Un Outsider Nel Sistema Politico Italiano. Il Berlusconismo Tra Comunicazione Politica Post Moderna E Antipolitica Populista
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DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA MAGISTRALE GOVERNO E POLITICHE, COMUNICAZIONE E NUOVI MEDIA CATTEDRA DI CAMPAIGNING E ORGANIZZAZIONE DEL CONSENSO UN OUTSIDER NEL SISTEMA POLITICO ITALIANO. IL BERLUSCONISMO TRA COMUNICAZIONE POLITICA POST MODERNA E ANTIPOLITICA POPULISTA RELATORE: Massimiliano Panarari CANDIDATA: FRANCESCA ROMANA TUBILI MATRICOLA: 633622 CORRELATORE: Michele Sorice ANNO ACCADEMICO 2018- 2019 UN OUTSIDER NEL SISTEMA POLITICO ITALIANO. IL BERLUSCONISMO TRA COMUNICAZIONE POLITICA POST MODERNA E ANTIPOLITICA POPULISTA INDICE INTRODUZIONE CAPITOLO 1 IL PASSAGGIO DALLA 1° ALLA 2° REPUBBLICA 1.1 Prima della grande transizione 1.2 Come cambia la comunicazione politica e la televisione 1.3 La crisi del sistema politico italiano: Tangentopoli CAPITOLO 2 L’OUTSIDER DELLA POLITICA ITALIANA: SILVIO BERLUSCONI 1.1 Un fenomeno da circoscrivere 1.1.1 La psicologia del leader 1.1.2 Un imprenditore nella politica 1.2 La nascita di un nuovo partito: Forza Italia 1.3 Il partito personale 1.4 La personalizzazione della politica: il leader al centro 1.5 L’immagine del leader: il politico come brand 1.6 Il voto personale 1.7 De Gaulle, Reagan e Berlusconi: l'antipolitica al governo CAPITOLO 3 1994 1.1 La discesa in campo 1.2 Il marketing politico 1.3 Per un modello di marketing 1.4 Le tecniche di marketing aziendale utilizzate dal Cavaliere 1.5 La campagna elettorale 1.5.1 I temi principali: occupazione fisco e giustizia 1.5.2 L'originalità di Forza Italia come vantaggio in campagna elettorale 1.6 Il duello dell'anno 1.7 La nuova comunicazione politica CAPITOLO 4 STRUMENTI E STRATEGIE COMUNICATIVE NELLE ELEZIONI POLITICHE 1.1 L'evoluzione dei sondaggi elettorali: le elezioni politiche del 1996 e del 2001 1.2 La guerra dei sondaggi: le elezioni del 2006 e lo scontro televisivo tra Berlusconi e Prodi 1.3 Gli spot 1.4 I manifesti elettorali 1.5 Che cos'è il direct marketing? 1.6 Berlusconi in nave 1.7 Un nuovo modo di comunicare: il lessico 1.8 Il linguaggio del corpo CAPITOLO 5 LA FINE DEL BERLUSCONISMO? 1.1 Il profondo mutamento della proposta politica 1.2 La XV legislatura e la nascita del Popolo della Libertà: la fine del Berlusconismo? 1.3 La XVI legislatura e le scissioni 1.4 Berlusconi,berlusconismo e studi culturali 1.5 Mutamenti antropologici CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA RIASSUNTI INTRODUZIONE Sul finire degli anni Ottanta del Novecento il sistema politico italiano attraversò un periodo di profondo cambiamento: i principali esponenti dei maggiori partiti italiani, infatti, furono travolti da un’ondata di inchieste giudiziarie, guidate dal pool di Mani Pulite, che ebbero lo scopo di porre fine al sistema di finanziamento illecito ai partiti. Si trattò di quel fenomeno che, infatti, prese il nome di Tangentopoli e che determinò il crollo del sistema partitico italiano agli inizi degli anni Novanta. I politologi definiscono questo periodo come la fine della Prima Repubblica. Nel primo capitolo mi sono soffermata sul contesto storico, per spiegare il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Prima di affrontare gli anni Novanta, è stato doveroso soffermarsi su quello che accadde negli anni precedenti nel nostro paese. Negli anni Settanta il paese fu colpito da una grande crisi econimica, dovuta alla crisi petrolifera del 1973. Sul fronte politico le organizzazioni, nate al di fuori del parlamento stavano logorando il paese e gli storici definirono questo periodo come “gli anni di piombo”. Tale periodo fu travolto dagli anni Ottanta, periodo che portò ad una svolta all'interno del nostro paese sia dal punto di vista economico sia politico. L'industria brindava all'aumento della produzione con grandi investimenti e produzioni. Laboriosità, risparmio e intraprendenza rappresentavano le virtù primarie coltivate con passione, per la sfrenata ambizione di guadagno e la realizzazione di beni materiali e beni simbolici per esaltare le proprie capacità. Dal punto di vista politico assistiamo ad un vero e proprio cambiamento ideologico. Il popolo italiano non si sentiva più rappresentato dai partiti tradizionali. Questo portò ad un progressivo disinteresse tra i cittadini e ciò accadde anche perché le ideologie novecentesche si erano ormai inaridite e la politica non era più in grado di ascoltare la voce dei nuovi ceti. Il partito comunista ad esempio guidato da Enrico Berlinguer, riteneva che l’Italia stesse assistendo ad una caduta dei valori, con il crollo delle grandi tensioni e un riflusso nel privato. Insieme alla crescita econimica e al mutamento politico, possiamo notare il cambiamento della comunicazione politica e della televisione. Le tecniche di comunicazione cominciano a cambiare