Regione

ARPINO C ASTELLIRI

ISOLA DEL LIRI SORA

FONTANA LIRI MONTE S. GIOVANNI CAMPAMO

PROVINCIA di

RELAZIONE DI PATTO

"VERSO IL CONTRATTO Dl FlUME"

PROCESSO Dl PIANIFICAZIONE PARTECIPATA PER LA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL BACINO FLUVIALE LIRI – LACERNO - FIBRENO.

Nelle linee di indirizzo al Piano Territoriale Provinciale Generale (P.T.P.G.), è contenuto l’invito, a tutti i Comuni ricadenti nei vari sistemi urbanistici del territorio provinciale, ad individuare delle opere, di valenza intercomunale, da includere nei vari piani urbanistici comunali, ovvero a sviluppare un “progetto obiettivo” per lo sviluppo dell’ambito territoriale omogeneo.

Nella conferenza dei sindaci del “Medio Bacino del Liri” è emersa l’opportunità, nel tracciare le linee del “progetto Obiettivo”, di promuovere un “Contratto di Fiume” su scala di Bacino Idrografico del Liri e suoi affluenti che coinvolga, attraverso una programmazione integrata, tutti i comuni localizzati sul tracciato fluviale fino alla diga Cerasoli di .

Una programmazione che deve mirare a rilanciare il sistema produttivo con scelte strategiche atte a superare i disegni che continuano ad isolare i territori dei comuni interessati dagli importanti circuiti virtuosi dell’economia.

Se rivolgiamo lo sguardo nello scenario dello sviluppo storico della PROVINCIA, rileviamo purtroppo che determinate scelte politiche hanno allontanato quest’area interna dell’Appennino centrale dalle grandi direttrici di sviluppo e che le leggi che governano il territorio hanno imposto tanti vincoli riducendo sempre di più l’estensione territoriale da pianificare. Una analisi che deve essere alla base della programmazione urbanistica di un territorio in grave recessione socio economica.

Una crisi iniziata da oltre quaranta anni appesantita da altre difficoltà, perché l’area sorana è stata privata, con opere strategiche, del suo interland naturale costituito da quei tre sistemi vallivi che fisicamente la conformano.

Va ricordato che il C.R.P.E. del Lazio degli anni ’70 basava il processo di riequilibrio urbanistico trasversale proprio ed esplicitamente sulla città intercomunale. Una città, peraltro, già fisicamente esistente per la conurbazione degli abitati, della potenzialità di oltre 52.000 abitanti (Censimento 2001: 7.614, Broccostella 2.646, 3.560, 12.191, Sora 26.029).

È da osservare che Il P. U. T. P. C. della provincia di Frosinone nel sub-sistema locale cinque, in cui sono inseriti i comuni di Pescosolido, Campoli Appennino, Fontechiari, Posta Fibreno e Vicalvi ( ab. 6735), con una popolazione complessiva di 58775 abitanti, non offre grandi possibilità di sviluppo, perché non pone in via prioritaria il completamento del riassetto trasversale delle aree interne dell’Appennino centrale nel reale ed originale dimensionamento di quelle infrastrutture complesse e dimentica la strada Sora--Gaeta e la Galleria di Pescasseroli.

Un riassetto trasversale urbanistico scomparso tra le nebbie dell’oblio che doveva sopportare lo sviluppo sostenibile della Media Valle del Liri, spetta ora alle comunità dell’area dei tre sistemi vallivi a fare le scelte per la realizzazione di un nuovo progetto strategico che nasca dall’esigenza di condividere una pianificazione partecipata caratterizzata dalla storia e da una forte identità territoriale.

La prova è nelle previsioni della crescita della popolazione che partendo dai dati del censimento del 2001, abitanti 58528, che doveva sviluppare un incremento nel 2015 del 5,163% in condizione pessimistica (ab.61.550) e del 11,946% in condizioni ottimali ( ab.65.520), rileviamo invece dai parametri demografici al 31.12.2014 una perdita globale rispetto al 2001 di circa l’1% (0,7089) con una popolazione complessiva di 58.116 abitanti.

