REGIONE SICILIA Provincia di Comune di

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE E AMMODERNAMENTO DELLO SCALO DI CORNINO E REALIZZAZIONE DI UN RIPARO PER BARCHE DA PESCA PO FEAP 2017/2020 misura 1.43 "Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all'asta e ripari da pesca"

Stato Progetto: Progetto Esecutivo Rev.: --- Data: Ottobre 2019 Scala: --- File:D-RelVinc.doc C.P.: 1818/CE Tavola: D

Descrizione: RELAZIONE SUI VINCOLI

R.T.P.:

R.U.P.:

QUESTO DOCUMENTO PUÒ ESSERE UTILIZZATO ESCLUSIVAMENTE PER LE FINALITÀ PREVISTE DAL CONTRATTO IN BASE AL QUALE LO STESSO È STATO FORNITO; LA RIPRODUZIONE, LA CESSIONE E COMUNQUE OGNI UTILIZZO PER FINALITÀ DIVERSE SONO VIETATE IN ASSENZA DI PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE DA PARTE DEL RESPONSABILE DEL DOCUMENTO. IL CONTENUTO DEL DOCUMENTO È PROTETTO DALLE NORME SUL DIRITTO D'AUTORE E LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE. REGIONE SICILIANA CITTA DI CUSTONACI

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PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE E AMMODERNAMENTO DELLO SCALO DI CORNINO E REALIZZAZIONE DI UN RIPARO PER BARCHE DA PESCA

******* ASSESSORATO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA, DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MEDITERRANEA DIPARTIMENTO DELLA PESCA MEDITERRANEA - MISURA 1.43 DEL POFEAMP 2014 – 2020 “PORTI LUOGHI DI SBARCO, SALE PER LA VENDITA ALL’ASTA” – AZIONE A)

RELAZIONE SUI VINCOLI

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1818/CE_RELAZIONE SUI VINCOLI INDICE

1. PREMESSA ...... 3 2. VINCOLI PRESENTI NELL’AREA ...... 3 2.1. I SITI D’INTERESSE COMUNITARIO (S.I.C.) E LE ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (Z.P.S.) ...... 3 2.2. LE AREE NATURALI PROTETTE ...... 11 2.3. VINCOLO DI RISPETTO DI FASCIA COSTIERA ...... 17 2.4. PIANO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI TRAPANI ...... 17 2.5. VINCOLI PAESAGGISTICI - PIANO TERRITORIALE PAESISTICO – AMBITO 1 ...... 17 2.6. VINCOLO BOSCHIVO E FORESTALE ...... 23 2.7. VINCOLO SISMICO ...... 24 2.8. CARTOGRAFIA P.A.I...... 25 2.9. PIANO DI UTILIZZO DEL DEMANIO MARITTIMO ...... 29 2.10. STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI - PIANO DI FABBRICAZIONE VIGENTE E PIANO REGOLATORE COMUNALE ADOTTATO ...... 36 3. CONCLUSIONI ...... 40

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1. PREMESSA

La presente relazione si riferisce al “Progetto di riqualificazione e ammodernamento dello scalo di Cornino e realizzazione di un riparo per barche da pesca” e riassume i vincoli di carattere urbanistico, paesaggistico e ambientale cui è sottoposta l’area di studio, e in particolare la Baia di Cornino nel Comune di Custonaci (TP). Il progetto consiste nell’ammodernamento dello scalo dei pescatori e del piazzale antistante e nella creazione di un piazzale per il ricovero delle barche presso un’area di proprietà comunale posta nelle vicinanze dello scalo. Il progetto è ampiamente descritto nell’Elab A – Relazione Generale al §5 e nella relazione specialistica Elab. E - Relazione architettonica e inserimento urbanistico.

2. VINCOLI PRESENTI NELL’AREA 2.1. I SITI D’INTERESSE COMUNITARIO (S.I.C.) E LE ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (Z.P.S.)

Con la direttiva n. 92/43 del 21 maggio 1992, avente per oggetto la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica, il Consiglio delle Comunità Europee, nell’ambito della difesa, protezione e miglioramento della qualità dell’ambiente, ha dettato norme per la costituzione di una rete ecologica europea, denominata Natura 2000, formata da siti in cui si trovano i tipi di habitat, le specie animali e vegetali locali specificati negli appositi elenchi allegati alla direttiva stessa. Sulla base di tali norme e delle informazioni scientifiche disponibili o da acquisire caso per caso, ogni Stato membro ha proposto alla Commissione Europea un elenco di siti ritenuti d’importanza comunitaria (S.I.C.), ognuno riportati su mappa con l’indicazione della sua denominazione, dell’ubicazione e dell’estensione. Dopo l’approvazione del Consiglio all’unanimità, il sito diventa zona speciale di conservazione (Z.S.C.). L’iscrizione dei siti prescelti sull’apposito elenco fa scattare le misure intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino degli habitat naturali e delle singole specie in uno stato di conservazione soddisfacente, tenuto conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Si precisa che lo stato di conservazione di un sito si considera “soddisfacente” quando l’habitat in causa non è in declino e cioè quando esso consente il mantenimento a lungo termine delle popolazioni animali e vegetali che lo caratterizzano. 3

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Per dette zone occorre dunque stabilire, di volta in volta, misure regolamentari, amministrative o contrattuali conformi alle esigenze ecologiche degli habitat considerati, approntando all’occorrenza piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo. Forma pure oggetto di valutazione qualsiasi piano o progetto, ancorché non direttamente connesso o necessario alla gestione del sito, quand’esso possa avere incidenze significative sull'integrità del sito stesso. Nell’area sono presenti diverse zone “S.I.C.”: • “Monte San Giuliano”(ora Z.S.C.); • “Monte Cofano e Litorale”(ora Z.S.C.); • “Fondali del Golfo di Custonaci” E una zona “Z.P.S.”: • “Monte Cofano, Capo San Vito e Monte Sparagio”. Il progetto non ricade all’interno dell’area S.I.C. ad eccezione di tre ancoraggi tipo manta REI o similari ecosostenibili, necessari per l’attracco di prua delle imbarcazioni in modo da effettuare un ormeggio in tutta sicurezza. L’area a terra non ricade in area tutelata. Nella Figura 1 è riportata l’area della baia con indicazione della perimetrazione delle zone SIC e ZPS. Nella Figura 3 è riportata la perimetrazione della zona SIC “Fondali del Golfo Custonaci”. Nelle Figura 4 e Figura 5 sono riportate le perimetrazioni delle zone SIC “Monte San Giuliano” e “Monte Cofano e Litorale”. Infine nella Figura 6 è riportata la perimetrazione della Zona ZPS.

Figura 1 – Aerofoto con indicazione della perimetrazione delle zone S.I.C. e Z.P.S.

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Figura 2 – Rete Natura 2000 Provincia di Trapani – SIC E ZPS - Sistema informativo territoriale Sicilia

Figura 3 – Perimetrazione zona S.I.C. – “Fondali del Golfo di Custonaci”

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Figura 4 – Perimetrazione zona S.I.C. – “Monte San Giuliano”

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Figura 5 – Perimetrazione zona S.I.C. – “Monte Cofano e Litorale”

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Figura 6 – Perimetrazione zona Z.P.S. – “Monte Cofano, Capo San Vito e Monte Sparagio”

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2.1.1. PIANI DI GESTIONE DELLE AREE COMPRESE NELLA RETE NATURA 2000

Il territorio di Custonaci è interessato dal Piano dei Monti di Trapani, già approvato, che interessa i Siti Natura 2000 di seguito elencati:

− ITA010008 “Complesso Monte Bosco e Scorace”; − SIC ITA010009 “Monte Bonifato”; − SIC ITA010010 “Monte San Giuliano”; − SIC ITA010013 “Bosco di Calatafimi” − SIC ITA010015 “Complesso Monti di (TP)” − SIC ITA010016 “Monte Cofano e Litorale”; − SIC ITA010017 “Capo San Vito, Monte Monaco, Zingaro, Faraglioni di Scopello, Monte Sparacio”; − SIC ITA010018 “Foce del torrente Calatubo e Dune”; − SIC ITA010023 “Montagna Grande di ”; − ZPS ITA010029 “Monte Cofano, Capo San Vito e Monte Sparagio”.

