Una Recente Acquisizione Dal Territorio Di Lerici (SP): La Scultura Antropomorfa Della Baia Blu
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Preistoria Alpina, 46 II (2012): 245-253 ISSN 0393-0157245 © Museo delle Scienze, Trento 2012 XLII Riunione scientifica dell’I.I.P.P. L’arte preistorica in Italia. Trento, Riva del Garda, Val Camonica, 9-13 ottobre 2007 Una recente acquisizione dal territorio di Lerici (SP): la scultura antropomorfa della Baia Blu Lucia GERVAsini Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, via Balbi 10, 16126 Genova, Italia E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected] RIASSUNTO - Una recente acquisizione dal territorio di Lerici (SP): la scultura antropomorfa della Baia Blu - Il recupero della scultura antropomorfa - avvenuto nel novembre del 2003 - dal tratto di scogliera a W di punta Galera, dopo la spiaggia dello stabilimento balneare denominato “Baia Blu”, in Lerici, ha fornito lo spunto per la rilettura di una serie di vecchi e nuovi dati archeologici provenienti dal com- prensorio spezzino, dal suo entroterra e dall’adiacente areale interessato dal basso corso del fiume Magra. Il manufatto, decontestualizzato e che deduzioni di carattere stilistico e tecnico riconducono alle statue stele del gruppo C dell’Età del Ferro, viene ad aggiungersi ad un altro eccezionale documento restituito da Lerici consistente in una stele funeraria con guerriero ottenuta dalla rilavorazione, nell’ambito della prima metà del VI secolo a.C., di una più antica statua stele dell’Età del Rame (gruppo A). Gli indicatori archeologici ad oggi di- sponibili, armi in bronzo e reperti ceramici collocabili fra la tarda Età del Rame e il Bronzo Finale, definiscono il golfo della Spezia e il contiguo bacino della Magra - futura sede del portus Lunae - luoghi di approdo privilegiati e sicuri lungo il cabotaggio occidentale, vettori per gli scambi culturali e commerciali tra l’Italia centrale e l’area padana. Le statue stele restituite dal golfo della Spezia, da Lerici e dalla Boceda di Sarzana (portus Lunae), sono i marcatori territoriali degli ambiti costieri e degli approdi e svolgono in questo senso lo stesso ruolo riconosciuto ai numerosi esemplari della Lunigiana storica. SUMMARY - A recent acquisition from the territory of Lerici (SP): the anthropomorphic sculpture of the “Baia Blue” - The reco- very of the anthropomorphic sculpture - in November of 2003 - from the reef at W of peak Galera, after the beach of the bathing establishment known as “Baia Blu” (Blue Bay) in Lerici, has prompted the reinterpretation of a number of old and new archae- ological data from the district of La Spezia, from its hinterland and the adjacent area affected by the lower reaches of Magra river. The sculpture, decontextualized and that some deductions attribute to the technical and stylistic character stone statues of Group C of the Iron Age, is in addition to another excellent document returned from Lerici consisting of a funeral stele with a warrior obtained by reworking, in the first half of the sixth century BC, an oldest statue of a stele of the Copper Age (Group A). The archaeological indicators available to date, as bronze weapons and pottery dated between the late Copper Age and Late Bronze Age, define the gulf of La Spezia and the adjacent basin of Magra - future home of the Portus Lunae - privileged and safe landing sites along the coastal western carriers for cultural exchanges and trade between the area in central Italy and Po Valley. The statues stele returned from the Gulf of La Spezia, Lerici and the Boceda-Sarzana (Portus Lunae), are markers of local coastal areas and port, and recall, in this sense, the role ascribed to numerous examples of Lunigiana storica. Parole chiave: arte preistorica, arte protostorica, stele, età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro, Lerici, Baia Blu Key words: prehistoric art, protohistoric art, stele, Copper Age, Bronze Age, Iron Age, Lerici, Baia Blu 1. INTRODUZIONE a cura appunto della Soprintendenza toscana, che ha così ac- colto anche i manufatti liguri di cui qui si tratta1. Negli ultimi anni alcuni rinvenimenti hanno arricchi- to il Corpus della statuaria antropomorfa del versante ligure 2. LA STATUA STELE DI BORSEDA (CALICE del comprensorio della Lunigiana storica che corrispondeva AL CORNOVIGLIO, SP) in antico alla diocesi di Luni e, nell’attuale suddivisione ge- ografico-amministrativa, a parte del territorio delle province Dalla località Borseda2, in comune di Calice al Cor- di La Spezia e Massa Carrara. Anche il versante toscano del comprensorio ha recentemente restituito, come ben si evince dal contributo di Emanuela Paribeni et al. in questo stesso volume di Atti, nuove e rilevanti testimonianze: si tratta di un 1 Paribeni et al., in questo volume di Atti con carta di distribu- considerevole nucleo di statue stele del gruppo B recuperate zione aggiornata delle statue stele. I dati per la Liguria sono stati forniti a