LA CRUSCA• Per VOI Foglio Dell' Accademia Della Crusca Dedicato Alle Scuole E Agli Amatori Della Lingua

LA CRUSCA• Per VOI Foglio Dell' Accademia Della Crusca Dedicato Alle Scuole E Agli Amatori Della Lingua

LA CRUSCA• per VOI Foglio dell' Accademia della Crusca dedicato alle scuole e agli amatori della lingua. Fondato da Giovanni Nencioni Direttore: Paolo D'Achille Comitato di redazione: Vittorio Coletti, Francesco Sabatini Periodico semestrale Coordinamento editoriale: Raffaella Setti, Riccardo Cimaglia N. 52 (2016, I) Grafica: Auro Lecci Accademia della Crusca, Centro di Grammatica Italiana, Villa Medicea di Castello, Via di Castello 46,50141 Firenze. www.accademiadellacrusca.it Paolo D' Achille, L'italiano in cammino (I); Lorenzo Tomasin, Italiano antico e italiano d'oggi; Riccardo Tesi, L'italiano come lingua nuova. Aspetti del-rinnova- mento linguistico dall' Anticrusca di Paolo Beni (1612) all' età manzoniana: Francesco Sabatini, I ganci della continuità. Notizie dell' Accademia. QUESITIDA:Marsa Alam, Paolo Ballacci, Renzo Benati, Christian Bertozzi, Davide Braccini, Domenico Caringella, Cristian Ciccone, Giacomo Colomba, Giorgia de Cristofaro, Bruno Foldrini, Paolo Greppi, Alessandro Gui, Sara Kelany, Antonino Maggio, Mirko Malatesta, Jacopo Marotta, Duilia Mondino, Bruno Moreno, Adolfo Nastasi, Laura Pacciarella, Sandra Pellegrini, Anna Pescatore, Stefano Radiconcini, Gabriella Torano, Maria Paola Zonari, RISPOSTEDI: Federigo Barnbi, Paolo Carnevale, Vittorio Coletri, Paolo D'Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri, Franco Lurà, Raffella Setti, Salvatore Claudio Sgroi, Anna M. Thornton. SprGOLATURE L'ITALIANO IN CAMMINO (I) il complesso dei volgari medievali dell'area ita- la-romanza) per proporre, con un ricco corredo Nei due numeri annuali di questo giornale af- di esempi, una serie di tratti che lo differenzia- frontiamo il tema delle continuità e delle discon- no dalla lingua attuale; Riccardo Tesi, docente tinuità nella storia della lingua italiana. Rispetto all'Università di Bologna, tratta invece dell'ita- ad altre grandi lingue di cultura europee, che liano moderno, tra Seicento e primo Ottocento, hanno subito nel tempo un processo evolutivo individuando, proprio nel momento del consoli- che ha determinato in esse profonde trasforma- damento e di espansione della norma, elementi zioni a tutti i livelli dell'analisi linguistica, l'ita- di novità e, dunque, di discontinuità rispetto al liano è sempre stato considerato una lingua che passato. Si affianca ai due contributi un testo è cambiata poco nel corso dei secoli: nelle strut- di Francesco Sabatini, che propone una bre- ture fondamentali del sistema non si è avuto lo ve, ma pregnante riflessione sul significato più stesso forte distanziamenio rispetto alla fase me- profondo della "continuità", affidata anche alla dievale che c'è stato in altre lingue, tanto che la memoria poetica e al suo valore fondante della comprensione dei testi del Trecento toscano (in coscienza linguistica italiana (con tacito riferi- particolare le opere delle "Tre Corone ": Dante, mento a Dante). Petrarca e Boccaccia, autori di capolavori fon- La spigolatura curata da Riccardo Cimaglia damentali nella storia della letteratura mondia- presenta un ampio passo di una lettera di Ugo le) non può dirsi preclusa ai lettori moderni. Foscolo, il quale, da saggista, dedicò all'italia- Questa caratteristica dell'italiano viene