Il piano dei Monti di Trapani è stato definitivamente approvato con D.D.G. n. 347 del 24/06/2010. Nella Figura 7 è riportato lo stralcio della carta delle azioni e strategie gestionali del Piano, con evidenziata l'area individuata come “Oasi ecologica”, le aree nelle quali devono essere incentivate le pratiche di agricoltura biologica e le aree dove sono consentite le attività di pascolo.

Figura 7 – Piano di gestione dei Monti di Trapani. Stralcio della carta (n. 4.1_10) delle Azioni e delle strategie gestionali 9

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2.1.2. VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (ART. 6 DPR 12.03.2003)

Un importante strumento di tutela delle aree in ambito nazionale è la valutazione d'incidenza. Essa è disciplinata dall'art. 6 del DPR 12 marzo 2003, n. 120, (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l'art.5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat". Il DPR 357/97 è stato, infatti, oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea che ha portato alla sua modifica ed integrazione da parte del DPR 120/2003. In base all'art. 6 del nuovo DPR 120/2003, comma 1, nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. Si tratta di un principio di carattere generale tendente ad evitare che vengano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario. Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che, vanno sottoposti a valutazione d’incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico- venatori e le loro varianti. Sono altresì da sottoporre a valutazione d’incidenza (comma 3),tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. Come già ampiamente spiegato nell’ Elab. A- Relazione Generale al §9, sul litorale oggetto d’intervento sono previste una serie di opere che consentano la fruizione delle varie attrattività del litorale in maniera rispettosa dell’ambiente e soprattutto controllata. Per questo motivo l’Assessorato Territorio Ambiente ha richiesto all’Amministrazione Comunale la redazione dello Studio di Incidenza Ambientale dell’intero litorale, che comprendesse tutti i progetti previsti e in parte approvati. Tale relazione già in possesso dell’Assessorato in fase di acquisizione di pareri, è stata prodotta sulla base del Decreto Ambiente 30 marzo 2007 – “Prime disposizioni d'urgenza concernente le modalità di svolgimento della valutazione di incidenza ai sensi dell'art. 5, comma 5, del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successive modifiche ed integrazioni” e comprende anche il

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“Progetto di riqualificazione e ammodernamento dello scalo di Cornino e realizzazione di un riparo per barche da pesca” oggetto della presente relazione.

2.2. LE AREE NATURALI PROTETTE

Le aree protette sono territori ricchi non solo di biodiversità, ma in genere anche di beni archeologici, storici, architettonici e artistici, testimonianza di uno storico rapporto fra uomo e natura che ha garantito il mantenimento di un’enorme ricchezza di biodiversità e di paesaggi. La conservazione dei territori naturali che ancora mantengono inalterate le matrici ecosistemiche rappresenta il punto focale dell'attività per la Conservazione della Natura. Attraverso la tutela e la valorizzazione delle aree naturali possono essere avviate concrete iniziative a salvaguardia della natura in modo da razionalizzare la gestione del territorio e delle sue risorse. Il mantenimento delle identità dei diversi ecosistemi, la conservazione degli habitat e la protezione delle specie vegetali e animali concorrono a realizzare gli obiettivi che l'umanità si è posta per il futuro prossimo. Attraverso l'individuazione dei territori terrestri e marini nei quali promuovere l'istituzione di riserve naturali statali e parchi nazionali, che attualmente occupano circa 1.300.000 ha, e la definizione dei criteri di gestione, unitamente all'elaborazione di norme generali di indirizzo e coordinamento vengono realizzate le misure conservative. Il coordinamento della rete nazionale delle aree protette, operato dalla Direzione per la Protezione della Natura, permette, così, di rispondere all'esigenza della tutela attraverso l'identificazione di obiettivi unitari. Nei parchi nazionali si trova la maggior parte degli habitat importanti per la vita delle 56mila specie di animali presenti in Italia, il Paese europeo con la maggiore varietà di specie viventi. Il 98% sono insetti e altri invertebrati; i mammiferi sono rappresentati da ben 118 specie diverse. Tra le piante, le foreste più rilevanti dei parchi nazionali sono faggete e querceti, che danno un valido contributo alla lotta contro l’effetto serra. I parchi nazionali frenano il consumo di suolo: se in Italia il 17% dei boschi ha ceduto il passo a superfici artificiali, l’attenzione degli enti parco ha permesso di ridurre al 4,5% l’urbanizzazione in queste aree protette. La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l'Elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti, a suo tempo, dal Comitato nazionale per le aree protette. Attualmente il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue: 11

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• Parchi Nazionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. • Parchi naturali regionali e interregionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali. • Riserve naturali: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati. • Zone umide di interesse internazionale: sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. • Altre aree naturali protette: sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvediementi formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti. • Aree di reperimento terrestri e marine: sono aree di reperimento terrestri e marine indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria.

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Nell'elenco ufficiale delle aree naturali protette vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri di seguito descritti, stabiliti con Delibera del Comitato Nazionale per le Aree Naturali Protette del 1.12.1993: − Soggetti titolati a presentare domanda di iscrizione. Il soggetto titolato a presentare domanda di iscrizione è quello che ha istituito l'area protetta, ovvero il soggetto gestore provvisto di apposita delega. − Esistenza di provvedimento istitutivo formale pubblico o privato. Può trattarsi: di una legge o provvedimento equivalente statale o regionale; di un provvedimento emesso da altro ente pubblico; di un atto contrattuale tra il proprietario dell'area e l'ente che la gestisce nel quale siano specificate le finalità di salvaguardia dell'ambiente. − Esistenza di perimetrazione. Deve esistere una documentazione cartografica comprovante la perimetrazione dell'area. − Valori naturalistici. Presenza di formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche o gruppi di esse di rilevante valore naturalistico e ambientale (art. 1, comma 2 della legge 394/91) e/o esistenza di valori naturalistici, cosÌ come previsto dall'art. 2 commi 2 e 3 della legge citata. − Coerenza con le norme di salvaguardia previste dalla legge 394/91. Ciò riguarda, tra l'altro, l'esistenza del divieto di attività venatoria nell'area. Questo comporta che, nel caso di aree protette in parte delle quali viene esercitata l'attività venatoria, potrà essere iscritta nell'Elenco solamente la parte nella quale vige il divieto di caccia. − Gestione dell'area. Deve essere garantita una gestione da parte di Enti, Consorzi o altri soggetti giuridici; oppure la gestione può essere affidata con specifico atto a diverso soggetto pubblico o privato. − Esistenza di bilancio o provvedimento di finanziamento. Deve essere comprovata l'esistenza di una gestione finanziaria dell'area, anche se questa è solamente passiva. Nella Figura 8 è riportata la mappa estrapolata dal Geoportale Nazionale, dove è stato possibile sovrapporre l’aerofoto della zona di studio con la banca dati geografica resa disponibile dal Progetto Natura. La cartografia riporta le informazioni riguardanti la presenza di:

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• le aree protette iscritte al 5 Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP), comprensive dei Parchi Nazionali, delle Aree Naturali Marine Protette, delle Riserve Naturali Marine, delle Riserve Naturali Statali, dei Parchi e Riserve Naturali Regionali; • la Rete Natura 2000, costituita ai sensi della Direttiva ''Habitat'' dai Siti di Importanza Comunitari (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) previste dalla Direttiva ''Uccelli''; • le Important Bird Areas (IBA); • le aree Ramsar, aree umide di importanza internazionale; • le informazioni con i limiti amministrativi (Regioni, Province, Comuni), le cartografie IGM alla scala 1:250000, 1:100000, 1:25000 e le Ortofoto a colori.

