Museo Di Palazzo Davanzati

Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

collana diretta da Antonio Paolucci 29

Museo di Palazzo Davanzati

Guida alla visita del museo

a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani e Maria Grazia Vaccari Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

Musei del Collezionismo storico Museums of Historical Collecting

Museo di Palazzo Davanzati

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica / Under the High Patronage of the President of the Italian Republic

Con il patrocinio di / Under the sponsorship of Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Enti promotori / Promoted by Ente Cassa di Risparmio di Firenze Regione Toscana Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze

In collaborazione con / In collaboration with Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Comune di Firenze

Realizzazione / Production Ente Cassa di Risparmio di Firenze – Ufficio Progetti Culturali motu proprio Supervisione generale / General supervision Antonio Gherdovich Coordinamento generale e di progetto / General and project coordination Marcella Antonini e Barbara Tosti Segreteria scientifica / Secretary Paola Petrosino

Comitato Scientifico / Committee of Experts Presidente / President Antonio Paolucci Cristina Acidini Luchinat, Kirsten Aschengreen Piacenti, Rosanna Caterina Proto Pisani, Cristina Gnoni Mavarelli , Alessandra Marino, Elisabetta Nardinocchi , Antonella Nesi , Elena Pianea, Serena Pini , Maddalena Ragni, Gian Bruno Ravenni, Carlo Sisi , Maria Grazia Vaccari Guida al Museo di Palazzo Davanzati a cura di / edited by Rosanna Caterina Proto Pisani e Maria Grazia Vaccari

Testi / Texts Rosanna Caterina Proto Pisani, Maria Grazia Vaccari

Editing e apparati / Editorial and reference coordination Cristina Corazzi

Traduzioni per l’inglese / English translation English Workshop

Progetto grafico / Graphic project Polistampa

Crediti fotografici / Photography Gabinetto fotografico della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze; George Tatge, Firenze

Ringraziamenti / Acknowledgments Si ringraziano per la disponibilità e la collaborazione Sonia Iacomoni, Loris Milani e Luca Leonello Rimbotti . We would like to thank Sonia Iacomoni, Loris Milani and Luca Leonello Rimbotti for their generous cooperation. www.piccoligrandimusei.it

In copertina: Sala dei Pappagalli . Firenze, Museo di Palazzo Davanzati

ISBN 978-88-596-0973-5

Presentazioni

Michele iccoli Grandi Musei arriva a Firenze, che rappresen - Gremigni Pta, nello spirito del progetto, una delle tappe di un per - Presidente dell’Ente Cassa corso attraverso il quale si sono volute focalizzare realtà lo - di Risparmio cali dove il patrimonio artistico e culturale trova la sua di Firenze naturale collocazione, quale prodotto dell’ingegno e della creatività diffuso sul territorio e lì sedimentato nel corso dei secoli. In questa ottica Firenze non viene proposta agli occhi del visitatore nel suo ruolo di leader dell’arte rinascimenta - le, ma come città che ha saputo accogliere – certo anche in virtù di questa sua specifica universalità – destini e fortune diverse che si chiamavano Bandini, Stibbert, Bardini, Vol - pi, Romano e Horne, situazioni individuali e umane che si sono catalizzate dando luogo a nuove realtà. Esse non sono poi confluite nella dimensione generalista delle grandi isti - tuzioni statali fiorentine, ma hanno dato spazio, a loro vol - ta, ad organismi autonomi, musei e centri di eccellenza in cui si colgono ancora oggi i segni distintivi di vari orienta - menti del collezionismo storico, così come personalità di ta - le spessore intellettuale li hanno elaborati e realizzati. In ciò Firenze, smessa la veste di capitale, assomiglia mol - to di più alle numerose località toscane interessate in que - sti anni dal progetto Piccoli Grandi Musei , per cui la for - mazione di raccolte e collezioni è strettamente legata alla storia del luogo e al suo evolversi nel tempo. La missione di Piccoli Grandi Musei è appunto quella di raccontare, momento per momento, singoli episodi di uno straordinario panorama di tradizioni e valori identitari che costituiscono la vera ricchezza della nostra regione.

Enrico Rossi l progetto Piccoli Grandi Musei, giunto alla vii edizio - Presidente Ine, è dedicato quest’anno al fenomeno del collezionismo della Regione Toscana che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, vide Fi - renze protagonista nel panorama antiquario europeo. Sulla scia dei Medici, grandi collezionisti che promossero le arti, tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecen - to molti stranieri scelsero Firenze come dimora ideale, per la bellezza del paesaggio e la ricchezza del patrimonio ar - tistico. Acquistarono ville in campagna e residenze nel cen - tro storico, arredandole con vaste collezioni dettate dal lo - ro gusto e dalle loro competenze. Le dimore non sono solo suggestive raccolte di opere d’arte, ma anche di arredi e og - getti d’uso: un percorso attraverso la sensibilità di grandi conoscitori dell’arte che si circondarono di capolavori tra - sformando le proprie residenze in originali realtà esposi - tive capaci d’interpretare il gusto dell’epoca. Musei di grandi collezionisti (Bandini, Stibbert, Bardi - ni, Volpi, Romano, Horne) che ne raccontano gli interes - si, il gusto e il tempo e creano un vero e proprio itinerario conoscitivo che consente di rivivere lo stimolante clima cul - turale e artistico di Firenze tra Otto e Novecento. Quest’anno la Regione Toscana ha sostenuto direttamen - te alcune azioni di valorizzazione dei musei e soprattut - to le attività educative, ritenute fondamentali per guida - re gruppi scolastici e famiglie alla scoperta di questi luoghi preziosi. Il tema del collezionismo è il filo rosso che lega le attività e i laboratori: racconta storie di oggetti, di personaggi, ma

presentazioni anche vicende narrate nell’iconografia delle opere, con una ricchezza di spunti che consente di apprezzarli per fasce d’età. Puntando su «quell’oscura smania che spinge a mettere insieme una collezione» – per dirla con le parole di Italo Calvino – riesce più facile far comprendere a bambini e ragazzi – spesso appassionati collezionisti – il percorso di personaggi che hanno lasciato a Firenze patrimoni inesti - mabili non solo per il valore delle opere raccolte, ma an - che per il significato intrinseco del dono alla città. Un’oc - casione da non perdere.

enrico rossi Matteo Renzi e Firenze è considerata la città d’arte per eccellenza è Sindaco Ssicuramente merito del David , degli Uffizi, del Duo - del Comune di Firenze mo e di Palazzo Vecchio. Ma sarebbe un errore dimen - ticare quella fitta maglia di piccoli musei, custodi di te - sori e capolavori d’arte di straordinario fascino, che ne ca - ratterizzano il passo quotidiano. Le gemme strabilianti della nostra città si incastonano su un tessuto di bellezza costituito anche da musei come la prima casa dei Medici, quel palazzo ora sede della Pro - vincia in cui si possono ammirare spazi da togliere il fia - to, come la Sala Luca Giordano o la Cappella dei Magi; o come il Museo Stibbert, sorta di Wunderkammer dove ammirare costumi esotici, armature, porcellane, dipinti di eccezionale fattura; o ancora il Museo di Palaz - zo Davanzati, autentico tuffo nel passato, dimora rina - scimentale ancora intatta, sfuggita al passare dei secoli. Per non dire del Museo Bardini, con la sua raccolta di pregevoli marmi antichi, il Museo Horne, la Fondazio- ne Salvatore Romano, ognuno di essi con una precisa identità e allo stesso tempo la capacità di costruire una trama preziosa che arricchisce l’eccezionalità di Firenze e la rende autenticamente unica. Musei che orgogliosa - mente raccontano con voce piana lo splendore della vita quotidiana nella nostra città, la bellezza che ne per - mea la vita fin negli aspetti abitualmente meno noti o trionfali. Questi piccoli musei devono la loro storia e la loro bellez - za a collezionisti appassionati e lungimiranti, devoti alla

presentazioni loro città – anche se spesso di adozione – al punto di do - narle poi le proprie raccolte. Vere e proprie testimonian - ze di amore per il bello, per lo stravagante e il misterioso: racconti di epoche, di mode, di sensibilità differenti. Che alla fine altro non sono che narrazioni delle nostre radi - ci, e come tali indispensabili per capire dove vogliamo an - dare, e come vogliamo modellare il nostro presente. E un futuro degno di tanto passato.

matteo renzi Cristina Acidini n una città come Firenze, arca di patrimoni artistici Soprintendente Ipubblici e privati attraverso i secoli, l’esercizio del me - per il Patrimonio Storico, Artistico ed stiere di antiquario non poteva che radicarsi e fiorire, co - Etnoantropologico e per il Polo Museale me accadde a partire dal xix secolo. Stefano Bardini, Elia della città Volpi, Salvatore Romano sono nomi ben noti nella storia di Firenze e, ad interim , del mercato dell’arte: ma lo sono altresì nella museologia dell’Opificio delle Pietre Dure novecentesca, alla quale contribuirono non solo alimen - tando gli acquisti di collezionisti e musei specialmente al - l’estero, ma anche predisponendo spazi e collezioni per mu - sei propri. A risultati simili giunsero, da percorsi diversi, collezionisti stranieri quali Herbert P. Horne e Frederick Stibbert. Ma non meno interessante, anche per l’origine e il radicamento nel nostro territorio, è il caso di una colle - zione nata nel Settecento grazie alla curiosità erudita del canonico Francesco Maria Bandini, resa permanente nel - l’omonimo museo a Fiesole. Per questi motivi, sommariamente evocati, è di particolare fascino la serie di iniziative riunite nel progetto dell’Ente Cassa di Risparmio, quale ulteriore edizione del program - ma Piccoli Grandi Musei, a cui questa collana editoriale è collegata: valorizzare questi ed altri musei minori significa a tutti gli effetti portare l’attenzione e l’apprezzamento di un pubblico – che non immaginiamo grandissimo, ma certo motivato – per la varietà e la densità di un tessuto cultura - le che, incorporando le eccellenze dei grandi musei così come le discrete ed eleganti presenze dei musei nati dal collezioni - smo, rende Firenze nel suo centro storico e negli immediati dintorni territoriali unica e memorabile.

presentazioni

Antonio ’è un aspetto del sistema museografico fiorentino che Paolucci C rende la nostra città davvero unica in Italia. Mi ri - Presidente del Comitato ferisco a quelle pubbliche collezioni che potremmo consi - Scientiﬁco derare il sedimento della storia antiquaria e amatoriale di Firenze moderna. Sono musei nati da donazioni di grandi mercanti (Mu - seo Bardini, Museo di Palazzo Davanzati, Museo Salva - tore Romano), di studiosi collezionisti (Museo Bandini, Museo Horne, Museo Stibbert), di maestri insigni della storia dell’arte (collezione Berenson, collezione Longhi). Il fenomeno affonda le sue radici nel ruolo svolto da Fi - renze, fra Ottocento e Novecento. Firenze era la ricono - sciuta capitale dell’antiquariato di alto livello, dell’arti - gianato in stile, del restauro, degli studi storico-artistici, del turismo culturale di élite. Il concomitare di tutti questi fattori, in una congiuntura magica della storia fiorentina, quando la città era abita - ta da Aby Warburg e da Bernard Berenson, da D’An - nunzio e da Anatole France e il “gusto dei Primitivi” por - tava nelle botteghe degli antiquari Wilhelm von Bode e Pierpont Morgan, Rothschild e Isabelle Stewart Gardner, i coniugi Carrand, Vanderbilt e Duveen, ha lasciato un’e - redità preziosa di collezioni d’arte; amministrate ora del - lo Stato (Davanzati) ora dal Comune (Bardini e Salva - tore Romano), più spesso autogestite secondo la formula giuridica della Fondazione. Ognuna di queste pubbliche raccolte riflette il gusto, la cultura, gli interessi collezionistici del suo creatore. Così,

presentazioni per esempio, fu proprio soprattutto il “gusto dei Primiti - vi” appena citato a contraddistinguersi nella raccolta del canonico Angelo Maria Bandini, tra i primi collezionisti dei fondi oro due e trecenteschi. Herbert Percy Horne sa scegliere con appassionata com - petenza e con gusto squisito. Non solo Giotto e Simone Martini ma anche mobili intarsiati, ceramiche da men - sa o da farmacia, piccoli bronzi, terrecotte di rara fattu - ra e poi disegni di assoluta eccellenza; Raffaello e Parmi - gianino, Dürer, Salvator Rosa, Tiepolo. La collezione Salvatore Romano è fatta di sculture. Il do - natore era un antiquario di molti interessi e di varie com - petenze specialistiche. Avrebbe potuto donare a Firenze un museo fatto di quadri, di tessuti o di maioliche o di tut - te queste cose insieme. Scelse le sculture. Una scelta per me perfettamente comprensibile. Sono convinto che la scultura, la bella scultura antica, rappresenti per il collezionista-amatore il massimo piace - re estetico. Niente riesce a dare l’emozione della scoperta e la gioia del possesso come la scultura. Perché la scultura la si può toccare, accarezzare, si presenta diversa a seconda dei punti di vista, impercettibilmente muta nel mutare della luce, la sentiamo dolce o ruvida quando le dita sfiorano la sua pelle. Di fronte all’ Angelo adorante o alla Cariatide di Tino di Camaino, di fronte ai bassorilievi erratici di Donatel - lo, si possono immaginare le emozioni che deve aver pro - vato Salvatore Romano. Emozioni che, tramite il suo le - gato, egli ha voluto consegnare alla città amata. Caratteri ancora diversi ha la casa-museo di Frederick Stibbert. I suoi interessi spaziavano dalle miniature ai di - pinti, dalle oreficerie alle antichità egizie ma la sua pas - sione prevalente erano le armi; italiane ed europee, del Quattrocento e del Cinquecento, armi bianche e da fuo- antonio paolucci co ma anche di provenienza esotica, islamiche, persiane, giapponesi soprattutto. Il Museo di Palazzo Davanzati è un’altra cosa ancora. Elia Volpi che lo “inventò” e lo governò nel primo ven - tennio del Novecento, volle trasformarlo nello “show- room” della Casa Fiorentina antica . Con Volpi il Rina - scimento italiano diventa un prodotto pregiato, ovvia - mente costoso, non però inaccessibile. Non per nulla la sua fortuna si affidava alla American Art Galleries, un no - me che fa pensare alla pubblicità, ai grandi magazzini, al cinematografo. In passato l’Ente Cassa di Risparmio di Michele Gremi - gni, grazie all’impegno tenace e alla pragmatica pazien - za di Marcella Antonini, ha saputo far emergere i tesori del territorio. Quest’anno protagonisti sono i musei del collezionismo storico che abitano, spesso incogniti ai turi - sti e ai cittadini stessi, Firenze. Credo che ammirazione e gratitudine siano dovuti a chi ha reso possibile, in que - st’anno 2011 , la degna impresa.

presentazioni

Museo di Palazzo Davanzati

Rosanna alazzo Davanzati, magnifico e raro esemplare di dimo - Caterina ra trecentesca a Firenze, rappresenta il momento di pas - Proto Pisani P saggio tra la casa-torre medievale e il palazzo rinascimentale. Il palazzo fu costruito alla metà circa del secolo xiv dai Da - vizzi, potente famiglia di mercanti e banchieri, nel Borgo di Sesto – ancora entro la prima cerchia delle mura comuna - li – in via Porta Rossa, dove dimoravano agiate famiglie fio - rentine, dai Bartolini ai Foresi, dai Monaldi agli stessi Da - vanzati, che ne divennero più tardi proprietari. La prosperità dei Davizzi, che raggiunse l’apice alla metà cir - ca del secolo xiv , con il finanziamento delle casse pontificie alla Corte Avignonese e con alleanze matrimoniali e com - merciali con potenti famiglie fiorentine, cominciò a decli - nare nella prima metà del Quattrocento – quando il palaz - zo fu affittato agli ufficiali del catasto – per giungere infine alla sua vendita, nel Cinquecento. Nel il protonotaro apostolico Onofrio, figlio di Leo - nardo di Zanobi Bartolini, acquistò il palazzo e lo rimo - dernò, eliminando la merlatura medievale e costruendo l’al - tana, commissionata probabilmente all’architetto di famiglia Baccio d’Agnolo. Nel 8 , con il nuovo passaggio di proprietà a Bernardo di Anton Francesco Davanzati, i nuovi proprietari provvidero a sistemare uno stemma cinquecentesco con l’arme della pro - pria casata sull’imponente facciata del palazzo che, da allo - ra, è sempre stato conosciuto come Palazzo Davanzati. Il soggiorno dei Davanzati durò oltre due secoli e mezzo, in - cludendo anche una piccola parentesi musicale, divenendo Palazzo il palazzo, tra il e l’inizio dell’Ottocento, sede degli Ac - Davanzati cademici Armonici, che tennero concerti e rappresentazio -

ni con artisti illustri, quali il compositore Luigi Cherubini e Altana il violinista Pietro Nardini, alla presenza di ospiti d’eccezio - di Palazzo Davanzati ne, come il granduca, con la rappresentazione dell’ Orfeo per l’inaugurazione, nel . La tragica fine di Carlo Davanzati e il passaggio dell’edificio agli eredi dei rami collaterali significarono l’inizio di grandi difficoltà per il palazzo. Occupato il piano terreno da bot - teghe, adibito a deposito il cortile, affittati alcuni locali a cir - coli e associazioni, suddiviso in appartamenti per famiglie in - digenti, il palazzo a stento dichiarava la dignità del suo splendido passato, tanto che corse il rischio di venir demo - lito durante il riordinamento urbanistico – iniziato dopo la nomina di Firenze a capitale d’Italia ( 8-8 ) – che ave - va creato, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecen - to, piazza Davanzati, un tempo articolata in un dedalo di chiassi e viuzze, popolati da antiche case-torri. Salvato dall’Associazione per la Difesa di Firenze Antica, creata dagli intellettuali fiorentini ma appoggiata da perso - nalità di spicco, quali Vernon Lee, della comunità angloa - mericana residente a Firenze, il palazzo visse nel Novecento museo di palazzo davanzati una nuova e felice stagione trasformandosi da dimora me - dievale nel modello ideale dell’antica casa fiorentina. Il riscatto dell’antico edificio avvenne con l’acquisto, nel 4 , da parte di Elia Volpi, singolare figura di pittore, restaurato - re e antiquario, il quale non solo lo restaurò e lo arredò, ma ne iniziò la musealizzazione, inaugurandolo, il 4 aprile , come prototipo ideale dell’antica casa fiorentina, ma anche prestigiosa vetrina della sua attività commerciale. Il museo privato di Palazzo Davanzati ebbe grande succes - so divenendo punto di riferimento per antiquari, collezio - nisti, miliardari, studiosi che lo visitarono con grande inte - resse. Ciononostante le difficoltà economiche costrinsero il Vol - Veduta pi a vendere a New York, nelle fortunate aste del e del dall’Altana di Palazzo , tutto l’arredo del palazzo, diffondendo il gusto “Da - Davanzati vanzati” oltreoceano. Il nuovo arredo del palazzo, vo - luto dallo stesso Volpi nel , si trasmise dopo solo quattro anni, nel 4 , agli antiquari Leopoldo e Vitale Bengujat, provenienti da Alessandria d’E - gitto, ma attivi a Londra, Pari - gi, New York, che acquistaro - no anche il palazzo nel . I nuovi proprietari sistemaro - no tappeti, arazzi, armi e ferri battuti, apportando notevoli modifiche nel cortile e nelle cantine, ristrutturate con gusto eclettico e collegate al pianter - reno. Le vicissitudini del palazzo re - lativamente alla proprietà si so - no consumate nella prima metà del secolo scorso tra fallimenti, vendite e acquisti di altri anti - quari – ai Bengujat successe la

museo di palazzo davanzati Davizzi e Davanzati

a famiglia fiorentina dei Davizzi, appartenente al ceto L mercantile e di parte guelfa, ebbe origine da Davizzo dei Corbizzi. Già nel 1294 Davizzino di Ranieri fu Gonfalonie - re e altri membri della famiglia ricoprirono il ruolo di Priore della Repubblica. Le fortune economiche dei Davizzi furono però soprattutto legate alla loro attività di banchieri e di finan - ziatori del Papato durante il periodo avignonese. Nella zona di Porta Rossa, dove verso la metà del xiv secolo, al Stemma Davizzi culmine della loro potenza economica, fecero edificare il palaz - zo, già da prima i Davizzi erano proprietari di case e di fondaci e avevano nume - rosi possedimenti dentro e fuori città, tra cui il castello di Calcherelli presso Scan - dicci, case e poderi a Novoli, all’Antella, Empoli e Fucecchio. Il loro status sociale non poteva prescindere dal possedere anche una cappella di famiglia, ubicata nel - la chiesa di Santa Trinita, ma che ancora nel 1371 non era stata completata. Nel xv secolo la proprietà del palazzo risulta divisa tra i membri della famiglia, ma nel 1427 , all’istituzione del Catasto, alcuni locali furono forzosamente af - fittati per uso di questo ufficio pubblico per 45 fiorini l’anno, «con mobili, tor - ciere, candele di cera e di sego». Dal 1469 al 1497 i documenti d’archivio testi - moniano che il palazzo apparteneva solo a Lorenzo di Giovanni di Gherardo, che lo dichiarava al catasto come «un palagio con tre botteghe di lana». Dal commercio dei panni francesi e inglesi i Davizzi ricavarono una notevole ricchezza che permise loro di avere rapporti di affari e di imparentarsi con le più potenti famiglie fiorentine. Ma il declino delle sorti economiche costrinse i Davizzi nel 1516 a vendere il palazzo a Onofrio di Leonardo di Zanobi Barto - lini, protonotaro apostolico. Nel 1623 , con la morte dell’ultimo discendente ma - schio, Lodovico di Pier Francesco, la famiglia si estinse. I Davanzati discendevano da una delle più antiche e potenti famiglie di parte guelfa, i Bostichi. Davanzato, il capostipite, partecipò alla battaglia di Monta -

museo di palazzo davanzati 4 perti ( 1260 ) e, tra il 1320 e il 1523 , diversi membri della famiglia ricoprirono le cariche di Priore e Gonfaloniere della Repubblica. Già prima di acquisire il palazzo dei Davizzi, anche questa famiglia, arricchi - tasi esercitando l’arte del cambio, era proprietaria di case nella stessa via Porta Rossa ed ebbe numerose ville e possedimenti terrieri, soprattutto a Montughi e Marignolle. Una tela seicentesca, rinvenuta nel palazzo durante i restauri del - l’inizio del Novecento, mostra l’albero genealogico della famiglia e sullo sfondo alcuni conventi nel contado su cui i Davanzati avevano il patronato. Nella cappella di famiglia nella chiesa di Santa Trinita (la terza a sinistra, en - trando) si conserva il monumento sepolcrale con la figura giacente del gonfalo - niere Giuliano di Niccolò Davanzati, insignito nel 1434 del titolo di Cavaliere dello Speron d’oro da papa Eugenio iv , col privilegio di poter apporre sulla pro - pria arme le insegne papali, come documenta il suo stemma nel cortile del Palazzo Davanzati. L’acquisto del palazzo si deve nel 1578 a Ber - nardo di Anton Francesco, ricco mercante at - tivo a Lione e a Firenze e importante mem - bro della famiglia che si dedicò agli studi classici, dopo essersi ritirato dagli affari. Autore di varie opere a carattere storico, tra cui una storia dello Scisma d’Inghil - terra, di testi di agricoltura ed economia, fu anche amico del pittore Cristofano Allo - ri, che lo ritrasse in un bel dipinto conserva - to all’Ashmolean Museum di Oxford. Un al - tro ritratto di Bernardo è inserito nel soffitto affrescato nel Corridoio di Ponente della Galle - ria degli Uffizi. L’ultimo discendente della famiglia Davanzati, Stemma Davanzati Carlo, si suicidò nel 1838 gettandosi dal suo palaz - zo. Questo passò allora alle sorelle Clarice e Margherita e nel 1858 , alla morte di Clarice, ad Antonio Orfei, discendente di un ramo cadetto.

Maria Grazia Vaccari

museo di palazzo davanzati Spanish Art Gallery di Londra – fino all’acquisto da parte dello Stato italiano nel , senza modificare però il carat - tere conferito al palazzo da Elia Volpi. Palazzo Davanzati – inaugurato come museo pubblico nel – fu arredato da oggetti provenienti in gran parte dai depositi della Soprintendenza fiorentina, ai quali si aggiun - sero maioliche, mobili, arredi donati da diversi collezionisti e antiquari, che continuarono a riconoscersi in questo mu - seo, espressione di una “fiorentinità” che, grazie ad un arti - gianato di altissimo livello, ha diffuso gli ideali medievali e rinascimentali in tutto il mondo. Nella seconda metà del secolo scorso la storia del Museo di Palazzo Davanzati è stata segnata dall’alluvione del , quando divenne Centro di Restauri per le sculture e ogget - ti d’arte minore, esposti poi in una mostra allestita nel cor - tile del palazzo. Alla fine degli anni Settanta il patrimonio del Museo si è ar - ricchito di un nuovo settore, con il trasferimento dei nuclei storici delle collezioni statali di merletti e ricami delle do - nazioni Nugent e Bargagli – custoditi all’epoca al Museo de - gli Argenti – incrementati poi da diverse acquisizioni e im - portanti donazioni – come l’Archivio della celebre ditta Navone – che hanno nel tempo costituito la collezione più importante del Museo, vero e proprio punto di riferimento per questo settore nella realtà nazionale e internazionale. Nel la chiusura per gravi problemi di statica, ha pri - vato per circa dieci anni i fiorentini e gli stranieri di questa importante realtà museale che è stata riconsegnata, a restauri ultimati, il giugno , alla città di Firenze come la splen - dida dimora dei Davizzi e la rievocazione ideale dell’antica casa fiorentina.

La facciata L’edificio, dal forte slancio verticale, denota che nella co - struzione vennero inglobate, oltre ad altre proprietà dei Da - vizzi, almeno due case-torri. L’importante facciata, artico - lata su tre piani sormontati dall’altana superiore, si sviluppa museo di palazzo davanzati Facciata di Palazzo Davanzati

su un piano terreno a bugnato con tre ampie aperture ad ar - co ribassato, un tempo prive di portoni, accompagnate la - teralmente da arpioni ad anello, per legarvi i cavalli, sor - montati da portatorce o portabandiere. Ciascun piano, sottolineato da una cornice marcapiano, pre - senta una teoria di cinque finestre monofore ad arco ribas - sato, corredate dai caratteristici arpioni da stanghe – detti “er - ri” per la forma a “R” – che sostengono pertiche ove solevano essere appese gabbie per uccelli, scimmie, cani tenuti a guin - zaglio, come testimonia la pittura coeva, e dove, nei giorni di festa, venivano appesi drappi o stoffe preziose. L’importante stemma centrale cinquecentesco reca l’arme dei Davanzati.

museo di palazzo davanzati Pianta del museo Piano terra

2 2 1

Biglietteria / Bookshop Tickets / Bookshop Loggia 1 The Loggia Cortile 2 Courtyard Visita al museo

Rosanna Piano terra Caterina Proto Pisani 1 - Loggia Maria Grazia ’ingresso al palazzo è costituito da un grande ambiente Vaccari L a tre campate con volte a crociera, aperto sulla via da tre arcate, prive in origine di portoni. Si tratta di una loggia che fu – prima dell’affermarsi del po - tere dei Medici – il simbolo dell’oligarchia fiorentina, anche se nel corso del tempo questi ambienti vennero spesso tra - sformati in botteghe, come si evince dalla dichiarazione al catasto nel 48 di Lorenzo Davizzi che descrive un «pala - gio con tre botteghe di lana». Le logge, arredate con panche in pietra o in legno, erano luo - ghi di ritrovo per la consorteria che qui celebrava feste, ma - trimoni, esequie e trattava importanti affari.

Lapide in marmo, a testimonianza dei lavori di ripristino del Palazzo eseguiti da Elia Volpi

Proprio per il carattere semipubblico quest’ambiente era do - tato di sistemi di difesa come i piombatoi, strette aperture, in alto, dove venivano gettati piombo fuso o olio bollente per evitare gli attacchi delle consorterie nemiche. Nella parete centrale sono dipinti gli stemmi con le armi dei Davizzi, costruttori e primi proprietari del palazzo, che fian - cheggiano uno stemma centrale in pietra forte con l’arme dei Corbinelli. I frammenti di decorazioni murali disposti sulle pareti pro - vengono dalle case dei Davanzati, dei Pilli, dei Lamberti, un tempo negli isolati antistanti il palazzo e demolite nel rior - dino urbanistico di Firenze tra la fine dell’Ottocento e l’i - nizio del Novecento. Due lapidi in marmo che fiancheggiano l’apertura centrale ricordano i lavori di ripristino effettuati dagli antiquari Elia Volpi – alla cui epoca risalgono una documentazione foto - grafica relativa all’inaugurazione del Museo nel e gli album delle firme dei visitatori – e Leopoldo e Vitale Ben - gujat.

museo di palazzo davanzati La dimora di un antiquario, Elia Volpi

a rinascita di Palazzo Davanzati e la sua tra - Lsformazione nell’immagine tipica della casa fio - rentina è legata al nome di Elia Volpi. Singolare e spregiudicata figura, il Volpi, originario di Colle Plinio, vicino a Città di Castello, iniziò come arti - Ritratto di Elia Volpi sta di formazione accademica. Dopo aver lavorato come copista di Galleria, si dedicò con successo al re - stauro collaborando con l’antiquario Stefano Bardini e successivamente iniziò una propria attività nel commercio dell’arte antica. Nel novembre del 1904 Elia Volpi acquistò il palazzo da Antonio Orfei per 62.500 lire. Malridotto e pericolante nella struttura, profondamente alterato all’interno a causa dell’uso e della divisione in quartieri da affittare che ne era stato fatto dopo l’estinzione del ramo principale della famiglia, l’edificio fu og - getto di un complesso restauro diretto dallo stesso Volpi. La scelta di Firenze come capitale del nuovo Regno d’Italia ( 1865-1870 ) portò la necessità di adeguamento alle nuove esigenze e all’accoglienza di un numero consistente di uffici e di persone. Nel progetto di ampliamento il problema più spinoso e delicato era la distruzione del vecchio centro dove sorgevano impor - tanti palazzi, ma in un tessuto degradato di viuzze, chiassi, fitto di superfeta - zioni e abitato da gente povera che viveva in condizioni igieniche deprecabili. Le demolizioni procedevano di pari passo con la realizzazione di nuove strut - ture come il mercato di San Lorenzo e solo nel marzo del 1888 il progetto di ri - sanare il vecchio centro distruggendo il Mercato Vecchio e il Ghetto fu appro - vato, dopo un acceso dibattito del mondo culturale e politico. Palazzo Davanzati si salvò grazie anche agli appelli di studiosi e cultori dell’arte e dell’Associazio - ne per la Difesa di Firenze Antica, nata nel 1898 proprio con quest’intento. Non mancarono polemiche sulla stampa riguardo ai criteri adottati nel restauro del palazzo e purtroppo la mancanza di documentazione degli interni prima

visita al museo Foto dell’inaugurazione del Museo della Casa Fiorentina Antica

dell’intervento del Volpi non ci permette di dare un giudizio, anche se possia - mo immaginare che sia stata usata una certà libertà d’interpretazione nel ri - pristino degli elementi architettonici e nelle decorazioni. In un’intervista al «Resto del Carlino» ( 11 ottobre 1909 , p. 3) Elia Volpi illustrava sinteticamente come aveva proceduto: «Ho subito riaperto tutti gli archi del cortile; le fine - stre della facciata le ho rimesse nel loro sesto originale e così ho demolito i tra - mezzi fatti posteriormente per creare, dai vasti saloni, dei quartieri affittabi - li. Anche l’atrio era stato tramezzato per farvi un mezzanino […] Dal piano terreno all’altana, ho fatto con cura e […] pazienza grattare le pareti e i sof - fitti e ho così scoperti dipinti e affreschi del Trecento. In quattro camere ab - biamo trovato degli affreschi con grandi stemmi di famiglie fiorentine; in al - tre come nel cortile, delle iscrizioni di date e fatti storici riflettenti la storia fiorentina, e disegni a carbone di teste e di figure […] io mi sono limitato a conservare i resti antichi; né abbellimenti né invenzioni ho portato in questo restauro». Dopo più di cinque anni di lavori, il 24 aprile del 1910 il Palazzo Davanzati fu aperto al pubblico completamente restaurato e arredato, come Museo della

museo di palazzo davanzati Casa Fiorentina Antica. All’inaugurazione erano presenti le più note persona - lità del mondo dell’arte e della cultura europea. Conferenze storiche organizza - te nel palazzo e articoli comparsi su importanti riviste italiane e straniere dif - fusero la fama del palazzo, che divenne punto di riferimento per turisti e appassionati d’arte italiana e così Elia Volpi poté esibirlo come vetrina per con - solidare i suoi rapporti commerciali e ampliarli al livello internazionale. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale il commercio di opere d’arte dal - l’Italia verso i Paesi europei entrò in crisi e siccome anche l’attività avviata dal Volpi ebbe delle conseguenze, l’antiquario tentò la carta dell’America: in un’a - sta organizzata a New York nel novembre del 1916 furono messi in vendita tut - ti gli oggetti dell’arredo di Palazzo Davanzati, oltre mille pezzi tra dipinti, sculture, rilievi in stucco e terracotta, maioliche, mobili, oggetti di arte appli - cata. Fu un’idea luminosa perché la fama acquisita dal palazzo con la sua sug - gestione di antica casa abitata per secoli da mercanti fiorentini, il catalogo del - l’asta con le foto di tutte le sale arredate, le garanzie di autenticità fornite dal Volpi e dai suoi collaboratori, costituirono i migliori presupposti per il successo della vendita. Con grande abilità Volpi gestì tutta l’operazione, con l’appoggio della stampa americana che pubblicizzò l’importanza della collezione e fu al - lora chiaro che l’America, con la sua floridezza economica e il bisogno di crear - si una “storia”, era il Paese più adatto per esportare, attraverso le opere, il gu - sto tardogotico-rinascimentale, rappresentato proprio dalle decorazioni e dagli arredi del Palazzo Davanzati. Il successo della vendita, che ebbe come acquirenti musei, collezionisti e storici dell’arte, stimolò Volpi a raccogliere una nuova collezione per una seconda asta americana che si svolse ancora a New York nel 1917 . Ma solo nel 1920 Palazzo Davanzati fu riaperto al pubblico con un nuovo arredo, meno sobrio e severo del precedente, se pure non privo di pezzi di una certa importanza. Tutto l’arredo fu venduto in blocco ai fratelli Leopoldo e Vitale Bengujat, com - mercianti soprattutto di tappeti provenienti da Alessandria d’Egitto, che prima affittarono il palazzo e nel 1927 lo acquistarono. Con il passaggio di proprietà il palazzo subì alcune trasformazioni e l’esposizione, in gran parte ancora quella del Volpi, si arricchì di armi e ferri battuti. La ven - dita di tutto l’arredo da parte della Galleria Bellini nel 1934 metteva fine all’e - poca iniziata con il recupero del palazzo da parte del Volpi.

Maria Grazia Vaccari

visita al museo 2 - Cortile na grande porta chiude la loggia isolandola e immet - Utendoci all’interno del palazzo dove un cortile spazio - so sottolinea l’importanza di questa casa privata. Il cortile tre - centesco, dall’architettura estremamente elegante, è circondato su due lati da pilastri ottagonali che sostengono le volte di un loggiato. Sono proprio gli antichi proprietari del palazzo a darci il benvenuto al nostro ingresso. Infatti su uno dei capitelli d’an - golo sono rappresentati alcuni volti di uomini e donne che la tradizione vuole siano i ritratti dei Davizzi. I Davanzati sono invece presenti con due stemmi, uno dei quali, quello quattrocentesco – pertanto trasferito da un’al - tra dimora di famiglia –, è sormontato dalle insegne papali e reca un’iscrizione ( ex privilegio eugeni iii d. julianus

museo di palazzo davanzati 4 davanzati eques ) che dichiara che Giuliano Davanzati nel 44 – in occasione dell’inaugurazione del Duomo di Firenze – fu nominato Cavaliere dello Speron d’oro da Eu - genio iv , del quale era ambasciato - re, che gli concesse il privilegio di inserire le insegne papali nell’arme della propria famiglia. Sulla parete destra è inoltre appeso un dipinto rappresentante l’ Albero genealogico della famiglia Davanzati. Tre porte, munite di cancelli in fer - ro battuto, si aprono sotto il porti - cato con accesso sul chiassolo anti - stante, da dove entravano muli e Il pozzo asini per portare le provviste (legna, carne, olio, vino, gra - no) provenienti dalla campagna, dove i ricchi mercanti pos - sedevano poderi. L’acqua era un elemento fondamentale per la vita domesti - ca nel palazzo. L’acqua piovana confluiva dai gocciolatoi in terracotta posti sui ballatoi e da una grondaia sulla parete del palazzo, grazie all’inclinazione verso il centro del pavi - mento, attraverso una pietra forata, nel sottosuolo, dove ve - niva raccolta in una cisterna per essere poi utilizzata. La presenza di un pozzo privato, le cui pareti incassate nei muri del cortile raggiungevano tutti i piani del palazzo, dai quali un secchio veniva calato giù tramite una carrucola, de - nota l’agio in cui vivevano i ricchi Davizzi. Dal cortile inizia la scala che conduce alla visita della casa: in pietra per motivi di sicurezza fino al piano nobile, per pro - seguire poi in legno, materiale di costruzione in grande uso nel Medioevo. Il cortile è arredato con panche, una cassapanca e alcuni di - pinti murali staccati.

visita al museo Sulla parete destra, tra due porte Doccia presso Fiesole, costruzione ini - ziata nel 4 per volontà di Niccolò . pittore toscano del secolo xvii di Roberto Davanzati. Albero genealogico della famiglia Il ritrovamento nelle carte Pucci pres - Davanzati Bostichi so l’Archivio di Stato di Firenze del di - post segno preparatorio del dipinto esegui - tela; cm 4 × to a penna e acquerello da Protasio Inv. 1890 n. 9908 Felice Salvetti, un araldista fiorentino Il dipinto, già in origine nel palazzo, vissuto nella seconda metà del Seicen - oltre a dare lustro alla famiglia, con - to, ha suggerito, per le varianti appor - sentiva l’individuazione dei vari mem - tate nella stesura pittorica dello stesso bri, con i rispettivi incarichi pubblici albero genealogico, una datazione do - svolti e i privilegi ricevuti per le loro po il , anno in cui il conte Bosti - imprese. Interessante è la presenza, nel co di Bernardo sposò Elisabetta Anti - fondo, degli importanti patronati ec - nori, e prima del , dal momento clesiastici dei Davanzati sul monaste - che questo dipinto costituì il modello ro di Santa Marta a Montughi, fatto di uno studio della tavola genealogica erigere da Lottieri di Davanzato nel dei Davanzati, custodito nella stessa car - 4 , e su quello di San Michele alla tella nell’Archivio di Stato, datato .

1 museo di palazzo davanzati Percorrendo il cortile verso sinistra, oltrepassata la Sala della didattica, arredata con panche, panchetti, seggiolone, disegni e un dipinto murale rappresentante Scene cavalleresche, attribuito a Stefano di Antonio Vanni (Firenze 1405-1483 ). Sul vano dell’ascensore

. pittore umbro Madonna col Bambino secolo xiii affresco staccato; cm × Inv. 1890 n. 9479 (acquistato nel ) Il dipinto fu staccato nel circa dalla chiesa di San Salvatore a Man - tova (poi demolita) da Mauro Pelli - 2 cioli (comunicazione scritta di Fede - alla tradizione bizantina anche l’ico - rico Zeri), a cui sarebbe attribuibile il nografia della Madonna che allatta ( ga - rifacimento della parte destra. lactofilousa ), qui tradotta in forme La composizione segue nelle linee ge - meno rigide, accentuando l’atteggia - nerali gli schemi della pittura bizanti - mento di tenerezza verso il figlio. na, ma presenta numerosi spunti che Interessante la soluzione del drappo di s’inquadrano nel processo di rinnova - tessuto a piccoli motivi geometrici con mento della pittura in Italia in atto nel - fasce orizzontali, che sostituisce lo schie - la seconda metà del Duecento. Risale nale del trono.

visita al museo Pianta del museo Primo piano

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Sala madornale 3 Great Hall Sale dei merletti e ricami 4 Rooms of laces and embroideries Sala dei Pappagalli 5 The Parrot Room Studiolo 6 Studiolo Camera dei Pavoni 7 The Peacock Room Primo piano n’elegante scala in pietra corredata di un piccolo Mar - Uzocco – il leone simbolo di Firenze – conduce al balla - toio del primo piano dove, a protezione della casa, un San Cristoforo col Bambino Gesù , pittura murale trecentesca mol - to deteriorata, introduce alla visita. Subito a destra si apre un grande salone, la cosiddetta “Sala madornale”, così defi - nita per le sue vaste dimensioni. 3 - Sala madornale La sala è estremamente luminosa per la presenza di cinque finestre, chiuse da imposte di legno, articolate e chiodate e provviste attualmente di vetri, che hanno sostituito le origi - nali impannate, tele imbevute di olio di trementina o cera - te, tese su telai apribili verso l’esterno. La sala aveva funzioni di rappresentanza: qui si svolgevano fe - ste e banchetti, riunioni importanti per la consorteria so - prattutto quando vi erano ospiti di riguardo. In queste occa -

visita al museo sioni ai ganci delle pareti si ap - pendevano i “capiletto”, stof - fe pregiate spesso foderate di vaio che, oltre ad abbellire, ser - vivano a scaldare l’ambiente. Il soffitto originale è costitui - to da travi e travicelli decora - ti da ornamentazioni pittori - che nei toni del bianco, rosso e blu e presenta, nelle testate delle travi, le armi dei Daviz - zi e le insegne della Chiesa, che denotano lo stretto rapporto con la corte pontificia avigno - nese, dove i Davizzi svolsero il ruolo di banchieri. La prima e seconda campata – a destra di chi entra – sono trecentesche, mentre le altre sono già quat - trocentesche. Accanto alla porta d’ingresso vi è il vano del pozzo, mentre nel pavimento in cotto, a for - melle ottagonali, si aprono quattro botole corrispondenti ai piombatoi di difesa del sof - Pittore fitto della loggia d’ingresso. fiorentino del secolo xiv , L’arredamento di questo ambiente, con tavolo, credenze, San Cristoforo cassette, poltrone, ma anche arazzi e dipinti, ha privilegiato col Bambino l’esposizione della collezione di sculture del Museo.

museo di palazzo davanzati 4 La visita inizia in senso orario da sinistra a destra. Sulla porta d’ingresso e sulle altre due porte

. bottega di benedetto buglioni (Firenze 4- ) Tre busti di imperatori romani Primo quarto del secolo xvi terracotta invetriata; cm 4 × (diam.) ( inv. 271 , 272 ); cm 44 × (diam.) ( inv. 273 ) Inv. Davanzati nn. 273 , 272 , 271 3a I tre rilievi sono applicati su supporti in legno moderni, ma essi erano vero - similmente dotati di un fondo in maiolica liscio o lavorato a nicchia e smaltato in colore contrastante per far risaltare l’immagine degli imperatori. Due personaggi sono rappresentati con il busto togato mentre il terzo – di dimensioni inferiori e probabilmente di una serie diversa – mostra solo par - te del petto. La caratterizzazione dei volti rimanda alle tipologie codificate nelle monete romane e nelle gemme 3b incise, suggerendo ipoteticamente per il busto inv. l’identificazione con l’imperatore Adriano. Tali medaglioni, prodotti in gran co - pia dalla bottega dei Della Robbia e da quella concorrente dei Buglioni, raffi - guravano soggetti religiosi o ispirati al - l’antichità ed erano incastonati nelle pareti dei cortili o nelle facciate dei log - giati rinascimentali. Le caratteristiche stilistiche e la qua - lità non eccezionale dello smalto fan - 3c

visita al museo 4 no ritenere che siano stati prodotti nel - Tipico prodotto per la devozione pri - la bottega dei Buglioni. vata, come fanno supporre le piccole dimensioni, questa Madonna era in - serita in un tabernacolo a cuspide ri - Sulla parete sinistra bassata, forse dotato di sportelli, di cui oggi resta solo il fondo decorato a fio - 4. scuola umbra ri entro un motivo a orbicoli che in - Madonna col Bambino tende riprodurre un tessuto. seconda metà del secolo xiii La posizione frontale, la fissità delle fi - legno intagliato e dipinto; gure e i confronti con altri esemplari, cm 8 × × tra cui una Madonna di dimensioni Inv. Davanzati n. 167 grandi del vero nelle collezioni del Bar - gello, consentono di riferirla a un in - tagliatore umbro o almeno centroita - liano, che si caratterizza per una grazia ingenua nei volti rotondi dall’espres - sione infantile.

Sulla parete centrale vi sono due arazzi che fanno da pendant a quelli posti di fronte

. arazzeria fiorentina Coppia di arazzi a colonna prima metà del secolo xvii lana, seta, filo dorato e d’argento; cm 4 × ; cm 48 ×8, Inv. Arazzi nn. 532 , 533 I due arazzi, parte di una serie di quat - tro, furono eseguiti dall’arazzeria me - dicea su cartoni di Michelangelo Cin - ganelli, tessuti da Jacob van Asselt. Essi servivano per adattare una serie di araz - zi fiamminghi con Storie della Genesi , acquistati in Fiandra da Cosimo i nel 4 museo di palazzo davanzati 4 Su una Credenza in legno intagliato e intarsiato, di bottega toscana quattrocentesca (?) sono disposte alcune sculture

. scultore ferrarese Madonna (o Sant’Anna ?) col libro metà del secolo xv terracotta dipinta; cm 8 × ×8 Inv. Davanzati n. 433 La scultura, proveniente dalla chiesa di San Giovanni Battista a Ferrara, rap - presenta una figura femminile, muti - la all’altezza delle ginocchia, che sor - regge nella mano destra un libro socchiuso. Diverse le proposte icono - grafiche suggerite: dalla Madonna con il libro , all’ Annunciata , fino alla recente identificazione – sulla base dei docu - menti del conservatorio che l’alienò – con Sant’Anna che insegna a leggere al - la Vergine .

5a 5b . Come ricordano gli inventari granducali, tali arredi non rimaneva - no a lungo nello stesso ambiente e ve - nivano spostati a seconda delle esi - genze della corte. Il fregio verticale è composto da una candelabra ornata da volute, festoni, sfingi e un putto alla sommità. Al cen - tro sono raffigurate due scene a sog - getto biblico: Tentazione e caduta di Adamo ed Eva e Eva con un figlio. 6

visita al museo 4 L’opera – con tracce di cromia e di do - ratura rivelate dal recente restauro – fu assegnata nel catalogo del Museo a una bottega fiorentina, puntualizzata poi, dubitativamente, nella personalità di Nanni di Bartolo, artista formatosi su Donatello che avrebbe lavorato a lun - go in Veneto e nelle Marche. Altre attribuzioni sono seguite nel cor - so degli anni assegnando la scultura al veneziano Antonio Rizzo o al manto - vano Sperandio nella sua attività fer - rarese. Certamente è presente nella no - stra scultura l’influenza di Donatello, anche se pare più opportuno inserire l’opera nel solco del donatellismo fer - rarese, sia per la sua provenienza sia per 7 il confronto con la scultura di quest’a - Francesco stigmatizzato e San Bernar - rea geografica, con un preciso riman - dino , all’esterno due Angeli adoranti . do al Sant’Antonio Abate degli ospeda - Nella cimasa a timpano centinato con li di Lugo in Romagna. L’autore della volute è raffigurato lo Spirito Santo in nostra opera è probabilmente uno scul - forma di colomba. tore ferrarese, che l’avrebbe eseguita al - Sebbene le pitture della tavoletta cen - la metà circa del Quattrocento, nel pie - trale e quelle delle ante del tabernaco - no della congiuntura toscano-ferrarese. lo siano approssimativamente coeve e di manifattura fiorentina, si possono Sulla parete riscontrare diversità di mano, che con - tribuiscono a far ritenere l’altarolo . scuola fiorentina frutto di assemblaggio, forse anche av - Altarolo venuto in epoca non recente, di ele - terzo quarto del secolo xv menti eseguiti separatamente. tavola, legno intagliato e dorato; In alto cm ×4 × Inv. 1890 , n. 3155 8. bottega dei della robbia Una tavoletta, recante sul recto l’ An - Madonna della Misericordia nunciazione e Cristo in Pietà sul verso , datata 8 è racchiusa in un tabernacolo a spor - terracotta invetriata; cm ×8 telli su cui sono dipinti all’interno San Inv. Davanzati n. 157 museo di palazzo davanzati 44 Il bassorilievo, proveniente dal con - Considerato come opera di Marco Del - vento di Santa Maria del Carmine, la Robbia, alias Fra Mattia ( 48 -post presenta sul fondo blu la Vergine in - ?), figlio di Andrea e frate nel con - coronata con il mantello aperto a pro - vento di San Marco, il rilievo è stato di teggere i due committenti con le recente accostato alla pittura devota mani giunte in primo piano, accom - della cerchia di Fra Bartolomeo, sug - pagnati da altri personaggi in pre - gerendo per le fisionomie ovoidali con ghiera. I toni dominanti del bianco e il naso appuntito una episodica espe - dell’azzurro sono vivacizzati dal giallo rienza di Fra Paolino ( 4 ca.- 4 ), e dal verde di alcuni particolari. allievo di Fra Bartolomeo, probabil - Sul gradino, racchiusa tra due stemmi mente indirizzato nella lavorazione del - con le armi della famiglia Serragli, si la terracotta invetriata dai due figli di legge un’iscrizione che ci consente di Andrea, Fra Mattia e Fra Ambrogio, conoscere la committenza e la data - convinti seguaci di Savonarola. zione dell’opera: questa fece fare agniolo di bonaiuto di nico[la] se - ragli p.rimedio delanima sua e de - Sulla credenza la sua dona ano mdxxviii . . bottega lombarda (fratelli de donati ?) Santo papa fine del secolo xv -inizio del xvi legno intagliato e dipinto; cm (altezza) Inv. Davanzati n. 399 Il Santo papa , dai colori smaglianti re - cuperati dopo il recente restauro, completamente cavo nel retro, ha una visione esclusivamente frontale, sug - gerendo che possa trattarsi dell’ele - mento scolpito di un’ancona nella quale era certamente incastonato in una ricca carpenteria, probabilmente in compagnia di altre sculture e di - pinti. Il Santo papa fu assegnato a Pietro Ala - manno, scultore formatosi in Germa - nia e attivo a Napoli, per consonanze 8

visita al museo 4 teghe lombarde attive allo scadere del Quattrocento, quali quella di Giaco - mo Del Maino o preferibilmente dei fratelli De Donati, confrontandola con i Santi dello Hearst Castle di San Si - meon in California.

Sulla parete delle finestre, tra Due seggioloni in noce ricoperti di tessuto, di bottega italiana della metà del secolo xvii e su un piccolo Armadio in noce intarsiato del secolo xv , rimaneggiato nel secolo xix , vi è una delle opere più importanti del Museo

. antonio rossellino (Settignano 4/48 - Firenze 4 ) Busto di fanciullo 4-4 9 marmo; stilistiche con il Presepe in San Gio - cm 4 (altezza) vanni a Carbonara a Napoli, docu - Inv. Davanzati n. 149 mentato nel 48 . L’eliminazione del - L’opera, che ricorda le delicate teste di le grossolane ridipinture ha rivelato fanciulli di Desiderio da Settignano, è però una cromia antica e un intaglio stata assegnata ad Antonio Rossellino più sottile. Gli stilemi del panneggio e datata agli anni Sessanta del Quat - con le pieghe del piviale dall’anda - trocento per la ripresa nello stile e nel - mento a diagonale, teso a formare una la forma del putto reggidrappo di de - “V”, la delicatezza del volto, quasi geo - stra della tomba del cardinale del metrico e con gli occhi strabici, la co - Portogallo nella chiesa di San Miniato struzione della figura a spalle strette, la a Monte, complessa impresa realizza - resa delle mani un po’ rigide e allun - ta da Antonio Rossellino insieme al fra - gate, hanno suggerito invece di acco - tello Bernardo e ad alcuni allievi, con stare quest’opera a sculture delle bot - la partecipazione di Luca della Robbia museo di palazzo davanzati 4 Al centro della sala, su un grande Tavolo in noce di bottega fiorentina cinquecentesca, ma assemblato probabilmente nel secolo scorso, vi sono Due cofanetti in noce, anch’essi di bottega fiorentina cinquecentesca ma rimaneggiati nel secolo scorso. Continuando il percorso

. arazzeria fiorentina Coppia di arazzi a colonna seconda metà secolo xvi lana, seta, filo dorato e d’argento; cm 4 × ; cm 4 × Inv. Arazzi nn. 530 , 531 10 e dei pittori Piero del Pollaiolo e Ales - so Baldovinetti, dal 4 al 4 . Il busto, bell’esempio di raffinata ri - trattistica privata diffusa nella secon - da metà del Quattrocento a Firenze e preziosa testimonianza di atteggia - menti umanistici, è stato interpretato anche in chiave religiosa come Gesù Bambino o San Giovannino per l’ab - bigliamento, ma anche per la manca - ta lavorazione dei capelli sulla som - mità della testa e per la presenza di un piccolo foro sulla nuca che potrebbe - ro suggerire la presenza ab antiquo di un’aureola. Immagini del piccolo Gesù e del Bat - tista avevano un significato di prote - zione ed esempio per i giovani parte - cipanti alle congregazioni di bambini e fanciulli sorte in concomitanza con le congregazioni degli adulti. 11 a 11 b

visita al museo 4 I due esemplari, provenienti dalle colle - zioni mediceo-granducali, costituivano elementi di raccordo per la serie della Genesi e furono eseguiti da Giovanni Pollastri, su cartoni di Benedetto Bossi. Una cornice in giallo e oro racchiude una candelabra in oro e argento deco - rata con figure di satiri e festoni di fio - ri e frutti, che si stagliano sul fondo rosso e bianco. I motivi tipici del repertorio orna - mentale manierista consentono di da - tare i due arazzi alla seconda metà del Cinquecento.

