REV - numero Uno: sconfitte

Respira – (senza titolo) scritto di getto la notte di quel san valentino – In Gabbia – Cento.venti.sei – Perdere e perderemo. Ovvero Hasta le derrota siempre! – Veglia – Rome’s Slum - Lei non sa chi sono io – Gli annunci di REV – Credits

“…rimanere così, annaspare nel niente custodire i ricordi, accarezzare l’età è uno stallo o un rifiuto crudele ed incosciente del diritto alla felicità…” F.G.

Respira Siediti qui, smettila di pensare Non parlare, non dire più niente.. Non ti servirà... …niente… è quello che vorrei provare adesso… nulla più. stai solo provando a cercare scuse. Non far finta di niente.. scivolerai dagli specchi… Devo riflettere, devo capire. Ho bisogno di capire… …e cadrai. …capire, e urlare… Non ce la fai ad ammetterlo, dì la verità… fa male Se solo avessi avuto il coraggio di dire basta… quella volta, quella maledettissima volta… …più coraggio, serviva più coraggio… o fortuna?! Chiamala come vuoi, ma hai perso.. e il gioco è finito, game over …fortuna, ecco che cosa è stato, solo fortuna… se quella volta… e nasconderti non ti servirà a niente, lo sanno tutti.. stanno arrivando. …I loro occhi, li ho visti su di me troppe volte. Specchi, vetro sulla pelle… Non scappare, e non illuderti. In fondo dicevi di non aver mai avuto paura. …sangue, tutto lo stesso sapore di sale… Domani non cambierà, non sarà un altro giorno …Domani… tutta la notte a pensare domani… sanguinare le ossa e maledire domani… Ma paura mai… Fuori piove, e te le bagna le ossa. Il freddo, quello vero, è fuori… e non c’è il vento a spazzarlo via. …mai guardarsi indietro, me lo diceva sempre…devi stringere Non si può tornare indietro, non se più un bambino. Ti devi rassegnare …forte, stringere i denti, fuori non ti regaleranno niente… e quello che vuoi te lo devi guadagnare… Saggi consigli… dovevi dargli retta, peccato … e tu non hai niente per poter comprare… …corri, non fermarti, e se proprio devi… Va bene così, rialzati. …meglio sbatterci contro Andiamo

/Carmine Fiume/

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(senza titolo) Scritto di getto, la notte di quel san valentino. La salita è già iniziata da alcuni chilometri. Tutti in nervoso silenzio. Come le cose belle si fa attendere, anche troppo, quasi che non debba più succedere. Poi ecco la sua mano che si stacca dal manubrio. Getta via la borracce: significa essere più leggeri. Con un solo gesto strappa bandana e occhiali regalandoli all’asfalto: significa che la sfida è lanciata, che probabilmente quel giorno non ce ne sarà per nessuno. Scatta Pantani! Urla dalla moto Gianni Cerqueti Pirataaaaaaa! E’ la voce, una sola, dei tifosi ai bordi della strada che rimbalza su tutti i lati della montagna, scende a valle e giunge fino all’arrivo. Il pirata sta arrivando. Bisogna accoglierlo. Ma stavolta no. La Bianchi non taglierà il traguardo. La salita è troppo lunga. Dura ormai da cinque anni e poco importa ora a chi o a cosa attribuire la colpa di una strada così difficile. Il sole cala. L’arrivo è deserto, anche il più irriducibile tifoso già da un pezzo ha lasciato il ciglio. L’ammiraglia lo cerca, lo raggiunge e lo affianca, ma il lato è quello sbagliato e il vento continua a spingerlo fuori. Non resta che staccare le scarpette dai pedali, frenare, fermarsi. Scendere. Quattro movimenti semplici, elementari, ma chissà quanto gli saranno costati. Il pirata è fermo. Il pirata è a piedi. Sorride amaramente, scrolla le spalle, poggia a terra la bici e con un piccolo calcio fa girare la ruota anteriore, quando questa si ferma lui non c’è già più.

