARIANTE 2 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - ABBIATE GUAZZONE – TRADATE (VA)

La variante 2 prevede l’utilizzo di una superficie che, di fatto, risulta necessaria per la razionalizzazione del flusso dei visitatori della struttura del Centro Didattico Scientifico del Parco. In mancanza di una definita superficie dedicata alla sosta delle vetture, si assisterebbe all’utilizzo disordinato e casuale delle aree poste al margine della strada di accesso, con conseguenti danni ambientali da valutare.

109 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Dal punto di vista geologico-morfologico, il sito è inserito nell’ambito del terrazzo ferrettizzato mindelliano (Pleistocene Inferiore) al margine dei depositi alluvionali recenti ascrivibili al Fosso Gradaluso. Il suolo, che fa parte dell’unità pedogenetica 45 (fonte ERSAF Lombardia), presenta granulometria fine e valore naturalistico elevato (antiche superfici pedogenetiche risparmiate dall’erosione). La lavorazione agricola può risultare molto problematica per la presenza di falde sospese al tetto del fragipan. Si conclude pertanto che, visto il delicato assetto ambientale dell’area, la realizzazione di quanto sopra non potrà prescindere dalle seguenti verifiche/prescrizioni in ordine alle componenti sopra brevemente analizzate:

 sarà necessario escludere che l’area in questione si collochi in ambito a rischio idrogeologico-esondazionale mediante il confronto con gli elaborati di supporto al PRG del Comune di Tradate o, in mancanza di informazioni sufficientemente dettagliate, mediante idonea valutazione idrologica redatta da tecnico abilitato che prescriva le eventuali opere di messa in sicurezza;

 in merito alla realizzazione del parcheggio, dovranno essere previste pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante alberature e si dovranno possibilmente utilizzare materiali eco-compatibili facendo ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica;

 si dovrà realizzare un idoneo sistema di allontanamento delle acque meteoriche per evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili;

 relativamente alla fase cantieristica del parcheggio, dovranno essere attuate tutte le possibili cautele per la riduzione degli impatti acustico (derivante per es. dalla movimentazione dei mezzi), atmosferico (es. da polveri varie) e luminoso.

110 Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco

5.1.3 VARIANTE 3 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - S. PROVINCIALE N. 19 - TRADATE (VA)

L’area interessata dalla realizzazione del parcheggio previsto dalla variante 3 dal punto di vista geologico-morfologico, è inserita nell’ambito delle antiche superfici terrazzate fortemente ferrettizzate del Mindel (Pleistocene Inferiore). Il suolo, che fa parte dell’unità pedogenetica 46 (fonte ERSAF Lombardia), presenta tessitura da media a fine e valore naturalistico elevato (residue superfici pedogenetiche risparmiate dai fenomeni di erosione plio- pleistocenici). Viste le caratteristiche fisiche, l’unità risulta poco adatta alla lavorazione agricola anche per la presenza di falde sospese al tetto del fragipan. Si conclude pertanto che, essendo l’area a parcheggio già esistente ed utilizzata, si dovranno osservare alcune prescrizioni in ordine alle componenti sopra brevemente analizzate solo nel caso in cui si preveda la realizzazione di opere quali pavimentazioni e/o aumento della superficie disponibile:

 in merito alla realizzazione del parcheggio, dovranno essere previste pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante alberature e si dovranno possibilmente utilizzare materiali eco-compatibili facendo ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica;

 si dovrà realizzare un idoneo sistema di allontanamento delle acque meteoriche per evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili;

 relativamente alla fase cantieristica del parcheggio, dovranno essere attuate tutte le possibili cautele per la riduzione degli impatti acustico (derivante per es. dalla movimentazione dei mezzi), atmosferico (es. da polveri varie) e luminoso.

111 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

5.1.4 VARIANTE 4 – AREE A PARCHEGGIO A SERVIZIO DI INFRASTRUTTURE DI

USO PUBBLICO. - LIMIDO COMASCO (CO)

L’area interessata dalla realizzazione del parcheggio previsto dalla variante 4 dal punto di vista geologico-morfologico è inserita nell’ambito del terrazzo rissiano intermedio (Pleistocene Medio) debolmente ferrettizzato, al margine dei depositi alluvionali recenti ascrivibili al torrente Antiga. Il suolo, che fa parte dell’unità pedogenetica 55 (fonte ERSAF Lombardia), presenta granulometria media e valore naturalistico basso In termini di rischio idrogeologico, gli elaborati a supporto del PRG del Comune di Limido Comasco non segnalano problematiche particolari. Si conclude pertanto che per la realizzazione di quanto sopra si dovranno osservare le seguenti prescrizioni in ordine alle componenti sopra brevemente analizzate:

 in merito alla realizzazione dell’opera, dovranno essere previste pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante alberature e si dovranno possibilmente utilizzare materiali eco-compatibili facendo ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica;

 si dovrà realizzare un idoneo sistema di allontanamento delle acque meteoriche evitando episodi di erosione dei suoli dovuti alla moderata pendenza dell’area;

 relativamente alla fase cantieristica dell’opera, dovranno essere attuate tutte le possibili cautele per la riduzione degli impatti acustico (derivante per es. dalla movimentazione dei mezzi), atmosferico (es. da polveri varie) e luminoso.

112 Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco

5.1.5 VARIANTE 5 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - ISTITUTO MISSIONARIO

COMBONIANI -VENEGONO SUPERIORE (VA)

La variante 5 identifica e localizza le strutture nella Tavola di PTC (attualmente a zona di tutela agroforestale generica e parte ambito agricolo) con la retinatura dedicata alle infrastrutture sociali e private di uso pubblico. In base a quanto evidenziato la variante 5 è semplicemente correttiva rispetto ad una condizione che di fatto è esistente da diversi decenni. La variante suddetta non è propositiva di modifiche dell’uso del suolo.

5.1.6 VARIANTE 6 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - ISTITUTO RELIGIOSO DELLE PICCOLE

APOSTOLE DI GESÙ – APPIANO GENTILE (CO)

L’area interessata dalla variante si colloca in posizione altimetrica rilevata sul displuvio che separa gli impluvi rispettivamente dell’Antiga ad Est e del torrente Vaiadiga ad Ovest. Il contesto geologico è quello del terrazzo ferrettizzato mindelliano (Pleistocene Inferiore) al margine dei depositi alluvionali recenti, mentre dal punto di vista morfologico la superficie d’interesse è subpianeggiante. Il suolo fa parte dell’unità pedogenetica 42 (fonte ERSAF Lombardia), presenta tessitura media e valore naturalistico alto (superfici modali e meglio conservate del pianalto). La principale limitazione alla coltivazione agricola è dovuta alla presenza del fragipan a circa 60cm di profondità che costituisce un limite alla radicazione ed al drenaggio delle acque meteoriche. Durante i periodi siccitosi, inoltre, il suolo tende ad indurirsi e a fessurare. Si conclude pertanto che, visto il particolare assetto ambientale dell’area, l’attuazione della variante 6 non potrà prescindere dalle seguenti verifiche/prescrizioni in ordine soprattutto alle componenti sopra brevemente analizzate:

