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COMUNE DI - PROVINCIA DI -

PIANO REGOLATORE GENERALE Legge Regionale n° 5/95

REGOLAMENTO URBANISTICO NORME DI ATTUAZIONE

(COMPRENDENTI LE OSSERVAZIONI ACCOLTE E CON LE CORREZIONI DI ERRORI MATERIALI GIUGNO 2001)

Progettisti: Dott. Arch. Bellarmino Bellucci

Dott. Arch. Antonella Bini

Dott. Arch. Giuseppe Santi

Sindaco…………………………… Data Novembre 2000 ______Maggio 2006

N.T.A. CONFORMI ALLA SIMBOLOGIA DELLA NUOVA LEGENDA COMPOSTA CON ARC GIS E ADEGUATE PER UNA MIGLIORE LETTURA DEL TERRITORIO ALLA NUOVA VESTIZIONE CARTOGRAFICA.

COMUNE DI SANTA MARIA A MONTE (Provincia di Pisa)

PIANO REGOLATORE GENERALE

REGOLAMENTO URBANISTICO: NORME DI ATTUAZIONE

1. TITOLO I – NORME GENERALI

Art. 1 CONTENUTI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO pag. 7

Art. 2 ELABORATI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO pag. 7

Art. 3 VALIDITA’ DEL REGOLAMENTO URBANISTICO E RELATIVE VARIANTI O INTEGRAZIONI pag. 8

Art. 4 CONTROLLO DEL REGOLAMENTO URBANISTICO pag. 8

Art. 5 DEFINIZIONI URBANISTICHE pag. 9

Art. 6 DESTINAZIONI D’USO pag. 13

Art. 7 TIPI DI INTERVENTO pag. 14

Art. 8 ATTITUDINE ALL’EDIFICABILITA’ DEI SUOLI pag. 14

Art. 9 AREE SOGGETTE AD USI CIVICI pag. 15

Art.10 POTERI DI DEROGA pag. 15

2. TITOLO II - ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO

Art.11 ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI pag. 16

Art.12 CARATTERISTICHE DEI PIANI ATTUATIVI pag. 19

Art.13 PIANI URBANISTICI ATTUATIVI IN CORSO DI ESECUZIONE E CONVENZIONATI SIA DI INIZIATIVA PUBBLICA CHE PRIVATA pag. 22

Art.14 LOTTIZZAZIONE D’UFFICIO pag. 22

Art.15 INFRASTRUTTURE PER LA VIABILITA’ ED ALTRE AREE DI RISPETTO pag. 23

2

3. TITOLO III - DISCIPLINA GENERALE DEL TERRITORIO.

SISTEMA TERRITORIALE DI COLLINA N° 1

SUBSISTEMA TERRITORIALE DI AREE PREVALENTEMENTE BOSCATE N°1A pag. 28

Art.16 AREE BOSCATE pag. 29

Art.17 AREE BOSCATE A PARCO DI INTERESSE SOVRACOMUNALE pag. 29

Art18 Unità Territoriale Organica Elementare 1-A-1 AREE PODERALI STORICIZZATE pag. 30

Art.19 Unità Territoriale Organica Elementare 1-A-2 TAVOLAIA pag. 37

Art.20 Unità Territoriale Organica Elementare 1-A.3 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE pag. 40

SUBSISTEMA TERRITORIALE AMBIENTALE DI TUTELA DEL PAESAGGIO N°1B pag. 47

Art.21 Unità Territoriale Organica Elementare 1-B-1 VIA BINDONE PREGIUNTINO pag. 48

Art.22 Unità Territoriale Organica Elementare 1-B-2 VIA SANTA MARIA A MONTE pag. 51

Art.23 Unità Territoriale Organica Elementare 1-B-3 ALTO pag. 55

Art.24 Unità Territoriale Organica Elementare 1-B-4 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE pag. 59

SUBSISTEMA TERRITORIALE INSEDIATIVO DI COLLINA N°1C pag. 67

Art.25 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C- 1 CASINI pag. 68

Art.26 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1- pag. 71

Art.27 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 FONTINE pag. 75

Art.28 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 FALORNI-LE LEZZE pag. 76

Art.29 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 VIA PANIACCIO pag. 79

Art.30 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 PREGIUNTINO pag. 81

3

Art.31 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 SAN SEBASTIANO pag. 83

Art.32 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 VIA DI MELONE pag. 87

Art.33 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-1 MONTECALVOLI pag. 91

Art.34 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-2 VIA DEL BRUNO pag. 94

Art.35 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-3-VIA DI BIENTINA pag. 97

Art.36 Unità Territoriale Organica Elementare 1-C-4 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE pag. 101

SISTEMA TERRITORIALE DI PIANURA N°2.

SUBSISTEMA TERRITORIALE INSEDIATIVO DI PIANURA N° 2A pag.108

Art.37 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-1 MONTECALVOLI BASSO pag. 109

Art.38 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-1 MONTECALVOLI BASSO (Via del Pesco) pag. 114

Art.39 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-1 CINQUE CASE pag. 122

Art.40 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A.1 SAN DONATO-FIORENZUOLA pag. 126

Art.41 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-1 VIA LUNGO MONTE pag. 129

Art.42 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-1 PONTICELLI pag. 133

Art.43 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-2 VIA FRANCESCA MONTECALVOLI pag. 139

Art.44 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-2 VIA FRANCESCA PER PONTICELLI pag. 142

Art.45 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-2 PONTICELLI pag. 145

Art.46 Unità Territoriale Organica Elementare 2-A-3 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON E SENZA VINCOLO AMBIENTALE pag. 147

4

SUBSISTEMA TERRITORIALE AMBIENTALE FLUVIALE DI PIANURA N.2B pag. 155

Art.47 Unità Territoriale Organica Elementare 2-B-1 PONTICELLI pag. 156

Art.48 Unità Territoriale Organica Elementare 2-B-2 AREE PER IL TEMPO LIBERO DI MONTECALVOLI BASSO pag. 157

Art.49 Unità Territoriale Organica Elementare 2-B-3 PALEOALVEO DEL FIUME ARNO pag. 158

Art.50 Unità Territoriale Organica Elementare 2-B-4 AMBITI FLUVIALI pag. 160

ART.51 SUBSISTEMA TERRITORIALE PRODUTTIVO 2C pag. 161

Art.52 SISTEMA FUNZIONALE N° 3 – LUOGHI CARATTERIZZANTI pag. 172

Art.53 SISTEMA INFRASTRUTTURALE N° 4 pag. 172

Art.54 OPERE DI URBANIZZAZIONE NEL TERRITORIO COMUNALE pag.173

Art.55 NORME TRANSITORIE pag. 181

ART.56 INTERVENTI DI EDILIZIA ECONOMICA-POPOLARE (CASE MINIME) ZONE MONTECALVOLI BASSO- ZONA PONTICELLI VIA USCIANA pag. 181

Art.57 CONSULTAZIONE DEGLI ELABORATI DEL PIANO pag. 182

Art.58 AREA COMPRESA IN COMPARTO DI PEREQUAZIONE URBANISTICA pag. 183

Art.59 AREA ATTREZZATA A CARATTERE NATURALISTICO AMBIENTALE pag. 187

Art.60 UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-5 AMBITI DI CONNESSIONE AMBIENTALE pag. 188

Art.61 ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE A BASSA DENSITA' pag. 189

Art.62 ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE A BASSA DENSITA' pag. 190

Art.63 ZONA DI RECUPERO A RICONVERSIONE NON RESIDENZIALE pag. 192

Art.64 COMPARTO A DESTINAZIONE MISTA pag. 192

5

Art.65 AREE ATTREZZATE PER RICOVERO MEZZI E MATERIALI ATTIVITA' EDILI pag. 194

Art.66 ZONA PER ALLEVAMENTO DI CANI pag. 195

Art.67 ATTITUDINE ALLA TRASFORMAZIONE DEI SUOLI E FATTIBILITÀ DELLE TRASFORMAZIONI pag. 196

Art.68 AREA COMPRESA IN AMBITO SOGGETTO A PERMESSO CONVENZIONATO pag. 210

Art.69 DISTRIBUTORI CARBURANTI pag. 212

6

TITOLO I - NORME GENERALI.

ART 1

CONTENUTI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO.

Il Regolamento Urbanistico, redatto in conformità alle vigenti leggi statali e regionali ( legge 1150/42 e LR.n°5/95), in armonia con gli obiettivi da perseguire e le prescrizioni vincolanti definiti nel Piano Strutturale relativamente ai sistemi, ai Subsistemi, alle Unità Territoriali Organiche Elementari , individua gli interventi sul territorio disciplinando : 1) Il recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente ;

2) la tutela dell’integrità fisica e culturale assunte nel Piano Strutturale quale scelta di trasformazione del territorio.;

3) la valorizzazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, urbane mediante il recupero delle qualità deteriorate e il conferimento di nuove qualità attraverso il ridisegno urbano;

4) le aree destinate all’edificazione per interventi di completamento e/o di ampliamento degli edifici esistenti;

5) le aree destinate alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e le infrastrutture da realizzare;

6) gli interventi di riqualificazione, in rapporto alla loro complessità e rilevanza, qualora il Regolamento Urbanistico preveda già tutti i contenuti del piano attuativo.

ART 2

ELABORATI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO

Il Regolamento Urbanistico è costituito dai seguenti elaborati :

Planimetrie in scala 1:5000 Norme di Attuazione Relazione illustrativa

7

ART 3

VALIDITA’ DEL REGOLAMENTO URBANISTICO E RELATIVE VARIANTI O INTEGRAZIONI.

Il presente Regolamento Urbanistico ha validità a tempo indeterminato, ma le previsioni relative a:

1) opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel rispetto degli standards previsti dal D.M 1444 del 2.4.68;

2) aree residenziali e/o produttive per le quali si intervenga con piani attuativi di cui alle presenti norme;

3) infrastrutture da realizzare all’esterno dei centri abitati; decadono dopo cinque anni dall’approvazione del R.U. stesso se non sono stati approvati i piani attuativi o i progetti come è previsto dall’art.55 della L.R.1/05 e successive modifiche ed integrazioni. Tali previsioni possono essere confermate ovvero si possono ricollocare nel rispetto dei parametri generali stabiliti dal Piano Strutturale purché, nei casi 1) e 2) , siano ubicate sempre all’interno dei limiti urbani.

Varianti o integrazioni al Regolamento Urbanistico sono ammesse purché non in contrasto con il Piano Strutturale. Le varianti e/o integrazioni sono adottate ed approvate dal Consiglio Comunale con le procedure di legge (art.18 L.R. 1/05 e successive modifiche ed integrazioni).

ART 4

CONTROLLO DEL REGOLAMENTO URBANISTICO.

Il Regolamento Urbanistico attua gli obiettivi strategici di governo del territorio stabiliti nel Piano Strutturale. Con essi si coordina il bilancio comunale, prevedendo un regime differenziato di tassazione o forme di finanziamento degli interventi privati in relazione ai diversi obiettivi e caratteri delle varie aree in cui è articolato il territorio. Personale tecnico appositamente incaricato curerà il coordinamento interno al Comune e quello con enti e aziende interessate per raggiungere gli obiettivi

8 prefissati; predisporrà inoltre una relazione annuale descrittiva dello stato di attuazione del R.U..

ART 5

DEFINIZIONI URBANISTICHE

Ai fini dell’applicazione delle presenti norme si fa riferimento alle seguenti definizioni:

SISTEMA, SUBSISTEMA, UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE,AMBITO si fa riferimento alle definizioni contenute nel Piano Strutturale.

Elenco delle definizioni contenute nel presente Regolamento Urbanistico:

Comparto edificatorio Per comparto edificatorio si intende l’area da assoggettare a piano particolareggiato attuativo di iniziativa pubblica o privata.

Strumenti attuativi e gestionali I piani attuativi sono i seguenti strumenti urbanistici di dettaglio per l’attuazione del Regolamento Urbanistico o del Programma Integrato di Intervento: a) Piani Particolareggiati di cui all’art.13 della legge n° 1150/42; b) Piani di Zona per l’Edilizia Economica e Popolare di cui alla legge n°167/1962; c) Piani per gli Insediamenti Produttivi di cui all’art.27 della legge n° 865/1971; d) Piani di Recupero del patrimonio edilizio esistente di cui all’art.28 della legge 457/1978 e Legge Regionale n° 59/80; e) Piani di Lottizzazione di cui all’art.28 della legge n°1150/1942; f) Programmi di Recupero Urbano di cui all’art.11 del D.L. n°398/1993, convertito con Legge n°493/1993.

9

Destinazione d’uso Per destinazione d’uso si intende la funzione prevalente o esclusiva che si può svolgere in una data area, in riferimento a quanto previsto dal D.M n°1444/1968 .Tali destinazioni d’uso, in applicazione della Legge Regionale n° 39/1994, sono definite per categorie e indicate con lettera alfabetica , (salvo specifiche definite nei Sistemi, Subsistemi, U.T.O.E.) e si individuano come segue: a) Residenziale b) Industriale e artigianale c) Commerciale d) Turistico – ricettiva e) Direzionale f) Pubblica e/o di interesse pubblico g) Agricola ed altre attività ad essa connesse

Superficie Territoriale (S.t.) E’ l’area complessiva compresa in ambito territoriale oggetto di piano urbanistico attuativo; comprende sia le superfici destinate all’edificazione, sia le superfici esistenti o di progetto destinate alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

Superficie Fondiaria (S.f.) E’ la superficie che si ottiene sottraendo alla superficie territoriale(S.t.) le aree per le attrezzature e la viabilità ;su di essa si applica l’indice di fabbricabilità (I.f.).

Superficie Coperta (Sc) E’ l’area individuata dalla proiezione al suolo dell’ingombro massimo dei piani orizzontali dell’edificio .Sono esclusi: balconi, gronde, scale esterne a sbalzo per i quali fino ad una larghezza massima di ml 1,50 non viene computabile la distanza dal confine. I pergolati con struttura piana, intesi come arredo da giardino, potranno essere realizzati nel rispetto delle distanze dai confini nei limiti del codice civile. Le logge e i porticati non sono computabili nel calcolo della superficie coperta entro il limite del 30% della superficie coperta del fabbricato residenziale esistente o di progetto; saranno assoggettate ad atto di vincolo all’U. I. residenziale .

Superficie Lorda (S.L.) E’ la superficie di pavimento di una unità immobiliare per ogni piano fuori terra comprese le murature, i vani accessori e di servizio (ascensori, impianti ecc).

Superficie Utile (S.u) E’ la somma di tutti i piani misurati al netto delle murature esterne ed interne

10

con esclusione dei vani accessori e di servizio (ascensori, volumi tecnici ecc).

Superficie permeabile E’ la superficie non edificata e non lastricata di un ‘area sottoposta ad edificazione; può essere interessata da colture agricole, giardini, prato , prato armato, o quanto altro non costituisca una impermeabilizzazione del terreno. Per la nuova edificazione devono essere verificate le condizioni di cui alla Delibera Regionale N° 230/94.

Superficie impermeabile E’ la superficie edificabile e/o lastricabile di un lotto soggetto all’edificazione .

Area di concentrazione dell’edificato E’ l’area in cui il R.U intende concentrare i volumi da edificare.

Area di pertinenza E’ l’area individuata nelle planimetrie di progetto ai fini del calcolo della volumetria del complesso edilizio e non può essere successivamente computata nel calcolo relativo ad altre costruzioni. Nel caso di modificazione dei confini di proprietà dovranno essere verificati i lotti interessati.

Resede E’ l’area di pertinenza esclusiva di un edificio o complesso di edifici .

Lotto minimo di intervento E’ la superficie minima consentita per la costruzione di un singolo intervento. La superficie di detto lotto minimo è di mq 500 (cinquecento).

Indice di Fabbricabilità Territoriale (I.f.t.) Rappresenta il volume espresso in mc. applicabile ad una data superficie territoriale S.t.

Indice di Fabbricabilità Fondiaria (I.f.) E’ il volume massimo costruibile per ogni mq. di superficie fondiaria

Rapporto di copertura (RC) Rapporto fra la superficie interessata dall’intervento e la superficie coperta. Tale rapporto è espresso in valore percentuale.

11

Rapporto di impermeabilizzazione E’ il rapporto tra la superficie interessata dall’intervento e quella impermeabile; si esprime in valori percentuali.

Altezza degli edifici L’altezza di un edificio deve essere misurata verticalmente, lungo i muri perimetrali, a partire dal livello del marciapiede del fabbricato fino all’incontro dell’estradosso del solaio di copertura o, in mancanza del marciapiede, dal livello del piano di campagna, esistente o modificato da eventuali scavi o riporti autorizzati. Se il livello naturale del terreno viene modificato da eventuali scavi, l’altezza deve essere misurata dal nuovo livello; fanno eccezione le rampe d’accesso ad autorimesse interrate la cui larghezza non supera un quarto della larghezza del fronte dell’edificio, ma che comunque possono avere larghezza variabile fra 3,00 e 6,00 ml. Nel caso di edificio con tetto piano, l’altezza deve essere calcolata fino al filo superiore dell’ultima soletta: se esistono parapetti pieni o simili che superano l’altezza di un metro, l’altezza effettiva del parapetto, diminuita di un metro va aggiunta all’altezza dell’edificio. Nel caso di diverse altezze, l’altezza massima non potrà superare l’altezza massima prevista per la zona. Nelle aree produttive l’altezza massima sarà misurata dal piano di imposta delle travi di copertura al piano del marciapiede esterno posto a un max di cm. 15 dal piano di campagna. Per gli edifici non storici è possibile aumentare l’altezza di ogni piano delle U.I. residenziali entro i limiti di ml.2,70 purché tale aumento non vada a modificare la composizione architettonica dell’U.E..

Parcheggi privati Sono quelli previsti dalla L.N. 122/89 di pertinenza dei lotti fondiari. Secondo la suddetta legge nelle nuove costruzioni devono essere reperiti parcheggi privati nella misura di 1mq ogni mc di nuova costruzione. Per i fabbricati ad un solo piano di tipo industriale o artigianale o commerciale la superficie da destinare a parcheggi privati si calcola attribuendo alla volumetria del fabbricato una altezza virtuale pari a ml. 4,50.

Volume Il volume dei fabbricati è il prodotto della superficie lorda per l’altezza dell’edificio . Qualora il complesso edilizio presenti più corpi di fabbrica con diverse altezze, il volume sarà costituito dalla somma dei volumi parziali .Sono esclusi dal calcolo i volumi tecnici. Ogni spazio compreso all’interno di falde di tetto inclinate con

12 altezze maggiori di ml.2,00 deve essere computato totalmente da pavimento a soffitto. Le logge coperte saranno valutate agli effetti della superficie coperta e agli effetti delle distanze, ma non verranno conteggiate nel calcolo del volume; tali logge saranno vincolate a non subire variazione nel tempo, tramite atto pubblico registrato. E’ consentito accorpare volumetrie condonate e/o ristrutturarle nei limiti della L.R.52/99. E’ consentita la ricostruzione delle volumetrie demolite a causa di eventi bellici ovvero da cause eccezionali, previa dimostrazione della loro esistenza, tramite presentazione di piano di recupero.

Filo stradale E’ la linea virtuale di distanza dal limite stradale, definita dal codice stradale, a cui si devono attenere le nuove costruzioni e gli ampliamenti.

Distanza dalla viabilità principale e secondaria La distanza corrisponde al segmento minimo fra le proiezioni orizzontali delle massime sporgenze di edifici antistanti. Le distanze sono fissate dalle norme del R.U nel rispetto del DM 2/4/68 n1444. Ogni strada sia esistente che di progetto dovrà essere munita di marciapiede della larghezza minima di 1,50 ml. Lungo la viabilità dovranno essere reperiti spazi adeguati per l’alloggiamento dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Le distanze minime fra i fabbricati prospicienti le strade, qualora non sia prescritto dal R.U. diverso allineamento, devono corrispondere alla larghezza della strada maggiorata di: ml.5,00 per lato se la strada è larga ml 6,00; ml 7,00 per lato se la strada è larga tra ml 6,00 e ml 10; ml 10,00 per lato se la strada è larga tra ml 10 e ml 13,00;

ART.6

DESTINAZIONI D’USO

Le destinazioni d’uso in applicazione alla L.R. n° 39/1994 sono definite per categorie indicate con lettera alfabetica di attività come segue: a) Residenziale b) Industriale e artigianale

13 c) Commerciale d) Turistico ricettiva e) Direzionale f) Pubblica o di interesse pubblico g) Agricola ed altre attività ad essa connesse

ART.7

TIPI DI INTERVENTO

I tipi di intervento relativi al patrimonio edilizio esistente fanno riferimento alle definizioni dell’art 31 legge 5.8.1978 n°457 specificate dalla L.R.25.5.1980 n°59 allegato “A” I tipi di intervento sono i seguenti:

Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Restauro e risanamento conservativo Ristrutturazione edilizia Ristrutturazione edilizia di tipo D1 Ristrutturazione edilizia di tipo D2 Ristrutturazione edilizia di tipo D3 Ristrutturazione urbanistica “E” Ampliamento Riconversione Accorpamento di volumi o traslazione degli stessi Demolizione.

ART.8

ATTITUDINE ALL’EDIFICABILITA’ DEI SUOLI.

Per la fattibilità delle opere in rapporto alle caratteristiche dei terreni, dovrà essere rispettato lo studio geologico del territorio comunale facente parte integrante degli atti del P.S e quanto prescritto nella carta della fattibilità .

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Per gli interventi che prevedono un nuovo impegno di suolo dovranno essere sviluppati la valutazione degli effetti ambientali e tutti gli studi che si rendessero necessari per un migliore inserimento nel quadro generale ambientale.

ART.9

AREE SOGGETTE AD USI CIVICI

Le aree soggette ad Usi Civici di cui all’art.20 del P.S. risultano ancora in corso di definizione da parte della Regione Toscana, pertanto non compaiono in cartografia. I vincoli relativi agli Usi Civici entreranno in vigore al momento di un definitivo accertamento dello status storico giuridico del demanio civico da parte della Regione Toscana.

ART.10

POTERI DI DEROGA

Il Sindaco , nel rispetto delle procedure di legge, dopo deliberazione del Consiglio Comunale, potrà autorizzare deroghe al Regolamento Urbanistico per edifici pubblici o di interesse pubblico o per interventi derivanti da calamità naturali o sopravvenute necessità; i poteri di deroga dovranno comunque rispettare le procedure di legge.

15

TITOLO II - ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO.

ART.11

ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Il presente Regolamento Urbanistico oltre che con il bilancio comunale, si attua specificatamente con interventi diretti e con Piani Attuativi di iniziativa pubblica o privata, progetti di opere pubbliche e tutti i piani e progetti di settore previsti da leggi e regolamenti che concorrono a determinare l’uso dei suoli e degli edifici . Gli interventi diretti sono: a) Concessione edilizia b) Concessione Edilizia Convenzionata c) Attestazione di conformità d) Progetti comunali esecutivi I piani attuativi hanno i contenuti e l’efficacia dei seguenti piani o programmi: a) Piani Particolareggiati (legge 1150/42) Piani per l’Edilizia Economica e Popolare (Legge 167/62) Piani per gli Insediamenti Produttivi (Legge 865/1971) b) Piani di Lottizzazione (Legge 1150 /42) c) Piani di Recupero (Legge 457/78) Programmi di Recupero Urbano (Legge 493/93) d) Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale (Legge regionale 64 /95)

Inoltre il presente R.U si attua mediante le normative vigenti e attraverso le procedure esplicitate nelle diverse aree. Ove non definito dal R.U., le porzioni di territorio da assoggettare alla preventiva formazione di strumento attuativo sono delimitate in sede di programmazione pubblica o a seguito di richiesta da parte dei privati, senza che queste costituiscano variante al R.U. stesso.

Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono sempre consentiti con la permanenza delle attività in atto, anche se in contrasto con le destinazione d’uso previste dal piano, purché legittimamente insediate, fatte salve specifiche norme relative alle singole aree o gruppi di edifici.

Analoghe limitazioni si applicano agli edifici ricadenti su aree destinate alla viabilità e servizi o su aree sottoposte alla procedura dello strumento attuativo , cosi come indicato dal presente R.U.

16

Gli interventi su edifici esistenti, quando non siano previste né modificazioni della sagoma e alla superficie lorda di pavimento, né variazioni di destinazione d’uso sono attuati secondo le disposizioni delle leggi vigenti. La procedura di inizio di attività è vietata per gli edifici sottoposti alla tutela della legge 1089/39 e legge 1497/39, salvo eventuali e successive modifiche di legge. Per detti edifici sono fatti salvi i nulla osta delle autorità competenti. Gli interventi sugli edifici non vincolati dalle leggi 1089 e 1497 , ma ricadenti in aree a vincolo paesaggistico, devono essere valutati dalla Commissione Edilizia integrata. La realizzazione delle opere dirette al superamento delle barriere architettoniche è consentita ai sensi e nei limiti previsti dalle leggi vigenti in materia; tali opere devono essere attuate nel rispetto dei valori presenti e caratterizzanti gli edifici.

Nell’ambito degli strumenti attuativi di iniziativa pubblica e privata o di concessioni convenzionate o in sede di comparto ex art.23 L.1150/42, le aree per l’urbanizzazione primaria e le aree per i servizi, devono essere cedute gratuitamente o asservite all’uso pubblico. L ‘Amministrazione non accetta la cessione di aree di difficoltosa utilizzazione e/o di oneroso mantenimento a causa delle dimensioni, della conformazione, della ubicazione e dello stato idrogeologico del suolo. In alternativa alla cessione gratuita di aree per servizi, in caso di dimostrata impossibilità del loro idoneo reperimento nella località dell’intervento, in presenza di impegno da parte della Pubblica Amministrazione di realizzazione del servizio nel triennio, è ammessa la monetizzazione delle aree da parte del privato, secondo i criteri per la determinazione dell’indennità di esproprio, con riferimento all’area di intervento e alle sue capacità edificatorie, limitatamente ai seguenti casi: - interventi in aree di ristrutturazione urbanistica o storiche; - interventi di aree consolidate che richiedono la dismissione o l’assoggettamento ad uso pubblico di aree a parcheggio; - le concessioni previste nelle aree per le attività produttive;

Il Regolamento Urbanistico individua le zone di recupero ex legge 457/78 art. 27 delimitate da opportuna perimetrazione. Per le aree individuate nelle classi di pericolosità geomorfologica e idraulica si ammettono gli interventi indicati nelle norme tecniche dello studio geologico, in quanto parte integrante delle presenti norme, nonché secondo la seguente tabella:

17

Per quanto riguarda il RISCHIO IDRAULICO:

SINGOLE ATTUAZIONI Delibera Consiglio Regionale 230/94. Nuovi volumi, Ampliamenti, Ristrutturazioni con Precisazioni vincoli, direttive per gli ambiti aumento del carico urbanistico A1-A2-B. (1) ….. Delibera Autorità di Bacino Fiume Arno n° 107 del 15.07.97 e successive modifiche (carta delle pertinenze fluviali; Carta delle aree allagate) Indicazioni di cui alla indagine sulla pericolosità e fattibilità del presente R.U. PIANI ATTUATIVI Delibera Consiglio Regionale 230/94 Precisazioni vincoli, direttive per gli ambiti A1-A2-B. Delibera Autorità di Bacino Fiume Arno n° 107 del 15.07.97 e successive modifiche (carta delle pertinenze fluviali; Carta delle aree allagate) Indicazioni di cui alla indagine sulla pericolosità e fattibilità del presente R.U. Indicazione del PTC delibera C.P. 349/98 art. 3 comma 14 (classi 3b-4a-4b) (2) ……

(1) Se rientranti in ambito “B” non sono soggetti alle direttive. (2) Inerenti il controllo obbligatorio da parte del Genio Civile.

