ESTRATTO DEL VERBALE DELLA SEDUTA DELLA CONFERENZA DEI COMUNI DEL 13.12.2012

VERBALE N. 3/12

Il giorno 13 (tredici) del mese di dicembre 2012, alle ore 19.00, presso la Sala Zelioli Lanzini – Fiera di – Piazza Zelioli Lanzini, a seguito regolare convocazione indetta con nota del 7.12.2012 prot. 3643, inviata mediante pec agli Enti interessati, si è riunita, ai sensi dell’art. 7 del Regolamento, la Conferenza dei Comuni dell’ATO del Servizio Idrico Integrato della provincia di Cremona.

Risultano presenti:

ENTI RICOMPRESI SINDACO O EVENTUALE PRESENTE ASSENTE VOTI QUOTE NELL’ATO PRESIDENTE DELEGATO DEL SINDACO

CAPPELLA DE' PICENARDI LENI RAFFAELE X 437 ACQUANEGRA LANFREDI LUCIANO X CREMONESE 1.290 BELLI MARCO PAOLO DANIELE X RICCABONI SINDACO DEL DI SPINO D’ADDA 3.719 ACHILLI AMILCARE X FRANCESCO 2.093

AZZANELLO MOLASCHI ARSENIO X 727 AIOLFI DORIANO MARCO CAVALLI X SINDACO DEL COMUNE DI 4.837 GUARNERI LUIGI PAOLO ABRUZZI X SINDACO DEL COMUNE DI 1.453 BOTTINI DIEGO LUIGI ROTTOLI X SINDACO DEL COMUNE DI CORTE DE’CORTESI 599

CA' D'ANDREA BRAGA AMILCARE X 495 LEONI GIOVANNI PICCINELLI PIER UGO CONSIGLIERE DEL COMUNE X DI 1.282

CAMISANO SCAINI ORNELLA X 1.332 CAMPAGNOLA GUERINI ROCCO X CREMASCA AGOSTINO 692

CAPERGNANICA PICCO GIORGIO X 2.057

CAPPELLA CANTONE TADI PIERLUGI X 579 LANZENI PIERLUIGI EMILIO MORALI X CONSIGLIERE COMUNALE 2.465 DALDOSS DONATO DUILIO VILLA X VICE SINDACO 4.112 CASALE CREMASCO- MAGHINI MARIA X VIDOLASCO GRAZIA 1.837 CASORATI ALDO VIRGIONIO X VENTURELLI SINDACO DEL COMUNE DI 1.165

CASALETTO DI SOPRA CRISTIANI LUCA X 548 BERGAMI ALFREDO UBBIALI X VICE SINDACO MARCELLO 1.765

CASALMAGGIORE SILLA CLAUDIO X 14.930

CASALMORANO MANIFESTI ENRICO X 1.681

CASTELDIDONE GUALAZZI MARIO X 580 MILANESI SANTO MARIAGRAZIA X MAGHINI SINDACO DEL COMUNE DI CASALE CREMASCO 473 COMANDULLI X CAMILLO LUIGI 9.610 LAZZARINI X CARMELO 5.597

CASTELVISCONTI SISTI ALBERTO X 347 RIVAROLI GIUSEPPE SCARATTI GIANFRANCO X (DELEGA PERMANENTE) 548 ZABOIA LUIGI GIORGIO MAIOLI X ASSESSORE 2.217

CICOGNOLO FONTANA OTELLO X 938 LEONI GIOVANNI CINGIA DE' BOTTI SOLDI CLAUDIO CONSIGLIERE DEL COMUNE X DI GUSSOLA 1.329 CORTE DE' CORTESI CON ROTTOLI LUIGI X CIGNONE 1.125 CORTE DE' FRATI AZZALI ROSOLINO RENZO FELISARI X SINDACO DEL COMUNE DI 1.446 GUERINI ROCCO DOMENICO CALZI X SINDACO DEL COMUNE MATTEO DI 1.641

CREMA BONALDI STEFANIA X 33.982 CREMONA PERRI ORESTE BORDI FRANCESCO X (DELEGA PERMANENTE) 72.248 FORNAROLI MARCO X 1.485

CROTTA D'ADDA GEREVINI RENATO X 679 CUMIGNANO SUL BOSIO BATTISTA X NAVIGLIO 420 SUARDI MASSIMO LENI RAFFAELE X SINDACO DEL COMUNE DI CAPPELLA DE’PICENARDI 324

DOVERA MOSETTI FRANCO X 3.943 CAVAZZINI IVANA BAZZANI MARIO X SINDACO DEL COMUNE DI TORRE PICENARDI 557 FIESCO PIACENTINI X GIUSEPPE 1.166 VAILATI WILLIAM X MARIO 1.158 GABBIONETA-BINANUOVA PEDRINI ITALO LENI RAFFAELE X SINDACO DEL COMUNE DI CAPPELLA DE’PICENARDI 964

GADESCO-PIEVE DELMONA VIOLA DAVIDE X 1.992

GENIVOLTA NOCI ALESSANDRO X 1.201 GERRE DE' CAPRIOLI GUERESCHI SILVIO ABRUZZI PAOLO SINDACO X DEL COMUNE DI SOSPIRO 1.333

GOMBITO BARUELLI BIANCA X 648

GRONTARDO SCARATTI IVAN X 1.458 GRUMELLO CREMONESE ED SCIO FABIO X UNITI 1.938 GUSSOLA CHIESA MARINO LEONI GIOVANNI X CONSIGLIERE 2.981 FANTINI LUIGI CIGOLINI MARCO X ASSESSORE (DELEGA PERMANENTE) 1.224

IZANO GIAMBELLI LUCA X 2.054 MADIGNANO VENTURELLI X VIRGINIO 3.029 SCANDOLARA SANTINI ALBERTO X ALESSANDRO ASSESSORE (DELEGA PERMANENTE) 1.402

MARTIGNANA PO GOZZI ALESSANDRO X 1.788 ZANINI ACHILLE X LUIGI 2.324 BRAGONZI OMAR BIANCA BARUELLI X SINDACO DEL COMUNE DI 2.578

MOSCAZZANO BRAMBINI GIUSEPPE X 833 VACCHELLI DAVIDE PERSICO X SINDACO DEL COMUNE GIOVANNI DI 1.011

OFFANENGO PATRINI GABRIELE X 5.829 OLMENETA FELISARI RENZO X 972 LOCATELLI X LORENZO 3.062

PADERNO PONCHIELLI GAETANI AGOSTINO X 1.499

PALAZZO PIGNANO BERTONI ROSOLINO X 3.888

PANDINO DOLINI DONATO X 9.090 ZILIOLI IN FARINA SUPERTI FABRIZIO X VICE SINDACO MONICA 3.380

PESCAROLO ED UNITI BUSIO FRANCA X 1.625 MALAGGI DALIDO DAVIDE VIOLA X SINDACO DEL COMUNE DI GADESCO PIEVE DELMONA 700 TOSATTO BRUNO GIUSEPPE SUPERTI X SINDACO DEL COMUNE DI VESCOVATO 3.639 CERNUSCHI IVAN MARCO CAVALLI X SINDACO DEL COMUNE DI ROMANENGO 2.600 BENZONI ANTONIO DENTI GIAN PIETRO X SINDACO DI 1.174

PIEVE D'OLMI CANEVARI BRUNO X 1.278

PIEVE SAN GIACOMO ZINI LIBERO X 1.604

PIZZIGHETTONE BIANCHI CARLA X 6.743

POZZAGLIO ED UNITI BACCINELLI DANTE X 1.409

QUINTANO ZECCHINI EMI X 915 ROMANENGHI FERRUCCIO X 1.756

RIPALTA ARPINA TORAZZI PIETRO X 1.063 BRAMBINI PASQUALE DENTI GIAN PIETRO X SINDACO DI RIPALTA GUERINA 3.368

RIPALTA GUERINA DENTI GIANPIETRO X 507 VEZZONI MARCO GIUSEPPE SUPERTI X SINDACO DEL COMUNE DI VESCOVATO 2.076

RIVOLTA D'ADDA CALVI FABIO X 7.950 ROBECCO D'OGLIO PIPPERI MARCO LUIGI ROTTOLI X SINDACO DEL COMUNE DI CORTE DE’CORTESI 2.363

ROMANENGO CAVALLI MARCO X 3.043

SALVIROLA PINI ROBERTO X 1.169

SAN BASSANO BASSANETTI CESIRA X 2.205

SAN DANIELE PO PERSICO DAVIDE X 1.473 ASINARI PIERGUIDO X 1.904 MAGLIA DINO X 494 MAGNI GIANMARIO BARONI GIOVANNI X (DELEGA PERMANENTE) 1.516 SCANDOLARA RIPA AGNELLI PIERINO X D'OGLIO 635 ) BERNARDI GIANLUIGI X 3.660

SESTO ED UNITI VEZZINI CARLO X 2.967

SOLAROLO RAINERIO DEMICHELI CLEVIO X 1.035 SONCINO PEDRETTI X FRANCESCO 7.700

SORESINA MONFRINI GIUSEPPE X 9.286

SOSPIRO ABRUZZI PAOLO X 3.114

SPINADESCO PECCATI FERRUCCIO. X 1.592 CALEFFI DAVIDE TORCHIO GIUSEPPE X CONSIGLIERE 632 SPINO D'ADDA RICCABONI PAOLO X DANIELE 6.982 MAZZEO X DONATELLA 1.529

TICENGO GORLANI GIACOMO X 443 FIGONI GIUSEPPE DOMENICO CALZI X SINDACO DEL COMUNE REMIGIO DI VAIANO CREMASCO 433

TORNATA PENCI MARIO X 519 BAZZANI MARIO TORRE DE' PICENARDI X 1.820 SACCHINI EMANUEL CLAUDIO SILLA X SINDACO DEL COMUNE DI 697

TRESCORE CREMASCO OGLIARI GIANCARLO X 2.926

TRIGOLO SACCHETTI CRISTIAN X 1.758

VAIANO CREMASCO CALZI DOMENICO X 3.900 COFFERATI GIACOMO PAOLO DANIELE X PIERDOMENICO RICCABONI SINDACO DEL COMUNE DI SPINO D’ADDA 4.518 VESCOVATO SUPERTI GIUSEPPE X 3.955

VOLONGO LUPI PIERA X 566

VOLTIDO VALENTI FABIO X 434

362.061

PRESENTI N. 77 ASSENTI N. 38 Durante la trattazione del punto 1 dell’O.d.g., alle ore 19,01, entra e partecipa alla votazione, il rappresentante del Comune di . Gli Enti Rappresentanti e partecipanti alla votazione dell’O.d.g. sono quindi 78. Successivamente dopo la votazione del punto 1 dell’O.d.g. dalle ore 19,03 entrano i Rappresentanti dei Comuni di Isola Dovarese, Castelverde, , , , e . Gli enti rappresentati sono ora 85 Alle ore 19,31 esce il Rappresentante del Comune di conferendo però la delega al Rappresentante del Comune di . Alle ore 19,52 esce il Rappresentante del Comune di Vescovato con delega anche per i Comuni di Piadena e Rivarolo del Re. Conferisce la delega al Rappresentante del Comune di Ostiano per il suo comune e per il Comune di Piadena mentre si registra l’uscita dell’altro Comune rappresentato ossia Rivarolo del Re. Alle ore 19,55 esce il Rappresentante del Comune di conferendo però la delega al Rappresentante del Comune di . Alle ore 20.00 esce il Rappresentante del Comune di San Daniele Po con delega anche per il Comune di Motta Baluffi. Gli enti rappresentati sono ora 82 Alle ore 20,35 esce il Rappresentante del Comune di Crotta d’Adda conferendo però la delega al Rappresentante del Comune di Sesto ed Uniti. Alle ore 20,36 esce il Rappresentante del Comune di Grumello conferendo però la delega al Rappresentante del Comune di Gadesco Pieve Delmona. Alle ore 20,55 esce il Rappresentante del Comune di Sesto ed Uniti con delega anche per i Comuni di Crotta d’Adda e Genivolta. Gli enti rappresentati sono ora 79 fino alle ore 21.00 circa quando a più riprese escono i Rappresentanti di vari Comuni senza dichiararlo alla Segreteria. La seduta viene tolta alle ore 21,05. Le funzioni di Presidente sono svolte dal Presidente della Conferenza dei Comuni, Raffaele Leni. Le funzioni di Segretario sono svolte dal Direttore dell’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona, dott. Damiano Scaravaggi. Partecipa alla Conferenza, il Presidente dell’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona, Gian Pietro Denti. Partecipa altresì in qualità di uditore il Consigliere Provinciale: Giuseppe Trespidi. Il Presidente autorizza la presenza in sala del pubblico.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Buonasera a tutti. È passato il cosiddetto quarto d'ora accademico, quindi, diamo inizio a questo incontro.

