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Canti di protesta politica e sociale

Canzoniere completo dei canti con accordi

Aggiornato il 30/09/2021

pagina 1 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale ilDeposito.org è un sito internet che si pone l'obiettivo di essere un archivio di testi e musica di canti di protesta politica e sociale, canti che hanno sempre accompagnato la lotta delle classi oppresse e del movimento operaio, che rappresentano un patrimonio politico e culturale di valore fondamentale, da preservare e fare rivivere.

In questi canti è racchiusa e raccolta la tradizione, la memoria delle lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato la storia, in Italia ma non solo, con tutte le contraddizioni tipiche dello sviluppo storico, politico e culturale di un società.

Dalla rivoluzione francese al risorgimento, passando per i canti antipiemontesi. Dagli inni anarchici e socialisti dei primi anni del '900 ai canti della Grande Guerra. Dal primo dopoguerra, ai canti della Resistenza, passando per i canti antifascisti. E poi il secondo dopoguerra, la ricostruzione, il 'boom economico', le lotte studentesche e operaie di fine anni '60 e degli anni '70. Il periodo del reflusso e infine il mondo attuale e la "globalizzazione". Ogni periodo ha avuto i suoi canti, che sono più di semplici colonne sonore: sono veri e propri documenti storici che ci permettono di entrare nel cuore degli avvenimenti, passando per canali non tradizionali.

La presentazione completa del progetto è presente al seguente indirizzo: https://www.ildeposito.org/presentazione/il-progetto.

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Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)

Il Settecento e l'Ottocento sono stati secoli caratterizzati dalla cosiddette rivoluzioni borghesi, soprattutto in Europa. È il periodo in cui, anche dal punto di vista teorico, inizia a presentarsi il movimento operaio organizzato, che poi irromperà nella storia nel secolo seguente. Le lotte e le rivolte sono spesso popolari, spontanee, ma non per questo meno importanti e meno politiche. I movimenti di indipendenza nazionale concludono questo periodo, con le contraddizioni che lo caratterizzano.

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A tocchi a tocchi Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: romanesco Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tocchi-tocchi

Lam Mi7 me lo dicesse "Lassa annà chi t'ama" A tocchi a tocchi la campana sona, me lo dicesse "lassa annà chi t'ama" Lam io je direi de no, sagra corona. li turchi so' arivati a la marina. Mi7 Come te posso amà... Chi c'ha le scarpe rotte le risola, Lam Come te possò amà,che c'ho marito? io già l'ho risolate stamatina. sposete mi sorella,me sei cognato Sposete mi sorella,me sei cognato Lam Mi7 e da cognato me diventi amico. Come te posso amà Lam Come te posso amà... come te posso amà Rem Mi7 Amore amore manneme un saluto si scappo da sti cancelli che sto qui a San Micchele carcerato. LAm Mi7 Lam So addiventato n'arbero caduto, quarcuno l'ha da pagà. da amici e da parenti abbandonato.

All'erta all'erta la campana sona, Come te posso amà... li turchi so arivati a la marina. Viva li monticiani e viva Roma Amore amore manneme un saluto viva la gioventù trasteverina. che so a Reggina Celi carcerato, e da nessuno più so' conosciuto Come te posso amà... da amici e parenti abbandonato.

Se il papa me donasse tutta Roma, Come te posso amà...

Informazioni

Canto di carcere romano,conosciuto anche con il titolo "Alla Renella" (via diTrastevere), presente in molte raccolte ottocentesche, ed è diffusa in tutta l'area centro-meridionale.

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Camicia rossa di R. Traversa Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/camicia-rossa

Mim Si7 Mim E porti l'impronta di mia ferita Quando all'appello di Garibaldi sei tutta lacera tutta scucita Si7 Mim per questo appunto mi sei più cara tutti i suoi figli suoi figli baldi camicia rossa camicia rara Mi7 Lam Mim per questo appunto mi sei più cara daranno uniti fuoco alla mina camicia rossa camicia rara. Si7 camicia rossa garibaldina Fin dall'istante che ti indossai Mi7 Lam Re7 Sol le braccia d'oro ti ricamai daranno uniti fuoco alla mina quando a Milazzo passai sergente Mim Si7 Mim camicia rossa camicia ardente camicia rossa garibaldina. quando a Milazzo passai sergente camicia rossa camicia ardente. E tu ti svegliasti col sol d'aprile e dimostravi che non sei vile Odi la gloria dell'ardimento per questo appunto mi sei più cara il tuo colore mette spavento camicia rossa camicia rara Venezia e Roma poi nella fossa e poi per questo appunto mi sei più cara cadremo assieme camicia rossa camicia rossa camicia rara. Venezia e Roma poi nella fossa cadremo assieme camicia rossa.

Informazioni

Diffusissima già nei giorni seguenti l'impresa di Garibaldi in Sicilia e nel Meridione, la prima edizione conosciuta è del 1860, ma passando su fogli volanti subì numerosi rimaneggiamenti e altre quartine furono aggiunte. Il canto ha continuato ad avere diffusione anche ufficiale in periodo fascista, ma fu anche cantata durante la Resistenza dalle formazioni garibaldine.

Fonte: note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani. (Francesca)

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Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati] (1921) Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-degli-esuli-piemontesi-numi-voi-siete-spietati

Sol Re7 di Boyer, Chantel, Junod Numi voi siete spietati e dan fiato a mille trombe Sol li due Bruti, Azari, Arò. noi chiamammo libertà; Re7 Di marmotte in mille pezzi ma i prieghi sono andati vada il trono di un tal Re; Sol la corona si disprezzi dove manca la pietà. e si franga sotto i piè.

Re di Alpi Tiberino Chi sarà che a questi accenti Re7 non andrà con gran valor contro noi tutti s'armò; e tra fuochi e tra tormenti Sol e tra pene e tra dolor? vince, vince l'assassino Re7 Sol Van dicendo: noi siam morti e più d'uno al ciel mandò. sol per man di crudeltà vendicate i nostri torti S'odon voci dalle tombe figli voi di Libertà!

Informazioni

Torino, 11 gennaio 1821: quattro studenti vengono arrestati perché ostentano il berretto frigio, rosso ornato di un fiocco nero (i colori della Carboneria). Intervengono i carabinieri (corpo fondato nel 1813 da Vittorio Emanuele I), che avevano funzione di polizia politica. Il giorno dopo l’università viene occupata, si chiede la liberazione degli arrestati. Divelte le pietre del cortile, costruiscono delle barricate. Il re decide di mandare i soldati che fanno irruzione nell’università e la sgomberano. Al tiro di pietre degli studenti, il tamburo suona la carica, si menano sciabolate, l’esercito ferisce 34 persone, anche gravemente. Si mormora che vi siano stati anche dei morti, nascosti e portati via nottetempo dalle forze dell’ordine. L’ episodio scatena tutta una serie di moti insurrezionali. A marzo dappertutto si vedono coccarde con i colori della carboneria, per le strade si sente gridare: “Guerra all’Austria!”. Cominciano gli arresti di nobili liberali, molti giovani, ufficiali e studenti carbonari, vengono inviati in esilio. E’ una repressione che durerà per oltre dieci anni. Questo il canto, su schemi musicali settecenteschi e di autore anonimo, nato dal cuore di quegli esuli che racchiude tutto l’odio verso la tirannia che ora li priva non solo della Patria amata ma anche degli affetti e dei luoghi familiari. Ma dentro questo canto vive e palpita anche la speranza per le generazioni future ed un incitamento a non scordare mai gli ideali di libertà.

I nomi citati nel testo sono quelli di vari oppositori dei governi reazionari e militaristi di Vittorio Amedeo III e del suo successore Carlo Emanuele IV; il medico Giuseppe Chantel e l'ufficiale Francesco Junod, impiccati nel 1794, a seguito di una congiura a Torino; il giovane avvocato Antonio "Giunio" Azari, tra gli organizzatori di un moto rivoluzionario in Piemonte che avrebbe dovuto avere il suo centro a Pallanza, impiccato nel 1796; il medico Ignazio Boyer, uno dei capi di un tentativo di rivoluzione repubblicana a Torino nel 1797, fucilato il 7 settembre; l'avvocato Secondo Arò, eletto presidente della repubblica autonoma di Asti, costituitasi nell'ambito della sollevazione generale in Piemonte che vide i "giacobini" alleati alle masse rurali esasperate dalla mancanza di grano e dal caro prezzi, fucilato il 2 agosto.

La quarta strofa fa riferimento al soprannome di "marmotte" attribuito dai francesi ai piemontesi per la loro sudditanza nei confronti del re, chiamato a sua volta "re delle marmotte".

Fonte

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E a Roma a Roma Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Tags: anticlericali Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-roma-roma

Fa Do Lo butteremo,,, E a Roma a Roma Solm Chi siete voi? ci sta un papa Noi siamo piemontesi Fa Do Voi siete vili che di soprannome barbari e assassini Fa Sì si chiama Pio Nono No!

Do7 Siam valorosi garibaldini lo butteremo giù dal trono che anche Roma dei papa in Roma vogliamo liberar Fa non ne vogliamo più Siam valorosi...

Lo butteremo... Re E sulle mura Prima in San Pietro di quei conventi e poi in San Paolo La7 e le lor teste piazzeremo piazzeremo vogliamo far saltar Re i nostri cannoni e in piazza d'armi la ghigliottina e le lor teste e ai preti e ai frati vogliamo far saltar quei birbantoni E in piazza d'armi... Mi- il buon giorno E a Roma a Roma La7 Re suonavan le campane lor lo daremo noi piangevan le puttane La7 gh'è mort al puttanè E ai preti e ai frati Re lo butteremo in una pignatta quei bi-quei birbantoni o brutta vacca Mi- buon brodo ci darà il buon giorno La7 Re lor lo daremo noi

Informazioni

Registrazione di C. Bermani a Omegna (NO) nel 1963. E' un canto composito, formato da strofe di diversa origine, non databile con precisione ma intorno al 1867-69. Nell'alto novarese divenne quasi l'inno ufficiale delle celebrazioni del XX settembre da parte di repubblicani, socialisti e liberali fino ai primi anni del Noveceno. Ma anche successivasmente mantenne una certa popolarità, testimoniata dal fatto che entrò a far parte del repertorio resistenziale delle formazioni garibaldine della zona.

Fonte: note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani. (Francesca)

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El pover Luisin Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: lombardo Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-pover-luisin

La E mi per sta cuntrada Un dì per sta cuntrada Lu pü vedü a pasà. Re La pasava un bel fiö Un dì piuveva, ver sira Re La S’ciupavi del magun, e un masulin del ros quand m’è rivà ‘na jetera Mi La cul bord de cundiziun. la trà in sul mè pugiö. Scriveva la surela E per tre mes de fila, Del pover Luisin e squasi tüti i dì, Che l’era mort in guera el pasegiava semper De fianc al Castelin. dumà per vedem mi. Hin già pasà tri an, Vegnü el cinquantanöv, le mort, el vedi pü, che guera desperada! epür stu pover cör le chi ancamò per lü.

Informazioni

La guerra, seconda guerra d’indipendenza, 1859, infrange il tenero sogno di una ragazza, corteggiata da un “bel fiö”, poi morto in guerra.

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Guantanamera Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: spagnolo/castigliano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guantanamera

La Re Mi7 en julio come en enero Yo soy un hombre sincero Cultivo la rosa blanca, La Re Mi7 en julio come en enero de donde crece la palma para el amigo sincero La Re Mi7 que me da su mano franca Yo soy un hombre sincero La Re Mi7 Guantanamera, guajira guantanamera.. de donde crece la palma La Re Mi7 Y para el cruel que me arranca y antes morir me quiero el corazón con que vivo, La Re Mi7 Y para el cruel que me arranca echar mi versos del alma. el corazón con que vivo, cardos ni ortigas cultivo: Re Mi7 cultivo la rosa blanca Guantanamera, La Re Mi7 Guantanamera, guajira guantanamera.. guajira guantanamera La Re Mi7 Yo sé de un pensar profundo Guantaname - ra, entres la pena sin nombre: La Re Mi7 Yo sé de un pensar profundo guajira guantaname - ra entres la pena sin nombre: la esclavitud de los hombres My verso es de un verde claro es la gran pena del mundo y de un carmín encendido, Guantanamera, guajira guantanamera.. My verso es de un verde claro y de un carmín encendido, Con los pobres de la tierra my verso es un cervo herido Quiero yo mi suerte echar. que busca en el monte amparo Con los pobres de la tierra Quiero yo mi suerte echar, Guantanamera, guajira guantanamera.. El arroyo de la sierra Me complace más que el mar. Cultivo la rosa blanca, Guantanamera, guajira guantanamera..

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Inno dell'albero Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dellalbero

Re La7 Re Sol La7 Un dolce amor di patria... Or che innalzato è l'albe - e - ro, Re Sol Re La7 Re Reso uguale e libero, s'abbassino i tira - a - nni ma suddito alla legge, La7 Re Sol La7 è il popolo che regge dai suoi superbi sca - a - nni sovrano ei sol sarà. Re Sol La7 Re scenda la no - o - biltà. Un dolce amor di patria...

Si Mi4 Mim Duri implacabili odio Un dolce amor di patria ai feudi, alle corone Sol Solm La7 Solm Re e sempre la Nazione s'accenda in questi li- i - di libera resterà. La7 Re Sol La7 formiam comuni i gri - i - di: Un dolce amor di patria... Re Sol La Re viva la libe - e - rtà! Sul torbido Danubio penda l'austriaca spada L'indegno aristocratico nell'itala contrada Non osi alzar la testa mai più Iampeggerà. se l'alza, allor la festa tragica si farà. Un dolce amor di patria...

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Io vorrei che a Metternicche (1847) Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: toscano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-vorrei-che-metternicche

Do pel carretto del su’ re io vorrei che a Metternicche Sol7 Do io vorrei che a Metternicche gli tagliasser le basette gli tagliasser le budelle vorrei farne le spazzette vorrei farci le bretelle Sol7 Do pel vestito del su’ re per le scarpe del su’ re io vorrei che a Metternicche io vorrei che a Metternicche gli tagliassero i coglioni gli tagliassero la testa vorrei farne du’ bottoni vorrei farne una gran festa per la giubba del su’ re nel giardino del su’ re io vorrei che a Metternicche io vorrei che a Metternicche gli tagliassero l’uccello gli tagliassero le gambe pe’ infilallo sur cappello vorrei farcene du’ stanghe coi pennacchi del su’ re.

Informazioni

Io vorrei che a Metternicche... dove Metternicche sta per Klemens Wanzel Lothar, principe di Metternich- Winneburg, uomo politico austriaco di origine tedesca, uomo simbolo della Restaurazione, della Santa Alleanza, della reazione europea e dell'oppressione austriaca sull'Italia. A partire dal 1847, si inventarono sempre nuove quartine, sempre più beffarde e cruente, che accompagneranno e scandiranno, di lì a breve, le marce dei volontari verso i campi di battaglia della prima guerra d'indipendenza.

(http://recensione.blogspot.com/2010/11/parole-e-musica-del-risorgimento-di.html)

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La madre abbandonata in cerca del suo Achille Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-madre-abbandonata-cerca-del-suo-achille

Sol Dimmi o contadino Addio o forlivesi dimmi la verità Re7 quel pann che porti indosso ci rivedremo un dì dove tu l'hai comprà? Sol se arrivo andare a Roma Non voglio dir bugie Re7 Sol voglio dire la verità non torno più a Forlì a un generale sul campo che noi abbiam spoglià Scriverò una letterina diretta alla mia mammà E lei si mise a piangere che suo figlio Achille a piangere e sospirar si trova in campo ammalà Povero il mio Achille dove me l'hanno ammazzà? Attacca i suoi cavalli la prende anche il fucil Dimmi o contadino e la si mette in strada sapresti voi insegnar come un garibaldin la tomba del Cantoni in dove la ci stà? Quando fu a metà strada incontra un contadin Andate un po' più avanti era vestito di panno là c'è un alberin di panno del più fin la tomba del Cantoni là ci sarà vicin.

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1979, Sesto S. Giovanni, inf. Carmen Pelucchi. La canzone è ispirata alla morte del maggiore Achille Cantoni, giovane volontario di Forlì, definito da Garibaldi "figlio prediletto delle Romagne", ucciso dai francesi a Mentana. Cantoni era con Garibaldi sin dai tempi della Repubblica romana, dove era stato ferito il 30 aprile nella battaglia contro i Francesi, e il 3 giugno 1849, e dopo essere finito in un ospedale nemico era stato lasciato libero dopo la caduta della Repubblica romana. Racconta Garibaldi nel suo Cantoni il volontario, romanzo storico pubblicato nel 1870, come il giovane forlivese fosse stato sin dall'inizio seguito dalla sua compagna Ida che aveva allora quattordici anni e che "vestita da uomo seguiva così Cantoni alla coda della colonna".

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La morte del padre Ugo Bassi Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-del-padre-ugo-bassi

Mim Di un sangue innocente 1. Eccomi giunto a nozze vendetta tremenda Mi Lam dal cielo discenda il viver mio è cessato sul crudo uccisor. Si7 sol per amar l'Italia Mentre a te men vengo Mim lascio le patrie mura io venni a condannato. già pronta e preparata è la mia sepoltura. Lam Mim Il mio sangue è innocente Italia mia regina Lam Mim di me non ti scordare vendetta tremenda possa l'esempio mio Si7 Mim il tuo destin cambiare. dal cielo discende Lam Si7 Mim Di un sangue innocente... dal crudo uccisor. Il piombo mi farà privo Maria di San Luca mi farà cadere a terra vergine mia tu sei resterò al suolo estinto l'angel custode dalla nazione sgherra. angeli e santi miei. Ma prima di morire Il mio sangue è innocente... io lascio una scrittura e chiunque vorrà leggere Sia maledetta l'Austria saprà la mia sventura. da un fulmine di guerra da un fulmine di guerra Di un sangue innocente... dal cielo e dalla terra. La lascio per memoria Il mio sangue è innocente... ai giovanotti accorti perché contro l'Austria E prima di morire sian soldati forti. vo' fare una scrittura chi la saprà ben leggere Alcun sulla mia tomba saprà la mia sventura. a piangere non venga piuttosto che di piangere Il mio sangue è innocente la patria vendicare.

Poi si mise in ginocchio Siete bravi soldati e salutò Maria all'ora del cimento che venga a dar conforto benché io sia morto a questa anima mia. pur dormirò contento.

Il mio sangue è innocente... Di un sangue innocente...

2. Eccomi giunto a morte Addio Italia mia il viver mio è cessato fratelli parenti amici che per amar l'Italia restate pure in pace io venni condannato, sarete un dì felici.

Lo so devo morire Chi fu la mia sventura ecco che giunto è il giorno e la mia triste sorte? o morte vien non temo Furon quattro giudei il tuo gran soggiorno. cagion della mia morte.

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Di un sangue innocente... e cadde morto in terra.

Maledetta sia l'Austria Di un sangue innocente... non possa vincer guerra maledetti gli uccisori Ora siamo alla fine maledetti in cielo e in terra. di questa bella istoria venitela a pigliare Morir muoio contento tenetela per memoria. perché men volo al cielo muoio per predicare Vi prego tutti quanti di Cristo il suo vangelo. tenerla conservata sperando che l'Italia Di un sangue innocente... sia presto liberata.

Ecco la morte appresso Di un sangue innocente... del ciel s'apre la via ma prima di spirare 3. Venite buona gente vo' salutar Maria. venite ad ascoltare la storia di Ugo Bassi O Vergine santissima vi voglio raccontare. madre mia tu sei Angelo Custode venite E prima di morire Angeli e Santi miei. voglio chiamar Maria che venga a dar conforto Di un sangue innocente... a questa anima mia.

E si gittò in ginocchio Ma prima di morire e poi chiamò Maria voglio fare una scrittura venite a dar conforto e chi la saprà leggere a quest'anima mia. saprà la mia sventura.

E come il piombo ardente Saprà la mia sventura il suo bel cuore afferra e la mia triste sorte invocò Gesù e Maria furono quattro preti cagion della mia morte.

Informazioni

1) Reg. di Rudy Assuntino, 1966, Medicina, Bologna, inf. un gruppo di contadine locali, melodia di "Tutte le feste al tempio" dal Rigoletto di G. Verdi; 2) testo dal foglio volante "La morte del padre Ugo Bassi frate di Garibaldi fucilato dagli austriaci in Bologna il 15 giugno 1849", Firenze, Stamperia Salani, 1873; 3) racc. da Gianni Rodari e pubbl. in "Gli stornelli di Gelsomina e Vandea", L'Unità, 19 luglio 1949.

Su Ugo Bassi

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La presa di Roma Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: romanesco Tags: anticlericali Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-presa-di-roma

Re C'è Nino Bixio che fa er guardiano Alli sedici agnedero all'armi La7 Re Era il venti settembre der mese antiboini zanfritti e gendarmi suonava le cinque l'orologio francese e se sentiva da Porta Pia alli diciassette li papalini le cannonate che annaveno via La7 Re e se sentiva un bombardamento evvero tutti li santi abbitini che anche ar bon dio metteva spavento Sol Re bombardamento a grossa mitraglia alli diciotto che stava alle strette pare un campo de vera battaglia La7 Re diedero a tutti le sante crocette A San Pietro... Sol Re alli diciannove li confessorno Chi gridava Gesù e la madre pietosa La7 Re chi scappava all'Acqua Acetosa e tutti quanti li comunicorno dopo scappato chi ha destra e chi a manca arzata fu la bandiera bianca Sol Re quanno che furno a Santa Agnese A San Pietro e ar Vaticano allegri italiani che Roma l'è presa La7 Re quanno che entrorno a Porta Pia C'è Nino Bixio che fa er guardiano li caccialepre scapporno via

A San Pietro e ar Vaticano A San Pietro e ar Vaticano mo' c'è Cadorna che fa er guardiano

Informazioni

Una cronaca della breccia di Porta Pia, quando fu conquistata Roma (a parte il Vaticano...).

Molto di più! Una chiara denuncia della presenza nelle truppe pontificie di forze "irregolari" costituite anche da briganti che avrebbero avuto varie impunità per il loro appoggio (una sorta di camorra nostrana in difesa del potere vigente ...... ). La storia si ripete poichè le genti rimangono le stesse!

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Lamento del contadino Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: toscano Tags: anticlericali, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-contadino

Do e colla scusa di vedé la stalla Vi prego tutti, o cittadini lo vuole il fieno per la cavalla. di ascoltare o po'eri contadini, Poi c'è i' dottore, i' veterinario, Sol7 il fabbro, il sarto e i' carzolaio, che dopo tanto che si lavora la levatrice con i' becchino, Do e tutti addosso al po'ero contadino. e mai di pace non abbiamo un'ora. Mangiare e bere a' mietitori, Colla zappa e lo zappone e po' pagarli saran dolori; e lo zaino i 'ssu groppone e gli ci corre giù alla lesta, giovani e vecchi, tutti armati, al contadino cosa gli ci resta? noi sembriamo tanti soldati. Lasciamo stà queste partite, ma ce n'è d'artre più squisite Si va colla speranza della raccolta, e di tutte questa è peggiore: si spera sempre sarà di morta, la mezza parte la vol i' padrone. poi vene la ruggine e la brinata: ecco la vita bell'e disperata. Poi vien i' tempo della vendemmia Quando la faccenda è fatta e allora sì che si bestemmia: qui' po' di grano s'arraccatta e gli si mette dentro la botte e po' viene la battitura e gli si vende e bona notte. e tutti còrgano co' gran premura. Po' si prende un po' di vinaccia, I' primo frate che vien sull'aia so fa una botte con acquettaccia saluta i' cappoccia e po' la massaia e lì di beve tutto l'inverno, e a sedere si mette a i' fresco si soffre pene dell'inferno. lo vole i' grano pe' San Francesco. Poi c'è la massaia che viene in piazza Poi c'è i' cappuccino con quella barba con que' be' polli di prima razza; che gli ci viene dopo l'alba: per rivestire i lor bambini padre Dionigi e San Gregorio a casa porta de' savattini. accattate l'anime del Purgatorio. Po' c'è le ragazze fresche e belle: Po' c'è la monica colla sacchetta pe' fassi il letto e le gonnelle lo vole i' gran per Santa 'Lisabetta, e dietro l'uscio depongan l'uova, per mantenere l'uso e 'l sistema e chi le schiaccia e poi nessun le cova. e a 'i contadino la raccolta scema. Così success'a' mie' finali Po' c'è i' sensale colla bugia, e si sta peggio de' maiali, lui più di tutti ne porta via e si lavora quant'e vvoi e i maltrattati siamo sempre noi.

Informazioni

Dal repertorio di Caterina Bueno.

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Mie care pute Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: veneto Tags: femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mie-care-pute

Do Do Mie care pute, ve manda a lavorar d'acordo tute E lavorando Sol7 e sfadigando no steve maridar cossa vegnì a ciapar?

Perché sti tosi bote da orbi bote da orbi sti peociosi e in leto sensa magnar!

Informazioni

Una vecchissima canzoncina in veneziano, dalla musica molto semplice, che canta mia nonna (classe 1925). L'invito al rifiuto del matrimonio ed il riferimento al lavoro mi paiono dare un certo tono femminista ante litteram al testo. Non dispongo però di informazioni precise (Simone S. Venezia).

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Nanneddu Meu di Peppino Mereu Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: sardo Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nanneddu-meu

Re La7 Re Re La7 Re Peus su famene chi, forte, sonat Nanneddu meu, Nanneddu meu sa janna a tottus e non perdonat. Re La7 Sol La7 Re Avvocadeddos, laureados, Nanneddu meu, su mund'est gai, bussacas buidas, ispiantados

Re La7 Re Re La7 Re in sas campagnas pappana mura, a sicut erat, a sicut erat che crabas lanza in sa cesura. Re La7 Sol La7 Re a sicut erat non torrat mai. Cand'est famida s'avvocazia, cheres chi penset in Beccaria? Re La7 Re Re La7 Re Semus in tempos de tirannias, Mancu pro sognu, su quisitu Re La7 Sol La7 Re est de cumbincher tant'appetitu. infamidades e carestias. Poi, abolidu pabillu e lapis Como sos populos cascant che cane, intrat in ballu su rapio rapis. gridende forte: «Cherimus pane ». Mudant sas tintas de su quadru, Famidos, nois semus pappande s'omin'onestu diventat ladru. pan'e castanza, terra cun lande. Sos tristos corvos a chie los lassas? Terra c'a fangu torrat su poveru Pienos de tirrias e malas trassas. senz’alimentu, senza ricoveru. Canaglia infame piena de braga, B'est sa fillossera, impostas, tinzas, cherent s'iscettru, cherent sa daga! chi nos distruint campos e binzas. Undas chi falant Ìn Campidanu Ma non bi torrant a sos antigas Trazan tesoros a s'oceanu. tempos de infamias e de intrigos. Cixerr'in Uda, Sumasu, Assemene Domos e binzas torrant a tremene. Pretant a Roma, mannu est s'ostaculu; ferru est s'ispada, linna est su baculu. E non est semper ch’in iras malas intrat in cheja Dionis'Iscalas. S'intulzu apostulu de su Segnore si finghet santu, ite impostore! Terra si pappat, pro cumpanaticu. bi sunt sas ratas de su focaticu. Sos corvos suos tristos, molestos, sunt sa discordia de sos onestos. Cuddas banderas numeru trinta de binu. onu, mudad'hant tinta. E gai chi tottus faghimus gherra, pro pagas dies de vida in terra. Appenas mortas cussas banderas non piùs s'osservant imbreagheras. Dae sinistra oltad'a destra, e semper bides una minestra. Amig'a tottus fit su Milesu, como lu timent, che passant tesu. Maccos, famidos, ladros, baccanu faghimus, nemos halzet sa manu. Santulussurzu cun Solarussa non sunt amigos piùs de sa bussa. Adiosu, Nanni, tenedi conm, faghe su surdu, ettad'a tontu. Semus sididos in sas funtanas, pretende s'abba parimus ranas. A tantu, l'ides, su mund'est gai: a sicut erat non torrat mai.

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O Piamontesi Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-piamontesi

La Mi La Mi La Ma se io possso rivare a casa O Piamontesi, mandì-mandimi a casa, di capo ai piedi io mi laverò, Mi La ma se io posso rivà-rivare a casa che io- io son stanco ma di fa ‘l soldà, di capo ai piedi io mi laverò (2) Re La o Piamontesi mandi-mandimì a casa, E poi con l’acqua e col sapone Mi La di capo ai piedi io mi laverò, che io son stanco ma di fa ‘l soldà(2) e poi con l’acqua e col sapone di capo ai piedi io mi laverò (2) Ma se io posso rivare a casa si questi abiti io mi spoglierò, E con il gesso farem le pipe ma se io posso rivà-rivare a casa e col tabacco poi si fumerà di questi abiti io mi spoglierò(2) e con il gesso farem, farem le pipe, e col tabacco poi si fumerà(2)

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Canzone di protesta contro il servizio militare obbligatorio (1860), raccolta a Dossena (Bergamo) nel 1966, da Leydi e Fumagalli.

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O Venezia Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-venezia

Do Sol7 Do O Venezia ti vuoi maritare O Venezia che sei la più bella Ma per marito ti daremo Ancona Fa Sol7 Do E per dote le chiavi di Roma E che di Mantova tu sei la più forte E per anello le onde del mar Sol7 Do Gira l’acqua d’intorno alle porte Un bel giorno entrando in Venezia Fa Sol7 Do Vedevo il sangue scorreva per terra Sarà difficile poterti pigliar E i feriti sul campo di guerra E tutto il popolo gridava pietà

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Il testo colloca questa canzone, entrato a far parte del repertorio delle mondine, all'epoca della Repubblica Veneta (1848). Diffusa in tutto il centro-settentrione, ricalca il modello dell'aria del melodramma, caratteristica comune ad altri canti popolari di fine secolo.

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Oh Poveri Soldati Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/oh-poveri-soldati

Mim Si7 Mim che con grande furore O poveri soldati, bada agli armenti. Mim Re Lam finita è la cuccagna Si sente spesso i venti Re Do combatter tra di loro, e su per la montagna e quello gli è il ristoro Si7 Mim dei soldati. c'è quartieri. Poveri tribolati, Ci si sta volentieri non sanno come fare si beve l'acqua bona, perché non hanno pane se furmina e se tuona da mangiare. di qui si sente. Vada ogni cosa in fumo, Si dorme malamente capanne e capannini, sopra d'un tavolone, Modena e i suoi confini il povero groppone non mi preme. va in fracasso. Con Cutigliano assieme Per capezzale un sasso e tutto l'Abetone, messo ch'è sotto il capo, e su fino il Cimone e ce l'hanno portato di Fanano. dall'Appennino. Viva il nostro sovrano, sargenti e capitani C'han proibito il vino, e tutti gli ufficiali sopra di questo monte delle bande. c'è solo un piccol fonte d'acqua bona. Ferdinandone grande con la sua faccia oliva, Non si vede persona evviva Ferdinandone solo che d'un pastore evviva evviva!

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Canzone che racconta le dure condizioni di vita dei soldati posti a guardia dei confini del Granducato di Toscana sotto Ferdinando III

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Partire partirò, partir bisogna di Anton Francesco Menchi Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partire-partiro-partir-bisogna

La Re Quando saremo giunti all'Abetone Partire partirò, partir bisogna riposeremo la nostra bandiera La Mi La e quando si udirà forte il cannone dove comanderà nostro sovrano; addio, Gigina, bona sera! La Re chi prenderà la strada di Bologna Ah, che partenza amara, La Mi La Gigina cara, mi convien fare! e chi andrà a Parigi e chi a Milano sono coscritto e mi conviene marciare

Mi La Di Francia e di Germania sono venuti Se tal partenza, o cara, a prenderci per forza militare, Mi La però allorqaundo ci sarem battuti ti sembra amara, non lacrimare; tutti, mia cara, speran di tornare Re La Mi La vado alla guerra e spero di tornare Ah, che partenza amara, Gigina cara, Gigina bella! di me non udrai forse più novella

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Canto attribuito al cantastorie toscano Anton Francesco Mechi, che l'avrebbe composto facendo riferimento ad un modulo musicale più antico, nel 1799, in occasione della leva obbligatoria imposta da napoleone. Il canto, che ebbe larga diffusione, fu cantato in diverse epoche, con testi adattati agli eventi. La seguente variante è stata raccolta da Caterina Bueno.

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Storia di Rodolfo Foscati Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: italiano Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/storia-di-rodolfo-foscati

Rem La7 Rem il guardiano mi venne a vedere, Caro padre, vi scrivo piangendo, e con sé ce l'aveva i' barbiere La7 Rem/Re e una scranna per farmi sede'. questi righi per me dolorosi Solm Rem Con cattive maniere mi prese, e che mi restano ma tanto 'ngollosi, il rasoio 'un l'aveva perfetto, La7 Rem e mi raschiava, parevo un capretto e nel vedermi trattare così. e i miei baffini li vidi andà' giù.

E scrivendo la mano mi trema Quando poi 'e gli èbban fatto tutto, e di tutto vi faccio palese il guardiano m'accennò con un dito 'e m'hanno tolto la veste borghese e disse: Questo gli è i' vostro vestito, 'e m'hanno tolto la mia gioventù. e n'i'vedello mi fece tremà'.

Caro padre, che brutti momenti, Questo numero che oggi indossate e qui non contano né pugni e né stiaffi, vi cancella da i'nome e casato, 'e disse il guardia: Levategli i baffi, Centosette sarete chiamato e l'avrei presa la spina nel cuor. e a Ridolfo Foscati mai più.

E la mattina del venti di marzo Centosette sarete chiamato e a Rodolfo Foscati mai più.

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Dal repertorio di Caterina Bueno e di Gildo dei Fantardi. La canzone ha un'origine oscura. C'è un Rodolfo Foscati patriota milanese, imprigionato durante i moti carbonari del 1821. Ce n'è un altro in San Frediano, a Firenze, protagonista di un non meglio precisato fatto di sangue e condannato all'ergastolo. Forse le due figure si sonosovrapposte, forse no; la canzone è sicuramente toscana, e rappresenta in maniera cruda i primi, terribili giorni dell'ergastolano (segnalata da Maria Rollero)

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Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de moderare] (1794) di Francesco Manno Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: sardo Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-patriotu-sardu-sos-feudatarios-procurade-de-moderare

Sol Do Sol Han bendidu cun sa cria Procurade e moderare, Re Re7 Sol Pro pagas mizzas de liras, Barones, sa tirannia, Et tale olta pro niente, Sol Do Sol Isclavas eternamente Chi si no, pro vida mia, Tantas pobulassiones, Re Re7 Sol E migliares de persones Torrades a pe' in terra! Servint a unu tirannu. Sol Do Sol Poveru genere humanu, Declarada est già sa gherra Povera sarda zenia! Re Re7 Sol Contra de sa prepotenzia, Deghe o doighi familias Sol Do Sol S'han partidu sa Sardigna, E cominzat sa passienzia De una menera indigna Re Re7 Sol Si 'nde sunt fattas pobiddas; ln su pobulu a mancare Divididu s'han sas biddas In sa zega antichidade, Mirade ch'est azzendende Però sa presente edade Contra de ois su fogu; Lu pensat rimediare. Mirade chi non est giogu Chi sa cosa andat a veras; Naschet su Sardu soggettu Mirade chi sas aeras A milli cumandamentos, Minettana temporale; Tributos e pagamentos Zente cunsizzada male, Chi faghet a su segnore, Iscultade sa 'oghe mia. In bestiamen et laore In dinari e in natura, No apprettedas s 'isprone E pagat pro sa pastura, A su poveru ronzinu, E pagat pro laorare. Si no in mesu caminu S'arrempellat appuradu; Meda innantis de sos feudos Mizzi ch'es tantu cansadu Esistiana sas biddas, E non 'nde podet piusu; Et issas fìni pobiddas Finalmente a fundu in susu De saltos e biddattones. S'imbastu 'nd 'hat a bettare Comente a bois, Barones, Sa cosa anzena est passada? Su pobulu chi in profundu Cuddu chi bos l'hat dada Letargu fit sepultadu Non bos la podiat dare. Finalmente despertadu S'abbizzat ch 'est in cadena, No est mai presumibile Ch'istat suffrende sa pena Chi voluntariamente De s'indolenzia antiga: Hapat sa povera zente Feudu, legge inimiga Zedidu a tale derettu; A bona filosofia! Su titulu ergo est infettu De s'infeudassione Che ch'esseret una inza, E i sas biddas reione Una tanca, unu cunzadu, Tenene de l'impugnare Sas biddas hana donadu De regalu o a bendissione; Sas tassas in su prinzipiu Comente unu cumone Esigiazis limitadas, De bestias berveghinas Dae pustis sunt istadas Sos homines et feminas Ogni die aumentende,

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A misura chi creschende Cun sas armas a sa manu Sezis andados in fastu, Cheret ch 'istet notte e die; A misura chi in su gastu Già ch 'hat a esser gasie Lassezis s 'economia. Proite tantu tributu? Si non si nd'hat haer fruttu Non bos balet allegare Est locura su pagare. S'antiga possessione Cun minettas de presone, Si su barone non faghet Cun gastigos e cun penas, S'obbligassione sua, Cun zippos e cun cadenas Vassallu, de parte tua Sos poveros ignorantes A nudda ses obbligadu; Derettos esorbitantes Sos derettos ch'hat crobadu Hazis forzadu a pagare In tantos annos passodos Sunu dinaris furados A su mancu s 'impleerent Et ti los devet torrare. In mantenner sa giustissia Castighende sa malissia Sas rèntas servini solu De sos malos de su logu, Pro mantenner cicisbeas, A su mancu disaogu Pro carrozzas e livreas, Sos bonos poterant tenner, Pro inutiles servissios, Poterant andare e benner Pro alimentare sos vissios, Seguros per i sa via. Pro giogare a sa bassetta, E pro poder sa braghetta Est cussu s'unicu fine Fora de domo isfogare, De dogni tassa e derettu, Chi seguru et chi chiettu Pro poder tenner piattos Sutta sa legge si vivat, Bindighi e vinti in sa mesa, De custu fine nos privat Pro chi potat sa marchesa Su barone pro avarissia; Sempre andare in portantina; In sos gastos de giustissia S'iscarpa istrinta mischina, Faghet solu economia La faghet andare a toppu, Sas pedras punghene troppu Su primu chi si presenta E non podet camminare Si nominat offissiale, Fattat bene o fattat male Pro una littera solu Bastat non chirchet salariu, Su vassallu, poverinu, Procuradore o notariu, Faghet dies de caminu O camareri o lacaju, A pe', senz 'esser pagadu, Siat murru o siat baju, Mesu iscurzu e ispozzadu Est bonu pro guvernare. Espostu a dogni inclemenzia; Eppuru tenet passienzia, Bastat chi prestet sa manu Eppuru devet cagliare. Pro fagher crescher sa rènta, Bastat si fetat cuntenta Ecco comente s 'impleat Sa buscia de su Segnore; De su poveru su suore! Chi aggiuet a su fattore Comente, Eternu Segnore, A crobare prontamente Suffrides tanta ingiustissia? Missu o attera zante Bois, Divina Giustissia, Chi l'iscat esecutare Remediade sas cosas, Bois, da ispinas, rosas A boltas, de podattariu, Solu podides bogare. Guvernat su cappellanu, Sas biddas cun una manu Trabagliade trabagliade Cun s'attera sa dispensa. O poveros de sas biddas, Feudatariu, pensa, pensa Pro mantenner' in zittade Chi sos vassallos non tenes Tantos caddos de istalla, Solu pro crescher sos benes, A bois lassant sa palla Solu pro los iscorzare. Issos regoglin' su ranu, Et pensant sero e manzanu Su patrimoniu, sa vida Solamente a ingrassare. Pro difender su villanu

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Su segnor feudatariu E tue in bidda a porfia. A sas undighi si pesat. Dae su lettu a sa mesa, Fit pro sos piemontesos Dae sa mesa a su giogu. Sa Sardigna una cucagna; Et pastis pro disaogu Che in sas Indias s 'Ispagna Andat a cicisbeare; Issos s 'incontrant inoghe; Giompidu a iscurigare Nos alzaiat sa oghe Teatru, ballu, allegria Finzas unu camareri, O plebeu o cavaglieri Cantu differentemente, Si deviat umiliare... su vassallu passat s'ora! Innantis de s'aurora Issos dae custa terra Già est bessidu in campagna; Ch'hana ogadu migliones, Bentu o nie in sa muntagna. Beniant senza calzones In su paris sole ardente. E si nd'handaiant gallonados; Oh! poverittu, comente Mai ch'esserent istados Lu podet agguantare!. Chi ch'hana postu su fogu Malaittu cuddu logu Cun su zappu e cun s'aradu Chi criat tale zenìa Penat tota sa die, A ora de mesudie Issos inoghe incontràna Si zibat de solu pane. Vantaggiosos imeneos, Mezzus paschidu est su cane Pro issos fint sos impleos, De su Barone, in zittade, Pro issos sint sos onores, S'est de cudda calidade Sas dignidades mazores Chi in falda solent portare. De cheia, toga e ispada: Et a su sardu restada Timende chi si reforment Una fune a s'impiccare! Disordines tantu mannos, Cun manizzos et ingannos Sos disculos nos mandàna Sas Cortes han impedidu; Pro castigu e curressione, Et isperdere han cherfidu Cun paga e cun pensione Sos patrizios pius zelantes, Cun impleu e cun patente; Nende chi fint petulantes In Moscovia tale zente Et contra sa monarchia Si mandat a sa Siberia Pro chi morzat de miseria, Ai caddos ch'in favore Però non pro guvernare De sa patria han peroradu, Chi s'ispada hana ogadu Intantu in s'insula nostra Pro sa causa comune, Numerosa gioventude O a su tuju sa fune De talentu e de virtude Cheriant ponner meschinos. Ozïosa la lassàna: O comente a Giacobinos E si algun 'nd'impleàna Los cheriant massacrare. Chircaiant su pius tontu Pro chi lis torrat a contu Però su chelu hat difesu cun zente zega a trattare. Sos bonos visibilmente, Atterradu bat su potente, Si in impleos subalternos Ei s'umile esaltadu, Algunu sardu avanzàna, Deus, chi s'est declaradu In regalos non bastada Pro custa patria nostra, Su mesu de su salariu, De ogn'insidia bostra Mandare fit nezessariu Isse nos hat a salvare. Caddos de casta a Turinu Et bonas cassas de binu, Perfidu feudatariu! Cannonau e malvasia. Pro interesse privadu Protettore declaradu De dare a su piemontesu Ses de su piemontesu. Sa prata nostra ei s'oro Cun issu ti fist intesu Est de su guvernu insoro Cun meda fazilidade: Massimu fundamentale, Isse papada in zittade Su regnu andet bene o male

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No lis importat niente, Una rughitta in pettorra Antis creen incumbeniente Una giae in su traseri; Lassarelu prosperare. Pro fagher su quarteri Sa domo has arruinodu, S'isula hat arruinadu E titolu has acchistadu Custa razza de bastardos; De traitore e ispia. Sos privilegios sardos Issos nos hana leadu, Su chelu non faghet sempre Dae sos archivios furadu Sa malissia triunfare, Nos hana sas mezzus pezzas Su mundu det reformare Et che iscritturas bezzas Sas cosas ch 'andana male, Las hana fattas bruiare. Su sistema feudale Non podet durare meda? De custu flagellu, in parte, Custu bender pro moneda Deus nos hat liberadu. Sos pobulos det sensare. Sos sardos ch'hana ogadu Custu dannosu inimigu, S'homine chi s 'impostura E tue li ses amigu, Haiat già degradadu O sardu barone indignu, Paret chi a s'antigu gradu E tue ses in s'impignu Alzare cherfat de nou; De 'nde lu fagher torrare Paret chi su rangu sou Pretendat s'humanidade; Pro custu, iscaradamente, Sardos mios, ischidade Preigas pro su Piemonte, E sighide custa ghia. Falzu chi portas in fronte Su marcu de traitore; Custa, pobulos, est s'hora Fizzas tuas tant'honore D'estirpare sos abusos! Faghent a su furisteri, A terra sos malos usos, Mancari siat basseri A terra su dispotismu; Bastat chi sardu no siat. Gherra, gherra a s'egoismu, Et gherra a sos oppressores; S'accas 'andas a Turinu Custos tirannos minores Inie basare dès Est prezisu humiliare. A su minustru sos pes E a atter su... già m 'intendes; Si no, chalchi die a mossu Pro ottenner su chi pretendes Bo 'nde segade' su didu. Bendes sa patria tua, Como ch'est su filu ordidu E procuras forsis a cua A bois toccat a tèssere, Sos sardos iscreditare Mizzi chi poi det essere Tardu s 'arrepentimentu; Sa buscia lassas inie, Cando si tenet su bentu Et in premiu 'nde torras Est prezisu bentulare.

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L'autore, Francesco Ignazio Mannu, era Cavaliere e Magistrato (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari nel 1839). Questo inno, definito da alcuni "La Marsigliese Sarda", è stato scritto in seguito ai drammatici eventi vissuti dal popolo sardo dopo i fatti del 28 aprile 1794, giorno in cui iniziò la rivolta guidata da Giovanni Maria Angioj. Può essere annoverato tra i canti popolari più antichi d'Europa. L'opera è articolata in 47 ottave logudoresi e 375 versi che evidenziano la forte identità del popolo sardo e la sua propensione alla ricerca della democrazia e della giustizia anche attraverso la lotta al potere ingiustificato dei feudatari.Il libercolo del testo venne stampato clandestinamente in Corsica, durante il cosiddetto "triennio rivoluzionario sardo".

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Viva la libertà! Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) Lingua: romanesco Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-liberta

DO FA Viva la libertà! Noi semo l'assertori der libbero pensiero SOL DO Semo tirannicidi, s'armamo de cortello adesso er cielo è nero ma poi se schiarirà. e giù dal piedistallo lì famo ruzzica'! SOL DO Viva la libertà! Viva la libertà! E' l'omo che propone, ma 'r popolo dispone: Qui nun se move foglia che 'r popolo non er cane c'ha 'r padrone ma l'omo nun ce l'ha! voglia Viva la libertà, viva la libertà! chi vo' regna cor boia, da boia morirà!

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Canzone giacobina coniata a Roma al tempo del Papa Re e della calata di Napoleone in Italia.

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L'età dell'imperalismo (1870-1914)

La fine del periodo dei movimenti di unificazione nazionale vede crescere ed esplodere il movimento operaio organizzato in Europa, nelle sue principali anime, quella socialista e quella anarchica. Sono queste ad animare le lotte politiche e popolari in Italia e in Europa: lotte per la terra, per il lavoro, per i diritti, per la libertà. Ma è anche il periodo delle grandi migrazioni verso le Americhe, fenomeno diffuso e doloroso. Tutti elementi e fenomeni che hanno rafforzato la consapevolezza delle classi popolari circa la loro centralità nella storia.

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A morte la casa Savoia Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morte-la-casa-savoia

Re Sol Re A morte la Casa Savoia noi siamo le schiere ribelli, La7 Sol La7 Re bagnata da un'onda di sangue, sorgiamo che giunta è la fin! si sveglia il popol che langue, Sol La7 Re Sol Re sorgiamo che giunta è la fin! si sveglia il popol che langue! La7 A morte il Re e il principin, O ladri del nostro sudore Re La7 a morte il Re e il principin! nel mondo siam tutti fratelli,

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Questa canzone venne cantata in Romagna, a Brisighella (Forlì) nel 1944, dai soldati della Divisione Friuli di Badoglio, tutti ex partigiani della Brigata Bianconcini delle Marche ma anche dai partigiani della "Spartaco Lavagnini" di Firenze. Fonte: G. Lanotte, "Cantalo forte. La Resistenza raccontata dalle canzoni", Nuovi Equilibri Stampa Alternativa 2006.

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Addio Lugano bella di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-lugano-bella

La un dì ne avrai vergogna Addio Lugano bella noi oggi ti accusiamo Mi7 in faccia all'avvenir. o dolce terra mia Noi oggi ti accusiamo cacciati senza colpa in faccia all'avvenir. La gli anarchici van via Cacciati senza tregua Mi7 andrem di terra in terra e partono cantando a predicar la pace La ed a bandir la guerra con la speranza in cuor. la pace tra gli oppressi, Mi7 la guerra agli oppressor. E partono cantando La pace tra gli oppressi La la guerra agli oppressor. con la speranza in cuor. Elvezia il tuo governo Ed è per voi sfruttati schiavo d'altrui si rende per voi lavoratori d'un popolo gagliardo che siamo incatenati le tradizioni offende al par dei malfattori e insulta la leggenda eppur la nostra idea del tuo Guglielmo Tell. è solo idea d'amor. E insulta la leggenda Eppur la nostra idea del tuo Guglielmo Tell. è solo idea d'amor. Addio cari compagni Anonimi compagni, amici luganesi amici che restate addio bianche di neve le verità sociali montagne ticinesi da forti propagate i cavalieri erranti è questa la vendetta son trascinati al nord. che noi vi domandiam. I cavalieri erranti E questa la vendetta son trascinati al nord. che noi vi domandiam. [Vittorio Emanuele, Ma tu che ci discacci figlio di un assassino con una vil menzogna Evviva Gaetano Bresci repubblica borghese che uccise Umberto I]

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Canto scritto in carcere da Pietro Gori, quando fu costretto, insieme ad altri dodici fuoriusciti italiani, a lasciare la Svizzera per motivi politici.

La data si riferisce all'arresto di Pietro Gori.

La musica è di origine popolare toscana.

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Addio, bella, addio! di Andrea Costa Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-bella-addio

Re tanto fatto ci hanno soffrir, Addio, bella, addio, che morire di fame o di piombo La7 di piombo o di fame, è tutt'un morir. alla morte incontro si va; Re La bandiera è già spiegata, e se non partissi anch'io, né mai più la ripiegherem; Mim La7 Re o con essa otterem la vittoria, sarebbe una vil - tà! o intorno ad essa noi morirem. La7 Re E se non partissi anch'io, Non pianger, mio tesoro, Mim-La7 Re se alla morte incontro si va: sarebbe una vil - tà! non moriamo per nuovi padroni, moriamo invece per l'umanità! Ci hanno tanto martoriato,

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"Parodia" socialista della canzone risorgimentale di Carlo Bosi Addio mia bella addio, che si può ascoltare qui http://www.youtube.com/watch?v=3_abCVrLiNw

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Amore ribelle di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-ribelle

Re Ci han chiamati malfattori All'amor tuo fanciulla Ma noi siam lavoratori La7 Re Che padroni non vogliam. Altro amor io preferìa E' un ideal l'amante mia Dei ribelli sventoliamo La7 Re Le bandiere insanguinate A cui detti braccio e cor. E innalziam le barricate Per la vera libertà. La7 Re Il mio cuore aborre e sfida Se tu vuoi fanciulla cara La7 Re Noi lassù combatteremo I potenti della terra E nel dì che vinceremo La7 Re Braccio e cor ti donerò. Il mio braccio muove guerra La7 Re Se tu vuoi fanciulla cara Al codardo e all'oppressor. Noi lassù combatteremo E nel dì che vinceremo Perché amiamo l'uguaglianza Braccio e cor ti donerò.

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Sull’aria de “L’inno dei nichilisti”. Di “Amore ribelle”, che è pure conosciuta come “Canzonetta del libero amore”, esistono altre incisioni pubblicate su melodie differenti.

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Bandiera rossa Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandiera-rossa

Re Rivoluzione noi vogliamo far Avanti o popolo alla riscossa Rivoluzione noi vogliamo far La7 Re Evviva il comunismo e la libertà Bandiera rossa, bandiera rossa Re Degli sfruttati, l'immensa schiera Avanti o popolo alla riscossa La pura innalzi rossa bandiera, La7 Re La7 Re O proletari, alla riscossa Bandiera rossa trionferà Bandiera rossa trionferà

Re La7 Bandiera rossa la trionferà ... Bandiera rossa la trionferà Re Dai campi al mare, alla miniera, Bandiera rossa la trionferà All' officina, chi soffre e spera, Sol Sia pronto, è l'ora della riscossa. Bandiera rossa la trionferà Bandiera rossa trionferà Re La7 Re Evviva il comunismo e la libertà Bandiera rossa la trionferà ...

Avanti popolo tuona il cannone Non più nemici, non più frontiere, rivoluzione rivoluzione Lungo i confini rosse bandiere. avanti popolo tuona il cannone O comunisti alla riscossa rivoluzione vogliamo far Bandiera rossa trionferà

Rivoluzione noi vogliamo far Bandiera rossa la trionferà ...

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"...Bandiera rossa è l'unico inno della classe operaia che possa considerarsi come un vero canto popolare di tradizione orale" (Cesare Bermani) Trae infatti origine dalle linee melodiche di due canzoni popolari lombarde, usate anche per altri canti di protesta (Povre filandere), risalendo, anche per il testo, sino ai canti garibaldini e repubblicani.

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Battan l'otto Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/battan-lotto

Fam Do7 Fam rosse son le bandiere Battan l'otto ma saranno le nove, ma verrà qui' giorno della rivoluzione Do7 Fam infame società, dovrai pagare. i miei figlioli ma son digiuni ancora Sibm Verrà qui' giorno della rivoluzione, ma viva il coraggio, verrà qui' giorno che la dovrai pagare Fam ma verrà qui' giorno ma chi lo sa portare della rossa bandiera Do7 Fam infame società, dovrai pagare. infame società, dacci mangiare. Bella è la vita, più bello gli è l'onore Viva il coraggio, ma chi lo sa portare amo mia moglie e la famiglia mia l'anarchia la lo difenderebbe ma viva i' coraggio, ma viva il coraggio, ma chi lo sa portar ma chi lo sa portare infame società, dacci mangiare. i miei bambini han fame, chiedono pane. Dei socialisti è pieno le galere, Anch'io da socialista mi voglio vestire bada governo, infame maltrattore bello gli è i' rosso, ma verrà qui' giorno della rivoluzione infame società, dovrai pagare.

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Questo canto si riferisce probabilmente agli scioperi del 1907 delle acciaierie di Terni.

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Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti] Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: romanesco Tags: anarchici, anticlericali Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bevi-bevi-compagno-la-canzone-che-ammazza-li-preti

Do Do "Bevi, bevi compagno Se nasce l'anarchia Sol7 Do Sol7 sennò t'ammazzerò" un bel pranzo s'ha da fa

"Nun m'ammazza compagno tutto vitella e manzo Sol7 Do Do Sol7 Do che adesso beverò" se duimo da magnà (duimo da magnà)

Mentre il compagno beve E fritarelle di monache la canteremo, la canteremo. preti e frati spezzati Mentre il compagno beve l'ossa de 'sti maiali la cantaremo larillerà ai cani s'ha da dà

Fa Do E le chiese son botteghe La la la la Li preti son mercanti Sol7 Do Vendono madonne e santi La canzone che ammazza li preti e a noi ce credono vecchi poveri e ignoranti Fa Do vecchi poveri e ignoranti La la la la Sol7 Do La la la la 'mazza monache, preti e fra'! La canzone che ammazza li preti La la la la La la la la 'mazza monache, preti e fra'! La canzone che ammazza li preti La la la la La la la la 'mazza monache, preti e fra'! La canzone che ammazza li preti La la la la 'mazza monache, preti e fra'!

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Si trova in "Quando nascesti tune", del Canzoniere del Lazio, 1974

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Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori] (1886) di Filippo Turati Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-lavoratori-inno-dei-lavoratori

La Mi7 La Lo strumento del lavoro Su fratelli, su compagne, nelle mani dei redenti Mi7 spenga gli odii e fra le genti su, venite in fitta schiera: chiami il dritto a trionfar. La Mi7 La sulla libera bandiera Il riscatto del lavoro... Mi Si Mi splende il sol dell'avvenir. Se divisi siam canaglia, Re La stretti in fascio siam potenti; Nelle pene e nell'insulto sono il nerbo delle genti Re Do#7 quei che han braccio e che han cor. ci stringemmo in mutuo patto, Sim Mi La Ogni cosa è sudor nostro, la gran causa del riscatto noi disfar, rifar possiamo; Sim Mi La la consegna sia: sorgiamo niun di noi vorrà tradir. troppo lungo fu il dolor.

Re La7 Re Il riscatto del lavoro... Il riscatto del lavoro La Maledetto chi gavazza dei suoi figli opra sarà: nell'ebbrezza dei festini, Sol Re fin che i giorni un uom trascini o vivremo del lavoro senza pane e senza amor. La 7 Re o pugnando si morrà. Maledetto chi non geme dello scempio dei fratelli, Sim Fa#7 chi di pace ne favelli o vivremo del lavoro sotto il pie dell'oppressor. Sim Fa#7 o pugnando si morrà. Il riscatto del lavoro... Mim La Re o vivremo del lavoro I confini scellerati La Re cancelliam dagli emisferi; o pugnando si morrà. i nemici, gli stranieri non son lungi ma son qui. La risaia e la miniera ci han fiaccati ad ogni stento Guerra al regno della Guerra, come i bruti d'un armento morte al regno della morte; siam sfruttati dai signor. contro il dritto del del più forte, forza amici, è giunto il dì. I signor per cui pugnammo ci han rubato il nostro pane, Il riscatto del lavoro... ci han promessa una dimane: la dima si aspetta ancor. O sorelle di fatica o consorti negli affanni Il riscatto del lavoro... che ai negrieri, che ai tiranni deste il sangue e la beltà. L'esecrato capitale nelle macchine ci schiaccia, Agli imbelli, ai proni al giogo l'altrui solco queste braccia mai non splenda il vostro riso: son dannate a fecondar. un esercito diviso la vittoria non corrà.

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Il riscatto del lavoro... Su fratelli, su compagne, tutti i poveri son servi: Se eguaglianza non è frode, cogli ignavi e coi protervi fratellanza un'ironia, il transigere è viltà. se pugnar non fu follia per la santa libertà; Il riscatto del lavoro...

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La musica fu composta dal maestro Amintore Galli e la prima esecuzione pubblica avvenne a Milano il 27 marzo 1886 nel salone del Consolato operaio in via Campo Lodigiano ad opera della Corale Donizetti. L'inno ebbe subito una grandissima diffusione e fu tra i più amati dai lavoratori italiani.(Riccardo Venturi)

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Carabina 30-30 Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carabina-30-30

Re La7 Re Carabina 30-30 por los habitantes de nuestra naciòn. Re que los rebeldes portaban Gritaba Francisco Villa, La7 "¿dònde te hallas, Argumedo? y decàan los maderistas Ven, parate aquà adelante, Re tຠque nunca tienes miedo". que con ellas no mataban. Con mi 30-30 me voy a marchar...

La7 Ya nos vamos pa' Chihuahua, Con mi 30-30 me voy a marchar ya se va tu negro santo, Re si me quebra alguna bala a engrosar las filas de la rebeliòn, ve a llorarme al camposanto. La7 Con mi 30-30 me voy a marchar... si mi sangre piden, mi sangre les doy

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Caviam caviam Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: miniera Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caviam-caviam

Re La7 Re Caviam cantando, caviam la fossa marciran forse sotto le frane La7 Re Sol Re dove c’è un nero tozzo di pane Pei ricchi il biondo oro cerchiam La7 Re La7 Re qui dove un giorno, le nostre ossa caviam cantando, caviam, caviam

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Di questo canto sembra che non esistano pubblicazioni e tanto meno registrazioni precedenti all'attuale. Il canto l'ho appreso da Franco Coggiola, ricercatore dell'Istituto Ernesto De Martino. Amava cantarlo in auto quando lo accompagnavo, dopo le prove, nella sua abitazione di viale Monza. Di certo è un documento frutto della sua ricerca in una delle regioni in cui si estraeva un tempo il prezioso metallo.

In Italia esiste una zona aurifera attorno al Monte Rosa con miniere un tempo sfruttate a Pestarena e Vanzone in Valle Anzasca; ad Alagna, Rimella e Fobello in Valsesia e perfino appena sotto i ghiacciai del Monte Rosa in località "Le Pisse". Ora le miniere italiane, sono tutte chiuse. L’ultima a cessare è stata quella di Pestarena, nel 1961.

Sono presenti miniere d'oro anche nella Valle Antrona, anche se gli ingressi ora sono chiusi, esiste ancora il vecchio villaggio di minatore a 1700 metri e a valle c'è la fabbrica dove veniva lavorato il materiale estrattivo.

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Che cosa vogliamo Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/che-cosa-vogliamo

La La grande famiglia dell'umanità Noi siamo da secoli calpesti e derisi Re La Mi7 Non più vagabondi che sfrutta con loro perchè siam pecore, perchè siam divisi Re Mi7 La La la razza dei ladri dispersa sarà ma un giorno, sia presto, faremo l'unione Mi7 allora i padroni avran da pensar Vogliamo che la terra sia patria di tutti che chi lavora raccolga i suoi frutti Re Mi7 La E noi dai signori siam sempre sfruttati Giuriam giuriam, padron non ne vogliamo ci han sempre rubato il nostro sudor Re La Vogliamo la pace, la scienza, il lavoro Giuriam giuriam... Re Mi7 La

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Nel "Canzoniere sociale illustrato di vari autori" di A. Frizzi, Edizioni popolari, 1908, questo canto è attribuito a Eusebio Bordel Marchetti (Desana Vercellese, 1871-?), membro della direzione del Partito Socialista e fondatore, nel 1901, della Federazione dei lavoratori del legno. A commento di una versione raccolta nel 1960 da Jona e Liberovici, l'informatore Camillo Cerrati dichiarato di aver ascoltato per la prima volta questa canzone nel 1901.

Viene anche cantata sull'aria dell'Inno di Mameli, come parodia dello stesso.

Fonte: E. Jona, S. Liberovici, F. Castelli, A. Lovatto, "Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi, Donzelli 2008.

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Chiantu de l'emigranti Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: calabrese Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiantu-de-lemigranti

Lam Rem Sol7 Do Lam Nun so' funtane, no, ma fele e tassu, Strada mia abbandunata, mo te lassu tassu che m'entassau la vita mia. Rem Mi7 Lam Io partu pe' l'America luntana, chiagnennu me ne vaju le vie vie. nun sacciu adduje me porta la fortuna. Lam Rem Sol7 Do Lam O quanti passi che da tia m'arrassu, Sant'Antuone mio fallo venire Rem Mi7 Lam e non mi fa' pigliare cchiu de pena! tante funtane faru l'uocchie mie.

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Si tratta di un canto d'addio raccolto da Daisy Lumini a Cosenza, dalla voce di una vecchia contadina.Si riferisce alle migrazioni intercontinentali dell'800 ed esprime il dolore di un emigrante che abbandona la sua terra per cercare fortuna in America.la "risposta"è l'invocazione di chi resta al paese d'origine,affinchè la persona amata presto ritorni. da "Canti dell'emigrazione" di Savona-Straniero.

Discografia: Le canzoni degli emigranti Vol 2°

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Dimmi bel giovane Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dimmi-bel-giovane

Re La7 il tempo è dei filosofi Dimmi bel giovane Re La casa è di chi l'abita onesto e biondo La7 La7 è un vile chi lo ignora dimmi la patria Re il tempo è dei filosofi tua qual'è Re La7 Re la terrà è di chi la lavora. tua qual'è

Adoro il popolo Addio mia bella la mia patria è il mondo casetta addio il pensier libero madre amatissima è la mia fe' e genitor è la mia fe' e genitor

Re Io pugno intrepido La casa è di chi l'abita per la comune La7 come Leonida è un vile chi lo ignora saprò morir saprò morir il tempo è dei filosofi Re La casa è di chi l'abita...

La casa è di chi l'abita...

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L. Settimelli ha avuto il pregio di raccogliere questo canto a Lastra Signa (Fi) attraverso Donato Settimelli il quale ricorda di averlo conosciuto dopo la guerra del 1915-18. In effetti il brano non è riportato in alcuna stampa di canzonieri anarchici o socialisti d’inizio secolo consultati; né lo riporta il Canzoniere Sociale che dal secondo dopoguerra è forse il canzoniere anarchico più completo. Nella discografia degli anni ’70 è riportato, come autore del testo, un “anonimo”; altri ancora fanno risalire, erroneamente, il testo a Pietro Gori. Per fare finalmente e definitivamente chiarezza sulla vera origine del canto bisognerà attendere lo studio di Franco Bertolucci (“Anarchismo e lotte sociali a Pisa. 1871-1901”, Pisa, BFS, 1988) che riporta alla luce alcuni fatti storici di indubbio interesse. Fra questi il canto che oggi è noto col titolo “Dimmi bel giovane” che altro non è se non una poesia dell’internazionalista pisano Francesco Bertelli, stampata nel 1873 presso la tipografia Citi, dal titolo “Dimmi buon giovine. Esame d’ammissione del volontario alla Comune di Parigi”. Dunque il testo è stato scritto in ricordo della Comune di Parigi del 1871 e solo successivamente è stato stampato. Il testo della poesia è molto più lungo e articolato (ventidue strofe) rispetto a quello tramandato (di sole quattro strofe), con il ritornello (“La casa è di chi l’abita un ladro chi l’ignora. La terra pei filosofi è di chi la lavora”) un po’ modificato ma profondamente diverso nel significato politico che è l’incipit della poesia del Bertelli.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

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E la mi' mamma Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: toscano Tags: femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-mi-mamma

Lam Mi Lam Lam E la mi' mamma la me lo diceva: cuna. Mi Lam piglià marito e nun sarà ma'bene; Quando ti credi d'andartene a dormire, Rem Sol Do piglialo l'ago e mettiti a cucire, andare a letto al lume della luna quando ti credi di andartene a letto Lam Mi piglia il bambino e mettetelo al petto. il piatto in grembio e il piede sulla

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Ninna nanna raccolta da Caterina Bueno nel Senese, che ripropone la rabbia e la fatica per la condizione femminile espressa soltanto nel privato e nell'intimità del rapporto con i figli piccoli.

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E per la strada Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-strada

Do Sol7 Essi non fuggono, forti del loro ardir; E per la strada gridavan i scioperanti; i figli del lavoro son pronti anche a Do morir, Non più vogliam da voi esser sfruttati; Sol7 Eppur convien restar senza dolore, siam liberi, siam forti e siamo tanti pronti a soffrir la fame e ogni tormento; Do bisogna far tacer pur anche il cuore, e viver non vogliam di carcerati. di madre il puro affetto e il sentimento.

Fa Do Sebbene oppressi e torturati ancor, E nelle stalle più non vogliam morir; noi combattiamo sempre, combatteremo Sol7 Do ognor. è giunta l'ora, siam stanchi di soffrir. E presto il dì verrà che, vittoriosi, Ma da lontano giungono i soldati vedrem la redenzion nell'albeggiare; avanti tutti assieme coi padroni muti staran crumìri e paurosi e contro gli scioperantì disarmati vedendo l'idea nostra trionfare. s'avanzan sguainando gli squadroni. Così il lavoro redento alfin sarà e il sol del socialismo su noi splendera

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Nel 1908 la provincia di Parma fu oggetto di grandi scioperi di contadini e braccianti, che furono costretti a mandare i figli ospiti presso famiglie di compagni di altre città. Il testo è ricavato da un foglio volante dell'epoca, la musica è di anonimo.

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E verrà il dì che innalzerem le barricate (1926) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-verra-il-di-che-innalzerem-le-barricate

Sol E verrà il dì che innalzerem le barricate Prona la fronte sotto il peso del lavoro e tu borghese salirai alla ghigliottina Re7 per quanto fosti sordo alle stremate piegato a corda è lo scudiscio del potente grida di chi morìa nell'officina purchè la gioia dia a chi vive nell'oro Pei nostri figli fino all'ultimo momento Sol contro te vile borghesia combatteremo senza dimani il lavorator morente. su da forti pugnam per la lotta final Siam nel dolore di un schiavitù tiranna l'Anarchia salutiam. uniti insieme da sacramental promessa sulla terra del duol, tutti pronti a morir In questa notte... alla luce del sol. E redentrice... Sol In questa notte E verrà il dì che innalzerem le barricate Re7 e tu borghese salirai alla ghigliottina di tenebre secolari per quanto fosti sordo alle stremate grida di chi morìa nell'officina il nero drappo Sol Pei nostri figli fino all'ultimo momento sventola su un carro di fuoco contro te vile borghesia combatteremo su da forti pugnam E redentrice per la lotta final Re7 l'Anarchia salutiam. una marcia, sian proletari Do Sol l'anarchica gloria In questa notte... Re7 Sol alla nuova umanità. E redentrice...

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Noto anche come Inno dei giovani libertari, Inno delle barricate o Marcia proletaria. (S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta, 2009.)

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El mayor de los dorados Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-mayor-de-los-dorados

Do ayaaay, Fui soldado de Francisco Villa hoy recuerdo los tiempos pasados de aquel hombre de fama inmortal de aquellos dorados que yo fui mayor. Fa que aunque estuvo sentado en la silla Mi caballo que tanto montaba no envidiara la presidencial. en Jiménez la muerte alcanzó Sol una bala que a mí me tocaba Ahora vivo allá por la orilla a su cuerpo se le atravesó. recordando aquel tiempo inmortal, Al morir de dolor relinchaba Sol7 por la patria la vida entregó ayaaay, ayaaay, Do al morir de dolor relinchaba ahora vivo allá por la orilla cómo le lloraba cuando se murió. Sol DO recordando a Villa allá por Parral. Pancho Villa te llevo grabado en mi mente y en mi corazón Yo fui uno de aquellos dorados y aunque a veces me vi derrotado que con tiempo llegó a ser mayor por las fuerzas de Álvaro Obregón en la lucha quedamos lisiados siempre anduve como fiel soldado defendiendo la patria y honor. hasta el fin de la revolución Hoy recuerdo los tiempos pasados ayaaay, que peleamos con el invasor siempre anduve como fiel soldado que tanto ha luchado al pie del cañón.

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Figli della plebe Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-della-plebe

La Si7 Al grido di rivoluzion social O figli oppressi di plebe in catena Mi7 La La Tanta ingiustizia dovrà ben finir Vendetta ognor dobbiam voler Sim Do#7 Fa#m Se nostra vita è un calvario di pena solo l'union la potrà ottenere La Mi7 La Sim Mi7 La Anziché schiavi è più fiero morir vessillo ner trionferà Fa#m Sim Fa#m Re Mi7 La Gli eroi borghesi ai superbi agli avari e il vil borghese morrà morrà Do#7 Fa#m Che mal dispregian l'umanità Se in petto un cuor all'unisono batte Sim Fa#m per una causa d'amore e di ben Saran dispersi da noi libertari se con ardore e con fe' si combatte Sol#7 Do# Mi7 della vittoria la palma otterrem All'alto grido di libertà O proletario la vil borghesia La dovrai sfidar con dignità Vessillo ner non più soffrir dovrai dei ricchi troncar m Sim la lor malvagia avidità Lo sfruttamento si danni a perir La Popolo in piè per l'ideal Vessillo ner.... Mi7 La La Vendetta ognor dobbiam....

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Vedi l'originale spagnolo:

Hijos del pueblo

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Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato] di Carlo Vita Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gia-allo-sguardo-il-ritorno-dellesiliato

Lam Mi di vederlo il mio popol redento, già allo sguardo mi apparve la terra e nel mio petto l'amore albergavo, Lam non dell'odio il terribil tormento. tra gli albori di un sole nascente

Nel vederla Dell'amore Mi dell'amore la colpa espiai nel vederla il mio cuore si serra e dall'isola infame ritorno Lam ma la fede nel mio petto mi balza fremente. ma la fede che ho sempre nel cuore la riservo in un triste soggiorno. Do Sol7 Do Tra le nebbie lontane lontane Fra un istante avrò il piede posato Mim Lam nella terra ove nacqui ed amai già discorgo del porto i fanali e ove il duolo e la gioia provai Solm Do dove tante memorie lasciai. non più lungi dal bel suolo toscano Solm Do Potrò alfine che fu patria di tanti immortali. potrò alfine ristringere al seno la mia sposa e i miei figli adorati Perché mai ma l'amplesso perché mai da te sto lontano ma l'amplesso più puro e sereno fui esiliato, qual colpa commisi? gioirò tra questi esseri amati. Perché mai perché mai sì potente la mano Ma per sempre la fede e il cuore mi strappò dai più dolci sorrisi? serberò per chi soffre e chi geme ma l'ideale di pace e d'amore Tra il lavoro e l'amore sognavo sarà sempre la sola mia speme.

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Attribuito da alcuni (erroneamente) a Pietro Gori, Il canto è noto anche con il titolo "Il ritorno dell'esiliato", anche se probabilmente si tratta del ritorno di un carcerato politico in qualche isola dell'arcipelago toscano. (Riccardo Venturi)

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Gli anarchici noi siamo di Milano (1920) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-anarchici-noi-siamo-di-milano

Re La7 Per la bandiera nostra in ogni terra Gli anarchici noi siamo di Milano Noi lotteremo con nuova energia Re Abbiam da rinnovar la nostra guerra E dei borghesi non abbiam paura E vincerla nel nome dell'anarchia LA7 Fanno gli arditi con le bombe a mano Urlerà la dinamite Re Getterem le nostre vite Carabinieri e guardie di questura Farem sul serio L'esempio ce lo dan Bresci e Caserio La7 Re Ma noi abbiamo forze unite La nostra storia è storia di vendetta La7 Re Contro una classe rea di ogni delitto Il pensier la dinamite Contro una società ch'è maledetta La7 Alla vita ha negato ogni diritto Ed il pugnale Re Seminando la tempesta La fiamma agitiam di un'ideale Rugge già sulla sua testa Il gran ciclone Gli anarchici non hanno guerreggiato Che si chiama sociale rivoluzione Per gli interessi della borghesia Oltre i confini abbiamo disertato Hanno versato il sangue a fiotti a rivi Sfidando la più atroce tirannia Per questa infame guerra della morte Molti soldati son restati vivi Troppi estranei in un conflitto Di ribellione la massa più forte Tra la forza ed il diritto Bomba a mano dinamite E le frontiere Banclastite balistite Vogliamo unire tutte le bandiere Farem la festa Che ad ogni mal taglierà la testa

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Il canto viene fatto risalire al periodo subito dopo la Prima Guerra Mondiale per i riferimenti al conflitto presenti nel testo (e anche alla diserzione); ma potrebbe essere plausibile anche farla risalire al 1921, nel corso del conflitto degli Arditi del popolo e gli Arditi d'Italia ("Fanno gli arditi con le bombe a mano Carabinieri e guardie di questura ").

Cesare Bermani attribuisce a questo canto la melodia popolare romanesca del "Sor Capanna", mentre Santo Catanuto ritiene più plausibile la melodia di "Porta Romana bella", con i ritornelli sulla melodia di quelli di "Stornelli d'esilio".

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta, 2009.

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Gli scariolanti Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-scariolanti

Do che vanno a lavorar. A mezzanotte in punto Sol7 A mezzanotte in punto si sente un grande rumor si sente una tromba suonar sono gli scariolanti lerì lerà sono gli scariolanti lerì lerà che vanno a lavorar. Do che vengono al lavor. Volta, rivolta...

Do Gli scariolanti belli Volta, rivolta son tutti ingannator Sol7 vanno a ingannar la bionda lerì lerà e torna a rivoltar. per un bacin d'amor.

noi siam gli scariolanti lerì lerà Volta, rivolta... Do

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La canzone si riferisce al reclutamento della manovalanza per i lavori della bonifica della Romagna (1880): la mezzanotte della domenica il caporale suonava il corno e i braccianti correvano con le carriole verso il podere. I primi ad arrivare venivano assunti per tutta la settimana, gli altri dovevano aspettare disoccupati sino alla domenica successiva.

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Guarda giù dalla pianura Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-giu-dalla-pianura

Do Facce nere mani callose Guarda giù dalla pianura son gli stemma degli operai Sol Do Nelle miniere scaviamo l'oro le ciminiere non fanno più fumo nelle soffitte ci manca il pan

I padroni dalla paura E fate presto rivoluzione Sol Re7 Sol che noi siam stanchi ma di soffrir son compagnati dai carabinier

Fa Do Avanti popolo alla riscossa A centinaia ne sono usciti Sol7 Sol Re7 Sol Bandiera rossa trionferà gli operai dal loro lavor Fa Do Fa Do Bandiera rossa trionferà E hanno ingaggiato una gran battaglia Sol7 Do Sol7 Do Evviva il socialismo e la libertà ma per distruggere il capital Fa Do Sol7 Do Evviva il socialismo e la libertà

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Guarda là 'n cula pianura Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: piemontese Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-la-n-cula-pianura

La Re La Guarda là 'n cula pianura, sa l'è 'na cosa straurdinaria Mi Mi La le ciminéie fan pì nèn füm i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an La tüt l'an i la fan fan pì nèn füm Re La La sa l'è 'na cosa straurdinaria Guarda là 'n cula pianura, Mi La Mi i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an le ciminéie fan pì nèn füm La tüt l'an i la fan fan pì nèn füm

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Una delle molte versioni di questa canzone, attribuita per altro a diversi autori, con diverse datazioni, e riferita a svariati contesti di lotte operaie a cavallo tra '800 e '900.

Questa versione è stata raccolta da Roberto Leydi e Amerigo Vigliermo, nel 1972 a Perosa Canavese (TO).

Per ulteriori approfondimenti e altre versioni:

Gustavo Buratti Le canzoni ed un poeta della protesta operaia in piemontese "l'impegno", a. VIII, n. 3, dicembre 1988© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli.

Cesare Bermani Guarda giù an cola pianura Un canto sociale di non razionalizzazione "l'impegno", a. IX, n. 1, aprile 1989© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli.

Gustavo Buratti A Bermani rispondo che... "l'impegno", a. IX, n. 2, agosto 1989© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli.

(Violadelpensiero)

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Il canto della prigione (1890) di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: carcere, anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-della-prigione

Rem Noi soffrimmo, e niun ci volse Quando muore triste il giorno, un conforto, o porse aita La7 niuno il cor ci ritemprava e ne l'ombra è la prigione a le pugne de la vita. de' reietti e de' perduti Rem Noi cademmo, e giù sospinti intuoniamo la canzone. rotolammo per la china, supplicammo, e de li sdegni La canzone maledetta ci travolse la ruina. che ne' fieri petti rugge, affocata da la rabbia Or, crucciosi e senza speme che c'infiamma e che ci strugge. qui da tutti abbandonati, maledetto abbiamo l'ora La canzon che di bestemmie ed il giorno in cui siam nati. e di lacrime è contesta; la canzone disperata Ma su voi, che luce e pane de l'uman dolore è questa. a noi miseri negaste, e caduti sotto il peso Noi nascemmo e fanciullini de la croce c'insultaste; per il pane abbiam lottato, senza gioia di sorrisi Sopra voi di questo canto sotto un tetto sconsolato. che ne l'aura morta trema, come strale di vendetta si rovescia l'anatema.

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Il canto è ripreso dalle opere di Pietro Gori, che ne ha scritto i versi nel penitenziario di S.Giorgio [a Lucca, ndr] il 20 settembre 1890. È lo stesso Gori che ci fornisce alcune note: 'Coteste strofe mi furono suggerite da una serie di stornelli improvvisati, sul far di una sera, da un recluso, e dei quali giungeanmi le imprecazioni roventi sulle cadenze strascicate di una melodia popolare volgarissima, che avevo tante volte udita per le vie e sulle piazze delle città di Toscana. Il triste cantore era stato condannato, pochi dì innanzi, all'ergastolo per omicidio premeditato." Con buona probabilità la melodia utilizzata dal carcerato citato da Pietro Gori è la stessa del tradizionale stornello toscano Bolli, bolli pentolino, una ninna nanna presa spesso a modello per canzoni scurrili. Sotto tale veste melodica il brano è stato ascoltato negli anni settanta dalla voce di Silvano Secchiari, e in tale veste è inserito nel repertorio di S. Catanuto. Il penitenziario di S.Giorgio, a sistema cellulare con l'obbligo del lavoro, raccoglie diverse centinaia di detenuti e il lavoro riguarda prevalentemente i tessuti.

(S. Catanuto, F. Schirone - "Il canto Anarchico in Italia" - 2001 ed. Zero in condotta)

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Il crak delle banche (1896) di Ulisse Barbieri Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-crak-delle-banche

Re La7 erano tutti quanti malfattori; -- crak! S'affondano le mani nelle casse -- crak! gli onesti sono loro: i Cuciniello, Re Pelboux, Giolitti, Crispi e Lazzaroni. si trovano sacchetti pieni d'oro -- crak! La7 I nostri governator... e per governare, come fare? Noi siam tre, ladri tutti e tre, Re che per aver rubato Rubar, rubar, rubar, sempre rubare! ci han fatto cugini del re. La7 Re I nostri governator son tutti malfattor, Se rubi una pagnotta a un cascherino La7 Re [-- crak ci rubano tutto quanto per farci da tutor. te ne vai dritto iii cella senza onore La7 Re [-- crak! Noi siam tre celebri ladron se rubi invece qualche milioncìno La7 Re ti senti nominar comnìendatorc. che per aver rubato ci han fatto senator. I nostri governator... Mazzini, Garibaldi e Masaniello -- crak! Noi sìam tre celebri ladron che per aver rubato ci han fatto senator.

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Il canto si riferisce allo scandalo della Banca Romana del 1893 e venne pubblicato nel 1896 sulla rivista L'Asino.

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Il feroce monarchico Bava Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-feroce-monarchico-bava

Sol Do Sol Deh, non rider, sabauda marmaglia: Alle grida strazianti e dolenti Se il fucile ha domato i ribelli, Re7 Sol Se i fratelli hanno ucciso i fratelli, Di una folla che pan domandava, Sul tuo capo quel sangue cadrà. Do Sol Il feroce monarchico Bava La panciuta caterva dei ladri, Re7 Sol Dopo avervi ogni bene usurpato, Gli affamati col piombo sfamò. La lor sete ha di sangue saziato In quel giorno nefasto e feral. Furon mille i caduti innocenti Sotto il fuoco degli armati caini Su, piangete mestissime madri, E al furor dei soldati assassini: Quando scura discende la sera, "Morte ai vili!", la plebe gridò. Per i figli gettati in galera, Per gli uccisi dal piombo fatal.

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Canzone nata in occasione dei tumulti di Milano del 6, 7, 8, 9, maggio1898 e della spietata repressione dell'esercito.Bava Beccaris, generale dell'esercito, in occasione dei "moti del pane" sparò sui dimostranti con il cannone. Alcuni parlarono di 127 morti, altri, tra cui i giornali, contarono 500 vittime.

Il generale fu premiato dal re Umberto I (re "buono") con la croce di Grand Uffciale dell'ordine militare dei Savoia. (maria rollero)

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Il lunedì dei parrucchieri Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-lunedi-dei-parrucchieri

La Mi7 pa. Lunedì dei parrucchieri, oggi non si lavora: La Giovedì degli scolari, oggi si fa vacanza: non si fa barba e capelli, nemmeno per fra le mura famigliari, oggi si fa la danza. un'ora. Operai che tutti siete fate così: La7 Re Per solidarietà è doloroso per chi lavora Operai che tutti siete fate così: Per solidarietà, gnanca al giobia travaio La Mi7 La pa. Per solidarietà è doloroso per chi lavora Re La Mi7 La Venerdì giorno di Venere, giorno per far Per solidarietà, gnanca al lunes travaio pa. l'amore: cala giù dio flip Carmela, che ti trafiggo il cuore. Martedì giorno di Marte, giorno di iettatura non si arriva e non si parte, non si va in Operai che tutti siete fate così: villeggiatura Per solidarietà è doloroso per chi lavora Per solidarietà, gnanca al venner travaio Operai che tutti siete fate così: pa. Per solidarietà è doloroso per chi lavora Per solidarietà, gnanca al martes travaio È arrivato anche il sabato, giorno di gran pa. battaglia: alla moda torinese, oggi non si travaglia. Mercoledì giorno dei ladri, compagni state Operai che tutti siete fate così: all'erta: Per solidarietà è doloroso per chi lavora fate i sogni più leggiadri, non date mai Per solidarietà, gnanca al saba travaio pa. sospetto. La domenica la gente, santifica la festa: Operai che tutti siete fate così: chi lavora onestamente, oggi riposa onesta. Per solidarietà è doloroso per chi lavora Per solidarietà, gnanca al mercul travaio Operai che tutti siete fate così: Per solidarietà è doloroso per chi lavora Per solidarietà, gnanca 'd festa travaia pa.

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Registrato da L' Estorio Drolo nel disco "Che ti trafiggo il cuore", 2003

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Il maschio di Volterra (1900) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-maschio-di-volterra lam mi7 io son rinchiuso qui da ventun anno, E me ne stavo mesto a lavorare, non vo' mori' co i' marchio d'assassino. lam rinchiuso là ni' maschio di Volterra Se gli innocenti li voglion qui serrar, mi7 e i nostri patimenti e un secondin mi viene a salutare chi li compenserà? lam e nella sua la mia destra mi serra. L'hanno riconosciuta la mia innocenza rem or che lo vedi il mio capello è grigio E mi disse: " Allegro, grazia la fanno viva l'adorno cavalier di scienza lam mi7 che ha convertito il bianco con il bigio. a te, tutti i giornali parlano, lam Mondo crudele, che desti luce a me, combattono per te ". fui vittima di agenti di rinnegata fe'. E addio compagni, viva la libertà "La grazia l'accetterò se me la danno, e se ne va il Batacchi, coi miei diritti di buon cittadino: ma non vi scorderà.

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Il canto fa riferimento alla vicenda di Cesare Batacchi, anarchico condannato (innocente) per un attentato a Firenze il 18 novembre 1878 avvenuto durante un corteo monarchico di solidarietà a Umberto I.

(Pardo Fornaciari)

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Il tragico affondamento del Sirio (1906) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tragico-affondamento-del-sirio

Do Sol7 di tanta gente la mi-la misera fin: E da Genova i Sirio partivano padri e madri abbracciava i suoi figli Do che sparivano tra le onde, tra le onde del per l’America varcare, varcare i confin mar. Sol7 e da bordo cantar si sentivano Più di centocinquanta annegati, Do che trovarli nessu-nessuno potrà; tutti allegri del suo, del suo destin. e fra loro un vescovo c’era dando a tutti la sua be-la sua benedizion. Urtò il Sirio un terribile scoglio,

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La ballata fa riferimento al naufragio del piroscafo Sirio, carico di emigranti italiani, verso l'America.

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Inno a Oberdan Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-oberdan

Lam Vogliamo formare una lapide Morte a Franz, viva Oberdan! di pietra garibaldina; Mi7 a morte l'austriaca gallina, Morte a Franz, viva Oberdan! noi vogliamo la libertà.

Lam Rem Morte a Franz, viva Oberdan! Le bome, le bombe all'Orsini, Morte a Franz, viva Oberdan! Mi7 Lam il pugnale, il pugnale alla mano; Vogliamo spezzar sotto i piedi Rem l'austriaca odiata catena; a morte l'austriaco sovrano, a morte gli Asburgo Lorena, Mi7 Lam noi vogliamo la libertà. noi vogliamo la libertà. Morte a Franz, viva Oberdan! Morte a Franz, viva Oberdan! Morte a Franz, viva Oberdan! Morte a Franz, viva Oberdan! Morte a Franz, viva Oberdan!

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Guglielmo Oberdan attentò, senza successo, alla vita di Francesco Giuseppe (Franz) e per questo venne impiccato http://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Oberdan

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Inno abissino di Ulisse Barbieri Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-abissino

La Mi7 La In nome d'un dritto che a noi si contende va fuori stranier La ognun le sue leggi la patria difende Dei nostri deserti son vaste le arene, Sim ruggisce il leone vi urlan le iene i martiri nostri li chiaman spioni e noi del leone più forte il ruggito La ReMi La mandiam per l'immenso deserto infinito con forti e cannoni ci voglion domar. Ruggito di liberi che ai vostri moschetti Mi Si7 baluardo invincibile oppongono i petti Le tende dei nostri son fatte per noi Son cupe le gole dei nostri burroni, Mi saremo legioni la patria a salvar! son là oltremare le case dei tuoi! Va fuori dall'Africa... Su armiamoci a battaglia! Si7 Son pochi mandati! Più ancor ne vogliamo Su armiamoci a legioni migliaia e migliaia mandatene ancora Mi più bella la festa sarà se aspettiamo le forche e i cannoni sapremo sfidar! più grande la strage che anela ogni cuor!

La Mi7 Intorno alle teste recise danzando Va fuori dall'Africa le membra dei corpi col fuoco bruciando La Mi7 troncato col ferro l'anelito estremo Non siamo predoni ancora urleremo "Va fuori stranier"! Coll'odio nell'anima va fuori dall'Africa ancora urleremo va fuor dall'Africa va fuori dall'Africa va fuor dall'Africa va fuori stranier!

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Sulla musica del canto risorgimentale "Inno di Garibaldi" (Jac)

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Inno dei lavoratori del mare di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-lavoratori-del-mare

Do sollevi al patto di redenzion Lavoratori del mar s'intoni quanti sudano solcando l'onda Fa Do per questa al pane sacra tenzon l'inno che il mare con noi cantò mentre marosi gonfi di fronde da che fatiche stenti e cicloni e irose attardan forze il cammin Si Mim noi da la nave scorgiam le prode la nostra errante vita affrontò dove le genti van col destin.

Sol7 Do Su canta o mare l'opra e gli eroi quando con baci d'oro ai velieri tempeste e calme gioia e dolor Mi Lam o mare canta canta con noi l'ultimo raggio di sol morì l'inno di sdegno, l'inno d'amor. Rem Do e giù tra i gorghi de' flutti neri Già da ogni prora che il corso affretta Sol7 Do la evocatrice diana squillò qualcun de' nostri cadde e sparì. e all'alba il grido della vendetta la verde terra già salutò Fa Do Fa Do Su canta o mare l'opra e gli ero - i terra ideale dell'alleanza Solm Do Fa tra menti e braccia giustizia e cor tempeste e calme gioia e dolor salute o porto de la speranza Re Solm Do Fa Do che invoca il mesto navigator. o mare canta canta con no - i Re- Do Fa Su canta o mare l'opra e gli eroi l'inno di sdegno, l'inno d'amor. tempeste e calme gioia e dolor o mare canta canta con noi Canto d'aurore di rabbie atroci l'inno di sdegno, l'inno d'amor. sogni e singhiozzi del marinar raccogli e irradia tutte le voci Noi sugli abissi tra le nazioni che il nembo porta da mare a mar di fratellanza ponti gettiam coi nostri corpi su dai pennoni e soffia dentro le vele forti dell'uomo i nuovi diritti dettiam che al sole sciolse la nostra fè e chiama e chiama da tutti i porti ciò che dai mille muscoli spreme tutta la gente che al mar si die'. con torchi immani la civiltà portiam pel mondo gettando il seme Su canta o mare l'opra e gli eroi che un dì per tutti germoglierà. tempeste e calme gioia e dolor o mare canta canta con noi Su canta o mare l'opra e gli eroi l'inno di sdegno, l'inno d'amor. tempeste e calme gioia e dolor o mare canta canta con noi Solo una voce da sponda a sponda l'inno di sdegno, l'inno d'amor.

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Questo inno era stampato nella penultima di copertina del libretto di navigazione dei marittimi del primo Novecento, e vi rimase per un certo tempo anche sotto il fascismo, informazione di Mario Landini, 1906 -1999, vicesindaco della Liberazione a Livorno sino al 1955, comunicata nel 1997 a Pardo Fornaciari

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Inno dei malfattori (1892) di Attilio Panizza Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-malfattori

La ch'abbiam noi malfattori! Ai gridi ed ai lamenti Mi7 Deh t'affretta a sorgere... di noi plebe tradita, Chi sparge l'impostura la lega dei potenti avvolto in nera veste, La chi nega la natura si scosse impaurita; sfuggiam come la peste; sprezziam gli dei del cielo e prenci e magistrati e i falsi lor cultori, La7 Re del ver squarciamo il velo, gridaron coi signori perciò siam malfattori! Mi7 che siam degli arrabbiati, Amor ritiene uniti La gli affetti naturali, dei rudi malfattori! e non domanda riti né lacci coniugali; noi dai profan mercati Folli non siam né tristi distor vogliam gli amori, né bruti né birbanti, e sindaci e curati ma siam degli anarchisti ci chiaman malfattori! pel bene militanti; al giusto, al ver mirando Deh t'affretta a sorgere... strugger cerchiam gli errori, perciò ci han messo la bando Divise hanno con frodi col dirci malfattori! città, popoli e terre, da ciò gli ingiusti odi La che generan le guerre; Deh t'affretta a sorgere noi, che seguendo il vero, Re gridiamo a tutti i cori o sol dell'avvenir: che patria è il mondo intero, La ci chiaman malfattori! vivere vogliam liberi, Mi7 La Leggi dannose e grame non vogliam più servir. di frodi alti strumenti secondan sol le brame Noi del lavor siam figli dei ricchi prepotenti; e col lavor concordi, dàn pene a chi lavora, sfuggir vogliam gli artigli onor a sfruttatori, dei vil padroni ingordi, conferman poscia ancora che il pane han trafugato che siam dei malfattori! a noi lavoratori, e poscia han proclamato Deh t'affretta a sorgere... che siam dei malfattori! La chiesa e lo stato, Natura, comun madre, l'ingorda borghesia a niun nega i suoi frutti, contendono al creato e caste ingorde e ladre di libertà la via; ruban quel ch'è di tutti. ma presto i dì verranno Che in comun si viva, che papa, re e signori si goda e si lavori! coi birri lor cadranno tal è l'aspettativa per man dei malfattori!

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Allor vedremo sorgere in pace potrem vivere il sol dell'avvenir, e in libertà gioir!

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Si tratta di uno dei canti anarchici più conosciuti ed eseguiti, un vero "manifesto" dell'anarchismo. Conosciuto semplicemente anche come l' "Inno di Panizza", è senz'altro uno dei più conosciuti canti anarchici in lingua italiana. Vi è presente ovviamente anche una componente antimilitarista.

(maria rollero)

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Inno del primo maggio (1892) di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-primo-maggio

Fa Do7 Do7 Fam Do Vieni o Maggio t'aspettan le genti Innalziamo le mani incallite

Fa Sol7 Do Do7 Fam Do ti salutano i liberi cuori e sian fascio di forze fecondo

Fa Do7 Fa Do7 dolce Pasqua dei lavoratori noi vogliamo redimere il mondo

Fa Solm Fa Do Fa Fa Solm Fa Do Fa vieni e splendi alla gloria del sol dai tiranni de l'ozio e de l'or Do Sol7 Do Giovinezze dolori ideali

Do Sol7 Do Sol7 Do Squilli un inno di alate speranze primavere dal fascino arcano

Fa Do Sol Do7 Sol7 Do al gran verde che il frutto matura verde maggio del genere umano

Fa Do7 Sol7 Do a la vasta ideal fioritura date ai petti il coraggio e la fè

Fa Sol-FaDoFa in cui freme il lucente avvenir Do7 Fam Do Do Sol7 Do Date fiori ai ribelli caduti Disertate o falangi di schiavi Do7 Fam Do Sol7 collo sguardo rivolto all'aurora Do dai cantieri da l'arse officine Fa Do7 al gagliardo che lotta e lavora Sol7 Do via dai campi su da le marine Fa Do7 al veggente poeta che muor! Sol7 Do tregua tregua all'eterno sudor!

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L'Inno del Primo Maggio fu scritto da Pietro Gori sulla base della melodia del Va’ pensiero, il coro del Nabucco verdiano, nel 1892, nel carcere milanese di San Vittore dove era stato rinchiuso preventivamente

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Inno dell'internazionale [Inno della pace] (1874) di Stanislao Alberici Giannini Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dellinternazionale-inno-della-pace

Mi La6 Mi Ma un sol grido: morte ai ladri Su leviamo alta la fronte sia dal campo all'officina Fa#m Si7 Mi non più leggi di rapina o curvati dal lavoro non più l'onta del servir. Si7 già sul culmine del monte Pace pace al tugurio del povero... Mi splende il sol dell'avvenir. Sotto vel di patrio amore Si7 gittan l'odio tra fratelli Splende il sol dell'avvenir. ma dovunque è un oppressore Mi un fratello oppresso sta. I superbi eroi dell'oro Do#m Fa#m un fratello oppresso sta. i pastori d'ogni greggia Nostro è il mondo e di novelli Do Si a noi sacri un patto adduce sia nel tempio o nella reggia e quel patto e vita e luce Do Si fratellanza e libertà. fa quell'astro impallidir. Pace pace al tugurio del povero...

Mi Si O giustizia nostra speme Pace pace al tugurio del povero il tuo regno affretta affretta Mi Si è da secoli che geme guerra guerra ai palagi e alle chiese la percossa umanità. Mi non sia scampo all'odiato borghese la percossa umanità. Si7 Mi Ma nel dì della vendetta che alla fame agli stracci insultò. questa plebe ognor tradita come belva inferocita I signori ci han rubato da ogni lato insorgerà. il sudor dei nostri padri le sorelle ci han stuprato Pace pace al tugurio del povero ogni gioia ci rapir. guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese ogni gioia ci rapir. che alla fame agli stracci insultò.

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Il brano risale al 1874-75, anni in cui in varie regioni d'Italia si svilupparono moti indipendentisti e anticlericali. Pier Carlo Masini ha potuto risalire alla genesi dell’inno: al congresso di Mirandola-Bologna della Federazione Italiana dell’Internazionale (15-18 marzo 1873), Tito Zanardelli chiese “un inno del Lavoro, una Marsigliese del Proletariato sublime per musica, concetto e poetica forma, che ravvivi il fuoco dell’entusiasmo nei combattenti della grande lotta, distragga, lenisca per oggi l’operaio nelle sue fatiche, domani lo accompagni di vittoria in vittoria.” Il brano è stato scritto da Stanislao Alberici Giannini sull'aria della Marsigliese e pubblicato per la prima volta sul numero 10 del "Bollettino del movimento sociale" del 1877. Un foglio volante su cui è riportato anche il nome dell'autore è conservato nell'incartamento del processo del 1879 contro 18 internazionalisti imolesi, come capo d'accusa. (KGgB)

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Inno della libertà Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-liberta

Do Do Sol7 Le plebi sotto il giogo del borghese Di pace e libertà glorioso il Sol Sol7 Do Do Languendo stan (x2) risplenderà Fa Do Sol7 Da fame stenti da pellagra offese Di pace e libertà glorioso il Sol Do Morendo van (x2) risplenderà

Mim Si7 Mim Si7 Mim Ci succhian senza posa quei signori Ma delle smorte plebi unite a un patto Sangue e sudor Si7 Mi#m Chi più non ha nè sangue nè sudori Il dì verrà (x2) Non fa per lor Sol Re7 Sol Re7 Sol Ma delle smorti plebi unite a un patto Ma il dì solenne e grande del riscatto Il dì verrà Re7 Sol Ma il dì solenne e grande del riscatto Presto verrà (x2) Presto verrà

Sol Re7 Sol Su compagni liberi sorgiam Su compagni liberi sorgiam Su compagni su la fronte alziam Re7 Do Già splende il Sol dell'avvenir Su compagni su la fronte alziam Già splende il Sol dell'avvenir Mim Lam Di pace e libertà glorioso Già splende il Sol dell'avvenir il Sol risplenderà Mim Fa Di pace e libertà glorioso Già splende il Sol dell'avvenir il Sol risplenderà

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Parole di anonimo operaio bresciano, riviste da Camillo Prampolini. Sull' aria della canzone napoletana (1880) "Funiculì funiculà"

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Inno della rivolta (1893) di Luigi Molinari Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-rivolta

Fa Lam Siam pronti e dal selciato d'ogni via, Nel fosco fin del secolo morente, spettri macàbri del momento estremo, La7 Sib Do7 sul labbro il nome santo d'Anarchia, sull'orizzonte cupo e desolato, Insorgeremo. Do7 già spunta l'alba minacciosamente Per le vittime tutte invendicate, Fa là nel fragor dell'epico rimbombo, del dì fatato. compenseremo sulle barricate piombo con piombo. Urlan l'odio, la fame ed il dolore da mille e mille facce ischeletrit E noi cadrem in un fulgor di gloria, ed urla col suo schianto redentore schiudendo all'avvenir novella via: la dinamite. dal sangue spunterà la nuova istoria de l'Anarchia

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Conosciuto anche come Inno del Molinari, fu cantato nel corso dei moti della Lunigiana del gennaio 1894, tanto da essere utilizzato come prova a carico nel processo che ne seguì.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta, 2009.

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Inno individualista Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-individualista

Lam Rem Lam La Pria di morir sul fango della via, s'affili il pugnal. Rem Mi7 Lam Mi7 La imiteremo Bresci e Ravachol; È l'azione l'ideal! chi stende a te la mano, o borghesia, Francia all'erta, sulla ghigliottina, è un uomo indegno di guardare il sol. tronca il capo a chi punirla vuol; Spagna vil garrotta ed assassina; La fucila Italia chi tremar non suol. Le macchine stridenti dilaniano i pezzenti In America impiccati, in Africa sgozzati, Re La in Spagna torturati a Montjuich ognor; e pallide e piangenti ma la razza trista del signor teppista Mi7 LA l'individualista sa colpir ancor. stan le spose ognor, E a chi non soccombe... restano i campi incolti e i minator sepolti Finché siam gregge, è giusto che ci sia e gli operai travolti cricca social per leggi decretar; da omicidio ognor. finché non splende il sol dell'anarchia vedremo sempre il popol trucidar. La E a chi non soccombe Sbirri, inorridite, se la dinamite si schiudan le tombe, voi scrosciare udite contro l'oppressor; Mi7 abbiamo contro tutti, sbirri e farabutti, s'apprestin le bombe, e uno contro tutti noi li sperderem. E a chi non soccombe...

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Italia bella mostrati gentile Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: toscano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-bella-mostrati-gentile

La Mi7 là dov'è la raccolta del caffè. Italia bella, mostrati gentile Ragazze che cercavano marito e i figli tuoi non li abbandonare, vedan partire il loro fidanzato, vedan partire il loro fidanzato sennò ne vanno tutti ni' Brasile e loro restan qui co' i' sor curato. e 'un si ricordan più di ritornare. Verrà un dì che anche loro dovran partì Ancor qua ci sarebbe da lavorà là dov'è la raccolta del caffè. senza stà in America a emigrà. Le case restan tutte spigionate, Il secolo presente qui ci lascia, l'affittuari perdano l'affitto, il millenovecento s'avvicina; e i topi fanno lunghe passeggiate, la fame ci han dipinto sulla faccia vivan tranquilli con tutti i diritti. e per guarilla 'un c'è la medicina. Ogni po' noi si sente dire: «E vo Verrà un dì che anche loro dovran partì Là dov'è la raccolta del caffè». là dov'è la raccolta del caffè.

Nun ci rimane più che preti e frati, L'operaio non lavora moniche di convento e cappuccini, e la fame lo divora e certi commercianti disperati e qui' braccianti di tasse non conoscono i confini. 'un san come si fare a andare avanti. Spererem ni' novecento, Verrà un dì che anche loro dovran partì finirà questo tormento, ma questo è il guaio: il peggio tocca sempre all'operaio.

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Stornelli satirici databili (dal testo) alla fine dell'800, raccolti da Caterina Bueno nella zona di Arezzo.