Per quanto riguarda le CARATTERISTICHE DEL TERRENO:

Nuove costruzioni Ampliamenti e Sopraelevazioni PERIZIA GEOLOGICA e GEOTECNICA Ristrutturazioni che comportino aumenti di Decreto Ministero Lavori Pubblici 11.03.88 carico sul terreno. Strumenti Urbanistici Attuativi. PERIZIA DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA Piani di Lottizzazione – Piani di Recupero D.M. 94 del 12.02.85 punto 4.2 Piani Particolareggiati Nuove costruzioni nell’ambito di Strumenti PERIZIA GEOLOGICA e GEOTECNICA Attuativi non corredati di perizia di fattibilità geologica Nuove costruzioni nell’ambito di Strumenti PERIZIA GEOTECNICA Attuativi Già corredati di perizia di fattibilità geologica Varianti Parziali al R.U. PERIZIA DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA D.M. 94 del 12.02.85 punto 6.2

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ART 12

CARATTERISTICHE DEI PIANI ATTUATIVI

I Piani Attuativi sono strumenti urbanistici di dettaglio approvati dal Comune con la procedura di cui all’art. 69 della L.R.1/05 e successive modificazioni ed integrazioni. In rapporto agli interventi previsti possono avere i contenuti di uno o più Piani o Programmi elencati nell’art. 11; e l’atto di approvazione del Piano individua leggi di riferimento. Devono rispettare le destinazioni di zona indicate nelle tavole del R.U, gli indici edilizi ed urbanistici e devono contenere le verifiche degli effetti ambientali, nonché una progettazione di dettaglio che definisca gli impatti ambientali. In ogni caso il progetto deve essere relativo all’intera area prevista dal R.U. e sottoscritto da tutti i proprietari; sono possibili interventi a comparti funzionali con dimostrazione della verifica degli standards e della funzionalità delle opere di urbanizzazione. Qualora i Piani Attuativi siano in variante, possono essere adottati e approvati contestualmente alle varianti al Regolamento Urbanistico. Le variazioni alle linee guida del Regolamento Urbanistico esposte nelle tavole di progetto debbono essere motivate sotto il profilo compositivo e urbanistico dell’area, con valutazioni dell’inserimento ambientale dell’intervento. Le convenzioni attuative fanno parte di Piani Attuativi o sono da stipulare in attuazione di impegni convenzionati .Esse disciplinano: - la cessione gratuita al Comune delle aree destinate a sedi viarie e a servizi o l’eventuale assoggettamento ad uso pubblico delle stesse; - la cessione gratuita al Comune delle aree di trasformazione per servizi e delle aree di riqualificazione ambientale nel caso in cui il privato utilizzi la capacità edificatoria di dette aree. - la realizzazione delle opere di urbanizzazione da effettuarsi o la loro monetizzazione o il versamento degli oneri di concessione.

I PIANI ATTUATIVI DI INIZIATIVA PUBBLICA dovranno comprendere: - la rete viaria suddivisa in percorsi carrabili, pedonali; - gli allineamenti edilizi; - gli spazi di sosta, di parcheggio pubblico e privato e gli spazi per attrezzature pubbliche; - la progettazione esecutiva delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria (fognature, rete idrica, telefonica, energia elettrica, pubblica illuminazione, verde attrezzato);

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- dimostrazione delle modifiche qualitative e quantitative indotte sull’ambiente, in particolare relative a suolo, acqua, ecc.; - progetto e quantificazione delle misure previste per ridurre, compensare o eliminare gli eventuali effetti negativi sull’ambiente, durante la realizzazione o la gestione delle opere; - l’indicazione delle aree da vincolare o da espropriare o da acquisire comunque al patrimonio pubblico, accompagnate da elenchi catastali e dai costi di esproprio in base alle valutazioni conseguenti alla L.10/1977 e successive disposizioni regionali.

PIANI ATTUATIVI DI LOTTIZZAZIONE

Sono piani di iniziativa privata ed hanno lo scopo di precisare nel dettaglio gli interventi per le opere di urbanizzazione e gli interventi edificatori inerenti ad una determinata area. Il contenuto è analogo a quanto previsto per i piani di iniziativa pubblica. Se le aree di intervento ricadono in zone di particolare pregio o di particolare importanza urbanistica, oltre agli elaborati di rito, il progetto deve essere corredato da uno studio planivolumetrico e da un plastico in scala adeguata per leggere più attentamente l’inquadratura generale. Il verde e i parcheggi sono vincolanti al fine di realizzare le previsioni urbanistiche del R.U. Per l’effettiva attuazione del R.U si consente ai proprietari di almeno i ¾ della superficie e del valore degli immobili interessati di poter presentare un piano di lottizzazione unitario. L’A.C potrà farvi apportare le modifiche che riterrà più opportuno e successivamente fare proprio tale piano di lottizzazione , espropriando con costi a carico degli Aderenti alla lottizzazione nel rispetto della legge n° 1150 / 42 e successive modifiche e integrazioni. Nel caso esistessero delle incongruenze tra i piani attuativi convenzionati e il R.U valgono gli strumenti di dettaglio approvati. Per tutti i Piani Attuativi di iniziativa privata si dovrà predisporre apposita convenzione da trascriversi nei registri immobiliari a cura e spese dei richiedenti ad avvenuta approvazione del piano che regolerà obblighi e diritti dei lottizzanti nei confronti dell’A.C. Nella convenzione ,nel rispetto delle leggi vigenti, si dovrà prevedere: - cessione gratuita delle aree per l’urbanizzazione primaria e secondaria; - assunzione a carico dei proprietari degli oneri relativi alle opere di urbanizzazione primaria da cedere al Comune e delle opere necessarie per allacciare la zona ai pubblici servizi;

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- la corresponsione della quota di contributo per le opere di urbanizzazione secondaria, nella misura stabilita dal Comune nel proprio regolamento degli oneri di urbanizzazione e costruzione; - congrue garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione.

PIANI ATTUATIVI CON CARATTERE DI PIANI DI RECUPERO.

I Piani Attuativi aventi carattere di Piani di Recupero disciplinano il recupero degli immobili, complessi edilizi isolati, aree di degrado urbanistico, interventi di ristrutturazione urbanistica, aree di degrado geofisico. Tali piani di recupero devono indicare: - la situazione geologica ed idrogeologica dell’area; - gli assetti degli edifici; - le aree ,gli immobili da destinare ad opere, attrezzature e impianti di interesse pubblico; - gli immobili in tutto o in parte oggetto di demolizioni; - le unità minime di intervento; - le modalità, i tempi di attuazione e le finalità degli interventi, nonché le convenzioni tipo; - gli interventi alla cui attuazione devono prevedere i proprietari e quelli a carico del Comune; - le modalità sostitutive da parte del Comune nel caso di inadempienza dei privati tenuti alla attuazione degli interventi.

Il Comune, in sede di convenzione, può individuare le quote di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata, convenzionata e agevolata sulla base di separati provvedimenti deliberativi in materia. Le aree individuate dal presente R.U. come zone di recupero hanno una normativa che supera prescrizioni e vincoli su edifici presenti negli elenchi previsti per il territorio di Santa Maria a Monte ai sensi della L.R. n° 59/80 e L.R. n° 10/79.

ATTUAZIONE ANTICIPATA: VIABILITA’ e VERDE PUBBLICO.

Nei casi in cui il piano individua, all’interno delle aree di trasformazione o delle aree da trasformare per servizi, tratti di viabilità principale e verde pubblico, é facoltà dell’Amministrazione procedere alla realizzazione degli stessi, anche prima dell’approvazione delle trasformazioni ,attraverso le modalità di esproprio.

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In alternativa all’esproprio i proprietari, in caso di cessione gratuita delle aree necessarie alla viabilità e verde pubblico, possono rimanere titolari della relativa quota di utilizzazione edificatoria, da utilizzare in sede di trasformazione per un periodo non superiore a cinque anni dalla data di cessione delle aree.

Gli Enti istituzionalmente competenti possono realizzare opere pubbliche su area di proprietà pubblica anche prima dell’approvazione dei Piani Attuativi purché gli interventi siano compatibili con le prescrizioni contenute nelle tavole di piano . Nelle aree destinate a servizi è possibile realizzare impianti tecnici di interesse generale per la erogazione di pubblici servizi e di servizi di interesse pubblico, compresi gli impianti tecnologici funzionali all’attuazione del piano energetico comunale di cui all’art. 5 L.10/91

ART. 13

PIANI URBANISTICI ATTUATIVI IN CORSO DI ESECUZIONE E CONVENZIONATI SIA DI INIZIATIVA PUBBLICA CHE PRIVATA

Restano vigenti i parametri urbanistici contenuti nello strumento urbanistico attuativo stesso e tutte le prescrizioni contenute nelle tavole di progetto e nella convezione trascritta con atto pubblico, stipulato antecedentemente alla data di adozione del P.S..

ART. 14

LOTTIZZAZIONI DI UFFICIO

Il Sindaco ha facoltà di invitare i proprietari delle aree fabbricabili a presentare, entro il termine stabilito dal Comune, un progetto di lottizzazione delle aree stesse, anche per evitare la decadenza delle previsioni. Se i proprietari non aderiscono all’invito, il Sindaco può prendere l’iniziativa per la compilazione di ufficio (Art. 8 Legge 765/67 e succ. disposizioni regionali)

Il Piano di Lottizzazione compilato d ‘ufficio, una volta approvato, è notificato in via amministrativa ai proprietari delle aree comprese nel piano con invito a dichiarare entro trenta giorni dalla notifica, l’accettazione e la volontà di attuarlo. Le spese sono a carico dei proprietari.

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Nel caso in cui i proprietari non dichiarino di accettare ed attuare il piano di lottizzazione, il Comune ha facoltà di procedere all’esproprio . Le predisposizioni di cui sopra sono applicabili anche nel caso in cui i proprietari, pur avendo dichiarato di aderire, non presentino il P.L. nel termine assegnato o lo presentino incompleto oppure lo presentino con prescrizioni difformi rispetto alle norme del presente Regolamento Urbanistico.

ART. 15

INFRASTRUTTURE PER LA VIABILITA’ ED ALTRE AREE DI RISPETTO

Le infrastrutture viarie comprendono strade, svincoli, fasce di rispetto esistenti e di progetto previste dalla pianificazione Regionale e Provinciale. Il complesso delle infrastrutture fa riferimento all’Art. 22 (Sistema infrastrutturale n° 4) delle N.T.A. del P.S.. L’indicazione delle strutture viarie data dalla cartografia del R.U. è di massima, pertanto non è vincolante per il tracciato definitivo, il quale sarà stabilito dal progetto esecutivo dell’opera nel rispetto delle leggi in materia ed in particolare del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada di cui al DPR N° 610/1996. Le aree comprese nelle fasce di rispetto possono essere destinate a corsie di servizio, ampliamento delle carreggiate, parcheggi pubblici, percorsi pedonali e ciclabili, alberature, sistemazioni a verde pubblico, conservazione dello stato dei luoghi, uso agricolo, usufruite come destinazione d’uso delle zone adiacenti, pur rimanendo inedificabili, ma contribuendo all’edificabilità dei lotti di appartenenza. Tali aree possono essere soggette a esproprio, in caso di pubblica utilità. In dette fasce è consentita la costruzione di viabilità di servizio e degli accessi ai lotti; a tempo determinato, con apposite convenzioni, possono essere usufruite per stazioni di servizio carburanti. E’ vietata qualsiasi costruzione ad eccezione di acquedotti o simili. Per gli edifici ricadenti in tali aree, fasce di rispetto stradale, sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione senza aumento di volume; nel caso di demolizione dell’edificio, può essere realizzato altro edificio con pari volume in lotti adiacenti resi edificabili dal R.U.. Per gli edifici ricadenti in parte nella fascia di rispetto è ammesso l’ampliamento fuori della fascia e/o la costruzione di un volume pari a quello demolito all’interno della fascia stessa.

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Le aree non edificate saranno mantenute a spese dei proprietari, la manutenzione è obbligatoria per la sicurezza e il decoro dell’ambiente. Il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico prevedono nel loro progetto generale piste ciclabili e pedonali con funzione di distribuzione alternativa al trasporto veicolare, per il tempo libero e lo svago. La loro sezione stradale avrà una larghezza di 2.00 ml; saranno pavimentate con apposita tecnologia che scarti l’asfalto o il calcestruzzo di cemento. Si darà priorità a pavimentazioni dette bianche. Possono essere realizzati percorsi equestri per funzioni turistico-sportive. Le piste ciclabili e le piste equestri possono essere sottoposte a servitù tramite accordi con le proprietà. La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare nell'aprire canali e fossi, o nell'eseguire qualsiasi escavazione, lateralmente alle strade, non può essere inferiore alla profondità dei canali, dei fossi o delle escavazioni, ed in ogni caso non può essere inferiore a 3 metri. Fuori dai centri abitati,(esterne alle UTOE urbane) per le zone dove il R.U non prescrive particolari distanze, le distanze dal confine stradale, da rispettare non potrà essere inferiori a:

• 20 metri per le strade di tipo C, ovvero strade extraurbane secondarie; • 10 metri per le strade di tipo F, ovvero strade extraurbane locali; • 7.50 metri per le strade vicinali (o poderali od interpoderali o di bonifica).

La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare alberi lateralmente alla strada, non può essere inferiore alla massima altezza raggiungibile per ciascun tipo di essenza a completamento dei ciclo vegetativo e comunque non può essere inferiore a 6 metri. La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare lateralmente alle strade siepi vive, anche a carattere stagionale, tenute ad altezza non superiore ad 1 metro sul terreno, non può essere inferiore ad 1 metro. Tale distanza si applica anche per le recinzioni non superiori ad 1 metro costituite da reti metalliche, staccionate in legno, fili spinati e materiali similari, sostenute da paletti infissi direttamente nel terreno o in cordoli emergenti non oltre 30 centimetri dal suolo. La distanza dal confine stradale, fuori dai centri abitati, da rispettare per impiantare, lateralmente alle strade, siepi vive o piantagioni di altezza superiore ad 1 metro sul terreno, non può essere inferiore a 3 metri. Tale distanza si applica anche per le recinzioni di altezza superiore ad 1 metro sul terreno costituite da recinzioni leggere, reti metalliche e materiali similari, sostenute da paletti infissi direttamente nel terreno o in cordoli emergenti non oltre 30 centimetri dal suolo, e per quelle di altezza

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inferiore ad 1 metro sul terreno se impiantate su cordoli emergenti oltre 30 centimetri dal suolo. La fascia di rispetto nelle curve fuori dai centri abitati, da determinarsi in relazione all'ampiezza della curvatura, è soggetta alle seguenti norme: a) nei tratti di strada con curvatura di raggio superiore a 250 metri si osservano le fasce di rispetto con i criteri indicati ai precedenti commi per gli altri tratti di strada fuori dai centri abitati; b) nei tratti di strada con curvatura di raggio inferiore o uguale a 250 metri, la fascia di rispetto è delimitata, verso le proprietà antistanti, dalla corda congiungente i punti di tangenza, ovvero dalla linea, tracciata alla distanza dal confine stradale indicata ai precedenti commi per gli altri tratti di strada fuori dai centri abitati in base al tipo di strada, ove tale linea dovesse risultare esterna alla predetta corda. In corrispondenza di incroci e biforcazioni le fasce di rispetto, fuori dai centri abitati, determinate dalle distanze minime indicate ai precedenti commi, sono incrementate dall'arco determinato dal triangolo avente due lati sugli allineamenti di distacco, la cui lunghezza, a partire dal punto di intersezione degli allineamenti stessi, sia eguale al doppio delle distanze precedentemente indicate, afferenti alle rispettive strade e il terzo lato costituito dalla retta congiungente i due punti estremi. All'esterno dei centri abitati le distanze tra gli accessi alle strade non possono essere inferiori a 200 metri per le strade provinciali. Nelle fasce di rispetto stradale sono inoltre ammissibili le trasformazioni degli edifici e degli altri manufatti edilizi esistenti rientranti nelle definizioni di manutenzione ordinaria, di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione, e di ampliamento purché da realizzarsi nella parte non prospiciente il fronte stradale. Il limite del centro abitato corrisponde al perimetro delle U.T.O.E. urbane previste dal R.U..

VINCOLI

RISPETTO CIMITERIALE

Simbolo grafico

Sono comprese le aree occupate dai cimiteri esistenti e quelle destinate al loro ampliamento. Le relative fasce di rispetto sono regolate dalla normativa vigente (art. 338 del R.D. 1265/1934 e successive modifiche) non possono avere larghezza inferiore a ml 50, all’interno delle quali è vietata l’edificazione, inoltre l’area di

25 rispetto dai pozzi di captazione delle riserve idriche dovrà essere non inferiore a ml 200. Entro le fasce di rispetto dei cimiteri sono ammesse esclusivamente le trasformazioni volte a realizzare: a) elementi viari; b) parcheggi scoperti, nonché parcheggi coperti interrati; c) reti idriche; d) reti fognanti; e) metanodotti, gasdotti, e simili; f) sostegni di linee telefoniche e telegrafiche; g) manufatti amovibili o precari. Nelle fasce di rispetto dei cimiteri sono inoltre ammissibili le trasformazioni degli edifici e degli altri manufatti edilizi esistenti rientranti nelle definizioni di manutenzione ordinaria, di manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo.

Per gli spazi ricadenti nelle fasce di rispetto dei cimiteri sono compatibili le seguenti utilizzazioni: - giardinaggio; - giardini autonomi; - commercio al dettaglio ambulante in aree pubbliche; - mobilità pedonale; - mobilità meccanizzata;

DISTANZE DAGLI ELETTRODOTTI I fabbricati adibiti a funzioni abitative, ovvero ad altre funzioni comportanti la permanenza prolungata di persone, non possono essere edificati a distanze inferiori a quelle sotto indicate dalle linee elettriche aeree esterne: - linee elettriche a 132 KV: 10 metri; - linee elettriche a 220 KV: 18 metri; - linee elettriche a 380 KV : 29 metri. secondo quanto prescritto dal Decreto Presidente Consiglio dei Ministri 23 Aprile 1992.

DISTANZE DALLE CONDOTTE DI LIQUIDI E DI SOSTANZE GASSOSE

Ferma restando ogni eventuale disposizione più restrittiva posta da leggi, da atti aventi forza di legge e da provvedimenti amministrativi dello Stato, della Regione Toscana, ovvero da atti costitutivi di servitù, fuori dai centri abitati, ed altresì nelle aree da

26 realizzare mediante nuovo impianto previste dal presente strumento di pianificazione urbanistica, nelle fasce di 10 metri, per quanto riguarda i vincoli riferiti a: - vincolo acquedotti; - zona di rispetto che interessa gli impianti di attingimento, trattamento, trasporto acque potabili; - vincolo idrogeologico e forestale; - vincolo archeologico; - vincolo paesaggistico; - vincolo sismico; - vincolo ad Uso Civico; Si rimanda alle leggi specifiche in materia.

DISTRIBUTORI DI CARBURANTE I distributori di carburante sono confermati nella loro localizzazione e dimensione attuale; sarà possibile modificare ubicazione e caratteristiche in base a specifico programma di settore approvato dal Consiglio Comunale.

GARAGE E’ consentita la realizzazione di garage di superficie massima di 25 mq lordi avente volume massimo di 65 mc, purché asservito all’unità residenziale con vincolo registrato e trascritto. La volumetria dovrà essere accorpata al fabbricato principale; tale norma è valida in tutto il territorio Comunale, ma non è applicabile nelle zone storiche, di recupero, nelle aree di nuova espansione residenziale e nella U.T.O.E. 1A1.

PISCINE E’ sempre consentita la realizzazione di piscine . Purché si rispettino le distanze dai confini previste dal presente Regolamento Urbanistico per le zone dove saranno dislocati tali manufatti.

CONDONI Le strutture dei locali oggetto di condono, anche se realizzati con materiali precari, potranno essere oggetto di ristrutturazione, attraverso opere di ricostruzione, salvo diritti di terzi.

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TITOLO III - DISCIPLINA GENERALE DEL TERRITORIO

SISTEMA TERRITORIALE DI COLLINA N° 1

SUBSISTEMA TERRITORIALE DI AREE PREVALENTEMENTE BOSCATE “ 1A” Riferimento al Piano Strutturale: Art.13

Prescrizioni vincolanti punto 3 c

Sono parti di territorio estremamente importanti dal punto di vista ambientale, in quanto coperte da vaste macchie di boschi aventi particolare rilevanza nel Piano Strutturale e nello Statuto dei Luoghi.

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ART. 16

AREE BOSCATE

Simbolo grafico Sono ammessi i seguenti interventi: - la messa in sicurezza del territorio con progetti specifici a cura dei proprietari ; - il recupero delle aree degradate percorse dal fuoco mediante la ripiantumazione delle essenze tipiche dei luoghi; - non è consentita la realizzazione di nuove strade, né poderali né di altro tipo. Dovrà essere conservata e mantenuta la rete stradale presente al catasto Leopoldino individuata nelle tavole del R.U.; - non sono ammesse le demolizioni dei segni di arredo urbano come immaginette, cippi, piante ecc. L’A.C. provvederà ad un loro censimento ed al loro restauro Le parti di area boscata ricadenti in zona di completamento o di espansione residenziale (individuate dalla doppia retinatura) sono inedificabili,ma hanno una potenzialità edificatoria sfruttabile nella adiacente area edificabile,secondo gli indici della stessa .

ART. 17

AREE BOSCATE A PARCO DI INTERESSE SOVRACOMUNALE

Simbolo grafico

Sono ammessi i seguenti interventi: - la messa in sicurezza del territorio con progetti e interventi pubblici e/o privati; - l’Amministrazione Comunale predisporrà un progetto organico dell’intera zona evidenziando e valorizzando i percorsi e l’assetto vegetazionale al fine di un utilizzo a scopo didattico, sportivo e del tempo libero con attrezzature, segnaletica e quanto necessario a un’agevole fruizione. Il progetto organico potrà essere realizzato a lotti funzionali. Le aree attualmente esistenti adibite a parcheggio in fregio alla strada comunale di Cerretti sono confermate dal presente R.U. a condizione che non vengono abbattute piante di alto fusto ed il suolo rimanga non pavimentato.

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ART. 18

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-A-1 AREE PODERALI STORICIZZATE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.13 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

Queste sono aree di considerevole rilevanza ambientale che il P.S ha definito di conservare nel loro insieme e nella loro tipologia esistente. Debbono essere conservati i perimetri naturali definiti come invarianti dal P.S. Non sono ammesse modifiche all’assetto stradale, alla finitura delle pavimentazioni delle strade stesse e degli assetti poderali delle aree coltivate.

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la documentazione da presentare sarà quella indicata per le zone di recupero. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

ZONE DI RECUPERO

simbolo grafico Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni.

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Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, turistico – ricettivo anche integrato con la residenza, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero.

Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale.

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Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE

simbolo grafico In tali aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale sono ammesse le seguenti trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali all'effettuazione dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle altre attività produttive primarie; b) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di trasporto motorizzati; c) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, le quali non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti; d) la realizzazione e la manutenzione di reti tecnologiche, quali gli acquedotti, le fognature, i sistemi per il trasporto dell'energia e delle telecomunicazioni, e simili, nonché di infrastrutture tecniche e di difesa dei suolo, quali canali, opere di regolazione idraulica, e simili; e) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas e per gli acquedotti, e simili; f) la manutenzione, il ripristino, la realizzazione di recinzioni, esclusivamente: con reticolati radi di pali di legno, ovvero con siepi di essenze arbustive, ovvero con reti metalliche mascherate sui due lati con essenze arbustive potate a siepe, soltanto a perimetrazione delle aree di pertinenza di edifici esistenti; g) promozione di attività integrative del reddito ,quali ad esempio l’agriturismo, la fruizione del territorio rurale per il tempo libero mediante piste ciclabili, equestri, carrabili. h) gli interventi miranti alla valorizzazione del territorio come formazione di orti ecc.

32 i) dovranno essere adottate particolari misure affinché la qualità delle acque e degli ambienti protetti non sia occasionalmente o sistematicamente compromessa dall’immissione di diserbanti, pesticidi e da altri prodotti chimici utilizzati per l’esercizio dell’agricoltura. I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale per le attività produttive delle aziende agricole possono essere richiesti anche in mancanza di interventi edilizi, con l’obiettivo del controllo e della trasformazione del paesaggio agricolo. Non sono ammessi nuovi edifici ad uso residenziale non legati alla conduzione del fondo; sono ammessi interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso. Gli interventi edilizi e i cambi di destinazione d’uso, devono comunque garantire, per il territorio di riferimento, il mantenimento delle sistemazioni idrauliche-agrarie tradizionali dei filari di alberi e arbusti, manufatti di rilevanza paesaggistica, storica e testimoniale. E’ consentita la realizzazione di nuovi annessi agricoli con una dimensione massima di 30 mq, ad un piano fuori terra e nell’ambito esclusivo delle aree di pertinenza, per aziende e attività agricole con fondi di superficie inferiore ai minimi consentiti o nel caso di manufatti eccedenti le capacità produttive del fondo. Detti manufatti devono inserirsi nel contesto ambientale con tipologie e materiali tradizionali che saranno definiti con apposito atto amministrativo, la loro realizzazione è subordinata alla stipula di atto unilaterale d’obbligo con destinazione esclusiva ad uso annesso agricolo.

E’ ammessa, per svolgere attività agricole delle aziende e di privati ,per la conduzione di orti singoli, l’installazione di manufatti precari delle dimensioni massime di 9 mq. La tipologia sarà definita successivamente con apposito atto amministrativo e comunque il periodo di utilizzazione non dovrà superare tre anni, ma potrà essere rinnovato dall’Amministrazione Comunale. Per gli edifici residenziali con destinazione d’uso agricola sono ammessi interventi di ristrutturazione urbanistica fino ad un massimo di 600 mc di volume ricostruito e ampliamento una tantum fino ad un massimo di 100 mc. Interventi di maggiore dimensione sono consentiti, nel rispetto delle superfici fondiarie minime dopo approvazione di Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale. Sono escluse attività artigianali o industriali non connesse con la trasformazione di prodotti agricoli. Nel caso di rustici non più utilizzati ai fini agricoli o non collegati ad aziende o già deruralizzati sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria, restauro, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica anche con accorpamento di volumi presenti nel resede.

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E’ ammesso il mutamento di destinazione d’uso ,con esclusione di attività industriali e artigianali. Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. In ogni caso dovrà essere sempre presentata una documentazione necessaria a dimostrare la tipologia costruttiva del fabbricato per capire l’origine del manufatto al fine di conservarne gli elementi architettonici o tipologici rimasti. Nel caso di rustici collegati con manufatti precari che non appartengono ad aziende agricole, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica nel rispetto del volume preesistente per il riordino del lotto sono consentito l’accorpamento e la demolizione dei manufatti precari. Non è consentito costruire muri divisori nell’ambito delle corti, anche in edifici lineari. In tutti gli interventi dovranno essere applicate tecnologie con materiali tradizionali e colori tipici della zona. Il progetto dovrà descrivere in forma dettagliata le tecniche adottate, con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento del contesto ambientale. L’altezza massima di zona sarà di ml 6,50 ad eccezione delle volumetrie storiche, quali altane, depositi ,piccionaie ecc. Queste strutture che escono dall’altezza di zona, ma sono indispensabili per mantenere la tipologia architettonica originaria, dovranno essere documentate con appositi rilievi grafici e fotografici. All’interno dell’UTOE 1A1 (Aree Poderali storicizzate) e 1A3 (Aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale), al fine di favorire la fruizione e la valorizzazione del sistema naturalistico ambientale, l'amministrazione comunale potrà prendere in esame proposte finalizzate alla realizzazione di parchi ed aree attrezzate di interesse collettivo convenzionate con l'Ente pubblico purché riferite ad un ambito territoriale di estensione non inferiore ai 6 ha, per il quale sia presentato uno specifico Piano Attuativo comprendente sia le aree di salvaguardia e tutela che le aree destinate alla fruizione a carattere ricreativo e del tempo libero.

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Al fine di favorire l'utilizzo di tali aree potranno essere consentiti, nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale, la realizzazione di strutture di servizio e di ristoro fino ad un massimo di mq 200 di s.l.., superfici per l'attività ricreativa e sportiva all'aperto. Sia per la realizzazione delle strutture edilizie che delle sistemazioni di carattere ambientale, dovranno essere adottate soluzioni che garantiscano il corretto inserimento degli interventi nel contasto naturale e paesaggistico circostante, con particolare attenzione ai caratteri tipologici, costruttivi ed estetici dei manufatti nonché agli aspetti relativi alle opere a verde. Gli eventuali parcheggi e spazi di sosta non dovranno essere pavimentati ma realizzati con opportune sistemazioni a verde. Il Piano Attuativo dovrà comunque essere esteso all’intera proprietà del soggetto richiedente, prevedendo interventi di riqualificazione ambientale e naturalistica anche delle aree eventualmente non adibite all’uso pubblico. Qualora all’interno della proprietà vi siano strutture edilizie esistenti, l’intervento dovrà essere necessariamente condizionato al recupero ed alla valorizzazione delle stesse, all’interno delle quali dovranno prioritariamente essere reperiti gli spazi e le attrezzature previste. Al raggiungimento delle superfici minime necessarie per la presentazione del Piano Attuativo concorrono anche le aree in proprietà ricedenti all’interno dell’ UTOE 1A3 (Aree boscate), in quanto interagenti con quelle di cui al presente articolo. Nelle aree boscate non potranno comunque essere previsti interventi edilizi o sistemazioni che apportino riduzione o alterazione della superficie boscata. Con specifica variante al R.U. potrà essere assentita la localizzazione di strutture di carattere ricettivo per il turismo ambientale e naturalistico quali campeggi e strutture turistiche complementari, il cui dimensionamento dovrà essere sottoposto a preventiva valutazione di sostenibilità urbanistica ed ambientale. Tutti gli interventi ricadenti all’interno dell’area S.I.R. delle Cerbaie dovranno prevedere una specifica valutazione di incidenza degli interventi come disposto ai sensi delle L.R. 56/2000 e L.R. 1/05.

