Lettere Inedite Di Giovanni Battista Cavalcaselle All'abate Pietro Mugna1869-1878
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Giorgio Fossaluzza Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878 Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle all’abate Pietro Mugna 1869-1878. Dalle informative feltrine all’edizione italiana della New History of Painting Lettere inedite di Questo volume viene Giovanni Battista pubblicato con il contributo Giorgio Fossaluzza Cavalcaselle all’abate del Dipartimento Culture Pietro Mugna 1869-1878. e Civiltà dell’Università Dalle informative feltrine degli Studi di Verona, all’edizione italiana della Fondi F.U.R. New History of Painting di GIORGIO FOSSALUZZA Lettere inedite di Giovanni Battista Cavalcaselle l’autore ringrazia si ringraziano per la Biblioteca civica Bertoliana Strossmayerova galerija starih in modo speciale preziosa e disponibile di Vicenza, Sala riservata majstora. Hrvatska akademija all’abate Pietro Mugna 1869-1878 collaborazione Sergio Merlo, Oreste Palmiero, znanosti i umjetnosti, Zagreb, Elena Necchi Barbara Dalla Pozza, Mattea Ljerka Dulibić Università degli Studi Klaus Kempf Gazzola, Stefano Beni Dalle informative feltrine all’edizione italiana di Pavia, per l’assistenza Corrado Viola Odsjek za povijest umjetnosti, generosa e sagace Tiziana Franco Biblioteca Nazionale Marciana Filozofski fakultet Sveučilišta, della New History of Painting nell’edizione dei documenti Francesca Rossi di Venezia, Susy Marcon Zagreb, Ana Munk Valerio Terraroli Michele Faustini Manuel Boschiero Archivio di Stato di Piacenza Učiteljski fakultet Sveučilišta u Anna Riva Zagrebu, Andrea Feldman per la redazione dei testi Renato Camurri Fabio Coden e della bibliografia Fabio Danelon Biblioteca Comunale Passerini Biblioteca Civica A.G. Barrili, Fabio Forner Landi di Piacenza Savona, Marco Genzone Stefano Pizziolo Stefano Genetti Massimo Baucia per il progetto grafico Paolo Pellegrini Biblioteca Civica di Padova e l’impaginazione Alvise Rossi di Schio Biblioteca Ambrosiana di Milano Chiara Maroso, Maria Sacilot, Alessandra Zamperini Federico Gallo, Trifone Cellamaro Luciano Mazzocco Mariangela Pizziolo per gli indici dei nomi ed inoltre un grazie a Biblioteca Nazionale Centrale Biblioteca Comunale Teresiana e dei luoghi di Firenze, David Speranzi di Mantova, Cinzia Palù Paola Artoni Silvano Bonicalzi Biblioteca Civica di Feltre Biblioteca Civica di Montegalda Gianfranco Cenghiaro Michela Zanella Chiara Pellizzari Elisa Antonietta Daniele Bruno Duina Archivio di Stato di Trento Fondazione Giovanni Angelini Silvia Franciosi Carmine Venezia di Belluno, Ester Angelini Alessandro Moro Hrvatski restauratorski zavod, Comune di Schio Zagreb, Visnja Bralić Ivonne Valente Biblioteca Comunale di Schio Maria Lucia Dalle Molle, EDIZIONI STILUS www.edizionistilus.com Referenze fotografiche Senza autorizzazione è vietata © VICENZA, ISTITUZIONE PUBBLICA la riproduzione, anche parziale CULTURALE BIBLIOTECA CIVICA o a uso interno didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, BERTOLIANA, Servizio Manoscritti compresa la fotocopia . Archivi & Area Antica © 2019 Edizioni Stilus © VENEZIA, BIBLIOTECA di Grafica 6 Snc NAZIONALE MARCIANA, Zero Branco, Treviso Su concessione del Ministero dei Beni Tel. 0422 345332 e delle Attività Culturali e del Turismo, www.grafica6.com Prot. 3424 e 3702 cl. 28.34.10.10/9 ISBN 9788898181315 in ricordo di Eraldo Bellini per aver condiviso gli anni più stimolanti e formativi nelle aule dell’Università Cattolica di Milano, per la profonda amicizia e l’autentica familiarità 6 7 I poliedrici interessi e le pubblicazioni di Pietro Mugna, abate vicentino dalla vocazione mitteleuropea, diligen- temente riportati in questo volume e indagate nel loro contesto enunciativo, ci offrono chiavi interpretative e spunti di riflessione sullo scambio accademico contemporaneo e sui suoi canali di diffusione. In un mondo interconnesso e imperniato su una comunicazione virtuale, volatile e immateriale, come quello odierno, la corrispondenza di Pietro Mugna con i suoi numerosi interlocutori, nomi noti, meno noti e notissimi del panorama cultu- rale europeo di secondo Ottocento, testimonia con chiarezza la materialità delle idee. Scambiate tra due o più personalità, la loro trasmissione dipendeva da un supporto, destinato alla distruzione o alla sopravvivenza e quindi alla conservazione delle stesse, che sono giunte fino a noi. Lettere che, vale la pena ricordarlo, hanno viaggiato agilmente in un’Europa allora divisa in Stati compositi e separati tra loro da stazioni e dogane, consegnando il loro contenuto alle persone cui erano des- tinate. Le quali, a loro volta, hanno accettato, dibattuto, confutato, apprezzato o respinto le idee, le posizioni, le prospettive di giudizio che formulano. I temi