Figura 8 –Aerofoto con indicazione della perimetrazione della Riserva naturale orientata Regionale “Monte Cofano”EUAP 1138 e della Riserva naturale orientata Regionale dello Zingaro.

Il Vincolo di riserva e di preriserva naturale orientata è imposto ai sensi della legge regionale 6/5/1981 n. 98, modificata ed integrata dalla legge regionale 9/8/1988 n. 14, dall’Assessore per il Territorio e l’Ambiente con Decreto 10/6/1991 n. 970 su di un’area ricadente a Monte Cofano, per una superficie complessiva di circa 520 Ha suddivisi in circa 330 Ha di zona di riserva e in 190 Ha di preriserva.

Come visibile nella mappa di Figura 9, la zona identificata come Riserva Naturale Orientata EUAP1138 “Monte Cofano” di istituita dal D.A. 486/44 il 25.07.97 e la zona Important Bird Areas identificata come IBA156 “Monte Cofano, Capo S. Vito e Monte Sparagio” si situa a Nord-Est del sito oggetto di intervento. La figura mostra inoltre la sovrapposizione delle aree naturali protette con: • SIC ITA010025 Fondali del Golfo di Custonaci • ZSC ITA010016 Monte Cofano e Litorale • ZPS ITA010029 Monte Cofano, Capo San Vito e Monte Sparagio.

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Figura 9 –Aerofoto con indicazione della perimetrazione della Riserva naturale orientata Regionale EUAP 1138, della IBA156 e dei SIC, delle ZSC e delle ZPS .

2.2.1. LA RISERVA NATURALE DI MONTE COFANO (PAI)

La Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano è situata all'estremità nord-occidentale della costa siciliana nella provincia di Trapani. Istituita con decreto del 25/7/1997 dall'Assessorato Regionale "Territorio e Ambiente" è stata affidata in gestione all'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia.

L'area, ricadente nel Comune di Custonaci, si estende per 537,5 ettari, di cui 325,5 sono zona A e 185 zona B o preriserva. Il notevole interesse geomorfologico e floristico, insieme alla sua importanza storica, spiegano la nascita di tale riserva. La riserva è contigua a quella dello Zingaro che è stata la prima ad essere istituita in Sicilia (1981).

Monte Cofano, alto 659 m, è un promontorio dolomitico del giurassico che separa due golfi, quello omonimo e quello di Bonagia.

Fondamentalmente il monte risulta caratterizzato da vegetazione tipicamente mediterranea, dalla palma nana (Chamaerops humilis) in gariga e dall'ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), piante che fino a qualche decennio fa venivano utilizzate per fabbricare ceste, corde e scope. Ma una più attenta osservazione ci porta a distinguere cinque zone vegetazionali, che si susseguono lungo un transetto verticale; a partire dalla zona litoranea fino alla quota del limite delle nude rocce, che costituiscono la sommità del monte, rispettivamente si incontrano:

1) fascia litorale caratterizzata dalla Associazione Limonietum Bocconei, 15

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2) fascia sublitorale associata ad una vegetazione a CHAMAEROPS HUMILIS,

3) brecciai con vegetazione ad AMPELODESMOS MAURITANICUS,

4) ambiente rupestre - 1° livello con Associazione SCABIOSO-CENTAURETUM UCRIAE,

5) ambiente rupestre - 2° livello con Associazione SEDETUM CAERULEI.

Tali zone non hanno dei limiti fisici ben definiti ma sfumano l'una nell'altra, per cui una determinata specie si riscontra spesso in zone diverse ma contigue.

Inoltre, l'ambiente ospita alcune specie endemiche, tra cui: l'Erica sicula, che mostra una diffusione limitatissima in Sicilia; la Brassicadrepanensis o cavolo di rocca, osservata su monte Cofano e nella Riserva dello Zingaro; l' Euphorbia bivonae; il Delphinium emarginatum o speronella, di cui si è accertata la presenza anche sul monte ed allo Zingaro; la Centaurea ucriae o fiordaliso di Sicilia, che si trova anche nelle isole Egadi; e l' Asperula rupestris o stellina di Sicilia riscontrata pure a e a Marettimo. Nel lato nord-ovest ci sono grandi e piccoli esemplari di alberi di carrubo, residua testimonianza della grande diffusione che aveva un tempo questa pianta. A queste specie vanno aggiunte piante non originarie ma ormai naturalizzate come l'Agave americana, la morella di Sodoma (Solanum sodomaeum) e l' Opuntia ficus, che cresce soprattutto sui costoni rocciosi di Scurati. Per quanto riguarda la fauna, gli ambienti della riserva ospitano diverse specie di uccelli, tra cui rari esemplari stanziali di falco pellegrino, gheppio, e poiana. Tra le specie rupestri tipiche di quest’area sono da segnalare il corvo imperiale, il colombo selvatico, il rondone e, tra le specie marine, il gabbiano.

Le acque mostrano una notevole ricchezza dal punto di vista ittico, dalle specie nobili (cernie, saraghi, corvine, ricciole, orate, dentici) a tante altre specie più comuni, da branchi di delfini a qualche esemplare di squalo al seguito dei tonni che in primavera si avvicinano sottocosta per la riproduzione.

Accanto all’interesse per le numerose specie comuni di flora e fauna mediterranea il posto riveste un ruolo importante dal punto di vista paleontologico, archeologico e geologico. Lungo il litorale di Custonaci, si trovano diverse grotte che presentano caratteri morfologici di grande interesse e tracce dei primi insediamenti umani preistorici in Sicilia", simili a quelle dell'Addaura di Palermo e del Genovese nell'isola

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di Levanzo (Egadi). I diversi ritrovamenti di fossili, armi, utensili vari di selce, graffiti, risalgono fino al Paleolitico Superiore. Particolarmente famose sono quelle che si trovano in località Scurati, enormi antri che si allungano divenendo più stretti verso l'interno, di formazione sia carsica sia marina.

Inoltre su un pianoro, sopra la tonnara, sono stati rinvenuti resti di insediamenti fortificati che costituiscono un sito di interesse archeologico non ancora sottoposto però a studi per la sua identificazione storica.

Di tempi più recenti rimangono specifiche testimonianze nelle famose torri di guardia che costituiscono un'altra prova dell'importanza storica di questo luogo.

2.3. VINCOLO DI RISPETTO DI FASCIA COSTIERA

La fascia costiera è interessata dai vincoli e dalle limitazioni imposte dall'art. 15 delle L.R. 78/1976, che riguardano le aree entro i 150 m dalla battigia, esclusivamente destinate alla fruizione del mare e nelle quali vige l'obbligo di arretramento delle costruzioni, le aree entro i 500 m, nelle quali l'indice di densità territoriale non può superare il valore di 0,75 mc/mq, e le aree comprese tra i 500 ed i 1000 m nelle quali l'indice massimo è fissato in 1,5 mc/mq.

2.4. PIANO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI TRAPANI

Le leggi regionali n. 9/86 e n. 48/91 obbligano le province regionali alla redazione di un piano relativo alle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie ed alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale. Secondo l’art. 5 della l.r. n. 48/91 il piano doveva essere adottato entro un anno dall’entrata in vigore della stessa legge, cioè entro il 17/12/92. Per la Provincia Regionale di Trapani lo strumento è ad oggi in corso di redazione. Il progetto di massima è stato approvato dalla Giunta Provinciale con deliberazione n°386 del 20/10/2003.

