TRIMESTRALE DI CULTURA E PEDAGOGIA MUSICALE - ORGANO DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER L’EDUCAZIONE MUSICALE ANNO XLI - N. 161 - DICEMBRE 2011 - † 5,00 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/B - L. 662 DEL 1996 - MILANO

______Musica-teatro per______la scuola ______Postura ed espressione______Canto e rieducazione______vocale ______Musica per l’inclusione Musica per l’inclusione______Scuola e cultura______digitale ______

161NUMERO

Musica 3 DOMANI Indice

Trimestrale di cultura e pedagogia musicale Organo della SIEM Società Italiana per l’Educazione Musicale www.siem-online.it Editoriale Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 411 5 Mariateresa Lietti del 23.12.1974 - ISSN 0391-4380 Anno XLI, numero 161 dicembre 2011 Differenze a scuola Direzione responsabile Pratiche educative Mariateresa Lietti 6 Irene Bonfrisco  Redazione Maledetto sia Copernico! Alessandra Anceschi, Lara Corbacchini, Strumenti e tecniche Anna Maria Freschi 14 Simone Francia  Impaginazione e grafica Fabio Cani / Nodo Stare nel suono: postura ed espressione Segreteria di redazione Via Dell’Unione, 4 - 40126 Bologna Ricerche e problemi e-mail: [email protected] 24 Amalia Lavinia Rizzo Stampa Musica per l’inclusione scolastica Stampatre, Torino 30 Giuseppe Sellari Editore La voce in-forma EDT srl, 17 Via Pianezza, 10149 Torino Confronti e dibattiti Amministrazione 36 Luca Bertazzoni (a cura di) Tel. +39 011 5591816, Fax +39 011 2307034 Musica, scuola e cultura digitale e-mail: [email protected] Interventi di: Fausto Ciccarelli, Salvatore Colazzo, Marco Fedi, Pubblicità Roberto Neulichedl Manuela Menghini, EDT: [email protected], tel. +39 011 5591849 Libri e riviste Abbonamenti e Promozione 48 Roberto Neulichedl, Alla ricerca del suono perduto Eloisa Bianco, EDT: [email protected], (su DELALANDE, Dalla nota al suono, FrancoAngeli) +39 011 5591831 48 Anna Maria Freschi, Scheda Un fascicolo (su Instruments et cultures, Cité de la Musique) Italia euro 5,00 - Estero euro 6,50 49 Antonella Moretti, Scheda Fascicoli arretrati (su Il bambino e la musica, Curci) Italia euro 7,00 - Estero euro 8,50 50 Lara Corbacchini, Le canzoni della nostra specie Abbonamenti annuali (su LEVITIN, Il mondo in sei canzoni, Codice edizioni) Italia euro 18,00 - Estero euro 22,00, 50 Da non perdere a cura di Elisabetta Piras comprensivo di quattro fascicoli della rivista. 52 Anna Maria Freschi, Educazione dell’orecchio Gli abbonamenti possono essere effettuati inviando assegno non trasferibile intestato a (su ODONE, Schede di Ear Training, Cromografica) EDT srl, versando l’importo sul c.c.p. 24809105 53 Donatella Bartolini, Sogni e incubi da suonare intestato a EDT srl, tramite carta di credito (su GAGEL, Tagträume und Nachtmahre, Breitkopf) CartaSì, Visa, Mastercard, con l’indicazione 54 Annibale Rebaudengo, Scheda “Musica Domani”. La rivista è inviata (su CORTOT, Alcuni aspetti di Chopin, Curci) gratuitamente ai 55 Enrico Bottero, Una didattica dell’esperienza soci SIEM in regola con l’iscrizione. (su BIANCHI, Il “metodo” Bianchi, FrancoAngeli) Quote associative SIEM 57 Roberto Albarea, Rassegna pedagogica Soci ordinari e biblioteche euro 43,00 - Studenti euro 28,00 - Soci sostenitori da euro 86,00 - Rubriche Triennali ordinari e biblioteche euro 110,00 - 5 Alessandra Anceschi (a cura di), MATERIALI DI CLASSE: Promenade multimediale Triennali sostenitori da euro 220,00 - Soci giovani euro 8,00. tra gli strumenti dell’Asia di Marco Fedi  Le quote associative si ricevono sul c.c.p. 19005404, 10 Vide@mus, a cura della redazione: Parodie, parafrasi, metamorfosi  intestato a Società Italiana per l’Educazione Musicale, 12 Annibale Rebaudengo, STRUMENTI CREATIVI: La tecnica del suono Via Dell’Unione, 4 Bologna. Per comunicazioni e richieste: tel. 051-2916500 fax 051-228132 - cell. 20 SEGNALAZIONI di Franca Mazzoli, Valentina Marrocolo, Silvia Zanasi 339-1031354 - e-mail [email protected] - 23 Mariateresa Lietti, NOTE A MARGINE: Canzoni per la Storia recapito postale SIEM - Casella postale 396 - Ufficio 28 Lara Corbacchini, RICERCARE: Quando l’abito fa il musicista Bologna Centro - 40126 Bologna 34 CACOFONIE: Grilli parlanti Iscrizione all’ISME 47 Arianna Sedioli, L’ATELIER DEI PICCOLI: Uova International Society for Music Education Socio individuale per un anno, senza riviste, US$ 58 Dario De Cicco (a cura di), GIORNALE SIEM: La SIEM lucana di Filomena Silda 35; con le riviste US$ 59. Socio individuale per due Giammetta anni, senza riviste US$ 65; con le riviste US$ 113. Le riviste sono: International Journal for Music Education, 2 numeri l’anno; Music Education International, 1 numero l’anno. Le quote possono essere versate con carte di credito Visa, American Express, Master Card o chèque bancario a: ISME International Office, PO Box 909, Nedlands, 6909 Western, Australia - fax 00 61-8-9386 2658. Sarebbe opportuno che l’iscrizione e il pagamento con carta di credito venissero accompagnati dal modulo d’iscrizione debitamente compilato e questo richiamo indica reperibile presso il sito web dell’ISME: che materiali e approfondimenti sono presenti su www.isme.org/application.  www.musicadomani.it

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Hanno collaborato a questo numero:

Roberto Albarea docente di Pedagogia, Università di Udine Donatella Bartolini docente di Pedagogia musicale, Istituto Superiore di Studi musicali, Modena [email protected] Luca Bertazzoni docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Fermo [email protected] Irene Bonfrisco docente di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Casalgrande (Re) [email protected] Enrico Bottero comitato di redazione delle riviste “Infanzia” ed “Encyclopaideia” Fausto Ciccarelli docente di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Bologna [email protected] Salvatore Colazzo docente di Pedagogia sperimentale, Università del Salento [email protected] Dario De Cicco docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Torino [email protected] Marco Fedi docente di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Prato [email protected] Simone Francia docente di Tromba e di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Modena [email protected] Filomena Silda Giammetta docente di Musica e Flauto traverso, Scuola Secondaria a indirizzo musicale [email protected] Antonella Moretti docente e coordinatrice didattica, Associazione Culturale Ricercare, Cislago [email protected] Elisabetta Piras pianista, docente, musicologa [email protected] Annibale Rebaudengo docente di Pianoforte e formatore, Milano [email protected] Amalia Lavinia Rizzo pianista, docente di sostegno, Scuola Secondaria di primo grado, Roma [email protected] Roberto Neulichedl docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Alessandria Arianna Sedioli formatrice e autrice di mostre e installazioni sonore, Ravenna [email protected] Giuseppe Sellari pedagogista, musicologo, presidente CRS “Officina delle Arti” [email protected]

Redazione

Mariateresa Lietti docente di Violino, Scuola Secondaria di primo grado a indirizzo musicale, Como [email protected] Alessandra Anceschi docente di Musica, Scuola Secondaria di primo grado, Reggio Emilia [email protected] Lara Corbacchini docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Trento [email protected] Anna Maria Freschi docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Perugia [email protected]

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Differenze a scuola Editoriale

Tra i tanti tagli che si fanno pesantemente sentire nella del campo nomadi di via Impastato nella zona Sud di scuola pubblica, c’è quello alle risorse per il sostegno. Milano. Proprio nelle situazioni di maggior fragilità, dove sareb- L’iniziativa dell’Opera Nomadi Milano, che ha lavorato al be indispensabile poter contare su tempo adeguato, con- progetto insieme alla cooperativa Romano Drom, al con- tinuità e specifiche competenze, si assiste a una forte di- sorzio SIR (Solidarietà in rete) e alla cooperativa Arca di minuzione di ore e al continuo avvicendarsi di persone Noè, coinvolgerà gli stessi abitanti del campo (in preva- precarie. Nonostante questo ogni scuola cerca di fare il lenza Sinti) nell’accompagnare i visitatori all’interno della possibile per supportare le situazioni di disagio e si stan- cultura romanì. no formando forti professionalità anche in campo musi- Sarà così possibile per tutti e in particolare per le scuole cale. Sempre più frequentemente, infatti, i docenti di Mu- (che ci auguriamo aderiscano numerose) andare oltre gli sica e di Strumento trovano impiego come docenti di so- stereotipi negativi, spesso dovuti a superficialità, e scopri- stegno e spesso sanno trasformare questo incarico, che re i tesori e la bellezza di una tradizione unica al mondo, potrebbe essere vissuto come un ripiego, in un’occasione oltre che incontrare le persone vere e le loro storie. per sperimentare percorsi con la musica. In alcuni casi i All’interno del museo è custodita un’importante raccolta di docenti si specializzano e si appassionano a tal punto da racconti, libri, documenti, fotografie, dischi, filmati, oggetti non voler più insegnare lo strumento in senso tradizio- della tradizione. È stato inoltre avviato un centro di produ- nale (anche quando sarebbe possibile) per restare a lavo- zione culturale, con uno spazio dedicato alla proiezione di rare nel settore della disabilità. film e una scuola di cultura e musica romanì, oltre a un servi- A questo argomento abbiamo perciò deciso di dedicare la zio di ristorazione gestito dalla cooperativa Romano Drom. nuova rubrica Musica per l’inclusione introdotta su questo Se è del tutto evidente il motivo principale che ha determina- numero dal contributo di Amalia Lavinia Rizzo che ne sarà to l’intitolazione del museo a De André, non tutti sanno che poi la curatrice. una delle famiglie che ancora abitano in questo campo (la Sempre per restare nel campo delle difficoltà che sanno famiglia Bezzecchi) ha collaborato attivamente alla scrittura trasformarsi in ricchezza grazie alla forza, alla determi- della canzone Khorakhané, brano che ricorda i rom musulmani, nazione e all’ingegno delle persone, vorrei qui segnalare martoriati dalle persecuzioni lungo tutta la loro storia. un’iniziativa che ho trovato straordinaria e che mi ha aper- Mi auguro di poter presto pubblicare un contributo sul- to uno spiraglio di speranza in un momento davvero buio. l’iniziativa, che rappresenta un modo intelligente per con- Si tratta del Museo del viaggio, dedicato a Fabrizio De tribuire a trasformare la sciocca paura e il pregiudizio in André, che è recentemente stato inaugurato all’interno conoscenza e in relazioni costruttive.  Materiali di classe a cura di Alessandra Anceschi (www.musicadomani.it _ Le rubriche _ Materiali di classe) In corrispondenza con l’uscita di questo numero, sono scaricabili dalla rubrica on-line materiali relativi a: - Promenade multimediale tra gli strumenti dell’Asia di Marco Fedi

L’accesso e lo scaricamento sono riservati ai soci che possono richiedere nome utente e password scrivendo a: [email protected] Eventuali proposte vanno inviate a [email protected] con le modalità indicate sul sito.

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educative Maledetto

Pratiche sia Copernico!

La collaborazione fra l’insegnante di Musica e di Lettere to dello spettacolo Maledetto sia Copernico! 1 – realizzato dà vita, in una scuola secondaria di primo grado, a uno al termine dell’anno scolastico 2009-2010 all’interno del- spettacolo con testi, immagini e musica che ha come tema l’offerta formativa dell’Istituto Comprensivo “Lazzaro Spal- la sofferta abiura di Galileo Galilei di fronte al Santo Uffizio. lanzani” di Casalgrande (RE), anche grazie alla collabora- zione del Comune di Casalgrande e del locale Teatro “Fa- brizio De André” – si inserisce in un percorso già iniziato Origine del progetto nell’anno scolastico 2008-2009, all’interno di un’ora di A volte i buoni incontri sono casuali. Allora la buona pra- compresenza tra le discipline di Italiano e Musica, ultimo tica, favorita appunto dai buoni incontri (quei ragazzi, quei residuo di un’organizzazione scolastica a tempo prolunga- colleghi, quell’ambiente…), può dare vita a una lezione di to che consentiva di avere momenti preziosissimi per la qualità eccellente, esemplare ma non unica, originale ma realizzazione di progetti “davvero” interdisciplinari. anche riproponibile, colta ma accessibile a tutti. Il proget- In quella occasione, utilizzando detto spazio insieme alla do-

Musica DOMANI 161 cente di Lettere Simona Anceschi, fu realizzato con una clas- Il lavoro nelle prime settimane ha viaggiato su due binari. 7 se terza uno spettacolo intitolato Genesi: suoni, colori, voci Io, nelle ore curricolari, lavoravo alla costruzione dei re- dal mondo, costruito su testi, brani musicali e immagini, allo pertori, la collega di italiano si occupava di scegliere alcu- scopo di valorizzare, oltre all’esperienza musicale, una disci- ni brani tratti dalle opere e dagli epistolari di Galileo Galilei, plina ultimamente molto penalizzata: la Geografia. Le oppor- rivedendoli ed elaborandoli insieme alla classe, con l’obiet- tunità che si prospettavano erano molte: indagare le culture tivo soprattutto di selezionare estratti particolarmente si- educative più lontane dalla nostra attraverso la musica, gli strumenti, i gnificativi e di attualizzare la lingua e il lessico del XVII costumi, le tradizioni, le religioni, la storia, i miti, i luoghi e la secolo quando era necessario. Ma sarebbe stato l’allesti-

collocazione geografica dei popoli e dei paesi extraeuropei. mento conclusivo a occupare gran parte dei tempi e delle Pratiche energie di lavoro. Descrizione del progetto La struttura dello spettacolo avrebbe previsto l’alternanza Alla luce dei buoni risultati di questa prima esperienza, io e la e a volte la sovrapposizione delle letture dei testi ai brani stessa collega – questa volta però senza alcuna compresenza, musicali. Sullo sfondo avremmo fatto scorrere le immagini e quindi senza la possibilità di far riferimento a una vera e di dipinti di artisti di diverse epoche che riproducevano propria programmazione prevista in forma istituzionale – ci scene di musica, di danza, ma a volte oggetti, ambienti e siamo interrogate l’anno successivo sulla possibilità di realiz- luoghi che sulla scena venivano evocati. Il palco del teatro zare un altro progetto, questa volta in una classe seconda. sarebbe stato allestito in modo molto essenziale: al centro La scelta del tema è maturata strada facendo. Stavo lavo- il gruppo strumentale posizionato in un grande semicer- rando su brani strumentali rinascimentali, e all’inizio del- chio; davanti, ai due estremi, i leggii dove si alternavano i l’anno scolastico avevo organizzato per tutte le classi se- lettori; dietro, lo schermo dove scorrevano le immagini; a conde della scuola un concerto-lezione con l’ausilio di due destra, davanti, un piccolo “salotto”. musicisti che presentavano ai ragazzi repertori e strumenti Anche se il profilo del progetto andava ovviamente tarato musicali del periodo rinascimentale e barocco. Dopo que- e adeguato a tante difficoltà (relative alle risorse umane, sta prima proposta ho iniziato a lavorare in classe su alcu- logistiche, finanziarie e alla limitatezza dei tempi della scuo- ne danze di autori rinascimentali trascritte per flauti dolci la), lo spettacolo – tra la preparazione degli interpreti e a tre o quattro parti (soprani, contralti e tenori), strumen- l’allestimento – presupponeva comunque un discreto li- tario Orff, percussioni, chitarre e pianoforte (o clavicem- vello di complessità. Per esempio, come risolvere il proble- balo, realizzato con il pianoforte digitale). Dai primi risul- ma delle prove d’insieme non avendo più nessuna compre- tati musicali prese corpo qualche idea: in quale contesto senza? Le possibilità non erano molte. spazio-temporale collocare queste musiche? In un’imma- Sfruttare al massimo le opportunità concesse dall’orario ginaria corte rinascimentale o barocca? Cosa può accadere curricolare significava utilizzare tutte le nostre ore libere nelle sale di questa corte? Certamente si fa musica, ma poi incrociando quando era possibile le nostre lezioni sulla classe si conversa? Si dibatte? E intorno a quali temi? e poi chiedere qualche cambio d’ora ai colleghi disponibili. La mia collega orientò la sua scelta sulla discussa teoria Ma per allestire uno spettacolo questo non poteva bastare. copernicana in contrapposizione a quella tolemaica. Diventò Abbiamo quindi proposto ai ragazzi di trovarci negli ultimi quindi centrale la figura di Galileo Galilei, studioso vissuto due o tre mesi un pomeriggio alla settimana. La risposta tra il XVI e XVII secolo, divulgatore e precursore di teorie degli alunni è stata più che confortante, in quanto la loro scientifiche che nell’Europa della rivoluzione rinascimentale partecipazione, veramente sentita e costante, era sorretta da si erano già affermate vari decenni prima, ma che in Italia, una motivazione notevole nata dalla consapevolezza di “ap- pur all’avanguardia sul piano delle arti, incontravano la fie- partenere” a un progetto di alta visibilità all’interno del- ra opposizione del sistema culturale vigente. l’istituto. E questa si può già considerare una prima verifica.

Scelta dei contenuti, musicali e non Scopo del lavoro non era una ricostruzione puramente ci- 1 Il titolo dello spettacolo è tratto da una pagina de Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, nematografica e documentaristica di un’epoca. Non ci si è Milano, 1970 pp. 58-59): «[…] Maledetto sia Copernico! – Oh oh voluti preoccupare se un dipinto appartenesse alla cultura oh, che c’entra Copernico! – esclama don Eligio, levandosi su la settecentesca o una musica a quella del XVI secolo, ma si è vita, col volto infocato sotto il cappellaccio di paglia. – C’entra, voluto piuttosto costruire una cornice capace di offrire don Eligio. Perché, quando la Terra non girava... – E dàlli! Ma se suggestioni per poi favorire la riflessione. Si voleva creare ha sempre girato! – Non è vero. L’uomo non lo sapeva, e dunque un “luogo”, magari inesistente e senza tempo, in cui però era come se non girasse… Siamo o non siamo su un’invisibile trottolina, cui fa da sferza un fil di sole, su un granellino di sabbia le arti dell’uomo si fondessero in continuità. impazzito che gira e gira e gira, senza saper perché, senza perve- La scelta delle musiche, a parte il generico orientamento nir mai a destino, come se ci provasse gusto a girar così, per farci cronologico, è stata operata soprattutto rispetto a criteri di sentire ora un po’ più di caldo, ora un po’ più di freddo, e per farci pertinenza con l’espressività dei testi e di opportunità di- morire – spesso con la coscienza d’aver commesso una sequela di dattica e strumentale, così da valorizzare il tanto vitupera- piccole sciocchezze – dopo cinquanta o sessanta giri? Copernico, Copernico, don Eligio mio ha rovinato l’umanità, irrimediabilmente. to flauto dolce, che in un simile contesto sarebbe stato in Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova conce- grado, nelle sue diverse estensioni, di ricreare un fascino zione dell’infinita nostra piccolezza […]». musicale e ambientale.

Musica DOMANI 161 8 Non neghiamo, da insegnanti, che lo studio del periodo sto- più o meno contemporanea ai fatti descritti. Ma questa rico tra Rinascimento e Barocco, affrontato sistematicamente non è la sua unica funzione. soprattutto dal punto di vista cronologico, è parte del pro- L’accostamento di alcuni brani è stato pensato trovando rela- gramma curricolare di varie discipline delle classi seconde zioni e analogie con segni diversi che potessero in un qualche nella scuola dell’obbligo; pertanto i riferimenti temporali, modo reinterpretare il contenuto di quello che veniva enun-

educative anche se a volte un po’ “larghi” cronologicamente, ci sem- ciato. A volte la musica si propone evidenziando un distacco bravano appropriati perché riconoscibili dagli alunni. quasi forzato, un evidente contrasto tra la dimensione con- Poiché ci si riferisce a un ambito rinascimentale, o magari flittuale e drammatica delle parole di Galileo e l’ambiente colto,

Pratiche pre-barocco (in ogni caso è molto illusorio e arbitrario vo- sofisticato e saccente della corte dove tutto ciò accade. ler incasellare il pensiero umano dentro confini cronolo- Cito solo qualche esempio. Il brano di apertura, che poi gici e specificità culturali o in nicchie temporali storica- sarà anche quello di chiusura, è una melodia di pavana, mente predeterminate), i brani sono per lo più danze di ripresa da Francis Baines e usata come tema per una serie autori come Michael Praetorius, Giorgio Mainerio, Tielman di variazioni 2. Qui la scelta è filologicamente rispettosa. Susato, John Dowland. Da un punto di vista timbrico e La pavana è una danza di apertura, che spesso accompa- stilistico si è cercato di rispettare le sonorità di strumenti gna un corteo. Ha un carattere solenne, importante e mae- coerenti con questo tipo di musica. In questa situazione il stoso. È una ouverture. flauto dolce, lo strumento che gli alunni suonano nell’atti- Il secondo brano è un Canario di Praetorius. Questo brano vità curricolare, trova una collocazione storica e stilistica ha come struttura la successione di brevi frasi, simili tra di corretta. La varietà di estensione e di colore data poi dalle loro, che ruotano intorno a poche note, caratterizzate dal diverse taglie dei flauti soprani, contralti e tenori (talvolta ritmo puntato in tempo composto. Tutte le frasi sono il sopranino) offre opportunità interessanti. Lo strumenta- ritornellate. Per rendere interessante questa ripetizione ho rio Orff è utile sia per riempire le parti interne che per alternato un piccolo numero di flauti al tutti creando un consentire un contrasto timbrico al suono sempre molto effetto “speculare” di dialogo, con un percepibile contrasto pastoso dei flauti. Le chitarre, oltre a essere a volte fonda- dinamico ottenuto con la tecnica barocca definita “a ter- mentali per sostenere i bassi, offrono un’altra varietà razze”. L’intera esecuzione è realizzata per stratificazione, timbrica. Le percussioni in questi repertori hanno un ruolo sommando le parti in ingresso e sottraendole con l’ordine fondamentale che ho cercato di mantenere il più fedele opposto nella parte conclusiva. Una struttura quindi molto possibile. Il pianoforte – o il timbro del clavicembalo – è geometrica. Il brano viene eseguito dopo la lettura dal indispensabile per sostenere l’intera esecuzione. Sidereus Nuncius di Galileo, dove si parla della costruzio- La scelta dei brani è stata in alcuni casi proposta dall’inse- ne di un cannocchiale e di quanto esso può riprodurre gli gnante sulla base di esigenze di tipo didattico (fattibilità oggetti diverse volte più vicini e più grandi. tecnica, occasione per inserire nuove difficoltà, possibilità La lettera di Galileo a Benedetto Castelli 3 affronta il tema di arrangiare il brano in modo efficace con gli strumenti a della comprensione di un testo – in questo caso delle Sacre disposizione). In altri casi – come per la Gavotta e il Canario Scritture – che può essere fruito a diversi livelli e che ne- di Michael Praetorius, o il brano anonimo Antidotum cessita dunque di una interpretazione. Nello spettacolo tarantulae – la richiesta di eseguire determinati brani è questa lettera viene letta sopra alla musica, frammentata partita dai ragazzi. La comprensione, l’approfondimento e in tre parti. Il brano suonato in questo momento è l’interiorizzazione dei brani ha favorito una sorta di fami- Antidotum tarantulae di autore anonimo. I ragazzi qui ese- liarità con questa musica, sollecitando il desiderio da parte guono la trascrizione di un arrangiamento 4 che propone dei ragazzi di reinterpretarla con i loro strumenti. l’esecuzione di una stessa melodia ripetuta più volte, ma sempre interpretata con strumenti diversi. Rapporto tra il contenuto dei testi e la musica Verso la fine dello spettacolo si giunge all’interrogatorio di Le concatenazioni e le intersezioni, a volte sottili, ci sono e Galileo Galilei da parte del Santo Uffizio. Inizia il rullante con fanno da collante tra un passaggio e l’altro di una trama un modulo ostinato di quattro battute in tempo tagliato. che non è una vera e propria narrazione, ma piuttosto una successione di passaggi, di eventi che ripercorrono la vi- cenda di Galileo Galilei in un dato contesto storico e cul- Questo ritmo, che diventa ossessivo e anche un po’ inquie- turale. La musica già si inserisce in questo quadro, in quanto tante, è la parte percussiva che accompagna la sezione A della Danza moresca di Tielman Susato, la quale si inserisce alla fine dell’interrogatorio sopra il flusso ritmico senza che questo venga interrotto. La musica sembra quasi scaturire

2BAINES 1954. da un tappeto sonoro che, sostenuto per una certa durata, 3 Frate benedettino allievo di Galileo all’Università di Padova e a crea una crescente tensione. Alla Danza moresca segue su- Firenze. bito una Danza di Ercole, sempre di Susato. L’ostinato ritmi- 4 Elaborato dal gruppo spagnolo “Atrium Musicae” di Madrid, diretto- co eseguito da un timpano grave che accompagna la parte re Gregorio Paniagua, nel CD Tarentule - Tarentelle, Harmonia Mundi. A della danza, quella in tempo tagliato, 5GALLICO 1991, p. 54. 6 Sul sito www.musicadomani.it, alla sezione “Materiali”, sono di- sponibili le note di regia.

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educative

Pratiche

continua dopo la chiusura della musica facendo da sfon- di ogni più favorevole aspettativa è sicuramente un altro do alla lettura della sentenza del processo a Galileo. Il risultato ottenuto. timpano sarà interrotto solo dal suono del gong che in- Per quanto ho potuto più volte constatare, queste espe- troduce e accompagna, come in apertura, l’abiura di rienze hanno sempre una valenza formativa, educativa e Galileo. soprattutto emotiva che non trova eguali. La musica d’in- Gli accostamenti tra i diversi linguaggi e le relazioni tra le sieme e il teatro danno la possibilità a tutti di esprimersi interpretazioni semantiche e strutturali sono emerse dal anche a diversi livelli di competenze e di responsabilità, lavoro di analisi e di approfondimento svolto in classe dalle ma sempre contribuendo a un unico risultato condiviso docenti con i ragazzi. Le scelte definitive sono il frutto dal gruppo. I ragazzi si sentono direttamente coinvolti e i delle prove d’insieme, dove, sperimentando diverse solu- numerosi momenti di lavoro insieme rafforzano e miglio- zioni, si è giunti a quella finale. rano la loro capacità di collaborazione e di relazione. Non di secondaria importanza è l’emozione di stare su un pal- Gli strumenti, il repertorio, la performance teatrale coscenico e la gratificazione degli applausi finali, raffor- Io opero in un contesto socio–culturale abbastanza limi- zata dalla consapevolezza di aver prodotto qualcosa di tato per quanto riguarda le esperienze musicali extrasco- “bello”. La qualità del risultato secondo me non è da con- lastiche dei miei alunni. Sono pochi coloro che studiano siderarsi secondaria. Per questo ritengo che tutti gli aspetti uno strumento, e molto rari quelli che lo studiano a un e tutti i dettagli debbano essere curati 6. certo livello di impegno. Quindi, ciò che posso realisti- Per quanto riguarda la parte musicale è ovvio che il percor- camente raggiungere lo costruisco attraverso il frutto del so ha una importante valenza formativa, ma secondo me lavoro nelle mie due ore settimanali. A maggior ragione deve comunque tendere a un esito apprezzabile, che sia il le possibilità strumentali sono limitate allo strumentario più alto possibile. Come raggiungere risultati così in un con- Orff, al flauto dolce (che posso però estendere anche al testo di scuola dell’obbligo dove tutti prendono parte all’at- contralto e al tenore) e alle percussioni. Credo sia molto tività? Da insegnante credo che il termine “tutti” vada iden- delicato l’accostamento di questi timbri alle scelte del re- tificato nel rifiuto di applicare forme di selezione basate sul pertorio. Nella prassi rinascimentale «quando si tratti di merito o sulle capacità, e quindi che l’inclusione degli alun- associazioni polistrumentali, i compositori non intendo- ni sia veramente totale. Non per questo si devono negare le no definire con assolutezza gli strumenti ai quali le com- difficoltà. Penso che l’idea di operare sempre in un contesto posizioni sono destinate (“per ogni sorte di strumenti” è d’insieme, come se la classe costituisse una sorta di “orche- l’espressione che si legge comunemente nei titoli edito- stra”, sia una strada vincente. E così si è provato a fare, riali); e l’assegnazione timbrica rimane affidata alle di- cercando di valorizzare in ciascuno le competenze, ma an- sponibilità, alle circostanze ambientali, o al giudizio e che la voglia di fare, esponendo in ogni caso tutti all’atten- alla discrezione degli esecutori» 5. zione, all’autocontrollo, al rispetto per l’altro, che solo at- Anche per queste ragioni, il tipo di repertorio proposto ri- traverso un’esibizione pubblica, attraverso l’esperienza del sulta essere poco snaturato in un contesto come quello che “palcoscenico”, si è in grado di realizzare. ho appena descritto e questo penso sia uno dei motivi per Queste esperienze più di tante altre operano una reale in- cui le esecuzioni hanno raggiunto un risultato apprezzabi- tegrazione di tutti i ragazzi e delle loro differenze, compe- le. Il fatto che i ragazzi si siano davvero impegnati al di là tenze e caratteristiche (disabili, stranieri, soggetti con dif-

Musica DOMANI 161 10 ficoltà socio-culturali-ambientali ecc., ma anche ragazzi dall’Associazione Nazionale Critici Musicali a progetti rea- dotati, con strumenti e potenzialità alte 7). lizzati da scuole di ogni ordine e grado 8. Gli insegnanti che “Maledetto sia Copernico! Scienza e astronomia tra musi- insieme a me e agli alunni hanno realizzato il progetto espri- ca e conversazione” il 21 giugno 2011 ha ricevuto il Pre- mono soddisfazione per il fatto che il senso del lavoro (le mio Abbiati per la scuola, prestigioso riconoscimento nel- intenzioni, i contenuti, il metodo) siano stati còlti dal giudi-

educative l’ambito della didattica musicale, attribuito annualmente zio lusinghiero della giuria. Del prodotto finale è stato rea- lizzato anche un montaggio video depositato presso la scuola.

7«L’abbiamo visto anche noi che con loro la scuola diventa più diffi- Bibliografia

Pratiche cile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si JUDIT AKOSCHKY - MARIO A. VIDELA, Iniciación a la flauta dulce, Tomo III, perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani Ricordi, Milano 1969. e respinge i malati. Diventa uno strumento di differenziazione sempre ALESSANDRA ANCESCHI, Flauto dolce, Ut Orpheus, Bologna 2000. più irrimediabile.» (DON MILANI 1967, p. 20). ALESSANDRA ANCESCHI - IRENE BONFRISCO, In ascolto n. 2, Ut Orpheus, Bolo- «Lo “sfondo” favorisce l’integrazione delle differenze (singolarità, gna 2004. competenze, linguaggi, strumenti, percorsi, etc.) perché favorisce FRANCIS BAINES, Variations on an Old Pavan, Schott, London 1954. la percezione di una “gestalt”, di una configurazione più ampia di Ensemble del rinascimento, danze strumentali a 4 voci, a cura di Gio- cui le differenze sono parte. Detto in termini diversi, lo “sfondo” vanni Vianini, vol. 2, Curci, Milano 1984. favorisce la costruzione di “metacontesti”, cioè di contesti che GALILEO GALILEI, Sidereus Nuncius, Marsilio, Venezia 1993. permettono di considerare come connessi elementi che altrimen- GALILEO GALILEI, Le lettere copernicane, Armando, Roma 1995. ti rimarrebbero isolati […]» «Usare lo “sfondo integratore”, infatti, GALILEO GALILEI, Dialoghi sopra i massimi sistemi, Mondadori, Milano proprio perché agisce come elemento di raccordo, intreccio e in- 1996. tegrazione fra i vari momenti, percorsi, linguaggi, etc., incide a CLAUDIO GALLICO, L’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, EDT, Torino livello di strutturazione dei meta apprendimenti. Per meta ap- 1991. prendimenti intendo, qui, in particolare, le strategie di apprendi- I grandi processi, Galileo Galilei. Chiesa e scienza, un “errore” durato mento, da una parte, e le modalità relazionali, dall’altra». (ZANELLI 359 anni, a cura di Alceste Santini, L’Unità, Roma 1994. 1986, p. 15 e p. 26) DON LORENZO MILANI, Lettera a una professoressa, Libreria editrice fio- 8 Questa la motivazione: «Sofisticato itinerario poetico-letterario rentina, Firenze 1967. alla scoperta dell’attualità del pensiero scientifico, corredata dal- Musica in scena, a cura di Carlo Delfrati, EDT, Torino 2003. l’esplorazione del repertorio musicale rinascimentale sia attra- FERNAND OURY, L’educazione nel gruppo classe. La pedagogia istituzio- verso l’indagine storica sia attraverso l’esecuzione di alcuni brani nale, EDB, Bologna 1971. adattati all’ordinario strumentario didattico». PAOLO ZANELLI, Uno “sfondo” per integrare, Cappelli, Bologna 1986. Vide@mus a cura della redazione di “Musica Domani” www.musicadomani.it _ Le rubriche _ Vide@mus

Parodie, Parafrasi, Metamorfosi Si vanno diffondendo, anche grazie alla rete, modalità di esibizione strumentale anomale rispetto al concerto tradizionale e sempre più simili a performance teatrali. Spesso gli artisti sfruttano meccanismi tipici della comicità, quali la parodia e l’interpolazione “a sorpresa” di stili musicali. Perché non fare di questi video un materiale di lavoro in classe, sfruttando non solo la loro carica di allegria, ma anche la sapienza esecutiva e stilistica che si cela dietro l’apparente “frivolezza”? Gli esempi selezionati di Stefano Bollani, del duo Igudesman & Joo, dell’orchestra “Stefano Tamburini” di Pisa (composta da ragazzi) offrono numerosi spunti sul piano dell’analisi e della rielaborazione creativa. 