Su un Armadio a tre sportelli cinquecentesco di bottega toscana vi sono altre sculture

. manifattura senese Coppia di angeli portacero secolo xv legno intagliato e dipinto; 12 cm × × attiva all’inizio del xv secolo, che rie - Inv. Davanzati, nn. 165 , 166 cheggia nel linguaggio ancora tardo - I due Angeli provengono dalla cappel - trecentesco e nelle proporzioni i modi la di Santa Caterina degli Alberti, nel delle opere più antiche di Domenico di podere di Rimezzano a Ponte a Ema Niccolò dei Cori. (Bagno a Ripoli). Le sculture sono oggi prive delle ali, di Al centro, tra i due Angeli lignei cui restano i punti di attacco sulle spal - le (e uno dei due manca di una mano), . Dal maestro di san pietro ma conservano in parte, soprattutto d’orsanmichele negli incarnati, la policromia origina - (filippo brunelleschi ?) le. La dolcezza dei lineamenti e le ca - Madonna col Bambino ratteristiche dello stile consentono di ri - 4-4 ferirle ad una bottega di ambito senese terracotta; cm (altezza) museo di palazzo davanzati 48 Bambino a figura intera della chiesa di San Martino a Pontorme, Empoli, e il San Pietro dei Beccai di Orsanmiche - le a Firenze) ritenute di Brunelleschi giovane, che avrebbe iniziato la sua ri - voluzione nel campo delle arti proprio dal recupero di una tecnica degli anti - chi, la modellazione della terracotta, in disuso nel Medioevo. La Madonna col Bambino di Palazzo Davanzati, dal carattere ancora gotico, potrebbe essere tra le più antiche scul - ture in terracotta eseguite a Firenze in epoca moderna, foggiata a calco da un prototipo che la critica ha, di recente, voluto identificare nella Madonna col Bambino del Seminario di Fiesole, che 13 conserva ancora la sua cromia. Inv. Davanzati n. 154 La terracotta raffigura la Madonna col Bambino a mezza figura secondo una In alto tipologia estremamente diffusa e as - segnata tradizionalmente a Lorenzo 4. pittore toscano Ghiberti, della quale esistono molti Madonna col Bambino esemplari. fra san Giuseppe e san Gerolamo Il rilievo, in origine nel refettorio di ultimo quarto del secolo xv Ognissanti dove era inserito in un ta - tavola; cm (diam.) bernacolo di Agostino di Duccio, at - Inv. 1890 n. 9257 tualmente nel Museo del Bargello, più Il tondo presenta la Vergine, dall’e - che alle eleganti figure della Porta spressione pensierosa, con una fine Nord del Battistero rimanda al ritmo spilla di perle sull’acconciatura, che in - più energico e sostenuto e al forte sen - dica con l’indice della mano sinistra il so di aggetto del rilievo del Brunelle - cartiglio sorretto dal Bambino, che sie - schi del Concorso del 4 , il Sacrifi - de su un cuscino con nappe. I santi so - cio di Isacco . La critica più recente ha no identificati sulla base degli specifi - legato quest’opera alla personalità di ci attributi: il cappello cardinalizio per Filippo Brunelleschi, suggerendo un san Gerolamo e la verga per san Giu - confronto con opere (la Madonna col seppe.

visita al museo 4 14

Il dipinto ha caratteri stilistici che lo duzione fiorentina del Quattrocento, rimandano a personalità illustri del Ri - che vanta altri esemplari simili che ac - nascimento, come Botticelli, Filippi - compagnano dipinti celebri (Signorel - no Lippi e Ghirlandaio, rivelando la li, Berruguete) nei musei fiorentini. mano di un maestro minore del Quat - trocento fiorentino che si rifà a celebri Da una porta accanto a un esemplari, dosando ecletticamente le camino, corredato da Alari del varie componenti. secolo xv in ferro battuto, da un La piacevolezza dell’opera è accresciu - Ferro da cialde del secolo xv-xvi ta dalla bella e coeva cornice, intaglia - e da una Molla per camino ta e dorata con il motivo di un festone ottocentesca ci s’immette nelle di gusto robbiano, ascrivibile alla pro - Sale dei merletti.

museo di palazzo davanzati 4 - Sale dei merletti e ricami

Dalla Sala madornale del primo piano si accede a due pic - cole sale, delle quali non si conosce la destinazione origina - ria, che ospitano le collezioni di merletti e ricami del Museo di Palazzo Davanzati. La prima sala ha un carattere specificatamente didattico con l’esposizione di strumenti, quali: Aspo , Rocchettiera a pedale , Arcolaio dei secoli xvii , xviii e xix , accompagnati da pannelli didattici che aiutano a comprendere la tecni - ca del ricamo e del merletto. Su di un Tavolo cinquecen - tesco di bottega bolognese sono esposti diversi oggetti de - stinati al ricamo (rocca, tombolo, navetta, forbici, ferro da stiro ecc.). Alcuni dipinti, tra i quali si segnala Donna che cuce , attribuito a Pietro Longhi, esemplificano l’uso del merletto. Questa sala è dedicata a Giorgio Calligaris, generoso dona - tore e ultimo erede della famosa ditta di ricami Navone, del - la quale il Museo possiede l’intero archivio e una collezione di circa trentamila disegni per ricami. Qui, oltre ad essere esposta in una vetrina una campionatura di samplers o “imparatic - ci” appartenenti alle collezioni storiche del Museo, sono raccolte alcune importanti do - nazioni dello stesso Calligaris, costituite da merletti francesi e fiam - minghi dei secoli xviii , xix e xx . Tali donazio - ni sono esposte in un grande contenitore in ferro alla parete destra, con pannelli estraibili e cassetti.

visita al museo Le collezioni di merletti e ricami

a collezione di merletti e ricami riveste un ruolo di particolare importanza Ltra le raccolte artistiche del Museo di Palazzo Davanzati. Il primo nucleo, costituito dalle donazioni Bargagli e Nugent al Museo Nazionale del Bargello nel 1918 e nel 1953 , dopo un passaggio al Museo degli Argenti, raggiunse nel 1977 il Museo Davanzati, dove l’allora direttrice Maria Fossi Todorow, sostenuta dal soprintendente Luciano Berti, ebbe l’idea di costituire un centro dedicato all’e - sposizione e alla conservazione dei merletti. Erano anni in cui anche in Italia, sebbene con qualche ritardo rispetto ai Pae - si anglosassoni, veniva rivolta a questo settore delle arti decorative, o applicate, una nuova attenzione. Perciò apparve in quel momento irrinunciabile l’oppor - tunità di legare ad una struttura museale di recente formazione, che nasceva co - me esempio della casa fiorentina antica, la conservazione di questo particolare tipo di manufatti, prodotti e utilizzati nell’ambito domestico. La raccolta, costituita prevalentemente da merletti ad ago e fuselli dal xvi al xix secolo e da un minor numero di oggetti ricamati, è stata notevolmente incre - mentata da una serie di acquisti mirati e da donazioni. Queste ultime sono sta - te stimolate dalla possibilità, per i privati che spesso non sono in grado di farse - ne carico, di affidare allo Stato il compito di custodire e di far conoscere le testimonianze di un’antica e raffinatissima arte. Tra i fondi numericamente più consistenti che hanno accresciuto la raccolta di merletti del Davanzati vanno almeno ricordati quello acquistato da Loriano Bertini nel 1981 (118 pezzi) e la donazione Maganzi ( 1986 ) di 153 esemplari. Una collezione intesa come tale, arrivata attraverso tre distinte donazioni ( 1985- 1988 ), è quella di Franca Lawley Pedio: oltre a presentare una vasta gamma di merletti di varie tecniche e manifatture, essa includeva anche disegni, campio - nari e imitazioni (in tutto 827 pezzi). Si ritiene che la lavorazione ad ago si sia affermata prima in Italia che altro - ve nel secolo xvi . Di poco successiva è la comparsa della tecnica a fuselli, che si impose in Europa nella seconda metà dello stesso secolo. Entrambi i tipi di la - vorazione si diffusero con molta rapidità in molti Paesi europei, soprattutto nei secoli xvii e xviii , quando trovarono impiego negli arredi domestici, ma so -

museo di palazzo davanzati prattutto nell’abbigliamento, per or - nare colli e polsi degli abiti maschi - li e femmiili. Venezia fu il maggior centro di pro - duzione di merletti ad ago che pro - seguì fino a dopo la metà del xviii se - colo, riprendendo alla fine del secolo successivo con la scuola di Burano. Visto l’enorme successo dei merletti veneziani, in Francia nel 1665 fu - rono aperte manifatture, utilizzan - do al principio lavoranti italiane. Anche nelle Fiandre la tecnica del merletto ad ago trovò ampio utiliz - zo raggiungendo alti livelli nel xvii secolo, ma fu nella lavorazione a fu - Attribuito a Giusto Suttermans (Anversa selli che i Paesi oggi corrispondenti al 1597 - Firenze 1681 ) Ritratto di dama Belgio, Olanda e Nord-est della Francia raggiunsero i più alti vertici della produzione di merletti. In Italia furono i merletti a fuselli di Milano che dalla fine del xvii secolo si dif - fusero maggiormente ed influenzarono altri centri di produzione. Genova in - vece si distinse per un tipo di punte (rosoni di Genova) usate per rifinire colli e polsi. Una lavorazione di tipo più popolare, anche nei motivi, caratterizza la produzione dei centri abruzzesi. La storia del merletto europeo si può ripercorrere attraverso i numerosi esemplari dell’esposizione permanente allestita nelle due salette al primo piano e nel de - posito accessibile al pubblico. Riguardo ai manufatti ricamati, il materiale, per lo più pervenuto attraverso donazioni, è di produzione otto-novecentesca. Straordinaria la collezione di faz - zoletti di manifattura italiana, svizzera e francese dei secoli xix e xx , apparte - nuta alla duchessa Franca di Grazzano Visconti di Modrone. Di questi acces - sori dell’abbigliamento a cui nel tempo sono state attribuite funzioni e significati diversi – pegno d’amore o simbolo di eleganza – si apprezza la straordinaria fi - nezza del ricamo su tessuti impalpabili e con bordi in merletto. Merita una se - gnalazione il fondo di abiti per neonati, che comprende una nutrita serie di va -

visita al museo porosi abiti da battesimo e fan - tasiose cuffiette, databili tra xix e xx secolo: la varietà e l’elegan - za di questi indumenti rifletto - no, nell’ambito dei cambia - menti sociali iniziati nel xviii secolo, la maggiore considera - zione dedicata all’infanzia ri - spetto al passato. Per sottolineare il ruolo che Pa - Manifattura italiana, 1863 , Sampler lazzo Davanzati è andato assu - mendo con sempre maggior forza nel settore dei merletti e ricami, è importante ricordare che negli ultimi anni, gra - zie alla munificenza di Giorgio Calligaris, il Museo si è arricchito dell’archivio del - la ditta Navone di Firenze, comprendente circa trentamila disegni e modelli e do - cumenti sulle tecniche di lavorazione, oltre che libri specialistici. Il Museo di Palazzo Davanzati conserva inoltre una cospicua raccolta di un par - ticolare tipo di manufatti tessili, i cosiddetti samplers o “imparaticci”. Si trat - ta di un genere minore della produzione tessile costituito da tele di lino di mo - deste dimensioni, ricamate con fili policromi di seta fra il xvii e il xix secolo da giovani fanciulle come esercizio dell’arte del ricamo nell’ambito dell’educazio - ne scolastica. Ma già in precedenza, almeno dal xvi secolo, in concomitanza con la ripresa della tradizione del ricamo domestico per decorare la biancheria, è te - stimoniato l’uso delle donne che lavoravano in casa di raccogliere punti e moti - vi di ricamo in piccoli manufatti che assolvessero alla funzione di campionari. La collezione è costituita da circa centocinquanta esemplari, eseguiti tra la fine del Seicento e la fine dell’Ottocento in Europa e in America, e provenienti da una più vasta raccolta messa insieme nell’ultimo quarto del Novecento da Mar - shal ed Helen Cutler di Boston. Quando nel 1890 i Cutler si trasferirono a Fi - renze portarono con loro la collezione, che la figlia, dopo la loro morte, donò in parte alla Croce Rossa di Firenze. Nel 1972 lo Stato italiano acquistò 97 sam - plers e nel 1986 i rimanenti 39 furono comprati dalla Cassa di Risparmio di Fi - renze, che li ha concessi in comodato al Davanzati. Successivamente la raccol - ta è stata incrementata anche da donazioni.

Maria Grazia Vaccari

museo di palazzo davanzati 4 Nella prima sala A sinistra della porta di accesso alla seconda saletta . manifattura delle fiandre Plastrom primo quarto del secolo xviii filo di lino lavorato a fuselli; cm ×8 Inv. Stoffe n. 7911 Il merletto, nell’ultimo vassoio estrai - bile del contenitore metallico nero, è caratterizzato da motivi decorativi del - la produzione dei vari centri delle Fian - dre degli inizi del secolo xviii . Su un fondo a barrette decorate da picots , pic - coli festoni che uniscono motivi flo - reali e vegetali e secondo un asse cen - trale, il merletto si sviluppa con un . manifattura italiana 16 disegno continuo di matrice ancora Campionario seicentesca. metà del secolo xvii La stondatura centrale sul davanti ri - lino bianco ricamato ad ago; cm × vela la riutilizzazione del merletto per Inv. Bargello n. 4505 decorazione di un abito. L’iscrizione a lettere gotiche che corre lungo il bordo – questo buratello è di suor margherita figliola di gio - van battista gianfigliazzi – oltre a suggerire il nome di colei che lo eseguì (Suor Margherita), suggerisce la data di esecuzione di questo campionario risa - lente alla metà circa del secolo xvii , cer - tamente prima del 4 , anno in cui Orazio Gianfigliazzi, fratello di Suor Margherita, sposò Maria Maddalena di Leonardo Tempi, nel cui archivio di fa - miglia si ricorda il campionario, perve - nuto in occasione delle nozze. Questo campionario, il più antico del Museo, è diviso in quattro scomparti. In uno sono ricavati dalla tela a motivi geo - metrici punti a reticello, punti tagliati e 15

visita al museo fili tirati, mentre negli altri tre scomparti vi sono campioni di ricamo a punto scritto, a spina di pesce, reale, riccio. Seconda saletta La seconda saletta presenta l’esposizio - ne della parte più interessante e consi - stente della collezione di merletti di - sposta cronologicamente (dal secolo xvi al secolo xx ), secondo la tecnica (ad ago o a fuselli) e sulla base delle varie aree geografiche (Italia, Fiandre e Francia). Nelle cassettiere basse della parete destra sono esposti, al centro, un’importante collezione di fazzoletti (la donazione di Franca Grazzano Visconti di Modrone) e una campionatura di un corredo da Anton Raphael Mengs neonato e, lateralmente, alcuni esem - (Aussig, Boemia 1728 - Roma 1779 , plari di samplers o “imparaticci” italiani, Ritratto di Carlota Joaquina di Borbone

museo di palazzo davanzati 17 europei e americani. Sulle pareti si sus - ticello che si alternano a ricami a pun - seguono interessanti ritratti di celebri to reale con richiami a tipologie stiliz - personaggi del Sei e Settecento, di Lo - zate e geometriche, influenzate dal renzo e Giovanna Fratellini e l’interes - mondo arabo e dalle stoffe spagnole e sante Ritratto di Carlota Joaquina di Bor - turche. L’opera, eseguita con elegan - bone di Anton Raphael Mengs. Questi za, è un esempio interessante della ri - dipinti sono testimonianze preziose del - presa di disegni che si ritrovano in li - la moda dell’epoca, con il diffuso uso di bri di modelli del Cinquecento ( Pogan merletti, simili a quelli esposti. 48 , Vinciolo 8 , Vecellio ), ripresa effettuata anche più tardi, nei Iniziando il percorso in senso secoli xix e xx . orario, nella prima vetrina a sinistra Nella vetrina sulla parete lunga . manifattura italiana 8. manifattura veneta Frammento di federa Colletto ultimo quarto del secolo xvi -8 ca. lino bianco ricamato ad ago; cm ×4 filo di lino ricamato ad ago; cm 84 x4 Inv. Bargello n. 4342 Inv. Stoffe n. 1529 Il motivo decorativo del frammento Il colletto da uomo, conosciuto anche di federa è costituito da quadrati a re - come Col Rabat , è allungato sul davanti

visita al museo guito da Antoine Coysevox nel castel - lo di Versailles.

. manifattura francese Balza -8 (?) filo di lino lavorato ad ago; cm 4 × Inv. Stoffe n. 1528 La balza, a point de France , primo mer - letto eseguito in Francia nelle Manifat - ture Reali create da Colbert e ispirate ai merletti veneziani, presenta motivi di 18 grandi ovali accompagnati da formelle in due parti finite ad angolo retto e ve - quadrilobate, con bordi a grillage e de - niva indossato appoggiato sul davanti. corate all’interno con motivi floreali. La decorazione, ancora di gusto ba - Una serie di elementi decorativi colle - rocco a grandi motivi floreali, è realiz - gati da barrette compaiono fra gli ova - zata a punto Venezia a rilievo e si ri - li, in alto vi sono due colombe affron - trova in dipinti e sculture coevi come tate, sormontate da drappeggi, mentre il Ritratto di Colbert – il fondatore del - trofei e torce incrociate decorano la par - le Manifatture Reali di Francia – ese - te inferiore della balza.

19 museo di palazzo davanzati 8 20 Spesso furono proprio gli artisti di cor - a reticello; cm × te a suggerire i modelli per i merletti Inv. Stoffe n. 1371 riuscendo a creare in Francia per que - Il centrotavola, eseguito in occasione sto settore un proprio stile, autonomo del matrimonio Malvezzi de’ Medici- dalle fonti d’ispirazione. Strozzi avvenuto il gennaio , Nonostante la ripresa di motivi deco - come documentano gli stemmi con le rativi Luigi xiv , l’esemplare del Museo armi delle famiglie, è un esempio raf - di Palazzo Davanzati potrebbe essere finato della ripresa di ricami a reticelli anche un revival ottocentesco. rinascimentali operata dalla Aemilia Ars dalla fine del secolo xix al , evi - Nella vetrina sulla parete prima dente soprattutto nel motivo floreale dell’uscita tra stemmi, ripreso dal Libro di Lavo - rieri di Aurelio Passarotti del . . aemilia ars Centro tavola ca. Si ritorna, quindi, nella Sala lino lavorato ad ago e ricamato madornale, che si attraversa per accedere alla Sala dei Pappagalli

visita al museo 5 - Sala dei Pappagalli

Questa sala da giorno è uno degli ambienti più celebri del pa - lazzo e prende il nome dai piccoli pappagalli presenti nelle losanghe delle decorazioni geometriche dipinte sulle pareti. Le decorazioni pittoriche murali furono utilizzate a Firenze in tutte le dimore signorili fin dal secolo xiii – come ricor - da Dante nella Vita Nova e testimoniano poi Boccaccio e Sac - chetti – fino al secolo xv , anche se le sale dipinte di Palazzo Davanzati sono tra le poche testimonianze attualmente esi - stenti. Le decorazioni murali imitavano i “capiletto” che si usava - no appendere nelle sale e simulavano una tenda sollevata dal pavimento e appesa in alto per mezzo di anelli. Al di sopra della finta tenda corre una piccola loggia a colonnine che si apre su verzieri dai fondi rossi e azzurri, con vasi di fiori sui davanzali e piccoli uccelli su alberi di varie specie. La pare - te in alto è chiusa da una serie di archetti che potenzia il gio - co illusionistico di interni ed esterni creato da queste deco - razioni.

museo di palazzo davanzati Camino con lo stemma dei Davizzi

Il soffitto originale anche in questa sala è costituito da travi e travicelli in vista decorati. Sulle pareti vi sono due nicchie a muro con sportelli per uso domestico contenenti oggetti in maiolica e, nella parete cen - trale, vi è un grande camino a cappa, sulla quale è dipinta l’arme dei Davizzi fiancheggiata da quella dei Ridolfi e de - gli Alberti. Lo stemma con l’arme degli Alberti compare an - che sull’architrave in pietra del camino a testimonianza de - gli stretti rapporti di parentela tra le due famiglie. Accanto al camino, corredato di Alari in ferro del secolo xv e Ferri da cialde del secolo xvi, è esposto un Mantice del secolo xvii in noce e cuoio. Questa sala, per la quale si è suggerita nell’allestimento la destinazione a sala da pranzo, con Tavolo del secolo xvi , ri - maneggiato nel secolo xx, e Panchetti in noce ottocenteschi, ospita la parte più antica delle collezioni di maioliche del Museo, da quelle arcaiche dei secoli xiv-xv e xvi , fino agli esemplari del Seicento di Montelupo.

visita al museo Nella parete adiacente alla Sala nelle maggiori collezioni pubbliche madornale, subito a destra nella (Museo di Palazzo Venezia a Roma, Credenza alta in noce dei secoli Museo del Bargello a Firenze, Castel - xvi e xx sono esposte maioliche lo Sforzesco a Milano ecc.) e private. di Montelupo Caratteristiche sono le figure con far - setti, brache rigate, cappelli a grandi . manifattura di montelupo falde che agitano bandiere o snudano Piatti ad arlecchino spavaldamente spade. Il piglio picare - -4 ca. sco delle “marionette” rimanda l’ese - maiolica; cm ; cm , ; cm ; cuzione di questi piatti al secondo pe - cm ; cm ; cm ; cm ,4 ; riodo di produzione della manifattura cm , (diam.) di Montelupo ( -4 ) dedicato Inv. Conti nn. 43 , 44 , 45 , 46 , 47 , alla rappresentazione della guerra e del - 48 , 49 , 50 la vita popolare. Si tratta di una serie di otto piatti con rappresentazioni di figure maschili a piedi o a cavallo, detti “ad arlecchino” Continuando la visita, nella per la vivacità cromatica che rimanda parete adiacente al ballatoio, alla celebre maschera. arredata con Due sedie di noce e Esemplari di questi piatti, ricercati da cuoio di bottega toscana del secolo raffinati collezionisti (Stibbert, Ga - xviii , si apre una nicchia a muro leazzo Cora), e ancora molto richiesti dove sono custodite alcune sul mercato antiquariale, sono custoditi maioliche: uno Scaldino , replica

21 a 21 b museo di palazzo davanzati di un esemplare antico, e una letto espanso e modesta apertura su - Mattonella di manifattura periore. dell’Italia centrale della fine del La presenza della Croce di Santo Ste - secolo xiv fano può suggerire la destinazione ori - Quindi sulla Credenza bassa in ginaria degli orci per la farmacia di un noce della prima metà del convento legato all’Ordine di Santo xvi secolo Stefano, istituito da Cosimo i nel . . manifattura di montelupo Sulla fascia inferiore vi sono i cartigli Coppia di orcioli farmaceutici epigrafici: su uno sO rosato solutu S, seconda metà del secolo xvii e sull’altro sO di cicoria compo STO . maiolica; cm 4 (altezza) Esemplari simili della stessa epoca e Inv. Davanzati nn . 230, 231 manifattura si ritrovano in musei pub - Gli orcioli a destinazione farmaceuti - blici e collezioni private. ca, muniti di versatoio – in quanto de - stinati a contenere medicamenti li - quidi o semiliquidi – presentano corpo All’interno della credenza vi è ovoidale, con una ghirlanda di fiori e una raccolta di maioliche frutta che incornicia la croce di Santo arcaiche di Manifattura Stefano, anse a forma di draghi (l’arte dell’Italia Centrale, rinvenute degli Speziali fiorentini era posta sot - anche negli scavi di piazza to l’insegna del Drago), piccolo col - Castellani, con diversi esemplari di boccali e ciotole oltre a una scodella e uno scaldamano. Tra queste maioliche si segnalano

. manifattura toscana Catino secolo xiv maiolica; , (altezza); , (diam.) Inv. Davanzati n. 400 Il catino fu rinvenuto a Firenze nella parete della chiesa di San Procolo lun - go la via Pandolfini, nel . La decorazione all’interno presenta, su fondo chiaro, un uccello stilizzato di colore verde profilato di nero e delle fo - glie con bordo seghettato. La rico - 22

visita al museo struzione della parte mancante del cor - La nicchia sormonta una po dell’animale, realizzata con un sem - Credenza neorinascimentale in plice disegno in un vecchio restauro, noce, eseguita dalla bottega di è stata recentemente rimossa in quan - Giovanni Berardi nel 1927 to arbitraria. circa. Attraverso una porta ci s’immette 4. manifatura orvietana nell’“agiamento” o servizio, vera Boccale e propria caratteristica del palaz - seconda metà del secolo xiv zo, che presenta diversi ambienti maiolica; con questa destinazione su cia - cm (altezza) ×4, × (diam.) scun piano, dichiarando anche le Inv. Davanzati n. 207 comodità con le quali vivevano i Il boccale si presenta con una forma Davizzi. I rifiuti venivano rac - slanciata e una decorazione a rilievo colti in una cisterna sotterranea che alterna figure e racemi in verde su sottoposta a svuotatura periodica. fondo a reticello in manganese, piut - Di qui si entra nello Studiolo tosto tipici della manifattura orvieta - na. Interessante al centro il giglio fio - rentino che ne indica la destinazione. L’esemplare riesce a trasmettere anco - ra la sua ricchezza ornamentale grazie anche al recente restauro che ha cercato di limitare l’impatto delle numerose lacune.

Sulla parete di fronte, in una nicchia a muro, sono esposti altri oggetti di maiolica: un Orciolo da farmacia , di manifattura di Montelupo del secolo xvii , e un Catino di probabile manifattura “Agiamento” della Camera toscana del secolo xvi . dei Pavoni

museo di palazzo davanzati 4 6 - Studiolo

Questa piccola sala è posta sul retro del palazzo e riceve lu - ce da un’unica finestra che dà sul chiassolo; dotata di un grande camino, provvisto di Alari del secolo xvi , e di due “agiamenti”, se ne ignora la destinazione originaria. Nell’attuale allestimento del Museo è stata arredata come uno studiolo, ambiente privato nel quale il padrone di casa leggeva, studiava, custodiva le proprie collezioni, stipulava contratti. La presenza di uno Stipo con piccole sculture in legno simi - li a bronzetti, di bottega veneta del secolo xvi , ha suggerito di raccogliere qui le collezioni di bronzo del Museo. Lungo le pareti una serie di dipinti rettangolari dovevano co - stituire una “spalliera” inserita nella boiserie della sala in so - stituzione, dalla metà circa del Quattrocento, delle decora - zioni murali dipinte di gusto gotico. Altri interessanti oggetti in metallo, alcune sedie e seggiolo - ni completano l’arredo.

visita al museo Sulla parete adiacente alla Sala di Piero di Cosimo, attualmente agli dei Pappagalli, in alto Uffizi. Più di recente la critica, per una certa . maestro di serumido loro fiacchezza e minore qualità, ha as - (attivo a Firenze nella prima metà del segnato i dipinti al cosiddetto Maestro secolo xvi ) di Serumido, che sa rielaborare moti - Storie di Andromeda vi tratti dalla pittura fiorentina del pri - ca. mo Cinquecento con tangenze con i tavole; cm × ; cm ×8 ; protagonisti della Maniera, tanto da cm × poter essere considerato uno degli “ec - Inv. 1890 nn. 510, 509, 514 centrici” più singolari nel panorama I tre pannelli, di dimensioni simili, raf - della pittura fiorentina dei primi de - figurano le storie di Andromeda e Per - cenni del Cinquecento. seo. La prima tavola rappresenta la Li - berazione di Andromeda dal mostro marino ad opera di Perseo, la seconda Al di sotto del Sacrificio a Giove il Sacrificio a Giove per la liberazione di per la Liberazione Andromeda e quindi le Nozze di An - di Andromeda dromeda e Perseo disturbate da Fineo . Questi dipinti erano stati identificati . bottega lombarda in passato con le «diverse storie di fi - Cassone gure piccole», citate dal Vasari ed ese - secoli xvi -xix guite da Piero di Cosimo come orna - legno, metallo e velluto; menti di «una camera» in casa di cm × ×4 Francesco del Pugliese, sulla base di Inv. Davanzati n. 176 affinità con la celebre tavola rappre - Il cassone, dalla forma semplice a pa - sentante la Liberazione di Andromeda rallelepipedo con coperchio bombato,

25 museo di palazzo davanzati 26 è ingentilito dalla decorazione forma - Questo bel ritratto di fanciullo viene ta da applicazioni metalliche che pre - considerato una derivazione del pre - sentano motivi di racemi e fiori. In sunto ritratto di Annio Vero (il figlio questo schema ornamentale sono in - dell’imperatore Marco Aurelio), do - serite formelle di velluto rosso cesella - nato a Lorenzo il Magnifico nel 488 . to, che sono state applicate in epoca Il confronto con la scultura in marmo moderna, forse in sostituzione di un del ii secolo d.C., ora agli Uffizi, che antico rivestimento in tessuto che si era col tempo usurato.

Nella nicchia alla parete adiacente al ballatoio, sopra un Seggiolone in noce intagliato e ricoperto di cuoio del secolo xvii al di sotto di un Bronzetto cinquecentesco di manifattura dell’Italia settentrionale, rappresentante un Atleta

. scultore toscano (?) Testa di giovinetto fine del secolo xv bronzo; cm 4 × ×8 Inv. Davanzati n. 161 27

visita al museo ritrae un fanciullo di circa sei anni, ren - de plausibile il rapporto con la testina in bronzo, i cui tratti fisionomici so - no effettivamente simili, come pure la capigliatura a corti riccioli. Il ritratto in bronzo mostra una sensibi - lità e una fattura molto accurata nei det - tagli che indirizzano verso un artista spe - cializzato nella lavorazione dei metalli.

Sulla parete a sinistra, tra Due sedie alla “fratina” cinquecentesche, in noce e cuoio 8. bottega veneta o ferrarese Stipo secolo xvi legno di noce; cm 8 × × Inv. Davanzati n. 434 28 Il mobile è formato da due corpi: lo . bottega lombarda (Brescia?) stipo di foggia architettonica e il sup - Cassaforte porto a tavolino. metà del secolo xvi Nel fronte dello stipo si aprono tre nic - legno e ferro; cm × ×8 chie ritmate da colonne e sormontate Inv. Davanzati n. 28 da una cimasa a volute. Tre statuette La semplicità dell’esterno della cas - – in legno ammanito e dipinto a si - saforte in legno, rivestita da un retico - mulare il bronzo – raffiguranti allego - lo di fasce in ferro, con grandi mani - rie femminili sono inserite ad orna - glie laterali e due grandi chiavi appese mento delle nicchie. al coperchio, contrasta con il sofisti - Per affinità con esemplari in ebano e cato interno, dove il complesso mec - pietre dure di area veneta, si ritiene che canismo di chiusura è nascosto da una anche questo stipo possa essere stato lastra in ferro lumeggiato con figure realizzato da una bottega veneta o fer - fantastiche di guerrieri-mostri tra vo - rarese. lute e racemi, mentre le pareti della Invece il tavolino che fa da supporto, cassaforte sono decorate con motivi associato allo stipo in epoca recente, geometrici “alla damaschina”. mostra caratteri più tipici dell’area La parte decorativa può dare indica - emiliana. zioni sul centro di produzione: all’as - museo di palazzo davanzati 8 segnazione dell’opera ad area veneta, la pelle di leone gettata sulla spalla. Di - fondata stilisticamente sui motivi del - versi personaggi rendono omaggio al la damaschinatura, è stata poi preferi - mitico eroe. Dietro il padiglione si apre ta, per la decorazione ritagliata e inci - un vasto paesaggio. L’iconografia del - sa con figure quasi di tipo mantegnesco l’opera doveva trasmettere un messag - inserite in motivi di grottesche, quella gio preciso, attualmente di difficile ad area lombarda, dove, anche per il interpretazione. Il formato e le di - confronto con una cassaforte simile, il mensioni della tavola ne suggeriscono centro di produzione potrebbe essere l’appartenenza in origine alla pannel - riferito a Brescia. latura di una camera. La presenza del dipinto, definito Tem - pio di Ercole , negli antichi inventari me - Sulla cassaforte un dipinto dicei a partire dall’ Inventario del 1588 dell’eredità di Francesco i e l’impor - . antonio di donnino del tanza della figura di Ercole per la sim - mazziere (attr.) (Firenze 4-4 ) bologia della famiglia medicea, hanno Tempio di Ercole suggerito una possibile committenza tavola; cm × dei Medici dopo il loro rientro a Fi - Inv. 1890 n. 1600 renze nel , sigillando l’inizio di Il dipinto presenta un padiglione mae - una nuova era di pace, alla quale sem - stoso, sorretto da colonne, con al cen - bra alludere l’arco di Ercole posto ai tro un arcone sotto il quale, su di un piedi del basamento, in primo piano. basamento decorato a grottesche, vi è Il dipinto, assegnato negli antichi in - la statua di Ercole, riconoscibile da al - ventari ad Andrea del Sarto, è stato cuni dei suoi attributi quali la clava e successivamente attribuito dalla criti -

visita al museo ca al Franciabigio, al Foschi giovane, . massimiliano soldani benzi all’Indaco e infine ad Antonio di Don - (attr.) nino del Mazziere, una delle persona - (Firenze - Montevarchi 4 ) lità più interessanti del primo Cin - Venere quecento fiorentino, sensibile ai modi inizi del secolo xviii del Franciabigio e del Pontormo. bronzo; cm (altezza) Inv. Davanzati n. 60 Il piccolo bronzo è una replica – pri - Sulla porta dell’“agiamento” va del putto che cavalca il delfino – è esposto un dipinto di scuola della celebre Venus Anadyomene , co - fiorentina del secolo xvi nosciuta come “Venere dei Medici”. raffigurante Ritratto di scultore , La statua, da un archetipo prassitelico, che regge in mano un bronzetto. è ricordata nel 8 a Roma nella Vil - Ai lati della finestra, una Sedia pieghevole e una Poltrona in noce, rivestite di velluto, del secolo xvi . Al centro della sala

. bottega fiorentina Monetiere secolo xvi legno di noce; cm × × Inv. Davanzati n. 192 Il mobile è stato acquistato nel 8 e destinato a Palazzo Davanzati. È for - mato da uno zoccolo a gradini, un cor - po con uno sportello centrale e due la - terali, due cassetti e una ribalta ad uso di scrittoio. L’apertura delle ante mo - stra una serie di cassettine destinate probabilmente alla conservazione di medaglie. Nonostante che alcuni elementi siano da riferire al secolo xix , soprattutto nella parte interna, il monetiere si può considerare un prodotto fiorentino del secolo xvi . 32 museo di palazzo davanzati la Medici, da dove fu mandata a Fi - li la Venere in bronzo “dall’antico” ese - renze nel ed esposta, dal 88 , guita per il principe del Liechtenstein nella Tribuna degli Uffizi, della quale a Vaduz e quella a Blenheim Palace costituisce tuttora il fulcro. per il duca Marlborough, che com - Questo prototipo venne ripreso e dif - missionò allo scultore una serie di fuso ampiamente fin dal Cinquecen - bronzi “dall’antico” nel . to, quando alcuni inventari medicei ricordano alcune “Veneri” con putto “moderne” in marmo, sulle mensole Al termine del ballatoio della Tribuna. Queste piccole scultu - s’imbocca uno stretto corridoio re, accanto alle repliche dei bronzetti con decorazioni murali rinascimentali, continuarono a rive - geometriche che consente stire il ruolo di splendidi ornamenti l’accesso alla camera da letto del dello “studiolo” di raffinati collezio - primo piano: quest’ala del nisti. palazzo – dove si trovano le Il nostro esemplare, per il trattamen - altre camere da letto dei piani to del bronzo, è molto vicino ad alcu - superiori – faceva parte ne repliche in bronzo eseguite da Mas - probabilmente di un’antica similiano Soldani Benzi, artista attivo casa-torre dei Davizzi, poi alla corte granducale ma che eseguì inglobata nella costruzione opere anche per principi stranieri, qua - del palazzo.

visita al museo 7 - Camera dei Pavoni

La camera è detta “Camera dei Pavoni” per la presenza di pavoni che sorreggono stemmi a forma di scudo nella fascia superiore della decorazione murale a finta tappezzeria, si - mile a quella delle altre sale dipinte. Gli stemmi, che si susseguono lungo il fregio, presentano le armi di alcuni personaggi (i papi avignonesi Giovanni xxii e Clemente vi ), insegne araldiche (chiavi incrociate della Chiesa, giglio di Firenze, l’insegna del popolo di Fi - renze), armi di famiglie regnanti (i vari rami degli Angiò) o di famiglie fiorentine che dovevano avere rapporti di pa - rentela o di lavoro con i Davizzi (Albizi, Strozzi, Alberti ecc.). Le pitture e le miniature del Trecento consentono di cono - scere l’arredo dell’epoca delle camere da letto, dove passava gran parte del suo tempo la donna, pregando, lavorando, ac - cudendo i figli e ricevendo le visite delle amiche.

museo di palazzo davanzati Particolare della decorazione murale

L’arredamento della camera – come anche degli altri am - bienti della casa – era piuttosto essenziale. Il letto occupava lo spazio maggiore ed era “a cassoni”, circondato cioè da cas - soni che fungevano anche da gradino, ma che servivano so - prattutto per riporre biancheria, abiti, oggetti preziosi e do - cumenti. La culla era molto semplice – come si vede anche negli af - freschi di Giotto ad Assisi – quando addirittura non era una specie di amaca, costituita da un panno fissato lateralmente a due bastoni sospesi con corde sopra il letto. I mobili che attualmente arredano la camera sono quasi tut - ti cinque-seicenteschi. Non mancavano, ovviamente, immagini sacre, riproposte da un bassorilievo quattrocentesco in stucco inserito in un tabernacolo i cui sportelli furono dipinti da Neri di Bicci.

visita al museo Iniziando la visita in senso orario, alla parete vi è una Cassapanca in noce di bottega toscana del secolo xvi (?) sormontata da uno Specchio con cornice della stessa epoca e manifattura. Nella parete di fondo, accanto ad un Seggiolone in noce seicentesco, vi è un Inginocchiatoio di bottega toscana dello stesso materiale e della stessa epoca. Sull’inginocchiatoio

. filippino lippi (Prato 4 - Firenze 4 ) e bottega Madonna in adorazione del Bambino con san Giovannino fine del secolo xv tavola; cm 8 ×4 33 Inv. 1890 n. 9254 preparatorio e alcuni probabili penti - La tavola rappresenta al centro la Ver - menti dell’autore, suggerendo di con - gine inginocchiata in adorazione del siderare il dipinto come opera certa - Bambino, disteso in terra, nudo su un mente eseguita nella bottega di giaciglio di spighe di grano, con, a si - Filippino, con la partecipazione diret - nistra, san Giovannino con le mani ta del maestro, senza l’uso di cartoni. giunte e, in fondo, un paesaggio di col - line con alberi che sembrano rifletter - 4 . manifattura fiorentina si nell’acqua di un fiume, che sinuo - e veneziana samente le costeggia. Letto a colonne L’opera, considerata una replica parzia - seconda metà del secolo xvi e inizi del xx le del dipinto custodito agli Uffizi (Inv. legno di gattice e noce intagliati e par - San Marco e Cenacoli n. 4 ) è stata zialmente dorati; cm ×, × accostata alla prima maniera dell’artista Inv. Davanzati n. 27 e attribuita alla bottega di Filippino. Di grande effetto decorativo, il letto, Le indagini effettuate durante il re - documentato a Palazzo Davanzati già stauro del hanno rivelato la pre - nel secondo arredo Volpi, è stato sem - senza di un interessantissimo disegno pre segnalato dalla critica come un pre - museo di palazzo davanzati 4 Questo pannello doveva essere in ori - gine il fronte di un cassone, come è stato confermato dal restauro e dal confronto con un cassone, molto si - mile per soggetto e qualità d’intaglio, del Kunstgewerbemuseum di Berlino e assegnato – insieme ad una coppia di cassoni dell’ Ermitage di San Pietro - burgo – a manifattura veneta della se - conda metà del secolo xvi .

Sul letto vi è una Copia della trecentesca “Coperta Guicciardini” – già a Palazzo Davanzati e ora al Museo 34 del Bargello – eseguita nel zioso esemplare riferendolo, nel catalo - 2005-2010 , su disegno di Marisa go del Museo, ad ambito vasariano da - Silvestri Sardini, da Silvana tabile alla seconda metà del secolo xvi . Morgantini Vannini che l’ha Il recente restauro, pur confermando donata al Museo. l’indubbia qualità dell’esecuzione, ha Accanto al letto, a destra rivelato alcune modifiche apportate nella struttura originaria, qualche ri - . bottega dell’italia facimento e soprattutto l’assemblag - settentrionale gio di parti antiche effettuato all’ini - Culla zio del Novecento. secolo xvii Così quasi certamente le colonne so - legno di noce intagliato; cm × × no state ridotte, mentre la testata è sta - Inv. Davanzati n. 51 ta composta con una cimasa tardo - cinquecentesca proveniente da un arredo ecclesiastico – come dimostra l’iconografia dei due delfini – che sor - monta il pannello centrale, rappre - sentante al centro di un’elegante car - tella la figura di un giovane che regge una falce di luna dotata di un volto, interpretato come il Sonno o il Tempo . 35

visita al museo Le fiancate sono intagliate con un mo - suggerire le abitudini igieniche nel tivo continuo a rosette che forma co - Trecento. Il bagno si faceva infatti en - me un fregio, arricchito da volute nel - tro tinozze di stagno che venivano le cartelle sagomate che ornano la parte riempite d’acqua con brocche. inferiore. Lo stesso schema, rovescia - to, si ripete nelle testate. Piedi e pila - strini delle fiancate sono torniti. Sull’ultima parete della camera La culla riflette nelle dimensioni mag - giori rispetto agli esemplari dei secoli . bottega umbra precedenti e nell’ornato più carico il Cassone gusto che caratterizza il mobilio sei - inizi del secolo xvi centesco. legno intagliato e dipinto; cm , ×, ×, Dietro la culla, Due sedie nane in no - Inv. Davanzati n. 179 ce, con tappezzeria moderna di bottega L’esemplare qui illustrato è particolar - toscana del secolo xvii . mente ricco in quanto decorato nel fron - te da tre formelle dipinte, incorniciate da motivi vegetali stilizzati e da greche, Agiamento arricchite da borchie a rilievo. Il moti - vo della doppia cornice richiama un cas - L’“agiamento” della Camera dei Pa - sone in collezione privata perugina. voni, come quelli delle altre camere da Incerta è l’interpretazione delle pittu - letto, presenta le pareti decorate (in re, che raffigurano interni domestici questo caso a motivi floreali) ed è sta - in cui ricorrono le figure di un fan - to arredato con una Bagnarola circola - ciullo e di un anziano, forse l’inizia - re in zinco e Due brocche in rame di zione del fanciullo all’apprendistato in manifattura toscana del secolo xix , a una bottega.

36 museo di palazzo davanzati Nella nicchia chiusa da ante 8. bottega di desiderio da settignano . neri di bicci (Firenze 4-4 ) (Settignano 4 ca.- 44 ) Arcangelo Gabriele, San Benedetto Madonna col Bambino Vergine Annunciata rilievo in stucco; cm 8 ×4 Tobia e l’Arcangelo Raffaele Inv. Davanzati n. 146 4 ca. Il rilievo, di forma centinata, raffigu - tavole; cm ×4 (ciascuna) ra la Madonna a mezza figura che sor - Inv. 1890 n. 5888 regge il Bambino, in piedi sul davan - I dipinti sono gli sportelli di un al - zale alla sua destra. tarolo di devozione privata, destina - Il tipo di composizione, con un rilievo to a custodire probabilmente un Cro - molto schiacciato, rimanda alle imma - cifisso . gini di Madonne di Desiderio da Set - I colori raffinati delle vesti con prezio - tignano. Mancano qui però la dolcez - se decorazioni e con particolari che ri - za dei modi di Desiderio, il movimento chiamano la moda del tempo, le finis - e il sentimento di affetto che lega le fi - sime punzonature delle aureole dei gure nelle opere del Maestro. Pertanto santi, eseguite secondo la migliore tec - si può ricondurre questo esemplare al - nica delle botteghe fiorentine di tradi - la produzione della bottega. zione gotica, infine i caratteri fisiono - mici, mostrano ad evidenza la paternità di Neri di Bicci. L’altarolo proviene dal monastero be - nedettino di Sant’Apollonia, come confermato anche dalla presenza in una delle ante di San Benedetto , fon - datore dell’Ordine. L’originaria ap - partenenza a questo complesso aiuta anche nella definizione cronologica dell’opera. Sappiamo infatti da Le Ri - cordanze dello stesso Neri che egli la - vorò per le monache di Sant’Apollo - nia tra il 4 e il 4 , eseguendo per la chiesa alcuni dipinti, la Madonna col Bambino e santi e l’ Incoronazione della Vergine , entrambi attualmente nel Cenacolo di Sant’Apollonia.

visita al museo Pianta del museo Secondo piano

10 8

Sala madornale 8 Great Hall Sala da giorno 9 Day room Studiolo 10 Studiolo Camera della Castellana di Vergy 11 Chamber of the Chatelaine of Vergy Secondo piano 8 - Sala madornale i raggiunge il secondo piano che presenta la stessa pian - Sta del primo. A destra si apre la Sala madornale, identica a quella del pia - no inferiore, destinata a feste e riunioni. La sala corre per tutta la lunghezza della facciata, con cinque ampie finestre, dotate di imposte chiodate e vetri, ma un tempo chiuse da impannate. L’arredo della sala è costituito da un grande tavolo al centro e, oltre a dipinti, sculture, cassoni, cassapanche con o senza schienale, presenta un’importante serie di arazzi di mani - fattura fiamminga degli inizi del secolo xvi , appartenenti al - le collezioni medicee. La sala espone inoltre le collezioni di maioliche del Sei e Set - tecento divise per aree geografiche, soprattutto dell’Italia cen - trosettentrionale, con esemplari di Faenza, Deruta, Urbino.

visita al museo Iniziando il percorso in senso nano agli interni scenograficamente antiorario da destra a sinistra, arredati con tessuti e tappeti, mentre i in alto sulle pareti personaggi indossano ricche vesti. Strisce simili per misura e manifattu - . manifattura fiamminga ra esistono nelle Collezioni nazionali Storie di David e Betsabea spagnole. inizi del secolo xvi Gli arazzi, tessuti probabilmente a lana tessuta con fili d’oro e d’argento Bruxelles, sono parte di una serie com - cm ×; cm 8 × ; cm × ; posta di sei strisce – delle quali due ri - cm × prendono gli stessi soggetti – apparte - Inv. Arazzi nn. 587 , 591 , 588 , 590 nente alla collezione di arazzi fiamminghi La disposizione del ciclo inizia a destra dei Medici promossa da Cosimo i, che della parete d’ingresso. La prima scena fece installare nel 4 a Firenze la ma - raffigura David vede Betsabea alla fonte nifattura di arazzi. e invia un messaggero per invitarla a cor - La critica ha suggerito di identificarli te. Segue quindi la seconda scena: Bet - con i sei pendenti da baldacchino, o sabea riceve l’invito e incontra il re Da - cielo di un letto, destinazione che giu - vid. La terza scena rappresenta le Noz - stificherebbe la replica delle scene, già ze di David e Betsabea, mentre la quar - in Palazzo Medici Riccardi. ta il Rimprovero di Nathan ai due amanti. Le due ultime scene sono sulle pareti di sinistra. Il racconto, tratto dal Sopra una Cassapanca in noce Libro ii di Samuele (capitoli e ), della seconda metà del secolo xvi si svolge secondo uno schema elegante, è appeso un rilievo che scandisce gli episodi con colonne. Gli esterni, connotati da una ricca ve - 4. gregorio di lorenzo getazione su sfondi fiabeschi, si alter - (4-4 ca.)

39 a

39 b museo di palazzo davanzati 8 delabre e stelle, presenta la Vergine con il Bambino Gesù in piedi, accompa - gnato da due cherubini in alto e in bas - so a sinistra. Un cartiglio in basso re - ca l’iscrizione ave gratia plena . Il rilievo è modellato imitando celebri Madonne fiorentine come, soprattut - to per i motivi delle candelabre e del vaso della cimasa, la Madonna di Roc - ca Manfredi di Solarolo vicino a Imo - la, eseguita nel 4 dal giovane Ver - rocchio che fu coetaneo di Gregorio e suo collega nella bottega di Desiderio.

Nella nicchia, sotto un bronzetto di bottega fiorentina del secolo xvi , raffigurante Venere , 40 vi sono altri due bronzi Madonna col Bambino 4 ca. 4. scultore fiorentino stucco con tracce di doratura; Due teste di fanciullo cm , × (altezza) fine del secolo xv Inv. Davanzati n. 155 bronzo; cm 8 (altezza); L’opera fu pubblicata nei primi de - cm 4 (altezza) cenni del secolo scorso come opera del Inv. Davanzati nn. 160 , 162 Maestro delle Madonne di marmo, Le due teste, provenienti dalle collezio - identificato in un primo momento con ni granducali, sono quasi identiche, con Tommaso Fiamberti e attualmente lo sguardo rivolto nella stessa direzione con Gregorio di Lorenzo, scultore, ap - e la bocca aperta. La testa è vuota inter - prendista nella bottega di Desiderio namente, le pupille sono dilatate e fo - da Settignano, che fece parte della rate, i capelli corti a soffici ciocche. schiera dei più noti artisti italiani atti - Esemplari simili si trovano a Londra vi alla corte di Mattia Corvino in Un - (The Wallace Collection, Victoria & gheria. Albert Museum) e a Stoccolma (Na - Lo stucco, sormontato da una cimasa tionalmuseum). Alta è la qualità delle con un vaso ricolmo di frutta e chiu - opere, da riferire a uno scultore rinasci - so lateralmente da un motivo di can - mentale che s’ispira a celebri prototipi

visita al museo 8 4. pittore fiorentino Ritratto di Giovanni Bicci de’ Medici seconda metà del secolo xv tavola; cm 8, ×4 Inv. 1890 n. 469 L’opera appartiene alle Collezioni me - dicee nei cui inventari compare dal «uno mezzo tondo pittovi Gio - vanni de’ Medici con cornice dorata». Giovanni di Bicci de’ Medici ( - 4 ), capostipite di entrambi i rami della famiglia, è rappresentato volto di tre quarti verso sinistra ed è affiancato dalla spalla di un’altra figura, suggeren - do che in origine si trattasse di un dop - pio ritratto. Ciò indusse Gaetano Mila - nesi ( 88 ) a identificare questo dipinto con il ritratto di Giovanni di Bicci de’ Medici e Bartolomeo Valori ricordato dal Vasari nella Guardaroba medicea ed eseguito da Zanobi Strozzi, anche se lo 41 stesso doppio ritratto è citato dal Vasa - della scultura fiorentina del secolo xv ri in Casa di Simone Corsi, dove dove - con un rimando specifico alla bottega va trovarsi probabilmente prima di per - dei Della Robbia. Ignota la destinazio - venire nella Guardaroba medicea. ne originaria: si trattava di modelli per strutture più grandi o di parti orna - mentali di una scultura più complessa?