TABELLA PREVISIONE DEMOGRAFICA DEL P.U.T.P.C.

SUB SISTEMA 2015 2015 2020 2020 SALDO

LOCALE PESSIMISTA OTTIMISTA PESSIMISTA OTTIMISTA ATTIVO

1 40.070 41.230 40.680 42.270 2.200

2 14.830 15.110 15.250 15.610 780

3 2.440 2.680 2.620 2.730 290

4 57.310 58.030 59.020 59.950 2.640

5 Sora 61.550 64.360 61.820 65.520 3.970

6 Atina 19.220 20.670 18.890 20.880 1.660

7 Frosinone 152.160 157.330 152.830 160.850 9.690

8 Ceprano 43.590 45.980 43.530 46.720 3.130

9 106.500 113.260 108.490 117.360 10.860

10 17.580 19.060 17.350 19.290 1.710

Una grave rescissione testimoniata, inoltre, da un livello di disoccupazione che si aggira intorno al 41%, se rapportata alla reale popolazione attiva. L’intera popolazione deve entrare nel convincimento che la politica di governo della nostra valle non è più legata al puro campanilismo, ma deve proporsi sull’intera area omogenea del MEDIO BACINO per creare i presupposti di conseguire un sicuro sviluppo sostenibile, come peraltro riportato nelle direttive europee dei programmi operativi connessi ai finanziamenti UE 2014-2020.

Le grandi peculiarità ambientali e storiche dei tre sistemi vallivi possono guidare l’uomo, come in passato, per far decollare in tutta la valle un nuovo disegno di sviluppo.

Il fiume Liri ha continuamente e fortemente caratterizzato e condizionato il processo di recupero socio economico della media Valle del Liri

Se si guarda ai secoli passati, già durante il dominio romano, è prevalso il sistema di valle rafforzato nel XVII sec. dalla nascita d’insediamenti a carattere produttivo nell’omonima Valle, grazie allo sfruttamento delle abbondanti risorse naturali.

L'esempio è nell'impianto del primo nucleo antico di Sora, posta all’inizio di questa vasta area omogenea, sotteso tra Colle San Casto e il fiume Liri, poi ampliato esternamente alle mura di cinta, con gli insediamenti industriali realizzati a valle dell'abitato nelle località di Carnello e di Isola del Liri, zone più favorevoli per lo sfruttamento delle risorse idrografiche.

La struttura urbana quale modello di sviluppo insediativo delle regioni industrializzate del nord, grazie all'intelligente imprenditoria d’ufficiali e operatori economici francesi Lefebvre, Courrier, Carlo Antonio Berenger (fondatore (1852) di una fabbrichetta di carta a mano nell’ex Convento dei Carmelitani d’Isola del Liri Superiore) Boimond, Bourdiat, Montgollier, Firmin e Didot, costituisce un caso unico in Italia.

Non a caso i Borboni confermarono la scelta di questi siti, e ciò allo scopo di favorire un processo di concentrazione industriale soprattutto nel triangolo tra Sora, Arpino ed Isola del Liri,dove nacque ben presto la nuova tipologia della fabbrica-villa che qualificò, all'inizio dell'800, il Medio Bacino del Liri " La Manchester " del Regno delle due Sicilie.

Con l’unificazione territoriale dell’Italia (1861) in cui le nostre industrie entrarono nel periodo della decadenza, per la spietata concorrenza dell’industrie del Nord e solamente le industrie cartarie, possedendo le energie idrauliche del Liri e del Fibreno e le materie prime a basso costo, potettero offrire la carta a prezzi da non temere la concorrenza delle cartiere del Nord.

