1 Il sistema e l’evoluzione delle infrastrutture Eppure gli interventi in Sardegna si sono concentrati sull’infrastruttura aeroportuale, spesso trascurando il sistema al aeroportuali in Sardegna contorno. Non è sufficiente la sola implementazione Prof.ing. Mauro Coni, Università degli Studi di Cagliari dell’aerostazione, renderla più bella, più efficiente, più sicura e confortevole ma occorre intervenire migliorando la sua Anche la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari interconnessione con gli altri modi di trasporto. Pertanto, Alghero- ha accolto l’invito della Società Italiana Infrastrutture Viarie Fertilia è sostanzialmente l’aeroporto di Sassari, Portotorres e ospitando, il 31 gennaio scorso, una conferenza celebrativa del Alghero ma non certo di Bosa, di Macomer e di ampi settori del primo volo umano. La giornata non voleva essere soltanto Margine, della Planargia e dello stesso Lugudoro. Così come lo un’occasione rituale ma piuttosto una riflessione sul ruolo delle scalo di Olbia-Costa Smeralda dovrebbe essere l’aeroporto di tutta infrastrutture aeroportuali nell’isola. la provincia di Nuoro ma, viceversa, è al servizio di una solo e I lavori della giornata, coordinati dal prof.ing Francesco Annunziata, molto ristretta fascia costiera dell’alta Gallura. Ancora l’aeroporto di hanno visto la partecipazione dei responsabili dei 3 principali scali Cagliari-Elmas ha un bacino di utenza confinato all’area vasta della Sardegna (Cagliari, Olbia e Alghero), dei rappresentanti cagliaritana ed ad una parte della stessa provincia. militari della base NATO di Decimomannu e del 30° Stormo di Va anche messo l’accento ruolo che il sistema ferroviario non è Elmas, dell’Associazione Arma Aeronautica, l’AereoClub, oltre che ancora riuscito ad assumere. Ad esempio, il corridoio plurimodale dei docenti e ricercatori universitari dell’Ateneo cagliaritano. Sardegna-Continente che comprende la principali dorsali ferroviarie e stradali della Sardegna, pur lambendo l’aeroporto di Cagliari e Oristano non ha nessun rapporto fisico con questi, rimanendo realtà separate. Stessa pesante disconnessione si registra tra le metropolitane leggere di Cagliari e di Sassari e i relativi aeroporti. Le parole d’ordine “integrazione” e “intermodalità” pronunciate a Roma nel 1980 durante la Prima Conferenza Nazionale sui Trasporti rimangono sicuramente inattuate e ancora tutte da costruire. Successivamente il Preside della Facoltà prof.ing. Francesco Ginesu, portando i saluti del Rettore, ha voluto fornire un contributo alla Conferenza illustrando la sua esperienza di paracadutista. Forse le infrastrutture aeroportuali, come oggi le conosciamo, sarebbero completamente diverse se si fossero concretizzate altre modalità di volo umano. Infatti, i pionieri si ispirarono agli animali e non è azzardato dire che, ancora oggi, non abbiamo acquisito la piena conoscenza della meccanica del loro volo. Le ali degli animali, uccelli e insetti, forniscono insieme il sostentamento (la portanza) e la propulsione mentre il genere umano ha realizzato macchine che separano completamente queste funzioni: la portanza è compito delle ali, la propulsione del motore e la manovrabilità sostanzialmente della coda. Per certi versi i velivoli realizzati dall’uomo rappresentano un progetto originale rispetto ai modelli naturali, e sono in grado di compiere, dopo cento anni di affinamenti, performance importanti sia in termini di velocità che di pesi trasportati. Realizzazioni quindi originali ma certo molto grezze rispetto ai modelli naturali che integrano le funzioni di volo in tutto il corpo In apertura il prof. Francesco Annunziata ha richiamato la necessità raggiungendo efficienze elevatissime. E appena il caso di ricordare di ripensare il sistema aeroportuale come parte dell’intero sistema che la teoria aerodinamica più utilizzata ancor oggi, concepita due dei trasporti, integrato e intermodale. Integrato perché ogni modo secoli fa, si basa su un’ala fissa immersa in una corrente deve essere complementare agli altri e intermodale perché lo stazionaria che in generale è una condizione limite inesistente, spostamento non si esegue soltanto con una modalità di trasporto tanto meno nel volo ad ali battenti dove niente è stazionario. ma coinvolge mezzi e sistemi differenti. Nell’Isola sono proprio Il prof.ing. Mauro Coni ha ripercorso lo sviluppo delle infrastrutture questi due fondamenti del sistema dei trasporti ad essere assenti, o aeroportuali in Sardegna. È interessante per i sardi, da sempre quantomeno carenti, accentuando l’isolamento ed il ritardo socio- desiderosi di superare rapidamente il Tirreno, scoprire che l’isola è economico di vaste zone interne. I compiti delle società di gestione stata sempre presente nella storia del volo. Appena dopo un anno sono ben definiti e tuttavia sarebbe auspicabile che esse, dopo la prima ascensione aerostatica dei Montgolfier nel 1783, unitamente agli altri Enti aeroportuali, svolgessero un ruolo nell’isolata Sardegna, si progettava un modello più avanzato di propositivo finalizzato ad allargare i bacini di utenza. Nella nostra aerostato. Era l’11 agosto 1784, al Collegium Philosophorum sotto regione spesso si parla di continuità territoriale pensando ai vettori la Torre dell’Elefante a Cagliari, quando Padre Benedetto Porcu, in e ai collegamenti verso i principali nodi di trasporto continentali. una conferenza gremita di sapienti religiosi e docenti degli atenei Eppure continuità territoriale significa, specie nella nostra Isola, sardi, presentava il risultato dei suoi studi. Nella dissertazione di 36 garantire un adeguato livello di accessibilità da e per le aree interne pagine in latino, “De machina aerostatica”, veniva affrontato il verso i terminal portuali e aeroportuali. Esiste quindi l’esigenza problema della propulsione, per governare meglio una macchina prioritaria di superare l’attuale disconnessione tra la reti viarie dei ancora dominata dai capricci del vento. Anche se il prototipo non fu differenti bacini di utenza aeroportuali e la stessa aerostazione. mai realizzato la conferenza di padre Porcu ebbe il potere di 2 instillare l’idea di poter, un giorno, collegarsi con la penisola con un Nel 1912, come testimonia l’immagine inedita, i primi dirigibili rapido e piacevole volo. È questo il primo atto, conservato nella approdavano nella piana dove attualmente sorge l’aeroporto di Biblioteca Universitaria dell’Ateneo cagliaritano, che sancisce la Cagliari-Elmas. nascita dell’aviazione in Sardegna. Dopo cento anni, nel dicembre 1873 Henri Blondeau giunse a Sassari con il suo spettacolo acrobatico su un pallone in volo, dopo aver compiuto oltre 60 esibizioni in giro per l’Italia. La città assiste meravigliata all’evento ma rimane delusa quando l’artista è costretto dal forte vento ad atterrare. Dopo altri tentativi l’11 gennaio poté riscattarsi, alla presenza di un pubblico modesto e sotto gli sguardi sorpresi di chi lo vide passare trionfante sopra i tetti di Sassari. Successivamente si trasferì a Cagliari dove il pomeriggio del 25 gennaio 1874, presso la piazza del Carmine, avvenne la sua esibizione. Era la prima volta che la città poteva assistere ad uno spettacolo del genere. Anche qui il forte vento impedì diverse volte l’esibizione sino al 1 febbraio.