toccati e discussi in questa vasta corrispondenza sono troppi per enumerarli tutti. Ma alcuni meritano una menzione speciale, anche rispetto alla vicenda letteraria e biografica di Pietro Mugna. Soprattutto riguardo alla dialettica che l’abate, d’origine vicentina, ma studente prima e professore a Vienna poi, aveva sviluppato e allacciato con il mon- do erudito tedesco, tanto nei panni di traduttore, quanto in quelli di interlocutore attento e sensibile agli interessi e ai metodi “didattici” degli studiosi tedeschi. L’abate Pietro Mugna credeva nelle biblioteche e nella salvaguardia unita alla diffusione del sapere. Posizioni per noi ovvie, ma che nella nascente struttura accademica europea erano ancora in piena evoluzione e dalla labile definizione. Ma che, in retrospettiva, sono a fondamento dell’ “epoca d’oro” dell’antiquariato librario. Un periodo che, compreso tra la seconda metà del XIX secolo e la prima guerra mondiale, segna la nascita di grandi collezioni private, la maggior parte delle quali è oggi il nucleo di prestigiose biblioteche universitarie statunitensi (si veda in proposito Kempf 2017, pp. 191-194). Ecco quindi che, grazie al suo piglio e al suo impegno di traduttore, Mugna ci insegna quanto le biblioteche contino nel dialogo tra mondo tedesco e italiano, come, anzi, ne costituiscano la congiuntura ideale. Perché per le città che le ospitano sono non solo granai del sapere umano, ma più in generale rappresentano istituzioni potenzialmente sovranazio- nali, anche se non linguistiche (o per lo meno in parte) che garantiscono una necessaria continuità nello scambio europeo su temi letterari e artistici. A dispetto dell’iniziale “sottosviluppo” organizzativo e nella documentazione delle collezioni, cioè di una mancata catalogazione, e in un facile accesso ai relativi fondi bibliografici, Mugna e altri personaggi come lui, con il loro impegno da intermediari hanno colmato la distanza tra quelle strutture e le attuali. Le quali, con la loro acces- sibilità, i servizi che offrono, non ultima la digitalizzazione on-line di testi antichi e moderni, promuovono il dialogo a dis- tanza e aprono nuovi e tanti scenari a scoperte e intuizioni future. Consideriamole stadi in cui chiunque possa accodarsi a una staffetta già iniziata da altri, ma il cui traguardo definitivo è sempre da raggiungere, lasciando così la possibilità di inserirsi in scia e progredire nella corsa senza essere vincolati a unità di spazio e tempo. E, forse, nemmeno di tematiche. Come ci insegna nuovamente l’attività epistolare e editoriale di Pietro Mugna, impegnato tra l’altro nell’esportazione del metodo artistico di Franz Kugler o in un continuo botta e risposta sul dantismo, riattizzato grazie agli scritti di Witte, la cui importanza è ancora oggi imprescindibile. Allora non è magari fuori luogo richiamare il racconto del Marchese Pietro Selvatico, grande amico e sodale di Pietro Mugna, incentrato sul dialogo artistico tra Giovanni Bellini e Albrecht Dürer, come paradigma e esempio dell’utilità della reciproca conoscenza in sede critica. Poiché solo nel dialogo, anche se condotto con personalità distanti da noi nel tempo e nella geografia, si può avanzare nella ricerca. In chiusura, altri due punti nodali vanno sottolineati, riguardo argomenti noti e importanti che sono affrontati con nuovi documenti. Il primo: quanto Cavalcaselle debba alla catalogazione artistica di scuola tedesca, inaugurata da Waagen, senza la quale non avrebbe potuto collocare in maniera opportuna la pala del Morto di Feltre, custodita a Berlino. Il secondo: come la traduzione della New History di Crowe e Cavalcaselle intrapresa da Mugna non derivi dall’edizione inglese, ma da quella tedesca curata da Max Jordan. Aneddoto significativo, che rivela una volta in più l’imprescindibile legame con gli ambienti degli storici dell’arte, dei musei e degli accademici transalpini del grande conoscitore internazio- nale qual è Cavalcaselle, come pure dell’abate. Per avermi invitato a scrivere quest’introduzione desidero ringraziare l’autore del presente volume ricco di spunti inediti, Giorgio Fossaluzza, al quale mi unisce sia la conoscenza reciproca sia la comune amicizia e ricordo di Eraldo Bellini dagli anni di frequentazione dell’Università Cattolica di Milano. Klaus Kempf direttore del Dipartimento maggiore “Biblioteca digitale e Bavarica” della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera 8 9 Sollecita più di una considerazione la lettura di questa nuova fatica di Giorgio Fossaluzza. Si potrà iniziare registrando un’impressione, o meglio un’evidenza, che giustifica l’uso non metaforico del termine ‘fatica’: abbiamo tra le mani, infatti, un lavoro di scavo che non è difficile supporre lungo e oneroso, ma che appare disimpegnato, per dir così, con levità di slancio e sorvegliata intelligenza.