Intanto che apriamo l'assemblea, stanno ancora entrando Sindaci. Abbiamo qui presenti 77 enti rappresentati, per un totale di 263.828 abitanti rappresentati, pari al 72,87 per cento, quindi abbiamo il numero legale, possiamo iniziare i lavori di questa Conferenza dei Sindaci.

Conferenza dei Sindaci, direi, programmata già da tempo, avvalorata da una richiesta pervenutaci con una raccolta firme, diciamo così, molto bonaria, fatta alla buona, perché non siamo riusciti a individuare i Sindaci firmatari, ma non c'è stato nessun problema di forma in quanto, ripeto, era già nei nostri programmi e progetti questa convocazione.

Giusto per correttezza, devo informare, come di consuetudine, perché il regolamento non è cambiato, essendo il primo punto una votazione deliberatoria, i presenti non Sindaci, non avendo diritto a rimanere qui per la votazione, dovrebbero uscire durante la votazione, perché, diversamente, non mi convalidano la votazione stessa.

Quindi, adesso apro un attimo l'ordine del giorno, vediamo se ci sono interventi, quando si arriverà alla votazione, dovrò chiedere, cortesemente, di varcare il tendone, poi, dopo, potete rientrare e assistere al prosieguo dei lavori.

Come primo punto all'ordine del giorno abbiamo l'approvazione dei verbali della seduta precedente, stiamo parlando del verbale della Conferenza del 22 marzo e del verbale della Conferenza del 4 aprile.

Ci sono interventi rispetto a questo punto? Lo posso mettere in votazione?

Cortesemente, quindi, chiederei agli ospiti di fare qualche metro per abbandonare la sala, poi vi faccio rientrare.

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

È proprio previsto così, l'abbiamo già avuto diverse volte, se volete, adesso, vado a ricercarvelo. Essendo anche stato tema di approfondimento nelle puntate scorse… l'adunanza aperta, esatto.

È sempre l'articolo 9, comma 2, che esplicita, laddove siano presenti persone ospiti, si considera la seduta aperta e quindi non può deliberare. È questo il meccanismo, articolo 9, comma 2.

Di conseguenza, se dobbiamo deliberare essendo l'approvazione dei verbali una deliberazione, dobbiamo essere presenti solo noi. (Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

È tutto registrato, è sempre quel comma, è quell'articolo. Grazie.

Possiamo passare alla votazione o ci sono altri interventi? Possiamo passare alla votazione.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Favorevoli? Astenuti? Crema… beh, poi, per le deleghe, la Segreteria…

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

Do’per scontare che chi alza la mano lo fa anche per i Comuni che hanno concesso delega.

È giusto? Erano solo due mani alzate come astenuti? Okay. Crema e , lo ripeto per gli uffici.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Contrari? Per differenza, gli altri sono favorevoli.

O.d.g. 1 – Approvazione Verbali n. 1 e 2

Il Presidente sottopone quindi a votazione a scrutinio palese il suddetto oggetto con i seguenti risultati: Presenti: Rappresentanti n. 78 Enti con voti n. 265.453 Maggioranza teorica: voti n. 132.727 Astenuti: n. 2 Rappresentanti dei Comuni di Crema e Dovera con voti 37.925 Votanti: Rappresentanti n. 76 Enti con voti n. 227.528 Maggioranza: voti n. 113.765 Favorevoli: Rappresentanti n. 76 Enti con voti n. 227.528 Contrari: ---

Viene quindi proclamata a maggioranza l’approvazione del presente atto che viene formalizzato con Deliberazione n. 3/12 avente il seguente deliberato:

D E L I B E R A

- di approvare, il Verbale n. 1 della seduta della Conferenza dei Comuni dell’ATO del Servizio Idrico Integrato della Provincia del 22 marzo 2012 e il Verbale n. 2 della Conferenza del 4 aprile 2012, che si allegano quale parte integrante e sostanziale del presente atto.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Bene. Potete entrare. Accomodatevi pure. Grazie.

O.d.g. 2 - discussione in merito al modello gestionale organizzativo del Servizio idrico integrato cremonese.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Il secondo punto prevede la discussione in merito al modello gestionale organizzativo del Servizio idrico integrato cremonese. Prima di aprire la chiacchierata che si vuole fare, è stata mia idea chiedere al Direttore di illustrarci appunto quali sono le peculiarità dei tre modelli gestionali. Grazie.

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

Buonasera a tutti. Il tema dell'illustrazione dei tre modelli gestionali ovviamente non è nuovo, è stato ampiamente sviscerato anche in questa sede e peraltro conosciuto.

Mi limito, quindi, a tratteggiare brevemente le linee essenziali per l'idea appunto di riassumere il quadro prima di aprire una discussione.

Come sapete, la normativa comunitaria, integralmente recepita dalla nostra normativa nazionale, prevede per questa tipologia di servizi pubblici tre forme di gestione e non altre, per cui, non è possibile costruire una quarta forma di qualsiasi altra tipologia.

Le tre forme sono quella della cosiddetta società in house, quella della cosiddetta società mista e quella dell'affidamento al soggetto privato direttamente sul mercato.

Parto da quest'ultima, che è quella che soprattutto chi è amministratore locale conosce benissimo per una molteplicità di affidamenti di acquisti di beni e di servizi. Si tratta, quindi, molto semplicemente, di individuare mediante procedura ad evidenza pubblica, con una gara d'appalto o con qualche procedimento più informale, ma comunque a evidenza pubblica, il soggetto che presenta e offre le migliori condizioni o puramente economiche o in parte economiche in parte qualitative, per vedersi aggiudicato il servizio.

Il tipico affidamento, quindi, che cresce e che si sviluppa nell'alveo del Codice dei contratti, nel Codice degli appalti pubblici, sul quale ovviamente non mi dilungo.

La società mista è il soggetto costituito da una parte pubblica e da una parte privata. La parte pubblica della società mista viene intesa come, l'aggettivo "pubblico" viene inteso come il fatto che il soggetto sia partecipato direttamente o indirettamente dagli enti locali, quindi dalla pubblica amministrazione in senso lato, nel nostro caso dagli enti locali.

La parte privata viene individuata con le medesime modalità di cui si diceva pocanzi riguardo all'altra forma di gestione, ovvero, con procedure ad evidenza pubblica, che non vado a ripetere ulteriormente.

Il terzo modello gestionale previsto dall'ordinamento italiano è la cosiddetta società in house. Una società, secondo la normativa comunitaria recepita in Italia, una società, perché sia definita in house, deve avere tre requisiti: la totale partecipazione diretta degli enti locali di riferimento, quindi il capitale sociale direttamente e totalmente partecipato dagli enti locali, la predominanza dell'attività che deve essere svolta in favore degli enti locali che ne sono proprietari. In questo caso, quindi, non è previsto il cento per cento, ma la legge prevede una predominanza di servizi offerti alle quote di proprietà, fermo restando che non è vietato che la parte residuale sia liberamente vendibile sul mercato, dell'attività. Il terzo requisito è quello che normalmente viene riassunto con il termine di "controllo analogo", ovvero, la normativa dice che questa società deve essere controllata nelle sue linee direzionali e nella sua gestione ordinaria dall'ente o dagli enti locali proprietari, come se fosse un settore o un ufficio dell'ente locale stesso.

Questo è il controllo analogo, dove l'aggettivo "analogo" serve appunto esattamente a esprimere quello che dice la lingua italiana, cioè, una totale analogia con il controllo che si ha su un proprio settore di appartenenza. Questi sono i tre requisiti, tutti e tre simultaneamente presenti, affinché si possa parlare di società in house.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie Direttore. Ci sono interventi? Paolo Riccaboni, Sindaco di Spino D'Adda. Prego.

PAOLO RICCABONI - SINDACO COMUNE DI SPINO D'ADDA:

Buonasera a tutti. Anticipo la conclusione del mio intervento. Questa sera voglio chiedere a questa Conferenza un voto politico, perché deliberativo non può essere, per rimarcare come la maggioranza, come auspico, della Conferenza, approvi quale modello gestionale da adottare per completare l'aggiornamento del Piano d'ambito, la forma della società mista pubblico – privato con l'individuazione a mezzo gara di un socio privato al 40 per cento.

È un anno che si discorre sul fatto se ci si sia o non ci si sia pronunciati la scorsa Santa Lucia, nelle assemblee tra il 12 e il 16 dicembre, su qualè l'effettiva volontà dei Sindaci e sovente si è invece detto che allora l'effettiva volontà fosse quella di muoversi verso il modello cosiddetto "in house".

Io chiedo a questa Conferenza stasera di esprimersi, finalmente diciamo a tutti se la maggioranza o la minoranza di questa Conferenza dei Sindaci è favorevole o contraria al modello proposto dall'Ufficio d'Ambito e approvato dal suo C.d.A. con una sola astensione, se non ricordo male.

Se per altri la parola "privato" è negativa, lo premetto, non lo è per me e non lo sarà per coloro che approveranno questa proposta. Qualcuno adduce la volontà referendaria per opporsi, ma io vorrei che non ci si ingannasse su questo punto. La volontà referendaria è saldamente confermata anche da questo modello, perché qui non parliamo di proprietà ma di gestione e non di quota maggioritaria ma minoritaria.

Il privato, auspicabilmente, potrà portare quello che meglio sa fare, diminuzione di costi e provvista di capitali, assolutamente indispensabili.

Per fare cosa? Come dico sempre, per limitare l'incremento tariffario.

Qui le posizioni sono chiare, c'è chi dice (e cita il modello tedesco) aumentiamo la tariffa e manteniamo la purezza ideologica, io dico che il quesito referendario non viene tradito, la proprietà è totalmente pubblica. Nella gestione può esserci un socio privato minoritario che apporti competenza, efficienza, capitali, in modo da favorire la bancabilità, l'accesso al credito, il contenimento tariffario e tutti gli investimenti di cui la nostra provincia, prima tra quelle lombarde, ha più necessità nel modo più assoluto.

Pro capite la Provincia di Cremona è quella che in Lombardia ha più necessità di investimenti, e lo dice un Sindaco del Cremasco, dove meno sono necessari e su cui più in proporzione ha già pesato e peserà l'incremento tariffario. Ma più di così io non voglio che pesi, non voglio nel modo più assoluto!

Il modello in house non è percorribile. Sono stati evidenziati i tre requisiti, uno c'è, uno è impossibile, uno richiede sforzi enormi ai Comuni, richiamando qui temi quali la capacità mutuataria, quella di accesso al credito, il patto di stabilità, per uno dei tre requisiti.

Ci sono tantissime altre ragioni, non mi dilungo, l'assunto del mio intervento penso che sia assolutamente chiaro. Il modello gestionale misto forse è migliorabile, ma non è oggi assolutamente sostituibile da nessun altro, se non la gara, cosa che non è mai stata contemplata da questa Conferenza. Quindi non c'è alternativa. Io mi batterei per il modello gestionale misto per le ragioni che ho detto, anche se ci fosse un'alternativa, se anche ci fosse questa alternativa, le mie ragioni continueranno a essere queste, però voglio che questa Conferenza sgombri ogni dubbio su qualè la volontà del territorio e della maggioranza dei suoi rappresentanti.

È per questo che chiedo questo voto, chiamiamolo di indirizzo, perché non può essere deliberativo, che confermi, convalidi, approvi e inciti a perseguire il modello proposto dal C.d.A. dell'Ufficio d'Ambito. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Ha chiesto la parola Giuseppe Torchio. Prego.

GIUSEPPE TORCHIO - CONSIGLIERE COMUNE DI SPINEDA:

Se vi deve essere una regola, sicuramente non si può prescindere dai comportamenti che hanno caratterizzato tutta questa fase, questo periodo e non può prescindere da quelle che sono state le decisioni assunte da questa assemblea, che sono state scavalcate dalla decisione dell'Ufficio d'ambito, che ha votato per i tre quinti in quell'occasione, da quello che mi risulta, ma che non ha tenuto conto di un'impostazione diametralmente opposta che è venuta dai Sindaci.

Per potermi riferire alla posizione dei Sindaci in generale, ho portato con me il documento che l'ANCI ha presentato al Governo il 3 dicembre scorso, quindi estremamente attuale rispetto a una materia in evoluzione, nella quale l'idea che quello che oggi è stato realizzato abbia valore zero, così come è stato individuato nel percorso dei provvedimenti legislativi, non è qualche cosa che gratifica gli investimenti che sono stati realizzati dal pubblico in una rete totalmente pubblica come quella cremonese.

Mi sembra che si siano fatti i conti senza l'oste, perché, in effetti, tutto questo deve essere considerato, così come deve essere considerato in termini anche contabili e adottando quelli che sono i modelli della contabilità finanziaria e non economica che riguarda gli enti locali, cosa che invece non è stata ancora definita. E così la stratificazione dei cespiti, che definisce sostanzialmente una stima dei costi medi che deve fare lo stesso ATO.