e i comizi vengono sostituiti dagli studi televisivi. Verranno utilizzate come vedremo, nuove tecniche per le campagne elettorali, come ad esempio gli spot politici. Sempre nello stesso anno, la televisione modificò alcuni suoi prerequisiti: da televisione pedagogica si passò ad una televisione fatta di puro svago, con la nascita di nuovi programmi che segnarono gli anni Ottanta, come ad esempio Drive-In. Il linguaggio stesso utilizzato durante i programmi era diventato amichevole e colloquiale; si parlava una lingua comune, la quale si avvicinava di più al pubblico. In questo passaggio dalla «paleotelevisione» alla «neotelevisione», l’esperienza italiana si è distinta da quella di altri paesi europei per una sorta di ostinata «coltivazione dell’eccesso». Tutto è sembrato impetuoso ed eccessivo nella televisione italiana degli anni Ottanta. Il capitolo si conclude con l'inchiesta di Mani Pulite e le spiegazioni più plausibili che definiscono la fine della Prima Repubblica, dal venir meno della leva della spesa pubblica, alla cristallizzazione del sistema partitico. La nascita della Seconda Repubblica italiana segnò l’avvento della discesa in campo di Silvio Berlusconi sulla scena politica nazionale. L’innovazione da lui portata, oltre a quella personale e politica, comportò un profondo cambiamento del concetto stesso di elettore; non si trattava più solo della figura classica dell’elettore, bensì quella di consumatore, impostando un movimento politico su una serie di valori e contenuti che il Cavaliere presentò al pubblico sotto forma di merce da acquistare. Il secondo capitolo si sofferma proprio sulla figura di Berlusconi, definito come un imprenditore nella politica. Prima di parlare di lui come politico, bisogna soffermarsi sulla figura di imprenditore, che si occupò di alcuni progetti importanti come per esempio la costruzione di Milano 2 e 3 e la costruzione del centro commerciale “Il Girasole”. È capo di una grande azienda, la Finivest e lo sarà fino al 1994, anno in cui decide di dimettersi da tutte le cariche ricoperte all'interno dell'azienda per entrare in politica e fondare il partito che rivoluzionerà la politica italiana: Forza Italia. Il lavoro si sofferma quindi sulla nascita e l'evoluzione del partito, partendo dalla nascita dei Club e prosegue con una spiegazione dettagliata dell'organizzazione strutturale, molto diversa rispetto ai partiti tradizionali. Da imprenditore qual è, Berlusconi lanciò il “prodotto” Forza Italia, esaltandone i vantaggi competitivi, per i consumatori-elettori e per il sistema politico in generale. La sua strategia fu sin da subito quella di organizzare il suo partito utilizzando le strutture aziendali deputate alla vendita di spazi pubblicitari, attuando politiche di marketing di chiara matrice aziendalista. È importante poi sottolineare che in questo ambiente aziendalistico il politico viene paragonato ad un brand, deve crearsi un'immagine coinvolgente e attraente per i suoi elettori. Lo studio continua con la famosa discesa in campo del 1994. Verrà spiegato nei minimi dettagli la prima apparizione che fece il Cavaliere all'interno della politica, con il suo discorso pubblico di otto minuti, descrivendo passo dopo passo l'immagine, il tono della voce, il vestiario e la luce. Per fare ciò ho citato all'interno del testo alcuni pezzi per me fondamentali del suo discorso, per far capire meglio i temi che verranno portati avanti da Forza Italia: il lavoro, le famiglie e l'anti comunismo, il grande tema dibattuto da Berlusconi. Per poter divulgare questi temi e attuare una campagna elettorale vincente Berlusconi utilizza una nuova strategia: il marketing politico.La politica diventò così una merce da vendere e le varie aziende politiche, centro destra e centro sinistra, arricchirono il proprio prodotto di vantaggi elettorali affinché gli elettori-consumatori lo acquistassero. Il capitolo continua con la descrizione della campagna che presenta tre fasi: una fase di pre campagna nel 1993, la fase della campagna e la fase della post campagna elettorale. Berlusconi utilizzò il modello MOP, modello di marketing politico impegnato nella costruzione di un partito orientato al mercato e partì subito dalla prima fase di cui si compone tale modello: la market intelligence. Questa prima fase ha come obiettivo quello di utilizzare le tecniche del marketing per analizzare il mercato di riferimento. Si propone di individuare comportamenti, bisogni e desideri degli elettori. Il capitolo continua con il duello dell'anno, il dibattito televisivo tra Berlusconi e Occhetto. Berlusconi a differenza della tradizionale comunicazione politica utilizzata dal leader del Pds monopolizza con sapienza il concetto di rinnovamento, facendo leva sul proprio successo imprenditoriale e sulla propria verginità politica per denigrare Occhetto come incompetente e compromesso con il regime precedente. Infine è