/Federico Vergari/

In Gabbia. … che prima erano due gli uccellini a cantare… prima erano due gli uccellini poi uno è uscito con un salto ed è scappato col volo e l’altro è rimasto in gabbia… e da solo non canta più. Che uno è scappato, quello più furbo. Anche mio fratello è sempre stato più furbo di me e più cattivo. anche lui è volato via, è sparito… e a me mi hanno dato la colpa della sua scomparsa Mi hanno messo in gabbia, come un uccello. Che in gabbia ti passa la voglia di cantare… che per cantare tocca di essere allegri e qui allegri non ci si sta neanche nell’ora d’aria. Mio fratello se ne è andato ma non nel senso che è morto… è … più vivo di me e sicuramente più libero di me… che non so volare e salti non ne faccio e libero non sono più. I giudici hanno deciso che l’ho ucciso io… magari. Avrei voluto qualche volta…avrei voluto quando per lui mi prendevo la colpa e le botte da papà. “Hai fatto piangere tuo fratello… , ti sei fatto rubare le biciclette”… e giù botte. E io a dire a mio padre che non ero stato io, che non era mia la colpa ma mio padre non m’ha mai creduto e neanche i giudici mi hanno creduto. Ho sempre pagato per le colpe di mio fratello ma stavolta il prezzo è davvero troppo alto. Non l’ho ucciso io… anche se avrei voluto, a volte avrei proprio voluto… ma non ho mai fatto niente di quello che volevo nella vita.

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E ora sto qui a farmi seccare le lacrime addosso alle guance. Che alla fine mi hanno quasi convinto di essere colpevole… colpevole di non essere stato creduto, di non essere credibile… colpevole di non aver ispirato fiducia… colpevole di aver detto la verità. Molto meglio le bugie di mio fratello…quelle si che rendono nella vita… quelle che ha sempre detto per passarla liscia e per passare sul mio corpo… che tocca essere bravi a dire le bugie… ci vuole immaginazione… tocca essere intelligenti. Mio fratello non è un bugiardo è solo uno che non ha mai detto la verità. E anche ora non sa niente… se ne sta lontano… e vivo… e felice e sicuramente se la riderebbe che anche stavolta mi ha messo in mezzo… che mi hanno messo dentro per colpa sua… riderebbe di me e della mia sfortuna. Che qui quando è buio lo è per davvero e poi il silenzio è così forte che fa rumore e non serve a niente gridare perché il silenzio lo senti uguale e poi gridare nel vuoto è come mentire a se stessi… inutile. ed è inutile parlare da soli ed anche cantare… il silenzio che c’è è sempre più forte. Che quando abbiamo l’ora d’aria allora si che mi metto a parlare e respiro più forte… giro in tondo come da bambino all’asilo ma è una libertà forzata come cani al guinzaglio… che almeno a loro è concesso di fare la pipì sul muro. Io a volte me la sono fatta sotto e altre ho pianto… e ho scoperto che le lacrime sono più salate del mare che c’è qui intorno. Nel buio penso e rimpiango ogni cosa tanto che ho la sensazione che non mi manchi niente. La prigione è uno stato dell’anima… direbbe un poeta. È un posto di merda… commenterebbe chiunque altro. L’anima… è un posto di merda… quando sei dietro alle sbarre. Mio fratello è vivo… ma per i giudici l’ho ucciso io… che anche i giudici non mi credono come non mi credeva mio padre… mio fratello è libero ed io in gabbia come un uccello… che qualche volta mi metto a cantare per imitare il suono della felicità… che per scappare ci vorrebbero due ali belle grosse… che tocca di essere liberi per saper volare.