L’immagine, inedita, è del 1912 e mostra l’approdo di un dirigibile nella piana dove attualmente sorge l’aeroporto di Cagliari-Elmas (per gentile concessione dell’archivio Mulas)

Il 24 dicembre 1911, diviene una data storica perché l’aereo del francese Carnus, compie vicino a Sassari il primo volo in Sardegna. L’aereo fu smontato e trasferito in treno a Cagliari dove il 30 dicembre compì la sua esibizione. Il primo aerodromo cagliaritano fu la spianata compresa tra Monte Urpinu e San Bartolomeo, accanto al canale di Terramaini e alle saline. Ma non tutto andò per il meglio poiché, durante il secondo volo previsto quel pomeriggio, il Locandina della prima manifestazione aerea a Cagliari motore in avaria costrinse l’aviatore ad un atterraggio di fortuna. Si

sfiorò la tragedia, con il ferimento del pilota e di qualche spettatore. Fu uno spettacolo notevole con 20.000 spettatori, in una città che Nei primi giorni del settembre 1913 Cagliari ricevette la visita dei ne contava appena 40.000. primi idrovolanti imbarcati sulla corazzata Roma, che compirono Nel 1906, mentre in Europa pochi sapevano che l’aeroplano dei diverse sequenze di ammaraggi e decolli nelle acque del porto. fratelli Wright aveva spiccato il volo 3 anni prima, un marchingegno Nello stesso periodo anche le acque galluresi di Golfo Aranci “più pesante dell’aria” tentava di decollare alle porte di Cagliari, sul furono teatro dell’evoluzione di alcuni idrovolanti della corazzata colle di Bonaria. I fratelli pisani Antoni, si trasferirono per lavoro a Dante. Poche settimane dopo, il 24 settembre, l’isola fu Cagliari per alcuni anni e aiutati da un altro toscano residente nel attraversata interamente dalla prima trasvolata del Mediterraneo capoluogo, l’ingegner Cingoni, realizzarono il loro progetto. Esso, compiuta da Roland Garros. A Cagliari fu allestito dai militari un tuttavia, era solo era un tentativo fatto su una strada senza campo di fortuna, in segreto per evitare l’assembramento dei prospettiva, quella dell’aero ad ali battenti. I loro tentativi curiosi. Nella piazza d’armi di viale Buonamino, a pochi metri continuarono in Sardegna sino al 1908-1909. Successivamente dall’attuale Facoltà di Ingegneria, il meccanico di Garros, in città già rientrarono a Pisa dove avviarono una fabbrica di aerei e uno di da alcuni giorni, aveva disteso un telone bianco-rosso per questi nel 1912 batte il record assoluto di volo sull’acqua volando segnalare la presenza del campo. Non fu necessario e l’aviatore da Pisa a Bastia. proseguì il suo volo verso la Tunisia. La tecnologia che portò ai dirigibili era disponibile già da molti decenni e tuttavia, a causa del peso eccessivo dei grossi motori necessari alla propulsione, dovette attendere i perfezionamenti del tedesco Zeppelin, che nel 1900 costruì il primo dirigibile rigido, prototipo di molti modelli successivi.

Questa immagine inedita è forse l’unica disponibile del passaggio di Roland Garros sulla piazza d’armi a Cagliari Alcune bozze dei fratelli Antoni che, una mattina del 1906 (per gentile concessione dell’archivio Mulas) tentarono un volo dal colle di Bonaria a Cagliari 3 L’impresa di Garros verrà celebrata il prossimo 23 settembre a collegamento tra Elmas ed Ostia. L'idroscalo era collegato da un Cagliari con l’esibizione della pattuglia acrobatica dell’aeronautica pontile in legno all’aerostazione. Questa fu dedicata al giovane francese. aviatore Mario Mameli, caduto nelle spedizioni d’Etiopia della Conclusa la fase pionieristica dei primi voli, il potenziale uso bellico squadriglia Disperata comandata da Galeazzo Ciano. dell’aereo si rivelò già nel 1911 durante la guerra italo-turca e tanti Lo scalo sardo aveva assunto grande importanza nei collegamenti furono i sardi che si distinsero. Molti altri furono i decorati tra il 1912 tra la penisola e l’Africa del Nord, anche in seguito alle velleità e il 1918. Ben due piloti su 16 che costituirono la famosa e temuta espansionistiche del regime. Infatti, fino al 1940 la linea Cagliari- Squadriglia Baracca erano sardi: il tenente Fabio Lumbau di Roma era la linea aerea italiana più frequentata, seguita a distanza Sassari ed il sergente maggiore Spano di Nuoro dalla Roma Ostia - Milano Idroscalo. A ragion veduta la prima società di navigazione aerea italiana, la SAM., ne fece il suo scalo privilegiato nei regolari collegamenti aerei con il Nord Africa.

