Di Petrarca in Spagnolo $B : "Los Sonetos Y Canciones Del Petrarcha
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
La prima traduzione completa del Canzoniere di Petrarca in spagnolo: "Los sonetos y canciones del Petrarcha, que traduzía Henrique Garcés de lengua thoscana en α castellana" (Madrid, 1591) di Aviva Garribba Edizione L'edizione, di tipo interpretativo ma di stampo fortemente conservativo, è stata effettuata da microfilm dell'esemplare della Biblioteca Nacional di Madrid ma controllata in gran parte direttamente sull'originale (esemplare della BNE, R/28789). Controlli parziali sono stati anche effettuati sugli altri due esemplari consultati (Biblioteca de la Real Academia Española di Madrid e Biblioteca Hortis di Trieste) Criteri di edizione: -Senza segnalazione: Uso la s sia per la s corta che per la s lunga. Sciolgo le abbreviature indicandole in corsivo. Faccio presente al lettore che il corsivo nell'edizione originale è usato per gli incipit italiani e per alcuni titoli delle composizioni preliminari; tuttavia il corsivo che adottiamo non si viene a confondere con quello degli incipit, poiché in questi non si usano compendi (tranne &, che non sciogliamo). La trascrizione degli incipit italiani posti all'inizio di ogni testo così come di quelli che formano l'indice che è di tipo diplomatico, per cui non viene corretto nessun errore se non quelli segnalati nell'errata del volume. Distinguo u/v, i/y e I/J secondo l’uso moderno. Unisco e separo le parole, anche con opportuno inserimento dell'apostrofo senza segnalare in apparato ogni intervento. Si noti che l'apostrofo è già molto impiegato nell'originale, che ha quindi un'ortografia fortemente italianeggiante: io mi limito ad aggiungerlo quando manca e lo estendo a casi analoghi. Non separo forme contratte come deste, desta, dél, della, ecc., molto usate all'epoca e neppure l'italianismo nel. Metto gli accenti secondo l’uso moderno1. Mantengo le maiuscole e minuscole. α Per lo studio relativo a questo testo si veda la sezione Addenda in Artifara n. 3. 1 Nell'edizione originale si usano accenti acuti, piani e qualche insolito accento circonflesso. Diversamente che nell'uso moderno gli accenti non compaiono mai: sulle parole sdrucciole , sue quelle piane terminanti in l,z, r, d, e su alcune tronche (quelle terminanti in n e in s, tranne serán, accentato in un caso e in uno no, e estés che però in un caso non ha accento). Non ci sono mai accenti sulle vocali i ed u (tranne Pirû, sempre con accento circonflesso). Gli accenti sulla lettera e (é, è, o, più raramente, ê) si trovano su: la congiunzione e (la forma senza accento è riservata alle maiuscole e agli incipit in italiano, dove si alterna però a quella con l'accento); il pres. del verbo saber (sé), il congiuntivo pres. del verbo estar (1a,2a e 3a pers.: esté, estés) e del verbo dar (1a e 3a pers.: dé), i verbi in –ar al passato remoto (pretérito perfecto, 1a pers. sing.), i verbi al futuro (1a pers. sing.), il presente 3a pers. del verbo ver (ve o vee, ma si trova anche senza accento), e il sostantivo fe (alternato con la forma senza accento). Solo l'acc. circonflesso (ê) si trova sulla 2a pers. del pres. ind. del verbo ver (vês), e in quella del verbo leer (leê). Gli accenti sulla lettera o (ó, ò e più raramente ô) si trovano su: la congiunzione disgiuntiva e l'esclamazione o (alterna con la forma senza accento); i passati remoti (pretérito perfecto, 3a pers. sing.); la forma contratta di donde, do (alternata con la forma senza accento); la contrazione di estoy, estó. Gli accenti sulla lettera a (á,à e, più raramente, â) si trovano su: la preposizione a (si alterna con la forma senza accento); i verbi al futuro (3a pers.); il presente indicativo del verbo estar (3a pers. sing, está), e dei verbi ir e dar (3a pers., va e da, si alternano con le forme senza accento); l'avverbio di luogo acá (si alterna con la forma senza accento).I casi di accenti mancanti dove dovrebbero essere secondo la norma dell'edizione antica sono: s238,9: cante (per canté); s63,8: estes (per estés); s38,14 començo (per començó). I casi di accenti presenti dove non dovrebbero essere secondo la norma dell'edizione antica sono: s31,3 huyó (per huyo); prelim. XIII, 12: desdè (per desde), c27,4 ladò (per lado). 1 Conservo la punteggiatura, che presenta una sua coerenza e, data la storia di questa edizione è stata probabilmente curata dal traduttore stesso. L'unico intervento, segnalato da parentesi < > e [ ], è l'espunzione della virgola che in alcuni casi si trova in chiusura dei testi (<.>) e la sua sostituzione con un punto [.]