Giuseppe Maria Mazza Scultore Bolognese Tra Sei E Settecento
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Dipartimento di Lettere e Filosofia Dottorato di Ricerca in STUDI UMANISTICI. DISCIPLINE FILOSOFICHE, STORICHE E DEI BENI CULTURALI Indirizzo STUDI E RICERCHE SULLA CONDIZIONE UMANA Ciclo XXV Tesi di Dottorato «Il nostro moderno Algardi»: Giuseppe Maria Mazza scultore bolognese tra Sei e Settecento VOL. I SAGGI Relatore: Dottoranda: PROF. ANDREA BACCHI SILVIA MASSARI Anno Accademico 2012/2013 A mia mamma INDICE Capitolo I “Il Fidia di Bologna”: note per la fortuna critica di Giuseppe Maria Mazza pag. 6 Capitolo II Gli anni della formazione artistica » 31‐99 II. 1 Breve introduzione sulla scultura in Emilia 1662‐1673 » 32 II. 2 Cenni biografici e ruolo di Camillo Mazza » 38 Illustrazioni » 67 II. 3 L’attività giovanile di Giuseppe Maria Mazza in casa Fava » 77 II. 4 Le terrecotte giovanili negli inventari Fava » 92 Capitolo III Ascesa e affermazione » 100‐146 III. 1 Le opere d’esordio 1680‐1685 » 101 III. 2 La partecipazione alle grandi imprese decorative » 115 e il sodalizio con i pittori contemporanei III. 3 “Statuette e piccoli bassi rilievi di creta » 131 che ornano le celebri gallerie” Illustrazioni » 144 Capitolo IV Marmo e bronzo: i Liechtenstein e Venezia » 147‐201 IV. 1 L’attività per Johann Adam Andreas I principe di Liechtenstein » 148 IV. 2 L’attività a Venezia » 173 Illustrazioni » 201 Capitolo V L’attività tarda a Bologna e altrove » 203‐219 V. 1 Bologna, Emilia, Marche » 204 V.2 Roma, Foligno e gli ultimi anni » 214 Catalogo delle opere » 220‐854 Indice al catalogo delle opere » 855‐858 Apparati » 859‐1234 Regesto della vita e delle opere » 860 Fortuna poetica » 935 Le biografie settecentesche di Giampietro Zanotti e Marcello Oretti » 964 Appendice documentaria » 979 Bibliografia » 1235‐1275 Referenze fotografiche » 1276 Elenco delle abbreviazioni BOLOGNA Accademia di Belle Arti ABAB Atti Consiliari ABAB, AC Archivio Arcivescovile AAB Registri battesimali della cattedrale AAB, RBC Archivio parrocchiale di San Pietro AAB, APSP San Tommaso del Mercato AAB, STM Archivio della Fabbriceria di San Petronio AFSPB Archivio della chiesa di Santa Caterina de Vigri ASCVB Archivio parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maddalena ApSMMB Archivio parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maggiore ApSMMAB Archivio parrocchiale della chiesa di San Benedetto ApSBB Archivio della Soprintendenza ai Beni Storici Artistici di Bologna ASBSAB Archivio del convento di San Domenico in Bologna ASDB Archivio di Stato ASB Demaniale ASB, D Notarile ASB, N Archivio Privato Hercolani Fava Simonetti AHFSB Famiglia Fava AHFSB, FF Famiglia Fava Ghislieri AHFSB, FG Archivio del Collegio Artistico Venturoli ACVB Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio BCAB Gabinetto Disegni e Stampe GDS Biblioteca Universitaria BUB Biblioteca del Convento di San Francesco BcSFB Borgo Panigale, Archivio parrocchiale di Santa Maria Assunta ApSMABP Opera Pia Vergognosi AOPVB CESENA Archivio di Stato ASC FANO Archivio della Venerabile Confraternita di Santa Maria del Suffragio ACSMSF Archivio di Stato ASF Biblioteca Comunale Federiciana BCFF IMOLA Archivio Arcivescovile AAI Archivio del Capitolo del Duomo ACDI Archivio di Stato ASI Notarile ASI, N MODENA Archivio di Stato ASMO Biblioteca Estense BEM NOVELLARA Archivio di casa Gonzaga AGNO Carte di Amministrazione