113 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 in merito alla realizzazione di nuovi edifici, dell’ampliamento degli esistenti, o della realizzazione di eventuali infrastrutture di accesso e/o servizio si dovrà realizzare un idoneo sistema di allontanamento delle acque meteoriche per evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili;

 per le nuove costruzioni o per interventi di recupero di quelle esistenti si dovranno possibilmente utilizzare materiali eco-compatibili ed a ridotto impatto visivo, adottando tutte le cautele per il corretto inserimento delle strutture nella dimensione ambientale e paesaggistica;

 relativamente alla fase cantieristica, dovranno essere attuate tutte le possibili cautele per la riduzione degli impatti acustico (derivante per es. dalla movimentazione dei mezzi), atmosferico (es. da polveri varie) e luminoso. Analogamente a quanto indicato per la Variante 1 di Castelnuovo B., la sostenibilità delle scelte della Variante al PTC del Parco viene determinata mediante il confronto con alcuni criteri di sostenibilità:

 Limitare nuovo consumo di suolo

Allo stato attuale, il consumo di suolo derivante dalle trasformazioni non risulta quantificabile.

 Ridurre la produzione di rifiuti

L’attuazione di tale obiettivo di sostenibilità sarà favorito dalla diffusione di materiali recuperabili, da una corretta politica di informazione e dall’incremento della raccolta differenziata.

 Ridurre l’impiego di energie non rinnovabili a favore di fonti alternative ed ecologiche

Indipendentemente dall’azzonamento futuro, le eventuali nuove infrastrutture edificatorie dovranno prevedere l’impiego di fonti alternative (energia solare, geotermica) oltre all’impiego di tecnologie innovative per la produzione di energia (pompe di calore).

114 Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco

 Ridurre le emissioni atmosferiche inquinanti

Dal precedente criterio discende un migliore controllo dell’inquinamento atmosferico (minori emissioni derivanti dagli impianti di riscaldamento; riduzione generale del consumo energetico).

 Tutela e miglioramento delle acque superficiali e sotterranee

Dovranno essere incentivate tecnologie per la razionalizzazione del consumo delle acque (es. risparmio della risorsa attraverso il riutilizzo). I nuovi interventi edificatori dovranno prevedere o l’allacciamento al sistema fognario con sdoppiamento dei collettori per un migliore funzionamento del sistema di depurazione finale se esistente, o la realizzazione di impianto di depurazione autonomo.

 Conservare e migliorare l’aspetto e le caratteristiche qualitative dell’ambiente locale; conservare e migliorare la fruibilità dell’ambiente locale

Entrambi gl obiettivi di sostenibilità possono essere raggiunti dal recepimento delle NTA del PTC del Parco e dalla corretta previsione attuativa comunale. In particolare, le eventuali nuove edificazioni che saranno previste con l’attuazione della Variante al futuro PGT del Comune dovranno prevedere azioni correttive di mitigazione, ovvero: - ridurre l’impatto visivo (auspicabile mediante la limitazione delle altezze e delle superfici costruibili); - prevedere fasce perimetrali e continue lungo le singole aree di trasformazione da destinare a verde di mitigazione; - ove possibile, mantenere la continuità delle superfici a verde residue mediante aree di connessione con il territorio rurale.

 Tutela delle aree agricole e della valenza ecologica del parco; tutela del paesaggio agricolo e delle relative infrastrutture; tutela e riqualificazione del patrimonio storico e architettonico.

115 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Relativamente alla riduzione delle zone agricole del Parco previste dalla Variante, non si ritiene possano derivare impatti complessivamente negativi tali da pregiudicare la valenza ecologica e delle infrastrutture di carattere agricolo inserite nel Parco. Ove possibile, inoltre, si dovranno uniformare le caratteristiche tipologiche costruttive a quelle tipiche della cascina lombarda.

5.1.7 VARIANTE 7 – STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE PRIVATE, PUBBLICHE E DI

USO PUBBLICO A CARATTERE ISTITUZIONALE - SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE

VARIETÀ - BEREGAZZO CON FIGLIARO (CO)

La variante 7 analogamente a quanto previsto dalla precedente Variante 5, prevede che la struttura esistente venga citata nell’art. 17 delle NTA ed identificata nella cartografica del PTC. Anche la variante 7 è pertanto semplicemente correttiva rispetto ad una condizione che di fatto è esistente da diversi anni.

5.1.8 VARIANTE 8 – ATTREZZATURE ED AREE VOCATE ALLA TUTELA

NATURALISTICA, ALLA DIDATTICA ED ALLA RICERCA FAUNISTICA - LAGHETTO CÀ

BIANCA - BEREGAZZO CON FIGLIARO (CO)

La variante 8 prevede che l’area naturalistica costituita dal laghetto ex cava denominato Cà Bianca in territorio comunale di Beregazzo con Figliaro (CO). possa entrare nella disponibilità dell’Ente Parco per lo sviluppo di una serie di attività di tipo naturalistico-scientifico. La variante 8 non prevede pertanto trasformazioni territoriali bensì un utilizzo diverso della zona senza alterarne i caratteri distintivi.

116 Valutazione della proposta di variante al PTC del Parco

5.1.9 VARIANTE 9 – ATTREZZATURE ED AREE VOCATE ALLA TUTELA

NATURALISTICA, ALLA DIDATTICA ED ALLA RICERCA FAUNISTICA - LAGHETTO

FORNACE – LURAGO MARINONE (CO)

La variante 9 prevede che l’area naturalistica costituita dall’area denominata Laghetto Fornace, localizzata in territorio di Lurago Marinone (CO) possa entrare nella disponibilità dell’Ente Parco per lo sviluppo di una serie di attività di tipo naturalistico-scientifico. La variante 9 non prevede pertanto trasformazioni territoriali bensì un utilizzo diverso della zona senza alterarne i caratteri distintivi.

5.1.10 VARIANTE 10 – MODIFICHE E RETTIFICHE ALLE NTA DEL PTC

La variante 10 prevede esclusivamente modifiche alle NTA del PTC del Parco che non comportano valutazioni e prescrizioni particolari.

117

6. VERIFICA DELL’INTERFERENZA DELLA VARIANTE DEL PTC DEL PARCO CON I SITI NATURA 2000

Nel territorio del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate è presente il sito Natura 2000 IT2020007 Pineta Pedemontana di Appiano Gentile, designato come ZSC dal 2014 (DM 30/04/2014 - G.U. 114 del 19-05-2014). Il sito è provvisto di Piano di Gestione (PDG). Di seguito si riporta un breve inquadramento dell’area protetta. Le informazioni sono tratte dal PDG.

