AMBITI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA E POLITICHE DEL PAESAGGIO NEL COMUNE DI CASOLE D’ELSA

LO SVILUPPO SOSTENIBILE COME NUOVA OPPORTUNITÀ

Il termine “sviluppo sostenibile”, che sintetizza la proposta elaborata a livello mondiale di un rapporto innovativo tra le esigenze della società e quelle della conservazione dell’ambiente, esprime un parametro di crescita qualitativa le cui ricadute possono essere ricondotte a quattro assi principali:

 sostenibilità economica, come capacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;

 sostenibilità sociale, come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità, socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi;  sostenibilità ambientale, come capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali;

 sostenibilità istituzionale, come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia, nonché rispondenza tra le azioni concrete compiute sul territorio e gli atti amministrativi.

Il rapporto tra sostenibilità dello sviluppo e incremento dei livelli di qualità dell’ambiente induce ad integrare gli obiettivi di sostenibilità nella pianificazione strutturale - che è chiamata a definire le indicazioni strategiche del territorio e ha il compito di specificare la disciplina degli aspetti paesaggistici e ambientali4 - in particolare se attiene il livello locale. E’ infatti questa la scala riconosciuta a cui le scelte di sostenibilità possono conseguire i maggiori risultati, grazie anche al ruolo diretto che la società e l’imprenditoria locale possono svolgere nei processi di riequilibrio del sistema naturale e antropico.

L’incontro tra piano, economia e ambiente è quindi avviato e l’esigenza che le azioni di conservazione si integrino con gli interessi di sviluppo delle comunità è ormai recepita, mentre resta aperta la strada alla sperimentazione di criteri e paradigmi di riferimento entro ricerche e studi applicati.

Significativi indirizzi per perseguire la compatibilità tra sviluppo territoriale e salvaguardia ambientale e paesaggistica sono stati forniti per la prima volta in Italia dall’Accordo tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e le Regioni sull’esercizio dei poteri in materia di paesaggio sottoscritto nel corso del 2015 , che, all’apprezzamento degli aspetti sistemici del paesaggio stesso fa conseguire un atteggiamento propositivo diversificato in rapporto alle differenti situazioni e, conseguentemente, l’articolazione delle trasformazioni in tutta la gamma di possibilità che va dalla salvaguardia, alla riqualificazione, all’innovazione.

In sintesi, gli aspetti innovativi del nuovo approccio, parzialmente presenti nel vigente Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e i suoi legami con il concetto di sostenibilità sono sintetizzati nei seguenti punti, che possono essere assunti come criteri guida dell’azione del Comune di Casole d’Elsa nei prossimi anni:

 estensione a tutto il territorio del concetto di “paesaggio” inteso come bene collettivo le cui qualità specifiche vanno preservate e, ove possibile, recuperate e incrementate;

 articolazione delle modalità di tutela in “protezione, gestione e riqualificazione”, assumendo nelle differenti situazioni obiettivi di qualità paesistica da perseguire con modalità e azioni diverse;  cooperazione istituzionale ai diversi livelli nella predisposizione di strumenti e nell’attivazione di interventi, con particolare riguardo alle aree da riqualificare;

 composizione dei diversi livelli di pianificazione che incidono sullo stesso territorio, portatrici di interessi generali ugualmente legittimi, anche se spesso conflittuali;

 partecipazione diretta della società civile al processo di piano in termini di cultura diffusa, ma anche operativamente, attraverso il ricorso ad investitori privati, a proposte di verifica, a programmi di tutela attiva delle risorse territoriali.

La conservazione dell’ambiente e del paesaggio sono troppo frequentemente concepite come una limitazione all’economia. Al contrario, in un periodo storico in cui la società urbana si rivolge verso il mondo rurale in termini di nuovo apprezzamento le caratteristiche proprie dei paesaggi rurali, quali il mosaico paesistico e gli scenari alla grande scala, in presenza di società stabili e di società agricole radicate, possono essere valutate come opportunità assolute per convertire reali o potenziali svantaggi in sinergie positive.

L’identificazione di nuove opportunità, in relazione ai bisogni della società contemporanea, costituisce quindi un importante criterio da tener presente. Servizi per la ricreazione e lo sport all’aria aperta, esposizioni d’arte, esperienze di archeologia sperimentale, manifestazioni musicali, artigianato, mostre mercato, eno-gastronomia sono tutte iniziative che necessitano di un progetto organico di paesaggio. Peraltro, tutte queste attività possono essere molto meglio offerte da una campagna permanentemente abitata, resa viva per la presenza di attività plurime, dalla forestazione urbana all’allevamento, dall’agricoltura al turismo rurale. La conseguenza prevista è l’apprezzamento del paesaggio come valore primario, in quanto produttore di qualità ambientale responsabile della manutenzione produttiva dei soprassuoli; esso è pertanto il fattore produttore di un turismo durevole ed integrato all’ambiente, capace in molti casi di promuovere l’economia locale.

Il territorio che ha per baricentro Casole d’Elsa, ma che non coincide con i confini amministrativi del Comune, riguarda in modo specifico alcuni paesaggi rurali d’eccellenza e le considerazioni che seguono intendono mettere a fuoco quale ruolo possa essergli affidato in futuro e quali siano i valori ambientali e culturali da difendere o da creare ex novo.

In sintesi occorre promuovere la conoscenza dei valori del paesaggio, la considerazione della sua vulnerabilità e l’identificazione di politiche, programmi e progetti da sviluppare sia da parte dei privati che delle istituzioni.

Il paesaggio insomma deve essere opportunamente considerato come risorsa economica e componente fondamentale dello sviluppo sostenibile, per cui ogni azione che ne determini forme di degrado deve essere sostituita da interventi e azioni che aprano prospettive ad un utilizzo ottimale.

La dimensione ambientale dello sviluppo rurale ha avuto di recente una notevole affermazione in Europa, proprio grazie alla progressiva attenzione verso l’efficienza economica e sociale dei contesti agricoli e l’integrazione fra le attività di produzione e quelle di conservazione per l’integrità dell’ambiente e del paesaggio storico culturale.

I nuovi scenari sono direttamente promossi dalla PAC non solo tramite la valorizzazione della qualità dei prodotti ma soprattutto attraverso lo sviluppo di nuove attività extra agricole sostenibili nei settori dei servizi e della ricreazione, quali il turismo, l’artigianato, le piccole e medie imprese, il recupero e l’uso ottimale del patrimonio edilizio storico. L’obiettivo a cui si tende è quello della multisettorialità e della multifunzionalità dell’agricoltura, ovvero la diversificazione delle attività e la promozione di nuovi settori d’intervento, fra cui appaiono strategici quelli della manutenzione ambientale e dell’accoglienza turistica.

In questa prospettiva è evidente che il paesaggio, nella sua complessità e diversità storica, biologica e culturale, assume una rilevanza strategica che non può essere subordinata ad interventi puntuali o a rete che siano responsabili di processi di denaturazione e destrutturazione dell’insieme.

I paesaggi bioculturali sono territori individuati da reti di relazioni, connessioni e simbiosi tra le diverse componenti che ne costituiscono l’identità spaziale, storica ed ecosistemica e costituiscono un elemento di grande ricchezza per l’intera biosfera e per le sue comunità viventi.

La nostra azione dovrà quindi riguardare tanto la lettura del valore intrinseco attuale quanto la ricerca di possibili politiche da intraprendere, attività da promuovere, risorse da far crescere in qualità, tenendo conto in modo appropriato delle forme di equilibrio e dell’armonia delle relazioni reciproche fra natura, civiltà umana e assetto del territorio.

La mancata individuazione e tutela attiva dei paesaggi bioculturali li espone infatti al rischio di una diffusa e disordinata urbanizzazione e di un progressivo degrado delle componenti paesaggistiche ancora presenti.

E’ quindi necessaria ed opportuna la loro individuazione mediante una lettura multidisciplinare integrata che consideri congiuntamente gli elementi materiali (flora, fauna, colture autoctone, manufatti del paesaggio agricolo tradizionale, ecc.) e gli elementi immateriali (tradizioni culturali, pratiche agricole e tecniche costruttive e artigianali locali). L’identificazione dei paesaggi bioculturali consente di individuare le condizioni e le modalità per garantire la loro permanenza e quella degli equilibri sistemici, storici e identitari che li hanno determinati.

Questi paesaggi devono essere considerati in modo speciale, grazie alle loro qualità per gli aspetti geomorfologici, agro-biologici e visuali: caratteristiche queste che li fanno apprezzare come patrimonio dell’umanità e come eredità non rinnovabile.

