Toponomastica Di Montodine
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
m PROVINCIA DI CREMONA VALERIO FERRARI TOPONOMASTICA DI MONTODINE Cremona 2003 ATLANTE TOPONOMASTICO DELLA PROVINCIA DI CREMONA 10 ATLANTE TOPONOMASTICO DELLA PROVINCIA DI CREMONA 10 VALERIO FERRARI TOPONOMASTICA DI MONTODINE Cremona 2003 Presentazione Con la Toponomastica di Montodine siamo giunti al decimo volume dell'Atlante toponomastico della provincia di Cremona, progetto avviato sin dal 1994 efondato sull'ipotesi ambiziosa e suggestiva di raccogliere in modo sistematico l'intero corpusprovinciale relativo ai nomi di luogo insieme alle più particolari denominazioni di ogni singolo appezzamento di terreno, di ogni corso d'acqua, di ogni altro elemento del paesaggio rurale, che costi tuiscono nell'insieme un formidabile patrimonio di lingua, di costume, di storia attraverso il quale si definisce e si rafforza l'identità di ciascuna comunità organizzatasi su questo ampio territorio. E con il presente volume, ancora una volta, si aggiunge alla conoscen za collettiva un ricco e fecondo repertorio di nomi - che sono veri e propri documenti - il cui lento ma inesorabile processo di dispersione o di dissolvi mento viene qui interrotto, fissando sulla carta, per quanto possibile, l'im magine collettiva del territorio così come appare percepita dai suoi abitan ti, tradotta nel linguaggio di ogni giorno e racchiusa nel nome di ogni sin golo elemento territoriale. Generica o speciale che sia ognuna di queste denominazionigetta uno sprazzo di luce su qualche aspetto della vita e sulla percezione della realtà quotidiana di generazioni avvicendatesi nel possesso, nella trasformazione e nella conoscenza delproprio ambientefisico. E qui, più che mai, scorrendo il repertorio toponomastico raccolto nel territorio di Montodine, emergono con prepotenza i riflessi che un ambien te geografico quanto mai singolare e variegato, se rapportato ad un comu ne dipianura, haprodotto nella sensibilità dei suoi abitanti che, senza indu gio, l'hanno riversata in una delle più durature espressioni umane: la viva lingua di un popolo, attraverso la quale tutto il mondo circostante prende vita. E'con soddisfazione, dunque, che si offre e si riconsegna lapresente rac colta ai montodinesi e a tutti coloro, e son sempre di più, che sanno coglie re da un semplice indizio toponomastico il fascino trasmesso dai vari aspet ti della storia di un territorio, insieme alla sorpresa che non di rado ne con segue. dott. Marco Dossena Assessore alla Cultura della Provincia di Cremona Piàrialjtodi. • j3'..3v'-. /Rómànengti^fe'\:'^ &£':",'• '«?V*'.:* "•."•t-»;aC. GflEMA TjèerVgp-': Livello fondamentale — -y^ Orlo discarpata con della pianura. Vi^*" dislivello superiore a 3m Valli fluviali attive ^rTr^ Orlo discarpata con e relitte <^^>PM<" dislivello inferiore a 3 m Schema geomorfologico dell'area Introduzione Quello di Montodine è senza dubbio uno dei territori più vari e movimenta ti, dal punto di vista geomorfologico, del territorio provinciale cremonese. Lo aveva già sottolineato, sin dal 1946, Angelo Zavaglio nel suo sempre attuale «Terre nostre» dove, in poche efficaci righe, tratteggiava la singola rità del paesaggio dell'area montodinese, del tutto inaspettata per un paese di pianura. E, in effetti, è ben difficile che possa sfuggire, anche al più negli gente degli osservatori, il repentino variare delle forme di un territorio che vede l'innesto di due valli fluviali proprio nel punto in cui il nucleo storico di Montodine si raggruma su una sorta di promontorio - che assunse, in altri tempi, anche la fisionomia di una vera isola - proteso tra il corso del fiume Serio e le evidenti tracce che il passaggio dell'Adda, un tempo anch'esso radente questo naso morfologico, ha lasciato ben incise negli orli di terrazzo che dividono il livello fondamentale della pianura dalle sottostantii "rego- ne" fluviali. Si capisce come questa evidente alternanza di plaghe alte e asciutte con terre basse, umide e talora sortumose - le lame - di norma mantenute a prato per manente, inneschi la composizione di paesaggi diversi e contrapposti, non solo dal punto di vista agricolo o insediativo. Al piede delle "coste" si sono talora reinsediati e conservati fino ai giorni nostri densi boschetti a ontano nero, circondati da cerulescenti bordure arbustive di salice grigio, che nel complesso compongono uno dei più caratteristici e singolari esempi di vege tazione boschiva azonale della pianura padana. Attraverso il mosaico della trama parcellare agraria, sempre più eroso o fram mentato dal dilagare degli insediamenti artigianali e industriali - non sempre accorpati tra loro e mai, in ogni caso, mascherati o attenuati nel loro impatto visivo - si giunge ai solchi degli alvei fluviali attivi, bordati da biancheggianti greti o da depositi