6.1.1 ZSC IT2020007 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE

DESCRIZIONE

La ZSC IT2020007 è localizzata all’interno del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate e occupa una porzione boschiva centrale dell’area protetta (Figura 6.1), nella quale sono presenti specie di vertebrati e invertebrati di interesse comunitario, nonché tipologie vegetali riferibili ad habitat di interesse comunitario, elencate nell’Allegato I della direttiva Habitat. Il territorio della ZSC interessa un’area di 220 ha, pari al 4.5% del territorio del Parco, in Comune di Castelnuovo Bozzente e Tradate, il territorio della ZSC si trova quindi prevalentemente in provincia di Varese e per la restante parte in provincia di Como. L’intero territorio della ZSC è collocato in territorio a Parco Naturale così come definito dalla l.r. 7 aprile 2008 - n. 12.

119 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Figura 6.1 - Localizzazione della ZSC IT2020007 (in blu) rispetto al Parco Naturale (in verde) e al Parco Regionale (linea rossa)

120 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

Sulla base di quanto riassunto nel piano di gestione la ZSC: “è caratterizzata dalla presenza di habitat di notevole interesse naturalistico con particolare riferimento ai residui ambiti riconducibili alle Lande Secche Europee (brughiere), habitat caratteristico dell’alta pianura lombarda ed al limite dell’areale corologico di diffusione in questo settore dell’Europa. Tale habitat prezioso, rarefatto e minacciato, è per altro elemento fondamentale e caratterizzate della biodiversità della ZSC, come emerge dai dati sulla ricchezza specifica dei gruppi faunistici ed ambito paesaggisticamente e funzionalmente importante per la diversificazione dell’ecosistema forestale del Parco. L’evoluzione spontanea della vegetazione minaccia tale habitat e si ritiene che la spontanea tendenza al ripristino delle cenosi potenziali, riconducibili principalmente al Querco-Betuleto, sia in questo caso da gestire, in senso di controllo successionale, per l’importanza ecologica e naturalistica dell’habitat in parola. Il comparto faunistico risulta significativo, sia per la presenza di specie di interesse comunitario, che per la presenza di specie stenotope, con popolazioni in calo, e di specie tipiche delle brughiere alberate. Di significato è il rilievo di un nuovo habitat individuato, “6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine”, cenosi, seppur di origine antropogena, molto interessante perché si presenta ricca di specie e di fioriture e rappresenta un habitat, i prati da sfalcio in coltura tradizionale, che generalmente non è più riscontrabile, sia per l’abbandono delle pratiche agricole in zone marginali, sia per l’espandersi dell’edilizia residenziale ed industriale”.

In termini generali dal punto di vista vegetazionale (Tabella 6.1) la ZSC è caratterizzata da una dominanza di ambienti boschivi caratterizzati in prevalenza da foreste di caducifoglie (42,80%) e da foreste miste (38,60%) alle quali si associano in misura minore aree aperte con brughiere, boscaglie, macchia e garighe (18,60%)

121 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Tabella 6.1 – Aspetti generali della ZSC IT2020007. Tipi di habitat % coperta Brughiere, Boscaglie, Macchia, Garighe, 18,60% Friganee Foreste di caducifoglie 42,80% Foreste miste 38,60% COPERTURA TOTALE HABITAT 100,00%

HABITAT

Il sito in oggetto è caratterizzato dalla presenza di quattro habitat di interesse comunitario, di cui nessuno prioritario, per i quali i valori di copertura, di conservazione e di valutazione sono riportati in Tabella 6.2.

Tabella 6.2 – Habitat, dell’Allegato I Direttiva 92/43/CEE, presenti nella ZSC IT2020007. Codice Qualità Superficie Grado di Valutazione Copertura Rappresentatività Natura dei dati relativa conservazione globale (ettari) (A/B/C/D) 2000 (A/B/C) (A/B/C) (A/B/C) 4030 3,66 G B C C C 6510 2,49 G B C B B 9160 9,67 G B C C B 9260 29,92 G B C B B Note: ASTERISCO (*): contraddistingue gli habitat prioritari. RAPPRESENTATIVITÀ: grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul Sito (A: rappresentatività eccellente, B: buona rappresentatività, C: rappresentatività significativa, D: presenza non significativa). QUALITÀ DEI DATI: G: buono, M: discreto, P: scarso. SUPERFICIE RELATIVA: superficie del Sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale (A: 100 ≥ p > 15%, B: 15 ≥ p > 2%, C: 2 ≥ p > 0%). GRADO DI CONSERVAZIONE: conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino (A: conservazione eccellente, B: buona conservazione, C: conservazione media o ridotta). VALUTAZIONE GLOBALE: valutazione del valore del Sito per la conservazione del tipo di habitat naturale in questione (A: valore eccellente, B: valore buono, C: valore significativo).

4030 Lande secche europee

Le Lande secche europee sono cenosi acidofile dominate da Molinia arundinacea e Calluna vulgaris insieme a molte altre specie a temperamento acidofilo come Potentilla erecta, Frangula alnus, Betula pendula. A parte casi

122 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

particolari la cenosi non si trova in condizioni di particolare tipicità all’interno della ZSC, dato che spesso si presenta, per evoluzione verso cenosi forestali, come fase evolutiva terminale di avanzata colonizzazione del bosco, tranne il caso della Landa sotto la linea elettrica che attraversa la ZSC, che periodicamente gestita, si presenta prettamente tipica. La cenosi è principalmente ubicata sui pianalti più erosi e degradati, con affioramenti argillosi e con condizioni di mesoxerofilia almeno in alcune stagioni. Precisamente le Lande secche europee sono principalmente distribuite a nord di Cascina Villafranca anche se situazioni temporanee, si trovano anche dopo i tagli boschivi, in determinate condizioni edafiche dove il suolo maggiormente argilloso crea delle limitazioni alla pronta rinnovazione della compagine forestale. Un esempio particolare e ben conservato, il più tipico dell’intera ZSC, si trova sotto la linea dell’alta tensione, a nord ovest di Cascina Pagliaccia.

6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine

La cenosi, seppur di origine antropogena, è molto interessante perché si presenta ricca di specie e di fioriture e rappresenta un habitat, i prati da sfalcio in coltura tradizionale, che generalmente non è più riscontrabile, sia per l’abbandono delle pratiche agricole in zone marginali, sia per l’espandersi dell’edilizia residenziale ed industriale La cenosi, di origine artificiale, è ubicata sui grandi pianalti pseudopianeggianti o poco ondulati, scarsamente incisi, posti a nord della ZSC (alta pianura), soprattutto in situazioni dove la morfologia del pianalto stesso crea localizzati avvallamenti con condizioni di mesofilia. La distribuzione della cenosi è principalmente legata alla gestione (sfalcio e concimazione) anche se ovviamente le situazioni vegetazionali riferibili all’alleanza Arrhenatherion possono svilupparsi solo sui grandi pianalti poco erosi e in condizioni di mesofilia, cioè con buona disponibilità idrica a livello edafico.

