Guida rapida alla scoperta dei Paesi lungo la pista ciclopedonale

Pubblicazione promossa dall’Associazione In Cammino verso l’Ecomuseo della Valle e realizzata con l’apporto di Comuni, Associazioni e Volontari della zona INDICE

introduzione Pag. 4 Le potenzialità del cicloturismo 6 La Valle Olona 8 Cenni storici 11 Morfologia 14 Popolazione 19 Patrimonio culturale 24 Industria 26 Fauna e flora 28 La Ferrovia della Valmorea 41 La pista ciclopedonale 46

itinerari 49 50 55 62 71 83 93 100 112 122 Castelseprio 128

2 INDICE itinerari Pag. Gornate Olona 138 144 155 Lozza 161 indirizzi utili 165 trasporti, servizi e altri riferimenti 173 utili tERRAviva 176 appuntamenti principali 179 ringraziamenti 190

Racconti in immagini 192

3 INTRODUZIONE Per chi è nato e cresciuto in Valle Olona, e può contare su un ricco bagaglio di esperienze, è difficile pensare alla zona come qualcosa legato ad altro che non sia l’industria. Per decenni infatti, la zona è stato sinonimo di grande manifattura, arrivando ben oltre confine grazie a una produzione di qualità soprattutto in ambito tessile e cartario. Ancora oggi, con tutto questo ormai diventato un lontano ricordo, le testimonianze sul territorio non mancano e i ricordi sono sempre ben vivi. Tra edifici convertiti, aree abbandonate, progetti di recupero e qualche testimonianza tuttora all’opera, la connotazione industriale della Valle Olona vive un periodo di passaggio pieno di ricordi e rimpianti. Il futuro tuttavia, deve necessariamente andare in altra direzione. Oggi, l’economia industriale da queste parti ha poco da offrire. Per superare il momento difficile è quindi necessaria una svolta. La relativa vicinanza a Milano ha prodotto un incremento del pendolarismo e di conseguenza il rischio impoverimento delle risorse locali, economiche, ma anche sociali. Da qualche anno, anche la grande città non è in grado di garantire oppor- tunità per tutti. Certamente, una difficoltà in più, ma anche l’opportunità per una svolta. Fino a oggi, le potenzialità turistiche della Valle Olona sono sempre state ignorate. Questo, nonostante le risorse non manchino. Al fianco di ricchezze storiche, artistiche e religiose dal grande potenziale richiamo, nei paesi non mancano anche tesori nascosti. All’apparenza piccoli se considerati singolarmente, ma capaci di assumere una dimensione importante se guardati in un’ottica di insieme, se uniti da un filo conduttore grazie al quale esercitare un forte richiamo. Questo filo conduttore esiste praticamente da sempre ed è il fiume Olona. Fino a poche decine di anni fa, tuttavia il corso d’acqua è stato sfruttato solo come risorsa legata all’industria, con il risultato di renderlo uno dei più inquinati d’Italia.

4 Per quanto compromessa, ora la situazione si sta invertendo. Cresce un sentimento di difesa del territorio, desiderio di riappropriarsene e voglia di viverlo nei suoi aspetti più naturalistici. Diversi Amministratori locali hanno raccolto il messaggio e accettato la sfida, con il risultato che la Valle Olona ha intrapreso una delle partite più difficili: ritornare a essere vivibile e diventare un’attrazione. Grazie alla realizzazione delle Pista Ciclopedonale da Castellanza a Castiglione Olona, con l’intenzione di raggiungere la Svizzera proseguen- do lungo la sede naturale al fianco dalla Ferrovia della Valmorea, un’altra sfida importante, oggi questo è già possibile. Percorrendo questi 20 chilometri a piedi o in bicicletta è possibile non solo passare del tempo a contatto con un ambiente dove l’uomo da sfruttatore si è trasformato in alleato e incontrare i risultati tutti da gustare. Soprattutto, è possibile scoprire i paesi sovrastanti al ritmo di una passeggiata. Tanti piccoli, alcuni più grandi, qualcuno molto ricco di storia, altri un po’ meno. Tutti, con in qualcosa di unico da scoprire e da apprezzare. Esattamente quanto si desidera offrire attraverso questa sezione, la versione online di una pubblicazione, un passo del progetto più ambizioso, riunire tutta la ricchezza di questa piccola porzione della provincia di sotto le insegne dell’Ecomuseo della Valle Olona. Tra le tantissime persone ed Associazioni grazie alle quali è stato possibile mettere a disposizione questo materiale, è doveroso citarne espressamente tre: Alberto Pala che, più di ogni altro, ha preso a cuore l’obiettivo ed ha curato la maggior parte del testo, con una dedizione ed una generosità senza pari. Marino Bianchi, il più appassionato fotografo della Valle Olona, che non ha esitato a mettere a disposizione il proprio lavoro per rendere più gradevole la lettura. Infine, l’impagabile Alessia Lazzaretti, grazie alla quale il lavoro di tutti ha potuto letteralmente prendere forma e diventare realtà.

5 LE POTENZIALITA' DEL CICLOTURISMO

Negli ultimi anni, vuoi per il crescente interesse della società verso temi come l’ambientalismo e per la qualità della vita vuoi per la crisi economica, il mercato delle biciclette ha superato a livello quantitativo le vendite delle automobili. Questo fa si che molti aspetti di un territorio vengano influenzati, come per esempio la mobilità, le consuetudini e il turismo. L’attività turistica è condizionata, così tanto da queste nuove tendenze, che nel suo interno si è creato un nuovo settore: il cicloturismo. Nel 2013, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport dichiarava: "Il mercato del cicloturismo in Europa centro-meridionale è stimato intorno a circa 2 miliardi di euro, di cui il 20% in Italia; si tratta dunque di un’area di forza nella quale sarebbe necessario consolidare la posizione di leadership con investimenti specifici”. A fianco dei grandi progetti, come per esempio Greenway Pedemontana, VenTo (Venezia-Torino) o la Ciclovia Olona-Lura, capaci di dare l’impulso decisivo nella creazione di una rete ciclabile nel nord Italia, la Ciclopedonale della Valle Olona può innanzitutto attivarsi per migliorare la propria immagine e progettare la propria connessione con i nodi strategici del territorio. Nonostante un livello di attenzione da parte delle istituzioni a volte incostante, le potenzialità sono grandi, sopratutto per la favorevole posizione geografica di questa infrastruttura in Lombardia. La Valle Olona, tradizionalmente, è stata la congiunzione più immediata tra Milano e la Svizzera e questa

6 caratteristica, con un po’ di volontà, può essere estesa alla ciclopedonale. L’obiettivo è connettarsi in un futuro prossimo con la metropoli di Milano, attraverso le vie ciclabili dell’Ecomuseo del Paesaggio di Parabiago e unendo Castellanza e Legnano con un itinerario favorevole alla mobilità lenta. In questo modo si otterrebbe: un ampio sviluppo del percorso ciclistico avendo l’opportunità di allacciarsi alla rete ciclabile del Parco del Roccolo ed alla ciclabile lungo il Canale Villoresi, un’imponente crescita di popolazione direttamente allacciata alla pista, un rialzo positivo dell’immagine del cicloturismo in Valle Olona e l’avvicinamento del percorso ai trasporti urbani dell’hinterland milanese. In attesa che le istituzioni prendano in carico la situazione l’impresa resta nelle mani di altre realtà interessate, come l’associazione per il progetto Ecomuseo della Valle Olona, già al lavoro per studiare come proseguire. Sul versante geografico opposto, a nord, l’ambizione naturale della via ciclabile della Valle Olona è quella di proseguire verso la Svizzera, costeggiando l’antico tracciato della ferrovia della Valmorea. Il tratto mancante è quello che collega Castiglione Olona con Mendrisio e passerebbe da paesi come , e Stabio. La realizzazione di questa soluzione darebbe ulteriore importanza al tema cicloturistico nella valle. Oltre ad un aumento del numero di utenti, la connessione Castiglione Olona-Mendrisio offre una rilevanza internazionale all’infrastruttura. Per concludere, sarebbe un sogno che la Valle Olona ritorni ad essere il legame tra la Svizzera e Milano che fu nel corso della sua storia. Un corridoio sostenibile che, supportato da politiche idonee, sia un’opportunità di sviluppo turistico per tutto il territorio. Un’occasione economica non indifferente, con importanti dinamiche di crescita (come riconosciuto dal Dipartimento italiano per gli affari regionali, il turismo e lo sport) e con la futura possibilità di far parte della rete ciclistica italiana e transfrontaliera. a cura di Alberto Pala 7 LA VALLE OLONA I 14 Comuni della Valle Olona, inquadrati dalla guida cicloturistica, si relazionano intensamente con la storia locale e di tutto il nord Italia. Precisamente, quest’area si situa nella zona meridionale della Provincia di Varese, in Lombardia. Una Provincia ubicata in una posizione strategica, tra Milano e la Svizzera, spazio prealpino caratterizzato da un’abbon- dante presenza d’acqua e per questo storicamente molto antropizza- ta grazie al grande potenziale produttivo. L’idrografia è intensamente legata alla formazione della frangia delle Prealpi, nella quale la Provincia è inclusa. Le varie glaciazioni e i conseguenti disgeli fecero si che si formasse uno strato di materiali di deposito dalle Alpi fino alla Pianura Padana e il fiume Po. Oggi questi giacimenti appaiono come materiali di argilla e di ciottoli di color rossastro. Tutta questa fascia ondulata si caratterizza inoltre per la scarsa fertilità agricola (Magini, 2004).

Anche per questo motivo, l’incidenza del settore industriale nell’economia della Provincia di Varese è senza dubbio superiore, non solo alla media italiana, bensì anche a quella della Lombardia, la regione più industriale

8 del paese. Comunque, la Provincia presenta una crescita economica in linea con la Lombardia, anche come territorio importante in tema di esportazione, grazie alla vicinanza della Svizzera e alla presenza dell’aeroporto internazionale della Malpensa.

L’ambito selezionato per la guida cicloturistica può essere considerato un piccolo esempio della situazione di tutta la frangia prealpina del nord d’Italia. Una zona molto produttiva economicamente, soprattutto industrialmente, e dove vi è abbondante presenza di risorse idriche. La valle del fiume Olona viene riconosciuta da parte della letteratura come una delle zone incubatrici del processo d’industrializzazione d’Italia durante i primi anni dell’800. Lungo il corso d’acqua, la popolazione ha potuto beneficiare di due fattori intrinseci della zona: la forza motrice del fiume e l’imprenditorialità della gente. Per questo, in molti testi letterari si può trovare la definizione Olona, fiume di civiltà. Le acque sono state necessarie per lo sviluppo, soprattutto, dell’industria tessile, con i cotonifici, le tintorie e le pelletterie. È una valle ricca di storia, nella quale, oltre alla prosperità della rivoluzione industriale, si sono vissute altre importanti tappe della storia. Per le caratteristiche idrografiche e morfologiche descritte, la Valle Olona è stata dall’ età del ferro una zona molto fiorente. Grazie a questo, è presente anche un ricco patrimonio culturale.

Il fiume Olona è l’asse principale dell’ambito. Nasce nelle Prealpi a 548 metri d’altitudine nel territorio della Rasa, si sviluppa sinuosamente

9 per 71 km, scavando la Valle e attraversando la pianura settentrionale milanese, fino a confluire nel fiume Lambro meridionale nel milanese. Dopo la seconda guerra mondiale e con il boom economico, l’Olona è stato tristemente conosciuto come uno dei fiumi più contaminati del nord d’Italia. A partire dagli anni settanta, però, con la crisi dell’industria manifatturiera e le prime opere di risanamento, si è rivelato un importante miglioramento della qualità delle acque (soprattutto a nord) e un nuovo interesse ambientale verso questa zona. Il fiume che nel passato fu la risorsa principale dell’attività manifatturiera, oggi può essere il protagonista di uno sviluppo compatibile con l’ambiente.

In Valle Olona si trovano 14 Comuni: Castiglione Olona, Lozza, Vedano Olona, Castelseprio, Cairate, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Solbiate Olona, Marnate, Olgiate Olona, Lonate Ceppino, Fagnano Olona, Gornate Olona e Castellanza. L’insieme è anche chiamato Ambito del Medio Olona.

10 CENNI STORICI L’Ecomuseo della Valle Olona ha adottato come logo la carta itineraria della Pieve di Olgiate Olona, redatta in occasione della visita pastorale di San Carlo, presumibilmente nel 1582. Il fiume Olona vi appare come l’elemento di raccordo fra le varie comunità sorte lungo il suo percorso, dalle sorgenti in territorio di Varese fino al suo sbocco, a Castellanza, nella valle padana verso Milano.

E così è stato per secoli, accompagnando e favorendo lo sviluppo di molte attività che nell’acqua del fiume Olona trovavano un elemento essenziale mantenendo anche un ruolo nella vita delle famiglie, ruolo ben rappresentato dai lavatoi pubblici distribuiti lungo il suo corso, oggi scomparsi.

Alla tradizionale attività agricola e molitoria si sono aggiunte nel tempo, in particolare a partire dalla seconda metà dell’ottocento, attività

11 industriali che utilizzavano l’acqua sia come forza motrice sia come componente dei processi produttivi: industria della carta, della concia, tintorie e candeggi, cotonifici, in- dustrie meccaniche e, a partire dai primi anni del 900, industrie chimiche.

Lo sviluppo imponente delle attività e la mancanza di una cultura della conservazione del patrimonio naturalistico hanno nel tempo trasformato, specie nel secondo dopoguerra, il Fiume Olona in una grande fogna a cielo aperto: gli isolotti biancastri e le schiume, talvolta colorate, che punteggiavano la superficie del fiume, i miasmi penetranti hanno accompagnato per molti anni il paesaggio del fiume Olona.

La nuova attenzione agli aspetti ambientali che si afferma negli Anni ‘60/70 si trasforma, faticosamente (anche per la necessità di ingenti risorse economiche) in interventi organici volti al risanamento del fiume e più complessivamente alla ricerca di un corretto equilibrio fra sviluppo ed ambiente.

La crisi di importanti settori produttivi insediati lungo il corso

12 dell’Olona a partire dalla seconda metà degli anni 70, se ha creato situazioni critiche sul piano sociale, ha comunque favorito il processo del recupero del fiume con un miglioramento complessivo anche dell’ambiente circostante.

Oggi il percorso del fiume può essere l’occasione di ripercorrere la storia industriale della Valle Olona, punteggiata dagli scheletri delle attività industriali non più attive (per i quali si auspica un progetto di recupero a servizio delle comunità), ma anche di riscoprire la bellezza naturalistica del fiume e la ricchezza di testimonianze storico- artistiche che le varie comunità conservano al loro interno.

Una guida in tal senso vuole anche proporsi come aiuto e stimolo a riscoprire la Valle Olona, la sua storia, le sue bellezze.

a cura di Luigi Roveda

13 MORFOLOGIA La Valle Olona è una zona trasformata dalla naturale erosione prodotta dai ghiacciai e dalla forza dell’acqua. I pianori che si trovano in cima alla valle, paralleli al fiume, possiedono ancora una buona copertura forestale. Sulle pendici si evidenziano le condizioni per uno sviluppo spontaneo del verde e lo scarso interesse che tradizionalmente la popolazione ha avuto verso il mantenimento dell’attività agricola. Le ampie distese boschive oggi lasciano spazio alle aree residenziali, anche nelle terrazze naturali più elevate. Le terrazze intermedie della valle, dove la maggior parte della popolazione si è accomodata, trova un terreno abbastanza fertile e una grande disponibilità d’acqua. Nel tratto nord della valle l’incavo formato dal fiume Olona si fa morfologicamente più sensibile. Il solco è molto stretto e profondo, così da evitare la canalizzazione come accaduto più a sud. La valle presenta un carattere abbastanza autonomo, nonostante le relazioni che questo ambito possiede con le altre zone ai piedi delle Alpi lombarde.

L’ambito generale Valle Olona si può dividere morfologicamente in due zone: l’area settentrionale che va da Vedano Olona fino a Cairate,

14 comprendendo Lozza, Castiglione Olona, Gornate Olona, Castelseprio e Lonate Ceppino e la zona meridionale che comprende i Comuni di Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Solbiate Olona, Olgiate Olona, Marnate e Castellanza. Nella zona settentrionale troviamo la valle tipica morenica, mentre che trascorrendo verso sud questa si trasforma lentamente in una pianura secca (Corna Pellegrini, 1969).

Questo territorio si può considerare come un ambito unico per molteplici fattori antropici. Di particolare importanza, erano all’inizio dell’espansione industriale i processi di urbanizzazione moderna che portarono ad avere aspetti demografici, sociali ed economici omogenei. Oltre a ciò, risulta molto rilevante per la giustificazione dell’ambito la comune attitudine di convergenza o gravitazione di una parte degli abitanti verso le località centrali di Milano e Varese (Corna Pellegrini, 1969).

15 Anche storicamente la Valle Olona fu identificata come un insieme di 12 Comuni, da Castiglione Olona fino a Castellanza, che seguendo la linea naturale della valle è l’ultimo municipio varesino prima di entrare nella Provincia di Milano. Questo viene perfettamente rappresentato dalla mappa di viaggio di Carlo Borromeo del 1538. Nell’immagine il fiume viene disegnato come un profondo taglio che divide il paesaggio in due frange d’insediamento opposte (Introini e Zibetti, 1998). L’itinerario di Carlo Borromeo identifica la Valle Olona senza tener conto di Vedano Olona e di Lozza, i due Comuni più settentrionali dell’ambito considerato in questa guida.

Il piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera il concetto di paesaggio allo stesso modo della Convenzione Europea del Paesaggio: "Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così com’è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”e, per questo, valutando gli aspetti naturali, antropici e normativi, individua nella sua divisione paesaggistica della Provincia di Varese, l’ambito 3 Ambito Medio Olona. Questo insieme comprende anche il grande municipio di che geograficamente si ubica a ovest di Castellanza.

16 Estraneo al percorso seguito dalla pista ciclopedonale, il Comune presenta caratteristiche territoriali, demografiche, sociali e economiche molto differenti da tutti gli altri 14 paesi. Busto Arsizio è una città di 80.251 abitanti (ISTAT, 2012) e di 30,27 kmq, con attività produttive molto importanti, il settore servizi molto sviluppato e delle infrastrutture che connettano perfettamente il Comune con l’hinterland milanese. Invece, tutti gli altri Comuni dell’ambito scelto hanno una popolazione che va dai 1.200 abitanti, di Lozza e Castelseprio, fino al massimo di 15.000 abitanti di Castellanza, e tutti i paesi hanno una superficie inferiore agli 11,31 kmq di Cairate.

È molto interessante l’identificazione della Valle Olona che propone anche la Camera di Commercio di Varese nel 2004. Questo organo identifica

17 14 Comuni, nella quale unica differenza tra la selezione dell’ambito identificato dall’istituto e l’ambito selezionato per la nostra guida è la presenza del Comune di Malnate e l’assenza del Comune di Vedano Olona (Magini, 2004).

Come si può intuire, dalla revisione dei testi consultati, la selezione dell’ambito è stata complessa, risultando molto complicato scegliere il limite nord della Valle Olona. Se per l’estremità sud, tutti i testi descrivono comunemente che il limite geografico, morfologico e socio-demografico come Castellanza, al nord, il limite non risulta ugualmente chiaro. Molti documenti, soprattutto storici, si limitano a considerare la Valle Olona come la zona da Castellanza a Castiglione Olona (Introini e Zibetti, 1998), altri più geografici includono Lozza e Vedano Olona (Corna Pellegrini, 1969) e altri ancora aggiungono anche Malnate (Magini, 2004).

Malnate a differenza del resto dei Comuni non partecipa a nessun piano sovracomunale della Valle Olona, al contrario, collabora con il piano sovracomunale della Valle Lanza.

a cura di Alberto Pala

18 POPOLAZIONE

I 14 Comuni considerati hanno una popolazione totale di 97.529 abitanti che si distribuiscono in una superficie totale di 85,48 kmq. L’insieme dei Comuni crea un sistema omogeneo di nuclei urbani che distano tra i 2-3 km. Tutti questi sono uniti linearmente da nord a sud dal fiume Olona che rappresenta l’asse principale di articolazione di questo territorio. Un comportamento peculiare della Valle Olona è la complementarietà che esiste tra le distinte aree d’insediamento, presentandosi come differenti quartieri di un’unica città. Le ottime connessioni tra i Comuni sono il risultato di un’ordinazione territoriale molto più integrata rispetto a quando l’unica fonte di vita del territorio era l’agricoltura (Corna Pellegrini, 1969).

Nel 2011 (ISTAT), il tasso di disoccupazione nell’ambito della Valle Olona fu del 7,61% contro l’11,42% dell’Italia. Inoltre le percentuali di

19 disoccupazione dell’ambito selezionato sono in linea con quelli della Provincia di Varese (7,40%) e della Lombardia (6,83%). Fino al 2010, tutti i comuni, meno Castellanza, hanno avuto un’evoluzione demografica progressiva. Questo fenomeno è strettamente relazionato con le attività economiche del territorio.

La presenza di boschi, fece si che l’agricoltura non ebbe mai un ruolo importante nel territorio della Valle Olona. Attualmente, lo sviluppo

agricolo più comune è la coltivazione diretta di piccole aziende agricole con proprietà inferiori ai sei ettari di terra. Quasi non si possono considerare aziende, ma piccoli proprietari agricoli che si dedicano parzialmente al settore primario.

Le attività industriali in Valle Olona, invece, non sono solamente d’interesse locale, poiché la storia dell’industria in quest’area è stata

20 una delle più significative dell’intero paese (Corna Pellegrini, 1969). Storicamente, l’industria che ha avuto maggior esito, in relazione con il fiume Olona, è stata quella del settore tessile. I cotonifici, in particolare, approfittarono di queste aree per sviluppare le proprie attività, così da inaugurare una nuova infrastruttura durante i primi del ‘900. Il treno della Valmorea, inaugurata nel 1904, connetteva tra loro tutti i comuni della valle e collegava questo territorio con la Svizzera. Il suo tracciato proseguiva parallelo al fiume Olona e si convertì presto in un asse strutturale d’importanza equiparabile al fiume.

Ancora oggi l’attività industriale è quella che attualmente prevale chiaramente su tutte le altre attività economiche dell’ambito della Valle Olona. Secondo il Censimento del 2001, il 59% dei lavoratori della valle sono impiegati nell’industria (ISTAT, 2001). Se anteriormente il settore tessile e, particolarmente il cotone era il prodotto più elaborato, attualmente le industrie di questa regione si dedicano principalmente al trattamento di prodotti chimici, plastici e della carta. Il settore della plastica ha creato un vero e proprio cluster di piccole e medie imprese

21 nella valle e soprattutto attorno a Castiglione Olona, arrivando a coniare la definizione di plastic valley. Il cambio di prodotti trattati fa si che sia aumentato significantemente il numero di attività a Rischio di Incidente Rilevante (RIR). Le funzioni specializzate che si sviluppano nella regione della Valle Olona si relazionano quasi esclusivamente al settore industriale, mentre che i professionisti del settore terziario producono spostamenti pendolari verso Milano, Varese o la Svizzera. L’aumento demografico che si è prodotto fino al 2010 è stato favorito non solo dalla disponibilità di lavoro nel settore industriale, ma anche per lo sviluppo dell’edilizia e per le condizioni di vita favorevoli.

Le attività del settore terziario in questo territorio non hanno percentuali di occupazione molto alte, gli impiegati nel commercio sono il 13,27%, i professionisti il 6,79%, gli impiegati nella sanità il 3,25%, nell’istruzione lo 0,15% nell’accoglienza turistica e ristorazione solamente il 2,60%. I servizi generali sono più concentrati a Castellanza, dove si trova la sede dell’università LIUC, i distretti di educazione superiore e gli unici ospedali dell’ambito. Per questo, con l’eccezione di Castellanza, si può considerare che il settore terziario in quest’area ha quasi esclusivamente una funzione locale e non rappresenta, se non straordinariamente, un servizio per i territori esterni.

Nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, relativamente alla situazione socio-economica della Medio Valle Olona spicca la mancanza

22 assoluta di fattori riguardanti lo sviluppo turistico, mentre in gran parte dell’Europa il turismo rurale è cresciuto come fattore d’ingresso economico diversificante e come ottimizzatore delle potenziali risorse endogene (García, 1996).

Nell’ambito selezionato per la guida cicloturistica ci sono 266 aziende che si dedicano all’ospitalità e alla ristorazione (SISEL, 2011). Su tutti, il Comune di Castellanza nel quale tra i suoi limiti amministrativi stanziano ben 69 imprese dedicate all’attenzione turistica. I dati del SISEL (2011) mettono in evidenza come in Valle Olona siano presenti 25 hotel con una disponibilità totale di 1.334 posti letto. La realtà presenta un netto sbilanciamento. Nei quattro Comuni (Castellanza, Solbiate Olona, Olgiate Olona e Fagnano Olona) più vicini all’autostrada A8 e meglio connessi con Milano, si trovano 16 hotel con 1.270 posti letto. In tutti gli altri dieci Comuni solamente si trovavo nove hotel aventi una disponibilità totale di 64 posti letto. In alcuni Comuni, come Castelseprio (sede di un sito Unesco), non vi è nessun servizio alberghiero. Prima di questa iniziativa, In quest’area del varesotto lo sviluppo turistico non è ancora considerato come un’opportunità per ampliare la diversificazione economica del territorio, nonostante la ricchezza di patrimonio culturale, naturale e industriale.

a cura di Alberto Pala

23 PATRIMONIO CULTURALE Il più importante patrimonio culturale del territorio preso in considerazione è il parco archeologico di Castelseprio-Torba, che conserva una parte dell’insediamento fortificato tardo-romano e che fu riutilizzato dai Longobardi. Il complesso fu dichiarato, in compartecipazione con altri siti archeologici italiani nel contesto seriale Italia Longobardorum, Patrimonio Mondiale Unesco nel 2011 come testimonianza del passaggio Longobardo in Italia.

Nel recinto si trovano le costruzioni militari (Castrum), la Basilica di San Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Paolo, la cascina di San Giovanni e la zona anticamente abitata. Fuori dalle mura c’è la Chiesa di Santa Maria Foris Portas con i suoi affreschi del VI secolo e il Monastero di Torba che è l’unico elemento situato fuori dai limiti amministrativi di Castelseprio. Questo edificio del V secolo si ubica nella frazione di Torba che appartiene amministrativamente a Gornate Olona.

Oltre a questo patrimonio d’interesse internazionale, nella Valle Olona, si trovano altre testimonianze storiche. Come spesso accade, i monumenti archeologici più numerosi sono quelli religiosi. Tra le decine di luoghi di culto di alto valore storico-architettonico e le varie chiese patronali, risaltano il Monastero di Cairate, la Collegiata di Castiglione Olona, il Santuario della Madonnetta di Gornate Olona e la Chiesa di San Michele nella frazione di Gornate Superiore (Castiglione Olona). Nei comuni della Valle Olona, però, si conservano anche molti resti della storica prosperità di questo territorio. Per esempio, il Castello Visconteo di Fagnano Olona, la Villa Carminati Brambilla di Castellanza, la Villa Greppi Gonzaga di Olgiate Olona,

24 il Bunker di Marnate e la Torre Colombera di Gorla Maggiore.

Anche nei Comuni ci sono alcuni borghi incantevoli come per esempio il centro storico di Lozza, le frazioni di Caronno Corbellaro e Gornate Superiore a Castiglione Olona. Quest’ultimo è descritto, per il celebre scrittore Gabriele D’Annunzio, come L’isola di Toscana in Lombardia, contrapponendo la fama turistica toscana con il ruolo industriale della regione lombarda.

a cura di Alberto Pala

25 INDUSTRIA Se il patrimonio culturale della Valle Olona è abbastanza ricco, il patrimonio industriale in questo territorio è anch’esso quantitativamente molto elevato. Ciò è dovuto al forte sviluppo economico che è avvenuto dal ‘700 lungo le sponde del fiume. Per questo motivo ancora oggi si trovano molti mulini e cascine costruite prima della rivoluzione industriale quando ancora l’agricoltura aveva un ruolo importante sul territorio. Tra ‘800 e '900 le infrastrutture nella regione si moltiplicano esponenzialmente e oggi possiamo apprezzare sia patrimoni industriali conservati e valorizzati sia beni industriali dismessi e abbandonati. Esempi molto positivi sono la valorizzazione dell’antica linea ferroviaria della Valmorea con i suoi caselli e l’ex cotonificio Cantoni di Castellanza, oggi sede dell’università LIUC. Vi sono molti altri beni di archeologia industriale in attesa di un nuovo destino, ma che nonostante ciò non sono di minor interesse estetico e culturale. Numerose le aziende che si dedicarono all’elaborazione del cotone (Cotonificio Ponti di Solbiate Olona, Cotonificio Enrico Candiani di Fagnano Olona, Cotonificio Schoch/Milani di Castiglione Olona e Cotonificio Luigi Candiani di Olgiate Olona), della carta (Cartiera Vita & Mayer di Cairate e Cartiera Crespi di Castiglione Olona) e della plastica (Mazzuchelli di Castiglione Olona).

