Archivio Ala Ponzone Cattaneo
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ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA ARCHIVIO ALA PONZONE CATTANEO Inventario analitico 2 L’archivio noto come Ala Ponzone Cattaneo riunisce in un unico complesso il patrimonio documentario prodotto dai nobili casati cremonesi degli Ala (poi Ala Ponzone, ramo cadetto) e dei Cattaneo o ad essi pervenuto, nel corso dei secoli, da famiglie imparentate, quali i Carboni, i Piasio, i Cambiago, gli Azzanello e i Mainardi. Il casato degli Ala Ponzone ebbe origine dal matrimonio, celebrato nel 1697, tra il marchese Gian Francesco Ala e Beatrice Ponzone, erede di una delle più illustri e antiche famiglie feudali di Cremona. Dei loro figli maschi, Pietro Martire e Daniele, soltanto al primogenito spettarono il titolo comitale e i beni dei Ponzone, mentre al secondo toccò la cospicua fortuna degli Ala, e con essa l’archivio di famiglia, poi trasmessi in eredità al nipote Gian Francesco, figlio secondogenito di Pietro Martire e marito di Paola Cattaneo. L’archivio Cattaneo, unito alle proprietà, si andò fondendo a quello degli Ala alla morte del marchese Antonio Cattaneo, fratello di Paola, nella persona del nipote Daniele Ala, figlio primogenito di Gian Francesco e Paola Cattaneo. Quest’ultimo iniziò anche ad affiancare sistematicamente al cognome Ala quello dei Ponzone, cui non aveva stretto diritto, spettando il doppio cognome alla sola discendenza diretta di Beatrice Ponzone, costituita da Carlo Alberico (fratello maggiore di Gian Francesco) e dal suo discendente Giuseppe Sigismondo. Nel 1804 Daniele sposò Maria Visconti Ciceri, ultima discendente del nobile casato milanese, le cui carte, unite a quelle dei Caimi di Como e dei Bagliotti di Novara, passarono in eredità, insieme a una parte dei beni, al figlio Filippo; il quale nel 1842 successe pure nei titoli di primogenitura al cugino Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone, morto in quell’anno senza eredi. Ciononostante, il patrimonio (e con esso l’archivio) di quest’ultimo passarono, per espressa volontà del defunto, all’imperatore d’Austria Ferdinando I e, quindi, dopo l’Unità, in parte al comune di Cremona e in parte allo Stato italiano. La linea maschile degli Ala Ponzone si estinse definitivamente nel 1885 con la morte di Filippo, cui sopravvissero due figlie femmine: Paolina, sposa del conte Federico Cimino di Valenzano, e Adele, moglie di Charles Macé, morta nel 1888. Nel 1923, in seguito alla scomparsa di Paolina, l’intero archivio, rimasto nei locali del palazzo di famiglia in via Oscasali, già appartenuto ad Antonio Cattaneo, passò alla nipote Yvonne Macé, figlia di Adele, e alle sue due figlie Giselda ed Eliana. Giselda lasciò in seguito erede il marito Louis de Roussy de Sales, che donò il palazzo di Cremona e quanto in esso contenuto a Clorinda Thaon de Revel, figlia del noto ammiraglio e uomo politico Paolo Emilio e moglie di Mariano Imperiali, duca di Francavilla. 