Sono tutte problematiche che riguardano il nostro portafogli, che riguardano, direi, investimenti che hanno caratterizzato l'indebitamento degli enti locali, quella che è la quotazione dell'indebitamento anche all'interno della definizione dei mutui in essere, se documentati sul piano finanziario.

Tutti argomenti che finora esulano da quello che è un confronto con il Governo e non è pensabile che mentre si fa il credito d'imposta per Gamberale e per le reti autostradali non lo si faccia per le reti idriche, perché qui parliamo dell'interesse di ciascuno di noi, dei nostri Comuni, delle nostre comunità, nelle quali abbiamo investito.

Oggi non è immaginabile che tutto questo non goda di un ombrello di protezione, in un Paese che ha bisogno di rilanciare i propri investimenti non solo autostradali, nell'arretratezza, soprattutto nel sud, ma anche in alcune delle nostre aree delle reti. C'è internet, ci sono le autostrade, ma c'è anche questo, c'è tutto un problema di distacchi che riguarda ormai una fase sociale delle nostre comunità, lo sappiamo perché prima della Caritas e delle altre cose vengono da noi e sappiamo che cosa significa in termini di socialità oggi l'intervento.

Una validazione di quelli che sono stati i nostri investimenti deve essere tenuta in considerazione, finora questo non è avvenuto.

Immagino che questo documento che è stato presentato dall'ANCI possa e debba diventare alla vigilia delle scadenze elettorali regionali e nazionali un po' la bandiera dei Comuni rispetto anche alle modifiche della normativa in atto, una normativa in evoluzione.

A me pare, per esempio, che quando l'ANCI dice che va evitato il ricorso a metodi puramente finanziari, coinvolgendo invece in maniera più attiva la Cassa depositi e prestiti, sia più per calmierare i tassi di interesse che per valorizzare gli assetts di proprietà pubblica quale mezzo per l'erogazione del servizio. Un intervento finanziatore del settore potrebbe essere l'istituzione di un fondo da alimentare con la tassazione aggiuntiva di alcuni beni non essenziali che i concessionari, opportunamente selezionali sulla base di progetti e di risorse, potrebbero utilizzare, impegnandosi a seguire determinati precetti: costo del management da contenere entro un certo limite, quindi il passaggio delle sette sorelle a una società unica e dentro questa impostazione. Scelta dei fornitori con gara in base Consip per evitare quello che avviene nella sanità, che da una parte costa trenta euro e dall'altra ne costa trecento la stessa cosa. E altre ulteriori condizioni di definire.

Mi pare che sia un'impostazione nella quale finalmente vedo che qualcuno fa il sindacato dei Comuni, come dovrebbe essere l'ANCI, perché fino adesso è stata tutta una partita in perdita dove questi argomenti non sono mai emersi nel dibattito.

Non è possibile parlare di ripresa, di rilancio, o comunque di risveglio dell'economia, se non decolla un discorso complessivo a livello economico, quale che sia la forma di gestione, totalmente privata, mista o totalmente pubblica.

Questa è una delle questioni di base e sono convinto che un'assemblea come questa non possa prescindere da questi argomenti.

Fino adesso abbiamo partecipato alle due fazioni, chi sì, chi no, ma non abbiamo approfondito questi aspetti.

Allora le istituzioni, chi ci rappresentano, questi argomenti li devono portare avanti in un serratissimo confronto e sono convinto anche che la definizione che è in fase di rilettura, finito il discorso dell'agenzia della regolazione in materia di acqua, la cessione di questa sovranità o di questo titolo di decisione all'Autorità dell'energia e del gas, come è la nuova normativa che è prevista dai passaggi, debba anche in questo caso tenere conto di una serie di situazioni. La riduzione dei consumi, l'introduzione di politiche di risparmio, la promozione dei consumi virtuosi, l'equilibrio tra la proprietà delle reti e la loro gestione e l'erogazione, sono tutti documenti che fanno parte di una piattaforma che la nostra associazione a livello nazionale ha portato avanti. Evidentemente, anche rivedendo, come ho detto prima, il concetto di gratuità dell'assetst pubblico da affidare al gestore nella fase di subentro, perché anche questo è uno degli elementi che riguarda direttamente il nostro portafogli.

E vivaddio, se il Comune di Cremona ha fatto tirare fuori 40 milioni per le reti ad AEM vuol dire che non sono gratuite e questo pesa pesantemente anche rispetto alla procedura successiva di tutta la fase idrica della Provincia di Cremona o no? Sono discorsi ideologici o sono discorsi concreti? La valutazione di qualche anno fa era questa e adesso non vale più un tubo di niente. È impossibile che sia così. Cerchiamo, quindi, di mettere nel discorso complessivo anche quelli che sono i nostri interessi.

Concludo dicendo che qui non è pensabile che le decisioni assunte dagli organi dell'ATO siano neutrali, perché sono completamente in contraddizione con il modello di altre forze politiche che non fanno parte della maggioranza negli enti locali, come la Lega, che oggi non è presente nei suoi rappresentanti, per segnalare una diversa posizione rispetto a quella annunciata dal mio predecessore nella richiesta di votazione con un atto di indirizzo.

Questo sarà oggetto di una mozione estremamente chiara, che verrà presentata nei prossimi giorni in Consiglio provinciale e sulla quale le forze politiche hanno già espresso un loro intendimento.

Se noi oggi dovessimo stabilire una posizione in dissonanza rispetto a quelle precedentemente assunte da questa assemblea, soprattutto quando è stata richiesta una revisione del Piano d'ambito, una riduzione del Piano d'ambito, per evitare di portare l'astina sempre più in alto, per impedire quindi al saltatore o all'atleta di raggiungere l'obiettivo. A questo punto, evidentemente, dobbiamo anche passare attraverso quelle che sono le previsioni di legge e le previsioni di legge dicono che è sovrano il Consiglio Provinciale rispetto alla restituzione del Piano, quando sarà approvato o meno dalla Regione.

La vera furbizia di evitarci di decidere prima che l'Ufficio d'Ambito decidesse attraverso il suo organo esecutivo non può essere sicuramente sanata da un passaggio in questa sede, almeno dal mio punto di vista, e comunque nell'ultimo giorno prima della scadenza alcuni Sindaci hanno presentato al TAR una motivata opposizione, che penso sarà seguita nei prossimi giorni anche da altri fatti che riguardano altri colleghi e che riguardano lo stesso Comitato per l'acqua bene pubblico.

Questi sono fatti politici significativi, che sia sul quadrante nazionale sia sul versante locale hanno caratterizzato l'evoluzione. Nel momento in cui noi siamo qui per richiesta di molti colleghi che hanno sottoscritto quel documento, sicuramente dovremo andare su questi temi, su questi argomenti, perché sappiamo che per quanto ci riguarda la sensibilità verso un argomento come quello idrico è molto elevata. E ci sono anche dei confronti a breve termine che riguardano la platea elettorale, nei quali saremo chiamati a dare una risposta a coloro che qualche anno fa nei nostri Comuni hanno votato in una certa maniera.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie. Altri interventi? Claudio Silla.

CLAUDIO SILLA - SINDACO CASALMAGGIORE:

Intanto… Presidente, se mi permetti, ti do del "tu", ti abbiamo un po' rincorso in questi mesi perché io e altri Sindaci ci lamentavamo del fatto che non veniva mai convocata la Conferenza dei Comuni, per cui abbiamo firmato in… non mi ricordo più quanti, per chiedere la convocazione e dall'ultima volta, che è stata in aprile, sono passati otto mesi, dopodiché leggevo qui un comunicato stampa che dice "un parto di otto mesi, però è prematuro il parto".

Mi riferisco al comunicato stampa della Lega che annunciava la non presenza dei Sindaci che fanno riferimento… era per dire, il parto è stato lungo però è anche prematuro.

Tornando seri, noi avevamo fatto una richiesta, volevo invitare questo consesso, l'assemblea di Sindaci rispetto a una valutazione che in qualche modo si dava per scontata come nell'ordine delle cose, che è stata anche la fine della discussione dell'assemblea convocata in aprile di quest'anno, che faceva riferimento al percorso di aggregazione delle società in vista della costituzione dell'unica società. Anche nel documento programmatico, come viene riportato, basta leggere i verbali che questa sera sono stati posti in votazione, mi riferisco, per esempio, a un intervento che aveva fatto il Sindaco Venturelli, anche nell'accordo tra le aziende si diceva si fa la società unica in vista di avere l'affidamento. Ci si lasciava in quest'assemblea dicendo è questo il ragionamento che dovremo condividere a livello di questo consesso dei Sindaci.

Abbiamo fatto poi delle assemblee di Padania Acque, perché era il luogo deputato ove, come dire, veniva sancita e ufficializzata la fine di quel percorso, ovvero, il conferimento dei vari rami in vista della costituzione della nuova società, avvenuta, partita, funzionante dal primo di dicembre, se non erro. Quindi noi, con quella richiesta di convocazione dell'assemblea, Presidente, volevamo porre all'attenzione dei 115 Sindaci questo fatto.

C'è il soggetto unico. Perché, si dice che non è possibile fare l'affidamento a quel soggetto unico? Perché questo è l'oggetto proprio della richiesta.

Per cui, mi permetto anche di sottolineare, visto che ho seguito attentamente l'intervento del Sindaco di Spino, che in qualche maniera è coerente con la convocazione dell'ordine del giorno, però, i quaranta e passa Sindaci firmatari avevano chiesto, se lei legge attentamente la richiesta di convocazione dell'assemblea, di aprire il ragionamento, la valutazione, la discussione, sul fatto che a fronte della costituzione della società unica necessariamente bisogna pronunciarsi rispetto all'affidamento.

Io vorrei spostare su questo terreno la nostra assemblea.

Ci sono diversi ordini di problemi, però, noi dobbiamo anche guardare quello che sta succedendo in giro, in particolare in Regione Lombardia.

Ci sono delle realtà provinciali che già hanno fatto il percorso che noi vorremmo intraprendere, ovvero, abbiamo costituito la società unica, facciamogli l'affidamento.

Lo decide Varese, lo decide la Provincia di Milano addirittura pronunciandosi sull'affidamento, ancorché provvisorio, prima della costituzione della società, perché il Consiglio provinciale di Milano dice "faremo l'affidamento nel momento in cui…" e esprime una volontà politica molto chiara e precisa, "…nel momento in cui le società che da questo momento hanno mandato si mettono insieme e danno vita alla società unica".

Molti Sindaci qui si interrogano su questo fatto, come mai, a fronte del… e salutiamo il risultato, la costituzione della società unica, le varie prese d'atto e l'approvazione, ivi compreso del business plan, anche se poi abbiamo iniziato a sentire che quel business plan a più riprese è stato smontato, è stato criticato, magari da chi un momento prima l'aveva votato…

Qui mi interrogo, permettetemi, se compiano degli atti, in qualche modo, dobbiamo renderci responsabili di quegli atti.

Per inciso, ricordo che il business plan che è stato approvato prevedeva sulla voce "Entrate", un valore economico complessivo, il valore economico della società unica, di 38 milioni e mezzo di euro.

Io non è che sia un esperto, infatti, abbiamo dato l'incarico a KPMG, e non ho motivo di dubitare che non abbia fatto benissimo il suo lavoro. Riguardando le pagine dell'ATO, avete approvato un Piano d'ambito che ha un valore economico complessivo sul 2013 (cito i dati 2013), di 40 virgola qualcosa milioni di euro. Per cui, già qui, io dico, se la stessa autorità che ha approvato una proiezione di Piano d'ambito con le tariffe che riteneva più ragionevoli, siccome poi ho sentito che una delle debolezze del business plan della società unica era una valorizzazione della tariffa che non è ancorata alla realtà…

Lo stesso Ufficio d'ambito ha immaginato un Piano d'ambito che vale 40 virgola qualcosa milioni di euro, banalmente, senza essere un esperto di business plan, mi viene da dire che le società hanno immaginato un business plan che è assolutamente coerente con quanto scritto dal Piano d'ambito.

Oltre non vado, pongo delle questioni, perché noi facciamo delle affermazioni, non è possibile fare l'affidamento, si dica perché non è possibile fare l'affidamento. Non c'è la volontà di fare l'affidamento o non è possibile fare l'affidamento?

Perché la Provincia di Milano, evito di citare i segni politici delle realtà che sto raccontando perché li conosciamo tutti, perché la Provincia di Varese decide una cosa? Perché altre realtà provinciali hanno fatto una scelta di questo genere? Perché l’Authority, la Regione, possiamo citare un parere degli uffici, non solo giudica opportuno ma anche auspicabile avere, a fronte di un unico soggetto, un affidamento?

Non è possibile perché il tema è che la società deve essere partecipata direttamente dai Comuni e quindi ai sensi dell'articolo 150 del decreto 152 non è possibile? Altre realtà hanno fatto l'affidamento provvisorio nelle more dell'eventuale retrocessione ai Comuni della partecipazione, ma hanno fatto l'affidamento provvisorio.