26 Di notevole interesse i mulini (alcuni solo resti) che percorrono tutta il fondovalle dell’Olona. Le testimonianze più interessanti sono indubbiamente il Mulino Taglioretti di Lonate Ceppino, il MulinoBosetti/Solmoiraghi di Fagnano Olona e il Mulino del Sasso di Olgiate Olona.

Spesso i mulini erano usati sfruttando la forza del corso d’acqua estremamente regolare nel corso dell’anno, per macinare il grano. Un cereale che era prodotto nelle superfici pianeggianti in cima alla valle. In queste posizioni strategiche, ancora oggi possiamo apprezzare le cascine e i vari patrimoni rurali della Valle Olona. A Castelseprio si trovano la Cascina Ronchè e la Cascina Brughiera, a Vedano Olona la Cascina Ronco, a Gornate Superiore, frazione di Castiglione Olona, la magnifica Cascina Colombera e molte altre ancora.

a cura di Alberto Pala

27 FAUNA E FLORA

Un territorio ricco di insediamenti umani e industriali quale la valle dell’Olona, contrariamente a quanto si possa credere, presenta un ecosistema con numerose varietà di piante, fiori e fauna, che può stupire persino chi la frequenta abitualmente.

Nei pendii che scendono verso il fiume prevalgono le brughiere caratterizzate principalmente dalla presenza massiccia di alberi di robinia e di arbusti come il ciliegio tardivo, il nocciolo, la fusaggine (detta anche berretto da prete, per via della particolare forma che hanno i frutti), il sambuco e il biancospino, mentre sono poche le specie di alberi che formavano le antiche foreste planiziali, tra questi querce, faggi, pioppi, salici, platani ed ontani. Questi ultimi, caratteristici degli

28 ambienti umidi, sopravvivono in discreto numero lungo le rive del fiume.

Ma è il sottobosco che stupisce per la molteplicità delle specie di fiori presenti: a iniziare dal tardo inverno, verso la metà di febbraio, quando il terreno a volte è ancora ricoperto dalla neve, spuntano i primi bucaneve. Spesso, in concomitanza fiorisce un’altra delicata campanula,

29 il campanellino. Insieme formano delle macchie bianche che colorano l’ancor brullo suolo del bosco. A ravvivarlo ulteriormente ci pensano subito dopo i vivaci fiori azzurro/blu della scilla bifolia che fioriscono in grande quantità, creando uno spettacolare colpo d’occhio, spesso puntellato dal giallo delle primule.

Con l’avanzare della stagione compaiono altri caratteristici fiori del sottobosco a iniziare dal dente di cane dal colore rosa, qualche volta confuso erroneamente col ciclamino (anch’esso fiorisce, ma in pochi angoli della valle, nella tarda estate inizio autunno). A far compagnia al dente di cane nello stesso periodo, spuntano i numerosissimi fiori bianchi dell’anemone nemorosa, accompagnati a loro volta dalla pervinca dal colore blu-porpora. Questi, insieme ai precedenti, formano bellissime tavolozze colorate nel sottobosco che nel frattempo ha iniziato a prendere colore grazie all’erba novella in crescita.

30 L’anemone nemorosa o bianca non è l’unica ranuncolacea che fiorisce in valle. In pochi altri luoghi si ha la possibilità di osservare altre due specie della famiglia: l’anemone gialla e l’anemone epatica dal colore viola, che a differenza della bianca fioriscono con pochi esemplari. Un altro ranuncolo, il favagello anch’esso di colore giallo cresce lungo le rive del fiume in discreta quantità.

A primavera inoltrata appare la falsa ortica macchiata che con i suoi numerosi fiori color porpora ricopre boschi e sentieri. Nello stesso periodo lungo i sentieri della valle Olona si diffonde un intenso odore: si tratta dell’aglio orsino che fiorisce in grande quantità. In minor numero spuntano i bianchi fiori dei mughetti e dell’ornithogallum umbellatum, comunemente chiamato latte di gallina. Negli incolti e al margine dei boschi nello stesso periodo si possono osservare i delicati fiori della rosa canina, che molto spesso fanno compagnia alle belle fioriture del

31 biancospino e della robinia che imbiancano letteralmente i pendii. Anche la stellaria con i suoi minuscoli fiori bianchi ricopre vaste zone di bosco.

La primavera è dunque la stagione più propizia per effettuare passeggiate lungo la pista ciclopedonale o i sentieri dei boschi della valle favoriti anche dal clima gradevole. Ma anche l’estate ha le sue attrattive: a iniziare dai bellissimi iris gialli che crescono lungo i luoghi umidi e in altri creati artificialmente dall’uomo (come il laghetto della fitodepurazione di Gorla Maggiore) dove è possibile ammirare anche i bellissimi fiori delle ninfee e i gialli fiori dei nynphoides peltata.

Nella bella stagione molti fiori puntellano i prati come le comuni margherite, i cardi (in pochi luoghi fiorisce anche il meno comune cardo dei lanaioli) e le bianche ombrellifere che spesso ricoprono estese zone. Verso la fine della stagione appaiono in grande quantità lungo le rive del fiume i fiori color porpora dell’impatiens glandulifera chiamata anche non mi toccare, in quando se toccati i suoi frutti esplodono proiettando tutt’intorno a grande velocità i semi. E’ una pianta originaria dell’Himalaya, importata in Europa a scopo ornamentale. Un’altra pianta importata, questa volta dall’America del Nord, che fiorisce nella tarda estate è il topinambur dai grandi fiori gialli simili a margherite giganti. I cespugli della bardana, invece si colorano di porpora, i frutti appiccicosi

in autunno diventeranno compagni indesiderati per chi avrà la sventura di sfiorarli appena. Molti altri fiori colorano la stagione più calda dell’anno.

L’autunno in Valle Olona oltre ai suoi tipici caldi colori, porta alla maturazione frutti e bacche, regalo gradito sia per noi sia per molte specie di animali. Sono presenti inoltre, parecchie varietà di funghi,

33 alcune anche commestibili. Sicuramente la più comune è la mazza di tamburo, ma anche i chiodini sono presenti con numerose specie.

Infine l’inverno che, pur non avendo fiori colorati da esibire, ha un fascino tutto suo. Lo si può apprezzare compiendo passeggiate nelle fredde mattine osservando le fantasiose e suggestive creazioni simili a gioielli che a volte una brinata sa offrire. La suggestione aumenta se la passeggiata avviene durante una nevicata, dove il paesaggio tutt’intorno sembra

essere avvolto in un bianco e ovattato silenzio rotto solo dal cinguettio di qualche uccello.

I boschi e i prati della valle offrono, infatti, casa e rifugio a numerose specie di animali, dagli uccelli ai piccoli mammiferi agli invertebrati. Molte sono le specie animali presenti in valle, alcune facilmente visibili. Altre, per le loro abitudini notturne unite alla diffidenza nei confronti dell’uomo, non sono osservabili facilmente, se non per pura casualità o attraverso lunghi appostamenti derivati da una buona conoscenza della specie che si vuole osservare.

I più numerosi sono gli invertebrati che comprendono numerose famiglie: i lepidotteri (farfalle) i coleotteri e gli aracnidi sono presenti con un

34 cospicuo numero di varietà, anche se purtroppo in questi ultimi anni sono diminuiti di molto. Addirittura, alcune specie prima comuni sono diventate rare se non addirittura scomparse. Anche la famiglia degli odonati è ben rappresentata dalle numerose libellule a partire dalle piccole damigelle ai grossi anax imperator che volano costantemente sopra gli specchi d’acqua e lungo gli argini del fiume alla continua ricerca di prede. Gli anfibi sono anch’essi presenti con la rana verde, la raganella (seppur in misura minore) la rana agile, il rospo comune, il rospo smeraldino. La loro presenza è spesso segnalata dal gracidare che nelle notti di primavera e inizio estate si ode nei pressi degli specchi d’acqua che li ospitano. Nelle stesse acque nuotano anche tartarughe che però non sono autoctone, ma sono specie acquistate e poi abbandonate. La più frequente e avvistabile è la tartaruga dalle orecchie rosse. Anche i tritoni e le salamandre, in particolare quella pezzata vivono nella valle dell’Olona.

35 Non mancano neppure i rettili, il più comune è senz’altro il biacco (lungo fino 160/170 cm). Gli fanno compagnia anche il saettone e la biscia dal collare, rettili comunque non velenosi e innocui, anche se a volte quando molestati possono mordere, in particolare il biacco.

Nelle acque del fiume vivono anche diverse specie di pesci e numerosi sono anche gli uccelli molti dei quali stanziali, pertanto visibili tutto l’anno, mentre altri sono presenti solo in determinate stagioni.

Tra gli stanziali e nidificanti il più grosso è l’airone cenerino, oramai visibile con numerosi esemplari in tutta la valle, nidifica in colonie (le garzaie), che utilizza per diversi anni di seguito. Comunissimi sono i germani e le gallinelle d’acqua, mentre più rare e localizzate sono le folaghe. Da qualche anno è comparso qualche esemplare di tuffetto, mentre anche a qualche coppia di martin pescatore presente lungo il fiume, fanno compagnia le ballerine bianche e gialle.

36 Nei boschi, oltre agli onnipresenti merli, vivono molte specie di uccelli. Tra questi, varie specie di picchio dal rosso maggiore al verde, al muratore. Tra gli uccelli di piccole dimensioni i più comuni sono i codibugnoli, le capinere, lo scricciolo, il pettirosso, i vari tipi di cince: dalla cinciallegra alla cincia bigia, alla cinciarella, il fringuello e il cardellino.

Nei mesi estivi è possibile osservare anche qualche esemplare di nitticora, un piccolo airone, che giunge da noi nel mese di aprile per ripartire a settembre. Un altro ardeide, l’airone bianco maggiore è presente nel periodo invernale. Quelle elencate sono le più comuni e avvistabili, ma molti altre specie di uccelli vivono in valle.

Sono presenti anche i rapaci sia diurni sia notturni. Tra questi il più comune è il gheppio, piccolo rapace visibile spesso mentre esegue lo spirito santo che consiste nel rimanere fermo in osservazione a mezz’aria. Altri rapaci diurni presenti sono la poiana, lo sparviero e in estate qualche esemplare di lodolaio. In alcune zone della valle, in particolare presso grosse discariche, vivono anche numerosi nibbi bruni. Tra i notturni, frequente è la civetta, ma sono presenti anche esemplari di allocco e gufo comune. Minore presenza fa registrare il barbagianni.

Gli alberi dei boschi sono la casa anche per molti piccoli mammiferi, molti dei quali di abitudini notturne. Questo fa si che la loro presenza spesso sia sconosciuta ai più. Numerose sono infatti le famiglie di ghiri, che vivacizzano le notti nei boschi della valle, in compagnia di un altro piccolo gliride: il moscardino chiamato anche topo delle nocciole, mentre è più avvistabile il simpatico scoiattolo rosso.

Scendendo dagli alberi e spostandoci nei campi sono numerose le specie di topi che li abitano oltre alle talpe. Non mancano anche i conigli selvatici e le lepri (in particolare le minilepri). Nel fitto dei boschi vivono anche alcuni esemplari di capriolo, a volte può succedere di riuscire ad

37 avvistarli al mattino presto quando escono a pascolare nei campi.

Anche qualche esemplare di tasso vive nella valle dell’Olona, mentre al vertice della catena alimentare si pone la volpe rossa, presente con numerosi esemplari in tutta la valle.

Non resta, quindi, che intraprendere una passeggiata, anche breve, lungo il percorso ciclopedonale, o in uno dei tanti sentieri dei boschi che lo costeggiano per immergersi nel piccolo patrimonio verde della Valle Olona: sicuramente regalerà belle emozioni.

a cura di Marino Bianchi

38 39 40 LA FERROVIA DELLA VALMOREA Si inizia a parlare di una ferrovia lungo la Valle dell’Olona alla fine dell’800, quando i primi stabilimenti per la fabbricazione della carta e numerosi opifici in cerca d’acque pulite e abbondanti, si insediano lungo il corso superiore dell’Olona.

Nel febbraio del 1900, viene presentato il progetto per una linea a binario unico che si stacca dalla Novara Seregno all’altezza di Castellanza per raggiunge la località di Cairate-Lonate Ceppino. Il 16 gennaio 1902, il Decreto Reale n°21, firmato dal Re Vittorio Emanuele III, approva la costruzione della linea ferroviaria. La Castellanza Cairate– Lonate Ceppino viene inaugurata il 18 luglio 1904. Nelle intenzioni dei progettisti si tratta del primo tronco di una ferrovia che collegherà il Varesotto a Mendrisio risalendo il corso dell’Olona e quello del Lanza.

1 41 La ferrovia viene prolungata di 20 chilometri e dodici anni dopo le rotaie raggiungono il Confine italo–svizzero all’altezza della piana di Santa Margherita, nel comune di Stabio. Il Governo Federale Elvetico, che il 28 giugno del 1906, si era

pronunciato favorevolmente sul progetto di un collegamento transfrontaliero, nell’aprile del 1916 firma la Concessione per l’esercizio della linea in territorio elvetico.

I lavori per la tratta Mendrisio–Confine si concludono nel 1926 e il 28 giugno di quell’anno viene inaugurata la linea che collega Castellanza a Mendrisio. La ferrovia transfrontaliera ha una vita brevissima: la scarsità dei viaggiatori e l’impossibilità di sviluppare adeguatamente il servizio merci (per la scelta delle autorità italiane di non sottoscrivere un trattato tra i due Paesi che regoli i traffici commerciali lungo la linea) fa si che dal 2 maggio cessino di viaggiare i treni tra l’Italia e il Canton Ticino. Dal 1° giugno 1928 la stazione di Valmorea diventa il nuovo capolinea. Perso il carattere di un collegamento Internazionale, la ferro- via della Valmorea diviene antieconomica per le Ferrovie Nord Milano che le gestiscono. L’azienda è costretta ad accollarsi gli oneri di un servizio viaggiatori praticamente inesistente. Il servizio viaggiatori viene 42 soppresso nel 1952. Rimane il movimento merci, che permette la circolazione di numerosi convogli diretti alle cartiere ed alle industrie chimiche di Cairate e Castiglione Olona.

Alla metà degli anni settanta la prima crisi energetica e quella del settore della lavorazione della cellulosa portano alla smobilitazione dei grandi complessi cartari di Cairate, Lonate Ceppino e Vedano Olona. Di conseguenza le F.N.M. dichiarano la cessazione del servizio merci. L’ultima tratta verso Castellanza viene effettuata il 16 luglio 1977.

Passano anni in cui tutto sembra dimenticato da tutti, l’infelicità̀ e la tristezza regnano sulla ferrovia abbandonata. La linea viene ingoiata dalla natura: la vegetazione ricopre i binari e gli alvei dei fiumi e torrenti cambiano il loro tracciato naturale, facendo smottare i terrapieni e lasciando in alcuni punti i binari sospesi nel vuoto. Nonostante ciò si susseguono gli incontri ed i progetti per recuperare ed elettrificare la vecchia linea in territorio italiano.

Nella parte svizzera la linea, declassata al solo servizio merci e trasformata in raccordo industriale, non viene mai abbandonata. Alla fine del Novecento inizia ad essere recuperata al traffico viaggiatori,

43 come servizio turistico. Durante il 1989 l’Ente Turistico del Mendrisiotto e Basso Ceresio fanno viaggiare le prime vaporiere nel breve tratto ferroviario tra Mendrisio e il Confine.

Nel 1993 il Club del San Gottardo, un’associazione di appassionati di ferrovie storiche nata nel Ticino alla fine degli anni Settanta, si accorda con le Ferrovie Federali Svizzere per gestire il servizio dei treni turistici da Mendrisio a Stabio. Nasce l’idea di aprire il vecchio cancello doganale e proseguire con il treno, anche solo per pochi metri, nel territorio italiano.

Il 12 settembre 1993, durante la manifestazione Treno senza frontiera il vecchio cancello si apre, permettendo lo sconfinamento di due convogli. Vengono percorsi solo pochi metri in territorio italiano, ma da quel giorno inizia il recupero della vecchia linea. Anno dopo anno il lavoro dei volontari svizzeri ed italiani, il supporto degli Enti territoriali, i finanziamenti di Regione Lombardia, Province di Como, Varese, e F.N.M. permettono di riconquistare chilometri di linea.

L’ultima tappa è stata l’inaugurazione della stazione di Malnate Olona, il 12 maggio 2007. Attualmente la ferrovia della Valmorea è percorribile da Mendrisio a Malnate Olona. Sono 7,5 chilometri di rotaia. Tutti quelli in territorio italiano sono stati completamente ristrutturati.

Dopo l’inaugurazione di Malnate Olona, l’associazione Amici della Ferrovia Valmorea sta lavorando per riportare il treno a Castiglione Olona, nel Contado del Seprio, fino a Castellanza.

a cura di Marco Baroni

e Associazione Amici della Ferrovia Valmorea

45 LA PISTA CICLOPEDONABILE Nella primavera 2006 vedeva la luce il primo risultato di un importante progetto, coltivato da anni e destinato a realizzare quello che per molti era ormai diventato un sogno dopo anni di annunci, smentite, rinvii e rettifiche. A Solbiate Olona veniva infatti ufficialmente inaugurato il primo tratto della Pista Ciclopedonale della Valle Olona. Un percorso destinato a unire Castellanza a Castiglione Olona, pensando in futuro a raggiungere anche la Svizzera, interamente destinato a pedoni e ciclisti, per buona parte disegnato a fianco dello storico tracciato della Ferrovia

della Valmorea. Un tracciato spesso a ridosso di case, industrie e strade principali in questa prima fase, tuttavia sempre a stretto contatto con la natura e il fiume in modo particolare, presto diventato meta abituale dagli abitanti della zona e capace nel tempo di attrarre frequentatori in un raggio d’azione crescente. Soprattutto, quando nel 2009 a Fagnano Olona veniva di fatto inaugurata l’opera nel suo insieme, con l’estensione fino alla stazione di Castiglione Olona. Oggi la Pista ciclopedonale della Valle Olona si sviluppa su quasi venti

46 chilometri e per tantissime persone non ha più segreti. A piedi, di corsa o in bicicletta, in ogni ora della giornata e in ogni giorno dell’anno è sempre possibile incontrare qualcuno lungo il tracciato e con il corso degli anni si è rivelata anche uno stimolo importante per lo sviluppo di importanti punti di attrazione. Oltre alle numerose testimonianze storiche e religiose che vi si affacciano, sono tantissime le testimo- nianze della vita sociale del secolo scorso, dall’archeologia industriale, fino ai resti dei numerosi mulini sopravvissuti. Oltre naturalmente alla compagnia pressochè costante della Ferrovia della Valmorea.

L’intero tracciato è percorribile senza fatica con una bicicletta approntata per lo sterrato. L’unica attenzione è da riservare agli attraversamenti con la viabilità ordinaria, anche se sempre ben segnalati non sempre rispettati dai mezzi a motore. Nonostante la presenza di divieti non è inoltre raro incrociare moto o addirittura qualche autovettura (non solo di servizio).

Il percorso rappresenta una valida idea per trascorrere una piacevole giornata in bicicletta, in attesa della conclusione di un progetto ancora più ambizioso, quello di arrivare fino a Mendrisio, in Canton Ticino. Lungo il percorso sono inoltre approntate diverse aree per la sosta e sono presenti diverse possibilità di ristoro, oltre che spunti per visite a monumenti o reperti storici. In prossimità di quasi tutti i paesi infine, non mancano collegamenti ciclopedonali diretti con l’abitato, utili a scoprire tanti piccoli segreti nascosti in questi paesi ricchi di storia affacciati sull’Olona.

a cura di Giuseppe Goglio

48 ITINERARI La pista ciclopedonale della Valle Olona inizia a Castellanza, nei pressi della vecchia stazione Ferrovie Nord, all’incrocio tra Corso Giacomo Matteotti (S.S.33 del Sempione) e via Piave. Più precisamente, qua si trova il cartello stradale con l’indicazione, dove inizia anche il conteggio chilometrico. Il vero inizio è un centinaio di metri circa più avanti sulla via Isonzo, segnalato da un cartello della Provincia di Varese, che ha curato la realizzazione. Il contesto è però subito quello della viabilità secondaria, con il passaggio di poche macchine. Da tenere comunque presente che fino a Olgiate Olona, alcuni tratti seguono la viabilità ordinaria ed è quindi necessaria la dovuta attenzione al traffico, per quanto ridotto.

49 50 nel 1886,simboli principalidelperiodo industrialechehacontrassegnato simili, tracui ilFrancescoTurati nel1875,el’IndustriaMeccanica Ponti dell’attuale città,ilCotonificio Cantoni,cuiseguirannoaltrestrutture l’archivio diBustoArsizio. Piùdirecente,nel1845,sorgeunodeisimboli La testimonianzarisiede inunapergamenaoggiconservatapresso Risale al1361laprimanotizia storicasulleoriginidiCastellanza. ospedaliere alserviziodiunavastaareacircostante. universitaria volutadallaConfindustrialocale,edalleduecliniche importante pereffettoanchedellapresenzaLIUC,sede Alto Milanese,pianuraPadanaeValleOlona.Unaposizioneresa importante centronevralgicodiquestazonaacavallotraVaresotto, collegamenti stradali,autostradalieferroviari,Castellanzaè in posizionestrategica,lungoladirettricedelSempioneerelativi infatti, presentadiversecaratteristicheinteressanti.Oltreatrovarsi scoperta dellacittadina.IlcentroabitatopiùgrandeValleOlona, Prima diiniziarel’escursionesipuòdedicareilgiustotempoalla CASTELLANZA

CASTELLANZA a lungo la vita locale. Nel 1900 invece, nasce lo stabilimento chimico Ignazio Sales, nel 1928 divenuto Montecatini, la cui eredità è ben visibile poche centinaia di metri oltre al passaggio a livello in disuso, di fianco al cimitero. Castellanza si è ritagliata un piccolo ruolo anche nella storia moderna della grande distribuzione. Qua, infatti, è stato aperto il primo supermercato della

catena Standa-Montedison nel 1971. Diversi i luoghi di richiamo dal punto di vista storico e artistico. Sede del Municipio è il centrale Palazzo Brambilla in Corso Matteotti. Dall’inizio della ciclabile, si attraversa il vecchio passaggio a livello e si prosegue in direzione Legnano per poche centinaia di metri. Progettato nel 1789, contiene anche importanti opere pittoriche, tra cui il Giuramento di Pontida, realizzata da Giuseppe Castellani. Di fronte a Palazzo Brambilla, a pochi passi dall’inizio della Pista

51 Ciclopedonale, l’Ex Cotonificio Cantoni, oggi sede dell’Università Carlo Cattaneo LIUC, occupa un ruolo prevalente in città, sia per gli spazi sia per la vita sociale. Fondato nel 1845, il Cotonificio è stato riedificato tra il 1902 e il 1905, suddiviso in due parti. La monumentale filatura con gli edifici circostanti è stata riutilizzata dal 1989, mentre l’ex reparto tessitura, abbandonato nel 1988 resta tuttora in condizioni di avanzato degrado. Basta poi spostarsi 50 metri sulla sinistra pertrovare la Chiesa di San Giulio, in stile romanico-lombardo risalente al 1386. Restaurata in più occasioni, si fa notare grazie a un campanile alto 93 metri. Imboccando via Rimembranze fino al termine, girando a destra su via Don Luigi Testori e proseguendo 50 metri si trova sulla sinistra Villa Pomini, CASTELLANZA

più recente, ma non per questo meno rilevante, datata 1919. Le forme architettoniche sono riferibili al tardo ecletticismo sviluppato nella seconda metà dell’Ottocento. Attualmente, una parte di essa ospita la Scuola di musica e accademia di perfezionamento musicale Città di Castellanza.

52 CASTELLANZA Altri luoghidascopriresonol’ArcodellaPispitia,costruitonel1764, arte enatura. ampiamente rappresentatievisitabiliinuncontestounicochecombina altrettante correntiartistiche.Futurismo,dadaismoesurrealismosono avanguardia createdaimportantiartistidivarienazionalitàe contemporanea all’aperto.Dal1957dàinoltreampiospazioaoperedi percorrendo circaunkmsuviaGerenzano,cheraccoglieoperediarte defilata rispettoalcentroabitatomaraggiungibilefacilmente Forte richiamoesercitainoltreilMuseoPagani,inposizioneleggermente primi insediamentiumaninelterritorio. dove sonoespostirepertiarcheologicieplastici,atestimonianzadei destra, incrociandoviaSanCarlo,sitrovailMuseoDidatticoCarlo Soldini, viaBettinellisullasinistrainsalitaeappenacima per pochimetriesiscendeasinistralungoviaCostalunga,Piazza a sinistrasuViaVittorioVenetoproseguendofinoaltermine,destra Ritornando sullastessaViaTestori, insensocontrarioall’arrivo,sigira si percorreuna primapartein Dal puntodi inizio indicato, pronti allapartenzavera epropria. Dopo lavisitadiCastellanza siè 1848. interventi direcuperoconclusi nel cacciata degliaustriaci,con dell’Immacolata ricordainvecela decorazioni esculture.LaCappella bronzo dipregio,connumerose sono statiutilizzatimarmie del ConteCerini.Perlacostruzione ultimata nel1939,edicolafuneraria la CappellaVisconteCerini,opera metri dalMuseoDidattico), delle ScuoleMedieStatali(a200 in viadeiPlatanifondoalParco 53 rettilineo lungo la stessa via che diventa via Redipuglia all’ingresso di Olgiate Olona, mezzo chilometro più avanti. Sulla destra di questo tratto, una delle zone industriali storiche, con un’area da poco recuperata a uso produttivo in territorio di Marnate, sull’altra sponda del fiume e in prossimità del viadotto dell’autostrada A8. Il percorso prosegue in un CASTELLANZA contesto urbano, spesso in questa parte condiviso con la viabilità locale, comunque ridotta, con una serie di curve strette fino al passaggio sotto la Milano-Varese, dove una doppia curva cieca invita alla prudenza. Il breve tratto in salita prosegue poi nella prima parte dell’abitato di Olgiate Olona fino al Km 1,5. All’incrocio con Via per Marnate, la strada prosegue in discesa a destra verso la Valle e quindi l’abitato di Marnate. Risalendo a sinistra invece si entra nel centro di Olgiate Olona. a cura di Agostino Penone CASTELLANZA la condanna,conversioneedilmartirio.Alterminedellabrevesalita passata. Ladecorazione,invece,rievocalavitadiSanGenesio, inserita nellafacciataunapiccolalapideinmemoriadellastoria Alla piccolacostruzionequadrata(lato2,5mealtezza3m)viene riedificata nell’edicoladallaconformazionecheconosciamooggi. Nel '600quellacheeraunachiesetta,omegliounoratorio,venne e chenel15681582sitrovavainaltostatodidegrado. L’edicola ocappelladiSanGenesioèunacostruzionerinnovataneisecoli Cappella SanGenesio Prima dilasciarel’incrocio,sullasinistrailprimoincontroimportante. OLGIATE OLONA passando daviaOriani. e ritornarealMunicipio metri piùavantidaviaCadorna invece passarepochedecinedi spesso trafficata.Piùsicuro via LuigiGreppi,strettae a destradelsemaforo, imboccare, contromano, bicicletta èsconsigliabile Per accedervi,anchein luogo simbolodelpaese. il parcodiVillaGonzaga, di viaTovo sicosteggia ampliato grazie all’operadi storia secolare, rinnovatoe cento. Unacostruzionedalla è dellaprimametàdell’otto - L’edificio cheoggiapprezziamo Villa Gonzaga 55 OLGIATE OLONA Isaura Saulx Tavanes, vedova del rinomato Alessandro Greppi. Grazie alla dedicazione di Isaura oggi la comunità olgiatese ha a propria disposizione un sontuoso palazzo in stile francese dell’epoca ed un amplio giardino con alberi secolari. Tra tanto lusso non poteva mancare una cappella nobiliare nei limiti della proprietà. Alla fine dell’Ottocento la Villa venne ereditata dalla nobile famiglia Gonzaga, dalla quale oggi il monumento prende il nome. Verso la fine della Prima Guerra Mondiale, però, la Villa Gonzaga passò nelle mani dell’OPAI (Comitato dell’Opera di Prevenzione Antitubercolare Infantile) e non troppo tardi vennero inaugurati altri due padiglioni oltre al palazzo originale, arrivando ad ottenere sino a 200 locali per 400 posti ed un campo sportivo di 5.000 m2. Da sottolineare come le pareti di quello che fu una volta il refettorio dell’OPAI (conosciuto come Sala Alba) ospitano delle decorazioni infantili del 1939 di Antonio Rubino, un celebre disegnatore del Corriere dei Piccoli. Le infrastrutture della Villa Greppi-Gonzaga che furono un tempo spazi di cura e di educazione oggi ospitano la sede municipale del comune di Olgiate Olona. Poco distante, passando da via Greppi o da via Restelli risalendo verso nord in direzione della Valle Olona, si arriva alla chiesa principale di Olgiate Olona.