2.5. VINCOLI PAESAGGISTICI - PIANO TERRITORIALE PAESISTICO – AMBITO 1

Su parte del territorio che comprende le località di Cornino, Baglio Moglibelle e Scurati, Monte Cofano, la Contrada Marcato Gnarosa, Pizzo Corvo e la località di 17

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Frassino fino al confine con il Comune di . Sul territorio insiste il vincolo paesaggistico decretato imposto ai sensi della legge 29/6/1939 n. 1497 dall’Assessore per i Beni Culturali ed Ambientali e per la Pubblica Istruzione con Decreto n. 885 del 17/4/1979. Tali aree sono oggi regolamentate dal Piano paesaggistico. L’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione, ha già emanato le “Linee Guida per la Redazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale” e tale atto, propedeutico al Piano Paesistico Regionale, è stato approvato dal Comitato Tecnico Scientifico ex art. 24 del R.D. 1357/40 nella seduta del 30/04/1996. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, obbligo legato alla L.N. 431/85, dotato di elaborazioni grafiche a scala 1/25.000 e maggiori, e, primo in Italia, con l’ortofotocarta digitale disponibile per gli addetti ai lavori, sarebbe dovuto essere pronto di li a poco. In effetti, ciò non è mai accaduto. Lo sviluppo dei Piani Territoriali Paesistici è ancora oggi fermo a pochi piani approvati. Le Linee Guida al PTPR hanno voluto “delineare un’azione di sviluppo orientata alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, definendo traguardi di coerenza e compatibilità delle politiche regionali di sviluppo, evitando ricadute in termini di spreco delle risorse, degrado dell’ambiente, depauperamento del paesaggio regionale”. Il sito in esame rientra all’interno del “Piano Paesaggistico Ambito 1 “Area Dei Rilievi del Trapanese - Paesaggio locale 2 Bonagia – Custonaci”, nelle norme di attuazione si legge: “Comprende l’anfiteatro naturale del golfo di Bonagia, costituito dalla pianura costiera calcarenitica di Bonagia – Cornino e dalla corona dei rilievi che la racchiude. Essa si sviluppa da monte San Giuliano a Nord-Ovest ai versanti settentrionali di monte della Misericordia, poggio Mafi, monte Zimmaria, monte Bufara e termina a Nord-Est con il monte Cofano; ed è incisa dal tratto finale del fiume Forgia che percorre la piana in direzione Sud-Nord. È un paesaggio con un orizzonte visivo aperto verso il mare ma chiuso dai crinali delle colline e dominato da monte San Giuliano e monte Cofano; omogeneo dal punto di vista geolitologico (prevalentemente costituito da substrati calcarei e dolomitici) ma che si frammenta nel complesso articolarsi dei rilievi, nelle linee verticali delle pareti rocciose, nel dettaglio delle particolarità della vegetazione e degli insediamenti, nella continua e poco frastagliata, linea di costa.

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Differenti identità locali caratterizzano il paesaggio Bonagia – Custonaci accrescendone l’unitarietà e la diversità. Il Paesaggio naturale e seminaturale caratterizza il versante orientale del monte San Giuliano; la sequenza dei rilievi calcarei che si sviluppano a Sud della Piana di Bonagia (monte Della Misericordia, poggio Mafi e monte Bufara); il corso del fiume Forgia; il versante occidentale del rilievo dolomitico di monte Cofano per l’alto grado di naturalità. Inoltre, particolari singolarità geomorfologiche (pareti rocciose, grotte, la gola del Forgia, le guglie del Cofano) qualificano il paesaggio geologico. Nella pianura costiera vaste aree a coltivi si alternano ad ampi spazi abbandonati e ad aree costruite. Gli uliveti di Bonagia caratterizzano storicamente i luoghi conferendo una particolare identità. Numerosi sono i beni storico-architettonici, come bagli, torri costiere, tonnare, antichi nuclei pastorali e siti di interesse archeologico. Il centro urbano di , in origine policentrico (Paparella, S.Marco), ha uno sviluppo lineare lungo l’asse viario principale (S.S.187); i caratteri architettonici rurali della tradizione locale sono stati, in parte, compromessi dalle frequenti demolizioni con diffusione di modelli insediativi atipici; sono a rischio le ville signorili del novecento, impreziosite da giardini ornamentali con specie esotiche, tipiche d’epoca. Il centro urbano di Custonaci, in origine policentrico (Custonaci, Scucina e Pagliai), con caratteri architettonici della tradizione agro-pastorale, è oggi cuore delle attività estrattive, è posto in un sito panoramico (belvedere di Custonaci), di particolare valenza paesaggisticoambientale, caratterizzato da suggestive formazioni rocciose ricche di vegetazione con macchia mediterranea e gariga. I processi di modificazione sono soprattutto, dovuti all’azione antropica che ha compromesso l’identità storica ed ambientale dei luoghi: urbanizzazioni di Bonagia e Cornino a carattere turistico-stagionale e produttivo; cave in fossa o sui versanti calcarei di pizzo Corvo e cozzo Pignatello; inquinamento costiero e della foce del fiume Forgia; degrado ambientale e forte impatto visivo determinato dalle segherie e dai cumuli di detrito di cava di notevole entità sparsi sul litorale ed in prossimità del centro urbano di Custonaci; degrado ed abbandono del patrimonio storico-culturale e del sistema insediativo sparso; siti archeologici a rischio per la prossimità di aree di cava; congestione da traffico ed inquinamento per il transito intenso di mezzi pesanti.

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Attività compatibili Negli ambiti geografici del Paesaggio locale Bonagia - Custonaci sono compatibili le seguenti attività: 2A - nella pianura costiera: attività residenziale e residenziale-turistica, turistico- alberghiera, attività agrituristiche, turismo rurale e ittiturismo, attrezzature, infrastrutture ed impianti, attività agro-pastorali e artigianali, attività estrattive limitatamente agli impianti esistenti e qualora previsti dal Piano Regionale delle Cave, culturale-scientifica e didattico-ricreativa delle risorse ambientali e del patrimonio storico; 2B - sui versanti prevalentemente rocciosi: attività agro-pastorali e forestali, agriturismo e turismo rurale, residenziale e residenziale-turistica, culturale-scientifica e didattico-ricreativa; 2C - nelle aree urbanizzate e nelle aree di espansione previste nei piani urbanistici sono compatibili tutte quelle attività (residenziali e residenziale-turistica, industriali e artigianali, turistico-alberghiere, attrezzature, infrastrutture ed impianti, culturale- scientifica e didattico-ricreativa) che non alterino l’identità fisica e culturale del centro abitato.

Figura 10 – Cartografia del Piano Territoriale Paesistico – Ambito 1

Indirizzi programmatici e direttive Indirizzi e direttive sono orientati ad assicurare la salvaguardia dei valori ambientali, morfologici e percettivi dei rilievi, della pianura e della costa, delle singolarità geomorfologiche e biologiche; a promuovere azioni per il riequilibrio naturalistico ed

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ecosistemico; a ridurre l’impatto negativo delle urbanizzazioni disseminate lungo la costa e nella pianura e delle attività estrattive e del ravaneto; a conservare e ricostituire il tessuto e il paesaggio agrario, al mantenimento degli uliveti di Bonagia; alla tutela e al recupero del patrimonio storico-culturale (nuclei, architetture e percorsi storici, aree archeologiche, ville e giardini) che spesso si configura come elemento ordinatore del tessuto territoriale. Ai fini della salvaguardia del paesaggio costiero considerato bene di eccezionale valore culturale, il Piano individua una fascia di tutela riportata nella tav. 2 di Piano in cui sono vietati nuovi interventi di trasformazione urbanistico-edilizia, salvo quanto previsto alla lettera f) del presente articolo.”