Non la voglio fare lunga, la materia propria di quest'assemblea era fare una valutazione ed eventualmente dare un indirizzo rispetto al fatto che se abbiamo costituito…

Sinceramente, guardate, per me è talmente banale, è stata costituita la società ma cosa ce ne facciamo di quella società? Abbiamo voglia di scherzare? Non gli facciamo l'affidamento diretto? Ma di cosa stiamo parlando?

L'altra questione: il modello. Tema serio, ricordava giustamente qualcuno, competenza del Consiglio provinciale, mi sembra che la questione sia stata posta in maniera forte e qui ribadita. Ovviamente non mi candido a fare il portavoce della Lega, però, non essendoci nessuno, qualcuno deve anche farsi interprete.

Se scelgono di non venire e non vengono i colleghi Sindaci in questa assemblea è perché, avendo letto l'ordine del giorno e essendo stata inserita la questione del modello gestionale, dicono, scusate, la settimana prossima c'è un Consiglio in cui, avendo presentato una mozione molta chiara, ci sarà un pronunciamento.

Dopodiché, se il tema era questo, si metteva chiaramente nell'ordine del giorno che si veniva convocati per scegliere il modello gestionale. La richiesta avanzata da quaranta e passa Sindaci era di altro tipo.

Ancora sulla questione del modello. Abbiamo sentito che alcuni Sindaci hanno fatto un ricorso rispetto alla delibera del consiglio di amministrazione dell'ATO, come si ricordava prima, a tre voti rispetto ai cinque componenti che fanno parte del consiglio di amministrazione dell'ATO. Confermo che un'altra quindicina di Sindaci stanno presentando analogo ricorso avverso alla Delibera del Consiglio di Amministrazione dell'ATO per quanto riguarda il modello.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Ripeto, visto che mi è stata fatta una domanda indiretta, o diretta che sia, sfido chiunque a capire chi sono questi Sindaci, se sono Sindaci, chi sono. La Segreteria ha interpellato anche il Sindaco di Crema, la quale, se mi è stato riferito bene, non era a conoscenza di chi effettivamente avesse firmato o non firmato. Io sono andato avanti, quindi, con il mio percorso e pensavo che riportando conferenze stampa o dichiarazioni riportassi quello che ho detto, cioè, che aspettavo i tempi della Regione.

Comunque, secondo me… io sono stato in silenzio, gradirei essere ascoltato, diversamente, sennò, non potete ribattere.

Secondo me la questione, essendo aperta, nulla pregiudica, io sono partito con il modello gestionale perché, quando mi si tirava la giacca, mi si tirava la giacca su quello, quindi siamo qui per parlarne.

Altri interventi? Il Sindaco di Crema si è prenotato.

STEFANIA BONALDI - SINDACO COMUNE DI CREMA:

Volevo fare solo una precisazione dal punto di vista formale. Quando sono stata interpellata, ho precisato che le firme erano state assunte evidentemente in un'assemblea di Sindaci, quindi non avevo motivo di ritenere che fossero state in qualche misura contraffatte, perché eravamo nell'assemblea di Padania. Detto questo, mi sono anche resa disponibile immediatamente, se lo si ritenesse, a interpellare tutti i Sindaci che avevano partecipato all'assemblea per chiedere di validare in qualche misura la firma che avevano dato, dando conferma.

Mi è stato detto che non era assolutamente necessario ma che in questa assemblea, se lo si fosse ritenuto, si sarebbe provveduto a integrare con i crismi della formalità il tutto.

Detto questo, voglio anche eccepire che proprio in apertura di assemblea lei, Presidente, ha detto che questa nostra richiesta era addirittura, come dire… aveva precorso i tempi, perché era stata in qualche misura profetica, perché lei stesso l'avrebbe convocata.

Delle due l'una, o si riteneva di convocare o comunque…

Per cui, non capisco questa necessità di volere precisare in qualche modo…

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

La mia risposta era solo sull'ordine del giorno, non sul…

STEFANIA BONALDI - SINDACO COMUNE DI CREMA:

D'accordo. Detto questo, ribadisco quello che diceva il collega Silla, come si sarà notato nella richiesta che noi abbiamo depositato, volutamente era finalizzata a ottenere in qualche modo un dibattito che ritenevamo fosse stato mortificato. A fronte di otto mesi di totale silenzio che venivano dopo un periodo complicato in cui io non c'ero, ho letto i verbali, dai verbali leggo di una situazione difficile, complessa, di sedute fantasma o quasi, persone che lasciano l'assemblea…

Una situazione che in qualche modo aveva creato un vulnus, un vulnus all'assemblea medesima, quindi, francamente, ritenevamo doveroso che ci potesse essere un luogo nel quale…

E siamo andati in cerca di questo luogo, perché, poi, giustamente ci è stato detto in altre assemblee che non avevamo la giacca giusta, quindi, questo ci pareva essere il luogo dove poter affrontare un dibattito serio e sereno sul tema. Detto questo, poi, come è stato detto da Torchio, come è stato detto da Silla, c'è anche il tema che ci sarà un Consiglio Provinciale che è deputato a esprimersi proprio sul tema del modello gestionale, quindi, se vogliamo eccepire in punta di forma, la stessa dicitura dell'ordine del giorno che lei ha convocato parla di una discussione ma non parla di approvazione e non parla di votazione, la discussione è un confronto.

Detto questo, da un punto di vista del merito, io eccepisco rispetto alle considerazioni, deduzioni del collega Riccaboni di Spino, rispetto al tema del modello gestionale. Evidentemente siamo di fronte a due posizioni in qualche misura di principio differenti, io mi limito a registrare che il piano industriale che c'è stato presentato è un piano del quale è stata dichiarata la sostenibilità, è stata dichiarata da un soggetto terzo, e quindi non da un soggetto portatore di un interesse rispetto al tema che si stava dibattendo, un piano che consente comunque investimenti di circa 54 milioni in un triennio, quindi un piano, se vogliamo, di investimenti significativi sul nostro territorio.

Continuo a ribadire che pur capendo esattamente quello che il Sindaco Riccaboni dice nella differenza tra la proprietà e la gestione, credo che davvero il pronunciamento referendario comunque implichi un'attenzione rispetto al tema dell'acqua pubblica, perché, per il cittadino comune, che si è espresso con il voto, votare per l'acqua pubblica significava votare anche per la gestione pubblica.

Dico anche non facciamone in questo momento una questione ideologica ritengo, alla luce anche di pareri acquisiti presso i funzionari regionali, che in questo momento un affidamento in house in regime provvisorio sia possibile essendo la società che abbiamo costituito interamente pubblica, sebbene in via indiretta perché non è ancora avvenuta la retrocessione, ma ben potrebbe essere effettuato l'affidamento in house nel periodo provvisorio in attesa della retrocessione ai Comuni.

Tutto qui, grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie. Davide Persico.

DAVIDE PERSICO - SINDACO DEL COMUNE DI SAN DANIELE PO:

Buonasera a tutti.

Volevo dire che ho molto apprezzato l'intervento del Sindaco Riccaboni, anche se non condivido il modello gestionale che ha esaltato, trovo però l'intervento oggi superfluo, perché una decisione è già stata presa, se non sbaglio.

Si suggerisce di votare un indirizzo politico, io e il Comune che rappresento, Motta Baluffi, non voteremo alcun indirizzo politico, in quanto tre di voi hanno già preso una decisione anche per me.

Pertanto, non voglio sentirmi un burattino che dà sostegno o non dà sostegno a una decisione che qualcun altro ha già preso nei miei confronti, il mio parere negativo a proposito della vostra decisione è già stato dimostrato con il ricorso al TAR che ho fatto con il Comune di Torre e il Comune di Motta Baluffi.

Credo che questa sia già un'espressione politica chiara e netta di come la pensa San Daniele Po nei confronti della decisione dell'ATO.

Ribadisco che il modello di società mista che è stato scelto e approvato dal C.d.A. con solo tre votazioni va contro i risultati del referendum e mi chiedo per quale motivo stasera si voglia far votare una cosa del genere quando c'è stato il tempo assolutamente necessario per far sì che la nostra assemblea potesse decidere tranquillamente quale modello gestionale votare.

Non c'è mai stata data questa opportunità e adesso si vorrebbe una ridicola votazione a sostegno di una decisione già presa che io mi rifiuto categoricamente di prendere. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie. Altri interventi? Sindaco Cavalli.

MARCO CAVALLI - SINDACO DEL COMUNE DI ROMANENGO:

Grazie. C'è qualcuno che risponde poi?

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Sì, infatti, lo stavo dicendo…

MARCO CAVALLI - SINDACO DEL COMUNE DI ROMANENGO:

No, perché si continua a fare delle domande ma nessuno risponde, allora… so che prenderete buona nota e aggiungerete anche le mie di domande.

Partivo da una riflessione, abbiamo approvato prima i verbali delle sedute precedenti e l'ultima seduta è del 4 aprile. Nel secondo punto di quella delibera c'era una proposta già citata da Silla del Sindaco Venturelli rispetto a un indirizzo. Lì, visto che era mezzanotte e mezza, abbiamo condiviso quasi unanimemente l'idea di andare a casa e di ridiscuterla. Eravamo al 4 aprile 2012 e oggi siamo a Santa Lucia.

Dato che c'erano poi altri emendamenti presentati a quella proposta che dicevano delle cose abbastanza precise, dava un indirizzo politico da parte di questa assemblea rispetto a questo momento, però, da lì non ci siamo più visti, abbiamo aperto altri tavoli in altre vesti nostre, come Sindaci, soci delle altre società, abbiamo fatto un percorso credo condiviso sostanzialmente, con tanti distinguo, ma credo condiviso. Fino a arrivare, finalmente, alla definizione di un piano di business, non ancora bene di patti parasociali, ma li vedremo, alla fine, di un soggetto unico per il quale un po' paradossalmente, nell'ultima assemblea di Padania, noi Sindaci non abbiamo dato un indirizzo, o comunque, abbiamo espresso un indirizzo che non è passato a maggioranza ma ha raccolto un consenso non condiviso dalla maggioranza.

Dopodiché si arriva alla vicenda dell'11 ottobre, che è un'altra delle tappe importanti di questa vicenda, che è la famosa deliberazione C.d.A. dell'ATO, per la quale anche io confermo la presa di posizione fatta dal mio Comune, sia rispetto alla forma con la quale si è deliberata quella decisione, con una convocazione tardiva e con un punto aggiunto a un ordine del giorno già inviato nei tempi previsti, e con un riferimento esplicito al silenzio/assenso dato a quel modello da quest'assemblea.

Credo che più o meno tutti, tranne un paio di Sindaci che non erano Sindaci all'epoca, ci ricordiamo tutti come sono andate quelle assemblee, dove abbiamo discusso molto, anche animatamente, abbiamo preso anche delle posizioni.

Arriviamo alla richiesta di convocazione dei Sindaci fatta qualche giorno fa e, Presidente, anche qui, se c'era qualche problema sulla forma, dato che siamo formalisti, bisognava dirlo prima. Dato che c'è stato confermato che non sarebbe stato un problema, siamo andati avanti convinti che oggi avremmo visto all'ordine del giorno questa legittima richiesta, io credo, fatta da una rappresentanza importante dei Sindaci, di discutere nel merito, non di discutere solo del modello gestionale, ma di guardare la vicenda nel suo complesso, capendo anche quali sono le implicazioni rispetto a quella società che nel frattempo ha cominciato a operare.

Faccio una domanda, ma faccio a me stesso ma non mi do la risposta. Oggi ci viene chiesto di dare un indirizzo politico ma il consesso è ancora quello del 16 di dicembre, se davvero questo modello era condiviso all'epoca ed è condiviso oggi, dove erano questi Sindaci il 16 dicembre? Dove legittimamente potevano esprimere un parere a maggioranza su quel modello. Perché non siete venuti?

Torniamo a quella domanda. Adesso mi pare che il tempo sia scaduto, cioè, o è vero e vale quel silenzio/assenso, altrimenti, perché adesso noi dovremmo dare un indirizzo come assemblea a qualcuno che ha già deciso secondo quell'idea?

Voglio dire, il percorso è stato: il C.d.A. dell'ATO ha elaborato un piano, l'ha sottoposto alla Conferenza, che doveva esprimere un parere vincolante obbligatorio, è andata come è andata, l'11 ottobre il C.d.A. dell'ATO prende atto del silenzio/assenso.

Non è che dobbiamo fare altri passaggi, se quella è l'idea da cui si parte, per cui secondo il C.d.A. dell'ATO l’Assemblea si è espressa non esprimendo un parere, non cogliendo questa opportunità di dire come la pensava, perché adesso dobbiamo votare un indirizzo politico?

Faccio un passaggio in più e qui iniziano le domande.