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ALLEVAMENTO E ALLENAMENTO CAVALLI

Simbolo grafico

L’esistente attività di allevamento e allenamento cavalli non dovrà comportare modifiche agli elementi caratteristici del paesaggio, come l’abbattimento di particolari alberature caratteristiche. L’interferenza delle piste di allenamento con la viabilità storica deve essere vietata, inoltre l’area interessata dovrà essere arredata da alberature di alto fusto (essenze autoctone). Le attrezzature di aree come parcheggi non dovranno essere pavimentati con materiali impermeabili ma dovranno essere in terra battuta. Gli elementi di delimitazione perimetrale dovranno essere realizzate con siepi di essenze arbustive o con reti metalliche mascherate su due lati con essenze arbustive potate a siepi. Le aperture negli elementi di delimitazione perimetrali possono essere munite solamente di cancelli metallici a sbarra di ferro verniciati con coloriture idonee all’ambiente. Gli elementi di delimitazione perimetrali esistenti che differiscono da quanto prescritto da presente articolo dovranno essere eliminati e sostituiti con elementi come sopra. Per gli edifici esistenti utilizzati per l’attività all’interno della perimetrazione individuata dalle tavole del R.U. sono consentiti gli interventi previsti nelle zone agricole con edifici sparsi a vincolo ambientale. Per quanto riguarda attrezzature specifiche inerenti l’attività (box, stalla, fienile ecc.) dovrà essere presentato all’Amministrazione Comunale un progetto unitario dell’intera area convenzionato con l’Amministrazione Comunale. Tali attrezzature dovranno essere realizzate con materiali tipici dei luoghi (legno, laterizio, copertura in coppi toscani ecc.) con una altezza massima di zona 6,50 ml.

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ART. 19

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-A-2 TAVOLAIA

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.13 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro ,risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente, in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso, a parità di volume, previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente. Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U, quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10.00ml

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TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso.

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Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R. 52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ART. 20

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-A-3 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.13 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico In tali aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale sono ammesse le seguenti trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali all'effettuazione dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle altre attività produttive primarie; b) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di trasporto motorizzati; c) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, le quali non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti;

40 d) la realizzazione e la manutenzione di reti tecnologiche, quali gli acquedotti, le fognature, i sistemi per il trasporto dell'energia e delle telecomunicazioni, e simili, nonché di infrastrutture tecniche e di difesa dei suolo, quali canali, opere di regolazione idraulica e simili; e) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas e per gli acquedotti e simili; f) la manutenzione, il ripristino, la realizzazione di recinzioni, esclusivamente: con reticolati radi di pali di legno, ovvero con siepi di essenze arbustive, ovvero con reti metalliche mascherate sui due lati con essenze arbustive potate a siepe, soltanto a perimetrazione delle aree di pertinenza di edifici esistenti; g) promozione di attività integrative del reddito, quali ad esempio l’agriturismo, la fruizione del territorio rurale per il tempo libero mediante piste ciclabili, equestri, carrabili. h) gli interventi miranti alla valorizzazione del territorio come formazione di orti ecc. i) dovranno essere adottate particolari misure affinché la qualità delle acque e degli ambienti protetti non sia occasionalmente o sistematicamente compromessa dall’immissione di diserbanti, pesticidi e da altri prodotti chimici utilizzati per l’esercizio dell’agricoltura. I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale per le attività produttive delle aziende agricole possono essere richiesti anche in mancanza di interventi edilizi, con l’obiettivo del controllo e della trasformazione del paesaggio agricolo. Non sono ammessi nuovi edifici ad uso residenziale non legati alla conduzione del fondo; sono ammessi interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso. Gli interventi edilizi e i cambi di destinazione d’uso, devono comunque garantire, per il territorio di riferimento il mantenimento delle sistemazioni idrauliche-agrarie tradizionali dei filari di alberi e arbusti, manufatti di rilevanza paesaggistica, storica e testimoniale. E’ consentita la realizzazione di nuovi annessi agricoli con una dimensione massima di 30 mq, ad un piano fuori terra e nell’ambito esclusivo delle aree di pertinenza, per aziende e attività agricole con fondi di superficie inferiore ai minimi consentiti o nel caso di manufatti eccedenti le capacità produttive del fondo. Detti manufatti devono inserirsi nel contesto ambientale con tipologie e materiali tradizionali che saranno definiti con apposito atto amministrativo, la loro realizzazione è subordinata alla stipula di atto unilaterale d’obbligo con destinazione esclusiva ad uso annesso agricolo. E’ ammessa, per svolgere attività agricole delle aziende e di privati ,per la conduzione di orti singoli, l’installazione di manufatti precari delle dimensioni massime di 9 mq. La tipologia sarà definita successivamente con apposito atto

41 amministrativo e comunque il periodo di utilizzazione non dovrà superare un anno, ma potrà essere rinnovato dall’Amministrazione Comunale. Per gli edifici residenziali con destinazione d’uso agricola sono ammessi interventi di ristrutturazione urbanistica fino ad un massimo di 600 mc di volume ricostruito e ampliamento una tantum fino ad un massimo di 100 mc. Interventi di maggiore dimensione sono consentiti, nel rispetto delle superfici fondiarie minime dopo approvazione di Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale. All’interno dell’UTOE 1A1 (Aree Poderali storicizzate) e 1A3 (Aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale), al fine di favorire la fruizione e la valorizzazione del sistema naturalistico ambientale, l'amministrazione comunale potrà prendere in esame proposte finalizzate alla realizzazione di parchi ed aree attrezzate di interesse collettivo convenzionate con l'Ente pubblico purché riferite ad un ambito territoriale di estensione non inferiore ai 6 ha, per il quale sia presentato uno specifico Piano Attuativo comprendente sia le aree di salvaguardia e tutela che le aree destinate alla fruizione a carattere ricreativo e del tempo libero. Al fine di favorire l'utilizzo di tali aree potranno essere consentiti, nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale, la realizzazione di strutture di servizio e di ristoro fino ad un massimo di mq 200 di s.l.., superfici per l'attività ricreativa e sportiva all'aperto. Sia per la realizzazione delle strutture edilizie che delle sistemazioni di carattere ambientale, dovranno essere adottate soluzioni che garantiscano il corretto inserimento degli interventi nel contasto naturale e paesaggistico circostante, con particolare attenzione ai caratteri tipologici, costruttivi ed estetici dei manufatti nonché agli aspetti relativi alle opere a verde. Gli eventuali parcheggi e spazi di sosta non dovranno essere pavimentati ma realizzati con opportune sistemazioni a verde. Il Piano Attuativo dovrà comunque essere esteso all’intera proprietà del soggetto richiedente, prevedendo interventi di riqualificazione ambientale e naturalistica anche delle aree eventualmente non adibite all’uso pubblico. Qualora all’interno della proprietà vi siano strutture edilizie esistenti, l’intervento dovrà essere necessariamente condizionato al recupero ed alla valorizzazione delle stesse, all’interno delle quali dovranno prioritariamente essere reperiti gli spazi e le attrezzature previste. Al raggiungimento delle superfici minime necessarie per la presentazione del Piano Attuativo concorrono anche le aree in proprietà ricedenti all’interno dell’ UTOE 1A3 (Aree boscate), in quanto interagenti con quelle di cui al presente articolo. Nelle aree

42 boscate non potranno comunque essere previsti interventi edilizi o sistemazioni che apportino riduzione o alterazione della superficie boscata. Con specifica variante al R.U. potrà essere assentita la localizzazione di strutture di carattere ricettivo per il turismo ambientale e naturalistico quali campeggi e strutture turistiche complementari, il cui dimensionamento dovrà essere sottoposto a preventiva valutazione di sostenibilità urbanistica ed ambientale. Tutti gli interventi ricadenti all’interno dell’area S.I.R. delle Cerbaie dovranno prevedere una specifica valutazione di incidenza degli interventi come disposto ai sensi delle L.R. 56/2000 e L.R. 1/05.

EDIFICI NON UTILIZZATI AI FINI AGRICOLI : CASE SPARSE

Sono edifici realizzati dopo il 1940, mediante leggi speciali o piani urbanistici generali, oppure edifici di più vecchia costruzione, ma che hanno perso le caratteristiche originarie in quanto oggetto di precedenti radicali interventi. Non evidenziano caratteristiche architettoniche e ambientali tali da far predisporre normative di salvaguardia. Per tali edifici il regolamento urbanistico prescrive i seguenti interventi: a) Manutenzione ordinaria; b) Manutenzione straordinaria; c) Ristrutturazione edilizia; d) Ristrutturazione urbanistica; e) Demolizione completa e ricostruzione pari volume; f) Accorpamento di volumi condonati e/o esistenti; Sono ammessi per i fabbricati ad uso civile abitazione, all’adozione del Regolamento Urbanistico, ampliamenti una tantum, così suddivisi secondo la rispettiva superficie lorda:

- abitazione fino a 90 mq max 130 mq; - abitazione da 91 a 130 mq max 150 mq ; - abitazione da 131 a 150 mq max 20% ; - abitazione oltre 150 mq max 10%. All’interno del resede su cui insistono più unità immobiliari residenziali è possibile accorpare l’ampliamento di superficie spettante a più unità immobiliari al fine di creare una nuova unità immobiliare residenziale solo in seguito a vincolo registrato e trascritto di rinuncia al beneficio di ampliamento. Per i fabbricati ad uso civile abitazione formati da un solo piano e di sotto tetto con altezza minima pari a metri lineari 1,20 è consentita, in alternativa alle condizioni di cui sopra la sopraelevazione fino ad un’altezza media di 2,70 metri lineari. 43

Sono ammessi pergolati purché realizzati con struttura piana. E’ consentita la realizzazione di piscina scoperta nel resede dell’abitazione con adeguato progetto di inserimento ambientale, precisando le modalità di attingimento dell’acqua, di manutenzioni e di scarico delle acque stesse.

Per tali edifici sono previste le seguenti prescrizioni: - distanza dalle strade come art. 26 D.P.R. 495/92 e successive modificazioni; - distanza dai confini 5,00 ml; - distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza, su accordo dei confinanti;

Sono escluse attività artigianali o industriali non connesse con la trasformazione di prodotti agricoli. E’ ammesso il mutamento di destinazione d’uso ,con esclusione di attività industriali e artigianali. Le attività esistenti non legate alla conduzione del fondo, sono consentite fino alla cessazione. La volturazione del nominativo o la variazione di ragione sociale non costituiscono cessazione dell’attività precedente. Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. In ogni caso dovrà essere sempre presentata una documentazione necessaria a dimostrare la tipologia costruttiva del fabbricato per capire l’origine del manufatto per conservare gli elementi architettonici o tipologici rimasti. Nel caso di rustici collegati con manufatti precari che non appartengono ad aziende agricole, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica nel rispetto del volume preesistente per il riordino del lotto. Sono consentiti l’accorpamento e la demolizione dei manufatti precari e la cura degli spazi aperti. Non è consentito costruire muri divisori nell’ambito delle corti, anche in edifici lineari. In tutti gli interventi dovranno essere applicate tecnologie con materiali tradizionali e colori tipici della zona. Il progetto dovrà descrivere in forma dettagliata le tecniche adottate, con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento del contesto ambientale.

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L’altezza massima di zona sarà di ml 6,50 ad eccezione delle volumetrie storiche, quali altane, depositi ,piccionaie ecc. Queste strutture che escano dall’altezza di zona ma sono indispensabili per mantenere la tipologia architettonica originaria dovranno essere documentate con appositi rilievi e da fotografie.

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la documentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità

45 principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme.

Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, turistico – ricettivo anche integrato con la residenza, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero.

Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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SUBSISTEMA TERRITORIALE AMBIENTALE DI TUTELA DEL PAESAGGIO N° 1B

Riferimento al Piano Strutturale: Art. 14 Prescrizioni vincolanti: punto 3 c

Comprende la parte di territorio collinare che si affaccia sulla pianura del fiume Arno, comprende i nuclei storici di Santa Maria a Monte e di Montecalvoli ed è caratterizzato da una immagine paesaggistica di pregio. Per questa area vengono mantenuti gli obbiettivi previsti dal P.S.

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ART. 21

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-B-1 VIA BINDONE, PREGIUNTINO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.14 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro ,risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.,

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme.

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Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ART. 22

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-B-2 SANTA MARIA A MONTE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.14 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il

51 cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente. Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

CENTRO STORICO DI SANTA MARIA A MONTE

simbolo grafico Il centro storico è perimetrato come area soggetta a Piano Particolareggiato esecutivo, in attesa del quale sono ammessi i seguenti interventi: Manutenzione ordinaria; Manutenzione straordinaria; Restauro e risanamento conservativo; Ristrutturazione edilizia di tipo D 1. Sono ammesse le seguenti destinazioni d’uso: Residenza, commercio, artigianato di servizio annesso alla residenza, attività turistico-ricettive, servizi e direzionale. Il piano dovrà essere metodicamente conseguente alla rilettura dei processi storico/tipologici in modo da riconoscere, nel progetto stesso e in un’ottica di continuità, le regole edilizie che sono all’origine del carattere dei luoghi. Il piano dovrà individuare i diversi interventi ammessi, verificando l’attuale disciplina, e potrà prevedere demolizioni, ripristini e ampliamenti senza tuttavia prescindere dal reperimento di standard urbanistici e dal riordino degli spazi pubblici. Le regole dovranno così scaturire da un confronto equilibrato fra i requisisti maggiormente significativi dell’edilizia tradizionale e gli standard abitativi contemporanei.

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Il centro storico di Santa Maria a Monte comprende anche l’Area Archeologica. Tale area è sotto tutela della Soprintendenza Archeologica e vi si interviene con le prescrizioni delle Leggi specifiche in materia. Su detta zona si può intervenire anche attraverso il piano di recupero; il cambio d’uso e il tipo di intervento dovranno essere compatibili con il presente articolo ; in questo caso potranno essere frazionate le U.I .

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la documentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel

53 caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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AREA DI VALORE AMBIENTALE DI RISPETTO AL CENTRO STORICO

simbolo grafico

Sono zone di particolare pregio ambientale aventi valore di rispetto al centro storico e pertanto non vi sono consentiti interventi di nuova edificazione. Sono ammessi interventi di messa in sicurezza del territorio, manutenzione ordinaria e straordinaria degli elementi naturali e comunque tutte le azioni dovranno essere tese al miglioramento ambientale, per la salvaguardia delle risorse naturali storico artistiche e paesaggistiche. Su tali aree saranno possibili i soli interventi di opere pubbliche a seguito di studio degli effetti ambientali. I territori interessati da questa destinazione urbanistica possono essere conteggiati ai fini dei minimi aziendali ai sensi della Legge regionale n° 64/95 e successive modificazioni, purché l’edificazione non avvenga su tali aree.

ART. 23

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-B-3 MONTECALVOLI ALTO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.14 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti

55 per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

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CENTRO STORICO DI MONTECALVOLI ALTO

simbolo grafico Il centro storico è perimetrato come area soggetta a Piano Particolareggiato esecutivo, in attesa del quale sono ammessi i seguenti interventi: Manutenzione ordinaria; Manutenzione straordinaria; Restauro e risanamento conservativo; Ristrutturazione edilizia di tipo D 1. Sono ammesse le seguenti destinazioni d’uso: Residenza, commercio, artigianato di servizio annesso alla residenza, attività turistico-ricettive, servizi e direzionale.

Il piano dovrà essere metodicamente conseguente alla rilettura dei processi storico/tipologici in modo da riconoscere, nel progetto stesso e in un’ottica di continuità, le regole edilizie che sono all’origine del carattere dei luoghi. Il piano dovrà individuare i diversi interventi ammessi verificando l’attuale disciplina e potrà prevedere demolizioni, ripristini e ampliamenti, senza tuttavia prescindere dal reperimento di standard urbanistici e dal riordino degli spazi pubblici. Le regole dovranno così scaturire da un confronto equilibrato fra i requisisti maggiormente significativi dell’edilizia tradizionale e gli standard abitativi contemporanei. Su detta zona si può intervenire anche attraverso il piano di recupero; il cambio d’uso e il tipo di intervento dovranno essere compatibili con il presente articolo ; in questo caso potranno essere frazionate le U.I .

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni.

Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . 57

Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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AREA DI VALORE AMBIENTALE DI RISPETTO AL CENTRO STORICO

simbolo grafico

Sono zone di particolare pregio ambientale aventi valore di rispetto al centro storico e pertanto non vi sono consentiti interventi di nuova edificazione. Sono ammessi interventi di messa in sicurezza del territorio, manutenzione ordinaria e straordinaria degli elementi naturali e comunque tutte le azioni dovranno essere tese al miglioramento ambientale, per la salvaguardia delle risorse naturali storico artistiche e paesaggistiche. Su tali aree saranno possibili i soli interventi di opere pubbliche a seguito di studio degli effetti ambientali. I territori interessati da questa destinazione urbanistica possono essere conteggiati ai fini dei minimi aziendali ai sensi della Legge regionale n° 64/95 e successive modificazioni, purché l’edificazione non avvenga su tali aree.

ART. 24

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-B-4 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.13 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico In tali aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale sono ammesse le seguenti trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali all'effettuazione dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle altre attività produttive primarie; b) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di trasporto motorizzati; c) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, le quali non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti; d) la realizzazione e la manutenzione di reti tecnologiche, quali gli acquedotti, le fognature, i sistemi per il trasporto dell'energia e delle telecomunicazioni, e simili,

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nonché di infrastrutture tecniche e di difesa dei suolo, quali canali, opere di regolazione idraulica e simili; e) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas e per gli acquedotti e simili; f) la manutenzione, il ripristino, la realizzazione di recinzioni, esclusivamente: con reticolati radi di pali di legno, ovvero con siepi di essenze arbustive, ovvero con reti metalliche mascherate sui due lati con essenze arbustive potate a siepe, soltanto a perimetrazione delle aree di pertinenza di edifici esistenti; g) promozione di attività integrative del reddito, quali ad esempio l’agriturismo, la fruizione del territorio rurale per il tempo libero mediante piste ciclabili, equestri, carrabili. h) gli interventi miranti alla valorizzazione del territorio come formazione di orti ecc. i) dovranno essere adottate particolari misure affinché la qualità delle acque e degli ambienti protetti non sia occasionalmente o sistematicamente compromessa dall’immissione di diserbanti, pesticidi e da altri prodotti chimici utilizzati per l’esercizio dell’agricoltura. I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale per le attività produttive delle aziende agricole possono essere richiesti anche in mancanza di interventi edilizi, con l’obiettivo del controllo e della trasformazione del paesaggio agricolo. Non sono ammessi nuovi edifici ad uso residenziale non legati alla conduzione del fondo; sono ammessi interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso. Gli interventi edilizi e i cambi di destinazione d’uso, devono comunque garantire, per il territorio di riferimento il mantenimento delle sistemazioni idrauliche-agrarie tradizionali dei filari di alberi e arbusti, manufatti di rilevanza paesaggistica, storica e testimoniale. E’ consentita la realizzazione di nuovi annessi agricoli con una dimensione massima di 30 mq, ad un piano fuori terra e nell’ambito esclusivo delle aree di pertinenza, per aziende e attività agricole con fondi di superficie inferiore ai minimi consentiti o nel caso di manufatti eccedenti le capacità produttive del fondo. Detti manufatti devono inserirsi nel contesto ambientale con tipologie e materiali tradizionali che saranno definiti con apposito atto amministrativo, la loro realizzazione è subordinata alla stipula di atto unilaterale d’obbligo con destinazione esclusiva ad uso annesso agricolo. E’ ammessa, per svolgere attività agricole delle aziende e di privati ,per la conduzione di orti singoli, l’installazione di manufatti precari delle dimensioni massime di 9 mq. La tipologia sarà definita successivamente con apposito atto amministrativo e comunque il periodo di utilizzazione non dovrà superare tre anni, ma potrà essere rinnovato dall’Amministrazione Comunale.

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Per gli edifici residenziali con destinazione d’uso agricola sono ammessi interventi di ristrutturazione urbanistica fino ad un massimo di 600 mc di volume ricostruito e ampliamento una tantum fino ad un massimo di 100 mc. Interventi di maggiore dimensione sono consentiti, nel rispetto delle superfici fondiarie minime dopo approvazione di Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale.

EDIFICI NON UTILIZZATI AI FINI AGRICOLI : CASE SPARSE

Sono edifici realizzati dopo il 1940, mediante leggi speciali o piani urbanistici generali, oppure edifici di più vecchia costruzione, ma che hanno perso le caratteristiche originarie in quanto oggetto di precedenti radicali interventi. Non evidenziano caratteristiche architettoniche e ambientali tali da far predisporre normative di salvaguardia. Per tali edifici il regolamento urbanistico prescrive i seguenti interventi: g) Manutenzione ordinaria; h) Manutenzione straordinaria; i) Ristrutturazione edilizia; j) Ristrutturazione urbanistica; k) Demolizione completa e ricostruzione pari volume; l) Accorpamento di volumi condonati e/o esistenti; Sono ammessi per i fabbricati ad uso civile abitazione, all’adozione del Regolamento Urbanistico, ampliamenti una tantum, così suddivisi, secondo la rispettiva superficie lorda: - abitazione fino a 90 mq max 130 mq; - abitazione da 91 a 130 mq max 150 mq ; - abitazione da 131 a 150 mq max 20% ; - abitazione oltre 150 mq max 10%. All’interno del resede su cui insistono più unità immobiliari residenziali è possibile accorpare l’ampliamento di superficie spettante a più unità immobiliari al fine di creare una nuova unità immobiliare residenziale solo in seguito a vincolo registrato e trascritto di rinuncia al beneficio di ampliamento. Per i fabbricati ad uso civile abitazione formati da un solo piano e di sotto tetto con altezza minima pari a metri lineari 1,20 è consentita, in alternativa alle condizioni di cui sopra la sopraelevazione fino ad un’altezza media di 2,70 metri lineari. Sono ammessi pergolati purché realizzati con struttura piana. E’ consentita la realizzazione di piscina scoperta nel resede dell’abitazione con adeguato progetto di inserimento ambientale, precisando le modalità di attingimento dell’acqua, di manutenzioni e di scarico delle acque stesse.

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Per tali edifici sono previste le seguenti prescrizioni: - distanza dalle strade come art. 26 D.P.R. 495/92 e successive modificazioni; - distanza dai confini 5,00 ml; - distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza, su accordo dei confinanti;

Sono escluse attività artigianali o industriali non connesse con la trasformazione di prodotti agricoli. E’ ammesso il mutamento di destinazione d’uso ,con esclusione di attività industriali e artigianali. Le attività esistenti non legate alla conduzione del fondo, sono consentite fino alla cessazione. La volturazione del nominativo o la variazione di ragione sociale non costituiscono cessazione dell’attività precedente. Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. In ogni caso dovrà essere sempre presentata una documentazione necessaria a dimostrare la tipologia costruttiva del fabbricato per capire l’origine del manufatto per conservare gli elementi architettonici o tipologici rimasti. Nel caso di rustici collegati con manufatti precari che non appartengono ad aziende agricole, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica nel rispetto del volume preesistente per il riordino del lotto. Sono consentiti l’accorpamento e la demolizione dei manufatti precari e la cura degli spazi aperti. Non è consentito costruire muri divisori nell’ambito delle corti, anche in edifici lineari. In tutti gli interventi dovranno essere applicate tecnologie con materiali tradizionali e colori tipici della zona. Il progetto dovrà descrivere in forma dettagliata le tecniche adottate, con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento del contesto ambientale. L’altezza massima di zona sarà di ml 6,50 ad eccezione delle volumetrie storiche, quali altane, depositi ,piccionaie ecc. Queste strutture che escano dall’altezza di zona ma sono indispensabili per mantenere la tipologia architettonica originaria dovranno essere documentate con appositi rilievi e da fotografie.

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ALLEVAMENTO E ALLENAMENTO CAVALLI

Simbolo grafico

L’esistente attività di allevamento e allenamento cavalli non dovrà comportare modifiche agli elementi caratteristici del paesaggio, come l’abbattimento di particolari alberature caratteristiche. L’interferenza delle piste di allenamento con la viabilità storica deve essere vietata, inoltre l’area interessata dovrà essere arredata da alberature di alto fusto (essenze autoctone). Le attrezzature di aree come parcheggi non dovranno essere pavimentati con materiali impermeabili ma dovranno essere in terra battuta. Gli elementi di delimitazione perimetrale dovranno essere realizzate con siepi di essenze arbustive o con reti metalliche mascherate su due lati o con essenze arbustive potate a siepi. Le aperture negli elementi di delimitazione perimetrali possono essere munite solamente di cancelli metallici a sbarra di ferro verniciati con coloriture idonee all’ambiente. Gli elementi di delimitazioni perimetrali esistenti che differiscono da quanto prescritto dal presente articolo dovranno essere eliminati e sostituiti con elementi come sopra. Per gli edifici esistenti utilizzati per l’attività all’interno della perimetrazione individuata dalle tavole del R.U. sono consentiti gli interventi previsti nelle zone agricole con edifici sparsi a vincolo ambientale. Per quanto riguarda attrezzature specifiche inerenti l’attività (box, stalla, fienile ecc.) dovrà essere presentato all’Amministrazione Comunale un progetto unitario dell’intera area convenzionato con l’Amministrazione Comunale. Tali attrezzature dovranno essere realizzate con materiali tipici dei luoghi (legno, laterizio, copertura in coppi toscani ecc.) con una altezza massima di zona 6,50 ml.

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la documentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero. 63

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

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Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, turistico – ricettivo anche integrato con la residenza, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero.

Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

AREA DI VALORE AMBIENTALE DI RISPETTO AL CENTRO STORICO

simbolo grafico Zone di particolare pregio ambientale avente valore di rispetto al centro storico e pertanto non sono consentiti interventi di nuova edificazione. Sono consentiti interventi di messa in sicurezza del territorio, manutenzione ordinaria e straordinaria, degli elementi naturali e comunque tutte le azioni dovranno essere tese al miglioramento ambientale, per la salvaguardia delle riserve naturali storico artistiche e paesaggistiche.

Su tali aree saranno possibili i soli interventi di opere pubbliche a seguito di studio degli effetti ambientali.

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I territori interessati da questa destinazione urbanistica possono essere conteggiati ai fini dei minimi decimali ai sensi della Legge regionale n° 64/95 e successive modificazioni, purché l’edificazione non avvenga su tali aree.

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SUBSISTEMA TERRITORIALE INSEDIATIVO DI COLLINA N° 1C

Riferimento al Piano Strutturale Art.15

Prescrizioni vincolanti nel Piano Strutturale punto 3 c

Il subsistema è caratterizzato da vasti insediamenti urbani consolidati sia in forma aggregata, sia in forma sparsa, comprende varie frazioni.

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ART. 25

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 CASINI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio della residenza non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Su gli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità

69 principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ART. 26

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 CERRETTI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

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TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso.

Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso.

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Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE CON INDICE DI FABBRICABILITA’ DIVERSIFICATO

simbolo grafico

Nel comparto individuato con tale simbolo l’indice di fabbricabilità viene ridotto a 1,30 mc/mq mentre gli altri parametri urbanistici rimangono invariati, al fine di non determinare alcun incremento di carico urbanistico a seguito della riperimetrazione dell’adiacente comparto di espansione residenziale.

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ART. 27

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 FONTINE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

75

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.,

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ART. 28

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 FALORNI - LE LEZZE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi:

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Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

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ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

78

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ART. 29

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 VIA PANIACCIO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti.

