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Giorgio Fossaluzza Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878 Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878. Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting Lettere inedite di Questo volume viene Giovanni Battista pubblicato con il contributo Giorgio Fossaluzza Cavalcaselle all’abate del Dipartimento Culture Pietro Mugna 1869-1878. e Civiltà dell’Università Dalle informative feltrine degli Studi di Verona, all’edizione italiana della Fondi F.U.R. New History of Painting di Giorgio Fossaluzza Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle l’autore ringrazia si ringraziano per la Biblioteca civica Bertoliana Strossmayerova galerija starih in modo speciale preziosa e disponibile di Vicenza, Sala riservata majstora. Hrvatska akademija all’abate Pietro Mugna 1869-1878 collaborazione Sergio Merlo, Oreste Palmiero, znanosti i umjetnosti, Zagreb, Elena Necchi Barbara Dalla Pozza, Mattea Ljerka Dulibić Università degli Studi Klaus Kempf Gazzola, Stefano Beni Dalle informative feltrine all’edizione italiana di Pavia, per l’assistenza Corrado Viola Odsjek za povijest umjetnosti, generosa e sagace Tiziana Franco Biblioteca Nazionale Marciana Filozofski fakultet Sveučilišta, della New History of Painting nell’edizione dei documenti Francesca Rossi di Venezia, Susy Marcon Zagreb, Ana Munk Valerio Terraroli Michele Faustini Manuel Boschiero Archivio di Stato di Piacenza Učiteljski fakultet Sveučilišta u Anna Riva Zagrebu, Andrea Feldman per la redazione dei testi Renato Camurri Fabio Coden e della bibliografia Fabio Danelon Biblioteca Comunale Passerini Biblioteca Civica A.G. Barrili, Fabio Forner Landi di Piacenza Savona, Marco Genzone Stefano Pizziolo Stefano Genetti Massimo Baucia per il progetto grafico Paolo Pellegrini Biblioteca Civica di Padova e l’impaginazione Alvise Rossi di Schio Biblioteca Ambrosiana di Milano Chiara Maroso, Maria Sacilot, Alessandra Zamperini Federico Gallo, Trifone Cellamaro Luciano Mazzocco Mariangela Pizziolo per gli indici dei nomi ed inoltre un grazie a Biblioteca Nazionale Centrale Biblioteca Comunale Teresiana e dei luoghi di Firenze, David Speranzi di Mantova, Cinzia Palù Paola Artoni Silvano Bonicalzi Biblioteca Civica di Feltre Biblioteca Civica di Montegalda Gianfranco Cenghiaro Michela Zanella Chiara Pellizzari Elisa Antonietta Daniele Bruno Duina Archivio di Stato di Trento Fondazione Giovanni Angelini Silvia Franciosi Carmine Venezia di Belluno, Ester Angelini Alessandro Moro Hrvatski restauratorski zavod, Comune di Schio Zagreb, Visnja Bralić Ivonne Valente

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ISBN 9788898181315­ in ricordo di Eraldo Bellini

per aver condiviso gli anni più stimolanti e formativi nelle aule dell’Università Cattolica di Milano, per la profonda amicizia e l’autentica familiarità

6­­­ 7­­­ I poliedrici interessi e le pubblicazioni di Pietro Mugna, abate vicentino dalla vocazione mitteleuropea, diligen- temente riportati in questo volume e indagate nel loro contesto enunciativo, ci offrono chiavi interpretative e spunti di riflessione sullo scambio accademico contemporaneo e sui suoi canali di diffusione. In un mondo interconnesso e imperniato su una comunicazione virtuale, volatile e immateriale, come quello odierno, la corrispondenza di Pietro Mugna con i suoi numerosi interlocutori, nomi noti, meno noti e notissimi del panorama cultu- rale europeo di secondo Ottocento, testimonia con chiarezza la materialità delle idee. Scambiate tra due o più personalità, la loro trasmissione dipendeva da un supporto, destinato alla distruzione o alla sopravvivenza e quindi alla conservazione delle stesse, che sono giunte fino a noi. Lettere che, vale la pena ricordarlo, hanno viaggiato agilmente in un’Europa allora divisa in Stati compositi e separati tra loro da stazioni e dogane, consegnando il loro contenuto alle persone cui erano des- tinate. Le quali, a loro volta, hanno accettato, dibattuto, confutato, apprezzato o respinto le idee, le posizioni, le prospettive di giudizio che formulano. I temi toccati e discussi in questa vasta corrispondenza sono troppi per enumerarli tutti. Ma alcuni meritano una menzione speciale, anche rispetto alla vicenda letteraria e biografica di Pietro Mugna. Soprattutto riguardo alla dialettica che l’abate, d’origine vicentina, ma studente prima e professore a Vienna poi, aveva sviluppato e allacciato con il mon- do erudito tedesco, tanto nei panni di traduttore, quanto in quelli di interlocutore attento e sensibile agli interessi e ai metodi “didattici” degli studiosi tedeschi. L’abate Pietro Mugna credeva nelle biblioteche e nella salvaguardia unita alla diffusione del sapere. Posizioni per noi ovvie, ma che nella nascente struttura accademica europea erano ancora in piena evoluzione e dalla labile definizione. Ma che, in retrospettiva, sono a fondamento dell’ “epoca d’oro” dell’antiquariato librario. Un periodo che, compreso tra la seconda metà del XIX secolo e la prima guerra mondiale, segna la nascita di grandi collezioni private, la maggior parte delle quali è oggi il nucleo di prestigiose biblioteche universitarie statunitensi (si veda in proposito Kempf 2017, pp. 191-194). Ecco quindi che, grazie al suo piglio e al suo impegno di traduttore, Mugna ci insegna quanto le biblioteche contino nel dialogo tra mondo tedesco e italiano, come, anzi, ne costituiscano la congiuntura ideale. Perché per le città che le ospitano sono non solo granai del sapere umano, ma più in generale rappresentano istituzioni potenzialmente sovranazio- nali, anche se non linguistiche (o per lo meno in parte) che garantiscono una necessaria continuità nello scambio europeo su temi letterari e artistici. A dispetto dell’iniziale “sottosviluppo” organizzativo e nella documentazione delle collezioni, cioè di una mancata catalogazione, e in un facile accesso ai relativi fondi bibliografici, Mugna e altri personaggi come lui, con il loro impegno da intermediari hanno colmato la distanza tra quelle strutture e le attuali. Le quali, con la loro acces- sibilità, i servizi che offrono, non ultima la digitalizzazione on-line di testi antichi e moderni, promuovono il dialogo a dis- tanza e aprono nuovi e tanti scenari a scoperte e intuizioni future. Consideriamole stadi in cui chiunque possa accodarsi a una staffetta già iniziata da altri, ma il cui traguardo definitivo è sempre da raggiungere, lasciando così la possibilità di inserirsi in scia e progredire nella corsa senza essere vincolati a unità di spazio e tempo. E, forse, nemmeno di tematiche. Come ci insegna nuovamente l’attività epistolare e editoriale di Pietro Mugna, impegnato tra l’altro nell’esportazione del metodo artistico di Franz Kugler o in un continuo botta e risposta sul dantismo, riattizzato grazie agli scritti di Witte, la cui importanza è ancora oggi imprescindibile. Allora non è magari fuori luogo richiamare il racconto del Marchese Pietro Selvatico, grande amico e sodale di Pietro Mugna, incentrato sul dialogo artistico tra Giovanni Bellini e Albrecht Dürer, come paradigma e esempio dell’utilità della reciproca conoscenza in sede critica. Poiché solo nel dialogo, anche se condotto con personalità distanti da noi nel tempo e nella geografia, si può avanzare nella ricerca. In chiusura, altri due punti nodali vanno sottolineati, riguardo argomenti noti e importanti che sono affrontati con nuovi documenti. Il primo: quanto Cavalcaselle debba alla catalogazione artistica di scuola tedesca, inaugurata da Waagen, senza la quale non avrebbe potuto collocare in maniera opportuna la pala del Morto di Feltre, custodita a Berlino. Il secondo: come la traduzione della New History di Crowe e Cavalcaselle intrapresa da Mugna non derivi dall’edizione inglese, ma da quella tedesca curata da Max Jordan. Aneddoto significativo, che rivela una volta in più l’imprescindibile legame con gli ambienti degli storici dell’arte, dei musei e degli accademici transalpini del grande conoscitore internazio- nale qual è Cavalcaselle, come pure dell’abate. Per avermi invitato a scrivere quest’introduzione desidero ringraziare l’autore del presente volume ricco di spunti inediti, Giorgio Fossaluzza, al quale mi unisce sia la conoscenza reciproca sia la comune amicizia e ricordo di Eraldo Bellini dagli anni di frequentazione dell’Università Cattolica di Milano. Klaus Kempf

direttore del Dipartimento maggiore “Biblioteca digitale e Bavarica” della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera 8­­­ 9­­­ Sollecita più di una considerazione la lettura di questa nuova fatica di Giorgio Fossaluzza. Si potrà iniziare registrando un’impressione, o meglio un’evidenza, che giustifica l’uso non metaforico del termine ‘fatica’: abbiamo tra le mani, infatti, un lavoro di scavo che non è difficile supporre lungo e oneroso, ma che appare disimpegnato, per dir così, con levità di slancio e sorvegliata intelligenza. C’è poi la centralità che vi assume il materiale epistolare. Nulla di nuovo, beninteso, in sede lato sensu storiogra- fica; tanto meno nella storiografia artistica, dove è appena il caso di ricordare, tra medio Settecento e pieno Ottocento, i nomi dei Bottari Ticozzi Cerroti Campori. Si tratta però di una centralità, questa dei testi epistolari, che, nel caso specifico, mi sembra definisca il lavoro in una sua originale peculiarità. Innanzitutto nel configurarlo come edizione di fonti (epistolari, appunto) e nel dichiararlo tale a partire dal titolo, indicando il fuoco dell’interesse, e insomma il nucleo essenziale del contributo, proprio nelle lettere portate in luce, nella non riducibile ricchezza della loro integrità testua- le. Certo, precede, come del resto è prassi in questo genere di lavori, un’ampia introduzione saggistica del curatore, che assolve a ogni debito di inquadramento e contestualizzazione, di chiarimento e informazione, di invito e guida alla lettura dei documenti: ed è la parte riferibile al sottotitolo del libro, Dalle informative feltrine all’edizione della ‘New History of Painting’, che infatti viene ripreso testualmente nel titolo dell’introduzione. Ma a questo corposo esordio sag- gistico di taglio monografico lo studioso fa seguire due sezioni altrettanto e persino più estese, intitolate rispettivamente Pietro Mugna: relazioni, fonti e indagini d’archivio e Pietro Mugna attraverso la corrispondenza, che costituiscono una compiuta esplorazione di tutta una galassia documentaria (ma soprattutto, e ancora, epistolare), quella relativa al de- stinatario, conservata per gran parte alla Bertoliana di Vicenza. Queste due sezioni si aprono a un’indagine di prima mano sui reseaux de correspondence del Mugna, sulla rete delle sue relazioni intellettuali (e sfilano nomi di rilievo, da Cesare Cantù a Pietro Selvatico, da Franz Kugler a Jacob Burckhardt, da Giacomo Zanella a Imbro Tkalac, da Felice Le Monnier a Gaspero Barbèra), secondo un interesse sempre più vivo e praticato in questi nostri studi; e così introducono documentariamente alla terza e ultima sezione, la quale trascrive e annota il testo delle 51 lettere del Cavalcaselle al Mugna, quelle stesse che, lo si è visto, il titolo del volume indica come di proprio interesse specifico. Se dunque nelle lettere pubblicate si sente la voce del solo Cavalcaselle - le responsive del Mugna, purtroppo, non ci sono giunte - è invece il Mugna a porsi al centro dell’attenzione e dell’approfondimento dello studioso e a emergere senza meno come il protagonista del volume. A esigerlo non è soltanto la minore notorietà dell’abate vicentino: la foca- lizzazione sul Mugna consente il pieno recupero di un panorama culturale che, tra gli altri meriti, ha quello di definire con maggior precisione la natura dei suoi rapporti con il Cavalcaselle. Così, un manoscritto della Bertoliana, il 3280, contenente la traduzione della Storia della pittura in Italia di Crowe e Cavalcaselle rivista dal Mugna, permette ciò che le lettere di Cavalcaselle consentono in misura parziale e indiziaria («un caso classico di filologia d’autore», nota a proposito Fossaluzza nell’introduzione): accertare, cioè, l’entità della reale collaborazione prestata dal primo al secon- do, che fu non solo di traduttore, ma di rielaboratore, revisore, redattore e curatore dell’opera, di suo acclimatatore in Italia. Una sorta di «alter Crowe per Cavalcaselle». Ci viene insomma restituita una figura minore ma degna di considerazione nel panorama degli studi storico-artistici nell’Ottocento italiano. Distintosi soprattutto per le intraprese editoriali di traduzione dal tedesco, il prete Mugna inizia con interessi letterari (l’epistolario giordaniano). Conosce il tedesco per aver studiato teologia a Vienna nei primi anni Quaranta del secolo. Metternich ne fa il precettore di sua figlia. Ad Agordo pratica non mediocremente l’alpinismo, si volge a interessi di storia locale e partecipa alla rete di studiosi che comprende Zanghellini a Feltre e Pellegrini a Bel- luno. A Padova è teologo laureato al convento antoniano. Nel 1839 studia Kleist. Per quel che è della storia dell’arte, nel 1844 esce la monografia sui tre Pichler, i maestri di gliptica, di uno dei quali (Luigi, il fratello di Teresa, la moglie di Monti) è amico. Coltiva appassionatamente la bibliografia e la biblioteconomia, sempre in prospettiva italo-tedes- ca. Spiccati infine i suoi interessi danteschi, spesso in caratteristica giunzione con quelli storico-artistici, come nella quaestio attributiva del Ritratto di Dante della Cappella del Bargello; interessi attestati da un notevole studio su Dante in Germania (1847 e 1869) e dall’edizione per il centenario del 1865 degli Studi sopra Dante (1853) di Emil Ruth, nonché dai suoi rapporti con illustri dantisti del tempo, da Karl Witte («grande fra i più grandi dantofili») a Quirico Viviani, da Giangiacomo Trivulzio a Luciano Scarabelli e Giacomo Zanella. Ne viene in definitiva un capitolo di storia degli studi storico-artistici (e non solo), all’intersezione tra radicamenti locali, dimensione italiana e relazioni europee, e sullo sfondo di problemi capitali di metodo vivi nel dibattito dell’epoca (l’approccio filologico vs quello estetico, ad esempio). Il libro è dedicato alla memoria di un comune amico precoce- mente scomparso, Eraldo Bellini: alla sua vivace curiositas, sempre così attiva nelle zone di confine tra le discipline, e segnatamente à la croisée di letteratura e arte, sarebbe sicuramente piaciuto. Corrado Viola Dipartimento di Culture e Civiltà, Università degli studi di Verona presidente del Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento 10­­­ 11­­­ Indice

15 Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878. Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting

Pietro Mugna: relazioni, fonti e indagini d’archivio

96 L’Autobiografia 98 Il Memoriale 100 Il Testamento e l’Inventario dei beni 103 Doni e Legati 104 Bibliografia censita: scritti e traduzioni 109 I Manoscritti della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza e di altre biblioteche 114 I Corrispondenti: tra Mitteleuropa e Italia pre e post unitaria 120 Fondi con lettere a Pietro Mugna 122 Fondi con lettere di Pietro Mugna

Pietro Mugna attraverso la corrispondenza

135 L’autore e il traduttore: il carteggio tra Jacob Burckhardt e Pietro Mugna 145 Un’amicizia programmatica: Pietro Selvatico a Pietro Mugna 177 Per un’intellighenzia artistica ed editoriale: altre lettere a Pietro Mugna. Cesare Cantù, Pietro Nobile, Franz Kugler, Luigi Pomba, Giacomo Zanella, Gaspero Barbèra, Felice Le Monnier, , Rinaldo Fulin Addenda: Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier 205 Il Morto da Feltre e le ricerche nella periferia erudita: Giovanni Battista Cavalcaselle a Francesco Pellegrini, Antonio Zanghellini a Pietro Mugna, Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna. Problematiche e rapporti editoriali

261 Lettere I - LI: 1869-1878

299 Bibliografia 324 Indice dei nomi 328 Indice dei luoghi

12­­­ 13­­­ Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878. Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting.

La presenza di Giovanni Battista Cavalcaselle nei “territori artistici” - oggetto di innu- merevoli studi e giustamente valorizzata - può ancora essere suscettibile di un’inattesa e straordinaria apertura di orizzonti, sia nei contesti culturali in senso lato, sia nei risultati di natura filologica. A patto però che s’indaghino le sue perlustrazioni riconoscendo uno spazio adeguato alle personalità dei suoi molti interlocutori.1 Eruditi o meno e di vario li- vello, sono i cosiddetti «locali», immancabili nell’Italia ottocentesca delle piccole patrie, depositari di una conoscenza e sapienza dei luoghi connessa ai loro geni artistici. Figure quindi che, entro questa diversità e partendo dalla storia, diventano i presupposti per la definizione e conoscenza della nazione stessa, poiché anche loro sono “incunaboli” dell’unità italiana.2 Questa prospettiva di ricerca richiede allo studioso moderno non una unidirezionalità dello sguardo, cioè di porsi esclusivamente nell’ottica di Cavalcaselle esploratore, quan- to di superare i pregiudizi, anche se talvolta solo impliciti, sui suoi interlocutori periferi- ci (o alla peggio qualificati come provinciali) per valorizzarne invece la funzione spesso basilare nei risultati finali. O per lo meno nella raccolta preventiva delle informazioni per le “istruttorie ambientali” di Cavalcaselle, per la conoscenza e il necessario vaglio delle fonti documentarie, dirette o storiografiche, sulle quali egli basava l’itinerario di control- lo capillare delle opere al fine di giungere a una classificazione attributiva in “virtù del suo occhio mentale”. Un processo complesso, dunque, cui segue il tratteggio in loco dei basilari disegni e appunti e, da ultimo, la stesura della minuta quale profilo dell’artista e prima valutazione compiuta.3 L’indagine di tali rapporti con gli eruditi locali può quindi agevolare una più approfondita analisi e confermare, nello specifico, il nuovo apporto del grande “pioniere” dei conoscitori, demiurgo o meno in sede attributiva. Simili considerazioni derivano da una prima riflessione sui materiali del Fondo Cavalca- selle della Biblioteca Marciana di Venezia che si sono presentati davanti allo scrivente, in un abituale impiego e valorizzazione nella ricostruzione degli ambienti pittorici della periferia veneta, allorché vi era l’occasione di passare dall’interesse rivolto alla periferia

1. Morto da Feltre (alias Lorenzo Luzzo), Madonna con il Bambino in trono e i santi Stefano protomartire e Vittore, Berlino, Gemäldegalerie, inv. 154. Immagine tratta da J.A. Crowe, G.B. Cavalcaselle, A History of Painting in North (…), 1871, ed. by T. Borenius, London 14­­­ 1912, III, pp. 115-116 infra. Opera allora in deposito a , Provinzialmuseum. 15­­­ cadorina - quella di una tradizione che è anche antecedente Tiziano, o in assenza di seo in questi ultimi tempi dai preposti della suddetta chiesa, ovvero smarrita durante le Tiziano - a quella per così dire speculare rispetto anche alla bellunese, ossia la feltrina.4 guerre napoleoniche, sia andata all’estero senza che si sapesse come. Il problema principale che Cavalcaselle deve affrontare in un tale peculiare contesto Subito che tu abbia una risposta qualsiasi da quel tale che interrogherai, fammi il favore dell’arco alpino, impersonato da non molte figure di pittori, è la verifica attraverso la do- di comunicarmene il contenuto». cumentazione degli archivi cittadini dell’avvincente profilo del Morto da Feltre traman- Da questa richiesta del giugno 1865 scaturiscono parecchie implicazioni. Innanzitutto datoci da Vasari. Il quale lo presenta, ancor giovane, tra Quattro e Cinquecento a Roma deduciamo che l’abate Mugna accredita, per tale ricerca feltrina, l’abate Antonio Zan- e a Firenze, per collocarlo solo in seguito a Venezia, a fianco di Giorgione e Tiziano in un ghellini «Dottore in arti», professore al seminario di Feltre, noto per le sue ricerche rapporto addirittura di collaborazione al Fondaco dei Tedeschi.5 La verifica documenta- territoriali.8 Che fosse versato anche sull’argomento specifico del Morto da Feltre lo atte- ria è perciò preliminare alla raccolta delle poche opere superstiti nel territorio d’origine, sta il profilo più aggiornato allora disponibile, quello da lui edito solo pochi anni prima uniche tracce del mistero di un pittore feltrino con a monte, o parallelo, il mistero in ne «Il Messaggere Tirolese» del 1862.9 La precisazione apposta da Giovanni Battista assoluto più clamoroso di Giorgione. Cavalcaselle all’Estratto di lettera del signor A. Zanghellini di Feltre in data 9 maggio Perché la problematica riguardo il Morto da Feltre, persino sul piano biografico, è infatti 1865 [ma 1866] relativa a Pietro Luzzo, detto Morto da Feltre, conservato nel fondo del quella di un «tortuoso ed oscuro labirinto», come Cavalcaselle si premura di far sapere grande conoscitore di Legnago della Biblioteca Marciana di Venezia, conferma il passag- a Crowe in apertura della sua minuta, aspetto di cui deve tener conto il coautore della gio di informazioni di ritorno, da Zanghellini a Selvatico per tramite di Mugna.10 In testa History of Painting in North Italy nell’elaborazione del testo in inglese, pubblicato da all’estratto risulta infatti che «La lettera era diretta al chiarissimo Signor Abate Prof. Dr. Murray nel 1871.6 Pietro Mugna che aveva interpellato in argomento il Signor A. Zanghellini per incarico In questa occasione non ci si ripromette d’indagare approfonditamente la fortuna cri- dell’illustre Signor Marchese Selvatico». Se ne ricava, dunque, che fu lo stesso Zanghel- tica e la personalità del Morto da Feltre (alias Lorenzo Luzzo), effettivo collaboratore lini a rendere partecipe di tale informativa Cavalcaselle, come attesta la sua lettera «pro giorgionesco o meno, sulla base delle idee di Cavalcaselle nei suoi confronti. Bensì di memoria» a Cavalcaselle del 5 giugno 1866, vertente sullo stesso argomento.11 tratteggiare, documenti inediti alla mano, specie epistolari, il suo procedimento conosci- È, in pratica, una sintesi con aggiornamenti del saggio che Zanghellini aveva pubblicato tivo e di enfatizzare l’incontro con i cosiddetti eruditi locali che tale interesse occasiona. nel numero di aprile 1862 del «Messaggiere Tirolese» apponendo al titolo, «Pietro Lucio Tra tutti, in particolare, quello con l’abate vicentino Pietro Mugna: una personalità da- o Luzzo, detto Il Zaroto o Il Morto da Feltre», l’aforisma di Jean de Lafontaine «Diversité, gli interessi poliedrici, indagati i quali è indubbiamente da includere, e a pieno titolo, c’est ma dèvise».12 Il riferimento tratto dal noto racconto sul «pâté d’anguille» dimostra nell’ambito della storiografia storico artistica ottocentesca italiana, almeno per l’impren- come l’autore sia consapevole di aver tentato di offrire con le sue ricerche un contributo ditoria editoriale in questo settore, in cui si distingue per le iniziative specialistiche di personale, sperimentando tematiche le più diverse, in conformità allo spirito dei tempi traduzione dal tedesco. Il rapporto di Cavalcaselle con Mugna, sviluppatosi nella ristret- e alle sue inclinazioni. La voce bibliografica sul pittore feltrino, come si è osservato, la ta dimensione feltrina, finì per aprirsi a un più ampio panorama europeo fra Inghilterra, più aggiornata in quel momento, mise sì in contatto Cavalcaselle e Zanghellini, ma con- Germania e Italia, anche nel contesto dei maggiori impegni editoriali di Cavalcaselle temporaneamente e ancora per tramite di Selvatico, diminuì il grado di separazione con degli anni settanta, seppur brevemente. Mugna. Ci si limita in questa occasione a indicare, almeno, le conseguenze principali È una lettera di Pietro Selvatico, data a Padova lì 5 giugno 1865 e indirizzata a Pietro di un tale intreccio epistolare a tema il “misterioso” Morto da Feltre vasariano. Di fatto Mugna, allora residente ad Agordo, a costituire la nota d’inizio di un rapporto duraturo molteplici, sia perché vedono partecipi personalità portatrici di un diverso approccio e produttivo.7 ai fatti storico artistici, sia perché dipendono da prospettive di interpretazione da un Selvatico, con il tono confidenziale di un lungo e sperimentato sodalizio amicale e pro- fondamento remoto e non contingente. Sono inoltre utili da rintracciare perché, a partire fessionale (e che qui di seguito si metterà in luce nelle sue varie sfaccettature), rivolge dagli stessi accertamenti storici, mettono in luce le diverse modalità di espressione a cui all’amico la seguente richiesta, formulata con precisione: «Ora ascoltami un po’. Conosci conducono gli interessi per gli artisti più sfuggenti. tu a Feltre nessuno che si occupi della storia e dell’arte della tua città? Se c’è e se tu lo Per Selvatico, la ripercussione è immediata e rivela come l’indagine sul pittore feltrino, conosci a modo da potergli dare una seccatura, chiedigli per mio conto. manifestato dalla sua lettera a Mugna, lo riguardasse in prima persona. Pietro Luzzo 1°. Se negli archivi di Feltre si trovino notizie di quel Pietro Luzzo da Feltre detto zarato (nome alternativo per il Morto da Feltre) e i suoi rapporti con Giorgione, non sul piano o Zaroto più noto sotto il nome di Morto da Feltre, e del quale scrisse la vita il Vasari. artistico bensì su quello delle fatali contese della donna amata, occupano larga parte del 2°. Quel Lorenzo Luzzo che dipingeva a fresco la chiesa di Santo Stefano a Feltre, e suo «racconto storico» Giovanni Bellini e Alberto Durero o l’arte italiana e l’arte tedesca dipinse pure una tavola ad olio per la medesima chiesa, rappresentante la Madonna in nel 1515, apparso in tre puntate in «Nuova Antologia» nel 1867, riedito poi nel 1870, trono, col Putto in grempo e varii santi al piano colla iscrizione Laurentius Lucius fel- con vistose omissioni nella parte più “oleografica”, per usare un aggettivo di comodo più trensis faciebat 1511 sia da ritenersi il medesimo pittore che ebbe a sopranome Morto da attuale13. Si tratta di un’invenzione letteraria che pare impostata sulle riflessioni circa Feltre. E che il Lanzi chiama Pietro. il romanzo storico e le sue peculiari funzioni, per le quali poteva essere di riferimento 16­­­ 3°. Se essendo ora la tavola predetta nel Museo di Berlino sia stata venduta a quel mu- in particolare Tommaseo, ma che era ancora nuova in Italia nel rivolgersi alle figure dei 17­­­ grandi artisti.14 Che la documentazione storica in questo contesto fosse complementare gica».18 Cui si aggiunge il rigore: «Ella ha abbandonato il campo della congettura nei ma non funzionale al racconto - al pari di quanto si riscontra nella coeva pittura di sto- primi tempi, e ha fatto bene. Troppe volte lavorando di troppa logica si fabbricano fatti e ria - lo dimostra il fatto che il profilo del Morto da Feltre, esplicitamente dedotto dallo uomini, e in quanto a me ho adottato il principio di ignorar fatti piuttosto che arrischiare “storico locale” Zanghellini, è riprodotto nella sua interezza in entrambe le versioni del di narrarli falsamente». Se questi sono i principi che Zanghellini trova applicati nello testo, pur relegato in una nota che non trova uguali per estensione.15 studio di Mugna sull’Agordino, essi si rivelano disattesi in quello edito nello stesso anno Selvatico si appunta invece su una notizia di Vasari, incontrollabile in sede documen- sulle scuole e uomini illustri di Belluno. Le cause sono indicate nella fretta e nella man- taria, sulle peripezie di una contesa amorosa che vede antagonisti Giorgione e Luzzo e cata chiarezza nella richiesta di informazioni per le quali Zanghellini aveva dato preven- nella quale il primo non sa di aver già perso contro il secondo. Quando scoprirà defini- tivamente la sua disponibilità.19 Le conseguenze sono la parzialità dei dati pubblicati, al tivamente gli intrighi del collega, pianificati insieme alla donna amata, saranno questi a punto da distorcere la realtà storica: «ma se Ella m’avesse domandato qualche più estesa ucciderlo e non la peste. L’esperimento narrativo dell’autore vale la pena essere analiz- cognizione sui Feltrini, l’avrei data e non mi sarebbe toccato di vedere nominati Bruna zato, perché interessante e rivelatore di un intento divulgativo ante litteram delle cose e Zannia, e omessi tant’altri, che avranno aggrottato la fronte per sì grande crudeltà dei dell’arte. I dibattiti e i confronti stilistici migrano dalle pagine della manualistica per nepoti». Si tratta, a leggere in filigrana, anche della difensiva da parte di Zanghellini e installarsi nei dialoghi che intercorrono tra gli artisti stessi, passando così dallo stato di di un’espressione della sua amarezza e disillusione. Come aveva segnalato Mugna, egli commento a quello di dibattito prezioso tra esperti che confrontano un modo di essere, conferma di aver portato a termine il suo lavoro sulla storia di Feltre, ma di non aver tro- un modo di vivere. In sostanza, un modo di intendere la realtà e dipingerla. vato accoglienza editoriale, così da rassegnarlo a ritirare l’opera nel contesto difficile del Aneddoti, reali o inventati, vengono messi in scena secondo una visione ottocentesca mercato editoriale del momento: «Conscio dell’apostolato storico, e dei doveri inerenti della bottega veneziana di Bellini, microcosmo in cui la storia principale si attualizza a quell’officio, ho deciso che la mia storia dorma (ed è Storia) fino a che i tipografi non e riverbera e sul cui palcoscenico i personaggi recitano secondo caratteristiche morali, abbiano paura. Del resto ella dorme al ciel scoperto, e non lo nasconderò mai». oltre che fisiche, in pendant con lo stile artistico che gli è proprio. Ecco quindi che Gior- Il confronto emulativo e il controllo reciproco dei dati prodotti fra chi si occupa di ricer- gione è taciturno e ombroso, ma credulone; Tiziano è all’apparenza avveduto e assen- che in sede locale, specie nei confronti di studiosi esterni, è un dato scontato, dal carat- nato, nell’intimo calcolatore; Bellini il patriarca artistico amabile e orgoglioso dei suoi tere quasi permanente. A riprova, nella stessa lettera così severa a Mugna, Zanghellini discepoli, cui elargisce fiducia e consigli; Dürer il buon nordico, geniale sì, ma troppo non manca di inviare per suo tramite un saluto e ringraziamento al confratello e collega ammaliato dallo stile italiano per non risultare ingenuo; Luzzo, il villain per eccellenza, Francesco Pellegrini, insegnante al Seminario Gregoriano della vicina Belluno, ricono- attaccabrighe, spregevole, ammaliatore e intrigante, pronto a venire alle mani con Ti- sciuto cultore della storia di questa città.20 Entro la consolidata dinamica di scambi di ziano e ordire l’assassinio di Dürer per invidia. Di lui, Selvatico, per bocca della bella notizie, si manifestano ancora una volta le emulazioni: «lo ringrazii delle ultime sue noti- traditrice dell’innamorato Giorgione, ci fornisce un succoso ritratto: «Zarato, poveretto, zie, e gli dica che non siamo punto d’accordo sui punti in questione. Ho inserito accanto non ne ha colpa, ma a guardarlo pare un cadavere scappato dal cimitero. Chi vuoi dire ai miei i di lui argomenti; decideranno i posteri, se pure la mia storia può illudersi di che s’innamori dei que’ suoi occhi da pesce guasto, di quel suo naso affilato come il naso avere posteri, ossia lettori». Una lettera di Zanghellini a Mugna del 1861 testimonia un d’un moribondo, di quella sua fama da tisico? Ma sei matto? […] e per chi? Per un mi- altro tenore nello scambio di informazioni fra i due studiosi.21 Si tratta di accertare «se sero pittoruccio d’ornamenti che nessuno conosce, e che per giunta pare uscito adesso tentativi di riforma si facessero in Feltre, e se pel contatto della città con la Germania, dall’ospedale. Non sai che lo chiamano per soprannome il Morto da Feltre?».16 o pel soggiorno di Tedeschi alcuna traccia si abbia di protestantesimo». La risposta di Quanto a Mugna, un’occasione sporadica per citare il Morto da Feltre gli si era presen- Zanghellini riguarda il più ampio raggio cronologico, ed è occasione per esprimere la tata con la breve trattazione («Cenni») dal titolo Delle scuole e degli uomini celebri di novità di alcune sue posizioni: «io trovo nel secolo VI° involto il nostro vescovo Fonteio Belluno edita nel 1858, che si presentava come contributo di circostanza, ben prima di nello Scisma dei Tre Capitoli; epoca nella quale a mio giudizio (e quando lo pubblicherò questo produttivo intreccio in cui rimane impigliato.17 Il profilo irrinunciabile del pittore mi si griderà la croce adosso) cominciò Feltre ad aver vescovo proprio, staccandosi dalla cinquecentesco aveva allora assunto per lui una dimensione formulare e di sintesi, pie- giurisdizione di Padova. Più tardi e precisamente nel 1293, arrivò a Feltre Fra’ Dolcino gata in qualche modo al dettato vasariano e di Ridolfi. Non lo aveva minimamente sfio- con la sua Margarita. Ebbe assai seguaci, sconvolse ogni ordine, esercitò culto e fu ban- rato la necessità di un approfondimento storico documentario che solo Zanghellini, con dito co’ suoi da Patavino da Prato Podestà di Feltre». Si aggiungono verifiche riguardo il quale era già in contatto, avrebbe potuto affrontare o già fornire in sede locale prima il diffondersi delle dottrine di John Wycliffe e di Jan Huss. Zanghellini riconosce subito della sua pubblicazione del 1862. Proprio per questo Mugna si attira, anche se non per che l’interesse principale riguarda le idee luterane e coglie l’occasione per tratteggiare l’argomento specifico, le osservazioni critiche proprio di Zanghellini che si era invece la situazione feltrina del primo Cinquecento, per inciso a partire dall’età in cui operò appena congratulato con lui per il lavoro sull’Agordino con una lettera dove si enuncia, il Morto. «Ella sa, egregio Signore, a quali amare vicende la brutta Lega di Cambrai in termini generali, il metodo e gli obiettivi di fondo che deve possedere una ricerca de- sottopose Feltre. Sì che allora andarono e vennero a e da Feltre tedeschi eserciti, che dicata a un ambito territoriale: corrispondere «a un interesse non solo a noi provinciali, nel 1509 la abbruciarono, e nel 1510 la smantellarono a’ fondamenti. Ma nel 1510 la 18­­­ ma anche a chi ci è lontano di sito»; esposizione storica concisa ed «esattezza cronolo- abbandonarono, e non l’ebbero più in potere che nel 1798. Le piaghe erano troppo acer- 19­­­ be perché allo svolgersi delle dottrine di Lutero, potessero i feltrini lasciarsi lusingare terogeneo e ricchissimo “blocco Solly”. Qui si può solo fare cenno alla notevole cultura da idee venienti di Germania. L’odio era implacabile, e ne abbiamo frequenti prove; e storico artistica di Solly e alla supposizione di accertamenti attributivi da lui effettuati o quest’odio avea rotta ogni comunicazione con que’ paesi».22 Vengono aggiunte poi, ovvia- promossi. Vi è in proposito da notare, soprattutto, come la sua collezione fosse divenuta mente, le considerazioni sulla fase del concilio tridentino, e la verifica sui seguaci delle oggetto degli interessi culturali della città di Berlino e dei conoscitori d’arte europea che idee di Sarpi. Il riferimento alla contemporaneità è alla «semi innondazione di Bibbie. I il mercante collezionista incontrava nel corso dei suoi viaggi. Quello che ancor più è da credenzoni le vogliono d’oltre Mincio; io dubito invece ci vengano di Germania». cogliere, nel presente contesto, è che non dovette mancare l’apporto conoscitivo di Karl Una ragione per dar conto nel presente contesto di questi interessi specifici, coltivati dai Friedrich von Ruhmor, o quello, che si può supporre importante fin dagli inizi, di Gustav cultori di storia locale che qui si osservano, sta nel fatto che essi siano la cartina al tor- Friedrich Waagen, convocato nel 1823 da Alois Hirt, accademico e soprintendente al nasole di un disegno storiografico più vasto e riconosciuto in ambito “nazionale”. Non vi progetto museale, per curare lo studio e la scelta dei dipinti per la nuova galleria allora è dubbio, infatti, che le informative chieste da Mugna a Zanghellini abbiano sullo sfondo in costruzione.30 Nel catalogo dei dipinti, presentato all’inaugurazione del Königliches la famosa indagine di Cesare Cantù sugli eretici, allora in corso e che avrebbe visto la Museum nel 1830 da Waagen, del quale nel frattempo era divenuto il primo direttore, luce solo pochi anni dopo.23 Ai molti argomenti intercorsi fra Cantù e Mugna e attestati si passano per la prima volta al vaglio critico le attribuzioni anche dei dipinti veneti, dal loro carteggio, va aggiunto quello di un significativo appunto in un foglio volante che secondo l’ottica dei primi conoscitori.31 Nel complesso vi compare un numero limitato si trova fra le carte dell’abate di Trissino, da ricondurre all’epoca del rientro in Italia e di dipinti rispetto a quanti acquisiti nel 1821 dalla collezione Solly. Ma vi figurava di del soggiorno tra Venezia e Agordo. Si tratta di una sintesi del pensiero di Cantù, in pre- certo la pala del Morto da Feltre. Pertanto, qui interessa richiamare l’ottica museologica messa al capitolo Degli uffizi della Letteratura, che va sotto il celebre motto «O Italiani, con cui la Gemäldegalerie fu allora concepita e realizzata, per intervento soprattutto di io vi esorto alle storie».24 von Ruhmor, e l’aderenza ad essa dell’ordinamento catalogico di Waagen. Si tratta di un Com’è prevedibile, fu Giovanni Battista Cavalcaselle a trarre il vantaggio di maggiore ordinamento che procede da un concetto di valutazione qualitativa delle opere, per cui portata da questa condivisione di notizie storiche raccolte da Zanghellini, proprio in al capolavoro fanno seguito, in un ordine gerarchico, altri dipinti che, in certo modo, vista del profilo di Lorenzo Luzzo della History of Painting in North Italy del 1871.25 È evidenziano funzionalmente i suoi valori specifici, estetici oltre che storici.32 Si tratta interessante notare come le informative richieste da Selvatico tramite Mugna seguano di altresì della suddivisione in prima e seconda classe, rispecchiata anche nei cataloghi: poco la ricognizione feltrina di Cavalcaselle, compiuta al suo rientro in Italia attraverso altri dipinti interessanti per lo studio specialistico sono collocati, parallelamente, in la Germania e l’ (Lipsia, Dresda, Praga, Vienna), dopo che il suo viaggio in Euro- galleria. A questa precisa indicazione qualitativa delle singole opere faceva seguito, con pa orientale lo aveva portato fino a Pietroburgo.26 In questa fase, ben dopo la rapida pre- fini altrettanto didattici, una suddivisione per epoca e per scuola. In questa ottica, dun- senza a Feltre nell’autunno 1857 e nel dicembre 1863, Cavalcaselle vi soggiorna forse que, trovava posto anche il raro esemplare del Morto da Feltre. Paradossalmente, prima più a lungo e in una data imprecisata, da fissare tuttavia nei primi mesi del 1866, dopo ancora che in modo compiuto a Feltre, Cavalcaselle poté conoscere l’arte del pittore le coeve ricognizioni invernali in Friuli, nel Cadorino e Bellunese tra il dicembre 1865 giorgionesco attraverso la sua rappresentativa pala firmata e datata, emigrata altrove per e il gennaio successivo, quando è anche a Treviso.27 Se tale sequenza temporale dovesse figurare fortunatamente in un contesto di primario valore, di apertura davvero europea.33 trovare conferma diretta, si potrebbe affermare che le informative sul Morto da Feltre, Passando per il Friuli e per Monaco, il suo primo viaggio di studio a Berlino risale alla richieste in loco da Selvatico, siano già pervenute a Cavalcaselle mentre poteva trarre le fine del 1847 e deve la sua notorietà all’incontro con il giornalista Joseph Archer Crowe, conclusioni delle sue ricerche sul posto, questa volta più sistematiche, e redigere paral- allora interessato alla pittura fiamminga, da cui ebbe inizio una lunga amicizia e colla- lelamente la minuta destinata all’elaborazione e traduzione in inglese da parte di Crowe. borazione.34 Attraverso una testimonianza del Crowe scopriamo come Cavalcaselle fosse In una visione retrospettiva a più lungo termine si può altresì osservare, pur nella con- allora mosso da un interesse di studio per quei dipinti italiani che negli ultimi anni erano sapevolezza del divario cronologico, che Cavalcaselle risponde finalmente, con la rico- stati raccolti in via privilegiata proprio dalle istituzioni tedesche, nel tentativo di ricom- gnizione feltrina e la definizione del profilo metodologicamente aggiornato del Morto da porre idealmente un patrimonio artistico lacerato.35 Risale, comunque, a un successivo Feltre, oramai identificato in Lorenzo Luzzo, a un bisogno di chiarimento circa la sua soggiorno di studio nel 1852, dopo la permanenza a Londra e il viaggio europeo di Ca- personalità storica che si era posta in altra sede, in un contesto del massimo riguardo. valcaselle, la compilazione del più esteso taccuino di appunti e annotazioni sui dipinti Ovvero la valorizzazione a Berlino dell’opera firmata e datata dal pittore di Feltre (fig. 1), berlinesi, in cui egli dimostra, dopo una notevole esperienza di studio accumulata, delle già nominata nella lettera di Selvatico a Mugna del 5 giugno 1865.28 Rimossa in fase na- capacità analitiche e soluzioni conoscitive più profonde e complesse.36 Con l’aggiunta di poleonica dalla chiesa di Santo Stefano, fu acquistata dal collezionista bellunese Marino appunti, non manca di dedicarsi in quel frangente al disegno della pala del Morto da Fel- Pagani, passata quindi a Monaco di Baviera, fu qui acquisita dal mercante Edward Solly, tre n. 154, più in evidenza sullo stesso foglio vi è quello della Madonna con il Bambino e per giungere nel 1821 nella capitale prussiana in un vasto blocco di dipinti, se ne stima- donatori di Gentile Bellini n. 1180 (fig. 2).37 È significativo altresì sottolineare, in base a no 3.000, mentre 1.500 dovettero essere esclusi dall’acquisizione da parte dei musei.29 quanto si è appena osservato circa il contesto museale, come il disegno con la sommaria La presenza della firma, nonché il suo carattere “giorgionesco” (o interpretato come raf- indicazione compositiva della pala, ma anche la trascrizione del cartellino con la data, 20­­­ faellesco?), dovette accentuarne l’interesse specifico, nell’ambito della selezione dell’e- siano stilati a margine del catalogo della galleria edito da Waagen fin dall’apertura nel 21­­­ 1830 e che Cavalcaselle acquisisce nella sua undicesima edizione edita nel 1851, giusto l’anno prima del suo arrivo a Berlino.38 Cavalcaselle, da quel contesto museografico, è come se raccogliesse la spinta per cer- care in seguito di rispondere, con le sue ricerche da conoscitore allargate ai territori, a un’esigenza di chiarimento a problemi già posti dall’esposizione e catalogazione dell’o- pera da parte di Waagen. Vi era la necessità quindi di tempi lunghi e di un’opportuna maturazione di metodo ed estensione degli interessi. La rete degli eruditi locali, dunque, messa assieme da Selvatico con la sua lettera del 1865, fa sì che tale ricerca di soluzione sia finalmente assecondata nel suo estendersi al panorama storico artistico di originaria appartenenza dell’opera. In altri termini e in definitiva, il caso della pala del Morto da Feltre, passata a Berlino, sta a confermare, ancora una volta, quanto Cavalcaselle man- tenga il suo respiro di ricercatore internazionale, obbedendo cioè alle esigenze più evo- lute della metodologia storico-artistica nell’ottica dei conoscitori, proprio mentre si cala nelle realtà territoriali, come quella feltrina, avvalendosi dialetticamente del contributo degli eruditi locali. Gli appunti stilati a Berlino rimandano, accanto ai dati stilistici e qualitativi della pit- tura, alle testimonianze di Vasari e Lanzi e, tra le più recenti, a quella di Francesco Zanotto.39 Nella minuta si esplicitano meglio i quesiti che essi pongono per come sono affrontati da Zanghellini nel suo articolo del 1862, laddove quest’ultimo osserva: «Il Lanzi e lo Zanotto pretendono che il Luzzo fosse di età assai più vecchio del Giorgione, che perciò fosse non discepolo di lui ma collaboratore. Però se il pittore di Castelfranco morì nel 1511 ne’ 34 anni, e il Luzzo nel 1521 a 47 anni, parmi esser minima la differen- za».40 Conclude, di riflesso, Cavalcaselle con un ragionamento contenuto nella minuta sul Morto da Feltre, estesa e arricchita di disegni, destinata a Crowe: «Ciò che dice Lanzi e Zanotto (vedi anno di citazione di Zanghellini nel giornale Messaggere di Trento, copia del quale vi mando) non toglie che possa essere stato aiuto ed anco scolare di Giorgio- ne. La diversità dell’età è minima ed il Giorgione poteva essere per abilità suo maestro ancora che nato quattro anni dopo».41 Agli occhi di Cavalcaselle, come egli comunica a Crowe, Zanghellini cambia idea nelle sue memorie manoscritte successive al contributo del 1862, tuttavia senza giungere, in sostanza, a conclusioni diverse da quelle di parten- za: «troverete che questi scritti d’una stessa persona non concordano in tutto».42 Ma la rassegnazione è esplicita da parte di Cavalcaselle. In definitiva, il vaglio di un articolo di Zanghellini del 1862 e le memorie da costui inviate direttamente a Cavalcaselle, ma anche a Selvatico per tramite di Mugna, co- stituiscono la filigrana del suo saggio sul Morto da Feltre, di cui riprende direttamente alcuni passaggi testuali, specie sugli aspetti storici, senza remore. Forse Cavalcaselle confidava che la traduzione in inglese, o l’elaborazione di Crowe, avrebbero risolto i casi di ripresa da un testo precedente, per quanto comparso in una rivista già allora defilata per gli storici dell’arte. Interessa ora constatare il fatto che l’allargamento di orizzonti generatosi dalla rete di

2. Giovanni Battista Cavalcaselle, Disegni e appunti: Madonna con il Bambino e donatori di Gen- tile Bellini e pala del Morto da Feltre alla Gemäldegalerie dell’Altes Museum di Berlino, 1852. 22­­­ Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2037 [=12278], Taccuino 15, f. 111r. 23­­­ 3. Pietro Mugna, Theses ex universa theologia, quas in Cesareo-regia antiquissima ac celeberrima 4. Diploma di Laurea in Sacra Teologia conferita a Pietro Mugna dall’Università di Vienna, il 30 scentiarum Universitate Vindobonensi pro obtinendo doctoris in SS. Theologia gradu academi- gennaio 1844. co publice defendendas suscepit Petrus Mugna, Vindobonae, typ. Congregat. Mechitaristi, 1844. Frontespizio, con data 11 gennaio 1844.

informatori tessuta da Selvatico nel 1865 sul tema del Morto da Feltre comprende i non l’estetica». Con tutta evidenza si parla di Cavalcaselle e il suo metodo risulta subito rapporti che si instaurano fra l’abate Pietro Mugna e Cavalcaselle. Con questi stessi occasionare contrapposizioni. Da una parte vi è la ricerca intorno alla bellezza, l’estetica interlocutori feltrini e in aggiunta con il sacerdote bellunese Francesco Pellegrini, tutti di contro alla filologia (da aggiungersi l’erudizione), ossia le piccinerie archeologiche, in buoni rapporti collaborativi fra loro, egli ha a che fare, si direbbe separatamente, per la data, l’aneddoto (come fosse fine a sé stesso), tutti aspetti buoni solo per «eccentrici argomenti specifici o per esigenze organizzative, nei suoi sopralluoghi.43 inglesi». È chiaro il riferimento a un divario tra una dimensione empirica e fattuale della Tuttavia, la reale portata di questi contatti, che vedrà Cavalcaselle e Mugna collaborare storia e una storia delle idee, del pensiero a fondamento, o quanto meno necessaria alla a un importante progetto, maturerà solo nel corso degli anni. Dalla richiesta di Selvatico ricerca della bellezza nell’arte. L’evoluzione di Selvatico in ambito estetico sembra porlo, a Mugna nella sua del 16 ottobre 1871: «E quando comincerà la stampa del tuo primo in quel momento, in contrasto con la dimensione filologica di Cavalcaselle. Tutto ciò è volume? Mi figuro presto, se pure le aggiunte desiderate dal nostro amico non saranno confinato entro una dimensione di amicizia, fra espressioni di stima reciproca che non venute, e fuor di tempo, a porti una stecca fra le ruote».44 viene mai meno e sempre ribadita da entrambi. Di questo amico comune, cui si allude, Selvatico tratteggia in termini inequivocabili Ma chi è dunque questo Pietro Mugna, già accreditato quale mediatore per le informative la personalità, con incisività e franchezza, esplicitandola anche attraverso il metodo di feltrine, con il quale Selvatico si lancia in apprezzamenti su Cavalcaselle? ricerca: «È una buonissima persona, d’una preziosa diligenza nelle ricerche, ma temo Il futuro abate nasce a Trissino nel 1814, in un ambiente famigliare còlto.45 Ben presto tenga troppo a certe piccinerie archeologiche che, trattandosi di opere in cui l’importan- ha la possibilità di contatti con l’entourage intellettuale dei Trissino Baston che risiede- za non è la data ma la bellezza, non importano un fico, e solo allettano un certo numero vano in villa.46 Le lettere inedite che egli invia ai fratelli Leonardo e Alessandro Trissino 24­­­ di eccentrici inglesi i quali cercano nella storia dell’arte più le date e l’aneddoto che Baston dal 1832 al 1851 offrono una testimonianza affatto straordinaria della personalità 25­­­ 5 Pietro Mugna, Dell’Agordino. Cenni storici, statistici, naturali, Venezia, Tipografia del Commer- 6. Attestato di Benemerenza del Club Alpino Italiano al Professore Don Pietro Mugna per nu- cio, 1858. Piatto di copertina dell’esemplare della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, con merose esplorazioni e studi sulle Alpi Dolomitiche iniziati sin dall’anno 1856. Deliberazione scritta autografa dell’autore: «Alla biblioteca civica di Vicenza meschino obolo al suo incremen- presa dall’Assemblea Ordinaria dei Delegati, Torino 9 giugno 1877. to dall’autore donata Pietro Mugna».

del giovane Mugna: nelle motivazioni delle sue scelte, nell’aprirsi curioso e intelligente veritate miraculi comprobanda); dal 1841 è già prefetto e professore, incarico confermato ai diversi mondi, a molteplici rami di studio, alla comprensione degli eventi storici che nel 1846 (figg. 3, 4). Tiene la cattedra di lingua e letteratura italiana presso l’Imperial osserva o di cui è partecipe nella sua esperienza mitteleuropea.47 Regia Accademia di Lingue Orientali fino al 1848, quando è espulso dall’Austria; la Il legame con loro definisce anche un avvio formativo all’insegna di una cultura che si circostanza ufficiale è un episodio che non lo riguarda in prima persona, bensì un suo potrebbe definire “neoclassica”, come attestano le loro frequentazioni e in particolare allievo, per cui ne paga le conseguenze.51 Rientra a Vicenza da sorvegliato, si stabilisce l’iniziativa di Mugna di copiare gli apografi delle lettere di Pietro Giordani, custoditi da temporaneamente anche a Venezia.52 Frequenta il circolo del cugino Jacopo Cabianca, Leonardo Trissino, in vista dell’edizione di Antonio Gussalli.48 Quest’ultimo, poi, per la ricostituitosi dopo i fatti del 1848 presso la sua villa a Longa di Schiavon, sotto la restau- sua strategia editoriale, coinvolge proprio Mugna per ottenere da monsignor Giovanni razione austriaca.53 Ed è dunque in questo arco di tempo che Mugna si dedica a tradurre Battista Sartori le lettere autografe di Giordani ad Antonio Canova che il fratellastro opere scientifiche dal tedesco, come per esempio le Disquisizioni storico-psicologiche dello scultore custodiva gelosamente.49 intorno all’origine ed essenza dell’anima umana di Joseph Ennemoser, fatica del 1853.54 Pietro Mugna si forma presso il Seminario di Vicenza e all’Università di Padova. Riceve Dal 1855, costretto per ragioni di salute a un periodo di allentamento dell’attività intel- gli ordini nel 1838, l’anno dopo è insegnante al seminario di Belluno fondato nel 1834 da lettuale, svolge il suo ministero presso l’Arcidiaconale di Agordo fino al 1866, anno dell’ papa Gregorio XVI.50 Nel 1840 raggiunge Vienna per formarsi in teologa al Frintaneum annessione del Veneto al Regno d’Italia.55 La sua ricerca si apre allora a interessi storici o Augustineum, l’Istituto scientifico superiore per sacerdoti che forma i membri scelti e sociali in ambito Agordino e Bellunese, per cui si avvale di quella rete di studiosi che 56 26­­­ dell’élite ecclesiastica dell’intera monarchia asburgica, dove discute la tesi nel 1844 (De comprende Zanghellini a Feltre e Pellegrini a Belluno (fig. 5). In questa fase, lo facilita- 27­­­ no nel superare le difficoltà dello stato di salute, di cui parla lui stesso in più circostanze, la partecipazione a imprese alpinistiche che gli sono riconosciute ufficialmente (fig. 6).57 Passa poi a Padova presso il Convento di Sant’Antonio, accettato come ufficiatore so- prannumerario dalla Presidenza dell’Arca, e da allora affronta temi di storia riguardanti questa città che lo vide teologo laureato e ora lo ospita di nuovo, nella quale si dedi- ca infine all’insegnamento privato.58 Negli ultimi anni, dal 1880, soggiorna stabilmente presso il senatore Alessandro Rossi e il fratello sacerdote nella villa di Santorso. Con entrambi fu eccezionalmente duratura l’amicizia che si concretizzò anche nell’ambito del loro ben noto cenacolo di intellettuali e artisti. In casa dei Rossi muore nel 1882, per essere sepolto nella loro cappella di famiglia a Schio (fig. 7).59 Le disposizioni testamen- tarie sono in favore delle collezioni pubbliche di Vicenza e Padova. Il nipote don Antonio Mugna dona l’epistolario, l’archivio e i suoi libri alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, accolti dall’amico di sempre e bibliotecario l’abate Andrea Capparozzo.60 I punti di interesse, a scorrere le voci bibliografiche della prima fase da cui bisogna di- stinguere le pubblicazioni di circostanza, sono l’attenzione per il poeta Ewald Christian von Kleist fin dal 1839, quando firma la prefazione al suo più celebre poemetto pregno di suggestioni romantiche, la Primavera, nella traduzione di Sebastiano Barozzi.61 Per la storia dell’arte si distingue la monografia del 1844, preparata quindi a Vienna, sui tre Pichler, i maestri di gliptica, avendo egli stretto amicizia con Luigi che allora risiedeva 7. Iscrizione memorativa: AB(ate) PIETRO MVGNA / DA GIVSEPPE E ANGELICA PASETTI / N. TRISSI- nella capitale dell’impero e con la sorella Teresa, moglie di Vincenzo Monti (figg. 8, 9, NO 30 GIVGNO 1814 - M SCHIO 16 OTTOBRE 1882. Schio, Cimitero Cattolico Urbano, Monumento 10).62 Selvatico la recensisce l’anno seguente sulle pagine de «L’Euganeo», contestando sepolcrale della famiglia Rossi dell’architetto Antonio Caregaro Negrin, 1878. dell’autore, «di ingegno sì svegliato e sì pronto», la «sete encomiativa» che riguarda i suoi autori, ma anche Canova spesso chiamato in causa, rispetto al quale sarebbero da considerare maggiormente gli scultori contemporanei.63 Le prime lettere di Selvatico sua eccoti il mio pensiero».67 Indubbiamente, ha una incisività notevole il trovare tutto (fig. 11), con il quale aveva stretto amicizia probabilmente attraverso i Trissino Baston questo espresso in forma autografa, succinta e per un fine mirato, e soprattutto entro uno fin dagli anni della sua formazione padovana, appartengono agli anni viennesi di Mugna, scambio epistolare.68 a partire dal 1843.64 I rapporti fra Selvatico e Mugna si evolvono così in una collaborazione che serve a La prima di inizio luglio di quell’anno, emblematicamente, riguarda il fatto che Mugna quest’ultimo per acquisire un bagaglio terminologico di carattere tecnico sulle discipli- aveva preso l’iniziativa di inviare una pubblicazione dell’amico padovano a Franz Kugler ne storico-artistiche e per esercitarsi nel recepire e tradurre concetti di estetica. Fino a Berlino. È questa l’attestazione di un’altra conoscenza importante maturata dall’abate a sancire il suo inserimento in una strategia culturale di respiro internazionale con i vicentino. Selvatico risponde dimostrandosi aggiornato e interessato alle pubblicazioni suoi risvolti editoriali. Si tratta del raggiungimento di una professionalità di notevole passate e prossime dallo studioso tedesco. livello, tanto più che deve trovare spazio in riviste di primo piano. Di questo lavoro è Dello stesso 1846 è anche il primo contributo di Mugna a «L’Euganeo», giornale colle- testimone un manoscritto di Mugna della Biblioteca Marciana che contiene la traduzione gato al movimento patriottico a Padova all’insegna di un liberalismo moderato, a cui fa in tedesco dei saggi di Selvatico sui pittori dell’accademia di Düsseldorf, già editi nel seguito la collaborazione con l’altro periodico della città, «Il Caffe Pedrocchi».65 1845 in «Rivista europea» e ne «L’Euganeo», ma che si vuole ora destinati anche agli Si stabilisce un asse organico e strategico fra Selvatico e Mugna, dagli esiti del massimo «Oesterreichische Blätter».69 Circa la partecipazione al dibattito artistico più attuale che interesse entro i privilegiati rapporti culturali con Vienna capitale e la Germania. Mugna essi testimoniano e occasionano, e quindi circa la delicatezza di questa collaborazione, si pone come il divulgatore in tali ambiti dell’opera e del pensiero di Selvatico che tiene è rivelatoria la lunga recensione a tali lavori di Selvatico, pubblicata prontamente in tale aggiornato sulle novità bibliografiche del mondo accademico e su quelle artistiche.66 rivista viennese nel numero di marzo 1846.70 La citata lettera di Selvatico, che giunge a I punti di novità, che emergono tra i molti temi che si individuano nelle sue lettere, Vienna nel dicembre di quell’anno contiene, tra l’altro, la sua reazione al riguardo. Lo riguardano la necessità per Selvatico di chiarire in sintesi il suo pensiero, in modo da colpisce, in particolare, il fatto che l’anonimo recensore (si distingue solo per l’iniziale) renderlo più facilmente trasmissibile. In una lettera articolata che giunge a Vienna l’11 si chieda se egli conosca il dipinto di Eduard Steinbrück della Santa Genoveffa con il dicembre 1847, egli rappresenta il suo percorso e condensa la sua visione estetica, certo figlio nella foresta (fig. 12) realizzato nel 1835, oggi all’Alte und Neue Nationalgalerie, quella nota e indagata nei suoi molti studi: «Eccoti vuotato il sacco. Or vengo alla mia Museum Berggruen, a Berlino, tradotto graficamente nel 1839 da Georg Jakob Felsing 28­­­ professione di fede artistica in quanto a pittura»; «Sull’origine dell’arte e sull’essenza (fig. 13).71 Selvatico, che pure ha ricordato il pittore tedesco per una sua opera allegorica 29­­­ 8, 9. Pietro Mugna, I tre Pichler maestri in Gliptica [con due ritratti], Vienna, typ. PP. Mechitari- 10. Pietro Mugna, I tre Pichler maestri in Gliptica [con due ritratti], Vienna, typ. PP. Mechitaristi, sti, 1844. Frontespizio e dedica al conte Demetrio Tatitstscheff. 1844, pp. 28-29. Effigie di Luigi Pichler. Bulino a tratteggio.

«sui beni e sulle virtù del cristianesimo», deve prendere atto che la sua «Genoveva» nel Consiglio Aulico delle Fabbriche in Vienna. Tale conoscenza poteva rappresentare rivelava una dimensione ancora diversa e ricca di implicazioni concettuali, in quanto indubbiamente per Selvatico l’«opportunità di ben conoscere anche le norme con cui si permeata «voll tiefer heiliger naturpoesie».72 Significativamente si tratta di un caso cele- regola l’accademia di Vienna e mi gioverebbe alle ricerche ch’io vado facendo intorno bre in cui è una figura letteraria a permettere di esprimere i concetti astratti dell’estetica ad un’istituzione che pur troppo è il flagello delle nostre arti». Senonché, la successiva romantica, per cui il dipinto assume per quel contesto un valore programmatico.73 Agli lettera del 7 settembre che tocca questo argomento in modo concreto, si conclude con occhi dell’anonimo recensore tedesco, è pertanto opera non trascurabile da parte del informative di Selvatico in materia concorsuale, anche se non nella dimensione viennese critico italiano che vanta la sua specializzazione proprio sul «pittore storico» e la sua e con il coinvolgimento di Nobile. Interessa, comunque, sottolineare come si pongano educazione.74 allora le premesse per i rapporti più frequenti fra Selvatico e Nobile, con incontri svoltisi Nei suoi anni viennesi, si deve riconoscere ancora a Mugna, nei riguardi dell’amico anche in Italia negli ultimi suoi anni, quando aveva ormai lasciato gli incarichi. Sarà Selvatico, la mediazione nei contatti con Pietro Nobile, in base alla cortese richiesta allora proprio Nobile a fornire aggiornamenti a Mugna sulla situazione viennese, come si avanzata con la lettera del 17 agosto 1846, con la quale il critico padovano si espone: apprende dalla lettera del 2 marzo 1853, in cui accusa di aver ricevuto «i plichi dei fa- «bramerei a Vienna conoscere o il Presidente di quell’Accademia o piuttosto chi è più scicoli 3.zi dell’Opera di Kugler che state traducendo» e rinnova l’impegno a distribuirli influente sulle faccende artistiche della monarchia, non già perch’io mi abbia fini d’a- a Vienna presso gli amici.75 spirare a qualche posto vacante di segretario (il cielo me ne scampi) ma solo per veder Limitatamente agli interessi degli storici dell’arte di allora, Cavalcaselle compreso, ma l’andamento presente dell’arte anche costà». In realtà la conoscenza di Nobile poteva anche per quelli di oggi, il nome di Mugna dovrebbe almeno richiamare il Manuale di essere determinante. Infatti il Cavaliere della Corona Ferrea era in Vienna Direttore del- storia dell’arte del dott. Francesco Kugler prof. nella R. Acc. di belle arti di Berlino con le Fabbriche, Direttore dell’Accademia di Belle Arti, sezione Architettura, Consigliere aggiunte del dottore Jacopo Burckhardt. Prima versione italiana fatta sulla seconda edi- 30­­­ 31­­­ zione tedesca dall’ab. Pietro Mugna, pubblicato per intero negli anni 1852-1854 (figg. 14, 15; 16).76 Nel volume si trova tradotta la prefazione di Franz Kugler (datata Berlino, 15 settembre 1847) alla seconda edizione del 1848, nella quale esprime la sua grati- tudine a Burckhardt, l’allievo qui qualificato come amico: «Le ricche aggiunte che vi si fecero, distinguono la seconda edizione dalla prima. Impedito io in altre cose, il mio amico Jacopo Burckhardt ebbe la bontà di compire per me il lavoro. A lui dunque, che di recente raffazzonò anche il mio Manuale della storia della pittura, rendo dell’opera sua grazie cordiali».77 È un’opera compiuta negli anni in cui Burckhardt in casa Kugler, fra gli artisti e i poeti che vi convengono, manifesta tutto il suo carisma e una forza di volontà nell’emergere con i suoi progetti che è di straordinaria pertinacia e insaziabilità.78 Speculare alla prefazione dell’insigne studioso tedesco compare la dedica emblematica di Pietro Mugna: «Agli artisti e agli amatori dell’arte in Italia. Il traduttore». In forma la- pidaria esprime così un suo programma di “civiltà editoriale” al quale egli si è già molto prodigato, per un decennio almeno, a dimostrazione di essersi ancora una volta dedicato ad esso con questo ulteriore lavoro, lungo e di grande impegno. L’intento è quello di procedere a un’orgogliosa diffusione in Italia dei raggiungimenti di ricerca in Germania, nei quali l’indagine delle più alte pagine di civiltà patria, ne mettono in risalto i valori che le sono propri, ma, quel che più conta, entro una dimensione universale. La scelta di tradurre il disegno più moderno di una storia dell’arte complessiva, a cui giungeva per primo lo studioso tedesco, con la debita inclusione della grande pagina di quella italia- na, era un’occasione unica e irripetibile. L’edizione non ha fortuna in Italia, né subito né in seguito, e sappiamo che Mugna ci rimise anche di tasca propria. Scrive Morsolin nella biografia di Mugna, dimostrando un’attenta lettura: «Il libro era in Italia una vera rarità, o rinforzava, a dir meglio, le idee, 11. Antiporta con il ritratto di Pietro Selvatico inciso da A. Porta e frontespizio. Da P. Selvatico, che in fatto di arti belle vi propugnava da parecchi anni il Selvatico. E se non recava tra Storia estetico-critica delle arti del disegno, ovvero l’Architettura e la statuaria considerate nelle gli artisti una rivoluzione, contribuiva certo non poco a far procedere, come che si voglia, correlazioni fra loro e negli svolgimenti storici, estetici e tecnici. Lezioni dette nella I.R. Accademia l’arte moderna».79 Ciononostante, Luigi Pomba con la sua lettera a Mugna del 2 aprile di Belle Arti in Venezia, Venezia, Pietro Naratovich, 1852. 1855 declinava la proposta di pubblicare una nuova edizione della versione italiana, a lui pervenuta non solo da Mugna ma dagli stessi editori Ebner e Schubert di Stoccarda, disposti a condividere le illustrazioni della seconda edizione tedesca. Illustrazioni a fir- economico. E si dimostra inoltre consapevole delle difficoltà commerciali dell’impresa ma di Adolph Menzel che avevano fatto la fortuna dell’edizione tedesca del 1842, alle editoriale, per di più monca delle illustrazioni che, come scrive al fratello Carlo Antonio 83 quali Mugna aveva dovuto rinunciare in ragione dei costi che gravavano tutti sulle sue in data 18 maggio 1853, si sono dovute tralasciare in ragione dei costi. spalle.80 Senza accampare illazioni circa un’influenza esercitata sull’editore torinese, È stato messo in dubbio se la traduzione in italiano del Manuale di Kugler-Burckhardt si 84 si deve tener conto che Cantù aveva manifestato alcune osservazioni critiche sulla tra- debba a una iniziativa di Kugler stesso, dei suoi editori di Stoccarda, oppure di Mugna. duzione di Mugna, espresse in virtù del loro consolidato e duraturo legame che talvolta Una risposta chiara dalla corrispondenza che si scambiarono Burckhardt e Mugna nel 85 aveva portato a una collaborazione.81 In una lettera del 16 agosto 1852, quando dovevano corso del 1854 non si ricava (fig. 17). La prima missiva dello studioso svizzero è data a essere disponibili i primi fascicoli dell’opera, egli espresse perplessità su alcune scelte Verona l’8 aprile 1854, in una sosta al suo rientro in patria dopo il ben noto e produttivo lessicali e soluzioni morfosintattiche. Anticipa altresì una riserva che, a maggior ragione, viaggio nella «bella Italia» iniziato l’anno prima. Ha problemi al confine austriaco e a farà propria Pomba, perché riguardante le difficoltà nella ricezione dell’opera da parte Venezia non gli riesce di vedere Mugna. Ma si imbatte sul banco di un libraio a Verona del pubblico dei lettori italiani, con gli ovvi riscontri commerciali. Del resto lo stesso nella traduzione del manuale di Kugler con vicino il suo nome e pertanto scrive a Mugna, Mugna darà voce alle proprie incertezze. In questo contesto, non solo in quello di una «il nostro chiarissimo traduttore», portando alcune osservazioni, o meglio con il ram- pratica allora invalsa della distribuzione diretta del prodotto editoriale, va considerata la marico per una mancata collaborazione diretta: «Quante cose nelle mie aggiunte a quel già citata significativa testimonianza epistolare del 2 marzo 1853: persino Pietro Nobile prezioso libro avrei potuto corrigere in presenza Vostra!». Ridimensiona poi lo spazio da si presta a recapitare i fascicoli a Vienna.82 Sono destinati a persone amiche e altolocate, riservarsi alle sculture romane del Quattrocento, come se l’edizione non fosse definitiva. 32­­­ e il Consigliere Aulico si dimostra disponibile persino a riportare il puntuale resoconto Il 18 maggio successivo Mugna, nella risposta inviatagli attraverso Kugler a Berlino, 33­­­ 12. Eduard Steinbrück, Santa Genoveffa con il figlio nella foresta, 1835, Berlino, Alte und Neue 13. Eduard Steinbrück inventore, Georg Jakob Felsing traduttore, Santa Genoveffa con il figlio Nationalgalerie, Museum Berggruen. nella foresta, 1839, acquatinta e bulino, London, The British Museum, No.1928.0313.502.

ringrazia Burckhardt e gli promette l’invio di due copie dell’opera, una per lui, l’altra lavoro. Lasciata Venezia porta con sé, nel suo ritiro nell’Agordino, il Cicerone solo come per Kugler. Si scusa della scarsa qualità del suo “volgarizzamento”: «Vedrà poi che mi lettura privata, e difatti non affronterà mai la traduzione di un testo assai lungo e dai sono permessa qualche licenza, trattandosi di un libro che dee andare per le mani degli molti argomenti, affrontati in una nuova formulazione e pertanto alquanto impegnativi da Italiani; nè credo con ciò di avere fatto scomparire i valentissimi autori». Si dichiara poi risolvere in lingua italiana.87 Un fatto puramente contingente che, tuttavia, va a inserirsi disposto ad accettare consiglio e suggerimenti per una seconda edizione, quella per cui in un contesto affatto preciso della ricezione dell’opera e del pensiero di Burckhardt interpellerà Pomba, e in questa prospettiva accoglie le postille che Burckhardt avrebbe in Italia, cui segue di poco la Geschichte der Renaissance in Italien, facente parte della voluto apporre in tedesco a margine, «senza riguardi di sorte». La successiva lettera di Geschichte der neueren Baukunst, l’edizione della quale inizia nel biennio 1867-1868.88 Burckhardt da Basilea del 18 dicembre apre a nuove prospettive di collaborazione. Ri- Si trova a influire su questo ritardo proprio l’edizione del Manuale di Kugler, quindi a volge a Mugna la proposta di tradurre il suo Cicerone (fig. 18), pubblicato a Basilea nel motivo della traduzione Mugna. Ovviamente, in generale, tale ricezione è in sostanza 1855: «Questo mio povero libro non aspira ad altro onore che all’essere ammesso nella condizionata da scelte ideologiche ed estetiche. Nella formazione della coscienza stori- biblioteca di V. S., ed a meritare la di Lei indulgenza, essendo scritto colla sincera inten- co-politica dell’identità nazionale vi è l’atteggiamento polemico del Risorgimento italia- zione di servire alla gloria delle belle arti Italiche. Se lo credesse degno di essere volga- no nei confronti del Rinascimento.89 Si registra difatti l’avvento della linea neomedievi- rizzato nella Vostra lingua, non potrei sperare di trovar interpretatore più esperto di V. S., sta e il revival dell’architettura gotica di cui Selvatico è il grande promotore.90 Il quale, a ma il libro è pensato e scritto troppo tedescamente».86 Quanto al Manuale di cui si era sua volta dedicatosi all’arte del Rinascimento e a esponenti padovani come Squarcione prospettata la nuova edizione, lo avverte che Kugler sta lavorando a una rielaborazione e Mantegna, riscontra in Burkhardt la: «preponderanza del classico nella sua continui- del testo, da pubblicarsi con illustrazioni aggiuntive. Mugna risponde solo dopo alcuni tà dalla sua antichità fino ai tempi moderni e, contemporaneamente, come eccezionale mesi, nel luglio 1855. Il riaffacciarsi dei problemi di salute, spiegati dettagliatamente, esempio dell’arte italiana». 34­­­ accusati dopo l’impegno della traduzione del Manuale, lo costringono a rallentare il La corrispondenza tra Burckhardt e Mugna del 1854-1855 imposta, dunque, una or- 35­­­ 14, 15. Manuale di storia dell’arte del dott. Francesco Kugler prof. nella R. Acc. di belle 16. Adolf von Menzel, Ritratto di Franz Kugler, 1854. Collezione privata. Matite colorate su arti di Berlino con aggiunte del dottore Jacopo Burckhardt. Prima versione italiana fatta carta, cm 33,6x26,5. sulla seconda edizione tedesca dall’ab. Pietro Mugna, Venezia 1852-1854, frontespizio e dedica del traduttore.

ganica e impegnativa collaborazione. Altrettanto fa Kugler, in simultanea, con la sua degli scritti di Pietro Selvatico, quelli sull’arte antica, Giotto, Squarcione e Mantegna; di a Mugna del 21 ottobre 1854 da Berlino, missiva finora inedita. In particolare, ha un quest’ultimo il «distinto ed indefesso illustratore dell’arte», così qualificato da Mugna, significato di rilievo la diretta approvazione degli interventi apportati da Mugna al testo si era occupato nel commento alla vita di Vasari.95 Ma è sull’arte contemporanea che originale, e per la congruità e per la qualità ad essi riconosciuta dallo studioso tedesco. l’amico gli offre l’appoggio per una presa di posizione franca nel rintuzzare l’opinione di Ciò dimostra a maggior ragione la sua generosità, qualora si pensi che la lettera chiarisce Kugler sull’incapacità di rinnovamento in Italia.96 L’elenco dei contributi a sostegno del e conferma, rispetto alle lettere che si scambiano Burckhardt e Mugna, come l’iniziativa contrario consentono di far emergere quelli di Selvatico, del quale accredita lo studio editoriale della traduzione italiana, con le scelte di aggiornamento e integrazione, non sull’architettura veneziana e il saggio Del Purismo, vertente sull’evoluzione della pittu- sia stata preventivamente concordata con gli autori. ra, si direbbe, tra Neoclassicimo e Romanticismo.97 Non manca l’occasione per riferire Il corposo volume che si presenta agli italiani nella sua completezza nel 1854 è ricco dei contributi di Selvatico del 1847 riguardanti la scuola di Monaco e Düsseldorf, alla di note, a scanso di equivoci sempre puntualmente sottoscritte dal traduttore che le divulgazione dei quali, in lingua tedesca, Mugna stesso si impegna negli anni vienne- propone con circospezione, sia in caso di aggiornamenti, sia in caso l’editore-traduttore si.98 La scuola di Düsseldorf con la sua pittura, sintetizza Mugna, «segna un più libero esponga il proprio punto di vista.91 Interpolazioni che anticipano argomenti che Mugna naturalismo, fondato su concetto intimo e dell’animo». È interessante allora che egli tratterà nelle sue traduzioni o pubblicazioni: l’arte cristiana antica, la diffusione del cri- trovi anche l’occasione, sempre in una nota a Kugler, per distinguere altre espressioni: stianesimo in Russia, caso specifico quello della Basilica di Sant’Antonio in Padova.92 la «pittura di genere» per la quale fa il nome di Léopold Robert che con «una schiettez- Si dimostra corretto inoltre nell’integrazione delle note anche quando deve ammettere za sublime ritrae la vita dell’attualità da rivaleggiare con la pittura storica», inoltre la la sua posizione diversa rispetto ad esempio la riforma protestante.93 Altrove invece sci- «pittura di storia», che più di tutte impegna la militanza critica di Selvatico.99 Pertanto, vola, inserendo integrazioni bibliografiche in contrasto con le affermazioni dell’autore.94 Mugna fa riferimento a un’esperienza personale a distanza di dieci anni, forse con una 36­­­ Come intuirà Morsolin a suo modo, emerge inoltre in maniera sistematica la promozione venatura di nostalgia, la visita all’esposizione di Vienna del 1843. Di cui ricorda la pre- 37­­­ 17. Jacob Burckhardt, ritratto fotografico realizzato probabilmente a Parigi nell’estate 1845. 18. Jacob Burckhardt, Der Cicerone: Eine Anleitung zum Genuss der Kunstwerke Italiens, Basel, Schweighauser’sche verlagsbuchhandlung, 1855. Frontespizio.

senza dei pittori belgi: Edward De Bièfve con Il compromesso dei nobili di Bruxelles del in prima persona Mugna quale traduttore-editore fin dagli anni viennesi, comprendono 16 febbraio 1566 contro l’introduzione dell’inquisizione e Louis Gallait con L’abdicazione il volume di Karl Joseph Anton Mittermeier, Delle condizioni d’Italia (fig. 20) pubblica- di Carlo V.100 Per quest’ultimo pittore, a proposito di nostalgia per i fermenti culturali to nel 1845, a solo un anno dall’uscita in Germania.103 Da sottolineare come l’edizione di una capitale, ci tiene a un aggiornamento a distanza e cita Gli ultimi onori ai conti di italiana fosse, non solo approvata, ma altresì arricchita da una lettera dell’autore al tra- Egmont e di Horns (fig. 19). Una tela destinata alla città di Tournai, esposta al Kustverein duttore, nella quale venivano esaltate le grandi capacità della popolazione, tali da poter di Vienna il primo aprile 1853, di cui gli è giunta l’eco dell’ammirazione suscitata, pari consentire di risollevare dallo stato di miseria l’Italia.104 Paese al quale si riconosce a quella dell’opera da lui vista dieci anni prima, per cui chiede informazioni dirette che l’importanza nei progressi della civiltà in Europa, mentre se ne prospetta con questa gli giungono anche da Pietro Nobile.101 speranza un ruolo per l’avvenire. In tale contesto, Mugna ebbe modo di aggiungere nelle L’impegno, in sé poderoso, le modalità e il contesto che la traduzione del Manuale di numerose note al testo le proprie annotazioni e opinioni, così che il lavoro del traduttore storia dell’arte di Kugler e Burckhardt definisce, rendono evidenti le prerogative indub- ed editore non fosse disgiunto da quello del recensore e del militante. bie di Mugna. Gli si possono riconoscere le potenzialità nell’agire, con un alto profilo, in Entro una stessa proiezione ideale di amore verso la patria ha origine l’interesse di- direzione di una dimensione universale della storia e della storia dell’arte entro cui far mostrato da Mugna per Dante Alighieri, oltre il piano letterario che lo interessava in figurare l’apporto dell’Italia, anche in termini contingenti. Caratteristiche già riscontra- origine.105 Il suo Dante in Germania del 1847 riporta nel frontespizio il verso riferito ad bili, per altre sfumature, dalle inedite testimonianze autobiografiche qui prodotte, o dal Aristotile e che ora egli riserva al sommo poeta: «Tutti l’ammiran, tutti onor li fanno» censimento delle sue pubblicazioni, fra le quali sono impegnative quelle di traduzione (Inf. IV, 45), con il fine di esprimergli un riconoscimento assoluto riservato in ragione dal tedesco.102 Accanto a tutto ciò brilla, indubbiamente, il parterre dei suoi numerosi del suo «essere universale».106 La «dotta Germania», che tramite i suoi luminari «con corrispondenti in Italia e in Europa: patrioti, politici, letterati e poeti, dantisti, filologi, intelligenza universale (con danno forse del sentimento individuale e nazionale) cerca di artisti, scienziati, editori, amici a vario titolo, parenti, molte le nobildonne. Spicca per abbracciar tutto, e tutto appropriarsi che è bello e grande nelle altre nazioni», guarda an- assiduità ed estensione nel tempo il carteggio con Cesare Cantù, che attende ancora un che all’Italia e a Dante in particolare, «come primo e sovrano poeta della civiltà cristia- approfondimento specifico a tutto raggio. na; altamente ispirato dalla religione e dalla patria; vero pittor del suo tempo».107 Mugna I principali precedenti all’impresa di traduzione del Manuale di Kugler, che riguardano segnala a Francesco Gualdo le benemerenze di Karl Witte per il suo ottimo commento, 38­­­ 39­­­ per aver tradotto assieme a Friedrich Christoph Schlosser la Commedia in tedesco.108 Altresì per aver fatto pubblicare a Lipsia la traduzione in latino del poema dovuta a Ga- etano Dalla Piazza.109 Il ragguaglio sugli studi danteschi in Germania è dettagliatissimo e aggiornato, attento nello specifico agli aspetti filologici, non solo a quelli letterari, che caratterizzano le ricerche di quegli anni. Una testimonianza, quella di Mugna, affatto precoce, dunque, rispetto alla fortuna che Witte conoscerà qualche anno dopo in Italia e che si consolida con l’edizione della Commedia nel 1864.110 Quanto agli studi di filo- logi italiani del recente passato, Mugna discute nelle pagine de «L’Euganeo», dove sono frequenti i contributi su Dante, l’edizione della Commedia esemplata sul codice Barberi- niano dall’abate Quirico Viviani, discepolo di Cesarotti, e offre un ragguaglio sugli studi danteschi di Giangiacomo Trivulzio.111 I successivi interessi danteschi che non vengono mai meno, si possono misurare attraverso l’indagine del carteggio con Luciano Scarabel- li, ancora in gran parte da compiere.112 Dopo quello con Cantù si distingue per reciproca assiduità. Mugna provvede poi alla riedizione del suo Dante in Germania (figg. 21, 22) nel 1869 con dedica a Giambattista Giuliani. Non gli era riuscito infatti di presentarlo nel 1865, anno del centenario dantesco, nonostante avesse impegnato Selvatico a so- stenerlo presso editori di primo livello in sede nazionale.113 Sfrutta allora l’occasione di muovere una critica sui risultati effimeri di quelle celebrazioni, specie se confrontate con l’interesse dimostrato invece in Germania.114 Il suo contributo per il centenario concerne invece l’edizione degli Studi sopra Dante Alighieri per servire all’intelligenza della Divina Commedia di Emil Ruth, professore ad Heidelberg, del quale tradurrà successivamente 19. Louis Gallait, Gli ultimi onori ai conti di Egmont e di Horns, 1851. Tournai, Musée des 115 anche gli studi su Giuseppe Giusti. Alle implicazioni nel settore politico e filosofico Beaux-Arts. con Mittermeier e in quello dantesco, si può aggiungere tra altri qui non affrontati alme- no l’interesse per la scienza biblioteconomica. Grande appassionato, «avendo ereditato il male de’ libri», Mugna ammirava il «culto che professavasi ad essi in Germania». 116 maturata in Germania.121 Tale linea, tuttavia, vedeva in Italia una rapida evoluzione pro- Indagava pertanto gli aspetti storici del costituirsi delle biblioteche, in base alla lette- ponendosi come obiettivo una maggiore concretezza di applicazione, protagonisti Cantù ratura tedesca sull’argomento, per affrontare poi nell’attualità le problematiche della e Viesseux.122 Le conclusioni di Mugna, al riguardo di queste tematiche, trovano ancora conservazione, della catalogazione, dell’ordinamento normativo come si erano evoluti spazio negli «Annali di statistica» nel 1851, editi dalla Società degli editori degli Annali a nord delle Alpi.117 Era sollecitato nondimeno dall’esperienza quotidiana: «Il costume universali delle scienze e dell’industria di Milano.123 Alla proposta dell’editore Pomba, che hanno i librai tedeschi, almeno i viennesi, di mandare i nuovi libri alle case», pratica risalente al 1844, che sollecitava l’istituzione di un emporio librario a Livorno, Mugna che Mugna attua con le sue pubblicazioni. In ultima analisi, delineava anche quella che risponde con quella di stabilirne un secondo a Milano, in ragione della conformazione era l’alta professionalità richiesta al bibliotecario, compresa la conoscenza delle lingue, dell’Italia e dell’incidenza di questa nei commerci, si direbbe entro una visione alla e del tedesco in particolare, considerato il ruolo preminente del mondo germanico «pel Mittermeier.124 grandissimo movimento letterario e scientifico » a cui allora si assisteva.118 Sembra qua- Quando, in seguito, venne il momento di raccogliere i frutti di queste pubblicazioni di si idealizzare quello che sarebbe potuto diventare il suo ruolo, al quale Mugna dovette “critica editoriale”, proponendole in volume a Gaspero Barbèra a Firenze nel 1869 con aspirare, specie dopo che fu costretto ad abbandonare forzatamente la sua cattedra a una missiva del 16 aprile recapitata dal senatore Alessandro Rossi, l’abate ricevette un Vienna.119 Quanto all’Italia, egli giungeva quindi all’indagine sul commercio librario e diniego dall’editore. Erano temi che, scaturiti dai «mali» stigmatizzati oltre vent’anni a progettare un’applicazione del sistema adottato alla fiera di Lipsia, che Mugna spiega, prima, l’editore poteva permettersi di giudicare ormai sorpassati alla luce dell’evoluzio- affrontando le varianti necessarie al diverso contesto della sua patria.120 Suggerisce per- ne dell’impresa editoriale e delle sue prospettive emergenti nella nuova Italia: «Ora si tanto la compilazione di un «Bollettino bibliografico italiano» e le sue modalità. vende con maggior riputazione, e si compra il libro con maggior desiderio».125 Con i suoi saggi apparsi su «L’Euganeo» del 1846, nella veste di lettera a Selvatico, e Non ha sorte migliore il tentativo di Mugna di pubblicare negli stessi anni le sue tradu- nel primo sul commercio librario che fu in tempo a pubblicare l’anno seguente nello zioni bibliche, alcune già stampate in passato altre ancora manoscritte. Giuseppe Bertol- stesso giornale, egli si inseriva in quella linea di interesse per la diffusione del sapere di contatta a Firenze Tommaseo e Giuliani per assecondare il suo desiderio ed ottenerne e i suoi meccanismi sollecitato da Mittermeier. Il quale fa riferimento, in particolare, un appoggio. Ciononostante Le Monnier e Barbèra non si assumono nessun impegno di 40­­­ al contributo di Pietro Conticini del 1842, anche per la personale esperienza da costui 41­­­ 20. Karl Joseph Anton Mittermeier, Delle condizioni d’Italia, con un capitolo inedito dell’Autore 21, 22. Pietro Mugna, Dante Alighieri in Germania. Studio, Padova, Prosperini, 1869. Fron- e con note del traduttore. Versione dell’Ab. Pietro Mugna, Lipsia, G.B. Hirschfeld, 1845; Milano, tespizio e dedica autografa dell’autore a Fedele Lampertico, Deputato al Parlamento.Vicenza, Vienna, Tendler e Schäfer, 1845. Frontespizio. Biblioteca civica Bertoliana.