Tra Due Poltrone in noce rivestite di velluto, del secolo xvi (?) , identiche a quelle che si trovano di fronte, e al di sopra di una Cassapanca di bottega fiorentina della seconda metà del secolo xvi nel centro della parete 42 museo di palazzo davanzati 8 Nella Sagra del chiostro del Carmine, dipinta da Masaccio e andata distrut - ta, comparivano affiancati Giovanni di Bicci de’ Medici e Bartolomeo Va - lori: a tale fonte iconografica deve es - sersi ispirato il pittore che ha eseguito questo ritratto.

Sotto il ritratto vi sono tre dipinti. Al centro 4. bottega di bicci di lorenzo (?) (Firenze - Arezzo 4 ) Madonna del latte 4-4 tavola; cm 4 × Inv. 1890 , n. 3222 La piccola ancona, destinata alla de - vozione privata, presenta la Vergine circondata da angeli oranti e seduta su un basso trono marmoreo a specchia - ture, dotato di suppedaneo ma privo 43 di schienale. Tale elemento inserisce piccoli tondi su fondo in oro punzo - una nota di gusto rinascimentale in un nato sono raffigurati Cristo in pietà , la oggetto di carattere ancora decisa - Vergine e San Giovanni Evangelista . mente tardogotico sia nella forma cu - spidata sia nella presenza del fondo Lateralmente oro, che esclude ogni accenno alla spa - zialità. La continuità del linguaggio fi - 44. maestro di marradi gurativo trecentesco, ravvivato da (attivo in Toscana fine spunti rinascimentali, è abbastanza ti - del secolo xv -inizi del xvi ) pica dello stile che caratterizza la bot - Adorazione dei Magi tega di Bicci di Lorenzo. Miracolo di san Pietro Martire L’iconografia della “Madonna del lat - inizi del secolo xvi te”, molto diffusa nel xiv secolo, può tavole; cm × ; cm × indicare che questo dipinto avesse una Inv. 1890 nn. 485 , 484 funzione beneaugurante di prosperità Le due tavolette (acquistate nel 8 e fecondità. Nella predella entro tre come opere di Dello Delli dalla Gal -

visita al museo 8 44 a 44 b leria degli Uffizi) furono collegate a riuscì comunque a svolgere nelle chie - Botticelli – soprattutto l’Adorazione se della campagna fiorentina il timido dei Magi – , sia ad alcuni disegni ispi - ruolo di divulgatore della novità rina - rati ad un perduto affresco eseguito scimentale. dallo stesso artista in Palazzo Vecchio, sia ad un bozzetto di analogo sogget - to (Galleria degli Uffizi, Inv. 8 n. In una nicchia sulla parete 44 ) parzialmente autografo, esegui - delle finestre vi sono alcuni piatti to intorno al che costituirebbe il di manifattura di Urbino, terminus post quem per l’esecuzione dei dei quali due originali dipinti. Ovviamente queste conside - raffiguranti la Caccia razioni valgono anche per l’altra pic - di Meleagro e Sileno ebbro cola tavola che rappresenta la Predica - e una replica rappresentante zione e martirio di san Pietro da Verona , la Battaglia di Giosuè ispirata nella sua iconografia dall’af - fresco di analogo soggetto situato sul - 4 . manifattura del ducato la facciata nord del Bigallo, terminato di urbino da Jacopo Franchi e Ventura di Moro Caccia di Meleagro già entro il settembre 44 , data -4 dell’ultimo pagamento ai due pittori. maiolica; cm (diam.) La ripresa di modelli arcaizzanti e la Inv. Davanzati n. 253 presenza di elementi stilistici desunti Il piatto, dai toni azzurri, verdi, gialli, da alcuni artisti coevi, quali Botticelli arancio, secondo le modalità e lo stile e Ghirlandaio, sono caratteristiche della raffinata manifattura del Ducato proprie del Maestro di Marradi, arti - di Urbino, rappresenta la Caccia di Me - sta estremamente conservatore, che leagro , come indica anche un’iscrizio - museo di palazzo davanzati 84 4. bottega di jacopo di cione (Firenze documentato 8-8 ) Madonna col Bambino tavola; cm ×8 Inv. 1890 n. 6113 In questa tavoletta, tipico manufatto per la devozione domestica, la Vergi - ne è presentata seduta su un trono bas - so e indossa un manto foderato di pel - liccia di vaio su una preziosa veste intessuta d’oro. La pittura rivela, nel - 45 la cura dedicata alla descrizione delle ricche stoffe della Madonna e del Bam - ne a pennello sul retro. Meleagro e Ata - bino, una particolare attenzione a do - lanta, insieme ad altri eroi, sono a cac - tare l’immagine sacra di un carattere cia del cinghiale calidonio che appare consono all’ambiente di destinazione. ferito in primo piano, mentre, alle spal - Lo stretto rapporto osservato dalla cri - le del gruppo, alcuni tronchi scortica - tica con dipinti di analogo soggetto e ti e senza fronde suggeriscono la deva - stazione del bosco provocata dalla furia dell’animale. Alcuni edifici fortificati compaiono nel fondo, dove la natura sembra ricomporsi nell’allargarsi di uno specchio d’acqua e, più in lonta - nanza, di rocce azzurre che risaltano nel giallo bagliore dell’orizzonte, con - giungendosi in alto col blu del cielo.

La parete con le finestre è arredata con Seggioloni in noce e cuoio o in noce intagliato seicenteschi, di bottega lombarda, che accompagnano una Cassapanca senza spalliera molto rimaneggiata nel secolo xix . Sulla parete vi è un dipinto 46

visita al museo 8 attribuiti a Jacopo di Cione, conser - I sostegni presentano una struttura vati alla Galleria dell’Accademia di Fi - estremamente decorativa, formata da renze e nella collezione Lehman di grosse zampe di leone e volute, arric - Washington, motivano il riferimento chite da teste di ariete, festoni e ma - di questa pittura alla bottega dello scheroni. Tali elementi sono ispirati ai stesso autore, una delle più attive nel - tavoli marmorei dell’antichità che gli la Firenze della seconda metà del Tre - scavi di Roma andavano progressiva - cento. mente riportando alla luce, mentre il gusto con cui sono realizzati è stato messo in rapporto con disegni di Bar - Al centro della sala tolomeo Ammannati.

4 . bottega fiorentina Tavolo Sul tavolo secoli xvi e xx legno di noce intagliato; 48. bottega veneta cm × ×8, (altezza) Cofano Inv. Davanzati n. 143 seconda metà del secolo xvi Il tavolo è frutto del riutilizzo di due legno di noce intagliato e pirografato importanti sostegni del xvi secolo pro - cm 4 (altezza) × (lungh.) × (prof.) venienti dal Museo di San Marco. Non Inv. Davanzati, n. 181 è noto tuttavia se il convento domeni - Il cassone, di forma essenziale e con cano fosse l’originaria ubicazione dei coperchio a botte, è completamente due elementi. rivestito da una decorazione che abbi -

47 48 museo di palazzo davanzati 8 na la tecnica dell’intaglio all’uso del pirografo per ottenere più marcati ef - fetti di contrasto chiaroscurale. Su ogni lato e sul coperchio animali fantastici entro un fitto intrico di ra - cemi sono incorniciati da fasce di mo - tivi stilizzati. Grazie all’abbassamento del fondo, alla colorazione più scura e alla lavorazione a puntinato, il disegno riceve grande risalto, valorizzando il colore naturale del legno, e restituisce il prezioso effetto di un merletto. Il ri - ferimento del cassone all’area veneta settentrionale è motivato sia dall’uso di questa tecnica, sia dall’ispirazione orientaleggiante dei motivi. 49 Lo stato di conservazione dell’opera, Nella parete di fondo, su una che mostra tracce di una doratura mol - Credenza in noce di bottega to abrasa, come è del resto consunta la toscana del secolo xvi , superficie del rilievo, non consente di ma rimaneggiata nell’Ottocento, risalire all’aspetto originario. vi sono alcune interessanti opere 4. ambito bolognese . manifattura fiorentina Incoronazione della Vergine Busto di monaca -4 inizio del secolo xvi legno intagliato e dipinto; cm , × terracotta dipinta; cm × × Inv. Davanzati n. 163 Inv. Davanzati n. 152 Altarolo di devozione domestica for - L’opera è comunemente considerata il mato da una parte centrale che racchiu - ritratto di una monaca, riconoscibile dal de un rilievo con l’Incoronazione della severo abbigliamento col capo coperto Vergine entro un arco gotico. Negli spor - con velo e il soggolo bianco. Al marca - telli laterali sono rappresentati San Gio - to naturalismo dei tratti fisionomici pri - vanni Battista e Sant’Antonio Abate (?), vi di espressione contribuisce decisa - sormontati dalle figure dell’ Annunzia - mente il probabile uso di una maschera ta e dell’ Angelo , mentre nella cimasa sa - funeraria, ricavata a calco dalla defunta. gomata ad arco trilobo e decori fiam - La produzione di questo genere di ri - meggianti è inserito Cristo in pietà . tratti commemorativi era comunissi -

visita al museo 8 50 51 ma nelle botteghe del Quattrocento, sottilissime pieghe del perizoma, ma che realizzavano modelli standard da anche i tratti somatici del volto del Cri - personalizzare di volta in volta e con sto, rendono plausibile la tradizionale relativa facilità, grazie all’uso delle ma - attribuzione a Jacopo del Sellaio, pit - schere facciali. La policromia contri - tore eclettico. Il crocifisso della Croce buiva a dare al ritratto caratteristiche dipinta richiama quello presente nel più specifiche. dipinto di Jacopo del Sellaio rappre - sentante San Girolamo in preghiera , del . jacopo di arcangelo detto quale esistono diverse versioni in mu - jacopo del sellaio (attr.) sei e collezioni private in Italia e all’e - (Firenze 44-4 ) stero (Firenze, Stoccolma, Budapest, Cristo in croce Berlino, Sarasota, El Paso ecc.). ultimo quarto del secolo xv tavola; cm , ×4,4 Inv. Davanzati n. 1415 Nella credenza sono custoditi La piccola Croce dipinta è montata su diversi esemplari di ceramiche un monte del Calvario di epoca più (bacinelle, piatti, alzate, boccali tarda, che ne costituisce la base. ecc.) dell’Italia La finezza dell’esecuzione, i rimandi centrosettentrionale, databili lippeschi e botticelliani presenti nelle ai secoli xvii e xviii museo di palazzo davanzati 88 Nella parete accanto alla porta d’ingresso alla sala da giorno vi sono un dipinto di Scuola fiorentina del Quattrocento, rappresentante l’ Adorazione del Bambino , e una Cassetta reliquiario in noce, di bottega toscana cinque-seicentesca ma rimaneggiata nell’Ottocento, sulla quale vi è un bassorilievo in legno

. bottega lombardo-piemontese San Giovanni Battista fine del secolo xv legno intagliato, dipinto e dorato; cm × Inv. Davanzati n. 164 Il rilievo raffigura san Giovanni Bat - tista vestito con la pelle di capra e un ampio mantello dorato. A sinistra al - cuni tronchi d’albero alludono a un’ambientazione naturalistica. Altri 52 elementi vegetali dovevano essere an - compagna ad un rilievo appiattito, ma che nell’angolo a sinistra, dove si è ve - molto accurato nella resa dei dettagli, rificata una parziale perdita. Perduto come il vello caprino e i capelli del san - è pure probabilmente il fondale su cui to. Inconsueto l’uso dell’oro nel man - il rilievo era applicato. tello che conferisce un tono prezioso L’ignoto intagliatore mostra nelle pro - all’iconografia di un santo di cui soli - porzioni e nell’atteggiamento della fi - tamente viene messo in risalto il carat - gura una misura classica, che si ac - tere ascetico.

visita al museo 8 9 - Sala da giorno erfettamente corrispondente alla Sala dei Pappagalli che Psormonta, la Sala da giorno del secondo piano – proba - bilmente un tempo decorata, come sembrano suggerire al - cune tracce nell’imbotte della porta che dà sul ballatoio e nei vani delle finestre – attualmente presenta sulle pareti iscri - zioni e disegni di varie epoche, che compaiono anche sulle pareti di altre sale non decorate del palazzo, nonché sui bal - latoi del secondo e terzo piano e nel cortile. La presenza di scritte e schizzi è stata collegata all’affitto di alcuni ambienti del palazzo nel 4 all’Ufficio del Catasto e più tardi, nel Cinquecento, al Magistrato delle Decime Granducali. Nell’attesa del proprio turno i cittadini, per in - gannare il tempo, avrebbero lasciato testimonianze scritte. Oltre a dipinti, cassoni, mobili, arazzi, la sala presenta l’e - sposizione delle collezioni di maioliche del Museo di Palaz - zo Davanzati, con manufatti del Sei-Settecento dell’Italia centro-meridionale, da Orvieto a Castelli, ad Ariano Irpino e a Cerreto Sannita fino alla Sicilia. Al centro della sala è esposta una campionatura dell’impor - tante collezione di Cassettine del Museo, con esemplari che vanno dal secolo xiii al secolo xiv .

museo di palazzo davanzati Le maioliche

l momento dell’apertura al pubblico del Museo di Palazzo Davanzati nel A1956, l’allestimento comprendeva alcune maioliche, due rinfrescatoi e ol - tre venti pezzi della donazione Ambron, di varie manifatture e databili tra il xv e il xviii secolo. Tali oggetti provenivano dal Museo Nazionale del Bargel - lo, da dove arrivò un altro gruppo di maioliche nel 1973 . Della donazione Conti al Bargello, depositata per un periodo al Museo degli Argenti, facevano parte i pezzi che si aggiunsero alla dotazione ceramica del Museo Davanzati nel 1974 , comprendenti esemplari di varie manifatture, per lo più seicentesche e settecentesche, in gran parte rientrati al Museo del Bargel - lo nel 1995 . Il primo nucleo di proprietà del museo si costituisce grazie ad un acquisto di sette maioliche arcaiche nel 1959 . L’anno successivo, la raccolta poté arricchir - si di esemplari seicenteschi della manifattura di Montelupo, già di proprietà del noto collezionista e specialista di maioliche italiane Gaetano Cora, mentre nel 1971 sono stati acquisiti alcuni scaldamani a forma di scarpetta, esposti nel - la Sala da giorno del secondo piano insieme ad alcune spiritose saliere e come queste di manifatture meridionali sei-settecentesche. Tra depositi, acquisti e donazioni, più rare per questa categoria di manu - fatti che non per i tessili, la col - lezione, così come si è andata configurando nel corso di ol - tre mezzo secolo di vita del Museo di Palazzo Davanza - ti, è connotata da una preva - lenza di materiali apparte - nenti alle manifatture dell’Italia

Manifattura toscana (?)0, Catino , fine secolo xv - inizio xvi

visita al museo Manifattura di Casteldurante, Tondino , secolo xvi

centrale e meridionale. Rap - presentano la produzione di maioliche arcaiche manu - fatti del Centro Italia, tra cui alcuni più specificata - mente riconoscibili come di produzione orvietana, um - bro-laziale e toscana, un gruppo di oggetti d’uso comu - ne, in prevalenza ciotole, cioto - line, boccali e scodelle, caratteriz - zati da forme semplici e irregolari. Una parte di questi esemplari, che sono giunti fino a noi grazie all’uso di gettare gli og - getti rotti in pozzi, provengono dai recenti scavi di piazza Castellani. La de - corazione, in verde e bruno di manganese su fondo chiaro, propone motivi ve - getali e animali stilizzati. Un piccolo catino di fattura toscana del xiv secolo, decorato all’interno con un uccello e motivi di foglie, fu ritrovato nella parete della chiesa di San Procolo che dà su via Pandolfini, durante i lavori del 1962 . Di produzione fiorentina del xv secolo è invece certamente una ciotola recan - te l’emblema dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Sempre dal Centro Italia provengono alcuni boccali con arme della famiglia Medici, esposti in cucina, databili al xvi secolo. La Toscana è degnamente rappresentata da una serie di piatti ad arlecchini (1620-1640 ), dalla vivace cromia su fondo giallo. Come i precedenti, di Mon - telupo sono due orcioli da farmacia usati per conservare rimedi medicinali, di cui l’iscrizione dichiara quale fosse il contenuto. La manifattura di Deruta è rappresentata da brocchette con figure di santi, al - zatine e piatti, alcuni ornati da putti, esposti insieme con alcuni oggetti faenti - ni nella credenza del Salone madornale del secondo piano. Nella stessa sala, una nicchia accoglie alcuni piatti istoriati di fabbricazione ur - binate del secolo xvi , tipici nei soggetti, raffiguranti scene bibliche e mitologi - che (Caccia di Meleagro , Sileno ebbro), come nei colori e nella raffinata ese - cuzione pittorica .

museo di palazzo davanzati Del centro di produzione abruzzese di Castelli, caratterizzato da un’esecuzione più corsiva, sono due placchette con Adamo ed Eva con Caino e Abele e la Cac - ciata dal Paradiso terrestre , oltre a due brocche da farmacia. Un nucleo più consistente di oggetti che spiccano nella collezione del Museo per omogeneità e originalità rappresenta le manifatture campane: alla produzione di Ariano Irpino dei secoli xvii -xviii vengono riferite alcune saliere dalle forme fantasiose, parte di forma geometrica, poggianti su zampe leonine, parte orna - te da putti, conchiglie, figure femminili. Dallo stesso centro o da Cerreto San - nita proverrebbero anche sette scaldamani a forma di scarpetta. Pochi oggetti – un albarello, una fiasca e un vaso – rappresentano la Sicilia ( xvi e xvii secolo), così come sporadiche sono le testimonianze delle manifatture del - l’Italia settentrionale, ad eccezione di qualche esemplare veneto. Nel recente allestimento del Museo le maioliche, raggruppate per aree di prove - nienza e per epoche, sono inserite all’interno dei mobili che arredano gli ambienti con l’intento di suggerire il loro uso sia in relazione alla mensa che alla decora - zione della casa. Al tempo stesso, la loro suddivisione per epoche e centri di pro - duzione intende facilitare il visitatore nella comprensione delle specifiche pecu - liarità di forme, stili e decorazioni che caratterizzano le diverse manifatture.

Maria Grazia Vaccari

Manifattura di Deruta, Piatto , prima metà Manifattura faentina, Crespina , seconda metà del secolo xvii del secolo xvi

visita al museo Nella parete adiacente alla i contorni, motivi decorativi a foglie, Sala madornale, in una volute, zampe leonine. Per riscontri Credenza in noce del primo specifici con oggetti simili in altre col - quarto del secolo xx , sono esposte lezioni, le saliere possono essere riferi - diverse maioliche campane te alla produzione dell’Italia meridio - nale, specificamente le fabbriche di . manifattura di ariano irpino Ariano Irpino, anche se in qualche ca - Saliere figurate so (inv. nn. 8 , 8 ) è evidente la ri - secoli xvii-xviii presa da modelli di Deruta. maiolica; altezza: cm 4 ; cm ; cm 8, ; cm ; cm ,4 ; cm , ; 4 . manifattura di ariano irpino cm 8, ; cm o cerreto sannita Inv. Conti nn. 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, Scaldamani a scarpetta 87 secolo xviii Il gruppo di saliere, alcune delle qua - maiolica; cm × ; cm ×8 ; li hanno una tipologia antropomorfa cm ×4 ; cm 4 × , cm × , (inv. nn. 8 , 8 ), mentre altre (inv. cm × ; cm × nn. 8 , 8 , 84 ,) hanno basi geometri - Inv. Davanzati nn. 442 , 446 , 441 , 444 , che, poggianti su zampe di leone, co - 443 , 445 , 440 stituisce un nucleo omogeneo caratte - Gli scaldini a forma di scarpette mu - rizzato da un forte gusto popolare, nite in alto del beccuccio per intro - colori vivaci, tratti bruni che segnano durre l’acqua calda costituiscono una

53 a 53 b museo di palazzo davanzati 4 in legno e cuoio dei secoli xvi e xx , simili alle altre disposte nella sala, vi è un mobile di estremo interesse

. bottega senese Armario ca. legno di pioppo intagliato e dipinto; cm , ×, ×8 54 iscrizione: non bacco sed gradivo collezione originale nel settore delle marti dicatum (nell’architrave) maioliche del Museo di Palazzo Da - Inv. Davanzati n. 1 vanzati. L’armadio, raro esemplare di mobile Le scarpette sono decorate da motivi dipinto, ampiamente pubblicato su di fiori stilizzati, di fregi, talvolta di tutti i libri specialistici della prima fibbie a rendere più realistica la ripre - metà del secolo scorso, faceva parte già sa delle calzature, con veloci pennella - dell’arredo di Palazzo Davanzati al te e con vivaci colori. I loro modelli tempo di Elia Volpi. Esso è denomi - sono da ricercare nelle analoghe ma nato “armario” in quanto destinato a raffinate produzioni francesi o di Delft custodire le armi, come indicano l’i - in Olanda. scrizione a lettere capitali argentate a

All’interno della credenza, in basso, vi sono altre maioliche della manifattura di Cerreto Sannita del secolo xviii (vasi, brocche, piatti ecc.). Al di sopra della credenza un arazzo fiorentino, rappresentante Fregio con decorazioni architettoniche, festoni di fiori e frutta e uno scudo , eseguito nel 1711-1717 da Giovan Battista Termini e bottega. Continuando il percorso, da destra a sinistra, tra Due sedie 55

visita al museo mecca su fondo azzurro nell’architra - Sulla stessa parete, sopra una ve e la sistemazione in epoca posterio - Cassapanca dipinta, re, all’interno, di un appendifucili e di probabilmente toscana, un cassetto per la polvere da sparo. Il del secolo xvi , rimaneggiata mobile ha quattro ante dipinte a mo - nell’Ottocento tivi di grottesche e decorazioni eleganti con le armi della famiglia senese Ver - . pittore senese delli, già attribuite al Sodoma. Fuga in Egitto tra santa Caterina Il restauro di alcuni anni fa e la recente da Siena e l’arme degli Alberti scoperta di un disegno a colori, identi - seconda metà del secolo xvi co al nostro esemplare, presso l’Istitu - fregio ligneo dipinto; cm , ×, to Statale d’Arte Duccio di Boninsegna Inv. 1890 n. 6099 di Siena, hanno acceso il dibattito sul - Il fregio presenta al centro, in un car - l’autenticità di questo mobile, che pur tiglio chiuso alle estremità da due teste essendo stato realizzato con materiali di angioletti sormontati da grottesche, pertinenti, presenta certamente ag - la Fuga in Egitto . Nel cartiglio di sini - giunte e manomissioni della fine del - stra è raffigurata Santa Caterina da Sie - l’Ottocento e inizio del Novecento. na , mentre in quello di destra vi è lo Le ante dipinte – originali, come è do - stemma con l’arme della potente fa - cumentato da tracce di scritte cinque - miglia degli Alberti. La sagoma e le di - centesche –, per le quali è stato anche mensioni del fregio, che presenta par - proposto che potessero in origine es - ti con legno in vista prive di decorazioni sere scuri per finestre, di recente sono e pertanto destinate ad essere ricoper - state riferite a Bartolomeo di David, te da altri elementi dorati o dipinti, sug - allievo del Sodoma, attivo a Monteo - geriscono che esso potesse costituire la liveto. La datazione al ca. è sta - predella di un altarolo o l’ornamento ta suggerita per riferimenti precisi con della boiserie di una camera. decorazioni eseguite nel dallo La presenza di santa Caterina e lo stile stesso pittore per il palazzo di Barto - raffinato della pittura rimandano, nel lomeo Francesconi a Siena. contesto toscano, a Siena. La stesura ve -

56 museo di palazzo davanzati loce e vivace, anche abbastanza spirito - il soggetto con uno spirito narrativo sa, i colori rosa-grigio dai toni smorza - non privo di grazia, anche se con alcu - ti, tendono a recuperare la tradizione ne incertezze disegnative e pittoriche. beccafumiana rimandando ad Arcange - Predominano i colori giallo e verde, ca - lo Salimbeni. Questo pittore, padre di ratteristici delle fabbriche ceramiche Ventura Salimbeni e allievo del Riccio, abruzzesi del xviii secolo. costituì l’anello di collegamento tra due generazioni di artisti: quelli operosi a La nicchia è sormontata Siena prima della conquista medicea e da un dipinto cuspidato gli altri, attivi nella stessa città sul finire degli anni Settanta del Cinquecento. 8. mariotto di nardo (notizie 4-4 ca.) Cristo benedicente In una nicchia a muro inizio del secolo xv tavola; cm 88 × . manifattura di castelli Inv. 1890 n. 3221 Cacciata di Adamo ed Eva Adamo ed Eva con i figli prima metà del secolo xviii maiolica; cm , (diam.) Inv. Davanzati nn. 251 , 252 Entrambe le scene hanno un’ambien - tazione naturalistica. Il decoratore, ba - sandosi probabilmente su modelli cir - colanti tramite le incisioni, interpreta

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visita al museo Proveniente dall’Ospedale di Santa Maria Nuova, la tavola è probabil - mente un elemento di polittico. La figura di Cristo occupa tutto lo spa - zio del dipinto, assumendo un carat - tere monumentale pur nelle ridotte di - mensioni della tavola. Molto elaborato il panneggio della veste, articolato in fitte pieghe che ricadono lasciando in - travedere l’interno foderato di colore diverso.

A sinistra della nicchia 59 Al centro della sala su un Tavolo . bottega di sandro botticelli in noce di artigianato toscano (Firenze 44- ) del secolo xx vi è un’interessante Cattura di Cristo collezione di Cassette in legno, inizio del secolo xvi cuoio e ferro, di manifattura tavola; italiana e francese dal secolo xiii cm × al secolo xvi tra le quali si segnala Inv. Depositi n. 476 La tavoletta illustra il momento della . manifattura toscana cattura di Cristo nell’orto degli ulivi Cofanetto con grottesche in un’ambientazione notturna. L’ab - inizi del secolo xvi braccio di Giuda al Maestro che pre - legno intagliato e dipinto; cede l’arresto è al centro della scena, cm , ×, ×4, tra due gruppi di soldati con le torce Inv. Davanzati n. 24 collocati a distanza. In primo piano San Pietro aggredisce col coltello Mal - co, servo del sommo sacerdote, per ta - gliargli un’orecchio. La pittura, molto minuziosa e ricca di dettagli, soprattutto nella descrizione dei costumi e delle armature, si vale di colori caldi in cui predominano il gial - lo e il rosso, che hanno grande evidenza sul fondo scuro. 60 museo di palazzo davanzati 8 Il cofanetto, con coperchio e fronte con - Su fondo giallo decorato da tende e vessi, è interamente dipinto con moti - nastri spicca il busto di una giovane vi a grottesche comprendenti elementi donna con abito a righe gialle e verdi animali e vegetali su fondo giallo. Il re - e un grande colletto bianco. Il cappel - pertorio quattrocentesco della grotte - lo con falda rialzata sul lato destro del - sca, ampiamente utilizzato in infinite la testa lascia vedere l’elaborata ac - varianti nella pittura murale a partire da conciatura dei capelli. Raffaello, trova qui impiego per impre - Il disegno accurato, tratteggiato con ziosire un oggetto d’uso, che doveva ser - sicurezza, e la resa vivace della figura vire per custodire gioielli o altri valori. testimoniano in questo esemplare il li - L’esemplare è esposto nella sala insieme vello della produzione viterbese del ad altri di provenienza, tipologia e ma - xvii secolo. teriali diversi per offrire un esempio del - la varietà di questo genere di manufatti. Accanto vi è una Credenza di manifattura toscana del secolo Nella parete adiacente al ballatoio, xvi , ma rimaneggiata nel secolo in una nicchia, al di sopra di scorso al cui interno vi sono altre Due tondini di manifattura maioliche della manifattura di orvietana del secolo xvii Cerreto Sannita del secolo xviii . . manifattura di viterbo Sulla credenza vi sono maioliche Piatto con figura femminile con cappello dell’Italia Centrale, una inizi del secolo xvii Mattonella con suonatore maiolica; cm 8 (diam.) di flauto, di manifattura Inv. Davanzati n. 239 dell’Italia centrale, datata 1635 e Due brocche da farmacia dei secoli xvii-xviii , della manifattura Castelli. La credenza è sormontata da una Ghirlanda di fiori e frutta in terracotta invetriata della bottega di Benedetto Buglioni (Firenze 1461-1521 ). A destra della credenza, in un’altra nicchia a muro, vi sono maioliche di manifattura siciliana dei secoli xvi-xvii . Quindi, oltre la porta 61

visita al museo . bottega dell’italia Il dipinto, realizzato a monocromo sui settentrionale toni del bruno, raffigura un’episodio Cassone della storia di Giuseppe ebreo in Egit - seconda metà del secolo xvi to. Raggiunto dai fratelli, Giuseppe li legno di cedro intagliato e dipinto rimanda a casa carichi di grano, senza a inchiostro di china; cm 8 ×8 × farsi riconoscere, ma fa inserire di na - Inv. Davanzati n. 34 scosto nel sacco di Beniamino la pro - Il cassone è un tipico prodotto del - pria coppa d’argento, quindi ordina ai l’artigianato settentrionale, forse pa - servi di cercarla. dovano. La particolarità dell’oggetto, La scena si svolge sotto un porticato arricchito da due colonnine intagliate dove in un gruppo di figure si distin - agli angoli anteriori e piedi a volute, è gue Giuseppe che impartisce l’ordine data dalla presenza sul fronte di due ai servi, che, a sinistra, sotto la scalinata delle sette meraviglie del mondo anti - si mettono alla ricerca della coppa. co, il colosso di Rodi e il tempio di Ar - Attribuita al Granacci, la tavoletta era temide ad Efeso, raffigurazioni fre - stata in passato collegata da Luciano quenti nella pittura e nelle stampe, ma Berti con l’arredo pittorico della Ca - rare su un oggetto di arredo. mera Borgherini, nel palazzo fiorenti - Sul coperchio uno stemma gentilizio no omonimo, impresa alla quale ave - tra angeli musicanti è al centro di due va partecipato il Granacci. Attualmente formelle che rappresentano Oloferne il dipinto non è considerato autografo e Giuditta, ciascuno nel proprio ac - del Granacci. campamento. Tutti questi elementi sono delimitati da cornici con ornati zoomorfi. Sulla porta Per il tipo d’intaglio che crea un fon - do ribassato e bulinato a rete su cui si 4. leonardo de vegni stagliano le figure, il cassone è stato ac - (Chianciano - Siena 8 ) costato ad un coperchio di cassapan - Cherubino ca del Museo Davia Bargellini di Bo - -8 logna. marmo (?); cm , (diam.) Inv. Davanzati n. 150 . Ambito di francesco granacci Il rilievo replica nella forma e nel sog - (Villamagna di Volterra 4 - getto le formelle decorative in terra - Firenze 4 ) cotta che ornano la cappella dei Pazzi Giuseppe ordina la ricerca della coppa in Santa Croce, la cui esecuzione è in tavola; cm 4 ×4 parte attribuita a Desiderio da Setti - Inv. 1890 n. 538 gnano. museo di palazzo davanzati marmo, non si può escludere la possi - bilità che sia stato realizzato con la tec - nica descritta.

A destra, sulla parete un arazzo fiorentino raffigurante l’ Allegoria della Fortezza e trofei eseguito nel 1654 da Pietro Févère.

64 Il De Vegni, architetto di formazione, è noto per aver inventato la cosiddetta “plastica dei tartari”, una tecnica che sfruttava le acque fortemente calcaree di Bagni San Filippo per ottenere ri - lievi. Nella Memoria sulla plastica de’ Tartari (88 ) descrisse il suo origina - lissimo metodo: «Senz’aiuto di scar - pello, o simile arnese, ottengo, quasi immediatamente dall’acqua, bassori - lievi di qualunque grandezza, e di qua - lunque più fino intaglio, candidi, luci - di, e duri a mio piacimento, potendoli avere di tutte quelle consistenze, che abbiamo sopra notate…». Anche per questo esemplare, che ha l’aspetto del

visita al museo 10 - Studiolo o Studiolo del secondo piano, di dimensioni identiche a Lquelle del primo piano, del quale presenta la stessa pian - ta, con l’unica variante del camino ad angolo, è stato arre - dato come un ambiente rinascimentale. Cassoni, mobili, dipinti risalgono tutti al Quattrocento o ai primi decenni del Cinquecento. Protagonista di quest’am - biente è Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia, fra - tello di Masaccio, in quanto qui è stata raccolta la maggior parte delle sue opere custodite nel Museo di Palazzo Da - vanzati. Dal fronte di cassone raffigurante le Storie di Su - sanna alla tavola degli Eroi prescelti dalla Fama fino agli enig - matici Trionfi , quest’artista, certamente meno geniale e rivoluzionario del fratello, si mostra profondamente legato alla tradizione gotica dalla quale riprende i colori raffinati ed eleganti, l’amore per i particolari e i dettagli, com’è eviden - te nella descrizione delle vesti, lasciando, inoltre, incompa - rabili squarci di vita quotidiana nella descrizione della Firenze del tempo.

museo di palazzo davanzati Il percorso è in senso orario. Nella nicchia della parete adiacente al ballatoio

. bottega di tiziano aspetti (Padova - Pisa ca.) Venere e Cupido - bronzo; cm 4, (altezza) Inv. Davanzati n. 61 Il bronzetto rappresenta Venere – con nella mano sinistra un pomo, simbo - lo della sua bellezza – rivolta verso de - stra, che tiene per mano Eros alato, nudo e munito di faretra. L’opera è stata tradizionalmente assegnata ai due maggiori bronzisti veneti: Niccolò Roccatagliata o Tiziano Aspetti. La ri - presa del nostro bronzetto da un esem - plare dell’Aspetti custodito nel Bode Museum di Berlino ha suggerito di ri - cercare l’autore nell’ambito di questa bottega. La famiglia Aspetti è costi - 65 tuita da vari componenti: dal noto fon - carica espressiva nella distribuzione di datore Guido, morto nel 8 , a Ti - luci ed ombre. Il bronzetto di Palazzo ziano detto Minio ( ca.- ), il Davanzati è una replica eseguita nella più celebre, e quindi, con lo stesso no - bottega dell’Aspetti e, probabilmente, me, il nipote. Quest’ultimo il giovane rifinita dallo stesso autore. Tiziano lavorò a Padova all’altare del - la Basilica del Santo ed eseguì il rilie - vo in bronzo con il Martirio di san Lo - Quindi renzo , collocato come paliotto della cappella Usimbardi nella chiesa di San - . manifattura lombarda ta Trinita a Firenze. Nella sua attività Cassone di bronzista, realizzò opere sia di ca - fine del secolo xv rattere sacro che profano, evidenzian - legno di noce intagliato e intarsiato; do una forte componente plastica e di - cm ×8 × namica, con accenti realistici e una Inv. Davanzati n. 426

visita al museo Tipico cassone nuziale decorato ad in - tavola; cm 4 ×, tarsio con motivi geometrici, secondo Inv. 1890 n. 9924 un gusto caratteristico dell’artigiana - Il fronte di cassone rappresenta una to lombardo di fine Quattrocento. parte delle Storie di Susanna , sugge - Forma semplice a parallelepipedo, co - rendo che il racconto dovesse conti - perchio piatto decorato al centro con nuare su un altro cassone, pendant del una scacchiera tra due formelle con nostro. Il tema era prescelto per l’esal - quadrati intrecciati. Il fronte reca al tazione della castità. La bella Susanna centro lo stemma dei Chigi-Della Ro - incede in abiti sontuosi ammirata da vere e due formelle con cornici con - eleganti giovani con abiti alla moda in centriche a motivi geometrici diversi. un ambiente urbano connotato da pa - Decorazioni geometriche si ripetono lazzi, torri, logge. La quotidianità del - anche sui fianchi. la vita dell’epoca è colta nell’atteggia - La presenza della scacchiera sul co - mento geloso di due donne affacciate perchio consentiva l’utilizzo del con - da un palazzo signorile e nel gioco di tenitore anche per il gioco. due bambini con un cane. Al centro della composizione, in una loggia vol - Al di sopra, una miniatura tata con il soffitto a stelle dorate su con Scene amorose su pergamena fondo azzurro, gli anziani uomini di di bottega fiorentina della prima legge amministrano la giustizia ma metà del secolo xv e quindi dopo aver ammirato Susanna la se - guono introducendosi furtivamente . giovanni di ser giovanni nel giardino dove la giovane entra dal - detto lo scheggia la porta principale posta in una torre (San Giovanni Valdarno 4 - ottagonale. L’ultimo episodio presen - Firenze 48 ) ta la casta Susanna, nuda nella fonte, Storie di Susanna che cerca di proteggersi dagli sguardi metà del secolo xv licenziosi dei vecchioni.

67 museo di palazzo davanzati 4 Non si conosce né la committenza né la destinazione di questo fronte di cassone, che finì nelle mani dei nazi - sti e venne poi recuperato da Rodolfo Siviero.

Questo dipinto è sormontato da un bassorilievo in marmo di bottega fiorentina della seconda metà del secolo xv , raffigurante Profilo di Giovinetto. Nella parete adiacente 8. bottega tosco-umbra Lettuccio secoli xv-xvi e xix legno di noce intagliato e intarsiato; 68 cm 8 × ×8 pubblica dell’oggetto: forse un seggio Inv. Sculture n. 1738 per autorità civili o alti dignitari, ma - Il mobile riprende la tipologia strut - gistrati, docenti di università. turale del lettuccio di uso familiare, Gli elementi stilistici del nostro let - che rispondeva a necessità diverse: da tuccio, dal momento che tali arredi ve - vero e proprio letto se fornito di cu - nivano realizzati da celebri botteghe scini, a cassone se munito di piano ri - come i Da Maiano a Firenze, ripren - baltabile, a importante sedile. dono, semplificandoli, motivi decora - Su una pedana, una base modanata tivi della produzione aulica fiorentina sorregge la cassa con quattro spec - nelle formelle della spalliera, accanto a chiature nella parte frontale, delle qua - elementi meno raffinati e più poveri li due recanti armi gentilizie non an - nelle tarsie della cassapanca. Ciò ha cora identificate. Il piano di seduta suggerito da una parte il rimando ad ribaltabile è posto tra due alti braccio - un ambiente tosco-umbro per la stret - li. La spalliera presenta otto specchia - ta simbiosi nella quale vissero le due ture con cornici a toppo e decorazio - scuole in questo periodo. Alcune in - ni di tipo floreale intarsiate. Due lesene congruenze fanno altresì prolungare la decorate da motivi a candelabra sor - datazione del mobile fino al xix seco - reggono la trabeazione con fregio de - lo quando i pezzi originali furono as - corato dall’iscrizione stando doceas , semblati con il probabile rifacimento che può suggerire una destinazione di alcuni elementi.

visita al museo 69 Sopra il lettuccio, al centro la scena, si ritrovano sotto la loggia e si rivolgono ad una figura femminile. De - . giovanni di ser giovanni finito come i Triumviri interrogano l’o - detto lo scheggia racolo , il soggetto va interpretato piut - (San Giovanni Valdarno 4 - tosto come gli Eroi prescelti dalla Fama . Firenze 48 ) Infatti nel confronto con il Trionfo del - Eroi prescelti dalla Fama la Fama di Palazzo Davanzati, due con - metà del secolo xv dottieri si possono identificare con i per - tavola; cm 44 ×8 sonaggi di Cesare e Scipione, che nel Inv. 1890 n. 9923 corteo del Trionfo della Fama recano La tavola di Palazzo Davanzati faceva l’iscrizione del proprio nome (sugge - parte in origine di una serie di quattro rendo per il terzo eroe il nome di Pom - pannelli di dimensioni analoghe rap - peo), e la Fama nella figura femminile presentanti ciascuno un eroe in trionfo, accompagnata da Aristotele e Platone, smembrata nel , di cui due tavole presenti tra gli uomini di pensiero nel si trovano al Norton Museum of Art di corteo dello stesso Trionfo . West Palm Beach, l’altra è sul mercato Le dimensioni del dipinto piuttosto antiquariale. Il pannello di Palazzo Da - che un fronte di cassone hanno sugge - vanzati, destinato dai nazisti al Museo rito che potesse essere, insieme agli al - di Linz intitolato al Führer, fu recupe - tri pannelli della serie, lo schienale di rato da Rodolfo Siviero nel . due cassoni nuziali. L’osservazione at - Discussa è la lettura iconografica del di - tenta del dipinto di Palazzo Davanza - pinto, che presenta sulla sinistra tre ca - ti e degli altri pannelli che presentano valieri che, lasciati i cavalli al centro del - un andamento da sinistra verso destra museo di palazzo davanzati e il confronto con le tavole ricurve dei Trionfo della Fama Trionfi , che hanno le stesse colonnine Trionfo dell’Eternità tortili con la funzione di scandire il metà del secolo xv racconto, suggeriscono con maggior tavole; cm 4, × ; 4, × ; 44 × ; credibilità l’ipotesi che essi fossero gli cm 4, × elementi di un fregio incassato nel ri - Inv. 1890 n. 1611 vestimento ligneo di una camera del I pannelli ricurvi raffigurano i Trionfi quale dovevano far parte anche le ta - ispirati al poemetto incompiuto del Pe - vole ricurve dei Trionfi . trarca, anche se, alla visione sognante Il dipinto, dopo un’attribuzione a del poeta, si sostituisce la raffigurazio - Francesco d’Antonio, è ormai con - ne della realtà voluta dai committenti cordemente assegnato allo Scheggia, fiorentini che si identificavano nei per - che dichiara la sua sapienza decorati - sonaggi dei cortei, elegantemente ve - va nella resa materica delle bardature stiti secondo il gusto gotico-cortese. dei cavalli e negli abiti dei personaggi. L’iconografia dei “Trionfi”, ampia - mente diffusa soprattutto attraverso le Sulla stessa parete, al centro miniature che accompagnavano il te - dello Studiolo sto petrarchesco, ebbe un enorme suc - cesso alla metà circa del Quattrocen - . giovanni di ser giovanni to come soggetto per la decorazione detto lo scheggia pittorica di cassoni e spalliere. (San Giovanni Valdarno 4 - Questi pannelli provengono dalla Firenze 48 ) Guardaroba medicea, dove due di es - Trionfo dell’Amore si, il Trionfo della Giustizia e il Trionfo Trionfo della Morte della Morte, sono menzionati come tar -

70 a 70 b

visita al museo 70 c 70 d ghe, cioè scudi di parata, nell’ Inventa - liano de’ Medici, futuro papa Cle - rio dell’Armeria medicea del . Ri - mente vii , descritta nell’ Inventario del compaiono quindi, tutti e quattro, nel 4 : «una spalliera di braccia xiii lun - 84 , negli Inventari delle Gallerie fio - ga e alta braccia una e / sopra a’ det - rentine come sportelli per le angoliere ti forzieri et cassone dipintovi dentro del “Gabinetto delle pitture antiche” la storia della giostra di Lorenzo con nella Real Galleria degli Uffizi; mentre cornici e colonnette messe d’oro, di - nell’Ottocento vennero rimontati in - visa in parte, di mano dello Scheg - sieme in forma di due cofani dai fian - gia». Probabilmente, per la presenza chi ricurvi. Tale ricostruzione fece sì delle stesse colonnine tortili e per il che parte della critica suggerisse di iden - soggetto iconografico, di questa spal - tificarli con «un paio di forzieri messi liera doveva far parte anche la tavola d’oro di br. e / l’uno dipintovi den - dello Scheggia a Palazzo Davanzati tro e Trionfi del Petrarca», descritti nel - rappresentante gli Eroi prescelti dalla l’ Inventario del 4 , alla morte di Lo - Fama , insieme con gli altri tre dipinti renzo il Magnifico. della stessa serie. Le curvature asimmetriche e la pre - senza ai margini dei pannelli di parti . bottega dell’italia di colonnine tortili dipinte, divisori settentrionale delle diverse scene, inducono a ritene - Cassone re che la lettura iconografica di questi fine del secolo xv pannelli fosse consequenziale sugge - legno di noce intagliato e intarsiato; rendo che dovevano far parte di un ap - cm 4 ×8 ×4 parato decorativo di estrema ricchez - Inv. Davanzati n. 208 za e raffinatezza, una boiserie simile a Piccolo cassone decorato solo sul fron - quella della camera di monsignor Giu - te con due stemmi uguali, incornicia - museo di palazzo davanzati 8 ti da motivi geometrici intarsiati a top - sene e capitelli con motivi decorativi po che affiancano una stella. Il fronte vari, è strettamente collegata alla scul - è semplicemente ornato da una corni - tura e alla pittura rinascimentale, per ce a intarsio con elementi prospettici. le fini decorazioni e il gioco del sottile Una greca rifinisce anche il bordo del intaglio sul fondo dipinto d’azzurro. coperchio. Le più importanti botteghe di archi - tetti e legnaioli fiorentini, da Bene - . bottega toscana detto e Giuliano da Maiano a Giulia - Cornice no da Sangallo e Baccio d’Agnolo, fine del secolo xv -inizi del xvi realizzarono arredi simili conferendo legno intagliato e dorato; cm × ad essi il significato di finestra aperta Inv. Davanzati n. 439 attraverso la quale vedere la realtà di - La cornice a edicola è un manufatto ti - pinta, secondo gli intendimenti di picamente rinascimentale di straordi - Leon Battista Alberti. naria bellezza e prestigio. Di sagoma Il confronto con le imponenti cornici rettangolare, con fitte modanature, le - della stessa tipologia delle pale d’altare

visita al museo della Basilica di Santo Spirito a Firen - Jacopo del Sellaio. A quest’artista, for - ze, oltre a localizzare il manufatto in To - matosi alla bottega di Filippo Lippi, ma scana, denota un’esecuzione più tarda che nel suo percorso stilistico più ma - per il nostro esemplare che, accanto a turo seppe riprendere elementi stilisti - motivi dell’ultimo quarto del Quattro - ci da Domenico Ghirlandaio, Sandro cento, ne presenta altri premanieristici. Botticelli, Filippino Lippi, rimandano Tali elementi stilistici apparentano la figura di san Gerolamo presente in più strettamente il nostro esemplare molte sue opere e il paesaggio scabro alle cornici della chiesa di Santa Ma - con le rocce degradanti che si confron - ria Maddalena dei Pazzi (la cornice ta bene con gli sfondi di altri dipinti di del Trittico di Raffaellino del Garbo Jacopo. con il San Sebastiano di Leonardo del Tasso e quella dell’ Incoronazione del - Accanto alla porta la Vergine di Matteo Rosselli), sugge - dell ’“agiamento” vi è un rilievo rendo una datazione agli ultimi anni marmoreo con tracce del Quattrocento o ai primissimi del di policromia di scultore secolo successivo. lombardo della seconda metà del secolo xv raffigurante . bottega di jacopo di un Santo . arcangelo detto jacopo del sellaio Nel camino vi sono Due orcioli (Firenze 44-4 ) in terracotta smaltata San Domenico e san Gerolamo del secolo xvii e, a destra in adorazione della croce sulla parete, sopra un Seggiolone con il Padre Eterno di manifattura italiana, ultimo quarto del secolo xv del secolo xvii , in noce rivestito tavola; cm 4 × di cuoio, un’altra opera Inv. Davanzati n. 227 di Giovanni di Ser Giovanni Il piccolo dipinto destinato alla devo - detto lo Scheggia zione privata è corredato di una bella eseguita nel 1450-1460 ca., cornice coeva in legno intagliato e do - raffigurante la Fortezza. rato a motivi di candelabre e decora - Oltre le porte zioni fogliacee. San Domenico e san Gerolamo sono 4. andrea del sarto (attr.) in adorazione della croce sostenuta dal (Firenze 48- ) Padre Eterno, priva del Cristo. Icaro Immagine di devozione tipica del Quat - -8 trocento, il dipinto è stato giustamen - tavola; cm ×4, te attribuito nei cataloghi del Museo a Inv. 1890 n. 9282 museo di palazzo davanzati Il dipinto, eseguito probabil - mente per una committenza privata come dichiarano le dimensioni ridotte, presenta, al centro, Icaro pronto a spic - care il volo. Il giovinetto, completamente nudo, è ac - compagnato, a sinistra, dal padre Dedalo, il vecchio bar - buto che cerca di trattenerlo, e, a destra, da Pasifae, la mo - glie di Minosse e la madre di Minotauro, colei che avreb - be aiutato Dedalo e Icaro a fuggire da Creta, che spinge invece il giovane a tentare quest’impresa affibbiandogli l’ala sulla spalla. 74 La scena si svolge sotto un cielo az - personaggi e – secondo la critica re - zurro con striature rosacee quasi cre - cente – trasformando il mito quasi nel - puscolare e presenta, nel fondo, un l’allegoria dell’antinomia fra il vizio e paesaggio estremamente vario che, da la virtù. Il tentativo di trattenere l’uo - sinistra a destra, si trasforma da un fol - mo verso il basso o l’invito a tentare to bosco in una plaga piatta. vette superiori sembra ripresentarsi La fonte iconografica di questo dipin - nell’articolato paesaggio, nel contra - to deve ricercarsi, come è stato già sot - sto tra il bosco ameno e ricco di pia - tolineato, in un cammeo di epoca au - ceri e la plaga piatta, sede della virtù. gustea (Napoli, Museo Archeologico), Riguardo all’attribuzione del dipinto, passato in eredità a Lorenzo il Magni - già assegnato a Francesco Granacci, la fico e che certamente fu alla base an - critica più recente lo ha variamente che del bassorilievo con lo stesso sog - attribuito al Franciabigio o, con mag - getto nel cortile di Palazzo Medici gior probabilità, ad Andrea del Sarto, Riccardi. che avevano bottega insieme in piaz - L’autore del nostro dipinto deve aver za del Grano, spesso collaborando a aggiornato queste fonti con alcune va - diverse opere, come ricorda lo stesso rianti, come il numero più ridotto di Vasari.

visita al museo 11 - Camera della Castellana di Vergy a camera da letto del secondo piano è l’unica sala dipin - Lta del palazzo, che presenta il fregio superiore decorato con un ciclo figurato tratto dalla Chastelaine de Vergy , rac - conto scritto alla metà circa del secolo xiii da un autore del Nord della Francia. Il ciclo decorato di Palazzo Davanzati, che rappresenta l’espressione figurativa più completa del rac - conto francese, del quale si conoscono solo alcuni episodi ri - portati su cofanetti in avorio – Londra, British Museum, Pa - rigi, Museo del Louvre, e Firenze, Museo del Bargello –, è tratto da un cantare toscano, volgarizzazione del racconto cavalleresco recitato sulle piazze e nelle vie, dove la Castel - lana di Vergy si tramuta in Dama del Verziere, del quale fa menzione lo stesso Boccaccio nel Decamerone . L’ammonimento alla breve durata del piacere e alla neces - sità del distacco si rivolgeva agli sposi, Paolo Davizzi e Lisa degli Alberti, come dimostrano gli stemmi con le armi del - le famiglie posti nel soffitto in legno intagliato e dipinto e sul camino. La decorazione della loro camera nuziale deve essere stata eseguita tra il e il quando i Davizzi raggiunsero l’apice del prestigio e del potere economico.

museo di palazzo davanzati Le sale dipinte e la Camera di Castellana di Vergy

in dal secolo xiii nelle dimore signorili di Firenze è noto l’uso di decorare Fcon pitture le pareti delle sale. Ne fanno cenno Dante nella Vita Nova , ma anche poi il Boccaccio e il Sacchetti. Le sale dipinte di Palazzo Davanzati sono tra le poche testimonianze di questo tipo di decorazione di interni, il cui ricor - do è per lo più sopravvissuto attraverso piccole porzioni di affreschi staccati dal - le pareti dei palazzi fiorentini demoliti nel periodo di Firenze capitale, anche se di recente sono state scoperte altre pitture in via dei Cerchi e in via del Bol - drone. Diversi esempi di questo tipo di decorazione si ritrovano nei castelli del - l’Italia settentrionale, che devono essere stati modelli d’ispirazione per le dimo - re fiorentine. L’idea ricorrente nelle decorazioni parietali del Trecento consiste nel riprodur - re l’effetto dei drappi che venivano sospesi alle pareti per adornarle, ma anche per proteggere gli ambienti dal freddo. In Palazzo Davanzati queste pitture ad effetto “trompe l’œil” sono presenti nella Sala dei Pappagalli e nelle tre camere da letto, obbedendo ad uno schema simile, ma variato nei motivi. Si finge che le pareti siano addobbate con una finta tappezzeria, sospesa in alto per mezzo di anelli, sollevata dal pavimento e risvoltata agli angoli delle sale, ai lati del camino e dell’ingresso ai servizi igienici, dove il tessuto mostra l’interno rivesti - to di pelliccia di vaio. Nella parte superiore una loggetta a colonnine apre su verzieri con alberi di frutti su cui posano piccoli uccelli. Una serie di archetti in prospettiva conclude in alto la parete. Nella Sala dei Pappagalli la finta tappezzeria presenta un motivo a losanghe alternate in rosso e verde con fiori stilizzati, inserite in un graticcio su cui sono dipinti pappagalli. Intrecci geometrici racchiudono invece motivi araldici, nel - la Camera dei Pavoni, e presentano, sulla balaustra della loggetta superiore che affaccia sul verziere, pavoni e stemmi di famiglie in rapporto con i Davizzi. La variante proposta nella Camera delle Impannate consiste nella tappezzeria de - corata con motivi araldici diversi e vasi di fiori appoggiati sulla balaustra. Nel -

visita al museo la sola Camera della Castellana il giardino raffigurato in alto lungo le pareti fa da sfondo ad un racconto, la storia appunto della Castellana di Vergy. La vicenda amorosa tra il cavaliere Guglielmo e la Castellana con finale tragi - co si ispira ad un racconto cavalleresco francese della metà del secolo xiii , la Cha - stelaine de Vergy , la cui popolarità è testimoniata da numerosi manoscritti dif - fusi in tutta Europa. In Toscana il soggetto, codificato nel Decameron di Boccaccio che lo ricorda nel finale della terza giornata, comporta il cambia - mento di Vergy, località in Borgogna, in “verzù” o verziere. L’amore segreto tra i due giovani è turbato dalla duchessa, moglie del duca di Borgogna di cui Guglielmo è vassallo, la quale, invaghitasi del cavaliere, tenta di sedurlo. Rifiutata, essa si vendica accusando Guglielmo di averla insidiata. Guglielmo per difendersi è costretto a rivelare al duca il suo amore per la castel - lana, mancando così alla promessa fatta all’amata la quale, sentendosi tradita, si uccide. Seguono il suicidio di Guglielmo, che non regge alla morte della sua donna, e l’uccisione della duchessa da parte del duca che poi parte per la Terra - santa ad espiare le sue colpe. La traduzione del racconto dal poema francese ai manoscritti e poi ai cantari toscani comporta l’introduzione nelle scene dipinte di un tono meno elegante del -

museo di palazzo davanzati 4 la pittura, che nella descrizione dei dettagli indugia sull’aspetto realistico degli episodi. La decorazione della camera è stata tradizionalmente messa in relazione con il matrimonio di Francesco Davizzi e Catelana degli Alberti, avvenuto nel 1395 . Più recentemente, le ricerche d’archivio sulla famiglia Davizzi e le osservazio - ni sui costumi e sullo stile dei dipinti, che suggeriscono una datazione alla metà del secolo xiv , hanno portato all’ipotesi che il ciclo sia stato eseguito in occasio - ne delle nozze tra Paolo Davizzi e Lisa degli Alberti, avvenuto nel 1350 , certa - mente prima del 1359 , anno di morte di Paolo. Dal momento che i Davizzi erano banchieri della corte papale ad Avignone, non sembra strana la scelta di una storia francese, che oltre ad essere molto po - polare, esaltava le virtù cortesi offrendo un esempio morale. La pittura, recentemente restaurata, è stata realizzata in gran parte con tecnica a secco, cioè mescolando i colori minerali con leganti organici (uovo, caseina), in mo - do da permettere al pittore di lavorare con tempi più lunghi di quelli consentiti dalla pittura a fresco e quindi poter ottenere effetti di colore più ricchi e variati.

