Rivista I, 2003
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Storia di Venezia - Rivista I, 2003 DIREZIONE Federico Barbierato Giuseppe Del Torre Dorit Raines Walter Panciera Anastasia Stouraiti Alfredo Viggiano Andrea Zannini SEGRETERIA DI REDAZIONE Chiara Vazzoler [email protected] A questo indirizzo va inviata la corrispondenza DIRETTORE RESPONSABILE Michele Gottardi Cura dei testi e impaginazione di Chiara Mezzalira, Valentina Rachiele e Federico Barbierato PRESENTAZIONE DEL NUMERO I p. II DORIT RAINES, Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Con- p. 1 siglio: le casate del patriziato veneziano, 1297-1797 ANASTASIA STOURAITI, Costruendo un luogo della memoria: Lepanto p. 65 GUIDO CANDIANI, Lo sviluppo dell’Armata grossa nell'emergenza della p. 89 guerra marittima WALTER PANCIERA, Formazione e sviluppo industriale: il caso della p. 97 Scuola di disegno di Bassano (1810 – 1914) SERGIO BARIZZA, La fonderia Neville a San Rocco. Un’industria del p. 129 ferro a Venezia nella seconda metà dell’Ottocento RECENSIONI E SCHEDE p. 141 MATERIALI E DOCUMENTI. MASSIMO GALTAROSSA, Cittadinanza e Cancelleria ducale a Venezia p. 147 (XVI-XVIII sec.) FILIPPO MARIA PALADINI, Sociabilità ed economia del loisir. Fonti sui p. 153 caffè veneziani del XVIII secolo Storia di Venezia - Rivista, I, 2003, ii, ISSN 1724-7446, ©2003 Firenze University Press Presentazione del numero I Questo volume costituisce la versione cartacea del numero I, 2003 della sezio- ne Rivista del sito Storia di Venezia. Materiali per la ricerca (www.storiadivenezia.it) che può essere consultato on-line all’indirizzo www.storiadivenezia/rivista/rivista0103.html. La tiratura della Rivista – che u- scirà con periodicità annuale – è limitata a pochi esemplari, necessari all’adempimento delle norme relative al deposito legale (art. 1 del DLL 31/8/1945, n. 660) e al deposito presso alcune biblioteche nazionali ed inter- nazionali. Questa rivista si inserisce nel progetto complessivo di Storia di Venezia. Ma- teriali per la ricerca, con lo scopo di aprire un nuovo spazio di discussione e di confronto tra coloro che si interessano alla storia veneziana. Nel caso specifico, si vuole offrire un luogo di scambio di contributi originali, discussioni di volumi pubblicati di recente, raccolte di documenti e materiali che, proposti in versio- ne elettronica, possono entrare in circolazione con tempi sconosciuti alle riviste cartacee e con una diffusione molto più ampia. Al tempo stesso, il controllo sul- la validità scientifica dei materiali proposti è affidato, come nelle tradizionali riviste cartacee, ad un sistema di revisione redazionale e di peer review. Quanto all’ambito tematico e cronologico, la Rivista, come Storia di Venezia. Materiali per la ricerca nel suo complesso, intende la storia della città come un qualcosa di indissolubilmente legato ad una dimensione più ampia che fa capo fino al 1797 allo spazio Adriatico e Mediterraneo da un lato e a quello europeo dall'al- tro, con particolare attenzione ai territori che furono, per periodi e in epoche diverse, sotto il dominio veneziano. Anche per i secoli successivi alla fine del regime repubblicano, e fino ai nostri giorni, si intende considerare il rapporto, che rimane strettissimo con la realtà veneta, come un elemento caratterizzante della storia di Venezia. Storia di Venezia - Rivista, I, 2003, 1-64, ISSN 1724-7446, ©2003 Firenze University Press Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Consiglio: le casate del patriziato veneziano, 1297-1797 Dorit Raines La presente ricerca, idealmente collocata nell’ambito delle indagini che da tempo conduco sulla sfera sociale della famiglia patrizia veneziana e sui giochi di potere del patriziato, nasce dalla decisione della redazione di Storia di Vene- zia di assegnarmi la compilazione di una lista completa delle famiglie presenti nel Maggior Consiglio dal 1297 al 1797. Manca infatti uno strumento di lavoro così importante e vitale per tutti coloro che fanno ricerca nel campo della storia veneta in generale e in quella del patriziato in particolare. Benché la questione sembrasse complessa sin dall’inizio, essa si è via via rivelata un problema non facile da risolvere: il patriziato non ha mai tentato di compilare una lista simile, e anche nei casi in cui alcuni membri della classe dirigente hanno fornito dati relativi all'ammissione di famiglie o alla loro estinzione, queste informazioni si sono spesso rivelate errate1. * Desidero ringraziare Mario Infelise e Federico Barbierato per i loro commenti e utili osserva- zioni. 