Ambiti Di Pianificazione Strategica E Politiche Del Paesaggio Nel Comune Di Casole D’Elsa

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Ambiti Di Pianificazione Strategica E Politiche Del Paesaggio Nel Comune Di Casole D’Elsa AMBITI DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA E POLITICHE DEL PAESAGGIO NEL COMUNE DI CASOLE D’ELSA LO SVILUPPO SOSTENIBILE COME NUOVA OPPORTUNITÀ Il termine “sviluppo sostenibile”, che sintetizza la proposta elaborata a livello mondiale di un rapporto innovativo tra le esigenze della società e quelle della conservazione dell’ambiente, esprime un parametro di crescita qualitativa le cui ricadute possono essere ricondotte a quattro assi principali: sostenibilità economica, come capacità di generare, in modo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione; sostenibilità sociale, come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità, socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi; sostenibilità ambientale, come capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali; sostenibilità istituzionale, come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia, nonché rispondenza tra le azioni concrete compiute sul territorio e gli atti amministrativi. Il rapporto tra sostenibilità dello sviluppo e incremento dei livelli di qualità dell’ambiente induce ad integrare gli obiettivi di sostenibilità nella pianificazione strutturale - che è chiamata a definire le indicazioni strategiche del territorio e ha il compito di specificare la disciplina degli aspetti paesaggistici e ambientali4 - in particolare se attiene il livello locale. E’ infatti questa la scala riconosciuta a cui le scelte di sostenibilità possono conseguire i maggiori risultati, grazie anche al ruolo diretto che la società e l’imprenditoria locale possono svolgere nei processi di riequilibrio del sistema naturale e antropico. L’incontro tra piano, economia e ambiente è quindi avviato e l’esigenza che le azioni di conservazione si integrino con gli interessi di sviluppo delle comunità è ormai recepita, mentre resta aperta la strada alla sperimentazione di criteri e paradigmi di riferimento entro ricerche e studi applicati. Significativi indirizzi per perseguire la compatibilità tra sviluppo territoriale e salvaguardia ambientale e paesaggistica sono stati forniti per la prima volta in Italia dall’Accordo tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e le Regioni sull’esercizio dei poteri in materia di paesaggio sottoscritto nel corso del 2015 , che, all’apprezzamento degli aspetti sistemici del paesaggio stesso fa conseguire un atteggiamento propositivo diversificato in rapporto alle differenti situazioni e, conseguentemente, l’articolazione delle trasformazioni in tutta la gamma di possibilità che va dalla salvaguardia, alla riqualificazione, all’innovazione. In sintesi, gli aspetti innovativi del nuovo approccio, parzialmente presenti nel vigente Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e i suoi legami con il concetto di sostenibilità sono sintetizzati nei seguenti punti, che possono essere assunti come criteri guida dell’azione del Comune di Casole d’Elsa nei prossimi anni: estensione a tutto il territorio del concetto di “paesaggio” inteso come bene collettivo le cui qualità specifiche vanno preservate e, ove possibile, recuperate e incrementate; articolazione delle modalità di tutela in “protezione, gestione e riqualificazione”, assumendo nelle differenti situazioni obiettivi di qualità paesistica da perseguire con modalità e azioni diverse; cooperazione istituzionale ai diversi livelli nella predisposizione di strumenti e nell’attivazione di interventi, con particolare riguardo alle aree da riqualificare; composizione dei diversi livelli di pianificazione che incidono sullo stesso territorio, portatrici di interessi generali ugualmente legittimi, anche se spesso conflittuali; partecipazione diretta della società civile al processo di piano in termini di cultura diffusa, ma anche operativamente, attraverso il ricorso ad investitori privati, a proposte di verifica, a programmi di tutela attiva delle risorse territoriali. La conservazione dell’ambiente e del paesaggio sono troppo frequentemente concepite come una limitazione all’economia. Al contrario, in un periodo storico in cui la società urbana si rivolge verso il mondo rurale in termini di nuovo apprezzamento le caratteristiche proprie dei paesaggi rurali, quali il mosaico paesistico e gli scenari alla grande scala, in presenza di società stabili e di società agricole radicate, possono essere valutate come opportunità assolute per convertire reali o potenziali svantaggi in sinergie positive. L’identificazione di nuove opportunità, in relazione ai bisogni della società contemporanea, costituisce quindi un importante criterio da tener presente. Servizi per la ricreazione e lo sport all’aria aperta, esposizioni