Se capisco bene il percorso perverso di questo sistema, dopo quell'Assemblea della seduta del C.d.A. dell'ATO dell'11 ottobre è stato redatto un verbale di delibera e tale verbale è stato inviato alla Regione Lombardia, la quale, secondo quanto prevede la norma regionale, deve esprimersi sull'intero Piano d'ambito, sul tema degli investimenti, sulle tariffe, sulla rispondenza alla norma.

Credo che i sessanta giorni che la Regione ha per esprimere un parere scadranno in questi giorni. Chiedo dopo questo passaggio che cosa succede.

Lascio a voi la risposta, anche se la immagino.

Mi chiedo che senso abbia oggi dare un'indicazione in questo senso come Assemblea dei Sindaci rispetto a quel tema.

L'altro passaggio. In tutti gli atti che non abbiamo sviluppato in questa sede ma nelle sedi societarie con gli stessi interlocutori, perché al cosiddetto "Tavolo idrico" sedeva il Presidente della Provincia, i soggetti gestori delle società, e poi da giugno in avanti, o maggio, quello che è, il famoso tavolo idrico dei Sindaci, il tavolo di tutoraggio dei Sindaci.

Abbiamo costruito un percorso con un obiettivo e abbiamo costruito un piano di business con l'idea che quella società costituenda, oggi ormai operativa, potesse, in via transitoria, gestire il ciclo idrico.

Seconda domanda, al 31.12 il regime di prorogatio dato dal C.d.A. dell'ATO all'inizio dell'anno alle società attuali gestori scade. Per cui noi abbiamo detto, dal 2007 forse lo diciamo, alle nostre società, bene, non c'è ancora il Piano d'ambito, non c'è il soggetto unico, tu società AEM piuttosto che, vai avanti a gestire il ciclo idrico un altro anno. Giusto? Domanda: cosa faremo prima della fine dell'anno? Questo credo sia determinante per capire che cosa succederà e quali saranno i passi successivi. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Possiamo cominciare con qualche risposta? Partiamo.

Non so Denti, vuoi aggiungere qualcosa?

GIAN PIETRO DENTI – PRESIDENTE UFFICIO D’AMBITO - SINDACO RIPALTA GUERINA:

Io ho alcune risposte da dare più che… perché ho sentito, per esempio, l'onorevole Torchio, l'amico Giuseppe, che ha fatto ancora riferimento al Piano d'ambito che è stato costruito troppo gonfiato. Vorrei solo ricordare che nel 2007 era stato costruito un Piano d'ambito da 570 milioni per…

(Intervento fuori microfono non udibile)

GIAN PIETRO DENTI – PRESIDENTE UFFICIO D’AMBITO - SINDACO RIPALTA GUERINA:

Sì, però il Piano d'ambito era di 570 milioni. Mi sembra poi di ricordare di avere già detto che questo Piano d'ambito da 371 milioni è già stato limato all'osso, nel senso che abbiamo ridotto il Piano d'ambito ottimale, difatti l'abbiamo chiamato Piano d'ambito sostenibile e non ottimale, perché questo Piano d'ambito ottimale comportava qualcosa come 450 milioni di euro.

L'abbiamo ridotto non togliendo gli investimenti perché gli investimenti sono stati richiesti dai Comuni e dalle aziende, non è che ce li siamo inventati noi, abbiamo operato sulla durata delle reti, la durata delle pompe di rilascio, abbiamo tolto qualcosa come 80 milioni di euro lavorando sulle durate. Nel senso che se una fognatura la danno tecnicamente ha una durata di sessant'anni, abbiamo detto, facciamo finta che duri ottanta, però, per ridurre ulteriormente…

Difatti come Ufficio d'ambito avevamo messo sul sito Comune per Comune gli interventi previsti nei vari Comuni e avevamo chiesto se c'era la necessità da parte del Comune di togliere qualche intervento.

Abbiamo avuto l'effetto contrario, ne sono arrivati degli altri che non sono ancora inseriti in questo Piano d'ambito ma che abbiamo lì sul tavolo, richieste da parte di tanti Sindaci di integrarlo questo Piano d'ambito. Questo per quanto riguarda Torchio.

Per quanto riguarda l'affidamento temporaneo poi lascio la parola al direttore, che vi spiega anche i motivi per cui oggi non è fattibile fare un'operazione del genere.

Per quanto riguarda il discorso di Cavalli, che diceva cosa faremo, per noi siamo andati avanti in prorogatio dal 2007 in poi, andremo avanti per un altro anno in prorogatio, nel prossimo consiglio di amministrazione faremo ancora una proroga…

(Intervento fuori microfono non udibile)

GIAN PIETRO DENTI – PRESIDENTE UFFICIO D’AMBITO - SINDACO RIPALTA GUERINA:

C'è un particolare, che noi gli accordi di programma non li facciamo con le gestionali ma li facciamo con le patrimoniali…

(Intervento fuori microfono non udibile) GIAN PIETRO DENTI – PRESIDENTE UFFICIO D’AMBITO - SINDACO RIPALTA GUERINA:

Appunto, noi faremo ancora accordi di programma con le patrimoniali, poi, se le patrimoniali confluiranno nelle gestionali… questo è un altro discorso.

Per quanto riguarda invece il discorso della votazione, visto che Paolo ha fatto questa richiesta, prima ho sentito parlare di indirizzo politico dato nell'ultima riunione di Padania Acque, mi sembra di avere capito che Paolo abbia chiesto un voto di indirizzo politico.

Io sono d'accordo perché serve anche per chiarire un particolare, perché qui sono mesi e mesi che si strumentalizza il fatto che 102 Sindaci abbiano votato per la revoca e io ho sempre detto che 102 Sindaci hanno votato per il rinvio…

Come?

(Intervento fuori microfono non udibile)

GIAN PIETRO DENTI – PRESIDENTE UFFICIO D’AMBITO - SINDACO RIPALTA GUERINA:

Io sto dicendo che in quell'assemblea dove è stato chiesto da parte di qualcuno la revoca… era stato chiesto il rinvio, non la revoca, quindi, questa può essere l'occasione per chiarire che non tutti i Sindaci abbiano chiesto la revoca allora, così almeno la chiariamo una volta per tutte questa questione.

Adesso lascio la parola al direttore che vi dice come mai non si può fare…

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Sì, direttore, a livello tecnico chiaramente, per la sua competenza. La domanda sintesi è, se vado bene a sintetizzare, era: questa società che non è che è nata ma che ha incorporato le altre gestionali può o non può produrre questo affidamento provvisorio in house.

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

Ci sono due diversi ordini di chiarimenti da dare, uno procedurale uno prettamente societario.

Dal punto di vista della struttura societaria vale quello che è stato detto all'inizio, cioè, i tre requisiti, che devono essere presenti tutti e tre contemporaneamente, affinché una società in house possa dirsi tale. Oggi Padania Acque Gestione SpA ne ha solo uno dei tre, oggi, io sto facendo, come compete al mio ruolo, la fotografia della situazione di fatto, poi, ovviamente, non entro nella discussione.

Oggi Padania Acque Gestione SpA ha solo uno dei tre requisiti, non ha gli altri due, cioè, non ha né il controllo analogo, né la proprietà totale e diretta da parte pubblica.

Giusto per completare il mio ruolo, direi anche che sempre oggi Padania Acque Gestione SpA potrebbe essere coinvolta negli altri due modelli di gestione, in entrambi fin da oggi, perché potrebbe giocare il ruolo della parte pubblica in una società mista e potrebbe anche candidarsi in una gara ad evidenza pubblica sul mercato perché ha i titoli per l'una e per l'altra cosa.

Per quanto riguarda l'affidamento provvisorio, cambio argomento, qui il problema… detto quello che ho detto prima, per cui in questo momento, oggi, non è un soggetto in house, poi c'è un problema di ordine procedurale. Il Piano d'ambito adottato dall'Ufficio d'ambito, con tutto quello che è già stato ricordato in termini di fasi di procedura, prevede espressamente il modello di gestione mista, non prevede il modello in house, nemmeno in modalità provvisoria.

Non è vietato, ma prima è indispensabile modificare il Piano d'ambito, perché il capitolo cinque, paragrafo sei, dice che l'unico modello gestionale è la società mista. Non si potrebbe dare un affidamento provvisorio in house oggi, si potrebbe dare dopo una variazione del Piano d'ambito, che quindi segue tutto l'iter. Per cui, viene proposta la modifica del Piano d'ambito dal C.d.A. dell'Ufficio d'ambito, viene sottoposta al parere in quanto atto fondamentale della Conferenza dei Comuni, che ha trenta giorni per esprimersi, ritorna al C.d.A. dell'Ufficio d'ambito, per poi andare in Regione e per poi andare in Consiglio provinciale.

Tutto l'iter come dimensioni è più piccolo ma è lo stesso iter dell'approvazione di un intero Piano d'ambito. A seguito di questo si potrebbe fare quello che è stato richiesto.

C'è qualche altra cosa… scusate, avevo appuntato ancora una cosa.

Ad oggi giustamente è stato ricordato che l'Ufficio d'ambito negli ultimi anni, anno per anno, ha riconosciuto le gestioni di fatto operanti sul territorio cremonese, quindi non c'è un gestore unico, non è stato individuato, per cui nessuna società può fregiarsi, se mi passate il termine, del titolo di gestore dell'ATO cremonese. Si riconoscono le gestioni di fatto in quanto trattasi ovviamente di servizio di pubblica utilità che non potrebbe essere interrotto.

Per cui, dal primo gennaio 2013 non si farà altro, non vedo altra soluzione tecnica, che riconoscere le gestioni di fatto che ci sono sul territorio, che sono cambiate per quanto riguarda la composizione societaria, cioè, sono di meno, banalmente, essendosi fusi quattro soggetti anziché quattro ce ne è uno in questa parte, si riconoscono le altre gestioni di fatto oltre a questo soggetto, che ci sono.

Di fatto quindi, la struttura dell'atto deliberativo del C.d.A. è identica a quella dell'anno precedente, cambia leggermente il panorama di coloro che gestiscono e che vengono riconosciuti come tale. È giusta la distinzione che avete fatto prima, cioè, quello che ho detto un attimo fa riguarda i gestori, per quanto attiene gli investimenti, nulla è cambiato perché l'Ufficio d'ambito finanzia le patrimoniali e non i soggetti gestori.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Sindaco di Torre. Prego.

MARIO BAZZANI - SINDACO DEL COMUNE DI TORRE PICENARDI):

Io invidio molto quelli che vengono qua e conservano la lucidità necessaria per parlare, perché già non sono lucido di mio, poi, quando mi trovo davanti a un microfono, vado un po' nel pallone, per cui vi chiedo scusa in anticipo.

Sono intervenuto perché ho sentito dal Presidente… dal consiglio d'amministrazione dell'ATO una frase che non ho capito in relazione a quella famosa assemblea di un anno fa. Si diceva che l'assemblea aveva rinviato il piano e non aveva chiesto la revoca.

Siccome mi porto sempre appresso un po' di carta, sono andato a leggermi il dispositivo della delibera e volevo capire che significato hanno le parole. Dopo ve lo leggo.

A esempio, io invidio molto anche il Sindaco di Spino D'Adda, perché nell'ultima assemblea avevamo la giacca di azionisti, io mi trovo molto più a mio agio nel consorzio Casalasco per i servizi sociali e potrei parlare ore sulle problematiche dell'ISEE, ma quando mi trovo di fronte a discorsi molto economici, non ho la preparazione per poter seguire.

Ho visto lui, dopo che è stata fatta una relazione molto dettagliata, intervenire due secondi dopo e fare le pulci alla relazione, addirittura andando a vedere quello che c'era nelle note, che io non riuscivo a leggere neanche con gli occhiali.

Quando sentivo parlare di MOL, io che sono un povero contadino, pensavo che fosse la cosa che c'è all'interno della pannocchia, però, siccome ognuno ha le sue specializzazioni, io so che quella non è una pannocchia e vorrei chiedere a voi quanti sanno che quella non è una pannocchia. È una spiga, la pannocchia del granoturco è quella che sta in alto, quella ne tutti noi chiamiamo pannocchia in realtà è una spiga, perché il significato delle parole è preciso. Quando uno dice la pannocchia di granoturco dice una fesseria.

Torniamo al discorso di prima, le parole, cosa dicono le parole.

"Il Presidente sottopone quindi a votazione a scrutinio palese la seguente proposta, che risulta così formulata:

Rinvio della Conferenza odierna, proponendo al Consiglio di Amministrazione dell'Ufficio d'ambito di provvedere alla revoca degli atti assunti (delibera numero 6 del 10.11.2011 e delibera 7 del 15.11) concernenti la proposta di aggiornamento del Piano d'ambito.

Votanti a favore 101, astenuti 2, Comuni di Bonemerse e Gerre de’ Caprioli…".

Questo è italiano, questo è il significato delle parole, questa è una pannocchia o una spiga questa revoca? Scusate.