Maria Grazia Vaccari

visita al museo Il percorso è in senso orario. La nicchia della parete è decorata da un dipinto murale raffigurante la Crocifissione di Scuola fiorentina della prima metà del secolo xiv

. giovanni di ser giovanni detto lo scheggia (San Giovanni Valdarno 4 - Firenze 48 ) Gioco del Civettino metà del secolo xv tavola; cm (diam.) Inv. 1890 n. 488 Il dipinto è un desco da parto, tipico oggetto commissionato dalle famiglie cheggiate da palazzi e dalla porta che importanti in occasione di una nasci - immette nella campagna, è rappresen - ta, come vassoio per servire il cibo al - tata dai suoi abitanti, personaggi con la puerpera, ma soprattutto con intenti abiti eleganti e dai colori raffinati, con celebrativi. copricapi alla moda che assistono al Vi è rappresentato un gioco popolare gioco e da due bambini, in primo pia - fiorentino detto il “Civettino” al qua - no, che giocano con un cane. le partecipano tre ragazzi, lesti a schi - Sul retro del dipinto, un tempo com - vare i colpi «e quello che sta in mezzo pletamente marmorizzato, dopo il re - non può essere percosso quand’egli stauro è stata scoperta la raffigurazio - tocca terra con le mani, e però ora al - ne di due paffuti bambini che lottano zandosi, ora abbassandosi tira quando in forma di gioco prendendosi per i all’uno, quando all’altro de gran mo - riccioli e toccandosi i genitali, con evi - staccioli e questi vicendevolmente s’in - denti allusioni alla fertilità, su un pra - gegnano colle percosse di fargli cade - to fiorito, mentre ai due alberi del fon - re la berretta dalla testa, che è la fine do sono appesi scudi con le armi di del gioco» (Francesco Rambelli, Voca - nobili famiglie, una completamente bolario domestico , 1850 ). cancellata, l’altra dei Corbinelli, com - La quotidianità della vita quattrocen - mittenti dell’opera. L’opera è concor - tesca della città, descritta nelle vie fian - demente assegnata allo Scheggia, per museo di palazzo davanzati 75 a 75 b i caratteri stilistici, i colori vivaci e raf - Nella parete adiacente finati e i dettagli minuziosamente de - scritti. Lo Scheggia infatti fu abile pit - . bottega senese tore di cassoni, tarsie e spalliere e Forziere autore del desco da parto raffigurante prima metà del secolo xiv il Trionfo della Fama con gli stemmi legno, pastiglia e ferro; cm ×4 × Medici-Tornabuoni, attualmente al Inv. Davanzati n. 177 Metropolitan Museum of Art di New Il raro forziere trecentesco, dalla strut - York, commissionato da Piero il Got - tura ferrata e il coperchio bombato, toso nel 44 per la nascita di Loren - presenta una decorazione in pastiglia a zo il Magnifico. gigli, francesi per il cromatismo bian -

visita al museo co-argento su fondo blu, e stemmi purtroppo non identificabili. Proviene dall’Ospedale di Santa Ma - ria Nuova, come il suo pendant custo - dito nel Metropolitan Museum di New York. I due cassoni presentano la stessa tecnica di esecuzione, simile a quella descritta nel Libro dell’Arte di Cennino Cennini (uso di stampi dove pressare lo stagno che riprende l’im - pronta in forme poi riempite di pasti - glia, gesso e colla, da applicare sull’oggetto) che si ritrova anche in altri esemplari ( Cassone del Victoria & Al - bert Museum a Londra e Cassone del Museo di Palazzo Cini a Venezia) ese - guiti nella stessa bottega, probabil - mente senese, per l’accurata tecnica e il naturalismo marcato, che rimandano inequivocabilmente all’argenteria e al - la pittura di quell’area.

Sul cassone uno 77 Specchio con cornice pertinenti e originali, come i piedi tor - in noce di bottega niti a vaso e le colonne sormontate da fiorentina del secolo xvi vasi piumati. L’unica incertezza è la pertinenza a . bottega dell’italia centrale questo letto della testata intagliata con Letto delfini, comunque cinquecentesca. La seconda metà del secolo xvi tappezzeria è moderna. Lo stemma al legno di noce intagliato; centro della testata, un’aquila corona - cm ×4 ×4 ta con le ali spiegate, non è stato iden - Inv. Davanzati n. 204 tificato. Il letto fu donato nel da Matilda La tipologia del letto “a tribuna” e la Calnan, figlia di Charles Loeser. Si trat - sua datazione rimandano a un disegno ta di un letto antico non contraffatto, rintracciato in un inventario della con elementi strutturali e decorativi Guardaroba medicea del . museo di palazzo davanzati 8 Al lato del letto, su un Inginocchiatoio in noce di bottega toscana del xvii secolo, vi è un dipinto fiorentino della fine del Quattrocento rappresentante la Madonna col Bambino . Accanto al camino, corredato da una Coppia di alari in ferro del secolo xvii e di un Ferro da cialde cinquecentesco, sono Due sedie da balia in noce, del secolo xvii ; su un Tavolino ottagonale in legno intagliato e dorato, di artigianato toscano dei secoli xvi 78 e xix , vi è una collezione 8. manifattura italiana estremamente raffinata Coperta di cassettine in legno dorato e secolo xix decorato a pastiglia che presenta filo di cotone; cinque esemplari con cm 8 × raffigurazioni tratte dal Inv. Stoffe n. 1386 repertorio delle fonti classiche, Coperta realizzata a filet su un fondo diffuse ampiamente nel di rete annodato e ricamato a motivi Rinascimento vegetali, secondo uno schema simme - trico in cui sono inserite figure animali . manifattura padovana e umane in varie attitudini. Tutt’in - o ferrarese torno corre un fregio a girali e figure Cofanetti interrotto agli angoli da quattro pro - fine del secolo xv -inizi del xvi fili maschili e femminili a coppie. Al legno dorato e decorato, pastiglia; centro l’iscrizione tigris e sul bordo cm 4 × × ; cm × ×, ; le iniziali g.r . e m.m . cm , ×, × ; cm , ×, × ; È probabile che questa coperta sia sta - cm × ×, ta eseguita sul modello di un esemplare Inv. Davanzati nn. 355 , 356 , 357 , 358 , 359 seicentesco, conservato a Bruxelles La collezione di cofanetti in legno do - (Musée du Parc du Cinquantenaire), rato e decorato a pastiglia del Museo di in occasione di un matrimonio Mal - Palazzo Davanzati comprende cinque vicini-Fontana. esemplari che presentano struttura ret -

visita al museo 79 a 79 b tangolare con dimensioni simili, co - corazione in questi esemplari è per - perchio fermato alla scatola con due cer - tanto varia: il cofanetto con Inv. Da - niere e serratura sulla parte anteriore. vanzati n. è ornato soltanto da Alcuni di essi hanno piedi a cipolla (Inv. elementi decorativi vegetali alternati Davanzati nn. , ) mentre altri a mascheroni classici, conchiglie e del - poggiano direttamente la base a terra fini, gli altri esemplari del museo pre - (Inv. Davanzati nn. , 8 , ). sentano, oltre a decorazioni simili, te - La tecnica di esecuzione è identica per mi tratti dalla storia romana con scene tutti gli esemplari: il legno è ricoperto incorniciate da eleganti colonnine con da foglia d’oro ed è decorato a pasti - capitelli corinzi: Muzio Scevola , Mar - glia da motivi ornamentali di gusto co Curzio , Giustizia di Traiano , Mor - classico. te di Didone (Inv. Davanzati nn. Diversi esemplari simili a quelli di Pa - e ). Nel cofanetto con Inv. Da - lazzo Davanzati si custodiscono in vanzati n. 8 i temi storici relativi a musei pubblici e collezioni private, Muzio Scevola e Marco Curzio si ac - tanto da essere stati classificati dalla compagnano al Giudizio di Paride e critica in gruppi sulla base dei temi all’amore di Piramo e Tisbe . Così nel rappresentati. Nel Museo di Palazzo cofanetto più celebre (Inv. Davanza - Davanzati sono presenti alcuni cofa - ti n. ) sono rappresentate le tragi - netti assegnati alla Bottega dei Trion - che storie di amore di Piramo e Tisbe fi romani (Inv. Davanzati nn. , sul fronte e di Ero e Leandro nella par - ), altri alla Bottega dei soggetti te posteriore, mentre sui lati al Giu - morali e amorosi (Inv. Davanzati n. dizio di Paride corrisponde la rappre - ) e ancora ad altre botteghe. La de - sentazione del Mito d’Europa . museo di palazzo davanzati Nel Rinascimento il repertorio delle 8. bottega fiorentina fonti classiche era diffuso ampiamen - Giudizio di Paride te dalle edizioni dei classici illustrati secondo quarto del secolo xv con incisioni che ne consentivano la legno dipinto e pastiglia; conoscenza ad un pubblico sempre più cm ×4 ×4 vasto di collezionisti e amatori, favo - Inv. Davanzati n. 35 rendo l’uso degli stessi temi anche per L’unica parte originale di questo cas - cassoni e spalliere. sone è il fronte dipinto e finemente de - I cofanetti costituivano probabilmen - corato a pastiglia, che rappresenta sce - te doni di fidanzamento o di nozze, ne del Giudizio di Paride. destinati a custodire monili o oggetti Nella prima scena le tre dee Era, Ate - personali in ambienti strettamente pri - na e Afrodite disputano sulla loro bel - vati. lezza presso una fonte, nella cui vasca L’iconografia di questi oggetti svolge - esagonale sono immerse due delle di - va inoltre un evidente ruolo di exem - vinità, osservate di nascosto da Erys. plum morale, incitando a seguire le virtù Nella scena centrale le tre dee s’in - esemplificate negli episodi storici o, nel camminano sul monte Ida, mentre caso delle tragiche storie d’amore, era - nell’ultima scena sono in attesa del giu - no un invito alla temperanza, alla pa - dizio di Paride, del quale attendono il zienza e alla necessità del distacco. Al - risveglio. Il racconto doveva conti - tre scene erano piuttosto augurali, come nuare, probabilmente, su un altro cas - il Giudizio di Paride inneggiante alla sone pendant del nostro. bellezza o il Mito d’Europa come im - Le scene sono inserite in formelle mi - magine della coppia perfetta. stilinee contornate da una finissima Oggetti di estrema raffinatezza, questi decorazione a pastiglia a motivi di ra - cofanetti rappresentano bene l’arte del - cemi che includono due campi ret - le corti dell’Italia settentrionale dove tangolari che presentano tracce di let - venivano realizzati da alcune botteghe tere gotiche. specializzate, tra la fine del xv e gli ini - Su sfondi naturalistici, purtroppo mol - zi del secolo successivo. to consunti, si dispongono le figure femminili che indossano vesti alla mo - da dei primi decenni del Quattrocen - Continuando si giunge to, lunghe e strette in vita con mani - all’“agiamento”, decorato a finto che a sbuffo fino al gomito, scollature vaio e arredato con un rotonde che fanno risaltare le accura - Semicupio in lamiera e una te acconciature. Bagnarola in zinco del secolo xix . L’attenzione dedicata alla moda e la Ritornando nella camera dichiarazione della bellezza basata sui

visita al museo testi classici suggeriscono l’apparte - to, da due angeli reggicortine. In bas - nenza di questo cassone nuziale a un so sono inginocchiati i committenti, ambiente raffinato e colto. probabilmente una coppia, in dimen - La finezza dell’esecuzione, lo stucco, sioni ridotte e vestiti alla moda, ma an - modellato a rilievo bassissimo su una cora non identificati. sottile preparazione di pastiglia, han- La rappresentazione naturalistica di ta - no orientato la critica ad assegnare le iconografia ebbe sviluppo in Italia l’opera a una bottega fiorentina del nel Trecento con particolare seguito secondo quarto del secolo xv , ripren - in area toscana dove si trovano opere dendo una vecchia proposta degli di celebri artisti (Bernardo Daddi, inizi del secolo scorso, piuttosto che Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Bar - a una bottega veronese – come indi - tolo di Fredi) fino a culminare nel se - cato nel catalogo del Museo – che colo successivo nel capolavoro di Pie - utilizzava una pastiglia a rilievo, oltre ro della Francesca, per poi tramontare ad un impianto decorativo a grandi definitivamente nel Cinquecento, vasi e festoni, più ricco e meno mi- quando con il Concilio di Trento que - nuto. sta rappresentazione non fu ritenuta ortodossa. 8. rossello di jacopo franchi Il dipinto, proveniente dalla farmacia (Firenze -4 ) annessa al Convento di San Marco, fu Madonna del Parto eseguito da Rossello di Jacopo Franchi, 4-4 che oltre ad essere pittore fu anche mi - tavola; cm × niatore, come denotano la raffinatez - Inv. 1890 n. 5068 za dei colori delicati e luminosi e le fi - Nel dipinto – tipico altarolo per la de - ni decorazioni del nostro dipinto. Nel vozione privata – la Vergine, in piedi lungo, sempre piacevole, ma a volte con una veste rosa dalle fini bordure, monotono percorso di Rossello di Ja - ha il ventre prominente e gioca con la copo Franchi, l’opera è stata riferita mano destra con una delle nappe del - cronologicamente al secondo decen - la cintura, simbolo di castità, mentre nio del secolo xv , per confronti stili - nella sinistra sorregge il libro chiuso, stici con opere giovanili dell’artista evidente allusione al Verbo incarnato. (San Biagio di Santa Maria del Fiore, Il fondo oro del dipinto è coperto da 48 , e Crocifisso di Rovezzano, 44 ) un drappo rosso a fini decorazioni flo - ma anche per la foggia degli abiti alla reali, bordato in basso e sorretto, in al - moda dei committenti.

museo di palazzo davanzati 81 visita al museo Pianta del museo Terzo piano

Cucina 12 Kitchen Camera delle Impannate 13 Room of the Impannate Terzo piano l terzo piano si visitano solo la Cucina e la Camera del - Ale Impannate, dal momento che la Sala madornale è de - stinata a biblioteca e archivio e lo Studiolo ospita la direzio - ne del Museo.

12 - Cucina La cucina di Palazzo Davanzati, come tutte le cucine dei pa - lazzi medievali, era collocata in alto, all’ultimo piano, per porre rimedio ai gravi rischi di incendi, ma anche per di - sperdere i fumi e gli odori. La cucina disponeva, ovviamente, di un grande tavolo de - stinato alla preparazione dei cibi e di un camino, con appe - so un paiolo che serviva a bollire l’acqua, scaldare e cucina - re i cibi. La visita della cucina consente di conoscere le abitudini ali - mentari nel Medioevo. Sappiamo infatti che l’alimentazio - ne era piuttosto semplice, basata su pane, miglio, farinata di castagne, ma arricchita anche da verdure e frutta. Il pesce e la carne – anche se con uso più moderato rispetto alle abi - tudini alimentari attuali – facevano parte dell’alimentazio - ne. I cibi erano resi più appetitosi dalle spezie e anche dal sa - le, che erano piuttosto costosi. Riguardo al consumo dei

visita al museo grassi, il lardo era usato dalle classi meno abbienti, mentre l’olio d’oliva era riservato ai più ricchi. Il vino accompagna - va i pasti che venivano scanditi durante la giornata. Il desinare avveniva tra le e le dopo la colazione e pri - ma della cena, considerando che le abitudini alimentari, co - me tutte le altre della giornata, erano scandite dai ritmi del - la luce solare. In cucina c’è anche un angolo destinato a lavori domestici. Le donne infatti con piccoli telai, rocche, fusi provvedeva - no all’abbigliamento e alla biancheria di casa. Le pareti della cucina, come le sale nei piani inferiori, pre - sentano schizzi e scritte a carboncino. Sono da segnalare so - prattutto due iscrizioni di particolare interesse. Sulla parete adiacente alla Sala madornale c’è il ricordo della morte di Giuliano de’ Medici a causa della Congiura dei Pazzi: « 48 A dì d’aprile fu morto Giuliano de’ Medici in Santa Ma - ria de’ fiore». Sulla parete di fronte si ricorda invece l’arrivo a Firenze del cardinale Francesco Soderini, il cui nome è confuso con il celebre Pier, Gonfaloniere di giustizia: «A dì de luglio vene a Fiorenz il gardenal. de pietro [can - cellato] Sodarino ».

museo di palazzo davanzati Il percorso inizia dal grande Tavolo in noce dell’ultimo quarto del secolo xvii dove sono disposti alcuni oggetti d’artigianato italiano: uno Spremiagrumi del secolo xviii , un Imbuto e Catino del secolo xix e una Brocca della seconda metà del Seicento. Sul tavolo un librone di cucina, Invito alla mensa del mercante del Trecento , cerca di spiegare didatticamente, attraverso immagini di dipinti e miniature, le abitudini alimentari nel Medioevo, fornendo ricette dell’epoca, ma soprattutto 82 illustrando l’uso di arnesi che le nese presenta una specie di imbuto, do - generazioni attuali non conoscono. ve si versa il prodotto, che comunica Il lampadario al centro della con un recipiente ottagonale azionato cucina è in realtà un Cerchio in da una manovella. Un pezzo di tela se - ferro per alimenti adattato a para la crusca dalla farina, che viene rac - lampadario, del secolo xviii che colta in una cassetta che poggia su un reca, al posto degli alimenti, supporto a quattro gambe. La sempli - Cinque lucerne in terracotta e cità dell’oggetto, privo di elementi sti - una Lucerna in vetro seicentesche. listici, e il legno non eccessivamente in - Accanto al tavolo vi è un antico vecchiato, suggeriscono una datazione strumento al primo quarto del secolo scorso.

8. artigianato italiano Abburatto per la farina Sulla parete adiacente primo quarto del secolo xx alla Sala madornale legno di castagno e ferro; cm ×4 × 8. produzione fiorentina Inv. Davanzati n. 479 Granata Il nome dell’abburatto, strumento che prima metà del secolo xvii serve per separare la crusca dalla farina, legno, saggina; cm 48 deriva dal latino bura , cioè stoffa. L’ar - Inv. Davanzati n. 428

visita al museo La granata, di forma e dimensioni si - riori vi sono monofore accompagnate mili agli esemplari attuali, fu rinvenu - da rosette. Nel catalogo del Museo era ta nel dietro gli armadi addossati ritenuta un tipico arredo dell’Italia set - alle pareti del convento di San Marco. tentrionale, probabilmente di bottega veneta, del secolo xv . In realtà, ad un 84. artigianato dell’italia attento esame, la credenza si rivela un settentrionale assemblaggio eseguito da abili artigia - Credenza ni probabilmente alla fine dell’Otto - secoli xv , xviii , xix cento di vari pezzi, dei quali alcuni an - legno di rovere; cm × ×4 tichi (la fiancata e le parti interne degli Inv. Davanzati n. 30 sportelli), altri rifatti, come lo sportel - La piccola credenza, a due corpi e tre lo inferiore di legno patinato. ante, appartiene al genere rustico di mobili che ebbe una vasta produzione 8. artigianato toscano a fine Medioevo, con una ripresa nel - Mortaio e pestello con arme dei Medici l’Ottocento legata a interessi antiqua - prima metà del secolo xvii riali. Nell’anta inferiore il mobile pre - bronzo e ferro; senta una decorazione di gusto gotico cm (altezza) × (diam.); con motivi di bifore e in quelle supe - cm 4 (altezza pestello) Inv. Castello 1911 n. 424 Il mortaio è un recipiente usato per pestare erbe e grani per mezzo di un pe - stello. Il nostro esemplare è interes - sante perché reca sul corpo l’arme dei Medici, sormontata dalla corona gran - ducale.

Sulla parete adiacente al ballatoio, nella nicchia dell’acquaio, sui vari ripiani, sono disposti diversi oggetti d’uso (mestoli, posate, colino, stampo, tegame, cavatappi, bilancina ecc.), tra i quali si segnalano, nei ripiani superiori, un Bottiglione in vetro di manifattura toscana del secolo xvii e una serie di 84 museo di palazzo davanzati 8 un paio di Alari in ferro, una serie di arnesi in ferro di artigianato toscano dei secoli xvii, xviii, xix : un Girapolenta , uno Spiedo con reggispiedo in ferro e legno e Sei spiedi in ferro. Nella nicchia accanto al camino vi sono un Catino in terracotta smaltata del secolo xvii , un Recipiente cilindrico in metallo del secolo scorso e una Brocca in rame del Seicento, tutti di manifattura toscana. Accanto alla nicchia

8. artigianato veneto Girarrosto automatico secoli xviii -xix ferro, legno e corda; cm 4 × Cinque boccali in maiolica, dei Inv. Davanzati n. 466 quali uno cinquecentesco della manifattura di Montelupo, altri quattro con l’arme dei Medici, alcuni datati 1506, 1517 e altri eseguiti nel secolo xix . Un grande Calderone in rame, per cuocere le vivande o far bollire i liquidi o il bucato col ranno, poggiato su una base in legno del secolo xviii e Due lucerne pensili in ferro del secolo xix sono accanto al grande camino che ha sull’architrave un Mantice dell’Ottocento in legno e cuoio. Nel camino, dov’è appeso un grande Paiolo in rame del secolo xix , vi sono all’interno, oltre ad 86

visita al museo I girarrosti automatici, provvisti di di girali, animali e due dame in costu - meccanismi precisi come quelli degli me quattrocentesco che suonano l’ar - orologi, furono inventati già nel seco - pa. Tale decorazione, a fondo ribassa - lo xvi , suscitando stupore nei visita - to e ombreggiato col pirografo, indi - tori della Fiera di Norimberga del ca l’Italia settentrionale, probabil - 4 , come quello che fu ammirato mente tra Veneto e Friuli, come zona da Carlo D’Este. Visitatori illustri di - di produzione. chiararono la loro ammirazione per questo genere di oggetti, come lo stes - Sul cassone so Montaigne. Il girarrosto di Palazzo Davanzati è do - 88. artigianato italiano tato di un meccanismo che viene cari - Zangola cato da una manovella che fa arroto - ultimo quarto del secolo xviii lare la corda, provvista di un peso, peltro; cm × intorno al tamburo di legno. Il movi - Inv. Davanzati n. 58 mento è trasmesso da una ruota mo - Il nome zangola è un diminutivo di bile dentellata al pignone che provve - sanga , derivato da zana , termine di de a far girare la puleggia motrice e origine longobarda che significa “ce - quella dello spiedo. sta ” di forma ovale, a volte usata co - me culla.

A destra della nicchia vi è un Impastatoio in legno del secolo scorso e oltre la porta vi è un bel cassone in cedro

8. artigianato friulano Cassone inizi del secolo xv legno di cedro intagliato e pirografato; cm × × Inv. Davanzati n. 411 Il cassone, a forma di parallelepipedo, ha il coperchio aggettante, ornato nella parte frontale da un fregio con - tinuo di foglie e piccoli fiori. Nel fronte, sui lati e nella parte inferiore, corre una fascia intagliata con motivi 88 museo di palazzo davanzati La semplice decorazione ad anello nel corpo centrale, con piede svasato e col - lo cilindrico, rimanda cronologica - mente all’ultimo quarto del secolo xviii . Si tratta di una macchina per la fab - bricazione del burro. Il recipiente in peltro dal corpo rotondo, dentro il quale la panna è sottoposta a sbatti - mento, è a chiusura ermetica. Il co - 89 perchio, estraibile, presenta un lungo trappeso al quale sono infilati alcuni manico terminante con una sfera. pesi caratterizza la grande stadera il cui piatto è attaccato al braccio mediante Sul cassone vi sono due vetrinette un gancio che sorregge quattro soste - con oggetti da tavola e arnesi per gni ricurvi collegati da catene. la cucina: un Macinaspezie La presenza di alcuni numeri d’inven - e un Portaspezie in legno del tario sotto il piatto e il braccio, ma an - secolo xvii , una piccola Saliera che la finezza di alcuni elementi, ri - in vetro, veneta, del secolo xvi , mandano la provenienza della stadera uno Stampo , un Mestolo , da una villa o un palazzo signorile. un Mattarello e un Tagliapasta La datazione più probabile è ai secoli in legno risalenti al secolo scorso. xvii-xviii . Sulla parete a sinistra è appeso Forchettone un in ferro Si passa quindi all’angolo del xvii del secolo . filare e tessere, lavori domestici Sulla parete a destra domina una che spesso le donne eseguivano in Due torciere grande stadera sopra cucina. Sul Tavolo in noce, del in ferro del secolo scorso secolo xviii , sono disposti vari 8. bottega italiana oggetti legati a questa attività, Stadera fra cui un tombolo, due scatole, secoli xvii -xviii un cofanetto da lavoro, rocchetti, ferro; cm (altezza) fuselli e fusi e anche due ferri da cm (diam. piatto) stiro, un arcolaio per matasse ed Inv. Oggetti d’uso n. 4153 uno da tavolo. Un lungo braccio graduato con termi - Dietro il tavolo, una Sedia nana nale decorato da due profili di aironi, del xvii secolo e un’altra sostegno a ricciolo e gancio per con - Torciera in ferro del secolo scorso

visita al museo que-seicentesca, nonostante siano sta - ti sostituiti diversi pezzi del telaio, dei pedali e dei supporti.

Alla parete di fondo

. artigianato toscano Orditoio secolo xvii (?) legno; cm (altezza) Inv. Davanzati n. 480 Strumento composto da due aste at - taccate al muro con pioli tra le quali si tende il filo per preparare l’ordito del - la tessitura.

90 . bottega italiana Telaio secoli xvi -xvii legno; cm × ×8 Inv. Davanzati n. 476 Il piccolo telaio a due licci è realizzato per uso domestico: serviva per pro - durre fasce e strisce di tessuto per guar - 91 nizione o altri piccoli oggetti. Il sup - porto anteriore è a due gambe, mentre Una Panca in noce del secolo quello posteriore è ad una gamba, co - xviii chiude questa sezione. stituita da un’asse a cui sono fissati, Dal ballatoio, svoltando tramite una cerniera, i pedali. nel piccolo corridoio Si tratta di un interessante esemplare con decorazioni geometriche, della tradizione artigianale italiana cin - si raggiunge la camera da letto.

museo di palazzo davanzati 13 - Camera delle Impannate ertamente provvista di impannate, al pari di tutte le al - Ctre sale del palazzo, la camera da letto del terzo piano è così denominata. La camera è connotata da una decorazione a finta tappezze - ria, simile a quella delle altre camere da letto. Nel fregio su - periore elementi naturalistici, quali alberi, fiori, uccelli e fon - tane – come denotano i capitelli delle colonnine divisorie che spruzzano acqua – sembrano riprendere il fregio superiore della Sala dei Pappagalli. Estremamente ricca e sofisticata l’iconografia araldica, dal momento che stemmi con le armi delle famiglie nobili fio - rentine (Capponi, Strozzi, Albizi), in rapporto di parentela e di affari con i Davizzi, sono presenti in basso e in alto, lun - go i bordi delle cortine e sul camino. Anche in questa sala l’atmosfera della camera da letto medie - vale è suggerita da un arredo consono, costituito da cassa - panche, letto, culla e oggetti particolari, come il poggiaschie - na da letto, che sono però in gran parte cinque-seicenteschi.

visita al museo Il percorso si svolge in senso accompagnate da quello di altre orario; alla parete sinistra famiglie gentilizie, vi sono una . bottega toscana Coppia di alari del secolo xvii Cassone e altri attrezzi in ferro prima metà del secolo xv di manifattura toscana del secolo xix : Molle e Ferro da camino , legno dipinto; cm 4 ×4 ×4 Inv. Davanzati n. 178 nonché uno Scaldino da letto . Il cassone, di forma bombata sia sulla Nella prima nicchia sulla parete cassa che sul coperchio e poggiante su adiacente al camino piedi a mensola, è del tipo quattro - centesco specificamente indicato co - . bottega senese me “cofano”. Un simile cassone, del ti - Manichino da processione po da monaca, proveniente da Santa prima metà del secolo xvi Maria Nuova, è conservato a Berlino. legno dipinto; cm ×44 ×4 La decorazione dipinta, molto restau - Inv. Sculture n. 1694 rata, è realizzata su uno strato di perga - Il manichino femminile, scolpito a tut - mena, incollato su tutta la superficie. to tondo, indossa una veste estrema - Sulla cassa e sul coperchio motivi aral - mente semplice che consente di intra - dici a onde in bianco e azzurro si al - vedere, al di sotto dello scollo, una ternano a stemmi della famiglia Ri - dolfi da Ponte, ripetuti anche sui lati, e imprese forse collegabili con la fa - miglia Albani di Orvieto. Sul fronte l’impresa di un anello con diamante e il motto pensa al fine . Sul cassone è appeso uno Specchio con cornice cinquecentesco, ma rimaneggiato nel secolo scorso e, accanto, vi è una Torciera in ferro battuto forse trecentesca. Davanti al camino una Culla rustica in legno dipinto del Settecento e Due sedie nane , in noce, rivestite in tessuto moderno del secolo xvii . Nel camino, sulla cui cappa le armi dei Davizzi sono 93 museo di palazzo davanzati 4 camiciola bianca e braccia snodabili. momento che le monache di Queste caratteristiche, così come la questo convento furono tra - semplicità dell’abbigliamento, sugge - sferite nel 8 nel con - riscono che la scultura (con molte pro - vento di Sant’Ambro- babilità una Vergine ) doveva essere ri - gio, dove proba- vestita di un abito in tessuto per essere bilmente portarono al - portata in processione. cune immagini di de - L’opera, databile alla prima metà del vozione. Cinquecento, potrebbe essere asse - Il Sant’Onofrio ri - gnata ad una bottega senese, per la raf - manda, per icono - finatezza dell’esecuzione, evidente so - grafia e stile, ai san - prattutto nel volto. ti asceti di Donatel - lo ( Maddalena del Nella nicchia accanto al letto Battistero fiorentino, San Giovanni Bat - 4. Ambito di jacopo tatti tista nelle versioni detto jacopo sansovino in bronzo del (Firenze 48-) Duomo di Siena e Sant’Onofrio in legno della - chiesa dei Frari a terracotta dipinta; cm (altezza) Venezia) con Inv. Davanzati n. 156 un confronto La scultura in terracotta, inventariata più diretto come «San Gerolamo», al pari di un con il San Ge - 94 esemplare simile del Museo del Bar - rolamo ligneo del Mu - gello, in realtà presenta l’iconografia seo Civico di Faenza, attribuito a Ber - del santo eremita Onofrio, coperto so - toldo di Giovanni. lo dai lunghi capelli e da un perizoma Gli elementi stilistici, che riprendono di foglie. modi della scultura fiorentina del In un inventario ottocentesco, si di - Quattro-Cinquecento, dalle riprese chiara la provenienza delle due sculture neodonatelliane a riflessioni sulle ope - dal convento di Sant’Ambrogio, dove re di Francesco Rustici e Baccio da certamente era presente la devozione per Montelupo, suggeriscono di assegna - questo santo. Non si può neppure re questa scultura a un artista fiorenti - escludere la loro provenienza dal con - no del primissimo Cinquecento che, vento di Sant’Onofrio, unico complesso per eleganza ed effetti pittorici, si può a Firenze, insieme con l’Ospedale dei ricondurre all’ambito di Jacopo San - Tintori, intitolato a questo santo, dal sovino.

visita al museo 95, 96, 97 Accanto al letto vi è un Un’analisi compiuta in occasione di un Inginocchiatoio in noce recente restauro ha rivelato che si trat - del secolo xvii dove sono collocati ta di un letto antico, in cui sono pre - alcuni oggetti legati alle necessità senti elementi del xvi e xvii secolo (per notturne: una Lucerna in ottone esempio i due montanti torniti della e uno Spegnitoio da lucerna testata). Nel xix secolo il mobile, di di - di manifattura toscana del secolo mensioni inferiori alle attuali, ha subi - xix , un Campanello in bronzo to pesanti rifacimenti e modifiche. del secolo xvi e un Candeliere L’attuale configurazione richiama il gu - del secolo xviii-xix , entrambi sto del mobile seicentesco toscano. di manifattura dell’Italia settentrionale. . manifattura siciliana (?) Nel centro della camera Coperta ricamata secolo xix tela e sete policrome; cm × . manifattura toscana Inv. Stoffe n. 5544 Letto La coperta proviene dalla Villa Nievo secoli xvi , xvii , xx Bonin a Montecchio Maggiore (Vi - legno di noce intagliato; cenza). Ha il fondo di tela lavorato a cm × ×8 punto floscio , cioè con fili di seta stesi Inv. Davanzati n. 416 parallelamente e fermati con punti che museo di palazzo davanzati formano un motivo a spina di pesce. xix secolo recuperando un poggia - Sul fondo è eseguito un ricamo a pun - schiena del xvii secolo. to unghero che presenta, al centro, un vaso stilizzato da cui parte un grande tralcio floreale. Nelle parti laterali e Nella parete adiacente vi sono agli angoli, grandi tralci di rose, garo - una Torciera di bottega toscana, fani e tulipani di diversi colori. La ri - probabilmente trecentesca, finitura a frangia è moderna. un Seggiolone di bottega La tecnica di ricamo di questa coperta, lombarda della prima metà di origine orientale, è stata utilizzata in del Seicento e uno Sgabello Italia fin dal Quattrocento, ma trova ottocentesco, in noce larga diffusione soprattutto nel xvii e con dorature. xviii secolo. Il tipo di lavorazione, i mo - Nell’“agiamento” decorato tivi decorativi e i colori accesi possono a motivi di vaio vi sono Due suggerire il riferimento di questo esem - mezzine e un Catino in rame plare ad una manifattura dell’Italia me - di manifattura toscana ridionale, specificatamente siciliana. dei secoli xvii e xviii. Uscendo dalla camera, alla parete vi è un Cassone in noce Su un tavolino a destra del letto intarsiato, del secolo xv , molto . manifattura toscana rimaneggiato nel secolo scorso, Poggiaschiena da letto sul quale sono esposti alcuni secoli xvii -xix oggetti particolari legno intagliato e dorato, cuoio, seta, bronzo; cm × 8. manifattura italiana Inv. Sculture n. 1423 Cuscino ricamato Questo poggiaschiena da letto, che ap - secoli xv e xvii parteneva ad Elia Volpi, è formato da seta policroma, argento e oro filati; una spalliera con struttura in legno im - cm × bottita e rivestita in cuoio trapunto, Inv. Davanzati n. 188 fermato ai bordi da borchie in bronzo Piccolo cuscino rivestito in seta e ri - su un bordo di passamaneria. Due fi - camato in oro, argento e seta, con uno nali in legno intagliato e dorato e una stemma al centro. Ai lati due fasce in base con due stecche scalettate per - azzurro con una piccola stella gialla mettono di regolare l’inclinazione del fanno da sfondo a triangoli che rac - poggiaschiena. chiudono fiori stilizzati. Due bordure È verosimile che questo esemplare, azzurre delimitano i lati orizzontali del piuttosto raro, sia stato realizzato nel cuscino.

visita al museo 98 Il cuscino, realizzato nel secolo xvii , uti - lizza nella parte centrale un tessuto più antico, probabilmente del secolo xv .

. manifattura veneta Pantofole ricamate secolo xviii 99 seta con ricamo in seta e argento; Anche l’interno è ricamato in giallo cm (lunghezza) con un piccolo mazzo di spighe. Inv. Davanzati n. 186 Le pantofole sono caratterizzate da una . manifattura toscana forma molto appuntita ma corta, tipi - Pianella e Zoccolo ca di una calzatura femminile. secoli xvi -xvii Il ricamo impreziosisce la tomaia, con sughero e pelle; cm × un motivo a fiore ed una spirale rea - legno e pelle; cm ×8 lizzato con seta gialla e argento filato. Inv. Depositi nn. 259 , 260

100 a 100 b museo di palazzo davanzati 8 Le scarpe, di estrema semplicità, tan - Su un Inginocchiatoio to da rendere difficile una definizione in noce, assemblato di bottega, ma anche di epoca, sono con pezzi settecenteschi state rinvenute a Certaldo in un mu - nei secoli successivi, ro della Casa Boccaccio. vi è uno stucco dipinto La pianella, in sughero con tomaia in raffigurante la Madonna cuoio inciso e impresso, a motivi di fa - sce con alta zeppa, è certamente una col Bambino e cherubini calzatura femminile. replica di un’opera Lo zoccolo in legno con tomaia di di Benedetto da Maiano, cuoio priva di decorazioni e zeppa bas - custodita nella sa è, per la sua essenzialità, una calza - National Gallery tura maschile. di Washington.

visita al museo

Glossario e biografie Cristina Corazzi Aemilia Ars guiti spesso seguendo un disegno sot - Società nata a Bologna nel 88 , pro - tostante tracciato su cartoncino – e mossa da alcuni nobili e artisti con lo creando poi con vari punti ad ago i scopo di promuovere «arti e industrie pieni e i vuoti. decorative nella regione emiliana», sul modello dell’inglese Arts and Crafts. Altana Dal circa la società continuò so - Detta anche “belvedere”, è una ter - lo nel settore del ricamo, in particola - razza o una loggetta posta sopra il tet - re nei merletti ad ago (v.) con disegni to di un edificio. spesso forniti da artisti dell’epoca e ot - tenendo grande successo in Italia e al - Altarolo l’estero, specialmente in Europa e in Piccolo altare destinato alla devozio - America. ne privata, costituito da un fondale in legno dipinto (raramente in argento) Affresco e chiuso da sportelli. Tecnica di pittura murale in cui l’ar - tista incorpora i colori alla calce del - Andrea del Sarto , Andrea d’Agnolo l’intonaco fresco, non asciutto. La di Francesco, detto porzione di superficie da affrescare vie - (Firenze 48- ) ne così preparata quotidianamente (le Pittore considerato fra i massimi espo - cosiddette “giornate”): il supporto nenti del Rinascimento fiorentino, murario è preparato con un primo Andrea del Sarto si formò presso un strato grossolano d’intonaco (rinfaz - orafo e nella bottega di Piero di Cosi - zo) sul quale è steso uno strato più sot - mo. Lavorò con il Franciabigio e stu - tile, detto arriccio; sull’arriccio è trac - diò le opere di Raffaello, Leonardo, ciata con terra rossa il disegno Michelangelo: le influenze di questi (sinopia), infine è steso l’intonachino, autori confluiscono nel suo stile clas - strato leggero di sabbia fine mista a sicista e pieno di grazia, che apre la calce, sul quale l’artista dipinge l’ope - strada al manierismo toscano (lavora - ra con colori mescolati con acqua. rono nella sua bottega Pontormo e Rosso Fiorentino). Fra le sue opere Ago (ricamo, merletto ad -) maggiori gli affreschi con la Vita di Ricamo eseguito con l’ago (asticella San Filippo Benizzi nella Santissima d’acciaio con un’estremità appuntita Annunziata e quelli monocromi con e l’altra dotata di un foro attraverso il il Battesimo di Cristo nel chiostro del - quale scorre il filo per cucire). Questa lo Scalzo ambedue a Firenze; fra i di - tecnica ha avuto origine in epoca ri - pinti, la “Madonna delle Arpie” oggi nascimentale con il ricamo detto “re - agli Uffizi e il Ritratto di giovane uo - ticello”, ottenuto sfilando un tessuto mo della National Gallery di Londra. del quale si lasciavano pochi fili sui quali si costruivano poi motivi vari, Antonio di Donnino del Mazziere in genere geometrici, mediante ago e (Firenze 4-4 ) filo. In seguito si è abbandonato il tes - La personalità di questo artista, che fu suto e realizzato il merletto costruen - allievo del Franciabigio e del quale Va - dolo su alcuni punti di partenza – ese - sari nomina opere che però non ci so - museo di palazzo davanzati 4 no pervenute, è stata ricostruita da Fe - va che si appoggia su due piedritti, sui derico Zeri sulla base di una tavola con quali scarica il peso della struttura so - Adorazione dei pastori (nella chiesa di vrastante. In base al tipo di tale curva San Giuseppe a Castiglion Fiorentino) (detta sesto ) è chiamato: a tutto sesto e di una con Madonna e santi per la quando la curva è un semicerchio, a Santissima Annunziata a Firenze. Nel sesto ribassato se la distanza tra i due 8 fu tra i pittori impiegati come punti estremi della curva è minore del aiuti nella decorazione della volta del - diametro; a sesto acuto se è formato la Cappella Sistina. dall’incrocio di due cerchi che s’in - tersecano formando un vertice alla Arazzo sommità. Termine (derivato dalla città france - se di Arras) che designa un tessuto rea - Arme lizzato a telaio, con una tecnica che L’insieme costituito dallo scudo, da - consente di rappresentare grandi di - gli ornamenti e dai contrassegni ono - segni ricchi di dettagli: il filo di trama rifici di una famiglia o di un ente. (anziché andare da un margine all’al - tro della stoffa è portato da una na - Aspetti Tiziano vetta) mediante molte navettine con (Padova - Pisa ca.) i colori stabiliti viene passato avanti e Tiziano Aspetti proseguì la tradizione indietro sui fili di ordito di una su - della bottega fondata dal nonno Gui - perficie ristretta, realizzando progres - do Minio e continuata dallo zio Ti - sivamente piccole porzioni di tessuto ziano detto Minio, specializzata nella e formando un disegno sulla base di lavorazione del bronzo. Tiziano un modello che, disegnato su carto - Aspetti (nipote) svolse ancora giova - ne, viene posto dietro l’ordito; alla fi - ne la sua attività a Venezia, dove nel ne del lavoro la trama copre total - 8 realizzò opere di gusto manieri - mente i fili di ordito. Questo tessuto sta per Palazzo Ducale e in seguito per era eseguito sia con un telaio vertica - San Francesco della Vigna, e poi alla le (detto ad alto liccio , v.), sia con uno Basilica del Santo a Padova . orizzontale (o a basso liccio ) ed era ap - peso alle pareti come ornamento e con Betsabea funzione isolante; era perciò un ele - Moglie di Uria l’Ittita e poi del re Da - mento d’arredo di grande pregio e vide, dette a quest’ultimo due figli, il spesso il disegno che serviva da mo - più giovane dei quali fu Salomone. dello era eseguito da noti pittori. Bicci di Lorenzo Arcangelo Gabriele (Firenze 8 ca. - Arezzo 4 ) V. San Gabriele arcangelo . Figlio di Lorenzo di Bicci, ne ereditò nel 4 la bottega a Firenze, che ri - Arcangelo Raffaele mase legata ai modi del gotico inter - V. San Raffaele arcangelo . nazionale: presente, nella sua opera, l’influenza di Lorenzo Monaco e di Arco (ribassato) Gentile da Fabriano. Fu autore sia di Elemento architettonico a linea cur - affreschi (come il ciclo con Uomini Il -

glossario e biografie 4 lustri nel palazzo dei Medici in via Lar - e il ritorno al mito cari agli umanisti: ga), sia di tavole. datano a questo periodo le sue opere più celebri, dalla Primavera (48 cir - Boiserie ca) alla Nascita di Venere (48 circa). Rivestimento di interni, con funzio - Nell’ultimo periodo della sua attività ne sia decorativa sia isolante, median - (dopo il 4 ) Botticelli si avvicinò te pannelli di legno, spesso dipinti, in - alla religiosità diffusa dalla predica - tagliati o intarsiati. zione savonaroliana e la sua pittura di - venne quasi esclusivamente di carat - Bottega dei Della Robbia tere sacro. Celeberrima bottega di terrecotte in - Bronzo vetriate fondata da Luca della Robbia, Lega costituita di rame e stagno in per - che aveva iniziato la sua attività arti - centuali varie, talvolta con l’aggiunta stica come scultore. Suo allievo e con - di altri elementi (soprattutto zinco e tinuatore fu il nipote Andrea, che pre - piombo) impiegata per la fusione (v.) dilesse per le sue opere la bicromia di statue. bianco-azzurro: ne sono esempio le lunette con i Putti nel portico Brunelleschi Filippo dello Spedale degli Innocenti a Firen - (Firenze -44 ) ze e la pala del santuario della Verna. Formatosi come orafo e scultore, vin - La bottega fu poi condotta da uno dei se ex aequo con Lorenzo Ghiberti il figli di Andrea, Giovanni, autore as - concorso per la seconda porta del Bat - sai prolifico che ampliò la policromia tistero, poi commissionata a Ghiber - delle terrecotte; con lui lavorarono an - ti. Studiò architettura e scultura a Ro - che i fratelli minori Gerolamo, Fra ma con Donatello. Attivo nel cantiere Mattia, Luca il Giovane e Fra Am - di Santa Maria del Fiore già dal 4 , brogio. Alla morte di Giovanni cessò vinse il concorso del 48 con il suo l’attività della bottega. progetto della cupola, capolavoro co - struito mediante una tecnica che per - Botticelli Sandro , Sandro Filipepi, metteva di non impiegare armature. detto È considerato uno dei grandi inizia - (Firenze 44- ) tori del Rinascimento fiorentino; fra Compì il suo primo apprendistato le sue opere, a Firenze, lo Spedale de - presso la bottega di Filippo Lippi, la gli Innocenti, la Sagrestia Vecchia di cui influenza, insieme a quella del Pol - San Lorenzo, la ricostruzione della Ba - laiolo e del Verrocchio, è evidente nel - silica di San Lorenzo, la cappella dei le sue prime opere ( La Fortezza , del Pazzi. 4 , o Il ritorno di Giuditta , oggi am - bedue agli Uffizi), in cui si fondono la Buglioni Benedetto grazia caratteristica del Lippi e una (Firenze 4- ) certa fluidità delle linee. Negli anni Scultore formatosi nella bottega di Settanta, venuto in contatto con l’am - Andrea della Robbia, aprì una sua bot - biente neoplatonico della cerchia dei tega a Firenze e fu attivo in Toscana e Medici, portò a maturazione il suo sti - nell’Italia centrale come autore di ter - le, interpretando gli ideali di bellezza recotte invetriate. museo di palazzo davanzati 44 Bugnato/bugna Crociera (volta a -) Rivestimento murario con pietre spor - Volta formata dall’intersezione ad an - genti (dette bugne ). golo retto di due volte a botte.