stampa, avendo molti lavori e pochi lavoranti. Il tipografo Cassone di Torino «qui venuto nell’occasione del trasferimento della capitale, ha pochi lavori», ed è quindi da interpel- tore-editore spesso disorientato davanti alle dinamiche del commercio librario pre e lare, ma non si annovera un esito positivo nella bibliografia di Mugna.126 post unitario. In tal caso messo alla prova anche entro il microcosmo di rapporti quasi Questi dati sintetici riguardanti un abate vicentino dell’Ottocento, di cultura universi- quotidiani con l’autore di un testo permanentemente in divenire, e che pertanto è pronto, taria e internazionale, integrato a Vienna ma indubbiamente schierato con il movimento pur con garbo, a mettere con l’incertezza e la discontinuità «una stecca fra le ruote» del patriottico moderato, traduttore dal tedesco, interessato a temi sociali d’attualità e non traduttore. solo alla teologia, altresì all’arte antica e contemporanea, alla fortuna di Dante, alla Sono lettere che rivelano in modo addirittura intimo un travaglio di Cavalcaselle, quan- biblioteconomia, all’editoria secondo un modello mitteleuropeo da importare, sono tutti do finalmente è riconosciuto e assurto alla notorietà. È il costo umano ad emergere, utili per interpretare il contenuto di 51 lettere autografe di Cavalcaselle a lui indirizzate quello dovuto all’assommarsi delle pubblicazioni che contemporaneamente egli affronta dal 1869 al 1878, finora inedite. in Inghilterra, in Germania e Italia, e conseguentemente la necessità di ricorrere alla L’avvio delle missive si situa dunque quattro anni dopo la lettera di Selvatico a Mugna, collaborazione con Crowe, storico coautore-traduttore, sempre amico, tuttavia impegnato allora ad Agordo, del 5 giugno 1865, a tema il Morto da Feltre, con la quale si erano sta- altrove. Ma soprattutto emerge, nell’ottica del conoscitore, la fatica, quasi logorante, biliti i primi contati “indiretti” tra l’abate e lo storico dell’arte. Emblematicamente essi nella gestione di vecchi e nuovi dati storico-artistici, ormai a distanza di tempo dall’os- riguardavano temi artistici che toccavano la periferia di quello che era stato l’Impero e servazione diretta dell’opera d’arte. Pratica rigenerante se fosse stata ripetibile, oltre il ora la neonata Italia, da onorare anche con l’illustrazione delle sue pagine artistiche più riesame degli appunti e disegni originari a cui egli ricorre. Ma deve subentrare la rinun- recondite, come quelle feltrine per l’arco alpino. cia, perché tale esigenza si manifesta proprio mentre si infittiscono per lui gli inesorabili 42­­­ Sono lettere che nella vicenda di Mugna attestano l’ennesima avventura di un tradut- impegni istituzionali tra Firenze e Roma. 43­­­ Firenze, primo settembre 1869.127 La lettera che inaugura la corrispondenza Cavalca- selle-Mugna, con tono non ancora così confidenziale come si instaurerà subito dopo, offre informazioni su trattative editoriali in corso e lascia dedurre il progetto messo in campo. Constatato che l’editore Gaspero Barbèra tergiversa nel dare una risposta defini- tiva, Cavalcaselle suggerisce a Mugna di rivolgersi al Consiglio di amministrazione dei Successori Le Monnier. Si propone come latore della richiesta dell’abate e ne détta per- sino la formulazione: «Potete dire che volete fare un’edizione italiana da quella tedesca, essendo questa stata riveduta, corretta e fate delle aggiunte dagli autori». Si tratta evi- dentemente di intraprendere la «edizione italiana» dell’impresa di più largo respiro fino ad allora portata a termine da Cavalcaselle col coautore Crowe: A new History of Painting in Italy from the second to the sixteenth century, pubblicata da John Murray a Londra, i primi due volumi nel 1864 e il terzo nel 1866.128 Il progetto, per cui si fa richiesta a un editore ben in vista in una Firenze allora capitale d’Italia, intende fare riferimento, tutta- via, non a questa editio princeps, bensì alla Geschichte der Italienischen Malerei (fig. 23), ovvero alla traduzione del testo in lingua tedesca di Max Jordan.129 Era recentissima l’u- scita dei primi due volumi per i tipi di Hirzel di Lipsia, con dedica a Julius Schnorr von Carosfeld, direttore della Gemäldegalerie di Dresda, mentre il terzo, del 1870, è atteso da Cavalcaselle a Firenze.130 Gli altri volumi, per inciso, escono con cadenza annuale fino al 1876, per un numero complessivo di sei.131 In base a quel «potete dire che volete fare» si può dedurre che l’iniziativa era partita da Mugna e non da Cavalcaselle, comun- que partecipe e ovviamente protagonista dell’impresa, ma non il primo proponente. Tale ipotesi è corroborata dal fatto che si scelga di tradurre non l’edizione inglese ma quella tedesca in base alla professionalità di Mugna, nel frattempo questa era stata riveduta, corretta e aumentata, sul cui risultato, infatti, Cavalcaselle non mancherà di esprimere in seguito le sue forti riserve. Si aggiunga il dato che Cavalcaselle ridimensiona la ne- 23. Joseph Archer Crowe, Giovanni Battista Cavalcaselle, Geschichte der italienischen Malerei, cessità di acquisire anche le illustrazioni dell’opera, rispetto a quanto proposto con tutta Deutsche original-ausgabe besorgt von Dr. Max Jordan, vol. I, Leipzig, S. Hirzel, 1869. Antipor- probabilità proprio da Mugna. ta: Dante’s Porträt. Fresko Giotto’s im Bargello zu Florenz. (Nach der Restauration.), xilografia di In ultima analisi, si deduce almeno agli inizi una situazione per certi aspetti analoga a H. Werdmüller; frontespizio. quella che si era verificata con la pubblicazione del Manuale di Kugler e Burckhardt quindici anni prima. Mugna non solo si impone come traduttore, bensì come colui che e proprio mediatore, inizialmente non nominato, ma che si deduce avere anche in seguito ravvisa un’opportunità “ideale” nel proporre l’edizione in lingua italiana dell’opera, sti- un’influenza su Le Monnier e del quale si scoprirà solo in seguito il nome. mando, in questo caso fin da subito, l’incidenza sul piano commerciale della presenza La partenza del progetto, il suo significato e le prime difficoltà emergono con maggiore di riproduzioni da acquisire vantaggiosamente presso l’editore tedesco. Altro aspetto, a chiarezza dal contenuto della lettera di Barbèra a Mugna del 24 aprile 1869, in risposta sostegno di questa tesi, è quello contrattuale. Si configurano accordi separati con l’edi- a quella dell’abate di Trissino del 16 di quel mese.132 Si è già detto del diniego in essa tore da parte di Mugna e di Cavalcaselle, quest’ultimo non solo in qualità di autore, ma espresso di pubblicare gli articoli di quest’ultimo sulle biblioteche e sul commercio anche di revisore della nuova edizione. librario, perché superati nell’attualità con la rapida trasformazione del mercato edito- Da ultimo, emerge il ruolo di Pietro Selvatico al quale, secondo il consiglio di Cavalca- riale nell’Italia unita. Si aggiunge ora, attingendo alla stessa lettera, la cautela mani- selle, si deve tenere momentaneamente nascosta l’operazione di abbandonare Barbèra festata nell’affrontare l’altra proposta di maggior impegno: «L’impresa di pubblicare la per sondare la disponibilità di Le Monnier. Un appoggio originario che era riservato a traduz(io)ne dell’opera del Cavalcaselle [che] richiede da parte mia molta riflessione». Mugna fin dall’avvio del progetto, indice della lunga consuetudine collaborativa e l’a- Gli aspetti in sospeso per l’editore sono innanzitutto i costi dell’acquisizione delle tredici micizia sorta fra i due. Bisogna considerare anche il fatto che proprio Selvatico, pochi incisioni che Hirzel ha disponibili, ma anche l’incertezza che vige circa il progetto che anni prima, era stato il tramite della loro conoscenza, con l’occasione di raccogliere Cavalcaselle ha in mente: «Poi ho bisogno di sapere dall’Autore in quanti volumi sarà informatori su cose di Feltre. Cavalcaselle, che con questo invito al silenzio mira a un compresa l’opera: ora sono 4; l’Autore crede di poter terminare con due altri: proprio in rapporto più diretto o privilegiato con Mugna, poteva anch’egli contare su una «persona modo positivo ancora non lo sa, ma presto sarà in grado di darmi una risposta precisa 44­­­ che ha cognizione di causa intorno a quello che vi scrivo». Un informatore, anzi un vero intorno a questo punto». Una richiesta che dimostra il rapporto diretto fra Barbèra e Ca- 45­­­ di Vicenza, e risulta palese trattarsi di una copia di pugno di Cavalcaselle che egli allega alla sua a Mugna del 5 giugno, in modo da renderlo partecipe con esattezza delle condi- zioni contrattuali finalmente definitive e approvate.135 È previsto che gli siano corrisposte 25 lire italiane per ogni foglio in ottavo tradotto, mentre il Cavalcaselle ne riceverà 100 a titolo di indennità per le correzioni e i miglioramenti di ciascun volume dell’edizione tedesca.136 Una valutazione di mercato consona alla tendenza del momento e che anche la tipologia contrattuale prescelta rispecchia.137 Viene stabilito, in particolare, che «La cessione di proprietà di questa traduzione italiana durerà per anni tre dopo la pubblica- zione dell’ultimo volume di che dovrà comporsi la nostra edizione». Le lunghe trattative che filtrano da tutte le lettere di Cavalcaselle precedenti quella del 5 giugno 1870, vedono quest’ultimo agire in prima persona, o tramite il suo mediatore, che un riferimento esplicito consente di identificare in Atto Vannucci.138 Lo storico e filologo, già direttore della Magliabechiana, deputato dal 1861 e nominato senatore dal 1865, fu notoriamente promotore dell’incarico di ispettore al Museo del Bargello di Cavalca- selle, e di certo aveva un peso nel trattare con il Consiglio di amministrazione formato da personalità di primissimo piano del suo stesso mondo politico.139 Con tali margini di trattativa, Cavalcaselle si fa portavoce anche delle decisioni e dei pensieri di Mugna. Per l’aspetto finanziario ci si riduceva a far scendere la richiesta di 32 lire trattate con Barbèra per Mugna, di cui Le Monnier è messo al corrente. Così dal facilitarlo di fatto nel proporre il ribasso, visto che l’unico concorrente, inizialmente interpellato, si era ormai defilato, forse con un diniego definitivo dopo aver causato tanta attesa. Ma la lettera di Cavalcaselle del 19 settembre 1869 lascia anche trapelare la sua campagna di persua- sione. Proprio mentre passa già a un rapporto confidenziale, tiene conto dello spirito del suo prossimo traduttore: «da buon amico, mi avete risposto che per il solo piacere di vedere la traduzione, e non spinto da interesse veruno, eravate disposto di accettare di 140 24. Alphonse Bernoud, Felice Le Monnier, ante 1883, albumina/carta, CC BY-SA. fare il lavoro per le Lire 25, sempre che s’inte‹n›desse un’affare concluso». Al fine di convincerlo della bontà di tale soluzione, è pronto a mettere in gioco aspetti personali e familiari: «Dovevo pensare quando ero giovane a darmi una educazione letteraria, per- ché con quella avrei potuto guadagnarmi i mezzi per campare un poco meglio. Quello poi valcaselle e fa comprendere, in certa misura, perché l’editore possa aver accampato «la che mi rattrista grandemente si è che morendo lascio la mia buona [cancellato] moglie scusa della malattia dell’imperatore dei Francesi». Attendismo affatto cautelativo e per sprovvista di mezzi ma passiamo ad altro». L’ambizione velatamente accampata, quella certi versi opportuno, infatti, alla luce del prosieguo della vicenda editoriale con un altro di fare cioè tutto da sé, anche la parte letteraria ossia redazionale dei suoi testi, lascia editore, caratterizzata dalla dilazione dei tempi di realizzazione e con le conseguenti pro- intendere implicitamente la consapevolezza di Cavalcaselle riguardo la sua dipendenza blematiche che in tal modo si sono venute a creare, tali da lasciar pensare che Barbera dall’apporto altrui - quello di Crowe di lunga data e organico, ora di Mugna - che si co- ne avesse avuto da subito il sentore. Il suggerimento di interpellare Felice Le Monnier niuga con l’aspetto economico, al quale egli si dimostra sempre sensibile. Cavalcaselle (fig. 24) ha invece da subito un seguito positivo. Si deve tener conto della situazione del riesce a persuadere Mugna che sia lui a decidere, lo blandisce quasi, riallacciandosi alla momento. Come noto, nel 1864 egli fu indotto, per ragioni finanziarie e di prospettiva ge- competenza in affari editoriali, allude così alla conoscenza del mondo di esperienze che stionale, a cedere la storica tipografia a una società che si andava a costituire, alla quale l’abate vicentino aveva maturato fin dagli anni del suo soggiorno a Vienna. Così facendo parteciparono da azionisti Bettino Ricasoli, presidente, Cosimo Ridolfi, Adriano Mari ed simula di mettere in gioco la trattativa: «A voi come pratico di tali affari e di più che ave- altri, con l’intento di garantire una continuità e una coerenza ai piani editoriali consoli- te il faticoso compito della traduzione sta il decidere. Aspetto dunque una vostra lettera 133 dati e ai nuovi. Nel marzo 1865, Le Monnier fu nominato per un quinquennio direttore in proposito. Cioè se debbo trattare riducendo il prezzo fino alle Lire 25 oppure, se avete tecnico e commerciale nonché consigliere onorario. In questa veste egli esamina alla altra occasione a migliori patti, romperla coi Successori del Le Monnier».141 Le lungag- fine del 1869 il progetto che vede protagonisti Cavalcaselle e Mugna, ma inoltra la sua gini della contrattazione trovano ragione in un tecnicismo: la disponibilità accordata da 134 risposta definitiva solo dopo alcuni mesi, con lettera del 3 giugno 1870. Si è potuta Le Monnier a concludere gli accordi deve fare i conti con l’approvazione del consiglio 46­­­ individuare nel manoscritto E. 77 del Fondo Mugna della Biblioteca Civica Bertoliana societario presieduto da Ricasoli, la cui riunione è legata ai tempi di convocazione delle 47­­­ all’amico: «Or eccomi a dirti la risposta del Barbèra alle mie sollecitazioni a decidersi. Mi dichiarò alla schietta che, parendogli i tempi s’abbuino sempre di più, non ardisce intraprendere un lavoro lungo che non può essere di sua natura, né di provato di pronto spaccio, né senza pericolo d’una traduzione francese, trattandosi d’opera che più assai dagli stranieri può essere ricercata, che non dagli italiani, purtroppo incuranti di quanto spetta alla storia dell’arte nostra. Questa risposta che ti riferisco, posso dire testuale, già comunicai al Cavalcaselle».143 Si comprende come il giudizio di Selvatico su Cavalcasel- le tenga conto, tra l’altro, di questa valutazione di Barbèra sul riscontro ancora limitato del suo lavoro e del metodo in Italia.144 Nel frattempo, un certo interesse e pressing in favore del progetto di Mugna e Cavalcasel- le era esercitato su Barbèra anche da Giacomo Zanella, che nel 1868 aveva pubblicato i suoi Versi in seconda edizione presso l’editore.145 Lo si apprende dalla sua lettera all’amico Mugna del 9 febbraio 1869, in cui dà conto dei suoi giorni trascorsi a Firenze con un amico comune, il Senatore Alessandro Rossi, la cui autorevolezza deve avere esercitato il suo peso in queste circostanze.146 Zanella raccoglie direttamente da Barbèra la riluttanza a procedere con il progetto. Non è altro che una conferma. Sono invece finora inediti, a quanto risulta, i rapporti di conoscenza diretta tra il poeta vicentino e Cavalcaselle. Nel loro incontro, oltre a lamentarsi perché Barbèra «menava, come si dice, il can per l’aia», già si prospetta il passaggio da quest’ultimo a Le Monnier. Alla fine, solo dalla lettera del 13 febbraio 1870 il Consiglio di amministrazione risulta essersi espresso favorevolmente, «non mancava altro che una formalità» assicurava Le Monnier.147 In realtà, come si è visto, questa giunge solo con la citata comunicazione del 5 giugno 1870 che Cavalcaselle fa conoscere a Mugna in copia. Nel frattempo la colla- 25. Ritratto fotografico di Imbro di Tkalac-Ignjatijević (Karlovac 1824 - Roma 1912). Srpska borazione fra autore e traduttore era già in atto. Anzi, nel mese di maggio di quell’anno akademija nauka i umetnosti, Belgrado. si era già organizzato un incontro di Mugna con Crowe, «Desidero che vi conosca», come difatti avvenne in una sua sosta a Padova il 7 maggio 1870 mentre da Firenze intrapren- 148 Camere, in un momento politico travagliato e fatto di dilazioni. deva il viaggio di ritorno a Lipsia. In questo contesto, al Caffè Pedrocchi, si stabilisce Nel contempo si dimostrano favorevoli alcuni componenti di tale consiglio come il se- fra i due un’intesa diretta, se non proprio la premessa per una collaborazione fattiva 149 gretario, il deputato Sansone D’Ancona, e Francesco Protonotari che presso la casa edi- sistematica. Si potrebbe dire che era avvenuto un riconoscimento del lavoro di Mugna trice aveva da poco fondato la rivista «Nuova Antologia».142 Mugna, tuttavia, non dovette da parte di Crowe, il quale con Cavalcaselle era impegnato, in contemporanea, in altre aspettare passivamente la decisione, poiché esprime una proposta alternativa in base imprese editoriali. alla quale Vannucci consiglia di attendere pochi giorni ancora, per cui Cavalcaselle gli Mugna comunque è nella necessità di ricambiare la visita recandosi a Lipsia l’anno risponde: «Io poi penso che se la persona di cui voi mi scrivete è sicura, concludete, e successivo, a lavoro oramai avanzato, per concordare i cambiamenti, come si evince dal mi avvisate di ciò per lettera, così io andrò dal Le Monnier a ritirare la mia domanda. succinto cenno della lettera di Cavalcaselle da Firenze del 10 settembre 1871: «Da che Del resto fatte voi come credete meglio. Salutatemi Selvatico». In tal caso Cavalcaselle siete stato a Lipsia ho partecipato al Crowe gli altri cambiamenti che intendo di fare, e sembrerebbe disposto, in apparenza, a lasciare libero Mugna, o meglio, a concedergli la ne conviene. A voi sta togliere le inutili ripetizioni; e se io riesco a farmi capire, spero conduzione della nuova trattativa. La chiusura, con il saluto a Selvatico, lascia ipotizzare che il libro sarà migliorato assai. Però vi confesso che sono molto inquieto dell’esito qui 150 che fosse proprio quest’ultimo ad agire con l’amico traduttore, ma forse non in tal senso, in Italia». bensì insistendo ancora presso Barbèra. Lo conferma a tutti gli effetti la lettera di Selva- L’avvio del progetto della traduzione italiana della New History of Painting assume, at- tico a Mugna del 23 settembre 1869, inviata dopo un soggiorno a Firenze, con la quale traverso le lettere a Mugna, un aspetto diverso rispetto alla ricostruzione, la più esplicita dà conto del suo intervento diretto sia su Cavalcaselle che su Barbèra, la cui risposta per quegli anni, che si deve a Imbro Tkalac-Ignjatijević (fig. 25) che vi si sofferma nel riassume finalmente senza giri di parole la questione, in modo ben diverso dalle giustifi- suo necrologio di Cavalcaselle, edito nella «National Zeitung» del gennaio 1898, e in 151 cazioni che erano stata comunicate a Mugna con la lettera del 24 aprile. Selvatico scrive «Ateneo Veneto» nello stesso anno. Seguì a sua cura l’anno seguente l’edizione italia- 48­­­ na, in traduzione dal tedesco, della Storia dell’antica pittura fiamminga, preceduta dalla 49­­­ biografia di Cavalcaselle di Achille Pognisi che offre altri elementi sulle sue iniziative inglese», il quale provvide alla traduzione sotto il controllo di Tkalac.161 editoriali.152 Era questa l’opera che aveva sancito l’incontro con Cavalcaselle a Firenze La ricostruzione dei fatti di Tkalac è perfettamente coerente con quella di Pognisi che per avere Tkalac pubblicato la recensione della traduzione francese nel 1865.153 Il ben offre qualche elemento in più sulle scelte editoriali, nelle quali, ci lascia capire, i con- noto attivista politico croato di idee liberali, esule in Italia dal 1863 dove svolse l’attività sigli dell’amico croato erano tenuti in alto conto. Pognisi fa riferimento proprio alla fase di pubblicista e dopo un periodo trascorso a Torino, poté trovare anche in Roma, da poco successiva alla pubblicazione nel 1871 della History of Painting in North Italy presso capitale, un impiego stabile quale funzionario interprete e traduttore al Ministero degli Murray, in cui, pare di capire, emerge la necessità di provvedere all’edizione italiana Affari Esteri.154 Nel contempo continuò la sua attività di agente e consigliere del vescovo dell’intera New History, concepita come un autentico rifacimento: «Fu allora che il No- Josip Juraj Strossmayer, vescovo di Ðakovo - Srijem, nell’acquisto sul mercato italiano di stro, consigliatosi con un amico nel quale riponeva intera la sua fede, fermò il proposito, dipinti antichi per la sua famosa collezione, oggi esposta a Zagabria, avvalendosi a sua non di far tradurre dall’inglese l’opera già pubblicata a Londra, ma di rifarla in Italiano volta del parere di e di Cavalcaselle.155 Il legame di stima e amicizia come opera di getto, aggiungendo quel più e quel meglio che nei continuati suoi studi con quest’ultimo fu significativo. Quanto alla frequentazione eccolo vagliare la traduzio- aveva raccolto».162 Aggiunge poi dati di “cronaca” che collimano con la ricostruzione ne di Mugna, nel 1875 curare la riedizione del saggio di Cavalcaselle Sulla conservazione epistolare: «Trovò in Firenze l’editore cui piacque l’impresa, e da quel momento il Nostro dei monumenti per i tipi di Loescher, nell’ottobre 1879 affiancare Cavalcaselle nel suo non ebbe più tregua, tanto lo spronava il desiderio di portarla a compimento. Era la sua viaggio in Umbria e Marche.156 Nel profilo del conoscitore scomparso, in cui adotta un ta- rivincita». glio giornalistico, Tkalac si ritaglia un ruolo. Grazie a lui Crowe ammette pubblicamente Rivincita, riscatto rispetto all’opinione pubblica scettica sul reale peso del lavoro di il vero impegno di Cavalcaselle nella History of Painting, tendenziosamente messo in Cavalcaselle, sminuito rispetto a quello di Crowe. Ma facile a potersi convincere del discussione dal fatto che era edita solo in lingua inglese. Non essendo colto questo suo contrario, secondo Pognisi che, riferendosi all’edizione italiana e al primo volume del invito diretto, Taklac ne trae le conseguenze: «Perciò io insistetti presso il Cavalcaselle 1875, ribadisce: «A persuadere che invece essa è un lavoro nuovo e rifatto di pianta, non di pubblicare un’edizione italiana della sua opera per farsi conoscere anche in patria, solo per le molte aggiunte e correzioni, ma ancora per una maggiore esattezza del pen- ed affine di affermare anche esteriormente il suo diritto di autore, porre nel titolo della siero del suo autore, basta mettere in comparazione i due testi».163 È interessante poter edizione italiana il suo nome al primo posto».157 cogliere la distinzione fra l’aspetto dei contenuti e la posizione critica, cioè il «pensiero» La riluttanza mostrata da Cavalcaselle era messa alla prova dall’argomento persuasivo di Cavalcaselle che più conta. Essa risponde a un ribaltamento nel riconoscere i ruoli, di Tkalac circa il fatto «che questo era l’adempimento di un dovere verso la sua patria espresso anche nel riportare le modalità del diniego di Crowe a partecipare attivamente e verso sé medesimo». A quel punto rimaneva solo il problema di natura editoriale e all’edizione italiana, sembrerebbe «non senza dispetto», poiché «scrive nel dicembre contrattuale, superato dal fatto che Le Monnier fece sua tale soluzione, ponendo come del 1874 da Düsseldorf dove era console “che tenterà di leggere i fogli della traduzione «condizione del contratto la trasposizione dei nomi». italiana per vedere gli errori possibili”».164 A quella data il testo del primo volume non Alle rimostranze di Crowe, per il danno che ciò gli arrecava in Italia e Germania, sembra era più solo manoscritto, ma era ormai in via di composizione presso Le Monnier. rispondere Tkalac e non il Cavalcaselle con il suo «sentire troppo delicatamente». Gli Tra tecnicismi, cavilli filologici tra edizioni varie, dettagli contrattuali e aspetti di rodag- argomenti consistono nella reciprocità, anche Cavalcaselle era danneggiato in Italia, gio nei rapporti fra collaboratori, le prime lettere di Cavalcaselle a Mugna, tra il 1869 e specie nell’aspetto che ora più interessa: «l’edizione italiana dell’opera era un lavoro il 1870, definiscono altri due problemi operativi: il primo si pone sul piano editoriale, del tutto nuovo, preparato da lui solo senza qualsiasi partecipazione dell’amico». Tka- poiché riguarda l’opportunità di pubblicazione delle immagini dell’edizione tedesca a lac illumina di una luce analoga anche la vicenda dell’edizione italiana della Storia corredo della nuova italiana; il secondo concerne i contenuti, il procedimento della tra- dell’antica pittura fiamminga che Le Monnier dà alle stampe postuma, per sua cura nel duzione dal tedesco e gli interventi di aggiornamento e verifica dell’autore. 1899.158 Nella prefazione Tkalac scrive della sua iniziativa, intrapresa fin da quando, Riguardo le illustrazioni, nella lettera del primo settembre 1869, quando è in corso la presso Hirzel, apparve a Lipsia l’edizione tedesca, notoriamente “redazionata” con ri- trattativa con Barbèra, si era parlato dell’acquisizione dei clichés delle tredici tavole maneggiamenti e interpolazioni di Anton Springer, non segnalate.159 Si esprime in questi fuori testo dell’edizione tedesca per la somma di 375 franchi. Si tratta di un numero termini: «Amico di lunga data di Cavalcaselle e di Crowe, io insistevo che il libro fosse ben inferiore rispetto alla prima edizione inglese. Da subito Cavalcaselle obietta: «ma tradotto in italiano, e quantunque Crowe si trovasse d’accordo con me, Cavalcaselle non tali illustrazioni non sono assolutamente necessarie, meno qualche pianta geometrica». volle interrompere la continuazione dell’edizione italiana della Storia della pittura in Tra le tavole xilografiche al tratto di H. Werdmüller è compresa quella che viene scelta Italia. Infine nell’anno della sua morte egli cedette alle mie premure, a condizione che come antiporta: il Ritratto di Dante in immagine isolata rispetto al contesto dell’affresco io m’incaricassi dell’edizione italiana e che egli non avesse per nulla da occuparsene. attribuito a Giotto, ritrovato nella Cappella della Maddalena in Palazzo del Podestà a Infatti egli non volle leggere nemmeno una pagina delle bozze per non distrarsi da quel Firenze, cioè al Bargello. Questa estrapolazione del ritratto avviene potendolo apprez- lavoro».160 Seguono le informazioni sull’organizzazione del lavoro che illuminano la rete zare dopo il restauro, mentre esso è riprodotto di nuovo in un’altra tavola, questa vol- di collaboratori di Cavalcaselle nei suoi anni romani. Tra i quali s’individua Luigi Cinot- ta “ambientato” e nella situazione precedente l’integrazione pittorica (fig. 26), proprio 50­­­ ti, «un giovane che conosce bene le lingue inglese e tedesca confrontando sempre il testo come nell’edizione inglese. In tal caso si mostra il poeta con accanto due personaggi 51­­­ identificati allora in Corso Donati e Brunetto Latini. Si tratta di un caso significativo di riproduzione documentaria di un’opera d’arte prima e dopo il restauro, restituita in modo essenziale e senza alcun effetto chiaroscurale con la tecnica in uso della xilografia in legno di testa. L’interesse particolare riservato a tale soggetto ha notoriamente molte im- plicazioni negli anni attorno alle celebrazioni del centenario dantesco, non ultime quelle proprie di un mito etico e politico che rimane vivo nell’attualità. Il Ritratto si inquadra altresì nel dibattito filologico, ancora in corso nonostante il ritrovamento dell’affresco sotto scialbo risalga ancora al 1840, con intervento di restauro di Antonio Marini con- clusosi due anni dopo, per iniziativa di Giovanni Bezzi Aubrey e grazie al supporto di Seymour Kirkup, il primo indirizzato alla scoperta dalle fonti quattrocentesche.165 Un dibattito reso ancor più problematico sul piano storico-artistico dalla presenza nella cap- pella della data 1337, in contrasto con l’effigie del poeta ancora giovane, dunque prima dell’esilio, e l’attribuzione a Giotto, anziché a un allievo che potrebbe qui ricalcare l’idea del grande maestro. La presenza dell’immagine xilografica del Ritratto di Dante, con tutti i valori ideali che porta con sé, rimase dunque un punto fermo per Cavalcaselle. Non da ultimo, perché richiamava la sua autorevole partecipazione al dibattito a più voci, fin dalla scoperta, e in seguito con la sua lettera al ministro Cesare Correnti edita nel 1864, in cui egli assegna l’opera a Giotto tra il 1300-1302, ponendosi in posizione ancora po- lemica, questa volta con Gaetano Milanesi e Luigi Passerini.166 Pertanto, di tale dibattito egli offre il preciso ragguaglio bibliografico a Mugna che dovrà vagliarlo, compreso l’e- stratto del suo saggio del 1864, delegandolo a elaborare la sintesi: «poi scrivetemi cosa pensate in questa controversia quanto alla Cappella».167 Si trattava, infatti, non solo di una questione attributiva, ma di un problema di filologia dantesca. Mugna, sensibile a 26. Dante, Corso Donati und Brunetto Latini. Fresken Giotto’s im Bargello zu Florenz. (Zustand sua volta a tale tematica e non certo per ragioni contingenti, ricambia per il momento bei auf der Aufdeckung.), xilografia di H. Werdmüller, in Joseph Archer Crowe, Giovanni Battista 168 con l’invio del suo Dante in Germania nella ristampa edita proprio il 1869. Tornando Cavalcaselle, Geschichte der italienischen Malerei, Deutsche original-ausgabe besorgt von Dr. alle illustrazioni, a dispetto del fatto che Cavalcaselle ne avesse minimizzato l’utilità, si Max Jordan, vol. I, Leipzig, S. Hirzel, 1869, pp. 222-223 infra. adopera invece Le Monnier, da sempre convinto dell’opposto. Intraprende infatti un’a- zione, si direbbe tra pubblico e privato, della quale infine informa Cavalcaselle, come si apprende dalla sua lettera a Mugna del 13 febbraio 1869.169 Si tratta della proposta rivolta al ministro Correnti «di dare separatamente al volume le incisioni, domandando con dettagli dei dipinti delle catacombe, con la restituzione della composizione dei cicli al Ministro che esso con lettera si obbligasse di prendere 100 copie da distribuirsi alle musivi come quelli di Santa Prassede e di Santa Maria Maggiore in Roma, o delle grandi biblioteche». Al ché Cavalcaselle obietta una volta in più «che le incisioni in legno unite tavole del Due e Trecento toscano, da ultimo degli affreschi di Assisi e di Napoli. Sembra al testo avevano qualche importanza, ma questa diminuiva assai dandole separatamente, di là da venire per lui la considerazione sul valore comunicativo, e non precipuamente oltre di che sarebbero troppo piccole e troppo poche». Si ingenera un equivoco su chi artistico, della riproduzione grafica dell’opera a livello editoriale. Ciononostante egli avesse agito a tal fine presso Correnti: «Di più mi dispiaceva assai che si fosse creduto nel frattempo se ne avvale gradualmente come strumento di ricerca, in parallelo ai suoi 172 che io fossi andato ad importunare il Ministro in questo momento di economie. Conclusi disegni, fino a comprendere da ultimo anche il documento fotografico. L’iniziativa di che se il Ministro accetta l’offerta che vuole fare [Le Monnier] io non mi opporrò che si Le Monnier circa le illustrazioni, con la possibilità di pubblicarle a parte, è coerente con dia anco le incisioni, ma desiderava tenermi estraneo a questo affare». Ancora una volta il suo piano editoriale e commerciale, elaborato nel frattempo come lo si apprende dalla Cavalcaselle ribadisce che ad essere necessarie sono solo le piante geometriche oltre al lettera a Mugna del 15 settembre 1870:«Le Monnier desidera che il lavoro sia distribuito Ritratto di Dante, come era stato pattuito. Egli si riferisce, evidentemente, alle tavole con in modo da dividerlo per Scuole da vendersi anco separatamente». Di conseguenza Ca- la prospettiva della Basilica superiore di Assisi e della Cappella degli Scrovegni, dell’e- valcaselle comunica una prima soluzione per i sottotitoli dei singoli volumi, auspicando 173 dizione sia inglese che tedesca (figg. 27, 28).170 Dimostrando interesse a un’illustrazione che ciascuno possa avere gli indici, e chiede al riguardo un parere al traduttore. Va a carattere schematico, di mero supporto, e in nessun modo tesa a una funzione esplicati- aggiunto, tuttavia che, almeno in prossimità della pubblicazione del primo volume, egli va o didattica, tutta affidata alla descrizione iconografica, sempre più estesa, di premessa si interessa di nuovo alle illustrazioni, come risulta dalla corrispondenza con Felice 174 52­­­ alle considerazioni di stile.171 Cavalcaselle sembra non dare peso, quindi, alle tavole Le Monnier del 1875, conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. 53­­­ 27. Perspektive der Oberkirche S. Francesco zu Assisi, xilografia di H. Werdmüller, in Joseph 28. Perspektive der Scrovegni-Kapelle in S. Maria dell’Arena zu Padova, xilografia di H. Werd- Archer Crowe, Giovanni Battista Cavalcaselle, Geschichte der italienischen Malerei, Deutsche müller, in Joseph Archer Crowe, Giovanni Battista Cavalcaselle, Geschichte der italienischen original-ausgabe besorgt von Dr. Max Jordan, vol. I, Leipzig, S. Hirzel, 1869, pp. 176-177 infra. Malerei, Deutsche original-ausgabe besorgt von Dr. Max Jordan, vol. I, Leipzig, S. Hirzel, 1869, pp. 228-229 infra.

Nelle richieste rivolte a Le Monnier, come se ancora che ne fosse stato il bisogno, ritiene Vive i suoi non pochi problemi anche Crowe, allora a Lipsia, perché «ha fatto malamente imprescindibile il ritratto di Dante nelle due versioni, aggiungendo come anche la tavola i suoi calcoli ed ora si trova con un lavoro ingrato sulle spalle che non gli lascia pace ed relativa alla Cappella degli Scrovegni lo fosse, mentre l’accettazione delle altre si deduce inoltre ha (oltre le arti belle) gli affari del suo ufficio», come Cavalcaselle scrive il 5 lu- dal fatto che di alcune illustrazioni detti addirittura le didascalie. glio 1870.178 Egli «è occupatissimo a causa della guerra. La stamperia cammina a rilento Per quanto concerne la natura della collaborazione fra Cavalcaselle e Mugna, che sca- perché mancano gli operai, ma si spera che col novembre anco il V° vol(um)e inglese valca presto il puro lavoro di traduzione, occorre avere presenti i dati sugli impegni sarà stampato.», scrive ancora il 27 agosto 1870.179 In parallelo procede la prosecuzione editoriali affrontati da Cavalcaselle in contemporanea, tutti svolti ancora una volta con dell’edizione tedesca che richiede a sua volta modifiche e aggiunte. la consolidata collaborazione di Crowe. Sono aspetti oggettivi di cui tener conto prima Di certo il riconoscimento economico condiziona lo spirito con cui Cavalcaselle affronta ancora di raccogliere la portata che essi hanno nei rapporti fra Cavalcaselle e Mugna, questo sovraccarico di lavoro, che riguarda anche quanto da lui fatto in passato, come ri- anche sul piano umano, di cui le lettere offrono una testimonianza incomparabile per sulta dalla lettera del 21 marzo 1871: «Io e il mio amico Crowe si calcolava che, di parte ampiezza e continuità. mia, dovessi avere £. 75. sterline, mentre il rimanente lo aveva speso anticipatamente È Cavalcaselle stesso a spiegare la situazione che vive nel 1869, quando sta lavorando in viaggi. Il Murray nel rifare il mio conto dal 1857 in poi trova che io devo avere sole £ al V volume inglese che «pesa forte».175 Si tratta del secondo volume di quella che co- 25, lo che porterebbe una differenza di Lire italiane 6.0.0. Potete credere che voglia io nosciamo come A History of Painting in North Italy, edita in due volumi da Murray nel abbia di lavorare. Il pubblicatore domanda la vita di Tiziano e dei suoi scolari. La tradu- 1871.176 Nel rivolgersi a Mugna il 6 novembre 1870 informa che «Una lettera del mio zione italiana mi prende tanto tempo, ed inoltre ho il rimorso di recare a voi tanta fatica. amico Crowe mi avvisa che il Murray ha scritto che non vedendo la vita di Tiziano sul vo- Se mi tenete fermo spero che arriveremo alla fine. Se lascio il lavoro della traduzione è lume in corso di stampa, lo desidera ad ogni modo. Dovete conoscere che il volume V ed certo che in Italia io sono un uomo perduto».180 Questa è una lettera emblematica nel il volume VI prendono i nomi di I e di II delle scuole del nord. Per fare la vita di Tiziano dimostrare come l’impegno di scrittura ed editoriale, per come si apprende attraverso occorre un anno di lavoro e poi il tempo per stampare il libro. Vorrà Murray aspettare un una dimensione comunicativa intima come quella epistolare, abbia a trascinare sempre anno e mezzo, e tenere i due volumi il primo dei quali è stampato fino dal 1868, per avere con sé un coinvolgimento umano, che in alcuni momenti è per Cavalcaselle quasi pre- 54­­­ anco un volume col Tiziano per mettere il tutto in vendita?»177 ponderante. 55­­­ Prima di delineare gli aspetti salienti di questo risvolto è opportuno collocare lo sforzo di Mugna in questa situazione, che inizia nel 1869, mentre Cavalcaselle e Crowe affrontano la pittura dell’Italia settentrionale e vedono in dirittura d’arrivo la sua pubblicazione del 1871, e quando sono nel contempo sollecitati ad affrontare anche il profilo di Tiziano. Si svolge mentre, dall’altra parte, Max Jordan pubblica i volumi riguardanti la storia della pittura italiana che saranno completi solo nel 1874 e 1876 con il quinto e sesto dedicati alla traduzione della pittura norditaliana. Ebbene, questo programma di impegni che già attanagliano Cavalcaselle, coincide con quelli del funzionario statale operante tra Firen- ze e Roma. Cavalcaselle risiedeva dal 1867 a Firenze, dove era stato nominato ispettore generale del Museo nazionale del Bargello. Sono anni certamente intensi per la grande storia dell’Italia risorgimentale, con la presa di Roma, ricordata nella lettera del 20 set- tembre 1870: «Le truppe sono entrate a Roma», e il graduale avvio dell’organizzazione statale centralizzata, che coinvolgeva anche la tutela dei beni artistici, con l’intervento dell’allora ministro della Pubblica Istruzione Cesare Correnti, più volte nominato. La collaborazione con Mugna lo obbliga a concentrarsi di nuovo sui temi della pittura dei primi secoli, fino a quelli della fase trecentesca centroitaliana. Lo attesta il sorprendente manoscritto autografo della traduzione di Mugna, individuato in questa circostanza pres- so la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza con il numero 3280 (= Gonz. 24.4.24), che consente di toccare con mano i loro sforzi.181 Nel piatto anteriore si legge: «Traduzione della Storia della Pittura d’Italia del Crowe e Cavalcaselle» (fig. 29). Nel frontespizio si rivela significativamente l’intento obbediente a una “civiltà editoriale” alla quale Mugna appartiene come si è sopra richiamato per i suoi anni viennesi: la dimensione europea e l’orgoglio nazionale in cui si proietta anche questa sua ennesima pubblicazione (figg. 30, 31). Si chiarisce inoltre la gerarchia dei responsabili e a chi spetti la promozione del progetto: a Mugna e a Selvatico, quest’ultimo auspice della nuova impresa dell’amico di lunga data. Di nuovo nel frontespizio: «Storia della Pittura d’Italia di J.A. Crowe e G.B. Cavalcaselle fatta italiana da Pietro Mugna./ Sotto il nome e l’auspicio del Marchese Pietro Estense Selvatico/ Delle Arti Belle giudice e critico intelligentissimo/ Questa storia/ Della pittura italiana/ Ammirata dalla Inghilterra editrice/ Plaudita dalla dotta Germania/ Che sua la fece/ In pubblico segno/ Di vecchia stima ed amicizia/ Vuole pubblicata in italiano/ Pietro Mugna». Formato da tre fascicoli, il manoscritto della Ber- toliana presenta il seguente contenuto: fascicolo. 1. Dell’arte cristiana primitiva sino alla fine del secolo sesto (capitolo I); L’arte italiana dal secolo sette (7) sino al secolo decimo- sesto (capitolo II); I Cosmati e Pietro Cavallini (capitolo III).182 Sono capitoli che, seppur non in modo consecutivo, trovano tutti corrispondenza nel primo volume dell’edizione tedesca del 1869 e nel primo dell’edizione italiana che vedrà la luce solo nel 1875 con il sottotitolo che ne esplicita l’arco temporale: «Dai primi tempi cristiani fino alla morte di Giotto».183 Il fascicolo successivo contiene ancora il Capitolo secondo che va dal secolo settimo sino al decimo terzo, e il Capitolo terzo. De’ Cosmati e di Pietro Cavallini, ossia il riordino del testo precedente, impaginato a metà colonna in modo da consentire a Ca-

29. Pietro Mugna, Crowe e Cavalcaselle. Storia della Pittura d’Italia. Traduzione d’una parte fat- ta dall’Ab. Pietro Mugna. Piatto anteriore con segnatura e titolo; Frontespizio autografo. Vicenza, 56­­­ Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3280 (= Gonz. 24.4.24). 57­­­ valcaselle di apportare le sue osservazioni e aggiunte, le cancellature tutte a matita.184 Il fascicolo terzo, infine, contempla i seguenti profili: Andrea di Pontedera e gli scultori del secolo XIV (capitolo XII); Taddeo Gaddi (capitolo XIII); Buffalmacco e il Camposanto di Pisa (capitolo XV).185 Il contenuto di quest’ultimo fascicolo è destinato a essere pub- blicato nella versione italiana solo con il volume secondo edito da Le Monnier nel 1883 («L’arte dopo la morte di Giotto»), a un anno dalla scomparsa di Mugna. Da questo indice emerge immediatamente come nel manoscritto non siano contenuti tutti gli argomenti affrontati da Cavalcaselle e Mugna per la nuova edizione italiana, sui quali si trovano indicazioni nelle comunicazioni epistolari, ad esempio riguardo i mosaici del- la Basilica di San Marco a Venezia e soprattutto il tanto oneroso profilo di Giotto. Le vicende dell’edizione italiana della Storia della pittura in Italia, che ha nel mano- scritto vicentino il suo embrione, porta a un uso “manipolato” di questa traduzione par- ziale. Le lettere di Cavalcaselle a Mugna esprimono chiaramente questo procedimento senza che se ne possano ricostruire tutti i passaggi culminanti con l’edizione, nei quali Mugna per altro non è sempre partecipe. Risulta chiaro, invece, come egli sia sottoposto a continui sforzi e mutamenti di programma e contenuti, e trapela altresì come la sua tra- duzione venga sottoposta al vaglio di altri. Nulla di tutto questo lavoro, compresa la parte sommersa dei redattori finali dell’opera nella sua interezza, anche quella non compresa nel manoscritto di Mugna conservato alla Bertoliana, è meritevole di menzione da parte di Cavalcaselle. Invano si cerca il nome di Mugna a leggere la sua prefazione al primo volume del 1875, e non ci si ripromette certo di trovare quello di Selvatico. Eppure i rapporti si man- tengono con entrambi all’insegna dell’amicizia negli anni a venire, come testimoniano continuamente le lettere a Mugna, fino al 1878. Nel post scriptum alla prefazione al

30, 31. Pietro Mugna, Crowe e Cavalcaselle. Storia della Pittura d’Italia. Traduzione d’una parte fatta dall’Ab. Pietro Mugna. Occhiello e frontespizio autografi. Vicenza, Biblioteca civica Berto- liana, ms. 3280 (= Gonz. 24.4.24). 58­­­ 59­­­ primo volume della New History del 1864, la cui traduzione reca la data 1874 in Roma, Cavalcaselle accenna ai miglioramenti apportati al lavoro, come è doveroso a distanza di dieci anni dalla sua prima edizione.186 Giustifica l’estensione delle descrizioni delle opere, pur consapevole di come fossero diventate «più faticose» con il loro rifacimento che, difatti, inizialmente aveva preoccupato Crowe: «Il mio amico mi ha scritto che è spaventato di sentire da me che bisogna rifare le descrizioni; io gli ho risposto che era indispensabile». 187 Si trattò, dunque, di una scelta deliberata perché «mette chi legge in stato di valutare da sé l’opera, e lo svolgimento progressivo dell’arte nostra». Nel quadro di un metodo che, in generale, ha l’intendimento di «Esporre i fatti, e mettere il lettore in grado di accertarli da sé, e renderlo, per così dire, giudice della questione». Nessun’altra considerazione riguarda l’aspetto propriamente editoriale, la cui veste, a dispetto delle posizioni iniziali dei protagonisti, presenta un numero più cospicuo di immagini al tratto di Werdmüller, ben oltre le tredici dell’edizione tedesca, tra le quali non potevano man- care le due con il ritratto di Dante, tuttavia in un esito di stampa con certo migliorativo rispetto alla precedente edizione.188 Il valore della testimonianza offerta dalla traduzione parziale di Mugna restituitaci dal manoscritto autografo della Bertoliana 3280 è quello di attestare la prassi operativa di Cavalcaselle nel rieditare i suoi testi nelle diverse lingue, apportando nell’occasione ag- giunte, modifiche e, ove necessario, aggiornamenti nei contenuti. Un procedimento che si ricostruisce passo a passo attraverso le sue lettere al traduttore. Si tratta di accertare, da dietro le quinte, la fatica del lavoro di riedizione, al quale egli fa richiamo nella citata prefazione all’edizione italiana, laddove ritiene che il lettore, che sceglie un libro «che non venne scritto a fine di lettura piacevole», postosi di fronte all’impegno richiesto dalla parte descrittiva: «dovrà quindi risentire in parte quella fatica che noi [autori] abbiamo sostenuta nella ricerca e nello studio delle opere d’arte per preparare il materiale neces- sario».189 In verità, a considerare il manoscritto autografo 3280, quella fatica fu condivisa da Mu- gna, anche se solo per un tratto di strada e in più senza vederne la fine, condividendo così la soddisfazione di un lavoro portato a conclusione assieme all’autore. Una fatica che emerge in modo palese dalle carte della sua traduzione, dalla scrittura fittissima, dalle note che cercano spazio in margini asfissianti, dal rovello delle cancellature e correzioni, specie riguardo il primo fascicolo (figg. 32, 33). Si manifestano un impegno e una concentrazione mentale in modo del tutto analogo a quello del manoscritto marciano degli anni viennesi di Mugna che documenta le sue traduzioni, questa volta in tedesco dei saggi di Selvatico destinati agli «Österreichische Blätter».190 Nel fascicolo successi- vo, in cui il testo è ricomposto secondo la volontà di Cavalcaselle per potervi apporre le sue note, tutto assume ordine (figg. 34, 35, 36, 37). Ma sembra provvisorio. Molte sono le cancellature a matita di Cavalcaselle, rarissime le sue osservazioni e aggiunte, con l’impressione che siano estemporanee. Si potrebbe azzardare che in quel frangente più che lavorare in prima persona, sia in grado di distribuire gli incarichi di accertamento

32, 33 (nelle pagine seguenti) Pietro Mugna, Traduzione della Storia della Pittura d’Italia del Crowe e Cavalcaselle fatta italiana da Pietro Mugna. Testo e note del traduttore. Vicenza, Biblio- 60­­­ teca civica Bertoliana, ms. 3280 (= Gonz. 24.4.24), ff. 86r, 87r. 61­­­ 62­­­ 63­­­ e le modifiche sulle quali riesce di fatto solo a vigilare, talvolta delegando addirittura il valcaselle, che sembra rendersene conto. In alcune lettere definisce il lavoro assegnato controllo sui suoi disegni. all’abate come una «croce» o un «martirio» e lo esorta a pazientare, nella speranza che Le lettere di Cavalcaselle a Mugna, assieme al manoscritto della Bertoliana 3280, costi- per gli altri volumi la situazione possa migliorare.196 tuiscono, pertanto, in un’abbinata inedita, un caso classico di filologia d’autore: Cavalca- Una probabile spiegazione a tali atteggiamenti, talvolta contraddittori, deve probabil- selle rivede sé stesso, ma in una dinamica affatto particolare per il ruolo che fa assumere mente risiedere nello stato di apprensione vissuto da Cavalcaselle, preoccupato del giu- via via ai traduttori-redattori, a Mugna come a Crowe, che pure ebbe il ruolo di coautore, dizio del pubblico italiano, il cui eventuale parere negativo avrebbe assunto per lui il altre volte a collaboratori e recensori solo saltuari, scelti solo per un parere, un riscontro, significato di una sconfitta personale. Lo spauracchio di fare «fiasco» in Italia, per scon- o un sondaggio di qualità. giurare il quale Mugna è chiamato in causa in prima persona, incombe come una spada Una dinamica che si instaura in un clima di attesa per l’opera e che a Firenze si percepi- di Damocle nella lettera 4 luglio 1871 e del 3 ottobre successivo: «Mi dispiacerebbe un sce ancora prima che si giunga alla definizione degli accordi editoriali. Se ne ha l’avviso fiasco in italiano, ma grazie vostre credo che ciò non verrà».197 Del resto la stima del Ca- dall’esito di una visita a Cavalcaselle di Gaetano Milanesi, di cui parla nella lettera del valcaselle nei confronti del Mugna sembra trovare conferma nella sua volontà che l’abate 13 febbraio 1870: «Sappiate che ho avuto una visita dal Milanesi (resta però la cosa tra incontri e collabori con il suo collega e amico inglese. noi) il quale mi disse che era contento che si facesse la pubblicazione, soggiungendo Le lodi e la riconoscenza a Mugna vanno di pari passo con il giudizio comparativo sulla che, se non era temerità la sua, si offriva per vedere le prove di stampa. Io non poteva qualità delle edizioni precedenti. Addirittura critico nei confronti di quella inglese, in che ringraziarlo accettando. Più occhi vi saranno sopra meglio sarà».191 Forse, oltre la cui si intende la responsabilità di Crowe, senza possibilità di appello per quella tedesca disponibilità accolta ma fatta apparire come remota, la notizia contiene un sottinteso di Max Jordan con il quale, comunque sia, l’impresa editoriale prosegue. Rilevante a messaggio a Mugna circa il fatto che le alternative erano pur sempre possibili, mentre tal proposito è il contenuto della lettera data a Firenze il 12 settembre 1870: «Sento il non si erano ancora formalizzati i suoi accordi con Le Monnier. rimorso di avervi tratto in un fatticoso lavoro come viene ad essere la traduzione. Non Cavalcaselle in più occasioni chiede pareri a Crowe a Lipsia, che invia le sue osservazio- credevo che vi fosse tanto a fare per le inesattezze incorse, alcune delle quali le trovo ni e i materiali che detiene, come si apprende ad esempio dalla lettera del 15 settembre nell’originale inglese, molte poi nella traduzione tedesca, oltre di che qualche variazione 1870: «Il buon Crowe mi ha mandato le correzioni ed aggiunte per il primo v(olum)e. Io ed aggiunta ho da fare io pure. Voi mio caro amico ne siete la vittima. Dopo aver ben vi mando quelle per i quattro primi fascicoli, o capitoli, che avrete con voi. Spedirò le pensato (e perfino se sia meglio rompere il contratto col Le Monnier e deporre, almeno altre assieme al rimanente del m(anoscritt)o che ho qui presso di me. Fatte le correzioni per ora, l’idea della traduzione) credo dovermi tenere al partito di rimandarvi pezzo per per il primo fascicolo, o capitolo, prese dai volumi tedeschi, e da ciò che il Crowe manda, pezzo del vostro m(manoscritt)o con entro dei miei fogli con le osservazioni tra mezzo, speditemelo, perché io possa vedere se vi è nulla da dire da parte mia, essendomi accorto indicando le pagine col lapis».198 che nel testo originale si trovano da correggere qua e là qualche descrizione, od altro che La lettera continua con altre indicazioni sul modo più consono a procedere. Come il su- sia, cosa che faccio rivedendo i miei disegni. Per cui la mancanza non è da parte vostra, peramento del testo tedesco:«Voi non avrete che dal vostro m(anoscritt)o e dal mio brutto ma di noi».192 scritto rifare ciò che crederete, per cui spero che non sarà tanto penoso quanto potrebbe In questa dinamica, i risultati ottenuti da Mugna sono sottoposti alla lettura di altri, essere se foste lento con la traduzione, ma ad ogni modo, è un forte lavoro che avete a come si legge nella lettera del 20 settembre 1870: «Ho letto il fascicolo che vi ritorno fare, e non è che voi solo che possa farlo. Vi prego non dire parola con nessuno per non perché aggiungete le note fatte dal Crowe. Mi pare che tutto vada bene, anzi un tedesco screditare la traduzione tedesca la quale però contiene sotto qualche aspetto storico qual- che guardò qua e là questo vostro fascicolo mi disse che è molto meglio scritto e più che cambiamento utile che il mio amico Crowe ha fatto».199 chiaro dello stesso originale tedesco».193 Si direbbe che Mugna, anche in seguito, sia A fine dicembre del 1870 Cavalcaselle deve ammettere «Quanto poi al mio cattivo scri- posto permanentemente di fronte a una commissione d’esame, come nel novembre 1871: vere, alle ripetizioni et cetera, voi saprete ciò dovrete fare. Mettetevi lettore imparziale, «Qui a Roma trovasi il professore [Giacomo] Lignana il quale conosce bene il tedesco e mandando al diavolo la traduzione di Jordan (solo vi raccomando le note da me non co- l’inglese, ed è pure conoscente del Crowe; oltre al Lignana trovasi anche il Sign. Talkak piate) e fate voi. Qual disgrazia per me se fosse stato pubblicato in italiano a quel modo. altro bravo signore ed amico mio e del Lignana. Ci siamo riuniti assieme, ho letto la vo- Fu una fatalità che io a cagione del mio materiale per l’inglese non abbia prima potuto stra buona lettera ed eccovi il risultato. Quello che avete fatto va bene, e crediamo che occuparmene. Ringrazio la provvidenza della bontà che voi avete per me». 200 In aggiunta così sarà anco colla vita di Giotto. Giotto è un pittore di tale importanza che va trattato a configura, inoltre, un’alternativa di metodo che, di per sé ridimensionerebbe il ruolo di lungo, certo che così non sarà mai degli altri pittori di minor importanza».194 Fin da subito, gli aspetti personali e la gratitudine di Cavalcaselle verso Mugna trovano espressione in ogni lettera, con un certo assillo. Per tutte valga quella espressa nella Nelle pagine seguenti, 34, 35, 36, 37. Pietro Mugna, Traduzione della Storia della Pittura d’I- lettera del 22 ottobre 1869: «Se la traduzione, come spero, si farà dovrò tutto a voi e ve talia del Crowe e Cavalcaselle fatta italiana da Pietro Mugna. Testo e note del traduttore con 195 ne sarò obbligato per tutta la vita». annotazioni di Giovanni Battista Cavalcaselle. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3280 64­­­ Nella corrispondenza, Mugna diventa spesso destinatario degli sfoghi personali del Ca- (= Gonz. 24.4.24), ff. 86r, 87r. 65­­­ 66­­­ 67­­­ 68­­­ 69­­­ Mugna traduttore, proprio mentre egli sta affrontando le maggiori difficoltà: «Io faccio novembre 1870, Cavalcaselle completa in calce la bibliografia necessaria già messa a più fatica ora a confrontare il tutto coll’inglese, con i miei disegni, di quella che se da disposizione al paziente traduttore.209 E nella lettera successiva chiede ancora se avesse prima avessi avuto il tempo di tradurre dall’inglese, correggerlo, e mandare il mio m(ano) a disposizione tali materiali.210 s(critt)o italiano perché voi le daste la forma ed aggiungeste il poco nulla di nuovo che vi In questo coinvolgimento che, come osservato, ricalca il metodo instauratosi per lungo è nel tedesco. Tutto ciò rimanga tra noi. Non potete credere con quanta ansietà aspetti tempo tra Cavalcaselle e Crowe, l’utilizzo dei disegni e taccuini del conoscitore rimane una vostra risposta per le cose che vi domando».201 fondamentale, come pure il ricorso alle «vecchie note» manoscritte.211 Si trattava per La libertà del traduttore nell’intervenire sui testi, richiesta anzi sollecitata da Cavalca- Cavalcaselle di risalire alla fonte delle sue posizioni critiche, a una sua primitiva si- selle in un rapporto di piena fiducia, assume gradualmente un risvolto di ancor maggiore curezza interpretativa, proprio perché egli le vede offuscate nelle traduzioni della sua responsabilità per Mugna. Che riguarda non solo l’aspetto formale, bensì anche l’elabo- opera. Nella lettera del 12 settembre 1870, quindi fin dagli inizi del loro percorso, Ca- razione dei contenuti e talvolta il controllo delle fonti, persino quelle figurative. valcaselle delinea il procedimento a Mugna: «Voi giudicarete di ciò che io scrivo, cosa Nella lettera del 12 settembre 1870 Cavalcaselle esprime la necessità di chiarimen- va preso (dandole la dovuta forma) oppure se non occorre il farlo. Molto certo troverete ti riguardo un mosaico della Basilica di San Marco a Venezia: «Il mosaico non credo che vi sarà da rivenirvi sopra. Di più vi mando assieme i miei disegni, malfatti, perché sia quello che voi m’indicate. Voi forse mi scrivete della lunetta sopra la loggia della spero che possano servirvi. A prima vista vi recherà confusione, ma con pazienza spero facciata a S. Marco in Venezia, ma io vi domando invece di quella sotto, sopra la porta che vi trovarete e potranno servirvi». Nell’occasione di questo lavoro Cavalcaselle aveva d’ingresso, la prima dal lato dell’orologio. Mi pare anzi che in quella che io domando si fatto arrivare i disegni utili conservati da Crowe, punto di partenza per correggere gli veda in mosaico la facciata antica di detta chiesa; con questa indicazione potrete d’armi errori nelle descrizioni che si assommano nelle edizioni inglese e tedesca: «Voi ve ne (sic) il soggetto».202 Appone pertanto a margine lo schema della porta che interessa.203 siete diggià avveduto colle cose di Padova ed io me ne avvedo ora che prendo in mano la Il 22 novembre successivo Cavalcaselle chiede ancora: «Procurate da Venezia sapere traduzione vostra e la confronto coi miei brutti disegni che mi feci venire da Lipsia; mi fa quale è il soggetto del primo mosaico sopra la porta esterna della chiesa di San Marco meraviglia come ciò sia accaduto al mio buon Crowe, e più ancora come nella traduzione dal lato dell’orologio».204 A comprendere la disponibilità di Mugna alle verifiche dirette tedesca si trovano ancora, ma ciò deve essere avvenuto per non avere avuto esso il tempo è testimone la lettera del 4 dicembre 1870, conservata nella sua corrispondenza, con la di occuparsene. Quei difetti poi li trovo peggiorati dalla cattiva traduzione del Jordan, e quale il giovane Ettore Sorger, allora studente di Giurisprudenza a Padova, risponde ai voi mio buon amico ne siete la vittima».212 suoi quesiti sui soggetti dei mosaici marciani.205 Più avanti, nella lettera del 5 aprile 1871 l’istruzione riguarda gli appunti utili per l’a- Sul carattere della collaborazione può risultare rivelatrice, per più aspetti, la lettera a spetto descrittivo, da ampliare in autonomia con il ricorso a fonti bibliografiche, e im- Mugna dell’autunno 1870 che assume esattamente i toni usati altre volte per il coautore mancabilmente da rispettare nel giudizio stilistico: «Trovarete nel m(ano)s(critt)o note Crowe, come si apprende ad attingere alle carte della Marciana, e nel leggere le minute vecchie di cui in parte si servì il Crowe, abbiate la pazienza di leggerle per vedere se a lui dirette per l’elaborazione, per lo più di sintesi, e la traduzione.206 A Mugna così si qualche cosa di più si può prendere. Ho cercato di citare i voli del Cangiani nei mosaici rivolge: «Aspetto con impazienza che siate giunto col m(ano)s(critt)o ad Assisi per co- per maggior comodo. Voi saprete servirvi del Cangiani per le descrizioni, ma per certe noscere se trovate giuste le cose da me suggerite; se i miei disegni vi servono, se il mio cose tenetevi a quanto io ho scritto, e questo poi sempre quanto al criterio artistico».213 scritto è intellegibile, e se credete di unire le descrizioni dei soggetti, la conservazione L’intervento sulle descrizioni e la loro estensione è, dunque, un problema ricorrente e del dipinto, colle osservazioni critiche. Voi ora siete il giudice più competente».207 che richiede una giustificazione in premessa all’edizione italiana, come si è sopra ri- Con la stessa lettera perviene altro materiale e un altro incarico impegnativo, dal quale ferito. Ne deriva la necessità di un intervento di Mugna poiché, ammette Cavalcaselle si evince come la ricerca sul ritratto di Dante sia ancora un rovello affatto speciale per nella lettera del 4 luglio 1871: «Voi che conoscete il mio cattivo modo di scrivere, il mio Cavalcaselle, per cui cerca appoggi nel suo traduttore, fornendogli la “mappa” per rifa- ripetermi continuo spero che potrete semplificare e ristringere il tutto, e rileggendo il re ancora una volta il percorso di accertamento: «Vi spedisco dei lucidi tratti dai miei fatto all’occorrenza toglier via ciò che credete opportuno. Così farete colle descrizioni disegni perché verifichiate se il ritratto di Giotto? dipinto nel fresco del Giudizio finale dei quadri restringendole ove credete».214 Mugna sembra investito della responsabilità alla Cappella degli Scrovegni in Padova è quello da me indicato, il qual ritratto somiglia di arginare quel nuovo assetto che Cavalcaselle va a imprimere all’edizione italiana della all’altro indicato Giotto? nel foglio più grande, che si vede di tre punti, il quale trovasi New History of Painting, fino a incrinare l’equilibrio e lo stile del testo inglese dovuto a dipinto nella Cap(pell)a del Podestà in Firenze. Vi spedisco un terzo di profilo ma di Crowe, caratterizzato da una sintesi efficace che normalizza la creatività linguistica di differente carattere. Il busto in marmo di Giotto nel Duomo di Firenze, benché sia lavoro Cavalcaselle, ma per renderla pienamente comunicativa. Partendo egli dalla versione della fine del 1400, pure nella sagoma ricorda il ritratto da me indicato e nel Palazzo tedesca, si devono forse addebitare proprio a Mugna quelle «piatte e verbose descrizioni del Podestà, e quello da me indicato pure nella Cap(pell)a degli Scrovegni in Padova. di carattere prettamente iconografico» segnalate da Donata Levi come caratterizzanti Che età mostra quello nella Cap(pell)a degli Scrovegni? Verificate la cosa e scrivetemi; l’edizione italiana.215 Osserva la studioso a proposito di questa fatica di Cavalcaselle che i lucidi poi me li rimanderete assieme al m(ano)sc(ritt)o che state accomodando, così cresce sulle traduzioni: «Paradossalmente proprio il campione della descrizione analiti- 70­­­ si risparmia la spesa della posta venendo come manoscritto».208 Con la lettera del 6 ca, puntuale, materica di procedimenti e forme, di tecniche e cifre stilistiche, colui che 71­­­ si era cimentato faticosamente, ma caparbiamente, nella stesura, seppur privata, di una storia visiva fatta essenzialmente di descrizioni, finì per censurare un dettato ricco di innovative suggestioni».216 Il primo volume, nonostante questo sforzo di riduzione affidato a Mugna, pur aumentato di formato, assume dimensioni maggiori del previsto.217 I tempi dell’edizione comincia- no a ridursi nel luglio 1871: «È poi certo che i capitoli che mi manderete, che sono il 2° e gli altri, non li rivedrete più che nelle prove di stampa, così sarà degli altri fino al cap. 8° al quale ora sto lavorando. Abbiate pazienza e non abbandonatemi. Tutto il mio avvenire dipende da questo libro, ed a voi dovrò tutto».218 Le scelte grafiche del primo volume sono definite nel mese di ottobre da Le Monnier e da Alessandro Bazzani, che entra per la prima volta in scena, come pure risulta definitivo l’inserimento delle discus- se illustrazioni dell’edizione tedesca.219 Nell’aprile 1872 il volume risulta in stampa e Cavalcaselle comunica che a Roma ha trovato un buon correttore che è toscano, tuttavia il volume esce solo nel 1875 (fig. 38 ).220 Nella stessa occasione chiede notizie su come procede la vita di Giotto alla quale tanto tiene e trae subito le conclusioni, probabilmente a causa delle notizie sullo stato di salute di Mugna che gli erano nel frattempo giunte: «Come va la vita di Giotto? Se la vostra salute non ve lo permettesse, benché mi dolga, pure vi pregarei di mandarmi il vostro m(ano)s(critt)o e così unitamente il mio, con di più i disegni che vi ho spediti unitamente, ricordandovi di affrancare anc’assicurare il tutto dirigendolo fermo in posta a Roma. Penserei a fenirlo con qualche persona qui a Roma. Preme che io dia ordine anco alla vita di Giotto, perché prevedo che più tardi non potrò farla. Quante noie, mio buon amico, che io vi ho date con quel benedetto libro e quanto ve ne debbo essere riconoscente. Fatemi avere le vostre notizie, e delle buone come io desidero»221. All’avvio del 1873, in una lettera senza data di poco successiva, Cavalcaselle con l’au- gurio per l’anno nuovo comunica che «Il m(ano)s(critt)o fu riveduto da me e poi da altri 38. Giovanni Battista Cavalcaselle, Joseph Archer Crowe, Storia della pittura in Italia dal secolo per quella parte che riguarda le aggiunte. Questo volume è stato un vero malano per voi 2. al secolo 16. I. Dai primi cristiani fino alla morte di Giotto, Firenze, Succ. Le Monnier 1875. come per me lo che mi duole grandemente. Faccia Dio che possa andar bene. Come va Piatto di copertina. la vostra salute? Spero di sentire che siete contento».222 Dopo questa comunicazione, l’ennesima sommatoria di aspetti lavorativi e personali, le lettere di Cavalcaselle a Mugna subiscono un’interruzione. Alla ripresa tre anni dopo, «buona moglie», espressione che ben esprime il ruolo della donna borghese nell’Italia con la stringata lettera del 15 aprile 1876, in risposta a quella di Mugna del 29 marzo, dell’Ottocento, nel favorire, anche da dietro le quinte, la riuscita dell’impresa editoriale il tono rimane confidenziale, vi è un formulare scambio di informazioni sulla salute, ma del momento, assicurandosi della stabilità dei rapporti fra autore e traduttore. Più volte vige un’asciuttezza forse sospetta specie se paragonata al coinvolgimento abituale. Le Cavalcaselle scrive a Mugna di come la moglie, consapevole dell’onere che gli impone, ultime, poi, sono caratterizzate da una lode piena per il lavoro di traduzione. lo scongiuri a sopportare con pazienza la fatica e a non abbandonare il marito. Solitamente, Pietro Mugna veniva sfruttato da Cavalcaselle anche come intermediario Nella lettera del 15 aprile 1876, rispetto al passato e a queste consuetudini, raggelano nei rapporti personali e familiari. Per esempio lo incarica di portare i sui saluti a cono- la comunicazione altre notizie che contengono una lamentela, per cui anche un’ultima scenti comuni dell’entourage culturale patavino: il marchese Selvatico, Antonio Tolomei, richiesta può apparire pretenziosa: «Purtroppo il volume italiano è fatticoso a leggersi, giornalista, poeta, letterato e uomo politico, e la famiglia dell’ingegnere civile Marconati. con tutto ciò da Firenze me ne scrivono bene e la «Nazione» ne ha già parlato. Gli editori Addirittura, in qualche occasione, lo stesso Mugna deve mantenere i contatti del Caval- mi domandano che si principi presto la stampa del secondo volume. Rileggendo il libro caselle con il fratello e il nipote Pietro, spia, forse, di una certa freddezza nei rapporti, trovarete molte varianti se lo confrontate coll’edizione tedesca. In avvenire cercherò di che, in qualche modo l’abate era chiamato a garantire anche minimamente.223 La dimen- rendere i volumi meno pesante (sic) di lettura, ma temo che non si riescirà. Vi prego di sione più umana di Cavalcaselle emergeva però con maggiore nitidezza nei continui rife- notare per me gli errori perché me ne possa servire». Si comprende come Mugna sia rimenti alla moglie Angela Rovea, chiamata sempre ad unirsi a lui nei saluti al Mugna. posto di fronte al fatto compiuto circa le modifiche apportate che egli può scoprire or- 72­­­ Dove le vuote frasi di circostanza non trovano posto. Trapela in filigrana il ruolo della mai a stampa avvenuta. Sono modifiche rispetto al testo tedesco, ma va da sé – è lecito 73­­­ pensare - rispetto anche alla sua traduzione, benché fosse solo parziale. Nessun cenno stere: «anzi fate di tutto perché accetti, e, nel caso di bisogno, pregate anco il M(arches) circa l’artefice, ovvero chi sia stato chiamato a completare il lavoro di Mugna per giun- e Selvatico d’indurlo».234 Bertolli gode, dunque, del favore indiscusso di Cavalcaselle, gere all’edizione del primo volume. Dalle lettere di Cavalcaselle a Le Monnier del 1875, e pertanto lo sostiene riservatamente per l’approvazione e riconoscimento ufficiale della conservate alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, emerge comunque il ruolo di bontà dei suoi lavori (Scuola del Santo, Oratorio di San Giorgio, dipinti della Pinacoteca Desiderio Chilovi. Studioso trentino di commercio librario e biblioteconomia, nel 1861 Comunale), da parte della Commissione di Conservazione dei monumenti e scavi di an- fu chiamato da Atto Vannucci come scrittore alla Biblioteca Magliabechiana di Firenze, tichità della Provincia di Padova, agendo sul professor Ferrari dell’Università che ne era con l’incarico di revisionare il catalogo a stampa.224 un componente.235 A monte del lavorìo diplomatico di Cavalcaselle bisogna considerare Nella lettera del 3 gennaio Cavalcaselle comunica a Le Monnier il rispetto dei termini la situazione creatasi a Padova in seguito alla clamorosa sostituzione di Guglielmo Botti contrattuali, come risulta dal controllo effettuato con Chilovi: «abbiamo riscontrato l’e- a causa del restauro degli affreschi dell’Oratorio di San Giorgio, nel quale subentra pro- dizione tedesca con quella italiana ed abbiamo verificato che le due edizioni si possono prio il suo allievo Bertolli. Nonostante tutta l’autorevolezza qui maturata negli anni dal considerare eguali». Non è immediato dedurre se vi fosse stato un intervento sui testi restauratore pisano, testimoniata anche dalla considerazione che traspare dalle menzioni da parte sua, in ogni caso dalla lettera del 31 dicembre 1875 rapporti di collaborazione nelle lettere a Mugna.236 Si crea, pertanto, un momento di crisi, oltre che un incidente di risultano in corso.225 percorso, che segna un passaggio riguardo i metodi e alla loro messa a punto, sui quali si Nessun elemento emerge sulle circostanze dell’abbandono dell’impresa di traduzione erano da sempre impegnati Selvatico e Cavalcaselle.237 Il primo in qualità di componente da parte di Pietro Mugna, oltre il cenno al sopraggiungere dell’ennesima manifestazione la Commissione conservatrice di Padova che aveva emanato le sue direttive in proposito della sua malattia. dal 1868, il secondo fin dal celebre saggio del 1863 e ora ancor di più nell’applicazione Quanto alle «stecche fra le ruote» di cui parla Selvatico fin dal 1871, non si ricavano concreta di cui è responsabile nella sua veste ufficiale di Primo Conservatore.238 specifiche, e solo Morsolin nel ricostruire il percorso di Mugna, che ben conosceva per Quanto ai libri, che pure obbligarono Cavalcaselle e Mugna in una faticosissima col- essergli amico, parla laconicamente di non meglio specificati «forti disaccordi con l’au- laborazione, i cenni si diradano. Si dà notizia del completamento della Geschichte der tore» e non fa cenno in questa circostanza alla sua malattia risvegliatasi.226 italienischen Malerei con il sesto volume del 1876, e in successione dei due volumi della Le lettere, fattesi di nuovo frequenti nel corso del 1876, presentano tutt’altro argomento monografia su Tiziano, in inglese, tedesco, ultima quella in italiano.239 rispetto a quello editoriale del passato recente. Si tratta di richieste di Cavalcaselle, in Laconica invece, e anche frettolosa, risulta la sola menzione del lavoro inizialmente con- qualità di funzionario ministeriale, impegnato nell’assegnazione dei lavori di restauro e diviso contenuta nella lettera del 14 luglio 1876: «In questo tempo attendo anche alla nel definire e vigilare sul metodo da applicarsi, con particolare riguardo per la pittura ad traduzione del secondo volume per continuare la pubblicazione già incominciata col vol. affresco.227 Cavalcaselle infatti a Roma era stato chiamato nel 1875 a ricoprire, fino al I della Storia et cetera».240 Con chi fosse impegnato, vige il silenzio. 1893, l’incarico di Primo Ispettore presso la nuova Direzione Centrale degli Scavi e dei Infine, nell’ultima lettera di Cavalcaselle a Mugna, data in Roma lì 24 dicembre 1878, Musei del Regno.228 si allude solo ad aspetti trattati nel recente scambio di informazioni: «Ho ricevuto le Anche in queste ultime lettere Cavalcaselle, nella sua veste di funzionario, non manca vostre notizie e godo della vostra buona salute».241 A una apertura formulare, fa seguito di blandire nuovamente l’interlocutore: questa volta il favore gli è richiesto «conoscendo un’esternazione improvvisa di Cavalcaselle che altrimenti non si comprenderebbe senza quanto vi stanno a cuore i vostri monumenti», da intendersi quelli di Padova dove Mugna tali notizie, perché giustificativa o addirittura difensiva, con in fondo un senso del limite ancora risiede. La lunga lettera del 19 maggio 1876, così introdotta, contiene i dettagli riguardo a sé stesso. Si direbbe rispondere a quelle osservazioni o riserve sul suo conto di un’operazione di consolidamento e restauro, il calcolo economico, per consentirgli espresse da Selvatico a Mugna con la sua del 16 ottobre 1871, sopra riportata.242 Lo sfogo di intervenire con cognizione di causa presso Francesco Bertolli perché questi voglia si esprime in questi termini: «Caro mio, dell’Estetica non bisogna attenderne da chi non accettare incarichi ministeriali di tale portata.229 A costui Cavalcaselle riconosce di aver ne sa fare. Sono però convinto che l’Estetica come la si fa oggi, e le accademie sono una ben operato nell’Oratorio di San Giorgio a Padova, e nonostante conosca l’opposizione delle cause principali del decadimento delle arti». Il confronto sembra essere quello, del fratello Antonio, più noto, Cavalcaselle bramerebbe averlo disponibile per altri pro- che si è voluto cogliere, fra pensiero estetico-filosofico che ispira la formazione dell’ar- getti.230 Mugna dovette rispondere in pochi giorni se Cavalcaselle gli scrive di nuovo tista e la militanza critica nei riguardi dell’arte contemporanea e l’esercizio filologico il 29 maggio, ancora con una introduzione suasoria: «Ho scelto voi per condurre fino a proprio del conoscitore, di cui Cavalcaselle è il “pioniere”. fine le trattative col Bertolli perché nessuno meglio di voi poteva farlo».231 Una richiesta In conclusione, le lettere di Cavalcaselle a Mugna, delle quali si è tratteggiato un per- destinata a rinnovarsi con altre due lettere del mese di giugno.232 Si trattava, del resto, di corso di lettura, fondato soprattutto su quelle del primo e più cospicuo nucleo, riservano un incarico di grande importanza, trattandosi del restauro della Camera Picta di Mante- molte potenzialità di approfondimento e per più aspetti. gna in Palazzo Ducale a Mantova, da affidarsi a Francesco Bertolli, anziché ad Antonio, Ciò potrà sembrare un paradosso, ma non sembra sia preponderante il dover valutare la allora al lavoro sugli affreschi della Scuola del Santo.233 Incarico mantovano per l’ac- qualità in sé della traduzione parziale di Mugna, o quantificarne l’impiego nella redazio- cettazione del quale Cavalcaselle, che lo aveva conosciuto nel 1875 sui ponteggi degli ne finale dell’edizione italiana della New History, basata inizialmente sulla versione te- 74­­­ affreschi di Giusto de’ Menabuoi del Battitero di Padova, si mostra intenzionato a insi- desca a motivo della sua specializzazione linguistica.243 È un calcolo che si potrà sempre 75­­­ fare, con qualche vantaggio. Il valore di Mugna, tuttavia, è già a sufficienza comprovato Dal travaglio del lavoro editoriale, e dall’apporto dei collaboratori di Cavalcaselle, per dalle sue molte pubblicazioni e traduzioni, a partire da quella del Manuale di Kugler come emerge dalle lettere a Mugna, deriva l’avvertenza di affrontare le diverse edizioni e Burckhardt, che gli meritò da parte loro, non a caso, la proposta di nuove prospettive dei suoi testi in una lettura sinottica, specie per temi di particolare delicatezza filologica editoriali, come quella assai impegnativa della traduzione del Cicerone che tuttavia non e attributiva. Nulla è mai compiuto e definitivo, sembra essere il monito che si ricava fu in grado di affrontare. dall’entrare nell’«officina editoriale» di Cavalcaselle attraverso le sue lettere, fino ad Semmai, le lettere a lui rivolte da Cavalcaselle hanno il pregio di documentare, per oggi inedite. In essa si manifesta l’esigenza propria del conoscitore di vedere e rivedere, quanto lo riguarda, la sua docile e paziente disponibilità a trasformarsi da traduttore a di riportarsi virtualmente col suo taccuino di fronte all’opera, di rimettersi in viaggio. collaboratore nell’accertamento dei dati, fino a vero e proprio redattore, capace di chiari- Poiché «il viaggio è l’occhio, ma questo, immediatamente, è il giudizio».246 In tal modo ficare il pensiero di Cavalcaselle, di svolgerlo nella gestione dei suoi testi. Tanto più che egli giustifica e riscatta la fatica che gli si impone nella stesura del testo, col rischio che essi erano in continuo divenire per la frammentarietà dell’applicazione e dell’impegno gli è proprio ed è sempre in atto del ripetersi e ripetersi specie nelle descrizioni, e che dell’autore distratto da più cose. In altri termini, si trattò di una trasformazione necessa- di conseguenza è delegata da costui ai collaboratori, ai quali tende ad affidare le parti ria e che trovò Mugna già formato dalle sue esperienze, proprio per come Cavalcaselle contestuali, per lui ad un tempo importanti e accessorie. Una fatica che, non di meno, si presenta attraverso le sue lettere e per le capacità di concentrazione sugli argomenti, riguarda il superamento delle tante difficoltà e i condizionamenti che si impongono nel in rapporto alle esigenze, o pretese, da lui stesso manifestate nel corso della stesura dei pervenire, nelle diverse lingue, a una veste editoriale che lo soddisfi nel rispetto, che testi. In sostanza, l’apporto inedito, tra gli altri, è quello di far scoprire in Mugna un alter esige garantito e assoluto, delle premesse squisitamente conoscitive. Crowe per Cavalcaselle. Anche se è incontestabile che egli sia da porre su di un livello diverso, la vicenda dell’abate vicentino, per come si ricostruisce dalla cronaca epistola- Note re, serve a far comprendere ancor più, in modo indiretto, i rapporti e le pretese richieste da Cavalcaselle al suo storico traduttore in inglese, il quale ebbe la dignità di coautore. 1 Tale prospettiva di ricerca è tracciata e percorsa nello Feltre 5 giugno 1866. BMV, ms. It. IV, 2035 (=12276), In questa ottica è apprezzabile, ad esempio, la dinamica del progressivo aggiornamento studio fondamentale di Donata Levi 1988, pp. 159-267 Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 119, cc. 1rv, 2v. Cfr. che fa menzione delle personalità anche qui di segui- qui pp. 220-221, VII. Il promemoria è segnalato anche bibliografico. Cavalcaselle continuava a lavorare sull’opera con aggiunte che comuni- to considerate. Riguardo la necessità di affrontare in da Levi 1988 pp. 163 nota 77, 263. cava puntualmente al traduttore. Si tratta di titoli interessanti per i lettori moderni, in storia dell’arte la ricerca archivistica, la studiosa fa ri- 12 Zanghellini 1862, pp. 1-3. ferimento al metodo che coniuga gli aspetti storici con 13 Selvatico aprile 18671, pp. 671-689; maggio 18671, quanto consentono di gettare uno sguardo più ampio sugli strumenti allora disponibili. quelli formali di Karl Friedrich von Rumohr e di Johann pp. 119-142; giugno 18671, pp. 328-344; Idem 1870, Per esempio, in un gruppo di lettere del 1871, consiglia ripetutamente a Mugna il con- Wilhelm Gaye. Al riguardo di tale metodo sono di rife- pp. 71-158. Sui due volumi editi dopo che Selvatico rimento i contributi aggiornati di Betthausen 1999, pp. si ritirò a vita privata nel 1858 (Selvatico 1863; Idem fronto fra l’editio princeps delle Vite vasariane con la più recente edizione Le Monnier del 300-301; Hueck 1999. pp. 19-129; Bickendorf 2004, 1870), si esprime Mugna (18802, pp. 195-196) che 1846-1848, metodo utile nella revisione delle note che l’autore non intraprende in prima pp. 94-109; Hölter 2004, pp. 125-245. cerca di metterne in luce gli obiettivi: «Questi due 244 Auf der Heyde 2006, pp. 443-451; Battezzati 2009, pp. ultimi lavori sono una serie di novelle artistiche cava- persona ma demanda al traduttore. 7-24. te dalla vita di artisti, genere scelto dall’autore con lo Posto nella giusta ottica e dimensione l’apporto di Mugna, l’utilità che si trae dalle lette- 2 Si coglie l’osservazione da Varanini (1997, p. XIV), dal- intento di diffondere piacevolmente ne’ lettori l’amo- la nota introduttiva alla conferenza di Legnago del 1907 re all’arte, inspirarne buoni criteri e farne conoscere re a lui rivolte da Cavalcaselle è quella, innanzitutto, di poter raccogliere le valutazioni di Venturi (1908). In un contesto veneto più generale, si i modi importanti, onde alcuni artisti condussero le critiche sulle edizioni delle sue opere. Non mancano al riguardo cauti riferimenti al lavo- vedano motivate tali osservazioni in Varanini 2019, pp. opere loro». 429-472. 14 Per Tommaseo e l’evoluzione del romanzo storico si ro dell’amico Crowe, mentre non si nascondono quelle nei confronti di Jordan. In quanto 3 La collocazione della minuta è la seguente: Venezia, rinvia a Danelon 1994, pp. 60-89; Idem 2000, pp. autografe ed espresse in un contesto più libero, come quello epistolare, sono osservazioni Biblioteca Nazionale Marciana (d’ora in poi BMV), ms. 111-140. Per il periodo qui considerato, riguardo l’I- It. IV. 2027 (=12268), fascicolo XIX, ff. 1r-52r [ff. 774- talia, non si sono individuati studi critici recenti sulle critiche importanti per la ricostruzione dei fatti storici, ma altresì per l’approccio attuale 851]. I disegni e appunti sono accorpati per la maggior vite di artisti trattate nell’ottica del romanzo storico, ai suoi testi che ha da essere necessariamente “dinamico”. Lo richiede il travaglio della parte con queste collocazioni: BMV, ms. It. IV. 2027 ovvero con l’intento di Selvatico di cui si fa portavoce (=12268), fascicolo XIX; ms. It. IV. 2031 (=12272), fa- Mugna, Cfr. qui sopra, nota 13. loro composizione, documentato ora con nuovi dettagli. Emerge, in definitiva, il carattere scicolo I, cartella C. 15 Selvatico aprile 18671, pp. 684-685 nota 1; Idem e il peso di quella che, anche nella dimensione editoriale, è da definire come la «Officina 4 Su Cavalcaselle in Cadore e nel Bellunese, con riguardo 1870, pp. 155-156 nota 10. Il testo è il seguente: alla prima storiografia, si rinvia a Fossaluzza 2012, pp. «Pietro Luzzo, Lucio o Loucio detto Zarato o Zaroto, Cavalcaselle», la quale si fonda e, per di più, ricalca e amplifica il metodo attuato dal 4 segg., 26-32 doc. I. è più comunemente conosciuto sotto il nome di Morto 5 Vasari 1550, ed. 1976, vol. IV, pp. 517-523. da Feltre. I documenti rinvenuti in questa sua città conoscitore nell’accertamento diretto dei dati storico-artistici. 6 Crowe, Cavalcaselle 18711, III, pp. 110-114. natale raccertano che vi nacque nel 1474: s’ignora La vicenda degli avvii dell’edizione Le Monnier della sua Storia della pittura in Italia fa 7 Lettera di Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova 5 quando e dove egli morisse. Di certo dopo 1519, giugno 1865. Biblioteca civica Bertoliana (d’ora in poi giacché in quest’ultimo anno egli dipinse per la chiesa emergere la necessità di leggere Cavalcaselle stabilendo connessioni sistematiche fra le BCBVi), Epistolari, E 78. Cfr. qui pp. 172-173, XI. di San Stefano in Feltre una tavola d’altare. Portatosi a minute, oltre agli appunti e disegni custoditi alla Biblioteca Marciana nonché al Victoria 8 Per questo personaggio si rinvia a Bartolini, Pistoia Roma giovanetto studiò specialmente entro le antiche 2019, pp. 531-532, 541 nota, 554. camere sepolcrali e nelle sale delle terme fino allora and Albert Museum di Londra, e i testi editi con la collaborazione di Crowe, ma anche 9 Zanghellini 1862, pp. 1-3. disotterrate quelle strane decorazioni composte di con quella di altri traduttori e curatori di Jordan e Mugna.245 Quanto a quest’ultimo, la 10 Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle, animali, di piante, di armi insieme capricciosamente Feltre 9 maggio 1866. BMV, ms. It. IV, 2035 (=12276), conteste, e con quegli elementi si formò una maniera sua pur necessaria collaborazione era lungi dal trasformarsi in competizione, com’è ben Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 116/f, cc.1r-2v. Cfr. d’ornamentazione più ghiribizzosa che bella, a cui fu 76­­­ noto nel caso di Crowe. Fu bensì di totale servizio. qui pp. 219-220, VI. dato il nome di grottesca perché originata dai fregi 77­­­ 11 Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle, dipinti che vedeansi ne’ sotterranei antichi detti dal popolo grotte. Passò nel 1505 a Venezia ed aiutò Giorgione colà entro alla diffusa». Lettera di Antonio Zanghellini a Pietro due nobili vicentini tra il 1832 e il 1851. BCBVi, Epistolari, E. vicentini don Pietro Mugna e don Lorenzo Nicolai, con l’aiuto e Tiziano nei freschi del fondaco dei Tedeschi, lavorando Mugna, Feltre 3 aprile 1861. BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui 111 (371). Cfr. qui p. 129. della guida Pellegrino Pellegrini, accompagnati da Giovanni probabilmente soltanto nelle decorazioni. Fu però anche pittore p. 219, V. 48 Al riguardo si veda il regesto relativo alle lettere di Pietro Gior- Antonio de Manzoni, imprenditore minerario, da Gaspare Da di figura, non ispregevole, e ne son prova oltre il suo ritratto 23 Cantù 1865-1866. dani copiate da Pietro Mugna nel 1849. Firenze, Biblioteca Pian e Antonio Marmolada, fino a Punta Rocca nel massiccio dipinto da lui medesimo che vedesì nella collezione di ritratti dei 24 BCBVi, ms. 3281 (= GONZ. 25.7.61). Mugna in un foglio riporta Laurenziana, Collezione Giordani, Cassetta 10, nn. 405-608 e della Marmolada. Cfr. Doris 1999; L’invenzione 2000; De Batta- pittori celebri nella Galleria degli Uffizi a Firenze, alcuni dipinti brani da Cantù 1859, p. 225. Per il contenuto del manoscritto cfr. 609-674. Cfr. qui pp. 112-113. glia, Marisaldi 2000, p. 186; Pellegrinon, Reisach 2001, Ardito che ancora ne conserva Feltre. Son questi: una tavola nella qui pp. 111. 49 Giordani, Canova, Sartori 2004, pp. L-LI. 2002, pp. 26-27. Queste antesignane esperienze alpinistiche si pinacoteca del Seminario, figurante una Madonna col putto, san 25 Crowe, Cavalcaselle 18711, II, pp. 218-226. Si cita, oltre a Vasari 50 Sono suoi colleghi Giuseppe Valentinelli, Alessandro Schiavo e collegavano a un interesse di carattere naturalistico, di cui par- Francesco, sant’Antonio e alcuni angeli (era prima nel soppresso (qui menzionato a nota 5), Ridolfi 1648, I, p. 88. Zanghellini è Sebastiano Barozzi. Cfr. Morsolin 1883, p. 226. la a proposito di Girolamo Segato (1791-1836), delineandone convento di Santo Spirito); una Trasfigurazione a fresco, ora as- ricordato per aver fornito copia del manoscritto di Cambruzzi, 51 Si veda l’Autobiografia di Pietro Mugna, stilata a Venezia nel il profilo (Mugna 18581, p. 22): «giovanetto ancora, per l’amo- sai danneggiata, nella chiesa di Ognissanti; nella contrada delle ms., 1681. 1866 circa (BCBVi, ms. 2792=GONZ. 26.4.7, cc. 9r-10v), re che portava alla storia naturale, i monti percorse e le valli Tezze un Curzio che si lancia nella voragine; in Mercatonuovo 26 Levi 1988, pp. 248-249. inoltre il Memoriale, Venezia 1 settembre 1850, BCBVi, ms. del nativo paese, spesso in compagnia del prof. Catullo a lui alcuni graffiti ma assai guasti; sotto la torre dell’orologio avanzi 27 Per le date precise si rinvia a Levi 1988, pp. 107-108, 297 nota 3285=GONZ. H. 6.12.129. Cfr. qui pp. 96-99. Di particolare consiglio ed aiuto come prima aveano fatto con diverso inten- di feschi. Feltre possedette pure fino al 1796 una tavola dipinta 36. Per la presenza in Cadore e Bellunese cfr. Fossaluzza 2012, accuratezza è la ricostruzione dei fatti, fondata sui documenti dimento altri suoi compatrioti, quali un Ortensio Persicini, un per la chiesa di San Stefano nel 1519, e rappresentante la Ma- pp. 4 segg, 26-32 doc I, 104 segg. Per le ricognizioni feltrine si autografi di Mugna, proposta con larghezza da Morsolin 1883, Alberto Vimina ec.». Il naturalista Tommaso Antonio Catullo è donna, san san Stefano e san Vittore. Questa tavola fu portata rinvia a Claut 1979, pp. 28-32; Idem 1983, pp. 40-44; Guiotto pp. 230-234, al quale si rinvia altresì per le molte riflessioni tra i corrispondenti di Mugna. Lo stesso Mugna (18741), come via da Massena, e da alcuni credesi che sia conservata nel Mu- 1998, pp. 17-31. e valutazioni, anche in merito alla posizione di Mugna sui fat- ricorda Morsolin (1883, p. 239-240), descrive la prima salita seo di Berlino. Dubito. che tale credenza sia giusta, perché il 28 Si dedica all’illustrazione generale dell’opera e alla sua storia ti del ‘48. Il biografo fa riferimento a un manoscritto dal titolo alla Marmolada, ma anche «parla delle escursioni all’Ombretta, dipinto che vedesi a Berlino porta l’iscrizione: Laurentius Lucius Claut 1996, pp. 33-40. Un episodio della Rivoluzione di Vienna del 1848 e 1849, che all’Ombrettòla, alla valle di San Pietro». feltrensis: faciebat 1511.Questo Lorenzo è ignoto nella storia pit- 29 Hermann 19671, pp. 229-234; Idem 19672, pp. 13-18; Idem avrebbe voluto pubblicare (Morsolin 1883, p. 238-239). In par- Nel 1877 (Comunicazioni ufficiali 1877, p. 302) su segnalazione torica, nè poteva poi dipingere per la sua patria una tavola nel 19673, pp. 153-161; Idem 19674, pp. 10-18; Idem 1968, pp. 12- ticolare il biografo offre una lettura degli intenti espressi con il e insistenza della Sezione di Agordo, presidente era allora il 1511, perché Feltre in quell’anno era un mucchio di rovine in 17; Köhler 1988, pp. 185-186; Skwirblies 2009, pp. 71-99. Salmo (Mugna 18483) in cui inneggia a chi aveva assecondato il nobile cavalier Giovanni Antonio de Manzoni, all’unanimità è causa delIe guerre e dei saccheggi che lo aveano distrutto, né 30 Hirt 1832, p. 2; Meyer 1880; Lightbown 1970; Bikendorf 1985. necessario movimento dei popoli, mentre non augura a Vienna approvato il diploma di benemerenza al professore don Pietro fu rifabbricato che nel 1513. II soprannome di Zarato o Zaroto 31 Waagen 1830. tali movimenti. Morsolin (1883, p. 229) tiene a sottolineare, a Mugna «benemerito dell’alpinismo per numerose esplorazioni e pare gli sia venuto non già perché combattesse in Zara, quale 32 Plagemann 1967. Ma si veda anche la ricostruzione e riflessione proposito dell’inserimento e considerazione goduta da Mugna lavori sulla Alpi dolomitiche iniziati sin dall’anno 1856». soldato della Repubblica siccome afferma il Vasari, ma perché proposta cinquant’anni prima da Meyer 1880, pp. 24-27. a Vienna, che il principe Klemens von Metternich, Cancelliere 58 Sartori 1983, p. 1260, n. 45. Accettazione ricusata dal vescovo nel 1475 essendo bambinello, era passato a dimorare in quella 33 Queste cominciano a rivestire un particolare interesse di stu- di Stato dell’Impero Austriaco, gli aveva affidato la figlia per diocesano. Cfr. Baldissin Molli 1996, p. 506. Si veda al riguardo città insieme al padre Bartolomeo che vi andava ad esercitare la dio nell’ambito delle prime trattazioni sistematiche della storia apprendere la lingua e letteratura italiana. il regesto relativo a Il Testamento che data Schio 30 dicembre medicina. Sono debitore di queste notizie al chiarissimo signor dell’arte che segue la stessa ottica metodologica espressa dalla 52 Tra l’altro, figura nel 1854 tra le «Persone ammesse a far studi 1880. Cfr. qui pp. 100-101. Si veda altresì l’Inventario dei beni A. Gangherini (=Zanghellini) di Feltre, che vien preparando le museologia dei Königlichen Museen di Berlino. Ne costituisce nel R. Archivio Generale di Venezia», così registrato quale ri- del 16 novembre 1882. Cfr. qui pp. 101-102. I dipinti da lui biografie de’ suoi concittadini illustri. In quanto poi all’altro so- l’esempio più chiaramente dipendente il fortunatissimo manuale cercatore per conto di Cornet: «Mugna abate Pietro per Cornet lasciati al Convento sono illustrati in Dal Pozzolo 1995, pp. 13- prannome di Morto da Feltre, io credo che possa indovinarsene di Kugler 1837. Nei riguardi del nucleo di opere venete egli si Enrico. Ducali del Senato a Giosafatte Barbaro; e lettere di Am- 15; Baldissin Molli 1996, p. 508. Per le pubblicazioni riguardo l’origine guardando il ritratto di lui, perché è cosi pallido e così esprime anche in una guida alla galleria dell’anno successivo, brogio Contarini a Caterino Zeno, relative all’ambasciata presso Padova e il territorio in questa fase, alcune abbandonate per il magro da mostrare poca differenza da un cadaver». in cui registra fedelmente ogni attribuzione di Waagen: Kugler Ussun Cassan di Persia. Documenti relativi all’assunzione al sovrapporsi delle edizioni di Selvatico, si veda BCBVi, ms. 3282 16 Selvatico 1870, pp. 99-100. 1838. trono di Maometto II., febbr. 1451». Cfr. Toderini 1876, p. 87. (=GONZ 23.7. 30) Cfr. qui pp. 111-112. In particolare si fa ri- 17 Mugna 18582, p. 38 (lavoro datato Belluno, 6 dicembre 1858). 34 Levi 1988, pp. 14-19. 53 Cappi Bentivegna 1955; Ricatti 1980 pp. 18-19. In quest’ultimo ferimento alle seguenti voci bibliografiche: Mugna 1870; Idem Quanto ai pittori, tratta prima di tutto di Pietro da Cesio, con- 35 Crowe 1895, pp. 64-65. In generale l’importanza di Waagen per contributo riguardante l’architetto Antonio Caregaro Negrin si 18711. temporaneo a Giovanni da Mel, prima pittore poi incisore, che Cavalcaselle, fin dagli inizi, è messa in evidenza da Levi 1988, offre l’elenco dei partecipanti, tra i quali figurano Fedele Lam- 59 Morsolin 1883, pp. 242-243. Sempre Morsolin (1883?) in un «condusse a niello egregi rabeschi, concorrendo al rinascimento pp. XXIII segg., 43 segg., 72-77, 207-209, 379-381. pertico, Giacomo Zanella, Antonio Fogazzaro e altri. Da citare necrologio più intimo e di limitata diffusione (BCBVi, BE- del gusto non solo con la bontà delle opere, ma più efficacemente 36 BMV, ms. It. IV, 2037 [=12278], Taccuino XV. Nel piatto an- anche Alessandro Rossi che fu poi importante committente di 141029 =GONZ 125 044), ben diverso da quello fondamenta- ancora col diffonderne gli esemplari». Di seguito: «Non molto teriore si legge «Monaco, Dresda, Berlino, Colonia Guidoccio, Caregaro Negrin e legatissimo a Mugna. Sono personaggi che si le per quantità di contenuti e riflessioni pubblicato in «Nuovo dopo fiorì Pietro Lupo (sic) [e a margine a matita: Luzzo (1460- Anversa Francoforte. Bruges, 1 luglio 1852». Una approfondita trovano tra i corrispondenti di Mugna. Archivio Veneto», traccia le condizioni di Mugna negli ultimi 1506)] detto Zarotto o il Morto da Feltre, valente disegnatore e valutazione di questi disegni berlinesi è di Levi 1988, pp. 41-42. Quanto alla parentela con Cabianca era di secondo grado per tempi, e le conseguenze della malattia con la quale combatté pittore di un tocco vivo, sicuro e forte. Col Giorgione dipinse pa- 37 BMV, ms. It. IV. 2037 (=12278), Taccuino XV, f. 111r. via materna. Il poeta era figlio di Antonio e Lucia Pasetti, sorella per lunghi anni. Un incontro tra i due avviene a Vicenza, verso recchie cose nel Fondaco de’ Tedeschi a Venezia, e condusse dei 38 Waagen 1851, p. 50. La pala di Luzzo figura tra quelle della di Angelica, madre di Pietro Mugna. Cfr. necrologio di Anto- la fine di settembre a poche settimane dalla scomparsa (Schio, quadri, fra quali distinguonsi nella sua città una Madonna fra SS. «Zweite Classe. Die italienischen Schulen von Jahre 1500-1540, nio Cabianca: Gualdo, Mugna 1852, 4 febbraio; Mugna 1852. 16 ottobre). «L’egregio uomo non aveva smesso di dolersi, se- Francesco ed Antonio in quel Seminario e il Sagrifizio di Curzio. oder die Epoche der höchsten Blüthe». L’esemplare con annota- Mugna era legato da parentela anche con il conte Francesco condo il consueto, della noia intensa e continua, che gli dava la Abbandonata poi la tavolozza per la milizia, morì capitano a Zara zioni di Cavalcaselle è conservato nel Fondo Cavalcaselle della Gualdo, collezionista e scrittore, che aveva sposato nel 1803 vita. Dichiarava spesso che, ove non lo avesse sorretto la fede, in una sommossa». Segue il profilo di Pietro Marescalco, detto lo Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, fra i libri della sua Margherita Pasetti. Cfr. Morsolin 1883, p. 233; Rumor 1907, II, si sarebbe fatto incontro con un senso di voluttà indefinita al Spada. biblioteca. pp. 94-95, 407. Per i riferimenti alla famiglia di Mugna cfr. qui suicidio. Non rifiniva anzi di ripetere che i mali avrebbero ter- 18 Lettera di Antonio Zanghellini a Pietro Mugna, Feltre, 3 dicem- 39 Zanotto 1837, p. IV, cap. I, pp. 273-274: «Giorgione e la sua nota 45. minato in lui con la morte e che questa lo avrebbe colto forse bre 1858. BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui pp. 216-217, III. scuola». 54 Ennemoser 1853. Cfr. qui p. 108: opere tradotte. Il saggio era all’improvviso». 19 «Le mando le notizie sulle scuole di Feltre, delle quali mi faccio 40 Zanghellini 1862, p. 1 nota 3. stato pubblicato a Bonn nel 1825 (Ennemoser 1825). Contiene: 60 Su Capparozzo (1816-1884) cfr. Rumor 1905, I, pp. 347-351; garante. Non badi al modo di esposizione. Ove possa mi doman- 41 BMV, ms. It. IV, 2027 (=12268), fascicolo XIX, 1r-1v. Storia delle tecniche relative alla generazione; Idea dell’anima; Varanini 2019, pp. 436, 439 nota 41. L’amicizia di lunga data di». Lettera di Antonio Zanghellini a Pietro Mugna, Feltre 3 di- 42 Un aspetto, anche questo, colto da Levi 1988, p. 263. Differenze tra l’uomo e i bruti; Della vita, dell’anima e del fato; con Capparozzo è testimoniata dalle ventitre lettere inviategli da cembre 1858. BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui p. 216. III. 43 Per quanto riguarda Pellegrini si vedano i riferimenti qui a nota Confutazione dell’opinione che il bambino non sia animato che Mugna tra il 1864 e il 1881. BCBVi, Epistolari, 21 (389). Cfr. 20 Su Francesco Pellegrini si rinvia al regesto, con bibliografia, del- 20. dopo il suo nascimento. Da notare che Morsolin (1883, p. 234), qui p. 131. le diciotto lettere a lui inviate da Pietro Mugna dal 1862 al 1879. 44 Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova, 16 ottobre 1871. BCB- nel dar conto di questo lavoro di Mugna, tiene a precisare che 61 Mugna 18392. Cfr. qui p. 104: bibliografia censita di Pietro Mu- Belluno, Biblioteca Civica, ms. 702, 62-68. Cfr. qui pp. 122-125. Vi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui p. 175, XIII. il traduttore procedette alla sua impresa «senza approvare l’uso gna. Si vedano inoltre le seguenti lettere di Giovanni Battista Caval- 45 Sulla famiglia si vedano le notizie offerte da Morsolin 1883, pp. non sempre conveniente della Bibbia e certe espressioni». 62 Mugna 18444. La dedica è al conte Demetrio Tatistscheff, Gran caselle a Francesco Pellegrini, Padova 18 febbraio 1866; Roma 223-224. Si veda l’Autobiografiadi Pietro Mugna del 1866 circa. 55 Dovette essere motivo di soddisfazione e riparazione per Mugna Ciambellano di S. Maestà l’Imperatore di tutte le Russie, mem- 5 febbraio 1883. Belluno, Biblioteca Civica, ms. 702.189, ms. BCBVi, ms. 2792, cc. 8v-10r. Cfr. qui pp. 96-98. Per la parentela il fatto che nel 1859 il vescovo di Belluno e Feltre Giovanni bro del Consiglio dell’Impero, Senatore. Cfr. Almanacco per 702.188. Cfr. qui pp. 215-216, I, II. con i Cabianca si rinvia al regesto della lettera di Pietro Selvatico Renier lo inviti di nuovo a insegnare presso il Seminario Grego- l’anno comune 1839, sl., sn. [1839], p. 116. Nella corrispon- 21 Lettera di Antonio Zanghellini a Pietro Mugna, Feltre 3 aprile a Pietro Mugna del 2 maggio 1864. Cfr. qui p. 170, IX. Inoltre riano di Belluno. Cfr. Morsolin 1883, p. 236. denza di Mugna si conserva la sua lettera di ringraziamento. 1861. BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui pp. 218-219, V. cfr. qui nota 53. 56 Per Alessandro Rossi e la letteratura che lo riguarda si rinvia La monografia di Mugna è un punto di partenza per quella di 22 La lettera continua con l’osservazione seguente: «Aggiunga che 46 Cenni ai fratelli Trissino Baston sono in Morsolin 1881. Sui rap- a Lampertico 2011, pp. 671-674. Ma si veda anche il volume Rollett 1874. il vescovo Lorenzo Campeggio fu Nunzio all’Imperatore frequenti porti coltivati da Mugna si veda Morsolin 1883, pp. 225-226. miscellaneo Schio e Alessandro Rossi 1985. In proposito si veda Morsolin (1883, pp. 227) che sottolinea, 78­­­ volte, e proprio ne’ tempi in cui la mala semente si spargeva 47 Si rinvia, in proposito, al regesto delle lettere che Mugna invia ai 57 È rimasta memorabile la salita nel 25 agosto 1856 dei due preti riguardo i contenuti, come «i ragguagli furono attinti per intero 79­­­ dalla viva voce, e pubblicati col pieno consenso dello stesso rinvia allo studio recente dedicatole da Ulf Dingerdissen 2018. Kreuz a Vienna. Tra le aggiunte, si può fare l’esempio della Taz- p. 498, che si è cercato di aggiornare. Cfr. qui pp. 104-107, Bi- Luigi». 74 Selvatico 18371; Idem 18372; Idem 1842. za Farnese che descrive con nuovi riferimenti bibliografici (Ku- bliografia censita: scritti e traduzioni. Quanto alla sua figura si Alcuni «modelli in gesso de’ lavori in gliptica dei tre Pichler», 75 Pietro Nobile a Pietro Mugna, Vienna 2 marzo 1853. BCBVi, gler, Burckhardt 1852-1854, p. 297). Integrazioni bibliografiche deve tener conto, inoltre, dei necrologi, in particolare di quello furono donati da Mugna nel 1853 al Museo civico di Vicenza. Epistolari E. 77. Cfr. qui pp. 195-196, II. assai corpose sono quelle in apertura al capitolo sull’arte cri- in volumetto di Cittadella Vigodarzere 1882, pp. 5-16; di Mor- Cfr. Catalogo 1866, p. 5. Di recente, si veda De Vincenti 2000, 76 La prima edizione tedesca del manuale di Kugler è del 1842; la stiana antica (Ibidem, p. 307). Specifica è quella puntualmente solin 1883; Idem sl. sd., 1883? (BCBVi, BE-141029 =GONZ pp. 212-214. Altri ne donò al Museo Civico di Padova, cfr. Mor- seconda rielaborata da Burckhardt e aumentata vede la luce a descritta dell’Album Pittoresco di Santa Sofia di Costantinopoli 125 044). Più di recente si vedano le voci bibliografiche di Max solin 1883, p. 244; di recente si veda Pellegrini 1997, p. 134. Stoccarda nel 1848 (Kugler 1842; Kugler, Burckhardt 1848). La (ibidem, p. 378 nota 1), cfr. Aya Sofia 1852. Ha l’occasione di Burckhardt, in Burckhardt 19551, III, pp. 439-444; Baldissin 63 Selvatico 18451, pp. 363-364. È l’occasione per Selvatico di prima edizione italiana a cura di Pietro Mugna è qui segnalata al aggiungere le sue osservazioni sui Pichler e ricordare, in parti- Molli 1996, pp. 506-507; Lampertico 2011, pp. 332-333. esprimere un giudizio solo in parte positivo, o meglio “relativo”, modo seguente: Kugler, Burckhardt 1852-1854. Il corposo volu- colare, il «carissimo amico» Luigi, (ibidem, p. 378 nota 1). Come già qui accennato in precedenza, si deve mettere in luce per lo scultore, così che può essere pieno il sostegno riservato me (941 pagine complessive) edito a Venezia nel 1852 presso la 92 Mugna 1864; Idem 1870. Per la Basilica del Santo fa riferi- il dato rilevante, non ripreso solitamente, della sua partecipa- ai contemporanei. Pertanto sono eccessivi i continui elogi di tipografia del giornale Il Lombardo-Veneto, come si evince dal mento al volume di Gonzati 1852-1853 (Kugler, Burckhardt zione in gioventù all’entourage culturale dei figli di Marcan- Mugna nei confronti di Canova, «adesso principalmente che la frontespizio, poté essere disponibile completo degli apparati e 1852-1854, pp. 841-842 nota 1). Per quanto riguarda il volume tonio Trissino Baston (1739- 1826), Alessandro (1775-1851) scultura surge in Italia a vita grandissima, e molti pensano con rilegato solo due anni dopo: gli indici, infatti, recano la data 18 sulle chiese russe, Morsolin (1883, p. 236) attingendo alle car- e Leonardo (1780-1841). Fu in questo contesto che, ancora buon fondamento, vi sieno artisti italiani viventi che sovrasta- maggio 1854, come si legge a p. 948. Dal fascicolo 3: Venezia, te di Mugna, riporta che furono i contatti diplomatici fra papa giovanissimo, Mugna poté incontrare Leopoldo Cicognara, Bar- no d’assai il merito dell’illustre sì, ma non divino Possagnese». Tipografia di Teresa Gatti. Gregorio XVI e lo zar Nicola I di Russia a suggerire la ricerca, tolomeo Gamba, Pietro Giordani. Si veda Morsolin 1881; Idem Circa l’interesse da parte di Mugna per il lascito di Canova si Per inciso l’edizione italiana non risulta attualmente presente perfezionata ossia ritoccata dopo gli eventi di Polonia del 1860, 1883, pp. 225-226. Si rinvia ancora una volta al regesto delle rinvia, ancora una volta, al regesto relativo alle lettere di Pie- nella Biblioteca di Cavalcaselle, ma a tenere in conto esclusiva- la fallita rivolta di gennaio del 1863. lettere che Mugna invia ai due nobili vicentini tra il 1832 e il tro Giordani copiate nel 1849. Firenze, Biblioteca Laurenziana, mente di quanto è pervenuto ed è ora catalogato nel fondo della 93 Kugler, Burckhardt 1852-1854, p. 765 nota 1. Tratta delle pri- 1851. BCBVi, Epistolari, E. 111 (371). Cfr. qui p. 129; inoltre Collezione Giordani, Cassetta 10, nn. 405-608 e 609-674. Cfr. Biblioteca Marciana. me avvisaglie, dell’avvento ed evoluzione della Riforma, nonché al regesto relativo alle lettere di Pietro Giordani copiate da Pie- qui pp. 112-113. Ed inoltre si rinvia a Giordani, Canova, Sartori 77 Per il contributo di Burckhardt al Manuale di Kugler cfr. Dilly dell’incidenza di questa nei fatti artistici. In particolare riguar- tro Mugna nel 1849. Firenze, Biblioteca Laurenziana, Collezio- 2004, pp. L-LI. 2011, pp. 51-71. Per una visione d’assieme si veda Da Silva do il fatto che «la nuova forza che era penetrata nel mondo, ne Giordani, Cassetta 10, nn. 405-608 e 609-674. Cfr. qui pp. 64 Nell’ambito della più recente valorizzazione della figura di Pie- Fernandes 2005, pp. 99-124. dovette essere prima messa alla prova di desolatrici tempeste». 112-113. tro Mugna, alcune lettere di Selvatico a lui indirizzate, tra quelle 78 Al riguardo si rinvia ancora a Dilly 2011, pp. 51-71. Inoltre, Mugna non può che manifestare la sua opinione diversa: «io non 103 Mittermeier 1844; Mittermeier, Mugna 1845. Anche Morsolin custodite alla BCBVi, Epistolari, E. 78, sono rese note da Auf per la sua personalità, per come essa si manifesta negli anni condivido con il chiar. Autore questa opinione, perché la penso (1883, pp. 227-228) coglie l’importanza dell’immediatezza con der Heyde 20162, pp. 206 nota 11, 207 nota 15, 212 nota 26: berlinesi si fa riferimento a Cervelli 2002, pp. 213-257. altrimenti intorno alla così detta riforma». Quanto agli interessi cui esce la versione in italiano di un «libro fatto con intento Padova 10 luglio 1843; Padova 17 agosto 1846; Venezia 26 ot- 79 Morsolin 1883, p, 234. successivi di Mugna sull’argomento, si può almeno segnalare la d’amore». Mugna sarebbe rimasto «Maravigliato d’un lavoro, tobre 1846. Sono qui edite integralmente le prime due. Cfr. qui 80 Si veda l’edizione della lettera e il regesto: Luigi Pomba a Pie- sua traduzione di molti anni dopo, precisamente del 1874, del inteso, in onta alla malvagità de’ tempi, a scagionare la patria pp. 158, I; 159-160, III. Si aggiunge, da parte dello studioso tro Mugna, Torino 2 aprile 1855. BCBVi, Epistolari E. 78, cfr. saggio di Bruno Schön, Martino Lutero giudicato psicojatrica- sua delle accuse degl’ignoranti e de’ pregiudicati, pose subito (Auf der Heyde 20162, p. 206 nota 10), la menzione della lettera qui pp. 107-108. Un’edizione del Manuale di Kugler tradotto mente, cfr. qui p. 108 Opere tradotte, nel quale si diagnostica- l’animo a renderne informati i suoi concittadini». Come noto di Selvatico a Mugna del 23 novembre 1846. Collocazione: Sie- da Pietro Mugna uscirà senza tavole per i tipi di G. Brigola a vano in Lutero gli aspetti psicotici, in conformità alla più diffusa il saggio di Mittermeier occasionò immediatamente l’articolata na, Biblioteca Comunale degli Intronati, autografi Porri 81.46, Milano nel 1858 (Kugler 18582). Ma, a ben vedere, si è trattato linea antiprotestante dell’epoca. risposta critica di Gioberti 1846, pp. 546 segg. Si parla dell’e- cc. 20-1. Per le lettere di Selvatico a Mugna di questo fondo cfr. di dotare di un nuovo frontespizio i fascicoli giacenti. 94 Ad esempio riguardo le pitture delle catacombe romane, in base dizione italiana nel carteggio: Gioberti-Massari 1920, pp. 327- qui pp. 120. 81 Cesare Cantù a Pietro Mugna. Milano 16 agosto 1852. BCBVi, a come risultano documentate da Marchi 1844 e Perret 1851 328 nota 1. 65 Per una visione generale aggiornata basti qui il rinvio al con- Epistolari, E. 76. Cfr. qui pp. 194-195. (Kugler, Burckhardt 1852-1854, p. 378 nota 1). Ritiene dovero- 104 Mittermeier 1845, pp. 231-251. tributo di Rasi 2010, pp. 77-138. Per la bibliografia pregressa 82 Pietro Nobile a Pietro Mugna, Vienna 2 marzo 1853. BCBVi, so rettificare i dati sull’intervento di Filippo Calendario in Pa- 105 Si fa riferimento alle traduzioni edite quand’era poco più che sull’«Euganeo» e le posizioni politiche dei partecipanti si tenga Epistolari E. 77. Cfr. qui pp. 195-196, II. lazzo Ducale a Venezia (ibidem, p. 619 nota 2). ventenne: Mugna 1836. conto dei contributi di Cristofanelli 1905; Balasso 1959, p. 241; 83 Lettere da Vienna 2002, pp. 956-957 lettera 931. Si rinvia al 95 Kugler, Burckhardt 1852-1854, pp. 622 nota 1; 698 note 1, 2. 106 Mugna 18473, pp. 335-337. Briguglio 1960, pp. 151-187; Cella 1960, pp. 89-100; Idem regesto della lettera: Pietro Nobile a Pietro Mugna, Vienna 2 Selvatico 1836; Idem 18391; Idem 19392; Idem 1840, pp. 305- 107 Per questi concetti di Mugna e il loro contesto si tenga conto 1966, pp. 79-84. Sul «Pedrocchi» cfr Sandonà 1912, pp. 671- marzo 1853. BCBVi, Epistolari E. 77. Cfr. qui pp. 195-196, II. 329; Idem 18471, pp. 421-432. dell’analisi di Alberto Forni 1985, pp. VII, 49. 675; Aliprandi 1965, pp. 15-20; Toffanin 1982, pp. 243-248. 84 Burckhardt 19552, p. 363. 96 Si deve annoverare tra gli interessi per il contemporaneo la 108 Mugna 18477, p. 243. Per la figura di Karl (Carl) Wilhelm Got- Inoltre, per il contesto politico e sociale di Padova in questa fase 85 Burckhardt 19552, pp. 363-373. Il carteggio fra Jacob Bur- «Appendice del traduttore» dedicata all’avvento della fotografia tfried Witte (Lochau 1800 - Halle 1883), in generale, e per il è opportuno il rinvio a Del Negro 1991, pp. 13-15; Berti 1991, ckhardt e Pietro Mugna del 1854 e 1855 che comprende quattro e all’incisione. Cfr. Kugler, Burckhardt 1852-1854, pp. p. 886- ragguaglio bibliografico basti qui il rinvio all’ampia ricerca di pp. 99-116. lettere, conservate rispettivamente presso la Biblioteca civica 887. Angelo Colombo 2015, in part. p. 251 nota 5 per la bibliogra- 66 Tra i volumi cercati da Selvatico attraverso Mugna alcuni ri- Bertoliana di Vicenza (Epistolari, E. 75), quelle dello storico 97 Kugler, Burckhardt 1852-1854, p. 892 nota 1. Selvatico 18472; fia. Si tenga conto delle considerazioni riguardo i suoi carteggi guardano, in particolare, l’archeologia cristiana: de Wette 1830; svizzero, e allo Staatsarchiv di Basilea (Privatarchive n. 207), Idem 1851. con corrispondenti fiorentini di Luca Mazzoni 2018. Per quanto Augusti 1836-1837; Bähr 1837-1838; Otte 1845. Cfr. Auf der le risposte dell’abate di Trissino, è qui di seguito edito integral- 98 Kugler, Burckhardt 1852-1854, p. 894 nota 2. Si veda al ri- riguarda l’aspetto specifico, al quale si accenna in questo con- Heyde 20162, p. 206 nota 9. mente. Cfr. qui pp. 135-144. guardo quanto riferito nel prosieguo di questa ricostruzione, con testo, si segnalano i seguenti contributi: Folena 1967, pp.109- 67 Pietro Selvatico a Pietro Mugna, s.l. s.d. [Venezia, 10 dicembre 86 Burckhardt 1855. La traduzione in italiano fu prevista dall’auto- riferimento bibliografico e ai documenti. 139; Witte 1971; Radespiel 2002, pp. 812-813; Heinze 2001, 1847], BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui pp. 162-166, V. re al momento dell’edizione di Basilea del 1855. L’editore ha in 99 Kugler, Burckhardt 1852-1854, p. 895 nota 1. Per questi aspetti pp. 23-42. Fra quelli ottocenteschi si segnalano i seguenti ap- 68 Il pensiero estetico di Selvatico è espresso, in modo incisivo, mano buona parte del libro quando scrive questa lettera del 18 in Selvatico si veda, ad esempio, Marin 2007, pp. 199-201. Più porti: Scolari 1862; Vassallo 1884, 167-207; Reumont 1885, nell’antologia degli scritti curata da Paola Barocchi che offre dicembre 1854. di recente interviene Sisi 2016, pp. 79-97. pp. 47-88. anche un profilo biografico: Barocchi 1972, pp. 82-137, 207- 87 Difatti, come noto, seguirono solo le edizioni in inglese e fran- 100 Bruxelles, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique, olio su 109 Dantis Alligerii 1848; Motterle 1993. Riferendosi a studi e 218, 413; Eadem 1998, pp. 296-302, 318-336, 423-442, 460- cese (Burckhardt 1873; Idem 1885-1892), l’italiana a cura di tela cm 485x683. Opera del 1841. Nello stesso museo si con- progetti in Italia, ma anche in Germania, Mugna ne ribadisce 474, 484-495, 535-544, 581-587, 629-633, 715-716 (profilo Paolino Mingazzini e Federico Pfister è quella che data quasi un serva la replica del 1849 del dipinto di De Bièfve, olio su tela l’importanza anche in una lettera a G. Stefani data a Vienna in biografico); Eadem 2009, pp. 25-27. È di riferimento fonda- secolo dopo, del 1952 (Burckhardt 1952). Sulle caratteristiche cm 583 x 411. data 8 gennaio 1848, pubblicata su «L’Euganeo», cfr. Mugna mentale il saggio di Franco Bernabei 1974; al quale lo studioso concettuali e terminologiche, anche rispetto a Kugler, si soffer- 101 Tournai, Musée des Beaux-Arts. Olio su tela, cm 233x328. 18477, pp. 546-547. aggiunge in seguito altre osservazioni e precisazioni: Bernabei ma Susanne Müller 2002, pp. 99-114. Opera del 1851. Per l’illustrazione di questo magniloquente 110 Del 1864 è la versione italiana della sua lezione della Comme- 1998, pp. 54-56. Si veda di recente il contributo più articolato 88 Burckhardt 1868: Idem 1878. Al riguardo si rinvia alle consi- dipinto si rinvia a Le Bailly de Tilleghem 1987. Quanto al sog- dia: La Divina Commedia 1864. Quanto a Schlosser è a cono- di Ferretti 2016, pp. 17-58. Tra i molti contributi di Alexander derazioni di Ghelardi 19911; Idem 19912, in particolare p. 228; getto si vedano le informazioni sommarie riportate a proposito scenza degli studi che saranno poi raccolti in volume nel 1855 Auf der Heyde, il più assiduo negli studi su Selvatico, qui altre Idem 1993; Cesa 2002, pp. 41-54; Sberlati 2011, pp. 127-148; della lettera da Vienna di Pietro Nobile a Mugna del 2 marzo (Schlosser 1855). A proposito dei quali, considerati nell’ambito volte citati, si indica in questo contesto il seguente di più largo Fiore 2013, pp. 263-271; Ghelardi 2016. 1853. BCBVi, Epistolari E. 77. Cfr. qui pp. 195-196, II. del suo metodo storico, si veda Dilthey, Lorenz 1993, in part. p. respiro: Auf der Heyde 2013. 89 Concetti espressi da Vasoli 1989; da Dionisotti 1989, p. 159. 102 In assenza di un profilo aggiornato, l’unica voce è quella di Co- 34. 69 Per un quadro generale si veda Bernabei 1982, pp. 115-132. Qui sono ripresi anche da Fiore 2013, p. 168. stantini nel dizionario biografico austriaco (Costantini 1975, p. 111 Mugna 18472, pp. 440-447. Ne fa menzione Morsolin 1883, 70 [Mugna?] 18461, pp. 236-238. 90 Bernabei 1986, pp. 113-125; Cattoi 2003, pp. 13-42; Tambor- 438). Particolare importanza conserva l’informatissima biogra- p. 229. Riguardo Pietro Domenico Viviani (Quirico e il nome 71 Appel 1880, p. 143, 19.1. rino 2016, pp. 397-418; Zucconi 20162, pp. 281-296; Idem fia che compone il necrologio di Bernardo Morsolin 1883, pp. scelto per vezzo letterario) - nacque a Farra di Soligo (Treviso) 72 Pietro Selvatico a Pietro Mugna, s.l. s.d. [Venezia, 10 dicembre 20163, pp. 19-24; Barral I Altet 2016, 297-329. 223-245, basata sulla documentazione della Biblioteca civica nel 1780, morì a Padova nel 1835 - si rinvia a De Pauli 2011, 1847], BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui pp. 162-166, V. 91 Sui tempi di redazione delle note, offre un’indicazione post 4 Bertoliana di Vicenza. È utile altresì la bibliografia, con ante- pp. 3557-3563. 80­­­ 73 Sui contenuti estetici di quest’opera e la sua rappresentatività si ottobre 1852 il ricordo dell’inaugurazione dello Spinnerin am posta voce biografica, di Rumor 1907, pp. 400-404; Idem 1908, La sua edizione della Commedia fu pubblicata in tre volumi, il 81­­­ terzo in due parti: La Divina Commedia 1823-1828. Per Trivul- renze e al rientro a Padova ebbe l’interdizione da ogni ufficio e 144 Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova 16 ottobre 1871. BCB- Rimane di riferimento fondamentale il contributo di Barocchi zio si veda Scotti 1984, pp. 1103-1104; Pedretti 2012; Colom- la residenza obbligata nella sua Trento. Cfr. Allegri 1999, pp. Vi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui p. 175, XIII. 1985; Barocchi, Gaeta Bertelà 1985. Per la questione si veda bo 2015. 215-217. 145 Zanella 1868. la sintesi sull’iconografia dantesca di Francini Ciarampi 1971, 112 Per le lettere di Pietro Mugna a Luciano Scarabelli della Bi- 120 Mugna 18461, p. 362: fa riferimento ai cataloghi semestrali che 146 Giacomo Zanella a Pietro Mugna, Padova 9 febbraio 1869. pp. 351-352. Per i protagonisti della scoperta di veda Proli blioteca Civica Passerini-Landi di Piacenza cfr. qui pp. 127- si pubblicano a Lipsia per rendere nota la produzione editoria- BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui pp. 198-199, V. Un nucleo 2016, pp. 372-380. Si veda inoltre il contributo specifico sul 128. Per quelle di Scarabelli a Mugna (n. 124) da Firenze, Bo- le. di lettere di Zanella a Mugna, dal 1863 al 878, documentano piano storico e stilistico di Neri Lusanna 2010, pp. 609-622, logna, Parma, Genova, per gli anni 1845-1877, cfr. qui p. 117: 121 Si veda Mugna 18461, pp. 357-365; Idem 18474, pp. pp. 426- i loro rapporti di amicizia fraterna. Cfr. qui Fondi con lettere a e quello riguardante la vicenda del recupero ottocentesco di I corrispondenti: tra Mitteleuropa e Italia pre e post unitaria. 439. Si fa riferimento inoltre a Mittermeier 1844, p. 37; Mitter- Pietro Mugna, pp. 120-121. Danti, Felici, Mariotti 2006, pp. 27-38. 113 Mugna 18692. Si veda la lettera di Pietro Selvatico a Pietro meier, Mugna 1845, pp. 35-38. [Conticini] 1842. Cfr. Mazzaca- 147 Cavalcaselle a Mugna, 13 febbraio 1870. Cfr. qui pp. 266-267, 166 Cavalcaselle 18641; Idem 18642. La sua posizione è rispec- Mugna, Padova 27 novembre 1864. BCBVi, Epistolari, E. 78, ne 1983, pp. 490-494. VII. chiata ovviamente in Crowe, Cavalcaselle 1864, I, pp. 260- cfr. qui pp. 171-172, X. Egli cerca di indirizzare l’amico a Can- 122 Per il quadro generale di questa problematica si tiene conto del 148 Cavalcaselle a Mugna, 6 maggio 1870. Cfr. qui p. 267, VIII. 270; Crowe, Cavalcaselle 18691, I, pp. 215-216. Di opinione tù, consiglia altresì di rivolgersi ai municipi di città venete, contributo di Borghi 2003, pp. 47 segg. 149 Joseph Archer Crowe a Pietro Mugna, Lipsia, 13 luglio 1870. diversa Milanesi, Passerini, 1864, pp. 133-135; Passerini, Mi- accampando una situazione di difficoltà in quel momento per 123 Mugna 18511, pp. 144-158; Idem 18512, pp. 237-250. Il suo BCBVi, Epistolari, E. 76. Cfr. qui p. 201. lanesi 1865, pp. 294-297; Iidem 18652, pp. 301-304; Iidem gli editori più in vista. Offre in tal modo una testimonianza di discorso è edito anche in volumetto, Mugna 18513. 150 Cavalcaselle a Mugna, 10 settembre 1871. Cfr. qui pp. 284- Passerini, Milanesi 18653. In proposito si veda Levi 1988, pp. particolare interesse circa la situazione dell’editoria nazionale 124 Pomba 1844. Critica la proposta di Mugna, per la sua inconsi- 285, XXXI. 11, 30. e sui metodi per giungere alla pubblicazione. Per il contesto stenza, Parenti 1954, pp. 243-246. Per questa problematica in 151 Tkalac 18984, pp. 307-320; Idem 18983; Idem 18981; Idem 167 Cavalcaselle a Mugna, 6 novembre 1870. Cfr. qui pp. 275-276, generale delle iniziative dell’anno dantesco cfr. Tieri 2003, pp. generale basti qui il rinvio a Borghi 2003, pp. 130 segg. 18982. Sull’uomo politico e pubblicista croato, poi funzionario XX. Ma prima si veda Cavalcaselle a Mugna, 13 ottobre 1869. 211-232; De Michelis 2011, pp. 328-334. 125 Gaspero Barbèra a Pietro Mugna. Firenze 24 aprile 1869. ministeriale in Italia (Karlovac 1824 - Roma 1912), si veda- Cfr. qui p. 264, IV; 30 novembre 1869. Cfr. qui pp. 265-266, 114 Mugna 18692, pp. 6-7. Elenca gli insegnamenti impartiti pres- BCBVi, Epistolari, E. 75. Cfr. qui p. 199-200, VI. no i profili di Dvoržak 1962, pp. 333-419; Tamborra 1966. La VI; 13 febbraio 1870. Cfr. qui pp. 266-267, VII; autunno 1870. so gli atenei europei e cita quali eccezioni in Italia quelli tenuti 126 La lettera si conserva in BCBVi, Epistolari, E. 75. Senza data, biografia, precipuamente sotto l’aspetto della militanza e delle Cfr. qui pp. 274-275, XVIII; 22 novembre 1870, Cfr. qui pp. da Giuliani a Firenze e da Gacomo Zanella, «mio amicissimo», risale evidentemente al 1870-1871, poiché Rossi, prima De- idee politiche, è affrontata in più occasioni dalla studiosa croa- 276-277, XXI; 23 febbraio 1871, Cfr. qui pp. 278-279, XXIII. presso l’Università di Padova. putato, fu Senatore con nomina del 6 febbraio 1870; Firenze fu ta Andrea Feldman 1998, pp. 13-25; Idem 2000, pp. 121-135; Nella lettera del 6 novembre 1870 Cavalcaselle segnala le sue 115 Ruth 1865; Ruth 1868. Cfr. qui p. 108, opere tradotte. Nella capitale fino al 30 giugno 1871. Idem 2012. osservazioni apparse nella Guida officiale per le feste del cen- prefazione Rinaldo Fulin dichiara che, oltre la traduzione de- 127 Lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna (in 152 Cavalcaselle, Crowe 1899. L’edizione è corredata dalla bio- tenario Dantesco (Cavalcaselle 18641, 18642, 18651, 18652), gli studi danteschi di Mugna, era prevista una dissertazione su queste note d’ora in poi: Cavalcaselle a Mugna), primo settem- grafia di Cavalcaselle (datata Roma primo novembre 1898) di raccolte in estratto (Cavalcaselle 18643). Aggiuge il saggio de Dante in Germania che non fu possibile pubblicare in quella bre 1869, cfr. qui p. 262, I. Achille Pognisi, collega di quest’ultimo al Ministero della Pub- «la Gazzetta del popolo», ossia quello di Vito Beltrani (18651) stessa circostanza dell’anno centenario. Per il contributo di 128 Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866. blica Istruzione, allora Direttore capo divisione della Direzione a lui atrribuito da D’Ancona (1868, p. XIV; Idem 19121, pp. Ruth si veda Hölter 2012, pp. 234-237. L’edizione originale 129 Per Max Jordan (Dresda 1837-Steglitz 1906) si rinvia ai profili Generale per l’Istruzione Superiore, e le Biblioteche. Pognisi 109-252; Idem 19122, pp. 541-542), il contributo dello stesso tedesca risaliva al 1853 (Ruth 1853). Lo studioso indaga le ra- di Weinmeister 1938, pp. 61-71; a quello aggiornato di Fork 1899, pp. V-XLII. Beltrani (1865), «il libretto» di D’Ancona (1868) e inoltre i gioni che causano difficoltà nell’avvicinarsi alla Commedia. Le 2007, pp. 212-213. 153 Tamborra 1966, p. 209. Cfr. Crowe, Cavalcaselle 1862-1863. contribuiti apparsi in «Deutsches Dante-Jahrbuch, 1867». ravvisa nell’ignoranza della filosofia e della teologia dell’epoca, 130 Crowe, Cavalcaselle 18691-2, 2 voll; il primo volume reca la 154 Per gli anni torinesi si rinvia alla ricostruzione di Ljljana 168 Mugna 18692. Cavalcaselle comunica all’autore di averlo rice- ma anche nella particolare visione politica del poeta. Inoltre, prefazione del traduttore data a Lipsia nel novembre 1869, il Banjanin 1992, pp. 155-159. vuto nella lettera del 30 novembre 1869. le difficoltà di approccio al poema didascalico-allegorico sono secondo porta la prefazione data nel maggio 1869 sempre a 155 Dedicano con impegno e assiduità la loro ricerca a questo argo- 169 Felice Le Monnier a Giovanni Battista Cavalcaselle. Firenze 3 da lui attribuite alle caratteristiche dei commenti e delle in- Lipsia. mento, con scavi documentari, Dulibić, Pasini Tržec 2010, pp. giugno 1870, BCBVi, Epistolari, E. 77. Cfr. qui p. 200, VII. terpretazioni spesso confuse, o contraddittorie. Pertanto, si 131 Crowe, Cavalcaselle 18691, I; Iidem 18692, II; Iidem 1870, III; 201-210, in part. p. 204 sui rapporti con Cavalcaselle; Dulibić, 170 Crowe, Cavalcaselle 18691, I, infra pp. 176-177, infra pp. 228- ripromette di offrire tutte quelle informazioni basilari che pos- Iidem 18712, IV/I; Iidem 1872, IV/II; Iidem 1873, V/I; Iidem Pasini Tržec 20141, pp. 113-126; Dulibić, Pasini Tržec 20142, 229. sano facilitare l’approccio del lettore, senza che costui perda la 1874, V/II; Iidem 1876, VI. pp. 135-156. Sulla formazione della galleria dei dipinti antichi 171 Levi 20111, pp. 3-13. dimensione poetica dell’opera. Ruth approfondisce, inoltre, il 132 Gaspero Barbèra a Pietro Mugna. Firenze 24 aprile 1869, di Strossmayer e l’apporto di Tkalac si rinvia ai contributi di 172 Per questa problematica sono utili le osservazioni riguardanti sistema della “doppia destinazione” dell’uomo, la felicità ter- BCBVi, Epistolari, E. 75, cfr. qui pp. 199-200, VI. Sull’editore Dulibić, Pasini Tržec 2012, pp. 152-161; Dulibić, Pasini Tržec Cavalcaselle e la fotografia di Levi 2010, pp. 23-33; Eadem rena e celeste: l’aspetto primario della Commedia su cui Dante torinese fattosi fiorentino (Torino 1818 - Firenze 1880) si veda 20131, pp. 307-312; Dulibić, Pasini Tržec 20132, pp. 34-41. 20111, pp. 3-11. intende condurre il lettore a riflettere. Ruth si ripromette di De Marinis 1960, pp. 153-155; Vasoli 1983, pp. 21-41; Frezza Riguardo la posizione discutibile in cui venne a trovarsi Ca- 173 Cavalcaselle a Mugna, 15 settembre 1870. Cfr. qui pp. 272- spiegarlo avvalendosi comparativamente di brani del Convivio, 1983, pp. 107-126; Simonetti 1992, pp. 195-227. valcaselle funzionario ministeriale in alcune circostanze di 273. XV. De Monarchia e Vita Nova. 133 Per un quadro generale di questa fase dell’attività di Felice mercato testimoniano alcune lettere di resoconto di Tkalac al 174 Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier, Roma 3 116 Morsolin 1883, p. 228. Le Monnier (Verdun 1806 - Firenze 1884) si rinvia a Ceccuti vescovo Strossmayer, cfr. Dulibić, Tržec 20142, pp. 141-142. gennaio 1875, 29 agosto 1875, 3 settembre 1875, 31 dicembre 117 Nella ricostruzione storica del costituirsi delle biblioteche si 1974; Idem 1987; Idem 2005, pp. 353-357, con ulteriore bi- 156 Cavalcaselle a Mugna, 9 novembre 1871. Cfr. qui p. 289, XXX- 1875. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice inserisce anche l’interesse per l’avvento della stampa a caratte- bliografia pregressa. VIII. Sul saggio edito nuovamente cfr. Cavalcaselle 1875. Una Le Monnier, Busta 24, nn. 80-83. Cfr. qui pp 202-204, X. - ri mobili e per il ruolo riconosciuto al feltrino Panfilo Castaldi. 134 Felice Le Monnier a Giovanni Battista Cavalcaselle. Firenze 3 segnalazione al riguardo è di Levi 1988, p. 86, nota 36. XIII. Mugna (18582, pp. 36-37) affronta la questione con equilibrio: giugno 1870, BCBVi, Epistolari, E. 77. Cfr. qui p. 200, VII. 157 Tkalac 18984, pp. 314-315. 175 Cavalcaselle a Mugna, 13 febbraio 1870. Cfr. qui pp. 266-267, «A proposito del Castaldi non ignoro che i Feltrensi disputano 135 Cavalcaselle a Mugna, 5 giugno 1870. Cfr. qui p. 268, IX. 158 Cavalcaselle, Crowe 1899. VII. alla Germania la scoperta de’ caratteri mobili da loro attribuita 136 Cavalcaselle a Mugna, 19 settembre 1969. Cfr. qui pp. 262- 159 Crowe, Cavalcaselle 1875. Cfr. Moretti 19732, p. 123. Sullo sto- 176 Crowe, Cavalcaselle 18711, 2 voll. al proprio concittadino Panfilo Castaldi». Fa cenno al fatto che 263, II; Cavalcaselle a Mugna, 13 ottobre 1869. Cfr. qui p. 264, rico dell’arte e politico (Praga 1825 - 177 Cavalcaselle a Mugna, 6 novembre 1870. Cfr. qui pp. 275-276, la sua scuola fu frequentata da stranieri e fra questi da Gio- I V. Lipsia 1891) basti qui il rinvio al profilo di Kretschmayr 1936, XX. vanni Fausto «questi ruba al maestro l’invenzione che rende 137 Sulle tipologie contrattuali del periodo e i parametri delle p. 418. 178 Cavalcaselle a Mugna, 5 luglio 1870. Cfr. qui p. 269. XI. nota in Germania». Conclude: «È probabile che nei tentativi di condizioni economiche di autori e traduttori si rinvia a Borghi 160 Tkalac 1899, pp. XLIII-XLV. Si legge in calce «Di passaggio a 179 Cavalcaselle a Mugna, 27 agosto 1870. Cfr. qui p. 270, XII. allora circa la stampa de’ libri, vi si giovasse anche il Panfilo, 2003, pp. 142-148. Lipsia, 26 dicembre 1898». 180 Cavalcaselle a Mugna, 21 marzo 1871. Cfr. qui pp. 279-280, e riuscisse a qualche cosa di buono, ma non oso asserire a sco- 138 Risulta in gioco nella lettera di Cavalcaselle a Mugna, 4 ottobre 161 Tkalac 1899, p. XLIV. XXV. perta piena». 1869. Cfr. qui pp. 263-264, III. 162 Pognisi 1899, p. XXXII. 181 BCBVi, ms 3280, autografo di Pietro Mugna. Cfr. qui p. 111. 118 Mugna 18461, in part. pp. 361-362. 139 Sono rapporti documentati dal carteggio conservato a Firenze, 163 Pognisi 1899, p. XXXVIII. 182 Per la descrizione del manoscritto si veda Cfr. qui p. 111. 119 Un riferimento, in proposito, è nella corrispondenza con Sel- Biblioteca Nazionale Centrale, carteggio Vannucci, IV, 9-11. 164 Nella sua ricostruzione Pognisi rincalza proseguendo con l’os- 183 Crowe, Cavalcaselle 18691, I, pp. 1-35, 36-81, 82-96. Cavalca- vatico: Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Venezia 26 dicembre Cfr. Levi 1982, pp. 1155-1156; Eadem 1988, passim, ma in servazione: «Erano i fogli impaginati del primo volume, e quel selle, Crowe, 1875, I, pp. 1-177. In dettaglio pp. 1-57 (capitolo [1845]. BCBVi, Epistolari, E. 78, cfr. qui pp. 158-159, II. Si particolare pp. 13, 129, 157, 165 nota 121, 252, 310-312. Sui chiamarlo traduzione italiana e mettere innanzi, senza neppure I: Dell’arte cristiana); 58-149 (capitolo II: La pittura dal secolo tratta della cattedra di teologia all’Università di Padova e della suoi rapporti con Le Monnier cfr. Ceccuti 1974. un grazie per la cortesia usatagli, la possibilità di errori, stanno settimo al decimoterzo); 150-177 (capitolo III: I Cosmati e Pie- direzione della Biblioteca universitaria di Padova che, secondo 140 Cavalcaselle a Mugna, 19 settembre 1869. Cfr. qui pp. 262- a riprova del malanimo col quale egli vide iniziata la edizione tro Cavallini). Selvatico, sarebbe rimasta libera con il passaggio di Tommaso 263, II. italiana». Cfr. Pognisi 1899, pp. XXXVIII-XXXIX. 184 Un’esigenza manifestata da Cavalcaselle a Mugna, s.l. s.d. [Fi- Gar alla direzione degli Archivi di Stato di Venezia. In realtà 141 Cavalcaselle a Mugna, 13 ottobre 1869. Cfr. qui p. 264, IV. 165 Il ciclo entro cui figura il ritratto di Dante è ora datato tra il renze] 3 settembre 1870. Cfr. qui pp. 271, XIII. Gar che si insediò alla Biblioteca universitaria di Padova nel 142 Cavalcaselle a Mugna, 30 novembre 1869 Cfr. qui pp. 265- 1332 e il 1337. È frutto dell’intervento di più mani e rimane 185 Crowe, Cavalcaselle 18691, I, pp. 280-289; 290-309, 321-333. 1847 rimase coinvolto nelle vicende rivoluzionarie del 1848. 266, VI. Si veda Conti 2016, pp. 501-503. sub iudice la piena autografia giottesca del ritratto, mentre si Cavalcaselle, Crowe, 1883, II, pp. 1-17 (capitolo I: Andrea da 82­­­ Riparò a Parigi con Aleardo Aleardi, dopo l’armistizio fu a Fi- 143 Cavalcaselle a Mugna, 27 agosto 1870. Cfr. qui pp. 99, XII. consolida l’attribuzione alla bottega del maestro. Pontedera); 18-52 (capitolo II: Taddeo Gaddi); 71-87 (capitolo 83­­­ IV: Buffalmacco, Bruno, Francesco da Volterra ed altri pittori suddivisione del lavoro, espressa nell’introdurre l’edizione del- ancora una volta alla lettera di Pietro Selvatico a Pietro Mugna, 234 Su questo incontro padovano cfr. Spiazzi 1989, p. 168. di quel tempo). le memorie di Crowe (1897). Nel presente contesto merita di Padova, 16 ottobre 1871. BCBVi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui p. 235 Cavalcaselle a Mugna, 21 novembre 1877. Cfr. qui p. 296, L. 186 Cavalcaselle, Crowe 1875, I, p. VIII. essere estrapolata un’osservazione che si riferisce al completa- 175, XIII. 236 Al riguardo si segnalano, in particolare, le seguenti lettere di 187 Cavalcaselle a Mugna, s.l. s.d. [Firenze, post 19 ottobre 1871], mento dei dati e alla architettura redazionale da parte di Crowe, Si veda inoltre il riferimento ai dissapori in Morsolin 1883, p. Cavalcaselle a Mugna, 6 novembre 1870. Cfr. qui p. 275-276, Cfr. qui p. 288, XXXVII. in certa misura analoga al lavoro ora documentato di Mugna, 241. XX; Cavalcaselle a Mugna, 23 febbraio 1871. Cfr. qui p. 278- Il problema delle descrizioni e della loro lunghezza è suscitato limitatamente ai primi due “campi”. Osserva Donata Levi: «Lo 227 Per un quadro generale su Cavalcaselle funzionario si fa rinvio 279, XXIII; Cavalcaselle a Mugna, 21 marzo 1871. Cfr. qui p. in più occasioni, a partire dal 1871. spazio d’azione che Crowe rivendica come suo riguarda piut- a Levi 1988; Curzi 1996, pp. 189-198; Emiliani 1998, pp. 323- 279-280, XXV; Cavalcaselle a Mugna, 5 aprile 1871. Cfr. qui Cavalcaselle a Mugna, 4 luglio 1871. Cfr. qui pp. 282-283, tosto la ricerca di “authorities”, la “narrative” e parzialmente 369; Levi 2012, pp. 15-23. Riguardo alla sua visione di metodo p. 281-282, XXVI. XXX; 31 luglio 1871. Cfr. qui pp. 283-284, XXXI; 9 novembre l’organizzazione dei materiali entro uno schema logico, stori- nel restauro rimane basilare il contributo di Conti 1988, pp. Su Botti, in generale, basta qui il riferimento a Bassi 1971, pp. 1871. Cfr. qui p. 289, XXXVIII. co». Aggiunge la studiosa, nel caso di questa collaborazione, 280-297. 446-447; Sarti 2004. Sul carattere e significato che esse hanno offre le considerazio- «Se per i primi due campi non possono essere avanzati dubbi, Per il dibattito allora in corso sulla conservazione, tutela e me- 237 Cavalcaselle 18634. Del saggio è pubblicato in contemporanea ni fondamentali Levi 1988, pp. 18-19. per quanto riguarda il terzo i problemi sono più complessi» todologie di intervento sono utili i contributi di Manieri Elia l’estratto da più editori per consentirne la divulgazione, fu poi 188 Sono in tutto ventisette le illustrazioni al primo volume, a p. (Levi 1988, p. 183). Ovviamente dalla problematica di questo 1997, pp. 39-48; Levi 2003, pp. 39-52; Eadem 2004, pp. 53- ristampato in più occasioni: Cavalcaselle 18631; Idem 18632; 447 il ritratto di Dante. terzo campo Mugna è escluso, rientrando parzialmente nei pri- 76; Eadem 2009, pp. 13-26; Eadem 20112, pp. 3-13. Idem 18633; Idem 1870; Idem 1875. Un contributo fondamen- 189 Cavalcaselle, Crowe 1875, I, p. VIII. mi due di pertinenza del traduttore-redattore. 228 Basti qui il rinvio al volume di Levi 1988, con la consapevo- tale che fu apprezzato da Selvatico 18672, pp. 504-512. Sul 190 BMV, ms. It. IV. 515 (=5164). Cfr. qui p. 113. 207 Cavalcaselle a Mugna, autunno 1870. Cfr. qui pp. 274-275, lezza della grande mole degli aggiornamenti, compresi quelli saggio di Cavalcaselle del 1863 si veda Levi 1988, pp. 309- 191 Cavalcaselle a Mugna, 13 febbaio 1870. Cfr. qui pp. 266-267, XVIII. della studiosa, alcuni dei quali citati nelle note che seguono 322. VII. 208 Cavalcaselle a Mugna, autunno 1870. Cfr. qui pp. 274-275, nel presente scritto: 229, 230, 233, 234, e 236. Per il quadro generale su Cavalcaselle «pioniere della conser- 192 Cavalcaselle a Mugna, 15 settembre 1870. Cfr. qui pp. 271- XVIII. 229 Cavalcaselle a Mugna, 19 maggio 1876. Cfr. qui pp. 291-292, vazione», il confronto con Selvatico e il contributo di quest’ul- 272, XIV. 209 Cavalcaselle a Mugna, 6 novembre 1870. Cfr. qui pp. 275-276, XLIII. Le notizie su Francesco Bertolli si ricavano dalla bi- timo al riguardo, si rinvia a Levi 1988, pp. 4-9; Perusini 2016, 193 Cavalcaselle a Mugna, 20 settembre 1870, Cfr. qui p. 273, XX. bliografia del più noto fratello Antonio con il quale collabora pp. 467-486. Nello specifico, è rivelatrice la problematica ma- XVI. 210 Cavalcaselle a Mugna, 22 novembre 1870. Cfr. qui pp. 276- organicamente. Pertanto si fa riferimento ai seguenti contributi nifestatasi con gli interventi alla Cappella degli Scrovegni in 194 Cavalcaselle a Mugna, 9 novembre 1871. Cfr. qui p. 289, XXX- 277. XXI. generali, relativi anche al contesto, in aggiunta ai quali si se- cui si succedono i restauri di Botti e Bertolli, cfr. Prosdocimi VIII. 211 Su tale metodo rimangono di riferimento fondamentale i con- gnalano, nelle note a seguire, quelli specifici: Gaudenzio 1935, 1960, pp. 28 segg, 48 segg. 195 Cavalcaselle a Mugna, 22 ottobre 1869. Cfr. qui pp. 264-265, tributi di Levi 1981, pp. 74-87; Eadem 1983, pp. 239-307; pp. 32-48; Perusini 2002, pp. 207-272 238 Commissione 1872, pp. 22-27; Cavalcaselle 18631, pp. 33-56; V. Eadem 1988. Ma si vedano anche le osservazioni di importan- 230 Su questo intervento padovano dei Bertolli, e la metodologia Idem 18632, pp. 25-43; Idem 18633, pp. 33-46. 196 Cavalcaselle a Mugna, 10 marzo 1871. Cfr. qui p. 279, XXIV; ti storici dell’arte del passato di diverse linee metodologiche: impiegata, si rinvia al saggio di Baggio 1999, pp. 699-756, va- 239 Crowe, Cavalcaselle 1876, vol VI; Iidem 18771, 2 voll., 18772, s.l. s.d [Firenze, autunno 1870]. Cfr. qui pp. 274-275, XVIII. Fiocco 1952, pp. 208-210; Ragghianti 1952, pp. 3-9; Muraro lido per il profilo dei due restauratori e la loro attività padova- I; Iidem 1878, II. 197 Cavalcaselle a Mugna, 4 luglio 1871. Cfr. qui pp. 282-283, 1959, pp. 129-143; Moretti 19731, pp. 11-52; Bernabei 1975, na. Lo studioso attinge ai documenti conservati nell’Archivio 240 Cavalcaselle a Mugna, 14 luglio 1876. Cfr. qui pp. 295-296, XXX; 3 ottobre 1871. Cfr. qui pp. 286-287, XXXV. pp. 269-275. della Veneranda Arca del Santo, grazie ai quali è puntuale la XLVII. Il volume vede la luce nel 1883: Cavalcaselle, Crowe 198 Cavalcaselle a Mugna, 12 settembre 1870. Cfr. qui p. 271, 212 Cavalcaselle a Mugna, 22 novembre 1870. Cfr. qui p. 276-277, ricostruzione dell’avanzamento dei lavori che vedono all’opera 1883, II. XIII. XXI. nel 1871 e 1874 Guglielmo Botti prima, e dopo il suo allonta- 241 Cavalcaselle a Mugna, 24 dicembre 1878. Cfr. qui p. 297, LI. 199 Cavalcaselle a Mugna, 12 settembre 1870. Cfr. qui pp. 271- 213 Cavalcaselle a Mugna, 5 aprile 1871. Cfr. qui pp. 281-282, namento, Antonio Bertolli (Relazione 1874). Anche in tal caso 242 Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova 16 ottobre 1871. BCB- 272, XIII. XXVI. emergono i ruoli di Selvatico e di Cavalcaselle. Per un quadro Vi, Epistolari, E. 78. Cfr. qui p. 175, XIII. 200 Cavalcaselle a Mugna, s.l. s.d. [Firenze, fine dicembre 1870]. 214 Cavalcaselle a Mugna, 4 luglio 1871. Cfr. qui pp. 282-283, generale sui metodi e l’operatività in Veneto di Botti e Bertolli, 243 Senza voler togliere la responsabilità da doversi riconoscere Cfr. qui pp. 277-278, XXII. XXX. con riferimento anche a Selvatico, si rinvia al saggio di Paola probabilmente a Mugna delle «piatte e verbose descrizioni» di 201 Cavalcaselle a Mugna, s.l. s.d. [Firenze, fine dicembre 1870]. 215 Levi 20112, p. 9. Artoni 2014, pp. 152-154. cui si è trattato facendo riferimento a Levi 20112, p. 9. Cfr. qui pp. 277-278, XXII. 216 Levi 20112, p. 9. 231 Cavalcaselle a Mugna, 9 giugno 1876. Cfr. qui p. 293, XLV. 244 Cavalcaselle a Mugna, 31 luglio 1871. Cfr. qui pp. 283-284, 202 Cavalcaselle a Mugna, 12 settembre 1870. Cfr. qui pp. 271- 217 Cavalcaselle a Mugna, 10 settembre 1871. Cfr. qui pp. 284- 232 Cavalcaselle a Mugna, 29 maggio 1876. Cfr. qui p. 292, XLIV; XXX; 10 settembre 1871. Cfr. qui pp. 284-285 XXXII; 28 272, XIV. 285, XXXII. Cavalcaselle a Mugna, 9 giugno 1876. Cfr. qui p. 293, XLV; settembre 1871. Cfr. qui p. 285. XXXIII; 19 ottobre 1871. Cfr. 203 Lo si vede riprodotto qui p. 235. Disegno lettera XIV: Cavalca- 218 Cavalcaselle a Mugna, 4 luglio 1871. Cfr. qui pp. 282-283, Cavalcaselle a Mugna, 27 giugno 1876. Cfr. qui p. 293-294, qui pp. 287-288, XXXVI. selle a Mugna, 12 settembre 1870. Cfr. qui pp. 271-272, XIV. XXX. Il tema delle «inutili» ripetizioni ricorre, quasi assillan- XLVI. 245 Richiama efficacemente a questa necessità Donata Levi (2011, 204 Cavalcaselle a Mugna, 22 novembre 1870. Cfr. qui pp. 276- te, quale indice di un «brutto scrivere»: Cavalcaselle a Mugna, 233 Sui restauri di Bertolli a Mantova e le conseguenze negative pp. 3-4) con riferimento alla minuta in italiano di Cavalcaselle 277, XXI. fine dicembre 1870. Cfr. qui pp. 227-228, XXII. Ma si vedano, si rinvia al saggio di Michele Cordaro 1992, pp. 232-241; ai resa disponibile in edizione elettronica, la quale «contribuirà a 205 BCBVi, Epistolari, E. 78 «L’ultimo mosaico a sinistra di chi ad esempio, anche le seguenti avvertenze rivolte al traduttore riferimenti proposti da Rodolfo Signorini 2007, pp. 255-257; a chiarire i meccanismi di elaborazione di un testo innovativo nel guarda la facciata posto nell’ordine superiore ossia al disopra perché possa liberamente rimediarvi: Cavalcaselle a Mugna, Perusini 2002, pp. 210-211 nota 12; L’Occaso 2011pp. 25-26, panorama ottocentesco, permettendo di ricostruire il rapporto della loggia rappresenta la Deposizione dalla croce, è lavorato 10 marzo 1871. Cfr. qui p. 279, XXIV; 5 aprile 1871. Cfr. qui 50 nota 249. La ricostruzione più puntuale del restauro manto- molto complesso che si instaura, nella redazione, sia con la su cartoni di Maffeo Verona, scolare di Alvise Dal Friso. L’ulti- p. 281-282, XXVI; 12 aprile 1871. Cfr. qui p. 281, XXVII; 28 vano spetta ora a Valli 2014, pp. 70-72, passim. La studiosa si tradizione documentaria e bibliografica sia in particolare con i mo mosaico a sinistra di chi guarda la chiesa posto nell’ordine giugno 1871. Cfr. qui p. 282, XXIX; 31 luglio 1871. Cfr. qui avvale, pubblicandoli, dei documenti ufficiali e in particolare materiali visivi», cioè con i disegni e appunti delle ricognizioni inferiore ossia sotto della loggia, immediatamente sopra l’ulti- pp. 283-284, XXXI; 10 settembre 1871. Cfr. qui pp. 284-285, delle lettere di Cavalcaselle al sacerdote Attilio Portioli, Diret- di Cavalcaselle. ma porta a sinistra, rappresenta la Chiesa di S. Marco lavoro XXXI; 9 novembre 1871. Cfr. qui p. 289, XXXVIII. tore del Civico Museo di Mantova, conservate presso l’Archivio 246 Bernabei 1975, p. 274. Dello studioso è anche il corsivo. Si ten- del secolo XVI e si vede dipinto nella tela del Bellini». Per 219 Cavalcaselle a Mugna, 19 ottobre 1871. Cfr. qui pp. 287-288 di Stato di Mantova, Fondo Portioli, nell’occasione riportate ga conto altresì delle osservazioni di Ragghianti 1948, pp. 41, quanto riguarda i mosaici dell’atrio e i loro soggetti rinvia al XXXVI. Sulla scelta dei caratteri esprimono il loro parere Li- integralmente. La studiosa ricostruisce l’accoglienza negativa 45-46: Cavalcaselle «esaurì la propria attività in un incessante testo Venezia e le sue lagune. Su Ettore Sorger (Venezia 1852- gnana e Tkalac, come si apprende dalla lettera di Cavalcaselle che l’intervento conobbe attraverso la stampa cittadina e la vedere, in un vedere non filosofico o maturamente conscio, ma 1929), esponente cattolico, membro dell’amministrazione co- a Mugna, 9 novembre 1871. Cfr. qui p. 289, XXXVIII. documentazione della commissione valutativa della quale fece piuttosto raffinatamente sensorio»; tuttavia, aggiunge in altro munale e cultore di storia veneziana cfr. Bertoli 1983, pp. 814- 220 Cavalcaselle a Mugna, 14 aprile 1872. Cfr. qui p. 290, XL. parte Guglielmo Botti. Inserimento quest’ultimo, criticato da punto, «bisognava che, sia pure in nuce, mal spiegato e niente 815. Studente diciottenne fu tra i cinque fondatori del circolo Cavalcaselle, Crowe 1875, vol. I. Portioli. Cfr. Perusini 2002, p. 210. affatto svolto e maturato, fosse vivo e presente nel Cavalcaselle veneziano della Società Giovanile Cattolica. 221 Cavalcaselle a Mugna, 14 aprile 1872. Cfr. qui p. 290, XL. Le lettere di Cavalcaselle a Mugna, pertanto, integrano tale il senso dell’arte, della speciale sua natura, per giungere a dei 206 Cavalcaselle a Mugna, autunno 1870. Cfr. qui pp. 274-275, 222 Cavalcaselle a Mugna, s.l., s.d., [Roma, 1873]. Cfr. qui pp. documentazione mantovana. Una menzione si ritiene di dove risultati analitici di così scarsa approssimazione, tanto spesso XVIII. Per questa complessa problematica e la sua dinamica 291-292, XLI. fare riguardo la presentazione di Antonio Bertolli da parte di veri nel fondo; e così occorreva che la sua esperienza compara- nel corso degli anni si rinvia ancora una volta alle analisi e 223 Cavalcaselle a Mugna, 15 aprile 1876. Cfr. qui p. 291, XLII; 6 Cavalcaselle, in data 13 aprile 1877, nella quale, a sostegno tiva non fosse rimasta allo stadio di agglomerazione o di greggia considerazioni di Levi 1982, pp. 1131-1171; Eadem 1988, pp. maggio 1877. Cfr. qui pp. 295-296, XLIX. della professionalità e dell’esperienza del restauratore, egli fa empiria, se gli consentì differenziazioni storiografiche che ci 179-183. In questa circostanza, del primo saggio è da mettere 224 Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier, 3 gennaio riferimento alle autorevoli «commendative» di Pietro Selvatico. sembrano valide ancor oggi». in luce l’avvio del dibattito (p. 1133 nota 9) e la partecipazione 1875. Cfr. qui pp. 202-203, X. Per il profilo di Chilovi si rinvia Cfr. Valli 2014, pp. 673-674. di Gaetano Milanesi (1868, pp. 144-157) e di Achille Pogni- a Frati 1933, p. 160, segg.; Serrai 1980, pp. 768-770. si (1899, pp. V-XLII). Nel contributo successivo, in premessa 225 Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier, 31 dicem- si osserva che la collaborazione e l’amicizia non vennero mai bre 1875. Cfr. qui p. 204, XIII. 84­­­ meno. La studiosa valorizza l’opinione di Jordan circa un’equa 226 Per la testimonianza di Selvatico, sopra richiamata, si rinvia 85­­­ PIETRO MUGNA: RELAZIONI, FONTI E INDAGINI D’ARCHIVIO