Idrovolante nel porto di Cagliari negli anni ’20.

Elmas divenne idroscalo quasi per caso, nei primi anni ’20, per La prima aerostazione civile all’idroscalo di Elmas nel 1937 accogliere gli idrovolanti che parteciparono ad una esercitazione aeronavale nel Canale di Sardegna. Grazie alle acque ferme dello Oltre all’importante base aerea di Elmas nel 1939, in Sardegna, stagno di Santa Gilla l’idroscalo offriva un punto sicuro ed affidabile esistevano altri tre aeroporti militari meno importanti: Alghero- per le manovre di quel tipo di aereo allora molto utilizzato nella Fertilia, Monserrato (riservato agli aerei da caccia) e il piccolo e operazioni di pattugliamento. scarsamente dotato campo di Olbia. Inoltre, poco prima della Dal 1917 si assiste ad un crescente interesse, industriale e guerra vennero allestiti alcuni campi di manovra a Villacidro e finanziario, affinché venisse realizzato un collegamento aereo con Decimomannu e campi di aviazione minori come a Milis, a gli idrovolanti tra Cagliari e la penisola. Anche la necessità di creare Capoterra e altri ancora. una stazione aerea per il traffico civile fu lungamente richiesta, negli anni ’20, dalle autorità cittadine ma osteggiata dal governo, contrario ai trasporti aerei per i civili. L’idroscalo fu poi prescelto nel 1927, grazie alla sua posizione geografica, da Francesco De Pinedo come tappa del viaggio aereo atlantico Italia-America del Sud. Partito da Elmas, dopo 81 ore di volo e 13600 km, l’idrovolante “Santa Maria” giunse a Buenos Aires, accolto entusiasticamente dalla comunità italiana. Nel ’28, l’idroscalo di Elmas fu, inoltre, meta dei sessanta idrovolanti che parteciparono alla Crociera Aerea del Mediterraneo, organizzata da Italo Balbo. Nello stesso anno, il 21 aprile, avviene il primo collegamento aereo civile tra Cagliari-Elmas e Roma-Ostia, con un idrovolante Savoia Marchetti S55. Dopo 100 minuti di volo il velivolo planava sull'idroscalo di Terranova-Olbia, a ridosso del pontile dell'Isola Ricognizione fotografica del 12th US Air Force sulla base di Elmas, Bianca e, dopo una breve sosta, faceva rotta verso Elmas, dove durante la II Guerra Mondiale ammarò in perfetto orario. La trasvolata durava circa tre ore e mezzo e, già dal primo anno, Durissimi furono i bombardamenti aerei durante la seconda guerra venne effettuata da 1038 passeggeri. Nell’anno successivo i volumi mondiale, con migliaia di morti e la distruzione quasi totale di del traffico raddoppiarono e, nel 1936, con l’entrata in servizio dei Cagliari. Pesantissimi furono anche i raid su Alghero, Sassari, Olbia più capienti e veloci trimotori S66 il traffico superò i 6 mila e tante altre cittadine. La distruzione delle infrastrutture fu totale e passeggeri. finito il conflitto iniziò la ricostruzione. Il crescente traffico civile mal si combinava con le attività Gli alleati, resisi conto che la mancanza di trasporti determinava dell’aeroporto militare di Elmas che le ospitava, con molti disagi ai molte difficoltà, autorizzarono il Ministero dell’Aeronautica ad passeggeri, soprattutto per le norme di sicurezza della base. alcune corse di collegamento, specie con le isole maggiori. Il più Il 3 maggio 1937 fu inaugurato nell’idroscalo di Elmas, a pochi metri importante di questi fu il collegamento con la Sardegna, iniziato già dal bordo dello stagno, un edificio in perfetto stile fascista, destinato il 6 agosto 1945. L’anno successivo vide la nascita delle compagnie a divenire il terminal cagliaritano dei servizi aerei civili dell'isola aeree nazionali, ma gia nell’ottobre 1944 l’Aero Club di Cagliari della compagnia "", che assicurava con gli idrovolanti il decise di dar vita alla Società AIRONE, che riceverà dopo 2 anni la 4 concessione ministeriale per i collegamenti con Roma, Milano, crescita che rendeva vantaggiosi ulteriori investimenti dell’. Napoli, Torino e Palermo. Nel 1991 tenuto conto della nuova realtà, che vedeva la Società impegnata in ambito europeo, nasce la che 2000 supera i 3.5 milioni di passeggeri confermandosi il secondo vettore nazionale.

Oggi il sistema aeroportuale regionale si colloca 5° posto dopo Lombardia, Lazio, Sicilia e Veneto nonostante la popolazione insediata sia appena al di sopra 1.6 milioni. Dei 3 maggiori aeroporti sardi solo Cagliari supera i 2 milioni di passeggeri, collocandosi al 13° posto nella classifica nazionale, mentre Olbia e Alghero occupano rispettivamente il 18° e 20° posto.

Aerei sulla pista di Elmas negli anni ’60.

