Un Teatro Per La Città
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BOGOMILA KRAVOS UN TEATRO PER LA CITTÀ BREVE STORIA DEL TEATRO SLOVENO DI TRIESTE DAL 1850 AL 2000 1 Trieste, Ljubljana 2015 Un teatro per la città Bogomila Kravos Un teatro per la città Breve storia del teatro sloveno di Trieste dal 1850 al 2000 Revisione linguistica Laura Amighetti Sintesi in sloveno Bogomila Kravos Traduzione della sintesi in inglese Martina Zajc Copertina ed elaborazione grafica Martina Pettirosso Fotografie Narodna in študijska knjižnica/Biblioteca nazionale slovena e degli studi (NŠK) Odsek za zgodovino in etnografijo pri Narodni in študijski knjižnici/Sezione di storia ed etnografia presso la Biblioteca nazionale slovena e degli studi (NŠK OZE) Slovenski gledališki inštitut (SLOGI) Slovensko stalno gledališče/Teatro Stabile Sloveno (SSG) Zveza slovenskih kulturnih društev/Unione dei Circoli Culturali Sloveni (ZSKD) 2 Archivi privati Edito da SLORI Slovenski raziskovalni inštitut/Istituto Sloveno di Ricerche, Trieste SSG Slovensko stalno gledališče/Teatro Stabile Sloveno, Trieste SLOGI Slovenski gledališki inštitut, Ljubljana Stampa Grafica Goriziana Tiratura 700 copie CIP – Kataložni zapis o publikaciji Narodna in študijska knjižnica, Trst 792(450.361.11=163.6)"1850/2000" KRAVOS, Bogomila Un teatro per la città : breve storia del teatro sloveno di Trieste dal 1850 al 2000 / Bogomila Kravos ; [sintesi in sloveno Bogomila Kravos ; traduzione della sintesi in inglese Martina Zajc ; fotogra- fie Narodna in študijska knjižnica/Biblioteca nazionale slovena e degli studi ... et al.]. - Trieste : Slovenski raziskovalni inštitut = Istituto sloveno di ricerche : Slovensko stalno gledališče = Teatro stabile sloveno ; Ljubljana : Slovenski gledališki inštitut, 2015 8375532 Indice del volume PREMESSA 7 Stefano Bianchi GLI SLOVENI DI TRIESTE dopo il 1848 9 La presa di coscienza 9 Le filodrammatiche 10 Il grande progetto del 1902: l’associazione Dramatično društvo 13 Il Narodni dom e l’inizio dell’attività regolare 14 La professionalizzazione del teatro stabile Slovensko gledališče 19 Un’ulteriore svolta 23 Le tensioni prima e durante la Grande guerra 26 La ripresa prima della fine della guerra 27 Il consolidamento della compagnia 29 Pressioni politiche e nazionalismo 31 I cartelloni 1902-1920 35 3 LE CONSEGUENZE DELL’INCENDIO AL NARODNI DOM gli anni dal 1920 al 1927 57 I giorni prima dell’incendio 57 I primi allestimenti e la sala DKD 61 Il teatro proposto dall’associazione Marijina družba 63 L’attività teatrale a Gorizia 66 Gli allestimenti 1920-1927 69 IL TEATRO CLANDESTINO anni Trenta 83 La voglia di superare le ostilità e l’antifascismo 83 Il teatro minore 85 Serate tipo 86 Il belcanto 88 Le parodie 89 Una svolta prevedibile 92 Elenco degli eventi anni Trenta 95 Un teatro per la città IL TEATRO NEL DOPOGUERRA gli anni dal 1945 al 1965 101 La rinascita della cultura triestina 101 Le prime riunioni e la programmazione 103 Il primo impatto con il pubblico 104 La critica 109 L’importanza della cultura dell’altro 110 Il nuovo assetto 113 La nuova produzione drammaturgica 115 I cambi di nome 116 La casa di cultura Kulturni dom 118 Conflitti emergenti 119 Il punto di vista della direzione teatrale 121 I cartelloni 1945-1965 123 IN ATTESA DELL’ORDINAMENTO UFFICIALE gli anni dal 1965 al 1978 143 Una nuova prospettiva 143 4 La collaborazione tra teatri 146 Il passaggio al pubblico 147 Le contestazioni 150 Assemblee sindacali e occupazioni 151 I cartelloni 1965-1978 153 UNA NUOVA PROSPETTIVA gli anni dal 1978 al 2000 165 Slovensko stalno gledališče – Teatro Stabile sloveno (SSG – TSS) 165 Il cambio di gestione 166 Momenti salienti 168 La nuova produzione drammaturgica 169 Il ritiro dalle scene dei vecchi attori 171 Preparativi per il cambio di gestione 172 Conflitti irrisolti 175 Lo stato attuale 176 I cartelloni 1978-2000 179 Illustrazioni 197 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 229 Dal 1850 al 1920 229 Dal 1920 al 1927 231 Anni Trenta 232 Dal 1945 al 1965, dal 1965 al 1978 e dal 1978 al 2000 233 Povzetek 239 Abstract 243 Indice dei nomi 247 5 Un teatro per la città 6 PREMESSA Il 12 novembre 2012, il ‘cartellone’ dell’edizione 2012-2013 dei “Lunedì dello Schmidl” si apriva con un appuntamento intitolato «110 e lode». Era questo lo slogan all’insegna del quale lo Slovensko Stalno Gledališče presentava la propria stagione. Era questa l’occasione per ripercorrere centodieci anni di attività teatrale degli Sloveni e per gli Sloveni di Trieste, a partire da quel 1902 in cui vedeva la luce il Dramatično društvo, ossia la triestina Società filodrammatica slovena. L’incontro offrì l’opportunità di ricordare come da questo nucleo originario si fosse sviluppata l’attività professionale del teatro che, con le proprie produzioni, ha arricchito il panorama culturale triestino nella sua