LA CRUSCA• per VOI Foglio dell' Accademia della Crusca dedicato alle scuole e agli amatori della lingua. Fondato da Giovanni Nencioni

Direttore: Paolo D'Achille Comitato di redazione: Vittorio Coletti, Francesco Sabatini Periodico semestrale Coordinamento editoriale: Raffaella Setti, Riccardo Cimaglia N. 52 (2016, I) Grafica: Auro Lecci Accademia della Crusca, Centro di Grammatica Italiana, Villa Medicea di Castello, Via di Castello 46,50141 Firenze. www.accademiadellacrusca.it

Paolo D' Achille, L'italiano in cammino (I); Lorenzo Tomasin, Italiano antico e italiano d'oggi; Riccardo Tesi, L'italiano come lingua nuova. Aspetti del-rinnova- mento linguistico dall' Anticrusca di Paolo Beni (1612) all' età manzoniana: Francesco Sabatini, I ganci della continuità. Notizie dell' Accademia. QUESITIDA:Marsa Alam, Paolo Ballacci, Renzo Benati, Christian Bertozzi, Davide Braccini, Domenico Caringella, Cristian Ciccone, Giacomo Colomba, Giorgia de Cristofaro, Bruno Foldrini, Paolo Greppi, Alessandro Gui, Sara Kelany, Antonino Maggio, Mirko Malatesta, Jacopo Marotta, Duilia Mondino, Bruno Moreno, Adolfo Nastasi, Laura Pacciarella, Sandra Pellegrini, Anna Pescatore, Stefano Radiconcini, Gabriella Torano, Maria Paola Zonari, RISPOSTEDI: Federigo Barnbi, Paolo Carnevale, Vittorio Coletri, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri, Franco Lurà, Raffella Setti, Salvatore Claudio Sgroi, Anna M. Thornton. SprGOLATURE

L'ITALIANO IN CAMMINO (I) il complesso dei volgari medievali dell'area ita- la-romanza) per proporre, con un ricco corredo Nei due numeri annuali di questo giornale af- di esempi, una serie di tratti che lo differenzia- frontiamo il tema delle continuità e delle discon- no dalla lingua attuale; Riccardo Tesi, docente tinuità nella storia della lingua italiana. Rispetto all'Università di Bologna, tratta invece dell'ita- ad altre grandi lingue di cultura europee, che liano moderno, tra Seicento e primo Ottocento, hanno subito nel tempo un processo evolutivo individuando, proprio nel momento del consoli- che ha determinato in esse profonde trasforma- damento e di espansione della norma, elementi zioni a tutti i livelli dell'analisi linguistica, l'ita- di novità e, dunque, di discontinuità rispetto al liano è sempre stato considerato una lingua che passato. Si affianca ai due contributi un testo è cambiata poco nel corso dei secoli: nelle strut- di Francesco Sabatini, che propone una bre- ture fondamentali del sistema non si è avuto lo ve, ma pregnante riflessione sul significato più stesso forte distanziamenio rispetto alla fase me- profondo della "continuità", affidata anche alla dievale che c'è stato in altre lingue, tanto che la memoria poetica e al suo valore fondante della comprensione dei testi del Trecento toscano (in coscienza linguistica italiana (con tacito riferi- particolare le opere delle "Tre Corone ": Dante, mento a Dante). Petrarca e Boccaccia, autori di capolavori fon- La spigolatura curata da Riccardo Cimaglia damentali nella storia della letteratura mondia- presenta un ampio passo di una lettera di Ugo le) non può dirsi preclusa ai lettori moderni. Foscolo, il quale, da saggista, dedicò all'italia- Questa caratteristica dell'italiano viene varia- no molte pagine importanti, non sempre ricor- mente spiegata. Fondamentale è stato il fatto che date quanto meriterebbero: in questo caso (a un la linea vincente della questione della lingua cin- anno dalla riapertura della Crusca per volere di quecentesca risultasse quella arcaizrante e classi- Napoleone, nel 1811 ) il poeta propone le proprie cistica di , che aveva eletto il fioren- Negli ultimi anni, comunque, la stabilità e idee per la predisposizione di un nuovo vocabo- tino trecentesco (non quello contemporaneo, che la conservatività dell'italiano rispetto alle sue lario, dimostrando che la necessità di strumenti tra la fine del Trecento e nel corso del Quattro- origini sono state messe più nettamente in di- lessicografici di carattere scientifico era avver- cento aveva sviluppato vari tratti innovativi) quale scussione: da un lato l'approfondimento de- tita anche dagli scrittori. I grandi scrittori sono modello per l'uso letterario, a sua volta punto di gli studi sull'italiano antico, culminati con la stati spesso, del resto, anche grandi linguisti. riferimento per le altre forme di scrittura; da un Grammatica curata da Giampaolo Salvi e Lo- Completano il fascicolo, come sempre, le no- altro lato va considerata la scarsa circolazione, renzo Renri (2010), ha documentato molte diffe- tizie sulle attività dell 'Accademia e le risposte per secoli, dell'italiano nella comunicazione par- renze siniattiche tra il volgare dei testi fiorentini ai quesiti dei lettori, in questo caso dedicate so- lata, visto che il parlato è il motore del cambia- due-trecenteschi e l'italiano standard attuale; prattutto a temi curiosi o particolari; segnalo mento linguistico; da un altro lato ancora andrà da un altro lato, in una prospettiva di storia lin- qui la risposta di Raffaella Setti alla domanda ricordato che il fiorentino medievale che era alla guistica interna, sono state evidenziate alcune sul significato di tornata perché si tratta di un base del modello scelto si era allontanato dal lati- novità sviluppatesi nell' italiano dal Seicento in termine tuttora in uso proprio presso la nostra no meno di altri dialetti itala-romanzi, rispetto ai poi. Sul versante dell'insegnamento scolastico, Accademia. quali si collocava anche in una posizione di me- è stata segnalata, poi, la crescente difficoltà che Paolo D'Achille dieta, che favoriva un po' dovunque il suo accogli- incontrano oggi gli studenti nella lettura e nella mento (meno problematico rispetto a quello, per comprensione dei testi della nostra tradizione esempio, del siciliano a nord o del milanese a sud). letteraria, quasi a documentare la complessiva ITALIANO ANTICO Naturalmente, non tutti i tratti del fiorentino alterità dell'italiano antico. E ITALIANO D'OGGI medievale sono passati nell'italiano moderno, Senza avere la pretesa di dire una parola de- perché anche l'uso vivo (post-trecentesco) di finitiva su questioni così complesse e dibattute, 1. Uno scarto culturale Firenze ha avuto un certo peso nella definizione proponiamo, in questo e nel prossimo numero, Come scriveva quasi due secoli fa uno dei fon- dell'italiano, sia al momento dell'espansione del- alcuni interventi che, da punti di vista diversi e datori della linguistica romanza, Friedrich Diez, la norma grazie al Vocabolario degli Accademici con riferimento a fasi distinte della lunga storia «un italiano antico nel senso del francese an- della Crusca, sia, più tardi, con le scelte manzo- dell'italiano. affrontano l'argomento: Lorenzo tico non si dà». Infatti, la lingua che Dante nel niane, molto importanti al momento dell'unifica- Tomasin, docente all'Università di Losanna, si De vulgari eloquentia chiamò d'oil può essere zione politica. occupa dell'italiano antico (intendendo con esso legittimamente considerata come l'antenata di- 2 LA CRUSCA PER VOI

quelli dell'italiano odierno, per gli altri volgari 1[~J;cu.n:um.ui1éfftl·I" mt, t l, S11.l .1.."Itcl~,(,~lof,~. }"tll 11:re. il confronto riuscirebbe meglio con i corrispon- 11...1 tnnmn". l I . f denti dialetti attuali. Ma sarebbe un po' ingenuo t.~~U\.1 ~lmlo luctr.

'lIA..l_:1._..t. q;:,.L lT1Z.'!"",lft ""i"•."..•.•~'~.''''' " ...~.'comcn"""" _f.~}~~i't., -,;:\~.:.r~;;::;.••. ,"",':~,~'"·.;~~•·tl:.f ••;,\\; r1 1.•••-.•;"~'0 ,"•••'••ì• ;.Iv.••f••~•••..·•• ta dalla scuola o condivisa almeno da un'élite (\.~.~llan"tllJ'm lvnl~O ia, .ulosa .~~(;kptuWr~,?::i;~·.~p...,el1i:f~htf'? intellettuale. Persino i dialetti italiani hanno ri- sentito, nel tempo, dell'influsso di tale tendenza 51.'11"1. t 2.\ì,:C .1U01IU~'~;:.~Ji .• {(J (<;:·.trclo. tan to t-nffo cno .~,in r all'uniformazione e all'eliminazione di doppio- ni o triploni morfologici. Elementi tutti interni GIACOMO DA LENTINI - CANZONIERE PALATI NO CODICE PALATI NO 418. BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE, FINE XIII SECOLO. alla grammatica delle lingue, insomma, posso- no essere influenzati in modo determinante dal retta del francese contemporaneo, poiché i due uno standardi, eppure a suo modo coeso. In que- contesto storico e culturale in cui le lingue vi- estremi della storia linguistica francese sono sto quadro, diverse aree culturali dell'Italia svi- vono e si evolvono. legati da una serie sostanzialmente ininterrotta luppano in vario grado tradizioni scritte (le sole Se poi ci spostiamo sul piano della morfo- di mutamenti interni - di fatto - a un'unica va- cui possiamo oggi attingere) dotate di notevole sintassi e del lessico, possiamo individuare va- rietà che fin dall'età medievale si auto-identifica autonomia ma anche di chiari elementi comuni. ri elementi che, comuni a tutti o a larga parte con complessiva univocità, e che si è evoluta Una parte di tali elementi si deve alla fortissima dei volgari medievali, ben si prestano a rilevare nel corso dei secoli attraverso una trasmissione influenza esercitata dal latino su tutta la cultura alcune differenze tra italiano antico e italiano omogenea nel parlato e, in parallelo, attraverso scritta d'età medievale, prodotta da uomini che odierno. una tradizione scritta svoltasi senza soluzione di conoscevano il latino almeno indirettamente, e Nei paragrafi che seguono ne daremo qual- continuità. che lo consideravano non come una lingua na- che esempio: sarà bene intanto aver messo in Al contrario, la lingua che oggi chiamiamo turale, ma come un idioma artificiale, l'unico chiaro che la prima, fondamentale distinzione italiana, in cui sono scritte per esempio que- regolato e propriamente grammaticale (il rinvio tra l'italiano antico e quello odierno è una dif- ste pagine, è il prodotto di una storia ben più alle idee espresse da Dante nel De vulgari elo- ferenza di tipo complessivamente culturale. Se complessa, che si è dipanata nei secoli secondo quentia è di nuovo illuminante). quella di oggi è infatti una lingua standardizza- dinamiche evolutive peculiari e tutt'altro che Pure, la contiguità - e quindi la continuità - ta (cioè grammaticalmente codificata) che può lineari. Prima del Rinascimento, quando l'ita- geografica che lega i volgari italiani medieva- essere - e di fatto è - appresa e perfettamen- liano viene codificato come lingua letteraria a li fa di essi un gruppo nel quale vari elementi te scritta e parlata da persone prive in tutto o partire non da una varietà presente e viva, ma morfosintattici e lessicali sono comuni e tali da in parte di un retroterra dialettale e totalmente prevalentemente dalle opere scritte da un ri- distinguere l'italiano antico - inteso come il loro ignare del latino, i testi volgari dell'Italia me- stretto nòvero di autori medievali, nessuna lin- complesso - sia dalle varietà romanze extra-ita- dievale sono prodotti in un orizzonte storico e gua si chiamava italiana. liane (è quell'unità implicita che appunto Dante culturale radicalmente di verso, che si ripercuote Ciò detto, le numerose varietà scritte dell'I- individuava nel suo mirabile trattato, parlando sul complesso della lingua scritta e che va tenu- talia medievale possono considerarsi per certi per la prima volta di un'Italia linguistica), sia to presente in ogni aspetto della comparazione versi unitarie, non solo grazie alla rete di legami dall'italiano moderno. tra antico e moderno. culturali che le unisce, ma anche, come vedre- Delle partizioni usuali della grammatica, la mo, per alcuni tratti propriamente grammaticali fonetica e buona parte della morfologia sono 2. I pronomi (morfosintattici e lessi cali, soprattutto) che le forse le meno adatte a rilevare questi caratteri Circa l'assetto dei pronomi si noterà la presen- accomunano. comuni, giacché in questi ambiti i volgari ita- za, condivisa con le varietà galloromanze - che L'italiano antico è, insomma, più che una sin- liani antichi si comportano in modo simile ai conservano tale tratto ancora oggi - degli esiti goli! lingua in senso moderno, un mosaico lin- moderni dialetti: mostrano, cioè, una varietà del latino HOMO (cioè om, uom e forme affini)' guistico, caratterizzato da un forte policentrismo grandiosa, talché mentre il fiorentino anti- impiegati con valore di pronomi indefiniti (uom e dall' assenza di un modello affermato (ossia di co presenta suoni e forme abbastanza simili a dice per 'si dice'), anche se con diversa sintas- LA CRUSCA PER VOI 3

si. visto che per esempio essi precedono e non l seguono la negazione. Si vedano i veneziani e duecenteschi Proverbia que dicuntur super I ,_l-ry' \\ natura feminarum «~1,"11.~.. '''',"''.'':••' .'•. \ 11r"V'r" " .'.ti)~~' foglie degli alberi'), o ancora il Dante delle Ri- -: conforre. enna uo: 1xU::'!lSLI.n,..1, ( me (<