GIAN PIETRO DENTI - RESIDENTE UFFICIO D’AMBITO – SINDACO DEL COMUNE DI RIPALTA GUERINA:

Vorrei solo puntualizzare che era una proposta al Consiglio di amministrazione, non era… anche perché sennò non avrebbe avuto senso riconvocare quella sera l'assemblea per il 16…

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Prego Madignano.

VIRGINIO VENTURELLI - SINDACO DEL COMUNE DI MADIGNANO:

Molte cose che volevo dire le hanno già anticipate altri colleghi, per cui semplifico in maniera sintetica le considerazioni che vorrei fare.

Premetto solo una cosa, visto che anche Riccaboni è partito dal fondo per dire chiaramente quello che pensa, anche io anticipo quelle che possono essere le mie conclusioni.

Oggettivamente, non si può venire qui oggi, dopo avere avuto tantissime occasioni per farlo in maniera compiuta, per esprimere solo un parere politico. Non è neanche questa la sede.

Secondo me, quando uno esprime un parere, esprime un parere politico, amministrativo, istituzionale in tutti i sensi, non possiamo farci a fettine a seconda della convenienza. Vorrei convincere invece i Sindaci che non hanno mai espresso un parere su quello che oggi andiamo a decidere, quindi sul tipo di società mista, che esistono delle ragioni per rivedere le posizioni, ma facciamolo con molta serenità, perché se ognuno continua a difendere quello che ha decisione, probabilmente non porteremo a casa nulla.

Oggi è difficile tornare a mettere in discussione quello che già è stato deciso, perché il C.d.A. ha fatto una sua scelta e qualsiasi cosa oggi andiamo a fare su quella scelta andrebbe semplicemente a ratificare o meno una decisione.

Chi è d'accordo ne fa una valutazione politica e si ferma lì, chi è contrario fa altrettanto, ma non risolviamo nulla.

Invece, io vorrei convincervi che se la mettiamo sul piano politico – e è importante – non possiamo dimenticare il referendum, che vi piaccia o no.

Il referendum è un macigno che non si può eludere, i cittadini, in maniera molto chiara, hanno detto che preferiscono nettamente che la gestione dell'acqua sia pubblica. Punto.

Questo è un dato incontrovertibile, possiamo essere d'accordo o meno, però, se rispettiamo la democrazia, questo dato non possiamo rimuoverlo.

Secondo me, questa è la stella attorno alla quale dovremmo cercare di muoverci tutti, nell'ambito di quello che è possibile fare, certo.

Proviamo a declinare sul piano amministrativo oggi quello che è possibile fare. Colleghi Sindaci, esistono tante considerazioni che ci devono portare a rivedere la posizione assunta dal C.d.A. dell'ATO, sono veramente tante. Ve ne cito qualcuna.

Il valore delle strutture e del volume di fatturato che è in gioco, che sono notevolissimi. Non possiamo fare finta di nulla, che sia una partita di poco conto.

Il discorso che la durata di vita degli impianti è notevole, trenta e cinquant'anni, chi investe cerca di portare a casa i soldi il prima possibile, mi sembra normale questo, quindi, anche questo aspetto va tenuto in considerazione.

Il basso livello di rischio che un investitore ha in questi ambienti, non è ammissibile che il pubblico possa assegnare questo ruolo di monopolio di un privato.

Queste sono ragioni fondamentali, secondo me, che vanno tenute in considerazione e che non possono essere disinvoltamente dimenticate.

Il Piano d'ambito, quindi le banche che danno i soldi, non lo fanno perché il privato porta i capitali ma perché ci sono le tariffe, sono quelle che determinano la bontà o meno di un Piano d'ambito. Chi analizza queste cose, capisce che il piano è sostenibile perché qualcuno le paga le tariffe.

Non importa in questa fase che sia il privato o il pubblico a essere gestore, quello che importa è che dai conti che uno vede capisce che quegli investimenti le tariffe sono in grado di sostenerli. Questo è evidente.

Alla fine chi paga, al di là che sia il privato o il pubblico che interviene, è il cittadino. Sono cose che devono essere chiare queste e sono cose amministrative, che non c'entrano nulla con la politica.

Io dico che se queste sono le considerazioni, dobbiamo fare uno sforzo per rivedere serenamente il Piano d'ambito che abbiamo approvato, è un presupposto fondamentale per farlo.

Io ve lo ricordo, perché secondo me la situazione non è cambiata, quando già allora vi dicevo che questo piano era costruito per il privato… l'ha confermato il direttore, è stato fatto sull'idea di dare in gestione il servizio a una società mista. Non si spiegherebbe il fatto che in quel Piano d'ambito era previsto il 7 per cento del capitale investito come remunerazione al privato, quindi è contenuto dentro lì, quindi era chiaro l'indirizzo.

Si diceva che il privato avrebbe dato circa 23 milioni per subentrare nell'attività in corso, quindi sono soldi e sono costi. Si diceva che i gestori in essere dovevano essere rimborsati. È chiaro che è stato costruito in maniera tale che la società fosse mista già sin dall'inizio.

Allora io dico in maniera molto onesta queste spese secondo me possono essere risparmiate ma abbiamo fatto un percorso che ci porta a questo.

Tutti questi mesi bene o male siamo riusciti a portare a casa una società a gestione unica delle sette che esistono, ma non è un veicolo ottimale per risparmiare e essere quello il gestore cui poter dare il servizio idrico della nostra provincia.

Quello che fare stasera, secondo me, non è tornare sul discorso che ormai è già stato fatto, quindi su una decisione che il C.d.A. dell'ATO ha già preso, secondo me ci sono tre cose che dovremmo deliberare stasera. La prima, l'affidamento al nuovo gestore in maniera diretta del servizio idrico cremonese, almeno per un triennio, cominciamo, se necessario il periodo provvisorio lo sosterremo, ma questa deve essere secondo me la strada.

Va messo a punto, non facciamo più delle proroghe tanto per farle, va messo a punto un contratto serio di servizio, dobbiamo capire che cosa affidiamo al gestore unico e che tipo di servizio vogliamo fare.

Questo è un compito che va fatto, tocca all'ATO metterlo a punto, deciderlo e non dare una proroga così disinvoltamente come è stato fatto negli altri anni.

Chiedere, nel tempo che ci rimane, che la società unica, che il gestore unico faccia tutti gli atti necessari per poter essere affidatario del servizio, non c'è altro verso.

Se questo comporta che deve retrocedere ai Comuni il capitale, va bene, è una scelta che dobbiamo decidere di fare, non possiamo più ulteriormente dilazionare queste scelte.

Chiudo con una proposta, l'ho pensata ma secondo me esistono i presupposti per farla. Si parla di bancabilità etc. etc., intanto è stato dimostrato che anche il soggetto unico qualche possibilità ce l'ha, mi pare che i conti dimostrino che ciò è possibile. Non è certo facile avere i finanziamenti cui alludeva anche Torchio, magari la Cassa depositi e prestiti tirasse fuori i soldi per queste cose, però, oggi, oggettivamente, abbiamo qualche difficoltà.

Io dico, ma possibile che non riusciamo, siccome il servizio è importante, fondamentale, interessa tutti i Comuni del territorio cremonese, possibile che non riusciamo a coinvolgere in maniera seria con un confronto importante le banche locali? Non possono disinteressarsi a questo aspetto, secondo me possiamo avere da parte loro delle agevolazioni finanziarie per fare fronte a questi impegni. Ci vuole la volontà di farlo, di attivarsi in questa direzione, quindi, confrontarsi con loro. Esistono i presupposti per farlo, non possono disinteressarsi dei problemi che ci sono sul territorio.

Secondo me questa è una strada possibile, le banche hanno soldi a disposizione, occorre anche che se una comunità glieli chiede li investano nel territorio.

Chiudo con una cosa importante che secondo me è fondamentale.

Dobbiamo rassicurare i cittadini che le tariffe, la gestione del sistema sia comunque in mano ai Comuni. Come possiamo fare questo? Lo possiamo fare essendo parte attiva di queste cose, non delegando il servizio a altri ma essendo i Comuni, i Sindaci in prima persona attivi su questo fronte.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie. Se non ci sono interventi andrei a una sintesi, però chiedo. Prego Assessore Bordi.

FRANCESCO BORDI - ASSESSORE DEL COMUNE DI CREMONA:

Innanzitutto buonasera. A distanza di un anno penso che non sia ancora cambiato nulla se non per il fatto che siamo riusciti a portare avanti, dopo anni, questo gestore unico.

Per il resto, purtroppo, siamo ancora in piena crisi politica, nel senso che una parte la pensa in un modo, una parte la pensa in un altro.

Trovo giusto che a distanza di un anno i Sindaci dovessero esprimersi, per lo meno i Sindaci che erano per la società mista, in modo chiaro, perché quando abbiamo chiesto, per lo meno come Comune di Cremona, abbiamo chiesto una sospensiva l'anno scorso, è perché non era ancora chiaro il tragitto cui andavamo incontro, non c'era ancora questo gestore.

Il Comune di Cremona per lo meno si è sempre esposto e ha sempre portato avanti questa questione, è per questo che nell'ultimo C.d.A. dell'ATO ha votato a favore della società mista, così come ha ribadito e portato avanti il concetto di società mista anche all'interno del Consiglio comunale che era stato convocato.

Trovo strano che un altro soggetto, la Lega in questo caso, improvvisamente voglia mostrare i muscoli per altre questioni all'interno del Consiglio provinciale, potendo forse ribaltare completamente un anno e mezzo, anzi, più anni, di un lavoro fatto.

Una parte politica che ha sempre votato per la società mista, anche nel recente Consiglio comunale, anche all'interno dell'ATO, anche all'interno della Giunta provinciale.

Se proprio dobbiamo addivenire a uno scontro politico… che è una cosa sbagliata, perché, come diceva giustamente il Sindaco, noi siamo chiamati a decidere perché i cittadini hanno bisogno di un'acqua che sia la migliore possibile e dobbiamo fare in modo che la tariffa che pagano serva a sostenere l'acqua, serva a sostenere tutte le spese cui andiamo incontro.

Per noi l'unico sistema per addivenire a questo in tempi rapidi è la società mista, quindi porteremo avanti con forza questo discorso. Non dimentichiamoci, però, che ci sono problemi gravissimi. Avete visto le questioni che stanno cavalcando anche i giornali delle persone cui è stata tagliata l'acqua, c'è gente a cui in questo momento viene tagliata l'acqua perché non sono in grado di pagare la tariffa. Tariffa che in questo momento viene addebitata al Comune di Cremona, quando dovreste sapere che in questo momento c'è un gestore unico, quindi, la tariffa dovrebbe essere addebitata a tutti i Sindaci e penso che tutti Sindaci siano preoccupati per questi situazione e tutti i Sindaci dovranno trovare una soluzione, perché il periodo cui andiamo incontro non sarà uno dei più facili.

Anche sobbarcarsi per chi non può pagare la suddivisione della spesa verso gli altri dovrà essere pensato all'interno di questa famosa tariffa.

Pensavo che in un anno ci fosse stata una maturazione rispetto alle problematiche portate avanti, noi sosteniamo e sosterremo la società mista, mi piacerebbe che anche gli altri Sindaci a favore potessero dire la loro. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Sì, vieni, vieni, prego, poi c'è… intanto, se si vuole avvicinare…

PAOLO ABRUZZI - SINDACO DEL COMUNE DI SOSPIRO:

Evito ulteriori battute sul MOL perché anche io sono nelle condizioni di Mario e anche io ho apprezzato chi meglio di me sa capire i numeri, sono venuto adesso per la prima volta dopo tre anni che assisto alla stessa identica cerimonia o commedia, non si è spostato nessun argomento, ognuno ha sempre portato avanti le proprie idee.

Voglio fare solo una sottolineatura, dopo avere confermato che io auspico di votare.

Non accetto che mi si accusi del fatto, non sei venuto a votare il tale giorno, e spiego il perché. Perché in questi tre anni come piccolo Comune e anche come amministratore più inesperto di tanti di voi, ho notato che siamo passati dalla fase ideologica alla fase in cui non nascondiamoci dietro un dito, i Sindaci delle grandi amministrazioni avevamo il problema delle loro società, avevamo il problema di capire che fine facevano le loro società.

Questi sono stati i motivi per cui forse questa assemblea non è stata messa nelle condizioni, oggi ci troviamo a dire fuori dai denti, da parte anche dei Sindaci di entrambi gli schieramenti politici, che c'è anche un problema politico, cioè, di alcune amministrazioni, non a caso le più grandi, che potrebbero saltare perché qualcuno vuole mettere il bastone di traverso.

Abbiamo passato queste tre fasi, non diciamoci le cose con ipocrisia, non diciamo che l'acqua come bene pubblico…, anche se io stimo molto l'amico Davide Persico, non diciamo che con la scelta della società mista va in mano ai privati, perché abbiamo visto che le patrimoniali rimangono pubbliche, la società mista rimane con forte capitale pubblico. Diciamo la verità, se anche fosse pubblica tutta la società, chi fa gli investimenti è il pubblico o il privato? Alla fine, chi guadagna nei lavori che si fanno anche in una società idrica pubblica?