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educative

Pratiche

Musica DOMANI 161 12 Annibale Rebaudengo

creativi La tecnica del suono

Strumenti

Per suonare è necessario automatizzare movimenti che al- narle. La lettura impegna inutilmente la mente facendo trimenti dovrebbero essere progettati al momento. La pro- perdere la concentrazione sull’ascolto e l’autocorrezione. gettazione del gesto al momento dell’esecuzione occupa Scale, arpeggi o altri esercizi su cui ci siamo esercitati e su talmente il pensiero da far rallentare la realizzazione, se cui facciamo esercitare gli allievi possono essere studiati non la blocca addirittura. E addio senso musicale, espres- con profitto quando alla consegna di suonare le note giu- sione, comunicazione, con demotivazione e frustrazione ste, con le dita giuste, con il tempo che si è deciso, si ag- in agguato. Ma se per automatizzare i movimenti dobbia- giungono suggerimenti di carattere espressivo musicale o mo far ripetere agli allievi movimenti meccanici con as- extra-musicale. Non solo per motivare chi suona, ma per- senza del senso musicale, dell’espressione e della comuni- ché il dare un senso musicale agli altrimenti aridi esercizi cazione, ecco riaffacciarsi la demotivazione e la frustra- sviluppa la tecnica del suono, suono che si colora di inten- zione di chi vorrebbe suonare con piacere almeno proprio, zioni espressive e comunicative. se non di chi ascolta. Per esempio: per un principiante bambino è coinvolgente L’obiettivo delle proposte didattiche che seguono è di dare fare le scale o esercizi anche più elementari interpretando un senso musicale, espressivo e comunicativo agli esercizi un animale. Immediatamente l’idea della formica sarà tra- di tecnica, in modo che gli studenti possano migliorare le sformata in suoni brevissimi e pp, quella dell’elefante in loro abilità strumentali in maniera espressiva, comunicati- suoni pesanti e cadenzati in ff, suoni staccati in mf allude- va e con soddisfazione. ranno al canguro, mentre suoni legati con probabili cre- Ritengo che gli esercizi tecnici non si debbano leggere, scendo e diminuendo rappresenteranno molto probabilmen- una volta capite le note da suonare e le dita con cui suo- te il serpente, per non parlare del guizzante pesce rosso

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Musica DOMANI 161 che sicuramente non terrà il tempo con precisione. Gli al- compagni di classe sulla sua interpretazione. A turno ognu- 13 lievi dovranno poi esercitarsi a casa e portare alla lezione no suona e tutti dicono cosa hanno sentito. Sarà molto successiva almeno tre animali a loro scelta con l’identica o intrigante la discussione che segue, sia che l’interprete ab- con un’altra tonalità. E allora all’automatizzazione di diteg- bia portato tutti a confermare la sua scelta, sia che il pub-

giature e note si aggiungeranno abilità dinamiche e tim- blico sia discordante al proprio interno e con l’interprete. creativi briche che daranno vita ai freddi esercizi tecnici. Si dovrà, nel secondo caso, approfondire il carattere della La mamma di una deliziosa bambina mi disse un giorno con maschera, condividere l’idea di un suono appropriato e stupore che sua figlia non aveva fatto mai per tanto tempo verificare se l’esecuzione successiva risulti più convincen- le scale come da quando le avevo detto di suonarle facendo te. Lo stesso gioco si può fare con gli autori, le stagioni, la Strumenti finta che a eseguirle fossero gli animali. La stessa bambina, meteorologia, e soprattutto con gli stati d’animo abbinati ora concertista, mi chiese dopo qualche settimana di fare le a personaggi. L’anonima scala, suonata con l’autorevolez- scale “a fiore”. Mi faceva ascoltare scale a garofano, a gera- za di una regina, cambia totalmente se suonata con la nio, viola e rosa. Non potevo discutere la sua idea del suono giocosità di un bambino felice, di una principessa triste o di garofano, ma di certo l’idea di fiori diversi consentiva e del principe innamorato o del guerriero. L’insegnante non promuoveva in Alice diverse pronunce sonore. deve dire quale personaggio o quale stato d’animo si deve Gli alunni più grandicelli si possono concentrare diretta- suonare, deve offrire delle opzioni; l’allievo deve suonare mente sulle qualità del suono senza intermediazione sim- e cercare di comunicare musicalmente la sua scelta. bolica. Sono loro che devono decidere se suonare piano Una caratteristica della lezione collettiva è quella di suo- legato o piano brillante, forte legato o brillante, mante- nare uno alla volta, senza soluzione di continuità. Senza nendo l’uguaglianza del suono oppure crescendo o dimi- fermarsi, quindi. Un esecutore (potrebbe essere anche in nuendo. La potenziale complessità polifonica del suonare una classe di musica d’insieme) suona per otto misure una il pianoforte ha necessità di fondare quasi immediatamen- scala, che è ricominciata da un altro esecutore, proseguita te la capacità di gestire con le due mani sequenze con da un terzo ecc. Gli esecutori possono suonare imitandosi, sonorità e/o figurazioni ritmiche diverse. Ecco allora che imitandosi e cambiando progetto nella seconda parte della qualsiasi esercizio tecnico, anche inventato dall’allievo, propria esecuzione, ma sempre mantenendo la pulsazione dovrebbe essere suonato affidando a ogni mano suoni con iniziale. pronunce diverse. Una mano con suono forte e staccato, Altra attività significativa, che si può realizzare sia nella l’altra piano e legato, per poi scambiare i ruoli delle mani; lezione individuale sia nella collettiva, è lo studio per una mano con suono portato e piano, l’altra legato piano, velocizzare due note – se attigue fino a farle diventare e così via. Una vera e propria prova iniziatica di poliritmia trillo regolato –, ma anche una scala o un arpeggio. Senza è suonare le scale con figurazioni di due ottavi con una fermarsi, un primo esecutore suona l’esercizio di due o più mano e in terzine di ottavi con l’altra, anche con timbri e note con valori di semiminime per quattro misure di 4/4, si dinamiche diverse. Quando poi gli allievi avranno ascolta- prosegue con le stesse note suonate con crome, poi con to e suonato gli autori significativi per la loro formazione terzine di crome, quartine di semicrome, quintine, sestine, estetica, sarà il momento di suonare le scale o gli arpeggi fino a gruppi di nove note, mantenendo con precisione la come se fossero di un Allegro di Mozart o di un Adagio di pulsazione. Sarà l’insegnante a decidere a quale figurazione Brahms. fermarsi e ad affidare a ogni allievo la figurazione ritmica Lo spazio dedicato alla tecnica è ancor più interessante per da suonare, secondo le capacità del gruppo e di ognuno. gli allievi e per gli insegnanti se utilizzato nella lezione L’affastellamento delle mie proposte sarà diluito dai do- collettiva. Dati i quattro elementi (terra, aria, acqua, fuo- centi durante gli anni, e la loro pratica per ogni lezione co), lo strumentista suonerà quello che crede e il gruppo non durerà più di dieci minuti. Lo stesso tempo gestito in dovrà dire alla fine dell’esecuzione quale elemento sia sta- una lezione collettiva diventa molto efficace, oltre che più to trasformato in suoni, in scala o in arpeggio; date quat- attraente. La creatività didattica di chi sta leggendo questa tro maschere (Arlecchino, Colombina, Pierrot, Pulcinella) mia rubrica avrà modo di sbizzarrirsi, progettando, per il – previa descrizione degli attributi caratteriali delle ma- tempo dedicato alla tecnica, altre consegne e assecondando schere stesse – l’esecutore si confronterà con il pubblico di così la propria intuizione e la propria fantasia.

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Musica DOMANI 161 14 Simone Francia  tecniche Stare nel suono:

Strumenti e postura ed espressione

Il tema dell’equilibrio funzionale fra corpo e strumento viene affrontato dall’autore in un’ottica di integrazione fra problemi posturali ed esigenze espressive, attraverso la pro- posta di attività centrate sull’improvvisazione e sul movi- mento.

Le parole insegnano al corpo? A quanti di noi è capitato di sentirsi dire «Stai dritto!» du- rante la lezione di strumento? E quanti di noi, da studenti o docenti, hanno ritenuto im- portante riflettere su quale sia il modo più corretto di stare insieme al proprio strumento? L’argomento “postura” porta con sé una notevole narrazio- ne orale che ne testimonia al tempo stesso l’interesse per docenti e studenti e la complessità di un’adeguata trasmis- sione/insegnamento. La necessità di trovare un equilibrio efficace tra suono e corpo è uno dei motivi che spinge i conservatori ad attivare, nei bienni di specializzazione di II livello, dei corsi di tecniche funzionali allo sviluppo della consapevolezza corporea (Alexander, Feldenkrais ecc.), ma spesso la sensazione che si ha dopo averli frequentati è che siano poco efficaci dal punto di vista applicativo: di fre- quente sono insegnati e praticati in modo avulso dalla mu- sica; altrettanto spesso la posizione attraverso la quale suo- niamo non viene curata sufficientemente dagli insegnanti, i quali sono più attenti a come si tiene lo strumento anziché ad osservare come il corpo si modella per fare musica. È assodato che la posizione con la quale si suona sia in grado di influenzare il suono in tutti i suoi parametri, ma io non credo che influenzi solamente il suono come elemento estetico musicale, quanto piuttosto lo stare nel suono. Certo, una distinzione generale andrebbe fatta: suonare in un’orchestra classica crea una relazione con il suono assai differente da un’esecuzione di musica contemporanea (si pensi a quanto alcune Sequenze di Luciano Berio, in cui l’interprete è chiamato a muoversi durante l’esecuzione, o le opere di Mauricio Kagel, in cui il movimento è componente teatrale e fondamentale per la produzione del suono, siano differenti

Musica DOMANI 161 da un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart) rispetto teggiamento, elude (o non specifica in modo sufficiente) la 15 a un’esecuzione di musica improvvisata, o etnica. Ciò avvie- necessità del corpo di sincronizzarsi con l’evento perfor- ne perché il corpo si sincronizza in modi differenti rispetto mativo musicale. all’opera, poiché le modalità esecutive cambiano per diversi Occorre quindi predisporre il corpo a ricevere gli stimoli fattori: l’appartenenza storica dell’opera affrontata oggi ri- sonori che successivamente saranno a loro volta rinviati. sente molto delle interpretazioni filologiche che impongono Ancora Tomatis scrive: «La pelle beneficia a sua volta delle tecniche non solo un ideale estetico del suono, ma anche un atteggia- stimolazioni acustiche, in modo particolare là dove si trova- mento corporeo esecutivo, a mio parere, molto distaccato dalla no i corpuscoli sensoriali […] Questi elementi si trovano sul produzione del suono stesso. Non è raro osservare gruppi co- viso, sulla parte anteriore del torace e dell’addome, sulla parte rali o strumentali, anche amatoriali, eseguire canzoni, villanelle interna delle braccia e nella regione palmare delle mani, nella Strumenti e o altri repertori popolari approcciandosi all’esecuzione in modo parte interna delle cosce, così come nell’area delle piante dei estremamente composto, ma inevitabilmente rigido a livello piedi. […] Parlare (suonare 3) a un’altra persona significa agire posturale, quando proprio in virtù del repertorio affrontato sul suo corpo, vale a dire indurre colui che ascolta a beneficiare potrebbero sfruttare una postura/atteggiamento più agevole delle stesse sensazioni propriocettive di colui che emette la all’ascolto e all’esecuzione. Un esempio intelligente di inte- parola. Chi ascolta viene così spinto […] a rispondere con il grazione del movimento corporeo alla musica lo si può osser- corpo, mediante la posizione, la verticalità, l’apertura, il suo vare durante i concerti dell’orchestra giovanile venezuelana offrirsi, in un certo senso, all’espressione di chi gli parla. In “Simon Bolivar” 1: è evidente come il percorso di formazione questo modo tutto il suo corpo partecipa; in realtà è solo il strumentale dei membri di tale orchestra sia fortemente in- corpo periferico, e beninteso anche tutto il sistema nervoso centrato sulla relazione corpo-suono, poiché le loro esecuzio- associato, afferente ed efferente. L’informazione periferica ni non solo risultano sciolte, ma perfettamente integrate dai determina delle accensioni di sensibilità in direzione del si- movimenti che le sezioni strumentali, a scopo apparentemen- stema nervoso centrale e le conseguenti risposte. Tutto viene te coreografico, realizzano sincronizzandosi con i tempi ese- così coinvolto, anche la corticalità cerebrale» 4. cutivi, assumendo così una postura estremamente favorevole Le parole di Tomatis appaiono chiare: il corpo deve offrir- alla produzione del suono e all’ascolto. si, sintonizzarsi all’evento musicale, aprendosi per ricevere Studi riguardanti la postura, e più precisamente la “postura e rimandare stimoli acustici. Per farlo deve trovare la posi- d’ascolto”, sono stati condotti da Alfred Tomatis 2 il quale zione ottimale all’interno dell’evento sonoro; si tratta di a tal proposito scrive: «Uno dei principali agenti di attiva- una partecipazione totale del corpo, e del sistema nervoso zione della funzione di ascolto è, senza dubbio, la postura sia periferico che centrale, che la didattica deve privilegia- corporea che permette di accedere a questa facoltà di alto re come atteggiamento normalizzato durante il percorso di livello. Questa postura chiama in causa tutte le parti del- studio affrontato dai ragazzi. l’essere umano, soprattutto il cervello che ne viene stimo- lato e il sistema nervoso che mette in movimento i diversi Verso la sincronizzazione circuiti afferenti ed efferenti, motori e sensoriali. […] Di È sufficiente avere un elemento oscillante per creare sin- fatto l’orecchio è il generatore principale di energia corticale, cronizzazione tra macchine (e uomini). Quest’affermazio- non di per sé, ma perché la ricarica energetica si realizza ne è facilmente verificabile osservando un video realizzato suo tramite. […] Più è agevole raggiungere una posizione dal Dipartimento di Fisica dinamica (gruppo di fisica me- corretta e più è facile mantenervisi». dica) della Lancaster University 5. Com’è possibile giungere a una piena comprensione della Cinque metronomi posti su un piano rigido sono fatti par- postura funzionale (o necessaria?) allo star bene con il pro- tire in modo casuale: osservando l’oscillazione dei pendoli prio strumento? si può notare che, rimanendo fermi sul loro piano, non In base all’esperienza di docente e strumentista mi pare hanno mai un istante di sincrono; in un secondo momento ragionevole scartare il solo insegnamento orale: la postura, il ricercatore sposta il piano, sul quale si trovano i specificamente applicata a uno strumento musicale, è un metronomi, su due rulli, i quali, per effetto del movimento atteggiamento che non può svilupparsi dalla semplice ri- dei pendoli, iniziano a ruotare leggermente muovendo il chiesta di “stare dritti” o da qualche lezione sulla percezio- piano fino a raccordare l’oscillazione dei pendoli e a pro- ne del movimento corporeo, poiché tale esortazione, o at- vocarne la sincronizzare periodica. Immaginiamo di poter riprodurre, con un gruppo di strumentisti, la stessa oscillazione dei pendoli sopra un ipo- tetico piano mobile in cui i pendoli siano rappresentati dal 1 Si veda www.youtube.com/watch?v=IAaiBNCYU4. 2TOMATIS 2000, p. 185. ritmo e il piano mobile sia la reattività necessaria al corpo 3 Corsivo mio. per produrre il suono nel classico contesto di domanda - 4TOMATIS 2000, p. 186. risposta: una simile situazione può indurre sincronizzazio- 5È possibile consultare una registrazione audio-video all’indirizzo ne? L’elemento oscillante su base mobile determina movi- www.youtube.com/watch?v=W1TMZASCR-I mento corporeo(-sonoro): la presenza di tale elemento è in- 6 Moshe Feldenkrais, nel testo Le basi del metodo per la consapevo- lezza dei processi psicomotori, sostiene che l’«autopropulsione è dispensabile per muoversi dentro il suono e condizione ne- anche autodirezione, rendendo così il movimento il fattore più cessaria per stare nel suono è muoversi dentro di esso 6. Il importante della vita animale» (FELDENKREIS 1991, p. 24). corpo, non più avulso dal contesto che lo circonda – nel

Musica DOMANI 161 16 nostro caso l’evento musicale –, si raccorda, si sincronizza molto bello ed una tecnica molto più libera e precisa. […] nel suono e ciò lo rende reattivo ai cambiamenti. Avrei voluto improvvisare in questo modo anche con Mikiko L’atteggiamento di reattività creato dalla sincronizzazione Hiroyama e con Frances-Marie Uitti […] ma esse erano trop- corpo-suono sviluppa una maggiore attenzione all’ascolto po abituate ad improvvisare in modo occidentale, cioè ascol- dei parametri sonori e ciò, a mio avviso, tende a migliorare tando i compagni e quindi stabilendo il contatto solo oriz- tecniche la postura in modo naturale, predisponendo il corpo a uno zontalmente e non verticalmente». stato di equilibrio. Un insieme di musicisti abituati a lavo- È interessante l’osservazione che Scelsi rileva sul modo di rare improvvisando raggiungerà nel tempo una sincroniz- suonare della Parr: l’attività improvvisativa-meditativa ha zazione organica che permetterà di respirare nella musica, avuto come primo effetto un miglioramento del suono e 7 Strumenti e di muoversi nello spazio (o ambiente) musicale, reagendo una tecnica più libera, a conferma che il corpo è entrato in alle relazioni che di volta in volta la materia sonora, evol- un rapporto più equilibrato con il suono e con lo strumento. vendosi, crea. Leggendo le parole dei due musicisti si coglie immediata- L’improvvisazione privilegia aspetti espressivi diversi dal mente che esistono diversi modi per improvvisare, ognuno senso musicale tradizionalmente inteso: non è necessario dei quali appare tagliato “su misura di uomo”. Mi sembra ricercare un dialogo musicalmente sensato (per “sensato” però interessante constatare che entrambe le visioni han- intendo rispettoso delle regole armoniche o della tradizio- no in comune la sintonizzazione tra i partecipanti all’instant nale linearità melodica). Personalmente trovo più interes- composition: per Schiano è basata sull’aspetto dialogico sante porre l’attenzione sulle trasmutazioni che il suono su- del discorso musicale, mentre per Scelsi è fondata sulla bisce durante le improvvisazioni completamente libere da meditazione. In entrambi i casi è elemento condiviso la vincoli armonici, melodici e ritmici, trasmutazioni che nor- casualità degli eventi sonori messi in gioco, cambia solo la malmente mi portano a variare le affermazioni musicali- loro organizzazione. corporee durante l’improvvisazione. Ma ogni esecutore tro- va il proprio modo di rapportarsi all’evento, e la modalità Contatto corretta è quella che consente al musicista di sentirsi a pro- Come trasporre l’esperienza propriocettiva di cui parla prio agio nella composizione a cui sta partecipando. A tal Tomatis in ambito didattico strumentale ricavandone be- proposito può essere utile osservare l’atteggiamento corpo- nefici posturali? reo di musicisti come Glenn Gould, Keith Jarrett o Don Cherry, A mio parere, appare indispensabile pensare a percorsi di- per citarne alcuni: guardando i video che li ritraggono du- dattici che contengano almeno tre elementi: la lezione col- rante le loro performance non si può non notare come i loro lettiva, il movimento del corpo e un certo grado di casualità corpi siano compartecipi alla produzione del suono al punto degli eventi sonori messi in gioco (Fig. 1). Il lavoro di grup- da rappresentarne quasi un prolungamento acustico, quasi po che si sviluppa all’interno della lezione collettiva si basa che l’integrazione corpo-suono non possa mai venire meno su una modalità dialogica che porta i partecipanti a interro- per l’esistenza stessa del suono; una identica sensazione la garsi sulle proprie e altrui esecuzioni, tappa importante ver- si prova osservando il rapporto che gli stessi musicisti han- so l’autovalutazione e quindi verso l’autonomia. Suonare no con i loro partner durante i concerti: la produzione del con gli altri e per gli altri rovescia la prospettiva che è tipi- suono investe totalmente i loro corpi e i dialoghi sonori si camente rinchiusa nella lezione singola. Ma non solo: suo- basano sull’apertura corporea alla ricezione del suono e ai nando collettivamente un’improvvisazione è ancora più evi- relativi rinvii. È in questa stessa dinamica di compenetrazione dente l’interscambio sociale che si viene a creare nel conte- sonora che il corpo si trova a dover organizzare le sue rea- sto classe: come in ogni società democratica, i membri met- zioni ed è a queste che l’attenzione si rivolge decentrandosi tono in atto atteggiamenti di compartecipazione al bene dalle tensioni tipiche dell’esecuzione scritta. comune, oltre che di autocontrollo, e ciò può essere letto In merito al senso dell’improvvisazione può essere utile ri- attraverso la lente della democrazia partecipata alla quale portare due citazioni eccellenti; Mario Schiano 8, padre del tutti hanno diritto-dovere di contribuire apportando quello free jazz italiano, afferma: «Un’improvvisazione è un dialo- che è nelle proprie possibilità. Uno studente deve sentirsi go (qualche volta anche un soliloquio, ma meglio limitarsi responsabile dell’andamento didattico della classe e avver- nei solo…). Si parla, si esprimono idee, ci si confronta, per tire il dovere di monitorare il grado di partecipazione tra poi arrivare ad una conclusione comune del discorso». studenti: penso che l’attività d’improvvisazione di gruppo Giacinto Scelsi 9, raccontando l’incontro con la violoncelli- (piccolo o grande) sia un’ottima cartina di tornasole per com- sta Victoria Parr, scrive: « […] lei non aveva mai unito la parare il diverso modo di partecipare alle lezioni tra gli stu- meditazione e la musica, trovando impossibile meditare e al contempo suonare. Le spiegai come ciò poteva essere fatto: lei al violoncello, io al pianoforte – a condizione però di non ascoltare l’altro, di non seguire in nessun modo l’altro, 7 John Cage invitava a «disporre i musicisti lontani nello spazio per di suonare indipendentemente quello che veniva, senza ascol- enfatizzare l’individualità sonora, l’azione indipendente di ogni esecutore» (in COSOTTINI 2009, p. 40). tarci e neppure pensare a quanto l’altro suonava contempo- 8FAGGIANO 2003, pp. 108-109. raneamente, bensì concentrandoci ambedue sul suo Mae- 9SCELSI 2010, pp. 359-360. stro. […] Victoria riuscì ad eseguire in brevissimo tempo ciò 10 Il brano fa riferimento al repertorio minimalista, in particolare che le avevo insegnato e spiegato, acquistando un suono alle opere di Steve Reich.

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tecniche

Strumenti e

Fig. 1 - Lo schema riporta in sintesi la circolarità delle attività didattiche che concorrono a sviluppare un equilibrio posturale dinamicamente efficace tra corpo e strumento. denti, acquisendo conoscenze approfondite rispetto alle di- namiche che s’innescano. Preparatori alle esperienze d’improvvisazione gestuale di gruppo sono la danza, i giochi di coordinazione motoria e l’esecuzione strumentale integrata alla motricità. Fig. 2 - Partitura del brano Con i piedi con le mani Una strategia efficace per il miglioramento della postura è quindi l’integrazione di movimenti del corpo all’interno di brani scritti (drammatizzazione di testi, rappresentazione di accenti metrici e di elementi tematici); i movimenti (siano essi gesti-suono o gesti teatrali) esaltano la partecipazione all’opera e ne alleggeriscono l’esecuzione da tensioni extramusicali. Sfruttando il gruppo è possibile creare alter- nanza tra gli esecutori del medesimo brano e il loro movi- mento corporeo, procedendo con l’applicazione di testi che inducano al moto spingendo in due importanti direzioni: coordinazione motoria relativamente alla fonte (particolar- mente efficace per la percezione dei cambi di tempo) e cor- rezioni posturali subordinate ai movimenti richiesti. Consideriamo a titolo di esempio il brano didattico Con i pie- di con le mani (Fig. 2): l’applicazione dei movimenti indicati nel testo durante l’esecuzione porta inevitabilmente l’esecu- tore ad assumere una postura che gli consenta di eseguire le azioni indicate, ponendolo in una posizione di equilibrio di- namico assai reattivo poiché il corpo stesso risulta integrato nell’opera. Questo tipo di attività facilita l’apertura al dialo- go tra corpo e suono, riducendo le tensioni extramusicali Fig. 3 - Il principio generativo del brano è riconducibile allo perché il corpo diventa un significante della musica. sfasamento metrico accentuale tipico del repertorio minimalista. Lo Anche il brano Structure music 10 (Fig. 3) è un esempio si può utilizzare per lo sviluppo della coordinazione motoria, ma d’integrazione del corpo nell’opera: la successione degli anche come studio ritmico. eventi sonori previsti dalla parte inducono il corpo a par- Modalità d’utilizzo: associare a ogni riga una risorsa sonora non tecipare attivamente all’esecuzione, diventando, anche in convenzionale (es. colpo sul bocchino con la mano, bacio sul questo caso, parte integrante del brano e perdendo quindi bocchino, soffio, frullato soffiato, click dei pistoni con ghiera il ruolo marginale nell’esecuzione dell’opera. svitata, suono fatto uscire dalla prima o terza pompa preparata Le attività sopra descritte perseguono anche obiettivi ge- ecc.); suonare le pause con uno strumento a percussione e al nerali come, per esempio, il decentramento dell’attenzione termine di ogni riga, passare alla successiva battendo i piedi a terra. dallo strumento: dimenticandosi di tutte le “regole” per Variante: applicare alla prima riga il do, alla seconda il re, alla terze suonare (come respirare, tenere le mani, impugnare lo stru- il mi ecc. In fondo al brano avremo eseguito la scala: giunti alla mento ecc.) l’esecuzione risulta facilitata. Il nocciolo della fine, ripetendo il primo pattern la sensibile risolverà sulla tonica procedura sta nella capacità di far entrare in gioco il corpo all’ottava superiore.

Musica DOMANI 161 18 nel momento in cui suoniamo: più parti del fisico parteci- smo fisico con lo strumento. Il docente può facilitare l’ac- pano all’esecuzione, maggiore è il beneficio posturale che cesso al linguaggio improvvisativo dando alcune regole di ne ricaviamo. utilizzo: con giochi d’imitazione timbrica, gestuale, ritmi- Propedeutico alla ricerca posturale propriocettiva risulta ca, motoria, durante i quali ogni piccola variazione, anche essere tutto il corollario di attività che è possibile struttu- involontaria, apportata dagli allievi può trasformasi in un tecniche rare partendo da fonti molto semplici; l’utilizzo di una stra- nuovo inizio (è utile organizzare tale attività disponendosi tegia graduale, in previsione di laboratori fondati sull’im- in cerchio, in modo da potersi osservare, specchiare, auto- provvisazione gestuale, si rivela un investimento di gran- correggere, perdersi, ma facilmente ritrovarsi guardando i de importanza nel momento in cui chiederemo agli allievi propri compagni), oppure indicando un ambito armonico

Strumenti e di utilizzare un’espressività più complessa, quella che si nel quale suonare, un pattern ritmico nel quale sincroniz- nasconde nell’assenza di consegne precise, nell’incertezza zarsi e alcuni gesti/movimenti da cui partire. Tutte le rego- dell’azione che il gruppo è chiamato a svolgere. È a quel le che diamo per costruire un’attività che porta all’improv- punto che i ragazzi non ci rivolgeranno la domanda «cosa visazione devono poter essere relativizzate in ogni mo- devo suonare?», e sarà quel terreno, preparato precedente- mento; per questo è di grande importanza la capacità di mente, che ci consentirà di affrontare il dialogo con l’in- cogliere gli eventuali aspetti digressivi del discorso musi- certezza tipica dell’improvvisazione senza il timore del- cale e rilanciarli, poiché ciò, oltre ad aumentare l’autono- l’inadeguatezza, poiché più è vasto il bagaglio musicale mia negli allievi, crea nuove forme e sonorità. esplorato (a livello gestuale, timbrico, agogico, dinamico, La ricerca continua dell’evoluzione sonora porta ad attiva- motorio ecc.) e meno paure hanno gli allievi di esporsi. re una grande sensibilità all’ascolto e il non avere punti Personalmente ritengo che il canale privilegiato per perse- d’appoggio predefiniti, se non una piccola rete rappresen- guire la postura più efficace a ottenere il dinamismo ne- tata da qualche regola relativizzabile, via via diventa per cessario per fare musica, soprattutto in una dimensione l’interprete un’incertezza positiva che, se ben valorizzata, didattica, sia l’improvvisazione, poiché è nel tracciare una può sfociare in risultati molto distanti dal punto di parten- logica cercata al momento che l’interprete fluidifica il ge- za: è questo dialogo con l’incertezza che attiva il corpo e il sto e il suono, sintonizzando il corpo con ciò che lo cir- cervello nella sua totalità; perdersi insegna a ritrovarsi. conda (nel suono appunto), ponendosi in un atteggiamen- Il risultato è la nuova prospettiva nella quale il corpo si to di ricercAzione continua che difficilmente può non por- trova ad agire: diventa così attivo e non più subordinato tare a una situazione di equilibrio psico-fisico. alla musica; semmai ne diviene lo scultore in grado di Moshe Feldenkrais 11 scrive: «[…] la crescita dell’intero or- modellare e modellarsi insieme a essa. ganismo, delle ossa, dei muscoli e degli organi interni, im- plica la reazione all’ambiente e l’adattamento a esso […]». «Il comporre può diventare, al limite, semplice presa Il gesto, reso spontaneo e disinvolto dalla casualità delle di contatto con i più diversi oggetti o giocattoli musicali, relazioni interne alla materia sonora e dalle sue mutazioni, tradizionali o ricavati da qualsiasi contesto […].» reso reattivo dal grado di attenzione necessaria a tale atti- TITO GOTTI 12 vità, migliora l’equilibrio posturale generale dell’individuo e ne sviluppa la consapevolezza corporea. Attivamente Come ho mostrato prima attraverso le parole di Scelsi e In sintesi, le lezioni di strumento finalizzate a un migliora- Schiano, l’improvvisazione ha molte chiavi d’interpreta- mento posturale potrebbero essere formulate secondo un’or- zione, ognuna delle quali è efficace per l’esecutore. Per ganizzazione tripartita che valorizzi l’aspetto motorio, sim- taluni improvvisare significa riformulare linee melodiche bolico e di regole. Ad esempio lezioni d’imitazione/improv- preesistenti, per altri è trovare l’uscita da un labirinto, per visazione collettiva durante le quali l’insegnante assume il altri ancora è la ricerca di un dialogo tra idee strumentali. ruolo di modello proponente di atteggiamenti motori, ri- Per me improvvisare è prima di tutto liberarmi dalle regole cerche timbriche, esplorazioni sonore, giochi ritmici. costrittive della scrittura per lasciare spazio alla composi- zione istantanea, la quale, inevitabilmente, risente di mol- teplici fattori: l’umore, l’affinità con gli altri esecutori, il percorso musicale precedente, la curiosità esplorativa nei 11 F ELDENKRAIS 1991, p. 25. confronti del proprio strumento ma anche la ricerca del 12 Alla ricerca del silenzio perduto 2008, p. 12. dialogo con i propri interlocutori, gli scontri tra masse so- 13 Una registrazione audio-video di Con i piedi con le mani e di Structure music è reperibile all’indirizzo www.youtube.com/ nore che collidono, si compenetrano, si rigenerano. E, come watch?v=hMR5YUOSFcY; nel sito www.musicadomani.it sono avviene nei dialoghi, il discorso può cominciare da un’af- scaricabili le parti. fermazione e terminare in una posizione nettamente rove- 14 È possibile consultare una registrazione audio-video di sciata. un’improvvisazione su pattern ritmico all’indirizzo www.youtube. È immaginabile applicare queste dinamiche improvvisative com/watch?v=N3nWxLNZ39o; la partitura Improvvisazione blues in ambito scolastico? è disponibile sul sito www.musicadomani.it nella sezione “Mate- riali”. Postulato che il movimento è all’origine della conoscenza 15 È possibile consultare una registrazione audio-video di corporea, la caratteristica fondamentale dell’improvvisa- un’improvvisazione “libera” all’indirizzo www.youtube.com/watch? zione proposta è necessariamente l’integrazione del dinami- v=vgF2AdWBzl4