Campata Desiderio da Settignano Lo spazio fra strutture portanti, vicine (Settignano 4 ca. - Firenze 44 ) fra loro: per esempio, nella navata di Scultore formatosi in ambiente dona - una chiesa, lo spazio compreso fra quat - telliano, elaborò un proprio linguaggio tro colonne collegate da una volta. artistico caratterizzato dall’eleganza e dalla finezza del disegno, dal naturali - Casa-torre smo espressivo e da un’abilità virtuosi - Nelle città medievali, edificio abitativo stica nel trattare il marmo. Fra le sue di proprietà di una famiglia nobile, for - opere maggiori la tomba di Carlo Mar - tificato e sopraelevato a scopo difensivo. suppini in Santa Croce a Firenze. De Vegni Leonardo Capitello (Chianciano - Siena 8 ) Parte superiore della colonna (v.) o del pilastro (v.) sul quale poggia l’archi - Dopo aver compiuto per volere del trave, o l’arco. padre studi di diritto civile e canoni - co presso l’Università di Siena, si de - dicò soprattutto all’architettura, al di - Cassone segno, alla poesia e alle scienze. Fu Mobile tipico dell’arredamento me - l’inventore della cosiddetta “plastica dievale e rinascimentale (dal secolo xiv dei tartari”, tecnica per realizzare bas - al xvii ), costituito da una cassa ret - sorilievi impiegando i depositi calca - tangolare di legno provvista di coper - rei di sorgenti situate nel suo podere chio (piatto o a sarcofago) e in genere a Bagni di San Filippo. Aderì in ar - di maniglie. Serviva a riporvi il cor - chitettura alle idee illuministe che pro - redo, vestiti o anche denari e veniva in muovevano il ritorno alla purezza del - genere realizzato in occasione di ma - le forme dell’antichità classica. trimoni. Adornava le camere da letto, ed era usato anche come sedile. Févère Pietro (secolo xvii ) Cherubino Direttore del principale laboratorio Essere angelico che ha l’incarico di vi - della manifattura medicea degli araz - gilare l’ingresso dell’Eden. È in gene - zi a San Marco dal (anno in cui re rappresentato con la testa di un put - successe al fiammingo Jacopo van As - tino sostenuta da due ali spiegate. selt) al ; vi impose la tecnica del - l’alto liccio (v.). Colonna Elemento architettonico verticale, con Filet funzione portante, a base circolare. Si Tipo di ricamo eseguito su una rete distingue dal pilastro (v.), che può ave - lavorata ad ago, sulla quale vengono re sezione sia quadrangolare sia circo - poi costruiti disegni mediante vari lare e non è mai rastremato. punti di ricamo.

glossario e biografie 4 Fuselli (ricamo a -) dipinse numerose pale d’altare. Nella Il fusello è un piccolo arnese, di legno sua pittura classicheggiante si manifes - o d’osso, che serve per la lavorazione tano affinità con il primo manierismo di ricami e merletti. Strumento ne - fiorentino. cessario per questa tecnica – introdotta in Italia verso il xv secolo e diffusasi Gregorio di Lorenzo dal xvi – è, oltre ai fuselli, il tombolo , (4-4 ca.) un cuscino in genere di forma cilin - La personalità artistica di questo scul - drica sul quale viene fissato con degli tore, un tempo identificato con il spilli il disegno guida del merletto; do - Maestro delle Madonne di marmo po aver eseguito dei punti filza su al - (von Bode), è stata accertata solo re - cune parti del disegno, si intrecciano centemente, attribuendogli un corpus i fili avvolti sui fuselli per formare il di - di opere. L’eleganza dello stile dei suoi segno e creare il merletto. rilievi marmorei (dai quali il nome a lui attribuito) rivela influenze di De - Fusione siderio da Settignano e Mino da Fie - Tecnica per ottenere opere scultoree sole. attraverso una colata di metallo fuso dentro uno stampo, realizzabile in pie - Grillage (motivi a-) no (il metallo è colato dentro una for - Motivi a rete, ricami eseguiti su una ma vuota e la riempie completamen - struttura a rete. te) o in cavo (il metallo è colato in una forma chiusa e fuso in strato molto sot - Grottesca tile). Uno dei metodi per realizzare le Decorazione costituita da motivi fan - forme, usato nell’antichità e ripreso nel tastici vegetali e figure umane, a imi - Rinascimento, era quello della cera per - tazione delle pitture rinvenute nel Ri - duta : un’anima di argilla veniva rico - nascimento sulle volte della Domus perta con uno strato di cera plasmato Aurea. Il nome deriva dal fatto che a e poi ricoperto ancora di argilla; posto quel tempo il palazzo di Nerone era se - il tutto in forno per la cottura, la cera polto e i pittori vi si calavano dall’al - si scioglieva e defluiva attraverso ap - to, come in una grotta. positi fori, quindi entro la cavità così Impannata formata si colava il bronzo fuso. Antico infisso costituito da un telaio di legno sul quale era teso un panno. Giovanni di Ser Giovanni V. Scheggia . Intaglio Tecnica di lavorazione a scavo che si Granacci Francesco realizza incidendo var i materiali (le - (Villamagna di Volterra 4 - gno, gemme, avorio, marmo) con Firenze 4 ) strumenti metallici, seguend o la trac - Allievo e collaboratore del Ghirlandaio, cia di un disegno. frequentò la scuola di Lorenzo i l Ma - gnifico a San Marco. Fu aiuto di Mi- Intarsio chelangelo per la volta della Cappella Tecnica che consiste nel ritagliare for- Sistina, quindi tornò a Firenze, dove me di materiali diversi applicandole museo di palazzo davanzati 4 poi a incastro in un piano apposita - me opere furono fortemente influen - mente intagliato. zate. Nel 484-48 fu incaricato di completare gli affreschi della cappel - Jacopo del Sellaio , Jacopo la Brancacci nella chiesa del Carmine di Arcangelo, detto a Firenze, a contatto con l’opera di (Firenze 44-4 ) Masaccio. Dopo un viaggio a Roma Allievo di Filippo Lippi, fu artista (488-4 ), Filippino portò a Fi - eclettico, che accolse influssi del coe - renze il gusto per la decorazione a grot - taneo Botticelli e di Domenico Ghir - tesche. Nelle sue opere successive vi è landaio. Dopo gli inizi, in cui fu in - una nuova carica drammatica e un’in - fluenzato dall’opera del Verrocchio, quieta ricerca di effetti formali. collaborò con Botticelli e Bartolomeo di Giovanni ai pannelli con episodi Loggia/loggiato della Storia di Nastagio degli Onesti . Si Edificio o porzione di edificio aperto dedicò sia alla decorazione di nume - su uno o più lati, generalmente soste - rosi cassoni sia a piccoli dipinti devo - nuto da colonne e archi. zionali, opere che rivelano il suo gu - sto per la narrazione di scene ed episodi. Madonna del latte Iconografia della Madonna col Bam - Jacopo di Cione bino di origine orientale, introdotta in (Firenze documentato 8-8 ) Occidente verso il secolo xii e poi di Pittore appartenente a un’importan - grande diffusione nei secoli xv-xvi . In te famiglia di artisti, collaborò con i essa la Madonna viene rappresentata in fratelli, il più famoso dei quali fu posizione eretta, con il volto rivolto l’Orcagna, del quale completò i di - verso Gesù Bambino, che tiene in brac - pinti con la Vergine e San Matteo nel - cio e che succhia il latte dal seno. la chiesa di Orsanmichele a Firenze. Sono invece completamente di sua Maestro di Marradi mano gli affreschi e la pala d’altare (attivo in Toscana fine del secolo con una Crocifissione (questa oggi al - xv -inizi del xvi ) la National Gallery di Londra) per il Anonimo pittore così denominato da palazzo dell’Arte dei Giudici e Notai cinque tavole nella Badia di Santa Re - a Firenze. parata in Rio Salto presso Marradi; sono a lui attribuite varie opere, in Liccio un arco di tempo dal 48 (Madon - Maglia in spago che nel telaio mecca - na col Bambino e santi di Marradi) al nico serve per sollevare i fili d’ordito e (Madonna in trono col Bambi - farvi così passare la trama (v. arazzo ). no di Montefiridolfi). L’impiego di oro e punzonature danno al suo sti - Lippi Filippino le un’impronta arcaizzante, ma vi (Prato 4 - Firenze 4 ) compaiono anche riferimenti agli au - Filippino, così chiamato per distin - tori contemporanei, in primo luogo guerlo dal padre Filippo, fu allievo di Domenico Ghirlandaio, Botticelli e Sandro Botticelli, dal quale le sue pri - il Perugino.

glossario e biografie 4 Maestro di San Pietro d’Orsanmichele e nel contado. Nel suo stile, apparte - (Firenze, inizi secolo xv) nente al gotico internazionale, è evi - Anonimo scultore, autore della statua dente l’influenza di Loronzo Monaco. in marmo di San Pietro in una delle nicchie di Orsanmichele a Firenze e Marzocco di Madonne in terracotta (oltre a que - Simbolo araldico del dominio fioren - sta di Palazzo Davanzati, una nel Pa - tino, costituito da un leone che con la lazzo Vescovile di Fiesole). La critica, branca destra alzata sostiene lo scudo in base a confronti stilistici, riconosce con il giglio di Firenze. abbastanza concordemente in questo artista il giovane Filippo Brunelleschi. Neri di Bicci (Firenze 4-4 ) Maestro di Serumido Figlio di Bicci di Lorenzo, fu l’ultimo (attivo a Firenze nella prima metà esponente della rinomata bottega fon - del secolo xvi ) data dal nonno, Lorenzo di Bicci. Nel Nome convenzionale (tratto dalla ta - suo stile, sostanzialmente gotico, in - vola con Madonna in trono col Bam - serì novità e suggestioni tratte dai mae - bino e santi nella chiesa fiorentina di stri contemporanei (come Beato An - San Pier Gattolino, detta anche di gelico e Filippo Lippi). Serumido) di un pittore dallo stile eclettico, in cui convergono influen - Olio (pittura a -) ze varie: da quelle di Fra Bartolomeo Tecnica di pittura su tavola o tela in e Andrea del Sarto a quelle dei ma - cui il colore è ottenuto mescolando nieristi. pigmenti a oli vegetali grassi con l’ag - giunta di oli essenziali (essenza di tre - Maiolica mentina), che rendono i colori meno Ceramica rivestita con uno smalto a vischiosi e più trasparenti. Il colore, base di silicato di potassio, ossido di steso su una base preparata prece - piombo e stagno. L’oggetto viene poi dentemente con gesso e colla, è poi decorato con colori a base di ossidi ricoperto da vernice trasparente co - metallici, infine vi si applica una co - me protezione e per ottenere mag - perta vetrosa che conferisce lucentez - giore brillantezza. La tecnica, di ori - za all’oggetto. Talvolta dopo la cottu - gine antichissima, fu perfezionata nel ra viene applicato un pigmento xv secolo dai pittori fiamminghi, tro - metallico (lustro) che determina un vando poi vasta diffusione nel resto caratteristico riflesso. d’Europa.

Mariotto di Nardo Orciolo (da farmacia) (notizie 4-4 ca.) Recipiente, solitamente in terracotta Figlio secondo alcuni studiosi del pit - smaltata, simile a una grossa ampolla tore Nardo di Cione, fratello dell’Or - con una duplice ansa; serviva per con - cagna – secondo altri di un omonimo tenere medicamenti liquidi o semili - scalpellino –, Mariotto si dedicò alla quidi e per questo motivo era muni - pittura: numerose le sue opere a Firenze to di versatore cilindrico. museo di palazzo davanzati 48 Pastiglia (decorazione a -) le sue opere più importanti il monu - Doratura ottenuta con un composto mento al cardinale di Portogallo in di gesso, colle e polvere d’oro applicato San Miniato a Firenze e la tomba di in strati in rilievo. Maria d’Aragona in Sant’Anna dei Lombardi a Napoli. I suoi ritratti (co - Pilastro me il busto di Matteo Palmieri al Bar - Elemento architettonico verticale a se - gello a Firenze) sono dotati di vivace zione quadrangolare, circolare o cru - realismo. ciforme, con funzione portante. Non è mai rastremato, diversamente dalla colonna (v.). Rossello di Jacopo Franchi (Firenze -4 ) Pirografia Allievo di Lorenzo Monaco, fu pitto - Tecnica d'incisione su vari materiali re e miniatore dal linguaggio grade - (principalmente legno e cuoio, ma an - vole, caratterizzato da un particolare che sughero, cartone o metallo) che gusto per i dettagli, che lo rivela lega - impiega il calore, per mezzo di uno to nella sua attività al mondo gotico. strumento ( pirografo ) che in passato era costituito da una punta metallica San Benedetto arroventata. Nato a Norcia verso il 48 , intorno ai diciassette anni si ritirò in una grotta Plastron presso Subiaco, dove visse da eremita Tipo di cravatta (detto anche Ascot), per tre anni; nella zona fondò poi tre - oggi soprattutto maschile, impiegato dici monasteri. Dopo aver subito al - per ricorrenze importanti; può avere cuni tentativi di avvelenamento si recò anche un uso femminile e modelli de - a Cassino e fondò il monastero di corati da pizzi e ricami. Montecassino; qui verso il 4 scris - se la sua Regola, in cui era organizza - Roccatagliata Niccolò ta la vita dei monaci, la cui giornata era (Genova ca. - Venezia ca.) scandita secondo il motto «ora et la - Scultore seguace del Sansovino, fu bora». Morì a Montecassino nel 4 , famoso autore di bronzetti, molto at - pochi giorni dopo la sorella, santa Sco - tivo a Venezia (candelabri in bronzo lastica. È considerato il fondatore del e statuette di Santo Stefano e San Gior - monachesimo occidentale. San Bene - gio in San Giorgio Maggiore, il paliot - detto viene rappresentato come un to con la Deposizione in San Moisè). vecchio con la barba e vestito, fino al xii secolo, con una tunica nera da mo - Rossellino Antonio , Gamberelli naco (dal xv secolo con quella bianca Antonio, detto dell’ordine riformato); dopo il xii se - (Settignano 4/48 - colo è raffigurato anche in abito ve - Firenze 4 ) scovile. Suoi attributi sono il bastone Collaboratore del fratello maggiore abbaziale, il libro della Regola, il fascio Bernardo, fu scultore dal linguaggio di verghe simbolo di disciplina, il ca - raffinato, con influenze di Donatello lice con serpentelli (che allude ai ten - e poi di Desiderio da Settignano. Fra tativi di avvelenamento).

glossario e biografie 4 San Bernardino San Francesco d’Assisi Bernardino Albizzeschi nacque a Figlio di un mercante, Francesco nac - Massa Marittima nel 8 da fami - que ad Assisi intorno al 8 . Dopo glia senese e, divenuto orfano, si tra - aver partecipato alla guerra fra Assisi e sferì a Siena. Fattosi frate francesca - Perugia, dove fu fatto prigioniero, de - no a anni, rifiutò più volte la cari - cise di dedicarsi alla preghiera e ad aiu - ca di vescovo per seguire la vocazio - tare i bisognosi e scelse una vita di po - ne di missionario. Nella sua opera vertà. Ai suoi seguaci dettò una Regola Sui contratti e l’usura rivalutò la fun - (in seguito ampliata), approvata dal zione sociale del commerciante one - papa nel . Verso il si ritirò sto ma condannò fermamente quei sul monte di La Verna, dove ricevette ricchi che, anziché investire i guada - le stimmate; intorno al 4 compo - gni in nuove attività, li prestavano a se il Cantico delle creature . Morì alla usura. Morì a L’Aquila nel 444 . È il Porziuncola nel . È generalmen - santo francescano più rappresentato te raffigurato, spesso in atto di predi - dopo san Francesco e in genere è raf - care, vestito del saio bruno o grigio, figurato mentre mostra una tavoletta con un cordone a tre nodi alla vita e con il monogramma JHS che designa con le stimmate alle mani, ai piedi e nel Cristo. costato. Suo attributo iconografico è il crocifisso.

San Domenico San Gabriele arcangelo Domenico di Guzmán, fondatore Uno dei sette angeli (cioè, dal greco, dell’Ordine dei frati Domenicani o “messaggeri”) che secondo alcuni testi Predicatori, nacque a Calaruega, in cristiani stanno davanti al trono di Dio Castiglia, nel e morì a Bologna (il nome di “arcangelo”, documenta - nel . Entrato fra i canonici di to nella Bibbia, è attribuito nel Nuo - Osma, di regola agostiniana, ben vo Testamento solo a Michele e solo presto si dedicò a combattere l’eresia più tardi fu esteso dalla Chiesa a dei catari con opera di persuasione e Gabriele e Raffaele). Il ruolo di mes - predicazione. Fondò così a Tolosa saggero è per Gabriele legato princi - l’Ordine dei Predicatori, riconosciu - palmente alla maternità: oltre ad an - to nel , i cui membri erano de - nunciare a Maria la nascita di Gesù, diti alla preghiera, allo studio, all’in - concepito dallo Spirito Santo, segnamento e alla predicazione. Nel - Gabriele annuncia infatti la nascita di la tradizione iconografica è raffigura - un figlio anche ad Abramo e a Zac - to con la veste domenicana, con un caria. Viene rappresentato come un giglio, una stella dorata sulla fronte giovane alato, con in mano una lun - (simbolo della sapienza o allusiva al - ga bacchetta (quella degli ostiari) o, la stella vista dalla sua nutrice), il ba - spesso, un giglio, simbolo della stone, il libro e un cane bianco e ne - verginità di Maria. ro (per il gioco di parole fra “dome - nicani” e Domini canis , ossia “cani San Gerolamo (cioè fedeli) di Domenico e del Si - Nato verso il 4 a Stridone, in Dal - gnore”. mazia, Gerolamo (o Girolamo) fu un museo di palazzo davanzati grande erudito: suoi la “Vulgata”, pri - San Giovannino ma traduzione in latino della Bibbia, V. San Giovanni Battista . e il De Viris illustribus , in cui traccia le biografie di autori cristiani o le - San Giuseppe gati al Cristianesimo. Rappresentato Nei Vangeli Giuseppe è lo sposo di spesso come un vecchio dalla barba Maria e padre putativo di Gesù. È ge - bianca chino a scrivere, ha per simbo - neralmente rappresentato come un li il libro della Vulgata, il cappello da uomo anziano, con una lunga barba cardinale, il crocifisso, il teschio dei pe - e il bastone del viandante. I suoi at - nitenti e il leone. È spesso rappresen - tributi sono la verga fiorita (ricordo tato anche penitente nella grotta di Be - del prodigio per il quale fu scelto co - tlemme, dove visse da eremita. me lo sposo di Maria), il giglio sim - bolo di purezza, gli strumenti del fa - San Giovanni Battista legname e la colomba. Nato da Zaccaria ed Elisabetta, ormai vecchi, Giovanni fu l’ultimo profeta San Pietro Martire e predicò la necessità di convertirsi Predicatore dell’Ordine domenicano. mediante il battesimo nel fiume Gior - Nato a Verona verso il da fami - dano: battezzò anche Gesù, ricono - glia eretica catara, fu tenace opposito - scendo in Lui il Messia. Fu decapita - re delle eresie, e in particolare proprio to su richiesta di Salomè, figlia della della catara. Giunto a Firenze fondò divorziata Erodiade. Viene rappre - la “Sacra Milizia” – detta anche “So - sentato vestito di pelli, spesso con una cietà di Santa Maria” per le infuocate lunga barba, a ricordare la sua vita prediche che egli pronunciava dalla ascetica nel deserto; suoi attributi so - chiesa di Santa Maria Novella – che si no l’agnello, simbolo di Cristo, e una oppose alle truppe spontanee dei ca - croce. Dal Rinascimento è diffusa tari. Nel 44 (secondo alcune fonti) l’immagine del Battista bambino, det - ebbero luogo a vere e proprie battaglie to San Giovannino , raffigurato con la in città, nei luoghi dove poi furono Vergine e Gesù Bambino. collocate le colonne della Croce al Trebbio e di Santa Felicita. Dalla So - cietà di Santa Maria ebbe origine l’at - San Giovanni Evangelista tuale Venerabile Arciconfraternita del - Il più giovane tra gli apostoli, è con - la Misericordia di Firenze. Nel siderato l’autore di uno dei quattro Fra Pietro, mentre si recava a piedi da Vangeli canonici e dell’ Apocalisse , re - Como a Milano, fu ucciso con una datto nell’isola di Patmos, dove si recò roncola e nelle raffigurazioni appare scampato alle persecuzioni dell’impe - spesso con una roncola infilzata nella ratore Domiziano ( 8- ). L’agiogra - testa. fia lo indica autore del miracolo della resurrezione di Drusiana e di quello San Raffaele arcangelo del veleno al quale sopravvisse tramu - Uno dei tre arcangeli riconosciuti dal - tandolo in un serpente, frequente at - la Chiesa (v. anche San Gabriele ar - tributo del santo. Il simbolo che lo cangelo ). Nella Bibbia si racconta che contraddistingue è l’aquila. il vecchio Tobia affida a Raffaele (no -

glossario e biografie me che in ebraico sifgnifica “Dio gua - Sant’Onofrio risce”) il figlio Tobia, che da Ninive, Secondo la leggenda Onofrio, figlio in Assiria, deve andare a riscuotere un di un re, decise di vivere da eremita credito nella Media: Raffaele accom - nel deserto, sull’esempio di Giovanni pagna e protegge il giovane e infine lo il Battista e del profeta Elia; ormai vec - spinge a chiedere in sposa Sara. Con - chio, sarebbe stato trovato dal mona - siderato nella devozione popolare pro - co egiziano Pafnuzio, che fu con lui tettore dei viaggi, della salute, dei fi - negli ultimi giorni di vita e lo seppel - danzati e degli sposi, nell’arte Raffaele lì in una grotta. Onofrio, il cui culto viene rappresentato in genere accan - si diffuse in Italia dall’Asia minore at - to al giovane Tobia, specialmente nel - traverso Bisanzio, è raffigurato come l’episodio del pesce catturato nel Ti - un vecchio nudo, coperto dei soli ca - gri. Suoi simboli sono il pesce e il vaso pelli; altri attributi sono il perizoma dei medicamenti. di foglie, il cammello, l’angelo, il te - schio, l’ostia con il calice. Sansovino Jacopo , Jacopo Tatti detto il Santa Caterina da Siena (Firenze 48- ) Caterina Benincasa (Siena 4-8 ) fino da bambina ebbe visioni misti - Architetto e scultore allivo di Andrea che e iniziò a vivere in penitenza. A Sansovino (da cui il nome), soggiornò sedici anni divenne terziaria domeni - a Roma dove studiò le antiche sculture cana; non esitò a rivolgersi alle gerar - e venne in contatto con il linguaggio chie della Chiesa per proclamare la ne - architettonico di Bramante. Si trasferì cessità di riformare i costumi e poi a Venezia, dove progettò la risis - chiedere di riportare la sede del Papa - temazione di piazza San Marco con to da Avignone a Roma. Secondo la l’edificazione della Loggetta del cam - tradizione ricevette le stimmate, che panile, delle Procuratie Nuove e della rimasero invisibili agli occhi di tutti Libreria di San Marco; fra le molte al - fino alla sua morte. È raffigurata con tre opere architettoniche a Venezia il l’abito monacale dell’Ordine Dome - palazzo Corner sul Canal Grande. nicano, bianco con il mantello nero; suoi attributi sono il libro, il giglio Sant’Anna candido, l’anello. Anna, moglie di Giovacchino, è nei Vangeli apocrifi la madre della Vergi - Scheggia , Giovanni di Ser Giovanni, ne Maria, mentre i Vangeli canonici detto lo non ne parlano. È stata canonizzata (San Giovanni Valdarno 4 - dalla Chiesa cattolica nel 84 . Firenze 48 ) Sant’Anna è in genere raffigurata con Era fratello minore di Masaccio. Do - Giovacchino e la piccola Maria op - po aver lavorato nella bottega di Bic - pure con la Madonna e con Gesù ci di Lorenzo e poi in quella del fra - Bambino (iconografia detta Sant’An - tello aprì una bottega propria, na Metterza , cioè “Sant’Anna messa specializzandosi nella decorazione di terza” in questa specie di legame tri - cassoni e arredi: suo capolavoro il de - nitario). sco da parto, oggi al Metropolitan museo di palazzo davanzati Museum di New York, con il Trionfo Tavola (pittura su -) della Fama (44 ), commissionato - Pittura eseguita su un supporto ligneo. gli per la nascita di Lorenzo il Ma - Già diffusa in epoca bizantina, la pit - gnifico. La critica identifica ormai lo tura su tavola ebbe la sua massima dif - Scheggia con il cosiddetto Maestro fusione nel Medioevo e nel Rinasci - del Cassone Adimari o Maestro di Fu - mento, prima di essere gradatamente cecchio. L’artista proseguì comunque sostituita (dal secolo xv ) dalla pittura a dipingere anche tavole e affreschi, su tela. Il supporto ligneo – in genere come quello con Storie di Sant’Anto - costituito, in Italia, da assi di pioppo, nio abate nella chiesa di San Lorenzo tiglio o cipresso – veniva levigato, im - a San Giovanni Valdarno. pregnato di colla e preparato per la ste - sura dei colori: questi potevano esse - Soldani Benzi Massimiliano re a tempera (v.) o a olio (v.). (Firenze 1656 - Montevarchi 1740 ) Discendente della ricca famiglia dei Soldani di Montevarchi e dai nobili Tempera (pittura a) Benzi di Figline Valdarno, studiò al - Tecnica di pittura nella quale i colori la scuola del Volterrano e poi a Ro - sono sciolti in acqua; come legante ma. Divenne famoso come medagli - con il supporto (adeguatamente pre - sta ed ebbe committenti famosi, come parato con l’ imprimitura ), sono usate Cristina di Svezia, papa Innocenzo xi , sostanze organiche agglutinanti non il re Luigi xiv . Fu autore anche di scul - oleose (emulsione di uovo, latte, lat - ture (famosa la “Venere Medici”) e di tice, cere). Il supporto è in genere co - modelli in cera per la Manifattura di stituito da legno di pioppo, ma anche porcellane di Doccia. da pietra, metallo o carta. Comparsa in Europa alla fine del xii secolo, co - Stemma nobbe grande diffusione fino all’av - Insieme di figure e simboli che costi - vento della pittura a olio (v.). tuiscono il marchio distintivo e uffi - cialmente riconosciuto di una città, di Terracotta/terracotta invetriata un ente o di una famiglia nobiliare. Manufatto ottenuto da un impasto di argilla modellata a mano, al tornio o Stucco a stampo e quindi cotta in forni ad al - Impasto a base di calce spenta, gesso ta temperatura. Sulla superficie del - cotto e polvere di marmo, usato fin l’oggetto, decorato con colori a base di dall’antichità nella decorazione, so - ossidi metallici, viene poi applicato un prattutto di interni, ottenuta con mo - rivestimento vetroso che lo rende im - tivi a rilievo spesso dipinti o dorati; è permeabile e lucente. lavorato umido e modellato a mano o con stampi. Con il termine si intende anche il prodotto realizzato con que - Tobia sto materiale. V. San Raffaele arcangelo .

glossario e biografie

English Version

Palazzo Davanzati Museum It was the Davanzati family’s residence for over two and a half centuries. There was a Rosanna Caterina Proto Pisani short musical interlude between 1772 and the early 19 th century, when the palace be - came home to the Accademici Armonici. Consequently concerts and performances A magnificent and rare example of 14 th - were held there with illustrious artists, such century residence in Florence, Palazzo Da - as the composer Luigi Cherubini and the vanzati represents the transitional period violinist Pietro Nardini, before special between the medieval tower house and the guests like the Grand Duke of Tuscany, Renaissance palace. who, in 1773 , attended a performance of The palace was built around the mid- 14 th Orfeo for the inauguration. century by the Davizzis, a powerful fami - The tragic end of Carlo Davanzati and the ly of merchants and bankers, in Borgo di passage of the building to heirs from col - Sesto – within the first circle of the city lateral branches marked the beginning of a walls – on Via Porta Rossa where wealthy period of great difficulty for the palace. As Florentine families resided – ranging from the ground floor was occupied by shops, the Bartolinis, the Foresis, and the Monald - the courtyard used for storage, some rooms is to the Davanzatis themselves, who would rented to clubs and associations, and the later become the palace’s owners. rest of the building subdivided into lodg - The Davizzi family’s prosperity peaked ings for poor families, the dignity of the around the middle of the 14 th century, with palace’s splendid past was barely visible, so the financing of the papal coffers at the much so that it ran the risk of being de - court in Avignon and through matrimonial molished during the urban redevelopment and commercial alliances with powerful – begun after Florence was named the cap - Florentine families. The family’s decline ital of Italy ( 1865 -1870 ) – which, between the began in the first half of the 15 th century late 19 th century and the early 20 th century, when the palace was rented to cadastral of - had created Piazza Davanzati, an area at one ficers before it was finally sold in the 16 th time divided into a maze of lanes and al - century. leys, populated with ancient tower houses. In 1516 the Prothonotary Apostolical Ono - Created by Florentine intellectuals but sup - frio, son of Leonardo di Zanobi Bartolini, ported also by prominent figures, such as bought the palace and had it modernized, Vernon Lee, part of the Anglo-American eliminating the medieval battlements and community living in Florence, it was the building the covered roof-terrace, proba - organization named the Associazione per bly commissioned to Baccio d’Agnolo, la Difesa di Firenze Antica (namely Asso - the family’s architect. ciation for the Defence of Ancient Flo - In 1578 , with ownership passing to Bernar - rence) which saved the palace, that, during do di Anton Francesco Davanzati, the new the 20 th century, received a new lease on owners had a 16 th -century coat-of-arms life as it was transformed from a medieval with the family armorial bearings placed residence into the ideal model of the an - on the palace’s imposing façade. Since that cient Florentine house. time, it has always been known as Palazzo The redemption of the old building began Davanzati. in 1904 when it was purchased by Elia

english version Volpi. An extraordinary figure of painter, The Davizzi and the restorer and antique dealer, not only did Davanzati Families Volpi restore and furnish it, but he also be - gan the process to turn it into a museum, The Davizzis, a Guelph Florentine family of inaugurating it, on 24 th April 1910 , as the merchants, descended from Davizzo dei Cor - ideal prototype of the ancient Florentine bizzi. As early as 1294 Davizzino di Ranieri house, but also as a prestigious showcase was Gonfalonier and other family members for his business. held the office of Prior of the Republic. The The private museum of Palazzo Davanza - wealth of the Davizzi family, however, re - ti was very successful and became a point sulted mainly from their activity as bankers of reference for antique dealers, collectors, and financiers of the Avignon Papacy. millionaires, and scholars who visited it Towards the mid- 14 th century, at the climax with great interest. of their economic power, the Davizzi family Even so, economic difficulties forced Volpi had their palace built in the Porta Rossa area. to sell all the palace’s furnishings and fur - At that time, they already owned houses, sta - niture at successful auctions held in New ples and many other properties in and out of York in 1916 and 1917 , thus spreading the the city, which included the Calcherelli Cas - “Davanzati” style overseas. tle in Scandicci as well as homes and farms Volpi himself furnished the palace again in Novoli, Antella, Empoli, and Fucecchio. in 1920 ; however, in 1924 , only four years Their social status obliged them to also pos - later, the furnishings were purchased by sess a family chapel. Located in the Church the antique dealers Leopoldo and Vitale of Santa Trinita, still in 1371 , the chapel had Bengujat, coming from Alexandria but ac - not been completed. tive in London, Paris, and New York, who, In the 15 th century, the ownership of the palace in 1927 , bought the palace as well. was divided among the members of the fam - The new owners filled it with carpets, tap - ily. However, in 1427 , with the establishment estries, weapons, and wrought iron pieces, of the Land Registry, some rooms “with fur - making considerable changes in the cel - niture, candelabra, wax and tallow candles” lars, renovated with eclectic taste and con - were per force leased to this public office for nected to the ground floor, but also in the the sum of 45 florins a year. Archival docu - courtyard. ments show that, from 1469 to 1497 , the palace belonged solely to Lorenzo di Giovan - ni di Gherardo, whose cadastral declaration listed it as “a palace with three wool shops”. The notable wealth that the Davizzi family acquired from trading in French and English cloth allowed them to have business relation - ships with the most powerful Florentine fam - ilies and to marry into them. Nevertheless, the decline of their economic fortunes was such that, in 1516 , the Davizzi family had to sell the palace to Onofrio di Leonardo di Zanobi Bartolini, Prothonotary Apostolical. In 1623 , with the death of Lodovico di Pier Francesco, museo di palazzo davanzati 8 the last male descendant, the family became coed ceiling in the west corridor of the Uf - extinct. fizi Gallery. The Davanzati family was descended from The last descendant of the Davanzati fami - the Bostichis, one of the oldest and most pow - ly, Carlo committed suicide in 1838 by jump - erful Guelph families. Davanzato, the pro - ing from his palace, which then passed to his genitor, participated in the battle of Monta - sisters Clarice and Margherita and, in 1858 , perti ( 1260 ) and, between 1320 and 1523 , with the death of Clarice, to Antonio Orfei, several members of the family held the offices a descendant of a secondary branch. of Prior and Gonfalonier of the Republic. Even before acquiring the Davizzi palace, Maria Grazia Vaccari the Davanzati family, whose wealth derived from banking activities, owned houses also on the same Via Porta Rossa and had sever - al villas and landed properties, above all in Montughi and Marignolle. A 17 th -century canvas, found during the palace’s restoration at the beginning of the 20 th century, repre - sents the family tree and in the background some convents in the country side over which the Davanzati family had the patronage. The family chapel in the Church of Santa Trinita (the third one to the left upon en - tering) contains the tomb with the recum - bent figure of the gonfalonier Giuliano di Niccolò Davanzati. In 1434 he had been con - ferred the title of Knight of the Golden Spur by Pope Eugene IV which granted him the privilege of including the papal insignia on his family’s own coat-of-arms, as borne out by the armorial bearings in the courtyard of Palazzo Davanzati. The palace was purchased in 1578 by Ber- nardo di Anton Francesco, a rich merchant active in Lyon and Florence, as well as an important member of the family, who, af - ter retiring from business, devoted himself to classical studies. The author of several historical studies, including one on the his - tory of the English schism, of texts on agri - culture and economy, he was also a friend of the painter Cristofano Allori, who por - trayed him in a beautiful painting found in Oxford’s Ashmolean Museum. Another portrait of Bernardo is found on the fres -

english version As regarded its ownership, the palace ex - In 1995 , it was closed because of serious sta - perienced many ups-and-downs in the first bility problems, depriving Florentines and half of the last century, ranging from bank - foreigners of this important museum, ruptcies and sales to acquisitions by other which after the restoration was completed, antique dealers. After the Bengujats, the was returned, on 9th June 2009 , to the city palace passed to the Spanish Art Gallery of of Florence, as the splendid Davizzi fami - London until it was finally acquired by the ly’s residence and the ideal model of the Italian State in 1951 . Notwithstanding all ancient Florentine house. this the character that Elia Volpi had giv - en the palace has remained unchanged. The façade When it opened as a public museum in 1956 , Palazzo Davanzati was furnished The strong vertical thrust of the building mainly with items drawn from the store - indicates that it incorporated at least two rooms of the Florentine Superintendency. tower-houses, as well as other properties of Then, various collectors and antique deal - the Davizzi family. Consisting of three ers donated majolicas, furniture, and fur - floors surmounted by a covered roof-ter - nishings as they continued to have a close race, the important façade is developed on bond with this museum for its being quin - an ashlar-worked ground floor with three tessential of that Florentine character large depressed-arch openings, at one time which, thanks to highly skilful craftsmen, without doors, which have to their sides has, over time, spread medieval and Ren - large ring hooks once used to tie horses, aissance ideals around the world. surmounted by torch- or flag-holders. In the second half of the last century, the Each floor is highlighted by a string-course history of the Palazzo Davanzati Museum cornice and has a series of five depressed- was marked by the 1966 flood, when it be - arch single-lancet windows, fitted out with came the Centro di Restauri, or restoration the characteristic bar-hooks – known as centre, for sculptures and artefacts of the “erri ” because of their R-shape – support - minor arts, later displayed in an exhibition ing perches where cages for birds and mon - set up in the palace courtyard. keys were hung or dogs tied with a leash, In the late 1970 s, the museum’s patrimo - as evidenced by coeval paintings, and where ny was enhanced by adding a new sector, drapes or precious fabrics were hung on with the transfer of the historical cores of feast days. the state collections of laces and embroi - The important central 16 th -century coat- deries from the Bargagli and Nugent do - of-arms bears a lion rampant, the armori - nations – until that time kept at the Museo al bearings of the Davanzati family. degli Argenti. These collections have been enlarged through several acquisitions and important donations, such as the archives of the famous Navone company, which have become over time the Museum’s most important collection, a true point of refer - ence for this sector on a national and an international scale.

museo di palazzo davanzati Museum visit The two marble plaques that flank the cen - tral opening recall the restoration works Rosanna Caterina Proto Pisani carried out by Elia Volpi and by the an - Maria Grazia Vaccari tique dealers Leopoldo and Vitale Bengu - jat. As to Elia Volpi, there are also photo - graphs of the Museum’s 1910 inauguration Ground floor and album with signatures of visitors dat - 1 - The Loggia ing back to his time. The entrance to the palace consists of a large space with three cross-vaulted bays and three arches opening on the street, orig - inally without doors. Before the Medici’s rise to power, this log - gia was the symbol of the Florentine oli - garchy although, over time, these rooms were often transformed into shops, as seen from Lorenzo Davizzi’s 1498 cadastral dec - laration, which describes it as a “palace with three wool shops”. Furnished with stone or wooden benches, the loggias were a meeting place for the con - sorteria that here celebrated festivals, wed - dings, funerals and carried out important business affairs. Precisely because of its semi-public nature, this space had a defence system consisting, among other things, of machicolations, namely narrow openings at the top from which boiling oil or molten lead was dropped to prevent attacks by enemy fac - tions. The coats-of-arms with the armorial bear - ings of the Davizzi family are painted on the back wall. They are at the sides of a cen - tral coat-of-arms in pietra forte with the armorial bearings of the Corbinelli family. The wall decoration fragments placed on the walls come from the houses of the Da - vanzati, Pilli, and Lamberti families, once located on the blocks in front of the palace and demolished between the late 19 th cen - tury and the early 20 th century, during the urban redevelopment of Florence.

english version The Residence of an Antique Dealer, founded in 1898 precisely for this purpose. Elia Volpi Nor was controversy lacking in the press re - garding the criteria used in the palace’s The rebirth of Palazzo Davanzati and its restoration. Unfortunately, the lack of docu - transformation into the image of a typical mentation on the interior prior to Volpi’s Florentine house is related to the name of Elia restoration does not permit us to judge, al - Volpi. An unusual and unconventional fig - though we can imagine that a certain liber - ure and a native of Colle Plinio, near Città ty of interpretation was taken in the restora - di Castello, Volpi began as an academy- tion of the palace’s architectural elements and trained artist. After working as a copyist at decorations. In an interview with the “Resto the Gallery, he devoted himself to restoration, del Carlino” ( 11 th October 1909 , p. 3) Elia working successfully for the antique dealer Volpi explained briefly how he had proceed - Stefano Bardini. Subsequently, he started ed: “I immediately opened all the arches of working as an antique dealer himself. the courtyard; I returned the windows of the In November 1904 , Elia Volpi bought the facade to their original arched shape, and sub - palace from Antonio Orfei for 62 ,500 lire. sequently demolished the partitions that had Having undergone drastic internal alterations been added to create rental quarters from the as it had been subdivided and used as rental vast halls. Even the entrance-hall had been lodgings after the extinction of the main altered to create a mezzanine there … From branch of the Davanzati family, the struc - the ground floor to the covered roof-terrace, I ture was unsafe and in bad condition. Hence, had the walls and ceilings scraped with care the building was the object of a comprehen - and… patience, and thus I brought to light sive restoration which was directed by Volpi paintings and frescoes from the 14 th century. himself. In four rooms we found some frescoes with The choice of Florence as the capital of the large coats-of-arms of Florentine families; in new Kingdom of Italy ( 1865 -1870 ) brought other areas, like the courtyard, inscriptions of about new requirements among which that dates and historical facts regarding the histo - of putting up a large number of offices and ry of Florence, and charcoal drawings of heads people. The most difficult and delicate prob - and figures…I limited myself to preserving lem of the expansion project was the destruc - the ancient vestiges; I added neither embell - tion of the old city centre with its important ishments nor inventions in this restoration”. buildings rising in a crumbling fabric of over - After more than five years of work, on 24 th crowded streets and lanes inhabited by poor April 1910 , the completely restored and re - people living in deplorable hygienic condi - furnished Palazzo Davanzati was opened to tions. The demolitions proceeded hand in the public as the Museum of the Ancient Flo - hand with the creation of such new structures rentine House. The most famous public fig - as the San Lorenzo market. The project to re - ures from the worlds of art and European cul - develop the old centre by destroying the Old ture were present at the inauguration. Market and the Ghetto was approved only in Conferences on history were held in the palace March 1888 after a heated debate between and articles appeared in major Italian and the cultural and political worlds. Palazzo foreign magazines, which spread the palace’s Davanzati was saved thanks to the appeals of fame, becoming a point of reference for tourists scholars and art lovers and that of the Asso - and lovers of Italian art. As a result, Elia ciazione per la Difesa di Firenze Antica, Volpi could use the palace as a showcase both museo di palazzo davanzati to consolidate his business relations and to ex - some changes and the exhibit, still largely pand them on an international scale. Volpi’s work, was supplemented with weapons With the outbreak of World War I, the trade and wrought iron articles. The sale in 1934 by in works of art from Italy to the European the Bellini Gallery of all the furniture put an countries went through a crisis and, since end to the period that had begun with Volpi’s Volpi’s business was encountering difficulties, restoration of the palace. the antique dealer played the American card: at an auction held in New York in Novem - Maria Grazia Vaccari ber 1916 , all the furniture and furnishings of Palazzo Davanzati were put up for sale, over a thousand pieces that included paintings, sculptures, plaster and terracotta reliefs, ma - jolicas, furniture, and objects of applied art. It was a bright idea because the fame acquired from the palace as an ancient house inhabit - ed for centuries by Florentine merchants, the auction catalogue with photos of all the fur - nished rooms and the guarantees of authen - ticity provided by Volpi and his team, con - stituted the best prerequisites for a successful sale. Volpi ran the whole operation with great skill and with the support of the American press, which publicized the importance of the collection. It was then clear that America, with its economic prosperity and its lack of ancient history, was the most suitable coun - try for exporting, through works, the late Gothic-Renaissance taste, epitomized precisely by the decor and furnishings of Palazzo Da - vanzati. The sale’s success – with museums, collectors and art historians as buyers – spurred Volpi to assemble a new collection for a second American auction that took place in 1917 , again in New York. But it was not until 1920 that Palazzo Davanzati was reopened to the public with a new decor, less plain and aus - tere than before, although featuring some pieces of a certain importance. All the furniture was sold as a lot to the broth - ers Leopoldo and Vitale Bengujat from Alexandria, dealing primarily in carpets, who first rented the palace to then buy it in 1927 . With the new owners, the palace underwent

english version 2 - Courtyard the centre, was directed, through a perfo - rated stone, to an underground cistern. A large door closes the loggia isolating it The presence of a private well, with walls and leading us inside the palace where a built into those of the courtyard, demon - spacious courtyard attests to the impor - strated the ease in which the Davizzi fam - tance of this private house. With an ex - ily lived. Access to the well was possible tremely elegant structure, the 14 th -century from all floors of the palace by lowering a courtyard is flanked on two sides by oc - bucket using a pulley. tagonal pillars supporting the vaults of an In the courtyard are the stairs that intro - open gallery. duce us to the visit of the house: made of It is the palace’s former owners themselves stone for reasons of safety, the stairs con - who welcome us upon entering. In fact, on tinue to the piano nobile where they are one of the corner capitals, the faces of some then made of wood, a building material men and women are represented that, tra - widely used in the Middle Ages. dition has it, are the portraits of members The courtyard is furnished with benches, of the Davizzi family. a chest, and some detached wall paintings. The Davanzati family however is repre - sented by two coats-of-arms. One of these, On the right wall, between two doors from the 15 th century, was therefore trans - ferred here from another family residence. 1. tuscan painter Surmounted by the papal insignia, it bears of the 17 th century the inscription ( ex privilegio eugeni iii Davanzati Bostichi Family Tree d. julianus davanzati eques ) which after 1676 states that Giuliano Davanzati in 1434 – on canvas; 142 ×192 cm the occasion of the inauguration of the Inv. 1890 no. 9908 Cathedral of Florence – was appointed Originally in the palace, the painting, be - Knight of the Golden Spur by Pope Eu - sides giving prestige to the family, also al - gene iv, for whom he was ambassador. The lowed the identification of the various pope granted him the privilege of includ - members, along with their respective pub - ing the papal insignia on his family’s own lic offices and the privileges they had re - armorial bearings. In addition, a painting ceived for their enterprises. Of particular of the Davanzati Family tree hangs on the interest is the presence, in the background, right wall. of the Davanzatis’ important ecclesiastical Three doors, fitted with wrought iron patronages: the Monastery of Santa Mar - gates, open under the arcade, giving access ta in Montughi, built by Lottieri di Da - to the little lane in front. Here, mules and vanzato in 1343 , and, it Fiesole, that of San donkeys entered carrying supplies from the Michele alla Doccia, whose construction farms owned by the rich merchants in the began in 1411 at the behest of Niccolò di surrounding countryside. Roberto Davanzati. Water collection was fundamental to the The finding in the Pucci papers at the Flo - palace’s domestic life. From the terracotta rence State Archives of the preparatory drips placed on the balconies and from a drawing for the painting, carried out in pen gutter on the palace wall, rainwater, thanks and watercolours by Protasio Felice Sal - to the courtyard’s pavement sloping toward vetti (a Florentine heraldist who lived in museo di palazzo davanzati 4 the second half of the 17 th century), made First floor possible a comparison with the painting. The changes made to the painting of the An elegant stone staircase adorned with a same family tree, have led to dating it to af - small Marzocco – the lion symbol of Flo - ter 1676 , the year when Count Bostico di rence – leads to the first-floor gallery where Bernardo married Elisabetta Antinori, and a 14 th – century mural painting in very bad before 1716 , since this painting was the repair with Saint Christopher and the In - model of a study of the Davanzati ge - fant Christ , having a protective function nealogical chart, kept in the same folder at for the house, introduces us to the visit. the State Archives, dated 1716 . Immediately to the right is a large hall re - ferred to as the “Sala madornale” or “Great Hall”, precisely for its vast size. Walking through the courtyard to the left, past the Educational Room, 3 - Great Hall furnished with benches, stools, a great chair, drawings and a The hall is extremely bright for the pres - wall painting with Chivalric Scenes ence of five windows with wooden shutters. attributed to Stefano d’Antonio Vanni The windows are folding, studded and cur - (Florence 1405-1483 ). In the elevator room rently furnished with glass panes that have replaced the original window coverings, 2. umbrian painter namely cloth either soaked in turpentine oil Madonna and Child or waxed, stretched on frames that could 13 th century be opened onto the outside. detached fresco; 160 ×105 cm The hall was used for receptions and ban - Inv. 1890 no. 9479 quets, important social events for the con - This painting was detached around 1930 sorteria especially when distinguished from the Church of San Salvatore in Man - guests were invited. On such occasions tua (later demolished) by Mauro Pelli-cioli hangings, namely precious textiles often (as Federico Zeri wrote)to whom should lined with grey-squirrel fur were hung on be ascribed the restoration of the right side. wall hooks. As well as having a decorative In its general lines, the composition fol - function, they also served to warm the lows the outlines of Byzantine painting room. but also offers many ideas that befit the re - The original ceiling, consisting of beams newal process in Italian painting taking and rafters decorated with pictorial orna - place in the second half of the 13 th centu - mentations in white, red and blue, shows, ry. The iconography of the nursing Ma- on the headpieces of the beams, the armo - donna ( galaktotrophousa ) is also derived rial bearings of the Davizzi family along from the Byzantine tradition, translated with the insignia of the Church, indicat - here into less rigid forms, accentuating the ing the tight links with the Avignon papal Virgin’s tender attitude towards her son. court, for which the Davizzis served as Of interest is the solution with the drape bankers. The first and second spans to the of fabric having small geometric patterns right of the entrance date from the 14 th cen - of horizontal stripes, which replaces the tury, whereas the others are instead from back of the throne. the 15 th century.

english version Next to the entrance door is the well space, courtyard walls or on the façades of Ren - while on the floor done in octagonal ter - aissance loggias. racotta tiles are four trapdoors in line with The stylistic characteristics and the mod - the defensive machicolations on the ceiling est quality of the enamel lead to assuming of the entrance loggia. that they were The furnishing of this room, consisting of produced in the Buglioni workshop. a table, credenzas, caskets and armchairs, but also of tapestries and paintings, offered On the left-hand wall the right setting for exhibiting the Muse - um’s collections of sculptures. 4. umbrian school Madonna and Child second half of the 13 th century The visit begins clockwise from carved, painted wood; 80 30 12 cm the left to the right. × × Inv. Davanzati no. 167 Over the entrance door and A typical product intended for private de - the two other doors votion, as suggested by its small size, this 3. workshop of benedetto buglioni Madonna was contained in a tabernacle (Florence 1461-1521 ) with a depressed cusp, maybe fitted out Three Busts of Roman Emperors with doors. Only its background, decorat - first quarter of the 16 th century ed with flowers inside an orbicular pattern glazed terracotta; meant to reproduce a fabric, has come 54 ×50 cm (diam.) ( inv. nos. 271 , 272 ); down to us. 44 ×33 cm (diam.) ( inv. no. 273 ) The frontal position, the fixedness of the Inv. Davanzati nos. 273 , 272 , 271 figures and comparisons with other exem - The three reliefs are applied on modern plars, among which a life-sized Madonna wooden supports, but originally they most in the Bargello collections, allow us to re - likely had a majolica background either fer it to an Umbrian or at least central Ital - plain or in the shape of a niche which was ian carver whose work is characterized by enamelled in a contrasting colour so that the naïve grace of the round faces with a the Emperors’ images stood out. childish expression. Two of the figures are represented with a toga whereas the third one – of a smaller On the central wall are two tapestries size and probably belonging to a different that are the companion pieces series – shows only part of his chest. to the ones opposite. The characterization of the faces echoes ty - pologies codified on Roman coins and in - 5. florentine tapestry manufacture cised gems, hypothetically suggesting that Pair of column tapestries the bust, inv. no. 272, could be identified first half of the 17 th century as Emperor Hadrian. wool, silk, golden and silver thread; Such medallions, that the Della Robbia 463 ×93 cm; 458 ×89.5 cm workshop and their competitor, the Bu- Inv. Arazzi nos. 532 , 533 glioni workshop, produced in great num - These two tapestries, part of a series of four, ber, represented religious subjects or in - were produced in the Medici tapestry man - spired by antiquity and were set in the ufacture, using cartoons by Michelangelo museo di palazzo davanzati Cinganelli, and woven by Jacob van As - Over the years other attributions followed selt. They served to complement a series of which assigned the sculpture to the Vene - Flemish tapestries with Stories from Gene - tian artist Antonio Rizzo or to the Mantu - sis , that Cosimo i purchased in Flanders in an artist Sperandio in his activity in Ferrara. 1551 . As recorded in the grand-ducal in - Our sculpture certainly reveals the influ - ventories, such furnishings did not remain ence of Donatello, even though it seems long in the same place and were moved ac - more appropriate to consider the Madon - cording to the needs of the court. na of Palazzo Davanzati in the wake of the The vertical frieze is composed of a cande - Ferrarese Donatello followers, both for its labra decoration adorned with volutes, fes - provenance and as a result of the compar - toons, sphinxes and a putto on top. In the ison with the sculptural art of this geo - centre are two scenes with biblical subjects: graphical area with a specific reference to The Temptation and Fall of Adam and Eve , the Saint Anthony the Abbot in the hospi - and Eve with one of her Sons. tals of Lugo di Romagna. The author of our work was probably a Ferrarese sculptor, who presumably car - On a credenza in carved, inlaid wood by a ried it out around the mid- 15 th century, 15 th -century Tuscan workshop (?)are some when the Tuscan-Ferrarese juncture was sculptures at its height. 6. ferrarese sculptor Madonna (or Saint Anne ?) Holding a Book mid- 15 th century On the wall painted terracotta; 82 ×63 ×38 cm 7. florentine school Inv. Davanzati no. 433 Small altar The sculpture, coming from the Church third quarter of the 15 th century of Giovanni Battista in Ferrara, represents panel; carved and gilded wood; a female figure, mutilated at knee level, 63 ×54 ×10 cm holding a half-closed book in her right Inv. 1890 no. 3155 hand. Various iconographic interpretations A small panel, bearing on the recto the An - have been put forward: ranging from a nunciation and a Pietà on the verso, is housed Madonna Holding a Book and an Our La - in a tabernacle with doors. On its interior dy of the Annunciation , to the recent iden - are Saint Francis Stigmatized and Saint tification – based on documents of the con - Bernardine, on the exterior two Adoring An - servatory where it was located - with Saint gels. In the curved gabled cyma with volutes Anne teaching the Virgin to read. the Holy Spirit is represented as a dove. This work – with traces of polychromy and Even though the paintings on the central gilding brought to light by a recent restora - small panel and the ones on the panel tion – was assigned in the catalogue of the doors of the tabernacle are approximately Museum to a Florentine workshop and the coeval and of Florentine production, var - maker subsequently identified, even if ious hands can be identified. This fact leads doubtfully, in the figure of Nanni di Bar - to considering the small altar as the fruit tolo, an artist apprenticed to Donatello of an assemblage of elements carried out who presumably worked in Veneto and separately, which maybe took place in The Marches. times past.

english version Above carved, painted wood; 95 cm (height) Inv. Davanzati no. 399 8. della robbia workshop A recent restoration returned this work to Madonna of Mercy its original bright colours. The Pope Saint, dated 1528 completely hollow behind, was exclusively glazed terracotta; 136 87 cm × meant to be viewed from the front, which Inv. Davanzati no. 157 suggests that it may have been a sculpted el - This bas-relief, from the Convent of San - ement for an altarpiece where it was cer - ta Maria del Carmine, represents, against tainly set, probably with other sculptures a blue background, the crowned Virgin and paintings, in a rich wooden framework. with her mantle open in the act of pro - As regards its critical history, owing to the tecting the two patrons. The latter are de - stylistic resemblances with the Crib in San picted in the foreground with their hands Giovanni a Carbonara in Naples docu - joined along with other figures in prayer. mented in 1478, the Pope Saint was at - The prevailing tones of white and azure are tributed to Pietro Alamanno, a sculptor brightened up by the yellow and green trained in Germany and active in Naples. colours of some details. However, the elimination of the coarse re - On the step, enclosed between two coats paintings revealed ancient colours and a of arms of the Serragli family, is an in - finer carving. The stylistic elements of the scription that allows us to know the patron drapery with the diagonal folds of the plu - and the dating of this work: questa fece vial, tending to form a “V”, the delicacy of fare agniolo di bonaiuto di nico[la] the face, almost geometrical and squint- seragli p.rimedio delanima sua e dela eyed, the rendering of the figure with nar - sua dona ano mdxxviii . row shoulders as well as the slightly rigid Considered a work by Marco Della Rob - and elongated hands, have instead led to bia, alias Fra Mattia ( 1468 - after 1532 ?), son including this work in the sculptures from of Andrea and a friar at the San Marco Lombard workshops active at the turn of Convent, this relief has recently been re - the 15 th century, such as that of Giacomo ferred to the devout painting of the circle Del Maino or preferably of the De Donati of Fra Bartolomeo. The name of Fra Paoli - brothers, on the basis of the comparison no (ca. 1490 -1547 ) has been put forward for with the Saints at the Hearst Castle of San an occasional collaboration as regards the Simeon in California. egg-shaped faces with pointed noses. The latter was a pupil of Fra Bartolomeo prob - ably initiated into the glazing of terracot - One of the most important artworks of the ta by Andrea’s two sons, Fra Mattia and Museum stands on a small 15 th -century Fra Ambrogio, out-and-out followers of Cupboard in inlaid walnut, altered in the Savonarola. 19 th century, along the windowed wall, between Two great chairs in walnut On the credenza upholstered with fabric, from an Italian workshop of the mid- 17 th century. 9. lombard workshop (de donati brothers ?) 10. antonio rossellino Pope Saint (Settignano 1427/1428 - Florence 1479 ) late 15 th century - early 16 th century Bust of a Boy museo di palazzo davanzati 8 1460-1465 wool, silk, golden and silver thread; marble; 42 cm (height) 460 ×96 cm; 472 ×97 cm Inv. Davanzati no. 149 Inv. Arazzi nos. 530 , 531 This work, reminiscent of the delicate These two tapestries, coming from the heads of young boys by Desiderio da Set - Medici grand-ducal collections, served as tignano, was ascribed to Antonio Rosselli - complimentary elements for the Genesis se - no and dated to the 1460 ’s. An attribution ries and were made by Giovanni Pollastri resulting from the reference in style and from cartoons by Benedetto Bossi. form to the drape-holding putto to the A yellow and gold border frames a gold and right of the tomb of the cardinal of Portu - silver candelabra decorated with figures of gal in the Church of San Miniato a Monte satyrs as well as flower and fruit festoons, – a complex enterprise carried out by An - standing out against a red and white back - tonio Rossellino together with his brother ground. Bernardo and some disciples, with the par - The motifs typical of the mannerist orna - ticipation of Luca della Robbia and the mental repertoire allow us to date the two painters Piero del Pollaiolo and Alesso Bal - tapestries to the second half of the 16 th cen - dovinetti, from 1461 to 1466 . tury. A beautiful example of refined private por - traiture widespread in Florence in the sec - On a 16 th -century Cupboard with three doors ond half of the 15 th century as well as a pre - from a Tuscan workshop are other sculptures cious testimony to humanistic attitudes, the bust was also interpreted in a religious key 12. sienese production as The Infant Jesus or The Infant Saint John , Pair of candle-holding angels for the attire, but also owing to the unworked 15 th century hair on the top of the head and for the pres - carved, painted wood; 75 ×70 ×20 cm ence of a small hole on the nape which may Inv. Davanzati nos. 165 , 166 suggest the ab antiquo presence of a halo. The two angels come from the Alberti Images of the infants Jesus and John the Chapel of Santa Caterina, on the farm of Baptist had a protective meaning and Rimezzano in Ponte a Ema (Bagno a Ri- served as examples for young participants poli). in congregations of children founded along The sculptures are today without wings, the with adult congregations. points where they were attached are still vis - ible on the shoulders. One of the angels is without a hand, but both sculptures retain In the centre of the room, on a large walnut in part the original polychromy, especially Table from a 16 th -century Florentine in the complexion. The sweetness of the workshop, but probably assembled in the features and the characteristics of the style last century, are Two Caskets also in allow us to refer them to a Sienese workshop walnut and from a 16 th -century Florentine active in the early 15 th century, echoing, in workshop, but modified in the last century. the still late- 14 th -century language and in Continuing the visit the proportions, the manners of the earli - 11. florentine tapestry manufacture est works by Domenico di Niccolò dei Cori. Pair of column tapestries second half of the 16 th century In the centre, between two wooden Angels

english version 13. Drawn from the master 14. tuscan painter of san pietro d’ orsanmichele Madonna and Child between Saint Joseph (filippo brunelleschi ?) and Saint Jerome Madonna and Child last quarter of the 15 th century 1402-1405 panel; 135 cm (diam.) terracotta; 70 cm (height) Inv. 1890 no. 9257 Inv. Davanzati no. 154 This tondo depicts the Virgin, with a This terracotta work represents the Madon - thoughtful expression, wears a refined pearl na and Child half-length, according to an brooch in her hair. The forefinger of her left extremely widespread typology tradition - hand points to the cartouche held by the ally assigned to Lorenzo Ghiberti, of which Child who is sitting on a cushion with tas - there are many examples. sels. The saints are identified on the basis The relief was originally in the refectory of of their attributes: the cardinal’s hat for Ognissanti where it was housed inside a Saint Jerome and the staff for Saint Joseph. tabernacle by Agostino di Duccio, today The painting has stylistic features that are at the Bargello Museum. More than to the reminiscent of illustrious Renaissance mas - elegant figures on the North Door of the ters, such as Botticelli, Filippino Lippi and Baptistery it recalls the more vigorous and Ghirlandaio, and reveal the hand of a mi - intense rhythm as well as the marked pro - nor artist of 15 th century Florence who drew jection of Brunelleschi’s relief for the 1401 on renowned examples, eclectically mix - Contest , the Sacrifice of Isaac . ing the various components. Recently critics have related this work to The charm of the artwork is enhanced by the figure of Filippo Brunelleschi, sug - the beautiful coeval frame, carved and dec - gesting a comparison with works (the full- orated with a festoon motif in the Della length Madonna and Child in the Church Robbia manner and ascribable to 15 th -cen - of San Martino a Pontorme, Empoli, and tury Florentine production, boasting oth - the Saint Peter of the Butchers’ Guild of er similar examples that are found on fa - Orsanmichele in Florence) believed to be mous paintings (Signorelli, Berruguete)in created by the young Brunelleschi, who the Florentine museums. started his revolution in the field of the arts right from the revival of terracotta mould - Through a door next to the fireplace, fitted ing, an ancient technique, which in the out with 15 th –century Andirons in wrought Middle Ages had fallen into disuse. iron, a 15 th -16 th century Wafer iron and The Madonna and Child at Palazzo Da - 19 th -century Tongs , we reach the Rooms of vanzati, with its still Gothic character, Laces. might be among the oldest terracotta sculp - tures to have been carried out in Florence in the modern age. It was made using a mould from a prototype that critics have, recently, identified with the Madonna and Child of the Fiesole Seminary, which still retains its original colours.