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CI: LA mOSTRA DI LORENZO ••• DE MEDIC! MESSA IN RI --1 MA DA LVIGI DE PVL (;r ANNCl. M . CCCC LXVIlI. CANTO PRIMO DELLA PRIMA CANTICA o VERO COMEDIA DEL DIVI"O POETA FIORENTINO DANTHE ALEGHIERI ,CAPITOLO PRIMO, I EL h ahbiall~OrurratonC'n (cumcr.u: llr;it;1 det Pc.cu n clmoloddhbrc.;;:r elle C,"ll (1.1 FO ME CD 1--,.1C(lam quuo {il lI(wfbct.mnd-.'qu~l\l : so nobile cc uarta qU,lnlO utile CllCCCI~ca\;,. ecc . DEL (rJ!l.o. Qu.:unc,(,acA!cacc.l Lr.lIcuçrc Lh:In::Uu' CA men: ccqu,leodllc(U ogm uberate ig'gllo. Ne MI glld,c;nul',o da raccre qucntc m.uc. •••u-.;. direi NO ~~;~ofi~n:.~l~(~(G~~~~~~~~~~:~'~~~ DI fcrfc non hccnuUtb!:C;O:41fldUJ d'Il ICftc l~ NO wmmac.fa er quali Wmitacopl.1 ddln ••fe. del le qua\lc nccenanc rrolCurc n:IOcru 11(.11ueti ST do ch.:Luo:.umcQdu fopr.1rr.odo: atnw!cm:: RA cc 1n1lJluppnc plLllofto lb; o;F'llvrc: Cl dlhé VI dcrc mchccofc er Ir.nimc quclk Icqu.'\hqu'ido TA ben !.lu(tlllonpcTc ne rcnua.cb(a;ula CXfO ulloneddlcilo. verremo ••dtlnqu~~ud..1. Mi rh':)I1.ll pettina fcIua cbfcura Ma pnthc. Oitno nen cf{1:~.1ç(tcr~Ji.tune ne di ch~la dlr;naula era Imam-a Erquaoeo adrre quale era cl cofa rum ~,~::::fé~:~~i~~~F~~;: I:~~~~t~~~:~: e1h Iclua fe:luaEF.ta er afpra et fcrre rtcra ddJ;. dccui!la let Ia 0:"lltIHI2' tdiuuUt2 che nel penfrce nnnoua lapeurc ckl10 '"[t{no delI,ofua rc(Qr.o:ct fJOrcnti,?o reCla: ncn fl pcrfi'ldlchcqlltf,o p,.'n(l~lo era c pm n-crtc Tanec cmara cl'epocbc ddttln- o camo dtbbl l'n {ub:m',ita Cl gr~ndc • ma per rracrar dcl ben due m rrouot aa cncr \-..10'1alll fiuptnd.J. .:!octrilU ddll"C~,ofe • Q drro dellalrre cofecbrc W-o[corte che fCf,Llltil.I:o: \Xrc ecu ([1'..1 it.duflrii In ucfti • non [o ben ridire cj-cmrc ucnrrat fl':~;.~~t~:~;!~L~~~(:G~t~;.~~~ "eanrcra pu~:ndrfconc 1n[u quel pll!lctO uCfgJc non pcccb diffcrenuJdrcre fuu. In , "·ch~ laucracc Ula abbandooal g:m,uprcti n ClCpou.rori diqu~na c.mrica. Irn IO MERITAI DI TE MIO pere d-e .a;.m.'nl éucnc: (~il reeac ddl.:l uir2 Ma poi due FUI apptc dcn celle gtunto .r~-o h.t!r.llU (cl Icnnc mc.fl.liocdc d~b (cntrnti •• la cuc rcrmmaua quella ual~.: SACro Apollo ·~f:"': d

al padre come detto gli aveva, andò nel detto L'ITALIANO luogo» (Sacchetti, Le trecento novelle). COME LINGUA NUOVA. Con i fenomeni che abbiamo fin qui elencato ASPETTI DEL RINNOVAMENTO non abbiamo inteso esaurire, ovviamente, il ca- LINGUISTICO DALL'ANTICRUSCA talogo dei tratti morfosintattici che distinguono l'italiano antico da quello contemporaneo, che DI PAOLO BENI (I6I2) ALL'ETÀ per molti rispetti si distingue da quelle varietà. MANZONIANA Ma è certo che tale distanza si configura ben di- versamente da quella che separa la fase antica e L La "scoperta" dell'italiano antico: alcuni la fase moderna di altre lingue romanze: anche esempi di continuità e discontinuità in questa variabilità delle coordinate geografi- che e storiche, cui pure s'accompagnano robusti La crisi dell'italiano come lingua esclusivamen- tratti di continuità, sta una specificità della storia te letteraria inizia nel XVII secolo e si comple- linguistica italiana. ta nel corso del secolo successivo. In realtà la parola "crisi" non va interpretata in accezione 7. Questioni di lessico negativa, ma in quella di segnale di svolta, mo- Meno caratterizzante, ma gràvido di conseguen- mento di passaggio da una fase precedente a ze per la lettura e la comprensione dei testi anti- una nuova, contrassegnata da specifici tratti lin- chi, è lo scarto esistente tra il patrimonio lessica- guistici, spesso in netta dissintonia col passato. le medievale e quello odierno, e tra il significato Lungo tale arco cronologico entra in discussione che alcuni termini, anche di uso comune, aveva- l'intera tradizione linguistica fondata su un ca- no in antico rispetto ad oggi. PIETRO BEMBO (VENEZIA 1470 - ROMA 1547) none ristretto di grandi autori (in modo partico- IN UN RITRATTO DI TIZIANO VECELLIO È famosa la pagina di in lare trecentisti, sui quali si era modellata la codi- cui si mostra come nel verso dantesco «Tanto ste' (come ancora in alcuni dialetti italiani, per ficazione grammaticale del secolo precedente), gentile e tanto onesta pare», l'aggettivo genti- esempio in Toscana). Con le parole di Serianni, così come inizia a essere avvertito come anacro- le non significa lo stesso che in italiano odier- «lo studente può anche provar noia leggendo nistico riferirsi a usi linguistici ormai sorpassati, no (vale invece 'nobile', termine del linguaggio Dante, ma quando il poeta parla di noia allude o non diffusi fuori della Toscana (che in questo cortese), e il simile vale per onesta (sinonimo al mondo infernale, in cui si soffre eternamente, periodo perde il suo ruolo di regione guida della del precedente) e per pare ('appare', 'si mo- però non si sbadiglia». civiltà artistica e linguistico-letteraria italiana). stra'). In quel caso, però, siamo di fronte a un Proprio a quest'altezza cronologica prende avvio testo poetico, e ancora in età moderna è normale Riferimenti bibliografici un processo deciso e costante di "invecchiamen- che il significato delle parole conosca uno scarto Per le citazioni e gli autori richiamati nei paragrafi che to" della lingua con la quale si erano espressi tra l'uso letterario - e poetico in particolare - e precedono, si vedano: Friedrich Diez, Grammatik der gli autori più importanti della nostra tradizione quello della lingua comune. romanischen Sprachen, Band I, Bonn, Weber, 1836, letteraria. Ciò comporta che il disagio che prova Così, può essere utile ricordare che una delle p. 62 (mia la traduzione del passo); Bruno Migliorini, oggi uno studente, ma anche una persona colta, differenze fondamentali tra italiano antico e ita- Saggi linguistici, Firenze, Le Monnier, 1957, p. 157; nel leggere un testo di un grande autore trecen- liano moderno consiste nel di verso significato o Gianfranco Contini, Un 'idea di Dante, Torino, Einau- teseo (un canto della Commedia, una novella nella diversa distribuzione di termini estranei al- di, 1970, pp. 23-24; Elisa Guadagnini, Lessicografia, del Decamerony ha precise motivazioni lingui- la lingua poetica e letteraria, ossia propri dell'u- filologia e corpora digitali: qualche considerazione stiche, che prescindono dall' ornato retorico e da so consueto. dalla parte dell'Ov'I, in «Zeitschrift fur romanische altri aspetti di strutturazione generale (un dato di In un bel lavoro in corso di stampa, Elisa Philologie», in stampa; , L'ora di ita- fatto già noto a un acutissimo fìlologo-Iinguìsta Guadagnini ha esemplificato questo fenome- liano. Scuola e materie umanistiche, Roma-Bari, La- fiorentino del Cinquecento come Vincenzo Bor- no per il termine inizio, che fa parte oggi del terza, 2010, p. 93. Uno dei paragrafi attinge fin nel ghini, su cui torneremo). lessico di base dell' italiano, tanto da essere in titolo, e largamente nei casi e negli esempi discussi, a Ho parlato all' inizio di dissintonia col passa- molti casi l'antonimo (ossia il contrario) non Franca Brambilla Ageno, Il verbo nell'italiano anti- to, ma occorre distinguere. Le regole gramma- sostituibile dell' altrettanto comune termine fine co, Milano-Napoli, Ricciardi. 1964. ticali dell'italiano scritto codificate tra il 1525 (si dice dall 'inizio alla fine, con formula ormai Per altri aspetti abbiamo tenuto presenti - senza ci- (Prose della volgar lingua di Pietro Bembo) e il cristallizzata). Orbene, in italiano antico il ter- tarli esplicitamente - vari lavori che negli ultimi anni 1612 (prima impressione del Vocabolario degli mine inizio non è quasi documentato, e anche hanno fatto il punto sulla lingua o sulle idee lingui- Accademici della Crusca) non si dissolvono, an- di fronte alla parola initium in testi latini, i vol- stiche di singoli autori. Sull' invenzione dantesca del zi proprio nel periodo qui sotto osservazione si garizzatori due-trecenteschi ricorrevano di soli- concetto di lingua italiana, si veda ora Mirko Tavoni, consolidano e si stabilizzano. Specie nel settore to ad altri corrispondenti (per esempio all'oggi Qualche idea su Dante, Bologna, il Mulino, 2015; sul- della fonetica e della morfologia (assieme alla estinto cominciamentoi. Segno che inizio è un la lingua delle Tre Corone, Giuseppe Patota, La gran- sintassi della frase, il "nocciolo duro" della lin- latinisrno che solo più tardi fece fortuna, tanto de bellezza dell'italiano. Dante, Petrarca, Boccaccio, gua), dove maggiore era stato lo sforzo norma- da installarsi nel lessico di uso quotidiano per Roma-Bari, Laterza. 2015; su Boccaccio in particola- tivo delle grammatiche cinquecentesche, si assi- milioni di parlanti. re. dal quale provengono numerosi degli esempi cita- ste a una specie di "congelamento" della norma Un esempio diverso, ma altrettanto suggesti- ti, Paola Marmi, La lingua di Boccaccia. Bologna, il scritta, con regole che continueranno a essere vo, è quello di parlamento, termine che nell'i- Mulino, 2016 (della stessa autrice è anche La lingua prescritte e generalmente accolte dalla collet- taliano e nelle altre lingue europee d'oggi fa di Dame. ivi, 2013). Alcuni delle fatti specie e degli tività di scriventi colti (è questo in pratica, dal univoco riferimento a un'istituzione politica, esempi richiamati sono attinti alla Sintassi dell'italia- punto di vista fonornortologico, l'italiano pre- mentre nei volgari antichi italiani ha ancora il no antico. La prosa del Duecento e del Trecento, a manzoniano di un autore come Leopardi). Un significato astratto di 'conversazione', 'discor- cura di Maurizio Dardano, Roma, Carocci, 2012. ruolo molto attivo nel confermare e diffondere so' (l'azione espressa dal verbo parlare, insom- Per le citazioni dagli autori antichi, in generale tale modello sarà svolto dalla Chiesa post-tri- ma): "Frate, sì m'hai sbagutito co lo tuo bon non ho indicato l'edizione di provenienza (si tratta, dentina, e più in generale dall'insegnamento parlamento / che nel cor sì so ferito d'un divin salvo diversa indicazione, di esempi recuperabili nel scolastico, esclusivamente affidato a insegnan- accendimento ... » (Iacopone). corpus dell'ovr, www.vocabolario.org). Converrà tut- ti ecclesiastici fino alla seconda metà del XIX Infine, tra i moltissimi altri esempi possibili, tavia precisare che per Le trecento novelle di Sacchet- secolo (seminari, collegi degli ordini religiosi, noia: come ha ben illustrato Luca Serianni, il ti ho seguito la recente, e per molti versi innovativa, scuole parrocchiali, istruttori privati presso fa- significato normale di questo termine in italiano edizione a cura di Michelangelo Zaccarello, Firenze, miglie nobili e altoborghesi). Studi recenti sulla antico non indica 'assenza di stimoli, gradevoli Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Fran- diffusione dell' alfabetizzazione presso scriventi o spiacevoli che siano', come nella lingua d'og- ceschini, 2014. non toscani, anche con livello d'istruzione me- gi, bensì 'presenza di situazioni dolorose, mole- Lorenzo Tomasin dio-basso. confermano che la Chiesa post-con- 6 LA CRUSCA PER VOI

un gruppo di voci che avevano modificato il pro- prio significato in accordo con modi di pensare e istituzioni tipicamente seicenteschi (neologismi I semantici): bizzarro (vnon sempre significa stiz- f DI MESSER PIETRO BEMBO A MONSI zoso e iracondo, ma alle volte capriccioso con ~ GNORE MESSER GIVLIO CARDINALE grazia»), comico 'attore comico' «