Ma quasi subito le pressanti insistenze della più potente compagnia Distribuzione delle lunghezze delle piste in Italia e Sardegna nazionale LAI sul Ministero, relegarono la società isolana alla sola Cagliari-Alghero-Roma, nonostante le forti proteste dei sardi. La Importanti investimenti hanno negli ultimi anni permesso una tratta Cagliari-Roma era infatti una delle più redditizie dell’intero sostanziale ristrutturazione delle 3 principali aerostazioni. I lavori Paese. Dopo 4 anni a causa della drastica riduzione dei passeggeri allo stato attuale sono praticamente completati e nella primavera (da 13000 del 1946 a 1300 del 1948) la compagnia cessò di del 2003 saranno inaugurate le nuove aerostazioni di Cagliari- esistere. Elmas, Alghero Fertilia e Olbia-Costa Smeralda. Il 1963 fu l’anno di nascita dell’ALISARDA per iniziativa del Principe Il prof. Coni ha chiuso il suo intervento evidenziando che le qualità Aga Khan con lo scopo iniziale di favorire lo sviluppo dell'attività architettoniche, strutturali e funzionali delle nuove opere turistica in Costa Smeralda, nella Sardegna nord-orientale fino ad rappresentano, in Sardegna e nel resto del Paese, modelli allora servita solo via mare. esemplari della capacità organizzative e qualità progettuali che tanti Infatti, il campo in terra battuta di Olbia-Venafiorita si trovava in ingegneri dell’isola hanno saputo esprimere. Non è superfluo condizioni di abbandono: irregolare, con buche e fossati, utile, ricordare, infatti, che le opere che verranno illustrate dai come in effetti accadeva, ad accogliere il pascolo del bestiame. responsabili delle società di gestione Sogear, Sogeaal, Geasar Già nel 1958 iniziarono le sollecitazioni affinché il campo venisse sono state concepite e realizzate da giovani ingegneri formati dalla sistemato. Ma il Ministero non accolse le richieste, mettendo in nostra Facoltà. evidenza l’elevato costo dell’operazione a causa della necessità di importanti opere di bonifica idraulica dei terreni paludosi. Inoltre, erano stati sistemati e resi efficienti gli aeroporti di Cagliari e Alghero con ingenti impegni finanziari. Ma mentre i voli su Cagliari avevano buoni coefficienti di occupazione, non altrettanto erano quelli su Alghero e ciò rendeva incerta la possibilità di ulteriori investimenti nell’isola. Nel 1962 in seguito ad un progetto di massima della Regione Sardegna, la DGAC inviò un’ispezione tecnica che metteva in evidenza l’opportunità di spostare la pista progettata di 2 km a nord, verso Olbia mantenendone l’orientamento e la necessità di sostanziosi lavori di sistemazione del sedime. Il Ministero stanziò i fondi per la pista di 1.400 m e per le strutture. Ma furono gli investimenti dell’ALISARDA a dare Caratteristiche delle piste e dei piazzali areromobili in Sardegna impulso e una sistemazione definitiva allo scalo olbiese. Nel 1968 furono completati i lavori di pavimentazione, i drenaggi e Successivamente, il dott. Umberto Borlotti, direttore della Sogeaal, l’illuminazione della pista. ha illustrato la storia dell’aeroporto e la realtà della nuova Nel 1974 il Decreto Ministeriale decreto l’istituzione dell’Aeroporto aerostazione dello scalo di Alghero. Esso nasce come aeroporto di Olbia-Costa Smeralda. militare durante il periodo bellico con un piazzale di forma Nell'ambito delle nuove strutture aeroportuali, Alisarda realizzò un ellissoidale, sul perimetro del quale vennero realizzati alcuni hangar grande hangar attrezzato che consentiva alla Compagnia di attuare e, ad ovest, una serie di edifici destinati alle attività aeroportuali. autonomamente l'assistenza tecnica ai propri aerei. Negli anni Negli anni seguenti vennero realizzate le piste ed i raccordi ma le successivi il traffico passeggeri fece registrare una continua trasformazioni più significative avvengono negli anni ‘60. Solo nel 1968 viene realizzato un primo vero terminal. A metà anni ‘70 5 anche la pista di volo venne estesa e fu portata da 2.200 m agli l’ampliamento dei piazzali e la realizzazione dell’autorimessa per i attuali 3.000 m e 45 m di laghezza. Con il passaggio del sedime mezzi di rampa. Ulteriori interventi programmati furono la aeroportuale dal demanio militare a quello civile, nello stesso ristrutturazione dell’aerostazione cargo, il miglioramento della periodo, mutò la ragione giuridica da aeroporto militare aperto al viabilità esterna, l’ampliamento dei parcheggi per gli autoveicoli e, traffico civile ad aeroporto civile di Stato. Nel decennio successivo, infine, il collegamento dell’aerostazione con la metropolitana di con la smilitarizzazione dei servizi di assistenza al volo, lo scalo di superficie Sassari-Alghero. Alghero diventa totalmente di interesse civile. Ai fini gestionali, solo Tali interventi sono stati previsti in varie fasi successive, con priorità a metà degli anni ‘90 è iniziato il percorso di trasferimento delle al potenziamento della zona arrivi e movimentazione bagagli competenze dallo Stato alla Società di Gestione che si concluderà dell’attuale aerostazione, lavori che furono resi possibili grazie ad con la definitiva concessione totale alla Sogeaal. un finanziamento della Regione Sardegna. Nel quadro del progetto RAM, con finanziamenti CIPE, nel 2001 sono iniziati i lavori per la realizzazione della nuova aerostazione. I lavori, praticamente conclusi, verranno inaugurati nel mese di maggio 2003. Il nuovo terminal si sviluppa su due piani, per una superficie complessiva di circa 9.400 m² di cui circa 6.800 m² posti al piano terra e 2.600 m² al primo piano (la superficie coperta del vecchio e del nuovo terminal è di circa 13.500 m²). Per conseguire gli indici standard di 21-25 m²/pax sarà necessario l’impiego in parallelo di entrambe le aerostazioni.