/Alessandro Corazzi/

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Cento.venti.sei Simone non si è mai fatto una canna. Simone di preciso non sa nemmeno cosa sia una canna. Simone ha dodici anni e indossa fiero un cappello di lana della Rizla+. È convinto che lo renda fico e probabilmente per qualche sua compagna di classe è così. Per il suo compleanno ha ricevuto un lettore mp3 e ha scelto me e il mio computer per fare rifornimento. - Mi metti quella nuova di Beionz e pure quella di Chachira ? Mi diverto a fingere di non conoscere quello che mi chiede e faccio la ricerca esattamente com’è la sua pronuncia. - Simo’ non esiste nessuna Beionz, guarda… - Ma è impossibile, ma dai… quella che canta la canzone che fa pa papapaparatàtatà (accenna anche qualche passo di coreografia). - No guarda, non lo so proprio… Come dite? Sono stronzo? Bhè in effetti… me lo ripeteva di continuo anche Marta, prima di lasciarmi. Con un’email. In realtà era una lista. Una raccolta dei miei difetti dal giorno del nostro primo bacio a l’altro ieri, quando ha deciso di spedirmela. Sono 126. Sei stronzo compare al numero 45 dopo La tua strana mania di non mangiare animali che ti fanno tenerezza (44) e abbiamo fatto tardi al compleanno di mia cugina perché sei rimasto inebetito a guardare quella stupida televendita di coltelli (46). Premesso che lo Chef Tony e i suoi Miracle Blade non sono una stupida televendita, ma di questo ne parleremo in un altro momento, credo che lei abbia sempre fatto confusione tra i caratteri che contraddistinguono il carattere di una persona e i veri difetti. Ma il punto ora è un altro. Io a quest’email d’addio lunga 126 punti sapete come ho risposto? Con un’altra mail. Triste. Vuota. Tristissimo. Solo un mp3 in allegato: I will survive e l’ oggetto: è la cover dei Cake, chè l’originale di Gloria Gaynor è troppo da checca. Non una parola di più. Certo che sono proprio un coglione (5)

Una voce stridula mi richiama all’ordine - Ehi! oh! Allora? Me lo trovi il nuovo singolo di Christina Aguilera? - Si ma dopo, adesso ho da fare, devo riordinare un po’ di cose… - Hai ragione in effetti casa tua fa schifo (77) - Ragazzino, fila. - Dopo se vuoi ti do la rivincita alla play… - Sai che il 10 percento dei bambini italiani non è figlio del padre? - … ! - C-I-A-O! È passata una settimana, casa non l’ho ancora riordinata, ho perso una serie non quantificabile di partite alla play e ho visto sette volte rocky IV. Sono pronto per un ruolo nel prossimo film di Muccino. Suono alla porta di Simone. Apre la mamma. Le porgo un cd: discografia completa di Shakira e Beyoncè da solista e con le Destiny’s child. La saluto augurandomi che il tempo doni al figlio buongusto musicale e mi allontano canticchiando e pensando a come tutto si riduca a una questione di punti di vista, una sconfitta non è altro che una vittoria vista dal lato sbagliato… Ho buttato due anni della mia vita, sei stato la mia più grande sconfitta (126). At first I was afraid I was petrified, I can’t stop thinking I could never live without you by my side… (I will survive. La cover dei Cake, chè Gloria Gaynor fa troppo checca. Davvero)

/Federico Vergari/

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Perdere e perderemo. Ovvero Hasta la derrota siempre!

Aprì la lampo che proteggeva la tasca tirò fuori il portafogli e lo aprì, cercò il dovuto tra il cartaceo e non lo trovò, “clip” fece il bottone che chiudeva il comparto degli spicci, che saltò via lacerando la stoffa già consunta dopo pochi mesi, lasciando così cadere la moneta da 10 centesimi. - E’ finita sotto il bancone, me la cerca per cortesia? - Mi dispiace, non la vedo, l’ha persa! Odiava perdere qualsiasi cosa, odiava anche solo il suono della parola e di qualsiasi altra che avesse a che fare con il concetto di “perdita”.