123 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli

L’habitat comprende i querco-carpineti planiziali, della Padania centro- occidentale inquadrabili nell’alleanza del Carpinion betuli, tendenzialmente mesofili. L’habitat è presente in tutta la ZSC, con distribuzione uniforme ma con maggior frequenza verso nord, dato che tale area è meno alterata dall’introduzione del castagno da parte dell’uomo. Ecologicamente la cenosi occupa indifferentemente i fondivalle freschi e talvolta con condizioni di igrofilia stagionale o i pianalti più asciutti con la differenza che i fondivalle, i bassi versanti ed i piedi delle scarpate sono più frequentemente popolati dalla farnia, mentre sui pianalti e nella parte superiore dei versanti, più asciutti e caldi, si incontra con maggior frequenza la rovere; ovunque sono presenti ibridi tra le due specie.

9260 Boschi di Castanea sativa

L’Habitat comprende boschi acidofili dominati da castagno che, nella ZSC in oggetto, sono principalmente trattati a ceduo. L’habitat è presente da nord a sud della ZSC sui versanti di raccordo tra fondovalle e pianalti e sui pianalti stessi. La cenosi rifugge però i fondivalle troppo umidi e spesso con condizioni stagionali di igrofilia ed i pianalti argillosi con ristagni idrici stagionali.

SPECIE

Nelle Tabelle di seguito riportate sono elencate le specie di cui all’articolo 4 della Direttiva 2009/147/EC e le specie elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE presenti nel Formulario Standard per il Sito IT2020007 (Tabella 6.3), e altre importanti specie di flora e fauna (Tabella 6.4).

Tabella 6.3 - Specie di cui all’articolo 4 della Direttiva 2009/147/EC e inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/EEC

124 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

Specie Popolazione nel Sito Valutazione del Sito

G Cod. Nomescientifico S NP Tipo Unità Globale Dimensioni Isolamento Isolamento Qualità dati Popolazione Popolazione Categoria abb. Min Max Conservazione B A085 Accipiter gentilis p C D B A086 Accipiter nisus p C D B A256 Anthus trivialis p P D B A221 Asio otus c P D B A087 Buteo buteo p C D Caprimulgus B A224 r 4 4 p C B C C europaeus I 1088 Cerambyx cerdo p P D Certhia B A335 p C D brachydactyla Coccothraustes B A373 w P D coccothraustes B A212 Cuculus canorus p C D Dendrocopos B A240 p C D minor Dryocopus B A236 c P D martius B A103 Falco peregrinus c P D B A097 Falco vespertinus p P D Fringilla B A360 w P D montifringilla B A338 Lanius collurio c P D I 1083 Lucanus cervus p P D Marsilea P 1428 p P D quadrifolia B A230 Merops apiaster p P D B A073 Milvus migrans c 11 50 i D B A337 Oriolus oriolus p R D B A328 Parus ater p C D B A327 Parus cristatus p C D B A325 Parus palustris p C D B A072 Pernis apivorus r 1 1 p D Phoenicurus B A274 r P D phoenicurus Phylloscopus B A314 c P D sibilatrix B A235 Picus viridis p C D

125 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Specie Popolazione nel Sito Valutazione del Sito

G Cod. Nomescientifico S NP Tipo Unità Globale Dimensioni Isolamento Isolamento Qualità dati Popolazione Popolazione Categoria abb. Min Max Conservazione A 1215 Rana latastei p P D Regulus B A318 p P D ignicapillus B A275 Saxicola rubetra c P D B A332 Sitta europaea p C D B A210 Streptopelia turtur p C D B A219 Strix aluco p C D A 1167 Triturus carnifex c 11 50 i D B A285 Turdus philomelos p C D Legenda: G (Gruppo): A = Anfibi, B= Uccelli, F= Pesci, I= Invertebrati, M = Mammiferi, P = Piante, R = Rettili. Cod.: codice della specie S (Sensibile): in caso di specie sensibile per la quale l’accesso pubblico ai dati deve essere limitato inserire: yes NP (Non Presente): gli habitat non più presenti vengono evidenziati con una “X” Tipo: p = stanziale, r = riproduttivo, c = aggregazione, w = svernamento (per le piante e per le specie non migratrici usare stanziale). Unità: i = individui, p = coppie o altre unità in accordo con l’elenco standardizzato delle popolazioni e dei codici, in riferimento agli articoli 12 e 17 (cfr. il portale di riferimento). Categoria abb. (Categorie di abbondanza): C = comune, R = rara, V = molto rara, P = presente – da compilare nel caso in cui la qualità dei dati è insufficiente (DD) o in aggiunta a dati sulla dimensione delle popolazioni. Qualità dei dati: G = Buona; M = Media; P = Scarso; DD = Dati Insufficienti (categoria da utilizzare in caso non sia disponibile neppure una stima approssimativa delle dimensioni della popolazione).

Tabella 6.4: Altre specie importanti di flora e fauna Specie Popolazione nel Sito Motivazione

Altre Allegato G Cod. Nome scientifico S NP categorie Unità Dimensioni

Min Max Categoria abb. IV V A B C D

I Anthocharis cardamines P X I Boloria euphrosyne C X I Boloria selene P X A 1201 Bufo viridis P X

126 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

Specie Popolazione nel Sito Motivazione

Altre Allegato G Cod. Nome scientifico S NP categorie Unità Dimensioni

Min Max Categoria abb. IV V A B C D

Carterocephalus I P X palaemon I Coenonympha arcania C X P Convallaria majalis P X R 1283 Coronella austriaca P X R 1281 Elaphe longissima P X M Eliomys quercinus P X M 1327 Eptesicus serotinus P X I Erynnis tages P X P Erythronium dens-canis P X P Fagus sylvatica sylvatica P X M Glis glis P X A Hyla intermedia P X I Lasiommata maera P X I Lasiommata megera P X P 1400 Leucobryum glaucum P X I Limenitis camilla R X I 1067 Lopinga achine R X I Lycaena tityrus R X P Maianthemum bifolium P X M Martes foina P X M Meles meles P X I Minois dryas C X M 1341 Muscardinus avellanarius P X M Mustela nivalis P X M 1322 Myotis nattereri P X M Myoxus glis P X I Neptis rivularis C X I Ochlodes venatus C X M 2016 Pipistrellus kuhli P X I Plebejus idas P X M 1326 Plecotus auritus P X P Polygonatum multiflorum P X A 1209 Rana dalmatina C X A Salamandra salamandra P X M Sciurus vulgaris P X I Thymelicus lineola P X

127 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Specie Popolazione nel Sito Motivazione

Altre Allegato G Cod. Nome scientifico S NP categorie Unità Dimensioni

Min Max Categoria abb. IV V A B C D

I Thymelicus sylvestris P X R Vipera aspis R X Legenda: G (Gruppo): A = Anfibi, B= Uccelli, F= Pesci, I= Invertebrati, M = Mammiferi, P = Piante, R = Rettili. Cod.: codice della specie S (Sensibile): in caso di specie sensibile per la quale l’accesso pubblico ai dati deve essere limitato inserire: yes NP (Non Presente): gli habitat non più presenti vengono evidenziati con una “X” Unità: i = individui, p = coppie o altre unità in accordo con l’elenco standardizzato delle popolazioni e dei codici, in riferimento agli articoli 12 e 17 (cfr. il portale di riferimento). Categoria abb. (Categorie di abbondanza): C = comune, R = rara, V = molto rara, P = presente Qualità dei dati: G = Buona; M = Media; P = Scarso; DD = Dati Insufficienti (categoria da utilizzare in caso non sia disponibile neppure una stima approssimativa delle dimensioni della popolazione). Categorie delle motivazioni: IV, V: specie in allegato della Direttiva Habitat; A: lista rossa nazionale; B: endemica; C: convenzioni internazionali; D: altri motivi.

