REV - numero Uno: sconfitte Respira – (senza titolo) scritto di getto la notte di quel san valentino – In Gabbia – Cento.venti.sei – Perdere e perderemo. Ovvero Hasta le derrota siempre! – Veglia – Rome’s Slum - Lei non sa chi sono io – Gli annunci di REV – Credits “…rimanere così, annaspare nel niente custodire i ricordi, accarezzare l’età è uno stallo o un rifiuto crudele ed incosciente del diritto alla felicità…” F.G. Respira Siediti qui, smettila di pensare Non parlare, non dire più niente.. Non ti servirà... …niente… è quello che vorrei provare adesso… nulla più. stai solo provando a cercare scuse. Non far finta di niente.. scivolerai dagli specchi… Devo riflettere, devo capire. Ho bisogno di capire… …e cadrai. …capire, e urlare… Non ce la fai ad ammetterlo, dì la verità… fa male Se solo avessi avuto il coraggio di dire basta… quella volta, quella maledettissima volta… …più coraggio, serviva più coraggio… o fortuna?! Chiamala come vuoi, ma hai perso.. e il gioco è finito, game over …fortuna, ecco che cosa è stato, solo fortuna… se quella volta… e nasconderti non ti servirà a niente, lo sanno tutti.. stanno arrivando. …I loro occhi, li ho visti su di me troppe volte. Specchi, vetro sulla pelle… Non scappare, e non illuderti. In fondo dicevi di non aver mai avuto paura. …sangue, tutto lo stesso sapore di sale… Domani non cambierà, non sarà un altro giorno …Domani… tutta la notte a pensare domani… sanguinare le ossa e maledire domani… Ma paura mai… Fuori piove, e te le bagna le ossa. Il freddo, quello vero, è fuori… e non c’è il vento a spazzarlo via. …mai guardarsi indietro, me lo diceva sempre…devi stringere Non si può tornare indietro, non se più un bambino. Ti devi rassegnare …forte, stringere i denti, fuori non ti regaleranno niente… e quello che vuoi te lo devi guadagnare… Saggi consigli… dovevi dargli retta, peccato … e tu non hai niente per poter comprare… …corri, non fermarti, e se proprio devi… Va bene così, rialzati. …meglio sbatterci contro Andiamo /Carmine Fiume/ 2 (senza titolo) Scritto di getto, la notte di quel san valentino. La salita è già iniziata da alcuni chilometri. Tutti in nervoso silenzio. Come le cose belle si fa attendere, anche troppo, quasi che non debba più succedere. Poi ecco la sua mano che si stacca dal manubrio. Getta via la borracce: significa essere più leggeri. Con un solo gesto strappa bandana e occhiali regalandoli all’asfalto: significa che la sfida è lanciata, che probabilmente quel giorno non ce ne sarà per nessuno. Scatta Pantani! Urla dalla moto Gianni Cerqueti Pirataaaaaaa! E’ la voce, una sola, dei tifosi ai bordi della strada che rimbalza su tutti i lati della montagna, scende a valle e giunge fino all’arrivo. Il pirata sta arrivando. Bisogna accoglierlo. Ma stavolta no. La Bianchi non taglierà il traguardo. La salita è troppo lunga. Dura ormai da cinque anni e poco importa ora a chi o a cosa attribuire la colpa di una strada così difficile. Il sole cala. L’arrivo è deserto, anche il più irriducibile tifoso già da un pezzo ha lasciato il ciglio. L’ammiraglia lo cerca, lo raggiunge e lo affianca, ma il lato è quello sbagliato e il vento continua a spingerlo fuori. Non resta che staccare le scarpette dai pedali, frenare, fermarsi. Scendere. Quattro movimenti semplici, elementari, ma chissà quanto gli saranno costati. Il pirata è fermo. Il pirata è a piedi. Sorride amaramente, scrolla le spalle, poggia a terra la bici e con un piccolo calcio fa girare la ruota anteriore, quando questa si ferma lui non c’è già più. /Federico Vergari/ In Gabbia. … che prima erano due gli uccellini a cantare… prima erano due gli uccellini poi uno è uscito con un salto ed è scappato col volo e l’altro è rimasto in gabbia… e da solo non canta più. Che uno è scappato, quello più furbo. Anche mio fratello è sempre stato più furbo di me e più cattivo. anche lui è volato via, è sparito… e a me mi hanno dato la colpa della sua scomparsa Mi hanno messo in gabbia, come un uccello. Che in gabbia ti passa la voglia di cantare… che per cantare tocca di essere allegri e qui allegri non ci si sta neanche nell’ora d’aria. Mio fratello se ne è andato ma non nel senso che è morto… è vivo… più vivo di me e sicuramente più libero di me… che non so volare e salti non ne faccio e libero non sono più. I giudici hanno deciso che l’ho ucciso io… magari. Avrei voluto qualche volta…avrei voluto quando per lui mi prendevo la colpa e le botte da papà. “Hai fatto piangere tuo fratello… , ti sei fatto rubare le biciclette”… e giù botte. E io a dire a mio padre che non