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Hafli nel priuilcgio,& nella gratia ortenura dalla 111lll1riflin, ">. Signoria che in quefta.ne in niun'alrra Citta del Iito Cwn Gr,/zia,e PrfA(,iGizh"n, Ie(SOltntnW P(Jn!(p..-,- } , l/ SUI.:!" dominio li pofla imprimere, ne alrroue Vcnct'.», (Gr r.eJS/!!H.J 1'0)'5.1 Fl.1ItJ!:1I'C 1:::~:7'!'J'~r.t) irnprcflo ucnderc quello libro IwftJ.l (1j'(I/,fllc i:;cJS1rrwr;ìGi:.::.;:.~nc del Corrcgiano per·x·anni • lort.olepone in erro ~.~ si 'WI;tie·!~. conteuurc- ~./ ~ ,.t~>.'~.\ . i:t/';;''':'fI'~'-:' l, .\~r. ~,.•;-~ I~c; • \:::~j

GIAN GIORGIO TRISSINO - 'IL CASTELLANO' BALDASSARRE CASTIGLIONE - 'I L CORTEGIANO' FRONTESPIZIO DELLA PRIMA EDIZIONE. VICENZA, 1529. COLOPHON DELLA PRIMA EDIZIONE, VENEZIA. 1528.

infatti nel settore cruciale dell' organizzazione i buoi, poiché alcuna parte del giorno hanno faticato trecentesco. In pratica lo "traduce" in una sintas- della frase complessa ("testura delle parole") sotto il giogo ristretti, esser dal giogo allevati», il sen- si più lineare e moderna: ossia elimina i corto- differenze strutturali profonde tra il modello so riuscirebbe piano e perfetto, ma nella guisa predet- circuiti sintattici (elementi della frase gramma- ta a chi ha punto di giuditio, in niun modo; massime medievale e la nuova maniera di costruire il pe- ticalmente non accordati), introduce (anche ex che, oltre abbondarvi un che e di più quegli ond'il riodo impostasi a partire dalla prosa colta d'età novo) verbi di modo finito al posto di gerundi o senso poi resta corrotto, la construttione in somma è rinascimentale, che funge da punto di riferimen- tale: «veggiamo ehe esser dal giogo allevati». infiniti, infine "serializza" le eventuali sfilze di to contrastivo delle sue osservazioni sintattiche, subordinate circostanziali o di incisi parentetici Qualche esempio. Prendiamo alcuni rilievi Rientra nella stessa tipologia l'osservazione diminuendone la loro autonomia dalla reggente, che interessano dei veri e propri cortocircuiti sull'impiego boccacciano della congiunzione riducendo così l'estensione dell'unità periodo del collegamento interfrasale (per i quali evite- copulativa e che lega in un rapporto di coordina- (frase complessa) a poche frasi ben saldate e coe- rei, fin dove possibile, il termine troppo gene- è zione "forte" una subordinata prolettica a verbo se. In sintesi, si può dire che ci troviamo di fronte rico di "anacoluti"), sui quali si sofferma con a veri e propri "test di riscrittura". Soffermiamo- di modo infinito (gerundio o participio) e una l'ausilio della linguistica scientifica aggiornata principale con verbo all'indicativo (la cosiddetta ci su uno di questi esperimenti di traduzione "da la più recente descrizione della struttura della "parai potassi "): un italiano all'altro", quello riguardante l'inizio frase del fiorentino di fine Due-inizio Trecento, della terza novella della prima giornata: la Grammatica dell'italiano antico, a cura di Ma di grati a, sentasi quando così ragiona: «e man- Lorenzo Renzi e Giampaolo Salvi (vedi Biblio- giando egli lietamente e quel luogo solitario giovan- Il Saladino, il valor del quale fu tanto, che non grafia, sez. a). Beni osserva che spesso Boccac- doli, e nel giardino entrarono due giovanette d'età solamente di picciol huomo il fé di Babilonia Solda- cio non razionalizza i legami interfrasali. Tra i forse di quindici anni l'una» [Dee. X, 6, Il]. Hor qui no, ma ancora molte vittorie sopra li Re Saracini e Christiani gli fece havere; havendo in diverse guerre «mal regolati periodi», dove la «testura delle per certo, se non si leva quell' e ultimo, il senso resta e in grandissime sue magnificenze speso tutto il suo parole esce di regola», rileva alcuni fenomeni tuttavia sospeso et imperfetto. Thesoro, e per alcuno accidente sopravenutogli, biso- tipici della sintassi medievale, per esempio l'u- gnandoli una buona quantità di danari, né veggendo Nei due brani precedenti il seicentista limita la so del complementatore che per introdurre una donde così prestamente, come gli bisognavano, haver ristrutturazione dei legami interfrasali alla sem- completiva con l'infinito: gli potesse, gli venne a memoria un ricco Giudeo, il plice cancellazione di elementi funzionali ri- cui nome era Melchisedech, il quale prestava ad usu- dondanti (complementatori, congiunzioni copu- Ma chi di grati a saprà ritrar conveniente e rego- ra in Alessandria: e pensossi costui haver da poterlo lato senso da queste parole? «veggiamo che, poich'i lati ve, ecc.) del testo decarneroniano. In alcuni servire quando volesse [Dee. I, 3, 6-7]. buoi alcuna parte del giorno hanno faticato sotto il casi, tuttavia, Beni ristruttura con più decisione giogo ristretti. quegli essere del giogo allevati» [Dee. la componente sin tattica, fino ad arrivare a una Il brano si presenta sotto forma di un lungo pe- VIII, Conc!.]: certamente se havesse detto «veggiamo riscrittura complessiva di interi passi del modello riodo introdotto da un soggetto logico-sintatti-

• 8 LA CRUSCA PER VOI

co dislocato all'inizio e grammaticalmente non dal francese passano dal 7% nel Seicento al 17% accordato col verbo impersonale della reggente nel Settecento e al 25% nell'Ottocento; all'in- (< il. strada ferrata, fr. voie ferrée, ma che solo nel corso del Seicento metterà salde (Magalotti, s.d.); «il sig. Averardo ha detto tanto chemin de feri, oppure calcarla nei suoi singoli radici nell'uso comune di scriventi colti, spesso in lode dell'aria di questo paese [l'Inghilterra], componenti, tradotti uno per uno (ingl. railway con esperienze di lunghi soggiorni all'estero. che più non è stato detto dai nostri cokneis [pl. > it. ferrovia). Questo tipo di riconoscimento Nella maggioranza dei casi si tratta della cita- cockneys 'nativi Iondinesi ']» (Id., s.d.). non si limita a veicolare (o non veicolare) parole zione diretta di un oggetto o un'usanza esotica, L'importanza di tali nuove presenze lessicali straniere nella lingua di arrivo, ma è fondamen- spesso accompagnata da una glossa esplicativa: (il fiorentino antico e l'italiano rinascimentale tale anche per trasferire da una lingua all'altra il «Si chiamano queste barche bazaras e patuas e di tipo toscano adattavano sistematicamente il significato di una parola immediatamente "rico- si vogano alla galeotta» (Cesare Federici, Viag- prestito lessicale alla loro propria struttura fo- nosciuta", specie se condivide una stessa base gio nell'India orientale, 1587); «quivi dentro si noprosodica e rnorfologica, da qualunque lingua etimologica greca o latina (in realtà, in casi del negoziano grandissimi trafichi di muschio, bel- provenisse) si farà avvertire soprattutto nell'ita- genere si aggira l'ostacolo del "fattore di ricono- zuin ['incenso di Giava'] e gioie diverse» e «tor- liano contemporaneo, ma la tendenza non è re- scimento", perché la parola è già presente, con nò a far dette riverenze da essi chiamate rombee; cente. Secondo i dati statistici offerti dallo stu- un significato diverso, nel repertorio lessicale e subito che il Re gli vidde, un naigiran, che dio di Dardi, le percentuali dei prestiti integrali della lingua ospite): per esempio fr. modo phar- LA CRUSCA PER VOI 9

macie 'luogo dove si conservano e vendono i vecchio italiano "congelato" nelle grammatiche farmaci' > it. farmacia 'tecnica di preparazione tradizionali (niego, sieguo, cuopro, ecc.). Tra i dei farmaci' (lat. med. pharmaciay > it. modo VOCABOLARIO-Il morfemi verbali prevale di poco il tipo analogi- 'luogo dove si conservano e vendono i farmaci' TOSCANO co io ero, fino a quel momento stigmatizzato o C'calco semantico" sul fr. mod.). ridotto a variante di registro basso ("familiare") La tendenza dell'italiano di oggi, condivisa a favore del letterario io era. Significativo an- dalla maggior parte delle lingue di cultura (e già ~L~!.'EES~~/~r r~~/~~w~!'i9'I che in quest'occasione il comportamento degli ncnfol.tltll •• PITTVlA. ScvtTU .••• r!7 A'kCH1TETTVII..\; In,. in corso negli ultimi due secoli, come abbiamo lUte.T,.:/J ~/rTC A.m • ,.ullt J,J,.rJ,,,.,,. ' ,6 ,J,"""O ! scriventi non toscani, che presentano un nume- fU fondtUIN"U il [)1ft!."" I visto a proposito dei francesismi), è quella di CO;>.; L.I\. NOTIZIA . ro doppio di ricorrenze del tipo in -o rispetto De'oomi equ.1id delle Giere , Mculli .l'ielrc dure. ~ltr~i • pietre eenere , SJ.iIiI i' non mettere più in moto il "fattore di ricono- LCIl

privi di adattamento vanno cercate nel numero IN FII\ENZE. MDCLXXxr. colloquiali e informali. elevatissimo dei prestiti in ingresso (molto più Alcune considerazioni conclusive ancora nel l'H ssxr , "HCH'", SECNO DEHA PASSIONE. #l alto di quello dichiarato dalle statistiche degli C,,,L;,,,,d""p,,,ori,ePd,ikgj. ~ settore nevralgico della morfologia verbale, do- specialisti, che probabilmente non tengono con- ve l'italiano di oggi ha raggiunto una notevole

to del traffico di dati circolanti in rete), che ha i stabilità (tranne casi sporadici di oscillazioni esteso l'assenza del "fattore di riconoscimento" residuali, perlopiù ridotte a "doppioni" concor- FI LlPPO BALDINUCCI - VOCABOLARIO a quelle parole che erano "riconoscibili" e po- TOSCANO DELL'ARTE DEL DISEGNO. renti: siedo e seggo, devo e debbo, ecc.), Spicca tenzialmente integrabili. A ciò ha contribuito la PRIMA EDIZIONE. FIRENZE. 1681. in questo caso nel corpus dei non toscani la pre- migliore conoscenza (anche approssimativa e senza di forme di l' perso pl. del passato remoto indiretta) della grafia ma anche della pronun- recente analisi di un campione esteso di lettere e del condizionale non ancora "normalizzate", cia delle parole straniere (cosa diversa dalla familiari autografe, appartenenti a scrittori ma ossia non accordate con la morfologia del ca- conoscenza e dall'uso completo di una lingua anche a non professionisti della penna (artisti, none letterario toscano (l'italiano "congelato" straniera), di solito appresa dalla radio e dalla musicisti, patrioti, politici, scienziati), scritte da di epoca prernanzoniana): fossimo 'fummo', televisione, che ha rafforzato l'impiego, sia pu- varie località nel corso del primo cinquantennio avressimo 'avremmo', ebbimo 'avemmo', fe- re sporadico e occasionale, di prestiti forniti di dell'Ottocento (vedi Bibliografia, sez. c), docu- cimo 'facemmo', apersimo 'aprimmo', risimo sequenze di suoni diverse da quelle ricorrenti in menta in maniera obiettiva il raggiungi mento di 'ridemmo', rimasimo 'rimanemmo', giunsimo italiano (nella sua varietà fiorentina e centrorne- una notevole stabilità della lingua comune scrit- 'giungemmo', dissimo 'dicemmo', ecc. Su que- ridio naIe). La mia interpretazione complessiva ta nei settori cruciali della fonologia e della mor- sto punto la prescrizione è rigida, ribadita con di tale fenomeno è decisamente in controten- fologia, dove abbiamo visto il "congelamento" vigore nelle nuove grammatiche illuministiche denza rispetto alla communis opinio sull'inva- delle grammatiche post-cinquecentesche aveva di tipo "ragionato": «saressimo e avressimo sione incontrollata degli anglicismi del mondo mantenuto in vita fino a quel momento un nume- per saremmo e avremmo sono errori», affer- globalizzato: visto che l'accoglimento cospi- ro elevato di forme di retroguardia, tipiche del ma perentoriamente la Gramatica ragionata di cuo di parole straniere genera (o può genera- livello letterario alto. Il dato è particolarmente Francesco Soave (1771), istruttore del giovane re) meccanismi di ristrutturazione morfologica significativo perché la maggioranza dei fenome- Manzoni. Nel Settecento e nel primo Ottocento (si pensi alla nuova classe dei femminili in -i, ni grammaticali qui censiti si allinea, con poche tali forme, veicolate nello scritto dall'uso delle tipo tesi, ipotesi, prafrasi, ecc. formatasi a par- eccezioni, alle scelte effettuate da Manzoni nel- varietà regionali della lingua comune (che pro- tire dal Cinquecento. a seguito del forte influs- la sua revisione linguistica del romanzo, dalla prio in questo periodo cominciano a far sentire so dei grecismi internazionali del vocabolario "ventisettana" alla "quarantana" dei Promessi il loro influsso sui dialetti sottostanti, dove ini- intellettuale), credo infatti che proprio il "non sposi, senza esserne direttamente condizionata. ziano a comparire fenomeni sintomatici di "ita- riconoscimento" generalizzato a tutte le parole In certi casi, addirittura, gli usi epistolari si at- lianizzazione", come l'uso non sporadico dei straniere in entrata, non integrabili ed eventual- testano su posizioni più avanzate e moderne di tipi faccio e vado per fo e vo in scriventi tosca- mente integrabili, sia il mezzo più economico quelle raggiunte da Manzoni nel 1840 (che, del ni, discusso subito avanti), sono ancora molto adottato dalla lingua ricevente per "impacchet- resto, si appoggiò alla competenza grammaticale diffuse, anche in scrittori affermati (in genere tare" i forestierismi senza mettere in moto dei di scrittori e scriventi colti fiorentini presenti nel settentrionali, ma anche romani e marchigiani) meccanismi troppo rapidi di cambiamento lin- corpus). Il quadro che ne emerge lascia suppor- e in scritture pensate per la pubblicazione. Le guistico, che andrebbero a incidere sulla stes- re che nella prima metà dell' Ottocento fosse in impiegano per esempio senza particolari remo- sa capacità d'intercomprensione tra parlanti atto una progressiva stabilizzazione della norma re gli scrittori illuministi del «Caffè» «