Figura 11 – Cartografia del Piano Territoriale Paesistico – Ambito 1”

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Figura 12 – Cartografia dei Vincoli Di seguito è riportato lo stralcio della cartografia relativa ai vincoli presente nel Sistema Informativo Regionale Sicilia. Dalla tavola di evince la presenza di aree identificate come aree boscate di cui all art. 2 D.L. 18.05.2001 , n.227 in cui si applica l’art. 142, lett. g del D. Lgs 42/04.

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Figura 13 – Piano Paesaggistico – Stralcio della cartografia dei vincoli – Sistema informativo territoriale Sicilia Oltre al vincolo paesaggistico sopra esposto, sull’area insiste un vincolo paesaggistico ope legis, imposto ai sensi della legge 8/8/1985 n. 431 poi confluita nel Codice del paesaggio di cui al D.L.gs n. 42/2004, che sottopone alla salvaguardia: - i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, interessando i litorali di Cornino e di Frassino; - i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua e loro sponde per una fascia di 150 metri, interessando il fiume Forgia ed il canale Biro; - i territori coperti da foreste e da boschi e sottoposti a vincolo di rimboschimento, interessando una vasta zona a Sud-Est del territorio comunale tra la Contrada Giacolamaro e Monte Sparagio oltre che Pizzo del Monaco; - le zone di interesse archeologico con riguardo alle grotte di Scurati, di Rocca Rumena, di Monte Cofano e di Cipollazzo. Tali aree sono oggi regolamentate anch’esse dal Piano paesaggistico.

2.6. VINCOLO BOSCHIVO E FORESTALE

Attorno ai boschi e alle fasce riparali è stabilita una fascia di rispetto all’interno della quale si applicano le disposizioni contenute nell’art. 10, 8° c. della L.R. 16/1996 e s.m.i.. I territori coperti da boschi e foreste, bene giuridico di valore primario ed assoluto, sono assoggettati a vincolo paesaggistico (art.1 L.431/1985). Anche in assenza d’apposito provvedimento, le zone boschive sono inedificabili (L.R. Sicilia 16/1996). Il Piano Forestale regionale, approvato con D.P.R.S 10 Aprile 2012, contiene l’inventario regionale della Regione Siciliana. In esso sono mappate, e censite per

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tipologia, le aree boscate e le altre aree di interesse forestale. Nella Figura 14 è riportato lo stralcio della carta della categorie forestali redatta dal Corpo Forestale dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente.

Figura 14 –Stralcio della Carta delle Categorie Forestali – Fonte: Assessorato del Territorio e dell’Ambiente – Comando del Corpo Forestale 2011

L’intervento di progettazione, sull’area B adibita a ricovero imbarcazioni, ricade nell’area identificata come categoria Forestale “Macchia e arbusti mediterranei”. Il tale area infatti, al fine di tutelare l’area verde esistente, è stata attuata una progettazione altamente orientata alla tutela delle specie presenti, pur mantenendo la coerenza con il P.R.G. vigente, subordinato a tale vincolo forestale. Gli interventi progettuali con particolare riferimento agli aspetti di tutela forestale sono riportati nell’Elab. M - Studio di Fattibilità Ambientale e nell’Elab. E – Relazione Architettonica e di inserimento urbanistico.

2.7. VINCOLO SISMICO

L’intero territorio rientra nel vincolo sismico imposto con L. 64/1974 e smi; ricade nella zona sismica 2 (zona con pericolosità sismica media, dove possono verificarsi terremoti forti), per effetto di tale vincolo tutte le costruzioni di qualsiasi tipo e natura, al fine di garantire la sicurezza della popolazione, dovranno rispettare le specifiche norme tecniche vigenti e la loro realizzazione è subordinata all’acquisizione dello specifico parere di competenza del genio civile di Trapani.

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2.8. CARTOGRAFIA P.A.I.

Con il Piano per l’Assetto Idrogeologico viene avviata, nella Regione Siciliana, la pianificazione di bacino, intesa come lo strumento fondamentale della politica di assetto territoriale delineata dalla legge 183/89, della quale ne costituisce il primo stralcio tematico e funzionale. Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico, di seguito denominato Piano Stralcio o Piano o P.A.I., redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89, dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L. 267/98, e dell’art. 1 bis del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L. 365/2000, ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico- operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio siciliano. Il territorio del comune di Custonaci si estende per più della metà della sua superficie nell’area territoriale tra il T.te Forgia e Punta di Solanto (047), dove è inclusa la quasi totalità del centro abitato. La restante parte ricade per una porzione nel bacino idrografico del T.te Forgia e per l’estrema propaggine sud-orientale nell’area territoriale tra il bacino del Fiume San Bartolomeo e Punta di Solanto(046). In particolare, il territorio in esame presenta un assetto collinare caratterizzato da rilievi di natura carbonatica, di modesta entità con quote massime intorno ai 600 m, che delimitano il bacino del torrente Forgia, il quale oltre ad essere il corso d’acqua principale, ne costituisce in gran parte il limite comunale. Nella zona costiera i rilievi lasciano il posto ad una serie di superfici terrazzate, debolmente digradanti verso la linea di costa, costituite da depositi calcarenitici a giacitura sub-orizzontale. L’attività antropica ha ampiamente modificato la morfologia in molte aree del territorio per l’apertura di numerosissime cave di marmo con conseguenti accumuli di materiale di scarto delle coltivazioni, alquanto voluminosi. Il comune di Custonaci è interessato quindi da tre diversi Piani stralcio di bacino: - Bacino 046 Area territoriale tra il Bacino del Fiume San Bartolomeo e Punta di Solanto, approvato con D.P.R.S. n. 230 del 04/06/2007; - Bacino 047 Area territoriale compresa fra il Torrente Forgia e Punta di Solanto, approvato con D.P.R.S. n. 116 del 21/03/2011; - Bacino 048 Torrente Forgia ed Area tra Torrente Forgia e Fiume Lenzi, approvato con D.P.R.S. n. 116 del 21/03/2011;

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Il territorio comunale a ridosso dell’area costiera ricade all’interno dell’Unità Fisiografica n. 14 Costiera di Capo Feto – Capo San Vito, il cui piano è stato approvato con D.P.R.S. n.698 22/11/2007. L’unità fisiografica a cui appartiene è la n.ro 14 - Capo Feto– Capo S. Vito che si sviluppa per 134,4 km circa e ricade in parte lungo il litorale tirrenico della Sicilia e in parte lungo il Mar di Sicilia, comprendendo territori appartenenti alle provincie di Trapani. L’Unità in esame confina a Est con l’Unità fisiografica n°15 che si estende da Capo San Vito e Capo Rama e a Sud con l’Unità n°1012-3 che da Capo San Marco arriva fino a Capo Feto. Il tratto di costa considerato presenta porzioni di litorale esposte ai venti e mari prevalenti in questa zona, e porzioni più riparate, e rappresenta in maniera netta e ben definita una “microcella” di sedimenti delimitata dai due capi. Da un punto di vista amministrativo, l’Unità fisiografica comprende i comuni di , , , Trapani, , Erice, Valderice, Custonaci, S. Vito Lo Capo. Il tratto di litorale dell’unità fisiografica ricadente nel Comune di Custonaci è lungo circa 10,559 km. Intorno al Monte Cofano il litorale è caratterizzato da un’alta scogliera rocciosa calcarea alla base della quale si estende un’ampia e frastagliata terrazza calcarenitica. La bassa scogliera risulta bordata da un tipo di biocostruzione, costituita prevalentemente dalla cementificazione delle conchiglie di alcuni molluschi gasteropodi, Dendropoma petraeum (Monterosato, 1884) e in misura minore, Vermetus triquetrus (Bivona, 1832). Tale struttura organogena, sviluppandosi orizzontalmente a livello intermareale, determina la creazione di quelli che sono stati definiti "trottoir”, ovvero marciapiedi, a vermeti. La presenza di tali strutture singolari sulla costa, di una estesa e in salute prateria a Posidonia nei fondali antistanti, nonché delle numerose grotte (tra le quali la Grotta Rumena e la Grotta Miceli) di notevole pregio dal punto di vista naturalistico, paleontologico, paletnologico ed etnografico, hanno favorito l’istituzione per questo tratto di mare della Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano Per quanto riguarda i problemi di erosione, l’analisi dell’evoluzione della linea di riva del PAI ha permesso di individuare complessivamente circa 1,6 Km di litorale in erosione (circa il 1,2% del tratto complessivo dell’unità fisiografica). Petrosino, Custonaci ed Erice sono gli unici comuni che presentano problemi di erosione all’interno dell’unità fisiografica.

