Nobildonne, Monache E Cavaliere Dell'ordine Di Santo Stefano. Ed

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Nobildonne, Monache E Cavaliere Dell'ordine Di Santo Stefano. Ed Marcella Aglietti QUADERNI STEFANIANI, XXVIII, 2009, NUMERO MONOGRAFICO Istituzione dei Cavalieri Insegna Storia delle Istituzioni politiche alla Facoltà di Scienze politiche ISSN 1591-920x di Santo Stefano dell’Università di Pisa. Si occupa di storia dei ceti dirigenti e di storia Obiettivo dei saggi raccolti in questo volume è quello di svelare la delle donne in età moderna e contemporanea. Ha pubblicato, tra molteplicità dei modelli, delle forme di interazione con il potere pubblico e l’altro, Le tre nobiltà (2000), Vita, passioni e trasgressioni delle donne dei paradigmi di genere che caratterizzarono la condizione femminile nella nella Livorno fra Sette e Ottocento (2005), I governatori di Livorno dai Medici all’Unità d’Italia (2009) e ha curato i volumi Tra diritto storia del Granducato di Toscana tra XVI e XIX secolo. Lo spiccato approccio d’uguaglianza e parità di fatto. Le donne in Italia e Spagna nell’età multidisciplinare scelto consente di indagare ambiti e fonti documentali N contemporanea (2003), e Istituzioni, potere e società. Le relazioni tra rimasti finora estranei all’analisi storiografica e di riportare alla luce reti di obildonne, monache e cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano Spagna e Toscana per una storia mediterranea dell’Ordine dei Cavalieri relazione sociali e poteri nascosti nei quali le donne dimostrarono di saper di Santo Stefano (2007). assumere un ruolo sempre significativo: negli interstizi della vita pubblica e Nobildonne, delle corti nobiliari, nei monasteri e persino negli Ordini militari. I risultati di queste ricerche, per molti versi sorprendenti, consentono di comprendere meglio le ragioni di anomalie, eccezioni e peculiarità esistenti monache nei tradizionali percorsi normativi e giuridici, come nelle pratiche politiche e nobiliari della storia toscana, in quanto conseguenza della presenza delle e cavaliere donne che si trovarono a fianco e, talvolta, al posto degli uomini. dell’Ordine Scritti di: Marcella Aglietti, Rosalia Amico, Franco Angiolini, Eleonora Baldasseroni, Anne Brogini, Stefano Calonaci, Marco Cini, Daniele Edigati, Giulio Fabbri, Gaetano Greco, di Santo Stefano Emanuela Minuto, M. Camilla Pagnini, Maria Pia Paoli, Giuseppina Carla Romby, Aurora Savelli, Giovanni Scarabelli, Stefano Villani, Francisco Javier Zamora, Alessia Zappelli, Gabriella Zarri. Modelli e strategie femminili nella vita pubblica della Toscana granducale a cura di Marcella Aglietti postfazione di Gabriella Zarri In copertina: Bastiano Mainardi, L’Assunta (1494-95) ETS Edizioni ETS Sala degli Stemmi, Palazzo del Consiglio dei Dodici, Pisa 000_fronte 28-09-2009 16:29 Pagina 2 000_fronte 28-09-2009 16:29 Pagina 3 ISTITUZIONE DEI CAVALIERI DI S. STEFANO DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI DELL’UNIVERSITÀ DI PISA NOBILDONNE, MONACHE E CAVALIERE DELL’ORDINE DI SANTO STEFANO Modelli e strategie femminili nella vita pubblica della Toscana granducale Convegno Internazionale di Studi Pisa, 22-23 maggio 2009 a cura di Marcella Aglietti postfazione di Gabriella Zarri EDIZIONI ETS 000_fronte 28-09-2009 16:29 Pagina 4 000_Introduzione (Aglietti) OK. 28-09-2009 16:30 Pagina 5 INTRODUZIONE Questo volume raccoglie i contributi presentati in occasione del con- vegno di studi Nobildonne, monache e cavaliere dell’Ordine di S. Stefano. Modelli e strategie femminili nella vita pubblica della Toscana granducale tenutosi a Pisa il 22 e il 23 maggio 2009. Come evidenzia il titolo scelto, obiettivo principale del convegno è stato interrogarsi sul ruolo concreto detenuto dalle donne nell’ambito delle gerarchie sociali e delle dinamiche politiche, economiche ed istituzionali nella Toscana di età granducale. La riflessione su quali fossero le identità femminili più rappresentative è stata condotta con il duplice scrupolo di evitare le possibili distorsioni provenienti da una tradizione storiografica arroccata nella certezza di una esclusiva leadership maschile, e nella con- vinzione di dover mantenere un giusto equilibrio tra lo studio pragmatico dei fenomeni socio-politici e il contributo ineludibile della storia culturale e delle mentalità. Se le parole costituiscono i nodi della rete semantica con la quale ci è possibile afferrare e comprendere la realtà che ci circonda, tanto più im- portante è apparso, inoltre, esser consapevoli delle categorie interpretative utilizzabili nell’indagine del passato, un luogo con concetti e valori diffe- renti dai nostri, e dove la capacità dello storico è direttamente proporzio- nale al suo saper immedesimarsi in un contesto dotato di diversi significa- ti. Questa cautela, sempre valida nell’approssimarsi alle società di ancien régime1, diventa tanto più rilevante quando si ha a che fare con la storia delle donne2. Prendere consapevolezza delle differenze, rifuggendo ogni 1 Esemplare, su questi temi, i saggi contenuti in Le parole che noi usiamo. Categorie storio- grafiche e interpretative dell’Europa moderna, a cura di M. Fantoni e A. Quondam, Roma, Bulzoni, 2008, soprattutto M. FANTONI, La Corte, pp. 109-142; J. BOUTIER, La noblesse à l’épreuve des mots. Réflexions franco-italiennes sur le vocabulaire sociale des historiens des élites de l’Ancien régime eu- ropéen, pp. 199-216 e L. CASELLA, Patriziati. Una categoria in disuso?, pp. 217-232. 