86­­­ 87­­­ L’Autobiografia Il Memoriale

I. L’Autobiografia Venezia, circa 1866

II. Il Memoriale Venezia, 1 settembre 1850

88­­­ 89­­­ I. I.

Autobiografia di Pietro Mugna. Venezia, circa 1866.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 2792 (=Gonz.26.4.7), cc.9r-10v

90­­­ 91­­­ I. I.

92­­­ 93­­­ II. II.

Memoriale di Pietro Mugna sui fatti del 1848. Venezia, 1 settembre 1850.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3285 (= Gonz. H. 6.12. 129)

94­­­ 95­­­ I Continuando ivi l’opera cominciata nel detto Istituto e subiti tutti i restanti esami di grado, ottenne la laurea in Autobiografia di Pietro Mugna teologia presso quella università. Pochi mesi dopo il suo arrivo nella capitale venne colto da un peso ai seni frontali del cervello, che con Venezia, circa 1866 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 2792 (=Gonz.26.4.7), cc.9r-10v atroci ricorsi il rendea inetto ad ogni applicazione ed avvelenavagli la stessa esistenza. Fra il bene e il male tirò innanzi alla meglio fino a tutta la famosa rivoluzione del ‘48, agitato ei pure da speranze e timori. Nell’ottobre di Si pubblica qui l’autobiografia di Pietro Mugna conservata nel manoscritto 2792 (= Gonz. 26.4.7) della Biblioteca civica quell’anno, mentre concentravansi intorno a Vienna da tutte parti dell’impero numerosissime truppe a domar la Bertoliana di Vicenza, una miscellanea che tramanda autografi di letterati e illustri vicentini, raccolti in fascicoli dall’abate ribelle, fu sostenuto a Klosterneuburg, dove era andato espressamente da Weidling, villeggiatura della suddetta Andrea Capparozzo, che se ne servì per gli Accenni sopra illustri vicentini, letterati vicentini, conservati nel fascicolo 15. Il Accademia, a veder modo di liberare un suo allievo, dal militare arrestato come studente della università, segno terzo fascicolo comprende gli autografi all’abate Pieto Mugna. A cc. 9r-10v della numerazione apposta a matita si legge una prima all’ammirazione ed ai plausi anche da parte del governo, come lo era ora alla rabbia e al furore della sol- sorta di suo autoritratto, dalla nascita a Trissino nel giugno 1814 fino al termine estremo del 30 novembre 1865, quando datesca aizzatale contro qual causa di tutto il male. Povera e generosa gioventù come fu trattata! E si aveva im- scrive al Capparozzo la lettera collocata a c. 11. L’abate ripercorre il proprio curriculum studiorum, dai primi fondamentali pedito non pochi disordini ed era tornata opportuna e soccorrevole allo stesso governo in più di una circostanza a rudimenti appresi nella casa paterna, per passare poi agli studi liceali a Vicenza e alla Facoltà di Teologia dell’Università que’ giorni di agitamento e trambusto. Da chi gli sia venuto quel colpo ignora egli stesso, ma l’autore, servendosi di Padova. Dopo l’insegnamento di retorica presso il Seminario di Belluno, si trasferisce per il perfezionamento in teologia della larghissima impunità delle spie allora più operose e accette che mai, lo dee aver dipinto alle autorità come a Vienna, dove viene anche chiamato a insegnare lingua e letteratura italiana presso l’Accademia di lingue orientali. Gli anni successivi sono segnati da difficoltà, in quanto Mugna, già afflitto da problemi fisici, in seguito ai moti studenteschi del uomo pericoloso, se per ben sette anni fu poi soggetto a rigori, a molestie, a restrizioni, a tutta la serie di quelle 1848 viene accusato di cospirazione per essere intervenuto a difesa di un suo allievo arrestato dalla Polizia austriaca. Dopo vessatorie delizie di cui è grande maestra sino al ridicolo la Polizia austriaca. Fra per quello infame trattamento, le dimissioni dall’Accademia è costretto a raggiungere Vicenza, che lascerà poi per Venezia. Si traferisce più tardi ad Agordo, condotto in giro da luogo a luogo tra soldati imbestialiti e furiosi con pericolo della stessa vita senza motivo di dove spera di trarre giovamento dal clima, tuttavia il male lo assale ancora nel 1863 e nel 1865. Della sua vasta bibliografia sorte, fra pel suo male ricorrente alla testa, di cui incolpava il clima variabilissimo di Vienna e che più tardi qui ricorda dieci titoli, anche perché rimane esclusa la produzione successiva al 30 novembre 1865. Segnala i primi lavori conobbe essere dipendente da una disposizione morbosa a congestioni cerebrali, diede la sua dimessione, ed viennesi; (Mugna 18444; Mittermeier, Mugna 1845), le traduzioni dal tedesco (Kugler, Burckhardt 1852-1854; Ennemoser anziché un passaporto per un viaggio d’istruzione all’estero, si ebbe la intimazione di recarsi entro breve spazio 1853; Ruth 1865) e alcune opere originali (Mugna 18581; 18582; Cantù, Mugna 1858; Mugna 1864) e allo studio sul com- di tempo a Vicenza. Gli venne tracciata la via al ritorno, e dal comando militare a cui dové presentarsi appena 1 2 3 mercio dei libri: (Mugna 1851 ; Mugna 1851 ; Mugna 1851 ). Ricorda infine il proprio contributo alla conoscenza di Dante arrivato gli venne ingiunto di non lasciar la città senza suo permesso. Dopo parecchi mesi per grazia chiesta in Germania e fa esplicito riferimento all’edizione in esametri della Commedia del latinista vicentino Gaetano Dalla Piazza poté trasferirsi a Venezia, rimesso con calde raccomandazioni dalla Polizia vicentina alla veneziana. A Venezia (Valdagno 1768 - Schio 1844), pubblicata a Lipsia con prefazione di Karl Witte (Dantis Alligherii 1848), cfr. Motterle 1993, pure, che aveva prescelta come più confacente al suo fisico, venne ripetutamente travagliato e in modo atroce pp. 22, 27. A c. 11r troviamo una lettera autografa (Schio, 30 novembre 1865), che anticipa due “foglietti” (cc. 12r-13rv) con la biografia del fratello Giovanni Battista (Rumor 1907, pp. 397-400). Questi, nato a Trissino nel 1799, frequentò i dal suo vecchio malore a segno che, quasi disperato, seguì l’invito di un amico stimato e caro e tentò a sollievo primi studi a Castelgomberto, quindi il liceo a Vicenza, per poi dedicarsi agli studi medico-chirurgici presso l’Università di e schermo di mettersi in una vita del tutto nuova in un clima alpino, in montagna, ad Agordo, dove ebbe una Padova. Esercitata la condotta a Schio in seguito alla malattia del padre, pure medico, nel 1842 si trasferì a Padova come tregua di sette anni. Ma nel ‘63 e nel ‘65 pagò ivi pure due nuovi e duri tributi al fatale malore, che ora spera di professore supplente di patologia e farmacologia presso lo Studio. Fu socio ordinario dell’I.R. Accademia di scienze, lettere e poter tenere lontano e vincere con la idropatia, ove non sia pur questa una bella illusione come altra volta. arti di Padova e corrispondente dell’I.R. Istituto Veneto, della Società medica chirurgica di Bologna e della I. Società medica Nonostante le lunghe e crudeli sue sofferenze non restò inoperoso, e, quando pur poteva, attese con amore di Vienna. L’abate di Trissino menziona il fratello in una lettera del 12 settembre 1850 a Giuseppe Bernardi, esortato a rivol- allo studio, e ne diede non pochi saggi. Lasciando molti articoli più o meno lunghi e importanti che pubblicò gersi a Giovanni Battista per consultare la collezione di autografi custodita presso la dimora padovana (vedi qui p. 127). Il su giornali volanti e in fascicolo, lasciando parecchie poesie che consegnò a più strenne, accennerò ai lavori ricordo biografico di pugno di Pietro Mugna si arresta a meno di due mesi dalla morte del fratello, avvenuta il 23 gennaio di lui che videro a parte la luce. Cominciò a Vienna co’ Tre Pichler maestri in gliptica, ai quali tenne dietro la 1866. Dieci anni più tardi Mugna ritornò a ricordarlo nella premessa a Due consulti medici di Giovanni Battista Mugna, versione del libro sulla Italia dell’insigne criminalista Prof. Carlo Mittermeier Delle condizioni d’Italia, versione usciti postumi nel 1875 per le nozze di Maddalena Carlotto e Giuseppe Rodondi. Alla fine della commemorazione leggiamo: non degna di lui e non per colpa sua, ma per vero tradimento dell’avido editore. Che sapesse far meglio si ha una «Morì prima di vedere la liberazione imminente del Veneto» (Mugna 18754). La ricerca in OPAC ha consentito di individuare un solo esemplare della strenna presso la Biblioteca Universitaria di Pavia, MISC. CORR. 8. - T. 173 n. 7), dove leggiamo la prova nello stesso libro, nella versione della lettera a lui diretta dall’autore, in appendice, non potendo torgli di dedica autografa di Pietro Mugna al medico, accademico e senatore Antonio Berti. Nella trascrizione dell’autobiografia sono mano perché inedita e soggetta quindi a censura, come il resto appena tirata giù di primo getto. state sciolte le abbreviazioni e si è regolarizzata la punteggiatura laddove necessario. Alcuni anni dopo nella intenzione di prestare un servigio agli amatori dell’arte e agli artisti diede volgariz- zato il Manuale della storia dell’arte del Dr. Francesco Kugler, manuale che, in onta a certe idee e fantasie tede- sche, è pur sempre il migliore che si conosca, abbracciando l’Arte di tutti i tempi e di tutti i popoli co’ principi Mugna Ab(at)e Pietro nacque nel giugno 1814 a Trissino, ameno paese, ammirato dalla via che storici ed estetici ora più riputati. Ricorderò di lui due altre versioni pur dal tedesco, quella cioè Della origine e mette da Vicenza per Valdagno a Recoaro, a 13 miglia di distanza dall’ultimo luogo. In patria apprese della essenza dell’anima umana e dell’animazione del feto del celebre Dr. Ennemoser, autore anche di una opera i primi elementi del leggere, dello scrivere, del conteggiare e della grammatica, giovato assai in questo assai stimata sul magnetismo animale, e l’altra degli Studi sovra Dante Alighieri per servire alla intelligenza della dalle amorose cure del padre suo Dr. Giuseppe, dotto medico e assai versato nelle scienze naturali e che Divina Commedia del chiar. Dr. Emilio Ruth Prof. a Heidelberga, con la quale intese di pigliar parte e bene alle seppe di buona ora trasfondergli il suo amore allo studio e ai libri. Nel Seminario poi di Vicenza percorse feste del centenario del nostro sovrano poeta. il ginnasio e il liceo, e la teologia fece all’università di Padova, avendo per tempo abbracciato lo stato Di originale compose: Dell’Agordino. Cenni storico-statistico-naturali; Delle scuole e degli uomini illustri della ecclesiastico. provincia di Belluno; Della Chiesa russa in relazione alla chiesa cattolica e ad altre chiese cristiane con documen- Appena compiuti gli studi teologici venne inviato nel Seminario di Belluno ad insegnarvi retorica, ti; Storia della chiesa di Venezia dopo la politica di Cesare Cantù nella Grande Illustrazione del Lombardo-Ve- e in quel magistero la durò un anno, perché nel corso dell’anno stesso, sovra proposta del suo vescovo neto. Degli scritti non editi a parte credo di dovere menzionare per la sua importanza il pubblicato negli Annali Giovanni Giuseppe Cappellari di santa e venerata memoria, fu scelto ad entrare nell’Istituto del così detto di Statistica del 1852 a Milano, il cui titolo è questo Del commercio librario in genere e di un suo progetto per perfezionamento teologico a S. Agostino in Vienna. Fu contento di perfezionarsi a quel modo solamente rilevare questo commercio in Italia. L’argomento dal Mugna trattato è di una vitale importanza, che ognuno e già un anno, e di là passò professore di lingua e letteratura italiana in quella Accademia di lingue orientali. convinto doversi riformare di pianta tal commercio da noi; qual è tanto male al suo fine corrisponde e scontenta. 96­­­ A lui per ultimo si deve se a Lipsia venne pubblicata la versione della Divina Commedia in esametri, che 97­­­ costò molti anni di faticosa occupazione al valente latinista Don Gaetano Dalla Piazza di Schio. Il merito quali erano là meco tranquilli da quasi tre mesi. Saputa io la cosa, nell’assenza del Sr Direttore Cav. Giu- principale però è di Carlo Witte grande fra i più grandi dantofili e che dedicolla, corredandola di dotta seppe Rauscher, ora principe vescovo di Seckau, ho creduto bene di andar a dichiarare quel che era pro- prefazione, al principe allora Giovanni, presente re di Sassonia, insigne traduttore e cultore della Divina priamente il giovane. Mi fu dai soldati risposto essere già stato trasportato a Klosterneuburg ; là dovermi Commedia sotto il pseudo nome di Filalete. dirigere per averne notizie. Giunto alla caserma de’ guastatori (pionieri) di quella città, mi accorsi subito con grandissima maraviglia d’essere io pure arrestato senza che né allora né poi mai saperne potessi un ragionevol motivo. Quattro giorni fui ivi sostenuto, e fatto poscia spettacolo di scandalo alle popolazioni nel mio trasporto militare da Klosterneuburg ad Hetzendorf, benché avessi indarno mossa la delicata II preghiera di potermi a spese mie pigliare un calesse per riguardo appunto all’abito che indossava. Nulla Memoriale di Pietro Mugna sui fatti del 1848. Lettera al Ministro dico del dormir sulla nuda terra, nulla delle ingiurie e contumelie atroci, alle quali fui soggetto, finché Venezia, 1 settembre 1850 venni alla caserma di Gumpendorf. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, ms. 3285 (= Gonz. H. 6.12. 129) Dall’interrogatorio risultò nulla: pure colpa forse di segreti delatori, la cosa andò su e giù tanto che rimasi prigione oltre 50 giorni. Rimesso finalmente al mio posto, mi ebbi ad avvedere da più segni che i sospetti Si pubblica la lettera dell’1 settembre 1850 indirizzata all’allora ministro degli Interni del governo austro-ungarico Alexan- sul conto mio non erano cessati, né co’ sospetti le molestie. Nell’esorbitanza de’ tempi e nello stato ec- der von Bach, conservata nel manoscritto 3285 (= GONZ. H. 6.12. 129) della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza (3365 cezionale in cui trovavasi Vienna, ho giudicato prudentemente dignitoso di chiedere la mia dimissione A). In apertura Pietro Mugna si rivolge al ministro per chiedergli di esaminare con parzialità e giustizia i fatti dell’autunno cedendo alle circostanze violente, e fare intanto un lungo viaggio d’istruzione all’estero; fermo sempre di 1848 (cfr. qui p. 97). Il corpo della lettera è dedicato alla chiara esposizione dell’accaduto: l’arresto di un suo allievo mentre voler la cosa posta in chiaro, tornata con l’ordine civile la calma. si trovavano insieme presso la casa di villeggiatura dell’Accademia orientale di Vienna, i suoi tentativi di difenderlo, con il La mia dimissione ottenni (All.° B), ma non il passaporto; anzi mi fu intimato di partire per Vicenza entro conseguente arresto, immotivato e ignominioso, la detenzione per oltre cinquanta giorni, le dimissioni dall’Accademia, il con- tre giorni; mi fu tracciata la strada con l’obbligo, appena arrivato, di presentarmi al Commando militare fino a Vicenza, la negazione da parte dell’autorità della possibilità di trasferirsi a Venezia per insegnare privatamente diritto ecclesiastico, il continuo sospetto intorno alla sua persona e le iterate malversazioni. Chiede infine al ministro di esaminare i di quella città. Indarno chiesi di potermi fermare nella capitale per rimanere lontano da ogni movimento fatti per chiarire la verità sul suo conto, stabilire la sua innocenza e assicurargli finalmente i diritti negati. La lettera è una d’Italia non ancor quieta; indarno dichiarai di aver mezzi di sussistenza decente, e persone probe e degne testimonianza vissuta della severissima repressione austriaca in seguito alle tentate rivoluzioni del 1848. Lo scritto ci consente pronte a garantire per me; indarno mi mostrai disposto e apparecchiato a nuovo processo. inoltre di approfondire la conoscenza di Pietro Mugna sul piano umano: attesta infatti la sua premura per gli studenti e la Entro tre giorni dovetti andarmene (all.° C), e a Vicenza mi trovai relegato per alcuni mesi. Ebbi finalmen- sofferenza provocata dall’ingiusto trattamento inflittogli. te il passo più libero; pure la R. Delegazione di Vicenza non ha creduto di dar corpo ad una mia istanza Si sono sciolte le abbreviazioni e regolarizzato la punteggiatura dove necessario. La congiunzione se non che è stata univer- a S(ua) E(ccellenza) Sr Conte Montecuccoli commissario plenipotenziario imperiale per essere per essere bata. I nomi propri di persona sono scritti come nel testo. Le parti sottolineate sono indicate in corsivo. abilitato ad istruire privatamente a Venezia gli studenti di legge nel diritto ecclesiastico; pure si ordinò ultimamente ad una deputazione comunale (dimenticai, è vero, di rassegnare a Vicenza, mia patria città, A la carta di via) d’informarsi bene della condotta che tenni in un solitario e misero villaggio del Vicentino, Sua Signoria Illustrissima dove per motivi anche di salute, passai due mesi di primavera in casa di parenti conosciuti. Il Sr Ministro dell’Interno Da questi e da altri fatti chiaramente raccogliesi che sono tuttora in voce non buona presso l’autorità Cav. Alessandro Dr. Bach politica e preso di mira; che sono e sarei impedito e attraversato ovunque e in tutto da quella mano che invisibile persegue sempre, e colpisce tanto più sicura sotto l’ombra del mistero e della irresponsabilità, Memoriale dell’Ab(at)e Pietro Dr. Mugna se non viene tolta quella falsa impression di sospetto, causa di tutto. Il quale elegge il suo domicilio a Padova presso suo fratello GBatta Dr. Mugna medico-fisico in quella Signor Ministro, le cose sono in questi termini né più né meno: se sono reo, fate che sia secondo la legge città. punito; se innocente, fate che abbia senza noie tutti i diritti e vantaggi che goder dee ogni onesto cittadi- no. Buone ragioni mi fanno sperare non sarà indarno questo ricorso alla S. V., a cui riverente mi inchino. Sig. Ministro! Devotis(si)mo Umilissimo Servo Se i tempi e la prudenza non mi avessero finora consigliato un paziente silenzio, sarei già prima ri- Ab(at)e Pietro D.r Mugna corso per giustizia alla S(ignoria)V)(ostra). Vi ricorro ora per veder pienamente messa in netto la cosa mia Venezia 1. settembre 1850 ed avere una norma sicura a decidermi per l’avvenire. Vi ricorro poi anche perché è bene che all’alto si sappiano nella loro piena interezza certe esorbitanze, che la stessa violenza de’ tempi non sa giustificare. N. 3662 p.r. Con la franchezza dunque dell’uomo che una indebita persecuzione sofferse mi farò breve espositore Da restituirsi all’abate Don Pietro Mugna coi tre allegati uniti all’istanza e con analoga intimazione del dell’avvenuto, e V(ostra) S(ignoria) nella sua sapienza e giustizia giudicherà se meritavo il trattamento il venerato decreto di Sua Eccellenza il sig.r Feldmaresciallo Conte di Radetsky 14 corr. N. 7182 M.S. che qual mi ebbi, e se merito tuttavia di essere continuamente tenuto d’occhio come persona sospetta e peri- non è noto alla prelodata Eccellenza d’essere il presente limitato nei suoi diritti quale cittadino austriaco, colosa. e ne meno ch’egli sia soggetto ad una particolare vigilanza politica, che ciò però se pur fosse, sarebbe I primi dell’agosto 1848 con due alunni dell’I.R. Accademia orientale, dov’era da quasi otto anni pre- l’effetto naturale della misura precauzionale che prende l’autorità dello stato. fetto e professore (all.° A), lasciai Vienna per passare qualche tempo a Weidling nella casa accademica Venezia 25 luglio 1851 di campagna, ben contento che il dovere mi togliesse ai romori e moti incomodi della capitale. Quale sia stata ivi la mia condotta sotto ogni riguardo fu abbastanza testimoniato e può testimoniarsi da que’ del D’ordine del Signor Direttore Centrale luogo. Senonché là appunto dove quiete io cercava, nacque per me una serie di guai, i quali non sono per l’I. R. Segretario anco del tutto finiti. Ravagnan 98­­­ Il giorno 27. ottobre 1848 fu a Weidling arrestato come studente uno dei due alunni dell’Accademia, i 99­­­ alla Presidenza dell’Arca tutti gli ornati delle mie stanze in quadri residui e stampe con un calamaio a Il testamento bilancia ed una opera a scelta per la biblioteca. Schio, 30 dicembre 1880 Padova, Archivio della Veneranda Arca, Categoria III, classe VII, busta 7, fascicolo 2, n. 102 Prego il mio nipote don Antonio Mugna di dare subito avviso della mia morte al sig. Rettore del Seminario di Padova, dove mi sono ascritto quando vi studiavo ad una pia congregazione; come lo prego Si riporta la copia del documento con le disposizioni testamentarie di Pietro Mugna (Padova, Archivio della Veneranda Arca, di dare lo stesso avviso a monsignore Arcidiacono di Agordo, perché appartengo a quella confraternita Categoria III, classe VII, busta 7, fascicolo 2, n. 102), pubblicato in Baldissin Molli 1996, pp. 514-515. de’ morti. Nel testamento dettato a Schio il 30 dicembre 1880 l’abate Pietro Mugna nomina quali eredi i tre nipoti Giovanni, Giuseppi- Voglio che i miei funerali siano modestissimi, ed invece mi si facciano subito a suffragio dell’anima na e don Antonio. Al primo lascia la casa sita in San Massimo a Padova, dove si è trasferito nel 1866, dopo l’annessione del mia celebrare trenta messe se ne troverà il mezzo. Veneto al Regno d’Italia (Baldissin Molli 1996, p. 507). Alla nipote destina le azioni del lanificio Rossi. Infine riserva a don Espressa così la mia ultima volontà, mi raccomando alla misericordia di Dio benedetto, e nella Antonio, parroco di Vescovana, due cartelle di un prestito di Vienna con relativo premio, le azioni presso la Banca mutua po- fiducia di chiudere con la grazia di lui i miei giorni da buon cattolico, come cattolico sempre vissi, tutto polare di Padova, tutti i mobili e le suppellettili, l’edizione della Bibbia di Antonio Martini, altri due libri ed eventuali somme mi abbandono al suo aiuto potentissimo e alla sua infinita bontà. Amen di denaro residue, con l’obbligo di distribuire parte della biancheria e degli abiti ai bisognosi. Viene poi riservato un ricordo a Schio, 30 dicembre 1880 persone vicine: alla cugina Carlotta Cabianca-Mario (cfr. qui pp. pp. 106, 127, 128, 161, 162, 166, 169, 170, 171, 173, 174, Don Pietro Mugna fu Giuseppe 175, 198, 199) e al senatore Alessandro Rossi di Schio (cfr. qui pp. 105, 117, 120, 126, 130, 160, ) un anello ciascuno con le incisioni dello stimato glittico Luigi Pichler (cfr. qui p. 103), a Francesco Rossi un dipinto o una stampa a scelta. Agli amici e corrispondenti don Giovanni Rossi, i professori Giacomo Zanella e Bernardo Morsolin e al conte Gino Cittadella Vigodarzere (cfr. qui p. 103) andranno dei libri, mentre alla moglie e alla sorella del senatore Rossi due reliquie, una grande e una piccola, di papa Clemente XIII, al secolo Carlo Rezzonico. L’inventario dei beni Il testamento prosegue con la destinazione delle carte e del resto dei libri, con le relative casse, alla Biblioteca Civica di Vicenza, Padova, post 16 ottobre 1866 che provvederà al trasporto; la raccolta numismatica e gli anelli vengono donati al Museo Civico di Padova. Come segno di Padova, Archivio dell’Arca, Categoria III, classe VII, busta 7, fascicolo 2, n. 102 gratitudine per l’ospitalità presso il Convento del Santo, la Presidenza dell’Arca riceverà i quadri e le stampe rimanenti della sua camera, un calamaio a bilancia e un libro a scelta. Segue l’inventario dei beni rinvenuti presso l’alloggio nell’ex Convento di Sant’Antonio di Padova alla morte di Pietro Mu- Dispone che, al suo decesso, il nipote don Antonio ne dia notizia al rettore del Seminario di Padova e all’arcidiacono di Agordo. gna (Padova, Archivio dell’Arca, Categoria III, classe VII, busta 7, fascicolo 2, n. 102), mancato improvvisamente a Schio Esprime infine il desiderio che i suoi funerali siano modesti e che, se possibile, vengano fatte celebrare trenta messe in suffragio. il 16 ottobre 1882: pubblicato in Baldissin Molli 1996, pp. 515-516. Il 16 novembre 1882 si dispone la consegna di tutti i beni esistenti presso la stanza dell’abate, sigillata subito dopo l’avvenuta comunicazione del decesso su disposizione della Copia del testamento di Don Pietro Mugna Presidenza dell’Arca. All’apertura dei sigilli, alla presenza, fra gli altri, dell’erede don Antonio Mugna, viene fatta una stima Nei nomi santissimi del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo, Dio trino ed uno. dei trentuno pezzi, quadri e suppellettili, destinati all’Arca sulla base del testamento di Pietro Mugna del 30 dicembre 1880. Sano di mente esprimo qui la mia ultima volontà circa tutto che ora possiedo e potessi mai alla mia morte Si rammenta che Francesco Rossi dovrà scegliersi un libro per ricordo, e il bibliotecario Josa Rinaldo sceglie il Dizionario possedere. Amo ugualmente tutti i parenti miei ma, per la ristrettezza de’ mezzi non potendoli abbrac- classico di storia naturale (Dizionario classico di storia naturale 1831-1843), la cui consistenza indicata è di diciotto volumi, ciare tutti, dispongo delle cose mie a favore di tre soli nipoti Mugna, e spero che gli altri, osservando mentre ne conta effettivamente sedici. Le opere d’arte lasciate all’Arca comprendono dipinti, fotografie e litografie a soggetto religioso e profano (Baldissin Molli bene, non me ne faran colpa. 1996, p. 508). Si segnalano in particolare il ritratto di Dante e la reliquia della veste del Petrarca, segno degli interessi Lascio dunque la mia casa a S. Massimo a Padova a mio nipote prof. Giovanni Mugna marito della letterari dell’abate e della sua devozione nei confronti dei due padri della letteratura italiana. I nn. 7, 28 e 29 sembrano carissima Lia Cabianca. corrispondere a doni da parte di Valentino Panciera Besarel (cfr. qui pp. 117,126). Lascio le azioni che tengo del Lanificio Rossi a mia nipote Giuseppina Mugna. Lascio all’altro mio nipote don Antonio Mugna parroco di Vescovana due cartelle del prestito di Vienna con premio e le azioni che ho della banca mutua popolare di Padova. A questo lascio inoltre tutti Padova, in questo giorno di Giovedì 16 novembre 1882: ore 8 antimeridiane i miei mobili, utensili con la Bibbia del Martini ed altre due opere che desidera e il danaro che avessi con l’obbligo di dispensare ai poveri, come e dove crederà meglio, parte della mia biancheria e dei miei Processo verbale abiti. di consegna dei mobili ed oggetti tutti erano di proprietà del fu prof. Mugna don Pietro, esistenti Lascio alla mia cara cugina e provata amica Carlotta Cabianca-Mario l’anello in corniola con la nei locali dell’Ex convento di S. Antonio e che erano abitati dallo stesso prof. Mugna, aventi ingresso dal testina di Saffo, intagliata dal celebre glittico Luigi Pichler, come lascio al mio più caro e stimato amico chiostro del Generale. Alessandro Rossi da Schio, Senatore del Regno, l’anello pure in corniola con la testa di Dante, incisione Premesso che avuta notizia della morte del prof. Mugna la Presidenza dell’Arca ordinò la chiusura del medesimo autore ed al figlio di lui Francesco, un dipinto od una stampa a sua scelta. delle porte dei locali che erano da esso occupati e l’applicazione dei sugelli alle medesime, onde impe- Lascio a’ miei cari amici don Giovanni Rossi di Schio le due opere francesi: gli ordini religiosi con dire l’accesso di persone estranee. figure ed i personaggi della Bibbia; al prof. Giacomo Zanella, al prof. Bernardo Morsolin di Vicenza ed Che il Rev. don Antonio Mugna nipote del defunto, partecipava col foglio 24 ottobre a.c. al N. 407 al conte Gino Cittadella Vigodarzere una opera di lor gradimento fra i miei libri. Alla moglie del Sena- aver il fu d. Pietro Mugna disposto per un legato a favore dell’Arca e domandava di esser autorizzato tore Rossi, signora Maria Maraschin lascio la grande reliquia con lo stemma di papa Rezzonico, di cui aprire quei locali a prender possesso di quello e quanto in essa eravi disposto, dichiarandosi unico erede fu dono, e la piccola alla sorella di lui signora Luigia. Lascio tutte le mie carte ed i libri restanti alla di quelli. Biblioteca Civica di Vicenza, con lo incarico di provvedere essa al trasporto, al quale scopo, per maggior Che il notaio don Antonio Bona comunicava copia semplice del testamento olografo del fu d. Pietro comodità e a risparmio di spesa, le assegno anche i cassoni e le casse che possiedo. Mugna deposto a suoi atti ai NN. I 1554-15159. Lascio con le medaglie i restanti anelli al Museo Civico di Padova, sicuro che cosi tutto sarà con- Che l’avvocato dell’Arca sig. Antonio cav. Cerutti con sua nota 2 novembre 1882 N.414 opinava servato unito. possa l’Amministrazione dell’Arca disporre per la consegna al sacerdote d. Antonio quanto si trova nei 100­­­ A povero segno di grato animo per l’alloggio gratuito accordatomi nel convento del Santo lascio 101­­­ locali che erano occupati dal testatore meno quanto venne dallo stesso legato a favore della Veneranda Doni e Legati Arca. Nel testamento del 30 dicembre 1880 Pietro Mugna destinava alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza la raccolta libraria alle- Si sono in oggi riuniti i signori don Antonio Mugna fu Giobatta, Rebustello cav. Francesco fu stita presso l’alloggio nell’ex Seminario di Padova (cfr. qui p. 100). La medesima Biblioteca conserva la lettera con la quale Domenico Presidente della Veneranda Arca, Vittorio dr. Giani Segretario, Schmidt Valentino testimo- il nipote don Antonio Mugna, in data 24 ottobre 1882, a pochi giorni dalla scomparsa dello zio, avvisa l’abate e bibliotecario nio, Bruni era Giuseppe testimonio, e portatisi sopraluogo e rilevato esser intatti i sugelli apposti, si Andrea Capparozzo (Rumor 1905, pp. 347-351) sulle disposizioni testamentarie di Mugna in merito alla donazione dei libri, devenne all’apertura delle porte e si entrò nei locali dove si rilevarono esistere i seguenti quadri. con tanto di casse e cassoni per favorirne il trasporto (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Doni e legati, busta 37 n. 50, 1. Un dipinto ad olio piccolo con cornice dorata, rappresentante la Pietà 24 ottobre 1882 c.a. recto) e la relativa conferma di ricezione da parte del bibliotecario stesso, datata Vicenza, 30 novembre 2. Ecce homo dipinto in rame con cornice dorata 1882 (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Doni e legati, busta 37 n. 50, 30 novembre 1882 c.a. recto), con l’impegno 3. Madonna con Bambino e Giovannino dipinto in tavola con cornice dorata della spedizione a don Antonio, che ne ha fatto richiesta, di un esemplare della traduzione dal tedesco all’italiano, ad opera 4. Madonna detta di S. Sisto tratto da Raffaello in litografia con cornice dorata nera di Pietro Mugna, del Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (Kugler, Burckhardt 1852-1854), cfr. qui p. 100. Tale 5. Incisione in rame con cornice e lastra nera rappresentante la Assunta documentazione riguarda l’acquisizione del lascito dell’abate da parte del Comune di Vicenza, pertanto le carte non sono 6. Portar della croce ut supra conservate nel fondo Mugna, ma fra gli atti riguardanti le acquisizioni delle Biblioteca Civica. L’inventario del 20 aprile 7. Fotografia rappresentante la Madonna 1883 è in parte autografo dell’abate Andrea Capparozzo, il quale vi appone alcune osservazioni in prima persona. Comprende trecentoventi opere di argomento vario, altre cento in lingua inglese e tedesca, centonovanta volumi miscellanei, oltre ad altri 8. Acquarello rappresentante una Santa volumi, alcuni dei quali già esistenti in Biblioteca (Bortolan, Rumor 1893, p.77). Mancano dall’elenco i libri lasciati in dono 9. Dipinto ad olio sulla tela con cornice dorata ad Alessandro e Giovanni Rossi, Bernardo Morsolin, Giacomo Zanella, al conte Gino Cittadella Vigodarzere, la Bibbia di 10. Ritratto di fanciullo con uccello dipinto ad olio Antonio Martini destinata al nipote (cfr. qui p. 100) e il Dizionario classico di storia naturale (Dizionario classico di storia 11. Litografia Rouget de l’iste (?) con cornice dorata e lastra naturale 1831-1843) scelto dal bibliotecario Josa Rinaldo. Si segnala la presenza del Manuale della storia dell’arte (Kugler 12.-18. Sette ritratti in litografia con cornice nera e lastra (allegorie del giorno) 1856-18591) e della Storia dell’architettura (Kugler 1856 -18592) di Franz Kugler e della Storia della pittura italiana di 22.-25. Quattro vedute in incisione sul rame rappresentanti l’una veduta di Roma a volo d’uccello e Joseph Archer Crowe e Giovanni Battista Cavalcaselle (Cavalcaselle, Crowe 1875). l’altra, altra veduta di Roma, con vetro. 28. Una fotografia rappresentante il crucifisso con santi, in cornice di noce e vetro 29. Quadro contenente tre vedutine, paesaggio dipinto ad olio entro cornice fotografato fino un piccolo crucifisso in fotografia entro altro contorno, il tutto entro una gran cornice di noce con lastra. VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, DONI E LEGATI, BUSTA 37 N. 50 30. Brano della veste di Petrarca in piccola cornicetta d’ottone 31. Ritratto di Dante in piccola cornicetta di carta pesta Inventario dei libri lasciati con disposizione testamentaria alla Biblioteca Comunale dall’ab. Prof. Pietro Oltre ai quadri suddetti nei locali si rinvennero i mobili, libri ed altri oggetti che non avendosi interes- Mugna, Vicenza, lì 20 aprile 1883. se di esser elencati perché di spettanza del rev. don Antonio Mugna ed altri legatari, non si elencano, tanto più che su questi il rev. don Antonio Mugna nulla trova da osservare. Si fa qui menzione soltanto che fra i quadri sopraelencati è compreso anche quello che dovrà Volumi, inv. nn. 1 - 320; scegliere il signor Rossi Francesco. Miscellanee, volumi n. 190; Si fa memoria inoltre che il signor Mugna don Antonio dichiara esser a sua conoscenza sussistere Imperfetti, volumi n. 200; il calamaio a bilancia lasciato all’Arca e che lo consegnerà. In tedesco e altre lingue straniere, volumi 96 [non numerati]; Il Bibliotecario poi Josa Rinaldo scelse per conto della Antoniana Biblioteca l’opera seguente: Manoscritti volumi 15 di vario argomento (comprendo studi del donatore); Dizionario classico di storia naturale con rami miniati, edizione di Venezia 1831, volumi 18 in 8°. Duplicati (fatto il confronto con gli esistenti nella biblioteca). A questo punto il rev. don Antonio Mugna ha rinvenuto il calamaio a bilancia sopranominato. Tutti gli oggetti sopra elencati rimangono in consegna nelle mani del rev. don Antonio Mugna, erede a cui vengono rimesse le chiavi tutte dei locali. Fatto, letto, si chiude il presente verbale confermandolo colle seguenti sottoscrizioni Don Antonio Mugna

102­­­ 103­­­ in Strenna triestina per l’anno 1844, Trieste, Gio. Cameroni, in «Giornale Euganeo di Scienze, Lettere ed Arti», a. 4, Bibliografia censita: scritti e traduzioni 1844, pp. 175-177. sem. II, 1847, pp. 546-547.

Mugna 18443 Mugna 18478 Si riporta l’elenco cronologico delle opere a stampa e delle traduzioni di Pietro Mugna. Vi sono presenti monografie e contri- Einige Bemerkungen über den Aufsatz des Hrn. Julius Sul matrimonio. Alcune parole di forse pratica utilità, in Non buti su riviste e periodici e undici traduzioni. Il precedente elenco stilato nel 1907 da Sebastiano Rumor (Rumor 1907, pp. Schätzer: “Zur neuern italienischen Literatur”, in «Österr- ti scordar di me. Strenna pel Capo d’anno e pe’ giorni onoma- 401-404), che indicheremo con R, è più ridotto. In effetti, le differenze non sono sostanziali, in quanto esse sono spiegabili con eichische Blätter für Literatur und Kunst», Nr. 1, II Quar- stici, compilata per cura di Antonio Corbellini, N. XVI, terzo tal., 3 April 1844, pp. 3-4. della serie terza, Milano, Pietro e Giuseppe Vallardi, 1847, l’esistenza di più di una edizione della stessa opera, oppure di contributi con lo stesso titolo usciti a distanza di tempo. Nella pp. 202-216. 7 lista del 1907 mancano soprattutto gli scritti dei primi anni. Mugna 1847 del presente elenco corrisponde a R 16, che reca Mugna 18444 [= R 8] un titolo diverso e una differente indicazione del numero del fascicolo del periodico «Gazzetta privilegiata di Venezia», 71 I tre Pichler maestri in Gliptica [con due ritratti], Vienna, Mugna 18481 [= R 17] anziché 61, dell’anno 1847, tuttavia si tratta dello stesso contributo. Di Cantù, Mugna 1858 esiste un estratto di sette pagine typ. PP. Mechitaristi, 1844. Salmo composto per gli avvenimenti de’ giorni nostri, Vienna, numerate, con una postilla autografa di Pietro Mugna a p. 5: è conservato presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza Tendler, s. a. [1848] (Libreria Gonzati, busta 130, n. 33). Si segnala un componimento inedito dedicato all’erudito e politico piacentino Luciano Mugna 18445 [= R 7] 2 Scarabelli (Piacenza, Biblioteca Passerini-Landi, ms. Com. 281; Le Carte Scarabelli 2008-2009, p. 53, n. 119; Magnani Theses ex universa theologia, quas in Cesareo-regia antiquis- Mugna 1848 sima ac celeberrima scentiarum Universitate Vindobonensi Pietro Micca. Ballata, in Non ti scordar di me: strenna pel 2009, p. 139). In Strenna triestina per l’anno 1843, Trieste, Gio. Cameroni, 1843 venne pubblicata la canzone libera di Pietro pro obtinendo doctoris in SS. Theologia gradu academico Capo d’anno e pe’ giorni onomastici, compilata da Antonio Mugna Il conforto (Cfr. «Bibliografia italiana» VIII, 1842, fasc. I, p. 322, n. 3083). Tuttavia, un anno dopo, in nota all’edi- publice defendendas suscepit Petrus Mugna, Vindobonae, Corbellini, N. XVII, quarto della terza serie, Milano, Pietro zione del componimento indirizzato dallo stesso Mugna a Francesco Rota (Mugna 18441), il direttore editoriale della Strenna typ. Congregat. Mechitaristi, 1844. e Giuseppe Vallardi, 1848, pp. 161-163. osservava: «Il ch. Prof. Pietro Mugna nell’inviarci da Vienna la presente composizione, ci manifesta il suo rincrescimento perché nella Strenna dell’anno scorso sia stata inserita una Canzone ch’egli, in momento di compassiva tristezza, aveva, più Mugna 18461 [= R 10] Mugna 18483 ch’altro, improvvisato a Padova, e, come cosa di nessun conto, lasciata in mani dell’amica persona che ce l’ha favorita». Altre Delle biblioteche. Lettera al marchese Pietro Selvatico Esten- Chiara. Filatrice d’oro. Ballata, in Non ti scordar di me: voci si ricavano dalla Bibliografia bellunese di Augusto Buzzati (Buzzati 1890, p. 478, nn. 1554, 1655; 487, n. 1699; 495, se, in «Giornale Euganeo di Scienze, Lettere ed Arti», a. 3, strenna pel Capo d’anno e pe’ giorni onomastici, compilata sem. II, 1846, pp. 357-365. da Antonio Corbellini, N. XVII, quarto della terza serie, Mi- nn. 1738,1741; 645, n. 2581; 745, n. 3114), che indicheremo con B: viene segnalata una canzone indirizzata a Mugna, com- lano, Pietro e Giuseppe Vallardi, 1848, pp. 198-201. posta da Filippo Scolari in occasione della morte del conte Francesco Miari di Belluno, edita da Longo di Vicenza nel 1860 Mugna 18462 (Buzzati 1890, p. 505, n. 1781). Un profilo bio-bibliografico di Pietro Mugna compare nella commemorazione composta per Delle biblioteche. Lettera al marchese Pietro Selvatico Esten- Mugna 18511 lui da Bernardo Morsolin e pubblicata in «Archivio veneto» del 1883 (Morsolin 1883, pp. 223-245), che indichiamo con M. se, in «Il Lucifero. Giornale scientifico, letterario, artistico, Del commercio librario in genere e di un progetto per rilevare L’elenco attesta la versatilità di Pietro Mugna, erudito impegnato in diversi generi letterari. La sua produzione comprende agronomico, industriale», IX, numero 48, mercoledì 30 questo commercio in Italia. Discorso. Parte Prima, in «An- infatti componimenti encomiastici, trattatistica, omiletica, teologia, storia religiosa, civile e letteraria, con particolare riguar- dicembre 1846, pp. 384-385; IX, numero 49, mercoledì 6 nali universali di statistica economia pubblica, geografia, do per Dante Alighieri e alla sua ricezione in Germania. Come traduttore dal tedesco si confrontò con testi di politica, storia gennaio 1847, pp. 390-391. storia, viaggi e commercio», Serie 2, Volume 27, Fascicolo 80, febbraio 1851, pp. 144-158. dell’arte, letteratura, teologia e morale. Mugna 18472 [= R 16] In alcuni casi non è stato possibile indicare il numero delle pagine di contributi pubblicati su periodici. Al nob. Sig. Conte Francesco Gualdo, consigliere straordina- Mugna 18512 rio dell’I.R. Accademia di Belle Arti di Venezia e f.f. di segre- Del commercio librario in genere e di un progetto per rileva- tario presso la stessa, in «Gazzetta privilegiata di Venezia», re questo commercio in Italia. Discorso. Parte applicata, in n. 61, 16 marzo 1847, p. 243. «Annali universali di statistica economia pubblica, geogra- fia, storia, viaggi e commercio», Serie 2, Volume 27, Fasci- Mugna 18473 [= R 13] colo 81, marzo 1851, pp. 237-250. Mugna 1833 Mugna 18391 [= R 2] Carme inedito alla memoria di Giangiacomo Trivulzio Celebrando il suo primo sacrifizio il reverendo d. Giovanni La vita campestre. Ottave, [Per messa novella di Leopoldo dell’Ab. Quirico Viviani, in «Giornale Euganeo di Scienze, Mugna 18513 Rossi. Anacreontica, Vicenza, Picutti, 1833. Palatini], Belluno 1839. Lettere ed Arti», a. 4, sem. II, 1847, pp. 440-447. Del commercio librario in genere e di un progetto per rileva- re questo commercio in Italia. Discorso, Milano, Presso La Mugna 18341 [= M p. 224 e nota 1; R 1] Mugna 18392 [= R 3] Mugna 18474 Società degli editori degli Annali universali delle scienze e Al signor Giovanni Masiero benemeritissimo della rifusione Prefazione, Cristiano De Kleist, Primavera, tradotta da Se- Dante in Germania, Padova, Crescini, 1847. dell’industria nella Galleria Decristoforis sopra lo scalone a delle campane e restaurazione del campanile di Trissino. So- bastiano Barozzi, Belluno, Deliberati, 1839. sinistra, 1851. netto, Vicenza, Picutti, 1834. Mugna 18475 [= R 15] Mugna 1840 [= R 6] Dante in Germania, in «Il Caffè Pedrocchi», n. 40, Padova Gualdo, Mugna 1852 [= R 20] Mugna 18342 L’omelia XI e XII di Origene volgarizzate, in Le migliori ome- 1847. Nicolò Gualdo, Pietro Mugna, Antonio Cabianca. Necrolo- A don Giuseppe Rossi celebrante il suo primo sacrificio. Sonet- lie ed orazioni de’ Padri greci e latini, [poi] con altre più gia, in «Gazzetta uffiziale di Venezia», N. 27, 4 febbraio to, Vicenza, Picutti, 1834. rinomate loro opere, a cura di Giuseppe Onorio Marzuttini, Mugna 18476 [= R 12] 1852, p. 108. Tomo III, Este, G. Longo, 1840, pp. 161-185. Del commercio librario in genere e di un progetto per rilevare Mugna 18343 questo commercio in Italia, in «Giornale Euganeo di Scien- Mugna 1852 [= R 21] Nelle faustissime nozze della signora Anna Zilio col signor Mugna 1843 [= R 5] ze, Lettere ed Arti», a. 4, sem. II, 1847, pp. 426-439. Nicolò Gualdo conte Palatino di Vicenza, senza nota di stam- Giovanni Pagiola. Anacreontica, Vicenza, Picutti, 1834. Un fiore su tre tombe. Sciolti, in Strenna sacro-morale per pa, [1852]. l’anno 1844, Anno II, Milano, Canadelli, 1843, p. 127. Mugna 18477 [= R 11] Mugna 1835 P.M., [recensione], L’armonia universale. Poema didascalico Mugna 1855 A Maria Mugna nel giorno delle sue nozze con Jacopo Mar- Mugna 18441 di N. Beroaldo Bianchini. Terza edizione corretta e nobil- Storia intorno ai Vesperi siciliani secondo Marin Sanudo, in sura il fratello Pietro. Sonetto, Vicenza, Picutti, 1835. Al suo Francesco Rota, in Strenna triestina per l’anno 1844, mente accresciuta, Vienna 1846, dalla tipografia di Carlo «Rivista contemporanea», anno II, fascicolo XV (luglio-ago- Trieste, Gio. Cameroni, 1844, pp. 171-174. Gerold, in «Giornale Euganeo di Scienze, Lettere ed Arti», sto), 1855, pp. 1061-1073. Mugna 1837 a. 4, sem. I, 1847, pp. 329-339. A don Domenico Panizza nel giorno della sua laurea in me- Mugna 18442 Mugna 1856 [= B 1554] dicina. Ode, Padova, Cartallier, 1837. Alla Signora Rosa Trebbi romana. Il Canto serotino dell’au- Mugna 18477 [= R 14] Agordo. Lettera di Pietro Mugna al Dott. Tommaso Locatelli, 104­­­ gellino. Romanza, Lettera a G. Stefani sulla importanza degli studi danteschi, in «Gazzetta di Venezia», N. 4, 5 gennaio 1586, appendice. 105­­­ Mugna 18571 Mugna 18691 [= R 28] Mugna 18763 [= R 40] Mugna 18793 [= R 49] Bibliografia. Lettere critiche di Ruggero Bonghi, in «Cronaca Al caro e stimato amico don Domenico Barbaran nella morte Per una lapide ad Andrea Cittadella. Discorso, in Discorsi te- Nelle nobilissime nozze Valmarana-Cittadella Vigodarzere, di scienze, lettere, arti, economia, industria, con bollettino del suo diletto fratello dott. Antonio. Sonetto, Padova, Prospe- nuti al solenne scoprimento della lapide posta in Padova dalla agli sposi. Versi, Padova, Prosperini, 1879. bibliografico pubblicato da Ignazio Cantù», Anno terzo, 1857, rini, 1869. gratitudine del popolo al conte Andrea Cittadella, il 19 marzo semestre primo, Dispensa V, pp. 137-141. 1876, Padova, Penada, 1876, pp. 11-13. Mugna 18794 [= R 51] Mugna 18692 [= R 29] Sonetto per l’inaugurazione di Alfonso La Marmora, Padova, Mugna 18572 Dante in Germania. Studio, Padova, Prosperini, 1869. Mugna 18771 [= R 44] Prosperini, 1879. Degli statuti di Rocca Pietore e Caprile. Al chiarissimo signor Nelle faustissime nozze Rossi-Bozzotti. Allo sposo. Versi, Pado- Gabriele Rosa di Bergamo, in «Cronaca di scienze, lettere, Mugna 1870 [= R 30] va, Prosperini, 1877. Mugna 18801 [= B 3114; R 52] arti, economia, industria, con bollettino bibliografico pubbli- Ricordo di Padova, ossia la Basilica di S. Antonio descritta ed Nelle nozze Bazzole-Bellati. Versi, Padova, Prosperini, 1880 cato da Ignazio Cantù», Anno terzo, 1857, semestre secondo, illustrata, Padova, Prosperini, 1870. Mugna 18772 [= R 45] Dispensa 16: pp. 117-123; Dispensa XVII: pp. 138-145; Di- Nelle faustissime nozze Rossi-Garbin. Versi, Padova, Prosperi- Mugna 18802 [= R 53] spensa XVIII: pp. 182-186. Mugna 18711 [= R 31] ni, 1877. Necrologia di Pietro Estense Selvatico, in «Archivio veneto», Guida alle Terme Euganee e dintorni con accenni medici sulla Tomo XIX, parte I, N. 37, 1880, pp. 189-198. Mugna 18573 [= R 56] efficacia e sul metodo della cura, Padova, Prosperini, 1871. Mugna 18781 [= R 47] Di alcuni desideri e di alcune impressioni nell’Agordino. All’il- In morte di Antonietta Cabianca. Sonetti, Padova, Prosperini, Mugna 1882 [= R 55] lustre conte Carlo Leoni di Padova, in «La Specola d’Italia», Mugna 18712 1878. Il Duomo di Aquileja, in Blätter des christlichen Kunstvereines N. 13, Anno II, 1857, pp. (?) Cenni necrologici e Sonetti due in morte di Luigi Gonzati, Pa- des Diöcese Seckau in «Archivio veneto», Tomo XXIV, Parte dova, Prosperini, 1871. Mugna 18782 [= R 46] II, N. 48, 1882, pp. 432-449. Mugna 18574 Nelle Faustissime nozze Protti-De Pretto. Versi. Ottobre 1878, Orfanatrofio a Belluno, in «Gazzetta di Venezia», N. 19, 23 Mugna 1872 [= R 32] Padova, Prosperini, 1878. Mugna 1883 [= R 54] gennaio 1857, appendice. Nelle faustissime nozze Clementi-Rossi al padre della sposa Il Secolo. Ad Alessandro Manzoni. A Gino Capponi. Sonetti, Alessandro Rossi, Padova, Prosperini, 1872. Mugna 18791 [= R 50] (Nozze Malvezzi-Fabrello), edizione postuma a cura di Carlo Cantù, Mugna 1858 Nelle faustissime nozze Buvoli-Zanon, 19 maggio 1879. Alla Cogollo, Lonigo, L. Pasini, 1883. Cesare Cantù e Pietro Mugna, Diocesi e provincia di Venezia, Mugna 18741 [= B 2581; R 33] sposa in segno di esultanza. Versi, Padova, Prosperini, 1879. in Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia storia delle Impressioni e desideri dell’Agordino. Quattro lettere, Padova, città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni, Prosperini, 1874 [=Ristampa anast. Belluno 1972]. Mugna 18792 [= R 48] per cura di Cesare Cantù e d’altri letterati, vol. II, Milano, Nelle faustissime nozze Rossi Gnecchi, 11 maggio 1879. Agli Corona e Caimi, 1858, pp. 247-276. Mugna 18742 [= R 34] sposi. Versi, Padova, Prosperini, 1879. Ricordo del V Centenario della morte del Petrarca, (pieghevo- Mugna 18581 [= B 1741; R 22] le), Padova, Prosperini 1874. Dell’Agordino. Cenni storici, statistici, naturali, Venezia, Ti- pografia del Commercio, 1858 [=Ristampa anast.: Belluno Mugna 18751 [= R 37] 1972]. Ricordo del IV centenario della nascita di Ludovico Ariosto, 24 maggio 1875, (pieghevole), Padova, Prosperini, 1875. Mugna 18582 [= B 1738; R 23] Delle scuole e degli uomini celebri di Belluno. Cenni, Venezia, Mugna 18752 [= R 38] Tipografia del Commercio, 1858 [=Ristampa anast.: Belluno Ricordo del IV Centenario della nascita di Michelangelo Buo- 1972]. narotti, (pieghevole), Padova, Prosperini, 12 settembre 1875.