Il totale prosciugamento del lago di Fucino (1937-43) che aveva aumentato la portata media del fiume attraverso l’apporto costante delle immissioni del Giovenco anche se unito ai rischi idrogeologico durante i periodi di pioggia con l’esondazioni del Liri nella conca, aveva determinato un processo di sviluppo nelle attività produttive del territorio, sopratutto con la creazione di altre centrali idroelettriche lungo l’asta del fiume.

Lo scorrimento superficiale, registrato mediamente a Sora nei mesi estivi di 9 mc/sec con punte minime di 3 mc/sec. consentì, nel 1960 a monte dell’abitato, fra l’altro, la ricostruzione secondo tecnologie moderne di una derivazione di circa 2 mc/sec d’acqua, per alimentare la rete di irrigazione della conca di Sora.

Questa realtà economica, è stata fortemente compromessa nell’ultimo cinquantennio con lo sfruttamento irrazionale di queste risorse specialmente nell’alto bacino del Liri che ha portato alla caratterizzazione del fiume ad un livello torrentizio.

Lo sfruttamento delle risorse idriche, iniziato verso la fine degli anni 60 del secolo scorso, nell’alto bacino del Liri e nell’area Fucense (F. Giovenco) per usi civici, ha portato ad una graduale riduzione delle portate medie e stagionali di magra del Liri, determinando uno squilibrio nell’ecosistema e anche gravi problematiche nelle varie attività produttive di settore.

Lo scorrimento superficiale di tutto il sistema fluviale si è ulteriormente aggravato, nell’ultimo ventennio, con il riscaldamento generale dell’atmosfera, che ha condizionato, attraverso la scarsità delle precipitazioni durante il periodo invernale e primaverile, le riserve idriche regolatrici immagazzinate nel bacino idrogeologico.

In effetti, tale scenario, ha determinato la quasi scomparsa del fiume; la portata media di magra si è attestata a circa mc./ sec- 1,80 per oltre sei mesi l’anno.

La mancanza di precipitazioni oltre a ridurre le portate delle risorse idriche in superficie ha portato ad aumentare lo sfruttamento delle risorse in profondità.

E’ necessario precisare che nella Conca di Sora gli attuali apporti idrici del Liri s’identificano, prevalentemente, negli scarichi civili dei paesi rivieraschi situati a margine del fiume, fatto eccezione del torrente Lo Schioppo , del Lacerno a nord dell’abitato e del fiume Fibreno,in località S. Domenico a confine con il di Isola del Liri.

In questa situazione, è necessario ricordare che la predetta portata di magra circa 1,80 mc/sec. è ulteriormente ridotta dalla derivazione a nord dell’abitato di Sora per l’esigenza irrigua della vasta piana.

Va precisato, a riguardo, che dalle sorgenti di Cappadocia e della Sponga si registrano, durante detti periodi, portate di magra di un centinaio di litri al Sec. e che il torrente Lacerno, maggior affluente del Liri a nord dell’abitato, che aveva mantenuto un apporto idrico attraverso le portate d’esubero delle sorgenti Val S. Pietro dell’omonimo acquedotto, dal sisma del maggio 1984 non alimenta più il fiume ma le risorse idriche sotterranee.

Il fiume da protagonista di ricchezza in passato è diventato, nel terzo millennio, solamente fonte di grave rischio idrogeologico, nei periodi di pioggia, ed ambientale, nei mesi caldi, per le popolazioni della media valle del Liri.

La morte del fiume è particolarmente evidente nei gravi fenomeni della mucillagine che si manifestano, nei mesi più caldi, su tutta l’intera larghezza e lunghezza dell’alveo del tratto di fiume attraversante il centro abitato di Sora.

Le problematiche del rischio idrogeologico affrontate dalle norme di attuazione del piano stralcio per la difesa del territorio dagli alti rischi idrogeologici delle piene del fiume Liri, approvato alla conclusione delle conferenze attivate dalla regione Lazio su proposta dell’Autorità del Bacino Liri-Garigliano.