rappresentare gli esiti più moderni, anche in op- fondamento e il nerbo. Concorrono a generare posizione a quello che era il loro uso naturale e R E G O L E questo soffio linguisti, commentatori, recitatori, spontaneo: così faccio prevale o si affianca al illustratori visivi di quei versi in tutto il mondo. E D nativo fa, vado prevale su Va, dove faccio e va- L'idea della lunga continuità della nostra lin- do, in controtendenza coi Promessi sposi 1840 OSSER V AZIONI gua è in buona parte fondata anche su questi suoi (21 casi di fa, l di faccio; 20 di va, 6 di vado), DEL!.A LINGUA TQSGANA ganci interni. E non credo che in questo si possa sono da segnalare come un indizio non trascura- Ridotte o. "\S'rodo vedere un handicap, un default, uno spread, una bile di censura di usi spontanei, avvertiti come Ed in tre libri dfliribtlitt weakness di tale lingua. troppo locali, che segnano già a metà Ottocento .DA SALVADORE CORTICELLl Francesco Sabatini una netta linea di tendenza che porterà alla mar- BOLOGN~5'E ginalizzazione del modello toscano corrente non Prete Proferfo de' Cherlcì Rcgl)'hl"i di S. Paolo: aèleguatamente sostenuto da usi diffusi in tutte SECONDA E'DIZIONE VENE1'A. t~lI' d%giltnta di UJ!" IINO'M Lettm1. Jd .sommo 'PolttrFa le altre regioni d'Italia: il motivo della non pe- li E li E D F T T o X I v, su: vi/m,,"r.. NOTIZIE DELL'ACCADEMIA netrazione nell'uso colto generale di numerosi fiorentinismi grammaticali e lessicali installati da Manzoni a partire dalla seconda edizione del Il 17 ottobre 2015, ad Asti, si è svolta la Pri- romanzo. ma giornata di studi "I Piemontesi e la lingua italiana" omaggio a Giambattista Giuliani. Alla giornata ha partecipato il presidente Clau- Bibliografia IN VENEZIA, dio Marazzini. al MDCCLXI.

Barbara Fanini. Con questa iniziativa si è inteso di Trento e Rovereto, si è svolto il Seminario A Roma, dal 17 al 19 marzo, si sono svolte ripercorrere la lunga tradizione di colloquio tra Lingua della scienza, scienza della lingua. Per Le giornate della lingua italiana a conclusione l'Accademia e un pubblico che si è fatto sempre l'Accademia della Crusca hanno partecipato la dell'edizione 2016 delle Olimpiadi di Italiano, più ampio: un dialogo con radici molto lontane presidente onoraria Nicoletta Maraschio, l'acca- una competizione, a livello nazionale e interna- di cui conservano traccia nell' Archivio Storico demico Rosario Coluccia e le organizzatrici dei zionale, che ha l'obiettivo di incentivare nelle le lettere di privati che, spinti da differenti mo- corsi di formazione per insegnanti 2015 Valeria scuole lo studio della lingua italiana e di sensi- tivazioni, hanno spesso chiesto pareri agli acca- Saura e Valentina Firenzuoli. bilizzare gli studenti a migliorare la padronanza demici. dell'italiano attraverso una gara che si è svolta Il 12 dicembre, ad Arezzo, nell'ambito della in più fasi. Si è trattato di gare individuali di Il 17 novembre, a Ponte a Greve, nell'ambito collaborazione tra l'Accademia della Crusca lingua italiana rivolte agli studenti delle scuole della collaborazione tra l'Accademia della Cru- e l'Unicoop Firenze, si è svolto l'incontro La secondarie di secondo grado, svolte sotto l'Alto sca e l'Unicoop Firenze, si è svolto l'incontro Crusca si racconta a cura di Matilde Paoli. Con parole nostre a cura del presidente Clau- Patronato del Presidente della Repubblica, or- dio Marazzini. 1114 dicembre l'Accademia della Crusca è stata ganizzate dal MIUR con la collaborazione del sede del Convegno Presente efuturo di un cor- Ministero per gli Affari Esteri e della Coopera- Dal 18 novembre 2015 al 31 dicembre 2016 pus dell'italiano. CoLFIS e oltre, organizzato zione internazionale (MAECI), gli Uffici Scola- presso la sede dell' Accademia della Crusca, sarà da Pier Marco Bertinetto, della Scuola Norma- stici Regionali, l'Accademia della Crusca, l' As- possibile visitare la mostra documentaria Napo- le Superiore di Pisa, con la partecipazione del sociazione per la Storia della Lingua Italiana leone e la Crusca a cura di Dario Zuliani. presidente Marazzini e di Valentina Bambini, (ASLI), Rai Radi03 e Rai Cultura. In occasione Il 18 novembre l'Accademia della Crusca è docente dell'IUSS di Pavia. delle giornate conclusive il presidente Claudio Marazzini ha portato il saluto dell' Accademia stata sede della Tornata solenne 150 anni del- Il 15 dicembre ha avuto luogo, presso la sede e ha svolto la relazione introduttiva, dedicata la lingua d'Italia (quarta e ultima tornata del dell' Accademia della Crusca, la Giornata di 2015). All'incontro ha partecipato il Presidente studio I più antichi testi poetici italiani nel alle riviste di cultura del Settecento e ai 250 an- ni dalla chiusura del «Caffè». L'attenzione alle della Repubblica , il quale al progetto delle «Chartae Vulgares Antiquio- riviste di cultura era il tema scelto quest'anno termine della Tornata è stato nominato accade- res». Hanno partecipato docenti delle Università dal MIUR come riferimento per i ragazzi, nel mico onorario, come, prima di lui, Carlo Aze- di Napoli, Udine e Trento e, per la Crusca, gli tentativo di legare tradizione e attualità. Infat- glio Ciampi il 9 aprile 2002 e Giorgio Napoli- accademici Aldo Menichetti e Par Larson. tano il 6 novembre 2012. Alla cerimonia sono ti il 18 marzo si è svolta una tavola rotonda su intervenuti il sindaco di Firenze Dario Nardella, Da gennaio 2016 sono ripresi gli incontri del Giornalismo, cultura e società oggi in Italia, la vicepresidente della regione toscana Monica Corso di formazione per insegnanti Il lin- condotta da Alberto Senigaglia «

QUESITI E RISPOSTE

dizi ordinari, il vincitore di una causa può inviare 1 un deconto al soccombente, cioè un documento in cui si indicano complessivamente le somme Christian Bertozzi da Travagliato (Brescia) dovute, prima dell' invio formale del precetto, di chiede lumi sulla parola deconto, che ha trovato quell' atto cioè che secondo il codice di procedu- in un regolamento del Consiglio Comunale del ra prelude ufficialmente all'inizio dell'esecuzio- suo Comune, là dove si dice: «La sanzione verrà ne forzata: «La comunicazione in cui si risolve addebitata a deconto degli onerifinanziari». il "deconto" pare consistere in un atto stragiudi- ziale volto a favorire lo spontaneo adempimento Deconto viene dalla Francia, portato dalle ar- del debitore, il quale potrà certamente ritenersi in mate napoleoniche all'inizio dell'Ottocento. tutto o [... ) solo in parte obbligato e determinar- L'usa il Foscolo, ufficiale dell'esercito, in una si di conseguenza [... ]. Comunque, bene può il lettera del 9 dicembre 1804 al generale Bonfan- creditore prospettare nel "deconto" - che è cer- ti: «Ho rimostrato questo diritto al Commissa- tamente cosa diversa dal precetto - anche attività rio di guerra Barneville - ed egli, dopo lungo future e meramente eventuali, che si rendessero contrasto, s'è finalmente persuaso che deve necessarie in relazione alla condotta del debito- farrni il deconto e lasciarmi dei 'cuponi ' pa- re, salvo poi a non esigerle ove, in dipendenza di gabili dal pagatore francese». E qui vorrà dire quest' ultima, si rendessero superflue» (Cassazio- 'sconto, detrazione', come suggerisce il GDU. ne civile, sez. III, 20/0612011, n. 13482). A pre- In altri passi del periodo più evidente è il senso scindere da un giudizio già svolto, deconto può di 'avanzo', che si specializza: «Quegli uomini essere anche il semplice 'conteggio' che indica che si assenteranno per congedo riscuoteranno le spese sostenute e il documento che le contie- il deconto di quanto sarà dovuto loro del soldo ANGELO BEOLCO DETTO ·R.UZANTE· ne: «A conforto di tale assunto, la XXXX, oltre a sino al giorno della loro partenza esclusivamen- (PADOVA.1496c. 1542) dedurre una prova per testi ammessa ed escussa, te» (Bollettino delle leggi e decreti imperiali ha acquisito al processo un deconto della CO- pubblicati dalla Consulta straordinaria negli OPYYY, recante il dettaglio dei maggiori oneri Stati romani, n. 104 del 20 aprile 1810, che Con poca fortuna però, perché nel frattempo, derivati dal ritardo nell'esecuzione dell'opera contiene il decreto di Napoleone del 25 germi- con un significato diverso che s'era già affac- [... ]. La prova del pagamento del deconto del- le anno XIII con il regolamento sulle riviste, ciato nel secolo decimonono, il vocabolo era la COOPYYY, relativo ai costi anzi detti , è stata sul soldo e sulla massa delle truppe, art. 56), entrato anche nella legge generale, e in partico- data dal teste ZZZZ» (Cassazione civile, sez. II, dove traduce décompte dell' originale francese. lare in quella che regola i giudizi di fronte alla 02/12/1995, n. 12460). Proprio nel lessico militare, infatti, assume un Corte dei conti: «Sono sempre iscritti a ruolo Che quasi sottotraccia la parola avesse con- valore specifico e indica quella parte del soldo per il giudizio della sezione: a) i conti compilati tinuato a circolare dall'inizio dell'Ottocento dei militari che veniva pagato a saldo, dopo un d'ufficio quando al termine della gestione non ad oggi, alla fine se n'è accorta anche la lessi- primo anticipo, e che serviva «a provvedere alla siano stati resi dal contabile; b) i conti relativi cografia e ne ha preso atto: lo Zingarelli 2013 spesa del corredo» (Gregorio Carbone, Dizio- all'ultima gestione dei contabili, quando com- (chiuso in redazione nell'aprile 2012) ha elimi- nario militare, Torino, Vercelli no, 1863). E il prendano partite attinenti a precedenti gestioni nato per il lemma deconto la marca «disusato», Libretto di deconto, che ancora a volte si può degli stessi contabili e non occorra procedere che compariva nelle edizioni precedenti. Sotto trovare nei mercatini d'antiche cianfrusaglie, alla revocazione delle decisioni sui conti pre- traccia, o di nascosto dentro un telefonino: non era il quadernuccio dove ogni soldato scriveva cedenti; c) i deconti compilati nei casi di defi- si sa o non si dice, ma quanti di noi hanno una il suo nome, il grado, le decorazioni e, appunto, cienza accertata dall'amministrazione a carico scheda a deconto (' a detrazione') che serve per i crediti e i debiti: «1 soldati si guardarono in del contabile e prodotti alla corte anteriormente telefonare e che si ricarica quando - sempre viso come per dirsi: - Che cosa possiamo dare al giudizio sul conto» (art. 34 del R.D. 13 ago- troppo presto - l'importo prepagato è finito? ormai? La coperta del libretto di deconto per sto 1933, n. 1038). Ma qui deconto non è più Perché l'espressione si presta a un uso gene- farla bollire?» (Ed mondo De Amicis, La Vita 'detrazione', non è 'avanzo', anche se conserva rale, la lingua del diritto la registra volentieri, militare. Borsetti, Firenze, Le Monnier, 1869, l'antica idea del computare. È un 'documento anche a proposito di quelle schede che non p. 307; citato nel GDU). contabile che contiene la descrizione di entrate stanno proprio nei telefonini: «Prima del nulla Subito nell'Ottocento i puristi, senza ba- e uscite' e che serve a fissare la responsabilità osta ]' amministrazione deve anche verificare, dare troppo al significato nel lessico militare, di un funzionario che maneggi denaro pubbli- ai fini del pagamento dell'imposta sugli spetta- ebbero da ridire e si scagliarono contro que- co; viene compilato dall'amministrazione in ag- coli e sugli intrattenimenti, che ogni esempla- sto e gli altri francesismi che imbarbarivano giunta o in sostituzione del conto che avrebbe re possegga anche un dispositivo per la lettura la lingua del diritto e dell' amministrazione: dovuto essere presentato all'organo di controllo di schede magnetiche a deconto o di strumenti «Deconto, P.e.: "Fatti i nostri conteggi, vi è un dal funzionario contabile. similari, che sono necessari per assolvere l'oh- deconto di venti lire"; dirai 'avanzo, resto'. Da Per questa via deconto continua ad essere bligo tributario» (Cassazione penale, sez. IlI, qualcuno si usò anche per 'sconto, deduzione'; usato nella lingua del diritto, in particolare in 23/1012003, n. 48489). ma anche in questo significato è voce strana e quella della dottrina e della prassi giudiziaria: Infine, in un testo giuridico o contabile si può falsa. Ma come c'entra in questo significato? «Per queste somme risulta compilato il decon- incontrare a deconto per dire 'in detrazione': È vociaccia orribile per sé stessa, né la lingua to, cioè quel conto gindiziale compilato nei casi «Con successivo contratto del 1.4.99, stipulato italiana l'accetta in significato veruno» (Pietro di deficienza accertata dall' Amministrazione a esclusivamente in nome proprio, XXX conferì Fanfani e Costantino Arlìa, Lessico della cor- carico del contabile e prodotto alla Corte ante- alla Banca YYY mandato irrevocabile all'in- rotta italianità, Milano, Carrara, 1877; citato riormente al giudizio sul conto (art. 34 del R.D. casso dei crediti derivanti dall' appalto, di cui nel GDU). Ancora nel 1938 deconto suscita- 1038/1933), fattispecie che costituisce un' ipo- si dichiarò esclusiva titolare, autorizzando la va gli strali di Piero Addeo, che nel Codice di tesi di giudizio di responsabilità ad iniziativa banca a trattenere le somme incassate a deconto polizia grammaticale ovvero Breviario del/a dell' Amministrazione» (Corte dei conti reg., della propria complessiva esposizione debito- purezza della sua Grammatica forense (Roma, (Lazio), sez. giurisd., 20/11/2013, n. 786). ria» (Cassazione civile, sez. VI, 26/05/2015, n. Aequa) proponeva di sostituire la parola con i E anche al di fuori della giurisdizione contabi- 10821). soliti «avanzo; resto». le, nel clima più spiccio e meno ovattato dei giu- Federigo Bambi LA CRUSCA PER VOI 13