In particolare lo sviluppo e/o il desviluppo dell’economia rurale in genere e un uso del suolo che produce un insediamento disordinato e diffuso nella campagna sono le cause dei processi dell’evanescenza dei loro caratteri originali. Per questo una delle responsabilità più importanti nei confronti dei paesaggi bioculturali è il controllo e la valutazione preventiva delle tendenze dell’uso del suolo futuro, al fine di fornire un’opportuna assicurazione della compatibilità delle trasformazioni o, se del caso, per valutare preventivamente la loro improduttività o dannosità.

IL CONTESTO TERRITORIALE

Si rileva, prioritariamente, come le peculiarità di origine naturale e antropica che contraddistinguono lo spazio di Casole d’Elsa e dei suoi dintorni immediati non possano essere considerate come entità isolate, ma vadano intese come una sola “grande architettura territoriale” all’interno di un paesaggio particolarmente articolato. D’altra parte il concetto di paesaggio è fondato sulla complessità e sulla trasformazione continua degli elementi che lo compongono, e di questa complessità e dinamicità si dovrà tenere conto nel tracciare una strategia che punti alla stabilità e allo stesso tempo consenta possibilità di sviluppo

Una seconda considerazione riguarda il fatto che l’ambiente naturale di Casole d’Elsa, insieme al paesaggio agro forestale, senza dimenticare la struttura insediativa, rappresentano un contesto non isolato e concluso in sé stesso, ma correlato ad una realtà percorsa da tensioni e pressioni di varia natura e intensità. Casole d’Elsa trae quindi importanza, ma anche fragilità, in termini di conservazione e di valorizzazione, dai rapporti che ha instaurato o che verrà ad instaurare con essa.

Il territorio si colloca quindi all’interno di un sistema di relazioni diversificato e complesso in quanto riflette valori e di esigenze interne (intrinseche allo spazio di pertinenza), ed esterne (legate ad uno spazio ben più ampio, identificabile nella rete di aree naturali protette di cui il Comune di Casole è solo una quota parte), difficilmente tra loro separabili. Tenere conto di questa particolare situazione costituisce la premessa per tracciare un sistema di scelte che tenda alla sostenibilità complessiva dell’ambiente e non produca il depauperamento delle sue singole componenti.

Ma come trasformare la ricchezza di questo straordinario contesto, leggibile anche in termini di vincoli e condizionamenti, in uno spazio di risorse? Ciò è possibile – sulla base delle esperienze compiute in questo settore - operando in due direzioni :

 In primo luogo perseguendo un’integrazione di valori, ovvero realizzando una più stretta correlazione tra l’economia dell’uomo e l’ecologia, intesa come economia della natura, e dando la giusta evidenza al carattere ambientale delle scelte economico-territoriali e urbanistico-localizzative utilizzando i metodi dell’ecologia del paesaggio e della pianificazione paesistica e ambientale.

 In secondo luogo stabilendo modalità e regole per coniugare il binomio conservazione/trasformazione del patrimonio disponibile e fornire risposte a domande qualitative nuove provenienti dall’interno (residenti) e dall’esterno (visitatori, turisti).

PARTECIPAZIONE E DIVULGAZIONE

Tra gli elementi innovativi che caratterizzano le pratiche contemporanee del controllo dell’uso del suolo (pianificazione territoriale urbanistica, pianificazione del paesaggio), sempre più emerge l’interesse verso forme di partecipazione diretta della cittadinanza al processo decisionale afferente le politiche di gestione e gli interventi di trasformazione del contesto insediativo e paesistico-ambientale.

Anche il mondo istituzionale e accademico si esprime da tempo in modo positivo nei confronti dell’apporto che le comunità locali possono dare ai processi di pianificazione, in modo che:

 siano fornite risposte adeguate alle esigenze crescenti e diverse di una società complessa ed in continua evoluzione, caratterizzata da processi di cambiamento e da una accentuata varietà di soggetti e problemi da trattare;

 siano applicati i principi di ecologia urbana e territoriale in vista della creazione di un ambiente di vita il più ricco possibile di natura, di attività, di contatti fra i gruppi, le generazioni e le culture;

 sia assicurato il diritto al godimento del territorio come diritto alla mobilità, alla convivialità, alla tranquillità, alla salubrità e alla sicurezza. In altri termini, è ormai ampiamente riconosciuto che la sperimentazione di forme di collaborazione - diversificate per ogni specifica realtà territoriale - tra l’amministrazione pubblica da un lato e gli operatori privati, le associazioni amatoriali e le scuole dall’altro, prelude ad una nuova cultura del territorio e dell’ambiente in cui le istituzioni ricevono sollecitazioni, suggerimenti e proposte espressione di reali esperienze, che nascono dalla quotidianità e dai bisogni concreti, e ciò costituisce la migliore garanzia dell’efficacia delle opzioni per determinare l’assetto del paesaggio del futuro.

Occorre prefigurare strategie e azioni finalizzate a migliorare l’immagine e le prestazioni del sistema insediativo dell’intero territorio del Comune di Casole d’Elsa e delle zone limitrofe (comprese nei Comuni di Radicondoli, Castelnuovo Val di Cecina, Volterra e Colle Val d’Elsa) in ogni loro tipologia, elevare la qualità della vita e dei rapporti sociali, riannodare il senso di appartenenza alla comunità, rilanciare il settore turistico, partendo da una delle sue risorse strategiche, ovvero il paesaggio rurale.

In altri termini viene proposto un modello di crescita che subordina la possibilità di uno sviluppo durevole e la creazione di vantaggi competitivi alla sostenibilità ambientale e sociale delle scelte e, in particolare, alla messa in valore, direttamente da parte delle comunità insediate, di risorse locali le cui potenzialità sono rimaste sino ad oggi espresse solo in modo parziale

Questo indirizzo per la trasformazione dell’uso del territorio necessita di essere condiviso nella sua specificità dai più vasti strati di popolazione.

Per questo non possono non essere considerati i risultati del Referendum Consultivo tenuto a Casole d’Elsa così come richiesto nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Comunale di Casole d’Elsa il 22 dicembre 2014 inviato a tutti i livelli istituzionali competenti a decidere in merito alle attività di ricerca geotermica attivate sul territorio di Casole.

Il testo dell’O.d.G. recita:

“Il Consiglio Comunale comunale di Casole d’Elsa ringrazia tutti coloro che si sono recati alle urne per esprimere la propria opinione in merito ai progetti di sfruttamento industriale della risorsa geotermica nel nostro territorio.

1.424 persone hanno votato e si sono espresse in modo indiscutibile contro tali progetti e in particolare contro il progetto presentato da Magma Energy Italia.

In ben 1.336, e cioè il 93,6% hanno detto un NO inequivocabile e adesso ci aspettiamo comportamenti conseguenti sia da parte della Regione Toscana che della stessa Magma Energy Italia che ripetutamente, in Consiglio Comunale e in assemblee pubbliche, ha sempre affermato, per bocca dei propri massimi rappresentanti, che mai avrebbe proceduto contro la volontà dei cittadini di Casole.

Si è trattato di un evento di straordinaria partecipazione che è stato reso possibile anche da forme innovative di espressione della volontà dei cittadini come per esempio il voto on-line.

E’ infatti la prima volta che un Comune italiano, chiama i propri cittadini ad esprimersi in merito ad un progetto industriale che rischia di mettere a repentaglio l’ambiente e un intero comparto economico legato ad un turismo di grande qualità.

Il Consiglio Comunale di Casole d’Elsa alla luce di quanto sopra

CHIEDE

Al Presidente alla Regione Toscana di assumere la volontà espressa dai cittadini casolesi e conseguentemente di non procedere nel rilascio di permessi per lo sfruttamento industriale della geotermia sul territorio di Casole d’Elsa;

Al Presidente di Magma Energy di mantenere gli impegni assunti in varie occasioni e di non procedere quindi nelle ulteriori fasi di progettazione e realizzazione di impianti industriali per lo sfruttamento della geotermia sul territorio di Casole d’Elsa.”