Io credo che di ipocrisia ce ne sia stata già abbastanza, io non so se oggi… sarei per votare, perché ricordo che quando ero in minoranza a un certo punto nel mio consiglio di amministrazione è stata proposta una società mista che si occupa dei rifiuti, è stata portata, si è votata, io ero in minoranza, ho votato contro, però c'è questa società mista, che tra l'altro costa più dell'acqua, perché mille famiglie del mio Comune costano 380 mila euro di raccolta rifiuti e di acqua 300 mila. Ci sono elementi per dire che anche nel pubblico forse non abbiamo situazioni completamente positive, però, detto questo, io dico, non so che effetto potrà avere un voto stasera, ma prima o poi penso che farebbe chiarezza votare. Non perché io abbia paura anche di perdere, perché ho fatto la minoranza e ho sempre perso ma perché ho più paura del fatto che poi la nostra scelta, che è la scelta di un territorio, sia vanificata da posizioni politiche che non mi riguardano, perché nella sfera politica della Provincia nessuno di noi ha la possibilità di incidere, quindi, che poi anche poi anche un'eventuale indicazione di questa assemblea possa essere vanificata in Consiglio Provinciale. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Grazie. Davide Viola.

DAVIDE VIOLA - SINDACO DEL COMUNE DI GADESCO PIEVE DELMONA:

Sinceramente non pensavo di intervenire giusto per evitare il gioco delle parti di queste assemblee. È stato l'intervento dell'Assessore Bordi che mi ha portato a queste piccole osservazioni.

La prima osservazione è se magari anche il 40 per cento di privato può partecipare, come si può dire, a pagare le bollette di chi non le paga, e non soltanto i Comuni. Si è mai provato, magari, laddove c'è un gestore del gas privato, a vedere che cosa succede dopo poco che non si paga il gas, con che rapidità lo tolgono e quanto costa far riattivare il servizio?

L'altro aspetto è che se legittimamente il Comune di Cremona ha assunto la sua posizione, come il Comune di Gadesco Pieve Delmona ha assunto una sua in tutti questi anni, nessun problema, credo semplicemente che anche per una questione di rispetto istituzionale o anche di dignità questo passaggio, questa votazione per verificare questo percorso, tranne poi verificare che quando si è smesso di contarsi si è portato a casa il risultato della società unica, si poteva tranquillamente convocare questa assemblea il 10 di ottobre, raccogliere un voto e l'11 di ottobre tranquillamente, più o meno, fare i passaggi che si riteneva opportuno fare.

Questo almeno credo sia un atto dovuto per il rispetto di altre amministrazioni e di altri Sindaci. Si è deciso così, ne prendo atto, per quanto mi riguarda ero disposto a andare sotto anche il 16 dicembre scorso, mi sono trovato qua con altri amici, altri non c'erano, va bene così, ognuno prende le sue posizioni.

Mi domando anche oggi, dopo che abbiamo dato mandato a una società di revisione di studiare un piano finanziario, che ci dice che funziona, che c'è una realtà che funziona, che fa gli investimenti e che è in grado di funzionare, ce l'ha detto non il Comitato dell'acqua pubblica, ce l'ha detto una società di revisione di livello mondiale…

Qualcuno ci ha detto anche che in quel piano ci sono anche degli spazi di miglioramento peraltro a regime, quindi, non si capisce perché, se c'è dell'utile, sempre che dobbiamo ragionare in termini di utili, di MOL e di profitto, perché dobbiamo lasciarne una quota parte ai privati molto tranquillamente.

Seguendo la linea di Venturelli, non sto qui a dire se è meglio o peggio, per definizione si è deciso che il privato porta minori costi, più efficienza e si dimentica volontariamente…

Da una parte si mettono gli interessi sui debiti che dovremo fare per farci prestare i soldi e dall'altra parte non si mette a remunerazione il capitale investito, che normalmente un privato, a meno che non sia una Onlus o un benefattore, se ci mette dentro qualche milione di euro, credo che a fine anno un ritorno lo voglia. Per quanto mi riguarda, non ho nessun problema, anzi, per una questione di dignità ritengo che questa sia una votazione assolutamente assurda, per dignità andava fatta o il 16 dicembre o il 10 ottobre, quindi mi allineo con la posizione dell'amico Davide Persico, anche se il fatto che se ne sia andato non l'ho apprezzato, anche perché le proprie posizioni vanno rappresentate fino alla fine.

Credo che forse qualche valutazione su quello che Venturelli ci ha detto andrebbe però fatta, anche all'interno del ragionamento che ci potranno essere delle maggioranze nelle assemblee sicuramente, ci saranno, non lo so, si tratta di capire se queste maggioranze ci sono poi anche nel Paese. Grazie.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Se non ci sono altri interventi andrei… ah, no, prego. Ancora il Sindaco di Casalmaggiore.

CLAUDIO SILLA - SINDACO DEL COMUNE DI CASALMAGGIORE:

Andando in ordine, intanto chiederei di acquisire da parte dell'organo tecnico anche dei pareri legali, perché noi abbiamo posto questa questione dell'affidamento alla società e gradirei che quello che ha anticipato il direttore venisse messo, non so se da lui direttamente, oppure, visto che paghiamo come organismo dei consulenti, che queste cose vengano messe tutte, perché non si fa l'affidamento, se non è possibile fare un affidamento provvisorio…

Non è che posso sentire degli uffici regionali che dicono che è possibile, l'Authority che ti dice come mai non l'avete ancora fatto, è auspicabile, gradirei che qualcuno si prendesse la responsabilità di queste cose.

Non sto parlando dei politici o degli amministratori, che è meglio, tra l'altro, che anche nel linguaggio distinguiamo la terminologia. Qui siamo in un consesso amministrativo, qui siamo amministratori, dopodiché, ognuno ha la propria appartenenza, però siamo in un consesso amministrativo. Cerchiamo di fare intanto l'interesse pubblico, perché poi tolta la giacchetta, come si diceva prima, siamo anche amministratori di società pubbliche, quindi, come amministratori cerchiamo di fare gli interessi dei cittadini, ma è anche nostro mestiere fare l'interesse di quelle società pubbliche.

Per cui io contesto alla radice l'affermazione del direttore che se metto a gara una società come l'abbiamo costituita faccio l'interesse da socio di quella società.

Tra l'altro, gradirei anche lì un parere tecnico se una società siffatta sia sic et simpliciter possibile metterla sul mercato.

Gradirei sapere anche quali sono i tempi, perché noi abbiamo fatto una società unica, se facciamo l'affidamento provvisorio, se ci fosse la maturità da parte di questa assemblea di andare nella direzione di fare l'affidamento provvisorio, non spariscono 120 gestioni meno 4, che diventano uno, e andiamo a 116. I Comuni, che oggi hanno in pancia quasi tutti, tranne qualche eccezione, la gestione delle fogne, le conferiscono a quella società, che non è pronta, è prontissima. È chiaro?

Perché qui si raccontano tante cose, questa qui, poi, oggi, che siccome a qualche poveretto sfortunato viene tagliato il servizio…

Questa cosa credo che sia un capolavoro detta in un'assemblea di Sindaci, che se facciamo la privatizzazione dell'acqua, a queste persone, adesso siamo costretti a tagliare il servizio e lasciarli senza acqua, se facciamo… Ma a chi la vogliamo raccontare questa cosa? Ma in quali tempi, tra l'altro? Abbiamo ben presente cosa voglia dire fare una gara con procedura europea per affidare parziale il servizio idrico?

Ragazzi, 1.1.2013, con la nuova società, si fa un affidamento provvisorio e i Sindaci si svincolano anche dalla gestione che oggi hanno sulle fogne.

Perché non siamo in una sede politica, dopo, poi, viene la parte politica, però qui, permettetemi, giustamente siamo stati richiamati perché nella sede di Padania Acque, dove siamo come soci, come azionisti, si è detto che era improprio presentare un ordine del giorno, allora mettiamo anche i puntini sulle i, qui siamo degli amministratori.

Io credo, l'hanno detto in molti, l'ordine del giorno, mi dispiace Presidente, è assolutamente improprio, intanto perché è arrivata una richiesta di convocare l'assemblea per fare luce, chiarezza e avere pareri legali, scusate la ridondanza e la ripetitività, sul perché non andiamo nella direzione di fare un affidamento, ancorché provvisorio, alla società che abbiamo costituito.

Noi abbiamo chiesto la convocazione per ragionare di questa questione, arrivare questa sera, trovare un ordine del giorno in cui c'è un voto, l'ha detto il collega di Spino, un voto di indirizzo politico, permettimi caro collega, non è mestiere da amministratori.

Io lo capisco, ci parliamo il linguaggio della verità, seguo l'incipit che ha fatto il Sindaco di Sospiro, parliamoci il linguaggio della verità, un Consiglio Provinciale dedicato, in cui è stata posta una mozione da parte di una forza politica che non è qui rappresentata e che rappresenta alcuni Sindaci e alcune migliaia di cittadini sul territorio, che non c'è a votare per quel modello.

Poi, non so se sia, come diceva l'Assessore di Cremona, che fino a oggi era sulla società mista la Lega e adesso ha cambiato, non mi interessa, però qui siamo in un consesso amministrativo, non è che si piega questa Assemblea dei Sindaci dell'ATO a uso e consumo di quello che avverrà nel Consiglio provinciale, che è legittimo, ma qui non siamo chiamati a dare un atto di indirizzo politico.

La decisione della mista è già stata presa, c'è qualcuno che si è assunto questa responsabilità, l'ha fatto, come era nelle sue facoltà, l'hanno fatto in tre di scegliere la mista per questa Provincia, ci sono una serie di Sindaci, quattro, che hanno presentato un ricorso, un'altra quindicina un altro ricorso… come dire, le cose sono chiare su quella materia lì.

Essere chiamato a prendere una decisione di indirizzo politico, se non ricordo male le parole del Sindaco di Spino, che è funzionale al dibattito che avverrà in Provincia, per me non è mestiere di questa assemblea.

Se qui si chiede di votare, io esco, mi appassionava il tema di trovare delle risposte chiare, precise, inequivoche, con tanto di pareri legali, al perché, di fronte a un percorso nuovo, innovativo per il nostro territorio, che era nell'agenda politica da più di dieci anni, che non era mai stato portato a termine, che adesso nel giro di pochi mesi, in modo straordinario, si è arrivati alla costituzione della società unica, ma perché non chiudiamo il cerchio? Liberando anche i Sindaci dai problemi che hanno ancora adesso con le gestioni dirette, perché non facciamo questo passaggio? Perché? Questo è il vero tema. Su una sostenibilità già richiamata, l'avete visto, io capisco, qui ce il tema della costituzione, ma sul tema della costituzione della società unica siamo andati tutti d'accordo, quasi tutti, qualcuno si è astenuto, però…

Il fatto che in qualche mese sia stata costituita dopo che era nell'agenda politica da dieci anni e non la si era mai fatta, secondo me era indice di un clima in cui tutti, seppure con qualche mal di pancia, erano d'accordo. La prova provata è che la società l'hanno messa in piedi nel giro di qualche mese, allora adesso perché non chiudiamo il cerchio? Scusate.

Tra l'altro, guardate quel business plan, perché lo si critica, poi, non è il Vangelo, non è la Bibbia il business plan dà delle indicazioni sul fatto della sostenibilità.

Non mi ricordo chi lo diceva, non è la questione della bancabilità, la questione vera è che se tu vai da una banca, ti guarda qual è la tariffa applicata, sono valori economici. È chiaro?

Bisogna anche dircelo che se a noi, alla fine, per sostenere quegli investimenti, c'è un quid che va dentro nella tariffa… perché alla fine va dentro questa cosa, ma perché dobbiamo farla fare a qualcun altro?

Poi stavamo parlando di tre anni, vero? Io pensavo anche che questa spinta che era venuta in maniera concorde da parte di questa assemblea di dire facciamo la società unica, per tre anni si disinnesca…

Io capisco, c'è chi è sinceramente convinto della società mista e chi invece è sinceramente convinto che una volta che va a regime…

Perché le innovazioni, per tornare anche alla richiesta della nostra convocazione di questa assemblea, le innovazioni non sono da poco signori, la tariffa l'avrà in mano l'Authority per l'energia.

La settimana scorsa l'Authority è uscita con un documento, per chi ha ancora qualche dubbio sul tema del valore dei referendum e di ciò che hanno detto i referendum, se c'è un'agenzia al di fuori di ogni sospetto in questo momento è l'Authority per l'energia, che governerà la tariffa, guarda caso, andate a vedere cosa ha scritto la settimana scorsa sulla necessità di aderire e rispettare gli indirizzi chiari e inequivocabili usciti dai pronunciamenti referendari del giugno del 2011.