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L'internazionale (1901) di E. Bergeret Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternazionale

La Sim Mi7 Un gran stendardo al sol fiammante Compagni, avanti! Il gran Parti - to innanzi a noi glorioso va, Sim Mi7 La noi vogliamo per esso giù infrante noi siamo dei lavorator. le catene alla libertà! Sim Che giustizia venga, noi vogliamo Rosso un fiore in noi è fiorito non più servi, non più signor! Mi7 La Fratelli tutti esser vogliamo e una fede ci è nata in cuor. nella famiglia del lavor. Do#m Noi non siamo più nell'officina, Su lottiam... Si7 Mi entro terra, nei campi, al mar, Lottiam, lottiam, la terra sia Sol#m Fa#m di tutti eguale proprietà, la plebe sempre all'opra china più nessuno nei campi dia Si7 Mi l'opra ad altri che in ozio sta. senza ideale in cui sperar. E la macchina sia alleata non nemica ai lavorator; Mi7 La così la vita rinnovata Su lottiam! all'uom darà pace ed amor! Sim Mi7 La L'Ideale nostro alfine sarà, Su lottiam... Sim Mi7 Re Si Avanti, avanti, la vittoria l'Internaziona - le, futura umanità! è nostra e nostro è l'avvenir; Mi7 La più civile e giusta, la storia Su lottiam! un'altra era sta per aprir. Sim Mi7 La Largo a noi, all'alta battaglia L'Ideale nostro alfine sarà, noi corriamo per l'Ideal: Do#m Sim La Mi7 La via, largo, noi siam la canaglia l'Internazionale, futura umanità! che lotta pel suo Germinal!

Su lottiam...

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La traduzione in italiano del testo originale francese di Eugèn Pottier non fu molto fedele e nacque da un concorso indetto dal giornale satirico L'Asino nel 1901. Risultò vincitore la versione firmata con lo pseudonimo "E. Bergeret" e che è ancora cantata oggi (con piccole variazioni secondo le fonti).

Fonte

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La boje Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: emiliano-romagnolo Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-boje

La L'Italia l'è malada L'Italia l'è malada Sartori l'è il dutur Mi Per far guarì l'Italia Sartori l'è il dutur La Per far guarì l'Italia Tajem la testa ai sciur Per far guarì l'Italia

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Canto politico legato al movimento contadino la boje, che nel 1885 mobilitò 40000 braccianti tra Mantova e Rovigo. Anche nota col titolo L'italia l'è malada C'è una versione che dice: Lenin l'è 'l dutur. E altre che vedononello stesso ruolo ora Togliatti, Ora Garibaldi, come pure Malatesta, eccetera.

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La colonia Cecilia [Il canto della foresta] (1906) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-colonia-cecilia-il-canto-della-foresta

Re Re L'eco delle foreste Ti lascio Italia, terra di ladri La7 La7 Re dalle città insorte al nostro grido coi miei compagni vado in esilio

Or di vendetta sì, ora di morte e tutti uniti, a lavorare Re La7 Re liberiamoci dal nemico. e formeremo una colonia sociale.

Sol Re E tu borghese, ne paghi il fio All'erta compagni dall'animo forte tutto precipita, re patria e dio Sol Re e l'Anarchia forte e gloriosa più non ci turbino il dolore e la morte e vittoriosa trionferà, Sol Re All'erta compagni, formiamo l'unione sì sì trionferà la nostra causa La7 Re e noi godremo dei diritti sociali evviva evviva la rivoluzione. saremo liberi, saremo uguali la nostra idea trionferà.

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Noto anche come Il canto della Foresta e Coro dei ribelli (che partivano per la Colonia Cecilia). La Colonia Cecilia era una comunità anarchica fondata nel 1891 da Giovanni Rossi “Cardias” (Montescudaio (Pisa) 1857 - 1943) ed altri esuli italiani nei pressi di Palmeira, nello stato di Paranà in Brasile. La prima pubblicazione del canto risale al 1906

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La lega Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi, femministi, risaia/mondine, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-lega

La E la libertà non vien Sebben che siamo donne, Perchè non c'è l'unione: Mi7 Crumiri col padrone Paura non abbiamo: Son tutti da ammazzar.

Per amor dei nostri figli, A oilì oilì oilà ... La Per amor dei nostri figli; Sebben che siamo donne, Paura non abbiamo: Sebben che siamo donne, Abbiamo delle belle buone lingue Paura non abbiamo, E ben ci difendiamo. Per amor dei nostri figli In lega ci mettiamo. A oilì oilì...

La Mi7 E voialtri signoroni A oilì oilì oilà e la lega la crescerà Che ci avete tanto orgoglio, Abbassate la superbia E noialtri socialisti, E aprite il portafoglio. La e noialtri socialisti A oilì oilì oilà e la lega la crescerà Mi7 E noialtri socialisti, A oilì oilì olià e la lega la crescerà e noialtri socialisti La A oilì oilì olià e la lega la crescerà E noialtri socialisti vogliamo la libertà . E noialtri socialisti i voroma vess pagà .

A oilì oilì olià ...

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Nata nella valle Padana tra 1890 e 1914, entra presto nel repertorio delle mondine. L'autore è anonimo e ne esistono diverse versioni. Questa è stata raccolta da Bermani a Novara nel 1963/64. La canzone è inserita nel film "Novecento" di Bernardo Bertolucci.

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La malcontenta Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-malcontenta

Lam Mim Babbo mangia e beve vino Teresina la malcontenta mamma tribola col cittino Lam babbo gode e mamma stenta Babbo mangia li fagioli mamma tribola coi figlioli Lam Mim Babbio mangia il baccalà Babbo va all'osteria mamma tribola a tutt'andà Lam mamma tribola tuttavia Babbo mangia le polpette mamma fa delle crocette Babbo mangia l'erbe cotte Teresina la malcontenta mamma tribola giorno e notte babbo gode e mamma stenta.

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Conosciuta anche come "Dirindina la malcontenta". Ninna nanna toscana raccolta da Caterina Bueno in Maremma. Tipico esempio di sfogo femminile per una condizione faticosissima e sentita come ingiusta, ma che riesce a trovare espressione solo nell'intimità del momento in cui si cullano e si addormentano i figli piccoli.

Brano riproposto nel disco "Canti di donne in lotta", del Canzoniere femminista-gruppo musicale del comitato per il salario al lavoro domestico di Padova, Vedette, Zodiaco, VPA8259, 1975

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La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti] di Carlo Monticelli Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-marsigliese-del-lavoro-linno-dei-pezzenti

Re La7 Re La7 si danno in braccio a lor signor. Noi siamo i poveri siamo i pezzenti Re La7 Re La7 Son nostre figlie le prostitute la sporca plebe di questa età che muoion tisiche negli ospedal Re La7 Re La7 le disgraziate si son vendute la schiera innumere dei sofferenti per una cena o per un grembial. Re7 Sol La7 per cui la vita gioie non ha. Per natura tutti eguali... Sol Re Nel crudo inverno la nostra prole Di patria al nome talor sospinti Sol Re contro altri popoli noi si pugnò per lunga inedia languir vediam ma vincitori fossimo vinti Sol La7 Re la sorte nostra mai non mutò. solo pei ricchi risplende il sole. Tedesco o italico se v'ha padrone La7 Re il sangue nostro vuole succhiar Mentre essi esultano noi fame abbiam. la patria italica è un'irrisione se ancora il basto ci fa portar. Sol Re Per natura tutti eguali Per natura tutti eguali... Sol Do vi è diritti sulla terra. Nelle officine sui monti e i piani Sol nelle miniere sudiam sodiam E noi faremo un'aspra guerra ma delle nostre fatiche immani Re Sol il frutto intiero non raccogliam. ai ladroni sfruttator. Poi fatti vecchi veniam rinchiusi dentro un ricovero di carità Mi- Si7 e sul berretto di noi reclusi Non sia pace tra i mortali bollano i ricchi la lor pietà. Mi- Si7 finchè un uom' sovr'altro imperi Per natura tutti eguali... Do Sol i nemici a noi più fieri Ma se sperare non è utopia Re Sol La7 nella giustizia dell'avvenir sono i nostri sfruttator il privilegio di tirannia e turpe regno dovrà finir! Le nostre lacrime, gli stenti, l'onte le grandi ambasce sparir dovran noi già leviamo alta la fronte Triste spettacolo le nostre donne per salutar l'astro lontan. per noi primizie non hanno d'amor ancora impuberi sciolgon le gonne Per natura tutti eguali...

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Deriva da una poesia di Carlo Ponticelli stampata nel 1881 e musicata intorno al 1895 da G. Vecchi, maestro della banda di Gualtieri (RE).

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La Semaine Sanglante (1871) di Jean-Baptiste Clément, Pierre Dupont Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: francese Tags: repressione, comune di parigi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-semaine-sanglante

Lam Valets de rois et d’empereurs. Sauf des mouchards et des gendarmes, On ne voit plus par les chemins, Refrain Rem Mi Que des vieillards tristes en larmes, Nous voilà rendus aux jésuites Lam Mi Aux Mac-Mahon, aux Dupanloup. Des veuves et des orphelins. Il va pleuvoir des eaux bénites, Do Les troncs vont faire un argent fou. Paris suinte la misère, Dès demain, en réjouissance Les heureux mêmes sont tremblant. Et Saint Eustache et l’Opéra Mi Fa Vont se refaire concurrence, La mode est aux conseils de guerre, Et le bagne se peuplera. Mi Lam Et les pavés sont tous sanglants. Refrain

Refrain : Demain les manons, les lorettes Do Lam Et les dames des beaux faubourgs Oui mais ! Ça branle dans le manche, Porteront sur leurs collerettes Mi Lam Des chassepots et des tampbours Les mauvais jours finiront. On mettra tout au tricolore, Do Lam Les plats du jour et les rubans, Et gare ! à la revanche, Pendant que le héros Pandore Rem Lam Fera fusiller nos enfants. Quand tous les pauvres s’y mettront. Rem Mi7 Lam Refrain Quand tous les pauvres s’y mettront. Demain les gens de la police Les journaux de l’ex-préfecture, Refleuriront sur le trottoir, Les flibustiers, les gens tarés, Fiers de leurs états de service, Les parvenus par l’aventure, Et le pistolet en sautoir. Les complaisants, les décorés Sans pain, sans travail et sans armes, Gens de Bourse et de coin de rues, Nous allons être gouvernés Amants de filles au rebut, Par des mouchards et des gendarmes, Grouillent comme un tas de verrues, Des sabre-peuple et des curés. Sur les cadavres des vaincus. Refrain Refrain Le peuple au collier de misère On traque, on enchaîne, on fusille Sera-t-il donc toujours rivé ? Tout ceux qu’on ramasse au hasard. Jusques à quand les gens de guerre La mère à côté de sa fille, Tiendront-ils le haut du pavé ? L’enfant dans les bras du vieillard. Jusques à quand la Sainte Clique Les châtiments du drapeau rouge Nous croira-t-elle un vil bétail ? Sont remplacés par la terreur À quand enfin la République De tous les chenapans de bouges, De la Justice et du Travail ?

Refrain

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La canzone fu scritta da Clément nel giugno 1871, in piena e sanguinosa repressione della Comune di Parigi e subito dopo la "Settimana di sangue" (22-29 maggio) che aveva segnato il ristabilimento del potere dei "Versagliesi" di Adolphe Thiers. Dopo che i Comunardi ebbero tenuto la capitale per due mesi, i centomila uomini di Thiers riconquistarono Parigi strada per strada e casa per casa, dal 22 al 29 maggio. La repressione fu spietata: si ebbero almeno trentamila morti.

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Le quattro stagioni Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-quattro-stagioni

Lam Mi7 Lam le mie speranze con loro se ne van. Ecco è l'aprile, il fiore della vita Vorrei morir per non veder più niente Mi7 Lam ma poi mi pento, dico: Sarebbe una viltà. l'aria l'è piena o di soavi odor Mi7 Lam Amo dell'uva il vendemmiar scorgo lontano tra l'erba ch'è fiorita con i suoi canti d'allegria Mi7 La amo il vino spumeggiar due che s'amano, sono confusi nell'amor. in mezzo ai canti all'osteria.

Quando penso nel mio cuor O degli uccelli amo lo sgorgheggiar alla mia piccola lontana Mi7 cade una lacrima dal cuor là sugli alberi e tra la verdura triste risuona una campana. amo coi piedi calpestar La Ecco l'inverno, cade la neve bianca quel che produce la natura. e bianchi i tetti i camin son lì a fumar. Quel casolare anche di legna manca Quando scorgo quel sentier tutto è silenzio fuori che i marosi al mar. Mi7 che mi conduce dov'io bramo Amo l'onda spumeggiar La contro lo scoglio che la spezza tutti i miei sogni i miei pensier amo il fulmine tuonar Mi7 La nel fragor della tempesta. volano verso colei ch'io amo. Quando son presso di te E nell'estate il caldo soffocante mi sento il cuore in armonia nell'officina ci sta il buon lavorator sento di amarti non so che pien di fatica e di sudor grondante sento di amarti alla follia. mentre il borghese lui disprezza il suo sudor. Or son vent'anni in questa oscura cella dimenticato da colei che amo ancor. O del martello amo lo smartellar Se ci ripenso io perdo la favella sull'incudine nell'officina con il pensar a quel mio soave amor. amo il gallo canticchiar con la sua sveglia matutina. Amo la notte lo ascoltar il passo della sentinella Quando penso che il mio ben amo la luna salutar tra le mie braccia s'addormenta quando rischiara la mia cella. chino il mio capo sul suo sen vorrei saperla sempre contenta. Quando penso all'avvenir alla mia libertà perduta E nell'autunno cadono le foglie morte vorrei baciarla e poi morir mentr'ella dorme, a l'insaputa.

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Nota anche come "Il lamento del carcerato"

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Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio di P. Cini Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-ultime-ore-e-la-decapitazione-di-sante-caserio

Re Finito è il mio soffrire, Il sedici di agosto, via datemi la morte; La7 E tu, mia madre, dai fine al duol sul far della mattina, E datti pace del tuo figliuol".

Il boia avea disposto Poi con precauzione Re dal boia fu legato l'orrenda ghigliottina, E in piazza di Lione fu quindi trasportato Sol Re E spinto a forza il capo entrò Mentre Caserio dormiva ancor Nella mannaia che lo troncò. La7 Re Senza pensare al triste orror. Spettacolo di gioia la Francia manifesta, Entran nella prigione Gridando: "Evviva il boia che gli tagliò la direttore e prefetto, testa!" Con voce di emozione Gente tiranna e senza cuor, svegliarono il giovinetto; Chi sprezza e ride l'altrui dolor. Disse svegliandosi: "Che cosa c'è?". Allor che n'ebbe avviso "è giunta l'ora, alzatevi in piè". l'amata genitrice, Le lacrime nel viso scorreano all'infelice; Udita la notizia Era contenta la madre almen si cambiò nell'istante, Pria di morire stringerlo al sen. Veduta la giustizia stupì tutto tremante; L'orribile dolore Il chieser: "Prima di andare a morir, le fè bagnare il ciglio, Dite se avete nulla da dir". Pensar solo al terrore che li piombò nel figlio; Così disse al prefetto: Misera madre, quanto soffrì "Allor ch'io morto sia, Quando tal nuova del figlio udì! Prego, questo biglietto date alla madre mia; Io pregherò l'Eterno, Posso fidarmi che lei lo avrà ? o figlio sventurato, Mi raccomando per carità . Che dal tremendo averno ti faccia liberato; Altro non ho da dire: Così, pregando con forte zel, schiudetemi le porte, L'alma divisa ritorni in ciel!

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Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese. Di questo canto sono note diverse versioni, che riportano autori del testo diversi (vedi: Catanuto S. Schirone F. Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Zero in Condotta, Milano, 2009 pgg.96-97-98)

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Mamma mia dammi cento lire Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mamma-mia-dammi-cento-lire

Do il bastimento si rivoltò Mamma mia dammi cento lire Sol7 E le parole della miai mamma che in America voglio andar son venute la verità Do E le parole della miai mamma Mamma mia dammi cento lire son venute la verità Sol7 Do che in America voglio andar E invece quelle dei miei fratelli son stà quelle che m'han tradì Cento lire te le darò E invece quelle dei miei fratelli ma in America no no no son stà quelle che m'han tradì Cento lire te le darò ma in America no no no I miei capelli ricci e belli Cento lire te le darò in fondo al mare si marciran ma in America no no no I miei capelli ricci e belli in fondo al mare si marciran Se in America non vuoi che vada vo lontano vo a fa il soldà E la mia carne è tanto tenera Se in America non vuoi che vada i pesci del mare la mangeran vo lontano vo a fa il soldà E la mia carne è tanto tenera i pesci del mare la mangeran Vattene pure o figlio ingrato ilbastimento si affonderà Ed il mio sangue è tanto dolce Vattene pure o figlio ingrato la balena lo beverà il bastimento si affonderà Ed il mio sangue è tanto dolce la balena lo beverà E quan fui stato in mezzo al mare il bastimento si rivoltò Addio mamma addio fratelli E quan fui stato in mezzo al mare addio tutti più non vi vedrò E addio mamma addio fratelli addio tutti più non vi vedrò

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Popolarissima ballata, di cui esistono moltissime lezioni. L'originale "Maledizione della madre", databile al 1850, è la storia di una giovane che, per amore, abbandona, la casa materna per poi fare una misera fine. Molte versini hanno comunque come protagonista una ragazza.

Successivamente al testo originale fu adattato quello di arruolamento o di emigrazione.

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Marcia socialista mondiale Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcia-socialista-mondiale

Re Sol LA7 Re Su su compagni socialisti E in marcia orsù si vincerà La Alziamo al vento la bandiera O voi falangi innumerate Re Traete qui da campi e mine In noi ciascun s’affida e spera Uscite fuor dalle officine La Mi La Perché sudar senza mercè? Giustizia e nuova libertà Perché quel fiacco inutil pianto La7 Re La voce unite al nostro canto La verde terra e il Sol lucente In passo egual moviamo il piè La7 Re L'onor del braccio e della mente Viril crociata...

E dell'intera umanità Non più fraterne guerre omicide Non più di sangue oscena gloria La7 Sol Re Avrà pacifica vittoria Viril crociata del lavoro Forte senno dei dolor Sol Re La7 A te gloria a te letizia Lo sdegno vuoi non la pietà A te onore e te dovizia Sol La7 Re O forte o nobile lavor Leviamo al cielo l'inno sonoro Viril crociata...

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Versione italiana di autore anonimo di Sozialistenmarsch, registrata da Bosio e Lodi a Piadena, nel 1965.

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Maremma amara Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maremma-amara

La Re io c'ho perduto una persona cara. Tutti mi dicon Maremma, Maremma, La Mi La Sia maledetta Maremma Maremma, ma a me mi pare una Maremma amara. sia maledetta Maremma e chi l'ama. La Re Sempre mi trema il cor quando ci vai L'uccello che ci va perde la penna, perchè ho paura che non torni mai. La La

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Canto di transumanza di origine anrica, testimonia il fenomeno della migrazione interna stagionale. Si riferisce ai pastori dell'Italia centrale che si recavano a svernare in Maremma, zona malsana, paludosa e infestata dalla malaria. (Vettori).

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Nebbi' a la valle Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: abruzzese Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nebbi-la-valle

Rem casch'a l'albere li foije. Nebbi' a la valle nebbi' a la muntagne, ne le campagne nun ce sta nesciune. Casche la live e casche la genestre, La7 casche la live e li frunne genestre. Addije, addije amore, Addije, addije amore, Rem casch'e se coije...la live casch'e se coije...la live casch'a l'albere li foije. La7 Rem

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Canto abruzzese sul triste abbandono delle terre da parte dei contadini, conosciuto anche in altre versioni ("Cade l'ulivo" "Nebbia alla valle") seppure modificato da Modugno con il titolo "Amara terra mia", resta uno dei canti più belli legati al fenomeno della transumanza. (maria rollero)

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Noi siamo la canaglia pezzente (1944) Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-canaglia-pezzente

La Con falce e martello d'emblema Noi non siam la canaglia pezzente: non più vagabondi e signori, Mi7 un pane a ciascun che lavori. (2 vv.) noi siamo chi suda e lavora, Ai Soviet... finiam di soffrire ch'è l'ora La Già temano troni e corone finiam di soffrire ch'è l'ora macchaiti di fango e di sangue si sveglia il popol che langue. (2 vv.) La Ai Soviet stringiamo la mano, Ai Soviet... Re l'Italia farem comunists, Pei ladri del nostro sudore La giustizia nei cuori già freme. a morte il regime fascista. Spezziamo le servili catene! (2 vv.) Re Mi7 La Insorgiamo che è giunta la fin Ai Soviet... Re Mi7 La insorgiamo che è giunta la fin Fratellanza e giustizia chiediamo, al mondo siam tutti fratelli. evviva la Russia Noi siamo le schiere ribelli! (2 vv.)

evviva Lenin! Ai Soviet...

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Savona A. V., Straniero M. L., Canti della Resistenza italiana,BUR, Milano,1985

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Noi vogliamo l'uguaglianza Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliamo-luguaglianza

Re Dei ribelli sventoliamo Noi vogliamo l'uguaglianza, le bandiere insanguinate La7 Re e farem le barricate Siam chiamati malfattori per la vera libertà

Ma noi siam lavoratori E giù la schiavitù La7 Re vogliam la libertà che padroni non vogliamo. siamo lavoratori siamo lavoratori Re E giù la schiavitù E giù la schiavitù, vogliam la libertà siamo lavoratori Vogliam la libertà, vogliamo la libertà La7 Siamo lavoratori, E ancor ben che siamo donne Re noi paura non abbiamo Siamo lavoratori. per amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo Re E giù la schiavitù, E giù la schiavitù vogliam la libertà Vogliam la libertà, siamo lavoratori La7 siamo lavoratori Siamo lavoratori, E giù la schiavitù Re vogliam la libertà Vogliamo la libertà! siamo lavoratori vogliamo la libertà

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Canto di risaia, probabilmente tratto dalla canzone "Amore ribelle" di Pietro Gori, ha in comune parte della terza strofa con la canzone "La lega".

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Nuovi stornelli socialisti Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anticlericali, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuovi-stornelli-socialisti

Re La7 La Francia ha già scacciato i preti e i E quando muoio io non voglio preti, [frati, Re le monache, i conventi ed i prelati, non voglio avemarie nè paternostri, le monache, i conventi ed i prelati, La7 perchè eran tutte spie e perciò pagati. non voglio avemarie nè paternostri Re E la rigi- la rigi- la rigiri, ma la bandiera rossa dei socialisti. la rigira e la ferindora, abbasso tutti i preti e chi ci crede ancora! Re E la rigi- la rigi- la rigiri, Ma se Giordano Bruno fosse campato, La7 non esisterebbe più neanche il papato, la rigira la sempre arditi, non esisterebbe più neanche il papato e il socialismo avrebbe già trionfato. evviva i socialisti, Re E la rigi- la rigi- la rigiri, abbasso i gesuiti! (x2) la rigiri la sul ventuno, evviva i socialisti, evviva Giordano Bruno! Hanno arrestato tutti i socialisti, l'arresto fu ordinato dai ministri, E quando muoio io non voglio preti, l'arresto fu ordinato dai ministri ma quattro bimbe belle alla mia barella, e questi sono i veri camorristi. ma quattro bimbe belle alla mia barella, ci voglio il socialista con la sua bella. E la rigi- la rigi- la rigiri, la rigira e mai la sbaglia, E la rigi- la rigi- la rigiri, evviva i socialisti, la ruota e la rotella, abbasso la sbirraglia! evviva Giordano Bruno, Garibaldi e Campanella!

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Strofette anonime di probabile origine anarchica, esiste una registrazione su disco Emerson, stampato negli Stati Uniti nel 1908, interpretata dal baritono Giuseppe Milano.

Esistono tutta una serie di altre strofe, legate a diversi territori e vicende storiche.

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O Roma Roma Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: romanesco Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-roma-roma

La Mi7 io ce so stato e ce se stà bè O Roma Roma città tanto cara La pe li vecchi ce sta santa calla dove se magna se beve (poco) e se paga pe le vecchie ce stà sant'onofrio

La e allora cara gente eee si c'è qualche disoccupato a Roma nostra nun ce manca niente che nun ha magnato ce stà la ricchezza e la gran povertà ce stà'l cosimato chi magna tanto e chi stà a sbadiglia Mi7 c'è villa borghese pe annà a digerì O Roma Roma città tanto cara La ce stà caro perfino il carbone regina coeli pe annacce a dormì e la mia cara gente e la mia cara gente ce sta 'n po de tutto ce stà 'n po de tutto 'l ladro 'l farabbutto e l'impiegato c'è 'l ladro 'l farabbutto e l'impiegato c'è ce mancavamo noantri tre.

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Canto popolare interpretato dal Canzoniere del Lazio in "Quando nascesti tune", 1973.

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Quando che more un prete Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anticlericali, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-che-more-un-prete

Lam Quando che more un papa Quando che more un prete suonano il miserere Rem ma io c'ho un gran piacere suonano le campane che è morto il puttanier Lam piangono le puttane Quando che moio io Mi7 Lam non voglio gesù cristi ch'è morto un avventor ma la bandiera rossa dei veri socialisti.

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Regina Coeli di Pompeo Bettini Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/regina-coeli

Do Fam Do la Giustizia c'è per tutti! Il signor Commendatore La Rem Regina Coeli è un po' smorto poverino! Auxilium sgraffignorum Domus iustitiae caecae Ha gli accoliti d'onore ora pro eo! Sol7 Do Regina Coeli... che lo stringono al polsino. Fa Do Nella sala delle Assisi E' un'accusa molto grave è il signor Commendatore; Sol7 Do strizza l'occhiio, fa sorrisi: sarà messo sotto chiave. par che sia di buon umore. Fam Mib Cosa è stato? Mancan prove La Giustizia ha una gran mano, se ne dicono di nuove: La7 Sol C'è la donna, c'è l'amico... ridi o popolo sovrano. ma che storie, c'era un plico.

Do Fa Do Lam Regina Coeli Re - gina Coeli, Aula sacra misteriis Sol7 Do Schola sapientiae novae Commendatorum sponsa ora pro eo! Fa Do Lanm Regina Coeli... latromun advoca - ta Rem Sol7 Do Fa un inchino il presidente, or - a pro eo! si sberretta il cancelliere; tra gli evviva della gentre Regina Coeli... apre l'uscio il carceriere. Nella cella vuota e trista Non si beffa: c'è il processo chi si metta? un socialista. nove giudici han cambiato; La Giustizia ha una gran mano l'istruttoria in luce ha messo ridi o popolo sovrano. falso, truffa e peculato. Già passaron cento occhiali Regina Coeli sulla firma di cambiali. Claustrum populi ciuchi Viene il dì pei farabutti; Riccorum gabbia aperta et laus deo! Regina Coeli...

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Sacco e Vanzetti Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sacco-e-vanzetti

Fa dovete andar». Il ventitre d'agosto Do7 a Boston in America Entra poi nella cella il bravo confessore Sacco e Vanzetti domanda a tutti e due Fa la santa religione. sopra la sedia elettrica Sacco e Vanzetti Sib con grande espressione e con un colpo «Noi moriremo Fa senza religion». di elettricità Do7 E tutto il mondo intero all'altro mondo reclama la loro innocenza Fa ma il presidente Fuller li vollero mandar. non ebbe più clemenza «Siano pure Circa le undici e mezzo di qualunque nazion giudici e la gran corte noi li uccidiamo entran poi tutti quanti con gran ragion». nella cella della morte «Addio moglie e figlio «Sacco e Vanzetti a te sorella cara. state a sentir E noi per tutti e due dite se avete c'è pronta già la bara. da raccontar». Addio amici, in cuor la fe', Sacco e Vanzetti viva l'Italia tranquilli e sereni e abbasso il re. «Noi siamo innocenti aprite le galere». Addio amici, E Ior risposero in cuor la fe', «Non c'è pietà viva l'Italia voi alla morte e abbasso il re.

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Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano 2 anarchici emigrati negli Usa, condannati a mortecon l'accusa di aver ucciso un agente durante una rapina. Il presidente Clinton nel suo secondo mandato ha riconosciuto l'errore giudiziario, ma non il complotto antioperaio e xenofobo che ne è stato alla base.

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Sante Caserio [Canto a Caserio] di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sante-caserio-canto-caserio

Rem La7 Tremarono i potenti all'atto fiero, Lavoratori a voi diretto è il canto e nuove insidie tesero al pensiero; Rem e il popolo cui l'anima donasti di questa mia canzon che sa di pianto non ti comprese, e pur tu non piegasti. La7 E i tuoi vent'anni, una feral mattina e che ricorda un baldo giovin forte gettasti al mondo dalla ghigliottina, Rem al mondo villa tua grand'alma pia, che per amor di voi sfidò la morte. alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Solm Rem A te, Caserio, ardea nella pupilla Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, La7 Rem che il tuo nome verrà purificato, de le vendette umane la scintilla, quando sacre saranno le vite umane Solm Rem e diritto d'ognun la scienza e il pane. ed alla plebe che lavora e geme Dormi, Caserio, entro la fredda terra La7 Rem donde ruggire udrai la final guerra, donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; Voi che la vita e l'avvenir fatale la notte dei dolori e della fame, ofriste su l'altar dell'ideale che incombe sull'immenso uman carname. o falangi di morti sul lavoro, E ti levasti in atto di dolore, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, d'ignoti strazi altero vendicatore; martiri ignoti o sciera benedetta, e t'avventasti, tu si buono e mite, già spunta il giorno della gran vendetta, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.

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Musica forse di A. Capponi. Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese. Anche nota come Canto a Caserio

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So stato a lavora' a Monte Sicuro Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: romanesco Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/so-stato-lavora-monte-sicuro

Lam Mi Lam Sol7 Do Non posso dì però quanto ho sudato, So stato a lavorà a Montesicuro so mezzo morto me se schianta il core Lam Mi Lam Sol7 Do e l’anema me va pè conto suo. se tu sapessi quanto ho guadagnato, Lam Rem Mi7 Lam Mannaggia all’ora quanno ci ho pensato ci manca quattro pavele a uno scudo. d’annatte a laorà ma a quel disero, che p’arricchì ‘n brigante so crepato.

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Raccolto da L. Firrao a Montefiascone (Viterbo) nel 1966. (Maria Rollero)

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Son cieco Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-cieco

Re La7 davanti al papa e al re Son cieco e mi vedete Noi grideremo ai potenti Re che la miseria c'è. devo chieder la carità Noi grideremo ai potenti Re7 Sol che la miseria c'è. Ho quattro figli, piangono, Re La7 Re E per le vie di Roma del pane non ho da dar. la bandiera vogliamo alzar. Sventola la bandiera Ho quattro figli, piangono, il socialismo trionferà del pane non ho da dar. Sventola la bandiera il socialismo trionferà Noi anderemo a Roma

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Canto antico, divenuto politico intorno al 1910, ad opera di anonimo, che ne adattò il testo.

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Son maritata giovane Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-maritata-giovane

Mi Si7 E son rimasta vedova Son maritata giovane, con due figli al cuor. Mi son maritata giovane, Uno lo tengo in braccio La e l’altro per la man. son maritata giovane, Mi Uno si chiama Pietro l’età di quindici anni, e l’altro Franceschin. Si7 l’età di quindici anni, Tutte le ore che passano Mi mi sento di morir, l’età di quindici anni. E devo andare in ‘Merica, ‘Merica a lavorar. Mio marito è morto, è morto militar. ‘Merica, ‘Merica, ‘Merìca, ‘Merica a lavorar.

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Sorgiamo Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sorgiamo

La Mi7 corriamo ad espugnar' i troni e gli Schiavo secolar parìa del servaggio La7 La [altar' che alla fame ognor ti forza l'oppressor Mi7 La Mi7 pel grande ideal dell'anarchia! la sorte lieta sta nel tuo coraggio La non più mendicanti non più sfruttator Il politicante che promette ogn'ora è un vile menzogner mai sazio di poter' Mi7 La Leggi sopra leggi ei ti die' fin'ora Il pingue fannullon non vuol capir ragion sol' per affamarti e farti massacrar' Mi7 La cavazza col sudor frutto del tuo lavor Giura fede al re, non si cura di te Mi7 La spergiuro e mentitore uomo senza cuor' Morte ai ladron, non vogliam più padron Ministri e senator', deputati e signor' Mi7 La crudeli son' con noi, del lor già son gli perchè non han pietà dell'umanità [eroi

La Re Mi Sorgiam, sorgiam, sorgiamo... Sorgiam, sorgiam, sorgiamo! La Popolo oppresso da quest'orda infame Orsù lavorator, che spunta già l'albor Vano il tuo ciarlar impugna orsù l'acciar Mi7 Vittima sei sempre delle inique brame il dritto affermiamo all'esistenza dei mistificator che ti dicon "malfattor"

e dell'avvenir il sole splenderà Non devi più servir, non devi più soffrir La è questo l'ideal, lo scopo tuo final d'indipendenza! Per te sarà l'onor, la gioia, lo splendor Se uniti noi sarem, da forti pugnerem se da oggi in poi combatterai con noi Re la vile tirannia disperderem' Sorgiam, sorgiam, sorgiamo...

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Il testo di questo canto appare in molti canzionieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel 1903 ne Il canzoniere dei ribelli, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, Zeroincondotta, 2009.

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Storia per la morte di Lorenzo Panepinto Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: siciliano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/storia-la-morte-di-lorenzo-panepinto

Sol Re7 Accumpagnatu di tutta la lega Lu sidici di maju a prima sira, ognunu la so’ lingua studiava. Sol lu tempu scuru e luna nun cci nn’era. Ognunu la so’ lingua studiava a don Lorenzu la vita liggeva. L’empij scillirati e traditura, nun vosiru addumari li lampera. Chiancimmu tutti genti siciliani: muriu lu patri chi dava lu pani. A lu paisi quantu luttu c’era quannu arrivau la figlia criatura. Comprici sunnu li affittajola macari agenti di cancillaria. Patruzzu miu, comu fazzu ora ca piccilidda cci arristavu sula. A li putenti chistu un ci calava ca don Lorenzu l’occhi nni grapria. E don Lorenzu va a la sipultura accumpagnatu di tutta la Lega. E p’aviri a lu populu aiutatu a don Lorenzu ci finì ammazzatu.

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Lorenzo Panepinto (http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Panepinto), nato a Santo Stefano Quisquina (AG) il 4 gennaio 1865, fu insegnante, politico ed artista. Fondatore dei Fasci siciliani. Il canto è stato raccolto da Rosa Balistreri.

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Stornelli d'esilio (1895) di Pietro Gori Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-desilio

La Mi7 ribelle in cor ci sta. O profughi d'Italia a la ventura La Raminghi per le terre e per i mari si va senza rimpianti nè paura. per un'Idea lasciamo i nostri cari.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà ed un pensiero ed un pensiero ribelle in cor ci sta. ribelle in cor ci sta.

Dei miseri le turbe sollevando Passiam di plebi varie tra i dolori fummo d'ogni nazione messi al bando. de la nazione umana precursori.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà ed un pensiero ed un pensiero ribelle in cor ci sta. ribelle in cor ci sta.

Dovunque uno sfruttato si ribelli Ma torneranno Italia i tuoi proscritti noi troveremo schiere di fratelli. ad agitar la face dei diritti.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà ed un pensiero ed un pensiero ribelle in cor ci sta.

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Probabilmente scritti dopo l'espulsione dalla Svizzera a seguito dell'attentato di Caserio, pubblicata in “Canti anarchici rivoluzionari”, Paterson, N.J., Biblioteca della Questione Sociale, 1898. Canzone molto popolare, in alcune regioni presenta delle varianti, non solo nel ritornello (“libero” al posto di “ribelle”) ma anche nelle strofe che vengono adattate al momento contingente.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta, 2009.

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Trenta giorni di nave a vapore Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: veneto Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trenta-giorni-di-nave-vapore

RE LA RE Trenta giorni di nave a vapore l’America sorella! RE fino in Merica ghe semo arivati, Tutti ti chiamano LA LA fino in Merica ghe semo arivati, l'America sorella RE no abbiam trovato né paglia né fieno tralallallero lallallero LA RE abbiam dormito sul nudo terreno lallallà RE come le bestie che va a riposà… RE LA RE Andremo coi carri dei zingari come le bestie che va a riposà… LA andremo coi carri dei zingari RE LA America allegra e bella andremo coi carri dei zingari RE tutti ti chiamano in America io voglio andar.

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Uno dei canti più conosciuti del nord-italia sull’emigrazione, ne esistono diverse lezioni, molte raccolte nel cuneese.

Canto d'emigrazione, racc. da R. Leydi, 1963, Mercenasco, Torino; variante: racc. a Niella Belbo, Cuneo (maria rollero)

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Uno, evviva Giordano Bruno di Alfredo Spinetti Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: romanesco Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uno-evviva-giordano-bruno

Re socialismo trionferà! Uno, evviva Giordano bruno La7 Sette, chi 'n c'ha 'r core 'n ce se che diceva la verità, [ mette quando er botto se farà trionfa socialismo, trionfa socialismo, Re socialismo trionferà! socialismo trionferà! Otto, er crumiro fa er fagotto Due, le mie braccia co' le tue, perchè er posto nun ce sta, tutte so' per lavora', trionfa socialismo, trionfa socialismo, socialismo trionferà! socialismo trionferà! Nove, cominciamole a fa' le prove Tre, so' formato come te, pe' campare in libertà, più nessuno deve ozia', trionfa socialismo, trionfa socialismo, socialismo trionferà! socialismo trionferà! Dieci, tutti quanti semo amici, Quattro, chi lavora è un gran matto chi è che vo' la libertà, se si lascierà sfrutta', trionfa socialismo, trionfa socialismo, socialismo trionferà! socialismo trionferà! Undici, no volemo più li giudici, Cinque, traditore è chiunque giusto er popolo sarà, sia il crumiro o lo farà, trionfa socialismo, trionfa socialismo, socialismo trionferà! socialismo trionferà! Dodici, è finita la canzoncina Sei, i tuoi figli come i miei chi sta in cammera e chi in cucina, tutti devono studia', e chi sta a letto a riposa', trionfa socialismo, trionfa socialismo, socialismo trionferà!

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Composta a Genzano. Registrato da Alessandro Portelli il 13/04/1970. Alfredo Spinetti - "Dandolo" (vignaiolo, classe 1900) , il portatore, la collega agli scioperi per le sei ore d’inizio secolo a Genzano, e dice che la composero in carcere tra il 1910 e il 1911. Negli anni del boom economico, il figlio di Alfredo Spinetti, Silvano, la riadattò ai contenuti di attualità, in questo modo Mira la rondondella

Una versione di riproposta, che alterna le strofe di Uno evviva Giordano Bruno - I comandamenti del socialismo con quelle di Mira la rondondella, è in Canzoniere del Lazio Quando nascesti tune, 1973

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Vittorio Emanuele figlio di un assassino Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vittorio-emanuele-figlio-di-un-assassino

La Mi7 Vittorio Emanuele È questa la vendetta Mi7 La figlio di un assassino. che gli anarchici san far.

Evviva Gaetano Bresci È questa la vendetta La che gli anarchici san far. che ha ucciso Umberto Primo.

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Strofa inventata dagli anarchici di Livorno, attestata sicuramente nel dopoguerra (anni Cinquanta) ma forse risalente ad un periodo precedente. Da aggiungere ad "Addio Lugano bella". Gaetano Bresci fu l'operaio tessile di Prato, emigrato in America, anarchico, che tornò apposta in Italia perché fosse pagato il conto delle stragi del 5 maggio 1898 a Milano ed altrove. A Monza, il 29 luglio del 1900 Gaetano Bresci attentò alla vita del re Umberto I, che aveva insignito della croce al merito dei Savoia il generale Bava Beccaris, che aveva fatto sparare sul popolo a Porta Romana (MI) ad alzo zero dai cannoni dei suoi bersaglieri.

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La prima guerra mondiale (1914-1918)

La prima guerra mondiale, la "grande" guerra, oltre ad essere stata il più vasto conflitto della storia con 16 milioni di vittime, è anche stata la prima vera esperienza della "società di massa" che ha caratterizzato il Novecento. Per la prima volta nelle trincee si familiarizza e solidarizza con persone con cui si condivide poco altro che la condizione di combattenti per una guerra ingiusta e imperialista. Ma si condivide anche il rifiuto della guerra, della trincea, della leva obbligatoria e in genere del combattere per gli interessi di altri.

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Addio padre e madre addio Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-padre-e-madre-addio

Do Sol7 E fui ferito, ma una palla al petto, Addio padre e madre addio, e i miei compagni li vedo a fuggir Do ed io per terra rimasi costretto che per la guerra mi tocca di partir, mentre quel chiodo lo vedo a venir. Fa Do ma che fu triste il mio destino, "Fermati o chiodo, che sto per morire, Sol7 Do pensa a una moglie che piange per me", che per l'Italia mi tocca morir. ma quell'infame col cuore crudele col suo pugnale morire mi fé. Quando fui stato in terra austriaca subito l'ordine a me l'arrivò, Sian maledetti quei giovani studenti si dà l'assalto la baionetta in canna, che hanno studiato e la guerra voluto, addirittura un macello diventò. hanno gettato l'Italia nel lutto, per cento anni dolor sentirà

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Canto militare, Lombardia. Canzone su modulo di cantastorie, anche se manca il riscontro del "foglio volante". Troviamo questo canto in gran parte dell'Italia settemtrionale, in numerose versioni. La versione della Prima Guerra Mondiale pare essere tra le più conosciute, anche se probabilmente è antecedente. Da R. Leydi "I canti popolari italiani".

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Ascoltate o popolo ignorante Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ascoltate-o-popolo-ignorante

Fa Do7 che di nessuno non hanno pietà Ascoltate o popolo ignorante Fa (Parlato) che della guerra notizia vi darò Attenzione! Sib Fa Sentirete chi sono se tutti quanti attenzione farete i vigliacchi colpevoli Do Fa di questa guerra io tutti quanti a pianger vi farò Ma l’è la colpa dei vigliacchi studenti Il ventinove dell’anno novello che per capriccio la guerra han voluta Il primo sangue italiano fu sparso e hanno messo l’Italia nel lutto Ma il Novantotto nell’ordine sparso per cento anni nel lutto sarà diede l’assalto con gioia e valor E compatite una povera mamma Ci furon morti e molti feriti che ha perso il figlio dalle granate sdrappam nemici sul fior dell'età e un fuoco inferno delle mitragliatrici e compatite il vecchio suo padre e il Novantotto in trincea restò che anche ai turchi farebbero pietà

Ma e chi piangeva per non avere colpa e chi gridava implorando soccorso L'informatore ha cantato ma le granate facevano il suo corso in altra occasione anche e sfracellando chi tardi fuggì questa strofa (quale seconda): E chi in trincea e chi dietro le rocce Quando il foglio ci giunse in chiamata riparandosi per non essere colpiti sotto l'armi ben noi si tornò da quei vigliacchi crudeli austriaci per l'Italia da noi tanto amata di combattere il cuore giurò

Informazioni

Di anonimo, portatore: Vittorio Renoldi (Belochio). Ricerca e registrazione di Gianni Bosio. Acquanegra sul Chiese (Mantova), 11 dicembre 1965. Depositato all'Istituto Ernesto De Martino, note tratte da "Ci ragiono e canto" (maria rollero)

Sull'aria di Addio padre

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E anche al mi' marito (1917) Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: toscano Tags: antimilitaristi, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-anche-al-mi-marito

Do E a te, Cadorna, 'un mancan l'accidenti, E anche al mi' marito tocca andare ché a Caporetto n'hai ammazzati tanti; Rem noi si patisce tutti questi pianti a fa' barriera contro l'invasore, e te, nato d'un cane, non li senti, Sol7 Do ma se va a fa' la guerra e po' ci more E 'un me ne 'mporta della tu' vittoria, Sol7 Do perché ci sputo sopra alla bandiera; rimango sola con quattro creature. sputo sopra l'Italia tutta 'ntera e vado 'n culo al re con la su' boria, E avevano ragione i socialisti: ne more tanti e 'un semo ancora lesti; E quando si farà rivoluzione ma s'anco 'r prete dice che dovresti, ti voglio ammazzà io, nato d'un cane, a morì te 'un ci vai, 'un ci hanno cristi. e a' generali figli di puttane gli voglio sparà a tutti cor cannone.

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Canzone popolare toscana di contenuto fortemente protestatario, che va bene al di là del semplice lamento, individuando chiaramente i veri nemici e la prospettiva della rivolta armata. Raccolta a Pisa, nel 1966 dal Canzoniere Pisano e da Pino Masi nel 1970.

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Fuoco e mitragliatrici (1917) Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fuoco-e-mitragliatrici

Lam Trincea di raggi, maledizioni, Non ne parliamo di questa guerra quanti fratelli son morti lassù! La7 Finirà dunque 'sta flagellazione? che sarà lunga un'eternità; di questa guerra non se ne parli più. Rem Lam per conquistare un palmo di terra O monte San Michele, Rem Mi7 Lam bagnato di sangue italiano! quanti fratelli son morti di già! Tentato più volte, ma invano Gorizia pigliar. Mi7 Fuoco e mitragliatrici, Da monte Nero a monte Cappuccio Lam fino all'altura di Doberdò, si sente il cannone che spara; un reggimento più volte distrutto: Mi7 alfine indietro nessuno tornò. per conquistar la trincea: Lam Fuoco e mitragliatrici, Savoia! - si va. si sente il cannone che spara; per conquistar la trincea: Savoia! - si va.

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Raccolto da Roberto Leidy ad Alfonsine da reduci della prima Guerra Mondiale(RA), il canto è anonimo. Dal repertorio di Leonello Rambelli e Spartaco Pagani. Fu scritto probabilmente tra il 16/12/1915 (episodio della "Trincea dei raggi" o "dei razzi", che gli eroici fanti della Brigata Sassari riuscirono a conquistare con un assalto alla baionetta), ed il 29/3/1916 (quinta battaglia dell'Isonzo). Alle pendici di Monte San Michele era allora situato un trincerone italiano, che verso valle andava al bosco Cappuccio (qui chiamato "monte Cappuccio"). La melodia del canto, di cui sono state raccolte versioni più esplicitamente protestatarie, è quella di una canzonetta napoletana di Libero Bovio ed Ernesto De Curtis, pubblicata nel 1913 col titolo di Sona chitarra

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Hanging On The Old Barbed Wire (1916) Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: inglese Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hanging-old-barbed-wire

la gut If you want to find the general I know where he is I saw him, I saw him mi7 Sitting in comfort stuffing his bloody gut I know where he is Sitting in comfort stuffing his bloody gut la I know where he is If you want to find the seargent If you want to find the general I know where he is I know where he is I know where he is re mi7 la I know where he is He's pinning another medal on his chest If you want to find the seargent I know where he is re la He's drinking all the company rum I saw him, I saw him mi7 I saw him, I saw him Pinning another medal on his chest Drinking all the company rum la mi7 la Drinking all the company rum Pinning another medal on his chest If you want to find the private If you want to find the colonel I know where he is I know where he is I know where he is I know where he is I know where he is I know where he is If you want to find the private If you want to find the colonel I know where he is I know where he is He's hanging on the old barbed wire He's sitting in comfort stuffing his bloody I saw him, I saw him

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Canto antimilitarista inglese della prima guerra mondiale, scritta in trincea dagli stessi soldati

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Il valzer del disertore Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-valzer-del-disertore

Lam Mi7 Tuona cannone tuona, tuona sugli altipiani Lam e noi da bravi italiani dobbiamo avanzar Fuoco e mitragliatrice senti il cannone che tuona Voi altri disertori forse l’avrete capita Mi7 Lam prima che guetta è finita dovete morir per conquistar la trincea Savoia si va.

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Stefano Valla, pifferaio di Cegni, frazione di Santa Margherita di Staffora (PV) ha raccolto musica e testo da vecchi suonatori dell'appennino

pagina 108 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La mia morosa cara Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: lombardo Tags: antimilitaristi, lavoro/capitale, filanda Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-morosa-cara

La col scossarín bagnàa La mia morosa cara Mi Col scossarín bagnato la fa la filandera la se frega giù li occhi La Mi noialtri giovanotti la vègn a cà la sera ci tocca fà 'l soldàa. La col scossarín bagnàa Piuttost che fà 'l soldato Mi fò l'assassin di strada col scossarín bagnàa la prima cannonada La mi ha ferito il cuor.

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Canzone di filanda, raccolta in bergamasca, sul pianto delle ragazze per la morte dei giovani andati in guerra.

pagina 109 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La tradotta che parte da Novara Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tradotta-che-parte-da-novara

La Ed i miei piedi mi hanno tagliato. La tradotta che parte da Novara due stampelle mi hanno dato, Mi7 due stampelle mi hanno dato e va diretta al Montesanto, e a casa mia br mi han mandà. La e va diretta al Montesanto, Appena giunto a casa mia, Mi7 La fratelli e madre compiangentì il cimitero della gioventù. e tra i singhiozzi e tra i lamenti: O figlio caro, tu sei rovinà. Sulle montagne fa molto freddo ed i miei piedi si son gelati, Mi hanno assegnato una pensione ed i miei piedi si son gelati di una lira e cinquantotto, e all'ospedale mi tocca andar. mi tocca fare il galeotto Appena giunto all'ospedale per potermi ben disfamar, il professore mi ha visitato: O figlio mio, sei rovinato Ho girato tutti i paesi ed i tuoi piedi li dohhiam tagliar. e tutti quanti ne hanno compassione, ma quei vigliacchi di quei signori nemmeno un soldo lor mi hanno dà.

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Canto sulla prima guerra mondiale, facente parte del repertorio di risaia di Giovanna Daffini.

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O Gorizia Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-gorizia

Rem Solm Rem Re7 schernitori di noi carne umana, La mattina del cinque di agosto questa guerra ci insegna a punir. Solm Do7 Fa La7 si muovevano le truppe italiane Voi chiamate il campo d'onore Re7 La7 Rem Re7 questa terra di là dei confini; per Gorizia, le terre lontane qui si muore gridando: assassini! Solm La7 Rem maledetti sarete un dì. e dolente ognun si partì. Cara moglie, che tu non mi senti Sotto l'acqua che cadeva a rovescio raccomando ai compagni vicini grandinavano le palle nemiche; di tenermi da conto i bambini, su quei monti, colline e gran valli che io muoio col suo nome nel cuor. si moriva dicendo così: Traditori signori ufficiali O Gorizia, tu sei maledetta che la guerra l'avete voluta, per ogni cuore che sente coscienza; scannatori di carne venduta, dolorosa ci fu la partenza e rovina della gioventù e il ritorno per molti non fu O Gorizia, tu sei maledetta O vigliacchi che voi ve ne state per ogni cuore che sente coscienza; con le mogli sui letti di lana, dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu.

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La battaglia di Gorizia si svolse tra il 9 e il 10 agosto del 1916.

52.000 italiani e 41.000 austriaci morirono a Gorizia in un massacro. Questo canto, di anonimo, fu presentato a Spoleto nello spettacolo "Bella ciao" e tutti gli artisti furono denunciati per "Vilipendio allao Stato ed alla Patria" da due ufficiali presenti in sala.

(maria rollero)

La penultima strofa non è presente nella fonte citata.

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Regazzine vi prego ascoltare (1918) Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/regazzine-vi-prego-ascoltare

La che mi dava stringendo al mio sen; Regazzine vi prego ascoltare mi diceva: sei bella, mi piaci, Mi sulla terra sei nata per me. la mia storia con giusta ragìon, La Regazzine che fate l'amore, io la voglio davver raccontare, capirete quant'è il mio soffrir: Mi La non c'è al mondo più grande dolore che mi trovo nei grandi dolor. di vedere l'amante a morir.

Da quel dì dalla morte crudele Son rimasta nel mondo smarrita, fianco mio l'amor mi rapì, senza aver la mia gioia al sen; a pensar ch'ero tanto fedele, prego Dio che mi tolga la vita trovo pace né notte e né di. per andare a viver con sé.

Mi voleva per Pasqua sposarmi Così disse con voce tremante, ma il destino non volle così: per tre volte così replicò; non avendo compiuto i vent 'anni chiuse gli occhi dolenti all'istante che sul Piave innocente morì. poi in cielo con lui se ne andò. Chiuse gli occhi dolenti all'istante Mi ricordo dei cari suoi baci poi in cielo con lui se ne andò.

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Raccolta da R. Schwammentahal a Cologno sul Serio (BG) nel 1966.

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L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)

Il primo dopoguerra, con le sue contraddizioni, porta in Europa l'ombra cupa delle dittature fasciste e vede nascere l'opposizione ad esse. Ma è anche il periodo che ha visto l'affermarsi della Rivoluzione d'Ottobre in Russia, che diventerà il baluardo e il simbolo della riscossa del proletariato a livello mondiale. Questa sezione si chiude con lo scoppio della seconda guerra mondiale, scatenata dal nazifascismo della Germania e dell'Italia.

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A las barricadas (1933) di Valeriano Orobón Fernández Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/las-barricadas

Rem que del triunfo sin cesar Negras tormentas agitan los aires, La7 La7 Rem La7 nos lleva en pos. nubes oscuras nos impiden ver, Rem Rem Alta la bandera revolucionaria aunque nos espere el dolor y la muerte, La7 Rem7 La7 La7 Rem La7 Rem que del triunfo sin cesar nos lleva contra el enemigo nos manda el deber. Rem Fa Do en pos. El bien más preciado es la libertad. Rem La7 ¡En pie pueblo obrero, a la batalla! Hay que defenderla con fe y con valor. ¡Hay que derrocar a la reacción!

Rem ¡A las barricadas! ¡A las barricadas Alta la bandera revolucionaria por el triunfo de la Confederación! La7 Rem ¡A las barricadas! ¡A las barricadas por el triunfo de la Confederación!

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Inno della Confederacion Nacional del Trabajo (CNT). Uno dei più famosi canti anarchici spagnoli, scritto in occasione della guerra civile del 1936. Questo inno anarchico ha una gloriosa storia rivoluzionaria e al tempo stesso è una delle canzoni più popolari delle classi operaie della Polonia, dell'Unione Sovietica e della Germania antifascista, dove è conosciuta con il titolo "Warsavianka". La versione spagnola, con arrangiamento per coro misto di Angel Miret e testo spagnolo di Valeriano Orobón Fernández, è stata pubblicata nel 1933, con il nome "Marcia trionfale" e il sottotitolo "A las barricadas", nel supplemento della rivista "Tierra y Libertad" di Barcellona.

Vedi anche La Varsovienne

In :Carlos Palacio, Colección de Canciones de Lucha, Ediciones Pacific, Madrid, 1980 , facsimile della edizione della Tipografía Moderna, Valencia Febbraio 1939

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Amore mio non piangere Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-mio-non-piangere

Re che sveglia la mattina Amore mio non piangere Ma là nella casetta La7 mi sveglia la mammina se me ne vado via Io lascio la risaia Vedo laggiù tra gli alberi Re la bianca mia casetta ritorno a casa mia E vedo laggiù la mamma che ansiosa lei m'aspetta Amore mio non piangere se me ne vò lontano Mamma papà non piangere Ti scriverò da casa se sono consumata per dirti che io t'amo E' stata la risaia che mi ha rovinata Non sarà più la capa

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Dal repertorio di Giovanna Daffini, è tra i più noti canti di risaia. Esistono versiono partigiane(ALLO SPUNTAR DELL'ALBA), politiche (MAMMA MIA NON PIANGERE SE SON SCOMUNICATA...), militari(SENTO LE RUOTE CHE GIRANO) e di fabbrica.

In alcune versioni il canto si concludeva con i seguenti versi:

"Ama chi ti ama, non amare chi ti vuol male specialmente il caporale e i padroni che sfruttano te".

(maria rollero)

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Canción de Bourg Madame Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-de-bourg-madame

Lam os juramos volver a nuestra España Españoles, salís de vuestra patria para vengar la afrenta de la humanidad Rem Lam os juramos volver a nuestra España después de haber luchado contra la invasión para vengar la afrenta de la humanidad. Rem Lam caminando por tierras extranjeras A ti Franco traidor vil asesino Mi7 Lam de mujeres y niños del pueblo español mirando hacia la estrella de la liberación. tú que abriste las puertas al fascismo tendrás eternamente nuestra maldición Camaradas caídos en la lucha tú que abriste las puertas al fascismo que disteis vuestra sangre por la libertad tendrás eternamente nuestra maldición.

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Canzone della Guerra Civil spagnola.

Bourg-Madame (in catalano: La Guingueta d'Ix) è il primo comune francese che s'incontra passando la frontiera spagnola, nel dipartimento dei Pirenei Orientali provenendo da Barcellona. Era il primo luogo di esilio dei repubblicani sconfitti nella guerra civile spagnola.

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Canta di Matteotti Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canta-di-matteotti

Lam Mi7 Dopo che Matteotti avean trovato, Or, se ascoltar mi state, mentre che stava andando al Parlamento, Lam venne su di una macchina caricato canto il delitto di quei galeotti da quegl'ignobil della banda nera. Lam Mi7 che con gran rabbia vollero trucidare In mezzo a un bosco Lam fu trasportato là il deputato Giacomo Matteotti, e quei vili aguzzini gli disser con furor: Rem Erano tanti: " Perché tu il fascismo hai sempre odiato, Lam ora dovrai morì qui sull'istante " Viola Rossi e Dumin, e dopo averlo a torto bastonato Mi7 di pugnalate gliene dieder tante. il capo della banda Lam Così, per mano Benito Mussolin. di quei vili traditor, moriva Matteotti, capo dei lavorator.

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Sull'aria de "Il Maschio di Volterra".

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Canto dei deportati (1933) di Johann Esser, Wolfgang Langhoff Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-deportati

Lam Mi7 Lam non un trillo in cielo udiam Fosco il cielo sul lividore Rem Lam Mi Lam Sul suolo ... di paludi senza fin Do Sol7 Do Suon di passi di spari e schianti tutto intorno è già morto o muore sentinelle notte e dì Rem Lam Mi Lam colpi grida lamenti e pianti per dar vita agli aguzzin(o dar 'gloria') e la morte a chi fuggì ( o la forca )

Do Sol7 Sul suolo ... Sul suolo desolato Lam Mi Pure un giorno la sospirata con ritmo disperato primavera tornerà Lam libertà libertà dorata zappiam nessun più ci toglierà

Una rete spinosa serra Dai campi del dolore il deserto in cui viviam ( o moriam) risorgerà l'amore non un fiore su questa terra doman

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Noto anche come Die moorsoldaten (I soldati della palude)ed anche Borgemoorlied (Canzone di Borgemoor)fu composto nel lager di Borgemoor/Esterwegen dai deportati comunisti Johann Esser e Wolfgang Langhoff per il testo e Rudi Goguel per la musica. Dal '33 al '45 venne tradotto nei campi nazisti in tutte le lingue dei deportati. In italiano venne tradotto dal francese nel lager di Ravensbruck.

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Chi non sgobba non magna di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-non-sgobba-non-magna

Sol Sim Che scellerati, che spudorati Il macello scellerato Questa banda di briganti, falciò vittime a milion di assassini e di ladron, Lam di quattrin ne ha fatti tanti e può aver per risultato con la carne da cannon, il trionfo del succhion ma temendo le nostre ire Re ci vorrebbe ancor schiacciar, che gridando “Duce! Duce!” ma italiano non dormire, Sim non lasciarti più fregar! nelle bische e nei caffè La reazione sta in agguato Re7 e ci vuole incatenar, alla morte ci conduce ma dovrà morì ammazzato Sol chi ci fece massacrar per il fascio e per il re! O proletario rammentati i morti La7 Re che dalla tomba oggi sono risorti, Oggi siamo compensati per maledire chi li fece perire. La7 Non li tradire, non t’addormire! Re Contro l’Unno disumano con la fame e lo squallor, e il fascista traditor, La7 Re marcia insieme al partigiano ma i gerarchi snaturati o fratel lavorator! La7 Non ci dia più la tortura Re7 che l’Italia rovinò, fanno ancora i gran signor! ma rendiamogli ad usura Sol Sim Mim Lam tutto il mal che ci arrecò! Ed ora che il popolo soffre la fame Per la Falce ed il Martello Sol Sim Mim Lam sarà fulgido il destin: di quegl’infami non cessan le brame splenderà sole novello Re7 la gran Legge di Lenin. Sol Disse Lenin: Chi nun sgobba nun magna! sempre ai lor piedi ci voglion legati Sta per finire l’infame cuccagna. Lam Re7 Lam Voi che del popolo il sangue succhiate: Sol se non sgobbate, manco magnate!

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Sull’aria di “Come pioveva” (A.Gill-A.Testa)

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Die moorsoldaten [I soldati della palude] (1933) di Johann Esser, Rudi Goguel, Wolfgang Langhoff Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: tedesco Tags: carcere, campi di concentramento Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/die-moorsoldaten-i-soldati-della-palude

Lam Mi7 Lam Hier in dieser oeden Heide Wohin hauch das Auge blichet ist das lager aufgebaut Rem Lam Mi Lam wo wir fern von jeder Freude Moor und Heide nur ringsum hinter Stacheldracht verstaut Do Sol7 Do vogelsang uns nicht erquicket Wir sind de Moorsoldaten Rem Lam Mi Lam und ziehen mit dem spaten eichen stehen kahl und kruum ins Moor!

Do Sol7 Morgen ziehen die Kolonnen Wir sind de Moorsoldaten in das Moor zur Arbeit hin Lam Mi Graben bei dem Brand der Sonne und ziehen mit dem spaten doch zur Heimat steht der Sinn Lam ins Moor! Wir sind de Moorsoldaten und ziehen mit dem spaten ins Moor!

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Canto del lager di Esterwegen/Borgemoor, scritto nel 1933 da alcuni prigionieri (un sindacalista, un regista e un musicista, tutti comunisti) con lo scopo di ritmare la marcia dei prigionieri verso il lavoro nelle paludi di Börger ma anche come sfida alle SS , che dopo una prima violenta reazione, alla fine lo permisero. Può sorprendere il suo tono quasi trionfale, che costituiva una risposta alle vessazioni e la fiducia nella vittoria contro il nazismo. Diffuso all'estero, esso diventò infatti simbolo della resistenza al regime hitleriano. La versione qui riportata è incompleta, in origine erano 6 strofe. Anni dopo, a Ravensbruck ne venne fatta una versione italiana, cantata però clandestiname, vedi Il canto dei deportati

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Dime donde vas morena Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dime-donde-vas-morena

Do Sol7 Dime por qué vas llorando, Dime dónde vas, morena, dime por qué ya no cantas. Do dime dónde vas, alada. Yo lloro por mis hermanos, Sol7 yo lloro por mis valientes Dime dónde vas, morena, que los tienen prisioneros Do en jaulas de fierro ardiente. a las tres de la mañana. Si te quieres casar Sol7 con la chica de aquí Voy a la cárcel de Oviedo tienes que ir a Madrid Do a empuñar un fusil. a ver a los pacifistas Sol7 Dime qué llevas, morena, que los tienen prisioneros en esa jarra cerrada. Do Dime qué llevas, morena, esa canalla fascista. a las tres de la mañana.

Si te quieres casar Llevo la sangre que corre Sol7 por las llanuras de Soria con la chica de aquí pa' tirarla a los fascistas tienes que ir a Madrid para que tengan memoria. Do a empuñar un fusil. Si te quieres casar con la chica de aquí Dime por qué vas llorando tienes que ir a Madrid cuando recién te levantas. a empuñar un fusil.

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Adattamento antifranchista della canzone popolare della Cantabria intitolata La Fuente de Cacho, attribuito all'anarchico spagnolo Emilio Carral, leader del Movimento Obrero. Nacque nelle Asturie in seguito all' insurrezione dei minatori asturiani del 1934 ferocemente repressa dopo la quale il carcere di Oviedo, si riempì di prigionieri politici repubblicani. Il ritornello non ricorre in tutte le versioni, ed è anch'esso la parodia di una canzone spagnola per l'infanzia.

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Dio del cielo se fossi una rondinella (1930) Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dio-del-cielo-se-fossi-una-rondinella

La Mi7 Là c’è il tuo amore che alla fontana aspetta Dio del cielo se fossi una rondinella La Mi7 Prendi il fucile e vattene alla frontiera Dio del cielo se fossi una rondinella Prendi il fucile e vattene alla frontiera. La Là c’è il nemico, là c’è il nemico Vorrei volare, vorrei volare, Là c’è il nemico che alla frontiera aspetta. Mi7 La vorrei volare in braccio alla mia bella Prendi il fucile e gettalo giù per terra Prendi il fucile e gettalo giù per terra. Prendi quel secchio e vattene alla fontana. Vogliam la pace, vogliam la pace Prendi quel secchio e vattene alla fontana. Vogliam la pace e non mai più la guerra Là c’è il tuo amore, là c’è il tuo amore Vogliam la pace, vogliam la pace Vogliam la pace e non mai più la guerra.

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Ci sono due versioni, dal punto di vista musicale: O Dio del cielo (canto militare nato forse durante la Prima Grande Guerra) e "Guarda la luna come la cammina" tipico canto del repertorio degli alpini

O Dio del cielo s’io fossi una rondinella o Dio del cielo s’io fossi una rondinella vorrei volare (3 volte) n braccio alla mia bella Prendi la secchia e corri alla fontana c’è là il tuo amore (3 volte) che alla fontana aspetta

Prendi il fucile e innesta la baionetta c’è là il nemico (3 volte) che alla frontiera aspetta.

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Guarda la luna come la cammina e la scavalca i monti come noialtri alpin Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin come farò

Guarda le stelle, come sono belle: somiglian le sorelle di noialtri alpin: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin come farò

Guarda il sole, come splende in cielo: la lunga penna nera si riscalderà: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin come farò

Guarda la neve, come scende lieve: la lunga penna nera la si imbiancherà: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin come farò

La versione pubblicata è stata invece cantata dalle Mondine di Opera ed è contenuta nel cd “Canti e ricordi delle risaie” a cura dell’associazione Cantaia e Coro Ingrato. E’ un canto di pace; invita non a prendere il fucile ed innestare la baionetta, ma a prendere il fucile e buttarlo per terra perchè “Vogliam la pace e non mai più la guerra”.

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E quando alfine Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: anticlericali, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quando-alfine

Re Andremo in chiesa a pregar Lenin E quando alfine sarà la resa Re La7 Re andremo in chiesa a pregar Lenin andremo in chiesa andremo in chiesa Re7 Sol e quando alfine sarà la resa andremo in chiesa a pregar Lenin La7 Re Re andremo in chiesa a pregar Lenin con la camicia rossa La7 Re Re La7 e 'l bottiglion del vin.

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Sull'aria di "Bandiera rossa"

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El Quinto Regimiento Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-quinto-regimiento mi lam con el comandante Carlos El dieciocho de julio no hay miliciano con miedo. sol fa mi en el patio de un convento Venga jaleo, jaleo fa mi suena la ametralladora el partido comunista y Franco se va a paseo. lam sol fa mi fundó el Quinto Regimiento. Con los cuatro batallones que Madrid están defendiendo Venga jaleo, jaleo se va lo mejor de España lam sol la flor más roja del pueblo. suena la ametralladora mi lam fa mi Venga jaleo, jaleo y Franco se va a paseo. Con el quinto, quinto, quinto, Con Líster, el Campesino, con el Quinto Regimiento con Galán y con Modesto madre yo me voy al frente para las lineas de fuego.

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Il canto utilizza due temi popolari, la musica di "El Vito" nel testo e nel ritornello di "Los contrabandistas de Ronda (Anda Jaleo)"

La 5 ^ milizia popolare conosciuta come Quinto Reggimento è stato un corpo militare di volontari della Seconda repubblica spagnola durante i primi mesi del guerra civile spagnola, e divenne il fiore all'occhiello dell'esercito popolare repubblicano .

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El tren blindado Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-tren-blindado mi lam y Mola se va a paseo Yo me subí a un pino verde y Mola se va a paseo. sol fa mi por ver si Franco llegaba Yo me fui en el tren blindado fa mi camino de Andalucía y sólo vi un tren blindado y vi que Queipo de Llano lam sol fa mi al verlo retrocedía. lo bien que tiroteaba Anda jaleo, jaleo, jaleo, Anda jaleo, jaleo, jaleo, silba la locomodora lam sol y Queipo se va a paseo ssilba la locomodora y Queipo se va a paseo. mi lam y Franco se va a paseo El dieciocho dia de Julio fa mi en el patio de un convento y Franco se va a paseo el partido comunista fundò el quinto regimiento Por tierras altas de Burgos el partido comunista anda Mola sublevado, fundò el quinto regimiento ya veremos cómo corre cuando llegue el tren blindado. Anda jaleo, jaleo, jaleo, silba la locomodora Anda jaleo, jaleo, jaleo, y Franco se va a paseo silba la locomodora y Franco se va a paseo.

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Questo testo è un adattamento di una canzone popolare, "Los Contrabandistas de Ronda" . Durante la guerra di Spagna, come per tutti gli adattamenti di canti popolari, se ne abbero diverse versioni. In questa si parla di un treno blindato, come quelli della rivoluzione russa, da cui sparare ai tre generali più odiosi.

Fonte

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En el Pozo Maria Luísa Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti, lavoro/capitale, miniera, anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/en-el-pozo-maria-luisa

Lam Mi Lam mira como vengo yo. En el pozo María Luisa, Que me la rompió un barreno, Mi Lam mira, mira Maruxina mira, tranlaralará, tranlará, mira como vengo yo. Do Sol murieron cuatro mineros, Me cago en los capataces Fa ranlaralará, tranlará, mira, mira Maruxina mira, accionistas y esquiroles, Mi mira, mira Maruxina, mira, mira como vengo yo. Mira como vengo yo! Do Sol Accionistas y esquiroles, Murieron cuatro mineros, mira, mira Maruxina, mira, Fa Mira como vengo yo. mira, mira Maruxina mira, Mi Mañana son los entierros, mira como vengo yo tranlaralará, tranlará, tranlará, de esos pobres compañeros, Traigo la camisa roja mira, mira Maruxina mira, tranlaralará, tranlará, mira como vengo yo. del sangre de un compañero, De esos pobres compañeros, mira,mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira, mira como vengo yo. mira como vengo yo. Del sangre de un compañero, mira,mira Maruxina mira, En el pozo María Luisa, mira como vengo yo. tranlaralará, tranlará, murieron cuatro mineros, Traigo la cabeza rota, mira, mira Maruxina mira, tranlaralará, tranlará, mira como vengo yo. que me la rompió un barreno, Murieron cuatro mineros, mira, mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira, mira como vengo yo

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Un minatore ferito torna a casa e racconta alla moglie dell'incidente in miniera in cui sono morti 4 suoi compagni. Si fa riferimento al Pozo Maria Luisa, una miniera di Langreo, nelle Asturie, tutt'ora attiva, in cui, nel 1949, 17 minatori motitono per una esplosione di grisù. Anche se spesso viene catalogata nel repertorio dei canti anarchici della guerra civile spagnola, questo canto ha una genesi complessa ed articolata nel tempo: canzone di miniera dagli antichi natali (e che iniziava con l'invocazione a Santa Barbara), divenne anche un inno del movimento indipendetista asturiano nato nel 1934: i lavoratori asturiani crearono la prima Armata Rossa e fondarono la Repubblica Socialista delle Asturie a Oviedo. Fu poi ripreso durante la guerra civile spagnola. Ancora oggi vivida colonna sonora e fedele compagna dei minatori spagnoli durante la lunga Marcha Negra verso la capitale, coinvolgendo nella loro giusta lotta milioni di persone. Viene cantata anche durante cerimonie ufficiali, in quanto è fortemente radicata nella cultura popolare spagnola.

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Figli dell'officina Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: anarchici, antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-dellofficina

Do di pace e di lavor. Figli dell'officina Rem Dai monti e dalle valli o figli della terra, giù giù scendiamo in fretta, Sol Lam Mi7 con queste man dai calli già l'ora s'avvici-na noi la farem vendetta; Lam Re7 Fa Sol7 della più giusta guerra, del popolo gli arditi, Do noi siamo i fior più puri, la guerra proletaria, fiori non appassiti Rem dal lezzo dei tuguri. guerra senza frontiere, Sol Lam Mi7 Avanti, siam ribelli... innalzeremo al ven-to Lam Re7 Fa Sol Noi salutiam la morte, bandiere rosse e nere, bella vendicatrice, noi schiuderem le porte Do Fa Do a un'era più felice; Avanti, siam ribelli, Fa ai morti ci stringiamo fiori vendicator e senza impallidire Do per l'anarchia pugnamo; un mondo di fratelli o vincere o morire, Sol7 Do Avanti, siam ribelli...

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Legato all’epopea degli “Arditi del Popolo”, il canto, molto noto, è stato ideato da Giuseppe Raffaelli e scritto da Giuseppe Del Freo su una musica probabilmente cantata in artiglieria. Questo canto è tra i più diffusi nel movimento dei lavoratori ed ha subito diverse varianti a seconda dell’organizzazione politica che lo ha utilizzato durante la lotta partigiana (ad esempio “libere bandiere” al posto di “bandiere rosse e nere”).

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

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Figli di nessuno Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-di-nessuno

Do Sol7 figli di nessuno Noi siam nati chissà quando chissà dove Sol7 Do DO anche il digiuno saprem lottar. allevati dalla pubblica carità Sol7 Noi viviam fra i boschi senza padre senza madre senza un nome e sulle alte cime Fa Sol7 Do e dagli aquilotti e noi viviam come gli uccelli in libertà. ci facciam comandar ma il nemico nostro Do dai confini scaccerem - e scaccerem Figli di nessuno e l'Italia bella Sol7 noi la saprem - noi la sapremo liberar. per i boschi noi viviam Rem Sol7 Figli di nessuno ci disprezza ognuno per i monti noi viviam Do ci disprezza ognuno perché laceri noi siam perché laceri noi siam ma se c'è qualcuno ma se c'è qualcuno Fa che ci sappia ben guidar - e ben guidar che ci sappia ben guidar - e ben guidar figli di nessuno Rem Do anche il digiuno saprem lottare.

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I "Figli di nessuno" erano nel genovese le squadre d'azione che avevano l'incarico di contrapporre alla violenza fascista azioni di rappresaglia; nel luglio 1921 confluirono negli Arditi del Popolo.

V'è una lezione del ritornello leggermente diversa:

"Figli di nessuno per i monti noi andiam ci disprezza ognuno perché laceri noi siam ma se troviam qualcuno che ci sappia che ci sappia dominar e comandar figli di nessuno - anche a digiuno saprem sparar" (Pardo Fornaciari)

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

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Fra il '19 fra l'anno 20 Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fra-il-19-fra-lanno-20

Re Sim Re Sim Basta e basta Fra il diciannove fra l'anno venti Massacratori dell'umanità. Re Sim Re La Basta e basta, Gran cambiamenti gloriosi si dan Lenin vi pagherà. Sol La Sol La Con l'elezioni con le comunali Maledizione la guerra e il cannone Sol La Re La munizione che USA vi dà Scaccià i clericali l'agrario e il pipì O santo giusto verrà quell'ora Che chi non lavora non deve mangiar Re Sim Re Sim Via e via Basta e basta Re Sim Re La Massacratori dell'umanità... La borghesia l'agrario e il pipì Sol Re Le guardie regie figura più brutta Via e via La carne venduta che uccide ogni dì Sol La Re Rubare ammazzare pipì e clericali Fai i conti con Lenin Le cose bestiali non è santità

Affittuari rimasti e mezzadri Basta e basta È morto l'agrario e sta male il pipì Massacratori dell'umanità... Fan compassione soltanto a vederli Quei poveri merli che in gabbia restan Dal '19 ormai giunti al '20 Via e via dei gran cambiamenti si doveva far: La borghesia... bandiere rosse son tutti i comuni, ormai più nessuno strappar li potrà. Siam comunisti artisti e valenti Questo gran fascio vigliacco e imprudente Intelligenti e per lavorar maltratta la gente che colpa non ha: Per minor ansa c'è qualce pipì le guardie regie, gli agrari e i borghesi Ma poverino più forza non ha son tre corpi intesi per fà massacra.

Via e via...

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Parodia politica diffusa nel ferrarese sull'aria della nota canzone dell'epoca Donna, donna. "Pipì" è l'abbreviazione di di Partito Popolare Italiano.

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I ne g'ha messo de la Todt Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: veneto Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-ne-gha-messo-de-la-todt

Do E la sera, za se sa, I ne g’ha messo de la Todt Sol7 Sol7 I i ne da’ quel fià de boba, tuti noi de la “legera” do patate e tre fasoi: co’ la pala e col picon Do Do tuta quela xe la roba. de matina fin la sera.

Informazioni

Nel settembre 1944 vi fu a Trieste, occupata e governata direttamente dai tedeschi, la prima chiamata al servizio del lavoro (Arbeitsdienst) degli uomini delle classi 1923 e 1924. Dopo sei mesi furono chiamati gli uomini delle classi 1916-1922. Successivamente la chiamata fu generale, per tutti gli uomini abili. I chiamati del primo scaglione furono assegnati alla organizzazione Todt, gli altri furono invece portati in Germania. L'Organizzazione Todt (OT) fu una grande impresa di costruzioni che operò, dapprima nella Germania nazista, e poi in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht impiegando il lavoro coatto di più di 1.500.000 uomini e ragazzi. Il principale ruolo dell'impresa era la costruzione di strade, ponti e altre opere di comunicazione, vitali per le armate tedesche e per le linee di approvvigionamento, così come della costruzione di opere difensive. Il canto “I ne g’ha messo de la Todt” è stato registrato a Trieste

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Ignoranti senza scuole Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ignoranti-senza-scuole

Do e i padroni dovranno star. Ignoranti senza scuole, Sol Ma un bel giorno ci abbiam risposto calpestate dal padron, voi siete servi del padron Do e se lottiamo avremo più giustizia, noi eravam la plebe della terra più diritto di pane e di lavoro. Sol ma in risaia come in prigion. Ma i padroni hanno armi di menzogna e corruzion Lam hanno i giornali il cinema la radio E ci hanno detto ma questa vita che difendono i profitti del padron. la dovrete sempre far Rem Sol Do Ma “noi donne” è gran faro e i padroni ci son sempre stati che ci illumina il cammin Sol Mi7 Lam e per noi donne è un’arma di progresso e di giustizia per tutte noi mondin.

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Canto del repertorio del Coro delle mondine della cooperativa dei Cappuccini di Vercelli ed eseguito durante il primo folk-festival di Torino (1965).

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Il cafone sanguinario di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-cafone-sanguinario

Do gli sgherri del cafon Fra tutti i traditori e gli assassini fecero vittime a milion. Sol Do nati quaggiù Il truce e sanguinario Mussolini Sol Do non è un leon, nati quaggiù, non è un leon e quelle sue squadracce d’assassini un delinquente come Mussolini neppure lor, Sol Do neppure lor! giammai vi fu, Ma in venti contro due sono spietati Sol Do pieni d’ardor, giammai vi fu. pieni d’ardor, Mi Si7 Mi Si7 Mi se i due furono prima disarmati Con la feccia peggior della nazione dal pattuglion, Si7 Mi dal pattuglion. che organizzò, Se protetti (che baldi guerrier) Si7 Mi dai tedeschi ed altri masnadier, che organizzò, nel saccheggiar, nell’incendiar, Sol Re Sol Re Sol nel trucidar, nel torturar, il ceffo suo bestiale di cafone gli sgherri del cafon Re Sol hanno un coraggio da leon. terrorizzò Re Sol Ma un dì di redenzione e di letizia terrorizzò, sta per spuntar, Sol7 sta per spuntar, “Duce! Duce!” così urlava in cor in cui nessun fascista alla Giustizia Do potrà scampar, la ciurmaglia ch’egli sobillò. potrà scampar. Mi Lam Il popolo che da trent’anni geme Col saccheggiar, con l’incendiar, vendetta avrà, Mi Lam vendetta avrà, col trucidar, col torturar chè Mussolini e la sua banda insieme Fa Do vedrà impiccar, gli sgherri del cafon vedrà impiccar. Sol Do Lieti e insieme danzeremo allor fecero vittime a milion. Tutti intorno a quei bei lampion, dove gli eroi del saccheggiar, Un uom più maledetto e più esecrato del trucidar, del torturar, giammai vi fu, vedrem con voluttà giammai vi fu giù dalla forca penzolar. di questo masnadiero scellerato no, non vi fu, Da quei lampioni molto festeggiato no, non vi fu! certo sarà, Il boia, il megalomane e il buffone certo sarà, egli incarnò, quello da cui il brigante più esecrato egli incarnò! penzolerà, Fin la sinistra fama di Nerone penzolerà. egli eclissò, La folla sotto un lieto girotondo egli eclissò. vi danzerà, “Duce! Duce!” gli gridava in cor vi danzerà la ciurmaglia ch’egli organizzò. e un grido solo dal suo cor giocondo Col torturar, con l’incendiar, proromperà, col saccheggiar, col trucidar proromperà.

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“Truce! truce! Tu non mordi più! da quel suo eterno trucidar, Truce! Truce! Torna a Belzebù!” nemmeno Belzebù Ma nel sentirsi nausear giù nell’inferno lo vuol più...

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Sull’aria di Funiculì Funiculà (Turco-Denza)

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Ines Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti, anarchici, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ines

Lam sin decir por qué Sola está en la casa Rem Lam Inés, Inés, Inesita, Inés sola está mujer (x2) Inés, Inés, que guapita es

Rem Lam Será que luchaba sola está mujer (x2) pa’ poder vivir Rem Lam Mim Lam Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es! Rem Lam Mim Lam Inés, Inés, que guapita es! Será que tendría algo que decir Sólo está pensando cuándo ha de volver Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es Triste está la barca triste está la red Que se lo llevaron al amenecer Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es Triste está el carro y el buey Entre dos fusiles Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, que guapita es

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Versione della Federazione Anarchica Iberica di una filastrocca infantile spagnola (asturiana), “Tres hojitas madre”.

Ci è stata comunicata alla Festa della Lega di Cultura di Piadena dai cori provenienti dalla Francia

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Invano Johnson si opporrà Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/invano-johnson-si-opporra

Re Mim Sol la dottrina del nostro gran Lenin La7 può trasformar dei popoli il destin. Tutta la storia da quando esiste il sol Invano Johnson si opporrà Re perché dovunque trionferà è lotta degli oppressi contro gli oppressor. la legge di Lenin, la legge di LeninRe Sol La Mim La7 Finchè arrivò Lenin, finchè arrivò Lenin Ogni sovrano , duce o re Mim La7 Re Per dei millenni la plebe si piegò schiacciò la plebe sotto i piè sotto il bastone dello sfruttator, La7 Re La7 Re ma dallo stato di terror Finchè arrivò Lenin, finchè arrivò Lenin e dall'iniquo suo torpor la risvegliò Lenin, la risvegliò Lenin Per dei millenni la plebe si piegò sotto il bastone dello sfruttator, Contro il riscatto del lavorator ma dallo stato di terror sorse il fascismo boia e traditor e dall'iniquo suo torpor e un Presidente d'oltremar la risvegliò Lenin, la risvegliò Lenin ora il gendarme vuole far per arrestar Lenin, per arrestar Lenin Contro il riscatto del lavorator sorse il fascismo boia e traditor Come il fascismo le corna si spezzò e un Presidente d'oltremar si spezzeran quelle dei re dell'or. ora il gendarme vuole far Dollari e bomba nuclear per arrestar Lenin, per arrestar Lenin non perverranno ad arrestar la marcia di Lenin, la marcia di Lenin Come il fascismo le corna si spezzò Sol la dottrina del nostro gran Lenin si spezzeran quelle dei re dell'or. può trasformar dei popoli il destin. Dollari e bomba nuclear Invano Johnson si opporrà non perverranno ad arrestar perché dovunque trionferà la marcia di Lenin, la marcia di Lenin la legge di Lenin, la legge di Lenin

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La Comune di Parigi Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comune-di-parigi

Rem Sol7 Rem Do Vogliam la libertà, che tu, borghese, schiacciasti nel sangue; Rem Sol7 Fa pace, lavoro e pane, non più gruppi isolati e divisi vogliamo alfine redimere Do Sol7 Do Fa Do7 ma la gran classe dei lavorator tutta l'umanità. Lam Mi7 Lam Vogliamo che sulla terra che uniti e compatti marciamo Do7 Fa Rem Mi7 Lam sia pace e lavoro, sotto il rosso vessillo dei Soviet, Do Sol7 Do vogliamo che sulla terra di Lenin i soldati noi siamo, Sol7 Do Sol7 Do non regni più il dolor, siam la forza del lavor, non regni più il dolor. Sol7 Do siam la forza del lavor. Non siam più la Comune di Parigi...

In piedi, o proletari, Do Sol7 Doman nelle officine giunto è il dì della riscossa, Rem Sol7 in alto la bandiera rossa non si faran cannoni Rem Sol7 ma si faranno macchine simbolo di libertà! Rem Sol7 Do solo per lavorar: In piedi, o proletari, Do Do7 Fa per lavorare il ferro giunto è il gran momento Fa Do la pietra con la terra. di dire alfin chi siamo, Do Sol7 Do Questa sarà la guerra, di dire cosa vogliam, Sol7 Do Sol7 Do la guerra che vogliam di dire cosa vogliam. Sol7 Do la guerra che vogliam! Lam Non siam più la Comune di Parigi...

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La guardia rossa di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-guardia-rossa

Re Sol La7 Re Sbrana furente il succhion coronato Quel che si avanza è uno strano soldato spoglia il nababbo dell'or che rubò Mi7 La7 danna per fame al lavoro forzato viene da Oriente e non monta destrier chi mai non lavorò Re Sol non lavorò. la man callosa ed il viso abbronzato Sol Re La7 Re È la guardia rossa... è il più glorioso fra tutti i guerrier. Accorre sotto la rossa bandiera La7 Sol tutta la folla dei lavorator Non ha pennacchi e galloni dorati rimbomba il passo dell'immensa schiera Mi7 La7 sopra la tomba di un mondo che muor. ma sul berretto scolpiti e nel cor Re Mi7 La7 Tentano invano risorgere i morti mostra un martello e una falce incrociati tanto a che vale lottar col destin Mi7 La7 marciano al sole più ardenti e più forti gli emblemi del lavor le armate di Lenin viva Lenin. viva il lavor. È la guardia rossa...

Re Sol Re Quando alla notte la plebe riposa È la guardia rossa nella campagna e nell'ampia città Sol La7 Re più non la turba la tema paurosa che marcia alla riscossa del suo vampiro che la svenerà. Si7 e scuote dalla fossa Ché sempre veglia devota e tremenda Mi-m La7 Re la guardia rossa alla sua libertà la schiava umanità. la tirannia cancrenosa ed orrenda più non trionferà trionferà. Giacque vilmente la plebe in catene sotto il tallone dei ricco padron Ché la guardia rossa dopo millenni di strazi e di pene già l'inchiodò alla fossa l'asino alfine si cangia in leon. nell'epica riscossa dell'umanità.

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La leggenda della Neva di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-della-neva

La Mi La Neva commossa La Neva contemplava alla Sprea vaticinava La Re che non invano "Spartaco" spirava. della folla umile e oscura La pura salma rossa La Si Mi ingigantì la tormenta il pianto silenzioso e la tortura. e... "di denti di draghi fu sementa". La Mi Oh quanto ne fu di fertile il terreno La plebe sanguinava e non soltanto sulla Sprea e sul Reno! La Re Ben disse il duce degli Spartachiani: come Cristo sulla Croce "Malgrado tutto, sarà mio il domani". La Mi Re E l'eco ripetè a tutta la Terra: svenata dalla monarchia feroce "Fra oppressi ed oppressor Mi non pace mai, ma guerra!". che non paga di forche e di Siberia La Neva altri prodigi volle ancor della guerra la miseria... non invano prometteva. La Mi L'incendio all'universo si estendeva. Ma sorse alfin un Uomo di coraggio Minaccia il Po, il Tamigi Sim Mi La il Danubio ed altre sponde. che infranse le catene del servaggio Arrosserà del Tebro le acque bionde. Mi Spartaco ruggirà dalla sua fossa: e sterminò le piovre fino in fondo. ... "Eserciti di schiavi, alla riscossa!". La O sozza tirannia, da troppo langue Quell'uomo fu Lenin la folla prona, cui succhiasti il sangue. Mi La O casta scellerata e maledetta, liberator del mondo. è giunto anche per noi il dì della vendetta! La Neva trasportava verso il Mar, da Pietrogrado, Là, sulla sacra Neva il motto di Lenin "Chi è ricco è ladro" sta Lenin che ansioso osserva ed il motto volando se la plebe latina è ancora serva. per i mari e i continenti Compagni, su mostriamo destò dal sonno gi schiavi dormenti. ai fratelli bolscevichi E valicò gli Urali, il Kremlino che noi non siamo più gli schiavi antichi! e giunse sino a Monaco e Berlino... E le campane pur suonino a festa Qui sventolando la Bandiera Rossa per salutar la plebe che s'è desta! "Spartaco" diè il segnal della riscossa. Noi dei tiranni il cuore ed il cervello E cadde. Ma alla notte, sulla Sprea frantumeremo a colpi di martello. - qual immenso falò - Si appressa il giorno del fraterno amore. la salma risplendea. Mouor con la tirannia il regno del terrore!

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Sull'aria de "La leggenda del Piave". Canto che esprime le "febbrili speranze che nutriva nel 1919 il proletariato italiano. Tali speranze (che a molti apparivano certezza) non si realizzarono: si scatenò invece la più bestiale e crudele reazione della storia" (da "Canti Comunisti, di Spartacus Picenus).

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La Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggera

Lam Mi7 Rem Lam Il lunedì la testa mi vacilla Oh leggera dove vai Lam Rem Mi7 Lam Oi che meraviglia non voglio lavorar Io ti vengo io ti vengo a ritrovar

Rem Sol7 Do Il venerdì poi l’è un giorno di passione Il lunedì la testa mi vacilla Io che son cattolica non voglio lavorar Lam Rem Mi7 Lam Oi che meraviglia non voglio lavorar Il sabato poi l’è l’ultimo giorno Oi che bel giorno non voglio lavorar Il martedì poi l’è un giorno seguente Io non mi sento di andare a lavorar Arriva la domenica mi siedo sul portone Aspetto il mio padrone che mi venga a pagar Il mercoledì poi l’è un giorno di baruffa Io c’ho della ciucca non voglio lavorar Padron l’è là che arriva l’è tutto arrabbiato Brutto scellerato lèvati di qua! Il giovedì poi l’è festa nazionale Il governo non permette ch’io vada a lavorar Noi siam della leggera e poco ce ne importa Vadan sull’ostia la fabbrica e il padron!

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Testo diffuso nella zona dell'Appennino Emiliano, su un tema presente in tutto il nord Europa, e noto in tutta l'Italia settentrionale e centrale, in diverse versioni.A proposito di questo modello di canzone, a pg 185 di Jona E., Liberovici S., Castelli F., Lovatto A., Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi, Donzelli Editori, Roma, 2008, si può leggere: "questo canto pertanto può considerarsi come uno dei primi canti del proletariato moderno non ancora costituito in gruppi organizzati: siamo cioè alla preistoria della classe operaia." Per il significato del termine "leggera", vedi la nota a La lingera di galleria.

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La nostra società l'è la filanda Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale, filanda Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nostra-societa-le-la-filanda

La La La nostra società l'è la filanda se 'l direttor el gh'è Mi quaranta lazarón che me comanda La La 'n voeur i sigari i gh'eva l'assistenta forastiera La la 'n voeur i soldi la manderemo in galera Mi la 'n voeur i sigari e de fa 'l caffè La Gh'el diseremo, gh'el diseremo La 'n voeur i sigari Mi al direttór la 'n voeur i soldi La che la 'sistenta la va di basso la 'n voeur i sigari e de fa 'l caffè La La a fare l'amór La 'n voeur i sigari

La la 'n voeur i soldi La va di basso la va di basso Mi Mi la 'n voeur i sigari e de fa 'l caffè in punta di piè ma per vedere ma per vedere Mi La Biondina carina non sei più per me.

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Raccolta a Cologno sul Serio da Sandra Mantovani.

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Lamento del carbonaro Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: toscano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-carbonaro

Mim Vi posso dire sopra quel terreno Vita tremenda e vita disperata ci siamo tanti assoma a lavorare Si7 ci volesse due lire e non di meno chi un l'ha provato un lo po' immaginare una e ottanta ce lo fan bastare. Mim Ci danno la farina a caro prezzo credo all'inferno un'anima dannata cinquanta lire la fanno i' quintale Si7 Mim puzza di riscaldato e sa di lezzo che così tanto possi tribolare sarebbe roba da darsi al maiale. quant'è lo spasimo e i' dolore Si7 Mim Bisogna tace e non c'è via di mezzo quella del carbonaro il tagliatore. tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati Parti da casa ha poco lieto il core si passa da 'gnoranti e da sfacciati. si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore 'Un se lo rammentan più quegli esaltati e i figli scarzi e 'gnudi come ragni che si mangiava il pane a pari eguale dicendogli: se giova el mio sudore ora che a mangià 'l pan si son trovati ho la speranza farli bon guadagni son quelli che si fanno tanto male soccorso vi darò come vedrete tra il capo macchia ministri fattori e vi comprerò le scarpe e mangerete dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione Ora ch'a' conti ci siamo arrivati si va in Corsica in Sardegna fino a Riete là giò 'l ministro li ha già sistemati. si va a seconda le combinazione Ci consegnano biglietti sigillati credessimo trovare maggior fortuna par che d'aprirgli a lor molto gli prema s'anderebbe nel mondo della luna. quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema In secca in una foresta alta e dura tutt'a utile suo la somma tira gli par d'aver trovato un gran tesoro lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro Quello che gli rispondo a piena ira e lì chi di una parte alcuna Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato forman la cella per il suo demoro più s'arrabbia più s'infama più s'adira la fabbrica con legna terra zolle e sassi dicendo: È troppo quello che ti ho dato pare proprio i'rricovero de' tassi. se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino Pensate un po': essere stati otto mesi pure'n di cacio un se doventa grassi schiavi per risparmiar se ne mangia pochino pensate un po' come taglian la giubba otto mesi si dorme sotto le oscure zolle in centonovantanove tutti ladri col capo in terra come le cipolle. fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.

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Reg. di Caterina Bueno, Tirli, Grosseto, 1965, inf. Domenico Bartoletti.

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Lenin e Stalin di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lenin-e-stalin

Rem La7 Re Quasi un ventennio è passato del mondo sei tu Rem Sol Re Da quando sorge quaggiù E come il Sole La7 La7 Re Un genio atteso e adorato il tuo ideale non si spegne mai più Rem Come un novello Gesù La7 Rem Piomba la belva fascista Ed ogni oppresso cantava Sopra ogni gran civiltà La7 Mi7 La L'umanità socialista Non lagrimando già più Or si accingeva a sbranar Ma un uomo tutto d'acciaio Re La7 Ad aspettarlo era là Lenin la tua dottrina si diffonde e vola Re Stalin di Stalingrado la leggenda vola Lenin la tua parola è quella che consola Stalin fermava il mostro la tua forza sola

Gloria sia a te in eterno Il dolce sogno santo Senza la tua grande vittoria La7 Ritorna indietro la storia Della gran città del Sole Di due millenni o anche più Rem Che vagheggiava ogni cuore Stalin il degno erede Mi7 La del gran Lenin sei tu Tu realizzasti quaggiù Due vostri pari sopra la terra non verranno mai più Sol La Solm Re La7 Re Lenin il più grand'uomo Stalin mai più

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Mano alla bomba (1937) Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mano-alla-bomba

Re Con petrolio e dinamite Su mano alla bomba che scoppi mitraglia La7 La7 Re Ogni classe ed il governo Disponi i petardi e impugna le Star Re La7 Re a disfar e debellar Si propaga l'idea rivoluzionaria La7 Re à ora che spenta sia la dittatura La gran libertaria che i ceppi spezzò Vergogna e tortura del mondo civil Non più militari ne classi borghese Presto anarchici accorriamo Su fuoco alle chiese e abbasso il poter La7 Re A pugnar per la vittoria od il morire Presto anarchici...

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E' la traduzione in italiano di una canzone spagnola del '36, Arroja la bomba. Pubblicata su “Guerra di Classe”, giornale della CNT-FAI (Seccion Italiana), Barcelona, a.II,n.14, 1 maggio 1937, p. 6, col titolo Mano alla bomba! e l’indicazione: “Adattazione di VIR. Motivo dell’inno anarchico Arroja la bomba". VIR è lo pseudonimo di Virgilio Gozzoli, anarchico di Pistoia. Arroja la bomba nasce durante la dittatura fascista di Primo de Rivera (1923-1930) e venne cantata nelle prigioni dagli anarchici incarcerati. La “Star” è un grosso revolver, molto utilizzato all’epoca.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

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Ningú no compren ningú di Xesco Boix Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: catalano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ningu-no-compren-ningu

Lam Mi7 Lam Sentir el sol damunt la cara, Ningú no compren ningú Lam Mi7 i estimar-se de debó, peró nosaltres som nosaltres Mi7 Lam i trobar-se viu encara, i sabem alló que és bó: Lam Mi7 Lam Rem i cantar sense cap dò.

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Registrat0 per la prima volta nel 1971dal Gruppo catalano La trinca, in un 45 giri per l'etichetta spagnola Edigsa. (El Gallo Rojo, [email protected])

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Povero Matteotti Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-matteotti

Do lasciò la vita Povero Matteotti, Sol7 E mentre lui moriva, te l'hanno fatta brutta così diceva i vili assassini ucciderete me Do ma non l'idea la vita t'han distrutta! Vigliacchi son d'ucciderlo Lasciasti qui la moglie così dobbiamo fare abbandonata uniti proletari veniva quasi pazza dobbiamo vendicare. dalla notizia data. Quando sarà il processo Vigliacchi son l'uccisero all'aula noi andremo così dobbiamo fare se un giudice non vale uniti proletari protesteremo. dobbiamo vendicare.

Corso Regina Coeli Vigliacchi son d'ucciderlo c'è una salita così dobbiamo fare dove Matteotti uniti proletari dobbiamo vendicare.

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Raccolta nel 1960 da Jona e Liberovici a Vercelli, dl Coro delle mondine di Trino Vercellese, si tratta di una delle svariate versioni entrate a far parte del repertorio dei canti delle mondine.

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Povre filandere Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale, filanda Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povre-filandere

Do non gh'avrì mai ben Povre filandere Sol7 Al suna la campanela non gh'avrì mai ben gh'è né ciar né scür povre filandere dormerì 'n de paja pichi 'l co nel mür Do creperì nel fen al suna la campanela gh'è né ciar né scür dormerì 'n de paja povre filandere creperì nel fen pichi 'l co nel mür povre filandere

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Dal repertorio della filanda, raccolta da Bosio, Boccardo e Vailati, a Cologno sul Serio, 1966.

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Quattro signori Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quattro-signori

Re7 Sol han troppa fame, han voglia di rubar, Quattro signori a Parigi vanno Lam Re7 Sol Finito giugno, pace non è fatta a commerciare e a dividere il bottino; in sette mesi e più di discussione; Re7 Sol fan fallimento, tutto il mondo scatta, la guerra han fatto, altro più non sanno, gambe per aria par che debba andar, Mim La7 Re7 e la vittoria vuol la pace-inganno. Evviva dunque la rivoluzione, la "borghesia più non regnerà , Sol il bolscevismo sta per trionfare: Il tribunale han confezionato o dunque, o popolo, unito sta! Re7 di giudicare la pace imputata La dittatura del proletariato, Sol dopo la Russia, avremo in tutto il mondo; e la giustizia han dimenticato: viva il Soviet, Lenin glorificato Re7 Sol in un gran simbolo di civiltà !

Evviva dunque la rivoluzione...

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Sull'aria della canzonetta del 1919 "Bambola". Descrive il giudizio popolare sulla conferenza di pace di Parigi che si protrasse dal gennaio 1919 al giugno del 1920.

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Sciur padrun da li béli braghi bianchi Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: emiliano-romagnolo Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sciur-padrun-da-li-beli-braghi-bianchi

La fora li palanchi ch'anduma a cà Sciur padrun da li béli braghi bianchi Mi7 La E non va più a mesi fora li palanchi fora li palanchi e nemmeno a settimane la va a pochi giorni sciur padrun da li béli braghi bianchi la va a pochi giorni Mi7 La e non va più a mesi fora li palanchi ch'anduma a cà e nemmeno a settimane la va a pochi giorni La e poi dopo andiamo a cà A scüsa sciur padrun Mi7 Sciur padrun da li béli braghi bianchi sa l'èm fat tribülèr fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi i era li prèmi volti fora li palanchi ch'anduma a cà La i era li prèmi volti Incö l'è l'ultim giürën e adman l'è la partenza a scüsa sciur padrun farem la riverenza sa l'èm fat tribülèr farem la riverenza i era li prèmi volti incö l'è l'ultim giürën ca 'n saiévum cuma fèr e adman l'è la partenza farem la riverenza Sciur padrun da li béli braghi bianchi al noster sciur padrun fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi Sciur padrun da li béli braghi bianchi fora li palanchi ch'anduma a cà fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi Prèma al rancaun li palanchi ch'anduma a cà e po' dopu a 'l sciancàun e adés ca l'èm tot via E quando al treno a scëffla e adés ca l'èm tot via i mundèin a la stassion prèma al rancaun con la cassiétta in spala e po' dopu a 'l sciancàun con la cassiétta in spala e adés ca l'èm tot via e quando al treno a scëffla al salutém e po' andèm via i mundèin a la stassion con la cassiétta in spala Sciur padrun da li béli braghi bianchi su e giù per i vagon fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi Sciur padrun da li béli braghi bianchi fora li palanchi ch'anduma a cà fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi Al nostar sciur padrun fora li palanchi ch'anduma a cà l'è bon come 'l bon pan da stér insëma a l'érsën Quando saremo a casa da stér insëma a l'érsën dai nostri fidanzati al noster sciur padrun ci daremo tanti baci l'è bon com'è 'l bon pan ci daremo tanti baci da stér insëma a l'érsën quando saremo a casa al dis - Fé andèr cal man - dai nostri fidanzati ci daremo tanti baci Sciur padrun da li béli braghi bianchi tanti baci in quantità fora li palanchi fora li palanchi sciur padrun da li béli braghi bianchi Sciur padrun da li béli braghi bianchi

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fora li palanchi fora li palanchi fora li palanchi ch'anduma a cà sciur padrun da li béli braghi bianchi

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Raccolta da G. Bosio e R. Leydi a Gualtieri (RE) questa canzone di risaia fa parte del repertorio di Giovanna Daffini. (G. Vettori)

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Se arriverà Lenin Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-arrivera-lenin

Re vogliamo la libertà Se arriverà Lenin La7 Le guardie regie in pentola faremo una gran festa: le fanno il brodo giallo, carabinieri in umido andremo dai signori, e arrosto il maresciallo. Re gli taglierem la testa Oilà oilà e la lega la crescerà ...

Re State attente vedovelle, A oilì oilì oilà che g'han firmà la pace, La7 ghe vegnarà a ca' i zuven, e la lega la crescerà ve basarà 'e calate.