Di seguito vengono evidenziate sinteticamente le esigenze ecologiche delle specie di interesse comunitario presenti nella ZSC.

Trifoglio acquatico comune (Marsilea quadrifolia)

È una piccola felce d’acqua, rizomatosa, radicante al suolo con foglie quadrifogliate; la sua distribuzione geografica è circumboreale, cioè distribuita nelle zone fredde e temperato fredde dell’Europa, Asia e Nord America. In Italia, dove la specie è al limite meridionale del suo areale, la sua presenza si è notevolmente ridotta, anche in tempi recenti. La specie vegeta in acque oligotrofiche a bassissimo contenuto minerale, in piane fangose a tessitura sabbiosa o limosa, in acque stagnanti oligotrofiche o mesotrofiche. Compare anche in stagni poco profondi e sui loro argini in secca nel periodo estivo, in lanche fluviali, fossati, cave di ghiaia, pascoli umidi, anche se predilige superfici fangose libere dalla concorrenza di altra vegetazione

128 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

erbacea. La sopravvivenza del trifoglio acquatico comune è strettamente vincolata alla presenza di determinate condizioni ambientali: cresce in ambienti più o meno oligotrofici, su suoli poveri e spogli; è una pianta fortemente eliofila, che difficilmente tollera l’ombra. Generalmente, la specie mal sopporta una concorrenza eccessiva da parte di altri vegetali.

Cervo volante (Lucanus cervus)

Il Cervo volante è una specie forestale, che predilige le grandi foreste planiziali; localmente si spinge anche in montagna, non superando tuttavia la quota di 800 m s.l.m. La larva è xilofaga e si sviluppa negli alberi vetusti, soprattutto querce, ma anche in altre latifoglie, quali faggi, salici, pioppi, tigli, carpini, olivo; ci sono segnalazioni anche riguardanti pini e abeti. Gli adulti si nutrono di nettare e linfa degli alberi. Un tempo questa specie era molto comune, oggi a causa della riduzione o distruzione del suo habitat, in particolare per alcune pratiche forestali utilizzate che tendono a eliminare i vecchi tronchi a terra e marcescenti, il cervo volante, come altri coleotteri xilofagi, è in declino. La specie è considerata perciò minacciata ed è inserita in norme di protezione dell'Unione Europea, e precisamente nell'Allegato II della Direttiva Habitat del 1992 (CEE/92/43) come specie la cui salvaguardia richiede la designazione di zone speciali di conservazione oltre che nel Libro Rosso delle Specie Italiane.

Cerambice della quercia o Capricorno maggiore (Cerambyx cerdo)

Questa specie predilige boschi di querce miste con presenza anche di latifoglie come castagno, noce, frassino, olmo e salice. Le larve sono xilofaghe e prediligono per lo più piante vecchie e malate, ma in alcuni casi possono essere utilizzate anche piante giovani. La vita larvale dura dai tre ai quattro anni: gli adulti che in genere volano al crepuscolo nei mesi da giugno a luglio, dopo l’accoppiamento, depongono le uova singolarmente dentro le fessurazioni della corteccia. Una volta nata la larva scava diverse gallerie

129 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

all’interno del tronco e dopo circa tre anni compie il suo sviluppo completo. L’adulto sfarfalla in primavera inoltrata, in genere frequenta solo gli alberi nei quali si è sviluppato ed è attivo prevalentemente durante il giorno. Gli adulti hanno un aspetto nero lucente e glabro, con torace ed elitre rossicce alle estremità; le antenne sono più lunghe del corpo nei maschi, mentre sono più ridotte nelle femmine; possono raggiungere anche una lunghezza di 50 mm; si nutrono di linfa o frutti maturi. Soprattutto a causa dell’impoverimento del loro habitat, per incendi e rimozione di piante vecchie e malate, la specie risulta particolarmente minacciata; per questo motivo è presente nell’Allegato II, come specie la cui salvaguardia richiede la designazione di zone speciali di conservazione, e nell’Allegato IV, come specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, della Direttiva Habitat 92/43/CEE.

Tritone crestato (Triturus carnifex)

Questa specie utilizza pozze temporanee e stagni con profondità di circa un metro e con presenza di vegetazione acquatica dove può nascondersi. Nel Parco e nella ZSC è specie che frequenta la zona boschiva, dove permangono condizioni ecologiche di qualità e limitato disturbo antropico. Lo svernamento avviene fuori dall’acqua, sfruttando spesso le fessure dei ceppi marcescenti. Dopo la riproduzione conduce vita terrestre allontanandosi poco (150-200 m) dalle zone umide. Si ciba di invertebrati bentonici, neustonici, nonché di Gasteropodi e Anellidi della lettiera e nel complesso è un opportunista alimentare. La sua presenza è condizionata dalla presenza di pesci degli stagni essendo attivamente predato dalla fauna ittica.

Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)

Il Falco pecchiaiolo è un rapace diurno migratore a lungo raggio, nidifica infatti in Eurasia e sverna in Africa equatoriale. Durante il periodo di riproduzione, frequenta ampie superfici forestali o boschive alternate a

130 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

terreni scoperti, praterie, incolti, lande, dove ricerca attivamente l’entomofauna di cui si nutre. Nidifica su alberi utilizzando vecchi nidi di altri rapaci o corvidi collocati su alberi maturi ed alti. La sua ricerca alimentare è rivolta principalmente ad imenotteri sociali ma anche a Rettili, Anfibi e piccoli uccelli, ed è svolta in zone aperte esterne al bosco o in sottoboschi radi. Nidifica in zona montana e collinare ma occupa anche zone boschive della pianura anche se frammentate. Necessita in sintesi di zone boschive tranquille dove nidificare e di aree a vegetazione bassa o rada dove cacciare e dove cogliere le termiche per effettuare gli spostamenti di volo.