Musica DOMANI 161 Come accennato in precedenza, la modalità operativa che - strutturare una poliritmia utilizzando la body percussion 19 personalmente prediligo è la disposizione circolare degli o le risorse non convenzionali del proprio strumento, allievi, prevedendo la possibilità di sedersi e alzarsi, even- definire una serie di note (per esempio una scala tualmente senza leggii, mettendo a disposizione esempi pentatonica) per l’improvvisazione invitando il gruppo grafici rappresentativi del modello sonoro ricercato (suono ad autoequilibrarsi tra suono e ritmica; morbido, suono grattato, suono diritto o piegato ecc.), im- - per ultimo, ma non necessariamente alla fine, dialoga- tecniche mergendosi in una sorta di teatro gestuale-sonoro. re con l’incertezza dell’improvvisazione “libera” 15. Le Utilizzare poliritmie e polimetrie apre alla ricerca di una caratteristiche peculiari di tale improvvisazione posso- coordinazione motoria collettiva: tali prospettive, infatti, ben no essere l’assenza di un ambito armonico definito, la si adattano allo sviluppo di dinamiche di autocontrollo rit- ricerca del dialogo tra strumenti, il solo, l’imitazione, le Strumenti e mico, trasformando la classe in un organismo in grado di relazioni tra suono e ambiente, le relazioni tra suono e generare spostamenti agogici di grande interesse per la sin- immagini (per esempio utilizzando film muti), le rela- cronizzazione del corpo e per gli eventuali improvvisatori. zioni tra suono e composizioni elettroniche preesistenti, L’abitudine a questo tipo di attività mi sembra utile per vin- la gestualità esecutiva finalizzata alla produzione del cere le inibizioni derivanti dall’assunzione di atteggiamenti suono o solamente teatrale. che gli allievi non si aspettano di vivere durante una lezione Trovo importante, per le attività d’improvvisazione in ge- di strumento: anche i ragazzi più giovani subiscono le con- nerale, riuscire a sintonizzarsi in una dimensione metaso- venzioni di una società che appare sempre più ostile alle di- nora dentro la quale i rapporti tra suono e corpo siano in versità. grado di autogenerare posture ideali per la convivenza tra Per trasporre l’attività d’imitazione/improvvisazione prece- uomo e musica. dentemente descritta in un ambito più organizzato (e quindi Infine, postulato che il movimento è all’origine di una più adatto a un livello superiore rispetto al primo approccio corretta produzione del suono e che in tal contesto si in- strumentale), si possono utilizzare partiture come quelle qui nesta una postura funzionale all’adeguata convivenza tra mostrate, in cui il rapporto corpo-opera musicale sia pensa- corpo e suono, è auspicabile che la riflessione didattica to per integrarsi profondamente 13: pensando a lezioni col- indaghi sempre più la ricerca di strategie capaci di inte- lettive, trovo importante evidenziare che il materiale utiliz- grare tutti i parametri precedentemente descritti. Ciò vale zato sia strutturato in modo che il gruppo non abbia ecces- per le lezioni di gruppo, singole, ma anche orchestrali: sivi tempi morti nell’attesa del proprio intervento, alternan- come insegna l’esperienza venezuelana della “Simon do quindi esecuzione con movimento e canto. Bolivar”, anche le orchestre giovanili italiane potrebbero Infine, per perseguire l’obiettivo di improvvisazioni più riformulare la loro preparazione creando le condizioni autonome in cui il singolo possa esprimere le proprie idee ottimali per formare i giovani musicisti non solo in una e ricercare il suo personale rapporto fisico con il suono, prospettiva di perfezione esecutiva, ma anche dal punto reputo efficaci alcune strategie metodologiche: di vista della presenza scenica, poiché la ricaduta inevi- - definire un pattern ritmico e una serie di suoni sui qua- tabile resta l’innalzamento della qualità musicale nella li improvvisare 14: disponendosi in modo circolare i par- sua globalità. tecipanti possono iniziare suonando tutti il pattern rit- mico e, dandosi un ordine d’entrata o procedendo in modo casuale, improvvisare sulla base ritmica creata Bibliografia dai compagni; il rientro in fase nel pattern da parte del Alla ricerca del silenzio perduto. Il treno di John Cage, a cura di Oderso solista rappresenta l’inizio per un altro solista; Rubini - Massimo Simonini, Baskerville, Bologna 2008. - individuare un’opera (una canzone, una danza) nella MIRIO COSOTTINI, Non-linearità per aprirsi all’improvvisazione, «Musica Domani» n. 151, giugno 2009. quale dover ricercare la tonalità e i relativi rapporti ar- FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali, CLUEB, Bologna 1993. monici (semplificando con i ragazzi: le note che stanno PIERPAOLO FAGGIANO, Un cielo di stelle, parole e musica di Mario Schiano, bene con il brano); dopo la ricostruzione dei profili Manifestolibri, Roma 2003. melodici dell’opera, si possono incoraggiare i ragazzi a MOSHE FELDENKRAIS, Le basi del metodo per la consapevolezza dei pro- provare un dialogo tra la melodia e loro stessi, svilup- cessi psicomotori, Astrolabio, Roma 1991. pando il tipico rapporto compositivo di domanda-ri- MOSHE FELDENKRAIS, Il corpo e il comportamento maturo, Astrolabio, Ro- ma 1996. sposta, ma con la consapevolezza di essere partecipi MOSHE FELDENKRAIS, Il caso di Nora, Astrolabio, Roma 1996. della composizione di un brano proprio, messo in rap- GIACINTO SCELSI, Il sogno 101, Quodlibet, Macerata 2010. porto con qualcosa di preesistente; ALFRED TOMATIS, L’orecchio e la voce, Baldini&Castoldi, Milano 1993, 2000.

Musica DOMANI 161 20 Psicopatologia Pedagogia in pillole cantata

Segnalazioni Dal 9 all’11 settembre QB Quanto Ba- Philippe Meirieu è uno studioso france- sta di Bologna ha realizzato una mo- se nel campo delle scienze dell’educa- stra per presentare La psicantria, Ma- zione e della pedagogia. È stato l’ispi- nuale di psicopatologia cantata, libro ratore delle riforme che hanno portato con CD di Gaspare Palmieri e Cristian in Francia alla costruzione degli IUFM (In- Grassilli, edito da La meridiana. stituts Universitaires de Formation des I visitatori hanno potuto ascoltare al- Maîtres) e ha contribuito a diffondere i cuni assaggi delle tredici canzoni che princìpi pedagogici della cosiddetta édu- parlano di tematiche complesse: ogni cation nouvelle, cioè quella corrente pe- problema trattato (depressione, distur- zienti, familiari e operatori) e stimola- dagogica – cara anche a chi scrive in bo bipolare, schizofrenia ecc.) ha in- re la curiosità nelle persone estranee a questa rivista – che si ispira alla parte- fatti suggerito agli autori l’utilizzo di questo mondo. Nei testi c’è la tenden- cipazione attiva degli individui per la un genere musicale particolare e la pre- za a empatizzare con i protagonisti delle loro formazione e che sostiene l’appren- ferenza di timbriche, melodie e armo- canzoni, descritti in modo caricaturale dimento come processo e progresso della nie funzionali a rappresentare conte- per far emergere la simpatia di questi persona e non come accumulo di cono- nuti scientifici tradizionalmente pre- personaggi, spesso elemento fonda- scenze. sentati solo attraverso la parola. mentale anche nel processo terapeuti- Segnaliamo in questo spazio la visita al L’idea di realizzare un Manuale di psi- co. Come dichiarano gli autori nella suo sito (www.meirieu.com) per scorrer- copatologia cantata è nata dall’inten- quarta di copertina del volume: «diffi- ne i materiali contenuti (pubblicazioni, zione di trasformare in canzoni una cilmente in quattro minuti si riesce a strumenti per la formazione, dibattiti e parte dell’esperienza professionale dei spiegare la complessità di certe situa- proposte istituzionali), ma soprattutto due autori, rispettivamente psichiatra zioni esistenziali, ma ogni canzone rap- per poter ascoltare, in piccole pillole di e psicologo (entrambi cantautori), nel presenta una piccola provocazione che saggezza pedagogica, le sue idee e i suoi tentativo d’integrare il mondo musica- può stimolare discussioni e soprattutto propositi. le con la complessità del sistema psi- infrangere quel muro d’indifferenza e Sono infatti disponibili (sul sito chiatria/sofferenza mentale a cui gli talvolta di ostilità (il cosiddetto stig- www.capcanal.tv) colloqui e interviste autori stessi danno il nome di psico- ma) che si erge intorno alla malattia in video intrattenute da Meirieu con mondo. mentale». vari interlocutori sulle grandi questio- L’utilizzo dell’ironia non ha l’obiettivo La mostra, conclusa con una presenta- ni educative, e un bel film di 52 minu- di suscitare il riso fine a se stesso, ma zione a cura di Marco Chiappelli con ti, molto curato anche sul piano comu- piuttosto di sensibilizzare gli ascolta- esecuzioni dal dei due autori, ha nicativo ed espressivo, dal titolo A con- tori alle problematiche connesse alla dimostrato l’efficacia di questo approc- tre-voie: Philippe Meirieu, pédagogue. psiche, alla sua normalità e alla sua cio lieve, ma improntato al rispetto, riu- Una ghiotta prospettiva per curare la anormalità, per promuovere un incre- scendo a coinvolgere anche un pubbli- propria formazione iniziale o in servi- mento della consapevolezza in chi vive co di non addetti ai lavori. zio standosene comodamente seduti a quotidianamente queste situazioni (pa- Franca Mazzoli casa propria.

Scegliere sul web gli strumenti per l’aggiornamento

Le risorse disponibili in rete hanno molti- ultimo scorso, sono state proposte gratui- quali sostenere il loro «desiderio per cam- plicato in modo esponenziale le possibili- tamente alla cittadinanza brevi lezioni biare il mondo». José Antonio Abreu, nel tà “sedentarie” di conoscenza che un in- magistrali. Sul palco si sono succeduti ar- 2009, ha ottenuto questo riconoscimen- segnante può volgere anche nella prospet- tisti, imprenditori e scienziati. to. Ricercando la sua conferenza potrete tiva di formazione e di autoaggiornamen- Sul sito americano, la messe di temi e di ascoltare le sue dichiarazioni di intenti. to. Tra queste risorse segnaliamo TED (Te- opportunità di approfondimento è molto L’enorme quantità di temi e di approfondi- chnology Entertainment Design) che na- ampia ed è consultabile attraverso cate- menti consente a chiunque di spulciare e sce nel 1986 come appuntamento annuale gorie tematiche, parole-concetto, oppure selezionare, non senza perdersi, i video di a Monterey in California per la divulga- ricercando direttamente i nomi dei confe- proprio interesse. Tra i tanti se ne segnala- zione di conferenze e di «idee degne di renzieri. La principale lingua di diffusione no un paio: una efficace dissertazione su essere diffuse» (ideas worth spreading). Da è, naturalmente, l’inglese, ma è possibile “come ascoltare” della percussionista qualche tempo molte conferenze sono di- consultare un’ampia rassegna di conferenze Evelyn Glennie e una divertentissima, oltre sponibili anche in rete (www.ted.com) e tradotte in italiano e in altri idiomi. che assai istruttiva, conferenza di Ken Ro- fruibili da chiunque. Il successo della for- Dal 2005 è stato creato il TED Prize, che binson che argomenta sulla necessità del- mula ha portato anche in Italia questa assegna ogni anno a tre personalità del l’introduzione di un sistema educativo che esperienza. A Reggio Emilia, l’8 ottobre mondo della cultura 100.000 dollari con i nutra la creatività, invece di mortificarla.

Musica DOMANI 161 21 Leggere per credere

Segnalazioni Riportiamo, quasi integralmente, il comu- stero, della professionalità e della qualità un importante e significativo passo, ma- nicato stampa inoltrato a molte associa- formativa di quella miriade di associazio- turato grazie all’esperienza e alla serietà zioni musicali (la più parte aderenti al ni (tutte culturalmente e pedagogicamen- con cui sono stati condotti i progetti mu- Forum delle associazioni promosso dalla te qualificate e allo stesso modo accredi- sicali all’interno delle scuole d’Italia. SIEM) e ad altre personalità impegnate nel tate dal Ministero) che non hanno invece Gli artisti nelle scuole sono stati e sono il campo dell’educazione musicale in Italia. ottenuto analogo ascolto. Non rimane che valore aggiunto: un canale di promozione L’iniziativa, che non esitiamo a valutare assistere, ancora una volta sgomenti, allo e diffusione della musica, vissuta già a in modo decisamente negativo e che umi- svilimento (un processo senza fine?) di ter- partire dell’ideazione di un testo o di una lia la professionalità di tutti coloro che mini quali “interdisciplinarità”, “sperimen- melodia, fino ad arrivare al brano e alla ne hanno ricevuto notifica, è stata dif- tazione”, “ricerca”. sua produzione/realizzazione. fusa – a partire dal mese di settembre – Questo il comunicato: La musica e la sua pratica nella scuola, alle istituzioni nazionali di ogni ordine e «L’Associazione Crescere Creativi formata oggi, grazie all’istituzionalizzazione del grado. da Alessandra Drusian, Fabio Ricci (Duo progetto “Artisti nelle scuole” accordata Di fronte ad azioni di questo tipo credia- ) e Mauro Caldera è riconosciuta con dal MIUR, avrà sempre più strumenti e op- mo sia davvero difficile continuare a ri- Protocollo d’Intesa dal Ministero dell’Istru- portunità per farsi conoscere e diventare porre fiducia nei referenti ministeriali che zione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). risorsa per i docenti, non solo delle mate- sostengono a piena voce la promozione La prima in Italia gestita da professionisti rie musicali ma anche delle aree lingui- della musica nella scuola accompagnata e riconosciuta anche con patrocini di SIAE, stiche ed espressive. Un obiettivo ambi- da qualità formativa. Ai lettori del comu- AFI, MEI e Assoartisti. zioso che intende coinvolgere in modo nicato ricordiamo che il duo Jalisse, pro- Tutto è nato dall’incontro con il Prof. Lui- interdisciplinare l’intero mondo della tagonista dell’azione didattica, ebbe qual- gi Berlinguer che ha sin da subito creduto Scuola e dei saperi. che lampo di popolarità sul finire degli nel progetto e nelle sue finalità, mirate a Grazie alle autonomie scolastiche e alle anni Novanta in seguito alla vittoria al Fe- promuovere l’educazione musicale nella interazioni con le istituzioni del territorio stival di Sanremo (vittoria molto discussa Scuola italiana. si cercherà di creare piccole-grandi siner- a causa di accuse di plagio mai verifica- Successive interazioni con la Fondazione gie che puntino a un sempre maggiore te). La nostra valutazione negativa, è evi- Rita Levi Montalcini hanno fortificato le sviluppo e valorizzazione delle attività dente, non riguarda le caratteristiche e la intenzioni del gruppo di lavoro che ora, musicali dando nuovi strumenti anche ai qualità artistica del duo, bensì l’evidente dopo anni di progetti musicali nelle scuo- docenti che quotidianamente credono scarsa valorizzazione, da parte del Mini- le, ha ottenuto il grande riconoscimento: nella sperimentazione e nella ricerca».

Un altro modo di crescere

Per fortuna, a fianco di tante iniziative La collaborazione tra le diverse istituzioni discutibili ce ne sono altre di pregio che – in quell’ottica di continuità che tutti sanno davvero mettere in comunicazione dovrebbero perseguire, ma che è tanto realtà diverse, creare collegamenti e arri- difficile trovare – ha portato alla realiz- vare a produzioni di valore musicale e ar- zazione di due lavori musicali per ragaz- tistico che sanno coinvolgere bambini e zi, composti da ragazzi ed eseguiti da ra- bambine. gazzi, col valore aggiunto dello scambio Ci riferiamo alla rassegna “Crescendo in multiculturale. Momenti di incontro tra musica. Percorsi sonori per bambini e ge- musica, gestualità, canto, recitazione, nitori” che si è svolta a Brescia dal 18 set- a tre anni; Mare Nostrum e Parola d’Afri- movimento attraverso la narrativa fiabe- tembre al 5 novembre. ca, concerto drammatizzato per voci re- sca dell’Africa, dell’Albania, della Gior- L’iniziativa, realizzata dall’assessorato alle citanti, cantanti e gruppo di percussio- dania con i canti e le improvvisazioni di politiche giovanili del Comune di Mode- nisti, per bambini dai sette agli undici anni. origine albanese e calabrese, che mostra- na, da Nati per la musica e dal Centro Quest’ultimo lavoro ha visto la collabora- no più di una matrice comune con alcuni Musicale di Modena, ha previsto tre mo- zione tra la classe di composizione del- tratti della musica contemporanea occi- menti musicali: Il grillo campanaro, spet- l’Istituto “Vecchi-Tonelli”di Modena e Car- dentale. tacolo musicale interattivo per bambini pi, l’ensemble di ragazzi dell’Istituto, i per- Due piccoli inni alla diversità che diven- dai tre ai sei anni, realizzato dall’Ensem- cussionisti e il coro della Scuola Secon- tano espressione artistica e collaborazio- ble Musicullando; I suoni narrano di Ste- daria a Indirizzo Musicale “Marconi” di ne senza confini per la realizzazione di un fano Fiorini, concerto per bambini da uno Modena. progetto comune.

Musica DOMANI 161 22 Docenti di Composizione a confronto

Segnalazioni Il 28 e 29 ottobre presso l’Istituto Superio- cato una profonda riforma delle metodo- l’accademia: queste alcune delle urgenze re di Studi Musicali “Orazio Vecchi - Anto- logie e dei contenuti della didattica com- manifestate dai partecipanti nel corso de- nio Tonelli” di Modena si è tenuto un con- positiva, identificando una strada feconda gli interventi e all’interno del dibattito. Da vegno-confronto tra docenti di composi- nel coordinamento tra docenti stessi (pur- sottolineare in ultimo il progetto pilota di zione, avvenimento che, in Italia, non si troppo ancora lontano, forse per la tenden- editoria per i conservatori portato avanti vedeva da più di vent’anni. I relatori invi- za al solipsismo che caratterizza la figura da Carmen Petrocelli a sostegno degli al- tati da Antonio Giacometti – docente di del compositore) e tra conservatori (ma lievi compositori emergenti più meritevoli. Composizione presso l’istituto ospitante, anche tra conservatori e università), in C’è una silenziosa ma al contempo assor- nonché promotore dell’iniziativa – sono modo da creare una rete che favorisca la dante richiesta di cultura da parte della intervenuti nel corso delle due giornate con libera circolazione dei saperi e delle com- società. L’incontro avvenuto a Modena e competenza, grande entusiasmo e capaci- petenze. Sono molte le proposte messe sul l’eccellente lavoro svolto Antonio Giaco- tà di confronto. Nel corso del dibattito sono tavolo dai partecipanti. L’auspicio condivi- metti (a Modena “si è passati dalle parole emerse diverse tematiche, tra queste il so è quello che la didattica si liberi di co- ai fatti” già da anni, e il concerto dramma- complesso rapporto esistente tra didattica strizioni universalistiche e normative per tizzato, a cura della classe di composizio- e composizione e le diverse declinazioni del favorire invece l’educazione alla creativi- ne dell’istituto, Mare Nostrum e Parola ruolo del compositore all’interno della so- tà, intesa come unico veicolo della vera d’Africa, presentato venerdì sera, ne è cietà. Di seguito i relatori intervenuti: Lui- innovazione musicale. Favorire la musica un’evidente dimostrazione) appaiono a chi gi Abbate, Paolo Cecchi, Fabio Cifariello d’insieme fin da subito; delineare percorsi scrive una prima risposta concreta a que- Ciardi, Riccardo Dapelo, Antonio Giacomet- laboratoriali e su progetto nell’ottica di cre- sta urgenza diffusa. Se a questa ne segui- ti, Luca Macchi, Paolo Perezzani, Carmen are esperienze concrete che consentano ai ranno altre, ad altri livelli, forse l’orizzonte Petrocelli (AltrEdizioni, editoria a sostegno giovani compositori di imparare a relazio- musicale italiano apparirà meno cupo. della didattica), Biagio Putignano, Gabrio narsi con vari livelli di competenze musi- Valentina Marrocolo Taglietti. I docenti presenti hanno auspi- cali; conquistare nuovi spazi e uscire dal- Silvia Zanasi

Musica e dislessia al conservatorio

Al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di più importante di questa sperimentazione ge 170 dell’8/10/2010, il Ministero ha in- Milano le attività didattiche sono comin- è l’aver provato senza ombra di dubbio viato una circolare (www.aidlombardia.it/ ciate con un’importantissima novità: un che anche lo studente con diagnosi di di- risorse/normativa/esami-di-musica- Master biennale di primo livello su Mu- slessia severa può diventare un ottimo mu- 2011-comunicazioni-e-delibere) con le sica e dislessia. Il Master, per ora unico sicista, purché voglia davvero studiare la misure compensative e dispensative per in Italia (ma si spera che altri conserva- musica e, soprattutto, purché incontri un tutti gli esami dei conservatori e degli tori seguano questo esempio) sarà tenu- insegnante preparato a riceverlo con sim- istituti pareggiati che sono state appro- to sia da docenti del corso di Didattica patia, affetto e fiducia nelle sue possibili- vate all’unanimità dal CNAM su richiesta della musica del conservatorio stesso, sia tà, a volte rilevanti. Un buon rapporto con del Conservatorio di Milano. da studiosi come Giacomo Stella, Enrico il docente è condizione irrinunciabile per Per questo Master, che avrà certamente Ghidoni, Luisa Lopez e altri, anche pro- la riuscita dello studente, il quale nello delle conseguenze importanti, e non solo venienti dall’estero. Gli iscritti – diplo- studio della musica – che affronta con per gli insegnanti e per i dislessici mila- mati nei conservatori, qualcuno anche gioia, malgrado l’impegno richiesto dal- nesi, bisogna ringraziare il Conservato- laureato – superano il numero previsto e la frequenza di due istituzioni scolasti- rio di Milano, in particolare i direttori e i sono prevalentemente insegnanti di mu- che – trova quelle soddisfazioni che spes- presidenti che si sono avvicendati nel sica in vari ordini di scuola. so l’altra scuola gli nega. E l’insegnante tempo, e tutto il personale che in vario Il Master è la conseguenza logica di un di musica ha il difficile compito di non modo ha dato il proprio contributo con decennio di insegnamento agli allievi di- deluderlo percorrendo insieme a lui la vero entusiasmo. slessici del Conservatorio di Milano con- complessa strada che porta al successo Il progetto del Master si può consultare dotto dalla professoressa Matilde Bufano negli esami che dovrà affrontare. al link: www.consmilano.it/index.php? con risultati buoni, a volte ottimi. L’aspetto A questo riguardo, in riferimento alla leg- id=664.

Musica DOMANI 161 Mariateresa Lietti 23 Canzoni per la Storia

a margine

Note

Durante tutto l’anno sono stati proposti, in vari ambiti, nu- non essere compresi dagli austriaci) contenuti in una appa- merosi film per celebrare il centocinquantesimo dell’Unità rente storia amorosa: dall’invito a Vittorio Emanuele II a d’Italia. In alcuni casi la colonna sonora è davvero degna di fare un passo avanti («dàghela avanti un passo»), all’allusio- nota. Mi riferisco – per fare solo qualche esempio – a film ne alla polenta (gialla come la bandiera austriaca) che non quali Quant’è bello lu murire acciso del 1975 di Ennio si vuole mangiare. Lorenzini sull’impresa di Carlo Pisacane, che prende il titolo Il brano, poi acquisito nel repertorio dei bersaglieri, era dalla celebre canzone popolare rielaborata da Roberto De realmente molto popolare tra i seguaci di Garibaldi tanto Simone; o ancora a Il resto di niente del 2004 di Antonietta che si dice che bastasse l’apparire del generale per scate- de Lillo sulla figura di Eleonora Pimentel de Fonseca e sulla narne il canto. Giuseppe Cesare Abba (nel testo Da Quarto rivoluzione napoletana del 1799 con musiche di Daniele Sepe. al Volturno, che pubblicò nella primavera del 1866) rac- Quello che vorrei qui proporre è però Viva l’Italia! di Rober- conta: «Nino Bixio e Sirtori si dettero ad alzare la voce to Rossellini, che è stato per me una piacevole scoperta. quando improvviso comparve sulla strada il generale e gridò Il film, realizzato nel 1961 in occasione del centenario del- con voce sonora: “Avanti ragazzi, non c’è tempo da perde- l’Unità d’Italia, narra le vicende della spedizione dei Mille e, re”. A queste parole, tutti i mille saltarono su come un sol nell’intento del regista, avrebbe dovuto discostarsi dalla re- uomo e ricomposero le file, e ripigliarono la faticosa mar- torica celebrativa per proporre una narrazione rigorosa. L’in- cia, e il lieto ritornello: Daghela avanti un passo / delizia tento, solo in parte riuscito, ha però dato vita a un interes- del mio cuore, al quale una quarantina di voci toscane sante film che mostra anche aspetti insoliti che avvicinano intrecciava allegramente il ritornello livornese: Bravo, bimbo all’umanità e realtà dei personaggi mitici (vedi ad esempio bravo…, mentre Bixio, bestemmiando in tutti i dialetti d’Ita- un Garibaldi acciaccato che fatica a montare a cavallo) e lia tornava di galoppo in testa alla sua compagnia». Pro- ridanno dignità ai personaggi anonimi che la storia l’hanno prio questo, in modo molto fedele, si sente e si vede nel fatta realmente (vedi le scene di quotidianità dei soldati o film, compreso l’irascibile Nino Bixio interpretato da Pao- della gente comune) mostrandone il ruolo centrale; il tutto lo Stoppa. Il brano ritorna più volte con diversi arrangia- attraverso una rigorosa ricostruzione storica, davvero esem- menti: passa dalla marcetta festosa, al brano eroico del- plare, soprattutto se paragonata al pressapochismo e alla l’attacco, al brano trionfale della vittoria e spesso si mi- sciatteria di molte pellicole contemporanee. C’è perciò una schia con l’Inno di Garibaldi. Quest’ultimo, scritto su ri- estrema cura nella scelta dei luoghi e dei costumi e una chiesta di Garibaldi dal poeta Luigi Mercantini (lo stesso grande attenzione anche ad aspetti quali la lingua parlata, della Spigolatrice di Sapri) e musicato da Alessio Olivieri, ma anche la gestualità, pur in una recitazione che risente venne eseguito per la prima volta a Genova nel 1858 alla dei cinquant’anni passati e ci appare oggi piuttosto statica e presenza di Garibaldi e di Nino Bixio. teatrale. Una delle scene più significative del film è la battaglia di In questo quadro, anche la colonna sonora assume un’im- Calatafimi dove, oltre ai due eserciti, si affrontano anche portanza centrale. Composta dal fratello Renzo Rossellini, squilli e segnali di tromba, dialetti, grida («viva l’Italia, viva autore di gran parte delle colonne sonore del regista, si basa Garibaldi» da una parte, «viva i Borboni» dall’altra), inni su alcuni brani significativi per la storia del periodo e in (l’Inno di Garibaldi e La bella Gigogin da una parte e l’Inno particolare sulla continua rielaborazione di due canzoni: l’In- borbonico dall’altra). no di Garibaldi e La bella Gigogin, brani che, secondo le Il film è sicuramente utile da mostrare alle classi, ma ancora testimonianze storiche, hanno davvero accompagnato gli più utile mi pare la riflessione che si dovrebbe fare sull’inte- eventi del Risorgimento italiano. resse che possono avere le canzoni come fonti orali e come La bella Gigogin (Gigogin è il termine piemontese per modo per raccontare la storia. A questo proposito consiglio il Teresina), scritta nel 1858 dal compositore milanese Paolo bel testo di Stefano Pivato Bella ciao. Canto e politica nella Giorza, rielabora alcuni canti popolari lombardo-piemonte- storia d’Italia (Laterza, Bari 2005), che ripercorre la storia si e si ispira alla figura, non si sa se mitica o reale, di una d’Italia a partire dal Risorgimento attraverso le canzoni. ragazzina che partecipò attivamente alle giornate milanesi So che strutturare attività che coinvolgono più insegnati è del 1848 e agli eventi della repubblica romana. È un susse- sempre più difficile, ma quanto sarebbe meglio per tutti po- guirsi di doppi sensi di stampo patriottico (in dialetto per terlo fare!

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Musica DOMANI 161 24 Amalia Lavinia Rizzo

problemi Musica Ricerche e per l’inclusione scolastica

L’ articolo proposto si presta a una duplice chiave di lettura. In primo luogo, presenta in modo immediato e di- retto una panoramica sui fondamenti pedagogici e didatti- ci dell’educazione inclusiva. In tale prospettiva un utilizzo consapevole della musica, sistematico e didatticamente fon- dato, diviene una risorsa flessibile ed efficace soprattutto, ma non solo, nei contesti scolastici con presenza di alunni diversamente abili. Lo studio però può essere letto, sin dal- le prime righe, come un’agevole introduzione, di stampo riflessivo, alla rubrica a cura della stessa autrice che a partire dal prossimo numero sarà ospitata su “Musica Do- mani”. Il nuovo appuntamento periodico si rivolgerà, come dettagliatamente specificato a conclusione di questo con- tributo, agli insegnanti di discipline musicali coinvolti in attività di sostegno alla classe, presentando specifici per- corsi operativi coerenti con i presupposti qui illustrati.

