(240) Mulino di Radda (Vecchio) – Radda in Chianti analoghi a quelli individuati in (1.1). Condizioni di lavoro preca- (F.113 II NE-4818/691) rie hanno reso difficoltosa l’esecuzione di una buona ripulitura 450 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; torrente Pesa; area della sezione; ciò non toglie che i materiali rinvenuti attestino con edificata. sicurezza frequentazione del rilievo. Descrizione unità topografica – Edificio medievale in filaretto di pietra regolare e conci alternati ai lati (testa-fascia) cui si ap- (1.3) Rilievo collinare di piccola estensione posto a nord est del poggiano due strutture realizzate in epoche recenti. In stato di poggio descritto nella scheda precedente; ha sommità appiattita e abbandono e invaso dalla vegetazione, la facciata è alterata da un versante abbastanza scosceso, coperti da un sottobosco e da una aperture moderne, ma si conserva perfettamente la porta al- vegetazione boschiva abbastanza fitta. La sommità mostra presenza lungata e rettangolare sormontata da un arco in pietra serena di molte pietre di media e grande pezzatura sparse in superficie; si con conci disposti a vantaglio; la parte posteriore si conserva osservano inoltre tratti di muri sempre in pietra legati con malta invece interamente; sono in essa rintracciabili due ordini di che emergono dal sottosuolo e laterizi con forma e impasto simile buche pontaie e un’apertura di forma rettangolare e allungata, a quelli rinvenuti nelle unità stratigrafiche descritte nelle prece- strombata internamente. denti schede. L’apertura di una sezione da noi effettuata sul ver- Cronologia – XIII secolo-età contemporanea. sante nord ha mostrato la presenza di uno spesso strato di pietre di Bibliografia – CARNASCIALI, STOPANI, 1981, nn. 4, 7, 24. media e grande pezzatura mentre la ceramica è assente. Interpretazione – Insediamento composto da più strutture, nella fat- tispecie abitazioni con elevati in pietra (primo strato di crollo), co- 3 – F.114 III pertura in laterizio (secondo strato di crollo), livello di vita sot- toforma di battuto di terra con resti ceramici e di pasto (terzo strato (1) Località La Fonte – Castelnuovo Berardenga (F.114 III di crollo). Sono riconoscibili con sicurezza almeno tre abitazioni, SO-4801/705) mentre una piccola parte della sezione, dalla quale fuoriescono sco- 261 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone; incolto: rie di fusione da minerali ferrosi, lascia facilmente ipotizzare la pre- bosco e sottobosco. senza di una bottega artigiana o simile. Le strutture materiali del Ricognizioni effettuate: 4; sezioni occasionali. complesso si estendono sull’intero versante di ambedue i rilievi col- Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- linari e sulle loro sommità come comprovano le presenze ivi riscon- positi: buono. trate. Si tratta probabilmente dello scomparso castello di Cerro- Descrizione sito – Le superfici poste a est del podere la Fonte di grosso come indicano cronologia dei materiali ceramici, elementi to- Sestano sono caratterizzate da due rilievi collinari in successione pografici e geografici; quest’ultimo infatti nel 1064 viene descritto continua, con sommità arrotondata e versanti in lieve pendenza, come curte et monte et poio de Cerrogrosso et ecclesia Sancti Michaelis coperti da bosco e delimitati dalla confluenza fosso di Calceno- Archangeli posita infra ipso poio (CB XXXVIII A 1064); una carta fiume Ombrone. In anni recenti è stata allargata e ripulita la strada coeva presenta casis, sortis, donnicatis, massaritiis, terris, vineis, silvis, di bosco che, in direzione nord est guadando i corsi d’acqua già ci- rivis tam in vocabulo Cerrogrosso quam in Colle Pauli et inter fine fo- tati e raggiungendo i poderi Casalino e Arcidossino, seziona i due sato de Ombrone et fosato Talcino (CB XXX A 1064); nel 1067 don- rilievi in posizione di metà versante. nicato ipsius sancte ecclesie et cimiterio cum sis (sic) terris, ortis, vineis, Descrizione unità topografica – La zona è caratterizzata da un alto pratis, pascuis (CB CXLII A 1067); per il 1065 veniamo a cono- potenziale archeologico; si riconoscono almeno sei presenze rela- scenza di terra et silva de la fosa de poio usque in Ombrone (CB DXX- zionabili a giaciture. VII A 1065). Da queste indicazioni risulta che il castello si dislocava su due rilievi collinari nei pressi della confluenza tra Ombrone e (1.1) A circa 200 metri dall’inizio della strada di bosco, un tratto di se- fosso Calceno; sul minore dei due sorgeva la chiesa di S. Michele Ar- zione esteso per circa 30 m in orizzontale e 2,50 m in verticale, mo- cangelo mentre sul più alto dovevano disporsi gli edifici signorili stra la presenza di un deposito stratigrafico in ottimo stato di conser- (centro materiale della curtis più antica); comprendeva entro il suo vazione; le unità stratigrafiche riconosciute evidenziano un crollo com- circuito alcune strutture abitative ed era circondato da un fossato ol- posto da pietre di media e piccola pezzatura, un secondo crollo tre al quale si estendevano terre coltivate e aree boschive, poderi con- composto da laterizi (nella fattispecie tegole e coppi), un livello di vita dotti da massari e poderi con produzione dominicale (massaricio e formato da terra annerita e frammenti di carboni, ceramica e ossa. La appezzamenti relativi al dominico della curtis preesistente); la chiesa situazione descritta permette l’identificazione di più strutture abitative. stessa godeva dell’uso di terre messe a coltura ed era legata a un ci- mitero probabilmente nelle sue immediate vicinanze. (1.2) Primo rilievo collinare in direzione est del podere La Fonte Cronologia – Fine X secolo-XI secolo di Sestano. Coperto da vegetazione boschiva, ha sommità appiat- Elementi datanti tita di forma circolare ed è solcato tanto da rivoli d’acqua che con- Acroma grezza fluiscono nel fosso di Calceno quanto intaccato dalle acque pio- Olla IX.I Olla IX.II Olla IX.III Olla IX.IV vane. Si pone a pochissimi metri di distanza da un secondo rilievo Olla IX.V Olla IX.VI Olla IX.VII collinare che si eleva in direzione nord est e a cui è collegato tra- mite piede di versante. I due poggi sono perfettamente in asse (1.4) Fornace a buca, bocca circolare, destinata alla produzione di l’uno con l’altro e distano pochissimi metri sia dal fosso di Cal- calce posta immediatamente sopra la sezione descritta in (1.1); la ceno che dalla sua confluenza con l’Ombrone. In corrispondenza ripulitura ha mostrato che tale struttura taglia depositi medievali. delle sezioni scavate ai lati del rilievo collinare dal regime torrenti- Interpretazione – Calcara. zio e dalle piogge si riconosce la presenza di manufatti ceramici Cronologia – Età moderna.

291 (1.5) La sezione est, cioè quella posta di fronte a (1.1), presenta, al- Notizie storiche – Villaggio di attestazione altomedievale (dal- l’altezza della curva effettuata dalla strada vicinale, una stratifica- l’anno 867), mai sviluppatosi in castello ma al centro di un’area zione composta da laterizi che coprono un livello di terra bruciata fortemente coltivata e connotata da alti tassi demografici; qui si (colore rosso e nero) contenente ceramica; tale giacitura, anche se coagularono molte delle proprietà fondiarie e dei diritti detenuti connotata da un buon grado di lettura, risulta comunque alterata dal monastero di Fontebona. dal crollo di una parte della sezione stessa. In un documento dell’anno 715, relativo alla famosa contesa tra Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia; gli episcopati di e di Arezzo per il possesso di alcune chiese, gli strati osservati sono interpretabili come crollo del tetto che co- è inoltre ricordata, ma con il titolo di San Simpliciano, una basi- pre lo strato di vita; piano di calpestio sottoforma di battuto di lica di Sestano, dipendente dal baptisterium di Santa Maria a Pa- terra. cina. Nella seconda metà del VII secolo era stata consacrata dal ve- Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. scovo senese Vitaliano. Elementi datanti Con la dedicazione a San Bartolomeo la chiesa è ricordata in un Acroma grezza documento del 1163, dal quale risulta sottoposta al monastero Olla IV.A.I Olla IV.A.IV Olla IV.B.IV della Berardenga. Negli elenchi delle decime della fine del Due- cento e dell’inizio del Trecento figura ancora tra le chiese suffra- (1.6) Ultima stratificazione presente in sezione, composta da un li- ganee della pieve di Pacina. vello di pietre, un livello di laterizi, uno strato di cenere con ceramica, Alla fine del XIII secolo il villaggio è citato nello Statuto dei Viari uno spesso livello di terra molto indurita con alcuni laterizi infissi. di Siena. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Alla metà del XVII secolo Sestano era un podere compreso nel co- zia; riconoscibili le tracce di un focolare, piano di calpestio sotto mune di Ripalta. forma di battuto. La situazione nel complesso è comunque molto Attestazioni documentarie più articolata; infatti un’attenta osservazione delle giaciture mostra CB LIII A 867: «casis, curtis et rebus nostris quas abemus in casalis Sex- che la casa individuata sorge in realtà su una struttura abitativa tano […] seo casis et rebus ipsis ibi in Sextano, que Petro burgondio precedentemente in uso. Gli strati sono interpretabili come crollo ad suas tenet manus» degli elevati, crollo del tetto, focolare su battuto di terra; al di sotto CB IV A 881: «aecclesia et curtis et rebus illis in Sestano» di quest’ultimo, la presenza di uno spesso strato di terra giallastra, CB II A 1003: la chiesa di S. Martino in Campi possiede in «Sextano» una molto dura e compatta associata ad alcuni laterizi da copertura mostra l’esistenza di un livello pertinente a una fase antecedente Fig. 57 – La Fonte-Castelnuovo Berardenga; stratigrafia relativa all’unità topografica 1.6. nella quale veniva frequentata una struttura abitativa con muri di terra e copertura laterizia: lo strato di terra compatta è infatti il di- sfacimento o la rasatura degli elevati a essa pertinenti. La succes- sione è quindi la seguente: 1° fase = casa in terra; 2° fase = abban- dono o destrutturazione della casa di terra; 3° fase = obliterazione delle strutture precedenti tramite costruzione di casa in pietra. Le cronologie riconoscibili sono pertinenti alla sola ultima fase; non crediamo comunque che si possa arretrare molto nel tempo per collocare anche la prima abitazione sfruttata (fig. 57). Cronologia – III secolo a.C.-primo terzo III secolo a.C. Elementi datanti Vernice nera con decorazione sovradipinta Skyphos tipo gruppo di Ferrara T.585 Rinvenimento inedito

(2) Località La Fonte – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4801/705) 263 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone. Rinvenimento edito Attendibilità identificazione: buona. Descrizione unità topografica – Durante lavori di rifacimento delle fondamenta delle strutture individuate con il toponimo La Fonte, sono venuti alla luce frammenti di vernice nera. Interpretazione – Struttura abitativa (?) Cronologia – Ellenismo. Bibliografia – TRACCHI, 1978, pp. 33-34, n. 27.

(3) Sestano – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 4801/704) 336 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone, borro di Calceno; area edificata.

292 casa massaricia nologico. Anche l’Atlante dei siti archeologici della Toscana non CB CCXLI A 1004: «integra mea portione de terra et est in vocabulo Col- propone datazioni sulla scheda di rinvenimento, mentre sulla car- lirito, qui dicitur Sestano» tografia (F.114) la strada viene riportata in colore verde (cioè com- CB CCXXXVII A 1085: «integra terra et vinea res illa iuris mea, que est presa tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C.). posita in Sestano» Cronologia – 715-età contemporanea CB CCLXXIII A 1088: «terra […] in loco e vocabulo in colle de Sextano» Bibliografia – ASAT, p. 250, n. 244.2; BIGI, 1934, p. 166; BONELLI CO- CB CCLXXIX A 1089: «terra […] que est posita in colle de Sextano» NENNA, 1987, p. 58; CAMMAROSANO, 1974, pp. 43, 236; CIAMPOLI, CB CCLVI, CB CCLVII A 1091: «terra et vinea apsa del Macaio que est SZABÒ, 1992, n. CCCLXXXIII, p. 251; GABBRIELLI, 1990a, pp. 213-214; posita in Sestano» GUIDI, 1932 p. 89; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 104; MARONI, 1973, p. 40, CB CCXLIV A 1100, CB CCXLIX A 1101: attestate terre in Sestano 88, 173, 196, 201, 215; MORETTI, STOPANI, 1981, p. 175; PASQUI, I, CB CCXL A 1104: «terris et vineis et casis et ortis atque rebus massaritiis p. 10; REPETTI, V, p. 277; TRACCHI, 1968, p. 112; ID., 1978, p. 33, n. 27. […] in vocabulo Sextano, vel in aliis locis» CB CCLXIII A 1104: «duodecim sextaria in vocabulo Sextano» (4) Località Sestano – Castelnuovo Berardenga (F.114 III CB CCLXXV A 1105: «terra […] in vocabulo Sextano, ubi dicitur Te- SO-4801/704) baldi» 336 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone, borro di CB CCLI A 1108: «terris et vineis, quas Margo, filius Pagani Poli, solitus Calceno. est detenire, et sunt ipsis terris et vineis al Munte a Sextano et in valle Notizia orale attendibile. de Regina et in Cornu» Descrizione unità topografica – La testimonianza di alcuni brac- CB CCLXVII A 1111, CB CCL A 1114: attestate terre e vigne in Sestano cianti agricoli, una volta impiegati in tale area, ha indicato con si- CB CCLXIX A 1131: attestati beni immobili detenuti da «Minno, masa- curezza nell’oliveta posta sull’immediato lato ovest della tenuta, il rio, da Sestano, da Opolo et da filiis suis, Monosterio et Barota» e posti: luogo di rinvenimento casuale di tombe. La scoperta, mai segna- una pezia, in Colorto; et alia, al Pogolo a Citille; et alie tres petie, a Pei- lata alle autorità competenti, risale alla fine degli anni ’50; sono gne; et sunt in capella de Sestano et in plebe Sancte Marie de Pacina» state indicate molte urne cinerarie in travertino scomparse nei CB XCV A 1120: «una petia de terra cum vinea a Sextano et in vocabulo giorni immediatamente successivi. le Tebaldi» Interpretazione – Piccola necropoli. CB CCXLVIII A 1134: «terris et vineis […] in curte de Ripalta et de Sex- Cronologia – Ellenismo tano fine Umbrone, fine Regina, fine , fine Quercituro» Rinvenimento inedito CB CCLXXVII A 1163: «in curte de Sextano» CB CCXCIV A 1167: «terre […] ad Sextanum, aut infra curte de Ripalta» (5) Località Poggiolo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III CB XXII A 1174: «omneas meas proprietates […] in tota curte Castelli de SO-4787/697) Monasterio et in Sextano» 369 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro CB XXIII A 1198: «petiam terre posita subtus montem de Sextano» delle Fonti, borro del Grattino; seminativo: cereali. CB XXV A 1200: «petiam terre positam ad Sextano in loco qui dicitur le Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di Brusculi» luce: cielo coperto. CB CCLXXVIII A 1201: attestata la chiesa«Sancti Bartolomei de Sex- Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- tano» positi: buono. Descrizione unità topografica – La chiesa, a una navatella rettan- Descrizione sito – Campo di forma rettangolare irregolare posto a golare conclusa da un’abside semicircolare, è un edificio di im- sud ovest della casa colonica (dista circa mezzo chilometro), recin- pianto romanico ampiamente rimaneggiato e restaurato. Il fianco tato da vive, andamento curvilineo reso da due poggi in destro, compresa una delle due falde della copertura, è inglobato successione continua che nel punto di quota più basso si raggiun- nella casa canonicale. L’abside e la parete terminale sono caratte- gono formando una profonda depressione. rizzate da un paramento murario a piccole bozze squadrate di al- Descrizione unità topografiche – Il campo presenta tre tipi di berese disposte secondo corsi orizzontali. Al centro della curvatura emergenze di reperti mobili in superficie che hanno dimensioni, absidale si apre una monofora a doppio strombo con l’archetto for- caratteristiche e cronologie diverse. mato da più conci. Il coronamento, preceduto da due filari di conci ben squadrati e spianati, evidentemente frutto di un re- (5.1) Concentrazione composta da laterizi, pietre di medie e stauro, è costituito da una cornice smussata. Una finestra a croce, grandi dimensioni, ceramica e reperti osteologici combusti, loca- adesso tamponata, è situata nel vertice della parete terminale. lizzata sull’immediato sud del campo; ha inizio a circa 10 m dal Tracce di un rivestimento a bozze squadrate sono visibili nel fianco lato ovest, forma rettangolare, misure di 10 x 8 m. Si colloca su destro esterno, corrispondente all’attuale sacrestia. La facciata e una superficie appiattita e le ipotetiche dimensioni della struttura gran parte del fianco sinistro sono invece frutto di un completo ri- sono facilmente ipotizzabili dalla disposizione delle pietre che mo- montaggio. L’interno è del tutto intonacato a eccezione di alcune strano un andamento regolare. parti della zona inferiore delle pareti, dove emerge una muratura in Presenze, media per mq – 20 reperti. pietra, in alcuni tratti simile a quella absidale, in altri più irrego- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- lare. La copertura, a travature lignee, è sorretta da archi trasversali zia, pianta rettangolare. a sesto acuto di epoca moderna. Cronologia – III-IV secolo d.C. È da segnalare che durante alcuni lavori di sterro effettuati in pas- Elementi datanti sato nei dintorni della chiesa sono stati rinvenuti i resti di una Reperti numismatici strada lastricata della quale non possediamo alcun elemento cro- Autorità emittente: Gallieno; zecca di Roma; valore nominale: Sester-

293 zio; datazione: 255-268 d.C.; materia: bronzo; dimensioni: 25 mm. x Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- 35 mm.; peso: gr.11,62. zia, pianta rettangolare. D/ (…IM) P LIC GALLIENUS PFA (UG) Cronologia – V secolo d.C.-VI secolo d.C. Busto corazzato e laureato dell’imperatore a destra Elementi datanti R/ (VIRT) US AUG (G) Ceramica ingobbiata di rosso Marte stante volto a sinistra con il braccio destro appoggiato a uno Bacino emisferico VI-VII A3.1 Bacino emisferico tipo HAYES 99 scudo di forma ovale e il braccio sinistro appoggiato a una lancia. Ai Bacino emisferico tipo HAYES 103 lati, rispettivamente sinistro e destro, S C. Osservazioni: tondello irregolare di forma approssimativamente ret- (6.2) Vasta concentrazione composta da laterizi, scarti e elementi tangolare, arrotondato ai bordi. strutturali di fornace, terra arrossata, localizzata a brevissima distanza Confronto: COHEN, 1882, tomo V, tipo 1227, p. 459 per il dritto, tipo da (6.1) ed estesa per quasi tutto il campo; ha misure di 16 x 10 m. 1234, p. 460 per il rovescio. Presenze, media per mq – 10 reperti. Interpretazione – Fornace per laterizi e ceramica. Forma un unico (5.2) Concentrazione composta da laterizi, pietre di media pezza- complesso di casa + fornace con (6.1). tura e ceramica, localizzata a circa 10 m in direzione nord di (5.1) Cronologia – V secolo d.C.-VI secolo d.C. e 6-7 m dall’inizio del campo; ha forma rettangolare, dimensioni Elementi datanti di 5 x 8 m e, per le caratteristiche mostrate (molto materiale edili- Ceramica ingobbiata di rosso zio da elevati, scarsa ceramica), rappresenta un deposito sicura- Piatto VI-VII.VII Bacino emisferico VI-VII.A1.III mente appena intaccato dalle macchine agricole. Rinvenimento inedito Presenze, media per mq – 12 reperti. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- (7) Località I Caggi – Castelnuovo Berardenga (F.114 III zia, pianta rettangolare. SO-4801/707) Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. 279 m slm.; altipiano; sabbie e depositi fluviali; borro Coggia e Elementi datanti borro Bicornia; seminativo: cereali. Vernice nera Ricognizioni effettuate: 8; terreno arato e fresato; condizioni di Kylix serie MOREL 4281 Skyphos serie MOREL 4114 luce di ogni tipo. Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- (5.3) Concentrazione composta soprattutto da laterizi e ossa, loca- positi: buono. lizzata tra sommità e inizio del versante nord del poggio, distante Descrizione sito – Esteso altipiano di oltre 700 m di lunghezza, a circa 60 m da (5.1), misure pari a 16 x 10 m; ceramica assente. dominio sulle superfici circostanti la piccola panura della Colonna Presenze, media per mq – 10 reperti. del Grillo; di forma ellittica, è attraversato da due strade con orien- Interpretazione – Piccola necropoli; complesso di poche tombe tamento nord-sud, est-ovest. alla cappuccina relative probabilmente alla struttura abitativa indi- Descrizione unità topografiche – La superficie presenta otto di- cata come (5.1). verse emergenze di reperti mobili con disposizione quasi regolare Cronologia – III-IV secolo d.C. sui lati della viabilità campestre. Composizioni molto simili, cro- Rinvenimento inedito nologie attribuibili a tre diverse fasi di occupazione dell’altipiano.

(6) Località Terminone – Castelnuovo Berardenga (F.114 (7.1) Concentrazione composta da laterizi, ceramica e cocciopesto, III SO-4802/704) riconoscibile in corrispondenza del lato nord est della strada; ha 333 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; borro di forma quadrata, misure di 10 x 10 m. Calceno; vegetazione stabile: alberata. Presenze, media per mq – 8 reperti. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, luce: cielo coperto. pianta quadrata. Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- Cronologia – Seconda metà I secolo d.C. positi: buono. Elementi datanti Descrizione sito – Grande alberata posta sulle superfici piane dette lo- Terra sigillata italica calmente Terminone, nei pressi degli scoli fognari, al termine del ver- Coppa tipo CONSPECTUS 7.1.2; PUCCI XV,2-3. sante collinare dove sorge Casalino, sull’immediato nord del Borro di Calceno che scorre a quasi 50 m di distanza. Al momento della rico- (7.2) Concentrazione composta da laterizi, ceramica e cocciopesto, gnizione il terreno era stato smosso energicamente da mezzi meccanici. riconoscibile in corrispondenza del lato nord est della strada, di- Descrizione unità topografiche – Tanto sugli spazi ancora coperti dalla stante da (7.1) circa 40 m in direzione sud; ha forma quadrata, di- vegetazione spontanea quanto su quelli arati, è ben visibile la presenza mensioni pari a 12 x 12 m. di emergenze di reperti mobili in superficie riconducibili a due giaciture Presenze, media per mq – 18 reperti. diversificate per ipotetica funzionalità ma con uguale cronologia. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, pianta quadrata. (6.1) Concentrazione composta da laterizi, pietre e ceramica, di Cronologia – Seconda metà I secolo d.C. forma rettangolare, con dimensioni pari a 7 x 5 m; le pietre, che Elementi datanti non sono lavorate, formano una chiara forma rettangolare. Terra sigillata italica Presenze, media per mq – 10 reperti. Piatto tipo CONSPECTUS 20; PUCCI X,4.

294 (7.3) Concentrazione di laterizi e ceramica, posta a circa 15 m da Ciotola IV.A.VIII Ciotola IV.C.I (7.2) in direzione nord; ha forma rettangolare, misure di 10 x 8 m. Presenze, media per mq – 10 reperti. (7.7) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, collocata di Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, fronte a (7.1) in corrispondenza del lato ovest della strada; ha pianta rettangolare. forma rettangolare, dimensioni pari a 8 x 7 m; le condizioni dei Cronologia – Fine VII secolo-VI secolo a.C. reperti mostrano un deposito molto alterato Elementi datanti Presenze, media per mq – 12 reperti. Acroma grezza Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, Olla III.A1.I Olla III.A1.IV Olla III.A1.V pianta rettangolare. 2 olle III.A1.VII Cronologia – II secolo a.C. 5 olle III.A2.IV Olla III.A2.V Olla III.A4.IX Elementi datanti Olla III.B.III Olla III.E1.VI Pithos III.A2.I Vernice nera Olletta/bicchiere III.B.I Piatto serie MOREL 210-211

(7.4) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, individua- (7.8) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, individua- bile in corrispondenza del lato ovest della strada campestre, di- bile in corrispondenza del lato ovest della strada a distanza di circa stante dall’incrocio circa 25 m in direzione nord; ha forma rettan- 12 m da (7.4); di forma rettangolare, dimensioni pari a 6 x 5 m. golare, misure pari a 7 x 4 m; i reperti si dimostrano molto fluitati Presenze, media per mq – 10 reperti. e con vecchie rotture, il deposito dovrebbe essere molto alterato. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, Presenze, media per mq – 14 reperti. pianta rettangolare. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, Cronologia – II secolo a.C. pianta rettangolare. Elementi datanti Cronologia – II secolo a.C. Acroma grezza Elementi datanti Pareti pertinenti a olle Acroma grezza Vernice nera Olla IV.A.IV Olla IV.A.VII Olla IV.B.IV Pareti pertinenti a coppe Olla IV.B.V Olla IV.B.XII Olla IV.C.III Rinvenimento inedito Olla IV.E1.II Olla IV.E2.VI Ciotola IV.A.VIII Ciotola IV.B.I (8) Località I Caggi – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4801/707) (7.5) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, individua- 269 m slm.; altipiano; sabbie e depositi fluviali; borro Coggia, bile a distanza di circa 18 m da (7.3); ha forma rettangolare, mi- borro Bicornia; seminativo: cereali. sure pari a 9 x 7 m; le caratteristiche dei reperti testimoniano con Ricognizioni effettuate: 8; terreno arato e fresato; condizioni di attendibilità l’esistenza di un deposito in ottimo stato di conserva- luce di ogni tipo. zione. Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- Presenze, media per mq – 16 reperti. positi: buono. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, Descrizione sito – Campo di forma semicircolare posto sull’im- pianta rettangolare. mediato sud est dell’altipiano individuato con la sigla (7); ricavato Cronologia – II secolo a.C. sul primo versante collinare, ha morfologia molto addolcita ed è Elementi datanti delimitato a sud da seminativo, a nord dall’altipiano, a est da se- Acroma grezza minativo, a ovest dalla strada che seziona l’altipiano stesso e da una Olla IV.A.V Olla IV.B.V Olla IV.E1.VIII superficie boschiva. Olla IV.E2.II Dolio IV.A.IV Ciotola IV.A.VIII Descrizione unità topografiche – Presenza di indizi relativi a de- Ciotola IV.C.I positi archeologici strutturati diversamente ma probabilmente per- Vernice nera tinenti a un’unica realtà insediativa. Kantharos pelikoide serie MOREL 3451 (8.1) A circa 10 metri dall’inizio della salita che porta alla som- (7.6) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, individuabile mità della grande estensione agricola ricavata sull’altipiano, sono in corrispondenza del lato ovest della strada, esattemente di fronte a presenti tracce di una vasta concentrazione composta da laterizi, (7.5); di forma rettangolare, misure pari a 6 x 9 m, il deposito (come ceramica, scarti ed elementi strutturali di fornace; tale emergenza, nel caso precedente) sembra essere in ottimo stato di conservazione. molto fitta e omogenea nella sua composizione, ha forma qua- Presenze, media per mq – 10 reperti. drangolare irregolare ed è localizzata su un terreno decisamente Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, arrossato a causa di forti temperature; ha misure complessive di pianta rettangolare. 15 x 18 m, ma i primi 3-4 m della concentrazione sono da attri- Cronologia – II secolo a.C. buire a una struttura abitativa riconoscibile in corrispondenza del- Elementi datanti l’altro lato della strada. Acroma grezza Presenze, media per mq – 24 reperti. Olla IV.A.V Olla IV.A.VII Olla IV.B.IV Interpretazione – Fornace per dolia, ceramica e laterizi. Olla IV.B.V Olla IV.E1.II Olla IV.E2.VI Cronologia – II secolo a.C.