Nibbio bruno (Milvus migrans)

Rapace abile volatore e migratore intercontinentale, ha un’area di ripartizione particolarmente vasta. È presente nella regione paleartica, paleotropicale e australasiana. Questa specie può essere osservata in numerosi tipi di habitat, ma la sua preferenza è per le valli dei laghi e di ampi fiumi o per ampie zone umide o perilacustri. Il sito scelto per l’insediamento deve tenere conto di due imperativi: primo, la presenza di grandi alberi o scarpate rocciose favorevole alla nidificazione; secondo, la prossimità di corsi d'acqua, laghi o stagni che sono indispensabili al suo rifornimento e alla sua alimentazione. Il nibbio può anche stazionare al margine delle città. Specie eclettica ed opportunista occupa una vasta gamma di ambienti e frequenta per cibarsi, laghi, fiumi, zone umide, discariche, aree coltivate. Può nidificare isolatamente o in colonie su alberi o pareti rocciose. La ZSC è interessata da un flusso diuturno primaverile di individui itineranti verso i bacini lacustri ed in sosta primaverile-estiva in aree occupate da discariche controllate di rifiuti.

Succiacapre (Caprimulgus europaeus)

Il Succiacapre appartiene all’ordine dei Caprimulgiformi, presenta abitudini crepuscolari e notturne ed è un migratore che sverna a sud del Sahara e

131 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

compare in Europa dalla fine di aprile. Si nutre di insetti e di farfalle che caccia in volo. Per riprodursi la specie seleziona aree aperte, caratterizzate da brughiere o vegetazione arbustiva bassa ed alberi radi, oppure radure all’interno di aree boscate e giovani piantagioni di conifere. L’areale riproduttivo della specie comprende le regioni temperate di Europa, Asia e Africa nord occidentale. In Italia si riproduce dal livello del mare fino a circa ai 1.300 m di quota, con ampie lacune in Puglia e Sicilia. In Lombardia presenta una distribuzione altamente frammentata, dal momento che è estinta da gran parte della Pianura Padana, eccezion fatta per i residui di brughiera dell’alta pianura e per i boschi planiziali lungo i fiumi principali. Nel Parco nel corso di una ricerca finalizzata ad indagare la selezione dell’habitat della specie, realizzata nel 2009, sono stati individuati 13 territori distinti, identificati grazie ai monitoraggi effettuati con la tecnica del playback e al riconoscimento individuale degli individui effettuato grazie all’analisi dei sonogrammi dei canti registrati. All’interno del Parco la densità della specie, calcolata sull’area indagata, risulta di 0,5 territori/km2. Nel Parco, a scala di paesaggio, il Succiacapre seleziona per riprodursi, in accordo con la letteratura, aree distanti dalle strade asfaltate, che possono rappresentare un fattore di disturbo. A scala di macro habitat, ovvero a livello di tipologie forestali, le variabili selezionate dalla specie sono state le dimensioni delle radure e la presenza dei querceti di Farnia e Rovere radi per cause di origine antropica. La dimensione minima delle radure, sotto la quale la probabilità di trovare il Succiacapre diminuisce significativamente è risultata essere di 0,3 ha. A livello di micro habitat, ovvero di caratteristiche delle radure, a determinare la presenza della specie è stata l’altezza della vegetazione erbacea, più bassa nei siti di presenza.

Falco pellegrino (Falco peregrinus)

Il Falco pellegrino è un rapace diurno agile, potente e con grandi capacità di volo a corologia cosmopolita e globale. È specie sedentaria e migratrice e

132 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

nell’area dell’alta pianura si incrociano individui in dispersione riproduttiva, con individui migratori e svernanti. Frequenta ambienti differenziati dalla pianura, alle coste marine, alle città, fino alla zona Alpina. Nidifica prevalentemente su pareti rocciose e falesie. Per la caccia frequenta territori aperti, zone coltivate, lande, corsi d’acqua. È un attivo predatore di uccelli anche di dimensioni corporee superiori alla sua, che attacca in volo con spettacolare maestria. La presenza nel Parco e nella ZSC è emersa durante i rilievi effettuati per la stesura del PDG, ma non si hanno informazioni circostanziate sull’eventuale insediamento di individui riproduttivi.

Picchio nero (Dryocopus martius)

Il Picchio nero è il più grosso picide della regione paleartica e occupa vari habitat forestali dall’Europa occidentale alla penisola di Kamchatka, nella Russia orientale. Dalla fine del XIX secolo la specie ha ampliato il suo areale nell’Europa centrale ed occidentale. Tale espansione è stata determinata con tutta probabilità dall’aumento di habitat favorevoli, e dalle migliorate condizioni trofiche. In Lombardia il Picchio nero si riproduce preferibilmente in complessi forestali alpini, tuttavia negli ultimi anni si è registrato una espansione dell’areale della specie verso la Pianura: dal 2006 nidifica nel Parco. Per scavare il nido seleziona diverse specie di piante, sia conifere che latifoglie, accomunate dal portamento colonnare del tronco, privo di rami laterali. Il Picchio nero svolge un importante ruolo di specie chiave negli ecosistemi forestali, dal momento che è l’unica specie in grado per riprodursi di scavare ampie cavità nido utilizzate da numerose specie animali sia per riprodursi che come riparo. In particolare sulle Alpi la Civetta capogrosso è strettamente legata a questa specie per la riproduzione. Il taglio degli alberi nido, rappresenta la principale minaccia per la specie.

133 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Averla piccola (Lanius collurio)

L’Averla piccola frequenta le regioni aperte e secche con vegetazione cespugliosa, le lande ed i pascoli con piante d’arbusti spinosi. Nidifica anche al margine di boschi e foreste, brughiere, in parchi, e al margine dei campi. Migratore a lungo raggio trascorre solo 4-5 mesi nelle aree di nidificazione, che sceglie in base alla presenza di adatte aree di caccia caratterizzate da superfici prative ricche di posatoi e vegetazione folta dove collocare il nido. Prerequisito fondamentale è la presenza di una ricca fauna entomologica, che costituisce la base della sua alimentazione. È specie in forte calo per la trasformazione ambientale, l’artificializzazione delle zone agricole, i cambiamenti ambientali nelle aree di svernamento e sulle rotte di migrazione. La presenza nel Parco è scarsissima, ma gli ambienti della ZSC possono, se gestiti con attenzione, essere favorevoli ad un nuovo insediamento della specie.

VULNERABILITÀ

Sulla base di quanto riportato nel PDG della ZSC i principali elementi di rischio per l’area protetta sono costituiti dall’evoluzione degli stati successionali per quanto riguarda gli habitat aperti, da incendi e fitopatologie per quanto riguarda gli habitat forestali, e in termini generali per tutti gli habitat e le specie di interesse comunitario, dalla dinamica di presenza delle specie alloctone infestanti. Il PDG considera inoltre necessaria per la tutela del Sito una intelligente gestione della frequentazione antropica dello stesso.

OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE

Gli obiettivi di conservazione della ZSC, definiti dal PDG sono riassumibili nei seguenti punti:

 Ampliamento di habitat di interesse comunitario

134 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

Ampliamento Habitat 4030 e 9160

 Riconoscimento di nuovo habitat di interesse comunitario.

Riconoscimento dell’Habitat 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine.

 Ampliamento della ZSC

Ampliamento della ZSC al biotopo Stagni del Roncamocc.

 Mantenimento degli habitat delle Lande secche europee e degli ambienti aperti

Conservazione, mantenimento ed ampliamento dell’habitat 4030 Lande secche europee. Conservazione e mantenimento aree agricole tradizionali di proprietà dell’Ente gestore.

 Gestione habitat forestali

Gestione dell’habitat 9260. Gestione dell’habitat 9160. Maggiore compatibilizzazione gestione forestale/biodiversità nella ZSC.

 Gestione viabilità e presenza antropica

Gestione fasce stradali. Limitazione accessi e prevenzione degrado.

 Interventi di regolamentazione

Tutela degli habitat forestali e dei popolamenti fungini. Gestione ambientale aree asservite da elettrodotto.

 Programmi di monitoraggio e ricerca

Monitoraggio Avifauna brughiera. Monitoraggio Idrofite rare. Monitoraggio Entomofauna. Monitoraggio Erpetofauna.

135 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

Monitoraggio popolazione Scoiattolo comune.

 Programmi didattici

La ZSC nel Sentiero Natura del Parco. La ZSC nel web.

6.1.2 INTERFERENZA DELLA VARIANTE CON LA ZSC IT2020007

La valutazione delle interferenze di piani e progetti con un Sito Natura 2000 vengono effettuate mediate un procedimento denominato Valutazione di incidenza. La Valutazione è intesa come uno strumento di prevenzione, atto a prevedere gli effetti degli interventi sulla coerenza globale della rete Natura 2000, evitando o limitando il degrado degli habitat o la perturbazione delle specie d'interesse comunitario. La valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in Siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

Il PDG della ZSC IT2020007 chiarisce le modalità con le quali deve essere effettuata la valutazione d’incidenza ed anche i casi in cui questa è da prevedere qualora gli interventi siano programmati al di fuori del territorio della ZSC, individuando un’”area vasta” di riferimento. A tal proposito il PDG riporta: Per attuare concretamente un’azione di salvaguardia dell’integrità degli habitat e delle specie presenti entro la ZSC è necessario innanzi tutto predisporre una corretta e puntuale attivazione delle procedure di valutazione d’incidenza. Poiché l’integrità delle suddette risorse ambientali può essere potenzialmente messa a rischio anche da interventi programmati esternamente all’area della ZSC ma i cui effetti possono ripercuotersi anche all’interno della ZSC medesima, diviene indispensabile definire un’”area

136 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

vasta” da utilizzare quale quadro territoriale di riferimento allo scopo di valutare se un dato intervento debba o meno essere sottoposto alla citata procedura valutativa. Per tali finalità il presente piano definisce la suddetta area come riferita ai seguenti settori perimetrali alla ZSC: 1) fasce stradali delle strade provinciali e comunali che interessano la ZSC 2) area degli stagni del Roncamocc al confine sud-est della ZSC 3) fascia dell’elettrodotto TERNA sul lato nord-est della ZSC 4) area agricola tra la ZSC e l’abitato principale del comune di Castelnuovo Bozzente 5) area agricola a sud-est, dove la ZSC confina con aree caratterizzate dalla presenza di aziende agricole attive.

In queste aree sulla base degli elementi conoscitivi raccolti, si ritiene che l’attivazione di interventi possa incidere significativamente sulle differenti componenti ecosistemiche della ZSC (componente forestale, vegetazione, fauna). Va precisato inoltre che mentre per gli interventi ubicati internamente alla ZSC l’attivazione della procedura di valutazione d’incidenza è obbligatoria (fatte salve le eccezioni specificamente previste dalla Direttiva Habitat, dalle norme di Regione Lombardia, coordinate con quelle dell’ente gestore), per gli interventi ricadenti esternamente al SIC, ma ubicati nell’area vasta di riferimento il soggetto che propone gli interventi medesimi dovrà verificare preventivamente con l’ente gestore della ZSC la necessità o meno di attivare la citata procedura. Fatta salva l'individuazione dell'area vasta come sopra delineata, occorre tuttavia prevedere che, nell'eventualità di interventi di rilevante impatto ambientale situati esternamente a tale area e che possano influire sull'assetto idrogeologico della ZSC, dovrà essere comunque esperita la procedura di valutazione d'incidenza.

Sulla base di quanto riportato nella Tabella 6.5, che riassume la distanza minima delle modifiche previste dalla variante (con l’esclusione di quelli

137 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

riferiti alla variante 10 e relativi alle modifiche alle NTA del Parco) e la loro collocazione o meno nell’area vasta individuata dal PDG, appare evidente come tutte le modifiche della variante risultano esterni alla ZSC ad esclusione delle modifiche 1 e 3. Pertanto, sulla base delle previsioni della Variante del PTC, solo le modifiche 1 e 3 risulterebbero da sottoporre a verifica della necessità di procedere alla VIC.

Tabella 6.5 - Rapporti geografici delle varianti con la ZSC IT2020007 Intervento in Ricadente in area vasta definita dal Distanza dalla ZSC (m) variante PDG 1 800 sì 2 4.200 no 3 10 sì 4 8.300 no 5 2.600 no 6 2.350 no 7 2.550 no 8 1.600 no 9 6.200 no

L’intervento 3 prevede la realizzazione di un parcheggio a margine della strada provinciale n.19 che fiancheggia il confine della ZSC. Si tratta di un’area già parzialmente soggetta a disturbo antropico in quanto la stessa è già utilizzata come parcheggio e l’intervento proposto è volto a razionalizzarne l’utilizzo, limitando pertanto il disturbo e il danneggiamento di ulteriori zone al di fuori della stessa. L’intervento si prefigura, quindi, lo scopo di limitare possibili impatti negativi della fruizione del Parco da parte dei visitatori sul territorio della ZSC e aumentare la sicurezza dell’area, riducendo le possibilità di parcheggio non regolamentato. In quest’ottica l’intervento potrebbe rientrare tra quelle azioni necessarie alla conservazione della ZSC e negli obiettivi di gestione del PDG per quanto concerne la gestione della viabilità e della presenza antropica che prevedono una “corretta gestione ambientale delle fasce stradali perimetrali, sia dal punto di

138 Verifica dell’interferenza della variante del PTC del Parco con i Siti Natura 2000

vista forestale, sia relativamente alla sicurezza e al carattere paesaggistico delle visuali stradali.” Per quanto concerne la modifica variante 1 il Comune di Castelnuovo Bozzente, rispetto alla richiesta fatta in data 26/07/2006, prot. N. 2891, ha redatto il proprio PGT, dove ha inserito l’ambito ICO che a quella data era stato adottato dal Parco (Del. CP n 2 del 5/2/2013). L’ambito ICO risulta con una superficie minore rispetto a quella della richiesta 2006 e non è stata utilizzata tutta come ambiti di trasformazione. Tale proposta è stata, ovviamente, sottoposta al processo di VAS e a Valutazione d’Incidenza con esito positivo.