79

Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

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ART. 30

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 PREGIUNTINO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

81

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente. Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

82

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ART. 31

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 SAN SEBASTIANO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 7,50 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero,

83 ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli

84 standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico

Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la documentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

85

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

86

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

PIANO DI EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE IN CORSO DI ESECUZIONE

simbolo grafico

Area soggetta a PEEP in parte già edificata e soggetta alle norme del piano stesso.

ART. 32

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 VIA DI MELONE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo,

87 ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

88

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e

89 ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ART. 33

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-1 MONTECALVOLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

91

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza , sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

PIANO DI EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE IN CORSO DI ESECUZIONE

simbolo grafico

Area soggetta a PEEP in parte già edificata e soggetta alle norme del piano stesso.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel 92 caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

93

ART. 34

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-2 VIA DEL BRUNO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

94

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati, dalla viabilità

95 principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ART. 35

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-3 VIA DI BIENTINA

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml. Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

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TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI COMPLETAMENTO COMMERCIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici. In detta zona si interviene con concessione edilizia diretta nel rispetto dei seguenti indici: Indice di fabbricabilità 2 mc/mq; Rapporto di copertura 40% Altezza massima ml 7,50 Distanza dai confini ml 5,00 Distanza dalle strade o spazi pubblici ml 7,50 Distanza tra fabbricati ml 10 o in aderenza con accordo tra le parti Sono ammesse destinazioni d’uso connesse all’attività commerciale, e residenza fino ad un massimo del 40% della potenzialità edificatoria. Parcheggi; oltre ai parcheggi previsti dal R.U. in lotto dovranno essere previsti parcheggi in base alla Legge 122/95 e in base al D.M. 1444/68. L’intervento dovrà inoltre rispettare le quantità di parcheggi previsti dalla L.R. N°28/99 e successive integrazioni.

ZONA DI ESPANSIONE COMMERCIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree soggette ad espansione commerciale. In dette aree si interviene con piano attuativo di iniziativa Pubblica o Privata, nel rispetto dei seguenti indici edilizi: 99

Indice territoriale 1,5 mc/mq Rapporto di coperture 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti Le destinazioni d’uso sono quelle commerciali, e residenza fino ad un massimo del 40% della potenzialità edificatoria. Non è ammesso lo stoccaggio di materiali edili nell’area di resede prospiciente la strada. Parcheggi e aree verdi quelli previsti e localizzati nelle tavola del R.U.. Comunque in rispetto del D.M. 1444/68. L’intervento dovrà inoltre rispettare le quantità di parcheggi previsti dalla L.R. N°28/99 e successive integrazioni.

ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE CON INDICE DI FABBRICABILITA’ DIVERSIFICATO

simbolo grafico

Nel lotto individuato con tale simbolo è consentita la realizzazione di una volumetria massima pari a 3995 mc (corrispondente al progetto planivolumetrico di cui alla pratica edilizia 2003/376/0). La normativa generale e gli altri parametri urbanistici rimangono invariati rispetto alla adiacente zona consolidata di completamento residenziale.

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ART. 36

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 1-C-4 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.15 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

In tali aree agricole con edifici sparsi con vincolo ambientale sono ammesse le seguenti trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali all'effettuazione dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle altre attività produttive primarie; b) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di trasporto motorizzati; c) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, le quali non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti; d) la realizzazione e la manutenzione di reti tecnologiche, quali gli acquedotti, le fognature, i sistemi per il trasporto dell'energia e delle telecomunicazioni, e simili, nonché di infrastrutture tecniche e di difesa dei suolo, quali canali, opere di regolazione idraulica e simili; e) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas e per gli acquedotti e simili; f) la manutenzione, il ripristino, la realizzazione di recinzioni, esclusivamente: con reticolati radi di pali di legno, ovvero con siepi di essenze arbustive, ovvero con reti metalliche mascherate sui due lati con essenze arbustive potate a siepe, soltanto a perimetrazione delle aree di pertinenza di edifici esistenti; g) promozione di attività integrative del reddito, quali ad esempio l’agriturismo, la fruizione del territorio rurale per il tempo libero mediante piste ciclabili, equestri, carrabili. h) gli interventi miranti alla valorizzazione del territorio come formazione di orti ecc. i) dovranno essere adottate particolari misure affinché la qualità delle acque e degli ambienti protetti non sia occasionalmente o sistematicamente compromessa dall’immissione di diserbanti, pesticidi e da altri prodotti chimici utilizzati per l’esercizio dell’agricoltura.

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I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale per le attività produttive delle aziende agricole possono essere richiesti anche in mancanza di interventi edilizi, con l’obiettivo del controllo e della trasformazione del paesaggio agricolo. Non sono ammessi nuovi edifici ad uso residenziale non legati alla conduzione del fondo; sono ammessi interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso. Gli interventi edilizi e i cambi di destinazione d’uso, devono comunque garantire, per il territorio di riferimento il mantenimento delle sistemazioni idrauliche-agrarie tradizionali dei filari di alberi e arbusti, manufatti di rilevanza paesaggistica, storica e testimoniale. E’ consentita la realizzazione di nuovi annessi agricoli con una dimensione massima di 30 mq, ad un piano fuori terra e nell’ambito esclusivo delle aree di pertinenza, per aziende e attività agricole con fondi di superficie inferiore ai minimi consentiti o nel caso di manufatti eccedenti le capacità produttive del fondo. Detti manufatti devono inserirsi nel contesto ambientale con tipologie e materiali tradizionali che saranno definiti con apposito atto amministrativo, la loro realizzazione è subordinata alla stipula di atto unilaterale d’obbligo con destinazione esclusiva ad uso annesso agricolo. E’ ammessa, per svolgere attività agricole delle aziende e di privati ,per la conduzione di orti singoli, l’installazione di manufatti precari delle dimensioni massime di 9 mq. La tipologia sarà definita successivamente con apposito atto amministrativo e comunque il periodo di utilizzazione non dovrà superare tre anni, ma potrà essere rinnovato dall’Amministrazione Comunale. Per gli edifici residenziali con destinazione d’uso agricola sono ammessi interventi di ristrutturazione urbanistica fino ad un massimo di 600 mc di volume ricostruito e ampliamento una tantum fino ad un massimo di 100 mc. Interventi di maggiore dimensione sono consentiti, nel rispetto delle superfici fondiarie minime dopo approvazione di Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale.

EDIFICI NON UTILIZZATI AI FINI AGRICOLI : CASE SPARSE

Sono edifici realizzati dopo il 1940, mediante leggi speciali o piani urbanistici generali, oppure edifici di più vecchia costruzione, ma che hanno perso le caratteristiche originarie in quanto oggetto di precedenti radicali interventi. Non evidenziano caratteristiche architettoniche e ambientali tali da far predisporre normative di salvaguardia. Per tali edifici il regolamento urbanistico prescrive i seguenti interventi: m) Manutenzione ordinaria; n) Manutenzione straordinaria; o) Ristrutturazione edilizia;

102 p) Ristrutturazione urbanistica; q) Demolizione completa e ricostruzione pari volume; r) Accorpamento di volumi condonati e/o esistenti; Sono ammessi per i fabbricati ad uso civile abitazione, all’adozione del Regolamento Urbanistico, ampliamenti una tantum, così suddivisi secondo la rispettiva superficie lorda: - abitazione fino a 90 mq max 130 mq; - abitazione da 91 a 130 mq max 150 mq ; - abitazione da 131 a 150 mq max 20% ; - abitazione oltre 150 mq max 10%. All’interno del resede su cui insistono più unità immobiliari residenziali è possibile accorpare l’ampliamento di superficie spettante a più unità immobiliari al fine di creare una nuova unità immobiliare residenziale solo in seguito a vincolo registrato e trascritto di rinuncia al beneficio di ampliamento. Per i fabbricati ad uso civile abitazione formati da un solo piano e di sotto tetto con altezza minima pari a metri lineari 1,20 è consentita, in alternativa alle condizioni di cui sopra la sopraelevazione fino ad un’altezza media di 2,70 metri lineari. Sono ammessi pergolati purché realizzati con struttura piana. E’ consentita la realizzazione di piscina scoperta nel resede dell’abitazione con adeguato progetto di inserimento ambientale, precisando le modalità di attingimento dell’acqua, di manutenzioni e di scarico delle acque stesse. Per tali edifici sono previste le seguenti prescrizioni: - distanza dalle strade come art. 26 D.P.R. 495/92 e successive modificazioni; - distanza dai confini 5,00 ml; - distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza, su accordo dei confinanti;

Sono escluse attività artigianali o industriali non connesse con la trasformazione di prodotti agricoli. E’ ammesso il mutamento di destinazione d’uso ,con esclusione di attività industriali e artigianali. Le attività esistenti non legate alla conduzione del fondo, sono consentite fino alla cessazione. La volturazione del nominativo o la variazione di ragione sociale non costituiscono cessazione dell’attività precedente. Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un

103 progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale. In ogni caso dovrà essere sempre presentata una documentazione necessaria a dimostrare la tipologia costruttiva del fabbricato per capire l’origine del manufatto per conservare gli elementi architettonici o tipologici rimasti. Nel caso di rustici collegati con manufatti precari che non appartengono ad aziende agricole, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica nel rispetto del volume preesistente per il riordino del lotto. Sono consentiti l’accorpamento e la demolizione dei manufatti precari e la cura degli spazi aperti. Non è consentito costruire muri divisori nell’ambito delle corti, anche in edifici lineari. In tutti gli interventi dovranno essere applicate tecnologie con materiali tradizionali e colori tipici della zona. Il progetto dovrà descrivere in forma dettagliata le tecniche adottate, con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento del contesto ambientale. L’altezza massima di zona sarà di ml 7,50 ad eccezione delle volumetrie storiche, quali altane, depositi ,piccionaie ecc. Queste strutture che escano dall’altezza di zona ma sono indispensabili per mantenere la tipologia architettonica originaria dovranno essere documentate con appositi rilievi e da fotografie.

ALLEVAMENTO E ALLENAMENTO CAVALLI

Simbolo grafico

L’esistente attività di allevamento e allenamento cavalli non dovrà comportare modifiche agli elementi caratteristici del paesaggio, come l’abbattimento di particolari alberature caratteristiche. L’interferenza delle piste di allenamento con la viabilità storica deve essere vietata, inoltre l’area interessata dovrà essere arredata da alberature di alto fusto (essenze autoctone). Le attrezzature di aree come parcheggi non dovranno essere pavimentati con materiali impermeabili ma dovranno essere in terra battuta. Gli elementi di delimitazione perimetrale dovranno essere realizzate con siepi di essenze arbustive o con reti metalliche mascherate su due lati con essenze arbustive potate a siepi.

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Le aperture negli elementi di delimitazione perimetrali possono essere munite solamente di cancelli metallici a sbarra di ferro verniciati o con coloriture idonee all’ambiente. Gli elementi di delimitazioni perimetrali esistenti che differiscono da quanto prescritto dal presente articolo dovranno essere eliminati e sostituiti con elementi come sopra. Per gli edifici esistenti utilizzati per l’attività all’interno della perimetrazione individuata dalle tavole del R.U. sono consentiti gli interventi previsti nelle zone agricole con edifici sparsi a vincolo ambientale. Per quanto riguarda attrezzature specifiche inerenti l’attività (box, stalla, fienile ecc.) dovrà essere presentato all’Amministrazione Comunale un progetto unitario dell’intera area convenzionato con l’Amministrazione Comunale. Tali attrezzature dovranno essere realizzate con materiali tipici dei luoghi (legno, laterizio, copertura in coppi toscani ecc.) con una altezza massima di zona 6,50 ml.

ALLEVAMENTO DI UCCELLI SELVATICI IN VOLIERA

Simbolo grafico

Nell’area è ammessa l’attività di allevamento di uccelli selvatici in voliera secondo le norme e prescrizioni di legge in materia. L’esecuzione delle voliere in rete e pali in legno, (ove necessari) dovranno rispettare le caratteristiche ambientali del luogo. Non dovranno essere abbattute piante di alto fusto. Eventuali piccole volumetrie necessarie per l’attività dovranno essere realizzate nelle parti della proprietà non ricadenti nell’area boscata. Per la realizzazione dell’impianto dovrà essere presentato all’Amministrazione Comunale un progetto unitario dell’intera area. Le attrezzature dovranno essere realizzate con materiali tipici dei luoghi (legno e cotto a vista).

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico

Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di 105 intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U. e la ducumentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso.

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Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, turistico – ricettivo anche integrato con la residenza, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero.

Qualora gli interventi di recupero del patrimonio esistente prevedano la riconversione, totale o parziale, a destinazioni turistico ricettive da esercitare in forma convenzionata con l’Amministrazione Comunale, potranno essere consentiti interventi di ristrutturazione ed ampliamento fino ad un incremento volumetrico una tantum pari al 20% del volume esistente. Tali incrementi dovranno essere comunque realizzati nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici e costruttivi dell’organismo da recuperare e della tradizione edilizia locale, all’interno di un progetto unitario dell’area di pertinenza e degli spazi circostanti volto alla tutela ed alla valorizzazione del contesto paesaggistico ed ambientale Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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SISTEMA TERRITORIALE DI PIANURA N°2 SUBSISTEMA TERRITORIALE INSEDIATIVO DI PIANURA N°2A

Riferimento al Piano Strutturale art.17

Prescrizioni vincolanti punto 3 c

Sono parti del territorio comprese nella vasta pianura coltivata con edilizia residenziale sparsa, storica e recente. Sono presenti vari nuclei residenziali e le zone produttive.

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ART. 37

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-1 MONTECALVOLI BASSO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima ml. 7,50 Distanza dalle strade ml.7,50 Distanza dalla via Provinciale ml.10,00

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Distanza dai confini ml 5,00 Distanza fra fabbricati ml 10,00

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso.

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Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ZONA DI RECUPERO A RICONVERSIONE RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici, nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “D” del D.M. 1444/68, in dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti: Manutenzione ordinaria e straordinaria, Ristrutturazione, Restauro, Risanamento conservativo, Demolizione e Ricostruzione. Per dette aree il R.U. prevede la possibilità della riconversione dei fabbricati esistenti da uso artigianale ad uso abitativo, mediante operazioni di ristrutturazione edilizia ed urbanistica; per tale operazione si prevede la demolizione, in tutto o in parte, di corpi di fabbrica e la loro riutilizzazione pari al 70% del volume esistente nello stesso lotto . L’attività in corso sarà mantenuta fino alla sua cessazione. Nel corso dell’attività sono ammessi adeguamenti , migliorie con aumenti di volume con gli indici sotto riportati.

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In tale operazione dovranno essere rispettatigli standard riferiti sia al D.M. 2/4/1968 n° 1444 e alla Legge 122/89. Rapporto di copertura 40% Altezza massima 9,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dalla provinciale 10,00ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml

Per il Piano di recupero con funzione residenziale sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio alla residenza non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo le demolizione degli stessi.

AREA PER ATTIVITA’ ORTOFLOROVIVAISTICHE

simbolo grafico

Con tale simbolo si individuano le aree con specifica funzione; in tale zona si possono realizzare strutture fisse o temporanee al servizio della produzione e vendita di prodotti ortoflorovivaistici. L’intervento ammesso è previa concessione edilizia diretta relativamente alle strutture fisse; per le strutture temporanee necessita autorizzazione rinnovabile. Le strutture fisse dovranno ricadere a distanza dalle strade maggiore o uguale a 20,00 ml. Per tale intervento l’A.C., nello specifico, dovrà richiedere una dotazione di parcheggi ai sensi del D.M. n° 1444/68.

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ART. 38

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-1 MONTECALVOLI BASSO (VIA DEL PESCO)

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza dalla via provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

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Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 Distanza dalle strade ml.7,50 Distanza dai confini ml 5,00 Distanza fra fabbricati ml 10,00

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TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

PIANO DI EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE IN CORSO DI ESECUZIONE

simbolo grafico

Area soggetta a PEEP in parte già edificata e soggetta alle norme del piano stesso.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme.

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Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ZONA DI RECUPERO A RICONVERSIONE RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici, nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “D” del D.M. 1444/68, in dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti: Manutenzione ordinaria e straordinaria, Ristrutturazione, Restauro, Risanamento conservativo, Demolizione e Ricostruzione.

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Per dette aree il R.U. prevede la possibilità della riconversione dei fabbricati esistenti da uso artigianale ad uso abitativo, mediante operazioni di ristrutturazione edilizia ed urbanistica; per tale operazione si prevede la demolizione, in tutto o in parte, di corpi di fabbrica e la loro riutilizzazione pari al 70% del volume esistente nello stesso lotto. L’attività in corso sarà mantenuta fino alla sua cessazione. Nel corso dell’attività sono ammessi adeguamenti , migliorie con aumenti di volume con gli indici sotto riportati.

In tale operazione dovranno essere rispettatigli standard riferiti sia al D.M. 2/4/1968 n° 1444 che alla Legge 122/89. Rapporto di copertura 40% Altezza massima 9,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml

Per il Piano di recupero con funzione residenziale sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio alla residenza non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo le demolizione degli stessi.

ZONA DI ESPANSIONE COMMERCIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree soggette ad espansione commerciale. In dette aree si interviene con piano attuativo di iniziativa Pubblica o Privata, nei limiti previsti dal P.S. e nel rispetto dei seguenti indici edilizi: Indice territoriale 1,5 mc/mq Rapporto di coperture 40% 118

Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti Le destinazioni d’uso sono quelle commerciali. Non è ammesso lo stoccaggio di materiali edili nell’area di resede prospiciente la strada. Parcheggi e aree verdi quelli previsti e localizzati nelle tavola del R.U.. Comunque in rispetto del D.M. 1444/68. L’intervento dovrà inoltre rispettare le quantità di parcheggi previsti dalla L.R. N°28/99 e successive integrazioni.

ZONA DI ESPANSIONE PRODUTTIVA

simbolo grafico queste aree completano l’insediamento dell’area artigianale consolidata delimitata da perimetrazione. Gli interventi previsti sono esclusivamente definiti da piani urbanistici particolareggiati di iniziativa pubblica o privata. Il piano dovrà considerare l’inquadramento generale dell’area, tenendo presente gli effettivi ambientali dovuti. L’area di nuova espansione può essere suddivisa in comparti edificatori da assoggettare a piano attuativo.

La destinazione d’uso ammessa è: artigianale (attività non nociva né inquinante, né rumorosa), commerciale ed espositiva.

Per comprovate esigenze funzionali all’attività é consentita la realizzazione tettoie a sbalzo fino a ml.3.00 in deroga alle distanze, al rapporto di copertura e al volume purché non vengano chiuse. Non sono ammesse attività conciarie ed è invece consentita l’attività di rifinitura meccanica di pelli semiterminate. Verde, spazi pubblici e parcheggi pubblici 30% della superficie territoriale.

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INDICI URBANISTICI

Rapporto di copertura 50% Altezza massima 10,00 ml Distanza confini 5,00 ml Distanza dalle strade 10,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza su accordo dei confinanti.

Ogni intervento edilizio deve garantire il rispetto della legislazione vigente in materia di salvaguardia ambientale, salute e sicurezza del lavoro. Dovranno essere reperiti Parcheggi pertinenziali da realizzarsi all’interno di ogni lotto nella misura prevista dalla legge N°122/89. Nel caso che vi siano destinazioni d’uso commerciali dovranno in aggiunta essere calcolate le quantità previste dal D.M. n. 1444/68. Dovrà essere prevista una superficie permeabile nella quantità prescritta dalla delibera regionale N°230/94. In particolare, gli interventi sulle aree dichiarate a rischio devono essere rivolti alla riduzione o eliminazione degli effetti dannosi prevedibili e devono rispettare le condizioni e le prescrizioni contenute nel DPR 17/05/1988 n° 175 e successive modifiche e integrazioni. L’area è classificata di categoria “D” ai sensi del D.M. 02/04/68 n° 1444/68.

ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMENTO PRODUTTIVO

simbolo grafico

Aree nelle quali sono insediate le attività produttive esistenti.

MODIFICAZIONI ALL’ASSETTO URBANO

1) Interventi sugli edifici esistenti

a) Interventi sugli edifici esistenti in cui si svolgono attività compatibili con le destinazioni dell’area. Sono consentiti interventi di manutenzione, risanamento, ristrutturazione edilizia, ampliamento cambio di destinazione d’uso compatibile con quelle ammesse dal presente articolo.

120

Sulle aree con attività produttive in atto che alla data di adozione del Regolamento Urbanistico risultano con rapporto di copertura pari o maggiore di quello consentito sono ammessi, una tantum, ampliamenti fino ad un massimo del 5% della superficie coperta, nel rispetto dei parametri urbanistici ed edilizi dell’area anche se eccedenti il parametro relativo al rapporto di copertura. E’ ammesso il mantenimento del filo edilizio esistente verso strada. E’ ammesso il cambio di destinazione da produttivo a commerciale o terziario, salvo verifica della superficie a parcheggio secondo la legislazione vigente.

2) Parametri urbanistici e edilizi per la nuova edificazione: - RAPPORTO DI COPERTURA massimo 50% della Sf - ALTEZZA MASSIMA 10,00 ml - DISTANZA MINIMA DAI CONFINI 5,00 ml ,sono ammesse costruzioni in aderenza - DISTANZA MINIMA DALLE STRADE 10,00 ml - DISTANZA MINIMA TRA FABBRICATI 10,00 ml Dovranno essere reperiti Parcheggi pertinenziali da realizzarsi all’interno di ogni lotto nella misura prevista dalla legge N°122/89. Nel caso che vi siano destinazioni d’uso commerciali dovranno in aggiunta essere calcolate le quantità previste dal D.M. n. 1144/68. Dovrà essere prevista una superficie permeabile nella quantità prescritta dalla delibera regionale N°230/94.

Sono ammesse le Attrezzature e gli impianti di interesse generale Sono vietati impianti di incenerimento. Sono comprese nella destinazione produttiva le funzioni di supporto alle attività produttive insediate, residenza custode, massimo 120 mq lordi, uffici inerenti le attività, attività di deposito purché non materiali nocivi ed inquinanti. Gli impianti tecnologici e le loro coperture devono rispettare la distanza dai fili stradali di ml 10. Per comprovate esigenze funzionali all’attività di realizzare tettoie a sbalzo fino a ml. 3.00 in deroga alle distanze, al rapporto di copertura e al volume purché non vengano chiuse. Non sono ammesse attività conciarie ed è invece consentita l’attività di rifinitura meccanica di pelli semiterminate.

121

MODALITA’ ATTUATIVE

Nelle aree consolidate gli interventi ammessi dal piano si attuano con concessione edilizia, concessione convenzionata.

ART. 39

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-1 CINQUE CASE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

122

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abus ivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici:

123

Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

Nell’area sul contorno della piazza centrale è prevista l’edificazione di un edificio a forma di “L” con destinazione d’uso a piano terra per negozi o le attività commerciali. Si dovrà realizzare un portico di larghezza minima di 3,00 ml ad uso pubblico, il cui volume e la superficie coperta non verranno computati nel calcolo degli indici urbanistici. Ai piani primo e secondo potranno essere realizzati appartamenti ad uso per civile abitazione, pertanto solo questo complesso edilizio potrà avere una altezza max di ml 9,50.

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume

124 complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

125

ART. 40

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A1 SAN DONATO FIRENZUOLA

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

126

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

127

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso.

128

Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ART. 41

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-1 VIA LUNGOMONTE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo,

129 ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato compatibile con la residenza, non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima dell’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

130

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e

131 ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

132

ART. 42

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-1 PONTICELLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 2 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 9,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente in mancanza di questo 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

133

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai 2000mq. prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE.

Simbolo grafico

In dette aree l’edificazione si attua tramite piano attuativo ( PP e PdL). Nell’ambito del piano attuativo l’Amministrazione Comunale potrà individuare aree da destinarsi ad edilizia economico-popolare, convenzionata o sovvenzionata, secondo la legge 167/62 e successive. I piani attuativi dovranno contenere la verifica degli effetti ambientali con particolare riferimento agli effetti inquinanti da rumore. Il piano dovrà comprendere tutta l’area perimetrata definita nelle tavole del R.U quindi comprensiva di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. Gli standard definiti nella perimetrazione dovranno essere collocati nel punto previsto dagli elaborati del R.U. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti indici: Indice territoriale 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 9,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml

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TIPOLOGIE EDILIZIE

Villette, case in linea ,complessi di edifici. Ogni unità abitativa deve essere corredata di parcheggio minimo di 15 mq. Il volume di tale parcheggio non sarà computato nel calcolo degli indici urbanistici. Gli standard urbanistici sono quelli previsti dal D.M. 1444/68.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso.

135

Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ZONA DI RECUPERO A RICONVERSIONE RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici, nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “D” del D.M. 1444/68, in dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti: Manutenzione ordinaria e straordinaria, Ristrutturazione, Restauro, Risanamento conservativo, Demolizione e Ricostruzione. Per dette aree il R.U. prevede la possibilità della riconversione dei fabbricati esistenti da uso artigianale ad uso abitativo, mediante operazioni di ristrutturazione edilizia ed urbanistica; per tale operazione si prevede la demolizione, in tutto o in parte, di corpi di fabbrica e la loro riutilizzazione pari al 70% del volume esistente nello stesso lotto. L’attività in corso sarà mantenuta fino alla sua cessazione. Nel corso dell’attività sono ammessi adeguamenti , migliorie con aumenti di volume con gli indici sotto riportati. In tale operazione dovranno essere rispettati gli standard riferiti sia al D.M. 2/4/1968 n° 1444 che alla Legge 122/89.

136

Rapporto di copertura 40% Altezza massima ml 9,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml Per il Piano di Recupero con funzione residenziale sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio alla residenza non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo le demolizione degli stessi.

ZONA DI ESPANSIONE COMMERCIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree soggette ad espansione commerciale. In dette aree si interviene con piano attuativo di iniziativa Pubblica o Privata, nei limiti previsti da P.S. e nel rispetto dei seguenti indici edilizi: Indice territoriale 1,5 mc/mq Rapporto di coperture 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti

Le destinazioni d’uso sono quelle commerciali. Non è ammesso lo stoccaggio di materiali edili nell’area di resede prospiciente la strada. Parcheggi e aree verdi quelli previsti e localizzati nelle tavola del R.U.. Comunque in rispetto del D.M. 1444/68.

137

L’intervento dovrà inoltre rispettare le quantità di parcheggi previsti dalla L.R. N°28/99 e successive integrazioni.

AREA PER ATTIVITA’ ORTOFLOROVIVAISTICHE

simbolo grafico

Con tale simbolo si individuano le aree con specifica funzione, e vi si possono realizzare strutture fisse o temporanee al servizio della produzione e vendita di prodotti ortoflorovivaistici. L’intervento ammesso è previa concessione edilizia diretta relativamente alle strutture fisse; per le strutture temporanee necessita autorizzazione rinnovabile. Le strutture fisse dovranno ricadere a distanza dalle strade maggiore di 20,00 ml. Per tale intervento l’A.C., nello specifico, dovrà richiedere una dotazione di parcheggi ai sensi del D.M. n° 1444/68.

AREE DESTINATE AD ATTREZZATURE RICETTIVE ALBERGHIERE

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano aree destinate ad attività ricettiva- alberghiera. I progetti dovranno individuare le strutture di servizio quali parcheggi verde ecc. nel rispetto del 50% della superficie fondiaria. Per gli edifici ricadenti in tali aree già adibiti a tali funzioni è ammessa la manutenzione ordinaria, straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia di tipo D1, D2 e D3, la ristrutturazione urbanistica “E”, ampliamento, accorpamento dei volumi o traslazione degli stessi, la demolizione e la ricostruzione. Per gli edifici ricadenti in tali aree, ma con destinazione diversa da quella ricettiva, è consentito il mantenimento dell’attività in corso e il cambio di destinazione d’uso avente fini ricettivi e alberghieri. Per gli edifici con diversa destinazione non sono ammessi aumenti di volume. Sono previsti i seguenti indici edilizi:

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Indice di fabbricabilità 2,5 mc/mq. Rapporto di copertura 50% Altezza massima 11,50ml. Distanza dai confini 5,00 ml. Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza dai fabbricati 10,00 ml.

ESPOSIZIONE A CIELO APERTO DEI MATERIALI

Simbolo grafico

L’area identificata con tale simbolo è destinata all’esposizione a cielo aperto di materiali edili per rifiniture (pavimenti, rivestimenti ecc.). In detta area non è ammesso nessun sistema costruito ad eccezione delle recinzioni che dovranno essere realizzate con rete di colore verde e siepe.