sabbiosi che si coprono ben presto di erbe pioniere prelu diano" al saliceto, cui sempre più di rado è concesso di sopravvenire. Frammentato in due nuclei separati e opposti che stringono a tenaglia il Serio, il fiume con cui Montodine ha sempre vissuto in stretta simbiosi, nel bene e nel male, lo storico abitato da tempo si è espanso nella regona sotto stante, dominata dalla sontuosa chiesa parrocchiale e dalla retrostante area, detta del Castello, da dove si godono insoliti colpi d'occhio. La genesi altomedievale della realtà insediativa di Montodine, sebbene ancora sconosciuta nei dettagli, si può dire in ogni caso legata inizialmente al fiume Adda e a un'importante direttrice viaria di ascendenza romana che ne lambiva l'abitato. Lo sfruttamento agro-silvo-pastorale del territorio e quello delle acque naturali, ma certamente anche il controllo dei traffici svi luppati su entrambe le possibilità di movimento, idrica e terrestre, furono il presumibile motivo principale dell'insediamento, qui, di una popolazione intraprendente e del conseguente incastellamento del sito, avvenuto assai per tempo. L'ingresso nella sfera d'influenza geopolitica esercitata da Crema, dapprima, e l'inaspettato passaggio per Montodine del fiume Serio, poi, possono esse- re individuati come gli avvenimenti più significativi ai quali attribuire un netto cambiamento nel rapporto tra il paese e il contesto geografico d'insie me. Un'ulteriore affermazione d'importanza strategica rispetto al quadro territoriale si può dire che abbia interessato Montodine con l'apertura della nuova strada provinciale, nel 1894, e del relativo ponte di ferro gettato sull'Adda, inaugurato nel medesimo anno (cfr. Zavaglio 338; Agnelli 65) e crollato la mattina del 9 novembre 1994. Prima d'allora questa strada con duceva solo a Boccaserio, dove peraltro terminava, mentre i traffici si svol gevano in direzione di Vinzasca, dove esisteva un famoso porto attivo sin dall'alto medioevo, spostato nel tempo in vari punti dell'Adda e attestatosi dai primi anni del XIXsecolo di fronte alla cascina Vinzaschina. All'apertura della nuova strada provinciale Crema-Codogno corrispose la realizzazione della circonvallazione che ancora aggira Montodine sul lato orientale e per lungo tempo sfruttò il ponte di ferro costruito a scavalco del Serio nel 1885- in sostituzione di uno precedente in muratura (1868), abbat tuto da una piena fluviale nel 1882 (cfr. Zavaglio 194; Baroni 134-137) - e rimasto in funzione sino al 1982, quando fu sostituito dall'attuale. Anche questo aspetto della storia dei ponti costruiti sui due fiumi, varie volte demoliti e ricostruiti - storia che continua ancor oggi con l'avveniristico ponte strallato in fase di ultimazione sull'Adda che, una volta attivato, pre tenderà la realizzazione di nuove strade volte a smaltire gli aumentati flussi veicolari, deviandoli verso la "Paullese" - è un eloquente indizio dell'im portanza di questa relativamente recente direttrice di traffico che, nell'arco di un secolo o poco più, ha innescato un riassetto degli equilibri territoriali locali, modificando sensibilmente il paesaggio, soprattutto attraverso le atti vità indotte, l'organizzazione economica e sociale, l'assetto futuro. Bisogna però osservare che dove si mantiene più accidentato, con rapida successione di variazioni morfologiche "forti", questo bel paesaggio risulta più difficilmente alterabile e si può dire che riesca in qualche modo ad auto- tutelarsi proprio perché, meno appetibile e aggredibile da sovrapposizioni snaturanti nonché assestato da molto tempo, risulta consolidato in questa specifica forma e immagine anche nella coscienza della gente locale che vi riconosce le proprie radici. Ora, un così ricco e originale contesto non poteva non aver riflessi sulla topo nomastica locale che, in effetti, annovera una serie davvero cospicua di appellativi e di microtoponimi ispirati alle condizioni geomorfologiche del luogo, al comportamento delle acque superficiali e sotterranee o ai riflessi della dinamica fluviale, all'uso e al governo del territorio, rivelando un'at tenzione straordinaria, in ogni tempo, da parte dei montodinesi per queste peculiarità del loro ambiente quotidiano. Il quadro territoriale Esteso per 11,82 chilometri quadrati, il territorio di Montodine si sviluppa in senso pressoché meridiano, dal confine settentrionale con il comune di Ripalta Guerina fino all'Adda, includendo l'ultimo troncone fluviale del Serioche, dopo aver superato il ponte che collegai due settori di paese dislo cati sulle opposte sponde e un tempo distinti in Montodine Settentrionale e Montodine Meridionale, confluisce con l'Adda nei pressi della località detta Boccaserio. Già nominato nel 1188 tra i luoghi dell'Insula Fulcherii, sottoposti alla piena giurisdizione e al dominio dell'imperatore, come Monstodanum