295 Elementi datanti 240 m slm.; pianura; depositi fluviali; borro Coggia; seminativo: Vernice nera cereali. Coppa serie MOREL 113,115,142 Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di Piatto serie MOREL 210-211 luce di ogni tipo. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- (8.2) Sezione occasionale, creata dalla ripulitura e allargamento posito: buono. della strada campestre che taglia in due parti l’intera area agricola; Descrizione sito – Piccolo campo posto tra il borro Coggia sul lato il terreno è occupato da vegetazione boschiva. La sezione e il mar- ovest, la strada campestre per il podere Coggia sul lato sud e bosco gine della strada mostrano comunque presenza di materiali cera- sui lati nord ed est; molto appiattito, di forma rettangolare, sorge ai mici e laterizi identici a quelli rinvenuti sui primi metri di (8.1); si piedi di un lungo altipiano. tratta indubbiamente di un deposito sezionato dalla strada e co- Descrizione unità topografica – L’intera lunghezza del campo, e in munque, anche se parzialmente, in buono stato di conservazione. larghezza per circa 20 m sino a raggiungere le vicinanze della strada, Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, è occupata da una concentrazione composta di laterizi, pietre squa- pianta forse rettangolare. drate e ceramica con misure attendibili pari a circa 10 x 7 m. Cronologia – II secolo a.C. Presenze, media per mq – 10 reperti. Rinvenimento inedito Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- zia, pianta rettangolare. (9) Molinaccio – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- Cronologia – Fine I secolo a.C.-metà I secolo d.C 4806/702) Elementi datanti 231 m slm.; pianura; depositi fluviali; borro Coggia, fiume Om- Terra sigillata italica brone; area edificata: emergenze monumentali in elevato assenti. Piatto tipo CONSPECTUS B1.10 Notizie storiche – Con il toponimo si deve identificare il mulino Rinvenimento inedito posto sulle rive del borro Coggia e del fiume Ombrone ripetuta- mente attestato sul Cartulario della Berardenga dagli inizi del XII (11) Calosine – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- secolo agli inizi del XIII secolo. Alla metà del XVII secolo, Moli- 4801/706) naccio era un podere presente nel comune di Abbadia Monastero. 283 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro Coggia; area edifi- Attestazioni documentarie cata: nessuna emergenza monumentale presente in elevato. CB CCLXX A 1121: «tres petie de terra in Lumingnaia, prope de Mulino Notizie storiche – Toponimo citato occasionalmente in una defini- in Ombrone» zione di confini agli inizi del XII secolo. Alla metà del XVII secolo, CB CCXCII A 1132: «una petia de terra cum molino […] posidta inter Calosina era un podere presente nel comune di Abbadia Monastero. fluvio Umbrone et Regina» Attestazioni documentarie CB LXXXIX A 1134: «una petia de terra a la Mignaia […] de subtus, CB DXIV A 1101: citata in determinazione di confini «desubtus Calosina» Umbrone, de super, sepe; et est ipsa terra prope Mulino» Cronologia – 1101-età contemporanea. CB LV A 1148: «nostrarum terrarum […] a molendino ospitalis predicti Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 100; CAMMAROSANO, 1974, p. 102. monasterii inferius ex utraque parte Cogie, quantum necessarium fue- rit ad apontatorium et sticcatum faciendum aquamve ad molendinos (12) Località Calosine – Castelnuovo Berardenga (F.114 III ducedam eiusdemque aque fugam et ad molendinorum casas facien- SO-4801/706) das, hec omnia mutando e stando, pront necesse fuerit. Predicta terras 260 m slm.; versante collinare; sabbie; borro Coggia; seminativo: et res cum omnibus, que super se et infra habent, in predicta ecclesia at cereali. monasterio donamus» Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di CB LVI A 1148: «nostrarum terrarum […] positas in Canpo Maiore et luce: cielo aperto. iusta flumen Coie infra ostantum fines: sicut trait flumen Cogie et via Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- que venit a predicto Monasterio per Veprosam ad guadum Cogie et posito: buono. terra Sancti Antimi […] quantum fuerit necessarium ad apontatorium Descrizione sito – Primo rilievo collinare posto all’altezza del km et sticatum faciendum aquamve ad molendinos duocendam eiusdem- 22 della strada statale 73, delimitato da strade campestri su ogni que aque fugam et casas molendinorum faciendas» suo lato; si colloca a est di Calosine, tra la seconda isoipsa e la CB LVII A 1148: «nostrarum terrarum […] positas iusta flumen Umbro- stessa strada statale. nis a molendino ospitalis predicti monasterii, inferius quantum fuerit Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da la- necessarium et ad apontatorium et sticcatum faciendum, aquamve du- terzi, pietre e ceramica, molto ben individuabile, di forma rettan- cendam ad molendinos et ad eiusdem aque fugam» golare con misure pari a 8 x 6 m, riconoscibile sul versante nord CB CCCXIX A 1218: «tertia petia ad molendinum de subtus est posita: della collina, visibile anche dal ciglio della strada statale. […] subtus, gora molendini. Quarta petia ad sticcatum molendini de Presenze, media per mq – 12 reperti. super est posita: ex uno latere et desuper terras Lambardorum […], Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- subtus Umbrone» zia, pianta rettangolare. Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 100; CAMMAROSANO, 1974, Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C p. 150 n. Elementi datanti Terra sigillata italica (10) Strada Statale 73 km 23 – Castelnuovo Berardenga Piatto tipo CONSPECTUS 18.2.1; PUCCI X, 14, 212 (F.114 III SO-4802/707) Rinvenimento inedito

296 (13) Località Calosine – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Elementi datanti SO-4801/706) Terra sigillata italica 283 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro Coggia; seminativo: Coppa tipo CONSPECTUS 20.4.4; PUCCI XXI,4 cereali. Piatto tipo CONSPECTUS 10; PUCCI VII,1-2 Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di luce: cielo aperto. (13.4) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, visibile in Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- direzione nord, sul lato est della strada campestre che attraversa positi: buono. l’intera sommità del rilievo, in coincidenza dell’incrocio prodotto Descrizione sito – Esteso poggio su cui sorge il podere, in stato di da una seconda strada di campo proveniente dal lato ovest; dista abbandono, di Calosine; l’intera collina è destinata a seminativo, 30 m dall’incrocio stesso, ha forma rettangolare, dimensioni pari a mentre in corrispondenza del versante est sono collocati estesi vigneti. 6 x 4 m; i reperti si dimostrano in pessimo stato di conservazione. Descrizione unità topografiche – La sommità del rilievo mo- Presenze, media per mq – 10 reperti. stra la presenza di due diverse emergenze di reperti mobili in Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia, superficie, poste quasi affiancate e collocate a 30 m in direzione pianta rettangolare. est dalla struttura poderale; le emergenze sono pressoché simili Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C per dimensioni e cultura materiale, si differenziano però per Elementi datanti ambito cronologico. Una terza e una quarta emergenza sono in- Non riconoscibili, ma composizione della cultura materiale rinvenuta dividuabili sulle superfici poste a nord dei fabbricati; queste ul- come in (3.2) e (13.3). time risultano essere indizio di giaciture in pessimo stato di conservazione. Una quinta presenza, appena intaccata dalle ara- (13.5) Concentrazione di piccole dimensioni composta da laterizi e ture, si riconosce in corrispondenza della parte ovest del grande ceramica, collocata in coincidenza delle superfici racchiuse entro una campo. sorta di triangolo dal borro delle Pisciole e dall’incrocio delle strade campestri; si rinvengono reperti ceramici e laterizi con rotture fresche, (13.1) Concentrazione composta da laterizi, pietre di medie e posti a pochi metri dal ciglio della campestre orientata ovest-est, esat- grandi dimensioni, ceramica, di forma rettangolare, estensione to- tamente sul suo punto centrale; la presenza ha forma apparentemente tale (compreso trascinamento) pari a 15 x 10 m; le pietre di mag- rettangolare, dimensioni pari a 4 x 3 m ma tali valori sono chiara- giori dimensioni (quelle probabilmente d’angolo della struttura in- mente frutto di un raggiungimento parziale della giacitura. dividuata) disegnano comunque una chiara figura geometrica con Presenze, media per mq – 10 reperti. misure di 9 x 6 m. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, Presenze, media per mq – 8 reperti. pianta forse rettangolare. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. zia, pianta rettangolare. Elementi datanti Cronologia – IV-V secolo d.C Vernice nera Elementi datanti Skyphos tipo MOREL 321 b Patera serie MOREL 1312 Ceramica ingobbiata di rosso Rinvenimento inedito Bacino emisferico tipo HAYES 61B Bacino emisferico VI-VII.A2.III (14) Località Calosine – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4801/707) (13.2) Concentrazione composta di laterizi, pietre, ceramica e coc- 234 m slm.; versante collinare; sabbie; borro Coggia, borro delle ciopesto, distante circa 10 m da (13.1) in direzione nord est; di Pisciole; seminativo: cereali. forma rettangolare, dimensioni pari a 6 x 4 m. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di Presenze, media per mq – 10 reperti. luce: cielo aperto. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- zia, pianta rettangolare. positi: scarso. Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C Descrizione sito – Estesa superficie agricola individuabile tra la Elementi datanti strada vicinale per Calosine che si diparte all’altezza del km 22 Terra sigillata italica della statale 73 sul lato ovest, il guado del borro delle Pisciole sul Coppa tipo CONSPECTUS 7.1.2-3; PUCCI XXVIII,3 lato est, la stessa strada statale a sud, la prima isoipsa a nord; il grande campo occupa un intero versante collinare ed è formato da (13.3) Concentrazione composta da laterizi e ceramica, localizza- gobbosità piatte e allungate che discendono di quota sino a rag- bile in direzione nord, sul lato est della strada campestre che attra- giungere la zona di breve pianura. versa l’intera sommità del rilievo; dista 20 m dall’ultimo edificio Descrizione unità topografiche – Sono riconoscibili chiari indizi (apparente uso come porcile) del complesso poderale, ha forma pertinenti a due giaciture molto danneggiate, caratterizzate da uguale rettangolare, dimensioni pari a 9 x 7 m; i reperti si dimostrano in composizione e cronologia. Si rinvengono inoltre materiali sporadici pessimo stato di conservazione. attribuibili a frequentazioni della zona in epoche diversificate. Presenze, media per mq – 12 reperti. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia, (14.1) Concentrazione composta da laterizi, ceramica e pietre di pianta rettangolare. medie dimensioni, individuabile all’altezza del poggetto sottostante Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C gli spazi boschivi e a distanza di circa 60 m dal borro delle Pisciole;

297 forma rettangolare, dimensioni di 8 x 6 m; reperti fittili estrema- Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C mente frantumati. Elementi datanti Presenze, media per mq – 10 reperti. Terra sigillata italica Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Piatto tipo CONSPECTUS 11.1 zia, pianta rettangolare. Coppa tipo CONSPECTUS 20.4.4; PUCCI XXXI,4 Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C Elementi datanti (15.2) Presenti sul campo materiali ceramici (maiolica arcaica) di Terra sigillata italica età bassomedievale, soprattutto in corrispondenza della parte più Coppa tipo CONSPECTUS 7.1.2; PUCCI XXVIII,3 vicina a Molinaccio. Coppa tipo PUCCI XIII Interpretazione – Materiale sporadico. Cronologia – XIV secolo-XV secolo. (14.2) Concentrazione composta da laterizi, ceramica e pietre di Rinvenimento inedito medie dimensioni, individuabile a una quota inferiore di circa 8 m da (14.1) in direzione sud est a distanza da quest’ultimo pari a (16) Località Marzuolo – Castelnuovo Berardenga (F.114 circa 40 m; ha forma rettangolare, dimensioni di 6 x 7 m; reperti III SO-4801/706) fittili estremamente frantumati. 305 m slm.; sommità collinare; borro delle Pisciole, fiume Om- Presenze, media per mq – 14 reperti. brone; seminativo: cereali. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di zia, pianta rettangolare. luce: cielo aperto. Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Elementi datanti posito: scarso. Terra sigillata italica Descrizione sito – Campo che occupa quasi l’intera estensione di Piatto tipo CONSPECTUS B2.5 un grande rilievo collinare posto immediatamente a nord est del podere Marzuolo, delimitato da bosco sui lati nord e sud, dalla (14.3) Presenti sul campo materiali ceramici (maiolica arcaica) di strada campestre che raggiunge il podere Calosine a est, da cam- età bassomedievale, soprattutto in corrispondenza della parte cen- pestre di collegamento al borro delle Pisciole a ovest. trale. Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da la- Interpretazione – Materiale sporadico. terizi, ceramica e pietre di medio- grandi dimensioni, localizzata in Cronologia – XIV secolo-XV secolo. asse con il podere Marzuolo e distante da esso circa 80 m; ha forma di grande quadrato, dimensioni di 12 x 12 m; manufatti in (14.4) Presenti sul campo, a breve distanza da (14.2) pochi reperti pessime condizioni di giacitura. litici molto fluitati. Presenze, media per mq – 18 reperti. Interpretazione – Materiale sporadico. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Cronologia – Generica preistoria. zia, pianta forse quadrata. Rinvenimento inedito Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. Elementi datanti (15) Località Molinaccio – Castelnuovo Berardenga (F.114 Vernice nera III SO-4806/702) Coppa tipo MOREL 212 b 231 m slm.; pianura; depositi fluviali; borro Coggia, fiume Om- Coppa serie MOREL 2536 brone; seminativo: cereali. Rinvenimento inedito Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di luce: cielo aperto. (17) Abbadia a Monastero – Castelnuovo Berardenga Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- (F.114 III SO-4802/706) positi: scarso. 291 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti, borro Descrizione sito – Allungata e stretta superficie pianeggiante rac- delle Pisciole; area edificata. chiusa tra la strada statale 73 a est, dal borro Coggia a ovest, dalla Notizie storiche – Toponimo originario S. Salvatore di Fonte- strada campestre che all’altezza del km 22 della statale stessa rag- buona a Campi, talvolta Santi Salvatore e Alessandro a Fontebona. giunge la Coggia a sud, dalla confluenza borro delle Pisciole-borro Monastero femminile fondato alla metà del IX secolo (15 febbraio Coggia a nord. 867) dal franco Winigis, conte di Siena, e dalla moglie Richilda, i Descrizione unità topografiche – Sono riconoscibili due diverse quali provvidero a dotare la comunità di molti beni patrimoniali mo- presenze; solo una può essere ricondotta a traccia di giacitura. bili e immobili. Tutto ciò venne confermato con un documento del- l’anno 881. Istituzione ecclesiastica di famiglia il monastero, decaduto (15.1) Concentrazione composta da laterizi e ceramica molto flui- nel tempo, agli inizi del secolo XI (anno 1003) fu rifondato e trasfor- tata e con rotture vecchie, localizzata al centro del campo a di- mato in cenobio maschile dai Berardenghi Ranieri e Berardo, figli di stanza di 10 m dal ciglio della strada e di 14 m dal borro Coggia; Berardo. Non conosciamo le cause della decadenza e della trasforma- ha forma rettangolare, misure di 9 x 6 m. zione, forse dovute a questioni di ordine morale e discordie interne. Presenze, media per mq – 10 reperti. Successivamente il monastero accumulò un patrimonio fondiario di Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia, rilievo, comprendente anche il monopolio di tutti i mulini sull’Ar- pianta rettangolare. bia, sia nella terra berardinga che nei territori comunali di Gaiole,

298 Rapolano e Asciano. Molto attivi nelle donazioni e concessioni di aderente alla chiesa e attualmente, dopo la distruzione della navata, beni furono soprattutto i Berardenghi di Valcortese, Orgiale, Mo- isolata da essa. Il paramento murario è formato da corsi orizzontali nastero e Montalto. Un documento del 1098 attesta, per la prima e paralleli di conci di alberese, di grandi dimensioni nella parte infe- volta, l’appartenenza del monastero alla congregazione di Camaldoli, riore, non perfettamente spianati. Vi si aprono monofore e trifore, in seguito confermata da numerose bolle papali e privilegi imperiali. ripristinate di recente, sormontate da ricorsi di archetti pensili. Nel XIV secolo iniziò la rapida decadenza del convento come or- Per quanto riguarda gli ambienti monastici, compreso il chiostro ganismo fondiario e i beni superstiti furono affidati in com- situato a fianco della chiesa, veramente drastico è stato l’intervento menda (nel 1400 fu aggregato al monastero senese di Santa Mu- ottocentesco volto a trasformare l’intero complesso edilizio, attra- stiola). In seguito, coinvolto nelle guerre tra Siena e Firenze, subì verso ampi rimaneggiamenti e complete ricostruzioni ‘in stile’, in un pesante intervento edilizio che lo trasformò in una vera e pro- villa e fattoria (figg. 58-59). pria fortezza. Una planimetria disegnata da Baldassarre Peruzzi Cronologia – 867-età contemporanea mostra che il complesso monastico, ancora integro, era stato for- Bibliografia – BALESTRACCI, 1986, p. 9; BARGELLINI, 1932, pp. 284-298; tificato con una cinta muraria quadrilatera, torri a pianta circo- BONELLI CONENNA, 1987, p. 100; BRACHETTI MONTORSELLI, MORETTI, lare e quadrangolare, fossato e ponte levatoio. STOPANI, 1984, p. 199; CAMMAROSANO, 1969; ID., 1970; ID., 1974; CAM- Alla metà del XVII secolo Badia a Munistero d’Ombrone era sede di MAROSANO, PASSERI, 1984, p. 39; CANESTRELLI, 1904, pp. 49-50, 64-65, un comunello comprendente 15 poderi e una popolazione di 87 68; ID., 1915, p. 33; COTTINEAU, I, p. 347; GABBRIELLI, 1990a, pp. 68-70, abitanti. Nel XVIII secolo, essendo la struttura in decadimento, 104-105, 115, 128 nn. 96-99, 175-176; GIGLI, II, pp. 401-402; GIUSTI, l’arcivescovo di Siena ne decise il restauro, in occasione del quale GUIDI, 1942, p. 94; GROTTANELLI, pp. 14, 17, 19; GUIDI, 1932, pp. 66, vennero abbattute alcune opere di difesa. La sistemazione defini- 79, 82; KEHR, pp. 188-190; KURZE, 1989, pp. 4 ss., 297 ss.; MARONI, tiva avvenne però nel secolo scorso, quando la navata della chiesa 1973, pp. 40, 63, 65; MORETTI, 1962, pp. 57-62; MORETTI, STOPANI, fu ridotta di circa metà della sua lunghezza e i locali monastici, 1970; ID., 1981, pp. 42-43, 66, 88, 90, 137-139, 151 n. 27; PASQUI, I, alienati alla famiglia Piccolomini, furono trasformati in villa. p. 563; ID., II, pp. 15, 51, 125, 126; PASSERI, 1944, p. 32; PECCI, ms. Attestazioni documentarie D.68, c. 244; Reg. Cam., I, n. 607; ID., II, nn. 717, 754; REDON, 1982, CB LIII A 867: fondazione del cenobio «in locus dictus» Fontebuona nei p. 213n; REPETTI, I, pp. 6, 297; SALMI, 1927, pp. 19, 50 n. 48, 62 n. 75, pressi della «villa» / «locus dictus» Canpi; vicini sono la «villa» di Septi- 64 n. 81; ID., 1928, pp. 28, 96 n. 44; ID., 1958, pp. 14-15; SCHNEIDER, minula, la «silva» Cetoraria e la «silva» Piscina Sancta 1975, p. 94; TABACCO, 1973, pp. 168-172; TOESCA, 1927, p. 570. CB IV A 881: conferma dei beni mobili e immobili inseriti nel patrimo- nio del cenobio femminile (18) Località Abbadia Monastero – Castelnuovo Berar- CB II A 1003: rifondazione del monastero sotto forma di cenobio maschile denga (F.114 III SO-4802/706) Descrizione unità topografica – L’ambiente più antico del com- 283 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti, borro plesso della Badia Berardenga è costituito da una piccola cripta ap- delle Pisciole; coltura stabile: vigna. partenente a un edificio di epoca pre o protoromanica. L’attuale Rinvenimento edito pianta è quasi quadrata, a tre navatelle concluse da un’abside più Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di che semicircolare. La copertura è costituita da volte a crociera a se- luce: cielo aperto. sto rialzato, prive di sottarchi e impostate su quattro semipilastri e Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- altrettante colonne. Il paramento murario è formato da corsi sub- posito: scarso. orizzontali di bozze sommariamente squadrate e pietre grezze mi- Descrizione sito – Gobbosità collinare posta a sud est di Abbadia ste a frammenti di laterizi. Tre colonne, di marmo, e due basi, una Monastero e compresa tra la confluenza del borro delle Fonti nel delle quali utilizzata come capitello, sono romane. L’altra colonna borro della Coggia in direzione nord ed est, delimitata da semina- appartiene a un recente restauro. La datazione della cripta, incerta, tivi sugli altri lati. è da mettersi in relazione con la fondazione del monastero nell’867 Descrizione unità topografica – I filari della vigna presentano o con la sua rifondazione nell’anno 1003. fittili e pietre non in concentrazione. Una consistente emergenza Le strutture della soprastante chiesa, in origine a croce latina, pre- era già stata segnalata da Tracchi, indicando tratti di muro in cal- sentano caratteri tardo-romanici di ascendenza lombarda e pisana, cestruzzo, tegole e ceramica; si tratta quindi di un deposito estre- riferibili al XIII secolo. L’attuale navata appartiene a una ricostru- mamente alterato. zione ottocentesca; è comunque da segnalare l’esistenza di un breve Presenze, media per mq – 8 reperti. tratto superstite della navata originaria, individuabile in corrispon- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura laterizia, denza del braccio destro del transetto, con il quale risulta strati- pianta non deducibile. Oggi la giacitura è probabilmente inesistente. graficamente legato. Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. La zona presbiteriale è costituita da un’abside semicircolare, un Elementi datanti transetto e una cupola ellittica rivestita da un tiburio ottagonale. Vernice nera Il loro rivestimento murario è formato da conci di alberese ben Olla IV A.VI Olla IV F.XII Olla IV E.41 squadrati e spianati, disposti secondo corsi orizzontali e paralleli. Bibliografia – ASAT, p. 249, n. 238; TRACCHI, 1978, p. 35. Monofore a doppio strombo, lesene, losanghe, archetti pensili e ampie arcate cieche caratterizzano tali strutture. Due archi a sesto (19) Località Abbadia a Monastero – Castelnuovo Berar- acuto, impostati su semipilastri con capitelli scolpiti a fogliami, denga (F.114 III SO-4802/706) introducono nei bracci del transetto, coperti con volte a crociera. 283 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti, borro Dinanzi alla facciata si eleva una torre campanaria a pianta quadrata, delle Pisciole; coltura stabile: vigna. riferibile alla maturità del romanico (secolo XII circa), in origine Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di

299 luce: cielo aperto. 279 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti, borro Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- delle Pisciole; seminativo: cereali. posito: scarso. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di Descrizione sito – Grande superficie di forma quasi ellittica, deli- luce: cielo aperto. mitata dalla strada per Abbadia Monastero a sud e dal borro delle Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Fonti a nord; in leggero declino, raggiunge l’altezza della curva di posito: scarso. fronte alle case indicate con il toponimo di Poggiarello. Descrizione sito – Grande superficie di forma irregolare, posta Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da la- sul lato ovest della strada per Abbadia Monastero, delimitata terizi, ceramica e pietre di medie e piccole dimensioni, localizzata dalla stessa strada a est, da vegetazione boschiva a sud e ovest, da all’altezza del rettilineo stradale a circa 20 m di distanza; di forma oliveta a nord; quasi appiattita, la morfologia cambia repentina- rettangolare, misure pari a 7 x 6 m, i reperti fittili mostrano un mente all’altezza del podere Palazzina, dove si leggono quote pari alto tasso di alterazione. a 322 m slm. Presenze, media per mq – 10 reperti. Descrizione unità topografica – L’intera estensione del campo mo- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- stra la presenza marcata di reperti mobili in pessimo stato di con- zia, pianta non deducibile. servazione e tracce inequivocabili di stratificazioni attribuibili a lun- Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. ghe frequentazioni, ormai completamente sconvolte dalle vicende Elementi datanti agricole del terreno (in passato è stato adibito anche a oliveta). Non Acroma grezza si possono isolare precise concentrazioni, poiché il materiale (pietre, Olla IV.A.VI Olla IV.D.IV Olla IV.D.IV.V travertino, laterizi, ceramica, scorie di fusione da minerali ferrosi) si Olla IV.E1.VII Olla IV.E2.III Olla IV.E4.I dispone in superficie senza soluzione di continuità; oltretutto vi Olla IV.E5.II Olla IV.F.XI Olla IV.F.XII sono mischiati moderni scarichi delle abitazioni circostanti. Ciotola IV.C.IV Presenze, media per mq – 18 reperti. Rinvenimento inedito Interpretazione – Terreno oggetto di frequentazioni ascrivibili in più cronologie; la mole dei manufatti lascia anche qui ipotizzare la (20) Località Abbadia a Monastero – Castelnuovo Berar- presenza dei villaggi di Canpi, o di Septiminula attestati dalla do- denga (F.114 III SO-4802/706) cumentazione archivistica (v. scheda (17)).

Fig. 58 – Abbadia a Monastero-Castelnuovo Berardenga; braccio destro del transetto. Fig. 59 – Abbadia a Monastero-Castelnuovo Berardenga; torre campanaria.

300 Cronologia – VI secolo a.C.-V secolo a.C.; III secolo a.C. – I se- Elementi datanti colo a.C.-inizi I secolo d.C.; XIV secolo-XV secolo. Terra sigillata italica Elementi datanti Piatto tipo CONSPECTUS 18.2.1; PUCCI X,14,212 Acroma grezza Bibliografia – ASAT, p. 249, n. 237.1; TRACCHI, 1978, p. 35. Olla III.E1.VIII Olla III.E1.XII Olla III.F.I Vernice nera (23) Località Borro delle Pisciole – Castelnuovo Berar- Coppa serie MOREL 2536 denga (F.114 III SO-4803/706) Maiolica arcaica 335 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Pisciole, fiume Catino tipo FRANCOVICH B 1.3, decorazione a treccia in ramina Ombrone; incolto: bosco e sottobosco. Rinvenimento inedito Ricognizioni effettuate: 10; sezione occasionale; primo intervento di ripulitura del deposito effettuato dal gruppo archeologico (21) Località Abbadia a Monastero – Castelnuovo Berar- ACRASA di Castelnuovo Berardenga; successivamente scavo denga (F.114 III SO-4802/706) della Soprintendenza Archeologica per la Toscana (Dott.sa Eli- 279 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti, borro sabetta Mangani). delle Pisciole; seminativo: cereali. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di posito: buono. luce: cielo aperto. Descrizione sito – Vasta superficie boschiva estesa per oltre 2 kmq, Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- posta tra il fiume Ombrone a sud e a ovest, il borro delle Pisciole posito: buono. a est, il fosso di Valle Buia a nord; si compone di allungati rilievi Descrizione sito – Continuazione dell’estesa superficie descritta collinari con quote alternate tra i 306 m slm. e i 364 m slm. alla scheda (20) e da questa divisa attraverso una breve strada cam- Descrizione unità topografica – L’apertura di una larga cessa an- pestre; delimitata a nord dai ruderi del podere Scopeto, a sud e tincendio all’altezza del rilievo posto a quota 335 m slm., portò in ovest da strada campestre, a est da vegetazione boschiva, invaso ar- luce le tracce evidenti di un deposito consistente interpretabile tificiale per l’acqua e dal borro delle Pisciole. come tomba a circolo; il terreno formava una gobbosità chiara- Descrizione unità topografica – In corrispondenza del poggetto mente artificiale, delimitata da pietre poste in circolo, e si osserva- posto sull’immediato est dell’invaso e della vegetazione boschiva, è vano i resti di un cassonetto laterale in travertino ormai fracassato presente una emergenza in superficie di laterizi e ceramica in pes- dall’opera dei mezzi meccanici. La tomba, oggetto di scavo nel simo stato di conservazione; non si riesce a isolare una precisa con- 1985 da parte della Soprintendenza Archeologica, restituì forme centrazione con forma più o meno regolare e anche le dimensioni aperte in bucchero nero, forme chiuse anche di grandi dimensioni sono difficilmente calcolabili. a impasto grezzo, un’olla cineraria con coperchio; tanto i materiali Presenze, media per mq – 10 reperti. di superficie quanto quelli di scavo (ancora inediti) sono in depo- Interpretazione – Probabile casa di terra per gli elevati e copertura sito presso la sede del gruppo archeologico ACRASA. laterizia. Interpretazione: Tomba a circolo a più deposizioni. Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. Cronologia – Fine VII secolo a.C.-metà VI secolo a.C. Elementi datanti Vernice nera (24) Località Borro delle Pisciole – Castelnuovo Berar- Coppa serie MOREL 2536 denga (F.114 III SO-4803/706) Rinvenimento inedito 306 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Pisciole, fiume Ombrone; incolto: bosco e sottobosco. (22) Località La Palazzina – Castelnuovo Berardenga Ricognizioni effettuate: 10. (F.114 III SO-4803/706) Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- 322 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro delle Fonti; semina- posito: buono. tivo: cereali. Descrizione sito – La cessa antincendio descritta alla scheda (23), Rinvenimento edito proseguendo nell’immediato est della tomba scavata, raggiunge Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato e fresato; condizioni di una superficie con dimensioni ridotte, dove il bosco è meno fitto luce: cielo aperto. e dove, forse, in passato è stato scelto di impiantare colture; tale Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- terreno è posto vicino a due fontoni per raccolta di acque piovane. posito: scarso. Descrizione unità topografica – Il terreno smosso, così come al- Descrizione sito – Estesa superficie pianeggiante compresa tra il cuni punti degli spazi coperti da vegetazione boschiva ai lati della podere Palazzina sul lato nord, la strada comunale a ovest, il borro cessa, mostrano la presenza di laterizi e ceramiche con caratteristi- delle Fonti a est, altri seminativi a sud. che simili ai reperti rinvenuti in (23). L’emergenza non è indivi- Descrizione unità topografica – Presenti in superficie fittili e duabile attraverso una forma geometrica, né si possono effettuare pietre non concentrati; si tratta di un deposito oramai alterato misurazioni precise; lo spargimento disordinato dei manufatti co- già segnalato da Tracchi in passato sotto altre condizioni di pre comunque il primo tratto della cessa per circa 25 m ed è rico- emergenza (tegole e ceramica). noscibile anche a distanza di quasi 30 m dai fontoni. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Presenze, media per mq – 6 reperti. zia, pianta non deducibile. Oggi la giacitura è probabilmente ine- Interpretazione – Materiale sporadico, ma dovrebbe trattarsi di sistente. emergenze non intaccate, da collegare ad abitazioni: probabilmente Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. un villaggio.