ART. 43

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-2 VIA FRANCESCA MONTECALVOLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: 139

Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.,

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

140

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

141

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ART. 44

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-2 VIA FRANCESCA PER PONTICELLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti.

142

Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio alla residenza, non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.,

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni.

143

Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale.

Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ART. 45

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-2 PONTICELLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza tra fabbricati ml 10 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato non inquinante e non rumoroso.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi.

145

Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima degl’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

AREE DESTINATE AD ATTREZZATURE RICETTIVE ALBERGHIERE

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano aree destinate ad attività ricettiva- alberghiera. I progetti dovranno individuare le strutture di servizio quali parcheggi verde ecc. nel rispetto del 50% della superficie fondiaria. Per gli edifici ricadenti in tali aree già adibiti a tali funzioni è ammessa la manutenzione ordinaria, straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia di tipo D1, D2 e D3, la ristrutturazione urbanistica “E”, ampliamento, accorpamento dei volumi o traslazione degli stessi, la demolizione e la ricostruzione. Per gli edifici ricadenti in tali aree, ma con destinazione diversa da quella ricettiva, è consentito il mantenimento dell’attività in corso e il cambio di destinazione d’uso avente fini ricettivi e alberghieri. Per gli edifici con diversa destinazione non sono ammessi aumenti di volume.

Sono previsti i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 2,5 mc/mq.

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Rapporto di copertura 50% Altezza massima 11,50 ml, Distanza dai confini 5,00 ml. Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml. Distanza dai fabbricati 10,00 ml.

ART. 46

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-A-3 AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.17 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

In tali aree agricole con edifici sparsi sono ammesse le seguenti trasformazioni fisiche e funzionali: a) le trasformazioni funzionali all'effettuazione dell'ordinaria coltivazione del suolo e delle altre attività produttive primarie; b) la manutenzione degli esistenti elementi viari e spazi di sosta per i mezzi di trasporto motorizzati; c) la realizzazione e la manutenzione di strade poderali ed interpoderali, le quali non devono essere asfaltate, né pavimentate con altri materiali impermeabilizzanti; d) la realizzazione e la manutenzione di reti tecnologiche, quali gli acquedotti, le fognature, i sistemi per il trasporto dell'energia e delle telecomunicazioni, e simili, nonché di infrastrutture tecniche e di difesa dei suolo, quali canali, opere di regolazione idraulica e simili; e) la realizzazione di impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas e per gli acquedotti e simili; f) la manutenzione, il ripristino, la realizzazione di recinzioni, esclusivamente: con reticolati radi di pali di legno, ovvero con siepi di essenze arbustive, ovvero con reti metalliche mascherate sui due lati con essenze arbustive potate a siepe, soltanto a perimetrazione delle aree di pertinenza di edifici esistenti;

147 g) promozione di attività integrative del reddito, quali ad esempio l’agriturismo, la fruizione del territorio rurale per il tempo libero mediante piste ciclabili, equestri, carrabili. h) gli interventi miranti alla valorizzazione del territorio come formazione di orti ecc. i) dovranno essere adottate particolari misure affinché la qualità delle acque e degli ambienti protetti non sia occasionalmente o sistematicamente compromessa dall’immissione di diserbanti, pesticidi e da altri prodotti chimici utilizzati per l’esercizio dell’agricoltura. I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale per le attività produttive delle aziende agricole possono essere richiesti anche in mancanza di interventi edilizi, con l’obiettivo del controllo e della trasformazione del paesaggio agricolo. Non sono ammessi nuovi edifici ad uso residenziale non legati alla conduzione del fondo; sono ammessi interventi che comportano il cambio di destinazione d’uso. Gli interventi edilizi e i cambi di destinazione d’uso, devono comunque garantire, per il territorio di riferimento il mantenimento delle sistemazioni idrauliche-agrarie tradizionali dei filari di alberi e arbusti, manufatti di rilevanza paesaggistica, storica e testimoniale. E’ consentita la realizzazione di nuovi annessi agricoli con una dimensione massima di 30 mq, ad un piano fuori terra e nell’ambito esclusivo delle aree di pertinenza, per aziende e attività agricole con fondi di superficie inferiore ai minimi consentiti o nel caso di manufatti eccedenti le capacità produttive del fondo. Detti manufatti devono inserirsi nel contesto ambientale con tipologie e materiali tradizionali che saranno definiti con apposito atto amministrativo, la loro realizzazione è subordinata alla stipula di atto unilaterale d’obbligo con destinazione esclusiva ad uso annesso agricolo. E’ ammessa, per svolgere attività agricole delle aziende e di privati ,per la conduzione di orti singoli, l’installazione di manufatti precari delle dimensioni massime di 9 mq. La tipologia sarà definita successivamente con apposito atto amministrativo e comunque il periodo di utilizzazione non dovrà superare tre anni, ma potrà essere rinnovato dall’Amministrazione Comunale. Per gli edifici residenziali con destinazione d’uso agricola sono ammessi interventi di ristrutturazione urbanistica fino ad un massimo di 600 mc di volume ricostruito e ampliamento una tantum fino ad un massimo di 100 mc. Interventi di maggiore dimensione sono consentiti, nel rispetto delle superfici fondiarie minime dopo approvazione di Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale.

148

EDIFICI NON UTILIZZATI AI FINI AGRICOLI : CASE SPARSE

Sono edifici realizzati dopo il 1940, mediante leggi speciali o piani urbanistici generali, oppure edifici di più vecchia costruzione, ma che hanno perso le caratteristiche originarie in quanto oggetto di precedenti radicali interventi. Non evidenziano caratteristiche architettoniche e ambientali tali da far predisporre normative di salvaguardia. Per tali edifici il regolamento urbanistico prescrive i seguenti interventi: s) Manutenzione ordinaria; t) Manutenzione straordinaria; u) Ristrutturazione edilizia; v) Ristrutturazione urbanistica; w) Demolizione completa e ricostruzione pari volume; x) Accorpamento di volumi condonati e/o esistenti; Sono ammessi per i fabbricati ad uso civile abitazione, all’adozione del Regolamento Urbanistico, ampliamenti una tantum, così suddivisi secondo la rispettiva superficie lorda: - abitazione fino a 90 mq max 130 mq; - abitazione da 91 a 130 mq max 150 mq ; - abitazione da 131 a 150 mq max 20% ; - abitazione oltre 150 mq max 10%. All’interno del resede su cui insistono più unità immobiliari residenziali è possibile accorpare l’ampliamento di superficie spettante a più unità immobiliari al fine di creare una nuova unità immobiliare residenziale solo in seguito a vincolo registrato e trascritto di rinuncia al beneficio di ampliamento. Per i fabbricati ad uso civile abitazione formati da un solo piano e di sottotetto con altezza minima pari a 1,20 ml., è consentita, in alternativa alle condizioni di cui sopra la sopraelevazione fino ad una altezza media di 2.70 ml. Sono ammessi pergolati purché realizzati con struttura piana. E’ consentita la realizzazione di piscina scoperta nel resede dell’abitazione con adeguato progetto di inserimento ambientale, precisando le modalità di attingimento dell’acqua, di manutenzioni e di scarico delle acque stesse. L’ampliamento dovrà essere richiesto solo per particolari necessità familiari o per adeguamenti igienico sanitari. Per tali edifici sono previste le seguenti prescrizioni: - distanza dalle strade come art. 26 D.P.R. 495/92 e successive modificazioni; - distanza dai confini 5,00 ml; - distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza, su accordo dei confinanti;

149

Sono escluse attività artigianali o industriali non connesse con la trasformazione di prodotti agricoli. All’interno del patrimonio edilizio esistente è comunque ammesso, in quanto ritenuto compatibile con le caratteristiche urbanistiche ed ambientali delle zone in oggetto, l’esercizio di modeste attività artigianali integrate con la residenza, limitatamente ai seguenti casi: - l’attività sia legittimamente esercitata da soggetti residenti nell’immobile interessato già alla data di adozione del Piano Strutturale comunale, rispetto al quale la residenza costituisca comunque destinazione prevalente (non inferiore al 60% della superficie lorda complessiva); - l’attività non produca emissioni inquinanti o costituisca fonte di degrado del contesto ambientale circostante, e sia in ogni caso dotata dei necessari requisiti di salubrità e sicurezza per i luoghi di lavoro; - sia stipulato atto d’obbligo a favore dell’Amministrazione Comunale con il quale il richiedente dichiari la sussistenza delle condizioni di cui sopra e si impegni alla cessazione dell’attività al variare delle stesse. E’ ammesso il mutamento di destinazione d’uso, con esclusione di attività industriali e artigianali diverse da quelle integrate con la residenza di cui al comma precedente. Le attività esistenti non legate alla conduzione del fondo, sono consentite fino alla cessazione. La volturazione del nominativo o la variazione di ragione sociale non costituiscono cessazione dell’attività precedente. Per gli edifici ove, già alla data di adozione del vigente Regolamento Urbanistico, siano legittimamente insediate attività artigianali o industriali, sono consentiti interventi di riqualificazione ed adeguamento funzionale con possibilità di ampliamento una-tantum fino ad una massimo del 10 % della superficie lorda, purché all'interno di un progetto di riqualificazione complessiva degli edifici produttivi esistenti e delle aree interessate. In presenza di esigenze produttive con carattere di straordinarietà ed urgenza, oggettivamente documentate, per le attività in oggetto potranno essere consentiti interventi di ampliamento superiori alle quantità sopra definite unicamente mediante strutture e sistemazioni a carattere temporaneo la cui realizzazione sia disciplinata da una specifica convenzione con l'Amministrazione Comunale che comprenda:

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1. un progetto di riqualificazione complessiva delle aree e degli edifici interessati dall'attività produttiva, con sistemazioni urbanistiche ed ambientali atte a garantire il corretto inserimento delle strutture nel contesto ed il rispetto degli standard di legge; 2. l'impegno al trasferimento, in un tempo congruo comunque non superiore a cinque anni, dell'intera attività in zona urbanisticamente compatibile, con contestuale individuazione dell'area di trasferimento o inserimento nelle graduatorie per assegnazione di aree produttive di iniziativa pubblica; 3. l'obbligo di rimozione dei manufatti temporanei al termine del periodo di cui sopra, da garantire mediante sottoscrizione di idonea polizza fideiussoria In ogni caso dovrà essere sempre presentata una documentazione necessaria a dimostrare la tipologia costruttiva del fabbricato per capire l’origine del manufatto per conservare gli elementi architettonici o tipologici rimasti. Nel caso di rustici collegati con manufatti precari che non appartengono ad aziende agricole, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica nel rispetto del volume preesistente per il riordino del lotto. Sono consentiti l’accorpamento e la demolizione dei manufatti precari e la cura degli spazi aperti. Non è consentito costruire muri divisori nell’ambito delle corti, anche in edifici lineari. In tutti gli interventi dovranno essere applicate tecnologie con materiali tradizionali e colori tipici della zona. Il progetto dovrà descrivere in forma dettagliata le tecniche adottate, con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento del contesto ambientale. L’altezza massima di zona sarà di ml 7,50 ed eccezione delle volumetrie storiche, quali altane, depositi ,piccionaie ecc. Queste strutture che escano dall’altezza di zona ma sono indispensabili per mantenere la tipologia architettonica originaria dovranno essere documentate con appositi rilievi e da fotografie.

AREA AGRICOLA CON EDIFICI SPARSI CON VINCOLO AMBIENTALE

Simbolo grafico

In tale area agricola con edifici sparsi con vincolo ambientale sono ammessi gli interventi di cui sopra con particolare attenzione all’utilizzo delle finiture e delle sistemazioni esterne (alberature, recinzioni, pavimentazioni, infissi, materiali 151 tradizionali del luogo) per un migliore inserimento dell’intervento nel contesto ambientale.

ZONE DI RECUPERO CON EDIFICI DI PREGIO ARCHITETTONICO

simbolo grafico

Gli edifici con simbolo grafico nero aventi caratteristiche architettoniche rilevanti saranno oggetto del solo restauro conservativo; per gli altri edifici le categorie di intervento sono quelle previste all’art. 7 del presente R.U.. Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative, attività culturali, ristorazione e attività per il tempo libero, purché compatibili con l’impianto tipologico dell’edificio, le forature e gli elementi caratteristici propri del complesso architettonico-ambientale. La documentazione da presentare sarà quella indicata nella zona di recupero.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 . Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità 152 principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale, direzionale.

Sono ammesse destinazioni produttive integrate con la residenza con le stesse modalità di quelle previste per gli edifici in area agricola con edifici sparsi. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

ZONA DI RECUPERO PER LA RICOSTRUZIONE DI VOLUME DEMOLITO

simbolo grafico

Sono fatte salve le norme di cui alle zone di recupero in particolare per la suddetta zona è consentita una tantum la realizzazione di una nuova volumetria pari a quella demolita per la realizzazione della strada Comunale.

153

Per tali edifici sono previsti le seguenti prescrizioni: - Distanza dalle strade 10,00 ml; - Distanze dai confini 5,00 ml; - Distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza, su accordo dei confinanti;

AREA PER LO STOCCAGGIO DEI RIFIUTI

Simbolo grafico

All’interno delle aree individuate con la suddetta classificazione, è consentito lo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi già oggetto di delibere o di autorizzazioni da parte della Regione Toscana o dell’Amministrazione Provinciale di Pisa. E’ consentito altresì il deposito di materiali edili, nonchè il deposito e il trattamento di materiale inerte, previa individuazione dell’area con specifica variante al R.U.. L’attività sarà autorizzata e regolata tramite Concessione convenzionata.

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SUBSISTEMA TERRITORIALE AMBIENTALE FLUVIALE DI PIANURA 2B

Riferimento al Piano Strutturale Art.18

Prescrizioni vincolanti punto 3 c

Comprende le aree strettamente pertinenti ai Canali Usciana, Collettore, Antifosso nonché alle golene del Fiume Arno.

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ART. 47

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-1 PONTICELLI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.18 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana e i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68. In dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza dalla via Provinciale 10,00 ml.

Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato di servizio alla residenza, non inquinante e non rumoroso.

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MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Sugli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e ristrutturazione. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di uno schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente.

Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo. Per lotti superiori ai mq. 2000 prima dell’interventi edilizi dovrà essere presentato un piano planinvolumetrico di assetto urbano dove dovranno essere indicate le disposizioni degli edifici progettati in riferimento alla superficie disponibile e alla situazione di contorno nonché il calcolo dei volumi, la verifica del rispetto delle norme sull’altezza ,sulle distanze ecc. e la soluzione della viabilità di accesso ai lotti. Per piani di recupero già approvati, fino al loro esaurimento, rimane valido il detto piano. Successivamente valgono le presenti norme.

ART. 48

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-2 AREE PER IL TEMPO LIBERO DI MONTECALVOLI BASSO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.18 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

Detta area è legata al grande parco urbano di valenza sovracomunale del sistema fluviale L’intera area deve essere salvaguardata e mantenuta nello stato attuale dei luoghi, conservando tutte le caratteristiche peculiari ivi presenti, come la viabilità storica, la maglia poderale, la vegetazione. Tuttavia, attraverso un piano di settore

157 mirato, possono essere inserite aree necessarie al tempo libero, allo sport all’aperto, a strutture per passeggiate pedonali, piste ciclabili, piste equestri a tutte quelle attività che incentivino il sistema ricreativo all’aperto. Possono essere eseguite strutture edilizie di supporto con limitato volume per servizi igienici, piccolo punto ristoro a permanenza stagionale. E’ previsto l’allargamento del Antifosso Usciana per la realizzazione di un invaso d’acqua per pratiche sportive; questo intervento dovrà essere indicato sempre nel piano generale d’area. Per gli edifici esistenti sono ammessi interventi necessari all’adeguamento igienico sanitario ed il restauro senza aumento di volume. E’ ammesso il cambio di destinazione tramite programma di miglioramento agricolo aziendale, nonché attività agrituristiche.

ART. 49

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-3 PALEOALVEO DEL FIUME ARNO

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.18 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

Nell’area individuata nel Piano Strutturale come U.T.O.E. 2B3, sono consentite opere di miglioramento agricolo ambientale, conservazione delle strutture viarie di impianto storico risalenti al Catasto Leopoldino. Per tali strade non sono ammesse modifiche di sezione né modifiche alla pavimentazione (strade bianche), né modifiche o abbattimenti di piante di alto fusto storicizzate in special modo il cipresso. Le piante che dovessero essere abbattute per malattia dovranno essere ripiantate in sito con stessa essenza e subordinate alle amministrazioni competenti. I fossi dovranno essere mantenuti nella loro forma e posizione, se non a seguito di specifico progetto idraulico finalizzato alla messa in sicurezza del territorio. All’interno di tale U.T.O.E. sono ammesse attività agrituristiche, turistiche, ricreative, sportive per il tempo libero purché non comportino danni ambientali; l’area compresa nel bacino del laghetto artificiale potrà essere attrezzata per il tempo libero, pesca.

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Sono ammesse in questa zona opere per migliorare e riqualificare il bacino d’acqua, opere per la sosta, ristoro, attività ricettive. Gli interventi sono quelli delle zone di recupero come previsto dall’art.46 delle presenti norme. Per gli edifici ricadenti in tale area sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro. Per gli edifici residenziali non ricadenti in zone di recupero, sono ammessi interventi previsti dall’art. 46 delle presenti norme. Gli edifici o parti di edifici soggetti a condono edilizio possono essere accorpati in unico volume ed aggregati al volume principale. All’interno di tale area possono essere realizzate piste ciclabili, piste per il percorso dei cavalli purché rientranti in un progetto di riqualificazione ambientale.

Nell’area si possono individuare ambiti di valorizzazione nei quali sono ammessi progetti ed interventi organici convenzionati con l’Amministrazione Comunale ed attuati da soggetti pubblici o privati .Gli obiettivi di tali interventi dovranno avere alla base i seguenti requisiti: a) conservazione dell’ambiente mediante opportune manutenzioni di fossi ,strade, opere di qualificazione come cippi commemorativi, immagini religiose ecc.; b) restauro di vecchi edifici un tempo usati per l’agricoltura, tabaccaie ecc.

Tutti i progetti dovranno prevedere gli interventi per la depurazione degli scarichi.

Nella zona intorno al lago, perimetrata con linee tratteggiate e comprendente anche il parcheggio di fronte al cimitero (ricadente in zona 2A3), è ammessa la trasformazione volta alla realizzazione di strutture ricettive e servizi esclusivamente a supporto dell’attività di tempo libero. Si interviene in tale zona tramite piano particolareggiato che definisca tutte le trasformazioni sia delle volumetrie che delle aree scoperte. Gli interventi edificatori dovranno tenere conto della fattibilità e compatibilità ambientale attraverso uno studio degli effetti ambientali e della fattibilità idrogeologica, la superficie coperta massima ammessa è di 400 mq e l’altezza massima e di 6,50 ml. E’ consentito incrementare la volumetria esistente una tantum di 1500 mc con un altezza massima di zona pari ai fabbricati esistenti compresi nell’area di intervento. Le distanze dai confini 5,00 ml da fabbricati 10,00 ml e 5,00 ml da strade esistenti. L’intervento è subordinato alla realizzazione del parcheggio previsto dalla cartografia di piano e da stipula di apposita convenzione con l’A.C. a garanzia della realizzazione del piano particolareggiato.

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E’ ammessa la realizzazione di impianti sportivi nell’area fronteggiante il cimitero; tali impianti dovranno essere opportunamente schermati da alberature nel rispetto del luogo . L’area a parcheggio e la sua dimensione è quella prevista dalle tavole del R.U., ma la sua forma potrà variare in base alla progettazione complessiva dell’area.

ART. 50

UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-4 AMBITI FLUVIALI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.18 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

Nelle aree individuate nel Piano strutturale come U.T.O.E. 2B4 è previsto un parco naturalistico all’interno del quale si dovrà mantenere la vegetazione tipica delle zone umide, la fauna e ogni altro elemento caratterizzante. Sono ammesse opere idrauliche per la regimazione delle acque che non modifichino sostanzialmente il percorso e la sezione idraulica; tali opere devono essere accompagnate da un piano paesaggistico e di riqualificazione ambientale. Dovranno essere restaurati i ponticelli di impianto originario ed eventuali nuovi attraversamenti dovranno essere impostati con una tecnologia simile alle opere esistenti. Sono ammesse attrezzature per il tempo libero, piccoli osservatori della fauna eseguiti con materiali idonei ai luoghi, quali legno, canne ecc. Sono ammesse zone attrezzate per momentanee soste. Sono ammesse nuove piantumazioni con piante di tipo autoctono, giochi per ragazzi, purché collegati a piani specifici di riqualificazione ambientale. Per gli edifici ricadenti in tale zona sono consentiti interventi tesi al recupero e alla valorizzazione delle sole volumetrie esistenti.

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ART. 51

SUBSISTEMA TERRITORIALE PRODUTTIVO DI PONTICELLI 2-C

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.19 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMENTO PRODUTTIVO

simbolo grafico

Aree nelle quali sono insediate le attività produttive e aree libere che il piano intende destinare al completamento del polo produttivo.

MODIFICAZIONI ALL’ASSETTO URBANO a) Interventi sugli edifici esistenti in cui si svolgono attività compatibili con le destinazioni dell’area. Sono consentiti interventi di manutenzione, risanamento, ristrutturazione edilizia, ampliamento cambio di destinazione d’uso compatibile con quelle ammesse dal presente articolo. Sulle aree con attività produttive in atto che alla data di adozione del Regolamento Urbanistico risultano con rapporto di copertura pari o maggiore di quello consentito sono ammessi, una tantum, ampliamenti fino ad un massimo del 5% della superficie coperta, nel rispetto dei parametri urbanistici ed edilizi dell’area anche se eccedenti il parametro relativo al rapporto di copertura. E’ ammesso il mantenimento del filo edilizio esistente verso strada, ad eccezione delle fasce di rispetto indicate in cartografia. E’ ammesso il cambio di destinazione da produttivo a commerciale o terziario, salvo verifica della superficie a parcheggio secondo la legislazione vigente. Per gli edifici con destinazione residenziale esistenti prima dell’entrata in vigore del presente R.U. si concede una tantum un ampliamento, ad ogni unità abitativa, fino ad un massimo di mq 150 lordi. b) Interventi sugli edifici esistenti in cui si svolgono attività non compatibili con le destinazioni dell’area.

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Sono consentiti interventi di manutenzione, risanamento, ristrutturazione edilizia senza aumento della Slp esistente. Volumi tecnici per l’inserimento di impianti che migliorino la qualità delle emissioni nell’ambiente. E’ sempre ammesso il cambio di destinazione per attività produttive compatibili con la destinazione dell’area; è ammesso il cambio di destinazione a commerciale o terziario ,salvo verifica della superficie a parcheggio

3) Parametri urbanistici e edilizi per la nuova edificazione: - RAPPORTO DI COPERTURA massimo 50% della Sf - ALTEZZA MASSIMA 10,00 ml - DISTANZA MINIMA DAI CONFINI 5,00 ml ,sono ammesse costruzioni in aderenza - DISTANZA MINIMA DALLE STRADE 10,00 ml - DISTANZA MINIMA TRA FABBRICATI .10,00 ml Dovranno essere reperiti Parcheggi pertinenziali da realizzarsi all’interno di ogni lotto nella misura prevista dalla legge N°122/89. Nel caso che vi siano destinazioni d’uso commerciali dovranno in aggiunta essere calcolate le quantità previste dal D.M. n. 1144/68. Dovrà essere prevista una superficie permeabile nella quantità prescritta dalla delibera regionale N°230/94. Sono ammesse le Attrezzature e gli impianti di interesse generale Sono vietati impianti di incenerimento. Sono comprese nella destinazione produttiva le funzioni di supporto alle attività produttive insediate, residenza custode, massimo 120 mq lorde, uffici inerenti le attività ,attività di deposito purché non materiali nocivi ed inquinanti. Sono ammesse inoltre le attività di ristorazione e i pubblici esercizi. Gli impianti tecnologici e le loro coperture devono rispettare la distanza dai fili stradali di 10,00 ml. Per comprovate esigenze funzionali all’attività di realizzare tettoie a sbalzo fino a ml.3.00 in deroga alle distanze, al rapporto di copertura e al volume purché non vengano chiuse. Non sono ammesse attività conciarie ed è invece consentita l’attività di rifinitura meccanica di pelli semiterminate.

MODALITA’ ATTUATIVE

Nelle aree consolidate gli interventi ammessi dal piano si attuano con concessione edilizia, concessione convenzionata.

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ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMENTO PRODUTTIVO SATURATA

simbolo grafico

Area di completamento produttivo priva di potenzialità edificatoria.

ZONA DI ESPANSIONE PRODUTTIVA

Simbolo grafico

Queste aree completano l’insediamento dell’area industriale consolidata. Gli interventi previsti sono esclusivamente definiti da piani urbanistici particolareggiati di iniziativa pubblica o privata. Il piano dovrà tenere presente l’inquadramento generale dell’area attraverso lo studio degli effetti ambientali. L’area di nuova espansione è suddivisa in comparti edificatori da assoggettare a piano attuativo. La perimetrazione che individua i comparti comprende la viabilità principale che è intimamente legata al comparto stesso. Il piano individua all’interno dei comparti la localizzazione del verde, che sarà vincolata. Le destinazioni d’uso sono: Industriali ed artigianali non nocive agli effetti igienici, acustici ecc. (sono escluse concerie di qualsiasi tipo) e attività commerciali correlate alla produzione aziendale. Attività complementari connesse con la funzione produttiva (magazzini, depositi silos, deposito di stoccaggio, manutenzione e riparazione materiali, rimesse, edifici di natura ricreativa aziendale al servizio degli addetti alle attività, uffici, edicole e spacci, residenza per il personale di sorveglianza massimo 120 mq lordi, e aree per centri di rottamazione, le attività di deposito con materiale non nocivi e non inquinanti. Attività collettive, spazi pubblici, verde, parcheggi pubblici, 30% della superficie territoriale. Per comprovate esigenze funzionali all’attività di realizzare tettoie a sbalzo fino a ml.3.00 in deroga alle distanze, al rapporto di copertura e al volume purché non vengano chiusi. Non sono ammesse attività conciarie ed è invece consentita l’attività di rifinitura meccanica di pelli semiterminate.

163

INDICI URBANISTICI

Rapporto di copertura 50% della S.f. Altezza massima 10,00 ml Distanza minima dai confini 5,00 ml Distanza minima dalle strade 10,00 ml Distanza fra fabbricati 10,00 ml o in aderenza su accordo dei confinanti.

Dovranno essere reperiti Parcheggi pertinenziali da realizzarsi all’interno di ogni lotto nella misura prevista dalla legge N°122/89. Nel caso che vi siano destinazioni d’uso commerciali dovranno in aggiunta essere calcolate le quantità previste dal D.M. n. 1144/68. Dovrà essere prevista una superficie permeabile nella quantità prescritta dalla delibera regionale N°230/94. Il nuovo insediamento dovrà essere immediatamente accessibile da strada comunale o di lottizzazione non dovranno avere larghezza inferiore a 10,00 ml. Ogni intervento edilizio deve garantire il rispetto della legislazione vigente in materia di salvaguardia ambientale, salute e sicurezza del lavoro. In particolare gli interventi sulle aree dichiarate a rischio devono essere rivolti alla riduzione o eliminazione degli effetti dannosi prevedibili e devono rispettare le condizioni e le prescrizioni contenute nel DPR 17/5/1988 n175 e successive modifiche e integrazioni. L’area è classificata di categoria “D” ai sensi del D.M. 1444/68

Per quanto riguarda l’area contrassegnata con il simbolo ricadente nel comparto commerciale l’edificazione è legata alla formazione del Piano Attuativo di detto comparto . Le norme urbanistiche sono quelle del presente articolo

Per i comparti di espansione produttiva individuati con i simboli

il raccordo con la strada provinciale potrà essere effettuato realizzando parzialmente le opere di urbanizzazione previste nel R.U. ma fuori dai comparti suddetti: la parte di

164 rotatoria con il simbolo potrà essere realizzata assieme al comparto individuato con lo stesso simbolo e la parte interna alla rotatoria individuato

con il simbolo potrà essere realizzata assieme al comparto individuato con il simbolo . In tal modo dette aree potranno essere computate nelle quote di aree pubbliche da realizzare (30%) ma non nella superficie territoriale (S.t.)

