Nuova Raccolta Di Lettere Sulla Pittura, Scultura Ed Architettura, Scritte Da'più Celebri Personaggi Dei Secoli XV. A
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Ulrich Middeldorf V ' I ARTS|t; > u \ { 8K NUOVA RACCOLTA DI LETTERE SULLA ITTURA , SCULTURA ED ARCHITETTURA scritte dai più celebri personaggi DEI SECOLI XV. A XIX. CON NOTE ED ILLUSTRAZIONI DI MICHELANGELO GUALANDI * in aggiunta a quella data in luce DA MONS. BOTTÀRI E DAL TICOZZI Voi. III. BOLOGNA 1856. a spese dell'Editore ed Annotatore. .\ • <vf ... ... izS Sdfào^e ec/S&nno/a/ore intende cu acacie ctce 0-enrA.zi accow/déi aacca convenzione tù/iuta/a fea ale. cfta/t 'Jcg/iani óeu/a/iro/iwefà S&réidàtca , ec. Tipografia all' ANCORA. 65Ò Wr5 Jl volume terzo della pre- sente raccolta , che poteva com- parire alcuni anni or sono, vede ora soltanto la luce ; una sequela di avvenimenti più o meno in- fausti , come già dicemmo nel nostro manifesto del 18 maggio corrente anno, ci obbligarono di protrarre a tempi migliori il no- stro divisamento. Ora che le cose del mondo sembrano promettere 4 giorni più tranquilli, e che molti onorevoli personaggi ed amici ci sollecitano air opera , eccoci a continuare la nostra raccolta di Lettere artistiche. Possano le nostre incessanti cure essere ognora gradite, per darci animo a compiere V altra raccolta di — Memorie Originali di Belle Arti , della quale pub- blicammo sei Serie , cui farà se- guito un'Appendice quasi con- dotta a termine. Bologna 15 settembre 1856. *M>ccne/anaeio GaaCanc/i "'~' rr,r m~T*mlt*m ' <'* t 7zzz» :/ m-i-r-~" NUOVA RACCOLTI DI LETTERE N. 301. ANNO 1536. Pàolo Sanmicheli da Porlezza (1) scultore a GìahFrancesco de Grata al- tro scultore. +- Yhs_ Compare Car. m° MJoJone Fran. c ° salute. E più tempo fa che mij ho desiderato vostre letre dopoi la partita mia da panna et ve- dendo che fina at ora non aver mai più intexo altro come si è suzeso el caxo vo- stro che mi pose aver li mej denarj come fu patuito tra nuj et cossi non sapendo al- 6 tro et sforzato dal bexonlo grande son di- ferito più che ho poduto adesso non poso più prima per esser schorso marzo del ter- mine de le vostre expedizione poj per es- ser qui laltro tempo chel bixonia che li pi- late (pigliate) partito o per uno modo o per laltro come sapeti per tanto i* mando el Rosso prexente lator al quale vedarite de far che labia quelli schudi cento et uno et fati che posse destrigarme de le mie fazende an- chora mj et zerto el Rosso si e sforzato a non partirse de lij senza questi denari se la veti expedite con li S. ri deputati bene sta se anche non laveti expidite fallile expedir tanto eh' el Rosso e ti a panna per che parlaij con m.ro Bernardino da le figure che achadendo d* venire volontiere per amor mio et fatilo et apresso se le cosse vostre fuse fornite operati con li S. ri deputati che sia expedito de aver li mei dinari et siate zerto che son reduto a partito streto non se fa cossa alchuna o pocho qui et poj me andato sopra me' forsi 500 schudi tra li- gniago et con el S. pe ducha de Urbino et 7 non posse far che non me agiati del mio sapete aver abuti da mij tuti li piazeri et comodi che aveti voluto fati anche voi el debito vostro perche per lavenir sia certo che siati quel vero amicho che ve ho sem- pre tenuto et tengo non mi volio più esten- der in longo de parolle. Ve ricomando il caxo mio, perche le vostre che mio ve avi- xo come schrivo et ricomando le cosse al mag.co miss. Bartolamio dal pra et schrivo poi in genere ala Compagnia siche a voj me raccomando. Salutariti la madonna co- madre et Castorio et tuti li vostri de caxa da parte mia et de tuti le mie done de ca- xa. Data a Verona ali 8 de zuio (giugno) 1536. Il vostro compare pello (sic) da Sanmichele schultore schrisse ÀI suo molto car. m <> Compadre M.™ Jone fran.° da grado degnissimo schultore et architetore in parma. In parma apresso a San Sepulchro. ~r~ +L m* NOTE AL N. 301. (1) Paolo di Bartolommeo da Sanmichele (con tutta probabilità nepote a Giovanni, padre del celebre Mi- chele da San Michele o Sanmichele ) è lo scrittore della lettera che ora pubblichiamo. Stando a tale sup- posto il padre di Paolo era stato buon architetto , della quale arte forse non fu digiuno neppure il figlio, se riguardiamo ai lavori eh' egli eseguì nel tempio della B. V. della Steccata di Parma, ed in particolar modo ad una convenzione ch'egli stese di tutto suo pugno per lavori da farsi alla cupola di quella chiesa stessa il dì 8 febbraio 1532, la quale sta in originale, sic- come la presente lettera , nel pubblico Archivio de' No- tai