56 il mercatosettimanale etuttiigiorni èancheluogodiritrovo. sorge l’omonimapiccolaChiesa, neicuipressidimartedìsisvolgeanche Proseguendo ancorapoche centinaiadimetri,inpiazzaSanGregorio Sopintendenza deiBeniCulturali. il pregiatoorganodelladitta Bernasconi,riconosciutocometaledalla bronzo inauguratonel1999.All’internodellaChiesa èpossibileammirare affreschi dell’artistabusteseBiagioBelottieil pregiato portonein tecnica medievalespinapesce,laCeppelladelRosario chepresenta a gugliaottocentesco,laparetedellafacciatacostruita conla Gli elementidimaggiorinteressecheoggiapprezziamo sonoilcampanile nelL'900. nel 1582,acausadellavisitapastoralediS.Carlo Borromeo,nel'700e antichi delladiocesimilaneseedhasoffertoimportante modifiche fano Protomartire.Questoedificioreligiosorisultaessereunodeipiù Chiesa estivadedicataaSanLorenzoedallainvernaleSantoSte- risultato dinumerosiinterventineisecoliesoprattuttoall’unionedella L’immagine dellaChiesaparrocchialedeiSS.StefanoeLorenzoèil Collegiata SantiStefanoeLorenzo 57 OLGIATE OLONA Chiesa San Gregorio magno Al Lazzaretto Benedetta nel 1668, la chiesetta venne realizzata per volontà del conte Giuseppe Besozzi, il quale donò alcune proprietà al fine di costruire un oratorio in ricordo della peste del 1630 e dei suoi morti. All’oratorio, dedicato a San Gregorio Magno, venne aggiunto l’appellativo del Lazzaretto perché nelle vicinanze si trovavano il lazzaretto e il cimitero in cui furono sepolti gli appestati.

L’edificio presenta una struttura architettonica semplice, con una facciata incorniciata da due lesene e timpano semicircolare; il portone centrale immette in un vestibolo, il quale precede l’ambiente sacro ad aula unica. All’interno quattro statue lignee: lungo le pareti della navata, in due nicchie, trovano posto Sant’Antonio Abate (che tiene in mano fiamme di fuoco) e San Domenico; collocate ai fianchi dell’arco, che introduce alla zona dell’altare, la statua di San Gregorio Magno (in vesti papali) e quella della Madonna Addolorata. Questa (copia dell’originale andato perduto), è da sempre venerata dalla popolazione soprattutto nei

58 si incontrala piccolaChiesadiSant’Antonio. San Gregorio,pocopiùavanti, seguendoviaBrennero,propriosullacosta avanzare lungolapistaciclopedonale. Proseguendoinveceda Ripercorrendo lastrada di accessoalpaese,sipuòridiscendereper sono visibilialcunetestimonianze (struttureeserre)difineottocento. colturali edifertilizzazione.Ancoraoggi,nell’attuale aziendaagricola, specializzandosi nellaselezionevarietaleericerca dinuovetecniche In quest’areasidedicaronoallecoltureorticolee vivaistiche, Olona creandoquellocheèconosciutocomeilPodere Restelli. I fratelliRestelli,inoltre,acquisironoalcunispazi agricolidiOlgiate interni estudiòlaprogettazionedelparcochesi estendeversol’Olona. portata avantidaiproprifigli,inparticolarePietro chedisegnòidecori Italia: GiacomoMoraglia.UnavoltamortoFrancesco Restelli,l’operafu L’edificio fuprogettatodaunnotoarchitettoneoclassicistadelnord di ciminiereeelementiindustrialichecaratterizzavanolavalle. costruire comeresidenzaestivaquestavilla,inserendolatrailbosco Milano epoialungodeputatosenatoredelRegnod’Italia,fece dell’800. FrancescoRestelli,patriotadistintosinelleCinqueGiornatedi Simbolo dellaprosperitàValleOlonadurantelasecondametà Villa ePodereRestelli via SanMichelesitrovailPodereRestelli. all’incrocio traviaPiave(proseguimentodiTovo), viaDeGasperie una deviazione.Neipressidellarotondaconfontanaalcentro, averla lasciataall’imboccodelpaese,inalcunigiornièpossibilefare Prima ditornarelungolapistaciclabile,alcunecentinaiametridopo alla manodiunpittoreappartenentescuolaPaoloPagani. grande telaconSanGregorioMagnoeleanimepurganti.Èriconducibile Dietro l’altaretrovapostol’operapiùpreziosadiquestachiesa:una Sant’Ambrogio eseguitodaBiagioBellotti(1714-1789). Prima dell’altare,adestra,famostradisél’affrescocon momenti particolarmentedifficiliedolorosi. 59 OLGIATE OLONA Chiesa Sant’Antonio Abate a Moncucco Fu edificata nella seconda metà del Cinquecento dai frati Carmelitani con attiguo un piccolo monastero dipendente da Milano; accanto, esisteva un cimitero circondato da muro. A fine Ottocento la chiesa fu valorizzata e impreziosita. Si aggiunsero nel 1864 la campana fusa dalla fonderia Bizzozero di Varese, nel 1889 il pronao, nel 1890 l’altare maggiore. A impreziosire il culto legato alla chiesa, la Festa del Santo Sepolcro (o della Santa Croce) nata nel 1886 per onorare il Crocifisso ligneo custodito e venerato nella chiesa insieme con altre due statue lignee: Gesù morto e Pietà. Cara agli olgiatesi, la chiesa ogni anno torna a brillare quattro volte: il 17 gennaio festa patronale, nel periodo pasquale, maggio mese mariano e il 16 luglio festa liturgica della Madonna del Carmine, A questo punto, non resta che imboccare la ripida discesa per tornare in Valle Olona. Una volta tornati su via Isonzo, a sinistra la strada procede verso Prospiano, frazione di Gorla Minore. Subito prima dell’inizio della salita, sulla desta via Lazzaretto conduce a Marnate lungo una lieve salita.

60 OLGIATE OLONA

A cura di Alberto Pala e Giuseppe Goglio su materiale fornito dalla Pro Loco di Olgiate Olona

61 MARNATE L’origine del toponimo ha due probabili interpretazioni. La prima è che esso derivi da Marino, nome di uno dei primi abitatori di questo luogo, Il secondo, e forse il più accreditato, è che esso derivi da Marna, calcare argilloso, copiosamente presente in zona, che veniva utilizzato per correggere i terreni aridi al fine di aumentarne la produttività. L’origine della frazione Nizzolina è invece da ricercarsi fra quelli derivanti dal nome di alberi come per esempio Cascina Olmina (da olmo), Castagnate (da castagno). Per Nizzolina, l’albero è il nocciolo ancor oggi presente nei boschi che circondano l’abitato. I primi abitatori di queste zone furono tribù paleolitiche liguri. Nel corso dei secoli la zona acquistò una particolare importanza. Il fiume Olona iniziava a essere navigabile e qui era posto un importante porto fluviale, snodo vitale per la via che portava alle Gallie. Dell’antica presenza di popolazioni ne sono testimonianza i vari ritrovamenti

62 alla distruzionedelleproprietàLandriani,ivicompresoilcastellodi milanesi. Tale fattoportò allasollevazionedellapopolazionediMilano, nel castellochedominavalavalle,diproprietàdeiLandriani,nobili In attidel1257, Marnateècitatoperungravefattodisangueavvenuto documenti apartiredal1346. cita Marnateèunalapidedatata1074,mentreperNizzolinasitrovano Consiliare delpalazzomunicipale.Ilprimodocumentostoricoincuisi anfore, vasiecorredifunerari,èespostavisitabile,nellaSala è conservataalCastelloSforzescodiMilano.Unapiccolaparte necropoli romanarisalentealIsecolod.c.Lamaggiorpartedeireperti archeologici. Ilpiùimportantenel1972cheriportòallaluceun’intera Una tracciadel distruttocastelloLandriani èvisibilenellatorre, che, tramiteisuoilegati, riuscìaporrefinealleostilità. A riportarelapace,nota comePacediSant’Ambrogio,intervenneilPapa Perego cheliavevasostenuti. Marnate, allalorocacciata daMilanoassiemeall’ArcivescovoLeone 63 MARNATE salvatasi dalla furia distruttrice e ben identificabile, nella parte più antica del paese, in posizione dominante sulla valle. La sagoma non può sfuggire all’occhio attento di chi sale, provenendo da Olgiate Olona. Nel 1630 il terribile flagello della peste (di manzoniana memoria), non risparmia il paese. Ne è testimonianza la chiesa del Lazzaretto, dedicata a San Rocco costruita nel luogo di isolamento e di sepoltura dei morti per peste collocato al di fuori del centro abitato, come prescrivevano le norme igienico sanitarie dell’epoca. Prima di salire al paese, proprio qui è interessante effettuare la prima sosta. Imboccata la breve salita, al

semaforo si prende la strada a sinistra per poche centinaia di metri.

Lazzaretto L’edificio è stato realizzato tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700. Costituito da una pianta semplice si compone di un vano centrale a forma rettangolare e di un vano presbiteriale a forma quadrata nel quale è collocato l’altare sovrastato da un dipinto murale in cui sono individuabili due fasi, collocabili in due distinti periodi storici. La prima, raffigura la Beata

Vergine Maria con in braccio il Bambino ed i Santi Rocco e Sebastiano. Attribuibile a Stefano Maria Legnani (Milano 1661- Bologna 1713/15) detto il Legnanino (o ad un suo allievo di bottega), è collocabile tra il 1689 ed il 1707; la seconda, raffigura le Anime Purganti, collocate nella parte inferiore dell’opera. È stata realizzata nel 1933 da Arturo Sommaruga

64 (Marnate 1905 - 1988), pittore locale. Ripercorrendo la salita, si arriva in paese. Appena entrati, in piazza IV Novembre si ammira il santuario dedicato alla Beata Vergine Maria e a San Pietro.

Santuario della Beata Vergine Maria e a San Pietro L’edificio si colloca in epoca antica (1200) e vi sono motivi per ritenere che fosse sede dell’antica parrocchia. È sormontato da piccolo campanile con una sola campana. Curioso è l’orologio ad una sola lancetta. All’interno è di particolare interesse l’altare in legno e radica di noce del secolo XVIII, sopra al quale è collocata una grande ancona lignea MARNATE racchiudente un affresco della seconda metà del ‘400 (Madonna con Bambino) ed una tela ad olio della fine del ‘500–inizi ‘600 raffigurante

65 l’Annunciazione. Entrando in centro paese, percorrendo la via Indipendenza si sbocca in piazza Sant’Ilario.

Sant’Ilario È qui possibile ammirare la statua (rifacimento in bronzo realizzato da Filippo Stefani) del Santo patrono della comunità e la chiesa a Lui dedicata, che nel ‘600 aveva il titolo di Santa Maria e Sant’Ilario. Costruita nel 1500 su una chiesa preesistente, nel 1902, su progetto dell’architetto Camillo Crespi, marnatese di origini, venne allungata e realizzata l’attuale facciata con lo svettante campanile al centro di essa. Particolare rarissimo nella costruzione delle chiese (in Italia ne esistono meno di una decina con questa caratteristica). All’interno un antico affresco raffigurante il Patrono Sant’Ilario e, di rilievo, l’organo costruito dai noti fabbricanti Carrera di Legnano del 1770. Particolare attenzione poi meritano le tre porte bronzee, opera di Filippo Stefani. Di fianco alla Chiesa, ha sede il Municipio.

66 necessario ruotarla(opiùsemplicementegirarciattorno).Sipotranno diverse lettureesignificati.Percomprenderlainteramenteè occupa tuttoiltorace.Inoltrel’operaèriccadisimbolicheoffrono incorniciato daungiglio(simbolodipurezza)econcuoreenormeche scultura ligneadiMarioDellaBella.L’opera rappresentaMariaconilvolto terra oveècaduto,ingradodirialzarsi.MariaMadredellaChiesa Con lasolidarietà,l’uomoindifficoltàsiriprendeerigenerada generarsi, reggeunacolombainprocintodispiccareilvolo. mano, chenonsiprotendeversol’uomomaparedallostesso svolgono all’internodel“palazzo”infavoredellaComunità.Alcentrouna diverse manichereggonooggettisimboleggiantilevarieattivitàsi e indifficoltàcircondatodaunnastrocuisiprotendonoversodilui monumento bronzeodiFilippoStefani.Rappresentaunuomosofferente nuove generazioni.Solidarietà.Impegnocivileesocialeèinveceun capacità attraversoillavorodicrescereetrasmetterevalorialle rappresentare lacrescitadell’uomo,ilsuoprogresso,sua altorilievo interracottasufondodirameAdelfoGalli.L’opera vuole Diverse opereartisticheadornanol’esternodell’edificio.Civiltàèun Municipio Oggi ècomunemente conosciuta dedicata aSantaMaria. di peste,eraoriginariamente cappella erettaaricordo deimorti costruita suunapreesistente di NizzolinaconlasuaChiesetta la SP19,siarrivaallafrazione strada indirezioneest,superata Proseguendo perunbuontrattodi qui ricomprendere. e daiVangelichel’artistahavoluto insegnamenti provenientidallaBibbia così scopriretuttiivaloriegli 67 MARNATE come chiesa di San Sebastiano. Tracce storiche ci dicono che anteriormente al 1500, già esisteva questo luogo di culto. ’attuale facciata, in mattoni rossi, che la caratterizza, è stata costruita nel 1895 su progetto dell’architetto Camillo Crespi. All’interno, particolare interesse desta il soffitto in legno con capriate decorato con fregi a motivi floreali. Diverse sono le opere artistiche collocate nei vari punti del paese. Presso il Centro polifunzionale di via san Carlo si trova La Grande Madre, scultura in bronzo di Rachele Bianchi, raffigurante una figura femminile eretta con le braccia protese in avanti. Il mito femminile trova nelle opere dell’artista, la sua massima espressione. Somala al vento di Salvatore Fiume, scultura in bronzo dell’ultima stagione dell’artista che si nutre delle suggestioni delle bellezze africane. L’uomo e lo sport scultura in bronzo di Angelo Manieri raffigurante un uomo sospeso a mezz’aria in senso orizzontale, proteso nello sforzo di lanciare una palla. Grande cavallo reale scultura in bronzo di Aligi Sassu, raffigurante un cavallo (tema caro all’artista) che si impenna, simbolo del dinamismo e

68 della vita, emblema della lotta sottesa ad ogni aspetto dell’esistenza. Il fiore di Luigi Turati scultura in bronzo raffigurante una rosa stiliz- zata. L’artista vuole solleci- tare nell’osservatore i sensi dell’odorato e del tatto con un linguaggio caro alla scuola dell’arte moderna e futurista che vuole interessati tutti i MARNATE cinque sensi nelle manifestazioni artistiche. Equilibrio precario scultura in bronzo di Simona Bocchi raffigurante un uomo in perenne equilibrio precario metafora della difficoltà del vivere quotidiano. Al Cimitero comunale si trova Resurrectio, gruppo bronzeo di Mario Della Bella raffigurante la resurrezione di Cristo. Il gruppo ha una plasticità ed un dinamismo particolare. Ricco di significati (come è proprio dell’artista) si presta a più interpretazioni e considerazioni tutte comunque riportanti alla conclusione che è in Cristo la salvezza. Dedicato a tutti i marnatesi defunti. La passione di Adelfo Galli altorilievo in cotto rappresentante la passione di Cristo. Dedicato ai caduti di tutte le guerre. Ricordare per capire scultura in bronzo di Mario Della Bella. Da un ventaglio centrale abbellito da dodici rose con una colomba bianca simbolo di pace, si dipartono due raggi che vanno ad illuminare due medaglioni. Il primo rappresenta il dramma delle Foibe ed è sovrastato da Gesù risorto. Il secondo vuole rappresentare tutti i caduti civili, sovrastato dall’immagine della Madonna.

69 Dall’opera emerge che, nonostante la bestialità umana, vi è comunque un messaggio di speranza: il male non ha e non avrà l’ultima parola nella storia degli uomini. Dedicato a quanto hanno sofferto e donato la propria vita per la libertà e la democrazia. In largo Giovanni XXIII, busto in bronzo del Papa buono, ispirato all’enciclica Pacem in terris. In piazza San Francesco, mosaico raffigurante san Francesco, Patrono d’Italia, e il suo cantico delle creature. In via Vittoria (Centro polifunzionale), mosaico raffigurante san Sebastiano, a cui è intitolato il Centro. Piazza Paolo VI altorilievo in bronzo dedicato a Paolo VI ed ispirato all’enciclica Humanae Vitae. Tutte queste opere collocate nelle vie e piazze del paese, sono state realizzate da Mario Della Bella. Presso la biblioteca disponibile la descrizione particolareggiata delle varie opere e le note biografiche dei vari artisti, oltre ad un catalogo della quadreria di proprietà comunale. Ritornati a Olgiate Olona nel punto dove si era lasciata la pista ciclopedonale, si prosegue per un breve tratto delimitato da due sbarre. Al Km 2,0 un breve passaggio su una via locale, prima di tornare a costeggiare l’Olona per un lungo tratto fino a incrociare al Km 2,7 via Isonzo, strada molto trafficata che conduce a Gorla Minore dalla frazione Prospiano. L’attraversamento pedonale si trova alcune decine di metri sulla destra ed è fortemente consigliato per attraversare in maggiore sicurezza.

A questo punto è possibile scegliere tra due alternative. Mentre il percorso principale procede in direzione Solbiate Olona, una volta imboccata via Isonzo, con sede comunque dedicata alle biciclette, è possibile attraversare il fiume e imboccare un tratto alternativo, che corre parallelo, in territorio di Gorla Minore.

a cura di a cura di Carlo Chierichetti

70 rinomato Collegio Rotondi. Finita lascalaoltreallaChiesa vedretesullavostrasinistraancheil struttura inmattoncini marroni sullasinistra,lachiesadiSanMaurizio. (oggi CollegioRotondi).Salendo questascala,impossibilenonnotareuna scaletta collegailfondovalle all’excastelloTerzaghi della stazioneferroviaria.Dietroadesso,sulladestra, una Proseguendo inveceper800metri,siarrivaaun piccolo fabbricato trova lascalettachecollegailfondovalleaProspiano. presente unadellepochefontanellediacquapotabile,sulladestrasi La stradaregalascorcinaturalisticipregevoli.All’inizio,doveè che haavutounruoloimportantenellastoriadeipaesidellaValleOlona. Fischiava iltrenodedicataalricordodell’exFerroviadellaValmorea È propriosuquestasezionecheannualmentesisvolgelamanifestazione GORLA MINORE 71 GORLA MINORE La Chiesa di San Maurizio e il Collegio Le origini dell’oratorio di San Maurizio vanno collegate all’ambizioso desiderio dei nobili locali, i Terzaghi, di possedere una cappella nell’ambito della propria residenza. Che questa fosse anticamente una specie di casa fortificata, è dimostrato anche dal fatto che molti documenti notarili dei secoli XVI e XVII indicano la dimora dei Terzaghi col nome di castello. La costruzione della cappella è da collocarsi poco dopo l’anno Mille; nel corso di restauri dell’interno sono affio- rati alcuni affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo. Nel 1599, per volere testamentario di Giovanni Andrea Terzaghi, l’oratorio, che egli stesso aveva provveduto a riedificare, fu ceduto alla Congregazione degli Oblati, con l’obbligo di farvi risiedere un confratello per la celebrazione quotidiana di una messa. Nuovamente ampliato e restaurato alla fine del ‘600, quando venne eretto il bel campanile cuspidato in cotto, dopo l’occupazione francese, nel 1810, fu confiscato insieme a tutte le altre proprietà della Congregazione. Sarà riaperto nel 1811. Nell’estate del 1944 finì per essere usato come magazzino. Con il testamento del 1599 il Terzaghi lasciò alla Congregazione degli Oblati del S. Sepolcro anche la sua residenza, vicino all’oratorio di S. Maurizio, con l’obbligo di istruire i giovani. Gli Oblati si dedicarono con grande zelo a questo compito e ben presto ai ragazzi di Gorla si aggiunsero quelli dei paesi vicini. L’iniziativa riscosse tanto successo da indurre gli Oblati ad aprire un vero e proprio collegio

72 GORLA MINORE nel 1629. Un secolo dopo si costruì il cosiddetto quadrilatero, corrispondente al corpo centrale dell’attuale complesso, con il cortile interno circondato da un portico scandito da sessanta colonne di granito. Nel 1774 i convittori sono 73 e la retta ammonta a 300 lire annue, ma appena dodici anni più tardi il numero è salito a 110 interni, più altrettanti esterni. Si insegna la lingua latina servendosi anche del dialetto. L’antica “casa da nobile” dei Terzaghi è ora completamente incorporata nelle nuove strutture, che vanno gradualmente estendendosi verso la piazza del paese, ma la confisca dei beni del 1810 annulla secoli di lavoro. Il rettore Gianbattista Sioli e il vicerettore Giorgio Rotondi riscattano, con grandi sacrifici, l’intero “stabilimento”, compresa la chiesa di San Maurizio. Nel 1816 il Rotondi ottiene dal governo austriaco la nomina a rettore, paga i debiti ed acquista una parte dei terreni confiscati. Nel 1818 viene chiuso al pubblico l’oratorio di San Maurizio e il Collegio cede al comune di Gorla Minore la striscia di terra sulla quale sorgerà la rampa di accesso alla stazione ferroviaria. Il 24 luglio 1838 il Collegio viene riconosciuto “stabilimento pubblico”, sotto la tutela dell’imperial regio governo. Dal 1848 al 1853 il Collegio fu

73 retto dai padri Somaschi e il suo prestigio diminuì notevolmente, tanto che i convittori scesero a 80. Ma con il ritorno degli Oblati si rese addirittura necessaria l’apertura di nuove aule in altri edifici della piazza. Nel 1880 fu eretta una cappella interna e dieci anni dopo la costruzione del liceo. Nel 1912 fu aperto a Gorla il Collegio Femminile Gonzaga, retto dalle suore della Presentazione di Maria SS. al Tempio. Oggi è sede di una casa di riposo per anziani. Proseguendo sempre dritto si arriva in piazza XXV Aprile, dove si inizia già cominciare a scorgere il campanile della chiesa di San Lorenzo. Per raggiungere la chiesa non bisogna far altro che tenere la sinistra, attraversare l’incrocio semaforico e proseguire sempre dritto lungo via Battisti. È lungo questa strada che si tiene la Via dell’Amicizia, una manifestazione organizzata a favore della Cooperativa Gruppo Amicizia che opera con ragazzi disabili. Poco prima della chiesa sulla sinistra sembrerà di osservare semplicemente un campetto di basket ma in realtà è ciò che resta della vecchia scuola materna e dell’oratorio femminile. Oggi i due oratori sono riuniti in quello maschile che si trova di fianco alla chiesa parrocchiale e che annualmente ospita un evento a cui la popolazione gorlese tiene molto: il Palio della cuccagna dei coscritti.

La Chiesa di San Lorenzo E’ assai difficile, se non impossibile, stabilire quale fu e quando sorse il primo luogo di culto cristiano a Gorla. Forse, com’è accaduto in moltissimi altri centri, una prima piccola chiesa nacque proprio nel luogo stesso dedicato al culto degli dei pagani. L’ipotesi sembrerebbe confermata dal fatto che tutte le antiche cappelle dei paesi vicini furono edificate lungo il ciglio della valle e in prossimità della strada di collegamento tra le varie località; qui, invece, la primitiva cappella, dedicata ai Santi martiri diaconi Lorenzo e Vincenzo, sorse in posizione molto arretrata rispetto al ciglio dell’Olona e alla strada. L’esistenza di una chiesa con questo titolo, attestata nel XIII secolo, è confermata dal dipinto trecentesco della Madonna dell’Aiuto che originariamente, cioè prima della mutilazione, era in forma di trittico: ai lati della Vergine erano affrescati i Santi patroni di Gorla, appunto San Lorenzo e San Vincenzo. Un primo ampliamento della chiesa di S. Lorenzo fu attuato alla metà del XVI secolo: il gesuita padre Leonetto Clivone, nella sua visita del 1566, indicando le misure GORLA MINORE dell’edificio, a navata unica, aggiunge che “la chiesa è nuova e bella”. Le dimensioni della costruzione resteranno immutate fino al 1852, mentre l’interno verrà abbellito da altari marmorei e decorazioni, per iniziativa dei parroci e con il concorso dei fedeli. Alla metà del secolo scorso verrà modificato tutto l’impianto cinquecentesco della chiesa (che resterà però a navata unica), con la costruzione della facciata, l’arretramento dell’altare maggiore, l’aggiunta del coro e la sostituzione del primitivo soffitto a cassettoni con volta a botte. In quest’occasione furono parzialmente distrutti i portici realizzati nel 1776 e fu incorporato nella facciata il campanile. Mezzo secolo più tardi iniziarono i lavori per la costruzione delle navate laterali, che si conclusero nel 1901. La chiesa, con il nuovo altar maggiore, sarà consacrata dall’arcivescovo di Milano, Andrea Carlo Ferrari, l’11 maggio 1901. Alla fine di via Battisti si raggiunge piazza San Lorenzo che ospita l’omonima chiesa. Girando a sinistra, imboccherete via San Giovanni Bosco dotata di pista ciclopedonale che termina al cimitero comunale dove riposano alcuni cittadini illustri della città. Prima di arrivare alla fine di via San Giovanni Bosco, imboccate sulla destra via Lazzaretto.

75 Salendo lungo questa strada incontrerete sulla destra il Lazzaretto. Proseguendo sempre dritto su questa strada si arriva alla zona dedicata allo sport, un’ampia area ben attrezzata nella quale è possibile praticare una vasta gamma di attività. Oltre ai campi sportivi, le palestre, le piscine, il termario e lo stadio di calcio, potrete fare una passeggiata anche al Parco Nord che incontrerete sulla vostra sinistra. Proseguendo lungo via Petrarca dovrete poi girare a destra e alla fine della discesa vi ritroverete nuovamente in vista della chiesa di San Lorenzo. Prima di arrivare in piazza, girate a sinistra e seguite la pista ciclopedonale di via Aliprandi. Andando sempre dritto potrete osservare sulla vostra destra una moderna costruzione in legno, sede del nuovo asilo comunale (asilo nido e scuola materna). Girate attorno all’isolato svoltando a destra in via Giacchetti. Di fronte a voi si possono già osservare i

cancelli del parco Durini, mentre sulla vostra destra vedrete la piazza che ogni venerdì mattina ospita il mercato cittadino.

76 Villa Durini, il suo parco e la scuola elementare Il parco di Villa Durini oltre ad ospitare l’omonima villa (attuale sede degli uffici comunali), è sede anche della scuola elementare comunale. Attraversate la strada ed entrate al suo interno seguendo la strada asfaltata. Troverete numerose panchine, un’area attrezzata con giochi per i bambini, tavoli da pic-nic e una fontanella per fare il pieno alla vostra borraccia. La strada asfaltata passa dietro alla scuola elementare facendovi scoprire una nuova via di collegamento alla pista ciclopedonale del fondovalle. Questo sentiero in discesa tra gli alberi porta però a un cancelletto che non sempre è aperto. Proseguendo lungo la strada asfaltata si esce dal cancello che porta in via Matteotti, da qui potete andare sempre dritto e raggiungere la frazione di Prospiano (sulla vostra sinistra vedrete la sede dell’Ospedale Raimondi), altrimenti svoltare nella prima traversa sulla sinistra, seguendo la pista ciclopedonale di via Diaz. Sulla vostra destra incontrerete la scuola media comunale. All’incrocio potete tornare indietro, svoltando a sinistra dove incontrerete sulla sinistra l’ex edificio del municipio, oggi sfruttato come biblioteca comunale;

77 oppure potete proseguire girando a destra. La strada è tutta dritta. Al secondo incrocio semaforico di via Vittorio Veneto troverete sulla sinistra il Monumento ai Caduti. Sempre sulla sinistra ma dall’altro lato della strada c’è il Centro Ricreativo Diurno che ospita il museo delle Arti e dei Mestieri; accanto ad esso c’è la sede della Croce Rossa Italiana. Girando a destra in via Raimondi e proseguendo sempre dritto arriverete ad un dosso artificiale. Sulla vostra sinistra vedrete la sede dell’Ospedale Raimondi mentre alla vostra destra troverete la moderna chiesa di Prospiano, dedicata ai Santi Nazaro e Celso.

