Turtas, Raimondo (1988) Umanisti Sassaresi Del '500: Le "Biblioteche" Di Giovanni Francesco Fara E Alessio Fontana
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Cadoni, Enzo; Turtas, Raimondo (1988) Umanisti sassaresi del '500: le "biblioteche" di Giovanni Francesco Fara e Alessio Fontana. Sassari, Edizioni Gallizzi. 240 p., 12 p. di tav. (Quaderni di Sandalion, 2). http://eprints.uniss.it/7732/ Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch Questo li bro avvia un piano mollo ambizioso articolato su duf' diremici: la prima vor· l"!! Enzo Cadoni - Raimondo Turtas rebbe aver ... come punto d 'arrivo la pubblicazion ... di tutti gli inventari librari redatti • in Sardegna nd corso de! XVI secolo, al fine di offrire agli studiosi d ... Ua cultuni scritta n nell'isola un cvrpl/$ il piu possibile completo di tutto il patrimonio librario esistente DI in questo ste s50 periodo in Sard egna. La seconda, che si spera di compl ... tar ...... ntro il 1991, si propone l'edizion ... critica (ormai già avviata) ddle opere di Giovanni Fran· Co cesco Fara, il fondai or... della conoscenza scientifica della storia e della geogr:lfia della g lhnanisti Sassaresi del '500 Sardegna. In particolare questo volume è dedicalO a due ~rsonalità sassaresi eh ... si formarono •• Le -biblioteche. culturalmente prima che nell a nostra ciu à venisse aperto il collegio gesuitico destinato I a diveni are, nei primi dl."CCnni del 1600, l'Università di Sassari. Essi sono r3ppresen· di Giovanni Francesco Fara tativi di un groppo non molto foho di intellettuali sardi che compirono gli studi in ••= e Alessio Fontana uno dei due versanti allora aprrti ai giovani desiderosi di istruzione, quello spagnolo e quello ilaliano. AI primo si rivolse Alessio Fontana che, pur inserilO nella burocrazia imperiale al servizio del principe reggente Filippo e dello stesso imperatore Carlo V, si mantenne costantemente attenlO ai fermenli della cuhura classica del tardo Rinasci mento mediata attraverso la visione erasmbna. Gio\'anni Francesco Fara invece, allfaltO dal versante euhurale italiano, (u uno dei circa 150 studenti sardi che si graduarono nello Sftldium pisano. La sua formazione accademica lo portava ad esscre un cullOre del diritto: di fauo, proprio l'esigenza di un.!. piu approfondita conoscenza del giure lo stimolò, nel contesto specifico sardo, allo studio della storia clell'isola, per la prima volta sostan.dato da un'ampia documen j tazione archivistic:t, L'ulteriore stadio di tale processo lo condusse'infine ad una mi, nuziosa e re alistico desc rizione gcografica della Sardegna, essa stessa indispensabile DI sostrato c completamento della ricerca storica, Di entrambi gli autori viene off ... rra, in questo volume, l'edizione critica dell'inventa ••= rio delle ri spettive biblioteche, sinora inedito. ••~ CIl DI fil fil DI i•• Co !. ~ Qua der ni di . S:lIIdallon_ I. E. CAOOSI , Slmli sul ~ compendiosa doctrina ili NOllio "'aretl/o, 1987, 2. E. CAOOSt· R. TU lr~AS, VlI/u l/ isti Sussuresi ilei '500. 1988. 3, L CICli, Probl.mu e st,.tlllure dt!lmimo u ROllla, 1988 4. Sem/lltlri Siustlresi tin prcpanu:ionc). Edizioni Gallizzi Pubblicazioni di «Sandaliom> Università degli Studi di Sassari 2. Enzo Cadonl - Raimondo Tartas UlDanisti Sassaresi del '500 Le cblbUotech.. di Giovanni Francesco Fara e Alessio Fòntana Enzo Cadoni - Raimondo Turtas Umanisti Sassaresi del '500 Le «bibUoteche» di Giovanni Francesco Fara e Alessio Fontana Edizioni Gallizzi © Copyright 1988 Edizioni Gallizzi Via Venezia, 5 I Sassari I Td. (079) 276767 A Gian Giorgio, Nicola e Alessandro 1. LA BIBLIOTHECA DI GIOVANNI FRANCESCO FARA Giovanni Francesco Fara. Note biografiche di Raimondo Turtas 1 1. Il 5 dicembre 1568 moriva a Sassari l'arciprete Gerolamo Cariga • L'e sito fatale della sua lunga malattia doveva apparire ormai pressoché scon tato e a breve scadenza, se due canonici di quella sede metropolitana avevano, pochi giorni prima e ciascuno per proprio conto, preso accordi con i padro ni di due imbarcazioni - non sappiamo se alla fonda nel vicino «port de Torres» o in quello poco più distante di Alghero - perché venissero tenute pronte a salpare immediatamente per Roma; le carte che avrebbero dovuto recapi.tare presso la curia romana avevano lo scopo di comunicare la noti zia dell'avvenuto decesso dell'arciprete e, soprattutto, di sollecitare i desti natari a darsi da fare per ottenere dal pontefice il conferimento di quella dignità vacante a beneficio dei mittenti o di qualche loro stretto congiunto. L'importanza di quell'ufficio, però, non poteva sfuggire neanche al nuo 2 vo arcivescovo Giovanni Segria , giunto in città solo da pochi mesi - do- l A parte pochi elementi di cui verrà volta per volta indicata la fonte, la maggior parte delle informazioni contenute in questo paragrafo sono tratte da ARCHIVUM ROMANUM 50- CIETATIS IESU (=ARSI); la notiza della morte del Cariga sta, appunto, in ARSI, Epp. Ext. 11. 