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autoL’Italia story s’è desta

di Marco Centenari NEL PRIMO DECENNIO DEL NOVECENTO, TORINO È DIVENTATA UNA DELLE CAPITALI Una pubblicità della . DELL’AUTOMOBILE INSIEME Parigi vanno in A PARIGI, STOCCARDA E MONACO chia bottega dei Ceirano, trasformarsi in fabbrica di automobile, noi DI BAVIERA. OLTRE ALLA , È QUI che sorgeva in un grande motori diesel. «Aa Torino, ci per- palazzo di cui il facoltoso Vicende analoghe sono diamo in chiacchiere». Co- CHE VEDONO LA LUCE LA SCAT, padre di era pro- quelle della , fon- sì si lamentava Giovanni a prietario. Anche la Lancia, data a Milano nel 1885 da fine ’800. Rimproverava ai LA ITALA, LA SPA, LA , LA tuttavia, non sfuggirà alla Edoardo Bianchi per la soci con cui aveva appena LANCIA. MA MILANO NON RESTA fatale attrazione della Fiat, produzione di biciclette fondato la F.I.A.T. di non da cui sarà assorbita nel ed entrata nel settore au- avere abbastanza determi- INDIETRO. E SFORNA MARCHI 1969, ma che conserverà il tomobilistico nel 1899. La nazione e, soprattutto, non COME , ISOTTA proprio marchio e la pro- produzione di vetture ces- voleva più sentir parlare di pria individualità. sò nel 1935, mentre andò Michele Lanza. Eppure era FRASCHINI, BIANCHI E DE VECCHI Stesso discorso per un’al- avanti quella delle biciclet- stato proprio Lanza, nel tra grande azienda italia- te, delle moto e delle im- 1896, a circolare per primo capitale continentale del- momenti di grande noto- na, questa volta non tori- barcazioni. Negli anni Cin- a Torino con un carretto a le quattroruote, insieme a rietà, soprattutto per la vit- nese ma milanese: l’Alfa quanta, con l’ingresso del- motore di sua progettazio- Stoccarda e a Monaco di toria nello storico raid Pe- Romeo. Nata nel 1910 dal- la Fiat, nacque l’Autobian- ne. Piccolo industriale del- Baviera. chino-Parigi del 1907. Ma l’iniziativa di un gruppo chi, per la produzione del- la cera, fabbricante di can- In effetti a Torino nel pri- si trovò alla fine in diffi- di finanziatori lombardi la Bianchina. Il marchio dele (dalla cui impresa na- mo decennio del ’900 ac- coltà finanziarie, e chiuse che rilevarono la succur- diede poi vita alla linea scerà molto più tardi la canto alla fortissima Fiat i battenti nel 1934. sale italiana della france- delle piccole Lancia. Mira Lanza), dopo un si sviluppò una serie di ini- Una delle poche aziende se Darracq. L’Anonima Altra storica azienda mi- viaggio a Parigi era stato ziative che videro per pro- che non vide la presenza Lombarda Fabbrica Auto- lanese è la De Vecchi, fon- preso dal sacro fuoco del- tagonisti i tre fratelli Cei- diretta o indiretta dei fra- mobili, A.L.F.A., divente- data nel 1903. Fu una De la motorizzazione. Però, rano (Giovanni Battista, telli Ceirano fu la Diatto, rà Alfa Romeo solo nel Vecchi la prima automo- sosteneva, sarebbe una fol- Giovanni e Matteo). In so- antica fabbrica torinese di 1923, dopo che Nicola Ro- bile italiana a essere posta lia impiantare adesso una cietà fra di loro o singolar- carrozze. Titolari dell’im- meo, imprenditore napo- in vendita capace di una produzione in serie di au- mente, se non addirittura presa erano i fratelli Vitto- letano trasferitosi a Mila- velocità superiore ai 100 tomobili. Perché è un set- in concorrenza, si diede- rio e Pietro Diatto. Già nel no nel 1902, ne assumerà km/h e con avviamento tore in piena evoluzione, ro parecchio da fare. I suc- 1923, nonostante l’ottima il definitivo controllo. E elettrico. Ma l’attività non dove bastano pochi mesi cessi più significativi arri- qualità delle vetture e le una decina d’anni più tar- andò oltre il 1922. per rendere vecchio qual- sero alla SCAT (Società affermazioni nelle corse, di rispetto alla Lancia, en- Ultima, solo in ordine al- siasi progetto. Sì, bravo, Ceirano Automobili Tori- l’azienda rischiò il falli- trerà nell’orbita Fiat. fabetico, è la Zust, le cui ribatteva Agnelli, e intan- no) nata nel 1905, che fa- mento, anche per un cre- Sempre a Milano, fin dal- origini risalgono a un’in- to De Dion viene a Torino ceva ottime macchine di dito male onorato dalla l’anno 1900 è presente dustria metalmeccanica a venderci i suoi tricicli. classe superiore alle Fiat, francese Gnome et Rhone. l’, fondata sorta a Intra, sul lago Mag- Evidentemente aveva ra- ma che dopo varie peripe- Fu comunque salvata e dall’avvocato Cesare Isot- giore, alla metà del 1800 e gione Agnelli, tant’è vero zie fu definitivamente as- continuò tra alterne vicen- ta e dai fratelli Vincenzo, poi rilevata dall’ingegner che nel primo decennio del sorbita da quest’ultima nel de e produzioni meccani- Oreste e Antonio Fraschi- Roberto Zust che la trasfe- ’900 la sua azienda aveva 1932. Stessa sorte tocche- che differenziate fino al ni. L’intento era quello di rì a Milano e la destinò al- già raggiunto dimensioni rà alla SPA, alla cui fonda- 1955. Oggi il marchio è di vendere e costruire su li- le automobili nel 1905. La europee ed era di gran lun- zione, nel 1906, partecipò proprietà della carrozze- cenza piccole vetture Re- produzione cessò nel 1917, ga più forte di tutte le al- . Nel ’47 ria milanese . nault, ma la casa si orien- quando l’azienda venne as- tre imprese automobilisti- sarà anch’essa assorbita Una menzione a parte me- terà verso automobili sem- sorbita dalle Officine Mec- che italiane. Le teorie di dalla Fiat. rita la Lancia, nata nel pre più potenti e lussuo- caniche di Brescia. Da que- Lanza avevano sicuramen- Non ebbe maggior fortu- 1906. Il fondatore, Vincen- se. Fino a raggiungere ne- sta nascerà la OM, poi as- te frenato diversi poten- na la Itala, fondata nel 1903 zo Lancia, prima di esse- gli anni Venti un posto di sorbita dalla Fiat e desti- ziali imprenditori. Cosa da Matteo Ceirano, che la re collaudatore e pilota uf- preminenza mondiale. Lo nata a produrre veicoli in- che non era avvenuta a Pa- lasciò dopo soli due anni ficiale della Fiat era stato sforzo costerà caro al- dustriali e motori diesel. rigi. Che in ogni caso con per fondare la SPA. Anche apprendista e collaudato- l’azienda: già nel 1935 so- Torino stava diventando senza di lui, la Itala visse re di biciclette nella vec- spende la produzione per 4 - continua 86

AUTOMOBILE | APRILE 2008