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university press ricerche storiche 8 Itinera Sarda Percorsi tra i libri del Quattro e Cinquecento in Sardegna a cura di Giancarlo Petrella CUEC Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana RICERCHE STORICHE / 8 ISBN: 88-8467-175-2 Itinera Sarda. Percorsi tra i libri del Quattro e Cinquecento in Sardegna © 2004 CUEC Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana prima edizione maggio 2004 La realizzazione di questo libro è stata resa possibile anche grazie al contributo del Soroptmist International d’Italia - Club di Oristano Senza il permesso scritto dell’Editore è vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Realizzazione editoriale: CUEC via Is Mirrionis 1, 09123 Cagliari Tel/fax 070271573 - 070291201 www.cuec.it e-mail: [email protected] In copertina: Pagina con decorazioni a penna da un incunabolo della Biblioteca Arcivescovile di Oristano Stampa: Solter – Cagliari Realizzazione grafica della copertina: Biplano – Cagliari Sommario 7 Premessa EDOARDO BARBIERI 9 Artificialiter scriptus: i più antichi libri a stampa conservati a Oristano EDOARDO BARBIERI 41 Di alcuni incunaboli conservati in biblioteche sassaresi EDOARDO BARBIERI 67 Gli incunaboli di Alghero (con qualche appunto sulla storia delle collezioni librarie in Sardegna) M. PAOLA SERRA 91 La Biblioteca Provinciale Francescana di San Pietro di Silki e le sue cinquecentine RAIMONDO TURTAS 145 Libri e biblioteche nei collegi gesuitici di Sassari e di Cagliari tra ’500 e prima metà del ’600 nella documentazione dell’ARSI GIANCARLO PETRELLA 175 ‘L’eretico travestito’: un capitolo poco conosciuto della fortuna della Sardiniae brevis historia et descriptio di Sigismondo Arquer PAOLA BERTOLUCCI 217 Per il censimento delle edizioni del XVI secolo in Sardegna 221 Indice dei nomi Premessa Dietro un titolo di tono vagamente settecentesco sono raccolti sette inter- venti dedicati ad indagare, sotto diversi aspetti, circolazione e conserva- zione del libro a stampa in Sardegna tra Umanesimo ed Età moderna. Un’indagine che, pur eterogenea nei metodi e nelle prospettive, converge verso un medesimo fine, quello di riprendere il discorso sulla diffusione della cultura scritta in Sardegna, partendo da una solida base documenta- ria: fonti archivistiche e fondi librari di alcune importanti biblioteche. I contributi qui raccolti non possono certo presentarsi come una sintesi sicu- ra di un panorama storico-culturale quanto mai articolato e complesso co- me quello della cultura in Sardegna tra Quattro e Cinquecento, ma voglio- no piuttosto indicare quanto ancora rimanga da fare prima di poter traccia- re un quadro più veritiero della storia culturale regionale. Un ruolo centrale in questa ricerca gioca l’oggetto libro, testimonianza di percorsi solo in parte ricostruibili: prodotto sull’isola o molto più spesso giunto dai centri tipografici del continente, letto e annotato da anonimi possessori o da insigni protagonisti della cultura sarda, asportato dalle ori- ginarie raccolte – private o di fondazioni religiose – per poi confluire at- traverso lettori colti e raffinati collezionisti nei fondi antichi delle moderne istituzioni bibliotecarie. In questo contesto si muovono i tre contributi di Edoardo Barbieri, che, oltre a proporre un prezioso bilancio della storia delle collezioni librarie in Sardegna, prende in esame i fondi incunaboli- stici di tre biblioteche di Sassari (Biblioteca Universitaria, Comunale, di S. Pietro di Silki), del Seminario Arcivescovile di Oristano e della Biblioteca Comunale di Alghero, ricavando da un’attenta descrizione bibliografica degli esemplari colà conservati – dallo studio delle note e segni di posses- so a tutte le tracce d’uso e lettura lasciate sui margini – dati e materiali finora trascurati o misconosciuti, indispensabili per meglio ricostruire la realtà storico-culturale sarda. Lasciando così intravedere la ricchezza na- scosta nei fondi librari antichi, si suggerisce nel frattempo la necessità di allargare l’analisi all’intero patrimonio sardo – per il quale è prossima la pubblicazione del catalogo delle cinquecentine conservate nelle bibliote- che sarde, come avverte Paola Bertolucci nella relazione pubblicata in appendice al volume – come unico mezzo per affrontare seriamente dal punto di vista storico, filologico e letterario il tema della circolazione e ricezione dei testi in Sardegna nel Quattro e Cinquecento. Nella medesima direzione si inserisce anche lo studio di Maria Paola Serra, interamente dedicato al fondo antico della Biblioteca provinciale francescana a San Pietro di Silki, sorta all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso allo scopo di riunire quanto scampato alle soppressioni otto- centesche del patrimonio librario appartenuto ai