Casole d’Elsa è da sempre una campagna abitata in modo diffuso. Il vigente Regolamento Urbanistico individua ben 266 immobili a cui dedicare un’apposita scheda normativa di riferimento per gli interventi sugli edifici rurali e sulle case sparse. Si tratta di un patrimonio di alta qualità, testimonianza essenziale di una ruralità profonda su cui il paesaggio si è storicamente incardinato:

[Scheda n. 1] Pod. Cerri [Scheda n. 2] Pod. Cambruna [Scheda n. 3] Pod. Cerreto [Scheda n. 4] Podere Pietralata [Scheda n. 5] Podere l'Aiace [Scheda n. 6] Pod. Bagnolo (ruderi) [Scheda n. 7] Pod. Campo a Pulci [Scheda n. 8] Pod. Gentile [Scheda n. 9] Pod. Capretto [Scheda n. 10] Podere Sorbino [Scheda n. 11] Pod. il Poggio [Scheda n. 12] Casa al Vento [Scheda n. 13] Pod. Palazzetto [Scheda n. 14] Case S.Donato [Scheda n. 15] Casa S.Giovanni [Scheda n. 16] Casa Sellate [Scheda n. 17] Casa Molinaccio [Scheda n. 18] Pod. Panigale [Scheda n. 19] Podere Cucule [Scheda n. 20] Pod. Leccioli [Scheda n. 21] C. Belvedere [Scheda n. 22] Bacciolina di Sotto [Scheda n. 23] Bacciolina di Sopra [Scheda n. 24] C.Casanova [Scheda n. 25] Pod. Poggio Usimbardi [Scheda n. 26] Pod. [Scheda n. 27] Pod. Sassi Bigi [Scheda n. 28] Pod. Casine Rosse [Scheda n. 29] Pod. Grecinella [Scheda n. 30] Pod. Apparita [Scheda n. 31] Pod. Pietrebianche [Scheda n. 32] Pod. Villino - La Pergola - Case Bianche [Scheda n. 33] Villino - Villa Dina [Scheda n. 34] Fonte al Salcio "Case Prime" [Scheda n. 35] Pod. S.Maria [Scheda n. 36] Fontelata [Scheda n. 37] Casa al Piano [Scheda n. 38] C. Pietranera [Scheda n. 39] Rofena [Scheda n. 40] Podere Ribatti [Scheda n. 41] Pod. I Sodi [Scheda n. 42] La Peschiera [Scheda n. 43] Capanna [Scheda n. 44] Pusciano [Scheda n. 45] Liggiano [Scheda n. 46] Ripa [Scheda n. 47] Pod. Ciabatta [Scheda n. 48] Pod. Poggiarello [Scheda n. 49] Pod. Ficarella [Scheda n. 50] Podere Nocione [Scheda n. 51] Monti II [Scheda n. 52] Monti III [Scheda n. 53] Monti I [Scheda n. 54] La Corsina [Scheda n. 55] Caselle [Scheda n. 56] Civieri [Scheda n. 57] Pod. Cannetto [Scheda n. 58] C. Casanuova [Scheda n. 59] C. Stiattino [Scheda n. 60] Brulli di Sotto [Scheda n. 61] Brulli di Sopra [Scheda n. 62] Lame [Scheda n. 63] Poggio Colonna [Scheda n. 64] Schiavina [Scheda n. 65] Pod. Tafogna Scheda n. 66] Casino d'Orli (Acquerello) [Scheda n. 67] Podere Agresto Studio finalizzato alla RICHIESTA DI VINCOLO PAESAGGISTICO ex art. 138-139 Codice Urbani – pag. 74 [Scheda n. 68] Ricciarello - Nocione [Scheda n. 69] C. Boschetto [Scheda n. 70] C. Corbino [Scheda n. 71] Cabbiano [Scheda n. 72] Fornaciaccia [Scheda n. 73] Malarchia [Scheda n. 74] Fornaci [Scheda n. 75] Podere Colombaino [Scheda n. 76] Podere Colombaio [Scheda n. 77] Campo alla Porta [Scheda n. 78] Naldini [Scheda n. 79] Pod. Orneto [Scheda n. 80] Pod. Ornetino [Scheda n. 81] Pod. Palazzetto [Scheda n. 82] Podere Solaio [Scheda n. 83] Casetta [Scheda n. 84] Pod. Serre di Sotto [Scheda n. 85] Pod. Serre di Sopra [Scheda n. 86] Podere Serraccia [Scheda n. 87] Podere Gaggiola [Scheda n. 88] Palombiano [Scheda n. 89] Pozzo [Scheda n. 90] C. Volpaia [Scheda n. 91] C. Fontegaia [Scheda n. 92] Polvere (rudere) [Scheda n. 93] C. Bottegrino [Scheda n. 94] C. Collina [Scheda n. 95] Pod. Rondinicchio [Scheda n. 96] Pod. Olmo [Scheda n. 97] C. Bassa [Scheda n. 98] Pod. Murlo [Scheda n. 99] C. Maggiane (ruderi) [Scheda n. 100] Casa Ciaini [Scheda n. 101] C. Fontemora [Scheda n. 102] C. Quercebrunelli [Scheda n. 103] Pod. La Casina [Scheda n. 104] Casa S. Isidoro [Scheda n. 105] Podere Casali del Bosco [Scheda n. 105bis] Casa Casali [Scheda n. 106] Casa La Poggiola [Scheda n. 107] C. Casciano [Scheda n. 108] Casa Monteborniano (ruderi) [Scheda n. 109] C. Montauto (ruderi) [Scheda n. 110] C. Lalleri [Scheda n. 111] C. Leoncelli [Scheda n. 112] C. Ortali [Scheda n. 113] C. Pietrasanta [Scheda n. 114] La Casetta [Scheda n. 115] Timignano [Scheda n. 116] C. Mandria [Scheda n. 117] C. Erta [Scheda n. 118] Casa Cetinaglia [Scheda n. 119] C. Catelli [Scheda n. 120] Pod. Mammellano [Scheda n. 121] Casa Caggio [Scheda n. 122] C. Scaparsi [Scheda n. 123] C. Stebbi [Scheda n. 124] C. Camporignano [Scheda n. 125] C. Alpicello [Scheda n. 126] Pod. Casini [Scheda n. 127] C. Vignavecchia [Scheda n. 128] S. Lorenzo [Scheda n. 129] C. Piaggia [Scheda n. 130] Podere La Capannina II [Scheda n. 131] La Casa [Scheda n. 132] Pod. La Capannina I [Scheda n. 133] Pod. Ripudine [Scheda n. 134] Pod. Peschiera Studio finalizzato alla RICHIESTA DI VINCOLO PAESAGGISTICO ex art. 138-139 Codice Urbani – pag. 75 [Scheda n. 135] Casa Poggio ai Gessi [Scheda n. 136] Pila (S. Giulia ) [Scheda n. 137] Casaccia [Scheda n. 138] C. Olivuzzo [Scheda n. 139] Pod. Casanuova [Scheda n. 140] Casa Piettorri [Scheda n. 141] Pod. Mulino di Piettorri [Scheda n. 142] Pod. Giovannelli [Scheda n. 143] Casa Casotto [Scheda n. 144] C. Spignano [Scheda n. 145] C. S.Giovacchino [Scheda n. 146] Podere Vepri [Scheda n. 147] C. Monterotondo [Scheda n. 148] C. Cantona - San Pietro [Scheda n. 149] Pod. l'Agresto [Scheda n. 150] C. Cetinaglia II [Scheda n. 151] C. Cetinaglia [Scheda n. 152] C. Tremolini [Scheda n. 153] Pod. Vermignano [Scheda n. 154] C. Gabbro [Scheda n. 155] Casa Paradiso - Barbena [Scheda n. 156] Podere Quercetello [Scheda n. 157] C. S.Maria [Scheda n. 158] C. Monterosso [Scheda n. 159] Pod. Casale [Scheda n. 160] C. Pulcinello [Scheda n. 161] C. Pietti [Scheda n. 162] Pod. Escaiole [Scheda n. 163] C. [Scheda n. 164] C. Baronciole [Scheda n. 165] C. S.Gaetano [Scheda n. 166] C. Cilena [Scheda n. 167] C. Pisturecci [Scheda n. 168] Casa Filicaia [Scheda n. 169] Casa Casanuova [Scheda n. 170] Podere Bergonza [Scheda n. 171] Podere S.Giancarlo [Scheda n. 172] Podere Castagno [Scheda n. 173] Fatt. C.a Corti [Scheda n. 174] Pod. Serminino [Scheda n. 175] Podere Sermena [Scheda n. 176] C. Le Vergene [Scheda n. 177] Pod. Salicotti [Scheda n. 178] Pod. Avere [Scheda n. 179] Pod. Palazzetto [Scheda n. 180] Podere Molignone [Scheda n. 181] Pod. Le Vigne [Scheda n. 182] Selva [Scheda n. 183] Podere Cetinarei [Scheda n. 184] Podere S.Michele [Scheda n. 185] Podere S.Giorgio e Podere La Torre [Scheda n. 186] Pod. Petraiole [Scheda n. 187] Pod. Frassineto [Scheda n. 188] Fatt. Cotorniano [Scheda n. 189] Podere Pagliano [Scheda n. 190] Pod. Poggiarello [Scheda n. 191] Pod. Terracava [Scheda n. 192] Pod. Scopaie [Scheda n. 193] Podere S.Giuseppe [Scheda n. 194] Querceto [Scheda n. 195] Podere S.Antonio [Scheda n. 196] Podere La Casa [Scheda n. 197] Osteria delle Macchie [Scheda n. 198] Podernovo [Scheda n. 199] Podere S.Regolo [Scheda n. 200] Pod. Cetina Scura [Scheda n. 201] Pod. S.Giovanni Studio finalizzato alla RICHIESTA DI VINCOLO PAESAGGISTICO ex art. 138-139 Codice Urbani – pag. 76 [Scheda n. 202] Pod. Cetina Rossa [Scheda n. 203] Pod. Casetta [Scheda n. 204] Pod. Selvatellona [Scheda n. 205] Pod. Selvatellino [Scheda n. 206] Villino Bazzani (Salicotti) [Scheda n. 207] Pod. S.Cecilia [Scheda n. 208] Pod. Bonelli [Scheda n. 209] Podere La Casina [Scheda n. 210] Pod. Colloritto [Scheda n. 211] Nucleo Scorgiano [Scheda n. 212] Baroti [Scheda n. 213] S. Fiora [Scheda n. 214] Podere Colombaio [Scheda n. 214] Colombaio [Scheda n. 215] Serina [Scheda n. 216] Pod. presso Maggiano [Scheda n. 217] Nucleo Maggiano [Scheda n. 218] Nucleo Casino di Quegna [Scheda n. 219] Casa sparsa Quegna [Scheda n. 220] Nucleo Quegna [Scheda n. 221] Nucleo Montequegna [Scheda n. 222] C. Vanti - Montequegna [Scheda n. 223] Mucellena [Scheda n. 224] Villino presso Casavanti [Scheda n. 225] Gabbriccio [Scheda n. 226] Villa S.Chimento [Scheda n. 227] Bellaspetto [Scheda n. 228] Podere Celidonia [Scheda n. 229] Pod. S.Maria [Scheda n. 230] La Senese [Scheda n. 231] Pod. Piano [Scheda n. 232] La Villa [Scheda n. 233] Marmoraia [Scheda n. 234] Pod. presso Marmoraia [Scheda n. 235] Pod. Selvi [Scheda n. 236] Pod. Cerrecchio [Scheda n. 237] Allevamento S.Uberto [Scheda n. 238] C. al Cerro [Scheda n. 239] Fatt. Lucerena [Scheda n. 240] Pod. Ripostena [Scheda n. 241] Pod. Le Fonti [Scheda n. 242] Pietralata [Scheda n. 243] Poggio Bruchi [Scheda n. 244] Pod. Casetto [Scheda n. 245] Bracaletino [Scheda n. 246] Bracaleto [Scheda n. 247] Fatt. Bellaria [Scheda n. 248] Pod. La Fornace [Scheda n. 249] Pod. Alpaia [Scheda n. 250] Pod. La Croce [Scheda n. 251] Osteria [Scheda n. 252] Pod. Casa Nuova [Scheda n. 253] Africo [Scheda n. 254] Il Chiostro [Scheda n. 255] La Suvera [Scheda n. 256] Palazzetto [Scheda n. 257] Castellaccio (ruderi) [Scheda n. 258] Pod. Coti [Scheda n. 259] Nucleo Gallena [Scheda n. 260] Pod. Monterotondo [Scheda n. 261] Pod. Scopeto [Scheda n. 262] Pod. Salvi [Scheda n. 263] S. Vittoria [Scheda n. 264] Pod. Masce [Scheda n. 265] Il Poderaccio Scheda n. 266] Pod. San Giovanni