AGNO, CA Carteggio AGNO, C PADOVA Archivio della Veneranda Arca di Sant’Antonio AASAP PARMA Archivio della chiesa di Santa Maria della Steccata ASMSP Archivio dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio AOCP RAVENNA Archivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì‐Cesena e Rimini ASBAR Biblioteca Comunale Classense BCRa RIMINI Archivio di Stato ASRN Biblioteca Comunale Gambalunga BCGR ROMA Archivio di Stato ASR Trenta Notai Capitolini ASR,TNC VENEZIA Archivio di Stato ASVE Notarile ASVE, N Biblioteca Correr BCVE Archivio Storico del Patriarcato ASPVE VIENNA Sammlungen des Fürsten von und zu Liechtenstein, Hausarchiv SL‐HA I. “Il Fidia di Bologna”: note per la fortuna critica di Giuseppe Maria Mazza 6 I. “Il Fidia di Bologna”: note per la fortuna critica di Giuseppe Maria Mazza Mai un ripensamento, mai una voce contrastante nel coro all’unisono di elogi che dal XVII secolo e fino ai giorni nostri, ha riconosciuto in Giuseppe Maria Mazza (Bologna, 1653 – 1741), uno dei principali scultori italiani dell’età barocca. Nel 1686 viene data alle stampe la prima edizione della celebre guida Le pitture di Bologna in cui il canonico Carlo Cesare Malvasia, non omette di celebrare le prime operazioni pubbliche realizzate dallo scultore, allora trentatreenne, presentandolo come «giovane e spiritoso». Per i due grandi altorilievi che ornano le pareti laterali nella cappella di giuspatronato della famiglia Manzoli nel tempio agostiniano di San Giacomo Maggiore (sch. 15, 16), opera che segna l’esordio pubblico del nostro in patria nel 1681, Malvasia non lesina elogi: «sono opere magnifiche dello spiritoso Giuseppe Mazza, che nella scultura ha passato di longa mano il Padre»1. Ugualmente per il secondo incarico a cui lo scultore attese subito dopo, nel 1682, il canonico bolognese riferisce che la chiesa di San Giobbe (sch. 20) era stata «Rimodernata arricchita e abbellita ultimamente dallo spiritoso Giuseppe Mazza che ha fatto gli ornati à tre altari che vi sono»2. L’ultima menzione è relativa a quanto messo in opera da Giuseppe Maria su commissione di Pietro Mengoli nella chiesa di Santa Maria Maddalena in strada San Donato (sch. 23): «La statua di S. Pietro sedente sulla Cattedra Romana di tutto rilievo è di Giuseppe Mazza, giovane spiritoso, e che maggiormente ha mostrato il suo sapere nell’Angelo Custode à piè della scala e nel bellissimo Christo morto pianto dalle Marie»3. Antonio Masini nelle aggiunte alla Bologna Perlustrata (ante 1691) pubblicate postume da Adriana Arfelli (1957), dopo aver ricordato le stesse opere citate da Malvasia, chiude col dire « Gioseffo Mazza scultore […] in molti luoghi e fuori si vede risplendere la sua singolare virtù»4. 1 Le pitture 1686, p. 85. 2 Le pitture 1686, p. 103. 3 Le pitture 1686, p. 72. 4 Masini, BCA ms. B 1087 in Arfelli 1957. 7 I. “Il Fidia di Bologna”: note per la fortuna critica di Giuseppe Maria Mazza I tanti cantieri a cui lo scultore prende parte in città nel corso degli ultimi due decenni del Seicento, ne decretano la piena affermazione nel panorama culturale felsineo: nel 1692 gli elogi per l’impresa artistica della cappella maggiore nella chiesa di Santa Maria dei Poveri (sch. 46‐50) in cui Giuseppe Maria condivide i ponteggi con il suo sodale, il pittore Giovan Gioseffo dal Sole, e con il quadraturista Tommaso Aldrovandini, vengono cantati in rima da Smeraldo Sardi in un libretto dedicato al committente, Francesco