va... T", la risposta sarebbe univocamente di ("fa IL PENT AMERONE d'uopo avere la cautela di lavare spesso la testa", si legge in un libro di medicina del primo Otto- A. TNALI D'ITALIA DE.L Cd/?ALIER cento). DAL PRINCIPIO Di quindi va meglio sia con l'impreciso (se si GIOVJ\.N BATTISTA BASILE DELL' ERA VOLGARE può, meglio non usarlo) "avere cautela di", sia o Y E n o SI lt o A L L' A li N o t7$0. con l'impeccabile "avere la cautela di". COMPILATI LO CUNTO DE LI CUNTE Vittorio Coletti DA LODOVICO ANTONIO

TRATTE!'Tll DE LI PECCi'\ILLE MURATORI

DJ G-IAN ALESIO ABBATTUTIS. DI GIt;SEPl'E CATALA,'! ~M:ran.:.,u, diS. Clr,;!..llT:O a'df:z C~•.s . TOMO I. 3 TOMO PRIMO D&lr Ano.o primI") d '" ERA volgare fino all' Anno 11l. ,.~', Cristian Ciccone da Itri (Latina) chiede che cosa 't:;.~ significa itecaquani, termine che Gadda usa nel Pasticciaccio per indicare gli zelanti giornalisti che andavano a intervistare Mussolini a Palaz- zo Chigi; a suo giudizio si tratta di una parola ~~~ coniata dallo scrittore. dietro la quale si cela un .>;: gioco linguistico. IN MONACO M D C C L X \. SEL~.t. ST/.M!>ZPJA .o'. AçO~TJrlli Oi.l:.Io1"I. Come scrive correttamente il nostro lettore, ite- N A P ,O L I MDCCLXXXVIlI. CON LICENZA, E PRIJ'JLECIO. caquani è un termine attestato nel secondo capi- P.!ESSO GIVSHPPR·MAIUA PORCKLLI tolo del Pasticciaccio, come aggettivo, riferito a CIJn. Lieln{4 di SlIperi'ri . giornalisti che vanno a intervistare Mussolini. Si tratta certamente di un'invenzione di Gadda, il GIOVAN BATTISTA BASILE (1566 - 1632) quale del resto coniò molte parole nuove, alcu- LODOVICO ANTONIO MURATORI (]672 - 1750> 'IL PENTAMER.oNE, 'ANNALI D'ITALIA - DAL PRINCIPIO DELL'ERA OVERO LO CUNTO DE LI CUNTE' ne delle quali entrate poi nell'italiano comune; VOLGARE SINO ALL'ANNO 1750' altre voci, di cui Gadda è considerato il creatore (i dizionari che le registrano riportano come da- zio del 1927 nelle Americhe si guardava con inte- 2 tazione quella appunto del suo romanzo), hanno resse all'Italia mussoliniana [... ]» (voI. l, p. 148). in realtà alcune isolate attestazioni precedenti, Non si potrebbe dire meglio: si tratta infatti di Jacopo Marotta da Lucca chiede se bisogna che lo scrittore poteva conoscere: è il caso, per un falso etnico, cioè di un nome-aggettivo che in- dire "devo aver cautela di non fare qualcosa" o esempio, di ubiquo (retroformazione da ubiquità dica l'appartenenza a una popolazione (inventata, "devo aver cautela a fare qualcosa ". sul modello di equo/equità), che si trova già in in questo caso). Forse, la sostituzione della p di un articolo di Emilio Calvi, Il teatro popolare ipecacuana con la t si spiega anche col ricordo di In realtà, la domanda nasce da una delle frequenti romanesco dal Medio Evo ai tempi nostri, ap- etnici e toponimi latino-americani come Toltechi (e innocenti) manomissioni che noi facciamo in parso sulla «Nuova Antologia» (voI. CXXXIV, e Titicaca; ma certo la motivazione fondamentale frasi fatte, locuzioni fisse: in questo caso usando fasc. 871, 16 aprile 1908, pp. 689-700), in cui si è il conseguente accostamento del termine a ita- cautela come se fosse cura, che è un suo sinoni- legge: «Oltre all'Emiliani e al Pavone, trovo che liani .(per cui legittimamente il Commento parla mo, oppure sopprimendo l'articolo: "devo avere al Fico, o meglio al teatro delle Muse, si produs- di «oriundi»), accostamento dato anche dalla ter- la cautela" . Se la domanda fosse "devo avere sero l'Agnesotti, Luigi Tamburri, il buon Pippo minazione in -ani (il suffisso -ano è, dopo -ese, il cura di ... T" la risposta sarebbe sì, è preferibile Tarnburri e l'immancabile e ubiquo Filippo Tac- più produttivo per formare etnici). di. Cautela significa 'prudenza, circospezione', coni» (p. 698), e di incubatorio, nel Pasticciac- Paolo D' Achille quindi cura è uno dei suoi sinonimi e la sostitu- cio riferito a tempo e documentato già in un arti- zione è facile, anche se non del tutto appropriata colo edito sugli «Annali universali di medicina» (evitiamola, se possibile). Ma se proprio usiamo, del 1867, riferito a periodo. come fa il lettore, "avere cautela" (e non è, atten- Tornando a itecaquani, si tratta di una parola 4 zione, un errore, solo un' imprecisione, e diffusa usata da Gadda un'unica volta (è quindi. come già da secoli), dobbiamo costruire il verbo con di si dice tecnicamente, un hapax legomenoni, nel Alcuni lettori (Alessandro Gui da Latina, Stefano o con a? Ci si diverta a digitare su Google "avere contesto sopra ricordato. Il suo significato (e il Radiconcini da Roma) chiedono se sia dell'ita- cautela" e si noteranno due cose: che l'uso più «gioco linguistico che si cela dietro il termine», liano il verbo ricognire, che incontrano sia nel frequente (e più esatto) della locuzione è quel- come scrive il nostro lettore) è stato definitiva- parlato sia nello scritto, soprattutto con riferi- lo assoluto ("meglio aver cautela, la situazione mente chiarito da Maria Antonietta Terzoli nel mento ad attività topografiche e militari. Sara è difficile") e che le preposizioni con cui si ac- suo splendido Commento a Quer pasticciaccio Kelany da Roma vorrebbe anche sapere se sia compagna quando ha una reggenza sono le più brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, possibile usarne il participio passato. diverse (in, con, su ... ). In un testo del Settecento Roma Carocci, 2015. Qui, a proposito della voce si legge addirittura circa, in un atto amministra- si dice anzitutto che nella prima versione del te- Partendo dal sostantivo di aspetto deverbale tivo odierno riguardo a. Se dopo cautela c'è un sto, apparsa su «Letteratura» nel 1946, al posto ricognizione, alcuni parlanti desumono per re- sintagma nominale (un complemento) prevale di itecaquani si leggeva boliviani. Il Commento troformazione un presunto verbo ricognire. Si (e io consiglierei) con ("bisogna avere cautela aggiunge poi: «Neologisrno gaddiano, non re- tratta di un procedimento analogico, ispirato a con gli insaccati"), ma anche nel ("avere cautela gistrato dai dizionari, contraffazione, forse, del corrispondenze fondate come acquisire - acqui- nel trattamento di pazienti diabetici"); se invece sostantivo ipecacuana, arbusto rizomatoso origi- sizione, definire - definizione, esibire - esibizio- il complemento è una frase all'infinito prevale nario del Brasile dal quale si estrae una sostanza ne, spedire - spedizione e molte altre. In realtà, (ed è consigliabile) nel ("bisogna avere cautela medicamentosa dalle proprietà emetiche, espet- diversamente da questi nomi, ricognizione non è nel dire certe cose"), anche se da Boccaccio a toranti e antidissenteriche; la pianta è citata da derivato dal verbo, ma è voce dotta dal latino re- oggi (ma molto meno frequentemente) si trova Gozzano in La signorina Felicita, VII, V. 349: cognitio (genitivo recognitionisi, sostantivo ef- pure a (<

di una pianta il cui sviluppo va verso il basso, mentre Bruno Moreno da Cerisano (Cosenza) vuole conoscere il significato preciso di degra- dazione e Paolo Greppi da Genova quale sia la parola italiana opposta a degradazione e corri- spondente all'inglese upgrading.