Preme il bottoncino sul retro, un’altra pressione sull’anteriore: reset, non parte… - Maledetta modifica, stavolta mi sente, col cavolo che gli porto la Playstation 3 a quell’incapace! Testa di *@#%, con quello che se la fa pagare… Un altro paio di tentativi e la consolle legge il gioco, prende il joystick in mano e già pensa che se perde anche stavolta contro il Pompy (sta giocando il campionato inglese con il Chelsea ma non ha inserito ancora tutti i nomi originali, che squadra sarà mai?) salva lo stesso il campionato, sono quattro volte che perde e non salva e ha perso gusto e mordente: sarà pure comoda una realtà in cui una sconfitta si può tranquillamente non mettere in memoria e tentare di farla diventare una vittoria, e provarci infinite volte, ma dopo un po’ diventa noioso.

Potrò mai perdere contro me stesso? Se lo domanderà tra pochi secondi, appena avrà smesso di ripetere per l’ennesima volta che il suo modo di fare sport lo porta ad interpretare la gara come sfida contro di sé più che contro gli altri, ma per la prima volta si chiederà se potrà mai perdere contro se stesso nella vita.

- Ma se non ha neanche abbassato gli occhi! Mi faccia il piacere e guardi sul serio! - Mi dispiace ma la mia schiena non mi permette di fare uno sforzo del genere, soprattutto per 10 centesimi… - Mi sta prendendo in giro? Si sbrighi a guardare sotto quel bancone, io non perdo mai niente, che siano 10 centesimi o 1000 euro in un investimento sbagliato! - Se proprio la pensa così perché non viene a cercarsela da solo la sua moneta? Gli avrebbe volentieri messo le mani in faccia, e lo avrebbe fatto piegare a forza di calci, ma disse semplicemente al cassiere che si doveva sentire fortunato se non lo faceva e andò dietro al bancone per espletare quella che pensava sarebbe stata una facile operazione resa tediosa solamente dall’atteggiamento indolente di un imbecille. Diede un rapido sguardo, sbuffò e si chinò leggermente… niente in vista. - Visto, le dicevo che l’ha… - Stia zitto imbecille adesso la trovo io questa dannata moneta! - Certo, certo, come vuole lei, ma non mi sembra il caso di offendere! - A me sì invece, eccola là, la vede, cosa le dicevo?

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L’aveva vista e tronfio si chinò ancora un po’ per raggiungerla quando… Zac… colpo della strega, schiena bloccata e dieci centesimi in mano. - Signore, si sente bene? Le avevo detto che lo sforzo era eccessivo… posso fare qualcosa per lei? Non si accorse che lo diceva sogghignando, gli rispose che poteva solo prendersi quei maledetti 10 centesimi e che adesso si accorgeva che avevano un pavimento che faceva veramente schifo. - Ah! Non si preoccupi dei dieci centesimi per cui ha perso l’uso della schiena, li dia come mancia al terapista… Quella volta si accorse dal tono della frase del sogghigno del cassiere, così se ne andò via costretto dalla sua schiena a guardare il pavimento veramente lurido.

Carica opzioni - clic Campionato - clic Carica partita - clic Campionato inglese giornata 17 - clic Formazione: Cech, Terry, R. Carvalho, Paulo Ferriera, Ashley Cole, Makelele, Essien, Ballaci, Lampard, Shevchenko, Drogba. La miglior formazione per il modulo che ha creato apposta per far giocare i suoi giocatori preferiti, sono anche tutti in forma, ma l’ultimo tentativo di battere il maledetto Pompy (che squadra sarà mai) non è comunque andato a buon fine. Ci pensa un po’ e decide: Robben per Shevchenko e Geremi per Makelele. Vai alla partita - clic Si comincia, stavolta ha detto che salva anche se perde, ma è sicuro di vincere, e l’andazzo della partita sembra quello: rasoterra parato a Drogba, palo di Robben, tentativi di testa da parte di Lampard e Essien, finisce il primo tempo. Secondo tempo: subito in avvio clamorosa occasione per Robben - se ci fosse stato Sheva sarebbe entrata, dannazione! - che però la fallisce, esce Robben entra Shevchenko - ora sì che gli faccio male…- ma la musica non cambia e zitto zitto, inaspettato, arriva il golletto del Pompy all’85’, veramente è un autogol scaturito da un rimpallo su corner che non c’era (anche i computer, ogni tanto, sbagliano). - Vabbè, ma così non si può, non è giusto, adesso esco dalla partita e la rigioco…