Piano regolatore dell’aeroporto di Alghero

Storicamente, sullo scalo algherese le attività militari sono legate alla formazione di piloti, per la presenza della Scuola Volo Basico Iniziale. Su tale tradizione ed anche in ragione delle particolari condizioni sulle quali insiste l’aeroporto di Alghero, nacque la

Scuola di Volo dell’, attualmente operativa. L’aeroporto di Alghero con la nuova aerostazione. Il sedime aeroportuale copre una superficie complessiva di circa 246 ha ed è composto da una zona centrale occupata dalle Attualmente è in corso di elaborazione il piano regolatore infrastrutture di volo, da un’ampia zona ad ovest attualmente di dell’aeroporto, che si propone, oltre che un ampliamento delle competenza militare e da una più limitata zona ad est della pista attività operative proprie dello scalo, uno sviluppo significativo di destinata alle attività dell’aviazione civile. alcune funzioni a servizio del territorio (aree commerciali, 2 Il piazzale aeromobili di oltre 50.000 m consente lo espositive, congressuali, ricreative, ecc.) che potranno ricevere stazionamento contemporaneo di 4 velivoli commerciali in particolare impulso e supporto per il fatto di essere ubicate in condizioni operative “self manoeuvring”, potendosi anche stretta prossimità dell’aeroporto. È previsto anche un nuovo lay-out raggiungere una capacità statica di 7 velivoli qualora si considerino distributivo interno ed esterno, migliorando notevolmente la operazioni di tipo “push back” per la movimentazione degli aerei. Il circolazione dei flussi veicolari ed ampliando le aree attualmente piazzale comprende anche un’area per la sosta dei velivoli di disponibili per parcheggi e sistemazioni a verde. aviazione generale. Per quanto riguarda il sistema delle infrastrutture di volo e Ad entrambe le estremità della via di rullaggio sono presenti delle movimentazione degli aeromobili, lo schema di sviluppo proposto “holding bays” utilizzate per l’eventuale sosta degli aeromobili in individua notevoli possibilità di ampliamento del piazzale, mentre attesa del decollo. non si ritengono necessarie particolari modifiche geometriche o Nel 1968 venne realizzata l’attuale aerostazione passeggeri dimensionali alla pista di volo ed al sistema di raccordi e vie di articolata su tre piani: il piano seminterrato destinato alla rullaggio. movimentazione bagagli; il primo piano era dedicato alle aree L’andamento storico del traffico relativo ai passeggeri mostra, dagli operative e di accoglienza passeggeri, nonché ai servizi ad esse anni ‘80 ad oggi, una crescita pressoché costante con punte di connessi; al secondo piano erano ubicati gli uffici della DCA. incremento annuo che hanno raggiunto, nell’ultimo periodo, il 14%. Dal 1968 ad oggi l’aerostazione ha subito vari interventi di Il traffico presenta spiccate caratteristiche di stagionalità nei mesi ristrutturazione per adeguarsi alle crescenti esigenze di traffico. Nel estivi, data la propensione turistica dell’area costiera di Alghero. Le 1996 è nato il progetto RAM, Reengineering Airport Model, con proiezioni attuali rendono per i prossimi 5 anni un incremento l’obiettivo di adeguare l’aeroporto alle esigenze di 1.2 milioni di medio annuo del 7,5-8%, in linea con le previsioni IATA che, nel passeggeri per il 2010, attraverso l’ampliamento e ristrutturazione lungo periodo, dal 2010 al 2020, si attesteranno intorno al 6-7%. dell’aerostazione passeggeri, la realizzazione di un nuovo hangar; 6 L’ing. Grazietti Direttore Tecnico della SOGAER, società gestione collegamenti con la ferrovia, la metropolitana di superficie e il porto aeroporto Cagliari Elmas, ha illustrato i lavori di ampliamento e canale. ristrutturazione funzionale dell’aerostazione passeggeri dell’aerostazione di Cagliari. La precedente aerostazione, inaugurata nel 1980 con una capacità di circa 800.000 passeggeri/anno, da molti anni risultava inadeguata, sia per le accresciute dimensioni del traffico passeggeri (2.100.00 passeggeri nel 2002) sia perché carente rispetto agli attuali standard qualitativi e di sicurezza. La nuova aerostazione è stata ottenuta per sopraelevazione e ampliamento di quella esistente, passando da circa 11.000 m² a 36.000 m². In particolare è stata realizzata la separazione tra il piano arrivi e quello partenze, mentre al piano superiore trovano spazio gli uffici e i servizi. Di particolare rilievo è la realizzazione di un’ampia sala partenze e del molo imbarchi, su cui sano innestati sei loading bridge, le passerelle telescopiche per l’accesso diretto agli aeromobili in partenza o in arrivo.

Il nuovo molo partenze dell’aerostazione di Cagliari-Elmas

La soluzione tipologica adottata per l’aerostazione prevede un corpo centrale su due livelli da cui si stacca il molo, perpendicolare alle piste, posto al centro dell’attuale piazzale aeromobili, che ripropone le attuali modalità di parcheggio secondo l’andamento dei venti predominanti.