3 Nel 1997, dopo un complesso iter burocratico, i figli di questi ultimi cedettero l’archivio Ala Ponzone Cattaneo allo Stato, a scomputo delle imposte di successione dovute a norma della legge 2 agosto 1982, n. 512. In quell’occasione, la consistenza delle buste versate all’Archivio di Stato di Cremona fu indicata in 694 unità, cui si aggiunsero 534 registri compresi tra il 1668 e il 1927, relativi alla gestione patrimoniale e domestica (protocollo, libri giornali, registri di cassa e colonici, spese di casa). Accanto ad essi è da sottolineare la presenza di due raccolte: una, riordinata, di gride, manifesti e avvisi - in tutto 1.702 pezzi databili tra il 1625 e il 1829 - e l’altra costituita da 42 pezzi tra mappe, piante e disegni (secoli XVIII-XIX). Il fondo è da considerarsi oggi nella sua unitarietà, suddiviso in due complessi principali, l’uno costituito fondamentalmente dagli archivi Ala e Cattaneo e l’altro da documentazione prodotta dalle famiglie Visconti Ciceri, Bagliotti e Caimi, cui subentrarono gli Ala Ponzone nella gestione dei beni nel Milanese, Novarese e Comasco. La prima parte, oggetto del presente inventario, è a sua volta articolata in due sezioni, corrispondenti rispettivamente alla parte classificata secondo un titolario ottocentesco e ad un nucleo privo di ordinamento originario, relativo alla gestione delle proprietà nel Cremonese. Nello specifico, la Sezione I consta di 218 buste, con documenti dal 1333 (in regesto dal 1280) al 1921 e buona presenza di materiale membranaceo (394 pergamene). Fu riorganizzata per volontà del marchese Filippo intorno alla metà del secolo XIX, sulla base di un titolario, poi in parte aggiornato nei decenni successivi. L’anonimo riordinatore, che poteva disporre di un preciso, se pur parziale, lavoro di schedatura iniziato nei primi anni dell’Ottocento dal marchese Daniele Ala, pur evidenziandone spesso la provenienza, fuse in un unico complesso le carte prodotte dalle diverse famiglie, nonché dal monastero di Santa Maria Maddalena di Cavatigozzi, acquistato da Antonio Cattaneo in seguito alla soppressione settecentesca dell’ordine cistercense. Il titolario, diviso in classi o “titoli” e in sottoclassi o “parti”, si sviluppa secondo partizioni precostituite, che rispecchiano il contenuto dei documenti, riflettendo l’impianto in genere adottato tra Sette e Ottocento per gli archivi nobiliari. La fascicolazione pluriennale è accurata e la regestazione particolarmente minuziosa, tanto sulle camicie che raccolgono i singoli atti quanto nel repertorio, detto “platea”, compilato in occasione del riordino ottocentesco. Quest’ultimo, di complessive 898 pagine, si presenta oggi in uno stato precario, mutilo e acefalo, mancando delle pagine iniziali relative al Titolo I, che si può ipotizzare relativo alle notizie genealogiche e alla trasmissione dei titoli nobiliari, e di un fascicolo costituito dalle pagine 816-854. Inizialmente furono previsti 44 titoli, cui si aggiunsero altre 3 voci, di cui una sola (Titolo XLVI) indicata nella platea, mentre le altre risultano ricavabili soltanto 4 dal dorso delle cassette lignee originali. È da notare l’attribuzione, anch’essa tarda e quasi sicuramente provvisoria, di alcuni titoli perlopiù relativi a documenti contabili datati ai secoli XVIII e XIX, che, pur recando tracce dell’intervento di Daniele Ala, non erano stati presi in considerazione nell’originario schema di ordinamento illustrato nel repertorio di metà Ottocento. Per questo motivo, tali carte figurano attualmente nella Sezione II. Dall’esame della corrispondenza tra il materiale descritto nel repertorio e quello effettivamente rinvenuto emergono, in alcuni casi, perdite di interi fascicoli o di singoli atti, dovute allo stato di abbandono nel quale fu lasciato per anni il fondo prima di giungere in Archivio di Stato; mentre, in altri casi, il fascicolo vuoto segnala semplicemente un rimando a documentazione conservata altrove o riclassificata; o, ancora, alcune