Un piano che, in effetti, regola l’edificazione nelle estese zone a rischio della Conca Sorana attraversate dai fiumi Liri e Fibreno, dal Torrente Lacerno e della numerosa rete scolante secondaria, da mettere, in ogni modo, in sicurezza con il completamento dello scolmatoio di Isola del Liri e con le relative opere di salvaguardia a monte ed a valle dello scolmatoio stesso.

Sotto quest’aspetto, dopo oltre 15 anni di ricorsi e denunce, nel 2005 l’AGENZIA REGIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO aveva promosso un nuovo progetto dello scolmatoio di Isola del Liri con il prolungamento della galleria a monte della centrale idroelettrica Vadurso, da noi costantemente sollecitato, ma i lavori del I° stralcio non prevedevano, nell’immediato, gli interventi per ridurre lo stato di rischio nei territori di Sora, Castelliri e Fontana Liri con la diga idroelettrica “Cerasoli”.

Nella successiva conferenza dei servizi tenutasi all’inizio del 2006, infatti, venne approvato solamente il progetto generale, mentre i lavori esecutivi furono messi sub - iudice, in attesa di un tavolo di concertazione (Regione, ARDIS, Autorità di Bacino, Comune di Sora, Isola del Liri e Castelliri) capace di definire la concessione del finanziamento di tutte le opere di salvaguardia dalle piene eccezionali con portate vicino ai valori centennali (670 mc/sec) e trecentennali (720 mc/sec).

Risulta che nei successivi anni nessuno si è più interessato alla riqualificazione ambientale ed idrogeologica di tutto il sistema fluviale.

Nello scenario attuale, le sorgenti di Carpello e dell’antico lago di Postafibreno, che dissetano gran parte delle popolazioni distribuite nel territorio, sono minacciate dalla continua modificazioni dell’ecosistema, mentre le acque inquinate del fiume Liri, rese tenebrose dalle irruenti alluvioni autunno-inverno, creano gravi dissesti idrogeologici nonostante la reale inutile realizzazione della <> di Isola del Liri, costata oltre 15.000.000,00 di Euro.

Rileviamo a riguardo, nel 2011, l’alluvione della piana Sorana con la portata eccezionale a ricorrenza cinquantennale di 500 mc/sec, in cui l’onda rasentò l’esondazione nei centri abitati di Sora ed Isola del Liri.

Un contratto del fiume Liri nel versante laziale, con gli affluenti Lacerno e Fibreno, condiviso da tutte le comunità della valle, permetterebbe non solo di conseguire gli obiettivi mirati alla riqualificazione, ambientale idrografica, urbanistica sostenibile e sport, ma anche di raccontare la storia della nostra civiltà, dalla preistoria ad oggi, per tutte le preziose testimonianze ambientali ed artistiche, di inestimabile valore, disseminate lungo i percorsi delle relative aste fluviali: le grotte di Milano (le numerose tracce dell’età del bronzo -Lago Tremoletto), i luoghi delle capanne degli Aborigini (gli antichi abitatori dei monti, in villaggi dispersi e senza mura, in montibus sine moenibus vicatim et dispersi), le aree delle necropoli del 1000 a.C., le mura in opera poligonale dell’Acropoli di Arpino e della rocca di Sora , i numerosi reperti murari dell’età romana sparsi nei comuni della valle con i resti dell’acquedotto nelle gole del torrente Lacerno, la torre Marica, i castelli medioevali di Broccostella, Castelliri. Fontana Liri, Monte S. Giovanni Campano Sora e Vicalvi, le torri di Campoli , Carnello, Santopadre, il Castello dei Boncompagni sulle cascate verticali nel centro di Isola del Lire del l’antico borgo industriale dell’Anitrella il cimitero dei Francesi a Fontechiari edificato dopo la legge del 1806 di Giuseppe Bonaparte ( forse unico esempio in Italia), le sorgenti dell’acquedotto Carpello <>con l’antico mulino ad acqua e i resti della torre, come recita un altorilievo a stucco del XVII secolo, conservato nella sala degli stucchi della Villa Gallio in Posta Fibreno, allora nel Ducato d’Alvito, oggi di proprietà della famiglia Mantova, il centro europeo della Carte di Isola del Liri, il centro commerciale all’aperto della numerosa famiglia dei Cenci, il Museo Storico ed Archeologico della Media Valle del Liri, L’Ente fiere di Sora, il parco fluviale intercomunale dei due fiumi, dal monte S. Casto alle cascate verticali sui travertini di Villa Correa, tracciati con i fondi del DOCUP OB.2- annualità 1997- 99 e 2000-2006.