Spesso mi sono chiesta quanti siano gli insegnanti che, come me, dopo l’abilitazione in Musica e/o in Strumento si sono specializzati nelle attività di sostegno alla classe e lavorano in questo ruolo. Non conosco statistiche ufficiali, ma posso dirlo di tutte le persone che hanno frequentato con me il corso di Didattica della musica e di tutti i miei amici che si sono abilitati tramite la SSIS. Tutti, ma proprio tutti, insieme a molti abilitati nella classe di concorso A077, hanno iniziato a lavorare sul sostegno e chi non ha ancora conseguito la relativa specializzazione è intenzionato a farlo a breve. Non è questa la sede per analizzare le motivazioni di questa scelta. Quello che qui ci interessa capire è se la valorizza- zione delle valenze educative della musica nell’ambito del ruolo istituzionale dell’insegnante di sostegno possa contribuire a innalzare i livelli di inclusione della scuola. Un’idea di musica connessa al laboratorio e all’animazio- ne musicale «figlia di un pensiero complesso: un pensiero trasversale che congiunge, che cerca, scopre relazioni tra le parti e il tutto. In questo senso non è una disciplina; indica piuttosto una pratica sociale e culturale che inten-

Musica DOMANI 161 de incontrare le discipline, aprirle, metterle in contatto, Quindi l’attuale prospettiva inclusiva non riguarda solo gli 25 ripensarle; una pratica che costruisce ponti e non muri» alunni con disabilità, ma tutti gli alunni e l’intero contesto (STROBINO 2001, p. 11). «La domanda prioritaria da porre di apprendimento. Per nessuno è possibile limitarsi a un non è tanto se stiamo facendo giusto o sbagliato, ma “quel- semplice “inserimento in presenza” oppure ad azioni di- lo che stiamo facendo, in che modo realizza la nostra vi- dattiche basate sulla misurazione di una differenza da “col- sione del mondo e della vita in una prospettiva di futuro?” mare”; piuttosto appaiono necessari contesti positivi di problemi cioè “Quale società vogliamo contribuire a costruire?”. apprendimento in grado di permettere a ognuno la costru- Quindi ecco la terza direzione, un’azione artistica che di- zione degli strumenti per l’autonomia e del senso di appar- venta atto di profezia di cambiamento, che prefigura il fu- tenenza alla propria comunità scolastica (CHIAPPETTA CAJOLA turo, che diventa emblema di un modo diverso di vita, che 2008, pp. 27-31). Ovvero l’«inclusione implica il cambia- Ricerche e diventa elemento di differenziazione da un passato vissuto mento: è un percorso verso la crescita illimitata degli più o meno malamente a un passato che vorremmo vivere apprendimenti e della partecipazione di tutti gli alunni» in un modo più umano, più pacifico, più… più…» (PIATTI (BOOTH - AINSCOW 2008, p. 110). 2001, p. 55). L’insegnante di sostegno alla classe L’inclusione scolastica riguarda tutti gli alunni Nella cornice dell’Index, le attività di sostegno sono intese Oggi la scelta pedagogica fondamentale che deve muovere in modo molto ampio; vengono infatti definite come «ogni ogni linea di azione della scuola viene definita di tipo “in- attività che accresce la capacità da parte della scuola di clusivo”. Tale posizione è sostenuta, oltre che dalla norma- rispondere alla diversità degli alunni», in quanto «l’aiuto tiva 1, anche dall’Index for inclusion: developing learning dato all’alunno certificato da un insegnante di sostegno and participation in schools (BOOTH - AINSCOW 2002 2). Si diviene un caso particolare di un più ampio lavoro di sup- tratta di un importante strumento che ci porta oltre l’idea porto che coinvolge tutta la classe e che vede la partecipa- di integrazione implicitamente collegata a un paradigma zione di tutti gli alunni. Il sostegno non riguarda solo l’alun- “assimilazionista” di “normalizzazione” delle diversità, of- no disabile, ma il suo significato si amplia venendo a inte- frendoci una cornice di analisi e un quadro di riferimento grarsi con la nozione di individualizzazione: ogni alunno fondamentale dei concetti di inclusione e di esclusione. va seguito e supportato nel suo percorso di apprendimento Passando dalla prospettiva dell’integrazione a quella del- tenendo conto delle differenze che lo caratterizzano» (DOVIGO l’inclusione (sintetizzata nel riquadro sottostante), essa pro- 2008, p. 23). pone non di fare semplicemente posto alla diversità in nome L’insegnante di sostegno che condivide questa ottica ac- di un astratto e paternalistico principio di tolleranza, ma cetta di spendere le proprie energie e le proprie competen- di mettere la differenza al centro di un’azione educativa in ze per la realizzazione di un’organizzazione didattica di grado di valorizzarla come risorsa del singolo e del grup- qualità: attenta alle interazioni sociali, alla promozione del po. «Il termine “inclusione” è spesso riduttivamente asso- confronto con gli altri, alla valorizzazione dei punti di vi- ciato ad alunni che presentano problemi fisici o mentali, o sta, alla riflessione metacognitiva, al coinvolgimento del che abbiano Bisogni Educativi Speciali. Nell’Index invece corpo e della mente di tutti gli alunni. l’inclusione si riferisce all’educazione di tutti i bambini e Come è noto, anche la normativa italiana ha definito chia- ragazzi, con Bisogni Educativi Speciali e con apprendi- ramente e da tempo il ruolo e le funzioni dell’insegnante mento normale» (BOOTH - AINSCOW 2008, p. 107). di sostegno. Alla luce della sua doppia specializzazione relativa alla didattica della disciplina e alla didattica spe- Educazione inclusiva significa riconoscere che ciale, all’insegnante di sostegno è stata fin da subito attri- - tutti i bambini, i ragazzi, i genitori/tutori e il personale buita una grande responsabilità nella costruzione all’in- devono essere egualmente valorizzati; terno della comunità scolastica di un curricolo esplicito e - le differenze tra gli alunni sono una risorsa per promuo- implicito finalizzato alle esigenze di inclusione di tutti vere l’apprendimento, non un problema da risolvere; gli alunni. Già nella Premessa dei Programmi dei corsi - tutti i bambini e i ragazzi hanno diritto alla migliore edu- biennali di specializzazione per insegnanti di sostegno cazione nella loro comunità, a pari titolo dei coetanei; - tutti gli alunni possono sperimentare ostacoli all’appren- dimento e alla partecipazione, non solo quelli con disabilità 1 Il nostro panorama normativo sull’integrazione e l’inclusione è o segnalati come portatori di Bisogni Educativi Speciali; particolarmente ampio e dettagliato: una legislazione all’avan- guardia nel mondo occidentale. Oltre alla Legge n. 517 del 1977, - ogni tentativo di superare gli ostacoli all’apprendimento e altri atti normativi fondamentali sono la Legge-quadro per l’assi- alla partecipazione in relazione a situazioni particolari, ha stenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappa- una ricaduta positiva su tutti; te (Legge n. 104 del 1992) e le Linee guida sull’integrazione scola- - stabilire valori condivisi e spirito comunitario è altrettan- stica degli alunni con disabilità del 2009. Tutta la normativa per to importante dei traguardi nell’apprendimento curricolare; l’integrazione scolastica delle persone con disabilità è consultabile - bisogna promuovere gli scambi di esperienza tra la scuola all’indirizzo www.istruzione.it/web/istruzione/famiglie/ alunni_disabili. e la comunità locale; 2È possibile consultare gratuitamente l’edizione italiana di tale vo- - l’inclusione scolastica è un aspetto dell’inclusione sociale. lume (Booth - Ainscow 2002) all’indirizzo www.eenet.org.uk/ (da Allegato a BOOTH - AINSCOW 2008). resources/docs/Index%20Italian.pdf.

Musica DOMANI 161 26 (D.M. 24-04-86) si legge che egli «deve superare le angu- Molti degli indicatori elaborati da VALMUSS2 (vedi riquadro stie di un ruolo limitato, assumendo una corretta compe- sottostante) sottolineano infatti la possibilità offerta dalla tenza nelle problematiche dell’organizzazione scolastica, musica di favorire la dimensione dell’incontro e della co- facendo valere concretamente le proprie capacità relazionali noscenza reciproca in un contesto legato allo “star bene e comunicazionali, senza tuttavia prescindere dall’eserci- insieme” (cfr. FERRARI 2006, pp. 85-105). Infatti, le pratiche problemi zio di specifiche competenze didattiche e curricolari». musicali attivate nei laboratori “di qualità” non si limita- Figura professionale che rappresenta per l’intera scuola una vano alla costruzione di una competenza interpretativo- risorsa “speciale e normale” (cfr. IANES 2006), integrata nel- musicale, ma consentivano agli utenti anche di sviluppare le ore curricolari, trasversale a tutte le discipline, in con- sensibilità cooperative, realizzando gli obiettivi della con- Ricerche e tatto con tutti gli alunni e tutti i colleghi, con un orario vivenza civile e offrendo occasioni di incontro utili a ma- flessibile e a “costo zero”, l’insegnante di sostegno deve turare sia il senso di appartenenza alla comunità sia una collaborare con i colleghi per costruire il contesto di ap- consapevolezza positiva delle differenze interindividuali, prendimento in modo individualizzato/personalizzato non nel rispetto dei diritti formativi e di cittadinanza di ogni solo in riferimento alla scelta o alla semplificazione dei utente. Quindi dalla rilettura degli indicatori si evince che contenuti dell’alunno con disabilità, ma anche per l’attua- la qualità dell’esperienza musicale si lega sempre alla zione di strategie di gestione animativa della classe fina- sperimentazione di modelli relazionali positivi e alla co- lizzate alla realizzazione di una comunità scolastica inclu- struzione di legami tra le persone e tra queste e la comuni- siva. tà. Tale risultato non è presente solo in percorsi esplicita- mente costruiti per favorire la conoscenza e l’integrazione Musica e valori inclusivi culturale, ma è una caratteristica tipica del laboratorio Alla luce della letteratura sull’inclusione, degli ormai con- musicale e pervade la pratica corale, la pratica strumenta- solidati principi di pedagogia musicale anche interculturale le, la formazione/aggiornamento del personale docente, la e anche delle molte “buone pratiche” ampiamente speri- produzione di musiche e spettacoli originali. mentate di utilizzo integrativo e inclusivo della musica in diversi contesti educativi, pensiamo che un docente di so- Secondo gli indicatori elaborati da VALMUSS2, stegno abilitato in musica possa impiegare in modo parti- l’attività musicale di qualità: colarmente efficace le proprie competenze metodologico- - prevede l’organizzazione di attività condotte con moda- disciplinari per migliorare l’ambiente scolastico e accre- lità animative e laboratoriali; scere la capacità della scuola di rispondere alla diversità - coinvolge nella produzione portatori di diverse culture e degli alunni. abilità ed è un’occasione di incontro e interazione, con i Tra gli studi che sottolineano quanto l’attività musicale di coetanei, ma anche con persone di età diversa; qualità sia sempre ispirata ai valori inclusivi (visualizzati - consente alle persone che partecipano (alunni e docenti) nel disegno sottostate), attenta a favorire la crescita del- di mettersi in gioco anche con le proprie emozioni: le l’essere umano in termini sia di apprendimento sia di par- esperienze sono significative sia sul piano musicale che tecipazione, citiamo la ricerca VALMUSS2 3 (Valutazione dei su quello relazionale (studente/docente e studente/stu- Laboratori Musicali nel Sistema Scolastico) che l’INVALSI ha dente); realizzato analizzando l’attività dei laboratori musicali at- - cerca legami tra lo specifico musicale e obiettivi e con- tivi nel sistema scolastico nazionale (BRANCHESI 2006). Que- tenuti previsti nel curricolo sia in relazione agli obiettivi sto studio ha confermato che la didattica musicale di qua- specifici di apprendimento disciplinari sia, ancora più lità ha sempre un orientamento inclusivo e consente di marcatamente, a quelli della convivenza civile; stimolare in tutti gli alunni, oltre all’intelligenza raziona- - coinvolge gli utenti in occasioni di performance, nella le, anche il desiderio, la curiosità, la passione, il senso di scuola e sul territorio, che costituiscono altrettante op- appartenenza e la solidarietà nei confronti degli altri. portunità di verifica della propria identità individuale e collettiva e creano legami con la comunità sociale in cui si è inseriti; - consente di conoscere e capire le culture lontane non a parole, ma standoci dentro: la musica offre questa pos- sibilità, soprattutto se non ci si limita ad ascoltarla ma la si esegue e si partecipa alla sua realizzazione con il corpo, la voce, gli strumenti; - favorisce lo “star bene” di alunni e insegnanti a scuola.

3È possibile scaricare gratuitamente i dati contenuti nel CD-ROM VALMUSS 2, Laboratori musicali. Continuità e qualità, all’indirizzo www2.invalsi.it/RN/valmuss2/sito/index.htm. Rappresentazione dei valori inclusivi 4 La rubrica, curata da Franca Ferrari e Betty Lazzarotto, è apparsa come previsti da BOOTH - AINSCOW 2008. dal numero 90 del marzo 1994 al numero 105 del dicembre 1997.

Musica DOMANI 161 Sono moltissimi gli esempi teorici e operativi che sup- A tali richieste intende rispondere la nuova rubrica, spazio 27 portano la convinzione che l’insegnante di sostegno esperto propositivo e di confronto, in cui dar visibilità a percorsi in didattica musicale abbia a disposizione non solo una educativi basati sulla prospettiva inclusiva e sulla convin- serie di contenuti a forte apertura interdisciplinare da con- zione che “incardinare la musica nel sostegno” supporti il dividere con i colleghi, ma anche una metodologia di livello cognitivo e sociale dell’apprendimento di ogni alun- lavoro attiva e animativa in grado di promuovere l’ap- no, promuova l’acquisizione di modalità collaborative e lo problemi prendimento e la partecipazione degli alunni. Basti pensa- sviluppo di un rapporto positivo con l’alterità che abita la re, per citarne solo alcune, alla vasta gamma di strategie scuola e il mondo, valorizzi l’esperienza corporea, lingui- animative e laboratoriali sperimentate e diffuse dal Centro stico-comunicativa ed emozionale. Studi Maurizio Di Benedetto di Lecco, alle proposte di ri- Nonostante la difficile situazione attuale, siamo fiduciosi Ricerche e sveglio musicale di Delalande, al recente progetto “Musica nelle possibilità di far bene il nostro lavoro di insegnanti e e Minori” dell’Istituto Affari Sociali/ISFOL, nonché all’atti- apriamo questa rubrica che, accogliendo anche i contributi vità della SIEM e al contributo di questa rivista che, qualche dei lettori, intende creare una rete di ricerca e di confronto anno fa, aveva anche una rubrica dal titolo Avvicinare le su questi temi o su altri a questi collegati. Un invito calo- differenze 4, in cui venivano esposte attività, esperienze e roso è quindi rivolto agli insegnanti di sostegno che hanno riflessioni in questo senso. già realizzato esperienze di innovazione didattica inseren- Metodologie operative ispirate a valori inclusivi che di si- do percorsi musicali nei Piani Educativi Individualizzati curo permettono a chi ha una formazione di questo tipo di (PEI) degli alunni certificati e nel curricolo della classe. Per proporsi non solo come una figura di mediazione e di col- proporre percorsi educativi elaborati secondo i presupposti legamento dei contenuti, ma come una risorsa utile al qui condivisi vi invitiamo a prendere contatto con la reda- «superamento di didattiche della “frontalità” a favore di zione. Vorremmo che tanti fossero disponibili a condivide- strategie di lavoro incentrate sul coinvolgimento diretto e re le esperienze che hanno realizzato. Vi aspettiamo! sulla reponsabilità dello studente», venendo incontro al fatto che «lo stile di apprendimento dei ragazzi ha sempre più Bibliografia bisogno di contesti in cui gli alunni possano muoversi, TONY BOOTH - MEL AINSCOW, Index for Inclusion: developing learning and fare animazione, comporre opere; nelle nostre aule, inve- participation in schools, Centre for Studies on Inclusive Education, Bristol 2002. ce, il più delle volte si chiede di star seduti su un banco ad TONY BOOTH - MEL AINSCOW, L’index per l’inclusione. Promuovere l’ap- ascoltare» (RONDANINI 2007, pp. 139-140). prendimento e la partecipazione a scuola, Erickson, Trento 2008. LUCIA CHIAPPETTA CAJOLA, Didattica per l’integrazione, Anicia, Roma 2008. La musica per l’inclusione scolastica: un confronto aperto FABIO DOVIGO, L’Index per l’inclusione: una proposta per lo sviluppo in- Dalle riflessioni fatte si apre una serie di questioni rispetto clusivo della scuola, in TONY BOOTH - MEL AINSCOW, L’index per l’inclusio- alle quali la rubrica che prenderà avvio dal prossimo nu- ne. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione a scuola, Erickson, Trento 2008. mero si offre come spazio di confronto. Gli interrogativi FRANCA FERRARI, Gli indicatori di qualità, in Laboratori musicali. Conti- sono tanti e riguardano innanzitutto la necessità e la con- nuità e qualità. Valutazione dell’innovazione 2, a cura di Lida Branchesi, creta possibilità di farci, noi educatori musicali e docenti Armando, Roma 2006. di sostegno, promotori nella scuola di una condivisione DARIO IANES, La speciale normalità. Strategie di integrazione e inclusio- culturale forte sui temi dell’inclusione. ne per le disabilità e i Bisogni Educativi Speciali, Erickson, Trento 2006. Laboratori musicali. Continuità e qualità. Valutazione dell’innovazio- Ancora oggi, come sappiamo, è necessario insistere su questi ne 2, a cura di Lida Branchesi, Armando, Roma 2006. argomenti, superando le difficoltà di trovare tempi e spazi MARIO PIATTI, Tra occasionalità e progettazione. Idee e proposte per adeguati per lo studio, il dialogo, il confronto, la co-pro- un’educazione musicale interculturale, in MAURIZIO DISOTEO - BARBARA gettazione e la valutazione di attività di sostegno ispirate RITTER - MARIA SILVIA TASSELLI, Musiche, culture, identità. Prospettive ai valori inclusivi. Sicuramente è anche necessario indivi- interculturali dell’educazione musicale, FrancoAngeli, Milano 2001. duare con chiarezza quali attività musicali possano essere LUCIANO RONDANINI, La sfida dell’apprendimento: riflessioni e piste di la- voro, in Indicazioni per il curricolo, a cura di Gaetano Domenica - considerate, nelle diverse situazioni, forme di sostegno e Franco Frabboni, Erickson, Trento 2007. quali siano le implicazioni dell’utilizzo di tali attività in ENRICO STROBINO, Musiche in cantiere. Proposte per il laboratorio musi- modo coordinato con le diverse programmazioni curricolari. cale, FrancoAngeli, Milano 2001.

Musica DOMANI 161 28 Lara Corbacchini

Ricercare Quando l’ fa il musicista

NOOLA K. GRIFFITHS, “Posh music should equal posh dress”: an investigation into the concert dress and physical appearance of female soloists, in “Psychology of Music”, volume 3, n. 2, aprile 2010, pp. 159-177, abstract Violinista Classico Jeans Audio + Video Traccia-guida + video consultabile su http://pom.sagepub.com/content/38/2/ Discoteca Audio + Video 159.abstract. Traccia-guida + video Concerto Audio + video A un concerto, ad esempio di musica classica, ci stupirem- Traccia-guida + video mo se i musicisti non rispettassero i canoni di abbiglia- Punti-luce Audio + Video mento legati a questo tipo di “rito” sociale. Ancor più ri- Traccia-guida + video marremmo colpiti se fosse il solista o la solista a non ve- Folk Jeans Audio + Video stirsi nei modi “adatti” all’occasione. Traccia-guida + video Ma le scelte d’abito del concertista influenzano solo la Discoteca Audio + Video Traccia-guida + video nostra percezione degli aspetti esteriori dell’evento, le Concerto Audio + video nostre inferenze sulla personalità degli interpreti o modi- Traccia-guida + video ficano anche la nostra valutazione sostanziale della per- Punti-luce Audio + Video formance? Insomma possiamo dire che l’abito fa… il mu- Traccia-guida + video sicista? Jazz Jeans Audio + Video A questo interrogativo – prendendo spunto anche dalla Traccia-guida + video tendenza recente di alcune concertiste, come la violinista Discoteca Audio + Video Anne Sophie Mutter, di indossare abiti accentranti l’atten- Traccia-guida + video zione sul corpo – intende dare risposta l’originale ricerca Concerto Audio + video Traccia-guida + video presentata. Viene infatti indagato come specifici stili di Punti-luce Audio + Video abbigliamento influiscano sulla valutazione da parte degli Traccia-guida + video ascoltatori della performance di alcune violiniste impegnate nell’esecuzione solistica di brani di diverso genere. Le mu- Tabella 1. Lo schema riassume le diverse combinazioni di brano/abito/ siciste donne sono state privilegiate in questa ricerca ri- tipo di registrazione effettuate da ciascuna delle quattro violiniste. spetto ai colleghi maschi proprio per la maggiore varietà di abbigliamento delle prime rispetto ai secondi, anche in situazioni di concerto. Si deve aggiungere che, al fine di ridurre al minimo le Per lo studio sono state selezionate quattro violiniste di variabili indipendenti dello studio, le violiniste selezionate età compresa fra i 20 e i 22 anni. Ciascuna di loro, come avevano livelli di competenza strumentale assimilabili, era- visualizzato nella Tabella 1, ha interpretato tre distinti no somiglianti nelle caratteristiche fisiche (dal colore dei brevissimi pezzi di musica (composti per l’occasione) ap- capelli al numero di scarpe) e avevano livelli di “attrattività partenenti a differenti generi: classico, folk, jazz. Ogni del viso” (misurata con appositi test) non dissimili. Per il pezzo è stato interpretato con quattro diversi stili di ab- medesimo motivo anche i vestiti indossati, tutti di colore bigliamento: jeans, da discoteca, da concerto e con “pun- nero per non influire sulle eventuali preferenze di colore ti-luce”. Quest’ultima condizione prevede che “si indossi- degli ascoltatori, erano assolutamente identici. no” piccole luci in corrispondenza delle giunture renden- Le clip sono state fatte ascoltare in successione casuale a do visibili, grazie alle particolari condizioni ambientali, trenta musicisti (studenti universitari o membri di un’or- esclusivamente i movimenti del corpo. Ciascuna combi- chestra) di età compresa fra i 18 e i 28 anni che dovevano nazione di interprete-brano-abbigliamento è stata regi- giudicarle, in base a un punteggio numerico, in relazione a strata due volte: una volta in modo che l’audio e il video «competenza tecnica, musicalità, appropriatezza del vesti- fossero quelli “dal vivo” della violinista, una seconda volta to e attrattività della performer» (p. 162). si è registrato solo il video della violinista mentre l’audio Dall’analisi statistica dei dati raccolti sono emersi risultati era “doppiato” da una traccia-guida (registrata in prece- significativi. Di seguito ne riportiamo una succinta sintesi denza da uno strumentista maschio e identica per tutte le che dà maggior spazio ai differenti giudizi sull’interpreta- quattro violiniste). Con quest’ultima modalità di registra- zione in relazione all’abito indossato dalla musicista e alle zione si sono ottenute delle clip che hanno consentito di ipotesi esplicative presentate per tali variazioni. isolare le modifiche della percezione degli ascoltatori de- In riferimento alla competenza tecnica emerge che l’abbi- rivanti esclusivamente dal cambiamento delle informa- gliamento ne modifica la percezione (cfr. p. 166), come zioni visive. visualizzato nella Tabella 2. Tutte le interpretazioni dei tre

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Musica DOMANI 161 brani, con vestiti da discoteca o in jeans, risultavano meno state messe in ombra dall’attenzione verso i loro corpi. È 29 fluenti rispetto a quelle con vestiti da concerto o con pun- plausibile che l’abbigliamento da discoteca con la sua gonna ti-luce. Relativamente alla musicalità, sempre senza tenere corta e il top senza spalline attragga l’attenzione sul corpo conto della diversità di genere dei brani, i punteggi mag- e rinforzi l’idea che i corpi delle donne siano sinonimi del- giori sono stati invece attribuiti alle interpretazioni con le loro identità e pertanto meno capaci di abilità creative» punti luce, seguite da quelle in jeans, in abito da concerto (p. 172). Al contrario il vestito da concerto, “nasconden-

Ricercare e, per ultime, in abbigliamento da discoteca (cfr. p. 168). do” il corpo, consente la focalizzazione sulle abilità tecni- che e interpretative. Competenza tecnica Musicalità Relativamente alle interpretazioni con i punti-luce, può apparire sorprendente che siano sempre preferite a quelle Concerto + Punti-luce

➔ in jeans o in abito da discoteca, dato che «precedenti ricer- Punti-luce Jeans che hanno chiarito l’importanza delle informazioni visive Jeans Concerto al fine di ottenere un’immagine completa delle intenzioni Discoteca - Discoteca e delle abilità del performer» (p. 172). In realtà i movimenti del corpo in questa condizione sperimentale erano ben vi- Tabella 2. Lo schema visualizza i gradi di competenza tecnica e sibili, non veniva però visto il corpo in sé e il relativo musicalità rilevati in relazione ai diversi stili di abbigliamento. abbigliamento. Questa esclusione ha consentito di elimi- nare la sovrapposizione di strati di significati culturali in- dotti dal vestiario con cui gli ascoltatori si costruiscono Si può ipotizzare che la minor fluidità tecnica e interpre- delle aspettative sulle capacità della musicista. In caso di tativa rilevata con i vestiti da discoteca sia imputabile alla abbigliamento “non adeguato” tali inferenze, come abbia- restrizione dei movimenti che questo abbigliamento deter- mo visto, possono andare a mascherare i segni di talento mina; oppure allo stato mentale di imbarazzo dell’inter- derivanti dai movimenti del corpo. prete nell’indossare questi vestiti; o ancora alla combina- Andando invece ad analizzare la relazione fra genere del zione di entrambe le cause. brano e adeguatezza del vestito, emerge, come era preve- Una spiegazione alternativa può far riferimento alla “me- dibile, che «i jeans vengono visti significativamente come moria di lavoro” (o memoria a breve termine) degli ascol- l’abbigliamento meno appropriato nel pezzo classico […], tatori coinvolta nel giudizio delle clip. In generale si rileva piuttosto che nei pezzi jazz […] o folk […]» (p. 168), men- una maggiorazione del carico cognitivo quando l’atten- tre il vestito da concerto è stato ritenuto il più adeguato, zione di un soggetto è coinvolta in due differenti sorgenti nell’ordine, al brano classico, al jazz e infine al folk. Que- di informazioni. È questo il caso in cui si ascolta una inter- sto ovviamente perché «la performance musicale è pretazione di un brano e parimenti si rileva l’inadeguatez- un’interazione sociale governata da pratiche culturali, una za del vestiario, come nel caso di quello da discoteca: la delle quali è l’appropriatezza dei vestiti. Differenti stili di memoria di lavoro ha un sovraccarico che determina l’in- musica hanno differenti valori e così non è sorprendente capacità di incamerare al meglio le informazioni derivanti, che un particolare stile di abbigliamento incarni i valori ad esempio, dalla percezione uditiva. di un particolare genere musicale. […] È quindi logico che In relazione agli alti punteggi riservati alle interpretazioni per la musica classica, che richiede un approccio all’ascolto in abito da concerto, si può notare come essi portino ulte- più serio e formale, l’abito ritenuto più appropriato fosse riori evidenze a studi più generali comprovanti che «gli quello da concerto che incarna questi valori con il suo individui vestiti più adeguatamente vengono percepiti come stile sobrio e l’effetto di mascheramento del corpo» (p. più competenti» (p. 172). 173). Una spiegazione delle marcate preferenze per le interpre- Annotiamo, in conclusione, che tutte le quattro violiniste tazioni in abito da concerto o con la sola visibilità di pun- sono state percepite (indipendentemente dal sesso degli ti-luce rimanda anche alla «divisione mente corpo […]. ascoltatori-campione, divisi equamente fra maschi e fem- Questo suggerisce che storicamente le donne sono state mine) come più attraenti quando indossavano l’abito da marginalizzate a causa dell’associazione con il corpo come concerto; a seguire, per tre di esse, i jeans e quindi i vestiti caratteristica dominante. Così le loro abilità creative sono da discoteca.

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Musica DOMANI 161 30 Giuseppe Sellari

problemi La voce in-forma

Ricerche e

La musica, e più segnatamente il canto, divengono in Nella comunicazione umana, la voce (che precede questa ricerca un ausilio terapeutico efficace e coinvolgen- evolutivamente l’utilizzo della parola) rappresenta uno degli te per la rieducazione vocale in ambito logopedico infanti- elementi fondamentali dell’espressione verbale-fonatoria le. Le attività musicali proposte – simili a quelle usual- e, poiché si serve dell’aria, costituisce a sua volta un mez- mente presentate nei contesti educativi – sono state speci- zo comunicativo tra i più economici utilizzati da ciascun ficamente organizzate al fine di sviluppare l’autoconsa- individuo. Essa infatti non è che un “elemento parassita” pevolezza della dimensione corporea e affettiva; promuo- della funzione respiratoria (vedi Fig. 1), che l’uomo ha im- vendo anche il coinvolgimento empatico, sono stati supe- parato nel tempo a sfruttare a fini comunicativi cercan- rati alcuni dei limiti dei più tradizionali approcci terapeutici. do di adattarla secondo modalità stereotipe indotte Dimensione curativa, educativa ed estetica della vocalità si geneticamente (Schindler - Mari 1986). intrecciano così in una sinergia di intenti, fornendo inte- Dal momento che la voce veicola le nostre emozioni, i nostri ressanti spunti di riflessione per insegnanti e operatori sentimenti e stati d’animo, in quanto espressione diretta del musicali. nostro “io” più profondo, il suo livello qualitativo è indice

Fig. 1 - L’apparato respiratorio.

Musica DOMANI 161 del nostro benessere. Per mantenerla sana ed efficiente è Secondo recenti stime della SIFEL (Società Italiana Foniatri 31 indispensabile osservare alcune norme comportamentali e Logopedisti) ottenute attraverso rilevazioni in ambito come la cura e l’igiene del corpo e della mente, una vita scolastico, è stato riscontrato infatti che circa il 10-12% sessuale regolare, una sana alimentazione e il rispetto dei dei bambini è affetto da patologie della voce dovute in ritmi sonno - veglia. La ricerca di una voce eufonica, in gra- particolar modo a sforzo e abuso vocale. Ogni alterazione do di far provare sensazioni piacevoli non solo nel parlante degli organi implicati nel complesso meccanismo della problemi ma anche nell’ascoltatore, deve accompagnarci costantemen- fonazione (mantice respiratorio, laringe, cavità di risonan- te nel lungo cammino della nostra esistenza. Durante la pri- za e articolazione, sistema nervoso centrale, sistema uditi- ma infanzia sarà soprattutto l’ambiente a condizionare il vo, colonna vertebrale e apparato endocrino) e della no- nostro sviluppo vocale, ed è per tale motivo che l’adulto ha stra vita emotiva e affettiva si ripercuote immancabilmen- Ricerche e il dovere di proporsi al bambino come modello sano da imi- te sul nostro apparato fono-articolatorio, determinando un tare. La sensibilità verso atteggiamenti vocali idonei è però disturbo della voce e quindi una disfonia. una dote assai poco comune nella maggior parte delle per- Le disfonie influiscono sulla comunicazione per l’impatto sone. Non di rado infatti assistiamo a cattivi esempi di com- che esse hanno sulle attività quotidiane, sulla sfera psico- portamento nell’utilizzo della voce anche da parte di chi, logica e sulla percezione personale delle caratteristiche come genitori e insegnanti, dovrebbe invece farsi guida del- vocali. Sono un’alterazione quantitativa e/o qualitativa della l’educazione e del benessere comune. voce, e possono dipendere da fattori sia di tipo funzionale sia di tipo organico, questi ultimi spesso determinati dai Spesso i maggiori danni si consumano proprio tra le mura primi (noduli, polipi, edemi, vedi Fig. 2) domestiche e scolastiche dove i bambini trascorrono la mag- gior parte del tempo di una giornata. Gli ambienti acusti- camente poco idonei delle stanze di casa o delle aule della scuola sono frequentemente associati a una scarsa gestio- ne e cura dei rumori di fondo, che inducono a una spropo- sitata quanto deleteria produzione fonatoria. In un am- biente dove la riverberazione non è ottimale, manca del tutto il controllo della qualità acustica complessiva che si ripercuote inevitabilmente sull’intelligibilità del parlato e/ o sulla chiarezza della percezione musicale. Se infatti l’in- tensità del suono è particolarmente alta in un ambiente chiuso, la sua percezione non sarà corretta. Per migliorare Fig. 2 - Da sinistra: noduli kissing; polipo; edema. la qualità della produzione e della percezione sonora è quindi necessario che gli ambienti a uso civile (ma anche i Con l’accezione “funzionale” si è soliti designare un’alte- luoghi del tempo libero) siano progettati prestando un’at- razione della produzione vocale legata principalmente a tenzione particolare nei confronti dell’acustica come un un uso non corretto del sistema muscolare coinvolto nella tassello fondamentale e imprescindibile per la salvaguar- fonazione. Diversamente, la definizione “organica” si rife- dia della salute delle persone e dei piccoli in particolare. Se risce al disturbo strutturale o fisiologico dell’apparato fono- a tutto ciò fosse abbinata anche una sana alimentazione e articolatorio. Nonostante la classificazione in “organiche” l’abitudine al rispetto nei turni dell’eloquio, una corretta e “funzionali” sia ancora utilizzata nella pratica clinica, respirazione costo-diaframmatica, una precisa articolazio- tale suddivisione viene spesso posta in discussione per la ne delle parole, un ritmo fonatorio ben scandito e un ascolto complessità dei quadri funzionali e per il frequente sconfi- più attento delle nostre esigenze più intime, allora potrem- namento reciproco tra i due versanti. Per questo motivo si mo veramente coltivare una coscienza vocale e un’armo- preferisce la classificazione in sei categorie secondo il cri- nia di fondo in grado di ricondurci a un’esistenza signifi- terio eziologico attraverso il quale è possibile garantire una cativa e profonda. D’altronde la nostra anima e il nostro più efficiente programmazione terapeutica: corpo tendono naturalmente e universalmente al bello e al - disfonie organiche primarie; buono, e non assecondare questi bisogni sarebbe come an- - disfonie organiche secondarie a patologie di altri orga- dare contro la propria natura. ni o apparati; - disfonie secondarie all’uso di farmaci; Le patologie della voce - disfonie funzionali; Le tre funzioni comunicative principali della voce sono - disfonie organiche con sovrapposizione funzionale; l’udibilità, l’intelligibilità e l’espressività; dovremmo quin- - disfonie psicogene. di prestare particolare attenzione al controllo della pres- Nel caso in cui l’alterazione interessi la voce cantata la si sione sottoglottica (e quindi del fiato), alla gestione delle definisce “disodia”. I sintomi di tale disturbo, che si possono cavità di risonanza, alla postura e alla proiezione vocale. presentare variamente combinati tra di loro, si manifestano Un tale atteggiamento è auspicabile soprattutto in presen- essenzialmente nelle riduzioni di tessitura, nelle difficoltà za di bambini, per evitare che imitino comportamenti d’intonazione, nei cali di volume, nella povertà armonica, fonatori scorretti e quindi dannosi alla loro salute. nella presenza di rumore, nell’affaticabilità rapida, nel tim-