301 Cronologia – VII secolo a.C.-VI secolo a.C. Elementi datanti Acroma grezza Olla III.A6.V Olla III.B.I Olla III.F.III Pithos III.A1.II Rinvenimento inedito

(25) Monastero d’Ombrone – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4803/707) 283 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro delle Fonti; area edificata Notizie storiche – Attestato con il toponimo Sarna/Serna sin dal primo quarantennio dell’XI secolo, a partire dalla seconda metà dello stesso secolo l’insediamento veniva citato come Monasterio, Monisterio, Monasterii con chiaro riferimento alla sua vicinanza al- l’abbazia di S. Salvatore a Fontebona. Vi era insediato un ramo Fig. 60 – Monastero d’Ombrone-Castelnuovo Berardenga; edifici lato nord est (i due della famiglia dei Berardenghi rappresentato da Guido e suo figlio corpi sulla destra – A e B – fanno parte del nucleo originario). Rainaldo. Nel 1208, ormai entrato nell’orbita senese già da sei anni, il castello fu assediato dall’esercito fiorentino; nel 1270 fu che proseguono dall’edificio “A” e una fase edilizia successiva, con- conquistato da Guido di Monfort e divenne base per le ostilità temporanea alla prima traformazione dello stesso edificio “A” con contro Siena. Nel XV secolo faceva parte delle reti di fortezze di aperture sormontate da archi a tutto sesto. confine con il territorio fiorentino e dalle milizie di Firenze fu In conclusione la parte “1” dell’edificio “A” e l’intero edificio “B” espugnato. Alla metà del XVII secolo Munistero d’Ombrone era un componevano un’unica struttura che raggiungeva probabilmente comune comprendente 13 poderi e una popolazione di 120 abi- l’altezza attuale (XII-XIII secolo); una successiva fase edilizia scom- tanti. pone la struttura in due diversi edifici e vengono realizzate le aper- Attestazioni documentarie ture ancora visibili all’altezza del secondo piano (XIV secolo). Le CB LIX A 1044: «prope castelo de Serna» fasi più tarde, ben visibili in parete, sono da ascrivere a età mo- CB CCCXXIX A 1050/1051: «prope castello de Monasterio» derna (fig. 60). CB CLXXXVIII A 1055: «Actus intus castello de Sarna» Cronologia – 1044-età contemporanea. CB XXXIV A 1065: «Actu intus castello de Serna» Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1989, pp. 63, 247; BONELLI CO- CB DXXXIII A 1070: «monasterio S. Salvatoris scito Fontebona qui est NENNA, 1987, p. 64; CAMMAROSANO, 1974, pp. 23, 28, 144n, 149, 188n, prope castello de Sarna» 262, 297, 324, 331n; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 42, n. 11.17; CB DCXII A 1089: «Bernardo Abbas S. Salvatoris de monasterio quod CASABIANCA, 1937, p. 197; CHERUBINI, 1974, p. 293; DAVIDSOHN, I, p. vocatur Sarna» 969; III, pp. 81, 82; REPETTI, I, p. 303. CB CCLXXIV A 1116: «in curte de Monisterio» CB LXXI A 1141: «in curte de Monisterio» (26) Località Monastero d’Ombrone – Castelnuovo Berar- CB XXII A 1174: «in tota curte castelli de Monasterio» denga (F.114 III SO-4803/707) CV, I, p. 11 n. 80, A 1202-1203: nel sacramentum prestato da tutte le co- 287 m slm.; versante collinare; argille sabbiose; fiume Ombrone; munità della Berardenga al comune di Siena per «Monasterio de Berar- seminativo: cereali. denga» giurano 42 «homines» tra cui tre «balitores» Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo CB XC A 1216: «curte et discticto de Monaterii» aperto. ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici 713-716, A 1248-1252: per Monastero Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- sono censiti soggetti d’imposta pari a 13 (minimo) e 19 (massimo) posito: scarso. ASS, Opera metr.1; ASS, Biccherna 744, ASS, Biccherna 746: citato nei Descrizione sito – Vasta estensione agricola, di forma quasi circo- censi del 1334, 1359, 1400 lare, con allungata sommità appiattita e versanti molto ripidi che ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- decrescono sino a quote inferiori di 15 m; posto tra Monastero rardenga del 1337-1339 d’Ombrone e il borro del Grattino a est, la strada vicinale nelle al- Descrizione unità topografica – Emergenza molto alterata; si ri- tre direzioni. conoscono comunque molto bene la struttura originaria del ca- Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da la- stello (edifici a circolo intorno a uno spazio aperto) e parte del cir- terizi, pietre di media pezzatura, ceramica e scorie di fusione di mi- cuito murario. Alcune strutture interne conservano ancora in ele- nerali ferrosi, localizzata a circa 55 m dall’incrocio segnalato con la vato tratti delle antiche murature; in particolare i due edifici vicini croce, ha forma rettangolare, dimensioni di 11 x 8 m. al pozzo mostrano conci e filari chiaramente medievali. Presenze, media per mq – 20 reperti. Edificio “A”: si compone di tre parti ascrivibili a fasi diverse; la fase Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, romanica si conserva in coincidenza della parte “1”, nella quasi to- pianta rettangolare; forno fusorio accessorio. talità del secondo e terzo piano; una ristrutturazione si legge invece Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. nella presenza di corsi murari realizzati in pietre di colore più scuro Elementi datanti e nell’apertura delle due finestre centrali con arco a tutto sesto. Terra sigillata italica Edificio “B”: successivo ad “A” (si appoggia a esso), mostra co- Coppa campaniforme tipo CONSPECTUS 14.3; PUCCI XX munque in coincidenza della parte più alta alcuni filari di pietre Rinvenimento inedito

302 (27) Località Monastero d’Ombrone – Castelnuovo Berar- Notizie storiche – Toponimo collegato a un’area di sfruttamento denga (F.114 III SO-4803/707) agricolo. Non si trasformò mai in un villaggio tanto che alla metà 287 m slm.; versante collinare; argille sabbiose; borro del Grattino; del XVII secolo troviamo i poderi Mura di Sotto e Mura di Sopra seminativo: cereali. compresi nel comune di Monastero d’Ombrone. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Attestazioni documentarie aperto. CB XLVI A 1117: «terris et vineis in plebe Sancte Marie, sito Altaserra, et Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- in vocabulo Le Mura» posito: scarso. CB DXVII A 1132: «tenimentum» è posto «a Le Mura» Descrizione sito – Grande campo a forma di semicerchio com- CB LXXI A 1140: «terre et vinee in curte de Monisterio et per vocabula preso tra Monastero sul lato nord, il podere Palazzo sul lato sud e in Cescina et ne Barocuri et nel plano de Le Mura» il borro del Grattino. Cronologia – 1117-età contemporanea. Descrizione unità topografica – Concentrazione molto estesa com- Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 64. posta da laterizi, pietre, ceramica e scorie di fusione di minerali fer- rosi, con materiali che mostrano vecchie rotture e superfici fluitate; (31) Località Le Mura – Castelnuovo Berardenga (F.114 III collocata a circa 14 m dal bosco in corrispondenza del lato ovest, ha SO-4804/707) forma di grande rettangolo e dimensioni complessive di 50 x 30 m. 382 m slm.; sommità collinare; brecciole nummulitiche; borro del Presenze, media per mq – 15 reperti. Grattino. Interpretazione – Traduzione degli indizi problematica; non sem- Rinvenimento edito bra comunque trattarsi di una grande struttura, piuttosto di più Attendibilità identificazione: buona. unità abitative (forse tre) poste molto vicine le une alle altre; case di Descrizione unità topografica – Individuati tratti di muri e fram- pietra per gli elevati, copertura laterizia; presente un forno fusorio. menti di ceramica aretina. Cronologia – Metà I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. Interpretazione – Casa di pietra. Elementi datanti Cronologia – Fine I secolo a.C. Terra sigillata italica Bibliografia – ASAT, p. 249, n. 232; TRACCHI, 1978, p. 57, n. 77. Coppa campaniforme tipo CONSPECTUS 14.1.3; PUCCI XX Rinvenimento inedito (32) Poggio Olivo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4803/706) (28) Località Monastero d’Ombrone – Castelnuovo Berar- 373 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; area edi- denga (F.114 III SO-4803/707) ficata: assenti emergenze monumentali in elevato. Rinvenimento edito Notizie storiche – Toponimo che individuava una zona di sfrut- Attendibilità identificazione: buona. tamento agricolo nel corso della prima metà del XII secolo; nella Descrizione unità topografica – Nel 1968 fu individuato e inda- seconda metà invece si legava a un villaggio aperto. Non abbiamo gato stratigraficamente un giacimento all’aperto datato alla cultura in seguito altre attestazioni. aucheuleiana. Attestazioni documentarie Interpretazione – Accampamento. CB XVI A 1109: «terris et vineis a l’Ulivo» Cronologia – Paleolitico inferiore. CB CIV A 1122: «via que vadit in fossato de Olivo» Bibliografia – ASAT, p. 249, n. 237.1; GRIFONI CREMONESI, 1971, p. 268. CB XLVIII A 1128 : «terris et vineis […] in vocabulo Ollivo» CB CXI A 1137: «unam petia de terre que est in loco qui dicitur Mons (29) Podere Palazzo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Olivi» SO-4803/707) CB IX A 1139: citato il «fossato de l’olivo» 287 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro delle Fonti; CB DXXXVI A 1164: «in villa de Olivo […] et in Munte item Olivi» area edificata Cronologia – 1109-età contemporanea. Descrizione unità topografica – Edificio monolitico, di grande estensione, attualmente utilizzato come fienile e deposito per at- (33) Rancia – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- trezzi agricoli. Pur molto rimaneggiato soprattutto in coincidenza 4804/703) delle zone innalzate, presenta sul retro una muratura in filaretto di 393 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; area edificata. pietra con leggera base scarpata. In coincidenza della parte anteriore Notizie storiche – Toponimo che individuava una zona di sfrut- sono invece ben visibili, oltre una muratura dello stesso tipo ma tamento agricolo sin dalla seconda metà dell’XI secolo. Alla metà priva di scarpatura, due portali ad arco vagamente ogivale, profilato del XVII secolo era un podere inserito nel comune di Ripalta. da conci squadrati con superfici subbiate; lungo gli stipiti sono di- Attestazioni documentarie sposti alternativamente conci quadrati e rettangolari; nell’arco CB CCCXXXIV A 1080: «in Rantia in poio de Lora» hanno invece disposizione a ventaglio con chiave di volta centrale. CB LXVI A 1163: «loco et fundo, qui dicitur Ranza, usque ad lamam vallis» Cronologia – Sulla base del portale XIII secolo. CB CDLXXI A 1163/1165: «in locus et fundo qui dicitur Vallis Rance Rinvenimento inedito […] ex alia, ospitalis in Felsina» CB DXXXVII A 1164: «terras […] in Ranza, in locis qui dicuntur Valle» (30) Le Mura – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- CB CCCXXXIV A 1174: citate proprietà poste «in Rancia» 4804/707) Descrizione unità topografica – Grande edificio poderale in stato 382 m slm.; sommità collinare; brecciole nummulitiche; borro del di abbandono e adibito a rimessa/deposito per attrezzi. Il com- Grattino; area edificata: emergenze monumentali assenti. plesso mostra in coincidenza del lato ovest i probabili resti di una

303 torre a base scarpata, molto rimaneggiata nel corso del tempo, ma Cronologia – 1228-età contemporanea da ascrivere tra XIV secolo e XV secolo. Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 62; CAMMAROSANO, 1974, Cronologia – 1080-età contemporanea. p. 253. Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 58. (36) Località Felsina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III (34) Località Rancino – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4802/702) SO-4803/703) 345 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della 370 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fiume Malena Morta; coltura stabile: vigneto. Ombrone; coltura stabile: vigneto. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo aperto. aperto. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- posito: scarso. posito: ottimo. Descrizione sito – Vasta sommità pianeggiante e appiattita, posta Descrizione sito – Versante collinare molto allungato, caratteriz- a nord del podere di Felsina, compresa a ovest della strada per zato da pendenze relativamente ripide e appiattimenti regolari. È S. Gusmè e i poderi Valli e S. Maria; superficie lasciata incolta per delimitato a nord dalla strada campestre proveniente dal podere anni, è stata recentemente sottoposta a uno scasso profondissimo, Rancia, a sud da un breve corso d’acqua tributario del fiume con grandi movimenti di terra, per l’impianto di una vigna. Ombrone, a est da una piccola oliveta e da vigneto orientato est- Descrizione unità topografica – Si osservano distintamente le tracce ovest, a ovest da strada campestre per il podere Rancino e da un di un deposito totalmente distrutto a seguito della lavorazione del secondo vigneto con il medesimo orientamento. terreno; in superficie, quando le grandi zolle di aratura hanno per- Descrizione unità topografica – In corrispondenza del punto mag- messo una visibilità accettabile, sono stati constatati frammenti fit- giormente elevato del versante, a distanza di circa 100-110 metri dal- tili pertinenti a laterizi e ceramiche, pietre di piccola e media pezza- l’incrocio tra la strada campestre proveniente da Rancia e quella che tura. Dimensioni e forma dell’emergenza non calcolabili; sono stati si dirige verso Rancino, è visibile un’estesa concentrazione di fittili e comunque individuati elementi sufficientemente attendibili per pro- pietre che si estendono per circa cinque filari. Detta emergenza molto porre cronologia di massima e identificazione. fitta nelle sue componenti, disegna una forma più o meno quadrata, Presenze, media per mq – 10 reperti. mostrando chiaramente i limiti forse reali del deposito contenuto nel Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura laterizia. sottosuolo attraverso precisi allineamenti di pietre da costruzione di Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. grandi dimensioni regolarmente squadrati; ha dimensioni pari a 14 x Elementi datanti 16 m. L’emergenza in superficie si compone soprattutto di pietre di Terra sigillata italica medie e grandi dimensioni di una vasta presenza di laterizi, nella fat- Coppa tipo CONSPECTUS 22.5.2; LOESCHKE 8Ab tispecie tegole e coppi, associati a grumi di cocciopesto e frammenti Piatto tipo CONSPECTUS 11.1 ceramici, acromi o con ingobbiatura di colore rosso. Tali caratteristi- Rinvenimento inedito che fanno portano a interpretare le tracce individuate come pertinenti a un deposito in ottimo stato di conservazione del quale, a seguito (37) S. Vito – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- dello scasso per la realizzazione della vigna, sono stati intaccati i soli 4804/702) strati superficiali (crollo elevati e coperture). 384 m slm.; versante collinare; calcari marnosi; borro dello Spu- Presenze, media per mq – 20 reperti. gnaccio, fosso la Malena morta. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Notizie storiche – In un documento del 715 relativo alla ben nota zia, forse pavimentata in cocciopesto, pianta quadrata di grandi di- controversia tra i vescovati di Siena e di Arezzo per il possesso di mensioni. alcune chiese è ricordato l’oratorio di San Vito, dipendente dalla Cronologia – IV secolo d.C.-V secolo d.C. pieve di Santa Maria a Pacina. La chiesa è poi segnalata, ancora Elementi datanti come suffraganea di Pacina, negli elenchi delle decime della fine Ceramica ingobbiata di rosso del Duecento e dei primi del Trecento. Bacino emisferico tipo HAYES 61 A Dall’inizio del XIII secolo inoltre le fonti archivistiche attestano l’e- Bacino emisferico VI-VII.B.III sistenza di un villaggio aperto, denominato Sancto Vito Berardengo, Rinvenimento inedito toponimo derivato da quello della chiesa. Alla fine del Duecento è citato nello Statuto dei Viari di Siena. Intorno alla metà del XVII (35) Felsina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- secolo S. Vito è un podere compreso nel comune di Corina. 4802/702) Attestazioni documentarie 345 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della CB CDLXXVII A 1210: tra i contraenti di una rogazione sono citate Malena Morta; area edificata: emergenze monumentali assenti in genti della zona di S.Vito elevato. CB CXXIX A 1210: la chiesa è destinataria di una somma in denaro Notizie storiche – Toponimo citato per la prima volta agli inizi ASS, Opera metr. 1: citato nei censi del 1334 del XIII secolo e legato a un ospedale. Alla metà del XVII secolo, ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- Felsina era un podere compreso nel comune di Pieve a Pacina. rardenga del 1337-1339. Attestazioni documentarie Descrizione unità topografica – La chiesa, dai caratteri tardoro- ASS, Dipl. Spedale di S. Maria della Scala, 1228 mag 26: nel testamento del manici, è costituita da una piccola aula rettangolare priva di ab- berardengo Iacopo si destinano due lire alla chiesa dell’ospedale di Felsina side. Il paramento murario, in parte rimaneggiato, è formato da

304 conci di alberese, non accuratamente lavorati, disposti secondo corsi orizzontali. La facciata presenta un semplice portale architra- vato e sormontato da un arco a tutto sesto nell’intradosso e a sesto acuto nell’estradosso. La parte superiore del prospetto è stata rico- struita in epoca moderna. Al centro della parete absidale è situata una stretta monofora con l’archivolto formato da più conci di al- berese e gli stipiti di arenaria. L’interno, coperto a capriate lignee, presenta la parete destra intonacata e le altre con muratura a vista. Cronologia – 715-età contemporanea. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 87; BONELLI CONENNA, 1987, p. 61; CAMMAROSANO, 1974, pp. 254, 307n; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. CCCLXXXIII, p. 251; GABBRIELLI, 1990a, pp. 212-213; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 104; GUIDI, 1932 pp. 75, 88; MARONI, 1973, p. 215; PASQUI, I, p. 17; REPETTI, V, p. 628.

(38) Località S. Vito – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Fig. 61 – Località S.Vito-Castelnuovo Berardenga; pavimentazione portata in luce SO-4804/702) dallo scavo di buche per olivi. 384 m slm.; versante collinare; calcari marnosi; borro dello Spu- squadrate di grandi e medie dimensioni, grumi di legante, coccio- gnaccio, fosso la Malena morta. pesto mischiato a pietre, reperti osteologici, scorie di fusione) Notizia orale estesa dal bordo est del campo per oltre 30 m in direzione ovest. Attendibilità identificazione: buona. Non ci è stato possibile effettuare un’ipotesi plausibile circa la Descrizione unità topografica – Nel corso degli anni Settanta, du- pianta e l’articolazione del complesso poiché l’opera dei mezzi rante lavori di scasso effettuati nelle immediate vicinanze della meccanici ha distrutto e confuso l’emergenza. Sul primo tratto del chiesa, è stata distrutta la probabile stipe votiva pertinente a un bosco posto a nord est si osservano comunque ancora reperti mo- tempio. La terra scaricata nella vicina boscaglia era caratterizzata bili pertinenti alla struttura individuata. dalla presenza di «testine rosse e arancioni che rotolavano»; alcune Presenze, media per mq – 25 reperti. di questi reperti sono stati recuperati e conservati dalle manova- Interpretazione – Casa grande; esteso complesso produttivo tipo lanze impegnate nel lavoro e ci sono state mostrate; si tratta di cin- fattoria, del quale non è possibile ipotizzare pianta e articolazione; que statuette fittili a figura femminile che trovano confronto pun- presenti comunque elevati in pietra, pavimentazioni laterizie, ci- tuale nelle restituzioni dello scavo di Settefinestre (Settefinestre, 3, sterna o fossa terragna rivestita con materiali litici e impermeabi- p. 22 fig. 129) e una testa maschile. lizzanti, forno fusorio per minerali ferrosi. Interpretazione – Stipe votiva. Cronologia – I secolo d.C.-IV/V secolo d.C. Cronologia – I secolo a.C. Elementi datanti Rinvenimento inedito. Terra sigillata tardo italica Coppa tipo CONSPECTUS 44.1.4; PUCCI XXXVI,5-7 (39) Località S. Vito – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Coppa tipo CONSPECTUS 7.2.1; PUCCI XV,2-3 SO-4804/702) Ceramica ingobbiata di rosso 403 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro dello Spu- Bacino emisferico VI-VII A1.II Bacino emisferico VI-VII A1.VIII gnaccio, fosso la Malena morta, fiume Ombrone; coltura stabile: Rinvenimento inedito oliveta. Ricognizioni effettuate: 3; terreno arato; condizioni di luce: cielo (40) Località S.Vito – Castelnuovo Berardenga (F.114 III aperto. SO-4804/702) Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Calcari marnosi; borro dello Spugnaccio, fosso la Malena morta, posito: scarso. fiume Ombrone. Descrizione sito – Grande superficie, allungata e appiattita, deli- Notizia orale mitata da bosco e da seminativi, detta anche localmente “Ferro di Descrizione unità topografica – Orcio a beccaccia rinvenuto du- cavallo”; posta sul rilievo immediatamente a est di S. Vito, ha ver- rante lo scasso del terreno per impiantare olivi; probabilmente si santi ripidi molto estesi utilizzati come vigneto. tratta del poggio descritto alla scheda (39) ma non è certo. Descrizione unità topografica – Una prima ricognizione effettuata Interpretazione – Materiale sporadico. sulla sommità mostrò, in coincidenza della ripulitura di buche sca- Cronologia – XIV secolo-XV secolo. vate per ospitare olivi poi mai piantati, la presenza di un tratto di Rinvenimento inedito pavimento realizzato da tre livelli di tegole con dente tagliato te- nute insieme tramite un legante di colore bianco con frammenti (41) Località S.Vito – Castelnuovo Berardenga (F.114 III ceramici impastati (acroma depurata, vernice nera, sigillata italica) SO-4804/702) posto sull’angolo nord est del campo (fig. 61). Negli anni sucessivi, 362 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro dello Spu- il terreno è stato nuovamente messo a coltura e, per impiantare gnaccio, fosso la Malena morta, fiume Ombrone; coltura stabile: una grande oliveta, sono stati effettuati scassi profondissimi tra- vigneto. mite potenti mezzi meccanici. La superficie ha quindi mostrato Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo un’enorme presenza di reperti mobili (laterizi, ceramica, pietre aperto.

305 Attendibilità identificazione: sufficiente; stato di conservazione del MORETTI, STOPANI, 1981, pp. 171 n. 8, 175; PARDI, p. 26; PECCI, ms. deposito: scarso. D.68, p. 246; REDON, 1979, p. 128; REPETTI, I, p. 364 Descrizione sito – Estesa superficie tabulata posta all’altezza del km 40 della strada per S. Gusmè sul suo lato ovest e delimitata da (44) Orgiale – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- seminativi in ogni direzione. 4802/701) Descrizione unità topografica – Il terreno è stato recentemente 315 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della scassato e abbassato per l’impianto di un vigneto; i mezzi mecca- Malena Morta; area edificata. nici hanno chiaramente distrutto un deposito posto all’altezza del Notizie storiche – Attestato sin dagli inizi del XII secolo, rappre- palo centrale della luce; la sua presenza è testimoniata da alcuni senta uno dei maggiori e più centrali castelli e curtis della famiglia frammenti di ceramica e laterizi con rotture molto recenti tuttora dei Berardenghi (ramo di Orgiale, discendenti da un Berardo II riconoscibili in superficie. morto prima del 1023). Il toponimo compare in una serie di otto Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia, curtes e castelli donati al monastero di S. Salvatore a Fontebona nel Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. 1108 nel tentativo di salvare tali beni da ingerenze imperiali e se- Elementi datanti nesi; alla metà del XII secolo però i signori di Orgiale riconobbero Terra sigillata italica al vescovo, alla cattedrale e al popolo di Siena un alto dominio sul Piatto tipo CONSPECTUS B2.5 poggio dove sorgeva il castello e sui fossi che lo circondavano. Agli Rinvenimento inedito inizi del XIII secolo il suo territorio contava oltre 80 capi famiglia; popolazione diminuta fortemente dopo l’incursione fiorentina del (42) Monte Cucco – Castelnuovo Berardenga (F.114 III 1207 che causò danneggiamenti alla fortificazione stessa. Un anno SO-4804/701) più tardi Aldobrandino, figlio di Grifolino, signore di Orgiale 383 m slm.; collina; macigno; borro dello Spugnaccio; vegetazione donò ai senesi una porzione di terreno sulla penna del castello af- stabile: bosco. finché questi vi costruissero una torre e un palazzo. Nel 1234 Or- Attestazioni documentarie giale fu nuovamente assaltato e pesantemente danneggiato dalle CB DLXIV A 1210: citate proprietà fondiarie in tale luogo milizie fiorentine e 17 anni più tardi Siena decise di farvi risiedere Cronologia – 1210-età contemporanea. una guarnigione militare. Alla fine del XIII secolo è citato nello Statuto dei Viari di Siena come centro di comune (Comunis Plebis (43) Castello in villa – Castelnuovo Berardenga (F.114 III de Pacina, de Orgiale). Continuò comunque a essere una fortezza SO-4804/699) senese sino al 1554, anno in cui venne assaltato e conquistato da- 328 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; fosso la gli imperiali. Alla metà del XVII secolo il castello era ormai un po- Malena; area edificata. dere inserito nel comune Pieve a Pacina. Notizie storiche – Toponimo legato a una realtà insediativa non Attestazioni documentarie chiara (villaggio aperto o castello?) citato dalle fonti sino dalla se- CB DXIV A 1101: «una casa intus castro de Ortiale cum aridam ubi conda metà del XII secolo; dotato di chiesa parrocchiale, fu aggiunta stant, cum exitu et introitu» in seguito una canonica di una certa rilevanza che troviamo citata ASS, Dipl.OM, 1108 giu: curtis e castello tra le Rationes Decimarum degli anni 1274-1275, 1278-1279, CB LXIV A 1139: «via antiqua que vadit ad Orgiale» 1301-1303, registrata come suffraganea della Pieve di Pacina. Citato CV, I, p. 53, n. 18: anno 1159: «podii de Orgiale atque fossarum sicuti per la fine del XIII secolo nello Statuto dei viari di Siena (Castellum circumdatum est ab eisdem fossis» in Villa). Nel 1444, secondo il Pardi, doveva avere una popolazione CV, I, p. 139, n. 91: anno 1228 «in penna castri de Orzale […], a domo compresa tra le 20-30 unità. Continuerà a essere una comunità an- murata Ildibrandini Meluze supra versus pennam ipsius castri» cora sino alla metà del XVII secolo e nel XVIII secolo quando co- Descrizione unità topografica – Emergenza fortemente alterata; si stituisce un comune dal quale dipendono 11 poderi e 90 abitanti. riconosce una torre di forma quadrata con base a scarpa segnata da Attestazioni documentarie cordonatura laterizia di età basso medievale-primo rinascimentale. CB CDLIII A 1176: contratto stipulato «Intus claustrum ecclesie Castelli Più antico sembra essere l’edificio a essa addossato sul lato nord, in Villa» sulla cui facciata si riconoscono tratti di muratura in filaretto. CV, I, p. 118, n. 80: tra 1248-1252 vengono censiti 16 (min) – 21 (max) Cronologia – 1101-età contemporanea. soggetti d’imposta. Bibliografia – BARGELLINI, 1932, pp. 291-292; BICHI, ms. D.68, pp. 49- ASS, Opera metr. 1: citato nei censi del 1334 53; BONELLI CONENNA, 1987, p. 62; CAMMAROSANO,, 1974, pp. 212, ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- 222-224; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 43, n. 11.21; CIAMPOLI, rardenga del 1337-1339 SZABÒ, 1992, n. CCCLXXXIII, p. 251; CANTAGALLI, 1962, p. 222; GIU- ASS, Biccherna 744-746: citato tra i censuali del 1359-1400. STI, GUIDI, 1942, pp. 103, 131; GUIDI, 1932, pp. 75, 88; LIBERATI, 1923, Descrizione unità topografica – Alta torre quadrata realizzata in p. 263; LIBERATI, 1930, p. 309; LIBERATI, 1947, p. 299; MAZZI, 1909, p. pietra e in buono stato di conservazione. Sul lato est presenti i re- 320; PASSERI, 1944-1947, pp. 48, 60, 82, 88, 89, 91; PECCI, ms. D.67, p. sti fortemente alterati della chiesa romanica realizzata in conci d’al- 165; REPETTI, III, p. 688; Suppl., p. 170. berese. Cronologia – 1176-età contemporanea. (45) Valcortese – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 241; BONELLI CO- 4802/701) NENNA, 1987, p. 81; CAMMAROSANO, 1974, pp. 179, 331n; CAMMARO- 302 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; fosso della SANO, PASSERI, 1984, p. 40; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. CLXXXXXVIII, Malena Morta, borro dello Spugnaccio; area edificata. p. 158; GIUSTI, GUIDI, 1942, pp. 104, 131; GUIDI, 1932, pp. 75, 89; Notizie storiche – Castello citato sin dagli inizi dell’XI secolo con