I verbi degradare e digradare sono due allotropi, ovvero discendono dal medesimo etimo: il latino tardo degradare (per il classico dègredii, derivato di gradus 'gradino'. A differenza degli allotropi veri e propri, che oltre a differire per la forma, si allontanano anche per il significato (si pensi a coppie come pieve e plebe, aia e area), nel nostro caso siamo di fronte ad un semplice cambio di prefisso, de- > dio; inoltre entrambe le forme ver- bali sono di origine dotta. In una situazione del genere, la sovrapposizione degli usi e dei valori se mantici è assai agevolata. È pertanto impossi- bile tracciare una linea di confine netta tra i signi- ficati dell' uno e dell' altro verbo. Ciò non toglie, tuttavia, che il tempo abbia selezionato per cia- scuno dei significati "preferenziali", che, seppur FRANCESCO ALGAROTTI 0712 - 1764) FRONTESPIZIO DEL PRIMO VOLUME non esclusivi, sono però comunemente e maggio- IN UN RITRATTO DI IEAN-ÉTIENNE L10TARD. DELLE 'OPERE' DI FRANCESCO ALGAROTTI. AMSTERDAM. RljKSMUSEUM ritariarnente espressi dall'uno o dall'altro. EDITE A VENEZIA DA CARLO PALESE0791-94). Nel GDLl degradare, nei suoi usi transitivi, Dunque ricognizione aveva in origine anche il intransitivi e riflessivi, è provvisto di nove si- dante troviamo anche il significato 'che è in de- senso primario di 'ripetersi della cognizione', in gnificati principali. I primi cinque fanno riferi- clivio, che diminuisce gradualmente d'altezza'; cui era sinonimo di riconoscimento. Oggi è usa- mento all' idea di privare del grado (per esempio tuttavia il Vocabolario dà (alla voce to quasi esclusivamente nel significato intensivo nel linguaggio militare), di diminuire il valore degradare) un'indicazione più restrittiva, anche e frequentativo di 'perlustrazione, esplorazione, di qualcuno o qualcosa, oppure di abbassarsi, di se non perentoria, circa il significato dell'agget- esame dettagliato', e con maggiore frequenza in umiliarsi. È dunque chiarissima la connotazione tivo: «Part. preso degradante, anche come agg., campo militare e topografico, oltre che giuridi- negativa del verbo. Per quanto riguarda gli altri soprattutto in senso morale: un 'azione degra- co. In tutti questi usi, chi non voglia servirsi di signi ficati, a parte un' accezione tecnica del lin- dante; mi sembrerebbe degradante [armi vedere perifrasi come fare/effettuare una ricognizione guaggio geografico, troviamo la nozione di 'di- con un individuo simile!». Nel GRADIT, infine, dovrà ricorrere a verbi come esplorare, perlu- minuire, sfumare, scemare gradualmente'. l'unico significato ammesso per degradante è strare oppure rilevare, accertare, non sempre Se, sempre nel GDLl, andiamo invece a legge- 'umiliante'. Per intendere un elemento naturale, adeguati perché di senso meno specifico e di im- re le definizioni di digradare (quindici significati per esempio un terreno o un' altura, che si ab- piego meno tecnico. principali), troveremo una situazione speculare bassa a poco a poco, che scende gradatarnente, è Probabilmente alla perdita del senso origina- rispetto a degradare. Il senso preminente è quello dunque opportuno usare l'aggettivo digradante. rio di 'riconoscimento' si deve la mancata consa- dell'abbassamento, della discesa graduale, sia in Concludiamo il percorso all'interno di questa pevolezza dei parlanti che ricognizione è parola senso proprio (con riferimento a elementi natu- piccola famiglia di parole occupandoci dei due de- collegata al verbo conoscere, e non a quell'im- ralistici), sia in senso figurato (con riferimento al rivati suffissali degradazione e degrado. Sono sino- maginario ricognire che è oggetto dell'oppor- valore, all'importanza, alla dignità). È invece dato nimi? Degrado appartiene alla serie dei deverbali tuno quesito dei lettori. In realtà in passato, per come antico il significato 'privare del grado'. "a suffisso zero" (tipo annullo, inoltro) che si sono analoga retroformazione, rispettivamente da Il Vocabolario Treccani, nel primo significa- diffusi nel corso del Novecento (il GRADIT indica perquisizione e requisizione (latino perquisitio, to del lemma digradare, scrive: «Scendere di un per degrado la data 1950), e ha completamente sop- derivato da perquirére 'cercare dappertutto, con grado, scendere a un piano inferiore: Venimmo piantato degradazione nel significato di 'deterio- diligenza', e requisitio da requirère 'richiedere') al punto dove si digrada (Dante). Più comunem., ramento, scadimento' (peraltro in tale accezione il si sono tratti perquisire e requisire, analoghi al scendere di grado in grado, abbassarsi a poco a vocabolo è tardo-settecentesco). Oggi, infatti, nes- più antico inquisire, che sono ormai a tutti gli poco (in questa accezione, è usata anche, ma suno direbbe o scriverebbe più degradazione mora- effetti verbi dell'italiano. Dunque non si può meno correttamente, la forma degradarei», Vi è le o degradazione urbana, ma tutti convergerebbero escludere che in futuro possa accadere lo stesso dunque un'indicazione esplicita circa la minore su degrado morale, urbano, ambientale. Di fatto, con ricognire; ma almeno per il momento questo correttezza di una forma rispetto all' altra. però, nei secoli passati il vocabolo degradazione ha verbo non fa parte del lessico italiano, e quindi Nel GRADIT, viceversa, al lemma degradare è ricoperto l'area semantica ora occupata da degra- non può neanche avere un participio passato. dato come del tutto accettabile il seguente signifi- do; nel GDLl, infatti, troviamo il terzo significato Edoardo Lombardi Vallauri cato: «di un'altura o di un terreno, diminuire gra- di degradazione che recita:«Scadimento di pregio, dualmente d'altezza», significato riprodotto con deterioramento, invecchiamento, senescenza». Nel una definizione quasi uguale alla voce digradare. Vocabolario Treccani alla voce degrado leggiamo: Seppure, dunque, non vi sia uniformità nell'at- «Forma usata per degradazione, soprattutto nelle 5 teggiamento dei lessicografi, è evidente che nel accezioni dei nn. 2 e 3: d. ambientale, architeuoni- significato di 'scendere, abbassarsi gradualmen- co, sociale, economico, monetario, ecc.», con una Maria Paola Zonari e Paolo Ballacci da Roma, te' l'italiano di oggi ha selezionato preferibil- sorta di rinvio che parrebbe accreditare degradazio- Gabriella Torano da Castelfranco di Sopra mente la forma digradare, la quale va senz'altro ne come fOITl1adi riferimento. In direzione opposta (Arezzo) e Anna Pescatore da Napoli chiedono preferita all'allotropo con de-. si muove invece il GRADIT, che al lemma degrada- se ci siano differenze di significato tra i verbi Per quanto riguarda l'alternativa tra i due par- zione, quinto significato, scrive: «deterioramento, digradare e degradare, che spesso oggi vengono ticipi con valore aggettivale degradante/digra- degrado»: in questo caso il lemma di riferimento è confusi. Duilia Mondino da Marsa Alam (Egit- dante, in questo caso il quadro appare più stabi- considerato il più moderno degrado. Ovviamente il to)!a la stessa domanda riferita ai participi pre- le. La forma con de- è ormai usata quasi esclusi- ballottaggio tra le due forme nominali avviene solo senti degradante e digradante. Renzo Benati da vamente col significato di 'umiliante, avvilente': per il significato 'avvilimento, scadimento, deterio- Finale Emilia (Modena) chiede se il verbo de- un comportamento degradante, una proposta de- ramento', mentre per tutti gli altri significati conti- gradare possa essere applicato alla descrizione gradante. Vero è che nel GDLl al lemma degra- nua a essere usato degradazione. LA CRUSCA PER VOI 15

Quanto, infine, all'antonimo di degradazione corrispettivo dell'inglese upgrading, non si può dare una risposta univoca. In tal uni contesti può andar bene innalramento, in altri miglioramen- to, in altri ancora nobilitazione. Nella lingua di oggi, però, upgrading ricorre per lo più nel lin- guaggio burocratico e si riferisce a un progresso nella carriera; in tal caso sarebbe sufficiente l'i- taliano promozione. Claudio Giovanardi

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Mirko Malatesta da Notaresco (Teramo) dice di aver letto la parola poligrafismo in riferimento allo scrivere molto su diversi argomenti (il poli- grafìsmo di Flaiano}, ma di non averla trovata su alcun dizionario; si chiede pertanto se non sia preferibile usare poligrafia.

Dire di un poligrafo (cioè di uno scrittore che scrive molto e di cose diverse, come si è detto dal Settecento in poi, con parola abbastanza stabi- lizzata in questo significato) che è caratterizzato da poiigrafismo, è come dire di un poeta che è caratterizzato da poetismo. Non è una grande tro- vata. Tuttavia nel Novecento poligrafismo è stato PIETRO, ALESSAN DRO E CARLO VERRI. INCISIONE DI LUIGI BRIDI DA UN DISEGNO DI ROBERTO FORCONI. usato dalla critica letteraria. Niente di male, ma MILANO. CIVICA RACCOLTA BERTARELLI certo non una soluzione brillante. Si sarebbe po- tuto dire versatilità, poliedricità, anche se un po- ultroneo", ecc. Il GRAD/T, che data la parola al "§cluso" o "recluso" è anche questo da scartare, ligrafo è contrassegnato anche da un giudizio di 1499, registra entrambi i significati, il primo eti- nel Gattopardo (l ed. a cura di G. Bassani, Fel- superficialità, che quelle parole (più positive) non chettato come letterario, il secondo come specia- trinelli 1958) essendoci solo voci quali ~clusi contengono. Per altro poligrafismo, pur assente listico, proprio appunto del diritto. e reclusione: (i)

Seicento: cfr. GRADIT) , ma molto ristretta, e mi- Paolo Carnevale ed. Feltrinelli 1969, rist. 19858, cit., p. 143; ed. naccia di collidere con la stessa parola nel senso "I Meridiani" 1995, cit., p. 149). di 'riproduzione di copie tramite lo strumento del A questo punto se la presenza di secluso nel poligrafo'. Insomma, parole rare e per di più con Gattopardo risulta equivocata e dovuta solo a pluralità di significati. Se si può, meglio evitarle 8 un brutto scherzo della memoria del lettore, po- e non aver paura, nel caso, di qualche perifrasi. trebbe tuttavia risultare in altre opere di Tomasi. Vittorio Coletti Ado/fo Nastasi da Moio della Civitella (Salerno) Non disponendo di concordanze degli altri testi chiede il significato del termine secluso, che af- di Tomasi, la ricerca diventa però costosissima, ferma di aver rinvenuto nel Gattopardo di Toma- se non disperata. si di Lampedusa, e che non ha trovato registrato Il termine non è presente, sostiene il lettore, in 7 in nessuno dei dizionari da lui consultati. nessuno dei dizionari da lui consultati. Ma senza dire in quali. Probabilmente si tratterà di dizio- Antonino Maggio da Roma, Domenico Ca- Perché un'interazione comunicativa possa ave- nari scolastici, rnonovolume, In tal caso, l'accor- ringella da Bari e Sandra Pellegrini da Sesto re buon esito, è necessario tener conto di alcune tezza del lettore avrebbe dovuto essere quella di Fiorentino chiedono chiarimenti sul Significato "massime" alla base del "principio di coopera- cercare in dizionari in più volumi, quindi con un dell'aggettivo ultroneo in ambito giuridico. zione", come dicono i linguisti, ovvero in primo maggior numero di vocaboli. I testi istituziona- luogo della massima della "quantità di informa- li sono il GRAD/T, ricco di 260mila lemmi e il Ultròneo (questa laccentazione corretta) è un zione", che non dev'essere troppa ma neanche GDLI, consultabili in ogni buona biblioteca. C'è termine di origine dotta a cui i giuristi ricorrono troppo poca. Nella richiesta del lettore la "quan- anche lo storico Tornmaseo- Bellini. abbastanza frequentemente. Esso costituisce un tità di informazione" è decisamente insufficien- Se nel Tornrnaseo-Bellini il termine secluso tipico esempio di come il diritto, nell' attingere te, ed è dubbia nella sua richiesta anche la mas- è ignorato come lemma, appare però (miracolo al linguaggio comune (ancorché forbito e lette- sima della "qualità d'informazione". Chiedendo dell'informatica) s.v, rimato con un esempio del rario), possa operare una trasformazione del si- che cosa significa il termine secluso sarebbe sta- Varchi (1543-1565), Lezioni sul Dante: «Si pos- gnificato del vocabolo importato. Se, infatti, nel to infatti opportuno citare la frase in cui il lettore sono intendere separati l'uno dall'altro, cioè il linguaggio comune ultroneo sta per 'spontaneo, ha trovato tale vocabolo. Il contesto avrebbe po- corpo senza l'intelligenza [... l, il che i filosofi volontario', nell'uso giuridico il significato si tuto indirizzare in qualche modo nella risposta. chiamano seclusa, cioè rimota intelligenza». trasforma in 'ulteriore, che va oltre', con uu'ac- Che il termine sia stato dal lettore rinvenuto Il GRAD/T registra secluso come part. passo di centuazione tendenzialmente critica e negati- nel Gattopardo è poi invero assai dubbio. Un ri- secludere e come agg. di B[asso] u[so] letterario, va che si traduce nel significato di 'eccedente. scontro sistematico, possibile grazie a una con- detto «di luogo, remoto, appartato». L'infinito indebito, estraneo'. In questo senso si parla di cordanza del romanzo, non ha dato infatti nes- secludere voce lett. ha il significato di «separare "argomentazione ultronea", di "provvedimento sun esito. Che secluso possa essere un refuso per da un'altra persona». La voce è indicata come 16 LA CRUSCA PER VOI

latinismo «, anche d'azione di secludere») per il significato l) va (a) nell'ed. del 1958 basata sul dattiloscritto del davanti a vocali anteriori come lil, seguendo in corretto in quanto si tratta di anglo-latinismo. 1956 a cura di G. Bassani e (b) nell'ed. basata questo una norma ortografica comune all'inglese In una banca dati come la 8/2, ricca di circa sul manoscritto del 1957 a cura di G. Lanza To- e al tedesco (cfr. inglese give 'dare' IgIv/, tedesco 1000 testi dal '200 a metà '900, la forma seclusa masi 1969, rist. 19858e "I Meridiani" del 1995 Gift 'veleno' Igiftl). In italiano invece la norma appare ancor prima del 1543-1565 con L. B. AI- a cura dello stesso G. Lanza Tomasi. La prima, ortografica rende la velare Igl davanti a vocali berti 1441: «seclusa ogni assentazione». di Bassani 1958, una banalizzazione frutto di una anteriori con il digramma -cgh», come in ghiro, Da non scartare è anche la consultazione in correzione cosciente di seclusione, ritenuto erro- aghi, ghetto, mentre la sequenza in italiano rete del Vocabolario Treccani. La voce man- re di batti tura del dattiloscritto, in reclusione. La rappresenta Id3i1, con affricata postalveolare so- ca anche nel cartaceo. Ma in rete in Sinonimi e seconda, di G. Lanza Tomasi 1969/1995, banaliz- nora, come in giro, agi (o Id31 se seguita da voca- Contrari Treccani S.V. romito si trova segnalato zazione frutto di una lettura inconscia di seclusio- le non anteriore, come in giacca, giorno, giusto). il sinonimo «(lett.) secluso». ne come reclusione, la distinzione tra "s" e "r" La forma , se si applicano spontaneamen- Non volendo tuttavia demordere nella caccia dell' autografo di facile confusione presente peral- te le norme di conversione dall'ortografia alla del termine proposto dal lettore, e ritornando al tro in un termine (seclusione) non proprio comu- pronuncia proprie dell'italiano, si legge /j::>d3i1, Gattopardo, è probabile che egli abbia letto in ne, ignoto al pur anglofono G. Lanza Tomasi. Che con affricata postalveolare; la pronuncia rispet- una edizione del Gattopardo non il parto pass./ poi il curatore, stampando nel 1995 in "Appendi- tosa dell'etimologia è però /j::>gi/, con occJusiva agg. secluso ma il s.f. seclusione, forma più rara ce" la parte IV del "Dattiloscriuo del 1956" con la velare (ed è questa quella indicata nel GRADln. di reclusione presente nella su ricordata ed. 1958 corretta forma seclusione, non abbia mentalmente La forma è quindi omofona con il nome dell'or- e successive. In una ristampa del Gattopardo del collegato le due redazioni per una verifica delle so dei cartoni animati di Hanna e Barbera, il cui 1959 (collana Feltrinelli "I contemporanei", p. divergenze, è anche comprensibile. nome in inglese è scritto Yogi Bear, e in italiano 21) e in un' ulteriore ed. nella "Universale eco- Le intrigate vicende redazionali ed editoriali orso Yoghi, con un adattamento ortografico che nomica" Feltrinelli 1975, è infatti seclusione la del Gattopardo spiegano così la mancata citazio- invece non si ha, o almeno non sistematicamente, le~ione che ricorre. A questo punto c'è da chie- ne dei due esempi tomasiani nel GDU. nel nome del praticante dello yoga. dersi quale sia la lezione "vera" del Gattopardo, Analoga è stata la mancata citazione lessi- Il DOP, consultato nell'edizione in rete, met- se reclusione o seclusione. L'ed. "I Meridiani" cografìca del gattopardiano cernieco, assente te a lemma la forma ortograficamente adattata LA CRUSCA PER VOI 17