Il nuovo aeroporto di Cagliari-Elmas

Il preesistente parcheggio multipiano è stato collegato all’aerostazione con una passerella pedonale mentre l’intera viabilità è stata riorganizzata con la realizzazione di un viadotto per l’accesso diretto in autovettura al piano partenze e a un nuovo sistema di parcheggi. Anche le infrastrutture di volo sono state potenziate. In particolare sono stati ampliati i piazzali ed aumentati Vista interna della hall dell’aerostazione di Cagliari-Elmas il numero delle postazioni di parcheggio aeromobili, nel sito attualmente occupato dalla vecchia aerostazione dismessa. Il Il progetto dell’aerostazione è nato dopo l’entrata in vigore della dimensionamento dell’aerostazione, (livello B - ICAO) è stato fatto normativa Schengen e, tra i primi in Italia, ne ha recepito in pieno la su un traffico al 2010 di 3.5-4 milioni di passeggeri/anno. filosofia, nella stessa impostazione architettonica dell’aerostazione, In aggiunta è stato realizzato un fabbricato polifunzionale di 7000 adottando inoltre i più diffusi criteri di sicurezza, che comportano la m² su 3 livelli, che verrà destinato a servizi, cargo building e uffici completa separazione tra passeggeri in arrivo ed in partenza, dopo tecnici ed amministrativi. La sua costruzione ha preceduto la i controlli di polizia. La soluzione formale realizzata è stata realizzazione della nuova aerostazione e ha permesso la condizionata da molti fattori e dalla presenza ai suoi margini di ridislocazione provvisoria dell’aerostazione nella fase di cantiere. numerosi edifici: la caserma dei vigili del fuoco, il centro L’importo iniziale dei lavori, di 65 milioni di euro, è cresciuto a circa meccanizzato postale, l’aerostazione passeggeri sul retro, la 77.5 milioni per successive varianti migliorative legate fondamentalmente alla sicurezza, al controllo bagagli da stiva, vecchia aerostazione, i depositi di carburanti, gli hangar civili e militari dall’altro lato, il sistema di piste principale e sussidiaria e di all’ottimizzazione delle aree commerciali, all’aggiunta del 6° loading vie di rullaggio di fronte. Ulteriori invarianti nella stesura del bridge. progetto sono stati la necessità di riutilizzato della vecchia Gli interventi sull'aerostazione si inquadrano in un più ampio aerostazione e di riutilizzare la più recente hall arrivi nazionali. contesto di riqualificazione, ammodernamento e potenziamento La chiarezza distributiva dei percorsi e la semplicità distributiva delle infrastrutture aeronautiche che costituiscono l'area terminale sono state le linee guida della progettazione, che hanno portato alla dell'aeroporto, previste nel piano di sviluppo aeroportuale, messo a ipotesi di realizzare una navata principale sia al livello terreno punto da parte della società di gestione in funzione delle previsioni (arrivi), che al secondo livello (partenze), sulle quali si affacciano i di traffico. Nel piano, particolare attenzione è stata riservata alle principali servizi, e che costituiscono l’asse portante dei percorsi. esigenze di intermodalità del trasporto, mediante la previsione di 7 L’accesso è assicurato da tre blocchi di ingressi principali, distribuiti conseguente allo sviluppo turistico della Costa Smeralda e della sulla facciata, più un collegamento con il parcheggio multipiano. stessa città di Olbia. Esoo era infatti costituito da un piccola Sulla navata principale al livello terreno (arrivi) si affacciano le aerostazione, dotata di un unico banco accettazione, con piazzali di uscite delle zone arrivi e recupero bagagli, nazionale ed appena 2000 m² e una pista di lunghezza limitata. internazionale. Al secondo livello (partenze) si trova invece l’ingresso alla area controlli di sicurezza e doganali, e successive sale di imbarchi nazionali ed internazionali, direttamente dal finger o dalle aree imbarchi remoti. Il terzo livello, ospitante gli uffici della D.C.A., della società di gestione e delle compagnie aeree, è dotato di un ristorante e della terrazza panoramica.

Vista aerea dell’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda

Venne in tal modo pianificato e realizzato il nuovo aeroporto Olbia- Costa Smeralda, verso nord, in prossimità della città. L’aerostazione occupava oltre 6000 m², i piazzali 138.000 m² e la pista, che raggiungeva 2245 m, disponeva di 5 raccordi con al taxiway, sicuramente sovradimensionati rispetto alle esigenze del periodo. La Geasar nasce nel 1984 per migliorare la funzionalità dello scalo in considerazione della crescente quantità di traffico, di realizzare standard più elevati e per attuare una serie di adeguamenti normativi. Solo nel 1989 la Geasar inizia ad operare sino a diventare nel 2002 gestore totale dell’aeroporto. In questo periodo l’aeroporto è stato continuamente potenziato grazie ad una serie di contributi finanziari dell’UE, di ENAC e della Regione Sardegna. Fase dei lavori nell’aerostazione di Cagliari-Elmas Gli interventi hanno riguardato l’ampliamento dell’aerostazione e nell’autunno 2002. dei piazzali, il completamento della viabilità di accesso alla SS 125, la realizzazione di 3 parcheggi e la costruzione di nuovi edifici Dei 36.000 m² di aerostazione, 4500 saranno dedicati ad attività autonomi adibiti ai servi di autonoleggio e per l’Aviazione Generale. commerciali, nell’ambito dei quali saranno realizzati 7 punti ristoro, Il nuovo aeroporto è stato dimensionato in funzione di un crescita tra bar e ristoranti, 2800 m² sono destinati ad uffici, 25.000 m² è la del 3% annuo che porterà gli attuali 1.3 milioni di passeggeri/anno superficie dedicata alle hall. Sono state infine realizzate due a circa 2.5 milioni nel 2015. salette Lounge VIP. In particolare la nuova aerostazione passeggeri, nauguratai nel Complessivamente il piazzale viene quindi incrementato di 36.000 luglio 2002, occupa una superficie di 27.000 m² (più di 4 volte di m², passando dagli attuali 76.000 m² a circa 112.000 m². Gli stalli di quella precedente) e comprende la nuova penisola con 5 loading sosta per aeromobili passano da 13 a 17, ma con possibilità di bridges che aggetta nel piazzale aeromobili, le nuove hall partenza ospitare anche Boeing 747. 42 saranno i banchi check-in, 11 i e arrivi e gli esercizi commerciali. Questi ultimi passeranno dai 420 gates di imbarco nazionali di cui 6 serviti con loading bridge m² della vecchia aerostazione ai 4200 m² dell’attuale. mentre quelli internazionali saranno 5, di cui 2 serviti da loading bridge, e 3 remoti serviti da bus intercampo. Il cantiere è omai completato e prevediamo di inaugurare la zona partenze nel prossimo mese di giugno.

L’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda è stato rappresentato dall’ing. Paolo Cambula, che ha espresso il proprio compiacimento per l’iniziativa, che probabilmente è la prima avvenuta nell’Isola. Nella parte iniziale dell’intervento l’ing. Cambula ha illustrato i rapporti tra l’aeroporto e il territorio servito. Le isocrone evidenziano come il bacino di utenza si estende a tutto il settore nord-est dalla Sardegna nonostante le condizioni di ridotta accessibilità connesse alla carente rete stradale. Il rapporto con la città di Olbia se da un lato è molto stretto dall’altro determina pesanti condizionamenti allo sviluppo insediattivo del centro gallurese. La configurazione attuale delle strutture aeroportuali risale agli anni ’70 quando venne inaugurato l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda.