306 il toponimo Collelungo/Collelungolo poi trasformatosi, a partire dal PASSERI, 1974, p. 45, n. 11.34; LUSINI, 1900, p. 433; REPETTI, IV, p. 45; secondo decennio del XII secolo, in Valcortese. Residenza dei Be- V, p. 625. rardenghi (linea illustrata soprattutto da Ugo di Bernardo), ebbe particolare rilievo nella zona tra XII-XIII secolo, mostrando co- (46) Località Valcortese – Castelnuovo Berardenga (F.114 munque strette relazioni con Siena. Non possediamo notizie sui III SO-4802/701) destini del castello dopo il XIV secolo; lo stato dei ruderi lascia 290 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fosso della pensare a una sua distruzione poco dopo tale periodo. Alla metà Malena Morta, borro dello Spugnaccio; incolto. del XVII secolo, Belcortese era un podere inserito nel comune di Ricognizioni effettuate: 3. Corina. Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- Attestazioni documentarie posito: buono. CB DXLII A 1030: «Actum intus castello, qui dicitur Collelungo» Descrizione sito – Pochissimi metri dopo il complesso in pietra CB L A 1056: «suprascripta terra in avocabulo Collelungo et Puntivo» detto localmente Fonte della Monaca, in direzione nord est, si CB CXC A 1063: proprietà fondiarie attestate «in Collelungo» estende una lunga sezione prodotta dal tracciato che conduce al ASS, Dipl.OM, 1071 marzo: «intus castello de Collelungo, intus casa no- podere moderno (oggi abbandonato) posto in corrispondenza dei stra donicata» resti monumentali del castello di Valcortese. Alta mediamente CB CXCII A 1081: «terra cum vinea in vocabulo de Druvinata et Cule- circa 4 m, è stata recentemente ripulita e allargata conseguente- lungolo […] cum vinea, pomis, arboribus» mente a un ripristino produttivo della zona. Regesto di Coltibuono, p. 97 n. 240 A 1095: «sala nostra […] donicata Descrizione unità topografica – La lunga sezione, a seguito di tali […] intus castro de Col(lelungo) operazioni, ha mostrato la presenza di una grande quantità di pie- CB CCCXXXVII A 1096: «castrum de Collelungo» tre rozzamente squadrate, laterizi da copertura, ceramiche acrome Regesto di Coltibuono, p. 122 n. 265 A 1110: «in castello de Collelungo» sia a impasto depurato sia grezzo, ceramiche caratterizzate da ri- CB XLVIII A 1121: «in locus a Malina, inter Orçale et Collelungo» vestimento, reperti metallici e osteologici. I reperti, dalla cui di- Regesto di Coltibuono, p. 126 n. 274 A 1112; p. 157 n. 347 A 1132: ci- sposizione si riescono chiaramente a leggere stratificazioni perti- tato un ospedaletto detto «de Collelungo»; poi detto «de Valcortise» nenti ad almeno tre abitazioni disposte a distanza di circa 3-4 me- CB XCV A 1121: «locus a Valcortese» tri l’una dall’altra, hanno inizio a circa 10 metri dalla fonte in CB CCXX A 1132: contratto rogato nella chiesa di S. Giovanni in Val- pietra, raggiungono in lunghezza 20 metri e in altezza i 3 metri cortese circa. CB CLXII A 1144: citato un «Ugo de Valle Curiali» Interpretazione – Villaggio aperto. La presenza archeologica rile- CB CCCLVIII A 1149: «Actum Valcurtise» vata indica indubbiamente i resti stratificati di alcune delle abita- CB DLIII A 1165/1166: «in curte Vallis Curialis» zioni facenti parte di un borgo aperto posto poco fuori alle mura CB CXLV A 1170: citato il «burgus» di Valcortese del castello di Valcortese. Le case erano edificate in pietra per gli CB CLVIII A 1173: «Nota Collelungo vocari MCLXXIII, aliter vocatur elevati e coperte con tetti in laterizio; in corrispondenza dello nunc. Valcortese» strato d’uso delle strutture non si riconosce alcun materiale che CB CLVII A 1181: la chiesa è intitolata a S. Egidio possa fare pensare a piani pavimentali diversi dalla terra battuta. ASS, Diplomatico, 1155 ott.: «duas platea posite intus castellum quod di- L’interpretazione di borgo viene altresì avvallata dalla vicinanza citur Valle Cortese» tanto alla fontana quanto al castello. Regesto di Coltibuono, p. 239 n. 53: per il 1198/1199 è attestata una se- Cronologia – Fine XIII secolo-inizi XIV secolo. conda chiesa intitolata a S. Bartolomeo Elementi datanti CB CCCLIII A 1202: non è menzionata la chiesa di S. Egidio (o S.Gillo) Maiolica arcaica ma si cita solo la chiesa di S. Bartolomeo Boccale con decorazione zoomorfa (uccello) Nelle Rationes Decimarum è citata la sola chiesa di S. Egidio (o S.Gillo) Catino tipo FRANCOVICH B.2.1 CV, I, p. 188 n. 80: 86 «hominum de Valle Curiali et suarum villarum» Catino tipo FRANCOVICH B.1.4 giurano fedeltà a Siena; altri 22 uomini «non iuraverunt et debunt dare Grande catino a fondo piano con decorazione zoomorfa (pesce) sicut aliis qui iuraverunt» Rinvenimento inedito ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: tra 1248-1252 sono censiti 24 (min) – 33 (max) soggetti d’imposta (47) Località Valcortese – Castelnuovo Berardenga (F.114 ASS, Opera metr. 1: citato nei censi del 1334 III SO-4802/701) ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- 290 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fosso della rardenga del 1337-1339 Malena Morta, borro dello Spugnaccio; struttura in pietra. ASS, Biccherna 744: citato tra i censuali del 1359. Ricognizioni effettuate: 3. Descrizione unità topografica – Emergenza monumentale in com- Attendibilità identificazioni: ottima; stato di conservazione dei de- pleto disfacimento, immersa nella vegetazione boschiva; sono co- positi: buono. munque ben visibili i ruderi di una possente torre in filaretto con Descrizione unità topografica – Ai piedi della collina sulla quale si breve risega alla base, ascrivibile tra XIII-XIV secolo; tratti delle collocano i resti monumentali del castello di Valcortese, all’incro- mura castellane in filaretto sono inglobate in un vicino podere, or- cio della strada per quest’ultimo con un sentiero campestre mi- mai anch’esso abbandonato e cadente. nore, è posta una costruzione di forma quadrata, in pietra, par- Cronologia – 1030-età contemporanea. zialmente diruta a causa della vegetazione arborea che vi si è insi- Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 87; BONELLI CONENNA, nuata. Il complesso viene localmente individuato con il toponimo 1987, p. 61; CAMMAROSANO, 1974, pp. 183-191, 331n; CAMMAROSANO, di Fonte della Monaca. L’allargamento e la regolarizzazione di una

307 elevati e coperte con laterizi. Tali strutture, non deducibili nel loro numero, si impostano sui resti di case antecedenti realizzate in ma- teriale deperibile e anch’esse coperte con laterizi. In particolare, dove è stato possibile effettuare un buon lavoro di ripulitura e spiombamento delle stesse sezioni, abbiamo osservato con chia- rezza la successione stratigrafica: livello molto ampio di pietre e tratti di muro tuttora superstiti; crollo di tegole e coppi; livello di abbandono della casa con ceramica da fuoco e rivestita; strato di terra compatta e sterile (interfaccia); strato di terra molto dura, ben solidificata con alcuni laterizi; strato di tegole e coppi; livello di vita reso da moltissima ceramica da fuoco inserita in uno strato nero (carboni e cenere) contenuto da pietre non squadrate ai lati. Interpretazione – Le abitazioni poste sul livelli più alto sono da collegare al borgo esterno al castello di Valcortese, già attestato dalle fonti documentarie e completato dalle strutture individuate Fig. 62 – Località Valcortese-Castelnuovo Berardenga; fonte della monaca. sulle sezioni a est del castello stesso (46). Le stratificazioni sotto- stanti sono invece da ricondurre a un villaggio aperto preesistente strada campestre hanno prodotto sezioni sul lato ovest della stessa con cronologia di fine X-XI secolo. Non si esclude affatto che struttura. possa trattarsi del nucleo aperto poi trasformato in castello con la recinzione di una parte di esso. (47.1) Si tratta di una cisterna, ancora oggi sfruttata per uso agri- Cronologia – Fine X-XI secolo – fine XIII-inizi XIV secolo. colo, realizzata in filaretto di pietra regolarmente messo in opera e Elementi datanti di taglio sufficientemente curato; ha un’altezza di circa 2 metri e Maiolica arcaica lati di circa 4 metri di lunghezza. Una recente operazione di svuo- Catino tipo FRANCOVICH B.2.1 Catino tipo FRANCOVICH B.1.4 tamento ha permesso di riconoscere pareti interne caratterizzate da Acroma grezza un rivestimento impermeabilizzante di colore bianco e ban- Olla IX.II Olla IX.VIII Olla IX.XI Olla IX.XIV chine/riseghe laterali, a pochi centimetri dal piano pavimentale. La Rinvenimento inedito ceramica ivi rinvenuta, in scarso quantitativo e fortemente com- promessa da incrostazioni calcaree, non sembra fornire particolari (48) Località Valcortese – Castelnuovo Berardenga (F.114 indicazioni cronologiche; dimensioni pari a 4 x 4 m. È comunque III SO-4802/701) di un monumento in vergognoso stato di abbandono (fig. 62). 300 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fosso della Interpretazione – Cisterna. La destinazione funzionale della strut- Malena Morta, borro dello Spugnaccio; coltura stabile: vigna. tura non sembra discostarsi da quella attuale. Restano dei dubbi Ricognizioni effettuate: 3; terreno fresato; condizioni di luce: cielo circa la sua datazione che, considerata la tessitura delle murature, aperto. può essere collocata almeno intorno al XIII secolo se non ante- Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- riormente. In questo caso la sua costruzione potrebbe essere con- posito: buono. temporanea o di poco posteriore, alla fondazione del castello di Descrizione sito – Vigna posta nell’immediato versante della collina Valcortese. La cisterna fa comunque parte del complesso di borgo su cui sorgono i resti monumentali del castello di Valcortese; estesa antistante il castello. per poche decine di metri, ha filari disposti molto larghi. Raggiunge Cronologia – XIII secolo-età contemporanea. in direzione nord la casa contadina moderna oggi abbandonata e in direzione sud la sezione descritta in precedenza (46). (47.2) Immediatamente adiacente alla cisterna, a distanza di circa Descrizione unità topografica – L’aratura dei filari ha tratto in su- 6 m in direzione ovest, la sezione prodotta dai mezzi meccanici perficie materiali litici, laterizi, ceramiche acrome e maiolica ar- mostra, nella parte più bassa, pochi centimetri sopra il piano di caica che sono riconducibili a una frequentazione dell’area in fase calpestio stradale, la presenza di un deposito archeologico che con- con quella finale del castello. Nonostante la vicinanza al complesso tinua sicuramente sotto lo stesso piano stradale. La stratificazione fortificato e alla sezione che ha restituito chiare tracce di un borgo, si compone di strati di crollo relativi a un’abitazione in materiale non si può affermare con sicurezza, nonostante l’alto tasso di ma- deperibile coperta da laterizi. Questi ultimi trovano confronto in teriali presenti, di individuare una seconda parte di quest’ultimo. I analoghi esemplari rinvenuti presso la località Fonte di Sestano reperti in superficie infatti, non lasciano leggere concentrazioni (scheda (1)). ben delimitabili e indizio di strutture abitative. Interpretazione – Casa in terra con copertura laterizia; pianta ed Interpretazione – Materiale sporadico. estensione non deducibili. Cronologia – XIV secolo-XV secolo. Cronologia – Fine X secolo-XI secolo Rinvenimento inedito

(47.3) A circa 15 m di distanza, in direzione nord ovest, la sezione (49) Calcinaia – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- propone una estesa stratificazione pertinente a molteplici strutture 4802/700) abitative che si sovrappongono e si differenziano cronologica- 288 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; borro del mente. Per un’estensione di circa 20 m, sono infatti visibili estesi Passatoio, borro dello Spugnaccio; area edificata: emergenze mo- livelli di crollo pertinenti ad abitazioni realizzate in pietra per gli numentali assenti in elevato.

308 Notizie storiche – Area di sfruttamento agricolo attestata sin dalla Elementi datanti seconda metà dell’XI secolo. Alla metà del XVII secolo era un po- Maiolica arcaica dere inserito nel comune di Corina. Catino tipo FRANCOVICH B 1.1, decorazione tipo M.I.9 Attestazioni documentarie Catino tipo FRANCOVICH B 1.1, decorazione tipo S.II.7 CB XXXVII A 1039; CB XXXVI A 1064; CB CCXXXI A 1064; CB Catino tipo FRANCOVICH B 1.1, decorazione a treccia in ramina XXXIV A 1065; CB XXXV A 1065; CB XXXIII A 1069: citate terre Ciotola con parete listellata tipo FRANCOVICH B 3.1-B 3.2 in «avocabulo Calcinaia» Rinvenimento inedito CB CCXLII A 1100: terra «in poio de Calcinaia» CB XXXII A 1101: terre «a la Cavina a Calcinaia» e «iuxta Fonte viva, et (53) Barca – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4803/698) fossatello in Calcinaia» 260 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; torrente la CB CCL A 1114: terra «in Calcinaia» Malena; area edificata. CB LXIV A 1139: terra «insuper lo pogiolo de la Calcinaia» Notizie storiche – Il toponimo Barca individuava un castello sin CB XXVI A 1226: terre «in Calcinaia» ed «in inpagge (sic) de Calcinaia» dalla seconda metà dell’XI secolo; castello probabilmente trasfor- Cronologia – 1039-età contemporanea. matosi in villaggio aperto nel corso dei successivi ottanta anni e in- Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 61. torno al quale si organizzarono molti dei possedimenti del mona- stero di S. Salvatore a Fontebona. Barca, associato sin dal 1202 alla (50) Porgo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- vicinissima località di Gazzara, continuò a essere per tutto il Me- 4802/700) dioevo una sede di rilevanza demografica; tra il primo trentennio 334 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; borro del del XIV secolo e la seconda metà del XV secolo è ininterrottamente Passatoio, borro dello Spugnaccio; area edificata: emergenze mo- citata tra le comunità comprese nel Vicariato della Berardenga e tra numentali assenti in elevato. i censuali. Alla metà del XVII secolo era ancora un piccolo comune Notizie storiche – Area di sfruttamento agricolo attestata sin dalla indicato come Barca e Gazzaja nel cui territorio erano compresi 5 seconda metà del XII secolo. poderi, un mulino e una popolazione di 39 unità. Attestazioni documentarie Attestazioni documentarie CB CDLIII A 1176: terre sono poste «in podio de Porgo, a via intus, CB DLXXVIII A 1071: «monte et poio, qui est […], in avocabolo Barqua» terre, vinee, silve et stirpeti usque ad fossam de Posatoio et a fossato CB CCCLXVIII A 1074: «castello et poio de Padule qui vocatur Barqua: usque ad viam» cum ecclesie Sancte Marie» Bibliografia – CAMMAROSANO, 1974, p. 31. CB DXLIV A 1149: «infra curtem Barque et Barbaioni» CB DLXXXI A 1158; CB CLXXI A 1159, CB CCCLXV A 1159: «in (51) Balzastrada – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- curte de Barqua» 4804/699) CB DLIII A 1165: citata in una serie di otto curtes e castelli senza alcuna 291 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso la apposizione Malena. area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. CB CCCLXII A 1167: «in curte de Barqua» Notizie storiche – Area di sfruttamento agricolo citata sino dalla CB CCCLXXXIV A 1173: citata in una serie di otto curtes e castelli senza prima metà del XII secolo. alcuna apposizione Attestazioni documentarie ASS, Opera metr. 1: citato nei censi del 1334 CB CLXI A 1138: citate terre in località «Le Fastrade» e la «via de Fastrade» ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- Cronologia – 1138-età contemporanea. rardenga del 1337-1339 ASS, Biccherna 744, 746: citato tra i censuali del 1359 e del 1400 (52) Località Romitorio – Castelnuovo Berardenga (F.114 Descrizione unità topografica – Complesso di edifici molto rima- III SO-4802/699) neggiati; si intravedono comunque alcuni tratti superstiti di mura 268 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro in filaretto e tracce di porte e finestre ad arco; probabili resti di una delle Macerine; coltura stabile: vigneto. torre in direzione nord. Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo Cronologia – 1071-età contemporanea. aperto. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 240; ID., 1990, p. 169; Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- BONELLI CONENNA, 1987, pp. 78-81; CAMMAROSANO, 1974, pp. 29n, posito: buono. 45n, 178, 180, 331 n; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 42, n. 11.15; Descrizione sito – Vigna di forma irregolare posta nei pressi del REPETTI, II, p. 423. podere Romitorio, costeggiata a est dalla strada provinciale e deli- mitata sugli altri lati dalle olivete del podere Inchiostri. (54) Località Inchiostri – Castelnuovo Berardenga (F.114 Descrizione unità topografica – Concentrazione formata da laterizi, III SO-4801/699) pietre e ceramica, posta tra i filari nn. 18-22 nella parte nord del vi- 236 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fosso della gneto; di forma rettangolare, misure pari a 8 x 10 m, una maggiore Malena Morta; seminativo: cereali. pulizia del suolo mostrerebbe altre componenti dell’emergenza. Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo Presenze, media per mq – 12 reperti. aperto. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- pianta forse quadrata; presenti anche tracce di frequentazione per- posito: scarso. tinenti all’epoca romana. Descrizione sito – Versante collinare posto sull’immediato sud del Cronologia – XIV secolo-XV secolo. podere Inchiostri, caratterizzato da andamento ripido; è delimitato

309 a nord dalla strada vicinale per il suddetto podere, a sud da vigna ovale che racchiudono un motivo a graticcio (all’attacco di media estensione, a est dalla strada campestre che porta sino al spalla/ansa) Fosso della Malena Morta, a ovest da strada campestre che in di- Acroma depurata rezione sud si raccorda alla precedente. Anforaceo tipo FRANCOVICH fig. 192, na 29 Descrizione unità topografica – In corrispondenza della parte mag- Anforaceo con orlo arrotondato, visibilmente riutilizzato in muratura giormente innalzata del versante collinare, in direzione nord est, a Pareti pertinenti ad anforacei/boccali con decorazioni a bande oriz- poche decine di metri di distanza dal podere e all’inizio della strada zontali parallele alternate a tre incisioni radiali campestre posta su questo lato, presente una concentrazione di ma- Anse a nastro pertinenti a grossi anforacei con dimensioni varianti tra teriali in pessimo stato di conservazione. L’emergenza, estrema- 10 x 0,7 cm, 18 x 1,2 cm. mente disomogenea e incoerente nella sua manifestazione, si com- Catino tipo FRANCOVICH fig. 201, nb 11 b pone di laterizi, ceramica e pietre da costruzione che disegnano una Biscotti forma apparentemente rettangolare con dimensioni di 9 x 7 m; si Fondo con piede ad anello e foro inciso a crudo tratta indubbiamente delle tracce di un deposito in pessimo stato 6 orli ad arpione con tracce d’ingobbio sulle due superfici di conservazione e fortemente alterato dalle ripetute arature. Maiolica Arcaica Presenze, media per mq – 10 reperti. Pareti e anse a bastoncello pertinenti a boccali con decorazioni geo- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, metrica e vegetali pianta non ben deducibile. Grande ciotola – catino tipo FRANCOVICH B.1.2, vetrina bruciata in Cronologia – I secolo d.C.-II secolo d.C. alcune zone della superficie interna Elementi datanti Catino tipo FRANCOVICH, B.1.1, treccia in ramina sul bordo Terra sigillata italica Tazzina (forma quasi intera) tipo FRANCOVICH B.8.1, sul fondo tracce Tazza tipo PUCCI XXXIX,4 delle zampe di gallo Coppa tipo CONSPECTUS 34.1.2; GOUDINEAU 38; PUCCI XXXVII,4 Pareti pertinenti forme aperte con decorazioni varianti tra il tipo a bande Rinvenimento inedito alternate in ramina e manganese e il tipo a motivi geometrico-floreali Ingubbiata e graffita (55) Località Chiocciola – Castelnuovo Berardenga (F.114 Ciotola tipo FRANCOVICH fig. 101, n. 7; decorazione tipo S.3.2 III SO-4801/700) Ciotola tipo FRANCOVICH C.3.2 276 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; fosso la Catino tipo FRANCOVICH C.1.1 Malena; seminativo misto: olivi/cereali. Pareti pertinenti a ciotole emisferiche con decorazione tipo FRANCO- Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo VICH, fig. 164, n. 2 e n. 3 aperto. Scodella tipo FRANCOVICH C.6.1 Piatto tipo FRANCOVICH 4.1 Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- Invetriata posito: buono. Pentolini con invetriatura interna e orlo ad arpione Descrizione sito – Rilievo collinare piatto su cui è stato realizzato Italo moresca un campo di forma rettangolare allungata posto sul ciglio della Pareti pertinenti a forma chiusa con decorazione ottenuta tramite bande strada comunale; delimitato da strada per podere Chiocciola a est, parallele di spessore diverso e inserimento al centro delle lettere PFA da sodo a ovest, da seminativi sugli altri lati. Descrizione unità topografica – Estesa concentrazione di laterizi, Fig. 63 – Località La Chiocciola-Castelnuovo Berardenga; campanina in bronzo (XV- pietre, ceramica, scarti di fornace e scorie vetrose; terreno in alcune inizi XVI secolo). parti notevolmente arrossato. L’emergenza ha inizio a 5 m dal lato est, raggiunge i 70 m sul lato ovest e 40 m in larghezza con orien- tamento nord-sud; misure totali attendibili pari a 60 x 30 m. Nel complesso, la vasta presenza di reperti mobili non mostra soluzione di continuità e una chiara ripartizione funzionale delle strutture di cui è indizio; nonostante la grande confusione causata dai mezzi meccanici si è comunque in grado di discernere un complesso for- mato da due diverse componenti (fig. 63). Presenze, media per mq – 24 reperti. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, pianta rettangolare; annessa fornace per ceramica. I materiali cera- mici mostrano molte similitudini con le restituzioni del complesso di S. Marta in Siena. Cronologia – XV secolo-inizi XVI secolo. Elementi datanti Acroma grezza 10 olle attribuibili ai tipi FRANCOVICH fig. 192, na 36 (1), fig. 199, nb 5, fig. 209, nc 52, fig. 251, 5 Orcio con orlo ad arpione e decorazione a bande ondulate disposte in tre ordini sul bordo Orcio – grande contenitore, forse biansato, con due bolli di forma

310 Maiolica policroma sti senza quasi alcuna regolarità. Il fianco della navatella destra ri- Tesa pertinente a scodella con decorazione a occhio di penna di pa- sulta rimaneggiato, mentre il paramento delle absidi è prevalente- vone in cobalto e manganese mente costituito da corsi orizzontali di mattoni spezzati misti ad Scodella con decorazione vegetale inframezzata da rosette e ovale al alcune pietre. La parte superiore di quella centrale è chiaramente centro, colore cobalto rifatta. Nel fianco sinistro è un portale, tamponato, con arco a Smaltata policroma rinascimentale tutto sesto in mattoni e stipiti a bozze di pietra. Pareti pertinenti a un grosso boccale/albarello, decorazione superstite I fianchi della navata centrale sono caratterizzati da un motivo de- in cobalto e ferraccia, monogramma a forma di P rovesciata inciso sul corativo, in frammenti di laterizi, ad archetti pensili spartititi da biscotto lesene a gruppi di tre e di sei, alcuni dei quali circoscrivono mo- Piatto con decorazione a occhio di penna di pavone nofore adesso tamponate. Smaltata La torre campanaria, a pianta circolare, presenta un paramento Scarto di produzione pertinente ad ansa di forma chiusa murario a corsi sub-orizzontali di bozze di alberese e arenaria, Ansa a doppio bastoncello pertinente a forma chiusa frammenti di laterizi e ciottoli di fiume. Al di sotto dell’attuale 2 scodelle con labbro marcato da gola cella campanaria si conservano i resti delle monofore originali, con Smaltata tarda archi formati da bozze di pietra alternate a laterizi. Labbri e pareti pertinenti a boccali (alcuni con smalto combusto), de- Per i caratteri formali e strutturali la pieve presenta stretti legami corazione a foglie di prezzemolo con la cultura protoromanica lombarda e ravennate del secolo XI. Ingubbiata policroma In Toscana i collegamenti rimandano alla pieve di Arliano per la Fondo con piede a disco e pareti pertinenti a forma chiusa con deco- planimetria e a un gruppo di edifici della diocesi di Arezzo per il razione in verde e giallo a motivi vegetali; esterno vetrina a risparmio, campanile cilindrico. interno ingobbio sotto vetrina Bibliografia – BRACHETTI MONTORSELLI, MORETTI, STOPANI, 1984, Rinvenimento inedito p. 199; CANESTRELLI, 1904, pp. 19-20; ID., 1915, pp. 25-26; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, nn. CLXXVI, CCCLXXXIII, pp. 149, 251; GABBRIELLI, (56) Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III 1990a, pp. 56-57, 78-79, 126-127, nn. 52-58, 130 n. 144; 155; GIUSTI, SO-4801/701) GUIDI, 1942, p. 103; GUIDI, 1932, pp. 75, 88; MARONI, 1973, pp. 36, 280 m slm.; sommità collinare; sabbie e argille sabbiose; fosso della 65, 91, 92, 142, 155, 157, 161, 167, 171-172, 193, 196, 197, 199, 201, Malena; area edificata. 206, 231; MORETTI, 1962, pp. 301-304; MORETTI, STOPANI, 1969b; ID., Notizie storiche – È probabile che la pieve di Pacina sia da iden- 1981, pp. 41b, 42, 48 nn. 11, 13, 15-17; PASQUI, I, pp. 4, 6, 9, 12, 17, tificare con una chiesa dedicata a Santa Maria ricordata nel primo 18, 24, 23, 69, 120, 162, 179, 197, 238, 258, 289, 441, 522; PASQUI, II, documento, attribuito al 650 circa, riguardante la secolare contesa pp. 51, 164, 429; PAGLIAI, 1909, nn. 79, 274, 347, 487, 502, 555; RE- tra i vescovadi di Siena e di Arezzo per il possesso di alcune pievi. PETTI, IV, pp. 5-6; SALMI, 1969, p. 39; ID., 1970, pp. 13-14; SCHNEIDER, La prima menzione sicura è comunque in un giudicato del 714 1975, pp. 93-94. dove Ambrogio, maggiordomo del re Liutprando, conferma al ve- scovo aretino Luperziano le chiese a lui contese da Adeodato, ve- (57) Località Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga scovo di Siena. Nei secoli seguenti Pacina continua a figurare in (F.114 III SO-4801/701) tutti i documenti riguardanti la lunga vertenza. Secondo quanto 280 m slm.; sommità collinare; sabbie e argille sabbiose; fosso della attesta il Repetti fino all’anno 1267 il patronato della pieve fu te- Malena; seminativo: cereali. nuto dai monaci di San Salvatore della Berardenga, ai quali era Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo stato ceduto dai discendenti del conte Winigis. Alla fine del XIII aperto. secolo è citato nello Statuto dei Viari di Siena come centro di co- Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- mune (Comunis Plebis de Pacina, de Orgiale; populo Plebis de Pa- posito: buono. cina). Negli elenchi delle decime dell’inizio del Trecento, alla pieve Descrizione sito – Campo di forma rettangolare, orientato est- di Pacina risultano sottoposte sedici chiese suffraganee. Nel 1337- ovest, delimitato a est dalla strada provinciale, a ovest da altri 1339 figura tra le comunità del vicariato della Berardenga. campi, a nord est dalla Pieve di Pacina, a sud est da casa colo- Descrizione unità topografica – L’attuale chiesa presenta un im- nica. Rialzato di circa 2 m dal livello stradale, presenta sezione pianto a tre navate concluse da due absidi semicircolari. Le navate esposta. sono spartite da pilastri di sezione rettangolare sui quali si impo- Descrizione unità topografica – Concentrazione di laterizi, pietre stano cinque archi a tutto sesto. Le prime due campate sono cie- e ceramica posta in coincidenza del lato est del campo; ha forma che: a sinistra vi corrisponde la casa canonicale e a destra una torre rettangolare, misure di 8 x 5 m; l’aratura ha toccato i livelli di campanaria cilindrica. La copertura è a capriate nella navata cen- crollo superficiali, dal momento che la sezione mostra un crollo in trale e a volte in quelle laterali. Le absidi sono precedute da due laterizi e pietre orientato sud est-nord ovest in asse con la strada volte a botte. L’impianto originario doveva essere quasi quadrato, che porta alla Pieve (dista 50 m). costituito da tre sole campate, la prima delle quali di luce più pic- Presenze, media per mq – 10 reperti. cola, con la torre campanaria isolata e contrapposta alla facciata. Il Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, prolungamento in direzione di quest’ultima dovrebbe essere stato pianta probabilmente rettangolare; deposito in ottimo stato di realizzato tra il XVII e il XVIII secolo, periodo a cui risale la de- conservazione. corazione a stucchi delle strutture interne. Cronologia – Ipotizzata sui raffronti con i laterizi rinvenuti in al- Il paramento murario originale, in parte ricoperto dall’intonaco, è tri siti: tardoantico. formato da pietre spaccate, frammenti di mattoni e ciottoli dispo- Rinvenimento inedito