Above museo di palazzo davanzati 4 - Rooms of laces and The Collections of Laces and Embroideries embroideries Laces and embroideries play an especially im - From the Great Hall on the first floor we portant role among the artistic collections fea - reach two small rooms, whose original tured by the Palazzo Davanzati Museum. function is unknown. Today they house The first core of such artefacts reached the Da - the collections of laces and embroideries of vanzati Museum in 1977 . It was composed the Palazzo Davanzati Museum. of the Bargagli and Nugent donations to the The first room has a specific educational Bargello Museum from respectively 1918 and character as it displays tools (such as Reels, 1953 , which before reaching Palazzo Da - Pedal spoolers, Reel winders from the 17 th , vanzati had also been exhibited at the Museo 18 th and 19 th centuries) along with ex - degli Argenti. Maria Fossi Todorow, then di - planatory panels helping visitors to under - rector of the Davanzati Museum, backed up stand the lace and embroidery techniques. by the Superintendent Luciano Berti, had the On a 16 th -century Table from a Bolognese idea of setting up a centre aimed at exhibit - workshop stand various objects related to ing and preserving laces. embroidery (distaff, lace pillow, shuttle, Those were the years when also in Italy, even scissors, iron, etc.). Some paintings exem - though a bit later than in Anglo-Saxon coun - plify the art of lacework. Among them the tries, new attention was directed to this sec - one attributed to Pietro Longhi, called tor of the decorative or applied arts. There - Woman who Sews, particularly deserves to fore the preservation of this particular type of be pointed out. handmade articles, produced and used in a This room is dedicated to Giorgio Calli - domestic setting, appeared as a priority for garis, the last heir of the famous Navone the newly founded museum, meant to be the embroidery company who generously do - example of the ancient Florentine house. nated to the Museum the entire archives of Mainly consisting of needle and bobbin laces the family firm as well as a collection of spanning from the 16 th century to the 19 th cen - about three thousand embroidery patterns. tury and of a smaller number of embroidered Here, besides the presence in a cabinet of objects, the collection has, over time, been re - a series of samplers belonging to the his - markably increased by a series of purchases torical collections of the Museum, are al - and donations. The possibility to entrust the so some important donations by the same State with the task of preserving and show - Calligaris, consisting of French and Flem - casing examples of such an ancient and re - ish laces from the 18 th ,19 th , and 20 th cen - fined art practised at home triggered dona - turies. Such donations are showcased in a tions from private citizens, often unable to do large iron container along the right-hand it justice. wall, with drawers and pull-out panels. Among the most numerous series of exhibits which have increased the Davanzati collec - tion of laces there are at least two that deserve to be mentioned: the one purchased by Lori - ano Bertini in 1981 (118 pieces) and the Ma - ganzi donation ( 1986 ) consisting of 153 pieces. A true collection is that of Franca Lawley Pe - dio which the museum acquired through three

english version different donations( 1985 -1988 ). Besides pre - As regards the embroidered artefacts, most of senting a wide gamut of laces carried out in which have been donated, they were produced various techniques and manufactures, the col - in the 19 th and 20 th centuries. The collection lection included also patterns, samples and of handkerchiefs of Italian, Swiss and French imitations (amounting in all to 827 pieces). production from the 19 th and 20 th centuries, Needle lace is deemed to have begun in the which belonged to the Duchess Franca di 16 th century first in Italy and then elsewhere. Grazzano Visconti di Modrone is truly ex - The bobbin technique sprang up shortly af - traordinary. These clothing accessories which ter, spreading across Europe in the second half have, over time, been attributed different of the same century. Both of these techniques functions and meanings – tokens of love or rapidly spread in many European countries, symbols of elegance – the extraordinary re - particularly in the 17 th and 18 th centuries, finement of the embroidery on very fine, lace- when they were employed in home furnish - edged fabrics is to be appreciated. The col - ings, but especially in clothing, to adorn col - lection of baby clothes which includes a large lars and cuffs of both men’s and women’s series of filmy baptismal clothes and fanciful clothes. bonnets, is datable to between the 19 th and Venice was the main centre for the produc - the 20 th century. The variety and elegance of tion of needle laces that lasted until well in - such garments mirror, within the social to the mid- 18 th century, and started again in changes begun in the 18 th century, the greater the Burano school at the end of the following consideration given to infancy in respect to century. Given the enormous success of Ve - the past. netian laces, in 1665 manufactures were To underline the role that the Palazzo Da - opened in France which at the beginning em - vanzati has been increasingly playing in the ployed female Italian workers. sector of laces and embroideries, it is impor - Also in Flanders the technique of needle laces tant to remember that in the last few years, was widely used and reached a high level in thanks to the generosity of Giorgio Calligaris, the 17 th century. But it was with the bobbin the Museum has been enriched with the technique that the countries that today cor - archives of the Navone firm of Florence com - respond to Belgium, Holland and north-east - prising about thirty thousand patterns and ern France reached the highest peaks in the models, documents on the various techniques, production of laces. as well as specialized books. In Italy it was the bobbin laces from Milan The Palazzo Davanzati Museum also fea - that from the end of the 17 th century started to tures a large collection of a special type of spread more than others, influencing other pro - handmade textiles, the so called samplers. duction centres. Genoa instead distinguished Such a term indicates a minor genre of tex - itself for a type of tips (Genoa rosettes)used to tile production, consisting of small-sized linen adorn collars and cuffs. A more popular tech - cloths embroidered with polychrome silk nique, also as regards the motifs, characterizes threads, between the 17 th and the 19 th centu - the Abruzzi production centres. ry, by young girls practising the art of em - The history of European lacework can be re - broidery as part of their education. But even traced through the numerous artefacts part of before that, at least as far back as the 16 th cen - the permanent exhibition set up in the two tury, with the revival of the tradition of do - small rooms on the first floor and in the store - mestic embroidery to decorate home linens, it room open to the public. is documented the custom of women that museo di palazzo davanzati worked at home of collecting embroidery In the first room stitches and motifs on small artefacts that 15. flemish production served as sets of samples. Plastron The collection includes one hundred and fifty first quarter of the 18 th century exemplars, carried out in Europe and Amer - bobbin laced linen thread; cm 21 38 ica between the end of the 17 th century and × Inv. Stoffe no. 7911 the end of the 19 th century. The artefacts come This lacework, in the last pull-out tray of from a larger collection assembled in the last the black metal container, shows decora - quarter of the 20 th century by Marshal and tive motifs characteristic of the various pro - Helen Cutler from Boston. When, in 1890 , duction centres in Flanders from the early the Cutlers moved to Florence, they brought 18 th century. On a background of thin bars along their collection. After their deaths, their decorated with picots, namely small fes - daughter donated a part of it to the Florence toons made up of floral and foliage motifs Red Cross. In 1972 the Italian State purchased along a central axis, the lacework develops 97 samplers and in 1986 the remaining 39 with a continuous pattern still in a 17 th - were bought by the Cassa di Risparmio di century style. The central neck opening in Firenze, which lent them to the Davanzati front shows that the lacework served as a Museum. Later on, the collection was en - garment decoration. larged also through donations.

Maria Grazia Vaccari On the left of the entrance door to the second small room 16. italian production Set of samples mid- 17 th century embroidered white linen; 70 ×75 cm Inv. Bargello no. 4505 The inscription in Gothic letters running along the border which reads “ questo buratello è di suor margherita figli - ola di giovan battista gianfigliazzi” (namely, this work was made by Sister Margherita, daughter of Giovan Battista Gianfigliazzi) besides telling us the name of the embroiderer (Sister Margherita), al - so helps us retrace the date of production of this set of samples from around the mid- 17 th century, that was certainly prior to 1674 , the year when Orazio Gianfigli - azzi, the brother of Sister Margherita, married Maria Maddalena di Leonardo Tempi, in whose family archives the set of samples is mentioned as a wedding gift.

english version This set of samples, the oldest of the Mu - The decorative pattern of this fragment of seum, is divided into four sections. In one a pillowcase is made up of reticella squares of them on the cloth with geometrical mo - alternating with flat-stitch embroideries tifs there are reticella and point coupé evoking stylized and geometrical typolo - stitches and pulled out threads, whereas in gies, influenced by the Arabic style and by the other three sections there are embroi - Spanish and Turkish fabrics. dery samples with Holbein, fishbone, flat This elegant artefact is an extremely inter - and loop stitches. esting example drawing on pattern books from the 16 th century ( Pogan 1548 , Vincio - lo 1587 , Vecellio 1591 ), a source of inspira - Second small room tion also in the 19 th and 20 th centuries. The second small room showcases the most interesting and substantial part of the col - In the display case against the long wall lection of laces. The exhibits are arranged in chronological order (from the 16 th to the 18. venetian production 20 th century ), according to the technique Collar (needle or bobbin) and to the various ge - ca. 1670 -1680 ographical areas of production (Italy, Flan - embroidered with linen thread; 84 x42 cm ders and France). Inv. Stoffe no. 1529 In the centre, the low chests of drawers This men’s collar, also known as Col Ra - along the right-hand wall contain: an im - bat , lies over the chest like a two-sided bib. portant collection of handkerchiefs (do - The decoration, still in Baroque taste with nated by Franca Grazzano Visconti di large floral motifs, was carried out in Ve - Modrone) and a sample set of a baby’s out - netian gros point in relief and is found in fit. At the sides are instead some Italian, coeval paintings and sculptures such as the European, and American samplers. On the Portrait of Colbert – the founder of the Roy - walls are a series of interesting portraits of al Manufactures of France – painted by famous figures from the 17 th and the 18 th Antoine Coysevox in the Castle of Ver - centuries, by Lorenzo and Giovanna sailles. Fratellini, and an equally interesting Por - trait of Carlota Joaquina of Bourbon by An - 19. french production ton Raphael Mengs. These paintings are Flounce important testimonies to the fashion of that 1670-1680 (?) time, which made abundant use of laces, needle-worked linen thread; 49 ×200 cm similar to the ones exhibited here. Inv. Stoffe no. 1528 This flounce, in point de France, the first lace carried out in France in the Royal Beginning the visit in an anticlockwise Manufactures founded by Colbert and in - direction, in the first display case to the left spired by Venetian laces, shows motifs with 17. italian production large ovals accompanied by quatrefoiled Fragment of a pillowcase panels with grille edges and decorated in - last quarter of the 16 th century side with floral motifs. Between the ovals embroidered white linen; 26 ×46 cm are a series of decorative elements linked Inv. Bargello no. 4342 by thin bars, above are two facing doves, museo di palazzo davanzati 4 surmounted by draperies, whereas the low - As Dante recorded in his Vita Nova , and er part of the flounce is decorated with tro - Boccaccio and Sacchetti later confirmed, phies and crossed torches. painted wall decorations were used in all Very often it was the court artists who sug - the stately homes of Florence, starting in gested the patterns for laces, hence suc - the 13 th century and continuing until the ceeding in creating in France for this sec - 15 th century, although the painted rooms in tor a special style, independent from the Palazzo Davanzati are among the few ex - sources of inspiration. amples that now remain. Despite the presence of Louis xiv decora - The wall decorations in the rooms imitat - tive motifs, the exemplar of the Palazzo Da - ed “ capiletto ”, hangings draped from rings vanzati Museum might as well be a 19 th - at the top of the walls to simulate a cur - century revival. tain. Above the faux curtain, there is a small, columned loggia that opens on to gardens with red and azure backgrounds, In the display case along the wall pots of flowers on the sills, and small birds before the exit in trees of various species. At the top, the 20 . aemilia ars wall is finished by a series of small arches Centrepiece that enhance the illusionistic trick of inte - ca. 1920 riors and exteriors created by these deco - needle-worked linen with reticella rations. embroideries; 61 ×115 cm The ceiling in this room is original and is Inv. Stoffe no. 1371 made of decorated wooden rafters and The centrepiece, carried out for the wed - beams. ding between the Malvezzi de’ Medici and There are built-in doored niches in the Strozzi families on January 12 th , 1920 , as walls for household items that contain ma - attested by the coats of arms with their ar - jolica objects. On the central wall, there is morial bearings, is a refined example of the a large hooded fireplace, on which the revival of Renaissance reticella embroi - Davizzi coat-of-arms, flanked by those of deries by Aemilia Ars from the late 19 th cen - the Ridolfi and the Alberti families, is paint - tury to 1936 , particularly evident in the flo - ed. The coat-of-arms with the Alberti ar - ral motif between the coats of arms, taken morial bearings also appears on the stone from the 1591 Libro di Lavorieri by Aure - lintel of the fireplace, testament to the close lio Passarotti. kinship between the two families. Next to the fireplace, with its 15 th -century iron andirons and 16 th -century wafer-irons is a We then return to the Great Hall, crossing it 17 th -century bellows in walnut and leather. to reach the Parrot Room This hall, furnished as a dining room, has a 16 th -century table , modified in the 20 th 5 - The Parrot Room century, and 19 th -century walnut stools . It is home to the most antique majolicas in This day room is one of the most famous the museum’s collections, ranging from the in the palace and takes its name from the archaic of the 14 th , 15 th and 16 th centuries up small parrots found in the lozenges of the to the 17 th -century specimens from Mon - geometric decorations painted on the walls. telupo.

english version On the wall adjacent to the Great Hall, 22 . montelupo production immediately to the right of the tall walnut Pair of small apothecary jars credenza from the 16 th and 20 th centuries, second half of the 17 th century Montelupo majolica is displayed majolica; 41 cm (height) Inv. Davanzati nos . 230 , 231 21 . montelupo production These egg-shaped apothecary jars with Harlequin plates spouts – designed to contain liquid or se - ca. 1620-1640 mi-liquid medications – are decorated with majolica; 31 cm; 29.5 cm; 31 cm; 32 cm; a garland of flowers and fruit framing the 32 cm; 32 cm; 32.4 cm; 23.2 cm (diam.) cross of Saint Stephen. It has handles in Inv. Conti nos. 43 , 44 , 45 , 46 , 47 , 48 , 49 , 50 the shape of dragons (the insignia of the This is a series of eight plates with repre - Florentine apothecaries’ guild was a drag - sentations of men on foot or on horseback, on), a short neck with a wide brim and a known as “harlequin” because of the bright modest opening. colours that evoke the famous mask. The presence of the Cross of Saint Stephen Examples of these plates, much in demand may imply that the jars were originally in - among sophisticated collectors (Stibbert tended for the pharmacy of a convent at - and Galeazzo Cora) and still very popular tached to the Order of Saint Stephen, on the antique market, are found in the founded by Cosimo I in 1561 . most important public collections (Palaz - There are epigraphic scrolls along the low - zo Venezia Museum in Rome, Bargello er band: on one is sO rosato solutu S, and Museum in Florence, Castello Sforzesco on the other, s O di cicoria compo STO . in Milan, etc.) as well as in private ones. Similar specimens from the same period They are characteristic for the figures in and factory are found in public museums waistcoats, striped trousers, and hats with and private collections. large brims that wave flags or boldly draw their swords. The picaresque tone of the “marionettes” refers these plates to the sec - Inside the credenza is a collection ond production period of the Montelupo of archaic majolica of central Italian factory ( 1610 -1640 ) dedicated to the repre - production, discovered also in the sentation of war and the everyday life of Piazza Castellani excavations, with several common people. examples of jugs and bowls in addition to a plate and a hand warmer. Continuing the visit, along the wall Among these majolica pieces, adjacent to the balcony, furnished with the following are to be pointed out two chairs in walnut and leather from an 18 th -century Tuscan workshop, 23. tuscan production there is a niche in the wall that houses Basin some pieces of majolica: a hand warmer 14 th century which is a copy of an ancient specimen, majolica; 7.5 (height); 20.5 (diam.) and a tile of central Italian production Inv. Davanzati no. 400 from the end of the 14 th century The basin was discovered in Florence in On the low walnut credenza from the first the wall of the church of San Procolo along half of the 16 th century are found Via Pandolfini, in 1962 . museo di palazzo davanzati The internal decoration has a stylized, 6 - STUDIOLO green bird outlined in black and some leaves with serrated edges, set against a light This small room is located at the back of background. The reconstruction of the the building and is illuminated by a single missing part of the bird’s body, carried out window overlooking a narrow lane. It has with a simple drawing in an old restora - a large fireplace in which are 16 th -century tion, has recently been removed as it was andirons and two lavatories. The room’s arbitrary. original use is ignored. In the museum’s current arrangement, it 24. orvieto production has been furnished as a Studiolo , a private Jug room in which the master could read and Second half of the 14 th century study, and where he kept his own collec - majolica; 32 (height) ×14.5 ×11 cm (diam.) tions and drew up contracts. Inv. Davanzati no. 207 The presence of a cabinet with small The jug has a sleek shape and a relief dec - bronze-like sculptures in wood, from a 16 th - oration that alternates figures and green century Venetian workshop, has led to plac - racemes against a crisscross patterned back - ing the Museum’s bronze collections here. ground in manganese brown, rather typi - Along the walls, a series of rectangular cal of the Orvieto production. The Flo - paintings must have made up a spalliera , rentine lily in the centre is interesting as an part of the wooden panelling of the room indication of its destination. which, around the mid- 15 th century, re - This specimen still shows its ornamental placed the painted, Gothic-style wall dec - richness thanks to the recent restoration orations. that sought to limit the impact of the many Other interesting metal objects as well as gaps. some chairs and great chairs complete the furnishings.

Displayed in a wall niche on the opposite On the upper part of the wall adjoining wall are other majolica objects: the Parrot Room a 17 th -century apothecary jar of Montelupo production and a basin of probable 25. master of serumido Tuscan production from the 16 th century. (active in Florence in the first half The niche is above a neo-Renaissance of the 16 th century) walnut credenza , made by the workshop Stories of Andromeda of Giovanni Berardi around 1927 . ca. 1515 A door leads to the “lavatory”, panels; 66 ×152 cm; 66 ×168 cm; 66 ×150 cm a characteristic feature of this palace Inv. 1890 , nos. 510 , 509 , 514 as there are several rooms of this type The three, similarly sized paintings depict on each floor, indicating also the level the stories of Perseus and Andromeda. The of comfort in which the Davizzi family first represents the Freeing of Andromeda lived. The waste was collected from a sea monster by Perseus, the second in an underground cistern that the Sacrifice to Jupiter for Andromeda’s Re - was periodically emptied. lease and the last one The Marriage of An - From here one enters the Studiolo dromeda and Perseus Disturbed by Phineus .

english version These paintings had been identified in the 27. tuscan sculptor (?) past with the “various stories of small fig - Head of a boy ures”, mentioned by Vasari and carried out end of the 15 th century by Piero di Cosimo as decorations for a bronze; 34 ×15 ×18 cm “bedroom” in Francesco del Pugliese’s Inv. Davanzati no. 161 house, on the basis of similarities with the This beautiful portrait of a boy is consid - famous painting representing the Freeing ered to be drawn from an alleged portrait of Andromeda by Piero di Cosimo, now in of Annius Verus, Emperor Marcus Aure - the Uffizi. lius’s son, which was given to Lorenzo the Because of a certain weakness and lesser Magnificent in 1488 . quality, the critics have more recently as - The comparison to the marble sculpture signed the paintings to the so-called Mas - from the 2nd century A.D., now in the Uf - ter of Serumido, an artist who was able to fizi, which depicts a boy of about six years rework motifs from the early 16 th -century of age, makes the relationship to this Florentine painting with influences from bronze head plausible, as its facial features the key figures of Mannerism, so much so as well as the short curly hair are indeed that he may be considered one of the most similar. unusual “eccentrics” in the panorama of The bronze portrait shows a sensibility and Florentine painting in the early decades of very precise attention to details that refer the 16 th century. it to an artist specialized in metal-working.

th Below the Sacrifice to Jupiter for On the wall to the left, between two 16 - Andromeda’s Release century “ fratina ” or refectory chairs, in walnut and leather 26. lombard workshop Chest 28. venetian or ferrarese workshop 16 th -19 th centuries Cabinet 16 th century wood, metal and velvet; 65 ×133 ×42 cm Inv. Davanzati no. 176 walnut; 183 ×79 ×39 cm This chest, a simple box with a rounded Inv. Davanzati no. 434 lid, is refined by decorative metal appliqués This piece of furniture consists of two parts: with motifs of racemes and flowers. Into the architectural-styled cabinet and the this ornamental scheme are panels of red table-like support. chiselled velvet added in modern times, On the front of the cabinet, there are three perhaps to replace an old fabric upholstery niches, separated by columns and sur - that had worn out over time. mounted by a scrollwork cornice. Three figurines – of primed wood painted to sim - ulate bronze - depicting feminine allegories In the niche on the wall adjacent to the decorate the niches. gallery, above a carved walnut great chair Because of similarities to exemplars in with leather upholstery from the 17 th ebony and semi-precious stones from the century and below a small, 16 th -century Veneto area, it is believed that also this cab - bronze representing an Athlete, of northern inet may have been made by a Venetian or Italian production Ferrarese workshop. museo di palazzo davanzati 8 Instead, the small table that acts as a sup - cules, recognizable by some of his attributes port, associated with this cabinet in recent like the club and the lion’s skin thrown times, shows characteristics more typical over his shoulder. Several figures pay trib - of the Emilia region. ute to the legendary hero. A vast landscape opens behind the pavilion. The iconogra - 29. Lombard workshop (Brescia?) phy probably conveyed a specific message Strongbox that at present is difficult to interpret. The mid- 16 th century format and size of the painting suggest that Wood and iron; 60 ×62 ×118 cm it was originally part of the wooden pan - Inv. Davanzati no. 28 elling of a room. The simplicity of the exterior of this wood - The presence of the painting, called the en strongbox, covered by a lattice of iron Temple of Hercules , in the ancient Medici bands, with large side handles and two inventories beginning with the 1588 one of large keys hanging from the lid contrasts the bequest of Francesco I and the im - with its sophisticated interior, where the portance of the figure of Hercules in the complex locking mechanism is hidden by Medici family symbology, have suggested an iron sheet decorated with fantastic fig - the Medici family as the possible client, ures of monster-warriors among volutes after the family’s return to Florence in 1512 , and racemes, while the walls of the strong - sealing the beginning of a new era of peace, box are decorated with damascened geo - to which the bow of Hercules, at the foot metric motifs. of the pedestal in the foreground, seems to The decorative part may indicate the loca - allude. tion of its manufacture: the assignment of The painting, assigned in ancient inven - the work to Lombardy rather than to the tories to Andrea del Sarto, was subse - Veneto area – on the stylistic basis of the quently attributed by critics to Franciabi - damascened motifs – was then preferred gio, to the young Foschi, to Indaco, and because of the decoration carved and in - finally to Antonio di Donnino del Mazz - cised with figures, almost in a Mantegna iere, one of the most interesting figures in style, placed in grotesque motifs. In addi - early 16 th -century Florence, influenced by tion, it is comparable to a similar strong - the styles of Franciabigio and Pontormo. box so that ours is also thought to have been made in Brescia. On the door of the lavatory is a painting from the 16 th -century Florentine school The painting above the strongbox depicting the Portrait of a Sculptor holding a small bronze statue in his hand. 30. antonio di donnino del mazziere To the sides of the window are a folding (attrib.) (Florence 1497-1547 ) chair and a walnut armchair, both covered Temple of Hercules in velvet and from the 16 th century. wooden panel; 77 x153 cm In the centre of the room Inv. 1890 no. 1600 The painting presents a magnificent pavil - 31 . florentine workshop ion, supported by columns, with a central Coin cabinet arch under which, on a pedestal decorated 16 th century with grotesques, there is a statue of Her - walnut;

english version 99 ×102 ×62 cm made for the Prince of Liechtenstein in Inv. Davanzati no. 192 Vaduz and the one in Blenheim Palace for The cabinet was acquired for Palazzo Da - the Duke of Marlborough, who commis - vanzati in 1958 . It consists of a stepped base, sioned the sculptor a series of “antique- a body with one central and two side doors, style” bronzes in 1711 . two drawers and a drop-leaf desk. With the doors open, a series of small drawers are At the end of the gallery, we take a narrow seen that were probably meant to store corridor with geometric wall decorations medals. that leads to the first floor bedroom Though some elements are to be referred occupying a wing of the palace where the to the 19 th century, above all inside, the coin other bedrooms on the upper floors are cabinet may be considered a Florentine found. This wing was probably part of the product of the 16 th century. Davizzi’s ancient tower-house, later incorporated into the palace. 32 . massimiliano soldani benzi (attrib.) (Florence 1656 - Montevarchi 1740 ) Venus beginning of the 18 th century 7 - The Peacock Room bronze; 60 cm (height) Inv. Davanzati no. 60 This room is called the “Peacock Room” The small bronze is a copy –devoid of the because of the peacocks supporting shields putto riding the dolphin – of the famous with coats-of-arms along the upper band Venus Anadyomene , known as the “Medici of the faux-tapestry wall decoration. This Venus”. From a Praxiteles archetype, the faux-tapestry is similar to that found in the statue is mentioned in 1638 as being at the other painted rooms. Villa Medici in Rome, from where it was The coats-of-arms, which follow each oth - sent in 1677 to Florence. Since 1688 , it has er along the decoration, are the armorial been on display in the Tribune of the Uf - bearings of some public figures (the Avi - fizi, where it is still the showpiece. gnon Popes, John XXII and Clement VI), This prototype was revived and spread ruling families (the various branches of the widely beginning in the 16 th century, when Anjou) and Florentine families who were some Medici inventories list some “mod - either related to or had a business rela - ern Venuses” with putti in marble, on the tionship with the Davizzi family (the Al - shelves of the Tribune. bizi, the Strozzi, the Alberti, etc.). In ad - These small sculptures, along with copies dition there are also heraldic insignia: the of Renaissance bronzes, continued to play crossed keys of the Church, the lily of Flo - a role as splendid ornaments in the “small rence and the emblem of the popolo of Flo - studies” of sophisticated collectors. rence. Because of the bronze finishing, our mod - The 14 th -century paintings and illumina - el is very similar to some bronze copies car - tions allow us to become acquainted with ried out by Massimiliano Soldani Benzi, the bedroom décor of the period, a room an artist active at the grand ducal court who in which women spent the majority of their carried out works also for foreign princes, time: praying, working, taking care of their such as the “antique-style” Venus in bronze children, and receiving visits from friends. museo di palazzo davanzati 8 The room’s décor – like that in the other ground, there is a landscape with hills and rooms of the house – was rather simple. trees that seem to be reflected in the water The bed took up most of the space and was of a river that winds alongside them. “a cassoni ”, i.e., surrounded by chests that Considered a partial copy of the painting also acted as a step but which were prima - kept in the Uffizi (San Marco and Cena - rily used for storing linens, clothing, valu - coli Inv. No. 114 ), the work has been com - ables and documents. pared to Filippino’s early style and attrib - The cradle was very simple – as can be seen uted to the artist’s workshop. in the frescoes by Giotto in Assisi – if not The investigations carried out during the just a sort of hammock made of cloth at - 1999 restoration revealed the presence of tached to the sides of two poles suspended an extremely interesting preparatory draw - by ropes above the bed. ing and some probable afterthoughts by The furniture that is currently in the room the artist, which suggest considering the is almost all from the 16 th and the 17 th cen - painting as a work certainly carried out in turies. Filippino’s workshop, with the master’s di - Obviously, these bedrooms were not lack - rect participation and without the use of ing in sacred images, here recalled by a 15 th - cartoons. century bas-relief in plaster placed in a tab - ernacle whose panel doors were painted by 34 . venetian and florentine Neri di Bicci. production Columned bed second half of the 16 th century Beginning the visit in a clockwise direction, and beginning of the 20 th there is a walnut chest from a 16 th -century carved and partially gilded walnut and (?) Tuscan workshop along the wall; above white poplar; 152 176.5 225 cm is a framed mirror of the same period and × × Inv. Davanzati no. 27 workmanship. On the back wall, next to a Already documented when Volpi furnished 17 th -century walnut great-chair , there is a Palazzo Davanzati the second time, the bed prie-dieu from a Tuscan workshop, in the – of great decorative effect – has always same material and from the same period. been noted by critics as being an invalu - On the prie-dieu able exemplar. In the Museum’s catalogue, 33. filippino lippi it is referred to Vasari’s circle and is dated (Prato 1457 - Florence 1504 ) to the second half of the 16 th century. and workshop While confirming the undoubted quality Madonna in Adoration of the Child of execution, the recent restoration revealed with the Young Saint John some changes in the original structure, end of the 15 th century some alterations, and especially the addi - wooden panel; 58 ×46 cm tion of antique parts carried out at the be - Inv. 1890 , no. 9254 ginning of the 20 th century. In the centre of the panel is a depiction of Thus, the columns were almost certainly the Virgin kneeling in adoration of the trimmed down, while the headboard was Child, lying on the floor and naked on a put together using a late 16 th -century cor - bed of wheatears; to the left is the young nice from a piece of ecclesiastical furniture Saint John with joined hands. In the back - – as evidenced by the iconography of the

english version 8 two dolphins – placed above the central Lavatory panel that, in the centre of an elegant car - Like those of the other bedrooms, also the touche, depicts the figure of a young man walls of the Peacock Room’s lavatory are holding a crescent moon with a face inter - decorated – in this case with floral motifs. preted as Sleep or Time . The lavatory is furnished with a circular, This panel was originally the front of a zinc bathtub and two copper jugs of 19 th - chest, as confirmed by the restoration and century Tuscan production, suggesting the by a comparison with another chest, very hygienic habits of the 14 th century. In fact, similar to ours in subject and for quality of in order to take a bath, tin tubs were filled the carving, kept at the Kunstgewerbemu - with water using the jugs. seum in Berlin and assigned – along with a pair of chests in the Hermitage of St. Pe - tersburg – to Venetian production from On the last wall of the room the second half of the 16 th century. 36 . umbrian workshop Chest On the bed is a copy of the 14 th -century beginning of the 16 th century “Guicciardini Bedcover” – previously at painted and carved wood; Palazzo Davanzati and now at the 57.5 169.5 31.5 cm Bargello Museum. It was carried out in × × Inv. Davanzati no. 179 2005 -2010 and donated to the museum by The exemplar illustrated here is particu - Silvana Morgantini Vannini who used the larly rich in decoration with its three paint - design by Marisa Silvestri Sardini. ed panels on the front, framed by stylized Next to the bed and to the right botanical motifs and Greek frets, enriched 35. northern italian workshop with studs in relief. The double frame mo - Cradle tif recalls a chest in a private collection in 17 th century Perugia. carved walnut; 75 ×52 ×105 cm The interpretation of the paintings is am - Inv. Davanzati no. 51 biguous. They portray domestic interiors The sides are carved with a continuous in which the figures of a boy and an old rosette motif that forms a frieze decorated man are repeated – perhaps the boy is start - with volutes inside the contoured scrolls ing as an apprentice in the workshop. that adorn the lower part. The same pat - tern, inverted, is repeated on the head-and In the niche with panel doors footboards. The feet and bars at the sides 37 . neri di bicci (Florence 1419-1492 ) are turned. Archangel Gabriel and Saint Benedict The cradle is larger than those from previ - The Virgin of the Annunciation ous centuries and it shows, also with its Tobias and the Archangel Raphael fuller ornamentation, the taste that char - ca. 1473 acterized 17 th -century furniture. wooden panels; 126 ×41 cm (each) Inv. 1890 , no. 5888 Behind the cradle are two dwarf chairs in The paintings are the panel doors of a small walnut, with modern upholstery from a 17 th - altar used for private devotion, probably century Tuscan workshop. intended to hold a crucifix . museo di palazzo davanzati 8 The refined colours of the robes with the Second floor costly decorations whose details recall the fashion of the period, and the very fine stip - pling of the saints’ haloes, carried out in 8 - Great Hall keeping with the high-quality technique of Florentine Gothic-style workshops and, We come to the second floor which has the finally, the facial features clearly demon - same plan as the first. strate Neri di Bicci’s hand. The Great Hall, intended for feasts and The small altar comes from the Benedic - gatherings, opens to the right. It is identi - tine monastery of Sant’Apollonia, as con - cal to the one on the floor below. The hall firmed by the presence on one of the pan - runs the entire length of the façade with el doors of Saint Benedict , the founder of five wide windows now with spiked shut - the Order. The fact that it originally be - ters and glass panes but, at one time, closed longed to this order also helps in the by cloth window coverings. chronological definition of the work. In - The hall is furnished with a large table in deed, we know from Neri’s own Ricordanze the centre in addition to paintings, sculp - that he worked for the nuns of Sant’Apol - tures, cassoni and chests with and without lonia between 1472 and 1473 , carrying out backs; there is an important series of Flem - some paintings for the church, the Madon - ish tapestries from the beginning of the 16 th na and Child with Saints , as well as the century, which belonged to the Medici col - Coronation of the Virgin for the same lections. church. Both works are currently in the The room also displays a collection of 17 th - Refectory of Sant’Apollonia. and 18 th -century majolica divided by geo - graphic area, but above all from north-cen - 38. workshop of desiderio tral Italy with examples from Faenza, da settignano Deruta, and Urbino. (Settignano ca. 1430 -1464 ) Madonna and Child Beginning the visit in a counter-clockwise plaster relief; 68 40 cm × direction, from right to left, high up Inv. Davanzati no. 146 on the walls With a curved shape, the relief portrays a half-figure Madonna who holds the Child, 39 . flemish production standing on the window-sill to her right. Episodes from the Lives of David and This type of composition, with a very flat Bathsheba relief, refers to images of Madonnas by beginning of the 16 th century Desiderio da Settignano. This work, how - wool woven with gold and silver threads ever, lacks the sweetness typical of Deside - 66 ×350 cm ; 68 ×353 cm; 69 ×350 cm; rio’s style, the movement and feeling of af - 65 ×352 cm fection that links the figures in the Master’s Inv. Arazzi nos. 587 , 591 , 588 , 590 works. Therefore, this exemplar can be The cycle begins to the right of the entrance traced back to his workshop’s production. wall. In the first scene David Sees Bathsheba at the Fountain and Sends a Messenger to In - vite her to Court . The second scene follows

english version 8 as Bathsheba Receives the Invitation and but currently is identified with Gregorio Meets King David . The third scene portrays di Lorenzo, a sculptor apprenticed to De- the Marriage of David and Bathsheba while siderio da Settignano’s workshop, who was in the fourth Nathan Reproves the Two among the ranks of the most renowned Lovers . The last two scenes are on the left Italian artists active at the court of Matthias walls. Corvinus in Hungary. Taken from Book II of Samuel (chapters Surmounted by a cornice with a vessel over - 11 and 12 ), the story unwinds according to flowing with fruit and closed at the sides an elegant arrangement with columns sep - by a motif of candelabra and stars, the work arating each episode. The exterior scenes, displays a Virgin with the Baby Jesus stand - distinguished by rich vegetation set against ing, accompanied by two cherubs, above fabulous backgrounds, alternate with dra - and below to the left. A cartouche below matically furnished interiors displaying fab - bears the inscription ave gratia plena . rics and rugs, while the figures are dressed This relief is modelled to reproduce famous in rich robes. Florentine Madonnas, like (for its cande - Tapestry panels of similar size and manu - labra motifs and the vessel on the cornice) facture are also found in the Spanish na - the Madonna of Rocca Manfredi in So - tional collections. larolo, near Imola. It was carried out in Probably woven in Brussels, the tapestries 1460 by the young Verrocchio who was a are a series of six panels – with two repeat - contemporary of Gregorio and his col - ing the same subjects – which were part of league in Desiderio’s workshop. the Medici collection of Flemish tapestries, started by Cosimo i, who had tapestry pro - There are two other bronzes in the niche, duction established in Florence in 1545 . below a small bronze from a 16 th -century Some critics have suggested that they be Florentine workshop depicting Venus identified with the six baldachin curtains, or bed canopies, previously in Palazzo 41. florentine sculptor Medici Riccardi. This use would also jus - Two boy’s heads tify the replications of the scenes. end of the 15 th century bronze; 28 cm (height); 24 cm (height) Inv. Davanzati nos. 160 , 162 A relief is hung above a walnut chest from From the grand ducal collections, the two the second half of the 16 th century. heads are almost identical, both looking in 40. gregorio di lorenzo the same direction and with an open (1436-1504 ca.) mouth. The head is hollow inside; the Madonna and Child pupils are dilated and perforated. The hair ca. 1470 is short with soft curls. Similar exemplars plaster with traces of gilding; can be found in London (The Wallace Col - 102.5 ×66 cm (height) lection, Victoria & Albert Museum) and in Inv. Davanzati no. 155 Stockholm (National Museum). This piece was published in the early The high quality of these works refers them decades of the last century as a work by the to a Renaissance sculptor who was inspired Master of the Marble Madonnas, who was by the famous prototypes of 15 th -century first identified with Tommaso Fiamberti Florentine sculpture with a specific refer - museo di palazzo davanzati 84 ence to the Della Robbia workshop. Its There are three paintings below the portrait. original use is unknown: were they mod - In the centre els for larger structures or ornamental parts 43. workshop of bicci di lorenzo (?) of a more complex sculpture? (Florence 1379 - Arezzo 1452 ) Madonna of the Milk In the centre of the wall, between the two 1420-1430 walnut armchairs upholstered in velvet, wooden panel; 74 ×39 cm from the 16 th century (?),identical to the Inv. 1890 , no. 3222 ones found opposite, and above a chest The small altarpiece for private devotion from a Florentine workshop of the second shows the Virgin surrounded by praying half of the 16 th century angels. She is sitting on a low, backless mar - ble throne with receded panels and an al - 42. florentine painter tar-step. This element gives a Renaissance- Portrait of Giovanni Bicci de’ Medici style note to a work of a still decidedly late second half of the 15 th century Gothic character, both for the cuspate shape wooden panel; 58.5 74 cm × and the presence of the gold background Inv. 1890 , no. 469 that excludes any reference to spatiality. The The work belongs to the Medici Collec - continuity of the 14 th -century figurative lan - tions in whose inventories, beginning in guage enlivened with Renaissance traits is 1553 ,appears “a half-tondo depicting Gio - fairly typical of the style that characterized vanni de’ Medici in a gilded frame”. Bicci di Lorenzo’s workshop. Giovanni di Bicci de’ Medici ( 1360 -1429 ), Very widespread in the 14 th century, the founder of both branches of the family, is iconography of the “Madonna of the Milk” depicted in a three-quarters view with his may indicate that this painting had an aus - face turned to the left; he is flanked by the picious function of prosperity and fertility. shoulder of another figure, suggesting that A Pietà , the Virgin and Saint John the Evan - it was originally a double portrait. gelist are depicted on the predella, set with - As a result, Gaetano Milanesi ( 1878 ) iden - in three small tondos having a stippled gold tified this painting with the portrait of Gio - background. vanni di Bicci de’ Medici and Bartolomeo Valori recorded by Vasari in the Guardaro - ba Medicea and carried out by Zanobi To the sides Strozzi, even if Vasari mentioned the same double portrait as being in the house of Si - 44. master of marradi mone Corsi, where it probably was located (active in Tuscany at end of the 15 th - before entering the Guardaroba Medicea. beginning of the 16 th centuries) In the Feast of the Carmine Cloister , paint - Adoration of the Magi; Miracle ed by Masaccio and which has been de - of Saint Peter Martyr stroyed, the two men, Giovanni di Bicci beginning of the 16 th century de’ Medici and Bartolomeo Valori, ap - wooden panels; peared side by side : this must have been 32 ×53 cm; 36 ×52 cm the iconographic source that inspired the Inv. 1890 , nos. 485 , 484 15 th -century Florentine painter who carried The two small paintings, purchased in 1782 out this portrait. as works of Dello Delli by the Uffizi Gallery,

english version 8 were linked to Botticelli – especially the Meleager and Atalanta, together with oth - Adoration of the Magi- and specifically to his er heroes, are hunting the Calydonian Boar drawings inspired by a lost fresco carried that appears, wounded, in the foreground; out by him in Palazzo Vecchio as well as to behind the group, some branchless, barked a partly autographic sketch of a similar sub - trunks suggest the devastation caused in ject (Uffizi Gallery, Inv. 1890 , no. 4346 ), the forest by the fury of the animal. made around 1500 that would be the ter - Some fortified buildings appear in the minus post quem for the creation of these background, where nature seems to be re - paintings. Obviously, these considerations composed in the elongated pond and the also apply to the other small painting that blue rocks in the distance that stand against represents the Preaching and Martyrdom of the yellow glow of the horizon and join Saint Peter of Verona , its iconography in - with the blue of the sky up above. spired by the fresco of similar subject lo - cated on the north facade of the Bigallo, The wall with the windows is furnished and finished by Jacopo Franchi and Ven - with 17 th -century great chairs in walnut tura di Moro already by 23 September 1446 , and leather or in carved walnut from a the date of the last payment to the two Lombard workshop, and a backless chest painters. heavily modified in the 19 th century. The revival of archaizing models and the On the wall there is a painting presence of stylistic elements derived from such coeval artists as Botticelli and Ghir- 46. workshop of jacopo di cione landaio, are precisely the characteristics of (Florence, documented 1368-1398 ) the Master of Marradi, an extremely con - Madonna and Child servative artist, who however was able to wooden panel; 56 ×38 cm spread Renaissance innovation in the Inv. 1890 , no. 6113 churches of the Florentine countryside. In this small painting, a typical object used for private devotion, the Virgin is sitting on a low throne and is wearing a mantle lined In a niche on the windowed wall, there are with gray squirrel fur on a precious robe some plates from Urbino, of which two are interwoven with gold. For the care given original; they depict the Hunt of Meleager to the description of the rich fabrics of the and the Drunken Silenus . There is also a Madonna and Child, the painting reveals copy depicting the Battle of Joshua the special attention paid to providing the 45 . duchy of urbino production sacred image with a character appropriate Hunt of Meleager for its intended setting. 1530-1540 The close relationship observed by critics majolica; 27 cm (diam.) with paintings of a similar subject and at - Inv. Davanzati no. 253 tributed to Jacopo di Cione – at the Ac - The plate – in blue, green, yellow, orange – cademia Gallery in Florence and in the follows the manner and style of the fine Lehman Collection in Washington – jus - production from the Duchy of Urbino. It tifies referring this painting to that depicts the Hunt of Meleager , as also indi - artist’s workshop, one of the most active cated by an inscription written with brush - in Florence in the second half of the 14 th strokes on the back. century. museo di palazzo davanzati 8 In the centre of the room On the back wall, there are some interesting th 47 . florentine workshop works on the walnut credenza from a 16 - century Tuscan workshop which was Table th 16 th and 20 th centuries however modified in the 19 century. carved walnut; 321 ×117 ×89.5 cm (height) Inv. Davanzati no. 143 49. bolognese circle The table re-uses two important 16 th -cen - Coronation of the Virgin tury supports from the Museum of San 1390-1410 Marco. It is not known yet if the Domini - carved and painted wood; 61.5 ×53 cm can convent was the original location of Inv. Davanzati no. 163 the two elements. This small altarpiece used for private de - The supports are extremely decorative, votion consists of a central section with a with large lion’s paws and scrolls embel - relief of the Coronation of the Virgin set lished with ram’s heads, festoons and mas - inside a Gothic arch. On the hinged side carons. These elements were inspired by panel doors are representations of Saints the antique marble tables that were grad - John the Baptist and Anthony the Abbot ually coming to light from the excavations (?), surmounted by the figures of our La - in Rome, whereas the style with which they dy of the Annunciation and the Angel, were made has been connected to draw - while a Man of Sorrows is set in the cyma, ings by Bartolomeo Ammannati. shaped like a trefoil arch with flamboyant decor. The conservation status of the work, which On the table is shows traces of a very abraded gilding in ad - 48. Venetian workshop dition to the worn surface of the relief, does Chest not allow interpreting its original aspect. second half of the 16 th century carved and pyrographed walnut 50 . florentine production 42 (height) ×92 (length) ×36 cm (width) Bust of a nun Inv. Davanzati no. 181 beginning of the 16 th century The simple chest with a barrel lid is com - painted terracotta; 50 ×55 ×19 cm pletely covered with a decoration that com - Inv. Davanzati no. 152 bines carving and the use of pyrography to The work is commonly regarded as the por - create more pronounced chiaroscuro con - trait of a nun, identified by the severe gar - trasts. ments, with her head covered by a veil and On each side and on the lid are fanciful an - her white wimple. imals set in a thick tangle of foliage, framed The likely use of a death mask – a mould by bands of stylized motifs. The deeper made from the face of the deceased – con - background, darker colouring and stip - tributes significantly to the marked natu - pling highlight the design, enhancing the ralism of the expressionless face. natural colour of the wood and creating a The production of this kind of memorial valuable lace-like effect. portrait was very common in 15 th -century The chest is referred to the northern Vene - workshops. Standard models were carried to because of both the use of this technique out that were then customized with rela - and the Orientalising motifs. tive ease using a cast of the person’s face.

english version 8 The polychromy also helped to give the carved, painted and gilded wood; portrait more specific features. 52 ×25 cm Inv. Davanzati no. 164 51 . jacopo di arcangelo known as The relief depicts Saint John the Baptist jacopo del sellaio (attrib.) dressed in a goat skin and a golden cloak. (Florence 1442-1493 ) On the left, some tree trunks allude to a Christ on the Cross naturalistic setting. There must also have last quarter of the 15 th century been other botanical elements in the left wooden panel; 67.2 ×41.4 cm corner where there is a partial loss. The Inv. Davanzati no. 1415 backdrop on which the relief was applied The small painted cross is mounted on a hill is probably also lost. of Calvary from a later date which forms The unknown carver shows classical stan - its base. dards in the proportions and attitude of The delicacy of execution in addition to the figure; the flattened relief is however references to Lippi and Botticelli seen in very accurate in the rendering of such de - the thin folds of the loincloth and in the tails as the goat fleece and the saint’s hair. features of Christ’s face make the tradi - The use of gold in the cloak gives it a pre - tional attribution to Jacopo del Sellaio cious tone which is unusual in the saint’s plausible, an eclectic painter. iconography that usually emphasizes his The crucifix of the Painted Cross is remi - ascetic nature. niscent of the one in the work by Jacopo del Sellaio representing Saint Jerome in Prayer , of which several versions may be found in various museums and private col - 9 - Day room lections in Italy and abroad (Florence, Stockholm, Budapest, Berlin, Sarasota, El The day room on the second floor is per - Paso etc.). fectly equivalent in size and layout to the Parrot Room above which it is set. At one time it was probably decorated, as seems In the credenza are several examples of to be suggested by some traces on the in - ceramics (bowls, plates, fruit stands, jars, trados of the door that leads to the gallery etc.); they are from north central Italy and and on the window openings. Presently, datable to the 17 th and 18 th centuries. inscriptions and drawings from different On the wall next to the entrance to the day periods are seen on the walls, and are also room, there is a painting of the Florentine found on the walls of other undecorated School from the 15 th century, representing rooms in the palace as well as in the galleries the Adoration of the Child , and a walnut on the second and third floors and in the reliquary box , from a Tuscan workshop of courtyard. the 16 th or 17 th century but modified in the These inscriptions and sketches have been 19 th century, on which there is a bas-relief connected to the fact that several rooms in in wood. the palace were rented to the Cadastral Of - 52 . lombard-piedmontese workshop fice in 1427 and, later, to the Magistrate of Saint John the Baptist the Grand Ducal Tithes in the 16 th centu - end of the 15 th century ry. While waiting their turn, the citizens museo di palazzo davanzati 88 would kill time leaving written signs of The Majolicas their presence on the office’s walls. In addition to paintings, chests, furniture, At the time the Palazzo Davanzati Museum and tapestries, the room displays the ma - opened to the public in 1956 , the displays in - jolica collections of the Palazzo Davanzati cluded some pieces of majolica, two coolers Museum, with artefacts of the 17 th and 18 th and more than twenty pieces from the Am - centuries from south-central Italy, from bron donation, made at various factories and Orvieto to Castelli, Ariano Irpino and as dating from the 15 th to the 18 th centuries. These far as Cerreto Sannita and Sicily. In the items came from the Bargello National Mu - centre of the room, there is a selection seum, from where another group of majoli - of the Museum’s important collection of cas arrived in 1973 . caskets , with exemplars ranging from the Pieces from the Conti donation to the Bargel - 13 th to the 14 th centuries. lo, kept in the Silver Museum for a period of time, were among those added in 1974 to the Davanzati Museum’s ceramic collections, in - cluding examples from various manufactur - ers, mostly 17 th - and 18 th -century, for the most part returned to the Bargello Museum in 1995 . The initial core in the museum’s pos - session came from the 1959 purchase of seven pieces of archaic majolica. The following year, the collection was enriched with 17 th -century examples of Montelupo production, previ - ously owned by Gaetano Cora, the well- known collector and specialist in Italian ma - jolica. Then, in 1971 some shoe-shaped hand-warmers were acquired and displayed in the day room on the second floor along with some amusing salt shakers, both from 17 th - and 18 th -century southern Italian production. Among items on loan, purchases and dona - tions – rarer for this category of artefacts than for textiles – the collection which has taken shape over the more than half-century of the Palazzo Davanzati Museum’s existence, is characterized by a predominance of materi - als produced in central and southern Italy. A group of everyday objects, mainly jugs and various kinds of bowls characterized by sim - ple and irregular shapes, represent the archa - ic majolica production of central Italy, in - cluding some pieces more easily recognizable as having been produced in Orvieto, Um - bria, Lazio and Tuscany. Some of these spec -

english version 8 imens which have come down to us through Campania. There are some salt shakers with the practice of throwing broken items into fanciful shapes of the 17 th and 18 th centuries wells, come from the recent excavations in Pi - from the Ariano Irpino factory: some with azza Castellani. The green and manganese geometric shapes that rest on lion’s paws, oth - brown decoration on a light background ers decorated with putti, shells, and female shows stylized plant and animal motifs. A figures. In addition, seven shoe-shaped hand- small bowl of 14 th -century Tuscan produc - warmers come from either the same centre or tion, decorated inside with leaf motifs and a from Cerreto Sannita. A few items – an al - bird, was found in the wall of the Church of barello jar, a flask and a vase – are from Sici - San Procolo on Via Pandolfini, during the ly ( 16 th and 17 th centuries), and there are the 1962 work. Instead, a bowl bearing the em - occasional examples from factories in north - blem of the Ospedale di Santa Maria Nuo - ern Italy, as well as some Venetian exemplars. va was certainly produced in 15 th -century Flo - In the Museum’s recent reorganization, the rence. majolicas, grouped by provenance and peri - Some jugs with the Medici family coat-of- od, are displayed inside the furniture that arms also come from central Italy. Displayed adorns the rooms as a way of suggesting their in the kitchen, they are datable to the 16 th use in relation to the table as well as for the century. decoration of the house. At the same time, Tuscany is properly represented by a series of their breakdown by period and production Harlequin plates ( 1620 -1640 ), in vibrant centre is meant to help the visitor understand colours on a yellow background. Also from the specific characteristics of shapes, styles, and Montelupo are two apothecary jars used to decorations that distinguish the different store medicinal remedies, each bearing an in - manufactures. scription identifying the contents. Maria Grazia Vaccari Deruta production is represented by small jugs with figures of saints as well as cake stands and plates, some decorated with putti; they are displayed together with some Faience objects in the credenza in the Great Hall on the sec - ond floor. A niche in the same room contains plates decorated with scenes and figures made in Urbino in the 16 th century displaying the typical subjects of biblical and mythological scenes (Meleager’s Hunt, Drunken Silenus), as well as the typical colours, and the exqui - site pictorial execution. Of Castelli produc - tion in Abruzzo, characterized by a more sim - plified execution, are two small plaques depicting Adam and Eve with Cain and Abel and the Expulsion from Paradise , in addition to two apothecary jugs. A more numerous core of objects that stand out in the Museum’s collection for homo - geneity and originality are the artefacts from museo di palazzo davanzati On the wall next to the Great Hall, the quick brush strokes and vivid colours. walnut credenza from the first quarter of Their models are to be found in similar but the 20 th century displays several majolicas more refined French production or that of from Campania. Delft in Holland.