Nello sport si va a perdere contro se stessi quando la prestazione, indipendentemente dal posizionamento nella gara, non è all’altezza delle capacità già dimostrate. Certo, a seconda dello sport praticato ci sono numerosissime variabili che potranno causare ciò e sommare altre responsabilità alle nostre, ma comunque dovremo interrogarci sul fatto di non aver saputo interpretare al meglio possibile la condizione presentatasi. Nella vita non è altrettanto facile trovare un termine di paragone, non avrai mai parametri fissi, non troverai mai situazioni simili che abbiano per forza anche simili soluzioni, non ci sarà mai una prestazione di riferimento, né con gli altri né con se stessi, ma allora cos’è che lo fa sentire così vicino alla sconfitta?

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È forse il fatto di pensare che si troverà ancora una volta inerme davanti alla scelta tra due opzioni che lui si è creato, che è fiero di essersi creato, entrambe desiderate e positive. Inerme nel senso che per l’incapacità di scegliere lascerà che sia l’opzione più comoda a scegliersi da sola, quella che creerà meno sconquassi, che cambierà meno le cose, che sembrerà meno faticosa; ma una volta che si sarà accorto di ciò, sarà in grado di non scegliere l’altra opzione solo per rivolta? Sarebbe una sconfitta anche questa, ne uscirebbe perdente contro se stesso allo stesso modo: non sarebbe stato in grado di scegliere in base a quello che realmente vuole maggiormente, poco importa se per indolenza o per seguire astrusi contorcimenti mentali………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………………c’è una cosa, però, che stavolta si sommerà e forse districherà la matassa: c’è un’altra persona che subirà in maniera diretta le conseguenze di questa decisione, e lui ha troppo rispetto per lei per non scegliere quello che realmente vuole… Molto spesso è chi non arriva primo che ci fa vincere ed è chi arriva ultimo che non ci fa perdere.

/Ivan Cusella/

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Tracce/ Veglia In trincea durante la prima guerra mondiale, tra le mani il corpo martoriato di un uomo. La descrizione silenziosa della morte, illuminata dalla luna. La forza di riscoprire un’umanità ancora sconfitta dalla guerra La speranza nell’amore, voglia di vivere.

Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d’amore

Non sono mai stato tanto attaccato alla vita. Giuseppe Ungaretti

Un padre che corre impazzito per il mercato distrutto di Bagdad, porta tra le braccia il corpo insanguinato del figlio.

C’è un uomo che non potrà mai vincere questa guerra.

Non sento parole d’amore, dove sono gli uomini?

/Carmine Fiume/

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L’amico Etiope/ Rome's Slum Sono sconcertata... oggi pomeriggio, consiglio straordinario nell'VIII municipio di Roma: ordine del giorno lo sgombero del campo nomadi a Tor Vergata. Sala gremita di gente, tutti abitanti della zona, e tutti con un medesimo comune denominatore: essere AVVELENATI, INVIPERITI contro il nemico sconosciuto che ci abita dietro casa. Chi non conosce gli zingari? fin da piccoli ne abbiamo avuto paura, i luoghi comuni di una volta sono tutt'ora gli stessi, gli stessi!! Rubano, rapiscono i bambini, sono sporchi, puzzano, sporcano e sono pericolosi. Tutto quello che già sapevamo, che ancora si continua a dire, e che anche oggi è uscito fuori dalle voci di questi abitanti disperati. Il campo nomadi in effetti è un luogo di baracche (oggi è stato definito dagli assessori "favelas", che tanto richiama alla mia mente i cari slums...) che non ha nulla da invidiare a quelle di Bombay, che a volte peraltro sono migliori: non c'è acqua potabile, né servizi igienici, né elettricità… un mare di fango e di topi dove vivono 220 persone, di cui almeno 50 bambini. Questi nomadi sono arrivati almeno dalla fine di ottobre, quando erano stati sgomberati dall'Appia: i loro bambini vanno infatti ancora a scuola, intraprendendo un viaggio notevole fin lì per non spezzare l'anno scolastico. Si è creata una discarica abusiva, e gli abitanti si lamentano delle mosche, e dei fumi per le cose che vanno in fiamme. Non vi dico i commenti sull'autobus… i soliti: quanti sono?! quanto puzzano?! state attenti ai portafogli! Non che tutto ciò non sia vero, ma sembra che esistano essere umani di serie A e di serie B (e mi sà tanto che non solo sembra...)