espressione multietnica durante il periodo culturalmente fertile del finis Austriae. In quella sede si ricordò come il teatro sloveno tenne poi tenacemente fede alla propria missione artistica nel periodo delle due guerre mondiali, interpretò quindi la rinascita del dopoguerra, le sperimentazioni e le battaglie dei decenni successivi del XX secolo e, dal 2001, incrementò 7 infine sensibilmente la fruizione dei propri spettacoli di produzione e ospiti con l’introduzione dei sovratitoli in italiano. L’incontro fu anche l’occasione per constatare come, nonostante un’attività ultracentenaria, il Teatro Stabile Sloveno avesse bisogno di essere ancora scoperto dai triestini nel potenziale che, fin dalla fondazione, costituisce la sua missione di mediatore tra la cultura italiana e la cultura di area slava. È noto come, grazie al lavoro di questa istituzione, le opere di molti autori italiani, dai classici ai contemporanei, siano state tradotte per essere apprezzate e conosciute anche dal pubblico d’oltre confine. Al pubblico italiano è stata viceversa offerta l’opportunità di avere un approccio diretto con opere in prima assoluta in Italia attraverso produzioni internazionali che hanno sempre aperto panoramiche affascinanti sull’estetica e la poetica dell’est Europa. Le celebrazioni del 2012 evidenziarono una volta di più la difficoltà, tanto per lo studioso quanto per il semplice appassionato che non legga lo Un teatro per la città sloveno, di disporre di una bibliografia specifica e documentata sui fatti e i protagonisti del teatro in lingua slovena a Trieste. Il lavoro di Bogomila Kravos presentato in queste pagine contribuisce a colmare questa lacuna e si offre al lettore italofono quale prezioso strumento di indagine e di ricostruzione storica, in una prospettiva che integri le diverse espressioni linguistiche che hanno dato forma e sostanza alla vita teatrale triestina tra Otto e Novecento. Stefano Bianchi Conservatore Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, Trieste 8 GLI SLOVENI DI TRIESTE dopo il 1848 La presa di coscienza Al risvegliarsi dei nazionalismi in Europa la comunità slovena di Trieste si considera depositaria dell’idea “panslavista”, annoverando tra le sue fila gli appartenenti ad altri ceppi slavi presenti a Trieste (in particolare cechi, croati, serbi e slovacchi). La prima manifestazione di una chiara presa di coscienza dell’appartenenza a un ceppo nazionale comune è la fondazione dello Slavjansko društvo (Associazione slava) nel 1848. Nata per rafforzare la cooperazione tra i membri, l’associazione inizia ben presto ad ampliare la cerchia di attività. L’allestimento dell’adattamento della commedia in un atto di Štěpánek Tat v mlinu ali Slovenec in Nemec (Čech a Němec; cf. Clemenz 1986) il 2 giugno 1850 è un evento importante, che suscita grande interesse in città e smuove profondamente le ambizioni tra gli sloveni del circondario, ma ulteriori sviluppi vengono bloccati dalle leggi restrittive sull’associazionismo 9 imposte dall’assolutismo di Bach negli anni 1850-1859. Non appena si allenta la tensione politica nell’Impero, riprende l’attività culturale che diventa presa di coscienza identitaria e contribuisce al riconoscimento dei diritti come entità nazionale, benché l’accesso a cariche pubbliche sia possibile solo con una strenua lotta per i diritti e, grazie all’ampliamento del censo, con il consenso degli elettori. La partecipazione agli eventi culturali e un cospicuo sostegno finanziario alle manifestazioni diventano il presupposto per riscuotere consensi ed essere considerati degni di fiducia. La primačitalnica (letteralmente “sala di lettura”) aperta in centro città nel 1861 da patrioti slavi viene emulata dai promotori culturali nel cosiddetto suburbio. Associazioni di questo tipo sorgono a Roiano, San Giovanni, San Giacomo, Servola, Barcola e nei dintorni di Trieste. I membri delle čitalnice si riuniscono nei caffè o nelle trattorie. Con le loro quote si sottoscrivono abbonamenti a quotidiani sloveni, croati e cechi messi a disposizione dei čitalničarji per aggiornarsi sugli avvenimenti, mentre lo spazio accogliente in cui si trovano suggerisce spunti per animate discussioni. Si passano così pomeriggi e serate da cui nascono proposte e iniziative per promuovere l’adesione al movimento di un maggior numero di persone. Un teatro per la città Le filodrammatiche Le iniziative di maggiore successo hanno come punto di riferimento il canto corale, praticato a scuola e in chiesa: la possibilità di esibirsi in pubblico porta i migliori cori a primeggiare per dare lustro alla propria associazione. Avere un buon maestro di canto diventa una prerogativa e tutti i maestri, provenienti dalle scuole magistrali di Capodistria e Gorizia, sono ben preparati sia in campo musicale che linguistico: sanno dirigere cori e orchestre, alcuni sono buoni o