1 Ci si riferisce soprattutto al lavoro di Marco Barbaro (i volumi superstiti sono conservati ora alla Österreichische Nationalbibliotek, Vienna (d'ora in poi: ONB), Cod. Foscarini Lat. 6155-6157, XVI secolo) e dei genealogisti che continuarono il suo operato (Biblioteca Comunale di Treviso, Cod. Rossi 777, XVI secolo; Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia (d'ora in poi: BNM), Cod. Marc. It. VII, 925-928 (=8594-8597), XVIII secolo; Biblioteca del Museo Civico Correr, Vene- zia (d'ora in poi: MCC), Cod. Cicogna 2498-2504, XVIII secolo; Archivio di Stato, Venezia (d'ora in poi: ASVE), Miscellanea Codici, Serie I, n. 17), e inoltre all’opera settecentesca di Girolamo Alessandro Capellari Vivaro (BNM, Cod. Marc. It. VII, 15-18 (=8304-8307), XVIII secolo). Questi lavori presentano varianti notevoli soprattutto per quanto riguarda il periodo che va dalla seconda metà del Duecento agli anni venti-trenta del Trecento. Barbaro e gli altri genealogisti hanno talvolta grande difficoltà nello stabilire quali colonnelli o rami di una casata furono coop- tati nel 1297 e la loro discendenza da un avo comune. Vedi a proposito di Barbaro e Capellari: M. F. Tiepolo, Il linguaggio dei simboli: le arme dei Barbaro, in Una famiglia veneziana nella storia: I Barbaro, Atti del convegno di studi in occasione del quinto centenario della morte del- l'umanista Ermolao, Venezia, 4-6 novembre 1993, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1996, pp. 133-191, spec. p. 134; D. Raines, L'invention du mythe aristocratique. L'image de soi du patriciat vénitien au temps de la Sérénissime, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2004, pp. 451-536; S. Marcon, La famiglia Gradenigo nel Campidoglio Veneto di Giro- Dorit Raines Le principali difficoltà nella compilazione della lista sono dovute alla scarsa conoscenza di una serie di fenomeni: sappiamo poco dei nomi delle famiglie presenti subito dopo la “serrata” del Maggior Consiglio del 12972, così come lamo Alessandro Capellari Vivaro, in a c. di M. Zorzi e S. Marcon, Grado, Venezia, i Gradenigo, Mariano del Friuli, Edizioni della Laguna, 2001, pp. 305-314. Vedi ugualmente il lavoro di Bar- tolomeo III Pietro Gradenigo (1838-1903) sulla famiglia Gradenigo e sul patriziato veneziano, conservato in ASVE, Archivio Gradenigo rio Marin, b. 343 e 364. I dati per quanto riguarda le famiglie del patriziato (ibid., b. 364, registro numerato II: “Annotazione storica. Famiglie Venete originarie Cittadine-Patrizie ed aggregate”) non sono attendibili, ma gli alberi genealogici della famiglia Gradenigo lo sono. Cfr. G. Gullino, Una famiglia nella storia: I Gradenigo, in Grado, Venezia, i Gradenigo, cit., p. 151, nota 1. 2 Il registro di presenze per il 1298 è andato perduto. Vedi G. Rösch, The Serrata of the Great Council and the Venetian Society, 1286-1323, in a. c. di J. Martin e D. Romano, Venice Reconsid- ered. The History and Civilization of an Italian City-State, 1297-1797, Baltimore & London, The Johns Hopkins U.P., 2000, p. 74. Sfortunatamente i dati forniti da M. Merores, Der grosse Rat von Venedig und die sogenannte Serrata vom Jahre 1297, “Vierteljahrschrift für Sozial und Wir- tschaftsgeschichte”, XXI (1928), p. 99, che le hanno permesso di descrivere il volto del Maggior Consiglio subito dopo la “serrata”, non sono adatti per lo scopo proposto. Merores sostiene di a- ver utilizzato la copia dei documenti autentici della Cancelleria eseguita da Nicolò Trevisan per la sua cronaca. Trevisan morì nel 1369, come risulta dalle informazioni fornite da P. Zorzanello, Inventario dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1963, vol. LXXXV: “Biblioteca Marciana, Mss. Italiani, classe VII (nn. 501-1001)”, p. 3; A. Carile, Note di cronachistica veneziana: Piero Giustinian e Nicolò Trevisan, “Studi veneziani”, IX (1967), pp. 103-126. L'esemplare utilizzato da Merores, il Cod. Marc. It. VII, 519 (=8438), risale al XVI secolo ed è frutto di elaborazioni di vari autori che manipolarono i dati per interesse personale, come ho dimostrato in Raines, L'invention du mythe aristocratique, pp. 367-449 e anche in Alle origini dell’archivio politico del patriziato: la cronaca ‘di consultazione’ veneziana nei secoli XIV- XV, “Archivio Veneto”, ser. V, CL (1998), pp. 5-57. A parte il fatto che questa lista non fu estrat- ta dai documenti della cancelleria da Trevisan, ma da un'altra persona vivente a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento (vedi più avanti), l’elenco riporta solo dati parziali relativi ai mesi di marzo-aprile 1297. Il problema dell’uso indiscriminato delle fonti come base di conclusioni im- portanti mi sembra rilevante proprio in questo caso, dato che sulla base di un'unica lista Merores, Der grosse Rat, cit., p. 90 e poi G. Rösch, Der venezianische Adel bis zur Schliessung des Grossen Rats. Zur Genese einer Führungsschicht, Sigmaringen, Jan Thorbecke Verlag, 1989, pp. 175-176, - quest’ultimo basandosi sui dati forniti dalla stessa Merores - concludono che non ci sia stato un “allargamento” del Maggior Consiglio almeno fino all'indomani della congiura del Tiepolo. Inol- tre, Merores e Rösch sono propensi a considerare il periodo 1298-1310 come periodo di stasi nella cooptazione al Maggior Consiglio. Non si trattò invece di una stasi, bensì di un'estinzione di massa di famiglie cooptate con 1-2 persone, come dimostrato da S. Chojnacki, In Search of the Venetian Patriciate: Families and Factions in the Fourteenth Century, in a c. di J. Hale, Renaissance Venice, London, Faber & Faber, 1973, pp. 47-90, e in idem, La formazione della nobiltà dopo la Serrata, in Storia di Venezia, vol.