Consentirebbe anche di far colloquiare il mondo pagano dei riti religiosi di Giove, Minerva, Diana, Iside e Serapide, con il cristianesimo dei primi martiri nelle acque limpide e pure del Fibreno, della nave dei naufraghi negli antichi laghi Taurino e Giuliano, oggi riserva naturale “LAGO POSTA FIBRENO” che permette di far vivere nelle menti di tutti noi questa bellissima realtà e nello scorrere delle limpide e fredde acque dalla grande Casa Peschiera, incile del lago, incontriamo nei paesaggi dai colori stupendi, la Villa dei Gallio duchi di Alvito nel XVII secolo, il Fibreno a ponte Tapino, l’Isola di Carnello ed il delta AGER SORANUS di Cicerone, il centro produttivo della Valle Sorana.

Un sistema fluviale costellato da un patrimonio naturalistico ed artistico di grandissimo valore, che dall'attuale condizione di marginalità potrebbe inserirsi, attraverso la citata programmazione integrata mirata al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e di sviluppo economico, in modo spontaneo nei circuiti virtuosi del grande turismo, motore dell’economia del terzo millennio, con città di alte qualità urbane e ambientali.

È necessario, tuttavia, che le regole e gli obiettivi da raggiungere sulla vasta area del Medio Bacino Lirino siano scritti insieme con la massima trasparenza e partecipazione, allargando lo sguardo sull’asta fluviale a nord della nostra valle.

E per tali motivazioni la presente iniziativa è stata inviata, oltre che al ministero all’ambiente, al presidente della G.R. Lazio, alla commissione regionale all’ambiente, all’assessore regionale all’ambiente, all’autorità di bacino, all’ACEA ATO 5, al dipartimento della protezione civile, alla prefettura di Frosinone, alla provincia di Frosinone, al Consorzio di Bonifica n.8 della Conca di Sora, all’ARDIS, anche per conoscenza al presidente della regione Abruzzo, alla commissione ambiente regionale, al prefetto e al presidente della provincia de’ l’Aquila. Le Amministrazioni interessate devono prendere atto della necessita di avviare una serie di azioni integrate che siano in grado di garantire in modo efficace la sicurezza idrogeologica e la valorizzazione paesaggistica, con il risanamento delle acque e, in particolare, con la riqualificazione di tutta l’area omogenea del bacino idrografico del fiume Liri e Fibreno, nel rispetto della Direttiva 60/2000 - e delle sue Linee guida, della legge n.14/2006 di recepimento della Convenzione Europea del Paesaggio, in attesa dell’emanazione da parte della Regione Lazio del l e Linee guida per la gestione delle trasformazioni paesistico - territoriali.

II territorio in questione presenta un degrado generalizzato e un’elevata criticità ambientale derivante dai gravi dissesti idrogeologici causati dal sistema fluviale che presenta carenze nella regimentazione delle violente piene, iniziata negli anni 80 del secolo scorso e mai completata come tutte le grandi opere complesse che dovevano concretizzare il riassetto urbanistico trasversale di quest’area interna dell’Appennino Centrale, aggravata dalla presenza d’insediamenti abitativi a margine delle aste fluviale.