Questa speciale attenzione nei confronti delle case sparse nasce certamente dal loro valore intrinseco sotto il profilo prettamente immobiliare, che in qualche caso ne ha modificato di recente e anche in modo sostanziale l’assetto. Bisogna altresì notare che mentre tutti questi edifici contribuiscono alla formazione del paesaggio, alcuni appaiono rilevanti per le loro caratteristiche architettoniche di assoluta eccellenza. E’ opportuno citare qui la grandiosa villa de La Suvera, per la quale nell’apposito sito sul WEB si legge: “Le origini de “La Suvera” risalgono all’Alto Medio Evo, come Castello della Contea Senese di cui era feudataria la Contessa Ava Matilde de’ Franzesi, parente del Re di Francia Clodoveo e leggendaria come ‘Regina di Montemaggio’. È probabile quindi che l’antico nome Suvera derivi dalla parola francese ‘Souveraine’, Sovrana. La Contea raggiunse il suo maggior splendore sotto il dominio della potente famiglia longobarda degli Ardengheschi, passando poi ad altri Signori in alterne vicende di fortuna e disgrazia, e finendo in dono dalla Repubblica di Siena al Papa Giulio II. Questo Papa del Rinascimento, sovrano politico e guerriero e ancora più noto come mecenate di artisti oggi famosissimi, in particolare di Raffaello e di Michelangelo, affidò la Suvera alla genialità dell’architetto senese Baldassare Peruzzi che ristrutturò questa antica fortezza in una villa rinascimentale unendo la severità medioevale al fasto dell’epoca”.

Ma fra le circa 300 fabbriche rurali schedate dal R.U. di Casole d’Elsa molte altre, oltre La Suvera, sono capaci di fare la differenza fra un paesaggio agricolo corrente e un paesaggio di grande pregio e qualità. Certo è che questo patrimonio ha generato nel suo complesso nel corso degli ultimi decenni due tipi di attenzione: da un lato è stato in gran parte acquisito in proprietà da enti e privati operanti a livello internazionale e dall’altro ha visto un processo significativo di crescita delle attività alberghiere, para alberghiere ed agroturistiche, qualificando sempre l’alta Val d’Elsa e i dintorni come se fosse un autentico “gioiello”, ancorchè tuttora abbastanza segreto e di campagna.

Questo territorio è fatto oggetto da diverse iniziative di valorizzazione qualitativa del patrimonio storico e paesaggistico.

Un particolare e significativo esempio è dato dal progetto “Castello di Casole” dove è in corso da alcuni anni la realizzazione di un’ importante iniziativa che vede appunto, in modo integrato, l’attivazione di alcuni dei fattori sopra richiamati al fine di realizzare un modello micro economico di grande valore il cui punto di riferimento unitario è legato indissolubilmente all’ambiente complessivo circostante e al paesaggio.

Le azioni principali del progetto che hanno ad oggi visto un investimento di grandissimo rilievo in una proprietà complessiva di oltre 1.800 ha.

1) Recupero dell’aggregato di Querceto dove è stato realizzato il corpo principale ricettivo con un hotel a 5 stelle, ristoranti, beauty farm, servizi generali ed altro ancora; 2) Recupero e collocazione sul mercato internazione dei circa 30 casali che componevano la vecchia articolazione mezzadrile che sono stati acquisti da decine e decine di persone provenienti da tutto il mondo; 3) Recupero e valorizzazione dell’attività agricola attraverso un Piano di Miglioramento che prevede la nascita di 10 nuove aziende con al centro il recupero della tradizionale tessitura agraria 4) Manutenzione continua e ad alto livello qualitativo di tutto l’ambiente circostante 5) Realizzazione underground di tutta la rete dei servizi tradizionali ed innovativi

Un progetto che complessivamente sta dando lavoro ad oltre 200 persone e che è ancora in una fase importante di realizzazione specie nella parte agricola.

CARATTERI INSEDIATIVI

Centri abitati a carattere urbano che contraddistinguono il territorio casolese e quello circostante:

Centri di media dimensione che si sono originati da precedenti insediamenti di importanza difensiva e amministrativa evolutisi nel corso dell’ultimo secolo in centri multifunzionali con attività commerciali e imprenditoriali in aumento o stabilità in campo demografico: Casole d’Elsa, Radicondoli

Borghi rurali e località di valore storico

Centri di dimensione contenuta la cui origine risponde a motivazioni di natura sia strategica (castelli e fortificazioni) che rurale, situati in posizione dominante, che conservano pressoché immutati i caratteri originari e possono svolgere un ruolo di servizio al territorio: Monteguidi, Mensano, Montecastelli Pisano, Cavallano, Il Merlo, La Corsina, Lucciana, Maggiano, Rofena, San Chimento.

Borghi di strada

Insediamenti storici legati alla presenza di viabilità di transito interregionale, con tradizioni di attività commerciali e di accoglienza di antica data: Pievescola

Borghi rurali di collina, ville e case coloniche trasformate in attività ricettive

Sedi tradizionali già fondate sull’economia agricola, oggi trasformate in strutture alberghiere: Borgo al Cerro, Antica Fonte Resort, Ripostena, Borgo Villino Appartements, Podere La Selva, Hotel Gemini, Aquaviva Hotel & SPA, Cielsereno Fattoria, Residence La Pergola, Relax Hotel Acquaviva, Casale Del Bosco, Hotel Celidonia, Landhaus La Casina Di Leo, Podere La Ciabatta, Residenza d'epoca Torre dei Serviti, Antico Borgo di Tignano, Podere Pietranera.

Ville, Casali e case coloniche Insediamenti di origine storica, con patrimonio edilizio a forte caratterizzazione tipologica, quale struttura portante della colonizzazione agricolo-pastorale, oggi in via di progressiva trasformazione per residenze di pregio già indicati in precedenza.