Mugna 1858-1859 [= B 1715] Mugna 18753 [= R 36] Della torba nel Bellunese, in «Il Berico di Vicenza», N. 46, Ricordo di Daniele Manin. 22 marzo 1875, (pieghevole), Pa- 1858-1859. dova, Prosperini, 1875.

Mugna 1862 [=B 1849] Mugna 18754 La Valle di Piero nel Bellunese, in «Gazzetta di Venezia», N. [Prefazione a] Giovanni Battista Mugna, Due consulti medici 231, 10 ottobre 1862, appendice. del dott. Giambattista Mugna, Padova. Nel fausto giorno in cui Maddalena Carlotto offre l’ambita mano a Giuseppe Ro- Mugna 1864 [= R 24] dondi. All’Egregio fratello Angelo D.r Carlotto cultore delle Della chiesa russa in relazione alla cattolica ed altre chiese scienze mediche che le tenne dal padre, Padova, Prosperini, cristiane. Con documenti, Padova, Tipografia del Seminario, 1875, pp. 7-11. 1864 [=Ristampa Ed. Nabu Press 2012]. Mugna 18761 [= R 42] Mugna 18661 Del Luigi Camoens. Poemetto di Emilio Boschetto, con lette- All’Italia nella maestà di re Vittorio Emanuele 2. Sostenito- ra prefazione di Bortolo Clementi al padre della sposa, (Nelle re e spada del riscatto italiano. Canzone, Padova, Prosperini, faustissime Nozze Mangilli-Lampertico), Padova, Prosperini, 1866. 1876.

Mugna 18662 [= R 26] Mugna 18762 [= R 41] A Venezia, Padova, Prosperini, 1866. Nelle faustissime nozze Mario-Caffo, 5 ottobre 1876. Versi, Pa- dova, Prosperini, 1876.

106­­­ 107­­­ Opere tradotte I Manoscritti della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza e di altre biblioteche

Mugna 1836 Kugler 1858 Dante Alighieri. Traduzione dei Canti X e XV della prima Franz Kugler, Manuale della storia dell’arte del dr. Fran- Si forniscono qui l’elenco e la descrizione dei diciotto manoscritti, in gran parte autografi o con annotazioni di parte della Divina Commedia, Padova 1836. cesco Kugler; con aggiunte del dottore Jacopo Burckhardt. Pietro Mugna, donati alla Biblioteca civica Bertoliana dall’abate di Trissino in vita o ivi pervenuti nel 1882 Prima versione italiana dell’ab. Pietro Mugna, Prefazione in applicazione alle disposizioni testamentarie (cfr. qui p. 100) e ordinati su iniziativa di Andrea Capparozzo. Mittermeier, Mugna 1845 di F. Kugler, Milano, G. Brigola, 1858. Karl Joseph Anton Mittermeier, Delle condizioni d’Italia, I contenuti sono in gran parte legati alla sua produzione e ne rispecchiano la versatile personalità e i mol- con un capitolo inedito dell’Autore e con note del tradut- Ruth 1865 teplici interessi. Si spazia fra storia antica, medioevale e moderna, filosofia e altre discipline. Vi sono inclusi tore. Versione dell’Ab. Pietro Mugna, Lipsia, G.B. Hir- Emil Ruth, Studi sopra Dante Allighieri per servire all’in- anche documenti personali, come diplomi e istanze presentate alle autorità governative in merito all’ingiusto schfeld, 1845; Milano, telligenza della Divina Commedia del dottore Emilio Ruth. trattamento subito come conseguenza ai fatti di Vienna del 1848 (ms. 2021 = GONZ. 26.4.1; vedi qui p. 100), Vienna, Tendler e Schäfer, 1845. Prima versione italiana di Pietro Mugna, (Nuova collezio- minute e prime copie di opere a stampa, come ms. 3281 (= GONZ. 27.7.61) e ms. 3282 (= GONZ. 23.7.30), ne di opere storiche), Venezia, G. Antonelli e Torino L. i quali tramandano gli appunti e la redazione manoscritta di pubblicazioni successive (Mugna 18461; Mugna Mittermeier 1845 Basadonna, 1865, 2 voll. 18511; Mugna 18573; Cantù, Mugna 1858; Mugna 1864; Mugna 18741; Mugna 1882). Molto significativo è Karl Joseph Anton Mittermeier, Dell’importanza d’Ita- il codice 3280 (= GONZ. 24.4.24), di tre fascicoli. Contiene la traduzione in italiano dell’edizione tedesca di lia ne’ progressi della civiltà in Europa, e delle speranze Ruth 1868 Max Jordan (Crowe, Cavalcaselle 18691; Iidem 18692; Iidem 1870; Iidem 18712; Iidem 1872; Iidem 1873; per suo avvenire. Lettera dell’autore al traduttore. Data Emil Ruth, Giuseppe Giusti giudicato dal Dott. Emilio Iidem 1874; Iidem 1876) della New History inglese di Joseph Archer Crowe e Giovanni Battista Cavalca- ad Heidelberg, 20 dicembre 1844, in Mittermeier-Mugna Ruth professore a Heidelberga. Versione dal tedesco di Pie- selle (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866), in vista dell’edizione del primo volume presso Le Monnier nel 1845, pp. 231-251. tro Mugna, Padova, Prosperini, 1868. 1875 (Cavalcaselle, Crowe 1875). Il manoscritto testimonia il work in progress che vide come protagonisti i [Mugna?] 18461 Schön 1874 coautori e i traduttori tedesco, Max Jordan, e italiano, Pietro Mugna. Si notano cancellature, note marginali, [Pietro Mugna?], Die Maler Akademie zu Düsseldorf, in Bruno Schön, Martino Lutero giudicato psicojatricamente postille del Cavalcaselle e, in alcuni tratti la scrittura a mezza colonna su richiesta del Cavalcaselle stesso, «Österreicheische Blätter für Literatur und Kunst», Nr. dal prof. Brunone Schoen. Traduzione dal tedesco di Pietro come dimostrato da alcune lettere qui pubblicate (cfr. qui Lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro 30, III. Jahrgang, 1846, pp. 236-238. Mugna, Milano, Giacomo Agnelli, 1874. Mugna 1869-1878, lettere VII e XII). Negli Addenda si ricordano il manoscritto F.II.50 della Biblioteca Civica di Feltre, alcune lettere contenute nella cassetta X della Collezione Giordani della Biblioteca Medicea [Mugna?] 18462 Ennemoser 1875 Laurenziana di Firenze e il codice It. IV.515(=5164) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. [Pietro Mugna?], Pietro Tenerani, in «Österreicheische Joseph Ennemoser, Disquisizioni storico-psicologiche in- Blätter für Literatur und Kunst», Nr. 50, III. Jahrgang, torno all’origine ed essenza dell’anima umana in generale 1846, pp. 289-291. e intorno all’animazione del feto in particolare con un ap- pendice sulla immortalità di essa anima. Prima versione Kugler, Burckhardt 1852-1854 italiana sulla seconda edizione tedesca di Pietro Mugna, VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, suo buon progresso, et continuatione”, in Ferrara, Franz Kugler, Jacob Burckhardt, Manuale della sto- con nota del prof. Vincenzo Sartini, Firenze, Tipografia Co- MS. 502 (= G.8.3.6) per Francesco Suzzi stampatore camerale, 1634». ria dell’arte del D.r Francesco Kugler prof. nella R. Acc. operativa, 1875. ms. 502/7: Instrutione per il novo ambasciatore del di Belle Arti di Berlino con aggiunte del dottore Jacopo Nove fascicoli slegati di complessive cc. 306. Ogni re catholico alla corte di Roma composta l’anno Burgkhardt. Prima versione italiana fatta sulla seconda Frantz 1877 elemento dotato di cartulazione propria a matita, 1601, cc. 1r-10r. edizione tedesca dall’Ab. Pietro Mugna, Prefazione di F. Gustav Adolph Constantin Frantz, Il fallimento della do- Kugler, 10 fascicoli in 1 volume, Venezia, co’ tipi del gior- minante politica. Traduzione di Pietro Mugna, Padova, originale quella dei fascicoli 502/2, 502/3. ms. 502/8: Lettere di Ippolito d’Este datate 1572, nale Il Lombardo-Veneto, 1852-1854 Dal fasc. 3 1853: Prosperini, 1877. ms. 502/1: Notizie sulla contessa Matilde e sulla cc. 1r-64v. Venezia,Tipografia di Teresa Gattei. casa d’Este, cc. 1r-3r. ms. 502/9: Ercole Cato (ca. 1538-1606), Abbozzi di ms. 502/2: Cronaca di Modena dalle origini fino lettere e altre scritture, cc. 1r-70v. Ennemoser 1853 all’anno 1501, cc. 1r-38r. Joseph Ennemoser, Disquisizioni storico-psicologiche in- ms. 502/3: Quaedam de vita et translatione sancti Sul bifoglio che contiene i fascicoli sono riportate torno alla origine ed essenza dell’anima umana in gene- episcopi Geminiani mutinensis, cc. 1r-74r. le seguenti segnature «G.6.7.46 / Storia B.186»; rale e intorno all’animazione del feto in particolare con ms. 502/4: Donatio Constantini ad Iulium II ponti- «G.8.3.6. La donazione della miscellanea da parte un’appendice sull’immortalità di essa anima. Prima ver- ficem maximum, cc. 1r-8v. di Pietro Mugna, sulla base delle volontà espres- sione italiana sulla seconda edizione tedesca di Pietro Mu- ms. 502/5: Gratie concesse dall’Altezza Serenissima se nel testamento del 30 dicembre 1880 (cfr. qui gna, Venezia, Teresa Gattei, 1853. all’illustrissima communità di Modena, cc. 1r-13v. p. 100), si desume da Vicenza, Biblioteca civica ms. 502/6: Ragioni opposte al proclama pontificio Bertoliana, Doni e legati, busta Donazioni, 45, c. sulla Imposta della macina dal duca di Modena, 219r. A. Capparozzo, Inventario della Camera G. cc. 1r-13v. Quale premessa si legge il seguente Manoscritti e qualche stampato prezioso, [seconda testo a stampa: «Confirmatione et ampliatione del- metà del sec. XIX], Vicenza, Biblioteca civica Ber- le provisioni et ordini già fatti per l’introduttione toliana, Donazioni, c. 219r. Cfr. Mazzatinti 1892, dell’esattione della nuova imposta della macina, et p. 88, nr. 583.

108­­­ 109­­­ VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, 1r-122v. rie / da non conservarsi»; sul recto della carta di guardia Cavalcaselle. MS. 506 (= G.8.3.5) Appunti di storia dell’impero turco, cc. 159v-161 anteriore è apposta l’antica segnatura della biblioteca: Nel frontespizio si legge: Lecturae super aphorismos Hippocratis, cc. 1r-228r, alcune Risalente al periodo viennese dell’autore. «G.11.9.20», di mano di Domenico Bortolan Storia della Pittura d’Italia di J.A. Crowe e G.B. Cavalcasel- bianche. Secolo XVI: 1533-1534 (sul recto di molte carte, Autografo, fa parte del lascito dell’autore alla Bertoliana, Dalla scrittura non si può giudicare un autografo di Pietro le fatta italiana da Pietro Mugna./ Sotto il nome e l’auspicio cc. 1r-129v: 1533; cc. 130r-228v: 1534). come attesta la nota di Vittorio Barichella sulla contro- Mugna. del Marchese Pietro Estense Selvatico/ Delle Arti Belle Sul piatto anteriore antica segnatura «G.7.6.18 / Medici- guardia anteriore. giudice e critico intelligentissimo/ Questa storia/ Della pit- na B.288»; cartellino con attestazione «Dono dell’ab(ate) tura italiana/ Ammirata dalla Inghilterra editrice/ Plaudita / Pietro Mugna». Sul contropiatto anteriore di mano di A. VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, dalla dotta Germania/ Che sua la fece/ In pubblico segno/ Capparozzo è apposta la segnatura «G.8.3.5», la nota «co- VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, MS. 2374 (= GONZ. 24.2.12) Di vecchia stima ed amicizia/ Vuole pubblicata in italiano/ d(ice) cart(ace)o sec(olo) XVI». Cfr. Mazzatinti 1892, p. MS. 1823 (= GONZ. 26.6.36) Pietro Mugna, Raccolta di componimenti poetici, a cc. Pietro Mugna. 87 nr. 582. Pietro Mugna, La Basilica di S. Antonio di Padova, etc. 1r-83v, fra questa foglietti con appunti e annotazioni. Comprende tre fascicoli che hanno il seguente contenuto: Bernardo Gonzati. Articolo critico. Sono compresi 115 componimenti numerati. fasc. 1. Dell’arte cristiana primitiva sino alla fine del secolo Copia del sec. XIX. Autografo come confermano le note di mano di Andrea sesto, Capitolo primo, cc. 1r-16v; Capitolo secondo. L’arte VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, Capparozzo: «Sonetti autogr(afi) di P(ietro) Mugna»; di Do- italiana dal secolo sette (7) sino al secolo decimosesto, cc. MS. 1223 (= G.8.6.2) menico Bortolan sulla controguardia anteriore: «Provenien- 17r-34v; Melchiorre Cesarotti, De Cereris fabulas, tum de etymo- VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, za / dal prof(essor) ab(ate) Pietro Mugna», accompagnata Capitolo terzo. I Cosmati e Pietro Cavallini, cc. 35r-39v. logica arte ac de fabularum explicatione ab phaeniciam MS. 1867 (= GONZ. 25.8.92) dalla antica segnatura della biblioteca «G.11.9.19». fasc. 2. Capitolo secondo che va dal secolo settimo sino al linguam, 1778, Fasc. I, cc. 1r-111v, molte carte bianche. Pietro Mugna, Sul libro del Witte. Quando e da chi sia stato decimo terzo, cc. 40r-78r; Capitolo terzo. De’ Cosmati e di Autografo. composto l’ottimo commento a Dante. Pietro Cavallini, cc. 78r-88v. Melchiorre Cesarotti, Provvedimenti di vario genere per la Vincenzo Gonzati = Miscellanea, c. 61 VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, fasc. 3. Capitolo duodecimo. Andrea di Pontedera e gli migliore istruzione, e per il buon sistema dell’Università, Copia del sec. XIX. MS. 2375 (= GONZ. 23.8.5) scultori del secolo XIV, cc. 89r-97r; Capitolo decimoterzo. Fasc. II, cc. 1r-100v, alcune bianche. Estratti e studi di storia ecclesiastica generale in lingua Taddeo Gaddi, cc. 97r-124r; Capitolo decimoquinto. Buf- Melchiorre Cesarotti, Del diritto naturale, Fasc. III, cc. latina dal titolo Strictissimus historiae ecclesiasticae con- falmacco e il Camposanto di Pisa, cc. 124r-129r. 1r-22v. Probabilmente copia della prefazione di una delle VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, spectus, cc. 1r-228r, alcune bianche; cc. 209r-228r: appen- Autografo del secolo XIX. opere di Melchiorre Cesarotti. MS. 2021 (= GONZ. 26.4.1) dice in italiano. Melchiorre Cesarotti, Ragionamento sopra l’origine e i pro- Notizie e documenti Fascicoli slegati, sulla camicia l’etichetta riporta oltre l’an- gressi dell’arte poetica, Fasc. IV, cc. 1r-36v. Il fascicolo comprende, tra altro: Diploma di laurea di Pie- tica segnatura della biblioteca Bertoliana, la scritta coeva VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, Autografo, commento al testo di altra mano cc. 30r-36v. tro Mugna, Vienna 4 agosto 1831;Ricorso al Ministro au- a lapis blu: «Storia ecclesiastica»; di mano più recente è la MS. 3281 (= GONZ. 25.7.61) Fascicoli sciolti in cartella, anteposto bifolio con indica- striaco perché gli sia reso giustizia sulle vessazioni, a cui nota a matita: «Credo siano lezioni di / scuola del prof(es- Pietro Mugna, Studi letterarii. zioni sul contenuto e provenienza, cc. 272; cartulazione era stato fatto segno, Primo di settembre 1850; Supplica sor) ab(ate) / Pietro Mugna». moderna a matita in ogni fascicolo. al Generale Radetzky perché gli sia concesso il foglio di Autografo Contiene, tra l’altro: Sul bifolio anteposto ai fascicoli A. Capparozzo appone la via, 11 agosto 1851; Istanza alla Direzione di Polizia per Brani da C. Cantù, Della letteratura italiana. Esempi e giu- segnatura«J.4.3.10» (Camera I)., la nota«M(anu)s(criptu)s ottenere evasione alla sua supplica al Generale Radetzky, dizi, G. Pedona Lauriel - G. Marghieri, II, Napoli, 1859. sec(ulo) XVIII», e altra segnatura «G.8.6.2.» (Camera G). 7 gennaio 1853; Istanza alla Polizia di Venezia riguardo VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, Appunti sul commercio librario; Sul commercio librario in Si indica che il manoscritto pervenne alla Bertoliana nel al suo domicilio, 3 aprile 1854; Supplica alla Delegazione MS. 2792 (= GONZ. 26.4.7) genere e di un progetto per rilevare questo commercio in Ita- 1849, per donazione di Pietro Mugna. Provinciale per restituzione di tre tasse indebitamente pa- Autografi che si riferiscono a letterati, scienziati, artisti vi- lia. Parte prima storica. gate, 28 giugno 1861. centini viventi, cc. 1r-144v, molte bianche. Minuta della recensione a Julius Schätzer, Zur neuern ita- Si aggiunge l’attestazione di residenza del fratello Giovan- Nell’ordine si tratta di Domenico Villa, Bernardo Morsolin, lienischen Literatur, in «Österreichische Blätter für Litera- VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, ni Battista Mugna, nato a Trissino, del fu Giuseppe e di Pietro Mugna, Jacopo Ferrazzi, Fedele Lampertico, Olin- tur und Kunst», 21. Februar 1844, Literaturblatt Nr. 10, MS. 1641 (= GONZ. 29.9.29) Angelica Pasetti, di condizione medico e chirurgo, domi- do Silvestri Grandesso, Luigi Centomo, Almerico da Schio, pp. 74-80. Cfr. P. Mugna, Einige Bemerkungen über den Note storiche, risalenti al periodo viennese dell’autore. ciliato stabilmente colla sua famiglia in Padova, in parroc- Antonio Caregaro Negrin, Emilio Valle, Antonio Rivato, Aufsatz des Hrn. Julius Schätzer: “Zur neuern italienischen Il volume contiene: Nota alla storia di Napoli dal 1734 a chia di Sant’Andrea nella contrada delle Zattere, Padova, Francesco Rota, Tiberio Roberti, Alessandro Rossi, Paolo Literatur”, in «Österreichische Blätter für Literatur und nostri giorni, cc. 1-46v. 15 marzo 1849. Lioy, Luigi Chiminelli, Marco Spranzi, Lucietta Confortini. Kunst», 3 April 1844, II Quartal., Nr. 1, pp. 3-4. Note biografiche sugli imperatori romani: dalla morte di Autografi del secolo XIX. La Cassa ammalati lavoratori delle r. miniere di Agordo, Cesare Augusto a Costantino, cc. 47r-159v non numerate, Comprende tra l’altro: Mugna ab. Pietro. Lettera autografa origina fino dal primo novembre 1816; Delle Scuole feltrine. molte bianche. che dà un cenno biografico del fratello Dr. G. Battista e di Appunti per la storia della chiesa russa; Impressioni e deside- Autografo, fa parte del lascito dell’autore alla Bertoliana, VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, sé stesso, fasc. 3, cc. 8r-11; Capparozzo ab. Andrea, Accenni ri dall’Agordino; Appunti nella lettura della Storia di Gior- come attesta la nota di Vittorio Barichella sulla contro- MS. 2373 (= GONZ. 23.3.7) biografici sopra illustri vicentini, letterati vicentini, fasc. 15: gio Piloni, generale e particolare di Belluno (Piloni 1607); guardia anteriore. Prolegomena in jus ecclesiasticum, cc. 1r-81r, inseriti fo- Pietro Mugna, c. 96. Lettera a Pietro Selvatico, s.d. glietti volanti con annotazioni cc. 79-81. Sul piatto anteriore è apposta l’etichetta con la segnatura: VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, «Libreria Gonzati 23.3.7». Sul contropiatto anteriore, la VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, MS. 1642 (= GONZ. 25.7.18) nota di mano di Vittorio Barichella attesta la «Provenienza MS. 3280 (= GONZ. 24.4.24) MS. 3282 (= GONZ. 23.7.30) Corso di storia della letteratura italiana. Minuta, cc. / dal prof(essor) ab(ate) Pietro Mugna / sembrano memo- Traduzione della Storia della Pittura d’Italia del Crowe e Comprende i seguenti fascicoli dei quali si riporta la se-

110­­­ 111­­­ gnatura antica: VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, VENEZIA, BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA, Notizie descrittive del Duomo di Aquileia. (Gonz. 23.7.30) MS. 3283 (= GONZ. 25.9.43) MS. IT. IV. 515 (=5164) Storici del secolo XV. (Gonz. 23.9.14) Ricordi della rivoluzione di Vienna del 1848-’49. Codice del XIX secolo di cc. 85. Un foglietto reca il titolo Lettere, Arti e varietà», II, 1845, sem. I, pp. 1-310. Della collezione ornitologica di Angelo Doglioni di Bellu- Autografo. «Selvatico, Lettere» (Frati, Segarizzi 1911, pp. 182-183). Frati e Segarizzi (1911, p. 183) segnalano che non è com- no, con osservazioni tolte in gran parte dai suoi manoscritti. È entrato nella Biblioteca Nazionale Marciana con il Le- presa la seguente lettera: P. Selvatico, Dell’arte moderna a (Biblioteca Gonzati A. 9.15. n. 2) VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, gato testamentario di Carlo Ghega (Carl Ritter Von Ghega, Monaco e a Düsseldorf. - Pietro di Cornelius: al prof. Cav. Il Forestiere guidato alle cose più notevoli di Padova per MS. 3284 (= GONZ. 25.3.12) 1802-1860) del 1858 (verbale di consegna del 1861), fa- Tommaso Minardi, in «Rivista europea. Giornale di Scien- Pietro Mugna. Si legge: «N.b. Questo lavoro è appena Discorsi varii e panegirici moso ingegnere ferroviario a lungo attivo per il governo ze morali, Letteratura, arti e varietà», n.s., III,1845, sem. cominciato. Qui si leggono i soli cenni storici su Padova Autografo. austro-ungarico (Del Negro 2000, pp. 527-529). Contiene II, pp. 206-225. ed anche questi sono interrotti poco prima della morte di la traduzione dall’italiano al tedesco di una serie di con- Auf der Heyde, che del codice indica la segnatura It. Ezzellino. (…) la comparsa della guida di Padova fatta dal VICENZA, BILIOTECA CIVICA BERTOLIANA, tributi di Pietro Selvatico sull’arte stampati nel 1845 (Auf IV.545 (=5164) (2013, p. 160, nota 33; idem 2016, p. Selvatico distolse l’autore dal proseguire». MS. 3285 (= GONZ. H. 6.12. 129) der Heyde, Visentin 2016, pp. 591-592): 207 nota 14) ritiene le traduzioni di Mugna destinate alla Storia e descrizione della Provincia di Belluno per Pietro Documenti biografici 1. P. Selvatico, Dell’arte moderna a Monaco e a Düsseldorf. pubblicazione in «Oesterreicheische Blätter für Literatur Mugna. Tempi antichi. Delle scuole degli uomini celebri - Leone de Klenze. A Giuseppe Jappelli in «Rivista europea. und Kunst», nel quadro della promozione del pensiero di Belluno. Accademia degli Anistamici di Belluno (1734- Contiene, tra l’altro: attestato di Luigi Zuppani, Vescovo di Giornale di Scienze morali, Letteratura, arti e varietà», di Selvatico che l’abate di Trissino esercita nei suoi anni 1766). Chiesa e Diocesi. Topografia; Feltre. Compendio Belluno e Feltre, con la soddisfazione per l’insegnamento n.s., III, 1845, sem. I, pp. 28-49 viennesi (Auf der Heyde 20162, pp. 203-233). Una riprova generale della Città e Territorio di Feltre e suoi Comuni. svolto, Belluno 13 agosto 1839. Risulta che il vescovo di Una traduzione parziale di questo testo con il commento sono anche i testi antologizzati sull’Accademia di Düss- (Biblioteca Gonzati A. 9.15. n. 3). Vicenza Giuseppe Cappellari lo aveva concesso a profes- ad alcuni brani risulta edito: Italiänische Kritik deutscher eldorf e su Pietro Tenerani che Auf der Heyde conside- Autografo, e altre mani. sore nel Seminario Gregoriano di Belluno; Diploma di dot- Kunst: Selvatico über Leo von Klenze, in «Magazin fur die ra, dubitativamente, possano aver richiesto l’intervento tore in teologia, 30 gennaio 1844. Literatur des Auslandes. Redigirt von J. Lehmann», XX- di Mugna: M. [P. Mugna, oppure Ed. Melly], Die Maler VII, 1845, n. 38, 29 marzo, pp. 149-150; n. 39, 1 aprile, Akademie zu Düsseldorf, in «Oesterreicheische Blätter für pp. 153-155. Literatur und Kunst», III, 1846, fasc. 30, pp. 236-238; 2. P. Selvatico, Dell’arte moderna a Monaco e a Düsseldorf. Frz. M. [P. Mugna?], Pietro Tenerani, in «Oesterreichei- – L’architetto Federico Gärtner. Al Prof. Michele Ridolfi, in sche Blätter für Literatur und Kunst», III, 1846, fasc, 50, Addenda «Rivista europea. Giornale di Scienze morali, Letteratura, pp. 289-291. arti e varietà», n.s., III, 1845, sem. I, pp. 550-559. Rivelatrici al riguardo sono le lettere di Selvatico a Mugna. 3. P. Selvatico, Dell’arte moderna a Monaco e a Düsseldorf. Auf der Heyde (20162, p. 206 nota 10) segnala la lettera FELTRE, BIBLIOTECA CIVICA, L’Accademia di Düsseldorf. Al Prof. Adeodato Malatesti di Selvatico a Mugna del 23 novembre 1846: Siena, Bi- ms. F.II.50 Dirett. dell’Accademia Atestina di Belle Arti a Modena. I: I blioteca Comunale degli Intronati, Autografi Porri 81.46/ Manoscritto ottocentesco composito di sedici elementi, per di Pietro Giordani 1855). Mugna, tramite il cugino Jacopo metodi d’insegnamento, in «Giornale Euganeo di Scienze, cc. 20-1. Qui è edita integralmente la lettera di Selvatico un totale di II+86 carte, copiato a Feltre da Antonio Ve- Cabianca, editore (cfr. qui pp.114, 128, 129, 161), ebbe a Lettere, Arti e varietà», II, 1845, sem. I, pp. 349-361. a Mugna del 10 dicembre 1847 (cfr. qui pp. 162, 163), in cellio (Biasuz 1992, pp. 356-358), il quale, sulla coperta disposizione gli apografi allora conservati presso l’archivio 4. P. Selvatico, Dell’arte moderna a Monaco e a Düsseldorf. cui si fa cenno alla traduzione dall’italiano al tedesco delle anteriore, ha apposto il titolo «Miscellanea feltrina»; il co- privato del conte Leonardo Trissino. Oltre che a decidere - Ziebland e gli architetti di stile archi-acuto in Baviera. A quattro lettere di critica artistica del 1845. dice è stato di proprietà di Antonio Celli (Biasuz 1992, pp. quali trascrivere, scegliendo talvolta anche solamente al- Francesco Dall’Ongaro, in «Giornale Euganeo di Scienze, 135-136). Vi sono trascritti, oltre a un articolo dello stesso cune parti, l’abate dovette proporre le datazioni per le let- Vecellio sul pittore Pietro Luzzo o Morto da Feltre (Vecel- tere, che, secondo una consuetudine tipica dell’epistolo- lio 1872), contributi di corrispondenti di Mugna: Antonio grafia classica, ne erano prive (Von Albrecht 1995, vol. 1, Zanghellini, che pure si era espresso su Morto da Feltre p. 10). Le copie, completate l’1 giugno, vennero fatte reca- nel 1862 (Zanghellini 1862) e Cesare Cantù (cfr. qui pp. pitare al Gussalli il 9 agosto successivo. Sulla descrizione 115, 118, 126, 127, 216-221). della Collezione Giordani della Laurenziana si veda Mazzi A carte 42-40 troviamo uno scritto di Pietro Mugna, prece- (1902, pp. 9-10). In testa ai due fascicoli Antonio Gussal- duto dal titolo Storia della chiesa e del convento delli Santi li ha scritto rispettivamente (Giordani - Canova - Sartori Vittore e Corona presso Feltre - Lettera al compilatore della 2004, p. L): «Fasc, Mugna I. Copie di lettere a Franc. Gazzetta di Venezia. Si tratta della corrispondenza con la Viviani - Ant. Maggi - C. Pompeo Dal Toso - C.a Margheri- «Gazzetta di Venezia» con appunti di viaggio alla scoperta ta Gualdo - D.r Domenico Thiene - Can. Pietro Marasca - dei monumenti più significativi del territorio feltrino, fra i Giacomo Milan - Abat. Giambat. Canova - Giambat. Giusti quali il Santuario dei Santi Vittore e Corona. - Abat. Gius. Roberti - D.r Fran. Testa» e «Fasc. Mugna II. Copie di lettere del Giordani a Francesco Testa - Giam- bat. Canova - C. Leonardo Trissino - Gius. Remondini». L’editore si rivolse a Mugna perché intercedesse presso FIRENZE, BIBLIOTECA LAURENZIANA, COLLEZIO- monsignor Giovanni Battista Sartori al fine di ricevere gli NE GIORDANI, CASSETTA 10, nn. 405-608 e 609-674 autografi delle missive indirizzate da Giordani ad Antonio Vi sono contenute delle lettere di Pietro Giordani copia- Canova, delle quali il Sartori era geloso custode. Se ne te da Pietro Mugna nel 1849 (Giordani, Canova, Sarto- ricavò un corpus di venticinque lettere, per la cui scelta ri 2004, pp. XLVIII-LI, LXVI, LXX, LXXVII) in vista e trascrizione venne però incaricato l’abate Giuseppe Ro- 112­­­ dell’edizione di Antonio Gusselli del 1855 (Epistolario berti (Giordani, Canova, Sartori 2004, p. L-LI). 113­­­ Boschetti Emilio ‹poeta›, n. 1, da Vicenza, 1852 Cittadella Vigodarzere Arpalice Maria nata Papafava dei I corrispondenti: tra Mitteleuropa e Italia pre e post unitaria Bosio (de’) Casimiro ‹giurista e politico›, n. 24, da Verona, Carraresi ‹moglie di Andrea›, n. 35, da Saonara, Fi- 1857-1873 renze, Fontaniva, 1875-1878 Botti Guglielmo ‹artista e restauratore›, n. 1, da Firenze, Cittadella Vigodarzere Gino ‹conte e senatore›, n. 61, da 1871 Andorno, Bolzonella, Roma, Firenze, Abano, 1874- Si pubblica qui l’elenco dei corrispondenti di Pietro Mugna, desunto dalle lettere conservate presso la Biblioteca civica Berto- Bressan Bortolo ‹letterato e preside al Liceo Pigafetta di 1878 liana di Vicenza, Epistolari E.75, E.76, E.77, E.78. Il riordino entro “camicie” con il nome del corrispondente si deve all’abate Vicenza›, n. 1, da Vicenza, 1875 Cittadella Vigodarzere Giovanni ‹conte e senatore›, n. 10, e bibliotecario Andrea Capparozzo (Vicenza 1816-1884), egli stesso in corrispondenza epistolare con Mugna: nel 1882 curò Burckhardt Jacob ‹storico›, n. 2, da Basilea, 1854 da Valle di Cadore, Padova, 1863-1864 l’acquisizione e l’inventariazione del suo lascito, comprendente la biblioteca e l’archivio personale. La lista include un conside- Clementi Bortolo ‹commendatore, politico e sindaco di Vi- revole numero di personaggi. Si è anche aggiunta la serie con l’indicazione di corrispondenze varie conservate nel carteggio del Cabianca Antonietta ‹figlia di Iacopo, poeta e romanzie- cenza, n. 11, da Vicenza 1875-1877 sacerdote di Trissino. Sono stati inoltre individuati quarantaquattro autografi di impossibile decifrazione e altri quarantanove re›, n. 11, da Longa di Schiavon, Vicenza, 1870-1874 Codemo Giovanni ‹educatore, maestro elementare, ispet- di ignoto. Il corposo epistolario si rivela una fonte privilegiata sia per la quantità delle lettere, per un totale di 1573, che per la Cabianca Fioravanti Onesti Sofia ‹baronessa, moglie di tore e consigliere scolastico delle Province venete au- rilevanza delle persone con le quali Pietro Mugna entrò in contatto. L’abate intrattenne relazioni con patrioti, politici, ammini- Iacopo Cabianca›, n. 2, s.l., 1874 striache›, n. 2, da Venezia, 1845 stratori, ecclesiastici, artisti, letterati, accademici delle più svariate discipline, rappresentanti della scienza e dell’arte tedesca e Cabianca Lina ‹figlia di Iacopo›, n. 4, s.l. s.d. Codemo Michelangelo ‹novelliere e professore lettere e nobildonne. Alcuni corrispondenti compaiono anche fra i destinatari di componimenti celebrativi editi e non, come Antonietta Cabianca Lucia ‹figlia di Iacopo›, n. 31, da Longa di geografia›, n. 1, da Genova, 1846 Cabianca, figlia del cugino Iacopo, il noto poeta (Mugna 18781), Francesco Rota (Mugna 18441) e Luciano Scarabelli (cfr. qui Schiavon, Vicenza, 1869-1879 Coletti Ferdinando medico e politico, n. 5, Padova, 1865- pp. 117, 127,128, 130). Una lettera indirizzata a Tommaso Locatelli è stata pubblicata nel 1856 (Mugna 1856). Di particolare Cagnoli Agostino ‹letterato›, n. 6, da Reggio Emilia, 1873 interesse sono le cinquantuno lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle, qui pubblicate (cfr. qui pp. 223-297), che coprono gli 1835-1837 Comello Felice, n. 1, da Isola della Scala, 1865 anni 1869-1878 e che gettano una particolare luce sulle vicende editoriali relative alla stampa della traduzione dal tedesco Cagnoli Ottavio ‹nipote dell’astronomo Antonio, storico, Conti Augusto ‹filosofo deputato del Parlamento italiano›, all’italiano, della quale venne incaricato proprio Pietro Mugna, del primo volume della New History di Joseph Archer Crowe scrittore e fondatore della Società tipografica editrice›, n. 11, da Firenze, 1869-1874 e Giovanni Battista Cavalcaselle, uscito presso Le Monnier nel 1875 (Cavalcaselle, Crowe 1875). In questo contesto si situano n. 2, da Verona, 1857 Corinaldi Michele ‹poeta›, n. 3, da Venezia, 1859 pure le lettere indirizzate a Mugna nel 1870 rispettivamente dallo stesso Crowe e quelle fra Giovanni Battista Cavalcaselle e Caldonazzo Gian Domenico, n. 1, da Vicenza, 1875 Cornet Enrico ‹storico›, n. 15, da Vienna, 1852-1854 l’editore fiorentino Felice Le Monnier qui edite (cfr. qui pp. 200, 201, 202-204). Cantù Cesare, n. 116, da Milano, Monaco di Baviera, Corsini Guido ‹letterato, direzione Giornale del Centena- I corrispondenti sono elencati in ordine alfabetico, con l’indicazione della qualifica fra parentesi angolate laddove possibile, 1845-1876, n. 90 s.d. rio di Dante Alighieri›, n. 1, da Firenze, 1864 della consistenza numerica delle lettere conservate, del luogo di partenza e dell’anno, nel caso di una o di un numero limitato di Costante ‹padre›, n. 2, da Padova, 1872 lettere, altrimenti degli estremi cronologici della corrispondenza quando si tratti di un numero più cospicuo. Si usano le seguenti Costantini Antonio Bonaventura ‹sacerdote›, n. 1, da sigle: s.l. (=senza luogo), s.d. (=senza data) Tombolo, 1862 VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- Crowe Joseph Archer, n. 1, da Lipsia, 1870 STOLARI, E.76 Da Donà Giovanni ‹presbitero, patriota e letterato›, n. 1, Cantù Ignazio, fratello di Cesare, ‹saggista e docente›, n. da Belluno, 1862 VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- Barozzi Nicolò ‹storico e patriota›, n. 8, da Venezia, 1864- 2, da Milano 1845 Dal Maso Carlo, n. 1, da Padova, 1879 STOLARI, E.75 1869 Capparozzo Andrea ‹abate e bibliotecario, n. 17, da Vi- Dal Pan Luigi, n. 1, da Padova 1842 Barth Giovanni Ambrogio ‹tipografo editore della traduzio- cenza 1865-1876 De Martini [?], n. 1, da Belluno, 1871 Adami Carlo ‹geografo›, n. 1, da Vienna, 1871 ne di Dante›, n. 4, da Lipsia, 1846-1848 Carcano Giulio ‹scrittore, giornalista e politico›, n. 1, da Del Lungo Isidoro ‹storico, scrittore, poeta e critico let- Agnelli Peppino, n. 1, da Padova, 1874 Baseggio Giambattista ‹storico e traduttore›, n. 3, da Bas- Milano, 1843 terario, politico e Accademico della Crusca›, n. 1, da Agostini Antonio ‹dottore›, n. 1, da Berlino, 1847 sano, 1849 Casati Agostino ‹arciprete›, n. 1, da Verona, 1859 Firenze, 1870 Allimonda Gaetano ‹cardinale, vescovo di Albenga, arci- Bazzani Alessandro ‹sacerdote, poeta e docente di lingua Catullo Tommaso Antonio ‹naturalista, geologo e zoologo›, Della Lucia Antonio ‹sacerdote›, n. 1, da Canale d’Agor- vescovo di Torino, n. 2, da Gavi, Genova, 1865-1866 e letteratura tedesca›, n. 12, da Siena, Feltre, Firenze, n. 3, da Padova, 1863-1864 do, 1878 Alvisi Giuseppe ‹deputato del Parlamento italiano›, n. 2, 1869-1875 Cavalcaselle Giovanni Battista, n. 51, da Firenze, Roma da Venezia, Belluno, 1859-1868 Bellati Giambattista ‹agronomo›, n. 2, da Feltre, 1875 1869-1878 Antoniazzi Pietro ‹sacerdote›, n. 1, da Collalto, 1874 Bernardi Giuseppe ‹professore›, n. 6, Padova, 1850-1851 Cecchini Giovanni Battista ‹architetto, pittore, docente Arrigoni degli Oddi Oddo ‹deputato del Parlamento italia- Bernardi Iacopo ‹abate, monsignore, storico e letterato›, n. all’Università di Padova e segretario dell’Accademia VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- no e ornitologo›, n. 2, da Ca’ Oddo, 1873 1, da Venezia, 1875 di Venezia›, n. 11, da Venezia, Bruxelles, 1856-1857 STOLARI, E.77 Artaria August ‹antiquario ed editore›, n. 4, da Vienna, Bernardi [?] ‹professore›, n. 1, s.l., 1865 Cecchini Richard, n. 4, da St. Raphäel, 1854 1871-1873 Berti Antonio ‹medico e politico›, n. 3, da Venezia, 1859- Cellini Mariano ‹tipografo›, n. 1, da Padova 1877 De Menech Alessandro ‹sacerdote e professore›, n. 59, da 1860 Centner Robert ‹negoziante-concessionario, presidente Belluno, Agordo, Paden Piccolo 1866-1875 Bacco Giuseppe ‹deputato al Parlamento italiano›, n. 1. da Bertoldi (de) Giuseppe ‹poeta e letterato›, n. 1, da Firenze, del Cercle d’Etudes commerciales›, n. 4, da Verviers, De Vit Vincenzo ‹sacerdote rosminiano›, n. 4, da Stresa, Vicenza, 1875 s.d. 1874-1876 1878 Bagatta Francesco ‹conte›, n. 2, da Padova, 1875-1877 Bertolini Giuseppe ‹scrittore›, n. 4, da Vicenza, Castelnovo Cérésole Vittorio ‹console della Svizzera a Venezia e stori- Doglioni Angelo ‹ornitologo›, n. 1, da Belluno, 1865 Balbi Eugenio ‹geografo›, n. 3, da Venezia, 1860 Vicentino, 1854-1866 co›, n. 3, da Venezia, 1866 Doglioni Francesco, n. 1, da Belluno 1865 Barbaran Domenico ‹abate e bibliotecario della Biblioteca Bianchetti Giuseppe ‹letterato e politico›, n. 2, da Treviso Chiminelli Luigi ‹medico chirurgo›, n. 12, da Bassano, Donà Jacques, n. 2, da Schio, 1876 del Seminario di Padova›, n. 15, da Padova 1867-1873 1857-1859 1855-1866 Ducati Eugenio, n. 2, da Vienna, 1868 Barbèra Giuseppe ‹editore›, n. 1, da Firenze, 1869 Blanc Ludwig Gottfried ‹linguista e dantista›, n. 1, da Hal- Cisotti Vico, n. 4, da Belluno, 1857-1860 Durazzo Giovanni ‹storico›, n. 1, da Rovigo, 1860 Barichella Vittorio ‹architetto e bibliotecario della Civica le, 1846 Cittadella Vigodarzere Alessandro ‹conte›, n. 15, da Sao- Biblioteca Bertoliana di Vicenza›, n. 1, da Vicenza, Bologna Giacomo ‹abate›, n. 5, da Schio 1864-1874 nara, Padova, Bolzonello, Firenze, 1872-1876 Ebbard Justus, n. 2, s.l., 1854 1875 Bon Maria, n. 1 s.l., s.d. Cittadella Vigodarzere Andrea ‹conte e senatore›, n. 36, Errera Alberto ‹patriota, storico e insegnante›, n. 1, da 114­­­ Barluzzi Giulio ‹libraio›, n. 7, da Roma, 1854 Bonanni Pietro, n. 1, da Vienna s.d. da Saonara, Padova, 1861-1864 Venezia, 1867 115­­­ pseudonimo di Luciano von Ingenheim, n. 3 da Palaz- da Vicenza, 1868-1877 Protti Filippo ‹arcidiacono›, n. 47, da Agordo, 1871-1874 Ferracina Giovanni Battista ‹pittore›, n. 3, da Vicenza, zo Wimpsen, 1854 Müller Julius da Stettin, n. 4, da Firenze [?], Roma, 1852 Puccinotti Francesco ‹medico, letterato e filosofo›, n. 1, 1859 da Pisa, 1853 Ferrari Luigi ‹professore e scultore vicentino›, n. 3, da Ve- Jarosch Eugenio ‹abate, professore e amministratore del Negrin Caregaro Antonio ‹architetto›, n. 6, da Vicenza, Puecher Francesco ‹rosminiano, Provinciale dell’Istituto nezia, 1852-1854 Seminario di Feltre›, n. 1, da Feltre, 1859 1866-1877 della Carità in Piemonte Stresa›, n. 1, da Stresa, 1851 Ferrato Pietro ‹insegnante e storico›, n. 1, da Mantova, Nobile Pietro ‹architetto e politico›, n. 1, da Vienna, 1853 1877 Kantz (de) Teresa, n. 21, da Vicenza, 1873-1875 Novello Francesco ‹arciprete di Orgiano e vicario foraneo Riboli Timoteo ‹medico, patriota, scrittore e poeta›, n. 1, Ferrazzi Giuseppe Iacopo ‹letterato›, n. 1, da Bassano, Kugler Franz, n. 1, da Berlino, 1854 di Schio›, n. 1, da Schio, 1875 da Torino, 1856 1870 Rizzoli Luigi ‹antiquario›, n. 2, da Padova, 1875-1877 Fogazzaro Giuseppe ‹sacerdote e docente›, n. 1 da Vicen- Labus Giovanni Antonio ‹scultore›, n. 3, da Milano, 1855 Roberti Giuseppe ‹abate, patriota, filologo, storico e pub- za, 1866 Lampertico Fedele, n. 2, da Lucca, 1862 blicista›, n. 3. Bassano, s.d. Fogazzaro Luigi ‹zio di Antonio›, n. 2, da Vicenza, 1878- Laurienzi Leopoldo, n. 1, da Agordo, 1866 VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- Rosa Gabriele ‹patriota e scrittore›, n. 8, da Bergamo, 1879 Le Monnier Felice ‹editore›, n. 2, da Firenze, 3 giugno e STOLARI, E.78 1854-1869 Fogliano Carlo ‹sacerdote›, n. 2, da Vicenza, 1864-1865 5 giugno 1870 Rosmini Antonio ‹sacerdote e filosofo cattolico›, n. 1, da Fontebasso Giovanni, n. 2, da Treviso, 1858 Legnazzi Enrico Nestore ‹patriota e docente di geodosia, Okrugi Elias ‹ecclesiastico›, n. 1, da Petervardin (oggi Stresa, 1850 Foucard Cesare ‹storico e archivista›, n. 1, s.l., 1854 idrometria e geometria all’Università di Padova›, n. 8, Petrovaradin nella municipalità di Novi Sad, Serbia), Rossetti Pietro ‹dottore›, n. 1, da Gazzo, 1854 Fracasso Lorenzo ‹stampatore›, n. 1, da Vicenza, 1856 da Padova, 1864- 1875 1874 Rossi Alessandro ‹senatore del Parlamento italiano›, n. 4, Francassetti Giuseppe ‹giurista, bibliotecario e scrittore›, Leoni Carlo ‹epigrafista›, n. 5, da Padova, 1874 Orioli Francesco ‹scienziato, fisico, filosofo, medico, -ar da Santorso, 1874-1878 n. 2, da Fermo, 1875 Letter Giovan Battista ‹medico›, n. 1, da Schio, 1869 cheologo, poeta, letterato, avvocato, giornalista e po- Rossi Giovanni ‹sacerdote›, n. 29, da Adria, Schio, 1866- Fulin Rinaldo ‹professore, storico e letterato›, n. 70, da Locatelli Tommaso ‹letterato e giornalista›, n. 1. da Vene- litico›, n. 1, s.l. s.d. (autografo: discorso al Congresso 1879 Venezia, San Daniele del Friuli, Pordenone, 1867- zia, 1859 dei dotti a Padova nel 1842 sopra i sistemi peniten- Rossi Giuseppe ‹sacerdote›, n. 3, da Vicenza, 1866-1876 1874 Luigi da Trento ‹frate›, n. 2, da Trento, 1852-1854 ziarii) Rossi-Clementi Teresa di Alessandro, n. 9, da Schio, Vi- Fulini Alessandro ‹sacerdote, professore e letterato›, n. 7, Magrini Antonio ‹abate, storico, letterato, insegnante e bi- cenza, 1866-1873 da Ceneda, Belluno, Pieve di Alpago, 1858-1866 bliotecario›, n. 2, da Vicenza, 1853 Pacelli Pietro ‹direttore de «La Voce della Verità»›, n. 1, Rota Francesco ‹medico›, n. 43, da Padova, Schiavon, Vi- Fusinato Arnaldo ‹poeta e patriota›, n. 1. da Castelfranco Manzoni (de) Giovanni Antonio ‹Deputato del Parlamento da Roma, 1873 cenza, 1842-1874 Veneto, 1853 italiano e delegato del Club Alpino Italiano, sezione di Pagani Cesa Andrea ‹conte›, n. 3, da Belluno, 1878 Ruth Emil ‹professore di letteratura italiana presso l’uni- Agordo›, n. 10, da Agordo, Venezia, 1859-1874 Pagello Pietro ‹medico chirurgo e poeta in vernacolo›, n. versità di Heidelberg e dantista›, n. 4, da Heidelberg, Gabba Luigi ‹Presidente CAI di Milano›, n. 1, da Milano, Manzoni fra, n. 1, s.l, 1860, s.l. 3, da Belluno, s.d. 1865-1867 1875 Marasca Pietro ‹canonico e insegnante›, n. 2. da Vicenza, Palatini Leopoldo ‹arciprete, teologo e pubblicista›, n. 1, Gallia Giuseppe, n. 2, da Brescia, 1875 1860-1870 da Pieve di Cadore, 1857 Sagredo Agostino Gasparo Maria ‹politico e storico›, n. 1, Gar Tommaso ‹bibliotecario e letterato›, n. 2, da Firenze, Marchese Vincenzo ‹padre dei Predicatori, storico e lette- Panciera Valentino detto Besarel ‹scultore›, n. 3. da Ve- da Venezia, 1851 (?) Trento, 1847-1850 rato›, n. 1, da Genova, 1865 nezia, 1869-1879 Sanfermo Rocco ‹conte, patriota e Commissario del re›, n. Gazzetti Francesco ‹agronomo ed educatore›, n. 3, da Tre- Mario Alberto ‹politico pubblicista›, n. 1, da Genova, Parissich o Perissich? ‹consigliere scolastico e Ispettore 27, da Udine, Ancona, Asolo, 1866-1869 viso, 1862-1877 1854 Generale delle scuole popolari dalmate a Zara›, n. 1, Sartini Vincenzo ‹professore liceale di filosofia›, n. 1, da Gazzoletti Antonio ‹giurista e poeta›, n. 2, da Trieste, 1844 Marsura Giorgio, n. 2, da Milano, 1877-1878 da Vienna, 1853 Pisa, Pescia, 1871 Giacomini Giacomo Andrea ‹professore di Medicina Teo- Martinengo da Barco Leopardo ‹senatore del Parlamento Parolari Giulio Cesare ‹abate parroco›, n. 1, da Zelarino, Sartori Federico, n. 1, s.l., 1856 rica all’Università di Padova›, n. 4, Padova, 1843 italiano›, n. 5, da Pontecarol, Valsanzibio, Villanuova, 1861 Savi Ignazio ‹canonico, dottore e bibliotecario›, n. 1, Vi- Giuliani Giovanni Battista ‹dantista›, n. 3, da Firenze, 1854-1866 Parsi Martini G., n. 4, da Vicenza, 1854 cenza, 1843 1867-1877 Marzolo Francesco ‹medico chirurgo e preside della Fa- Pasetti Floriano ‹ingegnere idraulico›, n. 1, s.l., 1855 Scarabelli Luciano ‹scrittore, storico e politico›, n. 124, Giustiniani Elisa, n. 12, da Vanzo, Rovigo, Padova, 1873- coltà di Medicina dell’Università di Padova›, n. 2, da Pasini Eleonoro ‹giurista e deputato del Parlamento italia- da Firenze, Bologna, Parma, Genova, 1845-1877 1877 Padova, 1877-1878 no, cugino di P. Mugna›, n. 3, da Roma, 1876 Schio (da) Almerico ‹conte, studioso di matematica, scien- Giustiniani S., n. 1, da Padova, 1871 Marzolo Paolo ‹medico e linguista›, n. 20, da Treviso, Na- Pasini Lodovico ‹geologo e politico italiano, senatore del ze chimiche e meccaniche, di astronomia, meteorolo- Gonzati Bernardo ‹padre dei Frati Minori Conventuali›, n. poli, 1851-1862 Parlamento italiano›, n. 2, da Schio, 1870 gia e aeronautica›, n. 1, da Venezia, 1878 3, da Padova, 1843-1846 Miari Carlo ‹conte›, n. 1, da Belluno, 1861 Pellegrini Francesco ‹sacerdote›, n. 7, da Belluno, 1864- Scolari Filippo ‹letterato e dantista, funzionario governati- Gotti Aurelio ‹direttore Gallerie e Musei di Firenze›, n. 1, Miari Manzoni (de) Anna ‹contessa moglie di Luigi de 1879 vo nelle Province venete›, n. 7, da Venezia, 1849-1864 da Firenze, 1875 Manzoni, figlio di Giovanni Antonio›, n. 13, da Agor- Pellizzari Giuseppe ‹medico›, n. 1, da Padova, 1871 Segusini Giuseppe ‹architetto›, n. 2, da Belluno, 1869- Gritti Stefano ‹canonico a Santa Maria Zobenigo›, n. 1, da do, Patt, Conegliano, 1866-1878 Pèndola Tommaso ‹padre scolopio, studioso di astronomia 1874 Venezia, 1879 Micheli Pietro ‹letterato›, n. 3, da Siena, 1877 ed educatore›, n. 4, da Siena, 1874 Selvatico Estense Pietro ‹critico e storico dell’arte, archi- Griziotti Luigi ‹commissario del re, Gabinetto particola- Minich Angelo ‹medico, docente di chirurgia teorica Pertìle Giovanni Battista ‹abate e professore›, n. 3, da Pa- tetto›, n. 49, da Padova, Venezia, 1843-1877. re›, n. 1, da Belluno, 1866 all’Università di Padova, politico e senatore del Parla- dova, 1861-1864 Serego Alighieri Pietro ‹conte e deputato del Parlamento Gussalli Antonio ‹letterato›, n. 10, da Milano, Varese, mento italiano›, n. 3, da Venezia, 1868 Pichler Luigi ‹incisore ed esponente dell’arte glittica›, n. italiano›, n. 3, da Venezia, 1855 Soncino, 1849 Minisini Luigi ‹scultore›, n. 2, da Venezia, 1879 9, da Roma, Vienna, 1832-1853 Simona Giorgio ‹editore›, n. 2, da Locarno, 1874 Mior Pietro ‹sacerdote›, n. 1, da San Vito al Tagliamento, Piquerì [?] ‹abate›, n. 2, da Vienna, 1849 Sommariva Antonio, n. 1, da Agordo, 1877 Hopf Carlo ‹storico, letterato, bibliotecario dell’Università 1857 Pizzamiglio Giuseppe, n. 3, da Bologna, 1878 Sorger Ettore, ‹Assessore all’Urbanistica Venezia›, n. 1, di Königsberg›, n. 13, da Bonn, Napoli, Eldena, Kön- Mittermajer Karl Josef Anton ‹giurista e uomo di stato te- Poli Baldassarre ‹filosofo›, n. 5, da Padova, 1843-1844 da Venezia, 1870 igsberg, 1855-1866. desco, professore all’Università di Heidelberg›, n. 4, Pomba Luigi, n. 1, da Torino, 1855 Sorio Bartolomio ‹Congregazione dei preti secolari di s. da Vienna, 1844-1845 Prato (a) Giovanni ‹abate, giornalista, insegnante e politi- Filippo, letterato e dantista›, n. 2, da Verona, 1858 116­­­ Ingenheim (von) Eugen ‹conte padre di Luciano Zuccoli, Morsolin Bernardo ‹abate, numismatico e storico›, n. 11, co›, n. 7, Trento, 1863 Soster Giovanni ‹storico›, n. 3, da Valdagno, 1875-1877 117­­­ Speluzzi Gaetano ‹pittore›, n. 1, da Milano, 1876 Valle (Dalla) Giovanni Battista ‹abate e professore al Se- Stoppani Antonio ‹abate e professore›, n. 1, da Lecco, minario di Vicenza›, n. 13, da Vicenza, 1833-1856 Lettere autografe 1875 Vandoni Giuseppe ‹architetto›, n. 1, da Milano, 1865 Verga F. ‹medico›, n. 1, da Milano, 1873 Tatistscheff Demetrio ‹barone›, n. 1, da Vienna, 1844 Vigna Francesco ‹medico›, n. 2, da Venezia, 1873-1876 VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- Grossi Tommaso ad Antonietta Beccaria, 1845 (dal car- Tedeschi Abramo ‹redattore ed editore responsabile de Villa Domenico ‹vescovo di Parma›, n. 1, s.l., 1877 STOLARI, E.75 teggio Cantù): n. 1 «La Favilla. Giornale di letteratura, politica, educa- Villa Pernice Angelo ‹economista e bibliofilo›, n. 5, da Laderchi Camillo a Pietro Selvatico Estense, s.d.: n. 1 zione e varietà» ›, n. 1, da Padova, 1864 Milano, 1860-1865 Acerbi Giuseppe a Quirico Viviani, Castelgoffredo, 20 Lanfranchi Luigi a Quirico Viviani, Padova, 1807: n. 1 Tenca Carlo ‹redattore del «Crepuscolo»›, n. 1, Milano, Vinner [?] ‹medico›, n. 1, da Lipsia, 1861 marzo 1824; risposta s.d.: n. 1 Leoni Evasio padre a Quirico Viviani, Firenze, 1815: n. 1 1854 Visiani Alvise ‹professore›, n. 2, da Padova 1852-1859 Amati Giacinto ‹abate› a Giuseppe Onorio Mazzuttini ‹sa- Litta Pompeo a Cesare Cantù, 1844: n. 1 Terrone Giovanni ‹professore di medicina e farmacologo›, Volpe Angelo ‹abate, patriota ed educatore›, n. 2, da Ve- cerdote›, Milano, 1832: n. 1 Maffei Andrea a Iacopo Cabianca, s.d.: n. 2 n. 1, da Napoli, 1853 nezia, 1858-1867 Ambrosoli Francesco a Cesare Cantù: n. 1 Missirini Melchior a Luigi Pichler, Firenze, 1845: n. 1 Thiene Domenico ‹medico e professore di clinica medi- Angeli ‹medico›, Imola, 1826: n. 1 Monico Giuseppe ‹arciprete di Postioma› a Quirico Vivia- ca›, n. 2, da Vicenza, Vienna, 1827-1834 Witte Karl ‹studioso e traduttore di Dante Alighieri, pro- Barbieri Giuseppe a Quirico Viviani, 1808: n. 1 ni, s.d.: n. 1 Tolomei Antonio ‹politico italiano, sindaco di Padova e fessore a Breslavia e ad Halle-Wittenberg›, n. 5, da Bartolini a Quirico Viviani, Udine, s.d.: n. 1 Monico Jacopo ‹patriarca› al conte Carlo d’Altan, 1833; Torreglia, deputato del Parlamento italiano›, n. 6, da Breslavia, Halle, 1827-1867 Betteloni Cesare ‹poeta› a Jacopo Cabianca, Bardolino, n. 1 Torreglia, Roma, 1871-1875 1838: n. 1 Mugna Pietro a “Eminenza”, s.d.: n. 1 Tommaseo Nicolò ‹linguista, scrittore e patriota›, n. 2, s.l., Zambra Bernardino ‹professore liceale di Fisica e Storia Brera Valeriano Luigi, Venezia, 1830: n. 2 Mugna Pietro a Luigi Viviani ‹epigrafista›, 1839 (dal Car- 1849-1865 naturale a Como, Pavia, Venezia e docente di Fisica Caldani Leopoldo ‹medico› s.d.: n. 1 teggio Cesare Cantù): n. 1 Toniolo Giuseppe ‹professore, economista e sociologo›, n. all’Università di Padova›, n. 3, da Venezia, 1853-1857 D’Azeglio Massimo a Cesare Cantù s.d.: n. 1 Mustoxidi Andrea a Quirico Viviani, Milano, 1823: n. 1 1, da Padova, 1877 Zamperetti Luigi ‹abate parroco›, n. 1, da Camisano, 1868 Viviani Quirico ‹abate› s.d.: n. 1 Segat Vincenzo a Francesco Del Fabbro, s.d.: n. 1 Trissino Baston Alessandro ‹conte, Deputato provinciale›, Zanghellini Antonio ‹abate›, n. 3, da Feltre, 1858-1861 n. 3, Vicenza, 1841, 1851 Zannini Giovanni Battista ‹avvocato, letterato e scienzia- Trissino Baston Leonardo ‹conte amico di Giacomo Leo- to›, n. 3, da Belluno, Canale, 1857-1861 pardi e Francesco Leopoldo Cicognara›, n. 3, da Tris- Zardo Antonio ‹insegnante di lettere presso il collegio VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- sino, Vicenza, 1840 convitto Camerini, critico letterario e traduttore›, n. 1, STOLARI, E.76 STOLARI, E.78 Torri Alessandro ‹politico, amministratore ed editore›, n. s.l. s.d. 2, da Pisa, 1847 Zigno (de) Baron Achille ‹botanico, geologo e paleontolo- Cappellari Bartolomeo Alberto (in religione Mauro) cardi- Paravia Pier Alessandro a Quirico Viviani, Venezia, 1821: Turazza Domenico ‹professore, matematico e politico›, n. go›, n. 1, da Padova, 1878 nale a Francesco Panciera, 1826; n. 1 n. 1 1, s.l., 1870 Ziliotto Luigi, ‹patriota e senatore del parlamento italiano› Cesari Antonio padre, Verona, 1823; n. 1 Parise Francesco, ‹abate e oratore vicario›, da Vicenza, al Tuzzi Vincenzo ‹professore di Geometria descrittiva all’U- n. 1, da Verona, 1856 Cesarotti Melchiorre, Selvazzano, Padova, 1795, 1807; n. conte Luigi Gianiceo a Vienna, 1810: n. 1 niversità di Padova›, n. 1, da Padova, 1842 Zuppini Romano ‹dottore›, n. 1, da Belluno, 1870 4 Pellegrini Giuseppe a Catullo Tommaso, Firenze, 1835: Cibrario (trovato nel carteggio Cantù), s.d.; n. 1 n. 1 Vaccaj Giulia, n, 1, da Pesaro, 1853 De Courcil, Firenze, 1791; n. 1 Pellico Silvio, Torino 7 maggio 1840: n. 1 Vacani Camillo ‹Maresciallo nell’esercito austriaco, scrit- Roi Pietro ‹pittore› a Jacopo Cabianca, Roma, 1848: n. 1 tore militare, diplomatico, presidente dell’Istituto lom- Rosmini Antonio da Stresa ad Andrea Ferrer a Milano, bardo di scienze e lettere›, n. 4, da Milano, 1850-1858 1837: n. 1 VICENZA, BIBLIOTECA CIVICA BERTOLIANA, EPI- Rosmini Antonio a cav. Cesare, Stresa, 1844: n. 1 STOLARI, E.77 Sacchi Defendente, Milano, 1836: n. 1 Silvestri Girolamo, Rovigo, 1749: n. 1 Diedo Antonio a Iacopo Cabianca, s.d.: n. 1 Spallanzani Gio. Batta., Reggio, 1821: n. 1 Fabris Girolamo a Giambattista Mugna, Vienna, 1827 (in Taglioni Maria, Milano, 1842: n. 1 latino): n. 1 Tommaseo Nicolò a Cesare Cantù, 1845: n. 1 Ficquelmont Charles Louis ‹conte di›, a Cesare Cantù, Torri Alessandro a Quirico Viviani, 1826: n. 1 Vienna, 1859: n. 1 Torti Francesco da Foligno a Quirico Viviani a Udine; n. 1 Florio Dragoni Lavinia ‹amministratrice del Cesarotti› al Trivulzio Gian Giacomo da Padova a Quirico Viviani a Cesarotti, 1808: n. 1 Udine, 1826: n. 1 Gargallo conte Tommaso traduttore di Orazio a Iacopo Ca- Viviani Quirico (contiene in memoria di Giangiacomo Tri- bianca, s.d.: n. 1 vulzio, versi), 1811, 1835: n. 2 Gherardini Giovanni a Cesare Cantù, s.d.: n. 1

118­­­ 119­­­ Fondi con lettere a Pietro Mugna

Si segnala qui una serie di lettere indirizzate a Pietro Mugna conservate presso la Biblioteca civica Bertolia- senatore dal 1870 nel gruppo della destra liberale (Mantese 1973). Per Giovanni Rossi e i rapporti di Zanella na di Vicenza, riserva privilegiata di materiale documentario utile a tratteggiare personaggi e luoghi legati con Alessandro cfr. Franzina 1988, pp. 35-36, 54-55. La collaborazione è testimoniata anche dall’impegno agli studi esposti nel presente volume. Del fondo Epistolari, E 13 si è scelta la lettera del matematico Vincen- di Zanella e del conte Andrea Cittadella Vigodarzere (Treviso 1804 - Firenze 1870) nella revisione del testo zo Tuzzi. Delle Carte Zanella si mettono in risalto alcune missive datate fra il 1863 al 1878, utili testimo- manoscritto di Mugna sulla Chiesa russa (Mugna 1864), nel vaglio dei contenuti, specie riguardo «qualche nianze della fitta rete di corrispondenze che vedeva protagonisti l’abate di Trissino e i suoi più intimi sodali. scappata antitemporale», fino alla revisione delle bozze del volume (su Cittadella Vigodarzere cfr. Toffanin 1991, pp. 55-64). Lo si apprende dalla lettera di Zanella a Mugna del 25 gennaio, nella quale si legge: «la stampa del tuo lavoro procede ottimamente caratteri bellissimi, la diligenza poi del conte Andrea nel rivedere le bozze darà al volume la nitidezza di uno specchio d’oro. Vuole che io stesso le riveda dopo di lui, SIENA, Biblioteca degli Intronati, Autografi Porri 81.46 cc. 20, 21 puoi credere che nulla ci trovo». Il 25 gennaio 1864 Zanella, inoltre, rende partecipe Lampertico che Mugna ♦ Pietro Selvatico a Pietro Mugna. Due lettere da Padova, 17 agosto e 23 novembre 1846. è intervenuto scrivendo ad Alessandro Rossi circa la lettera indirizzata al Cantù del 25 agosto 1856 e che si Si tratta di due lettere di Pietro Selvatico scritte da Padova, rispettivamente Altre due, scritte da Padova, legge in Impressioni e desideri dell’Agordino (Mugna 18741). Cfr. Zanella a Lampertico, lettera da Padova rispettivamente il 17 agosto (Auf der Heyde 20162, p. 207 nota 15) e il 23 novembre 1846 (Auf der Heyde del 12 gennaio 1866, in Franzina 1988, p. 206, lettera 18. I rapporti confidenziali fra Zanella e Mugna 20162, p. 206 nota 10). sono testimoniati dalla lettera del primo agosto 1868, con la quale lo informa del suo soggiorno a Recoaro e della compagnia di Andrea Maffei (Molina di Ledro 1798 - Milano 1885). Si veda Greenwood 1990, pp. 107, 140 nota 170; Rusi 1990. La più citata è la lettera di Zanella da Recoaro del 10 giugno 1869, con la quale, in presa diretta, comunica all’amico la seguente notizia: «È qui il marchese d’Adda di Milano che volle VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E 13 (274) conoscermi per dire che Manzoni avea imparata a memoria la mia Conchiglia fossile, e che egli lo avea udito ♦ Vincenzo Tuzzi a Pietro Mugna. Una lettera da Padova, 2 dicembre 1841 recitarla. Scrivo ciò a te solo perché so quanto mi ami». (Mantese 1976, pp. 118-119 nota 68, con qualche variazione nel testo). Circa i rapporti di amicizia si segnalano almeno due lettere. Il 7 maggio 1867 Zanella Vincenzo Tuzzi ringrazia Pietro Mugna per l’accoglienza riservatagli a Vienna, e chiede notizie su come scrive da Padova: «Ma via, caro Piero, non lasciarti prostrare. Sei homo che sì hai patite di molte e di grandi, procede il suo soggiorno in quella capitale, sulla sua «prima carriera». Nella chiusa manda a salutare gli sei buono, sei pio, l’aiuto del Signore, ne sii certo, non ti verrà meno». Nell’altra del 21 aprile 1876 si legge «ottimi Pichler». «O mio carissimo amico! Quanto ti son grato di tante amorevoli e incoraggianti parole che mi hai dette e Il fascicolo si compone poi di una lettera di Tuzzi data a Padova il 30 gennaio 1841 indirizzata a Bartolo- scritte in questi anni miei dolorosissimi! Devo in gran parte a te s’io sono risorto alla vita». Più profonde sono meo Bongiovanni, professore «all’Accademia S. Anna Vienna». Per il quale si veda qui, pp. 129-130, 195. le due lettere del 29 luglio e 2 agosto 1872, che informano l’amico delle condizioni della madre morente e Vincenzo Tuzzi fu docente di geometria descrittiva e proiettiva all’Università di Padova (I matematici 2008). delle varie manifestazioni del dolore straziante che egli vive in quel momento (Greenwood 1990, pp. 114- Fu interessato, fra l’altro, a come procedere nella stesura dei trattati elementari di matematica (Tuzzi 1843). 115, con parziale trascrizione). Una lettera del 26 marzo 1876 è del fratello Giuseppe, il quale rende noto Tradusse testi di geometria delle costruzioni dal tedesco, corredati da illustrazioni (Schaffnit 1841). a Mugna lo stato di malattia del poeta, in miglioramento, anche se ancora non desidera vedere gli amici: Collaborò all’edizione annotata del De Architectura di Vitruvio nella traduzione di Quirico Viviani (L’Ar- «se abbiamo guadagnato molto, resta ancora da vincere quella incomprensibile sfiducia negli uomini e nelle chitettura 1830-1832), promossa dal marchese Giovanni Poleni, la cui fortuna derivò anche dalla formula cose, che fu la prima forma, sotto cui si è presentato il malore» (Greenwood 1990, p. 116). In alcune lettere editoriale, trattandosi di dodici fascicoli in 8° (formato 14x23 cm) con uscita ogni tre mesi. Impresa resa si trovano riferimenti al comune amico Pietro Selvatico. A margine, quale conferma del legame fra Zanella e possibile dalla sottoscrizione della società vitruviana che Viviani organizzò a Udine. Le numerose tavole di Mugna, merita di essere ricordata la lettera che testimonia la frequentazione da parte di quest’ultimo di casa Tuzzi erano una o più volte ripiegate e impresse su carta forte. Aganoor a Padova. Vittoria Aganoor, in una lettera del 4 settembre 1876 a Zanella, al quale lei con la sua famiglia era legatissima, riferisce:«L’altra sera fu da noi Mugna; le lascio indovinare di chi si è parlato; in fine di seduta ci disse anche de’ suoi viaggi e ne fece brillantissime descrizioni, né dimenticò parlare dei nostri versi ch’ella ha letti e ch’egli naturalmente trovò bellissimi; passammo una serata deliziosa, ed il Mugnetta ci VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana, Carte Zanella 10, (18) promise sarebbe tornato a darci il buon viaggio» (Aganoor 1996, pp. 23-24, lettera XVIII). ♦ Lettere di Giacomo Zanella a Pietro Mugna, n. 34, 1863-1878 Sulle lettere e i carteggi di Zanella, oltre quelli qui sopra citati (Rusi 1990, Aganoor 1996), si segnalano i se- Vicenza, 18 ottobre 1863; Padova, 25 gennaio 1864; Padova, 7 gennaio 1866; Padova, 7 maggio 1867; guenti: Flecchia 1924; Barbieri 1959, pp. 328-334; Giolo 2000; Baldo 2011; Palmiero 2016, pp. 109-168. Padova, 1 luglio 1867; Firenze, 6 agosto 1867; Vicenza, 19 febbraio 1868; Vicenza, 24 luglio 1868; Re- coaro, agosto 1868; Padova, 9 febbraio 1869; Recoaro, 18 luglio 1869; Recoaro, 25 luglio 1869; Recoaro, 30 luglio 1869; Vicenza, 21 settembre 1969; Vicenza, 5 marzo 1870; Vicenza, 13 aprile 1870; Vicenza, 5 ottobre 1870; Vicenza, 8 ottobre 1871; Padova, 27 luglio 1872; Padova, 2 agosto 1872; Vicenza, 20 settembre 1872; Vicenza, 19 marzo 1876; Vicenza, 26 marzo 1876; Vicenza, 7 aprile 1876; Vicenza, 21 aprile 1876; Vicenza, 30 aprile 1876; Vicenza, 31 marzo 1876; Vicenza, 27 giugno 1876; Vicenza, 6 gen- naio 1877; Vicenza, 26 maggio 1878; Vicenza, 29 giugno 1878; Senza indicazione dell’anno: Vicenza, 20 settembre; Vicenza, 22 giugno; s.l. s.d.

Fu lunga l’amicizia tra i due abati vicentini vicini per età e formazione al Seminario. Condivisero la fre- quentazione della famiglia Rossi a Schio: di don Giovanni (Schio 1810 - Vicenza 1899) e del fratello Alessandro (Schio 1819-Santorso 1898), il celebre imprenditore eletto deputato nel 1866 e poi nominato 120­­­ 121­­­ fiche, commenta opere proprie e altrui di recente pubblicazione e fatti di cronaca Fondi con lettere di Pietro Mugna La prima lettera, che data 1 gennaio 1862, contiene la richiesta a Pellegrini, come «al più informato di cose patrie», di avere notizie su Alberto Vimina e fa riferimento alla pubblicazione della «Relazione della Moscovia» a cura di Guglielmo Berchet (Vimina 1861). In calce lo informa di avere ricevuto i manifesti della nuova edizione della Storia Universale di Cantù, che acclude. Si presenta qui una serie di fondi archivistici presso i quali sono state individuate lettere di Pietro Mugna Nella successiva, che data 4 gennaio 1862, Mugna commenta diffusamente proprio la pubblicazione, a cura indirizzate a vari corrispondenti. Le istituzioni sono elencate in ordine alfabetico, con l’indicazione della di Berchet, della Relazione della Moscovia del 1657 del bellunese Alberto Vimina (alias Michele Bianchi, collocazione archivistica, il nome del destinatario, il numero delle lettere, il luogo di partenza e la data. Belluno 1603 - Pieve d’Alpago 1667), proposta come inedita quando invece era stata data alle stampe nel Nei casi ove non sia possibile specificare i dati spazio-temporali si ricorre alle sigle s.l. (=senza luogo), s.d. 1671 (Vimina 1671). L’interesse particolare per Vimina, in quel momento, è attestato dal fatto che la pub- (=senza data). Notizie bio-bibliografiche più dettagliate vengono fornite di volta in volta. blicazione a cura di Berchet fu recensita da Fedele Lampertico (Vimina 1861, pp. 114-118). Il testo e tratto Il materiale fornisce una ulteriore testimonianza circa la partecipazione di Pietro Mugna a una fitta rete di da una copia della Biblioteca del Museo Correr, ms. Cicogna 2143. Segue l’edizione della Historia nel 1871 contatti estesi soprattutto in Italia settentrionale, ma anche Oltralpe, in un momento decisivo della storia (Vimina 1671). Cfr. Mamczarz 1968, pp. 146; Picchio 1965, pp. 121-132; Caccamo 1986, pp. 233-283. politica e culturale del Paese, tra guerre per l’indipendenza e primi governi unitari. Gli studi di Pellegrini su Vimina sono contenuti anche in due manoscritti: F. Pellegrini, Memorie di Alberto Vimina, cioe di Michele Bianchi, Belluno, Bibl. Civica, ms. 515, pp. 325-331; ID., Michele Bianchi (Alberto Vimina), Bibl. Civica di Belluno, ms. 625, pp. 53-56. In calce alla lettera del 4 gennaio 1862, Mugna promette l’invio della Primavera di Kleist da lui curata BASILEA, Staatsarchiv, Privatarchive n. 207 (Mugna 18392). ♦ Pietro Mugna a Jacob Burckhardt, n. 2, da Venezia, 18 maggio 1854 -1 luglio 1855 Nella lettera del 22 gennaio 1862 Mugna chiede conferma a Pellegrini che gli sia pervenuta anche perchè vuole corrispondere al desiderio del confratello di possedere le sue opere. Tale lettera, soprattutto, manifesta Queste due lettere, con le altrettante di Burckhardt del 1854 raccolte nel manoscritto E. 75 del Fondo episto- ancora una volta l’interesse di Mugna a raccogliere notizie accertate sulla vita di Vimina, per conto di «quel- lari della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, formano un piccolo carteggio incentrato sulla traduzione li di Venezia», studiosi non specificati (in una lettera successiva farà il nome di Barozzi) che hanno indivi- di Pietro Mugna del Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (vedi qui pp. 135-144). duato documenti inediti su di lui. Annuncia l’utilizzo delle notizie in una pubblicazione dal titolo Relazioni diplomatiche di Venezia con la Russia. Mugna fa cenno a un volume di versioni bibliche con testi suoi, di Pellegrini e don Alessandro De Menech, alle difficoltà della stampa, per la quale è in trattative con Barbèra a Firenze e con un non specificato editore di Verona. Su argomenti feltrini, non precisati, invita Pellegrini BELLUNO, Biblioteca Civica. ms. 702. 62-68 a prendere contatto con Antonio Zanghellini «che è molto addentro alle cose feltrine». Segue la menzione ♦ Pietro Mugna a Francesco Pellegrini, n. 18, da Agordo, Padova, 4 gennaio 1862-18 marzo 1879 di Valentinelli, quale autore della bibliografia friulana, e prospetta a Pellegrini un’impresa corrispondente per il Bellunese (Valentinelli 1861). Un commento è riservato alle pubblicazioni di padre Luigi Tosti (Tosti Sono raccolte quattordici lettere di Pietro Mugna da Agordo a Francesco Pellegrini a Belluno, riguardanti 1851; Idem 1859; Idem 1860). l’arco temporale 4 gennaio 1862 - 30 giugno 1864. A queste si aggiunge una lettera s.l e s.d., anch’essa Nella lettera del 31 maggio 1862 Mugna ringrazia Pellegrini per avergli facilitato l’acquisizione delle opere spedita da Agordo entro queste date, come si deduce dai contenuti. Inoltre sono presenti tre lettere di Mugna (anche in fascicoli) del canonico Giuseppe Ciani (Ciani 1856; Idem 18622; Ciani 18621, cfr. Fabbiani 1939, a Pellegrini spedite da Padova a Belluno, datate tra il 26 luglio 1875 e il 18 marzo 1879. Il fascicolo con- p. 174, n. 1245). Si apprende che le notizie su Vimina raccolte da Pellegrini sono state trasmessa da Mugna tiene altresì le minute di due lettere di Pellegrini a Mugna. Lo completa la lettera di Cesare Cantù del 23 a Barozzi. gennaio 1864 con la quale egli ringrazia Pellegrini per le notizie erudite che gli ha fatto pervenire tramite Nella lettera datata 8 luglio 1862 Mugna invita Pellegrini a farsi promotore a Belluno della raccolta di Mugna. Tale lettera, con ogni probabilità, fu fatta recapitare a Pellegrini proprio dall’abate di Trissino, una fondi per la realizzazione del monumento a Torquato Tasso in progetto a Sorrento. Per il Veneto era stato modalità che è infatti accertata per un biglietto che quest’ultimo cita nella sua lettera del 5 maggio 1864 al designato a promuovere tale colletta il cugino di Mugna, Jacopo Cabianca, editore di Tasso. sacerdote bellunese: è identificabile con quello s.d e s.l. conservato nel fascicolo. Le due missive del 2 e del 7 gennaio 1964 attestano la collaborazione di Pellegrini e di monsignor Giovanni Su Pellegrini si segnalano i seguenti contributi a carattere più generale: Alpago Novello 1942; Tamis 1991, De Donà con Cesare Cantù. Mugna si fa da tramite per chiedere la correzione delle bozze di stampa. Nella pp. 9-15; Conte, Perale 1999, pp. 181-183; Vendramini 2004, pp. 1-6, 18-19; Varanini 2015; Varanini prima lettera non mancano notizie personali, fa riferimento a un attacco di vertigini, che lo hanno costretto 2019, pp. 457-458; Bartolini, Pistoia 2019, pp. 530-531. Per il contesto e i suoi interessi al momento di a sottoporsi a un salasso. Nella successiva riferisce le difficoltà incontrate in sede editoriale per la stampa questi contatti con Cantù, e per le sue pubblicazioni coeve, si rinvia in particolare alle osservazioni di Ve n - del «noto poemetto», da identificarsi con l’opera di Cesare Cantù, Liber Marchiane ruine. Poema storico dramini 2004, pp. 12-14. del secolo XIV, Stralcio da Miscellanea di Storia Italiana, Reale Deputazione di Storia patria, t. V, 1864. Non è precisato quando maturi la conoscenza di Francesco Pellegrini (Falcade 1826-Belluno 1903), sacer- 71 pp. L’esemplare, censito unicamente presso la Biblioteca del Museo Civici di Vicenza - FR 1 5 17(19) - e dote bellunese, storico e letterato, professore presso il Seminario di Belluno, dove Pietro Mugna aveva tenuto presso la Biblioteca Civica di Belluno - ST. 2705; ST. 4007 -, porta la dedica a stampa a Michelangelo la cattedra di teologia nel 1838-1839. Castelli, Senatore e allora Direttore generale degli Archivi generali di Torino. L’introduzione in italiano (15 In via generale, si può osservare come nel manoscritto ms. 702 la cartella dell’epistolario di Pellegrini assai pp.) riguarda il manoscritto presentato come inedito, individuato presso la Biblioteca Lolliana dei Canonici cospicua ora facilmente consultabile con la sua completa digitalizzazione, si ritrovino molti corrispondenti di Udine, e si sofferma altresì su altri libri in essa conservati, tutti catalogati da monsignor De Donà. Segue in rapporti con Pietro Mugna, configurandosi un intreccio di interessi la cui analisi esula dall’assunto del il testo latino dotato di note in italiano riguardante la Guerra Marchiana: lo scontro di Mastino II della presente regesto. Si tratta, ad esempio, di Cantù (7 lettere, e minuta di Pellegrini, dal 1864 e 1868), di Scala con Venezia a motivo della sua politica espansionista in terraferma, altri scontri nell’arco temporale Zanghellini (3 lettere e una minuta di Pellegrini, 1864, 1871), inoltre, nell’ordine in cui sono conservate, dal 1329 al 1339, a seguito dei quali, in particolare con l’occupazione di Treviso, si ebbe l’inizio dei domini di Niccolò Barozzi, Giuseppe Manzoni, Jacopo Bernardi, Tommaso Antonio Catullo, Pietro Marasca, Fedele di terraferma della Repubblica di Venezia. Lampertico, Giuseppe Valentinelli (5 lettere), Rinaldo Fulin, Tommaso Gar, Angelo Volpe, Alessandro Ful- Nella lettera del 20 aprile 1864 l’abate Mugna incarica il corrispondente a promuovere nel Bellunese la lini, Leopardo Martinengo da Barco, Antonio Della Lucia, Luigi Pomba. Si mettono in evidenza, a parte, le sua opera sul confronto fra la chiesa russa e cattolica (Mugna 1864), tanto più che, grazie all’intervento del due lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pellegrini del 18 febbraio 1866 da Padova e del 5 febbraio conte Andrea Cittadella Vigodarzere, i proventi della vendita sono destinati a sostenere gli asili d’infanzia di 1883 da Roma. Padova. Mugna annuncia che Cantù sta per inviare le copie del «noto poemetto». 122­­­ Nelle diciotto lettere indirizzate a Pellegrini, Mugna affronta svariati argomenti, richiede notizie bibliogra- Il 27 aprile 1864 Mugna manda tramite il sacerdote Benedetto Scola alcune copie della sua «Chiesa russa» 123­­­ (Mugna 1864). Fa sapere che è impegnato in un lavoro di traduzione, e manifesta l’intenzione di recarsi a la riforma e se codesto territorio avesse dato mai alcun falso apostolo da aggiungere ai seguaci di Lutero, Padova dove poter incontrare Valentinelli. e che io ponendo mente soltanto a quel primo periodo della origine e diffusione del protestantesimo ed alla La lettera dell’8 maggio 1864 riguarda il volume di Mugna sulla Chiesa russa (Mugna 1864). Pellegrini predicazione pubblica vi ho sempre risposto che nò, per quanto stesse a mia notizia». Al presente Pellegrini avrebbe voluto presentasse «una esposizione più larga e particolareggiata». Mugna ribadisce la sua intenzio- informa Mugna di aver rinvenuto «una scrittura apologetica trascritta di mano del canonico Lucio Doglioni ne: «richiamare l’attenzione pubblica sugli errori che si commisero in Russia contro la religione cattolica», in un Codice ms. di proprietà del Conte Marino Pagani». Pellegrini stabilisce un collegamento con la no- e suscitarla anche nei «non preti». tizia riportata da Cantù (1878, cap. CXLV, p. 481 nota 71; si veda anche Cantù 1866, pp. 161, 168-173). Il 13 maggio 1864 Mugna indica con puntualità gli aspetti editoriali e redazionali riguardo la prefazione Si tratta dei documenti, anche autografi, di Giulio Maresio, dei Minori Conventuali, condannato a morte a in latino e l’edizione dei documenti in latino della pubblicazione di Pellegrini dal titolo Documenti austriaci Roma assieme al protonotario apostolico Pietro Carnesecchi nel 1567.Pellegrini offre un ampio ragguaglio relativi alla storia della provincia di Belluno raccolti e illustrati da ecc., destinata agli «Atti dell’Accade- sul contenuto dell’inedita documentazione. Su Maresio, i manoscritti bellunesi individuati da Pellegrini e il mia vienense». Sull’opportunità di questa prefazione Mugna si impegna a parlarne con Giuseppe Valentinelli contributo di quest’ultimo al riguardo basti qui il rinvio alla voce completa di bibliografia di Vittorio Man- a Padova: «Farò che scriva a Vienna e poi manderò io da qui a lui la cosa perfetta». Inoltre suggerisce a delli (Mandelli 2008, pp. 94-96). Pellegrini si offre disponibile a trascrivere per Cantù l’epistola autografa Pellegrini: «Potreste aggiungere nella prefazione che avete in animo di dare quando che sia il codice di- di Maresio. Con riferimento agli interessi di Cantù, egli segnala nei Libri Provisionum Magnifacae Civitatis plomatico bellunese più compiuto che si sia dato, e per questo invocate l’assistenza degli studiosi». Inoltre, Belluni la presenza di oltre quaranta lettere inedite dei Visconti e dei loro ufficiali, da aggiungere a quelle Mugna fa riferimento a una sua lettera fatta pervenire a Pellegrini tramite Giuseppe Manzoni, contenente edite da Verci, o già trasmesse dal canonico Lucio Doglioni a Cantù. quella indirizzatagli da Cantù. Nel manoscritto E. 78 del Fondo epistolari delle Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza si conservano inoltre È da considerare in rapporto con tale lettera quella senza data, che riprende l’argomento dei criteri di edizio- sei lettere di Francesco Pellegrini indirizzate a Pietro Mugna, con date dal 1864 al 1879 (cfr. qui pp. 117, ne del contributo di Pellegrini negli «Atti dell’Accademia vienense» di cui è promotore Valentinelli. Mugna 119, 122-125). è ancor più dettagliato nel suggerire i criteri editoriali. Nella chiusura della lettera accompagna l’invio di A queste si aggiunge un autografo del 4 maggio 1864. Pellegrini scrive all’amico, il conte don Alessandro un discorso di Cantù. Tra l’altro trasmette agli amici bellunesi il saluto del professor Catullo. Fullini (1815-1881), il quale è richiesto di riferire a Mugna. Si tratta della distribuzione del volume sulla Il 30 giugno 1864 Mugna si dimostra il tramite, ancora una volta, fra Cantù e Pellegrini. Quest’ultimo è Chiesa russa (Mugna 1864). Ma si aggiunge anche un commento circostanziato a tale lavoro che esordisce richiesto di esprimere il suo parere sul «noto poemetto», di cui ha ricevuto una copia, da riferire a Cantù. con un compiacimento: «Gli dica altresì che l’ho letta, che mi piacque assaissimo e che piacque pure a quei Mugna chiede un aggiornamento sulla vicenda della pubblicazione negli «Atti dell’Accademia vienense», pochi coi quali ho parlato finora del suo bel libro». per la quale interviene Valentinelli: «Non so se facciate quello che vi suggerì Valentinelli a proposito de’ Una riserva riguarda la seconda parte dell’opera che avrebbe voluto più ricca di fatti e di particolari. Nota documenti austriaci già belli e preparati da voi, ma non come vogliono que’ Signori di Vienna». la mancata citazione del contributo al riguardo di padre Luigi Tosti. È implicito il riferimento al secondo Il 22 luglio 1873 Mugna chiede da Padova notizie sul recente terremoto che ha colpito la zona di Belluno volume di Tosti, Prolegomeni alla storia universale della Chiesa, 2 voll., Barbèra, Firenze 1861. Pellegrini e comunica l’aggravarsi della sua «nevrosi cerebrale». È interessato alle vicende della soppressione della avrebbe voluto citati anche Vimina (Vimina 1671; Idem 1861) e Tullio Dandolo (Dandolo 1853) Certosa di Vedana che presume avvenuta nel 1771 il nome di Erizzo (Nicolò), Procuratore di San Marco, La prima lettera di Pellegrini a Mugna conservata in questo fondo è del 1864, 28 luglio. Attraverso gli sco- che acquistò il monastero e le pertinenze. Ricorda il passaggio per eredità ai conti Arese (in realtà Araldi) lari di don Alessandro Fullini Pellegrini restituisce a Mugna alcuni volumi ricevuti in prestito. È l’occasione di Cremona. per un commento positivo sul volume dedicato alla Chiesa russa (Mugna 1864), e di un’aspra recensione Il 22 agosto 1878, sempre da Padova, Mugna si fa portavoce del desiderio dell’amico valentissimo professor negativa per quello di Giovanni da Schio sui Cimbri (Da Schio 1863). Bellavite di avere notizie sul «collegio, o collegi de’ Desiderosi nella provincia di Belluno», in particolare «se Il 5 marzo 1870 Pellegrini incarica un discepolo, il sacerdote Pietro Da Pra, di consegnare a Mugna vi entrasse nella fondazione qualche elemento religioso». una sua opera non specificata. Nell’accompagnatoria esprime il desiderio di possedere il costoso manuale Il 18 marzo 1879 Mugna trasmette da Padova la richiesta di una signora di Milano di accertare la data di di paleografia e diplomatica di Andrea Gloria. Si tratta del Compendio delle lezioni teorico-pratiche di nascita (circa 1813) della contessa Amalia Ferri, figlia di Giulia e di Francesco, Prefetto di Belluno sotto il paleografia e diplomatica che il cattedratico padovano pubblica nel 1870 (Gloria 1870), in cui utilizza le Regno Italico, andata in sposa a Filippo Villani di Milano. La famiglia Ferri risulta di origini padovane. riproduzioni litografiche dell’Album ad uso della scuola di paleografia e diplomatica dell’Università di Mugna riferisce del suo soggiorno a Milano e della visita a Cantù. Loda l’articolo di Pellegrini pubblicato Padova (Gloria 1857). dal Club Alpino di Agordo, la memoria letta in occasione dell’adunanza straordinaria dell’ 1 settembre 1878 In data 22 marzo 1870 Pellegrini ringrazia per l’acquisto del manuale di Gloria. L’opuscolo che aveva invia- nella valle di San Lucano sotto il gran faggio secolare presso la chiesa (Pellegrini 1878, pp. 29-44). Mugna, to a Mugna è occasione per un commento positivo di quest’ultimo indirizato a una rete di autorevoli studiosi in chiusura, rende noto che a Venezia ha raccolto gli apprezzamenti di Fulin nei confronti di Pellegrini. che in tal modo si viene a conoscere: Cantù, Valentinelli, Barozzi, Marson a Vicenza. Pellegrini rende noto Il manoscritto ms. 702. 62-68 raccoglie, inoltre, le minute di due lettere di Francesco Pellegrini a Pietro che altra copia ha voluto inviare a Tomaso Gar a Venezia. Mugna. Il 25 luglio successivo Pellegrini riferisce a Mugna di avere visto l’annuncio dell’uscita del volume sulle La prima delle due minute senza data (segnatura 702.80), contiene la comunicazione di aver ricevuta la Terme di Abano (Mugna 18712). La lettera offre poi precise notizie sulla storia del monastero di Vedana, Primavera di Kleist, dunque è da datarsi al 1862. Dà relazione circa l’avvio della bibliografia dei Bellunesi fino alla soppressione e ai successivi passaggi di proprietà. In chiusura offre notizie su comuni conoscenti che Mugna lo aveva consigliato di redigere e ne offre una prima sintesi: «Ho messo insieme alcuni nomi di bellunesi, tra i quali monsignor De Donà, inoltre su Barozzi. scrittori coi titoli della maggior parte dei loro scritti, opuscoli, monografie ecc. cioè finora ne ho raccolto 50 Il 19 agosto 1878, con una cartolina postale, Pellegrini cerca di ristabilire i contatti epistolari con Mugna e più di estranei alla provincia, circa 150 di bellunesi con 12 agordini, 15 cadorini, 23 feltrini. Come vedete e propone un reciproco scambio di scritti. di feltrini me ne mancano molti, e perciò mi sarebbe necessario un viaggio a Feltre e l’ajuto di qualcuno di Il 27 marzo dell’anno successivo Pellegrini comunica i risultati della ricerca su Giulia Ferri. Con riferimento colà, degli altri poi pochi più vene possono essere». Ha avuto notizia che Cesare Cantù è Senatore d’Italia, e alla recente visita a Cantù da parte di Mugna, Pellegrini ha modo di esprimere l’alta considerazione nei lo qualifica a Mugna come «amico vostro». suoi confronti: «A voi amico ed a me e a molti altri venerato maestro, e uno dei pochi grandi sapienti che La seconda minuta (segnatura 702.79), relativa a una lettera molto articolata degli inizi del 1864, riguar- ancora ci restino». Aggiunge Pellegrini: «Quanto meglio avreste fatto a portarmi un saluto di un così degno da dapprima l’edizione del «noto poemetto», al quale fanno riferimento le lettere di Mugna del 2 gennaio e e veramente stimabile uomo, invece di perdere il vostro tempo a lodare quella mia memoria su Agordo la 7 gennaio 1864. Come sopra riportato, si tratta di un lavoro edito da Cantù con il contributo di Pellegrini quale non è né buona né cattiva». e di monsignor Giovanni De Donà. In proposito Pellegrini dà conto delle vicende della gestione delle bozze di stampa; nel contempo non manca di trasmettere a Mugna le sue considerazioni sulle scelte editoriali di Cantù. 124­­­ La seconda parte della lettera integra la risposta a una domanda di Mugna «se fu qui in Belluno predicata 125­­­ BELLUNO, Fondazione Giovanni Angelini. ms. 2. 421-425 rese certamente possibili dal rapporto di stima e amicizia che legava i due eruditi. Nella lettera da Milano ♦ Pietro Mugna a Valentino Panciera (detto Besarel), n. 3, da Agordo, Padova, 1863-1873 del 16 agosto 1852 (cfr. qui p. 194-195) si trovano osservazioni piuttosto severe alla traduzione del Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (Kugler, Burckhardt 1852-1854): nonostante le attenuanti insite nella Il manoscritto E. 75 del Fondo Epistolari della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza conserva tre lettere difficoltà della traduzione dal tedesco, a Mugna vengono imputate inesattezze sul piano semantico e mor- che, tra il 1869 e il 1879, Pietro Mugna ricevette dallo scultore e intagliatore Valentino Panciera detto Be- fo-sintattico. Nel 1858 l’abate di Trissino scrisse il trattato Diocesi e provincia di Venezia, incluso nella sarel (Valentino Panciera Besarel 2002, De Grassi 2014, pp. 700-702). Questi, nato ad Astràgal di Zoldo Grande illustrazione del Lombardo-Veneto del Cantù (Cantù, Mugna 1858). Nella loro corrispondenza non (Belluno), dopo il primo magistero a cura del padre, pure intagliatore, ebbe poi la fortuna di incontrare mancano cenni alla situazione politica e sociale. In una lettera scritta da Verona il 19 ottobre 1959, l’abate artisti e architetti, come Giuseppe Segusini, che lo avviarono verso regolari studi accademici, preludio per la racconta all’amico di avere visitato i luoghi della battaglia di Solferino e San Martino, visita per lui carica successiva carriera. di grande suggestione (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Fondo Cesare Cantù, R. 37 Inf., inserto 6, pezzo Nella prima lettera da Agordo dell’aprile 1863 Mugna riferisce a Panciera le impressioni positive del conte 36; De Servi 2009, pp. 244, 285). Molto particolare fu l’amicizia dei due con Alessandro Rossi, senatore e Cittadella Vigodarzere in seguito a una visita allo studio dello scultore. L’abate incoraggia il giovane artista industriale di Schio, che Cantù conobbe nel 1869 proprio tramite Mugna (Cepparrone 2006, pp. 226, 227, a esercitarsi nell’arte del modellare, insegnamento che egli stesso ha appreso dall’amico Pichler per poterne 228, 229, 231, 235). L’abate fornì all’intellettuale briviense suggerimenti per il suo romanzo Il Portafoglio illustrare l’opera (vedi qui p. 99 117, 120, 139), e gli augura di tutto cuore una brillante carriera. Per un d’un operaio (Cantù 1871), ispirato al modello del Lanificio Rossi: in una lettera del 26 novembre 1869 gli quadro generale si rinvia al catalogo della mostra Valentino Panciera Besarel 2002; De Grassi 2014, pp. consiglia di evitare polemiche che possano creargli difficoltà sul piano personale come riflesso della morale 700-702. Sulle lettere si veda Cason Angelini, Gambaretto 2002. Nel margine superiore compare una sorta allora vigente (Cepparrone 2006, p. 229). di piccolo regesto, certamente di mano del catalogatore: «Elogio del co. Cittadella - Modellare». Nella lettera scritta da Padova in data 19 marzo 1869, preceduta dall’indicazione «Madonna di Agordo. Pala di Vigo» e, sotto la data «Mal di testa. Valeriana […] prof. Pinali», l’abate Mugna ringrazia l’amico per la fotografia della Madonna del Rosario da lui stesso realizzata ad Agordo, della quale elogia le fattezze PADOVA, Biblioteca Civica. C.A. 1049.1, c. 1rv e il sentimento religioso che la scultura esprime. Osa chiedere una fotografia, che includerà nella raccolta ♦ Pietro Mugna a Giuseppe Bernardi, n. 1, da Venezia, 12 settembre 1850 fotografica che sta raccogliendo nella sua stanza a Padova. Le suddette fotografie corrispondono probabil- mente con i nn. 7, 28 e 29 dell’inventario de beni del 16 novembre 1882: «Fotografia rappresentante la Ma- In questa lettera Pietro Mugna risponde all’abate Giuseppe Bernardi (Professori 1996, p. 225), insigne donna», «Una fotografia rappresentante il crucifisso con santi, in cornice di noce e vetro» e «Quadro conte- filosofo e pedagogista padovano suo corrispondente (cfr. qui pp. 96, 114, 127, 128) il quale gli ha chiesto nente tre vedutine, paesaggio dipinto ad olio entro cornice fotografato fino un piccolo crucifisso in fotografia di consultare la sua raccolta di lettere autografe di diversi letterati. Da parte sua non vi è alcuna difficoltà, entro altro contorno, il tutto entro una gran cornice di noce con lastra» (cfr. qui p. 101). Mugna prosegue ma lo esorta a scegliere con cautela, in quanto alcune sono già state pubblicate. Siccome la raccolta si trova promettendo di scrivere una lettera all’arcidiacono di Agordo, per complimentarsi della Madonna scolpita nella casa di Padova, Bernardi dovrà rivolgersi al fratello di Mugna, Giovanni Battista. da Panciera, gruppo scultoreo apprezzato anche dal marchese Pietro Selvatico, che gli ha consegnato la lettera con la fotografia. Gli consiglia di cercare presso la Biblioteca Marciana di Venezia l’Atlante annesso al Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (Kugler, Burckhardt 1852-1854; Kugler, Burckhardt 1858), ricerca nella quale potrà assisterlo l’abate Giuseppe Valentinelli. Promette quindi di salutargli gli amici PADOVA, Biblioteca Civica. C.A. 1049.2, c. 1rv comuni ed esprime l’intenzione di passare le vacanze pasquali a Firenze, dove avrebbe potuto incontrare Gio- ♦ Pietro Mugna a destinatario ignoto, n. 1, s.l., 1 agosto 1879 vanni Battista Cavalcaselle e la moglie Angela. Dice di trovarsi in buona salute, ma di avere sofferto dei soli- ti disturbi, che gli hanno provocato dei forti mal di testa, contro i quali ha tratto giovamento dall’assunzione La lettera del 1 agosto indirizzata, a un «pregiatissimo amico», reca la data «Di casa 1. Agosto 79» e fa di valeriana silvestre in polvere prescrittagli dal professor Pinali. Si dichiara infine disposto a rendersi utile riferimento a un breve rientro a Padova per poi fare ritorno a Saonara in serata. Si rammarica di mandare per il bene dell’amico. Nell’ultima lettera del 23 dicembre 1871, Mugna si congratula per la nomina del in ritardo un libro al corrispondente, adducendo come scusante la mancata puntualità del tipografo. Panciera a Cavaliere dell’Imperatore d’Austria e confida che l’amico possa comunque continuare l’attività Ricerche di eventuali lettere di Pietro Mugna presso il Fondo Selvatico della Biblioteca Civica di Padova artistica. Annuncia che, andando a Venezia, si rivolgerà a lui per la realizzazione di un piedistallo per il suo non hanno dato risultati. Pietro Selvatico Estense risulta tuttavia tra i corrispondenti e amici dell’abate. piccolo crocifisso in bosso. Infine porge al Panciera e al fratello i migliori auguri per le imminenti festività. Quarantanove sue lettere indirizzate a Mugna sono conservate nel manoscritto E. 78 del Fondo epistolari della Biblioteca Bertoliana di Vicenza (cfr. qui p. 117).