Musica DOMANI 161 32 bro disomogeneo, negli attacchi soffiati, nella tendenza dei lute psico-fisica. La musica per sua natura può infatti svol- suoni a calare e nelle cosiddette rotture della voce. gere un ruolo di primaria importanza nella rieducazione vocale perché permette di favorire attraverso il movimen- La musica e la consapevolezza affettiva nella terapia to, generato dalla forza energizzante del suono, un buon logopedica infantile livello di percezione corporea e di se stessi. problemi Le terapie delle turbe vocali sono oggetto di studio da diver- Spesso le disfonie si manifestano per la mancanza di si decenni ma, nonostante i notevoli progressi svolti nel- autoconsapevolezza e autoriflessività, abilità che l’indivi- l’ambito della ricerca medica, permangono numerosi pro- duo conquista nel corso delle relazioni primarie e che co- blemi legati specialmente alle strategie operative e alle tec- stituiscono un aspetto fondamentale del proprio benessere Ricerche e niche di riabilitazione. Nel bambino ad esempio la gestione e del funzionamento sociale. clinica delle patologie vocali è di difficile controllo, in quanto Questa coscienza di Sé emerge fin dall’infanzia in modo pro- programmata in una serie di sedute logopediche di lunga gressivo, ed è intimamente legata al processo di mentaliz- durata e di grande impegno. Per riuscire ad avere dai tratta- zazione attraverso il quale ciascun individuo apprende che menti rieducativi un esito soddisfacente, specialmente in età «la nostra esperienza del mondo è mediata dal fatto che pos- pediatrica, è indispensabile prevedere diversi tipi di approc- sediamo una mente […] e il suo sviluppo dipende in modo cio. Ottenere infatti la collaborazione di un bambino duran- critico dall’interazione con menti più mature, la cui qualità te le sedute terapeutiche è spesso difficile, soprattutto se sia a loro volta benigna e riflessiva» (FONAGY - GERGELY - l’intervento logopedico non è adeguato alle sue capacità e JURIST - TARGET 2005, pp. 3-4). La regolazione affettiva è in- ai suoi tempi di apprendimento. La difficoltà primaria, oltre trinsecamente legata alla regolazione del Sé e comporta la alla scarsa collaborazione alla terapia, consiste nel fatto che capacità di controllo e modulazione delle nostre risposte al bambino manca la consapevolezza del disturbo vocale, a affettive. Attualmente gli studiosi inquadrano il processo di tal punto da non riconoscere la propria voce come “voce sviluppo dei legami affettivi in una visione più complessa e patologica”, e la capacità di rendere stabile nel tempo il cor- multifattoriale in cui non solo la madre, ma anche le altre retto comportamento fonatorio. Il bambino inoltre deve po- figure di riferimento svolgono un ruolo determinante per la ter partecipare all’attività rieducativa attivamente e con in- formazione di un modello interno positivo in grado di crea- teresse affinché si possano ottenere i migliori risultati. At- re nel bambino un’immagine sicura di se stesso. Proprio tualmente l’obiettivo comune delle “Scuole di terapia” in perché implicata nella complessa architettura del nostro cor- ambito nazionale e internazionale è quello di riabilitare la po, la voce rappresenta la forma acustica dei nostri pensieri, voce del piccolo attraverso attività di gioco, intervenendo delle nostre emozioni e del nostro stato di salute. Per questo sulla respirazione, sulla postura, sul rilassamento muscola- è di fondamentale importanza favorire in ciascun individuo re, sull’attenzione all’ascolto e sulla vocalizzazione (artico- un adeguato sviluppo affettivo ed emotivo. Così come affer- lazione e risonanza). A seconda degli orientamenti, la disfonia mava Aristotele nella Retorica, gli affetti sono un elemento infantile viene trattata con sedute individuali o all’interno imprescindibile per una vita ricca e felice ma, affinché non di un progetto di terapia di gruppo per favorire una mag- diventino dannosi, è indispensabile imparare a viverli in giore partecipazione alle pratiche educative (LE HUCHE - maniera appropriata e quindi a regolarli. ALLALI 1989). In una ricerca da me condotta in collaborazione con uno L’intervento riabilitativo staff medico su un campione di bambini tra i quattro e i Nel corso delle sedute terapeutiche del percorso sopra deli- dieci anni affetti da disfonia disfunzionale con alterazioni neato, i singoli interventi rieducativi sono stati quindi ar- muscolo-tensive delle pliche vocali, si è voluto testare se ticolati in sei fasi: la musica fosse in grado di guidare il bambino alla coordi- 1. allenamento all’ascolto (per favorire momenti di con- nazione dei movimenti, del respiro e della voce per favori- centrazione e rilassamento); re il recupero delle sue funzioni vocali e renderlo allo stes- 2. percezione di sé e del proprio corpo in relazione al- so modo collaborativo con la terapia (SELLARI - SELLARI - l’ambiente esterno (per acquisire una maggiore consa- BENFARI 2009). Il metodo impiegato durante il percorso pevolezza di sé e per sviluppare capacità intra e inter- rieducativo è stato quello di personalizzare e adattare al- personali); cuni esercizi appartenenti alla tradizione logopedica (le 3. respirazione (per prendere coscienza del fenomeno re- “Scuole di terapia”) all’interno di attività musicali, attin- spiratorio, per abituare a sincronizzare i movimenti con gendo allo stesso tempo alle pratiche educative diffuse sia la respirazione costo-diaframmatica e capire quali mo- nel campo della musica sia in quello della danza e dell’espres- vimenti possono favorire l’atto respiratorio); sione corporea. Si è comunque voluto espressamente evitare 4. postura e rilassamento (per favorire la conoscenza del qualsiasi atteggiamento didattico al fine di rendere l’espe- corpo, per allentare le tensioni fisiche ed emozionali e rienza vocale un’occasione di scoperta e di ricerca. per alleviare le condizioni di stress); L’idea di origine del progetto deriva infatti dall’esigenza di 5. proiezione vocale, articolazione e risonanza (per otte- educare i bambini alla musica non solo per potenziarne le nere buoni volumi vocali senza sforzo riducendo innate abilità musicali, ma soprattutto per sviluppare in l’affaticabilità della voce); loro una coscienza corporea e un proprio “io” vocale ed 6. educazione vocale (per gestire la qualità e udibilità del- emotivo in grado di promuovere un efficiente stato di sa- la voce).

Musica DOMANI 161 Nel setting iniziale i piccoli pazienti sono stati invitati a star Risultati e conclusioni 33 seduti o distesi a terra ad ascoltare con concentrazione un Conclusa l’esperienza terapeutica, dopo un’attenta valu- breve brano (della durata di circa due minuti) eseguito al tazione clinica, sono emersi dati molto confortanti. In- pianoforte dall’educatore musicale. Ascoltando la musica nanzitutto la partecipazione attenta dei bambini, il loro ciascun bambino ha quindi avuto l’occasione di ascoltare interesse verso “il pianeta musica” e la scoperta di un anche il proprio vissuto emotivo, i propri stati d’animo, il nuovo gioco collettivo basato sulla spontaneità del fare problemi proprio corpo e il proprio respiro. La condivisione e la par- musica hanno permesso di ottenere buoni risultati clini- tecipazione collettiva dell’esperienza percettiva hanno per- co-funzionali. messo inoltre di instaurare una relazione empatica all’inter- Il parametro che alla visita di controllo ha registrato un

Ricerche e no del gruppo (peraltro rafforzata dalle successive attività di notevole miglioramento in tutti i bambini è stato il TMF o canto corale e di musica d’insieme con lo strumentario Orff) “durata fonatoria”, testimone del buon lavoro eseguito sul e di creare un clima di fiducia e serenità. rilassamento e sulla respirazione. La tensione muscolare e Lo sviluppo dell’empatia rappresenta un’abilità fondamen- i falsi compensi sono scomparsi in tutti i bambini esami- tale nel regolare le relazioni sociali, lo scambio tra simili e nati. L’ascolto musicale, associato anche agli esercizi di la comunicazione verbale e non verbale. Educare all’empatia respirazione eseguiti durante le sedute terapeutiche, sem- significa mettere in gioco la maggior parte delle componen- bra aver inoltre promosso nei bambini un buon livello di ti dell’intelligenza intra e interpersonale (GARDNER 2005) e percezione del proprio corpo e di se stessi. Le attività di sviluppare quindi quelle molteplici capacità a essa stretta- movimento fluente e ritmico hanno inoltre favorito una mente collegate come l’autoconsapevolezza, l’introspezione, maggiore coscienza e padronanza delle proprie capacità la discriminazione e l’identificazione delle emozioni proprie corporee e permesso allo stesso tempo un utilissimo lavoro e altrui, la lettura dei messaggi non verbali, l’ascolto pro- di controllo sulle attività di tensione e rilassamento. Il mo- fondo, il riconoscimento dei diversi aspetti della realtà e i vimento, spinto dall’azione energetica della musica, ha aiu- numerosi punti di vista, nonché la capacità di assumere la tato a liberare la respirazione facilitando quindi la disten- prospettiva dell’altro e di entrare in contatto con il suo mondo sione muscolare e diminuendo le contrazioni cervicali. Le percettivo-emotivo (ALBERO - MATRICARDI 2006). L’empatia attività rieducative sono riuscite inoltre a catturare l’at- pertanto permette di vivere i rapporti quotidiani con le per- tenzione dei più piccoli, che mai si sono rifiutati di seguire sone in maniera più profonda (MARMOCCHI - DALL’AGLIO 2004) le sedute ma che, divertiti e incuriositi dall’esperienza mu- favorendo il rispetto, la cooperazione, la comprensione, sicale, hanno sempre partecipato attivamente. l’apertura nei confronti delle opinioni e delle idee altrui e la A distanza di sei mesi, durante la visita di controllo, il qua- sensibilità riguardo agli atteggiamenti emotivi del nostro dro clinico presentava la ricomparsa dei disturbi vocali nel- prossimo: «in un mondo che restringe gli spazi della solida- la maggior parte dei bambini che avevano partecipato al rietà, della tolleranza e della diversità, essere capaci di leg- progetto terapeutico. Il dato, per quanto sconfortante e al- gere gli affetti degli altri, mettendoci nei loro panni, con- larmante, è spiegabile con il fatto che curare un’anomalia sente di modulare il livello della propria esperienza sociale della voce, soprattutto nei bambini, è il risultato di un lavo- ed apre luoghi mentali e affettivi all’incontro, alla disponi- ro vòlto a correggere non solo le alterazioni strutturali e bilità, all’ascolto» (BONINO - LO COCO - TANI 1998, p. 52). morfologiche dell’organo vocale infantile, così delicato e non Solitamente i disturbi vocali sono anche associati a una con- ancora definito, ma anche i difetti del comportamento dizione patologica, la “sindrome propriocettiva vestibolare” fonatorio. Quest’ultimo è spesso dettato dal contesto sociale (Borragan 2002), per cui è facilmente riscontrabile nei sog- in cui il fanciullo vive e si relaziona fin dalla nascita (la getti una difficoltà di attenzione, uno scarso senso di equi- famiglia, la scuola ecc.), che risulta sempre un modello librio e un’attività ipercinetica. Per abituare quindi i bambi- imitativo di primaria importanza nella sua crescita. Nella ni a periodi sempre più lunghi di concentrazione, di rilassa- rieducazione vocale infantile è pertanto indispensabile non mento e di assorbimento musicale, l’esperienza d’ascolto in solo agire sul comportamento dei piccoli pazienti, ma anche gruppo, intercalata da brevi periodi di silenzio, è stata ripe- sui modelli imitativi (familiari, educatori, insegnanti ecc.) che tuta in diversi momenti della seduta terapeutica sia con l’uti- ne condizionano lo sviluppo. Per questo anche l’adulto deve lizzo di ulteriori strumenti musicali, sia attraverso il canto. imparare a ben dosare i propri atteggiamenti vocali, soprat- Le attività di ascolto sono state in seguito associate a eserci- tutto in presenza dei bambini, e ad adottare stili comunicativi zi di respirazione e di movimento fluente o ritmico per fa- consoni alla salvaguardia della salute propria e altrui. vorire la coordinazione pneumo-motoria e il rilassamento L’esperienza condotta attraverso la ricerca ha permesso quindi muscolare. Si è cercato quindi di lasciare i bambini liberi di di capire l’importanza di un’educazione continua in grado esplorare lo spazio attraverso il movimento del loro corpo di accompagnare il bambino, sin dalla primissima infanzia, guidato dal flusso energetico della musica. Anche le attività verso lo sviluppo di una corretta fonazione e di imparare a di educazione vocale sono sempre state associate al movi- conoscere, anche grazie alla pratica musicale, le numerose mento per permettere una migliore coordinazione pneumo- possibilità espressive della propria voce che rappresenta fonica. Nel corso delle varie sedute sono stati improvvisati o senz’altro l’elemento più prezioso e identificativo del nostro eseguiti per imitazione brani ritmici vocali abbinati ai gesti- essere. Per tale motivo si è pensato di proporre una terapia suono o alla percussione sullo strumento, brani cantati sen- di mantenimento organizzando un laboratorio di musica za parole, filatrocche cantate e canzoni nel rispetto dell’esten- educativa (con bambini dai quattro ai sei anni) e un labora- sione vocale di ciascun bambino. Musica DOMANI 161 34 torio corale (con bambini dai sette ai dieci anni) post-tratta- SILVIA BONINO - ALIDA LO COCO - FRANCA TANI, Empatia. I processi di condi- mento, per continuare così ad allenare la respirazione e la visione delle emozioni, Giunti, Firenze 1998. coordinazione pneumofonica. A distanza di sei mesi il qua- ALFONSO BORRAGAN TORRE, Il metodo propriocettivo elastico nella rieducazione logopedica delle disfonie, Atti del corso di perfeziona- dro clinico permaneva finalmente inalterato in tutti i bam- mento, Cesena 2002. bini. Il corpo in movimento è diventato, pertanto, lo stru- LUCIO CROATTO, Trattato di foniatria e logopedia, Garangola, Padova 1983.

problemi mento principale attraverso il quale sviluppare un’intelli- PETER FONAGY - GYÖRGY GERGELY - ELLIOT L. JURIST - MARY TARGET, Regolazione genza comportamentale, emotiva, espressiva e fonatoria es- affettiva, mentalizzazione e sviluppo del sé, Raffaello Cortina, Milano senziale per un uso corretto della voce. La forza che aziona 2005. FRANCO FUSSI, L’inserimento dell’educazione vocale nella scuola elemen- il movimento è l’energia e gli effetti energizzanti del suono,

Ricerche e tare: un programma di prevenzione delle disfonie, in “Medicina Mo- come prodotto della vibrazione, spingono naturalmente a derna Oggi”, 1/10, 1998. movimenti spontanei e coscienti. HOWARD GARDNER, Educazione e sviluppo della mente, Erickson, Trento La musica assume così non solo una valenza curativa ma 2005. anche formativa, estetica ed educativa. Piuttosto che cura- FRANÇOIS LE HUCHE - ANDRÉ ALLALI, La voix: anatomie et physiologie, re sarebbe però auspicabile, come si è più volte sottolinea- pathologie, therapeutique, 3 voll., Masson, Paris 1989. SILVIA MAGNANI, Il bambino e la sua voce. Con i bambini alla scoperta to nel corso di questo scritto, che ciascun individuo svi- della vocalità, FrancoAngeli, Milano 2000. luppasse da subito un corretto atteggiamento vocale. Poter PAOLA MARMOCCHI - CLAUDIA DALL’AGLIO, Educare le life skills, Erickson, Trento crescere in un ambiente in cui esprimersi in piena libertà 2004. nel rispetto delle proprie e altrui esigenze, dove poter esse- MIRCA MINOZZI - ANNALISA NOVENTA - MARIA CRISTINA ROSETTI, Un’esperienza re ascoltati senza essere costretti ad alzare la voce per co- di terapia in un gruppo di bambini disfonici, “Acta Phoniatrica Latina”, 17/1, 1995. municare i propri pensieri e rivelare la propria personalità, ANDREA RICCI MACCARINI - FRANCESCO OTTAVIANI - ANTONIO SCHINDLER - DELFO e dove il silenzio sia avvertito non come mancanza o vuo- CASOLINO, La valutazione percettiva della voce, in Le disfonie: fisio- to ma come un valore aggiunto, è un’esigenza comune da patologia clinica ed aspetti medico-legali, a cura di Delfo Casolino, cui non è possibile prescindere. I bambini hanno bisogno Relazione ufficiale del LXXXIX Congresso nazionale, Pacini, San Bene- di rapportarsi con sani modelli per poter apprendere quella detto del Tronto 22- 25 maggio 2002. serie di comportamenti funzionali al loro sviluppo e be- OSKAR SCHINDLER - NANDA MARI, Il canto come tecnica la foniatria come arte, Zanibon/BMG, Milano 1986. nessere psico-fisico, ma il buon esempio va praticato e col- GIUSEPPE SELLARI - LINA SELLARI - GUIDO BENFARI, Musica e riabilitazione del- tivato quotidianamente. la voce nella terapia delle disfonie infantili, in L’insegnamento come scienza. Ricerche sulla didattica della musica, a cura di Mario Baroni, BIBLIOGRAFIA LIM, Bologna 2009. PAOLO ALBIERO - GIADA MATRICARDI, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma GIUSEPPE SELLARI - LINA SELLARI - GUIDO BENFARI, Curare la voce infantile, in 2006. “Argomenti di Otorinolaringoiatria Moderna”, 19, 2010.

CC ccoFFoonn aa o iiee Grilli parlanti

Cri, cri, cri… crisi finanziaria si rimescolano le carte (a ciascun la propria parte), e tutti gambe all’aria! Cri, cri, cri… crisi di valori i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più fuori. Cri, cri, cri… crisi del progresso tra PIL, BOND (James?) e crescita ormai zero riuscire a dePILarsi sarebbe già un successo. Cri, cri, cri… crisi dell’estetica? «No, scusa, vuoi declassare a C anche l’A di arte?» Forse da cambiare è l’intero mazzo di carte…

Stanga & Foorbs

Musica DOMANI 161 Non perdere un’occasione 35 iscriviti alla SIEM! problemi

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Musica DOMANI 161 36 A cura di Luca Bertazzoni

dibattiti Musica, scuola

Confronti e e cultura digitale

Il rischio maggiore è quello della retorica fatua e manichea: quando si discute di scuola e innovazione tecnologica il dibattito oscilla fra l’entusiasmo ingenuo e le profezie di sventura, fra la ricerca di teorie unificate e la rinuncia a comprendere i cambiamenti, fra la miopia degli approcci tecnici e la presbiopia dei sociologismi astratti. Per non parlare della categoria del “nuovo”, un’inflazione lingui- stica che alimenta un clima da rivoluzione permanente. Proprio per questo però è necessario indagare ancora più a fondo i fenomeni legati alla digitalizzazione delle pratiche culturali, con particolare riguardo ovviamente ai risvolti educativi in campo musicale. A tale scopo “Musica Doma- ni” ha riunito alcuni esperti provenienti dal mondo della scuola (Fausto Ciccarelli e Marco Fedi), del conservatorio (Roberto Neulichedl) e dell’università (Salvatore Colazzo) che da anni si occupano di questa tematica nella propria attività didattica e di ricerca. A ognuno di loro è stato chiesto di presentare una delle tante possibili prospettive attraverso cui indagare il rapporto complesso fra musica, scuola e innovazione tecnologica. La nostra vita sta traslocando in Rete, e le modalità più diffuse di relazione, conoscenza e comunicazione passano attraverso i media digitali. In campo musicale ciò non rap- presenta certo una novità, ma la mutazione degli ecosistemi tecnologici (legata soprattutto ai processi di convergenza mediale e connessione in mobilità) produce una diaspora e una modificazione incessante delle pratiche di esperienza sonora. Nel suo rapporto quotidiano con gli studenti e con le dina- miche di insegnamento e apprendimento, la scuola in parti- colare sembra vivere un passaggio delicato e cruciale, inve- stita com’è da problemi pressanti e nuove responsabilità. La complessità della cultura digitale pone sfide inedite alla ri- flessione didattica e pedagogica, sia in generale sia in rap- porto al campo specifico dell’educazione musicale. Con la moltiplicazione degli ambienti di apprendimento online, le pratiche di e-learning richiedono ormai una e-pedagogy ade- guata. Volenti o nolenti, siamo sempre più immersi in una cultura digitale che continuerà a trasformare le nostre esi-

Musica DOMANI 161 stenze e che invoca una consapevolezza profonda proprio piano così complesso è stato gestito con un minimo di fles- 37 da parte di chi è chiamato a svolgere compiti educativi nei sibilità e un pizzico di pragmatismo, tradizionalmente estra- confronti delle prossime generazioni. nei alle nostre strutture ministeriali. Certo le ombre sono ancora molte e non a caso nel com- mentare i dati del primo monitoraggio effettuato nel 2009

dibattiti il professor Rivoltella si esprime con un laconico «niente di L’innovazione tecnologica nuovo sotto il sole...». Il dato che solo il 7% delle scuole dove sono state installate le LIM è dotato di collegamento nella scuola italiana Internet la dice lunga sulla natura dei problemi delle no- di Fausto Ciccarelli stre scuole, e ci fa capire che uno dei tratti più innovativi Confronti e di questo strumento, che consiste proprio nel suo essere Argomentare intorno ai temi del “digitale” e delle rapide una sorta di finestra digitale sul mondo, viene ad essere trasformazioni che le tecnologie inducono nel nostro quo- neutralizzato. tidiano, in particolare nel mondo della comunicazione e La LIM in sé non rappresenta certo una tecnologia sofisti- della formazione, diventa sempre più difficile. Le ipotesi cata: è né più né meno di una periferica di un pc, uno su scenari futuri appaiono poco affidabili e verrebbe da schermo grande quanto una lavagna su cui agire con una dire con Paul Valéry: «Il futuro è come il resto: non è più penna speciale o con le mani (a seconda delle tipologie quello che era» 1. utilizzate) che diventano il mouse. Se ne può realizzare Conviene quindi non farsi prendere dall’ansia per presunte una versione povera utilizzando un oggetto conosciuto (e imminenti catastrofi, sebbene plausibili, e concentrare l’at- in parte posseduto) da tutti i ragazzi dalla scuola primaria tenzione sul presente e sul recente passato cercando di ri- in poi: il Wiimote. A Bologna abbiamo sviluppato un pro- flettere su quel che viene fatto nella prospettiva dell’inno- getto denominato Wiidea 5 basato proprio sul telecomando vazione del nostro sistema scolastico. della nota console di giochi della Nintendo collegato a un Mi soffermerò a parlare del Piano di diffusione delle Lava- pc e a un videoregistratore, che ha fatto da battistrada a gne Interattive Multimediali per accompagnare il proces- molte anologhe esperienze realizzate in tutta Italia e che so di innovazione della didattica attraverso l’uso di tecno- sicuramente ha favorito una breve ma fertile stagione di logie informatiche (noto come Progetto LIM 2), a cui ho par- sperimentazioni nella regione. tecipato in qualità di tutor nella regione Emilia-Romagna. Da dove nasce quindi l’interesse per questo strumento che Questo progetto è parte di un progetto più ampio denomi- appare già un “vecchio arnese” nel variegato panorama nato Scuola digitale che comprende anche i progetti Cl@ssi dei prodotti hi-tech? E perché vengono investite così tante 2.0 e Isole in rete. risorse (sempre in riferimento al livello di investimenti per l’istruzione e la formazione) per implementare le LIM nelle Il Progetto LIM nostre scuole? Sicuramente il Piano di diffusione delle LIM, partito nel Tra le tante possibili risposte si può dire che la LIM è lo 2009, è stato tra i più impegnativi e onerosi. I numeri in strumento tecnologico più “scolasticamente” compatibile: gioco sono: un totale di 18.400 LIM installate in altrettante si presenta come una nuova versione della tradizionale la- classi, 47.000 insegnanti formati per 375.000 studenti coin- vagna d’ardesia e, almeno per la maggior parte dei docen- volti. Nell’anno scolastico 2009-2010 si è dato il via al ti, non fa prevedere grandi sconvolgimenti nella normale piano nella scuola secondaria di primo grado e lo scorso conduzione dell’attività didattica. Per questo motivo, una anno si è proseguito con la primaria e la secondaria di delle convinzioni di chi sostiene l’introduzione della LIM secondo grado. nelle scuole è che essa possa funzionare come un “cavallo In sintesi il percorso: le scuole richiedevano un certo nu- di Troia”: assumendo le sembianze di una normale lava- mero di LIM, individuando prioritariamente le classi in cui gna, può superare con facilità le difese degli insegnanti sarebbero state installate e un gruppo di insegnanti (alme- per poi romperne gli schemi e favorire l’accettazione del no tre) che si dichiarassero disponibili a seguire un percor- nuovo. so formativo predisposto ad hoc. Contemporaneamente L’evocazione dell’inganno degli inganni dell’astuto Ulisse, l’ANSAS ex INDIRE 3 bandiva un concorso per titoli, al fine di nonché dell’immagine della scuola antiquata e burocratiz- individuare un numero di tutor (da formare) che avrebbero zata assediata dai nuovi guru della modernità e del pro- supportato il percorso formativo erogato in modalità gresso mi ha sempre un po’ infastidito, perché ritengo poggi blended 4, e predisponeva una piattaforma per le attività online. Non è stato facile dare avvio a una procedura così com- 1PAUL VALÉRY, Sguardi sul mondo attuale, Adelphi, Milano 1994, p. plessa e pertanto i tempi sono slittati, creando non poche 187. difficoltà. Tuttavia va riconosciuto che la volontà di man- 2 www.scuola-digitale.it/lavagna/index.php. 3 Nell’ultima finanziaria è previsto un riordinamento istituzionale tenere fede all’idea forte del Piano, cioè portare la tecnolo- che vedrà risorgere l’INDIRE e scomparire l’ANSAS. gia in classe per modificare e potenziare la didattica, è 4 Soluzione “mista” che prevede l’integrazione di lezioni frontali e stata perseguita con tenacia. didattica online. Devo dire che, a mia memoria, è la prima volta che un 5wiidea.scuole.bo.it/index.php.

Musica DOMANI 161 38 su luoghi comuni e sia una ingiusta generalizzazione che alla scuola, all’università, alla ricerca e alle istituzioni cul- tende a scaricare sulla passività dei docenti, che pure esi- turali del nostro Paese è molto difficile essere ottimisti e si ste, tutte le inadempienze della scuola. Credo, al contrario, ha la consapevolezza di trovarsi in “tempi duri” che non che non siano pochi gli insegnanti che non hanno paura sembrano preludere a “scelte forti”. del nuovo, sperimentano continuamente modalità didatti- Tuttavia qualcosa si muove, almeno per quel che riguarda

dibattiti che innovative e si avventurano in esperienze di collabo- le discipline musicali e l’innovazione tecnologica. Da circa razione con colleghi e studenti nei luoghi della rete, senza un decennio la Direzione generale per gli Ordinamenti Sco- limiti di spazio e di tempo. Le vere resistenze vanno cerca- lastici e per l’Autonomia Scolastica promuove progetti e te altrove! indaga il rapporto musica-tecnologia visto come poten- Confronti e Fatte queste precisazioni, la cosa veramente nuova, quella ziale catalizzatore di un vero processo innovativo per la che condivido pienamente del piano LIM, sta nel conside- scuola. rare la tecnologia come elemento quotidiano della didatti- «La competenza digitale e l’espressione creativa attraverso ca. Il luogo centrale del nostro sistema di scuola, l’aula in la musica costituiscono, prima di ogni altra cosa, un’occa- cui alunni e insegnanti svolgono l’attività giornaliera, vie- sione effettiva di transito attivo e costruttivo nello spazio ne permeata dai nuovi strumenti digitali. della “cosmopedia” e in tutte le zone che in questo spazio Certamente il numero di LIM è ancora limitato (circa il 5% vitale permettono/richiedono di creare, di innovare, di tra- di aule sono dotate di questo strumento), e questo segno di sformare». Così scrive Gemma Fiocchetta nel volume da lei novità finisce per incidere poco sull’intero sistema-scuola curato, Musica e tecnologia nella scuola italiana. Rapporto nel nostro Paese che assiste al costante depauperamento 2010 8. delle risorse. Il testo analizza i risultati di un’indagine sulle scuole ita- Tuttavia dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che la crisi liane che hanno dato vita a esperienze di insegnamento dei sistemi scolastici è un fatto mondiale e che la forma della musica attraverso le tecnologie digitali, circa l’11,6% tradizionale di scuola non può reggere in un mondo della delle scuole italiane di ogni ordine e grado. Si tratta di comunicazione rivoluzionato dalla cultura digitale. Non esperienze sperimentali e marginali che tuttavia vengono saranno le LIM a cambiare, salvare o decretare la fine della viste come potenziali modelli per definire nuovi paradigmi scuola in Italia. Il Piano della loro diffusione può essere dell’insegnare e dell’apprendere a fare musica. visto come uno dei tanti interventi finalizzati a modifica- Sarà dunque il binomio musica-tecnologia a fare da deto- re, si auspica in meglio, il nostro sistema formativo. natore all’esplosione del nostro sistema scolastico e a co- struire le fondamenta di una scuola rinnovata? Nuovi paradigmi Forse no, ma certamente un riassetto per quel che riguarda Cosa può allora cambiare in meglio la scuola? Quali do- l’organizzazione degli studi musicali è nell’ordine delle cose, vrebbero essere i nuovi paradigmi dell’educazione? considerando anche la messa a regime dei nuovi licei mu- La risposta che dà Sir Ken Robinson, un eccentrico sicali. In ogni caso, i dati che emergono dal rapporto meri- pedagogista esperto di creatività, è semplice quanto tano una riflessione accurata. accattivante: «more arts please» 6. Con un po’ di malizia, ma anche considerando questo La scuola attuale funziona come una catena di montaggio mio excursus sulle azioni concrete e sulle prospettive aper- e tende a standardizzare e anestetizzare gli studenti attra- te dallo sviluppo della tecnologia digitale nelle nostre verso un percorso caratterizzato da schemi da riprodurre e scuole, mi viene da concludere citando ancora una volta test da superare, deprimendo la creatività, le diverse intel- Valéry che, scrivendo queste parole nel 1937, sembra co- ligenze e il pensiero divergente di ciascuno. Occorre inver- gliere uno dei tratti peculiari della nostra attuale condi- tire la rotta! Più arte, più musica, più cultura! zione: «Mentre siamo sempre più ansiosi di sapere dove È possibile? Credo sia necessario! Come si legge anche nel andiamo e non ci stanchiamo di interrogarci sui domani rapporto della Nuova Commissione sulle competenze della possibili, viviamo per altro verso, una vita terribilmente forza lavoro americana del 2009, dal significativo titolo quotidiana. Viviamo giorno per giorno, come nelle epo- Scelte forti o tempi duri 7, una scuola che voglia contrasta- che più pressate dai bisogni immediati, come nei periodi re l’evidente declino dell’Occidente deve mettere al primo più precari dell’umanità» 9. posto la creatività e alti livelli di competenza anche in cam- po artistico: in sostanza una scuola che non sia anestetica come quella attuale. Tornando alla realtà italiana possiamo dire che, almeno 6 www.diariodiscuola.it/dds/Blog/Voci/2010/12/18_Cambiare_ in linea teorica, l’esigenza di una scuola che riesca a mo- i_paradigmi_delleducazione.html. tivare i giovani e fornisca loro quelle competenze chiave 7 www.skillscommission.org/wp-content/uploads/2010/05/ per agire nella società in continua trasformazione è for- ToughChoices_EXECSUM.pdf. temente sentita, ma si scontra anche con difficoltà og- 8 Musica e tecnologia nella scuola italiana. Rapporto 2010, a cura gettive sul piano ordinamentale e organizzativo, e con la di Gemma Fiocchetta, in “Annali della Pubblica Istruzione”, nn. 3- 4/2010, Le Monnier, Firenze 2011; è possibile scaricare il testo in mancanza cronica di risorse e di una lungimirante regia formato digitale all’indirizzo: ebookbrowse.com/api3-4-2010- politica. cliccabile-pdf-d133458625. Nel momento in cui vengono realizzati tagli pesantissimi 9PAUL VALÉRY, Sguardi sul mondo attuale, op. cit., p. 187.