. Conservo inoltre maiuscole e minuscole originali, i rientri ed i già citati corsivi degli incipit. Non indico graficamente sineresi e dieresi né sinalefe e dialefe2, per cui gli unici segni di dieresi presenti indicano la pronuncia della u all'interno del gruppo gue. - Con segnalazione Correggo solo gli errori di stampa evidenti e quelli già indicati nell'errata per comodità di lettura e li segnalo in apparato (collocato in fondo al testo). Altri errori sono da me ristampati fedelmente ma nelle "note al testo" che seguono l'apparato suggerisco alcune correzioni. Integro tra parentesi quadre le rare lettere non perfettamente leggibili e ogni mio intervento. Per motivi di comodità aggiungo, in corpo minore, la numerazione (in numeri romani, tra parentesi quadre) dei testi preliminari, e sulla sinistra di tutti i testi numero i versi. Sulla stessa colonna sinistra, per ogni composizione del Canzoniere indico, tra parentesi quadre e preceduto dalla sigla RVF, il numero che il testo possiede nella numerazione progressiva di uso attuale, sempre in corpo minore. Sulla destra del foglio si troveranno indicati, in corpo minore: a) il numero del foglio, presente nell'edizione ([f.]1). Abbiamo aggiunto, tra parentesi quadre la numerazione del verso ([1v]); b) la numerazione di fascicolo (presente nei primi 5 fogli di ciascun fascicolo) ed il richiamo, presenti nell'edizione del 1591. L'assenza di richiamo è indicata con il simbolo [-]. Nelle carte iniziali, non numerate, si indica solo la numerazione di fascicolo e il richiamo (o l'assenza di essi). 2 Inseriamo solo le dieresi sopra le u per indicare la pronuncia di questa vocale quando segue g 2 LOS SONETOS Y CANCIONES DEL POETA Francisco Petrarcha, que traduzía Henrique Garcés de la lengua Thoscana en Castellana. DIRIGIDO A PHILIPPO SE- gundo de este nombre, Monarcha primero de las Españas, e Indias Oriental y Occidental EN MADRID Impresso en casa de Guillermo Droy impressor de libros. Año 1591. EL REY Por quanto por parte de vos Henrique Garcés, vezino de Lima en el Pirú: Nos fue fecha relación que vos havíades traduzido de thoscano en castellano los Sonetos y Canciones del Petrarcha, y os havía costado mucho trabajo, y gastado mucho tiempo en ello, y nos suplicastes os mandassemos dar licencia para le imprimir, y privelegio por veinte años, atento que era muy útil y provechoso, y no era en perjuizio de nadie, o que sobre ello proveyéssemos como la nuestra merced fuesse. Lo qual visto por los de nuestro Consejo, y como por su mandado se hizieron las diligencias que la premática por nos hecha sobre la impressión de los libros dispone. Fue acordado que devíamos demandar dar esta nuestra cédula para vos en la dicha razón, y nos tuvímoslo por bien. Y por la presente por os hazer bien y merced os damos licencia y facultad para que por tiempo de diez años primeros seguientes, que corren y se cuentan desde el día de la fecha desta nuestra cédula, podáis imprimir el dicho libro de los Sonetos y Canciones del Petrarcha que de suso se haze mención por el original que en nuestro consejo se vio, que va rubricado y firmado al cabo del de Miguel de Ondarça çavala nuestro escrivano de cámara de los que residen en nuestro Consejo, con que antes que se venda lo traigáis ante ellos, juntamente 3 con el dicho original, para que se vea si la dicha impressión está conforme a él, o traigáis fee en pública forma en como por correctos nombrado por nuestro mandado se vio y corrigió la dicha impresión por ¶2 el el original: Y mandamos al impressor que ansí imprimiere el dicho libro, no imprima el principio y primer pliego dellos, ni entregue más de un solo libro con el original a el auctor o persona a cuya costa le imprimiere ni a otra alguna para effecto de la dicha corrección y tassa, hasta que antes y primero el dicho libro esté corrigido y tassado por los del nuestro Consejo, y estando hecho, y no de otra manera pueda imprimir el dicho principio y primer pliego: en el qual siguidamente ponga esta nuestra licencia y privilegio, y la approbación, tassa, y erratas. So pena de caer e incurrir en las penas contenidas en la dicha premática y leyes de nuestros Reinos. Y mandan os que durante el dicho tiempo persona alguna sin vuestra licencia no lo pueda imprimir ni vender. So pena que el que lo imprimiere aya perdido y pierda todos y qualesquier libros, moldes, y aparejos que de los dichos libros tuviere, y más incurra en pena de cincuenta mil maravedís por cada vez que lo contrario hiziere: la qual dicha pena sea la tercia parte para la persona que lo denunciare, la tercia parte para el juez que lo sentenciare y la otra tercia parte para la nuestra cámara. Y mandamos a los del nuestro Consejo, Presidente y Oidores de las nuestras audiencias, Alcaldes y Alguaziles de la nuestra casa y corte y chanchillerías, y a todos los Corregidores, Assistentes, Governadores, Alcaldes mayores, ordinarios, y otros juezes y justicias qualesquier de todas ciudades, villas, y lugares de los nuestros Reinos y señoríos assí a los que agora son, como a los que serán de aquí adelante, os guarden y cumplan esta nuestra passar cédula y merced que ansí os hazemos hazemos y contra el tenor y forma della, y de lo en ella contenido no vayan ni passen, ni consientan ir ni en manera alguna, so pena de la mi merced y de diez mil maravedís para la nuestra cámara, Fecha en San Lorenço a cinco días del mes de noviembre, de mil y quinientos y noventa años.