La Chiesa di Prospiano Notevole interesse riveste anche la chiesa dei SS. Nazaro e Celso, di antiche origini, nella frazione di Prospiano. La tradizione considera i due Santi titolari i protomartiri della Chiesa milanese: furono infatti martirizzati nell’anno 64, durante la persecuzione neroniana. Il gesuita padre Clivone, nella relazione della sua visita effettuata a Prospiano nel 1566, annota brevemente: “La chiesa è antica ma piccola”. La vetustà dell’edificio viene riconfermata da Carlo Borromeo nella relazione della sua visita pastorale del 1582; dopo aver rilevato

78 che la chiesa è a navata unica, divisa in tre campate, con una lunghezza di dieci metri, una larghezza di metri 6,50 ed un’altezza di metri 5,50, prosegue sottolineando che l’esiguità e la povertà della popolazione non consentono certamente opere straordinarie ed è già molto se si riesce a sopperire alla manutenzione ordinaria. Soltanto verso la metà del ‘600 il tempio subirà una prima trasformazione che, modificando l’originaria struttura, probabilmente romanica, gli conferirà l’aspetto attuale. Alla metà dell’Ottocento risalgono i fregi in cotto della facciata, il rosone e il bel portale. Nel 1933 al campanile quadrato fu sovrapposta una cuspide.

Nel 1961, poiché la chiesa non era più in grado di contenere l’accresciuta popolazione di GORLA MINORE Prospiano, furono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio, su progetto dell’architetto Enrico Castiglioni. Consacrata nel 1964 con la stessa intitolazione, la chiesa venne considerata da molti uno dei migliori esempi di architettura contemporanea. Andando ancora avanti percorrendo via Raimondi, incontrerete sulla vostra sinistra la vecchia chiesa di Prospiano. Proseguendo ancora dritto noterete che la strada curva vistosamente a sinistra. In questa curva, sulla destra, troverete l’imbocco della scaletta descritta in precedenza che vi ricondurrà al fondovalle e alla pista ciclopedonale del Medio Olona. Per chi volesse fare un’escursione ancor più lunga e completa, ecco due

79 percorsi ulteriori. Il primo, parte da Piazza XXV aprile dove, dopo aver attraversato la strada, invece che imboccare via Battisti e raggiungere la chiesa di San Lorenzo, potete tenere la sinistra e percorrere via Garibaldi. Sulla vostra sinistra vedrete la Residenza San Luigi Gonzaga. Questa residenza per anziani un tempo ospitava il Collegio femminile Gonzaga. Proseguendo su via Garibaldi, girate a destra alla prima traversa, via Venegoni, finché raggiungerete la ben segnalata pista ciclabile di via San Giovanni Bosco. Se girate a sinistra vi dirigerete verso il Lazzaretto e il cimitero, se invece andrete a destra raggiungerete l’oratorio San Filippo Neri e la chiesa di San Lorenzo. Il secondo, a Prospiano, una volta giunti all’incrocio semaforico di via Vittorio Veneto, anziché girare a destra, svoltate a sinistra e

80 proseguite lungo via Colombo. Andate sempre dritto sulla salita superando la rotonda della Ditta ORSA. Andando sempre dritto troverete sulla sinistra la chiesetta della Madonna dell’Albero circonda- ta da un’area verde dove a settembre come da consuetudine ha luogo uno spettacolo pirotecnico atteso con gioia da tutta la cittadinanza. Tornate indietro seguendo la medesima strada dell’andata.

La Madonna dell’Albero Anticamente era indicato come Chiesa campestre di Santa Maria in Arbore. Il ciclo di affreschi che orna l’interno è attribuito al frate umiliato Giacomo Lampugnani e risale agli ultimi anni del '400; probabilmente fu commissionato da qualche nobile locale. Il nome del santuario deriverebbe da una miracolosa apparizione della Madonna dell’Albero, con l’obbligo di due messe settimanali e di una festa solenne GORLA MINORE in onore della Vergine, da celebrarsi nel giorno dell’Assunzione. Nel 1597 l’orientamento della chiesa appare mutato e corrispondente a quello attuale. Nel 1603, infine, il cardinale Federico Borromeo, rendendo omaggio alla Madonna dell’Albero, annota le dimensioni del santuario (14 braccia di lunghezza) e dispone che l’apposita cassetta per la raccolta delle offerte venga munita di una doppia serratura, dotata di due chiavi: una in custodia al curato l’altra ai nobili di Prospiano.

81 Tratto da Piccola guida di Gorla Minore, realizzata dai Rragazzi del Ccr.

Dopo la visita di Gorla Minore è possibile proseguire ritornando a Olgiate Olona all’altezza del bivio della pista ciclabile. In alternativa, pochi metri dopo la vecchia stazione all’inizio della scaletta, sulla sinistra si arriva a un ponte pedonale per riallacciarsi al percorso originale all’altezza del km 3,5, a metà circa di un lungo rettilineo che costeggia una storica industria locale. Si prosegue ancora un tratto fino al km 4,2 dove, dopo una lieve salita, la strada presenta un bivio. Proseguendo a sinistra lungo la breve parte più ripida dell’ascesa, si arriva a Solbiate Olona, lungo la via Calvi. All’incrocio subito dopo, proseguendo in via Sant’Anna si attraversa il centro storico.

a cura di Maria Antonietta Ricco

82 ormai nellastoriadellosportinternazionale.Finoal2002èdisputato la pistaciclopedonale,unadiscesacorreaimarginidiunpratoentrato accesso. Dalbivio,proseguendoancoraqualchecentinaiodimetrilungo Per unavisionepiùcompletadelpaeseèperòpreferibileunaltro il centrostorico. All’incrocio subitodopo,proseguendoinviaSant’Annasiattraversa più ripidadell’ascesa,siarrivaaSolbiateOlona,lungolaviaCalvi. la stradapresentaunbivio.Proseguendoasinistralungobreveparte Si prosegueancorauntrattofinoalkm4,2dove,dopounalievesalita, una storicaindustrialocale. all’altezza delkm3,5,ametàcircadiunlungorettilineochecosteggia arriva aunpontepedonaleperriallacciarsialpercorsooriginale dopo lavecchiastazioneall’iniziodellascaletta,sullasinistrasi Olona all’altezzadelbiviodellapistaciclabile.Inalternativa,pochimetri Dopo lavisitadiGorlaMinoreèpossibileproseguireritornandoaOlgiate SOLBIATE OLONA 83 SOLBIATE OLONA infatti il Ciclocross di Solbiate, manifestazione capace di richiamare migliaia di persone nella storica data del 6 gennaio, che ha contribuito a rendere nota la manifestazione anche come Ciclocross della Befana. Giusto al termine del prato, al Km 4,6, dove si incrocia via Tobler, si incontrano due luoghi simbolo della vita sociale del paese, il secondo dei quali legato proprio alla manifestazione. Poche decine di metri a destra percorrendo via Tobler si arriva all’ingresso del Cotonificio Ponti.

Cotonificio Ponti La storia ebbe inizio nel 1817 con l’acquisto, da parte di Andrea Ponti, del Mulino Custodi, il cui cambio d’uso, da macina per il grano a forza idraulica, avvenne nel 1821. Il 23 agosto 1823 si avviò la lavorazione di cotone a Solbiate Olona. Era già una realtà importante con 153 operai di cui 12 donne. Andrea Ponti J. rinnovò profondamente la filatura introducendo l’illuminazione a gas, una vasta tintoria e una tessitura. Dal 1862 al 1867 furono fatte continue modifiche sia nello stabilimento

84 sia sul corso del fiume. Nel 1888 morì Andrea e subentrò il figlio Ettore il quale dotò l’opificio di un impianto di energia elettrica che consentì un forte ampliamento dei reparti di filatura e tessitura. Nel 1902 la filatura entrò a far parte della Società Anonima Cotonificio Furter, ma ne uscì dopo circa un decennio a seguito di una grave crisi internazionale, e il 28 luglio 1914 venne fondata una società anonima apposita: la Società Anonima Cotonificio di Solbiate. Con l’avvento della prima guerra mondiale il Cotonificio si trovò ad affrontare da un lato un’ingente richiesta di forniture belliche, e dall’altro la scarsità di materia prima, combustibile e manodopera maschile, situazione ottimamente affrontata dal direttore tecnico Alfredo Tobler. Il Cotonificio non trascurò neppure in questo periodo il legame con la comunità solbiatese e si impegnò molto nel sostegno

delle famiglie dei richiamati, dei militari e dei prigionieri. SOLBIATE OLONA L’espansione continuò fino alla prima metà degli anni '60, poi iniziò il declino del tessile che coinvolse anche il Cotonificio. La crisi peggiorò negli anni '80 finché, anche a causa degli enormi danni subiti dall’alluvione del 1992, il 13 marzo 1993 si concluse l’importante storia del Cotonificio di Solbiate. Attualmente, la struttura è di proprietà privata e viene aperta in parte al pubblico in occasione di alcune manifestazioni. Attraversata via Tobler, prima di proseguire lungo la pista ciclabile, una targa richiama l’attenzione. Si tratta dei vincitori delle cinquanta edizioni storiche della corsa ciclistica, ricordati con questo riconosci- mento proprio alla base del vero e proprio simbolo del paese, la Scaletta, anche per il ruolo di collegamento tra centro abitato a luogo di lavoro per buona parte della popolazione durante il XX secolo.

La Scaletta Risale al 1823, per la precisione al 23 agosto, il primo registro del locale Cotonificio, allora Ditta Andrea Ponti, collocato sul fondovalle. Nello stesso periodo nasce la Scaletta, per un giorno sinonimo di Ciclocross,

85 per il resto dell’anno collegamento con il fondovalle, non più per lavoro, bensì per coloro alla ricerca di un contatto con il paesaggio. La Scaletta è composta da 176 gradini, divisi in due parti. Partendo dal basso, dopo i primi 122 la direzione cambia con gli ultimi 44 scalini, prima di arrivare nella piazza della vecchia Chiesa. In prossimità di questo cambio di rotta, nel 1904 è stata realizzata la Grotta della Madonna di Lourdes, luogo di preghiera per la popolazione locale ma nata come angolo di

devozione per gli operai. In totale quindi, 176 piccoli dislivelli per un dislivello complessivo di trentatre metri. La Scaletta rappresenta il punto di accesso privilegiato per la visita al paese, arrivando dietro la Chiesa del Sacro Cuore. Per chi non vuole lasciare la bicicletta ai piedi della Scaletta è possibile percorrere il Coustieau di tre sass, arrivando alla fine in via Sant’Anna che si percorre a destra per un centinaio di metri dopo essersi

86 ricongiunti con la salita da Via Tobler.

Chiesa del Sacro Cuore Nel libro Notitiae cleri Mediolanensis del 1398, si fa riferimento a una Chiesa dedicata a S.Antonino di origine medioevale citata come cappella in loco Sulbiate de Inferiori, mentre dalle notizie di Goffredo da Bussero, canonico di Rovello nel 1288, sappiamo che "esisteva in Sulbiate Inferiore un altare dedicato a S.Antonino". Ma la prima dettagliata descrizione, corredata da un disegno della pianta datata 1582, si trova tra gli atti delle Visite pastorali degli Arcivescovi Milanesi. Dopo la visita di San Carlo Borromeo, nel 1582 divenne Chiesa Parrocchiale, con il primo Parroco don Donato Armiraglio che, come sacerdote, operava a Solbiate dal 1549.

Dopo questa prima SOLBIATE OLONA visita vennero aggiunti al primo edificio, il battiste- ro e la cappella della Beata Vergine, dedicata anche a San Vito per ricordare la chiesetta campestre posta a 700 cubiti fuori dal paese (l’attuale via S.Vito), che era stata da poco demolita. Il campanile risale probabilmente al 1604, data scolpi- ta sul capoporta che introduce alla torre

87 campanaria. Nel 1880 la Chiesa viene ulteriormente ampliata grazie alla munificenza del proprietario del Cotonificio di Solbiate, Andrea Ponti. Viene spostata in avanti la facciata, demolita la vecchia cappella maggiore e aggiunti a est una campata e il nuovo presbiterio coperti da una volta semiellittica a crociera, il locale adiacente all’abside viene adibito a sacrestia. Fino al 1943 è stata la Chiesa Parrocchiale di Solbiate Olona, viene poi chiusa al culto nel 1970. Dal piccolo piazzale della Chiesa, oggetto di un recente intervento di riqualifica, si riprende via Sant’Anna per svoltare subito a sinistra in via Vittorio Vento, lungo la quale si trova la grande piazza della Chiesa di Sant’Antonino.

Chiesa di Sant’Antonino Nel 1927 l’allora parroco di Solbiate Olona Don Giovanni Calvi formò un “Comitato esecutivo per l’erezione della nuova Chiesa”. Nonostante gli anni diffidi e grazie ai sacrifici del parroco e del suo successore Don Carlo Parravicini, pronto il progetto nel 1938, l’anno seguente cominciarono i lavori. La prima pietra fu posata il 10 ottobre 1939 alla presenza di Sua Eminenza Cardinal Alfre- do Idelfonso Schuster Acivescovo di Milano.

88 Scoppiata la seconda guerra mondiale, la situazione economica e sociale si fece drammatica, ma il Paese rispose con sacrifici e grande generosità e il 30 luglio 1943 il Cardinale tornò per consacrare la “Chiesa nuova” iniziando la celebrazione, dopo un allarme aereo, alle 4,30 del mattino. Nel 1950, Don Ugo Mocchetti cominciò a far costruire il campanile alto 53 metri più due metri di croce, che verrà terminato con orologio e campane entro il mese di dicembre dello stesso anno. Nel 1954 venne costruito il ciborio sull’altare maggiore. Nel suo interno ci sono gli altari settecenteschi prelevati dalla vecchia Chiesa parrocchiale, nel 1969 venne dotata di un magnifico organo Tubi, sostituito poi nel 2004 dal Parroco don Emilio Sorte con un grandioso organo Mascioni. Sempre grazie a don Angelo Porro, nel 1992 fu posato sul vecchio pavimento in cemento, il nuovo pavimento in granito rosa di Sardegna e creato un nuovo altare con nuove sedute per i celebranti.

Questo nuovo altare è stato poi consacrato il giorno SOLBIATE OLONA 11 novembre 2012 dal Cardinale di Milano Sua Eminenza Angelo Scola. Proseguendo si arriva su Via Patrioti, la principale arteria per il traffico locale. Dopo aver svoltato a destra, la prima via a sinistra è via XXV Aprile, dove si incrociano la biblioteca, il Centro Socio Culturale e l’adiacente complesso delle scuole elementari. Al suo interno, ha sede il Museo Socio Storico.

89 Museo Socio Storico Inaugurato il 17 dicembre 2006, è frutto dell’appassionato lavoro di raccolta effettuato in 35 anni dalla storico solbiatese Aldo Tronconi. Attraverso 450 cimeli offre un’immagine della società locale vista, raccontata e rappresentata nelle sue diverse fasi storiche, costituendo così un punto di riferimento per le generazioni future. Modernamente impostato dal punto di vista espositivo, è un condensato della vita a cavallo fra XIX e XX secolo. Il Museo permette, attraverso 17 vetrine, di rileggere la Storia lungo vari percorsi: scuola, religiosità, vita contadina/era industriale, le guerre, il fascismo, la nascita della Repubblica. "Piccole cose sopravvissute al passato, al logorio del tempo che portano in sé un’illusione di eternità e che testimoniano l’innocenza, la fede, la fatica, la gioia, il dolore e la morte di chi ci ha preceduto nello scorrere inarrestabile delle stagioni dell’esistenza umana, scrivendo la loro breve o lunga pagina di storia. Custodirle con passione e amore, ci fa degni cittadini, eredi di un mondo che non c’è più ma che non va dimenticato". (Aldo Tronconi) Aperto solo su prenotazione sia per singoli sia per gruppi, con visite guidate, contattando Tronconi Aldo al numero di telefono 347 742 76 10, oppure la Biblioteca Comunale Solbiate Olona 0331.375165 - E-MAIL [email protected]

All’uscita, si ritorna su via Patrioti, per attraversarla e proseguire lungo tutta via Roma per arrivare davanti al Monumento ai Caduti, alla cui sinistra si trova il Municipio. Proseguendo lungo via Matteotti si arriva invece all’ultimo punto di interesse di Solbiate Olona. In quella che in passato era la frazione Solbiello si trova la Chiesa di San Protaso e Gervaso

Chiesa di San Protaso e Gervaso Si ha notizia di questa chiesa nel Liber Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero nel 1289,

90 dove a pag. 302 troviamo: "Subiate superius ecclesia Sancti Protaxii". Viene poi così descritta dal relatore della visita pastorale compiuta da S.Carlo Borromeo nel 1580: "Edificio chiesa dei Santi Protaso e Gervaso in Solbiello, parrocchia di Solbiate, pieve di Olgiate Olona". A quell’epoca era in rovina e senza gran parte del tetto ma, a seguito di questa visita, fu non solo riparata ma anche ampliata come certificato durante la seconda

visita di S.Carlo nel 1603. SOLBIATE OLONA Nel 1772 venne portato in questa Chiesa e posto sopra all’altare maggiore, il crocifisso che antica- mente era posizionato sull’architrave della chiesa parrocchiale di Solbiate, ogni quarta domenica di Ottobre veniva celebrata la festa del S.S. Crocifisso. In quegli anni venivano abbandonati in ceste, davanti alla porta della chiesa, diversi neonati affidati poi a famiglie che abitavano nei pressi dell’edificio. Nei primi anni del '900 venne di nuovo ampliata sino a raggiungere le dimensioni attuali, fu visitata dal Beato Cardinal Ferrari e nel 1933 ci fu la visita pastorale del Cardinal Idelfonso Schuster che la definì: monumento prezioso. Nel 1978, il Parroco don Angelo Porro, vedendola ancora malmessa, ne dispose il restauro completo. Durante i lavori, sotto il pavimento, sono state trovate diverse tombe di antichi abitanti risalenti al 1300. Sul campanile sono state posizionate le campane che prima suonavano sul campanile, ancora oggi esistente, del vecchio oratorio maschile di Solbiate.

91 Per proseguire il percorso sul fondovalle, procedendo su via Cesare Battisti, ci si addentra nelle case sulla destra fino a Via Indipendenza, al termine della quale sulla destra, una larga discesa sterrata riporta alla pista ciclopedonale. Chi si muove a piedi potrà proseguire verso sinistra una volta giunti al fiume, mentre chi deve recuperare la bicicletta deve tornare alcune centinaia di metri a destra per tornare alla Scaletta. Da qui dopo aver costeggiato il complesso del Cotonificio, si ritorna a risalire il fiume in un tratto di canale lungo un chilometro dove si passa anche sotto il viadotto della nuova Autostrada Pedemontana e dove è in corso un intervento di piantumazione di una vasta area. Subito dopo la strada imbocca una leggera salita fino al punto dove i due itinerari di Solbiate Olona si ricongiungono.

a cura di Antonello Colombo e Giuseppe Goglio

92 La piazzarelativa allachiesa,cheha cambiatonomeaseconda dei dei rariesempi nellapianuradelvaresotto risalentialmedioevo. campanaria) difatturaromanica. Ilcampanilevecchioinvecerimaneuno era inprecedenzarimane soloilcampanile(aesclusionedellacella La chiesacomesipresenta nellostatoattualerisaleal1850. Diciòche S.Maria Assunta diversi altriedificiimportantiperlavitasociale delpaese. Piazza MartiridellaLibertàospitalaChiesadiSanta MariaAssuntae di unrecenteintereventoriqualificazionetrai piùriuscitidellazona, cima, proseguendoadestrasiarrivaalcentrodel paese.Protagonista di binarioperagevolarelasalitaamanodellebiciclette. Unavoltain Gorla Maggiore,unavecchiaCostaiola,dapochianni recuperatacontanto Calipolis, attraversatalaStradaProvincialeparte laviadiaccessoa Poche centinaiadimetriprima,giustoall’altezzadelbivioper GORLA MAGGIORE 93 GORLA MAGGIORE periodi storici (oggi è Piazza Martiri della libertà), è considerabile come il centro del nucleo antico. La facciata della chiesa è rivolta verso est seguendo degli orientamenti canonici che volevano l’altare rivolto ad oriente, mentre una scelta urbanistica l’avrebbe preferita rivolta a nord. La chiesa subì vari restauri e cambiamenti sia interni sia esterni con l’aggiunta di statue ed affreschi. Furono gli Anni '50 del XIX secolo che videro però il maggiore intervento, con una riedificazione particolarmente costosa che dovette unire gli sforzi economici della famiglia Terzaghi, del parroco e dei cittadini stessi per far fronte alle spese. Dalla piazza, percorrendo per alcune centinaia di metri via Roma si arriva ala Chiesa di S.Carlo

Chiesa di San Carlo La costruzione di questa chiesa, situata nell’omonima piazza, risale al 1622. Il fatto che in quell’anno fossero già presenti sul territorio comunale la parrocchiale di S.Maria Assunta e la più diroccata chiesa

94 dei SS.Vitale e Valeria fa sorgere dei quesiti riguardo ai motivi della sua costruzione. Vi sono varie ipotesi che vanno da quella leggendaria, la quale vorrebbe che San Carlo durante le sue visite pastorali si sia fermato a riposare all’ombra di un gelso e proprio lì venne eretto l’edificio, a quella più terrena che vuole la creazione della chiesa legata ai rapporti ecclesiastici delle principali famiglie gorlesi del tempo, i Moneta ed i Terzaghi. Non si sa con certezza quale sia quella vera ma è molto probabile che venne edificata per far fronte all’incremento demografico in atto in quel periodo nel gorlese. In quegli anni le famiglie sopracitate dei Moneta e dei Terzaghi, donarono alla chiesa delle reliquie relative al santo delle quali però in seguito nessun documento ci indica nulla riguardo ad una loro distruzione o traslazione. In seguito alla peste del 1630 la tradizione vuole che le salme venissero sepolte nei sotterranei della chiesa anche se nessun documento lo attesta. È molto probabile invece che i sotterranei siano serviti da lazzaretto durante l’epidemia di colera scoppiata nell’anno 1854 che provocò ben 101 morti (un decimo della popolazione di allora). Il riscontro si ebbe nel 1927 quando vennero fatti degli scavi atti alla

95 pulizia dei sotterranei per eliminare i continui miasmi provenienti da essi. In quell’occasione vennero trovati vari scheletri, alcuni dei quali in strane posizioni (tra i quali perfino uno seduto su una sedia in attesa), il che lascia presupporre che elementi colpiti da un grave male venissero in casi estremi isolati. La storia della chiesa ha visto molti restauri (1863 - 1907 - 1979) e tuttora l’ultimo è in fase di completamento. Davanti alla Chiesa parte via Garibaldi, ritornando sulla strada che costeggia la Valle Olona, arrivati a via Madonnina, lasciato il campo sportivo sulla destra, subito dopo si trova via Fabio Filzi, una piccola strada che termina alla Chiesa dei SS.Vitale e Valeria.

Chiesa dei SS.Vitale e Valeria

La chiesa dei SS. Vitale e Valeria (la più piccola e la più antica delle tre) si trova in posizione periferica a ridosso del ciglio vallivo. Nonostante l’aspetto l’edificio è molto antico, come prova il ritrovamento di un’ara romana utilizzata come materiale da costruzione e di due tombe, una interna e l’altra esterna risalente al periodo medievale. Nel 1580 una planimetria riporta la forma della chiesa nella prima fase. In totale la chiesa ha subito varie espansioni e modifiche, nel 1580, nel 1619 e l’ultima nel 1900 che rispecchia la forma nella quale si trova oggi. Prima di riprendere via Valle Olona, la costaiola dalla quale si è saliti al paese, ripercorrendo via Madonnina a ritroso, è interessante ritornare verso il centro del paese per una deviazione in via Canton Lombardo, dove si trova la Torre Colombera.

Torre Colombera Presso la Torre Colombera ha sede l’omonima Fondazione.

L’edificio è un’antica struttura medioevale, utilizzata in

tempi passati GORLA MAGGIORE anche per l’allevamento di colombi viaggiatori (da qui il nome Colombera) e trasformata dai primi Anni ’90 in spazio espositivo sede di numerose mostre. Faceva parte di un sistema difensivo di tre torri, situate sul ciglio terrazzato della valle Olona in posizione strategica come

97 difesa e controllo del territorio. Le altre due torri sono anonimamente inglobate nel tessuto urbano e ridotte ad abitazione privata. Solo la Colombera è giunta a noi integra sia pur con alcune modifiche rispetto alla struttura originale. Dal punto di vista storico la torre è da classificare tra le case-forti medioevali di età comunale e viscontea diffuse su tutto il territorio lombardo. I recenti restauri hanno evidenziato che alcuni elementi costruttivi sono tali da poter affermare che la costruzione risalga al periodo tardo romano longobardo e non all’XI° secolo come ritenuto prima degli interventi di ristrutturazione. Alcune analogie fanno pensare che possa essere coeva alla torre del complesso di Torba in valle Olona sotto Castelseprio. Quasi sicuramente la Colombera era una torre di difesa e vigilanza, avamposto di Castelseprio, importante e strategico centro dei Longobardi. (VI-VIII° secolo d.c.). La presenza a Gorla Maggiore di un significativo insediamento di gente Longobarda è attestata da numerosi documenti notarili dell’undicesimo e dodicesimo secolo i cui contraenti vengono espressamente indicati come gente di legge Longobarda. Moltissimi i toponimi di terreni e vocaboli dialettali di origine longobarda ancora presenti in paese. Particolarmente significativo il toponimo Canton Lombardo da tempo immemorabile nome del rione in cui le torri sono collocate. Le tre torri subirono, nel 1287, l’onta di una mozzatura per punire i Gorlesi che, nella lotta per la conquista della Signoria fra i Della Torre e i Visconti, si schierarono dalla parte di Castelseprio in cui si erano rifugiati i Torriani fuoriusciti da Milano. Per quanto concerne l’utilizzo a allevamento di colombi viaggiatori, non è arbitrario supporre che il piano più alto fosse da sempre adibito a tale scopo, già in età longobarda prima, carolingia e comunale dopo, per comunicare in caso di pericolo con Castelseprio. Successivamente usati dal dominus loci in età viscontea, ne fece poi, nel Rinascimento, largo uso la nobile famiglia Moneta il cui ramo principale aveva residenza a Milano. L’amministrazione Comunale, recuperando e restaurando lo storico edificio, ha voluto ricollocare al centro della vita di Gorla Maggiore GORLA MAGGIORE una struttura attiva e appartenente alla tradizione facendone un cuore pulsante per la cultura. Ridiscesi lungo la pista ciclopedonale, a Fagnano Olona inizia un lungo un tratto immerso nella natura e nella seconda parte molto ombreggiato, fino ad arrivare al vecchio ponte in ferro della Valmorea.

a cura di Fabrizio Caprioli

99 FAGNANO OLONA Arrivando da Solbiate Olona, subito dopo una breve discesa si entra in territorio di Fagnano Olona. Qua è possibile seguire una nuova variante arrivando da Solbiate Olona. Invece di scendere dal paese, proseguendo in costa si raggiunge la Passeggiata Ecologica, un sentiero percorribile anche in bicicletta e lungo poco più di un chilometro che segue la costa.