Al primo intervento "cittadino" controcorrente si è alzato uno sciame di voci urlanti sul fatto che sicuramente chi parlava non li aveva sotto casa, non era vittima della loro condotta, o faceva parte di qualche organizzazione di volontariato, di quelli che prendono solo i per aiutare le persone e che per colpa loro addirittura ce li si ritrovava lì...... io sono rimasta sconcertata: se si diceva di essere un po' più umani allora: "beh,sì, ma c'è un limite..." si è sempre troppo buoni, troppo fuori dai problemi, troppo cristiani. Se si diceva che "vivono in condizioni disumane", allora sì è vero, "per questo li sgombriamo" (ma poi a nessuno veramente importava come e dove sarebbero stati sbattuti a vivere). "Che se li prendesse il Vaticano" diceva qualcuno, "portateli a casa tua!!” qualcun altro... troppo facile...

Allora io che dovrei dire??!: che se fosse stata trattata allo stesso modo Torbellamonaca, base di poveracci,spacciatori, ladri, papponi, allora avremmo mai avuto la possibilità di crescere, di migliorarci, di rivalutarci?? Che avrei dovuto chiedere uno sgombero dei miei vicini solo perchè rubano le macchine, danno fuoco ai cassonetti, sparano petardi anche a ferragosto, non mi fanno stare tranquilla quando torno a casa in piena notte?...perchè erano e ancora molti sono delinquenti??lo sgombero di tutti solo perchè ce ne sono alcuni delinquenti???!!

D'altronde a nessuno interessava che tanto dopo essere stati spostati da lì, il giro sarebbe riniziato in un altro quartiere, e poi magari ne sarebbero venuti di nuovi, ex-sgomberati di altre zone. Sgombro, parola scomoda, veniva sostituita con "liberare la zona" o "ricollocamento": ma voi veramente ci credete che si penserà veramente a loro? che veramente a qualcuno importi degli zingari?

La xenofobia, il provincialismo, l'egoismo che ho sentito stasera mi hanno fatto tornare in India, a quando ero io la straniera. Sebbene certo una straniera privilegiata, gli indiani mi hanno accolta sempre con molta disponibilità, e quelle rare volte che mi sono sentita discriminata allora vi dico che ne ho sofferto molto, mi ha umiliata. E ho ricordato le parole di un mio amico rumeno che al mio ritorno mi ha detto: "ora capisci cosa vuol dire essere straniera?" Ma di certo l'ospitalità indiana qui è impensabile, e non capisco perchè... forse abbiamo troppe cose da difendere, forse non abbiamo ancora capito quello che ho capito io stasera: che l'unica soluzione è L'INCONTRO. Chi sono gli zingari? chi veramente ne conosce la cultura? chi c'ha mai parlato?? Non è che forse si attua la solita paura del DIVERSO?? Di quello che si conosce solo per cattiva fama e sentito dire?

Gli zingari non li sistemeranno mai, e se lo facessero spargendoli nella regione come dicono, certo non sarà domani e certo non risolverà il maggior problema: quello che rimarrà di loro sempre la paura e l'impressione di una differenza incolmabile. E la diffidenza porta paura, e la paura porta il sospetto, e il sospetto il rancore, e il rancore violenza, e quella che c'era stasera era violenza, era una guerra non diversa da quella di Bush: condannare tutti per pochi colpevoli. Stiamo attenti che la guerra preventiva inasprisce solo gli animi: ma se ci apriamo, anche lentamente e con cautela, forse capiremo che gli zingari non sono tutti così, e magari anche loro capiranno che noi non siamo tutti così, pronti a sparare addosso su di loro, per toglierceli dai piedi. Gli zingari non se ne "Tornano al loro paese", perchè il loro Paese è questo: sono cittadini Italiani, e spesso rifugiati di guerra. E soprattutto sono PERSONE. PERSONE come noi. /Daniela Barsoum/