ZONA DI ESPANSIONE PRODUTTIVA DI INIZIATIVA PUBBLICA

simbolo grafico

L’area contrassegnata con il simbolo è destinata a Piano di insediamenti Produttivi (P.I.P.) di iniziativa pubblica. L’attuazione dell’area è subordinata alla formazione di un Piano Attuativo unitario esteso all’intero comparto. Le norme urbanistiche sono quelle del presente articolo. L’Amministrazione Comunale potrà predisporre, con successivo atto, una specifica scheda normativa di dettaglio contenenti indirizzi e criteri progettuali per la formazione del Piano Attuativo.

ZONA DI ESPANSIONE COMMERCIALE

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree soggette ad espansione Commerciale. In dette aree si interverrà con Piano Attuativo di iniziativa Pubblica o Privata nei limiti previsti dal P.S. e nel rispetto dei seguenti indici edificatori: Indice territoriale 2 mc\mq Rapporto di copertura 50% Altezza massima 10,00 ml

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Distanza minima dai confini 5,00 ml Distanza minima dalle strade 7,50 ml ad esclusione delle fasce di rispetto individuate in cartografia Distanza minima dai fabbricati 10,00 ml o in aderenza salvo accordo tra le parti Le destinazioni d’uso sono quelle commerciali. Non è ammesso lo stoccaggio di materiali edili nell’area di resede prospiciente la strada. La quantità dei parcheggi e le aree a verde dovranno rispettare il D.M. 1444/68. L’intervento dovrà inoltre rispettare le quantità di parcheggi previsti dalla L.R. N°28/99 e successive integrazioni. Il nuovo insediamento dovrà essere immediatamente accessibile da strada comunale o di lottizzazione non dovranno avere larghezza inferiore a 10,00 ml. Limite massimo di esposizione al rumore: classe V tab. 1 “aree prevalentemente industriali”, al D.P.C.M. 01/03/1991.

ZONA DI ESPANSIONE COMMERCIALE SOGGETTA A DISCIPLINA SPECIFICA

simbolo grafico

L’attuazione dell’area contrassegnata con tale simbolo è subordinata alla formazione di un Piano Attuativo unitario, eventualmente articolato per subcomparti funzionali, nel rispetto dei seguenti parametri urbanistici: Indice territoriale 1,5 mc\mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 10,00 ml Sono ammesse destinazioni d’uso commerciali e direzionali. Le norme urbanistiche sono quelle del presente articolo. Il Piano Attuativo dovrà ricercare un impianto funzionale e distributivo impostato sull’accorpamento delle funzioni omogenee integrate all’interno del sistema del verde, degli standard e della viabilità. Gli standard, ed in particolare le aree a verde, le piazze e gli spazi pubblici, dovranno essere oggetti di una pianificazione organica e costituire il sistema connettivo del nuovo tessuto urbano L’Amministrazione Comunale potrà predisporre, con successivo

166 atto, una specifica scheda normativa di dettaglio contenenti indirizzi e criteri progettuali per la formazione del Piano Attuativo.

POLO TECNOLOGICO E SERVIZI

simbolo grafico

Questa zona ha la funzione di completare qualitativamente l’area produttiva dotandola di attività e attrezzature complementari alle attività della zona. La cartografia del R.U. individua accessi, viabilità e parcheggi per meglio integrarsi nel subsistema. Gli interventi previsti sono esclusivamente definiti da piani urbanistici particolareggiati di iniziativa pubblica o privata. Il piano dovrà tenere presente l’inquadramento generale dell’area attraverso lo studio degli effetti ambientali. Destinazioni d’uso ammesse: - Attività terziaria (uffici, banche, studi professionali); - Attività espositiva (show-rooms, esposizioni); - Piccole attività artigianali con relative esposizioni dei prodotti; - Attività ricettiva (Ristorante, albergo, sala riunioni e convegni); - Attività pubbliche polifunzionali (Auditorium, biblioteca, mense, centro di primo soccorso); - Pubblici esercizi; - Istruzione (Svolgimento di corsi per addetti alle attività produttive e terziarie). In tali aree si prevede una volumetria massima di 40.000 mc; l’edificato può essere realizzato con tipologia in linea, a blocco e torre. Il progetto di piano Particolareggiato definirà le masse volumetriche rispetto agli spazi pubblici (strade, parcheggi, verde) e la quantità minima sarà calcolata ai sensi del D.M. n° 1444 /68. Il Piano Attuativo dovrà ricercare un impianto funzionale e distributivo impostato sull’accorpamento delle funzioni omogenee integrate all’interno del sistema del verde, degli standard e della viabilità. Gli standard, ed in particolare le aree a verde, le piazze e gli spazi pubblici, dovranno essere oggetti di una pianificazione organica e costituire il sistema connettivo del nuovo tessuto urbano L’Amministrazione Comunale potrà predisporre, con successivo

167 atto, una specifica scheda normativa di dettaglio contenenti indirizzi e criteri progettuali per la formazione del Piano Attuativo. La superficie coperta non dovrà superare il 50% dell’intera zona.

ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMETO RESIDENZIALE

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree edificate con i precedenti piani urbanistici e piani attuativi pubblici e privati nelle quali vi è l’esigenza di migliorare la qualità urbana ed i servizi. Sono assimilabili alle zone “B” del D.M.1444/68; in dette aree sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Lungo la Via Provinciale la distanza dalla strada è pari alla fascia di rispetto, lungo le altre strade 7.50. ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato, di servizio alle residenze compatibile con la residenza, non inquinante e non rumoroso.

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ZONA CONSOLIDATA DI COMPLETAMETO RESIDENZIALE CON INDICE DI FABBRICABILITA’ DIVERSIFICATO

simbolo grafico

Nel comparto individuato con tale simbolo l’indice di fabbricabilità viene ridotto a 1,10 mc/mq mentre gli altri parametri urbanistici rimangono invariati. La distanza fra il nuovo comparto di Zona destinata a completamento residenziale e la Zona di espansione produttiva dovrà essere non inferiore a 15 ml.

MODIFICAZIONE DELL’ASSETTO URBANO.

E’ consentito l’accorpamento dei volumi presenti entro l’ambito del limite dell’insediamento, purché non abusivo o non regolarizzato. L’intervento avverrà solo dopo la demolizione degli stessi. Su gli edifici a destinazione produttiva presenti in questo tessuto urbano sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, ristrutturazione ed ampliamento. E’ ammesso il cambio di destinazione d’uso a parità di volume previa presentazione di una Schema unitario di intervento che riguardi l’intero lotto e la viabilità adiacente., Non sono ammesse costruzioni nei resedi interni degli isolati se non derivanti da un ampliamento razionale dei fabbricati esistenti, oppure da piani particolareggiati con ristrutturazione di tutto il comparto, sempre nel rispetto delle norme previste dal presente articolo.

ZONA DI RECUPERO

simbolo grafico

Per zone di recupero si intendono parti di territorio nelle quali necessitano interventi di riorganizzazione dello stato dei luoghi dal punto di vista paesaggistico- ambientale e architettonico. Gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento sono subordinati alla presentazione di un Piano di Recupero secondo quanto prescritto dalla L.R 59/80 e successive modificazioni. Nella zona di recupero possano essere presentati più Piani di Recupero nei limiti di cui all’art.9 della L.R. 59/80 .

169

Per gli edifici ricadenti in dette aree sono ammessi tutti gli interventi di cui all’art.7 del presente R.U., previa accurata documentazione fotografica del manufatto ; nel caso di ampliamento si ammette un incremento di volume pari al 10% del volume complessivo dell’intervento. In assenza di piano di recupero sono consentiti interventi diretti di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione del tipo D1 di cui L.R. 59/80. L’incremento di volume dovrà integrarsi con le volumetrie esistenti, rispettare le distanze minime di 5,00 ml dai confini, di 10 ml dai fabbricati; dalla viabilità principale e secondaria dovranno essere rispettate le distanze di cui all’Art. 5 delle presenti norme. Per gli edifici con tipologia a corte lineare eventuali modifiche di facciata per singole unità immobiliari debbono tenere conto nella progettazione della realtà dell’intero edificio ed integrarsi alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio stesso; sono quindi vietate scale esterne e modifiche che rompano in modo irreversibile l’unità del complesso. Per gli edifici di recente costruzione o ricostruzione è ammessa l’integrale demolizione con ricostruzione conservando le quantità volumetriche esistenti o maggiorate di una quantità massima pari al 10% del volume esistente stesso. Qualora un fabbricato non storico sia costruito sul filo stradale, può essere demolito e ricostruito in posizione arretrata rispetto alla strada stessa, al fine di non precluderne un eventuale allargamento.

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: residenza, agriturismo, attività ricreative e culturali, ristorazione, attività per il tempo libero, direzionale, direzionale.

Sono ammesse destinazioni produttive integrate con la residenza con le stesse modalità di quelle previste per gli edifici in area agricola con edifici sparsi. Le aree libere o giardini privati facenti capo a fabbricati posti in altre zone di piano che ricadano in area soggetta a Piano di Recupero possono essere svincolati dall’obbligo di partecipare alla redazione e alla realizzazione dello stesso . In assenza di Piano di Recupero è consentito effettuare interventi diretti attraverso autorizzazione in base alla L.R.52/99 per effettuare la manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo nelle unità immobiliari esistenti nella zona di recupero. Per gli elaborati necessari al progetto di Piano di Recupero si rinvia a quanto previsto alla legge 59/80 e successive.

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ZONA DI RECUPERO SOGGETTA A DISCIPLINA SPECIFICA

simbolo grafico

L’attuazione dell’area contrassegnata con tale simbolo è subordinata alla formazione di un Piano Attuativo unitario finalizzato alla ristrutturazione urbanistica ed alla riconversione funzionale dell’area attraverso i seguenti interventi: Ristrutturazione edilizia ed urbanistica dei volumi esistenti con incremento fino al 50% per la realizzazione di servizi ed attività terziarie di interesse collettivo a carattere privato (strutture ricettive, ristorazione, pubblici esercizi, banche, ecc.). Gli interventi dovranno essere collegati alla realizzazione degli standard urbanistici revisti dalla legislazione vigente in rapporto alle singole funzioni previste. L’Amministrazione Comunale potrà predisporre, con successivo atto, una specifica scheda normativa di dettaglio contenenti indirizzi e criteri progettuali per la formazione del Piano Attuativo.

STANDARDS PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

Simbolo grafico

La dotazione degli standards per gli insediamenti produttivi è riferita alle zone consolidate di completamento in quanto carenti di spazi e attrezzature pubbliche o di interesse generale. Per le nuove aree di espansione previste in cartografia, tali spazi dovranno essere ricavati all’interno delle singole lottizzazioni così come il Piano le individua. Le aree contrassegnate con simbologia grafica sopra riportata in prevalenza verranno attrezzate a verde e parcheggi e attrezzature per il tempo libero; eventuali volumetrie dovranno essere collocate tra la strada provinciale lato nord, la nuova viabilità di piano e la zona mista esistente fino al prolungamento della nuova viabilità attestante Via Cardeto. In quest’ultima area le destinazioni d’uso ammesse saranno relative a funzioni pubbliche (strutture sanitarie di base, uffici decentrati, uffici per l’assistenza ai lavoratori, mense collettive, attività culturali e multietniche ecc.).

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Su tali aree si opera previo Piano Particolareggiato dell’intera zona di cui al simbolo grafico con progetto stralcio attuativi e funzionali. L’iniziativa può essere sia pubblica che privata convenzionata.

PREVISIONI ADOTTATE CON DEL C.C. N. 30.05.06

Simbolo grafico

Con tale simbolo si individuano le aree oggetto di previsioni adottate con Del. C.C. n.40 del 30.05.2006 sulle quali sono state presentate osservazioni e/o per la cui rilevanza necessitano di apposito nuovo atto pianificatorio.

ART.52 SISTEMA FUNZIONALE N.3 – LUOGHI CARATTERIZZANTI

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.21 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

Il R.U. individua alcuni spazi definiti “ luoghi caratterizzanti” (piazze). Questi sono definiti dal Piano strutturale come luoghi con funzioni di interesse urbano e territoriale. Gli interventi previsti sono quelli di valorizzazione dello spazio urbano attraverso progetti architettonici di arredo urbano specifici che dovranno prevedere opere artistiche (fontane, statue, ecc.) e di riqualificazione delle aree libere. Tutti gli interventi dovranno essere coordinati dall’Amministrazione Pubblica.

ART.53 SISTEMA INFRASTRUTTURALE N.4

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.22 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

E’ costituito dal sistema di reti stradali di interesse Provinciale, Sovracomunale, Comunale. I tipi di intervento sono quelli di progetto specifici da parte dell’Amministrazione Comunale o altro Ente Pubblico.

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ART.54 OPERE DI URBANIZZAZIONE NEL TERRITORIO COMUNALE

AREE DESTINATE ALL’ISTRUZIONE

Simbolo grafico

In tali aree sono consentiti interventi per l’istruzione quali: asili nido, scuole materne, scuole elementari, scuole medie e quelli corrispondenti alla lettera a) del D.M. 1444/1968. Tali aree sono sottoposte ad esproprio se non di proprietà dell’Amministrazione Comunale. La destinazione è vincolata e gli interventi spettano unicamente alla Pubblica Amministrazione.

AREE PER ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE PUBBLICHE E DI USO PUBBLICO

Simbolo grafico

Area di interesse collettivo

Area per centro Religioso

Area per Calamità Naturali

Sede Osservatorio Astronomico

Farmacia – Centro Sanitario

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree definite dal D.M. 1444/1968 Lett. b) destinate ad attrezzature d’interesse comune: religiose, culturali, sociali,

173 assistenziali sanitarie amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile ecc.). In dette zone le previsioni del Regolamento Urbanistico si attuano attraverso progetti esecutivi di iniziativa pubblica, redatti dall’Ente Pubblico o da enti ed associazioni legalmente riconosciuti. Se il progetto è redatto da un Ente diverso dall’Amministrazione Comunale dovrà essere stipulata una apposita convenzione che stabilisca le modalità della gestione con il mantenimento dell’uso e dell’interesse pubblico. All'interno delle singole zone possono essere realizzati gli interventi previsti dal R.U., da piani di Settore o da specifici atti della Pubblica Amministrazione nei quali siano definiti gli interventi e le funzioni ammissibili, nonché il tipo ed il dimensionamento delle strutture e degli impianti. La specifica simbologia sovrapposta alla campitura di zona negli elaborati grafici del Regolamento Urbanistico e/o la eventuale scheda di norma specificano e limitano le destinazioni d’uso ammesse per le singole zone. All’interno dei singoli comparti devono essere individuati parcheggi pubblici in misura adeguata alle potenzialità e funzionalità delle strutture presenti. Per le attività esistenti in contrasto con la destinazione di zona, è ammesso il mantenimento temporaneo della destinazione esclusivamente per l’esercizio dell’attività in atto. Per gli edifici presenti nell’area non sono ammessi, fino alla loro riconversione funzionale, interventi superiori alla ristrutturazione edilizia per adeguamento igienico-funzionale. Per i fabbricati ricadenti in dette zone occupati in affitto da Enti o da attività pubbliche, qualora venga a cessare l'utilizzazione in atto il R.U., con opportuna variante, potrà valutare l'opportunità di assegnare alla zona interessata una nuova destinazione urbanistica compatibile con le destinazioni delle aree circostanti.

Nelle zone a destinazione Icf sono consentiti interventi mediante Piani Attuativi di iniziativa pubblica o privata convenzionata, limitatamente a destinazioni e/o attività di pubblico interesse con vincolo di destinazione riferito alle attività in atto o previste (farmacia, servizi sanitari). Il Piano Attuativo potrà prevedere una potenzialità di incremento volumetrico rispetto ai fabbricati esistenti, da valutare rispetto alle caratteristiche dell’area

174

(distanze dai confini e dalle strade, altezza massima di zona), previa verifica degli standard necessari (posti auto) e dell’inserimento nel tessuto urbanistico circostante.

AREE ATTREZZATE PER CAMPER E ROULOTTES

Simbolo grafico

Area attrezzata per camper e roulottes

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree destinate a spazi attrezzati per la sosta turistica temporanea di camper e roulottes; tali aree possono inoltre essere destinate a spazi per la sosta di automezzi e veicoli pesanti a servizio dell'area industriale-artigianale di Ponticelli. All'interno delle zone individuate dal R.U. gli interventi sono subordinati alla formazione di un Piano Attuativo di iniziativa pubblica o privata convenzionata, esteso all'intera area, nel quale siano definite l'ubicazione, la tipologia ed il dimensionamento degli spazi e delle strutture previste all'interno di un progetto unitario comprendente sistemazioni a verde atte a garantire il corretto inserimento ambientale. All'interno dei comparti potranno essere individuate superfici a parcheggio e spazi attrezzati per l'adempimento delle destinazioni previste. Per quanto riguarda le aree di sosta per camper e roulottes, almeno 2/3 delle superfici a parcheggio dovranno essere realizzate in materiali permeabili (parcheggio inerbito, grigliati, ecc.). Una parte non superiore al 20% dell'area potrà essere adibita a rimessaggio dei mezzi per periodi prolungati a condizione che siano previste misure e sistemazioni atte a prevenire qualsiasi forma di degrado e sia garantita la gestione e la sorveglianza dell'area attraverso specifico convenzionamento. E' consentita inoltre la realizzazione, all'interno di un progetto di sistemazione generale dell'area, di strutture complementari di servizio (bar, punto ristoro, servizi all'utenza, ecc.) per una superficie lorda massima di 50 mq più servizi igienici e spazi di servizio. Una quota non inferiore al 30% della S.T., disposta prevalentemente in corrispondenza della viabilità di accesso e lungo i margini del comparto, dovrà essere sistemata a verde con piantumazioni idonee a garantire un corretto inserimento paesaggistico dell'intervento ed una funzione di schermatura nei confronti 175 dell'edificato esistente. Per il comparto disposto in testata presso lo svincolo di Ponticelli, dovrà essere prevista la sistemazione a verde dell'area a margine della rotatoria per una profondità non inferiore alla fascia di rispetto stradale.

AREA A PARCHEGGI PUBBLICI

Simbolo grafico

Le aree con tale simbolo individuano i parcheggi pubblici di cui alla lettera b) del D.M. 1444/1968. I parcheggi privati previsti nelle tavole di progetto del presente R.U., relativi alle aree di nuova edificazione (lottizzazioni), hanno valore prescrittivo per la loro localizzazione. Per quanto riguarda l’entità delle superfici queste dovranno rispettare le leggi specifiche in materia. Tali parcheggi privati potranno essere realizzati in superficie o in sotterraneo. A servizio delle costruzioni esistenti, ad esclusione degli edifici classificati come edifici storici o assimilati ad essi, i proprietari possono realizzare nei locali siti al piani terreno o nel sottosuolo delle aree di pertinenza degli stessi parcheggi da utilizzare come pertinenze delle singole unità immobiliari. Possono essere ricavati: - nelle zone per parcheggi pubblici indicate nelle planimetrie del R.U. - nelle zone per la viabilità anche se non indicati espressamente nelle planimetrie del presente R.U, in base al progetto esecutivo dei singoli tronchi stradali; - in tutte le zone pubbliche o private, in base ai parametri previsti dalle leggi in materia o quanto previsto negli articoli delle U.T.O.E.

Simbolo grafico

Per i parcheggi privati convenzionati con l’A.C. o da convenzionare, che siano in contrasto con il presente R.U., vale la convenzione stipulata con l’A.C.

AREE ATTREZZATE A VERDE PUBBLICO E TEMPO LIBERO

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Simbolo grafico

Le aree individuate con tale simbolo sono aree attrezzate per verde e per il gioco e tempo libero senza interventi che comportino superfici coperte. Sono indicate con lettera c) dal D.M. 1444/1968. In dette aree possono essere realizzati in attuazione dei programmi pluriennali di riassetto turistico-ricreativo, da parte dell’Amministrazione Comunale che comprenderanno: a) l’adeguamento della viabilità veicolare e pedonale; b) la realizzazione di attrezzature per lo sport e il tempo libero e dei relativi servizi situate prevalentemente all’aperto in opportune cornici vegetazionali e finalizzate a soddisfare prioritariamente le esigenze non agonistiche espresse da ampie fasce di popolazione. Maneggi, campi pratica da Golf, piste atletiche, piscine, percorsi ginnici, percorsi ciclabili, spazi attrezzati per la sosta temporanea di circhi e altri spettacoli itineranti, laghetti pesca sportivi.

Eventuali campi sportivi ad uso di quartiere saranno regolati da progetti d’insieme. Le costruzioni accessorie strettamente indispensabili come spogliatoi, servi igienici non potranno superare l’indice di fabbricabilità di 0,3 mc/mq. Per le zone di verde pubblico o piazze dagli esistenti edifici sia lasciato quando è possibile in base al progetto esecutivo uno spazio di ml. 5,00.

AREE PER IMPIANTI SPORTIVI

Simbolo grafico

In tali zone sono comprese le aree pubbliche o di uso pubblico per attività sportiva, quali campi sportivi, piscine, palestre campi da tennis e sono regolate da progetti unitari redatti dall’Amministrazione Comunale o da Consorzi privati. I progetti redatti dai Consorzi privati dovranno prevedere apposita convenzione con l’Amministrazione Comunale. Tale concessione sarà determinata dal Comune caso per caso, in relazione al tipo degli impianti tenendo conto del programma economico-finanziario. Il concessionario, ferma l’osservanza della L. 10/1977 costruirà gli impianti a proprie spese, in base ad un progetto approvato dall’A.C. assume la gestione del servizio, 177 rispettando i fini sociali, la esercita per il periodo stabilito dalla convenzione che prevede anche il controllo pubblico del servizio. Il progetto generale dovrà riservare uno spazio complessivo non inferiore al 20%dell’area totale per la sistemazione al verde con alberature e parcheggi. Gli edifici di servizio non potranno superare il 20% dell’area residua. L’indice di fabbricabilità e 1 mc/mq, altezza massima 6,50 ml. STRUTTURE ASSOCIATIVE DI INTERESSE ED USO PUBBLICO

Simbolo grafico

Con tale simbolo sono individuate le strutture associative assimilabili a strutture comuni di interesse pubblico o di uso pubblico dislocate sull’intero territorio Comunale. Gli interventi previsti sono quelli descritti nell’art, 7 fino alla D1 delle presenti N.T.A. L’attuazione avviene con concessione diretta. Con i seguenti indici edilizi:

Indice di fabbricabilità 2,00 mc/mq Rapporto di copertura 50% Altezza massima 7,50 ml. Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza tra fabbricati ml.10,00 o in aderenza in accordo tra le parti. Distanza dai confini ml. 5.00.

CENTRO STORICO – STRUTTURA ASSOCIATIVA DI INTERESSE ED USO PUBBLICO.

Simbolo grafico

Per quanto riguarda le strutture edilizie ricadenti nei centri storici gli interventi previsti sono quelli di ristrutturazione edilizia del tipo D1 in attesa di un piano per i centri storici che definisca una più puntuale tipologia di intervento oppure con piano di recupero. AREE ADIBITE AD ATTIVITA’ DI DEMOLIZIONI VEICOLI.

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Simbolo grafico

L’area indicata con tale simbolo è adibita ad attività di demolizione veicoli a motore fuori uso disciplinata dalla delibera Giunta Provinciale n° 395 del 21 ottobre 1998. All'interno della zona ogni intervento di riorganizzazione ed ampliamento dell'attività esistente è subordinato alla formazione di un Piano Attuativo di iniziativa privata convenzionata. Il Piano dovrà prevedere: • la progettazione della viabilità di accesso completa di dettagliata indicazione delle opere stradali e idrauliche necessarie, e realizzazione del primo lotto funzionale • la definizione delle sistemazioni interne al comparto con particolare attenzione alle opere a verde da realizzarsi a margine del perimetro, tali da garantire il corretto inserimento paesaggistico sia nei confronti del territorio agricolo che dell'ambito fluviale; in particolare, dovrà essere garantito l’inserimento di piante di alto fustodi schermare visivamente l’impianto di lavorazione. • l'individuazione delle aree di accesso, parcheggio e movimentazione, nonché delle aree e delle strutture per l'ampliamento dell'attività esistente • la valutazione degli effetti ambientali derivanti dalla specifica attività di lavorazione, con particolare attenzione alla permeabilità ed alla vulnerabilità degli acquiferi, all'impatto acustico, allo smaltimento dei materiali inquinanti e di risulta. All'interno del comparto il rapporto di utilizzazione (S.L./S.T.) non potrà' superare il 30% della superficie territoriale complessiva. Una quota non inferiore al 20%, di tale superficie, disposta prevalentemente in corrispondenza della viabilità di accesso e lungo i margini del comparto, dovrà essere sistemata a verde con piantumazioni idonee a garantire un corretto inserimento paesaggistico. Le strutture per il ricovero e lo stoccaggio di mezzi e materiali dovranno essere costituite da tettoie di altezza non superiore ai 6 mt, per una superficie coperta complessiva non superiore al 20% della superficie territoriale. E' ammesso l'ampliamento delle strutture esistenti con destinazione ad uffici e servizi, nella misura del 20% della superficie lorda esistente. Nella progettazione delle strutture

179 dovranno essere adottate soluzioni tipologiche e costruttive che non apportino degrado urbanistico ed ambientale al contesto. Il Piano Attuativo definirà l'ubicazione, la tipologia ed il dimensionamento di tali spazi e strutture, all'interno di un progetto unitario comprendente le indispensabili misure atte a garantire il corretto inserimento ambientale. Tutti gli interventi sono subordinati alla preventiva acquisizione delle necessarie autorizzazioni da parte degli Enti competenti relativamente alle tipologie di attività previste. E’ facoltà dell’Amministrazione Comunale redigere in qualsiasi momento una specifica scheda norma al fine di una corretta programmazione ed attuazione degli interventi.

All’interno del comparto destinato ad “AREE ADIBITE AD ATTIVITA’ DI DEMOLIZIONI VEICOLI.”, il Regolamento Urbanistico individua, con specifico simbolo, le aree destinate a:

VERDE DI PROTEZIONE AMBIENTALE

Simbolo grafico

Per tali aree, nelle quali dovranno essere prioritariamente ubicati gli interventi di sistemazione ambientale sopra prescritti, valgono gli indirizzi e le disposizioni di cui al comparto medesimo. Esse costituiscono parte integrante ed inscindibile dell’ambito subordinato a Piano Attuativo.

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VERDE PRIVATO

Simbolo grafico

Gli spazi individuati dal R.U. con destinazione a verde privato sono inedificabili; gli stessi sono sistemati a giardino, a servizio di eventuali immobili, con possibilità di delimitazione previo parere dell’ufficio competente.

ART.55 NORME TRANSITORIE

I progetti completi di tutti gli elaborati presentati entro la data di adozione del R.U. e compatibili con lo stesso possono essere approvati con la normativa del P di F vigente. Nella U.T.O.E. 2.A.3 sono presenti attività di deposito e rottamazione in forza di atti amministrativi. In base agli obiettivi espressi all’Art. 17 punto 2b del P.S., tali aree dovranno essere recuperate a seguito di presentazione di un programma tendente alla loro riqualificazione ambientale da presentarsi nel periodo di validità del presente R.U.. In tale periodo gli impianti dovranno essere schermati opportunamente da barriere di verde con essenze autoctone. I siti dovranno essere dotati di tutti gli impianti e le strutture, compresi i volumi tecnici, per evitare la dispersione nel suolo nell’aria e nell’acqua, di sostanze inquinanti e dovrà rispondere ai requisiti tecnici previsti dalle norme vigenti nazionali e regionali. Limite massimo di esposizione al rumore: Classe IV “Area di intense attività umane” Tab. 1 all. D.P.C.M. 1 marzo 1991.

ART.56 INTERVENTI DI EDILIZIA ECONOMICA-POPOLARE ( CASE MINIME) ZONE MONTECALVOLI BASSO- ZONA PONTICELLI VIA USCIANA

Simbolo grafico

In dette aree occupate attualmente dalle case minime ,è consentita la costruzione di edifici con un volume residenziale massimo di MC.3000 per ogni zona da destinare

181 ad Edilizia Economica e popolare .Per l’indice della sup. coperta consentita, i vincoli di distanza dai confini e dalle strade, la distanza tra fabbricati ,vale quanto previsto nell’articolo per le zone residenziali consolidate in cui ricadono.

ART. 57 - CONSULTAZIONE DEGLI ELABORATI DEL PIANO

A) Nelle rappresentazioni grafiche delle tavole di Piano prevale l’indicazione delle tavole di dettaglio sulle tavole di scala di insieme. In caso di disposizioni contraddittorie tra elaborati grafici e norme di attuazione prevale quanto stabilito dalle norme. Gli originali delle tavole di Piano sono depositati presso l’Amministrazione Comunale ed ivi consultabili da tutti i cittadini.