Lo scalo olbiese inizialmente era ubicato poco distante nel campo Sala partenze della nuova aerostazione di Olbia di Venafiorita, che già negli anni ’60 ospitava la compagnia ALISARDA. Questa garantiva collegamenti giornalieri con il Tre particolarità caratterizzano lo scalo di Olbia: la forte continente con 2 aeromobili. L’aeroporto di Venafiorita diviene stagionalità, una importante presenza dell’Aviazione Generale e la rapidamente insufficiente alle esigenze del traffico passeggeri, grande crescita dei servizi di autonoleggio. 8 Poiché l’aerostazione dell’Aviazione Generale è finalizzata ad accogliere un gran numero di pioti ed equipaggi, è dotata di alloggi e servizi di ristoro, oltre a terminal e servizi di informazione meteo ai piloti. Strutture analoghe sono attualmente presenti solo a Milano-Linate e Roma.

Successivamente, il Maggiore Calenda, Capo Ufficio operazione della Base Nato di Decimomannu, ha illustrato il punto di vista dell’aviazione militare, ripercorrendo le esigenze e le necessità militari richieste alle infrastrutture di volo nelle varie epoche. Il requisito principale durante la I Guerra Mondiale era quello di campi sufficientemente regolari senza buche o avvallamenti, che consentissero l’atterraggio e il decollo in qualunque direzione. Stagionalità dei flussi passeggeri nell’aeroporto di Olbia-Costa I primi aeri infatti erano molto leggeri e con motori poco potenti, non Smeralda negli anni 2001 e 2002 impegnavano quindi la portanza della superficie della pista, che era solitamente in erba o in terra battuta. Anche le dimensioni dei Il primo fattore impone una particolare strategia gestionale che campi erano ridotte, sufficienti per le basse velocità di involo. Per prevede la settorializzazione dell’aerostazione per far fronte ai contro gli aerei erano molto sensibili alle condizioni atmosferiche e picchi estivi con oltre 250.000 passeggeri nel mese di agosto che in particolare alla direzione del vento; dunque il pilota poteva divengono poco più di 37.000 nel mese di febbraio. Un altro edificio scegliere, su campi di forma generalmente ellittica, la direzione più è stato destinato ai servizi di autonoleggio che negli ultimi anni opportuna in funzione del vento prevalente al momento del decollo. sono cresciuti in misura notevole creando spesso condizioni di Anche una piccola componente trasversale poteva compromettere congestione nella viabilità dell’aeroporto. Infine, una vera e propria la stabilità del veivolo con esiti disastrosi. Altra caratteristica delle aerostazione autonoma, separata dalla restante aerostazione, è prime piste era quella di non avere alcuna segnaletica. Questa non stata realizzata al servizio dell’Aviazione Generale. era necessaria poiché le missioni avvenivano di giorno e solo in condizioni meteorologiche favorevoli. Era presente al più una manica a vento per indicare in quale direzione dirigersi. Nella II Guerra Mondiale i requisiti aeronautici militari cambiano e con essi anche le infrastrutture di volo. Il tipo di azione militare prevedeva bombardamenti a tappeto con grandi quantitativi di bombe che venivano sganciate in gran numero per compensare la mancanza di precisione. Le piste dovevano quindi sopportare carichi maggiori e avere lunghezze superiori. Inoltre, la necessità di superare le linee difensive nemiche con un numero sufficiente di aerei faceva si che le missioni erano compiute da formazioni numerose. Ciò richiedeva aeroporti con molte piste che ne caso di Decimomannu arrivarono a sei, come testimoniato dall’immagine.

Gli architetti della nuova aerostazione olbiese hanno voluto rappresentare la forma spaziale del nuraghe all’interno della sala check-in

L’importanza dell’Aviazione Generale è testimoniata oltre che dal numero di passeggeri trasportati (circa 17.000 nel 2002) anche dalle dimensioni di alcuni veivoli. Come mostra l’immagine, spesso nel corso del 2002 lo scalo è stato visitato da Boeing 777.

Le 6 piste della base Nato di Decimomannu durante la II Guerra Mondiale

Gli aerei infatti dovevano rapidamente decollare, raggrupparsi e raggiungere l’obiettivo. I maggiori carichi e le migliori prestazioni di regolarità richieste alla sovrastruttura veniva ottenuta con l’intasamento della superficie terrosa con olio bruciato e il successivo compattamento. Anche durante la II Guerra Mondiale le missioni non potevano avvenire con il maltempo ma, spesso, avvenivano di notte. La segnaletica notturna delle piste si limitava a dei barili di combustibile che venivano accessi all’occorrenza e che

Boeing 777 dell’Aviazione Generale a Olbia indicavano la direzione del campo. 9 capacità di carico (il Galaxy a pieno carico supera le 400 t). Talvolta la lunghezza delle piste viene contenuta con il ricorso a speciali tecnologie per la frenata quali il parafreno, cavi d’acciaio e reti che trattengono l’aereo. Oggi, uno dei requisiti principali è quello della standardizzazione delle infrastrutture aeroportuali e della loro segnaletica. Infatti, i piloti militari si trovano raramente ad operare nella loro base aerea abituale ma possono essere impiegati in altri Stati e spesso in continenti differenti. Inoltre, devono essere in grado compiere missioni in qualunque condizione atmosferica e spesso con visibilità ridotta. È dunque fondamentale che la segnaletica e la Le piste di Decimomannu con numerosi aeri dispiegati strumentazione di assistenza al volo sia la più omogenea possibile in tutti i paesi della NATO. La foto mostra una ricognizione dei piloti americani ripresa il 24 Per il futuro il requisito militare richiesto alle infrastrutture luglio 1944 sulla base di Decimomannu. I quegli anni erano aeroportuali sarà ancora diverso. Si va diffondendo il concetto di schierati a Decimomannu due gruppi numerosissimi di B26 che in “difesa passiva” e “dispersione”. Non più grandi concentrazioni di batterie di 6 decollavano e atterravano senza soluzione di veivoli e infrastrutture in un'unica base ma, piuttosto, la sua continuità. distribuzione sul territorio, occultati dalla vegetazione o all’interno di colline o edifici mimetici. Le vie di rullaggio saranno le strade e le piste di decollo tronchi autostradali che verranno chiusi in caso di necessità.