d’arte, esperienze di archeologia sperimentale, manifestazioni musicali, artigianato, mostre mercato, eno-gastronomia sono tutte iniziative che necessitano di un progetto organico di paesaggio. Peraltro, tutte queste attività possono essere molto meglio offerte da una campagna permanentemente abitata, resa viva per la presenza di attività plurime, dalla forestazione urbana all’allevamento, dall’agricoltura al turismo rurale. La conseguenza prevista è l’apprezzamento del paesaggio come valore primario, in quanto produttore di qualità ambientale responsabile della manutenzione produttiva dei soprassuoli; esso è pertanto il fattore produttore di un turismo durevole ed integrato all’ambiente, capace in molti casi di promuovere l’economia locale. Il territorio che ha per baricentro Casole d’Elsa, ma che non coincide con i confini amministrativi del Comune, riguarda in modo specifico alcuni paesaggi rurali d’eccellenza e le considerazioni che seguono intendono mettere a fuoco quale ruolo possa essergli affidato in futuro e quali siano i valori ambientali e culturali da difendere o da creare ex novo. In sintesi occorre promuovere la conoscenza dei valori del paesaggio, la considerazione della sua vulnerabilità e l’identificazione di politiche, programmi e progetti da sviluppare sia da parte dei privati che delle istituzioni. Il paesaggio insomma deve essere opportunamente considerato come risorsa economica e componente fondamentale dello sviluppo sostenibile, per cui ogni azione che ne determini forme di degrado deve essere sostituita da interventi e azioni che aprano prospettive ad un utilizzo ottimale. La dimensione ambientale dello sviluppo rurale ha avuto di recente una notevole affermazione in Europa, proprio grazie alla progressiva attenzione verso l’efficienza economica e sociale dei contesti agricoli e l’integrazione fra le attività di produzione e quelle di conservazione per l’integrità dell’ambiente e del paesaggio storico culturale. I nuovi scenari sono direttamente promossi dalla PAC non solo tramite la valorizzazione della qualità dei prodotti ma soprattutto attraverso lo sviluppo di nuove attività extra agricole sostenibili nei settori dei servizi e della ricreazione, quali il turismo, l’artigianato, le piccole e medie imprese, il recupero e l’uso ottimale del patrimonio edilizio storico. L’obiettivo a cui si tende è quello della multisettorialità e della multifunzionalità dell’agricoltura, ovvero la diversificazione delle attività e la promozione di nuovi settori d’intervento, fra cui appaiono strategici quelli della manutenzione ambientale e dell’accoglienza turistica. In questa prospettiva è evidente che il paesaggio, nella sua complessità e diversità storica, biologica e culturale, assume una rilevanza strategica che non può essere subordinata ad interventi puntuali o a rete che siano responsabili di processi di denaturazione e destrutturazione dell’insieme. I paesaggi bioculturali sono territori individuati da reti di relazioni, connessioni e simbiosi tra le diverse componenti che ne costituiscono l’identità spaziale, storica ed ecosistemica e costituiscono un elemento di grande ricchezza per l’intera biosfera e per le sue comunità viventi. La nostra azione dovrà quindi riguardare tanto la lettura del valore intrinseco attuale quanto la ricerca di possibili politiche da intraprendere, attività da promuovere, risorse da far crescere in qualità, tenendo conto in modo appropriato delle forme di equilibrio e dell’armonia delle relazioni reciproche fra natura, civiltà umana e assetto del territorio. La mancata individuazione e tutela attiva dei paesaggi bioculturali li espone infatti al rischio di una diffusa e disordinata urbanizzazione e di un progressivo degrado delle componenti paesaggistiche ancora presenti. E’ quindi necessaria ed opportuna la loro individuazione mediante una lettura multidisciplinare integrata che consideri congiuntamente gli elementi materiali (flora, fauna, colture autoctone, manufatti del paesaggio agricolo tradizionale, ecc.) e gli elementi immateriali (tradizioni culturali, pratiche agricole e tecniche costruttive e artigianali locali). L’identificazione dei paesaggi bioculturali consente di individuare le condizioni e le modalità per garantire la loro permanenza e quella degli equilibri sistemici, storici e identitari che li hanno determinati. Questi paesaggi devono essere considerati in modo speciale, grazie alle loro qualità per gli aspetti geomorfologici, agro-biologici e visuali: caratteristiche queste che li fanno apprezzare come patrimonio dell’umanità e come eredità non rinnovabile. In particolare lo sviluppo e/o il desviluppo dell’economia rurale in genere e un uso del suolo che produce un insediamento disordinato e diffuso nella campagna sono le cause dei processi dell’evanescenza dei loro caratteri
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