LO STATO ATTUALE DEI VINCOLI E DELLE SALVAGUARDIE

Il territorio comunale è coperto per oltre 2/3 dal vincolo paesaggistico, lasciando scoperte solo alcune aree a prato-pascolo e a coltivi che tuttavia restano racchiuse entro il sistema delle acque e dei boschi protette per legge.

Innanzitutto devono essere richiamate le schede di paesaggio del PIT-PPR Regione Toscana relative all’ambito n. 31:

- il D.M. 20/02/1972 (G.U. 81-1972a) relativo alle Zone del centro storico e zone circostanti nel comune di Casole d’Elsa secondo il quale “la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché dotata di particolari valori ambientali e caratterizzata nella sua fisionomia dal campanile della vetusta collegiata e dalla mole turrita della rocca medioevale, insieme con la zona circostante che presenta elementi di non comune bellezza per la varia ed interessante conformazione del terreno, per le bellissime macchie di alberature che animano il dolce alternarsi delle colline punteggiate di caratteristiche e tradizionali case coloniche, costituisce, inoltre, un bellissimo belvedere dal quale lo sguardo spazia sull'ampia distesa delle colline sottostanti ed è visibile dai numerosi percorsi stradali circostanti determinando una serie di quadri panoramici di singolare bellezza.”

- il D.M. 05/01/1976 (G.U. 33-1976) relativo alla zona del versante ovest della Montagnola Senese, “Area Senese: sub-ambito Montagnola Senese e Valli del Merse” secondo il quale “ la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché rappresenta un comprensorio collinare suggestivo e ricco di testimonianze artistiche e naturali quanto mai notevoli.

Il verde dei boschi appare sostanzialmente incontaminato nei profili armoniosi dei giochi collinari che nelle alture e nei fondo valle includono complessi monumentali anche medioevali e architetture spontanee di altissimo valore ambientale determinando infiniti quadri naturali e paesaggistici di elevato contenuto estetico.

Anche la cospicua rete viaria, dalle dimensioni tradizionali, costituisce di per sé opera d’arte nella natura per l’armonico snodarsi dei tracciati e, spesso per i caratteristici muri a secco che delimitano le carreggiate”.

Per questi ambiti valgono le prescrizioni di cui alla tipologia art. 136 del DLgs 42/04.

Ma, come si diceva, una gran parte del territorio è coperto dai vincoli posti dalla L. 431/85, ripreso dall’art. 142 del Codice Urbani che stabilisce: “1. Fino all'approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell'articolo 156, sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo Titolo per il loro interesse paesaggistico: a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonche' i territori di protezione esterna dei parchi; g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorche' percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448; l) i vulcani; m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice.

La struttura paesistica delle zone boscate e fluviali protette infatti forma un vero e proprio labirinto, includendo qua e là e solo per poche decine di metri aree a coltivo: sarà quindi ben difficile ritenere che queste aree intercluse possano essere considerate esenti da qualunque preoccupazione paesaggistica, soprattutto nel momento in cui si provveda per qualsiasi motivo ad inserirci impianti, nuove espansioni edilizie, recinzioni, tubazioni, tralicci di trasporto energia elettrica, ecc.

Tracciati viari di interesse primario e di “interesse paesistico europeo

” Nell’ambito 31 Area Valdelsa del PIT della Regione Toscana si legge “Numerose sono le tracce che accompagnano il percorso: sistemi di edifici specialistici religiosi, di accoglienza e di posta, che hanno punteggiato il territorio di pievi, conventi, spedali, rocche, castelli e di edifici adibiti alla accoglienza dei pellegrini.

Oltre all’articolato asse portante costituito dalla via Francigena, si sviluppavano altri importanti tracciati viari, strade traverse (spesso di matrice etrusca) che raccordavano la valle alle città di Pisa, Volterra e alla Maremma. (….)

Si confermano, per coerenza di finalità, i tracciati classificati di interesse paesistico europeo individuati dal PTC di Siena.

La viabilità come luogo della percezione dei paesaggi, in particolare dei tracciati (in tutte le declinazioni possibili) caratterizzati da una particolare armonia delle relazioni tra "tracciato" e contesto paesaggistico attraversato.”

Come si vede, si tratta di un’affermazione che mette in rilievo l’aspetto sensibile dei paesaggi non in modo settoriale, ma legandolo direttamente alle modalità di percorrenza, di cui giustamente si sottolinea la permanenza e storicità (da non meno di 25 secoli, giudicando la presenza di tombe e necropoli etrusche disseminate proprio lungo i principali assi viari, alcune delle quali scoperte proprio per rettificare le curve delle stesse strade al fine di adattarle al traffico meccanizzato moderno). Il territorio di Casole d’Elsa può dirsi fortemente rappresentativo di questo stato di cose, come denotato anche dall’entusiasmo manifestato dai visitatori che lo hanno attraversato e che si sono sentiti in dovere di parteciparlo attraverso numerosi blog presenti sul WEB, spesso con estesi ed approfonditi rilievi fotografici.

Il PTC della Provincia di Siena distingue fra i “tracciati viari di interesse primario” e quelli di “interesse paesistico europeo”, come riportati in modo dettagliato nella tavola delle semiologia antropica. Si ritiene oltremodo corretta ed utile detta distinzione e documentare in particolare la straordinaria valenza percettiva dei secondi, con specifico riferimento ai tratti stradali compresi fra Casole d’Elsa e Radicondoli (direzione nord-sud) e fra Monteguidi e Mensano (direzione est-ovest).

Deve essere sottolineata in questa sede la speciale rispondenza del sistema dei poggi (coltivati o selvatici) accuratamente definiti nel ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti conservato nel Palazzo Pubblico di Siena con morfologie e forme che possono essere rintracciate a tutt’oggi nei paesaggi di Casole d’Elsa e lungo gli itinerari di interresse paesaggistico europeo.

Deve essere apprezzata la continuità che lega fra loro i diversi punti di vista e l’integrità degli spazi aperti costituiti da seminativi e prati permanenti, esemplari sotto il profilo di un’agricoltura ancora capace - nel XXI secolo - di supportare paesaggi bioculturali di grande pregio che rendono famosa questa parte di Toscana.

La sensibilità visuale del territorio posto a sud di Casole centro è straordinaria, tanto che qualsiasi inserimento di struttura anomala finirebbe per ripercuotersi su ampie zone.

Appare opportuno sottolineare ancora una volta che a Casole d’Elsa l’intervisibilità lungo gli “itinerari paesistici europei” può essere definita come un elemento straordinario per la vastità degli areali che possono essere ottenuti,.

DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI AMBITI PAESISTICO TERRITORIALI INDIVIDUATI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI CASOLE D‘ELSA E SUE PERTINENZE

1- AREE FLUVIALI ED EX LACUSTRI 1a.- Piano di Panicale e Torrente Sellate. Piana alluvionale relativamente stretta e aree di pertinenza del corso del torrente Sellate, corridoio ecologico primario, canale di flusso e di energia, con modesti tratti di vegetazione igrofila, sistemazioni agricole a seminativo praticamente prive di vegetazione arborea e di insediamenti.

1b.- Piana ex lacustre. Area pianeggiante originata dal prosciugamento di un antico lago, priva di vegetazione arborea, in parte occupata di recente nel Comune di Casole da insediamenti artigianali, da magazzini e da una centrale fotovoltaica per la produzione di energia elettrica. L’insediamento ha introdotto consumo di suolo ed elementi del tutto estranei al contesto ambientale di tipo spiccatamente rurale.

1c – Torrente Senna e Fosso degli Orneti. Stretti fondovalle alluvionali formati da due affluenti posti in sinistra del Fiume Elsa, con prevalenti seminativi di pianura privi di insediamento permanente.

1d.- Piana del Fiume Elsa. Piana alluvionale di pertinenza dell’alta valle del Fiume Elsa con modeste fascie riparie e dominanza di sistemazioni agrarie a seminativo. La pieve romanica di Pievescola ha costituito il fulcro di un insediamento storico che di recente ha prodotto numerose espansioni urbane, oltre ad aree interessate lungo strada da edilizia produttiva, magazzini e centrale elettrica, su cui convergono numerosi elettrodotti. Il primo tratto (chiamato Elsa morta) scorre nel Piano della Speranza ed è alimentato esclusivamente dalle acque piovane. In Comune di Colle Val d’Elsa l’area comprende il borgo ex agricolo di Gracciano d’Elsa, oggi a destinazione mista, con presenza di magazzini e stabilimenti lungo strada. L’ultimo tratto del Fiume presente in Comune di Colle Val d’Elsa fa parte del “parco fluviale dell’alta Val d’Elsa”.