nella seconda consonante, (ma non nella pri- ma) yoghi, e anche una voce ortograficamente completamente adattata ioghi, che rinvia però a voghi (dove si indica la pronuncia f'j::>gil). I! GRADIT invece mette a lemma yogi, e indica voghi come variante con rinvio a vosi I! GDLI mette a lemma vogi, il Vocabolario Treccani voghi. Non c'è dunque unanimità tra i dizionari sull'ortografia preferibile. La consultazione di Google books Ngram Viewer (https:/lbooks.go- ogle.com/ngrams) a chi richiede le forme ioghi, yoghi e yogi nel corpus di libri italiani tra il 1800 e il 2000 mostra una prevalenza della forma or- tografica ioghi fino all'inizio del Novecento; nel trentennio 1920-1950 la formayogi supera per lo più le altre due, ma le tre forme hanno frequenze molto vicine (e basse); dal 1950 yogi inizia un'a- scesa, che diviene une vera e propria impennata negli anni Novanta del xx secolo, e si distacca largamente dalle altre due grafie concorrenti. I! caso di yogi è uno dei sempre più frequenti casi in cui il mancato adattamento ortografico di un prestito (che sia esotismo o meno: si pensi a computer, in italiano pronunciato /korn'pjuter/ ma non scritto -ccornpiuter», se non da semi-

colti) produce una dissimmetria nell'uso (non UFFICIO DI VENDITA IN TOSCANA DEL ·MONITOR.E ITALIANO' (1799) possiamo più dire che in italiano Igil si scrive MILANO. CIVICA RACCOLTA BER.TAR.ELLI sempre , perché in yogi si scrive (mentre nel caso cogli mento anche nello scritto, soprattutto in canti si usano oralmente sia f"j::>gichl e f"j::>d3i/,ed di basi con radice terminante in occlusiva velare autori attenti all' ambientazione dei testi, che se è questa variazione che avrà originato il dubbio sorda si hanno sia casi di alternanza tra occlusi- ne servono quindi per ottenere quel "colore mu- e il quesito cui stiamo dando risposta. va velare e affricata postalveolare, come strepto- nicipale" o "locale" tanto caro alla letteratura di Quanto al nome con cui designare una donna coccico. mucico < streptococco. muco, che casi impronta realistica. che pratica yoga, la lettrice Giorgia de Cristofaro di conservazione della velare, come psichico < Nel caso di càdola, documentata nell'AlS chiede se debba essere «yogini o yoghini». La psiche). Una pronuncia f"jod3ikol per l'aggettivo (vol. VII!, carta 1941a), per trovarne attestazioni risposta è parallela a quella data per il maschile: derivato da f"jogil sembra dunque adeguata alla nei repertori lessicografici, bisogna ricorrere al la voce è prestito dal sanscrito yogini, e il valo- norma stabilita dalle altre formazioni aggettivali VSI (voI. 1Il, pp. 99-104) o al più recente LSI (vol. re etimologico della consonante traslitterata con in -ico da basi con radice terminante in occlusiva I, p. 562). Queste ultime due opere (la prima di è Ig/. In Italia è diffusa la pronuncia con Id3f velare sonora (oltre che ovvia se si parte da una carattere enciclopedico, la seconda di taglio più per i motivi già illustrati per la forma maschile. base pronunciata f"jod3i/). specificamente lessicografico) registrano la voce La forma femminile sembra comunque piuttosto Anna M. Thornton con tutte le varianti fonetiche raccolte nei vari rara: manca per esempio nel GRADIT, che indica centri indagati e, accanto al significato primario yogi e tutte le varianti come «s. m. e f. inv.». An- di «attrezzo di legno per il trasporto a spalla», ne che nelle comunità di praticanti è diffuso l'uso segnalano vari altri, metonimici o metaforici. In di yogi come ambigenere (uno yogi / una vogi). 10 entrambi i dizionari il lemma càdola viene reso I! caso dell'aggettivo vogico è ancor più spi- con cadola, il che significa che la voce è sentita noso e interessante. L'aggettivo non è un eso- Bruno Foldrini di Beura vardezza (Verbano-Cu- anche come italiana (nel LSI, però, la definizione tisrno, ma un derivato da esotismo (secondo il sio-Osso/a) segnala l'assenza nei dizionari ita- è data in corsivo, a marcarne la regionalità). GRADITattestato dal 1910). Si potrebbe suppor- liani della voce càdola, che pure figura in testi in Franco Lurà re che, assodato che yogi si legge f"j::>gil/'agg, et- italiano di autori ossolani e ticinesi come Benito tivo si legga /joqiko/. Tuttavia, alcuni dizionari Mazzi e Plinio Martini per indicare «una specie (tra cui il GRADIT, ma non il GDLI) indicano di gerlo piccolo per il trasporto di legna» che nei come pronuncia /jodgiko/, Qui però la causa dialetti locali è detto caula o ci aula. 11 non è tanto la lettura secondo la norma orto- grafica prevalente in italiano di una sequenza di La lessicografia italiana, anche quella più ag- Davide Braccini da Roma ha recuperato dai lettere che trascrive in realtà un diverso valore giornata, non sempre arriva a registrare voci suoi ricordi scolastici il termine tornata e chie- nella lingua d'origine del prestito. In italiano, in- proprie di quelli che vengono definiti come ita- de quali siano i significati della parola e se sia fatti, si ha un'alternanza tra occlusiva velare so- liani regionali, cioè le varietà di lingua parlate possibile rintracciare lesti poetici - che ricorda nora nella base e affricata postalveolare sonora in specifiche zone del paese. Queste varietà si di aver letto - in cui essa ricorra con il signifi- nell' aggettivo derivato in -ico anche in altri casi: caratterizzano a livello lessicale per la presenza cato di 'grande adunata' o 'folla di persone che dialogo / dialogico. letargo /letargico, deiniur- sia di geosinonimi, cioè di voci che indicano re- si getta in battaglia '. go / demiurgico. chirurgo / chirurgico. nuraghe ferenti che in altre realtà vengono diversamente / nuragico. Ulrich Wandruszka (Aggettivi deno- nominati (si pensi alle cozze meridionali, dette Nelle accademie, e l'Accademia della Crusca minati, in Grossrnann-Rainer, p. 389) annovera in Toscana mitili, in Liguria muscoli, a Venezia continua a esserne vitale testimonianza, è an- questi casi tra quelli di «irregolarità formali (...) peoci, ecc.; ma cozze è termine ormai standard, cora in uso il termine tornata per riferirsi a una sporadiche»: questo è vero se si vuole sottoli- registrato senza marche, in questa accezione, dal particolare adunanza. Ripercorrendo la storia di neare l'esiguità del numero di coppie che pre- GRADlT), sia di termini, spesso di origine dia- questa parola risulterà evidente come essa abbia sentano l'alternanza in questione, ma non se si lettale anche se italianizzate sul piano formale, ridotto i suoi ambiti d'uso e abbia modificato le vuole caratterizzare la cogenza dell'alternanza, che indicano oggetti o elementi naturali propri sue accezioni. Tornata entra in italiano attraverso che sembra sistematica nel caso di basi con radi- (e a volte esclusivi) dell'area. Sebbene non sern- il provenzale tornada. termine con cui si indicava 18 LA CRUSCA PER VOI

la stanza finale e più breve della canzone con il di questo significato nelle espressioni tornata che avessero una cadenza abbastanza regolare. Si commiato e la dedica; in questa accezione, nata elettorale, tornata referendaria, tornata di con- tratterebbe proprio delle tornate ordinarie, quelle nell'ambito della poetica provenzale e affine al sultazioni, tornata di interrogatori, ecc., molto riunioni accademiche, di volta in volta dedicate nostro ritornello ('parte di una composizione mu- frequenti soprattutto nella lingua giornalistica alla discussione delle singole questioni stabilite sicale che ritorna invariata sempre uguale tra le per indicare una 'sessione' o, più genericamente, precedentemente nelle cosiddette adunanze (as- altre'), la voce è attestata in Dante ai primi del un 'giro' consultivo o interlocutorio. Se si con- semblee generali di indirizzo politico, diremmo Trecento (1304-1308). L'etimologia della parola, sultano gli archivi dei due maggiori quotidiani oggi), in cui si tracciavano le linee guida di gran- sia nella forma sonorizzata provenzale tornada italiani si può vedere come soprattutto tornata di progetti da realizzare. L'inizio dei lavori per sia in quella italiana tornata, va cercata nella deri- elettorale e tornata referendaria emergano come ogni edizione del Vocabolario della Crusca, per vazione dal verbo tornare nel significato primario presenze ben salde e continuative: su «Repubbli- esempio, fu segnato da una generale adunanza in di 'lavorare al tornio', uno strumento che ruota e ca» (dal 1984 a oggi) si hanno 4705 occorrenze cui si ratificò l'intenzione di realizzare l'opera e che quindi ripropone continuamente il "ritorno" di tornata elettorale e 69 di tornata refe renda- vennero fissati i criteri di lavoro; nelle tornate ve- dell'opera che si sta realizzando. Nei dialetti set- ria; sul «Corriere della Sera» si contano 2068 nivano poi, di volta in volta, discussi i problemi, tentrionali il verbo tornare ha mantenuto il signi- attestazioni di tornata elettorale (dal 1932 fino i tempi, le modalità del lavoro. Le tornate straor- ficato di 'girare' e il derivato tornello 'dispositivo a marzo 2016) e 45 di tornata referendaria (dal dinarie venivano invece convocate nei casi non girevole a crociera che permette il passaggio di 1991 a oggi). Meno fortunata invece l'accezio- previsti in cui ci fosse qualche questione urgen- una persona alla volta attraverso uno sbarramen- ne giuridica di 'udienza di tribunale', registrata te da discutere e su cui deliberare. L'Accademia to', ha alla base proprio questo significato prima- nel Dizionario deL Linguaggio italiano storico e della Crusca (come molte altre accademie) indice rio del 'girare'. Da questo contesto concreto la pa- amministrativo di Giulio Rezasco (1881), che fa ancora oggi tornate, che si distinguono in priva- rola ha esteso il suo campo semantico a 'ritorno' riferimento ai Bandi toscani del 1562, ma che te, alle quali possono partecipare solo gli acca- di qualcosa o di qualcuno al luogo da cui si era non è arrivata nella lingua giuridica attuale. demici, e pubbliche, aperte a tutti: possono svol- allontanato e, in questa accezione ormai antica e La più antica attestazione indicata dai dizio- gersi per incontri scientifici, presentazioni di vo- non più usata, è presente nei testi letterari fin dal nari di tornata per 'adunanza accademica' è del lumi, ricorrenze ufficiali e solenni, ma non sono Trecento con una certa tenuta fino almeno a tut- 1584 e la si trova nella prima cruscata (termine assemblee statutarie e pertanto non hanno alcun to il Cinquecento. Ne abbiamo diversi esempi in che all'epoca significava proprio 'cosa di poco potere deliberativo né esecutivo. L'attuale Statuto Boccaccio (eAvanti che di mia tornata si sappia, conto') di (uno dei fondatori dell' Accademia prevede due organi assembleari, io intendo di veder che contenenza sia quella di dell' Accademia della Crusca e teorico del suo il Collegio degli Accademici e il Consiglio di- mia mogliere in queste nozze», Decameron, x, 9; Vocabolario), dal titolo Il Lasca Dialogo: Cru- rettivo, cui sono affidate l'elezione degli organi, «Oh quanti onesti sdegni gli convenne posporre, scata, ovver Paradosso d'Ormannozzo Rigogoli: l'indirizzo delle attività scientifiche e la gestione più duri a lui che morte a trapassare, prornetten- rivisto e ampliato da Panico Granacci, Cittadini amministrativa dell'Ente. La scelta di alcune ac- dogli la speranza questi dover essere brievi, e di Firenze, e Accademici della Crusca: Nel quale cademie tuttora attive di continuare a utilizzare prossima la tornata!», Trattatello in laude di Dan- si mostra, che non importa, che la Storia sia vera, la denominazione di tornata è quindi un tributo te), torna poi in Michelangelo Buonarroti «