In merito alla prevenzione del rischio idraulico i soggetti firmatari del protocollo d’intesa devono riconoscere che le azioni puntuali indirizzate in tal senso avranno piena efficacia solo se ad esse verranno affiancate altre azioni da realizzare su un bacino interregionale ( Lazio e Abruzzo) in accordo con Enti coinvolti nella gestione del fiume e più complessivamente del ciclo delle acque.

È necessario prendere atto , inoltre, del fatto che l'inquinamento del fiume Liri e del lago di Posta Fibreno da cui ha origine, insieme alle sorgenti di Carpello. il fiume Fibreno e, più in generale, la qualità paesistico - ambientale del bacino dipendono da una molteplicità di fattori che vanno governati in modo integrale al fine di intervenire sull'insieme delle pressioni diffuse generate appunto dai sistemi insediativi.

Sotto questo aspetto il ruolo del Consorzio di Bonifica n.8 della “Conca di Sora” dovrà essere determinante, in relazione alle sue competenze su tutta l’area del bacino idrografico.

A fronte del riconoscimento della necessita di procedere ad interventi di prevenzione dell'inquinamento e dei gravi rischi idrogeologici, in sinergia con altre azioni sull'ambiente e su i territori al fine di valorizzare il paesaggio identitario delle valli fluviali, si riconosce anche la difficoltà di gestire l 'insieme di tutte le procedure e di tutti gli adempimenti normativi che dovranno essere necessariamente coordinati fra loro per garantire dei risultati efficaci.

In relazione alle opportunità, alle necessita ed alle difficoltà fin qui espresse, gl i Enti che governano il territorio a livello locale, provinciale e regionale devono individuare nel Contralto di Fiume, citato nel documento del II Forum Mondiale dell'Acqua (nella ricerca di soluzioni di governance efficaci grazie al coinvolgimento di tutte le parti interessate (popolazione residente, industrie, autorità pubbliche, imprese di turismo, associazioni diverse, ecc.) al fine L'Aja, marzo 2000) e nella Delibera Regionale del 18/11/2014, lo strumento idoneo ad affrontare le problematiche sopraelencate in quanto permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, il rendimento economico, il valore sociale, la sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario per avviare uno sviluppo coordinate, solidale e durevole del bacino fluviale a partire dal riconoscimento della sua identità paesistica.

II Contratto di Fiume, in particolare, consentirà di:

-Conseguire, in via prioritaria per la salvaguardia della salute dei cittadini, il miglioramento e tutela dei siti delle sorgenti di Carpello e Posta Fibreno le cui acque immesse nelle reti acquedottistiche alimentano la maggior parte della popolazione distribuita nel territorio provinciale, attraverso anche la riqualificazione e valorizzazione del paesaggio lacuale e fluviale del Fibreno e degli insediamenti abitativi dell’area omogenea di riferimento (Pescosolodio- Campoli Appennino, Posta Fibreno, Vicalvi, Fontechiari, Carnello di Arpino, Isola del Liri e Sora). -Consentire il completamento degli scolmatori del Fibreno(Tremoletto) e del Liri (Vadurso) con le opportune opere di arginatura a monte e a valle degli stessi, per regolare il deflusso delle portate eccezionali con decorrenza cinquantennale, centennale e trecentennale al fine della salvaguardia del territorio e degli insediamenti abitativi, tenuto conto che il primo scolmatoio è sussidiario all’altro per eliminare i gravi rischi idrogeologici, allargando lo sguardo sull’intero bacino a nord della nostra valle in territorio della Regione Abruzzo.

- costruire uno scenario strategico condiviso di sviluppo durevole e sostenibile del territorio coniugando recupero di identità, sicurezza e qualità ambientale,.

-costruire un sistema informativo territoriale di politiche, programmi e progetti idonei a contribuire all'implementazione dello scenario strategico;

-individuare ruoli e tempi di azione precisi per attori pubblici, privati e associativi che siano in grado di dare un contributo concreto alla valorizzazione dei caratteri identitari, alla difesa dalle esondazioni e al miglioramento dell'ambiente e del territorio al fine del risanamento delle acque;

-dare concreta attuazione ad un sistema di interventi integrati di riqualificazione insediativa del bacino finalizzati al risanamento delle acque anche per una l oro fruizione.