2 La letteratura su quest’argomento è sterminata. Ci si limita qui a rimandare ai contributi con- 5 000_Introduzione (Aglietti) OK. 28-09-2009 16:30 Pagina 6 schematismo dicotomico, è parso un passo essenziale verso la conoscenza dei fenomeni storici e per poter effettuare una corretta analisi delle fonti. Da questa considerazione, deriva anche la scelta di introdurre nel titolo due termini, nobildonna e cavaliera, ormai desueti e dal perduto significa- to, dimostratisi particolarmente adatti a riportare alla luce ruoli femminili rimasti nascosti da pregiudizi storiografici e da errate rilevazioni. Il termine nobildonna, cioè donna nobile, al pari di dama, viene fatto comunemente coincidere con la mera discendenza da un casato aristocrati- co, quando non addirittura con un titolo di cortesia vacuo e un po’ demodé. La etimologia del lemma, dal latino domina, cioè signora, padrona, indica invece il possesso di una posizione sociale gerarchicamente significativa e titolare di diritti. Ancora nel Dizionario generale de’ sinonimi italiani del 18253 si specificava come anche la parola donna, benché «in origine vales- se per domina», con l’uso aveva perso l’accezione più antica per esprimere la femmina della specie umana, divenendo sinonimo del termine latino mu- lier e poi di quello di moglie. Secondo il Vocabolario della Crusca, accan- to ai significati principali di madre e di moglie, il titolo di donna era invece attribuibile preferibilmente alle donne di nobile origine, equivalente al tito- lo di principessa, e per indicare il trattarsi signorilmente, da padrone, op- pure, riprendendo Boccaccio, per riferirsi alle governatrici e alle mona- che4. Donna, quindi, indicava una categoria particolare all’interno del ge- nere femminile, analogamente ai termini di moglie per la sposata, di dama per colei che si distingueva «per la civile educazione», e di matrona in ca- so di possesso di qualità di «nobiltà e autorità»5. Donna insomma si diffe- renziava dal più generico femmina in virtù di una più o meno rilevante su- periorità gerarchica, non senza sfumature di significato che lasciavano pre- sumere la partecipazione ad una qualche forma di potere. Cavaliera, come venivano chiamate le donne vestite con il manto mo- nacale dell’Ordine di Santo Stefano, è l’altro termine che si è mostrato di particolare interesse. Caduto in disuso nella lingua italiana, era invece uti- lizzato nella antica lingua toscana a fianco del poi divenuto prevalente ca- valieressa o cavalleressa. I due lemmi cavaliera e cavalieressa, però, ori- ginariamente si differenziavano per significato: cavaliera era infatti la tenuti in A che punto è la storia delle donne in Italia, a cura di A. Rossi-Doria, Roma, Viella, 2003, alla chiara sintesi offertane in R.W. CONNELL, Gender, Cambridge, Polity Press, 2002 (in traduzione italiana Questioni di genere, Bologna, Il Mulino, 2006) ed alla bibliografia indicata in entrambi i volumi. 3 G. ROMANI, Dizionario generale de’ sinonimi italiani compilato dall’abate Giovanni Romani di Casalmaggiore, Milano, per Giovanni Silvestri, 1825, volume II, p. 117. 4 Vocabolario della Lingua italiana, già compilato dagli accademici della Crusca ed ora nuo- vamente corretto ed accresciuto dall’abate Giuseppe Manuzzi, Firenze, appresso David Passigli e so- ci, 1836, T.I, p. II, p. 1135. 5 Dizionario generale de’ sinonimi italiani, cit., p. 118. 6 000_Introduzione (Aglietti) OK. 28-09-2009 16:30 Pagina 7 dama dotata di corteggiatore o piuttosto «colei che difende e sostiene», quindi riferibile ad un individuo di sesso femminile dotato di una propria soggettività ben definita, in un ruolo attivo; mentre per cavalieressa si in- dicava semplicemente la moglie di un cavaliere, una condizione quindi nella quale era la qualità dell’uomo a caratterizzare l’identità della donna, relegandola in un ruolo passivo6. Fin da questi brevi cenni, risulta evidente la complessità dell’oggetto di studio, facilmente sfuggente ed affrontabile solo attraverso l’utilizzo di strumenti, competenze e fonti diverse, all’insegna di una spiccata interdi- sciplinarietà, accogliendo le suggestioni, anche di tipo metodologico, pro- venienti da più discipline. L’irruzione delle categorie del genere nella sto- ria, del resto, chiama in causa l’alterità, la differenza, l’eccezione che scar-
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