311 (58) Località Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga Descrizione sito – Campo di forma rettangolare posto a sud est di (F.114 III SO-4801/701) Pieve a Pacina compreso tra la strada provinciale sul lato ovest e il 265 m slm.; sommità collinare; sabbie e argille sabbiose; fosso della Fosso della Malena sul lato est; superficie allungata in senso nord-sud. Malena; seminativo: cereali. Descrizione unità topografica – A circa 12 m dal bordo della Pro- Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo vinciale, quasi in asse con il campanile della Pieve a Pacina, pre- aperto. sente concentrazione composta da laterizi, ceramica e pietre squa- Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- drate, di forma rettangolare con misure pari a 5 x 10 m; le pietre posito: scarso. disegnano chiari allineamenti murari. Descrizione sito – Campo di forma rettangolare posto a nord Presenze, media per mq – 12 reperti. ovest della Pieve a Pacina, delimitato a nord dalla strada comunale. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, Descrizione unità topografica – L’intera superficie del campo è pianta rettangolare; il materiale risulta molto frammentato in su- cosparsa di fittili e pietre con cronologie diversificate. Per questo perficie; l’apertura di una piccola trincea ha mostrato uno strato di motivo non possiamo ipotizzare una o più strutture insediative. crollo in pietra e un secondo in tegole. Presenze, media per mq – 20 reperti. Cronologia – Metà I secolo a.C.-fine I secolo a.C. Interpretazione – Plurifrequentazione. Elementi datanti Cronologia – Prima età imperiale – basso Medioevo. Terra sigillata italica Elementi datanti Coppa campaniforme tipo CONSPECTUS 14.1.3, 14.1.5; PUCCI XX,4-5 Terra sigillata italica Rinvenimento inedito Piatto tipo CONSPECTUS 20; PUCCI X,4 Maiolica Arcaica (61) Località Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga Pareti e anse a bastoncello pertinenti a boccali con decorazioni geo- (F.114 III SO-4801/701) metrica e vegetali 280 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della Catino tipo FRANCOVICH, B.1.1, treccia in ramina sul bordo Malena; seminativo: cereali. Rinvenimento inedito Rinvenimento edito Attendibilità identificazione: buona. (59) Località Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga Descrizione unità topografica – Nel 1976, presso la strada per Ca- (F.114 III SO-4801/701) stelnuovo Berardenga, all’altezza del viottolo che conduce alla chiesa, 275 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della riportati in luce mattoni con calce e frammenti architettonici trai Malena; seminativo: cereali. quali un rocchio di colonna. Ricognizioni effettuate: 1; condizioni di luce: cielo aperto. Interpretazione – Generico edificio abitativo (?) Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- Cronologia – Generica età romana. positi: scarso. Bibliografia – ASAT, p. 250, n. 242; CRISTOFANI, 1979, p. 179. Descrizione sito – Sezione sul bordo della strada provinciale SI 62, posta 40 m circa dopo la curva del tratto a nord della Pieve, in cor- (62) Villa di Pacina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III rispondenza del lato sud. SO-4801/701) Descrizione unità topografica – Sono riconoscibili due diverse si- 304 m slm.; sommità collinare; sabbie e argille sabbiose; fosso della tuazioni. Malena; area edificata. Notizie storiche – La villa di Pacina viene attestata alcune volte (59.1) Presenti in sezione (lato sud) fittili e pietre per un’estensione nella documentazione del Cartulario della Berardenga tra XII-XIII orizzontale di quasi 30 m e che in verticale raggiunge 1 m dal livello secolo; villaggio di poche abitazioni probabilmente trasformatosi di coltivazione. Non è visibile chiaramente un deposito stratigrafico. precocemente in un nucleo poderale. Attualmente si presenta come una fattoria completamente ristrutturata in età moderna. (59.2) La sezione (lato nord) presenta fittili e pietre estesi che in oriz- Cronologia – XII secolo-età contemporanea. zontale sino a 10 m, in verticale raggiungono un’altezza di 50 cm dal piano di coltivazione. Impossibile ricostruire una chiara stratigrafia. (63) Località Villa di Pacina – Castelnuovo Berardenga Interpretazione – Probabili resti di una o più strutture abitative. (F.114 III SO-4801/701) Cronologia – Metà I secolo a.C.-fine I secolo a.C. 304 m slm.; sommità collinare; sabbie e argille sabbiose; fosso della Elementi datanti Malena; area edificata. Terra sigillata italica Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Piatto tipo CONSPECTUS 10; PUCCI VII,1-2 posito: nullo. Rinvenimento inedito Descrizione sito – Fosso acquaio posto sull’immediato nord est della casa. (60) Località Pieve a Pacina – Castelnuovo Berardenga Descrizione unità topografica – Rinvenuto casualmente un co- (F.114 III SO-4801/701) perchio a doppio spiovente di urna cineraria etrusca con tracce su- 275 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della perstiti di un’iscrizione quasi illeggibile (forse puia); il reperto era Malena; seminativo: cereali. incastrato nel fosso a mo’ di fognatura per l’acqua piovana. Pro- Ricognizioni effettuate: 1; condizioni di luce: cielo aperto. viene sicuramente da tombe disfatte in tempi non recenti nei pressi Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- della Villa di Pacina. posito: buono. Interpretazione – Tomba.

312 Cronologia – Generica età ellenistica. Descrizione unità topografica – In corrispondenza dell’immediato Rinvenimento inedito inizio del detto incrocio, si riconosce l’evidenza di un deposito stratigrafico composto da crollo degli elevati in pietra, crollo delle (64) Località Villa di Pacina – Castelnuovo Berardenga coperture in laterizio, strato di vita; il livello inferiore raggiunge (F.114 III SO-4801/701) circa 50 cm dal piano stradale; estensione della stratificazione pari 193 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della a 1,50 m in altezza x 8 m in lunghezza; il campo soprastante non Malena; seminativo: cereali. presenta alcun tipo di reperto. Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, aperto. pianta rettangolare. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Cronologia – XIV-XV secolo. posito: scarso. Elementi datanti Descrizione sito – Campo di forma ellissoidale posto sull’imme- Maiolica arcaica diato ovest della fattoria di Pacina; confinante con altri campi su Pareti e anse a bastoncello pertinenti a boccali con decorazioni geo- ogni suo lato. metriche e vegetali Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da la- Grande ciotola-catino tipo FRANCOVICH B.1.2 terizi e ceramica, individuabile in corrispondenza del lato ovest Catino tipo FRANCOVICH, B.1.1, treccia in ramina sul bordo della strada; di forma rettangolare, dimensioni pari a 6 x 5 m. Rinvenimento inedito Presenze, media per mq – 10 reperti. Interpretazione – Casa di terra per gli elevati, copertura laterizia, (67) Località Cernano – Castelnuovo Berardenga (F.114 III pianta rettangolare. SO-4801/703) Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. 339 m slm.; piede di versante appiattito; argille e argille sabbiose; Elementi datanti borro Bicornia, fosso La Malena; coltura stabile: vigna. Vernice nera Ricognizioni effettuate: 1; condizioni di luce: cielo aperto. Coppa o piatto tipo MOREL 312 a Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Rinvenimento inedito posito: buono. Descrizione sito – Estesa vigna di forma rettangolare, posta a poche (65) Località Poggio Bonelli – Castelnuovo Berardenga decine di metri dal borro Bicornia, delimitata dalla strada provinciale (F.114 III SO-4801/701) SI 62 a est, sugli altri lati da strada vicinale; si colloca sull’immediato 233 m slm.; pianura con morfologia piana; sabbie e sabbie argil- sud ovest del podere Cernano in direzione del podere Cernanino. lose; borro del Passatoio; seminativo: cereali. Descrizione unità topografica – Al centro della vigna si rinviene Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo una concentrazione composta da ceramica, scarti di produzione ed aperto. elementi strutturali di forno, terra molto arrossata; dimensioni pari Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- a 16 x 10 m. posito: buono. Presenze, media per mq – 12 reperti. Descrizione sito – Campo di forma rettangolare posto a est della Interpretazione – Fornace da ceramica. strada provinciale e a sud del podere Poggio Bonelli. Cronologia – XV secolo. Descrizione unità topografica – Presenza di materiale sporadico Elementi datanti (maiolica arcaica) frammisto ad alcune pietre anche di grandi di- Maiolica arcaica mensioni e a una lastra di marmo; si rinviene a metà campo nei Catino tipo FRANCOVICH B.1.3 Ciotola tipo FRANCOVICH B.3.1 pressi di un piccolo invaso d’acqua. Pareti pertinenti a boccali con decorazioni geometriche Interpretazione – Materiale sporadico ma potrebbe trattarsi di Ingubbiata e graffita un’abitazione in pietra non ancora tratta in superficie con chia- Ciotola tipo FRANCOVICH C.3.2 rezza. Ciotola tipo FRANCOVICH fig. 101, n. 7; decorazione tipo S.3.2 Cronologia – XIV-XV secolo. Rinvenimento inedito Elementi datanti Maiolica arcaica (68) S. Polo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- Catino tipo FRANCOVICH B 1.3, decorazione a treccia in ramina 4801/703) Rinvenimento inedito 338 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; borro Bi- cornia, fosso La Malena; area edificata: emergenze monumentali (66) Località Poggiarello – Castelnuovo Berardenga (F.114 assenti in elevato. III SO-4801/701) Notizie storiche – Comunità di villaggio attestata per la prima 290 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso della volta negli anni 1248-1252 sino al 1339; con ogni probabilità in- Malena; seminativo: cereali. globata dal 1367 nel castello novo di Castelnuovo Berardenga. Ricognizioni effettuate: 1; condizioni di luce: cielo aperto. Attestazioni documentarie Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici 713-716, A 1248-1252: per S. Polo posito: buono. sono censiti cinque soggetti d’imposta Descrizione sito – Sezione posta sul lato nord del bivio tra la ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- strada provinciale SI 62 e la comunale in direzione Chiocciola; di- rardenga del 1337-1339 stante 80 m circa dal podere Poggiarello. Cronologia – 1248-età contemporanea.

313 Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, p. 64; CAMMAROSANO, 1974, Rinvenimento inedito p. 331n. (71) Località S. Polo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III (69) Località S. Polo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4801/703) SO-4801/703) 357 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; borro di 283 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; borro Bi- Calceno; seminativo misto: vigna/grano. cornia, fosso La Malena; coltura mista: olivo/cereali. Ricognizioni effettuate: 4; terreno arato e fresato; condizioni di Ricognizioni effettuate: 1; condizioni di luce: cielo aperto. luce: di ogni tipo. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- posito: buono. posito: buono. Descrizione sito – Rilievo collinare allungato e appiattito, posto a Descrizione sito – Allungata superficie che costeggia il bivio per la brevissima distanza dal borro Bicornia, delimitato da vegetazione Colonna del Grillo, posta sul lato ovest della strada, con esattezza boschiva su ogni suo lato e dalle case di S. Polo a est. di fronte alle scuole medie di Castelnuovo Berardenga. Descrizione unità topografica – Concentrazione composta da ce- Descrizione unità topografica – Lo scasso profondo e recente per ramica, scarti di fornace, elementi strutturali di forno (blocchi di l’impianto di una nuova vigna, ha tratto in superficie una grande laterizio quadrati e rettangolari vetrificati da alte temperature) e chiazza di terra arrossata, con forma vagamente circolare, associata terra molto arrossata; ha dimensioni di 15 x 10 m e si pone sul a ceramica, scarti di fornace, elementi strutturali di forno; ha mi- versante ovest a circa 300 m dal corso d’acqua. sure di 11 x 8 m ed è localizzabile a circa 4 m dall’inizio della vi- Presenze, media per mq – 10 reperti. gna sul lato nord. I reperti continuano nella sezione creata dall’a- Interpretazione – Fornace da ceramica. pertura di un piccolo e stretto fosso agricolo parallelo alla strada. Cronologia – XV secolo-XVI secolo. Presenze, media per mq – 18 reperti. Elementi datanti Interpretazione – Fornace da ceramica. Maiolica arcaica Cronologia – IV secolo d.C.-V secolo d.C. Catino tipo FRANCOVICH B.1.4 Elementi datanti Catino tipo FRANCOVICH B.1.3, decorazione a treccia in ramina Ceramica ingobbiata di rosso Catino tipo FRANCOVICH B.1.1, decorazione a treccia in ramina Bacino emisferico tipo HAYES 61A Ingubbiata e graffita Bacino emisferico tipo HAYES 61B Ciotola tipo FRANCOVICH C.2.1 Rinvenimento inedito Catino tipo FRANCOVICH C.4.2 Scarti di fornace (72) Località S. Polo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Pareti di boccali in maiolica arcaica, fondo pertinente a una ciotola in SO-4801/703) maiolica arcaica monocroma; ansa a impasto grezzo. 338 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; borro Bi- Si riconoscono inoltre due frammenti di vernice nera e un frammento cornia, fosso La Malena. di sigillata italica pertinenti a frequentazioni di metà /fine I secolo a.C. Rinvenimento edito Rinvenimento inedito Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- posito: scarso. (70) Località S. Polo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Descrizione unità topografica – Nel 1968, durante lavori inerenti SO-4801/703) alla locale stazione ferroviaria, sezionato un campo che ha mostrato 342 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; borro Bi- una stratificazione riconducibile a una struttura abitativa (laterizi e cornia, fosso La Malena; coltura stabile: vigna. ceramica tra cui sigillata aretina). Dovrebbe trattarsi del campo po- Ricognizioni effettuate: 4. sto tra S. Polo e Cernano. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Interpretazione – Casa di terra, copertura laterizia. posito: buono. Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizio I secolo d.C. Descrizione sito – Sezione provocata dall’apertura della strada vi- Bibliografia – ASAT, p. 250, n. 243; TRACCHI, 1969, p. 153; TRACCHI, cinale pertinente alle case poste al km 42 della strada provinciale; 1978, p. 34, n. 28. praticamente alle porte di Castelnuovo Berardenga, di fronte al di- stributore di benzina. (73) Castelnuovo Berardenga – Castelnuovo Berardenga Descrizione unità topografica – La sezione, ripulita continua- (F.114 III SO-4802/702-703) mente dagli abitanti delle case, mostra la presenza di strati di ab- 351 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro Bi- bandono pertinenti a una struttura abitativa; il deposito ha inizio cornia, fosso La Malena; area edificata: emergenze monumentali a circa 50 cm dal piano di lavorazione agricola e si compone di un assenti in elevato. livello di pietre di media pezzatura, un livello di laterizi da coper- Notizie storiche – Il Castello novo fu edificato per decisione del tura, un livello di terra frammista a ceramica e reperti osteologici. Consiglio Generale di Siena a partire dall’anno 1366; sorto su una Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, località già oggetto di frequentazione e popolamento individuata pianta rettangolare. almeno sin dalla fine del XII secolo con il toponimo di Stra- Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. tam / Stradam in località Poggio de’ Frati, fu destinato ad assolvere Elementi datanti la funzione di capoluogo del Vicariato della Berardenga. Portata a Terra sigillata italica termine entro l’anno successivo la maggior parte dei lavori di for- Piatto tipo CONSPECTUS B1.8, B1.10 tificazione, i primordi della comunità coincisero con una fase di

314 regresso economico dell’intero territorio. Poco meno di un secolo deposito: buono. più tardi la popolazione risultava già molto diminuita. Sottoposto Descrizione sito – Oliveto di forma quadrata posto a sud est del a danneggiamenti continui tra la fine del XV secolo e il XVI se- podere Curina, delimitato a nord ovest dalla strada provinciale, a colo, alla metà del XVII secolo le fortificazioni erano ormai quasi sud est da macchia boschiva, pendenza in senso nord-sud. completamente distrutte come attesta la Relazione Gherardini: «Le Descrizione unità topografica – Concentrazione di laterizi, cera- mura castellane, e principiando dalla porta del Castello à mano de- mica e pietre riconoscibile a circa 50 m dalla strada in linea con stra vi sono canne n. 58 di mura rovinate da fondamenti e circa a Curina; di forma rettangolare, misure pari a 10 x 8 m, orientata n. 12 sono parte demolite da capo, e scalzate; […]. Doppo per lo perpendicolarmente alla pendenza del campo, sono tra l’altro in- spazio di passi n. 250 vi sono mura basse, e demolite, onde per ri- dividuabili due allineamenti di pietre in senso est-ovest. metterle vi mancano canne 65 di mura, et in questo spazio vi sono Presenze, media per mq – 10 reperti. due torrazzi uno scoperto et alquanto guasto da capo, et altro ad Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, uso di colombaio». pianta rettangolare. Attestazioni documentarie Cronologia – Metà XIV secolo-XV secolo. CB CCCXLIX A 1195; CB XCIII A 1196: citata la località di «Stratam». Elementi datanti Cronologia – 1195-età contemporanea. Maiolica arcaica Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 87, 216; ID., 1990, pp. 9n, Catino tipo FRANCOVICH B.1.1 Catino tipo FRANCOVICH B.2.1 25, 27, 170; BONELLI CONENNA, 1987, pp. 31-57; CAMMAROSANO, PAS- Grande ciotola tipo FRANCOVICH B.2.1 SERI, 1984, p. 39, n. 11.1. Ciotola tipo FRANCOVICH B.3.1 Rinvenimento inedito (74) Colle – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 4801/703) (77) Calceno – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 338 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro Bi- 4802/703) cornia, fosso La Malena; area edificata: emergenze monumentali 363 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso di assenti in elevato. Calceno; area edificata: emergenze monumentali assenti in ele- Notizie storiche – Il toponimo è legato in ogni attestazione a un’a- vato. rea di sfruttamento agricolo. Notizie storiche – Il toponimo è legato tra XII-XIII secolo a un’a- Attestazioni documentarie rea di sfruttamento agricolo. Alla metà del XVII secolo era un po- CB CLXXI A 1159; CB CCCLXII A 1167; CB XLIV A 1169: citate pro- dere inserito nel comune di Ripalta. prietà fondiarie in tale luogo Attestazioni documentarie Cronologia – 1152-età contemporanea. CB CCLXIX A 1101; CB XXVI A 1226: citate proprietà fondiarie in tale luogo (75) S. Giusto – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- Cronologia – 1101-Età contemporanea. 4801/703) Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 57. 357 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro Bi- cornia, fosso La Malena; area edificata; emergenze monumentali (78) Montalto – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- assenti in elevato. 4805/706) Notizie storiche – Villaggio aperto attestato dalle fonti a partire 329 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro del Rigo, dagli inizi del XIII secolo; continua a essere frequentato per i se- torrente Ambra; area edificata. guenti centocinquanta anni. Alla fine del XIII secolo è citato nello Notizie storiche – Attestato come castello sin dalla fine dell’XI se- Statuto dei Viari di Siena. Alla metà del XVII secolo era un po- colo, vi risedievano i Berardenghi appartenenti al ramo dei signori dere compreso nel comune di Ripalta. di Orgiale. Agli inizi del XIII secolo, fu assediato e distrutto dalle CV, I, p. 118, n. 80: anno 1202, prima citazione della «villa», giurano fe- milizie fiorentine e poco dopo le autorità senesi promossero la ri- deltà a Siena 31 persone costruzione delle mura e la ricolonizzazione dell’aerea. Agli inizi del ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: tra 1248-1252 censiti 13 XIV secolo il castello, ormai baluardo di frontiera dello stato senese, (min) – 20 (max) soggetti d’imposta era tra le pertinenze di Furia di Marcovaldo e dei suoi consorti di ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- Monastero d’Ombrone. Assediato senza esito positivo nuovamente rardenga del 1337-1339 dalle milizie fiorentine nella seconda metà del XV secolo, due secoli Cronologia – 1202-età contemporanea. più tardi era un comune che comprendeva 7 poderi e 50 abitanti. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 87; BONELLI CONENNA, Attestazioni documentarie 1987, p. 58; CAMMAROSANO, 1974, p. 331n; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. CB DXIII A 1090: «in loco de subtus castro de Monte alto» CCCLXXXIII, p. 251. CB CCLV A 1113: «terris et vineis et casis et ortis atque rebus masaritiis […] de curte de Munte Alto» (76) Località Curina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III CB XLVIII A 1128: «in curte de Munte alto» SO-4802/699) CB DXVI A 1120 (o 1128): «Montaltim in domo iuxta ecclesiam Sancti 286 m slm.; versante collinare; sabbie e sabbie argillose; borro del Nicholai» Passatoio; coltura stabile: oliveto. CB DXVII A 1132: «terra et vinea subtus casstro de Munte alto» Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo CB DXXXII A 1134: «Muntealto, territurio aretino et senensi» aperto. CB CXII A 1153; CB DXVIII A 1153: «in castello de Montealto et tota Attendibilità identificazione: sufficiente; stato di conservazione del curte eius»

315 ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- Attestazioni documentarie rardenga del 1337-1339 CB CCCLXXVII A 1099: «terris et vineis […] a Scopeto» ASS, Biccherna 744-746: tra 1359-1400 citato tra le comunità della Be- CB CXXXVII A 1109: «terris et vineis […] a Scopeto» rardenga CB CDXXVIII A 1134: «terra in Scopito» Descrizione unità topografica – Emergenza estremamente alterata CB CDXVI A 1157: «secunda petia est posita a Scopito» da restauri e rifacimenti tardi anche in falso stile medievale; ben ri- CB CDXVIII A 1181: «due petie terre cum vinea et arboribus, posite in conoscibile l’impianto della cinta muraria ascrivibile tra metà XIII Scopito: […] desuper, via, de subtus, emptoris» secolo e XIV secolo, anche se quest’ultima è stata sbassata. Torre CB CDX A 1191: un appezzamento «est positum ad Scopitum» inserita nel circuito murario, con base scarpata e cordone, rico- Cronologia – 1099-età contemporanea. struita nella parte superiore. Bibliografia: CAMMAROSANO, 1974, pp. 310-316. Cronologia – 1090-età contemporanea. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 249; BARGELLINI, 1924; (82) Vaccareccia – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- BERNABEI, 1900; BONELLI CONENNA, 1987, pp. 63-64; CAMMAROSANO, 4805/702) 1974, pp. 258-266; CAMMAROSANO, PASSERI, 1974, p. 42; CASABIANCA, 362 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; borro 1937, p. 197; ID., 1941, p. 328; CHERUBINI, 1974, p. 294; DAVIDSOHN, dello Spugnaccio; area edificata: emergenze monumentali assenti I, pp. 963-965; LISINI, 1893, p. 203; REPETTI, I, p. 303; III, p. 315. in elevato. Notizie storiche – Località attestata come villaggio aperto a partire (79) Località Montalto – Castelnuovo Berardenga (F.114 dagli inizi del XIII secolo; continua a essere citata come sede di ri- III SO-4805/706) levanza demografica sino alla metà del XIV secolo. 329 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; borro del Rigo, Attestazioni documentarie torrente Ambra. CV, I, p. 118, n. 80: anno 1202, citato tra le comunità della Berardenga. Rinvenimento edito ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: 1248-1252: censiti 6 (min)- Attendibilità identificazione: buona. 11 (max) soggetti d’imposta Descrizione unità topografica – Scoperta fortuita di un ripostiglio ASS, Opera metr. 1: presente tra i censuali del 1334 composto da quattro asce, coltelli e panelle di rame grezzo di età ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- del bronzo; fanno probabilmente parte di questo «le tre asce in rardenga del 1337-1339 bronzo a margini rialzati e incavo al tallone» conservate presso il ASS, Biccherna 744: anno 1359 citato tra le comunità della Berardenga museo di Siena. Cronologia – 1202-età contemporanea. Cronologia – Età del bronzo. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 87; CAMMAROSANO, Bibliografia – ASAT, pp. 247-248, n. 222; CA, F.114, p. 39, n. 6; 1974, pp. 178, 331n. FLOWER, 1981, p. 11; GRIFONI CREMONESI, 1971, p. 269. (83) Arceno – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- (80) Località Casa al Frate – Castelnuovo Berardenga 4806/703) (F.114 III SO-4804/704) 405 m slm.; sommità collinare; brecciole nummulitiche; torrente 340 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone; Ambra, fiume Ombrone; area edificata: emergenze monumentali coltura stabile: vigneto. assenti in elevato. Rinvenimento edito Notizie storiche – Villaggio aperto attestato sin dagli inizi dell’XI Attendibilità identificazione: dubbia. secolo con la chiesa di S. Giovanni; alla fine dello stesso secolo Descrizione unità topografica – Vigna posta a sud ovest del po- viene citata una seconda chiesa dedicata a S. Pietro. Scompare dere Casa al Frate, a distanza da quest’ultimo di circa 300 m, in dalla documentazione d’archivio a partire dal 1213; la comunità posizione di pendice verso l’Ombrone. Durante lo scasso effet- non dovette subire però grandi stravolgimenti poiché alla metà del tuato per l’impianto dei filari sono stati portati alla luce «fram- XVII secolo era un comune comprendente 6 poderi e 66 abitanti. menti di rozzi vasi fabbricati senza l’uso del tornio, vasi che sem- Attestazioni documentarie brano appartenere ad un periodo precedente a quello etrusco». In CB DLIII A 1024: «in villa et districto de Arceno» corrispondenza della stessa superficie sono poi stati riconosciuti CB DXCIII A 1056: «ecclesia Sancti Iohannis, qui est posito in vocabulo «alcuni pezzi di tegole e di ceramica più raffinata, tanto da rite- Arcino» nere che lo stanziamento abbia continuato in epoca etrusca e ro- CB CCCXXXV A 1086: «petiola de terra cum vinea super se abentes, qui mana». est posito in Arcino» Interpretazione – Strutture abitative (?) CB XLII A 1087: «casis et terris et vineis […] qui sunt positi in Arcino, Cronologia – Dubbia. cum integra mea portione de ecclesia Sancti Petri» Bibliografia – ASAT, pp. 249, n. 230; TRACCHI, 1978, p. 35, n. 31. CB XLI A 1088: «in loco et vocabulo Arcin» CB XXXIX A 1091: «terris, casis et vineis, et rebus illis […] excepto ante- (81) Scopeto – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- pono ecclesie Sancti Petri de Arcino. Et suprascriptis rebus sunt positis 4802/706) infra vico de Arcino» 327 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone, affluente CB CCCXXXVII A 1096: «terra […] que est posita in Arcino» del borro Coggia; area edificata: emergenze monumentali assenti CB XL A 1114: «terris et vineis et ecclesia […] Sancti Petri» in elevato. CB CDXXVI A 1169: si parla del mulino posto «in Arkino» Notizie storiche – Toponimo attestato tra fine XI secolo e fine XII CB DLVII A 1188: «totum meum allodium […] ad Arcenum, vel in eius secolo come area di sfruttamento agricolo. territorio»