ero stato io, che non era mia la colpa ma mio padre non m’ha mai creduto e neanche i giudici mi hanno creduto. Ho sempre pagato per le colpe di mio fratello ma stavolta il prezzo è davvero troppo alto. Non l’ho ucciso io… anche se avrei voluto, a volte avrei proprio voluto… ma non ho mai fatto niente di quello che volevo nella vita. 3 E ora sto qui a farmi seccare le lacrime addosso alle guance. Che alla fine mi hanno quasi convinto di essere colpevole… colpevole di non essere stato creduto, di non essere credibile… colpevole di non aver ispirato fiducia… colpevole di aver detto la verità. Molto meglio le bugie di mio fratello…quelle si che rendono nella vita… quelle che ha sempre detto per passarla liscia e per passare sul mio corpo… che tocca essere bravi a dire le bugie… ci vuole immaginazione… tocca essere intelligenti. Mio fratello non è un bugiardo è solo uno che non ha mai detto la verità. E anche ora non sa niente… se ne sta lontano… e vivo… e felice e sicuramente se la riderebbe che anche stavolta mi ha messo in mezzo… che mi hanno messo dentro per colpa sua… riderebbe di me e della mia sfortuna. Che qui quando è buio lo è per davvero e poi il silenzio è così forte che fa rumore e non serve a niente gridare perché il silenzio lo senti uguale e poi gridare nel vuoto è come mentire a se stessi… inutile. ed è inutile parlare da soli ed anche cantare… il silenzio che c’è è sempre più forte. Che quando abbiamo l’ora d’aria allora si che mi metto a parlare e respiro più forte… giro in tondo come da bambino all’asilo ma è una libertà forzata come cani al guinzaglio… che almeno a loro è concesso di fare la pipì sul muro. Io a volte me la sono fatta sotto e altre ho pianto… e ho scoperto che le lacrime sono più salate del mare che c’è qui intorno. Nel buio penso e rimpiango ogni cosa tanto che ho la sensazione che non mi manchi niente. La prigione è uno stato dell’anima… direbbe un poeta. È un posto di merda… commenterebbe chiunque altro. L’anima… è un posto di merda… quando sei dietro alle sbarre. Mio fratello è vivo… ma per i giudici l’ho ucciso io… che anche i giudici non mi credono come non mi credeva mio padre… mio fratello è libero ed io in gabbia come un uccello… che qualche volta mi metto a cantare per imitare il suono della felicità… che per scappare ci vorrebbero due ali belle grosse… che tocca di essere liberi per saper volare. /Alessandro Corazzi/ 4 Cento.venti.sei Simone non si è mai fatto una canna. Simone di preciso non sa nemmeno cosa sia una canna. Simone ha dodici anni e indossa fiero un cappello di lana della Rizla+. È convinto che lo renda fico e probabilmente per qualche sua compagna di classe è così. Per il suo compleanno ha ricevuto un lettore mp3 e ha scelto me e il mio computer per fare rifornimento. - Mi metti quella nuova di Beionz e pure quella di Chachira ? Mi diverto a fingere di non conoscere quello che mi chiede e faccio la ricerca esattamente com’è la sua pronuncia. - Simo’ non esiste nessuna Beionz, guarda… - Ma è impossibile, ma dai… quella che canta la canzone che fa pa papapaparatàtatà (accenna anche qualche passo di coreografia). - No guarda, non lo so proprio… Come dite? Sono stronzo? Bhè in effetti… me lo ripeteva di continuo anche Marta, prima di lasciarmi. Con un’email. In realtà era una lista. Una raccolta dei miei difetti dal giorno del nostro primo bacio a l’altro ieri, quando ha deciso di spedirmela. Sono 126. Sei stronzo compare al numero 45 dopo La tua strana mania di non mangiare animali che ti fanno tenerezza (44) e abbiamo fatto tardi al compleanno di mia cugina perché sei rimasto inebetito a guardare quella stupida televendita di coltelli (46). Premesso che lo Chef Tony e i suoi Miracle Blade non sono una stupida televendita, ma di questo ne parleremo in un altro momento, credo che lei abbia sempre fatto confusione tra i caratteri che contraddistinguono il carattere di una persona e i veri difetti. Ma il punto ora è un altro. Io a quest’email d’addio lunga 126 punti sapete come ho risposto? Con un’altra mail. Triste. Vuota. Tristissimo. Solo un mp3 in allegato: I will survive e l’ oggetto: è la cover dei Cake, chè l’originale di Gloria Gaynor è troppo da checca. Non una parola di più. Certo che sono proprio un coglione (5) Una voce stridula mi richiama all’ordine - Ehi! oh! Allora? Me lo trovi il nuovo singolo di Christina Aguilera? - Si ma dopo, adesso ho da fare, devo riordinare un po’ di cose… - Hai ragione in effetti casa tua fa schifo (77) - Ragazzino, fila.
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