seguito di un prelievo stratigrafico. L’importante scoperta dalla scrivente. è stata anche l’occasione per un aggiornamento del Corpus, 2 Statua stele di Borseda, inv. Stato 98495, gruppo B, n. 79 del 246 Gervasini Una recente acquisizione dal territorio di Lerici volto è schematicamente reso dal tipico segno a U ricava- to dall’abbassamento del piano lapideo, che coniuga in un solo elemento gli occhi e il naso, subrettangolare ad angoli smussati; non vi sono segni per la resa dei bulbi oculari. Il manufatto presenta un’erosione superficiale diffusa, in al- cune zone più elevata, ad esempio nella parte bassa del vol- to dove il segno a U si perde. Nonostante il deterioramento della pietra in alcune zone permangono evidenti segni della lavorazione eseguita con percussori lapidei, come in quella sottostante la punta sinistra dove si osserva agevolmente sulla superficie una diffusione di piccoli crateri. Il rapporto fra l’espansione della testa e il collo, tozzo e largo, richia- mano la struttura di alcuni esemplari noti, come Arcola, Malgrate IV e Malgrate VI3 (Ratti 1994, Tabelle di aggior- namento del Corpus delle statue stele). La statua stele di Borseda è al momento, insieme a quella di Zignago (n. 1 del Corpus), l’esemplare più occi- dentale del comprensorio lunigianese. Fig. 1 - Calice al Cornoviglio, loc. Borseda (SP). Testa di statua stele del gruppo B (foto M. Formentini). Fig. 1 - Calice al Cornoviglio, loc. Borseda (SP). Head of a statue 3. IL GOLFO DELLA SPEZIA E IL CASO DI stele of B group (photo M. Formentini). LERICI: ANALISI DEI DATI ARCHEOLOGICI Il grande golfo spezzino è composto da un articolato sistema costiero che incide profondamente i suoi due bracci, orientale e occidentale, fino agli estremi capi di Punta Bian- noviglio (SP), proviene una testa di piccole dimensioni ca a E e di Punta San Pietro a O. Si trova, geologicamente spezzata all’altezza del collo (Fig. 1; n. 79 del Corpus) rin- parlando, ai margini dell’areale classico di massima concen- venuta durante i lavori di costruzione della strada che col- trazione del “fenomeno statue stele”, ma si segnala comun- lega Calice al paese di Veppo attraverso il Passo della Foce. que all’attenzione per aver restituito nel tempo significativi Siamo in un comprensorio montano (Fig. 2) già noto elementi che lo accomunano culturalmente a quel contesto. per la frequentazione risalente all’Eneolitico e all’età del Bronzo, in alcuni casi con presenze riferibili all’età del Ferro. 3. 1. Il golfo della Spezia Mi riferisco ai noti siti d’altura di Zignago, del- la Pianaccia di Suvero, di Novà e ai castellari di Vezzola Nel 1886 furono recuperate, durante i lavori di esca- (abbandonato alla fine del Bronzo e rifrequentato nella vazione del bacino Umberto I dell’Arsenale, due lastre in seconda Età del Ferro) e di Veppo (Maggi 2004: 41-42, arenaria una delle quali recava un segno a U, che il geologo Fig. 3), l’unico ancora non archeologicamente indagato, spezzino Giovanni Capellini vide, disegnò e descrisse tre tutti strategicamente dislocati per il controllo del territo- anni dopo il rinvenimento e che andarono successivamente rio (località di pascolo e approvvigionamento di materie disperse. prime) e delle principali vie di comunicazione (Mannoni Sulla base della documentazione superstite i due 2004: 109, Fig. 4). reperti furono studiati e pubblicati dal Formentini prima Alla piena Età del Ferro, a partire dal V secolo a.C., (Formentini 1948: 52) e successivamente rivisti dall’Am- appartiene l’insediamento di Monte Dragnone più a nord, brosi (“La Spezia I” e “La Spezia II”, nn. 2 e 3 del Corpus: mentre le vicine necropoli liguri di Valdonica, Genicciola Ambrosi 1972: 38-40), che li ritenne un probabile anello e quella dispersa di Salecchio (poco a S di Suvero) offrono di congiunzione fra i monumenti megalitici aniconici e la contesti fra la tarda Età del Ferro e la romanizzazione (Ger- statuaria antropomorfa lunigianese4. vasini 2007). Come si vede il manufatto è riconducibile alle statue 3. 2. Il golfo di Lerici stele del “gruppo B”, caratterizzate dalla testa definita “a mezzaluna o a cappello di carabiniere”. Lerici è un borgo marinaro del corno orientale del gran- La testa presenta un’espansione laterale contenuta, de golfo spezzino; si affaccia sul seno omonimo, ampio e pro- ad arco molto ribassato e appuntita alle due estremità. Il tetto arco fra la punta Galera a W e la punta di Maralunga a E. Nel 1992 è stata rinvenuta, reimpiegata in un contesto Corpus; h conservata cm 18, largh. cm 20. Banco di arenaria “macigno”, color grigio con piani di sfaldatura paralleli alla superficie. Spezzata di 3 Arcola (Corpus, n. 53), Malgrate IV (Corpus, n. 35), Malgrate netto all’altezza del collo, mancante di una larga scaglia nella parte si- VI (Corpus, n. 58). nistra del collo e di una scheggia nella punta sinistra della testa, mentre 4 L’associazione, seppur non in fase, fra le due lastre e resti la punta destra risulta smussata e abrasa in più punti.