Passeggiata Ecologica La passeggiata ecologica ed in particolare il Crocifisso che domina la valle Olona, sono stati realizzati dai volontari della Contrada dei Calimali, dall’anno 1987 al 2000. Questo luogo, particolarmente caro per la sua sacralità a tante famiglie e a tutti i bambini che in occasione dell’annuale Festa degli alberi hanno messo a dimora decine di abeti, aceri e querce, rappresenta anche la memoria storica dell’associazione Calimali che in questo luogo ha realizzato numerose iniziative culturali ed

100 depurare leacquerefluecivili,levandocosìpartediquestolavoroai Olona, vuolecontecnichetotalmentenaturali,ecologicheesostenibili Il progettodifitodepurazione,natoneipressidelconfineconFagnano zona, realizzatodalComunediGorlaMaggioreeacavallodeidueComuni. opere piùimportantidalpuntodivistadelrecuperoambientaledella Dopo uncentinaiodimetri,neipressiposteggio,iniziaunadelle che seguiràperbuonapartedelpercorsorimanente. Quai ilpercorsosiaffiancaaibinaridellaFerroviaValmorea una svoltaasinistra,lasciandodestraun’area boschiva. che raffiguratretorri,ilsimbolodelpaeseinprossimitàdi in territoriodiGorlaMaggiore,contrassegnatodaunmonumento destra siattraversailfiumesuunpontedilegnoalKm5,7. Sientra La pistaciclopedonaleprosegueinvecesulfondovalle,dovesulla ambientali. Parco dell’Acqua / impianto difitodepurazione risanamento. vasche adoperate peril anche unostagnoartificiale ealtre parco nelqualesonoinseriti delle acquedepurate,lambisce il vitale. L’Olona, cheèdestinatario grande presenzadiquestoelemento denominata Parcodell’acquaperla L’area visibileèstata di batterinelleradicieneirizomi. fondamentale edirettosullecolonie nutrienti hannounruolo crescendo nell’acquasaturadi di tipobiologico,nelqualelepiante caratterizza peruntrattamento Questa praticadipurificazionesi depuratori tradizionalidellavalle. 101 FAGNANO OLONA La vegetazione introdotta in questo luogo, tipica delle zone umide (ninfee, cannucce di palude, giaggioli, etc.), è necessaria per la depurazione e favorisce la biodiversità indispensabile per l’avifauna e per le altre specie animali. Il PLIS del Medio Olona fa da cornice all’area verde artificiale che consente una visuale ampia e aperta del fondovalle. In questo luogo vi è la possibilità di ammirare l’autorevole cotonificio Candiani, simbolo di un tempo passato e di uno sfruttamento ambientale insostenibile, e in opposizione è possibile scorgere il sistema di fitodepurazione, emblema della riqualificazione ambientale e di una crescente cultura della sostenibilità. Grazie alla felice posizione a ridosso della pista ciclopedonale e a fianco di Calipolis, il luogo è molto frequentato. Oltre a queste ragioni esterne, ciò che richiama tanto pubblico è la presenza di un’oasi di tranquillità in un territorio altamente industrializzato, nel quale oltre a godere della bellezza del paesaggio o praticare attività fisiche o socio-culturali, la popolazione ha la consapevolezza di sostare nel bel mezzo di una "infrastruttura" naturalizzata utile all’Olona e alla comunità stessa.

Subito dopo il parco, si costeggia l’area di Calipolis, raggiungibile per un’altra strada prima del ponte in legno attraversato in precedenza, restando sulla stessa sponda. Calipolis è un punto di sosta tra i più accoglienti dell’intero tracciato. Nei pressi della torretta d’osservazione, parte la sterrata che costeggia il Bosco nuovo OL e si ricongiunge alla ciclabile. Presso l’approdo è presente anche un FIAB-POINT di Ciclocittà Varese. Tornati sulla ciclabile si prosegue a sinistra. In direzione Cairate, costeggiando gli edifici dell’ex cotonificio Candiani.

102 Cotonificio Candiani "…Il quarto periodo nasce con il sorgere nel nostro paese, cioè in Italia, dell’industrializzazione e dell’introduzione dell’uso della forza motrice dell’acqua per far andare le nuove tecnologie nell’ambito tessile. È l’età della grande epopea, a Manchester, lassù in Inghilterra, si contrappone la Valle Olona, si contrappongono gli opifici della Valle Olona, i bachi da seta, ma sopratutto i cotoni" (Robertino Ghiringhelli, 2004). Con questo pensiero lo storico Ghiringhelli descrive l’importante sviluppo industriale della Valle Olona che inizia negli ultimi anni dell’ottocento. Lo studioso compara le manifatture tessili di questo territorio con quelle inglesi, patria della rivoluzione industriale. Effettivamente la manifattura tessile della valle ebbe una crescita quantitativa e qualitativa molto rilevante in quell’epoca, la quale fu incentivata anche dalla costruzione della ferrovia della Valmorea all’inizio del '900. FAGNANO OLONA FAGNANO I protagonisti di questo spettacolare fenomeno furono i grandi cotonifici che si situarono lungo tutto il percorso dell’Olona. Una speciale concentrazione di questo settore è avvenuta nella località di Fagnano Olona, dove si creò un vero e proprio distretto manifatturiero del settore tessile. In questo ambiente nacque nel 1895, grazie alla verve imprenditoriale della famiglia Candiani, la innovatrice Filatura di Fagnano Olona. Enrico Candiani, industriale di seconda generazione, sostituì i telai meccanici a quelli a mano, incrementando così la produzione. L’azienda di origine familiare ebbe una crescita progressiva che portò nel 1902 ad ampliare l’edificato, aprendo un nuovo reparto di candeggio e tintoria e nel 1930 ad erigere delle nuove costruzioni in riva all’Olona per il candeggio a prato. Negli Anni '70, dopo più di settant’anni di gestione, finì l’era dei Candiani, la tradizionale famiglia che diede un impiego a molti fagnanesi e gorlesi cedette l’attività alla Citiesse spa. La posizione degli stabili manifatturieri si situano, tanto allora come oggi, in una posizione strategica. Infatti, in questo punto della valle vi è stata una elevata riqualificazione ambientale. Esempi lampanti sono, oltre alla pista ciclopedonale che

collega tutta la Valle Olona, la creazione di un parco destinato alla pratica della fitodepurazione e l’innovativo riutilizzo dei vasconi di

104 decantazione delle acque industriali dell’impresa tessile. Quest’ultima opera è oggi conosciuta come Calipolis ed è impiegata come sede dell’associazione Volontari Contrada dei Calimali, artefice di varie iniziative culturali e ambientali. Gli altri stabili riservati alla produzione industriale perdurano in buono stato e s’impongono in un paesaggio pianeggiante tipico del fondovalle dell’Olona, dove la vegetazione del Parco Medio Olona fa da sfondo ai colori più tipicamente artificiosi delle fabbriche. Il complesso è composto da fabbricati di varia altezza e la costruzione di maggior dimensioni è la sala delle caldaie. Quest’ultima domina tutta FAGNANO OLONA FAGNANO

l’area e, sul frontone dell’edificio, la decorazione del simbolo della famiglia, l’aquila sormontata da una stella, celebra la potenza economica dei Candiani e delle manifatture tessili della Valle Olona. Al Km 6,6 Attraversata la strada provinciale Fagnano Olona-Gorla Maggiore, si prosegue lungo un tratto immerso nella natura tra i più

105 frequentati, grazie anche al fatto di essere tra i più facili da raggiungere dai paesi. Dopo aver attraversato la strada asfaltata che porta alla frazione Balzarine, al Km 7,7 si raggiunge uno spiazzo ghiaioso dove un tempo c’era la stazione locale della Ferrovia della Valmorea. In prossimità della sbarra che segna il ritorno sul tracciato protetto, sulla destra, una scalinata permette di accedere alle Balzarine attraverso i boschi. In cima infatti, si scende a destra per pochi metri lungo la strada, per imboccare uno sterrato in salita, a sinistra. Lo sterrato costeggia giardini e orti, prima di arrivare alla frazione. Si prosegue sullo sterrato che curva a gomito sul lato del caseggiato fino ad incrociare la strada asfaltata precedentemente abbandonata.

Si sale a destra e dopo alcuni metri si curva a sinistra, raggiungendo l’Agriturismo Le Balzarine, dove pranzare o gustare un gelato. Si prosegue fra le case della frazione fino ad inoltrarsi nel boschetto lungo una strada sterrata in discesa dal fondo un po’ sconnesso. Al bivio, nel bosco, tenere la destra e proseguire fino a ritornare sulla pista ciclabile al Km 8,5. Proseguendo dritto si raggiunge invece una strada asfaltata, fiancheg- giando gli edifici della fabbrica Gaspare Tronconi, azienda tessile in attività dal 1597. Superato il ponte sull’Olona, si raggiunge via Opifici, dalla quale inizia l’itinerario di visita a Fagnano Olona. Attraversata la strada, si procede su una scalinata che s’intra- vede quasi di fronte. A metà salita,

106 trascurando il sentiero sulla sinistra, si prosegue fino a raggiungere la piazza San Giovanni e l’omonima chiesa di Bergoro, frazione di Fagnano Olona. La piazza è fiancheggiata da tigli e panchine. All’uscita della piazza, si percorre sulla sinistra la via S. Giovanni. Al numero 74 si trova l’enoteca – ristorante Menzaghi. Si prosegue fino allo stop e tenendo la sinistra ci s’immette su un tratto di ciclabile in direzione del centro. Superato il cimitero e il monumento ai Caduti, si svolta a sinistra per via Matteotti e fiancheggiando il Campo Sportivo si giunge alla Cappella di S. Martino.

Cappella di San Martino Recentemente restaurata, è quanto rimane dell’antico cimitero annesso all’antichissima FAGNANO OLONA FAGNANO chiesa del borgo di San Martino, demolita alla fine del Settecento. Quando, nel 1933, si decise la rimozione dei detriti per costruire la Palestra della colonia elioterapica, vennero alla luce importanti reperti: un’ara votiva a Giove, una pietra con inciso uno scudo visconteo. La meravigliosa volta dedicata a San Martino e due scritte religiose: "Ciò che sarete voi noi siamo adesso"e "Perciò chi scorda noi scorda se stesso". Dopo due anni di lavoro i restauri integrali della cappella sono giunti finalmente a conclusione, con un favoloso risultato finale. Con grande impegno la Pro Loco ha raggiunto anche questo importante traguardo,

107 riconsegnando ufficialmente alla popolazione fagnanese con una sontuosa inaugurazione l’antica Cappella di San Martino, perfettamente restaurata in ogni sua parte, sia interna che esterna, affreschi compresi. A fianco dell’edificio, sede della Polizia Locale, si prende una strada lastricata in discesa, fino a raggiungere la strada asfaltata (via Opifici). Si prosegue in salita per alcuni metri fino al termine della stessa nel Piazzale XX settembre. Si tiene la sinistra fino a raggiungere il Castello Visconteo.

Castello Visconteo Il Castello Visconteo di Fagnano Olona è situato sul ciglione che guarda il corso del fiume Olona e ha sempre avuto una funzione strategica di rilievo. Fin dall’alto medioevo, la Valle Olona rappresentava una naturale via di penetrazione da Nord verso la pianura milanese e perciò è naturale il trovare lungo la vallata una serie di fortificazioni sorte a vigilare il percorso iniziando da Varese, scendendo a Castiglione Olona, Castelseprio e appunto Fagnano Olona. Il castello viene considerato l’antemurale di Castelseprio ed è citato nelle lotte tra i torrioni e i Visconti. Nel 1257 l’Arcivescovo milanese Leone da

108 Perego abbandonata la città, si rifugiò nel Seprio, mentre da Milano partì Martino della Torre, Capitano del popolo, che giunto con le sue milizie a Fagnano assediò il castello che gli resistette e non fu conquistato. Nel 1285 invece Fagnano Olona visse di riflesso i fatti legati al Contado e alle lotte tra le fazioni Torrione e quelle Viscontee. Nell’ottobre di quell’anno le forze viscontee assediarono la fortezza di Castelseprio in quel periodo tenuta da Guido da Castiglione, seguace dei Torrioni. Abbandonata poi l’impresa si portarono a Fagnano Olona ma non sappiamo se in quell’occasione il castello subì dei danni. Quando il Seprio passò definitivamente in mano ai Visconti, il castello fu tenuto da quel ramo familiare che si chiamò proprio dei Visconti di Fagnano. Il feudo fagnanese venne a dividersi in due parti distinte, una fu affidata al ramo di Giovanni FAGNANO OLONA FAGNANO Visconti di Gasparo grazie al quale si formarono i Signori di Fagnano, ramo che si estinse nel 1514. L’altra parte del feudo venne affidata ai discendente di Azzo Visconti, fratello di Giovanni e che formarono il ramo dei Visconti di Ierago. Mentre ai primi spettò il castello, i secondi abitarono nel cosiddetto Castellazzo e la parte feudale da loro detenuta si nominerà Comune di Azzo Visconti. Il castello nel 1451 venne affidato da Francesco Sforza a Filippo Maria Visconti conte di , e figlio del milite Gaspare e di Agnese Besozzi. Allo stesso venne confermato nel 1470 dal duca di Galeazzo Maria Sforza. Nei diari di Cicco Simonetta segretario ducale, è ricordato un soggiorno nel 1474 di Galeazzo Maria

109 Sforza al castello di Fagnano durante una battuta di caccia. Infatti, il duca alla fine di ottobre di quell’anno dopo aver cacciato a Castiglione, a Varese, e nei dintorni di , trascorse la notte del 31 ottobre al castello di Fagnano, loco de Messer Filippo Visconti. Nel 1500 il castello era ancora in piena efficienza e partecipe delle lotte che interessarono il gallaratese tra ducali, spagnoli e truppe francesi. È segnalato un assedio da parte delle truppe ducali al castello, presidiato dai francesi del capitano Valmontone. Circondato il fortilizio i ducali ruppero l’ostinata resistenza degli assediati snidandoli con cariche esplosive che fecero cadere una parete del castello. L’Imperatore Carlo V nel 1551 concesse il titolo di Conte di Fagnano a Vitaliano Visconti Borromeo. A Gaspare Visconti, che succederà a Carlo Borromeo nel 1585 come Arcivescovo di Milano, sono attribuiti i lavori di ristrutturazione del castello già rovinato nei decenni precedenti. Nel trasformato

110 castello l’Arcivescovo Gaspare Visconti trascorreva i periodi estivi e qui si rifugiò durante l’epidemia del 1587-88. Nel 1674 il feudo fagnanese era tenuto congiuntamente dai Visconti di Fontaneto e dai Visconti Borromeo. Alla fine dell’ottocento il castello invece passa dai Visconti ai marchesi Tanzi e Ponti e, dal 1950 è di proprietà comunale, diventando la sede degli uffici amministrativi. Negli ultimi anni grazie alle varie Amministrazioni locali che si sono susseguite sono stati eseguiti importanti lavori di restauro FAGNANO OLONA FAGNANO sull’imponente facciata del castello, nel portico e nel secondo cortile con sistemazione e ammodernamento sia interno sia degli infissi. Un nuovo intervento sarebbe preventivato per finire il restauro del primo cortile e per riscoprire una sala sotterranea di cui si è scoperta l’esistenza nel 2007 a causa di forti tracce di umidità lasciati sulle pareti lungo il corridoio della sala consiliare. Si ritorna poi al Piazzale XX settembre per prendere la discesa sterrata (Costiola) che fiancheggia sulla destra via Opifici. Al termine della discesa, girare a destra su strada asfaltata (viale Carso), sulla destra si può ammirare il Castello Visconteo con prato a gradoni. Prima del ponte sull’Olona, si prende uno sterrato sulla destra che porta al vecchio mulino Bosetti, ora in stato di abbandono. Si prosegue su sterrato e, superato l’Olona, si raggiunge la strada asfaltata. Si procede a sinistra in discesa e superato nuovamente il ponte sull’Olona, si ritorna alla ciclabile all’altezza di Calipolis.

a cura di Luciana Macchi e Fausto Bossi

111 CAIRATE Il punto segna anche l’ingresso nel territorio di Cairate al Km 8,6. Cinquecento metri più avanti, in prossimità della vecchia scuola materna, una strada in leggera salita, percorribile anche in bicicletta, porta a uno dei paesi più ricchi di storia della Valle Olona. Simbolo del paese è il Monastero di Santa Maria Assunta, luogo d’inestimabile valore, ricco di storia e leggende, da anni al centro di un importante opera di restauro che si avvia verso la conclusione.

Monastero di Santa Maria Assunta Fondato secondo la tradizione in epoca longobarda, tuttavia già prima che divenisse monastero il sito era abitato. Secondo gli esiti dei recenti scavi archeologici il grande terrazzo naturale che si affaccia sull’Olona oggi occupato dal monastero era, in epoca romana e tardoantica (I-VI sec. d. C.), una grande fattoria. La tradizione affida al leggendario personaggio di Manigunda il merito di

112 di pietrariutilizzo:lacoperturariportacroceastile simbolo diimmortalità.Un’altra tombainveceèunastrutturainlastre cristiana: unbicchiered’acqua,unacrocelatina,pavonestilizzato corredata daunaffrescorecantesoggettitipicidellasimbologia i solionoridellaleggenda.E’,infatti,visibileunatombaavasca punto divistastorico,lapresenzalongobardaelascianoaManigunda scavi archeologiciedatatemetàVI-VIIsec.,confermano,daun Le sepoltureprivilegiatediuominiarmatirinvenuteconirecenti come quellodellaleggendariafondatricedelmonastero. al complessomonastico,èstatotramandatodallatradizionelocale cartiglio dell’arcoSettecentescochecostituival’anticoaccesso monastero. IlnomediManigundaancoroggivisibileimpressosul fonte diBergoroecelebròl’avvenutaguarigioneconlafondazionedel il cuipadrepossedevaterreniaCairate,bevvel’acquamiracolosadella da unapresuntamalattiadireni.Lagiovanenobildonnalongobarda, aver fondatoilcenobiofemminileinseguitoaunamiracolosaguarigione 113 CAIRATE a più braccia terminali della stessa tipologia rinvenuta in altri siti del Seprio (Arsago, Castelseprio). Ma il grande potere politico-economico del monastero di Cairate si registra successivamente, in pieno Medioevo, quando nel 1176 l’esercito imperiale di Federico Barbarossa risulta acquartierato nei pressi del borgo e probabilmente lo stesso imperatore passò nella foresteria del monastero la notte precedente la battaglia di Legnano. Il chiostro che noi oggi vediamo tuttavia, risale al Quindicesimo secolo a conferma del sempre rinnovato potere economico-politico esercitato dal monastero benedettino sul territorio. A quest’epoca risale anche l’ala del monastero denominata di San Pancrazio oggi sede del municipio. La chiesa annessa, acquista dimensioni sempre più ampie per rispondere alle esigenze di una comunità monastica sempre più numerosa. La badessa Antonia Castiglioni commissiona ad Aurelio Luini, figlio di Bernardino, il Ciclo della Vergine che campeggia sulla parete di fondo della chiesa interna ed ancor oggi ben visibile in seguito allo strappo che ne ha permesso il recupero. La raffinatezza della badessa Castiglioni è confermata dalla recente scoperta di quella che doveva essere la sua stanza privata e denominata la sala della musica decorata da pregevoli affreschi di strumenti musicali ed animali esotici. La storia del monastero attraversa i secoli, ma alla fine del Settecento, con l’avvento di Napoleone, il bene viene sottratto al controllo religioso e, nel tempo, rivenduto a privati che, incuranti del valore artistico, lo trasformano in abitazione in nome di esigenze pratiche. Tra i cittadini di Cairate, c’è chi ancor oggi ricorda la propria infanzia tra le stanze del monastero divenuto abitazione o i pomeriggi dedicati al ricamo con le suore dell’Immacolata Concezione d’Ivrea che furono tra gli ultimi proprietari (metà anni settanta). Grazie ad amministratori locali illuminati che hanno riconosciuto il valore storico artistico del bene, è iniziato dalla metà degli anni Settanta del Novecento la graduale acquisizione del bene e quindi il recupero. Visitare oggi il monastero è un’esperienza unica, un viaggio nel tempo attraverso diverse epoche: ognuna ha lasciato un segno ed anche

114 il recente restauro offre, attraverso le diverse soluzioni di recupero e riqualificazione di spazi e strutture, un’ulteriore

occasione di CAIRATE dialogo tra presente e passato. Entrare nel chiostro è un’esperienza suggestiva e coinvolgente; aggirarsi tra le colonne in arenaria osservando capitelli dai soggetti curiosi e inaspettati, o scoprire lo stemma dell’antica famiglia locale, i De Cairate, può essere addirittura divertente… Dal centro del paese, parte una pista ciclabile in direzione della frazione Peveranza, una volta arrivati qua, si prosegue lungo la viabilità ordinaria fino all’altra frazione, Bolladello, dove vale la pena di arrivare per una visita a San Calimero.

115 San Calimero Il culto di san Calimero è piuttosto antico: Calimero fu il quarto vescovo di Milano e visse alla fine del III secolo d. C. Il Santo, tradizionalmente legato all’acqua, sarebbe stato ucciso a pugnalate e gettato in un pozzo dai pagani che vollero in questo modo vendicarsi, con una sorta di contrappasso, poiché il vescovo battezzava anche chi non desiderava convertirsi. E’ anche probabile che questa sia una leggenda ispirata dal fatto che durante una ricognizione, le spoglie del Santo furono trovate immerse nell’acqua, pertanto, accanto al suo sepolcro fu costruito un pozzo ancora oggi visibile presso la chiesa di San Calimero a Milano. L’acqua di quel pozzo cominciò ad essere distribuita ai milanesi in periodi di siccità e addirittura le vennero attribuite potenzialità taumaturgiche e non solo gli infermi ne bevevano ma, quando la siccità minacciava il raccolto, fra solenni preghiere, se ne attingeva un secchio e la si riversava sulla campagna riarsa per invocare la pioggia. Se dunque la tradizionale Festa di San Calimero dovesse essere bagnata... C’è una ragione ben precisa. Esiste anche un ritornello che allude al santo e al suo martirio: “San Calimer, in fond al pozz, che ai bravi fieu al ghe da i caramei “(San Calimero in fondo al pozzo che ai bravi bambini dà le caramelle…) e che i milanesi erano soliti cantare il giorno della festa del santo: il 31 luglio. Dal Liber notitiae sanctorum Mediolani si apprende che la fama del santo si diffuse e, al principio del 1300, c’era un altare a lui dedicato presso una chiesa di Bolladello nella Pieve di Gallarate. A tale periodo dunque risale una delle prime attestazioni del culto del santo nel nostro territorio. Più tardi venne il culto della Madonna nella medesima chiesetta. Questa volta la storia è ambientata nel Settecento quando, in un freddo inverno, una nobildonna ebbe un incidente passando con la sua carrozza ai piedi della collina, scivolando sul ghiaccio della vicina fontana. In segno di riconoscenza per lo scampato pericolo, la donna volle donare alla chiesetta il prezioso dipinto che ancora oggi vediamo esposto in occasione della festa e viene portato in processione il giovedì sera per la

116 vie del paese. La chiesa dunque è stata denominata chiesa della Madonna di San Calimero e la devozione al Santo e alla Vergine si sono legati in un vincolo indissolubile. E’ tradizione che le mamme affidino i loro bambini alla Madonna di San Calimero e li portino proprio qui a muovere i primi passi girando attorno alla chiesetta. Secondo un’altra ipotesi invece, il culto di San Calimero non sarebbe da ritenere quello originario ma la chiesetta potrebbe essere stata sin dal principio denominata della Madonna Kalimera, ossia della Madonna del Buon giorno, infatti in lingua greca buon giorno si dice proprio

“kalimera” e la nostra chiesetta è rivolta ad est e riceve CAIRATE la prima luce del mattino. Tale ipotesi è sostenuta dalla presenza a Bolladello di missionari orientali, per la precisione greci, in epoca longobarda. La tradizione legata a San Calimero è comunque radicata sul territorio come dimostra anche la presenza, nell’Ottocento, di un’osteria in via Cavour denominata di San Calimero e della quale è conservata l’insegna in ferro battuto recante l’immagine dipinta del Santo. Ma… San Calimero ha a che fare forse con il pulcino nero di Carosello? Il famoso fumettista e disegnatore Carlo Peroni, in arte Perogatt, dovendo realizzare nel 1963 una puntata di Carosello per la Mira Lanza inventò la storia del pulcino nero che andava in cerca della sua mamma e finiva per imbattersi in una gallina con un seguito di pulcini, la quale gli spiegava che lei non poteva essere la sua mamma dato che lui era nero mentre i suoi piccoli erano completamente bianchi. Avvilito, il pulcino nero arrivava nei pressi di un mastello dove la famosa Olandesina lo

117 prendeva e lo immergeva delicatamente nell’acqua dicendogli che lui non era nero, ma solo sporco. Carlo Peroni dice che, a questo punto, aveva bisogno di un nome che facesse rima con “nero” da dare al suo pulcino e gli venne in mente Calimero perché tutti i giorni, per arrivare presso gli studi della Pagot Film a Milano, passava per la via chiamata via San Calimero, quella dell’omonima chiesa. Rientrati lungo la pista ciclopedonale, il territorio di Cairate offre ancora diversi spunti interessanti. Al Km 9,4 infatti, si passa sotto il viadotto di via Mayer Sally, la strada Provinciale che unisce il paese a e Gorla Maggiore. Per anni, fino all’apertura dell’autostrada Pedemontana, è stato l’unico ponte ad attraversare la Valle Olona. Subito dopo, la vallata si apre per arrivare a uno dei luoghi simbolo, dell’unione tra passato, presente e futuro. Dopo essere stata a lungo sostegno economico della zona, la cartiera Vita-Mayer è, infatti, diventata simbolo del decadimento locale. Oggi, dopo anni di abbandono e tentativi andato a vuoto, è in atto un ambizioso progetto di recupero.

Cartiera Vita-Mayer La cartiera Vita Mayer di Cairate è attualmente un’area dismessa di

118 414.823 mq, ma sino al 1975 fu un importantissimo centro di occupazione della Valle Olona. Costruita nei primi anni del '900, la cartiera testimonia l’importanza e l’impatto che ha avuto il settore industriale lungo le rive dell’Olona durante tutto il secolo. Il fiume ha fornito alla popolazione locale la sua forza motrice e le risorse idriche necessarie per lo sviluppo della valle. Per questo motivo e per la sua storia molti letterati italiani definiscono l’Olona come fiume di civiltà. Questo tratto del corso d’acqua, tra Cairate e Lonate Ceppino, già nel '700 fu una zona molto produttiva, si hanno testimonianze di mulini nei pressi di Cairate e di piccole cartiere nel territorio di Lonate Ceppino. Enrico Vita nel 1897 assembla tutti questi piccoli CAIRATE stabilimenti in una unica grande società, la Cartiera Enrico Vita & C. La più conosciuta denominazione Vita Mayer, viene dal fatto che negli anni successivi uno dei figli eredi di Enrico Vita si sposò con Sally Mayer, membro di una importante famiglia industriale torinese. La società, nonostante le guerre e l’emigrazione forzata della famiglia ebrea Mayer dovuta alle leggi razziali fasciste dell’epoca, ebbe uno sviluppo industriale progressivo.

119 L’importanza della cartiera raggiunse l’apice negli Anni '50, quando questa riuscì a dare lavoro a 2.500 operai. Per ampi tratti della sua storia il sito fu servito dalla ferrovia della Valmorea (di cui i binari ancora oggi si possono osservare). Molti degli stabili dei 68.971 mq di superficie coperta hanno un valore architettonico considerevole poiché sono costruzioni con oltre cinquant’anni di età. Si possono incontrare ottime panoramiche dell’area sul viadotto di Cairate e dal rione Barlam durante la stagione invernale, poiché durante l’estate la folta vegetazione è protagonista nella valle. La rigogliosa flora del Parco RTO fa da contorno al degrado dei giganteschi stabili, in un quadro nel quale, per gli abitanti del luogo, regna un sentimento di nostalgia a ragione del deterioramento e dell’abbandono di una zona che per tutto il secolo è stata immagine di sviluppo e progresso economico. Nel tratto successivo, protagonista diventa la Ferrovia della Valmorea. A pochi metri di distanza, infatti, si trovano due reperti tanto preziosi quanto unici. Al Km 10,5 una piattaforma girevole per i treni dell’epoca impreziosisce una zona di sosta. Proseguendo lungo il perimetro della cartiera, al Km 10,8 s’incontra un serbatoio per l’acqua, prezioso per rifornire le locomotive a vapore. Subito dopo, il percorso è interrotto per qualche centinaia di metri nella sua conformazione di sede protetta e prosegue a ridosso della via Per Lonate su una sede asfaltata, sempre separata ma molto più stretta. È quindi doveroso porre la massima attenzione agli altri passanti e soprattutto ad alcuni passi carrai poco visibili. Una curva a destra introduce a una breve salita necessaria a superare l’Olona, prima di attraversare la strada urbana, molto trafficata e con passaggi di CAIRATE veicoli a forte velocità.

a cura di Serena Gatti e della Pro Loco di Cairate

121 LONATE CEPPINO Il punto che segna anche l’ingresso nel Comune di Lonate Ceppino è al Km. 11,1, l’attraversamento con la via della Costa, con una breve discesa che immette in una piana lontana dalla viabilità ordinaria e dominata dalla natura. Sulla destra è tuttavia possibile scorgere importanti edifici storici. In particolare, il Mulino Taglioretti è, infatti, uno dei pochi mulini ancora eretti della Valle Olona. È un edificio originario del ‘700 più volte modificato e attualmente avente funzione residenziale.