1e.- Piana del Torrente Rosia. Piana alluvionale e aree di pertinenza del corso del torrente Rosia, affluente del Fiume Merse, corridoio ecologico primario, canale di flusso e di energia, con modesti tratti di vegetazione igrofila, sistemazioni agricole a seminativo praticamente prive di vegetazione arborea e di insediamenti.

1f.- Alta valle del Fiume Cecina, Masso delle fanciulle. Piana alluvionale e aree di pertinenza del corso del Fiume Cecina, corridoio ecologico primario, canale di flusso e di energia, con vegetazione riparia in golena, rade sistemazioni agricole a seminativo praticamente prive di vegetazione arborea e di insediamenti. L’alto corso del fiume costituisce un’attrattiva turistica di prima grandezza: il Masso delle Fanciulle è stato definito una vera e propria “poesia naturale” nella quale il verde della vegetazione si mischia con l’azzurro dell’acqua e del cielo per permettere di trascorrere una giornata o alcune ore di straordinario relax open air. Si tratta quindi di un’area balneabile, ma quest’uso storicizzato non costituisce l’unico pregio del corso fluviale, in quanto ben più importanti sono le caratteristiche territoriali che la recente edizione 2015 del PIT Regione Toscana con valenza di Piano Paesaggistico ha segnalato quali “valori eco sistemici, idrogeomorfologici e paesaggistici”

2.- COLLINE DELLE ARGILLITI E CALCARI MARNOSI

2a.- Lucciana, Poggio Leccioni, Boccioline. Ambito collinare a morfologia variabile, con versanti collinari coltivati a seminativo e poggi con copertura prevalentemente boschiva, con il borgo minore di Lucciana di valore storico ambientale, posto in posizione panoramica. L’area comprende in parte alcuni sviluppi insediativi recenti, a destinazione prevalentemente residenziale.

2b.- Canalone, Poggio di Caio. Ambito collinare con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo e soprasuoli mediamente boscati. Da segnalare la presenza di piccoli borghi abitati disposti a grappolo (Lano, Mensanello) lungo strada verso Colle Val d’Elsa.

2c.- Melato, Vermignano. Colli in sinistra del torrente La Senna, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo con case coloniche sparse e soprasuoli mediamente boscati.

2d.- S. Antonio, Querceto. Colli in sinistra del Fiume Elsa, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo e soprasuoli mediamente boscati. I primi insediamenti in quest'area risalgono all'età del bronzo, a partire dal 3000 a.C., quando il terreno ricco di minerali e il vicino fiume Elsa la resero abitabile. In seguito, il terreno venne coltivato dai coloni etruschi, come testimoniano i reperti ritrovati nella tenuta di Querceto, di cui l'omonimo castello risale al X secolo. Durante il 1800 la tenuta includeva più di 30 fattorie ricche di grano, frumento, olive, uva e bestiame. Negli anni '60 fu acquistata dal conte Edoardo Visconti di Modrone Erba mentre nel 2005 Timbers Resorts, acquistata la tenuta, ne ha promosso lo sviluppo come struttura alberghiera di livello internazionale.

2e.- Le Ville. Colli in sinistra del Fiume Elsa, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo e soprasuoli mediamente boscati. 2f. Collalto, Villa Bisciano. Colli in sinistra del Fiume Elsa, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo e soprasuoli mediamente boscati.

3.- COLLINE DELLE ARGILLE E DELLE ARENARIE

3a.- Casole. Terra con antico castello del XI secolo, con mura castellane, rocca e importante chiesa romanica pievana. Si erge sull’altopiano della collina tufacea che separa la Valle dell’Elsa da quella del Fiume Cecina. Centro capoluogo con insediamenti storico-architettonici di rilievo (cassero rinforzato da importanti fortilizi con progetto di Francesco di Giorgio Martini), entro un contesto in parte ancora agricolo, pur in presenza di colture promiscue, su cui si sono inserite di recente numerose aree urbanizzate. Importanti reperti etruschi presenti in località Orli.

3b.- Campagna di Casole. Configurazioni paesistiche collinari con caratteri di eminente rappresentatività del paesaggio agrario tradizionale della Toscana senese. Paesaggio rurale di valore bioculturale su versanti a modesta acclività con case coloniche in molti casi di interesse storico architettonico, contraddistinto da un percorso paesistico di interesse europeo, con profonde vedute su seminativi e colture a prato permanente, incorniciate volta a volta da un fitto mosaico di fasce boscate. Le tessere di paesaggio prodotte dalle lingue boscate di tipo lineare, sviluppate lungo i fossi, è caratterizzato da un tipico effetto del limite che attribuisce all’area una interessante diversità paesaggistica, il cui valore è in buona misura da attribuire agli spazi aperti a seminativo e prato permanente. Oltre il torrente Sellate prevale una morfologia a poggio, come ambito di raccordo fra la valle fluviale e i sovrastanti sistemi collinari con prevalente presenza di seminativi interrotti da allevamenti tabulati, alcuni dei quali in stridente conflitto con il paesaggio degli spazi aperti. L’insediamento residenziale costruito di recente a San Severo (lottizzazione a villini pluripiano e plurifamiliari), posto lungo strada nei pressi del Poggione e della tomba etrusca La Poggiola, appare in netto contrasto con i caratteri spiccatamente rurali dell’area.

3c.- L’Agresto, Mammellano. Configurazioni paesistiche collinari con caratteri di eminente rappresentatività del paesaggio agrario tradizionale della Toscana senese. Paesaggio rurale di valore bioculturale in continuità con l’ambito precedente, ma con una più cospicua presenza di boschi, disposto su versanti a modesta acclività con edilizia colonica sparsa, contraddistinto da un percorso paesistico di interesse europeo, con vedute su seminativi e colture a prato permanente, entro un mosaico prevalente di fasce boscate.

4.- MONTAGNOLA SENESE

4a.- Montagnola Senese. Sistema di rilievi con sottosuolo prevalentemente calcareo, ricco di grotte carsiche, falde acquifere e marmi. La Montagnola Senese è una delle aree più interessanti della Toscana meridionale sotto l’aspetto naturalistico. Si tratta di una zona collinare da una serie di rilievi attorno ai 500- 600 m s.l.m. che si sviluppano su una superficie complessiva di circa 15 kmq. Zona collinare complessa sormontata dal Monte Maggio (625 m. slm) ovvero dalla porzione più settentrionale della Montagnola caratterizzata dalla presenza di boschi cedui dove spiccano il Leccio, la Roverella e nelle zone più elevate il Castagno, con sottobosco ricco di Ginepro, Caprifoglio, Cisto e Corbezzolo. Ambito di interesse storico, già sede del tracciato della via Francigena, con presenza di numerose pievi, ville fattoria e castelli, fra cui in particolare spiccano il borgo di Marmoraia e i complessi di Scorgiano (Tenuta Bichi Borghesi) e della Suvera, fortezza ricevuta in dono dalla repubblica senese da Papa Giuliano della Rovere (Giulio II) nella metà del XVI secolo, che affidò a Baldassarre Peruzzi l’incarico di trasformarla in splendida villa rinascimentale. L’area nel suo complesso è sito di interesse comunitario di Natura 2000.

4b.– Poggione, Poggio Vasone. Area collinare a morfologia complessa (Monte Vasone, 397 m. slm) prevalentemente coperta da boschi, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo.

4c.- Podere Poggio Monti. Colli in destra del Fiume Elsa, con presenza alternata di poggi e versanti coltivati a seminativo e soprasuoli mediamente boscati.

4d.- Abbadia a Isola. Zona basso collinare a modesta pendenza, con assoluta prevalenza di colture a seminativo, ben provvista di insediamenti sparsi e fattorie. Una comunità di Benedettini insediata all’inizio dell’anno 1000 ha prodotto la bonifica della palude e l’ampliamento del monastero, oggi in fase avanzata di restauro. Nel 1173 fu consacrata l'importante chiesa dedicata a San Cirino, capolavoro dell'arte romanica. Il Studio finalizzato alla RICHIESTA DI VINCOLO PAESAGGISTICO ex art. 138-139 Codice Urbani – pag. 128 borgo ha avuto un importante ruolo, posto com'era sul fra i territori Firenze e Siena e lungo uno dei tratti più antichi della Via Francigena, peraltro collegato anche a Volterra.

5.- COLLINE DELLE SABBIE E DEI CONGLOMERATI

5a.- Poggio Monticolo. Area confinante con la foresta di Berignone che si estende nella limitrofa provincia di Pisa. Morfologia a poggio prevalentemente boscata con rare isole di coltivi ed insediamenti colonici sparsi. Costituisce la fase di transizione fra l’area naturalistica di Berignone ed la sottostante area agricola estensiva attraversata dal torrente Sellate, affluente del Fiume Cecina.