Musica DOMANI 161 b) che i soggetti consumano cultura in modi e forme nuo- 39 Per una pedagogia vi, cercando di perseguire un processo identitario forte- mente individuale attraverso la frequentazione (in parte del digitale casuale, in parte ricercata) di una molteplicità di situazio- di Salvatore Colazzo ni, ambienti, relazioni, esperienze. Essi, ai sistemi formali

dibattiti dell’istruzione, alle agenzie educative, chiedono di rispet- Viviamo in una società che non a caso è stata definita tare i loro processi, i loro bisogni, le loro istanze. Chiedo- società della comunicazione ovvero, con connotazione lie- no, in altri termini, di porsi in continuità con il mondo vemente differente, società della conoscenza, nel senso che della comunicazione, rendendosi funzionali ai loro biso- i processi della comunicazione (ormai in gran parte digita- gni identitari. Chiedono di essere riconosciuti nella loro Confronti e le) sono diventati pervasivi: i contenuti informativi e co- soggettualità. noscitivi, che un tempo costituivano merce rara, oggi sono diventati facilmente accessibili, a costi estremamente bas- Civiltà multimediale si. Le tecnologie informatiche e multimediali impongono La nostra è stata anche definita come la civiltà delle imma- ai soggetti di acquisire competenze che sono innanzitutto gini. Ma in realtà, a badar bene, la definizione non fa giu- di tipo tecnico e favoriscono l’appropriazione, da parte loro, stizia dello smisurato consumo che la società compie di di un grandissimo numero di conoscenze, con due impor- suoni e di musiche. La nostra è una civiltà dell’occhio quanto tanti corollari: dell’orecchio, anzi è la civiltà che collega sistematicamen- a) non sempre l’utilizzo dei dispositivi elettronici avviene te occhio e orecchio, è la civiltà dell’audiovisuale, del attraverso la mediazione delle istituzioni formali, ben più multimediale, dei messaggi compositi che sfruttano la con- spesso avviene per “prova ed errore”, acquisendo informal- correnza di più canali per potenziare la comunicazione. mente informazioni da chi ne sa di più (amici, conoscenti Se le istituzioni educative pensano di dover offrire agli ecc.) ovvero accedendo a luoghi dispensatori di consigli e utenti strumenti per sviluppare l’intelligenza cognitiva e suggerimenti quali sono i blog dedicati degli utenti; contestualmente emotiva, allora l’educazione al suono e b) il soggetto si muove nell’overload informativo dovendo alla musica come l’educazione all’immagine, un tempo di- inventare una strategia di sopravvivenza, che può essere scipline neglette nell’ambito della scuola dello scrivere, data unicamente dal partire dalle proprie curiosità e dai leggere e far di conto, debbono avere una nuova dignità propri interessi, che quindi devono potersi definire in ma- nell’assetto dei saperi scolastici. niera sempre più chiara e leggibile al soggetto medesimo, Laddove vi è la convergenza di messaggi che si sviluppano inducendo una crescita dell’autoconsapevolezza. su diversi piani, inevitabilmente la cognitività è pregna di Con ciò siamo a dover constatare che le istituzioni formali elementi emotivi e la dimensione metaforica dell’esprimersi dell’insegnamento-apprendimento devono trovare nuove è potenziata. Il pensiero non può che essere pensiero emo- forme di legittimazione: zionato, e l’apprendimento non può che essere apprendi- a) di fronte all’erosione costante di alcune loro tradizionali mento per immersione… e la didattica, di necessità, didat- funzioni, diluitesi nella società, divenuta ormai della co- tica multimediale. noscenza (che è tale in quanto ha i suoi strumenti per far Suoni e immagini, in ragione del potere di coinvolgimento circolare informazioni e costruire informalmente nuova del corpo che posseggono, mettono in questione i modi conoscenza). Esse devono inventare nuove modalità di re- tradizionali della formazione. Roberto Maragliano ha par- lazione con l’apprendimento informale, che transita perlopiù lato di “inquietudine pedagogica” a cui i nuovi linguaggi attraverso sistemi di relazioni sociali più o meno mediati danno luogo. Le ragioni di questa inquietudine prima facie dalle tecnologie; possono essere individuate nel diverso atteggiamento che b) di fronte alla forte segmentazione dei bisogni culturali, scuola e media hanno nei confronti dell’esperienza 1. quale si ha in un universo culturale in cui l’offerta di co- La scuola assume l’esperienza conoscitiva, affettiva e so- noscenze si presenta sovrabbondante e poco irregimentata. ciale come qualcosa di fissabile, delimitabile, analizzabile, L’utenza che oggi si affaccia ai servizi formali dell’istru- scomponibile; i media assumono l’esperienza come qual- zione, della formazione, dell’educazione è estremamente cosa di mobile, aperto, includente e globalizzante, sulla più articolata e disomogenea che in passato. base di un modello che potremmo senz’altro definire acu- Dal punto di vista pedagogico ciò significa: stico. Il suono infatti è mobile, aperto, includente e a) che i soggetti chiedono ai sistemi formativi estrema globalizzante. Quindi, qualsiasi esperienza – si dia come usabilità dei mediatori dell’apprendimento e confidano nel- immagine, si dia come scrittura (il riferimento è al caso l’esperienza e nelle relazioni sociali quali facilitatori del- delle e-mail e delle chat) – che abbia queste caratteristiche l’apprendimento. Ciò porta a privilegiare l’apprendimento può dirsi incardinata nella matrice del suono. L’esperienza esperienziale su quello procedurale; l’intuizione sull’analisi; sonora si accompagna sempre a una condotta immersiva; l’abduzione sulla deduzione; la composizione progressiva quando si partecipa a un evento sonoro, tutto risuona: noi (con buona tolleranza di una iniziale relativa entropia delle conoscenza) di un quadro organizzato di apprendimento sulla base della capacità di agevolare funzionalmente il rapporto 1 Cfr. ROBERTO MARAGLIANO, Parlare le immagini. Punti di vista, Apo- con gli artefatti che abitano gli usuali contesti di vita; geo, Milano 2008.

Musica DOMANI 161 40 con-soniamo col contesto, siamo dentro la realtà che stia- mo vivendo. Ogni esperienza sonora è un prender parte a qualcosa; per questo l’esperienza sonora è un rituale di interazione. Ciò inquieta la pedagogia. La lettura e la scrittura consen-

dibattiti tono una prospettiva frontale, l’ascolto immerge in un ambiente che si prospetta in termini che sarebbe giusto definire di realtà virtuale. Ma fare esperienza, si è sempre detto, non è propriamente Confronti e conoscere. La conoscenza è fatta di una complessa attività di decodifica e riflessione grazie all’applicazione di filtri; la lettura e la scrittura, opportunamente orientate dall’isti- tuzione scolastica, offrono questi filtri, insegnano a porre nessi con cui si costruiscono quadri concettuali via via più complessi. Ora, i giovani che fanno esperienza coi suoni, con le im- magini, con le parole, che praticano il dilettantismo digi- tale ci danno un’indicazione di cosa sia per loro propria- mente pensare: sono interessati ai loro moti interni, non concedono troppo spazio alle mediazioni interpretative, si occupano in giochi che consentono di praticare l’immagi- nario, quel terzo spazio che, legando assieme mondo este- riore e produzione interiore, matrici della scrittura e del Una società che ha anche trovato il vaccino per immuniz- suono, celebra il trionfo dell’ibrido 2. Coi suoni, le immagi- zarsi dal consumo, non più demonizzato, ma assunto come ni, le parole, i nostri giovani giocano il mondo, costruisco- luogo che, ove agito strategicamente, consente percorsi di no mondi, e ogni mondo che essi costruiscono è un vero e soggettivazione. proprio ambiente di apprendimento: così imparano non Proprio seguendo Rorty, possiamo ricavare alcuni criteri solo a praticare l’addomesticamento dei media, ma anche per la didattica multimediale. l’addomesticamento della realtà e delle loro emozioni. Innanzitutto l’opportunità di concepire il bricolage, che può Si prospetta una sfida per la pedagogia: aprire la scena svilupparsi nell’universo della multimedialità come un’oc- educativa all’ingresso di tutto quanto è corpo, sensazione, casione per stimolare e coltivare l’immaginazione. Nell’ac- affetto per aiutare i giovani ad abitare, vivere i suoni e cezione rortyana, l’immaginazione è l’attitudine a reinven- “parlare le immagini”. Deve perciò favorire la disponibilità tare le pratiche sociali correnti. L’immaginazione, a diffe- all’ascolto, in modo che la dimensione produttiva e quella renza della fantasia, spera, dopo aver introdotto una qual- ricettiva si trovino in equilibrio: oggi si rende necessario sivoglia novità, che la novità venga adottata da altre per- fornire un set di competenze che potremmo qualificare come sone, entrando a far parte delle loro pratiche correnti. management dell’ascolto, indispensabile nella società della L’immaginazione ha natura eminentemente sociale, e oggi, ipercomunicazione, che proprio perciò è a rischio di pro- coi media interattivi, ciò è particolarmente evidente. Essi durre molto rumore, a causa del quale il soggetto può spro- si aprono a forme di interazione per la creazione di narra- fondare in una sorta di acusìa psicologica. zioni che nascono da forme di «intelligenza connettiva», La pedagogia di cui abbisogniamo è quella che riesce a farci per riprendere una felice espressione di De Kerckhove. percepire nei suoni e nelle immagini il substrato senso- Non è possibile concepire la multimedialità senza cogliere motorio su cui si innesta poi il linguaggio, con la sua capa- la portata della interattività, la quale consente che i per- cità di classificare. La pedagogia che conosce e valorizza le corsi attraverso cui oggi si struttura l’identità siano ben enormi risorse del pensiero analogico, al fine di tenere as- differenti rispetto a quelli del passato e comunque stretta- sieme la dimensione emotiva e quella astratto-razionale, deve mente connessi con i processi sociali attraverso cui odier- immergersi nella realtà, produrre pensiero emozionato e namente si crea e si consuma cultura. reimmergersi nell’esperienza, per arricchirla creativamente. La speranza è che con ciò si possa contribuire a costruire La scuola e le tecnologie una società in cui, come ci suggerisce Richard Rorty, i cit- Da queste considerazioni scaturiscono alcune conseguen- tadini sappiano esercitare la tolleranza, la solidarietà, l’iro- ze per l’universo delle istituzioni formali. Esse debbono: nia, competenze indispensabili per consentire un percorso a) aiutare i soggetti a sistematizzare la molteplicità di in- di autoformazione, di edificazione 3. formazioni e contenuti conoscitivi che autonomamente acquisiscono; b) aiutare, sostenere, orientare i soggetti nella costruzione

2ROBERTO MARAGLIANO, Parlare le immagini cit. della loro identità, mettendo loro a disposizione contenuti 3RICHARD RORTY, La filosofia dopo la filosofia: contingenza, ironia e che possano effettivamente tornare utili in questo proces- solidarietà, Laterza, Roma-Bari 1989. so di costruzione identitaria.

Musica DOMANI 161 Per far ciò alcune dimensioni del processo formativo di- 41 ventano particolarmente rilevanti, in particolar modo la cosiddetta analisi dei bisogni, o come preferisco: mappatura dei bisogni, conducendo a enfatizzare la dimensione con- sulenziale della formazione.

dibattiti L’attività di insegnamento-apprendimento è una forma di relazione mediata, a prescindere se usi o non usi tecnolo- gie. Il docente agisce sull’allievo servendosi di alcuni stru- menti, di alcune tecniche al fine di modificare il suo asset- to cognitivo, emotivo, di atteggiamento ecc., conforme- Confronti e mente a fini ritenuti in un dato contesto sociale come le- gittimi, in quanto espressione del desiderio di una cultura di perpetuarsi e svilupparsi. Nei contesti formativi il mezzo, lo strumento, è sempre e necessariamente educativo, nel senso che esso è costretto a giustificare la sua presenza in ordine agli effetti di ap- prendimento che può produrre. Ciò che lo fa educativo è il modo in cui esso è utilizzato. Un medium di per se stesso è solo un campo di possibilità; sarà la capacità, espressa dalla professionalità del docente, di iscriverlo in un progetto pedagogico atto a produrre/ amplificare effetti di apprendimento a dare concretezza a quel campo di possibilità. Si potrebbe affermare che la mag- una ricorsività di negoziazione che si stabilisce tra gli at- giore efficacia che spesso si è constatata nei programmi di tori che definiscono un setting formativo. Ciò significa che insegnamento che prevedono un uso sistematico dei me- le scelte tecnologiche operate sono orientate a favorire e dia non dipende dall’avere utilizzato gli strumenti, ma dal- amplificare processi di interazione sociale e di comunica- l’aver modificato la disposizione all’insegnamento che, sotto zione tra i soggetti implicati nel processo di insegnamen- la sollecitazione della presenza dei media, si è visto in qual- to-apprendimento, in modo da creare occasioni di appren- che modo indotto ad assumere una maggiore responsabili- dimento dalla relazione e dalla partecipazione, conforme- tà progettuale. Non è il mezzo che causa il cambiamento, mente a quell’idea, emersa nell’ambito dell’approfondimento ma una revisione della cultura che si struttura attorno al teorico dei principi dell’apprendimento esperienziale, che cambiamento: il successo formativo non è mai solo fun- ha condotto ai costrutti di “comunità di pratiche” e di “ap- zione dei media, ma della professionalità pedagogica che prendimento situato”. si disegna a partire dall’avvertimento che essi hanno biso- gno di un nuovo pensiero che li renda veramente utili allo scopo per il quale sono stati introdotti. Quando una tecnologia viene inserita in un dato ambiente, Educazione musicale questa viene a impattare col sistema relazionale che carat- terizza gli attori di quell’ambiente e le loro pratiche di e media digitali negoziazione dei significati. Quindi di essa si fa un uso di Marco Fedi situato, cioè un uso a misura della comunità che l’ha adot- tata. In una certa qual misura la tecnologia viene ripensa- Niente più delle Tecnologie dell’Informazione e della Co- ta, reinventata alla luce dell’immaginazione che colletti- municazione (TIC) incarna probabilmente il passaggio del vamente quella comunità riesce a esprimere implementan- mondo dal secondo al terzo millennio. Il loro grande svi- dola nelle sue pratiche. Quanto meno questa tecnologia si luppo – mosso, occorre dirlo, da scopi sostanzialmente presenta prescrittiva e omologante, tanto più essa si presta commerciali e in principio addirittura militari 1 –, nonché a diventare il catalizzatore di uno spazio di costruzione di il loro successo, sono in gran parte dovuti al fatto di riu- significati. Le piattaforme sono rigide e quindi non favori- scire a lusingare l’umana ambizione di poter creare un scono l’attività di reinvenzione delle comunità che sup- mondo diverso e parallelo, una realtà virtuale che, a diffe- portano; gli ambienti di apprendimento hanno la pretesa renza di quella in cui viviamo, possa essere interamente di stare dentro un processo adattivo, che consente ai sog- progettata, manipolata e gestita dall’uomo, da ciascuno di getti di esprimere un sufficiente grado di creatività, una noi, persino comodamente da casa propria. Eppure il mo- plastica relazionalità, che contribuisce allo sviluppo del- dello di riferimento del mondo digitale altro non è che l’identità sia comunitaria che personale. Ciò significa spo- stare sulla progettualità pedagogica la questione dell’effi- cacia delle tecnologie. È infatti la progettualità pedagogica 1 Nel 1969 Arpanet è la rete telematica progenitrice di Internet, che si impegna nel costruire le condizioni atte a dar luogo realizzata per scopi militari dal Dipartimento della Difesa degli a un sistema di pratiche sociali e materiali, emergente da Stati Uniti.

Musica DOMANI 161 42 quello reale. Per di più, al contrario di quanto si possa riceve dalle capacità di calcolo degli ormai potentissimi credere, il digitale non implica affatto suoni e immagini di microprocessori (che hanno ad esempio di recente permes- migliore qualità rispetto a quanto permesso da una tradi- so di mappare completamente il genoma umano), per giun- zionale acquisizione di tipo analogico. Anzi, il digitale – in gere agli attuali risvolti socioantropologici legati ai già quanto frutto dell’acquisizione di valori discreti – non po- menzionati social networks, capaci addirittura – come la

dibattiti trà mai evitare una perdita di informazione rispetto al rife- cronaca ha recentemente dimostrato – di condizionare gli rimento di origine. equilibri geopolitici. In cosa consiste quindi la grande rivoluzione digitale a cui stiamo assistendo? Sicuramente nella possibilità di dupli- Insegnare con i media digitali Confronti e care, comprimere, immagazzinare, riprodurre, manipolare, Chi adesso si chiedesse cosa tutto ciò abbia a che fare con processare e comunicare l’informazione digitale con estre- l’educazione musicale tenga solo presente come la storia ma facilità e velocità rispetto a quanto prima possibile nel della musica degli ultimi cento anni circa non sia neppure mondo dell’analogico. Le nuove tecnologie sono ormai una immaginabile senza considerare il sostanziale contributo parte integrante, complementare e imprescindibile del mon- che la tecnologia le ha fornito: dagli strumenti elettroacu- do reale nel quale viviamo, tanto che le potremmo anche stici dei primi decenni del ’900, attraverso la musica con- intendere come un’estensione del nostro corpo e della no- creta di Schaeffer, l’elettronica di Stockhausen, la ricerca stra mente, come afferma Galliani 2. Aggiungerei addirit- di Berio, fino ai moderni strumenti musicali elettrici ed tura come “un’appendice dell’evoluzione umana” anche se elettronici, per proseguire quindi nell’universo popular e culturale anziché naturale. continuare con le colonne sonore cinematografiche e con La storia dell’uomo e dei suoi saperi ha del resto conosciu- la ricerca sulla spazializzazione del suono che, da ambiti to altre fasi di radicale revisione delle forme comunicative: di ricerca colta, ha ormai raggiunto anche le nostre case dall’invenzione della stampa a quella delle macchine per attraverso i sistemi home theatre. Si potrebbe addirittura la trasmissione e la riproduzione del suono e della voce. affermare che le nuove tecnologie siano una delle anime Oggigiorno stiamo assistendo al massivo passaggio al di- costituenti della musica stessa, almeno per come oggi la gitale, in tutti gli aspetti – positivi ma anche critici – che comprendiamo e per come storicamente la osserviamo. ciò comporta: dalla dematerializzazione dei documenti della Neppure l’educazione musicale può quindi ormai prescin- Pubblica Amministrazione e del denaro, fino al passaggio dere da una migliore conoscenza e da un utilizzo sempre alla televisione digitale terrestre e alla web-tv o al rimo- più consapevole di tali tecnologie. Questo per svariati buoni dellamento dell’identità sociale e personale per mezzo dei motivi. In primo luogo significherebbe non tener conto di social networks. Come ci ricorda Maragliano 3, il rag- avere di fronte generazioni di discenti che sono ormai dei giungimento di simili tappe si è sempre tradotto in una nativi digitali 4, per il cui successo educativo occorre uti- rivoluzione semiotica e antropologica, in una rivoluzione lizzare anche e massimamente quei canali comunicativi da culturale. Secondo Bruner la cultura è infatti un processo loro percepiti come più familiari. In secondo luogo, l’espe- dinamico, i cui risultati – intendendo quindi anche il pro- rienza di apprendimento multimediale – favorendo una per- gresso tecnologico – contribuiscono a dar forma alla no- cezione multisensoriale, sinergica e virtuosa – risulta più stra identità collettiva. Per certi aspetti le TIC rappresenta- intensa ed efficace nonché più semplice, ed economizza no anche, a mio avviso, la continuazione di quella rivolu- tempo ed energie di chi apprende. Grazie alle TIC possiamo zione dello spazio-tempo che è la fisica relativistica einstei- utilizzare strumenti didattici e predisporre contesti di ap- niana, poiché stanno oggi rivoluzionando non solo il no- prendimento che risulterebbero altrimenti impossibili (si stro pensiero e il nostro agire ma anche il tempo e lo spa- pensi solo all’e-learning, al distance-learning, all’estensio- zio: da un fermo immagine a una videochiamata in tempo ne dello spazio-tempo di apprendimento al di fuori della reale tra due punti estremi del mondo, per giungere all’in- scuola attraverso i siti web degli istituti scolastici ecc.). Ciò finito spazio virtuale della rete che annulla ogni distanza. potrebbe anche permettere in un futuro prossimo di imma- Un nuovo spazio-tempo quindi, virtuale, ma non troppo. ginare una formazione continua e diluita nel tempo, che La rivoluzione si sposta poi anche su un piano psicologico non violi la normale soglia fisiologica di attenzione (di nonché relativo all’acquisizione, alla produzione e alla ge- circa quaranta minuti) dei ragazzi, come purtroppo avvie- stione della conoscenza, grazie all’aiuto che la mente umana ne durante un’intera mattinata passata a scuola, con le difficoltà che ne conseguono anche per gli stessi insegnanti. Un altro buon motivo, eticamente e professionalmente ir- rinunciabile per un insegnante, consiste nella necessità di 2LUCIANO GALLIANI, La scuola in rete, Laterza, Roma-Bari 2004, p. 71. 3ROBERTO MARAGLIANO, Nuovo manuale di didattica multimediale, non abbandonare i ragazzi alle dinamiche commerciali del Laterza, Roma-Bari 1998, p. 19. mercato delle tecnologie e della popular music, che li han- 4MARC PRENSKY, Digital Natives, Digital Immigrants, in “On the no sì resi dei nativi digitali, ma privi tuttavia di un’ade- Horizon”, NCB University Press, vol. 9, n. 5, 2001. guata cultura e di una capacità di fruizione consapevole: 5 Audacity, Linux Multimedia Studio, Ubuntu Studio, solo per citar- perché al mercato conviene così. I giovani sono infatti spes- ne alcuni. 6 Cfr. AMEDEO GAGGIOLO, Educazione musicale e nuove tecnologie, EDT, so degli utilizzatori passivi di quanto gli sviluppi delle nuove Torino 2003, p. 14. tecnologie propongono e le logiche di mercato impongo- 7 wiidea.scuole.bo.it/index.php no: in grado al massimo di metter su un proprio blog, di

Musica DOMANI 161 creare e aggiornare un profilo su Facebook, scaricare mu- nuativo intervento formativo “specifico” per le singole di- 43 sica sul telefonino o di condividere foto e filmati digitali scipline, che ampli e rafforzi le competenze degli insegnanti con gli amici. Sta a noi renderli, e renderci, attori protago- e permetta di lavorare al meglio, insieme ai ragazzi, con nisti di questa rivoluzione tecnologica che ormai riguarda tali strumenti, utilizzati altrimenti solo a una frazione del- innegabilmente anche il mondo della scuola: non possia- le loro reali potenzialità. Oltretutto, nella corsa alle dota-

dibattiti mo più ad esempio limitarci a ricercare materiale testuale e zioni informatiche delle scuole, le amministrazioni centra- multimediale in rete o ad acquistare l’ultimo CD-ROM di- li e periferiche sembrano non essersi accorte di certe im- dattico spesso esteticamente attraente quanto, altrettanto portanti innovazioni tecnologiche, ad esempio in tema di di frequente, limitato e limitante. Creare di propria mano lavagne interattive multimediali (LIM), che permetterebbe- una presentazione ipermediale, comporre una pagina web ro di contenere enormemente i costi e di poter quindi ac- Confronti e per uso didattico, oppure utilizzare software per la produ- quisire tali strumenti su ben più larga scala. Basti citare le zione musicale (eventualmente liberi) come sequencer o esperienze ormai globali di LIM economiche e trasportabili editor di forma d’onda 5 è più semplice di quanto si possa basate sulla tecnologia Wiimote 7 o sistemi altrettanto con- immaginare. Di certo appare fondamentale ripensare le stra- venienti di lavagne interattive remote (LIR), da me recente- tegie didattiche, individuare un corretto modus operandi. mente proposti, basati sull’utilizzo di particolari controller Gli insegnanti, oggi ancor più, devono esser disposti a ri- bluetooth. Grazie a tali possibilità tecnologiche, l’idea stes- mettersi in gioco, ad accettare una formazione continua, sa di confinare le risorse informatiche in appositi labora- quand’anche solo attraverso l’esperienza sul campo 6 . tori è ormai superata: è lo spazio-classe stesso che, dotato Da parte mia cerco da tempo di dare un contributo for- delle necessarie risorse tecnologiche, diviene fulcro di mativo, collaborando con realtà sensibili e attive in tale fruizione e produzione della didattica multimediale. Ma, a ambito, quali la SIEM, l’AIDSM o REMUTO. Qualche perples- ben vedere, tale spazio è addirittura divenuto “portatile”, sità viene invece risvegliata dalle strategie ministeriali in tascabile. Non possiamo infatti ignorare il fatto che la tema di tecnologie per la didattica, che sembrano tuttora maggioranza dei giovani, ma non solo, si connette ormai a prediligere il fatto che gli istituti scolastici acquisiscano Internet utilizzando più il telefonino che il computer do- risorse materiali (computer, connessioni Internet, lavagne mestico. Telefono che, evolutosi, è ormai divenuto uno interattive) senza attivare al contempo un valido e conti- smartphone: in sostanza un vero e proprio computer ta-

Musica DOMANI 161 44 scabile, connesso a Internet, sul quale sono installabili cen- luogo/non luogo democraticamente aperto a chiunque. tinaia di applicazioni (apps), in larga misura gratuite, che Questa accessibilità (in realtà potenziale, se si considerano prevedono ormai addirittura utilità per la scrittura della anche solo i problemi specifici d’interfaccia rispetto a utenti musica e la composizione multitraccia, strumenti musicali con determinate disabilità) è caratterizzata dall’immedia- virtuali, metronomi digitali e giochi musicali. tezza con la quale chiunque può accedere a contenuti re-

dibattiti Senza quindi rischiare di orbitare attorno agli inquietanti moti di ogni tipo. poli di attrazione di uno sterile determinismo tecnologico Alla facilità d’accesso si affianca la seconda caratteristica o delle lusinghe commerciali dell’industria dell’e-tainment 8, fondamentale della rete: quella della natura bidirezionale gli strumenti e le possibilità offerte dalle TIC rappresentano della comunicazione (asincrona, nonché sincrona), che con- Confronti e oggi, anche in campo didattico-educativo, delle condiciones sente a ogni utente d’essere al contempo fruitore e produt- sine quibus non per una scuola che stia al passo con tempi tore di contenuti (o di potenziale conoscenza). segnati da un inarrestabile divenire dei paradigmi sociali, Terzo aspetto forte della rete concerne la natura digitale di culturali, psicologici e pedagogici. qualsiasi tipo di contenuto, che porta a considerare lo scibile informatico, compresi i suoi contenitori (la rete, ma anche lo stesso pc), strumenti multimediali per eccellenza. L’espressione «l’ho trovato in Internet» nasconde dunque Retrospettive tecnologiche un coacervo di questioni complesse, che (volendo riassu- di Roberto Neulichedl mere) pongono in causa essenzialmente: a) le modalità di accesso e di interazione con i dati di conoscenza; b) i pro- Il tema della e-pedagogy risulta attuale e per vari aspetti cessi connessi alle modalità di fruizione dei contenuti in intrigante. Ma affinché su di esso non si eserciti un vuoto rete (o comunque accessibili seppur salvati in qualche luo- esercizio teorico è bene che l’argomento sia affrontato in go in formato digitale); c) la natura materiale o immateria- duplice prospettiva tecnico-didattica e pedagogico-cultu- le dei dati. Il campo dell’esperienza musicale è ovviamente rale. Inoltre, per evitare che la prima prospettiva scada in pienamente investito da queste problematiche, poiché la un acritico approccio tecnocratico (ossia che riconosce alla digitalizzazione del suono e la sua sempre più immediata tecnica un predominio incontrastabile 1), si rende necessa- trasferibilità sono forse tra le rivoluzioni 4 più importanti rio un preliminare sguardo panoramico pedagogico-cultu- dell’esperienza musicale. rale con l’obiettivo di sviscerare le implicazioni profonde Tutto ciò ha molteplici e ampi risvolti nei processi di ap- delle tecnologie nella costruzione del sapere e nella sua prendimento e d’insegnamento. Se Internet si presenta come trasmissione e condivisione. Partirei quindi da questo se- un/a potenziale archivio/enciclopedia globale 5, allora è condo ordine di questioni, avendo presente che il loro in- necessario comprendere le implicazione e-pedagogiche dei quadramento, per contro, non può avvenire senza una so- modi di funzionamento dell’accesso a questo mare magnum lida conoscenza di ciò che oggi, concretamente, le tecno- della conoscenza. logie consentono di fare anche nello specifico campo mu- Tra le implicazioni principali possiamo focalizzare: sicale. A seguire cercherò di tracciare, dove possibile, gli -l’omologazione sensoriale a seguito della standardizza- opportuni collegamenti tra i due piani. zione dei supporti per la fruizione ed eventuale elabo- razione di contenuti multimediali; «L’ho trovato in Internet…» - la scarsa (se non assente) definizione di criteri di clas- In Internet si consumano incontri di varia natura (con “og- sificazione e gerarchizzazione delle informazioni; getti” e persone) che possono sfociare in esperienze, dire- -l’entropia d’informazione prodotta dalla lettura di una mo per ora, di “conoscenza”. Ma per comprendere le quali- massa informale di dati. tà di questo conoscere un po’ errabondo si rende necessa- Queste problematiche investono i processi di costruzione ria un’analisi dei modi di funzionamento di questo appren- della conoscenza, rispettivamente connessi: allo sviluppo dere. di capacità discriminatorio-percettive, logico-classificatorie Internet si presenta anzitutto come un magma di dati co- e, infine, di discernimento critico. Tutte capacità fonda- noscitivi in costante mutamento; un «brodo di cultura mentali non solo alla costruzione di un impianto articola- brulicante» 2 i cui dati possono assumere valenza poten- torio di conoscenze, bensì basilari alla costruzione del pen- zialmente informativa, conoscitiva e culturale (vedremo siero stesso. A tali problematiche la scuola è chiamata a oltre la distinzione). Tale magma presenta alcune caratte- dare risposte concrete, impegnandosi anzitutto a fornire ai ristiche forti, ossia difficili da contrastare, correggere, giovani strumenti di lettura (critica) della “massa critica” incanalare; in sintesi, da controllare 3. Almeno tre di que- di informazioni da cui sono investiti e delle qualità che ste caratteristiche devono interessare il discorso e-peda- connotano l’informazione. Ciò al fine di promuovere l’in- gogico. formazione a conoscenza, consentendone l’integrazione La prima riguarda l’accesso facilitato, che fa della rete un all’interno di più vasti processi culturali. Per poter ri-qualificare questi tre passaggi (e restituire così autorevolezza all’interscambio educativo-culturale), si ren- 8Termine utilizzato per indicare l’industria dell’intrattenimento tec- dono necessari interventi a più livelli, come illustrato nel- nologico. lo schema.