E noialtri socialisti, Oilà oilà e la lega la crescerà ... Re e noialtri socialisti E se verrà Lenin faremo una gran festa: A oilì oilì olià andremo dai signori, e la lega la crescerà gli taglierem la testa. E noialtri socialisti Oilà oilà e la lega la crescerà ...

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Tre strofette di origine diversa, riconducibili all'epoca 1919-21. La prima raccolta da C.Bermani a Novara nel 1963, la seconda da M.L. Straniero a firenze nel 1962, e da B. Andreoli a Modena nel 1970, la terza da G. Bosio a Cologno al Serio nel 1969.

Sull'aria de La lega

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Senti le rane che cantano Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/senti-le-rane-che-cantano

LA LA Senti le rane che cantano tornare al mio paese MI MI che gusto che piacere lasciare la risaia LA lasciare la risaia tornare al mio paese

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Uno dei più conosciuti e antichi canti di monda, sul ritorno dalla risaia.

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Sento il fischio del vapore Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sento-il-fischio-del-vapore

Do Oh che pena, oh che dolore, Sento il fischio del vapore, che brutta bestia è mai l'amore! Sol7 Do Oh che pena, oh che dolore, l'è il mio amore che 'l va via, che brutta bestia è mai l'amore! Sento il fischio del vapore, Starò piuttosto senza mangiare, l'è il mio amore che 'l va via, ma l'amore lo voglio far.

Do Lo voglio far mattina e sera e l'è partito per l'Albania, finchè vien la primavera; Sol7 Do Lo voglio far mattina e sera chissà quando ritornerà! finchè vien la primavera; e l'è partito per l'Albania, la primavera è ritornata, chissà quando ritornerà! ma il amore m'ha abbandonà.

Ritornerà sta primavera Mi hanno rinchiuso in un convento con la spada insanguinata; e mi han tagliato i miei capelli; Ritornerà sta primavera Mi hanno rinchiuso in un convento con la spada insanguinata; e mi han tagliato i miei capelli; e se mi trova già maritata, ed eran biondi e ricci e belli, oh che pena, oh che dolor! m'han tagliato le mie beltà

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Probabilmente ispirato dalla spedizione italiana in Albania del 1914 ed inserito nel clima antimilitarista della Settimana Rossa, questo canto ci viene tramandato da Giovanna Daffini, mondina e cantastorie.

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Sono andato a Ventimiglia (1928) Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-andato-ventimiglia

Fa Do Fa Sono andato a Ventimiglia E la bella non mi vuole Do Do a pagare il celibato e la brutta non mi piace Fa Fa cento lire m’han rubato pagherò trecento tasse. Do Do Cento lire m’ha rubato Pagherò trecento tasse

Fa Fa Sono andato a Ventimiglia se la bella non mi vuole Do Do a pagare il celibato e la brutta non mi piace Fa Fa cento lire m’han rubato pagherò trecento tasse Do Fa Do Fa e non mi sposerò mai più. Mai più

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È questo un canto trasmesso dai cantastorie che durante il periodo della monda rallegravano le serate delle mondine con canti e balli.

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Sventola bandiera rossa di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sventola-bandiera-rossa

Re E' vano ogni tormento T'amo, con tutto il cuore per ogni comunista assassinato La7 sorgono nuovi a cento o mia bellissima rossa bandiera ribelli dal terreno insanguinato tu sei il vero amore e l'oppressor, preda al terror del derelitto che sospira e spera la nostra forza l'ha ormai schiaccato quando morrò, ti bacerò come si bacia l'amante sincera Io ti vedrò...

Si La vile guardia bianca Io ti vedrò lassù che i comunisti mette alla tortura Mim Si7 Mim orsù, compagni avanti sulle rovine di un mondo che fu della sbirraglia non abbiam paura. Sol Re La libertà, trionferà Bandiera rossa sventolare ognor' la nostra meta è ormai sicura La7 Re sul tuo gran popolo in rivolta Io ti vedrò... La Re Bandiera rossa sventolerai lassù!

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Viva Lenin di Raffaele Mario Offidani Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-lenin

La Fa#m Sim La vile e lussuriosa borghesia Fuggite o schiavi la malinconia Per un tozzo di pane la comprò Re Mi La Perché incomincia la felicità Si geme l'afflitta si verrà Lenin Do#7 Fa#m Che mi darà il mio pane Sullo sfacelo della borghesia E punirà l'infamia del destin Si7 Mi7 Nasce l'aurora della libertà Nei pressi della lurida galera Il figlio dell'ergastolano va La Sim Mi La E al soffio della rossa primavera Si la bandiera di Lenin s'innalzerà Implora che gli renda il suo papà Sim Mi E nella terra e nel cielo Si grida il bambino si viva Lenin Sim Mi La Perché Lenin soltanto La legge di Lenin trionferà Ritorna l'innocente al suo piccin

L'imboscato guerrier nazionalista Venite libertari e socialisti Innaffia i suoi tartufi col Bordeaux Le turbe degli oppressi a liberar Il povero soldato trincerista Il santo gonfalone dei comunisti Son tanti mesi che non si sfamò Sventoli vittorioso in ogni mar

Si grida il soldato si Lenin verrà Si grida la folla si Lenin verrà E i vili pescicani Viva Lenin ch'è amore Colpisce con la spada del destin Ch'è faro do giustizia e libertà

La pallida figliola della via Si la bandiera di Lenin s'innalzerà Sui marciapiedi il corpo trascinò Nella terra e nel cielo La legge di Lenin trionferà

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La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)

Il movimento di Resistenza, in Italia e in Europa, ha rappresentato un'esperienza collettiva fondamentale, che ha segnato profondamente la storia. In questa sezione sono raccontati fatti diversi e drammatici, come la persecuzione, la deportazione, lo sterminio degli ebrei e delle minoranze in genere, le azioni e le battaglie dei partigiani e dei resistenti, e gli eccidi di civili perpetrati dai nazifascisti in Italia e in Europa.

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Addio Bologna bella di Alberto Marzoli Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-bologna-bella

La La Addio Bologna bella, con la speranza sul cuor Mi7 o dolce terra pia, E tu che ci discacci con una vil menzogna, per una vil menzogna repubblica fascista, La un dì ne avrai vergogna i partigiani van via. Il partigiano errante Mi7 ha la sua fede nel cuor. Vanno sulle montagne

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Sull'aria di "Addio a Lugano"

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Addio mammina addio Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-mammina-addio

Sol anche se infurian vento e tempesta Addio mammina addio noi siamo fieri coraggiosi e baldi Re7 le gesta seguirem di Garibaldi. cantava il partigiano nel partire pregando in alto Iddio Se tu sapessi o bella Sol per la bandiera che piantai lassù per questo figlio che non vuol tradir ci sto di sentinella Re7 e dei fascisti non la 'forcan più la causa santa della riscossa moschetto pronto mitragliatrice Sol prendi la vita schiere felici di Garibaldi camicia rossa la bomba sempre pronta nella mano Re il distintivo gli è del partigiano. sono orgoglioso d'esser coi ribelli Sol Tremate o maledetti prima d'andare contro i miei fratelli. questo è il destino della gioventù che irrompe in tutti i petti Se tu sapessi o mamma e il desiderio non si ferma più quanti compagni che trovai lassù di liberar la patria nostra lassù sulla montagna da questa setta schifosa e tosta che è presidiata dalla gioventù con tutti i pianti che c'hai fatto fare pien di gioia come una festa con la lor pelle la dovran pagare.

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Con lievi varianti questo canto l'ho ascoltato dalla voce del partigiano Volpe (nome di battaglia) della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" nel luglio 2003, all'annuale raduno dei reduci della Brigata sui monti delle Carline tra Siena e Grosseto (Pardo Fornaciari).

All'indirizzo http://www.memoria.provincia.arezzo.it/canti/canti_partigiani.asp si può ascoltare questo canto con lievissime variazioni; un po' diverso (ma con spartito e qualche informazione) è stato pubblicato anche da M. Gatteschi "Il canto popolare aretino. La ricerca di Diego Carpitella", Le Balze, Arezzo, 2004. (Francesca Prato)

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Armata Rossa Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/armata-rossa

Mim Si7 Mim dei battaglioni del lavor. 2 volte Armata Rossa torrente d'acciaio Si7 Mim Si7 Mim Nelle officine sui campi e sui mar, Nelle tue file si vince o si muor; son gli sfruttati decisi a lottar. Si7 Mim Stride la macchina, romba il motore, Armata Rossa torrente d'ardore tuona il cannone, lo sterminator. Si7 Mim Si7 L'imperialismo saprai schiacciar. Avanti avanti rosse falangi, ecc.

Mim Alzatevi in piedi proletari del mondo, Avanti avanti, rosse falangi, per il comunismo venite a lottar, Si7 Mim guai a chi tocca la Russia dei Sovieti (!) spezziam le reni dell'oppressor; contro di noi dovrà cozzar. Lam Mim al sole brillano le baionette Avanti avanti ecc. Si7 Mim

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Da Romano-Solza, Canti della Resistenza italiana, Milano, Ed. Avanti, 1960: "Questa canzone è di origine russa e fu cantata dalle Brigate garibaldine". Effettivamente la melodia è quella di Belaja armija, čërnyj baron

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Attraverso valli e monti (1944) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/attraverso-valli-e-monti

Mim Si7 Mim tinte nel sangue del partigian; Attraverso valli e monti giù dai monti a balde schiere Re Sol Re Sol sotto il fuoco avanti van eroico avanza il partigian Lam I tedeschi e i traditori per scacciare l'invasore saran scacciati con l'acciar Mim Si7 Mim e il clamor della vittoria all'istante e non doman. varcherà le Alpi e il mar. Lam Mim Per scacciare l'invasore Combattiam per vendicare Si7 Mim tanta infamia e atrocità all'istante e non doman. combattiam perchè l'Italia viva in pace e libertà E si arrossan le bandiere

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Versione italiana della nota canzone partigiana russa Po dolinam i po vzgoriam (Per colline e per montagne), parole di Piotr Parfenov rielaborate nel 1929 dal poeta Serghei Alimov, nota in Italia perché trasmessa ogni giorno da Radio Mosca. Essa fu ripresa dal fuoruscitismo antifascista negli anni '43-'44 ed era diffusa soprattutto tra i partigiani del Friuli-Venezia Giulia.

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Bella ciao Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao

Lam e se muoio da partigiano Una mattina mi sono alzato tu mi devi seppellir. o bella ciao bella ciao Seppellire lassù in montagna La7 o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao bella ciao ciao ciao Rem Lam seppellire lassù in montagna una mattina mi sono alzato sotto l"ombra di un bel fior. Mi7 Lam e ci ho trovato l'invasor. E le genti che passeranno o bella ciao bella ciao O partigiano, portami via bella ciao ciao ciao o bella ciao bella ciao e le genti che passeranno bella ciao ciao ciao e diranno: o che bel fior!. o partigiano, portami via che mi sento di morir. E" questo il fiore del partigiano o bella ciao bella ciao E se muoio da partigiano bella ciao ciao ciao o bella ciao bella ciao è questo il fiore del partigiano bella ciao ciao ciao morto per la libertà

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Roberto Leydi fa risalire il testo alla nota ballata popolare Fior di tomba, e la musica ad una filastrocca infantile derivata dall'altra nota ballata popolare Bevanda sonnifera.

Posteriore alla versione partigiana è un canto di risaia, dal repertorio di Giovanna Daffini, ma la musica di Bella Ciao è stata anche più volte utilizzata per canzoni nate in occasione di lotte di fabbrica.

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Bojorno Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: veneto Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bojorno

Do ne ciapa de note E se i tedeschi madona che bote ne ciapa de giorno madona che bote. Sol7 allora bojorno, Ma se i tedeschi Do te ciapan tel treno allora bojorno. vedemo, spetemo vedemo, spetemo. E se i tedeschi

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Sull'aria di "Là sul Cervino"

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Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre] (1944) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/boves-non-ti-ricordi-il-trentun-di-dicembre

Re La7 Dopo tre giorni di lotta accanita Non ti ricordi il trentun di dicembre, fra tanti incendi e vittime borghesi Re non son riusciti coi barbari sistemi quella colonna di camion per Boves noi partigiani poterci scacciar. Sol La Re che trasportava migliaia di ``Tuder'' Povere mamme che han perso i suoi figli, La7 Re povere spose che han perso i mariti, contro sol cento di noi partigian. povera Boves che e` tutta distrutta per la barbarie del vile invasor. E tra San Giacomo e la Rivoira e Castellar e Madonna dei Boschi, Ma dopo un anno di vita montana la` infuriava la grande battaglia tra fame e freddo e dure fatiche contro i tedeschi e i fascisti traditor. e` giunta l'ora della nostra riscossa, noi partigiani sapremo vendicar.

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Sull'aria di "Non ti ricordi quel mese d'aprile" o "Addio padre". Raccolta da Coggiola e Deichman da un grupppo di donne di Boves (CN). Cronaca partigiana della battaglia e delle rappresaglie naziste a Boves, nell'inverno tra 1943 e 1944, cha costarono la vita a 132 civili e l'incendio e la distruzionedi più di 700 case di Boves (CN) vedi anche: http://www.storia900bivc.it/pagine/boves.html

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Brigata partigiana Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brigata-partigiana

LA MI Sono imberbi giovanetti Mentre il popolo languiva e qualcuno è un uomo già; LA hanno il fuoco nei lor petti, triste e stanco nel dolor vogliono pace e libertà RE LA hanno il fuoco nei lor petti, con le armi si partiva vogliono pace e libertà MI LA per la PAtria e per l'onor Senza tema nè paura RE LA la Brigata innanzi va con le armi si partiva sulla strada lunga e dura, MI LA ed il sogno arriverà. per la Patria e per l'onor sulla strada lunga e dura, ed il sogno arriverà Verso i monti, sulle vette, nelle valli, lungo il pian, Pace eterna gloria a voi! son per fare le vendette Mai nessuno scorderà i soldati partigian tutti i nomi degli eroi son per fare le vendette morti per la libertà i soldati partigian tutti i nomi degli eroi morti per la libertà

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Esiste una versione di questo canto intitolata "Brigata Caio", che non prevede la terza strofa, e che modifica la quarta così:

Senza tregua ne paura la brigata Caio va sulla strada lunga e dura ed il sole arriderà e tra la quarta e la quinta inserisce la seguente:

Non ci scorderemo mai dell'esempio nel dover il suo motto fu "dai dai" Caio è il primo nel cader

La brigata Caio operava sull'Appennino Ligure, al confine tra la provincia di Alessandria e la Liguria

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Cime nevose Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cime-nevose

Do Fa Là sulle cime nevose L'è un partigian, l'é un partigian Sol7 Do Do una croce l'è piantà. che il nemico uccise Non vi son fiori né rose Fa Sol7 Do l'è un partigian l'è la tomba di un soldà. Do che nel fuoco morì. Fa L'è un partigian, l'é un partigian Vi vedo e penso ancora Do Rem Sol7 Do che il nemico uccise nell'ora dei tramonti Sol7 Sol7 l'è un partigian al sorger dell'aurora Do Do che nel fuoco morì. montagne del mio cuor. Do Fa Pensando alle alte vette Questo dolce ricordo Rem Sol7 Do Do fra i dolci acuti canti mi fa sognare, mi fa cantare Sol7 Lam fra i rivoli fruscianti tutta la melodia Do Rem Sol7 snodati verso il pian che riempie il cuore di nostalgia. la mamma più non piange Rem Sol7 Do Do il figlio suo perduto: Vi vedo e penso ancora Sol7 Rem Sol7 Do sull'alpe sconosciuto nell'ora dei tramonti Do Sol7 un altro eroe sta. al sorger dell'aurora Do montagne del mio cuor.

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La melodia è quella del noto canto friulano "Ai preà le biele stele e le sant del Paradis"

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Col parabello in spalla Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/col-parabello-spalla

Fa E allora il capobanda Col parabello in spalla giunta la pattuglia mi vuol salutare caricato a palla e poi mi disse e poi mi disse sempre bene armato Do7 e allora il capobanda paura non ho giunta la pattuglia mi strinse la mano quando avrò vinto e poi mi disse Fa «I fascisti son là». quando avrò vinto E a colpi disperati mezzi massacrati col parabello in spalla dalle bombe scippe i fascisti sparivano caricato a palla gridando «Ribelli» gridando «Ribelli» sempre bene armato Do7 e a colpi disperati paura non ho mezzi massacrati dalle bombe scippe quando avrò vinto i fascisti sparivano Fa gridando «Ribelli ritornerò. abbiale pietà!»

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Derivato dal canto degli alpini "Col fucile sulle spalle", fu cantata soprattutto in Veneto, Liguria e Piemonte. Le "bombe scippe" erano ordigni in uso nella prima guerra mondiale, prodotte dalla SIPPE (Società Italiana Per Prodott iEsplosivi). La melodia è quella di una nota canzonetta a doppio senso dell'epoca.

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Compagni fratelli Cervi Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagni-fratelli-cervi

Sol Mim Sol Re7 Metti la giubba di battaglia, vogliam pace e libertà, e libertà. Re7 Sol mitra, fucile e bombe a mano, Sol per la libertà lottiamo, Compagni, fratelli Cervi, Re7 Sol Lam per il tuo popolo fedel. cosa importa se si muore Lam Re Sol Re per la libertà e l'onore E' giunta l'ora Lam Re7 Sol Sol al tuo popolo fedel. dell'assalto, Re Sol E' giunta l'ora dell'assalto... il vessillo tricolore, Do Sol Compagni, fratelli Cervi... e noi dei Cervi l'abbiam giurato

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Con la guerriglia Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-la-guerriglia

La Mi Il nostro grido è libertà o morte E noi farem del mondo un baluardo Sull'aspro monte ci siam fatti lupi La Al piano scenderem per la battaglia Sapremo rider e disprezzar la vita Per la vittoria Sim Al piano scenderem per la battaglia Per noi risorgerà la nuova Italia Per la vittoria Mi7 La7 Con la guerriglia Famelici di pace e di giustizia La7 Re Sim Annienterem il fascismo ed i tiranni Per noi risorgerà la nuova Italia Rossi di sangue e carichi di gloria Mi7 La Nel fior degli anni Con la guerriglia Rossi di sangue e carichi di gloria Per tutte le vittime nostre invendicate Nel fior degli anni Per liberar l'oppressa nostra gente Ritorna sempre invitto nella lotta Ai nostri morti scaverem la fossa Il patriota Sulle rupestri cime sarà posta Ritorna sempre invitto nella lotta Per noi risorgerà la nuova Italia Il patriota Con la guerriglia Per noi risorgerà la nuova Italia Con la guerriglia

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Canto di battaglia della Brigata Garibaldina Cichero e di altre formazioni partigiane combattenti sull 'appennino ligure. Nell 'immediato dopoguerra il brano verrà poi rielaborato in differenti versioni, diffuse prevalentemente nell\'Italia Centrale, Lazio in particolare, come la nota Orsù Compagni di Civitavecchia. In realtà Con la Guerriglia ha genesi ben più lontane nel tempo, traendo le sue antiche e nobili origini dall\'Inno della Rivolta, canto anarchico il cui testo ricalcava fedelmente la poesia Dies Irae, scritta nel 1893 da Luigi Molinari, pubblicata l 'anno seguente sull 'Almanacco della Favilla, periodico bimestrale di propaganda libertaria edito a Mantova, e successivamente musicata nel 1904.

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Cosa importa se ci chiaman banditi? Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-importa-se-ci-chiaman-banditi

Mim Lam A morte il fascio repubblican... Portiamo l'Italia nel cuore, Si7 Mim Onore a chi cade in cammino, abbiamo il moschetto alla mano, esempio per chi resta a lottare; Lam da forti accettiamo il destino, a morte il tedesco invasore, nel sacro nome della libertà! Mim Si7 Mim ché noi vogliamo la libertà. A morte il fascio repubblican...

Si7 Mim In piedi, ché il giorno è vicino; A morte il fascio repubblican, avanti, Seconda Brigata! a morte il fascio, siam partigian. Compagni, già sorge il mattino, A morte il fascio repubblichin, l'alba serena di libertà. a morte Hitler, viva Stalin. A morte il fascio repubblican... Cosa importa se ci chiaman banditi? Ma il popolo conosce i suoi figli. Nel segno di falce e martello Vedremo i fascisti finiti, lottiamo per il popolo nostro, conquisteremo la libertà. domani sarà il giorno più bello, che noi vivremo in libertà!

A morte il fascio repubblican...

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Sull'aria dell'"Inno a Oberdan"

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Cosa rimiri mio bel partigiano Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-rimiri-mio-bel-partigiano

Fa La mia banda l'è forte e armata Cosa rimiri mio bel partigiano? dei tedeschi paura non ho Do7 con la mia banda li vincerò Io rimiro la figlia tua Fa Do7 Fa Partigiano, indov'è la tua banda? è la più bella della città La mia banda l'è qui e l'è là sugli alti monti a guerreggiar La mia figlia l'è giovine e bella, ai partigiani non ce la do Partigiano se vuoi la mia figlia in camerella la chiuderò di un giuramento tu devi far di star sett'anni senza baciar In camerella chiudetela pure verrò di notte la ruberò Mamma mia che mal giuramento sugli alti monti la porterò aver l'amante così vicin e star sett'anni senza bacin Sugli alti monti portatela pure, verran i tedeschi a rastrellar Quando fu stato sulle alte montagne e la biondina l'ammazzeran una bufera si scatenò e la biondina in braccio andò.

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Sull'aria del canto deglla prima guerra mondiale Cosa rimiri mio bell'alpino. La particolarità di questo canto sta nella struttura, che è tipicamente quella del canto epico-lirico dell'Italia settentrionale.

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Dai monti di Sarzana Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: anarchici, antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dai-monti-di-sarzana

Sol Il battaglion Lucetti Momenti di dolore, Do Do Re son libertari e nulla più giornate di passione, Sol Sol coraggio e sempre avanti ti scrivo cara mamma, Do Re Sol La7 Re la morte e nulla più. domani c'è l'azione Dom Sol Sol Coraggio e sempre avanti e la brigata nera, Do Re Sol La Re7 la morte e nulla più. noi la farem morire. Bombardano i cannoni Sol dai monti sarzanesi Dai monti di Sarzana all'erta partigiani Re del battaglion Lucetti un dì discenderemo più forte sarà il grido che salirà lassù all'erta partigiani fedeli a Pietro Gori Sol noi scenderemo giù. del battaglion Lucetti. Fedeli a Pietro Gori noi scenderemo giù.

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Canzone dei partigiani anarchici del “Battaglione Gino Lucetti” che operò nel Carrarese e attorno a Sarzana. Il canto è stato riferito in modo frammentario nel 1962 a Roberto Leydi da due partigiani di Carrara. Gino Lucetti è l’anarchico che nel 1926 fece un attentato a Mussolini lanciandogli una bomba nei pressi di Porta Pia a Roma. Arrestato, venne condannato l’anno successivo dal Tribunale Speciale a 30 anni. Nel 1943 viene mandato al confino ad Ischia dove muore sotto un bombardamento “alleato”.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

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Dalle belle città di Emilio Casalini Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dalle-belle-citta

Lam viviam di stenti e di patimenti, Dalle belle città date al nemico La Rem Lam ma quella fede che ci accompagna fuggimmo un dì su per l'aride montagne, Mi7 La Mi7 Lam sarà la legge dell'avvenir cercando libertà tra rupe e rupe, Mi7 La Si7 Mi7 ma quella fede che ci accompagna contro la schiavitù del suol tradito. Mi7 Re Lam sarà la legge dell'avvenir. Lasciammo case, scuole ed officine, Rem Lam mutammo in caserme le vecchie cascine, Di giustizia è la nostra disciplina, Rem Lam libertà è l'idea che ci avvicina, armammo le mani di bombe e mitraglia, rosso sangue è il color della bandiera Si7 Mi7 partigian della folta e ardente schiera. temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia. Sulle strade dal nemico assediate lasciammo talvolta le carni straziate. La sentimmo l'ardor per la grande riscossa, Siamo i ribelli della montagna, sentimmo l'amor per la patria nostra. Mi7 Siamo i ribelli della montagna...

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E' l'inno della III Brigata garibaldina Liguria.L'autore delle parole è Emilio Casalini "Cini", assieme ai partigiani della Brigata; l'autore della musica- una tra le poche completamente originali - è Luciano Rossi " Lanfranco " che la compose durante i turni di guardia.

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Dongo Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dongo

Mim un terribilim mortal terror. Del fu Duce i giornali han narrato Lam Mim Il tiranno portava un berretto la sua ultima disavventura della fu guardia repubblichina, Lam Mim un cappotto color nocciolina, che seguì alla fatal sua cattura era un uomo finito di già. Si7 e il destin che su lui si compì. Mussolini ascese al potere colla forza in quel di già lontano, Come fu Mussolini arrestato, ma la forza di ogni italiano custodito insieme a Claretta, annientò quel crudele oppressor. messo in una colora stanzetta dove stette all'incirca tre dì. Nel vedere il patriota gli ha detto: "Cosa c'è che venite a fare"? Buia e tetra era quella stanzetta, "Ambedue vogliam liberare, ben guardata da due Partigiani sì davver questa è la libertà". che la sorte avean nelle mani di chi fu la cagion d'ogni mal. Mussolini da buon cavaliere, ora quel luogo lui sta per lasciare, Lui fu messo insieme a Claretta precedenza alle donne vuol dare per goder tutto quel che doveva, ma precederlo lei non vuol. per goder tutto quel che voleva dall'Italia il fratel suo carnal. Detto ciò il giustiziere decide di colpire il tiranno e Claretta. In quel luogo entrò il giustiziere. Sui tiranni alfin la vendetta Mussolini vicino era al letto, sarà sempre tremenda quaggiù. fuor dall'orbita gli occhi e nel petto Sui tiranni alfin la vendetta sarà sempre tremenda quaggiù.

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Dopo tre giorni di strada asfaltata Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dopo-tre-giorni-di-strada-asfaltata

Re La e per le pene il sangue ribelle, Dopo tre giorni di strada asfaltata: e dei fascisti vogliamo la pelle La7 Re dopo tre giorni di lungo cammino, perchè già troppo c'han fatto soffrir!

Sol La Re l'ardita banda di Mario Gordini Farem la pelle a quel boia di Hitler La7 Re raggiunse il fronte per fare il suo dover. e a quel vigliacco di Mussolini

perchè per colpa di quegli assassini

Nel bel paese della Romagna già troppa gente ha dovuto morir. ogni mamma con ansia vi aspetta, ma i nostri morti che gridan vendetta Voi tedeschi che siete i più forti nostro dovere è andarli a vendicar. venite avanti se avete il coraggio:

e se gli inglesi vi danno il passaggio

Abbiam la fiamma che brucia nel petto noi partigiani fermarvi saprem!

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Fischia il vento (1943) di Felice Cascione Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fischia-il-vento

Lam Mi7 forte il cuor e il braccio nel colpir. Fischia il vento e infuria la bufera, Nella notte... Lam scarpe rotte e pur bisogna andar Se ci coglie la crudele morte, Rem Lam dura vendetta verrà dal partigian; a conquistare la rossa primavera ormai sicura è già la dura sorte Rem Lam Mi7 Lam del fascista vile e traditor. dove sorge il sol dell'avvenir. Ormai sicura...

A conquistare... Cessa il vento, calma è la bufera, torna a casa il fiero partigian, Ogni contrada è patria del ribelle, sventolando la rossa sua bandiera; ogni donna a lui dona un sospir, vittoriosi, al fin liberi siam! nella notte lo guidano le stelle, Sventolando...

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Sull'aria della canzone russa "Katiuscia". di Michail Isakovski.

Cantata un po' ovunque dalle varie brigate, è stato forse il canto più eseguito durante la Resistenza.

L'autore del testo, Felice Cascione, comandante della II Divisione d'assalto garibaldina di Imperia, è morto nelle montagne della provincia di Cuneo nel 1944 in uno scontro a fuoco con i fascisti. Solo pochi giorni prima aveva composto questo canto che poi, in modo spontaneo, ha iniziato a diffondersi tanto da diventare un vero e proprio inno dei partigiani.

Beppe Fenoglio, nel celebre romanzo "Il partigiano Johnny" scrive: "Fischia il vento è una vera e propria arma contro i fascisti. Li fa impazzire, mi dicono, al solo sentirla".

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Garibaldi, Brigate d'assalto Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi-brigate-dassalto

Lam cosa importa se tuona il cannone Garibaldi, brigate d'assalto, partigiano, glorioso leone Mi7 la vittoria più bella sarà. tu che sorgi dall'italo cuore, Fa Lam Partigiani levate i vessilli per la patria, la fede e l'onore che bagnaron di sangue i Bandiera Fa Sol7 Lam con Battisti e del Piave la schiera contro chi maledetto tradì. l'invasore scacciato sarà!

Partigiano di tutte le valli, Garibaldi, brigate d'assalto... pronto il mitra, le bombe e cammina la tua patria travolta rovina, Non pennacchi, galloni dorati la tua patria non deve morir. segno ambito ferita vermiglia nostro motto la santa guerriglia Giù dai monti discendi alle valli la divisa del nostro guerrier. se il nemico distrugge il tuo tetto partigiano, impugna il moschetto Libertà nel lavoro vogliamo partigiano non devi morir. sia per tutti il pane che sfama partigiano la patria ti chiama Garibaldi, brigate d'assalto… col tuo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor!

* Se la morte ci sfiora o ci coglie Garibaldi, brigate d'assalto...

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I Felsari Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-felsari

SOL RE Son partigiani di tutti i traditor quelli che avanzano SOL RE che rinnegano l’Italia e gl’italian con passo rapido partigian. SOL e man sicura Diciam presente dalla montagna per i compagni alla pianura che qui perirono RE nelle battaglie finché arrivano gridiamo forte SOL e combattiamo i vincitor. finché arrivano SOL i vincitor. Se troviamo i felsari Se troviamo i felsari RE a combatter contro a noi a combatter contro a noi li mettrem fuori d’uso li mettrem fuori d’uso con tutto il nostro ardor SOL siam leoni per forza con tutto il nostro ardor di tutti i traditor siam leoni per forza che rinnegano l’Italia e gl’italian partigian.

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Per “Felsari” si possono intendere sia le spie e i delatori ma anche in senso generico tutti i fascisti, in quanto falsi italiani che hanno rinnegato l’Italia.

La registrazione di questo canto è del maggio 1975 e si trova nel Centro Etnografico del Comune di Carpi. Nella testimonianza, che raccoglie canti di un gruppo di muratori di Carpi e Novi di Modena, un muratore afferma che era un canto che cantava, da bambino, subito dopo la guerra, mentre tornava a casa da scuola.

Il primo verso “Son partigiani” è un aggiunta dei Violenti Piovaschi per questioni metriche, la registrazione originale è priva del primo verso.

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I partigiani di Castellino Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-partigiani-di-castellino

Re Mi7 La7 Al comando di Granzino, allora noi cantiam! La7 dalle Langhe noi veniam Re Re Tra boschi e macchie nelle tane partigiani di Castellino Mim Mi7 La7 come lupi noi viviam che la patria difendiam. aspra guerriglia Re Re Barbe lunghe e scarpe rotte che da giorni e da mesi conduciam! La7 La nostra fede un fucile nella man Mim La7 Re sarà quella che sui vili vincerà noi pugnamo sempre giorno e notte Sol Re La7 Re c'è una voce che dirà: e l'onor ti vendichiam. La «Viva i baldi, viva i veci La Re Quando il cammin si fa più duro partigian di Castellin!» Mi7 La noi resistiam e non ci arrestiam C'è una voce che dirà: quando il ciel si fa più scuro «Viva i baldi, viva i veci partigian di Castellin!»

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Sull'aria dell'"Inno degli studenti universitari fascisti".

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Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano] Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-bersagliere-ha-cento-penne-il-partigiano

Sol Re7 Sol la bufera dell'inverno, Il bersagliere ha cento penne ma se venisse anche l'inferno Re7 il partigiano riman lassù. e l'alpino ne ha una sola, Sol Quando viene la notte scura il partigiano ne ha nessuna tutti dormono alla pieve, Re Sol ma camminando sopra la neve e sta sui monti a guerreggiar. il partigiano scende in azion. il partigiano ne ha nessuna e sta sui monti a guerreggiar. Quando poi ferito cade non piangetelo dentro al cuore, perchè se libero un uomo muore Là sui monti vien giù la neve, che cosa importa di morir.

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Adattamento partigiano di un canto militare risalente alla prima guerra mondiale.

(maria rollero)

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Il parroco di Cinaglio Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, anticlericali Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-parroco-di-cinaglio

Sol Re7 sul paiùn sul paiùn sul paiùn. E il parroco di Cinaglio - sul paiùn Sol E una della più belle - sul paiùn l'ha predicato in chiesa - sul paiùn gli ha dato una risposta - sul paiùn Re7 se il partigian ci frega - sul paiùn attente ragazzine - sul paiùn l'è tuta roba nostra Sol sul paiùn dela caserma... che il partigian vi frega sul paiùn dela caserma E una della più brutte - sul paiùn requiem aeternam e così sia ha scritto sopra i muri - sul paiùn va' a ramengo ti, to pari, to mari e to zia se il partigian ci frega Re7 saranno cazzi duri e la Muti in compagnia sul paiùn dela caserma...

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Versione partigiana di una canzone satirica degli alpini. Ne esistono tante versioni locali, con innumerevoli strofette.

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Il partigiano di Pozzaglio Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-partigiano-di-pozzaglio

Do nazifascisti ti stavan cercando La giusta pace è giunta alle porte erano in troppi e dovevi andar via. Sol7 bandiera rossa ormai vittoriosa Ora è giunto finalmente il gran momento troppi eroi han raccolto la morte che i Tedeschi e i fascisti van come il Do vento. ognun di loro avrà la sua rosa. Dalla sua mamma ritorna il partigiano Sol7 dalla sua mamma oppur dalla morosa E gli eroi che son caduti per la vittoria per tanti giorni gli è stato lontano Do ma per la fede ormai vittoriosa. passeran nel libro sacro di questa storia. Partigiano son due anni che soffri tanto Belle bambine venite ad abbracciare ma il soffrire per la patria è sempre un chi colla fede e speranza nel cuore vanto. l'Italia nostra seppe liberare col proprio, sangue e il proprio onore. Il primo ucciso è stato a Pozzaglio era innocente e chiamava la mamma Partigian son due anni che soffri tanto pietà invocava lor l'han fucilato ma il soffrire per la patria è sempre un lo sdegno in tutti accese la fiamma. vanto. Mai pietà di quelle bestie ma bestie vili Mille tormenti hai sfidato cantando donne e vecchi han picchiato coi loro fucili col tuo bel mitra fedele in compagnia assassini vi daremo ciò che vi aspetta siam milioni d'Italiani vogliam vendetta.

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Sull'aria di "Ho detto al sole".

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Insorgete! di Giovanni Serbandini Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/insorgete

Lam Mi7 I nostri migliori Lasciate le fabbriche, finito han la lotta, Lam colpiti, accoppati, le scuole, le case, inchiodati alla gogna. Sol7 Noi non paventiam correte correte la tortura e la morte; Do avanti fratelli, uniti all'attacco. siam pronti, siam forti. Lam A noi la vittoria. Brigate d'assalto Sorgete, Italiani! Mi7 Lam le armi impugnate Il sangue dei nostri e contro i fascisti ci grida vendetta; Mi7 nulla può arrestare e i tedeschi sparate. il furor delle masse. Rem Lam A Genova, Spezia, Compagni insorgete! Torino e Milano, Rem Lam scacciate i nazisti Son qui i partigian. con l'arma alla mano. Scacciate i nazisti. Avanti, Italiani!

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Sull'aria dell'"Inno del Komintern".

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Italia combatte Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-combatte

Mi Si7 Va fuori d'Italia, si lotta, si vince, si muor va fuori che è l'ora, Mi Si7 siamo gli Italiani e abbiamo una fede nel va fuori d'Italia, cuor Mi La va fuori che è l'ora. per l'Italia bella tutto daremo ancor Mi Sinigaglia, Lanciotto, Rosselli contro i barbari nazifascisti Si7 Mi Si7 Mi son brigate di garibaldini l'inesorabile nostro valor. che guidate dagli inni più belli Fa#7 Si7 Va fuori d'Italia... combattiam per migliori destini La Mi Fanciullacci, Caiani, "Potente" d'una patria tradita vilmente son tre nomi coperti di gloria La Mi trucidati così barbaramente da un ventennio di lutti ed orror dai nemici di tutta la storia La Mi ma sapranno che i martiri nostri liberata sarà finalmente son con noi sempre in piedi così Fa#7 Si7 e gridando che: "Noi non siam morti" dal tiranno tedesco invasor. marceremo con voi un dì.

Mi Siamo i partigiani... Siamo i partigiani Va fuori d'Italia...

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Inno dei partigiani fiorentini delle Brigate Garibaldi Sinigaglia, Lavagnini ed Arno, poi intitolata a Potente (Aligi Barducci) dopo la sua morte in seguito ad un colpo di mortaio, che lo colpì presso Piazza S.Spirito, in azione nella battaglia d'Oltrarno, nella prima decade di agosto 1944. Questo inno, come la maggior parte dei canti partigiani, fu cantato dopo la liberazione (come testimoniato da vari vecchi partigiani).

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L'allegria di Scaletta (1944) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lallegria-di-scaletta

Sol Si riscalda con gran foga, Qui comincia la strofetta non gli manca che la toga, Re7 ma per farla un po' più bella degli allegri di Scaletta ti presenta la parcella. che la tira a tutti quanti, Sol Sotto quest'altra, sotto quest'altra... partigiani e comandanti. Il comandante di vallata Sotto quest'altra, sotto quest'altra, ha con sé la fidanzata, Re7 per noialtri partigiani ed insieme la cantiam, se ne parlerà domani. sotto quest'altra, sotto quest'altra, Sol Sotto quest'altra, sotto quest'altra... buon umor di partigian. Abbiam Piero il gran dottore, Noi quassù sempre parliamo se tu accusi mal di cuore di Ettorre il capitano, ti prescrive senza falli ma da quando è generale la pomata per i calli. non ci viene più a trovare. Sotto quest'altra, sotto quest'altra... Sotto quest'altra, sotto quest'altra... In amore il nostro Nello Te lo vedi pel paese è alquanto timidello con a spalla l'arma inglese, e s'occulta con la bella la pancetta ed il bastone sul roccion di Rocca Stella. e la boccetta di Migone. Sotto quest'altra, sotto quest'altra... Sotto quest'altra, sotto quest'altra... All'albergo di Tre Verghe C'è poi Livio il commissario non c'è posto per chi è al verde che val quanto il signor Mario: ma se hai dei bigliettoni se ti fa una discussione ti puliscono i bottoni. ti dimostra che ha ragione. Viva la banda, viva la banda, Sotto quest'altra, sotto quest'altra... viva la banda di Monte Bram. Viva la banda, viva la banda, viva la banda di Monte Bram.

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Sull'aria di "La cucaracha"

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L'esercito rosso verrà di Raffaele Mario Offidani Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lesercito-rosso-verra

Rem Verrà Stalin verrà Stalin Sangue ed orror Re Fa#m Sim Si vieni o glorioso Stalin Fame e terror Sol Re Mi La7 La7 E impicca il fascista assassin Regnano sopra le campagne e le città Re La Vederlo impiccar L'umanità Re La Qual voluttà In altre età Re La7 Re- Rem Che importa poi morir Mai non conobbe sì feroci iniquità Fa Do Verrà Stalin Così il fascismo maledetto e scellerato Il gran Stalin La7 Per giustiziare chi gli innocenti torturò Ha rovinato Incatenò Rem E trucidò L'umanità E la terra in mar di sangue tramutò Solm La7 Or tutti i morti in coro chiedono vendetta Dal cuore affranto di dolore di chi Una vendetta Rem Senza pietà sussiste ancor Nessun fascista sfugge al giusto suo destino Solm La7 Re L'inesorabile giustizia di Stalin Si leva un grido di speranza e di passion L'esercito rosso verrà La7 Re Ci porterà la libertà L'esercito rosso verrà L'esercito rosso è in cammin La7 Re Verrà Stalin verrà Stalin Ci porterà la libertà Si vieni o glorioso Stalin La7 Re E impicca il fascista assassin L'esercito rosso è in cammin Vederlo impiccar Mi7 La Qual voluttà Che importa poi morir

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La badoglieide di Nuto Revelli Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-badoglieide

Re ed allor, per domare il subbuglio, O Badoglio, o Pietro Badoglio ti mettevi a fare il dittator. La7 ingrassato dal Fascio Littorio, Gli squadristi li hai richiamati, gli antifascisti li hai messi in galera, col tuo degno compare Vittorio la camicia non era più nera Re ma il fascismo restava il padron. ci hai già rotto abbastanza i coglion. Era tuo quell'Adami Rossi T' l'as mai dit parei, che a Torino sparava ai borghesi; t' l'as mail dit parei, se durava ancora due mesi t' l'as mai dit, t' l'as mai fait, tutti quanti facevi ammazzar. t' l'as mai dit parei, t' l'as mai dilu: sì sì Mentre tu sull'amor di Petacci t' l'as falu: no no t'affannavi a dar fiato alle trombe, tutto questo salvarti non può. sull'Italia calavan le bombe e Vittorio calava i calzon. Ti ricordi quand'eri fascista e facevi il saluto romano I calzoni li hai calati ed al Duce stringevi la mano? anche tu nello stesso momento, sei davvero un gran porcaccion. ti credevi di fare un portento ed invece facevi pietà . Ti ricordi l'impresa d'Etiopia e il ducato di Addis Abeba? Ti ricordi la fuga ingloriosa meritavi di prendere l'ameba con il re, verso terre sicure? ed invece facevi i milion. Siete proprio due sporche figure meritate la fucilazion. Ti ricordi la guerra di Francia che l'Italia copriva d'infamia? Noi crepiamo sui monti d'Italia ma tu intanto prendevi la mancia mentre voi ve ne state tranquilli, e col Duce facevi ispezion. ma non crederci tanto imbecilli di lasciarci di nuovo fregar. Ti ricordi la guerra di Grecia e i soldati mandati al macello, No, per quante moine facciate e tu allora per farti più bello state certi, più non vi vogliamo, rassegnavi le tue dimission? dillo pure a quel gran ciarlatano che sul trono vorrebbe restar. A Grazzano giocavi alle bocce mentre in Russia crepavan gli alpini, Se Benito ci ha rotto le tasche ma che importa ci sono i quattrini tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni; e si aspetta la grande occasion. pei fascisti e pei vecchi cialtroni in Italia più posto non c'è. L'occasione è arrivata è arrivata alla fine di luglio T' l'as mai dit parei,...

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Sull'aria di "E non vedi che son toscano". Testo improvvisato da un gruppo di partigiani il 25 aprile 1944*. Grazzano è il paese natale di Badoglio.

* "Alle Grangie di Narbona ci siamo sistemati in alto, aspettando gli eventi. E lì, tra il 25 e il 26 aprile, nasce La

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Badoglieide, una canzone partigiana che se la prende con Badoglio e il re Vittorio. La Badoglieide è nata su suggerimento di Livio. L'abbiamo combinata assieme, in gruppo, nella notte tra il 25 e il 26." (tratto da Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi ,2005, pag.160)

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La Brigata Garibaldi Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-brigata-garibaldi

Re La stella rossa in fronte Fate largo che passa La libertà portiamo La7 Ai popolo oppressi La Brigata Garibaldi La libertà noi porterem

La più bella la più forte Fate largo che passa Re La Brigata Garibaldi La più forte che ci sia La più bella la più forte La più ardita che ci sia Fate largo quando passa Fate largo quando passa Sol Il nemico fugge allor Il nemico fugge allor Siam fieri siam forti Re Per cacciare l'invasor Siam fieri siam forti La7 Re Col mitra e col fucile Per cacciare l'invasor Siam pronti per scattare Ai trditori fascisti Re Gliela la faremo pagare Abbiam la giovinezza in cor Con la mitraglia fissa La7 E con le bombe a mano Simbolo di vittoria Ai traditor e ai fascisti Gliela farem pagar Marciamo sempre forte Re Noi lottiam per l'Italia E siamo pieni di gloria Per il popolo ideale Per il popolo italiano Noi sempre lotterem

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Composto collettivamente da un gruppo di partigiani a Castagneto di Ramisèto nella primavera del 1944 sull'aria di una vecchia marcia fascista cantata durante anche la guerra di Spagna (ma la cui origine più antica potrebbe essere ottocentesca e garibaldina), è considerato l'inno quasi ufficiale delle brigate garibaldine della provincia di Reggio Emilia.

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Là su quei monti Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-su-quei-monti

La là c'è il comando dei partigian. Là su quei monti fuma la grangia, Mi7 La Il partigiano, l'arma alla mano... dove s'arrangia, dove s'arrangia... là su quei monti fuma la grangia Là su quei monti le stelle alpine dove s'arrangia il partigian. crescon vicne, crescon vicine... là su quei monti le stelle alpine Re La crescon vicine ai partigian. Il partigiano, l'arma alla mano Mi7 La Il partigiano, l'arma alla mano... guarda lontano, guarda lontano, con la certezza che porterà Là su quei monti, sotto quei fiori, giustizia, giustizia e libertà. stanno i migliori, stanno i migliori... là su quei monti, sotto quei fiori, Là su quei monti stanno sparando, stanno i migliori dei partigian. là c'è il comando, là c'è il comando... là su quei monti stanno sparando, Il partigiano, l'arma alla mano...

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Sull'aria di "Là su quei monti c'è un'osteria".

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Lasciando la sua casa e la sua mamma Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lasciando-la-sua-casa-e-la-sua-mamma

Sol Re7 Sol Re7 Lasciando la sua casa e la sua mamma che sfidi tu la morte Re7 Sol bel partigian raggiunge la capanna il partigian Sol Re7 Sol non temi più la sorte ricorda Garibaldi e le sue gesta Do Re7 Sol sei tu l'eroe il salvatore dell'Italia un dì. Sol della mia patria bella Do Re7 Sol Accetta con piacer del suo valor ritorna vincitor. Sol il suo dover Marciando su per l'aspre mulattiere La7 in cerca dei fascisti allegro va fulgido e fiero nell'ora che l'Italia si ridesta questo è il guerriero combatti perché sai che vincerà. Re dell'umanità. Abbasso i traditor gli affamator Sol nella riscossa Bel partigian bandiera rossa la trionferà.

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Lassù sui monti Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sui-monti

RE LA faremo onore al patrio valor Lassù sui monti nel cuore delle Alpi farem vedere che siam partigiani LA7 RE faremo onore al patrio valor. vieni o nazista se hai del coraggio SOL LA RE E se i tedeschi ci chiaman banditi e se qualcuno ti lascia il passaggio e se i fascisti ci chiaman ribelli LA7 RE e invece siamo soltanto di quelli noi partigiani fermarti saprem che l’Italia vogliamo liberar SOL LA RE e invece siamo soltanto di quelli e se qualcuno ti lascia il passaggio che l’Italia vogliamo liberar. LA7 RE noi partigiani fermarti saprem. O care mamme che tanto piangete non disperate pei vostri figlioli Dove più aspra si fa la battaglia che qui sull’Alpe non siamo mai soli a corpo a corpo verremo alle mani c’è tutta Italia che a fianco ci sta farem vedere che siam partigiani che qui sull’Alpe non siamo mai soli c’è tutta Italia che a fianco ci sta..

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Riprende musica di “Quanti morti e quanti feriti”, un canto della I° Guerra Mondiale.

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Lassù sulle colline del Piemonte Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sulle-colline-del-piemonte

La ma un dì pure tu laggiù ritornerai Lassù sulle colline del Piemonte Mi La Mi La la mamma e la bella bacerai. ci stanno i partigiani a guerreggiar Lassù in un lontano casolare guardando la pianura all'orizzonte la mamma con le mani giunte stà Mi La pregando per il figlio che combatte aspettano il momento di calar, per dare all'Italia libertà Re La ma un dì pure tu laggiù ritornerai ma un dì pure tu laggiù ritornerai la mamma e la bella bacerai, Mi La ma un dì pure tu laggiù ritornerai la mamma e la bella abbraccerai, la mamma e la bella abbraccerai. Re La

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Trasformazione della canzonetta "Laggiù nel paradiso delle Haway" operata da tre studenti partigiani milanesi sulla stessa melodia.

E' nota anche un'ulteriore strofa, che ci ha comunicato Alberto, figlio del partigiano garibaldino Enzo Lalli, protagonista della resistenza torinese: Lassù un partigiano vince o muore lottando per la patria con valor, scacciando giù dai monti l'invasore per dare all'Italia un po' d'onor.

Esiste anche una versione dei partigiani dell'Appennino Emiliano : Lassù sulle colline di Bologna

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Lassù sulle colline di Bologna Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sulle-colline-di-bologna

La la mamma la bella bacerò. Lassù sulle colline di Bologna Mi La Lassù in un lontano casolare ci stanno i partigiani ad aspettar 'na mamma a mani giunte se ne sta La pregando per il figlio che combatte guardando le colline all'orizzonte per dare all'Italia libertà. Mi La 'spettando il momento per calar. Ma se un di potrò...

Re Lassù il partigiano vince o muore Ma se un dì potrò cacciando dall'Italia l'invasor La cacciando dall'Italia l'invasore laggiù ritornerò sfogando tutto l'odio che ha nel cuor. Mi La Ma se un di potrò...

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Le tre bandiere Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-tre-bandiere

Re Bandiera bianca la vogliamo: No! Bandiera nera la vogliamo: No! Bandiera bianca la vogliamo: No! Perchè l'è il simbolo dell'ignoranza Bandiera nera la vogliamo: No! Bandiera bianca la vogliamo: No! Sol Re Perchè l'è il simbolo della galera Perchè l'è il simbolo dell'ignoranza La7 Re Bandiera bianca la vogliamo: No! Bandiera nera la vogliamo: No! Bandiera rossa la vogliamo: Si! Bandiera rossa la vogliamo: Si! Perchè l'è il simbolo della galera Perchè l'è il simbolo della riscossa Bandiera rossa la vogliamo: Si! Bandiera nera la vogliamo: No! Perchè l'è il simbolo della riscossa Bandiera rossa la vogliamo: Si!

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Mama mia mi sun stufa (1940) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale, filanda Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mama-mia-mi-sun-stufa

Re La poverette quelle figlie Mama mia mi sun stufa che son dentro a lavorar. Re O de fa la filerina Siam trattati come cani, La come cani alla catena, el cal e el poc a la matina non è questa la maniera Re o di farci lavorar. el pruvin du volt al di. Tutt me disen che sun gialda Mama mia mi sun stufa l’è ‘l culur della filanda tutt al di a fa andà l’aspa quando poi sarò in campagna voglio andare in bergamasca miei colo ritorneran. in bergamasca a lavorar. Tutt me disen che sun nera El mestè de la filanda l’è ‘l culur della candela l’è el mestè degli assassini il mio amor me lo diceva de fa no ‘stu brut mestè.

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Canto di filanda pubblicato nel 1940 da Bollini e Frescura. (Maria Rollero) Il “cal”, il “poc”, e il “pruvin” erano controlli a cui era sottoposta la produzione delle “filandere”.

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Marciar Marciar Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marciar-marciar

Fa che stanco ormai si sente Marciar marciar, Fa Do7 cammina allegramente marciar gli batte il cuore Do Fa con gioia e con ardor s'accende la fiamma, Fa la fiamma dell'amore Marciar marciar, Do7 s'accende la fiamma, marciar gli batte il cuore Sib la fiamma dell'amore s'accende la fiamma, Fa Do Fa quando vede un partigian passar la fiamma dell'amore Fa un partigiano vorrei sposar! s'accende la fiamma, Sib la fiamma dell'amore Fa Fa Do E sotto il sole ardente quando vede un partigian passar Do7 col passo accelerato Fa non c'è tenente, ne' capitano, cammina il partigiano Do Fa ne' colonnello, ne' generale: col zaino affardellato questa è la marcia, Sib cammina il partigiano dell'ideal, dell'ideal... Fa un partigiano vorrei sposar!

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Noi siamo la classe operaia Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-classe-operaia

Re La falce e il martello e l'emblema: Noi siamo la classe operaia non più vagabondi e signori, La7 il pane ha sol chi lavora, che suda, che soffre e lavora; il pane ha sol chi lavora. smettiam di soffrire ch'è l'ora, Giustizia, Eguaglianza vogliamo, Sol Re al mondo sìam tutti fratelli, finiam di soffrire ch'è l'ora. noi siamo le schiere ribelli, sorgiamo, che giunta e la fin, sorgiamo, che giunta e la fin. O ladri del nostro sudore, La7 Già trema la classe borghese, l'Italia farem comunista, già sporca, già lorda dì sangue; Sol Re si sveglia il popol che langue, scacciam la canaglia fascista, si sveglia il popol che langue. Sol La7 Re sorgiamo, che giunta e la fin, O ladri del nostro sudore, Sol La7 Re l'italia farem comunista, sorgiamo, che giunta è la fin. scacciam la canaglia fascista, sorgìamo, che giunta è la fin, sorgiamo, che giunta è la fin

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Variante di Noi siam la canaglia pezzente

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Noi vogliam Dio (1945) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: anticlericali, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliam-dio

Do Rem Sol Do per la la difesa ai lavorator Noi vogliam Dio in camicia rossa Fa Re7 Sol Sol7 Variante: e la madonna col mitra in man Do Rem Sol Do Noi vogliam Dio e San Giuseppe in motocicletta in camicia rossa Sol Re7 Sol e san Giuseppe a far la staffetta da partigian con il mitra in man, vogliam la Madonna in bicicletta Do La7 Rem 1'è la staffetta di noi partigian. Lo benedici o Stalin Sol7 Do Deh, benedici o Stàlin al grido di Lenin i nostri partigian, La7 Rem vogliam Togliatti vogliam Togliatti che nostro padre ch'è nostro padre Do Re7 Sol vogliamo Lénin Luigi Longo che nostro re ch'è nostro re, Fa Do vogliam Togliatti vogliam Pajetta per far la legge ch'è nostro padre Sol Do vogliamo Lénin ch'è nostro re.

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L'informatrice, Ebe Vescovi, ha appreso il canto nell'aprile del 1945 da alcuni partigiani appartenenti alle brigate garibaldine. Si tratta ovviamente di una irriverente satira del notissimo inno ecclesiastico Noi vogliam Dio ch'è nostro padre e il canto in questa versione era noto, oltre che nel Piacentino, anche nel Novarese. La registrazione è stata effettuata da Mario Di Stefano a Monticelli d'Ongina il 29 maggio 1975

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Non ti ricordi mamma di Dante Bartolini Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ti-ricordi-mamma

Mim Si7 ora la nostra patria dobbiamo ripulir. Non ti ricordi, mamma, quella notte Mim Dopo l'otto settembre, l'armistizio, dei fascisti le perquisizioni: l'esercito italiano fu sbandato Si7 e pe' non mandarlo in precipizio chi dava le purghe e chi le botte, l'esercito si forma partigiano. Mim Contro i fascisti e il barbaro invasor così faceva in tutta la nazione. presero l'arme in mano per acquistar l'onor. Lam Mim Colla violenza mi volevan piegar, Quanti sospiri e pianti, mamma mia! Si7 Mim Fratelli, spose, i figli e le sorelle, non feci l'obbedienza, dovetti via scappar. dal cuore levate la malinconia, Lam Mim presto leggete pagine più belle. Colla violenza mi volevan piegar, Che il socialismo vuole la libertà, Si7 Mim non vuole il servilismo che è condannato già. non feci l'obbedienza, dovetti via scappar La morte, la tortura e la prigione Coi partigiani andai sulla montagna se tu cadevi nelle loro mani; dov'è la neve, il freddo e la bufera fascismo e monarchia fu la cagione sentivo solo il fischio della mitraglia se diventammo tutti partigiani. giorno e notte, mattina e sera. Il venticinque del mese di april Senza paura, o vincere o morir, venne l'insurrezione e fu la loro fin.

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Non ti ricordi, fanciulla mia cara Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ti-ricordi-fanciulla-mia-cara

Sol Re7 Un giuramento col sangue facemmo: Non ti ricordi, fanciulla mia cara morire tutti per la nostra terra; Sol per tutti i morti dell'altra guerra quei brutti giorni per l'otto settembre: il tedesco bisogna cacciar. Do Re7 Sol noi ci lasciammo con ansia e tormento Un lungo inverno, disagi, perigli; Re7 Sol perdemmo molti dei cari compagni: per affrettare l'Italia a liberar. erano giovani sul fiore degli anni Do Re7 Sol che alla morte sorridono ancor. Noi ci lasciammo con ansia e tormento Re7 Sol Ma quel sangue non fu sparso invano; per affrettare l'Italia a liberar. suonò la diana pei suoi fratelli: ovunque c'era un buon italiano Non rimanemmo che pochi compagni sui monti accorse e fucile sparò. quando l'impresa del Cippo svanì, ma eravamo tutti d'accordo Quando passammo decisi all'attacco per nostra terra decisi a morir. con braccio fermo impugnammo le armi, calmi mirando sui petti assassini: la nostra terra riuscimmo a liberar.

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O fucile, vecchio mio compagno Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-fucile-vecchio-mio-compagno

Lam Mi7 Lam Rem Lam sul cammino dell'onore combattiam O fucile, vecchio mio compa - a - gno Lam Mi7 Lam Rem Lam combattiamo con onor. che m'aiuti nel combattime - e - nto Rem Lam O fucile tu mi sei d'aiuto e tu vali molto più d'un regno dal fascismo l'Italia a liberar Mi7 Lam e davvero tu ci sei d'aiuto sei la chiave della libertà. per ridare a noi la libertà. Rem Lam E tu vali molto più d'un regno Sul cammin dell'onor... Mi7 Lam sei la chiave della libertà. O fucil compagno della lotta tu continui nel combattimento Sul cammin dell'onor per spezzare quelle catene combattiamo con ardor che vent'anni il popolo legò. Mi7 Rem Mi7 Sul cammin dell'onor...

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O Germania che sei la più forte Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-germania-che-sei-la-piu-forte

Do Sol7 Al comando dei nostri ufficiali O Germania che sei la più forte caricheremo fucile e mitraglia Do ma se per caso il colpo si sbaglia fatti avanti se ci hai del coraggio a bombe a mano l'assalto si dà. Fa Do se la repubblica ti lascia il passaggio Quanti morti e quanti feriti Sol7 Do quanto sangue s'è sparso per terra noi partigiani fermarti saprem. ma il partigiano sul campo di guerra Se la repubblica ti lascia il passaggio sarà difficile poterlo fermar. noi partigiani fermarti saprem.

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Ohi partigian, non pianger più di Beppe Milano Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ohi-partigian-non-pianger-piu

Do Sol7 dove incontrammo un altro capitano Canto l'armi pietose e il capitano e lui ci chiese se eravamo pronti Do a vivere l'ideale partigiano. che mi passò la visita al distretto Sol7 Ohi partigian non pianger più... voleva far di me un repubblicano Do Nel quarto del cammin di nostra vita per farsi il cadreghino al gabinetto. ci ritrovammo un di sul pian d'la Tura là basso al pian per noi era finita Fa ahi quant'al dir qual'era ahi cosa dura. Ohi partigian non pianger più Sol7 Fa Do Ohi partigian non pianger più... se qui non c'è la mamma Fa Chiediamo scusa se con frasi stolte tra pochi dì si cala al pian abbiam storpiato pure il padre Dante Sol7 Do la colpa è del bicchier che troppe volte la mamma ci sarà. la bocca ci baciò tutto tremante.

E allora noi partimmo per i monti Ohi partigian non pianger più...

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Passa la ronda Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passa-la-ronda

Sol Do un sol pensiero. Passa la ronda Lam Re7 Sol Prendi la mia borraccia del partigiano Re7 Sol Do bevi nel mio bicchiere l'eco risponde Lam Re7 Sol se voi volete bere con bombe a mano. Re7 Sol se voi volete bere. Do Lam Nella notte nera nera Prendi la mia borraccia Re7 Sol Re7 Sol urla il vento e la bufera... bevi nel mio bicchiere Re7 Sol Lam urla il vento e la bufera. se voi volete bere Re7 Sol Sim mim dovete voi morir. Va' piano piano, o partigiano, Re7 Sol Morir soffrir scendi a valle con precauzione, Re7 Sim Lam Re dovete voi fascisti scendi a valle dal burrone Sol Sol questa è l'ultima vostra ora ché i fascisti sono ad aspettar. Lam dalle man del partigian Andiam partigian Re7 Sol Re7 è difficile scappar. siam partigiani Lam un sorriso Dalle man del partigian Sol Re7 Sol è difficile scappar.

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Perché porti quel fazzolettino? Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-porti-quel-fazzolettino

Do Me lo dai quel fazzolettino? Perché porti quel fazzolettino? ché alla fonte lo vado a lavar. Perché porti quel fazzolettino? Do Re7 Sol Non posso darti questa mia fiamma Perché porti quel fazzolettino Non posso darti questa mia fiamma Re7 Sol contro i fascisti vo a guerreggiar. tutto bel verde di vivo color? Do Re7 Sol Se mi dai quel fazzolettino Perché porti quel fazzolettino? Se mi dai quel fazzolettino Re7 Sol vengo stasera a fare l'amor. tutto bel verde di vivo color Io te lo dono per mio ricordo Sono un ribelle della montagna Io te lo dono per mio ricordo Sono un ribelle della montagna se combattendo poi morirò. la fiamma verde la porto sul cuor. Andrò a lavarlo con il mio pianto Me lo dai quel fazzolettino? Andrò a lavarlo con il mio pianto o fiamma verde non mi lasciar.

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Sulla melodia del canto popolare Amor dammi quel fazzolettino

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Pietà l'è morta (1944) di Nuto Revelli Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pieta-le-morta

Do Sol Do che Dio maledica quell'alleato! Lassù sulle montagne bandiera nera: Fa Sol Do Che Dio maledica chi ci ha tradito è morto un partigiano nel far la guerra. lasciandoci sul Don e poi è fuggito. Fa Sol Do lasciandoci sul Don e poi è fuggito. E' morto un partigiano nel far la guerra, un altro italiano va sotto terra. Tedeschi traditori, l'alpino è morto ma un altro combattente oggi è risorto. Laggiù sotto terra trova un alpino, ma un altro combattente oggi è risorto. caduto nella Russia con il Cervino. caduto nella Russia con il Cervino. Combatte il partigiano la sua battaglia: Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia! Ma prima di morire ha ancor pregato: che Dio maledica quell'alleato! Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia! Gridiamo a tutta forza: Pietà l'è morta!

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Sull'aria di "Sul ponte di Perati". Il testo fu steso collettivamente dai partigiani di Nuto Revelli sui monti cuneesi.

(Maria Rollero)

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Quando vedrai Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-vedrai

Fa Do7 Do Quando vedrai brillare la stella blu vuol dire che Benito l'è in galera. Do vuol dire che Benito non c'è più. Fa Do7 Quando vedrai brillare la stella rossa Fa Do7 Do Quando vedrai brillare la stella nera vuol dire che Benito è nella fossa.

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Quei briganti neri (1944) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quei-briganti-neri

Do Sol7 E quando mi portarono al tribunale E quei briganti neri mi hanno arrestato, Dicendo se conosco il mio pugnale: Do Sì sì che lo conosco, ha il manico In una cella scura mi han portato. [rotondo, Sol7 Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo. Mamma, non devi piangere per la mia triste Do E quando l'esecuzione fu preparata, [sorte: Fucile e mitraglie eran puntati, Sol7 Do Non si sentiva i colpi, i colpi di Piuttosto di parlare vado alla morte. [mitraglia, Ma si sentiva un grido: Viva l'Italia! E quando mi han portato alla tortura, Legandomi le mani alla catena: Non si sentiva i colpi della fucilazione, Tirate pure forte le mani alla catena, Ma si sentiva un grido: Rivoluzione! Piuttosto che parlare torno in galera.

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Canto partigiano molto popolare nell'Ossola, con alcuni elementi testuali tratti da L'interrogatorio di Caserio. Il testo e la musica si possono leggere in I canti popolari italiani, di Roberto Leydi (Oscar Mondadori, Milano 1973).

Questo canto fu interpretato da Fausto Amodei e Michele Luciano Straniero, in Canti della resistenza italiana 2, Dischi del Sole.

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Se non ci ammazza i crucchi (1943) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-ci-ammazza-i-crucchi

Do Sol7 Ti verrà l'acidità Se non ci ammazza i crucchi, Do La mia morosa la mi diceva Se non ci ammazza i bricchi, Non andare con i ribelli Sol7 Non avrai più i miei lunghi capelli I bricchi ed i crepacci Sul cuscino a riposar Do Non avrai più i miei lunghi capellì E il vento di Marenca, sul cuscino a riposar Se non ci ammazza i crucchi, Se non ci ammazza i bricchi, Se non ci ammazza i crucchi... Quando saremo vecchi Ne avrem da raccontar Questa notte mi sono insognato Ch'ero sceso giù ibn città, Quando saremo vecchi C'era mia mamma vestita di rosso Ne avrem da raccontar Che ballava col mio papà Se non ci ammazza i crucchi... C'era mia mamma vestita di rosso Che ballava col mio papà Do Sol7 Do La mia mamma la mi diceva C'era i tedeschi buttati in ginocchio Sol7 Che chiamavano pietà Non andare sulle montagne C'era i tedeschi buttati in ginocchio Do Che chiamavano pietà Mangerai sol polenta e castagne Sol7 Do C'era i fascisti vestiti da prete Ti verrà l'acidità Che scappavan di qua e di là Mangerai sol polenta e castagne C'era i fascisti vestiti da prete Che scappavan di qua e di là Se non ci ammazza i crucchi...

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LA "leggenda" narra che questa canzone sia stata raccolta da Dario Fo in un'osteria della Val Travaglia nell'autunno del 1943 (taluni dicono che sia appunto una leggenda, e che Fo abbia composto personalmente questo canto)

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Se partigiano io son Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-partigiano-io-son

Mi Si7 Mi fiamma che brucia d'amor Se partigiano io son Mi Si7 Mi Si7 quando si muore. non arrossire Mi Si7 Mi Mamma non piangere più tu sai che è meglio morir, sulla mia fossa, Si7 Mi Mi7 un giorno vedrai a garrir ma non tradire bandiera rossa, La come quel sangue che un dì certo una fede abbiam sì, versai in guerra Mi a redenzione d'amor dentro nel cuore; per la mia terra Si7

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Stranamente questo bellissimo canto partigiano noto ai componenti delle Brigate Garibaldi di Vetto d’Enza (RE) non è poi stato ripreso e divulgato dalle altre brigate presenti nella zona, nè viene riproposto o pubblicato in nessuno dei volumi di canti partigiani editi dopo la Liberazione, almeno per quanto ci risulta. La musica si rifà ad una canzonetta ballabile dell’epoca il cui titolo era “Il valzer di ogni bambina” cantato da Silvana Fioresi ed Ermesto Bonino (autori Di Lazzaro-Mari)

Il testo di questa canzone partigiana è di autore sconosciuto. Il canto è stato raccolto proprio nella zone di Vetto d’Enza. Informatrice è stata Carmen Pelucchi, una ex libraia di Sesto San Giovanni, vissuta in Val d’Enza durante l’occupazione fascista, la quale ricordava perfettamente l’aria e le parole apprese dai partigiani di quella zona che amavano cantarla durante le loro marce.

L'unica registrazione esistente di questo canto è nel Cd "Se partigiano io son" ed eseguito dal Coro Ingrato

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Son proletari i partigiani di Ernesto Venzi Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-proletari-i-partigiani

Solm Re7 Som Re7 Solm Dom Dom Solm Re7 Solm Son proletari i partigia - ni, tallone tedesco nel sangue affogò Dom Solm Re7 Solm sono del popolo lavorator. Dom Re7 Dom Re7 Dom Solm Son oggi in piedi Un dì sfruttati incate - na - ti, Solm Dom Solm Re7 Solm son partigiani oggi son essi i liberator Dom che non dan sosta Dom Solm La plebe si scuote, all'oppressor. Solm la plebe si desta, Re7 Dom Son tutti consci e la gran marcia Solm Solm del gran domani segue con ardor. Re7 sarà la patria Re7 Solm Re7 Solm Contro il fascismo del la - vor! Solm Nella risaia e nell'officina, contro il tiranno nella campagna e nel gran mar Re7 regna il lavoro già regna la pace, combattono uniti non più l'incertezza dobbiam tutti amar Solm Re7 Solm i lavo - ra - tor! Sventola al sole la nostra bandiera Re7 Solm il grande simbolo Povera Italia venduta ed oppressa del lavor Dom Solm Re7 Solm il tuo bel nome il fascismo giocò Non mai più guerre Re7 Dom Solm morte ai tiranni il grande popolo del sole e del can - to vigili sempre il lavorator!

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Sull'aria di "Armata rossa".

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Sono povero ma disertore Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-povero-ma-disertore

Mi7 La Mi7 La Incatenato le mani e i piedi Sono povero ma disertore e dal questore fui trasportato Mi7 La Mi7 La ed il pretore m'ha do-, m'ha domandato e disertavo per la foresta perché mai so"ncatenà. Mi7 quando un pensiero mi viene, Io gli risposi delicatamente La Mi7 La che il disertore aveo fatto mi viene in testa di non fare mai più il e disertavo per la-, per la foresta soldà, disperato de fa '1 soldà.' Mi7 quando un pensiero mi viene, Padre mio che sei già morto, La Mi7 La madre mia che vivi ancora, mi viene in testa di non fare mai più il se vuoi vedere tuo figlio torturato soldà. e 'mprigionato senza ragion.

Monti e valli ho scavalcato O soldati che marciate, e dai fascisti ero inseguito che marciate al suon della tromba quando una sera m'ado-, m'adormentai quando sarete su la-, su la mia tomba e mi svegliai incatenà. griderete: "Pietà di me".

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Sull'aria di Ero povero, ma disertore

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Stoppa e Vanna Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stoppa-e-vanna

Rem La7 Rem Re Santa Sofia, paese degli amori o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor Solm Rem Sol viveva Vanna: fanciulla deliziosa, tu sarai sempre la mia dolce bambina, Solm Rem Re La7 Re aveva gli occhi profondi ed azzurrini, di questo cuor, o Vanna mia!» La7 Mi La7 amava Stoppa il suo bel partigian. Fece ritorno la brigata un giorno, sulla bandiera v'era un vessillo nero: Rem La7 Rem fra i partigiani che fecero ritorno Ma un triste giorno egli dovè partire Stoppa non c'era, ahimè non c'era più, Solm Rem per la consueta caccia ai traditori; Disse a Giovanna di farle i suoi rimpianti Solm Rem «Stoppa riposa lassù in cima a quel monte.» ella piangendo l'accompagnò sul monte Ella piangendo sentì strapparsi il cuore La7 Mi La7 e in mezzo al suo dolore sentì cantar così: e lui dal monte la salutò così: «O Vanna mia, mia fanciulla divina, Re La7 o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor «O Vanna mia, mia fanciulla divina, tu sarai sempre la mia dolce bambina, di questo cuor, o Vanna mia!»

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Sulla melodia della canzonetta Laggiù in Olanda paese dei mulini.

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Su comunisti della capitale Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-comunisti-della-capitale

Re La7 non hanno menomato al comunista Su, comunisti della capitale, la convinzione. Re è giunto alfine il dì della riscossa, La convinzione di una nuova era Re7 La7 che al mondo porterà la redenzione quando alzeremo sopra al Quirinale e porta scritto sulla sua bandiera: Re rivoluzione. bandiera rossa. E se la polizia 'n ce lascia pèrde, Questa città ribelle e mai domata e se la polizia 'n ce lascia in pace, dalle rovine e dai bombardamenti; risponderemo sulle barricate la guardia rossa suona l'adunata: piombo con piombo. tutti presenti. E se cadremo in un fulgor di gloria, Vent'anni e più di tirannia fascista, schiacciando borghesia e capitalismo, col carcere, il confino ed il bastone, dal sangue sorgerà la nuova storia del comunismo.

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Canzone di lotta tra le più diffuse tra i militanti comunisti di Roma e Lazio. Questa versione (in "Quando nascesti tune", Canzoniere del Lazio 1974) è stata registrata da S. Portelli a Roma nel gennaio del 1971; informatori Marisa, Alfio e Sergio Taborri.

Condivide la melodia e verosimilmente l'origine con Orsù compagni di Civitavecchia

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Su pei monti Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-pei-monti

Rem La7 Rem grande fu l'attività. Su pei monti su pel piano Fa Do7 Fa E disfecero il Lemano la brigata se ne andò il fascismo sterminò Solm e all'oceano lontano col nemico inumano la gran marcia terminò. Rem La7 Rem la battaglia s'ingaggiò. Partigiani evviva Bulow viva l'Internazional E innalzaron le bandiere partigiani evviva Bulow di lavoro e libertà viva l'Internazional nelle vigili lor schiere

Informazioni da "Canti della resistenza armata in Italia" - Canzoniere della protesta vol.2 - Milano 1972 ed. Del Gallo

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Sul ponte fiume Sangro Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sul-ponte-fiume-sangro

Sol Re7 Do Sol La meglio gioventù che va sotto terra. Sul ponte fiume Sangro bandiera nera Quelli che son partiti non son tornati Do Sol Re7 Sol è il lutto della Maiella che va alla guerra. sui monti dell'Abruzzo sono restati. Sui monti della Romagna sono caduti.

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Inno della formazione Maiella, gruppo partigianpo abruzzese, che operò anche nell'Appennino romagnolo. La melodia, così come per "Pietà l'è morta", prende spunto da "Sul ponte di Perati".

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Ta pum (1944) Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ta-pum

Do ta pum ta pum ta pum. Questa sera si va in azione, Sol7 Do Sol7 Il fascista feroce e inumano partigiano non farti ammazzar: bimbi e donne sa solo ammazzare: ta pum ta pum ta pum ta pum ta pum ta pum Do ta pum ta pum ta pum. ta pum ta pum ta pum. Cimitero di Cosbana A Cosbana c'è un cimitero forse un giorno ti vengo atrovar: cimitero di noi partigian: Ta pum ta pum ta pum Ta pum ta pum ta pum tapum ta pum ta pum.

Informazioni

Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol.2 - 1972 Milano - ed. Del Gallo

La canzone, di ignoto autore, fu adottata a partire dall'invero 1944 da varie formazioni partigiane che operarono nella zona di Gorizia. La melodia è la stessa della nota canzone omonima in uso durante la guerra del 1915-'18. II cimitero di Cosbana, di cui si parla nel testo, è situato nei pressi di Dolegna del Collio (Gorizia). (fonte cantidilotta.org)

pagina 217 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Tutti quei monti che io cavalcai Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-quei-monti-che-io-cavalcai

La Mi7 La Io gli risposi cosi innocentemente Tutti quei monti che io cavalcai vivevo un giorno laggiù nella foresta Mi7 La ed un pensiero mi vien - mi vien in testa e dai Tedeschi fui sta' inseguito di non fare mai più il soldà. Mi7 La e sotto un albero mi addormentai O voi padre che siete morto Mi7 La o voi madre che vivete ancora mi risvegliai incatenà. se vuoi vedere tuo figlio alla tortura condannato senza ragion. Incatenato alle mani e ai piedi e in questura mi han portato O compagni o cari compagni ed il questore mi ha domandato che marciate al suon d'una tromba per qual fine son prigionier. quando verrete sulla - sulla mia tomba griderete pietà di me.

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Canto della Resistenza partigiana cantato sulla melodia di "Ero povero ma disertore"

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Un giorno Mussolini andò al balcone (1943) di Franco Antonicelli Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: romanesco Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-giorno-mussolini-ando-al-balcone

La Mi7 Er re e l'è squajata ar primo sole, Un giorno Mussolini andò al balcone ce vole la repubblica, ce vole. LA e chi la vole farsa e chi la vera, e disse che facessero attenzione, nessuno vole più camicia nera! Mi7 Nun importa si è lontano che aveva ricevuto li dispacci, er sordato ammericano La quello che 'mporta che je mannava i baci la Petacci. ce de priggione ce apreno la porta!

Mi7 La E quando sorte chi 'n priggione è stato E poi disse "Ho un modo novo l'hai da vedé che razza de bbucato! Mi7 La Chi ha fatto er male ce l'ha da pagà, perchè er gallo faccia l'ovo! chi ha fatto er bene lo po' continuà. Mi7 Vittoria o fuga, Rifaremo, sacramento, La er governo e 'r parlamento. dovete adoperà er bagnasciuga" Rivoluzione! N'ammazza più er cervello che 'r bastone! Er re se vorse allora a la riggina e disse "Senti un po', montenegrina, Ragazzi, sotto che c'è la battaja qui si nun se combina n'antra lega e maledite, donne, chi se squaja! finisce tutti quanto che ce frega!" E chi annerà pe' mare e chi pe' monte, chi more ha da morì la palla 'n fronte. Je rispose la riggina: "Caro re, perdirindina, Quando soneno l'appello lo sai che vojo, ogni omo è mi fratello. che je lo metti in culo co' Badojo". Chi more spera che n'antro j'arricoje la bandiera! Se venne allora ar granne guazzabujo che fu chiamato "er venticinque lujo". E la bandiera è bianca, verde e rossa Er duce fu portato all'ospedale ma er fascio sta seporto nella fossa ma er re nun vole che je fanno male. e su ce starà scritta quella data che tutt'Itaja avremo liberata. J'hanno tolto lo stipendio ma poi tutto quell'incendio Libertà nun mette fiore a poco a poco si sei nato servitore. l'hanno smorzato sotto ar coprifuoco Risorgimento, te faccelo sbocciare cor tuo vento! E s'arivenne allora ar tira e molla, c'erano i pezzi, ma nun c'era colla. Asciughete quell'occhi, mamma mia, E li fascisti se so' convertiti, ché doppo er pianto viene l'allegria. e l'itajani fecero li partiti. Io ci ho i capelli neri e tu l'hai bianchi, te vojo fà contenta finché campi. Ma poi vennero i tedeschi, tutti quanti stamo freschi. E me vò' sposà 'na Tizia Ma la Nazione ch'è la fija de Giustizia ci ha er Comitato de Liberazione e dall'amore ce nascheno du' fiji: fede ed onore.

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Sull'aria degli "Stornelli del Sor Capanna".

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Union Maid (1940) di Woody Guthrie Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: inglese Tags: lavoro/capitale, femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/union-maid

Do Oh, you can't scare me, There once was a union maid, I'm sticking to the union, Fa Do I'm sticking to the union she never was afraid 'til the day I die. Fa Do Of goons and ginks and company finks This union maid was wise Fa Sol to the tricks of company spies, and the deputy sheriffs who made the raid. She couldn't be fooled by a company stool, She went to the union hall she'd always organize the guys. when a meeting it was called, She always got her way And when the Legion boys come 'round when she struck for better pay. She always stood her ground. She'd show her card to the National Guard Fa And this is what she'd say Oh, you can't scare me, Do You gals who want to be free, I'm sticking to the union, just take a tip from me: Sol get you a man who's a union man I'm sticking to the union, and join the ladies' auxiliary. Do Married life ain't hard I'm sticking to the union. when you got a union card, A union man has a happy life when he's got a union wife.

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La canzone venne alla luce in un pomeriggio di giugno del 1940, quando W. Guthrie, adattando il suo testo alla musica di una ballata già esistente ("Red wing"), la eseguì su richiesta dell'organizzatore della sede locale del partito comunista, in un ufficietto di Oklahoma City, alla presenza di un piccolo gruppo di operai addetti all'estrazione del petrolio dai giacimenti. Il primo frammento (di quella che successivamente sarebbe diventata la terza strofa), fu registrato sempre in un pomeriggio, ma del 1946, su un disco in acetato da Moses Asch della Smithsonian ed è l'unico in cui Guthrie esegue personalmente la sua canzone (insieme a P. Seeger che era con lui in quel momento), di cui si conosca l'esistenza (tutte le incisioni successive di "Union maid" infatti, sono eseguite da altri cantanti).

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Val Sesia Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/val-sesia

Do Sol7 Quando si tratta di attaccare cosa importa se si muor Sol7 Do Do noi Garibaldini siamo i primi questo è il grido del valore Sol7 Do tutti si affacaino a gurdare partigiano vincerà Sol7 Do tutti si affacciano ai balcon Vesti la giubba partigiano prendi il fucile da battaglia Sol7 Do per la libertà d'Italia Contro i fascisti repubblichini si dovrà vincere o morir Sol7 Do combatteremo siam partigiani E' giunta l'ora dell'attacco Sol7 Do il nostro simbolo bandiera rossa ai nostri morti l'abbiam giurato ai nostri monti l'abbiam giurato Re7 Sol7 dobbiam vincere o morir dobbiam vincere o morir Valsesia Valsesia Do cosa importa se si muor Valsesia Valsesia questo è il grido del valore partigiano vincerà

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Canto partigiano tramandato oralmente e ripreso a Torino negli anni '70, molto diffuso e cantato dagli studenti del movimento. "Contraffacta" della canzone irredentista Dalmazia, Dalmazia.

Esiste anche un'altra strofa:

Qundo si tratta di attaccare quelli del Pesgu sono i primi tutti incominciano a sparare ed a Romagnao vincerem.

A Moscatelli l'abbiam giurato ai nostri morti gridiam così ai nostri figli l'abbiam giurato dobbiamo vincere o morire.

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Vigliacco Mussolini Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vigliacco-mussolini

Do salva l'umanità. Vigliacco Mussolini Sol7 E voi brigate nere con tutte le sue dame che a rastrellare andate Do7 Fa nella valle di Carpi il popolo italia - no le case saccheggiate Do fece morir di fame E per la patria il mondo intero etc.

E per la patria il mondo intero E voi bambine belle Fa chiamate i partigiani la nostra legge è la libertà non sono dei banditi Rem Sol7 ma veri italiani solo un pensiero Do E per la patria il mondo intero etc.

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Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol2 - 1972 Milano - Ed. Del Gallo

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Viva la Valle Gesso Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-valle-gesso

Re La7 Evviva evviva la Valle Gesso ecc. Le montagne, le montagne di Valle Gesso Re E le mule, e le mule di Valle Gesso sono state, sono state la nostra casa sono i nostri, sono i nostri semoventi; La7 protestare, protestare non le senti quando tutta, tutta l'Italia era invasa se le imbasta, se le imbasta un partigian. Re Oilalà! da Tedeschi, da Tedeschi e traditor. Oilalà Evviva evviva la Valle Gesso ecc.

Sol Re I valligiani, i valligiani di Entraque Evviva evviva la Valle di Gesso sono forti, sono forti camminatori; La7 Re alla sera, alla sera nei loro cori la Terza Banda e il suo capitan. cantan l’inno, cantan l’inno dei partigian. Sol Re Oilalà! Evviva evviva la Valle di Gesso La7 Re Evviva evviva la Valle Gesso ecc. la Terza Banda e il suo capitan. I pastori, i pastori di Roaschia I ragazzi, i ragazzi di Valle Gesso sono molto, sono molto italiani: sono tutti, sono tutti partigiani se gli offri, se gli offri due toscani hanno appreso, hanno appreso dagli anziani danno aiuto, danno aiuto ai partigian. ad odiare, ad odiare i tugnìn. Oilalà! Oilalà! Evviva evviva la Valle Gesso ecc. Evviva evviva la Valle Gesso ecc: A Valdieri, a Valdieri abbiam piazzato Le ragazze, le ragazze di Valle Gesso il comando, il comando della Banda son le nostre, son le nostre stelle alpine della Banda, della Banda “Ildo Vivanti” che con cuore, che con cuore di bambine il migliore, il migliore dei partigian. fan l’amore, fan l’amore coi partigian. Oilalà! Oilalà! Evviva evviva la Valle Gesso ecc.

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Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol.2 - Milano 1972 - Ed. Del Gallo

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La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)

Il secondo dopoguerra è caratterizzato dalla ricostruzione conseguenti ai drammi e alla distruzione della seconda guerra mondiale. In Italia si riacutizza il divario tra meridione e settentrione, con i fenomeni di migrazione dal sud al nord. Esplodono le lotte per il lavoro, per la casa, e quelle contro la presenza del fascismo anche dopo la Liberazione. Sono i temi che porteranno alla nascita dei movimenti di contestazione in tutto il mondo.

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A lavorar la terra Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavorar-la-terra

La Mi7 vogliam la libertà A lavorar la terra ci vuol le contadine, La noi siamo le mondine, noi siamo le mondine. Se non ci conoscete, guardateci Mi7 all’occhiello, A lavorar la terra ci vuol le contadine, portiam falce e martello, La portiam falce e martello noi siamo le mondine, siamo lavorator. Se non ci conoscete, guardateci Mi7 La all’occhiello, Vogliam la libertà portiam falce e martello, simbolo del lavor. Mi7 La Vogliam la libertà Noi siamo le mondine, siamo lavorator, Portiam falce e martello, simbolo del lavor. Mi7 La vogliam la libertà

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Dal repertorio delle Mondine di Opera Registrazione dal vivo del 23 novembre 2002 al Centro Sociale Leoncavallo di Milano durante la rassegna "Politicanto"

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A quel omm (1965) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quel-omm

Do Sol7 Do Sol7 A quel omm, che incuntravi de nott quater strasc, on po' d'ombra, Sol7 Do in vial Gorizia, là sul Navili, [nient'alter, Rem Sol7 Do Fa Sol7 quand i viv dormen, sognen tranquili no Giusepp, no Gioann, gnanca Walter Lam Sol7 Do Lam Rem Do e per i strad giren quei ch'inn mort. e gnanca adess mi cognossi el to no - o - om.

A quel omm, ma te seret 'na magia Lam Fa Do Fa che vegniva su l'asfalt de la strada A quel omm, a quel tocc de silenzi cont la facia on po' gialda e stranida, Sib cont i oeucc on po' stracc, un po' a la nott e anca a lu voeuri dii: [smort. Do7 Fa in vial Gorizia ghe sont mi de per mi Fa Do Rem Sol7 Do A quel omm, ma te seret on omm, e so no se 'sti robb g'hann on sens.

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Anche per quest'anno Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anche-questanno

Do lo voglion le file dritte Anche per quest'anno, anche se siamo in duecento; Sol7 Do se c'è una povera donna ragazza, ci han fregato, che la si sente mal con tutte le sue chiacchere vanno col rallentamento Sol7 Do per portarla all'ospedal. in risaia ci han mandato C'è poi un'altra cosa Fa da fare ben presente: e noi povere donne con pane, riso e vitto Do non si capisce niente; ci tocca lavorar e riso e sempre riso, Sol7 con acqua in quantità, per mantenere i ricchi e Scelba è al governo Do coi signori a consolar. al suo paese a passeggiar. E tutto quel sudore Ci sono dei padroni che noi quaggiù prendiamo che sono un po' impazienti, saranno poi le lacrime comandano, bestemmiano, dei figli che abbiamo; con la bava fra i denti, e grideranno "mamma, dicendo: "Queste donne vogliamo da mangiar!" lavor non lo san far. allora lotteremo Dovrebbero far presto per lavoro e libertà. come il treno a camminar". E grideranno "mamma, Se si parla del trapianto vogliamo da mangiar!" l'è una cosa da spavento, e lotteremo allora per lavoro e libertà.

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Canto tratto dal repertorio di Giovanna Daffini, databile per il riferimento a Scelba. La melodia richiama, almeno nella prima parte della strofa, Il general Cadorna

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Ballata ai dittatori (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-ai-dittatori

Mim la libertà soppressa, Tiranni e generali, l'onore calpestato: Lam6 Si7 Mim marescialli e imperatori, la sua carogna, è cosa certa, la lasceranno all'aria aperta, uomini del destino, e il suo valore andrà stimato Lam6 Si7 Mim meno di un bue scannato. colonnelli e dittatori, Do Sol Quanti di voi ci credono voi che credete d'essere un gregge di montoni Mim Si7 che solo col bastone diversi da noi altri, si può far stare buoni Do Sol e pensan che si scusino voi che credete d'essere le loro bastonate Lam6 Si7 perché non perdon Messa più forti, saggi e scaltri: le feste comandate:

Mim avranno la soddisfazione di recitare ora, finché ne avete il tempo, un'orazione per affidare, Re a malincuore, su, date agli altri il buon esempio, l'anima al Creatore. Mim e scomparite ai nostri sguardi Mi Lam Re Mim Tiranni e generali, prima che sia già tardi. La6 Si7 Mi marescialli e imperatori, Quanti di voi non sentono timori ed apprensioni, uomini del destino, solo perché posseggono La6 Si7 Mi le bombe ed i cannoni, colonnelli e dittatori, quanti di voi non temon Do Sol nemici e congiurati voi che credete d'essere perché son ben sicuri Mim Si7 di averli già ammazzati: diversi da noi altri, Do Sol faran la parte, prima o dopo, voi che credete d'essere non più del gatto, ma del topo, Lam6 Si7 con una corda al collo stretta, più forti, saggi e scaltri: come una marionetta. Mi Quel che di voi si sente tutti gli oppressi di 'sto mondo potente ed importante, Re solo perché è pagato un dì faranno un girotondo dal ricco e dal mercante, Mi e pensa di comprare, e suoneran tamburi e trombe persino a buon mercato, La Re Mi La Mi sopra le vostre tombe.

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Ballata per l'Ardizzone (1962) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Tags: comunisti/socialisti, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-lardizzone

Mim Lam e lü 'l vusava: M'han dit che incö la pulisia «Si alla pace e no alla guerra!» Si7 Mim e cun la pace in buca a l'è mort. a l'ha cupà un giuvin ne la via; Lam In via Grossi i pulé cui manganell, sarà stà, m'han dit, vers i sett ur vegnü da Padova, specialisà in dimustrasiun, Si7 Mim han tacà cunt i gipp un carusel a un cumisi dei lauradur. e cunt i röd han schiscià l'Ardissun.

Mim Si7 Mim A la gent gh'è andà inséma la vista, Giovanni Ardizzone l'era el so nom, per la mort del giuvin stüdent Mi7 Lam e pien de rabia: «Pulé fascista - de mesté stüdent üniversitari, vusaven - mascalsun e delinquent». Si7 Mim comunista, amis dei proletari: E i giurnai de l'ultima edisiun Si7 Mim Si7 Mim a disen tücc: «Un giovane studente, a l'han cupà visin al noster Domm. e incö una gran dimustrasiun, è morto per fatale incidente, E i giurnai de tüta la tera è morto per fatale incidente, diseven: Castro, Kennedy e Krusciòv; è morto per fatale incidente».

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Sulla morte di Giovanni Ardizzone vedi la scheda di Gianfranco Ginestri (Canzoniere delle Lame):http://www.reti-invisibili.net/giovanniardizzone/

Vedi anche le canzoni:Dopo Ardisun e Quatr'asüs par l'Ardizôn

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Canzone alla mia chitarra (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-alla-mia-chitarra

La Re Mi La le rende un poco tristi Ho trovato la vera amica mia Do#m Fa#m Fa#m Sim7 Mi La proprio come è la vita che quando mi si chiude l'uscio in faccia Si7 Mi Sol#m Rem7 Sol Do Mi di noi poveri cristi Resta a lungo a farmi compagnia Do#7 Fa#m Lam Rem7 Sol Do Mi proprio come per noi e fa l'amore qui tra le mie braccia Fa#7 Si7 Mi7 poveri cri - sti La Re Mi La E quando l'altra gente a me vicina La mia chitarra lei non se l'ha a male Fa#m Sim7 Mi La se il potente o il mercante di cannoni Non posso amarla più perchè m'inganna non la paga a cantar nelle fanfare Rem7 Sol Do le sue glorie con pifferi e tromboni Mi viene in braccio come una bambina Mi Lam Fa#7 Si7 Lei sa, la mia chitarra forte e scaltra e si lascia cantar la ninna nanna che un giorno canterà canti felici per gente amica nostra, mentre l'altra Mi La le rape guarderà dalle radici La mia chitarra canta Fa#m Si7 Mi La mia chitarra allora senza darsi importanza si darà un po' importanza Do#m La Fa#m e canterà soltanto se canta cose tristi la gioia e la speranza Si7 Mi Sol#7 quando le cose allegre lascia un po' di speranza saran più delle tristi Do#7 Fa#m quando non ci saranno se canta cose allegre mai più poveri cristi Si7 Mi Sol#7 non ci saranno più poveri cristi

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Canzone del popolo algerino (1959) di Fausto Amodei Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-popolo-algerino

Rem Solm Rem a ferire lontano? Chi ti ha mandato, solda - to, La7 Rem La terra che ti brucia sotto i piedi col fucile alla mano? ci costa tanti morti: chi ti ha mandato, ragazzo, fermati e pensa a tutto ciò che vedi, a sparare lontano? al grido degl’insorti.

Rem Solm Rem Dal tuo paese un giorno, dalla Francia, Tu vieni con la rabbia nella voce, venne una luce immensa: Fa Rem La7 dicevano "uguaglianza, fratellanza" vieni con l’odio in faccia: ora fermati e pensa: Rem è tuo dovere d’essere feroce, Chi ti ha mandato, soldato, Mi La7 col fucile alla mano? sangue lasci per traccia. chi ti ha mandato, ragazzo, a morire lontano? Non senti ribellarsi nelle vene il grido della gente, Rem Solm Rem non sai più cosa sono il male e il bene Ritorna a casa, racc -o - nta, quando gridi "presente!". La7 Rem tutto quello che vedi: Chi ti ha mandato, soldato, Re7 Solm Do Fa La7 col fucile alla mano? offesa, invasa, sconvo - o - lta, chi ti ha mandato, ragazzo, Rem Lam Fa Mim Rem Fa La7 Sol Re+ la terra d’Algeria ri - mane in pi - e - di!

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Canzone di viaggio di Cantacronache, Emilio Jona Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-di-viaggio

Lam Mi7 Lam Redim Ladim Mi7 Lam Io traverso a primavera ogni sera un vecchio treno. Mi7 lunghi campi d'erba nuova Io traverso nell'estate Do greti bianchi ed acque scarse e ritrovo verde schiera siamo tutti scamiciati Sol ed il verde è impallidito. d'alti pioppi e le stazioni C'è chi spera nella pace La7 c'è chi vuole ancora guerra mentre incontro visi noti c’è chi solo guarda e tace Rem mentre corre cielo e terra. ferrovieri, professori, Fa E nell'alba in vecchio treno .. e commessi viaggiatori Fadim Mi7 Io traverso nell'autunno con degli occhi insonnoliti. la pianura già appassita con la meliga finita ai balconi delle case Lam Mi7 Lam mentre gridano i giornali E nell'alba in vecchio treno di chi muore in ogni ora La7 Re- per le strade, tra i fucili mi sparisce la tua mano di violenza che divora. Sol7 Do Do#dim Rem E nell'alba in vecchio treno.. ed un figlio, un quinto piano Mi7 Lam Redim Ladim Mi7 Poi l'inverno al finestrino ogni alba in vecchio treno. con il sonno della neve e la spalla del vicino che la sera ha addormentato Nella sera un vecchio treno guardo questa nostra vita dove passa in altalena mi riporta la tua mano ora un giorno buono appena ora di malinconia. ed un figlio, un quinto piano E nell'alba in vecchio treno..

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Canzone triste (1958) di Italo Calvino, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-triste

Do Sol7 Il nostro letto serba il tuo tepor. Erano sposi. Lei s'alzava all'alba Do Dopo il lavoro lei faceva spesa prendeva il tram, correva al suo lavoro. -buio era già - le scale risaliva. Sol7 Lui in cucina con la stufa accesa, Lui aveva il turno che finisce all'alba fanno da cena e poi già lui partiva. Do entrava in letto e lei n'era già fuori. Soltanto un bacio ...

Do Re7 Sol Mattina e sera i tram degli operai Soltanto un bacio in fretta posso darti portano gente dagli sguardi tetri; Re7 Sol fissar la nebbia non si stancan mai bere un caffè tenendoti per mano. cercando invano il sol,fuori dai vetri. Mi7 Lam Re7 SolMi7 Il tuo cappotto è umido di nebbia. Soltanto un bacio ... Lam Re7 Sol

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Nel disco Cantacronache sperimentale EP Italia Canta 45 CS, del 1958, primo in assoluto dei Cantacronache

Gli stessi temi sono stati sviluppati da Calvino nel racconto, scritto nello stesso anno, "L'avventura di due sposi".

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Con De Gasperi non se magna Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-de-gasperi-non-se-magna

Re ce sta Umberto Tupini: Qui comincia la rassegna farà la vita facile La7 a Vaselli e Manzolini. dei ministri democristiani, Ole olè olè... attaccati ah portafogli, Re All'istruzione pubblica affamati come cani c'è san Guido Gonella, occupato tutto il giorno Re a istruire la cappella. Ole ole olè, con De Gasperi La7 Ole olè olè... non se magna Il ministro dell'industria ole ole ole, il cancelliere ci vien da Pontedera: Re egli è Giuseppe Togni, arrivòle il re. amico di Scalera.

Ministro dei trasporti Ole olè olè... è Guido Corbellinì: se magna li binari Il feudatario Segni co tutti i traversini. Resta all'agricoltura: nelle nostre saccocce Olè olè... vuoi far la trebbiatura.

A commerciar con l'estero Ole olè olè... han messo Merzagòra: lui sta in Brasile e ingrassa A bordo di un naviglio e noi restamo fora, gridava Paolo Cappa: " Merlin, rnettici il bollo, Olè olè... che qui tutti si pappa ".

Poi viene Mario Scelba, Ole olè olè.., ministro per l'interno: prima spara sul prossimo Einaudi, Sforza e Grassi poi prega il Padreterno. fanno gli indipendenti, ma senza averne l'aria Olè olè... s'arrotano già i denti,

Ministro del lavoro Ole olè olè... è Amintore Fanfani: vorra porta in Italia Guida la processione, i sistemi americani. con il messale in mano, Alcide von De Ga peri, Ole olè olè... il cancelliere americano,

Per i lavori ppubblici Ole olè olè...

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Strofette satiriche su musica tipica da osteria, riferite ai vari governi che De Gasperi presiedette dopo l'esclusione del PCI e del PSI. L'autore è anonimo. Ne sono state registrate diverse lezioni, una delle quali da Cesare Bermani a Milano, nel 1964. Il ritornello era molto diffuso anche nell'Italia centrale.

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Contessa (1966) di Paolo Pietrangeli Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contessa

Mi Do vogliamo la guerra, "Che roba contessa, vogliamo vedervi Si7 Mi finir sotto terra, all'industria di Aldo ma se questo è il prezzo han fatto uno sciopero lo abbiamo pagato, quei quattro ignoranti; nessuno piu al mondo volevano avere dev'essere sfruttato. i salari aumentati, gridavano, pensi, "Sapesse, mia cara di esser sfruttati. che cosa mi ha detto un caro parente, dell'occupazione E quando è arrivata che quella gentaglia la polizia rinchiusa lì dentro quei pazzi straccioni di libero amore han gridato più forte, facea professione... di sangue han sporcato il cortile e le porte, Del resto, mia cara, chissa quanto tempo di che si stupisce? ci vorrà per pulire...". anche l'operaio vuole il figlio dottore Do#m Mi e pensi che ambiente Compagni, dai campi e dalle officine che può venir fuori: Do#m Mi non c'è più morale, prendete la falce, portate il martello, contessa..." Fa#m Si7 scendete giù in piazza, Se il vento fischiava Mi ora fischia più forte picchiate con quello, le idee di rivolta Fa#m Si7 non sono mai morte; scendete giù in piazza, se c'è chi lo afferma Mi non state a sentire, affossate il sistema. è uno che vuole soltanto tradire; Voi gente per bene se c'è chi lo afferma che pace cercate, sputategli addosso, la pace per far la bandiera rossa quello che voi volete, ha gettato in un fosso. ma se questo è il prezzo Voi gente per bene che pace cercate...

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Scritta in occasione della prima occupazione studentesca dell'università a Roma, in seguito all'assassinio da parte fascista di Paolo Rossi. la canzone divenne tra le più eseguite durante il Maggio del '68.

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Dove vola l'avvoltoio? (1958) di Italo Calvino, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dove-vola-lavvoltoio

Lam avvoltoio vola via. Un giorno nel mondo Sono canti che io porto Sol Do La7 sono i tonfi delle zappe, finita fu l'ultima guerra, girotondi e ninnenanne, Rem Sol non più il rombo del cannon". il cupo cannone si tacque Do Dove vola l'avvoltoio... e più non sparò, L'avvoltoio andò ai tedeschi e privo del tristo suo cibo e i tedeschi disse: "No dall'arida terra, avvoltoio vola via, un branco di neri avvoltoi avvoltoio vola via. si levò. Non vogliam mangiar più fango, Mi Lam odio e piombo nelle guerre, Dove vola l'avvoltoio? pane e case in terra altrui Mi Lam non vogliamo più rubar". avvoltoio vola via, Mi Lam Dove vola l'avvoltoio... vola via dalla terra mia, Mi Lam L'avvoltoio andò alla madre che è la terra dell'amor. e la madre disse: "No avvoltoio vola via, Lam avvoltoio vola via. L'avvoltoio andò dal fiume I miei figli li dò solo Sol Do a una bella fidanzata ed il fiume disse: "No, che li porti nel suo letto La7 Rem non li mando più a ammazzar" avvoltoio vola via, Sol Do Dove vola l'avvoltoio... avvoltoio vola via. L'avvoltoio andò all'uranio Nella limpida corrente e l'uranio disse: "No, ora scendon carpe e trote avvoltoio vola via, non più i corpi dei soldati avvoltoio vola via. che la fanno insanguinar". La mia forza nucleare farà andare sulla Luna, Dove vola l'avvoltoio... non deflagrerà infuocata distruggendo le città". L'avvoltoio andò dal bosco ed il bosco disse: "No Dove vola l'avvoltoio... avvoltoio vola via, avvoltoio vola via. Ma chi delle guerre quel giorno Tra le foglie in mezzo ai rami aveva il rimpianto passan sol raggi di sole, in un luogo deserto a complotto gli scoiattoli e le rane si radunò non più i colpi del fucil". e vide nel cielo arrivare girando quel branco Dove vola l'avvoltoio... e scendere scendere finché qualcuno gridò: L'avvoltoio andò dall'eco e anche l'eco disse "No Dove vola l'avvoltoio? avvoltoio vola via, avvoltoio vola via,

pagina 237 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale vola via dalla testa mia... ma il rapace li sbranò.

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E' festa d'aprile (1948) di Franco Antonicelli Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-festa-daprile

La ti sei ritirata; E' già da qualche tempo si sa, la moda cambia Mi7 quasi ogni mese, che i nostri fascisti ora per il fascista s'addice il borghese. si fan vedere poco La Forza che è giunta l'ora... e sempre più tristi, La Quando un repubblichino hanno capito forse, omaggia un germano Mi7 alza il braccio destro se non son proprio tonti, al saluto romano. ma se per caso incontra che sta arrivare noi altri partigiani La per salutare alza la resa dei conti. entrambe le mani.