316 CB CCCXXV A 1223: «in capella Sancti Petri de Arceno» posito: buono. Cronologia – 1024-età contemporanea. Descrizione sito – Rilievo roccioso posto tra il borro di Lavarni e Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, pp. 73-74; CAMMAROSANO, il fosso Ancherona, coperto da vegetazione molto fitta, si riconosce 1974, pp. 78-80, 99n, 100n, 178, 233, 308-309. per essere il primo rilievo a est del borro stesso. Descrizione unità topografica – La sommità mostra tracce evi- (84) Caggio – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- denti di intervento antropico; di forma circolare, è stata resa ap- 4805/699) piattita artificialmente e le rocce trasformate in fortificazioni; di- 363 m slm.; sommità collinare; sabbie e sabbie argillose; fosso la mensioni pari a 30 x 40 m. Malena; area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. Interpretazione – Avamposto difensivo da relazionare al vicino op- Notizie storiche – Toponimo attestato come villaggio tra fine XI pidum di Cetamura (?) (scheda (120)). secolo-inizi XII secolo. Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. Attestazioni documentarie Elementi datanti CB CCCLXXXII A 1088: «casis et mansis, sortis, terris et vineis» in varie Vernice nera località tra le quali «in Caio» Coppa variante forma LAMBOGLIA 20, serie MOREL 2932 CB CCCXLVII A 1108: «integram quartam partem de terris in Caio» Coppa serie MOREL 2978 CB XIV A 1128: «due petie de terra in Caio fine fluvius de Coia usque ad Skyphos tipo MOREL 321 b plano de Caio» Rinvenimento inedito CB CCCLXXIX A 1140: «duabos petiis terrarum in Cazo» CB CCCXCV A 1150: «in villa de Caio» (87) Località Le Pici – Castelnuovo Berardenga (F.114 III CB CCCXCVII A 1150: «in Cagio» SO-4808/700) CB CXCV A 1177: «terre sunt posite in Caio» 420 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso dell’Anche- Cronologia – 1088-età contemporanea. rona; borro di Lavarni; incolto: bosco. Bibliografia – CAMMAROSANO, 1974, pp. 37, 289, 311. Ricognizioni effettuate: 2. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- (85) Le Pici – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- posito: non deducibile. 4808/700) Descrizione sito – Poggio caratterizzato dalla presenza di pini radi, 417 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso dell’An- ben visibile dall’intero circondario; ha forma rotondeggiante e cherona; area edificata: emergenze monumentali assenti in ele- sommità sopraelevata come un tumulo; un circolo di pietre ret- vato. tangolari cinge quest’ultima ma potrebbe trattarsi di una delimita- Notizie storiche – Toponimo pluriattestato dalle fonti d’archivio zione della pinetina. tra seconda metà dell’XI secolo e inizi XIII secolo; probabilmente Descrizione unità topografica – Presenti in superficie molti fram- da collegare a un villaggio aperto dotato di una chiesa intitolata a menti di travertino anche caratterizzato da incastri e due frammenti S. Martino. di iscrizione. Per le sue dimensioni potrebbe trattarsi dell’architrave Attestazioni documentarie della porta oppure della lastra di chiusura di una tomba a camera, at- CB CCCLXXI A 1071: proprietà «ne le Pici» tualmente non più rintracciabile, il cui tipo è noto in questo periodo CB CCCLXXXI A 1080: «ecclesia Sancti Martini, scito a le Pici» da altri ritrovamenti nella zona. Di esso sono stati rinvenuti soltanto CB CCCLXXX A 1093: «loco et vocabulo a le Pici […] cum casis, ortis, due frammenti recanti un’iscrizione incisa in caratteri etruschi dispo- terris, vineis, silvis». sta su due righe 466. Il testo appare decentrato, a righe oblique per er- CB CCCXCII A 1099: «terris et vineis […] in Pici» rato calcolo dello spazio da parte del lapicida; la prima riga con an- CB CCCXCII A 1109: «ecclesia Sancti Martini, sito in Pici» damento da destra verso sinistra prosegue nella seconda in basso sem- CB CCCLXXXVI A 1110: «terris et vineis et casis et ortis atque rebus pre con lo stesso andamento, evidentemente per lo spazio ristretto massaritiis de ecclesia Sancti Martini […] in Bocino, in Pici» rimasto a disposizione. Mancano la parte iniziale della prima riga e CB CDXXVIII A 1134: «a le Pici» quella finale della seconda; una lesione e la conseguente rottura della CB CDXII A 1136: «in pogio de le Pici» pietra, a circa metà della sua larghezza, pur coinvolgendo alcune let- CB CDXXIII A 1145: «in capella Sancti Martini de le Pici» tere, non pone notevoli problemi di lettura. L’incisione, ottenuta con CB CDXV A 1170: «ne la valle de le Pici» una punta metallica sottile, non è particolarmente curata, dimo- CB CDXLIII A 1183: «terras, vineas, silvas et massaritias […] a le Pici» strando incertezze nella grafia delle singole lettere e una marcata im- CB CDI A 1189: «prope molendino de le Pici» precisione nel ductus che sembra tendere al corsivo. CB CD A 1089: «a la fonte a le Pici» Ovviamente, la comprensione dell’intero testo è resa incerta dalla CB CDXXVII A 1212: «in podio de le Pici» mancanza della parte iniziale e di quella conclusiva. Cronologia – 1071-età contemporanea. L’iscrizione di possesso ha carattere funerario, presenta un alfabeto Bibliografia – CAMMAROSANO, 1974, pp. 152, 178, 310-317. di tipo chiusino di epoca ellenistica tarda risalente al III-II secolo a.C.; frammentaria, a lettere incise disposta su due righe a ductus (86) Località Le Pici – Castelnuovo Berardenga (F.114 III sinistrorso di quattro parole separate da un: SO-4808/700) THARNAI.CULSU / AULES’ PELTIN. A 419 m slm.; sommità collinare; conglomerati e ghiaie; fosso del- Lungh. 20 cm; largh. 48 cm; spessore 25 cm. l’Ancherona; borro di Lavarni; incolto: bosco. Ricognizioni effettuate: 2. 466 Per una rapida anticipazione, cfr. VALENTI, 1988, pp. 51-52; VALENTI, 1992a; Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- A.C.R.A.S.A., fig. 2

317 Pietra (arenaria locale). Tratto profondo, spazieggiatura regolare, interpunzione realizzata con un punto. Dal punto di vista paleografico si nota la forma di alcune lettere: alpha angolato con traversa orizzontale (?), gamma semilunato, epsi- lon inclinato, ny a tratti verticali allungati con traversa agganciata alle estremità delle aste, l’uso del san per indicare la sibilante s’, rho triangolare, tau a croce (?) con traversa obliqua a destra dell’asta. La notazione della velare non aspirata mediante il c e l’espressione grafica del theta senza punto centrale sono invece caratteristiche dei centri dell’area settentrionale centrale tra cui Orvieto. Tuttavia a Chiusi, come ha rilevato Cristofani, da un punto di vista paleo- grafico la forma delle lettere è molto vicina a quella delle iscrizioni orvietane 467. Alcune lettere sono confrontabili con quelle che Maggiani ha riscontrato nell’alfabeto in uso a Vulci 468. Il testo contiene la formula onomastica bimembre formata da pre- Fig. 64 – Località Boschi delle Pici-Castelnuovo Berardenga; iscrizione etrusca (III-II secolo a.C.). nome e gentilizio. Aules’ è il praenomen attestato nella zona di Chiusi e in Umbria 1849; 2247; 2335; 2460; Pe. 3391; 3548; 3563; 3759; 3760; (Thesaurus Thle 1981, pp. 79-80) 469. 3761; 3967; 4006; 4135; 4148; 4469; NRIE 434; S. Manno 4116 Il gentilizio Peltina non sembra per il momento attestato. (Tle 619); CORT – 452; 469 (Tle 637). Eccezionale appare la presenza della divinità etrusca Culsu (titolare Aules. TARQ.5550 … aules puia; CL. Colline del Lago 519 vel: della dedica?) 470. Il suo nome è noto solo in due documenti: nell’i- sapice: aules:; Città della Pieve 4832 a lth.axari.auless; 4885-3 au- scrizione (Tle 1968, 131 da Tarquinia) sul rotolo che Laris Pulena les rumates; Trequanda NRIE 207 aules petrus; Loc. Inc. 2132 xl. dispiega sul suo sarcofago databile nell’ultimo quarto del III secolo visce.aules.; 2922 vel: tite: aules; 2981 hasti: tutnei: aules… – a.C., e sul sarcofago chiusino tardo-etrusco di Hasti Afunei databile PER.3684 aule. vlesi. aules. Th Le, I, p. 117 al II secolo a.C. (CIE, n. 1812), oggi a Palermo 471. L’iscrizione di Culsu. Cl. Loc.Inc.1812 vanre culsu. Laris Pulena, nella quale vengono elencate diverse funzioni sacrifi- Th Le, pp. 186, 330, 388. cali, attesta l’esistenza di un culto a Culsu. La Simon, per la sua fun- Tharna x i. zione, l’avvicina all’etrusca Vanth, demone femminile della morte. Th p. 186, Tharnies Voll. Pomarance Tle 407 Nel sarcofago di Chiusi infatti compaiono entrambe, analogamente T abbigliate con tunica corta trattenuta da bretelline incrociate sul p. 330, tarna Volc. 5300 tarna.vel.larthal tarnai Volc.5283 […] petto e stivali. Culsu esce con una fiaccola dalla porta dell’Ade e tarnai […]; 5285 (Tle 302) tarnai: Tharna…; 5314 (Tle 321 a) tiene nella mano sinistra un oggetto che è stato erroneamente in- Thanxvil tarnai tarnal; Volc. 5292 tarnal. tamths; tarnas Cae. 5903 terpretato come forbice: evidentemente più corretto interpretare […] (t)arnas.a […]; tarnas Cae 5904 la(r)is.(t)arnas.velus…; 5905 questo oggetto come una chiave, in quanto ella, come Culsans’, al- […] tarna (s.la)rthalisa; Vol.5290 tarnas.a.v; 5296 l tarnas:m […] 2 tra divinità etrusca in relazione con le porte, ha la funzione di cu- tarnas vel; 5298 a tarnas.larthal…; 5299 larre: tarnas…; 5320 (Tle stodire una porta, in questo caso quella dell’Ade. Nel sarcofago pe- 321 b) an: farthnaxe:marces: tarnes… p. 388 – t – (alfabeto latino) rugino di Arnth Velimna, sia pure privo di iscrizioni esplicative, due tarna CAE 6142 c.tarna…; 6296 m.tarna … – Volc. 5293 immagini simili sono disposte ai lati di una porta, presumibilmente m.tarna… Th.le, pp. 271-272 quella dell’oltretomba 472. Inoltre, secondo la Krauskopf, poiché in peltina una casella del fegato di Piacenza, databile al II secolo a.C., com- p. 271, petina, Cl. Fonte Rotella 997 Tharnia: cainei: petina. pare la divinità Culsans’, non è completamente da escludere che in p. 272, petinate Vols.Orvieto 5118 (Tle 218) petinate.hescanas – tale sede potesse essere situato anche il demone femminile della Cl Vaiano 564 laris.petinate…; 566 petinate (.)ina; Bruscalupo morte Culsu. Quest’ultima ha, come Culsans’, un legame con la 615 vel petinate; Loc.Inc. 2279 la:pe(ti)nate…; 2548 petinate: ca- porta o con la soglia (nel suo caso, del regno dei morti) per cui la tusa: […]; 2549) vel petinate…; 2550 pupli petinate lautui radice culs’, da cui deriverebbero entrambi i nomi, potrebbe signi- petinatés, Cl. Fonte Rotella 996 Thania:cainei petinateés; Loc.Inc. ficare qualcosa di simile al latino ianua, porta 473. 2551 pugli: petinatés:lautni Aulés. CL.1250; NRIE 329; NRIE 330; SE XXI, p. 383, n. 2; petinatesa, Or.inc. Rend. Tst. Lomb. XVII, 1885, p. 567/Rix, Bruscalupo 576 add.; Le Torri 646; Poggio al Moro 970; Fonte long., p. 148 Thana seianti huracia petinatesa Rotella 1002; Pienza 1124 (Tle 512); Loc.Inc. 1713; 1714; 1793; petinati, Cl. Loc.Inc. 1911 cai.Hereni.petinatial; 2675 Vl: rem- sna:petinatiae (fig. 64). 467 CRISTOFANI, 1973 b, p. 20; nell’area compresa tra Volterra e Vetulonia nel corso del Interpretazione – Tomba a camera in travertino ormai distrutta. III secolo a.C., l’uso della kappa viene abbandonato in favore del gamma meridionale. Cronologia – II secolo a.C. 468 In particolare sull’alfabeto usato in quest’area, cfr. MAGGIANI, 1985b, pp. 217 ss.; MAGGIANI, 1990. Rinvenimento inedito 469 RIX, 1963. 470 LIMC, s. v. Culsu. (88) Località Le Pici – Castelnuovo Berardenga (F.114 III 471 Per una recente trattazione si vedano CRISTOFANI, 1985, p. 350, n. 15.1.6; SEU, SO-4808/700) 1985, pp. 304-306, n. 11.27. 400 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso dell’Anche- 472 SIMON, 1984, p. 156. 473 KRAUSKOPF, 1985, pp. 83-84 e inoltre KRAUSKOPF, in corso di stampa. rona; borro di Lavarni; incolto: bosco.

318 Ricognizioni effettuate: 2. Attendibilità identificazione: buona.; stato di conservazione del deposito: buono. Descrizione sito – Poggio posto 100 m in direzione sud est di (84); caratterizzato per essere circondato da strade di bosco e per la sua forma abbastanza allungata e appiattita. Descrizione unità topografica – Dopo avere osservato in superfice laterizi e ceramica frammentaria inizialmente ai piedi del versante e poi in posizione sommitale per un raggio di oltre 80-100 m, è stato deciso di ripulire la buca creata da un albero sradicato e am- pliarla per circa 1 metro; la piccola trincea quadrata ha mostrato la presenza di un deposito stratigrafico articolato in un livello di pie- tre di medie dimensioni (crollo elevati), un secondo livello di late- rizi (crollo tetto) e un livello di terra annerita associata a ceramica Fig. 65 – Località Le Boncie-Castelnuovo Berardenga; lucerna a canale tipo Firma- e reperti osteologici. Si tratta dei resti di un’abitazione in pietra per lampen-Loeschke X (fine I-II secolo d.C.). gli elevati con copertura laterizia, solo che la disposizione dei ma- teriali in superficie fa intravedere una situazione più complessa. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato in profondità; condizioni Interpretazione – Villaggio di piccola estensione, non comprensi- di luce: cielo aperto. bile il numero delle abitazioni. Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- Cronologia – II secolo a.C. posito: dubbio. Elementi datanti Descrizione sito – Vasto poggio posto tra Le Boncie e la grande vi- Vernice nera gna ai piedi di S. Felice; versante orientato nord-sud, non molto ri- Coppa tipo MOREL 2566 a Coppa serie MOREL 2978 pido. L’area era già stata individuata da Tracchi come spazio adi- Anfore bito ad accogliere tombe alla cappuccina. La ricognizione ha con- Massaliota, PY tipo 8 Greco italica di tipo antico fermato l’ipotesi, completato l’interpretazione e la cronologia. Rinvenimento inedito Descrizione unità topografica – Giunti sul campo al momento in cui le ruspe stavano effettuando un profondo scasso per l’im- (89) Le Boncie – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- pianto di una nuova vigna, si sono potuti osservare i resti di due 4807/698) tombe alla cappuccina integre, realizzate in tegole appoggiate e 396 m slm.; sommità collinare; conglomerati e ghiaie; borro di Lavarni, chiuse da coppi, collocate a metà versante sul lato nord est; una borro Bornica; area edificata; emergenze monumentali assenti in elevato. terza tomba era del tipo a fossa coperta da tegole e risultava aspor- Notizie storiche – L’odierno Le Boncie deve essere con ogni pro- tata per metà (visibile un grande tegolone, uno scheletro parzial- babilità identificato nella zona di sfruttamento agricolo più volte mente conservato, una lucerna affiancata a quest’ultimo). La pre- presente sulla documentazione scritta di XI-XII secolo sotto il to- senza di molte altre piccole concentrazioni di laterizi e ossa (al- ponimo originario di Bocino. meno sei) poste in corrispondenza del lato sud ovest è traccia di Attestazioni documentarie ulteriori sepolture (fig. 65). CB CCCLXXI A 1071: «in vocabulo Bocino» Presenze, media per mq – 10 reperti. CB CCCLXXIII A 1072: attestate terre «in Bocino» Interpretazione – Necropoli. CB CCCLXXXI A 1088: «mansis et sortis, terris et vineis […] in Bocino» Cronologia – Fine I secolo d.C.-II secolo d.C. CB CCCLXXII A 1093: «in vocabulo Bocino» Elementi datanti CB CCCCIV A 1093: «rebus illis […] in Bocino» Lucerna a canale tipo FIRMALAMPEN-LOESCHKE X CB CCCXCII A 1099: proprietà «in Bocino» Bibliografia – ASAT, p. 246, n. 211; TRACCHI, 1978, p. 40, n. 40. CB CCCLXXVIII A 1109: in pieve di S. Felice sono poste «terris et vi- nee» in località diverse tra le quali «a Bocino» (91) S. Felice – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- CB CCCLXXXVI A 1110: «terris et vineis […] in Bocino» 4807/699) CB CDXII A 1136: «una petia de terra cum vinea in Bucino» 385 m slm.; sommità collinare; sabbie; borro di Lavarni, borro CB CDLXXXI A 1145: «totum quicquid habet in Bocino» Bornica; area edificata; emergenze monumentali assenti in elevato. CB CDXVI A 1157: una «petia est posita a Bucena» Notizie storiche – S. Felice in Avano è compreso nell’elenco delle CB CCCLXXVI A 1172: una «petiola est posita in Bocino» 19 chiese disputate tra diocesi aretina e senese agli inizi dell’VIII CB CDXXXI A 1181: «totum quicquid habet in Bocino» secolo. Chiesa pievana, risulta menzionata nel Cartulario della Be- CB CDXXIV A 1182: proprietà sono poste «in Bocino» rardenga innumerevoli volte e intorno a essa si sviluppò una co- CB CDI A 1189: «unam petiam terre positam in Bocino» munità di villaggio. Alla fine del XIII secolo è citato nello Statuto CB CDII A 1189: proprietà «in Bocino» dei Viari di Siena (hominum et personarum plebei Plebis Sancti Fe- Cronologia – 1071-età contemporanea. licis). Alla metà del XVII secolo era un comune comprendente 7 poderi e 93 abitanti. (90) Località Le Boncie – Castelnuovo Berardenga (F.114 Attestazioni documentarie III SO-4807/699) CDL p. 62 A 715: prima attestazione. 396 m slm.; sommità e versante collinare; conglomerati e ghiaie; ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: 1248-1252: censiti 13 borro di Lavarni, borro Bornica; coltura stabile: vigna. (min) – 17 (max) soggetti d’imposta

319 ASS, Opera metr. 1: presente tra i censuali del 1334 Rinvenimento inedito ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- rardenga del 1337-1339 (94) Località S. Felice – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Cronologia – 715-età contemporanea. SO-4807/699) Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64-93; BONELLI CONENNA, 381 m slm.; piede di versante collinare con morfologia piana; sab- 1987, p. 83; CAMMAROSANO, 1974, pp. 22-23, 37n, 44n, 48, 135, 151- bie; borro di Lavarni, borro Bornica; coltura stabile: vigneto. 152, 154n, 157, 169n, 174, 178, 191, 233, 289, 308, 310-312, 317, 327, Rinvenimento edito 331n, 349; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. CLXXXX, p. 155; MARONI, Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- 1973, pp. 142, 157, 169, 170, 192, 200, 208. posito: dubbio. Descrizione unità topografica – Individuata da Tracchi una zona (92) Località S. Felice – Castelnuovo Berardenga (F.114 III caratterizzata da indizi riconducibili alla presenza di tombe alla SO-4807/699) cappaccina. 325 m slm.; piede di versante collinare con morfologia piana; sab- Interpretazione – Necropoli. bie; borro di Lavarni, borro Bornica; coltura stabile: vigneto. Cronologia – Generica età romana. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato in profondità; condizioni Bibliografia – ASAT, p. 246, n. 212; TRACCHI, 1978, pp. 39-40, n. 39. di luce: cielo aperto. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- (95) Le Colti – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- posito: dubbio. 4806/700) Descrizione sito – Vigna di forma rettangolare posta a ovest del 389 m slm.; altipiano; calcari marnosi; borro di Lavarni, borro campo da tennis da poco costruito, delimitata dalle strade per Bornica; area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. S. Felice e Le Boncie. Notizie storiche – Area di sfruttamento agricolo attestata quasi ca- Descrizione unità topografica – Estesa concentrazione composta sualmente alla metà dell’XI secolo. da laterizi, ceramica e pietre di medio-grandi dimensioni; di forma Attestazioni documentarie rettangolare, occupa i primi 7 filari in direzione ovest-est, rag- CB CCCLXXIII A 1072: attestate proprietà fondiarie in tale luogo. giungendo in lunghezza la loro metà, e uno spazio di 20 x 12 m. Cronologia – 1072-età contemporanea. Tali dimensioni sono dovute al trascinamento e alle conseguenze Bibliografia – CAMMAROSANO, 1974, p. 311n. dello scasso per l’impianto della vigna. Presenze, media per mq – 14 reperti. (96) Chiesamonti – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati, copertura laterizia, pianta 4807/699) rettangolare. Potrebbe comunque trattarsi di una struttura più estesa. 402 m slm.; sommità collinare; sabbie; fosso dell’Ancherona; area edi- Cronologia – Metà I secolo a.C.-II d.C. ficata: emergenze monumentali assenti in elevato. Elementi datanti Notizie storiche – Toponimo citato in una serie di corti e castelli Terra sigillata italica agli inizi dell’XI secolo; le successive attestazioni non specificano Coppa tipo CONSPECTUS 10; PUCCI VII,1-2 ulteriormente tale realtà e si viene a conoscere solo la presenza di Piatto tipo CONSPECTUS 20; PUCCI X,4 una chiesa di S. Angelo (da non confondere con l’omonima cano- Rinvenimento inedito nica, nota nei decimari relativi alla diocesi di Arezzo) come suffra- ganea della pieve di S. Felice in Pincis. (93) Località S. Felice – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Attestazioni documentarie SO-4807/699) ASS, Dipl.OM, 1108 giu: prima attestazione di «Monti» come castello e 385 m slm.; versante collinare; sabbie; borro di Lavarni, borro curtis Bornica; coltura stabile: vigneto. CB CDXXI A 1176: «locus qui dicitur Monte» Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato in profondità; condizioni CB CDXIII A 1183: «podium qui vocatur Monti» di luce: cielo aperto. Descrizione unità topografica – Sul lato occidentale della casa co- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- lonica del podere Chiesamonti è visibile un portale, evidentemente posito: dubbio. rimontato, con architrave monolitico che reca scolpita una croce, Descrizione sito – Vigna molto estesa posta esattamente di fronte sorretto da due mensole concave. È quanto resta della chiesa di S. all’agglomerato di S. Felice in direzione nord ovest; sorge su un Angelo di Monte. versante con morfologia molto addolcita. Cronologia – 1108-età contemporanea. Descrizione unità topografica – Sul lato nord, in corrispondenza Bibliografia – CAMMAROSANO, 1974, pp. 23, 111, 310n, 311n, 313n, del quinto-ottavo filare è presente una concentrazione composta 317; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 41, n. 11.12; GIUSTI, GUIDI, da laterizi, ceramica e pietre, molto rarefatta e frantumata, sicura- 1942, p. 105; GUIDI, 1932, p. 89; STOPANI, 1987a, p. 52. mente attribuibile a un deposito ormai distrutto. Presenze, media per mq – 6 reperti. (97) Località Chiesamonti – Castelnuovo Berardenga Interpretazione – Probabilmente in origine casa di pietra per gli (F.114 III SO-4807/699) elevati, copertura laterizia. 430 m slm.; sommità collinare; sabbie; fosso dell’Ancherona; se- Cronologia – Metà I secolo a.C.-fine I secolo a.C. minativo misto: vigna/cereali. Elementi datanti Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Terra sigillata italica aperto. Piatto tipo CONSPECTUS 18.2.1; PUCCI X,14,212 Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de-

320 positi: buono. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Descrizione sito – Grande rilievo appiattito con accesso dalla cam- aperto. pestre a nord delle Colti, delimitato da bosco su ogni suo lato. Rinvenimento edito Descrizione unità topografiche – La zona presenta almeno tre di- Attendibilità identificazione: scarsa; stato di conservazione del de- verse emergenze di reperti mobili in superficie, ben riconoscibili posito: scarso. per dimensioni e composizione. Descrizione unità topografica – Vigna localizzata sull’immediato est di (94), delimitata a nord da bosco, sugli altri lati da strada (97.1) Concentrazione di grande estensione composta da laterizi, campestre. Tracchi aveva rilevato su tale superficie una vasta con- ceramica, pietre, cocciopesto e frammenti di grosse pietre da ma- centrazione composta da «pezzi di grosse tegole, di coppi e di ce- cina; copre quasi l’intera estensione della vigna che inizia a est dei ramiche affioranti a piccoli gruppi […] appartenenti, molto pro- seminativi adiacenti. Ha forma di un grande rettangolo e misure babilmente, a sepolture del tardo periodo etrusco e dell’epoca ro- molto ampie quantificabili in 60 x 30 m. L’emergenza si differen- mana, trattandosi di frammenti etrusco-campani, aretini, zia in due zone; quella in direzione est presenta solo ceramica e d’impasto scuro con granuli bianchi, d’argilla granulosa chiara» in- materiali edilizi pertinenti a coperture. terpretata come indizio di sepolture. Oggi purtroppo le tracce del Presenze, media per mq – 18 reperti. deposito archeologico sono quasi completamente scomparse ma, Interpretazione – Casa grande, con ogni probabilità com- dalla descrizione dell’autore, ci sembra di leggere evidenze di una plesso produttivo in pietra e laterizio con cisterna e vicini an- o più abitazioni piuttosto che un’area necropolare. nessi forse in materiale edilizio deperibile. Interpretazione – Casa o case. Cronologia – Fine I secolo a.C. – IV-V secolo d.C. Cronologia – Metà I secolo a.C.-fine I secolo a.C./inizi I secolo d.C. Elementi datanti Bibliografia – ASAT, p. 246, n. 213; TRACCHI, 1978, p. 39, n. 37. Terra sigillata italica Coppa tipo PUCCI XIII (99) Località La Chiusa – Castelnuovo Berardenga (F.114 Ceramica ingobbiata di rosso III SO-4807/699) Piatto VI-VII.I Bacino emisferico tipo HAYES 61 B 447 m slm.; sommità collinare; sabbie; fosso dell’Ancherona; col- tura stabile: vigneto. (97.2) Concentrazione composta da laterizi, ceramica, reperti Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo osteologici combusti, scorie di fusione riconducibili a minerali aperto. ferrosi; di piccola estensione, 6 x 5 m, forma quasi quadrata, è lo- Rinvenimento edito calizzata sul secondo seminativo a ovest di (97.1) dove i filari della Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- vigna sono molto più larghi, con inizio a 6 m dal bordo della posito: scarso. strada campestre. Descrizione unità topografica – Poggio di grande estensione posto Presenze, media per mq – 10 reperti. a nord di e delimitato da bosco e da strade campestri; Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia, adibito a vigneto, Tracchi aveva qui riconosciuto le traccie di un forno fusorio. vasto deposito archeologico oggi completamente distrutto come Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. hanno comprovato le nostre ricognizioni. Infatti si osserva la pre- Elementi datanti senza di materiali molto alterati su quasi tutta la superficie agricola Terra sigillata italica e non è individuabile una concentrazione ben definibile; le dimen- Coppa campaniforme tipo CONSPECTUS 14.1.3; PUCCI XX sioni dello spargimento raggiungono comunque gli 80 x 36 m. Calice tipo CONSPECTUS R 1.1 Presenze, media per mq – 12 reperti. Interpretazione – Villaggio di piccole dimensioni, probabilmente (97.3) Concentrazione composta da laterizi, ceramica e pietre, in pietra per gli elevati e coperture laterizie poco estesa con dimensioni pari a 4 x 3 m, riconoscibile in corri- Cronologia – Fine VII secolo a.C.-V secolo a.C. spondenza del seminativo affiancato a (97.2). I reperti dimostrano Elementi datanti un buono stato di conservazione e rotture fresche; il deposito do- Acroma grezza vrebbe risultare in ottimo stato di conservazione. Olla III.A1.VI Olla III.A1.VIII Olla III.A2.I Presenze, media per mq – 10 reperti. Olla III.A2.II Olla III.A2VI Olla III.A3.XIV Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura laterizia. Olla III.A4.III Olla III.A4.VII 2 olle III.A6.III Cronologia – VII secolo a.C.-VI secolo a.C. Olla III.A6.VI Olla III.C.II Olla III.E1.II Elementi datanti Bibliografia – ASAT, p. 247, n. 215; TRACCHI, 1978, p. 38 n. 36. Acroma grezza Olla III.A1.III 2 olle III.A1.VIII Olla III.A3.I (100) Villa a Sesta – Castelnuovo Berardenga (F.114 III Olla III.A3.II Olla III.A3.VII Olla III.A3.XVI SO-4806/701) Olla III.A4.V Olla III.C.I 426 m slm.; altipiano; calcari marnosi; fosso dell’Ancherona; area Rinvenimento inedito edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. Notizie storiche – Villaggio documentato dalla metà del XII secolo, (98) Località Chiesamonti – Castelnuovo Berardenga prende nome dalla vicinanza al castello di Sesta (attuale Sestaccia). La (F.114 III SO-4807/699) chiesa, dedicata a S. Maria, è ricordata nelle Rationes Decimarum dal 435 m slm.; sommità collinare; sabbie; fosso dell’Ancherona; se- 1278-1279 al 1302-1303 quale dipendente dalla pieve di S. Felice in minativo misto: vigna/cereali. Pincis. Probabilmente il centro subì un decremento demografico tra