5b.- Polsano. Subito a nord della foresta di Berignone, in territorio della provincia di Pisa, i versanti collinari si fanno più moderati, consentendo la presenza di aree che sono state da tempo dissodate e successivamente messe a coltura (seminativi), con presenza di edilizia colonica sparsa. 6.- COLLINE CALCAREO MARNOSE

6.- Poggio Sermena, Le Pianacce. Versante collinare modestamente acclive con presenza dominante di bosco misto, percorso da strada di crinale, lungo la quale sono presenti alcuni poderi e fattorie con modeste isole di coltivi, in fase di regressione.

7.- POGGIO DI MONTEGUIDI

7a.- Monteguidi. Fu antico castello fondato nel XIII secolo dagli Aldobrandeschi (come il prospiciente castello di Radicondoli), situato sulla cresta di poggi ghiaiosi prospicienti il torrente Stellate e Pian di Cecina25. Chiesa romanica pievana. Il paesaggio rurale di valore bioculturale è in diretta continuità con la “campagna di Casole”, disposto su versanti a modesta acclività con case coloniche in molti casi di interesse storico architettonico, contraddistinto da un percorso paesistico di interesse europeo, con profonde vedute su seminativi e colture a prato permanente, incorniciate volta a volta da un fitto mosaico di fasce boscate. Le tessere di paesaggio prodotte dalle lingue boscate di tipo lineare, sviluppate lungo i fossi, è caratterizzato da un tipico effetto del limite che attribuisce all’area una interessante diversità paesaggistica, il cui valore è in buona misura da attribuire proprio alle campiture degli spazi aperti a seminativo e prato permanente. Configurazioni paesistiche collinari con caratteri di eminente rappresentatività del paesaggio agrario tradizionale della Toscana senese. Importanti livelli di intervisibilità con i centri di Radicondoli, Mensano e Montecastello.

7b.- Poggio Macignano, La Serra. Morfologia a poggio prevalentemente boscato percorso da una strada di crinale, in presenza di rare isole di coltivi ed insediamenti colonici sparsi. Struttura analoga al caso precedente, ma con assoluta predominanza del bosco sui coltivi.

8.- POGGIO DI MENSANO

8a.- Mensano.- Fu importante castello sede di vita civile, in presenza di una rocca e di un’antica pieve romanica d’importanza territoriale, in posizione altamente panoramica su colline metallifere e Maremma. Il centro abitato a forma ellittica si addossa attorno alla vetta di un colle scosceso. Anche in questo caso, come per Monteguidi, il paesaggio rurale di valore bioculturale è in continuità con la “campagna di Casole”, ed è disposto su versanti a modesta acclività con case coloniche in molti casi di interesse storico architettonico, contraddistinto da un percorso paesistico di interesse europeo, con profonde vedute su seminativi e colture a prato permanente, incorniciate volta a volta da un fitto mosaico di fasce boscate. Le tessere di paesaggio prodotte dalle lingue boscate di tipo lineare, sviluppate lungo i fossi, è caratterizzato da un tipico effetto del limite che attribuisce all’area una interessante diversità paesaggistica, il cui valore è in buona misura da attribuire proprio alle campiture degli spazi aperti a seminativo e prato permanente. La zona comprende aree di reperimento di reperti archeologici preistorici, etrusco-romani e medioevali. Configurazioni paesistiche collinari con caratteri di eminente rappresentatività del paesaggio agrario tradizionale della Toscana senese. Importanti livelli di intervisibilità con i centri di Radicondoli, Monteguidi e Montecastello.

8b.- Filicaia, Casanova.- Morfologia a poggio prevalentemente boscato percorso da una strada di crinale, in presenza di rare isole di coltivi ed insediamenti colonici sparsi. Struttura analoga al caso precedente, ma con assoluta predominanza del bosco sui coltivi.

- POGGIO DI RADICONDOLI

9a.- Radicondoli. Il castello del borgo murato fu costruito nei primi del 1200, ed ha conosciuto il suo massimo splendore tra la metà del XIII e XIV secolo. Il paese fin dalla nascita appartenne alla famiglia dei Conti Aldobrandeschi (come il castello di Monteguidi). ll borgo è stato una fiorente città con edifici amministrativi e religiosi, grazie allo sviluppo economico legato principalmente alla lavorazione della lana. Anche in questo caso, il paesaggio rurale di valore bioculturale è in diretta continuità con la “campagna di Casole”, è disposto su versanti a modesta acclività con case coloniche in molti casi di interesse storico architettonico, contraddistinto da un percorso paesistico di interesse europeo, con profonde vedute su seminativi e colture a prato permanente, incorniciate volta a volta da un fitto mosaico di fasce boscate. Le tessere di paesaggio prodotte dalle lingue boscate di tipo lineare, sviluppate lungo i fossi, è caratterizzato da un tipico effetto del limite che attribuisce all’area una interessante diversità paesaggistica, il cui valore è in buona misura da attribuire proprio alle campiture degli spazi aperti a seminativo e prato permanente. La zona comprende aree di reperimento di reperti archeologici preistorici, etrusco-romani e medioevali. Configurazioni paesistiche collinari con caratteri di eminente rappresentatività del paesaggio agrario tradizionale della Toscana senese.

9b.- Belforte. L’area si colloca al centro delle colline metallifere, dove si trovano anche le Terme delle Galleraie, tra soffioni e acque ribollenti, al centro della riserva naturale delle Carline. Nelle località Canonica, Pianacce e Rancia sono da tempo presenti e attive n. 4 centrali geotermiche, sottoposte a monitoraggio ambientale da parte di ARPAT.

9c.- Poggio Scarpinata. Colle in destra del Fiume Cecina, con presenza alternata di versanti coltivati a seminativo con case coloniche sparse e soprasuoli mediamente boscati.

10.- POGGIO DI MONTECASTELLI

10a.- Montecastelli Pisano, . Il borgo fortificato di Montecastelli, con il campanile e la facciata della chiesa romanica eretta come l’attigua rocca dal Vescovo Ildebrando Pannocchieschi nel 1186, sorge su un poggio di gabbro che all’intorno è coltivato prevalentemente a seminativi, posto a dominio delle due vallate del torrente Pavone a ovest e del fiume Cecina a est. L’uso del suolo circostante il nucleo abitato è prevalentemente coltivato a seminativi, con rade case coloniche, in posizione defilata dalle principali visuali verso Casole, e Radicondoli. Il Borgo della Cerbaiola, posto poco più a nord, è definito dai proprietari “un ritaglio di Toscana assolutamente esclusivo”: si tratta di un caratteristico borgo medioevale di alto pregio, da tempo ristrutturato quale residenza agrituristica di qualità. Notevole la presenza del piccolo ipogeo etrusco detto “la Buca delle Fate” risalente al VI secolo a.C. Si tratta di una cavità a pianta quadrangolare scavata nel masso calcareo: ai lati si diramano i cunicoli che conducono ai giacigli che accoglievano i corpi dei defunti. Non è il solo reperto d’interesse archeologico dell’area.

10b.- Valle del Pavone, La Sughera, Rocca Sillana. Poggi costituiti da una litologia costituita da gabbri e basalti. Il territorio è caratterizzato verso nord dalla torre della Rocca Sillana che risale al 1067 ca. mentre il perimetro esterno delle preesistenti cortine murarie è attribuito a Giuliano da Sangallo. La torre domina visivamente gran parte dei territori di Pisa, Siena e Grosseto e costituisce un’emergenza storica straor- dinaria sotto il profilo architettonico, paesaggistico e archeologico. 10c. Poggio Lungheri. La parte collinare in sinistra del Fiume Cecina, dovuta alla formazione di argille e argille sabbiose grigie dette “del torrente Raquese”, vede la presenza alternata di versanti coltivati a seminativo con case coloniche sparse e soprasuoli mediamente boscati. Le caratteristiche fondanti del paesaggio sono simili a quelle che si riscontrano sul versante in destra del Cecina, sia per geologia che per soprassuoli, nei comuni di Radicondoli e di Casole d’Elsa.