Re Forza che è giunta l'ora... Forza che è giunta l'ora, In queste settimane, La7 miei cari tedeschi, infuria la battaglia maturano le nespole persino sui peschi; per conquistare la pace, l'amato Duce e il Fuhrer Re ci davano per morti per liberare l'Italia; ma noi partigiani siam sempre risorti. scendiamo giù dai monti La7 Forza che è giunta l'ora... a colpi di fucile; Ma è già da qualche tempo evviva i partigiani! che i nostri fascisti Re si fan vedere spesso, è festa d'Aprile. e non certo tristi; forse non han capito, e sono proprio tonti, Nera camicia nera, che sta per arrivare che noi abbiam lavata, la resa dei conti. non sei di marca buona, Forza che è giunta l'ora...

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Brano nato dall'elaborazione degli stornelli trasmessi da Radio Libertà, la sola emittente radiofonica rivolta al pubblico (quindi non esclusivamente militare) gestita dai partigiani. Trasmise nel Biellese dall'autunno '44 al 19 aprile 1945. Le trasmissioni comprendevano anche una parte musicale eseguita da una piccola orchestra e da un coro stabili che elaboravano stornelli, utilizzati come intermezzo nella lettura dei bollettini di guerra partigiani, delle notizie su avvenimenti locali e nazionali di rilievo, di lettere e saluti a casa ecc.

Fonte: G. Lanotte, "Cantalo forte. La Resistenza raccontata dalle canzoni", Nuovi Equilibri Stampa Alternativa 2006.

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(Saluti, Francesca)

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El me gatt (1962) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-me-gatt

Rem La7 Rem vedella in gir fa propi péna A l'han trovàa distes in mezz a i orti e tucc i fioeu ghe dann adoss. Re7 Solm i oeucc a eren ross e un poo sversàa Incoeu a l'hoo spetada in via Savona Rem dopo mezzdì, quand lee la torna a cà me piasaria savè chi l'è quel ostia ghe sont rivàa adrée a la barbona La7 Rem e su la gamba giusta giò legnàa. che al me gatt la panscia al g'ha sbusàa. Ho sentù on crach de ossa rott Solm Rem l'è 'ndada in terra come on fagott L'era insci bell, insci simpatich lee la vosava «oi mamma mia» La7 Rem me sont stremì, sont scapàa via negher e bianch, propri on belée Solm Rem Stasera voo a dormì al riformatóri se ciapi quel che l'ha copàa in quel di Filangieri al numer duu La7 Rem m'han dàa del teddy-boy, del brutt demoni mi a pesciàa ghe s'ceppi 'l dedrée. mi sont convint istess d'avegh reson.

I amis m'han dit «L'è stada la Ninetta Se g'hoo de divv, o brava gent quella cont la gambetta sifolina de la Ninetta me frega niént l'emm vista in mezz a i orti ier matina l'è la giustissia che me fa tort che la lumava 'l gatt cont on cortel». Ninetta è viva, ma el gatt l'è mort,

L'è malmostosa, de bruta cera, l'è la giustissia che me fa tort e l'ha g'ha on nas svisser e gross Ninetta è viva, ma el gatt l'è mort.

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Ero un consumatore (1960) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ero-un-consumatore

Do Sol7 Do La7 e mosaico rosso e verde dentro il cesso; Ero un bravo cittadino senza ubbie il mobilio, per mio gusto personale, Rem La7 Rem era in stile barocchetto e chippendale, e badavo solamente a cose mie: ma convenni, poi, con grossa delusione, Sol Do che l'alloggio era di speculazione. davo il voto a chi sedeva già al potere Sol Do Si7 L'impresa, per ridurre un po' la spesa, per timor d'avere qualche dispiacere; ha messo, anziché cemento, gesso; Mim Si7 Mim con cura ha ridotto l'armatura concordavo col padrone e la Questura e così l'appartamento Si7 Do Re7 con struttura di cemento su un progresso senza l'ombra d'avventura. una notte sulla testa mi crollò. Sol Re7 Sol La mia pace fu, però, pregiudicata, * Re7 Sol Sol7 per il fatto che mi piace l'insalata. E così, per questa storia sfortunata, Do Sol7 mi trovai colla salute rovinata, La condivo con genuino olio d'olivo; e mia moglie mi privò del proprio affetto Do e restai senza famiglia e senza tetto; ero ignaro ch'era olio di somaro, immerso in una gran disperazione, Mim Si7 Mim Re7 cercai conforto nella religione, messo insieme a carogne di balene; sperando di ottener consolazione Sol in atti di profonda devozione. l'olio è sterilizzato, Re7 Sol Ma, pensate! contraffatto e adulterato, Le candele eran truccate: Do Sol7 Do dopo un poco non facevano più fuoco. reni, fegato e budella mi schiantò. Che disdetta! Anche l'acqua benedetta era stata mescolata Per escludere del tutto dai miei pasti con dell'acqua sconsacrata il pericolo di condimenti guasti, che, per sempre, la mia anima dannò. fui costretto a eliminar dalla cucina burro, lardo, grasso, strutto e margarina. Ed a forza di pensare, infine volli * far la prova di mangiare solo polli: Fui convinto d'aver perso la partita, polli lessi, fatti in pentola, alla buona, non cercai più alcun conforto, dalla vita; con dell'acqua, sale, pepe e qualche aroma. mi decisi, lì per lì, di farle corte, e cercare quel conforto dalla morte. Ma i pollastri son più grassi se li castri, Sono andato in farmacia una mattina, e i capponi son castrati con gli ormoni, ho comprato mezzo chilo di stricnina, che son cose sempre un po' pericolose, poi mi son nascosto, presso il Cimitero, tant'è vero che io, adesso, e ho mangiato il mezzo chilo, tutto intero. sono lì per cambiar sesso e una femmina tra un po' diventerò. Or saprete come mai qui mi vedete, ben vivo, sano, trullare e giulivo: Abitavo in un moderno appartamento per dire come tutto andò a finire con struttura "a faccia vista" di cemento, la stricnina ingurgitata marmo rosa nel soggiorno e nell'ingresso era stata adulterata e soltanto una diarrea mi procurò.

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Ha detto De Gasperi a tutti i divoti di De Marco Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: calabrese Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ha-detto-de-gasperi-tutti-i-divoti

Do brutte ignorante ch' 'un capisciti Ha detto De Gàspere a tutti i divoti chi mi parrati quannu 'un sapete. Sol Do Quannu 'un sapete chillu chi fazzu dàtemi u voto e non ci pinzate. m'avete a dire ca signu pazzu.

Lu voto chi vua mi date Nun signu pazzu né testa di rapa Sol Do ca pazzu è chillu chi volu lu papa. lu paradiso vi l'accattate. Lu papa ha ditto pòari pizzienti Fa Do salvaci l'anima e tìraci i dienti. Vi l'accattate ppe vitam aeternam Tìraci i dienti ppe non mangiari Sol Do tàppaci 'a vucca ppe non fumà. jennu raminghi ccu na linterna. Io né li dienti l'aiu tirate A ppe dispietto dei comunisti e né la vucca m'aiu tappatu. chi vonno a morte dei capitalisti. Mi l'aiu lassata ppi cc'incantà I capitalisti nui a ci vulemo avanzi di ziti ppe 'unn'accattà si no a sso munnu cume suffremo? ppe 'unn'accattare nemmenu na sarda 'Bbiato chi soffre, a dissi Piu, ppe penitenza rrobba si guarda. di fare soffrire ci pienzo io. Quannu si guarda c'è l'abbundanza Vi fazzu fare na cura sto vierno ca pu sperare e t'inchi la panza. ma se murite nun gghiate a lu infìerno. T'inchi la panza asciutta A lu infierno arrasusìa. si ti lamienti ssi farabuttu. meglio murire di checchisìa. Si farabuttu senza cuscienza Di checchisìa nun mora a nissuno a nnomu du papa ti bbenedicu. supa na lunga cura e dijuno. Ti bbenedicu gran populuni Co'u dijunare sun fatti li santi ca si legatu ccu su curdunu. no co 'u mangiari brutt'ignorante Sii cristiane e statti cuntientu ti salvi l'anima e campi di viento.

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Hasta siempre comandante (1965) di Carlos Puebla Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hasta-siempre-comandante

Lam Rem Mi7 se despierta para verte. Aprendimos a quererte Lam Rem Mi7 Aqui ... desde la historica altura Lam Rem Mi7 Vienes quemando la brisa donde el sol de tu bravura con soles de primavera Lak Rem Mi7 para plantar la bandera le puso cerco a la muerte. con la luz de tu sonrisa.

Lam Rem Mi7 Aqui ... Aqui se queda la clara, Lam Rem Mi7 Tu amor revolucionario la entrañable transparencia te conduce a nueva empresa, Lam Sol donde esperan la firmeza de tu querida presencia, de tu brazo libertario. Fa Mi7 comandante Che Guevara. Aqui ... Seguiremos adelante Tu mano gloriosa y fuerte como junto a ti seguimos sobre la historia dispara, y con Fidel te decimos: cuando todo Santa Clara "Hasta siempre, Comandante!"

Aqui ...

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Scrita alla viglilia della partenza di Ernesto Che Guevara per la Bolivia

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Il censore (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: carcere, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-censore

La Sol# Mi7 La Ed ancora lui leggeva Il Vittorioso La Sol# Mi7 La nell'età che l'altra gente, anche se [austera, La Sol# Si7 Mi7 legge almeno già Il Corriere della sera Non so dirvi se sia nato sotto un cavolo quando non arriva a legger L'Unità. La Sol# Si7 Mi7 o se l'abbia trasportato una cicogna, Fu boy-scout fino all'età di quarant'anni Rem7 Sol Do6 Lam e divenne, nel frattempo, un vero mago ma per lui sarebbe stata una vergogna a far nodi d'ogni specie con lo spago Fa7 Rem6 Mi7 e ad accender degli splendidi falò. esser nato come siete nati voi. Era un tutore ecc. Solamente colle pappe artificiali Mise un giorno un bell'annuncio su un lo poterono allattare da neonato [giornale: perché, certo, non avrebbe mai succhiato « Illibato, con ingente patrimonio Fa7 Mi7 Lam relazionerebbe scopo matrimonio qualche cosa che non fosse il biberon. con fanciulla d'incrollabile onestà ».

La7 Re Prese in moglie una distinta signorina Era un tutore religiosa, possidente e molto brutta, Fa#7 Sim Si7 ma la signorina ce la mise tutta della pubblica morale e d'un colpo nove figli gli sfornò. Sidim Do#m Fa#m che vede il ma - le Era un tutore ecc. Si7 Mi7 La La Sol# Sim7 Mi7 anche dove non ce n'è. L'evidenza lo costrinse a rinnegare l'esperienza di quell'unico atto impuro All'età di sette anni e quattro mesi e a promettere a se stesso che in futuro vide un giorno per la strada, con orrore, non l'avrebbe ripetuto proprio più. due formiche che facevano all'amore ed allora, detto fatto, le schiacciò. E scoperto finalmente il suo nemico intraprese una carriera di successo: A trent'anni, divenuto adolescente, dàgli e dàgli a far la guerra contro il non sofferse né di crisi né di dramma: [sesso gli bastava la sottana della mamma diventò procuratore generale per godersi la sua bella gioventù. ed è un tutore della pubblica morale Era un tutore ecc. che vede il male anche dove non ce n'è.

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Il diciotto aprile Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-diciotto-aprile

Sol guardi al due giugno Il diciotto aprile Re Re7 che qualche cosa a votare noi andrem Sol lui capirà. per il Fronte uniti Sol Re tutti quanti voterem Senza pane senza paga senza lavoro Sol e se c'è qualcuno vivon oggi gli operai in quantità Do manganello sfollagente la prigione che capito ancor non ha sono i doni che De Gasperi ci dà. ancor non ha Il diciotto aprile... Re Sol

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Canzone sulle elezioni politiche del 1948, vinte dalla Democrazia Cristiana contro il Fronte popolare delle sinistre.

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Il disertore (1954) Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-disertore do mim Ho avuto solo guai In piena facoltà da quando sono nato la rem e i figli che ho allevato egregio Presidente han pianto insieme a me mi lam mia mamma e mio papà le scrivo la presente ormai son sotto terra rem sol7 e a loro della guerra che spero leggerà non gliene frega più do mim Quand'ero in prigionia la cartolina qui qualcuno mi ha rubato la rem la moglie il mio passato mi dice terra terra la mia migliore età mi lam domani mi alzerò di andare a far la guerra e chiuderò la porta rem sol7 do sulla stagione morta quest'altro lunedì e m'incamminerò fa Ma io non sono qui Vivrò di carità mim per strade di campagna egregio Presidente d'Alsazia e di Bretagna rem e a tutti griderò per ammazzar la gente di non partire più sol7 e di non obbedire più o meno come me uccidere e morire do mim per non importa chi io non ce l'ho con lei Per cui se servirà la rem del sangue ad ogni costo sia detto per inciso andate a dare il vostro mi lam se vi divertirà ma sento che ho deciso e dica pure ai suoi rem sol7 do se vengono a cercarmi e che diserterò che possono spararmi io armi non ne ho.

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Canzone di Boris Vian e Harold Berg.La traduzione è di Giorgio Calabrese, con lievi modifiche.Tradotta in tutte le lingue del mondo è diventata la canzone simbolo dei Refusnik israeliani.

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Il dodici dicembre a mattina (1953) di Dante Bartolini Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-dodici-dicembre-mattina

Do Sol7 Il sette giugno andremo a votare Il dodici dicembre a mattina Le settecento famiglie affamate Do Le urne tutte saranno affollate Brutta sorpresa la nostra famiglia Per condannare chi ha tolto il lavor. Fa Sol Do Piange la mamma, la sposa e la figlia Hanno ammazzato Luigi Trastulli Sol7 Do Lavoratore giovane e forte Che più nessuno gli porta i denar. Nel fior degli anni ha trovato la morte Ma non è morto il grande ideal. Settecento famiglie affamate Abbandonate nel cuor dell’inverno Maria Margotti e Giuditta Lovato Questo regalo ci ha fatto il governo Furono uccisi dai stessi assassini I bisognosi ha voluto colpir. I seguaci del fu Mussolini Di chi lavora non hanno pietà. Tutti uniti, uniti sul posto Con la speranza riprender lavoro Finchè avremo una stilla di sangue Noi vinceremo con questo decoro Non cederemo il passo in avanti La Cgil ci ha detto così. Fermiamo il piede di questi birbanti Che ci hanno dato miseria e dolor. Non ci piega la Terni e il governo Con la minestra e un tozzo di pane Il socialismo è la nostra speranza Sopporteremo la vita da cane Di chi lavora è questa la storia Finchè un giorno riavremo il lavor. Non è lontano la grande vittoria Lavoratori avanti così.

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Sull'aria di "Addio padre", il canto racconta dei licenziamenti di massa avvenuti nel 1953 alle Acciaierie di Terni. Nella memoria e nella canzone, tali eventi si intrecciano con la morte del giovane operaio Luigi Trastulli, ucciso dalla polizia il 17 marzo 1949 nel corso di una manifestazione contro l'adesione dell'Italia alla Nato, e sono ricordati i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel 1949.

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Il fazzoletto rosso (1962) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fazzoletto-rosso

Do Sol Do Do Fadim Rem Sol il suo fazzoletto restò pulito perchè il sangue, è naturale, Do ha un colore eguale! C'era una volta un soldato Re7 Il fazzoletto sbiadì un piccolo soldato del nostro paese per il sole ed il sudore di tanta fatica Sol e si colorò di mirtilli, di more, mandato alla guerra sul fronte albanese del sangue di gente amica. Do Fadim Rem Sol con tanta paura addo - sso. Ma venne un giorno diverso Do un giorno ben diverso dai giorni passati La fidanzata quel giorno, in cui quel soldato con gli altri soldati Re7 capì cosa aveva perso. che lui saliva sulla tradotta a vapore, Sol Avevo perso per niente degli anni gli annodò al collo, in pegno d'amore, di lavoro, degli anni felici Do Sol# Sol Do per fare la guerra alla povera gente un gran fazzoletto rosso. per far la guerra degli amici.

Fa A dei contadini, dei muratori Per darsi un po' di speranza a degli operai, a dei pastori Sol senza avere proprio niente fu cura di quel piccolo bravo soldato contro quella gente! Re7 tener sempre quel fazzoletto annodato Ed il soldato partì Sol Si7 La Re tutto solo e senza fretta sull'uniforme d'ordi - na - nza portandosi addosso la vecchia divisa, la vecchia gavetta Sol Mi La Re ed il fazzoletto rosso. Era più prezioso quel fazzoletto, Sol Mi La- Re Ed un mattino di sole delle scarpe rotte o del moschetto dai monti e giù dai prati, Sol Si7 Mim Fa Do Fadim Rem Sol a rotta di collo, e valeva tutto intero il romano impe - ro! gli vennero incontro degli uomini armati con un fazzoletto al collo. Ma quel colore violento che non era per niente regolamentare E il fazzoletto era rosso lo fece in principio un po' tribolare era rosso come quello del bravo soldato per via del regolamento. ma in più c'era sopra una falce e un martello Poi quando col 91 chissà in che modo ricamato! aveva da mirare e schiacciare il grilletto lui stava a guardare il suo fazzoletto Sol Mi La Re e non colpì mai nessuno. Ogni contadino e muratore Sol Mi La Re Il fazzoletto servì di nascosto ogni operaio e ogni pastore a metter dentro i lamponi e le more Sol Si7 Mim Fa Do Mim ma non si sporcò perchè i frutti del di quel fazzoletto si era fatta una bosco La7 Re avevano un egual colore. bandiera! Era una bandiera fatta di stracci E se qualche volta fasciò un ferito come si conviene ai poveracci

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che han deciso, per protesta, su tutti i paralleli ed i meridiani con la propria testa Fa la povera gente di tutto 'sto mondo Do Sol Do Fa Che han deciso che in fondo è fatta di paesani... Re7 Sol Do Fa di paesani...

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Il Fronte Popolare di Raffaele Mario Offidani Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fronte-popolare

Lam Mi7 Negator di Dio della famiglia Le elezioni le preparò Scarpìa distruttore della civiltà Lam tali accuse dall'Alpe alla Sicilia per schiacciare il Fronte Popolar son piovute sul Fronte Popolar La7 Rem Lam Viva il Ministro della Polizia Han tiratofuori il Padre Eterno Rem Lam Mi7 Lam fame guerra e bombe a volontà che Mussolini volle superar han promesso le fiamme dell'infernoo La7 Rem Lam a chi vota per Fronte Popolar Viva il Ministro della Polizia Rem Lam Mi7 Lam Ci han dipinti peggio di una peste che Mussolini volle superar che l'Italia vuole rovinar ci han promesso subito Trieste La calunnia non è un venticello se non vince il Fronte Popolar quando vuole i rossi diffamar ma un ciclone un orrido flagello Non è ver che Cristo stia con voi che solo i preti sanno scatenar traditori della libertà foste sempre gli aguzzini suoi Preti e frati ladri e stampa gialla ma lui sta col Fronte Popolar pescicani giunti da oltremar moribondi defunti a Santa Galla Stretti intorno al Fronte Popolare tutti contro il Fronte Popolar per l'Italia noi si vincerà Viva sempre il Fronte Popolare Viva il fronte della libertà

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Sull'aria di "Fischia il vento". Il "Fronte Popolare" era la coalizione delle sinistre che partecipò alle elezioni del 18 aprile del 1948, quando vinse la Democrazia Cristiana.

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Il gallo (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-gallo

Lam Sotto il ventennio non persi di vista Son nato maschio al duecento per cento di usare il mito del maschio fascista Mi7 duci, gerarchi milizie ufficiali sono fornito di un grande talento incrementarono i miei capitali tutte le donne a cui faccio la corte Con questi soldi, che male c'è in fondo Lam mi fu permesso di entrar nel gran mondo sono il mio debole e pure il mio forte e proseguire i miei studi pratici sopra le mogli di quei diplomatici

Aspiro al titolo di professore Finchè sposai con un colpo di mano Mi7 la ricca figlia di un conte romano nell'arte nobile di far l'amore L'amor non è soltanto e le mie leggi teoriche e pratiche l'effimero diletto... La son più precise di molte grammatiche Dopo la guerra di liberazione per evitare di andare in prigione Rem Lam ebbi l'idea, in fondo assai savia, Poichè sottratte alla rozza esperienza di rifugiarmi lassù in scandinavia Si7 Mi7 si son portate al livello di scienza ed in quel tempo fra genti stranieri ebbi da assolvere al grande dovere La Mi7 di dimostrar che la patria lontana L'amor non è soltanto era pur sempre virile italiana La l'effimero diletto Feci ritorno perchè là oltre al resto Mi7 nessuna donna pagava per questo che provi andando a letto La L'amor non è soltanto con una che ci sta l'effimero diletto...

L'amore è soprattutto Feci ritorno perchè al mio passato l'orgoglio ed il prestigio tutto il mio merito fu addebitato di chi sa d'esser ligio ma in quel frattempo con leggi inaudite a un mito nazional le case chiuse eran state proibite

Fino da giovane avevo intenzione Riorganizzai per innata missione di sviluppare la mia vocazione qualche altra forma di prostituzione contro il giudizio piuttosto antiquato trovai appoggi con mossa maestra di chi voleva che fossi avvocato presso taluni partiti di destra

Feci le prime esperienza amorose Per la difesa che è sacra ed umana con delle donne non molto virtuose della potenza sessuale italiana ma mi convinsi che era umiliante comprar l'amore e pagarlo in contante L'amor non è soltanto l'effimero diletto Finchè mi venne a portata di mano che provi andando a letto un'occasione per fare il ruffiano con una che ci sta L'amore è soprattutto L'amor non è soltanto La Fa#7 l'effimero diletto... di chi sa d'esser ligio

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Si7 Mi7 La Mi7 La a un mito nazional.

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Il giorno dell'eguaglianza (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-giorno-delleguaglianza

Lam6 Fa7 d'essere, in fondo, degli ottimi Ci sveglieremo un mattino stinchi di santi, Mi Lam6 Fa7 Mi e, nello stesso momento, diverso da tanti dei bei farabutti. Lam6 Fa7 e sentiremo un silenzio Non ci sarà più nessuno Mi Lam6 Fa7 La5 che spinga la gente mai prima ascoltato, ad "obbedire, combattere e Rem6 Sib7 credere" in lui, spalancheremo finestre e che prometta un Impero La7 Rem6 Sib7 Mi5 a chi fa l'obbediente e persiane, esitanti, ed un Inferno a chi, invece, Lam6 Fa7 gli dice di no. ci accorgeremo che il mondo, Mi Lam6 Fa7 Mi Così, d'allora in poi, quel giorno, è cambiato. non sarem più costretti a giocare agli eroi, E sentiremo che quella ai reprobi e agli eletti. mattina è venuta, che porterà sulla terra 'Sto mondo, che ora è pieno una vita migliore, di oppressi e di oppressori, Rem Fam6 'sto mondo farà a meno che il giorno prima si è chiuso, di vinti e vincitori. Mi5 Mi a nostra insaputa, Non ci saranno più martiri, Lam Fa Sib boia e tiranni, un tempo triste che non saremo tutti un po' santi Rem6 Mi7 ed un po' peccatori; rivedremo mai più. non ci sarà più, per molte migliaia di anni, Lam Rem6 gente che voglia atteggiarsi Da quel mattino in poi a nostri tutori. Sol Sol6 Do+7 sapremo finalmente Scompariranno i soldati Lam Rem6 ed i generali, che ciascuno di noi scompariranno scomuniche, Mi7 Lam preti e censori, è uguale all'altra gente. diventeremo un pianeta di esseri uguali Ladim Mi7 dove ciascuno ha rispetto Ciascuno, tutt'a un tratto, degli altri e di sé. Rem6 Mi7 Lam4 Lam sarà così capace Per essere beati, Fa Ladim Mi7 per vivere contenti, di dirsi soddisfatto non saremo obbligati Lam6 Fa Mi a sentirci potenti. e viversene in pace. Saremo alfine onesti Sapremo tutti, da quella senza essere scaltri, mattina in avanti, La- Re-7 Re-6Sol7 e penseremo lo stesso senza che si calpesti di noi e di tutti, Sl Sol6 Do+7

pagina 254 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale la libertà degli altri. faremo un girotondo Lam Fa Sib Fadim Lam Rem6 per le piazze del mondo, Quel giorno, non lontano, Mi7 Rem Ladim Mi7 Lam6 Mi7 Lam tenendoci per mano.

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Il povero Elia (1959) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-povero-elia

Mi, Re gli poteva importar poco o niente Lo chiamavano il povero Elia questa vita da cani gli dava Do Sim da rimpiangere un bell'accidente un campione di nullatenente Mi7 Lam7 Re7 non sapeva a che serve l'argento all'anagrafe sanno chi sia né i pollastri degli altri e così Sol Do Si7 Mim La7 anche al settimo comandamento ma del resto nessuno sa niente si tramanda che non trasgredì

Re Fa#7 E le donne, persin le puttane, fin dal giorno che al mondo egli venne che di solito son generose Sim Fa#m si curavan men che di un cane non si sa che mammella succhiò delle sue prestazioni amorose Sol#7 Do#m il suo padre era un certo N. N. ma l'Elia anche senza l'amore Fa#7 Si non sentì né provo delusione chi sa mai come Elia non crepò ne si appese dal grande dolore ad un laccio ed un po' di sapone Si7 Mi Lam6 Poveraccio! Se anche crepava Poveraccio! Se anche crepava Fa#7 Si7 Mim gli poteva importar poco o niente gli poteva importar poco o niente questa vita da cani gli dava Sol Sib da rimpiangere un bell'accidente questa vita da cani gli dava Fa Do Si7 Lam7 Non sapendone il significato da rimpiangere un bell'accidente dell'amor non sentì la mancanza e per questo non fece peccato Si7 Mim Lam Si7 di lussuria, né d'intemperanza non sapeva neppure poppare Mim Lam7 Re7 Sol Quando in guerra ebbe a fare il soldato né giocare un bel gioco sul serio a nessuno potè far del male Si7 Do Re7 Sol Perché di diserzione accusato non potè fin da allora peccare lo spedirono in corte marziale Si7 Do Re Sol Re7 Sol Si7 Mim né di gola né di desid - e - rio Quando uscì per la fucilazione - Così almeno la storia ci dice, - Non aveva una faccia da furbo solo un tale da dentro il plotone e nessuno si volle fidare gli sorrise con aria infelice a pigliarsi l'ingrato disturbo d'insegnargli a che serva rubare Poveraccio! Di fronte alla morte non avrà certo fatto buon viso non fu mai molestato da un cane proprio quando gli dava la sorte nessun colpo su lui fu sparato da rimpiangere un triste sorriso Questo è vero, moriva di fame ma passava per tipo fidato ed adesso ch'è ben sotterrato non avrà da temere l'inferno Poveraccio! Se anche crepava non aveva mai fatto peccato lo terrà ben con sé il Padreterno

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Il prezzo del mondo (1965) di Fausto Amodei Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-prezzo-del-mondo

Dom Solm Re7 Sol Ci han rubato l'abbondanza per rivendercela adesso La Re La Re sotto forma Tutto quanto ha un'etichetta di conquista del successo. Sol Mi La Re con un prezzo di mercato; L'uomo ormai riesce a trovare La Re La RE qualcheduno che gli crede tutto quanto è lì che aspetta non per quello che sa fare Solm Dom Do#dim Re7 ma per quello che possiede. solo d'essere comprato. Ci han rubato poco a poco Solm Dom Solm i cervelli ed anche i cuori C'era un mondo tutto nostro ci han persuasi a stare al gioco Dom Solm in veste di consumatori. destinato a tutti quanti Dom Solm Ci permettono soltanto ed adesso lo dobbiamo di acquistare i loro doni La7 Re7 concedendoci uno sconto comperare dai mercanti. se stiam buoni.

Solm Dom Solm Ricordiamoci che il mondo Ci han rubato tutto il mondo siamo noi che lo facciamo Dom Solm ogni giorno dando fondo ch'era nostro di diritto alla forza che vendiamo Dom per rivendercelo che il denaro guadagnato Solm Re7 Solm per produrre il mondo tutto e trarne del profitto. ci permette di comprarne solo un pezzo ch'è il più brutto. Affittiamo il mondo ad ore da chi l'ha ridotto in pezzi: Questo vecchio mondo d'oggi nessun pezzo ha più valore riponiamolo da un canto ma soltanto più dei prezzi. chè non merita il più piccolo rimpianto Eravamo tutti eguali; l'eguaglianza è andata in fumo, Dom ci han persuasi a ricomprarla e che il mondo come bene di consumo. Solm La7 Re7 Solm torni nostro tutto qua - n - to.

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Il ratto della chitarra di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ratto-della-chitarra

Rem Solm Do7 Mi vorrei proprio sbagliare La mia povera chitarra ma so già che il rapitore Fa7 Sib7 Solm6 La porterà la mia chitarra ha subito un inci - dente sulla via del disonore Rem Solm Do7 prostituta e svergognata l'altro giorno fu rapita un bel dì la sentiremo Fa7 Sib7 Solm6 La a suonar sui marciapiedi da un ignoto malvi - vente le canzoni di Sanremo Re7 Solm era una chitarra vecchia, Cantava senza timore, Do7 Fa7 senza badare agli offesi senza classe, un po' ridicola anche argomenti d'amore, Sib7 Solm6 ma senza far sottointesi non aveva sangue illustre Si era una coppia ideale, La7 Rem c'era una splendida intesa nè una cifra di matricola si stava insieme anche se non eravamo sposati in chiesa Non so proprio la ragione che me l'han portata via Non mi han detto fino ad ora e no ho neppur pensato qual'è il prezzo del riscatto d'avvertir la polizia ma ci sono altre maniere perchè so che alla questura per far ben fruttare un ratto era in fondo un po' mal vista per esempio legalmente Sib7 Redim non c'è manco un codicillo l'han schedata sotto il nome che consideri reato Mi7 La lo sfruttar chitarre squillo di "chitarra comunista" Istruiranno la chitarra Re a sedurre gli italiani Cantava senza paura miagolando e dando baci Dom6 Si7 su dei ritmi afro-cubani dei versi un poco insolen - ti prenderanno loro i soldi Mim Lam6 ed a mo' di conclusione in barba alla censura, la faranno anche cantare Mi- Mi#dim La7 alla Rai Televisione contro i padroni e i poten - ti. Re La mia chitarra perduta Era alle volte estremista, era chitarra d'onore Fa# non si sarebbe venduta e la sua grande ambizione neppure per un milione Sim Mi La7 poichè era molto espansiva era di accompagnare la musica non era certo illibata Re Sim Mi La7 Re Solm La7 Sim Mi La7 della rivo - lu - zio - ne ma concedeva i propri favori Re Sim Mim6 Fa# La chitarra ripulita soltanto se innamora - ta ben lavata ed elegante Sim Mi La7 sarà spinta a far la parte ma concedeva i propri favori di chitarra benpensante Re Sim Mim6 Fa# per seguire la corrente, soltanto se innamora - ta per salvarsi un po' la faccia Sim Mi La7 d'ora in poi dovrà evitare ma concedeva i propri favori di dir qualche parolaccia Re Sim Mi La7 Re6

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Il tarlo (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tarlo

Do Per legge di mercato, In una vecchia casa, assunse poi, per via, Sol# un certo personale, piena di cianfrusaglie, con contratto di mezzadria: Do# di quel che era scavato, di storici cimeli, grazie al lavoro altrui, Sol7 Do una metà se la mangiava lui. pezzi autentici ed anticaglie, Avanzare, per mangiare c'era una volta un tarlo, qualche piccolo boccone, Lam che dia forza di scavare di discendenza nobile, per il padrone. Fa Mi7 L'altra parte del raccolto che cominciò a mangiare ch'è mangiato dal signore Lam Mi7 Lam prende il nome di "maltolto" un vecchio mobile. o plusvalore.

Mi7 Poi, col passar degli anni, Avanzare con i denti venne la concorrenza Lam da parte d'altri tarli, per avere da mangiare colla stessa intraprendenza: Re7 Sol il tarlo proprietario e mangiare a due palmenti ristrutturò i salari Sol7 Do e organizzò dei turni per avanzare. straordinari. Rem Lam Il proverbio che il lavoro Lavorare a perdifiato, Fa Do accorciare ancora i tempi, ti nobilita, nel farlo, perché aumenti il fatturato Sib Fa e i dividendi. non riguarda solo l'uomo, Ci si accorse poi ch'è bene, Rem6 Mi Sol7 anziché restare soli, ma pure il tarlo. far d'accordo, tutti insieme, La7 Il tarlo, in breve tempo, dei monopoli. grazie alla sua ambizione, riuscì ad accelerare Re il proprio ritmo di produzione: Si sa com'è la vita: andando sempre avanti, La# senza voltarsi indietro, ormai giunto al traguardo, riuscì così a avanzar Re# di qualche metro. per i trascorsi affanni La7 Re Farsi strada con i denti il nostro tarlo crepò d'infarto. per mangiare, mal che vada, e mangiare a due palmenti Sulla sua tomba è scritto: per farsi strada. Sim Quel che resta dietro a noi "per l'ideale nobile non importa che si perda: Sol Fa# Sim ci si accorge, prima o poi, di divorarsi tutto quanto un mobile". ch'è solo merda. Mi7 La Re7 Sol Chiaro monito per i posteri

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Do7 Fa Fa#7 Sim questo tarlo visse e morì.

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Il vestito di Rossini (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: repressione, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-vestito-di-rossini

Do Rem forse Giovanna il vestito vedeva "Come ti chiami?". "Ve l'ho già detto". in quella folla fra tanto colore. Sol Do "Ripeti ancora, non ho capito". "Ti han visto tutti, tu sei finito, Rem Do c'è anche del sangue sul tuo vestito: "Sono Rossini, iscritto al partito, quei cinque uomini che sono morti Sol Do sulla coscienza li hai anche tu". sor commissario, mi conoscete". "Sor commissario voi lo sapete "Confessa allora, tu l'hai colpito, quali che sono i veri assassini, non mi costringere a farti del male, quelli al servizio degli aguzzini tu sai benissimo, conosco dei mezzi che questa vita ci fanno fare. che anche le tombe fanno parlare". E questo sangue che ho sul vestito "Sor commissario, i vostri mezzi è solo il sangue degli innocenti sono due ore che li sopporto che protestavano perchè fra i denti e se volete vedermi morto solo ingiustizia hanno ingoiato". continuate pure così". Aveva solo un vestito da festa, se lo metteva alle grandi occasioni; Do Sol a lui gli dissero: domani ai padroni Aveva solo un vestito da festa, gliela faremo, faremo pagar. Do Sol se lo metteva alle grandi occasioni; Ma l'hanno visto con un sasso in mano Da Do che difendeva un ragazzo già morto, a lui gli dissero: domani ai padroni ma quel che conta è che a uno di loro Sol Do un sampietrino la testa sfasciò. gliela faremo, faremo pagar. Ed ha scontato vent'anni in prigione E l'indomani, quando era già l'alba, perchè un gendarme s'è rotto la testa; apri l'armadio e il vestito si mise, ormai Giovanna ha tre figli, guardo allo specchio e la faccia sorrise, è in pensione, guardo allo specchio e si disse di sì. chissà se ha visto il vestito da festa ormai Giovanna ha tre figli, E andò alla fabbrica ed erano in mille, è in pensione, tutti gridavano l'odio e il furore; chissà se ha visto il vestito da festa.

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Io so che un giorno (1966) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-so-che-un-giorno

Re La Io so che un giorno come se fosse La7 verrà da me la realtà. un uomo bianco Li guarderò con occhi calmi vestito di bianco e dirò loro Sol di libertà; e mi dirà: verrà quell’uomo La Re con tanti altri forti e bianchi «Mio caro amico tu sei stanco» e al mio letto Sol stretto con cinghie mi legherà. e la sua mano «La libertà La7 Re - dirò - è un fatto, con un sorriso mi darà. voi mi legate ma essa resiste». Mi porterà Sorrideranno: tra bianche case «Mio caro amico tu sei matto, di bianche mura la libertà, in bianchi cieli la libertà più non esiste». mi vestirà di tela greggia dura e bianca Io riderò e avrò una stanza il mondo è bello un letto bianco anche per me. tutto ha un prezzo anche il cervello Re «Vendilo, amico, Vedrò il giorno con la tua libertà e un posto avrai e tanta gente in questa società».

anche ragazzi Viva la vita pagata a rate di bianco vestiti con la Seicento Sol la lavatrice mi parleranno viva il sistema Mi che rende uguale e fa felice dei loro sogni chi ha il potere e chi invece non ce l'ha.

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L'amarezza delle mondine Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamarezza-delle-mondine

La dimmi un po' come la va Quando saremo a Reggio Emilia Mi Di salute la mi va bene al mè murùs al sarà in piassa le borsette quasi vuote e di cuor siam malcontente Bella mia sei arrivata d'aver tanto lavorà La bella mia sei arrivata Quando saremo a Reggio Emilia i creditùr i v'gnarà incuntra quando saremo a Reggio Emilia Mundarìs föra la bursa al mè murùs al sarà in piassa ca vuruma a ves pagà Bella mia sei arrivata

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L'appartamento (1964) di Franco Trincale Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lotta per la casa, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lappartamento

La e a fine mese lui detrarrà. E se l'Italia è una repubblica È quasi quasi un beneficio fondata sul lavoro il mio trasporto al cementificio. e se per lavorare bisogna riposare e se per riposare vuol dire anche dormire, Ho reclamato con il mio padrone Re La "Non c'è negozio nel quartierato, un letto, un dormitorio A far la spesa si va in città Mi7 La e questa cosa non può durar". il padron te lo darà. E lui, sensibile e molto umano, La un supermarket ha messo in piano Appena fuori dalla città è molto pratico ed elegante Mi7 le mattonelle son come quelle, i dormitori han fabbrica', son come quelle, son come quelle e il mio padrone tutto contenuto son come quelle che io fo. La mi ha da' le chiavi dell'appartamento. E piano piano io sto prendendo un bel colore bianco cemento. Oh come è bello l'appartamento, Anche la mutua se n'è accorta come son lucide le mattonelle, ma al mio padrone non gliene importa. che bella camera dove dormiamo, una piazza e mezza e ben ci stiamo. La busta paga è già prenotata, non ci son soldi per la salute Re La ma in fondo fondo sono contento, Io e mia moglie nel comodino fo sacrifici per l'appartamento. Mi7 La possiamo metterci anche il bambino. E se Dio vuole tra venti anni avrò la casa di proprietà. E il mio padrone ora mi dà la busta paga meno metà Ma Dio non volle perchè una sera perchè trattiene ogni fine mese sbiancò il suo viso come la cera. cinquantamila in più le spese. È morto in fabbrica e gli han trovato dentro i polmoni cemento armato. A dire il vero me ne risento, E quanto è comodo il pagamento ma è molto comodo il pagamento per il trasporto al camposanto, e il mio padrone mi ha detto "Dai, un metro e mezzo d'appartamento, mettiti sotto che se ce la fai e lui soltanto se lo godrà.

fra venti anni potrai avere Tutto gratuito e a fine mese l'appartamento di proprietà". la trattenuta più non avrà.

Ho reclamato con il mio padrone La "Non c'è trasporto, come si fa?". E se l'Italia è una repubblica E lui ha messo il collegamento fondata sul lavoro sin dalla fabbrica all'appartamento. e se per lavorare bisogna riposare e se per riposare vuol dire anche dormire, E quanto è comodo il pagamento Re La per il trasporto di ogni giorno. allora dico che, signori della borghesia Parto al mattino la sera torno Mi7 La l'affitto non lo pago perchè la casa è mia!

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L'attentato a Togliatti di Marino Piazza Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lattentato-togliatti

Re appartengo a nessun partito, Alle ore undici del quattordici luglio è uno scopo mio personal"». La7 dalla Camera usciva Togliatti, Rita Montagnana, che è al Senato, coi dottori e tutto il personale, quattro colpi gli furono sparati han condotto il marito all'ospedale Re sottoposto alla operazion. da uno studente vile e senza cuor. L'onorato chirurgo Valdoni, L'onorevole, a terra colpito, con i ferri che sa adoperare, soccorso venne immediatamente, ha saputo la pallottola levare grida e lutto ovunque si sente, e la vita potergli serbare. corron subito deputati e dottor. Il gesto insano, brutale e crudele L'assassino è stato arrestato al deputato dei lavoratori, dai carabinieri di Montecitorio protestino contro gli attentatori e davanti all'interrogatorio della pace e della libertà . ha confessato dicendo così: L'onorevole Togliatti auguriamo "«Già da tempo io meditavo che ben presto ritorni al suo posto, di riuscire a questo delitto, a difendere il paese nostro, l'interesse di noi lavorator.

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Canzone del cantastorie Marini Piazza, scritta in occasione del grave attentato compiuto da Antonio Pallante (giovane siciliano, studente fuori corso di Giurisprudenza), il 14 luglio 1948.

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L'ecatombe di Carlo Ferrari, Georges Brassens Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lecatombe

Do E dal lato del mio abbaino Al mercato ieri mattina le mie grida univo al clamore Do7 incoraggiando il plotoncino per un mazzo di qualche ortaggio come fosse la squadra del cuore! Fa Do di massaie una dozzina Attaccandosi una comare Rem Sol7 a un maresciallo di polizia si esibiva in un bel pestaggio. "Morte alla legge!" lo fa gridare ed inneggiare all'anarchia. Do A piedi, a cavallo, in vettura Una delle più forsennate Do7 stringe il cranio di un questurino intervenne l'autorità tra le chiappe sue smisurate Fa Do come macine d'un mulino! a provarsi nell'avventura Rem Sol7 Do La più grassa del gruppetto di fermare le ostilità! con due tette che fanno per sei, sbottonato il reggipetto, mena sberle alla Cassius Clai. Senza dubbio sapete tutti Il fioccare di tali bombe di una ben radicata usanza è il sigillo della vittoria, se per dar contro ai poliziotti è la fine di un ecatombe tutti quanti fanno alleanza. da citare nei libri di scuola!

Sui gendarmi furiosamente Non contente del consuntivo si gettarono le matrone e di quella bella razione dando vita in quel frangente come oltraggio definitivo ad un numero d'eccezione! prima di lasciar la tenzone.

Nei confronti dei piedipiatti Le comari a quel nemico, sono pervaso da tanto amore perdonatemi l'indecenza, che nel vederli sopraffatti certe cose volevan tagliare, io tifavo per le signore. per fortuna ne eran già senza!

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Traduzione di Carlo Ferrari.

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La ballata dell'ex (1966) di Sergio Endrigo Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-dellex

Rem Lam Mi7 Lam E scese dai suoi monti per i boschi fino al piano Passava tra la gente che applaudiva gli Lam Mi7 alleati Lam Andava a consegnare mitra barba e bombe a Andava per i boschi con due mitra e tre bombe mano a mano Ormai l’artiglieria non serve più Do Rem Mi Un mondo tutto nuovo sorgerà La notte solo il vento gli faceva compagnia Per tutti l’uguaglianza e la libertà (x2) Fa Do Laggiù nella vallata è già pronta l’imboscata E torna al suo paese che è rimasto sempre Rem Lam quello Nell’alba senza sole eccoci qua Con qualche casa in meno ed un campanile in Fa Mi7 più Qualcuno il conto oggi pagherà C’è il vecchio maresciallo che lo vuole Lam Mi7 interrogare Lam Così per niente per formalità Andava per i monti con due mitra e tre bombe Mi chiamano Danilo e sono qua a mano Do Rem Mi E vogliono sapere perché come quando e dove Il mondo è un mondo cane ma stavolta cambierà Soltanto per vedere se ha diritto alla Fa Do pensione Tra poco finiranno i giorni neri di paura Gli chiedono per caso come è andata quella Rem Lam sera Un mondo tutto nuovo sorgerà Che son partiti il conte e il podestà Mi7 Lam E chi li ha fatti fuori non si sa (x2) Per tutti l’uguaglianza e la libertà (x2) Se il tempo è galantuomo io son figlio di In soli cinque anni questa guerra è già nessuno finita Vent’anni son passati e il nemico è sempre là È libera l’Italia l’oppressore non c’è più Ma i tuoi compagni ormai non ci son più Si canta per i campi dove il grano ride al Son tutti al ministero o all’aldilà sole Ci fosse un cane a ricordare che La gente è ritornata giù in città Ci son nell’aria grandi novità Andavi per i boschi con due mitra e tre bombe a mano..

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L'abbiamo ascoltata la prima volta da "Il canzoniere della rivolta-Mucchio selvaggio", Fosdinovo (MC), 7 agosto 2012, durante il festival "Fino al cuore della rivolta"

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La canzone delle reggiane [R60] (1951) di Rivetti Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-delle-reggiane-r60

Sol Do Sol Do Sol7 Do Schiere d'eroi umili ed offesi Di strazi e di pene Fa Do Re7 Sol7 Fa Do Affratellati da un ideal Bandiera di pace e di liberta' Re- Fa Do Sol7 Do Marciano uniti contro i borghesi Trattore passa e va Sol7 Rem Re7 Sol7 Fa Do Lam Pronti a sferrare l'attacco fatal Bandiera di pace e di liberta' Sol7 Do Do Trattore passa e va All'erta compagni Rem Sol7 Do Grande e gloriosa Io giogo si schianta E' la classe operaia Fa Rem Alle Reggiane lotta con valor Alziamo il vessillo Dalla miniera alla risaia Sull'erre sessanta S'ode il fragore del nuovo tarttor Do Sul nostro cammino All'erta compagni...

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Rivetti è l'autore delle parole; la musica fu composta da un operaio appassionato di musica e di opera che dopo il licenziamento mise su un'orchestrina; si chiamava Isernia ed è deceduto; Rivetti è vivo e sta in Piemonte.

L' "R60" è un potente trattore prodotto dalle OMI-Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, nel corso di uno dei primi esperimenti di autogestione operaia di una fabbrica in Italia. Tra il 1950 e il 1951 le Officine Reggiane vennero occupate dai lavoratori in sciopero contro la direzione della fabbrica, impegnata da sempre nelle costruzioni di automezzi e componenti per uso militare; nel corso dell'occupazione, per dimostrare la capacità gestionale delle maestranze in lotta, fu decisa la progettazione e la realizzazione di un trattore, di uno strumento di lavoro e di pace. Un episodio straordinario che fu celebrato con questo canto popolare.(da Canzoni contro la guerra )

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La famigliola (1966) di Francesco "Ciccio" Giuffrida Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-famigliola

La Re Mi7 La Ed il nonno del mio padrone Oh che bella famigliola si chiama fascismo Mi7 La è sordo e non ragiona che mi vuole tanto bene però può ancor parlar 2 v. Re Mi7 La se mi fermo e non lavoro Il fratello del mio padrone Re Mi7 La si chiama plusvalore non sa più che cosa far 2 volte è alto grasso e grosso è unto dal Signore 2 v.

Alla testa c'è il padrone Il nipote del mio padrone si chiama liberismo che mi dà da lavorare incanta a destra e a manca chi mai lo arresterà 2 v. e perciò gli voglio bene devo solo collaborare 2 v. L'altra figlia del mio padrone la globalizzazione Il figliolo del mio padrone riduce alla miseria si chiama salario chi è povero di già 2 v. è nato Oh che bella famigliola chissà se crescerà 2 v. alla testa c'è il padrone il figliolo del mio padrone La figliola del mio padrone l'altro figlio del mio padrone si chiama polizia e la figlia del mio padrone e vuol la sicurezza l'altra figlia del mioo padrone la sua e non la mia 2 v. il nipote delmio padrone il fratello del mio padrone L'altro figlio del mio padrone ed il nonno del mio padrone si chiama profitto sono tutti da ammazzare è nato già affamato sono tutti da ammazzare da solo mangia tutto 2 v. sono tutti da ammazzar

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Musicata da Gianni Famoso (un bellissimo minuetto); le ultime due strofe (il nipote e l'altra figlia) sono state aggiunte nel 2005. E' stata incisa dal Canzoniere Internazionale nel disco "Il bastone e la carota".

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La leggenda della suora di Fausto Amodei, Georges Brassens Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-della-suora

Re Sol Re Mi Lam Re Sol Re Sol Fattasi monaca da un mese l'amore giunse là per là Sol Do Sol quando un bandito del paese Venite voi gente curiosa venne e le disse "Eccomi qua!". Re Re7 Sol per una nuova storia ancor: I banditi son rubacuori Sol Do più di certuna nobiltà questa è la storia avventurosa Attenti che passano i tori: Sol Do chi veste in rosso, via di qua! di Doña Padilla del Flor. Non era bello, questo è vero, Re Sol era volgare, anzi che no, La sua terra che vide i mori ma l'amore, si sa, è un mistero Re Mi e la suora il bandito amò. nutre cinghiali in libertà. Lam Re Sol C'è chi concede i suoi favori Attenti che passano i tori: a ceffi privi di beltà. Re Sol Attenti che passano i tori: chi veste in rosso, via di qua! chi veste in rosso, via di qua!

Ci son ragazze qui a Granada A quel bandito che, si dice, ed a Siviglia anche ce n'è fosse legato a Belzebù che ascoltano ogni serenata ai piedi di Santa Beatrice quasi a cantarla fosse un re! la suora diede un rendez-vous

Quindi si intrecciano gli amori All'or che i corvi vengon fuori di sera in tutta la città! gracchiando nell'oscurità. Attenti che passano i tori: Attenti che passano i tori: chi veste in rosso, via di qua! chi veste in rosso, via di qua!

Nessuna infamia e nessun dolo Or quando entrata nella chiesa mai su Padilla trapelò la suora il bandito chiamò, perchè in nessun occhio spagnolo al posto della voce attesa fuoco più casto mai brillò. un grande fulmine scoppiò

Sotto gli alberi e in mezzo ai fiori Dio volle con questi bagliori nessuno l'ebbe in potestà. colpire a morte l'empietà. Attenti che passano i tori: Attenti che passano i tori: chi veste in rosso, via di qua! chi veste in rosso, via di qua!

Lei prese i voti e questa fine Questa leggenda che ho narrato destò il rimpianto pure mio, sant'Idelfonso decretò quasi che solo alle bruttine per preservare dal peccato fosse concesso sposar Dio. chi la sua vita a Dio votò

Furono pianti e gran dolori La raccontassero i priori tra maschi di qualunque età. in conventi e comunità. Attenti che passano i tori: Attenti che passano i tori: chi veste in rosso, via di qua! chi veste in rosso, via di qua!

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Traduzione della canzone "La Légende de la Nonne" di Georges Brassens.

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La morte di Anita Garibaldi di Massimo Dursi, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-di-anita-garibaldi

Re per i miei figli questo sorriso...» Noi t'aspettiamo nell'alba fiorita Ma della morte sul tuo bel viso La7 è già discesa l'ombra crudel. camicia rossa, fiore di vita La barca nera sulla laguna noi t'aspettiamo nell'alba fiorita porta l'Anita come una cuna. Re Canta nel cielo l'Ave Maria camicia rossa, piena di vita. che l'accompagna nell'agonia.

Per i tuoi figli sola a morire È morta Anita all'Ave Maria o sposo mio mi devi lasciare. quando la rondine scende dal cielo. Se gli occhi miei ti voglion mirare Il Generale la bacia e piange. tu con un bacio li chiuderai. Deve lasciarla. Deve salvarsi, Sale la febbre nella laguna per riportarci la libertà. come l'allodola trema l'Anita. Tende allo sposo la mano sfinita, E chi lo salva e dai Tedeschi, la guarda e prega con un sospir. e tutta Italia la salverà, e chi lo salva e dai Tedeschi «Per il tuo cuore questo sospiro e tutta Italia la salverà.

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Canzone composta nel 1963 per lo spettacolo "Stefano Pelloni detto il Passatore", cronache popolari di massimo D'Ursi, allestito al teatro Stabile di Bologna. Giovanna Daffini eseguì poi questa canzone con il Nuovo Canzoniere Italiano. Nell'acquisizione del testo la Daffini ne modificò alcuni versi. (maria rollero)

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La santa Caterina dei pastai (1964) di Gruppo padano di Piadena Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-santa-caterina-dei-pastai

Re La7 Sé, sé…però i capannoon, Per Santa Caterina dei pastai la fuori serie, èl palas che custa 'na mucia Re dè milion, Il mio padrone ha fatto una bella festa l'è tuta roba nostra. La7 E la Santa Caterina quest che la la sa; Il mio padrone ha fatto una bella festa però la la diis mia, imprisunada cuma l'è Re anca lee Insieme a tutti i suoi operai in dè 'na bèla curnis durada. Sé!

La7 Re Per Santa Caterina dei pastai Una bella festa tutta pagata Il mio padrone ha fatto una bella festa La7 Re Il mio padrone ha fatto una bella festa Dalla minestra all'insalata Insieme a tutti i suoi operai Sol La7 Re E alla fine della bella festa Una bella festa tutta pagata La7 Re Dalla minestra all'insalata Una sigaretta…a testa! E alla fine della bella festa Una sigaretta…a testa! La7 O come è generoso il mio padrone! (parlato) Coda! (parlato) mia tropp! Re E alla fine della settimana Disse che siamo bravi a lavorare Sulla busta paga abbiam trovato La7 La trattenuta della bella festa Disse che bisogna collaborare Una trattenuta…a testa. Re Per costruire nuovi capannoni. Una bella festa tutta pagata Dalla minestra all'insalata (parlato) E alla fine della bella festa Una sigaretta…a testa!

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La canzone si riferisce a un fatto realmente accaduto in un pastificio locale. La testimonianza è stata raccolta da un operaio e trascritta da Mario Lodi. E' stata musicata dal Gruppo Padano di Piadena utilizzando ed elaborando inconsapevolmente un motivo popolare di autore ignoto

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La zolfara di Cantacronache, Michele Luciano Straniero Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, miniera, morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-zolfara

Lam Sol Do Solm mina - tore di zol - fa - a - a - ra. Otto sono i minatori La7 La Rem Hanno fatto un gran corteo ammazzati a Gessolungo. con i quattro evangelisti: Mi Fa Sol Do tutti quanti li hanno visti Ora piangono i signori con San Marco e San Matteo, Mi Lam e gli portano dei fiori. con San Luca e San Giovanni e i compagni che da prima, Fa lavorando nella mina, Hanno fatto in paradiso sono morti i questi anni. La un corteo lungo lungo: Spara prima la mina... Rem Lam Fa Rem Sol Do da quel trono dov’è assi - so Lam Sol Do Solm Sib Lam Rem6 Mi Lam Dopo la dimostrazione Gesù Cristo gli ha sorriso. La7 La Rem Gesù Cristo li ha chiamati: Lam Mi Fa Sol Do Spara prima la mina, con la sua benedizione Rem7 Mi Mi Lam mezz’ora si guadagna! li ha raccolti tra i beati Lam Re Sol Do Me ne infischio se rischio Fa Lam Rem Mi Fa Mi Lam poi, levando, poco a poco se di sangue poi si ba - a - gna. La Rem Sol Do la sua mano giustiziera Tu prepara la bara, Rem Lam Rem7 Sol Do Lam Rem Sol Re#dim Mi Lam con un fulmine di fuo - co Sib Lam Rem6 Mi Lam ha distrutto la miniera.

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La canzone si riferisce ad un disastro avvenuto nel 1881, ma numerosi incidenti sul lavoro (quelli che si sarebbero poi giustamente chiamati "omicidi bianchi") si verificarono anche tra il 1957 e il 1958 nelle principali cave di zolfo siciliane, provocando decine di morti e feriti, di cui riferirono ampiamente le cronache dell'epoca. Le zolfatare, divenute antieconomiche, vennero poi chiuse e abbandonate dai proprietari. (maria rollero)

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Le basi americane [Rossa provvidenza] di Rudi Assuntino Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-basi-americane-rossa-provvidenza

Sol Do Sol andiamo a guadagnare la nostra libertà La cosa più penosa Do Sol In una ragnatela in giorni come questi di fatti quotidiani Do Mim abbiam dimenticato è di trovar tra voi di essere compagni Lam Re7 le facce di sempre Nel mondo c'è una lotta Sol Do Sol che non si è mai placata E invece sta cambiando rompiamo le abitudini Do Sol torniamo ad esser uomini la storia di ciascuno Do Mim Buttiamo a mare... perchè dai grandi fatti Lam Re7 Sol Non serve domandare matura una lezione" se poi ce la faremo lasciamo alle parole Sol Do Re7 il tempo di aspettare Buttiamo a mare le basi americane Sol Do Re7 O forse qui si aspetta cessiamo di fare da spalla agli assassini la rossa provvidenza Sol Do Re7 per cui gli altri decidono giriamo una pagina lunga di vent'anni e noi portiam pazienza" Sol Do Re7 Sol Buttiamo a mare...

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Canto antiamericano, antimperialista e antinucleare.

(maria rollero)

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Le cose vietate (1958) di Fausto Amodei Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-cose-vietate

Lam Son molti i cartelli Per ogni divieto che trovi per strada: "Vietato il passaggio", che ci ha dato il buon Dio "Divieto di sosta" e, in molti negozi, col nome, ben noto, dovunque tu vada Mi7 "Vietato toccare di "comandamento", la merche che è esposta", la gente ha creduto e, per evitare ai giovani i danni che fosse assai pio che può provocare il problema del sesso, crearne e redigerne a tutti i minori di sedici anni La- in certi locali almeno altri cento. è "Vietato l'ingresso".

La7 Rem Ma tutte queste cose "Vietato il sorpasso", non sono molto gravi La7 Rem son lievi precauzioni "Vietato fumare" per farci star più bravi. La7 Rem Il guaio è che quei tipi e, per non esporre che vietano e fan storie Sol7 Do le cose non vietate le nostre sporcizie, le han rese obbligatorie. Mi7 Lam in certi locali "Il senso è vietato", Mi7 Lam "Vietato affacciarsi", è "Vietato sputare", "Divieto di transito ai ciclomotori", Mi7 Lam "Vietato il posteggio", in altri "Lo scarico "Vietato bagnarsi", Re7 Sol7 "Vietato parlare coi manovratori": delle immondizie". Fra tanti divieti Do Mi7 di tutti i modelli Ma tutte queste cose la legge non vieta, La7 Re7 Sol7 un po' stranamente non sono molto gra - vi di andare ad uccidere Do La7 i nostri fratelli, son lievi precauzioni di andare a far guerra Re7 Sol7 alla povera gente: per farci star più bra - vi. ché, anzi, ci costringe Do Mi7 in termini palesi Il guaio è che quei tipi ad imparar 'ste cose La7 Re7 Sol7 per ben diciotto mesi che vietano e fan sto - rie Do La7 Do Mi7 le cose non vietate e quel comandamento Re7 Sol7 Do Mi7 La7 Re7 Sol7 le han rese obbligato - o - rie. lo ha lasciato stare Do La7

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che dice chiaramente: "È vietato ammazzare". Re7 Sol Fa Do

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Inviata da Riccardi Venturi

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Le mondine contro la cavalleria (1912) Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: repressione, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-mondine-contro-la-cavalleria

Re Il commisario, con grande ironia, Il ventiquattro di maggio a Ferrera, disse agli altri: Andate pur via: La si ferma solo la Provera Maria, un grande sciopero, terribile guerra: che con noi la vogliamo portar ". erano tutti in una stretta via, La ragazza andav pian piano, Re l'hanno condotta davanti al Sultano; 'accompagnati dalla polizia. il Sultano sbeffando gli disse: " Son contento e ancor più felice ". Nel veder le crumire uscire le scioperanti si misero davanti: Le scioperanti non dicon parola, " Se avete il coraggio di andare si recarono in mezzo alla folla ci tradite noi tutti quanti ". e sentiron la brutta novità: " li vostro Riha ve l'hanno arresta ", Nel veder le crumire ostinate le scioperanti si misero davanti Quando Riba fu giunto sul treno, e lor si sono gettate per terra: con la mano ci diede l'addio: " Calpestateci se avete il coraggio Non piangete, miei cari compagni. che ben presto sarò qui con voi ". Il commissario, con grande amarezza: "Non ubbidite alla pubblica sicurezza; A Sannazaro che sono arrivati non vedete che questa è viltà? l'hanno rinchiusi in una prigione se non vi alzate vi faccio 'restà . come se fossero dei malfattori, mentre invece era gente d'onor. Le scioperanti si sono alzate: Tredici giorni di malinconia " Non è vero che questa è viltà; fu terminato in grande allegria: son venuti e han fatto violenza hanno lasciato il Elba e Maria, trascinandoci con libertà ", l'ahbiam coperto di rose e di flor.

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Il canto si riferisce a un episodio successo a Ferrera Erbognone, un paesino tra le risaie della Lomellina nel pavese, nel maggio del 1912. Fu scritta e cantata collettivamente nei giorni stessi della rivolta.

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Lettera dalla caserma (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-dalla-caserma

Sol+ Do Solm6 La7 all’adunata squadra di servizio. Amore mio, ti prego di capire Rem E dovrò fare per bene pulizia se ti scrivo qualcosa solo adesso. nell’atrio, in camerata ed all’ingresso, Sol Do dovrò pulire lavatoio e cesso, Per far più in fretta, te lo mando espresso refettorio, cucina e fureria. Solm6 La7 Rem7+ Sol+ che fa, di francobolli, cento lire. Diciotto lunghi mesi, Sol+ Do Solm6 La7 piuttosto male spesi, E cento lire, qui non si discute, ma questo si sapeva dall’inizio; Rem per circa un anno e mezzo son la paga di un giorno, tutta quanta: risolvono a buon prezzo Sol Do la crisi delle donne di servizio. la decade è di millecento ottanta Solm6 La7 Rem7+ Sol+ Difenderemo America ed Europa in dieci giorni, salvo trattenute. Armati di un moschetto e di una scopa.

Fam Sib Mib Amore mio, ti dicono: “fa questo!” Diciotto lunghi mesi, E, non c’è scampo, tu lo devi fare. Fam Sib Mib Non è neppur permesso brontolare, piuttosto male spesi, devi star zitto e devi farlo presto. Fam Mib Re#dim Sol ma a questo siamo in fondo rassegnati; Anche se hai sonno devi stare sveglio, Do anche se hai caldo “CREDERE E OBBEDIRE” ma non è di mio gusto anche se hai freddo “VINCERE O MORIRE”; Sol Do se poi ha fame e sete, tanto meglio! e non mi sembra giusto Sol Re+7 Sol7 Do E tutti i pezzi grossi Do7 che esclamano commossi che sian diciotto mesi mal paga - a - a - che siamo noi la gioventù più sana, ti. ci trattano, lo vedi, da pezze per i piedi, ci trattano da figli di puttana Fa Do Diremo, un po’ sul serio, un po’ per gioco: tenendo sempre buona l’occasione Sol Re7 Sol Reø Sol#7 di usarci come carne da cannone. Sol Dom “Chi per la patria muor, pagato è po - o - ReøSolSol#La7 o - co!” La7 Re Re7+ Re Reø Sol Sol+ Amore mio, un tale mi comanda Si7 Mi- Sol+ Mi- Amore mio, ti dico dall’inizio di piantar lì ‘sta lettera d’amore che scrivo in fretta solo pochi righi, La Re Re7+ perché tra poco bisogna che mi sbrighi e di andarmene in cella di rigore Re7 Si7 Mi La7 Re per “disordine grave al posto bra - a - nda”.

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Lu furastiero (1966) di Matteo Salvatore Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: pugliese Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-furastiero

Do pe' cuscine na sacchettola; Lu furastiero dorme stanotte sull'aia, pe' cuperte na racanella, Sol7 Do pe' cuscine na sacchettola. dorme sull'aia a la frescura. Sol7 Do Sol7 Do Lu furastiero dorme sull'aia, Pe' cuperte na racanella, lu furastiero dorme sull'aia. Sol7 Do

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Lu pecurere (1966) di Matteo Salvatore Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: pugliese Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-pecurere

Rem Solm Rem Rem La7 Rem Lu pecurére pè li Murgje vaje e prego io pe tte ca te guarisce. La7 Rem a ppasculá li pècore sólo sólo, Cammine e ssò arrivéto a llu Garghéno Rem Solm Rem e trovo nna cappèlla e ttréscje dinte, lassá la nnammeréta a llu pajése dicevano la messa a la Madonna La7 Rem tutte li fréte ngjuncchjéte ntèrra. e sse la strégna aspètte a llu ritorna. Fretè guardjéne mio appiccja la lampa Re7 Solm appiccjamè la lampa tutte le ssére Ój nnamuréta mia, tu sta malétaù

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Lu polverone (1961) di Matteo Salvatore Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: pugliese Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-polverone

Lam Mi7 Lam Quanne hê finuto da fatijà' Quanne hê finùto da fatijà' pène e cipolla j' m'haj' 'a magnà', Rem Lam Mi Lam passa lu King de lu patrone m'assetto 'nu poco 'nnanze a la porta, lu polverone me fa murì'. Rem Lam passa lu King de lu patróne E la ttérra quanno è bbona Mi7 Lam a c'li la fatìja lu ricco sı la gode. lu polveróne me fa murì'. Quanne hê finuto da fatijà' nnanze a la porta je m'haj' assittà', C'li poveretti pène e cipolla passa lu King de lu patróne e c'li signùre quelle ca vonno, lu polveróne me fa murì'.

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Ma mi di Giorgio Strehler Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-mi

Lam Mi7 Lam el me manda a ciamà lì per lì: Serom in quatter col Padola, "Noi siamo qui, non sente alcun- Si Mi7 Lam el me diseva ’sto brutt terron! el Rodolfo, el Gaina e poeu mi: El me diseva - i tuoi compari Rem Sol Do nui li pigliasse senza di te... quatter amis, quatter malnatt, ma se parlasse ti firmo accà Mi7 Lam il tuo condono: la libertà! vegnu su insemma compagn di gatt. Fesso sì tu se resti contento Mi7 Lam d’essere solo chiuso qua ddentro..." Emm fa la guera in Albania, Si Mi7 Lam Ma mi, ma mi, ma mi, poeu su in montagna a ciapà i ratt: quaranta dì, quaranta nott, Rem Do A San Vittur a ciapaa i bott, negher Todesch del la Wermacht, dormì de can, pien de malann!... Mi7 Lam Ma mi, ma mi, ma mi, mi fan morire domaa a pensagh! quaranta dì, quaranta nott, Rem Sol Do sbattuu de su, sbattuu de giò: Poeu m’hann cataa in d’una imboscada: mi sont de quei che parlen no! Lam Si Mi7 pugnn e pesciad e ’na fusilada... Sont saraa su in ’sta ratera piena de nebbia, de fregg e de scur, Sol Do sotta a ’sti mur passen i tramm, Ma mi, ma mi, ma mi, frecass e vita del ma Milan... Sol Do El coeur se streng, venn giò la sira, quaranta dì, quaranta nott, me senti mal, e stoo minga in pee, Sol Do cucciaa in sul lett in d’on canton A San Vittur a ciapaa i bott, me par de vess propri nissun! Fa Sol L’è pegg che in guera staa su la tera: dormì de can, pien de malann!... la libertà la var ’na spiada! Do Ma mi, ma mi, ma mi, Ma mi, ma mi, ma mi, Sol Do quaranta dì, quaranta nott, quaranta dì, quaranta nott, A San Vittur a ciapaa i bott, Sol Do dormì de can, pien de malann!... sbattuu de su, sbattuu de giò: Ma mi, ma mi, ma mi, Mi7 Lam quaranta dì, quaranta nott, mi sont de quei che parlen no! sbattuu de su, sbattuu de giò: mi sont de quei che parlen no! El Commissari ’na mattina Mi parli no!

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Mattmark (1980) di Ezio Cuppone Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mattmark

mi- che progresso è poi questo qua C’è chi ha detto è stato un caso, si7 mi- si7 se con vite si deve pagar? c’è chi dice fatalità, noi gridiamo che non è vero, la- mi- mi- O emigrante tu dammi retta non è questa la verità. la- mi- la- mi- Stiamo uniti a gridare giustizia, A Mattmark son morti in tanti la- mi- la- mi- dei padroni la pelle è sicura pel progresso dell’umanità, si7 mi- la- mi- e chi paga è il lavorator.

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Il canto è stato pubblicato dai dischi del sole circa nel 1980 e porta il numero di catalogo DS213

Nel 45 giri c'erano appunto Mattmark e La ballata dell'emigrazione

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Mira la rondondella di Silvano Spinetti Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: romanesco Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mira-la-rondondella

Do pe' paura de Baffone Uno, non lo può saper nessuno che giammai s'aggredirà. solo Andreotti co curato Mira... Sette, pure il papa ce se mette può saper per chi ha votato sta facendo ogni esposto pe' non fa' approva' il divorzio se giammai si pentirà ma nessuno ce crederà.

Fa Do Mira... Mira la rondondella, Sol7 Do Otto, l'ho dovete fa' er fagotto mira la rondondà. ve daremo la pensione senza la liquidazione Mira la rondondella, voi 'n sapete amministra'.

mira la rondondà. Mira...

Due, 'sto governo c'ha la due Nove, ve l'avemo date le prove s'e ammalato con li piani che noi semo superiori de Marshall e de Fanfani per domarli 'sti signori quello è pure c'è sta' voi 'n sapete amministra'.

Mira... Mira...

Tre, noi volissimo sape' Dieci, ce sta' Longo fa' le veci se Rumor mo' s'è deciso de la gente che lavora a mandarci al paradiso, 'sto governo ce se accora se all'inferno ce vo' manna' perchè niente gli fa fa'.

Mira... Mira...

E quattro, c'è Romita sotto sotto Undici, no' ce vonno manco li giudici 'sto vecchiaccio rimbambito l'hanno sempre mascherati ce dà sempre qualche invito tutti i nostri deputati mo' de qua e mo' de là al Parlamento nel parla'.

Mira... Mira...

E cinque c'è Bevin che se distingue Dodici, noi volemo che al Governo c'è Truman che accende er foco c'è chi c'abbia er polso fermo c'è Baffo' che parla poco tutti quanti so' persuasi ma de fatti assai ne fa abbian visto mille casi tanto è chiaro ormai si vede Mira... sempre giusto andando il prete per le pizze e le scudelle* Sei, s'hanno tanti farisei ce vo' Longo e Berlinguer! stanno a fa' la finta unione Mira...

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Nel dopoguerra, Silvano Spinetti - "Cicala" (vignaiolo, nato nel 1927) – figlio di Alfredo Spinetti "Dandolo" – aggiorna la canzone Uno evviva Girdano Bruno - I comandamenti del socialismo , con riferimenti alla contemporaneità (che poi aggiorna ancora quando la canta nel 1970) e al discorso comunista del tempo, collegando il quadro internazionale. (Portelli S. (a cura di) Mira la rondondella - Musica, storia e storie dai Castelli Romani, Squilibri, Roma,2012)

Una versione di riproposta, che alterna le strofe di Uno evviva Giordano Bruno - I comandamenti del socialismo con quelle di Mira la rondondella, è in Canzoniere del Lazio Quando nascesti tune, 1973

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Ninna nanna del capitale (1965) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-del-capitale

Lam Dorme di notte la terra stanca, Quando di notte dormiam tranquilli dorme la fauna dei cieli e dei mari, Re#dim Mi7 Lam ma non riposano i conti in banca, da bravi figli di madre natura, non hanno sonno i pacchetti azionari. non c’è miliardo di stelle che brilli Dorme il padrone e il proletario, Re Sol7 Do ma silenzioso ed infaticabile che basti a fare dormir la struttura. si accresce il reddito parassitario sopra di un’area, purché fabbricabile. Mi+ Lam Re7 Sol Quando di notte dormiamo quieti Questo miracolo leva d’intorno Do7 Fa Re#dim Mi7 l’antica, biblica maledizione, da bravi figli del regno animale, che il pane che si mangia ogni giorno Lam Mim Fa Do va guadagnato col nostro sudore. non bastan tutte le stelle e i pianeti Rem Lam Mi7 Lam Su questa terra verrà creato a far dormire con noi il Capitale. il paradiso miglior che ci sia: non sarà quello del proletariato Dormon gli onesti e i manigoldi ma sarà quello della borghesia. ma non si stancano, a nostra insaputa, tutti i quattrini a produrre dei soldi Fa ninna nanna, dormi e sta zitto: e tutti i soldi a produrre valuta. continua solo a tenere nascosto che quella quota detta “profitto” Dorme la mamma coi suoi bambini qualchedun altro la paga al tuo posto. ma si rinnovano i vecchi processi Fa ninna nanna, dormi e riposa, per cui i soldi producon quattrini riposa e sogna quello che vuoi, e il capitale matura interessi. ché come mamma solerte e amorosa c’è il Capitale che veglia su noi.

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Nove maggio (1965) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nove-maggio

Re Sol anche lui tricolorato. E nei giorni della lotta Re Sol Mi son tolto il fazzoletto rosso era il mio colore quello bianco verde e rosso Do Sol ed al collo mi son messo ma nell'ora del ricordo quello che è solo rosso. Re Sol oggi porto il tricolore. E mi hanno dato del cinese mi hanno detto "disfattista" Tricolore è la piazza ho risposto secco secco tricolori i partigiani «Ero e sono comunista». «Siamo tutti italiani» «Viva viva la nuova unità». Ieri ho fatto la guerra contro il fascio e l'invasore Do Sol oggi lotto contro il padrone E che festa e che canti per la stessa libertà. Re Sol e che grida e che botti E se vi va bene il liberale Do Sol con Andreotti e il tricolore e c'è Longo e c'è Parri io vi dico «Siete fottuti Re Sol vi siete fatti incastrar». e c'è anche Andreotti. E mi hanno dato del cinese E c'è il mio principale mi hanno detto "disfattista" quello che mi ha licenziato ho risposto secco secco quello sporco liberale «Ero e sono comunista».

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Il 9 maggio 1965 si è svolta la commemorazione ufficiale e unitaria del ventennale della Resistenza, a Milano.

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O cancellier che tieni la penna in mano Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cancellier-che-tieni-la-penna-mano

Do Sol7 lor m'han promesso il pane non me l'han O cancellier che tieni la penna in mano [dato. Do scrivé 'na letterina alla mia mamma Sentii chiamar «Giancarlo fatti coraggio Sol7 Do tre anni di galera son di passaggio scrivé 'na letterina alla mia mamma. tre anni di galera son di passaggio».

Scrivé 'na letterina alla mia mamma Andrem tanto lontano, tanto lontano dille che so' in galera per una lotta dove la bella Russia ci dona il pane dille che so' in galera per una lotta. dove la bella Russia ci dona il pane.

Per una lotta giusta m'han condannato Dove la bella Russia ci dona il pane lor m'han promesso il pane non me l'han non vogliam più menzogne democristiane [dato non vogliam più menzogne democristiane.

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Di origine ottocentesca, è stata raccolta da Lomax e Carpitella nel 1954, in provincia di Ferrara, dal repertorio di un gruppo di lavoratori che avevano partecipato, nel 1948 ad una lotta bracciantile.

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O cara moglie (1966) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cara-moglie

Do Sol Do gli dan la forza che lui non ha. O cara moglie, stasera ti prego, Fa Sol Do Questo si è visto davanti ai cancelli: dì a mio figlio che vada a dormire, noi si chiamava i compagni alla lotta, Fa Sol Do ecco: il padrone fa un cenno, una mossa, perchè le cose che io ho da dire e un dopo l'altro cominciano a entrar. Fa Sol Do non sono cose che deve sentir. O cara moglie, dovevi vederli venir avanti curvati e piegati; Proprio stamane là sul lavoro, e noi gridare: crumiri, venduti! con il sorriso del caposezione, e loro dritti senza piegar. mi è arrivata la liquidazion, m'han licenziato senza pietà. Quei poveretti facevano pena ma dietro loro, la sul portone, E la ragione è perchè ho scioperato rideva allegro il porco padrone: per la difesa dei nostri diritti, l'ho maledetto senza pietà . per la difesa del mio sindacato, del mio lavoro, della libertà . O cara moglie, prima ho sbagliato, dì a mio figlio che venga a sentire, Quando la lotta è di tutti per tutti chè ha da capire che cosa vuol dire il tuo padrone, vedrai, cederà ; lottare per la libertà se invece vince è perchè i crumiri chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà.

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Oltre il ponte (1959) di Italo Calvino, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/oltre-il-ponte

Re Sim La4 una squadra nel buio mattino O ragazza dalle guance di pesca discendeva l'oscura montagna. La o ragazza dalle guance d'aurora La speranza era nostra compagna Sim Mim La Re Fa#7 a assaltar caposaldi nemici io spero che a narra - rti riesca conquistandoci l'armi in battaglia Sol La scalzi e laceri eppure felici. la mia vita all'eta` che tu hai ora. Avevamo vent'anni... Coprifuoco, la truppa tedesca la citta` dominava, siam pronti: Non e` detto che fossimo santi chi non vuole chinare la testa l'eroismo non e` sovrumano con noi prenda la strada dei monti. corri, abbassati, dai corri avanti! ogni passo che fai non e` vano. Rem Avevamo vent'anni e oltre il ponte Vedevamo a portata di mano La oltre il tronco il cespuglio il canneto oltre il ponte ch'e` in mano nemica l'avvenire di un giorno piu' umano Rem e piu' giusto piu' libero e lieto. vedevam l'altra riva, la vita Avevamo vent'anni... La Rem tutto il bene del mondo oltre il ponte. Ormai tutti han famiglia hanno figli che non sanno la storia di ieri Tutto il male avevamo di fronte io son solo e passeggio fra i tigli tutto il bene avevamo nel cuore con te cara che allora non c'eri. a vent'anni la vita e` oltre il ponte oltre il fuoco comincia l'amore. E vorrei che quei nostri pensieri quelle nostre speranze di allora Sol rivivessero in quel che tu speri o ragazza color dell'aurora. Silenziosa sugli aghi di pino su spinosi ricci di castagna Avevamo vent'anni...

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Operai e contadini Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/operai-e-contadini

Sol che ancora un giorno si pentiranno Operai e contadini e i lor figli ancor vedranno Re7 abbandonare il suo casolar. abbiamo perso le elezioni, è stata colpa dei traditori Cosa dirà poi Mario Scelba Sol con la sua celere questura che han tradito la libertà. ma i comunisti non han paura difenderanno la libertà. Si son lasciati comperare da quei signori capitalisti Forza compagni lavoratori, e han tradito i comunisti, che sempre uniti noi saremo i suoi compagni lavorator. e tutti in coro noi canteremo «Bandiera rossa la trionferà». Voialtre mamme dell'Italia

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Sulla melodia di Vi ricordate quel 18 aprile

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Or che mussolini Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/or-che-mussolini

La Col manganello Or che Mussolini con l'olio di ricinin Mi7 Conquistò il potere non si frutta più il boia del Mussolin Ma chi sorgevan suo rival L'hanno messo in alto li eliminava col pugnal La L'infame traditor, con la testa in giù di belva aveva il cuor Re La Tutta Milano l'ammirò Quando Mussolino Mi La all'inferno andò ma di sputacchi l'onorò Appena che lo vide Mi7 il diavolo scappò Questa è la giusta fin Subito un fascio rifondò La e duce ancora si proclamò del boia Mussolin Stringendo con ardor Venticinque anni la sua Petacci al cuor solo lui parlò E la folla schiava E la gerarchia per forza l'ascoltò l'han raggiunto già Sempre voleva aveva ragion Che la maggior parte il delinquente di quel buffon son ancor di qua Or già non parla più Volevan viver di leon e sta col bel [...] ed ora fanno i pecoron Ma andate per piacer del vostro conto fier

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Il canto è di un anonimo cantastorie della seconda metà degli anni '40.Sulla melodia di Lilì Marlene

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Partigiani fratelli maggiori di Cantacronache, Michele Luciano Straniero Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiani-fratelli-maggiori

La Mim ma se invece spiamo sui volti Partigiani che adesso cantate, dei fratelli, sui tratti sconvolti La Sol Fa dell’Italia Mi riviviamo quegli anni trascorsi. partigiani che fate all’amore sulla monta - gna Eravate partiti cantando Sol Do Fa Sol la speranza nel cuore, occhi aperti, sulla ricordando le notti passate montagna, Mi7 Lam Rem Mi7 eravate partiti sognando. quando l’aria sapeva di foglie Noi sapemmo di favole strane, La7 Rem Sol Do La7 noi ragazzi, e di guerre lontane per vi mancava la madre e la moglie e l’Ita - lia l’Italia, Rem Sol Do noi fratelli minori inesperti. ascoltate le nostre parole, Rem Sol Do Mi7 Una voce nell’ora dei morti ascoltate le nostre parole. ci ha chiamati alle vostre bandiere con l’Italia Se cerchiamo sui libri di storia, a vegliare la fiamma sui monti; se cerchiamo tra i grossi discorsi fatti ma se un giorno tornasse quell’ora, d’aria per i morti che avete lasciato sulla non troviamo la vostra memoria, montagna, partigiani, chiamateci ancora!

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Partigiano sconosciuto (1945) di Cantacronache, Claudina Vaccari Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiano-sconosciuto

Da Lam Fa6 Sol7 sotto il giogo maledetto Dalle contese monta - gne, solo appoggio era il tuo aiuto, Do Lam Fa6 Sol7 Partigiano Sconosciuto. dalla ribelle pianu - ra Do Lam Fa6 Sol7 Ma l'odio in contro ti mosse, con in tasca un pezzo di pane il dì della lotta aperta Do Lam Fa6 Sol7 e camicia e bandiera a tracolla un vecchio moschetto rosse ti diventarono sul petto Mi Fa6 Sol Fa Sol Sol7 e il tuo cuore si serbò muto, a libera - rci tu sei venu - to, Partigiano Sconosciuto. Fa Sol7 Do Lam Fa Sol7 Do Lam Fa Sol7 In quel terribile schianto, Pa - rti - gia - no Sco - no - sciu - to. che barcollavi e morivi : o nostro fratello santo, santo Quanto, ignoto protettore lontano, figlio nostro benedetto, ti avevamo invocato il tuo volto l'abbiam saputo, e nei giorni del terrore Partigiano sconosciuto.

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Dal libretto contenuto nel cd allegato al libro Jona-Straniero, Cantacronache, un'avventura politico-musicale degli anni '50, CREL-Scriptorium, Torino 1995: "Nelle prime edizioni discografiche l'autore del testo è indicato come Anonimo. Sergio Liberovici musicò infatti una poesia senza firma, appuntata manoscritta, il 25 aprile 1945, nel luogo in cui, a Modena, era stato fucilato un partifgiano. Successivamente (segnalazione di Ennio Pennacchioni) il nome dell'autore, anzi dell'autrice, di quel testo, fu conosciuto: la partigiana modenese Claudina Vaccari."

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Per i morti di Reggio Emilia (1960) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-di-reggio-emilia

Mim Lam6 Marino Serri e` morto Compagno cittadino e` morto Afro Tondelli Re7 Sol ma gli occhi dei fratelli fratello partigiano si son tenuti asciutti Lam6 Mim Compagni sia ben chiaro teniamoci per mano che questo sangue amaro Lam6 Si7 versato a Reggio Emilia in questi giorni tristi e` sangue di noi tutti Mim Lam6 Di nuovo a reggio Emilia Sangue del nostro sangue Re7 Sol nervi dei nostri nervi di nuovo là in Sicilia Come fu quello dei Fratelli Cervi Lam6 Mim son morti dei compagni Il solo vero amico Fa# Si7 che abbiamo al fianco adesso per mano dei fascisti e` sempre quello stesso che fu con noi in montagna Mim Sim Mim6 Sim Ed il nemico attuale Di nuovo co - me un tempo e` sempre ancora eguale Mim Sim Mim6 Sim a quel che combattemmo sopra l'Ita - lia intera sui nostri monti e in Spagna Do Mi7 Lam Mim Re#dim Si7 Mim Fischia il ve - nto infuria la bu - fe - ra Uguale la canzone Do Mim7 Lam Mim La 6 Mim Lam6 Midim Si7 che abbiamo da cantare Scarpe rotte eppur bisogna andare A diciannove anni e` morto Ovidio Franchi Compagno Ovidio Franchi, per quelli che son stanchi compagno Afro Tondelli o sono ancora incerti e voi Marino Serri, Lauro Farioli e` morto Reverberi e Farioli per riparare al torto Dovremo tutti quanti di chi si è gia` scordato aver d'ora in avanti di Duccio Galimberti voialtri al nostro fianco per non sentirci soli Son morti sui vent'anni per il nostro domani Morti di Reggio Emilia Son morti come vecchi partigiani uscite dalla fossa fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!

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Canzone dedicata ai morti, assassinati dalla polizia, durante le manifestazioni del luglio del 1960.

Approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Reggio_Emilia e http://www.reti-invisibili.net/reggioemilia/

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Piccolo uomo di Paolo Ciarchi Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piccolo-uomo

Re Sol La7 ecco la radio: «Frana ad Agrigento, Piccolo uomo, oggi è la tua festa case distrutte, morti e senza tetto». Re Spegni la radio, spegni e corri a letto. e la tua donna è pronta per l'amore; Sol La7 Dì, come va, piccolo uomo... tuo figlio è in piazza, grida la protesta Re Piccolo uomo oggi è giovedì per il Vietnam; «Ma è così lontano!», - com'era caldo il seno nella mano! -. Sol La7 La tua strada è piena di operai: tu pensi e ridi e poi scuoti la testa «Oggi si lotta, evviva il sindacato!». Re Ti gridano crumiro, e perché mai? e cerchi il seno caldo con la mano. Non ti riguarda, tu sei un impiegato.

Piccolo uomo oggi è lunedì Piccolo uomo oggi è venerdì - com'era caldo il seno nella mano! -. - com'era caldo il seno nella mano! -. Compra il giornale: «Ieri quattro negri In tasca hai l'assegno del padrone: negli USA son stati massacrati». «Lei è fedele, non ha scioperato»; Ma che t'importa? Leggi i risultati: e tu sei fiero e mandi un bel maglione l'Inter ha vinto allora stiamo allegri. a qualche fiorentino alluvionato.

Sol Re Sol Re Dì, come va, piccolo uomo? Dì, come va, piccolo uomo? Sol Re Sol Re Piccolo uomo, è sabato vigilia Tu mi rispondi che non va male. - com'era caldo il seno nella mano! -. Sol Re Sol Re Stamane tu lavori quattro ore; Bene, amico, buon anno nuovo a mezzogiorno stop: pace e famiglia. Sol Re Sol Re Scende la sera, TV, primo canale: e buone feste e buon Natale! «Accendi, Piero, c'è 'Scala Reale!'».

Piccolo uomo oggi è martedì Piccolo uomo; è ancora la mia festa - com'era caldo il seno nella mano! -. e la mia donna ancora chiede amore, Tuo figlio Piero torna dalla scuola. mio figlio Piero ancora fa protesta «Com'è andata?». «Be', tutto normale… per il Vietnam, ancora ben lontano; papà, hai letto le stragi in Angola?». io rido ancora e poi scuoto la testa «Io lavoro, tu pensa a studiare». e ancora cerco il seno con la mano…

Piccolo uomo oggi è mercoledì Dì, come va, piccolo uomo? - com'era caldo il seno nella mano! -. Io mi rispondo che non va male. Sei stanco, corri a casa come il vento; Così comincia quest'anno nuovo, per noi c'è sempre un bel carnevale.

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Qualcosa da aspettare (1959) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/qualcosa-da-aspettare

Rem Solm guardi i vetri che si bagnano; Ogni sera, fra i rumori e la goccia che si muove, Rem Sib e le gocce che ristagnano... di serrande che si abbassano Quando il buio è poi venuto, La Rem nell'oscuro della stanza e gli scoppi dei motori tu ti accorgi che hai perduto La Rem tutto un giorno di vacanza... delle macchine che passano, Ne hanno fatto miglior uso, Rem Fa dentro i cine ed a ballare, alla luce dei lampioni tante coppie che, anche al chiuso, Solm La non rinunciano ad amare; che si sono accesi appena, che poi, prima di lasciarsi, Mi Lam si daranno brevemente puoi assistere agli amori la promessa di trovarsi Sol Do la domenica seguente: che si fan prima di cena... questa promessa che è poi la sola cosa Fa Lam che importa ed ha uno scopo: Sporchi ancora del sudore ci fa sembrare un pò meno noiosa Sib Fa la settimana dopo... del lavoro appena smesso, Per sette giorni non ci potrà mancare Solm Rem qualcosa da aspettare! per un bacio, un po' d'amore, Se tu vuoi che nel momento Sib La che vi avete da lasciare ci si vuol bene lo stesso. non si senta lo spavento di non saper più cosa fare. Basta già quell'ora sola Se la tua vita normale, per tenersi per le mani in assenza del tuo amore, e per darsi la parola vuoi che resti tale e quale, di vedersi all'indomani; e persino un po' migliore.

Re Sol La Re Se pretendi che il lavoro, quella parola è poi la sola cosa l'amicizia, l'altrui stima Sim Mim Fa# abbian sempre un senso loro che importa ed ha uno scopo: chiaro ancora più di prima. Re Solm Do Fa Basta solo ricordarsi, ci fa sembrare un po' meno noiosa perchè avvenga tutto questo, Rem Solm Do la promessa di trovarsi la vita il giorno dopo... e vedersi ancora presto. Fa Re Solm Do Anche domani non ci potrà mancare Questa promessa è poi la sola cosa Fa Solm La Rem che abbia un valore vero qualcosa da aspetta - re! ti fa sembrare un po' color di rosa il mondo anche più nero... Le domeniche che piove, Basta che non ci debba mai mancare qualcosa da aspettare!

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Quand 'riva 'l cald (1966) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quand-riva-l-cald

Do Lam [sinistra. Quand riva 'l cald, mi riessi no a dormì Perché te ridet? Ah sì. Quaderni Rossi, Re Sol eh già, 'l g'ha scritt: «No al e troeuvi pu la strada de 'ndà a cà, [centro-sinistra!» Do Lam riva la nott e mi son an'mò in gir Mes'ora a pee, Milan l'è on gran paes; Re Sol l'ha tiraa el fiaa domaa in Piazza piazza del Domm, Lorett de chi e de là. [Argentina; fiadi anca mi lu 'l scriv: «Viva la Cina». Cosa te diset (se te frega a ti? ) Tas lì, ho capìi, quel lì a l'è on cines. Speta compagno, mi voeuri cuntà quel che gh'hoo vist, speta, l'alter dì Metes d'acord: alora l'è un trotskista cioè l'altra nott e tant per no sbajà. oppure vun del grupp Falce e Martello, magari anca dei Quaderni Rossi, Sagrat del Domm, la vuna, giò per terra Classe Operaia, cines o stalinista... gh'è un giuinott de quej consciaa a [l'artista Re che scriv tranquill: «Sia guerra alla La verità, compagni, [guerra». Sol Cosa te diset? A sì, a l'è un trotskista. e questo è il bello! Re Quand l'ha finii l'è 'ndaa 'rcivescovado, quel giuin là, g'ha scritt sul mur: «Padroni al macello». Sol bel ciar e nett, ma ti cosa te diset? è solo comunista... Ah sì, l'è vun del grupp Falce e Martello. Dare etichette è sempre da coglioni, chi ci guadagna poi sono i padroni, L'è tornaa indree fino in Tommaso Grossi a meno che il gioco sia finito, là 'ndove 'l tram el svolta giò a e allora ci guadagna anche il Partito.

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Questa democrazia di Cantacronache, Mario Pogliotti Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-democrazia

Rem La7 di mistificazione Ammesso e non concesso d'accattonaggio Rem di supposizione. che l'italiano medio è un poco fesso La libertà di moto Solm Do Fa e, questo ci conforta, è democratico, ma è un gran pericolo la libertà di palpo e manomorta. La7 Rem La libertà di fumo lasciar permettere troppe libertà. la libertà d'ingresso quella d'affermare Rem La7 Rem «c'accà nisciuno è fesso!» Abbiam la libertà di esporre i panni al vento Di stendere verbali Solm Do Fa spedire contrassegno, nell'ore consentite dal regolamento la libertà di nuoto Sol-m Rem e tiro a segno. Abbiam la libertà di attraversare i viali Solm La7 D'emettere cambiali fruendo delle strisce pedonali. condurre cani sciolti di tutelar minori capovolti. D'appenderci sui tram al mancorrente Di battere primati di scendere e salire ripetutamente. di catturare vermi Di far firmare il padre o chi ne fa le veci di far votare suore, frati e infermi. ed innalzare al cielo laudi e preci. Ammesso e non concesso Do che l'italiano medio è un poco fesso Fa è democratico, ma è un gran pericolo Eppoi la libertà, lasciar permettere troppe libertà. Do dove la mettiamo E non abbiam parlato Fa di libertà di stampa d'emettere un assegno, la carta ed i caratteri Solm Do nessun vi mette zampa. di sporgere reclamo, E poi la libertà cosiddetta di pensiero: Fa poter pensare un gatto od un veliero! d'evadere le pratiche La libertà di sogno: sognare donne nude Solm Do d'andare in aeroplano alle Bermude, emarginare i codici eppoi la libertà che a queste s'accompagna Fa è di salir lassù sulla montagna. estendere le analisi Solm La7 E là in questa Italia estinguere i depositi? che al rosso dei vulcani accosta il verde degli ippocastani Ammesso e non concesso e il magico candore delle sue nevi annali che l'italiano medio è un poco fesso che cosa ci consentono dovete credere è un gran pericolo le autorità centrali? lasciar permettere siffatte libertà. La libertà più bella potete qui trovare La libertà di sesso è quella di sciare sciare sciare sciaaareee !

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Questa è una storia (1965) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-e-una-storia

Do Sol7 Certo il racconto non è perfetto Questa è una storia, solo una storia l'abbiam sentito per una sera Do ma non è storia di nessun libro una di tante da raccontare. è un'altra storia, è tutta vera.

Fa Do Poi l'arresto e la prigione Certo il racconto non è perfetto e la licenza d'accattone. Sol7 Do l'abbiam sentito per una sera Certo il racconto non è perfetto Fa Do l'abbiam sentito per una sera ma non è storia di nessun libro ma non è storia di nessun libro Sol7 Do è un'altra storia, è tutta vera. è un altra storia, è tutta vera. Poi la pensione, si fa per dire: erano quindicimila lire. Lui ebbe moglie, figli e lavoro ebbe la guerra, rimase solo. Certo il racconto non è perfetto l'abbiam sentito per una sera Certo il racconto non è perfetto ma non è storia di nessun libro l'abbiam sentito per una sera è un'altra storia, è tutta vera. ma non è storia di nessun libro è un altra storia, è tutta vera. Ieri ha trovato un'altra donna hanno deciso di stare insieme. Lui ebbe un tornio e ghisa e schegge una nell'occhio, una alla schiena. Certo il racconto non è perfetto l'abbiam sentito per una sera Certo il racconto non è perfetto ma non è storia di nessun libro l'abbiam sentito per una sera è un'altra storia, è tutta vera. ma non è storia di nessun libro è un'altra storia, è tutta vera. Gli hanno detto tutti che è brutta lui ha risposto: cosa vuol dire ? Poi perse l'occhio ed ebbe il busto e per finire perse il lavoro. E nel suo dire c'è solo vita e né rimpianto e né dolore Certo il racconto non è perfetto e neanche il senso di cosa sia l'abbiam sentito per una sera questa storia che è storia sua. ma non è storia di nessun libro è un'altra storia, è tutta vera. Certo il racconto non è perfetto l'abbiam sentito per una sera Ebbe le strade della città ma non è storia di nessun libro e la pietà della società. è un'altra storia, è tutta vera.

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Questo mio amore (Una cosa già detta) di Fausto Amodei Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questo-mio-amore-una-cosa-gia-detta

Mim Re Ma sto zitto per non disturbare Vorrei dirtelo tutto d'un fiato Te che dormi tranquilla al mio fianco Mim E gridartelo questo mio amore Vorrei dirti che questo mio amore Re È l'amore che riesce a sentire Come grida un bambino ch'è nato Chi per la libertà lotta e muore Mim Verso la libertà di chi vive Come grida la gente che muore Che chi vive vorrebbe provare Sol Re Per la vita che l'ha riscattato Come grida chi s'è ribellato Ma ti riesco soltanto ad amare Mim Si Come un cucciolo buffo e impacciato Come grida chi chiede vendetta Sim Mim Vorrei farti capire che t'amo Ed invece sto qui senza fiato Perché tu riesci a darmi il coraggio Sol Re Lam Mim Di ascoltare l'antico richiamo E ti dico una cosa già det - ta Verso un mondo più giusto e più saggio Perché tu riesci a starmi qui a fianco E ascoltare i miei sogni ribelli Vorrei dirtelo questo mio amore Mentre sembra che ami soltanto E parlartene a lungo ed a fondo Il tuo viso e i tuoi lunghi capelli Come parla di un mondo migliore Chi vuol render migliore 'sto mondo Te beata che riesci ad amarmi Come parla chi vuol risvegliare Alla buona così come viene La coscienza di un popolo stanco Quando ancora sorridi a guardarmi E mi mormori che mi vuoi bene.

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Raffaele (1958) di Dario Baraldi, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/raffaele

Do Fa Sol7 Mamma: dimmi è proprio male... Raffaele si chiamava Do Sol7 Quando un giorno la scintilla e nel Messico era nato arse dell'insurrezione Do Fa Sol7 Senza alcuna esitazione in un giorno un po' agitato, se ne andò con Pancho Villa Do Sol7 Do tutt'intorno si spara - va Ma poichè benchè l'amore la fanciulla era assai bella Fa il suo viso era una stella quando seppe un po' parlare Raffael le donò il cuore Do con un viso d'angioletto Mamma: dimmi è proprio male... Rem e un sorriso leziosetto Ma alla lor felicità Lam Re7 Sol Sol7 qualche cosa ancor mancava cominciò così a canta - re.. mamma... La fanciulla sospirava il consenso di papà Do Sol7 Dimmi è proprio male Lei gli disse un po' orgogliosa Do che era un prode generale impiccare un generale Raffael rimase male Sol7 Do La7 e lo convinse l'amorosa impiccarlo a testa in giù Rem Sol7 Do Mamma: credo che si male poi non chiedere di più impiccare un generale Rem Sol7 Do ora che amo a testa in giù poi non chiedere di più non lo voglio appender più non lo voglio appender più Mim Lam Si7 La sua mamma si inquietava Ma quel caro paparino Mim Si7 non lo stette ad ascoltare e lo fece benedire E ordinò senza esitare Mim Lam Si7 di impiccarlo ad un susino Raffael lasciava dire Mim Sol7 Do Fu così che il ribelle ed al general pensava Raffael fu giustiziato E con l'ultimo suo fiato Quando era ancor fanciullo sospirò verso le stelle e giocava ai soldatini li appendevai pei piedini Ora: so che non è male con diletto e con trastullo impiccare un generale impiccarlo a testa in giù ma non posso farlo più ma non posso farlo più

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Ricordo di Togliatti Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordo-di-togliatti

(parlato) Le scorribande di camice nere A Genova in via albergo dei poveri predoni nella pace e nel lavoro Ai coniugi Antonio e Teresa Togliatti Distrussero le sedi dei giornali Il 26 di marzo dell'anno 1893 che difendevano i lavorator. nasceva un bimbo Cui veniva dato il nome I pescicani entraron a far parte di Palmiro Michele Nicola Togliatti. in massa del partito dei fascisti Ed il 28 ottobre Mussolini (cantato) a Roma istallava il suo quartier. Lam Mi7 Aveva tanta sete di sapere Ed il partito del comunismo Lam fu fuorilegge dichiarò Studiava con profitto e con passione Fu messa a sacco la redazione La7 Rem di ogni giornale dei lavorator. Palmiro era il modello di studente Lam Mi7 Lam Avanti o popolo alla riscossa... La borsa poi di studio conquistò. Nel millenovecentoventiquattro Studente all'università a Torino finiva assassinato Matteotti Conobbe Antonio Gramsci e con lui Nel millenovecentoventisei Collaborò col quotidiano Avanti il carcere anche Gramsci inghiotti. Ma poi la grande guerra lo chiamo'. Egli cercò riparo verso Algera Rem Lam un abitato sul lago maggiore Era un alpino di gran valore E' qui che il comitato esecutivo Mi7 Lam del comunismo si riprestinò Per la sua Italia combattè Rem Lam Già dilagava l'ombra del duce A fine guerra fu congedato in ogni casa ogni quartier Mi7 Lam Il manganello di ogni sicario la sua dottrina riabbracciò faceva strage fra i lavorator

La Avanti o popolo alla riscossa... Avanti o popolo alla riscossa Mi7 La Fu vana ogni rivolta nei cantieri bandiera rossa trionferà. la resistenza in ogni officina La forza della legge soffocava Furon momenti tristi per l'Italia nel sangue il grido dei lavorator ovunque generava la discordia Come un presagio nero si spandeva Togliatti combattè con più energia l'ombra di quel fascismo distruttor. ma fu braccato e presto arrestato Dopo tre mesi venne liberato Togliatti combattè con tanto ardore sotto la sorveglianza lui restò contro quell'orda nera di spavaldi Ma il fascio era soretto e finanziato Tra le torture moriva Gramsci da pescicani senza un po' di cuor. incarcerato senza ragion Intanto il duce portò la guerra Antonio Gramsci venne arrestato nell'abbissinia senza pudor e torturato senza pietà Mentre Palmiro eletto capo Avanti o popolo alla riscossa... del comunismo combatte ancor. Ed operava ancora clandestino Avanti o popolo alla riscossa... Togliatti tra le file comuniste Alla difesa del lavoratore

pagina 305 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale si dedicò sempre con più ardor perché Togliatti facesse fuor.

E mentre Antonio Gramsci si spengeva Avanti o popolo alla riscossa... nel carcere del duce dittatore Il fascio si recava nella Spagna Fu vile l'attentato di Pallante per soffocare il grido del lavor. ma fu più vile chi pagò il sicario La fibra di Togliatti resistette Ogni italiano buon comunista al piombo vile di un traditor contro il fascismo si schierò Ma per togliatti non ci fu scampo Con più ardore dopo l'attentato e nella Russia lui riparò. Togliatti ritornò alla battaglia Alla battaglia del lavoratore Avanti o popolo alla riscossa... a cui tutta la vita dedicò

E si batteva prode nella Spagna Passò il tempo la chioma bianca Togliatti contro il fascio traditore lo sguardo fiero del condottier Ma vana fu la lotta senza mezzi All'avanguardia del comunismo contro il capitalismo distruttor si dedicava Togliati ancor

E quando a fine guerra molto sangue Avanti o popolo alla riscossa... scorreva nella lotta fratricida Nell'Africa Togliatti riparava E si preoccupò di addolcire deciso a non arrendersi ancor. le divergenze tra Mosca e Pechino E rafforzò le sedi dei giornali Ma mussolini formava l'asse alla difesa dei lavorator l'apocalisse tornò ancor Con i nazisti sferrò la guerra Togliatti baluardo del lavoro contro la Russia lavorator una muraglia contro i pescicani Un uomo che la vita ha dedicato Avanti o popolo alla riscossa... per il lavoro pace e libertà

Dall'Africa tornava nella Russia Nelle officine nelle campagne e dalla Russia ancora nella Francia la gente mai l'abbandonò E qui che ricercato fu arrestato Sempre più forte la rossa schiera ma scarcerato solo per error. del condottiero lavorator

E mentre a Stalingrado la battaglia Avanti o popolo alla riscossa... volgeva contro il fascio ed i nazisti Togliatti trasmetteva con la radio Andava a riposarsi qualche giorno contro la guerra ai lavorator. Togliatti nello stato bolscevico Il grande stato che gli fu amico Intanto Longo formò le bande amico dell'Italia e del lavor di partigiani che con valor Dissero basta con la mitraglia Un male inesorabile lo colse contro il mondo lavorator. lontano dalla terra sua amata Ed ogni cura medica fu vana a Avanti o popolo alla riscossa... Yalta in ospedale lui morì.