Campolonghi: «Le volte della Cappella Maggiore in S. Maria de’ Poveri dipinte»5. Pochi anni dopo agli elogi dei letterati si aggiungono quelli dei colleghi pittori, come attesta una testimonianza documentaria, ad oggi mai segnalata, pubblicata in seguito all’apertura il 9 marzo 1695 della chiesa bolognese del Corpus Domini, cantiere in cui al fianco di Marcantonio Franceschini, Luigi Quaini ed Enrico Haffner, Giuseppe Maria esegue la quasi totalità delle decorazioni plastiche (sch. 40‐43, 54‐56, 58‐60). Il pittore torinese Alessandro Mari, che aveva condiviso con Mazza l’alunnato presso Lorenzo Pasinelli, in un opuscolo dato alle stampe nel giugno del 1695 in occasione della consegna ai monaci Girolamini di due dipinti per l’altar maggiore della loro chiesa di San Barbaziano, conclude affermando «so che pare grave il mio ardire… che io osi scoprire … le mie insipidezze, in tempo che s’è scoperto il Divotissimo Tempio, & Amenissimo Deposito della Beata Catterina Vigri il Trionfo della Vaghezza, della Grazia, dell’Invenzione, ne’ Dipinti de’ Tre Maestri famosi, il Sig. Franceschini, il Sig. Quaini, il Sig. Afner, che gareggiando nelle lor belle fatiche col singolar Disegno, e Maestria del mio incomparabile Signor Giuseppe Mazza scultore, e con l’esemplare Magnificenza di questi Nobilissimi Cittadini, hanno formato un mirabile triumvirato…»6. All’età di quarant’anni, quando Giuseppe Maria Mazza non era ancora a metà della sua lunga vita e dell’altrettanto lunga e prolifica carriera, l’amico pittore, poeta e letterato, Giampietro Zanotti (Parigi 1674 ‐ Bologna 1755) gli dedica il primo profilo biografico a stampa. Nel 1703, a tre anni dalla morte di Lorenzo Pasinelli, Zanotti che gli era stato allievo, pubblica in suo onore il Nuovo fregio di gloria a Felsina sempre Pittrice nella vita di Lorenzo Pasinelli pittor bolognese7, dedicato al cardinale Giuseppe Ulisse 5 Si veda la trascrizione integrale in Fortuna Poetica, I. 6 Mari 1695, pp. 9‐10, cfr. la trascrizione parziale in Fortuna poetica, II/a. 7 Zanotti 1703, p. 112. 8 I. “Il Fidia di Bologna”: note per la fortuna critica di Giuseppe Maria Mazza Gozzadini. In chiusura al volume include «la serie lunga de’ suoi discepoli»: dopo aver brevemente trattato di Annibale e Claudio Gozzadini, fratelli del dedicatario dell’opera, passa a Pietro Ercole «figlio di quel conte Alessandro si grande amico del Pasinelli», di seguito a Giovan Gioseffo dal Sole pittore «riverito pel primo di questa città», e subito dopo dedica una interessantissima pagina all’unico tra gli allievi di Pasinelli che aveva preferito la stecca al pennello. Pressoché sconosciuto alla critica, il breve medaglione biografico delineato da Giampietro Zanotti permette di mettere subito in luce alcuni aspetti peculiari della fortuna e altresì della sfortuna nella carriera artistica di Giuseppe Maria. «Figlio di Camillo Mazza, Scultore assai buono. Questi doppo avere da Giovanetto qualche poco dipinto, lasciò la Pittura ed alla Scoltura si diede nella quale è divenuto si bravo che la nostra Felsina ancora Scultrice può vantarsi di avere in oggi ilo su Algardi»8. Se per il maestro bolognese, attivo per buona parte della sua vita a Roma, l’autore della Felsina pittrice, Carlo Cesare Malvasia, aveva coniato il celebre epiteto di «nuovo Guido in marmo»9, per Giampietro Zanotti con Giuseppe Maria Mazza «Felsina è ora scultrice» perché può fregiarsi di vedere all’opera «il suo Algardi».