321 la metà del XIV secolo e il XV secolo (zona di confine, oggetto spesso Descrizione unità topografica – Effettuato pronfondo scasso di di scontri ta milizie senesi e fiorentine), mostrando una ripresa agli circa 2 m, con sbancamenti relativi a enormi quantitativi di terra inizi del XVI secolo dopo la distruzione del castello di Sesta. Alla e grandi massi; in superficie, in corrispondenza dell’angolo nord metà del XVII secolo era un comune unito con Rosennano, dal quale est, sono visibili molti frammenti di laterizi e ceramica, estrema- dipendevano 48 poderi e popolato da 287 persone. mente frantumati e decontestualizzati. Attestazioni documentarie Presenze, media per mq – 8 reperti. CB CXIII A 1150: citati beni in «parrocchia Sancte Marie in Sexta» Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura laterizia (?) ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: 1248-1252: censiti 13 Cronologia – Fine I secolo a.C.-I secolo d.C. (min) – 18 (max) soggetti d’imposta Elementi datanti ASS, Opera metr. 1: presente tra i censuali del 1334 Terra sigillata italica Cronologia – 1150-età contemporanea. Piatto tipo CONSPECTUS B1.7 Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, p. 64; BONELLI CONENNA, Coppa tipo CONSPECTUS 7.1.2; PUCCI XXVIII,3 1987, pp. 89-91; CAMMAROSANO, 1974, pp. 136n, 179n, 187n, 306, Rinvenimento inedito 307n, 311n, 331n; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 105; GUIDI, 1932, p. 89. (103) Località La Casa – Castelnuovo Berardenga (F.114 (101) Località Villa a Sesta – Castelnuovo Berardenga III SO-4807/703) (F.114 III SO-4807/699) 390 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso dell’Anche- 420 m slm.; sommità collinare; sabbie; fosso dell’Ancherona; col- rona, fosso La Malena; seminativo: cereali. tura stabile: vigneto. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo aperto. aperto. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Rinvenimento edito posito: scarso. Attendibilità identificazione: scarsa; stato di conservazione del de- Descrizione sito – Breve e allungato seminativo posto sul lato posito: scarso. nord est di (99) e da questo separato a opera della Malena; deli- Descrizione unità topografica – Sommità collinare appiattita po- mitato da strade campestri in ogni suo lato. sta a ovest di Villa a Sesta, delimitata dal paese, dalla strada co- Descrizione unità topografica – Si rinvengono nella parte iniziale munale e da altre vigne. Tracchi aveva già segnalato la presenza di del campo frammenti molto mal ridotti e frantumati pertinenti a un deposito probabilmente in pessimo stato di conservazione e an- laterizi e ceramica; dimensioni pari a 4 x 6 m. che oggi si osservano tegole, coppi, ceramiche e pietre di medie di- Presenze, media per mq – 8 reperti. mensioni sull’intera estensione della vigna con dimensioni di al- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura laterizia meno 70 x 40 m. Non ci convince l’interpretazione di necropoli; (?) quanto osservato in emergenza sembra più riconducibile a i resti di Cronologia – Fine I secolo a.C.-I secolo d.C. un insediamento. Elementi datanti Presenze, media per mq – 14 reperti. Terra sigillata italica Interpretazione – Villaggio con case di pietra e coperture laterizie. Coppa tipo CONSPECTUS 22.5.2; LOESCHKE 8Ab Cronologia – VII secolo a.C.-VI secolo a.C. Piatto tipo CONSPECTUS B1.10 Elementi datanti Rinvenimento inedito Acroma grezza Olla III.A2.3 Olla III.A2.VIII Olla III.A2.IX (104) Località Casanuova – Castelnuovo Berardenga (F.114 Olla III.A2.X Olla III.A3.III Olla III.A3.IX III SO-4806/701) 2 olle III.A3.XVII Olla III.A4.X 406 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso la Malena; Olla III.A4.XI Olla III.D.II Olla III.E2.II coltura stabile: vigna. Pithos III.A1.I Pithos III.A2.II Pithos III.A2.VIII Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Pithos III.B.II aperto. Bucchero nero Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- 3 pareti di forma aperta positi: imprecisabile. Bibliografia – ASAT, p. 247, n. 215; TRACCHI, 1978, p. 38, n. 36. Descrizione sito – Estesa sommità collinare appiattita e tabulata, caratterizzata dalla grande presenza quantitativa di pietre e pietri- (102) Località La Casa – Castelnuovo Berardenga (F.114 sco e da terreno di colore rossastro; detta superficie ha una depres- III SO-4807/703) sione in quota di pochi metri in direzione nord est, dando luogo 395 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso dell’Anche- immediatamente a un secondo rilievo collinare dalle medesime ca- rona, fosso La Malena; seminativo misto: vigna/cereali. ratteristiche. È delimitata a nord da seminativo, a sud da oliveti, a Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo est da vigneti di grande estensione, a ovest da strada campestre che aperto. conduce a una struttura poderale cadente, non indicata sulla carta Attendibilità identificazione: scarsa; stato di conservazione del de- ma detta localmente Casanova. Il terreno descritto è stato recente- posito: scarso. mente scassato per l’impianta di una nuova vigna. Descrizione sito – Estesa superficie di forma semicircolare posta Si riconosce una situazione molto complessa e articolata che pos- nei pressi del ramo ovest della Malena, delimitata da strada cam- siamo descrivere facendo riferimento solo alle emergenze più evidenti. pestre e seminativi su ogni suo lato. Descrizione unità topografiche – Tre diverse emergenze di reperti

322 mobili in superficie; simili per composizione e cronologia, sono Elementi datanti forse spia di giaciture più estese. Si tratta con ogni probabilità di Acroma grezza un piccolo villaggio aperto. Olla III.A2.VIII Olla III.A4.I Olla III.A4.XIV Olla III.A5.I Olla III.D.I Olla III.D.II Olla III.E1.III Olla III.E1.V (104.1) A circa 20 metri dall’inizio della strada campestre e in cor- Olla III.E1.X Olla III.E2.I rispondenza del suo lato ovest, presente una concentrazione di la- Rinvenimento inedito terizi, ceramica e pietre estremamente frantumata ma facilmente individuabile; detta concentrazione, estesa per un raggio di circa 8 (105) Località Casanuova – Castelnuovo Berardenga (F.114 m dal punto di maggiore intensità non è comunque riconducibile III SO-4806/701) a una forma geometrica e si presenta come molto alterata a seguito 410 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso la Malena; di intaccamenti del deposito prolungati per molti anni. Dimen- coltura stabile: oliveto/vigneto. sioni attendibili pari a 6 x 6 m. Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; condizioni di luce: cielo Presenze, media per mq – 8 reperti. aperto. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- zia; pianta non deducibile. positi: variabile. Cronologia – VI secolo a.C.-V secolo a.C. Descrizione sito – Estesa sommità collinare appiattita e tabulata, Elementi datanti sul cui lato nord est si collocano le presenze etrusche descritte in Acroma grezza (101). La zona in questione è il lato sud del rilievo, idealmente di- Olla III.A1.V Olla III.A1.VII Olla III.A2.VIII viso dalla zona nord tramite gli edifici poderali e caratterizzato da Olla III.A3.V Olla III.A3.XV Olla III.A4.IV un edificio in pietra, cadente, con funzione di capanno. L’area in Olla III.A4.VI questione si presenta come una grande oliveta a maglie molto lar- ghe e di forma quadrata, delimitata a nord dalla strada poderale (104.2) Al centro della superficie descritta, alla distanza di circa 40 per Casanuova, da vigneti a larghi filari sugli altri lati. m in direzione nord est dalla presenza (104.1), si riconosce una Descrizione unità topografiche – Sono riconoscibili tre diverse concentrazione composta da laterizi, ceramica e pietre, di forma presenze di reperti mobili emergenti in superficie; cronologie e quasi quadrata con misure pari a 6 x 7 m. Tale evidenza è localiz- composizione sono diversificate. zata sui margini iniziali della zona di versante, al centro della su- perficie agricola, si distingue per materiali estremamente frantu- (105.1) La parte sud del terreno adibito a oliveta si segnala per l’estesa mati, per scarsità di pietre su un campo che ne è letteralmente co- emergenza di fittili, pietre squadrate di medie e notevoli dimensioni, sparso. Deposito in pessimo stato di conservazione se non distrutto grandi blocchi di coccipesto ben conservato. La presenza ha forma di integralmente; si rinvengono comunque tra le classi ceramiche pre- un grande quadrato, dimensioni pari a 20 x 20 m, i cui limiti sono senti elementi datanti di massima (bucchero). ben delineati da pietre allineate di grossa pezzatura. Da segnalare che Presenze, media per mq – 8 reperti. il deposito archeologico nel sottosuolo è con ogni probabilità in ot- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- timo stato di conservazione, poiché i materiali in superficie sono zia; pianta non deducibile. emersi con chiarezza in corrispondenza delle buche scavate per pian- Cronologia – VI secolo a.C.-V secolo a.C. tare gli olivi. I grandi blocchi di cocciopesto si collocano sul finire del- Elementi datanti l’oliveta nei pressi dell’edificio in pietra. Si rinvengono, pur nella scar- Acroma grezza sità di materiali ceramici, elementi datanti (ceramica africana tipo D). Olla III.A1.VII Olla III.A2.VIII Olla III.A4.VI Presenze, media per mq – 10 reperti. Olla III.A4.I Olla III.A4.XIV Olla III.A4.XVII Interpretazione – Casa grande; edificio o complesso, forse identifi- Olla III.A5.III Olla III.D.I cabile come fattoria, caratterizzato da elevati in pietra, copertura la- Bucchero nero terizia, pianta quadrata e dotato di una cisterna o vasca impermea- 2 pareti pertinenti a forme di piccole dimensioni bilizzata tramite cocciopesto. Cronologia – Tardo antico (104.3) A distanza di quasi 25 metri dal centro della superficie de- scritta, in direzione nord est dalla presenze (104.2), si riconosce una (105.2) Concentrazione di fittili e pietre in pessimo stato di con- concentrazione di laterizi, ceramica e pietre di forma quasi quadrata servazione posta a circa 10 m in direzione nord est dall’inizio del con dimensioni pari a 6 x 8 m. Tale evidenza è posta anch’essa sui primo e del secondo filare della vigna, forma quasi quadrata, di- margini iniziali della zona di versante, al centro della superficie agri- mensioni pari a 7 x 8 m; dista dal capanno 6 metri sul lato est. De- cola e si distingue per materiali estremamente frantumati. Come posito archeologico nel sottosuolo estremamente alterato e in pes- nel caso precedente, la concentrazione si colloca su uno spazio dove simo stato di conservazione. la presenza di pietra è chiaramente minore che nel resto del campo. Presenze, media per mq – 8 reperti. Deposito in pessimo stato di conservazione se non addirittura di- Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- strutto integralmente; si rinvengono comunque tra le classi cerami- zia; pianta non deducibile. che presenti elementi datanti di massima (bucchero). Cronologia – VI secolo a.C.-V secolo a.C. Presenze, media per mq – 8 reperti. Elementi datanti Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Acroma grezza zia; pianta non deducibile. Olla III.A2.VIII Olla III.A4.XIII Olla III.A4.XV Cronologia – VI secolo a.C.-V secolo a.C. Olla III.A5.III Olla III.D.I

323 (105.3) A circa 40 metri dall’inizio del vigneto, in corrispondenza dell’XI secolo; prende probabilmente nome dalla chiesa dedicata a degli estremi filari est, si rinviene una concentrazione di fittili e S. Cosma. Alla fine del XIII secolo è citato nello Statuto dei Viari di pietre in pessimo stato di conservazione, di forma rettangolare, di- Siena. Non sembra essere mai stato una sede di grande rilevanza de- mensioni pari a 10 x 7 m. Senza dubbio si tratta degli indizi di un mografica, tanto che nel 1318 contava poco più di 25 case. A con- deposito archeologico molto alterato. fine tra i territori senese e aretino, e quindi soggetto a continui peri- Presenze, media per mq – 8 reperti. coli e scorrerie, il villaggio fu dotato di mura a partire dalla seconda Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- metà del XIV secolo, mura la cui costruzione si protrasse a lungo, zia; pianta non deducibile. per oltre 10 anni. Occupato dai fuoriusciti senesi nel 1404, Siena Cronologia – IV secolo d.C.-V secolo d.C. (dopo la riconquista) ne prese la diretta custodia. Fu da allora una Elementi datanti delle principali roccaforti senesi, sia nel corso delle guerre aragonesi 2 pareti di Sigillata Africana tipo D sia negli anni della guerra di Siena (metà del XVI secolo). Alla metà Rinvenimento inedito del XVII secolo, S. Gusmè Castelletto era un comune abbastanza im- portante come si deduce dalla accurata descrizione del Gherardini. (106) Località Casanuova – Castelnuovo Berardenga (F.114 Attestazioni documentarie III SO-4806/701) CB DCDIV A 1008: «prope ecclesia et capella S.Cosmas» 410 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fosso la Malena; CB DLXI A 1109: citato un «Leo de Sancto Cosme», il documento è ro- area edificata. gato «in Sancto Cosmè» Descrizione sito – Edificio di forma quadrata, realizzato in pietra CB DLXXXIX A 1117: «terris et vineis […] a Sancto Cosmè» con zeppe fittili, cadente, posto sul lato ovest della vigna e sul lato CB CDLXX A 1156; CB DLXXXIV A 1157: «ecclesie Sancti Cosme» nord dell’oliveta. Aveva funzione di capanno. CB DLXXVI A 1158: «Acto Sancto Cosme, territurio Aritino» Descrizione unità topografica – Gli elevati mostrano il riutilizzo ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: tra 1248-1252 censiti 10 di numerosissimi frammenti di laterizio e di dolia a impasto (min) – 15 (max) soggetti d’imposta grezzo, provenienti dalla vicina oliveta e recuperati con sicurezza ASS, Opera metr. 1: presente tra i censuali del 1334 al momento dello scasso per l’impianto di quest’ultima. ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- Interpretazione – Materiale di riutilizzo. rardenga del 1337-1339 Cronologia – Tardo antico. ASS, Biccherna 744: citato tra i censuali del 1359-1400 Rinvenimento inedito Descrizione unità topografica – Gli elevati di S. Gusmè sono stati oggetto di una recente lettura stratigrafica da parte di Roberto Parenti (107) Campo sportivo di S. Gusmè – Castelnuovo Berar- del Dipartimento di Archeologia e Storia delle arti dell’Università di denga (F.114 III SO-4801/702) Siena, al cui lavoro rimandiamo per una descrizione particolareggiata; 422 m slm.; versante collinare; sabbie; fiume Ombrone; prato. l’autore ha comunque distinto tre periodi principali: periodo 1 (2 Ricognizioni effettuate: 1; terreno sbancato a ruspa; condizioni di fasi) – costruzione delle mura e dei bastioni; periodo 2 (5 fasi) costru- luce: cielo aperto. zione degli edifici inseriti nel circuito murario; periodo 3 – restauri. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Cronologia – 1109-età contemporanea. posito: sufficiente. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 246; BICCHIERAI, 1903; Descrizione sito – Campo sportivo del paese di S. Gusmè, collo- BONELLI CONENNA, 1987, pp. 65-71; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 44, cato all’inizio della “Via degli Etruschi”, delimitato a nord da bo- n. 11.28; CANTAGALLI, 1962, p. 201; CASABIANCA, 1937, pp. 180, 192, 203, sco e da strada asfaltata sugli altri lati; si colloca su un versante 282-285, 289; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. CLXXXXVIII, p. 158; PARENTI, molto appiattito della alta collina su cui sorge il paese. PASSERI, 1990; REPETTI, II, p. 567; RIGHINI, 1972, pp. 289-292. Descrizione unità topografica – Lo scasso effettuato per la nuova strutturazione del prato erboso ha portato in luce pietre, fittili e (109) Località S. Gusmè – Castelnuovo Berardenga (F.114 cocciopesto in pessimo stato di conservazione, in corrispondenza III SO-4801/702) del lato est; la concentrazione si estende 15 x 12 m. Dimensioni e 465 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone, pianta ipotetiche della struttura non sono calcolabili. fosso La Malena; area edificata. Presenze, media per mq – 10 reperti. Descrizione sito – Edificio posto nella zona nord est del paese, Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- esterno alle mura, in posizione sopraelevata sulla strada che porta zia; i frammenti di cocciopesto possono essere attribuiti a una al cimitero; adibito a capannone-rimessa. eventuale vasca o cisterna per la raccolta delle acque. Descrizione unità topografica – L’edificio in questione mostra Cronologia – Fine I secolo a.C.-I secolo d.C. una stratigrafia muraria divisibile in almeno tre diversi periodi. Pe- Elementi datanti riodo I – costruzione in filaretto di pietra (basso Medioevo) della Terra sigillata italica quale restano tracce nei primi corsi murari alla base e in coinci- Piatto tipo CONSPECTUS 12.1.1-2; PUCCI VIII,1 denza delle pietre d’angolo sul lato ovest. Periodo II – ricostruzione Rinvenimento inedito dell’edificio con impiego di pietre non squadrate, le cui tracce sono ancora visibili sulla parte centrale della facciata sino all’altezza della (108) S. Gusmè – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- porta; l’apparecchiatura muraria sembra essere coeva al periodo II 4801/702) individuato da Roberto Parenti per il paese. Periodo III – nuova ri- 465 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone, costruzione dell’edificio con rialzo del muro attraverso impiego di fosso La Malena; area edificata. terra pressata entro casseiformi di legno delle quali restano ancora Notizie storiche – Villaggio aperto di cui si ha notizia sin dagli inizi infissi in parete gli stessi resti lignei e le aperture circolari interpre-

324 dell’autore si evincono le grandi dimensioni della concentrazione in superficie e che forse era ricorso a un piccolo saggio di scavo; parla infatti di «terra bruciata ed alcuni frammenti d’impasto nero molto fine e, negli strati superiori, grossi laterizi […], tegole, coppi, piastrelle con fasce di linee incise e molti frammenti di fi- gulina non verniciata». Interpretazione – Casa grande; complesso tipo fattoria. Cronologia – Metà I secolo a.C.-fine I secolo a.C./inizi I secolo d.C. Elementi datanti Terra sigillata italica Scodella tipo CONSPECTUS 8.1.1; PUCCI XIV,4 Piatto tipo CONSPECTUS B1.4 Bibliografia – ASAT, p. 247, n. 216; TRACCHI, 1978, p. 39, n. 38.

(111) Località Pianacci – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4801/703) 572 m slm.; sommità collinare; scaglia; fiume Ombrone; coltura stabile: vigna. Rinvenimento edito Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo aperto. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- posito: sufficiente. Descrizione unità topografica – Vigna posta a nord dell’azienda agricola La Casaccia, detta localmente “S. Gusmè vecchio”, loca- lizzata a est della strada per Campi, ruderi di un edifico rurale a nord, edicola mariana e altre vigne a sud. Presenza di un tratto murario in opus caementicium oggi totalmente sepolto da macchie ma documentato da Tracchi; visibili anche frammenti di laterizio e ceramica associati a pietre e scorie di fusione. Presenze, media per mq – 12 reperti. Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- Fig. 66 – Località S.Gusmè-Castelnuovo Berardenga; edificio di costruzione medievale zia, annesso forno fusorio. con rifacimenti più tardi realizzati in terra pressata. Cronologia – Fine I secolo a.C.-inizi I secolo d.C. Bibliografia – ASAT, p. 246, n. 208; TRACCHI, 1978, pp. 35-36, n. 32. tabili come buche pontaie. Periodo IV – restauro e integrazione dell’elevato attraverso l’impiego di laterizio e intonacatura dell’ele- (112) Sestaccia – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- vato in terra (fig. 66). 4807/701) Cronologia – Basso Medioevo-età contemporanea. 608 m slm.; altura; macigno; fiume Ombrone, fosso Ancherona; Rinvenimento inedito area edificata. Notizie storiche – Poche le notizie riguardanti il castello di Se- (110) Località Collaleccio – Castelnuovo Berardenga sta (attuale Sestaccia) che compare per la prima volta, occasio- (F.114 III SO-4806/701) nalmente, in un atto datato alla seconda metà del XII secolo. 420 m slm.; sommità collinare; sabbie; fiume Ombrone, fosso La Agli inzi del XIII secolo diviene una delle roccaforti di confine Malena; seminativo misto: oliveta/grano. dello stato senese che dal 1389, acquisitane la metà, vi pose una Rinvenimento edito propria guarnigione. Secondo il Pardi, alla metà del XV secolo il Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo castello e il territorio che a esso faceva capo, dovevano avere una aperto. popolazione di circa 60 abitanti; l’ultima notizia concernente Se- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- sta data al 1527, anno in cui subì un duro attacco dalle milizie posito: sufficiente. senesi e conseguentemente abbandonata. Alla fine del XVIII se- Descrizione unità topografica – Esteso campo di forma rettango- colo, forse inizi del XIX secolo, fu costruita sulle sue rovine una lare compreso tra la fattoria posta sul lato est, seminativi incolti sui casa colonica. lati sud e ovest, la strada per S. Gusmè a nord. L’intera superficie Attestazioni documentarie presenta frammenti di laterizi e ceramica in pessimo stato di con- CB DLXXXVII A 1176: documento rogato nel «castello de Sexta». servazione associati a pietre di media e grande pezzatura. Si tratta ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citata tra le comunità della Be- degli indizi di un deposito molto esteso ormai andato distrutto rardenga del 1337-1339 quasi completamente. L’emergenza era già stata osservata da Trac- Descrizione unità topografica – Il complesso presenta un corpo chi al momento dello scasso per l’impianto dell’oliveta, scasso che principale, attualmente adibito a residenza, una torre posta in di- aveva raggiunto un metro circa di profondità. Dalla descrizione rezione nord est, e tratti parziali del circuito murario. Le tracce più

325 Fig. 67 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; interno del castello (visuale est; in Fig. 69 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; interno del castello (facciata edi- primo piano l’edificio A). ficio A). antiche del castello sono visibili in connessione alla torre; que- Anche il circuito murario è da relazionare alla fase tardo rinasci- st’ultima, cadente e staccata dal corpo principale, presenta una mentale. (figg. 67-70) pianta rettangolare, murature in filaretto di pietra con corsi rego- Cronologia – 1176-età contemporanea. lari alternati a corsi di zeppe e pietre angolari caratterizzate da una Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, p. 64; BICHI, ms. D.79, p. 453; messa in opera alternata regolarmente in conci di fascia – conci di CAMMAROSANO, 1974, pp. 136n, 187n, 331n; CAMMAROSANO, PASSERI, testa con superfici a rilievo a costituire una sorta di bugnatura; pro- 1984, p. 44, n. 11.31; CASABIANCA, 1937, pp. 195, 249, 282-284; FALU- babilmente ascrivibile al XII secolo. SCHI, p. 127; PARDI, p. 28; REDON, 1979, pp. 119n, 139; REPETTI, V, L’edificio principale risulta invece composto da due diversi corpi; p. 276. una struttura più antica le cui tracce si riconoscono largamente Fig. 70 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; interno del castello (torre; lato sulla parte indicata come “A”, con muratura in un regolare fila- ovest). retto di pietra forse da ascrivere tra XII e XIII secolo; da una strut- tura forse di poco posteriore che a essa si appoggia, con muratura connotata dalla messa in opera di più corsi murari con pietre di te- sta alternati ad altrettanti corsi con pietre di fascia; dalla realizza- zione di un elevato con forte base scarpata, murature meno curate delle precedenti e da ascrivere al XV secolo; un’ultima fase visibile nella costruzione di un basso bastione difensivo con archibugiere da collocare tra XV-XVI secolo. La struttura chiamata “B” presenta i resti di una seconda torre in- terna alla casa attuale, con murature simili alla prima fase dell’edi- fici “A” e da ascrivere tra XII e XIII secolo, mentre i corpi di fab- brica restanti sono da ascrivere all’ultima fase edilizia che ha inve- stito il castello, quella tra XV e XVI secolo.

Fig. 68 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; interno del castello (visuale ovest; in primo piano l’edificio B).

326 Fig. 71 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; area di lavorazione della pietra. Fig. 72 – Località Sestaccia-Castelnuovo Berardenga; area di lavorazione della pietra (113) Località Sestaccia – Castelnuovo Berardenga (F.114 o strada. III SO-4807/701) 574 m slm.; altura; macigno; fiume Ombrone, fosso Ancherona; (113.4) A circa 10 m di distanza dalla presunta viabilità, in direzione area boschiva. nord ovest, si riconoscono quattro strutture di forma quadrangolare, Ricognizioni effettuate: 6. realizzate con pietre a secco, al cui interno sono visibili anche molte Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- lastrine di copertura crollate. La ripulitura di queste presenze non ha positi: ottimo. dato alcun risultato. Anche in questo caso l’interpretazione si fa Descrizione sito – Vasta area boschiva posta a sud ovest del ca- molto problematica, ma viste le affinità con tracce analoghe rinve- stello di Sestaccia, caratterizzata da uno spiazzo aperto con una nute in località Siena Vecchia (comune di Sovicille) e la roccia che, a croce piantata a terra e detta localmente “la croce del Bruchi”. Area quota 459 m slm., risulta chiaramente tagliata in forma circolare (qui caratterizzata da una forte pendenza del terreno che gradualmente ha termine il sentiero sopra illustrato) si può forse ipotizzare un ca- scende sino a quote di 459 m slm. stelliere protostorico: tale identificazione non ha basi solide né prove. Descrizione unità topografiche – La zona in questione presenta Rinvenimento inedito una situazione molto complessa e articolata, tanto da potere affer- mare che ci troviamo di fronte a un vero e proprio tratto paesag- (114) Località Sestaccia – Castelnuovo Berardenga (F.114 gistico stratificato. III SO 4801/701) 590 m slm.; sommità collinare; macigno; fosso dell’Ancherona; se- (113.1) Vasto spazio posto poche decine di metri a ovest della minativo: cereali. croce, connotato da rocce affioranti tagliate dall’uomo e recanti Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo tracce di cunei contornate da una estesa presenza di residui di la- aperto. vorazione della pietra, blocchi di pietra sia squadrati, sia con squa- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- dratura abbozzata sia cavati ma ancora da lavorare. posito: sufficiente. Interpretazione – Area di cavatura e lavorazione della pietra; pro- Descrizione sito – Campo di forma circolare delimitato da bosco babilmente in uso per tutte le fasi di cui è stato oggetto il castello in ogni suo lato, posto a nord delle sorgenti dell’Ancherona. di Sesta. Descrizione unità topografica – Presenza di laterizi, ceramica e pietre molto mal ridotti, apparentemente di tradizione romana. Si (113.2) Emergenza simile alla precedente ma con estensione più tratta di un deposito alterato, manifestatosi in superficie come una ridotta, posta pochi metri più a sud. concentrazione di forma rettangolare con dimensioni di 6 x 8 m. Interpretazione – Area di cavatura e lavorazione della pietra; pro- Presenze, media per mq – 10 reperti. babilmente in uso per tutte le fasi di cui è stato oggetto il castello Interpretazione – Casa di pietra per gli elevati e copertura lateri- di Sesta. zia; pianta forse rettangolare. Cronologia – Generica età romana. (113.3) Sull’immediato sud della croce, dopo avere effettuato una Rinvenimento inedito operazione di rimozione di circa 40 cm di terra umosa, radici, fo- gliame e scaglie di pietra, è stato individuato un sentiero di lungo (115) Località Sestaccia – Castelnuovo Berardenga (F.114 tracciato, che percorre quasi l’intera sommità del rilievo, realizzato III SO-4801/701) tanto sfruttando il filone di roccia affiorante, quanto impiegando 375 m slm.; piede di versante; macigno; fosso dell’Ancherona; bosco. pietre di grandi dimensioni. Ricognizioni effettuate: 2. Interpretazione – Emergenza molto suggestiva ma di difficile in- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- terpretazione; non riusciamo a comprendere se si tratti di una vera posito: sufficiente. e propria strada dalla cronologia incerta o se di un fronte di cava, Descrizione sito – Vasta superficie pianeggiante posta ai piedi del vista la vicinanza ai due precedentemente descritti (113.1, 113.2). versante dell’altura su cui sorge il castello di Sesta; vi si accede at- Siamo comunque più propensi per la prima ipotesi (figg. 71-72). traverso un sentiero di bosco molto inclinato e ripido.