MILANO, Biblioteca Ambrosiana. Fondo Cesare Cantù. R. 12 Inf. /R. 14 Inf.; R. 37 Inf.; R. 38 Inf.; R. 40 Inf.; R. 45 Inf.; R. 53 Inf.; R. 54 Inf.; R. 66 Inf. PIACENZA, Biblioteca Civica Passerini-Landi. BCPc ms. Com. 278, Lettere Scarabelli, Busta M, nn. 8, ♦ Pietro Mugna a Cesare Cantù, n. 300 ca. da Agordo, Belluno, Montegalda, Oropa, Padova, Agordo, San- 11,17, 22, 43. BCPc ms. Com 281, Lettere, 42, 119, 132 (Busta Lettere a Scarabelli) torso, Schio, Valdagno, Venezia, Verona, Vicenza, 1845-1881. ♦ Pietro Mugna a Luciano Scarabelli, n. 8, da Vienna, Padova 1847-1876

La corrispondenza fra Pietro Mugna e Cesare Cantù (vedi qui p. 194) annovera ben più di quattrocento La corrispondenza fra Pietro Mugna e Luciano Scarabelli (Magnani 2009, pp. 117-144: p. 139; per un pezzi d’archivio e copre un arco temporale di circa quarant’anni. I primi scambi epistolari risalgono al profilo aggiornato di Luciano Scarabelli si veda Garavelli (Garavelli 2018, pp. 298-300, si snoda lungo un 1845, quando l’abate si trovava a Vienna presso l’Accademia orientale, e si prolungano sino al 29 dicembre trentennio. I due condividevano sicuramente l’amore per gli studi storici e letterari, soprattutto la passione 1881, meno di un anno dalla sua scomparsa. La familiarità doveva essere tale che, soprattutto nelle lettere per Dante, che li mise a contatto con i maggiori studiosi danteschi di area tedesca, fra i quali Karl Witte ed giovabili, il giovane abate di Trissino si firma come “Piero”. Lo scambio epistolare tra i due si inserisce in Emil Ruth: proprio in tale contesto nel 1865 lo Scarabelli fondò la Società Dantesca di Dresda. un più vasto contesto di contatti con personalità ed esponenti dei più svariati campi del sapere, della cultura, Nel manoscritto E. 78 del fondo Epistolari delle Biblioteca Bertoliana di Vicenza sono conservate 124 lettere dell’arte e dell’economia. Basta scorrere gli elenchi dei reciproci corrispondenti per accorgersi dell’esistenza dello Scarabelli, la prima delle quali reca la data 1845. La più antica delle otto missive di Mugna raccolte di una vera e propria rete di relazioni a trecentosessanta gradi. Le lettere scambiate fra Mugna e Cantù fra le lettere del fondo Scarabelli della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza (Le Carte Scarabelli 2008- toccano i più svariati argomenti dagli interessi loro più connaturati, come l’arte e la letteratura, ma anche 2009, pp. 31, 32, 49, 53, 54) risale al periodo viennese (Vienna 1847) e presenta la forma di un componi- 126­­­ fatti di politica legati soprattutto al Risorgimento. Cantù ebbe modo di esprimere delle critiche costruttive, mento poetico, in cui l’autore osserva che, considerata la difficoltà a trovare amicizie sincere, non resta che 127­­­ confidare in Dio. Alla fine, dopo la data, compare la firma «Ab. Pietro Mugna Professore nell’Accademia Antonio Marsilli, Giovanni de Pretis. Vi sono poi lettere di poeti e letterati di maggiore o minore fama, Orientale». Nella lettera del 16 ottobre 1866 l’abate ringrazia l’amico per l’invio del secondo volume della Andrea Maffei, Aleardo Aleardi, Tommaso Gar, Giuseppe Canestrini, Giovanni Prati, Giacomo Zanella, sua edizione del commento di Jacopo della Lana (Comedia 1866) e per il Panfilo Castaldi (Scarabelli 1866) Fedele Lampertico, Iacopo Cabianca, Arnaldo Fusinato (Giovanni Battista a Prato 2014, p. 11). Alcuni di e condivide le considerazioni dell’amico in materia di critica letteraria: tra i conoscenti comuni vengono costoro risultano in contatto anche con l’abate di Trissino (cfr. qui pp. 114-118). La corrispondenza fra Pietro citati Giuseppe Bernardi e Antonio Zanghellini (cfr. qui p. 99 114, 118, 127, 128, 216-221). Nella lettera Mugna e Giovanni Battista a Prato, vicino a lui anche per esperienza culturale e religiosa, è testimoniata del 20 gennaio 1869 l’abate commenta il misero stato di salute del dantista tedesco Emil Ruth, del quale dalle sette lettere dell’abate trentino conservate nel manoscritto E. 78 del fondo Epistolari delle Biblioteca ha tradotto gli Studi sopra Dante (Ruth 1865) e il Giuseppe Giusti (Ruth 1868). Il 25 dicembre successivo, civica Bertoliana di Vicenza, scritte da Trento nel 1863 (cfr. qui p. 117) e dalle otto inviategli da Mugna oltre a porgere all’amico gli auguri per le festività, si dice in attesa delle xilografie per il Ricordo di Padova da Padova, Venezia e Agordo fra il 1850, dopo il ritorno da Vienna e l’esilio vicentino, e il 1879 (Giovanni (Mugna 1870) e lo informa della scomparsa di Emil Ruth ad Heidelberg. Nella lettera del 27 agosto 1870 Battista a Prato 2014, p. 29). l’abate informa il corrispondente piacentino del ritrovamento, presso la Biblioteca del Seminario di Padova, di un manoscritto datato al Quattrocento con un commento all’Inferno di Dante. Esprime il rammarico per la mancata visita agli amici Cittadella Vigodarzere di Saonara e comunica i saluti di Giovanni Cittadella (cfr. qui pp. 99, 115, 120, 123, 126, 170). La lettera del 15 dicembre successivo è di nuovo occupata da VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 111 (371) disquisizioni letterarie, mentre a fine mese (27 dicembre) Pietro Mugna ringrazia il “Caro Luciano” per il ♦ Pietro Mugna al conte Leonardo Trissino e al conte Alessandro Trissino: 66 lettere, 35 a Leonardo Tris- dono del libro con gli studi su Dante e lamenta le avverse condizioni metereologiche, con la fitta nevicata sino, 1832-1840; 31 ad Alessandro Trissino, 1839-1851 che ha reso pressoché impraticabili le strade di Padova. Infine, nella missiva del 28 dicembre 1876, augura all’amico, colpito da malattia, una pronta guarigione e si dice impegnatissimo nella preparazione della I fratelli Trissino Baston, Alessandro (1775-1851) e Leonardo (1780-1841), figli di Marcantonio, risiede- strenna con dei sonetti per l’imminente matrimonio del figlio maggiore di Alessandro Rossi (Mugna 18771). vano nella loro Villa Inferiore a Trissino e nel palazzo al Corso di Vicenza progettato da Vincenzo Scamozzi. Le lettere del giovane Pietro Mugna ai due nobili suoi sostenitori negli studi e nelle aperture di interessi, testimoniano la sua prima formazione nella cittadina natale, poi in seminario a Vicenza e quindi i progressi raggiunti a Padova e soprattutto a Vienna. Sono una manifestazione straordinaria anche della sensibilità SCHIO, Biblioteca Civica Renato Bortoli. Archivio personale Alessandro Rossi, Busta 19. 22 di Pietro Mugna, riguardo non solo gli studi, ma anche gli aspetti sociali e culturali dei contesti in cui egli ♦ Pietro Mugna ad Alessandro Rossi, n. 35, da Padova, 1868-1869 matura le sue esperienze. Nelle lettere del 1838 a Leonardo Trissino, del 9 maggio e del 2 giugno, si trova il primo riferimento a Pietro Il carteggio dell’Archivio personale Alessandro Rossi (Cappi Bencivegna 1955; Schio e Alessandro Rossi Selvatico: «il nostro Selvatico fu in grave pericolo, ora sta quasi bene». 1985; Fontana 1995, pp. 297-375) conservato presso la Biblioteca Renato Bortoli di Schio è formato da Nella lettera da Vienna del 1840, in cui dice di avere «la testa tutta nella tologia», nondimeno annuncia 1911 fascicoli, ordinati per lo più in ordine alfabetico di mittente, e abbraccia l’arco cronologico fra 1 gen- l’invio degli opuscoli di Bartsch e del catalogo dell’esposizione in corso a Vienna: «Tra tanti artisti primeggia naio 1853 e 31 dicembre 1903 (Archivio personale 2004, p. 9); contiene la corrispondenza di Alessandro l’italiano Schiavoni, che conserva vergine e bello l’onore della veneta scuola, prova solenne che il principato Rossi e ne riflette la poliedrica attività di industriale e soprattutto di politico. Alcune lettere sono indirizzate nelle arti belle può essere invidiato all’Italia dall’altra nazione, ma non rapito». Nel 1840 Natale Schiavoni ai suoi più stretti collaboratori Luigi Lago e Giuseppe Dal Pozzolo o ai figli Francesco, Gaetano e Giovanni. (Chioggia 1777 - Venezia 1858) e il figlio Felice (Trieste 1803 - 1881) erano entrambi membri dell’Accade- Altre sono dirette a personalità del mondo politico, industriale e intellettuale dell’Ottocento in Italia. Di mia residenti a Vienna. Cfr. Sernagiotto 1881; Pregolato 2004, II, pp. 806-818; Eadem 2004, II, pp. 813- Pietro Mugna si conservano trentacinque lettere, inviate da Padova fra 1868 e 1869 (Archivio personale 815. Si riferisce a Felice perchè ammira non solo la ritrattistica, in cui si distingueva il padre, ma anche la 2004, p. 111), anni alquanto significativi. Proprio in quel periodo l’abate di Trissino, già in rapporti molto pittura di storia e mitologica. stretti con l’industriale, si faceva tramite fra questi e Cesare Cantù, invitato a Schio per conoscerlo nel 1869. Delle lettere ad Alessandro Trissino si segnala quella del 20 dicembre 1839 da Vienna, in cui Mugna si Da tali contatti l’intellettuale briviense avrebbe tratto spunto per l’ambientazione del romanzo Il Portafoglio dichiara contento dell’Istituto Sant’Agostino e descrive la città aggiungendo: «mi aspettava qualche cosa d’un operaio, nel quale il personaggio dell’industriale Pensabene è stato letto come un doppio di Alessandro di più». Nel 1841 (30 dicembre) gioisce per la nomina di Selvatico a Segretario dell’Accademia di Venezia: Rossi (Cepparrone 2006, p. 227, 248, nota 87). Il manoscritto E. 78 del Fondo Epistolari della Biblioteca «bella nomina che fa più onore al governo». Nel 1844 (27 dicembre) dà conto della traduzione del saggio di civica di Vicenza conserva quattro lettere che Rossi scrisse a Pietro Mugna da Santorso fra il 1874 e il 1878. Mittermeier e della lettera da questi inviatagli (Mittermeier, Mugna 1845): «Vedrà la luce il mese entrante a I forti legami fra l’abate di Trissino e i Rossi di Schio trova eco nelle sue disposizioni testamentarie, con Lipsia, poiché la censura non ne permise la stampa nell’interno della monarchia. Questa strana risoluzione l’accenno alle azioni presso il Lanificio Rossi e la destinazione di libri e altri ricordi ad alcuni membri della dopo aver permesso senza eccezione l’originale, non può esser prodotta che dal ragionarsi l’autore dell’opera famiglia scledense (cfr. qui p. 55). Per le nozze dei figli del Senatore compose delle raccolte poetiche (Mugna recente del Balbo, Delle speranze d’Italia, opera in Austria proibitissima». Cfr. Balbo 1844. 18771, 18772, 18792) e proprio a Schio venne a mancare il 16 ottobre 1882, trovando sepoltura presso la Di notevolissimo interesse sono le lettere del 1848 in cui Mugna esprime le «gravi impressioni» suscitate tomba della famiglia Rossi. Alessandro Rossi, come Mugna, corrispose con Fedele Lampertico (Lampertico dalla situazione in Italia, in un’ottica particolarmente importante, quella di un giovane italiano in quel 2011, pp. 671-675). momento a Vienna. La lettera del 18 luglio 1846 ricostruisce i contatti con il professore Karl Witte grazie al quale comunica: «ho trovato un editore alla versione latina del nostro Piazza nel sig.r Barth Libraio di Lipsia». Si tratta dunque di Gaetano Dalla Piazza, sacerdote vicentino, che aveva tradotto la Divina Com- media in esametri latini. Cfr. Dantis Alligherii 1848. TRENTO, Archivio di Stato Fondo Giovanni Battista a Prato, Serie corrispondenza ordinata e ricevuta per mittente, busta 13, fascicolo 97 ♦ Pietro Mugna a Giovanni Battista a Prato, n. 9, da Padova, Venezia, Agordo, 1850-1879 VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 12 (173) Il Fondo Giovanni Battista a Prato dell’Archivio di Stato di Trento raccoglie la corrispondenza ricevuta ♦ Autografi di Pietro Mugna dono del professor Bartolomeo Bongiovanni. 27 lettere, 1841-1861 dall’abate di Segonzano, giornalista ed esponente dell’indipendentismo trentino (Cavalletti 1967; Brunet, Trissino, 10 settembre 1841 - 25 giugno 1843; Padova, 6 luglio 1843; Vienna, 1842/1843 - 16 giugno Toss 2016, pp. 349-353; Toss 2016, p. 281). Si conservano missive di Benedetto Cairoli, Benedetto Casti- 1845; Venezia, 19 giugno 1852 - 15 agosto 1852; Venezia, 6 giugno 1861; s.l.: 1841, 1842, 1847 agosto. glia, Luigi Miceli e altri deputati della sinistra italiana e numerose sono le lettere scritte dai suoi colleghi 128­­­ italiani alla costituente germanica e alla costituente austriaca, Carlo Esterle, Giuseppe Festi, Francesco Sono lettere giovanili di Pietro Mugna che attestano come si mantennero i suoi rapporti con Bartolomeo 129­­­ Bongiovanni (Creazzo 1791-Venezia 1862) che fu «professore della scuola elementare maggiore» a Trissino, Ad Andrea Capparozzo, abate, amico direttore della Biblioteca civica Bertoliana, Mugna indirizza lettere di poi verso il 1810-11 impiegato all’ufficio del catasto a Vicenza. Secondo la biografia di Franco Barbieri contenuto personale, ma occasionate dagli interessi per i libri. Nella lettera del primo luglio 1865 Mugna fa (1971), compì il suo apprendistato artistico presso l’orefice A. Merlo. Nel 1816 frequenta l’Accademia di riferimento alla sua versione degli studi danteschi di Emil Ruth (1865) che, ora, nel leggerla fresca di stam- Belle Arti di Venezia. Nel 1817 partecipa all’omaggio delle Province venete all’imperatore e all’imperatrice pa trova pesante. Nel 1866 è alle prese con la necessità di cedere alla biblioteca vicentina i libri specialistici d’Austria con la realizzazione di quattro medaglioni in bronzo e argento dorato su modelli di Antonio Ca- del fratello Govanni Battista, segnalando le edizioni rare. Pe quest’ultimo si rinvia qui p. 96. Nell’occasione nova. È aggiunto onorario alla scuola d’ornato dell'Accademia nel 1818-19. Quindi si perfeziona a Vienna ne compila anche un catalogo. Nel 1870 (10 marzo) fa riferimento alla consegna dei suoi manoscritti con le tra 1820 e 1822, presso lo scultore Leopoldo Kissling. Di nuovo è a Vicenza nel 1823. Lo si trova maestro lezioni universitarie e di altri manoscritti del fratello Nicola, giurista, «legale» morto a Ragusa. Annuncia di disegno nella scuola elementare di Vicenza. Figura come membro dell’Accademia di Venezia dal 1836. in altra lettera di pochi giorni dopo (14 marzo) la consegna di autografi tra i quali la lettera di Mittermeier Nel 1837 a Vienna partecipa al concorso dell’Accademia di Belle Arti per l’affido dell’insegnamento di a lui indirizzata «Delle condizioni d’Italia», (Mittermeier, Mugna 1845). Ma aggiunge «ne avrai dell’Hum- incisione e disegno decorativo, ne risulta vincitore ricevendo la nomina a professore lo stesso anno. Insegna boldt, del Goethe, dell’Uhlaud ec. del Volpato del Morghen, del Longhi, del Paganini». Nella lettera del a Vienna fino al pensionamento nel 1851, anno in cui si trasferì a Venezia. Gli autografi di Mugna raccolti 19 marzo comunica a Capparozzo di aver dato al professor Canal, conoscitore di musica, «una lettera di da Bongiovanni e donati alla Biblioteca Bertoliana comprendono un primo nucleo, degli anni 1841-1843, Giuseppe Haydn il celebre autore della Creazione e delle Stagioni». che attesta i collegamenti con l’antico insegnante a Trissino nell’ambito dei rapporti suoi e di Mugna con Sul piano personale Mugna si esprime più diffusamente, ad esempio, nelle lettera da Padova datata 11 mar- i conti Leonardo e Alessandro Trissino Baston. Cfr. qui, pp. 25-26, 28, 79 nota 46, 81 nota 102, 112-113. zo 1871: «Io continuo a lodarmi della salute, e con questa tiro innanzi contento in mezzo alle troppe brighe L’altro nucleo è quello Viennese e riguarda i rapporti diretti fra i due vicentini impegnati in posti di riguardo e noie di lezioni che mi rubano se non tutto, il tempo migliore a’ miei studi. Così posso spingermi ben poco nella capitale dell’Impero. Li accomunava anche l’amicizia con i Pichler. Bongiovanni fu di riferimento per innanzi nella storia delle nostre pitture del Cavalcaselle e del Crowe, la quale fo liberamente italiana. La Mugna anche a Venezia, quando ritrovò rifugio qui dopo i fatti dolorosi del 1848. stamperanno quando che sia i successori Le Monnier. Il primo volume era compìto ma deggio tornarci sopra. Pazienza!». Sullo stato di salute Mugna si esprime nell’ultima lettera del 4 gennaio 1881.

VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana. Carte Lampertico 143 ♦ Pietro Mugna a Fedele Lampertico, n. 11, da Agordo, Padova, 1862-1975

Fra i destinatari delle lettere di Pietro Mugna ricordiamo Fedele Lampertico (Monsagrati 2004, pp. 246- 250), docente all’Università di Padova e Senatore, il quale indirizzò a propria volta all’abate due lettere da Lucca con data 1862, quando dovette iniziare la loro corrispondenza (vedi qui p. 116). La prima lettera di Pietro Mugna a Lampertico del 21 gennaio 1862 (ed. Lampertico 2011, pp. 333-334) accompagna le notizie sulla Cassa degli ammalati delle miniere, una società di mutuo soccorso. Seguono i saluti per la ma- dre del destinatario e per Giacomo Zanella, altro corrispondente (vedi. qui p. 120, 198-199, V) e l’accenno alla giornata di sole, interrotte solamente da una leggera nevicata del giorno prima. Nel post scriptum dà conto tuttavia dell’abbondante nevicata notturna. Il 30 dicembre successivo (ed. Lampertico 2011, p. 334) contraccambia gli auguri, gli manda un articolo che crede possa tornargli utile e trasmette i saluti da parte di Pietro Selvatico, Giacomo Zanella e Cesare Cantù, del quale si cita la recente stampa della Dissertazione sulla origine della lingua italiana (Cantù 1865). Nella lettera del 9 agosto 1866 (ed. Lampertico 2011, p. 335), su richiesta del piacentino Luciano Scarabelli, Mugna allega un foglio a stampa che informa Lam- pertico sulla recente uscita dell’edizione del commento dantesco di Jacopo della Lana (Comedia 1866) e gli chiede di appoggiare il libro, che considera «il più importante su Dante»: lo stesso Lampertico dovrà reca- pitare uno scritto all’abate e bibliotecario Andrea Capparozzo e, se questi riuscirà a raccogliere almeno tre soci vicentini, la Biblioteca sarà omaggiata di una copia. Nella missiva dell’8 agosto 1875 (ed. Lampertico 2011, pp. 335-336). l’abate di Trissino chiede al Senatore di intercedere presso il ministro Bonghi a favore del docente universitario vicentino Ferdinando Gnesotto, il quale, a seguito di una circolare ministeriale, rischia di perdere la cattedra.

VICENZA, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 21 (389) ♦ Pietro Mugna ad Andrea Capparozzo: 23 lettere 1864-1881

Padova, 4 Novembre 1864; Agordo, 13 giugno 1865; Agordo, 1 luglio 1865; Padova, 13 novembre 1865; Padova, 2 marzo 1866; Padova, 10 marzo 1866; Padova, 23 marzo 1866; Padova, 6 agosto 1866; Padova, 9 agosto 1866; Padova, 10 marzo 1870; Padova, 14 marzo 1870; Padova, 19 marzo 1870; Padova, 11 marzo 1871; Padova, 26 maggio 1873; Padova, 31 dicembre 1874; Padova, 23 maggio 1875; Padova, 19 luglio 1875; Padova, 9 luglio 1878; Schio, 5 dicembre 1878; Padova, 20 giugno 1879; Padova, 6 luglio 1879; Padova, 2 settembre 1880; Schio, 4 gennaio 1881. 130­­­ 131­­­ PIETRO MUGNA ATTRAVERSO LA CORRISPONDENZA

Si pubblica qui una scelta di lettere dei corrispondenti di Pietro Mugna. Trattandosi di personalità diverse si è cercato di rispettare l’usus di ciascuno. In generale si sono introdotte normalizzazioni di ortografia e punteggiatura solo laddove necessario. Congiunzioni e avverbi ed eventuali nomi sono stati univerbati. La j è stata regolarizzata in i, si sono distinte a preposizione da ha voce verbale. Sono state rispettate le grafie originali di nomi propri di persona e luogo. Per le sottolineature si è ricorsi al corsivo, usato anche per i titoli di opere e le eventuali parole in lingua diversa dall’italiano, mentre per i titoli di riviste sono state impiegate le virgolette basse, salvo un usus diverso da parte degli autori. Eventuali integrazioni vengono segnalate tra parentesi angolate, per sciogliere le abbreviazioni dove necessario sono state usate le parentesi tonde, le note dell’editore all’interno del testo sono tra parentesi quadre. Per ogni lettera viene fornita una doppia datazione, una editoriale e l’altra nella stessa forma originale. Le lettere senza indicazione di luogo e data sono contraddistinte dalle sigle s.l. (=senza luogo) e s.d. (=senza data) e, fra parentesi quadre, si aggiungono eventuali indicazioni spazio-temporali ricavabili da elementi interni ed esterni al documento esaminato.

132­­­ 133­­­ L’autore e il traduttore: il carteggio tra Jacob Burckhardt e Pietro Mugna

Il carteggio fra Jacob Burckhardt e Pietro Mugna comprende quattro lettere, conservate rispettivamente presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza (Epistolari, E. 75), quelle dello storico svizzero, e allo Staatsarchiv di Basilea (Privatarchive n. 207), le risposte dell’abate di Trissino.

I. Jacob Burckhardt a Pietro Mugna, Verona, 8 aprile 1854

II. Pietro Mugna a Jacob Burckhardt, Venezia, 18 maggio 1854

III. Jacob Burckhardt a Pietro Mugna, Basilea, 18 dicembre 1854 - 4 gennaio 1855

IV. Pietro Mugna a Jacob Burckhardt, Venezia, 1 luglio 1855

134­­­ 135­­­ I. I.

136­­­ 137­­­

Jacob Burckhardt a Pietro Mugna, Verona, 8 aprile 1854. Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 75 III. III.

138­­­ 139­­­

Basilea, Staatsarchiv, Privatarchive n. 207 III. III.

140­­­ 141­­­ I essere stato fatto e stampato in parte, né piccola, sotto la influenza di crudeli sofferenze fisiche e morali, Jacob Burckhardt a Pietro Mugna delle quali esso sente purtroppo. Vedrà poi che mi sono permessa qualche licenza, trattandosi di un libro che dee andare per le mani degli Italiani; nè credo con ciò di avere fatto scomparire i valentissimi autori. Verona, 8 aprile 1854 Come poi ho in animo di farne una seconda edizione migliorata, così prego la S. V. di volere contribuire Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 75 alla impresa, molto più che mostravami nella pregiata sua di averne materia. Può adunque la S(ignoria) V(ostra) fare tutte le aggiunte e le correzioni che stima necessarie e opportune, nell’esemplare a lei desti- Jacob Burckhardt scrive da Verona, dove ha visto esposta in una libreria una copia della prima stampa della traduzione di nato, e senza riguardi di sorte. Si serva pure della lingua tedesca, adoperando i caratteri latini, non essen- Pietro Mugna alla seconda edizione del Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (Kugler 1842; Kugler, Burckhardt 1848; domi molto familiari quelli della scrittura comune. Ciò fatto con tutto suo comodo, a me ritorna per mezzo Kugler, Burckhardt 1852-1854), alla quale lui stesso ha collaborato con delle aggiunte, si rammarica di non avere potuto incontrate il traduttore di persona e include alcuni consigli in vista della riedizione dell’opera che tuttavia non sarà realizzata di questo libraio Sr. Münster quell’esemplare, ed io con mille ringraziamenti gliene mando un altro. Mugna non dovrà tradurre letteralmente l’appendice sulle sculture romane del Quattrocento (Kugler, Burckhardt 1852-1854, Con questa occasione ho l’onore di significare in iscritto a S(ignoria) Vostra) l’alta stima che Le professo II, pp. 899-902), in quanto ne basterà un sunto. La lettera è edita in Burckhardt J. 19551, pp.188 nn. 267, 373-374, e Bur- e che mi fa essere di V(ostra) S(ignoria) ckhardt M. 19552, p. 370-371. Devot(issi)mo obb(edientissi)mo servo Verona adì 8 Aprile 1854. A Monsieur ab(at)e Pietro Mugna Chiarissimo Sgr. Abbate! Monsieur le Docteur Jacques de Burckhardt Tornando da un viaggio nella Vostra bella Italia vedo qui sulla tavola del libraio il primo esemplare della traduzione di Kugler, che dobbiamo alla di Lei gentilezza; e con un vero rammarico sono avvertito di aver mancato l’honore di fare la Sua conoscenza a Venezia, all’occasione del mio soggiorno in questa città, 17 marzo - 2 aprile scorso. Quante cose nelle mie aggiunte a quel prezioso libro avrei potuto corrigere in presenza Vostra! III Intanto La pregherei di non tradurre verbalmente il mio appendice sulle Sculture romane del Quattro- Jacob Burckhardt a Pietro Mugna cento, ma di farne solamente un estratto. Nell’entusiasmo della scoperta ci ho consegnato una dozzina di Basilea, 18 dicembre 1854 - 4 gennaio 1855 cose, le quali, benchè interessanti in sé, però non meritano una, due, tre righe in un libro, che deve tacer Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 75 tante cose di più gran merito. Basterà usare di un eccetera per quelle opere descritte da me come meno considerevoli. Jacob Burckhardt, riconoscente per i due volumi e per la lettera del 18 maggio, propone a Pietro Mugna la traduzione in ita- La speranza di rivedere l’Italia, che debbo lasciare per la terza volta, si riunisce alla speranza di trovare liano del suo Cicerone (Burckhardt 1855), opera dedicata alle riprese del classico nell’arte dall’antichità ai tempi moderni, il nostro chiarissimo traduttore e di assicurarlo personalmente della stima e divozione che porta di Lei, ponendo l’Italia come caso esemplare (Burckhardt M 19552, p. 369). La lettera si trova edita in ed. Burckhardt J. 19551, pp. pregiatissimo Signore. 200-201, nr. 277, 381-382 e Burckhardt M. 19552, p. 371. Il vostro umilissimo Dottore Giacomo Burckhardt Basilea (Svizzera) Don Pietro Mugna adì 18 Dicembre 1854. Venezia Pregiatissimo Signor Abate! Quel bel regalo di cui la S. V. ha voluto onorarmi e la Sua pregevole lettera del 18 Maggio passato mi fan- no un dovere di sottomettere una mia produzione recentissima al di Lei parere. Questo mio povero libro non aspira ad altro onore che all’essere ammesso nella biblioteca di V(ostra) S(ignoria), ed a meritare la II di Lei indulgenza, essendo scritto colla sincera intenzione di servire alla gloria delle belle arti Italiche. Pietro Mugna a Jacob Burckhardt Se lo credesse degno di essere volgarizzato nella Vostra lingua, non potrei sperare di trovar interpretatore Venezia, 18 maggio 1854 più esperto di V(ostra) S(ignoria), ma il libro è pensato e scritto troppo tedescamente. Basilea, Staatsarchiv, Privatarchive n. 207 Quanto al Manuale della storia delle arti, il mio illustre amico Kugler avrà avvertito V(ostra) S(ignoria) che se ne prepara una nuova edizione interamente rilavorata, alla quale io non avrò più parte. Il pri- Il 18 maggio l’abate Mugna, in risposta alla lettera precedente, ringrazia Burckhardt e gli promette l’invio di due copie mo fascicolo deve pubblicarsene fra poche settimane. Intanto il Kugler sta scrivendo anche una storia dell’opera (Kugler, Burckhardt 1852-1854), una per lui, l’altra per Kugler. Si scusa della scarsa qualità del proprio “volga- dell’Architettura sola, della quale è già pubblicato il primo fascicolo, con illustrazioni stampate nel testo. rizzamento”, dovuto alla necessità di adeguarsi agli usi della lingua italiana, e si dichiara disposto ad accettare consigli e Egli è da sperare che gli altri fascicoli seguiranno presto assai e che il volume sarà completo al più tardi 2 suggerimenti per la seconda edizione. La lettera si trova edita in Burckhardt M. 1955 , p. 371. nell’autunno del 1855. Sarà il capolavoro dell’immensa erudizione dell’autore. II signore Munster ne Venezia, 18 maggio 1854. riceverà senza dubbio qualche copia. Pregiatissimo Sr. dott. Burckhardt, Quanto a me, «altri studi men dolci» mi aspettano, cioè delle ricerche puramente storiche sul secolo XImo. Mi corre l’obbligo di ringraziare assai la S. V. della gentilissima lettera, onde mi volle onorato. Era mio Lasciando a parte per due o tre anni la storia delle belle arti, il libro di V. S. sarà per me sempre un bel pensiero di fare ciò subito, ma non mi riuscì di potere conoscere il soggiorno di lei per la direzione della ricordo de’ miei lavori passati. risposta. A questa mia ignoranza adunque ascriva soltanto il ritardo, come la stessa mi fa indirizzare ora Finalmente La prego di scusare benignamente i numerosi barbarismi di queste poche righe e di aggredire la lettera per lei al Chiar. Sr. Prof. Kugler nell’atto di avvertirlo che col mezzo del Sr. Conte d’Ingenheim l’espressione della stima sincera, chiarissimo Signor Abate! gli spedirò di questi giorni due copie della mia versione, una de’ quali destino alla S(ignoria) Vostra). Del vostro dev(otissi)mo ed ubb(idientissi)mo servo 142­­­ Il mio volgarizzamento avrà bisogno di tutta la indulgenza di lei, sì per le difficoltà del lavoro, sì per Giacomo Burckhardt 143­­­ Professore dell’università di Basilea P. S. 4. Genn. 1855. II primo fascicolo del Manuale, anch’esso con illustrazioni stampate nel testo, è arri- vato. Un’amicizia programmatica: Pietro Selvatico a Pietro Mugna Al chiar.mo Signor Abate Don Pietro Mugna Si presentano qui tredici delle quarantasette lettere di Pietro Selvatico a Pietro Mugna tramandate nel manoscritto Venezia. E.78 della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza (vedi qui p. 99). Esse coprono l’arco cronologico del fondo episto- lare compreso fra il 10 luglio 1843, quando l’abate di Trissino era già a Vienna, e il 16 ottobre 1871, mentre si at- IV tendeva l’uscita del primo volume della traduzione della New History (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866), poi stampato nel 1875 (Cavalcaselle, Crowe 1875). Dalle Lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna Pietro Mugna a Jacob Burckhardt 1869-1878 si apprende che l’abate fungeva da tramite fra l’architetto e critico padovano e lo storico dell’arte, il quale, Venezia, 1 luglio 1855 quasi sempre, incaricava il suo traduttore di salutargli i comuni amici di Padova. Nelle lettere scritte in gioventù è Basilea, Staatsarchiv, Privatarchive n. 207 molto vivo il dibattito culturale, testimoniato da citazioni bibliografiche molto fitte e inserimento di frasi in tedesco. Mugna, infatti, anche con le sue traduzioni divulgava a Vienna e nel mondo tedesco le pubblicazioni e il pensiero Pietro Mugna risponde alla lettera di Burckhardt: ha ricevuto copia del Cicerone, del quale ha sentito il favorevole giudizio di Selvatico, nel contempo lo teneva aggiornato sulle novità scientifiche e iniziative in campo storico artistico. Con il di Franz Kugler (cfr. qui pp. 196-197), e si ripromette di leggerla durante l’imminente soggiorno in campagna, tuttavia, in proseguire del tempo subentrano gli acciacchi della vecchiaia. Rimane tuttavia immutato l’affetto per l’amico di gio- considerazione della salute cagionevole, con gli attacchi di emicrania che da anni si ripresentano periodicamente, è costretto a ventù “Piero”, la cui conoscenza risale almeno al 1838 quando lo ricorda al conte Leonardo Trissino. Cfr. qui p. 99. rinunciare alla traduzione. Lamenta inoltre lo scarso guadagno dalla traduzione del Manuale (Kugler, Burckhardt 1848; Ku- gler, Burckhardt 1852-1854). Conosce le opere di Kugler, che ha incaricato l’editore di mandargliene copia, e prega Burckhardt di suggerirgli, in caso di ristampa del Manuale di includere anche l’intagliatore Andrea Brustolon (Semenzato1972, pp.723- I. Padova, 10 luglio 1843 724), mancanza notata anche da persona che ha segnalato la sua versione (Kugler, Burckhardt 1852-1854) e che il Kugler II. Venezia, 26 dicembre 1845 non colmerà nella terza edizione (Kugler 18561; Idem 18581). La lettera si trova edita in Burckhardt M. 19552 pp. 372-373. III. Padova, 17 agosto 1846 Venezia 1. luglio 1855. Illustre Signor Professore, IV. Padova, 6 marzo 1847 Tornato di questi dì a Venezia per una settimana dopo una assenza di oltre due mesi, trovai qui un prezioso V. Venezia, 10 dicembre 1847 dono, onde V(ostra) S(ignoria) volle onorarmi: del quale e della lettera gentilissima che me lo accompagna mi professo a Lei senza fine obbligato. Di questo suo nuovo lavoro non le posso dir nulla per cognizione VI. Venezia, 2 febbraio 1848 propria, ma ciò che me ne scrisse il signor Prof. Kugler mi avea fatto nascere desiderio grande di conoscer- VII. Venezia, 15 marzo 1848 lo, ed ora mi tarda assai di non poterlo subito gustare, perché, da parecchi mesi travagliato da una antica indisposizione, sono inetto ad ogni applicazione. Egli è perciò che ritorno domani in campagna, la cui aria VIII. Veggiano, 1 febbraio 1862 libera e aperta mi giova meglio che non il soggiorno in città, e mi riserbo il suo libro per la prima cara let- IX. Padova, 2 maggio 1864 tura, subito che potrò fare qualche uso della mia povera testa. Questo brutto gioco data dal ‘40, e si ripete per la tredicesima volta, talché sono entrato nella ferma risolu- X. Padova, 27 novembre 1864 zione, a malincuore sì ma stretto dalla necessità, di abbandonare per qualche anno la vita applicatamente XI. Padova, 5 giugno 1865 studiosa, finché mi sia bene e a pieno ristabilito. Più che studiare dovrò andar contento a facili letture e non prolungate. Da ciò Ella può raccogliere che io, anche avendone la voglia, dovrei rinunziare alla idea XII. Padova, 23 settembre 1869 di far conoscere agli Italiani la bella opera di V(ostra) S(ignoria), tanto più che la versione del Kugler, oltre XIII. Padova, 16 ottobre 1871 a molta fatica, mi costò non piccola somma di mia scarsella: così pochi sono gli esemplari finora venduti. Ella, egregio Professore, non si può immaginare come profligate siano le condizioni del nostro commercio librario. Mi sono note le due pubblicazioni del chiar(issimo) ed infaticabile Prof. Kugler, avendo egli generosamente incaricato l’editore di mandarmele mano mano che escono dai torchi. Scrivendo a lui, mi faccia grazia di ricordargli la mia servitù devota e riconoscente, aggiungendo che mi piacerebbe non fosse omesso nella ristampa del manuale Andrea Brustolon, intagliatore insigne e solenne se altro mai, nato a Belluno il 20 luglio 1664 e morto ivi il 15 ottobre 1732, mancanza già pubblicamente qui anche notata da uno che parlò della mia versione. La rinnovo i miei ringraziamenti, e con la più alta considerazione ho l’onore di potermi raffermare di V(o- stra) S(ignoria) Ill(ustrissi)ma Dev(otissi)mo obb(ligatissi)mo Servo A Monsieur le Docteur Jacques de Burckhardt A(bat)e Pietro Mugna Professeur à l’Université de Bâle 144­­­ (Suisse) 145­­­ I.

Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova, 10 luglio 1843.

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

146­­­ 147­­­ VI. VI.

148­­­ 149­­­

Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Venezia, 2 febbraio 1948. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 XI.

Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova, 5 giugno 1865.

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

150­­­ 151­­­ XI. XI.

152­­­ 153­­­ XII. XII.

Pietro Selvatico a Pietro Mugna, Padova, 23 settembre 1869.

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

154­­­ 155­­­ XII. XII.

156­­­ 157­­­ I pp. 864-866, lettera 858, Vienna, 10 aprile 1852; pp. 925-927, lettera 911, Vienna, 7 marzo 1853; pp. 946-947, lettera 925, Vienna, 24 aprile 1853; pp. 963-965 lettera 937, Vienna, 4 giugno 1853; pp. 1005-1008, Szliacs, 26 agosto 1853; Pietro Selvatico a Pietro Mugna pp. 1019-1020 Vienna, 6 ottobre 1853. Nella lettera del 26 agosto 1853 Nobile fa riferimento alla riforma dell’insegna- Padova, 10 luglio 1843 mento dell’Accademia di Venezia introdotta da Selvatico e che il conte Thun vuole estendere a quella di Milano, nonostante Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 le perplessità del suo presidente Ambrogio Nava. Nella lettera del 6 ottobre 1853 (Lettere da Vienna 2002, vol. II, p. 1019) Nobile esprime un apprezzamento indiscusso per Selvatico: «io lo stimo assai, e lo credo l’unico scrittore d’arte belle in Italia». Pietro Selvatico scrive all’amico Pietro Mugna a proposito di due opere di Franz Kugler delle quali ha sentito parlare attra- Quanto a Tommaso Angelo Gar (Trento, 22 febbraio 1808 - Desenzano del Garda, 27 luglio 1871), citato nella lettera, è stato verso la stampa (Kugler 1837; Kugler 1842). Prima di ordinarle desidera ragguagli in merito. Di Kugler conosceva già un un letterato italiano (Allegri 1999, pp. 215-216). Nel 1847 divenne bibliotecario nell’Università di Padova ma non si concre- precedente studio del 1835 (Kugler 1835). Esprime inoltre il desiderio di fare pervenire allo storico dell’arte tedesco una copia tizzò il passaggio all’Archivio di Venezia. Nel 1848 accettò di essere ambasciatore del governo provvisorio di Daniele Manin del proprio libro: benché consapevole del rischio, incarica l’amico di fargli da tramite. Auf der Heyde (20162, p. 206 e nota presso Parigi e in Toscana. Dopo il ritorno degli Austriaci venne esiliato a Trento. Qui diventò bibliotecario presso il Museo 11) ipotizza trattarsi dell’opera Sull’educazione del pittore storico odierno italiano (Selvatico 1842; Selvatico ed. 2007). A Civico. Nel 1862 ottenne la cittadinanza italiana e divenne rettore del convitto di Porta Nuova a Milano. L’anno successivo questa altezza cronologica Selvatico aveva pubblicato le opere corrispondenti ai nn. 1-12 della lettera autobiografica a Pietro fu nominato direttore della biblioteca dell’Università di Napoli. Mugna pubblicata in questa sezione (cfr. lettera V). Per la datazione della lettera risultano utile il timbro postale, che reca la data del 26 dicembre, e l’accenno agli studi sugli insegnamenti architettonici, stampati nel primo semestre del 1846 (Selvatico 18462). Tali elementi concorrono per una data- Pietro amico, zione al 26 dicembre 1845. Mille grazie della tua gentile premura: per dir vero desideravo anch’io di mandare al bravo Sig. Kugler il mio libro, ma la mi pareva temerità, così la tua cara amicizia saprà giustificar l’ardimento. Venezia 26[x]bre Veggo annunziate nei Giornali due opere del Sig. Kugler che forse potrebbero essere una sol cosa, vale Piero Amico, a dire un Handbuch der Geschichte der Malerey pubblicato a Berlino nel 1837 in due vol.: il primo de’ Scusami se ti secco, ma ho bisogno di un servizio da te: portati, a mio nome anche se vuoi, dal gentile quali contiene la storia della pittura italiana, il secondo della tedesca, fiamminga etc. Poi vedo del pari Cons(igliere) Nobili, e pregalo a farti avere al più presto possibile le norme principali con cui è regolato annunziato un Handbuch der Kunstgeschichte stampato a Stuttgart l’anno scorso in un bel volume di ol- l’insegnamento della scuola di architettura all’Accademia di Vienna: in quel giorno in cui egli ebbe la tre 900 pagine. Prima di far venire l’uno e l’altro di questi libri, bramerei sapere da te se nel secondo si bontà di espormelo, mostrandomi i lavori degli allievi, io ne feci qualche notizia, ma dubito di essermi chiuda (come pare doversi argomentare dal suo titolo) tutto il primo e siansi aggiunte le altre arti, ovvero dimenticato qualche cosa di importante. Ora dunque mi importerebbe particolarmente sapere quali sono se l’autore abbia in esso più ristretta la storia della pittura. Io del Sig. Kugler non conosco che il suo pro- gli studi preparatorii che si esigono dall’allievo quando entra a fare il corso architettonico: poi su quali fondo e dotto lavoro sulla pittura policroma monumentale dei Greci e pubblicato nel 1835, ma sento poi materie lo si tenga il primo anno ed i successivi del corso. Ho bisogno di questi dati per finire un mio assai lodato questo manuale della Storia dell’Arte. Tosto che io troverò un’occasione privata per Vienna, ti lavoro sui sistemi teorico-pratici dell’insegnamento architettonico, e siccome quello dell’Accademia di- manderò il mio libro per lui, e intanto ti rinnovo i miei ringraziamenti e le proteste d’amicizia e di stima retta dal Consigliere mi parve fra i più assennati e più fruttuosi, così vorrei su quello trattenermi di più, del tuo e farlo come base ad alcune mie osservazioni in proposito. Domandagli scusa per me della seccatura che P. Selvatico gli provoco e salutamelo distintissimamente presentandogli le proteste della mia stima. Bondì Il tutto tuo Padova 1° luglio 1843 P. Selvatico P.S. Avrai ricevuta l’ultima mia lunghissima, ti bastano quelle notizie o ne vuoi dell’altre? Scrivimelo. Mi dolse vivamente che fosse dato ad altri il posto da te desiderato: ma le occasioni non ti possono mancare, II presto deve andare al concorso, per quanto ho sentito, una cattedra di Teologia a Padova, poi si dice che Pietro Selvatico a Pietro Mugna Gar sarà fatto direttore degli Archivi di Venezia, ed allora resta vacante il posto di bibliotecario a cui Venezia, 26 dicembre [1845] dovresti concorrere. Sei giovane ed ingegnoso e devi ricordarti la seconda parte del proverbio tedesco Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Deryage nicht im Unglücke

Pietro Selvatico chiede all’amico Mugna di intercedere presso Pietro Nobile, direttore dell’Accademia delle Belle arti di Vien- na (Auf der Heyde 2013, pp. 100, 109-110, 112, con pubblicazione di uno stralcio di lettera) perché gli comunichi notizie sul curriculum studiorum in architettura presso l’Accademia medesima: se ne avvarrà per preparare uno studio in proposito (Selvatico 18462). Nel post scriptum si augura che Mugna possa ottenere un incarico a Padova, dove sta per essere bandito III un concorso per la cattedra di Teologia, mentre Tommaso Angelo Gar è in procinto di essere nominato direttore degli Archivi Pietro Selvatico a Pietro Mugna di Venezia per cui lascerebbe libero il posto di bibliotecario dell’Università di Padova. Le lettere di Pietro Nobile indirizzate Padova, 17 agosto 1846 da Vienna al fratello Antonio residente a Trieste, edite da Pavan (Lettere da Vienna 2002), documentano i successivi contatti Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 diretti fra Selvatico e Nobile dal 1850 al 1853, in particolare si aggiungono le testimonianze dei loro incontri a Venezia e Padova nei mesi di luglio e ottobre 1850, assieme anche a Mugna, e ad Adriano Balbi, consigliere imperiale, statistico e Pietro Selvatico comunica a Pietro Mugna la propria intenzione di raggiungerlo a Vienna, per visitare i luoghi caratteristici geografo. Se ne offre il compendio e si deve tenere conto del contemporaneo scambio di lettere con Mugna, per il quale si veda della città (Auf der Heyde 2013, p. 107), ma è indeciso sulla data del viaggio, che forse rimanderà alla primavera successiva. il regesto della lettera di Nobile a quest’ultimo del 2 marzo 1853. Per le lettere di Nobile al fratello da Venezia e Padova si Con lui ci sarà Giovanni Battista Pivetta, in quanto Giuseppe Pasetti deve assistere i genitori malati. Qualora decidesse di veda Lettere da Vienna 2002, vol. II, pp. 749-750, lettera 761, Padova, 4 luglio 1850; pp. 799-800, lettera 806, Venezia, 12 fare solamente tappa a Graz, gli scriverà perché riservi loro due camere. Esprime poi la curiosità di informarsi, una volta a ottobre 1850; pp. 801-802 lettera 822, Venezia, 15 ottobre 1850; p. 802, lettera 820, Venezia, 17 ottobre 1850. Seguono le Vienna, sullo stato dell’Accademia, in quanto deve documentarsi per dimostrare l’effetto negativo di tale istituzione nello stu- menzioni di Selvatico nelle seguenti lettere di Nobile da Vienna: Lettere da Vienna 2002, vol. II: pp. 813, lettera 808, Vienna, dio delle arti, argomento al quale ha già dedicato uno scritto uscito nel primo semestre di quello stesso anno (Selvatico 18462; 158­­­ 14 dicembre 1850; pp. 819-820, lettera 827, Vienna, 17 marzo 1851; pp. 860-862, lettera 855, Vienna, 14 marzo 1852; 159­­­ cfr. qui p. 111). Una critica all’insegnamento accademico delle discipline artistiche sarà espressa anche molti anni dopo da Paoletti, da preferire a Michelangelo Grigoletti (Mazzocca 1989) e Ludovico Lipparini, nell’assegnazione di un posto di pro- Giovanni Battista Cavalcaselle in una lettera del 24 dicembre 1878 a Pietro Mugna (cfr. qui lettera LI, p. 297). Gli chiede fessore di Pittura all’Accademia di Venezia. Secondo, in vista della copertura di un posto di Estetica, lasciato vacante dopo poi di appurare la disponibilità presso qualche libraio di Bähr 1837-1839, De Wette 1830 e Augusti 1837, di cui indica il la morte di Antonio Diedo e data l’indecisione del governo austriaco su un eventuale concorso e sulla ripartizione di incarichi prezzo, per poterli visionare prima di un eventuale acquisto. fra Francesco Gualdo e Agostino Sagredo (Auf der Heyde 2013, p. 140, con publicazione di parte della lettera). Mugna dovrebbe cercare notizie, attraverso Pietro Nobile, personalità di grande spicco nel dibattito architettonico (Auf der Heyde Padova 17 agosto 46 2013, p. 100, 109-110) sulle intenzioni di Vienna al riguardo. In quanto, se le circostanze fossero propizie, lo stesso Selvatico Amicone, potrebbe partecipare alla selezione, rinunciando alla tanto cara libertà. La carica di Segretario dell’Accademia gli venne poi Qual peccato di non aver più tempo disponibile, ch’io, non presto, ma subito, volerei a Vienna, per partire assegnata dal maresciallo Radetzky (Auf der Heyde 2013, pp. 16-17). Selvatico informa infine l’amico sul miglioramento tosto tosto con la tua cara compagnia per alla volta del Settentrione! Ma proprio non c’è modo, fino a’ primi delle condizioni di salute di Carlotta Cabianca-Mario, cugina di Mugna per parte di madre, grazie ai rimedi omeopatici e di settembre son fitto inchiodato qui, e solo pel cinque o sei m’è possibile partire. Sicché dunque pazien- sulla mancata soluzione della copertura del posto di bibliotecario a Padova (cfr. in questa sezione la lettera del 26 dicembre 1845). Sulle questioni relative all’intervento del governo di Vienna nella vita artistica, culturale e accademica di Venezia e za, mi godrò il mio buon Piero a Vienna, me lo avrò cicerone per tutte quelle Strasse, Gasse, sta Markt, sui protagonisti di tale periodo si vedano: Mazzocca 1989; Bernabei 20161; Zucconi 20161; Baumgartner 2016; Nezzo 2016. hof Vorstat ed altre simili armoniche graziosità, e s’egli avvi un po’ di tempo libero ci accompagnerà giù Per la lettera di Pietro Nobile a Pietro Mugna del 2 marzo 1853 cfr. qui pp. 195-196. per la Danoja a Presburgo. A tutto questo io spero di certo; pel resto del viaggio son anch’io incerto assai Carlotta Cabianca, la cugina alla quale Mugna destina in testamento un anello in corniola (cfr. qui p. 100), sposa se intraprenderlo, perché la stagione non mi pare propizia, e quasi quasi sarei disposto a rincominciarlo un Mario, forse il personaggio maschile di nome Antonio che compare in una lettera del 2 giugno 1853, indiriz- in primavera dopo squagliate le nevi dai monti. Basta. Vedremo! Dubito che ti capiterò costà con un solo zata dal più noto patriota Alberto Mario da Lendinara a Iacopo Cabianca, cugino di Mugna (Ventura 1907, p. compagno di viaggio, il Sig. Pivetta, giacché mi par difficile Pasetti possa venire: suo padre va peggio- 86) e fratello della stessa Carlotta. Nella medesima missiva si fa riferimento a una malattia al petto di Carlotta, rando a vista d’occhio, non è improbabile che una disgrazia capiti da un istante all’altro, e mi parrebbe forse un disturbo che si ripresentava ciclicamente (Ventura 1907, p. 85). Un atto del 3 ottobre 1830 testimonia il vera imprudenza ch’egli andasse lontano. Aggiungi che neppure sua madre sta bene. Egli farà però quel conferimento ad Antonio Mario, alunno della Pretura di Lendinara, della qualifica di scrittore presso la pretura che il cielo gli ispira. di Latisana («Gazzetta privilegiata di Milano», N. 276, 1830, domenica 3 ottobre, p. 1091). Accettato intanto per la Signora Anitra d’Oro. L’esser vicina a te è una gran raccomandazione. Anche a costo mit Ehren zu melden di doversi grattare un pochino, ancora preferibile a tutte. Se potrò precisare il Padova 6 marzo 1847 giorno della partenza nostra, ovvero se nel viaggio mi tratterò un giorno a Grätz in modo da poter essere Mio caro Pietro, preceduto da una lettera, ti scriverò perché tu voglia aver l’amicizia di fermarci due stanze colà. Bisogna proprio che io incominci dal buttarmi in ginocchio dinanzi a te, per domandarti perdono dell’e- Intanto vorrei pregarti d’un favore (son pure il gran seccatore!). Bramerei a Vienna conoscere o il Presi- norme tempo che ho lasciato senza scriverti una riga; ma che vuoi mio caro? Sono così carico di lavoro dente di quell’Accademia o piuttosto chi è più influente sulle faccende artistiche della monarchia, non per questa benedetta storia dell’arti venete che proprio non m’avanza un briciolo d’ora per dir due parole già perch’io mi abbia fini d’aspirare a qualche posto vaccante di segretario (il cielo me ne scampi) ma solo ai miei amici. Sfardellato ch’io mi sia da questo pesante impegno, ti prometto d’essere più galantuomo. per veder l’andamento presente dell’arte anche costà e poterne dedur l’avvenire. Potresti tu intanto pro- Intanto rispondo categoricamente alla tua. In quanto ai fascicoli 6 e 9 dell’Euganeo che ti mancano, la curarmi mezzo perché io potessi esser presentato a qualcuno di que’ Signori? Ciò mi darebbe opportunità colpa ne fu senza dubbio della Direzione, la quale, tarda a spedire anche per l’Italia, è una vera tartaruga di ben conoscere anche le norme con cui si regola l’Accademia di Vienna e mi gioverebbe alle ricerche quando si tratta di inviare oltre le Alpi. Ora che sono a Padova (giacché devi sapere che il più del mio ch’io vado facendo intorno ad un’istituzione che purtroppo è il flagello delle nostre arti. tempo lo passo a Venezia) solleciterò perché ti sieno spediti. Le copie della tua lettera son presso di me Fammi anche il favore di ricercare presso qualche libraio se trovassi le seguenti opere ch’io vorrei vedere come pure qualche altro opuscolo mio, aspettando sempre occasione per farti aver l’involto, ma l’occasio- prima d’acquistarle. ne con questo inverno diabolico non si presenta mai. Valersi della diligenza sarebbe facile, ma mi pare Boehr, Symbolik des Mosaichen Cultus, 2 Bände, Heidelberg, 1837-1838 (sic) un farti gettar denaro senza proposito, peraltro, se ti preme, scrivimelo e consegnerò subito il pacco alla Wette, Lehrbuch der hebraeisch - jüdischen Archäologie, Ie Band, Leipzig 1830 diligenza. Augusti, Handbuch der christlichen Archaeologie, 3 Bände, Leipzig 1836-37 Sarà senza dubbio accolto favorevolmente dall’Euganeo l’articolo sul commercio librario che tu prometti; Ama il tuo Piero bisognerebbe però sapere prima per quando potrai darlo, poiché sai bene come i giornali abbisognino di conoscere innanzi di quanta materia possano disporre. A proposito d’Euganeo, è scritto da me un articolo anonimo sul vol. XVIII della Storia del Cantù, articolo che qui fu accolto favorevolmente; e ciò mi fa più piacere, fu compatito anche dal Cantù stesso che me ne scrisse gentilissime cose. Ti ringrazio della iscrizione informatrice intorno al mosaico: è dettata con molta limpidezza. Se mi avan- IV zerà un briciolino di tempo, non mancherò di farne un articolino pel Pedrocchi, rendendo al Pichler il Pietro Selvatico a Pietro Mugna dovuto onore, ma non te lo prometto perché sono occupato da mane a sera, e, anche le brevi distrazioni Padova, 6 marzo 1847 mi sviano dal corpo delle idee in cui m’aggiro. Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Potresti tu farmi un favore anzi due, ma segretissimamente? Informarti in prima come la sentano questi autori Consiglieri intorno al Prof. di Pittura che deve essere surrogato a Venezia al defonto Politi. Fra i In questa missiva (edita in parte da Auf der Heyde 20162, pp. 215-216) Pietro Selvatico si scusa di non avere risposto pri- concorrenti è primo in terna Lipparini, secondo il Cav. Paoletti, terzo il Gregoletti. Pare che resterà Lip- ma alla lettera dell’amico, in quanto oberato di lavoro. Si rammarica che Mugna non abbia ancora ricevuto due fascicoli parini, ma sarebbe vera ingiustizia, giacché è infinitamente maggiore l’abilità del Paoletti. Aggiungi che dell’«Euganeo» a causa dei ritardi della Direzione. Spera di fargli avere alcuni opuscoli, ma il tempo è troppo inclemente e egli è ora il miglior frescante che abbiamo, ed è ridicolo, veramente ridicolo, che nella patria de’ grandi affittare una diligenza sarebbe troppo costoso. L’«Euganeo» potrebbe accogliere un saggio di Mugna sul commercio librario, frescanti antichi com’è Venezia nessuno insegni la pittura a fresco, né il Lipparini lo potrebbe perché ma alla redazione occorrerebbe conoscerne l’estensione: l’articolo, di cui si conserva anche lo studio preparatorio (cfr. qui p. 111, venne poi pubblicato a breve (Mugna 18475). Selvatico stesso vi ha pubblicato una recensione anonima al volume XVIII non sa neppure da qual parte si incominci. Se vedi qualcuno de que’ signori influenti su tale nomina, non della Storia di Cesare Cantù (Cantù 1843). Il mittente esprime poi due richieste specifiche. La prima è di sostenere Pietro mancare di cantar le lodi del Paoletti, che canti quelle della giustizia. 160­­­ 161­­­ Or vengo all’altra faccenda. Saprai già che fino dal I° Gennaio il Diedo andò agli eterni riposi. Al posto Amico mio, di Segretario rimasto vaccante pare concorrano indovinala in mille, se puoi? Se non ti risposi sin ora e se non riscontrai il ricevimento del N. 30 degli Österreichische Blätter, egli è Checco Gualdo!!!, e (menomale) Sagredo. Però vorrebbero dividere la carica in due parti, tenendo Gualdo proprio perché mi mancò sempre il tempo ad una lettera lunga. D’altra parte poi, il bigliettino che ac- il Segretariato (poveri segreti!) e Sagredo l’Estetica. Il Governo non è di ciò persuaso e non ne farà nulla. compagnava quel giornale accennava ad un’altra tua futura in cui mi avresti richiesto altri schiarimenti. Anzi a dirla a te solo, parecchi di quei Signori mi fecero ronzare nelle orecchie che, s’io concorressi, sa- Eccola giunta precisamente oggi, ed oggi ancora rispondo. rebbe più che probabile che il favore si volgesse per me. Io, per dir vero, non ne ho nessuna intenzione, Cominciamo dall’art. degli O.che B.er. Parlando dello Steinbrück lo articolista domanda: «Ma non conosce e ad un Concorso dubbioso non mi piegherei mai, tanto più che amo la mia cara indipendenza. Se però il Selvatico la sua Genovefa?». Io in fatto non ho mai veduto quel quadro; né potevo di certo immaginarmi potessi sapere che dall’alto favorissero la mia povera persona in confronto di altri, chi sa che non mi ri- che operato da un tale artista fosse voll tiefer heiliger Naturpoesie. D’altronde mi pare di aver abbastanza solvessi. Bisognerebbe dunque che tu cercassi prima di sapere da chi una tal nomina dipende a Vienna, lodato lo Steinbrück quando dissi che, nella sua allegoria sui beni e sulle virtù del Cristianesimo, mi e col mezzo del Cons(iglie)re Nobili odorare dove penderebbe il vento. Se fosse in favore, potrei venire parve vi fosse un pensiero fondo e filosofico. Veniamo all’altro appunto che mi fa il giornalista intorno al a Vienna e bilanciare se mi convenga il Concorso. Altrimenti sia come non detto. In qualunque modo ti Bendemann dicendo che egli appartiene ad altra scuola. Dal momento ch’egli stesso confessa ch‹e› seine prego del più rigoroso silenzio, e parlando con qualunque de’ Consiglieri fa piuttosto l’interrogatore anzi- erste Bildung sich in Düsseldorf erwarb, parmi che stia per me la ragione di noverarlo fra gli allievi di ché il raccomandatore, giacché come ti dissi è solo s’io risapessi la buona disposizione che darei un serio Düsseldorf: in altre parole ho proprio detto che egli s’ebbe colà la prima educazione. Sul resto nulla ho da pensiero alla cosa senza tante noie. dire, perché l’art(icolo)o, come ben vedi, è un puro estratto del mio scritto. La Carlotta va migliorando d’assai colla sua cura omiopatica, e sarebbe un vero trionfo del sistema se Ella Ora vengo alle ricerche che mi fai nella tua 3 corr. Et in primis, eccoti i passi francesi del Fortoul relativi potesse vincere radicalmente i tanti malori che la tormentano. Io ti sono ancora debitore di due fiorini che alla pag. 4 delle lettera al Dall’Ongaro ed alla 6 di quella al Ridolfi: «C’est dans ce faubourg d’Au, dont je al primo vederlo darò a tuo fratello. E de tuoi aspiri sai nulla? Qui non si parla ancora del Bibliotecario, ne vous ai point encore parlé, et au milieu des pots de bière que les ouvriers y vident, que l’art tudesque come se il posto non dovesse coprirsi mai. s’est réfugié. L’église que M. Ohlmueller construit en cet endroit sous l’invocation de Sainte Marie du Se- Ama cours, n’est pas entièrement achevée; quand j’y suis entré. On était occupé à dissimuler les briques de ses Piero tuo murailles sous l’enduit inévitable», en (Fortoul To I., pag. 204-205). Ecco il secondo passo: «Assurément il est imposible de reproduire plus fidèlement les églises qu’on élevait la Italie au Moyen-Age, non pas Tante cose al Cons(iglier)e Nobili. les grandes églises, comme celles que bàtissaient Buschetto, Arnolfo di Lapo et Gamodia, en attendant que Brunelleschi et Bramante parusent enfin, mais les petites églises, comme on en trouve dans les villes inférieures, et qui, réunissant dans un aveugle péle-mèle toutes les formes et tous les débris qu’on avait sous la main, composaient néanmoins, grâce au goût naturel du pays, sinon un ouvrage pur, au moins un V monument plein de fantasie et de grâce»(Fort. To. I pag. 194-195. Pietro Selvatico a Pietro Mugna Ora vengo al purtroppo lungo elenco delle mie miserie: s.l. s.d. [Venezia, 10 dicembre 1847] Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 1. Notizie storiche sull’architettura padovana nei tempi di mezzo - con tavole - Venezia 1834. 2. Sulla Cappellina degli Scrovegni e sui freschi di Giotto in essa racchiusi - Padova, Per la Minerva In questa lunga lettera Pietro Selvatico diventa biografo di sé stesso ed esprime le proprie considerazioni sul significato e la 1836. Un volume in 8° con quattordici tavole. missione dell’arte. Dapprima parla in merito ad alcune osservazioni mossegli sulle colonne degli «Österreichische Blätter», 3. Sulla architettura padovana del sec. XIV - Padova per la Minerva - 1836. Inserita nel vol. 4 dei Saggi dove è stato rimproverato di non conoscere il dipinto raffigurante Genoveffa nel bosco di Eduard Steinbruck. Passa poi alla dell’Accademia di Padova con tre tav. trascrizione di alcuni passi da De l’art en Allemagne di Hippolyte Fortoul (Fortoul 1841, pp 194-195, 204-205), che lui 4. Il Castello di Montegalda -nella Strenna Veneta 1838. stesso ha usato nelle lettere del 1845 a Francesco Dall’Ongaro e a Michele Ridolfi, che, come dirà tra poco, Mugna dovrà 5. Considerazioni sullo stato presente della Pittura Storica in Italia - Milano pel Pirotta - 1837. tradurre in tedesco. Segue quindi l’elenco dei propri scritti dal 1836 al 1847, cui subentra una sorta di autoconfessione e presentazione di un vero e proprio saggio di critica sull’arte. Indica poi le due riviste, la «Rivista europea» e la «Strenna Ita- 6. Uno sguardo sulle Convenzioni della odierna Pittura storica in Italia - Milano pel Pirotta - 1839. liana», sulle quali ha pubblicato i pensieri sopra esposti e riporta uno stralcio dell’ultima sua opera, Architettura e scultura 7. Il Pittore Francesco Squarcione, studii - Padova, pel Sicca 1839 con due Tav. in Venezia (Selvatico 1847). Ringrazia quindi l’abate, che ha accettato l’onere di tradurre le sue quattro lettere di critica 8. Sopra un Dipinto del Mantegna nella Galleria Scarpa alla Motta di Friuli Padova - 1839 artistica del 1845, dirette a Giuseppe Jappelli, Michele Ridolfi, Adeodato Malatesti e Francesco Dall’Ongaro: tali traduzioni 9. Sull’archit.a Civile e Religiosa - Pensieri, pel Rusconi Padova 1840 un vol. in 12mo. sono tramandate nel manoscritto It. IV. 515 (=5164) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (cfr. qui p. 113). Dopo 10. Sul merito artistico del Mantegna - Memoria inserita negli atti dell’Accademia di Padova - pel Sina i saluti anche da parte delle cugine di Mugna, Livia e Carlotta Cabianca, figlie di Lucia Pasetti e Antonio Cabianca e sorelle 1841. di Iacopo (Gualdo, Mugna 18521) e la richiesta, come sempre, di ricordarlo a Pietro Nobile, gli fornisce alcune precisazioni 11. Gli oggetti d’arte della Città di Padova - per la Guida degli Scienziati nel 1842. bibliografiche e la sua traduzione di alcuni passi da Fortoul (Fortoul 1841), come lo ha lui stesso reso nella lettera a Michele 12. Dell’arte moderna a Firenze, cenni critici con appendice intorno alla storia della Pittura Italiana del Ridolfi pubblicato sul terzo numero della nuova serie della «Rivista europea. Giornale di Scienze morali, Letteratura, arti e prof. Rosini - Milano pel Guglielmini 1843 in 8.vo. varietà» del 1845 (cfr. qui p. 113) - alla fine della citazione scrive «Eug. Qu. IX 1845» - e dal discorso dello scultore neoclas- 13. Con quali mire si debba scrivere una storia dell’arte del Bello visibile specialmente in Italia - Discorso sico Johann Gottfried Schadow, che ricorda essere riportato in Raczynski 1839. Mancano data e luogo della lettera. I due timbri sulla busta, «Venezia 10 dicembre» e «Wien 11/12», e l’accenno a Selvatico letto nella solenne distribuzione dei premi dell’Accademia di Belle Arti in Ravenna nel giugno del 1847 suggeriscono la datazione al 10 dicembre 1847. 1843 stampato a Rav. Nel Seminario 1844. Livia Cabianca è la destinataria di un epitalamio per le nozze con Stefano Bia, sottoscritto con le iniziali «G.C.P.» (Stefano 14. Sull’educazione del pittore storico odierno italiano - Pensieri. Un vol. di 500 pag. in 8.vo, Padova pel Bia-Livia Cabianca 1839): esemplare unico conservato presso la Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza (GONZ. 299 018). Seminario 1842. 15. Dell’arte moderna a Monaco e a Düsseldorf - Lettera che tu già conosci purtroppo benissimo, se avesti 162­­­ la gentile amicizia di tradurle. 163­­­ 16. Della società promotrice di belle arti in Firenze - Milano 1846. 2° La forma propria ad ogni ramo dell’arte dovrà essere strettamente conforme al vero, ma sempre Sugli insegnamenti architettonici e sulle riforme di cui abbisognano Milano - 1846 pel Radaelli con quel modo direi quasi parco, che valga a rappresentare l’idea non a distrarre il sentimento coi so- 18. I Dipinti nella Cappella di S. Giorgio in Padova illlustrati dal Förster - traduzione dal tedesco con note verchii particolari, imperoché i soverchii particolari, ingenerando una folla di idee secondarie, e dalla ed aggiunte del traduttore - Padova Tip. del Seminario 1846 con 14 tav. in rame. principale allontanando l’attenzione, tolgono per gran parte il fine per cui l’arte deve operare. L’idea 19. Sui simboli e sulle allegorie della Chiese Cristiane del Medio Evo. Memoria inserita negli atti dell’I- è tanto meglio espressa quanto più l’occhio può afferrar prestamente tutto il soggetto, senza essere stituto - poi ristampata nell’Euganeo con aggiunte - 1846. turbato da parti secondarie, quindi si fa necessario caldamente raccomandare agli artisti che queste 20. Sulla architettura e sulla Scultura in Venezia - un vol. di più che 500 pag. in 8.vo g(ran)de con 70 vi- rimangano subordinate, così da non poter mai diventare segno precipuo dell’attenzione. gnette ed una tav. in rame - Milano pel Ripamonti 1847. 3° A me parve sempre grave errore dividere nelle arti la forma dal pensiero, giacché in quest’ultimo 21. Pietro Tenerani. Articolo critico biografico - inserito nell’Euganeo nella Rivista Illustrazioni speciali non può essere perfezione senza che nella prima vi sia convenienza, ch’è quanto dire bellezza, né la di Firenze ed in molti giornali. forma può meritarsi attenzione se non si fa veste a nobili pensamenti e ad utili verità.

Dipinti e Monumenti N.B. Questi e altri miei pensieri su cui il mio sistema estetico si fonda, troverai riuniti in poche pagine S. Bernardo e la Vergine (illustrazione di un dipinto nell’Accademia di Firenze) inserita nella Galleria nella Strenna italiana, an. XIV, 1846, edita dal Ripamonti a Milano. dell’Accad. fiorentina con tav. Sopra un fresco di Raffaello a Firenze - Firenze 1845; In quanto alla mia maniera di pensare in architettura, bisognerebbe che tu vedessi un lungo art. mio Sopra un quadro di Carlo Bellosio; inserito nella Rivista Europea, fasc. IV e V del 1846 - sugli Insegnamenti architettonici. Pure per fartene Sopra due dipinti dello Zona; avere in abbozzo i fondamenti primarii ti trascrivo parte dell’ultima pagina dell’ultimo mio lavoro Arch. Sopra il Giudizio di Salomone del Podesti; Sopra il Monumento del Palladio a Vicenza; e Scult. in Venezia: Sopra molti altri dipinti antichi e moderni il cui novero né ricordo, né importerebbe. Alcuni sono inseriti «In questo mio lavoro un’idea ho procurato di far uscire al di sopra dell’altre, il meglio che da me si poté, ne’ giornali, altri nelle Strenne italiane e Esposizioni di Belle arti. perché mi parve forse non inutile all’avviamento dell’arte futura. E fu quella di chiarire come i migliori Per alcuni anni feci quelle di Venezia e di Milano - non ricordo ben quali - sono tutte inserite o nell’Eu- architetti delle passate età fossero perlopiù o pittori od orafi o scultori, quindi tutti i rami dell’arte ben ganeo o nella Rivista europea. conoscendo, potevano negli edifizii collegare nel modo più armonico l’ornamento alla linea, ed imprimere ad essi unità e leggiadria, a differenza di quanto nel nostro tempo vediamo accadere, in cui l’architetto, Eccoti vuotato il sacco. non altro sapendo che disegnare la generale ossatura di una fabbrica, e affidando a mani straniere tutto Or vengo alla mia professione di fede artistica in quanto a pittura. ciò che alla decorazione appartiene, ne escono dissonanze importabili fra gli ornamenti e la disposizione 1° Primo scopo dell’arte è la rappresentazione (non l’imitazione) del vero, ma di quello soltanto che rac- degli edifizii... chiude l’affetto, commuove utilmente l’animo, lega le intelligenze e le innalza. Giovani architetti che l’arte amate con vivo intelletto d’amore, volete veramente che gli edifizii di rilevan- 2° Ove il vero non presenta lingua utile all’animo, cessano i confini dell’arte, comincia il mestiere. za a cui nella vita vostra darete mano sieno ancor degni di star dappresso ai bellissimi dell’antica regina 3° La bellezza materiale non potrà mai essere fine primario della pittura, perché la bellezza materiale non dell’Adriatico? Ad eccezione del Barocco studiate con cura amorosa tutti gli eleganti stili di cui la magica tocca che i sensi, i quali quando sieno soddisfatti rigettano l’oggetto che li appagò: il cibo e la bevan- città seppe abbellirsi nelle età mezzane e nel ‘500, imparateli colla face della storia, procurando di in- da vengono a nausea di chi ha satollato la fame e la sete. È l’anima sola che ha bisogno continuo di dagar le ragioni d’ogni mutamento nel variare de’ costumi privati e pubblici. Collegate codesto studio con sperare e di amare. Quando sente profonda la speranza e l’amore, molti mali per essa diminuiscono e quello dell’antichità classica, evitando di lasciarvi illudere dal precetto vitruviano, a cui gli antichi men l’arte che riproduce, più che il bello fisico, il morale, l’arte che lo origina dall’affetto può dare in larga che non si creda s’attennero. Quella lor pensata squisitezza di idee e di forme meditate, non coll’animo abbondanza questo amore e questa speranza. di imitarla, ma di indovinare le cause che la diressero, i costumi che la fecero necessaria. Vedete quanto 4° Solo quel vero è da considerarsi ignobile che ad ignobili frontiere conduce. degli usi antichi sia nei presenti rimasto, quanto siasi essenzialmente mutato: e allora conoscerete non 5° Il deforme che si incontra spesso in natura non si deve rappresentare, non già perché sconcio e disgu- solo le altre mire a cui Greci e Romani colle loro costruzioni intendevano, ma sì ancora quanta parte di stoso, ma perché, relativamente alle leggi universali di questa stessa natura, esso non è verità. Uno quei lor sistemi di edificare giovi il far propria, quanta rigettare. Congiuntamente a codesti studi imparate zoppo è bensì un fatto vero, ma non l’uomo vero, il quale ha sempre le sue gambe uguali se deve con il più che si è possibile il modo pratico a trattare colla matita, colla creta e col marmo gli ornamenti ar- esse muoversi e camminare senza disagio. chitettonici, e vi troverete architetti corretti ed immaginosi più presto che non pensiate. 6° Studiare i grandi per ripeter quello ch’essi fecero è miseria; ricopiarli per accostarsi al vero follia, Così solo e non seguitando i precetti di Vitruvio e di Palladio, o seccamente studiando gli ordini di perché essi la verità dovettero necessariamente sviluppare d’una maniera propria che diciamo stile, il Vignola, avremo ancora un’architettura italiana conforme ai bisogni nostri, e non a quelli di secoli da quale è impossibile non si dilunghi più o meno dal vero noi disgiunti, non solo per età, ma che più importa, per credenze e per abitudini. Così solo mostrerete, 7° Sull’origine dell’arte e sull’essenza sua eccoti il mio pensiero o giovani, di intendere le vie per cui salirono a tanta grandezza i progenitori nostri. Così solo potranno 1° Troppo misere sarebbero le origini dell’arte se essa venisse soltanto, come affermarono molti, da arrestare il turbine del Rococò che minaccia di irrompere da ogni parte. quell’istintivo bisogno dell’uomo che lo spinge ad imitare il suo simile, a cantare gli amori, ad arric- All’errore che vi incalza e che sta per conquistarvi, solo farmaco utile mi pare, pei sacri edifizii rifarsi a chirsi di cento ornamenti l’abitazione. Da più alta e più fonda sorgente vien l’arte: essa scaturì soltanto quell’arte archiacuta, la quale nata col fiorire del Cristianesimo, più d’ogni altra fa diventare la interprete dal desiderio ardente che bolle in noi, di rappresentare in qualche modo colla materia su cui abbiamo dello spiritualismo della Chiesa; pei civili allo studio delle maniere lombardesche e bramantesche, che dominio l’idea dell’essenza infinita che fugge ai sensi e sovrasta all’umano pensiero. In altre parole, serbando nella linea purezza, si mostrano svariatamente eleganti nell’ornamento, e ben s’acconciano a è la brama di aver dinanzi con mezzi materiali e finiti un fatto che più prontamente richiami quel Dio fregiare con savia ricchezza le piccole divisioni di cui adesso la architettura ha bisogno». che sentiamo in noi e che ci esagita. La prima architettura fu il tempo, la prima statua fu un simulacro Eccoti tutto: in quanto alla mia seconda parte che tocca la pittura veneziana è ancora troppo indietro per della divinità, il primo poema le lodi della natura come sublime creazione di Dio. L’essenza dell’arte dirtene il concetto dominante e la divisione. Di quella dunque non toccare se non annunciandola. Intanto 164­­­ è dunque ieratica e sacra. mille e mille ringraziamenti per l’amorevolezza che mi vuoi dimostrare nel tradurre quelle mie lettere e 165­­­ nel parlare dell’altre mie cose. Tu col tuo impegno saprai di certo farmi far più buona figura in tedesco che Rackzinki (L’Art en Allemagne) ma qui non v’è quell’opera, quindi mi è impossibile riferirtelo in francese, non nell’originale idioma. Bondì col cuore, desidero che tu sia esaudito nelle tue speranze. come sta nell’opera. Quello del Fortoul, che sta a pag. 3 della mia Lettera al Ridolfi, è così: en le voyant [la Ama Biblioteca], on peut prendre une juste et excellente idée de ces palais de briques admirablement caractérisés, Piero tuo que les Scaliger faisaient constituire au XIVe siecle dans leur royale seigneurie de Verone (To. I pag. 200). L’altro passo L’ama nelle sue più nobili ed elevate tendenze non è del Fortoul, ma del Rackzinki (e trovasi, P.S. Livia e Carlotta ti salutano cordialmente. come vedrai citato in quella mia lettera, nel Kunstblatt 1844 N. 39). Ricordami particolarmente all’egregio Ora vengo alla traduzione di quelle parole di cui non trovi in tedesco la corrispondenza. Qui come vedi Cons(iglie)re Nobili. son fuor del mio terreno, perché non poss‹i›edo di certo tanta suppellettile di lingua tedesca, da poter competere teco e coi barbassori cui richiedesti gli equivalenti; pure mi proverò e tu, colle indicazioni P.S. Il passo del Schadow nel Raczinski si trova (ov’egli parla) in un’appendice credo del To(mo) II ove è che ti darò, saprai trovar modo a cavartene con onore. Foggiato a trittico credo non si possa tradurre in tutto il discorso. - Non posso trovare lo Steinbuckel che ha il libro, ma facilmente si rinviene nell’opera. tedesco, a meno che non si faccia il barbaro composto Tritticumforeise. Le tavole d’altare così foggiate noi Il passo di Fortoul To(mo) I. pag. 200 nella lettera a Ridolfi pag. 3. Vorrai le parole: «L’ama nelle sue più chiamiamo Ancone o Trittici, i francesi le dicono Retables, e son veramente tavole che si ripiegano in tre nobili ed elevate tendenze», come stanno nel testo pag. 248 Eug. Qu. IX, 1845. parti, e formate d’ordinario così [interruzione del testo: disegno con didascalia]. In Germania ce ne sono «Più l’esecuzione è squisita, più il genio dell’artista ha profondità, più la sua potenza creatrice si fa in- infinite, impossibile che non abbiano un nome. Basta che tu ne mostri la figura a qualche prete, e te ne contestabile». Schadow in Raczynski dirà il nome a vederle soltanto. Pag. 5 foggiáti a trittico Bifore: l’Olte le chiama sempre getheilte fenstern. Encarpi: Kranzleiften, così il Wikleiking ed il Kugler. Bugna: i dizionarii (birboni!) traducono Eckstein, che sai meglio di me significar pietra angolare. Il Kugler la dice Quaderstein, che vale pietra quadrata e non calza, perché la bugna è anche, anzi il più VI delle volte, rettangolare oblunga, così [interruzione del testo: disegno con didascalia]. Questa disposi- Pietro Selvatico a Pietro Mugna zione di pietre, che gli antichi dicevano Isodoma (Vitruvio), i francesi chiamano Bossage (bugnato). Se conosci qualche architetto, a mostrargli questa figura deve saperne il nome tedesco. Venezia, 2 febbraio 1848 Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Ecco tutto. Se brami qualche altra cosa scrivi, e anche se non la brami, perché mi è sempre carissimo aver tue novelle, e mi sarà più caro aver te qui allorché risolverai di abbandonare la rumorosa Babele. Non so La lettera (edita in parte in Auf der Heyde 20162, p. 217) segue di qualche mese la precedente. Dapprima Selvatico ringra- che dire, capisco ch’è un passo un po’ forte; ma d’altra parte ti compatisco se sei stanco dall’aspettare un zia l’amico per la missiva e per il dono che gli ha inviato. Ha letto l’opuscolo dello storico dell’arte e fondatore della Scuola posto che meritavi ti fosse dato da tanto tempo. La va sempre così: la porta di certi siti che paion alti è viennese Rudolf Eitelberger, di cui condivide la critica alle posizioni di Ferdinand Georg Waldemüller (Auf der Heyde 2013, bassa di troppo per lasciar passare ritta la persona. Chi non si abbassa con inchini e strisciamenti resta di pp. 160-166; Auf der Heyde 20162, pp. 216-223), anzi in tempi più propizi pensa di farne una recensione sull’«Euganeo». fuori. Avean ragione qui molti dei Fliegende Blätter di scrivere l’altro di sotto un figurato rispettosamente Precisa poi alcune indicazioni incomplete o errate della lettera del 10 dicembre 1847 su brani tradotti nella sua Lettera a Mi- inclinato a baciar la coda di una vacca: Es ist jetzt eine curiose Zeit, wo man sich freunde machen nutz - der chele Ridolfidel 1845 (cfr. qui p. 113). Ha letto il discorso di Schadow nella traduzione francese di Athanase Rackzinki, ma Teufel weiss, was der noch für eine Carriera macht. non dispone del libro. Riporta quindi il testo francese (Fortoul 1841, p. 200), precisando che una citazione precedentemente Ama sempre attribuita allo storico dell’arte francese è in realtà di Förster. Affronta poi l’argomento della traduzione di alcuni termini tipici Piero tuo del lessico della storia dell’arte italiana, per i quali è difficile trovare un corrispettivo tedesco e che i repertori rendono in ma- niera poco esauriente Si tratta di un anticipo delle problematiche che Mugna dovrà affrontare nella traduzione del Manuale di Frank Kugler con le aggiunte di Jacob Burckhardt (Kugler, Burckhardt 1852-1854). Infine esprime la speranza che l’a- VII mico possa ritornare da Vienna, «rumorosa Babele», ma, purtroppo, per ottenere dei vantaggi, sono necessari i compromessi. Pietro Selvatico a Pietro Mugna Venezia 2 febb. 1848 Venezia, 15 marzo 1848 Amico Piero, Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Io debbo farti un migliaio di ringraziamenti tutti ad un tempo, e per la gentile tua lettera che mi dà par- Pietro Selvatico prosegue le riflessioni metalinguistiche della lettera precedente e propone a Mugna alcune soluzioni per la ticolareggiate le notizie che proprio mi abbisognavano, e pel cortesissimo tuo dono ch’ho trovato l’altro traduzione in tedesco di alcuni termini tecnici del linguaggio artistico e architettonico. Spiega anche il significato di alcuni dì dal Ripamonti con due brevi e care righe di tue. Mi feci tosto a leggere l’opuscolo del Sig. Eitelberger, passaggi che l’amico dovrà tradurre in tedesco. Indica poi la collocazione dell’articolo sullo scultore Pietro Tenerani (cfr. e per quanto ne ho scorso finora (sino alla pag. 14), mi pare ricco di eccellenti vedute artistiche, e con qui pp. 113-114). Vorrebbe recarsi a Parigi per visitare la sezione sugli Assiri da poco allestita al Louvre e poi raggiungere vera cognizione di causa condotto. Non era forse difficile confutare il carnale materialismo ed i superfi- Vienna, ma i tempi politicamente tumultuosi e il suo amore per il quieto vivere lo sconsigliano, per cui si trasferirà a Trento, ciali insegnamenti del Waldmüller; ma non era facile farlo con tanta logica e veggenza quanto quella che dove, proprio nel 1848, lavorerà alla facciata neogotica della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. A pochi giorni dalla stesura traspare dalle pagine finor da me lette del suo censore. Io poi mi affeziono tanto più alle vedute artistiche della lettera a Venezia viene proclamata la Repubblica di San Marco con a capo Daniele Manin. Pietro Mugna, più coinvolto dell’Eitelberger, perché sono, che poche differenze in fuori, le mie. Liberato ch’io sia da molte brighe che di Selvatico nelle questioni dell’indipendentismo dell’Italia da Vienna, da lì a qualche mese conoscerà la severità della re- ora mi tormentano, prenderò più diligentemente in mano questo opuscolo, o meglio la questione, e ne pressione austriaca (vedi qui pp. 96-99). renderò conto nell’Euganeo, facendo la giustizia meritata all’estetico della viennese Università. Venezia 15 marzo 1848 Or vengo a soddisfare le tue ricerche. Il passo di Schadow che tu mi domandi chiude lo scritto stesso di Amico Pietro, Schadow di cui avrai gli altri periodi: io lo trassi dalla traduzione francese che di quel discorso ha data il 166­­­ Ecco a rispondere alla tua come so e posso, giacché, purtroppo, né io sono tanto forte in lingua tedesca 167­­­ da poter soddisfare convenientemente le tue domande, né la lingua stessa, quantunque ricchissima, è si VIII ben provveduta di nomenclatura architettonica da appagare tutti i bisogni dello scrittore, il quale è spesso Pietro Selvatico a Pietro Mugna obbligato ad accattar vocaboli all’altre lingue. Pilastri sagomati. Si dicono in italiano quelli che vanno forniti di molte modanature sul fusto loro. Mi pare Veggiano, 1 febbraio 1862 Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 quindi si potrebbero tradurre gegliederten Plastern, giacché vedo che i trattatisti pongono per membrature o modanature architettoniche architektonischen Gliederungen. Pietro Selvatico scrive di non avere visto l’articolo di Louis Vitet (Vitet 1850), ma pensa che l’opinione del critico sull’attribu- Archivolto a conci bugnati: affinché meglio tu possa trovare il vocabolo conveniente, te ne disegno la figura zione a Raffaello di un affresco scoperto a Firenze non si sia discostata da quella espressa già nel 1845 in occasione di loro [interruzione del testo. Disegno con didascalia]. Forse che non si potesse chiamare keilförmig Ringbogen? incontri fiorentini. Lui stesso ha preso posizione in merito (Selvatico 18457, poi Selvatico 1859; Selvatico 18461). Il mittente Ovvero keilförmig Arkivolt? Sono tanti in tedesco gli italianismi, specialmente nella lingua artistica. non dà peso alle opinioni di Johann David Passavant e di altri eruditi e conoscitori, in quanto è mancata a tutti la volontà di Bastone applicato a finestra. Significa toro, quindi va tradotto Walze. confrontare il dipinto in questione con le opere di Pinturicchio e dello Spagna. Selvatico non ha letto l’articolo di Milanesi su- Accorte infilature. Ci siamo: è voce d’uso degli artisti, ma che non è nei dizionari. Significa l’infilarsi di gli errori presenti nelle Vite vasariane e giudica l’edizione Milanesi-Pini (Vasari 1846-1857) di scarsa utilità in quanto priva molte porte o finestre in un edificio, affinché ne risulti quella che, volgarmente, chiamiamo fuga di stanze. degli indici. Si lamenta poi della siccità, che ha bruciato i campi, e della tassa eccessiva sulla prediale. A Ghita Margherita) Non so se finnreichen Einfädelungen potesse rendere l’idea. è stato diagnosticato un gavocciolo, che parrebbe presagire un esito infausto: nel linguaggio clinico «gavacciolo venoso». Abside. Vale coro, tribuna semicircolare di una chiesa, quindi Chor ovvero anche Absid (femminile) perché tale è anche in greco. Mio caro Piero, Sbozzare di corpo vuol dire abbozzare un quadro con colori densi in modo che la tela resti compiutamente Non vidi l’art(icol)o del Vitet di cui mi parli, ma mi figuro che sarà consentaneo all’opinione ch’egli coperta; forse non istarebbe male vormalen ovvero anfarben mit dïcker farbe Entwerfwn, che si traduce espresse, me presente, in Firenze, nel 1845. Egli venne anzi allora, più volte, in mia compagnia ad ammi- per abbozzare, non piace, perché vedi gli scrittori usarlo per schizzare, fare un progetto e mai per abbozzar rare quella stupenda opera, e credo anche ne scrivesse qualche cosa su pei giornali. L’opinione del Pas- col pennello. savant è di quelle che non possono fare né freddo né caldo nella questione: prima di tutto perché credo Impastare. Credo che nelle mie lettere sia scritto rimpastare, ed è voce toscana dell’uso, ma non ancora egli non vedesse mai quel fresco, poi, se anche lo avesse veduto, non era in grado di riconoscere se fosse nei dizionarii, che vuol dire coprire una seconda volta con colori il quadro per finirlo, cioè ridipingerlo. proprio della mano del Sanzio. Erudito e non altro che erudito, in fatto di giudizii artistici valeva poco. Può star bene, mi pare, Wiedermalen ebenfalls mit dicker farbe. Del resto io credo che su questa disputa di lana caprina nessuno abbia voluto procedere come si doveva, vale a dire facendo raffronti fra quell’opera e le pitture del Pinturicchio a Spello, e dello Spagna ad Assisi, Macchinoso. Ho paura che non si possa tradurre con una sola parola. Schwer Stark gli si avvicinano, ma non rendon compiuta l’idea. i due soli artisti a cui era possibile attribuire il dipinto di Perugino, quando non lo si voglia del Sanzio. Io Farragginoso. È proprio l’unter einander gemengt; parmi si potrebbe tradurre Haupenweise gemengt. consigliai tali confronti; ripubblicando a Firenze pel Barbèra il mio scritto su quel fresco. Ma gli eruditi, Ora vengo al periodo oscuro che, per dir la verità, confesso io stesso tutt’altro che limpido, e, se dovessi se pur fecero tali confronti non erano in grado di cavarne un criterio acconcio; e gli artisti, quando pure riscriverlo, muterei. Con quel col marmo, colla colonna e coll’albero volevo intendere colla scultura, colla l’avessero fatto, non si sarebbero curati di schiarare i dubbi degli eruditi. L’importante è che quell’opera architettura e col giardinaggio, mezzi de’ quali può valersi l’architetto d’ingegno per servire ai bisogni e sia bella e degna di studio, e tale è senza dubbio. Pel resto ci pensino i disputatori di date, che all’arte, alle tendenze della società. Ti do ampio permesso di togliere il soverchio lirico di quel periodo, e porgerlo come alla scienza, non portano mai un centellino di vantaggio. Non vidi né anco l’art(icolo) del Milanesi piano al lettore. sugli errori del Vasari, ma mi figuro non avrà detto né più né meno di quello disse nel ripubblicare il testo Il mio articolo sul Tenerani è inserito nel primo e secondo numero dell’Euganeo 1846: e fu poi riportato del biografo aretino. E anche qui ci metto un del resto. Il Vasari può aver sbagliato le date e i nomi, cosa in moltissimi giornali italiani che or non ricordo. facile sempre, ma in particolare a’ suoi tempi, in cui mancavano mezzi a saper le cose per la dritta, ma ciò Sento che presto hai compita la traduzione, cosa che mi fa moltissimo piacere, giacché, dopo una bella non toglie ch’egli non sia il miglior giudice in fatto d’arte che avesse l’Italia del ‘500 fino a noi, salve al- traduzione tedesca di quelle mie ciance come tu di certo la farai, mi verrà onore a me, e potrò più facil- cune preconcette massime, da cui egli non seppe sfumarsi. Il Milanesi farebbe meglio a compilar l’indice mente combinare una edizione dei miei opuscoli varii, che ora sto trattando con un libraio di qui. Intanto dell’edizione da lui e dal Pini pubblicata a Firenze, perché così com’è riesce scomoda oltremodo, quando di nuovo mille ringraziamenti. si deve cercarvi qualche notizia. Non v’ha dubbio che quella non sia la più comperata e però vantaggiosa Io avevo in animo questa primavera di fare una corsa a Parigi per vedervi le antichità di Ninive già dispo- fra le edizioni vasaresche, ma, lasciata senz’indice, perde metà dell’utile che potrebbe dare. ste nel Louvre; poi per la gran catena delle vie ferrate che guida nell’alta Germania scendere a Vienna, ma Spero che Carlotta ti avrà ringraziato in mio nome per le cure che ti sei dato rispetto alle mie tavole, gli ultimi sconvolgimenti così di Francia che di Germania me ne distolgono, giacché io, uomo di calma, che mi giunsero bellissime e perfettissime. Mi congratulo coi proprietari delle tue favorite montagne pei ed amico dell’ordine, non amo i tumultuosi perfezionamenti, le barricate e le schioppettate civilizzatrici. Io prosperosi raccolti. Così potessimo aver noi un briciolo di quella fortuna! Ma sciaguratamente abbiamo quindi non farò altro che portarmi da qui a pochi giorni in Trento, per attendere alla costruzione della mia l’erbe e il granoturco inariditi da un seccore ostinato. Il bel ciel di zaffiro minaccia di lasciarci a secco il facciata di chiesa, e per dar mano ad altri progetti di pubbliche opere che mi vennero colà ultimamente borsello. I frumenti furono scarsissimi, i bozzoli o pochi o tristi, e la prediale è qui nelle due provincie di commesse. Vicenza e Padova (compresa la comunale) il 108 per % sulla rendita censibile!!! Il solo prosperoso è il riso, Bondì intanto e conservati l’amico del ma l’acqua comincia a mancare in molti luoghi. Che bella annata, specialmente per la piccola proprietà! Tutto tuo A Ghita, come già saprai, fu estratta l’acqua giorni sono, e la sta meglio di molto, ma i medici scopersero P. Selvatico un gavoccioletto profondo, a quanto pare, entro la cavità del basso ventre, e lo temono insidioso fomite più gravi e fatali conseguenze. Dio voglia che si ingannino! Non dubitare che quando andrò a Frassenelle, e sarà probabilmente domenica, porterò i tuoi saluti e la tua amica ricordanza. Buondì mio caro Piero, a rivederci nel vegnente autunno a Montegalda. Conservati sano e credi all’ami- cizia del 168­­­ Tuo P. Selvatico Veggiano 1/2 62. 169­­­ IX Minossi. Quest’atto di fiducia, per certo non meritato da me, m’è senza dubbio di grandissima compia- Pietro Selvatico a Pietro Mugna cenza e di molto onore. Ma quanta e quale responsabilità si fa pesare sulle mie povere spalle! Lo stato misero della mia vista mi Padova, 2 maggio 1864 dà adito di declinare dal secondo incarico, ma come rifiutarsi al primo? Come dir no a chi mi dice: «Mi Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 fido solo di voi e della vostra esperienza, non mi neghiate il vostro consiglio nell’arduo argomento»? Si può ben dire: «Figliuoli, vi siete ingannati, io non sono da tanto». Ma la sarebbe più che scortesia il rifiu- Selvatico lamenta l’avanzare dei problemi alla vista. Elenca poi due incombenze: la stesura di un contributo per il centenario dantesco, inoltre, il Municipio di Firenze lo ha scelto come membro della commissione per selezionare un architetto cui asse- tarsi, la sarebbe indifferenza al debito d’ogni buon cittadino di dare al suo Paese tutto quel poco ch’egli gnare la facciata di Santa Maria del Fiore. Gli impegni gli hanno impedito di farsi leggere l’ultimo lavoro di Mugna sulla sa e può. Io quindi mi posi all’opera con tutte le mie forze, raccolsi i lumi che mi vennero dall’esperienza Chiesa Russa (Mugna 1864). A Montegalda le condizioni di salute della madre di Carlotta Cabianca-Mario stanno peggio- in così fatte cose, m’aiutai come potei delle norme che guidarono altri in casi congeneri, interrogai in rando e il medico le sconsiglia un viaggio a Villalta. Una visita di Mugna alla famiglia sarebbe quindi di grande conforto. proposito uomini pratici e mandai ai troppo benevoli chieditori un ben lungo scartafaccio, che non servirà A Montegalda sorgeva la Villa Gualdo, oggi Municipio. Ai Gualdo era legata Margherita Pasetti, nata a Trissino da Giuseppe e forse a nulla, ma che ho la coscienza di aver pensato e meditato molto. Lucrezia Bonomo il 12 febbraio 1780, sorella di Angelica, madre di Pietro Mugna, e di Lucia, madre di Iacopo, Adele, Carlot- Codeste grosse faccende m’impediscono di trovar il tempo per farmi leggere il tuo libro sulla Chiesa Rus- ta, Livia, e pare, di Corinna Cabianca (Ventura 1907, p. 11), a meno che quest’ultima non sia da identificare con Carlotta. Nel sa che in tuo nome mi mandava Andrea parecchi giorni sono. Domani però il mio lettore si porrà all’opera, 1803 Margherita sposò Francesco Gualdo. Nel 1808 compose i Moniti per le nozze della sorella Lucia con Antonio Cabianca, e son sicuro che troverò nel tuo scritto quell’attestata giustezza di vedute e di giudizii e quella dottrina sottoscritti con le iniziali «M.P.G.» (Moniti 1808): unico esemplare conservato presso la BCBVi GONZ. 405 001. In una lettera che son compagne fedeli di ogni tuo lavoro. Frattanto abbiti i miei ringraziamenti. del 24 luglio 1841, scritta da Gualda e indirizzata al nipote Iacopo, si rivela imprenditrice agricola (Il trebbiatojo 1842, pp. Carlotta, che è da più giorni a Montegalda, mi scrisse ieri di aver visitato l’altro giorno sua madre, e di 230-232). Con lei possiamo identificare la «C.a Margherita Gualdo» in contatto epistolare con Pietro Giordani, che compare nelle lettere trascritte dal nipote Pietro Mugna (cfr. qui p. 112). Morì il 18 dicembre 1842 (Rumor 1907, p. 297). averla trovata in cattivissimo stato. L’ottima vecchia vorrebbe andare, ad ogni costo, a Villalta, ma il me- A Montegalda sorgeva la villa che, nel 1855, il conte Giovanni Battista Barbaro vendette a Carlotta, moglie di Antonio Ma- dico teme a ragione ch’essa non possa sopportare il viaggio. Povera donna! Dubito molto ch’essa possa rio (Archivio Comunale di Montegalda, Catasto Italiano, Sommarione, p. 13), che fu sede per il gruppo dei sodali di Pietro durare a lungo in quello stato. Me ne duole sommamente e per lei e più per Carlotta che, come puoi com- Mugna: Antonio Fogazzaro, Fedele Lampertico, Giacomo Zanella e Alberto Mario, cognato di Carlotta. Nel 1865 Selvatico prendere, è afflittissima prevedendo vicino il funesto caso. curò il progetto del giardino (Feriani 1928, pp. 123, 124). Alla morte di Carlotta (8 febbraio 1891), con suo testamento del E tu quando conti di venire? Se ti è indifferente un’epoca od un’altra io ti consiglierei - perdona il con- 14 agosto 1890, la dimora passò al figlio Antonio (Archivio di Stato di Vicenza, Petizioni del Catasto Austriaco, B. 2151), siglio all’amicizia che io porto a te ed a Carlotta - di venire piuttosto adesso che più tardi, perché saresti mancato il quale nel 1902 passò al padovano Carlo Cantele, per essere, alla fine, acquistata dalla nobile famiglia Lioy (cfr. di conforto a quest’ultima e nel caso - purtroppo da presagirsi vicino - di una disgrazia saresti efficace Feriani 1928, p. 124). A Villalta, dove Lucia Pasetti, madre di Carlotta, avrebbe voluto recarsi si trovava la villa acquistata consolazione a tutta la famiglia. nel 1810 dal marito Antonio Cabianca. Alla morte di quest’ultimo i nipoti acquisiti Pietro Mugna e Nicolò Gualdo, figlio di Nella speranza di vederti presto, ti mando un bacio dal cuore. Francesco Gualdo e Margherita Pasetti, scrissero il necrologio per la «Gazzetta uffiziale di Venezia» (Gualdo, Mugna 18521). Padova 2 maggio 1864 Il tuo Piero Piero mio! È da un pezzo che ho debito di scriverti, ma fui rattenuto dalla speranza che al primo comparir della primavera saresti disceso dalle tue giogaie per passare qualche giorno fra noi. M’accorgo però che tu ti X ostini a rimanertene là ad aspettar che si squaglino le nevi, e quindi, vedendo tardarsi l’adempimento dei Pietro Selvatico a Pietro Mugna miei desideri ti mando le mie nuove che, purtroppo, rispetto alla lanterna superstite, son tutt’altro che Padova, 27 novembre 1864 buone. Già t’avvedi dalla scrittura non mia com’io non sia più in grado di scriver a lungo da me, e questo Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 t’annuncia che il velo va addensandosi così fittamente da farmi temere vicina vicina la notte. Il Gioppi che mi presta le più amorevoli attenzioni mi consigliò i sufumigii di iodio, e io li fo venti volte al giorno, con Pietro Selvatico si rammarica per la delusione subita da Mugna da parte dell’editore Pietro Naratovich, che lui giudica per- una pazienza da cappuccino; ma non vedo vantaggio di sorta. Egli si condusse a questo consiglio perché sona priva di scrupoli e avida. Attende il manoscritto dell’amico con la traduzione dal tedesco di un saggio su Dante, ma teme i giornali medici di Bruxelles proclamano casi di cataratta vinti da codesto specifico. Ma sarà poi vero? difficoltà di pubblicazione a causa delle ristrettezze economiche che stanno piagando diverse case editrici italiane. Consiglia Speriamolo! di interpellare Cesare Cantù, più vicino di lui al mondo degli editori. Nel frattempo Pia, probabilmente la governante, gli reca il manoscritto. Selvatico ne osserva subito la mole, ostacolo in vista di una eventuale pubblicazione, come lo sarà sicuramente Nei due mesi or passati fui molto occupato a dettare l’articolo che mi venne cortesemente richiesto dagli anche il pregiudizio nei confronti di una traduzione dal tedesco all’italiano. Lo consiglia di rivolgersi alle Congregazioni di editori del libro pel Centenario Dantesco che deve pubblicarsi in Firenze nell’epoca della grande comme- Belluno, Treviso o Udine, dove sicuramente sono in cerca di contributi in vista delle celebrazioni dantesche del 1865. L’opera morazione. Quest’articolo, secondo il manifesto già pubblicato, e che forse conoscerai, deve trattare Del cui si allude corrisponde agli Studi sopra Dante Allighieri (Ruth 1865). bello e dell’arte rispetto a Dante, ma chiesi mutarne il titolo, al fine [affinems .] di darvi una applicazione pratica e più conforme alle mie vedute. Quindi l’intitolai L’influsso esercitato dall’Allighieri sulle arti del Mio caro Piero! disegno. Simile lavoro, piuttosto lungo, mi costò molta fatica sì per l’importanza dell’argomento, sì per la Il tiro che ti fece il Naratovich mi fa dispiacere, ma non sorpresa. Conosco i polli, e più quel pollo, che è difficoltà congenita a chi è quasi privo della vista di poter appurare le ricerche intorno a’ fatti di cui il suo uno dei più voraci ch’io conosca. Se non ha guadagni più che sicuri in prospettiva, non intraprende mai occhio non può più essere giudice. Il Cielo me la mandi buona! nulla. A me ne fece d’ogni colore, e posso dire d’esserne uscito a bene pel rotto della cuffia. Tu mi dici In questi ultimi giorni poi ebbi altra briga gravissima, in cui è ancor più compromessa la responsabilità che mandavi a me il tuo m(ano)s(critt)o, ma io non lo ho ancora veduto. A chi desti l’incarico di portar- personale. Venni richiesto dal Municipio di Firenze e dalla Commissione per la facciata di S. Maria del melo? T’avverto di ciò affinché tu possa provvedere in proposito. Capisci bene che fino a tanto io non Fiore di fornire le norme opportune le quali devono servire di guida a coloro che avranno il tremendo inca- abbia qui il tuo m(ano)s(critt)o e farmene leggere il frontespizio, e la prefazione, io non posso scrivere a rico di scegliere nel giugno venturo uno fra i dieci progetti per quella facciata, che furono allogati a dieci nessuno onde tentar d’appagare il tuo desiderio. Bisogna fare ch’io possa dire quale ne è il soggetto e la fra i migliori architetti italiani. L’invito si chiude colla preghiera di sedere anch’io fra i non desiderabili 170­­­ mole del libro, altrimenti fo senza dubbio un buco nell’acqua. Temo peraltro, te lo dico schietto, di farlo 171­­­ egualmente quando avrò i dati necessari, perché i tempi sono estremamente sinistri per le pubblicazio- ni letterarie: a Milano e a Torino i librai e gli editori corrono al fallimento colla forza di 100 cavalli. A Mio caro Piero! Firenze sono angosciati dalle enormi sciagure prodotte dalla innondazione, e pel futuro non pensano se Non avendo tue nuove da che sei partito, ho fidanza che tu ti trovi migliorato, e che l’aria salubre delle tue non a pubblicare scritti politici. Questo ti dico, traendolo da una lettera recente del Barbèra, che mi parla montagne ti ripristini per intero la salute. appunto di tali cose. Per i Dantofili un’ammirazione non dissimile da quella del Bettinelli. Al Cellini non La mia va su e giù a seconda dei mutamenti atmosferici: quando il tempo ‹è› in burrasca la mia testa lo è è per certo da parlargli di ciò, perché pubblicando egli un gran lavoro su Dante, vuole vendere quello, del pari, quando invece c’è calma nel cielo e nell’aria mi sento benino. e non darebbe mano per certo a lavori che gli facessero una tal qual concorrenza. Si potrebbe tentare Il nostro ottimo e comune amico Negrin, credendo tu fossi ancora qui, mi mandò per te un esemplare del coll’Unione Tipografica Editrice di Torino, ma anche là troverei del duro, perché non vogliono pubblicare suo Panteon Dantesco, ed io te lo spedisco sotto fascia. se non cose d’attualità politica, ovvero dizionarii. Faresti però bene a raccomandarti al Cantù, perché egli Ora ascoltami un po’. Conosci tu a Feltre nessuno che si occupi della storia e dell’arte della tua città? Se che ha, come di ragione, molta più entratura di me con quei Signori, ed è meritatamente ascoltato da elli, c’è e se tu lo conosci a modo da potergli dare una seccatura, chiedigli per mio conto. può giovarti assai più di me. 1°. Se negli archivi di Feltre si trovino notizie di quel Pietro Luzzo da Feltre detto Zarato o Zarotto più Intanto ch’io dettava quest’ultime parole viene Pia col tuo m(ano)s(critt)o, ed io lo pongo sotto chiave sino noto sotto il nome di Morto da Feltre, e del quale scrisse la vita il Vasari. a che tu me lo ridomandi. Veggo che il m(ano)s(critt)o è di 250 pagine: facendo il computo sul tuo carat- 2°. Quel Lorenzo Luzzo che dipingeva a fresco la chiesa di S. Stefano a Feltre, e dipinse pure una tavola tere fitto, calcolo ce ne vogliano più che 300 di stampa. Ne esce dunque un volume abbastanza grosso, ad olio per la medesima chiesa, rappresentante la Madonna in trono, col Putto in grembo e varii santi al ed è ben difficile che un editore in questo momento possa imprenderne la pubblicazione. Aggiungi che piano colla iscrizione Laurentius Lucius feltrensis faciebat 1511 sia da ritenersi il medesimo pittore che non sarebbe impossibile qualcuno fosse preoccupato dal pregiudizio, vergognoso quanto vuoi, ma pur ebbe a sopranome Morto da Feltre, e che il Lanzi chiama Pietro. radicato di non voler traduzioni dal tedesco. In questo stato di cose, io oserei darti un consiglio, e sarebbe 3°. Se, essendo ora la tavola predetta nel Museo di Berlino, sia stata venduta a quel museo in questi ul- quello di tentar d’afferire questo tuo lavoro a qualcuno dei Municipii del Veneto, sapendo io che tutti in timi tempi dai preposti della suddetta chiesa, ovvero smarrita durante le guerre napoleoniche, sia andata quell’occasione vogliono pubblicare qualche cosa, ed alcuni non sanno dove dar la testa per trovar cosa all’estero senza che si sapesse come. opportuna. Mi vien detto che Belluno, Treviso, ed Udine non abbiano niuna cosa in vista. Perché non Subito che tu abbia una risposta qualsiasi da quel tale che interrogherai, fammi il favore di comunicar- potresti col mezzo d’amici, che avrai sicuramente in quelle tre città, far interrogare alla lontana l’una, o mene il contenuto l’altra o tutte tre quelle Congregazioni Municipali? Della salute di Carlotta ho buone notizie. Un di questi giorni andrò forse a salutarla a Montegalda. Quando la cosa sia pubblicata da un Municipio, la spesa intanto è al coperto, e si può ritrarre anche un I bachi di semente indigena datimi da Vitanovich si chiusero in bozzolo a fare promettono un buon pro- qualche vantaggio pecuniario, ma in modo diverso mi par difficile. Mai quanto adesso gli affari librai dotto. I pochi del Giappone di prima riproduzione prosperarono egualmente bene, ma salirono al bosco andarono a rovescio. Sacchetto mi mostra in questo momento una lettera che annuncia il fallimento dei ammalati. Degli altri del Rossi non è da parlare, perché andarono malissimo. Erano del seme che teneva librai di Milano Treves - Oliva - Daelli e del giornalista del «pungolo» Fortis. il Papafava a cui pure tutte le partite andarono male. Questo portò una mezza bancarotta anche a quelli di Torino. Non va bene neppure Andrea Cittadella, il quale mi scrive che da 330 oncie di semente sarà bazza se Aspettavo oggi Carlotta, ma il tempo cattivo ne impedì la venuta. Zanella che mi fa la più cara compa- ricava 8 mille libbre di bozzoli. In generale qui la andò male da per tutto salvo che per le poche sementi gnia, e tutti gli altri amici della serata salutano cordialmente. venute direttamente dal Giappone, e per quelle giapponesi di prima riproduzione. E da voi altri come la è Giocondati sempre del andata? Quando mi scrivi, dimmene qualche cosa, e sopra tutto mi informi come camminarono le sementi Tuo Piero indigene, perocché raccolgo anche qui più dati che posso, per rincalzare con fatti positivi i fatti che tu pure portasti in favore delle sementi indigene. Padova 27/11 64 Sapesti poi nulla come la sia andata di quella tua traduzione che l’Antonelli stampava per poi sospenderne Porta concambia i saluti e ringrazia D.on Pietro della tua sua memoria la pubblicazione? Buondì, mio caro Piero, cura la tua salute che farai un piacer grandissimo a te, ed uno pur grande ai tuoi molti amici, e quindi al Padova 5 /6 65 XI Tutto tuo Piero Pietro Selvatico a Pietro Mugna Padova, 5 giugno 1865 Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 XII Pietro Selvatico a Pietro Mugna Pietro Selvatico si lamenta della salute altalenante. Annuncia poi la spedizione a Mugna di una copia del discorso sul mo- Padova, 23 settembre 1869 numento di Dante di Antonio Caregaro Negrin (Caregaro Negrin 1865). Chiede quindi all’amico di trovare a Feltre qualche Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 esperto di storia locale che possa fornire indicazioni su Pietro Luzzo, soprannominato Morto da Feltre, la cui biografia è inclusa nelle due edizioni delle Vite di Vasari del 1550 e 1568 (Vasari ed. 1976, pp. 517-523). Passa poi a parlare della Pietro Selvatico riferisce a Mugna, che in quel momento si trova a Schio presso il comune amico Alessandro Rossi, la perplessi- bachicoltura, praticata anche da conoscenti comuni, come i Cittadella Vigodarzere, i Rossi e i Papafava, tutti accomunati tà dell’editore fiorentino Barbèra per una eventuale pubblicazione della traduzione in italiano dal tedesco della New History di dall’attitudine a coniugare interessi culturali e imprenditoria applicata all’agricoltura e alla nascente industria (Auf der Crowe e Cavalcaselle (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866). Dice di avere comunicato la notizia anche a Giovanni Battista Heyde 2013, pp. 265-269): l’interesse dello stesso Selvatico per la bachicoltura, praticata nella tenuta di Vescovana (Pado- Cavalcaselle, il quale, come testimoniano le due lettere dell’1 settembre e del 19 settembre qui pubblicate (pp. 262-263), ha va), trova eco in una sua lettera citata nel «Giornale agrario» del 1860 (Castellani 1860). Selvatico chiede a Mugna notizie già comunicato al traduttore l’esito negativo con Barbèra e l’avvio delle difficoltose trattative con Le Monnier. Appare chiaro 172­­­ su Ruth (Ruth 1865), che Antonelli ha iniziato a pubblicare per poi sospenderne la stampa. il ruolo di Pietro Selvatico nel sostegno dato all’iniziativa editoriale, ruolo riconosciuto nel frontespizio del codice 3280 della 173­­­ Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza (= Gonz. 24.4.24), che conserva la traduzione manoscritta dal tedesco all’italiano di XIII Mugna. Cfr. qui p. 111. Quando scrive questa lettera Selvatico ha avuto modo di leggere il Dante in Germania (Mugna 18692) e muove alcune critiche sulla definizione del ruolo della teologia ivi espresso. Chiede quindi a Mugna di inviare i saluti ad Pietro Selvatico a Pietro Mugna Alessandro Rossi, esprimendo il rammarico di non potere visitare la sua «operosa reggia» e altri comuni amici. Sui rapporti Padova, 16 ottobre 1871 fra Selvatico e Rossi cfr. Auf der Heyde 2013, pp. 265-269. Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