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Tabella 1 – Lunghezza di costa in erosione (falesie e spiagge) per Comune

Per quanto riguarda la valutazione della pericolosità e rischio nei tratti di costa alta, il PAI ha individuato nel Comune di Custonaci 2 aree a rischio di crollo, localizzate rispettivamente nelle località Crocifisso e P.ta della Croce, sul versante Nord di Monte Cofano. Il territorio comunale di Custonaci non presenta particolari problematiche geomorfologiche ad esclusione di fenomeni di crollo e di processi d’intensa erosione. L’assetto geomorfologico del centro abitato di Custonaci e delle frazioni di Assieni, Sperone e Purgatorio non presenta specifici fenomeni di instabilità; diversa è la situazione nella frazione di Scurati, nella quale l’abitato è posto alla base di un’antica ripa di erosione, che presenta porzioni di roccia aggettanti e prismi di roccia in equilibrio instabile. Questo per effetto di processi tettonici e carsici che hanno contribuito ad accentuare il quadro fessurativo comportando il potenziale distacco di massi che potrebbero interessare l’abitato. Altri fenomeni di crollo che determinano situazioni a rischio si hanno in C.da Tuono, dove il distacco di massi potrebbe coinvolgere le sottostanti abitazioni. Nel comune di Custonaci le pericolosità connesse ai 24 dissesti riscontrati sia nel bacino del T.te Forgia che nell’area territoriale 047, sono distribuite tra le classi da P2, P3 e P4. Nello specifico si ha: Bacino 048 - n.1 area a pericolosità media (P2); - n. 3 aree a pericolosità elevata (P3); 27

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- n. 1 area a pericolosità molto elevata (P4). Area territoriale 047 - n. 6 aree a pericolosità media (P2); - n. 13 aree a pericolosità molto elevata (P4). Gli elementi vulnerabili sono compresi nelle classi tra E1 e E3 ed i rischi connessi sono così distribuiti: Bacino 048 - n. 1 area a rischio moderato (R2). - n. 4 aree a rischio elevato (R3). Area territoriale 047 - n. 42 aree a rischio elevato (R3); - n. 1 aree a rischio molto elevato (R4). Le pericolosità molto elevate (P4) sono state riscontrate in corrispondenza dei crolli di massi il cui volume supera generalmente il m3. I fenomeni di crollo nelle rocce carbonatiche della frazione di Scurati determinano condizioni di rischio molto elevato (R4) interagendo con il nucleo abitato. Anche le pericolosità elevate P3 si hanno in corrispondenza di crolli caratterizzati da blocchi di dimensioni inferiori che determinano rischio elevato R3 con strade secondarie. Nel territorio comunale di Custonaci sono state individuate aree potenzialmente indondabili con Decreto del Dirigente Generale n.264 del 13/05/2002 e nel territorio comunale di Erice, con Decreto del DirigenteGenerale del 18/08/2003. In particolare, all’interno del territorio comunale di Custonaci, sulla base dello studio idrologico redatto dal Dott. Baiata, per conto del Comune di Custonaci, viene riperimetrata l’area precedentemente individuata a rischio di esondazione molto elevato nelle Contrade Assieni e Sperone ai sensi del D.D.G. n.264 del 13/05/2002 di aggiornamento del PS2000. In particolare, viene eliminata l’area a rischio molto elevato nella Contrada Sperone e viene riperimetrata quella in Contrada Assieni, ancora classificata come area a rischio molto elevato (R4). Dalla cartografia P.A.I, emerge che il sito oggetto di intervento non ricade in zone interessate da dissesto idrogeologico come evidenziato nella carta dei dissesti idrologici n.ro 7, Fogli 592120 e 592080 il cui stralcio di riporta in Figura 15. L’area non ricade inoltre in zone indicate come zone di pericolosità nei confronti del rischio

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geomorfologico, come visibile nello stralcio della Carta n.ro 03 Fogli 592080 e 592120 riportato in Figura 16.

Figura 15 – Cartografia P.A.I. – Stralcio della carta dei dissesti

Figura 16 – Cartografia P.A.I. – Strlacio della Carta della pericolosità e del rischio geomorfologico

2.9. PIANO DI UTILIZZO DEL DEMANIO MARITTIMO

La Legge Regionale del 29 novembre 2005, individua ai sensi dell’Art.1, che le attività e le opere consentite sul demanio Marittimo, possono essere esercitate ed autorizzate in conformità alle previsioni di appositi piani di utilizzo delle aree demaniali marittime. Detti piani, approvati dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, hanno il fine di dare una corretta ed organica sistemazione agli ambiti costituenti il Demanio Marittimo della Regione Siciliana. Il Comune di Custonaci ha sviluppato un Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo adottato dal Comune ma non ancora in vigore perché non approvato dalla Regione Siciliana. Ciononostante l’intervento ha tenuto conto delle peculiarità della zona individuate nel P.U.D.M..

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L’area oggetto d’intervento è prospicente l’area omogenea FMC – Fronte Mare Cornino e confinante l’area FMPR – Fronte di Mare Preriserva e Riserva Naturale Orientata.

Nella Figura 17 è visibile lo stralcio del P.U.D.M. con la sovrapposizione dell’area oggetto d’intervento.

Per quanto riguarda lo scalo oggetto di ammodernamento, ricade all’interno dell’area sottoposta a Ordinanza della Capitaneria di Porto di Trapani n.4 del 08.02.2010 dove è indicata in parte come specchio acqueo riservato alla balneazione e in parte come specchio acqueo portuale.

Di seguito è riportata la disciplina dell’ordinanza della Capitaneria di Porto parte integrante delle norme attuative del PUDM:

A: Specchio acqueo riservato alla balneazione, al suo interno sono vietati: la navigazione, la sosta e l’ormeggio di unità navali galleggianti di qualsiasi natura;

B: Specchio acqueo portuale, è consentito il movimento in ingresso ed uscita di unità navali di qualsiasi natura, con motore al minimo, fermo restando l’obbligo di arresto del moto proprio e dell’organo di propulsione qualora si avvicinassero, anche inavvertitamente, bagnanti all’unità.