Musica DOMANI 161 processi livello di comunicazione e scambio interventi educativi / strumenti 45

informazione • ingresso di dati (natura della fonte) • educazione a un’ecologia dei sensi • pre-elaborazione • sviluppo di capacità di discernimento

conoscenza • verifica preliminare del dato di conoscenza • sviluppo di competenze filologiche (conoscenza delle fonti) dibattiti (qualità e attendibilità della fonte) • confronto e classificazione • sviluppo di capacità di indicizzazione, categorizzazione e sistematizzazione

cultura • scambio, negoziazione e integrazione dei dati • sviluppo di capacità dialogiche (espressive e di ascolto), Confronti e di conoscenza all’interno di sistemi simbolici argomentative e di contestualizzazione e normativi • valutazione critica e giudizio • sviluppo delle capacità interpretative

Nel nostro specifico settore, dunque, si tratta di capire in condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico, for- che modo e misura le nuove tecnologie digitali possano mando un gruppo riconoscibile, unito da vincoli organiz- modificare i processi di costruzione del pensiero musicale, zativi, linguistici, religiosi, economici e da interessi comu- così da ipotizzare interventi mirati in ottica non solo ni». La definizione non pare riconoscere alla comunità la multidisciplinare ma anche propriamente disciplinare. Per sua veste identitaria più pienamente culturale. Il senso di fare ciò, vi sono aspetti trasversali ai saperi che, al di là appartenenza a una data comunità si esplica anzitutto nel- delle specificità dell’esperienza musicale, devono richia- la percezione che ciascuno ha delle qualità delle relazioni mare l’attenzione dell’insegnante. Tra questi campeggia la vissute all’interno di quel dato contesto. Contesto che deve questione dei modi di condivisione dei saperi, ossia con- ora fare i conti con i labili confini tracciabili tra il proprio cernente i modelli su cui si costruisce la comunicazione, essere qui e ora e il pensarsi e proiettarsi in un ovunque e anzitutto a partire dal senso di appartenenza a una comu- sempre. nità. In quanto questioni squisitamente connesse alla formazio- ne del pensiero (in particolare con le categorie fondative di Dov’è la “classe”? spazio e tempo), pare urgente capire come l’esperienza mu- La domanda pare surreale. La classe, ancor più numero- sicale possa costituire esemplare luogo/momento nel samente stipata, è fisicamente sempre là: nella sua aula o quale sperimentare la costruzione di molteplici relazioni, al meglio (quando esiste) nel laboratorio di musica. Ma la classe è in verità un ectoplasma culturale superorganico 6 difficilmente confinabile tra le quattro pareti scolastiche. 1Tale propensione può essere il frutto di due tendenze al loro ec- Musicalmente (e non solo) la sua cultura e il suo senso di cesso opposte: tecnofobiche quanto tecnofile, ossia basate su un appartenenza travalicano i confini della scuola, scorrono e sacro terrore o, per contro, un entusiasmo sfrenato nei confronti si irradiano come un sistema nervoso tra le “(di?)scariche” delle tecnologie. Atteggiamenti che, nel sopravvalutare il potere di bit che dalla rete fluiscono ai telefoni cellulari e vice- delle tecnologie in rapporto alla società, producono un po’ para- versa; passa per social network e per le più disparate dossalmente analogo effetto. 2L’espressione è utilizzata anche per definire alcuni nuovi fenome- community. Così, nelle scuole più tecnologicamente avan- ni di tribalismo sociale connessi in particolare alla musica techno IM zate, le “moderne” L cercano affannosamente di inter- [cfr. XSEPHONE, Rave party. Tecnologia, tribalismo e nomadismo me- cettare queste tensioni culturali e i loro flussi. Piazzate in tropolitano, Bepress, Lecce 2011]. una delle pareti “cieche” dell’aula, le LIM (con gli iPad 7) si 3 Ciò fatti salvi: da un lato la possibilità da parte di governi nazio- candidano a divenire “finestre” che si affacciano sul mon- nali (vedi la Cina), o di altri soggetti istituzionali, di imporre in- do e sul suo futuro (peccato che a volte ci si dimentichi di terventi censori (parziali o radicali); dall’altro, i limiti oggettivi d’accesso dovuti a problemi economici, infrastrutturali, di svilup- montarle almeno laddove vi sia un accesso alla rete). Tutti po tecnologico ecc. strumenti che ambiscono a connettere il qui e ora dell’espe- 4 Cfr. recensione al testo di François Delalande a p. 48 di questo rienza umana scolastica (il formale) con l’ovunque e sem- numero della rivista. pre dell’esperienza argonautica della rete (l’informale); 5È importante qui evidenziare la differenza tra il concetto di ar- un’esperienza di navigazione che però rischia di naufraga- chivio (ossia di un luogo in cui si immagazzinano “cose”) e quello di enciclopedia, in cui invece si ordinano concetti. re nella cultura internauta di massa fatta di second life, 6 Si vuole qui collegare l’idea etimologica del termine “ectoplasma” virtual community, “amicizie” chieste e concesse ecc. – dal greco ektòs (fuori) e plasma (lett. ciò che ha forma) – con la Altri due ordini di problemi affiorano da questi flutti: il qualità di “superorganicità” che Bruner riconosce alla cultura (JEROME primo inerente al concetto di comunità; il secondo che in- BRUNER, La cultura dell’educazione, Feltrinelli, Milano 1997, p. 17). teressa la natura esperienziale del qui e ora rispetto al sempre 7È del 16 settembre la notizia dell’adozione da parte di 23 ragazze/ e ovunque e le loro possibili connessioni/integrazioni. i – in una “tecnoclasse” (sic!) I della Scuola Media di Mele (GE) – di altrettanti iPad che, grazie a vari e-book, dovrebbero fisicamente Cos’è dunque una comunità? E cosa caratterizza il suo es- sostituire i vecchi i libri di testo scolastici (cfr. www.comune.me- sere musicale? le.ge.it/download/SCUOLE/Comune%20Mele%20-%20Proget- Per Wikipedia una comunità è «un insieme di individui che to%20DIDATTICA_DIGITALE_La%20tecnoclasse.pdf ).

Musica DOMANI 161 46 scambi significativi nonché, grazie ai suoi oggetti (le ope- conoscenza diffusa il rumore non sembra più riguardare re, assunte nella loro autenticità), la trascendenza estetica tanto il disturbo fisico di un segnale, bensì il disturbo cul- e infine la proiezione del proprio rappresentarsi, pensarsi e turale. Nel magma della rete l’informazione finisce col ge- raccontarsi, fuori dal tempo e dallo spazio. Musica come nerare rumore a se stessa: il contenuto diviene rumore teatro della mente, dunque, come entità spazio-temporale di altri contenuti. Spariscono gerarchie e ruoli: la figura

dibattiti di per sé virtuale e virtuosa; come cornice sensoriale sono- può divenire sfondo e viceversa. In questo quadro percettivo ro/uditiva che, grazie alle sue peculiarità (multidirezionalità, globale, l’educazione all’ascolto (qualitativamente selettivo) pan-sincronia, tonia, scalarità, simultaneità, polifonicità, diviene quindi emergenza comunicativa. La componente grammaticalità e sintatticità ecc.), eleva l’esperienza sono- sonora riveste infatti una straordinaria posizione strategi- Confronti e ra a sistema simbolico, qualificando in modo extraordinario ca per quanto concerne i canali sensoriali mediante i quali ogni scambio comunicativo che vi intercorre. Se la musica la conoscenza (tutta) e il pensiero si sviluppano. Ecco per- riesce a essere quest’essenza spazio/tempo, allora la musi- ché un lavoro sull’ecologia dei sensi rappresenta la prima ca è qualcosa di più di uno stenditoio a cinque fili su cui tappa del lungo cammino che gli insegnanti dovranno in- appendere le note: è a tutto tondo fatto culturale e, al traprendere per dare risposta a più livelli di complessità contempo, una sua possibile “tecnologia”. dell’esperienza umana. In questa tappa andranno altresì considerate le ricadute che, sul lungo periodo, la digitaliz- Cultura, educazione e noise gate... zazione (la selezione discreta di dati d’informazione di cui In gergo tecnico, il noise gate è un dispositivo atto a ridur- si compone materialmente il messaggio 8) potrà avere sul- re il rumore di fondo che accompagna i segnali audio tra- l’evoluzione dei processi di conoscenza. smessi tramite determinati canali. Allargando gli orizzonti In conclusione, il vero portato esperienziale rivoluzionario vediamo però come il problema del rumore – nel senso del delle “nuove” tecnologie è che ci costringono a rileggere disturbo connesso a ogni tipo segnale (e per questo con- anzitutto quelle “vecchie” e le esperienze che ne sono deri- cetto fondamentale nella teoria dell’informazione) – inte- vate. Ogni passo avanti, tecnologicamente parlando, ne ri- ressi qualsiasi canale comunicativo. Nella società della chiede due indietro per andare a recuperare quanto, sul piano culturale, non avevamo ancora pienamente compre- so. La e-pedagogy, se può tracciare un cammino, lo deve 8 Sui problemi aperti dalla digitalizzazione del suono cfr. ROBERTO fare tentando di bilanciare il rapporto tra passato e futuro; NEULICHEDL, Educazione musicale e nuove tecnologie sonore, in Edu- cazione musicale: punto e a capo?, Atti del Convegno nazionale in un presente che, come è nella natura proiettiva del suo- SIEM 2009, EDT, Torino 2010. no, appena accennato già non è più: né qui, né ora.

Musica DOMANI 161 Arianna Sedioli 47

Uova piccoli

’atelier dei

L

«L’uovo è silenzioso. Sta lì, accovac- al suo primo sonnellino, fino alle sue ciato, sotto le piume della mamma… avventure a caccia d’insetti e alla sua sopra le zampe del papà… nascosto vita adulta, quando, ormai diventato a nella sabbia. Tiepido. Comodo. Ogni sua volta gallina, mangia un pasto da uovo ha il suo colore. Ogni uovo ha la assolutamente mute, nelle ultime fac- grandi. Le immagini si fanno occasio- sua forma. L’uovo è intelligente. Ci sono ciate esplode il suono della vita che ne per inventare suoni e musiche che uova di tante misure. L’uovo è un’ope- nasce. Le uova si aprono e la musica nascono come proiezione udibile dei ra d’arte. Ogni uovo ha la sua consi- inizia, inventata dai bambini attraver- significati colti attraverso gli occhi. Il stenza, L’uovo potrebbe persino diven- so gorgheggi vocali, suoni imitativi racconto è circolare e segue i cicli del- tare fossile! L’uovo è sorprendente. realizzati con richiami e fischietti, me- la natura, così anche le invenzioni so- L’uovo è silenzioso. Poi, improvvisa- lodie eseguite con glockenspiel e xilo- nore dei bambini potrebbero mantene- mente… l’uovo è chiassoso!» 1. foni. Le idee per comporre brani che re questa circolarità creando forme che Il silenzioso uovo è un libro che rac- descrivono uova chiassose possono es- includono fraseggi musicali che si sus- conta ai bambini i misteri della natura sere molte; saranno i bambini a sugge- seguono come quadri per poi ripartire e le sorprese che ci riserva. Il testo di rirle proponendo l’utilizzo di gamme da capo. I bambini decideranno quan- Dianna Aston e le delicate illustrazioni timbriche e ritmi che nascono da esplo- do interrompere la sonorizzazione e di Sylvia Long, realizzate ad acquarello razioni vocali e da sperimentazioni con utilizzeranno questa regola del gioco e inchiostro, ripercorrono la vita delle oggetti, strumenti, materiali. per realizzare esecuzioni di diversa uova e le loro trasformazioni. Ogni Un altro libro che illustra magistralmen- durata, da quelle brevi a quelle quasi doppia pagina parla di aspetti scienti- te la storia dell’uovo è L’uovo e la galli- infinite, da quelle che si chiudono ri- fici arricchiti da osservazioni estetiche, na di Iela ed Enzo Mari 2. Il volumetto spettando una struttura simmetrica a offrendo ai bambini punti di vista di- fa parte di una collana progettata per i quelle che terminano interrompendo la versi per scoprire la variopinta molte- bambini che ancora non sanno leggere. regolarità della sequenza. plicità e la bellezza delle uova: da quelle «L’argomento e il suo svolgersi sono ele- Ancora pagine bellissime dedicate alle piccole dello scricciolo mimo a quelle mentari quanto basta per fare a meno sorprese che la natura ci regala si tro- giganti dello struzzo, da quelle ovali di spiegazioni scritte e i protagonisti vano nel libro Je le reconnais di Ji-won della coccinella a quelle tubolari del costituiscono aspetti della natura stimo- Park e illustrato da Martin Jarre 4. È una pescecane, da quelle azzurro cielo del lanti per la curiosità infantile. La spie- pubblicazione intensamente poetica ed cuculo americano a quelle verde bril- gazione è implicita e immediata, come evocativa che invita i bambini a scopri- lante del tinamo elegante. Le uova han- l’evidenza dei fatti e delle immagini. re forme naturali simili che però, cre- no forme, colori e textures straordinari Queste si riferiscono a un’esperienza vi- scendo, svelano le proprie specifiche che riempiono gli occhi di piacere e di siva diretta e conservano sempre le stesse caratteristiche. È il caso dei fagioli e di curiosità, evocando al tempo stesso dimensioni, senza mutarle da una pagi- alcuni tipi di uova che, se mescolati, sem- mondi sonori ovattati e impercettibili. na all’altra, in modo da mantenere alle brano appartenere a un’unica famiglia, Ogni guscio si presenta immobile e figure il carattere di particolari in un ma nello scorrere del tempo le forme dormiente, ma sappiamo che al suo in- tutto più grande» 3. vegetali germoglieranno mentre l’uovo terno si sta sviluppando, sottovoce, un La proposta è molto interessante dal si romperà dando alla luce un paffuto evento magico. Quando l’uovo si schiu- punto di vista dell’educazione all’im- uccellino. Anche questa piccola storia, de, spuntano una testina, poi un becco magine e all’arte, anche qui coniugate con finale a sorpresa, può diventare e improvvisamente nasce un uccellino alle conoscenze scientifiche, ma soprat- sottotesto per invenzioni musicali fatte che comincia a cantare, il guscio si rom- tutto offre ai bambini la possibilità di di tappeti sonori soffusi dai quali far pe e si spezza anche il silenzio sul qua- co-costruire la storia condividendola emergere personaggi di suono. le si disegnano immediatamente gor- con gli adulti che li accompagno. Le gheggi a profusione. L’uovo è silenzio- pagine risvegliano il racconto che si so è un libro dove scienza e poesia abi- rinnova a ogni lettura, e nelle sue va- 1DIANNA ASTON - SYLVIA LONG, Il silenzioso uovo, Motta Junior, Milano 2008. tano insieme, come sempre dovrebbe rianti può diventare anche trama so- 2IELA MARI - ENZO MARI, L’uovo e la galli- essere. Ai bambini si può proporre an- nora. na, Babalibri, Milano 2004. I bambini possono dare voce alla mor- che come affascinante partitura della 3 Dalla quarta di copertina della prima natura, da sfogliare sonorizzando le bidezza delle piume della gallina che edizione, Emme Edizioni, 1990. At- immagini. Se nelle prime pagine regna cova, al pulcino che cresce e si trasfor- tualmente fuori catalogo. il silenzio e le uova rappresentano note ma all’interno del guscio, all’uovo che 4JI-WON PARK - MARTIN JARRE, Je le musicali speciali, belle da vedere ma si apre, alla prima pappa del pulcino e reconnais, Les Pommier, Paris 2010.

RUBRICHE

Musica DOMANI 161 48 fico, connotano il passaggio «dalla nota al suono». Ci si Alla ricerca del suono perduto riferisce al cambio di prospettiva (musicale, musicologica di Roberto Neulichedl e culturale in senso lato) a seguito dello spostamento della centralità assegnata alla rappresentazione diastematica del FRANÇOIS DELALANDE, Dalla nota al suono. La seconda rivolu- suono piuttosto che al suono stesso assunto nella sua fisicità

e riviste zione tecnologica della musica, FrancoAngeli, Milano 2010, dinamica e non più riducibile, quindi, alla sua parametra- pp. 222, † 28,00. zione scalare in ordine all’altezza. Un passaggio che il te- Libri sto di Delalande non restringe all’ambito dell’espressione Dalla nota al suono è l’incipit del titolo di un testo di François colta, ma che pare invece interessare vari “generi musica- Delalande la cui pubblicazione originale, del 2001, aveva li”, tra i quali il jazz, la musica barocca, quella elettroacu- per titolo Le son des musiques. Entre technologie et esthétique. stica, nonché alcuni filoni della musica pop. Si tratta della raccolta sistematica di analisi e di riflessioni L’autore apre il suo lavoro problematizzando lo stesso con- critiche intorno al suono, posto alla base di un nuovo paradigma del musicale quale sua componente fondamen- tale. La scelta del titolo dell’edizione italiana (curata da Maurizio Disoteo) non poteva meglio delineare la doppia direttrice su cui l’autore ci invita a osservare il fenomeno musica proprio a partire dalla sua materia costitutiva. La prima direttrice, “storica”, tratteggia il processo evolutivo che, nel corso del tempo, ha investito varie espressioni musicali, rimettendo in discussione alcuni capisaldi del lin- guaggio sonoro tra cui i parametri, le loro valenze e possi- bili gerarchie. Il riferimento va ai rivolgimenti (anzi, vere e proprie «rivoluzioni» per l’autore) che hanno particolar- mente interessato la musica del Novecento. La seconda direttrice d’indagine (che potremmo definire “filologica”) concerne invece i processi che, più nello speci-

SCHEDA Instruments et cultures. Introduction aux percussions du monde a cura di Gilles Delebarre - Luciana Penna-Diaw Cité de la Musique, Paris 2007, pp. 60, † 25,00

Argomento alle musiche del mondo, con l’intento di invogliarli ad ap- La Mediateca della Cité de la Musique, oltre a raccogliere profondirne la conoscenza, anche attraverso la pratica col- volumi e documenti audio-video di interesse musicale, svol- lettiva. Alla Cité de la Musique si possono infatti frequentare ge numerose attività educative che vanno dalla proposta di corsi per imparare a suonare gli strumenti illustrati. Essa può lezioni-concerto alla pubblicazione di volumi rivolti ai bam- costituire un buon materiale di riferimento per insegnanti di bini o, più in generale, progettati con intento divulgativo. Di Musica e di Strumenti a percussione che volessero appro- queste proposte editoriali fa parte il testo in questione, un fondire le tradizioni culturali in questione e progettare per- cofanetto che raccoglie 12 fascicoli, ciascuno dei quali dedi- corsi su questi temi. cato a uno strumento o a un ensemble di percussioni carat- teristico di un’area geografico-culturale. Si va dalla txalaparta Motivi di interesse dei paesi baschi al djembe e al sabar africani, al gamelan Il testo è un esempio emblematico di buona divulgazione, giavanese, ai tamburi iraniani e arabi, fino agli strumenti purtroppo piuttosto rara in Italia. Gli autori, etnomusicologi brasiliani, cubani e dell’area caraibica. e musicisti, presentano i contenuti in modo agile e chiaro, Ogni opuscolo è suddiviso in tre parti: la prima (Repères ma al tempo stesso preciso e ben documentato. Alla fine di generaux) contiene riferimenti sintetici all’area in questio- ogni fascicolo vengono fornite una bibliografia, una disco- ne; la seconda (Instruments) offre informazioni sulle carat- grafia e una sitografia per eventuali approfondimenti. Lo stru- teristiche costruttive degli strumenti e su modi esecutivi, mento musicale viene sempre presentato come oggetto cul- organici e repertori; la terza (Musique et société) presenta il turale e simbolico, evitando tecnicismi sia sul piano costrut- quadro socio-culturale e antropologico entro cui si inscrive tivo che esecutivo ed evidenziando rimandi sia con i contesti la pratica strumentale. tradizionali, sia con la contemporaneità (musicisti attivi, evo- luzione attuale delle tradizioni ecc.). Il tutto incastonato in Destinatari una veste grafica accurata e accattivante. La pubblicazione si propone di introdurre giovani e adulti Anna Maria Freschi

Musica DOMANI 161 SCHEDA 49 Il bambino e la musica. L’educazione musicale secondo la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon a cura di Silvia Biferale

Edizioni Curci, Milano 2010, pp. 224, † 18,00 e riviste

Libri

Argomento zione musicale», conta, nel nostro Paese, più di 7000 bambi- Si tratta di un libro “corale”, come viene definito dalla stessa ni iscritti ed è diffuso in oltre 80 città presso nidi, scuole curatrice, nel quale è contenuta una summa delle ricerche, dell’infanzia ed enti privati. delle riflessioni e delle esperienze condotte nei primi dieci Nei capitoli dedicati alla trattazione teorica vengono illu- anni di attività dell’AIGAM (Associazione Italiana Gordon per strati i cardini su cui poggia la MLT: l’educazione musicale l’Apprendimento Musicale). L’educazione musicale per la pri- informale, il ruolo cruciale dei genitori nello sviluppo delle ma infanzia vi è presentata non solo dal punto di vista degli attitudini musicali dei bambini e, più specificamente, l’uti- educatori e dei formatori che seguono i principi della Music lizzo sistematico e mirato di pattern modali, tonali e ritmici, Learning Theory elaborata da Edwin E. Gordon, ma anche di il canto senza parole e l’audiation che, insieme all’esplora- chi, esperto di pedagogia, musica e teatro, ha potuto osser- zione dello spazio e all’esperienza del tempo attraverso il varne e apprezzarne la validità. movimento libero, rendono l’apprendimento della musica si- Il testo è diviso in quattro capitoli: Lo spazio della musica, mile, per importanza e globalità, a quello del linguaggio par- I tempi del dialogo, Con il corpo si impara la musica, La scuo- lato. la dei piccoli incontra la musica, Comincia la scuola, l’appren- Le testimonianze dei diversi docenti raccontano in modo dimento continua. molto coinvolgente e diretto le reazioni e i comportamenti infantili durante i corsi. Destinatari La pubblicazione è arricchita da tre interventi di Grazia Il libro si rivolge espressamente a insegnanti di musica, Honegger Fresco (esperta di pedagogia Montessori), Piero Niro educatori di infanzia e genitori. (professore di Composizione e di Filosofia dei linguaggi mu- sicali presso il Conservatorio di Campobasso) e Gustavo Motivi di interesse Frigerio (regista, attore e insegnante d’Arte drammatica). Cia- A dieci anni dalla fondazione dell’AIGAM, questo libro è una scuno da un’angolatura differente, completano una visione importante occasione per conoscere in modo approfondito educativa che aspira alla globalità e si apre volentieri al con- gli esiti delle ricerche e delle pratiche educative effettuate fronto con altri ambiti espressivi e indirizzi pedagogici di- sul campo da docenti formatisi secondo la MLT. Attualmente, versi. questo metodo, chiamato dal suo ideatore «arte dell’educa- Antonella Moretti

cetto di suono che, a seconda dei contesti musicali e cultu- na trascorso) l’idea di «suono fissato». Ma, pare di capire, rali che lo accolgono, assume connotati e valenze assai con una sostanziale differenza: se nella scrittura a essere diversi. Suono quindi come mezzo espressivo, come «fir- fissata sulla carta è l’idea del suono (ovvero di alcune sue ma» (p. 31), ovvero come impronta culturale (e quindi fat- qualità ritenute pertinenti), con le tecniche di registrazione tore d’identità musicale legata alla fisicità del suono), come e memorizzazione su vari tipi di supporto – venutesi a per- “timbro”, quindi, al quale – nel corso dei secoli – sono fezionare sempre più nel corso del XX secolo – a essere state assegnate diverse pertinenze. Nel porgere alcuni esempi fissata è l’espressione del suono stesso, dunque il suo esse- Delalande pone a confronto l’importanza secondaria attri- re «oggetto sonoro» (evento-materia) cangiante. buita in un certo periodo storico dai compositori alla scel- Curiosamente, questo «paradigma tecnologico» (p. 52) inte- ta dello strumento o dell’organico a cui affidare una data resserebbe in realtà anche la tradizione orale, poggiando partitura, con la relativizzazione, per contro, dell’esecu- quest’ultima i suoi sistemi di trasmissione su tecniche zione precisa di singole note laddove il compositore perse- imitative e mnemoniche non solo di tipo uditivo ma spesso gua la ricerca di un particolare effetto o colore sonoro (per anche cinestesico-spaziali. Si può ipotizzare che il riferi- esempio in un cluster orchestrale) o, in altri ambiti musi- mento vada al ricorso a una gestualità musicale allargata, cali (come nel jazz), di un particolare sound. che può riguardare tanto topologie costituite da insiemi di Dallo sfondo di questo vasto campo di ricerca, in modo un gesti connessi alle singole tecniche esecutivo-interpretative po’ trasversale, emerge il ruolo avuto dallo sviluppo tec- strumentali (o vincolati a particolari stilemi vocali), quanto nologico in questi macro processi evolutivi della musica. taluni movimenti aggiuntivi coordinati sul piano dell’espres- Tra queste tecnologie Delalande non manca di ricompren- sione coreutica o para-coreutica (si pensi solo ai movimenti dere anche la scrittura musicale, considerata nel testo la che accompagnano le esecuzioni dei suonatori in stile prima vera «rivoluzione tecnologica della musica occiden- hoquetus presso alcune popolazioni africane o delle zone tale». Una rivoluzione che, a ben vedere, condivide con la andine). In altre parole, la trasmissione orale, evidenziando «seconda» (quella delle tecnologie sonore del secolo appe- l’importanza del momento performativo quale elemento ri-

Musica DOMANI 161 50 velatore della téchne musicale, costituirebbe di diritto uno (software disponibile gratuitamente all’indirizzo dei tre assi del “paradigma tecnologico”. www.inagrm.com/accueil/outils/acousmographe) –, il te- All’esposizione sistematica – in termini problematici – di sto propone alcune riflessioni di interesse sociologico non- una teoria del suono della prima parte del volume, segue la ché più direttamente pedagogico-didattico. seconda, volta a indagare talune occorrenze del fenomeno Dalla nota al suono descrive un processo che parte da lon-

e riviste considerato negli aspetti già illustrati. L’indagine, condot- tano e che riserva probabilmente interessanti sorprese per ta con il metodo dell’intervista, interessa in particolare il futuro. Un testo che mantiene attualità e interesse per Libri quattro ambiti: musica jazz, popular, barocca e, infine, chi desideri inquadrare il “paradigma tecnologico” all’in- elettroacustica. Tra i temi emergenti preme ricordare: il terno di un approccio musicologico dinamico, disposto a «suono firma» nel jazz (pp. 79-81); la «ricerca del suono proiettare il discorso musicale (senza perdere il senso della perduto» (p. 113) e il fatto che per alcuni «non esiste il Storia) in una dimensione antropologico-culturale e so- suono barocco» (p. 115); l’idea di attacco come «rumore da cio-pedagogica in perenne mutamento. valorizzare» (p. 120); la «scelta dei suoni come disegno drammatico» (p. 121); infine, la possibilità che il «suono generi la propria musicalità» (p. 138). Tutti concetti che giocano a favore di un suono tutt’altro che “neutro”. Le canzoni della nostra specie Nella terza e ultima parte, dedicata agli Elementi di anali- di Lara Corbacchini si, Delalande propone un inquadramento sonologico a lar- go spettro che chiama in causa molteplici teorie: da quelle DANIEL J. LEVITIN, Il mondo in sei canzoni. Come il cervello sull’ascolto (ponendo la questione di cosa siano, anche sul musicale ha creato la natura umana, Codice edizioni, Tori- piano ricettivo, gli «universi musicali», e richiamandosi al- no 2009, pp. 292, † 26,00. tresì ai fenomeni sinestesici nonché al concetto di «degu- stazione dei suoni»), a quelle che si occupano di aspetti La musica, a seconda delle prospettive d’indagine assunte, semiotici, oppure semiologici o comunque connessi alle ci appare come una forma di espressione che deriva da una pragmatiche (musicali) della comunicazione umana. Dopo cultura, da una società o da un determinato insieme di aver fornito alcuni concreti esempi d’analisi – oggi possibilità del pensiero. ampliabili anche grazie ai nuovi «strumenti materiali di E se la musica invece di essere determinata da tali aspetti analisi del suono» in dominio digitale, come l’acusmografo fosse invece essa stessa l’origine, la causa e il motore dello

DA NON PERDERE di Elisabetta Piras

TIM CAIN, How trainee music teachers learn about teaching ticolo è descritto meticolosamente il protocollo variegato e by talking to each other: An action research study, in sofisticato della ricerca. “International Journal of Music Education”, vol. 29 n. 2, Cain usa lo strumento della ricerca-azione, quindi il suo maggio 2011, pp. 141-153. coinvolgimento è attivo nella ricerca, con l’obiettivo di migliorare o risolvere il problema posto. Dapprima si pone Il titolo dell’articolo qui proposto potrebbe essere tradotto come conduttore attivo durante le discussioni; riascoltando con ricerca-azione su come gli insegnanti di musica in fase le registrazioni, però, si rende conto che la sua partecipa- di formazione imparano a insegnare parlando tra loro. Il zione influenza la spontaneità e inibisce la partecipazione contributo è contenuto nella rivista organo dell’ISME degli studenti (fase di reconnaissance della ricerca-azio- (International Society for Music Education) e facilmente ne), per cui si limita a un ruolo di moderatore e organizza- reperibile anche online attraverso il sito http://ijm.sagepub. tore dei tempi e delle modalità pratiche (fase di intervention). com. Le discussioni sono analizzate sia relativamente ai conte- Il contributo espone un’esperienza interessante e originale nuti, sia con un software di rilevazione linguistica. I risul- riguardo a una prassi inglese di discussione collegiale strut- tati ottenuti si riferiscono a elementi specifici; si rileva che turata (Collegial Consultation) nell’ambito della formazio- gli studenti si offrono reciprocamente strategie e opinioni ne degli insegnanti di musica. L’autore, docente ed esperto su un problema didattico, tendono a offrire motivazioni e in questo contesto, prende spunto da un lato dalla convin- collegamenti fra le varie idee, si sforzano di capire appieno zione dell’enorme potenziale che questa pratica tra pari le situazioni didattiche, manifestano di essere in accordo o può avere, e dall’altro dalla considerazione che invece spesso in disaccordo con le opinioni degli altri. Appare subito queste discussioni tra i giovani futuri insegnanti si artico- chiaro come questo potenziale sia direttamente trasferibile lano senza vivacità e partecipazione. Nell’articolo espone nelle occasioni di confronto tra insegnanti di musica in un nutrito background teorico in cui sono analizzate di- vari ambiti, e l’autore si augura che questa ricerca possa verse teorie sulle modalità e tipologie di “dialoghi” tra in- favorire trasferimenti di questo tipo. Con un’attenta proce- segnanti, da quelli costruttivi e in sedi professionali, a quelli dura scientifica, Tim Cain dimostra come il dialogo sia fon- su stati emotivi derivanti dall’insegnamento. All’interno di damentale per un’ottimale riflessione sulla didattica, sia questa cornice teorica, l’auotre formula la domanda di par- che si tratti di situazioni o esperienze specifiche, sia che si tenza della sua riflessione scientifica: «come incoraggiare tratti di una riflessione più ampia e generale. il dialogo sull’insegnamento tra i miei studenti?». Nell’ar-

Musica DOMANI 161 sviluppo umano, inteso in senso antropologico ma anche, 51 e soprattutto, neurobiologico? Ovvero, è possibile che la musica, elemento da sempre imprescindibile della quo- tidianità dell’homo sapiens e ancora di più in quella del- l’homus tecnologicus, abbia «influenzato l’evoluzione delle emozioni, della ragione e dell’anima umana, attraverso i e riviste più svariati percorsi intellettuali e culturali?» (p. 9). A questo interrogativo risponde in modo affermativo l’am- Libri bizioso, e talvolta audace, saggio di Levitin (autore anche di Fatti di musica. La scienza di una ossessione umana, di cui è possibile leggere una recensione sul n. 153 di questa rivista). Il neuroscienziato americano, con un linguaggio scorrevole privo di tecnicismi per “addetti ai lavori” e una prosa accattivante intessuta di piacevoli aneddoti autobio- grafici, presenta una sorta di propria rivoluzione coperni- cana, in cui la musica da satellite dell’esistenza umana di- viene il centro di gravità della nostra evoluzione. In base all’argomentazione principale esposta nel primo capitolo (cfr. pp. 3-38) – in cui non sempre si rintraccia con immediatezza il susseguirsi della catena deduttiva – la musica si pone, insieme al linguaggio e alle altre espres- sioni creative, come la cifra distintiva dell’essere “uomo”. La creatività, infatti, si presenta come «la manifestazione di un bisogno, quasi biologico, un istinto altrettanto fon- damentale del mangiare e del dormire» (p. 18) presente solo nella nostra specie. Perché questo tratto biologico, inizial- mente caratterizzante una minoranza di individui, è at- tualmente universale? Perché «il cervello creativo ha ri- scosso un più vasto successo nel corso di secoli di selezio- ne sessuale, essendo risultato capace di risolvere un’ampia gamma di problemi e di imprevisti. […] Un cervello creati- vo è un indizio di flessibilità cognitiva ed emotiva, proprio ciò di cui c’è bisogno quando si deve cacciare, o si devono risolvere conflitti interpersonali o tribali» (p. 19). In che modo quindi la musica, intesa come manifestazione creativa, ha caratterizzato nell’arco di 50.000 anni la nostra «identità di specie»? La risposta di Levitin è dirompente nel- la sua assolutezza e ci riconduce alla più ampia questione degli “universali in musica”, che divengono in questa pro- spettiva (senza mai far cenno ai lavori di segno antropolo- gico di John Blacking) delle funzioni di matrice neurobiolo- gica nell’ambito delle relazioni umane: «tutto ciò che la musica ha fatto per l’uomo può fondamentalmente essere riassunto in sei tipi di canzoni. Sono le canzoni che parlano di amicizia, gioia, conforto, conoscenza, religione e amore» (p. 5). Con il termine “canzone” l’autore intende riferirsi, sottolineando esplicitamente di voler rifuggire da condizio- namenti culturali, «a una vasta categoria che include qua-