note apposte sulle singole camicie tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento indicano che il contenuto è stato consegnato in un secondo tempo agli acquirenti dei beni documentati. La Sezione II si compone, per l’appunto, di documentazione compresa tra i secoli XIV e XX. Qui materiale privo di segnature originarie risulta frammisto ad altro con tracce della schedatura del marchese Daniele o che in parte sembra continuare l’opera del riordinatore ottocentesco attraverso la creazione di nuove voci non numerate e in parte presenta riferimenti all’organizzazione data da Filippo Ala Ponzone al proprio archivio corrente. In questo caso, mancando una struttura definita, sono stati ricostruiti nuclei documentari seguendo, laddove possibile, tracce di ordinamenti originari. Le serie si succedono quindi secondo l’articolazione tipica degli archivi nobiliari. Alle memorie genealogiche e alle carte di famiglia, perlopiù private, seguono le serie relative ai titoli di possesso e alla gestione del patrimonio, tra le quali si segnala, in particolare, documentazione riguardante i palazzi e le ville di proprietà Ala e Cattaneo, già parzialmente studiate dagli storici dell’arte. Chiudono le serie del carteggio, comprendenti corrispondenza di natura amministrativa, in parte protocollata; carteggi privati di membri delle famiglie Ala, Cattaneo e Mainardi, nonché di altri personaggi ad esse legati, tra cui l’ex gesuita Ramón Ximénez, precettore dei figli di Gian Francesco Ala e uomo di fiducia del marchese, oggetto della pubblicazione di E. Rangognini, L’istitutore aragonese. Lettere di Ramón Ximénez de Cenabre a Fabio Ala (1787-1815), Cremona 2002 (Annali della Biblioteca Statale e Libreria Civica di Cremona, 54); infine avvisi e convocazioni inviati agli Ala e ai Cattaneo in quanto membri delle assemblee consiliari nella città di Cremona e in diversi comuni della provincia. 5 SEZIONE PRIMA a cura di Matteo Morandi e Marialetizia Tarantino Cremona 2007 7 TITOLARIO I - bb. - II Privilegi ed onorificenze Parte I. Nobili famiglie Ala, Cattaneo, Mainardi, Piasio e - Azzanello, privilegi accordati al Monastero dei padri Cistercensi in Cavatigozzi III Testamenti e donazioni Parte I. Nobile famiglia Ala 1-4 Parte II. Nobile famiglia Cattaneo 5 Parte III. Eredità Carboni, Piasio, Cambiago, Azzanello e 6 Mainardi IV Tutele ed inventari di sostanze antichi Parte I. Nobile famiglia Ala 7 Parte II. Nobili famiglie Ponzone e Cattaneo 8 Parte III: Nobili famiglie Piasio, Cambiago e Mainardi 9 V Doti e fini relative Parte I. Nobile famiglia Ala 10-11 Parte II. Nobili famiglie Cattaneo, Azzanello e Mainardi 12 VI Procure Parte I. Nobile famiglia Ala 13 Parte II. Nobili famiglie Ala Ponzone, Cattaneo, Azzanello, 14 Cambiago, Carboni, Piasio, Mainardi, diverse ed estranee VII Divisioni di sostanze Parte I. Nobile famiglia Ala 15-16 Parte II. Nobili famiglie Ponzone, Azzanello e Cattaneo 17 VIII Convenzioni e transazioni Parte I. Nobile famiglia Ala 18 Parte II. Nobile famiglia Cattaneo 19 IX Confessi e fini Parte I. Nobile famiglia Ala 19 Parte II. Nobile famiglia Cattaneo 19 8 X Acquisti Parte I. Cremona - nobile famiglia Ala 20-23 Parte II. Cremona - eredità Cattaneo, Piasio e Mainardi 24-25 Parte III. Milano - nobile famiglia Ala 25 Parte IV. Corpi Santi di Cremona 26 Parte V. Duemiglia di Cremona 27-28 Parte VI. Cavatigozzi e Casanova del Morbasco 29 Parte VII. Spinadesco; Castell’Arquato e Zibello nello Stato 30 di Parma Parte VIII.