Mulino Taglioretti Il Mulino o Molino Taglioretti è una costruzione del ‘700 situata lungo un meandro del fiume Olona nel territorio del fondovalle di Lonate Ceppino. Il mulino idraulico ha sfruttato una derivazione di 900 metri che ha origine dal fiume. L’acqua canalizzata e per alcuni tratti intubata passa al di sotto dei vari edifici esistenti per poi ricongiungersi con l’Olona più

122 antichi mulini èrimastasololamemoria storicaequalchepiccola Lepori. Oggi quest’area ospitadelleimportanti realtàindustriali, edegli comunque lamassimaattenzione. InquestotrattositrovanoiMulini secondaria pocotrafficata, ancheseèindispensabilemantenere ordinaria, viaMolinoLepori. Sitrattatuttaviadiunastrada Più anord,ilpercorsosegue perunbrevetrattolaviabilità di vitadegliabitantidellaValleOlona. la vegetazione,ilsuoloefiumecheèstatosarà ancoracompagno distanza, masièpreferitorispettareivarielementi naturali: non siècercatounosviluppoindustrialecomeaccaduto apoca di vivereinsintoniaconl’ambientechelocirconda, lungoquestomeandro Il piccolocomplessodicostruzioniriflettelacapacità dell’uomo risalto iltracciatosinuosodelfiumeedellapista ciclabileadiacente. nel fondovallesidiradaelasciaspazioaicampierbosi chemettonoin effetto delmeandrolavisualesiampliaeschiarisce.Lavegetazione In questazonadellavalleilpanoramacambiagradualmente,per storico-archeologico. alto interessenaturalistico,paesaggistico,sportivoe Dorsale RTO, asseprincipaledellaretesentieristicaRTOepercorsodi Inoltre l’areadelMolinoTaglioretti èpuntodiarrivodellaimportante ciclabile, dall’anticalineaferroviariadellaValmoreaedalfiume. pendici. Questiimmobilivengonolambitidaltracciatodellapista mattone sonoperfettamenteintegratinelpaesaggioboschivodelle acque delfiumeOlona.Gliedificiprevalentementedicolorgialloerosso strutture residenziali,altreattivitàeconomichecheapprofittanodelle Oggi lostabileècircondatodaaltriedificicheospitanooltreadelle Cartonificio Samecnel1920, finoall’abbandonoapartiredaglianni‘ la fabbricazionedellacarta,conCartieraCanzianinel1901eil anche delmulinoCelestediGornateSuperiore)adunosfruttamentoper dall’iniziale usocomemulinodiproprietàdelsignorMarliani(proprietario Olona hadovutosviluppare.L’edificio nelcorsodellasuastoriaèpassato necessaria convivenzaconilcorsod’acquachelapopolazionenellaValle a vallecieloaperto.Lecondizionidelluogoriflettonola 80. 80. 123 LONATE CEPPINO testimonianza fisica.

Mulini Lepori Il patrimonio industriale dell’ex complesso Mulini Lepori è un simbolo dell’imprenditorialità degli abitanti della Valle Olona, poiché sottolinea come questi siano riusciti continuamente a servirsi a livello industriale di una zona geograficamente privilegiata ma con un’accessibilità problematica. L’area in questione vive in un profondo legame con il fiume, dato che le acque dell’Olona circondano sui quattro lati il complesso di fabbricati. Verso il fianco ovest il fiume scorre liberamente, mentre che in corrispondenza degli altri lati è stato incanalato. Quest’artifizio lo si può osservare agevolmente da uno dei vari ponticelli che collegano gli stabilimenti al resto del territorio. Al principio, nel ‘700, sorsero i Molini Lepori che come gli altri mulini della valle approfittarono della forza motrice del corso d’acqua. Più tardi le singole costruzioni si svilupparono in un composito di edifici industriali. La prima ditta ad impiegare la risorsa idrica circostante fu il Pettinificio Clerici dal 1920, in seguito furono il Pettinificio Alfieri dal 1924 e la Tintoria P. Bozzo dal 1945 e per finire dal 1957 fu l’attuale Tintoria Zerbi ad usufruire dei 25.000 m2 di quest’area. I continui cambi d’uso industriale ha fatto si che parte dei mulini vennero smantellati e che oggi di rilevante importanza architettonica rimanesse la facciata Est, che presenta la peculiare decorazione in mattoni a vista di uno degli originari mulini. Il sito, oltre che dall’Olona, è lambito dal passaggio sia della pista ciclo-pedonale della Valle Olona, sia dall’antico tracciato ferroviario della Valmorea, che lungo alcuni tratti si può apprezzare tuttora. Il fondovalle di Lonate Ceppino prossimo ai confini amministrativi di Castelseprio è un territorio dove la vegetazione rigogliosa del parco RTO sfida incessantemente le opere dell’uomo. Qui il consumo di suolo si è riservato unicamente allo sviluppo del settore secondario e la zona è considerata per gli abitanti della Valle Olona come un’area da sempre generatrice di lavoro e dunque di ricchezza. Oggi con lo sviluppo dei paesi verso le aree pianeggianti della sommità della valle, questa parte di territorio ha perso

124 il prestigio che ha avuto per molti decenni. Il fascino verso questo luogo LONATE CEPPINO si conserva grazie al fatto che, gli elementi naturali sono coprotagonisti insieme all’uomo, nel disegnare un tradizionale paesaggio industriale della Valle Olona. Per una visita del piccolo ma interessante paese, il punto di accesso ideale è una stradina di ripide pendenze tra i due antichi mulini che si inoltra nel parco RTO. Lungo questo bel sentiero ci imbatteremo con la Fonte Storica di Lonate Ceppino. Un luogo che nei secoli è stato rifornimento d’acqua e sito spirituale. Terminata la costa, sbucheremo alle spalle della Chiesa di San Pietro detta del Consacrato. Questo è un umile ma prezioso, edificio religioso posto nel limite del costone della Valle Olona e per questo ben visibile anche dal fondovalle. È un bene sicuramente anteriore al XII secolo che oggi si presenta come l’unione di due edifici di epoca diversa: la cappella e l’originaria chiesa.

126 Curiosando per le vie del paese è possibile ammirare il Torrione dell’acquedotto, l’interessante Villa Truffini, la chiesa parrocchiale Santi Pietro e Paolo, l’adiacente chiesetta de la “Maduneta” e la magnifica Biblioteca Civica, ex Oratorio San Michele. Quest’ultimo edificio rappresenta un eccellente esempio di restauro e riqualificazione dei beni locali. L’opera, completata nel 2008, rispetta le preesistenti soluzioni LONATE CEPPINO

progettuali e i materiali originali e viene attualmente analizzata e apprezzata dagli studi di architettura di tutto il mondo. Un’ultima zona d’interesse di Lonate Ceppino è la località San Bernardo. Questo nucleo di abitazioni rurali situato lungo il confine con Tradate offre uno dei pochi paesaggi agricoli della Valle Olona. Le cascine, la chiesetta e l’agriturismo mantengono in vita questa piccola frazione. Dal centro di Lonate Ceppino è possibile raggiungere in bicicletta San Bernardo percorrendo il sentiero del Plis RTO che è possibile intraprendere nel tratto pendente della strada provinciale (SP2) che collega il fondovalle con il paese.

127 CASTELSEPRIO Dopo aver percorso tutta via Molino Lepori, al Km 12,4 sulla sinistra s’imbocca uno stretto ponte per entrare in Castelseprio.

Come per tutta la Valle Olona, anche l’abitato di Castelseprio si situa sulla sommità della vallata. Ancor più in cima, dominando tutto il Seprio si trova il Parco Archeologico di Castelseprio, nominato patrimonio Unesco dal 2011 come testimonianza del passaggio dei Longobardi in Italia. Questo bene culturale è sicuramente l’elemento di maggior valore del comune e forse dell’intera valle. A Castelseprio però, così come in tutto il territorio dell’Olona, le meraviglie degne di nota sono varie. Seguendo un itinerario che inizia dal fondovalle, sono più di quanto si possa immaginare i monumenti, i paesaggi e gli elementi di valore di questo paesino di 1.200 abitanti. Il tratto di via Lonate Ceppino conduce a un locale pubblico sotto il quale si trova il luogo ideale come punto di partenza per la scoperta di un

127 principale dellaprimapartedell’itinerario. il fiumeOlonaelapistaciclopedonale.Questidueelementisarannol’asse ferrovia dellaValmoreaeaunfamosoristorantebavarese,incontriamo Ferrovia Valmorea.Inquest’area,oltrealletestimonianzedelladismessa è infattipuntodiritrovoepiccolomuseodell’associazioneAmicidella presenza diun’area diposteggio,ilCasello5oCrottoValleOlona, centro tantopiccoloquantostrategicoperlaValleOlona.Graziealla innumerevoli ragazze eragazzidella valle chefrequentavanol’animata preparati ai viandanti), puntodiritrovo seraledelsabatoper le rinomate trattoriedella Valle Olonaconisuoisucculentipiatti ritagliata, inquantoaridosso delCrottoValleOlona(unadellepiù comunque, unapiccolaparte dellastoriaFerroviaValmoreasel’è essendo lastradasoloa uso localecomeviaconsortile.Ilcasello, l’uso diunabandierarossaperuneventualeveicolo dipassaggio, veicoli difermarsi,nonèmaistatosvolta,se sporadicamentecon movimento dellesbarreabbassateperimpedireagli sporadicicarrettio Valmorea. Lasuafunzionedicaselloferroviariocon ilclassico raggiungeva laValMorea,denominazionesuccessivamente correttain durante ilprolungamentonellasecondapartedeltracciato, daCairate di storia,inquantocostruitotrail1913e1915, quandolaferrovia, L’edificio èunodeipochisopravvissutiehaallespallepiùdicentoanni ferroviaria. ritrovo deisocieadibitoallaraccoltatestimonianzastorica l’Associazione AmicidellaFerroviaValmoreaedèdiventatoluogodi Milano, èstatostipulatouncontrattodicomodatod’usocon e fruttuosatrattativatrailComunediCastelseprioleFerrovieNord esistenti) lungolaFerroviadellaValmorea:ilCasellon.5.Dopounabreve edifici ferroviariancorapresenti(intotaletreisuperstitisuiquindici in localitàCrottoValleOlonadiCastelseprio,esisteunodegliultimi Olona equasianonimo,apochichilometritraCairateLonateCeppino, All’interno delParcoRTO(Rile-Tenore-Olona), immersonelverdedella Valle Casello 5 129 CASTELSEPRIO sala da ballo, che utilizzavano il treno da Fagnano Olona e dai paesi limitrofi per raggiungere la località, per poi a sera inoltrata, con le scarpe in mano per non rovinarle dalle pietre, comminare a ritroso lungo i binari per tornare a casa. Attualmente l’Associazione Amici della Ferrovia Valmorea sta attuando il recupero, per offrire una seconda vita al casello 5, consentire ai soci di incontrarsi e realizzare, senza grandi pretese viste le dimensioni dell’edificio, un piccolo ma significativo museo fer- roviario, con libri, modelli ferroviari e tutto quello che riguarda il mondo delle ferrovie. Il casellino, come i soci lo chiamano affettuosamente, è visitabile tutte le prime domeniche del mese da aprile a ottobre, per scoprire la storia locale, e

130 offre la possibilità di un piacevole rinfresco in serena compagnia. Dal casello, si prosegue ancora per un tratto lungo la pista ciclabile in direzione Nord, verso la frazione di Torba. Una volta addentrati nei boschi del PLIS RTO, alla destra in prossimità del Km 13, apprezzeremo la così chiamata località Crotto. Si tratta di un prato verde, che separa il comune di Castelseprio da quello di Lonate Ceppino, ricco di fontanili e risorgive che si riversano nel fiume Olona. Proseguendo sulla pista della Valle Olona, si trovano i resti di un altro antico mulino, il mulino Zacchetto. Sfortunatamente, questo bene è in avanzato stato di degrado e anche la comunicazione con la ciclabile è resa difficoltosa dalla fitta vegetazione selvaggia del PLIS. Proseguendo si arriva a un incrocio secondario (via Molino Zacchetto, Km 13,6), alla destra della quale vi sono un ponticello e l’entrata di una celebre industria chimica. Per raggiungere il centro storico di CASTELSEPRIO Castelseprio, è consigliabile invece imboccare la strada in salita alla sinistra. Superato il primo strappo, raggiungeremo la Via Rimembranze, una strada ampia, costantemente in salita e avvolta nella vegetazione. È raccomandabile molta cautela in questa via, poiché è una delle arterie principali del Seprio, molto trafficata e con una totale carenza di marciapiedi e di vie preferenziali per la mobilità sostenibile. Sorpassato il primo tornante, ovvero la parte più pericolosa e difficile di tutto l’itinerario, ci incontreremo di fronte alla località Cornun. Una zona impervia, nella quale i sepriesi hanno saputo costruire delle abitazioni per usufruire delle acque di un piccolo torrente. Di fronte, sulla sommità del rilievo alla destra, si ubica la località Sgarlasc, un’area verde non esteticamente notevole ma di rilevante importanza storico-identitaria. Il Cornun dista dal centro abitato di Castelseprio poco più di cento metri. In questo tratto di salita, alla nostra sinistra scorgerà la Chiesa o Chiesetta di Santa Maria Rotonda, un monumento religioso di fine quattrocento che rivela un’architettura abbastanza semplice. Una volta scollinato ci addentriamo immediatamente nel centro abitato di Castelseprio.

131 Passata la caratteristica stretta porta d’accesso del nucleo storico, incontriamo di fronte a noi due possibilità opposte. La Via Cavour alla nostra sinistra, che ci condurrà verso il Bassun de Visevar, in altre parole la pianura di Castelseprio che si estende verso Cairate e che lungo la quale incontreremo la sobria Chiesetta di San Rocco. Mentre al lato opposto, alla nostra destra, scorre la Via San Giuseppe che ci guiderà verso le ricchezze più rinomate del comune. Il primo tratto di quest’ultima, ovvero sino alla Chiesa Parrocchiale Santi Nazario e Celso e il Municipio del paese, è da considerarsi come la Piazza principale del comune. Il secondo tratto, invece, conduce verso il Campo Santo e verso l’incantevole Cascina Brughiera, ubicata in cima al colle che fronteggia proprio il cimitero. L’itinerario prosegue nella Via Castelvecchio. Questa strada è facilmente riconoscibile, poiché, oltre ad essere ben segnalata, è l’unica via in pendenza che fiancheggia la Chiesa Parrocchiale. Il percorso riprende a salire e apprezziamo come l’abitato si dirada progressiva- mente e la vegetazione rincomincia a predominare nel paesaggio. Dopo aver affrontato tre dislivelli, qualche centinaio di metri, e quando si percepisce di essere giunti all’ultima casa della via, possiamo notare un cartello segnaletico del PLIS RTO che ci indica alla nostra destra un sentiero. Questa strada sterrata ci condurrà verso la località conosciuta come Frascarossa. Tra questi prati e campi, per lo più agricoli, s’instaura una piccola grotta, probabilmente utilizzata già nella

132 preistoria e nella protostoria come rifugio. Proseguendo per la Via Castelvecchio, scollinato l’ultimo rilievo, possiamo notare alla nostra destra un cartello che indica Cascina Ronchè. Finalmente, siamo giunti a quella magnifica testimonianza della ruralità che rappresenta questo caseggiato. Sfortunatamente, l’immobile è privato, perciò si può ammirare questo significativo patrimonio rurale solamente dall’esterno.

Cascina Ronchè La cascina localizzata nelle prossimità del rinomato parco archeologico di Castelseprio prende il nome dal pianoro Ronchée che a sua volta si riprende al torrente Ronchè o Ronchet. Questa struttura agricola è tipica della pianura padana lombarda e normalmente si sviluppava nelle vicinanze di fontanili o rogge. CASTELSEPRIO Nel sopraindicato caseggiato rurale si svolse un’agricoltura tradizionale, dove i braccianti e il padrone contribuivano a rendere produttivo il muntarel, ossia il rilievo morfologico più setten- trionale del territorio sepriese. La popolare famiglia Ceriani fu la proprietaria di quest’azienda agricola che coltivava principalmente frumento, furmentùn (granoturco), vite e foraggio. Quest’ultimo veniva

133 destinato al bestiame e in particolare ai bovini, un allevamento fondamentale per la produzione e commercializzazione di latte nel territorio di Castelseprio durante gli anni delle guerre mondiali. Intorno agli anni '80 la cascina è divenuta una residenza privata ed è mantenuta in perfetto stato e senza alcuna rivoluzione architettonica. Ancora oggi si possono identificare i diversi stabili riuniti intorno alla corte. La costruzione più imponente è la casa del padrone che svetta con la sua torretta, luogo divenuto tristemente famoso per il suicidio di una componente della famiglia Ceriani nel 1944. Altri edifici agricoli sono presenti attorno al cortile: la stalla, il fienile e le abitazioni dei contadini disegnano un paesaggio tipicamente agricolo nel bel mezzo dei boschi del parco RTO. Infatti, il fondo non comprendeva solo superfici agricole, bensì anche terreni boschivi di cui, le 3-4 famiglie di braccianti della cascina Ronchè, si avvalevano delle risorse di una zona considerata da sempre vantaggiosa, come comprova l’ubicazione limitrofa dei resti dell’insediamento fortificato del IV secolo d.C. del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il fabbricato rurale sepriese è una dimostrazione del notevole peso che ha avuto in passato il settore primario nella Valle Olona. Il sistema economico nella valle era maggiormente differenziato rispetto ai giorni d’oggi, dove il settore secondario è predominante (vedi mappa dell’evoluzione dell’uso del suolo). È utile sapere come, nel 2001 nella Valle Olona, gli impiegati nel settore agricolo fossero solamente un 0,15% del totale degli occupati, contro il 59,79% del settore puramente industriale. Per il futuro della valle sarebbe utile rivalorizzare le antiche attività dei caseggiati rurali come quelle della cascina Ronchè, poiché oltre che a conservare tradizioni e cultura popolare la diversificazione economica favorisce la resilienza del territorio e facilita una miglior sussistenza nei periodi di maggior difficoltà. Dal culmine della salita, ci addentriamo nei folti boschi del Parco RTO, proseguendo per la discesa che ci conduce al famoso Parco Archeologico di Castelseprio.

134 Parco Archeologico di Castelseprio All’interno della Casetta del custode, ubicata all’entrata del recinto, possiamo tranquillamente chiedere indicazioni su come procedere la visita del Patrimonio Unesco. Da questo punto d’accoglienza si diramano due vie, una strada che ci condurrà verso la Chiesetta di Santa Maria Foris Porta e un’altra che ci guiderà verso la visita del Castrum, della basilica di San Giovanni Evangelista, della Chiesa di San Paolo, della Cascina di San Giovanni e dell’Antiquarium. La Chiesa di Santa Maria Foris Porta è un edificio religioso dell’alto Medioevo di difficile datazione, ma presumibilmente edificato tra il VII e il IX secolo. È una Chiesa apparentemente povera ma allo stesso tempo raffinata. Presenta una sola navata rettangolare e tre absidi eguali oltre a quello d’entrata. Al suo interno si celano degli affreschi della prima metà del X secolo, raffiguranti le Scene dell’Infanzia di Cristo. Testimonianze del Castrum di Castelseprio, le troviamo in tutto il

135 recinto del Parco Archeologico. Si possono apprezzare le mura di cinta, le torri difensive, il ponte d’ingresso, le case civili, i pozzi e le cisterne. Tutto il Castrum longobardo, quasi certamente succeduto a un’installazione gota o bizantina, ha sofferto gravi danni nell’arco della storia. Nel 1287 Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, ordinò ai milanesi la distruzione del capoluogo del Contado del Seprio con queste parole: “Castel Seprio sia distrutto e resti distrutto in perpetuo affinché nessuno ardisca o presuma di abitare su questo monte”. I ruderi della Basilica di San Giovanni Evangelista e del contiguo Battistero paleocristiano, dedicato a San Giovanni Battista sono alcuni degli elementi pregiati del Parco Archeologico di Castelseprio. Il complesso basilicale comprende, oltre ai due edifici religiosi citati, una torre tardo-romana trasforma poi in campanile, una cisterna, un pozzo e un cimitero. La basilica di San Giovanni Evangelista, del VI-VII secolo d.C., grazie alle sue tre navate, fu senza dubbio l’edificio più ampio di tutto il parco. Mentre che, il piccolo battistero a pianta ottagonale, contiene due fonti battesimali e la sua costruzione è attribuibile al V secolo d.C. La Chiesa di San Paolo è monumento del XII secolo d.C. che sorge a poca

136 distanza dagli altri due edifici religiosi. Sfortunatamente, anche di questo bene possiamo apprezzare solo i resti, poiché nel 1606 il Cardinale Federico Borromeo ordinò la sua demolizione. La Cascina o Convento di San Giovanni si situa in una zona appartata rispetto al complesso religioso. Originalmente (Secolo XIII), e sino al 1600, questo edificio mantenne la funzione di convento, in seguito cambiò la sua funzione religiosa a quella di cascina. La costruzione ristrutturata che possiamo ammirare attualmente, è stata ampliata in varie occasioni ed è l’unico elemento successivo alla distruzione del Castrum del 1287.

All’interno della Cascina di San Giovanni, dal 2009, è allestito l’Antiquarium di Castelseprio. Quest’area è stata studiata in modo che si possano apprezzare le testimonianze delle varie civiltà che hanno CASTELSEPRIO abitato il Castrum. Elementi museali che ripercorrono lo sviluppo dell’area sepriese dalla pre-protostoria alla fine del XVI secolo. Ritornati in valle seguendo la stessa strada di accesso a Caselseprio, un lungo rettilineo porta fino alla frazione di Torba, riconoscibile da una piccola Chiesa, dove al Km 14,5 si incrocia la SP 42 con un attraversamento dedicato che richiede comunque una certa attenzione e rappresenta il punto di ingresso a Gornate Olona. Attraversato l’ingresso di un’area di posteggio, una breve salita riporta sul percorso protetto.

a cura di Alberto Pala

137 GORNATE OLONA Gornate Olona, conosciuta anche come Gornate Inferiore, è un paese di poco più di 2.200 abitanti che si ubica tra Castiglione Olona e Castelseprio. Il nome Gornate, probabilmente, deriva dal termine germanico Gor, in italiano stagno. Questo annuncia come il paese si situi in una zona ricca di risorse idriche. L’Olona è sicuramente il corso d’acqua più importante di Gornate e come per tutta la valle, anche qui, ha condizionato la storia del paese. Torba, San Pancrazio, Biciccera, Respiro e Madonnetta sono le cinque località che, oltre al centro cittadino, caratterizzano Gornate Olona. Le prime due si trovano nel fondovalle, a stretto contatto con il fiume, mentre le altre tre località sono posizionate sui terrazzamenti dei versanti della valle. Torba confina con Castelseprio e con questo paese condivide il patrimonio mondiale dell’Unesco nell’ambito de l Longobardi in Italia: I luoghi del potere (568-774 d.C.). Di questo patrimonio, Torba ospita il Monastero, un complesso che durante la sua storia ha avuto varie e

137 grazie asvariatieinteressantieventi. gestito dalFAI,cheriesceavalorizzarequestobeneculturale che allasconsacratachiesa.IlcomplessodiTorba èottimamente Anch’essi apportaronodellemodifichestrutturalisiaall’anticatorre impiegati dagliagricoltorilocalicomecascineeperaltriusiagricoli. quando lemonacheabbandonaronol’areadiTorba, gliedificivennero tradizione, pietredioriginefluvialeerimpiego.DalXVsecolo, fecero edificarelaChiesadiSantaMariautilizzando,comeda oltre adadattaregliedificieaffrescareleparetideltorrione, utilizzato comemonasterodapartedimonacheLongobarde,laquale, l’attiguo fiumeOlona.DalVIIIalXVsecolod.C.questocomplessofu mura servivanoperproteggerel’abitatodiCastelseprio,dominando muraglia difensivadelV-VI secolod.C.diorigineromana.Latorreele Monastero diTorba sicomponediunapoderosatorreeparte quale unasostaèfortementeconsigliata.Lastrutturaoriginaledel certamente diunodeiluoghipiùrappresentatividellaValleOlonaperil diverse funzionibenvisibiledallapistaciclabilealKm14,7. Sitratta 139 GORNATE OLONA Da Torba, ripercorrendo la pista ciclabile verso nord in direzione Castiglione Olona dopo qualche centinaia di metri, al Km 15,6 incontreremo via 1 Maggio, una strada che incrocia il nostro cammino. A destra, al di là del ponte, si può apprezzare San Pancrazio, una piccola località che si è sviluppata nel tempo attorno a un ormai scomparso mulino. Sempre nella stessa direzione di San Pancrazio, ma proseguendo sino a risalire tutto il dislivello, si trova Biciccera. Una frazione che divide Gornate Olona da Castiglione Olona e che non offre particolari spunti turistici. Per inoltrarci nel centro cittadino di Gornate Olona bisognerà imboccare la via alla sinistra. Una strada che collega il paese con il fondovalle, tipica della Valle Olona, con una pendenza accentuata e un asfalto abbastanza irregolare. Terminata la salita ci troveremo in una tranquilla zona residenziale di Gornate Olona, in via Cavour. Proseguendo diritto, questa via ci condurrà verso il nucleo del paese. Nell’ampia piazza cittadina, alla nostra sinistra, si scorgerà la chiesa parrocchiale San Vittore di Gornate Olona. I beni d’interesse più rilevanti del paese però, oltre al Monastero di Torba, si ubicano sicuramente verso la Madonnetta. Per giungere in quest’area, sarà necessario, partendo dalla via Cavour, attraversare la piazza per immettersi nella seconda strada a destra, la via IV Novembre. Seguiamo per questa stretta via senza fare deviazioni, progressivamente la via IV Novembre si trasformerà in via Armando Diaz. Questo cammino ci conduce a un incrocio. A sinistra, verso e attraverso il Parco RTO (Rile-Tenore-Olona), la strada ci condurrà verso la località Respiro, salita tra le più frequentate dai cicloamatori della zona, e il Castello, edificio del XII secolo, oggi ristrutturato e utilizzato da privati come location per eventi. Invece, se proseguiamo a destra, questo ripido percorso ci guiderà verso la Madonnetta. Quest’area immersa nel verde del PLIS RTO, oltre ad ospitare dei bellissimi maneggi, un notevole agriturismo ed un ammirevole camping, custodisce il Santuario della Madonnetta, un luogo di culto semplice ma molto significativo per tutta la popolazione locale.

140 Santuario della Madonnetta Non è una chiesa qualunque, non è una struttura scenografica come le più usuali dimostrazioni religiose, bensì è una costruzione rurale, umile e semplice. L’edificio religioso ubicato tra la brughiera di Gornate Olona ed i boschi del parco RTO disegna in questo territorio un paesaggio tanto speciale come spirituale. La zona in questione è distante dal centro abitato. La strada per raggiungervi è impervia, scomoda, ripida e non del tutto asfaltata. Nonostante ciò, si è continuato a vivere il luogo e ciò rivela un affetto profondo della popolazione verso questo sito. Una dimostrazione costante di questo, avviene durante la festa della Madonnetta, la domenica dopo Ferragosto, quando i prati circostanti si riempiono di visitatori e devoti. OLONA GORNATE Il forte culto verso il santuario inizia ancora quando questo nemmeno esisteva. Attorno alla metà del seicento nelle vicinanze di dove oggi sorge la costruzione religio- sa, vi era una fornace che fabbricava coppi e mattoni. In questi anni, su di uno dei muretti dei fornaciai, un ignoto artista dipinse un’im- magine della Madonna col Bambino, la Madonna di San Salvatore.