B) La presente normativa è stata scritta per esteso, U.T.O.E. per U.T.O.E., in modo da rendere più immediata la consultazione da parte dei cittadini, in quanto una stessa retinatura può indicare interventi quantitativamente diversi a seconda dell’U.T.O.E. in cui ricade.

C) Il presente R.U. stabilisce che lo sviluppo del territorio Comunale avvenga nel rispetto del dimensionamento massimo ammissibile previsto dal P.S.; pertanto il controllo e la verifica con gli articoli 23 e 24 del P.S. sono demandati all’Amministrazione Comunale; per modifiche dimensionali sul P.S. si dovrà procedere ad una variante dello stesso.

D) Autorizzazione e Concessione Per quanto riguarda il rilascio dell’Autorizzazione e Concessione edilizia l’Ufficio tecnico Comunale dovrà assicurarsi dell’esistenza e/o dell’impegno alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria al fine della salvaguardia del suolo, dell’ambiente e della qualità della vita.

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ART. 58

AREA COMPRESA IN COMPARTO DI PEREQUAZIONE URBANISTICA

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree ricadenti all'interno di comparti di perequazione urbanistica ai sensi della L.R. 1/05. Tali comparti comprendono ambiti disomogenei per ubicazione (possono essere spazialmente discontinui), destinazione urbanistica (comprendono aree di interesse pubblico e privato, edificabili e non), assetto proprietario (possono comprendere aree di proprietà pubblica e privata) la cui attuazione è ricondotta ad una procedura unitaria attraverso la formazione di un Piano Attuativo di iniziativa pubblica o privata convenzionata contestualmente esteso all’intero comparto di trasformazione. I Piani Attuativi definiscono l'ubicazione, la tipologia e l'entità degli interventi e delle sistemazioni previste nel rispetto dei parametri e degli indirizzi contenuti nelle schede normative allegate di seguito. Laddove non diversamente precisato, per le singole destinazioni urbanistiche vale la disciplina definita dal R.U. per le zone omogenee di riferimento. In assenza di Piano Attuativo, nelle aree ricadenti all'interno di comparti di perequazione urbanistica sono consentiti unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici esistenti.

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SCHEDA NORMA COMPARTO 1

Subcomparto 1a:

Superficie Territoriale: mq 281.434

Destinazione: Area di interesse ambientale per attività di interesse generale a carattere sportivo – ricreativo, faunistico venatorio, protezione civile e pubblico interesse

Proprietà finale dell’area: Da cedere gratuitamente all’Amministrazione Comunale

Subcomparto 1b:

Superficie Territoriale: mq 11.880

Destinazione: Zona di espansione residenziale (volumetria massima mc 9182)

Proprietà finale dell’area: Privata con standard urbanistici da cedere all’Amministrazione Comunale

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SCHEDA NORMA COMPARTO 2

Subcomparto 2a:

Superficie Territoriale: mq 5926

Destinazione: Zona di espansione residenziale (parametri urbanistici It = 1 mc/mq)

Proprietà finale dell’area: Privata con standard urbanistici da cedere all’Amministrazione Comunale

Subcomparto 2b:

Superficie Territoriale: mq 44.324

Destinazione: Area di interesse ambientale per attività di interesse generale a carattere sportivo – ricreativo, escursionistico, educazione ambientale, per il tempo libero (possibilità di realizzazione piccole strutture di servizio alle attività previste, aree e percorsi attrezzati nel rispetto delle caratteristiche ambientali e dei vincoli previsti per legge)

Proprietà finale dell’area: Proprietà privata convenzionata per il pubblico utilizzo

Subcomparto 2c:

Superficie Territoriale: mq 7827

Destinazione: Verde pubblico attrezzato; area per attività e servizi di interesse collettivo

Proprietà finale dell’area: Cessione gratuita all’Amministrazione Comunale

Subcomparto 2d:

Superficie Territoriale: mq 2000

Destinazione: Verde pubblico attrezzato; area per attività e servizi di interesse collettivo

Proprietà finale dell’area: Cessione gratuita all’Amministrazione Comunale

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SCHEDA NORMA COMPARTO 3

Subcomparto 3a:

Superficie Territoriale: mq 1460

Destinazione: Verde pubblico attrezzato

Proprietà finale dell’area: Cessione gratuita all’Amministrazione Comunale

Subcomparto 3b:

Superficie Territoriale: mq 1555

Destinazione: Infrastrutture di pubblico interesse e verde di rispetto

Proprietà finale dell’area: Cessione gratuita all’Amministrazione Comunale

Subcomparto 3c:

Superficie Territoriale: mq 7445

Destinazione: Comparto di ristrutturazione urbanistica con integrazione di attività residenziali, di servizio, terziarie, commerciali ed altre funzioni, per una potenzialità edificatoria di complessivi 15.000 mc di cui almeno il 30% a destinazione non residenziale. Nella redazione del Piano Attuativo dovrà essere perseguita la riqualificazione urbanistica del comparto attraverso: a) la realizzazione di un tessuto polifunzionale integrato con il contesto urbano ed articolato in rapporto agli spazi pubblici ed a verde; b) la localizzazione di funzioni qualificate, di servizi ed attrezzature di interesse generale; c) la realizzazione di ampie aree a verde attrezzato e parcheggio. Gli standard urbanistici dovranno essere dimensionati in base a quanto previsto dalle norme vigenti in relazione alle effettive funzioni insediate

Proprietà finale dell’area: Privata con realizzazione e cessione delle aree a standard urbanistico

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ART. 59

AREA ATTREZZATA A CARATTERE NATURALISTICO AMBIENTALE

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree di interesse naturalistico ambientale nelle quali possono essere realizzati spazi ed attrezzature per attività di interesse generale con finalità collegate alla fruizione ambientale, escursionistica, sportiva – ricreativa, faunistico-venatoria, di educazione ambientale e per il tempo libero. All'interno di tali zone la realizzazione degli interventi e delle attività sopra definite è consentita attraverso la formazione di un progetto unitario esteso all'intera area interessata, di iniziativa pubblica o privata convenzionata, nel quale siano definiti l'ubicazione, la tipologia e l'entità degli interventi e delle sistemazioni previste. L'Amministrazione Comunale, in riferimento agli indirizzi espressi da specifici piani di settore ed attraverso singoli convenzionamenti, disciplina le caratteristiche e le modalità di gestione delle aree e delle aree attrezzate e dei servizi ivi previsti. E' ammessa la realizzazione di piccole strutture di servizio (chioschi, punti ristoro, servizi igienici, ecc.), aree e percorsi attrezzati, nel rispetto delle caratteristiche ambientali dei luoghi e dei vincoli derivanti dalla eventuale presenza di aree boscate ai sensi di legge. Per la realizzazione di eventuali attrezzature inerenti attività a carattere ippico (box, stalla, fienile, ecc.) dovrà essere presentato all’Amministrazione Comunale uno specifico progetto convenzionato nel quale siano individuate la tipologia ed il dimensionamento di tali strutture commisurati all’attività esercitata, nonchè l’impegno alla loro rimozione alla cessazione dell’attività stessa o alla scadenza della convenzione. I progetti dovranno adottare soluzioni tipologiche e costruttive tali da garantire un corretto inserimento ambientale e paesaggistico degli interventi previsti, ricorrendo preferibilmente a materiali tipici del luogo. Una particolare attenzione dovrà essere posta alla sistemazione ambientale complessiva dell'area, individuando gli interventi

187 di riqualificazione eventualmente necessari per la piena valorizzazione dei caratteri naturali e paesaggistici presenti. Nelle sistemazioni dovrà essere fatto preferibilmente uso di materiali naturali permeabili; allo stesso modo le recinzioni dovranno essere prevalentemente costituite da staccionate in legno con eventuali siepi o piantumazioni di schermo.

ART. 60 UNITA’ TERRITORIALE ORGANICA ELEMENTARE 2-B-5 AMBITI DI CONNESSIONE AMBIENTALE

RIFERIMENTO AL PIANO STRUTTURALE Art.18 Prescrizioni vincolanti punto 3.c.

simbolo grafico

Nelle aree individuate nel Piano strutturale come U.T.O.E. 2B5 potranno essere realizzate, oltre alle funzioni e le attività collegate alla tutela ed alla valorizzazione ambientale dell'area, funzioni di interesse pubblico con particolare riferimento all’edilizia scolastica, ai parchi urbani, alle aree attrezzati di uso collettivo. Uno specifico Piano guida elaborato dall'Amministrazione comunale dovrà precisare i caratteri e il dimensionamento e la tipologia degli interventi di interesse pubblico, con particolare riferimento al sistema di connessione con le infrastrutture viarie, con gli insediamenti adiacenti e con gli ambiti di interesse ambientale circostanti. Gli interventi all'interno dell'area sono subordinati alla formazione di un Piano Attuativo unitario nel quale sia valutata la compatibilità rispetto alle condizioni di sicurezza idraulica dell’area ed alle infrastrutture tecnologiche presenti. Le aree verdi dovranno costituire sistema in connessione con le aree di interesse ambientale circostanti, con particolare riferimento alla interazione con l’ambito dell’antifosso dell’Usciana. Per la disciplina dell’edificato esistente si fa riferimento alle norme per le Aree agricole con edifici sparsi con e senza vincolo ambientale (UTOE 2A3)

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ART. 61

ZONE CONSOLIDATE DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALE A BASSA DENSITA'

simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le parti del territorio collegate a zone totalmente o parzialmente edificate, a carattere residenziale e prevalentemente di formazione recente, in cui il Regolamento Urbanistico, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza dell’insediamento e stabilendo come elemento prioritario il reperimento degli standard urbanistici, prevede la possibilità di completamento del tessuto residenziale attraverso interventi edilizi a bassa densità. In dette aree, sono consentiti interventi edilizi diretti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, la ristrutturazione, restauro ,risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, demolizione e ricostruzione, ampliamento, nuove costruzioni nei lotti residui di completamento con i seguenti indici edilizi: Indice di fabbricabilità 0,7 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade su allineamento preesistente, in mancanza di questo 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 ml o in aderenza con accordo tra le parti. Sono ammesse tutte le funzioni connesse con la residenza e ad essa complementari come uffici, servizi, attività direzionali e commerciali, attività per il tempo libero, ricreative, culturali, ricettive, ristorazione, artigianato compatibile con la residenza. In coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi formulati dal Piano strutturale, gli interventi edilizi dovranno adottare regole insediative e tipologiche che privilegino una maggiore qualità urbana ed edilizia, con particolare attenzione al corretto inserimento nel contesto urbanistico ed ambientale. In particolare, i progetti dovranno definire l'assetto complessivo degli spazi edificati e non, con specifica attenzione agli accessi stradali ed agli allineamenti, al reperimento dei posti auto e degli spazi necessari in relazione al carico urbanistico previsto, alla sistemazione a

189 verde degli spazi esterni. Nella progettazione dei nuovi interventi edilizi dovrà essere fatto preferibilmente ricorso a tipologie coerenti con il contesto e con la tradizione locale, quali case a schiera, case a corte, case unifamiliari e bifamiliari isolate.

Per le richieste di nuova edificazione, anche se compatibili con i parametri urbanistici di zona, dovranno essere verificate le seguenti condizioni: - siano presenti le necessarie opere di urbanizzazione o vi sia la disponibilità del richiedente, attraverso convenzionamento con l’A.C., al completamento delle stesse a scomputo degli oneri concessori. - la nuova edificazione si relazioni in modo coerente alle caratteristiche tipologiche del tessuto edilizio circostante e non costituisca motivo di degrado urbanistico ed ambientale. - l’edificio sia dotato dei necessari requisiti di accessibilità dalla strada pubblica Nelle zone specificamente individuate dal R.U. (aree soggette a permesso convenzionato), la realizzazione degli interventi edilizi è condizionata all'attuazione ed alla cessione all'Amministrazione pubblica degli standard urbanistici previsti dal piano, mediante stipula di convenzione o atto d'obbligo estesi all'intera area, ai quali è subordinato il rilascio del permesso di costruire.

ART. 62

ZONE DI NUOVA ESPANSIONE RESIDENZIALE A BASSA DENSITA'. Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le parti del territorio che il Regolamento Urbanistico, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza dell’insediamento e stabilendo come elemento prioritario il reperimento degli standard urbanistici, destinati all’espansione edilizia ed alle relative opere di urbanizzazione. In dette zone il rilascio del permesso di costruire è subordinato all’approvazione di piani attuativi di iniziativa pubblica o privata convenzionata ed al rispetto degli indirizzi, dei parametri e delle prescrizioni stabiliti dalle presenti norme e dalle eventuali singole schede norma. Gli elaborati grafici del Regolamento Urbanistico

190 indicano i perimetri dei comparti all’interno dei quali devono essere predisposti i Piani Attuativi. All’interno dei singoli comparti dovrà essere garantita la realizzazione e la cessione di standard urbanistici (infrastrutture, servizi ed aree pubbliche quali parcheggi e verde attrezzato) in misura non inferiore al 50% della Superficie Territoriale del comparto di attuazione. Il piano dovrà essere esteso all'intero comparto individuato nelle tavole del R.U., quindi comprensivo di tutte le infrastrutture che la perimetrazione contiene. L'ubicazione ed il dimensionamento delle aree pubbliche ed a standard individuate graficamente dal R.U. all'interno dei comparti rivestono valore orientativo per l'attuazione degli interventi. I Piani Attuativi di iniziativa pubblica o privata potranno prevedere, in accordo con l’Amministrazione Comunale, soluzioni diverse, purché siano dotate della necessaria funzionalità urbanistica e garantiscano il rispetto dei parametri e degli standard previsti dal presente articolo. L'impianto urbanistico dovrà in ogni caso garantire prioritariamente la funzionalità e la qualità delle infrastrutture e degli spazi pubblici, anche nelle loro relazioni con il tessuto circostante. Gli interventi dovranno rispettare i seguenti parametri: Indice territoriale 0,5 mc/mq Rapporto di copertura 30% Altezza massima 7,50 ml Distanza dalle strade 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza fra fabbricati 10.00ml In tali aree la destinazione d'uso prevalente è la residenza; sono altresì ammesse destinazioni compatibili con la residenza (quali ad esempio uffici ed esercizi commerciali a servizio della residenza con superficie di vendita fino a 250 mq). In generale, l’organizzazione planivolumetrica dovrà individuare elementi morfologici e tipologici coerenti con il tessuto urbano circostante, con particolare riferimento all’edilizia tradizionale quale case a schiera, case a corte, case unifamiliari e bifamiliari isolate. Le soluzioni progettuali dovranno valorizzare il sistema del verde e degli spazi inedificati attraverso uno specifico progetto. E’ facoltà dell’Amministrazione Comunale redigere in qualsiasi momento specifiche schede norma al fine di una corretta programmazione ed attuazione degli interventi.

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ART. 63

ZONA DI RECUPERO A RICONVERSIONE NON RESIDENZIALE

simbolo grafico

L’attuazione delle aree contrassegnate con tale simbolo è subordinata alla formazione di un Piano Attuativo unitario finalizzato alla ristrutturazione urbanistica ed alla riconversione funzionale dell’area attraverso i seguenti interventi: Ristrutturazione edilizia ed urbanistica dei volumi esistenti con incremento fino al 50% per la realizzazione di servizi ed attività terziarie di interesse collettivo a carattere privato (strutture ricettive, ristorazione, pubblici esercizi, banche, ecc.). Gli interventi dovranno essere collegati alla realizzazione degli standard urbanistici previsti dalla legislazione vigente in rapporto alle singole funzioni previste. L’Amministrazione Comunale potrà predisporre, con successivo atto, una specifica scheda normativa di dettaglio contenenti indirizzi e criteri progettuali per la formazione del Piano Attuativo.

ART. 64

COMPARTO A DESTINAZIONE MISTA

simbolo grafico

I comparti a destinazione mista comprendono le parti di territorio che, in relazione a particolari obiettivi di riqualificazione urbanistica e territoriale, prevedono l’integrazione di attività residenziali, di servizio, terziarie, commerciali ed altre funzioni. In dette zone il rilascio della concessione edilizia è subordinato all’approvazione di piani attuativi di iniziativa pubblica o privata convenzionata ed al rispetto degli indirizzi, dei parametri e delle prescrizioni stabiliti dalle presenti norme e dalle eventuali singole schede norma. Gli elaborati grafici del Regolamento Urbanistico

192 indicano i perimetri dei comparti all’interno dei quali devono essere predisposti i Piani Attuativi, nel rispetto dei seguenti parametri urbanistici: Indice territoriale 1,5 mc/mq Rapporto di copertura 40% Altezza massima 7,50 ml Distanza dai confini 5,00 ml Distanza dalle strade o spazi pubblici 7,50 ml Distanza tra fabbricati 10,00 o in aderenza con accordo tra le parti Le destinazioni d’uso sono quelle residenziali, commerciali, direzionali, terziarie e di servizio; la residenza è ammessa fino ad un massimo del 40% della potenzialità edificatoria. All’interno dei singoli comparti dovrà essere garantito il soddisfacimento degli standard urbanistici secondo le quantità e le tipologie previste e localizzate nelle tavole del R.U, e, in assenza di specifiche indicazioni, in misura non inferiore a quelli previsti dal P.S. e dalla legislazione vigente in relazione alle singole destinazioni previste. Nella redazione dei Piani Attuativi dovrà essere perseguita la riqualificazione urbanistica del comparto attraverso: a) la realizzazione di un tessuto polifunzionale integrato con il contesto urbano ed articolato in rapporto agli spazi pubblici ed a verde; b) la localizzazione di funzioni qualificate, di servizi ed attrezzature di interesse generale; c) la realizzazione di ampie aree a verde attrezzato e parcheggio; le soluzioni progettuali dovranno valorizzare il sistema del verde e degli spazi inedificati attraverso uno specifico progetto. E’ facoltà dell’Amministrazione Comunale redigere in qualsiasi momento specifiche schede norma al fine di una corretta programmazione ed attuazione degli interventi.

193

ART. 65 AREE ATTREZZATE PER RICOVERO MEZZI E MATERIALI ATTIVITA' EDILI

Simbolo grafico

L’area identificata con tale simbolo è destinata a spazi attrezzati per il ricovero di mezzi e materiali collegati all'esercizio di attività edili. Nell'area in oggetto è ammessa la realizzazione di spazi attrezzati ad uso di soggetti titolari di imprese edili con sede nel territorio comunale; le modalità di utilizzo e gestione di tali spazi dovranno essere regolate da specifico convenzionamento con l'Amministrazione comunale, con esplicita esclusione di qualsiasi attività non direttamente collegata allo svolgimento dell'attività edilizia (quali deposito e commercializzazione di materiali edili, stoccaggio di inerti, ecc.). All'interno dell'area è inoltre consentito il deposito e lo stoccaggio dei materiali necessari per la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche da parte di Enti pubblici e/o consorzi. La realizzazione dell'area è subordinata alla formazione di un Piano Attuativo di iniziativa pubblica o privata convenzionata, esteso all'intera superficie del comparto individuato dal R.U. Il Piano Attuativo definirà l'ubicazione, la tipologia ed il dimensionamento degli interventi, nel rispetto dei parametri e delle prescrizioni di seguito definiti. All'interno del comparto potranno essere individuati una o più superfici attrezzate con piazzali e strutture temporanee per il ricovero e lo stoccaggio di mezzi e materiali. Una superficie non inferiore al 25% della superficie territoriale complessiva, disposta prevalentemente in corrispondenza della viabilità di accesso e lungo i margini del comparto, dovrà essere sistemata a verde con piantumazioni idonee a garantire un corretto inserimento paesaggistico. Le strutture per il ricovero e lo stoccaggio di mezzi e materiali dovranno essere costituite da tettoie aperte su tutti i lati, di altezza non superiore ai 6 mt, per una superficie coperta complessiva non superiore al 20% della superficie territoriale. E' consentita inoltre la realizzazione, per ciascuna area attrezzata, di una struttura di

194 servizio chiusa con funzioni di ufficio/ magazzino, di superficie lorda non superiore a mq 25 ed altezza non superiore a ml 3. Tutte le strutture dovranno avere caratteristiche costruttive tali da poter essere agevolmente rimosse alla scadenza del periodo convenzionato. Nella progettazione delle strutture dovranno essere adottate soluzioni tipologiche e costruttive che non apportino degrado urbanistico ed ambientale al contesto. Le singole aree attrezzate dovranno essere delimitate e schermate da opportune sistemazioni a verde, con funzione di mitigazione visiva ed acustica rispetto alle aree circostanti. Tutti gli interventi dovranno far parte di un progetto unitario comprendente le infrastrutture e le urbanizzazioni necessarie, la sistemazione degli spazi esterni nonché misure atte a garantire il corretto inserimento ambientale. E’ facoltà dell’Amministrazione Comunale redigere in qualsiasi momento una specifica scheda norma al fine di una corretta programmazione ed attuazione degli interventi.

ART. 66 ZONA PER ALLEVAMENTO DI CANI

Simbolo grafico

Nell’area è ammessa l’attività di allevamento di cani secondo le norme e prescrizioni di legge in materia. L'esercizio della attività è subordinato alla formazione di un Progetto unitario esteso all'intera area, nel quale siano definiti il dimensionamento e la tipologia degli spazi e delle strutture necessarie, nonché le sistemazioni esterne ed i necessari interventi atti a garantire il rispetto delle caratteristiche ambientali del luogo. In tali aree è consentita la realizzazione di modeste strutture a carattere temporaneo per l'esercizio dell'attività di allevamento, da realizzarsi con materiali tipici del luogo (legno e cotto a vista) adottando soluzioni tipologiche e costruttive che non apportino degrado urbanistico ed ambientale al contesto.

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E' necessario un convenzionamento o atto d'obbligo nei confronti dell'Amministrazione Comunale nel quale siano garantite le modalità di manutenzione e gestione dell'area, nonché l'impegno a rimuovere i manufatti alla cessazione dell'attività.

ART. 67

ATTITUDINE ALLA TRASFORMAZIONE DEI SUOLI E FATTIBILITÀ DELLE TRASFORMAZIONI

Art. 67.1. Attitudine alla trasformazione dei suoli

67.1.1. Prescrizioni generali 1. Ferma restando l'applicazione delle norme di cui agli artt. 36 e 37 del vigente P.A.I. per l'attuazione degli strumenti urbanistici vigenti alla data di entrata in vigore di tale strumento (4 ottobre 2005), alle previsioni urbanistiche successive si applicano le disposizioni del presente articolo. 2. Per la fattibilità di opere in rapporto alle caratteristiche dei terreni, dovranno essere rispettati gli indirizzi e le prescrizioni contenute nelle Carte della fattibilità geologica, allegate come parte integrante e sostanziale al presente R.U. Per gli interventi da attuarsi con Piani Attuativi, che producono nuovo impegno di suolo e carico urbanistico deve essere sviluppata la Valutazione di cui al Capo I della L.R. 1/05 secondo la normativa vigente in materia. 3. I nuovi interventi sul territorio dovranno essere accompagnati, in ottemperanza delle normative vigenti, da appositi studi geologico-tecnici che analizzino l’interazione tra le trasformazioni in progetto ed il contesto geologico, idraulico ed idrogeologico in cui si inseriscono, nonché forniscano indicazioni specifiche sulla mitigazione dello stato di rischio accertato. 4. In generale, gli interventi di nuova edificazione, di Ristrutturazione Urbanistica, di Sostituzione Edilizia o di Ristrutturazione Edilizia (con variazione dell’entità e/o della distribuzione dei carichi sul terreno di fondazione) dovranno essere supportati da specifiche ed adeguate indagini geognostiche, che approfondiscano le conoscenze sulle caratteristiche litologiche e le problematiche evidenziate nelle cartografie tematiche inserite nel Piano Strutturale. 196

67.1.2. Prescrizioni particolari per il Sistema territoriale della pianura ed il Sistema territoriale della collina Presentando il territorio comunale di Santa Maria a Monte due contesti geomorfologicamente distinti, pianura alluvionale e rilievi collinari, caratterizzati da problematiche specifiche, per ogni contesto devono essere seguite le seguenti prescrizioni:.

67.1.2 1. Prescrizioni particolari per il Sistema Territoriale della pianura

67.1.2.1.1 Criteri per la definizione degli interventi di messa in sicurezza idraulica

Gli interventi nelle aree con classi di pericolosità PI3 e PI4 del P.A.I. che necessitano di opere di messa in sicurezza, fermo restando le necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità idrauliche competenti, possono fondarsi sul principio di automessa sicurezza idraulica, inteso come intervento strutturale per le aree su cui produce benefici. Tali norme saranno strettamente correlate e subordinate ai piani di protezione civile elaborati per il territorio comunale.

L’insieme di queste norme vincolanti il territorio hanno un carattere di temporaneità e sono basate su un nuovo criterio di sicurezza, che si deduce dal DPCM 6/05/2005, basato sulla dinamicità delle perimetrazioni e delle pericolosità definite nel Piano di Bacino del fiume Arno (cadenza triennale art. 23). Infatti il citato DPCM prevede una serie di interventi sull’asta fluviale che tendono progressivamente alla messa in sicurezza del territorio e/o alla riduzione del Rischio Idraulico; pertanto, anche alla luce delle nuove perimetrazioni che periodicamente l’Autorità di Bacino del Fiume Arno dovrà rielaborare, sia per gli interventi strutturali che man mano verranno realizzati, sia per l’adeguamento degli strumenti conoscitivi (aggiornamento dei modelli, aggiornamenti cartografici, ecc.), le norme urbanistiche devono avere un carattere di flessibilità tale da poter recepire in tempi brevi le modifiche dei vincoli territoriali in materia di sicurezza idraulica. Con tale criterio viene imposta la sicurezza idraulica dei fabbricati seguendo lo stesso criterio seguito dalla normativa per la riduzione del rischio sismico, in particolare: • viene imposta la sicurezza dei fabbricati per l’evento duecentennale,

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• si accetta che tali edifici possano rimanere isolati durante l’esondazione, • si attuano misure di protezione civile per la predisposizione degli allarmi, per la predisposizione di aree di raccolta e per la gestione dell’emergenza. Le misure di sicurezza idraulica sono strettamente correlate al tempo di ritorno che la normativa impone pari a duecento anni. Le considerazioni prima svolte circa la dinamicità del P.A.I. del fiume Arno fanno presupporre che, da oggi a duecento anni, tutti gli interventi previsti per la messa in sicurezza idraulica del territorio verrano realizzati. Pertanto supponendo una diluizione degli interventi su un arco temporale di 200 anni e considerando che almeno una delle opere strutturali previste avente un’influenza diretta sul territorio comunale (la cassa di ) è in fase di progettazione avanzata ne consegue che anche la probabilità dell’accadimento dell’evento duecentennale decresce all’aumentare degli interventi realizzati. La realizzazione delle opere strutturali di messa in sicurezza idraulica ridurrà progressivamente il valore del rischio di insufficienza. Le considerazioni effettuate sulla dinamicità delle situazioni di rischio idraulico oltre ad imporre analoghe condizioni dinamiche per le norme rendono plausibile l’interpretazione di intervento di messa in sicurezza idraulica come intervento di autosicurezza senza aggravio per le aree contermini. In base a tali valutazioni è plausibile ed eticamente corretto accettare il criterio dell’autosicurezza idraulica per porzioni di territorio.

Le opere di automessa in sicurezza dovranno tenere conto dei battenti previsti e porre la quota dei fabbricati a +20 cm rispetto al battente duecentennale. Contemporaneamente dovrà essere calcolato il volume sottratto all’esondazione e ripristinato mediante vasche o volumi interrati. Al cessare o al diminuire delle condizioni di rischio idraulico i volumi realizzati per creare gli invasi potranno essere in parte riutilizzati e in parte utilizzati per la mitigazione delle onde di piena delle reti drenanti minori. Le costruzioni in zone a pericolosità elevata dovranno essere sottoposte a vincolo di trascrizione nei documenti e nei trasferimenti di proprietà alla stessa stregua di un vincolo di servitù. Questo accorgimento serve a rendere edotti i proprietari e i possibili futuri acquirenti dell’esistenza di un rischio idraulico latente. Tale vincolo decade al cessare delle condizioni di rischio.