205r-208v: Sassari, 7 dicembre 1568, arcivescovo di Sassari a Pinyes; lo stesso a Borgia. Quanto all'arciprete Cariga, risulta che era stato eletto dal capitolo come vicario sede vacante subito dopo la morte dell'arcivescovo Alepus (intervenuta dopo il5 novembre 1566 - ARSI, Sardo 14: Sassari, 5 novembre 1566, Victoria informava Borgia che Alepus «es venido y no ha aun entrado aqui» - e prima del 23 dicembre dello stesso anno) e che in questa sua qualità, proprio il 23 dicembre 1566, aveva dichiarato il collegio dei gesuiti di Sassari erede universale dei beni lasciati dalla nobildonna Caterina Montanyans y Flors per un erigendo monastero di monache che non era stato possibile costruire: ARSI, Fondo Gesuitico (FG) 205/1590, 3, doc. 46. Da questo stesso documento risulta però che, perdurante la stessa vacanza, il 15 mar zo 1568 era «vicarius generalis Turritanus et Sassarensis sede vacante» non più il Cariga ma il canonico Salvatore Seque. 2 Su questo arcivescovo che era stato arcidiacono a Valencia durante ilgovemo dell'ar civescovo Tommaso da Villanueva (ARSI, Sardo lO, 127r, Historia de 10$ coso$ que los padres de la Compania de Jesus han hecho en el reyno de Cerdena desde que entraron en el/a) poi canonizzato, cf. C. EUBEL, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, III (1503-1592), Miin ster 1923, p. 322; sebbene la sua nomina ad arcivescovo di Sassari da parte del papa fosse da tata al 23 luglio 1568 (Ibidem), a Sassari si conosceva la sua scelta da parte del re almeno fin dal mese di giugno (ARSI, Sardo 14. IlOr: Sassari, 28 giugno 1568, Pinyes a Borgia). lO Raimondo Turtas po la lunga vacanza che aveva fatto seguito alla morte del suo predecessore Salvatore Alepus3 -~ ma deciso a conferirla ad una persona che fosse si curamente votata alla realizzazione della riforma tridentina. Giusto a que sto proposito, egli era convinto che nessuno di coloro che aspiravano palesemente all'arcipretura offrisse buone garanzie: non il decano Giovan ni Manca che, oltre al beneficio canonicale, godeva anche di quelli di due altre parrocchie di cui era titolare pur non risiedendovi, non il dottor Fran cesco Figa, anch'egli canonico del capitolo turritano e titolare di alcune ret torie anche se ora risiedeva a Roma, meno che meno suo fratello Pietro Paolo, pure lui canonico a Sassari ma che «per la maggior parte della vita era stato soldato e anche ora viveva in maniera soldatesca». Fin dal suo arrivo, l'arcivescovo SegriA era intervenuto energicamente nei confronti di numerosi ecclesiastici che vivevano in stato di notorio concubinato4 e si era rifiutato di promuovere agli ordini sacri i candidati non forniti di sufficiente istruzione. Aveva anche abbozzato qualche tenta tivo per affrontare il problema, ben più importante e carico di conseguen ze, degli ecc1esiastici.che detenevano più benefici anche quando vi era annessa la cura animarum: trattandosi di incombenze che esigevano l'obbligo della continua residenza e del servizio in una determinata sede, essi erano incom patibili tra loro e il concilio di Trento aveva fatto della lotta contro l'abuso del cumulo di questi benefici uno dei punti caratterizzanti della riforma cat tolica. L'arcivescovo SegriA non aveva perciò tardato a scontrarsi con l'oppo sizione sempre più netta di gran parte dei suoi canonici, fra i quali si trova vano appunto il maggior numero di ecclesiastici «cumulatori» e assenteisti e, proprio per questo, comprensibilmente irritati dalla prospettiva di venire 3 La vacanza ufficiale era durata quasi due anni, come consta dalle date riportate nelle due note precedenti. Di fatto, il lungo episcopato di Alepus fu caratterizzato da prolungate assenze tanto che durante il parlamento del 1543 il rappresentante della città di Sassari chiese che l'arcivescovo venisse obbligato a stipendiare durante la sua assenza un predicatore fisso con una rendita di 60-70 ducati annui (ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI = AsC, Antico Archivio Regio, Parlamenti, voI. 158, 183r). Anche la già citata Historia de lo cosas (Ibidem), notava che, al momento della venuta di Segrili, l'archidiocesi di Sassari si trovava, pratica mente, «quarenta aiios sin pastor». Queste assenze si verificarono anche dopo il 1543 e furo no dovute, oltre che alla partecipazione di Alepus al concilio di Trento, anche alle numerose liti intentategli dai canonici del suo capitolo; per difendersi, egli fu costretto a risiedere a Ro ma dove, per qualche tempo, fu posto anche agli arresti (MONUMENTA HISTORICA SOCIE TATIS IESU = MHSI, Monumento Lainii = Mon. Lainii, VI, p. 70; Roma, 20 settembre 1561, Salmeron a Lainez; D. SCANO, Sigismondo Arquer, in «Archivio storico sardo», XIX, 1-2 (1935), pp. 36-38). Echi di questi contrasti si ritrovano soprattutto in ARSI, Italia 66, dove si conservano numerose lettere