di Parma — rogito Benedetto del Bono Filza 1. — Tale convenzione ebb'egli a fare con un valente scul- tore ed architetto Gianfrancesco de Grata di Parma, la quale con altri atti risguardanti ambedue questi va- lentuomini si renderà pubblica a miglior tempo. Con tutto ciò noi non conosciamo veramente il Sanmicheli, o vero il de Porlezza, se non se quale valente scul- tore d' ornati , e s' egli è quel Paolo che qui s' inten- de, Io stesso in allora potè andare lieto di un figlio in Giangirolamo architetto militare illustre, del quale ebbe a dire parole di lode il Vasari scrivendo la vita di Michele, che a quello era maestro e cugino. Ed il Milixia ci avvisa che 1' Architettura ebbe presso que- sta famiglia un distinto seggio; imperocché Bartolom- meo e Giovanni fratelli , furono architetti di professio- ne. Michele nato di quest'ultimo , com'è ben noto, fu grande piuccliè mai; Paolo e Matteo figli dell'altro furono scultori è vero , però Matteo ebbe merito gran- de eziandio quale architetto , e cosi cbbelo Giangirola- mo figliuolo di Paolo; ed una sorella di esso Giangi- rolamo sposatasi a Luigi Brugnoli seguace dell' arte stessa , pregiossi madre di due buoni architetti , ed in particolar modo del figlio maggiore Bernardino. — Mi- lizia Mcm. Arch. ce. tom. 1. Per quella stessa lettera , che originale trovasi an- nessa ad un atto del notaio parmigiano Benedetto del Bono del dì 14 giugno 1536, si scorge chiaramente avere errato 1' ab. Zani — Enciclop. met. voi. XIII pag. 105 — quando ci disse il da Porlezza Paolo scultore parmigiano. Così dallo stesso atto si rileva che il Rotto ebbe tosto dallo scultore Gianfrancetco de Grata trenta scudi d' oro dal sole , che furongli sovve- nuti dalla Compagnia della B. V. della Steccata , la quale compagnia non pagò la rimanenza dell i scudi 71 se non nel giorno 17 settembre dello stesso anno, quando ebbe a collaudare alcuni lavori fatti dal de Gra- ta nel nuovo tempio di detta Congregazione. La presente lettera e relativa nota, ci vennero favo- rite sino dall'anno 1845 dall'illustre signore ed amico cav. Enrico Scarabelli Zunti di Parma. M G. mi 10 N. 302. ANNO 1637. // duca di Mantova ai Quaranta Riformatori dello Stato di Libertà di Bologna (1) intorno allo scultore Al- fonso Lombardi (2). M.c* S. r» Amici et quanto fratelli carissimi. Ho inteso che Alphonso delli Lombardi da Ferrara scultore in Bologna , al quale io faceua fare alcune opere di marmore, et ho fatto pagare, è morto, et che ui sono alcuni suoi creditori, gli quali forsi pen- seranno di potersi satisfare sopra quelle mie opere : Et perche non è di ragione che da alcuno di loro mi sia tolto ne impedito quello che ho fatto fare io, et pagato prie- go le V. S. che uogliano prouedere che non sia mosso alcuna di quelle opere che 1' ha fatto , et faceua per me, che mi faranno il piacere gratissimo. Et ancor io me offero alti piaceri loro paratissimo. Da Mantova alli VII di Decembre M. D. XXXVII. Buon Amico et quanto fratello il Duca di Mantova etc. Mag.u miei et quanto fratelli carissimi S. ri Quaranta Riformatori del Stato et Libertà della Citta di Bologna. NOTE AL N. 302. (1) L'originale trovasi nel voi. VI anni 1535, 1536 , 1537 — Lettere di Principi ec. al Senato di Bo- logna — e si conserva nelP Archivio dell' antico Reggi- mento, ora di Legazione. Importante carteggio intorno a cose di guerra , ed allo Studio od Università di Bolo- gna , alla sua storia ec. , come si vedrà , a Dio pia- cendo, nell'opera che andiamo ordinando del Bolognese municipio. Il duca di Mantova , che scrive la presente lettera, è Federico marchese V, e primo duca il quale — a diciannove anni prese il governo di Mantova ec. Il ti- tolo di duca accordatogli nel 1530 crebbe a Federico V orgoglio , la eredità del Monferrato ne aumentò la po- tenza , e per amendue questi titoli montato in superbia 12 pretese che il lussureggiare della sua corte posto a pa- ragone della prima d' Europa non iscapitasse. L' avere molta pecunia impiegata a procurare splendidissima mo- numenti dell'arte alla patria potè appo i posteri to- glierli P accusa di prodigo , ma non impedì allora che gli animi dei cittadini inaspriti per gabelle, per tasse e balzelli, di segreto odio si riempissero, lamentando la povertà a cui gli avea ridotti la smoderata ambizio- ne del Principe — ( co. Carlo d' Arco della Economia Politica del Municipio di Mantova ec. ivi 1842 in 8.) — (2) Intorno il celebre scultore Alfonso Lombardi, vedi- la nostra Raccolta — Memorie Originali di Belle Arti serie seconda anno 1841 a pag. 50 a 52, 192 e 196.