La giornata ha visto anche la partecipazione del comandante della base aerea di Elmas e di alcuni piloti dei Breguet Atlantic del 30° Stormo che sino a pochi mesi fa erano ancora dispiegati nella base. Per oltre 30 anni la base, che conta oltre 800 addetti civili e militari, ha ospitato gli aerei antisommergibile di pattugliamento nel Mediterraneo. Nello scorso mese di luglio durante la cerimonia di chiusura del 30° stormo, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, aveva espresso tutto il suo rammarico per la sofferta decisione, dettata dalla necessità di accorpare in un’unica base le attività. Dolorose saranno le implicazioni per il personale e per lo

Batterie aere in fase di decollo simultaneo a Decimomannu stesso territorio che per tanti anni ha ospitato lo stormo e prima di esso tanti altri reparti ed aviatori, con il bagaglio di storia e di Negli ultimi decenni il requisito militare è cambiato con l’avvento di tradizioni che porta con se ricordi ed emozioni. armi di grande precisione, che ha fatto si che dal bombardamento esteso e massiccio si sia passati ad uno selettivo e mirato. Non è più richiesto il decollo contemporaneo di molti aerei in formazione che, peraltro, venivano facilmente individuati dai radar della difesa. Ciò comporta l’impiego di una sola pista di caratteristiche standard con un eventuale pista secondaria che non penalizzi l’operatività dell’aeroporto nel caso di manutenzione della pista principale.

Breguet Atlantic sul piazzale dell’aeroporto militare di Elmas

Al termine della conferenza, il prof. Roberto Crnjar, Preside della Facoltà di Scienze del nostro Ateneo, in veste di vicepresidente dell’Aero Club di Cagliari, ha ripercorso le principali tappe

Le nuove strategie di difesa passiva dell’aeronautica dell’associazione. Denominato Aero Club “Renato Semplicioni”, l'Aero Club di Cagliari Inoltre, il peso e le grandi velocità dei veivoli richiedono lunghezze è nato nel 1938 presso l'aeroporto di Monserrato (CA). Poi trasferito all'aeroporto di Elmas, è da allora sede dell'omonima sempre maggiori. Anche la superficie delle piste deve avere grandi capacità di portanza poiché spesso la movimentazioni Scuola di Volo. Federato all’Aeroclub d’Italia, l’Aeroclub di Cagliari dell’equipaggiamento e delle armi avviene con aerei di grandi è riconosciuto dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione ed è 10 abilitato ai fini del rilascio della licenza Aeronautica di IIa Classe (ex Nell’ambito delle strutture dell’Aeroclub è possibile dedicarsi ad Brevetto di I° e II° Grado) e di numerose altre abilitazioni (D.M. No. altre attività: dal modellismo statico (una vasta collezione di modelli 1413). in scala sono esposti all'interno della sede), al restauro estetico- La Scuola di Volo dell'Aeroclub di Cagliari da 70 anni si occupa funzionale di alcuni velivoli storici dell’Aeronautica: un T-33 ed un della formazione dei piloti attraverso corsi e programmi di Aermacchi MB-326 sono infatti apprezzabili in mostra statica nel addestramento in sede. É attualmente operativo il corso APPL- piazzale di volo antistante. VFR, per il conseguimento della Licenza di Pilota d'Aereo di 2° Classe. A breve sarà attivo il nuovo corso IFR per il conseguimento dell'abilitazione al volo strumentale e al volo notturno. APPL (Aircraft Private Pilot Licence) è un corso che prevede per norma ministeriale una formazione teorica ripartita in 150 ore di lezione in aula. In questa fase gli allievi apprendono, oltre ai fondamenti del volo, insegnamenti che spaziano dal diritto aeronautico alla meteorologia, alle procedure operative, alla fonia e comunicazioni radio, all'aerotecnica applicata. Queste ed altre discipline sano poi applicate nella fase pratica dell'addestramento, quella in cui gli allievi, affiancati da un istruttore, andranno in volo seguendo un programma addestrativo di oltre 40 ore suddivise in missioni di vario genere.

Aerospatiale TB9 sorvola la città di Cagliari

Lo stemma l'Aero Club di Cagliari Alla conclusione della giornata il prof.ing.Francesco Annunziata,

ringrazia tutti i partecipanti per gli apporti forniti alla Conferenza L’istruzione teorica e la verifica dell’apprendimento in volo, sono organizzata dalla Società Italiana Infrastrutture Viarie, segnalando affidate al controllo del Direttore della Scuola e a istruttori che le relazioni saranno pubblicate su un quaderno di ricerca professionisti di comprovata capacità la cui esperienza è attestata progettuale rivolto all’attenzione degli studenti e degli ordini da più di 20.000 ore di volo. professionali. La sede dispone di circa 500 m² in cui sono ospitate aule didattiche e ricreative, dotate delle attrezzature e di tutti i sussidi necessari all’insegnamento delle discipline Aeronautiche: Aerotecnica,

Navigazione, Circolazione Aerea, Meteorologia, Medicina

Aeronautica, Diritto Aeronautico. I corsi, di durata annuale, sono tenuti da personale altamente qualificato.

Attività della scuola di volo dell'Aero Club di Cagliari

La flotta dell’Aeroclub annovera diversi tipi di aeromobile quali: Cessna C152, Piper PA28, Aerospatiale TB9, in grado di formare il pilota ad ogni livello, mentre un’organizzata Officina Certificata dal R.A.I. (Registro Aeronautico Italiano) garantisce una manutenzione accurata e professionale grazie alla presenza di tecnici qualificati Si ringraziano, inoltre, il dott. Mulas per la gentile concessione di ed abilitati a eseguire ogni tipo di ispezione sulle strutture e i motori immagini inedite del suo archivio privato, l’Associazione Arma degli aerei. Aeronautica, i piloti civili e militari che in vario modo hanno contribuito al successo dell’iniziativa.