È da puntualizzare che sarà un tavolo istituzionale formato dai sottoscrittori del Protocollo d’intesa ad agire concordemente per avviare in modo unitario tutte le azioni strategiche integrate.

E a tal fine bisogna convincersi che il Contratto di fiume è una tappa fondamentale nel processo di uno sviluppo sostenibile dell’area omogenea del bacino del fiume Liri e Fibreno.

In sostanza rappresenta l'impegno per sviluppare finalmente una strategia condivisa per togliere dall’isolamento quest’area interna dell’Appennino Centrale, il “Medio Bacino Lirino” a confine della regione Abruzzo, con azioni a cui verranno chiamati i soggetti interessati, tramite l'adesione a programmi operativi d'intervento, al fine anche di partecipare in modo diretto ai prossimi finanzia- menti UE 2014-2020 e richiamare la possibile attenzione di operatori economici di livello europeo.

E per fare la più giusta chiarezza sulla importante pianificazione partecipata è stato opportuno rivolgere lo sguardo alle esperienze della regione Piemonte in materia di Contratti di fiume “affluenti del Po” per meglio comprendere le criticità che presenta il Liri nella regimentazione delle portate eccezionali suindicate.

Un convegno che ha visto la partecipazione della regione Piemonte e del Politecnico di Torino, nonché del Politecnico Federico II di Napoli, della Sapienza di Roma e della regione Lazio.

La giornata di studio e di confronto ha permesso di conoscere le metodologie per la pianificazione dal basso della “RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL MEDIO BACINO FLUVIALE DEL LIRI”.

La pianificazione partecipata del contratto di fiume “Liri, Lacerno e Fibreno” interessa un bacino idrografico esteso su una superficie di Kmq. 282,98 e comprende dieci municipalità con una popolazione complessiva di 58.116 abitanti. Il tenimento di Sora, attraversato in senso longitudinale dal Liri, copre il 25% dell’intera superficie del bacino, nelle zone ad alto rischio idraulico per le ricorrenti alluvioni sono domiciliati 1543 nuclei famigliari per un totale di 4959 abitanti (accertate nella esercitazione nazionale Liri – Garigliano, scenario delle alluvioni tenutasi nel sorano il 30 giugno 2001 su iniziativa del Dipartimento Protezione Civile.). I sindaci e il presidente del Consorzio di Bonifica n.8 “ Conca di Sora” concordano di approfondire le analisi territoriali e promuovere una reale concertazione tra amministrazioni e cittadini, loro associazioni o categorie, ai fini della formazione dello strumento di pianificazione, da definire previa sottoscrizione del protocollo d’intesa anche con le autorità che esercitano i propri poteri su scale territoriali di diversa ampiezza (Comuni, Comunità Montane, Consorzi di Bonifica. Autorità di bacino, Provincie, Autorità d’ambito Ato 5, Regioni, Stato, Comunità Europea).

Comune di Arpino,______

Comune di Broccostella, ______

Comune di Campoli, ______

Comune di Castelliri, ______

Comune di Fontana Liri, ______

Comune di Fontechiari, ______

Comune di Isola del Liri ,______

Comune di M.S.G. Campano ______

Comune di Pescosolido, ______

Comune di Posta Fibreno,______

Comune di Santopadre, ______

Comune di Sora, ______

Comune di Vicalvi,______

Consorzio Bonifica n.8 “ Conca di Sora”______

COMPETENZE DEL CONSORZIO DI BONIFICA N.8 “ CONCA DI SORA”

Come è noto il perimetro del comprensorio consortile in capo al Consorzio di Bonifica della CONCA DI SORA, oltre agli otto Comuni iniziali, annovera altri 15 territori comunali e, precisamente: Santopadre, Fontana Liri, , Monte San Giovanni Campano, , Alatri, Posta Fibreno, Vicalvi, , , , San Donato Val Comino, , Alvito, (parte).