Fini a piazza Loreto mussolini Morì con lui il condottiero risorse più gagliardo il comunismo di ogni ceto lavorator Togliatti che guidava con perizia Ma resta ancora Luigi Longo la causa di noi lavorator il partigiano liberator

E l'Unità giornale comunista Avanti o popolo alla riscossa... guidato da Palmiro difendeva La giusta libertà ed il diritto (parlato) di tutti i proletari con amor un uomo che ha donato se stesso La rigogliosa bandiera rossa per la causa di giustizia del suo simile tornò a sventolare ancor può morire solo nelle carni, Ma un sicario venne armato lo spirito della sua vita vissuta

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Rosso levante e ponente Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso-levante-e-ponente

La Schiere di masse compatte Rosso a levante e ponente Pronte se occorre a morir Mi7 Marcia con noi chi combatte Rosso scolpito nel cuor Dietro al compagno Stalin. Re La Rossa è la nostra bandiera La guerra è voluta dai ricchi Mi7 La Non porta che fame e terror Emblema di pace e lavor. Su avanti compagni lottiamo A morte il fascismo oppressor La celere ci lega le mani Il clero ci lega il cervel Quanti son morti per noi Chi libera i popoli schiavi Lunga la lotta fatal è solo la falce e martel. Gloria eterna agli eroi Morti son per l'ideal

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Musica tradizionale russa (1905) e testo di anonimi partigiani italiani combattenti in Slovenia, con l'Armata di Liberazione.

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Saluteremo il signor padrone Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/saluteremo-il-signor-padrone

Re La7 Metti l’olio nei stantuffi Saluteremo il signor padrone Re Di risaia siamo stufi Per il male che ci ha fatto Re La7 Di risaia siamo stufi Che ci ha sempre maltrattato Re Macchinista macchinista faccia sporca Fino all’ultimo momen’ Metti l’olio nei stantuffi Di risaia siamo stufi Saluteremo il signor padrone A casa nostra vogliamo andar Per la sua risera neta Pochi soldi in la casseta Con un piede con un piede sulla staffa Ed i debiti a pagar E quell’altro sul vagone Ti saluto cappellone Re Ti saluto cappellone Macchinista macchinista faccia sporca Con un piede con un piede sulla staffa La7 E quell’altro sul vagone Ti saluto cappellone

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Canto di risaia del repertorio di Giovanna Daffini

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Se il cielo fosse bianco di carta (1965) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-il-cielo-fosse-bianco-di-carta

Lam Mi7 Franz ride e lancia una carota Se il cielo fosse bianco di carta e noi, come larve affamate, Rem Mi7 Lam ci si contende unghie e denti e tutti i mari neri d'inchiostro l'ultima foglia. Rem Sol7 Do non saprei dire a voi, miei cari, Due ragazzi sono fuggiti: Rem Sol7 Do ci hanno raccolto in un quadrato, quanta tristezza ho in fondo al cuore, uno su cinque han fucilato, Lam Mi7 ma anche se io non ero un quinto qual è il pianto, qual è il dolore non ha domani questo campo... Lam ed io non vivo... intorno a me. La Rem Si sveglia l'alba nel livore questo è l'addio di noi sparsi per la foresta, Lam Rem a tagliar legna seminudi, a tutti voi, genitori cari, coi piedi torti e sanguinanti; Lam ci hanno preso scarpe e mantelli, fratelli e amici, dormiamo in terra. Mi7 vi saluto e piango. Quasi ogni notte, come un rito, Lam ci danno la sveglia a bastonate; Chaïm.

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Dalla lettera di addio del giovanissimo Chaim, prigioniero nel campo di Pustkòv, uscita dal lager grazie all'aiuto di un contadino. "Se il cielo fosse bianco di carta" è espressione derivante dal Talmud

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Se non è oggi Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: anticlericali Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-e-oggi

Do monache e preti lavoreranno Se non è oggi sarà un altr'anno Sol7 Do Se non è oggi sarà stasera camicia nera la pagherà

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Sulla melodia della strofa di "Bandiera rossa"

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Se otto ore vi sembran poche (1906) Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-otto-ore-vi-sembran-poche

Re in Piazza Loreto ti ammazzerem. Se otto ore vi sembran poche La7 E noi faremo come la Cina, provate voi a lavorare suoneremo il campanello, Sol Re innalzeremo falce e martello e sentirete la differenza e griderem viva Mao Tse Tung. La7 Re di lavorar e di comandar. E noi faremo come la Russia, suoneremo il campanello, O Mario Scelba se non la smetti innalzeremo falce e martello di arrestare i lavoratori e grideremo viva Stalin. noi ti (e noi) faremo come al duce

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Canto nato nel 1906, quando il deputato Conoglio, presentò alle Camere il progetto di legge per ridurre a otto ore la giornata lavorativa delle mondine. Il riferimento alla Russia riguarda la Rivoluzione del 1905, ma la canzone va collegata alle grandi lotte del 1921/22, per le otto ore lavorative. La musica ricorda la canzone risorgimentale La bandiera tricolore, e i testi furono moltissimi, in quanto adattati a diverse occasioni e spesso cambiati

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Sent on po' Gioan, te se ricordet (1966) di Ivan Della Mea Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: milanese Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sent-po-gioan-te-se-ricordet

Rem La e calsetonùe duu oeucc pien de fam per vedè. Sent on po' Gioan, te se ricordet e mi ho vist, Gioan, e mi ho vist Rem ind i oecc di tosann brasciaa su insema del quarantott, bei temp de buriana... la speransa pussee bela, pussee vera; Re La "Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet... Vegniven giò da la Rocca de Berghem Rem E quij oeucc mi hoo vist, dopo tri dì, i tosan brascià su tutt insema inscì neger de rabia e de dolor: Solm l'ha vint el pret cont i so beghin, tutt insema cantaven, cantaven l'ha vint el pret cont i ball e i orazion. Rem La Rem Ma ind i oeucc di tosann gh'era la guera; "Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet.. "Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet Te se ricordet... Mi s'eri nient, vott ann

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La prima di una serie di ballate in dialetto milanese scritte da Ivan Della Mea, e dedicate a Gianni Bosio, storico, animatore culturale, fondatore e direttore della rivista "Mondo operaio", fondatore e direttore delle edizioni "Avanti" poi del "Gallo", dei "Dischi del sole" e dell'Istituto Ernesto De Martino. Questa prima rievoca le speranzr del 1948, la prova elettorale , la sconfitta bruciante.

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Siamo l'Emilia rossa Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-lemilia-rossa

Do siamo lavorator Se non ci conoscete Fa Sol Do Sol7 viva la libertà guardateci la bocca Siamo l'Emilia rossa Se non ci conoscete Do guardateci all'occhiello siamo l'emilia rossa portiam falce e martello portiam falce e martello Do Se non ci conoscete Se non ci conoscete Sol7 guardateci all'occhiello guardateci la bocca portiam falce e martello simboli del lavor siamo l'Emilia rossa viva la libertà Do

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Canto di mondine e partigiani con molte varianti e titoli, sulla melodia della canzone popolare padana "Tutti mi dicono bionda"

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Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace] (1950) di Pietro Besate Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, risaia/mondine Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-la-mondina-son-la-sfruttata-volonta-di-pace

Sol Tutti uniti insieme noi vincerem Son la mondina, son la sfruttata Non più sfruttati sulla terra Re7 Ma più forti dei cannoni noi sarem Son la proletaria che giammai tremò Questa bandiera gloriosa e bella Mi hanno uccisa e incatenata Noi l'abbiam raccolta e la portiam più su Sol Dal Vercellese a Molinella Carcere e violenza nulla mi fermò Alla testa della nostra gioventù

Coi nostri corpi sulle rotaie E lotteremo per il lavoro Noi abbiam fermato il nostro sfruttator Per la pace il pane e per la libertà C'è tanto fango nelle risaie E costruiremo un mondo nuovo Ma non porta macchia il simbol del lavor Di giustizia e di vera civiltà E costruiremo un mondo nuovo Ed ai padroni farem la guerra di giustizia e di vera civiltà

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Sull'aria di "La rondinellala va per aria", canzone di risaia. Scritta da P. Besate (funzionario del PCI) per un congresso della Federbraccianti.

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Ti passi de giorno da Porto Marghera (1973) di Canzoniere Popolare del Veneto Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: veneto Tags: ambiente Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-passi-de-giorno-da-porto-marghera

Re Sol La Sim ghe xe un gran fogo che pare el dì Ti passi de giorno da Porto Marghera La Sim Le strade xe nere fate de fumo te par che sia sera dal scuro che xe le ciminiere buta velen‎ Re Sol La El ponte xe longo come una vita Ti passi de note dal steso logo Marghera xe in fondo ti xe rivà Re

Informazioni testo e musica di Luisa Ronchini

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Tredici milioni di uomini di Cantacronache, Emilio Jona Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tredici-milioni-di-uomini

Rem Solm Rem Rem Solm La7 Rem Ero per una strada, di grigia grigia cenere... La7 Fa Sib La7 Rem chiedevo solo di camminare. non lo dovete dimenticare: Ero un contadino, Solm Rem Rem scolpitelo nei cuori andavo i verdi campi a lavorare. Solm La7 Rem e in ogni casolare. Sib Fa Ero un ragazzo ebreo, La7 Rem La7 Rem La7 Sib Do Fa chiedevo una vita agli altri uguale. Per le terre d'Europa, La7 Rem correvano vagoni piombati. Ero un partigiano, Un popolo di uomini, Sib Fa Solm La7 spingevano tra fili spinati. volevo la mia terra libe - rare. Di odio e di paura, Rem Solm La7 vivevano tra volti spietati. Erano tredici milioni Di fame e di tortura, Rem Solm La Rem di uomini ed i nazi fecero mori - vano tutti assassinati. Solm La7 Tredici milioni Erano tredici milioni di uomini...

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Tutti ciànno quarche cosa Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano, romanesco Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-cianno-quarche-cosa

La Mi7 Tutta colpa di coloro Tutti ciànno quarche cosa, che su fanno il concistoro La e c'è pure chi se lagna er più misero so' io. che nun rende la campagna. Mi7 Trallallero lallero lallero Chi lavora è pallido e giallo: La va sempre a piedi e mai a cavallo, trallallero lallero lallà. chi lavora fa la gobba, chi non lavora fa la robba.

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Canto popolare interpretato dal Canzoniere del Lazio in "Quando nascesti tune", 1973

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Tutti gli amori di Cantacronache, Franco Fortini Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-gli-amori

Lam Mi7 Lam quel che è stato vero, Io non avrei creduto mai Mim Do Rem Sol Do La7 un anno un giorno. che un giorno t'avrei vista senza gioia. La7 Rem Sol Do Rem Sol Do La7 Altri nel mondo si vorranno bene, Tu non avresti mai creduto La7 Rem Sol Do Rem Re7 Sol altri lavoreranno senza pene, che un giorno avrei vissuto senza te. La7 Rem Sol Do Mi Lam altri vivranno in libertà. Lam Rem Sol Do Nulla rimane eguale, Io non avrei creduto mai Lam Rem Sol Do La7 di rivedere il popolo ingannato. si muta il bene in male, Tu non avresti mai creduto Rem Sol Do La7 che ci sfrutta insegni la virtù. si muta il bianco in nero Rem Lam Re7 Sol Nulla rimane eguale: ma quel che è stato vero sempre ritornerà. si muta il bene in male, si muta il bianco in nero, Do Fa Do ma quel che è stato vero sempre ritornerà. Tutti gli amori cominciano bene: Tutti gli amori cominciano bene: Sol l'amore di una donna, l'amore di un l'amore di una donna, l'amore di un [lavoro, [lavoro, e anche l'amore per la libertà Do La7 Rem Sol Do e anche l'amore per la libertà. Spesso gli amori finiscono male, chi è amato nonsa amare, lavora chi tradì la libertrà è di chi la pouò comprare Spesso gli amori finiscono male, chi tanto amò va via, lavoro è servitù, Ma ricomincia qui, la libertà diventa una bugia. quel che è stato vero un nostro giorno. Fa Tanti ne mondo già si voglion bene, Ma non si perde più tanti lavoran già senza più pene, tanti già ridon nella libertà.

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Un paese vuol dire non essere soli (1960) di Mario Pogliotti, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-paese-vuol-dire-non-essere-soli

Mim Do Mim quel grande silenzio che è la vostra virtù. Un paese vuol dire non essere soli, Lam E in silenzio girare per quelle colline, avere gli amici, del vino, un caffè. le rocce scoperte, la sterilità Fa Mim lavoro non serve più, non serve schiantarsi Io sono della città; riconosco le strade e le mani tenerle dietro la schiena, Si Lam Si Lam non fare più nulla pensando al futuro. dalle buche rimaste, dalle case sparite, Fa# Si Mim La sola freschezza è rimasta il respiro, dalle cose sepolte che appartengono a me. la grande fatica è salire quassù. Ci venni una volta quassù e quassù son Al di là delle gialle colline c'è il mare, rimasto un mare di stoppie, non cessano mai: a rifarmi le forze, a cercarmi i compagni, il mare non voglio più, ne ho visto a trovarmi una terra, a trovarmi un paese. abbastanza; preferisco una rampa e bere in silenzio, Un paese vuol dire non essere soli.

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Scritta nel 1960, a dieci anni dalla scomparsa di Cesare Pavese. Il testo riprende un celebre passo tratto dal romanzo "La luna e i falò".

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Una vita di carta (1963) di Fausto Amodei, Cantacronache Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-vita-di-carta

Sim Do Fa#7 Una cartolina precetto Un certificato di nascita e, in seguito, il Foglio Sim di Congedo Illimitato Provvisorio, e dopo un certificato la domanda su bollo competente Do Fa#7 per il primo impiego da militesente; di nazionalità italiana, le pubblicazioni di matrimonio, Si7 Mi7 La7 i documenti delle nozze per fare la luna un certificato di residenza, [di miele, Re7 Sol Do Sidim Fa# la domanda di assegni di famiglia un certificato di nullatenen - za, dopo ch'è venuta al mondo una figlia. un certificato di Cresima, Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, subordinato a un precedente nato a Torino il 28 Febbraio, certificato di Battesimo, dato che s'incomincia a stufare un certificato di Comunione, di questa vita così regolare, un certificato di vaccinazione. chiede d'esercitare, per via legale, un poco d'infedeltà coniugale. Si7 Poi c'è l'attestato del Parroco Mi Sol#m La Si di non aver mai fatto parte Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, di alcun partito di sinistra, Mi Sol#m La Si la dichiarazione dei Tribunali nato a Torino il ventotto Febbraio, che ti danno privo di carichi penali; Do Si poi c'è pure la raccomandazione, chiede gli venga notificato sopra carta intestata Do Sol del noto Sottosegretario, cosa comporta l'essere nato. la dichiarazione di bancarotta, Mim Sim Fa# Sim il certificato di buona condotta. Previa vidimazione del notaio, Sol Do Lam7 Fa#7 Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, firmato: In fede Signor Tizio Caio. nato a Torino il 28 Febbraio, chiede se gli si vuole accordare Un certificato di iscrizione di fare a meno d'andare a votare al primo corso obbligatorio la scheda elettorale è un grosso di scuola mista elementare, [intralcio; un elogio scritto su pergamena Fa Dodim Si7 per il patriottismo col quale ha svolto meglio, se mai, quella del Totocal - cio. [il tema; poi c'è la pagella di fine anno Mi Sol#m La Si che rimanda, in tre materie, Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, agli esami di riparazione, Mi Sol#m La Si i conti correnti, ben compilati, nato a Torino il 28 Febbraio, per un'iscrizione al Collegio dei frati. Do Si non è sicuro d'essersi accorto Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, Do Sol nato a Torino il 28 Febbraio, se è ancora vivo o già bell'e morto, con un apposito documento Mim Sim Fa#7 Sim fa qui presente d'esser scontento, e chiede che il decesso sia confermato e chiede i documenti da presentare Sol Do Do7 Fa#7 Sim per esser libero di protestare. con un apposito certifica - to.

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Vedrai com'è bello (1966) di Gualtiero Bertelli Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vedrai-come-bello

Do lo l’ho fatta, ed a vent’anni M’hanno detto a quindici anni poi mi sono diplomato Fa e ad un corso aziendale di studiare elettrotecnica m’hanno pur perfezionato Sol è un diploma sicuro, Vedrai com’è bello… Do Sol d’avvenire tranquillo, Tutto quello che hai studiato dentro qui non serve a niente, con quel pezzo di carta non importa un accidente non avrai mai problemi, cosa poi tu voglia fare non avrai mai padroni, avrai sempre il tuo lavoro. il diritto più importante è catena di montaggio, Vedrai com’è bello modi e tempi di lavoro Fa ogni giorno, ogni ora. lavorare con piacere Sol Qui dentro non c’è tempo, in una fabbrica di sogno non c’è spazio per la gente, Fa Do qui si marcia con le macchine tutta luce e libertà! e non si parla di libertà.

M’hanno detto a quindici anni La tua libertà fai la specializzazione, resta fuori dai cancelli, è importante, nella fabbrica la puoi ritrovare farai il lavoro che ti piace. fra le mura di casa.

Vedrai com’è bello…

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La prima parte di questa canzone, quella più innocua, interpretata da Bruno Lauzi, fu la sigla di una trasmissione televisiva pomeridiana sul lavoro negli anni '60.

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Vi ricordate quel diciotto aprile (1948) di Lanfranco Bellotti Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-quel-diciotto-aprile

Re abbandonare lor casolar Vi ricordate quel diciotto aprile La7 Che cosa fa quel Mario Scelba d'aver votato democristiani con la sua celere questura? Senza pensare all'indomani Ma i comunisti non han paura Re difenderanno la libertà a rovinare la gioventù E operai e compagni tutti, O care madri dell'Italia che sempre uniti noi saremo e che ben presto vi pentirete e tutti in coro noi canteremo: I vostri figli ancor vedrete Bandiera rossa trionferà.

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1948, di L. Bellotti. Contadino, militante del P.C.I., scritto l’indomani della sconfitta del Fronte Popolare alle elezioni. La versione contenente una strofa in più, nel finale, che dice: E operai e compagni tutti/che sempre uniti noi saremo/e tutti in coro noi canteremo: “Bandiera rossa trionferà”, è stata raccolta da Bermani e Leydi dal repertorio della mondina R. Varotto (Novara)

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Vien la primavera Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vien-la-primavera

RE LA E vien la primavera, fioriscono i bei tutti LA RE fiori, su combà che liberi siam già RE LA chi non lavora son tutti sfruttatori. che liberi siam già RE RE che liberi siam già. E cielo mare e terra che ci appartiene a

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Canto, raccolto da Caterina Bueno nel fiorentino, di denuncia delle condizioni di lavoro del bracciantato agricolo.

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La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)

Questo periodo ha rappresentato l'apice dei movimenti di contestazione: femminismo, lotte operaie, studentesche, contro la repressione, contro il carcere, l'emigrazione, l'emarginazione. Il tutto caratterizzato, in Italia ma anche nel resto mondo, nell'acutizzarsi dello scontro con le forze dell'ordine e della strategia della tensione. È anche il periodo di movimenti di decolonizzazione e liberazione in Irlanda, in Palestina e della dittatura in Cile.

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'A Flobert (1976) di Gruppo Operaio 'E Zezi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: napoletano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/flobert

Lam povera mamma scunzulata. Viernarì unnice aprile Do Re Rem Sò arrivat' 'e tavule 'a Sant'Anastasia e 'a chiesa simmo jute Mi7 p'ò l'urdemo saluto nu tratto nu rummore p'e cumpagne sfurtunate. Lam sentiett' 'e ch' paura. P'e mmane nuje pigliammo tutti sti telegrammi Je ascevo 'a faticà sò lettere 'e condoglianze manc'a forza 'e cammenà mannate pè crianza. p'à via addumandà sta botta che sarrà. Atterrà l'ajmm' accumpagnat' cu arraggiar'a 'ncuorpo 'A Massaria 'e Rumano e 'ncopp' 'a chisti muort' na fabbrica è scuppiata giurammo ll'ata pavà... e 'a ggente ca fujeva e ll'ate ca chiagneva. E chi và 'a faticà pur' 'a morte addà affruntà Chi jeva e chi turnava murimm' 'a uno 'a uno p'à paura e ll'ati botte p'e colpa 'e 'sti padrune. ma arrivato nnanz' 'o canciello maronn' e ch' maciello! A chi ajmma aspettà sti padrune a' cundannà Din't vuliette trasì ca ce fanno faticà me sentiette ' e svenì cu 'o pericolo 'e schiattà. 'nterr' na capa steva e 'o cuorpo n' 'o teneva. Sta ggente senza core cu 'a bandiera tricolore Cammino e ch' tristezza cerca d'arriparà m'avoto e ncopp' 'a rezza tutt' 'e sbagli ca fà. dduje pover' operaje cu 'e carne tutt'abbruciat'. Ma vuje nun'ò sapite qual'è 'o dolore nuosto Quann' arrivano 'e pariente cummigliate cu 'o tricolore 'e chilli puverielle sti durici lavoratori. chiagnevano disperati pè 'lloro figlie perdute. Ma nuje l'ajmm' capito cagnamm' sti culuri «'O figlio mio addò stà pigliammo a sti padrune aiutateme a cercà e mannammel' 'affanculo. facitelo pè pietà pè fforza ccà adda stà». E cu 'a disperazion' sti fascisti e sti padrune «Signò nun alluccate facimmo un ' muntone ca forse s'è salvato» nu grand' fucarone. e 'a mamma se và avvutà sott' 'a terra ' o vede piglià. Cert' chisto è 'o mumento e 'o mumento 'e cagnà Sò state duricie ' e muorte e 'a guida nostra è grossa p'è famiglie e ch' scunfuorto è 'a bandiera rossa. ma uno nun s'è trovato

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Compagni pè luttà me chesta è 'a verità nun s'adda avè pietà 'o comunismo è 'a libertà.

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Venerdì 11 aprile 1975, alle 13,25, una terribile esplosione distrugge la Flobert, una fabbrica che produce proiettili d’arma giocattolo e fuochi d’artificio, situata alla contrada Romani a Sant’Anastasia, alle pendici del Monte Somma, nel vesuviano.

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A la mina no voy (1969) di Quilapayun Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: lavoro/capitale, miniera Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mina-no-voy

Rem La Rem El blanco vive en su casa en un socavón. de madera con balcón. Do Sib El negro en rancho de paja yo no quiero morirme en un solo paredón. La Rem en un socavón. Fa Solm Y aunque mi amo me mate Rem La Rem En la mina brilla el oro a la mina no voy al fondo del socavón Do Sib el blanco se lleva todo yo no quiero morirme y al negro deja el dolor. La Rem en un socavón. Do Sib Y aunque mi amo me mate... yo no quiero morirme La Rem Solm Rem en un socavón. Cuándo vuelvo de la mina Solm Fa Rem Fa cansado del carretón Don Pedro es tu amo, él te compró Rem La Rem Fa encuentro a mi negra triste se compran las cosas, a los hombres no. La7 Rem abandonada de Dios Fa Solm Lam Rem Y aunque mi amo me mate y a mis negritos con hambre La Rem Lam Rem a la mina no voy ¿por qué esto, pregunto yo? Do Sib yo no quiero morirme Y aunque mi amo me mate...

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A la mina no voy è un canto tradizionale colombiano del XII secolo

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A le case minime (1965) di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: veneto Tags: lotta per la casa Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-case-minime

Dom Sol7 de romper la porta e ocupar la casa. L'altro giorno a le case minime Dom I le ciama case co un bel coragio i ga lassà libera 'na casa perchè de le case decenti e ga poco Do7 Fam la xe 'na stansa de quattro metri e fin dale sinque de la matina co un gabineto de quei a la turca. Sol7 Dom ghe gera gente che aspetava. I le ciama case quei disgrassiai che ga vissuo per ani da bestie, Ghe gera un pare de famegia che ga ciamà case e sofite, co quatro fioi da mantenir, i magaseni, i sotoscala. che da trent'ani vive in sofita pien de sorsi, de aqua e de sporco. I ga spetà chieti fin e nove dopo a l'assalto, come pirati, Do7 Fam su par e finestre e dentro per le scale, Ghe ne gera un'altra infinità sa massa enorme di disperai. Mib co e careghe e i tavoini Dopo do mesi de 'sta facenda Fam Dom Fam Dom za lo savemo par esperienza, che i spetava el momento bon vien senza ciacole la questura, Lab Sol Lab7 Sol7 che li ciapa tuti e li sbate fora.

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Le "case minime": erano così dette quelle costruzioni edificate degli anni '50 all'isola Giudecca (e in molti comuni italiani) da destinare ai baraccati che vivevano nell'isola, costruite con materiali di risulta, laterizi e pietrame, non protetti da risalite di umidità; "minime" perchè composte da un'unica stanza di "4 metri" e un gabinetto alla turca. In queste abitazioni vivevano fino a 10 persone. Saranno utilizzate fino agli anni 70. Ancora in piedi fino a pochissimi anni fa, sono state oggi demolite.

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Al compagno presidente (1974) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-compagno-presidente

Lam per chi ti vuol vendicare. Niente bandiere esposte a mezz'asta Chi ci ha la forza ma non la ragione Re#dim Mim Sol La+ La Rem si affida solo al cannone. Re-7 a Valpara - i- so, Santiago e Antofaga - sta Ma a mille a mille si sono mosse Fa5m Mi Fa Do Rem Re#dim Mi4 Mi in tutto il mondo le bandiere rosse per Salvador A - ll - e - n - de: per te compagno Allende: hanno paura di ricordare si sono mosse per ricordare che un vero presidente popolare che solo un Presidente popolare muore ma non s'arrende. muore ma non s'arrende.

Lam Fa Do Rem Sim7 Mi La- E' stato il popolo a darti in omaggio Per chi è vissuto e morì con coraggio questo tuo grande coraggio : Fa Do Rem Re#dim Mi4 Mi Lam questo coraggio che tu ora, da morto, non ci si attende un oma - g - gio rendi al tuo popolo insorto.

da quelli che son vissuti e, più tardi, Chi ti ha voluto render gli onori dovran morir da codardi. sono milioni di lavoratori, di rivoluzionari, Niente uniformi, nè generali, nè nobildonne, nè autorità ufficiali perchè è un esempio ormai leggendario di fianco al tuo sudario: che un Presidente muoia proletario tra gli altri proletari. per chi t'ha ucciso non conta niente la morte d'un compagno Presidente Ma dietro ad un proletario ammazzato morto da proletario. c'è tutto il proletariato, c'è tutto il proletariato che aspetta I traditori si sono già accorti di compier la sua vendetta. d'esser più morti dei morti: anche da vivi a costoro è concesso E quei fucili che hanno voluto d'esser carogne lo stesso. renderti ancora l'ultimo saluto entrando al cimitero Nessun cannone ti ha tributato, sparando a salve, l'ultimo commiato son stati i primi che hanno indicato entrando al cimitero: come seguir l'esempio che tu hai dato, compagno guerrillero. Nixon non spreca inutilmente le munizioni per un Presidente Ora la forza ce l'ha un traditore morto da guerrillero. ma il socialismo non muore : esso è ben vivo e continua a lottare Ogni suo colpo lo deve serbare con Unità Popolare.

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Canzone dedicata a Salvador Allende, ucciso l'11 settembre 1973.

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Al poeta compagno Vinh Long (1972) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-poeta-compagno-vinh-long

Lam Ma nella terra del tuo Vietnam Là nella terra del tuo Vietnam spunterà un fiore compagno Vinh Long Rem Lam la vita è un fiore la pioggia è sangue compagno Vinh Long che tu hai piantato Mi domani sboccerà. il sole è nero Laj Siamo a migliaia compagno Vinh Long il cielo è morte siamo venuti per il tuo Vietnam Mi Mi7 Lam dacci la mano ma tu combatti ancor. andiamo insieme la vita fiorirà.

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Al referendum rispondiamo "NO" (1974) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anticlericali, femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no

Re La7 Re La7 Re I petrolieri li hanno già corrotti, E al referendum rispondiamo “NO!” agli Andreotti rispondiamo “NO!” Re La7 Re La7 Re I petrolieri li hanno già corrotti, E al referendum rispondiamo “NO!” agli andreotti rispondiamo “NO!” Sol Re Voglion dividere i lavoratori, Gabrio Lombardi rispondiamo “NO!” La7 Re Re7 Gabrio Lombardi rispondiamo “NO!” son truffatori a cui diremo “NO!” è troppo amico di chi ci ha i miliardi, Sol Re Gabrio Lombardi rispondiamo “NO!” Voglion dividere i lavoratori, è troppo amico di chi ci ha i miliardi, La7 Re Gabrio Lombardi rispondiamo “NO!” son truffatori a cui diremo “NO!” A Luigi Gedda rispondiamo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” A Luigi Gedda rispondiamo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” è un vecchio amante della guerra fredda, Voglion portarci indietro di vent’anni, a Luigi Gedda rispondiamo “NO!” ma ai loro inganni rispondiamo “NO!” è un vecchio amante della guerra fredda, Voglion portarci indietro di vent’anni, a Luigi Gedda rispondiamo “NO!” ma ai loro inganni rispondiamo “NO!” E ad Almirante rispondiamo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” E ad Almirante rispondiamo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” Ieri era il boia ed oggi è il mandante, Son cose vecchie sanno un po' di muffa, ad Almirante rispondiamo “NO!” ed è una truffa a cui diremo “NO!” Ieri era il boia ed oggi è il mandante, Son cose vecchie sanno un po' di muffa, ad Almirante rispondiamo “NO!” ed è una truffa a cui diremo “NO!” Su quella scheda scriveremo “NO” E al referendum rispondiamo “NO!” Su quella scheda scriveremo “NO” E al referendum rispondiamo “NO!” Contro le bombe di Ventura e Freda, Sono i fascisti che ce l’han proposto, su quella scheda scriveremo “NO” ma ad ogni costo rispondiamo “NO!” Contro le bombe di Ventura e Freda, Sono i fascisti che ce l’han proposto, su quella scheda scriveremo “NO” ma ad ogni costo rispondiamo “NO!” 12 maggio noi diremo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” 12 maggio noi diremo “NO!” E al referendum rispondiamo “NO!” Basta buon senso e un poco di coraggio, Contro chi vuole farci andare a destra, al 12 maggio per risponder “NO” la via maestra è risponder “NO!” Basta buon senso e un poco di coraggio, Contro chi vuole farci andare a destra, al 12 maggio per risponder “NO” la via maestra è risponder “NO!” Basta buon senso e un poco di coraggio, al 12 maggio per risponder “NO” E agli Andreotti rispondiamo “NO!” Basta buon senso e un poco di coraggio, E agli Andreotti rispondiamo “NO!” al 12 maggio per risponder “NO”

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Canzone facente parte dell'album "L'ultima crociata", scritto in occasione del referendum abrogativo della legge sul divorzio, tenutosi il 12 e 13 maggio 1974, per fare propaganda al "NO" e per svelare tutti gli interessi, e i personaggi che tali interessi rappresentavano, che si celavano dietro il fronte del "SI".

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Alcide Cervi (1975) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alcide-cervi

Re Mi7 E' un vecchio bimbo di questa morta La7 senza i suoi figli civiltà. La7 pieno d'amore Re Re Ha visto madri fatto di terra gettare figli là nel suo campo La7 Sim senza speranze c'è sette croci Re Mi7 e senza niente il suo calvario La7 e poi la scienza di libertà. Sim scartare l'uomo Re Mi7 Lui l'alzerà ma come se La7 questa bandiera cavasse un dente La7 per una voglia Re Re e poi la scienza ma dolce e antica scartare l'uomo sudata sangue Sol7 Sim ma come se sotto all'ulivo Re cavasse un dente.

Informazioni tratto dal lavoro "Compagno ti conosco" (FIABA GRANDE).

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All'armi siam digiuni (1975) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allarmi-siam-digiuni

Re La7 È Almirante si sparge la voce Era giugno e faceva un gran caldo È arrivato con i suoi camerati Re Essi aspettan di essere serviti Almirante affamato sbuffava Oggi in bianco dovranno restar Re7 Sol Basta un cenno e tutti i compagni A Bologna di mangiare sperava Dal self service ai distributori Re Mi7 La7 Per i fascisti e i fucilatori E al suo autista ordinò di frenar Gli gridavan qui posto non c'è Re La7 Marzabotto è ancor troppo vicina Fermo al Motta di Cantagallo Faccia presto ad alzare le suole Re Nelle fogne può dir ciò che vuole Per pranzare e per fare benzina Ma a Bologna non deve parlar. Re7 Sol Ma a Bologna non deve parlar. Ma il gran caldo di quella mattina Re La7 Re Fu così che schiumante di rabbia Per un pezzo dovrà ricordar Se ne andò la squadraccia missina Pancia vuota e senza benzina Sol Re Cantagallo dovette lascià Con i suo bravi sedette era stanco Era giugno e sull'autostrada La7 Re Ma che caldo che caldo faceva Poi si alzò per andare nel bagno Almirante affamato spingeva Sol Re Nelle fogne a piedi tornò Ma lo vide un barista compagno Ed adesso come naturale La7 Il Carlino offeso si lagna E la lotta improvvisa scattò “Poc da fèr mo’ què a Bulagna Re pr’i fasesta an’gn’è gnanc E la lotta improvvisa scattò. un panein."t.

Informazioni

Il racconto di una "mobilitazione spontanea" contro il fascista Almirante e i suoi squadristi.

La data è indicativa, le informazioni recuperate parlano dei "primi di giugno del 1971".

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And the band played Waltzing Mathilda (1972) di Eric Bogle Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: inglese Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/and-band-played-waltzing-mathilda

Re La And the band played Waltzing Matilda, When I was a young man, I carried my pack. As we stopped to bury our slain. Mi La And we buried ours And I lived the free life, of a rover. and the Turks buried theirs, Mi Re And it started all over again. From the Murray's green basin, La Now those who were living, Did their best to To the dusty outback, survive, Mi La In that mad world of guts, blood, and fire. I waltzed my matilda all over. And for seven long weeks, Mi Re La I kept myself alive, Then in 1915, my country said "son" As the corpses around me piled higher. Mi Re Then a big Turkish shell, Knocked me arse "It's time to stop rambling," over tit. La And when I awoke "Cos there's work to be done." in my hospital bed, Re And saw what it had done, So they gave me a tin hat, Christ I wished I was dead. La Never knew there were worse things than And they gave me a gun, dying. Mi La And they sent me away to the war. And no more I'll go Waltzing Matilda, To the green bushes so far and near. For to hang tent and pegs Re La A man needs two legs. And the band played Waltzing Matilda, No more Waltzing Matilda for me. Re Mi As we sailed away from the quay. So they collected the crippled, The wounded Re and maimed, And amidst all the cheers, And they sent us back home to Australia. La The legless, the armless, And the shouts and the tears, the blind and insane. Mi La Those proud wounded heroes of Souvla We sailed off for Galipoli And as our ship pulled into Circular Quay I looked at the place where my legs used to be. How well I remember that terrible day, And thank Christ, there was nobody when the blood stained the sand and the waiting for me, water. To grieve and to mourn and to pity. And how in that hell that they called Souvla Bay And the band played Waltzing Matilda, We were butchered like lambs at the As they carried us down the gangway. slaughter. But nobody cheered, Johnny Turkey was ready, He'd primed himself They just stood and stared, well. And they turned their faces away. He showered us with bullets, And he rained us with shells. And now every April, I sit on my porch, And in five minutes flat, And I watch the parades pass before me. he'd blown us all to hell. I see my old comrades, Nearly blew us right back to Australia. How proudly they march. Reliving the dreams of past glory. I see the old men, all twisted and torn.

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The forgotten heroes And the band plays Waltzing Matilda, of a forgotten war. And the old men still answer the call. And the young people ask me, But year after year, What are they marching for? Their numbers get fewer, And I ask my self the same question. Someday no-one will march there at all. Waltzing Matilda, Waltzing Matilda Who'll come a waltzing matilda with me?

Informazioni

Una ballata antimilitarista sullo sbarco delle truppe australiane nella baia di Suvla nella campagna dei Dardanelli, durante la prima guerra mondiale. Il brano è stato ripreso da molti artisti, tra i quali i Pogues (in Rum, Sodomy, and the Lash - 1985). Giulietta Beltrame

La canzone originale "Waltzing Matilda", di cui si parla nel testo, si riferisce probabilmente ad un episodio avvenuto durante i giorni del violento sciopero dei tosatori nell'Australia occidentale del 1894.(Canzoni contro la guerra)

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Andiamo Compagni (1976) di Mimmo Boninelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/andiamo-compagni

Sim Sol Sim Domandano alle masse di esser vendicati, Compagno cittadino, fratello partigiano, le mani delle belve rimangono per sempre Re Sim Sol Mim La macchiate da quel sangue come maledizione dobbiamo ancora unire la mano nella mano, Re Sol La Re Sol La Re Andiamo compagni, la nostra risposta contro quella violenza che da piazza Fontana Sol La Re La Sol La Re Re son poche parole che abbiam da lungo in continua senza tregua per Brescia e per testa. Bologna. Son nostri i Consigli, uniamoci in massa, Da un treno e dalle piazze dei corpi la sola risposta è lotta di classe. martoriati

Informazioni

Canzone di lotta scritta da Mimmo Boninelli nel 1976 durante l'occupazione della Filati Lastex di Redona di Bergamo.

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Arrivano gli americani (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arrivano-gli-americani

Lam Mi Lam box. Mi7 Le statue sudano sangue, parlano dentro le La Mi7 La Do chiese, Arrivano gli americani, garibaldini marziani, Lam Sim Do Rem Mi7 Do#m Re# annunciano un grande miracolo dall'aldilà. Fa Sib La Sib Vergine Santa, hai sentito le nostre Rem preghiere! Gli arcangeli sopra le spiagge cominciano il La Do# Mi La loro safari, Do Do Sib La Sib Mi Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre coi cuochi, le donne, i gregari e gli battiamo le mani, sciuscià. Do#m Si Sol# lanciano tavolette di libertà. La Mi7 La Do Lam Mi Lam Arrivano gli americani, garibaldini marziani, Mi7 Do#m Re# In un paese c'è un uomo con un megafono in Fa mano: Vergine Santa, hai sentito le nostre Lam Sim Do Rem Mi7 preghiere! se parla italiano nessuno lo capirà. La Do# Mi La Sib La Sib Do Rem Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre Adesso la piazza è deserta, ma una finestra battiamo le mani, si è aperta, Do#m Si Sol# Do Sib La Sib Mi lanciano tavolette di libertà. e una signora non vuole cambiare il suo Dash.

Lam Mi Lam Do Si Do Mib Mi7 Arrivano gli americani, garibaldini marziani, Si accendono insegne giganti sulle macerie Mim Fa# fumanti, Sol# Lam Sim Do Rem Mi7 Vergine Santa, hai sentito le nostre lumini sopra le tombe della città. preghiere! Sib La Sib Rem Do Mi Sol Do Nella campagna bruciata arrivano suoni Mib lontani: Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre Do Sib La Sib Mi battiamo le mani, abbaiano i cani, risponde soltanto un juke- Mim Re Si lanciano tavolette di libertà.

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Arrucunete (1978) di Matteo Salvatore Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: pugliese Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arrucunete

Mim Trmem'e spiem' 'n cijel arrucunete. Lu sole jè asciute, Lu sole jè asciute Lu sole jè asciute, Lu sole jè asciute Si7 Mim Lam Mim Sapime c' la vita è troppe amère. C'encamenéme, c'encamenéme Si7 Mim Si7 Mim Sapime chi sta bone e chi sta mèle. c'encamenéme qua

Lam Mim Lam Mim Quanne fa fredd' lu sole nu' vulime Qua mo' jucheme, qua mo jucheme Si7 Mim Si7 Mim qua mo jucheme nu'.

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Strettamente legato al canto è anche il breve testo che Matteo Salvatore recitava come prologo:

Arrucunete. Arru-cu-ne-te. Eravamo tristi, speravamo nel bene. Più i giorni passavano, più la vita era nera. Nel buio assoluto ci stringevamo le mani, eravamo tutti muti, ciechi e sfasciati. Siamo stati servili, schiavi e maltrattati, i ricchi a noi ci hanno sempre affamati.

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Avola, 2 dicembre 1968 di Canzoniere di Rimini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avola-2-dicembre-1968

Re loro vengon coi fucili, Due dicembre, giorno bianco Re La loro vengono coi mitra, per la gente in ufficio La7 loro vengono in cento, e che si vede passare Re Re mai che siano da soli. solite carte e fatture. Loro vengon coi fucili, loro vengono coi mitra, Due dicembre, giorno bianco loro vengono in cento, per mia madre in cucina, mai che siano da soli. che cantando prepara il pranzo e la cena. Due dicembre, giorno bianco per mio padre, che è sereno: Due dicembre, giorno nero oramai è assicurato, per la gente che è stanca ogni mese paga lo Stato. e che scende nelle strade Due dicembre, giorno bianco perchè vuole un po' di pane. per la gente che è tranquilla e che approva con la testa Re La7 quello che scrive la stampa. Due dicembre, giorno nero, Re Due dicembre, giorno nero da finire al cimitero, per chi cerca una risposta, La7 per chi agisce e più non parla da finirci, assassinati e si difende come può. Re da quei servi mal pagati. Due dicembre, giorno nero per chi chiede un aumento Sol6 Re e la risposta è solo una, Ma si sa, si sa che, la risposta è di violenza. Sol6 Re ma si sa, si sa che Due dicembre, giorno nero, da finire al cimitero, La7 da finirci, assassinati da quei servi mal pagati.

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Sull'eccidio di Avola, dove la polizia fece fuoco su un gruppo di braccianti e ne uccide due.

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Ballata autocritica (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-autocritica

Rem Sol Sono dieci anni che canto le lotte Sono dieci anni suonati che suono e i mille scioperi e la strategia Rem Sol per far la rivoluzione; questa chitarra e che canto di cuore ma son dieci anni che canto le botte Fa Mi e i caroselli della polizia canti di vario modello; e le condanne in prigione; Lam Re c'è il canto triste se siamo battuti già mille volte ho cambiato di tono c'è il canto allegro se mille operai Lam Re scendono in piazza a lottare; dal do maggiore al do diesis minore ma dopo tanti gorgheggi ed acuti Do Si7 mi sono accorto che forse oramai dal valzer allo stornello; non c'è più gusto a cantare. Mim Re7 colla ciaccona colla marcia turca Il padrone ci ha Do Sim uno stomaco da mille lire col madrigale la giga il flamenco e per quanta merda mangi Do Si7 la sa digerire; la ciarda la controdanza lui aumenta i prezzi Mi, Re segli strappi più salari col tango col samba e con la mazurka poi ti taglia i tempi Do Si, e ti fa far più straordinari ; dei vari ritmi ho esaurito l'elenco figurarsi se i miei canti, La, Fa# Si7 lui che ingoia tutto, ma ho mai cambiato sostanza. non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Mi La Si Ho cantato sempre in base Per quanti acuti abbia emesso di testa Mi La Fa# Si7 nessun padrone ha perduto un quattrino ad una convinzio - ne di rendita o di profitto; Mi La Si non basta un canto sia pur di protesta che la cosa più importante perché succeda che qualche inquilino Mi La Si La abbia ridotto l'affitto; è battere il padrone; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa Mi La Si né un ritmo di monferrina ogni canto l'ho composto per render soffice uno sfollagente Mi La Fa# Si7 per affrettare la morte gloriosa perché ci aiuta - sse di un yankee nell'Indocina. Mi La Si a portare fino in fondo Forse occorre che Mi La Si Do questa chitarra a ciondoloni la lotta di classe; si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; Fa Si Do e che le sei corde ho sperato che ogni strofa per produrre altri rumori Fa Sib Sol Do si trasformino di colpo quando l'ho canta - ta in sei caricatori; Fa Sib Do ci aiutasse a battere Fa Sib Do Fa Sib Do Fa e che queste dita per la proprietà privata. Fa Do Sol Do produrre qualche effetto

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Fa Sib La forse può servire solo anziché grattare arpeggi Fa Sib Fa# Si7 Rem Re7 Sol Do più la passaca - glia premano un grilletto; Fa Sib Do che con la sua voce sa Fa Sib Do Fa Sib Do Fa intonare la mitraglia.

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Ballata del piccolo An (1974) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-piccolo

Do Lam Rem che scappa e grida « c'è la polizia ». O Cheu io vorrei che tu fossi qui Sol7 Do O piccolo An sei scaltro e veloce con me a gioire degli ilang in fiore assai più veloce di quei mercenari Lam Sol Mim il branco s'affanna t'insegue feroce con me a sentire cantar le campane cosi tu ci salvi da quei sanguinari. Rem Sol Do ma tu sei lontano nel Nord Vietnam. E un giorno il viale dei fiori di ilang avrà nome viale del piccolo An. È marzo a Kam-Tho ed è poesia la nostra poesia ma io non ho pace Tu piccolo An sei in un vicolo cieco la nostra Kam-Tho dai viali di sao e l'occhio riluce nel viso un po' bianco è stretta tra maglie di ferro nemico. tu prendi una bomba sorridi sereno e quindi la lanci nel mezzo del branco. Fa Sol Do Lam Ma un giorno il viale dei fiori di ilang Lo scoppio il silenzio e poi l'altra bomba Rem Sol Do sui volti assassini c'è solo il terrore avrà nome viale del piccolo An. terrore e sgomento negli occhi velati tu fissi quegli occhi con freddo furore. O Cheu anche noi nel Sud si combatte e nel nostro cuore c'è un solo Vietnam E un giorno il viale... il nostro Vietnam per lui si resiste per lui è morto il piccolo An. Il piccolo An ci ha dato la vita è morto gridando « viva lo zio Ho » Due salti un sorriso è pieno di vita siam pazzi di rabbia di puro dolore è ricco di gioia il piccolo An e il fuoco più rosso ci brucia nel cuore. sul braccio la giacca e due bombe a mano è già un partigiano il piccolo An. O Cheu verrà marzo una primavera la nostra poesia allora sarà Ma un giorno il viale... Kam-Tho liberata cogli alberi in fiore col dolce profumo dei fiori di ilang. Ma ecco il nemico rastrella la strada e se ci sorprende per noi è finita Da oggi il viale dei fiori di ilang ma in fondo alla via c'è il piccolo An ha il nome di viale del piccolo An. Da oggi il viale dei fiori di ilang ha il nome di viale del piccolo An.

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Ballata del Pinelli (1969) Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-pinelli

Ballata del Pinelli «Stiamo attenti, indiziato Pinelli, questa stanza è già piena di fumo; se tu insisti apriam la finestra Sol Do Sol quattro piani son duri da far». Quella sera a Milano era caldo Re7 Sol Quella sera a Milano era caldo ma che caldo, che caldo faceva. ma che caldo, che caldo faceva. Do Sol «Brigadiere, apra un po' la finestra» «Brigadiere, apra un po' la finestra» ad un tratto Pinelli cascò. Re7 Sol ad un tratto Pinelli cascò. L'hanno ucciso perchè era un compagno non importa se era innocento; «era anarchico e questo ci basta». «Signor questore, io gliel'ho già detto, disse Guida, il feroce questor. lo ripeto che sono innocente: anarchia non vuoI dire bombe, C'è una bara e tremila compagni ma giustizia, amor, libertà». stringevamo le nostre bandiere in quel giorno l'abbiamo giurato «Poche storie, confessa Pinelli, «non finisce di certo così». il tuo amico Valpreda ha parlato: è l'autore del vile attentato Calabresi e tu Guida assassini e il suo socio, sappiamo, sei tu». che un compagno ci avete ammazzato l'anarchia non avete fermato «Impossibile - grida Pinelli - ed il popolo alfin vincerà . un compagno non può averlo fatto Quella sera a Milano era caldo e l'autore di questo misfatto ma che caldo, che caldo faceva. tra i padroni bisogna cercar». «Brigadiere, apra un po' la finestra» ad un tratto Pinelli cascò.

Informazioni

Giuseppe Pinelli fu assassinato il 15 dicembre del 1969, "caduto" dalla finestra della questura dove era sotto interrogatorio, accusato ingiustamente di avere messo le bombe per la strage di piazza Fontana.

Questa è la versione scritta immediatamente dopo i funerali di Pinelli, sull'aria del canto "Il feroce monarchico Bava", a cui seguirono diverse altre con minime varianti. Fu composta da quattro anarchici, la sera del 21 dicembre 1969, presso il Circolo Gaetano Bresci di Mantova.

Fonte: Catanuto S., Schirone F., Il canto anarchco in Italia nell'Ottocento e nel Novecento.Zero in condotta edizioni, 209, Milano

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Ballata dell'alcolizzato (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-dellalcolizzato

Chissà se l’infermiere che sta qui e quel che è peggio è che c’ha il coraggio [di notte di provocare uno strano contagio s’è mai chiesto perché guardano lei come babbei” siamo finiti qui al reparto tre. “Dica Proietti deve piantarla Re tutte le notti lei grida e parla “Vieni qui Mario prendi un bicchiere” in questa casa c’è tanta gente lavoratori… lei non fa niente “Ma cosa fai? Stai sempre a bere…” e si permette di disturbare chi il giorno dopo va a lavorare “Sentimi Mario non fare il cretino quindi lo sfratto è affare fatto” e io ci sto bene con il mio vino Chissà se l’infermiere che sta qui La7 Re [di notte e non invidio chi si accontenta s’è mai chiesto perché La7 Re siamo finiti qui al reparto tre. dopo otto ore da quasi animale Fa# Re Chissà se ha mai pensato che i nostri di un po’ di tele primo canale”. [cervelli di alcol imbottiti “Dica Proietti fra un paio d’ore hanno il coraggio d’essere impazziti venga di sopra dal direttore”. Giunge il momento va dal padrone Chissà cosa ne pensa di questa pazzia “Lei rende poco, lei è un ubriacone lui ch’è quasi un signore con il cervello che impazzisce a ore.

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Ballata dell'emigrazione (1970) di Alberto D'Amico Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-dellemigrazione

Lam Rem Lam se vado in centro a fare quattro passi Quel giorno che so' andato al settentrione le strade sono piene, piene d'odio Rem Sol Do l'hai maledetto tanto moglie mia Lo sfruttamento è calcolato bene Rem Sol Lam ci carica fatica ogni minuto peggio però la disoccupazione è un orologio di gran precisione Rem Mi7 Lam la svizzera cammina col nostro fiato che dalla nostra terra non va via. Sono ritornato al maggio per il voto falce e martello ho messo all'elezione La svizzera ci accoglie a braccia chiuse noi comunisti abbiamo guadagnato ci mette il pane duro dentro in bacco ma ha vinto la ruffiana del padrone tre anni l'ho inghiottito a 'sto paese tre anni carcerato alle barecche Padroni sulla terra ci volete per far la fame e per tirarne conto Alla periferia in mezzo ai fossi ma verrà il giorno che la pagherete siamo 40 uomini e una radio e che non partirà neanche um emigrante

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Ballata per Ciriaco Saldutto (1972) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-ciriaco-saldutto

Re La lui plasma i servi di ogni officina Lui ha quindici anni, Re La La tua cultura e del tuo paese, cognome Saldutto, sia chiaro, "terrone", va buttata via; Re Sol la scuola ti dà un'altra cultura, alunno alle medie, quella dei padroni, della borghesia Re La scuola Pacinotti, E tu puoi scordare Re La Re Sol l'azzurro del cielo venuto di Puglia, "terrone" immigrato: di Puglia e il dialetto Re Sol La Re della tua terra: Torino lo boccia e lui s'è impiccato tuo cielo è la FIAT, tua terra è Torino, la scuola, Saldutto, è il campo di guerra. Sol Re La Per essere chiari diciamo: è un delitto, Ma non c'è battaglia, non c'è condizioni, Re Sol Re La "terrone", ti adegui oppure accadrà un altro delitto della repressione, che la repressione di tutti i padroni Re La Re Sol con l'arma del voto ti escluderà che usa la legge, il fucile, la scuola Re Sol La Re Così a quindici anni per farci più servi del nostro padrone ti han tolto anche il cielo e in cambio ti han dato Si sa che il padrone un vuoto di niente, le sue maestranze e l'ultimo gioco che ti han lasciato le vuole istruite è un pezzo di corda: ti sei impiccato. e ben educate; Per fare chiarezze diciamo: è un delitto, con la sua cultura, la sua disciplina un altro delitto della repressione, che usa la legge, il fucile, la scuola per farci più servi del nostro padrone

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Ballata per Franco Serantini (1972) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-franco-serantini

Re La7 te l'han strappata via. Di nome avevi Franco, Ridi, Democrazia Re fascista e non Cristiana. cognome Serantini; Mim E tu, Scudo Crociato, i nazi-celerini bestemmi anche al Cristo: La sei scudo del fascismo ti han fatto morir di ieri e oggi, ancor. La7 Re ti han fatto morir. Contro questo fascismo che ha il segno della morte, Ti hanno preso in piazza, Franco, la tua sorte gridavi "No al fascismo!", ci chiede l'unità! ma un figlio di nessuno questo non lo può gridar. Una unità di classe, sopra gruppi e partiti, Avevi solo vent'anni, una unità in coscienza vivevi l'anarchia, di nuova resistenza. ti han coperto d'odio, di botte e sangue. Sì! "Tenetemi nel cuore!" ci grida Serantini, Chiuso nella tua cella, "Tenete questo amore, cercavi invano aiuto, è amore per lottar. ma a un figlio di nessuno l'aiuto non si da! Tenetemi nel cuore, compagni e cristiani! Così, la tua vita Tornate, partigiani, ed io non morirò!"

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La canzone è eseguita sull'aria di "Canto per la morte di Felice Cavallotti", nota anche col titolo di "Povero Cavallotti". Da sottolineare l'ottava stanza "Una unità di classe\ sopra gruppi e partiti,\una unità in coscienza\ di nuova resistenza!", per il significato e il peso che questi versi potrbbero avere in un momento come quello attuale, in cui il popolo sembra afflitto da una malafede enorme nei confronti dei partiti e da un disfattismo insormontabile nei riguardi della politica. Forse, servirebbe ancora un Ivan che, passando per le radio dei poveri lavoratori italiani, uccisi dalla borghesia come Serantini dai fascisti, sbraitasse ancora di simili parole! (Salvo Lo Galbo)

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Banane e Coca Cola di Franco Trincale Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/banane-e-coca-cola

Re per ammazzare i bimbi del Vietnam. Per ogni Coca Cola che tu bevi La7 Piccolo uomo che leggi il corriere, un proiettile all'america hai pagato. metti un dito in bocca per vomitare l'oppio che ti dà la borghesia, E se il marine la mira non fallisce, e vieni nelle file dei proletari. Re un compagno vietnamita assassinato. Contro la Nato e contro i padroni, per l'eguaglianza e per la libertà, Per ogni banana Ciquita che tu mangi, non ber più Coca, non mangiar banane, ancora soldi per gli americani e grida "Via le basi americane!". ancora tonnellate di napalm

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Borghesia (1972) di Claudio Lolli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/borghesia

Sim Sol La7 Re Mi- Sim Fa#7 Sim chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e intellettuali. Sim Sol Ami ordine e disciplina, Vecchia piccola borghesia adori la tua Polizia La7 Re tranne quando deve indagare per piccina che tu sia su di un bilancio fallimentare. Mim Sim non so dire se fai più rabbia, Sai rubare con discrezione Fa#7 Sim meschinità e moderazione pena, schifo o malinconia. alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione. Sim Sol Sai mentire con cortesia Sei contenta se un ladro muore con cinismo e vigliaccheria La7 Re hai fatto dell'ipocrisia se si arresta una puttana la tua formula di poesia. Mim Sim se la parrocchia del Sacro Cuore Vecchia piccola borghesia Do#7 Fa#7 per piccina che tu sia acquista una nuova campana. non so dire se fai più rabbia, Mim7 La7 Re pena, schifo o malinconia. Sei soddisfatta dei danni altrui La7 Re Non sopporti chi fa l'amore ti tieni stretti i denari tuoi più di una volta alla settimana Si7 Mim chi lo fa per più di due ore, assillata dal gran tormento chi lo fa in maniera strana. La7 Re Fa#7 Di disgrazie puoi averne tante, che un giorno se li riprenda il vento. per esempio una figlia artista oppure un figlio non commerciante, E la domenica vestita a festa o peggio ancora uno comunista. con i capi famiglia in testa ti raduni nelle tue Chiese Sempre pronta a spettegolare in ogni città, in ogni paese. in nome del civile rispetto Presti ascolto all'omelia sempre lì fissa a scrutare rinunciando all'osteria un orizzonte che si ferma al tetto. cosi grigia così per bene, Sempre pronta a pestar le mani ti porti a spasso le tue catene. a chi arranca dentro a una fossa sempre pronta a leccar le ossa Vecchia piccola borghesia al più ricco ed ai suoi cani. per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, Vecchia piccola borghesia, pena, schifo o malinconia. vecchia gente di casa mia per piccina che tu sia Godi quando gli anormali il vento un giorno son trattati da criminali ti spazzerà via.

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Buone feste compagno lavoratore (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/buone-feste-compagno-lavoratore

Lam l'azienda la ritiene Buone feste compagno lavoratore a cassa integrazione". Mi l'azienda ci dà il pacco di Natale Buone feste, suonano le campane Rem Lam il prete ci dà la benedizione la bottiglia di spumante e il panettone tutti insieme operai con il padrone Rem Mi7 e tanti auguri per la produzione. e tanti auguri di Buon Natale. Ma compagno ti ricordi tempo fa Ma compagno ti ricordi tempo fa il rinnovo del contratto di lavoro che veniva il ruffiano del padrone le battaglie ai picchetti la mattina con le multe e con le sospensioni la polizia ci dava legnate... per farci fare più produzione. Il nostro sor padrone La dobbiamo festeggiare Il nostro sor padrone quello che ci ha sfruttato Mi7 e ci vuoi licenziare. è buono come il pane Abbiamo appeso al muro ci dà una letterina la corda da impiccato La con scritto "Al sor padrone di auguri di Natale. il posto è riservato!"

C'è scritto "ad anno nuovo Abbiamo appeso al muro per ristrutturazione la corda da impiccato...

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Canción del poder popular di Inti Illimani Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-del-poder-popular

Lam es para todo el que quiera. Si nuestra tierra nos pide Fa Echaremos fuera al yanqui tenemos que ser nosotros y su lenguaje siniestro. Sol Con la Unidad Popular los que levantemos Chile, ahora somos gobierno. Do Mi así es que a poner el hombro. Porque esta vez no se trata de cambiar un presidente, Vamos a llevar las riendas será el pueblo quien construya de todos nuestros asuntos un Chile bien diferente. y que de una vez entiendan hombre y mujer todos juntos. Porque esta vez no se trata...

La7 Re La patria se verá grande Porque esta vez no se trata con su tierra liberada, Sol7 Do por que tenemos la llave de cambiar un presidente, ahora la cosa marcha. Fa Sib será el pueblo quien construya Ya nadie puede quitarnos Mi7 Lam el derecho de ser libres un Chile bien diferente. y como seres humanos podremos vivir en Chile Porque esta vez no se trata... Porque esta vez no se trata Todos vénganse a juntar, de cambiar un presidente, tenemos la puerta abierta, será el pueblo quien construya y la Unidad Popular un Chile bien diferente.

Porque esta vez no se trata...

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Canto a los caídos (1973) di Inti Illimani Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-los-caidos

Lam Rem hermanas,(Hermanada conciencia) Por las calles vacías noche sin rostro, Sol Rem Mim Cuando contra el tirano se alza la Los trigales quemados, bandera herida. Patria,(Cuando contra el tirano se alza la Mim Fa Patria) ¿Es que el aire en su vuelo se ha detenido? Sim Mi7 Lam Rem Mim Un sol nuevo alimenta cada mirada (Un sol ¿O es que murió la llama en todos los fuegos? nuevo alimenta cada mirada) Lam Rem Do Re Una mano del fuego hizo herramienta Cuando hay junto a una mano manos hermanas, Mim Rem Mi7 Lam Y detrás de sus pasos dejó caminos Cuando se alza la Patria contra el traidor. Lam Rem Y de tierra y de fuego pan hace el hombre Solm Sol# Solm Em Un día el cobre se alzará Y el pan, antes que trigo, es mano que Do Re siembra. Y en las entrañas del carbón Fa Solm Fa Y detrás de sus pasos dejó caminos. Temblará el grito contenido de la tierra. Rem Sol7 Do Re# Re Re7 Sol7 Hay torrentes que corren bajo la tierra, ¡Para el traidor no habrá perdón! Do7 Fa Dom Re Como muerte que en vida germinará. Un día el cobre se alzará (Y en las entrañas Re G del carbón) Así arde en las venas una palabra (Su palabra Dom Re creciendo) Y en las entrañas del carbón (Un día el cobre Sim Fa se alzará) Un sol nuevo alimenta cada mirada (Como trigo Solm Fa sembrado) Temblará el grito contenido de la tierra. Si7 Mim Re# Re Re7 Sol7 Cuando hay junto a una mano manos ¡Para el traidor no habrá perdón!

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Canzone scritta da Luis Advis per la colonna sonora del film La tierra prometida di Miguel Littín (1973), che racconta la violenta repressione da parte dell'esercito di una rivolta contadina avvenuta in Cile all'inizio del '900. Il testo è stato riadattato in seguito ai tragici eventi dell'11 settembre 1973.

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Canzone della libertà (1968) di Luciano Lucignani Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-della-liberta-0

Re Sol La Re è che siamo in tanti al mondo Quello che domandiamo è libertà troppi a volere ancora libertà Sol Sim Mi La quello che rifiutate è libertà quello che volevamo è libertà Re Sol quello che negavate è libertà quello che non sapete ora però sapete Re Fa#m Sim è arrivato quel momento è che noi ad ogni costo subito la vogliamo libertà Sol Mi La Re noi ce la prenderemo libertà quello che domandiamo è libertà quello che rifiutate è libertà quello che domandiamo è libertà ora però sapete quello che rifiutate è libertà è arrivato quel momento quello che non sapete noi ce la prenderemo libertà

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Uscita nel 1968 per la fonit Cetra interpretata da Sergio Endrigo, questa canzone è stata scritta da Luciano Lucignani per il testo e da Ennio Morricone per la parte musicale. Nel 1972 venne incisa anche da Milva che, nel 1979, la cantò anche in tedesco con il titolo "Freiheit in meiner Sprache"

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Caporetto '17 (1972) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: milanese Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caporetto-17

Mi e lù 'l m'ha vardà So 'ndato in guera so 'ndato in guera Si7 "In paradiso non entri mica mi ci han mandato in paradiso Mi con quel beretto che male ti sta mandato al fronte contro al nemi' che male ti sta Si7 Mi contro al nemi' Tu non lo sai ma quel beretto tu non lo sai So 'ndato all'assalto so 'andato all'assalto che l'ha perduto chi che t'ha copà mi ci han mandato che che t'ha copà" e i miei compagni li ho visti a fuggir li ho visti a fuggir Oé ti San Pietro tu dimmi il vero oé ti San Pietro Prima il maggiore poi il capitano tu devi dirmi che l'è che m'ha copà prima il maggiore chi l'è che m'ha copà e poi il tenente e dietro mi e dietro mi "L'è stà 'l Badoglio te disi Tonio l'è stà 'l Badoglio Dice il maggiore al capitano che a Caporetto 'l s'è imboscà dice il maggiore el s'è imboscà" "Sior capitano resista qui resista qui" Oé ti San Pietro tu dimmi il vero oé ti San Pietro E il capitano dice al tenente tu devi dirmi se l'han condannà il capitano se l'han condannà "Sior tenentino resista qui resista qui" "Lui l'han promosso, povero Tonio lui l'han promosso El sior tenente mi dice "Tonio" l'han nominato primo general el sior tenente primo general" mi dice "Tonio tu spèta 'l nemi' tu spèta 'l nemi'" È questa guerra, o santo Pietro la santa guerra Io ci ho risposto "Sissior tenente ma dei padroni e dei general io ci ho risposto e dei general quand'ecco una palla mi viene a colpir mi viene a colpir "È questo il mondo, povero Tonio è questo il mondo E giù in terra c'era un beretto e arriva in cielo chi sa pazientar lì giù per terra chi sa perdonar sì un bel beretto ma da general ma da general Pazienza un'ostia, o santo Pietro pazienza un'ostia Tant per crepà me lo son messo mi vo all'inferno per non pazientar tant per crepà per non pazientar e poi son morto ma da general ma da general Pazienza un'ostia, o santo Pietro pazienza un'ostia 'Rivato in cielo press'a San Pietro l'è mèj l'inferno ma che pazientar 'rivato in cielo ma che perdonar press'a San Pietro e lù 'l m'ha vardà

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Carcire ca mi tiniti carciratu Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: pugliese Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carcire-ca-mi-tiniti-carciratu

Lam Mi7 Lam O, quando sentu li cancelli sbattere Carceri ca me teniti carceratu m'ene lu chiantu e pensu a casa mia, Rem Sol7 Do Lam Mi7 Lam le mei sorelle an brazze me pjara pe contentezza de li mei nemici, e me minara su la mamma mia. Rem Sol7 Do Lam Mi7 Lam cacciame fore ca a cqua intra patu O mamma, se sapessi le galere Rem Lam Mi7 Lam dici poi, fiju miu, commu hai campatu, quantu te cuntu l'error ca fici. de fore ntorniciatu de bandiere de intra c'è l'infernu naturale. De quindici anni ca stau carceratu nessuno m'ha mandatu nu salutu, O mamma ce su brutte le galere mancu de li cancelli su chiamatu ci le vidi spaventu ni rimane credu lu nome miu ca s'ha perdutu. nu senti né orologi né campane sulu rumori de ferri e catene.

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Questo canto di carcere (o di rimpianto) è stato tramandato grazie all'informatrice Niceta (Teta) Petrachi detta "la Simpatichina" alla fine degli anni Settanta (http://www.archiviosonoro.org).

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Certo che se non fosse (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/certo-che-se-non-fosse

Do Midim Sol7 dovremmo starcene sotto il giogo Certo che, se non fosse dei comunisti, e mai più potremo Do Lam Rem Sol Do trovare un alto, nobile sfogo, per i Marines che combattono nel Vietnam, nei testi e musiche di Sanremo. Do7 Fa Do Fa Diciamo allora un “Grazie!” saremmo schiavi, senza eccezione, a tutti i Marines che combattono nel Vietnam. Re Sol Re Sol dei sovversivi, razza dannata, Questi ragazzi muoiono Mi Lam Mi Lam per difendere la nostra libertà, costretti a stare senza padrone la libertà ch’è il dono più bello, La7 Re7 Sol Do la libertà più grande e più vera, e senza la proprietà privata; quella di assistere a Carosello Do7 Fa Re Sol alle otto e mezza di ogni sera, dovremmo starcene tutti zitti, quella di leggere informazioni Mi Lam Sol Do di prima mano, sopra i giornali, col capo chino, la morte in cuore, su gravidanze e su mestruazioni Si7 Mim La Rem di principesse di sangue reale. senza godere più dei profitti Poveri noi, se non ci fossero Sol7 Do Re7 Sol7 tanti Marines laggiù nel Vietnam! né della legge del plusvalore. Do Midim Sol7 Do Senza quei baldi giovani Questo se non ci fossero che difendono la nostra civiltà Lam Rem Sol Do noi non saremmo più spensierati, quei Marines che combattono nel Vietnam. ma tutti quanti, malvolentieri, la smetteremmo d’esser neonati Senza quei cinquecentomila perché dovremmo diventar seri. Marines che combattono nel Vietnam Ci resterebbe l’idea molesta per non parlare d’altri disastri che un conto è scrivere una canzone noi non potremmo mai più godere con testi e musiche di protesta Giulio Andreotti che taglia nastri e un conto è far la rivoluzione. quando s’inaugurano le fiere; Questo accadrà se lo zio Sam verrà un giorno scacciato via dal Vietnam

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Certo i padroni morranno (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/certo-i-padroni-morranno

Sim per la sua situazione Certo i padroni morranno La7 ci chiederà di far morranno davvero Re Re7 Si7 rivoluzione nell'aspettar che aspettiamo Mim Sol che muoiano loro con lui la Confindustria Re Re pensa un pò quanto pesa tremante di paura La7 morire nell'attesa noi non farem nemmeno La7 Re Re e per questo morire riforme di struttura. La7 Re senza colpo ferire. Certo i padroni morranno che arma sottile Certo i padroni morranno che abbiam trovato compagni che arma sottile per farli morire che abbiamo trovato compagni per farli morire e l'attesa sarà e il sol dell'avvenire più lunga certo sarà più luminoso cosicché moriran perché morranno stanchi tutti d'infarto. dopo tanto riposo. Ma noi duri di pietra Sol in questa crudeltà Piangerà certo Agnelli morite pur da soli Re noi non avrem pietà.

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Chi è più ricco (1974) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-e-piu-ricco

Sim Do Fa#7 basta che ci sian presenti tanti bei disoccupati. Sim Fa# Chi ha più soldi ha convenienza Chi è più ricco e più potente.. Sim che chi ha invece poche lire Lui che, contro ai mali estremi, Si7 Mim La Re oramai si dà d'attorno creda giusto aver pazienza per risolvere i problemi Sol7 Fa# Sim anche al nostro Mezzogiorno, e sperar nell'avvenire lui che, insieme ad altri in gruppo, e a fidar che il meccanismo vuol trovar la soluzione che arricchisce il ricco adesso, per estender lo sviluppo anche senza il socialismo anche al nostro Meridione. faccia poi con lui lo stesso. Coll'industria e col turismo La Re lui promette in quelle zone Chi è più ricco e più potente quello stesso meccanismo La Re che sviluppa il Settentrione; sa che cresce il suo potere Re7 Sol Fa# Sim fa convegni e fa promesse quando a chi non ha un bel niente parchè le opinioni altrui Mim La Re siano sempre quelle stesse le sue balle sembran vere che fanno arricchire lui. Re7 Sol Midim Sim e non sta più nella pelle Ma anche qui resta il problema Re6 Fa Sol Do di quel certo presupposto quando le opinioni altrui sopra cui tutto il sistema Do7 Fa#ø Sim si sorregge ad ogni costo: sono sempre eguali a quelle Do Sim Fa# Sim quello ormai sperimentato che fanno arricchire lui. che chi è ricco lo diviene grazie a quello che ha rubato Chi è più ricco ci ha il problema da chi in fondo lo mantiene. di tenere ben nascosto il principio che il sistema Sia nel Sud che al Settentrione segue un certo presupposto : chi è più ricco lo diventa sulla pelle del terrone chi conosce la materia come del mangiapolenta. sa che ricco si diviene solo grazie alla miseria di chi in fondo ci mantiene. Gran problema il Meridione ma non può aspettare che Chi è più ricco e più potente.. a affrontarlo sia il padrone Si- Fa# Sol Chi è più ricco è interessato col suo branco di lacchè. che ogni suo lavoratore pensi, anche se è sfruttato, Sol7 Do Fa Sib di ricevere un favore. Non cediamolo in appalto Sib7 Do# Mib7+ Sol# Perchè sian riconoscenti al padrone e ai servi suoi, tutti quanti gli sfruttati Sol#7 Re Solm

pagina 360 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale prepariamoci al gran salto e a risolverlo da noi. Sol# Solm Re7 Solm

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Chi non vuol chinar la testa è comunista (1971) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-non-vuol-chinar-la-testa-e-comunista

Re Sol Re Scrive la Gazzetta "Non c'è pace sociale" non si può chinar la testa La Re La Re e che gli operai son sempre a scioperare chi non vuol chinar la testa è comunista. Sol "Fabbriche occupate, scuole picchettate Ordine vuol dire combattere i fascisti La Re ordine vuol dire no alla violenza qui non si produce più" ordine vuol dire la lotta di classe e alla destra dire no. Sol I giornali dei padroni E se non vuoi chinar la testa Re fatti aggiungere alla lista gridan "rossi sovversivi" chi non vuol chinar la testa è comunista. La ci vuol ordine Ordine vuol dire poter lavorare Re ordine vuol dire non dovere emigrare c'è troppa libertà. ordine vuol dire aver la dignità di non partire e di star qua.

"Ci vuole repressione, ordine sociale E se non vuoi chinar la testa... bisogna eliminare la lotta sindacale" "Ci vuole l'uomo forte con la dittatura Ordine vuol dire combattere la mafia e il manganel bisogna usar". ordine vuol dire no allo sfruttamento ordine vuol dire lotta per la terra Sol e agli agrari dire no. Ma questo è l'ordine fascista E se non vuoi chinar la testa...

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Chiarezza chiarezza (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiarezza-chiarezza

Do ora la prendo a schiaffi Chiarezza chiarezza sta ridendo di me. Fa Sol7 Do mi punge vaghezza di te hiarezza chiarezza.. chiarezza chiarezza Fa Sol7 Do L'ho presa già più volte mi punge vaghezza di te. ma m'è sfuggita ancora stavolta sarà doma Rem Do lo giuro sul mio onore Il mondo è sempre pieno Rem Do anche se Cutrufona di boschi e selve nere si mette ancora in mezzo Dodim Do Lam stavolta la conosco perdercisi è un piacere non può contro di me. Rem Spò7 Do ma solo per un po'. Chiarezza chiarezza--

Chiarezza chiarezza Chiarezza è la mia donna mi punge vaghezza di te ma non vuol dire niente chiarezza chiarezza che muoia Cutrufona mi punge vaghezza di te. le prenda un accidente e chiari noi sarem Ride la Cutrufona e chiari noi sarem. sotto i suoi sporchi baffi Chiarezza chiarezza..

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Compagni avanti andiamo (1975) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagni-avanti-andiamo

Sol7 Do se Karl Liebknekht ci hanno assassinato Auf, auf zum Kampf, zum Kampf, con Rosa Luxemburg marcia fra di noi Sol uniti nella lotta un altro uomo è qui Do compagno partigiano compagni avanti andiam, e tante lotte ormai passaron su di lui Sol7 e se domani egli sarà colpito noi pronti siamo già in altri mille al suo posto siamo già. Fa Do di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali Auf, auf zum Kampf, zum Kampf, Sol7 Do uniti nella lotta a Rosa Luxemburg noi darem la man. compagni avanti andiam, noi pronti siamo già Noi non temiamo no di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali il tuono del cannone a Rosa Luxemburg noi darem la man. e non ci fermerà la nera repressione di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali a Rosa Luxemburg noi darem la man.

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Versione italiana della canzone tedesca "Auf, auf zum Kampf", testo originale di Bertolt Brecht musica di Hanns Eisler.

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Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-saltarelli-noi-ti-vendicheremo

La cartelli delle riforme. Il dodici dicembre Mi7 Poi tutti quanti insieme, un anno era passato tremilacinquecento, sono entrati alla Siemens dal giorno delle bombe con le bandiere al vento. La E per tornare al centro della strage di Stato non han fatto il biglietto: e in uno scontro in piazza, «Noi viaggiamo gratis, con una bomba al cuore paga Colombo», han detto. ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore. Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo, burocrati e padroni tutti li impiccheremo. Se cambiano i governi, i mezzi, sono uguali: Restivo e Berlinguer padroni e riformisti si sono accalorati ammazzan proletari. nel dir che gli estremisti Restivo e Berlinguer, vanno perseguitati; con le stesse parole dicono: «Sì, è morto, Restivo e Berlinguer gli si è fermato il cuore». vanno proprio d'accordo, le loro istituzioni Ma la gente dei quartieri valgono bene un morto! dice: «Ieri Pinelli Sei morto sulla strada ce l'hanno assassinato, che porta al Comunismo, ed oggi Saltarelli». ucciso dai padroni e dal revisionismo.

Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo, Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo, burocrati e padroni tutti li impiccheremo. burocrati e padroni tutti li impiccheremo.

Studenti del Feltrinelli, Le bombe e le riforme nella nebbia del mattino, son armi del padrone, vanno tutti alla O.M. la nostra sola arma dal compagno Martino; è la rivoluzione; e lì Martino piange, non crede nel vedere ed oggi nelle piazze, quando entrano in fabbrica senz'esser stabilito, con le rosse bandiere. abbiamo visto nascere nei fatti un gran partito; E poi con gli operai contro tutti i padroni, sono tornati in piazza: contro il revisionismo, «Basta con i padroni, uniti nella lotta con questa brutta razza!». per il Comunismo! Operai della Pirelli, una gran folla enorme Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo, hanno bruciato in piazza burocrati e padroni tutti li impiccheremo.

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Canzone che racconta l'uccisione, da parte della polizia, di Saverio Saltarelli, durante una manifestazione.

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Con la lettera del prete (1965) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: milanese Tags: anticlericali, lavoro/capitale, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-la-lettera-del-prete

Mi7 La col lavoro e la carità. Con la lettera del prete Mi7 La Dai lavora sei un terrone... l'è vegnùu chì a Milan Do#7 Fa#m L'è cascàa l'alter dì l'è vegnùu per laurà l'è borlàa dal campanil Sim6 Do#7 l'è restàa lì inciodàa per fà su quatter danèe cont i gamb paralisàa

Gira gira e on alter pret Con la lettera del prete g'ha truàa on bel laur l'è tornàa al sò paés l'è andàa a fà el murador l'è andàa via da Milan per fà su quatter danèe l'è andàa a vivv de carità

Sim Fa#m Non lavori sei un terrone Dai lavora sei un terrone con le gambe rotte e morte Do#7 Fa#m con i soldi dati a Dio dai lavora che tu sei forte hai comprato il tuo aldilà. Sim Fa#m dai a Dio qualche soldo Mi7 La Do#7 Fa#m Quando suona la santa messa per comprarti il tuo aldilà. Mi7 La giù al paese o il mattutino Il padrone gli disse Sim Fa#m "Per accordo con il prete lui è lì su di un gradino ti trattengo un tanto al mese Do#7 Fa#m per la chiesa e la carità". a cercar la sua carità Sim Fa#m L'è andàa innanz a streng i dent lui è lì su di un gradino per tri ann e quatter mes Do#7 Fa#m l'ha fàa su on bel poo de ges a cercar la sua carità

La la la la...

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Creare due tre molti Vietnam (1968) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/creare-due-tre-molti-vietnam

Mi La Si Mi è solo fare la rivoluzione A chi mi aspetta in buona o mala fede e sola via è la lotta armata La Si Mi è la guerriglia nel Vietnam a chi mi chiede «A Cuba cos'hai visto?» come in Bolivia come nel Vietnam. risponderò A chi aspetta in sola malafede La Si e ancora chiede «Fidel ti ha parlato» «La rivoluzione». io urlerò «Cuba mi ha parlato» Si Fa# Mi io urlerò Amico ho visto la rivoluzione «Cuba mi ha parlato». Fa# Si da L'Avana a Santiago nella gente Creare due tre molti Vietnam Fa# Mi Creare due tre molti Vietnam giorno per giorno la rivoluzione Creare due tre molti Vietnam. Fa# Si Anche di te Cuba mi ha parlato uomo per uomo la rivoluzione anche per te Cuba mi ha parlato Fa# Mi contro di te Cuba mi ha parlato come lotta continua nel presente. è nella tua fabbrica il tuo Vietnam nel tuo padrone il tuo Vietnam A chi mi aspetta in buona o mala fede nella tua scuola il tuo Vietnam a chi mi chiede «Fidel tu l'hai visto?» nella carica della polizia il tuo Vietnam. risponderò «Amico si l'ho visto Creare due tre molti Vietnam sette milioni ho visto di Fidel Creare due tre molti Vietnam da L'Avana a Santiago nella gente Creare due tre molti Vietnam. giorno per giorno sempre con Fidel uomo per uomo sempre con Fidel Giorno per giorno sei nel Vietnam nella lotta continua col presente» ora per ora sei nel Vietnam contro di te Cuba mi ha parlato A chi mi aspetta in buona o mala fede contro di te Cuba mi ha parlato a chi mi chiede «Fidel ti ha parlato» contro di te Cuba mi ha parlato. io urlerò «Cuba mi ha parlato». Creare due tre molti Vietnam Creare due tre molti Vietnam Il dovere del rivoluzionario Creare due tre molti Vietnam.

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Da quando son partito militare (1971) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-quando-son-partito-militare

Do Sol7 La Un anno e mezzo, non lamentarti, Da quando son partito militare devi imparare ad arrangiarti; Sol7 cos'è il lavoro, cos'è la fame? sapessi tutto quello che ho passato... Devi imparare a non lamnentarti. Do Fa Do con gli ufficiali sempre a comandare, Quando esci fuori devi stare attento Sol7 Do e in ogni caso niente discussioni; è peggio che se fossi carcerato. han fatto apposta quel regolamento per mantener le loro divisioni; Ed i sottufficiali di carriera devono mantenere la disciplina, Con la paura quando siamo fuori proprio come quel boia d'un caporale ed i favoritismi se siam dentro; quand'ero a lavorare nell' officina. perché se siamo uniti hanno paura che noi si possa usare la nostra forza. Quando non c'è la marcia c'è la guardia, oppure otto ore da sgobbare, Ma noi ci s'organizza per lottare e quello schifo che ci fan mangiare nella caserma come in officina; è roba che ti fa solo crepare. a noi ci tocca sempre di obbedire e a loro tocca sempre comandare. E non ti venga in mente di parlare; o sei contento oppure la galera; La nostra lotta è la lotta di classe proprio come faceva la questura ed è di tutti quanti gli sfruttati; quando si andava in piazza a protestare. perciò la lotta dura, tutti uniti nelle caserme, in fabbrica e quartiere.

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Una composizione di Alfredo Bandelli dedicata ai Proletari in divisa, organizzazione creata da Lotta Continua, per il lavoro politico fra i militari di leva.

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Dante Di Nanni (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dante-di-nanni

Mim Mi7 ci si son messi in cento ad ammazzarlo Nel traffico del centro La La7 E cento volte l'hanno ucciso, pedala sopra il suo triciclo ma tu lo puoi vedere: Mim gira per la città, Dante di Nanni. e fischia forte alla garibaldina. L'ho visto una mattina Il carico che piega sulla metropolitana le sue gambe è l'ingiustizia, E sanguinava forte, e sorrideva. la vita è dura per Dante di Nanni. Su molte facce intorno L'alba prende il treno c'era il dubbio e c'è odore di porcile e la stanchezza. sui marciapiedi della sua pazienza, Ma non su quella di Dante di Nanni. e nella testa pesano Trent'anni son passati, volumi di bugie. da quel giorno che i fascisti La sera studierà, Dante di Nanni. Ci si son messi in cento ad ammazzarlo

Trent'anni son passati, E ancora non si sentono da quel giorno che i fascisti tranquilli, perché sanno che gira per la città, Dante di Nanni.

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Dante Di Nanni fu un giovane gappista del gruppo torinese, comandato in quel periodo da Giovanni Pesce.La notte del 17 maggio 1944, dopo l'attentato ad un'antenna radio, Di Nanni, ferito, si nascose nel rifugio collocato in questa vecchia casa di Borgo San Paolo. Nel corso della giornata successiva però, probabilmente in seguito alla confessione estorta sotto tortura ad uno dei due compagni feriti e catturati nell'azione della notte precedente, la polizia fascista lo individuò e la mattina del 18 maggio tentò di arrestarlo. Il giovane si barricò in casa e per oltre tre ore si difese coraggiosamente con il lancio di bombe, ma alla fine, circondato dai nemici accorsi in forze, dovette soccombere.

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Dato che [Risoluzione dei Comunardi] (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dato-che-risoluzione-dei-comunardi

La Mi7 dato che laggiù ci sono case Dato che, noi deboli, le vostre mentre senza tetto ci lasciate La decretiamo: c'entreremo e subito! leggi avete fatto, e servi noi stare nelle tane non ci garba più. Re La quelle leggi non le obbediremo dato che voi ora... Mi7 La dato che servire non vogliamo più. dato che non può riuscirvi mai un salario buono di pagarcelo La Mi7 d'ora in poi le fabbriche noi le guideremo dato che voi ora minacciate dato che a noi basta mentre con voi no La con cannoni e con fucili, noi dato che voi ora... Fa#7 Sim decretiamo d'ora in poi da bestie vivere dato che ai governi che promettono Mi7 La sempre tanto non si crede più peggio che morire è. verificheremo che con queste mani una vita vera ci si costruirà. dato che noialtri avremo fame se ci lasceremo derubare dato che voi ora... verificheremo che tra il pane buono che ci manca e noi solo un vetro sta. dato che il cannone lo intendete e che a ogni altro lingua siete sordi dato che voi ora... si contro di voi ora quei cannoni noi si volterà

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La canzone fa parte del dramma " I giorni della Comune" di Bertolt Brecht ( anni '40). Il testo è quello pubblicato nel 1961 da Einaudi nel libro ' B.Brecht, Poesie e canzoni' a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini. Nel dramma le musiche erano di Hanns Eisler. Altra traduzione è quella di Giulio Gatti presente nel Teatro di Brecht - sempre Einaudi- ma nessuna delle due è una traduzione ritmica. Pietrangeli ha musicato il testo italiano di R.Leiser e F.Fortini in modo autonomo e originale rispetto alla musica di Eisler.

Testo originale tedesco

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Delle vostre galere un giorno (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: carcere, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/delle-vostre-galere-un-giorno

Rem Solm vi metteremo tutti là Botte su botte poi l'isolamento La7 Rem il tribunale del proletariato spesso finisce cosi Re Solm Rem i vostri delitti dovrà giudicar. quei brutti boia, figli di troia La7 Siamo saliti tutti sul tetto non fanno che pestare. gridando "porci nazisti Rem Solm vogliamo avere i nostri diritti Non ci si può neanche lamentare o la dovrete pagare" Rem Ci ha risposto il direttore non si può neanche parlare con mille poliziotti Solm Rem ed ai giornali è andato a dire basta un lamento per il carcerato ch'era disposto a trattare. La7 per essere massacrato. Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far... La7 Delle vostre galere un giorno E se per caso voi sentirete Re ch'è morto un carcerato un buon uso sapremo far, certo è possibile che quel disgraziato La7 sia stato massacrato prima apriremo le porte agli schiavi Ma se vi parlano di rivolte Re di lotte nelle prigioni, li accoglieremo nell'umanità è perché cresce la lotta di classe La7 contro tutti i padroni... e dopo in fila uno per uno Re Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far...

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Dì at a benni di Franco Madau Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: sardo Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/di-benni

Do Sol7 Do Sol7 Do De su ki potzu raccontai no du sciu, Dì at a benni, dì at a benni, Sol7 Sol Do Sol7 Do su ki si potzu nai 'eu est pagu meda, ki sempri innoi eus a abarrai Fa Do si potzu nai fetti su ki apu biu, La7 Re La7 Re Sol7 Do E custa bidda, e custa terra mi seu acatau mannu, ken'e passai pippiu. La7 Re La7 Re Fa Do totu giardinu at a diventai. Si potzu nai fettu su ki apu biu, Sol7 Do Si7 Mi Si7 Mi mi seu acatau mannu, ken'e passai pippiu. Terras aradas, logu pulliu, Si7 Mi Si7 Mi In bidda mia dui e' feti sa speranza, totu su logu at a essi froriu e ti da imparanta a iscola de piticcheddu, e ti nci oganta pighendidì a s'ingannu, Nudda a furai, nudda a furai ma fendidì crei ka sesi diventau giai mannu. nudda a furai po podi pappai E ki est venida po tui s'ora 'e traballai Tenis cuindici annusu, toccat a emigrai. Ora arriccusu, e nudda poburu, totus ugualis in sa sociedadi Custa est sa vida, custa est sa vida nosta, aici eus connotu, aicci esti sighendi a De custas tancas, ki eis serrau andai, foras is murusu e foras is stàulus toccada a nosu, a nosu fetti a si sforzai ca is cuaddus, ki funti in Giara a nai "Bastada, est ora 'e cambiai!". teninti bisongiu de sa libertadi.

Sol7 Do Sol7 Do Dì at a benni, dì at a benni, Dì at a benni, dì at a benni, ki sempri innoi eus a abarrai Sol7 Do Sol7 Do ki no si nd'eusu mai prusu a andai Dì at a benni, dì at a benni, ki no si nd'eusu mai prusu a andai

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Disimpegno disimpegno (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/disimpegno-disimpegno

La Fa# è una fotomodella! Disimpegno, disimpegno, E dici "La classe Sim Mi7 operaia è integrata, abbi un poco di contegno, è brutta la strada La Fa# sulla quale si è avviata!" abbi un poco di rispetto Sim Mi7 Ti svegli di colpo, mi sorprendi pure a letto. rispondi un po' a vacca: Sol Fa# "La fotomodella si è tolta la giacca!" Anche quando non son solo, Fa Mi7 Ma quella, terribile, questo passo io mi consolo, non dà tregua un momento Sol Fa# "E cosa ne pensi il fatto grave, veramente, tu del movimento?" Fa Mi7 Ti costa fatica, è che non t'importa niente: rispondi un pò a stento, rispondi, soffrendo: Re Re#7 "Per me, il movimento..." vieni, vieni quando vuoi, La Fa# Non puoi più finire, vieni prima, vieni poi che quella t'assale, Fa Mi7 La e dice, ghignante, la frase finale: vieni, vieni e non mi lasci mai. "Ma sì, si capisce: Tu aggiusti il tuo corpo sei un revisionista!" un po' grasso, un po' sfatto, La fotomodella su quaella poltrona l'hai persa di vista. ogni tanto è uno scatto. E poi ti nascondi Disimpegno, disimpegno, dietro quegli occhiali abbi un poco di contegno, che son sempre sporchi, abbi un poco di rispetto, che son sempre uguali. mi sorprendi pure a letto. Anche quando non son solo, Saranno in quaranta questo passo io mi consolo, a quella riunione, il fatto grave, veramente, e tutti si parla di Rivoluzione. è che non t'importa niente!

Tu guardi soltanto Vieni, vieni quando vuoi, le gambe di quella vieni prima, vieni poi, che ti sta davanti: vieni, vieni e non mi lasci mai.

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(Salvo Lo Galbo)

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E io ero Sandokan (1974) di Armando Trovajoli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-io-ero-sandokan

Lam Mi7 Lam Lam Mi Lam Marciavamo con l'anima in spalla Eravam tutti pronti a morire Rem Sol7 Do Fa Sol Do nelle tenebre lassù ma della morte noi mai parlavam Rem Sol Mi Lam Fa Sol Lam ma la lotta per la nostra libertà parlavamo del futuro Rem Sol Mi Mi Lam il cammino ci illuminerà se il destino ci allontana Fa Sol Lam Lam Mi7 Lam il ricordo di quei giorni Non sapevo qual'era il tuo nome Rem Sol Lam Rem Sol7 Do sempre uniti ci terrà neanche il mio potevo dir Rem Sol Mi Lam Mi ricordo che poi venne l'alba il tuo nome di battaglia era Pinin e poi qualche cosa di colpo cambiò Rem Sol Lam il domani era venuto e la notte era passata ed io ero Sandokan. c'era il sole su nel cielo sorto nella libertà.

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Dalla colonna sonora del film "C'eravamo tanto amati", di Ettore Scola

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E lui ballava di Rudi Assuntino Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lui-ballava

Mi Fa#m che è un modo corretto Ho visto un ragazzo dai lunghi capelli di stare al presente Mi Fa#m lanciava anche grida, le piccole grida, uno di quelli che han scelto la strada se un camion passava, ritmava e ballava Mi Fa#m lui stava ballando, la testa chinata, E lui ballava... Do#m Si tra note lontane, le gambe stregate. A traffico intenso nessuno poteva fermarsi un momento, poi non importava; io credo che fosse lì lì per finire Mi LaMi qualcuno ha paura, lo va ad investire. E lui ballava Do#m Re E lui ballava... tra i fanali delle auto Mi LaMi E' un fatto accaduto: ho visto un ragazzo e lui ballava morire di notte, tra i fari, per strada; Do#m Re#m lui stava ballando, la testa chinata, tra i fanali delle auto. tra note lontane, le gambe stregate.

Ballava una danza di moda nel mondo E lui ballava...

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E qualcuno poi disse (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-qualcuno-poi-disse

Sim Fa#7 la mia malattia mentale. Fu l'idea di vedere i tuoi occhi Lam Sim E un bel giorno venisti di abbracciare la nostra creatura col tuo abito a fiori Fa#7 mi prendesti la mano che mi diede la forza e il coraggio mi portasti di fuori. Lam Sim di andar contro la natura Ma di fuori la voglia di uscire Do# si trasforma in voglia di pane di sorridere agli infermieri ma il discorso era sempre lo stesso: Mim Fa# « Torni fra due settimane » di pesare ogni parola Imparai a riconoscere presto Sim Fa# dietro a quello strano impaccio e alla notte ogni grido che usciva una legge senza parole Lam Sim fredda e dura come il ghiaccio. ricacciarmelo dentro in gola. Quella sera, ricordo, Do tu dormivi al mio fianco E qualcuno poi disse ma la stanza girava Lam Sim e di colpo fui stanco. « Guarda lì l'agitato: Do Furon sempre le stesse facce son passati otto mesi, a legare questo mio male Lam Sim Fa# e la stessa iniezione nel braccio sembra un po' migliora - to». a condurmi all'ospedale con lo stesso soffitto imbiancato Fu l'idea di vedere i tuoi occhi con gli stessi scarabocchi di giocare con la bambina dove ormai le paure e il silenzio che mi fece ingoiare in silenzio nascondevano i tuoi occhi. ogni loro medicina e mi diede la forza e il coraggio E qualcuno poi disse: di rispondere senza urlare «Guarda lì l'agitato: al dottore che aveva schedato son passati otto giorni e c'è già ricascato».

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E' finito il '68 (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-finito-il-68

Mi Ed il re della foresta È finito il sessantotto Celebrando la sua festa Ha voluto per coppieri È finito con un botto Quei ben noti corvi neri Un'altra volta Tutti a casa siam tornati Un'altra volta

Gli ideali ripiegati Son ben labili ricordi Si7 Di questi suddetti corvi In tasca Cui non molto tempo addietro Mi Demmo il nome di Loreto In tasca In un piazzale In un piazzale E poi tutte quelle piazze Che sembravano ragazze Ora questa filastrocca Tutte quante infiocchettate Che m'è uscita dalla bocca Le bandiere rosse alzate Io vorrei che fosse intesa Dappertutto Come vituperio offesa Ora è più brutto Da coloro

Fa#m Si7 Da coloro che al potere Son bastati pochi mesi Sopra canottiere nere Do#7 Fa#m Qualche po' di Calabresi Si7 Mi Si7 Mi Vestono abiti azzurrini Una Guida non sicura E son pieni di santini Fa#m Si7 Con i quali compran tutto Poco allegra è la ventura Le coscienze ed il prosciutto Mi Credon che democrazia Mentre Sia la serva della zia Della zia di quel questore Fa#m Si7 Che ti può fermar se vuole Chi di solito Restivo Solo perché porti addosso Do#7 Fa#m Un bel fazzoletto rosso Se ne stava tutto schivo Fan governi sulle bombe Si7 Mi E dischiudono le tombe Ha suonato le sue trombe Se non bastan prece e motti Fa#m Si7 Volan bassi i candelotti Per far rosse quelle bombe La Mi Che fan rima Con Rumor Si Mi Che fan rima con Andreotti

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E' mezzanotte (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-mezzanotte

Mi Si7 dove vengono fatte le scritte È mezzanotte e cominciano gli appostamenti E al comando c'è chi urla e chi si incazza ma chi ci sarà su quella 500 “Questa volta basta, siete incapaci, Mi io vaccio trasferir”... che scorrazza per la città? La polizia dello stato italiano... Sono le due, la centrale si è mobilitata “a tutte le auto, è stato segnalato E sul giornale abbiamo letto movimento in corso Italia”... questa mattina sui muri della questura Mi Si7 c'era scritto in rosso La polizia dello stato italiano “il potere a chi lavora” Mi ci garantisce la tranquillità Un poliziotto, inseguendo Si7 un gruppo di ribelli che sempre l'ordine sia rispettato per caso è scivolato Mi con la pistola in mano che si lavori in serenità due colpi son partiti, ci sono 3 feriti denunciati.... Tutte le notti si ripete la stessa storia sorveglianza stretta dei centri focali La polizia dello stato italiano...

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Ecco s'avanza uno strano soldato (1970) di Dario Fo Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ecco-savanza-uno-strano-soldato

La La Ecco s'avanza uno strano soldato uno straccio rosso è la sua bandiera Mi porta il fucile come una vanga Ieri ne ho visto un altro impiccato non l'hanno preso è arrivato da solo come la vanga di un contadino e ai tedeschi si è consegnato La sono i tedeschi che l'hanno avvisato ha la mantella del birocciaio «Se non si presenta La ne ammazziamo altri trenta». ha gli stivali del fiocinino Re Ora quei trenta lo stanno a guardare va in bicicletta lungo le strade guardano in piazza lo strano soldato Mi Re Mi che al loro posto s'è fatto impiccare va con le barche dentro i canali sotto che piange c'è un ragazzino. La suo portaordini è un ragazzino C'è la sua donna che continua a chiamare e c'è una vecchia con un pacchettino La un pacchettino con dentro il mangiare. e la sua donna gli fa da staffetta E sopra i tetti ci sono nascosti Mi strani soldati che stanno a guardare. e la sua mamma gli fa sempre avere La Portan fucili come le vanghe un pacchettino con dentro il mangiare. come le vanghe dei contadini Mi han le mantelle dei birocciai Uno straccio rosso è il fazzoletto han gli stivali dei fiocinini e son venuti per vendicare...

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Dallo spettacolo "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente", 1970.

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El pueblo unido jamás será vencido (1970) di Quilapayun Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-pueblo-unido-jamas-sera-vencido

El pueblo unido jamás será vencido![solo] con decisión la Patria vencerá El pueblo unido jamás será vencido![coro] Rem Si7 Y ahora el pueblo que se alza en la lucha Lam Do Rem Mi7 Lam Mi7 El pueblo unido jamás será vencido! con voz de gigante gritando: adelante! Lam Do Rem Mi7 El pueblo unido jamás será vencido! Lam Do Rem Mi7 El pueblo unido jamás será vencido! Lam Do Rem Mi7 Lam Do Rem Mi7 De pie cantar que vamos a triunfar El pueblo unido jamás será vencido! Lam Do Rem Mi7 avanzan ya banderas de unidad La Patria está forjandola unidad, Rem Sol7 de norte a sur se movilizará y tu vendrás desde el salar ardiente y mineral Do Lam Re- Mi7 al bosque austral, marchando junto a mi y asi verás unidos en la luche y el trabajo irán Lam La7 Re- la Patria cubrirán, su paso ya tu canto y tu bandera florecer anuncia el porvenir Sol7 Do Lam la luz de un rojo amanacer De pie cantar que el pueblo va a triunfar Rem Mi7 Lam Mi7 miliones ya imponen la verdad, annuncia ya la vida que vendrá de acero son, ardiente batallón sus manos van llevando De pie marciar la justicia y la razón mujer que el pueblo va a triunfar con fuego y con valor será mejor la vida que vendrá, ya estás aquí junto al trabajador a conquistar nuestra felicidad y en un clamor mil voces Y ahora el pueblo que se alza en la lucha de combate se alzarán con voz de gigante gritando: adelante! dirán canción de libertad, El pueblo unido jamás será vencido...

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Emigrato su in Germania (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione, disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrato-su-germania

Rem La7 Io gli parlo di cantieri Emigrato su in Germania e dei miei troppi mestieri Rem Solm di sudore e di fatica sento il cuore che mi smania cose che non le sa mica. Rem Solm sento estranee cose e gente Ma ci stiamo ad ascoltare Sib La e ci sembra di imparare e alla fine anche la mente. il perché siam stati esclusi il perché ci hanno rinchiusi. E finito in ospedale per 'sta malattia mentale E così l'altra mattina ci ho trovato, con stupore, quando han fatto la strozzina un che parla da signore. e picchiato a più non posso un che s'è pisciato addosso E racconta certi fatti di romanzi e di ritratti noi ci siam guardati in viso di poeti e di persone e poi dopo all'improvviso di cui non conosco il nome. non più servi né stranieri fummo addosso agli infermieri.

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Era sui quarant'anni (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/era-sui-quarantanni

Sim "Vale la pena Era sui quarant'anni vale la pena" Si7 Mim gli altri dicevan no e non se n'era accorto "vale la pena Sim vale la pena" tutta la vita lui stava a pensar e intanto lui ci andò. Fa# Sim cosa dovesse far Era sui quarant'anni e non se n'era accorto Re non ebbe il tempo di fiatar "Vale la pena che si ritrovò morto. La7 vale la pena E tutti i suoi compagni Re Sol La ch'eran sempre sicuri vale la pena o no ora gli fanno omaggi Re La e lapidi sui muri. ora lo chiedo a qualcheduno Gran rivoluzionario Re Sol La tempra di combattente e poi deciderò". il suo dovere ebbe sempre presente e in mente Si camminava in tre e si sacrificò. restava sempre indietro meglio la pasta od il bignè "Vale la pena perdeva sempre il treno. vale la pena vale la pena o no No che non era fesso vale la pena le cose le capiva vale la pena" e se ne dispiaceva e intanto lui ci andò. e se ne dispiaceva ma non serviva più. "Vale la pena vale la pena" Era sui quarant'anni gli altri dicevan no e si trovò lì in mezzo "vale la pena oh che gran colpi, che confusione vale la pena" era la rivoluzione. e intanto lui ci andò.

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Fucile e bisaccia (1974) di Alberto Cesa, Franco Lucà Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fucile-e-bisaccia

Do e i tedeschi e i fascisti a guerreggiar. Con il fucile, con la bisaccia in spalla, Fa Mia casa il bosco, mio tetto la bufera, col casolare e la mamma dentro il cuore, mio letto un sacco, mio cibo pane duro, Do Sol sporco fascista ma stattene sicuro, addio Ninetta devo lasciarti sola, che anche questo te lo farem pagar. Do suona l'ora mi tocca di partir. E se io muoio compagni sulla fossa non voglio fiori per il mio funerale, Queste montagne che m'han visto bambino mi basta avere la bandiera rossa oggi mi vedono fare il partigiano, chè socialismo sarà la libertà. l'abbiam giurato con il pugnale in mano

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Testo ispirato ad un racconto partigiano, la musica è di matrice popolare mantovana. La prima versione fu pubblicata nell'MC Musica Contro del Cantovivo, nel 1977.

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Garibaldi (1972) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi

Re Sol Porterà giustizia e libertà”. E parliamo di Garibaldi Re Sol E’ arrivato Garibaldi E dei suoi garibaldini E i Borboni son scappati Re Sol Son scappati nella notte Venuti per far giustizia Per non essere ammazzati. La Re Ma il 14 di maggio A noi poveri contadini. Il barone gli fa omaggio E il notaro Rosolino Arriva Garibaldi Già lo chiama Don Peppino E i baroni fa tremare La gente per le strade “Garibaldi, ma chi è?... Si sente già cantare: Se ne è andato Garibaldi Sol Mi Con i suoi garibaldini “Garibaldi, ma chi è? Se ne è andato con il pane La7 Re Sol Re Di noi poveri contadini. E’ più forte e bello dello Re! E ilnotaro Rosolino Sol Mi All’uscita del paese Garibaldi, cosa fa? Ha brindato a Garibaldi La7 Re Do Re Sol Col buon vino piemontese

“Garibaldi, ma chi è?...