Alla luce di quanto rilevato si ritiene non necessaria la sottoposizione a Valutazione di Incidenza della Variante. Si ritiene, comunque, necessario demandare all’Autorità competente in materia di ZSC e ZPS (Regione Lombardia DG Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile) la definizione finale della necessità o meno di una valutazione d’incidenza della Variante al PTC del Parco.

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7. MOTIVAZIONI DI ESCLUSIONE DALLA PROCEDURA DI VAS

Le modifiche proposte dalla Variante del PTC del Parco sono di seguito riassunte:

 Variante 1: riguarda esclusivamente il territorio di Castelnuovo Bozzente (CO), Comune in cui ha sede il Parco ed interamente compreso nel perimetro dell’area regionale protetta. La Variante 1 al PTC del Parco comporta quantitativamente le seguenti trasformazioni:

- incremento della zona di tutela agro-forestale per 483 m2; - saldo relativo all’incremento delle zone ICO per complessivi 18.967 m2; - decremento della superficie di zona agricola del Parco per complessivi 19.450 m2. La futura destinazione delle nuove zone ICO (residenziale, secondaria o terziaria) dovrà tenere conto di: - incrementare la raccolta differenziata; - prevedere l’impiego di fonti alternative (energia solare, geotermica) oltre all’impiego di tecnologie innovative per la produzione di energia (pompe di calore); - prevedere, oltre all’allacciamento al sistema fognario, lo sdoppiamento dei collettori per un migliore funzionamento del sistema di depurazione finale; - ridurre l’impatto visivo (auspicabile mediante la limitazione delle altezze e delle superfici costruibili);

141 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

- prevedere fasce perimetrali e continue lungo le singole aree di trasformazione da destinare a verde di mitigazione; - ove possibile, mantenere la continuità delle superfici a verde residue mediante aree di connessione con il territorio rurale.

 Variante 2: prevede l’utilizzo di una superficie che, di fatto, risulta necessaria per la razionalizzazione del flusso dei visitatori della struttura del Centro Didattico Scientifico del Parco. In mancanza di una definita superficie dedicata alla sosta delle vetture, si assisterebbe all’utilizzo disordinato e casuale delle aree poste al margine della strada di accesso, con conseguenti danni ambientali da valutare. Visto il delicato assetto ambientale dell’area, la realizzazione di quanto dovrà:

- verificare che l’area in ambito a rischio idrogeologico-esondazionale e eventuali opere di messa in sicurezza; - utilizzare pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante tecniche di ingegneria naturalistica; - evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili; - limitare e ridurre gli impatti derivanti dalla fase di cantiere.

 Variante 3: riguarda un’area di sosta al margine della S. Provinciale n. 19 in territorio di Tradate, già di fatto utilizzata in modo spontaneo da parte di utenti del Parco. Nella razionalizzazione di una area a parcheggio di fatto già esistente si dovrà:

- utilizzare pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante tecniche di ingegneria naturalistica; - evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili; - limitare e ridurre gli impatti derivanti dalla fase di cantiere;

142 Motivazioni di esclusione dalla procedura di VAS

 Variante 4: prevede la realizzazione di un’area di sosta in Comune di Limido Comasco, al limite del perimetro del Parco e limitrofa all’imbocco di un sentiero con bacheca informativa, sporadicamente già utilizzata a parcheggio libero. Nella razionalizzazione di una area a parcheggio di fatto già esistente si dovrà:

- utilizzare pavimentazione drenante ed a basso impatto visivo, mascheratura e schermatura dell’area mediante tecniche di ingegneria naturalistica; - evitare il naturale ristagno dovuto alla presenza di terreni poco permeabili; - limitare e ridurre gli impatti derivanti dalla fase di cantiere.

 Variante 5: riguarda l’Istituto Missionario Comboniani, inserito in zona di tutela agroforestale generica e parte ambito agricolo invece che in ambito urbano, correggendo un errore di attribuzione.

 Variante 6: riguarda l’Istituto religioso delle Piccole Apostole di Gesù, censito come sito rurale e azzonato in zona agricola ed ambito agricolo, sebbene possa essere riconosciuto invece come infrastruttura sociale privata di interesse collettivo. Tuttavia, data la localizzazione dell’area si dovrà:

- evitare il ristagno dovuto a terreni poco permeabili nell’ambito della ristrutturazione o realizzazione di infrastrutture; - ridurre il più possibile l’impatto visivo per le nuove costruzioni o per interventi di recupero; - limitare e ridurre gli impatti derivanti dalla fase di cantiere; - applicare le indicazioni in termini di rifiuti, uso di fonti energetiche rinnovabili, ove possibile lo sdoppiamento dei collettori delle acque, dotandosi, se non diversamente possibile, di autonomo impianto di depurazione.

143 VERIFICA VAS - VARIANTE DEL P.T.C. DEL PARCO DELLA PINETA DI APPIANO GENTILE E TRADATE

 Variante 7: si riferisce alla struttura sociale gestita dalla Società Cooperativa Sociale Varietà (ONLUS), localizzata nel territorio di Beregazzo con Figliaro (CO), attualmente inserita in zona di tutela agroforestale generica e parte ambito agricolo, mentre dovrebbe essere inserita nelle infrastrutture sociali e private di uso pubblico.

 Variante 8: prevede che l’area naturalistica costituita dal laghetto ex cava denominato Cà Bianca in territorio comunale di Beregazzo con Figliaro (CO). possa entrare nella disponibilità dell’Ente Parco per lo sviluppo di una serie di attività di tipo naturalistico-scientifico, senza pertanto alcuna trasformazione territoriale.

 Variante 9: prevede che l’area naturalistica costituita l’area denominata Laghetto Fornace, localizzata in territorio di Lurago Marinone (CO) possa entrare nella disponibilità dell’Ente Parco per lo sviluppo di una serie di attività di tipo naturalistico-scientifico senza pertanto alcuna trasformazione territoriale.

 Variante 10: prevede esclusivamente modifiche alle NTA del PTC del Parco che non comportano valutazioni e prescrizioni particolari.

Come si evince dai dati progettuali, la variante nel suo complesso interessa un’area di dimensioni ridotte, pari a 40,45 ha (0,084%) di superficie, rispetto alla superficie complessiva del Parco pari a 48.319 ha. Per quanto riguarda il Sito Natura 2000, le modifiche previste dalla variante non ricadono all’interno della ZSC IT2020007 Pineta pedemontana di Appiano Gentile.

Per le considerazioni sopra esposte si ritiene che la Variante del P.T.C. del Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate debba essere esclusa dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

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