Il Consorzio, nell’operare, si è dato i principi ed i valori a cui si devono ispirare tutte le persone che operano come “Consorzio”, sia dipendenti che amministratori, al fine di creare un’azione che risponda in modo uniforme alle aspettative dei consorziati e degli utenti. Certamente il Consorzio ha svolto, nel tempo, una efficace azione di strutturazione e sviluppo del territorio ad esso affidato, contribuendo a salvaguardare e difendere il suolo, con iniziative funzionali alla regimazione dei corsi d'acqua, sistemazione idraulico forestale degli alvei, realizzazione di impianti irrigui collettivi a sostegno dell'agricoltura professionale e di quella conservativa della presenza umana nel territorio. (Tale realtà si appalesa principalmente neI Comuni che, fino alla riforma operata dalla Regione Lazio, negli anni ‘90, costituivano il nucleo originario della compagine cosnsortile).

Nel panorama degli Enti sovra comunali, certamente il Consorzio si pone tra quelli più dinamici e realizzativi, tenuto conto della loro particolare natura di soggetti pubblici-privati, per la loro facoltà impositiva e per la partecipazione dei contribuenti alla gestione degli stessi, costituendo un protagonismo istituzionale di cui vi sono pochi esempi nelle articolazioni della rappresentaza.

Proprio in virtù di questo connubio pubblico- privato e della necessità di assicurare a tutte le realtà presenti nel comprensorio, che è auspicabile estendere anche agli altri quindici Comuni dell'Ente, la possibilità di usufruire delle potenzialità operative che il Consorzio di Bonifica ha sedimentato nel corso della sua vita, contribuendo, così, ad ampliare la sua ragion d'essere, ma anche a corroborare l'azione di manutenzione e tutela dei territori che, nella prospettiva di ridimensionamento e/o abolizione delle Province, può rappresentare una utile collaborazione con i Comuni.

Certamente non si può prescindere dai vincoli della finanza pubblica e dalle risorse via via decrescenti che possono essere destinati ad investimenti; tuttavia, proprio in considerazione degli alti costi degli interventi ex post, per i danni provocati dall'andamento climatico e dal consumo di territorio, conseguenti alle scelte urbanistiche, agli insediamenti industriali e ad altre infrastrutture, che è giunto il momento di cambiare la nostra prospettiva culturale e procedere, senza indugio, (con) una decisa sterzata verso la prevenzione, finalizzata alla tutela del suolo nella sua più vasta accezione.

In questo ambito, si può configurare una rinnovata vitalità del Consorzio Conca di Sora, laddove vorrà porsi come agente di cambiamento e di proposizione , nell'affrontare i bisogni e le esigenze anche degli altri Comuni ricompresi nel perimetro consortile, individuando precisi interventi di difesa ambientale, risanamento dei corsi d'acqua; bonifica degli alvei; inadagini sui fenomeni franosi e predisposizione di una loro rete di monitoraggio e di consolidamento; partecipazione a recuperi dei centri storici ed a programmi di promozione e valorizzazione culturale degli stessi; sfruttamento ed utilizzazione di riserve d'acqua per l'agricoltura; progetti LIFE; ecc.

Ovviamente, tenuto conto delle disponibilità economiche, è necessario definire una quadro di progettualità, all'interno del quale, indicare le priorità ed inseguire tutte le opportunità e le occasioni di collaborazione, compartecipazione, cogestione con altri soggetti che, a vario titolo, incidono nella materia del territorio.

Questi obiettivi possono e debbono essere perseguiti anche attraverso una ricerca di consenso e condivisione con le Amministrazioni Comunali di riferimento, onde evitare ritardi, resistenze e mancate condivisioni immaginando, nel contempo, iniziative di informazione e proposta alle popolazioni interessate, che rimangono, in ogni caso, i protagonisti di ogni scelta che li riguarda.