53 . ariano irpino factory Figured salt-shakers Inside the credenza, in the lower part, 17 th -18 th centuries there are other 18 th -century majolica majolica; height: 14 cm; 10 cm; 8.1 cm; pieces from the Cerreto Sannita factory 10 cm; 7.4 cm; 7.2 cm; 18.5 cm; 23 cm (vases, jugs, plates, etc.). Inv. Conti nos. 80 , 81 , 82 , 83 , 84 , 85 , 86 , 87 Above the credenza is a Florentine tapestry, Within this group of salt shakers are some representing a Frieze with architectural with an anthropomorphic typology (inv. decorations, garlands of flowers and fruit nos. 86 , 87 ) and others (inv. nos. 82 , 83 , 84 ) and a shield , carried out in 1711 -1717 with more geometric bases, resting on li - by Giovan Battista Termini and on’s paws. Nonetheless it is a harmonious his workshop. group characterized by a strong popular Continuing the visit, from right to left, taste, bright colours, the brown lines that between two chairs in wood and leather outline the contours, decorative leaf motifs, from the 16 th and 20 th centuries, similar scrolls, and lion’s paws. For specific com - to the others in the room, there is a very parisons with similar objects in other col - interesting piece of furniture lections, these salt shakers may be related to southern Italian production, specifical - 55. sienese workshop ly that of the Ariano Irpino factories in Firearms Cupboard Campania. However, some pieces (inv. ca. 1530 nos. 80 , 85 ) are clearly derived from Deruta carved, painted poplar wood; models. 195.5 ×221.5 ×58 cm inscription: non bacco sed gradivo 54 . ariano irpino or cerreto sannita marti dicatum (on the architrave) production Inv. Davanzati no. 1 Shoe-shaped hand-warmers This cupboard, a rare example of painted 18 th century furniture, widely published in all special - majolica; 13 ×21 cm; 13 ×18 cm; 12 ×24 cm; ist books from the first half of the last cen - 14 ×19 cm, 11 ×21 cm, 12 ×22 cm; 12 ×22 cm tury, was already among the furnishings of Inv. Davanzati nos. 442 , 446 , 441 , 444 , 443 , Palazzo Davanzati at the time of Elia Volpi. 445 , 440 The cupboard is called an armario in Ital - These shoe-shaped warmers, fitted with a ian as it was intended to keep weapons, as nozzle at the top for adding hot water, rep - indicated by the inscription in the silver- resent an original group among the ma - gilded capital letters against an azure back - jolica collections in the Palazzo Davanzati ground on the lintel and the addition in - Museum. side, at a later date, of a gun rack and a The little shoes are decorated with stylized drawer for gunpowder. The cabinet has flower motifs, friezes, sometimes buckles four doors painted with grotesque motifs to make them appear more realistic, with and elegant decorations with the coat-of-

english version arms of the Sienese Verdelli family attrib - tarpiece or a decoration for the wooden uted to Sodoma. The restoration a few panelling of a bedroom. years ago and the recent discovery of a The presence of Saint Catherine and the colour drawing, identical to our example, work’s refined style refer the painting, in at the Duccio di Boninsegna Art Institute the Tuscan context, to Siena. The quick of Siena have sparked a debate about the and lively, even rather witty, drawing, and authenticity of this cupboard. Although the muted pink-gray tones recall Beccafu - made with pertinent materials, it certain - mi’s style calling to mind Arcangelo Sal - ly shows additions and alterations from the imbeni. This painter, father of Ventura Sal - late 19 th and early 20 th centuries. The paint - imbeni and a disciple of Riccio, was the ed doors, original – as seen from traces of link between two generations of artists: 16 th -century inscriptions – were even those working in Siena before it was con - thought to have been window shutters. Re - quered by the Medici and those active in cently, they have been referred to Bar - that same city at the end of the 1570 s. tolomeo di David, a pupil of Sodoma, who worked in Monteoliveto. A dating to In a wall niche around 1530 has been suggested because of specific references to decorations carried 57 . castelli production out in 1527 by the same painter for the Expulsion of Adam and Eve palace of Bartolomeo Francesconi in Siena. Adam and Eve with Their Children first half of the 18 th century majolica; 26.5 cm (diam.) On the same wall, above a painted chest Inv. Davanzati nos. 251 , 252 probably from Tuscany, dating to the 16 th Both scenes have naturalistic settings. The century and modified in the 19 th century is decorator, probably using models circu - 56 . sienese painter lated by means of engravings, interpreted Flight into Egypt, between Saint Catherine the subject in a graceful narrative spirit, of Siena and the Alberti coat-of-arms though with some uncertainties in the second half of the 16 th century drawing and the painting. The yellow and th painted wooden frieze; 27.5 ×106.5 cm green colours, characteristic of the 18 -cen - Inv. 1890 , no. 6099 tury ceramics factories in Abruzzo, pre - In the centre of the frieze is a cartouche - dominate. closed at both ends by two small angel’s heads and surmounted by grotesques - Above the niche is a cuspate painting which contains the Flight to Egypt . Saint Catherine of Siena is depicted in the left car - 58. mariotto di nardo touche while, seen in the one on the right, (documented 1394- ca. 1420 ) is the coat-of-arms with the armorial bear - Benedictory Christ ings of the powerful Alberti family. beginning of the 15 th century The shape and size of the frieze, with sec - panel; 88 ×35 cm tions of undecorated wood visible that were Inv. 1890 , no. 3221 therefore meant to be covered by other gild - From the Hospital of Santa Maria Nuova, ed or painted elements, suggest that the the panel was probably part of a polyptych. frieze could be the predella of a small al - The figure of Christ occupies the entire museo di palazzo davanzati space of the painting, taking on a monu - century repertoire of grotesques, widely mental character despite the small size used with endless variations for wall paint - of the panel. The elaborate draping of the ings beginning with Raphael, is here used robes displays thick folds that fall revealing to embellish an everyday object, which was a differently coloured inner lining. intended to keep jewellery or other valu - ables. This example is displayed in the room along with others of various prove - To the left of the niche nances, typologies, and materials to pro - 59 . workshop of sandro botticelli vide an overview of the variety of this type (Florence 1445-1510 ) of artefact. Arrest of Christ beginning of the 16 th century panel; 29 35 cm On the wall adjacent to the gallery, × in a niche, above the two small tondos Inv. Depositi no. 476 th The painting shows the moment of Christ’s of Orvieto production from the 17 century arrest in the garden of olives at night. Ju - 61. viterbo production das’s embrace of the Master prior to the ar - Plate with a female figure wearing a hat rest is in the centre of the scene, between beginning of the 17 th century two groups of soldiers with torches placed majolica; 28 cm (diam.) at a distance. In the foreground, Saint Pe - Inv. Davanzati no. 239 ter is attacking with a knife Malchus, the Against a yellow background decorated servant of the high priest, to cut off his ear. with ribbons and curtains, the bust of a The painting, very meticulous and rich in young woman with a yellow and green detail, especially in the description of the striped dress and a large white collar stands costumes and armour, uses warm colours, out. The hat with a raised brim on the right predominantly yellow and red, which stand side of the head reveals her elaborate hair - out sharply against the dark background. style. The careful, confidently sketched drawing At the centre of the room on a 20 th -century and the lively rendering of the figure are walnut table of Tuscan handicraft, there is evidence of the level of craftsmanship an interesting collection of caskets in wood, found in the 17 th -century production from leather and iron, of Italian and French Viterbo. production from the 13 th to the 16 th centuries. Among those to be pointed out are: Next there is a 16 th -century credenza 60 . tuscan production of Tuscan production, but modified Small casket with grotesques in the last century. Inside, there are beginning of the 16 th century other 18th -century majolicas from the carved and painted wood; 15.5 ×33.5 ×14.5 cm Cerreto Sannita factory. Inv. Davanzati no. 24 On the credenza, there are majolicas This small casket with a rounded lid and from central Italy, a tile with a flute player, front is entirely painted with grotesque mo - of central Italian production, dated 1635 , tifs including animal and botanical ele - and two apothecary jugs of the 17 th and ments on a yellow background. The 15 th - 18 th centuries, from the Castelli factory.

english version The credenza is surmounted by a garland The painting, made in monochrome of flowers and fruit in glazed terracotta shades of brown, depicts an episode in from the workshop of Benedetto Buglioni the history of Joseph in Egypt. When his (Florence, 1461 -1521 ). brothers arrive, Joseph does not let him - To the right of the credenza, in another self be recognized by them and sends wall niche, there are some majolica pieces them home laden with grain. He secretly of Sicilian production from the 16 th and puts his silver cup in Benjamin’s sack, and 17 th centuries. then orders the servants to search for it. Then, beyond the door The scene takes place under a portico where Joseph is seen among a group of 62. northern italian workshop figures as he orders the servants – found Chest under the staircase on the left – to begin second half of the 16 th century searching for the cup. carved cedar painted with Indian ink; Attributed to Granacci, the panel had pre - 81 ×186 ×76 cm viously been associated by Luciano Berti Inv. Davanzati no. 34 with the pictorial decoration of the The chest is a typical northern handicraft Borgherini Bedroom in the Florentine product, perhaps from Padua. palace of the same name, a work to which This object, enriched by two carved Granacci had contributed. Currently, the columns at the front corners and by painting is not considered to be a work by scrolled feet, is special for the presence on Granacci. the front of two of the seven wonders of the Ancient World, the Colossus of Rhodes Over the door and the Temple of Artemis at Ephesus, fre - quently depicted in paintings and prints, 64. leonardo de vegni but rarely found on a piece of furniture. (Chianciano 1731 - Siena 1801 ) On the lid, a coat of arms between angel Cherub musicians is between two panels repre - 1770-1780 senting Judith and Holofernes, each in marble (?); 32.5 cm (diam.) their own camp. All these elements have Inv. Davanzati no. 150 frames decorated with zoomorphic motifs. This relief copies the shape and subject of For the type of carving that creates a re - the decorative terracotta tiles that adorn cessed background with an engraved lat - the Pazzi Chapel in Santa Croce, whose ex - tice against which the figures stand out, ecution is attributed in part to Desiderio this chest has been compared to the lid of da Settignano. a chest in the Davia Bargellini Museum of An architect by training, De Vegni is Bologna. known for having invented the so-called “plastica dei tartari ”, a modelling tech - 63 . Circle of francesco granacci nique that exploited the calcareous de - (Villamagna di Volterra 1469 - posits of the waters of Bagni San Filippo Florence 1543 ) to produce reliefs. Using moulds, he car - Joseph Ordering the Search for the Cup ried out objects that were similar in ap - panel; 64 ×46 cm pearance and composition to those in Inv. 1890 , no. 538 stone. To produce these reliefs, De Vegni museo di palazzo davanzati 4 opened a factory in 1766 which was also which he drew the refined and elegant held in esteem by Duke Pietro Leopoldo. colours as well as the love for particulars In his 1788 Memoria sulla plastica de’ Tar - and details, as seen in the depiction of gar - tari (Memoir on the plastic art of calcium ments. In addition, in his representation carbonate crystallization) he described in of Florence at that time he left us incom - detail his original method: “without the parable scenes of everyday life. help of a chisel or similar tool, I get almost immediately from the water bas-reliefs of The visit follows a clockwise direction. any size, and of the best carving, that are In the niche on the wall adjoining the gallery white, shiny, and robust to my liking, in all the variations which we noted above”. 65 . workshop of tiziano aspetti Also for this example, with its marble- (Padua 1559 - Pisa ca. 1607 ) like appearance, we cannot exclude the Venus and Cupid possibility that it was carried out with the 1590-1600 technique described. bronze; 40.1 cm (height) Inv. Davanzati no. 61 The small bronze represents Venus as she To the right, on the wall is a Florentine holds an apple, symbol of her beauty, in tapestry depicting the Allegory of her left hand. She is turned to the right and Fortitude and trophies made in 1654 holds by the hand a winged, nude Eros by Pietro Févère. armed with a quiver. This work has been traditionally assigned to two major Vene - tian bronze workers: Niccolò Roccataglia - ta or Tiziano Aspetti. 10 - STUDIOLO As our small bronze draws on a work by The Studiolo on the second floor was fur - Aspetti found at the Bode Museum in nished in Renaissance style. Of identical Berlin, art historians are inclined to believe size as that on the first floor, it has the same that its author must have been part of this plan and differs from it only for the corner workshop. The Aspetti family consisted of fireplace. various members: ranging from the well- Chests, furniture, and paintings all date known founder Guido, died in 1528 , and from the 15 th century or the first decades of Tiziano known as Minio (ca. 1511 -1522 ), the the 16 th century. This room features Gio - most renowned, to his nephew bearing the vanni di Ser Giovanni, known as Lo Scheg - same name. gia, brother of Masaccio, as matter of fact The latter, the young Tiziano, worked in most of his works at the Palazzo Davanza - Padua on the altar of the Basilica del San - ti Museum are gathered here. Ranging to and carried out the bronze relief with from the chest front representing Stories of The Martyrdom of Saint Lawrence , serving Chaste Susanna and the panel with Heroes as frontal of the Usimbardi Chapel in the Chosen by Fame to the enigmatic Triumphs , Church of Santa Trinita, in Florence. the works by this artist, who was un - As a bronze worker, Aspetti created works doubtedly less ingenious and innovative both of sacred and profane subjects, bring - than his brother, reveal how profoundly he ing out a strong plastic and dynamic com - was related to the Gothic tradition on ponent, with realistic aspects and an ex -

english version pressive potential in the distribution of panel; 41 ×127.5 cm lights and shadows. The Palazzo Davan - Inv. 1890 , no. 9924 zati small bronze is a replica made in the The chest’s front represents only a part of workshop of Tiziano Aspetti and, proba - the Stories of Chaste Susanna , thus suggest - bly, given the finishing touches by the same ing that they presumably continued on an - author. other chest, the companion piece to ours. The theme was chosen to exalt chastity. Then The beautiful Susanna in sumptuous at - tire walks solemnly while elegant, fashion - 66. lombard production ably dressed young men admire her. The Chest scene takes place in an urban setting char - end of the 15 th century acterized by palaces, towers and loggias. carved, inlaid walnut; The everyday aspect of life in those days is 57 ×128 ×50 cm represented in the jealousy shown by the Inv. Davanzati no. 426 two women at the window of a stately This is a typical inlaid wedding chest dec - home and in the two children playing with orated with geometric motifs, according to a dog. At the centre of the composition, in a taste characteristic of late 15 th -century a vaulted loggia covered by a ceiling with Lombard handicrafts. golden stars against an azure background, The chest has a simple parallelepiped shape old men of law are administering justice. and a flat lid decorated in the centre with Upon beholding Susanna, they follow her a chequerboard between two panels with to then steal into her garden where the intersecting squares. young woman enters through the main In the centre, the front bears the coat of door of an octagonal tower. The last arms of the Chigi-Della Rovere family and episode depicts the chaste Susanna, nude two panels with concentric frames with dif - in the fountain, trying to protect herself ferent geometric motifs. Geometric deco - from the wanton looks of the elders. rations are also reiterated on the chest’s Of this chest we know neither who com - sides. missioned it nor for whom it was intend - The presence of a chequerboard on the lid ed. The chest ended up in the Nazis’ hands made it possible to use the chest also for until Rodolfo Siviero recovered it. playing games. This painting is surmounted by a marble Above is an illumination on a parchment bas-relief from a Florentine workshop of the with Love scenes, by a Florentine workshop second half of the 15 th century, portraying th from the first half of the 15 century the Profile of a Boy. and then Along the adjoining wall 67. giovanni di ser giovanni known as lo scheggia 68. tuscan-umbrian workshop (San Giovanni Valdarno 1406 - Daybed Florence 1486 ) 15 th -16 th and 19 th centuries Stories of Chaste Susanna carved, inlaid walnut; 178 ×205 ×82 cm mid- 15 th century Inv. Sculture no. 1738 museo di palazzo davanzati This piece of furniture draws on the struc - mid- 15 th century tural typology of the family daybed, that panel; 44 ×85 cm served different needs: as a real bed if fit - Inv. 1890 , no. 9923 ted out with cushions, as a chest if furnished This panel in Palazzo Davanzati was origi - with a drop-leaf, or as a large seat. nally part of a series of four panels of a sim - On a platform, a moulded base supports ilar size, each of which representing a hero the chest with four panels in the front part, in triumph. Dismembered in 1926 , two of two of which bear armorial bearings that the panels are found at the Norton Muse - have not been identified yet. The folding um of Art in West Palm Beach, whereas the seat is set between two high arms. The spal - other is still on the antique market. The liera consists of eight panels with block panel in Palazzo Davanzati that the Nazis marquetry frames and inlaid floral deco - meant for the Linz Museum dedicated to rations. Two pilasters decorated with can - the Führer, was then recovered by Rodol - delabra motifs support a trabeation with a fo Siviero in 1955 . Controversial is the icono - frieze decorated with the inscription: stan - graphic interpretation of the painting that do doceas which may reveal a public use shows to the left three knights who, after of this object, possibly a seat for civil au - leaving their horses at the centre of the thorities, high dignitaries, magistrates, or scene, gather under a loggia and address a university professors. As this type of fur - female figure. Defined as the Triumviri niture was made in famous workshops Consulting the Oracle , the subject must such as that of the Da Maiano family in rather be interpreted as Heroes Chosen by Florence, the stylistic elements of our Fame . In fact comparing it with the Tri - daybed draw on and simplify decorative umph of Fame in Palazzo Davanzati, two motifs of the aureate Florentine produc - leaders can be identified as Caesar and Sci - tion in the panels of the spalliera , juxta - pio, who in the cortege of the Triumph of posing them with less refined and hum - Fame display the inscriptions of their own bler elements in the marquetries of the names (suggesting the name of Pompey for chest. On the one hand, this has led to as - the third hero). In consequence of the same suming that it was presumably made in a comparison, Fame can be identified with Tuscan-Umbrian workshop owing to the the female figure accompanied by Aristot - total harmony which the two schools shared le and Plato, present among the thinkers in in that period. the cortege of the same Triumph. The size Some inconsistencies lead to extending the of the painting has led to assuming that, daybed’s dating until the 19 th century, when rather than a chest front, it could be, along the original parts were assembled probably with the other panels of the series, the spal - redoing some elements. liera of two wedding chests. A careful analy - sis of the painting at Palazzo Davanzati and of the other panels, all showing a progres - Above the daybed, in the centre sion from the left to the right, and the com - 69. giovanni di ser giovanni parison with the curved panels of the Tri - known as lo scheggia umphs , that have the same little spiral (San Giovanni Valdarno 1406 - columns to separate the various moments Florence 1486 ) of the narrative, lead to hypothesizing more Heroes Chosen by Fame credibly that they were the elements of a

english version frieze part of the wooden panelling of a bed - Florentine Galleries as doors for the cor - room. The curved panels of the Triumphs ner cupboards in the “Collection of an - must have also belonged to it. After an at - cient paintings” in the Royal Uffizi tribution to Francesco d’Antonio, the paint - Gallery. Whereas, in the 19 th century, they ing is now unanimously assigned to Lo were reassembled as two chests with curved Scheggia, whose decorative skilfulness is at - sides. This reconstruction led critics to tested by the realistic rendering of the hors - identifying them with “a pair of gilded es’ harnesses and the attire of the figures. chests of 3 and 1/2 braccia, one of which painted with Petrarch’s Triumphs”, de - scribed in the 1492 Inventory , upon Loren - On the same wall, in the centre zo the Magnificent’s death. The asym - of the Studiolo metrical curvatures and the presence at the 70. giovanni di ser giovanni sides of the panels of parts of painted spi - known as lo scheggia ral columns that separate the different (San Giovanni Valdarno 1406 - scenes, all lead to assuming that the icono - Florence 1486 ) graphic interpretation of such panels was Triumph of Love consequential and that they were pre - Triumph of Death sumably part of an extremely rich and re - Triumph of Fame fined decoration of a wainscoting similar Triumph of Eternity to that in the bedroom of Monsignor Giu - mid- 15 th century liano de’ Medici, the future Pope Clement panels; 42.5 ×93 cm; 42.5 ×93 cm; 44 ×96 cm; vii , described as follows in the 1492 In - 43.5 ×96 cm ventory : ”a spalliera 13 braccia long and 1 Inv. 1890, no. 1611 and ½ high above the aforementioned The curved panels represent the Triumphs chests painted by Lo Scheggia with the sto - inspired by Petrarch’s short, unfinished ry of Lorenzo’s joust, divided into three poem, although the poet’s dreamy vision parts by gilded frames and little columns”. is here replaced by the depiction of reali - Probably owing to the presence of the same ty as required by the Florentine patrons little spiral columns and also to the icono - who identified themselves with the cortege graphic subject, the panel by Lo Scheggia figures, elegantly dressed according to at Palazzo Davanzati which represents the courtly Gothic style. Mainly through the Heroes Chosen by Fame must also have been illuminations that supplemented Petrar - part of this spalliera, as well as the other ch’s text, the iconography of the “Tri - three paintings of the same series. umphs” spread widely and, around the mid- 15 th century, was greatly successful as 71 . northern italian workshop a subject for the pictorial decoration of Chest chests and spalliere . These panels come end of the 15 th century from the Guardaroba Medicea, where two carved, inlaid wood; 45 ×98 ×45 cm of them, the Triumph of Justice and the Inv. Davanzati no. 208 Triumph of Death, are mentioned as targes, Small chest decorated only on the front namely parade shields, in the 1715 Inven - with two identical coats of arms, framed tory of the Medici Armoury. All four are by geometric patterns in block marquetry then listed in the 1784 Inventories of the that flank a star. museo di palazzo davanzati 8 The front is simply ornamented with an 73. workshop of jacopo di arcangelo inlaid frame with perspective elements. A known as jacopo del sellaio Greek fret adorns also the edge of the lid. (Florence 1442-1493 ) Saint Dominic and Saint Jerome 72. tuscan workshop in Adoration of the Cross with Frame the Eternal Father late 15 th century - early 16 th century last quarter of the 15 th century carved, gilded wood; 132 ×100 cm Inv. Davanzati no. 439 panel; 41 ×21 cm The aedicule-shaped frame is a typically Inv. Davanzati no. 227 Renaissance artefact of extraordinary beau - The small painting intended for private de - ty and prestige. Of a rectangular shape, rich votion is fitted out with a beautiful coeval in mouldings, pilasters and capitals with frame in carved, gilded wood with cande - various decorative motifs, it is closely linked labra motifs and foliage decorations. Saint to Renaissance sculpture and painting for Dominic and Saint Jerome are in adora - its fine decorations and the effect of a sub - tion of the cross, without Christ, which is tle marquetry against an azure painted held by the Eternal Father. A typical 15 th - background. The most important Floren - century devotional image, the painting in tine workshops of architects and joiners the catalogues of the Museum has been cor - ranging from Benedetto and Giuliano da rectly attributed to Jacopo del Sellaio. Ap - Maiano to Giuliano da Sangallo and Bac - prenticed to the workshop of Filippo Lip - cio d’Agnolo, carried out similar furnish - pi, this artist in his more mature phase drew ings intending them as an open window on stylistic elements of Domenico Ghir- through which one could see the painted landaio, Sandro Botticelli, and Filippino reality, according to the dictates of Leon Lippi. Evidence of this artist’s paternity are: Battista Alberti. The comparison with the the figure of Saint Jerome present in many imposing frames of the same typology as of his works and the rugged landscape with the altarpieces of the Basilica of Santo Spir - sloping rocks that bears resemblance to the ito in Florence, as well as localizing this backgrounds of other paintings by Jacopo. type of artefact in Tuscany, also denotes a later dating for our exemplar that, along - side motifs from the last quarter of the 15 th Next to the lavatory door is a marble relief century, shows others that are pre-man - with traces of polychromy by a Lombard neristic. sculptor from the second half of the 15 th Such stylistic elements establish a close kin - century representing a Saint. ship between our exemplar and the frames In the fireplace are Two small oil jars in in the Church of Santa Maria Maddalena enamelled terracotta from the 17 th century dei Pazzi (precisely the frame of the Trip - and, on the right side of the wall, above a tych by Raffaellino del Garbo with the 17 th -century walnut Great Chair of Italian Saint Sebastian by Leonardo del Tasso and manufacture, upholstered in leather, is that of the Incoronation of the Virgin by another work by Giovanni di Ser Giovanni Matteo Rosselli), suggesting a dating to the known as Lo Scheggia carried out in ca. last years of the 15 th century or to the very 1450 -1460 , representing the Fortitude. first ones of the following century. Past the doors

english version 74. andrea del sarto (attrib.) critics more recently have assigned it either (Florence 1486-1530 ) to Franciabigio or, with greater probabili - Icarus ty, to Andrea del Sarto, who shared a work - 1506-1508 shop in Piazza del Grano and often col - panel; 31 ×24.5 cm laborated on several works, as related by Inv. 1890 , no. 9282 Vasari himself. This painting was probably a private com - mission as attested by its small size. In the centre, it shows Icarus ready to fly off. The 11 - Chamber of the young man, completely nude, is repre - Chatelaine of Vergy sented together with his father Daedalus, the bearded old man trying to restrain him, The chamber on the second floor is the on - to the left. To his right is Pasiphaë, wife of ly painted room in the palace. It shows an King Minos and mother of the Minotaur, upper frieze decorated with an illustrated who helped Daedalus and Icarus to flee cycle based on the Chastelaine de Vergy , a Crete, represented in the act of spurring tale written around the mid- 13 th century by the young man to attempt this endeavour an author from Northern France. by fastening wings to his shoulders. The The decorated cycle in Palazzo Davanzati scene takes place under an almost twilight is the most comprehensive figurative nar - blue sky with rosy streaks and shows, in the rative of the French tale, of which only a background, an extremely varied landscape few episodes represented on ivory caskets that, proceeding from the left to the right, are known (British Museum, London, changes from a thick wood into a flat ex - Louvre Museum, Paris and Bargello Mu - panse. As noted before, the iconographic seum, Florence). The cycle is taken from a source of this painting must be identified Tuscan cantare , a translation in the ver - with a cameo from the Augustan Age (Ar - nacular of the chivalric tale that was recit - chaeological Museum, Naples) inherited ed in streets and squares, where the Chate - by Lorenzo the Magnificent, which cer - laine of Vergy turns into the Dama del tainly was also the source for the bas-relief Verziere or Lady of the Garden, also men - with the same subject in the courtyard of tioned by Boccaccio in his Decameron. the Palazzo Medici Riccardi. The author of The warning on the brevity of pleasure and our painting must have updated these on the necessity of detachment was ad - sources with some changes, such as the dressed to the married couple, Paolo Da- smaller number of figures and – according vizzi and Lisa degli Alberti, as borne out to recent critics – transforming the myth by the coats of arms of the families on the almost into an allegory of the antinomy of carved and painted wooden ceiling and on vice and virtue. The attempt at keeping the the fireplace. The decoration of their nup - man down or inviting him to strive ever tial chamber must have been carried out higher seems to be reiterated in the well- between 1350 and 1359 when the Davizzis constructed landscape, precisely in the con - were at the height of their prestige and eco - trast between the pleasant wood full of de - nomic power. lights and the flat expanse, the seat of virtue. As regards the attribution of the painting, formerly ascribed to Francesco Granacci, museo di palazzo davanzati The Painted Rooms and the Chamber heraldic motifs, and the balustrade of the up - of the Chatelaine of Vergy per loggia overlooking the garden shows pea - cocks as well as coats-of-arms of families re - The custom of decorating the halls of stately lated to the Davizzis. The version in the Room homes in Florence with wall paintings has of the Impannate consists of hangings deco - been known since the 13 th century. Dante rated with other heraldic motifs and several makes mention of it in the Vita Nova , as do flowerpots resting on the balustrade. Only in Boccaccio and Sacchetti later. The painted the Chamber of the Chatelaine the garden rooms of Palazzo Davanzati are among the pictured on high along the walls is the back - few intact examples of this type of interior drop to a narrative, the story of the Chatelaine decoration, whose memory has survived most - de Vergy. The love affair between the knight ly through small frescoed sections detached William and the Chatelaine with its tragic from the walls of Florentine palaces demol - ending is inspired by a mid- 13 th -century ished during the period when the city was the French chivalric tale, the Chastelaine de Ver - capital of Italy, even if other wall paintings gy , whose popularity is confirmed by the nu - have been discovered recently in Via dei Cer - merous manuscripts widespread throughout chi and in Via del Boldrone. Several exam - Europe. In Tuscany this subject, codified in ples of this type of decoration can be found in Boccaccio’s Decameron which recalls it at the castles of northern Italy, which must have the end of the third day, implied the chang - served as the inspirational models for the Flo - ing of Vergy, a town in Burgundy, into rentine homes. “verzù” or garden. The secret love between A recurring motif for wall decorations in the the two young people is upset by the Duchess, 14 th century was to reproduce the effect of wife of the Duke of Burgundy who William draperies that were hung on the walls to dec - serves. Having fallen in love with the knight, orate as well as to protect the room from the she tries to seduce him but is refused and so cold. In Palazzo Davanzati, these “ trompe takes revenge by accusing William of having l’oeil” paintings are found in the Parrot Room tried to seduce her. William is forced to de - and in the three bedrooms, all following a fend himself by revealing to the duke his love similar model but with varied motifs. The for the chatelaine, thus breaking the promise walls were decorated with faux hangings, sus - made to his beloved who, feeling betrayed, pended on high with rings, raised from the kills herself. Unable to bear the death of his floor and turned back at the corners of the woman, William commits suicide too. The rooms, at the sides of the fireplace and of the Duchess is killed by the Duke, who then leaves entrance to the lavatories, showing the grey- for the Holy Land to atone for his sins. The squirrel fur lining of the fabric. In the upper translation of the tale from the French poem part, a small loggia with little columns opens to manuscripts and then to Tuscan cantari onto gardens with fruit trees in which small brought about the introduction of a less ele - birds rest. In the upper part, the wall con - gant pictorial style in the painted scenes, where cludes with a series of small arches in per - the rendering of the details lingers on the re - spective. In the Parrot Room, the faux tapes - alistic aspect of the episodes. The decoration try features a red and green diamond pattern of the room has traditionally been connected with stylized flowers against a trellis on which with the marriage of Francesco Davizzi and parrots are painted. In the Peacock Room, Catelana degli Alberti which occurred in instead, interwoven geometric patterns frame 1395 . More recently, archival research on the

english version Davizzi family and observations on the cos - The visit continues in a clockwise direction. tumes and style of the paintings, suggesting a The wall niche is decorated with a wall dating to the mid- 14 th century, have led to the painting representing the Crucifixion hypothesis that the cycle was painted for the by a Florentine school from the first half wedding of Paolo Davizzi and Lisa degli Al - of the 14 th century berti, which took place in 1350 , and certain - ly earlier than 1359 , the year of Paolo’s death. 75. giovanni di ser giovanni As the Davizzis were bankers to the papal known as lo scheggia court in Avignon, the choice of a French tale (San Giovanni Valdarno 1406 - does not seem strange. Besides enjoying great Florence 1486 ) popularity, it extolled courtly virtues by of - The Game of Civettino fering a moral example. Recently restored, the mid- 15 th century painting was largely carried out using the sec - panel; 59 cm (diam.) co technique, i.e., mixing mineral colours Inv. 1890 , no. 488 with organic binders (egg, casein), so that the This circular painting is a birth tray, a typ - painter was able to work for longer periods of ical object that important families com - time than fresco painting permitted and thus missioned on the occasion of a delivery and to obtain richer and more varied colour ef - which was used precisely to serve food to fects. a woman who had recently given birth. But Maria Grazia Vaccari birth trays had mainly a celebratory pur - pose. The panel depicts a popular Floren - tine game called “Civettino” played by three boys, who readily and nimbly dodge the blows “and the one in the middle can - not be struck when he touches the ground with his hands, but first standing up, and then bending down, he showers blows now on one now on the other two, and the latter by turns try to knock his cap to the ground which is the end of the game” (Francesco Rambelli, Vocabolario domesti - co , 1850 ). The town is depicted with streets lined with palaces and a gate leading to the countryside. The everyday aspects of 15 th - century city life are represented by its in - habitants, wearing elegant garments of re - fined colours and fashionable headgear, who watch the game, as well as by two chil - dren playing with a dog. On the back of the painting, at one time entirely marbled, a restoration brought to light the depiction of two chubby children who fight playfully in a flowery meadow, mutually pulling each other’s locks and museo di palazzo davanzati touching each other’s genitals, an obvious to other exemplars ( Cassone at the Victo - allusion to fertility. The escutcheons with ria & Albert Museum in London and Cas - the armorial bearings of two noble families sone at the Palazzo Cini Museum in Venice) are hung on the trees in the background. that were made in the same workshop – One of the coats of arms is completely presumably a Sienese workshop owing to erased, whereas the other belongs to the the careful technique and the marked nat - Corbinelli family who commissioned this uralism, which are both undoubtedly rem - work. The work is unanimously ascribed iniscent of the silverworks and painting to Lo Scheggia, by reason of the bright and from that area. refined colours and the minutely rendered details. Indeed Lo Scheggia was a skilful On the chest a Mirror with a walnut frame painter of chests, marquetries and spalliere from a 16 th -century Florentine workshop as well as the author of the birth tray rep - resenting the Triumph of Fame with the 77. central italian workshop Medici-Tornabuoni coats of arms, cur - Bed rently at the Metropolitan Museum of Art second half of the 16 th century in New York, that Pietro the Gouty com - carved walnut; 252 ×164 ×214 cm missioned in 1449 for the birth of Lorenzo Inv. Davanzati no. 204 the Magnificent. This bed was donated in 1959 by Matilda Calnan, the daughter of Charles Loeser. It is an ancient bed, exclusively with perti - Along the adjoining wall nent, original structural and decorative el - 76. sienese workshop ements, such as the turned vase-shaped feet Chest and the columns surmounted by plumed first half of the 14 th century vase-shaped decorations. wood, pastiglia and iron; 57 ×143 ×55 cm The only element which probably does not Inv. Davanzati no. 177 belong to the original bed is the carved This rare 14 th -century chest, with a struc - headboard with dolphins, that however is ture fitted with iron and a rounded lid, has also from the 16 th century. The coat of arms a pastiglia decoration with the white-silver at the centre of the headboard bearing a French Fleur-de-lis against a blue back - crowned eagle with wings displayed, has ground, and unfortunately unidentifiable not so far been identified. coats of arms. The typology of this “tribune” bed as well It comes from the Hospital of Santa Maria as its dating call to mind a drawing found Nuova, like its companion piece on dis - in an inventory of the Guardaroba Medicea play at the Metropolitan Museum in New from 1592 . York The two chests show the same execution 78. italian production technique, similar to that described in the Bedcover Libro dell’Arte by Cennino Cennini (to 19 th century shape it, the lead is cast in moulds which cotton thread; 180 ×200 cm are successively filled with pastiglia, plas - Inv. Stoffe no. 1386 ter and glue to be then applied on the ob - Filet bedcover on a knotted net back - ject). The same technique is also common ground and embroidered in botanical

english version motifs, according to a symmetrical design Palazzo Davanzati Museum comprises five where are animal and human figures in exemplars with a rectangular structure of various attitudes. All around is a frieze a similar size, a lid fastened to the box with with rinceaux and figures which is inter - two hinges and a lock on the front part. rupted at the corners by four couples of Some of them have bun feet (Inv. Davan - men and women in profile. In the centre zati nos. 356 , 357 ) whereas others rest di - is the inscription tigris and on the border rectly on the ground (Inv. Davanzati nos. the initials g.r . and m.m . 355 , 358 , 359 ). The execution technique is Datable to the second half of the 19 th cen - the same for all the exemplars: the wood is tury, this bedcover was made on the occa - coated with gold-leaf and has pastiglia dec - sion of a Malvicini-Fontana wedding pre - orations with ornamental motifs of classi - sumably drawing on a 17 th -century exem - cal style. Several exemplars similar to those plar, now kept in Brussels (Musée du Parc in Palazzo Davanzati are found in public du Cinquantenaire). museums and private collections, so much so that they have been classified in groups At the side of the bed, on a walnut Priedieu on the basis of the themes they display. The by a 17 th -century Tuscan workshop, is a Palazzo Davanzati Museum houses some Florentine painting from the end of the 15 th caskets which have been assigned respec - century representing the Madonna and tively to the Workshop of Roman Tri - Child. umphs(Inv. Davanzati nos. 355 , 356 ), to the Next to the fireplace, fitted out with a Pair Workshop of moral and love subjects (Inv. of andirons in iron from the 17 th century Davanzati no. 357 ), and also to other work - and a 16 th -century Wafer iron, are Two shops. Therefore these exemplars show var - wet nurse chairs in walnut from the 17 th ied decorations. For instance, the Inv. Da - century; on an octagonal Small table in vanzati no. 355 casket is adorned only with carved, gilded wood, of Tuscan botanical decorative elements juxtaposed manufacture from the 16 th and 19 th with classical mascarons, shells and dol - centuries, stands an extremely refined phins. Besides similar decorations, the oth - collection of small caskets in gilded wood er exemplars in the museum show themes with pastiglia decorations featuring five taken from Roman history with scenes exemplars with representations derived framed by elegant Corinthian capitals: from the repertoire of classical sources, Gaius Mucius Scaevola , Marcus Curtius , Jus - which were very widespread in the tice of Trajan, Death of Dido (Inv. Davan - Renaissance. zati nos. 356 and 359 ). In the casket with Inv. Davanzati no. 358 historical themes 79. paduan or ferrarese production related to Gaius Mucius Scaevola and Mar - Caskets th th cus Curtius are side by side with the Judge - late 15 century - early 16 century ment of Paris and with the love story be - gilded, decorated wood, pastiglia; 14 ×20 ×13 tween Pyramus and Thisbe . Thus the most cm; 15 ×20 ×12.5 cm; 12.5 ×15.5 ×10 cm; famous casket (Inv. Davanzati no. 357 ) is 10.5 ×15.5 ×11 cm; 11 ×16 ×10.5 cm decorated with scenes representing the trag - Inv. Davanzati nos. 355 , 356 , 357 , 358 , 359 ic love stories of Pyramus and Thisbe on the The collection of caskets in gilded wood front part and of Hero and Leander in the with pastiglia decorations showcased at the rear part, whereas on the sides the Judge - museo di palazzo davanzati 4 ment of Paris and the representation of the their beauty near a fountain. Two of the Myth of Europa are juxtaposed. In the Ren - goddesses are immersed in the fountain’s aissance the repertoire of classical sources basin. Eris is secretly observing them. In was spread extensively by the illustrated the central scene the three goddesses are editions of classics that made it known to making their way towards Mount Ida, an increasingly wider public of collectors whereas in the last scene they are looking and enthusiasts, thus favouring the use of forward to the judgement of Paris, and the same themes also for chests and spal - waiting for his awakening. The narrative liere . Caskets were probably betrothal or presumably continued on another chest, wedding gifts, used to contain jewels or the companion piece to ours. The scenes personal objects in strictly private rooms. are set in mixtilinear panels bordered with Moreover, the iconography of such objects a very fine pastiglia decoration with rinceau served as an evident moral example as it in - motifs framing two rectangular elements cited to follow virtues exemplified in the that show traces of Gothic letters. Against historical episodes or, in the case of tragic naturalistic backgrounds, unfortunately in love stories, they were an invitation to tem - very bad repair, are female figures in fash - perance, patience and the necessity of de - ionable attire typical of the early decades of tachment. Other scenes were instead aus - the 15 th century. They wear long garments picious, as the Judgement of Paris extolling that are close-fitting round the waist and beauty or the Myth of Europa as the image have elbow-length puff sleeves, as well as of the perfect couple. Objects of utmost round necks that enhance their elaborate refinement, these caskets well represent the hairstyles. The attention devoted to fash - art of northern Italian courts where they ion and the praise of beauty inspired by were produced in specialized workshops, classical texts lead to relating this wedding between the end of the 15 th century and the chest to a refined and learned environment. beginning of the following one. The refined workmanship along with the plaster modelled in very low relief on a thin pastiglia base have led critics to assigning Continuing the visit we reach the lavatory, this work to a Florentine workshop from decorated with faux vair and furnished the second quarter of the 15 th century. This with a plate Hipbath and a zinc Bath attribution is in line with an old hypothe - of the 19 th century. sis put forward at the beginning of the past Returning to the bedroom century, but in contrast with the one main - 80. florentine workshop tained in the catalogue of the Museum at - Judgement of Paris tributing it to a Veronese workshop which second quarter of the 15 th century instead made use of pastiglia in relief and painted wood and pastiglia; 61 ×142 ×49 cm a richer and less minute decorative system Inv. Davanzati no. 35 with large vases and festoons. The only original part of this chest is the painted front with pastiglia decorations, 81. rossello di jacopo franchi representing scenes from the Judgement of (Florence 1377-1456 ) Paris. Madonna of the Delivery In the first scene the three goddesses Hera, 1410-1420 Athena and Aphrodite are arguing about panel;

english version 121 ×61 cm Third floor Inv. 1890 , no. 5068 A typical work for a small altar for private On the third floor you can only visit the devotion, the painting represents the stand - Kitchen and the Room of the Impannate ing Virgin who has a prominent belly and or window coverings as the Great Hall wears a pink robe with fine borders. Her houses the library and the archives and the right hand is playing with a tassel of her study has become the administrative office belt, a symbol of chastity, whereas in her of the Museum. left hand she holds a closed book, an evi - dent allusion to the Word Incarnate. The golden background of the painting shows 12 - Kitchen a red drape with fine floral decorations, bordered at the bottom and held by two an - The kitchen of Palazzo Davanzati, like all gels. In the lower part are the small-scale the kitchens of medieval palaces, was found kneeling patrons, probably a couple, fash - on the top floor to avoid the serious risk of ionably dressed, but still unidentified. The fires, but also to dispel smoke and smells. realistic representation of this iconography The kitchen was obviously equipped with spread in Italy in the 14 th century and was a large table for the preparation of food and especially successful in the Tuscan area a fireplace supplied with a pot to boil wa - where it is present in works by famous ter and warm or cook food. artists (Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, A visit to the kitchen allows getting to know Nardo di Cione, and Bartolo di Fredi)to medieval eating habits. We know in fact then culminate in the following century that the diet was quite simple, based on with the masterpiece by Piero della bread, millet, chestnut mash but it also in - Francesca, to then wane forever in the 16 th cluded vegetables and fruit. Fish and meat century when the Council of Trent deemed – although in smaller quantities in respect this representation unorthodox. Coming to today’s eating habits – were part of the from the apothecary part of the San Mar - diet. Food was flavoured with spices and al - co Convent, the painting was executed by so salt, which were rather expensive. As re - Rossello di Jacopo Franchi, who, besides gards fat consumption, lard was used by being a painter, was also an illuminator. the lower classes while olive oil was reserved His activity as an illuminator is evidenced to the upper ones. Wine was served with by the refinement of the delicate, luminous every meal during the day. Lunch was be - colours and the fine decorations of our tween 10 a.m. and 12 p.m., after breakfast painting. In Rossello di Jacopo Franchi’s and before dinner, as eating habits, like long, pleasant, but at times prosaic activi - everything else during the course of the ty, this work has been chronologically re - day, were regulated by the light. In the ferred to the second decade of the 15 th cen - kitchen there is also a corner intended for tury. This results from comparisons with domestic tasks. In fact women, using small the artist’s early works ( Saint Blaise in the looms, distaffs and spindles, provided for Church of Santa Maria del Fiore, 1408 , and clothes and linen for the household. The the Crucifix of Rovezzano, 1414 ) but also for walls of the kitchen, like those on the low - the style of the fashionable garments of the er floors, display charcoal sketches and graf - patrons. fiti. Two of particular interest are to be museo di palazzo davanzati pointed out. On the wall contiguous to the tool for separating bran from flour), de - Great Hall is the record of Giuliano de’ rives from the Latin bura , that is cloth. The Medici’s death in the Pazzi Conspiracy: implement has a kind of funnel into which “1478 A dì 26 d’aprile fu morto Giuliano de’ the flour is poured, connected to an oc - Medici in Santa Maria de’ fiore ” (On 26 tagonal container operated by a crank. A April 1478 Giuliano de’ Medici died in the piece of cloth separates the bran from the Cathedral of Santa Maria de’ fiore). On flour which is collected in a box resting on the opposite wall the arrival in Florence of a support with four legs. Cardinal Francesco Soderini is recalled; his The simplicity of the object, without any name was mistaken with that of the famous stylistic decoration, and the wood which Pier, Gonfalonier of justice: “ A dì 15 de is not very old, suggest a dating to the first luglio 1503 vene a Fiorenz il gardenal. de quarter of the last century. pietro [cancelled] Sodarino ” (On 15 July 1503 Card. De Pietro [cancelled] Sodarino On the wall adjacent to the Great Hall came to Florence). 83. florentine production Broom The visit starts from the large walnut Table first half of the 17 th century from the last quarter of the 17 th century on wood, broomcorn; 148 cm which are displayed some objects of Italian Inv. Davanzati no. 428 handicraft: an 18 th -century juicer , a funnel The broom, similar to the modern-day and a basin from the 19 th century and a jug ones in shape and size, was found in 1657 from the second half of the 17 th century. behind the wardrobes along the walls of A big cookery book on the table, Invito alla the Convent of San Marco. mensa del mercante del Trecento (Invitation to the table of a 14 th -century 84. northern italian handicraft merchant), explains through images of Credenza paintings and illuminations, medieval 15 th , 18 th , 19 th centuries eating habits, giving recipes from that time durmast; 170 ×61 ×40 cm but, above all, illustrating the use of tools Inv. Davanzati no. 30 that current generations do not know. This small double credenza, with three The light fixture in the middle of the doors, belongs to the a kind of rustic fur - kitchen is actually an iron ring for food niture that was very popular at the end of turned into an 18 th -century light which has, the Middle Ages, and had a revival in the instead of the food, five terracotta oil lamps 19 th century because of antique trade in - and a 17 th -century glass oil lamp. terests. On the lower door the credenza dis - Next to the table is an ancient tool plays a Gothic decoration with double lancet motifs and, in the upper ones, there 82. italian handicraft are single lancet motifs with rosettes. In the Flour sifter museum catalogue it was classified as a typ - first quarter of the 20 th century ical northern Italian piece of furniture, chestnut and iron; 100 ×46 ×90 cm probably from a Venetian workshop, from Inv. Davanzati no. 479 the 15 th century. Actually, after a careful ex - The Italian name for a sifter, abburatto , (a amination, the credenza turned out to be