141 Più tardi i devoti innalzarono un tetto a coppi per proteggere l’effige. In questo luogo, la tradizione vuole che nel 1667 avvenne il primo di dieci casi miracolosi. Nella credenza dei gornatesi i miracoli avvennero fra il 18 dicembre 1667 e la fine di giugno del 1668, la maggior parte di questi relazionati con la guarigione di qualche tipo di malattia, maleficio, lesione o frattura. Nel 1680 fu ultimato il santuario che oggi possiamo ammirare. È molto probabile che la sua costruzione a mattoni a vista, fu effettuata dagli stessi muratori e devoti della zona del Seprio. L’architettura è la tradizionale di quell’epoca, con un fragile e piccolo campanile che spunta dal tetto. Il santuario è stato più tardi riformato (forse varie volte), assumendo un aspetto più raffinato ed elegante. La chiesa è stata progettata a navata unica ed è creata in modo che il celebratore sia rivolto verso est. Sulla facciata principale si può ammirare ancora oggi un’immagine dipinta della Beata Vergine Maria, ovvero la figura religiosa per la quale tutta quest’area di Gornate Olona è divenuta uno dei luoghi più identitari per gli abitanti del Seprio e della Valle Olona. A pochi passi dal Santuario e ben indicato, si ubica il Laghetto della Madonnetta, un sito tranquillo e incantevole, dove poter riposare dalle fatiche della salita. La Valle Olona, come tutta la provincia di Verese, è un territorio dove l’idrografia ha una presenza molto rilevante. In questa regione, oltre al corso d’acqua principale che dà il nome alla valle, vi è il Tenore, uno dei più importanti affluenti proprio dell’Olona. Questo torrente viene alimentato a sua volta da più piccoli corsi d’acqua come il Riale Madonnetta. Codesto ruscello è l’unico emissario del Laghetto Madonnetta di Gornate Olona, uno specchio d’acqua di natura risorgiva. Con ciò si può capire come non sia sorprendente la formazione di un’area umida nella Valle Olona e specialmente nella zona di Gornate Olona. In particolare l’area umida della Madonnetta comprende il famoso laghetto nel quale si può ancora apprezzare la presenza di una colonia di rospi e di agrion di fuoco, una specie di libellule di color rossastro.

142 Lo stagno ubicato nel bel mezzo del parco RTO presenta sul lato ovest una sequela di cipressi di palude, i quali, formando questo paesaggio, sottolineano come nei boschi della Valle Olona si conservi una buona qualità ambientale. Il nome Madonnetta di quest’area boschiva di Gornate Olona proviene dalla presenza del santuario della Madonetta, edificio oggetto di fervente devozione. La tradizione vuole che in questo luogo siano avvenuti diversi miracoli connessi con l’immagine della Vergine Maria. Così che, in questa zona, è possibile ammirare un patrimonio culturale-religioso di autentico valore identitario, e a non più di 200 metri, un monumento naturale perfettamente conservato. Come la costruzione religiosa, anche lo stagno è un elemento caratteristico del folclore del municipio. Oltre alla consueta salvaguardia degli anfibi compiuta dall’associazione Ranatt, in questo luogo tradizionalmente si svolgono attività OLONA GORNATE di educazione ambientale dirette ai bambini gornatesi. Qui s’insegna l’importanza di custodire un ecosistema come quello del laghetto, habitat naturale della piccola fauna selvatica e in particolare dei simpatici rospi e delle eleganti libellule.

a cura di Alberto Pala

143 CASTIGLIONE OLONA Ufficialmente, San Pancrazio segna anche la fine della Pista ciclopedonale della Valle Olona. Superata via 1 Maggio il percorso procede come collegamento con Castiglione Olona. In pratica, dal punto di vista dei frequentatoti, l’unica differenza è la mancanza del fondo compatto. La morfologia particolarmente stretta della Valle Olona in questo tratto ha, infatti, reso indispensabile il passaggio sopra i binari della Ferrovia della Valmorea e non più al fianco. Di fatto, per il visitatore cambia poco. Solamente, soprattutto nei periodi invernali, è maggiore la presenza di

fango, richiedendo qualche attenzione in più per non scivolare con la bicicletta. D’altra parte, è anche uno dei tratti più suggestivi, con le fattezze che a tratti ricordano una vera e propria valle alpina. Molto ombreggiati, questi chilometri sono un ottimo riparo nei mesi estivi e inevitabilmente luoghi più umidi e freddi in inverno. Il contesto ritorna urbano al Km 17,7 quando si passa sotto un altro luogo simbolo

144 tutto dascoprire. destra siapreilBorgodiToscana inLombardia,veroepropriogioiello alla frazionediCaronnoCorbellaro.Subitodopoilbrevetunnel,sulla tracciato, quandosiincrocialasalitadelPiccoloStelvio,checonduce per icicloamatorilocali.Siamo,infatti,ormaiquasiversolafinedel Porta diPonente. Lastrada,aicuilati sonopresenticortilimedievali, medievale, si prosegueinsalitaperentrare nelborgoattraverso la Superato ilponteromano, che,inverità,nonrisaleoltreilperiodo della primacittàrinascimentale d’Italia. orsono. Lazonaèabitata edèunapartedelbellissimoCentrostorico Oggi, leruotenoncisono più,l’ultimoèscomparsaunatrentinadianni dalla presenzadimulinichesfruttavanolaforaidraulica permacinare. affaccia sullarivadestradell’Olonaecheneitempi, eracaratterizzato Castiglione Olona.LazonadeiMulini.Èungruppetto dicasechesi Dalla parteoppostaalPiccoloStelviosivedonoalcuni scorcidi con maggiorfacilitàallafrazionediGornateSuperiore. dei sentierichepermettonoditagliarepartedel percorso edigiungere tornanti collocatisulladestraperchiguardadal bassosonocollocati nostra salitaèpercorribileancheapiedi,facilitata dalfattochenei 5 controi48cheportanoincimaalpassodellaprovinciadiSondrio.La classica, protagonistadelGirod’Italia,anchesequiitornantisonosolo Coppi, neindicaidatitecnici.IlnomePiccoloStelviorichiamalasalita All’inizio dellasalita,uncartello,cheriportaanchel’immaginediFausto maggiore tensioneefascino. parte nelparcoRtoechevedeilPiccoloStelviocomeunodeipuntidi è protagonista,ogniestate,dellaCoppaBernocchi,chesicorreinbuona media del7,1%, chetocca,neipuntipiùripidi,ancheil14%.Unasalita lunghezza di1.685 metriconundislivellodi120eunapendenza Un percorsopredilettodaiciclistiprofessionistiedilettantidella comunicazione CastiglioneOlonaconlafrazionediGornateSuperiore. Si trattadiunasalitapiuttostoimpegnativachemettein Il PiccoloStelvio 145 CASTIGLIONE OLONA continua fino ad una piazzetta su cui si affaccia, a sinistra, Casa Clerici e, sulla destra, la corte dei Castiglioni di Monterurzzo, che ospita il MAP, Museo di arte plastica, e che necessita di una prima sosta.

Corte dei Castiglioni di Monteruzzo È un luogo che venne costruito nel tempo, tra il XII ed il XV secolo. Giungendo dalla porta di ponente lo si trova sulla destra. Nel cortile si vedono molto bene i due corpi della fabbrica. Uno, quello verso l’Olona, a ponente, dunque, è oggi di proprietà del comune ed ospita il Museo di arte plastica.

MAP Aperto nel 2004, il museo è stato collocato nell’ala trecentesca del palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo. Si tratta di una collezione molto originale, certo unica in Italia e con pochi paragoni a livello europeo, di opere d’arte i cui autori, tutti di fama internazionale, hanno utilizzato la plastica come materia di lavorazione. Le opere, una cinquantina circa, sono da collocarsi tra il 1969 ed il 1973. L’idea fu del conte

146 Attraversato loslargoindiagonale,siprosegue,leggermentediscesa, Teresa Illuminato,MarcelloMorandini,OrnellaPilusoeGiorgioVicentini. opere diGiacomoBalla,ManRay, VittoreFrattini,CarloGiuliano,Maria Sircana, TinoStefanoni,GuidoStrazzaeKumiSugai,acuisiaggiunsero Napoleone, EdivalRamosa,HildaReich,BrunoRomeda,GiovanniSanti Fulvia LeviBianchi,AnnaMarchi,SmithMiller, SanteMonachesi,Giulia Demetrescu, MarcolinoGandini,PeterGogel,MarioGuerini,HsiaoChin, Valentina Berardinone,GianniColombo,MedeirosDeLima,Camillian Carla Accardi,FilippoAvalle, EnricoBaj,GiulianaBalice,ElvioBecheroni, Trecento eleoperemodernissimediautori famamondialequali, interessante contrastotraleparetiaffrescatecontemidicacciadel 2004 sonovisibilinelMAP. Chepresenteunsingolarequantunque Queste opere,comunquesemprediproprietàMazzucchelli,dal5giugno diventava operad’arte. la materiaplastica,appunto,che,nellemanidegliartisti con personalespecializzatoincuierapossibileutilizzareilrodoid, al Ludovico Castiglioniedelcugino,FrancoMazzucchelli,chedetterovita “ Polimero arte” : uncentro,collocatonellafabbricaMazzucchelli, 147 CASTIGLIONE OLONA verso il centro della città. Dopo pochi passi, ecco piazza Garibaldi su cui si affaccia il palazzo del cardinal Branda Castiglioni.

Palazzo del cardinal Branda Castiglioni La struttura del palazzo risale, nelle sue due parti, al XIII ed al Xv secolo, in seguito a degli interventi compiuti dalla famiglia nel corso dei secoli. La ricchezza dell’abitazione, oggi di proprietà del comune, è data dal fatto che conserva testimonianze concrete del cardinale Branda Castiglioni, ecclesiastico e mecenate che, nella prima parte del Quattro- cento, decise di trasformare il borgo e di disegnare quella che è definita, a buona ragione, la prima città ideale del Rinascimento. L’interno del palazzo conserva opere di Masolino da Panicale e di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, che portarono qui la loro esperienza acquisita alla scuola fiorentina di Leon Battista Alberti. La sala della quadreria conserva alcuni ritratti di famiglia ed alcuni arredi. Al fondo della sala vi è un camino a parte di pregevole fattura. Proseguendo la visita si entra nella camera del cardinale, che conserva affreschi, la cui attribuzione non è certa, ma che risalgono agli anni a cavallo del 1423. I temi sviluppati in questa camera sono di tipo floreale: alberi da frutto, cartigli con frasi di autori classici, putti in festa. Attraverso la porta collocata a destra del letto del cardinale, che risale, in realtà al XVI secolo. Si entra nello studiolo del Branda: qui Masolino affresco la parete di fronte all’ingresso con un paesaggio in cui compare la figura del cardinale in viaggio da Castiglione Olona alla città di Vezprem, in Ungheria, dove il prelato fu legato pontificio dal 1410. Quest’opera ricorda l’affresco di Simone Martini con Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi. A raccordare i due corpi del palazzo, venne costruito un terzo elemento architettonico che conserva, al piano inferiore, la cappella di San Martino ed, al piano superiore, una loggetta che collega le due parti. All’interno di questa cappella sono conservati affreschi che riprendono i temi dell’Apocalisse di San Giovanni, ad opera del Vecchietta, che la affrescò nel 1437.

148 Cristo, detta,comunemente,chiesadiVilla. cardinal BrandaCastiglionisitrovalachiesadelSantissimocorpodi Ritornando nellapiazzaGaribaldi,propriodifrontealpalazzodel 149 CASTIGLIONE OLONA La chiesa di Villa La dedica della chiesa è al Santissimo corpo di Cristo ed ai quattro Dottori della chiesa, ma è conosciuta come chiesa di Villa perché collocata nel mezzo dell’antico borgo. Il richiamo architettonico è lampante: riprende il modello del Brunelleschi, che, secondo alcune ipotesi avrebbe anche iniziato la costruzione della cupola, lasciando poi la prosecuzione dei lavori al Vecchietta. Il periodo in cui venne costruita è tra il 1437 ed il 1444. Sulla facciata sono collocate due statue che rappresentato Sant’Antonio e San Cristoforo. Sopra il portale vi è la figura di Dio Padre con due angeli. Nell’abside vi è l’immagine del Cristo che risorge, risalente al XV secolo, e presso l’altare vi è una statua scolpita in pietra colorata del Corpo di Cristo. Ai lati dell’altare l’annunciazione con la Vergine e l’angelo, che appare senza ali. I quattro Dottori della chiesa sono raffigurati alle pareti laterali in terracotta colorata. Vi è anche collocato il sarcofago di Guido da Castiglione, realizzato dalla scuola del maestro Amadeo, e il trittico lombardo della Vergine delle Grazie tra i Santi Rocco e Sebastiano, attribuibile alla scuola di Galdino da Varese. Uscendo dalla chiesa, e salendo a sinistra si giunge al palazzo comunale: anch’esso un dono del cardinal Branda Castiglioni, poiché si tratta della scolastica, il palazzo costruito nel 1423 per ospitare una scuola di grammatica, retorica e canto, per educare i bambini ed i ragazzi non abbienti ma dotati. La scuola entra in funzione nel 1431, come scrive il vescovo Francesco Pizolpasso, che testimonia la presenza di una novantina di allievi. La scuola è rimasta di proprietà della famiglia Castiglioni ed ha continuato a svolgere il compito educativo fino a quando, nel 1880 non venne espropriata e divenne sede istituzionale. Tenendo sulla sinistra il palazzo comunale, l’antica scolastica, si prende la salita di acciottolato e subito, in cima, a qualche decina di metri, si vede l’ingresso del castello, l’attuale Collegiata: il monumento principale di Castiglione Olona, che comprende anche il Battistero. In essi sono collocati gli affreschi di Masolino da Panicale.

150 Stefano eLorenzo,acuilachiesaèdedicata,iSantiAmbrogio raffigurati ilcardinalBrandaCastiglioni,aipiedidellaVergine,isanti La Collegiatapresenta,sullafacciata,unalunettadovesono la suaoperadiprelato.Alorosidevel’utilizzodelRomanicolombardo. Milano edinaltriluoghicuiilcardinalBrandaCastiglionivisseesvolse Albero, GiovanniePietro,cheoperarono,nellostessoperiodo,anchea dal 1421al1425.IlprogettodellachiesaèformatodaiFratelliScolari, trasformato nellasituazioneattualenellospaziodisoliquattroanni: Mirabile, tralealtrecose,ilfattochecomplessodellaCollegiatavenne Collegiata Nella partefrontale Schiavo. Vecchietta, edaPéaolo Pietro, dettoil alla manodiLorenzo laterali, esonodovuti affreschi sullepareti santi sonodedicatigli Rinascimento. Aidue tra ilMedioevoed delinea ilpassaggio anche iltrattoche dell’epoca, cuisideve principali pittori Panicale: unodei è diMasolinoda vele dellavolta.L’opera vita dellaVergine,nelle aventi cometemala propone gliaffreschi All’interno, l’abside Clemente. 151 CASTIGLIONE OLONA dell’abside, la dormitio Virginis: un ritrovamento relativamente recente dovuto alle opere di restauro di Pinin Brambilla Barcilon, che ha operato nella Collegiata nel 2003. Con questo affresco, si può dire che si completa il ciclo, racchiuso sull’altar maggiore, dedicato alla Vergine. Sempre nello stesso complesso della Collegiata, è possibile visitare anche il Battistero, collocato in un bastione angolare nel castello. Non a caso, la chiesa Collegiata, parrocchiale fino alla fine degli anni Sessanta, è ancora chiamata dagli abitanti, “il castello”. Gli affreschi qui presenti sono fatti risalire al 1435 e sono ancora della mano di Masolino da Panicale. Sulle pareti sono raffigurati i principali momenti della vita di Giovanni Battista. Al centro, il battesimo di Gesù. L’opera è ricca di particolari e presenta la tecnica della prospettiva, che Masolino aveva appreso a Firenze da Filippo Brunelleschi proprio in quegli anni. Suggestive le immagini, ricche di spessore psicologico. In alcune di esse vi è un evidente richiamo all’Umanesimo, che, in quegli anni, stava facendo la sua comparsa. Nella zona nuova della città è collocata la chiesa di Madonna in Campagna. La sua collocazione è sul percorso che da Castiglione Olona giunge a , all’incrocio con la strada statale 233 Varesina: nella lingua locale ribattezzata la strada milanesa, perché conduce, ovviamente, a Milano.

La chiesa di Madonna in campagna Il nome della chiesa richiama il fatto che era collocata, fino a qualche decina di anni or sono, in piena campagna, rispetto al nucleo antico del borgo. la sua costruzione prende il via nel 1566, ma i lavori per la sua costruzione sono piuttosto lenti e, ad un certo punto, si fermano. Toccherà a Cesare Monti, arcivescovo di Milano, ordinare la ripresa dei lavori. Siamo nel 1646. Passeranno ancora ottant’anni e la chiesa, nel 1724, dopo essere restaurata dagli abitanti della frazione, sarà dedicata a san Nicola da Tolentino, cui è dedicata la cappella di sinistra.

152 Quella di destra è dedicata alla Madonna della cintura. L’altare maggiore ospita una natività attribuita a Piefrancesco Mazzucchelli detto il

Morazzone. OLONA Non resta altro a questo punto che percorrere gli ultimi metri di pista ciclopedonale. Dopo 18,4 Km dalla partenza di Castellanza, infatti, esattamente davanti alla locale stazione della Ferrovia Valmorea il tracciato ufficiale si conclude. Non finiscono però le bellezze da scoprire in Valle Olona. Prima di proseguire, si può ammirare a pochi metri di distanza l’ultima preziosa testimonianza della ferrovia. L’area della Bascula è, infatti, una zona dove i vagoni venivano rimessati e pesati, con uno strumento CASTIGLIONE CASTIGLIONE

apposito, completamente ristrutturato alcuni anni fa. Nella stessa area, sono ospitate alcune carrozze del passato, usate come sede di mostre a tema e feste. Tra le più importanti, la Festa della Bascula, nella prima metà di settembre.

153 La Valle Olona, però, prosegue. In futuro, anche il tracciato sarà allungato, con l’obiettivo di raggiungere il confine del Canton Ticino e allacciarsi alla rete ciclabile svizzera. Dal termine di Castiglione Olona, risalendo in direzione della strada Statale Varesina, a destra della stazione, proseguendo in direzione Varese, una rotonda segna l’accesso a Vedano Olona.

a cura di Ugo Marelli

154 VEDANO OLONA Il Comune più defilato rispetto al fiume rispetto a tutti gli altri, vanta comunque diversi luoghi d’interesse paesaggistico, storico, culturale ed artistico presenti sul proprio territorio. Per agevolare la consultazione e focalizzare i diversi ambiti con maggior chiarezza sono proposti diversi percorsi.

Interesse naturalistico e ciclopedonale Il paese si trova su una terrazza morenica (360 m s.l.m.) sulla sponda sinistra del fiume Olona. Altro importante corso d’acqua è il torrente Quadronna, che scorre a nord per poi congiungersi all’Olona. Entrambi i fiumi sono rappresentati sul gonfalone del Comune.

È possibile trascorrere giornate all’aperto visitando parti del Parco OLONA VEDANO Pineta, parco di interesse regionale che copre una superficie di oltre 4.800 ettari. Si tratta di un ambiente di grande naturalità, godibile grazie alla costituzione di percorsi percorribili a piedi e in bicicletta. Al Parco Pineta di Tradate e Appiano Gentile, oltre a numerosi sentieri

155 tra cui quelli con segnaletica bianca e rossa del CAI come il VO1 e il VO2, si può accedere attraverso il Sentiero delle Rane, percorso guidato e recentemente attrezzato con apposita segnaletica, molto frequentato e apprezzato da pedoni, ciclisti, amanti della natura. Per chi desidera passeggiare tra i boschi, il Colle del Lazzaretto offre scorci panoramici sul paese, sulla Valle dell’Olona e sulle Prealpi varesine sino alla catena alpina dal Monte Rosa e del vallese svizzero. Lo si può raggiungere percorrendo la nuova pista ciclabile che dalla zona sud del paese collega Venegono Superiore alle pendici del Lazzaretto. Il territorio offre ampi spunti per percorsi su strade bianche all’interno di zone rurali sia verso sud, in località Fondo Campagna, sia verso est, dirigendosi verso la confinante provincia di Como. Completa l’offerta il percorso ciclopedonale della valle del torrente Quadronna, che consente di raggiungere il vicino PLIS - Parco Locale di Interesse Sovracomunale - della Valle del Lanza, passando sotto il caratteristico ponte ferroviario che unisce Vedano con Malnate. Altro vasto territorio naturale è la piana de La Celidonia, un tempo boscoso e meta di villeggiatura di nobili casate milanesi, poi circuito ippico, oggi piana rurale di pregio con filari di alberi e grande spazio verde aperto; è tra le aree con viste panoramiche visitate con maggior piacere dai vedanesi.

Interesse per il centro storico e parchi pubblici Un edificio di rilievo dal punto di vista storico e architettonico è palazzo Odescalchi (sec. XVII) che ospita una parte della sede comunale, ampliata nel 2000 grazie ad un intervento di ristrutturazione che comprende Villa Aliverti e la Piazzetta della Pace, principale luogo di ritrovo e di incontro soprattutto durante il periodo estivo. Completamente coesi e intrecciati al centro urbano di Vedano Olona si

156 trovano il Parco Spech e il Parco Fara Forni: entrambi prendono il nome delle famiglie nobiliari milanesi che avevano stabilito qui la propria residenza estiva. VEDANO OLONA VEDANO

Il primo, acquisito e risistemato dal Comune negli Anni ’70, è il polmone verde attorno al quale si affacciano numerosi servizi: asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, Centro di Aggregazione Giovanile e Centro Sociale Villa Spech. Lo attraversano percorsi e vialetti ciclopedonali oltre a aree di sosta e un’ampia area giochi. Quest’ultima completamente realizzata in legno è unica nel suo genere, ed è stata realizzata interamente secondo un progetto originale partecipato dai bambini (a cura de La Città Possibile di Como) ed ispirato al mondo delle fiabe. Il Parco Fara Forni, cornice all’omonima villa che ospita tra l’altro la Biblioteca Comunale dotata di hot spot Wi-Fi, era originariamente ispirato a un parco sportivo con la pista di atletica e il corridoio per il salto in lungo. Al suo interno si trovano due frequentati campi da tennis e un’area gioco per i bambini. Recentemente è stato collocato l’MHM972, un’opera d’arte altra oltre 5 metri con struttura in acciaio e rivestimento in mattoni pieni levigati a mano, con le sembianze di un possente robot giapponese. Sapientemente illuminato, la sua visione

157 notturna suscita una forte curiosità e interesse non solo per gli appassionati del genere. Entrambi i parchi si prestano frequentemente a eventi culturali e aggregativi quali, tra gli altri, la Festa di San Pancrazio, la Festa di Primavera, la Festa della Birra e il Festival dell’Hobby.

Interesse storico e religioso Affacciata al Parco Spech e di grande importanza storica, artistica e culturale è la chiesetta di San Pancrazio costruita a partire dall’anno 1000. Grazie al restauro del 2008, sono state portate alla luce importanti novità riguardo l’origine della costruzione: la chiesa risulta appartenere al periodo romanico e in una seconda fase, compresa tra il XIV e il XVI secolo, sembra che l’edificio sia stato ampliato abbattendo l’abside romanica, di cui si è ritrovato il basamento. Il presbiterio fu affrescato con la preziosa Crocifissione sulla parete di fondo e con scene di vite di Santi sulle pareti laterali. Tra il 1500 e il 1700 la chiesa fu ampliata ulteriormente grazie alla costruzione di due cappelle laterali e del battistero. Non mancano elementi eclettici appartenenti al primo novecento, ma degni di conservazione e manutenzione. La Chiesa San Pancrazio fu l’unica a Vedano fino al 1618, anno in cui

158 ringraziamento dapartedeisopravvissuti,questa volta,allapeste, Qualche secoloprimae,precisamentenel1577, masempre come la popolazionevedanesedall’epidemiadicoleradel1836. San Rocco,ilquale,secondolatradizionepopolarehaprotetto Accanto allapiazzettadellaPacesitrovalachiesettadedicataa è buonpuntodiriferimentonellazona. di pregevolefatturaaltocirca50metri,cheperlasuaposizione altomedievale. Completalacostruzioneattualeuncampanile storica conilritrovamentodellefondamentadiun’antica torre nell’ottocento. Unrecenterestauronehaconfermatolavalenza nel 1648diventòsedeparrocchialeefuampliatarisistemata di Sant’Alessandroel’altaremaggioredellanuovachiesache Papa InnocenzoXI,avendoacuorelacomunitàvedanese,donòilcorpo terminarono ilavoridellachiesadedicataaSanMaurizio. 159 VEDANO OLONA è stata costruita la chiesetta del Lazzaretto posta sull’omonimo Colle, ingrandita nel 1750, terminata e decorata nel 1853 e restaurata nel 1924. Il suo sagrato è attualmente oggetto di lavori di consolidamento e decoro. L’irta salita verso il colle è impreziosita da edicole della via Crucis talune ancora con pregevoli affreschi. Numerosi sono anche gli esempi d di Liberty come villa Robbio con il suo giardino privato in via Baroffio e il lavatoio di via Volta. Tornando sulla Varesina in direzione Varese, prima di arrivare al capoluogo è possibile fare tappa all’ultimo paese della Valle Olona, Lozza, accessibile anche dalla stazione di Castiglione Olona proseguendo lungo la meno trafficata SP 42 che si conclude con un lungo rettilineo. Dopo aver scavalcato la Tangenziale di Varese si arriva a una rotonda, superata la quale una salita conduce al centro abitato.

a cura di Giorgia Adamoli

160 dai LongobardiesuccessivamenteFranchi.Nel1200circaentrò Abitata giàdalNeolitico,Lozzavenneconquistatanell’AltoMedioevo dirigersi versoleciclopedonalidelLagodiVarese. Castiglione OlonasaràpossibileraggiungereilCantonTicinoo della pistaciclopedonaleValleOlonainterritoriodi snodo ciclopedonale,attraversoilqualedall’attualeterminale Lozza siapprestanelprossimofuturoadivenireimportante LOZZA possedimenti dellanobile Nel 1648risulta nei di Varese. Locia edannessaalfeudo ufficiali comeLocotiao appare neidocumenti Milano. Inquestianni dell’Arcivescovado di a farparte 161 LOZZA famiglia dei Castiglioni e, nel XVII secolo, il conte Marco Fabrizio Castiglioni vi costruirà un palazzetto di villeggiatura estiva (tuttora inserito nel tessuto urbano) e a cui apparterrà fino alla fine del XIX secolo. La storia del paese si confonde con quella del contado del Seprio e successivamente con quella del territorio milanese, cui Lozza rimarrà legata dopo la distruzione di Castel Seprio, nel 1287. Agli inizi del XX secolo anche Lozza, subendo l’arrivo delle grandi trasformazioni socio economiche, subisce gli effetti dell’industrializzazione e sorgono, sul suo territorio, vari opifici cartari e di filatura, imprese queste favorite anche dalla costruzione della vicina Ferrovia della Valmorea. Oggi Lozza è un tranquillo e silenzioso paese adagiato su una riva collinare ricca di boschi e vegetazione, alle porte di Varese e vicino ad importanti arterie stradali. Piazza Monte Grappa, centro nevralgico del paese, è dominata dalla Chiesa si Sant’Antonio Martire.

Sant’Antonino martire Costruita in periodo precedente al 1500 sui resti di un forte militare che serviva per la difesa di Castel Seprio. Nell’interno si trova una lapide voluta da Marco Fabrizio Castiglioni nel 1594, per celebrare il suo

162 sessantesimo compleanno, raggiunto nell’avita Lozza. Un ramo della famiglia Castiglioni guidò per secoli la comunità di Lozza, da Francio Castiglioni, capitano al seguito di Arrigone Castiglioni nel XIV secolo, distintosi nella guerra al servizio dei Visconti contro la famiglia Torriani, fino alla fine del XIX secolo, quando la casata si estinse. Di particolare pregio il dipinto Madonna col Bambino. Più defilata, merita una sosta anche la piccola Chiesa di Santa Maria in Campagna. Dalla piazza centrale del paese, si raggiunge seguendo via Cesare Battisti.