È vietato l’ormeggio e la sosta di unità navali e galleggianti di qualsiasi natura nello specchio acqueo prospiciente lo scalo/scivoli d’alaggio, che potrà essere utilizzato solo per il temporaneo transito;

Sono tassativamente vietati:

- lo svolgimento di attività sportive, quali la pesca subacquea, il windsurf, lo sci nautico ed altre attività similari;

- la messa in opera e l’utilizzo di corpi morti, se non espressamente autorizzati con autorizzazione o licenza;

- la stesura di cavi da una banchina all’altra o dalle imbarcazioni alle banchine opposte; - la pesca, esercitata con qualsiasi attrezzo.

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Disciplina della spiaggia e delle banchine dell’approdo di Cala Cornino:

Le zone demaniali marittime ricadenti nella località di Cala Cornino, individuata in planimetria, hanno le destinazioni di cui alla legenda qui separatamente riportati;

Sulle banchine ed aree portuali è vietato il deposito e/o l’abbandono di qualsiasi materiale, attrezzatura e/o dotazione nautica, nonché il deposito temporaneo di reti da pesca, senza la relativa autorizzazione dell’autorità marittima locale.

Durante le operazioni di alaggio e varo con l’uso del verricello e/o rimorchio, è inibito il transito di persone e veicoli di ogni genere sullo scalo alaggio e nelle sue immediate adiacenze.

Per quanto riguarda l’area a terra in cui si prevede di realizzare il riparo barche da pesca, essa non ricade nelle aree individuate nel PUDM in quanto risulta di proprietà comunale. L’area però risulta in pieno accordo alle attività antistanti previste dal PUDM in quanto legate alla fruizione del mare.

Figura 17 – Stralcio del P.U.D.M.

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Figura 18 – Legenda P.U.D.M.

Figura 19 – Stralcio Cartografico dell’area sottoposta a ordinanza della Capitaneria di Porto di Trapani n.4 del 08.02.2010

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Figura 20 –Legenda della cartografia dell’area sottoposta a ordinanza della Capitaneria di Porto di Trapani n.4 del 08.02.2010

Nella Relazione Generale parte integrante del P.U.D.M., la zona FMC, è così descritta:

“Il fronte a mare – FMC – è un’area con una conformazione strutturale ad anfiteatro, con un orizzonte visivo aperto verso il mare in quanto racchiuso dalla corona dei rilievi. Presenta una costa bassa e rocciosa piuttosto omogenea dove si individuano delle zone con arenili. I processi di modificazione sono soprattutto, dovuti all’azione antropica: urbanizzazioni a carattere turistico - stagionale e commerciale. L’area – già nel P.R.G. – è stata finalizzata ad incentivare ed incoraggiare il decollo allo sviluppo turistico, con delle previsioni di destinazione a zone territoriali omogenee ove ubicare strutture ricettive turistico-alberghiere e relativi servizi connessi, infrastrutture sportive e insediamenti stagionali destinati alla villeggiatura. L’area è quella maggiormente interessata dal carico antropico derivante dalla balneazione, dalla presenza di strutture a carattere turistico-stagionale concentrata nel periodo giugno/agosto e dalla vicinanza delle strutture ricettive. Inoltre, è caratterizzata dalla presenza di un piccolo approdo per le barche e da una zona delle “acque fredde” diversificata con sabbia e rocce. Nel suo insieme l’area urbanizzata nasce a ridosso della costa sviluppandosi in direzione del profilo della costa con una forma stradale perpendicolare alla linea di costa. L’asse stradale del lungomare, parallela alla costa, consente una facile comunicazione con gli assi di penetrazione.”

Le norme di attuazione per tale area riporta la seguente previsione:

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“Il fronte a mare FMC, a forte carico antropico, è caratterizzato nel suo insieme da un andamento orografico che impedisce l’agevole accesso al mare - costa bassa e rocciosa – con tratti di costa sabbiosa. Nelle aree a scogliera si prevedono interventi con piattaforme e pedane d’accesso in legno per la libera balneazione, coerentemente dislocate. I tratti ad arenile sono destinati sia alla libera fruizione che a strutture per la balneazione. All’interno dell’arenile sono state assegnate delle concessioni (Tav.5), le quali sono state individuate e opportunamente inserite nel piano. In esso si prevedono le seguenti attività:

- punto ristoro/chiosco; stabilimento balneare; area attrezzata per la balneazione; area per sdraio/ombrelloni e postazione affitto; postazioni affitto pedalò/canoe; docce all’aperto; servizi per la sicurezza della balneazione; area ombreggiata; servizi igienici; pedane in legno per accesso e per la libera balneazione; area per manifestazioni pubbliche espositive e varie; area per manifestazioni pubbliche sportive e varie; area a verde; area giochi, area riservata agli animali di affezione.

L’Art. 6 delle Norme attuative riporta la seguente disposizione:

“nell’area - Caletta Cornino -, ricadono le disposizioni dell’ordinanza n.4/10 della Capitaneria di Porto di Trapani, le quali vengono recepite nel piano.”

L’Art. 8 – Utilizzazione delle aree demaniali, riporta la presente norma relativa allo scalo di Cornino:

“L’area riservata ai bagnanti - lastricato - disposta dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Trapani (n.4 del 08.02.2010) per una superficie di circa mq.248,50 rimane inalterata nella sua destinazione.”

Di seguito si riportano le disposizioni relative all’Art. 11 per quanto riguarda i materiali da utilizzare e le altezze dei manufatti. Tali disposizioni non riguardano l’area oggetto di intervento a terra ma risultano un aiuto utile alla progettazione per effettuare degli interventi armoniosi con l’ambiente circostante:

Strutture:

− per tutti i manufatti è obbligatorio l’utilizzo di materiali eco-bio-compatibili anche di tipo innovativo, ligneo e similari;

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− deve essere fatto il più possibile uso di materiali del luogo utilizzando tecniche di facile rimozione;

− si fa divieto all’utilizzo di materiali plastici e\o plastificati.

Coperture:

− dovranno essere realizzate con materiali eco-bio-compatibile, anche di tipo innovativo (legno e similari) e potranno essere rivestiti con materiale impermeabile naturale a basso impatto ambientale.

Pavimentazioni:

− per i percorsi pedonali sia sull’arenile che sulle scogliere si dovrà utilizzare materiale eco-bio-compatibili con accorgimenti antiscivolo, appoggiati e incastrati, montati a secco e nei colori naturali. Non è consentito l’utilizzo di materiale bituminoso, battuti di cemento e pavimentazioni in cemento;

− per i locali interni e per le piattaforme esterne adibite al servizio di ristorazione o somministrazione di cibi, bevande e altro vanno rispettate le superiori condizioni rispettando le norme igienico sanitarie in vigore.

Elementi di completamento: dovranno essere realizzati in legno naturale o similari.

Altezza: qualsiasi manufatto o fabbricato non deve superare i 4,50 m. da terra.

Colorazioni: ogni manufatto può essere colorato con un massimo di 3 colori di cui almeno 2 devono costituire tonalità dello stesso, prediligendo quei colori di facile inserimento nell’ambiente marino e trattati con vernici non nocive.

Come è possibile evincere dalla relazione generale e dalle norme attuative del P.U.D.M. l’attività che dovrà svolgersi nelle aree oggetto di intervento risultano in perfetto accordo con quanto previsto dal PUDM per quanto riguarda lo scalo di Cornino e l’area adiacente a diretta fruizione del mare.

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2.10. STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI - PIANO DI FABBRICAZIONE VIGENTE E PIANO REGOLATORE COMUNALE ADOTTATO

Nel Comune di Custonaci attualmente risulta vigente il Piano di Fabbricazione approvato con decreto Assessoriale n. 43 del 19/2/1971, modificato ed adottato dal Consiglio Comunale con deliberazione n.33 del 21.03.1981. Il nuovo P.R.G. le cui tavole di zonizzazione sono riportate in Figura 21 - Figura 22, risulta adottato nell’anno corrente 2018.