Padova 23/9 69 Pietro Selvatico si duole dell’aggravarsi dei malanni che lo affliggono. Fortunatamente l’ultima crisi si è presentata prima Piero mio! della partenza per un viaggio per Milano. Spera solamente che la precaria salute non gli impedisca lo studio e la lettura. Ti avrei scritto da Firenze se avessi saputo in qual parte del mondo inviar la mia lettera. Tornato l’altroie- Vorrebbe tanto incontrare il comune amico Alessandro Rossi, ma la malattia glielo impedisce, e anzi prega Mugna di dirgli ri, seppi dal Bertoli (uno dei pochi comuni conoscenti rimasti ora a Padova) che tu eri a Schio a goderti la di ricordarsi di lui nel caso passasse per Padova. Il posto di restauratore non è stato assegnato ad altra persona, e si spera cordiale ospitalità e la cara compagnia del bravo ed ottimo Alessandro. Beato te, che puoi così nell’ameno che l’attuale incaricato si decida a lavorare con impegno. Chiede notizie sulla stampa del primo volume della traduzione della New History (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866) e si augura che Cavalcaselle, senza dubbio ottima persona, non soggiorno e da presso a tant’uomo rinfrancare il corpo e lo spirito! frapponga al traduttore troppi ostacoli su questioni cavillose ma di poca importanza. Or eccomi a dirti la risposta del Barbèra alle mie sollecitazioni a decidersi. Mi dichiarò alla schietta che, Selvatico coglie l’occasione per esprimere una valutazione incisiva sul metodo di Cavalcaselle e sul riscontro che esso può parendogli i tempi s’abbuino sempre di più, non ardisce intraprendere un lavoro lungo che non può essere avere, non in Italia, ma presso un ristretto numero di «eccentrici inglesi». di sua natura, né di provato di pronto spaccio, né senza pericolo d’una traduzione francese, trattandosi d’opera che più assai dagli stranieri può essere ricercata che non dagli italiani, purtroppo incuranti di Padova 16 /10 71 quanto spetta alla storia dell’arte nostra. Questa risposta che ti riferisco, posso dire testuale, già comuni- Mio Egregio Piero, cai al Cavalcaselle. Quanto volentieri verrei costì a ringraziarti della tua gentile, anziché farlo con questo venir di carta! Ho letto il tuo Dante in Germania e vi ho ammirato la solita e bene assestata tua erudizione, e pregiai pur Vorrebbe dire ch’io non sarei sul triste grabatilo su cui me ne sto, purtroppo, da molti giorni. Siamo alle moltissimo la fiera e coraggiosa filippica che riempie tutto il capitolo VI. Quel passo del Machiavelli t’è solite, Piero mio, mi tornò l’angina di gola e con essa gli annessi e connessi. Sul principio minacciava venuto al taglio egregiamente. Solo m’abbattei in un passo che non giunsi a comprendere, ed è questo: di farsi nient’altro che difterica, e fu necessario fermar colla pietra le membrane incipienti; dapoi la si «La teologia è sempre tra i piedi, come se la troverà Proudhon da farne le meraviglie delle quali meravi- cangiò in un’angina meno pericolosa, ma non meno dolorosa e molesta. gliavasi a ragione il profondo spagnuolo Donoso Cortes». Il malesser mi cominciò proprio nel giorno in cui avevo deciso di andarmene a Milano; e fu ventura, per- A me pare che il Cortes, anziché maravigliarsi delle maraviglie del matto francese, avrebbe dovuto tro- ché sarebbe stata vera disgrazia ammalarsi fuori di casa. varle naturalissime, se, buon cattolico qual era, stimava la teologia inevitabile dominatrice degli intimi Ora sto meglio un po’, ma che vale? Mi rabbercierò un poco, e poi, giù da capo. Oh! Piero mio, la mia sentimenti dell’uomo anche scettico in fatto di religione. piena salute e neppure la mezza l’avrò più mai, basta se me ne resterà un briciolo, tanto da campare fra Non mi piace poi quella chiave portentosa che apre tutto, perché il tutto comprende e le cose aperte e una miriade di cancheri. Son rassegnato, e non chiedo alla Provvidenza se non che non mi dia malanno le chiuse, e se queste di chiave han bisogno, quelle non l’hanno sicuramente; e neppur mi piace questa così da impedirmi la lettura e lo studio. Purtroppo è già privazione grandissima quella di non poter usare teologia, che ricaccia nel mare di dubbi e delle incertezze, perocché e se tale effetto emanasse da lei, sa- imparimente della parola parlata, ma un proverbio dice che bisogna saper donare ciò che non si può rebbe tutt’altro che la scienza del Vero eterno, e darebbe anzi fine ai nemici di questo Vero, per dichiararla avere, e io mi rifugio anche a ciò! madre di amare dubbiezze. Io ne so nulla di cose sì alte, ma mi pare che l’ufficio della teologia sia quello È sempre vivo in me il desiderio di venire a stringer la mano all’esimio Rossi fra mezzo ai trofei del suo avrebbe ad essere di togliere ogni dubbio dall’animo. eletto animo e del suo fortissimo e pratico ingegno; ma come appagare tal brama nelle misere condizioni Scusa codesti forse più che profani appunti, figli probabilmente del mio ilotismo nella materia, ma volli della mia salute? Salutamelo tanto tanto, e digli che, se passa per Padova, si ricordi di questo povero dirtili anche a costo d’un ribasso di valori nel mio debito verso il senso comune, ma solo perché tu sappia infermo che tanto lo stima e l’ama. che ho letto con attenzione il tuo preziosissimo libriccino. La proposta di un altro riparatore di freschi non fu finora che uno spauracchio opportunissimo a far ces- Salutami cordialmente il bravissimo Rossi alla cui operosa reggia dell’utile lavoro vorrei pur fare una sare le troppo prolungate assenze del primo e le elevatissime sue pretese. Nessun vuol torgli nulla, ma visita, se le molte faccende che mi gravano, non dirò le spalle ma lo scrittoio, non m’impedissero di pi- impedire l’assolutismo de’ monopolii credo raccomandabile prudenza. gliarmi anche pochi giorni di svago. Salutami pure Negrin e Busati se sono costì. Rispetto al concorso di In effetti la minaccia giovò, e l’amico è tornato e lavora di buzzo buono come dicono in Mugello. quest’ultimo alla Veneta Accademia, so che il Consiglio accademico propose il Molmenti, ma credo che E quando comincerà la stampa del tuo primo volume? Mi figuro presto, se pure le aggiunte desiderate il Consiglio rimarrà per un pezzo allo stato di lettera morta, o tutt’al più mortificato da una provvisorietà, dal nostro amico non saranno venute, e fuor di tempo, a porti una stecca fra le note. È una buonissima perché al Ministero dell’Istruzione si sta elaborando nuovi progetti per riformare le Accademie, riforme persona, d’una preziosa diligenza nelle ricerche, ma temo tenga troppo a certe piccinerie archeologiche invero che somigliano un po’ a quelle di Protestanti: sfanno ogni specie di religione per rabberciare la che, trattandosi di opere in cui l’importanza non è la data ma la bellezza, non importano un fico, e solo difettosa. E Pasini nostro come sta ora? Spero meglio assai, perché non vedo nulla più di lui ne’ giornali. allettano un certo numero di eccentrici inglesi i quali cercano nella storia dell’arte più le date e l’aned- Salutamelo tanto tanto. doto che non l’estetica. Tutto tuo T’invidio i beati giorni che passi costà, Il tuo povero amico malaticcio. P. Selvatico P. Selvatico

174­­­ 175­­­ Per un’intellighenzia artistica ed editoriale: altre lettere a Pietro Mugna

I. Cesare Cantù Milano, 16 agosto 1852 II. Pietro Nobile Vienna, 2 marzo 1953 III. Franz Kugler Berlino, 21 ottobre 1852 IV. Luigi Pomba Torino, 2 aprile 1855 V. Giacomo Zanella Padova, 9 febbraio 1869 VI. Gaspero Barbèra Firenze, 24 aprile 1869 VII. Felice Le Monnier Firenze, 3 giugno 1870

VIII. Joseph Archer Crowe Lipsia, 13 luglio 1870 IX. Rinaldo Fulin Venezia, s.d. [post 1871]

Addenda

X. - XIII. Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier

Roma, 3 gennaio 1875; Roma, 29 agosto 1875; Roma, 3 settembre 1875; Roma, 31 dicembre 1875.

176­­­ 177­­­ I.

Cesare Cantù a Pietro Mugna, Milano, 16 agosto 1852.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

178­­­ 179­­­ I. I.

180­­­ 181­­­ II. II.

Pietro Nobile a Pietro Mugna, Vienna, 2 marzo 1953.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 77

182­­­ 183­­­ III.

Franz Kugler a Pietro Mugna, Berlino, 21 ottobre 1852.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 77

184­­­ 185­­­ Franz Kugler a Pietro Mugna, Berlino, 21 ottobre 1852. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E.77 III. III.

186­­­ 187­­­ VII. VII.

Felice Le Monnier a Giovanni Battista Cavalcaselle, Firenze, 3 giugno 1870, (copia destinata a Pietro Mugna).

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 77

188­­­ 189­­­ VIII.

Joseph Archer Crowe a Pietro Mugna, Lipsia, 13 luglio 1870.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

190­­­ 191­­­ VIII. VIII.

192­­­ 193­­­ I tempora, caro mio, e le cose van al peggio, invece d’accomodarsi come poteasi sperar colla pace. Voglio- Cesare Cantù a Pietro Mugna no reazioni e vendette, e necessità di violenze, e conseguenza di singulti. È ella politica questa? So che il Selvatico fu a Milano, e nol mi fece manco sapere. Perché? Milano, 16 agosto 1852 La perdita del Japelli spiacque tanto anche a me. La generazione nostra se ne va, struggendosi nel dolore Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 e nella nullità. La M(archesa) Beccaria fu a bevere le acque di Barco, vicino a Lecco, in casa della Rachele: e ieri ap- Questa del 16 agosto 1852 è una delle molte lettere che Cesare Cantù indirizzò a Mugna (cfr. qui p. 115), il quale gliene punto fui a trovarli, e vederle partire per Sala. Rimangono sempre con la speranza di vedervi qualche scrisse circa trecento, conservate presso il Fondo Cesare Cantù della Biblioteca Ambrosiana di Milano (cfr. qui pp. 126-127). Lo scrittore lombardo ha avuto modo di leggere la prima stampa della traduzione del Manuale di Franz Kugler (Kugler, volta a quella loro deliziosa campagna. Burckhardt 1848; Iidem 1852-1854) ed esprime alcune perplessità sulle scelte lessicali e sulle soluzioni morfosintattiche. Os- Abbiatevi cura, e tenetemi sempre per l’affez(ionat)o serva inoltre le difficoltà nell’accettazione dell’opera da parte del pubblico dei lettori italiani. Lo stesso Mugna darà voce alle Milano 16 / 8 52 proprie incertezze nella corrispondenza con Jacob Burckhardt (cfr. qui pp. 135-144). La consapevolezza circa i rischi anche Cesare Cantù commerciali di una traduzione dal tedesco all’italiano accompagnerà circa quindici anni dopo anche la travagliata vicenda editoriale della traduzione della New History, come testimoniano le lettere di Pietro Selvatico e di Giovanni Battista Caval- caselle (cfr. qui pp. 145-175; 223-292). Del resto, lo stesso Cantù è stato vittima dei detrattori e della censura, rappresentata II da Antonio Odescalchi. A farne le spese sono state alcune sue opere: la Storia universale, stampata a seguito degli accordi con Pietro Nobile a Pietro Mugna l’editore Pomba risalenti al 1838, e la Storia di cento anni, edita per la prima volta da Le Monnier nel 1851 (Cantù 1851). Di conseguenza a Mugna arriverà solo la parte relativa alla Storia romana. La censura ha colpito anche il sacerdote e patriota Vienna, 2 marzo 1853 lodigiano Cesare Vignati, il quale ha inserito in un libretto di preghiere quella del Buon Gesù che apre il capitolo V della Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 77 Margherita Pusterla, racconto edito per la prima volta nel 1838. Insomma, i tempi non sono dei migliori, e ovunque regnano Il nome dell’architetto Pietro Nobile compare in due lettere di Pietro Selvatico a Mugna del 26 dicembre 1845 e del 6 marzo violenze e soprusi. Cantù ricorda con nostalgia l’amico veneziano Cesare Jappelli, da poco scomparso. La marchesa Antonia 1847, anni nei quali egli ricopriva ancora gli incarichi di Consigliere aulico di Francesco II e direttore della Scuola di Beccaria-Bonesana Curioni si è recata a Barco, vicino a Lecco, dalla loro figlia Rachele, e lui il 15 agosto le ha raggiunte architettura all’Accademia di belle arti ricevuti nel 1818, ma lasciati nel 1850 per ritirarsi a vita privata quand’era ormai per vederle partire per Villa Beccaria a Sala Comacina, la dimora passata poi in eredità a Cantù e a Rachele. malato (vedi qui pp. 158, 159, 161, 162).

Proprio nel lasso di tempo di questa corrispondenza, egli assisteva a un’accelerazione di metodo nell’insegnamento acca- C(aro) Mugna demico al quale si era dedicato a lungo (Schoeller 2008). In una missiva al fratello del 19 agosto 1845, manifesta i suoi Alle moltissime occupazioni mie comincia ad unirsi il torpore senile per farmi lento a rispondere alle «dispiaceri grandi all’Accademia [...] non si vuole più né Vignola né Palladio né altri architetti di stile romano, ma si vuole lettere, e intanto che vi dovevo risposta e ringraziamenti, eccomi un’altra cara vostra. Siete ben buono! lo stile tedesco originale» (Lettere da Vienna 2002, I, p. 580). In questa missiva dei suoi ultimi tempi, morì a Vienna nel Ebbi il Kugler e mille grazie. Di presenza vi direi molte cose, che troppo sarebbe lungo lo scrivere; certi novembre 1854, Nobile scrive all’abate Mugna accusando ricevuta del terzo fascicolo, in triplice copia per lo stesso Nobile e piccoli avvertimenti di stile che paiono pedanteschi in carta e si fan passare a voce. per gli amici Floriano Pasetti e Carlo Ghega, della sua traduzione del Manuale di Franz Kugler edita in fascicoli (Kugler, Avete guadagnato assai maggiore disinvoltura, anzi senza paragone; ma è difficile spastoiarsi dall’ingom- Burckhardt 1852-1854). Affrontata la questione economica, Nobile dice di non avere potuto ammirare alcune opere pitto- bro tedesco. Più spigliamento nel periodo vi gioverebbe ancora, e talvolta maggior esattezza di corrispon- riche presenti alla Esposizione di Vienna, tra le quali una tela del pittore belga Louis Gallait (Tournai, 1810 - Schaerbeek, denze. Pigliamo la prima faccia (pag. 9): l’origine viene non è esatto. L’arte trae origine dalla. Dal principio 1887), Gli ultimi onori ai conti di Egmont e di Horns (Tournai, Musée des Beaux-Arts), ispirato a un episodio accaduto si svolge: neppur qui la metafora dura. Rude istinto è affettato. Dallo stimolo non può esser prodotto. Quel nei Paesi Bassi nel Cinquecento: il duca d’Alba (Fernando Álvarez de Toledo), inviato di Filippo II di Spagna, il 4 giugno 1568 fece trucidare i conti Lamoral di Egmont (Ganshof 1932, pp. 592; Lacambre 1997, p. 79) e Filippo di Montmorency, non hanno però manca di reggente; e bisognava dir grammaticalmente: Le opere, sieno pur meravigliose conte di Horns (Ganshof 1933, pp. 567). Nobile dice che, invece, il giovane scultore Filippo Spaventi, del quale tesserà poi le etc., non hanno etc». - «Al pari dell’uomo che nell’infanzia non ha … così non altrimenti». Qui forse c’è lodi, ha potuto ammirare i cartoni del pittore Wilhelm von Kaulbach (Bad Arolsen, 15 ottobre 1805 - Monaco di Baviera, 7 error di stampa, o il così è superfluo; e al pari non risponde al così. E bastò questo fastidiume: ma lasciate aprile 1874). Infine Nobile invia tramite Mugna i saluti al barone Camillo Vaccani e famiglia e ad altri amici, fra i quali il che disapprovi l’estrinsecazione, neologismo inutile quando avete manifestazione, produzione, esternazio- fratello del destinatario Giovanni Battista (vedi qui p. 96). I contatti epistolari di Pietro Nobile con Mugna lasciano traccia ne se volete. Scantonato nella nota a p. 15 vuol dir il preciso contrario di quel che pare vogliate. La nota nelle missive che assiduamente il celebre architetto, triestino d’adozione, invia nel 1853 e 1854 al fratello Carlo Antonio, (1) di p. 16 farà credere che Monolite sia il nome del gigante. Le roccie di creta poi è un non senso per- allora anima della Borsa della città giuliana. Sono edite da G. Pavan 2002, pp. 906-907 lettera 891, Vienna, 2 dicembre lomeno, anzi una contraddizione geologica, e v’è due punti alla linea terzultima, e celfica alla penultima 1853; pp. 956-957 lettera 931, Vienna, 18 maggio 1853; pp. 1053-1054 lettera 1014, Vienna, 2 dicembre 1854; pp. 1088- e cf per Cf ne guastano il senso. Anche la nota a p. 51 ha difetti e zoppicature. E ciò vi dico unicamente 1089 lettera 1059, Döblinz, 18 settembre 1854. In particolare, la lettera del 18 maggio 1853 contiene un apprezzamento non perché mostrate desiderarlo e per norma dell’avvenire. Del resto a queste inezie chi ci bada? E chi oggi si formale dell’iniziativa di Mugna traduttore di Kugler, con perfetta cognizione di causa: «Molte cose mi scrive Vaccani, ed cura degli studi di stile e lingua? Ma anche dell’arte in generale ben poco si cura oggi, e temo purtroppo anche Mugna traduttore della bell’opera del Kugler storia delle Belle Arti di tutti i tempi che sarà utilissima in Italia benché senza le stampe in rame delle opere che descrive, perché troppo dispendiose risulterebbero, ed io nell’opera tedesca gran parte il vostro lavoro non abbia la diffusione che ogni autore desidera. Sapete che io pure compresi nella Storia ne possiedo e periodicamente si vanno aumentando». Il giovane scultore è Filippo Spaventi da Venezia, del quale Nobile Universale un’opera affine a questa, aggiungendovi il vezzo delle vignette. Pure non so che siasi valutate visita lo studio come afferma in una lettera al fratello Antonio, dalla quale risulta essergli stato presentato da Selvatico (Cfr. in Italia, e certo non vidi mai parlarsene con interesse. Rassegnatevi dunque alla negligenza paziente. È Lettere da Vienna 2002, pp. 946-947 lettera 925, Vienna, 24 aprile 1853). la sorte de’ libri, quando non v’incontrano una peggio. E l’incontrarono i Cento cenni, che dopo tollerati fin adesso, eccitarono lo zelo del nuovo censore Odescalchi, il quale li proibì in modo che non si può Caris(imo) Amico più averli né farli circolare. Perciò vi arriverà tutta sola, per mezzo della ditta Pomba, la Storia Romana In conformità dell’avviso datomi con V(ost)ra lettera delli 18 marzo ricevetti qui dalla Posta i plichi dei favoritami, e della quale vi ringrazio tanto. V’è di peggio. Esso censore or sta rivedendo la mia Letteratura fascicoli 3zi dell’Opera di Kugler che state traducendo, e li feci consegnare da Bongiovanni ai vostri per darle condanna anche ad essa, benché censurata qui. E un prete Vignati di Lodi stampò un libretto di amici ai quali erano diretti, unitamente alle v(ost)re letterine, e manoscritto. preghiere, inserendovi quella del Buon Gesù da cui comincia il c(apitolo) V della M(argherita) Pusterla; A Pasetti e Ghega consegnerò i loro, e ritenirò il mio. 194­­­ e ne fu accusato, la stamperia chiusa, egli processato, e fin chiamato dal governatore. Incidimus in mala La somma che dovrò incassare per i fascicoli: 195­­­ 9x1 ½ zwanziger importerà f(ranchi) 4.45 Übersetzung meines Werkes, davon mir schon früher Kunde zugekommen war, entgegensah. Das Werk kam le spese di posta e dogana come jedoch nicht, und ich unternahm im Spätsommer eine Erholungsreise, die mich auf einige Zeit von hier fort- dal qui annesso conto importa 1.12 führte. ed il v(ost)ro credito risulta di f(ranchi) 3.33 di‹ffere›nza Während meiner Abwesenheit traf endlich die Uebersetzung ein; sie war - ich weiss nicht, in welcher Art che emetterò ad ogni vostro ordene a Tendler o a chi destinerete. - bei mir abgegeben worden, doch nur das eine für mich bestimmte Exemplar, nicht auch das für Herrn Godo che l’opera trovi l’aggradimento che merita e che io provo aumentato dalle v(ost)re note, rallegran- Burckhardt Ich habe mich vor der Hand daran gefreut, mein Bild aus diesem italienischen Spiegel mir ent- domi intanto assai assai della ricuperata vostra salute e dell’antico buonumore che si ridesta. Nulla posso dirvi dei quadretti dei Pecchini perché non vidi ancora l’Esposizione del mese di aprile, gegen treten zusehen: zu einer gründlicheren Durchsicht hat es mir ebenso, wie zu diesen Zeilen, an freier ricca del quadro di Gallait rappresentante la consegna in chiesa dei cadaveri di Egmont e Horn, già fatti Zeit gefehlt. Ich liebe ihre Sprache allzusehr, als dass ich nicht diesem Widerhall meiner Gedanken in Ihren decapitare a Bruselles dal Duca d’Alba. Klängen gern hätte lauschen sollen. Auch finde ich es höchst begreiflich und natürlich, dass Sie nicht überall Spaventa da voi raccomandatomi vide quello ed il cartone colossale di Kaulbach e ne rimase incantato. meine Ansicht teilen und dass Sie in hinzugefügten Anmerkungen sowohl die Ihrige ausgesprochen als auch Tali opere si pongono nel Settentrione. umfassendere Notizen über von mir nur flüchtig Berührtes eingereiht haben. Vi ringrazio d’avermi fatto conoscer quel bravo giovane scultore e spero che qui darà presto saggio della Soviel es meine amtlichen Geschäfte (als Dezernent der Kunst-Angelegenheiten im Cultus-Ministerium) nur sua abilità, da me già ammirata nell’anno scorso in una sua statuetta di terracotta. Mi dispiace però di non irgend verstattet, bin ich jetzt schon seit einigen Jahren mit neuen sehr umfassenden Arbeiten in unserer poter far nulla in suo favore, ma se mi si presenta l’occasione non mancherò di farlo. Wissenschaft beschäftigt. Ich schreibe eine Geschichte der Baukunst, in welcher ich gründlich und ausführ- Egli mi disse che il Signor Barone Vaccani aspettava mie lettere; desiderio del quale non me ne fatte pa- lich darzulegen bemüht bin, was für diesen Theile der allgemeinen Kunstgeschichte übersichtlicher (und rola nella vostra delli 20, certamente perché egli doveva già aver ricevuta la mia delli 9 marzo contenente doch an sich zu ausführlich) in meinem Handbuche enthalten war; und ich arbeite gleichzeitig eine neue le notizie che mi domandava con sua del 20 feb(braio). Vi prego perciò di salutarlo cordialmente, e del pari le sue signore, come io saluto voi, e v(ost)ro f(fratel)lo, voi particolarmente anche in nome dei nostri Auflage des Handbuches der Kunstgeschichte selbst, welche dieses Werk so gründlichst erneu(er)t, dass bis amici grati ai v(ost)ri ricordi. jetzt (bis zum Schlusse der Kunst des Alterthums) fast kein Stein auf dem anderen geblieben, fast kein Wort Vivete sempre felicissimo e passate lietamente le feste di Pentecoste come io lo fui per v(ost)ro augurio der früheren Auflagen wiederholt ist. Beide Werke erscheinen, mit Holzschnitten illustriert, bei meinem in quelle di Pasqua, e credetemi sempre con stima ed attaccamento bisherigen Verleger und in Lieferungen; ich werde dafür sorgen, dass die letzteren ihnen stets nach dem Vostro affe(zionati)s(simo) amico Erscheinen zugesandt werden. Es frägt sich freilich, ob Sie, nach so vollständiger Überarbeitung des Hand- Nobile buches, noch geneigt sein werden, auch ein neues Manuale della storia dell’arte zu schreiben. Von meinem Freunde Burckhardt wird so eben ein Werk gedruckt, welches für Sie von lebhaftem Interesse sein wird: ein Buch von 1.100 Seiten, welches die Kunstschätze Italiens (fast ohne Ausnahme nach des Ver- III fassers eigener Anschauung) in historischer Ordnung vorführt und durch Register zum Gebrauch auf der Reise etc. eingerichtet sein wird. Das Buch wird den Titel, “Cicerone” führen. Die Adresse meines Freundes Franz Kugler a Pietro Mugna ist; “Professor Dr. Jacob Burckhardt in Basel”. Berlino, 21 ottobre 1854 Erlauben sie, verehrter Herr, dass ich Ihnen schließlich noch meinem besonderen Dank für die Sorge, wel- Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 77 che sie meiner Arbeit gewidmet haben, ausspreche und dass ich mich unterzeichne als Ihren hochachtungs- voll ergebenen. Nel tedesco dell’epoca, Kugler esprime a Mugna tutta la sua gratitudine per essere stato non solo un eccellente traduttore del F. Kugler 21. Oktober 1854 Manuale (Handbuch) dello studioso prussiano, ma anche critico accorto dei suoi scritti (Kugler, Burckhardt 1848; Kugler, Burckhardt 1852-1854). Mugna, infatti, non si era limitato a una pura e conforme traduzione (Übersetzung) dal tedesco all’italiano dei testi di Kugler. Li aveva invece interpolati, dove lo aveva ritenuto necessario per il lettore, con commenti, spie- gazioni, persino critiche. Tant’è che lo stesso Kugler, nel prosieguo della lettera, qualifica il lavoro di Mugna non più come una semplice traduzione, ma come un’autentica revisione (Überarbeitung) delle sue pubblicazioni. Pur molto preso dalla sua IV funzione ed attività di responsabile della storia dell’arte al ministero (prussiano) dei beni culturali, Kugler annuncia poi che Luigi Pomba a Pietro Mugna sta lavorando sia a un nuovo libro sulla storia dell’architettura (Kugler 18561) sia «a una nuova edizione dello stesso Manua- Torino, 2 aprile 1855 le della storia dell’arte, la quale rinnova così radicalmente questo lavoro, che fino ad ora […] quasi nessuna pietra dell’altra Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 (edizione) è rimasta, quasi nessuna parola dell’edizione precedente è ripetuta». Entrambe le prossime pubblicazioni saranno illustrate con xilografie e saranno pubblicate dal suo solito editore (Ebner & Seubert di Stoccarda). Kugler promette inoltre che, appena stampate, invierà delle copie a Mugna e, con garbo, gli chiede se avrà quindi voglia di tradurre (e revisionare) Luigi Pomba, direttore generale dell’Unione tipografico-editrice Torinese risponde a Mugna sulla proposta di pubblicare una anche la nuova edizione in italiano (ciò che - tra le righe - naturalmente spera). In chiusura, lo studioso tedesco menziona che, seconda edizione della versione italiana del Manuale di Franz Kugler. Ha ricevuto tutto il materiale illustrativo e ragguagli in contemporanea, anche Jacob Burckhardt sta pubblicando il suo nuovo grande libro di 1.100 pagine sui tesori d’arte in Ita- sulle condiziono economiche da parte dell’editore tedesco. L’impresa sarebbe allettante, ma le ristrettezze e le difficoltà dovute lia, intitolato Cicerone (Burckhardt 1855), comunicando infine a Mugna anche l’indirizzo postale di Burckhardt a Basilea. alla ristrutturazione dell’impresa lo dissuadono. Confida che in tempi migliori se ne possa riparlare. Una edizione delManua - le di Kugler tradotto da Pietro Mugna uscirà per i tipi di G. Brigola a Milano nel 1858 (Kugler 18582).

Sehr geehrter Herr! L’UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE SOCIETÀ ANONIMA te Es ist nicht das Schreiben des Herrn Justus Erhardt an den Professor Straik vom 6. d.M. und die darin Proposta fondata dalla ditta Cugini Pomba e G., Editori-Librai enthaltenen Anfragen über Erfolg und Ankunft Ihrer Sendungen an mich, was mich zu diesen Zeilen treibt; E dalle tipografie - Sociale degli Artisti, A. Pons e Comp. - Del Progresso, FELICE DEMINO e Comp. vielmehr fühle ich es schon seit Wochen als eine Pflicht, und nur in Uebermaass von Arbeit und Geschäften hat mich nicht eher dazu gelangen lassen. Entschuldigen Sie freundlichst, dass ich erst heute dazu Komme! Venezia Torino 2 aprile 1855 Ihre gütigen Zeilen vom 18. Mai d.J. kamen rechtzeitig in meine Hände. Den darin enthalthenen Brief an Dr. Sig. Abate Pietro Mugna 196­­­ Jacob Burckhardt sandte ich diesem sofort durch die Post zu, während ich mit gespannter Erwartung Ihrer 197­­­ Pregiatissimo signore Padova, 9 Febbraio 1869 Il 22 dell’ora scorso marzo ci pervenne un plico contenete un manifesto ed Indice in tedesco dei Monu- Caro Pietro, menti dell’Arte ecc. degli editori Ebner e Schubert di Stoccarda, con entro alcune magnifiche incisioni, Son stato tre giorni con Alessandro a Firenze e Siena. il tutto accompagnato da un di lei promemoria relativo a quell’opera e alla versione che Ella fece del Io temeva che al Ministero mi fosse stato fatto un mal gioco: erano venute all’Università confermate le relativo Manuale in italiano. nomine dei Decani, eccetto la mia. Dicono sia stato uno sbaglio. Il decreto è ora firmato e già spedito. A Ella mi diceva che gli editori tedeschi ci avrebbero ceduto volentieri le tavole incise di quell’opera ve- Firenze ho veduto Cavalcaselle. Mi disse che Barbèra menava come si dice, il can per l’aia, che era sua ramente ammirabile a buonissime condizioni, purché si trattasse almeno di 500 copie; ed Ella stessa ci opinione aprire la pratica coi successori Le Monnier; ma ch’era necessario che tu ti decidessi, e scrivessi avrebbe rilasciato a metà prezzo tutto il fondo restante di quella di lei versione, cioè a nette £ 7.50 alla a lui una lettera, in cui gli dessi facoltà di fare i primi passi. copia. Io gli soggiunsi che tosto ti avrei scritto. Da qualche parola ch’io stesso intesi dal Barbèra posso desumere Non possiamo negare che l’offerta sia tentante per le favorevoli condizioni nelle quali ci viene presentata, ch’egli non è inclinato all’impresa. Fa dunque quello che ti pare liberamente, il Barbèra doveva accettare ma ciò malgrado siamo ora nell’impossibilità di applicarvici poiché tante sono le n(o)s(tre) occupazioni o non accettare; ma non condurre così a lungo la cosa. nell’impianto appena ora abbozzato della nuova n(o)s(tra) Società, e tanto ci danno ancora da fare le solite Dirai alla Marietta che ho visto Nello come un fiore di salute, di compostezza, di grazia, e che il Padre n(o)s(tre) imprese con qualche altra che sia stiamo studiando per darla presto alla luce, che non possiamo Pendola mi disse bellissime cose di lui. comprendere per il momento altre cose da quelle in fuori, che sono avviate, o che già ci siamo prefissi. Salutami Checci, la […], la figlia, tutti i servi di casa e di Giacomo. Quindi è che dobbiamo ora limitarci a ringraziare V(ostra) S(ignoria) Preg(iatissi)ma della preferenza Addio molte volte. dimostrataci. Che se e le nostre occupazioni ora assunte ci permetteranno, e che i tempi, volgendosi alla Le cose di Legnazzi pigliano ottima piega e sarà fatto cav. Della Corona d’Italia, e poi promosso a profes- pace, si mostreranno più propizii al povero commercio librario, com’ella ben dice, nulla osta che si possa sore prima ancora degli altri riparlare di cotesto affare. Addio di nuovo E intanto con particolare stima e rispetti abbiamo onore di segnarci Tutto Tuo Dev(otissi)mi Servitori Giacomo Zanella della S(ignoria) V(ostra) Preg(iatissi)ma Per la Società il Direttore Generale Luigi Pomba VI V Gaspero Barbèra a Pietro Mugna Firenze, 24 aprile 1869 Giacomo Zanella a Pietro Mugna Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 75 Padova, 9 febbraio 1869 Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 L’editore fiorentino Gaspero Barbèra ha avuto modo di apprezzare due scritti di Mugna sulle biblioteche e sul commercio dei libri (Mugna 1846; Mugna 18511; Mugna 18512; Mugna 18513) ed esprime le proprie considerazioni in proposito. Poi passa Le lettere di Giacomo Zanella all’amico Pietro Mugna della Biblioteca civica Bertoliana (Carte Zanella 10.18), qui se- a trattare la proposta di stampare dal tedesco all’italiano la New History di Crowe e Cavalcaselle (CCrowe, Cavalcaselle gnalate a p. 120-121, riguardanti gli anni 1863-1878, comprendono quella del 9 febbraio 1869 qui trascritta perché entra 1864; Iidem 1866). Deve riflettere sui costi, comprese le incisioni, sul piano dell’opera e sull’eventualità di una traduzione direttamente nel merito delle trattative per la pubblicazione della New History of Painting di Crowe e Cavalcaselle (Crowe, francese, con il rischio di una concorrenza. Sul fallimento del progetto editoriale con Barbèra siamo informati da due lettere Cavalcaselle 1864; Iidem 1866) presso Gaspero Barbèra e presso i Successori Le Monnier. di Giovanni Battista Cavalcaselle e Pietro Selvatico a Mugna, rispettivemente dell’1 e del 23 settembre 1869. Zanella è a Firenze con Alessandro, con ogni probabilità l’amico Alessandro Rossi, Deputato dal 1866 e nominato Senatore nel 1867. Deve accertare una questione burocratica presso il Ministero della Pubblica Istruzione, come altre volte (Lettera a Firenze, 24 Aprile 69 Mugna da Firenze, 6 agosto 1867). Fa visita a Gaspero Barbèra con il quale da tempo attende alla pubblicazione di suoi Egregio Signore, scritti (Lettera a Mugna da Vicenza, 19 febbraio 1868). Cfr. Zanella 1868. Ha l’occasione, inoltre, di incontrare Cavalcaselle Ebbi la sua del 16 insieme alla raccolta di alcuni suoi scritti, che le rimando col mezzo del S.r Cav. Ales- e di affrontare l’argomento della trattativa in corso riguardo il progetto che vede protagonista Mugna. Zanella si fa portavoce della richiesta di Cavalcaselle a quest’ultimo di decidere i termini contrattuali e di delegarlo a trattare con i Successori Le sandro Rossi. Monnier. Questa testimonianza, pertanto, si colloca cronologicamente fra la lettera di Cavalcaselle a Mugna del primo set- Ho letto i due articoli, uno sulle biblioteche, l’altro sul commercio librario. Per il tempo in cui quest’ul- tembre 1869, nella quale si lamenta il ritardo di Barbèra, e quella del 19 settembre di quell’anno in cui egli rivolge a Mugna timo fu scritto, ho trovato molte cose opportunamente notate. Oggi molti dei mali accennati sono spariti, la richiesta di una liberatoria per poter condurre la trattativa con Le Monnier. Zanella raccoglie indipendentemente notizie e quelli che rimangono ancora io spero che spariscano in breve, tanto più se il commercio librario si va circa le difficoltà di Barbèra nell’accettare la proposta. Saranno espresse da quest’ultimo nella lettera a Mugna del 24 aprile, perfezionando in alto: editori savii, operosi ed onesti possono pretendere e volere il contracambio dai pubblicata qui di seguito. librai, e questi dai loro avventori; i quali una volta si facevano poco scrupolo di non pagare il libraio, e Si aggiungono altre notizie. Avendogli fatto visita, con il Senatore Rossi, attento e attivo in campo sociale e assistenziale, come il libraio faceva poi lo stesso coll’Editore. Ora si vende con maggior riputazione, e si compra il libro con risaputo, Zanella ricorda il padre scolopo Tommaso Pendola (Genova 1800-Siena 1883) che nel 1828 fondò a Siena l’Istituto maggior desiderio: quindi il commercio dei libri si va facendo un bisogno vero e reale, e quindi come tutti Reale Toscano per Sordomuti, dal 1844 Regio Istituto Toscano per sordomuti; Rettore del Collegio Celso Tolomei, docente di i bisogni veri e reali si cerca di soddisfarli con diletto. Filosofia del diritto presso l’Università di Siena della quale fu Rettore (Gaudio 2015). In chiusura aggiunge notizie su Enrico L’impresa di pubblicare la traduz(io)ne dell’opera del Cavalcaselle richiede da parte mia molta riflessio- Nestore Legnazzi (Brescia 1826 - Padova 1901), patriota e combattente, professore all’Università di Padova, nominato il 2 ne: li ho pregato intanto di procurarsi la notizia di quanto costerebbero le incisioni sul legno facendole dicembre 1866 supplente alla cattedra di Geodesia e Idrometria, poi straordinario di Geometria descrittiva e Geodesia pratica venire da Lipsia riprodotte con la galvanoplastica. il 28 dicembre 1867, ordinario di Geometria descrittiva il 17 maggio 1870. Cfr. Pigatto 1996, pp. 46-50. Poi ho bisogno di sapere dall’Autore in quanti volumi sarà compresa l’opera: ora sono 4; l’Autore crede di 198­­­ poter terminare con due altri: proprio in modo positivo ancora non lo sa, ma presto sarà in grado di darmi 199­­­ una risposta precisa intorno a questo punto. VIII Avuti questi due schiarimenti (il primo anche più importante del 2.do) io farò le indagini per sapere se a Parigi ne imprendono la traduzione. Se l’imprendessero sarebbe imprudenza per me l’entrare in una Joseph Archer Crowe a Pietro Mugna concorrenza che farebbe danno a me come alla edizione francese. Lipsia, 13 luglio 1870 Come Ella vede penso e rifletto intorno a questa impresa, e gliene scriverò appena avrò tirate, come suol Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 776 dirsi, tutte le linee. Joseph Archer Crowe si scusa per non avere ancora ringraziato Mugna, il quale è stato con lui molto ospitale in occasione di Intanto le confermo i sentimenti di verace stima con cui mi dichiaro una visita a Padova: da una lettera di Cavalcaselle del 6 maggio 1870 sappiamo che l’incontro si è svolto il giorno successivo Suo dev(otissimo) serv(itore) presso il Caffè Pedrocchi (cfr. qui p. 267). Deve inoltre rassicurarlo di avere ricevuto i due volumi dello Zanetti. Deve trattarsi G. Barbéra dell’edizione postuma dell’opera di Anton Maria Zanetti (1708-1778) edita nel 1797 (Zanetti 1797), che testimonia la situa- zione delle pitture pubbliche veneziane prima delle spoliazioni napoleoniche e austriache. Un’aggiunta nel volume II (p. 255) Vedendo i miei egregii amici Zanella e Selvatico prego di salutarmeli tanto. fornisce l’elenco di quelle trasportate altrove in seguito alle campagne militari. L’opera, come quella edita nel 1733 (Zanetti 1733), si basa sulle Ricche minere della pittura veneziana di Marco Boschini (Boschini 1674), il Bushing erroneamente citato dal titolo. Cfr. Cicogna 1847, p. 630 n.4661. Dalla lettera si apprende, inoltre, come i tempi per pubblicare la traduzione italiana della New History siano maturi. Invece di attendere le piccole correzioni al testo promesse, Mugna è invitato da Crowe a cercare ragguagli avvalendosi degli errata corrige al terzo volume dell’edizione tedesca di Max Jordan, edito infatti in quell’anno (Crowe, Cavalcaselle 1870). La stessa VII raccomandazione sarà ripetuta da Giovanni Battista Cavalcaselle nella lettera del 22 novembre successivo. Cfr. qui pp. 267, Felice Le Monnier a Giovanni Battista Cavalcaselle lettera XXI. Firenze, 3 giugno 1870 Leipzig 13 juillet 1870 Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 77 Cher monsieur l’abbé Mugna Vous m’aurez trouvé ingrat non seulement de me ne vous avoir jamais écrit Con questa lettera, inviata a Giovanni Battista Cavalcaselle e conservata nel manoscritto E. 77 del Fondo Epistolari della depuis mon départ de Padoue pour vous remercier de la bonté avec la quelle vous m’avez piloté, mais de Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, l’editore fiorentino Le Monnier espone le condizioni del contratto per la stampa della n’avoir pas accusé reception des deux volumes de Zanetti que vous avez bien voulu m’envoyer. Je vou- traduzione della New History (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866) dalla versione tedesca di Max Jordan (Crowe, Caval- drais me faire perdonner après coup en vous envoyant ces quelques lignes, tant pour m’excuser que pour caselle 1869): al traduttore Pietro Mugna verranno corrisposte 25 lire italiane per ogni foglio in ottavo, mentre il Cavalca- me féliciter avec vous de ce que nous voyons venu le moment de la publication en italien de l’Histoire de selle ne riceverà 100 a titolo di indennità per le correzioni e i miglioramenti. Cenni a tali condizioni economiche compaiono la peinture en Italie. in alcune lettere di Cavalcaselle a Mugna pubblicate nella sezione Lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna J’ai eté tellement occupé par des travaux de tous genres depuis mon retour, que je n’ai jamais pu toucher 1869-1878: lettere II, III, IV. Di questa missiva di Felice Le Monnier del 3 giugno 1870 Cavalcaselle dà notizia a Mugna in aux petites corrections dont je vous avais parlé. Plusieurs de ces corrections on été faites dans les errata una sua lettera di due giorni dopo (cfr. qui Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna. Problematiche e rapporti edito- et corrigenda qui se trouvent dans le 3e volume de l’edition allemande que Cavalcaselle me dit vous avoir riali, lettera IX). envoyé. Il ne me restera de ce coté que de petites choses à marquer que vous ferai parvenir en temps et Firenze li 3 giugno 1870 lieu. Chiarissimo Signore, En attendant je me recommande bien chaudement à votre souvenir et mon souvenir Mi reco a dovere di far sapere alla Signoria Vostra che il Consiglio della Società accetta benvolentieri Votre très dévoué l’offerta fattagli di stampare per proprio conto una traduzione dell’opera intitolata “Storia della Pittura J.A. Crowe Italiana” da V(ostra) S(ignoria) già principiata in cooperazione del Sig.r Crowe prima in inglese, quindi in lingua tedesca. La traduzione che pubblicheremmo sarà fatta sulla versione tedesca dal Signor Professore P.S. Ayez l’extrême obligance de me faire savoir les frais de Zanetti ou par Cavalcaselle ou autrement. Pietro Mugna, al quale la Società corrisponderà il prezzo di lire venticinque (25) italiane per ogni foglio in 8° (16 pagine) dell’edizione tedesca principiata nell’anno decorso in Lipsia, la quale edizione si comporrà di circa sette volumi. Ed alla Signoria Vostra a titolo d’indennità per i miglioramenti di che potrà avvantaggiarsi la edizione italiana saranno pagate Lire cento (100) per ciascun volume della sudd(ett)a edizione tedesca. IX La cessione di proprietà di questa traduzione italiana durerà per anni tre dopo la pubblicazione dell’ulti- mo volume di che dovrà comporsi la nostra edizione. Rinaldo Fulin a Pietro Mugna Colgo V(ostra) S(ignoria) di accusare ricevuta di questa lettera e ho l’onore di dichiarami Venezia, s.d. [post 1871] dev(otissi)mo servitore Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 77 Felice Le Monnier Rinaldo Fulin, cofondatore della rivista «Archivio Veneto» nel 1871 (Pes 1998, pp. 702-703), ringrazia Mugna per un favore All’I‹llustrissimo› fatto a lui e a un amico. È a conoscenza della fatica che grava sull’abate, impegnato nella traduzione della New History S(ignor) G. B. Cavalcaselle (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem 1866). Quindi annuncia la disponibilità, da parte della rivista, di accettare un suo articolo sulla Rivoluzione di Vienna, ma dovrà parlare anche di Venezia. Fulin dice di avere chiesto al Ministero un contributo sotto forma di acquisto copie, ma non ha ricevuto risposte. Dei corrispondenti padovani è soddisfatto. Il contributo di Mugna è molto valido. Ne ha chiesto uno anche al docente di letteratura latina della Università di Padova Pietro Canal (Venezia 1807 200­­­ - Crespano 1883), ma non ha ancora avuto riscontro. Su Canal cfr. Timpanaro 1974, pp. 676-681. Fulin spera di incontrare 201­­­ Mugna in occasione delle imminenti vacanze e gli comunica i saluti della sorella, la quale si sta riprendendo da un periodo 3 gen(nai)o 1875 Roma di malattia. Il terminus post quem per la lettera è il 1871, anno della fondazione di «Archivio Veneto», mentre il terminus Pregiatissimo Signor Cavaliere, ante quem è il 1875, anno dell’uscita della traduzione della New History (Cavalcaselle, Crowe 1875), alla quale, all’invio Ho finalmente veduto Chilovi il quale mi recò le sue nuove. della missiva, Pietro Mugna sta ancora attendendo. Da lui ho sentito che Ella desidera sapere a quanto ascende il mio credito verso la Tipografia. Venezia, Domenica Con Chilovi abbiamo riscontrato l’edizione tedesca con quella italiana ed abbiamo verificato che le due Fondam(enta) della Verona edizioni si possono considerare eguali. Perciò a tenore del contratto (a lire 25 il foglio di 16 pagine) i fogli Caro amico, 38 importano 950 lire più 100 lire per gli studi fatti. Vi sono obbligatissimo del favore che faceste a me e all’amico, il quale si contenta del patto, e si metterà Mi rivolgo poi alla di lei gentilezza per pregarla di volermi inviare quelle copie che Ella è solita dare agli in diretta relazione col Sacchetto. Grazie di cuore a nome di tutti e due. autori. Riguardo al Cavalcaselle, mi duole della vostra doppia fatica, ma l’ediz. Italiana avrà così un pregio Mi creda di lei devotissimo maggiore delle straniere G.B. Cavalcaselle Io devo ringraziarvi dell’onore che ci accordate, permettendo che la Rivista esca coll’opera, per dar così una novità interessante. Il vostro articolo sulla Rivoluz. di Vienna mi pare che sarà molto interessante 11 copie 27 gennaio Strada ferrata - diretto al Ministro e che potrà servire a noi molto bene se potete, parlando di Vienna, rivolger l’occhio a Venezia. Questo Lire 950. Compenso al I° volume legame giustifica la presenza di Vienna nel nostro Archivio. Vi ringrazio dunque ed accetto. più Lire 100. - studi fatti I soci dell’Ateneo sono … non saprei dire. Per dir la verità, tutti lodano, quasi tutti accettano, ma non posso dire egualmente che paghino. Pagheranno, non c’è dubbio, ma so bene che non tutti somigliano a voi. Ora, comprenderete, senza bezzi l’orbo non canta. Il Ministero all’Archivio Storico dà dieci mila franchi l’anno, a noi, nulla. Mi fece domandare che cosa XI vorrei. Risposi che ne prendesse alcuna copia. Silenzio assoluto. Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier Del resto non dite di non aver fatto nulla. Di Padova son contentissimo. L’ho mandato anche a Canal che [Roma], 29 agosto 1875 ho richiesto di qualche documento o lavoro sui musicanti. Non me l’ha rimandato; ergo lo tiene. Ma cavar Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice Le Monnier, Busta 24, n. 81. articolo da Canal! Hic opus, hic labor. Scusatemi se non vi fò perder tempo come vorrei. Ho voglia di chiaccherare a lungo con voi. Addio in- Giovanni Battista Cavalcaselle è in apprensione per la mancata risposta a una lettera precedente relativa alla messa in ven- tanto, mio caro amico, le vacanze spero che ci avvicinino. Addio di cuore. Mia sorella è malata, spero dita del primo volume della traduzione della New History (Cavalcaselle, Crowe 1875). peraltro che abbia passata la burrasca, e vi saluta rispettosamente. Stimatissimo Sig. Felice, Credetemi con vera stima È da un mese e più che le ho scritto per conoscere quando sarà posto alla vendita il primo vol.e il quale è Aff(ezionatissi)mo vostro da più mesi è stato stampato. Non avendo ricevuto alcuna risposta rinovo la mia domanda. Rinaldo Fulin Mi creda suo Devotissimo Addenda G.B. Cavalcaselle

XII X Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier Roma, 3 settembre 1875 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice Le Monnier, Busta 24, n. 82. Roma, 3 gennaio 1875 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice Le Monnier, Busta 24, n. 80. In questa missiva del 3 settembre 1875 Giovanni Battista Cavalcaselle chiede di includere nell’opera tre illustrazioni asso- lutamente necessarie: il presunto ritratto di Dante, Brunetto Latini e Corso Donati dipinti da Giotto presso il Palazzo del Presso il Fondo Le Monnier della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze sono conservate sei lettere di Giovanni Battista Podestà di Firenze come si trovavano prima del restauro, il ritratto di Dante dopo il restauro e la Cappella degli Scrovegni. Cavalcaselle all’editore Felice Le Monnier, scritte fra il 3 gennaio 1875 e il 27 ottobre 1877 (Firenze, Biblioteca Nazionale Include inoltre tre altre illustrazioni di opere conservate all’Incoronata di Napoli, con l’indicazione della didascalia corretta, Centrale, Fondo Felice Le Monnier, busta 24, nn. 80, 81, 82, 83, 84, 85. In questa lettera del 3 gennaio 1875, in concomi- unitamente a due incisioni, pure da pubblicare, quantunque la resa sia di scarsa qualità. Confida che per i volumi successivi tanza dell’uscita del primo volume della traduzione della New History (Cavalcaselle, Crowe 1875) si discutono i termini del la fatica sarà minore, anche perché le illustrazioni saranno più ridotte. contratto e l’invio delle copie omaggio all’autore. Interviene Desiderio Chilovi (Taio, Trento 1835 - Firenze 1905) che nel 1861 fu chiamato da Atto Vannucci, amicissimo di 3 settembre 1875 Roma Cavalcaselle, come scrittore alla Biblioteca Magliabechiana di Firenze, con l’incarico della revisione del catalogo a stampa Stimatissimo Signore, (Frati 1933, p. 160, segg.; Serrai 1980, pp. xx-xx) . Si deve ricordare nel presente contesto i suoi interessi per il commercio Ho ricevuto in questo momento la sua lettera nonché le illustrazioni. Tra queste ne mancano tre, le quali librario e biblioteconomico, a partire dalle esperienze mitteleuropee. Con risultati espressi in particolare nel suo contributo del sono assolutamente necessarie e che le mando a scanso di equivoco. 202­­­ 1867 (Chilovi 1867, pp. pp. 71-85, 171-197). La prima “Ritratto di Dante ed i supposti di Brunetto Latini e Corso Donati dipinti di Giotto nella Cap- 203­­­ pella del Podestà in Firenze: prima del restauro. Vol. I p. 447”. La seconda “Ritratto di Dante: dopo il restauro, Vol. I pag. 447”. Queste due però Ella le aveva fatte copiare da quelle dell’edizione inglese, e me le aveva mandate come prove nell’11 9(m)bre 1874. Ritornandole io rispondeva che andavano bene. La terza “La Cappella degli Scrovegni a Padova”, vol. I pag. 471. Il Morto da Feltre e le ricerche nella periferia erudita Senza queste tre non si può pubblicare il volume. Subito che le avrà fatte fare me le manda: dopo che le avrò vedute le ritornerò. Troverà pure assieme a questa mia le tre illustrazioni delle pitture dell’Incoronata di Napoli, perché Ella faccia sopprimere il nome Giotto, non essendo tali dipinti di quel maestro, come è detto nel testo. Per cui si dirà La Confessione. Pittura nella Chiesa dell’Incoronata a Napoli. L’Ordinazione Pittura nella Chiesa I. Giovanni Battista Cavalcaselle a Francesco Pellegrini dell’Incoronata a Napoli, Vol. I pag. 558 [nell’interlineo]. Il Matrimonio. Pittura nella Chiesa dell’Incoro- Padova, 18 febbraio 1866 nata a Napoli Vol. I, pag. 559. Delle incisioni che Ella mi ha mandate assieme alla sua lettera le due segnate in rosso n.° 3 e n.° 4 (vol. II. Giovanni Battista Cavalcaselle a Francesco Pellegrini I p. 6, vol. I pag. 7) le ritorno perché sarebbe bene che fossero date anco queste. Roma, 5 febbraio 1883 Il Chilovi tempo dietro mi mandò le riproduzioni dicendomi che erano riescite non bene. Io dopo averle vedute lo pregava di dirle che era bene fossero date egualmente, mentre era meglio averle a quel modo piuttosto che ometterle. Abbia pazienza con questo primo volume, che le cose andranno meglio cogli altri, ed anco con meno illustrazioni. III. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Perdoni la fretta e mi creda Feltre, 3 dicembre 1858 Suo devotissimo G.B. Cavalcaselle IV. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Subito che vedrò l’amico Facci farò i suoi saluti Feltre, 3 maggio 1859

V. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna 3 aprile 1861

XIII VI. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Giovanni Battista Cavalcaselle a Felice Le Monnier 9 maggio 1866. Estratto di lettera relativa a Pietro Luzzo Roma, 31 dicembre 1875 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice Le Monnier, Busta 24, n. 83.

In questa lettera di fine anno Cavalcaselle esprime la propria gratitudine per l’esemplare ricevuto e ne esalta la riuscita, au- gurandosi che l’accoglienza da parte del pubblico possa rivelarsi adeguata alla qualità dell’opera. Una successiva lettera del 27 luglio 1877 testimonia l’avanzamento nella preparazione degli altri volumi della traduzione VII. Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle delle New History (Cavalcaselle, Crowe 1883, 1885). Il 27 ottobre Cavalcaselle accenna alla traduzione della Vita di Ti- Feltre, 5 giugno 1866 ziano, edita in inglese nel 1877 (Crowe, Cavalcaselle 18771) e in italiano, per i tipi di Le Monnier, fra 1877 e 1878 (Crowe, Cavalcaselle 18772; Iidem 1878). 31 Dicembre 1875 Roma Stimatissimo Signore, Adempio tardi ad un mio dovere nel ringraziarla della sua lettera e dell’esemplare che ha avuto la bontà di mandarmi. Sarei ben lieto che l’accoglienza al mio lavoro fosse pari a quella meritata dalla bella edizione. In quanto al resto le scriverò appena il Chilovi mi avrà risposto. Riceva i più vivi ringraziamenti per le premure che Ella si prende per me e i più felici auguri per il nuovo anno e mi creda Suo devotissimo G.B. Cavalcaselle

204­­­ 205­­­ VI. VI.

206­­­ 207­­­ Estratto di lettera. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna in data 9 maggio 1865. Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2035 (=12276), Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 116 f f.1r-2v VI. VI.

208­­­ 209­­­ VII.

Antonio Zanghellini a G.B. Cavalcaselle, Feltre, 5 giugno 1866.

Biblioteca Nazionale Marciana, It IV, 2035 (=12276), Fascicolo III, Epistole 101148, n. 119, ff. 1r-2r

210­­­ 211­­­ VII. VII.

212­­­ 213­­­ I Giovanni Battista Cavalcaselle a Francesco Pellegrini Padova, 18 febbraio 1866 Belluno, Biblioteca Civica, ms. 702.189

La lettera (Belluno, Biblioteca Civica, ms. 702.189) è segnalata di recente (ma con data 8 febbraio) da Vendramini (2004, p. 19), che offre qualche notizia sulle personalità menzionate, in particolare Giuseppe Antonio Bucchi (1817-1879), archivista del Comune di Belluno. Innanzitutto, essa stabilisce il terminus ante quem della ricognizione bellunese di Cavalcaselle del 1866, quando, di ritorno da un viaggio centro europeo, è al lavoro anche in Cadore a partire dal mese di dicembre (Levi 1988, pp. 249, 297 nota 33; Fossaluzza 2012, pp. 104-106). Pellegrini, Bucchi e il notaio Talamini, «patriota di origini cadorine ma residente a Belluno», dovettero essere di supporto a Cavalcaselle nel suo soggiorno. In particolare, Pellegrini fu con molta probabilità prodigo di notizie e altre poté prometterle, assieme all’invio dei suoi scritti. Cavalcaselle fa sapere che altrettanto fece per Feltre Antonio Zanghellini, con il quale si dichiara in rapporti epistolari. Indicazioni offerte da Pellegrini a Caval- caselle si trovano nei suoi appunti e disegni, ad esempio riguardo i riscontri documentari circa la personalità di Simone da Cusighe (Levi 1988, pp. 263, 301 nota 127). In calce alla lettera Cavalcaselle aggiunge una richiesta: l’accertamento del soggetto di un dipinto raffigurante la Madonna e quattro santi esaminato presso un antiquario di Belluno, da ricondurre all’ambito di Pellegrino da San Daniele. Pellegrini aggiunge di suo pugno una nota sull’iconografia dell’opera che è riportata da Crowe e Cavalcaselle (Crowe, Cavalcaselle 1871, II, p. 218; Cavalcaselle, ms., 1876, (ms. 2563), p. 80; Cavalcaselle ed. 1973, p. 60; Crowe, Cavalcaselle 1876, VI, p. 273, nota 64). Di recente risulta non individuata nella nota di aggiornamento di Giuseppe Bergamini (Cavalcaselle ed. 1973, p. 136 nota 112) e nel catalogo completo delle opere di Pellegrino da San Daniele di Anchise Tempestini (1979, p. 142 cat. 70, con bibliografia). In margine alla lettera a matita si legge di mano di Cavalcaselle «Antonio Broli Marito della fu Elisabetta De Col pittrice». Bellunese, allieva dell’Accademia di Venezia, risiedette a Padova in casa della vedova Cambruzzi, dove fu attiva come ritrat- tista a pastello, insegnante di pittura e restauratrice. Lo si evince da un annuncio in «Rivista Euganea» 1858, p. 336.

18 Febbraio 1866 Padova Stimatissimo Signor Professore ed Amico, Sarò sempre memore della bontà ch’Ella come il Prof.re De Luca hanno voluto avere per me. Belluno non sarà facile che io dimentichi. Giorni sono ho scritto a Bucchi pregandolo di farle i miei saluti. Di più, ho mandato copia dell’opuscolo intorno alla conservazione dei monumenti et cetera. Lo stesso farà il suo amico Prof.re De Luca. Mi raccomando per i documenti e notizie riguardanti le Belle-Arti, come per tutto quello ch’Ella credesse potere essermi utile per il mio lavoro. Ho bisogno dell’aiuto dei buoni e di quelli che sanno più di me. Ho scritto due righe al Prof.r Zanghellini per ricordargli i Doc(ument)i che mi ha promessi, quando ha occasione di scrivergli mi raccomandi. Mi faccia avere i suoi scritti e le notizie del Prof. De Luca, meglio poi se mi scrivono assieme. Saluta Bucchi ed il Notaio Talamini. Ricorda al primo di scrivermi. Mi creda con tutto il rispetto Di lui divotiss(im)o Servo et Amico G.B. Cavalcaselle

Sono venuto a Padova per pochi giorni, e sto per partire di nuovo, ma Ella può dirigere le lettere a Padova posta restante, od all’Ingegnere Civile Dr. Augusto Marconati Riviera S(ant)a Sofia N° 3178 - Padova Mi fermerò ancora nel Veneto per due mesi. Vorrei il soggetto del quadro che abbiamo veduto col Prof.r De Luca presso un negoziante vicino alla piazza S. Stefano attribuito a Pellegrino da S. Daniele, il qual quadro credo provenire da Udine e fosse un tempo in mano del Sig.r Carlo Regini. Spero che il negoziante vorrà rispondere a tutte queste domande. Non è però cosa che preme da farsi subito, ma a tuo comodo.

214­­­ [In calce annotazione di mano di Pellegrini] 215­­­ arrischiare di narrarli falsamente. Se gli uomini fossero sempre conseguenti nelle loro azioni, sarebbe La Madonna col bambino con a destra S. Pietro poi S. Paolo, a sinistra un Vescovo con mitra e pastorale, facil cosa indovinare le gesta. Non ch’io ritenga aver ella errato, ma è la seconda volta che vedo scritto indi altro santo colla palma del martirio, forse i SS. Ermagora e Fortunato. essersi riunite le diocesi di Feltre e Belluno la prima volta nel 1197. Ho documenti che mi provano, o al- meno li credo tali, ciò non essere avvenuto che nel 1205 sotto Torresino da Corte, anziché come vogliono i Bellunesi sotto Drudone da Camino o Anselmo da Breganze. Mi si disse esistere documenti; pregai perché mi fossero comunicati, e nella mancanza di essi, e postomi II il dubbio, non oso arrischiare su questo punto un giudizio. Tale questione e l’altra della privazione per Giovanni Battista Cavalcaselle a Francesco Pellegrini 100 anni della dignità vescovile in Belluno dopo l’uccisione di Manfredi nel 1321, privazione contestata, privazione provata da documenti feltrini, negata da documenti bellunesi, lasciamo una lacuna nella mia Roma, 5 febbraio 1883 storia, che però vorrei condurre a capo. Vorrà Ella essere così buono da dirmi qualche cosa in proposito? Belluno, Biblioteca Civica, ms.702.188 La cosa non urge pel momento; ma ogni notizia in qualunque tempo mi sarà sommamente cara. La lettera di ringraziamento (Belluno, Biblioteca Civica, ms.702.188) per il volume sulla «cronachetta bellunese dagli anni Le mando le notizie sulle scuole di Feltre, delle quali mi faccio garante. Non badi al modo di esposizione. 1508-1516» (Pellegrini 1880), che l’autore ha inviato a Cavalcaselle a Roma, attesta i contatti duraturi fra loro dopo l’in- Ove possa mi domandi, e augurandole ogni felicità me le professo contro a Belluno e in Cadore tra la fine del 1865 e gli inizi dell’anno successivo. Un incontro che Cavalcaselle vuole ricordare Devot(issim)o servit(or)e con il desiderio di poterlo ripetere dopo tanti anni. Zanghellini

5 feb. 1883 Roma Illustriss(im)o Signor Professore, Le sono grandemente tenuto del dono che mi ha fatto della sua pregevole pubblicazione delle IV “Memorie sui fatti di guerra dal 1508 al 1516”. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Ricordo sempre i bei giorni passati in Belluno ed in Cadore. Quanto mi farebbe piacere di ritrovarvi Feltre, 3 maggio 1859 ancora una volta! Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Ma quando Ella pensa di venire a Roma? Non si dimentichi di me e mi creda sempre Prima di ricevere da Pietro Mugna l’opuscolo Delle scuole e degli uomini celebri di Belluno (Mugna 18582) Antonio Zan- Suo Devotissimo ghellini ne ha ottenuta una copia in dono da parenti del luogo. Come nel caso del precedente lavoro sull’Agordino, deve osser- G.B. Cavalcaselle vare la tendenza dell’abate a essere troppo frettoloso. Anche nell’ultimo studio non si è avvalso a sufficienza del suo aiuto circa i nomi degli uomini celebri di Belluno e, di conseguenza, ha tralasciato personaggi importanti. Zanghellini trova difficile pubblicare il proprio saggio di argomento storico: le trattative con il cognato di Mugna e con l’editore trevigiano Longo non hanno sortito i risultati auspicati, in quanto è consapevole del pregiudizio suscitato quasi certamente dal suo coinvolgimento III nei fatti del 1848 come comandante della Guardia Civica di Feltre (Bartolini, Pistoia 2019, p. 532). Sulla sua relazione al Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Comitato Provvisorio di Feltre si veda Pellin 1848. Ha apprezzato la Vergine di Giovanni Follador, matematico e professore Feltre, 3 dicembre 1858 del Seminario Vescovile di Padova, e chiede a Mugna di salutare lui e Francesco Pellegrini. Non manca di segnalare che Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 diverge su alcuni punti degli esiti delle sue ricerche.

Il sacerdote patriota ed erudito feltrino Antonio Zanghellini (Bartolin, Pistoia 2019, p. 532) si complimenta con Pietro Feltre 3 maggio 59 Mugna, del quale ha letto il contributo sull’Agordino (Mugna 18573; Mugna 18581). Apprezza l’esattezza storica dell’abate Chiarissimo e Egregio Professore e deplora la tendenza di molti a dedurre i fatti storici per congettura e non su base documentaria. Ritiene inesatta la notizia Alla gentile sua dei 19 febb(rai)o rispondo solamente oggi; m’abbia in buona scusa, e mi condoni la ne- della riunione delle diocesi di Feltre e Belluno nel 1197 mentre documenti a sua disposizione datano i fatti al 1205: sulla gligenza. questione si veda Melchiorre 2015, pp. 19-20. Chiede a Mugna eventuale documentazione utile a chiarire la questione della Prima ancora ch’ella mi regalasse dell’opuscolo sulla scuola e uomini celebri di Belluno, me lo aveva privazione della dignità vescovile alla città di Belluno a partire dal 1321 (Melchiorre 2015, p. 34). Si dichiara infine dispo- letto, speditomi da Agordo da’ miei parenti di colassù e ne gustava. Peccato, dissi fra me, come avea detto nibile a fornire all’abate di Trissino notizie utili al suo studio sulle scuole di Feltre. infra me solo quando lessi l’altro sull’Agordino ch’Ella pubblicò pel Canonicato di m(onsigno)r Pullini, peccato che il prof. Mugna si lasci così sovente prendere dalla fretta, per lo che trasparisca da suoi lavori la fretta. Tale mia ingenua osservazione non è diretta al Tipografo, ma all’autore, che io stimo assai, e che Feltre, 3 dicembre 1858 occupandosi di storia entra nella scienza più cara a me, e dalla quale unicamente trovo conforto. Il prof. Chiarissimo Sig. Professore, Mugna farà brutto viso a tale mia avvertenza? Ove lo credessi, non l’avrei fatta. Ho letto con vero piacere il di lei lavoro sull’Agordino e me ne congratulo seco lei ringraziandola del gen- Anche un’altra. Quando ella mi chiese notizie sulle scuole di Feltre, mi attenni più a dati statistici che tilissimo dono. Ha fatto bene illustrare quella parte della nostra provincia, e in quanto a me son convinto ad altro. Ma Ella ha nominato taluno fra’ nostri celebri, e dal tenore del suo opuscolo conobbi che avrei aver Ella fatto con amore e verità una narrazione che presenta per molti riguardi un interesse non solo a potuto sopra più molti darle non meschina notizia. È vero che si parla di uomini celebri di Belluno, di noi provinciali, ma anche a chi ci è lontano di sito. Ella ha messo in bella veduta le condizioni di quel Belluno che onoro e riverisco scevro da gretto spirito municipalistico; ma se Ella m’avesse domandato paese, ne ha indicato i difetti e ha suggerito saggi mezzi a rimediarvi. qualche più estesa cognizione sui Feltrini, l’avrei data e non mi sarebbe toccato di vedere nominati Bruna Lodo la sua esposizione storica, la concisione adattata al lavoro, e l’esattezza cronologica. Ella ha ab- e Zannia, e omessi tant’altri, che avranno aggrottato la fronte per sì grande crudeltà dei nepoti. bandonato il campo della congettura nei primi tempi, e ha fatto bene. Troppe volte lavorando di troppa Ella accenna che io sto da qualche tempo lavorando con grande amore nella patria storia. È vero. La ho 216­­­ logica si fabbricano fatti e uomini, e in quanto a me ho adottato il principio di ignorar fatti piuttosto che 217­­­ compiuta, conducendola fino a giorni nostri. Due anni fa facea proposta al di lei cognato per la stampa; andarono e vennero a e da Feltre tedeschi eserciti, che nel 1509 la abbruciarono, e nel 1510 la smantella- ne aveva affermativa risposta, o dirò meglio, pareva che si trattasse null’altro che di conciliare i reciproci rono a’ fondamenti. Ma nel 1510 la abbandonarono, e non l’ebbero più in potere che nel 1798. Le piaghe interessi. Pochi giorni dopo si rifiutò, appunto perché sopra caricato d’affari. Altri mi dissero per tema erano troppo acerbe perché allo svolgersi delle dottrine di Lutero potessero i feltrini lasciarsi lusingare da che gli scritti di un prevenuto recassero molestia al tipografo. Comunque sia mi rivolsi a Treviso, e feci idee venienti di Germania. L’odio era implacabile, e ne abbiamo frequenti prove; e quest’odio avea rotta patto col Longo; ma anche quel dabben’uomo vuole un imprimatur in tutta forma. Conscio dell’apostolato ogni comunicazione con que’ Paesi. storico, e dei doveri inerenti a quell’officio, ho deciso che la mia storia dorma (ed è Storia) fino a che i Aggiunga che il vescovo Lorenzo Campeggio fu Nunzio all’Imperatore frequenti volte, e proprio ne’ tempi tipografi non abbiano paura. Del resto ella dorme al ciel scoperto, e non la nasconderò mai. in cui la mala semente si spargeva colà entro alla diffusa. Tommaso Campeggio, suo successore, assistette Ho letto con vero piacere la Vergine del prof. Follador. Non ho il piacere di conoscerlo di persona, ma la all’apertura del Concilio di Trento. Filippo Campeggio sottoscrisse la chiusura di quell’augusta assemblea, prego di salutarmelo e dirle che, per quanto valga la mia lode, gliela tributo tutta quanta e sincera e piena. e fu de’ primi a introdurre nella sua diocesi la legittima Riforma. Antonio dal Covolo, frate dei Minori, se- Mi ricordi al prof. Pellegrini, lo ringrazii delle ultime sue notizie, e gli dica che non siamo punto d’accor- dette Dottore nel Concilio, e nel ritorno tenne la pubblica scuola per molti anni finché, a dir vero, nonché do sui punti in questione. Ho inserito accanto ai miei i di lui argomenti; decideranno i posteri, se pure la tracce, avrei argomenti molti per ritenere che anzi decisa avversione avesse Feltre per le nuove dottrine. mia storia può illudersi di avere posteri, ossia lettori. Più tardi all’epoca del Sarpi, nulla affatto ritrovo. Che se mi domanda dei giorni presenti, le dico con Egregio e carissimo professore mi continui la di lei preziosa corrispondenza e mi creda rincrescimento che d’onde vengano nol so preciso, c’è una semi innondazione di Bibbie. I credenzoni le Devot(issim)o obbl(igatissim)o ser(vitor)e vogliono d’oltre Mincio; io dubito invece ci vengano di Germania. E parmi il mio dubbio non del tutto Zanghellini infondato, se, com’è verissimo, ne vidi più d’una in mano di contadini, che eran venuti dai lavori sulle sponde di Germania, e proprio dalla sedicente cattolicissima Baviera. Ecco, Chiarissimo Signore, quant’io le posso dire in risposta alla graditissima sua. Ove io valga, la prego V non risparmiarmi, ché mi sarà sempre grato ufficio servirla. Antonio Zanghellini a Pietro Mugna Mons. Bertagno ricambia i di lei ricordi; ed io colla preghiera di dire il mio ossequio al rev(erendissi)mo Feltre, 3 aprile 1861 Arcidiacono, mi pregio di professarmela. Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78 Devotissimo servitore Feltre 3 Aprile 1861 Antonio Zanghellini soddisfa alcune curiosità di Pietro Mugna, il quale gli ha chiesto notizie sulla diffusione della Riforma A. Zanghellini protestante nel Feltrino. Partendo dal VI secolo, dimostra come in quei territori i vescovi abbiano sempre vigilato nella sal- vaguardia dell’ortodossia cattolica. Cita l’esempio del podestà di Feltre Patavino da Prato, che, nel 1293, avrebbe cacciato frà Dolcino, notizia che dovette ricavare dalle Memorie istoriche di Feltre di Antonio Del Corno (Del Corno 1710, p. 51). VI Passa quindi al vescovo di Feltre Enrico Scarampi, uno dei giudici di Giovanni Hus e Gerolamo da Praga al Concilio di Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle Costanza del 1415 (Pia 2018, pp. 309-312). Zanghellini dimostra poi l’impermeabilità del Feltrino alle dottrine luterane e Feltre, 9 maggio 1866 dell’efficacia delle azioni intraprese in occasione del Concilio di Trento. Attesta una diffusione di Bibbie, con molta probabi- Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2035 (=12276), lità recate da operai di ritorno dalla Baviera. Su tali argomenti ritornerà qualche anno dopo Cesare Cantù con l’opera in tre Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 116, ff. 1r-2v volumi Gli eretici d’Italia (Cantù 1865-1866), in vista della quale Mugna conduce le ricerche in sede locale per conto dello studioso briviense. In questo estratto di una lettera del 9 maggio 1866, data erroneamente trascritta come 9 maggio 1865 (Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2035 (=12276), Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 116, ff. 1r-2v) Pietro Zanghellini Egregio e Chiarissimo Signore, risponde a Pietro Mugna, che si è fatto da tramite nel porre all’erudito feltrino alcuni quesiti da parte di Pietro Selvatico. Eccomi con Lei, tardo più ch’io non voleva; ma sappia scusarmi, ché per iscusa io la metto innanzi la Questi, infatti, in una missiva del 5 giugno 1865 aveva chiesto all’abate di Trissino di rivolgersi a qualche storico feltrino in Settimana Santa colle sue lunghe funzioni, e le feste or ora finite. grado di fornire notizie sul pittore Pietro Luzzo, detto Morto da Feltre, e su alcune sue opere (cfr. qui pp. 172-173). Zanghellini Ella mi chiede se tentativi di Riforma si facessero in Feltre, e se pel contatto della città con la Germania risponde a riguardo e, basandosi su documenti d’archivio, traccia una biografia dell’artista e fornisce indicazione su alcune o pel soggiorno di Tedeschi, alcuna traccia si abbia di Protestantesimo. Risponderò in relazione alla do- sue pitture, sopravvissute, scomparse o trasferite altrove a seguito delle campagne napoleoniche, come la pala della chiesa di manda. Santo Stefano. Fa riferimento al suo saggio apparso nel «Messagere Tirolese» nel 1862 (Zanghellini 1862). Se si tratti di riforma in generale io trovo nel secolo VI° involto il nostro vescovo Fontejo nello Scisma dei Tre Capitoli, epoca nella quale, a mio giudizio (e quando lo pubblicherò mi si griderà la croce adosso), Estratto di lettera del signor A. Zanghellini di Feltre. Data 9 maggio 1865 [1866] relativa a Pietro Luzzo, cominciò Feltre ad aver vescovo proprio, staccandosi dalla giurisdizione di Padova. Più tardi, e preci- detto Morto da Feltre. N.B. La lettera era diretta al chiarissimo Signor Abate Prof. Dr. Pietro Mugna che samente nel 1293, arrivò a Feltre Frà Dolcino con la sua Margarita. Ebbe assai seguaci, sconvolse ogni aveva interpellato in argomento il Signor A. Zanghellini per incarico dell’illustr(issim)o Sig. M(arche)se ordine, esercitò culto e fu bandito co’ suoi da Patavino da Prato Podestà di Feltre. Selvatico. Se poi si tratti di quella Riforma che è di Protestantismo le dirò che a’ tempi di Wicleffo Feltre era soggetta Omissis a’ Visconti, e niun commercio aveva oltre ai confini del veneto territorio. Allora che gli Hussiti si mostra- 1° Pietro Luzzo, Lucio, nacque a Feltre 1474 da Bartolomeo medico. La famiglia non apparteneva al pa- rono, nessun Contatto con la Germania, bensì Enrico Scarampi vescovo di Feltre sedeva nel Costanziense triziato, ma all’ordine dei cittadini esercenti arte meccanica. Fu portato nel 1475 in Zara ove il padre era e fu tra’ giudici deputati a sentire e condannare Giovanni Hus col Girolamo da Praga. Dal che parmi stato condottore m‹edico› col collega Donato Corona. E questo io desumo da un autografo di Bartolomeo arguire che il vescovo, ritornato nella sua diocesi, dovesse invigilare a che i nuovi errori non toccassero Luzzo nel margine di un codice esistente nella biblioteca del Seminario nostro. Da qui, per me, il nome il suo gregge. E che abbia vigilato me lo prova un suo rescritto a’ frati Eremitani di Feltre, col quale loda di Zarotto, rifiutando quanto racconta il Vasari in proposito. il loro zelo, e li esorta a perseverare perché colla predicazione si faccia opera di conservare i fedeli nella Nell’Archivio di Feltre ho scovato come il Magnifico Maggior Consiglio, autorizzato per Bolla di Leone X 218­­­ vera fede. e Ducale di Leonardo Loredano, ristorasse la incendiata chiesa, voltando da Oriente a Occidente l’altar 219­­­ Ella sa, Egregio Signore, a quali amare vicende la brutta Lega di Cambrai sottopose Feltre. Sì che allora maggiore, e desse incarico a Pietro Luzzo di dipingere la Palla (Madonna, santo Stefano, san Vittore) e tracciarne la genealogia. Un’altra fonte citata è la Storia di Feltre di Antonio Cambruzzi, allora disponibile di frescare la facciata col martirio del Protomartire; più frescare la Loggia di Città con Astrea seduta sul in manoscritto, in quanto la princeps risale agli anni 1873-1875 (Cambruzzi, Vecellio 1873-1875). Leone, fiancheggiata da santo Stefano e sant’Andrea. E tutta questa roba per sessanta ducati, locché non deve recar stupore a chi sa quanto si desse al Coreggio per il suo san Girolamo. Promemoria per l’Egregio Sig. Cavalcaselle. Che poi il pittore fosse Pietro e non Lorenzo, lo proverei con documento esistente pur esso nell’Archivio Dalla biografia che io diedi alla luce fino dal 10 aprile 1862 e che le spedisco, con la del Comune. Eccolo. preghiera di ritornarmela quando abbia tratto copia, potrà desumere quanto egli desidera In consilio septuaginta 23. Gennaro 1558 Va da parte per nominar nonzolo della chiesa di Santo Stefano riguardo al Morto da Feltre. missier Bartolomeo Luzzo prete con provigion de ducati annui dodese da £. 4 in recognition dei meriti verso Aggiungo solamente alcune osservazioni. E per primo io aveva scritto che certo prima del dita chiesa di maestro Pietro suo padre, approvato con balotte ecc. ecc. 1521 egli doveva partirsi da Feltre ecc. Qui bisogna correggere, giacché la data 1521 che Evviva la cucagna! E aggiunga, egregio professore, che quei miserabili dodici ducati erano anche per l’Egregio Signor Cavalcaselle mi fece osservare nell’a fresco della sacristia di Ognissanti pagamento della messa che il gramo prete doveva celebrare quotidie alle 11. a comodo dei Magnifici mi smentirebbe. Resta fermo però ch’egli morisse nello scorcio del 1521. Le date delle Consiglieri. commissioni pei suoi lavori in Feltre ordinatigli dal Comune rimangono inalterate; non 2°. Perloché l’iscrizione Laurentius Lucius Feltrensis faciebat 1511 inclinerei a ritenerla apocrifa. E tanto potendo io decampare dal patrio archivio. Che poi, prima del 1519, egli si trovasse in più che nel 1511 non esisteva di Feltre che il sito e un mucchio di rovine e di ceneri. Dopo la sua distru- Feltre e dipingesse la palla di Villabruna, di Caupo, di Santo Spirito, non è cosa da potersi zione nel 1509 e 1511 la non si cominciò a riabitare che nella primavera de 1512 con baracche di legno. provare con documenti. Il signor Cavalcaselle vedrà se dal 24 marzo 1519 al 1521 sia Nel 1515 si decretò il ristauro, e si compiè la porta maggiore di Santo Stefano; e se Laurentius faciebat possibile che il pittore compisse tutti i lavori che a lui si attribuiscono. Riguardo a quella 1511, non so come nel 1519 si desse la commissione a Pietro. L’illustre Marchese Selvatico porrà, son casa in Mercatonuovo, potrà, se crede, aggiungere che la fu, circa quell’epoca, abitata certo, a calcolo questi cenni. dalla famiglia Crico, ora trapiantata in Venezia, come desunse egli proprio dall’arma con- 3°. Che la Palla di Santo Stefano fosse nel Museo di Berlino non m’el sapeva. Quel ch’io so è che nel sistente in una fenice bruciante; ha le due lettere A. C. Andreas Crichus. 1796, democratizzandosi tutto, venne democratizzata da Massena anche quella Palla, e la Municipalità In quanto al nome del Morto, noi abbiamo due alberi genealogici conservatici nel Codice non trovò argomento da contraporre a quelli del generale. Ciò è che si narra, ma io non ho documenti, Capitolare dello Avogadro Sylva maxima Urbis Feltriae, N° X. altri la vogliono demaniata nel 1798; insomma sparì, e non resta a Feltre se non la consolazione di non In uno è scritto Laurentius Pictor, nell’altro Petrus L. Pictor, che io leggo Petrus Laurentius aver avuto colpa dello smarrimento. Pictor. La data è identica; tanto il Laurentius quanto il Petrus L. sono figli di Bartolommeo. Sicuro che è dolorosa cosa che fra le quattro mura di quella chiesa, attrezzata la facciata e la loggia e gli Quindi il Morto era dico Lorenzo Luzzo. a fresco, stridano gli assi di un pilastro. Auri sacra fames! Del Petrus sta l’Archivio del Comune, nella parte presa a favore del figlio di maestro Altra pala del Luzzo, una Madonna col putto, san Francesco, sant’Antonio e alcuni angeli era nel soppres- Pietro; il qual figlio era di nome Bartolommeo dall’uso di ricordare l’avo. Del Laurentius so convento di Santo Spirito. La si conserva nella pinacoteca del Seminario? sarebbero quelle due L. L. che il signor Cavalcaselle lesse sul pomo di una spada nel quadro E giacchè sono in argomento, ed ho esaurito le tre domande, aggiungo qualche altra notizia. del Morto che sta nella Pinacoteca di Berlino. Quadro che io ritengo esser quello dipinto Nella chiesa di Ognissanti di Feltre, evvi un fresco del Luzzo, la Trasfigurazione, e in cambio di Moisé ed dal Morto per la chiesa di Santo Spirito di Feltre e che, incamerato nel 1810, girò il mon- Elia, sant’Antonio Abate e santa Lucia. È danneggiato dal tempo e dalla ignoranza, ma pochi anni sono io do. E perciò vorrei corretto quanto io dissi, nella biografia, di quel quadro come esistente condussi a vederlo il professor Felice Schiavoni e vi trovò i tratti franchi di un grande maestro. nella Pinacoteca del Seminario. C’è sì una Deposizione di croce, che fu sospettata del Nella contrada delle Tezze un Curzio che col cavallo si lancia nella voragine: ognuno che il veda, lo am- Morto, ma senza appoggio, come del resto la palla di Santo Spirito con dentro la Vergine, mira a lungo. san Francesco, sant’Antonio di Padova e alcuni angioletti di meravigliosa bellezza, come In Mercato nuovo alcuni graffiti, ma assai deperiti. Sotto la Torre dell’Orologio, un a fresco sbiadito dal lasciò scritto il cronista Cambruzzi. tempo, ma che lascia vedere i tocchi di mano maestra. Veda l’egregio signore Cavalcaselle se dalla biografia e da queste osservazioni possa trarre Eccole, Egregio Professore, quanto posso dirle del Luzzo in relazione di quanto mi scrisse. suo pro! E pregando nuovamente pel rinvio del foglio, dopo fattone l’uso necessario, riceva Omissis il signor Cavalcaselle i sensi della mia profonda stima e considerazione. f(irmata) A. Zanghellini Di Feltre 5 giugno 1866 Zanghellini

VII Antonio Zanghellini a Giovanni Battista Cavalcaselle Feltre, 5 giugno 1866 Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2035 (=12276), Fascicolo III, Epistole 101148, n. 119, ff. 1r-2r

In questo promemoria (Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV, 2035 (=12276), Fascicolo III, Epistole 101-148, n. 119, ff. 1r-2r) Antonio Zanghellini fornisce a Giovanni Battista Cavalcaselle notizie aggiuntive e correzioni alla biografia del pittore Morto da Feltre del 1862, che gli ha spedito in precedenza. Espone dati sulla data di morte dell’artista, sulla cro- 220­­­ nologia di alcune opere e, citando documenti conservati presso la biblioteca del Capitolo e dell’Archivio del Comune, tenta di 221­­­ LETTERE DI GIOVANNI BATTISTA CAVALCASELLE A PIETRO MUGNA

222­­­ 223­­­ I. I. I.