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Gianfranco Mattei (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gianfranco-mattei

Lam Re7 Lam Lam Sol Do Mi Nella soffitta in via Giulia c'è un viavai: Rem Mi Anche se inganni i tedeschi e la polizia, strane visite notturne a Gianfranco Mattei... per finire in via Tasso ti basta una spia, Lam Re7 e se per di più sei un comunista ed un ebreo, «...metti nella sporta il barattolo, è dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio! libero, vai!» Gianfranco Mattei, Rem Lam Mi la tua scienza è andata troppo in là: ed un ponte salterà al chilometro sei. Gianfranco Mattei, sulla cattedra non tornerai. Mi Lam Sol7 Rem Fa Toglie il respiro il nitrile nei corridoi, Gianfranco Mattei, mentre marciano in divisa baroni plebei: Sol Rem Lam vanno in processione col camice, il regolo, i la tua scienza è andata troppo in là: quiz Mi Lam Sol7 Rem Fa la superbia, l'ignoranza e la routine. Gianfranco Mattei, Gianfranco Mattei, Sol Rem Lam la tua cattedra è rimasta là: sulla cattedra non tornerai. Gianfranco Mattei, la lezione non si perderà.

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Gino della Pignone (1967) di Canzoniere Pisano, Pino Masi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: romanesco Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gino-della-pignone

Mi7 Lam Gino affronta chi è deluso: Gino è 'r nome der Mafredi "Se lo sciopero è fallito Mi7 Lam il conflitto non è chiuso: che lavora alla Pignone; Mi7 Lam Sabotar la produzione: alle cinque egli è già 'n piedi non c'è altra soluzione!" Mi7 Lam Sabotar la produzione... per quer porco der padrone. Una notte l'han trovato Rem Lam che scriveva "W Mao! Dai, pedala, vai più in fretta, Socialisti col padrone!": Mi7 Lam dal partito l'han radiato. la sirena non ti aspetta. Sabotar... Rem Lam Dai, pedala, vai più in fretta, Una volta era il partito Mi7 Lam La che ci dava gli obiettivi; la sirena non ti aspetta.. ora anch'esso ci ha tradito, ma noi siamo sempre vivi. Una sera, giù ar partito, Sabotar...

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Giudeca (1973) di Alberto D'Amico Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: veneto Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giudeca

La Mi7 La E chi lavora se consuma Giudecca nostra abandonada, da Eriunx a Iunga sui cantieri, Mi7 La La7 e i ghebi te fa i oci neri vint'anni de fame e sfrutamento se ti te meti a scioperà. Re La e adesso s'è rivà el momento 'E contesse faseva el doposcuola Mi7 La co 'a cipria e coi cioccolatini de dirghe basta e de cambià. e el Pro-Giudecca dei paroni ai giudecchini i g'ha embrogià.

'E scole co le pantegane, Studenti, donne, operari, 'e case sensa gabineto avemo ocupà el doposcuola; e quando ti te buti in leto che vegna el prefeto co i ghebi; te sogni sempre de lavorà. no se movemo, restemo qua!

E i fioj se ciàman l'epatite Giudecca nostra abandonada, in mes' ai pantan de la Giudecca; vint'anni de fame e sfrutamento, Cipriani se magna la bisteca e adesso s'è rivà el momento e da le case ne vò sfratà. de dirghe basta e de cambià.

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Gli ingranaggi (1977) di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-ingranaggi

Lam 'na macchina moderna Mama, mia cara mama, 'sta fabbrica m'ha formà. Mi7 il peggio non è morto Un sogno ad occhi aperti Rem Lam che adesso mi si sfoga ma io non mi ricordo e gìà mi secca in gola Mi7 quel poco che ho gustà. di aver mai così penà. Ho scioperato anch'io, Lam erano i miei diritti, Tre anni di galera erano i miei interessi; Mi7 m'han detto che ho sbaglià. o viver da animali Rem Lam Che io non ho diritti, è meglio della pena che non sei tu mia madre, Mi7 Lam la fabbrica m'ha fatto, che dentro mi son trovà. il padrone mi ha creà.

Avevo sedici anni Prima non ero un uomo, che sono stato assunto, ora sono una vite, ero un derelitto se sciopero mi fermo, e m'hanno sistemà. mi devono cambià. Siamo degli ingranaggi In poco m'hanno fatto pagati a poco prezzo, tutta una vita nova, che con questo ricatto sono un qualificato ci possono buttà. come chi che ha studià. Spremuti come schiavi, lo mi sentivo un altro, servi del suo sistema, dritto per la mia strada, se vieni licenziato non trovi da lavorà.

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Gli sfruttati di Franco Rusnati Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-sfruttati

Re La7 Della Breda noi siamo i coglioni, L’autunno caldo ormai se n’è andato che tra polvere, fumo e rumori Re siam sfruttati dai nostri padroni e molti frutti a noi ha lasciato. or giustizia noi vogliamo far. La7 Quell’unità da tempo cercata Operai della Breda di Sesto, Re la salute è la cosa più bella, è il dono di una lotta consumata: non ti far rovinare anche quella La7 Re per la faccia del tuo padron. or gli sfruttati, giorno per giorno, La7 Re Operai della Breda di Sesto meditan, studian quei che sta attorno. fai suonar la campana a martello, Sol La7 Re chiama tu gli operai all’appello Lottano in fabbrica e in ogni rione. in battaglia bisogna tornar. Mim La7 Ci siamo tutti, tutti contro il padrone! Operai tutti insiem scioperiamo Re contro chi ci vuol male e ci sfrutta, Gli sfruttati son scesi in battaglia contro chi di noi tutti si infischia La7 intascandosi tanti milion. cambierà il corso della sua storia, tutti uniti siam forza e ricchezza Operai della Breda di Sesto Re fai suonar la campana a martello, e i padroni noi non li vogliam. chiama tu gli operai all’appello, in battaglia bisogna tornar.

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Canzone scritta da Franco Rusnati di Bussero, operaio della Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni e pubblicata nel 1979 a cura del Sindacato Unitario Metalmeccanico FIM-FIOM.UILM su disco 45 giri

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Here's to you Nicola and Bart (1972) di Joan Baez Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: inglese Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/heres-you-nicola-and-bart

Sol Re Mim Sim Sim Lam Re7 Sol Here's to you Nicola and Bart The last and final moment is your Sol Re Mim Re Re Si7 Mim Rest forever here in our hearts That agony is your triumph!

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Musica di Ennio Moricone, parole di Joan Baez Colonna sonora del film di Giuliano Montaldo "Sacco e Vanzetti"

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Herminda de la victoria (1972) di Victor Jara Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/herminda-de-la-victoria

Sol Do Hermanos se hicieron todos Herminda de la victoria hermanos en la desgracia Sol Do peleando contra los lobos muriò sin haber luchado paleando por una casa. La Re derecho se fue a la gloria Herminda de la victoria La Do naciò en el medio del barro con el pecho atraversado. muriò como mariposa en un terreno tomado. Las balas de los mandados mataron a la inocente Hicimos la poblaciòn lloraban madres y hermanos han llovido tres inviernos en el medio de la gente. Herminda en el corazòn guarderemos tu recuerdo

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Hymne du M.L.F. (1970) Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: francese Tags: femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hymne-du-mlf

Lam Mi7 Lam Debout ! debout ! Nous, qui sommes sans passé, les femmes, Rem Lam Mi Lam Seule dans notre malheur, les femmes, Nous qui n'avons pas d'histoire, L'une de l'autre ignorée, Do Sol7 Do Ils nous ont divisées, les femmes, Depuis la nuit des temps, les femmes, Et de nos sœurs séparées. Rem Lam Mi Lam Nous sommes le continent noir. Debout femmes esclaves Et brisons nos entraves Do Sol7 Debout ! debout ! Debout femmes esclaves Lam Mi Reconnaissons-nous, les femmes, Et brisons nos entraves Parlons-nous, regardons-nous, Lam Mi Lam Ensemble on nous opprime, les femmes, Debout ! debout ! Ensemble révoltons-nous.

Asservies, humiliées, les femmes, Debout femmes esclaves Achetées, vendues, violées, Et brisons nos entraves Dans toutes les maisons, les femmes, Debout ! debout ! Hors du monde reléguées. Le temps de la colère, les femmes, Debout femmes esclaves Notre temps est arrivé, Et brisons nos entraves Connaissons notre force, les femmes, Découvrons-nous des milliers.

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Inno del Mouvement de Liberation de Femmes, sulla musica del canto Hymne de Marais, la versione francese di Die moorsoldaten

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I padroni posson perdere la testa (1972) di Movimento Studentesco Milanese Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-padroni-posson-perdere-la-testa

La sta chiuso in casa, non si sa mai, L'abbiamo letto sul "Corriere" intanto i lupi stan mangiando mezzo gregge Re La col distintivo da pecorai! chi è l'assassino si sa già, Re La E la D.C. mostra il suo cuore popolare, la "belva umana" "quel ballerino!" un cuore d'oro, grande così, Mi7 La è così grande che ci stanno anche i E per le prove poi si vedrà. [fascisti per dare i voti sappiamo a chi! Quando il "Corriere" parla state pur [sicuri: Mancava ancora il finale della storia niente di buono succederà, e un uomo morto non può parlar, e come al lampo segue sempre il tuono e come in Grecia il finale è americano, cominceranno a bastonar! però in Italia non funzionerà.

Così la penna sposa sempre il manganello Per le elezioni Andreotti ha messo in e il celebrante è la D.C., [piedi ora il padrone si aspetta il lieto fine la dittatura della D.C.: però non è finita lì. monocolore del grigio-verde e non è ancora finita lì. Chi lavora le conosce queste storie, Perchè i padroni posson perdere la testa sa quante volte c'han provato già, e provocare, ed ammazzar, e sulle piazze migliaia di compagni questo vuol dire soltanto che han paura vanno a gridare la verità. d'aver finito di comandar!

Però qualcuno dice "Giunti a questo punto E inventeranno mille trucchi criminali chi è l'assassino anch'io lo so, per accusare, per ammazzar, ma a far giustizia ci pensa la Giustizia: ma i comunisti non staranno lì a guardare solo aspettare ormai si può. " e con la lotta il socialismo vincerà! Ma i comunisti non staranno lì a guardare E mentre aspetta che i padroni dican tutto e con la lotta il socialismo vincerà!

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I persuasori occulti (1975) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-persuasori-occulti

Re Re#dim La Mi5+ Mim Fa# Si7 Fa7 Mi7 Mangiava formaggini, mangiava caramelle, biscotto ,cioccolato e dolci a crepapelle, La Mim Sol Re beveva aperitivi, per quanto fosse astemio, Conosco un tipo strano, convinto che la legge soltanto per raccogliere dei punti premio. La Mim Sol Re che più ci serve, ci difende e ci protegge, Coi punti ebbe in regalo duecento Fa#- Do#m Re La tostapane, la legge che ci rende autori della storia sessantatre servizi in false porcellane, Sim Fa#m Re Mi quaranta frullatori, ottanta girarrosto, 4Mi e cambiò casa perché non c'era più posto. sia la pubblicità, che Iddio ce l'abbia in gloria! Venuto grandicello giurò un amore eterno per tutto ciò che fosse giovane e moderno, Do Sol Sib Fa convinto di dovere raggiungere uno stile Lo apprese appena nato ché, per sorte che lo aiutasse ad essere virile. nefanda, Do Sol Sib Fa Per dar soddisfazione alla propria consorte lui nacque a causa di un'errata propaganda, si dedicò alla bibita per l'uomo forte Lam Mim Fa Do ma, dato l'insuccesso di questa strategia, poiché, per una norma fascista e clericale, si consolò col drink che tiene compagnia; Rem La- Rem6 Mi7 non c'era propaganda anticoncezionale. un altro manifesto lo spinse a trangugiare la bibita che stimola senza eccitare La Re#dim La poi quella ch'è prevista per gli uomini più Re#dim in vista Convinto della norma che ciò che c'è di e infine quella che ti rende un ottimista. buono La Re#dim La LA7 Poi, contro il logorio della vita moderna, senza pubblicità finisce in abbandono d'un certo aperitivo bevve una cisterna ; Re Redim La Redim per non restarci secco e conservarsi vivo raggiunse di lì a poco la salda dovette poi ricorrere ad un digestivo. convinzione, Re Fa# Re Mi Poi, col passar degli anni - e vale ancora che la pubblicità non può che aver ragione. adesso - subì la propaganda che si appella al sesso La Re#dim La puntando a ogni prodotto che, per Re#dim reclamizzarsi, Trascorse la sua infanzia e i primi dieci usasse donne con vestiti scarsi. mesi La Re#dim La La7 Sedotto da un ritratto di bionda platinata usando pannolini solo se svedesi mangiò per sette mesi carne surgelata Re Do#7 Fa#7 ma poi ne vide un’altra, ritratta tutta nuda Si7 e prese a mangiar solo più la carne cruda. perché solo con quelli si può evitare il dramma Usava i suoi prodotti da bagno e da toeletta Mi Fa7 Mi La in base alle ragazze esposte in etichetta; di chi si sente privo della mamma. di fronte ad una busta con su una bella mora comprò un quintale di assorbenti per Per l'alimentazione di bimbo ben curato signora. si diede in esclusiva all'omogeneizzato : non è da masticare, si mangia tutto quanto Adesso è vecchio e stanco, con una e poi si digerisce col ruttino santo. dispepsia,

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colla cirrosi epatica e l'uricemia, Si7 e - come non bastassero tutti questi mali - per ricordar da morto di quando, ancora ha da pagare ancora un mucchio di cambiali. vivo, Mi Fa7 LaSol#SolFa# La Re#dim La l'aveva vinto comperando un detersivo. Re#dim Si7 Mi5+ La Midim fa# Ha messo in testamento che, dentro il E questa è l'ultima sua volontà o yeah proprio avello, Si7 Mi5+ La Midim fa# La Re#dim La La7 E questa è l'ultima sua volontà o yeah gli mettano un rasoio ultimo modello Si7 Mi5+ La Sol# La Re Do#7 Fa#7 E questa è l'ultima sua volontà.

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I treni per Reggio Calabria (1975) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-treni-reggio-calabria

Mi funzionari responsabili sindacalisti Andavano col treno giù nel meridione sdraiati sulle reti dei bagagli La6 per scrutare meglio la massicciata per fare una grande manifestazione si sono tutti addormentati Si7 Mi il ventidue d'ottobre del settantadue dormono dormono profondamente sopra le bombe non sentono più niente Mi l'importante adesso è di essere partiti in curva il treno che pareva un balcone ma i giovani hanno gli occhi spalancati La6 quei balconi con la coperta per la vanno in giro tutti eccitati processione mentre i vecchi sono stremati Si7 dormono dormono profondamente il treno era coperto di bandiere rosse sopra le bombe non sentono più niente Mi slogans, cartelli e scritte a mano famiglie intere a tre generazioni son venute tutte insieme da Torino da Roma Ostiense mille e duecento operai vanno dai parenti fanno una dimostrazione vecchi, giovani e donne dal treno non è sceso nessuno con i bastoni e le bandierearrotolati portati tutti a mazzo sulle spalle la vecchia e la figlia alle rifiniture il marito alla verniciatura Sol# la figlia della figlia alle tappezzerie Il treno parte e pare un incrociatore stanno in viaggio ormai da più di venti [ore tutti cantano bandiera rossa Sol#7 aspettano seduti sereni e contenti dopo venti minuti che siamo in cammino sopra le bombe non gliene importa niente Si7 aspettano che è tutta una vita si ferma e non vuole più partire che stanno ad aspettare si parla di una bomba sulla ferrovia per un certificato mattinate intere il treno torna alla stazione anni e anni per due soldi di pensione tutti corrono coi megafoni in mano erano venti treni più forti del tritolo richiamano "andiamo via Cassino guardare quelle facce bastava solo compagni da qui a Reggio è tutto un campo con la notte le stelle e con la luna [minato, i binari stanno luccicanti chi vuole si rimetta in cammino" mai guardati con tanta attenzione dopo un'ora quel treno che pareva un e camminato sulle traversine [balcone ha ripreso la sua processione mai individuata una regione dai sassi della massicciata anche a Cassino la linea è saltata dalle chine di erba sulla vallata siamo tutti attaccati al finestrino dai buchi che fanno entrare il mare Roma ostiense Cisterna Roma termini [Cassino piano piano a passo d'uomo adesso siamo a Roma tiburtino pareva che il treno si facesse portare tirato per le briglie come un cavallo Il treno di Bologna è saltato a Priverno tirato dal suo padrone è una notte una notte d'inferno i feriti tutti sono ripartiti a Napoli la galleria illuminata caricati sopra un altro treno bassa e sfasciata con la fermata

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il treno che pareva un balcone e il corteo non riusciva a partire qualcuno vuol salire attenzione ma gli operai di Reggio sono andati in [testa non fate salire nessuno e il corteo si è mosso improvvisamente può essere una provocazione si sporgono coi megafoni in mano è partito a punta come un grosso serpente e un piede sullo scalino con la testa corazzata i cartelli schierati lateralmente e gridano gridano quello che hanno in l'avevano tutto fasciato [mente solo comizi la gente sente volavano sassi e provocazioni ora passa la notte e con la luce ma nessuno s'è neppure voltato la ferrovia è tutta popolata gli operai dell'Emilia-Romagna guardavano con occhi stupiti contadini e pastori che l'hanno [sorvegliata i metalmeccanici di Torino e Milano col gregge sparpagliato puntavano in avanti tenendosi per mano la Calabria ci passa sotto i piedi ci le voci rompevano il silenzio [passa e nelle pause si sentiva il mare dal tetto di una casa una signora grassa il silenzio di qulli fermi fa le corna e alza una mano che stavano a guardare e un gruppo di bambini e ogni tanto dalle vie laerali ci guardano passare si vedevano sassi volare e fanno il saluto romano e alla sera Reggio era trasformata Ormai siamo a Reggio e la stazione pareva una giornata di mercato è tutta nera di gente quanti abbracci e quanta commozione domani chiuso tutto in segno di lutto il nord è arrivato nel meridione ha detto Ciccio Franco "a sbarre" e alla sera Reggio era trasformata pareva una giornata di mercato e alla mattina c'era la paura quanti abbracci e quanta commozione gli operai hanno dato una dimostrazione

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Gli accordi sono molto "abbozzati", il minimo per fornire un accompagnamento con la chitarra, per niente simile all'originale.

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I vietnamiti son piccolini di Leoncarlo Settimelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-vietnamiti-son-piccolini

Do I vietnamiti son piccolini... Lo yankee è come un bestione Sol7 I vietnamiti son piccolini... somiglia ad un elefante Lo yankee ha più di un cannone sta in alto come un gigante aerei, fucili e bombe Do però **************** però ha la testa come un coglione. perchè in guerra è solo un coglione.

I vietnamiti son piccolini I vietnamiti son piccolini... son piccolini sì ma con un cuore così grande I vietnamiti son piccolini... la fanno in barba sì sì a quel gigante sì sì. Lo yankee parte in missione ma a terra cade di schianto I vietnamiti son piccolini... "Ohi Mamma" urla nel pianto "perchè m' hai fatto così coglione?" Lo yankee fa da padrone conquista pure la luna I vietnamiti son piccolini... ritorna, ma che fortuna, dal Vietnam scappa come un coglione. I vietnamiti son piccolini...

I vietnamiti son piccolini...

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Traduzione de "Los vietnamitas son pequeñitos" parole e musica di Carlos Puebla. (Pardo Fornaciari)

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I volontari di Bogside (1972) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-volontari-di-bogside

Do ci trovai il finimondo Venite tutti attorno eravam tutti decisi Fa Do ad andare fino in fondo che vi voglio raccontar se non c'era chi scappava, la storia di quel giorno tutti sanno il perchè Fa Sol perchè non hanno paura che m'andai ad arruolar i Bogside Volunteers, Do perchè non hanno paura era il dodici di Agosto i Bogside Volunteers. Fa Do e Bogside era il quartier La polizia sparava Fa Do bombe a gas in quantità così fu che m'arruolai sperava di distruggerci Sol7 Do ma invece eccoci qua nei Bogside Volunteers, con le bombe di benzina noi gli abbiam fatto saper così fu che m'arruolai che han trovato un osso duro nei Bogside Volunteers. nei Bogside Volunteers,

Stavo in giro sfaccendato han trovato un osso duro con Mac Gilly e con O' Tool nei Bogside Volunteers. ero ormai disoccupato da due anni e forse più I soldati han visto adesso non c'è più il lavoro a Derry, che non c'è più da scherzar tutti sanno il perchè chi di loro è meno fesso e così ero proprio il tipo ha pensato di scappar pei Bogside Volunteers, quando son fuggiti tutti qui la gente del quartier così ero proprio il tip ha lanciato un grande "Evviva!" pei Bogside Volunteers. pei Bogside Volunteers,

Arriva eccitato Paddy Murphy ha lanciato un grande "Evviva!" e dice a noi: pei Bogside Volunteers. "I soldati hanno attaccato, c'è bisogno anche di voi." Or che la storia è finita abbiam fatto barricate la chitarra poserò tutto intorno al quartier ma per tutta la mia vita e si sta cercando gente mai mi dimenticherò pei Bogside Volunteers, di quei tre giorni a Derry quando con grande piacer si sta cercando gente ho lottato per noi tutti pei Bogside Volunteers. nei Bogside Volunteers,

Giunto alle barricate ho lottato per noi tutti nei Bogside Volunteers.

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A Derry, il 12 di Agosto del 1969 una parata di Orangisti filoinglesi promossa dalla loggia massonica britannica degli Apprendice Boys viene interrotta da un nutrito gruppo di manifestanti proveniente dal quartiere/ghetto del

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Bogside, dove risiedono le famiglie operaie irlandesi. Nel Bogside si riversano ondate di soldati inglesi, ma le strade d'accesso vengono barricate e il rione rimane per tre giorni sotto il controllo dei compagni che respingono ogni attacco. Per far ammainare le bandiere rosse i tricolori irlandesi fu necessario un intervento congiunto della R.U.C. (polizia dell'Ulster) e dell'esercito inglese coi carri armati.

(Marco)

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Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende) (1973) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-cile-e-gia-un-altro-vietnam-morto-allende

Dom Morto Allende, l’ideale Morto Allende, socialista, è la via nazionale, Fam morto Allende, la missione morto Allende, assassinato è la socializzazione no, non si può contrattare dall’esercito fascista il potere popolare. Dom preparato ed addestrato E le fabbriche occupate Sol7 sono state bombardate, a difendere la patria, gli operai massacrati, Dom i compagni fucilati a difendere lo Stato. dall’esercito statale certo costituzionale... E le strade di Santiago son bagnate rosse sangue. Combatir a los patrones... E le strade a Valparaiso son bagnate rosso sangue Morto Allende alla Moneda, di migliaia di proletari, simbolo della nazione, di migliaia di comunisti... no, non serve la ragione contro un colpo di cannone: Do il potere deve uscire Combatir a los patrones dalla canna del fucile. Fa Con il sangue proletario donde sea y como sea s’è pagato la lezione: Do perde sempre il riformismo, es la unica ley qui vince la rivoluzione Sol7 Do ed il Cile è un altro Vietnam, tenemos nos explotados. ed il Cile è un altro Vietnam...

Combatir a los patrones...

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Il comandante della mia banda (1970) di Dario Fo Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-comandante-della-mia-banda

Lam uno coi sandali di gomma Il comandante della mia banda lui con scarpe di vernice ex ufficiale al servizio del re Sol con le ghette da lifrock c'ha le madonne, fa suonar la tromba Dio che banda di scombinati e tutti quanti ci manda a chiamar siete banditi non siete soldà comandar voi l'è un disonore Voi mi parete un pò strapenati non puo scacciare così l'invasor Sol Do trenta divise in grigioverde parete zingari e non dei solda' sono arrivate mettetele su

Sol Niente divise l'è la risposta C'è chi ha il berretto, e chi ha il purillo siamo banditi non siam soldà noi combattiamo ma senza paga c'è chi ha il panizza, chi non ce l'ha e scombinati vogliam restar

la giacca a vento ce l'hanno in quattro noi combattiamo anche per quel Do contro il tedesco contro il regime due col giaccotto tre col paltò borghese militare contro i preti e contro il re

lui coi calzoni alla zuava contro sua legge e regolamento e ogni divisa noi combattiam di velluto a coste larghe noi combattiamo per l'ugualianza Sol noi combattiamo per la libertà tipo quelli dei magut per l'ugualianza non è il caso lui coi bragoni cavallerizza che i vestiti siano uguali tutti verdi di color lui quelli corti lui non ce li ha Siamo banditi di questo Stato tre con le scarpe da militare siamo banditi non siam soldà Do noi combattiamo ma senza paga due coi scarponi da montagnan' non abbiam regole e non vogliam padron

Siamo banditi di questo Stato siamo banditi non siam soldà siamo banditi non siam soldà..

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Dallo spettacolo "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente", 1970.

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Il figlio del poliziotto (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-figlio-del-poliziotto

Mim Si7 non se ne poteva più. «Vedi sono più importante Mim Eran mille scalmanati ho tre maglie e tu una sola; noi duecento baschi blu Si7 son bastati due o tre morti vedi sono più importante: non si son sentiti più. Mim ho il papà con la pistola Tira un colpo o due per aria Mi7 Lam poi ti vedo quel barbon: e combatte contro tutti gli ho sparato in mezzo agli occhi Re7 Mim e non se ne parli più». assassini, farabutti; Re7 «Vedi sono il bambino e la sera torna a casa più importante della scuola: Si7 Mim ho il papà con la pistola; con la sua divisa blu e m'ha detto che ha sparato Mi7 Lam contro certi esseri strani e si siede sul mio letto che gridavan per le piazze Re7 Mim che gridavan come cani; mi racconta quel che ha fatto e m'ha detto che'eran brutti Re7 e cattivi e sporchi e storti fino a che non m'addormento e che non se ne stan buoni Si7 Mi fino a che non sono morti». e son contento». «Quando il nostro commissario «Quando il nostro commissario con la fascia tricolor Sol#7 Do#m lui ci ha detto di sparare con la fascia tricolor non se ne poteva più. L am Mi Eran mille scalmanati lui m'ha detto di sparare noi duecento baschi blu: Si7 Mi son bastati due o tre morti non si son sentiti più»

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Il galeone (1974) di Paola Nicolazzi, Belgrado Pedrini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anarchici, carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-galeone

Lam spezziam queste catene Siamo la ciurma anemica o chini a remar morremo! Mi7 Lam d'una galera infame Rem Lam Cos'è gementi schiavi su cui ratta la morte questo remar remare? Mi7 Lam Meglio morir tra i flutti miete per lenta fame. sul biancheggiar del mare. Remiam finché la nave Mai orizzonti limpidi si schianti sui frangenti schiude la nostra aurora alte le rossonere e sulla tolda squallida fra il sibilar dei venti! urla la scolta ognora. I nostri dì si involano E sia pietosa coltrice fra fetide carene l'onda spumosa e ria siam magri smunti schiavi ma sorga un dì sui martiri stretti in ferro catene. il sol dell'anarchia. Lam Mi7 Sorge sul mar la luna Su schiavi all'armi all'armi! Lam L'onda gorgoglia e sale ruotan le stelle in cielo tuoni baleni e fulmini Rem Lam sul galeon fatale. ma sulle nostre luci Mi7 Lam Su schiavi all'armi all'armi! steso è un funereo velo. Pugnam col braccio forte! Giuriam giuriam giustizia! Torme di schiavi adusti O libertà o morte! chini a gemer sul remo Giuriam giuriam giustizia! O libertà o morte!

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E' l'adattamento musicale di Paola Nicolazzi (sulla melodia della canzone popolare Se tu ti fai monaca) di una poesia di Belgrado Pedrini, scritta nel carcere di Fossombrone nel 1967.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

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Il mio partito saluta Mosca (1968) di Alberto D'Amico Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anticlericali, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mio-partito-saluta-mosca

Do però la vera occupazione Il mio partito saluta Mosca l'ha fatta il papa a Bogotà. Sol7 Do Do7 e va cercando nuove città Tutto di bianco come colomba Fa Do ai contadini ha predicà: il Parlamento lo vuole in tasca fate la rumba fate la samba Sol7 Do ma la guerriglia a Dio non va. come una copia dell'Unità. Avanti Praga col nuovo corso E voi compagni quando fa sera che l'occidente trionferà fate l'amore con la TV avanti papa che bel discorso fate la tessera a primavera il mio partito l'ascolterà. il socialismo la fa Gesù. Il socialismo nel mio paese E poi piangete per la questione ma chissà quando che si farà che a Praga i carri hanno mandà sarà la colpa di troppe chiese di troppe feste dell'Unità.

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Il numero d'appello (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-numero-dappello

Rem «Rivoglio i miei vestiti, la libertà»; Quando, nel cercare di farsi capire, Fa Sol Rem lui s'accorse tutt'a un tratto vide la gente voltarsi che significa esser matto: Sib Solm La7 Rem sentì chiudere un cancello come se non dovesse capirlo più; ed insieme il suo cervello. quando lo legarono alla barella, Quando cominciaron le prime botte ch'era caduto in catena perché provava a scappare, gridando: «Basta, basta, per carità!»; per la paura e il dolore non provò più:

Solm Rem quando sistemarono il suo cervello lui s'accorse, tutt'a un tratto, come una vecchia rotella La7 Rem buona per obbedire e dire sì; d'esser diventato matto, Solm Rem lui sentì che la sua rabbia che una porta gli si apriva s'annegava nella sabbia, La7 Rem perché al posto del cervello e la mente gli fuggiva. c'era un numero d'appello.

Quando vide le facce dei dottori Oggi oramai non piange, né sorride, chinate a fargli domande né pensa, né può pensare, ch'eran parole vuote d'un'altra realtà; è ormai un bravo internato sterilizzato quando lo calmarono con le scosse e s'accorge solamente perché gridava e piangeva: d'esser privo della mente perché al posto del cervello ci sta un numero d'appello.

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Il popolo è forte (1976) di Claudio Bernieri, Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-popolo-e-forte

Lam Mi7 Lam Do Sol Lam Dalle mie parti se si ammazza un uomo anche in Italia quel giorno è vicino Mi7 Lam Mi7 Lam viene un grand'uomo e promesse ci fa. il popolo è forte e vincerà! Do Sol Lam Resta un bambino a guardare quel treno E verrà il giorno che tutta la terra Mi7 Lam il popolo unito combatterà e(') un odio che mai si fermerà. contro chi ancora ci sfrutta e ci inganna il popolo è forte e vincerà! La mia finestra dà sulla strada un campo e una porta e un certo cortile. Tutta la gente si è affacciata Domani parto per qualunque strada per veder quell'uomo che non ha più età, ed in città si può anche morir. e la speranza non si è più fermata dai campi, al mare, fino in città Dalle mie parti un uomo si è fermato, ha detto che è un uomo senza età. Che cosa mai canta chi emigra sul treno, Alle mie domande lui mi ha cantato che cosa mai canta chi lavora in città. una canzone che mai si fermerà. Fino alle spose aspettare quel treno e un canto che mai si fermerà. Lam Mi7 Lam Canta ogni popolo il suo destino Canta ogni popolo il suo destino... Mi7 Lam giorno per giorno combatterà E verrà il giorno che tutta la terra...

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La canzone è stata incisa dell'album "Pietre della mia gente" dai Yu Kung, i diritti SIAE sono di Claudio Bernieri.

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Il rosso è diventato giallo (1969) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-rosso-e-diventato-giallo

Re che qui da noi si chiama intellettuale, Compagno, prova ogni giorno la rivoluzione Sol Re con il martello, la falce, il fucile quando il partito, finalmente, sbaglia e a tutto questo la sua penna è uguale, Sol Re allora, credi, si vincerà. e a tutti è dato scrivere sui muri Sol Re Compagno, la libertà d'interpretare il mondo questa è la voglia di un comunismo Sol Re senza dogmi, papi e frontiere, di criticare i propri dirigenti un comunismo da costruire Sol La sulle rovine del riformismo, senza i tabù del 'glorioso passato', dell'unità nella diversità Re Sol La allora, credi, si vincerà. allora, credi, si vincerà. La Compagno, Compagno, quando il soldato non ha generali Re La e il fucile è come un compagno, questa è la fede in un comunismo quando il soldato è popolo che lotta Re La ora per ora, così nella scuola, tutto da vivere, tutto da fare, così in fabbrica, in casa e nel campo, Re La allora, credi, si vincerà. un comunismo da costruire Re La Compagno, sulle rovine del riformismo, quando il tuo soldo di nullatenente Re La che Agnelli chiama fame comunista è una rivoluzione culturale. diventa, o per amore o per forza, Re La uguale a quello d'ogni dirigente Io chiedo a voi se oggi vedo giusto: oggi al partito, domani al potere, Re La allora, credi, si vincerà. nel mondo il rosso è diventato giallo, nel mondo il rosso è diventato giallo, Compagno, nel mondo il rosso è diventato giallo, quando chi fa l'idea con la penna, nel mondo il rosso è diventato giallo, nel mondo il rosso è diventato giallo.

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In tutto il mondo uniamoci (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutto-il-mondo-uniamoci

Re In una sola lotta Su ogni popolo che lotta Re La7 La lotta proletaria Per un mondo socialista La7 Re Che il comunismo conquisterà Sempre arriva micidiale Re Il potere imperialista Ogni stato è da comprare Capitale da investire La violenza unica legge Sono masse da sfruttare Sol Fino a quando servirà La ragione è del cannone Il gendarme americano Re Garantisce il colonnello Il potere è del padrone Se non basta il suo controllo La7 Re Democratico dc Questa è la legalità In tutto il mondo... Re In tutto il mondo uniamoci Ma nei conti c'è qualcosa La7 Che non potrà mai tornare Perchè il nostro avvenire à la guerra popolare Dall'America al Vietnam Possiamo conquistarcelo à la guerra proletaria Re Dichiarata in tutto il mondo Solo con il fucile Per poterci conquistare Una nuova società In tutto il mondo uniamoci Sol In tutto il mondo...

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In un anno e più d'amore (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-anno-e-piu-damore

Do In un anno e più di lotte In un anno e più d’amore quante volte ci si fotte Mi7 Lam per paura di sbagliare c’è per forza qualche errore stiamo sempre ada spettare Do ma non è la perfezione ma la cosa che interessa che concima l’invenzione. Do7 Fa è che tu non sei la stessa Benvenuto sia l’errore Mi7 Lam quando attesta il nostro amore sei cambiata piano piano se trattassimo la piazza Mi7 Lam Sol7 come fosse una ragazza per venirmi più vici - no. di rapporti puri e belli ce ne abbiam sopra i capelli. In un anno e più di fatti c’è da correr come matti In un anno e più d’amore cambiano in continuazione può venire un malumore prospettiva ed occasione però proprio quando sbagli ed è triste dire poi sento che mi rassomigli chi non cambia siamo noi. cosa vuoi che me ne importi di saperti senza torti.

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Inno della Tricontinentale (1975) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-tricontinentale

Do vive nel cuore della rivoluzion, America, Africa ed Asia Fa Do Sol viva nell'anima del popolo che lotta, tre continenti uniti per unire Sol Do vive la Tricontinental! tre popoli che stanno conquistando Do America, Africa ed Asia con una lotta la libertà. tre continenti uniti per unire ovunque nasce la speranza L'America latina che si sveglia, che farà strada alla liberazion! Do7 Fa Marxismo e antimperialsmo Cile, Bolivia, San Domingo e Panama, sono le armi e le idee che noi abbiam Do per vincere oppressione e sfruttamento di Cuba il grande esempio che s'avanza, nell'unità vive la Tricontinental. Sol Do nell'unità vive la Tricontinental. Vive in Asia e vive in Indocina, vive nel Vietnam col popolo che lotta. Fa Do Per la pace, per il socialismo, Vive in Africa e vive in Mozambico, per la pace, per il socialismo Sol Do Do7 vive la tricontinental!

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Io vi parlo di Milano (1972) di Diego De Palma Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-vi-parlo-di-milano

Re Sol La alla larga da Milano. Io vi parlo di Milano Ero lì in Largo Augusto che da un po' è un posto insano e la pula sparava Re Sol poi insieme ai fascisti tu respiri solo metano continuava a picchiar. La Re alla larga da Milano. Diamo una mano per fare Milano pulita perché con questo lerciume Sim Fa# non ci si può star Ero lì in via dei Mille pula, fascisti, padroni e giornali Sim Fa# di destra e la pioggia cadeva Dovremmo proprio pulire la nostra città. Mim Sim anche l'acqua era sporca Tutti in lotta compagni Mi7 La7 operai e studenti era sporca di smog. non saremo contenti se non ci riuscirà Re Sol Re Diamo una mano per fare Milano pulita di far venire Milano e l'Italia pulite Re La7 perché con questo lerciume perché con questo lerciume non ci si può star. Re Se sai che son tuoi nemici non ci si può star non devi star zitto Mim Sol Re ma dirlo forte e scendere fumo, carbone, metano e puzza di nafta in piazza a lottar. Mi- Sol La7 Re tutte quante le strade dovremmo lavar. Diamo una mano per fare Milano pulita diamo una mano per farla pulita perché Io vi parlo di Milano se fino adesso una classe che da un po' è un posto insano ci ha oppresso la vita prendi botta a tutto spiano è giunta l'ora che gliela facciamo pagar!

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Is chiudendas noas di Franco Madau Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: sardo Tags: antimperialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiudendas-noas

Mi La Mi schiavus de su servilismu. Funti serrendi totu a filu spinau Sol La La Mi Trint'annus de autonomia, probeis e pastoris si anti bogau La Si7 po bivi in neocolonialismu! Do#m Si funti distrugendi totu Mi La Mi La Mi Fora, fora de domu s'americanu no esistit prus natura La Mi La Mi Si7 torraisindi is terras ki nd'eis serrau fetti carrus armausu in sa pastura.... Re La De Teulada e Perdasdefogu E totu custu in nom'e sa libertadi Re La frimmendi su progressu e sa sociedadi de Maddalena e Decimomannu anzichè ghettai concimi Re Mi ghettanta bombas a manu fora de domu is americanus! gioghendi a guerra finta, ki bincinti [sempri... Fora, fora de domu s'americanu torraisindi is terras ki nd'eis serrau Mi La Is unicus ki perdeus seus nosu, ca sa Sardegna est arroscia e prena Fa# Si de-i custa prepotenzia allena fora de domu s'americanu

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Canzone contro le basi militari americane in Sardegna.

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Juan sin tierra di Victor Jara Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/juan-sin-tierra

La Re les vamos a dar parcelas Yo voy a cantar el corrido cuando haja reparticion". Mi7 La De un hombre que fue a la guerra, Mi padre fu peon de hacienda, Mi7 y yo un revolucionario: que anduvo en la sierra herido mis hijos pusieron tienda La y mi nieto es funcionario. para conquistar su tierra. Gritò Emiliano Zapata Lo conoci en la batalla "Quiero tierra y Libertad! Y entre tanta balacera, el gobierno se reia el que es revolucionario cuando lo iban a enterrrar. puede morir donde quiera. Vuela vuela palomita, El general no decia: parate en aquella higuera, "Peelen co mucho valor, que aqui se acaba el corrido del mentado Juan sin Tierra.

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KarlMarxStrasse [La lallera] (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/karlmarxstrasse-la-lallera

La Mi7 La Rem La Rem Se le strade cambiassero di nome, Vorrei trovar la Lallera, ma non solo per Mi7 La La un bel giorno: tutt'a un tratto, me, Mi7 La RE La Mi7 La ci sarebbe in un caso la ragione e avendola trovata...piantarla nel bidet. Mi7 La di girare soddisfatto, Ci fosse un po' di Lallera: quest'erba delicata, Re tutti vedrebber chiaro se per esempio "Corso Umberto" si mangiandola insalata La e avendo l'accortezza chiamasse: di mangiarla con l'uovo, Mi7 La niente più confusione: "Karl Marx Strasse"! avresti l'uomo nouvo! E una strada che più grande non ce n'è: "Lenin Alé"! Se le strade cambiasseo...

La Non sarebbero davvero sufficenti Vorrei trovar la Lallera: due picconi e uno scalpello, Mi7 ci vorrebbe un'altra sorta di strumenti, quest'erba prodigiosa, che so io, falce e martello! qualunque cosa incontri Ed allora in tutta quanta la città, La crescerà la Lallera! la fa meravigliosa. Ed allora in tutta quanta la città, crescerà la Lallera!

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Katanga (1971) Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/katanga

Lam e Vittoria non si perde l'occasione. Primo anniversario della strage, Mi7 Era proprio quello che voleva, fatta con le bombe dei padroni; con la scusa dell'inseguimento, in via Larga coi caramba arriva loro l'hanno calcolata bene e si getta sullo sbarramento. Lam per fregarci con la repressione. Rit.: Kata-, Kata, Katanga, -nga x 4

Carcere, denunce, rappresaglie; Tanti hanno paura, scappan via hanno stipendiato le canaglie, Restano a combattere i Katanga: i fascisti, facce da carogne, sulle ossa della polizia, li hanno ripescati dalle fogne. picchiano col ferro della spranga.

Dodici dicembre a Milano, La questura spara col fucile manifestazione per la Spagna, E coi sassi noi ci difendiamo; passa un corteo partigiano ne mandiamo tanti all'ospedale, coi carabinieri alle calcagna. ma stavolta cara la paghiamo.

Poi si scioglie, alcuni vanno via, Rit. x4 altri restan lì coi pugni alzati, a gridare "Viva l'Anarchia, Noi ti abbiamo visto lì per terra, Guida, Calabresi fucilati!" con la bocca aperta e gli occhi gialli, eri morto come in una guerra, Vittoria vicequestore con la radio, circondato, ucciso da sciacalli. chiama autoblindo e camionette, con la bocca secca sputa odio Primo anniversario della strage, e ordina la carica e le botte. fatta col le bombe dei padroni; loro l'hanno calcolata bene Scoppiano dovunque candelotti, per fregarci con la repressione. bruciano i polmoni da star male. C'è chi cade sotto i poliziotti Rit. x4 e chi corre verso la Statale. Ma vi fregherà il Proletariato, In via Torino non ci sono santi, quando, e sarà forse anche domani, San Babila i fascisti sono a messa, non si parlerà di sindacato, in via Larga ci son gli studenti ma di Comunismo e munizioni! con il casco e la bandiera rossa. E allora tu ci lascerai la pelle, Urlano feroci le sirene, tu, Marzotto! E tu, Giovanni Agnelli! arrivano gli anarchici di corsa; Perché ce ne saranno altri mille, i compagni danno protezione per ogni Saverio Saltarelli! (x2)

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Canzone che racconta l'uccisione, da parte della polizia, di Saverio Saltarelli, durante la manifestazione per il primo anniversario della strage di piazza Fontana a Milano...nonchè "inno" dei Katanga, servizio d'ordine dell' MS. Questa canzone faceva parte di una rappresentazione popolare in due tempi del Collettivo Teatrale di Parma. Il titolo del 'disco' è: " Le canzoni della grande paura. Settembre 1920, l'occupazione delle fabbriche". Le note specificano che: " I testi delle canzoni, con note critiche, sono pubblicati all'interno del testo completo dello spettacolo in Il Nuovo Canzoniere Italiano, nov.- dic. 1070, Milano.

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Questo disco è stato prodotto dal Collettivo Teatrale di Parma, vicolo Grossardi 4, Parma. Gennaio 1971 ".

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L'altra sera (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laltra-sera

Mi Si7 come a un grosso monolito, L'altra sera sono stato sol se credi nel Partito Mi come a un grosso monolito!" da un mio amico, che è curato, La Mi Tutto triste, sconsolato e gli ho detto "Anima pia, sono andato al Sindacato: Si7 Mi "Non ti devi preoccupare, le mie pene monda via!" nelle ferie ti puoi riposare, La Mi non ti devi preoccupare, E gli ho detto "Anima pia, nelle ferie ti puoi riposare!" Si7 Mi le mie pene monda via!" Presa allor la decisione, sono andato in direzione. "O figliuolo, hai da capire: Mi hanno detto "Alla questione tanto grande è il tuo patire. presterem pronta attenzione!" Tu lo sai che il bene, in fondo, Mi hanno detto "Alla questione non è cosa di sto' mondo. presterem pronta attenzione!" Tu lo sai che il bene, in fondo, non è cosa di sto' mondo" "Caro iscritto, la risposta t'è arrivata fermoposta: Con nel cuore un gran magone, la domanda, a prima vista, sono sceso giù in sezione fa pensare a un frazionista, e i miei dubbi, i miei conflitti la domanda, a prima vista, glieli ho detti agli altri iscritti, fa pensare a un frazionista!" e i miei dubbi, i miei conflitti, glieli ho detti agli altri iscritti. Tutto triste, disperato, ecco, un reduce ho incontrato; "O compagno, devi capire sono uscito dalla fossa, ogni dubbio vedrai sparire per cantar Bandiera Rossa, sol se credi nel Partito sono uscito dalla fossa, per cantar Bandiera Rossa.

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L'emigrato (1976) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lemigrato

La Re La il tempo dell'amor. Son dieci anni che sono partito Mi Ripenso ogni tanto al vecchio paese dal mio paese nel sud alla casa, agli amici del bar Fa#m Do#m Re La ripenso a Tommaso il mio vecchio cane son dieci anni che giro il mondo ormai sarà morto anche lui. Mi La cercando un lavoro per vivere. Ricordi confusi velati di pianto non voglio tornare laggiù Ricordo la sera che sono partito è meglio pensarti vestita di bianco c'era la luna in ciel come quel giorno sul fiume. sono passato sotto al balcone t'ho sentito piangevi per me. Mai mai più ti rivedrò vado via è appassito come un fior Fa#m Do#m Re La Re Mi Fa# il tempo dell'amor. Mai mai più ti rivedrò va - do via Fa#m Do#m Re La Son dieci anni che sono partito è appa - ssito come un fior dal mio paese nel sud Re Mi7 son dieci anni che giro il mondo con dentro il ricordo di te.

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L'indipendente (1971) di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lindipendente lam un quarto di latte scremato E' facile sognare re+ la+ sol7 do risparmio un decino a bottiglia girandosi nel letto mi7 la+ lo compro al supermercato sol7 re+ la+ quando l'amico sole ma so che c'è gente diversa do mi7 la+ ha già scaldato il tetto assai diversa da me mi7 lam re+ la+ così è fin troppo facile spesso ci penso ed allora lam si7 mi7 certo deve esser comodo mi viene in mente che.. sol7 do il fare l'anfitrione so7 Lam sal7 do mi7 lam ed aspettare in camera do lam la prima colazione E' facile sognare mi7 lam sol7 do così è davvero facile girandosi nel letto lam sol7 sapere che dabbasso quando l'amico sole sol7 do do abbiamo un cameriere ha già scaldato il tetto sol7 mi7 lam un maggiordomo e un cuoco così è fin troppo facile do lam bravissimo e fedele certo deve esser comodo mi7 lam sol7 do questa è la vita facile il fare l'anfitrione mi7 lam sol7 questa è la vita facile ed aspettare in camera do la+ mi7 la prima colazione ma per me la cosa è diversa mi7 lam la+ così è davvero facile non sono molto esigente lam re+ la+ sapere che dabbasso abito solo da tempo sol7 do mi7 la+ abbiamo un cameriere sono perciò indipendente sol7 la+ mi7 un maggiordomo un cuoco mi alzo alle sei del mattino do la+ bravissimo e fedele il tempo corre ed ho fretta mi7 lam re+ la+ questa è la vita facile e mentre mi allaccio le scarpe mi7 lam mi7 la+ questa è la vita facile mastico pane e pancetta mi7 lam mi7 lam re+ la+ questa è la vita fa - ci - le e dopo dulcis in fundo mi7 la+

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Composto nel periodo post '68 sull'onda delle contestazioni studentesche e della riorganizzazione sindacale e del lavoro. Tanti discorsi per migliorare la vita del lavoratore dipendente, ma alla fine i risultati sfociano in un misero riconoscimento per chi si dedica al lavoro quotidiano alle dipendenze del padrone o dello stato o degli enti locali. Il tema predominante è quello del lavorare che per vivere deve svegliarsi presto al mattino, vestirsi in tutta fretta mentre si consuma una fugace colazione e poi via di volata a timbrare il cartellino e nel frattempo fare il paragone con chi questi problemi non ce li ha perchè tanto c'è chi produce per loro e invece di alzarsi per andare a lavorare si può rigirare tranquillamente nel letto e aspettare il caldo sole che riscalda il tetto, tanto al servizio ci sono maggiordomi, cuochi e camerieri.Già però il lavoratore che abita da solo si può definire indipendente.....

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L'internazionale di Fortini di Franco Fortini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternazionale-di-fortini

Re Sol Fu vinta e vincerà. Noi siamo gli ultimi del mondo. La Re Noi siamo gli ultimi di un tempo Ma questo mondo non ci avrà. che nel suo male sparirà. Sol Qui l'avvenire è già presente Noi lo distruggeremo a fondo. chi ha compagni non morirà. La Re Al profitto e al suo volere Spezzeremo la società. tutto l'uomo si tradì, La Mi7 ma la Comune avrà il potere. Nelle fabbriche il capitale Dov'era il no faremo il sì. Mi La come macchine ci usò. Questo pugno che sale... La7 Re Nelle scuole la morale E tra di noi divideremo La Mi La lavoro, amore, libertà. di chi comanda ci insegnò. E insieme ci riprenderemo la parola e la verità. Re Sol Guarda in viso, tienili a memoria Questo pugno che sale chi ci uccise, chi mentì. La Re Compagni, porta la tua storia questo canto che va alla certezza che ci unì. Re7 Fa#7 Sim Questo pugno che sale... è l'Internazionale Mi La Noi non vogliam sperare niente. un'altra umanità. il nostro sogno è la realtà. Re Sol Da continente a continente Questa lotta che uguale questa terra ci basterà. La Re Classi e secoli ci han straziato l'uomo all'uomo farà, fra chi sfruttava e chi servì: Re7 Sol compagno, esci dal passato è l'Internazionale. verso il compagno che ne uscì. Re La7 Re Questo pugno che sale...

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L'ora del fucile (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lora-del-fucile

Sol Do Re la coesistenza è truffa per farci stare Tutto il mondo sta esplodendo buoni. Sol Do Re dall'Angola alla Palestina, E quindi: cosa vuoi di più... Sol Do Re l'America Latina sta combattendo, In Spagna ed in Polonia gli operai Sol Do Re dimostran che la lotta non si è fermata la lotta armata vince in Indocina; mai Sol contro i padroni uniti, contro il in tutto il mondo i popoli capitalismo, Do Re anche se mascherato da un falso acquistano coscienza socialismo. Sol Gli operai polacchi che hanno scioperato e nelle piazze scendono gridavano in corteo: Polizia Gestapo! Do Re Gridavano: Gomulka, per te finisce male! con la giusta violenza. Marciavano cantando l'Internazionale.

Sol Do Re Sol E quindi: cosa vuoi di più... E quindi: cosa vuoi di più, compagno, Mi- Le masse, anche in Europa, non stanno più per capire a guardare, Do Re Sol la lotta esplode ovunque e non si può che è suonata l'ora del fucile? fermare: ovunque barricate: da Burgos a Stettino, L'America dei Nixon, degli Agnew e ed anche qui da noi, da Avola a Torino, Mac Namara da Orgosolo a Marghera, da Battipaglia a dalle Pantere Nere una lezione impara; Reggio, la civiltà del napalm ai popoli non piace, la lotta dura avanza, i padroni avran la finché ci son padroni non ci sarà mai peggio. pace; la pace dei padroni fa comodo ai padroni, E quindi: cosa vuoi di più...

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La ballata della Fiat (1970) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-fiat

La con le invenzioni, coi sindacati, Signor padrone questa volta i tuoi progetti sono sfumati Mi7 e noi si lotta contro di te. per te è andata proprio male E le qualifiche, le categorie, noi le vogliamo tutte abolite siamo stanchi di aspettare Le divisioni sono finite: La alla catena siam tutti uguali. che tu ci faccia ammazzare. Signor padrone questa volta Noi si continua a lavorare noi a lottare s'è imparato, e i sindacati vengono a dire a Mirafiori s'è dimostrato Che bisogna ragionare, e in tutta Italia si dimostrerà . di lottare non si parla più. E quando siamo scesi in piazza tu ti aspettavi un funerale, Signor padrone ci siam svegliati, ma è andata proprio male e questa volta si dà battaglia, per chi voleva farci addormentare. e questa volta come lottare lo decidiamo soltanto noi. Ne abbiamo visti davvero tanti Vedi il crumiro che se la squaglia, di manganelli e scudi romani, senti il silenzio nelle officine, però s'è visto anche tante mani forse domani solo il rumore che a sampietrino cominciano a andar. della mitraglia tu sentirai. Tutta Torino proletaria alla violenza della questura Signor padrone questa volta risponde ora, senza paura: per te è andata proprio male, la lotta dura bisogna far. d'ora in poi se vuoi trattare dovrai rivolgerti soltanto a noi. E no ai burocrati e ai padroni! E questa volta non ci compri Cosa vogliamo? Vogliamo tutto! con le cinque lire dell'aumento, Lotta continua a Mirafiori se offri dieci vogliamo cento, e il comunismo trionferà . se offri cento mille noi vogliam. E no ai burocrati e ai padroni! Cosa vogliamo? Vogliamo tutto! Signor padrone non ci hai fregati Lotta continua in fabbrica e fuor e il comunismo trionferà !

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La Breda di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-breda

Lam Mi7 Lam Sul muro di casa mia c'è scritto sul muro ed è dentro di me. Mi7 una pece nera non vuole sparir Eri tra i centocinquanta che la direzione voleva cacciar scrive la traccia sicura centocinquanta compagni Lam decisi a lottare che son da fermare. di un grido strozzato che non sa morire. Ma gli operai al tuo posto Sol il giorno dopo t'hanno fatto entrare: Con mano ferma e decisa «Questo cantiere è nostro Fa l'abbiamo difeso e c'eri anche tu». è scolpito da anni "Padrone assassino" Lam Andaste per cinque mesi la tua forza è l'inganno cercando da tutti solidarietà, Mi7 La. avete occupato la fabbrica, la Breda ci insegna che deve finir. è per la vita, è per la libertà.

Ha resistito agli anni Questa parola è costata al vento, alla pioggia la forza che tu tanti anni di lotta in montagna e tu compagno hai segnato sul muro eri sicuro che avresti hai gridato sul viso solo contro un fucile. deposto il tuo fucile quando mai più

Sol sbirri e padroni assassini E tre colpi, quattro, dieci a prenderti il pane potevi trovar Fa Sol ma con la morte 'sta volta cade un compagno, un altro e anche tu la tua rivolta devi pagar. Fam Solm hai sentito la morte Sul muro di casa mia Sol#m Sibm una pece nera non vuole sparir a due dita dal collo, sei corso al riparo ha segnato per tutti il momento finché che abbiamo capito chi era il padrone.

Lam Ci hanno portato in corteo una pallottola sola a piazza San Marco a protestare Mi7 mentre cadeva in un giorno sparata decisa, ha colpito anche te, ogni illusione di nuova realtà. Rem Lam "padrone sporco assassino" Mentre cadeva in un giorno ogni illusione di nuova realtà.

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A Porto Marghera (Venezia) nel corso di una manifestazione di protesta contro i licenziamenti degli operai della Breda, le forze di polizia aprono il fuoco uccidendo Nerone Piccolo di 25 anni e Virgilio Scala di 33 e ferendo altri 5 lavoratori. I lavoratori di Venezia organizzano una manifestazione di protesta aperta dai parenti delle vittime che recano gli indumenti degli operai uccisi, insanguinati e forati dalle pallottole. Rinvenuti sul luogo della sparatoria 1 Kg di bossoli di armi automatiche di grosso calibro. 14 marzo 1950.

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La cassa integrazione (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cassa-integrazione

La Mi7 senza assicurazione, La cassa integrazione i furti sulle ore La tutto si può accettare e poi il licenziamento, dalla disperazione. Mi7 La la disoccupazione arriva a tradimento. Ora il contratto ti hanno firmato Mi7 non lamentarti se ti han fregato. E giorni e giorni in giro Attento a te in ogni momento La ti può arrivare un licenziamento. non c'è niente da fare Mi7 Ci voglion licenziare se non ti sai arrangiare per farci impaurire non potrai più campare... poterci ricattare e non farci lottare, Sol Do Sol Do ma la nostra risposta La produzione si deve salvare per non farci fregare Re Sol Re Sol è "Col lavoro o senza ristrutturare e licenziare. noi si vuole campare". Sol Do Sol Do Tutti d'accordo, patto sociale Cresce la crisi la svalutazione Re Sol Re Sol La ma che ci frega della produzione. e riprendiamo a lavorare. Vogliamo avere il diritto alla vita a organizzarci per farla finita. "Prego signor padrone mi faccia lavorare, Lotta compagno, crepa padrone un mese di cantiere l'ora è vicina, rivoluzione o un giorno a scaricare" la la la la la la la la la ...

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La fabbrica (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fabbrica

Mim Do Mim Lasus2 Mi Lam altre braccia vanno in croce. Mim Sol Mim Re Il cinque di marzo del quarantatre Mim Mim Sol Mim Lam E squillano ostinati nel fango le armate del duce e del re Sol Re Re i telefoni in questura gli alpini che muoiono Rem Do Mim Do Mim La un gerarca fa l'impavido traditi lungo il Don. Mi Lam ma comincia a aver paura. Mim Sol Mim Re Cento operai in ogni officina Lam Sol Re Lam Sol Re Mim Do Mim La Mim Sol Mim Lam Grandi promesse la patria e l'impero aspettano il suono della sirena sempre più donne vestite di nero Re allarmi che suonano rimbomba la fabbrica in macerie le città . Do Sol di macchine e motori Il dieci marzo il giornale è a Milano Mi rilancia l'appello il PCI clandestino più forte è il silenzio gli sbirri controllano Lam Sol La fan finta di sapere di mille lavoratori. si accende la boria delle camicie nere Re E poi quando è l'ora Ma poi quando è l'ora Do Sol si spengono gli ardori depongono gli arnesi perchè scendono in sciopero Mi centomila lavoratori comincia il primo sciopero Lam Sol Re Si Arriva una squadraccia nelle fabbriche torinesi. armata di bastone Mim fa dietro-front subito E corre qua e la sotto i colpi del mattone Sol Re e come a Stalingrado un ragazzo a der la voce i nazisti son scappati Rem alla Breda rossa in sciopero si ferma un'altra fabbrica i fascisti son crollati.

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Canzone che racconta degli scioperi, nel nord Italia, poco prima della caduta del regime fascista.

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La Fanfaneide (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, anticlericali, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fanfaneide

Re serrati in un sol rango All'armi all'armi balliamo il fanfandango. all'armi fanfascisti Il presidente che noi fanfaremo La7 per cui noi lotterem fino alla morte non solo democristi. sarà sicuramente l'uomo forte che il fato, anzi il fanfato, ci ha indicato. Re A noi ci fan fanfare un presidente L'ordine nuovo che avrem domani Mim quando faremo il nuovo « Opus Dei » e noi lo fanfaremo a tutti i costi ce lo garantirà Fanfani La7 Re con il Girotti e il Bernabei. colle teorie degli estremisti opposti Mi7 La7 All'armi all'armi o della maggioranza silenziosa. con note forti e chiare suoniamo le fanfare. Re O fanfalangi di fanfaniani Per la prossima notte di Natale Mim Re al vecchio posto di Gesù Bambino formiamo uniti il nuovo «Opus Dei» avremo un fanfanciullo piccolino Mim La7 Re assiso in mezzo a un asino e ad un bue. se perderem muoia Fanfani Mim La7 Re Noi siamo arditi, siamo fanfanti assieme a tutti i filistei. Montecitorio è il nostro Pordoi di posti all'ENI ce n'è tanti All'armi all'armi se ne vuoi uno vien con noi.

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La fornasa (1977) di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: veneto Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fornasa

La Mi7 dièse ore al giorno in mexo al fogo La fornasa xe peso de 'na galera condanài a supiàr dentro una cana La el paròn che ghe spiega ai foresti se se consumaa lento, come bestie che se lavora come mille anni fa Mi se se brusa la carne e i polmoni La fornasa xe peso de la galera La dentro se brusa dei pari de famegia come aneme danàe de l'inferno mi ghe so' andà che gavevo diese ani ghe ne go vinti e no ghe ne posso più!

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Le “fornase” a Venezia sono i luoghi di produzione dei vetri artistici, tipici e famosi, dell’isola di Murano.

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La G.A.P. (1970) di Dario Fo Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-gap

Lam e addosso si mette a sparar. La G.A.P. quand'è che arriva Mi Pesce Giovanni spara non manda lettere né bigliettin però prima gli grida: Rem Lam "È in nome del mio popolo e non bussa giù alla porta ingegnere che ti ammazzo Mi7 con le tue guardie d'onor!" sei già persona morta In fabbrica fanno retate Lam torturano gente non parla nessun che il popolo ti ha condannà. e trenta operai deportati li chiudono nei vagoni L'ingegner della Caproni piombati diretti a Dachau. il due gennaio arriva in tassì tornava con due della Muti "E il 23 di aprile i tedeschi sue guardie personali vanno a minare la fabbrica, La vogliono farla e noi lo si va a giustiziar. saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla La in mano ai liberatori..." Quel traditor d'accordo Rem Ma gli operai sparano, con i tedeschi stava difendono la fabbrica Sol e salvano le macchine a smantellar la fabbrica, che sono il loro pane Fa e molti si fanno ammazzar. le macchine spediva Mi7 Lam Adesso siamo liberi, tutte in Germania dai Krupp. nella fabbrica torna il padron, arriva un altro ingegnere E per salvar le macchine stavolta però è partigiano: han fatto sciopero general Brigata Battisti, Partito d'Azion. il capo reparto Trezzini e altri sette operai Ma ecco al primo sciopero li han messi a San Vittore. c'è un gran licenziamento è stato l'ingegnere a È stato l'ingegnere cacciare via quei rossi a fare la spia ma la pagherà che la fabbrica avevan salvà. ci tiene tutti sott'occhio il povero Trezzini 'Sta guerra di liberazione e gli altri li han fucilà. domando di cosa ci ha liberà: ingegnere padroni e capi Adesso tocca a lui, son tutti democratici la GAP lo aspetta sotto ma noi ci han licenziato sotto ad un semaforo addosso ci hanno sparato che segna proprio rosso in galera ci hanno sbattuto ma allora per noi operai la liberazione l'è ancora da far...

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Dallo spettacolo teatrale di Dario Fo e Franca Rame "Vorrei morire stsera se dovessi pensare che non è servito a niente". La canzone parla del leggendario Giovanni Pesce alias "Visone" Comandante della 3° GAP "Rubini" dei Gruppi di Azione Patriottica operante a Torino e Milano, insignito di medaglia d'oro e proclamato "eroe nazionale" dal comando delle Brigate Garibaldi.(Guido)

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La leva (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leva

Lam Do Sol Gira gira quella leva la tua molla che è finita. Do7 Fa spingi a fondo quel bottone Gira gira quella leva Do spingi a fondo quel bottone tu non sai quello che fai tu non sai quello che fai Rem tu non sai quello che fai tu non sai quello che fai te lo ordina un padrone. Sol7 Do te lo ordina un padrone. C'è tua moglie che ti aspetta anche lei ha le sue esigenze Torni a casa con la moto come odi quell'amore hai la testa che rimbomba quell'amore fatto in fretta riesci a odiare anche i tuoi figli poco prima di dormire. riesci a odiare anche i tuoi figli che ti urlan nelle orecchie. Non puoi avere più problemi non ti è dato di pensare Mi7 Rem devi essere efficiente E quell'attimo di sosta non ti resta proprio niente Sol neanche il lusso di impazzire. che sarebbe la tua vita Fa Do Gira gira quella leva non ti può più appartenere spingi a fondo quel bottone Rem tu non sai quello che fai serve solo a caricare tu non sai quello che fai te lo ordina un padrone.

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La linea rossa di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-linea-rossa

Do la verità. La pace, l'amore, la La pace, l'amore, la... giustizia e la verità Giustizia e verità siamo d'accordo è proprio quello che ci va Do7 Fa e qui si parla solo son belle cose ma di libertà Do ma anche questa si sa si deve andare più in là ora fa parte della Do7 Fa Fam prosa della canzone d'attualità si deve andare più in là Do La pace, l'amore, la... la Linea Rossa Sol7 Do Sol7 [Giustizia e verità è sempre andata più in là. le lascerei per l'aldilà qui parlerei piuttosto Al posto di pace già di libertà ci metterei ostilità ma anche questa si sa non suona cosi bene ora fa parte della per tutti ma prosa della canzone suona bene per chi d'attualità.] ogni giorno non sa se il giorno dopo da mangiare ce l'ha. La pace, l'amore, la giustizia e la verità La pace, l'amore, la... siamo d'accordo son belle cose ma Al posto d'amore, sì si deve andare più in là ci metterei guerra contro chi si deve andare più in là beve il sangue la Linea Rossa di chi è sua proprietà è sempre andata più è più bello, lo so la Linea Rossa chiamarlo carità è sempre andata più certo non fa piacere la Linea Rossa è sempre andata più in là.

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La manifestazione (1972) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-manifestazione

Lam Fa Sol Lam in un attimo senza il tempo di pensare Sulla strada, alla manifestazione ho vissuto ciò che più tu non vivrai. e gridando con la forza di chi ha ragione camminavi sotto l'ombra di una bandiera Cento strade e gridavi: "Viva la Rivoluzione". per tornare verso casa tanto fumo Lam Fa ma soltanto per piangere. Ma lontano Sol Lam Fa Stamattina quando ho letto sul giornale uno squillo di tromba non capivo, mi sembrava un'altra storia Sol Lam Fa ma qualcosa era là sul marciapiede una pietra che vola una giacca ed un fazzoletto rosso. Sol Lam e la strada è già vuota. Più nessuno che ricordi la tua voce Ho lasciato la mano di due compagni i miei occhi ho cercato il rifugio in un portone son soltanto per piangere.

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La Nèbia (1978) di Fiorenzo Gualandris Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nebia

Do Sol7 "...la nebbia agli irti colli, piovigginando Drin, drin, la svèglia ai cinc ur sale..." Do Sol7 Re7 Sol Sol7 leva sü g'ho ammo al prim turna da fà e la pareva la roba püse bèla dal mund. Mi Lam ciapa la biciclèta Re7 Sol Sol7 Giosuè Carducci, al sa ciamava inscì, che föra la nèbia la ma specia. da mistè al fea al poeta: al sciür. Ma l'ha mai ciapà la bicicleta cun mi La nèbia che da des ann la ma cumpagna ai l' ha mai picà dentar un ciòd in dal mür. cancei, la nèbia che la masara i oss ei cavei, Pröa Carducci a la matina anca ti, la nbèbia che la ma fa vigni al magon, a ciapà la bicicleta cun mi e al Luis, la nèbia la matina che u pression. pröa a vignì gio dal to castell, pröa in da la nèbia ma l'è bell. Do Sol7 E pinsà che a scöra han m'han fa imparà E pedala,pedala con tütt i mè pinsè, Fa Do ma sun incurgiù no, da l' ura ca l'è, una puesia che la diseva inscì: Carducci và in sü l' ostia, ti e tutt i to Mi Lam discurs. par dag a tra a ti ho timbrà russ!

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Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

"Leggendo questa poesia famosissima del Carducci, mi è venuto spontaneo il pensiero di come era vissuta diversamente la nebbia tra chi poetava e tra chi la viveva tutte le mattina quando all' alba pedalava verso il lavoro" (Fiorenzo Gualandris).

Il testo è lombardo, ma nel link del canto su You Tube scorre la traduzione in italiano in sincronia col canto.

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La rabbia esplode a Reggio Calabria (1971) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rabbia-esplode-reggio-calabria

Rem che cosa importa se alla fine Reggio la rabbia esplode, si fan scannar per niente? Solm Rem la miccia brucia già, Le barricate a Sbarre, Solm Fa la gente spara già, ma chi l'accesa sono gli stessi spara miseria, spara la fame Do Rem ma non sa contro chi. che vendon fame qua. Fascisti con le bombe, Il capoluogo serve mafiosi col potere, alla DC e ai mafiosi i proletari solo le braccia per ottenere ancor più potere hanno da far valere. di quello che hanno già. Fascisti quelle bombe Il sindaco Battaglia vi scoppieranno in mano, serve da copertura i comunisti alla violenza dietro agli agrari, i proprietari hanno risposto no. e tutta la mafia nera. Reggio la rabbia esplode, Non costa far promesse la gente adesso sa alla povera gente, contro chi deve usare la rabbia fascismo non passerà.

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La sepoltura dei morti (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-sepoltura-dei-morti

Mim Lam In mezzo al biliardo tre morti ammazzati: Il mese d'aprile tra tutti è crudele, tu segna otto punti per te, Sim Lam continui a parlare di cronaca nera sui morti fiorisce il lillà. che leggi bevendo il caffè. Mim Lam L'inverno ha sepolto la loro memoria, «Nel '64 era tutto più bello, Re Sim ma quello era l'anno del boom, lasciando soltanto pietà, Guidavo nel vento la nostra '600 E i morti restavano giù». Mi La9 e adesso una vita è una faccia ingiallita, In mezzo alla gente che sfila al mattino, Mi Re sotto l'insegna del tram è solo una fotografia, ho riconosciuto un nostro vicino Mi La9 che gioca a biliardo nel bar. la morte non vale nemmeno il giornale Do Re Mi «Quel corpo che tiene sepolto in giardino che leggi e che poi butti via. di fiori ne dà o non ne dà? Tenga lontano il suo cagnolino: Mim Lam se scava lo ritroverà.»

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La violenza [La caccia alle streghe] (1968) di Alfredo Bandelli, Canzoniere Pisano Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-violenza-la-caccia-alle-streghe

(parlato) con le teste fracassate. E' cominciata di nuovo la caccia alle streghe: La violenza, la violenza, i padroni, il governo, la violenza, la rivolta; la stampa e la televisione; chi ha esitato questa volta in ogni scontento lotterà con noi domani! si vede uno sporco cinese; "uniamoci tutti Uno, due, dieci, a difendere le istituzioni! vent'anni di democrazia; le pietre non sono argomenti, Re ci dice un borghese; Ma oggi ho visto nel corteo siamo d'accordo con voi, La7 miei cari signori, tante facce sorridenti, ma gli argomenti non hanno la forza di pietre. le compagne, quindici anni, Re "Il potere agli operai! gli operai con gli studenti: No alla scuola del padrone! Sempre uniti vinceremo, "Il potere agli operai! viva la rivoluzione!". No alla scuola del padrone! Quando poi le camionette Sempre uniti vinceremo, hanno fatto i caroselli viva la rivoluzione!". i compagni hanno impugnato i bastoni dei cartelli Quando poi le camionette hanno fatto i caroselli ed ho visto le autoblindo i compagni hanno impugnato rovesciate e poi bruciate, i bastoni dei cartelli tanti e tanti baschi neri con le teste fracassate. ed ho visto le autoblindo rovesciate e poi bruciate, La violenza, la violenza, tanti e tanti baschi neri la violenza, la rivolta; chi ha esitato questa volta lotterà con noi domani!

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Lamento per la morte di Pasolini (1979) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-la-morte-di-pasolini do sol7 do le undici e un quarto mi sento ferito. Persi le forze mie persi l'ingegno la la7 rem Le undici e mezza mi sento morire la morte mi è venuta a visitare la lingua mi cercava le parole fam do e tutto mi diceva che non giova «e leva le gambe tue da questo regno» le undici e mezza mi sento morire. sol7 Do persi le forze mie persi l'ingegno. Mezzanotte m'ho da confessare cerco perdono dalla madre mia Le undici le volte che l'ho visto e questo è un dovere che ho da fare gli vidi in faccia la mia gioventù mezzanotte m'ho da confessare. o Cristo me l'hai fatto un bel disgusto le undici volte che l'ho visto. Ma quella notte volevo parlare la pioggia il fango e l'auto per scappare Le undici e un quarto mi sento ferito solo a morire lì vicino al mare davanti agli occhi ho le mani spezzate ma quella notte volevo parlare la lingua mi diceva «è andata è andata» do fa do sol7 do non può non può, può più parlare.

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Lettera a Michele (1972) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-michele

Mim Lam che non può venire, sarà il Comunismo ”; Mio caro Michele, ricordi la lotta, tu questo per oggi hai capito, Michele. Re Mim le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, E allora, Michele, rifammi compagno Lam7 Si e uniti e insieme lottiamo l’errore: così è la città, è nostra la vita!”; per essere nuovi, per esser diversi Mim e comunisti da oggi, Michele. ma poi qualcosa è cambiato, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma E dopo la lotta, ricordi Michele? avrà tempi lunghi, e non si farà con giusta premura si fecero i quadri se chi è compagno non imparerà del nuovo partito, e il termine nuovo a vivere da compagno, Michele. non fu così nuovo, non troppo, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, Mio caro Michele, nel nuovo partito far nostra la vita, vuoi dire imparare la nuova avanguardia di fatto sono io: da oggi tra noi il nuovo rispetto, ti dò la teoria e la strategia; il solo rispetto che è comunista. non è presunzione, Michele, ma è mia. E questo rispetto fra liberi e uguali Mio caro Michele, qui scopri l’errore non è un merletto o un fatto formale: e dici convinto: “ Se non sono io, è violenza di classe, rifiuto totale da oggi in eterno, per scelta di classe, del vecchio errore nascosto tra noi. la vera avanguardia, può tutto avvenire. L’errore che ormai possiamo vedere, Può tutto avvenire, magari il partito, l’errore del tuo, del mio potere, magari il potere, ma ciò che non viene, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.

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Libera Belfast (1972) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/libera-belfast

Do dal palazzo del Comune Io vi canto una canzone diffondiamo a gran volume Fa Do il messaggio della libera Belfast. che in Irlanda sanno già Fa Sol Ogni notte verso le una che vi parla della libera Belfast alla luce della luna Do si divertono i compagni di Belfast quando in via delle cascate mentre canti, balli e suoni Fa Do non ci son preoccupazioni tutti sulle barricate dietro le barricate di Belfast. Sol Do dichiarammo la repubblica a Belfast. Or che il popolo è cosciente d'esser autosufficiente Con la guardia popolare non si fanno più delitti qui a Belfast che va in giro a perlustrare e la gente tutta unita si è sicuri nella libera Belfast vuole il diritto alla vita dalla radio clandestina dichiarando la repubblica a Belfast. puoi sentire ogni mattina le notizie della libera Belfast. Or che il popolo è cosciente d'esser autosufficiente E poi via per tutto il giorno non si fanno più delitti qui a Belfast puoi sentire tutto attorno e la gente tutta unita dolci canti che ti parlan di Belfast vuole il diritto alla vita dichiarando la repubblica a Belfast.

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Liberare tutti (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: carcere, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/liberare-tutti

Re vuol dir lottare ancora, Ci son tanti compagni vuol dire organizzarci La7 senza perdere un'ora. di cui siamo privati E tutti i riformisti perché questa giustizia che fanno i delatori Re insieme ai padroni li vuole carcerati noi li faremo fuori. però son fianco a fianco E Porci padroni, con altri proletari voi vi siete illusi che passano la vita non bastan le galere dentro i penitenziari. per tenerci chiusi.

Si stanno organizzando Noi facciam vedere per fare delle prigioni ai nostri sfruttatori una base di lotta che per ognuno dentro contro i padroni. mille lottano fuori.

Per questo hanno bisogno Siam tutti delinquenti anche del nostro scudo; solo per il padrone se noi lottiamo fuori siamo tutti compagni per loro sarà un aiuto. per la rivoluzione.

Liberare tutti Liberare tutti...

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Una canzone sul lavoro politico che Lotta Continua portava avanti all'interno delle carceri

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Liberiamo Marini [Libertà per Marini] (1974) di Antonio Giordano Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/liberiamo-marini-liberta-marini

Re Ma Falvella ha insistito Te ne andavi coi tuoi compagni Col coltello nella mano La7 E insieme all' Alfinito A parlare dell'anarchia Poi ti hanno aggredito.

Ed avevano paura Ma tu ti sei difeso Re Dalla vile aggressione I fascisti e la questura. E il fascista ha pagato La sua provocazione. Minacce ed aggressioni Ne hai subite tante E quando in galera Dalle squadre assassine La lotta hai continuato Del boia Almirante. Gli sbirri dello stato Ti hanno torturato Ti dissero: "Marini Devi stare molto attento; Difendersi dai fascisti Se continui ad indagare No, non è reato: Noi te la farem pagare". Compagno Marini, Sarai liberato! Ma tu sei andato avanti Per scoprire i mandanti In nome di Mario Lupo Della strage dello stato E di Franco Serantini, Contro il proletariato. Compagni dobbiamo Liberare Marini

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Catanuto S., Schirone F., Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, zero in condotta, Milano, 2009

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Lo stracchino (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lo-stracchino

Sol Re7 Avendo coloro che aborrisco Mim delle difficoltà io ve lo garantisco Lam nel mio linguaggio che vidi per davvero Dom Sol Sol le chiesi del formaggio un pezzo del mio cielo Re7 Sol volendo lo stracchino Sono vent’anni che tutte le sere Lei mi io vado dal droghiere guardò dall’alto e mangio lo stracchino di una scala mi gettò un pacco in mano lo faccio solamente per vedere e mi chiamò villano lei sopra quella scala ed io sempre più in basso Mib lo sguardo sempre perso Ma non facevo niente nel mio universo Sol soltanto la guardavo Passi avanti ne ho fatti Re7 non mi chiama villano con il mio sguardo sperso e tiene lo stracchino Dio mio quanto la amo e vidi l’universo sull’ultimo scalino

Mib Il mio cielo frattanto che sotto le mutande si è ormai un poco avvizzito Sol ma ancora non dispero che lei portava rosa lo dico per davvero

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Lotta continua (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lotta-continua

La- Re- lotta continua sarà! Siamo operai, compagni, braccianti La- Mi7 L'unica cosa che ci rimane e gente dei quartieri è questa nostra vita, La- Re- allora compagni usiamola insieme siamo studenti, pastori sardi, prima che sia finita! La- Mi7 divisi fino a ieri! Lotta! Lotta di lunga durata...

La Una lotta dura senza paura Lotta! Lotta di lunga durata, per la rivoluzione Re non può esistere la vera pace lotta di popolo armata: finchè vivrà un padrone! La Mi7 La Mi7 La Lotta! Lotta di lunga durata...

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Lu soprastante (1971) di Matteo Salvatore Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: pugliese Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-soprastante

Mim Si7 se nun te turne addréto si licenzjéte” Quanne mettèmme lu réno a la campagna Mim Qua nun ce pò véve, tenèmme nna séte ca nu ce murèmme nce pò parlá, Si7 cj adda sòle fatijá dicèmme a lu soprastante, “Vulìmme véve, Qua nun ce pò véve, Mim nce pò parlá, mann’a pigghjá lu cúcume sotte li mennòcchje” cj adda sòle fatijá Qua nun ce pò véve, Lam Mim nce pò parlá, “Vuje n’avita véve, cj adda sòle fatijá Si7 Qua nun ce pò véve, n’avita véve, nce pò parlá, Mim cj adda sòle fatijá avita fatijá. Lam Mim Nu nnà avima véve, Vuje n’avita véve, nnà avima véve, Si7 avima fatijá. n’avita véve, Mim Nu jòrne addá arrevá avita fatijá” lo pòrce accise l’amma magná.

Uno de li fatijatóre c’alluntanéve Nu nnà avima véve, a jjá ngappa lu cúcume ce ne jéve. nnà avima véve, L’allucchève lu soprastante: avima fatijá. “Túrnete addréte Nu jòrne addá arrevá accise e arròstute l’avirna fa.

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Solitamente Matteo Salvatore faceva precedere il canto da questo breve monologo:

"Gente, io ci sono stato nei campi di grano a mietere sotto lo sguardo vigile del sorvegliante, sotto il sole cocente, curvo dall’alba al tramonto e lì a due passi la fiasca dell’acqua fresca sotto i covoni e non potermi dissetare. No, qui non si può bere, non si può parlare, si deve solo lavorare, lavorare, lavorare, chi non lo farà verrà licenziato, credetemi io ci sono stato."

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Lubiam di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lubiam

Lam Mi7 Lam che qualche volta temete la morte. State a sentire, o voi tutti quanti, Do Sol Lam E quella morte ha preso Lubiam canto la storia di uno di noi bruciato vivo come carbone. Fa Lam Se questa è vita, meglio la morte di chi si guadagna appena la vita ma quella morte ingrassa il padrone. Mi7 Lam vendendo l'unica cosa che ha. Se poche lire non valgono una vita..

Queste due braccia più dure del ferro Un incidente, è casuale, ed una voglia di essere uomo ci hanno detto i nostri signori, un desiderio di libertà ma dopo poco davanti ai forni che tanti anni non han cancellato. ci hanno messo la protezione.

Sol Do Due metri cubi di legno da poco Se poche lire non valgono una vita hanno rubato una vita, che vale! Sol Do Quello che conta è sempre sfruttare tutti i padroni neanche un operaio distruggere un uomo, non farlo pensare. Fa Lam non siamo bestie mandate al macello Se poche lire non valgono una vita.. Mi7 Lam ma voi tacete e questo è il guaio. Compagni voi che mi state ascoltando che non gridate la nostra forza Compagno Lubiam, a cinquant'anni questa è una morte che ci condanna con una moglie e due figli a casa che chiama in causa la nostra coscienza. ed una storia che parla da sola parla di morte assurda e amara. Lubiam ci grida: No al padrone» ed è un grido che vuole la guerra. Per poche lire, ora su ora, Voi non potete ancora tacere bruci le ossa davanti ai forni. la nostra forza ci chiama alla lotta. Chi scrive piani di produzione alla Montecatini non li conosce. Se poche lire non valgono una vita il tuo lavoro non è del padrone, Se poche lire non valgono una vita... ricorda Lubiam, torna a lottare che questa storia deve finire, Ditelo anche voi che vi brucia il viso che respirate un fumo acre, ricorda Lubiam, torna a lottare che non potete tirare avanti il suo sistema deve morire il suo sistema deve morire.

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Ma perchè mi dici sempre (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-perche-mi-dici-sempre

Do Do7 Fa Do Ma perché mi dici sempre sempre iscritto a quel partito Fa La7 Re queste cose son scontate come non ti rendi conto Do Sol7 Sol7 poi te le ritrovi avanti che quel gioco è già finito Do sempre uguali, mai toccate. revisionista, revisionista".

Tu m'hai detto "sei un borghese" Do Do7 forse si, ma non m'offendo Poi t'ho chiesto per favore certo ad ogni fine mese Fa dirò sempre "porco mondo, ti volevo sul mio petto non ci arrivo, porco mondo" Do Sol7 m'hai guardato con terrore Mi7 Lam Do "Guarda, poi non sei coerente: "con l'entrista non mi metto Fa Do Sol7 Do tremi quando scendi in piazza". dentro al letto" tu m'hai detto. Mi7 Rem Ti rispondo fermamente Mi Lam Sol7 Do "E se vuoi che te lo dica che ci ho una paura pazza, Fa Do Sol7 tu non sei un buono, sei un fesso" sempre peggio. La7 Re ed allora l'ho strozzata: Fa Do Sol7 Do "Come poi non ti vergogni una vittima del sesso.

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Manifesto (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/manifesto

Re dove noi si stia ad andar. Manifesto manifesto Mim La7 Re manifesto per le strade Conducente, scusi tanto, La7 Re manifesto molto spesso dove andiamo, lei sa il nome? La7 Re Sol Re anche in piccole contrade. Non lo so, ma è una frazione La7 Re Manifesto manifesto di un comune non lontan. Sol meglio dir manifestavo Manifesto manifesto Re manifesto per le strade io son diventato bravo manifesto molto spesso La7 Re anche in piccole contrade e non manifesto più. Manifesto manifesto Fa# Sim meglio dir manifestavo Che io sia partito un giorno io son diventato bravo Fa# Sim e non manifesto più certo questo vuol dir molto Do#7 Fa# Manifesto anche se non è risolto Manifesto Do#7 Fa# Manifesto

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Manifiesto (1973) di Victor Jara Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/manifiesto

Sim Sim Yo no canto por cantar mi canto es de los andamios La Mim Fa#m7 La Mim SI ni por tener buena voz para alcanzar las estrellas, Sim canto porque la guitarra La Mim Sim Mim La tiene sentido y razón, que el canto tiene sentido Mim La cuando palpita en las venas Mim La Re Fa#m La Mim tiene corazón de tierra del que morirá cantando Mim La Re La Re y alas de palomita, las verdades verdaderas, Re Fa#m La mim es como el agua bendita Re La Re Mim La santigua glorias y penas, no las lisonjas fugaces Mim La ni las famas extranjeras Mim La Re Fa#m La Mim aquí se encajo mi canto sino el canto de una alondra Mim La Re La Re Sim como dijera Violeta hasta el fondo de la tierra. Re Fa#m La mim guitarra trabajadora Re La Re Sim Sim con olor a primavera. Ahi donde llega todo La Mim Fa#m7 y donde todo comienza Sim Sim Que no es guitarra de ricos canto que ha sido valiente La Mim Fa#m7 La Mim Sim ni cosa que se parezca siempre será canción nueva

Informazioni

Inserita da chiara.calzolaio _at_ gmail.com

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Marghera adeso (1973) di Canzoniere Popolare del Veneto Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: veneto Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marghera-adeso

Mib Sib Lab Marghera adeso i vol ristruturar el governo che Venesia vol salvar Mib Labm Mib Sib Mib a la SAVA mile i n'à licensià ai operai ghe cava da magnar

Informazioni testo e musica di alcuni compagni della sezione «Di Vittorio» di Cannaregio

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Mario della Piaggio [Povero Mario] (1968) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mario-della-piaggio-povero-mario

Re Quando allo sciopero Povero Mario, di due giorni prima La7 Re Quel celerino l'hanno licenziato con la ghigna cane Gli calò Era il più bravo la mazzata sulla spalla di tutto il capannone Ma il tempo è tempo, Andava piano, e trenta pezzi all'ora con la spalla gonzia Per quel merda del controllo Ammonta i pezzi non sono tanti dietro alla catena E il caporale, Trenta è la regola, ruffiano del padrone e un pò di più non guasta Con l"orologio in mano L'ha detto Piaggio stava a ride' all'ultima riunione Chi fa di meno Fa sicambia e mi dispiace Ma un giorno Mario, Ma la catena non si ferma, Do7 Fa non c'è ragione vedrai quella catena Si fermerà Mi perchè nelle turbine Povero Mario, Ci si butta Si7 Mi padrone e caporale s'era fatto male Che stanno bene insieme, insieme morti

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Marocchini (1980) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marocchini

Mi con quattro stracci addosso E incomincia 'sta giornata stan girando i marocchini Fa# Sol#m statuette orologi in giro la città E cammina con 'sta fiacca Mi sulle scale del sole in centro dentro ai tutto il giorno sulla strada [bar Fa#Sol# un tappeto sulla spalla grattacieli per aria e un cielo di reclam scarpe rotte un berretto in testa mai un þtram Sol# Fa# e arrivano nell'alba E vendono di sera Sol# come ultima speranza come tanti cammellieri tappeti per volare Fa# costruiti su in Brianza mentre un sole nero e fermano i passanti Sol# che attraversano i giardini nasce dietro ai grattacieli ma quando è sera niente dà più ascolto ai marocchini e fuori dalle banche e dai grandi magazzini E' finita la giornata per le strade deserte...

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Merica, Merica Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/merica-merica

Re La Re Cari fratelli ora state a sentire, Merica…a lavorar! Re che molti braccianti l’Italia abbandonan, Il viaggio ci costa, ma è tutto pagato, Sol chi attende da Italia i lavoranti, lasciando la terra e l’aria si bona paga già prima in buoni contanti Re La se vuol nostre braccia per lavorar. andare in America a lavorar. L’America è grande ben più dell’Italia, le terre son boschi, arene e vallate, Ben si guadagna al giorno sei lire, per quanti ci vanno son già preparate vestiti leggeri ma ben casermati, le squadre in colonia per lavorar. soggetti ai padroni coma i soldati se ben si fatiga c’è più libertà Merica, Merica...

Re La Fatica, lavora e mai non si stanca, Merica, Merica, Merica che ricco e istruito ben presto sarai, Re così dall’America scorda i tuoi guai, Merica, Merica, Merica e torni con l’oro i fondi a comprar. Sol Io lascio la casa, io lascio l’amante Merica, Merica, Merica viaggio per terra e anche per mare, Re se dall’america posso tornare, Merica…a lavorar! lo giuro non voglio mai più lavorar. La Merica…a lavorar! Merica, Merica...

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Canzone composta da due parti: la prima (testo di anomino e musica di Cantovivo) è la presentazione dell'America come paese ideale, la Mecca del proletariato; la seconda (raccolta a Sertegno da M.A. Spreafico) è la forzata sopravvivenza degli emigranti in quella terra di sogni e di chimere.

(Maria Rollero)

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Mio caro padrone domani ti sparo (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mio-caro-padrone-domani-ti-sparo

Lam Mi7 ma prima ti inchiodo Circolare a tutte Mi7 le fabbriche del mondo la lingua al palato siano esse per azioni ti faccio ingoiare (Mi7) o esse erre elle o come vi pare. un pitone salato e con quei tuoi occhi Lam Mi porcini e cretini commendatore illustre alla mia ragazza le scrivo la presente farò gli orecchini. per renderle noto un fatto increscioso compagni sia chiaro (La) Fa#m Si7 per lei. che il giorno ventuno Re per farle presente migliore vendetta che il giorno ventuno La del mese corrente sia proprio il perdono abbiamo deciso Lam di farla finita e allora saremo (La) Mi7 con lei. più grandi e più forti Lam La se tutti i rancori Mio caro padrone domani ti sparo Mi7 Mi7 saranno sepolti farò di tua pelle sapon di somaro però... ti stacco la testa ch'è lucida e tonda La La così finalmente imparo il bowling. Chi mi pagherà la gioia Mi7 miei cari compagni perché quelle facce di vederti star li appeso ho detto qualcosa che un po' vi dispiace se forse ho ecceduto non fateci caso grosso grasso unto e obeso vent'anni di rabbia fan parlare così. La proprio come un baccalà. pensate che bello Fa#m chi mi pagherà la gioia il giorno ventuno di vedere le tue mogli Si7 tutte piene di cordogli padroni son tanti pianger solo il venerdì. Mi7 che ti importa se ti strippo e padrone è nessuno se ti importa accendi un cero Lam te lo spengo tutto intero pensate che bello tutto intero dentro il naso Rem Mi7 Re Mi7 La pensate che bello tutto intero dentro il naso La Re Mi7 La sarà. tutto intero dentro il naso. La

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Mio Dio Teresa tu sei bella (1974) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: milanese Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mio-dio-teresa-tu-sei-bella

Re e mi son sentito un re. L'era li' piantaa' per tera La Teresa la volava Sol Nott e di' come una stela L'era li' ma senza rabia Tanti fior lee la basava Era viva era ...bella Cont i oeucc color barbera Mio dio Teresa era bella E la facia color nebia. Mio dio Teresa era bella" L'era li' ma come on can "Come un fiore e' sfiorita Negher ne la neva bianca c'e' rimasto un po' di nome El parlava cont i man se ne andava la sua vita Cont la boca lofia e stanca. per un cancro ad un polmone". Eco el tira su la testa Io ci ho detto :"sai Teresa. El me varda pian pianin Tu per me sei la mia stela El me dis: "Incoeu l'e' festa, Questo male ti fa offesa te gh'et minga on poo de vin?" O Teresa tu sei ...bella "Ho ammazzato la mia donna, Dio mio Teresa tu sei bella no, non chiedermi perché. Dio mio Teresa tu sei bella" Era bella, una madonna Sol La Re "L'ho ammazzata e ora aspetto Era bella era ....bella ma che arrivi la pantera Sol La Re l'ho ammazata e ho bevuto Mio dio quanto era bella!" una vita di barbera". Sol La Re L'e' rivada on ambulanza Mio dio quanto era bella!" L'han traa su cont la barela Luu el vosava la speranza. "Era vispa la Teresa, "Oh Teresa tu sei bella la farfalla mia di me Mio Dio Teresa tu sei bella! sull'erbetta io l'ho presa Mio Dio Teresa tu sei bella! Mio Dio Teresa tu sei bella!

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Natale '68 (1968) di Aleardo Caliari Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/natale-68

Sol Per spillare i quattrini Scusa signor consumator Re7 Sol Re7 Sol che cazzo c'entra Gesù? tu lo sai che il Natale Do Sol La tredicesima che hai con te è soltanto un sabba infernale la devi spendere senza un perchè Do Sol ma in fondo la ragione c'è inventato dal gran capitale questo sistema ha bisogno di te. Re7 Mim Sol Festeggia il tuo sfruttamento per spillare i quattrini c'è chi ci specula su. Re7 Sol Festeggia il tuo sfruttamento anche a chi non ne ha. che cazzo c'entra Gesù? Re7 Mim Sol

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Aleardo Caliari (ora direttore del Teatro della Memoria di via Cucchiari a Milano) suggerì alle lavoratrici della Rinascente di Milano in lotta durante il periodo natalizio, questo testo, che venne completato collettivamente (Ezio Cuppone). Si canta sulla melodia del canto tradizionale natalizio "Stille Nacht" Si può ascoltare nell'interpretazione del Coro ingrato qui: http://www.coroingrato.it/le-voci-del-coro/

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Nei reparti della FIAT di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nei-reparti-della-fiat

Lam li fa addosso così va tutto bene Se lavori al reparto sbavatura e se poi, putacaso si vergogni La7 Rem non può farci un bel niente e se li tiene. che si trova alla FIAT Grandi Motori Lam E il capo-macchina, che vien pagato tu respiri soltanto spazzatura quattordici lire all'ora di più Si7 Mi7 per quei pochi soldi si sente obbligato perché mancano fin gli aspiratori. a farti tener la pipi e la pupù.

I martelli pneumatici fan chiasso Al reparto per la pomiciatura c'è un gran fumo che è dei più schifosi c'è tanta acqua da farci i gargarismi non si vede lontano qualche passo se quest'acqua ti rende l'aria pura e ti becchi una bella silicosi. d'altro canto procura i reumatismi.

La Re In un anno perdete sette chili Però il signor Primus, dottore modello ed avete un bel mettercela tutta Mi7 La si fan deboli gli organi virili non vede quel fumo non sente il martello e la moglie vi resta a bocca asciutta. La7 Re se fa le statistiche ai vostri polmoni Vi dicono i medici in camice bianco: Mi7 La Con tutte le scocche che hai già poi dopo le mostra soltanto ai padroni. [pomiciato è chiaro che a casa poi sei troppo stanco Se lavori al reparto Grandi Presse per ripomiciare di nuovo in privato». non ci trovi neppure un sostituto Va be' scherzi a parte però resta il certe cause per lì non sono ammesse [guaio che ti fanno assentar per un minuto. che queste storielle son tutte ben vere ma per conquistare il controllo operaio Chi ha bisogno di fare i suoi bisogni lottiam nelle fabbriche e dentro il [quartiere.

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Nina ti te ricordi di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: veneto Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nina-ti-te-ricordi

Fa Do Fa che no se doveva pecar. Nina ti te ricordi Do Fa Fa7 E dopo se semo sposai quanto che gavemo messo che quasi no ghe credeva Sib Do7 Rem te giuro che a mi me pareva a andar su 'sto toco de leto parfin che fusse un pecà. Sib Do Fa insieme a far a l'amor. Adesso ti speti un fio e ancuo la vita xe dura Sie ani a far i morosi a volte me ciapa la paura a strenserla franco su franco de aver dopo tanto sbaglià. e mi che sero stanco ma no te volevo tocar. Amarse no xe no un pecato, ma ancuo el xe un lusso de pochi To mare che brontolava e intanti ti Nina te speti «Quando che se sposemo»; e mi so disocupà. el prete che racomandava E intanto ti Nina te speti e mi so disocupà.

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Nixon viene a Roma di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nixon-viene-roma

Lam l'Italia in mano nostra Nixon viene a Roma, saldamente resterà". Mi7 Lam ti sei chiesto "Cosa fa?", Volando in elicottero di certo arriverà non porta certo amore, ai piedi del pontefice Mi7 Lam che lo benedirà. né pace e libertà. Avrà l'assoluzione, La7 Re apostolica indulgenza, Nixon viene a Roma, per tutta quella gente Sol7 Do ammazzata nel Vietnam. ci viene a salutar, Lam Un mare chiaro pieno sorriso sulle labbra, di navi lui vedrà Mi7 Lam se per il Medio Oriente mani tese ad abbracciar. la sua flotta salperà. Non ci farà paura Abbraccerà Colombo il Fronte vincerà e forte lo ringrazierà con tutte le sue navi di tutte le sue tasse il boia affonderà. e della sua fedeltà, Saremo molti in Roma, di avere aumentato caro Nixon, ad aspettar, le spese militari tu non l'avrai previsto di avere favorito ma noi si griderà: Costa, Agnelli, Borghi e pari. "Cacciamo via il padrone, Entrato in Quirinale, giù le mani dal Vietnam! lo accoglie Saragat, La guerra imperialista non ti preoccupare con noi non passerà". di certo gli dirà "Cacciamo via il padrone, "Con bombe bombe e arresti giù le mani dal Vietnam! colpi di stato e crisi, La guerra imperialista con noi non passerà".

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No al Fanfascismo di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-al-fanfascismo

La- Re- La- qui traballa tutto quanto. "Ci ho provato con le multe "Qui ci vuole un uomo forte Re- Mi7 La- che migliori la nostra sorte!" e la cassa integrazione. Re- La- Ma per fortuna che c'è Fanfani... Li sospendo e li licenzio, Re- Mi7 La- Il P.C. e i sindacati e gli aumento pure i prezzi lor si batton per gli sfruttati, Re- La- col cavallo di battaglia Sono amico del questore dei contratti e le riforme. Mi7 La- Ma anche loro sanno bene che mi fa qualche piacere: che ci vuole la pace sociale. Re- La- Coesistenza e produzione, me li arresta nelle case, perchè qui manca la moderazione! Mi7 La- nelle piazze, sul lavoro. "Se la base non capisce, noi in alto siam grandi cervelli. Gli dimezzo anche il salario Anche Mosca garantisce e gli aumento tempi e ritmi. il suo appoggio contro i ribelli. Coi crumiri ed i fascisti Attenzione all'autonomia la mia fabbrica faccio andare". che ci spazza tutti via! Ma lo sciopero continua Qui ci vuole un uomo forte e la lotta non si vuol fermare. che migliori la nostra sorte!" "Qui ci vuole un uomo forte che migliori la nostra sorte!" Ma per fortuna che c'è Fanfani... La Mi7 La Ma per fortuna che c'è Fanfani Tutti quanti hanno un gran dire Mi7 La "Ma che bello 'sto Fanfani! che ci mette lui mani: Lui ci mette tutto a posto, Re La è il rimedio per gli italiani! venti fasci e manganelli, Avanguardie e proletari Mi7 La lui sa bene come trattare: torneranno i tempi belli. repressione, ordine e pace, le magagne ci aggiusterà!" Ma per fortuna che c'è Fanfani che prepara grandi piani! Ma chi ha chiesto ai proletari Non è di grande compagnia cosa pensan dei loro affari? Ma è il più fascista che ci sia! Come vedono il ducetto, cosa pensan dell'ometto. I partiti son d'accordo Nelle fabbriche, nelle scuole, che così non si può andare. sulle piazze e nei quartieri Se le masse non stan zitte vostri sbirri ed aguzzini qui succede un quarantotto. passeranno dei gran giorni neri! "Qui c'è la democrazia: solo la legge è la giusta via! I proletari han già capito Con il voto decideremo che cos'è il fanfascismo! qual'è la vostra libertà". Dappertutto si lotta ancora contro il capitalismo "Abbiam fatto la Costituzione, voti, seggi e cadreghini. Ma chi ha chiesto ai proletari Faticando come matti cosa pensan dei loro affari? ci siamo fatti una posizione". Come vedono il ducetto, Ma se il popolo è incazzato cosa pensan dell'ometto.

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Nelle fabbriche, nelle scuole, vostri sbirri ed aguzzini sulle piazze e nei quartieri passeranno dei gran giorni neri!

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Noi siamo stufe di Movimento Femminista Romano Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-stufe

Do Sol Noi siamo stufe di essere sfruttate Siamo stufe di fare bambini puttane o sante venir classificate Do basta con la storia della verginità lavare i piatti stirare pannolini vogliamo la nostra sessualità Sol avere un uomo che ci fa da padrone Ci han diviso fra brutte e belle Do ma tra di noi siamo tutte sorelle e ci proibisce la contraccezione fra di noi non c'è distinzione all'uomo serve la divisione Noi siamo stufe di far quadrare ogni mese il bilancio familiare Noi siamo stufe di abortire lavare, cucire, pulire, cucinare ogni volta col rischio di morire per chi sostiene che ci mantiene il nostro corpo ci appartiene per tutto questo lottiamo insieme Noi siamo stufe della pubblicità che deforma la nostra realtà Ci dicon sempre di sopportare questa moderna schiavitù ma da oggi noi vogliamo lottare da oggi in poi non l'accettiamo più per la nostra liberazione facciamo donne la rivoluzione!

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Il testo è del Movimento Femminista Romano, adattato sulla musica di Sixteen tons , brano country statunitense che denuncia le condizioni di lavoro dei minatori. E' stato interpretatoanche da altri gruppi e canzonieri femminist, come ad esempio il Canzoniere femminista-gruppo musicale del comitato per il salario al lavoro domestico di Padova e da Antonietta Laterza nel disco "Alle sorelle ritrovate"

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Non è finita Piazza Loreto (1974) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-e-finita-piazza-loreto

Lam Non basta cambiar concime, Ma no che non é finita Sol Sim cambiar leta - me piazza Loreto Re La Rem perché quella nuova pianta si é vinta una battaglia Sol Sim Lam nasca dive - rsa ma non la guerra Mim Re Fa Sol finché le radici restano perché il taglio di una pianta Do Sol Lam quelle gra - me non é completo Mim Sim Rem Lam é solo materia prima finché le radici restano Do Sim Sib Lam che viene persa. sotto ter - ra. La pianta, che cresca poco, Lam Sol che cresca molto, Se vuoi togliere sul serio estirpala prima che sia Fa Lam cresciuta ancora; anche la radi - ce é meglio perdere un anno Do Sol tutto il raccolto rivolta tutto il terreno piuttosto che tutto il campo Fa Lam vada in malora. senza pau - ra Rem Do Estirpa la mala pianta, non basta voltar la crosta ma tutta intera Sib Fa perché non produca seme e la superfi - cie e non faccia frutto Rem Lam quel frutto che fa venire ma devi volere proprio la peste nera Sib Lam quel seme che da soltanto cambiar cultu - ra. la morte e il lutto.