english version an assembly of various pieces, carried out besides the iron andirons are found a series by skilful craftsmen probably at the end of of Tuscan handicraft iron utensils from the the 19 th century. Some of the pieces are an - 17 th , 18 th and 19 th centuries: a tique (a side and two inside parts of the Girapolenta , to make thick maize doors), others are remade, like the lower porridge, a spit with its iron and wooden door in patinated wood. support and another six iron spits . In the niche next to the fireplace is a glazed 85. tuscan handicraft terracotta basin from the 17 th century, a Pestle and mortar with the Medici metal cylindrical container from the last coat of arms century, and a 17 th -century copper jug , all first half of the 17 th century of Tuscan production. bronze and iron; Next to the niche 26 cm (height) ×30 (diam.); 54 cm (height of the pestle) 86. venetian handicraft Inv. Castello 1911 , no. 424 Mechanical spit A mortar is a container used to pound herbs 18 th and 19 th centuries and grains with a pestle. Our example is iron, wood and rope; 40 ×30 cm interesting because it bears the Medici coat Inv. Davanzati no. 466 of arms surmounted by the grand-ducal Mechanical spits, with mechanisms as pre - crown. cise as those of clocks, were invented as ear - ly as the 16 th century, greatly surprising the On the wall adjacent to the balcony, visitors to the 1574 Nuremberg Fair, like in the sink niche, various commonly the one admired by Carlo D’Este. used objects (ladles, cutlery, colander, Illustrious visitors like Montaigne declared cake mould, pot, corkscrew, a small scale, their admiration for this kinds of objects. etc.) are displayed on shelves. The spit in Palazzo Davanzati has a mech - On the upper shelves are to be pointed anism which is wound up by a handle out a large glass bottle of Tuscan which makes a weighted rope wind around production from the 17 th century and a wooden barrel. The movement is trans - a series of five majolica jugs , one from mitted by a mobile wheel indented at the the Montelupo factory dating to the pinion which makes the power pulley and 16 th century and the other four bearing that of the spit go round. the Medici coat of arms, dated either 1506 or 1517 , together with others made To the right of the niche is a wooden knead - in the 19 th century . ing table from the last century and beyond the A large copper cauldron , for cooking food, door a beautiful cedar chest boiling liquids or the laundry with lye, resting on a 18 th -century wooden base and 87. friulan handicraft two 19th -century hanging iron lamps are Chest found next to the large fireplace on whose early 15 th century lintel are 19th -century bellows in wood engraved and pyrographed cedar; and leather. 69 ×211 ×67 cm In the fireplace, where there is a large Inv. Davanzati no. 411 hanging copper pot from the 19th century, The rectangular chest has a jutting lid that museo di palazzo davanzati 8 is decorated on its front with an unbroken 89. italian workshop frieze of leaves and small flowers. Steelyard On the front, the sides and in the lower 17 th and 18 th centuries part of it is a band carved with volutes, an - iron; 165 cm (height), 70 cm (scale diam.) imals and two ladies in 15 th -century cos - Inv. Oggetti d’uso no. 4153 tumes playing the harp. This decoration, A long graduated arm with an end deco - with a recessed background shaded with a rated with two heron profiles, a curled pyrograph, points to northern Italy, prob - bracket and a hook with some weights char - ably between Venetian and Friuli, as its acterize the big steelyard whose scale is production area. linked to the arm by a hook holding four curved supports connected with chains. Some inventory numbers under the scale On the chest and the arm, but also the refinement of 88. italian handicraft some elements suggest the object comes Churn from a villa or a palace. The most likely last quarter of the 18 th century dating is to the 17 th -18 th century. pewter; 53 ×30 cm Inv. Davanzati no. 58 The Italian name for churn is zangola and We then reach the spinning and weaving it is a short word for sanga , derived from corner, domestic tasks that women often did zana , a word of Lombard origin meaning in the kitchen. On the walnut table , from th an oval “basket”, sometimes used as a cra - the 18 century, are various objects tied to dle. The simple ring decoration on the main this activity, among them a lace pillow, two body, having a flared foot and a cylindrical boxes, workbox, reels, bobbins, spindles and neck, chronologically refers to the last quar - also two irons, a winder for skeins and ter of the 18 th century. It is a device to make hanks and a table swift. butter. The round pewter container where Behind the table is a dwarf chair from the th the cream is whipped has an airtight pull- 17 century and another iron candelabrum out lid with a long handle ending in a ball. from the past century 90. italian workshop On the chest are found two small display Loom cases with kitchen objects and utensils: 16 th -17 th centuries spice grinder spice a and a wooden wood; 123 ×36 ×87 cm container from the 17 th century, a small Inv. Davanzati no. 476 Venetian glass salt shaker from the The small two-heddle loom was intended 16 th century, a cake mould ,aladle , for home use: it was used to make swad - a rolling pin and a wooden pasta cutter dling-bands and strips of fabric for trim - from the last century. mings or other small items. It has a two- On the left wall hangs an iron carving fork legged front support while the back support from the 17 th century. has one leg made of a board to which the A big steelyard dominates the right wall, treadles are fixed with a hinge. It is an in - above are two iron candelabra from teresting example of the Italian craft tradi - the last century tion of the 16 th -17 th -centuries, despite the

english version fact that various parts of the loom, tread - bizi families), related to or having a busi - les and supports have been replaced. ness relationships with the Davizzi family, are found at the top and bottom, along the borders of the curtains and on the fireplace. On the back wall The furnishings in this room are also in 91. tuscan handicraft keeping with the atmosphere of a medieval Warper bedroom. There are chests, a bed, a cradle 17 th century (?) and special objects such as the bed backrest, wood; 30 cm (height) which are however mainly from the 16 th Inv. Davanzati no. 480 and 17 th centuries. This instrument is made of two staffs with pegs attached to the wall. The yarn to pre - pare the warp for the weaving is pulled be - The visit continues clockwise; tween the staffs. On the left wall 92. tuscan workshop Chest A walnut bench from the 18 th century closes first half of the 15 th century this section. From the balcony, turning into painted wood; 54 ×146 ×46 cm the small corridor with geometric decorations, Inv. Davanzati no. 178 we reach the bedroom. The chest, with a rounded body and lid and resting on bracket feet, is of the 15 th - century kind specifically known as “co - 13 - Room of the Impannate fano”, that is casket. A similar chest for a nun, coming from Santa Maria Nuova, is Like all the other large rooms of the palace, found in Berlin. this bedroom on the third floor was cer - The painted decoration, heavily restored, tainly equipped with impannate , that is was carried out on parchment glued onto window coverings, which gave the room the whole surface. its name. These window coverings replaced On the body and lid, heraldic motifs with glass in times past; they were wooden white and azure waves alternate with coats frames opening outwards on which pieces of arms of the Ridolfi da Ponte family, al - of fabric, usually linen, dampened in tur - so repeated on the sides, and devices that pentine and waxed, were stretched. The may refer to the Albani family from Or- room is characterized by a faux tapestry vieto. decoration, similar to that in the other bed - On the front is the device of a diamond rooms. In the upper frieze are natural ele - ring and the motto pensa al fine (think ments such as trees, flowers, birds and foun - of the end). tains – as shown by the capitals of the small dividing columns spraying water – that seem to recall the upper frieze of the Par - Over the chest hangs a mirror with rot Room. The heraldic iconography is ex - a 16 th -century frame , but modified tremely rich and elaborate, as coats of arms in last century and, next to it, with the armorial bearings of noble Flo - is a wrought iron candelabrum perhaps rentine families (Capponi, Strozzi and Al - from the 14 th century. museo di palazzo davanzati In front of the fireplace are a rustic cradle ly shows the iconography of the Hermit in painted wood from the 18 th century and Saint Onuphrius, covered only by his long two walnut dwarf chairs upholstered with hair and a loincloth made of leaves. fabric from the 17 th century. In the In a 19 th -century inventory the two statues fireplace, – on whose cowl the Davizzi are said to have come from the Convent of armorial bearings are painted together with Sant’Ambrogio, where the devotion to this those of other noble families – are a saint certainly existed. We cannot howev - pair of andirons from the 17 th century er rule out their coming from the Convent and other iron tools of Sant’Onofrio, the only complex in Flo - of Tuscan production from the 19 th century: rence, together with the Hospital of the fire tongs and poker as well as a bed warmer . Tintori, dedicated to this saint, since the In the first niche on the wall next nuns of this convent were moved in 1800 to the fireplace to the Convent of Sant’Ambrogio, and probably took some devotional images with 93. sienese workshop them there. Procession statue The recalls, for its iconog - th Saint Onuphrius first half of the 16 century raphy and style, the ascetic saints by Do - painted wood; 105 ×44 ×24 cm natello (the Magdalene in the Florentine Inv. Sculture no. 1694 Baptistry, Saint John the Baptist in the The full relief female statue wears an ex - bronze versions of the Cathedral of Siena tremely simple robe that allows catching a and the wooden example in the Church of glimpse, under the neck-opening, of a the Frari in Venice) with a more direct white vest and the articulated arms. These comparison to the wooden Saint Jerome characteristics, together with the simplic - in the Civic Museum of Faenza, attributed ity of the clothes, suggest that the sculp - to Bertoldo di Giovanni. ture (very likely a Virgin ) was provided with The stylistic elements drawing on 15 th and a dress made of fabric when in procession. 16 th -century Florentine sculpture, neo- th The work, datable to the first half of the 16 Donatellian influences with hints of century, could be assigned to a Sienese works by Francesco Rustici and Baccio da workshop for the refinement of the execu - Montelupo, refer this sculpture to a Flo - tion, particularly evident in the face. rentine artist from the very early 16 th cen - tury who, as to refinement and pictorial In the niche next to the bed effects, can be traced to the circle of Jaco- po Sansovino. 94. Circle of jacopo tatti known as jacopo sansovino Next to the bed is a walnut prie-dieu from (Florence 1486-1570) the 17 th century where some objects tied to Saint Onuphrius nocturnal needs are displayed: a brass oil 1505-1510 lamp and a lamp snuffer of Tuscan painted terracotta; 71 cm (height) production from the 19 th century, a bronze Inv. Davanzati no. 156 bell from the 16 th century and a The terracotta sculpture, described in the candlestick from the 18 th -19 th century both inventory as “Saint Jerome”, like a similar of northern Italian production. exemplar in the Bargello Museum, actual - In the middle of the room

english version 95. tuscan production On a small table to the right of the bed Bed 16 th , 17 th and 20 th centuries 97. tuscan production Bed backrest carved walnut; 150 ×212 ×178 cm Inv. Davanzati no. 416 17 th and 19 th centuries An analysis carried out during a recent carved and gilded wood, leather, silk, restoration revealed that it is an antique bronze; th th bed with 16 - and 17 -century elements 133 ×73 cm (for example the two turned posts of the Inv. Sculture no. 1423 th bed-head). In the 19 century this piece of This bed backrest, which belonged to Elia furniture, which was smaller than its pres - Volpi, is made up of a back with a padded ent size, underwent great changes and al - wooden structure upholstered with quilt - terations. ed leather held in place at the border by th The present bed evokes the taste for 17 - bronze upholsterer’s nails over a trimming. century Tuscan furniture. Two carved and gilded wooden ends and a base with two notched rods allow regu - 96. sicilian production (?) lating the inclination of the bed backrest. Embroidered bedcover This rather rare exemplar is likely to have 19 th century been carried out in the 19 th century reusing cloth and polychrome silk threads; a 17 th -century bed backrest. 270 ×300 cm Inv. Stoffe no. 5544 The bedcover comes from the Nievo Bonin On the adjacent wall are a Tuscan Villa in Montecchio Maggiore (Vicenza). candelabrum probably from the 14 th The background cloth is worked in Bayeux century, a Lombard great chair from the stitch , that is with the silk threads stretched first half of the 17 th century and a 19 th - side by side and held in place by stitches cre - century walnut stool with gold decorations. ating a herringbone motif. On the back - In the lavatory decorated with vair motifs, ground is an embroidery carried out in are two copper jugs and a copper basin of Hungarian point which displays in the cen - Tuscan production from the 17 th and 18 th tre a stylized vase with a large floral shoot centuries. coming out of it. On the sides and in the Upon leaving the bedroom, along the wall corners are large rose shoots, carnations there is an inlaid walnut chest , from the and tulips of various colours. 15 th century, heavily altered in the last The fringe trimming is modern. century, on which are displayed some The embroidering technique of this bed - interesting objects cover, of oriental origin, was used in Italy as early as the 15 th century but became wide - spread especially in the 17 th and 18 th cen - 98. italian production turies. Embroidered cushion th th The kind of embroidery, the decorative 15 and 17 centuries motifs and the bright colours refer this ex - polychrome silk, silver and gold threads; emplar to a southern Italian production, 22 ×19 cm more precisely a Sicilian one. Inv. Davanzati no. 188 museo di palazzo davanzati Small cushion covered with silk and em - On a walnut prie-dieu, put together using broidered in gold, silver and silk, with a 18 th -century pieces in subsequent centuries, coat of arms in the centre. To the sides two is a painted plaster work depicting the azure bands with a small yellow star are the Madonna and Child with Cherubs, a background for triangles containing styl - copy of a work by Benedetto da Maiano, ized flowers. Two azure borders define the found in the National Gallery of horizontal sides of the cushion. Washington. The cushion, made in the 17 th century, reused a more antique piece of fabric in the central part, probably from the 15 th century.

99. venetian production Embroidered house slippers 18 th century silk embroidered in silk and silver; 25 cm (length) Inv. Davanzati no. 186 The house slippers are characterized by a short but very pointed shape, typical of fe - male footwear. The embroidery enriches the vamp with a flower motif and a spiral created with yel - low silk and silver thread. Also the inside is embroidered in yellow with a sheaf of ears.

100. tuscan production Slipper and Clog 16 th and 17 th centuries cork and leather; cm 13 ×20 wood and leather; 10 ×28 cm Inv. Depositi nos. 259 , 260 The shoes, so simple as to make it very dif - ficult to trace the workshop and the peri - od, were found in Certaldo in a wall of Boc - caccio’s House. The slipper, made of cork with a leather vamp incised and stamped with stripes and high wedge heels, is undoubtedly female footwear. The wooden clog with a leather vamp with - out decorations and a low wedge is, due to its simplicity, a man shoe.

english version Glossary and biographies Of this artist, who was a pupil of Fran - ciabigio, Vasari mentions works that nev - er came down to us. It was Federico Zeri who retraced the personality of this artist Aemilia Ars on the basis of a panel with the Adoration A society founded in Bologna in 1898 by of the Shepherds (in the Church of San some nobles and artists whose purpose Giuseppe in Castiglion Fiorentino) and was the promotion of “the arts and in - of a Madonna and Saints executed for the dustries in the Emilian region” on the Basilica of the Santissima Annunziata in model of the English Arts and Crafts. Florence. In 1508 he was among the From about 1901 the society continued painters who worked as assistants on the its activity only in the embroidery sec - vault of the Sistine Chapel. tor, particularly in that of needle lace (see Apothecary jar entry) with designs often created by con - A vessel, usually in enamelled terracot - temporary artists and achieving great ta, similar to a large phial with two han - success both in Italy and abroad, espe - dles. It was used to contain liquid or se - cially in Europe and America. mi-liquid medicaments and for this Andrea del Sarto , né Andrea d’Agnolo reason it was fitted out with a cylindri - di Francesco cal spout. (Florence 1486-1530 ) Arch A painter ranked among the major ex - A curved construction which spans an ponents of the Florentine Renaissance, opening and rests on two piers, which Andrea del Sarto was apprenticed to a support the load of the above structure. goldsmith and to the workshop of Piero According to the different shapes of the di Cosimo. He worked with Franciabi - curve, it is called: round arch when the gio and studied the works of Raphael, curve is semicircular; depressed arch when Leonardo, and Michelangelo whose in - the distance between the two ends of the fluences came together in his graceful curve is less than the diameter; pointed classical style which paved the way to or ogival arch when it is formed by two Tuscan Mannerism (Pontormo and intersecting reversed curves, the lower Rosso Fiorentino were trained in his concave and the upper convex. workshop). Among his most important Archangel Gabriel works are the frescoes with the Episodes See Saint Gabriel the Archangel. from the Life of Saint Philip Benizi in the Archangel Raphael Church of the Santissima Annunziata See Saint Raphael the Archangel. and the monochromes with the Baptism Armorial bearings or Coat of arms of Christ in the Scalzo Cloister, both in A group of items made up of the es - Florence. As to the paintings, the most cutcheon, ornaments and honorific outstanding are the “Madonna of the marks of a family or an organization. Harpies” today at the Uffizi Gallery and Ashlar/Ashlar-work the Portrait of a Young Man in the Na - Masonry made of squared hewn stones tional Gallery of London. set in true courses. Antonio di Donnino del Mazziere Aspetti Tiziano (Florence 1497-1547 ) (Padua 1559 - Pisa ca. 1607 ) museo di palazzo davanzati 4 Tiziano Aspetti carried on the tradition Boiserie of the family workshop founded by his Term used to define interior wood pan - grandfather Guido Minio and contin - elling having either a decorative or an ued by his uncle Tiziano, alias Minio, insulating function. Such carved or in - which was specialized in bronze working. laid panels are often painted too. From a young age, Tiziano Aspetti, the Botticelli Sandro , né Sandro Filipepi nephew, carried out his activity in (Florence 1445-1510 ) Venice, where in 1580 he executed works He was first apprenticed to the work - in the mannerist style for the Doge’s shop of Filippo Lippi whose influence Palace, for the Church of San Francesco along with that of Pollaiolo and Verroc- della Vigna, and then for the Basilica del chio is evident in his early works ( For - Santo in Padua. titude from 1470 , or The Return of Judith Bay to Bethulia , both in the Uffizi Gallery) See Span . where Lippi’s grace mingles with a cer - Bathsheba tain fluidity in the lines. In the 1470 ’s he The wife of Uriah the Hittite and later came into contact with the neo-platon - of King David. With the latter, she had ic milieu of the Medici entourage which two children, the younger of whom was led his style to maturity, interpreting the Solomon. ideals of beauty and the return to Bicci di Lorenzo mythology dear to humanists. His most (Florence ca. 1368 - Arezzo 1452 ) renowned works date back to the latter The son of Lorenzo di Bicci, in 1405 he period. They range from the Primavera inherited his father’s workshop that re - (circa 1478 ) to the Birth of Venus (circa mained tied to the International Goth - 1485 ). In the last phase of his activity (af - ic style: his works reveal the influence of ter 1490 ) Botticelli embraced the reli - Lorenzo Monaco and Gentile da Fabri - giosity preached by Savonarola and his ano. He was the author of both frescoes pictorial art acquired an almost exclu - (such as the cycle with Illustrious Men in sively sacred character. the Medici palace in Via Larga), and Breast-feeding Madonna paintings on wooden panels. Iconography of the Madonna and Child Bobbin lace of Oriental origins which was introduced The bobbin is a small tool, in wood or into the West around the 12 th century bone, which serves to create embroi - and became very widespread in the 15 th - deries and laces. Apart from the bobbin, 16 th centuries. According to this iconog - another necessary tool for this technique, raphy the Virgin is represented stand - introduced into Italy around the 15 th cen - ing, her face turned to the Infant Jesus, tury which started to spread from the whom she holds in her arms while he is 16 th century, is the lace pillow which gen - sucking milk from Her breast. erally has a cylindrical shape. The lace Bronze design is fixed on the lace pillow with A metal alloy consisting of copper and pins; after making a series of running tin in different percentages, sometimes stitches on some parts of the design, the with the addition of other elements (es - threads wound on bobbins are interlaced pecially zinc and lead), which is used for to create the lace. casting (see entry) statues.

english version Brunelleschi Filippo discovered in the Renaissance, was the (Florence 1377-1446 ) one called the lost wax technique: some Apprenticed as a goldsmith and a sculp - clay was covered with a layer of wax that tor, he won with Lorenzo Ghiberti the was modelled and then covered in turn competition for the second door of the with clay; then it was fired and the wax Baptistery, later commissioned to Ghib - melted and flowed out through special erti. In Rome he studied architecture holes and finally cast bronze was poured and sculpture under Donatello. Active into the resulting hollow space. in the construction of Santa Maria del Cherub Fiore as far back as 1409 , he won the Angelic being entrusted with the task of 1418 competition with his design for the watching over the entrance into Eden. It dome, an architectural masterpiece built is generally represented with the open- following a technique which did not re - winged head of a putto. quire the use of a supporting structure. Chest or Cassone He is considered one of the great ini - Typical piece of Medieval and Renais - tiators of the Florentine Renaissance. sance furniture (from the 14 th century to Among his works in Florence are the the 17 th century) consisting of a rectan - Spedale degli Innocenti, the Old Sac - gular wooden body fitted out with a lid risty of San Lorenzo, the reconstruction (either flat or sarcophagus-like) and usu - of the Basilica of San Lorenzo, and the ally also with handles. It was used to con - Pazzi Chapel. tain the trousseau, clothes or also mon - Buglioni Benedetto ey and was generally commissioned for (Florence 1461-1521 ) weddings. It adorned bedrooms, and was Sculptor apprenticed to the workshop also used as a seat. of Andrea della Robbia. He opened his Coat of arms own workshop in Florence and was ac - See Armorial bearings . tive in Tuscany as well as in central Italy Column as a creator of glazed terracottas. Vertical architectural element, support - Capital ing a load and having a cylindrical shape. The upper part of a column (see entry) It differs from the pillar (see entry) which, or of a pillar (see entry) on which either instead, may have either a quadrangular the architrave or the arch rest. or a circular section and never tapers. Cassone Covered roof-terrace See Chest . Also called “belvedere”, it is a terrace or Casting a small loggia situated on the roof of a The process used to create sculptural building. works through the pouring of molten Cross vault or Cross vaulting metal into a mould. To obtain a solid A vault formed by the intersection at sculpture, the metal is poured into an right angles of two barrel vaults. open mould until the latter is completely Della Robbia Workshop filled; whereas in a hollow casting the A renowned workshop of glazed terra - metal is poured into a closed mould in cottas founded by Luca della Robbia, a very thin layer. One of the methods to who had begun his artistic activity as a create casts, used in Antiquity and re - sculptor. His successor was his pupil and museo di palazzo davanzati nephew Andrea, who preferred to use manufacture in San Marco where he im - blue and white for his works: examples posed the haute-lisse loom technique. of this are the lunettes with Putti in the Filet lace portico of the Spedale degli Innocenti in A type of embroidery carried out on a Florence and the altarpiece of the Sanc - needle-worked netting where then de - tuary of La Verna. The workshop then signs are embroidered using various was passed down to Giovanni, one of stitches. Andrea’s sons, who was a very prolific Fresco artist and broadened the polychrome Mural painting technique in which the character of the terracottas. Also his artist incorporates the colours with the younger brothers Gerolamo, Fra Mat - lime of the fresh plaster. Consequently tia, Luca the Younger and Fra Ambro - the surface area to be frescoed is prepared gio worked with him. Upon Giovanni’s daily (it is the so-called “day’s work”): the death, the workshop ceased. wall support, dry and clean, is prepared Desiderio da Settignano with an initial coat of rough plaster (the (Settignano ca. 1430 - Florence 1464 ) rendering) on which a thinner one, called Trained in Donatello’s circle, this sculp - brown coating, is spread; on the brown tor elaborated his own artistic language coating the drawing (sinopia) is traced characterized by elegant and refined using a reddish-brown ochre-like earth lines, expressive naturalism and a mas - colour pigment; finally the plaster finish terful virtuosity in working marble. – a thin layer of fine sand and lime – is Among his major works are the tomb of applied, on which the artist actually Carlo Marsuppini in the Basilica of San - paints using colours mixed with water. ta Croce in Florence. Giovanni di Ser Giovanni De Vegni Leonardo See Lo Scheggia . (Chianciano 1731 - Siena 1801 Glazed terracotta After studying civil and canon law at the An article made from clay modelled by University of Siena to comply with his hand, potter’s wheel or a mould and then father’s wishes, he devoted himself par - fired at high temperature. The object ticularly to architecture, drawing, poet - surface is decorated with colours con - ry and sciences. He was the inventor of taining metal oxides and finally coated the so-called “ plastica dei tartar i”, a tech - with a vitreous varnish which gives it a nique to create bas-reliefs using the cal - glossy appearance and makes it water - careous sediments of the springs situat - proof. ed on his farm in Bagni di San Filippo. Granacci Francesco As to architecture, he embraced the En - (Villamagna di Volterra 1469 - lightenment ideas promoting a return to Florence 1543 ) the formal purity of classical antiquity. A pupil and later a collaborator of Ghir- Févère Pietro landaio, he attended the San Marco (17 th century) school of Lorenzo the Magnificent. He From 1631 ( the year when he succeeded was one of Michelangelo’s assistants for to the Flemish director Jacopo van As - the vault of the Sistine Chapel, then he selt) to 1669, he was the director of the returned to Florence where he painted main tapestry workshop of the Medici numerous altarpieces. His classical-style

english version pictorial art reveals resemblances to ear - Jacopo del Sellaio , né Jacopo di Arcangelo ly Florentine Mannerism. (Florence 1442-1493 ) Gregorio di Lorenzo A pupil of Filippo Lippi, he was an eclec - (1436- ca. 1504 ) tic artist, influenced by his contempo - The artistic personality of this sculptor, rary Botticelli and by Domenico Ghir- once identified with the Master of the landaio. After his early phase, when he Marble Madonnas (von Bode), has been was influenced by Verrocchio, he col - ascertained only recently and ascribed a laborated with Botticelli and Bartolomeo body of works. The elegance of the style di Giovanni on the panels with episodes of his reliefs in marble (hence the name of the Story of Nastagio degli Onesti . He he was attributed) reveals the influences devoted himself to decorating numer - of Desiderio da Settignano and Mino da ous chests as well as executing small de - Fiesole. votional paintings, works which reveal Grille motifs his taste for the narrative of scenes and Net motifs, embroideries on a ground episodes. of netting. Jacopo di Cione Grotesque (Florence documented 1368-1398 ) A decoration consisting of a fantastic in - terweaving of human and animal forms A painter belonging to an important with flowers and foliage which imitate family of artists, he collaborated with the paintings discovered in the Renais - his brothers, the most famous of which sance on the vaults of the Domus Au - was Orcagna, whose paintings in the rea. Its name is derived from the fact Church of Orsanmichele in Florence that, at that time, Nero’s palace was with the Virgin and Saint Matthew he buried and therefore the painters let completed. Entirely by his hand are the themselves down from above, just like frescoes and the altarpiece with a Cru - into a grotto. cifixion (the latter today in the Nation - Heddle al Gallery of London) for the Palace of An integral part of a loom, it is made of the Judges and Notaries’ Guild in Flo - chord and has an eye in the centre. Hed - rence. dles serve to raise and separate the warp Lippi Filippino threads for passing the weft(see tapestry ). (Prato 1457 - Florence 1504 ) Impannata Filippino, so called to distinguish him See Window covering . from his father, was a pupil of Sandro Inlay Botticelli who had a strong influence on A technique consisting in cutting pieces his early works. In 1484-1485 he was asked in different materials to be then embed - to complete Masaccio’s frescoes of the ded on a specially carved surface. Brancacci Chapel in the Church of the Intaglio Carmine in Florence. After his stay in The process or art of engraving or carv - Rome ( 1488-1493 ), Filippino brought to ing in a hard material, such as wood, Florence the taste for grotesque decora - gems, ivory or marble, by means of met - tions. His following works show a new al instruments following a pre-estab - dramatic potential and a restless search lished design. for formal effects. museo di palazzo davanzati 8 Loggia numerous works in Florence and in the A building or part of a building open on surrounding countryside. His style, part one or more sides, generally supported of the International Gothic, clearly shows by columns and arches. the influence of Lorenzo Monaco. Lo Scheggia , né Giovanni di Ser Giovanni Marzocco (San Giovanni Valdarno 1406 - Heraldic symbol of the Florentine do - Florence 1486 ) minion, depicting a lion which, with its He was the younger brother of Masac - raised right paw, holds the escutcheon on cio. After working in the workshop of which is the fleur de lys or lily of Flo - Bicci di Lorenzo and later in that of his rence. brother, he opened his own workshop Master of Marradi specializing in the decoration of chests (active in Tuscany, end of the 15 th cen - and furnishings. The birth tray with the tury-beginning of the 16 th century) Triumph of Fame , today at the Metro - Anonymous painter called so because of politan Museum of New York, execut - the five panels of the Abbey of Santa ed in 1449 , on the occasion of Lorenzo Reparata in Rio Salto near Marradi. He the Magnificent’ s birth, is counted as has been attributed various works in a his masterpiece. Critics today identify period spanning from 1498 (Madonna him with the so-called Master of the Cas - with Child and Saints of Marradi)to 1513 sone Adimari or Master of Fucecchio. (Madonna and Child Enthroned of Mon - However the artist continued also to tefiridolfi). The use of gold and stippling paint panels and frescoes, such as the one give his style an archaizing character, al - with Episodes from the Life of Saint An - though it also includes references to con - thony the Abbot in the Church of San temporary artists, primarily Domenico Lorenzo in San Giovanni Valdarno. Ghirlandaio, Botticelli and Perugino Majolica Master of San Pietro d’Orsanmichele Tin-glazed earthenware using a paint (Florence, early 15 th century) consisting mostly of a mixture of potas - Anonymous sculptor, the author of the sium silicate, lead oxide and tin. After marble statue of Saint Peter in one of having applied the tin-glazing, the object the niches in Orsanmichele in Florence is decorated with metal oxide based and of terracotta Maddonas (apart from colours and, finally, a finishing glaze that the one in Palazzo Davanzati, one is in makes the object shiny is spread. Some - the Bishop’s Palace in Fiesole). On the times after the firing, a metallic pigment, grounds of stylistic comparisons, critics that produces characteristic tints, is ap - almost unanimously identify this artist plied. with the young Filippo Brunelleschi. Mariotto di Nardo Master of Serumido (historical information 1394- ca. 1420) (active in Florence in the first half According to some scholars, Mariotto of the 16 th century) was the son of the painter Nardo di Cio- Derived from the panel with the Madon - ne, the brother of Orcagna, whereas ac - na and Child Enthroned with Saints in cording to others, he was the son of a the Church of San Pier Gattolino, also re - stonecutter of the same name. This artist ferred to as of Serumido, it is the con - devoted himself to painting and left us ventional name of a painter with an eclec -

english version tic style, where different influences come then spread throughout the rest of Eu - together: ranging from Fra Bartolomeo’s rope. and Andrea del Sarto’s to those of the Painting on panel mannerists. A type of painting carried out on a wood - Needle lace en support. Already widespread in the Embroidery with a needle (a small steel Byzantine age, painting on panel reached bar with one pointed end and the other its peak in the Middle Ages and the Ren - with a hole through which the sewing aissance, before it was gradually substi - thread runs). This technique originated tuted (beginning in the 15 th century) with in the Renaissance with the so-called painting on canvas. The wooden sup - Reticella embroidery obtained by pulling port – in Italy generally made of poplar, the threads from the fabric to make a linden or cypress boards – was polished, grid and stitching on them various pat - impregnated with glue and prepared to terns, generally geometric. Later, reti - be then painted either using tempera (see cella used a grid made of thread rather entry) or oil (see entry) colours. than a fabric ground. This type of lace Pastiglia decoration is started by securing heavier guiding Raised gilding using a mixture of gesso, threads onto a stiff background (such as glue and gold powder. thick paper) with stitches that can later Pillar be removed, then building the work up Vertical architectural element, support - using a variety of stitches. ing a load, having a quadrangular, cir - Neri di Bicci (Florence 1419-1492 ) cular or cruciform section. It never tapers The son of Bicci di Lorenzo, he was the unlike the column (see entry). last exponent of the renowned family Pyrography workshop founded by his grandfather, An engraving technique used on various Lorenzo di Bicci. To his substantially materials (mainly wood and leather, but Gothic style he added innovations and also cork, cardboard and metal) which suggestions drawn from contemporary employs a hot instrument ( poker ) that in masters (such as Fra Angelico and Filip - the past consisted of a red-hot metal point. po Lippi). Plastron Oil painting An ornamentation made of laces and A technique of painting, either on can - embroideries in the front of a woman’s vas or on a wooden panel, where colours bodice. Also a man’s shirt-front. are obtained by mixing pigments with Roccatagliata Niccolò thick vegetable oils to which essential (Genoa ca. 1560 - Venice ca. 1636 ) oils (turpentine) are added so as to make A sculptor follower of Sansovino who the colours less viscous and more trans - was a famous author of small bronzes. parent . The colour is first spread on a He was very active in Venice where he base previously prepared with gesso, a executed, among other things, the mixture of glue and chalk, and then coat - bronze candelabra and statuettes of Saint ed with a transparent varnish both to Stephen and Saint George in the Church protect it and to make it shinier. This of San Giorgio Maggiore, as well as the very ancient technique was improved in altar frontal with the Deposition in the the 15 th century by Flemish painters and Church of San Moisè). museo di palazzo davanzati Rossellino Antonio , né Gamberelli him, he went to Cassino where he found - Antonio ed the Monastery of Montecassino. (Settignano 1427/1428 - Florence 1479 ) There, around 540, he wrote his Rule, A collaborator of his elder brother Ber- which organized the life of the monks in nardo, he was a sculptor characterized by whose day praying and working alter - a refined language with influences from nated according to the motto “ora et lab - Donatello and later from Desiderio da ora”. He died in Montecassino in 547 , a Settignano. Among his most important few days after his sister, Saint Scholasti - works are the monument to the cardinal ca. He is considered the founder of West - of Portugal in the Church of San Mi- ern monasticism. He is depicted as a niato al Monte in Florence, and Maria bearded old man, and, until the 12 th cen - d’Aragona’s tomb in the Church of San - tury, dressed in a black habit, which, be - t’Anna dei Lombardi in Naples. His por - ginning from the 15 th century, was re - traits (such as the bust of Matteo Palmieri placed by the white one of the reformed in the Bargello Museum in Florence) are order. After the 12 th century, he is also endowed with a vivacious realism. represented in a bishop’s vestment. His Rossello di Jacopo Franchi attributes are the abbot’s staff, the book (Florence 1377-1456 ) of the Rule, a bundle of canes, which A pupil of Lorenzo Monaco, he was a symbolize discipline, and a chalice with painter and illuminator characterized by little snakes alluding to the unsuccessful a pleasant language showing a special attempts at poisoning him. taste for details, which reveals his attach - Saint Bernardine ment to the Gothic world in his work. Bernardino Albizzeschi was born in Mas - Saint Anne sa Marittima in 1380 into a Sienese fam - Anne, the wife of Joachim, is in the Apoc - ily and when left an orphan he moved rypha the mother of the Virgin Mary, to his ancestors’ hometown. At the age whereas the Gospels do not mention this of 22 he became a Franciscan friar. In his fact. She was canonized by the Catholic life he refused the appointment as bish - Church in 1584 . Saint Anne is generally op several times in order to devote him - represented with Joachim and the little self entirely to his missionary work. In Mary or else with the Virgin and the In - his work Sui contratti e l’usura , he reval - fant Jesus (the latter an iconography re - uates the social function of honest mer - ferred to as Saint Anne Metterza , which chants, but firmly condemns the wealthy literally means “placed third”, a reference who, instead of investing their money in to the position occupied by the saint in new activities, lend it on usury. He died this sort of trinity bond). in L’Aquila in 1444 . After Saint Francis, Saint Benedict he is the most represented Franciscan Born in Norcia, approximately in 480 , saint; he is generally portrayed while around the age of seventeen he retired showing a tablet with the monogram to hermitic life in a cave in the vicinity JHS which designates Christ. of Subiaco where he remained for three Saint Catherine of Siena years. In that same area he would later Ever since she was a child, Caterina Ben - found thirteen monasteries. After es - incasa (Siena 1347 -1380 ) started to have caping various attempts at poisoning mystic visions and began a life of pen -

english version itence. At the age of sixteen she became and helping the needy and thus chose a a Dominican tertiary nun. She did not life of poverty. He dictated a Rule to his hesitate to turn to the Church hierar - followers (later enlarged) approved by chies to proclaim the necessity of re - the pope in 1210 . Around 1220 he with - forming morals and of returning the Pa - drew to Mount La Verna, where he re - pal See to Rome from Avignon. Ac - ceived the stigmata; around 1224 he cording to tradition she received the stig - wrote the Canticle of the Sun or Praise of mata, which however were invisible to the Creatures . He died in the Porziun - the eyes of the others until her death. cola in 1226 . He is usually represented, She is represented in her own order’s often in the act of preaching, wearing a habit, the Dominican tertiary nuns, that brown or grey habit, tied at the waist by is in a white habit and a black mantle. a string with three knots and the stig - The saint’s attributes are a book, a pure mata on his hands, feet and chest. His white lily, and a ring. iconographic attribute is the crucifix. Saint Dominic Saint Gabriel the Archangel Domenico de Guzmán, founder of the One of the seven angels (that in Greek order of the Friars Preachers or Do - means “messengers”) who according to minicans, was born in Calaruega (Ca- some Christian texts are before God’s stile) around 1170 and died in Bologna throne (the name of “archangel”, docu - in 1221 . Soon after he joined the Canons mented in the Bible, is attributed in the Regular of Osma, he devoted himself to New Testament exclusively to Michael opposing the Cathars’ heresy through and only later the Church attributed it persuasion and preaching. Therefore he to Gabriel and Raphael too). Gabriel’s founded in Toulouse the Order of role as a messenger is mainly related to Preachers, officially recognized in 1216 , maternity: besides announcing Mary the whose members were devoted to pray - birth of Jesus, conceived by the Holy ing, studying, teaching and preaching. Spirit, Gabriel announced the birth of a In the iconographic tradition, he is rep - son also to Abraham and to Zacharias. resented with the Dominican habit, a He is represented as a winged young lily, a golden star on his forehead (the man, holding in his hand either the long symbol of knowledge or an allusion to rod of the ostiaries (those in charge of the star seen by his wet-nurse), a staff, a guarding sacred places), or often a lily, book and a black and white dog for a symbol of Mary’s virginity. play on words between Dominicans, or Saint Jerome rather the “ Domini canis ” (where the Born approximately in 347 A.D. in Stri - word Domini is the Latin for the Lord’s done, a town in Dalmatia, Jerome was a and canis for dog) were the faithful of great scholar. To him we owe the “Vul - the Lord and also of Dominic. gate”, that is the first Latin translation of Saint Francis of Assisi the Bible, and De Viris Illustribus , where The son of a rich merchant, Francis was he traced the biographies of 135 authors born around 1182 in Assisi. After partic - either Christian or anyway connected to ipating in the war between Assisi and Pe - Christian faith. He is often represented rugia, in which he was taken prisoner, as an elderly man with a white beard in - he decided to devote himself to praying tent on writing. His symbols are: the museo di palazzo davanzati Vulgate, the cardinal’s hat, the crucifix, of the prodigy for which he was chosen the skull of the penitents, and the lion. as Mary’s husband), a lily, symbol of pu - Another common depiction portrays rity, carpenter’s tools, and a dove. him as a penitent in Bethlehem’s cave, Saint Onuphrius where he lived as a hermit. Legend has it that Onuphrius, the son Saint John the Baptist of a king, decided to become a hermit in The son of Zacharias and Elisabeth who the desert, following the example of John were already in their old age, John was the Baptist and the prophet Elijah. Al - the last prophet and preached the ne - ready old, he was found by the Egypt - cessity of conversion by baptism in the ian monk Paphnutius, who stayed next River Jordan: he also baptized Jesus, rec - to him in the last days of his life and ognizing Him as the Messiah. He was buried him in a cave. Onuphrius, whose beheaded at the behest of Salome, the cult spread from Asia Minor to Italy daughter of the divorced princess Hero - through Byzantium, is represented as a dias. He is represented wearing animal naked old man, covered only by his hair. hides, often with a long beard, as a re - Other attributes of the saint are a loin - minder of his ascetic life in the desert. cloth made of leaves, a camel, an angel, His attributes are the lamb, Christ’s sym - a skull, and the host with the chalice. bol, and a cross. From the Renaissance Saint Peter the Martyr on, the image of Saint John as a child, A preacher of the Dominican Order. called the Infant Saint John , depicted Born in Verona around 1205 into a with the Virgin and the Infant Jesus, was heretic Catharist family, he was a tena - rather widespread. cious opponent of heresy in general, and Saint John the Evangelist Catharists in particular. In Florence he The youngest among the apostles, he is founded the “Sacred Militia” (also called considered the author of one of the four “Society of Santa Maria” because of the canonical Gospels and of the Apocalypse , fiery preachings he delivered in the which he wrote during his exile on the Isle Church of Santa Maria Novella), which of Patmos where he had gone after sur - opposed the unorganized troops of the viving the emperor Domitian’s persecu - Catharists. According to some sources, tions ( 81 -96 A.D.). According to his ha - in 1224 , true battles took place in the giography he performed the miracles of city where afterwards the column of Drusiana’s resurrection and the one of Croce al Trebbio and that of Santa Fe - the poison, he was offered a cup of poi - licita were placed. From the Society of soned wine from which at his blessing Santa Maria, the present-day Venerable the poison rose in the shape of a serpent, Archconfraternity of the Misericordia a common attribute of this saint. The of Florence was born. In 1252 , while he symbol which indicates him is the eagle. was walking from Como to Milan, Saint Joseph Brother Peter was killed with a hatchet In the Gospels, Joseph is Mary’s husband and therefore he is customarily por - and the putative father of Jesus. He is trayed with his skull split by a hatchet. generally portrayed as an old man with a Saint Raphael the Archangel long beard and a wayfarer’s staff. His at - One of the three archangels recognized tributes are a flowering staff (a reminder by the Church (see also Saint Gabriel the

english version Archangel ). The Bible recounts that To - nocent xi , and King Louis xiv . He also bit asked Raphael (whose name which executed sculptures (among which the in Hebrew means “God heals”) to watch most famous is the “Medici Venus”) and over his son Tobias, who had to go from created wax models for the porcelain Niniveh, in Assyria, to Media, to collect Manufacture of Doccia. a debt. Raphael accompanied the young Span or Bay man and finally encouraged him to ask The distance between two intermediate for Sarah’s hand. In popular devotion he supports for a structure: for instance in is considered the protector of travels, a church nave the space between four health, engaged and married couples. In columns connected by a vault. art, Raphael is generally represented next Stucco to young Tobias, especially in the episode A mixture with a base of slaked lime, of the fish caught in the Tigris River. His cooked plaster and marble powder, attributes are the fish and a medicament used since ancient times in decoration, vessel. especially in interiors. The raised dec - Sansovino Jacopo , né Jacopo Tatti oration is often painted or gilded; it is (Florence 1486-1570 ) modelled while damp either by hand or An architect and a sculptor who was a with moulds. This term also refers to pupil of Andrea Sansovino (hence the the product made with this material. name he was given), he stayed in Rome for some time where he studied ancient Tapestry or Arras sculptures and came into contact with Derived from the French town of the the architectural language of Bramante. same name, the term arras indicates a Later on, he moved to Venice, where he textile work woven on a loom, using a planned the new layout of Piazza San technique which allows creating large Marco with the construction of the Log- designs rich in details: instead of using getta of the bell tower, of the Procuratie a single shuttle to carry the weft thread Nuove and of the San Marco Library. through the shed, many small shuttles Among the numerous works he execut - with coloured threads are passed back ed in Venice is also Palazzo Corner on and forth in a small part of the warp, the Grand Canal. progressively forming a design based on Small altar a model drawn on cardboard and placed It was used for private devotion and made behind the warp. In the completed up of a painted wooden back (rarely work, the weft totally hides all the warp made of silver) and fitted out with doors. threads. Such a textile work was woven Soldani Benzi Massimiliano either on a vertical loom (called haute- (Florence 1656 - Montevarchi 1740 ) lisse )or a horizontal one (or basse-lisse ) A descendant of the rich Soldani fami - and was hung on the walls as an orna - ly of Montevarchi and of the noble Ben - ment and insulation. It was therefore an zi family of Figline Valdarno, he stud - extremely valuable furnishing and often ied at Volterrano’s school and then in the design model was made by famous Rome. He became famous as a medal - painters. list and worked for famous people, such The Infant Saint John as Christina, queen of Sweden, Pope In - See Saint John the Baptist . museo di palazzo davanzati 4 Tempera painting Tobias A painting technique which involves dis - See Saint Raphael the Archangel. solving pigments in water and using var - Tower house ious non-oily agglutinant substances In medieval towns, a building belong - (such as egg emulsion, milk, latex, or wax) ing to a noble family which was fortified as a binder on the support previously coat - and increased in height for defensive ed with a primer . Tempera painting sup - purposes. ports are generally made of poplar wood Window covering or Impannata but also of stone, metal or paper. This An ancient type of window made up of technique, born in Europe at the end of a wooden frame on which a cloth was the 12 th century, was widely used until the stretched. spread of oil painting (see entry).

english version

Apparati / References

Bibliografia essenziale / Short bibliography

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Indice degli artisti / Index of artists

Alberti Leon Battista 109 ; 199 Brunelleschi Filippo 48 , 49 ; 170 Allori Cristofano 25 ; 159 Buglioni Benedetto (bottega di) 41 , 99 ; Agostino di Duccio 49 ; 170 166 , 194 Ammannati Bartolomeo 86 ; 187 Buglioni (bottega dei) 41 , 42 ; 166 Andrea del Sarto, Andrea d’Agnolo di Cinganelli Michelangelo 42 ; 167 Francesco, detto 69 , 110 , 111 ; 179 , 200 Coysevox Antoine 58 ; 174 Antonio di Donnino del Mazziere 69 , 70 ; 179 Daddi Bernardo 122 ; 206 Aspetti, famiglia 103 ; 195 Da Maiano (bottega dei) 105 ; 197 Aspetti Guido 103 ; 195 De Donati, fratelli (bottega dei) 45 , 46 ; Aspetti Tiziano, vedi Minio 168 Aspetti Tiziano il Giovane 103 ; 195 Del Maino Giacomo (bottega di) 46 ; 168 Aspetti Tiziano (bottega di) 103 ; 195 , 196 Della Robbia Andrea 45 ; 168 Baccio d’Agnolo, Bartolomeo d’Agnolo Della Robbia (bottega dei) 41 , 44 , 50 , 82 ; Baglioni, detto 21 ; 157 166 , 168 , 170 , 185 Baccio da Montelupo 135 ; 211 Della Robbia Luca 46 ; 169 Baldovinetti Alesso 47 ; 169 Della Robbia Marco, v. Fra Mattia Bartolo di Fredi 122 ; 206 Delli Dello 83 ; 185 Bartolomeo di David 96 ; 192 Desiderio da Settignano 46 , 77 ; 169 , 183 Giovanni Berardi (bottega di) 64 ; 177 Desiderio da Settignano (bottega di) 77 ; Benedetto da Maiano 109 , 139 ; 199 , 213 183 Berruguete Pedro 50 ; 170 Domenico di Niccolò dei cori 48 ; 169 Bertoldo di Giovanni 135 ; 211 De Vegni Leonardo 100 , 101 ; 194 Bicci di Lorenzo (bottega di) 83 ; 185 Donatello, Donato de’ Bardi, detto 44 ; Bossi Benedetto 48 ; 169 167 Botticelli Sandro, Sandro Filipepi, detto Févère Pietro 101 ; 195 50 , 84 , 88 , 110 ; 170 , 186 , 188 , 199 Botticelli Sandro, Sandro Filipepi, detto Fiamberti Tommaso 81 ; 184 (bottega di) 98 ; 193 Foschi Pier Francesco 70 ; 179

Fra Ambrogio, al secolo Francesco Maestro delle Madonne di marmo 81 ; Iacopo Della Robbia 45 ; 168 184 Fra Bartolomeo, al secolo Baccio della Maestro di Marradi 83 , 84 ; 185 , 186 Porta 45 ; 168 Maestro di San Pietro d’Orsanmichele Fra Mattia, al secolo Marco Della 48 ; 170 Robbia 45 ; 168 Maestro di Serumido 66 ; 177 , 178 Fra Paolino, al secolo Paolo di Mariotto di Nardo 97 ; 192 Bernardino del Signoraccio 45 ; 168 Masaccio, Tommaso di Ser Giovanni di Francesco d’Antonio 107 ; 198 Mone Cassai, detto 83 , 102 ; 185 , 195 Franchi Jacopo 84 ; 186 Mengs Anton Raphael 56 , 57 ; 174 Franchi Rossello di Jacopo 122 ; 205 , 206 Minio, Tiziano Aspetti detto, 103 ; 195 Franciabigio, Francesco di Cristofano, Morgantini Vannini Silvana 75 ; 182 detto il 70 , 111 ; 179 , 200 Nanni di Bartolo 44 ; 167 Fratellini Giovanna 57 ; 174 Nardo di Cione 122 ; 206 Fratellini Lorenzo 57 ; 174 Neri di Bicci 73 , 77 ; 181 , 182 , 183 Gaddi Taddeo 122 ; 206 Piero della Francesca 122 ; 206 Ghiberti Lorenzo 49 ; 170 Piero di Cosimo 66 ; 178 Ghirlandaio Domenico, Domenico Pietro Alamanno, Pietro Grill da Bigordi, detto il 50 , 110 ; 170 , 186 Göttweih, detto 45 ; 168 Gianfigliazzi Margherita 53 ; 173 Pollaiolo Piero del, Piero Benci, detto Giotto di Bondone 16 , 73 ; 181 47 ; 169 Giovanni di Ser Giovanni, v. Scheggia Pollastri Giovanni 48 ; 169 Giuliano da Maiano 109 ; 199 Pontormo, Jacopo Carrucci, detto 70 ; 179 Giuliano da Sangallo, v. Sangallo Giuliano Raffaellino del Garbo, Raffaele de’ Carli, detto 110 ; 199 Granacci Francesco 100 , 111 ; 194 , 200 Raffaello Sanzio 16 , 99 ; 193 Gregorio di Lorenzo 80 , 81 ; 184 Riccio, Andrea Briosco, detto il 97 ; 192 Jacopo del Sellaio, Jacopo di Arcangelo, Roccatagliata Niccolò 103 ; 195 detto 88 , 110 ; 188 , 199 Rosselli Matteo 110 ; 199 Jacopo del Sellaio (bottega di) 110 ; 199 Rossellino Antonio, Gamberelli Jacopo di Cione 86 ; 186 Antonio, detto 46 ; 168 , 169 Jacopo di Cione (bottega di) 85 ; 186 Rossellino Bernardo, Gamberelli Leonardo del Tasso 100 ; 199 Bernardo, detto 46 ; 169 Lippi Filippino 50 , 74 , 110 ; 170 , 181 , 188 Rustici Francesco 135 ; 211 Lippi Filippino (bottega di) 74 ; 181 Salimbeni Arcangelo 97 ; 192 Lippi Filippo (bottega di) 110 ; 199 Salimbeni Ventura 97 ; 192 museo di palazzo davanzati Sangallo Giuliano (da), Giuliano Soldani Benzi Massimiliano 70 , 71 ; 180 Giamberti, detto 109 ; 199 Strozzi Zanobi 82 ; 185 Sansovino Jacopo, Jacopo Tatti detto Termini Giovan Battista 95 ; 191 135 ; 211 Termini Giovan Battista (bottega di) 95 ; Scheggia, Giovanni di Ser Giovanni, 191 detto lo 102 , 104 , 106 , 107 , 108 , van Asselt Jacob 42 ; 167 110 , 116 , 117 ; 196 , 197 , 198 , 199 , Vanni Stefano d’Antonio 37 ; 165 202 , 203 Vasari Giorgio 66 , 75 , 82 , 111 ; 178 , 181 , Signorelli Luca 50 ; 170 185 , 200 Silvestri Sardini Marisa 75 ; 182 Ventura di Moro 84 ; 186 Sodoma, Giovanni Antonio Bazzi, detto Verrocchio, Andrea del Verrocchio, 96 ; 192 detto 81 ; 184

indice degli artisti / INDEX OF ARTISTS

Indice

Presentazioni 7 di Michele Gremigni 9 di Enrico Rossi 11 di Matteo Renzi 13 di Cristina Acidini 15 di Antonio Paolucci Museo di Palazzo Davanzati Museo di Palazzo Davanzati di Rosanna Caterina Proto Pisani Visita al museo di Rosanna Caterina Proto Pisani e Maria Grazia Vaccari piano terra • 1 - Loggia 4 • 2 - Cortile primo piano • 3 - Sala madornale • 4 - Sale dei merletti e ricami • 5 - Sala dei Pappagalli • 6 - Studiolo • 7 - Camera dei Pavoni secondo piano • 8 - Sala madornale • 9 - Sala da giorno • 10 - Studiolo • 11 - Camera della Castellana di Vergy terzo piano • - Cucina • - Camera delle Impannate

4 Glossario e biografie di Cristina Corazzi English Version Apparati / References Bibliografia essenziale / Short bibliography Indice degli artisti / Index of artists

museo di palazzo davanzati Finito di stampare in Firenze presso la tipografia editrice Polistampa Settembre 2011