frati minori osservanti di tutta la Sardegna. Una biblioteca dalla storia recente, nella quale sono con- fluite diverse e distinte disiecta membra, che preservano dunque la memo- ria delle fondazioni francescane sull’isola e testimoniano della ricchezza culturale nel corso dei secoli di diverse biblioteche. Il libro come strumento per l’apprendimento emerge invece dalle pagi- ne di Raimondo Turtas, che, sulla scorta della documentazione conservata presso l’Archivio centrale della Compagnia di Gesù a Roma, traccia un solido quadro dell’insegnamento nei collegi gesuitici di Sassari e Cagliari tra Cinque e Seicento. Le fonti archivistiche testimoniano di un’impellente necessità di libri per avviare i corsi nei primi anni Sessanta del Cinque- cento, della difficoltà di reperirne sull’isola, dei canali di approvvigiona- mento sul continente e della contemporanea apertura a Cagliari della pri- ma tipografia stabile da parte di Nicolò Canyelles. L’analisi di alcuni fondi librari antichi, unita a quella dei documenti d’archivio, fornisce dati utili a delineare delle vicende culturali sarde nel Cinquecento un quadro forse più complesso, e dunque più veritiero, ri- spetto all’immagine desolante tratteggiata da un celebre figlio dell’isola, l’umanista Sigismondo Arquer che nel 1550, dalle carte della Brevis histo- ria et descriptio Sardiniae, additava ai dotti di tutt’Europa un’isola rozza e ignorante, nella quale gli uomini di Chiesa «indoctissimi sunt, ut raros inter eos … inveniatur qui latinam intelligat linguam … maioremque dant operam procreandis filiis quam legendis libris». Proprio negli anni in cui la rinnovata cura pastorale dei vescovi, l’apertura delle scuole gesuitiche e l’avvio di una produzione tipografica autonoma contribuivano a recupera- re il ritardo dell’isola rispetto al continente, la Brevis historia dell’Arquer, pur sotto mentite spoglie, andava incontro a nuova fortuna attraverso il sistematico saccheggio fattone dall’erudito domenicano Leandro Alberti da Bologna, che affidava alla propria diffusissima Descrittione di tutta Italia gran parte delle amare riflessioni dell’umanista cagliaritano. Giancarlo Petrella EDOARDO BARBIERI Artificialiter scriptus: i più antichi libri a stampa conservati a Oristano* Sopra il leggio di quercia è nell’altana, aperto, il libro [...] Un uomo è là, che sfoglia dalla prima carta all’estrema, rapido, e pian piano va, dall’estrema, a ritrovar la prima [...] Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti, invisibile, là, come il pensiero, che sfoglia, avanti indietro, indietro avanti, sotto le stelle, il libro del mistero.1 Dalla Storia alla microstoria A chi si occupa, a livello nazionale e internazionale, di storia del libro an- tico, le biblioteche di Oristano non sono del tutto sconosciute.2 Per propor- re un caso concreto, basti vedere il recente progetto di censimento delle edizioni italiane del XVI secolo conservate nelle biblioteche dell’intero territorio nazionale (Edit16): la Biblioteca del Seminario Arcivescovile è, * Questo scritto prende le mosse da un intervento tenuto nell’ambito dell’incontro “Un pas- sato da ri-conoscere. Tra manoscritti, incunaboli e cinquecentine del Seminario Arcivesco- vile di Oristano”, promosso, oltre che dallo stesso Seminario, dal Soroptimist International d’Italia Club di Oristano e tenutosi il 7 giugno 2003 presso il Seminario, a inaugurazione di una mostra dedicata al patrimonio antico della biblioteca. Se ne è volutamente conservato l’impianto divulgativo, funzionale qui a un’introduzione ad alcuni temi sviluppati poi anche nei successivi contributi di questo volume. Una prima anticipazione del testo è comparsa (anonima!) in «Vita nostra. Settimanale d’informazione e di opinione della Diocesi di Orista- no», 24 (15 giugno 2003), pp. 10-11. È d’uopo qui ringraziare chi quell’incontro promosse e rese possibile, mons. Tonino Zedda, la Presidente Eve Piana, le socie M. Grazia Atzeni, Irma Iannucci Elena Manca, Rossella Sanna e il prof. Gianluca Arca. 1 G. PASCOLI, Primi poemetti, Milano, Rizzoli, 1982, p. 200-201. 2 A livello nazionale informazioni sulle biblioteche di Oristano sono reperibili in E. APOLLONJ – M. MAIOLI, Annuario delle biblioteche italiane, III, Roma, Palombi, 1973, pp. 100-102 e REGIONE AUTONOMA SARDEGNA, Catalogo delle biblioteche d’Italia. Sardegna, Milano, Editrice Bibliografica, 1996, pp. 195-198. 10 EDOARDO BARBIERI a esempio, presente, contrassegnata dalla sigla OR0035. Visitando il sito del Sistema Bibliotecario Nazionale (www.sbn.it) è quindi possibile a chiunque avere informazioni circa una parte almeno del materiale cinque- centesco posseduto da tale biblioteca, purché stampato o in una qualsiasi lingua ma in Italia, o all’estero ma in lingua italiana. Diversa la situazione per i libri del XV secolo, detti