Sim Dom Se non cambi la cultura, Non basta stare a contare se non fai presto le nostre medaglie Mim Fam a togliere la radice ricordo dei nostri morti Sim Dom ma tutta quanta, caduti allora; Sol La Sol# La# ti trovi ad avere fatto bisogna affrontare tante Sim Dom solo un innesto nuove battaglie Mim Sim Fam Dom sul quale si riproduce per togliere il marcio che Do Sim Do# Dom la mala pianta. ci avvelena anco - ra.

Sim La Dom Sib

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Quel marcio che ci avvelena Gli sbirri fascisti ancora Sol# Dom sono protetti città e offici - na, da quei vecchi protettori, Mib Sib sempre da quelli famiglia, caserma, scuola che un tempo gli han fatto Sol# Dom uccidere Gobetti e tribuna - le e adesso gli fanno uccidere Fam Mib Pinelli. quel marcio che può di nuovo Do# Sol# Rem Do portar rovi - na E quei vecchi protettori Fam Dom Sib Rem che può fare andare il nuovo son parassi - ti Do# Dom Fa Do raccolto a ma - le. Che cambiano il vino buono Sib Rem Fascismo é questo marcio tutto in ace - to che ci ricatta Solm Fa che cambia colore ma resta ma noi gli dobbiam gridare sempre quello, Mib Sib che sopra l'orbace ha messo più forte e uni - ti la cravatta Solm Rem e che chiama sfollagente che non ci può più bastare il manganello. Mib Rem piazza Lore - to.

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Non piangere oi bella [Partono gli emigranti] (1974) di Alfredo Bandelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-piangere-oi-bella-partono-gli-emigranti

Fa Do7 Fa Non piangere oi bella se devo partire, della polizia; Do7 se devo restare lontano da te, partono gli emigranti, partono per l'Europa non piangere oi bella, non piangere mai i deportati Fa della borghesia. che presto, vedrai, ritorno da te. Non piangere oi bella, non so quanto tempo Addio alla mia terra, addio alla mia casa, io devo restare a sudare quaggiù; addio a tutto quello che lascio quaggiù; le notti son lunghe, non passano mai o tornerò presto, o non tornerò mai, e non posso mai averti per me. soltanto il ricordo io porto con me. Soltanto fatica, violenza e razzismo Fa Do7 ma questa miseria più forza ci dà ; Partono gli emigranti, e cresce la rabbia, e cresce la voglia la Fa voglia di avere il mondo per me. partono per l'Europa Partono gli emigranti... sotto lo sguardo partono gli emigranti...

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Nostro Messico febbraio '23 Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nostro-messico-febbraio-23

Do Sol Do E quando i gringos videro le bandiere Nostro Messico febbraio '23 con quelle strisce che Villa disegnò Fa Sol atterraron coi loro aereoplani lasciò Carranza passar gli americani e Pancho Villa così li catturò. Fa Do molti fanti seicento aeroplani A Chihuahua ed a Città Juarez Sol Do ci fu sorpresa tra la popolazion seguiron Villa per il Messico inter. nel vedere tanti gringo e carranzisti che Pancho Villa appese ai lampion. Cominciaron a mandare spedizioni gli aereoplani cominciarono a volare Ai carranzisti e agli uomini del Texas ogni casa venne rastrellata da Chihuahua a Camargo a Carrizal cercavan Villa lo volevano ammazzar. Pancho Villa con tutte le sue forze inflisse una batosta senza egual. Quelli a cavallo non potevan cavalcare e quelli a piedi non potevano marciar, Cosa credevan di trovar gli Americani allora Villa passò su un aereoplano che avevan preso per un gioco questa e dall'alto li salutò good-bye. [guerra? Con la faccia piena di vergogna Cominciarono con i bombardamenti se ne tornaron alla loro terra. allora Villa uno scherzo preparò si vestì da soldato americano E io vi chiedo fedeli compagni e i suoi soldati in questo modo trasformò. di rimanere pronti ai piedi del cannon e di sparare l'ultima mitraglia per difendere l'idea e la nazion.

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Un corrido villista che racconta una delle gesta di Pancho Villa durante la rivoluzione messicana. Traduzione di Rudi Assuntino.

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Nuvole a Vinca (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuvole-vinca

Fa#m Sim Fa#m Lam Do Sol Re Sui castagni passano via, per carità! Fa#m Sim Do#m Rem Lam nembi, cirri, cumuli, Suona le campane!» Do Mim Lam Mim Sol Re Lam nubi bianche, nubi nere. Chi le sentirà? Fa Do# Mim Sol Re Mim Qualche vecchio sa vedere Chi le sentirà? quale porta rondini, quale porta grandine, Nella chiesa un grappolo quale porta tuoni e lampi, stretto sotto il pulpito: quale acqua per i campi. donne che non pregano, Fa#m Sim Fa#m ma in silenzio pensano... Sulla linea gotica ...dove sono i giovani. Fa#m Sim Do#m prigionieri in Africa, anche un ragazzino sa deportati a Buchenwald Do Mim Lam o sui monti, liberi... che la nube sui tornanti Passa un'ombra sulle piane, Fa Lam stanno zitte le campane, al paese porta pianti. vira il sidecar sulla ghiaia: che pilota, signor Meier! Mim Sol Re La Fanno il tiro a segno, cani macellai. «Corri nella vigna, Ma che bella mira! Non la sbaglian mai.

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La canzone si riferisce all'eccidio nazista di Vinca del 24 agosto 1944, ad opera delle brigate nere e delle SS di Walter Reder (vedi: http://digilander.libero.it/ladecimamas/stragi2.htm )

Vedi anche: Cannoni del Sagro

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O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] (1966) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-padrone-non-lo-fare-se-cavessi-cento-figli

La «State attenti a lavorare Se ci avessi cento figli che io vi posso rovinà. La7 Re tutti quanti belli e forti Ci ho la tradotta dei crumiri Mi7 La che li porta a lavorare gli direi : «Vi preferisco morti che li porta a disertare Mi7 La ma dalla loro società». che a lavorare per il padron». «O padrone non lo fare... Il padrone in veste nera con la mano sopra il cuore: Che farai allora crumiro «Mi fa tanto dispiacere per i soldi del padrone ma io vi debbo licenzià». tu rimani a guardare ché da solo ti sei rovinà. «O padrone non lo fare siamo in pochi ma a lottare «O padrone non lo fare e per farla scomparire siamo in pochi ma a lottare la maledetta proprietà». e per farla scomparire la maledetta proprietà Il padrone in veste nera la maledetta proprietà con la mano sopra il cuore: la maledetta proprietà».

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Ostruzionismo di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ostruzionismo

Do SolFa SolDo Ostruzionismo e sabotaggio... OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo! Se licenzian qualcuno per questi motivi OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo! si presenti ugualmente al lavoro tra i primi; noi lo faremo entrar! Do Cari compagni per battere il padrone Ostruzionismo e sabotaggio... bisogna colpire la sua produzione: E se una ditta proclama la serrata, Sol immediatamente sarà occupata presto la pagherà. viva la libertà!

Fa Do Ostruzionismo e sabotaggio... Ostruzionismo e sabotaggio Il socialismo è ormai vicino, Sol Do edifichiamo il nostro destino! sono le armi di chi ha più coraggio. OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo! Senza neppure uscir dall'officina OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo! noi possiamo mettere il padrone in rovina, presto la pagherà. ------E quando un capo comincia a esagerare Ostruzionismo e sabotaggio... ci rifiutiamo tutti di obbedire, finché non se ne va. Nelle riparazioni faremo l'impossibile per impiegare più tempo possibile; Se il sindacato, strumento del padrone, viva la libertà! vuol contrattare la nostra condizione noi gli si impedirà. Ostruzionismo e sabotaggio... Se il sindacato, strumento del padrone, Quando c'è l'ordine di lubrificare vuol contrattare la nostra condizione prima le macchine bisogna far fermare; noi gli si impedirà. viva la libertà! E se i ritmi vogliono aumentare Ostruzionismo e sabotaggio... noi s'allenta un bullone per farli rallentare e la si spunterà. Non farem lavori a cui non siamo addetti, non useremo utensili inadatti, E se un compagno viene trasferito viva la libertà! si blocca la catena e non si muove un dito finché non tornerà.

pagina 470 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Padrone Olivetti (1968) di Canzoniere Pisano, Piero Nissim Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padrone-olivetti

Sol Do Le tue invenzioni sono la morsa Padrone Olivetti, un nostro compagno Re Sol Sol Re Che noi soltanto potremo spezzar Ha perso la testa s'è andato ad ammazzare Sol Do Dividi e comanda: è il motto di sempre Tu potrai dire che era malato Di tutti i padroni di questa terra Sol Re Sol La nostra vita è tutta una guerra Ma noi la sappiamo la verità ! A stare attenti a non farci fregar!

Padrone Olivetti, una macchina un uomo Tu ci hai divisi in categorie Nei tuoi progetti han la stessa funzione Chi è più capace guadagni più Tu vedi solo la produzione Ma il tuo discorso E quel che si guasta si deve buttar! Davanti alla pressa E" una menzogna non regge più! Sol Padrone Olivetti, la tua baracca E quest"inganno, uno dei tanti Re Sol E" il loro giogo per farci tacere Resterà in piedi, finchè ti si ascolta Siam tutti uguali senza il potere Do E tutti assieme dovremo lottar

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Padroni ci volete spaventare (1979) di Franco Rusnati Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padroni-ci-volete-spaventare

Mi Si7 Le frottole che avete raccontato Padroni ci volete spaventare è merce che ormai non fa più mercato. Mi Noi siam lavoratori di forgia e fonderia creando crisi pur di non mollare; voi siete chi rovina l’economia. La Si7 Noi siam lavoratori di forgia e fonderia Mi voi siete chi rovina l’economia. questa è una vecchia storia, nessuno più la beve Striscioni e cartelloni son preparati, Si7 Mi campane e campanacci ben ‘cordati; voi siete la rovina de ‘stu paese. siam tutti in prima fila impazzir noi vi La Si7 faremo Mi ‘n minuto in più di voi resisteremo. Questa è una vecchia storia, nessuno più la Siam tutti in prima fila impazzir noi vi beve faremo Si7 Mi ‘n minuto in più di voi resisteremo. voi siete la rovina de ‘stu paese. E adesso che incomincia la battaglia Ormai anche tra noi è maturato per estirpare tutta ‘sta marmaglia; ci siam formati un solo sindacato; noi non vogliamo guerre, nè croci, nè onori, è una lotta di classe contro gli sfruttatori voglion sol cose giuste i lavoratori. uniti vanno avanti i lavoratori. Noi noi non vogliamo guerre, nè croci, nè E’ una lotta di classe contro gli sfruttatori onori, uniti vanno avanti i lavoratori. voglion sol cose giuste i lavoratori.

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Canzone scritta da Franco Rusnati di Bussero, operaio della Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni e pubblicata nel 1979 su disco 45 giri a cura del Sindacato Unitario Metalmeccanico FIM-FIOM-UILM

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Palestina [La rossa Palestina] (1973) di Umberto Fiori Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/palestina-la-rossa-palestina

Mim Li chiamano "banditi" Laggiù nel Medioriente, i giornali dei padroni Do che chiamavano "assassini" i partigiani, come un bufalo ferito Re Lam noi non crederemo infuria il pirata americano ai bollettini israeliani, al tiranno giordano traditore. ma nei campi, sulle dune, sono armati anche i bambini Quante volte ci hanno detto e ogni donna impugna il suo fucile "E` finita in Palestina." e ancora cantavamo la canzone... no, non fan paura i carri armati d'Israele: Abbiamo alzato il rosso... la tua terra tu la devi liberare... Al di là di questo mare Lam c'è un popolo fratello: Abbiamo alzato il rosso, ogni lotta aiuta un altra lotta, Mim il verde, il bianco e il nero, ogni colpo sparato Si7 sul nemico sionista stretto in pugno la bandiera: in Italia colpisce chi comanda. Mim i colori di Al Fatah. Coi popoli in rivolta Abbiamo alzato si muove oggi la Storia, la bandiera partigiana Rivoluzione, fino alla vittoria! della rossa Palestina accanto a quella del Vietnam! Abbiamo alzato il rosso...

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La canzone è intitolata "Palestina", non "La rossa palestina".

E' stata scritta nel 1973 da Umberto Fiori e veniva eseguita dai gruppi della Commissione Artistica del Movimento Studentesco milanese, dove militavano al tempo diversi musicisti che suonavano o avtrebbero in seguito suonato con gli Stormy Six, tra i quali Franco Fabbri, Umberto Fiori, Toto Zanuso, Luca Piscicelli, Tommaso Leddi e Carlo De Martini.

"Palestina" fu incisa su un E.P. di canzoni del Movimento Studentesco, sempre nel 1973. Gli altri pezzi presenti erano "Dimitrov", "I padroni posson perdere la testa" e "Come Yu Kung rimosse le montagne".

(giambo)

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Panchina di quartiere (1980) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/panchina-di-quartiere

Sol Re Do Sol La sua casa è lì vicino Lui è la solo a fumare dove è nata lei da bambina Re Do Sol la sua età lo fa stancare. E chiudon le persiane e lascian fuori il sole Re lei ride nello specchio Panchina di quartiere e non lo trova vecchio Sol e un campanile vede le bocce ed un bicchiere che fanno l'amore Re sentirsi consumato Lei amava Toby il suo cane Sol nato per strada e perso a Natale lui che il mondo ha girato Re Com'era triste ieri e passano le coppie soltanto dispiaceri Do Sol e adesso che si è vecchi che fanno l'amore. ricamminare stretti e batte forte il cuore Lei è là più tardi al sole nel fare l'amore scambierà con lui due parole. La sua tana il suo sorriso E parlano tranquilli nel cortile del paradiso avranno avuto figli e lavorare in banca e infine con gli sguardi e lavorare stanca ripenseranno agli anni e vedono le coppie gli amanti vecchi e incerti che fanno l'amore si dan baci diversi ci metton ore ed ore per fare l'amore

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Pelle scura (1980) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pelle-scura

Rem Solm Rem lotta sempre in prima fila Non fiatare sul lavoro Do Rem La Solm Rem dice un giorno saprai. non parlare vieni qua Sol Rem Sol Rem Mio fratello pelle scura mio fratello pelle scura licenziato è stato già Do Rem La ora in piedi faccia dura è arrivato in città. sfida lui la città.

Rem Sib Do Rem Mio fratello pelle scura Mio fratello pelle scura l'han trovato in fondo al mar Sib Do Fa mezzi morti di paura va a cercarli proprio i guai siamo andati a lavorar. Sol Rem Sol Rem

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Pensa un po' (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pensa-un-po

Sol Do Mim Pensa un po'. quel che invece vogliamo Do Mim Pensa un po' quel che invece dobbiamo Mi7 Lam Fa Fa# Re7 tu che sei portato in giro da un risciò buttar giù. Do e un cinese che ti tiri Pensa un po' Sol che quei palmizi "No, alla prossima lei giri" che ti fan ombra dal sole Re son due lampadine accese sul comò pensa un po' e ti svegli e non è festa Sol senti un vuoto nella testa pensa un po'. e una voglia una gran voglia di fumar.

Perché no Ti ricordi a fine mese perché no non ci arrivi con le spese sette schiave e una lettiga rococò, hai buttato un paio d'ore per sognar due palmizi sulla testa e ti vesti in fretta in fretta e domani è sempre festa corri in fabbrica e t'aspetta perché no una sirena che non è quella del mar. perché no. Pensa un po' Si7 Mim pensa un po' Siam costretti a lavorare avvitare due bulloni e il terzo no Si7 Mim fare tutto presto e bene siam costretti a costruire perché ai soldi uno ci tiene anche se poi vende la sua libertà.

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Perchè mai parlarvi di pace (1969) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-mai-parlarvi-di-pace

Re Sol voi l'avete scolpito sui volti Ma perché mai nelle truffe dei vostri salari Re Sol concordati sul vostro lavoro. parlar di pace Re La7 Perché mai parlarvi di Nixon voi lo sapete voi l'avete in ogni padrone Re denti bianchi fraterno sorriso del freddo e dei figli e l'insulto della sua pietà. Sol e il costo di E la scelta è il cancello per capire Re Sol con le cento e le mille e più voci scarpe e vestiti e le grida «Agnelli» è «Vietnam» Re La7 e la pace cantata da voi. e il ritmo del Re Questa pace cantata da voi vostro martello. oggi è grido di vera violenza agli Ingrao di buona coscienza Re La7 Re ai Novella ai Pirelli ai padroni. Perché mai parlarvi di pace Re La7 Re Perché mai parlarci di pace voi sapete del freddo e dei figli se ogni giorno si vive alla guerra Sol Re se per uno di loro per terra ed il costo di scarpe e vestiti sono mille i morti per noi. Re La7 Re ed il ritmo del nostro martello. Perché mai parlarci di pace Perché mai parlarci di pace Perché mai parlarvi del Vietnam Perché mai parlarci di pace Perché mai parlarci di pace.

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Piazza Fontana [Luna rossa] (1976) di Yu Kung, Claudio Bernieri Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piazza-fontana-luna-rossa

Lam Mim7 Lam metterò casa potrà anche andare. Il pomeriggio del dodici dicembre Mi Lam Dice la gente che in piazza Fontana in piazza del Duomo ce l'abete illuminato; forse è scoppiata una caldaia; Do Fa Sol Lam là nella piazza 16 morti ma in via del Corso non ci sono le luci, li benediva un cardinale Mi Lam per l'Autunno caldo il comune le ha [levate. No, no, no, non si può più dormire...

In piazza Fontana il traffico è animato, Notti di sangue e di terrore c'è il mercatino degli agricoltori. scendono a valle sul mio paese; Sull'autobus a Milano in poche ore, chi pagherà le vittime innocenti? la testa nel bavero del cappotto alzato. chi darà vita a Pinelli il ferroviere?

Bisogna fare tutto molto in fretta Ieri ho sognato il mio padrone perché la banca chiude gli sportelli; a una riunione confidenziale; oh come tutto vola così in fretta si son levati tutti il cappello risparmia gente tutto così in fretta prima di fare questo macello.

Lam Mi7 Lam No, no, no, non si può più dormire... No, no, no, non si può più dormire Sulla montagna dei martiri nostri, Mi7 Lam tanto giurando su Gramsci e Matteotti; la luna è rossa e rossa di violenza! sull'operaio caduto in cantiere, Do Fa Sol Lam su tutti i compagni in carcere sepolti Bisogna piangere insonni per capire Rem Mi7 Lam Come un vecchio discende il fascismo, che l'ultima giustizia borghese si è succhia la vita ad ogni gioventù; [spenta! ma non sentite l'urlo sulla barricata La classe operaia l'attenderà armata! Scende Dicembre sopra la sera, sopra la gente che parla di Natale; No, no, no, non si può più dormire... se questa vita avrà un futuro No, no, no, non si può più dormire...

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Il 12 dicembre in piazza Fontana, a Milano, un attentato di matrice fascista provocò la morte di 16 persone.

La canzone è incisa nell'album "Pietre della mia gente", dei Yu Kung, i diritti SIAE della canzone sono di Claudio Bernieri.

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Pontelandolfo (1972) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pontelandolfo

Mim per le donne ed i soldati Era il giorno della festa del patrono La Re per l'Italia e per il re. e la gente se ne andava in processione La Per sedare disordine al paese l'arciprete in testa ai suoi fedeli arrivano quarantacinque soldati Si7 sventolando fazzoletti bianchi predicava che il governo italiano era in segno di pace, ma non trovano nessuno. Mim poi mentre si preparano a mangiare senza religione il rumore di colpi di fucile li spinge ad uscire allo scoperto ed ecco da lontano e son presi tutti quanti prigionieri Re poi li portano legati sulla piazza un manipolo con la bandiera bianca e li ammazzano a sassate, La bastonate e fucilate. intima ad inneggiare a re Francesco Si7 Pontelandolfo la campana suona per te... ed ecco tutti quanti lì a gridare Do Sol La notizia arriva al comando poi si corre furibondi al municipio e immediatamente il generale Cialdini La ordina che di Pontelandolfo e si bruciano gli archivi non rimanga pietra su pietra Si7 arrivano all'alba i bersaglieri e gli stemmi dei Savoia e le case sono tutte incendiate le dispense saccheggiate, le donne Mi La violentate, Pontelandolfo la campana suona per te le porte della chiesa strappate, bruciate Mi ma prima che un infame piemontese per tutta la tua gente rimetta piede qui, lo giuro su mia madre, La dovrà passare sul mio corpo. per i vivi e gli ammazzati Fa#m Pontelandolfo la campana suona per te...

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Canzone che parla di un eccidio di contadini nel meridione d'Italia dopo l'Unità.

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Portella della ginestra (1980) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/portella-della-ginestra

Sol come le gocce quelle Sono arrivati prime fucilate. Fa Senza pensare con le carriole, con le falci, tutti han guardato se arrivava un temporale. con gli aratri, Sol E a poco a poco quei terreni abbandonati e il cielo freddo, con il sangue venivan seminati. con quelle facce Sulle bestie, sulla gente da lontano Fa scatenava la tempesta la banda di coperte da un berretto. [Giuliano

Lam Sol Sono caduti Nella piana di Portella c'era i primi scialli tra i cavalli, Lam Sol tra gli sputi. un carretto, un sasso, una bandiera. Piene di sonno Lam Sol prima le mule son finite Tra quei monti era sereno all'altro mondo. e da lontano Lam Sol Poi le donne son scappate in mezzo ai apparve in mezzo al cielo [sassi, Lam ma miravan troppo bene quei ragazzi. la banda di Giuliano. Nel silenzio generale, da lontano, si sentì solo sparare la banda di Sono arrivate [Giuliano.

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Canzone che racconta dell'eccidio di Portella delle ginestre, il primo maggio del 1947, ad opera della banda del bandito Giuliano.

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Pratobello di N.G. Rubanu Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: sardo Tags: antimperialisti, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pratobello

La7 Re La7 Re De mandarene galu politzia Orgòsolo pro terra de bandidos Sos contadinos e-i sos pastores La7 Re La7 Re E totu canta sa zente famia Fin’a eris da-e totu' fis connota La7 Re La7 Re Isetavan concimes e tratores Ma oe a Pratobello tot’ unidos Pro aer pius late e pius pane Invetze' totu an dadu a sos sinnyores Si7 Mi Si7 Mi A Rovelli, Moratti e s'Agacane Fizos tuos falado' sun in lota Si7 Mi Si7 Mi Povèrinu e miseru s'anzone Contra s’invasione militare K'iseta late da-e su mariane: Si7 Mi Si7 Mi d'issu poi si prèa' su bucone Ki a inie fi faghende rota Orgòsolo fiera e corazosa Invetze' de tratores pro arare Totu canta sa popolatzione Arriban carrarmados e cannones Totu custu a' cumpresu e minaçosa E trupas de masellu d’addestrare E si arma' de fuste pro iscaçare Mandada da-e sos solitos bufones Cussas trupas fascistas e odiosas Ki keren ki rinasca' sa Barbaja Ki custrint'est a segu' de torrare Cun parcos pro sas muvras e sirbones Lassande sas muntannyas e pianos Naran puru ki sa zente es' malvaja Atraversende de nou su mare. Ki viven de furtos e ricatos Non ke banditos ma ke partijanos In sa muntannya infid'e selvaja An dimostradu a sos capitalistas Ki solu cun su fuste e cun sas manos Pro ke finire custos malos fatos E dare a sa Sardinnya atera via Orgòsolo ke manda' a sos fascistas Custos bufones decidin cumpatos Orgòsolo ke manda' a sos fascistas

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Primo d'agosto Mestre '68 (1970) di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/primo-dagosto-mestre-68

Do Sol7 Do Do7 che non avresti ceduto mai A casa senza voce, e con le mani anche se non dimentichi la paura Fa Sol Do Do7 delle legnate e dei fucili sporche dei sassi raccolti sui binari; provati troppe volte a tu per tu. Fa Sol Do per una volta ancora, dopo tanto, Noi si gridava: «Edison in ginocchio!» Sol7 Do e poi: «Montecatini assassini!»: mi son sentito armato e non inerme le armi vostre sono lì schierate, Sol7 Do padroni, ma stavolta ci temete contro i nemici nostri di sempre. perché siamo tanti, troppi per voi.

Sol7 E mentre vi aspettiamo Hai cercato nei loro volti servi di chi ci sfrutta, Do vi siete finalmente ritirati lo scherno e la freddezza in preda anche voi, per una volta, Fa Sol Do alla paura d’esser picchiati. di chi ti ha caricato tante volte: Sol Do Se questa è violenza, o padrone, «Pula fascista, vienimi addosso» abbiamo scordato, la tua legalità: Sol7 Do solo la tua violenza è autorizzata: una rabbia ed una forza sconosciute. a questa noi opponiamo l’unità.

Primo d’agosto, Mestre, sessantotto: Colpo su colpo, senza illusioni, cinquemila di noi alla stazione, giorno per giorno, senza più paura, trecento celerini lì davanti uomo per uomo, nasce la lotta: pronti come sempre a sparare di tanti primi d’agosto sarà fatta per difendere il mio padrone. la nostra liberazione; di tanti primi d’agosto sarà fatta Ti sei giurato in cuor tuo la nostra rivoluzione.

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Il primo agosto 1968 rappresentò l'apice della lotta degli operai della Montedison, a Porto Marghera, lotta che durò dalla metà di luglio ai primi giorni di agosto.

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Proclama di Camillo Torres (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/proclama-di-camillo-torres

Lam Chiunque è un patriota Da molti anni i poveri stia sul piede di guerra Mi7 Lam finchè possano sorgere della nostra patria, i capi guerriglieri; Do Fa dobbiamo stare all'erta, scambiarci le da molti anni attendono [opinioni, Mi7 Lam raccoglier le provviste con armi e il grido di battaglia, [munizioni. Fa Sol Lam il grido per gettarsi nella lotta finale La lotta è prolungata Rem Lam Mi7 Lam e i colpi all'oppressore contro l'oligarchia e contro il capitale. sian piccoli, se occorre, Rem Do Mi7 Lam purchè siano sicuri; contro l'oligarchia e contro il capitale. proviamo cosa valgono di fronte agli [avversari A questo punto il popolo coloro che si dicono dei rivoluzionari." non crede a chi ha il potere a questo punto il popolo Agisci senza sosta, non crede alle elezioni, ma agisci con pazienza, non c'è più via legale che possa esser la guerra sarà lunga [tentata, e ognuno dovrà agire; non resta altro al popolo che la lotta importa soprattutto che la rivoluzione [armata. quando è il momento giusto ci trovi dall' [azione. Il popolo è deciso a offrir la propria vita Abbiamo incominciato per dare ai propri figli perchè la strada è lunga, un tetto e da mangiare, però questa è la strada per dare soprattutto a chi verrà domani per la rivoluzione: la patria non più schiava dei con noi fino alla morte a unire e [nordamerìcani." [organizzare. con voi fino alla morte, la classe E devo dire al popolo [popolare. che io non l'ho tradito, son stato sulle piazze Con noi fino alla morte d'ogni città e villaggio perchè siamo decisi, chiamando chi lavora ai campi e alle con voi fino alla morte, [miniere a andare fino in fondo: a unirsi e a organizzarsi per prendere il la presa del potere non è ormai più [potere. [illusoria, lottar fino alla morte vuoi dire la [vittoria

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Camillo Torres, prete e sociologo colombiano, morì il 15 febbraio 1966, in uno scontro a fuoco a santander, con le truppe dell'esercito regolare, lottando col mitra in mano contro un'oligarchia serva dell'imperialismo nord- americano. La canzone è una parafrasi assai fedele dell'ultimo messaggio di Torres al popolo colombiano ("Dalle montagne, gennaio 1966") considerato il suo testamento spirituale.

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Quando lo sciopero di Leoncarlo Settimelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-lo-sciopero

Rem firma qua sopra questo, è il verbale Quando lo sciopero è già compatto se ti va bene esci in serata La7 Solm se ti va male vai in tribunale. ecco gli agenti e le camionette Do Fa Rem Sib Rem chi li ha mandati sono i padroni La nostra rabbia non è per questo La Rem La Rem la nostra lotta voglion spezzare. è che al governo ci son compagni Sib Rem Rem Sib Rem cambierà tutto, ti avevan detto I pugni in faccia, i calci al ventre Mi7 La La Rem ora ti dicon di non scioperar non danno tregua, son dei fascisti Sib Rem Non scioperare, tira la cinghia giù come ossessi ti danno addosso porta pazienza, non sabotare La Rem dicono questo anche i padroni ti portan dentro senza pietà. va bene a loro ma non a me

Rem Sib Rem Insieme a noi c'è una compagna Hanno mandato la polizia “Ho quattro figli, mi mandi a casa!” La Rem “Se hai famiglia vai al lavoro perchè ci vogliono chiuder la bocca perchè ti metti a scioperar?” Sib Rem contro il governo che è dei padroni “Sì, commissario, ho quattro figli La7 Rem anche per loro ho scioperato forza compagni scendiamo in lotta non siamo schiavi, abbiam ragione La7 Rem mi tenga pure chiusa in prigione!” forza compagni scendiamo in lotta La7 Rem-La7-Sib Si sta lì dentro come banditi forza compagni scendiamo in lotta

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Quando non c'è più conforto (1970) di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-non-ce-piu-conforto

Rem La7 e poi mi sembra ci sia qualcuno Quando non resta nessun conforto Solm Rem La7 Rem Rem che se ne frega di tanta gente c'è chi va in chiesa per poi pregare La7 ma a chi non resta in cosa sperare c'è chi si impicca a un ramo nell'orto non crede a niente neppure in Gesù Rem va in tasca a tutti tira a campare e chi si sfoga a bestemmiare alle promesse non crede più

Rem La7 un litro rosso e mezzo toscano io li capisco io li comprendo quasi ogni sera che brutto vizio Rem passa le carte chi fa la mano nessuno di loro andrà all'inferno poi si rientra tutti all'ospizio Re7 Solm ma a chi no resta neppure mangiare io non protesto contro nessuno Do7 Fa La7 Rem ma in questo modo non possiam far niente ditemi voi cosa può fare e poi mi sembra ci sia qualcuno che se ne frega di tanta gente Re7 Do7 Fa io non protesto contro nessuno quando non resta nessun conforto Solm Rem La7 Rem c'è chi va in chiesa per poi pregare ma in questo modo non possiam far niente c'è chi si impicca a un ramo nell'orto Re7 Solm Do7 Fa e chi si sfoga a bestemmiare

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Canzone scritta dietro un impeto di sdegno e di rabbia, nel vedere che l'umanità si stava sgretolando, usando indifferenza e superficialità nei confronti di persone anziane.

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Quella notte davanti alla bussola (1969) di Canzoniere Pisano Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quella-notte-davanti-alla-bussola

Lam Rem Lam che si stanno organizzando Quella notte davanti alla Bussola, per iniziare la caccia all'uomo Rem Lam con pantere ed autoblindo. nel freddo di San Silvestro. Non possiamo andare via, Rem Lam né lasciare i dispersi, Quella notte di Capodanno siamo ormai tagliati fuori Rem Mi7 per raggiunger gli automezzi. non la scorderemo mai. Decidiamo di resistere Lam e si fan le barricate: Arrivavano i signori, sono per meglio difenderci Rem Lam dalle successive ondate. sulle macchine lucenti Rem Lam Dalla prima barricata e guardavan con disprezzo alla zona dei carabinieri Mi7 Lam sono circa quaranta metri gli operai e gli studenti. tutti sgombri e tutti neri. Lam Quando cominciano ad avanzare Le signore con l'abito lungo, uno di loro spara in aria. Rem Lam i compagni tirano sassi con le spalle impellicciate, per cercare di fermarli. Rem Lam Loro si fermano un momento i potenti col fiocchino, e poi continuano ad avanzare; Mi7 Lam non è più uno soltanto, con le facce inamidate. sono in molti ora a sparare.

Eran gli stessi signori Dalla prima barricata che ci sfruttano tutto l'anno, si vedon bene le pistole, quelli che ci fan crepare dalla seconda tutti pensano nelle fabbriche qui attorno. che sian solo castagnole. Son venuti per brindare, Ci riuniamo tutti assieme dopo un anno di sfruttamento, alla seconda barricata, a brindare per l'anno nuovo, i 'carruba' tornano indietro, che gli vada ancora meglio. vista la brutta parata. Non resistono i compagni, Ancora un'ora di avanti e indietro, che li han riconosciuti, noi con i sassi loro sparando; ed arrivan pomodori tutti crediamo che sparino a salve, ed arrivano gli sputi. anche da dentro un'autoblindo.

Per difendere gli sfruttatori, Ad un tratto vedo cadere una tromba ha squillato, un compagno alla mia destra mentre già i carabinieri il ginocchio con un buco hanno corso ed han picchiato; ed il sangue sui calzoni. come son belli i carabinieri, Mi volto e grido: " Sparan davvero! mentre picchiano con le manette e corro indietro di qualche passo: i compagni studenti medi due compagni portano a spalle dai quattordici ai diciassette! il ferito nella gamba. E non la smettono di picchiare Correndo forte sulla strada, finché Garoppo non alza il dito: con alle spalle i carabinieri, sono l'immagine più fedele vedo il Ceccanti, colpito a morte, del nostro ordine costituito. trasportato sul marciapiedi.

Già vediamo i carabinieri Malgrado gli sforzi di aiutarlo,

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Ú difficile trovar soccorso tutte le volte che lor signori mentre i gendarmi ti corron dietro capitan sotto il nostro tiro. e non ti danno un po' di riposo. A questo punto sembra opportuno Trovata un'auto utilitaria fare qualche considerazione e portato via il Ceccanti, sulle diverse e brutte facce più non ci resta altro da fare che ci mostra oggi il padrone: che scappare tutti quanti. ha i soldi per comprarci, Forse alla Bussola, per quella notte, la miseria per sfruttare, i signori si sono offesi, i suoi armati per ucciderci, lor che offendono e uccidono la TV per imbrogliare. per tutti gli altri dodici mesi. Non ci resta che ribellarci Sarebbe meglio offenderli spesso e non accettare il giuoco e non dare loro respiro di questa loro libertà, che per noi vale ben poco.

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La contestazione a base di lancio di ortaggi, organizzata da Potere Operaio, contro i frequentatori del veglione di capodanno al locale la Bussola delle Focette (Viareggio), fini tragicamente, con una sparatoria dei carabinieri, che ferirono gravemente Soriano Ceccanti, un giovane che per le ferite riportate restò paralizzato. La canzone fu scritta dal Canzoniere Pisano nei primi mesi del 1969.

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Quelli che tricoloreggiano (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quelli-che-tricoloreggiano

Re La Re Contro quelli che ne han no Quelli che tricoloreggiano La Re Quelli che starnazzan sempre Quelli che patriovaneggiano "Siamo in mano ai comunisti!" Si7 Mim E starebbero ben freschi Che l'Italia voglion forte Se davver fosse così. Re La7 Re Polizia sempre alle porte. Quelli che non han nient'altro Che non sian molti denari Quelli che han l'onore addosso Per comprarci tutti interi Ben cucito nei calzoni Per non farci dir di no E lo tiran sempre fuori Specie quando fan pipì Questi son nostri padroni O se no son servi loro Quelli che han buone maniere L'esser servi è un gran decoro ed a tavola san stare Ci si acquista in dignità Quelli hanno da mangiare L'esser servi è un gran decoro Ci si acquista in dignità.

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Ragazzo gentile (1976) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ragazzo-gentile

Do Sol7 Do Do Sol7 Do Ragazzo gentile qui davanti a me C'è da costruire paesi e città La Rem Sol7 Do La Rem Sol7 Do Mi stai a sentire ma dimmi il perché Buttare via i morti andare più in là Do Fa Do Fa Le storie e i fatti della gente e poi Spianare montagne e riempire il mar Re Si Mi Sol7 Re Si Mi Sol7 Le croci, gli eroi innalzati da noi E chi non lo vuole aiutarlo a morir Do Sol7 Do Do Sol7 Do Si son rovesciati con la testa in giù E quanto ha patito la mia città La Rem Sol7 Do La Rem Sol7 Do Stan lì dissanguati non parlano più chi è vivo lo vede chi è vivo lo sa.

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Ricordate brava gente (1972) di Antonio Catacchio, Diego De Palma Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordate-brava-gente

Re Sol Re Calabresi e i suoi compari oggi sono La commissari, Ricordate brava gente di quel mese di ma se vanno per le strade voi sapete che gli dicembre, accade: Re Sol Re La là sui muri di Milano ci son tante scritte a era nel sessantanove con denunce in ogni mano dove. che gli gridano sul viso che Pinelli è stato Re Sol Re ucciso. La Se Pinelli si è buttato, Calabresi allora si Dopo un lungo autunno caldo il potere non è è sparato. saldo, Re Sol La Son passati già tre anni, smascherati abbiam c’è la lotta, c’è il contratto e succede gli inganni questo fatto: messi insieme dai padroni e non ce ne stiamo Sol Re La buoni. Re Ottomila e più compagni per le strade di alla Banca dell’Agricoltura scoppia una bomba Milano da far paura. sono scesi ed han gridato “E’ una strage ma di Stato!” Sono morti agricoltori, pensionati e non La Questura allora spara, è un complotto signori, nuovo che ci prepara. ma ad un servo del padrone no, non sfugge l’occasione Ci son dei finanziatori per Corriere e per il e Nutrizio sul giornale esce con l’editoriale Giorno “Strage tra la borghesia: la matrice è “Sono dei provocatori” l’Unità proclama l’anarchia”. attorno; E comincia proprio là l’ultimo complotto e seguendo questa pista poi si arriva al contro la libertà. terrorista: han scordato già Pinelli, tocca adesso a Come sempre, come suole, un colpevole ci Feltrinelli. vuole Guai a dire “L’hanno ammazzato!” Incidente, non importa chi egli sia, purchè c’entri forse, l’anarchia. [però di Stato. Non è ancora un dì passato che Valpreda è già arrestato, Oggi è il 25 aprile giorno della Resistenza, ma l’avevano già in mente fin dal giorno ma non fu guerra civile, non dobbiamo far precedente. violenza. Il Corriere dice che è un pazzo anarchico, Il PCI chiama le masse a un prudente drogato e pure antifascismo, [pregiudicato... ciò che fu lotta di classe si trasforma in perbenismo. Un compagno dell’arrestato è in questura Mentre in omaggio alle elezioni festeggiano interrogato, di Pino Rauti ha un alibi di ferro, ma lo torchiano lo [la liberazione. stesso. Lui è calmo ed abituato e non sembra Non dobbiamo chieder luce a chi luce non può preoccupato, fare: ma d’un tratto, caso strano, vola giù dal se i padroni metton bombe, non lo vanno a quarto piano. raccontare! Il Questore poi dirà quel suicidio è Il processo che vogliamo, quello che bisogna un’autoaccusa già! fare nelle strade e nei quartieri è il processo

pagina 490 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale popolare. processar lo Stato. Non Valpreda è l’imputato, noi dobbiamo

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La versione qui pubblicata è quella integrale, così come era stata inizialmente scritta da Antonio Catacchio e Diego De Palma. Nella successiva registrazione su Cd vennero cancellate le strofe 6/7/8 in quanto riguardavano quel particolare momento storico-politico e quindi oggi fuori tema rispetto al fatto politico più grave: la programmata strage di Stato

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Scade la ferma (1972) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scade-la-ferma

Re per il domani Scade la ferma stai a vedere La7 chiaman Fanfani! al Quirinale Si regge in piedi, col sospensorio, ogni sette anni ama parlare, del direttorio Re piccolo führer dal fiato brutto, cambia maiale! odia gli scioperi: vuol cambiar tutto.

Scade la ferma Scade la ferma al Quirinale al Quirinale ogni sette anni ogni sette anni cambia maiale! cambia maiale! Qual'è l'incognita Sol Re per il domani Grosso e coglione era Peppino, stai a vedere La7 Re Re7 chiaman Fanfani! coi telegrammi, le stragi ed il vino Sol Re «Gli operai, quei delinquenti, qual'è l'incognita per il domani, vanno fermati! Stiamogli attenti!» La7 Re leggi antisciopero «Oh ma che bello! stai a vedere che chiaman Fanfani! Mitra, moschetto e manganello!»

Scade la ferma Scade la ferma al Quirinale al Quirinale ogni sette anni ogni sette anni cambia maiale! cambia maiale! Qual'è l'incognita Qual'è l'incognita per il domani per il domani stai a vedere stai a vedere che chiaman Fanfani! chiaman Fanfani!

Piccolo duce, grande cervello, Caro Fanfani stai bene attento: circola, dicono, col manganello i proletari non han più pazienza che è un fascista, lo sanno tutti, saran dolori e giorni tristi vuol far passare momenti brutti. per te Fanfani e i tuoi fascisti!

Scade la ferma Saran dolori e giorni tristi al Quirinale per te Fanfani e i tuoi fascisti! ogni sette anni Saran dolori e giorni tristi cambia maiale! per te Fanfani e i tuoi fascisti! Qual'è l'incognita Saran dolori e giorni tristi per te Fanfani e i tuoi fascisti!

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Scarpe rotte (1972) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scarpe-rotte

Lam Compagni stiamo uniti... O compagno se tu mi chiedi Rem Sol Lam O compagno se tu mi chiedi "Cosa vedi?" io ti dirò: "Cosa pensi?" io ti dirò: penso a questi giorni fascisti vedo il mondo della paura e per questo io canterò: Rem Sol Lam e se ho paura la vincerò: Compagni stiamo uniti...

Sol Lam O compagno se tu mi chiedi Compagni stiamo uniti "Cosa speri?" io ti dirò: Sol Lam spero che noi si cresca insieme cantiamo ancor più forte e per questo io canterò: Rem "Scarpe rotte - scarpe rotte Compagni stiamo uniti... Lam bisogna andare - bisogna andare O compagno se tu mi chiedi Sol "Cosa vuoi?" io ti dirò: dove sorge - il rosso sole voglio l'uomo senza paure Lam e per questo io canterò: dell'avvenire!" Compagni stiamo uniti... O compagno se tu mi chiedi "Cosa senti?" io ti dirò: O compagno se ancora chiedi sento ridere tutti i padroni "Cosa vuoi?" io ti dirò: e per questo io canterò: voglio un mondo senza paure un mondo rosso e io canterò:

Compagni stiamo uniti...

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Sciopero interno (1969) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sciopero-interno

Do il cottimo giù a cento Abbiam trovato chè con lo scasso della produzione Sol7 noi riusciremo a battere il padron un metodo d'azione per romper meglio Sciopero interno Do vuol dire che in sostanza le scatole al padrone oggi io lotto Fa e non che sto in vacanza è il sistema più rapido e moderno ma che incontro i compagni con lo scopo Do Sol Do di migliorar la lotta il giorno dopo e che si chiama lo sciopero interno Sciopero interno Sciopero interno facciamo l'assemblea da dentro all'officina ai nostri capi noi perdiam poco gli viene la diarrea e Agnelli va in rovina nel veder che senza chiedere permesso se si sta a scioperar dentro i cancelli noi comandiamo in fabbrica già adesso chi ci rimette è soprattutto Agnelli Sciopero interno Basta che siamo facciamo anche i cortei duecento scioperanti i nostri capi tutta la FIAT stan li come babbei non può più andare avanti nel vedere che dentro queste mura ci rimette la paga poca gente noi altri non abbiamo più paura ma tutti gli altri non producon niente Forza compagni Sciopero interno facciam sciopero interno caliamo il rendimento non c'è demonio e non c'è padreterno ed abbassiamo che ci possa oramai più trattenere d'andare avanti e prendere il potere

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Sdraiato sul sofà (1974) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sdraiato-sul-sofa

Re Si7 Mim Re Si7 Mim Sdraiato sul sofà per evitar fatica Dovrei continuar mi manca la matita Sol Re Sol Re e non mi posso alzar dal mio sofà sdraiato sul sofà con un bicchiere in mano che è pieno assai di voluttà sempre pieno sempre pieno Mim La7 Re Mim La7 Re Posson continuar cantando lor signor facendo lavorar solo la fantasia Si7 Mim La7 Re Si7 Mim La7 Re facciano dei bei cori che io li ascolterò e in fantasia sognar che il mio lavoro sia Mim La7 Re Mim La7 Re sdraiato sul sofà con un bicchiere in man stare su quel sofà con un bicchiere in man

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Se c'è la crisi per il padrone (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-ce-la-crisi-il-padrone

La- Mi7 La- Mi7 La- Sindacalisti, padroni e governo che s’avvicina la resa dei conti, Mi7 La- Mi7 La- vengono adesso a parlarci di crisi dovran pagare tutto fino in fondo; Re- La- Re- La- a noi operai, che questo inferno ora i padroni la loro Indocina Re- Mi7 Mi7 La- noi lo viviamo da quando siam nati; l’hanno a due passi, nell’officina. parlan di crisi dell’economia La nostra crisi esiste da sempre, e dei pericoli per la nazione, crescano i prezzi, le tasse, la fatica, ma questa crisi è solo del padrone, e questa miseria la chiamano vita, la sua rovina è la nostra forza. a questa miseria ci voglian condannare: ma per ogni colpo alla produzione La- Mi7 La- cresce più forte l’organizzazione; Se c’è la crisi per il padrone forza lottiamo contro questo ricatto, Mi7 La- prendiamoci tutto quello che è nostro! vuol dir che avanza la rivoluzione, Se c’è la crisi per il padrone...

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Se mi chiedi di Gualtiero Bertelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-mi-chiedi

Do Re sfruttato di quanto t'hanno sfruttato Se mi chiedi come va tuo figlio a scuola se vieni qui a farti ricattare. Fa Do vorrei scherzare e dirti che va bene. Stamane ci vediamo ai cancelli Lam Mi7 tutti a gridar l'odio contro il padrone Poi ti guardo, è sabato, sei a casa 'sto porco che v'ha messo tutti quanti Lam Mi7 da un mese dentro in cassa integrazione. compagno t'hanno fatto riposare. «Mio figlio cosa fa?» «Ma che t'importa? La Re La Compagno è qui che cresce la tua lotta. Poi ti guardo e ancora mi convinco Mi7 La Che è poi la lotta tutta proletaria che tuo figlio è una parte di te. contro il padrone e la sua dittatura. Tuo figlio, sai, è proprio in buone mani, L'ha capito per primo il tuo padrone 'ste cose gliele voglio dir domani». ti dà il tempo di essergli anche padre «Va bene, sì, però mi raccomando che dimentica per poco la catena che alla fine poi contano gli esami». e che cerca la speranza di sperare in un domani diverso dalla scuola Per il bene suo, tu pensi, e la tua classe? per suo figlio, se avrà voglia di studiare. È un'altra cosa forse, ma in due staffe non puoi tenere il piede e la questione E ci pensi, studia cose che hanno studiato è che la scuola è la staffa del padrone tanti altri prima di lui che stanno in alto. per reggersi a cavallo del suo mondo Sono i figli prediletti del sistema, ch'è da distruggere tutto fino in fondo. capi tutto, capo come te lo sogni Per reggersi a cavallo del suo mondo questo figlio mezzo tuo e mezzo fatto ch'è da distruggere tutto fino in fondo. a soddisfare della fabbrica i bisogni. Se mi chiedi come va tuo figlio a Scuola Meglio così, non entrano in catena; vorrei scherzare e dirti che va bene. camice bianco, colletto inamidato. Poi ti guardo, è sabato, sei a casa Computer mille volte ormai sognato compagno t'hanno fatto riposare. tuo figlio lì, e tu ti senti meno Poi ti guardo e ancora mi convinco che tuo figlio è proprio come te.

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Se non li conoscete (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-li-conoscete

La È chi un po’ meno babbeo Se non li conoscete sta alla coda del corteo. Sim Mi7 La guardateli un minuto Ora li riconoscete Re senza dubbio a prima vista Li riconoscerete Solamente chi è fascista Re#dim Mi7 marcia in questo modo qui. dal tipo di saluto. Se non li conoscete La guardategli un po’ addosso Lo si esegue a braccio teso L'organica allergia che c'hanno per il rosso mano aperta e dita dritte Do#m Non gli riesce di vedere Stando a quello che si è appreso senza scatti di furore Fa# Sim Fazzoletti o bandiere dalle regole prescritte. che sian di questo colore Fa# Sim Forse tu li paragoni È un saluto a dei tori alle corride Fa# Si Ma son privi di coglioni fatto con la mano destra e il confronto non coincide Sol# Do#m Si è saputo da un'inchiesta Come in scuola elementare che li tengon nella testa. Sol# Do#m si usa far con la maestra Ora li riconoscete Si7 Mi come se li aveste visti Per avere il suo permesso Solamente dei fascisti Si Mi7 sembran tori ma son buoi. di assentarsi e andare al cesso. Se non li conoscete La guardate quanto vale Ora li riconoscete Quel loro movimento che chiamano sociale senza dubbio a prima vista Re La Movimento di milioni Solamente chi è fascista ma milioni di denari Re Mi La Dalle tasche dei padroni fa questo saluto qui. alle tasche dei sicari Già eran chiare ad Arcinazzo Se non li conoscete le sue vere attribuzioni è norma elementare Movimento ma del cazzo Guardare la maniera come le masturbazioni con cui sanno marciare Fatte a tecnica manuale con la destra nazionale. Le ginocchia non piegate vanno al passo tutti quanti Li riconoscete adesso Chi sta dietro dà pedate che sapete chi li acquista nel sedere a chi sta avantij Solamente chi è fascista Chi le piglia senza darle sa far bene da lacchè. è chi marcia in prima fila Chi le dà senza pigliarle Se non li conoscete siano in dieci o in diecimila guardate il capobanda

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È un boia o un assassino Se non li conoscete colui che li comanda pensate alla lontana Ai fatti di Milano Sull'orbace s'è indossato e di Piazza Fontana la camicia e la cravatta Perché resti mascherato Una volta andavan solo tutto il sangue che lo imbratta con 2 bombe e in bocca un fiore Ha comprato un tricolore Mentre adesso col tritolo e ogni volta lo sbandiera fan la fiamma tricolore Che si sente un po’ l'odore E ora rieccoli daccapo della sua camicia nera contro la democrazia Punta a far l'uomo da bene Con un dì con la Gestapo fino a quando gli conviene. ora invece con la CIA Concimati dalle feci Ora lo riconoscete di quei colonnelli greci. Almirante è sempre quello Con il mitra e il manganello Ora li riconoscete ben nascosti nel gilet. 'sti fascisti ste carogne Se ne tornino alle fogne con gli amici che han laggiù.

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Se tu bagni il tuo piede (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-tu-bagni-il-tuo-piede

Sol7 Do Fa Do Se tu bagni il tuo piede in un lago ma ti guardano tutti ridendo Sol7 Do Fa Sol7 Do di un paese chiamato Cultura non è cosa che faccia per lor. Sol# Fam poi tirar dietro il piede è assai dura C'è una barca che dovrebbe andare Do Sol7 Do ma perdìo non va ben manco quella ma è più duro imparare a nuotar. vi assicuro è più grande e più bella e nel tondo, no, buchi non ha. Ed è pieno di barche lucenti con pennacchi e con mille bandiere E' legata con mille catene tu ti accosti vai lì per vedere e con corde e legacci alla riva e ti accorgi che fondo non han. ma si muove si vede che è viva e nessuno che pensi a guidar. Do Mi7 Fa E tu t'agiti, gridi ti muovi C'è una barca che dovrebbe andare Sol7 Do ma per dìo non va ben manco quella e gli urli che stanno affondando vi assicuro è più grande e più bella e nel fondo, no, buchi non ha.

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Sebastiano (1979) di Ivan Della Mea Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sebastiano

Re Incastrare il sindacato, Sebastiano l'operaio ingolfare la sinistra il terrone da catena è il progetto dichiarato licenziato stamattina del padrone terrorista. e stasera alla fontana. Viva la FIAT. Accusato di violenza contro i capi, terrorista, Col sorriso doppiopetto perché oggi chi picchetta il fumeè-democrazia quanto meno è brigatista. la mattina ci licenzia e poi svelto corre via. La Re Viva la FIAT. Lo ritrovi in Quirinale "Anche questa è una scelta", Licenziato con sessanta per mostrare al presidente che con lui fa sessantuno la sua nuova Lancia Delta tutti quanti terroristi mentre il terrorista è uno. una Lancia per lo stato nato dalla Resistenza Terrorista è chi ci nega o per la Costituzione, il diritto alla ragione certo contro la violenza alla lotta per la vita di sessanta Sebastiano, contro la disperazione. il terrone terrorista, perché oggi chi picchetta Viva la FIAT. quanto meno è brigatista, liquidato con sessanta, Controllare le assunzioni che con lui fa sessantuno, poi schedare il personale, tutti quanti terroristi concordare pseudo-lotte mentre il terrorista e uno. e alla fine licenziare. Viva la FIAT

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Sempre partigiani anche per il domani (1973) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sempre-partigiani-anche-il-domani

Lam Tornò da partigiano Era la sua casa, un'arma per compagna Mi7 Lam morì nel suo paese era il suo paese trovò la libertà Mi7 la storia che racconto Un uomo come mille Lam del quale non sta scritto è di tanti anni fa il nome dentro ai libri tante storie così Rem Lam Ma vennero i fascisti Ma il popolo la storia Mi7 Lam fa senza generali e lui lasciò la casa la scrive tutti i giorni Rem Lam anche se non lo sa abbandonò il paese Mi7 Lam Fascisti questa Italia lontano se ne andò l'han fatta i partigiani restate nelle fogne Lontano combatteva il posto qui non è con dei nuovi compagni sognava il suo paese Compagni stiamo attenti tornato in libertà siam sempre partigiani la scelta l'abbiam fatta anche per il domani.

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Somos socialistas Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/somos-socialistas

Do Sol7 Fa Do Sol7 Do Somos socialistas p'alante p'alante que viva viva viva, que viva Mao Tse-Tung Do y al que no le guste que tome purgante Somos socialistas lo dijo el caballo Sol7 y al que no le guste que lo parta un rayo Somos socialistas p'alante p'alante Somos socialistas lo dijo el caballo Do y al que no le guste que lo parta un rayo y al que no le guste que tome purgante Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh Do Sol7 Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh Do que viva viva viva, que viva Ho Chi Minh Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung que viva viva viva, que viva Ho Chi Minh Do7 Fa Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung Fidel, Fidel, que tiene Fidel Do Sol7 Do que los americanos no pueden con el que viva viva viva, que viva Mao Tse-Tung ¡FIDEL SEGURO AL YANKI DALE DURO!

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Stalingrado (1975) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stalingrado-0

Mim Do Re Lam Mim Mim Mim l'orchestra fa ballare Sol FaM7 Do Mim gli ufficiali nei caffè Do Re Mim Re Fame e macerie sotto i mortai l'inverno mette Do Re Mim Lam Come l'acciaio resiste la città il gelo nelle ossa Do Strade di Stalingrado ma dentro le prigioni Re Lam l'aria brucia come se di sangue siete lastricate cantasse il coro Mim Do dell'armata rossa Ride una donna di Re La Solo: Mim Do Lam granito su mille barricate la radio al buio e sette operai Mim La Sol sette bicchieri che brindano a Lenin Sulla sua strada gelata e Stalingrado arriva La Mim nella cascina e nel fienile la croce uncinata lo sa vola un berretto un uomo ride e prepara il suo fucile D'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città Sulla sua strada gelata...

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Canzone che ricorda la battaglia di Stalingrado, del 2 febbraio 1943, che segnò la fine dell'avanzata dei nazisti in Unione Sovietica.

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Stato e padroni, fate attenzione (1971) di Potere Operaio Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stato-e-padroni-fate-attenzione

Rem e solo insieme che dobbiamo lottare, La classe operaia, compagni, è all’ i fucili o le catene: [attacco, questa è la scelta che ci resta da fare. La7 Rem La7 Compagni, avanti per il Partito, Stato e padroni non la possono fermare, contro lo Stato lotta armata sarà; Rem niente operai curvi più a lavorare con la conquista di tutto il potere La7 Rem Do la dittatura operaia sarà. ma tutti uniti siamo pronti a lottare. Fa Do Stato e padroni... No al lavoro salariato, Re- La7 Potere operaio e rivoluzione... unità di tutti gli operai I proletari son pronti alla lotta, Rem pane e lavoro non vogliono più, Il comunismo è il nostro programma, non c’è da perdere che le catene La7 Rem La7 Rem e c’è un intero mondo da guadagnare. con il Partito conquistiamo il potere. Via dalle linee, prendiamo il fucile, forza compagni, alla guerra civile!

Stato e padroni, fate attenzione, Agnelli, Pirelli, Restivo, Colombo, nasce il Partito dell’insurrezione; non più parole, ma piogge di piombo! Stato e padroni... Re- Potere operaio e rivoluzione, Potere operaio e rivoluzione... La7 Re-La7 Re- bandiere rosse e comunismo sarà. Stato e padroni, fate attenzione...

Nessuno o tutti, o tutto o niente, viva il Partito e rivoluzione, bandiere rosse e comunismo sarà!

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Sull'aria dell'inno polacco "La varsovienne" (o di "A las barricadas").

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Tall el Zaatar (1977) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tall-el-zaatar

Mim han circondato un cimitero non hanno fatto un prigioniero Do Sol Lam non hanno fatto un prigioniero Tall El Zaatar sulla collina Do Re Mim Verranno sopra carri armati brucia fin là in Palestina di croci si son tatuati Do Sol Lam ma Cristo è morto su una mina nelle baracche poca gente per liberar la Palestina Do Re Mim Sol La per liberar la Palestina. dimenticata non s'arre - e - nde Do Re Mim Tall El Zaatar sulla collina dimenticata non s'arrende. brucia fin là in Palestina in mezzo ai cedri fuma il cielo Ma i lupi gridano in città: consuma i morti giugno nero "Arriveremo a Tall El Zaatar". consuma i morti giugno nero.

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Tall el Zaatar: campo profughi palestinese in Libano dove si consumò uno dei peggiori massacri ad opera delle milizie cristiane sostenute da Israele, ancora prima del massacro, ancor peggiore, di Sabra e Chatila (1982). Con il massacro di Tall el Zaatar si ebbe anche la totale espulsione dei palestinesi dal sud del Libano.

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Tall el Zaatar (1976) di Mimmo Boninelli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tall-el-zaatar-0

Re Sol La mettendo in silenzio le voci che chiedon Son questi corpi di donne, di vecchi e la lotta di donne di vecchi e bambini bambini che sanno che Tall el Zatar, no, non morirà Re Sol mai, che avete distrutto e ammassato in macerie questa voce si sentirà Tall el Zatar, no, non La Re morirà mai, di case sventrate da colpi assassini questa voce si sentirà Tall el Zatar, no, non di voi che volete vederci spariti morirà mai per sempre da questo lenzuolo di terra

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Ti ricordi Nina (1972) di Gianni Nebbiosi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: femministi, disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ricordi-nina

Lam quando la notte canta: Ti ricordi Nina e ti chiamaron santa. Sib Lam il vecchio girotondo Ti ricordi Nina Sib Lam la luce dell'inverno nella campagna chiara e le case erano tane Sib Lam per spartirsi la fame di mezza primavera tu stavi in mezzo al gelo Fa Lam e bestemmiavi il cielo per far crescere il grano con gli occhi di chi prega: Fa La- e ti chiamaron strega. pregavi un dio lontano Sib La- Ti ricordi Nina un dio che non si paga: il medico in paese Mi7 La- venuto da lontano e ti chiamaron maga. col suo camice bianco ed un sorriso stanco Ti ricordi Nina inutile e tagliente quando arrivò l'estate come la vecchia latta: il tuo parlar col cielo e ti chiamaron matta. con l'erba e con il melo il tuo gridar ai lampi E ti chiamaron matta il tuo fuggir nei campi e ti chiamaron matta

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Tre fratelli contadini di Venosa (1972) di Stormy Six Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tre-fratelli-contadini-di-venosa

Re già si è sparsa qua e là la loro fama Faceva molto caldo in Lucania coi briganti han firmato un proclama: Sim nel Luglio ottocentosessantuno "Contadini rimasti sulla terra Sol non avrete proprio nulla da temere, e la gente si sentiva già tradita su nei boschi siamo tanti e bene armati La7 e i soprusi saranno vendicati". da un'Italia non voluta e non capita. Con il freddo dell'inverno nelle ossa Quel fucile alzato al cielo e mai usato e la voglia del fuoco di un camino non è pronto per Vittorio Emanuele i fratelli contadini sono stanchi tre fratelli contadini di Venosa e camminano nel chiaro del mattino si rifiutano di metter la divisa. Il ventuno di Gennaio Sant'Agnese Con le foglie dell'autunno sulla strada i soldati hanno teso un'imboscata è difficile seguire i loro passi li hanno uccisi a un chilometro da casa li han portati sulla piazza di Venosa

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Canzone che racconta la storia di tre fratelli lucani scappati alla leva obbligatoria introdotta dai piemontesi dopo l'unità d'Italia.

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Trenta luglio alla Ignis (1971) di Canzoniere Pisano / del Proletariato Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trenta-luglio-alla-ignis

La- Mi7 La- Dentro la borsa, coi passaporti, Quella mattina, davanti ai cancelli hanno una scure ben affilata: La7 questa è la prova che i due compari sono arrivati trenta fascisti: la sanno lunga su come è andata. Re- La- erano armati di bombe e coltelli, Gli abbiamo fatto alzare le mani, Mi7 La- gli abbiamo messo al collo un cartello questi di Borghi son gli squadristi. con sopra scritto: « Siamo fascisti, facciam politica con il coltello ». Han cominciato tirando sassi contro i compagni di un capannello; E dalla Ignis fino in città, alle proteste han risposto sparando: mentre tremavano per la vergogna, tre ne han feriti con il coltello. li abbiam portati in testa al corteo e tutta Trento li ha messi alla gogna. Noi operai gli siam corsi dietro ma quei vigliacchi sono fuggiti, E in fin dei conti vi è andata bene, approfittando della confusione perché alla fine della passeggiata mentre portiamo in salvo i feriti. quella gran forca che meritate non ce l’avete ancora trovata. Subito dopo la vile aggressione ecco arrivare due capi fascisti; Cari compagni, quella gran forca van con la borsa dal porco padrone dovremo farla ben resistente, a prender la paga pei loro squadristi. per impiccarci, assieme ai fascisti, il padron Borghi porco e fetente. Li abbiamo presto riconosciuti: uno è Del Piccolo, quell’assassino, Cari compagni, quella gran forca e l’altro è Mitolo, capo fascista, dovremo farla ben resistente torturatore repubblichino. per impiccarci, assieme ai fascisti, ogni padrone, porco e fetente.

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Cronaca di un'aggressione fascista, a Trento, nel 1970, davanti a una fabbrica.

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Tu compagno, e io, e voi, e noi (1973) di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-compagno-e-io-e-voi-e-noi

Lam Rischiamo quel che abbiamo Tu compagno; e io, e voi, e noi che nulla abbiamo noi la casa in cui si dorme Lam ci sfrattan prima o poi Rischiamo il nostro soldo Mi7 Lam Su in strada in combattimento che soldo più non è è troppo tardi per aspettar Su in strada in combattimento il posto di lavoro è troppo tardi per aspettar Rem Lam che tanto non ce n'è Tu compagno; e io, e voi, e noi

Rem Lam Rischiamo il nostro pane Divisi non siamo niente che non ne abbiamo più Mi7 Lam la nostra stessa vita tutti uniti si vincerà che è vita a testa in giù Rem Lam Divisi non siamo niente Su in strada a cambiare il mondo Mi7 Lam e dare all'uomo la libertà tutti uniti si vincerà Su in strada a cambiare il mondo e dare all'uomo la libertà Tu compagno; e io, e voi, e noi Divisi non siamo niente tutti uniti si vincerà.

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Uguaglianza (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uguaglianza

Re Sim Fa# Ti ho visto lì per terra uguali davanti a chi? Sim Fa# al sole del mattino uguali per che per chi? e braccia e gambe rotte E' comodo per voi La dire che siamo uguali dal dolore. davanti a una giustizia partigiana. Cos'è questa giustizia Dicevan che eri matto se non la vostra guardia quotidiana. Re ma devo ringraziare la tua pazzia. Ci dicon siamo uguali...

Ti ho visto lì per terra E' comodo per voi poi ti ha coperto il viso che avete in mano tutto la giacca del padrone dire che siamo uguali davanti a Dio. che ti ha ucciso. E' un Dio tutto vostro, T'hanno coperto subito è un Dio che non accetto e non conosco. eri ormai per loro da buttar via. Dicevi questo ed altro Re Mim e ti chiamavan matto Ci dicon Siamo uguali ma quello in cui credevi verrà fatto. Fa# Alla legge del padrone ma io vorrei sapere risponderemo con Rivoluzione.

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Il testo è stato scritto da Pietro Bianconi nel 1968, partigiano anarchico e autore di alcuni libri sulle lotte operaie e sindacali degli anni '60/70

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Una Noč (1978) di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Roberto Mereta Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-noc

A l'è quand la sira la diventa püsè scüra, Ho già tità i do ur par furtuna, Sol Re a chest ura i dorman giamò tucc, quand la gent sa divertiss se ghe la fa, che la matina bisogna levà sü, Sol Re In già finì anche i programmi a la TV. cun quei poc danè da spend che la vansa, Fa# Sol A quest ura ghè in gir dumà i lader e i pagà al ficc e tücc i spes de cà. barbon, Mi Mi7 La La7 i pulott, i gatt e i poer pirla cume mi che in chi a fa al laurà del so padron, Quand quela strana rasa che g' ha disan : i 'n tant che lü l'è a cà a cüntà i so milion. poeti, ta rimpirlisen su cun tut i so scemadi, E intant che pensi questa machina la gira, Quand te cünten d' una sira o d' una nocc, cume la machina ga giran anca i me ball, cume d' una roba da perdiga a drè al co. e pö pensi che mi sun chi a laurà, e lü l'è a cà...a fal andà!. Ma la mia nocc l'è fai da roba un po' diversa, Pian , pianin a l'è rivà anca matina da vott ur pasà dentar a sto' sitt, e la rabia la sa scunfunda cunt al sònn, da la rabia da vess taià un po' föra, ta turna a cà e ta diseda al to nanin, da la vida e dal me mund. ta vansa giust al temp da dag un bel basin...

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Uomini e soldi (1972) di Fausto Amodei Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uomini-e-soldi

Dom Solm Midim Re7 Solm I soldi dei padroni che fuggon via danneggiano la nostra economia Solm Re7 perché danno un passivo dei più imponenti Son senza patria i soldi - oh - dei padroni, alla nostra bilancia dei pagamenti. Solm son soldi viaggiatori come piccioni: Ma la bilancia torna a funzionare Re7 purchè noi si continui ad emigrare per far viaggi d'affari e di piacere ed a spedire a casa quei bei contanti Solm che sono le rimesse degli emigranti. i capitali varcano le frontiere. Ma occorre che gli passi quel brutto vizio Sol7 Dom Sol7 Dom che i soldi ci abbian sempre al loro servizio Son mille e più miliardi che, anno per anno, : Fa Sib Fa Sib dev'essere il contrario e, prima o poi, traversan le frontiere e se ne vanno dovranno essere i soldi a servir noi. Sol7 Dom Sol7 Dom e noi, lavoratori senza lavoro, La rabbia che han portato i nostri fratelli La Re La Re Re7 all'Alfa od alla Fiat o alla Pirelli dobbiamo per mangiare viaggiar con loro. noi la dobbiam portare per tutta Europa spazzando via i padroni, come una scopa. I soldi che gli agrari ci han tolto via fan tappa su in Piemonte e in Lombardia Perche il padrone è uno, non ci si sbaglia, e qui si riproducono per contanti che faccia i soldi all'estero o qui in Italia poi se ne vanno all'estero tutti quanti. : i soldi lui li fa sul nostro lavoro I soldi dei padroni van dritti dritti e poi li manda all'estero e noi con loro. dovunque possan trarre maggior profitti e noi, passo per passo, metro per metro, Sol7 Dom Sol7 Dom dobbiamo per mangiare tenergli dietro. Noi non dobbiamo esser mai più esiliati Fa Sib Fa Sib Avevo già arricchito più di un padrone ma ormai protagonisti e organizzati facendo da bracciante nel Meridione Sol7 Dom Sol7 Dom e poi nel Nord e all'estero, da operaio, dobbiam farla finita ed esser pronti ne ho fatti venir ricchi qualche migliaio. Sol# Dom Solm Midim Re7 Solm La regola da trarre è solo una : a giunger presto alla resa dei co - o - o - ci dicon d'emigrare per far fortuna. nti Certo si fa fortuna, ma si dimostra che noi facciam la loro ma non la nostra. Sol# Dom Solm Midim Re7 Solm

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Valigie di cartone (1976) di Yu Kung Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/valigie-di-cartone

La Sol La tutti quanti verso la speranza Prendi le valigie di cartone pronti a lavorare molto Sol La per mandare qualche soldo vai sul treno di emigranti Sol La prendi la valigia e tira fuori vai sul treno siamo tanti il berretto ed il maglione per dormire alla stazione e mettici dentro il pane buono che ti serve per avere gira la città cercando casa dentro il cuore il tuo paese ma la casa non si trova cerca pure è una parola metti bene dentro al portafoglio quella foto di tuo figlio trovi soltanto una baracca quello lì nato da poco proprio là in periferia senti tanta nostalgia e poi sali sopra un treno nero tutta gente sola sola senti tanta voglia dei tuoi campi turca araba e spagnola tanta voglia di tornare alla libertà del mare...

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Valle Giulia (1969) di Paolo Pietrangeli Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/valle-giulia

Re La7 Re ma all'improvviso è poi successo Piazza di Spagna, splendida giornata, La7 Re un fatto nuovo, un fatto nuovo, un traffico fermo, la città ingorgata Sol Re fatto nuovo: e quanta gente, quanta che n'era! Re Sol La7 Re Sol Re non siam scappati più, Cartelli in alto e tutti si gridava: non siam scappati più! Sol Mi7 «No alla scuola dei padroni! Il primo marzo, sì, me lo rammento, La7 saremo stati millecinquecento Via il governo, dimissioni!». e caricava giù la polizia ma gli studenti la cacciavan via. E mi guardavi tu con occhi stanchi, «No alla scuola dei padroni! mentre eravamo ancora lì davanti, Via il governo, dimissioni!». ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti c'erano cose certo più importanti. E mi guardavi tu con occhi stanchi, «No alla scuola dei padroni! ma c'eran cose molto più importanti; Via il governo, dimissioni!». ma qui che fai, ma vattene un po' via! Non vedi, arriva giù la polizia! Undici e un quarto avanti a architettura, «No alla scuola dei padroni! non c'era ancor ragion d'aver paura Via il governo, dimissioni!». ed eravamo veramente in tanti, e i poliziotti in faccia agli studenti. Le camionette, i celerini «No alla scuola dei padroni! ci hanno dispersi, presi in molti e poi Via il governo, dimissioni!». [picchiati; ma sia ben chiaro che si sapeva; che non è vero, no, non è finita là. Rem La7 Rem La7 Non siam scappati più, Hanno impugnato i manganelli non siam scappati più. Do Fa Mi7 ed han picchiato come fanno sempre Il primo marzo, sì, me lo rammento... La7 ...No alla classe dei padroni, loro; non mettiamo condizioni, no!

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Il Vettori data questa canzone al 1968. Nel marzo di quell'anno avvennero gli incidenti descritti, primo, vero scontro di piazza fra polizia e studenti "contestatori", a Roma presso la facoltà di Architettura a Valle Giulia.

Fu incisa da Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini, prima in 45 giri e poi nell'LP Mio caro padrone domani ti sparo, sempre per I Dischi del Sole.

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Venceremos (1970) di Inti Illimani Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venceremos-0

Sol Dom Sol Venceremos, venceremos, Desde el hondo crisol de la patria Sol7 Do Sol7 Do mil cadenas habrá que romper, se levanta el clamor popular. Lam Sol Lam Sol venceremos, venceremos, Ya se anuncia la nueva alborada, Re7 Sol La7 Re7 la miseria sabremos vencer. todo Chile comienza a cantar. Campesinos, soldados, mineros, Sol Dom Sol la mujer de la patria también, Recordando al soldado valiente, estudiantes, empleados y obreros, Sol7 Do cumpliremos con nuestro deber. cuyo ejemplo lo hiciera inmortal, Lam Sol La Sembraremos las tierras de gloria, enfrentemos primero a la muerte, socialista será el porvenir, Sol Re7 Sol todos juntos haremos la historia, traicionar a la patria jamás. a cumplir, a cumplir, a cumplir

Sol Venceremos, venceremos...

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Intilli Iman, LP Viva Chile, 1973

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Venceremos di Canzoniere delle Lame Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venceremos

Do Do Se tramonta il sol della patria affrontiamo, compagni, la lotta Fa Sol7 Do già s'avanza l'idea popolar, ed il Cile avrà libertà. Do già s'annuncia una nuova alba, Do Sol7 Venceremos, venceremos, ed il Cile comincia a cantar! Fa le catene sapremo spezzar! Do Do Ricordando l'eroe guerrigliero Venceremos, vencereoms, Fa Sol7 Do la cui idea per sempre vivrà la miseria mai più ci sarà!

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Sull'aria di "Venceremos", degli Inti Illimani.

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We shall not be moved Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: inglese Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/we-shall-not-be-moved

Do Sol7 We shall not be moved We shall not, we shall not be moved Do We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved Fa We're fighting for our children, Just like a tree We shall not be moved Do that's standing by the water We shall not, we shall not be moved Sol7 Do We shall not, we shall not be moved We shall not be moved. We'll building a mighty union, We shall not be moved We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved The union is behind us, We shall not, we shall not be moved We shall not be moved Black and white together, We shall not be moved We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved We shall not, we shall not be moved We're fighting for our freedom, We shall not, we shall not be moved Young and old together, We shall not be moved

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Il canto, di origine religiosa e poi riadattato su contenuti politici, fu ripreso e rielaborato all'interno della Highlander Folk School (Tennessee) di Miles e Zilphia Horton, che ne fecero uno dei cavalli di battaglia del Civil Rights Movement. Anche Pete Seeger ne diede una sua versione. Storicamente, però, la sua prima esecuzione in pubblico nell'ambito del Civil Rights Movement è dovuta ai Wildwood Boys, al Tangent di Palo Alto, il 23 febbraio 1963. Da segnalare però che la prima incisione in assoluto risaliva al 1951, nell'album Get On Board di Sonny Terry & Brownie McGhee.

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Yankee tornatevene a casa (1972) di Canzoniere delle Lame, Giuliano Boffardi Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/yankee-tornatevene-casa

La Re volevano piegare La gioventù del mondo la terra del Vietnam. Mi La ha scelto la sua strada Ma il vecchio zio Sam Re dovrà partir di qui contro l'imperialismo è troppo forte il vento Mi La che viene da Quang Tri. per una nuova società. Yankee, yankee, yankee... Brasile, San Domingo America Latina Nel Vietnam, in Cambogia se giri per le strade nel Laos, in Indocina senti gridar così: gli americani senton che la fine è vicina. Yankee, yankee, yankee, tornatevene a casa La gioventù del mondo yankee, yankee, yankee, ha scelto la sua strada levatevi di qui. e fino alla vittoria è al fianco del Vietnam. I falchi americani con bombe e chewing-gum Yankee, yankee, yankee...

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E' stato eseguito dalla delegazione italiana di Genova e di Bologna nel 1970 a Werbellinsee, a nord di Berlino, durante un convegno internazionale sulla scuola. Il testo e il pentagramma sono stati donati dall'autore alla locale organizzazione della FDJ (DDR). Successivamente, su iniziativa di Janna Cairoli e del Canzoniere delle Lame la canzone è stata pubblicata in un disco 45 giri di quattro canzoni anti imperialiste edito dalla FGCI nazionale (Giuliano Boffardi e Wikipedia )

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Zamba del Che (1967) Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: spagnolo/castigliano Tags: comunisti/socialisti, antimperialisti, comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/zamba-del-che

Mim Si7 Nos imponen militares Vengo cantando esta zamba para sojuzgar los pueblos dictadores asesinos Mim gorilas y generales. con redoble libertario, Explotan al campesino Si7 al minero y al obrero mataron al guerrillero cuanto dolor su destino, hambre miseria y sudor. Mim Mi Che comandante Guevara. Bolivar le dió el camino y Guevara lo siguió Lam Sol Si Mim Mi liberar a nuestros pueblos Selvas, pampas y montañas del dominio explotador.

Lam Sol Si Mim Ya Cuba le dió la gloria patria o muerte su destino. de la nación liberada. Bolivia también le llora Que los derechos humanos su vida sacrificada. los violan en tantas partes en América Latina San Ernesto de la Higuera domingo, lunes y martes. te llaman los campesinos selvas, pampas y montañas patria o muerte su destino

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Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)

Gli anni '80 sono contrassegnati dal cosiddetto "riflusso", e la sconfitta dei movimenti extraparlamentari. Dal punto di vista politico è stato un momento di “stasi” per il movimento popolare e operaio, periodo che si concluderà con la caduta del muro di Berlino e in genere il crollo dell’Unione Sovietica e dei paesi ad essa collegati.

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E quand la sira (1981) di Fiorenzo Gualandris Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) Lingua: lombardo Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quand-la-sira

Do Sol7 Do tüt al paes cunt i fioeu in prima fila E quand la sira l'è straca vusaven par fas sintì. Sol7 Do Sol7 Do Sol7 da föra la porta a vidè i fioeu giugà, “Mort ai sciuri e ai padrun Do Sol7 Do e per la giurtnà a vörum un franc”. turni cul co ad una 'völta “Basta pendisi da püi Sol7 Do Sol7 Do e g'han da sbasà anca al ficc da la cà”! Sol7 quand gh'era al Ginetu e anca mi s'ei un “Che da la fam i nost giuin fioeu. 'in gnanca pü bon d'an dà a fa al suldà”. “E i sciuri cun la panscia lüstra I so barbis giald de füm al firon da la shcena a g'han da sbasà”! e la sua mania de fa sü i sturgitt nonu da tüta la curta “Vusè donn, vusè tusan” nüm fioeu in su la porta e lü drè a cüntà. e giò a shcepà vedar “Calderar e Dal Verme in lì in quela cà, Fa Sol Do Lam andemigala a brüsà”! Da quand lü a steva ad Arlün Rem Mi Lam La7 E al ridea al Ginetu, al ridea cume un matt fioeu da paisan e nüm fioeu püsè che lü, Rem Sol7 Do Lam a pinsà a quei sciuri cücià in un canton da quela sira da Magg trimag al cüracion. Rem Mi Lam Sol7 che i sciuri han fai strimì Ma la storia urmai l'è finida la röda la gira e la turna indrè pü L'aria giamò còlda la sira i fioeu cun la crapa grisa da quel dì da festa dal vutantanov paisan d'una 'ölta e uperari d'in coeu. fioeu, donn e oman in piasa a vidè i giupitt a fa i so virsasc. Ma l'è no cambiada la vida ghè semper chi süda e chi mangia püsè. Ecu una vus la sa sinta Ginetu me vegn al magon “Adess che i giupitt han finì al so mistè, i nost fioeu sculten pü ti, ma la television. cumincium nüm al spetacul uèe paisan, vignì föra d'in cà”! Ma al ridea al Ginetu, al ridea cume un matt e nüm fioeu püsè che lü, Cume furmig in dala tola dal sücar a pinsà a quei sciuri cücià in un canton la strà la se impienì trimag al cüracion.

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Canto che narra le vicende salienti dei moti contatini dell' Alto Milanese di fine '800 così come le ripoirta la stampa dell' epoca. Nel testo si immagina un ricordo da bambino quando nella vita sociale di cortile un ipotetico "Ginetu" nonno di tutti che tenedo accanto a se lo stuolo di bambini narra quelle vicende per il loro divertimento.

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Gira la ruota [La ruota del tempo] (1981) di Alfredo Bandelli Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gira-la-ruota-la-ruota-del-tempo mim si7 Gira la ruota del tempo che ci dà Nasce una stella nella notte un'occasione per sognare ancora mim un altro mondo un'altra realtà è un altro giorno che va via di pace di lavoro e libertà. si7 si spenge piano ogni colore Nel cielo limpido del giorno mim mi nasce una nuova poesia ogni rumore ogni passione un'altra rabbia un altro amore un altro grido di dolore lam mim Gira la ruota del tempo che ci dà Gira la ruota del tempo che ci dà si7 mim mi un'occasione per sognare ancora un'occasione per sognare ancora un altro mondo un'altra realtà lam mim di pace di lavoro e libertà. un altro mondo un'altra realtà si7 mim Suona una marcia la fanfara di pace di lavoro e libertà. sventolano mille bandiere cantano i lavoratori Sorge dai monti un altro sole si spengono le ciminiere è un'altra notte che va via spenge la luna il suo candore Gira la ruota del tempo che ci dà e si risvegliano le ore un'occasione per sognare ancora un altro mondo un'altra realtà di pace di lavoro e libertà.

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Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 34

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Ke a sos bascos ke a sos irlandesos di Angelo Caria Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) Lingua: sardo Tags: comunisti/socialisti, antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ke-sos-bascos-ke-sos-irlandesos

Lam Mi Lam si l'aiant serradu puru Oh Sardigna custa est d'ora Do Sol Do A sos meres coloniales ke ti deppes iskidare aperrieli trumba e fogu Rem Sol ca non paret prus su logu e nos Sardos totu umpare pro su ki nos ant fattu heris Do Lam si ki pesent in bon'ora Como a Cuba tandho in Vietnam sos Irlandesos kin sos Bascos Sa rikesa sunt furande moviebos omines sardos in d'una manera indigna bos deppiene iskidare e sas costas de Sardigna de zimentu cuccuzzande Non prus voto non prus listas Oh Sardigna patria nostra non prus truffas de eletziones de sa limba t'ant privau solu bandas comunistas e 'sistoria ant cubau pro sa sarda rivolutzione pro sikire in custa zostra In su monte et in su pianu Una tanca fatta a muru un su pianu et in su monte fatta a s'afferra afferra e kin s'istendardu in manos si su kelu fit in terra ki est'istadu de su sardu in fronte

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La mia barba di Alfredo Bandelli Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-barba

Re non vorrei cambiare un'ora... Mi ricordo ancora il nostro primo bacio La7 Mi ricordo ancora le bandiere al vento abbracciati dietro ad un portone della nostra prima manifestazione la tua meraviglia di sentirti donna di quel fumo denso che bruciava il naso Re e del primo sampietrino che ho tirato il tuo volto tutto pieno di rossore delle corse affannate delle cariche Mi ricordo ancora quella prima volta improvvise La7 le assemblee piene di fumo e di rancore sulla sabbia che bruciava di passione mi cercavi con gli occhi ti sentivo nel cuore quel sorriso strano quella strana occhiata già le nostre scelte erano decise Re Mentre la gente discuteva attorno quella tua innocenza pura e profanata stavamo lì per infinite ore La Re prima di andare ad un altro incontro Mentre la gente ci correva attorno prima di prenderci un'ora d'amore . La7 Re senza guardare sotto quel barcone La mia barba... La Re che nascondeva quel nostro incontro Mi ricordo ancora della nostra angoscia La7 Re mi ricordo ancora la disperazione , che nascondeva quell' ora d'amore i braccianti ammazzati i compagni arrestati gli operai mandati in cassa integrazione La mia barba ha quarant 'anni Mi ricordo ancora il nostro lungo maggio i miei occhi forse cento la passione l'illusione ed il coraggio i miei sogni i miei vent'anni quando il giorno era breve e la notte era La7 bruna son passati come il vento quando ancora parlavamo con la luna Re Quando avevamo tutto il nostro ingegno se nascessi mille volte ed il pensiero diventava azione Sol e credevamo in un mondo diverso cento volte e un'altra ancora e credevamo nell' immaginazione non vorrei cambiare un giorno Re La7 La mia barba...

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La melodia di questa canzone è stata adoperata dall'autore anche per Quando chiare fresche acque

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Vöia de vèss (1981) di Fiorenzo Gualandris Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) Lingua: lombardo Tags: filanda Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voia-de-vess

Vöia de vèss e spicià un to' basin par surtì. Lam Par pudè pö' sgurà Vöia de vèss insema a ti. Rem cavalè par sintì Ma se al to cör Sol la tua buca ten sarà in del i to öcc e to man galett spiciarò Lam al mè mumènt, li par mi da vèss sgiacà in la caldera Fa Sol e murì. Pudè cress sculdà al cold Lam Vöia de vèss dal to ben cavalè par sintì i to öcc e to man E nel galètt li par mi 'na farfala vignì Pudè cress sculdà al cold dal to ben.

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Testo comunicato dall'autore

Questo canto d' amore che l' innamorato dedica alla sua bella utilizza metafore proprie delle fasi di lavorazione dei bachi da seta. Il maneggiare attento e delicato dei bozzoli (galètt) che contengono il baco suggerisce la tenerezza con cui l' innamorato anela all' attenzione dell' amata.Amore che se non ricambiato, invece di liberarsi nel volo della farfalla generata dalla crisalide del baco,ne accetta la solita fine ai bachi riservata, e cioè essere gettati ancira chiusi bel bozzolo, nella caldera di acqua bollente per morire.

"Canzone d'amore. Cosa può dire un innamorato alla sua bella che lavora coi bachi seta? Quali parole per le metafore, le tenerezze e i sentimenti ? Per trovarla usa le allegorie che suggerisce la condizione di filarina dell' amata" (Fiorenzo Gualandris)

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Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Dalla caduta del blocco sovietico la scena politica è sicuramente cambiata, questa è quindi una sezione che abbraccia diversi decenni e contiene al suo interno diversi temi, apparentemente slegati, ma che mettono in evidenza la continuità e la vivacità delle lotte e delle esperienze popolari,: le guerre in Medio Oriente e nei Balcani, il G8 di Genova e l’assassinio di Carlo Giuliani, il movimento NO TAV, Berlusconi, i movimenti e le proteste di precari e studenti.

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A Silvia [Silvia Baraldini] (1992) di Alfredo Bandelli Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: carcere, comunisti/socialisti, femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/silvia-silvia-baraldini

Re Ascoltate la coscienza, Silvia è chiusa nella cella democratici e cristiani, La7 che sedete ad ogni mensa per un sogno, un'ideale che stringete mille mani. nell'America sorella, Date a Silvia un po' di fiato, Re date a Silvia un po' di vento, progressita e liberale. perchè possa liberare le sue ali dal cemento! Condannata a lenta morte dentro il carcere speciale No, non si fermerà... dal padrone bianco e forte con il giusto tribunale! E voi muti alberi stanchi sollevate le radici La7 Re proprio voi compagni avanti No, non si fermerà, senza ipocriti sorrisi. La7 Re questa lotta non si fermerà! Via le sbarre, via il gendarme La7 Re che sia libertà o sia fiamme! No, non si fermerà Che ogni Silvia sia raccolta La Re che sia libertà o rivolta! uguagliana, pace e libertà! No, non si fermerà...

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Per questo testo dedicato a Silvia Baraldini l'autore adoperò la melodia della sua canzone Bella bimba

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Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] (2016) di Fulvio Boris Tallarico Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: referendum Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no-versione-2016

Re Sol Re Ed alla Boschi noi diremo “NO!” Al referendum rispondiamo “NO!” Parli di Banca Etruria e affari loschi Re Sol Re ma alla Boschi noi diremo “NO!” Al referendum rispondiamo “NO!” Sol Re Ed a Verdini noi diremo “NO!” A chi ha sconvolto la Costituzione Ed a Verdini noi diremo “NO!” La Re Ci avranno forse preso per cretini noi senza eccezione rispondiamo “NO!” ma a Verdini noi diremo “NO!”

Al referendum noi diremo “NO!” E alla Madia noi diremo “NO!” Al referendum noi diremo “NO!” E alla Madia noi diremo “NO!” L’hanno sconvolta l’hanno scardinata, Questa riforma è una gran porcheria è un’altra porcata a cui va detto “NO!” e alla Madia noi diremo “NO!” E al referendum noi diremo "NO!" E al referendum noi diremo "NO!" Al referendum rispondiamo “NO!” E’ Matteo Renzi che ce l'ha proposta, Al referendum rispondiamo “NO!” e come risposta noi diremo "NO!" Noi siamo tutti partigiani veri ed oggi come ieri rispondiamo “NO!” E al referendum rispondiamo "NO!" E al referendum rispondiamo "NO!" Vuole disfarla e fare molti danni, Votiamo tutti rispondendo “NO!” ma ai suoi inganni rispondiamo "NO!" Votiamo tutti rispondendo “NO!” Questa riforma brutta e autoritaria Ed alla Boschi noi diremo “NO!” manderemo all’aria rispondendo “NO!”

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Testo scritto nei mesi antecedenti la consultazione referendaria del 4 dicembre 2016 in merito alla riforma costituzionale. E' un contraffactum della canzone Al referendum rispondiamo "NO" di Fausto Amodei, eseguito la prima volta il 4 giugno 2016 a Carpi (MO) dal gruppo "I Violenti Piovaschi", in occasione della campagna di raccolta firme per il referendum.

L'abbiamo ascoltata per la prima volta dall'autore del testo e dal gruppo "I Violenti Piovasci" durante la IX edizione di CorAzone - Internazionale di canto sociale, il 24 settembre a Bologna, presso la scuola di musica popolare Ivan Illich

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Aprile 74 (2007) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aprile-74

La Mi portate dal mio amore Re questo canto che muore Compagni che sapete dove dorme la luna bianca e un fiore rosso rosso Sim Se si vincerà.. anch'io vorrei vederla Mi Compagni che al mattino col sole dell'aurora ma devo stare qui La Compagni che volete liberare la primavera la lotta non è stanca. con voi combatterò prendendo le armi solo Compagni che al mattino col sole dell'aurora sotto quella bandiera. sentite le sirene vorrei sentirle anch'io E se un triste destino mi chiuderà in un ma qui si lotta ancora. fosso portate dal mio amore E se un triste destino mi chiuderà in un questo canto che muore fosso e un fiore rosso rosso Se si vincerà..

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La suggestiva versione in italiano di Alessio Lega, della canzone di Lluis Llac Abril 74, omaggio alla "Rivoluzione dei garofani" portoghese.

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Ballata di Ustica (1999) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: strategia della tensione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-di-ustica

Rem Solm Rem Re un conflitto tra stati scoppiò. Era il dì 27 di giugno Solm Do Fa La C'era in mare una nave da guerra anno 80 del secolo scorso che portava bandiera americana Rem Lam Rem Re7 e nel cielo tre caccia mortali e un aereo in civile percorso nella scia dell'aereo a lottar. Solm La7 Solm d'improvviso nel mare cascò. Più di un missile venne sparato e da scudo l'aereo civile Trascinò gli 81 sul fondo ne ebbe a un tratto ferita mortale tra equipaggio, adulti e bambini presso Ustica s'inabissò. da Bologna a Palermo vicini al tramonto in un cielo seren. Da 20 anni tremiamo al pensiero al terrore di quegli innocenti Alle grida di quegli innocenti non esiste ragione attenuante al pensiero di cosi grande orrore al delitto di stato che fu. le richieste di tutti parenti fino ad oggi risposta non c'è. Che credete voialtri militari, che la guerra giustifichi tutto? Un'inchiesta che dura 20 anni Voi ci avete strappato il diritto tra suicidi e scomparse improvvise a fiducia ed umana pietà. gli italiani han capito l'avviso chi sapeva non voleva dir. E allora non vi resta che dichiarare il vero ai parenti ed alla nazione Quell'arereo volava sicuro e scontare la pena in prigione su una rotta del tutto ufficiale per la strage di umanità ma nell'ombra di quelle sue ali e scontare la pena in prigione per la strage di umanità.

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Composizione per quartetto scritta per lo spettacolo I-TIGI, Canto per Ustica di Marco Paolini, chiesto dell'associazione Familiari delle vittime di Ustica, prod. Comune di Bologna, Comune di Palermo e Romagna Teatri.

Sulla melodia di O Gorizia

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Ballata per Vik (2012) Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-vik

lam capitano jalla jalla! Mi hanno ucciso Questo mare è troppo grande mi7 lam per scommetterei la vita. senza spegnermi il sorriso questo cuore non va a tempo rem lam e ti sfugge tra le dita e domani ritornerò lam Hanno fuso piombo e sangue Mi hanno ucciso nella sabbia hanno spento le fontane mi7 lam Queste guerre fatte in nome della pace senza spegnermi il sorriso sono luride puttane rem lam Cristo a piedi nudi così domani ritornerò cammina in Palestina, ma una stella con sei punte la7 rem gli ha spento la mattina. Con la pipa e col cappello sol lam Se rimarremo umani domani domani e col mio sogno più bello Se rimarremo umani io domani tornerò la7 rem Ora giochi con un bimbo fra le stelle Con la pipa e col cappello e dall'alto guardi giù. mi7 lam Ora balli col tuo angelo ribelle io domani ritornerò bevi vodka con Gesù Guadalupe sei un campione La mia vela vola e canta l'utopia di parole clandestine, su nel cielo e sopra il mare clandestino partigiano Da qui vedo la mia terra liberata sognatore fino alla fine. né confini né bandiere Il mio cuore batte ancora Capitano con l'ulivo fra i capelli in milioni d'altri cuori fiore di prato non di serra, Siamo vivi vivi ancora la tua anima un tre alberi di pace sognatori e vincitori che cerca la sua terra, questa notte alla finestra Se rimarremo umani domani domani c'è una luce fine fine, Se rimarremo umani io domani tornerò noi sappiamo che sei vivo e ripasserai il confine. C'è una stella che ti guida nel cammino capitano jallajalla! Se rimarremo umani domani domani Un aquilone con due occhi da bambino Se rimarremo umani io domani tornerò.

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Berlusconeide...e lui rideva (2004) di Ezio Cuppone Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/berlusconeidee-lui-rideva

Sol Sim ma per dire a Martin Schulz ”Lei ha la faccia Sì, vabbè, ci sei cascato come tanti e anche da kapò” di più. Mentre in Italia la gente soffriva Lam e l’evasore con l’euro arricchiva, “Ecco l’unto del Signore” l’hai pensato pure ogni famiglia la cinghia stringeva: tu. e lui rideva, e lui rideva. Re Sim Così quando scese in campo dagli spalti si Quando la democrazia nasce dalla Resistenza levò è un fatto intollerabile che dà i nervi a sua Re Re7 Sol eccellenza: l’ululato della plebe che agli altari lo “Mussolini fu frainteso, fu frainteso come menò. me! La7 Re La7 Non ha mai fatto del male, fu fedele al Re fascio e al Re (come me) Lo troviamo tra i potenti in Europa a I partigiani fucilati sono morti di spagnola, festeggiar, si riscriva un’altra storia, si riformi anche La7 Re La7 Re la scuola” esibisce le sue corna sulla testa di Aznar. Se il maccartimo cacciò via Charlot, Sol Sim Mim Lam questo fascismo censura Raiot. Ai ben pensanti andò insieme la vista, A Saxa Rubra Mediaset cresceva Sol Sim Mim Lam e lui rideva, e lui rideva. ma il ben pensante, si sa, è comunista Re7 Sol E’ arrivato il triste giorno che l’Iraq viene e se qualcuno il naso storceva occupato Lam Re7 Lam Sol e noi siamo del texano il fedele suo alleato: lui no, rideva, lui no, rideva. il cow boy si dà da fare, l’obiettivo è il monopolio Venne il tempo dei processi e la legge si così Italia regge il sacco e zio Sam ruba il cambiò, petrolio. via al falso di bilancio, rogatorie grazie, “Siamo forza ma di pace, urla l’unto ai no! quattro venti, Così tutto depennato la vendetta partorì, siamo forza, ma di pace, bene armati fino ai il togato ostile all’unto il ministro denti! trasferì. Non torturiamo, noi non ammazziamo, Ritornò in Europa ancora presidente per un se altri lo fanno noi “nenti sappiamo”” po’, per tutto il giorno ce lo ripeteva e poi rideva, e poi rideva.

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Sull'aria di "Come pioveva" di A. Gill- A. Testa

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Calamandrei (2013) di Francesco De Francisco, Francesco "Ciccio" Giuffrida Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/calamandrei

Rem La7 E' lì che dovrai andare Se vuoi andare in pellegrinaggio tu giovane speranza Rem col cuore e la ragione lì dove è nata la Costituzione lì dove è nata la Costituzione. La7 dovrai avere molto coraggio E allora andiamo in pellegrinaggio Rem dove infuriava bufera e vento per arrivare a destinazione dove chi cadde ha lasciato scritto Solm con il suo amore un testamento per salire sulle montagne Parole scritte che sono vive Rem se sono vive nelle tue mani dove caddero i partigiani per spalancare le galere La7 in cui siamo imprigionati e vedere le galere e ripulire strade e piazze Rem liberate dai Partigiani. dove furono imprigionati La7 e campi strade piazze E lì dove è morto un Resistente Rem per conquistare la libertà dove furono impiccati un compagno una compagna noi impariamo la dignità. Lì dove è morto un italiano E lì che dovremo andare per riscattare la libertà difensori della speranza un compagno una compagna col cuore e la ragione veri maestri di dignità lì dove è nata la Costituzione

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Dal discorso agli studenti milanesi sulla Costituzione di Piero Calamandrei del 1955

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Canto di vita (1997) di Ivan Della Mea Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-di-vita

Sol Re7 E guarda il senso dei nuovi valori Guarda che razza di tempo si vive son fiori di stagno o d’acqua più dura Mim Sol Re7 il posto la lira il vocabolario dove un sorriso ha i suoi retropensieri le cose sicure la casa sicura Sol Re7 e sempre sapere il giusto momento dove un abbraccio ha pieghe un po’ schive di cose da dire di cose da fare Mim Sol DO Re7 perché mercato di nuovi favori E allora amore Sol Do per quanto ci resta dove a ognuno è dato di stare ridiamo amore ridiamo Lam Do Re7 sempre più chiuso sempre più solo E questo nostro tirare a campare di poca fede di poca speranza Sol Mim può farci bene può farci male E allora amore ma questo in fondo ha ben poca importanza Do Re7 se non ci regge un canto di vita per quanto ci resta o la bestemmia di un maggio lontano Sol Mim Re7 Sol ridiamo amore ridiamo Ti prego amore ti prego amore ti prego amore ridiamo.

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Cosa rimiri ragazzo padano? (2003) Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-rimiri-ragazzo-padano

Sol Re7 Sol Re 7Sol Costituzione è il nome che ha Cosa rimiri ragazzo pada - a - no? e sta di casa in via Libertà. Cosa rimiri ragazzo padano? Costituzione è il nome che ha Re7 Sol Re7 Sol e sta di casa in via Libertà. Io rimiro la donna tua che così bel - la Re7 Sol Dimmi dove tu l’hai incontrata? l’ho vista mai Dimmi dove tu l’hai incontrata? Io rimiro la donna tua che così bella Sulle montagne e nelle città l’ho vista mai coi partigiani io l’ho incontrà. Sulle montagne e nelle città La mia donna è giovane e bella. oi partigiani io l’ho incontrà La mia donna è giovane e bella

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Contraffactum del canto partigiano Cosa rimiri mio bel partigiano.

Comunicata da Ezio Cuppone, che ringraziamo, il 9 ottobre 2014

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Cunfessada (1991) di Franco Madau Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: sardo Tags: antimperialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cunfessada

Do deu si d’ollu cantai Deu si du ollu nai immoi, no si du ollu negai, deu no istimu s’istadu no si du ollu cuai Sol a suta de frassa bandieras antzi si ollu cunfessai Sol Fa no mi praxit s’Italia no mi intendu italianu Fa Do deu no istimu su stadu mi at praxi africanu no provu sentimentu Do po custa bandiera. Deu si d'ollu nai..

Lam Ca funt spudoraus Deu nu istimu sa genti totus a faci a pari ki ddu est setzia de annus faint s’aferra aferra Sol no s’accuntent mai in cadiras de prata E innui est dignidadi? Fa Po is leis ki ant fatu Ca propriu in custu periudu su dinai ki ndi ant pigau si obiant aumentai su stipendiu Do ki est prus de sa pensioni sa gistitzia ki ant portau ki pigat mama mia E innui est dignidati? Sol E innui est s’onestadi? Deu si d’ollu nai E innui est ki ei papau? no mi praxit s’Italia Ca funt scherzus de para Do in totus custus annus nc’est ki at scritu cantzonis e ki est setziu a cadira

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Custodi (2020) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/custodi

Lam Lam Quando penso ai martiri e agli eroi Poi ritorna a casa e dorme stretta Rem Sol Fa Io penso a Durruti e Che Guevara Preso dall’asilo il suo bambino Do Lam Sol All’esempio giunto fino a noi Tutta la sua vita è nella fretta Fa Mi7 Mi7 Tutta quella lotta che rischiara Nel caffè che brontola al mattino Penso a Rosa Luxemburg ribelle A chi si è giocato in un minuto Viene la paura del contagio Nella solitudine le stelle Tutti chiusi nell’isolamento Senza avere il tempo di un saluto Il silenzio vuoto è un nubifragio Corre, corre la locomotiva Tutto un brulicare di cemento Gramsci nella cella che scriveva L’ospedale adesso è la frontiera E Pinelli sopra il motorino Del bombardamento, la trincea Pino quel mattino che correva Ogni bollettino della sera Mette la paura in ogni idea Poi mi viene in mente anche il sorriso Questa dottoressa che continua Di una dottoressa che conosco Per coraggio o per disperazione Che operava nel Burkina Faso Per coscienza, forza o disciplina Quando andava in ferie ad ogni agosto Va sul fronte e aiuta le persone Dieci anni e più di precariato Sa che può portare in sé il nemico Sola con un figlio ed una madre Dentro la sua casa, fra i suoi cari Lei che corre sempre senza fiato gli incubi, i pericoli, il dolore E mangia uno yogurt per le strade Tutta quella lotta che rischiara Scappa nella metropolitana Strappa dalla morte i suoi fratelli Quando pensi all’angelo custode Fa guerriglia ogni settimana Non pensare a gente sovrumana Lotta coi suoi ferri al Cardarelli Pensa che ti sta schiacciando un piede Nella stessa metropolitana

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"Questa è una canzone scritta durante l’emergenza, ma non improvvisata. Non parla dell’emergenza in sé, parla della storia di una giovane lavoratrice (un chirurgo del Cardarelli, il principale ospedale di Napoli) che è anche madre di un bambino di tre anni, e che ci si è trovata proiettata dentro - come si usa dire - in prima linea. È il mio omaggio a queste lavoratrici, attraverso la vita di una di loro, che ho la fortuna di conoscere." (Alessio Lega)

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Gelato in Febbraio (1996) di Giubbonsky Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gelato-febbraio

Do#m Labm Re#7 Labm Fa#7 Labm Sibm7 Lab Reà Labm quante giovani vite vedremo stroncare

Labm MI Si Fa# Labm Mi Si Fa# 23 di febbraio, piazzale Lugano, Labm da chi porta pistole sotto la sua divisa Labm MI Si Fa# Labm una rissa tra pusher e il Digos Policino Mi Si Fa# Labm Mi Si e sa che la giustizia non è proprio precisa Fa# Labm Corre lenta la giustizia siamo nell'89 alza il braccio, mira e spara e un proiettile alla sbarra lo sbirro è la prova del 9 vagante è un processo o una farsa, con la deposizione scopri che la verità è soltanto un illusione. Mi Si Fa Labm Hanno ucciso un'altra volta la nostra Lascia steso li per terra un fratello speranza sanguinante. e nell'animo stretto c'è angoscia che avanza non crediamo più a niente, non è Labm MI Si un'impressione Fa# Labm resta solo amarezza mista a desolazione Nebbia fitta dentro gli occhi, freddo intenso nelle ossa, Quanti altri gelati dovremo ingoiare

MI Si Fa# Non è stato un gelato a fermare il coraggio Labm di un fratello dolcissimo, un cuore di saggio lacrime, dolore e rabbia siamo ancora tutti questo senso di vuoto che riempie qui intorno scossi conserviamo il ricordo, giorno dopo giorno.