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67.1.2.1.2 Salvaguardie dell’assetto idraulico a) Riduzione del rischio idraulico 1. Nelle aree di pianura, le trasformazioni in progetto dovranno essere volte alla riduzione del rischio idraulico attraverso la messa in sicurezza rispetto agli eventi critici emersi negli studi idraulici inseriti nel Piano Strutturale ed in quelli contenuti negli strumenti di gestione territoriale sovraordinati. 2. Nelle zone inserite nelle “Perimetrazioni delle Aree con pericolosità idraulica” contenute nel Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Arno, convertito in D.P.C.M. il 6 maggio 2005 e vigente a partire dal 3 ottobre 2005, valgono, quando più restrittive delle prescrizioni contenute nel presente Regolamento Urbanistico, le norme di salvaguardia e di attuazione previste dal Piano di Bacino stesso. 3. Nelle aree a medio-alta pericolosità idraulica, i progetti relativi ai nuovi interventi che comportano nuova occupazione di suolo, dovranno essere corredati da una relazione a firma di un tecnico abilitato che evidenzi le condizioni di rischio specifico (relative ad inondazioni con tempo di ritorno pari a duecento anni – TR: 200 anni) rilevabili al momento della progettazione, correlando le informazioni contenute nel P.S. con quelle del P.A.I., quando disponibili. In tali aree, se necessario, dovranno essere definiti gli interventi di mitigazione del rischio, verificando inoltre le eventuali interferenze con il contesto idrologico. 4. La verifica delle condizioni locali di rischio dovrà essere condotta a partire dalla carta dei battenti, allegata alla presente Variante, relativi all’esondazione con tempo di ritorno duecentennale, calcolando i volumi sottratti dalle nuove edificazioni alla esondazione duecentennale e i volumi necessari per il compenso al fine di non aggravare le condizioni di rischio nelle aree limitrofe. È facoltà del richiedente effettuare nuovi studi sui battenti partendo da nuovi rilievi di dettaglio a condizione che gli stessi vengano referenziati a punti noti della cartografia regionale 1:2000; inoltre detti studi devono comprendere l’intera cella individuata dal PAI nella quale ricade l’area oggetto dell’intervento e considerando come volume esondato quello fornito dall’Autorità di bacino del fiume Arno per il tempo di ritorno duecentennale. 5. Nei casi in cui, per porsi in condizioni di sicurezza idraulica, siano previsti rialzamenti dei piani di calpestio, in generale essi dovranno essere limitati ai fabbricati ed ai raccordi

199 con i piazzali, salvo esigenze particolari indotte dalla necessità di collegamento con le adiacenti zone già urbanizzate. I Piani Attuativi che comportano nuove urbanizzazioni, dovranno definire la quota di sicurezza dei piani di calpestio dei locali al piano terra e dei piazzali a partire dalle quote di sicurezza individuate per l’intero comparto urbanistico. Sempre a livello di comparto urbanistico dovrà essere studiato il reticolo drenante delle aree circostanti ed individuato il ricettore finale delle acque bianche raccolte all'interno. Di tale ricettore dovrà essere definita l'area scolante e verificata l'adeguatezza in rapporto ai nuovi apporti d'acqua: se necessario, dovranno essere previsti interventi di ricalibratura del ricettore individuato. Qualora per la messa in sicurezza idraulica delle aree soggette a nuove urbanizzazioni e soggette a piani attuativi pubblici e/o privati, si rendessero necessari interventi di compensazione idraulica, questi potranno essere verificati ed attuati in aree limitrofe all’interno del comparto o all’esterno di esse; nel caso in cui ciò avvenga in aree limitrofe di carattere agricolo le opere necessarie dovranno essere comunque autorizzate dalla P.A. e non dovranno compromettere l’uso agricolo delle stesse: in questo caso tali aree dovranno essere vincolate con atto registrato e trascritto alla destinazione di difesa idraulica per il tempo necessario, venendo meno qualunque altra destinazione anche edificatoria di carattere rurale. 6. Nelle aree a medio-alta pericolosità idraulica, per gli interventi di Sostituzione Edilizia o di nuova edificazione soggetti a intervento diretto sono da preferirsi soluzioni che producono un maggiore sviluppo in altezza, liberando nuove porzioni di suolo; in tal caso è possibile prendere in considerazione soluzioni tipologiche e progettuali che, nel rispetto dei parametri urbanistici ed edilizi stabiliti dalla presenti N.T.A. per le zone interessate, si dimostrino efficaci dal punto di vista della messa in sicurezza idraulica del fabbricato. 7. Qualunque altro intervento, anche di ristrutturazione senza aumento della superficie coperta, deve essere finalizzato alla mitigazione del livello di rischio accertato. b) Impermeabilizzazioni e contenimento delle acque meteoriche 1. La realizzazione di vaste superfici impermeabilizzate dovrà essere subordinata ad uno studio idrologico-idraulico di dettaglio che definisca gli interventi (nuovi canali di scolo, vasche volano, o altri idonei accorgimenti) necessari per neutralizzare gli effetti derivanti dall’aumento del deflusso idrico e della velocità di corrivazione delle acque nel corpo ricettore, sia esso naturale o costituito dalla pubblica fognatura. 2. Particolari accorgimenti dovranno essere posti anche nella progettazione delle superfici coperte, preferendo le soluzioni che permettano la riduzione della velocità dell’acqua.

200 c) Fognature 1. Le reti fognarie di nuova realizzazione per le acque bianche, dovranno essere progettate per favorire il massimo invaso di acqua, ottenibile attraverso ampie dimensioni, ridotta profondità (in modo da mantenerle vuote nei periodi asciutti) e bassa pendenza (per ridurre la velocità del flusso). 2. Qualora sia previsto il convogliamento di fosse campestri nella fognatura pubblica, dovranno essere previsti manufatti per l’abbattimento del trasporto solido, in modo da preservare nel tempo la funzionalità delle condotte sotterranee. 3. Le acque pluviali, prima della loro immissione in fognatura, dovranno essere accumulate in cisterne interrate, private o condominiali, di adeguata ampiezza, al fine di ridurre la quantità delle acque immesse nei collettori fognari nei momenti di intensa piovosità e al fine di utilizzare le acque piovane per irrigazione o altri usi consentiti. 4. I volumi da stoccare varieranno in funzione della superficie coperta dall’ultimo orizzontamento dell’edificio. Tali norme valgono nelle zone che non ricadono in pericolosità idraulica 3 e 4, per le quali devono già essere previste misure di compensazione. Per superfici coperte inferiori a 300 mq dovrà essere previsto un volume di invaso da ricavare in apposite cisterne interposte fra i discendenti delle coperture e il recapito fognario pari a circa 0.03 mc/mq corrispondente ad uno scroscio ventennale della durata di 20 minuti. Per superfici maggiori dovrà essere previsto un volume pari al maggiore fra il volume minimo di 10 mc e il volume che si ottiene dal prodotto della superficie coperta per il valore 0.015mc/mq. Per superfici coperte maggiori di 4000 mq il volume da invasare dovrà essere valutato in base ad uno studio che tiene conto dei collettori fognari presenti nell’area di intervento. d) Reticolo idrografico minore 1. Qualunque intervento che modifichi l’assetto originario del reticolo idrografico minore dovrà essere supportato da uno studio che dimostri il funzionamento del sistema drenante nelle condizioni di partenza e con le modifiche proposte. L’indagine dovrà essere estesa all’area scolante attraverso un rilievo di dettaglio, in modo da definire i rapporti gerarchici tra le varie linee di drenaggio delle acque superficiali. 2. Anche i tombamenti, di ogni dimensione e lunghezza, in aree urbane o agricole, dovranno essere opportunamente dimensionati e supportati da apposito progetto che dimostri la funzionalità dell’opera. 3. In generale tutti gli interventi non dovranno essere limitati alla conservazione dello stato attuale ma prevedere il miglioramento dell’assetto idraulico complessivo.

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4. La realizzazione di nuove strade o accessi carrabili (in rilevato e non) dovrà mantenere inalterata l’efficienza del reticolo idrografico, verificando le sezioni idrauliche preesistenti ed intervenendo in caso di insufficienza. e) Realizzazione di locali interrati 1. Nelle aree suscettibili di inondazioni con TR<200 anni, è fatto divieto di realizzare locali interrati o seminterrati con aperture dirette sull’esterno (porte, finestre, rampe o scale) se non completamente stagni, protetti da soglie poste a quote di sicurezza, e non collegate direttamente con le reti di smaltimento bianche e nere. Per tali locali sono vietate destinazioni d'uso che comportino la permanenza negli ambienti interrati. f) Viabilità 1. La realizzazione di nuova viabilità non dovrà costituire ostacolo al normale deflusso delle acque superficiali. Eventuali rilevati stradali dovranno essere corredati da specifici studi che prevedano la ricucitura del reticolo idrografico minore ed analizzino l’interazione del nuovo manufatto con la distribuzione delle acque in caso di esondazione dai corsi d’acqua limitrofi. 2. Da tali studi dovranno emergere le soluzioni da adottare per non incrementare il livello di rischio idraulico nelle aree circostanti.

67.1.2.1.3. Salvaguardie dell’assetto idrogeologico a) Pozzi 1. I nuovi pozzi freatici dovranno prevedere l’impermeabilizzazione della zona attigua al pozzo stesso, da realizzarsi mediante un marciapiede della larghezza minima di 50 cm. Al fine di evitare l’infiltrazione delle acque di ruscellamento superficiale, la bocca-pozzo dovrà essere collocata ad un’altezza minima di 100 cm dal piano di campagna, a meno che sia racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna, protetta da un tombino. Se il pozzo ricade in zona soggetta ad inondazioni con TR<200 anni e battente superiore a 100 cm, la bocca pozzo dovrà in ogni caso essere racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna e protetta da un tombino. 2. I pozzi artesiani dovranno prevedere il corretto isolamento degli acquiferi attraversati e l’impermeabilizzazione superficiale. Se il pozzo ricade in zona soggetta ad inondazioni con TR<200 anni e battente superiore a 100 cm, la bocca pozzo dovrà in ogni caso essere racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna e protetta da un tombino.

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3. La possibilità di realizzare nuovi pozzi ad uso domestico è subordinata ad una verifica della possibilità di realizzare cisterne interrate per l'accumulo delle acque piovane nella quantità necessaria agli usi previsti. b) Scarichi e smaltimenti nel terreno 1. Nelle aree in cui si rilevino condizioni di elevata Vulnerabilità Idrogeologica è fatto divieto di realizzare scarichi di acque reflue direttamente nel terreno, tramite subirrigazioni o pozzi assorbenti anche se derivati da fosse settiche o di tipo “Imhoff”. In tali aree è altresì vietata la fertirrigazione, lo spandimento di acque vegetative, nonché la realizzazione di lagoni di accumulo di liquami, di strutture interrate di deposito o magazzinaggio di prodotti chimici e simili.

67.1.2.2. Prescrizioni particolari per il Sistema Territoriale della collina 67.1.2.2.1. Salvaguardie dell’assetto geomorfologico a) Interventi di nuova edificazione o su edifici esistenti 1. Nelle zone inserite nelle “Perimetrazioni delle Aree con pericolosità idraulica” contenute nel Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Arno, convertito in D.P.C.M. il 6 maggio 2005 e vigente a partire dal 3 ottobre 2005, valgono, quando più restrittive delle prescrizioni contenute nel presente Regolamento Urbanistico, le norme di salvaguardia e di attuazione previste dal Piano di Bacino stesso. 2. Nelle aree a medio-alta pericolosità geomorfologica, gli interventi di tipo conservativo su edifici esistenti devono essere finalizzati alla mitigazione del livello di rischio accertato ed assicurare il massimo consolidamento ottenibile e la più efficace messa in sicurezza. 3. Nelle suddette aree la possibilità di realizzare nuovi interventi è subordinata alle condizioni poste da una verifica puntuale della pericolosità e da un progetto sulla mitigazione dello stato di rischio accertato. b) Modellamenti morfologici 1. Gli interventi sul territorio che modifichino l’assetto originario dei luoghi (riporti e sbancamenti, viabilità in rilevato, piazzali etc.), devono essere supportati da studi di approfondimento del contesto geomorfologico dell’area in oggetto, che entrino nel merito degli effetti di tali trasformazioni sui territori circostanti.

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2. Qualora l’intervento ricada in aree a medio-alta Pericolosità Geomorfologica, la fattibilità delle trasformazioni previste dovrà essere valutata anche sulla base di analisi di stabilità del versante. c) Realizzazione di laghetti per accumulo acqua 1. La realizzazione di laghetti per l’accumulo di acqua è vietata nelle aree ad elevata pericolosità geomorfologica; nel resto del territorio la progettazione deve essere supportata da un’indagine geologico-tecnica che analizzi la compatibilità delle trasformazioni con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area d’intervento. d) Metodi di coltivazione del suolo 1. Al fine di contenere e/o ridurre l’erosione superficiale delle zone coltivate, sono da evitare disposizioni di uliveti, frutteti e vigneti con linee di drenaggio a rittochino, favorendo la realizzazione di impianti di nuove colture e di nuove affossature disposte secondo direttrici a bassa pendenza. Ciò per ridurre l’energia delle acque superficiali, il ruscellamento superficiale ed il trasporto solido delle acque incanalate. e) Spandimenti di acque di vegetazione 1. Gli spandimenti sono vietati nelle aree ad elevata Vulnerabilità Idrogeologica, nonché nelle aree a medio-alta Pericolosità Geomorfologica. 2. Gli spandimenti sono vietati anche nelle aree perimetrali a zone in frana, in zone caratterizzate da affioramenti sabbiosi con pendenze medie maggiori di 14° nonché in zone caratterizzate da affioramenti argillosi con pendenze medie maggiori di 8,5°. f)Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale 1. I Programmi di Miglioramento Agricolo - Ambientale (ex L.R. 64/1995 così come modificata, integrata e sostituita dalla L.R. 1/2005) dovranno contenere un’indagine geologico-tecnica che analizzi la compatibilità delle trasformazioni con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area d’intervento. g) Viabilità 1. Gli scavi effettuati nella sede stradale interna ai centri abitati collinari dovranno essere riempiti con materiale impermeabilizzante, tipo “fill-crete”, per evitare che funzionino da canali drenanti. 67.1.2.2.2. Salvaguardie dell’assetto idrologico a) Manutenzione e ripristino dei corsi d’acqua 1. I proprietari dei fondi sono tenuti alla manutenzione dei fossi privati esistenti senza apportare modifiche alle caratteristiche funzionali, nonché al ripristino delle stesse nei

204 casi di non funzionamento. Su tali fossi gli interventi di alterazione del tracciato e/o di copertura dell’alveo potranno avvenire solo per comprovata necessità e sempre dopo autorizzazione comunale. Eventuali solchi da erosione venutisi a creare in seguito ad eventi anche eccezionali dovranno prontamente essere ripristinati, avendo cura di aumentare il volume delle affossature, per evitare il ripetersi del fenomeno. In caso di deposito di materiali di erosione su aree pubbliche, i costi di ripristino, eventualmente eseguito dalla Pubblica Amministrazione, ricadranno sui proprietari dei terreni oggetto di erosione, previa comunicazione ai proprietari, con possibilità di esecuzione in danno.

67.1.2.2.3. Salvaguardie dell’assetto idrogeologico a) Scarichi e smaltimenti nel terreno 1. Nelle aree ad elevata Vulnerabilità Idrogeologica e/o Pericolosità Idraulica e/o Pericolosità Geomorfologica, è fatto divieto di realizzare scarichi di acque reflue direttamente nel terreno, tramite subirrigazioni o pozzi assorbenti anche se derivati da fosse settiche o di tipo “Imhoff”. In tali aree è altresì vietata la realizzazione di lagoni di accumulo di liquami, di strutture interrate di deposito o magazzinaggio di prodotti chimici e simili. b) Pozzi e sorgenti 1. I nuovi pozzi freatici dovranno prevedere l’impermeabilizzazione della zona attigua al pozzo stesso, da realizzarsi mediante un marciapiede della larghezza minima di 50 cm. Al fine di evitare l’infiltrazione delle acque di ruscellamento superficiale, la bocca-pozzo dovrà essere collocata ad un’altezza minima di 100 cm dal piano di campagna, a meno che la bocca-pozzo sia racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna, protetta da un tombino. Se il pozzo ricade in zona soggetta ad inondazioni con TR<200 anni e battente superiore a 100 cm, la bocca pozzo dovrà in ogni caso essere racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna e protetta da un tombino. 2. I pozzi artesiani dovranno prevedere il corretto isolamento degli acquiferi attraversati e l’impermeabilizzazione superficiale. Se il pozzo ricade in zona soggetta ad inondazioni con TR<200 anni e battente superiore a 100 cm, la bocca pozzo dovrà in ogni caso essere racchiusa in un pozzetto a tenuta stagna e protetta da un tombino. 3. La possibilità di realizzare nuovi pozzi ad uso domestico è subordinata ad una verifica della possibilità di realizzare cisterne interrate per l'accumulo delle acque piovane nella quantità necessaria agli usi previsti.

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4. La captazione e l’utilizzo di sorgenti o di scaturigini naturali è soggetta ad autorizzazione comunale, previa presentazione di elaborati progettuali in cui siano riportate le condizioni geologiche ed idrogeologiche dell’area nonché il regime idrogeologico della sorgente stessa. 5. Intorno alle sorgenti, anche se non captate, dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto all’interno della quale sono vietati lo scarico diretto nel terreno tramite subirrigazione o pozzi assorbenti, la fertirrigazione, lo spandimento di acque vegetative nonché la realizzazione di lagoni di accumulo di liquami, di strutture interrate di deposito o magazzinaggio di prodotti chimici e simili. 6. Sono vietati gli interventi che interferiscono con le scaturigini naturali di acque sotterranee: qualora esistano comprovati motivi di messa in sicurezza di tratti di versante, di manufatti od opere minacciati dalla saturazione dei terreni, gli interventi di captazione, drenaggio, incanalamento delle acque di emergenza verso impluvi naturali sono soggetti ad autorizzazione comunale, previa presentazione di un’indagine geologico-tecnica che dimostri la compatibilità delle trasformazioni con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell’area d’intervento.

Art. 67.2. Fattibilità delle trasformazioni

67.2.1. Classi di Fattibilità 1. La Fattibilità degli interventi previsti all'interno delle zone urbanistiche è stata suddivisa in quattro classi, corrispondenti a quelle definite dalla D.C.R. 94/1985. Quando la fattibilità è risultata condizionata, si sono introdotte specifiche prescrizioni mirate all’approfondimento delle problematiche evidenziate dai livelli di pericolosità. a. Classe 1 - Fattibilità senza particolari limitazioni 1. Equivale a livelli di rischio irrilevante. 2. Per gli interventi edilizi che ricadono in questa classe, la caratterizzazione geotecnica del terreno a livello di progetto, può essere ottenuta per mezzo di raccolta di notizie; i calcoli geotecnici, di stabilità e la valutazione dei cedimenti possono essere omessi ma la validità delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata con un’apposita relazione. 3. Gli interventi previsti dallo strumento urbanistico sono attuabili senza particolari condizioni. b. Classe 2 - Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto 1. Equivale a livelli di rischio “basso”. 206

2. Gli interventi edilizi su aree ricomprese in tali zone non necessitano di indagini di dettaglio a livello di “area complessiva”. 3. Il progetto deve basarsi su un’apposita indagine geognostica e/o idrologico-idraulica mirata a verificare a livello locale quanto indicato negli studi condotti a supporto dello strumento urbanistico vigente 4. Qualora siano previsti locali seminterrati o interrati in zona soggetta ad inondazioni per TR=200 anni, le indagini dovranno contenere gli approfondimenti minimali indicati per la successiva Classe di Fattibilità 3. 5. Gli interventi previsti dallo strumento urbanistico sono attuabili senza particolari condizioni. c. Classe 3 - Fattibilità condizionata 1. Equivale ad un livello di rischio medio-alto. 2. Per l’esecuzione di interventi edilizi sono richieste indagini di dettaglio condotte a livello di “area complessiva” sia come supporto alla redazione di strumenti urbanistici attuativi che nel caso sia ipotizzato un intervento diretto. 3. L’esecuzione di quanto previsto dai risultati di tali indagini in termini di interventi di attenuazione del rischio idraulico, bonifica, miglioramento dei terreni e/o tecniche fondazionali particolari devono costituire condizioni da recepire all’interno della richiesta del titolo abilitativo occorrente. 4. La documentazione da presentare a corredo della realizzazione dei progetti è la seguente: a) Se le condizioni alla fattibilità trovano motivazione nel livello di pericolosità geomorfologica, il progetto di intervento deve essere supportato da un’esaustiva documentazione geologica esplicativa degli approfondimenti condotti ed al minimo composta da: - carta geologica e geomorfologica di dettaglio; - risultati di indagini geognostiche condotte per aumentare il grado di conoscenza delle caratteristiche litologiche e litotecniche del sottosuolo; - sezioni quotate, possibilmente dedotte da un rilievo planoaltimetrico di dettaglio, che mostrino con precisione il rapporto tra morfologia attuale e morfologia di progetto; - risultati di specifiche verifiche di stabilità del versante nelle condizioni attuali e di progetto qualora siano previsti consistenti operazioni di sbancamento e riporto; - studio di dettaglio delle condizioni di stabilità del versante e del contesto

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idrogeologico, qualora siano previste immissioni di acque reflue nel suolo e nel sottosuolo mediante subirrigazione, fertirrigazione e spandimento di acque di vegetazione; - un’analisi accurata delle problematiche rilevate e l’indicazione degli interventi per la mitigazione del rischio. Si prescrive, oltre quanto sopra, il rispetto delle disposizioni contenute nelle norme di salvaguardia e nelle norme di attuazione del PAI. b) Se le condizioni alla fattibilità trovano motivazione nel livello di pericolosità idraulica, il progetto dell’intervento deve essere supportato da un’esaustiva documentazione geologica ed idrologico-idraulica esplicativa degli approfondimenti condotti ed al minimo composta da: - sezioni quotate, possibilmente dedotte da un rilievo planoaltimetrico di dettaglio, che mettano in evidenza la posizione e la quota dell’intervento in oggetto rispetto al battente idraulico indicato nel P.S.; - schema dettagliato del funzionamento del reticolo idrografico minore in un congruo intorno dell’area di intervento, se non trattasi di zone totalmente urbanizzate; - studio di dettaglio del contesto idrogeologico, qualora siano previste immissioni di acque reflue nel suolo e nel sottosuolo mediante subirrigazione, fertirrigazione e spandimento acque di vegetazione; 5. Nei casi in cui, per porsi in condizioni di sicurezza idraulica, siano previsti rialzamenti dei piani di calpestio, essi dovranno essere limitati ai fabbricati ed ai raccordi con i piazzali, salvo esigenze particolari indotte dalla necessità di collegamento con le adiacenti zone già urbanizzate. I Piani Attuativi che comportano nuove urbanizzazioni, dovranno definire la quota di sicurezza dei piani di calpestio dei locali al piano terra e dei piazzali a partire dalle quote di sicurezza individuate per l’intero comparto urbanistico. Sempre a livello di comparto urbanistico dovrà essere studiato il reticolo drenante delle aree circostanti ed individuato il ricettore finale delle acque bianche raccolte all'interno. Di tale ricettore dovrà essere definita l'area scolante e verificata l'adeguatezza in rapporto ai nuovi apporti d'acqua: se necessario, dovranno essere previsti interventi di ricalibratura del ricettore individuato. 6. Qualunque altro intervento, anche di ristrutturazione senza aumento della superficie coperta, deve essere finalizzato alla mitigazione del livello di rischio accertato. 7. Nelle zone individuate con * si prescrive inoltre:

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- una relazione a firma di un tecnico abilitato che evidenzi le condizioni di rischio specifico rilevabile al momento della progettazione, correlando le informazioni contenute nel P.S. con quelle del P.A.I., quando disponibili. In tali aree, se necessario, dovranno essere definiti gli interventi di mitigazione del rischio, verificando inoltre le eventuali interferenze con il quadro idrologico; - la verifica delle condizioni locali di rischio dovrà essere condotta a partire da un rilievo planoaltimetrico di dettaglio esteso ad un conveniente intorno dell'area d'intervento e correlato alla cartografia in scala 1:10.000 o in scala 1:2.000, tramite l’individuazione di punti quotati posizionati in zone univoche ed inalterabili (viabilità principale, edifici, ponti). Dovrà quindi essere verificata la distribuzione delle acque di esondazione sulla morfologia reale dei luoghi, a partire dai battenti idrici indicati negli studi idraulici contenuti negli strumenti di pianificazione, eventualmente integrati da nuovi studi condotti allo scopo; - il rispetto delle disposizioni contenute nelle norme di salvaguardia e nelle norme di attuazione del PAI. 9. Gli interventi previsti dallo strumento urbanistico sono attuabili alle condizioni precedentemente descritte d. Classe 4 - Fattibilità limitata 1. Equivale a livelli di rischio “elevato” 2. In queste aree sono da prevedersi, a supporto dell’intervento, specifiche indagini geognostiche e idrologico-idrauliche o quanto altro necessario per precisare i termini del problema; i risultati di tali studi dovranno essere considerati all’interno di un esauriente progetto degli interventi di consolidamento e bonifica, di miglioramento dei terreni e di un programma di controlli per valutare l’esito degli interventi. 3. Gli interventi previsti dallo strumento urbanistico sono attuabili alle condizioni e secondo le limitazioni derivanti da quanto precisato al punto precedente oltre che subordinati al rispetto delle norme di salvaguardia e delle norme di attuazione del PAI.

67.2.2. Classi di fattibilità degli interventi 1. La fattibilità degli interventi localizzati è precisata nelle carte della fattibilità di cui alle Tavv. 67 del presente R.U., dove è riportata la fattibilità prevalente tra quella relativa agli aspetti geomorfologici e quella relativa agli aspetti idraulici. Nei simboli grafici inseriti nelle cartografie sono comunque indicati, al pedice del valore di fattibilità prevalente, le classi corrispondenti ai due aspetti analizzati.

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2. La classe di fattibilità indicata è quella corrispondente alla massima potenzialità edificatoria consentita dalle N.T.A.. La fattibilità per gli aspetti geomorfologici degli interventi di minor rilievo ammessi nella stessa zona quali: - manutenzione e restauro conservativo; - ristrutturazione senza variazione di carichi sul terreno; - adeguamenti di natura igienico-sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul lavoro, di superamento di barriere architettoniche; - realizzazione di recinzioni, pertinenze e manufatti precari corrisponde alla Classe 2. La fattibilità per gli aspetti idraulici degli interventi di minor rilievo ammessi nella stessa zona quali: - manutenzione e restauro conservativo; - ristrutturazione edilizia; - adeguamenti di natura igienico-sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul lavoro, di superamento di barriere architettoniche; - ampliamenti senza aumento di superficie coperta; - realizzazione di recinzioni, pertinenze e manufatti precari corrisponde alla Classe 2.

ART. 68

AREA COMPRESA IN AMBITO SOGGETTO A PERMESSO CONVENZIONATO

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano ambiti comprendenti zone consolidate di completamento residenziale a bassa densità unitamente ad aree destinate a standard ed infrastrutture pubbliche (strade, parcheggi, verde attrezzato). In tali ambiti gli interventi sono subordinati al rilascio di un permesso convenzionato con l’Amministrazione Comunale che disciplini, contestualmente alla realizzazione

210 delle trasformazioni edilizie, le modalità di realizzazione e cessione delle opere di urbanizzazione pubbliche previste dagli elaborati di piano. I permessi convenzionati definiscono l'ubicazione, la tipologia e l'entità degli interventi e delle sistemazioni previste mediante la redazione di progetto planivolumetrico unitario dell’intera area comprensivo delle opere di urbanizzazione nonché dell’inserimento nel contesto urbanistico, nel rispetto dei parametri urbanistici stabiliti dal R.U. per la zona omogenea di riferimento. La superficie fondiaria sulla quale devono essere applicati gli indici di zona è quella effettivamente campita con la specifica destinazione, con esclusione delle aree destinate a standard. Nella definizione dell’assetto planivolumetrico generale potranno essere concordate con l’Amministrazione Comunale limitate variazioni alla ubicazione ed alla tipologia delle aree a destinazione pubblica, purché ne rimanga invariata la quantità complessiva.

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ART. 69

DISTRIBUTORI CARBURANTI

Simbolo grafico

Con tale simbolo si definiscono e si individuano le aree destinate ad impianti di distribuzione carburante. All’interno di tali aree sono consentiti gli interventi previsti dallo specifico piano di settore comunale nel rispetto della normativa nazionale e regionale vigente. Il cambio di destinazione d’uso dell’area è subordinato a preventiva bonifica della stessa.

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