Sintetizzo, scusate, sono andato lungo, se qui si viene chiamati a dare un indirizzo politico, io capisco che è funzionale perché la maggioranza che fin qui ha governato, che andrà avanti a governare questa Provincia… come dire, ce ne è presente solo un pezzo qui dentro, però permettetemi di non utilizzare assolutamente questa platea per fare fuori queste questioni della maggioranza che governa la Provincia.

Non mi sfugge l'importanza di ciò di cui stiamo parlando ma non è questo il consesso, è il Consiglio provinciale.

Se dobbiamo essere chiamati per dare un'adesione tardiva a una cosa che in tre hanno già deciso all'interno del consiglio di amministrazione, io dico me ne vado fuori, non partecipo a questa votazione, però la prima parte la pretendo, permettetemi, in particolare, Direttore, ci sono le registrazioni, io chiedo dei pareri con il supporto giuridico rispetto alle questioni che abbiamo posto, perché chi paga non credo sia…

Abbiamo pagato consulenti, credo l'obiezione l'abbia fatta un Consigliere provinciale, sono stati pagati dei consulenti fino a oggi…

(Intervento fuori microfono non udibile)

CLAUDIO SILLA - SINDACO DEL COMUNE DI CASALMAGGIORE:

No no, ma se c'è qualcuno che vuole votare, voti, io dico solo che non partecipo alla votazione, ormai è già stata presa la decisione dal consiglio di amministrazione, credo di essere stato abbastanza chiaro.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA: Intanto che arriva il Sindaco di Spino, prego Paolo, vieni pure, io cercherò di fare una sintesi di queste due macro richieste, però, mi viene da dire, accolgo volentieri la richiesta del Sindaco di Casalmaggiore, quindi chiedo al Direttore, perché mi risulta che non è ancora avvenuto, che sia l'Ufficio dell'ATO a chiedere ufficialmente il business plan in questione, perché, diversamente, non lo possono esaminare.

Quindi io direi, se siete d'accordo, di farlo avere ai nostri uffici, che lo esaminino, poi ci ritroviamo qui a gennaio, a questo punto, date le feste, partiremo ad esaminare oltre le richieste fatte dal…

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

L'ultimo, l'ultimo approvato.

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

A noi non hanno mai consegnato né chiesto confronti. Abbiamo le…

(Intervento fuori microfono non udibile)

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

No, le dico che cosa ho in mano…

(Intervento fuori microfono non udibile)

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

No no, le dico che cosa abbiamo in mano noi, abbiamo in mano le slides che sono state proiettate in Assemblea dei soci di Padania Acque…

(Intervento fuori microfono non udibile)

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

No, mai.

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Stiamo dicendo la stessa cosa Claudio.

PAOLO RICCABONI – SINDACO DEL COMUNE DI SPINO D’ADDA:

Le assemblee stanno in piedi se c'è qualcuno che chiede la parola e non viene interrotto e non se ci sono interlocuzioni tra due persone.

Semplicemente, abbiamo tutti la possibilità di parlare… sì, per capirci, però siamo in tanti.

Non riesco a comprendere, sarebbe paradossale che coloro che hanno sempre stigmatizzato un'assenza oggi si rifiutino di essere presenti, questo deve essere ben chiaro, chi ha sempre chiesto presenza non può commettere lo stesso errore che imputa a altri. Immagino che per onestà intellettuale…

(Intervento fuori microfono non udibile)

PAOLO RICCABONI – SINDACO DEL COMUNE DI SPINO D’ADDA:

Io non sono offensivo con nessuno, non sono mai stato offensivo in vita mia e non lo sarò mai.

Come sovente accade, ci sono alcune Assemblee dei Sindaci che chiedono un parere non deliberativo su questioni di indirizzo e io mi sono limitato a fare questo, ritengo inopportuno che chi ha sempre stigmatizzato assenze a sua volta si macchi di tale misfatto, nel caso, ma sono sicuro che non farà giusto per mantenere la sua purezza.

Prima il Sindaco di Casalmaggiore chiedeva quando mai un gruppo politico avesse dichiarato la sua opinione, io sono Sindaco dal 16 maggio 2011, il 4 giugno 2011 mi arrivò all'attenzione questo documento della Lega Nord a firma del Segretario provinciale in cui si dichiarava…

Giusto per rispondere, perché aveva chiesto il Sindaco quando mai la Lega si fosse espressa, o forse ho capito male, comunque, ormai lo leggo.

"In considerazione dell'attuale previsione di privatizzazione dei servizi di gestione, rifacendosi alla premessa del documento, è auspicabile che la preferenza verso un modello misto che consenta la progettazione di uno schema di gara legato al territorio è un forte presidio della governance".

Poi, mi sembra che sempre il Sindaco Silla abbia citato le esperienze varesine e milanesi, io cito esperienze che possono anche essere più congeniali come quelle della regione Emilia Romagna e della regione Toscana, sono le regioni con più investimento nell'idrico, nel primo caso le gestioni sono totalmente private e quotate in borsa, nel secondo sono miste.

Dopo il referendum cosiddetto "Macigno" cosa faranno, usciranno dalla borsa? Verranno statalizzate? Perché non è questo il tema, il tema è la sostenibilità di un piano che c'è, dell'adesione al referendum, che non viene meno, come ho già spiegato, perché la proprietà non è in discussione, altrimenti non parlerei.

Qual è il problema della gestione, qual è il problema della quota di minoranza privata, qual è? Non c'è e permetterebbe un accesso al credito di tipo diverso, non perché sia privato ma perché porterebbe quel capitale iniziale che permette poi la bancabilità parziale.

Adesso non voglio rientrare sul business plan io l'ho votato e l'ho messo a verbale dando mandato affinché venisse migliorato, perché già da quel giorno appariva migliorabile. E non diciamo che sosteneva gli investimenti perché diceva che sosteneva i costi finanziari degli investimenti dei primi tre anni, punto, così come era fatto, e con un incremento tariffario già oltre quello previsto dal Piano d'ambito, che prevede 1 e 31 sul 2013, a memoria, là c'era scritto 1 e 37, 1 e 38. Prevedeva poi dei canoni patrimoniali artatamente ribassati, mi auguro che avvenga, ma metteva nelle note "non è detto", e lo peggiorava ancora.

Metteva sul piano dei ricavi l'intero ammontare dei ricavi di tutte le gestioni del territorio, e non si capisce come mai, visto che doveva essere il business plan di quattro società che si univano, metteva sul fronte dei ricavi tutti quelli di tutta la Provincia, sul fronte dei costi solo quelli delle quattro società. Ma stiamo scherzando? È migliorabile e verrà migliorato. Perché l'ho votato? Perché la strada era quella dell'efficientamento, io voglio una società invece di quattro, sono contento, ma che faccia poi bene il suo lavoro e che il modello sia quello che è sempre stato tracciato.

Quindi, molto semplicemente, ho chiarito qual è la mia posizione sul fatto che ho posto alla vostra attenzione stasera questo aspetto, ma semplicemente qual è il problema a uscire da qua e a far conoscere al territorio, come è sempre stato chiesto da tutti, qual è l'effettiva volontà della maggioranza dei rappresentanti del territorio.

C'è un timore che esca in un modo o nell'altro? Come si veniva accusati un anno fa? È passato un anno, siamo maturati, siamo disposti a confrontarci su questo?

(Intervento fuori microfono non udibile)

VIRGINIO VENTURELLI - SINDACO DEL COMUNE DI MADIGNANO:

Non esco, voto, sicuramente voto, però in votazione non metto un indirizzo politico, in votazione metto tre cose, io chiedo se l'assemblea è disponibile a votare tre cose, tre punti. Primo, l'affidamento al nuovo gestore unico del Servizio idrico integrato almeno per un triennio, primo punto, il secondo, la messa a punto da parte del C.d.A. dell'ATO di un servizio regolati i rapporti con il gestore, terzo, la richiesta alla società del gestore unico appena costituita di fare tutti gli atti amministrativi perché possa essere assegnataria del servizio. Questo metto in votazione.

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Ripercorrendo un po' le abitudini…

(Interventi fuori microfono non udibili)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Io vi chiedo che cosa volete fare, volete votare o ci aggiorniamo? Chi è che vuole votare? Alzi la mano chi vuole votare, contiamoci così, sennò…

Chi vuole votare?

(Interventi fuori microfono non udibili)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Un attimo, essendo che il Comune di Cremona più altri Comuni hanno fatto una richiesta, Venturelli adesso ne ha fatta un'altra, è comunque un'espressione non deliberatoria, perché in questo momento stiamo affrontando un momento di assemblea aperta, quindi, ci sono al tavolo, mi sono arrivate le richieste di voto e le richieste di non votare.

Non avendo capito la maggioranza cosa vuole fare, voglio capirlo, voglio dire a Padania Acque accettiamo il metodo che si chiede all'assemblea se si vuole votare o no e qua non lo facciamo? Mi sento… ho promesso… a parte che a forza di dire che non ne abbiamo parlato mi sa che ne abbiamo proprio parlato e il nostro Direttore ce ha dato delle risposte che, come ho già detto e ripeto, andremo sicuramente a ridiscutere e approfondire in un altro momento. Ripeto… ve ne state uscendo? Facciamo che esce chi non vuole votare e rimane chi vuole votare? Sennò devo chiederlo.

Adesso lo chiedo.

Il Direttore mi fa notare che è giusto fare… è più corretto…

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Votiamo se volete votare, se volete esprimervi. Volete esprimervi?

Scusate, adesso, per carità, io ho una richiesta sostenuta da più Sindaci di esprimere un'indicazione politica, ho Venturelli che ha fatto tre richieste alle quali vorrebbe un parere, io ho ricevuto a questo tavolo questa situazione, vi sto chiedendo, vogliamo dare una risposta a queste richieste? Sennò vengo meno al mio compito di moderatore dell'assemblea.

Qualcuno vuole votare? Chi è che vuole votare quanto chiesto? Alzino la mano i Sindaci che vogliono votare.

Adesso li chiamiamo uno a uno e li contiamo.

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

L'assemblea si esprime con i cittadini espressi. Io ho delle richieste, devo pur decidere.

Adesso chiameremo i Comuni uno a uno e la domanda è chi vuole votare quanto messo sul tavolo.

DAMIANO SCARAVAGGI - DIRETTORE UFFICIO D'AMBITO:

Chiamo in ordine alfabetico.

Acquanegra Cremonese assente, Agnadello sì, Annicco… mi serve il supporto degli uffici là in fondo per gli assenti. Annicco è assente, assente, Bagnolo Cremasco…

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

Facciamo così, ci fermiamo un attimo perché c'è un'uscita di Sindaci, quando è finito l'esodo ricominciamo la conta.

Per correttezza anche nei confronti di Venturelli che è qui presente andiamo avanti.

Avete chiaro chi è uscito e non è uscito? Di conseguenza, noi li chiamiamo, se non rispondono, sono usciti.

(Intervento fuori microfono non udibile)

RAFFAELE LENI – PRESIDENTE CONFERENZA:

No no, abbandonano proprio.

Bene, proseguiamo, chi non è in sala chiaramente non dà la risposta. È aperta, non ha bisogno di quorum questa, è un'espressione politica, non stiamo deliberando.

Sospendiamo un secondo.

(Intervento fuori microfono non udibile)

PAOLO RICCABONI – SINDACO DEL COMUNE DI SPINO D’ADDA:

Il mio desiderio di stasera non era quello di arrivare a una conta, quindi, se una parte dell'assemblea decide di uscire, io allora ritiro la proposta che avevo fatto, molto semplicemente, perché non mi interessa un'autocelebrazione di una parte che rimane in sala, a me interessava un confronto sereno per dimostrare al territorio se c'era o non c'era una maggioranza di Sindaci a favore di un modello. Se una parte del territorio preferisce sottrarsi, non credo nell'autocelebrazione e quindi ritiro la proposta che avevo fatto.

Approfitto per augurare un buon Natale, sereno, a tutti i Sindaci e a tutti i loro cittadini.

Sono le ore 21,05 del 13.12.2012 quando la seduta viene tolta.

M:\Disco Marilena\CONFERENZA_DEI_COMUNI\CONFERENZE COMUNI 2012\CONFERENZA 13.12.2012\VERBALE_CONF_13.12.2012.doc

Del che si è redatto il presente verbale che viene sottoscritto come appresso.

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO/DIRETTORE DELLA CONFERENZA DEI COMUNI DELL’UFFICIO D’AMBITO DELLA (Raffaele Leni) PROVINCIA DI CREMONA f.to Leni (Damiano Scaravaggi) f.to Scaravaggi

Il verbale della Conferenza del è stato letto approvato nella seduta del ………….. come risulta dal verbale n. …. - senza formulare rilievi - con i rilievi riportati nell’atto medesimo cui si fa riferimento

IL SEGRETARIO/DIRETTORE DELL’UFFICIO D’AMBITO DELLA PROVINCIA DI CREMONA (Damiano Scaravaggi)