224­­­ 225­­­

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, Firenze, 1 settembre 1869. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 I. I.

226­­­ 227­­­ VII. VII.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, 13 febbraio 1870.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

228­­­ 229­­­ VII. VII.

230­­­ 231­­­ XIV. XIV.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, 12 settembre 1870.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

232­­­ 233­­­ XIV. XIV.

234­­­ 235­­­ X V. X V.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, 15 settembre 1870.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

236­­­ 237­­­ X V. X V.

238­­­ 239­­­ XXI. XXI.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, 22 novembre 1870.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

240­­­ 241­­­ XXI. XXI.

242­­­ 243­­­ XXII. XXII.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, s.l. s.d. [Firenze, fine dicembre 1870].

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

244­­­ 245­­­ XXII. XXII.

246­­­ 247­­­ XXVI. XXVI.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, s.l. [Firenze] 5 aprile 1871.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

248­­­ 249­­­ XXVI. XXVI.

250­­­ 251­­­ XXX. XXX.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, Firenze, 4 luglio 1871.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

252­­­ 253­­­ XXX. XXX.

254­­­ 255­­­ LI. LI.

Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna, Roma, 24 dicembre 1878.

Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

256­­­ 257­­­ LI. LI.

258­­­ 259­­­ Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna. Problematiche e rapporti editoriali

Le lettere autografe di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pietro Mugna qui pubblicate sono conservate nella busta E. 76 del Fondo Epistolari presso la Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza. La collocazione attuale non coincide con quella in vigore fino al 1992 e, rispetto ad essa, razionalizza e semplifica l’ordinamento dei materiali, ora archiviati in serie unica e secondo uno stretto ordine alfabetico. I testi sono pubblicati rispettando la loro forma originaria, che presenta ipercorrettismi e scem- piamenti da ricondurre alla patina linguistica dell’autore. Per una maggiore leggibilità, si è minimamente intervenuti sulla punteggiatura. A livello ortografico, è stato regolarizzato l’uso dell’apostrofo davanti a parole maschili e femminili che inizia- no con la vocale, si è scelta la forma univerbata per le congiunzioni e gli avverbi, si sono distinti da congiunzione e dà verbo, j è stato regolarizzato in i, in un caso ve l’ho spedirò è stato corretto in ve lo spedirò e potrete d’armi in potrete darmi. Le abbreviazioni sono state sciolte fra parentesi tonde solo laddove necessario. Eventuali integrazioni sono indicate fra parentesi angolate. Fra parentesi quadre sono state indicate in corsivo eventuali note dell’editore. Le parti sottolineate del testo origina- le sono state riprodotte in caratteri corsivi, come pure i titoli delle monografie citate dal Cavalcaselle, mentre eventuali titoli di riviste sono state poste fra virgolette basse secondo l’uso moderno. Le lettere sono state numerate con caratteri romani e per ciascuna viene fornita una doppia datazione, una editoriale e l’altra nella stessa forma adottata dal Cavalcaselle. Le lettere senza indicazione di luogo e data sono contraddistinte dalle sigle s.l. (=senza luogo) e s.d. (=senza data) e, fra parentesi qua- dre, si aggiungono eventuali indicazioni spazio-temporali ricavabili da elementi interni ed esterni al documento esaminato.

I. Firenze, 1 settembre 1869 XVIII. s.l. s.d. [Firenze, autunno 1870] XXXV. Firenze, 3 ottobre 1871 II. Firenze, 19 settembre 1869 XIX. Firenze, 30 ottobre 1870 XXXVI. [Firenze], 19 ottobre 1871 III. Firenze, 4 ottobre 1869 XX. Firenze, 6 novembre 1870 XXXVII. s.l. s.d. [Firenze, post 19 ottobre 1871] IV. Firenze, 13 ottobre 1869 XXI. Firenze, 22 novembre 1870 XXXVIII. Roma, 9 novembre 1871 V. Firenze, 22 ottobre 1869 XXII. s.l. s.d. [Firenze, fine dicembre 1870] XXXIX. Firenze, 23 dicembre 1871 VI. Firenze, 30 novembre 1869 XXIII. Firenze, 23 febbraio 1871 XL. Roma, 14 aprile 1872 VII. Firenze, 13 febbraio 1870 XXIV. Firenze, 10 marzo 1871 XLI. s.l. s.d. [Roma, 1873] VIII. [Firenze], 6 maggio 1870 XXV. s.l. [Firenze], 21 marzo 1871 XLII. Roma,15 aprile 1876 IX. Firenze, 5 giugno 1870 XXVI. s.l. [Firenze] 5 aprile 1871 XLIII. Roma, 19 maggio 1876 X. Firenze, 18 giugno 1876 XXVII. s.l. [Firenze], 12 aprile 1871 XLIV. Roma, 29 maggio 1876 XI. Firenze, 5 luglio 1870 XXVIII. Firenze, 3 giugno 1871 XLV. Roma, 9 giugno 1876 XII. Firenze, 27 agosto 1870 XXIX. s.d. [post 28 giugno 1871] XLVI. Roma, 27 giugno 1876 XIII. s.l. s.d. [Firenze], 3 settembre [1870] XXX. Firenze, 4 luglio 1871 XLVII. Roma, 14 luglio 1876 XIV. Firenze, 12 settembre 1870 XXXI. [Firenze], 31 luglio 1871 XLVIII. Roma, 19 gennaio 1877 XV. Firenze, 15 settembre 1870 XXXII. Firenze, 10 settembre 1871 XLIX. Roma, 6 maggio 1877 XVI. Firenze, 20 settembre 1870 XXXIII. Firenze, 28 settembre 1871 L. Roma, 21 novembre 1877 XVII. Firenze, 4 ottobre 1870 XXXIV. s.l. s.d. [ottobre 1871] LI. Roma, 24 dicembre 1878

260­­­ 261­­­ I un affare come concluso, ma che però occorreva l’approvazione del Consiglio, il qual Consiglio si sarebbe addunato ai primi del mese venturo. Io credo dalle parole, e dal modo come mi parlò Le Monnier, che la Firenze, 1 settembre 1869 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 cosa sia sicura, essendo impegnato anch’esso, ma come vedete la cosa non è fatta. Dunque voi siete in tempo di pensare, se credete che con altri si possa concludere l’affare a migliori con- Cavalcaselle consiglia a Pietro Mugna di scrivere una lettera al Consiglio di amministrazione dei Successori Le Monnier per dizioni e scrivermelo. Non desidero che voi siate sacrificato per conto mio. proporre la stampa dell’edizione italiana della New History of painting in North Italy (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem Forse la domanda fatta al Barbèra (di L. 30 al foglio) si sarà conosciuta da quei Signori ai quali ho fatta 1866), traducendo il testo dal tedesco (Crowe, Cavalcaselle 1869). Vi è la possibilità di richiedere da Lipsia i clichés di tredici la domanda di £. 32 e di più di altre £. 100 per ogni vole. tedesco per me. Considerate che la riduzione illustrazioni al prezzo di 375 franchi, ma, a suo parere, a parte qualche pianta geometrica, non sono necessarie (cfr. lettere domandata dal Le Monnier di Lire 25, accordando a me Lire 100 per ogni volume del tedesco corrispon- VI, VII, XXIV, XXXVI e XXXVII). Il secondo volume dell’edizione tedesca non gli è ancora stato spedito (cfr. lettere IV, V e VI). desse alle Lire 30 domandate al Barbèra. Dovevo pensare quando ero giovane a darmi una educazione letteraria, perché con quella avrei potuto 1 settembre 1859 Firenze guadagnarmi i mezzi per campare un poco meglio. Quello poi che mi rattrista grandemente si è che mo- Caro Mugna, rendo lascio la mia buona [cancellato] moglie sprovvista di mezzi, ma passiamo ad altro. Vi prego, scri- Barbèra va per le lunghe. Ora adduce la scusa della malattia dell’imperatore dei Francesi. Vengo con- vendomi, di non indirizzare le lettere al Bargello, ma al mio solo nome e cognome - ferme in posta. Firenze. sigliato da persona che ha cognizione di causa intorno a quello che vi scrivo, che voi fate la vostra pro- L’ispettore del Bargello, che vuol dire carcere, ha datto al naso di qualcuno del Museo. posta ai Successori Le Monnier dirigendo la lettera al “Segretario del Consiglio di amministrazione della Salutatemi tanto il buon Tolomei, nonchè il Marchese Selvatico. Società dei Successori Le Monnier”, mandando la lettera aperta a me perché la faccia recapitare nel modo Soportate le noie che vi do e credetemi sempre riconoscente deela (sic) bontà che mi mostrate. Addio di che mi viene suggerito. cuore. Credo che per ora si sia bene che non ne facciate parola al Selvatico. Il vostro devotissimo amico Il tutto vostro G. B. Cavalcaselle G. B. Cavalcaselle Continuo a lavorare assiduo al quinto volume dell’inglese il quale è già poco più della metà, bello e spedi- N.B. to al mio amico il quale lo ha scritto in inglese e sta pronto per la stampa. Ora mi rimane la continuazione Potete dire che volete fare un’edizione italiana da quella tedesca, essendo questa stata riveduta, corretta la quale mi terrà ancora occupato per diversi mesi. Quando vedete i Marconati salutatemi, anzi Augusto e fate delle aggiunte dagli autori. vi parlerà a nome mio riguardo a quel Girolamo Santi che dipingeva a Padova. Quanto alle incisioni in legno, se le vogliono, si potranno avere i clichés delle 13 illustrazioni del volu- me Io. per 375 franchi da Lipsia, ma tali illustrazioni non sono assolutamente necessarie, meno qualche pianta geometrica. Aspetto risposta. III Il IIo vol. tedesco non è ancora giunto a Firenze. Addio di nuovo Firenze, 4 ottobre 1869 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

Cavalcaselle comunica che al successivo Consiglio di amministrazione della Le Monnier verrà discussa la loro proposta II finale per la pubblicazione al costo di Lire 30 al foglio, già presentata a suo tempo al Barbèra. Cavalcaselle riferisce che, su Firenze, 19 settembre 1869 «Antologia» è apparso un articolo sulla traduzione tedesca dell’opera. Chiede a Mugna di avvisarlo non appena sarà arrivato Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 a Padova e di inviargli un suo parere sul libro. Si fa riferimento alla recensione di Gaetano Milanesi (1868, pp. 144, 147) che però non cità l’edizione tedesca il primo Cavalcaselle comunica all’abate Mugna il giudizio positivo del Consiglio di amministrazione Le Monnier sull’opera proposta volume della quale è del 1869. In questa recensione Milanesi mette in luce la novità di metodo. Rapportabile a quello degli per la stampa, tuttavia è necessario abbassare il prezzo per la traduzione, in quanto la richiesta avanzata è stata considerata studiosi tedeschi e inglesi: «noi vediamo che essi trattando la storia delle arti nostre non discompagnano la erudizione critica eccessiva. Mugna può quindi ritenersi libero di accettare o rifiutare, purché glielo comunichi, indirizzando le eventuali lettere dalla cognizione artistica; usando una continua diligenza nella ricerca e studio dei fatti, delle occasioni e de’ tempi loro». direttamente al suo indirizzo fermo posta a Firenze e non presso il Museo del Bargello. Alla fine Cavalcaselle dice che sta lavorando assiduamente al quinto volume dell’edizione inglese (cfr. lettere VII, X e XI): la prima metà del lavoro è pronta per 4. ottobre 1869. Firenze la stampa, e nei mesi successivi attenderà alla continuazione. Caro Signore ed amico, Aspettava a rispondere per darvi qualche risposta. 19. se(ttem)bre 1869 Firenze La persona alla quale ho affidato la condotta dell’affare mi dice che la cosa è bene avviata, ma che il Con- Mio caro e buon amico, siglio dei Successori Le Monnier non si radunerà che alla riapertura delle Camere. Le condizioni saranno Ieri sono stato dal Le Monnier, il quale mi disse che il Consiglio desiderava di farne la pubblicazione, ma le stesse che voi avete fatte al Barbèra di £ 30 al foglio, cosa che quei Signori già conoscevano. dopo aver fatto i conti, trovando ch’era troppo costosa la traduzione, domandava col suo mezzo un ribasso Speriamo bene. di prezzo. Risposi che subito dopo ch’esso mi aveva fatto conoscere che per le Lire 25 al foglio l’affare si Conservatemi la vostra buona amicizia, che ne ho bisogno e credetemi sempre. poteva concludere vi avevo scritto in proposito, e che voi, da buon amico, mi avete risposto che per il solo Il vostro devotissimo piacere di vedere la traduzione, e non spinto da interesse veruno, eravate disposto di accettare di fare il G. B. Cavalcaselle 262­­­ lavoro per le Lire 25, sempre che s’inte‹n›desse un’affare concluso. Le Monnier rispose che esso riteneva 263­­­ Nell’ultimo numero della «Antologia» si ricorda la traduzione tedesca. Quando sarete a Padova, scrivete- Monnier ai suoi Successori. melo. Subito che io avrò qualche cosa a comunicarvi lo farò! State sano, addio di nuovo. Aspetto di conoscere se voi l’approvate o lo cambiate et cetera. Ora che leggete il libro, cosa ve ne pare? Se la traduzione, come spero, si farà, dovrò tutto a voi e ve ne sarò obbligato per tutta la vita. In aspettativa d’ un vostro riscontro, credetemi con tutta la stima ed amicizia. Il vostro G. B. Cavalcaselle

IV N.B. Il 2o volume non l’ho ancora ricevuto, ma mi si scrive da Lipsia che mi è stato spedito. Subito l’avrò ve lo manderò. Firenze, 13 ottobre 1869 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

Cavalcaselle comunica a Mugna che Le Monnier ha posto la condizione di ridurre il prezzo della traduzione da 30 a 25 lire a foglio. Chiede dunque all’interlocutore di decidere se abbassare il prezzo o se, in presenza di migliori offerte, abbandonare la casa editrice Le Monnier. Alla fine della lettera gli domanda se ha potuto visionare il secondo volume in tedesco (cfr. lettere II VI e V) e se ha ricevuto l’opuscolo sul ritratto di Dante che gli ha mandato (lettere VI, VII, XVI, e XXI). Cfr. Cavalcaselle 1864, Firenze, 30 novembre 1869 1865; Crowe, Cavalcaselle 1869, II. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 13 8bre.1869 Firenze Carissimo amico, Cavalcaselle comunica a Mugna di avere ricevuto rassicurazioni da parte del Le Monnier circa l’approvazione dell’accordo Ecco la risposta che mi ha fatto avere, a voce, Le Monnier da parte dei Successori. per la stampa e per la traduzione. Si tratta di aspettare che il Consiglio di amministrazione si riunisca nuovamente. Riferisce Essi trovano che è troppo alto il prezzo delle Lire 32 al foglio per una traduzione, mentre per un lavoro poi di avere parlato anche con l’amico Atto Vannucci, che consiglia di attendere la convocazione del Consiglio e poi, nel caso la proposta venisse rigettata, di rivolgersi alla persona con cui l’abate è in contatto, per concludere con quest’ultima l’affare e originale non danno più di Lire 500 al volume. ritirare la proposta fatta a Le Monnier. Aspettano dunque una riduzione di prezzo. Le Monnier, in modo confidenziale, mi ha fatto dire che cre- Si riserva di parlare delle note di Max Jordan in altra occasione (cfr. lettere XIV, XXI e XXII). derebbe che per Lire 25 al foglio l’affare si potrebbe concludere. Al termine della lettera Cavalcaselle ricorda a Mugna che a Lipsia sono disponibili per 375 franchi i clichés per le illustrazio- Le altre domande poste nella mia lettera (che voi conoscete) sono state accettate, per cui anco le Lire 100 ni (cfr. lettere I, VII, XXIV, XXXVI e XXXVII) e gli promette di spedirgli quello stesso giorno il secondo volume dell’edizione al volume per me. A voi, come pratico di tali affari e di più che avete il faticoso compito della traduzione, tedesca (cfr. lettere I, IV, V) e un estratto dagli «Annali danteschi» di Dresda sulla questione del ritratto di Dante (cfr. lettere sta il decidere. IV, VII, XX, XXI, XXIII e L). Aspetto dunque una vostra lettera in proposito. Cioè se debbo trattare riducendo il prezzo fino alle Lire 25 oppure, se avete altra occasione a migliori patti, romperla coi Successori del Le Monnier. 30 9bre 1869 Firenze Credetemi sempre Carissimo mio amico, Il vostro devotissimo Quanto vi debbo della premura che mi mostrate! Ecco come sono le cose col Le Monnier. G. B. Cavalcaselle Ho presentato la lettera, che voi conoscete, allo stesso Le Monnier il quale la lesse e approvò. Esso con- cluse dicendomi che, se dipendesse da lui, l’affare sarebbe concluso e s’incaricava di far avere la lettera Spero avrete ricevuto il vol. II del tedesco, più un opuscolo sul ritratto del Dante. Ho incontrato Protono- al Consiglio d’amministrazione, del quale il presidente è il Ricasoli, raccomandando la traduzione. È tari e mi ha detto di dirvi che riduciate il prezzo. stato pure parlato anco al Segretario Sansone D’Ancona, nonchè al Protonotari, i quali promisero d’appog- Salutatemi il Marchese Selvatico. Addio di nuovo. giare la domanda. Il Consiglio doveva adunarsi col riaprire della Camera, ma per quello che è avvenuto Rispondetemi ferma in posta. il Ricasoli si è allontanato da Firenze e per mancanza di numero rimisero l’adunanza di alcuni giorni. Ricevuta la vostra andai dall’amico Atto Vannucci, al quale fatto conoscere quello che voi mi avete scritto, mi disse ch’esso pure aspettava che il Consiglio s’adunasse, e che aveva avuto in risposta dal D’Ancona che tra qualche giorno si sarebbero raccolti. Il Vannucci mi consiglia ad aspettare, molto più V che, da quanto esso ne sapeva, gli sembrava sicuro il nostro affare coi Successori Le Monnier. Mi disse Firenze, 22 ottobre 1869 che potevate regolarvi di nuovo con chi ne fa la domanda d’induggiare qualche giorno fino che si ha avuta Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 una risposta da Le Monnier. Io poi penso che se la persona di cui voi mi scrivete è sicura, concludete, e mi avvisate di ciò per lettera, Cavalcaselle invia in visione a Mugna copia della proposta contrattuale per i Successori Le Monnier, chiedendo al corrispon- così io andrò dal Le Monnier a ritirare la mia domanda. dente di esprimersi al riguardo. Promette di inviargli il secondo volume dell’edizione tedesca (cfr. lettere I e IV) non appena lo Del resto fate voi come credete meglio. Salutatemi Selvatico. riceverà da Lipsia. Alla fine della lettera fa nuovamente riferimento al secondo volume tedesco (cfr. lettere I e IV), che dovrebbe Quanto poi alla domanda che mi fate riguardo alle note del Jordan, ne parleremo in altra occasione. essere stato inviato da Lipsia e arrivare nei giorni successivi (Crowe, Cavalcaselle 1869, II). Ricordatevi che, se vogliono le illustrazioni in legno (cioè i clichés), quelle del primo volume costano franchi 375. Firenze 22. ot. 1869 Vi spedisco oggi stesso il volume II della traduzione tedesca, più un libretto (parte degli «Annali dante- Mio caro buon amico, schi» che si stampano in Dresda) che riguarda al ritratto di Dante. Subito che ve ne siete servito e fatti gli Vi mando il foglio, copia del quale dovrebbe essere presentato col mezzo del Si(gno)r Cavalier(e) Le estratti, ritornatemelo perché lo dia al suo padrone. 264­­­ Perdonate se mi sono dimenticato di accusare ricevuta del vostro libro su Dante in Germania. Quando 265­­­ mi scriverete dirigete le lettere ferme in posta Firenze ove io vado due volte al giorno a farne domanda. ballo convien ballare. Quando vedete Marconati salutatemelo. Ditegli che ho ricevuto i denari da Legnago ed ho già scritto al Voi mi domandate, con quella bontà rara che è una delle belle doti del vostro animo, cosa penso del Quatrième. Addio di nuovo. m(ano)s(critto). Vi risponderò francamente, mio buon amico, che a cagione della mia vista, converrebbe Il vostro devotissimo che lo scritto fosse più grande, ed in mezza colonna, cosa questa a cui può rimediarsi. Io ho dato il vostro G.B. Cavalcaselle m(ano)s(critto) a leggere ad un mio amico che conosce l’inglese ed ha l’edizione inglese, il quale me lo restituì ieri, dicendomi che va bene e solo manca quell’ultima limatura solita a darsi alla fine, cosa che VII voi stesso mi avete detto di abbisognare. Esso però mi disse che sarebbe necessario che io lo rivedessi, cosa anco questa che voi desiderate che io faccia. Ora dunque trattasi di sapere se io debbo avere il vo- Firenze, 13 febbraio 1870 stro m(anoscritt)o copiato di nuovo al modo che vi ho detto, oppure aspettare le prime prove di stampa. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Se la spesa non fosse forte io pensarei di farlo copiare di nuovo. Ho anco delle correzioni a farsi per le Cavalcaselle risponde e si scusa con Mugna per avere tardato a scrivergli. L’argomento è ancora l’accordo con Le Monnier quali occorre un poco di tempo per prepararmi, correzioni che nella edizione tedesca per necessità credo per la pubblicazione, che sembrerebbe essere stato raggiunto, mancando soltanto un’ultima formalità per il perfezionamento. si metteranno nel vole. IIIo., cosa questa per la quale io debbo sentire cosa pensa il mio amico Crowe a Rimane aperta la questione delle incisioni (cfr. lettere I, VI, XXIV, XXXVI e XXXVII) che Le Monnier, sollecitato dal ministro Lipsia. Frattanto voi potete continuare la traduzione, e forse non è male che prima di venire sopra a quello Cesare Correnti, vorrebbe pubblicare separatamente, con l’obbligo, da parte dello stesso Correnti, di acquistarne cento copie che avete fatto, terminiate il volume. Scrivetemi se devo spedirvi il vostro m(anoscritt)o per farlo copiare di da distribuire alle biblioteche. Cavalcaselle sottolinea come la loro importanza sia scarsa, specialmente se date separatamente nuovo [e ciò perché non ho denaro per farlo fare]. Voi poi potreste rimandarmelo a pezzi col mezzo postale al volume, e come invece siano essenziali le piantine geometriche e il ritratto del Dante (cfr lettere IV, VI, XVI e XXI), ma per assicurandolo, così io potrei pezzo per pezzo leggerlo. Sappiate che ho avuto una visita dal Milanesi (resta la faccenda si rimette alla decisione di Le Monnier. In ogni caso rassicura Mugna sul fatto che l’accordo sembra concluso e però la cosa tra noi), il quale mi disse che era contento che si facesse la pubblicazione, soggiungendo chiede di incominciare il lavoro di traduzione. L’inserimento del ritratto di Dante stava particolarmente a cuore al Caval- che, se non era temerità la sua, si offriva per vedere le prove di stampa. Io non poteva che ringraziarlo caselle. In una sua lettera del 3 settembre 1875 scrive a Felice Le Monnier pregandolo di inserire a p. 447 del primo volume della traduzione italiana della New History (Cavalcaselle, Crowe 1875) i due ritratti di Dante della Cappella del Podestà accettando. Più occhi vi saranno sopra meglio sarà. Non ci vuole che un’anima buona e generosa come la di Firenze, prima e dopo il restauro (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Carteggio Felice Le Monnier, b. 24 n. 82) Cfr. vostra per sopportare tante noie che vi do. qui pp. 203-204. Vi prego di salutarmi il Marchese Selvatico ed il Tolomei nonché Marconati, dal quale ho avuto una let- Dice poi di avere ricevuto il manoscritto con la traduzione di Mugna, ma di non averlo esaminato approfonditamente perché tera giorni sono e sto pensando come potrò servirlo. molto impegnato con il lavoro del quinto volume inglese (cfr. lettere II, IX e X). Chiede poi di scrivere in caratteri più grandi, Ritorno di nuovo all’offerta Milanesi che non ho creduto di rifiutarla, però prima converrà pensarci sopra dati i suoi problemi di vista, e in metà colonna (cfr. lettera XII, XIII, XVI, XXI, XXXV e XLV). Il testo necessiterebbe di un’ul- bene per conoscere se conviene o no accettarla sia a riguardo vostro, come a quello del mio amico Crowe, tima limatura e di una sua revisione finale e quindi propone, se la spesa non è troppo alta, di farlo ricopiare. come anco per altre considerazioni che si affacceranno anco a voi. Riferisce poi di aver ricevuto la visita di Gaetano Milanesi, il quale si è offerto di vedere le prove di stampa. Continuatemi la vostra benevolenza e credetemi sempre. Il vostro devotissimo amico. Carissimo amico, G. B. Cavalcaselle 13. feb. 1870 Firenze Avete tutte le ragioni di lamentarvi di me, ma io aspettava a scrivervi d’avere prima una risposta dai Suc- cessori Le Monnier. È vero però che quindici giorni or sono Le Monnier mi faceva conoscere che il Con- siglio d’amministrazione aveva accettata la mia proposta, e non mancava altro che una formalità, dopo la quale esso mi avrebbe scritto che l’affare era concluso. Così di giorno in giorno siamo arrivati fino ad oggi VIII senza che io riceva lo scritto. In questo tempo il Corenti faceva conoscere al Le Monnier che desiderava si dessero anco le incisioni. Fui dunque invitato dal Le Monnier a passare da lui e mi diceva che avrebbe [Firenze], 6 maggio 1870 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 fatto al Corenti (dopo inteso il Consiglio) la proposta di dare separatamente al volume le incisioni, doman- dando al Ministro che esso con lettera si obbligasse di prendere 100 copie da distribuirsi alle biblioteche. Cavalcaselle comunica a Mugna che l’indomani arriverà a Padova il collega inglese Joseph Archer Crowe e avvisa di avere Io feci conoscere al Le Monnier che le incisioni in legno unite al testo avevano qualche importanza, ma fissato un appuntamento al Caffè Pedrocchi perché si possano conoscere. Crowe gli dirà a voce ciò che lui stesso non ha potuto questa diminuiva assai dandole separatemente, oltre di che sarebbero troppo piccole e troppo poche. scrivergli per lettera. Di più mi dispiaceva assai che si fosse creduto che io fossi andato ad importunare il Ministro in questo 6 maggio 1870 momento di economie. Conclusi che se il Ministro accetta l’offerta che vuole fare [Le Monnier], io non Carissimo amico, mi opporrò che si dia anco le incisioni, ma desiderava tenermi estraneo a questo affare. Quello che è Domani sera alle ore 8 arriverà a Padova, proveniente da Firenze, il mio amico J.A. Crowe. Si fermerà il necessario sono le piante geometriche ed il ritratto del Dante come era stato precedentemente fissato di giorno dopo per poi proseguire il suo viaggio in Germania. dare. Dunque, o colle incisioni separate dal testo, o senza le incisioni, l’affare della pubblicazione pare Desidero che vi conosca. Subito giunto in Padova si recherà al caffè Pedrocchi a domandare di voi. Potete assicurato, perché Le Monnier mi disse di scrivervi d’incominciare la traduzione. Ho ricevuto il vostro lasciargli una riga diretta J. A. Crowe per dirgli ove vi potrà incontrare. m(ano)s(critto) che mi avete spedito col mezzo del Conte Cittadella, ma dovete conoscere che il lavoro Perdonate della fretta. Il mio amico a voce vi farà conoscere ciò che vi dovrei scrivere, essendo stato fuori per il vol. V inglese mi pesa forte sulle spalle e sulla salute; tutto il tempo e tutte la mie forze le serbo di Firenze in sua compagnia per qualche tempo. per quel giornaliero lavoro, il quale durerà ancora altri quattro mesi circa, e forse più. Quando lascio il Non stancatevi del lavoro che fate. Credetemi sempre travaglio mi trovo in tale stato di stanchezza che sembro un ebete. Tanto è vero che io sono disgustato di Il vostro devotissimo. me stesso, e perfino sono arrivato al punto di non desiderare che si faccia la traduzione italiana, sul timo- G. B. Cavalcaselle re che mi manchi il tempo e la quiete per fare la mia parte di dovere. Oltre di che, temo essere il lavoro 266­­­ troppo piccola cosa, e di tal natura da non incontrare ai nostri compatrioti. Ma credo che ora che si è in Salutatemi i Marconati ed il Marchese Selvatico. Addio di nuovo. 267­­­ IX Carissimo amico, Ho scritto giorni sono mandandovi copia della lettera del Le Monnier per la traduzione. Vi ho poi mandato Firenze, 5 giugno 1870 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 col mezzo postale il vostro m(mano)s(critt)o. Ora vorrei sapere se l’avete ricevuto. Spero che sarete avanti colla traduzione, e desidero conoscere come trovate il lavoro; se siete contento. Tra due mesi avrò finito la mia parte per il vol. V inglese e vi prometto di scrivere più presto. Tra giorni Cavalcaselle risponde all’abate Mugna dopo avere ricevuto una lettera del 3 giugno (cfr. qui pp. 200-201) con la quale Felice o Le Monnier comunicava la disponibilità alla stampa della traduzione della New History (Crowe, Cavalcaselle 1864; Iidem aspetto il 3 volume tedesco. 1866). Il lavoro per il quinto volume dell’edizione inglese si sta rivelando gravoso. Si compiace dell’incontro fra l’abate e il Vedendo Marconati salutatelo tanto ed avvisatelo che, liberato dal mio lavoro, gli scriverò. Perdonate collega Crowe (cfr. lettera VIII), il quale ha promesso di inviare al traduttore italiano alcune correzioni. Altre se ne potranno della solita fretta. Come va la vostra salute? Venite a vederci a Firenze? Mi pare di avervi scritto nell’altra trovare nel terzo volume della traduzione tedesca, che il Cavalcaselle stesso invierà (Crowe, Cavalcaselle 1870, III). Dopo mia che ho una stanza per voi ed una povera mensa. Venite. la restituzione del manoscritto è bene che Mugna, prima di rimettervi mano, inizi a tradurre per il primo volume, attendendo Salutatemi Selvatico, Tolomei. eventuali suggerimenti di Crowe. Infine Cavalcaselle invita l’abate a Firenze, dove gli potrà mettere a disposizione la stanza Addio di cuore. Scrivetemi. nella quale ha alloggiato anche lo storico dell’arte inglese. Il tutto vostro 8 giugno 1876 Firenze 5 giugno 1870 Firenze G. B. Cavalcaselle Carissimo amico, Ho tardato a riscontrare alla cara vostra del 19 perché aspettava la lettera del Le Monnier, la quale ho avuta ieri 3, ed ho già accusato ricevuta. Mi perdonarete se manco alle tante premure che voi prendete per XI me, e la cagione si è il materiale per il vol. V in inglese, il quale mi prenderà ancora tre mesi di assiduo Firenze, 5 luglio 1870 lavoro. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Ho provato un vero piacere che abbiate fatta la conoscenza del mio buon amico Crowe. Esso vi avrà infor- mato del viaggio che abbiamo fatto e sento che ha promesso di mandarvi delle correzioni. Il vol. III della Cavalcaselle chiede al traduttore informazioni circa gli anni in cui fu rettore dello Studio patavino Giovanni Benedetto Ca- traduzione in tedesco è già stampato ed in quello trovarete le correzioni quasi tutte per il vol. I° italiano. ravaggi. Continua dicendo di essere molto impegnato con il quinto volume dell’edizione inglese (cfr. lettere II, VII e X) e di sperare di ultimare tutta la propria parte entro un mese. Chiede dunque di soprassedere con il lavoro fino a che non riceverà le Subito giungerà ve lo spedirò. Spero che sarete avanti nella traduzione e desidero che mi scriviate cosa osservazioni del Crowe, a detta del quale, Mugna potrebbe comunque proseguire la traduzione, aggiungendo poi le eventuali ne pensate del lavoro, e se avete in pronto quanto occorre per il primo volume del formato del Vasari Le correzioni sul testo a stampa. Cavalcaselle, non appena lo avrà ricevuto, invierà a Mugna il terzo volume dell’edizione tedesca Monnier. per le opportune correzioni, unitamente ad altri suggerimenti per il primo. Vi ritorno per la posta il vostro m(ano)s(critto), ma spero che aspetterete a mettervi le mani dopo che 5. luglio 1870 Firenze avrete tradotto per un primo volume, così vi darà meno noia, e perché anco non subito forse potrete avere Mio buon amico, dal mio amico qualche altra notizia, occupato come esso è coll’inglese, e coll’attendere anco alla conti- Ho ricevuto la carissima vostra ed ora vi scrivo perché mi occorre sapere quando fu Retore degli Studi di nuazione della traduzione in tedesco. Padova questo Signore “Io Bened. Carravags. Philos et Medicus ac Studii patavini rector”. Credo dal 1520 Perdonate della fretta e credetemi pieno di obbligazioni e di amicizia. al 1530, intorno a quel tempo poco prima o poco dopo. Il vostro devotissimo Ho ricevuto lettera dal mio amico Crowe dalla quale conosco ch’esso mi aveva, in altra sua, domandato GB Cavalcaselle di chiedervi l’importo del libro che gli avete spedito ed aspettava sempre per scrivervi, beninteso che di- ceva di ringraziarvi tanto e che era rimasto ben contento di aver fatto la vostra conoscenza. Ora mi scrive N.B. Salutatemi il marchese Selvatico, l’amico Tolomei e dite al Marconati che, passati altri tre mesi, fini- nuovamente per domandarmi cosa io aveva fatto. to il mio lavoro, mi metterò in regola anco con lui. Frattanto mi saluta tutti a parte anco della mia buona Dunque io ho mancato per dimenticanza, e vi prego scrivermi in proposito. moglie. Quando pensate di venire a Firenze? Io vi offro la piccola stanza nella quale ho alloggiato il mio Il mio buon amico Crowe ha fatto malamente i suoi calcoli ed ora si trova con un lavoro improbo sulle amico Crowe presso di me. spalle che non gli lascia pace, ed inoltre ha (oltre le arti belle) gli affari del suo ufficio. Quanto a me, Addio di nuovo. Aspetto lettera da Lipsia. faccio lo stesso come il Crowe, lavoro da disgusto per mandargli in tempo questa ultima parte del m(a- Continuatemi la vostra buona amicizia. noscritt)o per il vol. V inglese. Spero entro un mese aver finito la mia parte. Ho incontrato Le Monnier Come va la salute? al quale dissi che vi mandai copia della sua lettera e che voi per il mese di novembre o dicembre sarete Addio di nuovo. pronto col primo volume. Vi prego di aspettare di ritornare sulla parte che avete fatta fino che il Crowe vi manderà le poche cose a X farsi. Esso m’ incarica, oltre i saluti, di dirvi che potete continuare la traduzione, che le cose a farsi sono poche e facili e le potrete fare al momento anco della stampa. Subito che avrò il 3° vol. tedesco da Lipsia Firenze, 18 giugno 1876 ve lo spedirò e colà trovarete pure delle correzioni anco per il vol. I°. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Quando credete di farvi vedere a Firenze, ricordatevi della mia povera casa, credete che io e la mia buona Cavalcaselle chiede a Mugna se abbia ricevuto il manoscritto e la copia della lettera di Le Monnier per la traduzione inviati moglie vi aspettiamo. qualche giorno prima. Si informa sull’andamento dei lavori e annuncia l’imminente completamento del quinto volume in Salutatemi il M(arches)e Selvatico, l’amico Tolomei ed i Marconati. inglese, mentre rimane in attesa di vedere il terzo volume in tedesco. Nel caso l’abate volesse fargli visita a Firenze, gli metterà Conservatemi la vostra benevolenza e credetemi sempre. a disposizione una camera e una parca mensa. Il vostro devotissimo amico. G. B. Cavalcaselle 268­­­ 269­­­ XII XIII Firenze, 27 agosto 1870 s.l. s.d. [Firenze], 3 settembre [1870] Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

Cavalcaselle chiede a Mugna, su richiesta di Le Monnier, di tradurre dal volume tedesco fino a pagina 230 e quindi di finire Cavalcaselle raccomanda a Mugna di trascrivere il manoscritto solo da un lato del foglio e in mezza colonna (cfr. lettere VII il volume italiano con la vita di Giotto. Riferisce che il fascicolo inviato servirà per il medesimo scopo e chiede che vengano e XVI). In caso contrario, chiede di restituirglielo, per mostrarlo alla stamperia in vista di un eventuale utilizzo. Dice di avere spediti anche i successivi, da utilizzarsi direttamente per la stampa. Si fa quindi portavoce di una richiesta specifica: per scritto a Crowe per farsi mandare i materiali che servono per i primi capitoli, in quanto è necessario che si stampi il prima evitare che traspaiano segni di inchiostro e cancellature e per garantire una migliore leggibilità, Mugna scriverà su un lato possibile il primo. solo del foglio (cfr. lettere VII, XII, XVI, XXI, XXXV e XLV). Si rammarica che il lavoro di Crowe abbia subito un arresto per via della mancanza di operai, impegnati al fronte della guerra franco-prussiana in corso, tuttavia pensa che il quinto volume Caro amico, dell’edizione inglese sarà comunque stampato a novembre (cfr. lettere II, VII e IX). Spiega poi che le correzioni per il primo Questa mia vi troverà già nella villeggiatura e presso un vostro caro amico. Godetevela. volume del testo tedesco si possono trovare nel terzo volume a pagina 378 e seguenti (Crowe, Cavalcaselle, 1870, III, pp. Se vi mettete a ricopiare il m(ano)s(critto),io vi prego solamente di scrivere da una parte sola del foglio, 376-381). Dice di avere visto gli affreschi di Mantova prima dello stacco e che, a suo avviso, presentano caratteri giotteschi. ma anco in mezza colonna. Se non lo ricopiate, scrivetemelo e mandatemelo presto perché lo possa far Rassicura di avere ricevuto da Mugna la Guida del Santo (Mugna 1870) e un fascicolo che parla di Guglielmo Botti. Infine anticipa che sta preparando alcune aggiunte al quarto del volume tedesco. vedere al proto della stamperia, per sapere se in tale stato sarà servibile. Ho scritto oggi al Crowe pregandolo di mandarmi le poche cose che devono servire per i primi capitoli. i Carissimo amico, Così vi prego di ricordarvi di mandarmi, quando saranno pronti, i due primi cap , perché è necessario di o Spero che questa mia vi giungerà prima di lunedì, e che mi farete avere il vostro nuovo indirizzo. Subito far stampare più presto che si può il capitolo I . ricevuto il vostro m(anoscritt)o sono a(nd)ato alla stamperia Le Monnier con il vol(um)e tedesco. Ho mo- Voi troverete nel volume I, II e III tedesco delle note o correzioni anco per quella parte del manoscritto strato l’uno e l’altro, e mi fu risposto che vi scrivessi di tradurre dal tedesco fino a pag. 280 [cioè finire il che tengo io nelle mani, per cui a suo tempo ve lo rimanderò. volume italiano colla vita di Giotto]. Vi scrivo sempre in fretta. Riguardo al vostro fascicolo mi fu detto che servirà per la stampa, quindi non avrete la noia di farlo copia- Addio di nuovo e provate di non stancarvi col lavoro. re. Anzi sono rimasto d’intelligenza che voi mi spedirete nuovamente quello già fatto dei primi 4o capitoli Il vostro devotis(simo) amico perché lo faccia vedere se anco quello è leggibile; così non avrete la fatica di ricopiarlo. Direi che me G. B. Cavalcaselle lo spediste subito col mezzo postale ed avvisandomene con lettera. Però debbo farvi conoscere d’essere stato pregato di dirvi che d’ora in avanti abbiate la bontà di scrivere da una parte sola del foglio, così non trasparirà l’inchiostro e la cancellatura. Conoscendo quanto siete buono, io ho fatto per voi la promessa XIV che si farà a modo loro. Firenze, 12 settembre 1870 Il Crowe è occupatissimo a causa della guerra. La stamperia cammina a rilento perché mancano gli ope- Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 rai, ma si spera che col novembre anco il Vo vol(um)e inglese sarà stampato. Non mancherò di ricordargli le note e correzioni et cetera che deve mandare. So che sono poche, ed esso Cavalcaselle comunica a Mugna di avere ricevuto l’ultima parte del suo manoscritto per il primo volume. Si scusa per l’arduo in una sua lettera mi diceva che sono tali che si possono fare anche correggendo le prove di stampa. lavoro della traduzione che gli ha affidato, che sarà ancora più gravoso a causa di tutte le inesattezze trovate sia nell’originale Troverete che molte correzioni per il vol. Io del tedesco sono fatte nel vol. IIIo che vi ho mandato e potete inglese che nella traduzione tedesca (cfr. lettere VI, XXI e XXII). Confida di essersi scoraggiato a tal punto di essere tentato vederle a pag. 378 e seguito. Cercatele. Così guardate se mai ce ne fossero anco nel vol. II. Queste si addirittura di rescindere il contratto con il Le Monnier, ma di essersi poi deciso di mandare a Mugna tutte le varie parti del manoscritto con allegati i fogli con le sue osservazioni per correggerli. Allegherà anche i suoi schizzi nel caso dovessero aiutar- possono aggiungere al m(anoscritt)o in tanti pezzi di carta, ma io vi prego prima di mandare (anzi subito) lo nell’ingrato compito. Si raccomanda di non fare parola con nessuno del suo sfogo, per non screditare la traduzione tedesca. il m(anoscritt)o per farlo vedere alla stamperia come sopra vi ho suggerito. Chiede infine chiarimenti riguardo a un mosaico della Basilica di San Marco di Venezia. Riguardo quello che fate, credo che sarà ben fatto, e vi prometto di guardare il vostro m(anoscritt)o, quan- 12 sett. 70. Firenze tunque sia per me difficile il leggerlo, e la mia vista ne soffra. Carissimo amico, Quanto agli affreschi staccati a Mantova, io li ho veduti prima dello stacco. I caratteri sono quelli d’un Da due giorni ho ricevuto l’ultima parte del m(ano)s(critt)o per il vol. I. giottesco. Non so se ne ho parlato in qualche nota del libro; se non sono ricordati, li ho dimenticati. Dopo Sento il rimorso di avervi tratto in un fatticoso lavoro come viene ad essere la traduzione. Non credevo averli veduti scrivetemene e datemi i soggetti. che vi fosse tanto a fare per le inesattezze incorse, alcune delle quali le trovo nell’originale inglese, molte Ho ricevuto la Guida del Santo ed un fascicolo che parla del Botti. Perdonate se non ho prima accusato poi nella traduzione tedesca, oltre di che qualche variazione ed aggiunta ho da fare io pure. Voi, mio caro ricevuta. Sto preparando qualche aggiunta per il vol. IV del tedesco. amico, ne siete la vittima. Dopo aver ben pensato (e perfino se sia meglio rompere il contratto col Le Salutatemi Marconati, Selvatico, Tolomei. Credetemi, caro e buon amico, pieno di gratitudine per la bontà Monnier e deporre, almeno per ora, l’idea della traduzione) credo dovermi tenere al partito di rimandarvi e fatica che vi prendete per me traducendo il libro, e non badate se manco alle convenienze. pezzo per pezzo del vostro m(anoscritt)o con entro dei miei fogli con le osservazioni tra mezzo, indicando Io vi aspettava, ma voi prendete un’altra direzione, però non ho perduto la speranza di vedervi in altra le pagine col lapis. Voi giudicarete di ciò che io scrivo, cosa va preso (dandole la dovuta forma), oppure, occasione. se non occorre il farlo. Molto certo troverete che vi sarà da rivenirvi sopra. Di più vi mando assieme i miei Mia moglie contraccambia ai vostri saluti. Addio di nuovo. disegni, malfatti, perché spero che possano servirvi. A prima vista vi recherà confusione, ma con pazienza Il vostro devotissimo amico spero che vi trovarete e potranno servirvi. Quindi tra qualche giorno vi manderò dal cap. IV fino al cap. G. B. Cavalcaselle VIII, cioè 4o capitoli, ed aspetterò poi con qualche ansietà la vostra opinione dopo che avrete veduto ciò che io vi manderò. Finito quel pezzo verranno gli altri. Voi non avrete che dal vostro m(anoscritt)o e dal 270­­­ 271­­­ mio brutto scritto rifare ciò che crederete, per cui spero che non sarà tanto penoso quanto potrebbe essere sarà utilissimo. Così nel vol. II contemporanei di Giotto a Napoli et cetera, e si vedrà se quel II° vol(um) se foste lento con la traduzione, ma ad ogni modo, è un forte lavoro che avete a fare, e non è che voi solo e potrà star da sé coll’indice od aspettare a fare l’indice dopo il III° e così formare quelli una altra parte che possa farlo. Vi prego non dire parola con nessuno per non screditare la traduzione tedesca, la quale però a sé. Per me, se si può dare l’indice per ogni volume, credo che sarà ben fatto, altrimenti lo si darà alla contiene sotto qualche aspetto storico qualche cambiamento utile che il mio amico Crowe ha fatto. fine di ogni parte. Potete pensare quanta tristezza mi diano questo affare della traduzione per il lavoro che domanda e Quanto al primo volume, io farò di tutto perché sia dato, nel caso che il lavoro sia diviso per Scuole, ma specialmente per voi. Ma così almeno ho conosciuto che vi era bisogno di rivenirvi sopra. Se voi avete la conservando sempre il suo titolo generale. Scrivetemi intorno a ciò cosa ne pensate. Spero che questa mia forza di resistere e fare ciò che occorre, dovrò sempre e poi sempre conservare la memoria del beneficio vi troverà in buona salute. Mia moglie vi presenta i suoi rispetti ed unisce le sue preghiere alle mie perché che mi fate. vi facciate vedere anco fuori a Firenze, almeno nel vostro passaggio per Roma. Da Londra non ho avuto ancora alcuna risposta, e ciò pure mi tiene di cattivo animo. Si aggiunge che la Addio di nuovo, continuatemi la vostra benevolenza, e credetemi sempre il vostro devotissimo amico. mia buona moglie è ammalata. Con tutto ciò, io cerco di farmi coraggio. G. B. Cavalcaselle Spero che questa mia vi troverà in buona salute. Ricordatemi a tutti quelli che, per bontà loro, mi hanno 15. settembre 1870 Firenze mandati i saluti col vostro mezzo. Mi duole che il Marchese Selvatico sia incomodato. Il mosaico non N.B. credo sia quello che voi m’ indicate. Voi forse mi scrivete della lunetta sopra la loggia della facciata a Vi sarò obbligato se la prima volta che mi scrivete mi fate avere copia della nota del Crowe intorno al S. Marco in Venezia, ma io vi domando invece di quella sotto, sopra la porta d’ingresso, la prima dal lato mosaico del Palazzo Visconti di Ravenna, senza aspettare fino che mi ritornerete di nuovo quel primo dell’orologio. Mi pare anzi che in quella che io domando si veda in mosaico la facciata antica di detta capitolo. chiesa; con questa indicazione potrete darmi il soggetto. Il vostro devotissimo G. B. Cavalcaselle XVI Questa è la porta sopra la quale è il mosaico. Firenze, 20 settembre 1870 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

Cavalcaselle ringrazia Pietro Mugna per il suo assiduo lavoro e gli comunica che il fascicolo inviato va benissimo, tanto da essere elogiato da un suo conoscente tedesco, e che glielo rimanderà solo perché vi aggiunga le note di Crowe. Mugna troverà XV da riordinare anche alcune pagine sui mosaici dell’Arcivescovado di Ravenna, di San Marco a Venezia, di Murano e Torcello. Firenze, 15 settembre 1870 Il mittente lo prega di restituirgli il fascicolo con queste aggiunte, in modo da poterlo rivedere nel suo complesso. Volendo Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 poi sottoporre a revisione l’intero manoscritto del primo volume, gli chiede di spedirgli anche le traduzioni di alcune pagine riguardanti gli affreschi di Giotto ad Assisi, Le quattro allegorie nella chiesa inferiore. Si raccomanda di scrivere da un lato Cavalcaselle scrive a Mugna per informarlo di avere ricevuto da Joseph Archer Crowe le correzioni e le aggiunte per il primo solo del foglio (cfr. lettere VII, XII, XXI, XXXV e XLV). Nel post scriptum, sotto la data, compare un esplicito riferimento alla volume. Gli spedirà quelle per i primi quattro capitoli e chiede all’abate che gli rimandi questi ultimi uno dopo l’altro e non presa di Roma. tutti assieme, in modo da poterli controllare di volta in volta con i propri schizzi e appunti. Si scusa nuovamente per il gravoso onere del lavoro affidatogli e per eventuali sue mancanze. Spiega poi che Le Monnier Mio caro e stimato amico, desidera una suddivisione per Scuole, in modo che le parti possano avere una circolazione autonoma. Cavalcaselle abbozza Quanto sono obbligato del lavoro penoso ed assiduo che fate per me. quindi un piano dell’opera, auspicando la possibilità di predisporre un indice per ogni singolo capitolo. Ho letto il fascicolo che vi ritorno perché aggiungete le note fatte dal Crowe. Chiude la lettera chiedendo di avere le note del Crowe sul mosaico del palazzo Visconti di Ravenna. Mi pare che tutto vada bene, anzi un tedesco che guardò qua e là questo vostro fascicolo mi disse che è molto meglio scritto e più chiaro dello stesso originale tedesco. Trovare‹te› alcune pagine intorno al Carissimo amico, mosaico dell’Arcivescovado di Ravenna. Voi darete a quel mio brutto e informe scritto la dovuta forma a Il buon Crowe mi ha mandato le correzioni ed aggiunte per il primo v(olum)e. Io vi mando quelle per i modo vostro. Trovarete che dico una parola sui mosaici di San Marco di Venezia (m(ano)s(critt)o presso quattro primi fascicoli, o capitoli, che avrete con voi. Spedirò le altre assieme al rimanente del m(ano- di voi) e vi aggiungo quello a Murano ed al Torcello. Quando avrete messo in ordine me lo rimandarete. scritt)o che ho qui presso di me. Fatte le correzioni per il primo fascicolo, o capitolo, prese dai volumi Mi propongo di rivedere tutto il m(ano)scritto dell’intero volume e spero migliorarlo in alcune parti. Quan- tedeschi e da ciò che il Crowe manda, speditemelo, perché io possa vedere se vi è nulla da dire da parte do mi mandate questa parte prima, unite anco la traduzione di due o tre pagine che siano per completare mia, essendomi accorto che nel testo originale si trovano da correggere qua e là qualche descrizione, od gli affreschi di Giotto in Assisi, Le quattro allegorie nella chiesa inferiore. Ricordatevi anco di ritornarmi altro che sia, cosa che faccio rivedendo i miei disegni. Per cui la mancanza non è da parte vostra, ma di le mie brutte note, nonché quelle del Crowe assieme, ed affrancare ed in più assicurare alla posta il tutto, noi. così per pochi soldi si sarà tranquilli che non si perderà. Continuate a scrivere da una parte del foglio ed Vi prego di scusarci e di continuare con pazienza il faticoso e noioso lavoro. in colonna. Vi prego di più che non aspettiate a mandarmi tutti quattro i capitoli in una volta, ma bensì uno dopo l’al- Perdonate delle noie, e desiderando che duri la buona volontà, credetemi sempre tro dopo le correzioni; per cui sto aspettando il primo. Ricordatevi di affrancare il m(anoscritt)o e di più di Il tutto vostro amico. assicurarlo, così siamo sicuri del suo arrivo. In alcuni giorni avrò finito di leggere i quattro fascicoli che G. B. Cavalcaselle ho di vostri. Le Monnier desidera che il lavoro sia distribuito in modo da dividerlo per Scuole da vendersi anco separatamente. Io penso che dopo il titolo generale dell’opera “Dal secolo IV” et cetera, che deve Il nostro amico professor Bazzani vi saluta. Mia moglie unisce i suoi ai miei saluti e si desideriamo il bene portare in capo il vol(um)e Io, si possa aggiungere che il vol. Io contiene dal principio in poi compresa la di rivedervi tra noi. vita di Giotto. Certo non a questo modo, ma in miglior maniera. Così si farà l’indice del primo volume, che 272­­­ Le truppe sono entrate a Roma. set. 1870 Firenze 273­­­ XVII indicato pure nella Cap(pell)a degli Scrovegni in Padova. Che età mostra quello nella Cap(pell)a degli Scrovegni? Verificate la cosa e scrivetemi; i lucidi poi me li rimanderete assieme al m(ano)sc(ritt)o che Firenze, 4 ottobre 1870 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 state accomodando, così si risparmia la spesa della posta venendo come manoscritto. Io mi sono fisso in capo di studiarne il tutto molto accuratamente. Vedremmo se ne verrò a capo. Voi intanto non abbandonatemi e vedrete che tal martirio non l’avremmo cogli altri volumi; so già quello che Cavalcaselle comunica al traduttore di avere ricevuto i quattro fascicoli del manoscritto e lo ringrazia. Osserva poi che sugli altri fascicoli recapitatigli in precedenza dovrà fare delle revisioni e che quindi bisognerà lavorarci ancora. Si raccomanda di converrà di fare. portare pazienza perché il lavoro per il primo volume è il più difficile, in quanto deve essere perfetto perché sarà come una sorta Spero che questa mia vi troverà in buona salute. Io non mi trovo troppo bene, ma la mia buona moglie si di biglietto da visita con l’editore, ma che per i volumi successivi non sarà più così pesante. Annuncia un viaggio di qualche è quasi ristabilita del tutto. Mi prega di presentarvi i suoi rispetti. Bazzani sta bene e manda i saluti. Vi giorno e allude alla più comoda raggiungibilità di Roma dopo i fatti del 20 settembre. prego di salutarmi i Marconati, il March(es)e Selvatico, Tolomei ed il Botti, al quale direte che ho ricevuta 4 8bre.1870 Firenze la fotografia che mi ha mandata da Pisa. Carissimo amico, Non vi stancate di me. Addio di nuovo. Ho ricevuto i 4° fascicoli del m(ano)s(critti) e ve ne ringrazio. Desidero che non abbiate a stancarvi del Il vostro devotissimo lavoro. Io ho quasi ripassati gli altri fascicoli che da qualche tempo voi avete mandato. Vi sarà in questi G. B. Cavalcaselle ultimi da fare per parte mia un poco di lavoro. Armatevi dunque di coraggio e di pazienza. Il primo vol(um)e è il più faticoso a tradursi, e perché è il primo dobbiamo procurare di fare il nostro me- XIX glio. Io vi prometto di rivedere tutto, ma mi dispiace della fatica che voi dovete fare, buon amico. È una Firenze, 30 ottobre 1870 cosa che vi siete imposto da voi. Penso che prima di dare il m(ano)s(critto) allo stampatore debba essere Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 in perfetto ordine. Domani passerò da Padova ove mi fermerò un giorno, e mi dispiace di non trovarvi. Sarò di ritorno a Fi- Cavalcaselle si rammarica di non avere incontrato Mugna durante il passaggio a Padova e gli chiede di inviargli la parte del renze tra alcuni giorni. Addio di nuovo e credetemi. manoscritto con la vita di Giotto fino al suo periodo a Padova e poi di confrontare le descrizioni della Cappella degli Scro- Il vostro devotissimo amico vegni con gli affreschi e di cercare ad Andrea Gloria le descrizioni sotto le figure allegoriche della Cappella (cfr. lettera XX). G. B. Cavalcaselle Carissimo amico, La mia buona moglie vuole essere ricordata e spera, giacché ora si può andare a Roma senza noie, di Desidero avere le vostre notizie. Passando da Padova ho dovuto accontentarmi di vedere la porta del vedervi nel passaggio qui tra noi. Ricordatevi dunque di venire. vostro alloggio nell’ex convento di S. Antonio. Vi prego di mandarmi la parte del m(ano)s(scritto) della vita di Giotto che avrete fatto fino a Giotto in Padova. La descrizione poi della Cappella degli Scrovegni vi prego di confrontarla cogli affreschi prima di mandarmela, e cercare al Gloria le descrizioni che sono sotto le figure allegoriche di detta Cappella. XVIII Spero che questa mia vi troverà in buona salute. Io me la passo al solito, né bene, né male unitamente a s.l. s.d. [Firenze, autunno 1870] mia moglie, la quale vi manda i suoi vivi saluti. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Scrivetemi quando sarete di ritorno a Padova. Credetemi sempre. Cavalcaselle è impaziente di sapere l’opinione dell’amico a proposito delle aggiunte su Assisi e se i suoi disegni e appunti gli Il vostro devotissimo amico. 30 8bre 1870 Firenze siano serviti. Gli spedisce inoltre alcuni suoi lucidi perché verifichi se il ritratto di Giotto dipinto nella Cappella degli Scro- G. B. Cavalcaselle vegni coincida con quello che ha indicato e se si possa accostare all’altro da lui segnalato presso la Cappella del Podestà a Firenze (cfr. lettere XX e XXXI). Chiede se il busto in marmo di Giotto che si trova nel duomo di Firenze possa in qualche modo essere accostato ai due ritratti del Palazzo del Podestà e della Cappella degli Scrovegni. Intende studiare la questione XX in modo accurato, tentando di trarre delle conclusioni. Firenze, 6 novembre 1870 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Mio caro e buon amico, Prendo coraggio dalle vostre buone parole e continuo a lavorare assiduo per la nostra traduzione, la quale Cavalcaselle esprime la propria apprensione per la richiesta da parte dell’editore inglese John Murray, il quale, oltre al volume finirà per essere in gran parte modificata e mi lusingo in meglio. in corso di stampa, desidera anche un libro monografico su Tiziano, per il quale sarà necessario almeno un anno e mezzo di Aspetto con impazienza che siate giunto col m(ano)s(critt)o ad Assisi, per conoscere se trovate giuste le lavoro. cose da me suggerite; se i miei disegni vi servono, se il mio scritto è intellegibile, e se credete di unire le Chiede poi a Mugna di mandargli la continuazione di Assisi e di domandare ad Andrea Gloria notizie intorno alle iscrizioni sotto le figure allegoriche nella Cappella degli Scrovegni, assicurandogli che verrà citato nel volume (cfr. lettera XIX). Fra i descrizioni dei soggetti, la conservazione del dipinto, colle osservazioni critiche. destintari dei suoi saluti nomina tra gli altri Guglielmo Botti, allora impegnato presso la Cappella degli Eremitani a Padova. Voi ora siete il giudice più competente. Vi spedisco dei lucidi tratti dai miei disegni perché verifichiate Sulla questione del ritratto di Dante (cfr. lettere XXI e XXIV), gli suggerisce la lettura delle lettere uscite nella Guida officiale se il ritratto di Giotto? dipinto nel fresco del Giudizio finale alla Cappella degli Scrovegni in Padova è per le feste del centenario di Dante Alighieri (Firenze, 1865), alcuni suoi estratti (Cavalcaselle 18641, 18642, 18643, 18651, quello da me indicato, il qual ritratto somiglia all’altro indicato Giotto? nel foglio più grande, che si vede 18652), e un saggio di Alessandro D’Ancona pubblicato nel 1868 in una raccolta per le nozze Bongi-Ranalli (D’Ancona di tre punti, il quale trovasi dipinto nella Cap(pell)a del Podestà in Firenze. Vi spedisco un terzo di profilo 1868). Cita inoltre gli «Annali danteschi» di Dresda (Deutsches Dante-Jahrbuch 1867), che non trova più e che ricorda ma di differente carattere. Il busto in marmo di Giotto nel Duomo di Firenze, benché sia lavoro della fine di avere spedito a Mugna, al quale chiede conto. Rimane in attesa delle sue considerazioni sulla questione. Chiede infine di del 1400, pure nella sagoma ricorda il ritratto da me indicato e nel Palazzo del Podestà, e quello da me inviargli la parte di traduzione su Assisi. 274­­­ 275­­­ Carissimo amico, della traduzione. Io debbo esservi bene obbligato che col mezzo vostro io avrò il modo di correggere e Dalla vostra lettera sento con piacere che state bene di salute e di più che siete di buon umore. Non è rettificare tante inesatezze che si trovano nelle descrizioni del libro. Voi ve ne siete diggià avveduto colle così di me. Una lettera del mio amico Crowe mi avvisa che il Murray ha scritto che, non vedendo la vita cose di Padova ed io me ne avvedo ora che prendo in mano la traduzione vostra e la confronto coi miei di Tiziano sul volume in corso di stampa, lo desidera ad ogni modo. brutti disegni che mi feci venire da Lipsia; mi fa meraviglia come ciò sia accaduto al mio buon Crowe, e Dovete conoscere che il vol. 4 ed il vol. 5 prendono i nomi di I e di II delle Scuole del nord et cetera. più ancora come nella traduzione tedesca si trovano ancora, ma ciò deve essere avvenuto per non avere Per fare la vita di Tiziano occorre un anno di lavoro e poi il tempo per stampare il libro. Vorrà Murray avuto esso il tempo di occuparsene. Quei difetti poi li trovo peggiorati dalla cattiva traduzione del Jordan, aspettare un anno e mezzo, e tenere i due volumi, il primo dei quali è stampato fino dal 1868, per avere e voi mio buon amico ne siete la vittima. Di quanto vi scrivo non fatene parola con alcuno, ma resti tra noi. anco un volume col Tiziano per mettervi il tutto in vendita? Ora conosco che io ho mancato da parte mia perché bisognava che fosse fatta da prima una traduzione Potete pensare in quale tristezza d’animo io mi trova. adatta e mi fosse mandato un capitolo dopo l’altro il quale doveva poi essere da me riveduto e poi ritornato Non so come ringraziarvi della bontà come della buona disposizione che avete riguardo al libro del quale a voi perché le daste la dovuta forma; ma occupato come mi trovava per la continuazione del libro inglese vi occupate. Ho bisogno che mi mandiate subito la continuazione di Assisi e, se avete pronto tutta la parte non potei occuparmene, ma è vero ancora che non pensava mai che vi fossero tante inesatezze. Voi poi, fino a Padova, speditela pure, altrimenti la sola parte di Assisi, et cetera. Domanderete a Gloria, come mio buon amico da prima non avevate tenuto il sistema di scrivere in mezzo al foglio come ora fate, e ciò già vi ho scritto, le iscrizioni che si trovano sotto alle figure allegoriche nella Cap(pella) Scrovegni; gli fu causa che mettendomi a leggere lo scritto ero obbligato spesso di far uso della lente d’ingrandimento direte che si faranno col suo nome. Il Bazzani sta bene e manda i suoi saluti. Mia moglie desidera d’essere per cui i miei occhi soffrivano, di modo che fui forzato a tralasciare, e vi pregai di trascrivere il tutto come ricordata, ed io chiudo pregandovi che abbiate pazienza nel penoso lavoro che state facendo. Speriamo avete fatto. che alla fine tutto vada bene ed abbia ad ottenere quel risultato che desideriamo. Per cui i miglioramenti che avete fatto nei primi capitoli ricopiandoli non impediscono che vi sono alcuni Salutandovi di nuovo credetemi. cambiamenti a farsi. Il vostro devotissimo amico. Certo che per un altro volume la cosa si farà di modo che non vi sia un terzo di fattica che è costato questo G. B. Cavalcaselle primo, pieno di difficoltà. Ecco ciò che mi propongo, e che, per mio conforto, vedo che siete disposto a fare. Io rivedrò il tutto, intro- Salutatemi il M(archese) Selvatico, Tolomei, ed il Botti il quale lavora alla Cappella degli Eremitani in- durrò le mie osservazioni scritte, più manderò, ove sarà necessario, i miei brutti disegni, nella speranza torno al Mantegna. 6 nov. Firenze, 1870 che possano servirvi a comprendere meglio il mio scritto. Voi non vi occuperete del tedesco, se non che quando crederete necessario, e per l’esattezza di ricordare Stante il Centenario per le feste del Dante, andandovi vedete i numeri 20 p. 160, no 29, p. 250, no 42, p. a suo luogo le note, ma aggiustarete lo scritto mio che vi mando col vostro laddove crederete necessario. 336, no 45, p. 363 ove sono le mie lettere. Facile poi vi sarà trovare quelle del Milanesi e Passerini. Di più Facciamoci coraggio. Sento che ho bisogno di raccomandarmi alla vostra bontà per dare questo volume al vi mando un estratto dei ni della «Gazzetta del Popolo», importante sopra questa questione, più il libretto Le Monnier in ordine, e corretto. Ricordatevi inoltre di vedere le correzioni che sono nel vol. Io, nel IIo ed che pubblicò il Prof. D’Ancona. anco nel IIIo del Jordan per qualche parte che riguarda il vol. Io, perché ve ne sono state pure nel volume Mi pare avervi spedito anco quello che fu scritto negli «Annali Danteschi» a Dresda intorno al ritratto di III, alla fine, per il v. Io. Dante di Giotto. Tal libro io non l’ho più. L’avete veduto? Avete ricevuto il libretto del Prof. D’Ancona per le nozze Ranalli e così l’estratto della «Gazzetta del Mandatemi ora la parte di Assisi ed il rimanente fino a Firenze Cap(pella) del Podestà. Leggete le lettere Popolo» che vi mandai per la questione del ritratto del Dante? Procurate da Venezia sapere quale è il del Centenario, più l’estratto del «Giornale del Popolo» che spedisco e poi scrivetemi cosa pensate in soggetto del primo mosaico sopra la porta esterna della chiesa di San Marco dal lato dell’orologio. questa controversia quanto alla Cappella. Quanto alla mia salute non va né bene né male, l’amico Dr. Fani mi cura con delle pillole. Chiudo promet- tendovi d’essere fermo nel mio proposito di lavorare per il nostro primo volume. La mia moglie vi ringrazia per la bontà che mostrate per me. L’amico Bazzani è passato da casa mia e mi ha detto di salutarvi tanto e poi tanto. XXI Salutatemi a Padova gli amici ed i Marconati, e quando mi scrivete ditemi quando il Botti pensa d’essere Firenze, 22 novembre 1870 a Firenze. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Spero che questa mia vi troverà in ottima salute, e disposto a sopportare la fatica del penoso lavoro del libro che da tanto tempo vi pesa sulle spalle. Cavalcaselle fa riferimento alle inesattezze presenti nelle edizioni inglese e tedesca, quindi si congratula per l’ottimo lavoro Conservatemi la vostra amicizia e credetemi. fatto da Mugna. Si ripropone poi di rivedere il tutto il materiale che gli ha già mandato, introdurre le sue osservazioni scritte Il vostro devotissimo amico. e i suoi schizzi e rimandargli tutto per la stesura finale. Si raccomanda di rivedere le correzioni del traduttore tedesco Max G. Battista Cavalcaselle Jordan nei primi tre volumi, in quanto sono utili anche per il primo. Cfr. Crowe, Cavalcaselle 1870, III, pp. 376-381. Chiede infine all’abate se ha ricevuto l’estratto della« Gazzetta del Popolo» sulla questione del ritratto di Dante (cfr. lettere IV, VI, VII, XVI, XVIII e XXI) e di informarsi su quale sia il soggetto del mosaico sopra la porta esterna della Basilica di San XXII Marco di Venezia, lato orologio. s.l. s.d. [Firenze, fine dicembre 1870] 22. 9bre. 1870 Firenze Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Mio caro e buon amico, Ho ricevuto la vostra lettera ed il m(ano)s(critt)o che mi avete spedito. Nulla ancora conosco riguardo al Cavalcaselle informa che l’editore inglese Murray ha finalmente deciso di pubblicare i due volumi (Crowe, Cavalcaselle dispiacente affare della pubblicazione inglese; aspetto con grande ansietà come andrà a finire la cosa. 18711). Ora si dedicherà a rivedere tutta la traduzione in Italiano del primo volume, che, a causa della cattiva qualità dell’e- Tanta inquietudine di animo è ora aggravata conoscendo la fatica che a voi reca questo penoso lavoro dizione inglese e, soprattutto, di quella tedesca, non va bene. Chiede a Mugna se le rettifiche inviate sono chiare e si affida a 276­­­ 277­­­ lui perchè rielabori in maniera consona lo scritto. abbiate a casa vostra. Se non lo potete avere ci rimediarò io alla meglio. Sarebbe per vedere certi mosaici Si rammarica di dovergli affidare l’arduo compito di rivedere tutta la traduzione inglese con i suoi appunti, ma è necessario a cagione delle descrizioni. per la buona riuscita del libro. Gli chiede infine se a Padova si possano reperire le Notizie istoriche delle chiese fiorentine Ho avuto il lucido del ritratto di Giotto e vedo, secondo l’indicazione del Botti, che non mi ero ingannato. divise ne’ suoi quartieri di Giuseppe Richa (Richa 1754-1762). Salutatemelo e ringraziatelo. Vi prego pure di salutarmi il bravo amico Tolomei, nonché il M(arches)e Selvatico ed i Marconati. Carissimo il mio buon amico, Le cose mie non sono del tutto soddisfacenti, ma molto meglio di prima, speriamo che finiscano in bene. Il Marconati vi avrà data la buona notizia che Murray finalmente si è deciso a pubblicare i due volumi. La mia salute è come al solito. Spero però che voi godiate quel bene che pare non sia a me concesso. Una gran pietra mi si è levata dallo stomaco, e mi rimetto con buona volontà e rassegnazione al molto Pazienza! lavoro, ma vi è molto a fare, intendo rivedere la traduzione del nostro volume. Senza di voi io non avrei La mia buona moglie ora sta bene e vi ringrazia tanto della bontà che avete per me, come della premura avuta la forza di lavorarvi sopra di nuovo, e così come ora è [colpa è del vole. inglese e maggiore del te- che mostrate per noi. Potessi prima di morire lasciarla provveduta di qualche mezzo di sussistenza! Ecco, desco] non poteva andare. Voi poi ne siete la vittima innocente. Ditemi ora un poco meglio se trovate che caro, ciò che mi tormenta. Speriamo! quello che vi propongo di fare possa migliorare il libro; se io ho scritto in maniera di farmi intendere. Addio di nuovo. Avrete vedute tra le retifiche quella del quadro di Guido all’Acc(ademia) di Siena, e l’altro a San Dome- Continuatemi la vostra benevolenza, ed il vostro aiuto per il lavoro penoso da farsi e credetemi sempre. nico; in questo secondo quadro ho cercato semplificare, e far notare meglio che le carni della Mad(onna) Il vostro devotissimo. e del putto sono d’altra maniera del rimanente della stessa pittura. Desidero sapere se avete potuto in- G. B. Cavalcaselle 23 feb. 1871 Firenze tendere ciò che ho fatto per la chiesa Superiore di Assisi; di più se credete, come me, che la descrizione del soggetto, la conservazione, e le osservazioni critiche, sia bene farle tutte assieme e non separatamente come sono ora. Io credo meglio tutte assieme. Quanto poi al mio cattivo scrivere, alle ripetizioni et cetera, XXIV voi saprete ciò dovrete fare. Mettetevi lettore imparziale, mandando al diavolo la traduzione di Jordan Firenze, 10 marzo 1871 (solo vi raccomando le note da me non copiate) e fate voi. Qual disgrazia per me se fosse stato pubblicato Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 in italiano a quel modo. Fu una fatalità che io a cagione del mio materiale per l’inglese non abbia prima potuto occuparmene. Ringrazio la provvidenza della bontà che voi avete per me. Cavalcaselle comunica all’abate che il libro al quale stanno attendendo sarà pubblicato in formato grande e con le immagini Io faccio più fatica ora a confrontare il tutto coll’inglese, con i miei disegni, di quella che se da prima dell’edizione tedesca (cfr. lettere VI, VII, XXIV, XXXVI e XXXVII). Chiede poi la sua opinione circa il manoscritto che gli ha avessi avuto il tempo di tradurre dall’inglese, correggerlo, e mandare il mio m(ano)s(critt)o italiano perché inviato e lo esorta a togliere senza esitazione tutte le ripetizioni e a correggere la forma. voi le daste la forma ed aggiungeste il poco nulla di nuovo che vi è nel tedesco. Tutto ciò rimanga tra noi. Non potete credere con quanta ansietà aspetti una vostra risposta per le cose che vi domando. Mio caro e buon amico, Buon anno nuovo, continuatemi la vostra amicizia e salutate il Marchese, Tolomei ed i Marconati. Portate pazientemente la croce e per merito vostro vedremo anco la fine del m(ano)s(critt)o. Credete di trovare a Padova il Richa, Chiese fiorentine? Addio di nuovo. Non so se vi ho scritto che il Le Monnier mi fece conoscere che lo stamperà il libro, in formato grande, e G. B. Cavalcaselle colle immagini che si trovano nell’edizione tedesca. Non potete credere quanto desideri conoscere come trovate il m(ano)s(c)r(itto) che vi ho spedito. Spero che voi darete a quello scritto la dovuta forma, toglierete via le inutili ripetizioni. Non abbiate scrupolo di XXIII sorta, lavorate da chirurgo. Io sono quasi alla fine del cap. II. Subito che potete scrivermi, toglietemi dalla curiosità e ditemi cosa ne pensate. Firenze, 23 febbraio 1871 La mia buona moglie è di nuovo presa di quando in quando dai dolori reumatici, però in questo momento Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 ha migliorato di molto. Spero che questa mia vi troverà in buona salute. Cavalcaselle chiede a Mugna il suo parere sui quattro capitoli che gli ha mandato. Gli suggerisce poi di cercare di procurarsi, Salutatemi Tolomei, il M(archese) Selvatico, e tutti i Marconati quando li vedete. presso la biblioteca del Seminario di Padova, i Vetera monimenta di Giovanni Giustino Ciampini (Ciampini 1690), in quanto gli serviranno per il lavoro e, in caso contrario, provvederà lui stesso a fargliene avere una copia. Comunica infine di avere Credetemi sempre. ricevuto il lucido del ritratto di Giotto con indicazioni di Guglielmo Botti (cfr. lettere IV, VI, VII, XVIII, XX e XXI). Il vostro devotissimo. G. B. Cavalcaselle 10. m. 1871 Firenze Mio buon amico, Ho ricevuto la lettera nonché i 4o capitoli. Voi che siete amico sincero dovete scrivermi schiettamente se vi pare che ora quei capitoli camminano meglio di prima. Aspetto dunque la vostra opinione su di ciò. Ho XXV data un’occhiata a quei capitoli e mi pare che vadino bene, però, se vi sarà qualche cosa, la farò da me e voi, rivedendo le prove di stampa, le darete la forma. Come ho fatto di questi 4o capitoli dovrò fare di tutti s.l. [Firenze], 21 marzo 1871 gli altri, e tra poco avrete il cap. I e poi gli altri. Vedendo che voi siete tanto buono, vado prendendo un Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 poco di coraggio. Cavalcaselle si lamenta del comportamento dell’editore Murray, il quale sta venendo meno agli accordi economici preceden- Una cosa è da avvertire, che, per quanto si può, è bene non rendere conto della cagione del ritardo allo temente pattuiti, per cui il compenso si annuncia inferiore rispetto ai calcoli fatti. Inoltre lo attende un lavoro gravosissimo: la stampatore né ad altri. Ciò potrebbe nuocere, e questo anco per riguardo alla edizione inglese come alla Vita di Tiziano e dei suoi scolari (Crowe, Cavalcaselle 18772) che si aggiunge a quello della traduzione italiana della New tedesca. Dovete scrivermi se a Padova potete avere il libro Vetera Monimenta et cetera. Musiva Opera, history of paintings in Italy (Cavalcaselle, Crowe 1875). Annuncia poi a Mugna che ricopierà il lavoro fatto e glielo invierà per una sua libera rielaborazione. 278­­­ Ioannis Ciampini Romani, Roma, MDCXC; forse si trova alla libreria del Seminario, ma occorre che lo 279­­­ N.B. Il Ciampini non va citato che una sol(a) volta, ed è a S. Apollinare in Classe per le iscrizioni che Caro amico, trovarete. Perdonate al mio ritardo cagionato in parte dalla malferma mia salute. Togliamo poi i Re Magi che sono a S. Apollinare Nuovo e, che sia in nota. 5. aprile 1871 Io passo di disillusione in disillusione. Appena accomodato l’affare della pubblicazione dei due volumi col Murray è sopraggiunta una circostanza spiacevole. Io e il mio amico Crowe si calcolava che, di parte mia, dovessi avere £. 75. sterline, mentre il rimanente lo aveva speso anticipatamente in viaggi. Il Murray nel rifare il mio conto dal 1857 in poi, trova che io XXVII devo avere sole £ 25, lo che porterebbe una differenza di Lire italiane 6.0.0. Potete credere che voglia s.l. [Firenze], 12 aprile 1871 io abbia di lavorare! Il pubblicatore domanda la vita di Tiziano e dei suoi scolari. La traduzione italiana Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 mi prende tanto tempo, ed inoltre ho il rimorso di recare a voi tanta fatica. Se mi tenete fermo, spero che arriveremo alla fine. Se lascio il lavoro della traduzione, è certo che in Italia io sono un uomo perduto. Tra Cavalcaselle è in apprensione per non avere ancora ricevuto risposta circa il primo capitolo che ha inviato a Mugna, perciò gli pochi giorni io ricopierò quello che ho fatto e ve lo spedirò. Voi leggerete quello che manderò, e ciò che chiede di dargli notizie prima possibile, anche per conoscere il suo parere in merito al lavoro svolto. vi sembrerà fatto meglio le darete la debita forma. Nessuno è giudice più competente di voi, perciò farete 12 aprile 1871 come meglio vi piacerà. Stampato il primo volume si penserà, come voi dite, a trovare un altro modo più Mio buon amico, conveniente per il rimanente. Vi ho spedito da qualche giorno il primo capitolo, assicurandolo, diretto come di consueto al vostro indi- Spero non vorrete seguire il mio esempio, ma mi consolarete coi vostri scritti. rizzo ex convento di S. Antonio Padova, e sono in aprensione per non avere ancora da voi avuto la notizia Salutatemi tutti e quando vedete il Botti domandategli quando pensa essere di ritorno a Firenze. La mia del ricevimento. Vi prego dunque di scrivermi in proposito. buona Angela vi ringrazia della premura che prendete per me e della bontà che avete per lei. Però non finiscono qui le mie inquietudini. Mentre sono dolente della fatica che questo primo volume vi Perdonate della fretta e credetemi sempre. reca, certamente non sarà a questo modo per gli altri. Sono pur desideroso di conoscere il vostro parere; Il vostro devotissimo amico. a me pare d’aver megliorato in tutto, sicuro poi che voi saprete togliere le cose inutili, e le ripetizioni fuor G. B. Cavalcaselle 21.1871.marzo di luogo, dando in pari tempo la dovuta forma allo scritto, rendendo così leggibile il libro. Spero, mio buon amico, che voi sopporterete pazientemente tanta fatica e non mi abbandonarete. Io continuo ora col fascicolo II, il quale dopo vi sarà spedito. Questi due e gli altri che mi avete mandato formano capitoli XXVI VII, per cui si potrà dare il primo allo stampatore. s.l. [Firenze] 5 aprile 1871 Spero che questa mia vi troverà in buona salute. La mia buona moglie è da qualche giorno incomodata, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 ma spero che presto si rimetterà in salute. Ella sempre mi domanda di salutarvi e di ringraziarvi di quanto fate per me. Cavalcaselle annuncia l’invio del primo capitolo e chiede a Mugna di riordinarlo e di esaminare le vecchie note ivi presenti Addio di tutto cuore e credetemi sempre. per scegliere che cosa utilizzare. Ha citato, dove possibile, i Monimenta di Giovanni Giustino Ciampini (Ciampini 1690; cfr. Il vostro devotissimo amico. lettera XXIII), ma per il criterio artistico chiede di riferirsi sempre a lui. Il Ciampini va citato in nota solo una volta per le G. B. Cavalcaselle iscrizioni di Sant’Apollinare in Classe, ma occorre eliminare la citazione per i Magi di Sant’Apollinare Nuovo. Vi prego di salutarmi il Mar(ches)e Selvatico, Tolomei ed i Marconati. E chiudo la lettera raccomandan- Mio buon amico, domi di nuovo a voi. Giorni sono vi ho scritto, ed ora vi mando il cap. Io. Spero che saprete dar forma al mio cattivo scritto, togliere le ripetizioni, infine renderlo leggibile. Mi direte che cosa pensate dei cambiamenti. Se io non mi inganno credo che il lavoro possa migliorare di molto. Aspetto dunque con ansietà la vostra franca ed autorevole opinione. XXVIII Duolmi assai che siate da me tormentato a questo modo, ma ciò non avverrà cogli altri volumi. State pur sicuro che senza di voi io non avrei fatto nulla a grave mio danno. A voi debbo tutto. Trovarete nel m(ano) Firenze, 3 giugno 1871 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 s(critt)o note vecchie di cui in parte si servì il Crowe, abbiate la pazienza di leggerle per vedere se qual- i che cosa di più si può prendere. Ho cercato di citare i vol del Ciampini nei mosaici per maggior comodo. Cavalcaselle ringrazia Pietro Mugna per la revisione del primo capitolo. Lo avvisa che si assenterà da Firenze per qualche Voi saprete servirvi del Ciampini per le descrizioni, ma per certe cose tenetevi a quanto io ho scritto, e giorno e che, al rientro, gli manderà il secondo. questo poi sempre quanto al criterio artistico. 3 giugno 1871 Firenze Perdonate della fretta, e confermatemi la vostra buona amicizia. Mia moglie desidera d’esser ricordata, e Carissimo amico, vi ringrazia della bontà che mostrate per me. Ho avuto il cap.o Io e ve ne ringrazio di tutto cuore. Bazzani pure vi saluta. Abbiate pazienza per questo primo volume, ché per gli altri la cosa sarà fatta diversamente. Sono ob- Vi prego di salutarmi il M(arches)e Selvatico, Tolomei ed il Botti. In attesa di un vostro riscontro crede- bligato per tre o quattro giorni di lasciare Firenze. Subito tornato (qualche giorno dopo il mio arrivo), vi temi sempre. spedirò il cap. IIo. Il vostro devotissimo amico. Perdonate della fretta e credetemi sempre riconoscente di quanto fate per me. G. B. Cavalcaselle Desidero che, a vostro comodo, mi scriviate se vi pare che il lavoro così ripassato vada meglio di prima. 280­­­ Ho lavorato molto anco per gli altri capitoli, ed ho delle cose nuove per Giotto. 281­­­ Continuatemi la vostra buona amicizia di cui tanto ne abbisogno. Carissimo amico, E sono il vostro devotissimo La vostra lettera dapprima mi ha rattristato, ma poi ho preso coraggio. State pur sicuro, come vi dissi in G. B. Cavalcaselle altra mia, che la fatica sarà per questo vol. I., per il quale vi scongiuro che continuiate ad avere pazienza e non mi abbandoniate. I capitoli che mi avete mandati infatti trovo che vanno bene, e mi pare si sia mi- Mia moglie ora sta bene e mi prega di presentarvi i suoi rispetti e spera con me di vedervi tra noi a Firenze. gliorato il lavoro. Se vi ho rimandati alcuni di quelli uniti al cap. 2o, si fu per la questione della scultura Vi prego salutatemi i Marconati, il M(arches)e Selvatico, l’amico Tolomei nonché il Botti. e pittura nelle provincie meridionali. Voi che conoscete il mio cattivo modo di scrivere, il mio ripetermi continuo, spero che potrete semplificare e ristringere il tutto, e rileggendo il fatto all’occorrenza toglier via ciò che credete opportuno. Così farete colle descrizioni dei quadri restringendole ove credete. È poi certo che i capitoli che mi manderete, che sono il 2o e gli altri, non li rivedrete più che nelle prove XXIX di stampa, così sarà degli altri fino al cap. o8 al quale ora sto lavorando. Abbiate pazienza e non abban- s.d. [post 28 giugno 1871] donatemi. Tutto il mio avvenire dipende da questo libro, ed a voi dovrò tutto. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Scrivetemi e consolatemi colle vostre notizie. Ho salutato il Botti, ed ho fatto i vostri ringraziamenti; e gli ho detto che vi sta a cuore la sua conoscenza. Cavalcaselle si lamenta per la pesantezza del lavoro e per l’incertezza sul risultato finale. Chiede a Mugna di perseverare e lo Sapete che a Londra sono usciti i due altri volumi, e grazie a ciò le riviste le più importanti ne hanno ringrazia per tutto quello che sta facendo. parlato anco troppo bene. Sarebbe curioso far fiasco in Italia. Se voi mi aiutate, e perseverate, spero che Alla fine della lettera lo esorta a procurarsi il libretto di Giusto Grion, La cronaca Dino Compagni (Grion 1871), e a comuni- no! Ricordatevi di fare come meglio vi piace nel dar forma al mio scritto. Sono certo che voi riuscirete. La cargli le proprie impressioni. Un indizio per la datazione proposta è suggerito dal colophon dell’opera del Grion: «Impresso a mia buona moglie vi ringrazia ed unisce le mie preghiere alle mie (sic). Verona la vigilia dei santi apostoli Pietro e Paolo l’anno 11. del Regno d’Italia». Continuatemi il vostro aiuto, ché dopo questo Io volume la cosa andrà diversamente. Salutatemi Marconati ed il Tolomei. Il Selvatico va fare una brutta figura per la facciata del Duomo di S. Maria del Fiore. Mio caro e buon amico, Ho salutato Bazzani, il quale ritorna i saluti. Vi scrivo sempre malcontento pensando alla fatica ad alla noia infinita che vi do per questo primo volume, Continuatemi la vostra buona amicizia ed aiuto. inquietudine poi che si aumenta nella incertezza del come alla fine verrà il libro. E sono il vostro devotissimo amico. Quella che vi ho scritto non è che in forma di appunti. Voi col vostro sapere, colla vostra bontà, ed essendo G. B. Cavalcaselle 4 luglio 1871. Firenze padrone della materia, prenderete ciò che crederete necessario, soprimerete ciò che è inutile, e darete una forma molto ristretta alle mie molte ripetizioni et cetera. Dal m(ano)s(critt)o primo e da questo che vi mando di mio voi saprete prendere ciò che va preso, e così lasciare ciò che va tolto via. Tutto dipende da voi e prego Dio non abbiate da stancarvi. Le correzioni che vi mando mi pare che debbano migliorare il libro, per questo aspetto sentire la vostra opinione. XXXI Salutatemi gli amici ed i Marconati. [Firenze], 31 luglio 1871 La mia buona moglie ora si è rimessa e mi prega di ringraziarvi della bontà che avete per me, desiderando Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 di vedervi qui a Firenze tra noi per farlo a voce. Il Botti sta bene ed è molto occupato col lavoro. Bazzani sta benone e vi saluta. Cavalcaselle si complimenta con Mugna per la capacità di sintesi dimostrata nella revisione degli scritti. Dice di avere scritto Come va la vostra salute? Quando posso sperare di vedervi? al collega Crowe sulle modifiche apportate ai primi capitoli e in merito alla proposta, accettata dallo studioso inglese, di Procurate d’avere un libretto di Giusto Grion stampato a Verona, La cronaca Dino Compagni. Leggete anticipare la data di nascita di Giotto al 1266. La preoccupazione per l’onere economico del libro sembra essere rientrata. Gli chiede poi di accertarsi, facendosi eventualmente aiutare dallo storico e letterato Pier Carlo Leoni, se il Salone presso il quel ritratto e poi scrivetemi la vostra opinione. Palazzo della Ragione di Padova nel 1420 fosse bruciato del tutto o solo in parte e di aggiungere qualcosa sui dipinti. Lo Il vostro devotissimo amico esorta, andando a Schio, a procurarsi l’edizione Le Monnier del Vasari (Vasari 1846-1857), almeno il volume su Giotto, e Giovanni Battista Cavalcaselle anche la prima edizione dell’opera (Vasari 1550), per le citazioni e i confronti (cfr. lettere XXXII e XXXIII). Nel post scriptum Cavalcaselle si scusa per le ripetizioni del proprio manoscritto, ringrazia l’abate Mugna delle precisazioni e gli annuncia di avere ricevuto, tramite l’ingegnere ed erudito padovano Alberto Cavalletto, la Guida di Padova di Pietro Selvatico (Selvatico 1869). Insiste di nuovo sulla necessità di consultare la prima edizione delle Vite vasariane. XXX 31. luglio 1871 Firenze, 4 luglio 1871 Carissimo amico, o Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Ho ricevuto la vostra lettera del 26. più parte del 2 capitolo che finisce coi mosaici di Salerno. Mi sono letto il tutto e sono contentissimo, anzi sorpreso come abbiate in poche parole detto quello che io confu- Cavalcaselle comunica al corrispondente che i capitoli che gli ha rimandato vanno bene, mancano soltanto alcune conside- samente avevo le cento volte ripetuto col mio brutto scritto. Ve ne sono veramente riconoscente per tutta razioni sulla scultura e sulla pittura delle province meridionali. Lo prega di pazientare e di continuare il suo lavoro, nel quale la vita. gli viene accordata la massima libertà nel rielaborare gli scritti. Comunica l’uscita a Londra di altri due volumi della New A me pare che vada molto meglio di prima ed a voi? Quanto al mio buon amico Crowe, sapiate che gli History, accolti con grande favore dalle riviste più importanti, e si augura che lo stesso possa avvenire in Italia. Cfr. Crowe, ho già scritto di mano in mano dei cambiamenti fatti nei primi capitoli. Più gli ho dete le ragioni per cui Cavalcaselle 1871, 2 voll. Giotto credo che sia nato nel 1266 (invece che nel 1276) ed esso le approva. Quanto alle correzioni delle descrizioni, le ho fatte coi miei disegni alla mano, per cui più esate ora di prima. Solo mi dava pensiero che peggiorasse il libro dal lato economico della misura. Ma ora vedo che ciò non è. 282­­­ 283­­­ Di più sappiate se il Salone nel 1420 si bruciò tutto, come è detto nella nota, oppure in parte. Non vorrei cui, se lo scritto abbonda ci sarà posto come collocarlo, e di più il primo volume che finisce con Giotto è che si commettesse l’errore come fu commesso colla Cap(pella) del Podestà di Firenze. Forse Leoni lo può un volume che può star anco da sé. sapere. Voi del fatto potreste aggiungere due parole di quello che è dipinto nel Salone quanto ai soggetti. Vi raccomando che, oltre l’edizione Le Monnier del Vasari, cercate d’avere la prima edizione del 1556 Vi ho scritto subito perché vorrei avere più presto che è possibile li schiarimenti che sopra vi domando, (sic) sia dalla biblioteca dell’Università o altra che vi sia a Padova. conoscendo che presto lascierete Padova. Perdonate dei nuovi disturbi. Quando siete a Schio potrete voi Mia moglie contraccambia ai vostri saluti. Se mi scrivete subito scrivetemi a Roma. Io però lascio detto avere un Vasari, quello di Le Monnier, almeno il vol. I. per Giotto. Così desidererei che aveste anco la qui alla posta di Firenze di mandarmi colà le mie lettere. prima edizione del Vasari per le citazioni e confronti che in qualche luogo io farei. Posso errare. Se vedete Botti ditegli che non si dimentichi l’affare di Assisi e mi scriva a fermo posta Firenze. Addio di Ritornate i saluti a tutti gli amici. Bazzani sta bene. Mi raccomando a voi e credetemi sempre. nuovo e perdonate della fretta. Salutatemi i Marconati, Selvatico e Tolomei. Il vostro devotissimo amico. Il vostro devotissimo G. B. Cavalcaselle G. B. Cavalcaselle

Ho consegnato tutte le lettere all’ufficio del giornale. Il caldo è anco qui forte. Pazienza. Quante ripe- tizioni che trovarete nel mio cattivo m(ano)s(critto), p. es. la nota alle pitture di Sant’Angelo in Formis presso Capua, poi di nuovo in Sicilia più volte così per spiegare l’influenza bizantina su scultura et cetera, XXXIII Palazzo! Firenze, 28 settembre 1871 Ho avuto dal buon Cavaletto la Guida di Padova del Selvatico. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Vi ringrazio della notizia che la carica di priore durava due anni presso i francescani. Io però ho fatto scrivere a Roma. Giotto era a Verona in quel tempo. Cavalcaselle comunica di essere rientrato da poco a Firenze e di avere quasi ultimato il lavoro rimanente. Chiede poi l’opinio- Bisognerebbe per Giotto che voi a Schio poteste avere la prima edizione del Vasari 1550. La seconda in ne di Mugna sulle aggiunte fatte relativamente agli scultori presenti nel Napoletano e in Sicilia. L’abate non dovrà preoccu- poi è simile a quella di Le Monnier. parsi della mole del volume, che potrà circolare anche a sé. Voi saprete meglio di me far le citazioni. Vedete se al Seminario ve la possono imprestare. Io non vi presso Ribadisce la necessità di consultare la prima edizione del Vasari (cfr. lettere XXXI e XXXII), per confrontarla con quella di col lavoro. A me pure costa un tempo infinito. Intanto Tiziano aspetta. La vostra lettera mi ha confortato Le Monnier (Vasari 1846-1857). assieme al m(ano)s(critt)o. Vi devo avvisare che la lettera è scritta il 26 mentre il timbro postale di Padova è del 30. Carissimo amico, Sono da alcuni giorni di ritorno a Firenze. Ho lavorato e tra qualche giorno avrete tutto il rimanente. Se avete finito ciò che avete del m(ano)s(critto) speditemelo pure fermo in posta Firenze. XXXII Desidero conoscere la vostra opinione sulle cose aggiunte di scultori et cetera sia nel Napoletano come in Firenze, 10 settembre 1871 Sicilia e così sulle varie influenze venute da fuori in quelle provincie. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Vi pare che abbia acquistato d’interesse il libro? Avete la I. edizione di Vasari? Certo quella di Le Mon- nier vi abbisogna in tutte le maniere. Cavalcaselle scrive di essere stato nominato dal ministro Cesare Correnti a fare parte di una Commissione per oggetti di belle Spero che la vita di Giotto in mano vostra riesca bella. arti con sede a Roma, dove è in procinto di recarsi per qualche giorno. Chiede pertanto a Mugna di non spedirgli nulla fino Frattanto mi raccomando che continuate per questo primo volume a pazientare. Non sarà così per gli altri. al suo rientro a Firenze. Confida di essere molto preoccupato per come verrà accolto in Italia il suo libro e raccomanda nuo- State sicuro. Se questo primo volume aumenta di pagine, non datevi pena per ciò, perché è un volume vamente di procurarsi la prima edizione delle Vite del Vasari (cfr. lettere XXXI e XXXIII). che può star anco da sé. Basti venga bene. La mia moglie mi raccomanda di farvi i suoi saluti. Sapete che desideriamo vedervi; se poi andassimo a Roma, dovete darmi la vostra parola di non mancare. Carissimo amico, Bazzani sta benone e vi saluta. Godo d’aver ricevute vostre buone notizie. Già il Crowe mi aveva scritto da Lipsia. Scrivetemi, che desidero le vostre notizie. Addio di nuovo. Il Correnti mi ha nominato in una commissione per oggetti di belle arti a Roma e domani sera partirò alla Il vostro devotissimo amico volta di quella città. Spero in qualche giorno di poter essere di ritorno a Firenze. Voi intanto abbiate la G. B. Cavalcaselle 28 7bre. 1871 Firenze consueta pazienza di tirare avanti col lavoro ma, senza furia, specialmente per quello che riguarda alle arti in Sicilia. Ci vuol pazienza! Non mi manderete ciò che avete se prima io non vi scrivo che sono ritornato a Firenze. Mi dispiace di partire, ma porterò con me la vita di Giotto, che ben presto spero di potervela mandare tutta. XXXIV Se il nostro libro cresce di volume poco importa, bensì che interessi la materia. Spero che col vostro aiuto s.l. s.d. [ottobre 1871] molto sarà fatto. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Da che siete stato a Lipsia ho partecipato al Crowe gli altri cambiamenti che intendo di fare, e ne convie- Cavalcaselle invia il secondo capitolo senza trascriverlo, confidando che Mugna possa leggerlo ugualmente. Aggiunge anche ne. A voi sta togliere le inutili ripetizioni; e se io riesco a farmi capire, spero che il libro sarà migliorato il quarto con qualche cambiamento e qualche nota a lapis che può essere integrata; è impaziente di sapere che cosa ne pensi assai. Però vi confesso che sono molto inquieto dell’esito qui in Italia. Forse la fatica mi toglie il mezzo di l’abate e se quanto fatto possa migliorare il lavoro. Gli lascia sempre la massima libertà su come rielaborare lo scritto e au- poter freddamente mente giudicare. A voi che ve ne pare? Vi ho detto che il formato sarà più grande, per spica di riuscire a terminare il lavoro con il suo aiuto. Chiede infine quando andrà a trovarlo a Firenze. 284­­­ 285­­­ Mio caro e buon amico, di scrivermi per mia quiete. Fino che voi state aggiungendo tra i fogli le poche aggiunte di mio in quella Vi mando il capitolo II senza trascriverlo; abbiate pazienza, ma lo mando a questo modo perché spero parte del IV. capitolo (che penso riguardi alla scultura) io darò fine alla vita di Giotto e che, subito rice- che lo possiate leggere egualmente, quantunque pieno di cancellature. Bisogna che consultate sempre il vuto da voi il m(ano)s(critto) che avete alle mani, ve lo manderò. vostro m(ano)s(critt)o per vedere dove vi sono le parti da conservarsi. Voi continuerete a dare la dovuta In queste due ore ho percorso qua e là il vostro m(ano)s(critto) e mi pare che vada benone, non temete di forma, togliendo le ripetizioni e tutto quello che crederete necessario. Voi siete padrone di fare come vederlo di ritorno, ma invece avrete a suo tempo le prove di stampa. Credo che il libro migliori di molto meglio credete. Vedrete la vostra nota a pag. 83 laddove si parla di S. Angelo in Formis (se mai avvenisse et cetera), poi nel modo che abbiamo fatto, di più credo migliorerà colla vita di Giotto. Quanto vi debbo pazienza per cosa ho scritto a pagina 217 (i primi Normani sotto la cui dominazione) e così p. 134-5-140-(160 in nota) questo primo volume! Continuate dunque a lavorare colla vostra solita bontà e presto sarà finita la noia del più pag. 193. primo volume. Questo è un volume che può anco star da sé solo, né credo che si debba fare i volumi tutti Vedete di prendere ciò che può servire evitando le inutili ripetizioni. Ma non basta: vi mando il cap.o IVo d’una misura, ma secondo la materia. per questo stesso oggetto, perché vedete l’aggiunta da pag.a 11 e seguito; ben inteso che in questo 4o cap.o Caro mio, il catalogo dei musei non ha mai esistito, né può, spero, esservi. potete aggiungere dei fogli tramezzo ma non per ricopiarlo. Sono desideroso di conoscere cosa pensate e Le poche cose che sono del Governo, come i bronzi, provengono dalla Galleria degli Uffizi e nella vecchia se credete che quello che vi mando possa migliorare il lavoro, e se è cosa necessaria il farlo. guida sono indicati.Le molte altre cose sono dei privati che mettono al Museo, poi ritirano per vendere. Così nel cap. 4. trovate qualche cambiamento, p. es. a pag. 3 più in altre qualche cosa scritta col lapis Quanto al monumento di Thor Waldsen al Campo Santo pisano non so neppure che esista, ma me ne in- che voi potete aggiungere nello stesso foglio. Finalmente leggete la fine del capitolo (qui finiamo la nostra esposizione nella statuaria), perché possiate formerò per poi scrivervi. Io mi trovo assai malcontento, come voi, della fatica del I volume. Subito che giudicare cosa convien fare ed evitare le inutili ripetizioni et cetera. Continuate a perseverare colla vostra avrò finito ho il Tiziano per il pubblicatore di Londra da mettervi mano. I due ultimi volumi hanno fatto solita bontà, che vi assicuro non sarà a questo modo per gli altri volumi. Vi prego di por mente alle note più riscontri in Inghilterra di quanto io poteva aspettarmi come vedo dai giornali. Mi dispiacerebbe un perché io posso essermi ingannato sia nel citarle, come posso averle anco dimenticate. fiasco in italiano, ma grazie vostre credo che ciò non verrà. Sarà anco bene che, quando mi mandate il cap. II. ed il 4o, mi mandate anco il m(ano)s(critto) vostro che La mia buona moglie conosce quanto essa vi debba di gratitudine per la bontà che avete per me e ve lo trovate unito ai capitoli che vi mando. fa conoscere col mio mezzo. Venite dunque a vederci subito che potete! Bazzani sta bene e manda i suoi Io spero coll’aiuto vostro venire a fine e bene. saluti. Io sono sospeso come le anime del purgatorio col Correnti, il quale promette, e poi ripromette, e Ricordatevi di darmi la vostra opinione per mia quiete subito che credete di scrivermi in proposito et poi si dimentica. Vedremo come finirà. cetera. Pensate che, rifatto così, il libro possa andar meglio di prima? Sarebbe bene che raccomandaste al Selvatico il Botti. Mentre che esso lavorava a Firenze per ordine del In questo momento entra il Botti e vi manda i suoi saluti uniti ai suoi ringraziamenti. Non posso dilungar- mi di più, per non perdere la partenza del corriere per Padova. Ministro, il Selvatico pare che abbia impegnato certo Zanchi di Bergamo per altri lavori a Padova. Mi pare La mia buona moglie desidera sempre di ringraziarvi di quanto fate per me, per cui io sarò sempre rico- non star bene lasciare chi ha fatto bene per andare in cerca di una nuova persona. noscente e doppiamente perché siete utile così tanto a me quanto ad essa aiutandomi in questo noioso Scrivetemi per il m(ano)s(critto)che avete per le mani. Addio di nuovo. lavoro della traduzione. Il vostro devotissimo amico Salutatemi il Tolomei; e presentate i miei rispetti al Marc(hes)e Selvatico. Quando vedete i Marconati G. B. Cavalcaselle salutateli tanto. Quando possiamo vedervi a Firenze? Credetemi sempre. Il vostro devotissimo amico. G. B. Cavalcaselle XXXVI [Firenze], 19 ottobre 1871 XXXV Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Firenze, 3 ottobre 1871 Cavalcaselle spera che il manoscritto inviato con la vita di Giotto vada bene e annuncia che il libro avrà lo stesso formato Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 dell’edizione tedesca, con incluse le incisioni (cfr. lettera XXIV). Vi saranno due tipi di caratteri, uno più piccolo per le descrizioni e uno per le note. Di nuovo vuole assicurarsi che il Mugna Cavalcaselle chiede notizie riguardo alla prima parte del quarto capitolo su Nicola Pisano, fino alla descrizione del pulpito riesca a consultare la prima edizione del Vasari (cfr. lettere XXXI, XXXII e XXXIII). In procinto di ripartire per Roma, chiede di Nicola Pisano del Duomo di Siena, perché non lo ha ricevuto insieme al manoscritto inviatogli da Mugna. Si complimenta di scrivergli là, fermo in posta. per il lavoro svolto e annuncia l’invio a breve della vita di Giotto. Confida che presto il lavoro per il primo volume sarà finito e che per quelli successivi la fatica non sarà così pesante. In Inghilterra la pubblicazione è stata un successo e spera altrettanto Carissimo Mugna, per l’Italia. Infine, per alcuni lavori da eseguire a Padova, chiede di raccomandare al marchese Pietro Selvatico Guglielmo Botti, persona fidata, da preferirsi al bergamasco Antonio Zanchi. Avrete ricevuto da qualche giorno il m(ano)s(critto) (vita di Giotto). Spero che troverete buono il materiale dopo i cambiamenti fattevi. 3 ot. 1871 Firenze Oggi sono stato dal Le Monnier e vi do la notizia che il libro avrà le incisioni (comperando i clichés) dall’e- Carissimo Mugna, ditore tedesco, per cui il formato dell’italiano sarà come il formato del tedesco. Vi saranno due forme di ca- Ho ricevuto due ore or sono il m(ano)s(critt)o che mi avete spedito, ma vedo che manca la prima parte del ratteri, il più piccolo per le descrizioni, e le note ne avrà un altro. Subito che avrò nel m(ano)s(critto) notata o cap . IV. con parte della vita di Nicola Pisano fino quasi alla fine della descrizione del pulpito di Nicola la parte che va in piccolo carattere consegnerò (che sarà tra qualche giorno) il m(ano)s(critt)o, vale a dire il di Siena, cioè fino alle parole:«i sepolcri non mancano di agilità e naturalezza. Lucifero nell’Inferno è cap. I. Il nostro amico Bazzani ha letto il tutto e mi fa sperare che il lavoro sarà accolto con molto piacere mostruosamente ritratto avendo una maschera giottesca per capo, orecchie di cane» et cetera. Continua dal pubblico. Vi ha fatto qua e là qualche cambiamento ma di frase, cosa, mi diceva, che voi avreste fatto il vostro m(ano)s(critto) indicato da voi 2. meglio di lui colla prova di stampa. Io poi gli ho fatto cambiare qua e là qualche cosa dal mio. Incomincio Per cui credo che sia ancora nelle vostre mani. Per togliermi dall’inquietudine, vi prego a posta corrente 286­­­ sperare che il vostro libro riuscirà bene. Abbiate dunque pazienza col Giotto. Avete la prima edi(zione) di 287­­­ Vasari? Gli altri libri all’occorrenza li manderò io. Vi spedisco un brutto disegno di una allegoria di Assisi, XXXVIII che temo essermi dimenticato di collocarla nel m(ano)s(critt)o spedito. Questa sera parto per Roma e non Roma, 9 novembre 1871 so quanti giorni mi tratterrò. Se mi scrivete subito fate Roma fermo in posta. Certo che desidero sapere Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 come pensate dal colpo d’occhio dato al manoscritto che avete tra le mani. Addio di nuovo. Bazzani lo vedrò a pranzo. Esso spera nel mese entrante di fare una gita nel Veneto. Cavalcaselle comunica di avere visionato tutto il lavoro compiuto insieme con il Prof. Giacomo Lignana, titolare della catte- Mia moglie desidera essere ricordata. Perdonate della fretta. dra romana di Lingue e Letterature Comparate, e il signor Amerigo Tkalac, autore, nel 1898, di uno scritto su Cavalcaselle Vostro devotissimo. i quali hanno espresso parere positivo. Tutti e tre sono fiduciosi circa la buona riuscita anche della vita di Giotto. Dice poi di G. B. Cavalcaselle 8bre. 1971 avere spedito il primo capitolo del libro a Le Monnier per la stampa, chiedendo, su consiglio di Lignana e Tkalac, che venga utilizzato un solo tipo di carattere. Attende a Roma una decisione del ministro Cesare Correnti sulla sua futura destinazione.