11.- BOSCO DI BERIGNONE E LA MACCHIA DI TATTI

Gran parte del territorio in questione è coperto da boschi, praticamente senza soluzione di continuità con la foresta di Monterufoli, la Macchia di Tatti e il SIC e riserva naturale di Berignone. Questi boschi ospitano una ricca e differenziata flora tipica della macchia, costituita da albatro, stipa, agrifoglio e da boschi di latifoglie con cerro, leccio e querce. Varie sono anche le specie di mammiferi che vivono e si riproducono in questo complesso tra cui emerge la presenza del lupo. La località è stata descritta come segue : “rappresenta da sempre il sinonimo di boscaglie sterminate e di macchie intricatissime popolate da una fauna ricca e differenziata, di duro lavoro di boscaioli e carbonai, di un ambiente naturale, cioè rude, selvaggio, intatto. Utilizzato soprattutto in passato come enorme riserva di legname combustibile per alimentare le caldaie di evaporazione delle saline volterrane, questo verdissimo gruppo collinare non è altro che un grosso ellissoide di depositi lacustri del Miocene superiore (conglomerati, marne, argille) coperto da boschi misti di latifoglie decidue e di sclerofille sempreverdi, con una fitta macchia mediterranea in forma di forteto (associazioni di cerro, leccio, albatro, orniello, erica arborea ecc.).” Contiene il cosiddetto Castello dei Vescovi, noto anche come "", del sec.X. La Riserva Naturale “Foresta di Berignone” è stata istituita nel 1997 su circa 2166 ettari e si estende nei comuni di Pomarance e Volterra. Paesaggio a campi chiusi tipico del territorio di Casole d’Elsa e dintorni, dove la tutela paesaggistica (e di conseguenza l’applicazione del DPCM 12.12.2005) è limitato solo alle aree boscate, a quelle fluviali e agli usi civici

Le precedenti analisi mettono in evidenza le seguenti considerazioni: la spina centrale del territorio comunale, insieme a quota parte del Comune di Radicondoli, alla Montagnola senese e alla Foresta di Berignone, costituisce la struttura fondamentale di un sistema ambientale di alto pregio, importante da numerosi indicatori di tipo paesaggistico, naturali, visuali e storici.

Queste stesse aree e i bacini fluviali circostanti esprimono un alto livello di vulnerabilità, in quanto relativamente incapaci di assorbire trasformazioni per la loro natura intrinseca.

Una ulteriore valutazione, ovvero la potenzialità, è parimenti interessante, perché mette in evidenza che è sempre la spina centrale del territorio (ovvero il quadrilatero Casole, Monteguidi e Mensano, Radicondoli) quella che, con la Montagnola senese, presenta le aspettative più alte per la messa a coltura delle importanti valenze paesaggistiche, in quanto queste sono capaci di realizzare quanto osservato da una delle premesse della Convenzione Europea del Paesaggio ovvero: “il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività economica e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro”.

In altri termini il paesaggio di Casole d’Elsa può essere definito come risorsa di base capace di produrre un consistente flusso turistico e quindi va considerato per il valore aggiunto che propone, non solo sotto il profilo culturale o estetico (da trasmettere alle generazioni che seguiranno), ma come patrimonio che già oggi è in grado di motivare investimenti.

FATTORI DI SVILUPPO LOCALE FONDATI SULLA CONSERVAZIONE NEL TEMPO DELLA QUALITA’ DEL PAESAGGIO

Nel nostro caso, le alte potenzialità del paesaggio di Casole afferiscono in grande misura alla sfera della conservazione della natura, della ricerca e della divulgazione scientifica, ma anche della didattica ambientale e dell’escursionismo, con particolare riguardo all’offerta di “benessere” derivante dalla struttura agricola consolidata a livello storico e dalla conseguente offerta di ville, case da signore, fattorie.

Il potenziale del paesaggio produttivo e colturale è quindi direttamente riconducibile all’apprezzamento degli aspetti di ruralità profonda del territorio senese e all’incentivazione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura, con il presupposto di una governance del paesaggio che, evitando conflitti nell’uso delle risorse, diventi effettiva garanzia della sostenibilità.

La stragrande quantità di paesaggi rurali di Casole d’Elsa va riferita a quegli ambiti la cui caratteristica saliente consiste non solo nelle qualità e nei valori che esprimono attualmente ma nelle possibilità (potenzialità) che aprono a nuove forme di utilizzazione e di organizzazione paesistica (paesaggi in divenire).

La condizione perché ciò si verifichi è che le “enclave” rurali remote non siano più considerate come il prodotto “in negativo” del processo di sviluppo, ma ne venga apprezzata la natura di “spazi opportunità” nell’offerta di nuovi beni e servizi propri degli interessi che stanno crescendo nelle aspirazioni del terzo millennio.

In altri termini, il paesaggio della ruralità profonda attuale, anche laddove può apparire come spazio vuoto, disponibile a qualunque manipolazione, in qualità di luogo alla ricerca di modelli di assetto significativi e sostenibili, già accoglie e ancor più accoglierà in futuro forti significati e valenze di espressività e di cultura proprie a livello internazionale delle dinamiche e delle aspirazioni della società contemporanea, opportunamente complementari e in partnership con quelle dello spazio edificato.

L’azienda di Scorgiano, Tenuta Bichi Borghesi, si presenta al pubblico come segue: “Nel nostro borgo, circondato da un paesaggio incontaminato, si respira ancora la storia, l'atmosfera, l'amore che lega da 4 secoli la nostra famiglia a questa terra.

” L’offerta ricettiva del Comune di Casole è rivolta ad una clientela di livello nazionale ed internazionale, e presenta attualmente aziende specificatamente dedicate, oltre al Castello di Casole della Timbers Resorts e ad una quantità rilevantissima di “case vacanze” disseminate all’interno dell’edilizia colonica storica, come dal seguente elenco:

Hotel Borgo al Cerro, Antica Fonte Resort, Ripostena, Borgo Villino Appartements, Podere La Selva, Hotel Gemini, Aquaviva Hotel & SPA, Cielsereno Fattoria, Residence La Pergola, Relax Hotel Acquaviva, Casale Del Bosco, Hotel Celidonia, Landhaus La Casina Di Leo. B&B / pensioni Podere La Ciabatta, Residenza d'epoca Torre dei Serviti, Antico Borgo di Tignano, Podere Pietranera. Agriturismi Corbino e Botteghino, Timignano. Monteguidi, Casale del Bosco, Piero Caciorgna, Podere Villa Oliveto, Erta, Casa vacanze Anna, La Casina, Torre Doganiera, Poggio Usimbardi, Podere Grecinella, Gargagnone Marmoraia, Casaccorti, San Giovanni, Bracaleto.

Per un Comune di poco meno di 4.000 abitanti si tratta di un record assoluto. Il Rapporto Ambientale della recente Variante al Piano Strutturale così definisce il fenomeno: “Nel periodo preso a riferimento, il numero degli arrivi e delle presenze turistiche sul territorio comunale è stato in continua crescita. Particolarmente significativa è risultata la crescita sia degli arrivi che delle presenze extra- alberghiere. Andando poi ad analizzare il numero medio di giorni di presenza turistica sul territorio comunale, si nota la predominanza della permanenza in strutture extra-alberghiere ed agrituristiche rispetto alla permanenza in strutture alberghiere.

Parallelamente la consistenza dell’offerta turistica comunale è andata consolidandosi sia in termini di strutture ricettive presenti che di posti letto. Con particolare riferimento alla disponibilità di posti letto, è possibile evidenziare come la maggiore percentuale sia relativa alle case vacanze (35% della disponibilità di posti letto con riferimento giugno 2010), agli alberghi (circa il 26% dei posti letto) ed alle aziende agrituristiche (circa il 20% della disponibilità).

Infine, comparando l’evoluzione temporale delle presenze turistiche con i posti letto è possibile rilevare il netto incremento delle presenze extra-alberghiere rispetto alla dotazione di posti letto extra-alberghieri (.

Si tratta evidentemente di dati di grande rilevanza. La domanda da proporre a questo punto è: visto che Casole d’Elsa non è né Capri né Livigno, cosa può essere il vero motore di questo successo, del suo consolidamento e del suo prossimo e possibile sviluppo se non la radicale e complessiva valutazione degli elementi ambientali e paesaggistici?

Si deve inoltre peraltro prendere atto che anche in provincia di Pisa, come per esempio a Montecastelli Pisano, come gran parte degli insediamenti più significativi dell’alta Val d’Elsa e Val di Cecina, è divenuto polo di frequentazione del turismo internazionale, che ha selezionato questo lembo di Toscana come luogo di eccellenza, e per questo capace di accogliere iniziative turistiche qualificate di alto pregio.

Queste caratteristiche non riguardano solo i centri storici, ma più precisamente e radicalmente il paesaggio agrario che li circonda, le cui caratteristiche di qualità vengono “richieste” da turisti e visitatori” ma anche dalla popolazione residente.

Appare pertanto evidente che la presenza di centrali geotermiche proprio nel baricentro di questo sistema costituirebbe un’innovazione contraddittoria indesiderabile e altamente negativa, in quanto in palese controtendenza rispetto ai processi di valorizzazione turistico culturale in atto a cui tutto il territorio è assoggettato.

Carta n.1 – Vincoli Sovraordinati (Valeria Capitani)

Carta n.2 – Aree agricole con produzioni biologiche (dati ARTEA)

Carta n.3 – DOC - DOGC - DOP interessanti il territorio di Casole d’Elsa

Carta n.4 – Imprese turistiche presenti sul territorio di Casole d’Elsa

Carta n.5 – Patrimonio edilizio esistente da tutelare in base alle schede di cui alla

strumentazione urbanistica comunale