1 Il sistema e l’evoluzione delle infrastrutture Eppure gli interventi in Sardegna si sono concentrati sull’infrastruttura aeroportuale, spesso trascurando il sistema al aeroportuali in Sardegna contorno. Non è sufficiente la sola implementazione Prof.ing. Mauro Coni, Università degli Studi di Cagliari dell’aerostazione, renderla più bella, più efficiente, più sicura e confortevole ma occorre intervenire migliorando la sua Anche la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari interconnessione con gli altri modi di trasporto. Pertanto, Alghero- ha accolto l’invito della Società Italiana Infrastrutture Viarie Fertilia è sostanzialmente l’aeroporto di Sassari, Portotorres e ospitando, il 31 gennaio scorso, una conferenza celebrativa del Alghero ma non certo di Bosa, di Macomer e di ampi settori del primo volo umano. La giornata non voleva essere soltanto Margine, della Planargia e dello stesso Lugudoro. Così come lo un’occasione rituale ma piuttosto una riflessione sul ruolo delle scalo di Olbia-Costa Smeralda dovrebbe essere l’aeroporto di tutta infrastrutture aeroportuali nell’isola. la provincia di Nuoro ma, viceversa, è al servizio di una solo e I lavori della giornata, coordinati dal prof.ing Francesco Annunziata, molto ristretta fascia costiera dell’alta Gallura. Ancora l’aeroporto di hanno visto la partecipazione dei responsabili dei 3 principali scali Cagliari-Elmas ha un bacino di utenza confinato all’area vasta della Sardegna (Cagliari, Olbia e Alghero), dei rappresentanti cagliaritana ed ad una parte della stessa provincia. militari della base NATO di Decimomannu e del 30° Stormo di Va anche messo l’accento ruolo che il sistema ferroviario non è Elmas, dell’Associazione Arma Aeronautica, l’AereoClub, oltre che ancora riuscito ad assumere. Ad esempio, il corridoio plurimodale dei docenti e ricercatori universitari dell’Ateneo cagliaritano. Sardegna-Continente che comprende la principali dorsali ferroviarie e stradali della Sardegna, pur lambendo l’aeroporto di Cagliari e Oristano non ha nessun rapporto fisico con questi, rimanendo realtà separate. Stessa pesante disconnessione si registra tra le metropolitane leggere di Cagliari e di Sassari e i relativi aeroporti. Le parole d’ordine “integrazione” e “intermodalità” pronunciate a Roma nel 1980 durante la Prima Conferenza Nazionale sui Trasporti rimangono sicuramente inattuate e ancora tutte da costruire. Successivamente il Preside della Facoltà prof.ing. Francesco Ginesu, portando i saluti del Rettore, ha voluto fornire un contributo alla Conferenza illustrando la sua esperienza di paracadutista. Forse le infrastrutture aeroportuali, come oggi le conosciamo, sarebbero completamente diverse se si fossero concretizzate altre modalità di volo umano. Infatti, i pionieri si ispirarono agli animali e non è azzardato dire che, ancora oggi, non abbiamo acquisito la piena conoscenza della meccanica del loro volo. Le ali degli animali, uccelli e insetti, forniscono insieme il sostentamento (la portanza) e la propulsione mentre il genere umano ha realizzato macchine che separano completamente queste funzioni: la portanza è compito delle ali, la propulsione del motore e la manovrabilità sostanzialmente della coda. Per certi versi i velivoli realizzati dall’uomo rappresentano un progetto originale rispetto ai modelli naturali, e sono in grado di compiere, dopo cento anni di affinamenti, performance importanti sia in termini di velocità che di pesi trasportati. Realizzazioni quindi originali ma certo molto grezze rispetto ai modelli naturali che integrano le funzioni di volo in tutto il corpo In apertura il prof. Francesco Annunziata ha richiamato la necessità raggiungendo efficienze elevatissime. E appena il caso di ricordare di ripensare il sistema aeroportuale come parte dell’intero sistema che la teoria aerodinamica più utilizzata ancor oggi, concepita due dei trasporti, integrato e intermodale. Integrato perché ogni modo secoli fa, si basa su un’ala fissa immersa in una corrente deve essere complementare agli altri e intermodale perché lo stazionaria che in generale è una condizione limite inesistente, spostamento non si esegue soltanto con una modalità di trasporto tanto meno nel volo ad ali battenti dove niente è stazionario. ma coinvolge mezzi e sistemi differenti. Nell’Isola sono proprio Il prof.ing. Mauro Coni ha ripercorso lo sviluppo delle infrastrutture questi due fondamenti del sistema dei trasporti ad essere assenti, o aeroportuali in Sardegna. È interessante per i sardi, da sempre quantomeno carenti, accentuando l’isolamento ed il ritardo socio- desiderosi di superare rapidamente il Tirreno, scoprire che l’isola è economico di vaste zone interne. I compiti delle società di gestione stata sempre presente nella storia del volo. Appena dopo un anno sono ben definiti