Scritti politici minori) con il significato di 'ses- no ne dicesse il suo parere; e 'nsieme si risolvé Grossmann-Rainer = Maria Grossmann, Franz Rainer sione di un consiglio, riunione, seduta' e tale uso che per la vegnente tornata si deliberasse della (a cura di), La formazione delle parole in italiano, si è. conservato fino ad anni abbastanza recenti 'rnpresa grande». Il fatto che la parola tornata sia Tubingen, Niemeyer, 2004. per riferirsi alle sedute del Senato (fino al 1933) qui preceduta dall'aggettivo vegnente ('prossi- LSI = Lessico dia letta le della Svizzera italiana. BeI- e a quelle della Camera dei deputati (fino al ma') ci suggerisce che le sedute accademiche do- linzona. Centro di dialettologia e di etnografia. 2004. 1938). Nell'uso contemporaneo rimane traccia vessero essere normalmente denominate così, e 5 volI. LA CRUSCA PER VOI 19

OED = The Oxford English Dictionary, 2' ed., a cura Unione Tipografica-editrice, 1861-1874. 4 volI. in 8 italiana, diretto da Aldo Duro, Roma, Istituto della di John A. Simpson, Edmund S.c. Weiner, Oxford, tomi (consultabile anche nella BI2). Enciclopedia Italiana. 1986-1994, 4 volI. in 5 tomi; Clarendon Press, 1989, 20 volI. anche in rete, all'indirizzo http://www.treccani.it/vo- VSI = Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, cabolario/. Sinonimi e Contrari Treccani = Sinonimi e Contrari, fondato da Carlo Salvioni, diretto da Silvio Sganzini, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2003; in Federico Spiess, Rosanna Zeli, Lugano, Fotocompo- Zingarelli 2013 = Lo Zingarelli 2013. Vocabolario rete all'indirizzo http://www.treccani.it/sinonimil. sizione italiana, poi Bellinzona, Centro di dialetto 10- della lingua italiana di Nicola Zingarelli, 12' ed., a gia e di etnografia, 1907ss. Tornrnaseo-Bellini = Niccolò Tommaseo, Bernar- cura di Mario Cannella, Beata Lazzarini, Bologna, do Bellini, Dizionario della lingua italiana, Torino, Vocabolario Treccani = Vocabolario della lingua Zanichelli,2012.

SPIGOLATURE quali bisogna concedere vocaboli cittadini, per- ch'esse s'appiglino agli stranieri: vive in tre o Vogliamo proporre ai lettori un brano tratto da quattro città toscane, e nella bocca degli uomini una lettera di Ugo Foscolo del 1812. Com'è ben educati d'Italia, ma la è ad un tempo sì varia noto, per l'autore dei Sepolcri, dopo il momento ne' significati, sì abbondante ne' suoni, sì incer- più alto di creatività poetica, si apre una nuova ta ne' modi e nella sintassi, e quindi sì difficile, stagione, non meno importante della precedente, che a ben parlarla bisogna lunghissima pratica; fatta di traduzioni e, soprattutto, di critica lette- né la pratica basta a scrivere: vive, è vero, nelle raria. Non manca la riflessione linguistica: è sor- carte di alcuni scrittori miei contemporanei, ma prendente osservare come il poeta di Zante sia o timida, o affettata, mentre maggiore è il nume- anche un linguista ante liueram, considerata la ro e più quotidiano il bisogno de' libri, giornali, profondità delle sue riflessioni. leggi, romanzi dove le voci italiane sono stem- Foscolo affronta qui il problema della reda- perate in fraseggiamenti francesi. Ecco dunque zione di un nuovo vocabolario della lingua italia- perché i sussidi grammaticali, inutili forse a' na, che non dovrà essere più solo opera di lette- tempi degli antichi accademici, diventano indi- rati, ma anche di intellettuali e scienziati; dovrà spensabili in oggi. tener conto dell'etimologia delle parole, della Se non che a me pare ch'io proverei che definizione del significato proprio di ogni voca- l'Accademia della Crusca non seppe consegui- bolo e dei suoi eventuali usi figurati, degli usi dei re nemmeno il fine a cui per tanti anni tende- vocaboli in relazione al registro; dovrà, infine, va. Tendeva a cogliere tutto il più bel fior della proporre, una volta per tutte, le voci toscane che lingua; e quanto non ne rimane egli non colto? sostituiscano quelle straniere e/o dialettali, spes- Ne' margini del Vocabolario ho notate moltissi- UGO FOSCOLO so utilizzate in varie parti d'Italia. Non vengono (ZACINTO. 1778 - TURNHAM GR.EEN. (827) me voci, e bellissime, evidentissime, elegantis- risparmiate critiche alla Crusca per non aver te- IN UN R.ITR.ATTO DI FR.ANçOIS-XAVIER. FABR.E sime del Villani, del padre Dante, del Petrarca, nuto conto, in modo approfondito, delle «parti- di Fazio degli Uberti, del Firenzuola, del Tasso, celle» della lingua, del loro impiego nei diversi possibile, ogni vocabolo - Mostrerei, dove vera- dell' Ariosto, e d'altri scrittori santificati da essa contesti. Interessanti anche le osservazioni sulla mente vi sieno, le origini greche, latine e proven- Accademia, ma non esaminati a dovere, tutte lingua italiana ai tempi dell' autore, «da conside- zali del vocabolo; perché dall'etimologia bene voci che, al mio parere, non furono ammesse rarsi mezzo viva e mezzo morta», dato che essa usata derivano assai notizie storiche, e quindi la perché non vennero in tanti anni osservate. Ma «vive ne' libri». maggiore proprietà della lingua scritta - Noterei dove la Crusca pecca imperdonabilmente si è Riccardo Cimaglia accuratamente l'idea propria, quindi le meta- nelle particelle, le quali in ogni idioma sono le fori che annesse al vocabolo - Noterei il valore vere e sole giunture delle idee principali del di- Lettera a Giovan Paolo Schulthesius - Livorno più o meno alterato dal corso degli anni e dalle scorso; danno inoltre i toni e mezzi toni come [Firenze] 27 Agosto 1812 mutazioni de' governi e degli usi; e queste note nella musica; ed aiutano lo scrittore a quel chia- dovrebbero farsi gradatamente di cinquanta in roscuro che tanto è più grato quanto le minime Vocabolario sicuro, abbondante, spregiudica- cinquant'anni; però ad ogni vocabolo citerei gli tinte che lo distinguono spiccano meno. - Segno to - filosofico insomma - non avremo in Italia esempi progressivamente di scrittori dal 1200 al questi versi perch'io (non so se meritamente) mi se non quando un letterato non bisognoso, non 1800. - Distinguerei la famiglia delle voci in gra- fo bello di questa definizione delle particelle; pedante, non provinciale, non accademico; ben- di; cioè poetico, oratorio, cittadinesco, pedestre, del resto il profondissimo Locke nell' opera sua sì metafisico, italiano, ed indipendente, e sopra plebeo, e ribobolo; e ciò in grazia de' non Tosca- maggiore ne parla con altri termini, ma con lo tutto più premuroso della gloria della sua patria ni che in fondo costituiscono l'universalità de- stesso principio, e con quella eloquenza sicura, che degli applausi de' giornalisti, piglierà sotto gl'Italiani, e che fidando ne' testi di lingua e ne' calda, e tranquilla ad un tempo che nessun filo- di sé con buoni stipendi parecchi uomini dotti, lessici affastellano senza discernimento le frasi, e sofo ha mai conseguito. - E nondimeno la Cru- e ciascheduno in un' arte o scienza dello sci bile, confondono i generi: onde vedo storie gravissime sca anche nelle particelle s'appigliò al metodo e parecchi altri che siano grammatici, chi prati- scritte con le lascivie de' novellieri, e panegirici che basta appena alle altre parti dell' orazione; camente, e chi teoricamente nelle lingue dotte con modi carnascialeschi; e peggio. - Finalmente poiché spiegò il significato intrinseco, ma n011 dell'Europa antica e moderna. Con questi con- ad ogni volume aggiungerei per appendice un vo- già gli accidentali, infiniti quasi, ed elegantissi- siglieri ed aiutatori, a' quali egli comandi come cabolarietto negativo di tutte le parole e maniere mi sensi che ogni particella assume da' luoghi, Dittatore, potrà compilare un vocabolario che ad francesi, lombarde, veneziane ecc.; e le equiva- tempi, e modi in cui è collocata. Or a che giova ogni modo vuoi essere fatto a Firenze o a Siena, lenti toscane; dico di quelle parole e maniere che che tu mi mostri il valore d'una voce, se non dove la lingua spira fresca eleganza, ed antichis- per incuria ed ignoranza degli scrittori prevalgo- m'insegni il modo di usarne? e senza giunture sima purità. Richiedesi anche, oltre a questi dotti, no; e gioverebbe, parmi, a purgare la lingua per- v' ha egli disegno e coerenza nel tuo discorso? un uomo esercitato (almeno speculativamente) ché si agevola a chi scrive il mezzo di non errare, senza musica v' ha egli armonia d'immagini e nelle arti meccaniche, ond' ei possa alle sue idee ed a chi legge il mezzo di giudicare. di sentenze? senza chiaroscuro, insomma senza applicare i vocaboli usati in Toscana da' vari ar- Vero è che l'antica Accademia di Firenze o particelle riccamente, variamente, ed avveduta- tefici, ma raramente tramandati a noi dagli au- non vide, o trascurò come inutili tanti sussidi, mente adoperate vi può egli essere stile? tori. Dato questo apparecchio, e moltitudine di ch'io ad ogni modo credo indispensabili e capi- soccorsi, ed unità di volere, io, oltre a molte utili tali. Questa lingua, Signor mio, è da considerar- (da UGO FOSCOLO, Epistoiario, voI. 4 (1812- regole ch'altri saprà forse immaginare meglio di si mezzo viva e mezzo morta; vive ne' libri, ma 1813), a cura di Plinio Carli, Firenze, Le Mon- me, consiglierei le seguenti. - Definirei, quanto è è combattuta, e con diritto, dalle idee nuove alle nier, 1954, pp. 114-/17). 20 LA CRUSCA PER VOI

L'Associazione Amici dell' Accademia della la Crusca, contribuendo alla conservazione e Enzo Cheli, Piero Gnudi, Roberto Poli, Giovan- Crusca - onlus è sorta a Firenze il 15 dicem- all'accrescimento del patrimonio bibliotecario e ni Puglisi, Domenico Sorace, Antonio Zanardi bre 2003 su iniziativa di alcune personalità del archivistico e alla realizzazione di progetti scien- Landi. mondo culturale, imprenditoriale e bancario tifici. Inoltre promuove, anche in proprio, studi, italiano. Attualmente conta oltre 300 iscritti, manifestazioni, eventi culturali e altre iniziative Prosegue la collaborazione con l' Accade- tra cui sei soci grandi sostenitori (Associazione per avvicinare il grande pubblico all'istituzione mia per la promozione della diffusione e dello Bancaria Italiana ABI, Banca CR Firenze, Ban- che da sempre diffonde e valorizza la conoscen- studio della lingua italiana e il sostegno delle ca Popolare dell'Emilia Romagna, Fondazione za della lingua italiana. attività della Biblioteca e dell' Archivio. Inoltre Cassa di Risparmio di Prato, Fondazione Cassa Membri del consiglio direttivo sono Aure- anche quest' anno l'Associazione contribuirà di Risparmio di Ravenna, Fondazione Sicilia). liano Benedetti (Presidente), Giuseppe Morbi- all' organizzazione della prossima "Piazza delle Scopo dell' Associazione è sostenere e fa- delli (Vicepresidente), Domenico De Martino Lingue" e del festival Dante2021 (che si terrà a vorire l'attività di ricerca dell'Accademia del- (Segretario), Gino Belloni, Marco Cammelli, Ravenna a settembre).

Modalità di adesione ali' Associazione Tutti i soci usufruiranno dei seguenti benefici: ri- all'abbonamento al nostro periodico -la quota mi- Amici dell'Accademia della Crusca - ONLUS duzione fiscale tipica per le erogazioni alle Onlus; nima di € 25,00 indipendentemente dall'età. acquisto con lo sconto del 15% sul prezzo dei libri L'Associazione Amici dell' Accademia della Cru- editi dall' Accademia, partecipazione ad incontri Per iscriversi all' Associazione è sufficiente effet- sca prevede le seguenti quattro categorie di soci: con accademici e studiosi di lingua italiana) tuare il versamento su c/c postale n° 59944165 op- I soci, via posta elettronica, riceveranno informa- pure un bonifico bancario sul c/c 120000 - ordinari: quota annuale a partire da € 75,00 zioni sulle attività e sulle manifestazioni organiz- IBAN: IT 55 P 06160 02800 000120000COO. - ordinari agevolati (persone con meno di 25 anni zate dall' Associazione e dall' Accademia e verran- Codice BIC CRFIIT3F o con più di 60): quota annuale a partire da € 25,00 no invitati a partecipare agli incontri e agli eventi. Informazioni presso la segreteria da lunedì a vener- - sostenitori: quota annuale a partire da € 500,00 • Gli abbonati alla Crusca per voi potranno per due dì, dalle ore 9.00 alle ore 14.00 . - grandi sostenitori: quota annuale a partire da anni aderire all' Associazione Amici dell' Accade- Telefono e fax n. 055/451448. € 10.000,00 mia della Crusca pagando per ciascun anno - oltre Posta elettronica: [email protected]

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