varia- no molte pagine importanti, non sempre ricor- mente spiegata. Fondamentale è stato il fatto che date quanto meriterebbero: in questo caso (a un la linea vincente della questione della lingua cin- anno dalla riapertura della Crusca per volere di quecentesca risultasse quella arcaizrante e classi- Napoleone, nel 1811 ) il poeta propone le proprie cistica di Pietro Bembo, che aveva eletto il fioren- Negli ultimi anni, comunque, la stabilità e idee per la predisposizione di un nuovo vocabo- tino trecentesco (non quello contemporaneo, che la conservatività dell'italiano rispetto alle sue lario, dimostrando che la necessità di strumenti tra la fine del Trecento e nel corso del Quattro- origini sono state messe più nettamente in di- lessicografici di carattere scientifico era avver- cento aveva sviluppato vari tratti innovativi) quale scussione: da un lato l'approfondimento de- tita anche dagli scrittori. I grandi scrittori sono modello per l'uso letterario, a sua volta punto di gli studi sull'italiano antico, culminati con la stati spesso, del resto, anche grandi linguisti. riferimento per le altre forme di scrittura; da un Grammatica curata da Giampaolo Salvi e Lo- Completano il fascicolo, come sempre, le no- altro lato va considerata la scarsa circolazione, renzo Renri (2010), ha documentato molte diffe- tizie sulle attività dell 'Accademia e le risposte per secoli, dell'italiano nella comunicazione par- renze siniattiche tra il volgare dei testi fiorentini ai quesiti dei lettori, in questo caso dedicate so- lata, visto che il parlato è il motore del cambia- due-trecenteschi e l'italiano standard attuale; prattutto a temi curiosi o particolari; segnalo mento linguistico; da un altro lato ancora andrà da un altro lato, in una prospettiva di storia lin- qui la risposta di Raffaella Setti alla domanda ricordato che il fiorentino medievale che era alla guistica interna, sono state evidenziate alcune sul significato di tornata perché si tratta di un base del modello scelto si era allontanato dal lati- novità sviluppatesi nell' italiano dal Seicento in termine tuttora in uso proprio presso la nostra no meno di altri dialetti itala-romanzi, rispetto ai poi. Sul versante dell'insegnamento scolastico, Accademia. quali si collocava anche in una posizione di me- è stata segnalata, poi, la crescente difficoltà che Paolo D'Achille dieta, che favoriva un po' dovunque il suo accogli- incontrano oggi gli studenti nella lettura e nella mento (meno problematico rispetto a quello, per comprensione dei testi della nostra tradizione esempio, del siciliano a nord o del milanese a sud). letteraria, quasi a documentare la complessiva ITALIANO ANTICO Naturalmente, non tutti i tratti del fiorentino alterità dell'italiano antico. E ITALIANO D'OGGI medievale sono passati nell'italiano moderno, Senza avere la pretesa di dire una parola de- perché anche l'uso vivo (post-trecentesco) di finitiva su questioni così complesse e dibattute, 1. Uno scarto culturale Firenze ha avuto un certo peso nella definizione proponiamo, in questo e nel prossimo numero, Come scriveva quasi due secoli fa uno dei fon- dell'italiano, sia al momento dell'espansione del- alcuni interventi che, da punti di vista diversi e datori della linguistica romanza, Friedrich Diez, la norma grazie al Vocabolario degli Accademici con riferimento a fasi distinte della lunga storia «un italiano antico nel senso del francese an- della Crusca, sia, più