e tuttavia sarebbe auspicabile che esse, dopo la prima ascensione aerostatica dei Montgolfier nel 1783, unitamente agli altri Enti aeroportuali, svolgessero un ruolo nell’isolata Sardegna, si progettava un modello più avanzato di propositivo finalizzato ad allargare i bacini di utenza. Nella nostra aerostato. Era l’11 agosto 1784, al Collegium Philosophorum sotto regione spesso si parla di continuità territoriale pensando ai vettori la Torre dell’Elefante a Cagliari, quando Padre Benedetto Porcu, in e ai collegamenti verso i principali nodi di trasporto continentali. una conferenza gremita di sapienti religiosi e docenti degli atenei Eppure continuità territoriale significa, specie nella nostra Isola, sardi, presentava il risultato dei suoi studi. Nella dissertazione di 36 garantire un adeguato livello di accessibilità da e per le aree interne pagine in latino, “De machina aerostatica”, veniva affrontato il verso i terminal portuali e aeroportuali. Esiste quindi l’esigenza problema della propulsione, per governare meglio una macchina prioritaria di superare l’attuale disconnessione tra la reti viarie dei ancora dominata dai capricci del vento. Anche se il prototipo non fu differenti bacini di utenza aeroportuali e la stessa aerostazione. mai realizzato la conferenza di padre Porcu ebbe il potere di 2 instillare l’idea di poter, un giorno, collegarsi con la penisola con un Nel 1912, come testimonia l’immagine inedita, i primi dirigibili rapido e piacevole volo. È questo il primo atto, conservato nella approdavano nella piana dove attualmente sorge l’aeroporto di Biblioteca Universitaria dell’Ateneo cagliaritano, che sancisce la Cagliari-Elmas. nascita dell’aviazione in Sardegna. Dopo cento anni, nel dicembre 1873 Henri Blondeau giunse a Sassari con il suo spettacolo acrobatico su un pallone in volo, dopo aver compiuto oltre 60 esibizioni in giro per l’Italia. La città assiste meravigliata all’evento ma rimane delusa quando l’artista è costretto dal forte vento ad atterrare. Dopo altri tentativi l’11 gennaio poté riscattarsi, alla presenza di un pubblico modesto e sotto gli sguardi sorpresi di chi lo vide passare trionfante sopra i tetti di Sassari. Successivamente si trasferì a Cagliari dove il pomeriggio del 25 gennaio 1874, presso la piazza del Carmine, avvenne la sua esibizione. Era la prima volta che la città poteva assistere ad uno spettacolo del genere. Anche qui il forte vento impedì diverse volte l’esibizione sino al 1 febbraio. L’immagine, inedita, è del 1912 e mostra l’approdo di un dirigibile nella piana dove attualmente sorge l’aeroporto di Cagliari-Elmas (per gentile concessione dell’archivio Mulas) Il 24 dicembre 1911, diviene una data storica perché l’aereo del francese Carnus, compie vicino a Sassari il primo volo in Sardegna. L’aereo fu smontato e trasferito in treno a Cagliari dove il 30 dicembre compì la sua esibizione. Il primo aerodromo cagliaritano fu la spianata compresa tra Monte Urpinu e San Bartolomeo, accanto al canale di Terramaini e alle saline. Ma non tutto andò per il meglio poiché, durante il secondo volo previsto quel pomeriggio, il Locandina della prima manifestazione aerea a Cagliari motore in avaria costrinse l’aviatore ad un atterraggio di fortuna. Si sfiorò la tragedia, con il ferimento del pilota e di qualche spettatore. Fu uno spettacolo notevole con 20.000 spettatori, in una città che Nei primi giorni del settembre 1913 Cagliari ricevette la visita dei ne contava appena 40.000. primi idrovolanti imbarcati sulla corazzata Roma, che compirono Nel 1906, mentre in Europa pochi sapevano che l’aeroplano dei diverse sequenze di ammaraggi e decolli nelle acque del porto. fratelli Wright aveva spiccato il volo 3 anni prima, un marchingegno Nello stesso periodo anche le acque galluresi di Golfo Aranci “più pesante dell’aria” tentava di decollare alle porte di Cagliari, sul furono teatro dell’evoluzione di alcuni idrovolanti della corazzata colle di Bonaria. I fratelli pisani Antoni, si trasferirono per lavoro a Dante. Poche settimane dopo, il 24 settembre, l’isola fu Cagliari per alcuni anni e aiutati da un altro toscano residente nel attraversata interamente dalla prima trasvolata del Mediterraneo capoluogo, l’ingegner Cingoni, realizzarono il loro progetto. Esso, compiuta da Roland Garros. A Cagliari fu allestito dai militari un tuttavia, era solo era un tentativo fatto su una strada senza campo di fortuna, in segreto per evitare l’assembramento dei prospettiva, quella dell’aero ad ali battenti. I loro tentativi curiosi. Nella piazza d’armi di viale Buonamino, a pochi metri continuarono in Sardegna sino al 1908-1909. Successivamente dall’attuale Facoltà di Ingegneria, il meccanico di Garros, in città già rientrarono a Pisa dove avviarono una fabbrica
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