Mio caro e buon amico, XXXVII Ho ricevuto la vostra lettera e potete ben pensare come vi ho riflettuto sopra. Qui a Roma trovasi il profes- s.l. s.d. [Firenze, post 19 ottobre 1871] sor Lignana, il quale conosce bene il tedesco e l’inglese, ed è pure conoscente del Crowe; oltre al Lignana Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 trovasi anche il Sign. Tkalak, altro bravo signore ed amico mio e del Lignana. Ci siamo riuniti assieme, ho letto la vostra buona lettera ed eccovi il risultato. Cavalcaselle ribadisce che sarà necessario rivedere tutte le descrizioni e che è ansioso di conoscere l’opinione dell’abate Mugna Quello che avete fatto va bene, e crediamo che così sarà anco colla vita di Giotto. Giotto è un pittore di sulle modifiche apportate. Informa che Le Monnier vuole acquistare anche le incisioni, e che quindi si farà una edizione più tale importanza che va trattato a lungo, certo che così non sarà mai degli altri pittori di minor importanza. grande. Bene è che voi togliete via, ove vedete le ripetizioni, e così raccorciate le descrizioni dei quadri ove cre- Chiede poi se a Padova siano disponibili i seguenti volumi: G. Di Marzo, Delle belle arti in Sicilia, vol. II (Di Marzo 1859); dete bene di farlo, che un volume sia più grosso di un altro poco importa. Continuate dunque con la vostra A. Caravita, I codici e le arti di Montecassino (Caravita 1869-1871); L’arte al tempo dei Normanni in Italia Monumentale bontà fino alla fine e vedrete che anco la vita di Giotto andrà bene. State pur sicuro che così non sarà per di Schultz (Schultz 1860). Della volontà di Le Monnier di acquistare le incisioni si parla nella lettera del 19 ottobre 1871 (cfr. la continuazione del lavoro cogli altri volumi: finiamo il primo e poi vedrete che le cose cammineranno lettera XXXVI), elemento utile per la datazione di questa lettera. altrimenti. Prima di spedire il primo capitolo della vita di Giotto scrivetemi per sapere se mandarlo a Roma od a Mio buon amico, Firenze, e subito ne avrete avuta la risposta me lo spedire‹te›. Ho ricevuta la vostra lettera del 17, aspetto che voi vi mettiate pazientemente al m(ano)s(critt)o riforman- Io ho già spedito a Firenze per il Le Monnier il primo capitolo del libro perché incominci a stampare. Ho dolo, colla vostra abilità, per sentire la vostra opinione! A me pare che debba migliorare di molto. Il solo pure scritto di farla con un solo carattere e questo dietro consiglio del Lignana e del Talkak. Perdonate alla fatica che vi ho messo sotto per questo primo volume: solo voi avreste potuto soportarla e non pensate timore che io mi abbia si è quello di non essermi spiegato abbastanza chiaramente. Potete pensare quanto per gli altri volumi, che la cosa andrà ben altrimenti. Io sono come vedete sempre a Roma, niente è ancora sono desideroso di sentire la vostra opinione. deciso sul conto mio dal Correnti. Spero però di conoscerlo in breve. Il mio amico mi ha scritto che è spaventato di sentire da me che bisogna rifare le descrizioni; io gli ho La mia buona Angela mi scrive che sta bene e mi dà le notizie del Professor Bazzani, il quale è stato risposto che era indispensabile. alquanto incomodato. A voi poi dico (e resti tra noi) che avrei rotto il contratto piuttosto di darlo a quel modo. Come va la vostra salute? Scrivetemi e credetemi. Spero, col vostro aiuto, di arrivare a fine e bene. Quanto vi devo e sono obbligato, mio buon amico, per Il vostro devotissimo amico. quello che fate per me! G. B. Cavalcaselle 9bre. 1871 Roma Vi è una novità, che Le Monnier mi fece dire che vuole da me anco le incisioni e quindi farà un formato più grande. Vorrei sapere se a Padova il Selvatico vi può prestare il De Marzo, Le arti in Sicilia, solo vol. XXXIX II. A Padova potete vedere all’occorrenza l’opera I codici e le arti di Montecassino del P(adr)e Caravi- Firenze, 23 dicembre 1871 ta,1869 - 70. Così l’opera del Scultz, L’arte al tempo dei Normanni in Italia Monumentale. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Salutatemi Tolomei, il M(arches)e Selvatico ed i Marconati. La mia buona moglie è sempre tormentata dal benedetto reumatismo. Essa vi saluta tanto. Cavalcaselle esprime a Mugna i migliori auguri per una pronta guarigione e per il Natale imminente. L’indomani partirà per Aspettando di essere contattato dai vostri scritti conservatemi sempre. Roma con la moglie Angela. Il vostro devotissimo. G. B. Cavalcaselle 23 xbre. 1871 Firenze Carissimo amico, N.B. A vostro comodo passate al Botti queste due righe. Mi duole grandemente di sentire, col mezzo dell’amico Botti, che siete incomodato, spero che sarà cosa da poco e che ben presto mi consolarete colle vostre buone notizie, frattanto me le darà per voi il Botti. Mia moglie, dolente al par di me di sentirvi incomodato, vi manda i suoi felici auguri uniti ai miei, che sono quelli di un vostro sincero amico. Il Bazzani sta bene e manda i saluti. Parto domani per Roma colla mia buona moglie, ove speriamo ben presto di avervi nostro ospite. Addio di nuovo e credetemi sempre Il vostro devotissimo amico. G. B. Cavalcaselle 288­­­ Scrivetemi Roma. Fermo in posta. 289­­­ XL Domandate se abbia avuto il giornale «Il Diritto» del giorno 8 dic. 1872, colla mia risposta al Cantù ri- guardo della Chiesa Superiore di Assisi. Roma, 14 aprile 1872 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Salutatemi Tolomei. Scrivetemi fermo in posta Roma. Io sto di casa Campo Marzio n. 24 ultimo piano. Cavalcaselle scrive a Mugna per sapere se si è ristabilito e per informarlo che Le Monnier ha incominciato a stampare il libro e che a breve gli manderà il primo capitolo. Chiede poi come proceda il lavoro sulla vita di Giotto e lo esorta a mandargli tutto il materiale per poterci lavorare e metterlo in ordine nel caso la sua salute gli impedisse di occuparsene. XLII Mio caro e buon amico, Roma,15 aprile 1876 Il Botti mi ha date le vostre notizie, che però non sono state quali desideravo; spero che questa mia vi tro- Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 verà ristabilito. Io ho avuto il vaiuolo, ora però mi trovo abbastanza bene. Il Le Monnier ha incominciato a stampare il libro, ed io spero fra breve di mandarvi il primo capitolo. Cavalcaselle comunica che il primo volume (Cavalcaselle, Crowe 1875) è stato pubblicato e, sebbene di non facile lettura, ha Ho seguito il vostro consiglio e vi sono tornato sopra e me ne trovo contento. Ho qui a Roma un buon attirato le attenzioni della stampa. Gli editori hanno richiesto l’uscita il prima possibile del secondo. Rispetto alla versione correttore di stampa, è un toscano. Come va la vita di Giotto? Se la vostra salute non ve lo permettesse, tedesca ci sono molte varianti, e per il futuro Cavalcaselle promette che cercherà di rendere la lettura meno difficoltosa e più benché mi dolga, pure vi pregarei di mandarmi il vostro m(ano)s(critt)o e così unitamente il mio, con di leggera. più i disegni che vi ho spediti unitamente, ricordandovi di affrancare cioè assicurare il tutto dirigendolo 15 aprile 1876 Roma fermo in posta a Roma. Penserei a fenirlo con qualche persona qui a Roma. Preme che io dia ordine anco Mio caro e buon amico, alla vita di Giotto, perché prevedo che più tardi non potrò farla. Quante noie, mio buon amico, che io vi Ho tardato a riscontrare alla vostra del 29 marzo a causa della mia salute, ma ora mi trovo meglio. Pur- ho date con quel benedetto libro e quanto ve ne debbo essere riconoscente! Fatemi avere le vostre notizie, troppo il volume italiano è fatticoso a leggersi, con tutto ciò da Firenze me ne scrivono bene, e la «Na- e delle buone come io desidero. zione» ne ha già parlato. Gli editori mi domandano che si principi presto la stampa del secondo volume. Mia moglie m’incarica di salutarvi tanto, e si unisce a me pregandovi che ci veniate a vedere. Ho avuto delle buone notizie di Bazzani che è a Firenze. Rileggendo il libro trovarete molte varianti, se lo confrontate coll’edizione tedesca. In avvenire cercherò In attesa di vostri scritti, credetemi sempre. di rendere i volumi meno pesante (sic) di lettura, ma temo che non si riescirà. Vi prego di notare per me Il vostro devotissimo amico. gli errori perché me ne possa servire. Spero, il mio buon amico, che questa mia vi troverà in buona salute. G. B. Cavalcaselle 14. aprile 1872. Roma Mia moglie vi ringrazia della vostra buona memoria, e contraccambia ai vostri saluti. Credetemi sempre. Il vostro affettuoso amico. XLI G. B. Cavalcaselle s.l. s.d. [Roma, 1873) Quando per strada incontrate mio fratello, salutatemelo! Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76

Cavalcaselle comunica di avere rivisto, insieme ad altri (probabilmente Giacomo Lignana e Amerigo Tkalac), le parti aggiun- te al manoscritto e si rammarica per l’arduo lavoro per la pubblicazione del primo volume. Augura un felice anno nuovo a Mugna e lo invita ad andarlo a trovare a Roma. Alla fine chiede se il marchese Selvatico abbia ricevuto la rivista «Il Diritto» XLIII del giorno 8 dicembre del 1872, dove si trova la sua risposta a Cesare Cantù sulla Chiesa Superiore di Assisi, cfr. Cavalcasel- Roma, 19 maggio 1876 le 1872. Questo elemento si è rivelato utile nella proposta di datazione, aggiunto all’affermazione di Cavalcaselle di essere Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 entrati nel nuovo anno. Cavalcaselle chiede a Mugna di convincere il pittore Francesco Bertolli, fratello del più famoso restauratore Antonio, ad Mio caro e buon amico, accettare l’incarico per alcuni restauri per conto del Ministero della Pubblica Istruzione. Espone le condizioni economiche Non voleva scrivere, ma parlarvi, e così di mese in mese siamo arrivati fino all’anno nuovo. del contratto di lavoro, sottolineando come esse non costituiscano in alcun modo una limitazione alla libertà dell’artista Il Botti era stato da me pregato venendo a Padova di dirvi molte cose, ma fino ad ora è sempre a Pisa. padovano. Il m(ano)s(critt)o fu riveduto da me e poi da altri per quella parte che riguarda le aggiunte. Questo volume 19 maggio 1876 Roma è stato un vero malano per voi come per me, lo che mi duole grandemente. Mio caro e buon amico, Faccia Dio che possa andar bene! Ricorro a voi per un favore, conoscendo quanto vi stanno a cuore i vostri monumenti. Come va la vostra salute? Spero di sentire che siete contento. Quando fui a Padova parlai al pittore F. Bertolli, che abita al n. 2962 a San Massimo, domandandogli se, Potete ben credere, caro amico, che io come la buona mia moglie vi auguriamo un felice anno nuovo e in caso di bisogno, volesse prestare l’opera sua al Ministero della P(ubblic)a I(struzione per assicurare, siamo sempre nella speranza di vedervi a Roma fra noi. Frattanto credetemi sempre con tutta la stima e come ha fatto a San Giorgio, gli affreschi. Pareva disposto ad accettare l’offerta, ma il di lui fratello sem- rispetto. brava contrario a tale accomodamento, forse per ragioni le quali si possono indovinare, ma che io non Il vostro devotissimo amico. voglio cercare. I lavori che si domandano sono quelli che io per dovere d’ufficio devo fargli conoscere, Giovanni Battista Cavalcaselle quantunque sappia che il Bertolli li sa far bene. I° fermare alle pareti quelle parti degli intonachi (laddove vi fosse bisogno) assicurando prima il colore 290­­­ Salutatemi tanto il Marchese Selvatico. perché non abbia a cadere. 291­­­ III. fissare il colore agli intonachi (laddove occorresse) e ripulirlo dal sucido e dalla polvere XLV IV. Staccare (ove abbisognasse) quelle parti degli intonachi che minacciassero rovina, per riataccarli al Roma, 9 giugno 1876 loro posto, assicurando prima sempre il colore perché non abbia a perdersi. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 V. chiudere laddove avesse da mancare l’intonaco con nuovo cemento, dandovi sopra una tinta neutra per togliere il bianco che offenda l’occhio del riguardante. Cavalcaselle parla sempre dell’affare Bertolli (cfr. lettere XLIII, XLIV e XLVI), ribadendo la propria fiducia nelle capacità VI. chiudere le spaccature, o fenditure, dei muri, e nel nuovo intonaco passarvi qui pure una tinta neutra. di mediazione di Mugna. Offre dunque a Bertolli il lavoro di restauro sugli affreschi del Mantegna in una delle stanze del Per tutte queste operazioni il Ministero della P(ubblic)a I(struzion)e è solito dare un corrispettivo di £ 8 Palazzo Ducale di Mantova. Spiega poi quali saranno i corrispettivi e i rimborsi spese anche per eventuali aiuti e prega l’in- al giorno se trattasi d’un lungo lavoro, o di £ 9 al giorno se non è tale, più 1 Lira al giorno per i materiali terlocutore di convincere il Bertolli ad accettare e, nel caso, sollecitare anche l’intervento del marchese Pietro Selvatico. che s’impiegano e la giornata d’un muratore, se questo facesse bisogno. Finalmente un primo viaggio in 9 giugno 1876 Roma seconda classe nella strada ferrata, e finito che sia il lavoro, il ritorno a Padova. Mio caro e buon amico, Al Bertolli sembrava di non aver la sua libertà lavorando a giornata, lo che non è. L’esperienza fece co- Ho scelto voi per condurre fino a fine le trattative col Bertolli perché nessuno meglio di voi poteva farlo. noscere che, quando l’artista è un galantuomo come il Sigr. Bertolli, è un vantaggio per esso perché in Posso offrire a nome del Ministero al Bertolli il lavoro da farsi alle pitture del Mantegna in una delle tal guisa non l’inganna riguardo al tempo che occorre per condurre a fine bene il lavoro. Se poi lavora stanze del Palazzo Ducale di Mantova col metodo stesso come esso usa di fare escludendo sempre il ri- una mezza giornata calcolerà una mezza giornata. Se per suoi affari lascia qualche giorno il lavoro non tocco a colori, e riempi‹e›ndo le parti che mancassero con nuovo intonaco dandovi sopra una tinta neutra calcolerà il lavoro e quindi non metterà la sua giornata. Dopo ciò a me sembra che sia sia (sic) libero anco tanto quanto il bianco non abbia da offendere l’occhio del riguardante, al modo come il Bertolli pratica a questo modo, bensì è certo che le interruzioni non debbono portar danno al lavoro, come bisogna tener in simili casi. calcolo della spesa della impalcatura la quale sarà pur a carico del Governo. Per questo lavoro, come ho scritto l’altra volta, la giornata è fissata a £ 9, più un’altra lira per i materiali, A vostro comodo cercate di vederlo e di parlargli perché, se risponde accettando, io possa proporlo al per cui può contare a £ 10. Un primo viaggio da Padova a Mantova in seconda classe della strada ferrata, Governo per il primo lavoro che sarà a farsi. ed uno finito che sia il lavoro di ritorno a Padova. Può andarvi il Bertolli ai primi di settembre e continua- Perdonate della noia. Se incontrate mio fratello vi prego di salutarlo e di dirgli che presto gli scriverò. La re il lavoro fino che sarà finito. Non si può dire se tre mesi siano pochi o di troppo. Finirà quando finirà; e mia buona moglie desidera di mandarvi i suoi saluti augurandovi con me buona salute ed il piacere di se dopo tre mesi di lavoro non fosse finito potrà riprenderlo più tardi all’anno dopo. Se poi avesse qualche presto rivedervi a Roma. suo scolare ad aiuto gli si potrebbe dare £ 3 od anche £ 4 al giorno se fosse capace di aiutarlo per finire Addio di nuovo. più presto. Come disse (sic) nell’altra mia, se occorrerà l’opera di un muratore, la giornata sarà a carico Il vostro devotissimo del Governo. Come lo sarà ancora la impalcatura necessaria. Se credete necessario potete avvisare il G. B. Cavalcaselle Bertolli che dal cessato Ministro è incaricato un pittore Milanesi di togliere certi ridipinti ad olio da una delle pareti ove dipinse Mantegna. Voglio sperare che ciò non debba muovere la suscitibilità del Bertolli a rifiutare perché è il suo altro genere di lavoro. Il Bertolli restarebbe sempre indipendente nel suo lavoro XLIV e solo. A me pare che questa sia una bella occasione per il Bertolli per farsi conoscere. Anzi fate di tutto Roma, 29 maggio 1876 perché accetti, e, nel caso di bisogno, pregate anco il M(arches)e Selvatico d’indurlo. Subito che il Ber- Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 tolli col mezzo vostro dirà di sì, io farò che il Ministero gli dia la commissione del lavoro. Spero che voi riescirete a combinare questo affare nell’interesse dell’arti ed in quello del Bertolli. Da cosa Cavalcaselle scrive a Mugna che, pur dispiaciuto del rifiuto di Bertolli alla proposta di cui nella lettera precedente, intende viene cosa. Salutatemi il M(archese) Selvatico al qual auguro di tutto cuore una lunga vita. presentargli un’altra opportunità e, per programmare il tutto, gli preme sapere i suoi impegni alla Scuola del Santo di Padova Perdonate la fretta, credetemi sempre. dove è all’opera nel restauro degli affreschi di Tiziano (cfr. lettere XLIII e XLV). Informa poi l’abate che il volume tedesco non è ancora uscito. Il vostro devotissimo. G. B. Cavalcaselle 29 maggio 76 Roma Caro e buon amico, Vi ringrazio della vostra lettera. Il Ministero non ha intenzione di fare dei restauratori stipendiati. XLVI Salutatemi tanto il bravo Bertolli e ditegli che sono dispiacente che non possa accettare la mia offerta. Roma, 27 giugno 1876 Io però gliene faccio un’altra. Esso dovrebbe farmi conoscere quando finisce la sua Scuola a Padova. Per Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 esempio se l’agosto, il settembre e l’ottobre li ha disponibili, e meglio se fossero quattro mesi, ché io pro- verò se per quei mesi posso fargli avere il lavoro alle condizioni che ho fatto conoscere. Cavalcaselle scrive da Roma manifestando un certo disappunto sul comportamento di Francesco Bertolli a proposito dei Perdonate delle noie. restauri da eseguire a Mantova: l’artista, che in un primo tempo aveva accettato le condizioni economiche, ora si riserva di Mia moglie manda i suoi saluti unitamente ai miei. Credetemi sempre. decidere dopo il primo mese di lavoro, quasi dimentico dei privilegi accordatigli (cfr. lettere XLIII, XLIV e XLV). A Mugna spetta di nuovo il compito di convincerlo, facendosi dire anche quando questi intenda partire per Mantova. Esprime il sospetto Il vostro devotissimo. che il comportamento scostante di Bertolli possa essere ricondotto alla complicità del fratello Antonio. G. B. Cavalcaselle Alla fine della lettera chiede a Mugna, a nome di Le Monnier, di spedire a Firenze la sua copia della Storia del popolo ca- dorino di Giuseppe Ciani (1856; Idem 18622), in quanto serve consultarla per le citazioni da inserire nei due volumi della Il volume tedesco non è ancora uscito. Vita del Tiziano (Crowe, Cavalcaselle 18772; Iidem 1878) che l’editore intende pubblicare separatamente (cfr. lettera XLIX).

292­­­ 293­­­ 27 giugno 1876 Roma Mia moglie unisce i suoi saluti e i miei. Mio buon amico, Desiderandomi di vedervi presto credetemi. Il Bertolli mi scrive che ha ricevuto col mezzo della Prefettura di Padova la com(mission)e del Ministero Il vostro devotissimo amico. per i lavori di Mantova. Mi dice che ha già risposto di accettare, ma si è riservato dopo il primo mese di G. B. Cavalcaselle lavoro di decidere se la spesa dei materiali in Lire una al giorno basterà. Gli farete conoscere che l’impal- catura sta a carico del Governo, come il suo aiuto, nonché la giornata d’un muratore se facesse bisogno, che esso col vostro mezzo disse di accettare tutte le condizioni, e di più gli fu concesso anco la giornata XLVIII nei giorni festivi come domandava, cosa che non è data agli altri artisti che il Ministero impiega in simili Roma, 19 gennaio 1877 lavori fuori del loro paese. Per cui il Bertolli viene ad avere tutti i giorni una giornata netta di £ 10 che è Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 più di quello che esso da prima si aspettava. Mi duole dopo aver ottenuto per esso, per questo caso, che Cavalcaselle ringrazia per la lettera di risposta a un suo biglietto di auguri e dice di essere affranto per la morte dell’amico gli sia pagata la giornata festiva, abbia fatta la riserva di cui io poi vi parlai, e molto più perché nel mio Binda. Desidera che Mugna ringrazi da parte sua il marchese Selvatico per avergli scritto e di dirgli che, appena starà un rapporto al Ministero io avevo detto che il Bertolli accettava le condizioni come con voi era stato conve- po’ meglio, gli risponderà. nuto. Spero dunque che il Bertolli, dopo che avrà lavorato un mese in Mantova, troverà giusta l’offerta Infine chiede di informare Bertolli che riceverà il denaro dalla Tesoreria di Padova (cfr. lettere XLIII, XLIV, XLV, XLVI, XLVII, del Ministero nelle lire 10 al giorno tutto compreso, come vengono assegnate agli altri che lavorano per il XLVIII e L) e, nel caso li incontrasse, di salutare suo fratello e suo nipote Pietro (cfr. lettere XLII, XLIII e XLVII). Governo, essendo stata trovata equa da tutti quella mercede. Il Bertolli mi scrive che aspetta che il Ministero gli dica quando dovrà andare a Mantova. Avendomi 19 gennaio 1877 Roma fatto conoscere col mezzo vostro che non poteva lasciare Padova che per tre mesi, il settembre ottobre e Mio caro e buon amico, novembre, così nel mio rapporto ho detto che prima di settembre il Bertolli non potrà trovarsi a Mantova, Al mio viglietto dei buoni auguri voi mi avete mandata una lunga e cara lettera alla quale tanto io quanto se poi vuole andarvi prima lo dirà. Prego dunque il Bertolli, dopo che avrà pensato, di far conoscere se la mia buona moglie ve ne siamo obbligati. Alla vostra è tenuto dietro una del Marchese P(ietro) Selvatico. intende andarvi prima ed anco subito. In questo momento ho l’animo così turbato da molti dispiaceri, dalla morte del mio buono e caro amico È qui in Roma la persona di Mantova alla quale penso di raccomandare il Bertolli quando andrà a Binda che mi trovo veramente abbattuto. Vi prego, quando vedete il Marchese Selvatico, di ringraziarlo Mantova, gli ho parlato e sono certo che il Bertolli avrà in esso un buon appoggio in tutto. da parte mia della bontà che continua sempre a dimostrarmi. Subito che mi troverò meglio mi farò un Temo che il fratello del Bertolli sia uomo che voglia influire sul fratello e fargli fare qualche cosa che non dovere di rispondergli, ma temo che nulla potrò dire di più, almeno per ora, di quello che mi domanda. andrebbe fatta. Vedremo. Quando vedete il buon Bertolli ditegli che ho ricevuta la sua lettera, ed ho pure presentate le sue note da Ho inteso che avete la Storia del popolo di Cadore del Ciani. Siccome il Le Monnier stamperà subito i due me collaudate. Il denaro lo riceverà dalla tesoreria di Padova. Tra giorni gli scriverò. volumi del Tiziano dell’edizione inglese, rimettendo a poi il secondo volume della Storia et cetera, così vi La mia buona moglie vi ritorna mille buoni auguri e spera di vedervi presto a Roma, come lo desidero io prega caldamente di spedire per la posta, o per la strada ferrata, quella Storia del Ciani per consultarla, pure. mentre il mio esemplare lo ha il Crowe. Non ancora è posto in vendita il volume tedesco. Subito che avrò Se incontrate mio fratello e il suo figlio Pietro salutateli. una copia ve la manderò quando ci vedremo a Roma. Conservatemi la vostra amicizia, che mi è caro, e credetemi sempre. Il vostro Il vostro devotissimo. G. B. Cavalcaselle G. B. Cavalcaselle

XLVII XLIX Roma, 14 luglio 1876 Roma, 6 maggio 1877 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 Cavalcaselle informa Mugna di avere ricevuto i due volumi del Ciani (Ciani 1856; Idem 18622) e promette di rimandarglieli Cavalcaselle informa Mugna che il direttore dei Musei statali in Germania è il conte Guido von Usedom e che Max Jordan è una volta utilizzati per confrontarli con le citazioni del libro inglese su Tiziano (Crowe, Cavalcaselle 18771). Dice che saranno il direttore di una Galleria di pittura e scultura moderna. In realtà, dal 1874 era stato nominato direttore della Königlichen due volumi come nell’edizione inglese. National Galerie di Berlino. Cfr. Weinmeister 1938, pp. 61-71; Fork 2007, pp. 212-213. Conclude infine di avere avvisato Bertolli di trovarsi a Mantova il 1° di settembre (cfr. lettere XLIII, XLIV, XLV e XLVI) e Scrive poi che l'edizione della Geschichte der italienischen Malerei è finita (Crowe, Cavalcaselle 1869-1876, 6 voll.) e che chiede all’abate di sollecitare il fratello a rispondergli per lettera. ha mandato il manoscritto al Le Monnier per la pubblicazione dei due volumi su Tiziano. Infine chiede all’abate di confermar- 14 luglio 1876 Roma gli di avere ricevuto i due volumi della Storia del popolo cadorino di Giuseppe Ciani (Ciani 1856; Idem 18622) e lo informa Mio caro e buon amico, di avere a propria volta avuto in cambio l’Indicazione delle pitture ed altri oggetti di belle arti degni d’osservazione esistenti Ho ricevuto il secondo e poi il primo volume del Ciani. Subito che me ne sarò servito per fare il confronto nella regia città di Treviso di Lorenzo Crico (Crico 1829). Si rammarica della fiducia concessa da Pietro Selvatico al pittore colle citazioni del libro inglese sul Tiziano, li rimanderò. Saranno due volumi come l’edizione inglese. napoletano Demetrio Salazar. Annuncia anche di avere inviato a Le Monnier parte del manoscritto per la continuazione della In questo tempo attendo anche alla traduzione del secondo volume, per continuare la pubblicazione già vita di Tiziano. incominciata col vol. I della Storia et cetera. 6 maggio 1877 Roma Ho scritto al Bertolli che col primo settembre deve trovarsi a Mantova Se vedete mio fratello ditegli che Mio caro buon amico, aspetto la sua risposta alla mia lettera. Perdonate la fretta. Il Direttore generale dei Musei dello Stato in Germania è il Conte Usedoni. Jordan è direttore d’una Gal- 294­­­ 295­­­ leria di pittura e scultura moderna. Il lavoro tedesco è finito, e credo d’avervi dato tutto, però potete dirmi quale è l’ultimo volume per riscon- LI trare col mio ultimo. Mi pare anzi di avervelo scritto in altra occasione. Roma, 24 dicembre 1878 Vedete il Tiziano vol. II pag. 422 ritratto del Bembo. Spero avrete ricevuto i due volumi del Ciani; ed io Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 ho avuto da voi il Crico. Mi dispiace che Selvatico, senza vedere, si lascia infenochiare dal salta in banco del Salazzaro di Napoli. Cavalcaselle esterna il suo pensiero sulle accademie, che, a suo giudizio, stanno mortificando gli studi sull’arte, e chiede il Io ho mandato parte del m(ano)s(critt)o a Firenze al Le Monnier per la continuazione del lavoro rimasto parere di Mugna sul secondo volume della monografia su Tiziano che gli ha inviato. Promette che, dopo le feste natalizie, gli sospeso per la pubblicazione dei due volumi del Tiziano. manderà i due volumi della Storia del Ciani (1856; Idem 18622). Anticipa che forse gli chiederà in prestito l’opera di Lorenzo La mia buona moglie è fuori di pericolo; è stata a letto 25 giorni. Vi ringrazia dei vostri saluti e desidera, Crico sulla pittura trevigiana. Cfr. lettera XLIX. Si tratta probabilmente delle Lettere sulle Belle Arti Trivigiane (Crico 1833), come me, di rivedervi a Roma. Salutatemi mio fratello ed il figlio Pietro quando li vedessi; così fate col poichè possedeva già l’Indicazione (Crico 1829). Cfr. lettera XLIX. Bertolli. Addio di nuovo e credetemi sempre. Il vostro devotissimo. 24 xbre 1878 Roma G. B. Cavalcaselle Mio caro e buon amico, Ho ricevute le vostre notizie e godo della vostra buona salute. Salutatemi il Marchese Selvatico. Caro mio, dell’Estetica non bisogna attenderne da chi non ne sa fare. Sono però convinto che l’Estetica, come la si fa oggi, e le accademie sono una delle cause principali del decadimento delle arti. Quando avrete letto il vol.e II del Tiziano, mi direte cosa ne pensate. Dell’edizione tedesca credo d’avervi mandato tutto, ad ogni modo fatemi conoscere quale è l’ultimo volu- L me, per vedere se ve ne sono degli altri. Attendo che passino le ferie delle feste per mandarvi i due voli del Roma, 21 novembre 1877 Ciani, Popolo di Cadore. Forse in quella occasione vi pregherò che m’imprestate il Crico, il quale parla Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Epistolari, E. 76 delle pitture trevigiane o che sono in quella provincia. La mia buona moglie vi manda, assieme ai miei, i suoi buoni auguri per le feste e per l’anno nuovo. Quan- Cavalcaselle scrive che l’indomani spedirà il secondo volume sul Tiziano (Crowe, Cavalcaselle 1878) e che, non appena verrà do posso sperare di vedervi a Roma? Addio di nuovo, salutatemi il M(archese) Selvatico e mio fratello pubblicato il volume, gli restituirà la Storia del popolo cadorino di Giuseppe Ciani (Ciani 1856; Idem 18622). Raccomanda quando l’incontrate. nuovamente il Bertolli e il suo lavoro, chiedendo a Mugna di interessarsene e di contattare il prof. Ferrari dell’università di Credetemi sempre. Padova, al quale lui stesso ha già parlato in occasione di un incontro romano (cfr. lettere XLIII, XLIV, XLV, XLVI, XLVII e Il vostro devotissimo. XLVIII). G. B. Cavalcaselle 21 nov. 1877 Roma Mio caro e buon amico, Mi risponderete col mio nome e cognome senz’altro di più, ferma in posta. Domani o dopodomani vi manderò un esemplare del vol. Io. del Tiziano. Subito pubblicato il vol. II, vi ritornerò il Ciani, Storia di Cadore. Ora veniamo ad altre cose. Ho incontrato il Prof. Ferrari della Uni(versit)à di Padova, il quale mi disse che aveva inteso parlare assai bene del lavoro del Bertolli nella Scuola del Santo. Gli ho domandato che, come membro della Com(missione) di Cons(ervazione) dei monumenti della Pro- vincia di Padova, ottenesse da quella Commissione un voto unanime di approvazione sia per lavoro segui- to dal nostro Bertolli agli affreschi della Scuola del Santo, come di quelli altri fatti nella chiesetta di San Giorgio, come ad alcuni quadri della Pinacoteca Comunale. Gli ho detto che parlasse anco con voi perché vi interessate della cosa. Beninteso che in tutto questo non si deve far parola di me, ma soltanto dei lavori. Spero che mi farete conoscere qualche cosa in proposito. A suo tempo mi direte la vostra opinione sul libro del Tiziano. Mia moglie sta bene e desidera d’essere ricordata. Addio di nuovo. Il vostro devotissimo G. B. Cavalcaselle

296­­­ 297­­­ Bibliografia generale

Manoscritti

Cambruzzi, ms., 1681 primi Tempi sino alla Fine del Seco- sull’arte a Monaco ed a Düsseldorf Antonio Cambruzzi, Dell’historia lo XVI illustrate da G.B.C. alle qua- tradotte in tedesco da P(ietro) M(u- feltrina del Padre Maestro Antonio li fa seguito l’Inventario delle opere gna), s.l., s.a., Venezia, Biblioteca Cambruzzi, Feltre, Biblioteca del d’Arte del Friuli, Udine, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. IV. 515 Seminario Vescovile, ms., 1681. Civica “V. Joppi”, ms. 2563, 1876. (=5164), sec. XIX.

Cavalcaselle, ms., 1876, (ms. 2563) Selvatico, ms., sec. XIX, (ms. It. IV. Taccuino 15: Venezia, Biblioteca Mar- Giovanni Battista Cavalcaselle, 515 (=5164)) ciana, Cod. It. IV 2037 [=12278]. Vita ed Opere dei Pittori friulani dai Selvatico Pietro Estense, Lettere

Opere a stampa

Vasari 1550 Ciampini 1690 Richa 1754-1762 Giorgio Vasari, Le vite de più ec- Giovanni Giustino Ciampini, Vete- Giuseppe Richa, Notizie istoriche cellenti architetti, pittori, et scultori ra monimenta, in quibus praecipué delle chiese fiorentine divise ne’ suoi italiani, da Cimabue insino a’ tem- musiva opera sacrarum, profanaru- quartieri, Firenze, Pietro Gaetano pi nostri: descritte in lingua tosca- mque aedium structura, ac nonnulli Viviani, 1754-1762, 10 voll. na, da Giorgio Vasari pittore areti- antiqui ritus, dissertationibus, iconi- no. Con una sua utile & necessaria busque illustrantur. Pars prima, Ro- Zanetti 1797 introduzione a le arti loro, Firenze, mae, ex typographia Joannis Jacobi Anton Maria Zanetti, Della pittu- Lorenzo Torrentino, 1550, 2 voll. Komarek Bohemi, apud S. Angelum ra veneziana trattato in cui osserva- custodem, 1690. si l’ordine del Bushing, e si conserva Ridolfi 1648 la dottrina, e le definizioni del Za- Carlo Ridolfi, Le maraviglie dell’ar- Del Corno 1710 netti coll’aggiunta della descrizione te, ovvero le vite degli illustri pittori Antonio Del Corno, Memorie istori- de Musaici della Chiesa di San Mar- veneti e dello Stato, in Venetia, Gio. che di Feltre con diversi avvenimenti co, che manca negli Autori suddet- Battista Sgava, 1648, 2 voll. nella Marca Trevigiana, e nell’Italia ti, e delle pitture posteriori al tempo accaduti, e con distinta relazione di di Zanetti, Venezia, Francesco Tosi, Vimina 1671 tutti li principi, vescovi, e governato- 1797, 2 voll. Alberto Vimina, Historia delle guer- ri, che dominarono detta città fino re civili di Polonia divisa in cinque l’anno 1710, Venezia, per Domeni- Moniti 1808 libri progressi dell’armi moscovi- co de Borghi, 1710. Moniti alla novella sposa Lucia Pa- te contro Polacchi. Relatione della setti Cabianca, Verona, Tipografia Moscovia, e Svetia, e loro governi. Di Zanetti 1733 Giuliari, 1808. don Alberto Vimina bellunese ... Con Anton Maria Zanetti, Descrizione di le annotationi in margine di don tutte le pubbliche pitture della città Cesarotti 1821 Gio. Battista Casotti dottor di legge, di Venezia e isole circonvicine: o sia Melchiorre Cesarotti, Saggi dell’a- Venezia, Gio. Pietro Pinelli, 1671. rinnovazione delle Ricche minere di bate Melchior Cesarotti sulla filoso- Marco Boschini: colla aggiunta di fia delle lingue e del gusto a cui si Boschini 1674 tutte le opere, che uscirono dal 1674 aggiungono le Instituzioni scolasti- Marco Boschini, Le ricche minere fino al presente 1733: con un com- che private e pubbliche e le Memo- della pittura veneziana. Seconda im- pendio delle vite, e maniere de’ prin- rie intorno alla vita ed agli studi pressione con nove aggiunte, Vene- cipali pittori, Venezia, Pietro Bassa- dell’autore, Milano, Giovanni Silve- 298­­­ zia, Nicolini, 1674. glia, 1733. stri, 1821. 299­­­ La Divina Commedia 1823-1828 gegen Hirt), Berlin, In der Nauck- berichtigter Auszug aus den Den- tola di S. Girolamo a Paolino No- giugno MDCCCXXIX, in «Nuovi Tuzzi 1843 La Divina Commedia di Dante Ali- schen Buchhandlung, 1832. kwürdigkeiten aus der christlichen lano intorno lo studio della divina saggi della Imperiale Regia Acca- Vincenzo Tuzzi, Pensieri del fu Vin- ghieri giusta la lezione del Codi- Archäologie, vol. III, Leipzig, Dyk, scrittura volgarizzata dal prof. Ab. demia di scienze lettere ed arti di cenzo Tuzzi, professore di geome- ce bartoliniano, Udine, Mattiuzzi, Crico 1833 1837. G. O. Marzuttini. Con Dedica al col- Padova», [Padova, Angelo Sicca], tria descrittiva nell’i. r. università 1823-1828, 3 voll. Lorenzo Crico, Lettere sulle Belle to ed ottimo amico D. Pietro Mugna vol. 5, 1840, pp. 305-329. di Padova sulla maniera di porgere Arti Trivigiane, Treviso, Andreola, Kugler 1837 in occasione dell’ordinazione sacer- ai giovani i principii fondamentali Ennemoser 1825 1833. Franz Kugler, Handbuch der Ge- dotale de la Camerata dei Teologi Fortoul 1841 delle matematiche, Padova, Angelo Joseph Ennemoser, Über die nähere schichte der Malerei von Constantin estradiocesani, Padova, Seminario, Hippolyte Fortoul, De l’art en Al- Sicca, 1843. Wechselwirkung des Leibes und der Mugna 1833 dem Grossen bis auf die neuere Zeit, 1838. lemagne, t. I, Paris, Jules Labitte, Seele, mit anthropologischen Unter- Pietro Mugna, Celebrando il suo pri- 1. Auflage, Berlin, Duncker und 1841. Balbo 1844 suchungen über den Mörder Adolph mo sacrifizio il reverendo d. Giovan- Humblot, 1837. Mugna 18391 Cesare Balbo, Delle speranze d’Ita- Moll, Bonn, Habicht, 1825. ni Rossi. Anacreontica, Vicenza, Pi- Band 1: Italien. Pietro Mugna, La vita campestre. Ot- Schaffnit 1841 lia, Capolago, Tipografia Elvetica, cutti, 1833. Band 2: Deutschland, Niederlande, tave. [Per messa novella di Leopol- Georg Schaffnit, Scienza geometrica 1844. Crico 1829 Spanien, Frankreich und do Palatini], Belluno 1839. delle costruzioni, ovvero Geometria Lorenzo Crico, Indicazione delle pit- Mugna 18341 descrittiva di G. Schaffnit, versione Marchi 1844 ture ed altri oggetti di belle arti de- Pietro Mugna, Al signor Giovanni Mugna 1837 Mugna 18392 dal tedesco con illustrazioni ed ag- Giuseppe Marchi, Monumenti delle gni d’osservazione esistenti nella r. Masiero benemeritissimo della rifu- Pietro Mugna, A don Domenico Pa- Pietro Mugna, Prefazione, Cristia- giunte del dott. Vincenzo Tuzzi, Pa- arti cristiane primitive nella metro- città di Treviso, Treviso, Andreola, sione delle campane e restaurazione nizza nel giorno della sua laurea in no De Kleist, Primavera, tradotta da dova, Angelo Sicca, 1841. poli del cristianesimo: Architettura, 1829. del campanile di Trissino. Sonetto, medicina. Ode, Padova, Cartallier, Sebastiano Barozzi, Belluno, Deli- Roma, C. Puccinelli, 1844. Vicenza, Picutti, 1834. 1837. berati, 1839. Conticini 1842 L’Architettura 1830-1832 Pietro Conticini, Appunti sulla orga- Mittermeier 1844 L’Architettura. Tradotta in italiano Mugna 18342 Selvatico 18371 Selvatico 18391 nizzazione del Commercio librario in Carl Joseph Anton Mittermeier, Ita- da Quirico Viviani, illustrata con Pietro Mugna, A don Giuseppe Rossi Pietro Selvatico, Considerazioni sul- Pietro Selvatico, Il pittore - Germania che potrebbero fornire ele- lienische Zustände, geschildert von note critiche ed ampliata di aggiun- celebrante il suo primo sacrificio. So- lo stato presente della pittura storica sco Squarcione. Studii storico-critici, menti ad una Memoria categorica su Dr. C. J. A. Mittermeier, Geheimen- te intorno ad ogni genere di costru- netto, Vicenza, Picutti, 1834. in Italia e sui mezzi per farla mag- Padova, Cartallier e Sicca, 1839. quella Istituzione e forse anco ad un rathe und Prof. in Heidelberg, Hei- zione antica e moderna con tavo- giormente prosperare. Di P. E. Sel- progetto della di lei introduzione in delberg, J. C. B. Mohr, 1844. le in rame per opera del traduttore Mugna 18343 vatico, in «Indicatore ossia Raccolta Selvatico 18392 Italia, Siena, Ancora, 1842. e dell’ingegnere architetto Vincenzo Pietro Mugna, Nelle faustissime noz- periodica di scelti articoli così tra- Pietro Selvatico, Sopra un dipinto Mugna 18441 Tuzzi, Udine, Mattiuzzi (Tip. Peci- ze della signora Anna Zilio col si- dotti come originali», Milano, Pirot- del Mantegna nella galleria Scar- Kugler 1842 Pietro Mugna, Al suo Francesco le), 1830-1832, 10 voll. gnor Giovanni Pagiola. Anacreonti- ta & C., serie VI, vol. 2, 1837, pp. pa alla Motta di Friuli. Cenni sto- Franz Kugler, Handbuch der Kun- Rota, in Strenna triestina per l’anno ca, Vicenza, Picutti, 1834. 158-182. rico-critici. – Per le nozze Bia-Ca- stgeschichte von Dr. Franz Kugler, 1844, Trieste, Gio. Cameroni, 1844, De Wette 1830 bianca, Padova, Cartallier e Sicca, Professor an der Königl. Akademie pp. 171-174. Wilhelm Martin Leberecht De Wet- Kugler 1835 Selvatico 18372 1839. der Künste zu Berlin, Stuttgart, Eb- te, Lehrbuch der hebräisch-jüdischen Franz Kugler, Über die Polychromie Pietro Selvatico, Considerazioni sul- ner & Seubert, 1842. Mugna 18442 Archäologie: nebst einem Grundrisse der griechischen Architektur und lo stato presente della pittura storica Stefano Bia-Livia Cabianca 1839 Pietro Mugna, Alla Signora Rosa der hebräisch-jüdischen Geschichte, Sculptur und ihre Grenzen, Berlin, in Italia e sui mezzi per farla mag- Stefano Bia-Livia Cabianca sposi fe- Il trebbiatojo 1842 Trebbi romana. Il Canto serotino 2 Aufl., Leipzig, Friedr. Chr. Wilh. George Gropius, 1835. giormente prosperare. Di P. E. Sel- lici in lieta fronte accogliete questo Il trebbiatojo del Sig. Silva. Lette- dell’augellino. Romanza, in Stren- Vogel, 1830. vatico, in «Indicatore ossia Raccolta poetico fiore povero ornamento alla ra della nobile contessa Margherita na triestina per l’anno 1844, Trieste, Mugna 1835 periodica di scelti articoli così tra- corona che oggi 22. aprile v’intrec- Gualdo di Vicenza a Jacopo Cabian- Gio. Cameroni, 1844, pp. 175-177. 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Hirt (In Antwort Handbuch der christlichen Archäol- Marzuttini 1838 nell’I.R. Accademia di scienze lette- pro obtinendo doctoris in SS. The- 300­­­ auf die Schrift des Herrn Dr. Waagen ogie: ein neugeordneter und vielfach Giuseppe Onorio Marzuttini, Epis- re e arti di Padova nella seduta XI ologia gradu academico publice 301­­­ defendendas suscepit Petrus Mugna, Selvatico 18452 aprile 1845, pp. 153-155. architettonici e sulle riforme di cui Mugna 18478 strenna pel Capo d’anno e pe’ gior- Vindobonae, Congregat. Mechitari- Pietro Selvatico, Dell’arte moderna abbisognano, in «Rivista Europea. Pietro Mugna, Sul matrimonio. Al- ni onomastici, compilata da Antonio sti, 1844. a Monaco e a Dusseldorf. - L’Acca- Waagen 1845 Giornale di Scienze morali, Lettera- cune parole di forse pratica utilità, Corbellini, N. XVII, quarto della demia di Dusseldorf. Al prof. Adeo- Gustav Friedrich Waagen, Ueber die tura ed Arte», n.s., IV, sem. I, 1846, in Non ti scordar di me. 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Franco Bernabei, Modelli storiogra- Toss 2016 fici e critici in Selvatico, in Pietro Nezzo 2016 Michele Toss, ad vocem «Prato, Gio- Selvatico e il rinnovamento delle arti Marta Nezzo, L’Accademia fra Au- vanni» in Dizionario Biografico de- nell’Italia dell’Ottocento, Convegno stria e Italia: frammenti di una sta- gli Italiani, vol. 85, Roma 2016, p. 322­­­ di studi, Venezia, Istituto Veneto di gione di mezzo, in L’Accademia di 281. 323­­­ Indice dei nomi Giovanni Giuseppe Costantino, imperatore, 110 Ferrari, Luigi, 116 Caravaggi, Giovanni Benedetto, 269 Crico, famiglia, 221 Ferrato, Pietro, 116 Carcano, Giulio, 115 Crico, Lorenzo, 295, 297 Ferrazzi, Giuseppe Iacopo, 110, 111 Caregaro Negrin, Antonio, 29, 79n, 111, Crowe, Joseph Archer, 16, 20, 21, 23, 43, Ferrer, Andrea, 119 117, 172 44, 45, 47, 49, 50, 51, 53, 54, 55, 56, Ferri, Amalia, 124 Si omettoni i nomi: Beccaria-Bonesana Curioni, Antonia, Brunelleschi, Filippo, 163 Carnesecchi, Pietro, 125 58, 60, 64, 65, 70, 71, 73, 76, 77n, Ferri, Francesco, 124 Mugna, Pietro vedi Beccaria, Antonietta, Bruni, Giuseppe, 102 Carosfeld, von, Julius Schnorr, 44 84n, 103, 109, 111, 114, 115, 131, Ferri, Giulia, 125 Cavalcaselle, Giovanni Battista Beccaria, Antonietta, 119, 194 Brustolon, Andrea, 144 Casati, Agostino, 115 173, 198, 199, 200, 201, 215, 266, Festi, Giuseppe, 129 Beccaria, Rachele, 194, 195 Bucchi, Giuseppe Antonio, 215 Castelli, Michelangelo, 123 267, 268, 269, 270, 271, 272, 273, Ficquelmont, Charles Louis, 119 Bellati, Giambattista, 114 Burckhardt, Jacob, 32, 33, 34, 35, 36, Castiglia, Benedetto, 128 276, 280, 283, 284, 289, 294 Filippo di Montmorency, conte di Horns, Acerbi, Giuseppe, 119 Bellavite, Luigi, 124 38, 39, 44, 76, 80n, 81n, 115, 122, Cato, Ercole, 109 Cusighe, da, Simone, 215 195 Adami, Carlo, 114 Bellini, Gentile, 21, 23, 84n 126, 136, 142, 143, 144, 166, 194, Catullo, Tommaso Antonio, 79, 115, 119, D’Ancona, Alessandro, 83n, 265, 275, Filippo II di Spagna, 195 Aganoor, Vittoria, 121 Bellini, Giovanni, 18 195, 196, 197, 122, 124 275 Fioravanti Onesti-Cabianca Sofia, 115 Agnelli, Peppino, 114 Bellosio, Carlo, 164 Busati, Giovanni, 174 Cavalcaselle, Angela, vedi Rovea, Angela D’Ancona, Sansone, 48, 265 Fogazzaro, Antonio, 79, 170 Agostini, Antonio, 114 Bembo, Pietro, 296 Buscheto, 163 Cavalletto, Alberto, 283 D’Azeglio, Massimo, 119 Fogazzaro, Luigi, 116 Aleardi, Aleardo, 82n, 129 Bendemann, 163 Buschetto, vedi Buscheto Cecchini, Giovanni Battista, 115 Da Pra, Pietro, 125 Fogliano, Carlo, 116 Allegri, Antonio, 220 Berchet, Guglielmo, 123 Buzzati, Augusto, 104 Cecchini, Richard, 115 Dal Covolo, Antonio, 219 Follador, Giovanni, 217, 218 Allimonda, Gaetano, 114 Bergamini, Giuseppe, 215 Cabianca, Adele, 170 Cellini, Mariano, 115, 172 Dal Maso, Carlo, 115 Förster, Ernst, 164, 166 Altan, d’, Carlo, 119 Bernardi, Giuseppe, 96, 114, 127, 128 Cabianca, Antonio, 79n, 162, 170 Centner, Robert, 115 Dal Pan, Luigi, 115 Fortis, giornalista, 172 Álvarez de Toledo, Fernando, 195 Bernardi, Jacopo, 114, 122 Cabianca, Antonietta, 114, 115 Centomo, Luigi, 111 Dall’Ongaro, Francesco, 113, 162, 162, Fortoul, Hippolyte, 162, 163, 166, 167 Alvisi, Giuseppe, 114 Bernardi, professore, 114 Cabianca, Corinna, 170 Cerutti, Antonio, 101 163 Foucard, Cesare, 116 Amati, Giacinto, 119 Bernardino di Betto Betti, 169 Cabianca Fioravanti Onesti, Sofia vedi Cesare Augusto, imperatore, 110 Della Lucia, Antonio, 115 Fracasso, Lorenzo, 116 Ambrosoli, Francesco, 119 Bernoud, Alphonse, 46 Fioravanti Onesti-Cabianca, Sofia Cesari, Antonio padre, 119 Dalla Piazza, Gaetano, 40, 96, 98, 129 Francassetti, Giuseppe, 116 Andrea di Pontedera vedi Pisano Andrea Bertagna, Francesco, 219 Cabianca, Jacopo, vedi Cabianca, Iacopo Cesarotti, Melchiorre, 40, 110, 119, Dandolo, Tullio, 125 Francesco II d’Asburgo-Lorena, 195 Angeli, medico, 119 Bertagno, vedi Bertagna Francesco Cabianca, Iacopo, 27, 112, 119, 123, Chilovi, Desiderio, 74, 85n, 203, 204 Dante Alighieri, 39, 40, 42, 54, 60, 70, Fulin, Rinaldo, 82, 122, 124, 177, 201, Antoniazzi, Pietro, 114 Berti, Antonio, 96, 114 129, 161 Chiminelli, Luigi, 111, 115 82n, 165n 202 Arese, (in realtà Araldi) di Cremona, 124 Bertoldi, de, Giuseppe, 41, 114 Cabianca, Lia, 100 Ciampini, Giovanni Giustino, 278, 280, De Luca, professore, 215 Fullini, Alessandro, 122, 125 Arnolfo di Lapo (Arnolfo di Cambio), Bertolini, Giuseppe, vedi Bertoldi, de, Cabianca, Lina, 115 281 De Martini da Belluno, 115 Fusinato, Arnaldo, 115, 129 163 Giuseppe, Cabianca, Livia vedi Cabianca-Bia, Livia Ciani, Giuseppe, 123, 273, 294 De Menech, Alessandro, 115, 123 Gabba, Luigi, 116 Arrigoni degli Oddi, Oddo, 114 Bertolli, Antonio, 85n Cabianca, Lucia, 115, 170 Cicognara, Francesco Leopoldo, 81, 118 De Vit,Vincenzo, 115 Gaddi, Taddeo, 58, 84, 111 Artaria, August, 114 Bertolli, Francesco, 74, 85n, 291, 293, Cabianca-Bia, Livia, 162 Cittadella Vigodarzere, Alessandro, 115 Del Corno, Antonio, 218 Gallait, Louis, 38, 41, 81, 195, 196 Aubrey, Giovanni Bezzi, 52 292, 294, 295, 296 Cabianca-Mario, Carlotta, 100, 161, 162, Cittadella Vigodarzere, Andrea, 115, 121, Del Fabbro, Francesco, 119 Gamodia vedi Gmund, di, Enrico Auf der Heyde, Alexander, 77n, 80n, Besarel vedi Panciera Valentino 170 123, 170 Del Lungo, Isidoro, 115 Gar, Tommaso Angelo, 82n, 116, 122, 113, 158 Betteloni, Cesare, 119 Cagnoli, Agostino, 115 Cittadella Vigodarzere, Arpalice Maria, Demino, Felice, 197 125, 129, 158, 159 Bacco, Giuseppe, 114 Bettinelli, Saverio, 172 Cagnoli, Ottavio, 115 115 Diedo, Antonio, 119, 161, 163 Gargallo, Tommaso, 119 Bach, von, Alexander, 98 Bia Stefano, 162 Cairoli, Benedetto, 128 Cittadella Vigodarzere, Gino, 100, 103, Doglioni, Angelo, 115, 119 Gazzetti, Francesco, 116 Bach, Alessandro, vedi Bach, von, Bianchetti, Giuseppe, 114 Caldani, Leopoldo, 119 115 Doglioni, Francesco, 115 Gazzoletti, Antonio, 116 Alexander Bianchi, Michele, 123 Caldonazzo, Gian Domenico, 115 Cittadella Vigodarzere, Giovanni, 115 Doglioni, Lucio, 125 Ghega, Carlo, 113, 195 Bagatta, Francesco, 114 Bièfve, de, Edward, 38, 81 Cambruzzi, Antonio, Cittadella Vigordarzere, famiglia, 128, Dolcino da Novara, frà, 218 Gerolamo da Praga, 218 Balbi, Adriano, 158 Binda, Antonio, 295 Cambruzzi, Antonio, 221 172 Donà, Da, Giovanni, 115 Gherardini, Giovanni, 119 Balbi, Eugenio, 114 Blanc, Ludwig Gottfried, 114 Cambruzzi, vedova, 215 Clemente XIII, papa, 100 Donà, Jacques, 115 Ghita (Margherita), 169 Barbaran, Domenico, 106, 114, Bologna, Giacomo, 114 Camino, da, Drudone, 217 Codemo, Giovanni, 115 Donati, Corso, 51, 53, 203 Giacomini, Giacomo Andrea, 116 Barbaro, Giosafatte, 79n Bon, Maria, 114 Campeggio, Filippo, 210 Codemo, Michelangelo, 115 Dragoni, Florio, Lavinia, 119 Giani, Vittorio, 102 Barbaro, Giovanni Battista, 170 Bonanni, Pietro, 114 Campeggio, Lorenzo, 78n, 219 Col, De, Elisabetta, 215 Duca D’Alba, vedi Álvarez de Toledo Gianiceo, Luigi, 119 Barbèra, Gaspero, 41, 45, 46, 47, 48, 49, Bonghi, Ruggiero, 130 Campeggio, Tommaso, 219 Coletti, Ferdinando,115 Fernando, 195 Gioppi, Giannantonio, 170 51, 82n, 123, 125, 169, 172, 173, Bongi, Salvatore, 275 Canal, Pietro, 131, 201, 202, Comello, Felice, 115 Ducati, Eugenio, 115 Giordani, Pietro, 170 174, 198, 199, 200, 262, 263 Bongiovanni, Bartolomeo, 120, 129, 130, Canestrini, Giuseppe, 129 Compagni, Dino, 282 Durazzo, Giovanni, 115 Giorgione da Castelfranco, 16, 17, 18, Barbèra, Giuseppe, 114 195 Canova, Antonio, 26, 28, 80n, 112, 130 Confortini, Lucietta, 111 Ebbard, Justus, 115 23, 78n Barbieri, Franco, 130 Boninsegna, Margherita, 18, 218 Cantele, Carlo , 170 Conti, Augusto, 115 Ebner, editore, 32, 196 Giotto, 37, 51, 52, 56, 58, 64, 70, 72, 72, Barbieri, Giuseppe, 119 Bortolan, Domenico, 111 Cantù, Cesare, 20, 32, 38, 40, 41, 78n, Conticini, Pietro, 40 Eitelberger, Rudolf, 166 163, 203, 204, 270, 273, 275, 278, Barichella, Vittorio, 110, 114 Boschetti, Emilio, 115 82n, 97, 112, 115, 119, 122, 123, Coreggio, vedi Allegri Antonio Ennemoser, Joseph, 27, 54n, 96 279, 283, 285, 286, 287, 289, 290, Barluzzi, Giulio, 114 Boschini, Marco, 201 124, 125, 126, 17, 128, 130, 160, Corinaldi, Michele, 115 Erizzo, Nicolò, 124 Giovanni di Pietro, 26, 79n, 80n, 81n, Barozzi, Jacopo da Vignola, 165, 195 Bosio, de’, Casimiro, 115 161, 170, 172, 179, 194, 195, 200, Cornet, Enrico, 79n, 115 Errera, Alberto, 115 109, 170 Barozzi, Niccolò, 114, 122, 123, 125 Botti, Guglielmo, 75, 85n, 115, 270, 275, 218 Corona, Donato, 219 Esterle, Carlo, 129 Giovanni di Sassonia, 98 Barozzi, Sebastiano, 28, 79n, 104 276, 277, 278, 279, 280, 282, 283, Cantù, Ignazio, 115 Correnti, Cesare, 52, 56, 266, 284, 289 Fabris, Girolamo, 119 Giuliani, Giovanni Battista (anche Barth, Giovanni Ambrogio, 114 285, 286, 287, 288, 289, 290 Capparozzo, Andrea, 28, 79, 96, 103, Corsini, Guido, 115 Fani, medico di Giovanni Battista Giambattista), 40, 41, 82n, 116 Baseggio, Giambattista, 114 Bramante, Donato, 163 109, 110, 111, 114, 115, 130, 131 Corte, da, Torresino, 217 Cavalcaselle, 277 Giusti, Giuseppe, 40, 108, 112, 128 Bazzani, Alessandro, 72, 114 Breganze, da, Anselmo, 217 Cappellari, Bartolomeo Alberto (in Cortés, Juan Donoso, 174 Felsing, Georg Jakob, 29, 35 Giustiniani, Elisa, 116 Bazzani, professore, 273, 275, 277, 276, Brera, Valeriano Luigi, 119 religione Mauro), 119 Costante, padre, da Padova, 115 Ferracina, Giovanni Battista, 116 Gloria, Andrea, 125, 275 280, 282, 283, 284, 285, 287, 289, Bressan, Bortolo, 114 Cappellari, Giovanni Giuseppe, 96, 112 Costantini, Antonio Bonaventura, 81n, Ferrari, professore dell’Università di Gmund, di, Enrico, 163 324­­­ 290 Broli, Antonio, 215 Cappellari, Giuseppe vedi Cappellari, 115 Padova, 75, 116, 296 Gnesotto, Ferdinand, 130 325­­­ Goethe, von, Johann Wolfgang, 131 290, 293, 294, 295 Minich, Angelo, 116 Pasetti, Floriano, 117, 195 Ricasoli, Bettino, 46, 265 24, 25, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 35, 37, Gonzati, Bernardo, 110, 116 Legnazzi, Enrico Nestore, 116, 198, 199 Minisini, Luigi, 116 Pasetti, Giuseppe, 159, 160, 170 Richa, Giuseppe, 278 40, 42, 44, 48, 49, 56, 58, 60, 72, 75, Gonzati, Luigi, 106 Lehmann, Joseph, 113 Mior, Pietro, 116 Pasetti, Lucia, 79n, 162 Ridolfi, Carlo, 18 77n, 78n, 80n, 81n, 82n, 85n, 111, Gotti, Aurelio, 116 Leone X, papa, 219 Missirini, Melchiorre, 119 Pasetti-Gualdo, Margherita, 79n, 113, Ridolfi, Cosimo, 46 112, 113, 117, 119, 120, 121, 126, Gregorio XVI, papa, 26, 81n Leoni, Carlo, 116 Mittermeier, Karl Josef Anton (anche 170 Ridolfi, Michele, 162, 166, 167 127, 129, 130, 145, 147, 148, 151, Grigoletti, Michelangelo, 161 Leoni, Evasio, 119 Carlo), 39, 40, 41, 81n, 97, 116, 129, Pasini, Eleonoro, 117 Ripamonti, Paolo, 164, 165, 166 154, 158, 159, 160, 161, 162, 163, Grion, Giusto, 282 Leoni, Pier Carlo, 283, 284 131 Pasini, Lodovico, 117 Rivato, Antonio, 111 166, 167, 168, 169, 170, 171, 172, Gritti, Stefano, 116 Leopardi, Giacomo, 118 Monico, Giuseppe, 119 Passavant, Johann David, 169 Rizzoli, Luigi, 117 173, 174, 175, 194, 195, 199, 200, Griziotti, Luigi, 116 Letter, Giovan Battista, 116 Monico, Jacopo, 119 Patavino da Prato, 19, 218 Robert, Léopold, 37 219, 220, 262, 263, 264, 265, 267, Grossi, Tommaso, 119 Lignana, Giacomo, 64, 84n, 89, 290 Montecuccoli-Laderchi, Alberto, 99 Pellegrini, Francesco, 18, 24, 26, 78n, Roberti, Giuseppe, 112, 117 268, 269, 270, 272, 275, 276, 279, Gualdo, Francesco, 79, 139, 161 Lioy, Paolo, 111 Monti, Teresa, 28 117, 122, 123, 124, 125, 215, 216, Roberti, Tiberio, 111 280, 281, 282, 283, 284, 285, 286, Gualdo, Checco, vedi Gualdo, Francesco Lioy, nobili vicentini, 170 Monti, Vincenzo, 28 217, 218 Roi, Pietro, 119 287, 288, 290, 293, 295, 296, 297 Gualdo, Margherita, vedi Pasetti-Gualdo, Lipparini, Ludovico, 161 Morghen, Raffaello, 131 Pellegrini, Giuseppe, 119 Rosa, Gabriele, 117 Serego Alighieri, Pietro, 117 Margherita Litta, Pompeo, 119 Morsolin, Bernardo, 32, 36, 74, 79n, 81n, Pellegrino da San Daniele, 215 Rosini, Giovanni, 163 Sicca, Angelo, 163 Gualdo, Nicolò, 105, 170 Lo Spagna, vedi Giovanni di Pietro 100, 103, 104, 111, 116 Pellico, Silvio, 119 Rosmini, Antonio, 117, 119 Silvestri Grandesso, Olindo, 111 Guglielmini, Vincenzo, 163 Locatelli, Tommaso, 114, 116 Morto da Feltre, (vedi Luzzo, Lorenzo; Pellizzari, Giuseppe, 117 Rossetti, Pietro, 117 Silvestri, Girolamo, 119 Gussalli, Antonio, 112 Longo, editore, 217 identificato anche con Luzzo, Pietro), Pèndola, Tommaso, 117, 198, 199 Rossi, Alessandro, 28, 41, 49, 78n, 79n, Simona, Giorgio, 117 Hirt, Alois, 21, 30n Loredano, Leonardo, 219 15, 16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 42, 77, Pertìle, Giovanni Battista, 117 100, 103, 111, 117, 121, 127, 128, Sommariva, Antonio, 117 Hopf, Carlo, 116 Luzzo, Bartolomeo, 220 78n, 112, 172, 173, 219, 221 Perugino, vedi Pietro di Cristoforo 173, 174, 175, 198, 199 Sorger, Ettore, 70, 84, 117 Hus, Giovanni vedi Hus Jan Luzzo, Lorenzo, (Morto da Feltre) 15, 16, Mugna, Antonio, 28 Vannucci Rossi, famiglia, 28, 29, 120, 128, 172 Sorio, Bartolomio, 117 Hus, Jan, 218 20, 78, 173, 221 Mugna, Giovanni, 100 Petrarca, Francesco, 102 Rossi, Francesco, 100, 101, 102 Soster, Giovanni, 117 Ingenheim, von, Eugen, 116 Luzzo, Pietro, (identificato come il Morto Mugna, Giovanni Battista (anche Gbatta), Pia, governante, 171 Rossi, Giovanni, 100, 103, 117, 121, Spallanzani, Gio. Batta, 119 Ingenheim, von, Luciano, 116 da Feltre) 16, 17, 77, 119, 173, 219, 98, 110, 127 Pichler, Luigi, 31, 81n, 100, 117, 119, Rossi, Giuseppe, 117 Spagna, lo, vedi Giovanni di Pietro Japelli, Cesare, 195 220 Mugna, Giuseppina, 100 126, 161 Rota, Francesco, 104, 111, 114, 117 Spaventa, vedi Spaventi, Filippo Jappelli, Giuseppe, 113, 162 Machiavelli, Niccolò, 174 Mugna, Nicola, 131 Pietro di Cristoforo Vannucci (anche Rovea, Angela, 72, 73, 126, 263, 268, Spaventi, Filippo, 196 Jappelli, Cesare, 194 Maffei, Andrea, 119, 2121, 128 Muller, Julius da Stettin, 117 Perugino), 169 269, 270, 272, 273, 274, 275, 276, Spranzi, Marco, 111 Jarosch, Eugenio, 116 Magrini, Antonio, 116 Munster, libraio, 143 Pini, Carlo, 169 277, 279, 280, 282, 283, 285, 286, Springer, Anton Heinrich, 50, 83n Jordan, Max, 44, 45, 53, 54, 55, 65, 71, Malatesti, Adeodato, 162 Murray, John, 16, 44, 275, 276, 277, 278, Pinturicchio, vedi Bernardino di Betto 287, 289, 290, 291, 292, 295, 296, Squarcione, Francesco, 35, 37, 163 76, 82n, 84n, 109, 200, 201, 265, Mandelli, Vittorio, 125 279, 280 Betti 297 Steinbruck, Eduard, 29, 34, 35, 162, 163 276, 277, 278, 295 Manin, Daniele, 159, 167 Mustoxidi, Andrea, 119 Piquerì, abate, 117 Ruhmor, von, Karl Friedrich, 21 Steinbuckel, 166 Josa, Rinaldo, 101, 102, 103 Mantegna, Andrea, 35, 37, 74, 163, 293 Naratovich, Pietro, 33, 171 Pivetta, Giovanni Battista, 159, 160 Rumor, Sebastiano, 104, 170 Stoppani, Antonio, 118 Kantz, de, Teresa, 116 Manzoni, de, Anna Miari, 116 Nava, Ambrogio, 159 Pizzamiglio, Giuseppe, 117 Rusconi, Luigi, 163 Strossmayer, Josip Juraj, 50, 83n Kaulbach, von, Wilhelm, 195, 196 Manzoni, de, Giovanni Antonio, 79n, 116 Nicola Pisano, 286 Podesti, Francesco, 164 Ruth, Emil, 40, 82, 97, 117, 127, 128, Suzzi, Francesco, 109 Kirkup, Seymour, 52 Manzoni, de, Luigi, 116 Nobile, Pietro, 30, 31, 32, 38, 81n, 117, Pognisi, Achille, 49, 51, 83n, 84n 131, 172 Taglioni, Maria, 119 Kissling, Leopoldo, 130 Manzoni, Giuseppe, 122, 124 158, 159, 161, 162, 166, 167, 195, Poleni, Giovanni, 120 Sacchi, Defendente, 119 Talamini, notaio, 215 Kleist, von, Ewald Christian, 28, 104, Marasca, Pietro, 112, 116, 122 196, 197, Poli, Baldassarre, 117 Sagredo, Agostino Gasparo Maria, 117, Talkak, vedi Tkalac Ignjatijević, 123, 124 Marchese, Vincenzo, 116 Nobili, Pietro vedi Nobile Pietro Politi, professore di Pittura, 161 161, 162 Tasso, Torquato, 123 Klenze, von, Leo, 113 Marconati, Augusto, 72, 215, 2167, 268, Novello, Francesco, 117 Pomba, Luigi, 32, 34, 41, 80n, 122, 194, Salazar, Demetrio, 295 Tedeschi, Abramo, 118 Kugler, Francesco vedi Kugler, Franz 269, 270, 278, 279, 282, 283, 285 Odescalchi, Antonio, 194 197, 198, Sanfermo, Rocco, 117 Tempestini, Anchise, 215 Kugler, Franz, 28, 30, 32, 33, 34, 35, 36, Maresio, Giulio, 125 Ohlmuller, Joseph Daniel, 163 Pozzolo, dal, Giuseppe, 128 Sanzio, Raffaello, 102, 164, 169 Tenca, Carlo, 118 37, 38, 44, 76, 78n, 80n, 97, 103, Mari, Adriano, 46 Okrugi, Elias, 117 Prati, Giovanni, 129 Sarpi, Paolo, 20, 219 Tenerani, Pietro, 113, 164, 166, 168 108, 116, 122, 126, 127, 142, 143, Marietta, 199 Orioli, Francesco, 117 Prato, a, Giovanni, 117 Sartini, Vincenzo, 117 Terrone, Giovanni, 118 144, 158, 166, 167, 184, 185, 194, Marini, Antonio, 52 Pacelli, Pietro, 117 Pretis, de, Giovanni, 129 Sartori, Federico, 117 Thiene, Domenico, 112, 118 195, 196, 197 Mario, Alberto, 116 Pagani, Cesa Andrea, 117 Protonotari, Francesco, 48, 265 Sartori, Giovanni Battista, 26, 112 Thun-Hohenstein, von, Leopold, 159 Labus, Giovanni Antonio, 116 Mario, Antonio, 161 Pagani, Marino, 20, 125 Protti, Filippo, 117 Savi, Ignazio, 117 Tiziano, vedi Vecellio, Tiziano Laderchi, Camillo, 119 Marsilli, Francesco Antonio, 129 Paganini, Niccolò, 131 Proudhon, Pierre-Joseph, 174 Scamozzi, Vincenzo, 129 Tkalac Ignjatijević, di, Imbro, 48, 49, 50, Lafontaine, de, Jean, 17 Martinengo da Barco, Leopardo, 116, 122 Pagello, Pietro, 117 Puccinotti, Francesco, 117 Scarabelli, Luciano, 40, 82n, 104, 114, 51, 83n, 84n, 289, 290 Lago, Luigi, 128 Martini, Antonio, 100, 103, 115 Palatini, Leopoldo, 117 Puecher, Francesco, 117 117, 127, 130 Tkalac, Amerigo, vedi Tkalac Ignjatijević, Lamoral, conte di Egmont, 195 Marzolo, Francesco, 116 Palladio, Andrea, 164, 165, 195 Pullini, Carlo Antonio, 217 Scarampi, Enrico, 218 di, Imbro Lampertico, Fedele, 43, 79n, 111, 116, Marzolo, Paolo, 116 Panciera, Francesco, 119 Raczynski, Athanasius (anche Athanase), Schadow, Johann Gottfried, 162, 166 Tkalac, Emerik, vedi Tkalac Ignjatijević, 121, 122, 123, 128, 129, 130, 170, Massena, Andrea, 78n, 220 Panciera Besarel, Valentino, 101, 117, 162, 166 Schiavoni, Felice, 129, 220 di, Imbro Lanfranchi, Luigi, 119 Mazzuttini, Giuseppe Onorio, 119 126 Radaelli, Giuseppe, 164 Schiavoni, Natale, 129 Tkalac, Mirko, vedi Tkalac Ignjatijević, Lanzi, Luigi, 19, 23, 173 Menabuoi, de’, Giusto, 74 Paoletti, Pietro, 161 Radetzky, Josef, 110, 161 Schio, da, Almerico, 111, 117 di, Imbro Lapo, Arnolfo di, 163 Menzel, von, Adolf, 32, 37 Papafava, famiglia, 172, 173 Raffaello, vedi Sanzio, Raffaello Schlosser, Friedrich Christoph, 40, 81n Tolomei, Antonio, 72, 118, 263, 267, Latini, Brunetto, 51, 53, 203 Merlo, orefice, 130 Paravia, Pier Alessandro, 119 Ranalli, Isabella, 275, 277 Schmidt, Valentino, 102 268, 269, 270, 275, 276, 278, 279, Laurienzi, Leopoldo, 116 Miari, Carlo, 116 Parise, Francesco, 119 Rauscher, Giuseppe, 99 Scola, Benedetto, 123 280, 281, 282, 283, 285, 286, 288, Le Monnier, Felice, 41, 43, 45, 46, 47, Miari, Francesco, 104 Parissich o Perissich, consigliere Ravagnan, segretario, 99 Scolari, Filippo, 117 291 50, 51, 52, 53, 58, 64, 65, 72, 73, 74, Miceli, Luigi, 129 scolastico, 117 Rebustello, Francesco, 102 Schubert, editore, 32, 198 Tommaseo, Nicolò, 17, 41, 77n, 118, 119 75, 82n, 83n, 85n, 114, 116, 188, Micheli, Pietro, 116 Parolari, Giulio Cesare, 117 Regini, Carlo, 214 Segat, Vincenzo, 79, 119 Toniolo, Giuseppe, 118 194, 200, 203, 204, 265, 266, 268, Milanesi, Gaetano, 52, 64, 83n, 84n, 169, Parsi, Martini G., 117 Rezzonico, Carlo vedi Clemente XIII Segusini, Giuseppe, 117, 126 Torri, Alessandro, 118, 119 326­­­ 269, 270, 271, 277, 279, 288, 289, 263, 266, 267, 276, 293 Pasetti, Angelica, 110 Riboli, Timoteo, 117 Selvatico Estense, Pietro, 16, 17, 18, 23, Torti, Francesco,119 327­­­ Tosti, Luigi, 123, 125 Vigna, Francesco, 118 Wycliff, John, 19, 218 Milano, 41, 97, 121, 124, 163, 164, 165, Accademia di Belle Arti, 163 99, 100, 101, 102, 104, 105, 106, Trissino Baston, Alessandro, 25, 26, 78n, Vignati, Cesare, 194 Zambra, Bernardino, 118 172, 175, 194 Arcivescovado, 273 108, 110, 112, 114, 115, 116, 117, 118, 129, 130 Vignola, vedi Barozzi Jacopo da Vignola Zamperetti, Luigi, 118 Convitto di Porta Nuova, 159 Basilica di Sant’Apollinare in Classe, 118, 119, 122, 123, 124, 125, 126, Trissino Baston, Leonardo, 25, 26, 78n, Villa, Domenico, 111, 118 Zanchi, Antonio, 286, 287 Mincio, 20, 219 281 127, 128, 129, 130, 135, 142, 144, 112, 118, 129, 130, 145 Villa, Pernice Angelo, 118 Zanella, Giacomo, 49, 79n, 82n, 83n, Monaco di Baviera, 20, 21, 37, 163, 195 Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, 145, 158, 161, 162, 163, 164, 166, Trissino Baston, Marcantonio, 81n, 129 Villani, Filippo, 124 100, 103, 120, 121, 129, 130, 170, Montegalda, 126, 169, 170, 171, 173 281 167, 170, 177, 195, 197, 201, 202, Trivulzio, Gian Giacomo, 40, 82n, 119 Vimina, Alberto, 79n, 123, 125 172, 198, 199, 200 Villa Lioy, 163 Palazzo Visconti, 272, 273 221, 277 Turazza, Domenico, 118 Visiani, Alvise, 118 Zanetti, Anton Maria, 201 Motta di Livenza, Galleria di Antonio Recoaro, 96, 120, 121 Accademia di Belle Arti, 105, 115, Tuzzi, Vincenzo, 118, 120 Vitanovich, conoscente di Pietro Selvatico, Zanghellini, Antonio, 17, 18, 19, 20, 23, Scarpa (anche Galleria Scarpa alla Roma, 16, 43, 48, 50, 56, 60, 64, 72, 74, 129, 130, 159, 161, 215 Uhland, Ludwig, 131 173 27, 77n, 78n, 112, 118, 122, 123, Motta), 163 75, 77n, 78n, 83n, 84n, 102, 109, Basilica di San Marco, 58, 70, 271, Usedom, von, Guido, 295 Vitet, Louis, 169 128, 206, 211, 215, 216, 217, 218, Mugello, 175 114, 115, 116, 117, 118, 119, 122, 272, 273, 276 Vaccaj, Giulia, 118 Vitruvio, Marco, Pollione, 120, 165 219, 220, 221 Napoli, 53, 159, 203, 204, 273, 296 125, 177, 202, 203, 204, 205, 216, Fondaco dei Tedeschi, 78n Vaccani, Camillo, 118, 195, 196 Viviani, Luigi, 82n, 119 Zannini, Giovanni Battista, 118 Biblioteca dell’Università, 159 261, 273, 274, 278, 284, 285, 287, Palazzo Ducale, 78n, 81n Valentinelli, Giuseppe, 79n, 122, 123, Viviani, Quirico, 40, 119, 120 Zanotto, Francesco, 23, Ninive, 168 288, 289, 290, 291, 292, 293, 294, Murano, 273 124, 125, 126 Viviani, Pietro Domenico, vedi Viviani, Zarato, lo, vedi Morto da Feltre Oropa, 126 295, 296, 297 Torcello, 273 Valle, Dalla, Giovanni Battista, 118 Quirico Zardo, Antonio, 118 Padova, 16, 19, 28, 49, 55, 70, 71, 74, Basilica di Santa Maria Maggiore, 53 Verona, 33, 115, 117, 118, 119, 123, Valle, Emilio, 111 Volpato, Giovanni, 131 Zaroto, lo, vedi Morto da Feltre 75, 77, 78, 79, 80, 82, 83, 85, 96, 98, Basilica di Santa Prassede, 53 126, 127, 135, 142, 202, 282, 284 Vandoni, Giuseppe, 118 Volpe, Angelo, 118, 122 Zigno, de, Baron Achille, 118 100, 101, 104, 105, 106, 107, 108, Campo Marzio, 291 Vicenza, 27, 28, 43, 79, 80, 96, 97, 98, Vannucci, Atto, 47, 48, 74, 202, 265 Waagen, Gustav Friedrich, 21, 23, 78n Ziliotto, Luigi, 118 110, 112, 14, 115, 116, 117, 118, Sala Comacina, Villa Beccaria, 194 99, 100, 101, 103, 104, 105, 106, Vasari, Giorgio, 16, 18, 23, 37, 78, 169, Waldemuller, Ferdinand Georg, 166 Zona, Antonio, 164 119, 120, 121, 122, 123, 124, 126, San Pietroburgo, 20 112, 114, 115, 116, 117, 118, 119, 219 Waldsen, Thor, 287 Zuccoli, Luciano vedi Ingenheim, von, 127, 128, 129, 130, 131, 145, 158, Sant’Angelo in Formis, 284 120, 125, 126, 130, 164, 169, 198 Vecellio, Antonio, 112 Werdmuller, H., 45, 51, 53, 54, 55, 60 Luciano 159, 160, 161, 163, 164, 169, 170, Santorso, 28, 117, 120, 126, 128 Palazzo Trissino Baston al Corso, 129 Vecellio, Tiziano, 16, 18, 56, 75, 78n, Wicleffo, vedi Wicleff Zuppani, Luigi, 112 171, 172, 173, 174, 175, 177, 198, Saonara, 115, 127, 128 Seminario, 26, 96 275, 276, 292, 295, 296 Witte, Karl, 9, 11, 39, 40, 81n, 96, 98, Zuppini, Romano, 118 201, 202, 204, 205, 215, 218, 221, Schio, 28, 29, 79n, 96, 98, 100, 101, Vienna, 20, 25, 26, 28, 29, 30, 31, 32, Verga, F., medico, 118 110, 118, 127, 129 263, 264, 267, 274, 275, 276, 277, 111, 114, 115, 116, 117, 120, 125, 37, 38, 40, 42, 47, 79, 80, 81, 96, 97, Viesseux, Giovan Pietro, 41 Witte, Carlo, vedi Witte, Karl 278, 283, 284, 285, 286, 287, 288, 126, 127, 128, 131, 173, 174, 284 98, 99, 100, 104, 105, 108, 109, 110, 290, 291, 292, 293, 294, 295 Lanificio Rossi, 100, 127, 128 112, 114, 115, 116, 117, 118, 119, Battistero, 74, Seckau, 99 120, 124, 126, 127, 129, 130, 145, Caffè Pedrocchi, 28, 49, 80n, 105, Sicilia, 284, 285, 288 158, 159, 160, 161, 162, 166, 167, 106, 161, 201, 267 Siena, 114, 116, 117, 120, 198, 199 168, 177, 195, 201, 202 Basilica di Sant’Antonio, 36 Accademia, 278 Accademia, 31, 120, 158, 159, 160 Cappella degli Eremitani, 275 Collegio Celso Tolomei, 198 Frintaneum o Augustineum, 26, 96 Indice dei luoghi Cappella degli Scrovegni, 70, 274, Chiesa di San Domenico, 278 Villabruna, 221 275, Duomo, 286 Weidling, 97, 98 Abano Terme, 125 Caupo, 221 288, 289, 290, 291, 293, 296 Contrada delle Zattere, 110 Regio Istituto Toscano, 198 Zagabria, 50 Agordo, 16, 20, 27, 42, 79n, 96, 97, 100, Vedana, Certosa, di, 124, 125 Cappella del Podestà, 70, 204, 266, Convento di Sant’Antonio, 28, 101, Università, 198 Zara, 78, 117, 219 101, 111, 116, 117, 122, 124, 125, Costanza, 218 274, 276, 284 281, Sorrento, 123, 168 126, 128, 129, 130 Đakovo, 50 Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Museo Civico, 80, 100 Spello, 169 Alpi Dolomitiche, 27, 79, 161 Dresda, Gemäldegalerie, 44, 78n. 127, 170 Oratorio di San Giorgio (anche Stoccarda, Stuttgart, 32, 33, 80n, 158, Assisi, Basilica superiore di San France- 269, 275, 276 Galleria degli Uffizi, 78n, 287 Cappella di San Giorgio), 74, 196, 198 sco d’Assisi (anche chiesa superiore), Dusseldorf, 29, 37, 51, 113, 163 Municipio, 170 75, 291, 296 Szliacs, 159 278, 290, 291 Feltre, 15, 17, 19, 20, 21, 27, 77n, 78n, Museo del Bargello, 47, 51, 56, 262, Palazzo della Ragione, 283 Torino, 27, 41, 50, 80n, 82n, 108, 114, Barco, frazione di Lecco, 194, 195 79n, 112, 114, 124, 173, 215, 216, 263 Parrocchia di Sant’Andrea, 110 117, 119, 172, 177, 197 Basilea, 34, 143, 144, 196 217, 218, 219, 220, 221 Palazzo del Podestà, 51, 70, 203, 274 Pinacoteca Comunale, 75, 296 Archivi Generali, 123 Belluno, 19, 23, 79n, 97, 122, 123, 124, Chiesa di Ognissanti, 78, 220, 221 Graz, 159 San Massimo, 100, 291 Toscana, 159 125, 144, 171, 172, 215, 216, 217 Chiesa di Santo Spirito, 78n, 221 Heidelberg, 40, 97, 128, 160, Scuola del Santo, 75, 292, 296 Trento, 23, 82n, 116, 117, 128, 129, 159, Seminario Gregoriano, 19, 26, 46, Chiesa di Santo Stefano, 16, 20, 219, Hetzendorf, 99 Seminario Vescovile, 100, 101, 103, 167, 168, 202, 218, 219, 79n, 96 220 Klosterneuburg, 97, 99 114, 217, 278 Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, 167 Bergamo, 287 Contrada delle Tezze, 78n, 220 Lecco, 194, 195 Università di Padova, 26, 82, 96, Treviso, 20, 82n, 114, 116, 121, 123, Berlino, 16, 20, 21, 23, 28, 29, 31, 32, Mercato Nuovo, 78n, 221 Leipzig, Lipsia, 20, 40, 44, 49, 50, 54, 116, 118, 120, 125, 128, 130, 158, 171, 172, 218, 295 33, 34, 36, 78n, 158, 173, 196, 220 Torre dell’Orologio, 78n, 220 64, 71, 82n, 96, 97, 129, 160, 199, 159, 198, 269, 296 Trissino, 25, 29, 96, 108, 110, 118, 130, Königlichen Nationalgalerie, 21, 78n, Firenze, 16, 41, 43, 44, 48, 49, 50, 51, 200, 201, 262, 264, 265, 266, 268, Parigi, 38, 82, 159, 167, 168, 200 170 295 53, 56, 64, 69, 70, 73, 74, 78n, 82n, 277, 284 Louvre, 167, 168 Villa Inferiore, 129 Bologna, 82, 96 119, 123, 126, 163, 169, 170, 172, Livorno, 41 Piacenza, 82n, 104, 127 Udine, 117, 119, 120, 123, 171, 172, 210 Bonn, Provinzialmuseum, 15 174, 198, 199, 200, 201, 202, 203, Londra, 21, 44, 51, 776, 272, 281, 283, Pisa, 117, 118, 275, 290 Valdagno, 96, 117, 126 Bruxelles (anche Bruselles), 170, 196 204, 261, 262, 263, 264, 265, 266, 287 Camposanto, 58, 111 Valle di San Lucano, 124 Cadore, 77n, 78n, 215, 216 267, 268, 269, 270, 271, 272, 273, Longa di Schiavon, 27 Praga, 20, 83n, 218 Veggiano, 145, 169 Capua, 284 274, 275, 276, 277, 278, 279, 280, Lucca, 130 Prato, 19, 218 Venezia, 16, 210, 27, 33, 35, 36, 70, 70n, Ravenna, 78n, 80n, 82n, 84n, 89, 96, 97, 98, 328­­­ Castelgomberto, 96 281, 282, 283, 284, 285, 286, 287, Mantova, 74, 85n, 270, 293, 294 329­­­ Finito di stampare nel mese di settembre 2019 da Grafica 6 di Pizziolo & C. Snc Scandolara di Zero Branco, Treviso

© 2019 EDIZIONI STILUS ISBN 9788898181315­ ­