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Lei non sa chi sono io/ Ovvero: lettere chiaramente non indirizzate a noi, alle quali rispondiamo lo stesso. A cura di Alessandro Ibba

Cara Raffaella, siamo una giovane coppia omosessuale e ti seguiamo sempre in tv. Ci sentiamo profondamente abbandonati e sconfitti da quest'Italia fascista e bigotta. E stiamo seriamente prendendo in considerazione l'ipotesi di emigrare in Spagna, ma non è facile abbandonare le proprie radici anche se queste ci stanno soffocando. È doloroso essere consapevoli del fatto che gli unici monenti di conforto li troviamo quando mano nella mano guardiamo i film di Ozpteck. Per favore rispondici, abbiamo bisogno del tuo sostegno. tuoi, Ignazio e Vladimiro

Cari Vladimiro e Ignazio, mano? Non è noioso? Io non li persone in base alla loro ho mai capiti i suoi film e darsi inclinazione sessuale. Questa non è la posta di la mano guardando “la finestra Raffaella Carrà ma quella di un di Fronte” con uno sciapetto Le donne hanno dovuto lottare giovane trentenne che cura la Raul Bova, non credo sia il decenni per avere un briciolo di posta di REV. Nella rubrica che massimo. E’ meglio intenerirsi diritto perché voi non potete curo cerco di dare dei davanti a Buona Domenica! aspettare …? Danzare con suggerimenti a tutti quei Almeno lì c’è il sedere di lentezza. Bisogna sapere ragazzi/e che non hanno avuto Bettarini … Oppure davanti aspettare … E poi non sono il privilegio di usare il gettone alla De Filippi in Amici con d’accordo sul fatto che telefonico per telefonare a casa, tutti quei ballerini! Oh! SII!! viviamo in un paese fascista. che sono cresciuti senza la E poi perché, si perché fuggire Non vi basta l’olio di ricino in Spagna? I pervertiti come merendina “Girella” o senza che dovete bere ogni pane e salame della nonna, voi stanno pure lì, con gli stessi matina?? insomma in questa rubrica si problemi! Si possono sposare, è vuole aprire un confronto tra la vero ma vi sembra un lusso? Vi A presto. generazione cresciuta negli anni sembra un traguardo? 70/80 e quella di oggi. Mi Pretendere di avere il diritto di permetto quindi di darvi dei sposarsi non lo vedo un piccoli suggerimenti sul Vs traguardo raggiunto ma una problema. Perché aspettare di sconfitta morale di una società vedere Opzeteck per darsi la che ha bisogno di distinguere le

/Gli annunci di REV/

Casalinga brianzola (quasi) disperata, stanca di un rapporto ormai solo epistolare col marito cerca uomo con cui condividere amicizia e passioni. [email protected]

Cercasi senatore per eventuale maggioranza. Astenersi comunisti. [email protected]

Democratico, nero e musulmano accetterebbe candidatura alla presidenza Usa. Vuoi far parte del comitato elettorale? [email protected]

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Credits

Hanno partecipato al numero Zero di Rev: Alessandro Corazzi Ivan Cusella Carmine Fiume Federico Vergari Alessandro Ibba Giuseppe Ungaretti Daniela Barsoum Partecipa con i tuoi contributi alla Reviewlution!: [email protected]

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“Dalla parte di Spessotto con la falla dentro il canotto, col doppiofondo nella giacchetta, col grembiule senza il fiocco.

Timorati del domani, timorati dello sbocco, siamo dalla parte di Spessotto.”

V.C.

Grazie a Emiliano Belmonte per lo spazio dedicatoci su “L’Occhio che…” di febbraio.

A quel bucolico di Ale. Con supponenza. ☺

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