Santa Maria in Campagna Situata alla periferia del paese, ha una sola cappella volta ad oriente. Secondo il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, questa piccola chiesa sarebbe l’antico edificio sacro medioevale dedicato ai

163 Santi Vittore e Corona. Originariamente adorna di dipinti sulla facciata, attualmente si presenta in buono stato all’esterno. All’interno decorazioni a stucco di carattere secentesco, nella cappella dell’altare, sono attribuite a Giovanni Battista Comamedo che vi ha lavorato nel 1647. Attribuiti invece ai fratelli Lampugnani i dipinti sulla parte sinistra della chiesa raffiguranti episodi dell’incontro con Santa Elisabetta e dell’Annunciazione. Degli stessi autori le scene della Natività della Vergine e della Presentazione del Tempio visibili sulla parte destra della chiesa. Lozza è anche nota nel territorio per le strutture sportive di cui dispone. In particolare, oltre a dei campetti per il calcio a 7, il calcio a 5 ed il tennis è presente una importante struttura di Palatennistavolo, sede della società sportiva Tennis Tavolo Varese e di importanti competizioni anche internazionali, ed un impianto di Minigolf anch’esso sede di gare nazionali ed internazionali.

a cura di Giuseppe Licata

164 INDIRIZZI UTILI

CAIRATE

Banca Banca Popolare di Bergamo Via Giuseppe Mazzini, 13 0331/361250 - 0331/361300 Banca Popolare di Bergamo Via Genova,1 - Bolladello 0331/311591

Farmacia Cogliati Via Filippo Corridoni, 5 0331/360870 - [email protected] Sabbioni Giuseppina Via Edmondo De Amicis, 36 0331/310045 - [email protected] Graziani Cinzia Via Ludovico Ariosto, 2 0331/360286

Riparazioni biciclette Caimi Eligio Vicolo Sass Dul Pustee, 1 0331/360321

Istituzioni Comune Tel. 0331 362201 (fruibile anche per biblioteca)

Pro Loco Tel. 345 1018929

Vigili Urbani Tel. 347 4448450

165 CASTELLANZA

Banca Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Via Pomini Egidio, 13 0331/501638 - 0331/505907 - 0331/481227 Banca di Legnano Viale Don Giovanni Minzoni, 2 0331/636008 Banca di Legnano Via Della Chiesa, 6 0331/506311 Banca di Legnano Via Giovanni XXIII Papa, 11 0331/502392 Banca Intesa Sanpaolo Corso Matteotti, 16/B 0331/506511 - 0331/501240 Banca Popolare di Bergamo Piazza Soldini, 5 0331/502725 Banca Popolare di Lodi Viale Rimembranze, 5 0331/501529 Banca Popolare di Sondrio Via Cavour, 1 0331/500786 Banca Popolare di Sondrio Corso Giacomo Matteotti, 2 0331/48231 - 0331/502934 Banco di Desio e della Brianza Corso Matteotti Giacomo, 6 0331/506611 Credito Valtelllinese Via Montello, 18 0331/500711 Deutsche Bank Corso Giacomo Matteotti, 19 0331/480572 - 0331/506011

Farmacia Azienda pubblici servizi Via Veneto, 27/A 0331/501130 Pastorelli D.ssa Anna Via Nizzolina, 10 0331/500159 San Giuliano Via Cavour, 5 0331/501122 Ferraris D.ssa Giovanna Maria Via S. Camillo, 2 0331/482063 [email protected]

166 CASTELSEPRIO

Banca Banca Popolare di Bergamo Via S. Giuseppe, 14 0331/820452

Farmacia Farmacia del Seprio Via Cavour, 76 0331/820949

CASTIGLIONE OLONA

Banca Banca di Legnano Via Ludovico Castiglioni, 2 0331/690311 Banca Intesa Sanpaolo Piazza Repubblica, 1 0331/691111 Banca Popolare di Bergamo Via Cesare Battisti, 13 0331/690611 Banca Popolare di Bergamo Via Papa Celestino, 22 0331/824987

Farmacia Assisi Via Celestino, 4/bis 0331/857120 Castiglione Olona Servizi Via Cesare Battisti, 3 0331/861049 - 0331/858740

Riparazioni biciclette G.R.Seprio Via Cesare Battisti, 102 0331/857868 Olona accessori Via Monsignor Maurizio Galli, 5 0331/8569186 - 0331/859186

167 FAGNANO OLONA

Banca Banca di Legnano Viale Vittoria, 23 0331/619137 Cassa di Risparmio di Parma. Credit Agricole Piazza Alfredo Di Dio, 25 0331/613311 Banca Popolare di Bergamo Piazza Cavour, 11 0331/612220 Banca Intesa Sanpaolo Piazza XX Settembre, 5 0331/617051 Unicredit Banca Via Solferino, 10 0331/1623200

Farmacia Azienda Servizi Via Montello, 2/E 0331/617310 - 0331/362720 Catelli Via Volta Alessandro, 11 0331/614612 - 0331/612222 San Rocco Via Cadorna, 31 0331/361740

Riparazioni biciclette Essebi Via Volta Alessandro, 6 0331/611831 G.P.Racer Via Dante Alighieri, 50 0331/617247

GORLA MAGGIORE

Banca Banca Popolare di Bergamo Via Giuseppe Verdi, 2 0331/617333 Banca Popolare di Milano Piazza Martiri Della Libertà, 4 0331/614048 Credito Valtelllinese Piazza Guglielmo Marconi, 7 0331/611617

Farmacia Raimondi Dr. Virginio Viale Europa, 34 0331/618038 - [email protected] 168 GORLA MINORE

Banca Banca di Legnano Via Trento, 1 0331/602314 Banca Intesa Sanpaolo Via Roma, 69 0331/601305 - 0331/645511 - 0331/368311 Banca Popolare di Lodi Via Roma, 42 0331/366161 Banca Popolare di Milano Viale Vittorio Veneto, 45 0331/602314

Farmacia Farmacia di Gorla Minore Via Roma, 69 0331/601042 Farmacia di Prospiano Via Raimondi, 50 0331/644030

SPA Jiva Emotional Via Giuseppe Garibaldi, 36 0331/603464 - [email protected]

GORNATE OLONA

Banca Banca Popolare di Bergamo Piazza Parrocchetti, 1 0331/820980

Farmacia Robertazzi Anna Maria Piazza Moraglia, 1 0331/820063

Banca Banca Intesa Sanpaolo Via Piave, 41 0331/851811 Banca Popolare di Bergamo Via Don Albertario, 3 0331/843930

Farmacia Farmacia Nuova Via Piave, 55 0331/811002 - 0331/841619 169 LOZZA

Azienda agricola Azienda Agricola La bergamina Via XXV Aprile, 2 0332/816905

Banca Banca Popolare di Bergamo Piazza Roma, 1 0332/260705

MARNATE

Banca Banca Popolare di Bergamo Via Armando Diaz, 13 0331/603144 - 0331/1892849 Credito Bergamasco Via Indipendenza, 88 0331/601391

Farmacia Lodoletti Dr. Mario Via Roma, 313 0331/602485

Riparazioni biciclette Bianchi Amelio Via Italia, 12 0331/600036

OLGIATE OLONA

Banca Banca Popolare di Bergamo Via Giuseppe Mazzini, 56 0331/649501 Banco Popolare Via Piave, 60 0331/640599 Cariparma Via Piave, 49 0331/375516 Unicredit Banca Corso Sempione, 24 0331/1623303 Unicredit Banca Piazza Santo Stefano, 1 0331/1623302

170 OLGIATE OLONA

Farmacia Buon Gesù Via Conciliazione, 2 0331/375666 - [email protected] Milanese Via Mazzini, 34 0331/649166 - [email protected] Parafarmacia Argan Piazza Sandro Pertini, 39 0331/379294 - [email protected]

SPA Centro Estetico Pescanoce Via Piave, 77 0331/375971 - [email protected]

D is co Zero Summer Club Via San Francesco, 19 0331/629507 - 327 6967351 [email protected]

sOLBIATE OLONA

Banca Banca di Legnano Piazza Guglielmo Marconi, 7 0331/640426 Monte dei paschi di Siena Via Per Busto, 20 0331/462457 Banca Popolare di Sondrio Via Vittorio Veneto, 5 0331/376736 - 0331/37811

Farmacia San Francesco Viale Vittorio Veneto, 2 0331/649637 - [email protected]

171 VEDANO OLONA

Banca Banca Intesa Sanpaolo Piazza San Rocco, 8 0332/866060 Banca Popolare di Bergamo Piazza S. Rocco, 16 0332/400142 Banca Popolare di Milano Piazza S. Maurizio, 3 0332/404132

Farmacia Rossi Piazza S. Rocco, 18 0332/400138

172 TRASPORTI SERVIZI e ALTRI RIFERIMENTI UTILI

COME ARRIVARE Raggiungere ogni Comune della Valle Olona è relativamente semplice: il territorio è ben innervato da strade provinciali, sovraprovinciali e regionali. I trasporti pubblici e i grandi punti di snodo (stazioni ferroviarie, aeroporti, autostrade) sono ben presenti e il tempo impiegato per coprire le relative distanze è in genere contenuto, anche spostandosi in bicicletta.

STRADE - A8 Autostrada dei laghi Milano-Varese. Uscite Legnano, Castellanza, Busto Arsizio, Solbiate Olona (connessione con A36 - Pedemontana Lombarda), Gallarate, , , Gazzada, tangenziale di Varese

- A36 Pedemontana Lombarda Collegamento con A8 Milano-Varese, A9 Milano-Como e A4 MilanoVenezia. Uscita disponibile: Solbiate Olona

- Superstrada SS336 (Strada statale dell’Aeroporto della Malpensa). Collega l’Autostrada Milano-Varese con l’Autostrada Torino-Milano, e con l’Aeroporto della Malpensa. Uscite disponibili: , Busto Arsizio, Busto Arsizio Nord, Gallarate,

- SS 33 - Strada del Sempione, Milano-Parigi Tratta Legnano-Gallarate

- SS 233 - Strada Statale Varesina. Tratta -Varese

173 AEROPORTI Malpensa (MXP) Sito Web: http:// www.milanomalpensa-airport.com/it Bergamo - Orio al Serio (BGY) Sito Web: http:// www.orioaeroporto.it/it Milano - Linate (LIN) Sito Web: http:// www.milanolinate-airport.com/it

TRENO Trenord Sito web, orari e prenotazioni http:// www.trenord.it/it/home.aspx Stazioni più vicine Linea Milano-Varese: Legnano, Busto Arsizio, Gallarate, Gazzada Linea Milano-Novara FNM: , Castellanza, Busto Arsizio Nord Linea Milano-Varese FNM: Cislago, Abbiate Guazzone, Tradate, Venegono Superiore, Vedano Olona

174 AUTOBUS FNMAutoservizi Sito Web: http:// www.fnmautoservizi.it Linee: Legnano-Tradate/Busto Arsizio-Tradate

STIE Sito Web: http:// www.gruppostarlodi.it Linee: Gallarate-Fagnano Olona-Cairate/Fagnano Olona-Busto Arsizio

175 TerraVIVA Guida gastronomico-turistica della Valle Olona

L’erba del vicino è sempre più verde. Lo stesso cibo è più desiderabile nel piatto degli altri. Per noi non è così e vi spieghiamo perché! TerraVIVA vuole proporsi come aiuto e stimolo a riscoprire la Valle Olona, la sua storia, le sue bellezze spesso celate da luoghi comuni e vecchi immaginari. La realizzazione del progetto ha avuto luogo grazie ai contributi economici della Camera di Commercio di Varese, dell’Associazione Commercianti di Busto Arsizio ma, soprattutto, grazie agli otto Comuni della Valle Olona che hanno avuto la forza e la lungimiranza di fare rete e creare il DIVO: Distretto del Commercio del Medio Olona.

In quest’ottica, il progetto TerraVIVA, guarda con occhio curioso e goloso, interessato e appassionato, il suo territorio, la sua geografia, la sua storia e le sue tradizioni. Cairate, Castellanza, Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Marnate, Olgiate Olona e Solbiate Olona, i Comuni protagonisti, vengono riletti e riscoperti sia in chiave turistica sia in chiave gastronomica e, così come in un buon menù, del quale

176 si possono gustare e conoscere a fondo tutte le portate, l’esperienza sensoriale e il trascorso vissuto non potranno che conquistarvi, lasciando un segno positivamente indelebile nei vostri ricordi. Valorizzando la cultura, il territorio circostante e le ricchezze presenti, elevando il livello di attenzione di cittadini e commercianti su questi temi, potremo rendere la nostra Valle sempre più "appetibile" non solo per i turisti ma anche per gli abitanti delle città limitrofe e la cittadinanza stessa.

TerraVIVA è una guida nuova, gratuita, colorata, che strizza l’occhio sia alle nuove tecnologie sia alle vecchie comodità: se da un lato è multimediale, scaricabile e liberamente fruibile da internet, dall’altro è graficamente accattivante, multilingua (italiano, inglese, tedesco e russo) e munita di una cartina geografica tascabile e di immediato utilizzo.

177 Un condensato di 68 pagine che permette di riappropriarci e di riassaporare i luoghi nei quali siamo nati, le tradizioni che ci hanno cresciuto e le ricette che ci hanno scaldato il cuore… ma anche e, soprattutto, uno spunto, una spinta a valorizzarci, ad ampliare la nostra cultura gastronomica e geografica in modo da allacciare rapporti e legami sempre più forti tra il territorio, chi ci lavora e chi lo vive. Archeologia industriale, Ferrovia della Valmorea, Visconti e cuochi gentiluomini, ricette tipiche e ricette vegan, cosa vedere e dove mangiare o acquistare Comune per Comune, sono solo alcune delle cose che troverete in questa guida. Beh, non vi resta che scoprila e godervela ...non la guida, la Valle Olona!

a cura di Marco Cocchianella Ideatore e coordinatore progetto TerrVIVA

178 APPUNTAMENTI PRINCIPALI

GENNAIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: ARRIVA 6 Fagnano Olona Pro Loco LA BEFANA gennaio Festa dell’Epifania Fagnano Olona

FALO’ DI 17 Fagnano Olona Pro Loco SANT’ANTONIO E gennaio Fagnano Olona BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI

FESTA PATRONALE 22 Fagnano Olona Pro Loco DI SAN GAUDENZIO gennaio Fagnano Olona e BENEMERENZE CIVICHE

GIORNATA DELLA 27 Con prolungamento nella domenica successiva, Associazione MEMORIA gennaio a Castiglione Olona, Amici della presso la carrozza storica nell’area della Ferrovia Bascula Valmorea

GIOEUBIA Ultimo Falò tradizionale di fine inverno che rievoca Cairate-Gruppo giovedì un’antica usanza del basso varesotto. Alpini L’ultimo giovedì di gennaio si bruciavano le vecchie cose facendo festa Gorla Maggiore, intorno al falò Solbiate Olona (Pro Loco)

GRAN FALO’ 27 Proposta dal 1980, a Calipolis, si deroga Contrada dei DELLA GIOEUBIA gennaio l’evento alla domenica per permettere Calimali ai bambini di assistere a questa festa, per l’occasione allietata dal gruppo danze popolari della contrada. L’animazione inizia alle ore 17 con una mostra di antichi mestieri e altri giochi; alle ore 18, gli alunni delle elementari portano i loro Pensieri da ardere in una grossa scatola che viene posta ai piedi della pira, prima della spettacolare accensione con l’ormai famoso uccello di fuoco. 179 FEBBRAIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA DELLA VITA Prima Fagnano Olona Pro Loco domenica Fagnano Olona

FESTA DEI NONNI Primo Fagnano Olona Pro Loco giovedì Fagnano Olona

CARNEVALE Sabato Oratorio Giovanni Paolo II Pro Loco grasso Solbiate Olona

MARZO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da:

VALMOREA BIKE Seconda Sul percorso Castiglione Olona–Castelseprio Pro Loco EXPRESS domenica & Fagnano Olona–Castelseprio, Fagnano Olona GIORNATA DELLE presso il casello ferroviario n°5 Amici della FERROVIE di Castelseprio Ferrovia DIMENTICATE Valmorea

FESTA DEGLI ALBERI Ultima Fagnano Olona. Appuntamento annuale che Contrada dei PER GLI ALUNNI settimana risale al 1987: i volontari dei Calimali Calimali DELLE SCUOLE di marzo organizzano ed interpretano uno spettacolo S.ORRU’ e a tema ambientale per gli alunni delle scuole G.RODARI elementari S.Orrù e Rodari di Fagnano Olona; a seguire la messa a dimora di alcune piante autoctone nel bosco nuovo adiacente l’approdo Calipolis

180 APRILE Organizzato da: Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: Pro Loco FESTA DI Seconda Fagnano Olona. Una giornata di festa aperta a Contrada dei Fagnano Olona PRIMAVERA domenica tutta la popolazione della Valle Olona Calimali per celebrare l’arrivo della primavera; in mattinata vengono proposti incontri con un’esperti botanici e laboratori creativi. Dalle ore 12,30 il banco gastronomico e Pro Loco nel pomeriggio vengono eseguite alcune Fagnano Olona danze popolati di gruppo (may pole) con il coinvolgimento del pubblico. A conclusione della giornata viene proposto un piccolo falò benaugurante per la prossima stagione estiva.

Pro Loco Solbiate Olona MAGGIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: CAMMINATA DEL 1 maggio Camminata competitiva e non del Associaizone BRADIPO ZOPPO Bradipo Zoppo percorso 5Km e 12 Km podistica Brapido Zoppo

Organizzato da: CAMMINATA Seconda Tradizionale camminata notturna al Sacro G.S. Trapascioni CASTELLANZA - domenica Monte di Varese organizzata, in SACRO MONTE collaborazione con il Cai Castellanza. Nata come ex voto di un cittadino castellanzese, prevede la partenza in piena notte per i 36 km che separano Castellanza dal santuario varesino lungo la pista ciclabile del Medio Olona

FESTA DELLA Seconda Fagnano Olona Associaizone MAMMA AL domenica 2L Lombardia CASTELLO Lucania

GIORNATA Terza Serie di iniziative varie proposte nei Comuni Ecomuseo DELL’ECOMUSEO domenica dell’Ecomuseo della Valle Olona della Valle Olona

181 MAGGIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: BICICLETTATA Terza Fagnano Olona. Pro Loco AVIS AIDO domenica Possibile spostamento a seconda delle Fagnano Olona celebrazioni religiose della Prima Comunione o Cresima

GIUGNO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: SAGRA DELLA Prima Fagnano Olona Associazione LUGANIGA domenica Sesto Sestiere

PALIO DEI RIONI Secondo Cairate Parrocchia e E CORSA CON GLI fine Rioni di ASINI settimana Cairate

TEATRO ALL’APERTO Terzo Fagnano Olona. Tradizionale rappresentazione Contrada dei CON LA COMPAGNIA sabato teatrale all’aperto a cura della compagnia che Calimali TEATRALE da decenni collabora con i Calimali nella rap- presentazione del presepio vivente. L’iniziativa LA MARMOTTA aperta alla popolazione e alle scuole della Valle Olona, è gratuita. L’intero ammontare delle even- tuali offerte raccolte, viene devoluto al P.I.M.E di Busto - missione di Monrua in Camerun

GIRINVALLE Terzo Manifestazione lungo il corso dell’Olona Pro Loco sabato e a Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Gorla Minore, domenica Solbiate Olona, Olgiate Olona e Marnate

BORSA SCAMBIO DI Quarta A Castiglione Olona, Associazione MODELLISMO domenica presso l’area Bascula pesa carri Amici della Ferrovia Valmorea 182 GIUGNO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA PATRONALE Ultima Bergoro di Fagnano Olona Pro Loco SAN GIOVANNI - domenica Fagnano Olona BERGORO

LUGLIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: SERATA CINEMA Primo Nella splendida cornice del bosco nuovo di Fagna- Contrada ALL’APERTO sabato no Olona, viene presentata una pellicola a tema dei Calimali ambientale di recente uscita presentata da un esperto. Oltre al film per il pubblico adulto che si conclude con un dibattito a tema, la serata prevede alcune occasioni di divertimento anche per i più piccoli. FESTA MADONNA Primo fine Cairate. Esposizione quadro miracoloso e Parrocchia di DI SAN CALIMERO settimana stand gastronomici sulla collina Cairate del santuario

FESTA DEL Primo Fagnano Olona Pro Loco SANTUARIO fine Fagnano Olona MADONNA DELLA settimana SELVA

VISITA GUIDATA AL Un venerdì Cairate Pro Loco MONASTERO del mese Cairate A LUME DI CANDELA

Associazione sOLBIATE Ultimi due Area feste Via San vito Solbiate Olona. Pro Loco Per conoscere ed amare la qualità, ecco la Amici della A TUTTA BIRRA weekend Solbiate Olona festa della buona birra artigianale Ferrovia accompagnata da piatti tirolesi selezionati Valmorea e musica live: e il divertimento è assicurato! 183 LUGLIO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA DI 26 Pro Loco SANT’ANNA luglio Fagnano Olona

A TEATRO CON Fino a Rassegna teatrale all’aperto a Cairate Pro Loco MANIGUNDA settembre e nelle sue frazioni Cairate

AGOSTO Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FERRAGOSTO Tutto il Fagnano Olona Pro Loco FAGNANESE mese Fagnano Olona

ECOFERRAGOSTO 15 agosto Questa iniziativa ormai collaudata da anni, ha Contrada dei lo scopo di accogliere a Calipolis quanti non in- Calimali tendono (oppure non si possono permettere) una gita ferragostana fuori porta. All’ombra dei monumentali ontani in riva all’Olona, viene servito un semplice ma gustoso pranzo preparato dai volontari. All’insegna della sostenibilità, viene chiesto a tutti i partecipanti di portare da casa piatti e stoviglie in ceramica per evitare lo smodato consumo di plastica

184 SETTEMBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA DI SANTA Prima Fagnano Olona Pro Loco MARIA ASSUNTA domenica Fagnano Olona A FORNACI

FESTA DELLA Una Borsa scambio di modellismo, esposizione Associazione BASCULA domenica fotografica e pittura, con manifestazioni Amici della del mese collaterali a tema. A Castiglione Olona, Ferrovia presso l’area Bascula pesa carri Valmorea

WAMBA HOSPITAL Seconda Camminata organizzata dal G.S. Tapascioni G.S. Tapascioni domenica e dalla sezione C.A.I. di Castellanza. Due i percorsi: 7 km e 13 km. Evento in supporto del Wamba Hospital, struttura ospedaliera in Kenia voluta da Silvio Prandoni, concittadino Castellanzese che attualmente si occupa di Organizzato da: ragazzi orfani nella zona di Mombasa

L’EQUINOZIO DEI Terzo fine Tradizionale iniziativa per celebrare Contrada dei BIMBI - settimana l’equinozio d’autunno con i bambini e i Calimali BIMBI A CAVALLO genitori. Sabato sera presentazione di una favola animata, a cura dell’Associazione L’ombelico del mondo di Gorla Maggiore. Per i genitori banco gastronomico. Domenica Bimbi a cavallo per avvicinare i bambini agli equini (cavalli, pony e asini). Nello scenario del Parco del Medio Olona, brevi ed emozionanti escursioni a cavallo. A tutti i bambini partecipanti, un attestato di partecipazione e una foto

CAMMINATA SOTTO Ultimo Cairate Comitato LE STELLE venerdì genitori scuole cittadine

185 SETTEMBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA DELLE Metà mese Cairate ASSOCIAZIONI DEL COMUNE

FIERA DEL CONIGLIO Ultima Peveranza di Cairate. Comitato di E DELL’UCCELLO domenica Eventi legati alla festa della Madonna della Peveranza Salette

OTTOBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA DELLA Prima Eventi culturali presso il Monastero Pro Loco MADONNA DEL domenica di Cairate e percorso gastronomico Cairate e ROSARIO per le vie del paese commercianti locali CAMMINAR GUSTANDO Cosa? QUATTRO BOVARI Prima Fagnano Olona, Podere di Binse IN FESTA domenica CASTAGNATA IN VALLE

CALISCOUT Prima I volontari dei Calimali incontrano i Contrada dei domenica Boy scout per una giornata di festa e di Calimali FESTA DI esercitazione finalizzata al recupero di SAN MARTINO luoghi degradati e abbandonati della Valle Olona. Nella stessa giornata verrà organizzata la cerimonia dei passaggi e la S.Messa per i ragazzi e le loro famiglie FISCHIA IL TRENO Seconda Manifestazione socio-culturale, con bancarelle Associazione CAssOEULATA IN domenica di espositori locali a tema. A Gorla Minore, Amici della COMPAGNIA dietro il Parco di Villa Durini, sul fondo Valle Ferrovia A Gorla Minore, dietro il Parco di Villa Durini, valmorea 186 sul fondovalle OTTOBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: SAGRA Seconda Fagnano Olona Pro Loco DELLA ZUCCA domenica Fagnano Olona

HALLOWEEN 31 ottobre Sfilata in maschera e premiazione Pro Loco della maschera più bella, della classe Cairate più numerosa e della zucca più bella

LA NOTTE DELLE 31 ottobre L’evento molto partecipato, ha lo scopo di Contrada dei STREGHE - offrire una simpatica alternativa ai classici Calimali CAMMINATA riti e giochi della notte di Hallowen. La camminata di circa 4km attraverso i NOTTURNA sentieri della Valle Olona, è caratterizzata da simpatici quadri di interpretati dai volontari. Al termine, danze a tema con di dolci e bevande calde

NOVEMBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: CASTAGNATA 1 o 2 L’iniziativa ha lo scopo di festeggiare Contrada dei IN VALLE novembre la chiusura dell’approdo, con i volontari che Calimali l’hanno gestito, e tutta la popolazione

FESTA DI 11 Fagnano Olona. Pro Loco SAN MARTINO novembre Visita guidata alla Cappella del Santo Fagnano Olona interamente restaurata (P.zza Matteotti)

CAssOEULATA IN Metà mese Un’allegra domenica insieme per Pro Loco COMPAGNIA combattere il grigiore autunnale Solbiate Olona degustando la tipica cassoeula lombarda

187 DICEMBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: FESTA PATRONALE 7- 8 Bolladello di Cairate. Eventi religiosi, Parrocchia SANT’AMBROGIO dicembre mostra mercato natalizio e torta loga: di Bolladello di una torta da guinness Cairate

LE NATAL A SULBIA Domenica Mercatini natalizi lungo le vie centrali di Pro Loco prima del Solbiate, fra musica, spettacoli e tanto ca- Solbiate Olona S.Natale lore di paese... per un Buon Natale dalla Pro Loco Solbiate Olona

CONCERTO DI Venerdì Fagnano Olona Pro Loco NATALE di Vigilia Fagnano Olona

LA CASA DI 24 Variante alla tradizionale consegna dei doni Contrada dei BABBO NATALE dicembre da parte di Babbo Natale, casa per casa, Calimali ai bambini della contrada. L’iniziativa è aperta a tutti (Fagnano Olona e altri comuni del PLIS medio Olona) con la particolarità che saranno i bambini accompagnati dai genitori a scendere a Calipolis a ritirare il loro dono nella casa di Babbo Natale

PRESEPIO VIVENTE 26-27 Storica iniziativa, riproposta nella splendida Contrada dei dicembre cornice naturale dell’approdo Calipolis in una Calimali 1 e 6 veste e contenuti completamente nuovi. In collaborazione con la Compagnia Teatrale la gennaio Marmotta viene messa in scena la storia della natività di Gesù con testo, scenografia ed interpretazione a cura dei volontari

FIACCOLATA DI 31 Iniziativa per permettere agli appassionati Contrada dei SAN SILVESTRO dicembre di camminate, una simpatica alternativa al Calimali cenone di fine anno. Dedicata ad un tema legato alla sostenibilità, prevede che i partecipanti raggiungano l’approdo Calipolis alle ore 21.30 con un adeguato equipaggiamento per camminare almeno per due ore; l’associazione mette a disposizione torce a vento e un ristoro finale comprensivo di bevande calde, spumante e panettone 188 DICEMBRE Cosa? Quando? Dove? Organizzato da: PRESEPI DEI RIONI dal 24 Preghiere, incontri e vin brûlé Parrocchia E LE SERATE dicembre presso i presepi dei rioni. e rioni ATTORNO AL FUOCO Organizzato da Parrocchia e rioni di Cairate

189 RINGRAZIAMENTI Questa guida è stata realizzata e viene regolarmente aggiornata grazie al lavoro di volontari e Associazioni del territorio. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno dedicato parte del proprio tempo per contribuire all’opera.

Giorgia Adamoli Giuseppe Licata

Marco Baroni Armida Macchi

Marino Bianchi Luciana Macchi

Fausto Bossi Ugo Marelli

Claudio Caccin Stefano Mattei Arpiselli

Fabrizio Caprioli Paola Moroni

Chiara Castiglioni Alberto Pala

Carlo Chierichetti Michele Palazzo

Marco Cocchianella Anna Palumbo

Antonello Colombo Agostino Penone

Veronica Deriu Maria Antonietta Ricco

Serena Gatti Luigi Roveda

Alessia Lazzaretti

190 In Cammino verso l’Ecomuseo della Valle Olona

Amici della Ferrovia Valmorea

Pro Loco Castellanza

Pro Loco Cairate

Pro Loco Fagnano Olona

Pro Loco Solbiate Olona

Pro Loco Vedano Olona

Contrada dei Calimali

Il Borgo antico

Iniziativa 21058

Comune di Lozza

Comune di Vedano Olona

Comune di Gorla Maggiore

Comune di Marnate

Comune di Cairate

ASD Emissioni Zero

Distretto del Commercio del Medio Olona

191 192 193 194 195

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