Mi Si Una storia italiana non proprio finita Fa# Labm perché in fondo a troppi cuori ancora aperta e costretti a berci un calice dove olezza la è la ferita fandonia ferrea e lucida memoria la vogliamo colorare e anche chi non sa di Luca non potrà Mi Si dimenticare. Fa# Labm che un gelato in febbraio abbia ucciso Luca Quanti altri gelati dovremo ingoiare Rossi. Quanti altri gelati dovremo ingoiare Re# Labm quante vite innocenti vedremo stroncare Quanti altri gelati dovremo ingoiare da chi spara nascosto da una divisa e sa che la giustizia non condanna divisa

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I tre porcellini (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-tre-porcellini

La Re La Mi7 Bossi e Fini con il Berluscone Berlusconi con Bossi e con Fini stanno in bande alla Sergio Leone La Re La Mi7 fanno il bello il brutto il cattivo fan la banda dei tre porcellini un Western spaghetti girato dal vivo. Fa#m Do#m Re alle prese col lupo cattivo E' un film in cui fa il fuorilegge La Re Si7 Mi7 Mi5+ chi è già ladro o chi ladri protegge che tende gli agguati da dietro l'ulivo. dove chi sul set ruba gli armenti poi vive in privato pigliando tangenti. Lam Rem6 Lam Mi7 E così quando c'è il lieto fine Dove chi sul set fa il pistolero Lam Rem6 Lam Do nella vita poi spara davvero come accade di solito al cine o pallottole o un mucchio di balle Fa Do Rem che spara comunque soltanto alle spalle. superati i tranelli imprevisti Ma attenzione benchè beneficino Lam Rem Dodim Mi7 del prestigio che dà una pistola e mille altre trappole dei comunisti. puzzan forte di olio di ricino Fini e Bossi col Berluscaiola. La Fa Evitati con abili mosse Berlusconi con Fini e con Bossi La Fa Sol nei circuiti a lumi rossi gli attentati delle toghe rosse, si esibiscono in film che oggigiorno Do Fa Re- da noi normalmente son detti film porno. si allontanano i tre poco a poco Mi7 Lam Re- Mi7 Fan sequenze oscene e volgari stagliandosi su un orizzonte di fuoco. mescolando politica e affari il reato d'oltraggio al pudore La Re senz'altro è la loro perfomance migliore. Ma attenzione benché s'incornicino La Redim Sim7 Mi5+ Puoi vedere ripreso dal vivo in un quadro di eroi disneyani uno stupro in più collettivo La Re Dodim fatto in sfregio alla costituzione hanno un puzzo di olio di ricino in prima serata alla televisione. La Fa#m Redim Sim7 Mi7 La Ma attenzione benchè si vernicino da far schifo o, a dir me - glio, Schi - fa di ceroni, cosmetici e unguenti - ni. puzzan tutti di olio di ricino vi ripeto perciò state attenti.

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Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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Il Ponte Morandi (2018) Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ponte-morandi

Re La7 la loro vita sconvolta e addolorata, Ascoltate o popolo ignorante si riunirono insieme a Certosa Re e resistenti si scoprirono ancor. che del Ponte notizia vi darò Sol La Re (parlato) Attenzione, sentirete chi sono se tutti quanti attenzione farete i colpevoli di questa tragedia! La7 Re a tutti quanti a pianger vi farà. Nonostante gli enormi profitti e i vari allarmi sul POnte Morandi, Successe a Genova il 14 agosto, i Benetton han voluto risparmiare, che pioveva, pioveva assai forte, perchè i padroni ragionan così. all'improvviso un grande fragore, Ponte Morandi sul fiume crollò. E quei politici vigliacchi e corrotti, che senza scrupolo l'hanno permesso, 42 furon vittime innocenti, sono soltanto spregevoli servi, precipitate o schiacciate dal Ponte, sono alla fine assassini anche lor. uomini, donne, bambini, ragazzi, la loro vita qual giorno finì. Maledetti saranno quei signori a capo di Società Autostrade Tanta gente divenne sfollata, e maledetto per sempre il profitto che ha procurato mai tanto dolor.

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Parodia di Ascoltate o popolo ignorante, scritta dal coro Le vie del Canto di Genova in seguito al crollo parziale dee Ponte Morandi, il 14 agosto 2018, che ha provocato 43 morti e 566 sfollati. Ci è stato comunicato durante la festa dello stesso coro, il 18 maggio 2019, a Genova.

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Il teleconcorrente (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-teleconcorrente

La Sol Re La Questa prospettiva, anche se eventuale, no, non la si deve perder mai di vista : La Re Mi7 La quindi occorre non cultura generale A chi mi chiedeva "Che farai da grande?" ma bensì da specialista. Re Do Sol Re rispondevo sempre ed invariabilmente: Chi si è fatto esperto in cibi brasiliani, Fa#m Sim Mi7 La chi sa proprio tutto sui celenterati, "Voglio dar risposte giuste alle domande chi ha prescelto la sessualità dei cani, Re Do La7 Re7 chi la vita dei beati, come un teleconcorre - nte!" chi si è fatto esperto in caccia ai Sol Mim La7 Re7 coccodrilli Davo una risposta pronta ed esauriente e chi nei proverbi della Val di Fiemme, Sol Fa Do Sol chi ha imparato tutto sui guardasigilli ad ogni domanda che mi fosse fatta e chi su Matusalemme. Sim Mi7 La7 Re quasi Mike Buongiorno fosse lì presente Di comune accordo noi andiamo apposta La Sol Re La tutti a confessarci quasi ogni mattina per veder che fosse esatta. perché ci si alleni a dare una risposta chiusi dentro una cabina. Anche al catechismo davo le risposte ai misteri sacri e ai mistici problemi Ma verrà un bel giorno ed una buona volta solo quando le domande mi eran poste la famosa lettera che ci confermi come in un concorso a premi. che alla fine la domanda è stata accolta d'apparir sui teleschermi. Per risponder "Si'" durante il matrimonio onde garantirmi la risposta giusta Attendiamo quindi, sempre in esercizio, io l'avevo già, di fronte a un testimonio, a che la domanda svolga il suo decorso, chiusa dentro ad una busta. e ci resta in fondo il Giorno del Giudizio ch'è pur sempre un bel concorso. E la mia signora, ch'era abituata a risponder sempre come a Silvio Gigli Non c'è Mike Buongiorno, bensì il sopra Ogino-Knauss non era preparata Padreterno, e mi diede tanti figli. non gettoni d'oro ma anni in Paradiso; non si rischian soldi ma solo l'inferno: Diedi nome "LASCIA" alla prima figlia tutto il bando è ben preciso. e la successiva la chiamai "RADDOPPIA": che soddisfazione per la mia famiglia Quindi attendo solo che venga la morte presentarle sempre in coppia! che, contrariamente a quella ch'è l'usanza, non avrà presente, nell'estrarmi a sorte, Io mi sforzo di dar loro una cultura l'Intendenza di Finanza. perché ognun di loro possa trarne frutto casomai venisse, per buona ventura, E vedrà il buon Dio se siam preparati accettata a Rischiatutto. su Matusalemme, sui guardasigilli, sul sesso dei cani, sui celenterati, sulla caccia ai coccodrilli.

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Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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Il testamento di Orso (2019) di Pardo Fornaciari Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-testamento-di-orso

Era Lorenzo Orsetti da Firenze La vita che mi han tolto Tekosher lottatore in lingua curda Il mondo cambierà - il mondo cambierà Morto in un'imboscata jihadista Da partigiano contro il nazifascismo Quando tutto precipita Questo il suo testamento Ci devono guidare L'impegno e la speranza DO Sol7 L'indifferenza no - l'indifferenza, no Ciao, se state leggendo Do Ogni tempesta nasce Questo messaggio è segno Con una sola goccia Rem Tu non ti rassegnare Che non sono più al mondo Quella goccia sei tu - Quella goccia sei tu Sol Sol7 Do Che non ci sono più - che non ci sono più V'auguro tutto il bene Spero anche voi un bel giorno Però non rattristatevi All'individualismo ho fatto quello che è giusto Vi saprete ribellar - saprete ribellar difendere i più deboli rimpianti non ne ho - rimpianti non ne ho Tenetemi nel cuore Dice Orso il Lottatore Io me ne sono andato In alto le sue idee Con il sorriso sul volto Giustizia e libertà - Giustizia e libertà

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Una ballata di Pardo Fornaciari sul testamento di Lorenzo Orsetti, detto Orso a Firenze e Tekoçer (il Lottatore) in curdo, caduto nella valle della Rojava, nel Kurdistan siriano, in un'imboscata dei fascioislamisti del Daesh, che era andato a combattere per la libertà dei Curdi, per la sicurezza nostra contro i terroristi islamisti, per la giustizia sociale. Sull'aria della Ballata per Franco Serantini di Ivan della Mea

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L'amore è un brutto vizio (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamore-e-un-brutto-vizio

Sol Mi Lam Fa# Chi per la patria muore Rinunciare all'amor tuo Sol Rem Sol Sim Do Lam Re trova morte gloriosa mi risulta più nefasto Dom7 Fa7 Sib Si7 Mim La7 Re7 però morir d'amore che piantar di colpo il vizio La7 Re7 Sol Sol7 Do Fa7 Re7 per me è un'altra cosa. di un caffè dopo ogni pasto; Conservare o no il tuo amore non amar più te ma un'altra è un dilemma già risolto più posata e più tranquilla come scegliere tra un vino equivale a non sorbire in bottiglia ed uno sciolto; più caffè, ma camomilla. rinunciare all'amor tuo Sol Do è una scelta senza premio Il caffè che io ritrovo come quella di volere Re Sim diventar di colpo astemio. nel tuo amore appassionato Mim Lam A un amore così vecchio è un espresso d'anteguerra, come il nostro mi affeziono Re7 SolDoRe perchè, proprio come il vino, non decaffeinizzato più vien vecchio più vien buono.

che ti dà l'assuefazione, Poi, così come farei per il cuore è un bel , col Barolo e col Reciotto ma non so che cosa farci, io considero l'annata: non so proprio farne a meno. è un amor del Cinquantotto.

Sol Cinquantotto! L'anno Santo, Mi fa perdere anche il sonno un'annata strepitosa Re#7 ed il vino e il nostro amore ma che cosa vuole dire? son per me la stessa cosa. Sib Sol# Dato che con te, di notte, L'amore è un brutto vizio Re Re7 Sol come l'alcool di vigna : non ho voglia di dormire. ti può segnar l'inizio d'una sorte maligna, Sol Rem L'amore è un brutto vizio d'una gran brutta sorte Sol Rem Sol che in forma ben drammatica come la caffeina, ti può condurre a morte Do Lam Rem colla cirrosi epatica. ti porta a precipizio Sol Do Re7 Chi senza vizi muore verso una brutta china. in cielo avrà il risveglio però morir d'amore Non è mica una storia! per me è molto meglio. Ci avrò una malattia cardiocircolatoria Rinunciare all'amor tuo, e la tachicardia. sai, mi costerebbe un fracco, quasi più che rinunciare Sol Re- al mio vizio del tabacco !

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Fosti tu il mio primo amore, diventavo più nervoso, quella notte benedetta diventavo troppo grasso. in cui io fumai, tra l'altro, la mia prima sigaretta. L'amore è un brutto vizio come la nicotina : Vi ricordo tutt'e due, piantarlo è un bel supplizio ma poi dopo all'indomani anche se ti rovina, cambiai donna e fumai solo più dei sigari toscani. anche se ti fa male e, se non l'abbandoni, Ho capito solo adesso dà un'alta percentuale quant'è bello amar soltanto di cancro nei polmoni. sette pipe ben conciate e colei che ti sta accanto. Chi di vecchiaia muore trova morte serena Ho cercato di piantarti, però morir d'amore ma compiuto questo passo val ben più la pena.

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La ballata della RWM (2018) Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-rwm

La di sangue ha le mani sporche Son bombardata, sono sfruttata fermeremo la sua collaborazion Mi7 son la yemenita che giammai tremò Ed alla guerra farem la guerra tutti uniti insieme noi la vincerem Mi hanno uccisa e incatenata Non più sfruttate sulla terra La ma più forti dei cannoni noi sarem carcere e violenza nulla mi fermò In questa lotta gloriosa e bella I nostri corpi sotto le bombe la RWM noi saboterem e germoglia rabbia contro l'oppressor Dal Medio Oriente alla Sardegna Qua nello Yemen c'è tanto sangue fino a Domusnovas noi combatterem porta morte eccome il frutto del lavor Contro la fabbrica di bombe E chi fa soldi con la morte contro i militari e per la libertà che sia l'operaio o il suo padron noi costruiremo un mondo nuovo metteremo fine a ogni autorità.

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"La prima bozza del canto nasce nell'aprile del 2018 da una manciata di componenti dell’Indecoro ubriachi al bancone di Nello, sulle note di "son la mondina son la sfruttata", poi rivisitata da tutto il coro. Dal testo traspare la presa di posizione netta contro la fabbrica di morte di Domusnovas, la RWM, spesso citata nella cronaca per la vendita di bombe all’Arabia Saudita che le sgancia nello Yemen compiendo innumerevoli atrocità.

È quindi un canto contro chi vive di guerra, e ne abbiamo tanti esempi qui in Sardegna, ma che dichiara guerra ai padroni di tutta la terra, con la volontà di lottare per un mondo libero".

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La casa sui bastioni (2015) di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Giusy Battaglia Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-casa-sui-bastioni

Ma il 25 Aprile io stavo in galera io stavo in galera Pensavo ai fatti miei Re La Mi F#m Alla mia portineria Pensavo ai fatti miei Mi aprivano le gambe Re La Mi sputavano sul viso Alla mia portineria Pensavo al mio giardino Si7 Mi Pensavo al paradiso Mi aprivano le gambe Arrivano che fa notte Re La La Mi Mi sputavano sul viso i compagni partigiani Mi Fa#m Re La Pensavo al mio giardino Arrivano pedalando Re La Re La Pensavo al paradiso Le bici tutte rotte Mi La Si7 Mi Non vedo le loro facce Re La Era un palazzo bello Non conosco i lori nomi La Mi Mi Fa#m Pieno di bella gente Arrivano fischiando Re La Re La Alla fine dei bastioni Ii aspetto sul portone Re La Mi Fa#m Non si sentiva niente Aspetto i volantini Si7 Mi Re La I ricchi son discreti della liberazione Re La Mi La Non fanno sceneggiate Mi Fa#m Io son la portinaia urlano in silenzio Di questo di bel palazzo Re La La guerra la combatto In silenzio fanno le porcate Nel giardino sui i bastioni Mi La Pulisco i loro cessi La merda dei padroni Io son la portinaia Ma dietro lo sciacquone Di questo bel palazzo Nascondo i volantini Ma io li frego tutti della liberazione. Sti fascisti assassini Pulisco i loro cessi Ma il 25 aprile La merda del padrone io stavo in galera Ma dietro lo sciacquone pensavo ai fatti miei nascondo i volantini alla mia portineria. Della liberazione. Mi aprivano le gambe Mi sputavano sul viso Ma il 25 Aprile Pensavo al mio giardino Pensavo al paradiso

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Canto dedicato a quelle figure spesso anonime che nel silenzio del loro coraggio, senza eroismi ostentati od

pagina 548 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale evidenti hanno comunque con la loro abnegazione contribuito fattivamente alla lotta di resistenza antifascista.

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La java delle bombe atomiche di Fausto Amodei, Boris Vian Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-java-delle-bombe-atomiche

Lam presto io rimedierò". Mio zio, che amava far da sè, Ed ha passato molte ore faceva bombe atomiche a rimediar l'errore Mi7 nella sua officina, da dilettante pranzando insieme a noi sbobbava in un sol colpo e senza aver studiato mai la sua zuppa di gallina. Da come è diventato rosso raggiunse più si capì che un osso Lam gli era andato storto. di un risultato rilevante. Accadde proprio un martedì Sol che lo zio mezzo morto Passava tutto il giorno ci gridò così:

chiuso in un laboratorio "Più io divento vecchio Do più mi accorgo che il cervello a fare esperimenti. scema ad ogni mese. Rem Lam Per dir le cose come stanno, La sera ci chiamava a sè non è più un cervello Si7 ma una maionese. e a noi, tutti contenti, Mi7 Per anni cerco di aumentare raccontava che... la portata della bomba mia diletta, La non mi sono reso conto "Se per fare la bomba A che quello che conta è solo dove la si getta! non c'è difficoltà, Se qualcosa ancor non va, Mi7 presto si rimedierà." se non elementare. I gran capi di Stato Ed anche col detonatore per veder la bomba gli hanno chiesto udienza in fretta, bastan poche ore lo zio li ha ricevuti tutti La e chiesto scusa a farlo funzionare. se la camera era stretta. Ma quando sono entrati La7 lui li ha chiusi dentro, Invece con la bomba H poi gli detto "State buoni!" La bomba esplose così fu c'è un problema pratico che di 'sti capoccioni Re non ce n'eran più! che mi tormenta: La Lo zio, davanti al risultato, che quella di mia produzione non perse la testa Mi7 e fece il finto tonto. c'ha un raggio d'azione Lo misero davanti al giudice La perchè dell'atto di tre metri e trenta! lui rendesse conto. Rem Lam E' un difetto a cui però "Signori è stata una sciagura Mi7 Lam ma non ho paura

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a dirvi chiaro e tondo e lo si condannò e poi lo si graziò. che distruggendo 'sti bastardi, anche se un po' tardi, Rem Lam ho salvato il mondo!" E il paese che gradì Mi7 La Si fu incerti per un po', lo fece capo del governo lì per lì.

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Canzone di Boris Vian (La java des bombes atomiques) tradotta da Fausto Amodei.

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La mia costituzione di Ezio Cuppone Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-costituzione

La non è certo quella gente Tu che sei nei miei pensieri a cui tu donasti un tempo una nuova dignità, oggi ancora più di ieri, Se ti vogliono affossare Mi7 sono qui, pronto a lottare tu che hai dato a quest’Italia nuova vita e sei la mia Costituzione e tu vivrai. dignità; chiara e onesta come il sole Ben ricordo quel momento mi proteggi da chi vuole quando tutto il parlamento La ha sancito la tua nascita e la tua paternità asservirmi ai voleri di una falsa libertà. Si era ancora un po’ divisi Tu che sei sempre presente ma coscienti e ben decisi con il cuore e con la mente di dar vita ad una Patria nell’armonica unità La7 Oggi hai quasi 70 anni Re ma un diamante anche a cent’anni sei la strada più sicura per l’Italia che ha un valore inestimabile che sempre durerà verrà Se ti vogliono affossare Se ti vogliono affossare sono qui, pronto a lottare La sei la mia Costituzione e tu vivrai. sono qui, pronto a lottare Mi7 La Resistenza è già presente, sei la mia Costituzione e tu vivrai. la ritrovi tra la gente che lavora e sopravvive ad un’iniqua società Resistenza ti ha creata, dove mafia e corruzione la montagna ti ha allevata han governi e protezione ed un popolo ribelle ti ha portata giù in che ci han dato qualunquismo e razzismo e città povertà Hai parlato il suo linguaggio Ma hanno fatto male i conti; con la forza ed il coraggio partigiani sempre pronti di chi ha scelto di morire per amor di a ridare a quest’Italia una nuova dignità. libertà. Hanno fatto male i conti Se qualcuno oggi ti offende siam decisi, siamo pronti E nessuno ci potrà fermare mai.

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La pianura dei sette fratelli (1995) di The Gang Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-pianura-dei-sette-fratelli

Sol Re e il passo a tempo si chi sa ballare, E terra e acqua e vento di chi per la vita La Sim prende il suo amore e lo sa portare. non c'era tempo per la paura, Sol Re Sette fratelli sette nati sotto la stella di pane e miele a chi li do'. La Sim Non li darò alla guerra, quella più bella della pianura all'uomo nero non li darò. Avevano una falce e mani grandi da contadini Nuvola, lampo e tuono e prima di dormire non c'è perdono per quella notte un "padre nostro" come da bambini. che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Sol Re Avevano un saluto Sette figlioli sette e degli abbracci quello più forte. La Sim Avevano lo sguardo di pane e miele a chi li dò. quello di chi va incontro alla sorte Sol Re Sette come le note, Sette fratelli sette, La Sim sette ferite e sette solchi: una canzone gli canterò. ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino In quella pianura e vanno via i pensieri Da Valle Re ai Campi Rossi insieme al fumo su per il camino. noi ci passammo un giorno Avevano un granaio e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.

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Questa canzone fa riferimento alla vicenda dei 7 fratelli Cervi, trucidati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia.

La canzone è stata incisa anche con Modena City Ramblers in "Appunti partigiani" (2005) e interpretata dal Coro delle Mondine di Novi, in "Il seme e la speranza" (2006)

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Le canzoni in scatola (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-canzoni-scatola

La Re#dim Sim Mi5+ e non le cose nuove e non famose che oggi però mi andrebbe di cantare La Re#dim Sim Re#dim dovrei cantarvi molto a malincuore M'hanno chiamato per farmi cantare qualche motivo ben confezionato Do#m Re Fa#m6 Mi ma so che quel che vogliono ch'io canti elaborato da un calcolatore Fa Do in base ad un'inchiesta di mercato son solo le canzoni da giullare restando ben fedele al vecchio schema Sib Mi5+ Mi7 di non sollevar nessun problema. quelle cantate ormai da tutti quanti La Re#dim Sim Vorrei cantarvi i ritornelli Re#dim capaci di toccare fino in fondo che non importa che sian brutte o belle i vostri cuori ed i vostri cervelli Do#m Re Fa#m6 Mi e a far scoppiarci dentro un finimondo che siano fresche o sappiano di vecchio sarò felice se una melodia vi terrà svegli una nottata intera Do Si importa solo che sian eguali a quelle Do Si Sib Sib7 La perchè così fa in fondo l'allegria La7 Sib Sib7 La La7 che tutti quanti han già dentro l'orecchio o la tristezza quand'è quella vera Re Re#dim Mim6 Fa# Re Re#dim Mim6 Fa# come i prodotti chiusi in scatoletta non più motivi ben confezionati Sim Re#dim Sim7 Mi5+ Mi7 Sim Re#dim Sim7 Mim6 quel che conta è solo l'etichet - ta. che s'acquistano ai supermercati Fa# Si7 Sol#m Mim6 Fa#7 La Re#dim Sim Mi5+ ce ne sarà ben qualcuno ancor che vale Sim Re#dim Sim Re#dim Mi5+ Dovrei cantarvi solo quelle cose La La6 che oggi la gente aspetta ad ascoltare anche solo av - volto in un giorna - a - a - le.

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Lettera di Robert Bowman (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-di-robert-bowman

Parlato: a despoti ed a dittatori.

"Questa lettera indirizzata al Presidente Noi siamo un bersaglio perché siamo odiati degli Stati Uniti intitolata "Perchè gli e resi purtroppo famosi Stati Uniti sono odiati" fu scritta nel dai nostri governi che si son macchiati 1998 da Robert Bowman, vescovo cattolico di atti e di crimini odiosi; di una diocesi dello stato della Florida. Durante la guerra del Vietnam Bowman, con che in molti paesi mandarono agenti il grado di tenente-colonnello, aveva a fare uno sporco lavoro, preso parte a più di cento azioni di deporre od uccidere dei dirigenti combattimento." eletti dai popoli loro,

Lam ed al loro posto piazzar qualche arnese, Racconti, Signor Presidente, racconti sorretto dai nostri cannoni, Sol Do Re Sol ansioso di vendere il proprio paese al popolo la veri - tà. alle nostre corporaziori. Sib Fa la smetta di spander per mari e per monti E tu, Mossadegh, quando in Iran volevi Do Sol nazionalizzare il petrolio, menzogne, bugie, falsità. ti abbiam sostitituito con Raza Pahlevi, lo Scià servo del monopolio. Rem Lam È falso che, se il terrorismo minaccia In Cile abbiam fatto le azioni più oscene: Fa Do per le sue miniere di rame di farsi ogni giorni più forte, abbiamo ucciso un uomo per bene Sol# Dom e messo su un despota infame. gli dobbiamo rendere pan per focaccia Fam6 Sol Poi in Nicaragua ed in Guatemala: con mille arsenali di morte. l'America Latina tutta l'abbiam data in mano a chi la regala Do Mim alle Compagnie della frutta. Non serve un sistema di Guerre Stellari, Lam6 Mim Se ora noi siamo un bersaglio per questo, spendendo più soldi che puoi, saremo bersagli futuri: Lam Fa Rem Sol se non cambieremo politica presto per essere certi che pochi sicari sarem sempre meno sicuri. Do Lam Mi Lam non piazzino bombe fra no - i Buttassimo a mare i nostri arsenali sia chimici che nucleari, Non dica alla gente che siamo un bersaglio e non addestrassimo più criminali, per il terrorismo che avanza squadroni di morte e sicari, soltanto perché, per un caso o per sbaglio, non siamo più forti abbastanza. Do Mim se tutti i miliardi che diamo alla CIA Non torni a ripetere quella bugia Lam6 Mim che c'è chi ci vuole sconfitti per tessere ignobili trame perché difendiamo la democrazia Lam Fa Rem Sol e la libertà ed i diritti! li dessimo invece a qualche agenzia Do Lam Mi Fa La7 Il nostro governo, al contrario, è contento per dare assistenza a chi ha fa - me; di offrire, con tutti gli onori, aiuti a chi esercita lo sfruttamento, Rem Sol Do Mi

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Allora. signor Presidente, davvero E il nostro paese e il popolo intero Lam Rem Lam Lam Sib Mi Lam chi mai potrà odiarci in futuro? potranno sentirsi al sicu - ro. Fa Sol Do Mi

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Mare nero (1999) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: anarchici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mare-nero

Do siamo gli anarchici, Noi siamo il mare nero Sol Do Sol siamo gli anarchici. che di giorno sta calmo Fa Siamo gli anarchici.. si muove lentamente Sol Do Noi siamo il mare nero, si cela nel profondo la tenebra feroce sparsa sulle piaghe in un fruscio leggero aperte del sistema intona il proprio salmo il nostro sangue infetto un canto che gli viene ne avvelena la foce dal termine del mondo e la mano del boia mentre colpisce trema Lam e porta di lontano perché non c’è è maniera Mim di strapparci alla vita profumo di speranza ogni giorno rapita, Fa riscattata ogni sera invade la tua stanza perché non c’è è paura Sol che possa incatenare ti fa sentire strano il tempo che ogni giorno Do riusciamo a liberare. ti fa apparire estraneo Sol Sol7 La7 al gregge dei montoni Fa Re condotti nel macello Noi siamo il mare nero, Sol Do La al suono dei milioni. acque salate e sporche Sol Noi siamo il mare nero depositiamo dubbi che di notte protetto La Re dal buio, si alza in onde, nel ventre d’ ogni fede si butta sulla riva e se si tira indietro abbiam molte madonne, si avvolge nel suo letto tutte piuttosto porche, per assalire l’ argine e ognuno di noi è un dio con forza ancor più viva. che si tocca e si vede

Abbiamo vele nere Sim per spingerci nel mare ed i nostri rosari ma non sono bandiere, Fa#m attento a non sbagliare! sono i caricatori Noi siamo libertà, Sol ciò che più fa paura che sgraniamo amari sospesi al centro esatto La tra ragione e natura nel ventre dei signori Re Fa noi siamo la paura Siamo gli anarchici, La Do della classe più ricca

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Sol Mi noi siamo la torchiera Noi siamo il mare nero, La Re Si della corda che l’impicca. lutto e disperazione La per un passato triste, Siamo gli anarchici... Si Mi per un futuro incerto Noi siamo il mare nero, la dinamite accesa e un mondo concepito in questa calma piatta in guisa di prigione la miccia si consuma la tagliola che morde “lavorate tranquilli, chi esce allo scoperto andate a far la spesa! Do#m Sulle vostre autostrade, ci fan sentire logori, sepolti nella bruma” Sol#m stanchi anche di gridare Sulla strada che fate, La di fretta per consumo avvelenato il mare, non più nebbia ma fumo Si troverete un estate sepolti nei ricoveri coglioni come siete Mi apritevi il cervello ricoverati, matti, non confondete ancora Si l’ultimo campanello pazzi per troppo amore Noi siamo il mare nero La he un giorno vi ha travolti con un sudario grigio vi ha trovato schiavi, Si Mi vi ha mostrato l’uscita disteso sul dolore... ci siamo illusi che voi Ma siamo il mare nero, troppo stanchi dei molti gli aranci della Spagna anni nelle catene, agro, zucchero e miele, rivoleste la vita il vino della terra ubriachi di vita ma in cambio del permesso di città in campagna di rientrare nel gregge troviam nuovi compagni ci rivendete spesso per far guerra alla guerra al potere e alla legge perché è la libertà Altro che “addio Lugano”, ciò che vi fa paura... cantiamo la memoria sospesi al centro esatto ma occupiamo la storia, tra violenza e cultura dove siamo e restiamo dove non siamo andremo, Siamo gli anarchici... ci andremo per davvero perché siam come il mare, La7 Si7 noi siamo un mare nero!

Siamo gli anarchici...

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Noi siamo gli asini (2007) di Ascanio Celestini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: disagio mentale Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-gli-asini

Mi Lam Noi siamo i matti del manicomio Noi siamo una testa senza giudizio Sol Do Per chi ha bisogno di santi e di eroi Siamo una scimmia senza cervello Chi cerca un briciolo di poesia Rem Lam Venga pure a guardare noi Siamo la fine senza l’inizio Che sfiliamo lungo la via Mi Lam Siamo il becco, ma senza l’uccello Ci guarderete con interesse Come uno squalo dentro a una vasca Sol Do L’ultimo mulo che tira il calesse Siamo una guerra senza armistizio La stella cadente che adesso casca Sol Do Siamo la falce senza il martello Ci alterniamo coi nani e le zoccole Rem Lam L’orso che tiene sul naso una palla Siamo la chiave senza la porta Il leone che mangia le vongole Mi Lam La scimmietta sopra la spalla Siamo una bella natura morta Noi siamo quelli pieni di caccole Mi7 Che con il moccolo fanno la bolla Noi siamo gli asini Pure se siamo poveri cristi Lam Facciamo coppia col bue nella stalla Noi siamo i matti del manicomio Perché siamo gli asini Siamo buffoni siamo pagliacci Noi siamo i matti del manicomio Siamo vestiti di pezze e di stracci Siamo pagliacci siamo buffoni Però ce l'abbiamo una folle idea Col cazzo fuori dai pantaloni Che forse forse vi sembrerà strana Cacare sui vostri mobili Ikea Facciamo ridere tutta la gente Sui vestitini di Dolce e Gabbana Ci abbiamo in bocca soltanto un dente Ma se facciamo troppo casino Sugli onorevoli sempre corrotti Ci attaccano subito alla corrente Che non finiscono mai in galera Sulla gobba di Andreotti Rem Sui telequiz del sabato sera Noi ci mangiamo la terra e i sassi Lam Sulle preghiere dei bigotti Nel giardino a angolo retto Sulla triste camicia nera Sol Sulle combriccole dei salotti Inciampiamo sui nostri passi Sulla retorica della bandiera Do Quando fa buio torniamo a letto Noi siamo storpi, noi siamo brutti Siamo discarica, siamo il vizio Rem Noi siamo l’odio contro voi tutti Per fare in fretta la nostra cena Siamo vecchi pure per l’ospizio Lam Per non avere troppi pensieri Noi siamo gli asini Fa Noi siamo i matti del manicomio Ce la servono in endovena Mi7 Lam Voi perdonate se troppo sgarbata Le suore, i medici e gli infermieri Ci venne fuori questa canzone Ma per trovare la rima baciata Noi siamo gli asini Ci lavorò tutto il padiglione

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Il padiglione che verso quell’ora Noi siamo gli asini Si deve bere la camomilla Noi siamo i matti del manicomio Che ce la porta la vecchia suora Prima di chiuderci nella stalla Noi siamo gli asini Noi siamo i mani del matticomio.

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Testo ripreso da Canzoni Contro la Guerra.

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Padreterno@aldilà.com (2005) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: anticlericali, antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padreternoaldilacom

Sol Midim Re7 un presidente in carica Fa# Sim Sol potente e molto ingordo Aprendo sul pc la mia casella Sol Fadim Lam volendo far la guerra della posta elettronica in arrivo Sib7 Re Re a un tale in medio oriente mi trovo giunto lì alla chetichella Sol Sib Re7 Sol gridava ai quattro venti un file di word parecchio impegnativo. Re Mim La7 Re Fa# Sim Mi che io pure ero d'accor - do. Ho voluto capir chi era il mittente La Mi Lam6 Sol e il suo indirizzo email Quel tale in medio oriente La Rem7+ Si7 Mim era il seguente da prender con le molle Re Fa# Re7 Sol padreterno chiocciola aldilà uno dei dittatori Sim Mi La Fa# Sim punto com che diavolo sarà? più feroci e sanguinari Re Re7 La7 Re Sarà mica uno scherzo giurava ai propri sudditi Sol Si7 Mim Do#7 Re7 mi son chi - e - sto per trascinar le folle Midim Mim Midim Mi La ma ho salvato su hard disk che io gli avrei sconfitto Mi La Re#dim Re7 Mi La Rem7+ l'intero testo. gli avvers - a - ri.

Re Redim Mi La7 E sempre in quelle zone c'è chi con l'esplosivo Re Re7 si fa saltare in mezzo Sentite figli cari a donne e bimbi in mille pezzi Midim Re sicuro che quel gesto sentite figli belli chissà per che motivo Re7+ non solo io l'approvi si dà purtroppo il caso ma anzi io l'apprezzi. Re5+ Sol e questo dura già da un pezzo Nel campo avverso invece Mim Si si spingono colonne che sempre più a sproposito di tanks e carri armati Mim Lam6 ben convinti chissà come dei vostro fratelli che anche quando uccidono Mim civili bimbi e donne mi assillano volendo è una missione sacra Mi La che essi compiono a mio nome. mettermi di mezzo. Ma adesso mondo boia Re Re7 adesso dico basta Soltanto per citarvi lo dico a destra e a manca Fadim Re in alto in basso fuori e dentro il caso più recente io sono remissivo e son di buona pasta

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però in queste porcate io non c'entro. non han diritto a dare una bandiera al loro Dio Mi chiamino col nome non archimandrita di Jehovah o di Brahma e non ce l'ha il rabbino di Osiride di Baal perchè il libero arbitrio di Manitù di Allah di Dio sia ben chiaro ce l'ho anch'io. smentisco ufficialmente l'incauto che proclama E state bene attenti che ste cazzate voi chierici e voi laici le si compia a nome mio. e fateci attenzione perchè se m'arrabbio io Sia chiaro che io non c'entro sia per i musulmani con i bombardamenti che per cristiani o ebraici con tutti gli attentati fuori d'ogni metafora soprattutto se suicidi sarà un'ira di Dio. con le pulizie etniche e analoghi accidenti Re Re7 come le guerre sante C'è infine un caso limite oppure come i genocidi. Fadim Re che mi fa proprio affliggere Con tutte le crociate Re7+ e similari imprese è quando ste pretese e con tutte le notti Re5+ Sol di san Bartolomeo me le avanza un impostore chi sian fatte per mano Mim Si7 di un palestinese allora io m'arrabbio oppure di un cristiano Mim La-6 o di un ebreo. e mando a farsi friggere Mim Sia chiaro ch'io non c'entro chi si proclama unto chiunque mi abbia chiesto Mi Re#dim la sponsorizzazione dal Signore di un'azione bellicosa Re Re7 mullah o preti o lama allora io m'arrabbio per me non fanno testo Si7 Mim sciamani e ayatollah e mando a farsi friggere sono la stessa cosa. Fadim Re chi si proclama unto Sia vescovo che abate Re#dim Mim Sol Re sia Pope che bramino dal Sign - o - o - o - ore.

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Passerà (1991) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passera

Lam Rem Mim Ma la storia chi la fa? Credevo d'esser nata immortale Lam Si7 Dom Fam Sol7 che il mondo era da cambiare Contenti delle briciole che ci han Dom Re7 Mim Solm Do#semd Do#7 Fa# lasciato i potenti attenti in un momento e non pensarci più Solm Sibm Misemd Mi7 La solo alla loro continuità Fa# Sim Fa# Oh vita mia, oh vita mia La Rem La Sisemd Sim Fa# Oh vita mia, oh vita mia quanto è fatta di paura Sisemd Rem La Do#7 Fa# quanto si può sopportare questa mia immobilità Mi7 La Mi7 Lam Fa questa finta sazietà Passerà passerà Lam Mi7 Sol7 Dom Sol# ma la storia chi la fa? Passerà, passerà Dom Sol7 All'ombra di una quercia con gli occhi Ma la storia chi la fa? nel cielo che pezzo di sereno avuto in premio a quest'età Immersi in questo sonno saremo risvegliati un giorno da un Oh vita mia, oh vita mia signore che pensava come me quanto sarà finta o vera Oh vita mia, Oh vita mia questa mia serenità allora sarò io a cambiare la paura passerà Passerà passerà Passerà e sapremo la storia chi la fa

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Pattume (2013) di Giubbonsky Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: ambiente Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pattume mim si7 Sol re mim Non lo sentite questo rumore Questo re vociare questo schiamazzo Neanche la nebbia potrà celare Questo dolore questo tormento Fa# Do la lab si7 Sono le grida dei nostri cari Per Sarà la rabbia triste che sale O questo quella matta pescata nel mazzo senso di estraniamento Mescola carte mescola umori Mescola piano mim mescola forte re Quel vostro sterco quel vostro odore Tanto a quel gioco che avete imposto Avremo Penetra a lungo negli orifizi tutti identica morte

Do Ma noi la spugna non la gettiamo Fateli bene si7 quei vostri conti Polvere grigia che ha cancellato Giovani e Non ci pieghiamo al vostro destino cuori e vecchi stessi supplizi polmoni saranno pronti

Sol Ma sì vendete la nostra vita fateci a pezzi re saremo in tanti Con che coraggio con che criterio Comprate Per ogni scampolo fresco di pelle faremo l’anima di un conflitto guerra dai camposanti Fa# Sopra ogni tomba ci sarà un fiore sarà la lab innaffiato dal grande fiume Senza vergogna senza ragione Di un Saranno rose rosse d’amore e voi sentimento preso in affitto tenetevi il vostro pattume

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Canzone d'amore per la popolazione della mia città natale che combatte contro l'enorme strage senza fine compiuta dei padroni dell'Eternit che hanno seminato morte lucrando sulla polvere d'amianto http://www.afeva.it/ http://www.carmillaonline.com/2013/06/14/appello-eternit-un-reportage-tra-torino-e-casale-monferrato/ http://www.ilmonferrato.it/processoeternit.php

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Per i morti di Lampedusa (2013) di Marco Chiavistrelli Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-di-lampedusa

Lam Mi7 Lam presi in ostaggio da i re delle terre. Tu li vedevi davanti al porto Rem Sol Do E dentro l'olio continuano ad andare mentre affogavano tutti nell'olio i pescatori li voglion aiutare Rem Lam scivolan giù come fossero vermi Bossi con Fini ridevano a torto sotto il barcone rimangono inermi. Mi7 Lam la loro legge li porterà dolo. Ti maledico Italia egoista ti maledico Europa razzista Poveri cristi venuti dal nulla, piovan su te del cielo gli strali Africa tenera eterna culla che tu miseria il colore impari. con gli occhi stanchi e le mani sfuggenti giù dentro il buio stelle cadenti. Vi maledico potenti di niente quei vostri risi e i vostri denti Stesi sui moli o in capanne più grandi la vostra bocca che sembra una fogna son cento, duecento, trecento i migranti l'unica parola adesso è "vergogna". son trentamila in ventanni di gioco, gioco europeo che d'inferno ha il fuoco. In cinquecento venivan dal mare forse giustizia e speranza a cercare Donne e bambini in un unico abbraccio spade affilate trovaron migranti giovani belli con gli occhi di ghiaccio giù in fondo al mare riposino santi lune smarrite in fuga da guerre giù in fondo al mare sono i veri santi.

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Canzone dedicata alla strage di migranti avvenuta al largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, quando un barca con a bordo centinaia di migranti che tentavano di raggiungere l'Italia è affondata, uccidendo centinaia di persone.

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Perla Nera (2011) di Fiorenzo Gualandris Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: emigrazione, femministi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perla-nera

Lam Do Fa Sol Lam Do da passare ancora più su. Fa Sol Non ha garretti - solo un cupo motore Vai, dolce Perla Nera non verde erba - ma il blù profondo del non temer se a sera mare la città si chiude su te. siamo gazzelle - in fuga per lo stesso sogno Che fredda notte - e questo fuoco non mi un branco di sogni - che corron sullo scalda stesso mare stivali e pelliccia - se mi vedesse qui mio padre Fa Do mi frugan mille mani - artigli a caccia di Vai, dolce Perla Nera, piacere Mi7 Fa mi schiaccian mille corpi - ma non ricordo non temere il mare un solo viso Mi7 Fa Mi7 No, dolce Perla Nera lascia il dolore dietro di te non è questo il sogno Fa Do la gazzella non corre più Vai, corri Perla Nera, Mi7 Fa Via, fuggi Perla Nera da una vita intera dov'è la frontiera ;i7 Fa Mi7 tra dolore e felicità la gazzella fugge con te. Vai, dolce Perla Nera cerca la frontiera Il sole mi cuoce - spezza la schiena il lascia il dolore dietro di te lavoro riempio la cesta - di pomodori e sudore Vai , corri Perla Nera un materasso - gettato a terra per sognare da una vita intera e per cuscino - solo disprezzo e la gazzella è parte di te. umiliazioni Mim Rem Via, fuggi Perla Nera E' un sogno lo so, solo un sogno però verso un' altra frontiera Lam Fa Sol7 Lam è solo un sogno, tutto quello che ho.

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Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

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Porrajmos (Si bruci la luna) (2017) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: campi di concentramento Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/porrajmos-si-bruci-la-luna

Rem Si bruci anche la luna misteriosa Che fastidio questa luna… che sa leggere le carte sul violino della sposa da mille anni sulla terra sulla giostra che riparte Lam così dissero i fascisti senza mai fondare stato in difesa della razza così vollero i razzisti senza mai portare guerra della scienza che ti ammazza. Rem senza mai fondare banche Così vollero fermare Solm quel gran viaggio della vita non accumulando niente così vollero bruciare Si7 la speranza inaridita. qualche volta anche rubando Mi7 Mi per campare la sua gente… Rimasero i campi deserti Lam Rem e il cielo disabitato E poi via di balza in balza, Sol i vivi più morti dei morti che la luna non si ferma Do Lam nel crematorio di Stato. coi suoi carri e via sobbalza, Rem Quei pochi tornarono al viaggio luna che tira di scherma Lam Mi7 nemmeno un momento di gloria coi suoi raggi inargentati, Mi7 “Porrajmos” ma un nome selvaggio quell’argento maledetto – non soldi, rispetto o memoria dentro il cuore dei soldati, ripresero i carri più lenti Fa Mi Lam «parlare dei morti è sfortuna» gli agitava tutto il petto» stringendo il silenzio fra i denti una cicatrice di luna. Sib Come il cuore non si arresta Ma in cielo una ferita resta aperta Lam nel bel mondo ch’è rinato come il tempo non aspetta che si scorda sempre tutto Mib per ripetere il passato come tutto è una gran festa Si7 Mi7 questa pioggia che cadendo movimento, amore, fretta... pare proprio abbia gridato c’è un Porrajmos dentro il campo Si bruci anche la luna con le stelle che anche oggi han sgomberato che di noi non han rispetto che attraversa il buio e ride, E brucia ancora luna, brucia ancora che non ha sale d’aspetto dentro il mondo che è lo stesso Dove chi non sa non può così dissero i nazisti non vuole stare al compromesso quando chiusero la gabbia degli zingari nel campo è uno zingaro, un nemico, di risiera di San Sabba è un colpevole, un diverso e tu luna brucia ancora

pagina 567 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale brucia sempre brucia adesso…

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Un canto dedicato al Porrajmos e alla persecuzione del popolo rom.

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Ricordo il tempo Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: femministi, repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordo-il-tempo

La Mi7 La c’è una donna vestita di bianco Ricordo il tempo di Benvegnuda con croci rosse sul petto, Mi7 La chi entra e chi esce la vede. detta Pincinella di terra di Nave Lei piange e si vergogna. Sim Mi7 La La gente di valle Camonica va a messa strega qual fu brusada, e la fa finta di niente... Sim Mi7 La brusada come legna verda, Ha medicato quelli stregati, Re La ha insegnato a disperdere li puti, brusada come l’erba secca, ha fatto incentamenti d’amore, Sim Mi7 La incantamenti per rompere la fede, ma niente di questa storia può dirsi, grandi magie per tutto il paese Sim Mi7 La e il suo compagno si dice era il diavolo; niente può dirsi vero. la gente aveva paura, la gente aveva paura. Oggi davanti alla chiesa di Nave

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Benvegnuda nasce a Nave (Brescia) nella seconda metà del 1440. A causa della statura piccola e della corporatura esile viene sopranominata Pincinella. Figlia di un pastore pascola tutti i giorni il gregge e nel frattempo osserva le piante, le studia, le assaggia e comincia a scoprirne le qualità curative. Grazie a questa cionoscenza in paese si rivolgono a lei per guarire malattie anche difficilmente curabili dalla scienza dell'epoca. La sua fama valica la Valcamonica e, attraverso la delazione di una donna invidiosa, giunge all'Inquisizione che la processa con l'accusa di praticare la stregoneria. Nonostante i cento e più testimoni in difesa, l'Inquisitore la condanna al rogo. Benvegnuda viene bruciata a Brescia, sulla piazza della Loggia, nell'anno 1518

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Rosso un fiore (1997) di Ivan Della Mea Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso-un-fiore

Lam ci portasse a lottare Mi hanno detto: il comunismo e a morire in ogni piazza Rem Lam è la fonte di ogni male ma io che ti penso sempre... Rem Lam mi hanno detto: è assassino M' hanno detto si può fare Rem Mi7 di bei fiori una gran serra è tiranno è bestiale dando a democrazia Lam acquanuova e nuova terra mi hanno detto: sì è la tomba Rem Lam mi sta bene ma io dico: d'ogni vera libertà non facciamo confusione Rem Lam se io sto con chi lavora e non c'è democrazia io non sto con il padrone Mi7 La e io che ti penso sempre... dove il rosso ancora sta Noi abbiamo un bell'orto Do che può crescere assai bene ma io che ti penso sempre se ci lavoriamo tutti Sol Lam dico tutti quanti assieme e ti cerco con amore Rem senza voglie di potere io ti sogno ancora personale e opportunismo Lam Rem Mi7 se vogliamo questo, bene, come un segno rosso rosso un fiore io lo chiamo comunismo Rem io ti sogno ancora Perché io ti penso sempre Lam Mi7 Lam e ti cerco con amore come un segno rosso rosso un fiore e ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore Niente eroi né ideologie e vien facile la rima ma io che ti penso sempre chi sapeva poche balle e ti cerco con amore perché non l' ha detto prima io ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore prima che la nostra idea io ti sogno ancora così rossa e così pazza come un segno rosso rosso un fiore

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Scherza coi santi (2019) di Fausto Amodei Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: emigrazione, satirici Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scherza-coi-santi

Fa Do Sol Lam Sol Re Sol mantello per darne la metà ad un tipo clandestino. Sol Do Lam Rem Ed ai buonisti questo gesto piacque tanto La storia autentica del buon Samaritano da indurli a fare di questo soldato un santo. Sol Do Fa ve la racconto, se voi state bene at - tenti: Fu militare per vent’anni, fu ufficiale, Sol Do Do7 Fa guardia imperiale, insomma, tanto di La Rem cappello! c’era un viandante che tre o quattro Ma non s’accorse che, tagliando quel mantello malviventi compiva un atto chiaramente criminale, Re#dim Do Sol7 Sol Do ché dalla legge queste azioni son chiamate avevan malmenato in modo disumano; “danneggiamento a beni delle forze armate”. Do Do7 Fa La Rem C’è San Cristoforo, gigante col bastone, non era armato e, senza un’arma –che prete - che aiuta gli altri e li fa traghettare il sa!- fiume. Re#dim Do Sol7 Sol Do Poco da ridere: per me è un malcostume la fai col cazzo una legittima dife - sa. che favorisce- ahimè la tratta di persone. Si tratta infatti di migranti clandestini Di lì passarono due uomini di chiesa, che, grazie a lui, di fatto violano i un sacerdote ed un levita, gente pia, confini. che, visto il tipo lì per terra, andaron via dicendo : “Scusa, siam di fretta, senza C’è poi da far chiarezza su Ponzio Pilato, offesa! che, spinto a sceglier tra Barabba e il “Poich’eri disarmato te la sei voluta! Nazareno, “Si dice: AIUTATI, CHE IL CIELO POI TI chiese al suo popolo il parere, e in un AIUTA.” baleno a maggioranza fu così deliberato: Passò un samaritano, un uomo senza fede, che fosse libero Barabba, il criminale, un mezzo eretico, non certo uno di noi; e che Gesù lo condannasse il tribunale. curò il viandante, per far parte degli eroi che amano il prossimo,-beato chi gli crede!- Mi spiace per Gesù e la sua crocifissione, Quello che fece è esercitar la professione, io son devoto, sono in fondo un buon solo però abusivamente, da sbruffone. cristiano, bacio rosari e crocifissi a tutto spiano, Che dire poi di quel famoso San Martino, però la maggioranza c’ha sempre ragione. quel San Martino di Pannonia, proprio quello Se non credete sia così, siete cretini! che, con la spada, tagliò in due il suo Lancio un bacione a tutti voi: Matteo Salvini.

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Sebben che abbiam le basi (2018) Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sebben-che-abbiam-le-basi

La olì olì olà e la base chiuderà Sebben che abbiam le basi, Mi7 nessun viva di guerra paura non abbiamo Mi7 vogliam la libertà ci voglion zitte e buone La La fabbrica di morte ma tanto non ci stiamo vogliamo eliminare e le esercitazioni insiem facciam finire la libertà non viene Mi7 la libertà non viene senza la ribellione senza la ribellione unite qui noi stiamo cacciamo i militari contro l'occupazione La contro l'occupazione o lì olì olà e la base chiuderà...

La Mi7 E noi che siamo donne, olì olì olà e la base chiuderà paura non abbiamo abbiam delle belle e buone lingue nessuna pace in terra e ben ci difendiamo La per chi vive di guerra la libertà non viene senza la ribellione La Mi7 le basi invaderemo contro l'occupazione olì olì olà e la base chiuderà...

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"Sebben che abbiam le basi" usa la melodia de "La lega", canto delle mondine nato nella valle Padana tra il 1890 e il 1914.

Il testo è stato modificato collettivamente col desiderio di rappresentare la realtà sarda, teatro di giochi di guerra di interesse mondiale, tra basi militari e fabbrica di bombe. Ma soprattutto per cantare che noi antimilitariste a tutto questo ci ribelliamo.

E se la libertà non viene senza la ribellione, cantando ci si ribella con più gioia!".

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Straniero (2000) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/straniero

Do un’ancora d’appiglio E da una riva a un’altra riva Però io veglio inquieto ancora Fa Sol Do e traccio a questo stagno percorsi questo mare Un punto di fuga che non sia famiglia, Quando arrivai all’attracco moglie o figlio mio Fa Sol e scesi a questo nuovo porto E così vivo in ’sta città Do Rem Come straniero che non parla E trascinavo la mia vita La lingua della società Il tarlo nella perla chissà per arrivare Sono straniero alla mia via Do Mi sento ignoto anche agli specchi Chissà per ritornare Ai vecchi amici, a casa mia Rem Sol7 A ciò che guardi o tocchi o non sentirmi ancora morto... Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Do Fa Alzo lo sguardo a ogni stazione Sono venuto a ’sta città Già certo del ritardo mio Do Come straniero che non sa Da vita a morte è solo storia Rem di grottesca assenza Come un insulto al cielo nero Di sete d’aria fresca e nuova Sol7 Do e fame di vacanza In questa pioggia ostile Così ogni tanto cerco attorno Fa chi dallo sguardo fa sfuggire Lo stile fosco dell’età Sul piombo grigio d’ogni giorno Do la voglia di partire E la pietà per questa gente Rem Siamo stranieri a ’sta città In tutto questo niente, il vento Siamo stranieri a questa terra Sol7 Do A quest’infame e dura guerra Che batte il mio pensiero Alla viltà e al letargo Fa Prendiamo il largo verso altrove E me ne andrò, io mi dicevo Dove non seppellisci i sogni Do Dove non inghiottisci odio Di notte, come uno straniero E arrivi a odiare i tuoi bisogni… Rem “O morte, vecchio capitano” Andrò davvero io non devo Salpiamo l’ancora, su andiamo Sol7 Do Inferno o cielo cosa importa Niente a nessuno andrò leggero via. Da questa vita morta Come straniero partirò Da marciapiede a marciapiede Senza più niente da sperare poi si disperde il sogno Fra quattro assi e dieci chiodi Bisogna pur cedere al fondo Vedi c’è odor di mare... e ciao

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"Bei tempi quelli in cui i vari Camus potevano discettare di estraneità come di una condizione esistenziale dell’uomo moderno. Oggi è molto se, dell’essere Straniero, non se ne occupi solo il codice penale. Io che sono un inguaribile nostalgico, anarco-conservatore, dedico alla questione qualche verso che vuole stare in bilico fra il

pagina 573 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale significato esistenziale e quello politico. “O morte, o vecchio capitano” è una frase di Baudelaire." (Alessio Lega)

Da "Resistenza e Amore", Nota, 2004 http://www.alessiolega.it

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Svizzero (2015) di Giubbonsky Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/svizzero

Seduto al tavolo con la triste mietitrice Sia maledetto il tuo contante La labdim fa#m Avanti un altro, su svelti Io sto cercando quel paese dove Alice – siam mica qui a pettinare le bambole, Re do#dim questo è un Interinale, sim non abbiamo tempo da perdere Con meraviglia coltiva la speranza E poi che avete paura? D Mi la ai che io vi risolvo i problemi, di questa lotta che ora avanza sono il vostro Mister Problem Solving sim fa#m7 venga, venga avanti lei, E spinge il cielo oltre la stanza si però benedetto ragazzo, lei si presenta Reb al mio cospetto per cercare lavoro fa#m7 con quella macchia lì addosso... glielo devo dire io che non è creanza? La tua dimora è polvere d’Amianto Che non si fa?? Vabbè va vediamo La tua coscienza è polvere d’Amianto che riesco ad inventarmi sta volta Il conto in banca è polvere d’Amianto Svizzero?? No Italiano, ah Ha tanti zeri e troppo sangue Novi?? No, Casale Monferrato, AL Cioccolato?? No, Eternit... Azz

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Ti ricordi? (2018) di Ezio Cuppone Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ricordi

Sol Non voleva immigrati in città. Ti ricordi il fattaccio di Ostia, Re7 Se i fascisti oggi alzan la testa l’intervista finita a testate: ci saran pure delle ragioni, le domande non eran gradite. di certo lo sa Berlusconi Sol e Salvini che è il suo tirapè Il fascista ragiona così. C’è chi dice “Il fascismo è già morto”, Ti ricordi quel dì a Marzabotto state attenti che è quello il fascista, la partita con quel di Loiano. è un ipocrita, un trasformista segna il gol, fa il saluto romano. che attenta alla tua libertà Un fascista più vile dov’è?+ Il fascismo non è un’opinione, Ti ricordi di quel militare è un crimine verso il genere umano che a Firenze con fiera baldanza se la destra oggi fa da volano allestiva in caserma una stanza la vergogna d’ Italia sarà. con cimeli del fascio e del Fuhrer Se il Berlusca ci ha rotto le tasche, Ti ricordi perchè a Macerata il Salvini ci ha rotto i marroni, Il nazista che vota la Lega pei fascisti e pei vecchi tromboni, ha sparato su gente indifesa? qui in Italia più posto non c’è

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Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] (2007) di Cristina Tioli Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tra-il-5-e-il-6-di-dicembre-torino-thyssen

Re Ma si è trovata una lettera infame: Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino “Quegli operai fan sol delle trame; La son morti tutti per lor distrazione un grande incendio, un fuoco assassino: e adesso vanno alla televisione”. ha deflagrato su sette operai, La verità è che la ditta tedesca Re se ne fregava di porte e estintori; una disgrazia da non scordare mai. il sol profitto importa che cresca e per il resto sian pure dolori. Hanno provato invano ad uscire la linea cinque dell’acciaieria Ne muoion tanti cadendo dai ponti era bloccata c’è poco da dire, la sicurezza non importa nulla non han potuto scappare via. ed il profitto nei loro confronti non è per niente una gran novità. Qualcuno è morto lasciando dei figli qualcuno ha avuto una lunga agonia Così piangiamo quei morti a Torino ed alla fine è scampato uno solo: e tutti gli altri che un crudo destino il gruppo Thyssen la deve pagar. ha devastato con la morte bianca e rinneghiam del profitto l’orror (2 v)

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Testo scritto dal coro Le cence allegre, di Modena, in particolare da Cristina Tioli sulla melodia di Le mondine contro la cavalleria. Parla del gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino, 6 dicembre 2007, ha ucciso sette operai, morti per le ustioni. Alcuni subito, altri dopo un’agonia di giorni.

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Un Milione Di Passi (2015) di Fiorenzo Gualandris Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: lombardo Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-milione-di-passi

Lam gh' è l' Anselmo con la sua brigada Centomila gavette di ghiaccio ma i tudesc han puntà i so canon. Do Lam Fa Do chi bestemmia e chi prega il Signore Don Virginio al nost pret Rem Lam Fa Do per compagna la fame e la morte partigian par vucasion Mi Rem che sorteggia chi torna e chi muore dumanda una stafeta Sulla pista col gelo che morde Lam io trascino i miei piedi e speranza si ga vör una stafeta sogno casa e il calor di un camino Mi Lam porco Duce ti vorrei qui vicino par l' Anselmo cur ad avisà.

Fa Do LaM Un milione di passi Ma par mi ca sun vignù a ca' a pe' da la Fa Do Rusia sulla steppa gelata Mi Rem Lam sa ga vör a fa una cursa fin là ogni passo, che fatica Re Mi Am la pagüra dacord si l'è tanta stringo i denti, io vivrò. Sim Mi ma una roba se ghe da fala, la sa fa. AM Sinta al Nivili m' al canta “ Cumandant Anselmo, c'al ma 'sculta par Mi piasè sità giò 'nsu la bancheta fora da ca' Don Viginio al manda a dì da spicià, Re ga pö sciupà una bataglia tremenda, a guardà i tusan alegher che pasen e tanta gent, la po murì ” Sim Mi cunt questo so, che al ma scalda i oss. E a l'è stai inscì che sensa fa bataglia, Par no vera de ves rivà a ca' sensa nisün che g' ha lasà la pell par no vera da vess sità giò chi i tudesc han purtà via i so strasc cun tucc i pass che ho fai in sura al giasc e via anca i fascista, finalment fora di e la guera…...par mi l'è finì. ball.

Lam Fa Do Ma gh' è una roba che la ma stà in su i ball Un milione di passi Do Lam Fa Do vidè fascista e tudesc ammò chi in Punt Vecc han fai i me pè fin da la Rüsia Rem Lam Rem Lam duvè scapà a nascundes se pasen e che fadiga, e che sudada, Mi Mi Lam par la pagüra da vèss minà via La7 ma per fa la stafeta, uè …...che allenament. Rem Lam Ma han vansà poc da fa i ganassa E che fadiga, e che sudada, a Magenta in già prunt i partigian Mi Lam la prosima völta…... a ciapi al tram.

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Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

Testo in Lombardo ma nel link su You Tube scorre la traduzione italiana in sincrono col canto.

Canzone che racconta di personaggi ed eventi reali nella storia della resistenza e della liberazione della frazione Ponte Vecchio di Magenta

Protagonista non nominato: Luigi Ferrario giovane reduce di Russia che non ha aderito alla RSI

Don Virginio Colazani: Pretrer Partigiano della Frazione di Ponte Vecchio di Magenta, comandava una trentina di effettivi.

Anselmo Arioli "Licio" : comandante dellaq 5° Divisione Garibaldi "Magenta"

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Vennero (2017) di Francesco "Ciccio" Giuffrida Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vennero

Rem La7 Rem Nessuno ha una strada Vennero prima per i comunisti, ch’è solo per lui! La7 Rem Io non lo sapevo, io vidi e muto distolsi lo sguardo. adesso lo so. La Rem Ma voi capite, non ero marxista, E fu la volta di nomadi e rom, Do Rem La io vidi e muto distolsi lo sguardo. e percorrevo la strada mia. Nella mia casa non giunse un lamento, Do Fa e percorrevo la strada mia. Nessuno ha una strada Do Fa Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! ch’è solo per lui! Do Fa Io non lo sapevo, Io non lo sapevo, adesso lo so. La7 Rem adesso lo so. Quando marchiarono tutti gli ebrei io vidi e muto distolsi lo sguardo. Poi presero i capi dei sindacati, “Questi di certo non son fatti miei” io vidi e muto distolsi lo sguardo. E percorrevo la strada mia Ma io non ero nemmeno iscritto, Nessuno ha una strada e percorrevo la strada mia. ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, Nessuno ha una strada adesso lo so. ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, Vennero a prendermi in tanti una notte, adesso lo so. nessuno c’era a vedere, a parlare. Mentre venivo strappato dal letto Quando colpirono gli omosessuali gli occhi cercavano la strada mia. io vidi e muto distolsi lo sguardo. Nessuno ha una strada Non mi importava, ve lo confesso ch’è solo per lui! e percorrevo la strada mia. Io non lo sapevo, adesso lo so.

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Ispirata a una poesia del Pastore Martin Niemoeller

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Viaggiatori viaggianti (2013) di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Roberto Mereta Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: lavoro/capitale, emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viaggiatori-viaggianti

VIGGIATORI VIAGGIANTI di una vita diversa. Sbattuti dentro un CIE Viaggiatori viaggianti come cani randagi La Mi storie sbagliate senza valige da trasportare da questa parte del mare. Re Fa#m viaggiatori viaggianti Sperando che il vostro Re La Dio sia migliore senza biglietto da mostrare. sperando che l' onda Re Mi non ci ribalti. Viaggiatori viaggianti Si sente solo La Mi odore di mare che son sempre li a sperare e le stelle son le uniche Re Fa#m luci da vedere. viaggiatori che viaggiano Re La E dopo ore a scrutare il mare senza carta da mostrare Do#m Re A Mi La dopo ore a capire questo mare Do#m Re La Viaggiatori viaggianti un mare che può essere fantasia con la paura di non arrivare Sim Re La viaggiatori viaggianti morte o libertà che son storie da non sapere. Mi La Storie di fame di sabbia e miseria Viaggiatori che navigano storie sbagliate al porto arrivano male dall' altra parte del mare. viaggiatori che qualcuno se l'è mangiato il mare. E dopo ore a scrutare il mare guardando le onde Do#m Re A tra salsedine e merda dopo ore a capire questo mare con la paura di non arrivare. Do#m Re La un mare che può essere fantasia Viaggiatori viaggianti Sim Re La senza valige da trasportare morte o libertà viaggiatori viaggianti Mi La senza biglietto da mostrare. Viaggiatori viaggianti Con la speranza che son sempre li a sperare di una vita migliore viaggiatori che viaggiano con la speranza senza carta da mostrare

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Vigliacca! (2000) di Alessio Lega Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antimilitaristi Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vigliacca

Do Sol7 Do Sciacallo, sciacallo, faina Ahi guerra che hai fatto vigliacca Mi7 La Fa Do Per tutti quei morti che pena Ahi guerra che hai fatto vigliacca Sol La Re Sim Fa La7 Re- Mi hai fatto sparare alla schiena Mi hai preso e strappato la giacca Mim La7 Re Re7 Sol Ahi guerra che hai fatto assassina. E mi hai dato un triste fucile Ahi guerra che hai fatto bastarda Fa Sol Do Lam Ahi guerra che hai fatto bastarda Mi hai detto o spari o sei un vile Vigliacca, vigliacca, codarda Rem Sol7 Do Mio dio che paura ho nel cuore Ahi guerra che hai fatto vigliacca. Ahi quanto massacro che orrore Ahi guerra che hai fatto bastarda. Ahi guerra che hai fatto carogna Ahi guerra che hai fatto carogna Si7 Mi hai preso e mi hai messo alla gogna La gogna, e in mano una bomba Mi Si7 Do#m Mi hai fatto scavare la tomba E son diecimila anni, centomila volte Ahi guerra che hai fatto carogna. La Mi Che partiamo verso il fondo della notte La7 Fa#m Ubriachi dal terrore di morire Re La Sim Si7 E c’è chi ti sogna ancora come il vello Marci di dolore d’oro Sol Re Ci dicono sempre questa è l’ultima battaglia È il mercante in fiera, fiero di sbranare Ma non muovi foglia che guerra non voglia Mim Persa già in partenza Un’altra primavera e commerciare morte È la propria esistenza. La Fa sentire forte! Mi Si7 Mi Re La Sim Ahi guerra, ahi quanto sconforto C’è chi dice che sei dolorosa ma necessaria Mi La Mi Sol Re Ahi guerra, ahi quanto sconforto A volte non è aria, non si può far altro La Do#7 Fa#m Mi- Io ero vivo e sono morto Che ascoltar la voce di tutti i cannoni Fa#7 Si La7 Re Ho sangue su tutte le dita Per mettere pace... La7 Si7 Mi Do#m Ho sangue per tutta la vita... Re La7 Re La Si7 Mi Do#m Ahi guerra che hai fatto assassina Ahi vita in che guerra son morto Sol Re La Si7 Mi Do#m Ahi guerra che hai fatto assassina Ahi vita in che guerra son morto Sol Si7 Mim La Si7 Mi Ahi vita in che guerra sono morto?

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Dice Alessio Lega: "È la mia versione, la mia riscrittura, di un antica canzone popolare: Gorizia. L’ho scritta durante

pagina 582 ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale la guerra del Kossovo."

Dal CD "Resistenza e amore", Nota, 2004

Sito ufficiale: http://www.alessiolega.it/

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Sommario

Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) ...... 3 A tocchi a tocchi ...... 4 Camicia rossa ...... 5 Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati] ...... 6 E a Roma a Roma ...... 7 El pover Luisin ...... 8 Guantanamera ...... 9 Inno dell'albero ...... 10 Io vorrei che a Metternicche ...... 11 La madre abbandonata in cerca del suo Achille ...... 12 La morte del padre Ugo Bassi ...... 13 La presa di Roma ...... 15 Lamento del contadino ...... 16 Mie care pute ...... 17 Nanneddu Meu ...... 18 O Piamontesi ...... 19 O Venezia ...... 20 Oh Poveri Soldati ...... 21 Partire partirò, partir bisogna ...... 22 Storia di Rodolfo Foscati ...... 23 Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de moderare] ...... 24 Viva la libertà! ...... 28 L'età dell'imperalismo (1870-1914) ...... 29 A morte la casa Savoia ...... 30 Addio Lugano bella ...... 31 Addio, bella, addio! ...... 32 Amore ribelle ...... 33 Bandiera rossa ...... 34 Battan l'otto ...... 35 Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti] ...... 36 Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori] ...... 37 Carabina 30-30 ...... 39 Caviam caviam ...... 40 Che cosa vogliamo ...... 41 Chiantu de l'emigranti ...... 42 Dimmi bel giovane ...... 43 E la mi' mamma ...... 44 E per la strada ...... 45 E verrà il dì che innalzerem le barricate ...... 46 El mayor de los dorados ...... 47 Figli della plebe ...... 48 Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato] ...... 49 Gli anarchici noi siamo di Milano ...... 50 Gli scariolanti ...... 51 Guarda giù dalla pianura ...... 52 Guarda là 'n cula pianura ...... 53 Il canto della prigione ...... 54 Il crak delle banche ...... 55 Il feroce monarchico Bava ...... 56 Il lunedì dei parrucchieri ...... 57 Il maschio di Volterra ...... 58 Il tragico affondamento del Sirio ...... 59

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Inno a Oberdan ...... 60 Inno abissino ...... 61 Inno dei lavoratori del mare ...... 62 Inno dei malfattori ...... 63 Inno del primo maggio ...... 65 Inno dell'internazionale [Inno della pace] ...... 66 Inno della libertà ...... 67 Inno della rivolta ...... 68 Inno individualista ...... 69 Italia bella mostrati gentile ...... 70 L'internazionale ...... 71 La boje ...... 72 La colonia Cecilia [Il canto della foresta] ...... 73 La lega ...... 74 La malcontenta ...... 75 La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti] ...... 76 La Semaine Sanglante ...... 77 Le quattro stagioni ...... 79 Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio ...... 80 Mamma mia dammi cento lire ...... 81 Marcia socialista mondiale ...... 82 Maremma amara ...... 83 Nebbi' a la valle ...... 84 Noi siamo la canaglia pezzente ...... 85 Noi vogliamo l'uguaglianza ...... 86 Nuovi stornelli socialisti ...... 87 O Roma Roma ...... 88 Quando che more un prete ...... 89 Regina Coeli ...... 90 Sacco e Vanzetti ...... 91 Sante Caserio [Canto a Caserio] ...... 92 So stato a lavora' a Monte Sicuro ...... 93 Son cieco ...... 94 Son maritata giovane ...... 95 Sorgiamo ...... 96 Storia per la morte di Lorenzo Panepinto ...... 97 Stornelli d'esilio ...... 98 Trenta giorni di nave a vapore ...... 99 Uno, evviva Giordano Bruno ...... 100 Vittorio Emanuele figlio di un assassino ...... 101 La prima guerra mondiale (1914-1918) ...... 102 Addio padre e madre addio ...... 103 Ascoltate o popolo ignorante ...... 104 E anche al mi' marito ...... 105 Fuoco e mitragliatrici ...... 106 Hanging On The Old Barbed Wire ...... 107 Il valzer del disertore ...... 108 La mia morosa cara ...... 109 La tradotta che parte da Novara ...... 110 O Gorizia ...... 111 Regazzine vi prego ascoltare ...... 112 L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) ...... 113 A las barricadas ...... 114 Amore mio non piangere ...... 115 Canción de Bourg Madame ...... 116 Canta di Matteotti ...... 117

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Canto dei deportati ...... 118 Chi non sgobba non magna ...... 119 Die moorsoldaten [I soldati della palude] ...... 120 Dime donde vas morena ...... 121 Dio del cielo se fossi una rondinella ...... 122 E quando alfine ...... 123 El Quinto Regimiento ...... 124 El tren blindado ...... 125 En el Pozo Maria Luísa ...... 126 Figli dell'officina ...... 127 Figli di nessuno ...... 128 Fra il '19 fra l'anno 20 ...... 129 I ne g'ha messo de la Todt ...... 130 Ignoranti senza scuole ...... 131 Il cafone sanguinario ...... 132 Ines ...... 134 Invano Johnson si opporrà ...... 135 La Comune di Parigi ...... 136 La guardia rossa ...... 137 La leggenda della Neva ...... 138 La leggera ...... 139 La nostra società l'è la filanda ...... 140 Lamento del carbonaro ...... 141 Lenin e Stalin ...... 142 Mano alla bomba ...... 143 Ningú no compren ningú ...... 144 Povero Matteotti ...... 145 Povre filandere ...... 146 Quattro signori ...... 147 Sciur padrun da li béli braghi bianchi ...... 148 Se arriverà Lenin ...... 150 Senti le rane che cantano ...... 151 Sento il fischio del vapore ...... 152 Sono andato a Ventimiglia ...... 153 Sventola bandiera rossa ...... 154 Viva Lenin ...... 155 La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) ...... 156 Addio Bologna bella ...... 157 Addio mammina addio ...... 158 Armata Rossa ...... 159 Attraverso valli e monti ...... 160 Bella ciao ...... 161 Bojorno ...... 162 Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre] ...... 163 Brigata partigiana ...... 164 Cime nevose ...... 165 Col parabello in spalla ...... 166 Compagni fratelli Cervi ...... 167 Con la guerriglia ...... 168 Cosa importa se ci chiaman banditi? ...... 169 Cosa rimiri mio bel partigiano ...... 170 Dai monti di Sarzana ...... 171 Dalle belle città ...... 172 Dongo ...... 173 Dopo tre giorni di strada asfaltata ...... 174 Fischia il vento ...... 175 Garibaldi, Brigate d'assalto ...... 176

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I Felsari ...... 177 I partigiani di Castellino ...... 178 Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano] ...... 179 Il parroco di Cinaglio ...... 180 Il partigiano di Pozzaglio ...... 181 Insorgete! ...... 182 Italia combatte ...... 183 L'allegria di Scaletta ...... 184 L'esercito rosso verrà ...... 185 La badoglieide ...... 186 La Brigata Garibaldi ...... 188 Là su quei monti ...... 189 Lasciando la sua casa e la sua mamma ...... 190 Lassù sui monti ...... 191 Lassù sulle colline del Piemonte ...... 192 Lassù sulle colline di Bologna ...... 193 Le tre bandiere ...... 194 Mama mia mi sun stufa ...... 195 Marciar Marciar ...... 196 Noi siamo la classe operaia ...... 197 Noi vogliam Dio ...... 198 Non ti ricordi mamma ...... 199 Non ti ricordi, fanciulla mia cara ...... 200 O fucile, vecchio mio compagno ...... 201 O Germania che sei la più forte ...... 202 Ohi partigian, non pianger più ...... 203 Passa la ronda ...... 204 Perché porti quel fazzolettino? ...... 205 Pietà l'è morta ...... 206 Quando vedrai ...... 207 Quei briganti neri ...... 208 Se non ci ammazza i crucchi ...... 209 Se partigiano io son ...... 210 Son proletari i partigiani ...... 211 Sono povero ma disertore ...... 212 Stoppa e Vanna ...... 213 Su comunisti della capitale ...... 214 Su pei monti ...... 215 Sul ponte fiume Sangro ...... 216 Ta pum ...... 217 Tutti quei monti che io cavalcai ...... 218 Un giorno Mussolini andò al balcone ...... 219 Union Maid ...... 221 Val Sesia ...... 222 Vigliacco Mussolini ...... 223 Viva la Valle Gesso ...... 224 La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) ...... 225 A lavorar la terra ...... 226 A quel omm ...... 227 Anche per quest'anno ...... 228 Ballata ai dittatori ...... 229 Ballata per l'Ardizzone ...... 230 Canzone alla mia chitarra ...... 231 Canzone del popolo algerino ...... 232 Canzone di viaggio ...... 233 Canzone triste ...... 234 Con De Gasperi non se magna ...... 235

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Contessa ...... 236 Dove vola l'avvoltoio? ...... 237 E' festa d'aprile ...... 239 El me gatt ...... 241 Ero un consumatore ...... 242 Ha detto De Gasperi a tutti i divoti ...... 243 Hasta siempre comandante ...... 244 Il censore ...... 245 Il diciotto aprile ...... 246 Il disertore ...... 247 Il dodici dicembre a mattina ...... 248 Il fazzoletto rosso ...... 249 Il Fronte Popolare ...... 251 Il gallo ...... 252 Il giorno dell'eguaglianza ...... 254 Il povero Elia ...... 256 Il prezzo del mondo ...... 257 Il ratto della chitarra ...... 258 Il tarlo ...... 260 Il vestito di Rossini ...... 262 Io so che un giorno ...... 263 L'amarezza delle mondine ...... 264 L'appartamento ...... 265 L'attentato a Togliatti ...... 266 L'ecatombe ...... 267 La ballata dell'ex ...... 268 La canzone delle reggiane [R60] ...... 269 La famigliola ...... 270 La leggenda della suora ...... 271 La morte di Anita Garibaldi ...... 273 La santa Caterina dei pastai ...... 274 La zolfara ...... 275 Le basi americane [Rossa provvidenza] ...... 276 Le cose vietate ...... 277 Le mondine contro la cavalleria ...... 279 Lettera dalla caserma ...... 280 Lu furastiero ...... 281 Lu pecurere ...... 282 Lu polverone ...... 283 Ma mi ...... 284 Mattmark ...... 285 Mira la rondondella ...... 286 Ninna nanna del capitale ...... 288 Nove maggio ...... 289 O cancellier che tieni la penna in mano ...... 290 O cara moglie ...... 291 Oltre il ponte ...... 292 Operai e contadini ...... 293 Or che mussolini ...... 294 Partigiani fratelli maggiori ...... 295 Partigiano sconosciuto ...... 296 Per i morti di Reggio Emilia ...... 297 Piccolo uomo ...... 298 Qualcosa da aspettare ...... 299 Quand 'riva 'l cald ...... 300 Questa democrazia ...... 301 Questa è una storia ...... 302

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Questo mio amore (Una cosa già detta) ...... 303 Raffaele ...... 304 Ricordo di Togliatti ...... 305 Rosso levante e ponente ...... 308 Saluteremo il signor padrone ...... 309 Se il cielo fosse bianco di carta ...... 310 Se non è oggi ...... 311 Se otto ore vi sembran poche ...... 312 Sent on po' Gioan, te se ricordet ...... 313 Siamo l'Emilia rossa ...... 314 Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace] ...... 315 Ti passi de giorno da Porto Marghera ...... 316 Tredici milioni di uomini ...... 317 Tutti ciànno quarche cosa ...... 318 Tutti gli amori ...... 319 Un paese vuol dire non essere soli ...... 320 Una vita di carta ...... 321 Vedrai com'è bello ...... 322 Vi ricordate quel diciotto aprile ...... 323 Vien la primavera ...... 324 La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) ...... 325 'A Flobert ...... 326 A la mina no voy ...... 328 A le case minime ...... 329 Al compagno presidente ...... 330 Al poeta compagno Vinh Long ...... 331 Al referendum rispondiamo "NO" ...... 332 Alcide Cervi ...... 333 All'armi siam digiuni ...... 334 And the band played Waltzing Mathilda ...... 335 Andiamo Compagni ...... 337 Arrivano gli americani ...... 338 Arrucunete ...... 339 Avola, 2 dicembre 1968 ...... 340 Ballata autocritica ...... 341 Ballata del piccolo An ...... 343 Ballata del Pinelli ...... 344 Ballata dell'alcolizzato ...... 345 Ballata dell'emigrazione ...... 346 Ballata per Ciriaco Saldutto ...... 347 Ballata per Franco Serantini ...... 348 Banane e Coca Cola ...... 349 Borghesia ...... 350 Buone feste compagno lavoratore ...... 351 Canción del poder popular ...... 352 Canto a los caídos ...... 353 Canzone della libertà ...... 354 Caporetto '17 ...... 355 Carcire ca mi tiniti carciratu ...... 357 Certo che se non fosse ...... 358 Certo i padroni morranno ...... 359 Chi è più ricco ...... 360 Chi non vuol chinar la testa è comunista ...... 362 Chiarezza chiarezza ...... 363 Compagni avanti andiamo ...... 364 Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo ...... 365 Con la lettera del prete ...... 366

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Creare due tre molti Vietnam ...... 367 Da quando son partito militare ...... 368 Dante Di Nanni ...... 369 Dato che [Risoluzione dei Comunardi] ...... 370 Delle vostre galere un giorno ...... 371 Dì at a benni ...... 372 Disimpegno disimpegno ...... 373 E io ero Sandokan ...... 374 E lui ballava ...... 375 E qualcuno poi disse ...... 376 E' finito il '68 ...... 377 E' mezzanotte ...... 378 Ecco s'avanza uno strano soldato ...... 379 El pueblo unido jamás será vencido ...... 380 Emigrato su in Germania ...... 381 Era sui quarant'anni ...... 382 Fucile e bisaccia ...... 383 Garibaldi ...... 384 Gianfranco Mattei ...... 385 Gino della Pignone ...... 386 Giudeca ...... 387 Gli ingranaggi ...... 388 Gli sfruttati ...... 389 Here's to you Nicola and Bart ...... 390 Herminda de la victoria ...... 391 Hymne du M.L.F...... 392 I padroni posson perdere la testa ...... 393 I persuasori occulti ...... 394 I treni per Reggio Calabria ...... 396 I vietnamiti son piccolini ...... 398 I volontari di Bogside ...... 399 Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende) ...... 401 Il comandante della mia banda ...... 402 Il figlio del poliziotto ...... 403 Il galeone ...... 404 Il mio partito saluta Mosca ...... 405 Il numero d'appello ...... 406 Il popolo è forte ...... 407 Il rosso è diventato giallo ...... 408 In tutto il mondo uniamoci ...... 409 In un anno e più d'amore ...... 410 Inno della Tricontinentale ...... 411 Io vi parlo di Milano ...... 412 Is chiudendas noas ...... 413 Juan sin tierra ...... 414 KarlMarxStrasse [La lallera] ...... 415 Katanga ...... 416 L'altra sera ...... 418 L'emigrato ...... 419 L'indipendente ...... 420 L'internazionale di Fortini ...... 422 L'ora del fucile ...... 423 La ballata della Fiat ...... 424 La Breda ...... 425 La cassa integrazione ...... 426 La fabbrica ...... 427 La Fanfaneide ...... 428

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La fornasa ...... 429 La G.A.P...... 430 La leva ...... 432 La linea rossa ...... 433 La manifestazione ...... 434 La Nèbia ...... 435 La rabbia esplode a Reggio Calabria ...... 436 La sepoltura dei morti ...... 437 La violenza [La caccia alle streghe] ...... 438 Lamento per la morte di Pasolini ...... 439 Lettera a Michele ...... 440 Libera Belfast ...... 441 Liberare tutti ...... 442 Liberiamo Marini [Libertà per Marini] ...... 443 Lo stracchino ...... 444 Lotta continua ...... 445 Lu soprastante ...... 446 Lubiam ...... 447 Ma perchè mi dici sempre ...... 448 Manifesto ...... 449 Manifiesto ...... 450 Marghera adeso ...... 451 Mario della Piaggio [Povero Mario] ...... 452 Marocchini ...... 453 Merica, Merica ...... 454 Mio caro padrone domani ti sparo ...... 455 Mio Dio Teresa tu sei bella ...... 456 Natale '68 ...... 457 Nei reparti della FIAT ...... 458 Nina ti te ricordi ...... 459 Nixon viene a Roma ...... 460 No al Fanfascismo ...... 461 Noi siamo stufe ...... 463 Non è finita Piazza Loreto ...... 464 Non piangere oi bella [Partono gli emigranti] ...... 466 Nostro Messico febbraio '23 ...... 467 Nuvole a Vinca ...... 468 O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] ...... 469 Ostruzionismo ...... 470 Padrone Olivetti ...... 471 Padroni ci volete spaventare ...... 472 Palestina [La rossa Palestina] ...... 473 Panchina di quartiere ...... 474 Pelle scura ...... 475 Pensa un po' ...... 476 Perchè mai parlarvi di pace ...... 477 Piazza Fontana [Luna rossa] ...... 478 Pontelandolfo ...... 479 Portella della ginestra ...... 480 Pratobello ...... 481 Primo d'agosto Mestre '68 ...... 482 Proclama di Camillo Torres ...... 483 Quando lo sciopero ...... 484 Quando non c'è più conforto ...... 485 Quella notte davanti alla bussola ...... 486 Quelli che tricoloreggiano ...... 488 Ragazzo gentile ...... 489

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Ricordate brava gente ...... 490 Scade la ferma ...... 492 Scarpe rotte ...... 493 Sciopero interno ...... 494 Sdraiato sul sofà ...... 495 Se c'è la crisi per il padrone ...... 496 Se mi chiedi ...... 497 Se non li conoscete ...... 498 Se tu bagni il tuo piede ...... 500 Sebastiano ...... 501 Sempre partigiani anche per il domani ...... 502 Somos socialistas ...... 503 Stalingrado ...... 504 Stato e padroni, fate attenzione ...... 505 Tall el Zaatar ...... 506 Tall el Zaatar ...... 507 Ti ricordi Nina ...... 508 Tre fratelli contadini di Venosa ...... 509 Trenta luglio alla Ignis ...... 510 Tu compagno, e io, e voi, e noi ...... 511 Uguaglianza ...... 512 Una Noč ...... 513 Uomini e soldi ...... 514 Valigie di cartone ...... 515 Valle Giulia ...... 516 Venceremos ...... 517 Venceremos ...... 518 We shall not be moved ...... 519 Yankee tornatevene a casa ...... 520 Zamba del Che ...... 521 Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) ...... 522 E quand la sira ...... 523 Gira la ruota [La ruota del tempo] ...... 524 Ke a sos bascos ke a sos irlandesos ...... 525 La mia barba ...... 526 Vöia de vèss ...... 527 Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) ...... 528 A Silvia [Silvia Baraldini] ...... 529 Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] ...... 530 Aprile 74 ...... 531 Ballata di Ustica ...... 532 Ballata per Vik ...... 533 Berlusconeide...e lui rideva ...... 534 Calamandrei ...... 535 Canto di vita ...... 536 Cosa rimiri ragazzo padano? ...... 537 Cunfessada ...... 538 Custodi ...... 539 Gelato in Febbraio ...... 540 I tre porcellini ...... 541 Il Ponte Morandi ...... 542 Il teleconcorrente ...... 543 Il testamento di Orso ...... 544 L'amore è un brutto vizio ...... 545 La ballata della RWM ...... 547 La casa sui bastioni ...... 548

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La java delle bombe atomiche ...... 550 La mia costituzione ...... 552 La pianura dei sette fratelli ...... 553 Le canzoni in scatola ...... 554 Lettera di Robert Bowman ...... 555 Mare nero ...... 557 Noi siamo gli asini ...... 559 Padreterno@aldilà.com ...... 561 Passerà ...... 563 Pattume ...... 564 Per i morti di Lampedusa ...... 565 Perla Nera ...... 566 Porrajmos (Si bruci la luna) ...... 567 Ricordo il tempo ...... 569 Rosso un fiore ...... 570 Scherza coi santi ...... 571 Sebben che abbiam le basi ...... 572 Straniero ...... 573 Svizzero ...... 575 Ti ricordi? ...... 576 Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] ...... 577 Un Milione Di Passi ...... 578 Vennero ...... 580 Viaggiatori viaggianti ...... 581 Vigliacca! ...... 582

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Indice alfabetico

'A Flobert 326 Borghesia 350 A la mina no voy 328 Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre] 163 A las barricadas 114 Brigata partigiana 164 A lavorar la terra 226 Buone feste compagno lavoratore 351 A le case minime 329 Calamandrei 535 A morte la casa Savoia 30 Camicia rossa 5 A quel omm 227 Canción de Bourg Madame 116 A Silvia [Silvia Baraldini] 529 Canción del poder popular 352 A tocchi a tocchi 4 Canta di Matteotti 117 Addio Bologna bella 157 Canto a los caídos 353 Addio Lugano bella 31 Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati] 6 Addio mammina addio 158 Canto dei deportati 118 Addio padre e madre addio 103 Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori] 37 Addio, bella, addio! 32 Canto di vita 536 Al compagno presidente 330 Canzone alla mia chitarra 231 Al poeta compagno Vinh Long 331 Canzone del popolo algerino 232 Al referendum rispondiamo "NO" 332 Canzone della libertà 354 Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] 530 Canzone di viaggio 233 Alcide Cervi 333 Canzone triste 234 All'armi siam digiuni 334 Caporetto '17 355 Amore mio non piangere 115 Carabina 30-30 39 Amore ribelle 33 Carcire ca mi tiniti carciratu 357 Anche per quest'anno 228 Caviam caviam 40 And the band played Waltzing Mathilda 335 Certo che se non fosse 358 Andiamo Compagni 337 Certo i padroni morranno 359 Aprile 74 531 Che cosa vogliamo 41 Armata Rossa 159 Chi non sgobba non magna 119 Arrivano gli americani 338 Chi non vuol chinar la testa è comunista 362 Arrucunete 339 Chi è più ricco 360 Ascoltate o popolo ignorante 104 Chiantu de l'emigranti 42 Attraverso valli e monti 160 Chiarezza chiarezza 363 Avola, 2 dicembre 1968 340 Cime nevose 165 Ballata ai dittatori 229 Col parabello in spalla 166 Ballata autocritica 341 Compagni avanti andiamo 364 Ballata del piccolo An 343 Compagni fratelli Cervi 167 Ballata del Pinelli 344 Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo 365 Ballata dell'alcolizzato 345 Con De Gasperi non se magna 235 Ballata dell'emigrazione 346 Con la guerriglia 168 Ballata di Ustica 532 Con la lettera del prete 366 Ballata per Ciriaco Saldutto 347 Contessa 236 Ballata per Franco Serantini 348 Cosa importa se ci chiaman banditi? 169 Ballata per l'Ardizzone 230 Cosa rimiri mio bel partigiano 170 Ballata per Vik 533 Cosa rimiri ragazzo padano? 537 Banane e Coca Cola 349 Creare due tre molti Vietnam 367 Bandiera rossa 34 Cunfessada 538 Battan l'otto 35 Custodi 539 Bella ciao 161 Da quando son partito militare 368 Berlusconeide...e lui rideva 534 Dai monti di Sarzana 171 Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti] Dalle belle città 172 36 Dante Di Nanni 369 Bojorno 162 Dato che [Risoluzione dei Comunardi] 370

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Delle vostre galere un giorno 371 Hanging On The Old Barbed Wire 107 Die moorsoldaten [I soldati della palude] 120 Hasta siempre comandante 244 Dime donde vas morena 121 Here's to you Nicola and Bart 390 Dimmi bel giovane 43 Herminda de la victoria 391 Dio del cielo se fossi una rondinella 122 Hymne du M.L.F. 392 Disimpegno disimpegno 373 I Felsari 177 Dongo 173 I ne g'ha messo de la Todt 130 Dopo tre giorni di strada asfaltata 174 I padroni posson perdere la testa 393 Dove vola l'avvoltoio? 237 I partigiani di Castellino 178 Dì at a benni 372 I persuasori occulti 394 E a Roma a Roma 7 I tre porcellini 541 E anche al mi' marito 105 I treni per Reggio Calabria 396 E io ero Sandokan 374 I vietnamiti son piccolini 398 E la mi' mamma 44 I volontari di Bogside 399 E lui ballava 375 Ignoranti senza scuole 131 E per la strada 45 Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano] 179 E qualcuno poi disse 376 Il cafone sanguinario 132 E quand la sira 523 Il canto della prigione 54 E quando alfine 123 Il censore 245 E verrà il dì che innalzerem le barricate 46 Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende) 401 E' festa d'aprile 239 Il comandante della mia banda 402 E' finito il '68 377 Il crak delle banche 55 E' mezzanotte 378 Il diciotto aprile 246 Ecco s'avanza uno strano soldato 379 Il disertore 247 El mayor de los dorados 47 Il dodici dicembre a mattina 248 El me gatt 241 Il fazzoletto rosso 249 El pover Luisin 8 Il feroce monarchico Bava 56 El pueblo unido jamás será vencido 380 Il figlio del poliziotto 403 El Quinto Regimiento 124 Il Fronte Popolare 251 El tren blindado 125 Il galeone 404 Emigrato su in Germania 381 Il gallo 252 En el Pozo Maria Luísa 126 Il giorno dell'eguaglianza 254 Era sui quarant'anni 382 Il lunedì dei parrucchieri 57 Ero un consumatore 242 Il maschio di Volterra 58 Figli dell'officina 127 Il mio partito saluta Mosca 405 Figli della plebe 48 Il numero d'appello 406 Figli di nessuno 128 Il parroco di Cinaglio 180 Fischia il vento 175 Il partigiano di Pozzaglio 181 Fra il '19 fra l'anno 20 129 Il Ponte Morandi 542 Fucile e bisaccia 383 Il popolo è forte 407 Fuoco e mitragliatrici 106 Il povero Elia 256 Garibaldi 384 Il prezzo del mondo 257 Garibaldi, Brigate d'assalto 176 Il ratto della chitarra 258 Gelato in Febbraio 540 Il rosso è diventato giallo 408 Gianfranco Mattei 385 Il tarlo 260 Gino della Pignone 386 Il teleconcorrente 543 Gira la ruota [La ruota del tempo] 524 Il testamento di Orso 544 Giudeca 387 Il tragico affondamento del Sirio 59 Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato] 49 Il valzer del disertore 108 Gli anarchici noi siamo di Milano 50 Il vestito di Rossini 262 Gli ingranaggi 388 In tutto il mondo uniamoci 409 Gli scariolanti 51 In un anno e più d'amore 410 Gli sfruttati 389 Ines 134 Guantanamera 9 Inno a Oberdan 60 Guarda giù dalla pianura 52 Inno abissino 61 Guarda là 'n cula pianura 53 Inno dei lavoratori del mare 62 Ha detto De Gasperi a tutti i divoti 243 Inno dei malfattori 63

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Inno del primo maggio 65 La madre abbandonata in cerca del suo Achille 12 Inno dell'albero 10 La malcontenta 75 Inno dell'internazionale [Inno della pace] 66 La manifestazione 434 Inno della libertà 67 La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti] 76 Inno della rivolta 68 La mia barba 526 Inno della Tricontinentale 411 La mia costituzione 552 Inno individualista 69 La mia morosa cara 109 Insorgete! 182 La morte del padre Ugo Bassi 13 Invano Johnson si opporrà 135 La morte di Anita Garibaldi 273 Io so che un giorno 263 La nostra società l'è la filanda 140 Io vi parlo di Milano 412 La Nèbia 435 Io vorrei che a Metternicche 11 La pianura dei sette fratelli 553 Is chiudendas noas 413 La presa di Roma 15 Italia bella mostrati gentile 70 La rabbia esplode a Reggio Calabria 436 Italia combatte 183 La santa Caterina dei pastai 274 Juan sin tierra 414 La Semaine Sanglante 77 KarlMarxStrasse [La lallera] 415 La sepoltura dei morti 437 Katanga 416 La tradotta che parte da Novara 110 Ke a sos bascos ke a sos irlandesos 525 La violenza [La caccia alle streghe] 438 L'allegria di Scaletta 184 La zolfara 275 L'altra sera 418 Lamento del carbonaro 141 L'amarezza delle mondine 264 Lamento del contadino 16 L'amore è un brutto vizio 545 Lamento per la morte di Pasolini 439 L'appartamento 265 Lasciando la sua casa e la sua mamma 190 L'attentato a Togliatti 266 Lassù sui monti 191 L'ecatombe 267 Lassù sulle colline del Piemonte 192 L'emigrato 419 Lassù sulle colline di Bologna 193 L'esercito rosso verrà 185 Le basi americane [Rossa provvidenza] 276 L'indipendente 420 Le canzoni in scatola 554 L'internazionale 71 Le cose vietate 277 L'internazionale di Fortini 422 Le mondine contro la cavalleria 279 L'ora del fucile 423 Le quattro stagioni 79 La badoglieide 186 Le tre bandiere 194 La ballata dell'ex 268 Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio 80 La ballata della Fiat 424 Lenin e Stalin 142 La ballata della RWM 547 Lettera a Michele 440 La boje 72 Lettera dalla caserma 280 La Breda 425 Lettera di Robert Bowman 555 La Brigata Garibaldi 188 Libera Belfast 441 La canzone delle reggiane [R60] 269 Liberare tutti 442 La casa sui bastioni 548 Liberiamo Marini [Libertà per Marini] 443 La cassa integrazione 426 Lo stracchino 444 La colonia Cecilia [Il canto della foresta] 73 Lotta continua 445 La Comune di Parigi 136 Lu furastiero 281 La fabbrica 427 Lu pecurere 282 La famigliola 270 Lu polverone 283 La Fanfaneide 428 Lu soprastante 446 La fornasa 429 Lubiam 447 La G.A.P. 430 Là su quei monti 189 La guardia rossa 137 Ma mi 284 La java delle bombe atomiche 550 Ma perchè mi dici sempre 448 La lega 74 Mama mia mi sun stufa 195 La leggenda della Neva 138 Mamma mia dammi cento lire 81 La leggenda della suora 271 Manifesto 449 La leggera 139 Manifiesto 450 La leva 432 Mano alla bomba 143 La linea rossa 433 Marcia socialista mondiale 82

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Marciar Marciar 196 Partire partirò, partir bisogna 22 Mare nero 557 Passa la ronda 204 Maremma amara 83 Passerà 563 Marghera adeso 451 Pattume 564 Mario della Piaggio [Povero Mario] 452 Pelle scura 475 Marocchini 453 Pensa un po' 476 Mattmark 285 Per i morti di Lampedusa 565 Merica, Merica 454 Per i morti di Reggio Emilia 297 Mie care pute 17 Perchè mai parlarvi di pace 477 Mio caro padrone domani ti sparo 455 Perché porti quel fazzolettino? 205 Mio Dio Teresa tu sei bella 456 Perla Nera 566 Mira la rondondella 286 Piazza Fontana [Luna rossa] 478 Nanneddu Meu 18 Piccolo uomo 298 Natale '68 457 Pietà l'è morta 206 Nebbi' a la valle 84 Pontelandolfo 479 Nei reparti della FIAT 458 Porrajmos (Si bruci la luna) 567 Nina ti te ricordi 459 Portella della ginestra 480 Ningú no compren ningú 144 Povero Matteotti 145 Ninna nanna del capitale 288 Povre filandere 146 Nixon viene a Roma 460 Pratobello 481 No al Fanfascismo 461 Primo d'agosto Mestre '68 482 Noi siamo gli asini 559 Proclama di Camillo Torres 483 Noi siamo la canaglia pezzente 85 Qualcosa da aspettare 299 Noi siamo la classe operaia 197 Quand 'riva 'l cald 300 Noi siamo stufe 463 Quando che more un prete 89 Noi vogliam Dio 198 Quando lo sciopero 484 Noi vogliamo l'uguaglianza 86 Quando non c'è più conforto 485 Non piangere oi bella [Partono gli emigranti] 466 Quando vedrai 207 Non ti ricordi mamma 199 Quattro signori 147 Non ti ricordi, fanciulla mia cara 200 Quei briganti neri 208 Non è finita Piazza Loreto 464 Quella notte davanti alla bussola 486 Nostro Messico febbraio '23 467 Quelli che tricoloreggiano 488 Nove maggio 289 Questa democrazia 301 Nuovi stornelli socialisti 87 Questa è una storia 302 Nuvole a Vinca 468 Questo mio amore (Una cosa già detta) 303 O cancellier che tieni la penna in mano 290 Raffaele 304 O cara moglie 291 Ragazzo gentile 489 O fucile, vecchio mio compagno 201 Regazzine vi prego ascoltare 112 O Germania che sei la più forte 202 Regina Coeli 90 O Gorizia 111 Ricordate brava gente 490 O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] 469 Ricordo di Togliatti 305 O Piamontesi 19 Ricordo il tempo 569 O Roma Roma 88 Rosso levante e ponente 308 O Venezia 20 Rosso un fiore 570 Oh Poveri Soldati 21 Sacco e Vanzetti 91 Ohi partigian, non pianger più 203 Saluteremo il signor padrone 309 Oltre il ponte 292 Sante Caserio [Canto a Caserio] 92 Operai e contadini 293 Scade la ferma 492 Or che mussolini 294 Scarpe rotte 493 Ostruzionismo 470 Scherza coi santi 571 Padreterno@aldilà.com 561 Sciopero interno 494 Padrone Olivetti 471 Sciur padrun da li béli braghi bianchi 148 Padroni ci volete spaventare 472 Sdraiato sul sofà 495 Palestina [La rossa Palestina] 473 Se arriverà Lenin 150 Panchina di quartiere 474 Se c'è la crisi per il padrone 496 Partigiani fratelli maggiori 295 Se il cielo fosse bianco di carta 310 Partigiano sconosciuto 296 Se mi chiedi 497

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Se non ci ammazza i crucchi 209 Ti ricordi Nina 508 Se non li conoscete 498 Ti ricordi? 576 Se non è oggi 311 Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] 577 Se otto ore vi sembran poche 312 Tre fratelli contadini di Venosa 509 Se partigiano io son 210 Tredici milioni di uomini 317 Se tu bagni il tuo piede 500 Trenta giorni di nave a vapore 99 Sebastiano 501 Trenta luglio alla Ignis 510 Sebben che abbiam le basi 572 Tu compagno, e io, e voi, e noi 511 Sempre partigiani anche per il domani 502 Tutti ciànno quarche cosa 318 Sent on po' Gioan, te se ricordet 313 Tutti gli amori 319 Senti le rane che cantano 151 Tutti quei monti che io cavalcai 218 Sento il fischio del vapore 152 Uguaglianza 512 Siamo l'Emilia rossa 314 Un giorno Mussolini andò al balcone 219 So stato a lavora' a Monte Sicuro 93 Un Milione Di Passi 578 Somos socialistas 503 Un paese vuol dire non essere soli 320 Son cieco 94 Una Noč 513 Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace] 315 Una vita di carta 321 Son maritata giovane 95 Union Maid 221 Son proletari i partigiani 211 Uno, evviva Giordano Bruno 100 Sono andato a Ventimiglia 153 Uomini e soldi 514 Sono povero ma disertore 212 Val Sesia 222 Sorgiamo 96 Valigie di cartone 515 Stalingrado 504 Valle Giulia 516 Stato e padroni, fate attenzione 505 Vedrai com'è bello 322 Stoppa e Vanna 213 Venceremos 517, 518 Storia di Rodolfo Foscati 23 Vennero 580 Storia per la morte di Lorenzo Panepinto 97 Vi ricordate quel diciotto aprile 323 Stornelli d'esilio 98 Viaggiatori viaggianti 581 Straniero 573 Vien la primavera 324 Su comunisti della capitale 214 Vigliacca! 582 Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de Vigliacco Mussolini 223 moderare] 24 Vittorio Emanuele figlio di un assassino 101 Su pei monti 215 Viva la libertà! 28 Sul ponte fiume Sangro 216 Viva la Valle Gesso 224 Sventola bandiera rossa 154 Viva Lenin 155 Svizzero 575 Vöia de vèss 527 Ta pum 217 We shall not be moved 519 Tall el Zaatar 506, 507 Yankee tornatevene a casa 520 Ti passi de giorno da Porto Marghera 316 Zamba del Che 521

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