Così come si evince dalla Relazione del P.R.G. adottato, al Piano di Fabbricazione, considerato come transitorio, era attribuita una durata limitata nel tempo e avrebbe dovuto quindi essere sostituito in breve tempo dal Piano Regolatore Generale. In realtà però solo nel 1978, con la nuova legge urbanistica regionale, divenne obbligatoria la formazione del PRG.

La limitazione temporale delle sue previsioni ha provocato la poca aderenza del suddetto P.di F. alle esigenze urbanistiche del comune, per cui la Giunta Municipale, con deliberazione n. 7 del 23/1/1976 resa esecutiva dalla Commissione Provinciale di Controllo di Trapani con decisione n. 6559/5711 nella seduta del 5/8/1976, affidò l’incarico per la redazione di una variante al R.E. e al relativo P.di F.

Il Consiglio Comunale, con delibera consiliare n. 33 del 21/3/1981, resa esecutiva dalla C.P.C. di Trapani con decisione n. 19700 nella seduta del 17/7/1981, adottò il nuovo R.E. e la variante al vigente P.di F., ma, successivamente, con delibera consiliare n. 98 del 10/10/1981, vistata dalla C.P.C. di Trapani con decisione n. 34078 nella seduta dell’11/12/1981, li modificò parzialmente in base alle controdeduzioni ai rilievi mossi dall’Assessorato al Territorio ed all’Ambiente con la nota n. 13978 del 7/8/1981.

Ulteriori modifiche ed integrazioni furono, infine, apportate, con il Decreto n. 14 del 15/1/1982 con il quale l’Assessore al Territorio ed all’Ambiente approvò definitivamente e rese esecutiva la variante al R.E. e al relativo P. di F.

Le previsioni del piano relative al territorio di Cornino, che avevano trovato una prima parziale attuazione attraverso un piano particolareggiato redatto nei primi anni settanta, sono rimaste inattuale per effetto delle limitazioni introdotte dalla L.R. n. 78/1976 sulle fasce costiere, che hanno bloccato la attuazione del piano, quando però erano già state

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realizzate interamente le principali opere di urbanizzazione ed erano stati alienati buona parte dei lotti edificabili, che furono solo in minima parte costruiti.

Negli anni successivi, malgrado le previsioni del Piano territoriale paesaggistico che vietavano la nuova edificazione in una ampia fascia di territorio costiero, le previsioni del Programma di Fabbricazione per tale area sono state attuate quasi per intero grazie alle norme transitorie contenute nel piano stesso, che facevano salve le lottizzazioni già approvate alla data di approvazione del piano e ad alcune interpretazioni giurisprudenziali favorevoli alle istanze di privati.

Il nuovo P.R.G. le cui tavole di zonizzazione sono riportate in Figura 21 - Figura 22, risulta adottato nell’anno corrente 2018. Dalla lettura degli elaborati messi a disposizione del Comune, si evince che l’Area A, la banchina portuale, ricade in area A2 - Centri storici dei nuclei e bagli storici, mentre per l’Area B destinata al ricovero

natanti, ricade in zona B0 - Ambiti destinati a servizi per la balneazione e il tempo libero, sature inedificabili e servizi connessi.

Nelle N.T.A. del P.R.G. all’Art. 32 specifica:

“Sono le parti del territorio comunale, comprese entro i 150 metri dalla linea di battigia marina, già parzialmente urbanizzate in attuazione di un piano particolareggiato approvato prima della entrata in vigore della L.R. 78/1976. Sono destinate alla realizzazione di attrezzature senza volume per la balneazione e per il tempo libero. La sistemazione di tali ambiti va definita attraverso specifici Progetti di sistemazione di iniziativa pubblica, riferiti a parti tendenzialmente omogenee in considerazione delle medesime caratteristiche urbanistiche, ambientali, morfologiche ed infrastrutturali, da attuare attraverso progetti esecutivi di iniziativa pubblica o privata.”

Nelle N.T.A. del P.R.G. all’Art. 15 si specifica che le zone B0 sono ulteriormente

suddivise in B0a e B0b. In particolare, l’area di intervento B ricade in area B0b in quanto:

“Sono classificate invece B0b le aree di edilizia esistente, totalmente urbanizzate, sottoposte, successivamente alla loro urbanizzazione a vincoli di inedificabilità o arretramento e precisamente al vincolo di arretramento di cui all'art. 15, lett.a della L.R. 78/1976, ed alle limitazioni imposte, al fuori delle aree di recupero, dall'art. 54 delle Norme di Attuazione del vigente Piano paesaggistico.” 37

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Figura 21 – Stralcio del P.R.G. adottato – Tavola di zonizzazione dell’Area Urbana

In Figura 23 si riporta lo stralcio del piano di fabbricazione da cui si evince che l’area è destinata a turismo e villeggiatura. Pertanto si evince la chiara volontà dell’Amministrazione Comunale di dare una destinazione volta alla fruizione del mare per le aree che si trovano sul fronte del lungomare come l’area oggetto di intervento. Inoltre come riportato nel P.R.G. adottato in queste aree si vieta l’edificabilità.

Figura 22 – Stralcio del P.R.G. adottato -Tavola di zonizzazione del territorio comunale

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Figura 23 – Stralcio Piano di Fabbricazione

Nella Figura 24 è visibile lo stralcio della Carta dei vincoli ambientali e paesaggistici parte integrante del P.R.G. adottato.

Figura 24 – Stralcio del P.R.G. adottato – Carta dei vincoli paesaggistici e ambientali

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L’intero territorio della Provincia di Trapani, e in particolare il territorio di Custonaci, presenta numerosi aspetti rilevanti dal punto di vista paesaggistico ambientale. La progettazione di qualsiasi intervento in quest’area non può prescindere da un’analisi attenta delle caratteristiche fisiche, antropiche e naturali presenti.

Lo studio oggetto della presente relazione è di fondamentale importanza per ricavare i vincoli a cui sono soggette le aree di intervento ma più in generale costituisce una guida alla progettazione. Dall’analisi dei piani esistenti sul territorio si evince come l’area di intervento relativa all’approdo confina con l’area SIC 010025“Fondali del Golfo Custonaci” in quanto ne costituisce un tratto di perimetro ad eccezione dell’inserimento di ancoraggi di fondo ecocompatibili tipo manta rei o similari soggetti ad autorizzazione. L’area a terra, dove si prevede di realizzare un piazzale per il rimessaggio dei natanti, non ricade in zona tutelata da RETE NATURA 2000 ma viene identificata come Zona di interesse Agricolo Forestale per la presenza della Macchia Mediterranea. Il P.R.G. Comunale, di recente adozione, recepisce tutti gli strumenti urbanistici e paesaggistici vigenti e effettua la zonizzazione dell’area comunale. L’area

relativa allo scalo è identificata come A2 - Centri storici dei nuclei e bagli storici.

L’area relativa al rimessaggio dei natanti è identificata come B0 - Ambiti destinati a servizi per la balneazione e il tempo libero, sature inedificabili e servizi connessi.

L’area dello scalo di Cornino, essendo di competenza demaniale, è soggetta alle disposizioni del P.U.D.M.. In tale strumento programmatico si precisa la destinazione portuale dello specchio acqueo dello scalo e la destinazione balneare dello specchio acqueo interno al golfo (spiaggetta).

I vincoli appena esposti suggeriscono una progettazione atta all’ammodernamento dello scalo con riqualificazione dell’area a terra e una riqualificazione dell’area adibita a riparo dei natanti con particolare attenzione all’aspetto paesaggistico e forestale. Le scelte tecniche in relazione a questi aspetti sono esposte nell’ Elab. E – Relazione architettonica e inserimento urbanistico.

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