tardi, con le scelte manzo- dell'italiano. affrontano l'argomento: Lorenzo tico non si dà». Infatti, la lingua che Dante nel niane, molto importanti al momento dell'unifica- Tomasin, docente all'Università di Losanna, si De vulgari eloquentia chiamò d'oil può essere zione politica. occupa dell'italiano antico (intendendo con esso legittimamente considerata come l'antenata di- 2 LA CRUSCA PER VOI quelli dell'italiano odierno, per gli altri volgari 1[~J;cu.n:um.ui1éfftl·I" mt, t l, S11.l .1.."Itcl~,(,~lof,~. }"tll 11:re. il confronto riuscirebbe meglio con i corrispon- 11...1 tnnmn". l I . f denti dialetti attuali. Ma sarebbe un po' ingenuo t.~~U\.1 ~lmlo luctr.<i.Hfl LOO.ud.ltucro n:d flto.1m. otrtn.,{unu. trame la conclusione che solo i testi toscani so- I @~Llff1C20rO fht.etn; .lt1C1 bc.o!t.;t'Otfln1cro. mi colma cnlunn , no scritti in italiano antico, perché solo la loro HClbrt'l 1,1,,"OnlO, lingua assomiglia (in superficie, cioè nella fo- nomorfologia) a quella di oggi. La realtà è ben ~:nnlho[ì mente urumor ml.~rhi più complessa. gt;rnnh'n('a1..~!o1.l. In primo luogo, infatti, bisogna tener conto ~Jl.omonl~(P;::r',C1Ùtt. trulrro t"4.m che anche a livello morfologico esiste una diffe- plo pm5'~laùrmlc 'Fltnmr.t. renza fondamentale tra le varietà italoromanze antiche nel loro complesso e quelle contempo- (<fati ldb. f:l ecolftn hl 10o:ic mw ranee: cioè la notevole varietà delle soluzioni 1Dlto LtUl.lngtmì. morfologiche di contro alla tendenziale restri- zione di possibilità che caratterizza la fase più recente. La diretta conseguenza della codifica- P;l1''LC-;I iu ~t: l'Ul.t1 rom", (fn:ro; rione linguistica - cioè dell'uniformità deri- l~ ma p.m,,',.finI::, vante dai dettami delle grammatiche normati- «1.(!I'Z:tO l.(nm t:Ut<:~::r•.11~ f", f.:6 f." ve, ma anche da usi tipicamente moderni delle .-!Xi-ç, !'-on '':.;nn o ':"f ·~"1.a:N: . lingue come la stampa o la stessa scrittura, che oggi è patrimonio comune della quasi totalità (011 fi ltctgtSllofo.l;'l ~'tlrn ~gtWrlc.lfrofo.cl,G;.~rnt otlrc ;m,w. ,(-rcc dei parlanti adulti - è che l'italiano tende na- turalmente a semplificare le numerose varianti Q'tiCrlo gnn fOtfi o,"tItpmfi una pmnlr.l. b:lL1no'!fhmghntt. morfologiche che a lungo hanno convissuto e ~.r"'~·.'ln.alltono- m neo.~um.o'" 11lquetLl figurX i= 1uCO. u.lg1<lllntmtt; in parte continuano a convivere. Esempi clas- sici di riduzione del polimorfismo tra epoca orn , quello 4, a,:éL;: Ctlu:uti }c1 Iun f\d e ,anall 11~~1nianre. (15'1. no antica ed epoca moderna sono alcuni pronomi (egli ed ei) o alcune terminazioni verbali (quelle (I~~ .'.t'~,:u,d:c'lU.l1,f/:'o p;inò. mUC;1.tO; 1r? mt$11'o. h:lL'1l'n\gn:m:L1i~. dell'imperfetto avea e aveva, o quelle del pas- ~~~!f~.un~41ì:'(gnp1tlc ?; s== ungr.m lofprro: cf.l(~m.1nzo(ct;l1'C', sato remoto furo e furono), che nei testi antichi spesso si alternano piuttosto liberamente, come (lX1<f~ 0;:11(,~lCtfro, 1':"1 p::n:t rm cx:gn"rro. t:mtob!tl& rm pUi;:' • è normale in contesti linguistici anteriori alla fissazione di una norma grammaticale veicola- 'lIA..l_:1._..t. q;:,.L lT1Z.'!"",lft ""i"•."..•.•~'~.''''' " ...~.'comcn"""" _f.~}~~i't., -,;:\~.:.r~;;::;.••. ,"",':~,~'"·.;~~•·tl:.f ••;,\\; r1 1.•••-.•;"~'0 ,"•••'••ì• ;.Iv.••f••~•••..·•• ta dalla scuola o condivisa almeno da un'élite (\.~.~llan"tllJ'm lvnl~O ia, .ulosa .~~(;kptuWr~,?::i;~·.~p...,el1i:f~htf'? intellettuale.

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