Musica DOMANI 161 52 lunque cosa possa essere cantato o qualsiasi successione di prodotti di scarsa qualità o poco scientifici, ma non è detto suoni che assomigli a qualcosa del genere» (p. 10). che in essi non si possano trovare testi degni di essere Nonostante questa apertura d’intenti a forme di espressio- segnalati. È il caso di questa pubblicazione in due volumi, ne puramente ritmica o senza parole appartenenti a varie che per il suo tema – l’educazione dell’orecchio – non può culture, il volume, che dedica a ciascun tipo di “canzone” evitare il costante riferimento a supporti audio. Non sol-

e riviste un intero capitolo, esplora principalmente le forme di tanto i fascicoli possono essere acquistati esclusivamente espressione che più tradizionalmente rientrano nella for- on-line (tramite i siti sopra indicati), ma, al posto del con- Libri ma canonica della melodia con parole e accompagnamen- sueto CD allegato, propongono un elenco (scaricabile in to strumentale, spaziando prevalentemente nel repertorio rete) di audiolink, ossia di indirizzi URL, cliccando i quali si americano di vari generi (folk, pop, jazz e rock). possono ascoltare i brani proposti, appartenenti a generi e Così, con una piacevolissima passeggiata musicale che ci stili diversi. Si tratta di una scelta non solo pratica, ma conduce attraverso un repertorio (utilmente riportato an- anche metodologica: gli esercizi di affinamento percettivo che in un indice analitico) più o meno noto al lettore euro- sono svolti a partire da brani (o parti di essi) e non, come peo – senza che manchino frequenti riferimenti a canzoni spesso accade, da intervalli isolati, nonché da sequenze inserite nella memoria musicale collettiva globale come ritmiche o accordali decontestualizzate e perciò “prive di As time goes by, You are the sunshine of my life, Jingle senso musicale”. L’affinamento percettivo non è quindi bells, Let it be, We are the world –, Levitin adduce ulteriori disgiunto dallo sviluppo di una “intelligenza musicale”, che evidenze di natura neurobiologica alla sua tesi. si misura con l’organizzazione sintattica del discorso e, Ad esempio, nella sezione relativa all’Amicizia la rilevanza nell’ambito di questa, individua strutture, relazioni e sin- evolutiva assunta della musica nel creare e rafforzare le- goli elementi. gami sociali significativi viene spiegata con il fatto che Come recita il titolo, i testi sono organizzati in schede di «cantare tutti insieme provoca il rilascio di ossitocina, so- ascolto (24 nel primo volume e 28 nel secondo) e conten- stanza neurochimica implicata nella creazione di legami gono in appendice un glossario dei principali termini, oltre affettivi fra le persone» (p. 47). In addizione a questo mec- alle soluzioni relative ai quesiti. Testure e Strutture pre- canismo la musica di Gioia ha contribuito, e contribuisce, senta un’articolazione in tre parti: Schede tematiche, in al benessere della nostra specie stimolando anche l’innal- cui le attività coinvolgono un solo nucleo concettuale zamento dei livelli di immunoglobulina (anticorpo che ci (Testure, Strutture musicali di base, Direzionalità, Struttu- protegge da raffreddori e influenze), la secrezione di re melodiche), Schede generali, in cui uno stesso brano viene melatonina (regolatore del ritmo sonno/veglia) e di analizzato in relazione a diversi aspetti e Brani a confron- serotonina (regolatore dell’umore, cfr. p. 91). Il Conforto ci to, in cui due brani vengono comparati in riferimento ad arriva invece dall’ascolto di musica “triste” che facilita il alcune caratteristiche. Nel secondo fascicolo, Altezze e rit- rilascio di prolattina che ha una funzione calmante, facen- mi, le schede sono suddivise in base all’operazione che do assumere al dolore una funzione evolutiva (p. 123 e l’ascoltatore compie: Riconoscimento (identificazione di sg.). L’excursus continua in modo complice conducendoci strutture ritmico-melodiche), Collocazione (cellule estrapo- nelle straordinarie reazioni chimiche suscitate nel nostro late dai brani vanno riposizionate all’interno dell’opera), cervello dai canti di Conoscenza (dalle conte per imparare Riscontro errori e Completamento. Nelle ultime due sezio- l’alfabeto ai canti epici), di Religione (caratterizzanti fun- ni, osservando una notazione data, chi ascolta deve rispet- zioni rituali in grado di assumere il ruolo di collante spiri- tivamente correggere altezze sbagliate all’interno di linee tuale ma anche, e soprattutto, sociale) e nelle canzoni di melodiche e “riempire i buchi” dello spartito trascrivendo Amore, queste ultime straordinari strumenti per ricordare le parti mancanti. le positive sensazioni dello sballo neurochimico dell’inna- La relazione fra discriminazione uditiva da un lato, codifi- moramento «solleticante ma non adattativo, simile a quel- ca e decodifica del codice notazionale dall’altro, caratte- lo ottenibile con la cocaina, la marijuana, un ottimo rizza dunque in modo particolare le schede finali, ma la Chateaux Margaux o un buon caffè doppio» (p. 213). notazione è presente anche in altre parti dei due volumi, E tutto ciò grazie a qualche canzone! sotto forma di promemoria o di supporto per l’ascolto, che resta comunque presupposto e mezzo fondamentale di re- lazione con le opere. «Molti aspetti del dato sonoro si pos- Educazione dell’orecchio sono comprendere e identificare prima di arrivare a ripro- di Anna Maria Freschi

ALBERTO ODONE, Schede di Ear Training, 2 voll., Cromografica Roma s.r.l., Roma 2011 Testure e Strutture, pp. 48, † 14,00 Altezze e ritmi, pp. 66, † 16,00 www.albertoodone.it; www.ilmiolibro.it

Potrà farci più o meno piacere, ma sempre più spesso i libri avranno una doppia identità, cartacea ed elettronica, sia per motivi legati alla loro diffusione e commercializzazione, sia soprattutto per la necessità di rimandi multimediali. Il diffondersi di siti che raccolgono pubblicazioni on-line autoprodotte porta con sé il rischio della proliferazione di

Musica DOMANI 161 durlo formalmente o a digitalizzarlo e riformularlo nella 53 scrittura musicale» (Altezze e ritmi, p. 3). A questo propo- sito, è evidente che l’uso dei volumi richiede una buona conoscenza del codice di notazione musicale, la cui acquisizione non viene qui affrontata, rimandando ai testi

Lettura melodica e Lettura ritmica, editi da Ricordi, redatti e riviste dallo stesso autore in collaborazione con altri esperti. Ana- logamente non è affrontata la relazione delle attività pro- Libri poste con l’acquisizione dei concetti teorici relativi, per la quale l’autore rimanda a un’eventuale pubblicazione suc- cessiva. Peccato. L’esplicitazione didattica dei reciproci ri- mandi fra educazione dell’orecchio, acquisizione di con- cetti e padronanza del codice notazionale avrebbe consen- tito di collocare l’educazione dell’orecchio al centro di una formazione musicale più ricca e articolata, affiancando fra l’altro l’ascolto con attività di produzione vocale, strumen- tale e gestuale-motoria: estrapolazione, imitazione e/o let- tura di cellule, motivi, temi, scale, linee del basso, sequen- ze accordali; rappresentazione corporea di profili melodi- ci, strutture metriche, armoniche e formali; improvvisazione e composizione a partire da spunti del brano ecc. Di questo sguardo integrato c’è particolarmente bisogno in Italia per superare la didattica incentrata sul solfeggio par- lato, che purtroppo impera ancora non solo nell’Alta For- mazione (nonostante la scomparsa della vecchia disciplina e dei programmi relativi), ma anche nella formazione di base. In relazione ai contesti, i volumi non indicano una colloca- zione delle attività, ma, presupponendo un buon livello di discriminazione uditiva e di competenze musicali in genere, sembrano rivolgersi all’Alta Formazione, e in particolare ai trienni di recente istituzione. Niente di male, naturalmente; anzi. Ma resta l’esigenza di immaginare una gradualità più ampia, che – a partire da categorie concettuali globali (for- ma, organizzazione testurale, metro, profilo melodico, concatenazioni armoniche ecc.) e da contrasti marcati fra le qualità sonore – conduca, attraverso discriminazioni pro- gressivamente più articolate, fino alle distinzioni sottili e raffinate qui proposte. Che siano cartacee, digitali o “ibri- de”, attendiamo dunque altre pubblicazioni su questo tema e altre incursioni nel palcoscenico musicale della rete.

Sogni e incubi da suonare di Donatella Bartolini

REINHARD GAGEL, Tagträume und Nachtmahre, Breitkopf, Wiesbaden 2010, pp. 28, con CD, † 16,00.

È appena uscito, per i tipi della Breitkopf, Tagträume und Nachtmahre (Sogni ad occhi aperti e incubi), nuovo testo per pianoforte a firma del compositore e didatta tedesco Reinhard Gagel (1955). Nove quadri sonori con materiali per improvvisare – recita il sottotitolo – dedicati a chiunque voglia dar forma a so- gni musicali, e quindi in particolare ai giovani e agli ado- lescenti. Proprio loro, assai più di noi adulti, si adoperano costantemente nell’esercizio del “sogno”, sia di giorno – ad occhi aperti – come di notte (con o senza incubi). È in questa atmosfera che il giovane pianista è chiamato a immergersi, non solo leggendo i “quadri sonori” che com- pongono questa raccolta, ma anche e soprattutto attraver- so l’improvvisazione (che una volta tanto non fa rima ob-

Musica DOMANI 161 54 bligata con jazz, blues...). Ogni brano è accompagnato, in- è davvero molto, molto ampio – una proposta di improv- fatti, da indicazioni che aiutano l’allievo e l’insegnante a visazione incentrata sui cluster filtrati (come non pensare estrapolare dalla composizione alcuni elementi significati- al bellissimo, ma certamente più temerario, Filter-Schaukel vi, a svilupparli e ad ampliarli attraverso l’invenzione da Ein Kinderspiel di Helmut Lachenmann?). estemporanea. Si spazia dalla combinazione aleatoria alla È invece un semplice slittamento cromatico alla base della e riviste predisposizione accurata di una struttura, dalla invenzio- costruzione di Elfen Helfen (Aiutare gli elfi), semplice, ma ne melodica alla sperimentazione di modelli metrici. assolutamente efficace. L’improvvisazione avviene sempre Libri In Druide müde (Druido stanco), ad esempio, pochi accordi partendo dalla forma di un accordo di base di volta in oscillano cromaticamente – con indolenza – intercalati da volta ripreso, spezzato, scomposto oppure mosso lungo tutta pause. Accanto alla composizione l’autore riporta questi la tastiera, sempre con la stessa caratteristica discesa stessi accordi e li dispone in ordine sparso sulla pagina. cromatica, lenta, cadente, quasi “colante”. L’esecutore è chiamato a organizzare il materiale, a stabili- re le successioni e predisporre una nuova organizzazione. In alternativa Gagel suggerisce una seconda possibilità: percorrere lo spazio della pagina con gli occhi, suonando di volta in volta i frammenti su cui casualmente si posa lo sguardo (l’anima dell’XI Klavierstück di Stockhausen aleggia tra queste righe!). Più spesso sono fasce di ostinati e modelli ritmici a soste- nere l’improvvisazione, come in Tagträum (Sogno ad occhi aperti). Qui un’alternanza di terze e seconde discendenti funziona come elemento base su cui far spuntare un’esile melodia da costruire partendo dalla riserva di suoni sug- gerita dall’autore (deve suonare «come in sogno», scrive Gagel). In Fitter Ritter altri ostinati; ma anche modelli pre- si dall’organum medievale e – il campo di sperimentazione

SCHEDA

ALFRED CORTOT Alcuni aspetti di Chopin Curci, Milano 1950, nuova ed. 2011, pp. 162, † 12,00

Argomento mie (i nostri concerti pubblici), dove per rendere appetibile i Chopin visto e descritto con amore e documentazione da uno pur suadenti due Concerti per pianoforte e orchestra era ne- tra i suoi più poetici e fantasiosi interpreti pianistici. La nuo- cessario proporre tra l’Allegro e l’Adagio un’Aria di altro au- va veste grafica permette un rilancio del testo, che dal suo tore eseguita da un violinista, all’ammirazione priva di gelo- primo apparire, nella versione italiana di Alberto Curci, era e sie di Mendelssohn e di Schumann verso Chopin, che da par- rimane tra i più godibili nella lettura fra i tanti che nel tem- te sua poteva essere sordo alle loro musiche e alle loro at- po sono entrati nei cataloghi editoriali. Da leggersi tutto d’un tenzioni; dai divertenti programmi per recital a otto mani su fiato, ma all’inizio da guardare: due ritratti, un medaglione, due pianoforti con Liszt e i due fratelli Herz, agli elogi che lo due disegni, due riproduzioni di gessi delle sue mani, ripro- stesso Liszt gli attribuì sui giornali in veste di recensore. duzioni di manoscritti, immagini che evocano al pianista scrit- tore gli echi musicali ed esistenziali che c’introducono alla Destinatari poetica e alla biografia del compositore polacco. I lettori di Insegnanti e allievi non solo di Pianoforte, cultori e amanti “Musica Domani”, pianisti e no, saranno incuriositi dal capi- della storia sociale della musica, ascoltatori di Chopin, oltre tolo Chopin pedagogo e dalla riproduzione di una sua bozza che devoti ai centenari appena scaduti. di metodo per principianti. La sua – di Chopin – difficoltà nell’avventurarsi nella «carriera di pianista-virtuoso alle cui Motivi d’interesse esigenze si sentiva tristemente inadatto» e la sua scarsa pro- I confronti e le analogie con la società musicale d’oggi ven- pensione nel negoziare compensi significativi per la vendita gono immediati alla lettura. Non solo per il mondo di Chopin, delle sue composizioni agli editori hanno fatto sì che le le- ma anche per quello di Cortot (Nyon, 1877 – Losanna, 1962). zioni di pianoforte fossero la principale rendita economica. L’autore del libro appartiene alla generazione di artisti che Professione d’insegnante trascorsa tra pazienti lezioni alle hanno dedicato tempo ed energie alla riflessione storica, este- aristocratiche parigine e qualche scoppio irato verso chi con- tica e analitica della musica, oltre che alla promozione della tinuava a sbagliare note. Ma quel che rimane, dopo la lettu- musica e dei musicisti loro contemporanei. Alfredo Casella ra del libro, è la descrizione disincantata delle contraddizioni ne è l’esempio italiano. della società musicale dell’epoca: dai programmi di Accade- Annibale Rebaudengo

Musica DOMANI 161 In Zwerg am Werk (Nani al lavoro) il centro dell’improv- 55 visazione si sposta sulla sperimentazione di ostinanti irre- golari. Così i nanetti da giardino, dispettosi e stupidamen- te indaffarati, sembrano farsi beffa di ogni ordine simme- trico.

Ma è nell’ultimo pezzo – Nachtmahr – che l’autore predi- e riviste spone uno spazio appositamente pensato per “fabbricare” incubi. Registro scurissimo («gli incubi sono sogni scuri» Libri scrive Gagel), contrasti stridenti, salti ampi e nervosi. In- cubi destinati però a intromettersi anche negli altri pezzi della raccolta. L’autore propone di “corrompere”, attraver- so questi materiali, tutti i quadri sonori facendoli scivolare così in una improvvisazione da incubo (Nachtmahr Impro- visation). L’atmosfera onirica accompagna dunque tutto il percorso, sostenuta dai titoli, dalle indicazioni (sempre copiose e puntuali), dalle foto e anche dalle proposte contenute nel CD allegato. Un’atmosfera che avvolge anche i pezzi più distesi e divertenti e che sollecita quella lettura simbolica – sempre lievemente accennata, mai invasiva o pesante – capace di condurre ad accettare suggestioni e spazi armo- nici lontani dal tradizionale anche l’esecutore più legato a un repertorio stereotipato. Non è un caso (ma l’autore non ne parla esplicitamente) che molti titoli vedano come protagonisti i personaggi di quella letteratura fantasy e dei giochi di ruolo di ambien- tazione arcaica, leggendaria e irreale così assiduamente frequentati dai giovani di oggi (da Dungeons & Dragons a tanti giochi on-line): gli elfi e il druido, le scatole magiche, il cavaliere e i nani. Le immagini che accompagnano ogni brano non suggeri- scono letture precise. Ambigue, sfuggenti (purtroppo di formato un po’ troppo piccolo per essere realmente effica- ci), le foto proposte dall’autore (firmate da Jakob Schröck) sembrano infatti voler lasciare più spazio possibile alla fantasia... per “giocare” con i sogni, anche quando sono un po’ troppo scuri.

Una didattica dell’esperienza di Enrico Bottero

GIORDANO BIANCHI, Il “metodo Bianchi”. Apprendere con la musica dai 3 ai 7 anni, FrancoAngeli, Milano 2010, pp. 240, † 28,00.

Quando conobbi Giordano Bianchi ero un giovane inse- gnante calato nella quotidianità dell’insegnare alla ricerca di dispositivi pedagogici in grado di mobilitare l’alunno partendo dalla sua esperienza (percettiva, sensoriale, emo- tiva e relazionale). Ero consapevole che la musica fosse uno straordinario canale in questo senso. In Bianchi trovai una direzione di ricerca che mi ha accompagnato fino a oggi. Come ogni “metodo” si presentava in forma incom- pleta, una sorta di tâtonnement (termine caro a Celestin Freinet che, non a caso, non parlava mai di “metodo” ma di “tecniche”), di ricerca per tentativi ed errori in un conti- nuo rimando tra esperienza e riflessione. La sua “arte” di- dattica si era infatti costituita nell’esperienza dell’insegna- re ai bambini, ciò che si rifletteva nella provvisorietà delle sue proposte, una sorta di cantiere aperto. Non poteva es- sere che così, se correttamente si intende per didattica quel

Musica DOMANI 161 56 sapere situato che si costruisce come graduale sistematiz- metodologia Bianchi. Si va dallo scarabocchio sonoro al- zazione dell’esperienza dell’insegnare. l’esperienza dell’orchestra ritmica, utilizzando i contrasti Il “metodo” Bianchi, è il caso di ribadirlo, è una didattica primari (piano/forte, crescendo/diminuendo), a una prima dell’esperienza che va al di là della didattica della musica. intuizione delle altezze. Si propongono anche forme di ese- Se non si parte da questo postulato si rischia infatti di cuzione pre-ritmica, cioè senza un consapevole utilizzo delle e riviste esserne delusi e di misconoscerne l’importanza. Si tratta di cellule verbo-ritmiche, che vengono indagate successiva- proposte didattiche che hanno lo scopo di strutturare le mente (Cap. 8) attraverso l’associazione con le parole. Si Libri basi senso-percettive, corporee ed emotive dell’educazione passa quindi alle onomatopee associate ai suoni degli stru- cognitiva, musicale e non. Non a caso il sottotitolo del menti a percussione (tamburo, piatto oscillante, scatoletta volume è Apprendere con la musica dai 3 ai 7 anni. È in sonora, maracas, triangolo) e alle note della scala pentafo- questa fase, infatti, che si consolidano nel soggetto quelle nica. Un articolato gioco di associazioni che da una parte strutture pre-razionali misconosciute dalle didattiche cen- sviluppa l’educazione dell’orecchio, dall’altra introduce alla trate sulla trasmissione astratta dei saperi. Su queste strut- prima composizione delle parole scritte. Alle campane ture (i “contrasti”) Bianchi lavora attraverso le associazio- tubolari viene sempre assegnato un ruolo centrale, in as- ni: forte/grande; piano/piccolo; destra/metalli, sinistra/non sociazione alle cinque vocali, alle cinque dita della mano, metalli; dentro/suono, fuori/silenzio; alto/acuto, basso/gra- a cinque parti del corpo, a cinque componenti della fami- ve ecc. Il principio associativo, sconosciuto alle psicologie glia. Di qui ci si introduce nel mondo delle scale pen- associazioniste di fine Ottocento, si fonda sulle sinestesie tafoniche, che Bianchi considera uno strumento importan- (il corpo è un sistema sinergico in cui i diversi sensi comu- te di avviamento alla creatività compositiva grazie alla nicano tra loro). Di qui l’uso delle categorie percettive in possibilità di inventare melodie senza doversi assoggettare modo intersensoriale giocando sull’intreccio tra i diversi a regole strutturate. Bianchi, come dicevamo, non si ferma linguaggi (verbale, sonoro, visivo, gestuale). qui. Consapevole della necessità di dover rispondere alle Il libro, vero proprio testamento pedagogico di Giordano molteplici esigenze espressive dei bambini, affronta le sca- Bianchi, contiene alcune novità rispetto a Crescere con la le diatoniche, anche qui utilizzando associazioni (le dita musica, il volume con cui negli anni Ottanta il maestro della mano ecc.), quindi i diversi tempi (dal binario al aveva tentato una sintesi delle sue proposte operative con ternario, al quaternario, ai primi tempi composti). Negli particolare riferimento a esperienze pre-musicali e tera- ultimi capitoli è presente una breve introduzione all’armo- peutiche con alunni disabili. In questo volume si va oltre nia (accordi principali, cadenze). L’obiettivo è quello di giun- la musicoterapia e si dedica più spazio al discorso musica- gere ad armonizzare facili melodie in modo tecnicamente le vero e proprio con proposte operative che prefigurano corretto senza dimenticare una particolare attenzione al vere e proprie esecuzioni orchestrali. risultato espressivo ed estetico. Una costante è l’uso della Nei primi capitoli si riprendono i temi consueti della fonomimìa, intesa sia come strumento utile a intonare gli intervalli sia come valida introduzione a un uso espressivo del gesto. Lo sguardo di Bianchi, attento ai molteplici campi su cui si muove l’interesse del bambino, va al di là del- l’espressione musicale per guardare alle forme espressive a tutto campo. Non possiamo che ringraziare Giordano (e Maurizio Ga- vazzoni che ha raccolto le esperienze) per averci conse- gnato questo suo ultimo contributo che testimonia del suo inesauribile sguardo rivolto verso il futuro. Tocca agli educatori e agli insegnanti di oggi raccogliere il testimone e andare avanti nella ricerca, guardando oltre l’ostacolo. Non fermiamoci, non accontentiamoci delle esperienze fatte e continuiamo a lavorare con i bambini. Sarà il modo mi- gliore per essere riconoscenti a un maestro che ci ha la- sciato, per continuare a sentirlo ancora tra noi.

Musica DOMANI 161 57 RASSEGNA PEDAGOGICA di Roberto Albarea

e riviste

ALBA G. NACCARI, Pedagogia dei cicli di vita in età adulta. zonti di senso, prospettive di azione per accompagnare i Comprendere e orientare le crisi e i cambiamenti nel corso soggetti, con cui vanno a operare, nel loro percorso di auto- Libri dell’esistenza, Anicia, Roma 2010, pp. 331, † 22,00. realizzazione. Il primo capitolo introduce il lettore sul termine, e sui con- Sono stato incerto se proporre questo libro profondo e cetti ad esso sottesi, della «pedagogia dei cicli di vita». pregnante (anche difficile) in questa rassegna: poi mi sono Il secondo capitolo offre una panoramica densa e signifi- detto che, forse, poteva essere l’occasione per una rifles- cativa sulle urgenze di senso tra istanze psicologiche e ri- sione culturale e pedagogica sul nostro modo di essere e di cerca etico-religiosa, tra il “visibile” e l’“invisibile”, orien- fare, come educatori, in questo frangente storico e sociale. tandosi alla multidimensionalità del Sé e verso la costru- Il libro, organico e articolato insieme, ha un taglio squisi- zione di una visione personale. tamente teleologico; esso si concentra su come gli esseri Il terzo capitolo esplora le varie fasi della vita e traccia le umani dovrebbero e potrebbero essere, con uno spirito un condizioni di come si sviluppano i processi del diventare po’ utopico ma radicato nel reale. adulti. L’autrice è una ricercatrice dell’Università di Roma (che ho Il quarto e il quinto capitolo (che sono il “centro” del lavo- personalmente conosciuto) che ha studi ed esperienze sul ro di ricerca) indagano temi di ricorrente attualità nell’edu- campo in merito alla mediazione espressiva e alla danza- cazione in età adulta, come la personalizzazione degli af- terapia. fetti («La maturità di una persona è in definitiva la maturi- Oggi sembra essere complesso accogliere e dare senso al tà del suo sentire, la capacità di sentire il sentire, e dunque cambiamento; non si tollerano le crisi o mal si sopporta- la capacità di sentire il proprio sentire e quello altrui», p. no; si è perso il significato dell’imperfezione e della scon- 166), le differenze di genere, la dimensione della sollecitu- fitta; si pensa che l’equilibrio sia raggiungibile una volta dine e della cura, riprendendo il concetto di “responsabili- per tutte; c’è poca consapevolezza dell’inevitabile proces- tà non reciproca” di Jonas che chiama in causa una visio- sualità della vita umana che implica sfide, arresti, involu- ne dell’esistenza segnata, pur con tensioni e difficoltà, dal- zioni, momenti di riassestamento. la speranza e dalla fiducia nell’essere umano. In effetti la L’essere umano infatti non si caratterizza unicamente per cura è vista come originaria dimensione pedagogica: come ciò che può essere visto o misurato: la dimensione dell’in- Autocura, Cura dell’altro, Cura del mondo e delle cose del teriorità infatti a volte appare, pur invisibile, altrettanto mondo (p. 185). vera delle esternazioni e dei comportamenti manifesti e Si cerca inoltre di integrare alcune polarità classiche della contribuisce a fornire una immagine (Bild, da cui deriva il cultura occidentale: maschile e femminile, distruzione e termine tedesco Bildung: formazione) della persona: non creazione, estroversione e introversione, stabilità e crisi dei solo, ma più spesso di quanto non si creda sono proprio le valori, e così via. componenti interiori e personali che spingono e motivano Tra le priorità ritenute fondamentali per l’adulto in età a scelte più o meno adeguate alla situazione da gestire. media, di contro al giovanilismo (reale o virtuale) impe- L’identità, dice Alba Naccari, «si snoda come una sorta di rante, dovrebbe esserci quella di permettere di radicarsi melodia, fatta di note e frasi musicali diverse che, però, nel proprio momento evolutivo sviluppando (pp. 216-222): mantengono nell’insieme una struttura di fondo univoca un’intelligenza razionale adulta (stile personale e appren- ed armoniosa. Inevitabilmente, vi sono ogni tanto delle dimento collocato in un contesto più ampio di sviluppo), note dissonanti, ma anch’esse, spesso, prima o poi, rivela- un’intelligenza esistenziale adulta (portata alla ricerca di no la propria natura di controcanti destinati ad aumentare senso e alla testimonianza educativa, al di là del si dice), lo spessore e la ricchezza del suono» (p. 11). un’intelligenza affettiva adulta (integrazione dei propri lati Perché «pedagogia dei cicli di vita»? Per tre ragioni. oscuri verso una trasformazione possibile). La prima è che l’ambito evolutivo preso in esame dal testo Nel testo sembra riecheggiare la raccomandazione di Seneca è quello relativo alle età (al plurale) dell’adulto e dell’adul- al nipote Lucilio, così come egli si esprime nelle Lettere: ta, “normale” o “normalmente nevrotico/a”, ambito nel «Non lasciarti fuorviare, gli dice, torna in te stesso, non quale si presenta inoltre un quadro delle età precedenti, curarti che gli altri parlino di te, sei tu che devi imparare a dall’infanzia all’adolescenza, per permettere la compren- parlare con te stesso» e anche un’altra massima (ma questa sione delle età dell’adulto. non so da dove venga) in cui sembra che tutto ciò che fai e La seconda ragione è che crescere e invecchiare ha senso, persegui con tenacia, e a volte con qualche disillusione, che lo svolgersi del tempo può racchiudere compiti e si- poi ti ritorna. gnificati esistenziali da realizzare, i quali rappresentano le Infine l’ultimo capitolo, che si interessa alla terza e quarta potenzialità e la bellezza dell’essere umano. età e alla vecchiaia, riprende alcuni motivi della teoria del- La terza ragione è che l’impostazione del libro vuole essere la compresenza di Aldo Capitini. uno strumento di lavoro, di riflessione su di sé (sul tipo Alcune pagine del testo sono dedicate alla costituzione di della esegesi del sé di Michel Foucault) per coloro che si laboratori attraverso la scansione di quattro tappe o varia- trovano a confrontarsi con le eterogeneità delle crisi e dei bili interconnesse: compiti esistenziali, aree valoriali, ca- compiti di una vasta gamma di persone (utenti, allievi, ratteristiche e problemi attuali, atteggiamenti pedagogici pazienti, educandi), fornendo chiavi ermeneutiche, oriz- congrui.

Musica DOMANI 161 58 Filomena Silda Giammetta

SIEM La SIEM lucana

Giornale

Quando frequentai il corso di didattica della musica ebbi Non è semplice in zone dell’entroterra dare credibilità a modo di conoscere, grazie alla mia professoressa di peda- esperienze mai fatte prima, ma l’impegno profuso ha dato gogia, Sandra Fortuna, la SIEM e da allora cominciai a se- i suoi frutti. guirne attentamente le proposte, a partecipare a molti cor- Un’altra iniziativa significativa è stata la Settimana Inter- si estivi a far parte, così, di questa grande famiglia, con nazionale della Musica: un evento con decorrenza annuale, l’unico intento di promuovere e diffondere la musica ad con organizzazione di concerti, convegni e seminari, realiz- ampio spettro. zati con l’intento di stimolare la partecipazione di tutti. Di- Il direttivo territoriale che condivide con me questo per- versi sono stati i convegni dedicati alla didattica della musi- corso è attualmente costituito da: Maria Lisanti, Sandra ca, che hanno visto la partecipazione di esperti del settore a Perrupato, Rossella Montecalvo, Caterina Colangelo, Simona disquisire e fare il punto sulla situazione dell’insegnamento Ferrarese, Pietro Santarsiero. musicale nel nostro Paese e in Europa. Tutti noi crediamo fermamente, come tanti, nella validità Essendo Viggiano («città dell’arpa e della musica») città di dell’insegnamento della musica e ci auspichiamo che essa antica tradizione arpistica, abbiamo rivolto la nostra at- possa entrare a far parte a pieno titolo delle materie curri- tenzione anche a tale strumento, indicendo una masterclass culari delle scuole di ogni ordine e grado. Far parte della per giovani arpisti, che ha visto una nutrita partecipazione SIEM, e nella fattispecie di una delle sue sezioni territoriali, di allievi provenienti da varie zone dell’Italia. dà la possibilità ai suoi componenti di far lievitare le idee Prova di come la nostra sezione stimoli e solleciti iniziati- musicali, rispettando e potenziando le peculiarità di ogni ve in tutto il territorio regionale è stata la recente espe- territorio. Promuovere e coordinare varie iniziative, in una rienza fatta a Matera nell’ottobre del 2010. L’iniziativa pro- regione come la Basilicata, rappresenta e ha rappresentato mossa dal dipartimento materno-infantile della ASL locale da sempre una continua sfida. La nostra sezione ha svolto, e dal progetto nazionale “Nati per la Musica” (per la prima sin dall’inizio, un ruolo pionieristico nel divulgare le volta presente nel Sud d’Italia) è stata rivolta a educatori e tematiche pedagogico-musicali. insegnanti di asili nido e scuole dell’infanzia, ma anche a Per la particolare conformazione geografica della regione, operatori dei consultori, ostetriche, pediatri, formatori di qualunque iniziativa richieda una stretta collaborazione insegnanti, studenti universitari e a tutti coloro che lavo- viene ostacolata e rallentata nei tempi di realizzazione. No- ravano a contatto con i bambini. L’iniziativa si prefiggeva nostante queste difficoltà oggettive, tutti noi, componenti di spiegare il ruolo della musica nello sviluppo cerebrale del direttivo e soci, a contatto quotidianamente con le pro- del feto, del neonato e del bambino, per mezzo di inter- blematiche legate alla formazione musicale nella scuola, venti concreti, sonoro-musicali, da realizzarsi in diversi abbiamo progettato e realizzato iniziative in grado di sod- contesti. La SIEM lucana, in questa circostanza, ha avuto la disfare i bisogni emergenti del territorio. funzione di supporto. Le iniziative da noi progettate e realizzate sono state tan- Prossimo nostro proposito è quello di organizzare itinerari te: corsi estivi per giovanissimi allievi (5-14 anni), orga- formativi rivolti a personale docente di scuola dell’infan- nizzazione di concerti e convegni tematici. zia e primaria, in modo da valorizzare e potenziare le com- La scelta di istituire corsi estivi nacque dall’esigenza di petenze specifiche degli insegnanti. dare un prosieguo a quello che era stato un discorso di Questa la nostra sezione lucana, desiderosa di crescere e di propedeutica musicale iniziato attraverso progetti decennali contribuire, col suo modesto apporto, alla divulgazione e per le scuole dell’infanzia e primaria. promozione della musica. ATTENZIONE Domenica 25 marzo 2012 avrà luogo l’Assemblea Nazionale dei soci SIEM e il Collegio dei Presidenti di sezione. A Bologna, al Quartiere Porto, in via dello Scalo, 21. L’ordine del giorno è disponibile sul sito e attraverso tutti i canali di comunicazione SIEM. Seguici sul sito www.siem-online.it e su facebook

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