327 Descrizione unità topografica – Sezione in corrispondenza del lato CB DXXXVI A 1174: «extra curtem Canpi» nord ovest; vi si riconosce la presenza di grandi frammenti di cera- Cronologia – 867-età contemporanea mica invetriata cinquecentesca associati a pietre squadrate; si ha l’im- Bibliografia – ASAT, p. 246, n. 204; CAMMAROSANO, 1974, pp. 23, 67n, pressione di una stratigrafia ancora in buono stato di conservazione. 94, 111, 151n, 178, 182n, 254, 309, 313 n; CAMMAROSANO, PASSERI, Interpretazione – Casa di pietra. 1984, p. 40, n. 11.5; REPETTI, I, p. 297, 417. Cronologia – XVI secolo. Rinvenimento inedito (118) Località Campi – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4808/701) (116) Poggio Tondo – Castelnuovo Berardenga (F.114 III 645 m slm.; versante collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone; SO-4808/701) incolto. 642 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone; Ricognizioni effettuate: 2; terreno arato; cielo aperto. sodo: pascolo. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Rinvenimento edito posito: dubbio. Descrizione unità topografica – Poggio circolare posto di fronte a Descrizione sito – Breve superficie semi-pianeggiante posta sul Campi in direzione nord est, delimitato dalla strada a ovest e da bo- lato nord della collina di Campi, a est della Chiesa. sco a est. Uno scavo condotto da Mazzeschi, ispettore onorario della Descrizione unità topografica – Si osservano in superficie molti Soprintendenza Archeologica della Toscana e coordinato dalla dott.sa materiali sporadici ascrivibili in frequentazioni di epoca etrusca; Talocchini, ha portato in luce tracce di un probabile palazzo signorile non sono articolati in modo da permettere interpretazioni. di età orientalizzante e arcaica, purtroppo irrimediabilmente alterato. Presenze, media per mq – 8 reperti. Si sono osservati comunque interessanti parallelismi con la reggia di Interpretazione – Area oggetto di plurifrequentazione. Murlo per la presenza di una serie di buche di palo interpretate come Cronologia – VI secolo a.C. – III-II secolo a.C. un porticato. Migliori risultati sono attesi dall’esplorazione del pendio Elementi datanti orientale dove si colloca un terrazzo visibilmente artificiale. Acroma grezza Sono stati recuperati alcuni materiali tra i quali antefisse a testa Olla III.A2.IV Olla III.A2.X Olla III.A3.IV femminile, frammenti di laterizi, legno, ceramica d’impasto e buc- Olla IV.A.III Olla IV.A.VII Olla IV.B.VII cheroide. Ciotola IV.A.III Ciotola IV.A.VI Fondo di ciotola IV.A2 Interpretazione – Reggia. Vernice nera Cronologia – Metà del VII secolo a.C.-primi decenni del VI se- Skyphos serie MOREL 321b Coppa serie MOREL 2536 colo a.C. Rinvenimento inedito Bibliografia – ASAT, p. 245, n. 195; CRISTOFANI, 1979, p. 189; MAN- GANI, 1982, ID.,1983, ID., 1984; TALOCCHINI, 1980; TRACCHI, 1968, p. (119) Poggione – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 110; ID., 1978, p. 38, n. 35. 4808/701) 648 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone; (117) Campi – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- incolto: bosco. 4808/701) Rinvenimento edito 645 m slm.; sommità collinare; calcari marnosi; fiume Ombrone; Descrizione sito – Alto colle posto sul lato nord ovest della strada area edificata che costeggia le località Piano Tondo e Campi; vi si accede attra- Notizie storiche – Toponimo attestato dall’anno 867 come sede verso una breve strada di bosco posta sul lato est della vicinale per di chiesa, dal 1083 come curtis; trasformato in castello per breve Cetamura; la zona, parzialmente lavorata sul versante ovest, è co- tempo, dovette decadere, tanto che la chiesa dedicata ai Santi Co- munque coperta da una fitta pineta. sma e Damiano fu trasferita nel vicino villaggio di S. Gusmè. Descrizione unità topografica – La presenza probabile di tombe in Si parla inoltre di rinvenimenti attribuibili all’età orientaliz- tale zona era stata segnalata a più riprese da vari autori nel corso de- zante e arcaica, sotto forma di tratti murari; in effetti i tratti di gli anni Settanta. Tra il 1980 e il 1984, la dott.ssa Mangani della muro che compaiono in una sezione a fianco della casa detta Soprintendenza Archeologica Toscana ha indagata la piccola necro- Nunziatina, sono antichi ma probabilmente medievali come at- poli mettendo in luce tre tombe a camera di età orientalizzante e ar- testano alcuni orli ad arpione di olle a impasto grezzo in essa caica, due delle quali in buono stato e realizzate sia per le pareti che contenuti. per la pavimentazione in lastre di travertino di Rapolano. Attestazioni documentarie La tomba “A” accoglieva le spoglie di un principe, il cui rango so- CB III A 867: «ecclesia nostra quod est dedicata in honore sanctorum Co- ciale è testimoniato dalla presenza di un carro da guerra a due sme e Damiani, qui sita est ibidem in Campi» ruote a struttura leggere, due scudi in lamina di bronzo decorata a CB IV A 1024: «ecclesia Sancti Cosme cum casis, terris et vineis et rebus sbalzo (frammentari e incompleti), due punte di lancia in ferro, illis […] qui est in vocabulo Campi» coltelli e spada sempre in ferro, pettine e pisside in avorio, cofa- CB CDLXXXV A 1093: «terra et vinea […] infra curte Canpi» netto in lamina di bronzo decorata a sbalzo, una teglia, anse di al- CB CCCLXXXV A 1097: «terris et vineis et casis et ortis atque rebus tri vasi in bronzo, buccheri tra cui due pissidi-kotylai recanti iscri- massaritiis in curte […] de Canpi» zione (mini muluvanike keivale = mi donò keivale; mini muluva- ASS, Dipl.OM, 1108 giu: Campi è citato in una serie di otto curtes e ca- nike keiv […] és = mi donò keiv (ale), figlio di …) e un aryballos stelli globulare etrusco-corinzio del cosiddetto “ciclo degli uccelli”. CB CCCLXXXIV A 1174: «terre et vinees et nemora et omines […] in La tomba “B”, più alterata dall’azione dei mezzi meccanici, ha re- corte de Campi et in pleberio Sancte Marie di Altaserra» stituito materiali molto frammentari tra i quali risulta particolar-

328 mente interessante una forma chiusa con impasto rosso, decorata alternati (testa-fascia); un secondo edificio sul lato sud dell’agglo- sulla spalla con una fila di grifi sovradipinti in pasta bianca, dai merato mostra ancora le tracce di tre diversi periodi costruttivi. dettagli graffiti; altrettanto interessante una seconda forma chiusa Periodo 1 – Filaretto di pietra a corsi regolari e ben curati ricono- decorata a incisione con una composizione figurata che richiama scibile sull’intera facciata del corpo 1 (XIII-XIV secolo). l’oinochoe di Tragliatella e l’oinochoe da Chiusi conservata al mu- Periodo 2 – Ampliamento della struttura appoggiando due nuove seo Pigorini di Roma. costruzioni (corpo 2) ai due lati; murature con filaretto di pietra Interpretazione – Necropoli. meno curato del precedente (XV secolo?). Cronologia – Ultimo quarto del VII secolo a.C.-primi decenni del Periodo 3 – Ricostruzione del lato est attraverso un nuovo alzato VI secolo a.C. con muratura a conci eterogenei e rafforzamento dello stesso lato Bibliografia – ASAT, p. 245, n. 194; BOCCI PACINI, 1973; CRISTOFANI, 1979, est tramite bassa scarpatura (XVI secolo?). p. 189; MANGANI, 1984; ID., 1985; ID., 1986; TRACCHI, 1978, p. 37, n. 4 (120.2) Superficie agricola posta sull’immediato nord est del ca- (120) Cetamura – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- stello di Cetamura; il profondo scasso per l’impianto di nuovi 4808/702) olivi ha portato in luce molti manufatti fittili, pietre, scorie di 625 m slm.; altura; macigno; fosso della Malena; area edificata e fusione e scorie ceramiche che coprono l’intera estensione del bosco. poggio raggiungendo il lato sud del castello e gli spazi a nord ed Rinvenimento edito est; la presenza ha dimensioni pari a 200 x 80 m, si estende in Ricognizioni effettuate: 8; terreno arato; condizioni di luce di ogni coincidenza del bosco sul lato est della strada che porta a Scan- tipo. delaia (crolli di pietre, laterizi e ceramica) sia sui terrazzamenti Attendibilità identificazioni: buona; stato di conservazione dei de- boschivi in direzione nord, dove si riconoscono ancora reperti positi: sufficiente. mobili, crolli di pietre, allineamenti murari e divisori, roccia Notizie storiche – Il toponimo Civitamuri compare nelle fonti spianata per ricavarne una viabilità. scritte di seconda metà XI secolo senza alcuna apposizione che ne Interpretazione – Plurifrequentazione, superficie sfruttata tra definisce la natura insediativa; dalla metà del secolo successivo Bronzo finale e Medioevo. Villaggio aperto tra bronzo finale e VI viene invece definito come castello e centro di curtis. Nel 1173 è secolo a.C. (limitato alla superficie agricola oggetto di rinveni- testimoniata l’esistenza di una primitiva organizzazione comunale mento e, probabilmente agli spazi oggi occupati dai resti del ca- che si delinea chiaramente più tardi con l’istituzione di un console stello medievale); oppidum in età ellenistica (esteso sulla superfi- locale. Assoggettatasi a Siena dagli inizi del XIII secolo, Cetamura cie già sfruttata in precedenza e allargato tanto ai terrazzamenti resterà sino al XVI secolo una importante sede fortificata del con- boschivi in corrispondenza dell’intero nord est, tanto alla zona tado. Alla metà del XVII secolo era un podere inserito nel comune boschiva in direzione est); villaggio per tutta l’età tardo repub- di Villa a Sesta e Rosennano. blicana e desertazione alla fine del I secolo a.C.-inizi I secolo Attestazioni documentarie d.C.; rioccupazione X-XI secolo (?) CB CCCLXXI A 1071: «casis, terris et vineis, sortis et donicatis» in vari Cronologia – XII-X secolo a.C.-età contemporanea. luoghi tra cui «Civitamuri» Elementi datanti CB DXCI A 1085: «Actum Civitamuri, iudicaria senense» Acroma grezza CB CCCLXXIV A 1140: «casarum, terrarum, vinearum, seu silvarum, ser- Olla II.A.I Olla II.A.II Olla II.B.I vorum ancillorum et nominative, quas habeo in Civitamuro, in castello Olla II.B.II Ciotola II.I Ciotola II.II et curtie, et in omnibus aliis locis»; «Actum intus castello Civitamura» Anfore CB CCCLXXXIII A 1168, nov 6: attestati beni «in Civitamura» Anfora etrusca, PY tipo 5 CB CCCLXXXIV A 1174: «in Cote (sic) de Civitamura» Anfore etrusche forse riconducibili al PY tipo 4 CB DXXXVI A 1174: «boni homines Civitamuri […] extra terminos re- Bucchero nero lictorum Sancti Laurentii» Ciotola III.I Ciotola III.IV CB CDXIX A 1181: «in domo Monaldi de Civita Mura» Vernice nera CB CDXX A 1181: «rogaverunt a Civita Mura» Patera serie MOREL 1312 CB CD A 1189: «ante portam de Civitamura» Sigillata italica CB XC A 1216: «in curte de Civita mura» Maiolica arcaica CV, I, p. 118, n. 80 A 1202: per «Civitamura et curte» giurano fedelta a Ingubbiata e graffita Siena 47 «homines» Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, pp. 64, 87; BARGELLINI, 1932, p. ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: tra 1248-1252 censiti 3 287; BONELLI CONENNA, 1987, p. 90; CAMMAROSANO, 1974, pp. 23, 154, (min) – 6 (max) soggetti d’imposta 178, 182n, 183n, 310, 312, 314, 317, 331 n; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, ASS, Opera metr. 1: presente tra i censuali del 1334 p. 41, n. 11.11; CASABIANCA, 1937, pp. 14, 195, 282-284; PECCI, ms. D.68, ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- p. 242; Pieri, 1969, p. 36; REPETTI, I, pp. 297, 676; TRACCHI, 1978, p. 36. rardenga del 1337-1339 ASS, Biccherna 744: citato tra i censuali del 1359-1400 (121) Scandelaia – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 4808/700) (120.1) Elevati molto rimaneggiati, si osservano comunque i resti 546 m slm.; sommità collinare; macigno; fosso dell’Ancherona; della porta del castello quasi completamente in rovina e rinforzata area edificata. da grossi blocchi di cemento (arco a tutto sesto con mensole alla Notizie storiche – Toponimo attestato casualmente dalle fonti alla base, muratura in filaretto di pietra con conci messi in opera a corsi fine dell’XI secolo, probabilmente legato a un’area di sfruttamento

329 CB DXLVI A 1210: «curte de Rosennano», l’atto è rogato «in ecclesia de Rosennano». ASS, Statuti di Siena, 26, cc. 189 v-193 r.: citato tra le comunità della Be- rardenga, unito a Pancolella e Campi, del 1337-1339 Cronologia – 1108-età contemporanea. Bibliografia – ASCHERI, CIAMPOLI, 1986, p. 64; BONELLI CONENNA, 1987, pp. 89-90; CAMMAROSANO, 1974, pp. 47n, 151-152, 331n; CASA- BIANCA, 1937, p. 283; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 106; PECCI, ms. D.68, p. 242; REPETTI, IV, p. 822.

(124) Località Rosennano – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO-4809/703-704) 537 m slm.; altura; macigno; torrente Ambrella; bosco. Ricognizioni effettuate: 2. Attendibilità identificazione: sufficiente; stato di conservazione del Fig. 73 – Scandelaia-Castelnuovo Berardenga. deposito: buono. Descrizione sito – Area boschiva immediatamente adiacente al agricolo. Alla metà del XVII secolo era un podere del comune di lato nord est dell’agglomerato di Rosennano, caratterizzata per una Villa a Sesta e Rosennano. successione continua delle curve di livello sino a raggiungere quote Attestazioni documentarie inferiori di circa 200 m. CB CCCXCII A 1099: proprietà «in Sancta Dolaia» Descrizione unità topografica – Sulla sommità caratterizzata dalla Descrizione unità topografica – L’edificio attuale si presenta come presenza di un castagneto (vi si accede dal sentiero di bosco all’al- una torre scarpata con murature in filaretto cui si appoggiano altri tezza di La Madonna) è riconoscibile una estesa costruzione di corpi più tardi. Si tratta probabilmente di una torre di avvista- pianta apparentemente rettangolare e dimensioni di oltre 100 x 60 mento collegata alla frequentazione di fine Medioevo del vicinis- m; occupa l’intero versante e sono individuabili i quattro lati cinti simo castello di Cetamura (fig. 73). da mura realizzate in pietra a secco. Non sono stati rinvenuti ma- Cronologia – 1099-età contemporanea. teriali fittili tali da orientarci verso una cronologia di massima. Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 89. Interpretazione – Grande complesso fortificato. Cronologia – Dubbia. (122) Località Scandelaia – Castelnuovo Berardenga (F.114 Rinvenimento inedito III SO-4808/700) 546 m slm.; altura; macigno; fosso dell’Ancherona; area edificata e (125) Faule – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- bosco. 4809/702) Ricognizione effettuate: 2. 482 m slm.; altura; brecciole nummulitiche; borro della Vena; area Attendibilità identificazione: sufficiente; stato di conservazione del edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. deposito: buono. Notizie storiche – Area di sfruttamento agricolo attestata sino Descrizione sito – Spazio boschivo posto tra i terrazzamenti agri- dalla metà del XII secolo; alla metà del XVII secolo Faule era un coli abbandonati e la strada che viene da Cetamura; è costeggiato podere inserito nel comune di Villa a Sesta e Rosennano. da quest’ultima su due lati. Attestazioni documentarie Descrizione unità topografica – Si riconosce, immersa nella vege- CB CDLXXXII A 1158: citate proprietà fondiarie «a Ffaule» tazione e da questa coperta, una estesa e cadente costruzione in Cronologia – 1158-età contemporanea. pietra interpretabile come podere cronologicamente ascrivibile al Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, p. 89. XVI-XVII secolo; gli elevati sono comunque costruiti attraverso l’impiego di pietre di riutilizzo; potrebbe trattarsi dei resti di un (126) Molino della Vena – Castelnuovo Berardenga (F.114 casalia bassomedievale poi trasformato in podere. III SO-4809/705) Cronologia – Fine medio evo-età contemporanea. 328 m slm.; altura; brecciole nummulitiche; torrente Ambrella, tor- Rinvenimento inedito rente Ambra; area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. Attestazioni documentarie (123) Rosennano – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- CB CDLXXXVI A 1173: «molendinum, positum in Ambram subtus Ma- 4809/703-704) ciaretum, ad reficiendum quod destructum erat penitus et dissipatum». 547 m slm.; altura; macigno; torrente Ambrella; area edificata; Cronologia – 1173-età contemporanea. emergenze monumentali assenti in elevato. Notizie storiche – Attestato sin dagli inizi del XII secolo come cen- (127) Molinuccio – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- tro di curtis, conosciamo poco altro di tale località se non la chiesa 4809/705) di S. Bartolomeo citata dalle Rationes Decimarum del 1302-1303. 328 m slm.; altura; brecciole nummulitiche; torrente Ambrella, tor- Rimasto sempre sede di una certa rilevanza demografica, alla metà rente Ambra; area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. del XVII secolo era un comune (unito a Villa a Sesta). Attestazioni documentarie Attestazioni documentarie CB CCCXXXIV A 1080: «uno molino nostri qui est posito in Ambra» ASS, Dipl. OM, 1108: citato in una serie di curtes e castelli. Cronologia – 1080-età contemporanea.

330 sposti alternativamente conci quadrati e rettangolari; nell’arco hanno invece disposizione a ventaglio con chiave di volta centrale (figg. 74-75). Cronologia – Sulla base del portale XIII secolo. Rinvenimento inedito

(129) Palazzaccio – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 4807/704) 420 m slm.; altura; brecciole nummulitiche; torrente Ambrella, torrente Ambra; area edificata. Descrizione unità topografica – Edificio in buono stato di con- servazione caratterizzato da quattro diverse fasi edilizie visibili sulla facciata ovest. Periodo 1 – Resti dell’impianto originario, caratterizzato da una muratura a filaretto di pietra con conci prevalentemente di forma quadrata; feritoia stretta e di forma rettangolare lungo il para- (128)Fig. 74 –Le Le Pancole-CastelnuovoPancole – Castelnuovo Berardenga. Berardenga (F.114 III SO- mento. Attribuibile a opere di fortificazione. 4807/704) Periodo 2 – Restauro e forse parziale sopraelevamento dell’edificio 395 m slm.; altura; brecciole nummulitiche; torrente Ambrella, caratterizzato da muratura a blocchi eterometrici, prevalentemente torrente Ambra; area edificata rettangolari, sommariamente sbozzati, disposti in corsi piuttosto Descrizione unità topografica – Resti di torre a pianta quadrata, regolari, orizzontali e paralleli; tracce di una porta ad arco tondo. tipo Palatium, con muratura in filaretto di pietra con conci squa- Periodo 3 – Tamponamento della porta di periodo 2, apertura di drati eterometrici disposti a corsi regolari orizzontali e paralleli; agli una nuova porta forse di forma rettangolare. spigoli presenti ammorsature d’angolo realizzate con blocchi di ta- Periodo 4 – Ristrutturazione dell’edificio, tamponamento della glio più regolare. Il Portale ad arco vagamente ogivale è profilato porta rettangolare e realizzazione di una nuova apertura caratteriz- da conci squadrati con superfici subbiate; lungo gli stipiti sono di- zata da arco tondo profilato da conci squadrati con superfici sub- biate; lungo gli stipiti sono disposti alternativamente conci qua- Fig. 75 – Le Pancole-Castelnuovo Berardenga; particolare del portale. drati e rettangolari. La porta, chiaramente costruita reimpiegando i conci della precedente, in un intervento successivo verrà trasfor- mata in finestra (nel XVIII secolo come mostra una epigrafe nel- l’interno della casa) (fig. 76). Cronologia – Periodo 1 sicuramente medievale e ascrivibile tra XIII-XIV secolo; periodo 2 di poco successivo; periodo 3 e periodo 4 di età moderna. Rinvenimento inedito

(130) Brolio – (F.114 III SO-4809/696) 669 m slm.; sommità collinare; galestro; borro delle Ripe; area edi- ficata Notizie storiche – Inizi XI secolo: castello e corte appartenenti al mo- nastero di S. Maria in Firenze, un secolo più tardi già in mano dei Fi- ridolfi; 1176: inglobato nel contado fiorentino; 1203: ricordato nelle

Fig. 76 – Palazzaccio-Castelnuovo Berardenga; particolare del complesso.

331 confinazioni tra i contadi di Siena e Firenze nel lodo di Poggibonsi; Cronologia – 1071-età contemporanea. XIV secolo: ulteriore rifortificazione; 1302, 1434: assedi senesi; 1452, 1478: assedi aragonesi e distruzione; 1484: rifortificato. (134) Località Citerna – Gaiole in Chianti (F.114 III SO- Descrizione unità topografica – Complesso vistoso, quasi intera- 4808/699) mente ricostruito in stile; in buono stato di conservazione sono le 460 m slm.; sommità collinare, galestro; borro di Lavarni. mura in pietra con basi scarpate sormontate da cordone e nume- Rinvenimento edito rose archibugiere/arciere attribuibili alla rifortificazione di fine XV Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- secolo. Forse i resti del cassero pre-rinascimentale sono da ricono- posito: nullo. scere in corrispondenza del basamento nord est del cassero stesso. Descrizione unità topografica – Due sepolture alla cappuccina sco- In pratica i resti del castello medievale furono inseriti in una po- perte nel gennaio 1895; il marchese Ricasoli Firidolfi dette notizia derosa cinta muraria in pietra, a forma di pentagono irregolare con alla Soprintendenza fornendo anche un accurato rilievo del rinveni- dimensioni di 450 m e in altezza uno sviluppo tra 14-16 m; gli an- mento: «Nella sepoltura di destra è stato trovato un piccolo vaso e goli sono muniti di bastioni, una volta collegati da passaggi sotter- un lumino di terra che si ruppe in mano al contadino che tentò di ranei. Le trasformazioni tardo quattrocentesche, soprattutto la tirarlo fuori. In questa medesima sepoltura si vedono delle ossa. Nel- cinta bastionata, possono essere considerate il maggiore intervento l’altra di sinistra non si vedrebbe adesso niente, ma bisognerebbe di architettura militare attuato sul Chianti. metterla meglio allo scoperto». Nel marzo dello stesso anno furono Cronologia – Inizi XI secolo-età contemporanea. poi rinvenute altre due tombe del tutto simili alle precedenti. Bibliografia – CADORNA, 1882; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 70, Interpretazione – Necropoli. n. 22.5; CASABIANCA, 1900; ID., 1901; ID., 1937; ID., 1941, pp. 45, 146, Cronologia – Generico romano 150, 188, 245-406; DAVIDSOHN, I, p. 811; II, p. 88; IV, p. 327; MORETTI, Bibliografia – ASAT, p. 245, n. 202; CA, F.114, p. 39, n. 2; CASABIANCA, 1993, pp. 59-62; MORETTI, STOPANI, 1972c, pp. 103-107; PASSERINI, 1861; 1937, pp. 87-88; CIANFERONI, 1994, pp. 9-10. REPETTI, I, p. 362; SANTINI, 1895, I, nn. 45, 47; SCHNEIDER, 1914, p. 73. (135) Agresto – Gaiole in Chianti (F.114 III SO-4808/699) (131) Località Brolio – Gaiole in Chianti (F.114 III SO- 435 m slm.; sommità collinare, galestro; borro di Lavarni; area edi- 4809/696) ficata: emergenze monumentali assenti in elevato. 669 m slm.; sommità collinare; galestro; borro delle Ripe. Notizie storiche – Il toponimo viene citato senza alcuna apposi- Rinvenimento edito zione sin dalla seconda metà dell’XI secolo; area di sfruttamento Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- agricolo, si è a conoscenza di un castellare nelle sue vicinanze: da posito: nullo. riconoscere forse nella vicina località omonima posta a breve di- Descrizione unità topografica – Scoperti reperti diversi ascritti al stanza. II secolo a.C. Forse confusione con il rinvenimento nella vicina lo- Attestazioni documentarie calità di Castellare. CB CCCLXXI A 1071: proprietà sono poste in «Agresto» Interpretazione – Incerta. CB CDXXXIX A 1121; CB CCCLXXXIII A 1168: terre sono poste «ne Cronologia – II secolo a.C. l’Agresto» Bibliografia – CA, F.114, p. 40, n. 6. CB CDXIX A 1182: proprietà sono poste «nel Kastellare de l’Agresto […] secunda petia, a l’Agresto» (132) Località Podernuovi – Gaiole in Chianti (F.114 III CB CDVI A 1183: «a l’Agresto ne la valle […], a l’Agresto» SO-4808/698) CB CCCXIX A 1218, CB CCCXII A 1218: terre sono poste «a l’Agresto» 400 m slm.; sommità collinare; macigno. Cronologia – 1071-età contemporanea. Rinvenimento edito Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- (136) Località Castellare – Gaiole in Chianti (F.114 III SO- posito: nullo. 4813/700) Descrizione unità topografica – Scoperti, presso la strada che da 435 m slm.; sommià collinare. galestro; borro di Lavarvi. Brolio conduce a Siena, resti di tombe «etrusco-romane» con ossa Rinvenimento noto e oggetti diversi. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Interpretazione – Necropoli. posito: nullo. Cronologia – Incerta, tra età tardo repubblicana e primo impero. Descrizione unità topografica – Segnalato in una zona non meglio Bibliografia – ASAT, p. 245, n. 201; CA, F.114, p. 39, n. 1; CASABIANCA, specificata il rinvenimento fortuito di «alcuni oggetti che sembra- 1937, p. 88. vano appartenere al II secolo a.C.». Interpretazione – Incerta. (133) Citerna – Gaiole in Chianti (F.114 III SO-4808/699) Cronologia – II secolo a.C. 460 m slm.; sommità collinare. galestro; borro di Lavarni; area ed- Bibliografia – CASABIANCA, 1937, p. 87 ficiata: emergenze monumentali assenti in levato. Notizie storiche – Il toponimo è legato sin dalla seconda metà del- (137) Montecastelli – Gaiole in Chianti (F.114 III SO- l’XI secolo a un’area di sfruttamento agricolo. 4811/700) Attestazioni documentarie 664 m slm.; altura; macigno; borro delle Ripe; area edificata. CB CCCLXXI A 1071: attestate proprietà «in Citerne» Notizie storiche – Castello rammentato per la prima volta agli CB CCCLXX A 1182: «quicquid in Citerna habemus» inizi del XIII secolo (lodo di Poggibonsi sulla demarcazione dei CB CCCXCI A 1211: attestate proprietà «in Citernene». confini tra contado senese e fiorentino) e sottoposto alla signoria

332 dei Firidolfi; chiesa dedicata a S. Bartolomeo attestata sin dal struttura come fortilizio di confine tra i territori senese e fioren- 1278-1279. Citato nello Statuto dei Viari di Siena per la fine del tino. XIII secolo (via a pede Montis Castelli in loco dicto Guadum de Li- Interpretazione – Castello di piccola estensione con torre spostata cignano). Nel 1391 fu la base di Nicolaccio di Arrigo Ricasoli con- sul limite est del complesso e racchiusa da due diverse cinte mura- tro la repubblica fiorentina; riconquistato da quest’ultima, passò rie quasi equidistanti. per breve tempo in mano senese durante la guerra del 1432; sei Cronologia – XIII-XV secolo. anni dopo, nel corso della guerra aragonese, Montecastelli fu nuo- Rinvenimento inedito vamente espugnato e distrutto dai senesi. Il popolo di S. Bartolo- meo a Montecastelli, nominato negli Statuti fiorentini del 1415, (139) Monteluco – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- contava 38 individui raccolti in 7 nuclei familiari; nonostante la 4811/694) distruzione il castello continuò a esistere poiché rammentato nei 834 m slm.; altura; macigno; torrente Ambra; area edificata. registri delle tassazioni fiorentine del 1512. Ultima notizia di Notizie storiche – Toponimo attestato sin dalla fine dell’XI secolo; Montecastelli, ancora del XVI secolo, nei libri dei saldi di Gaiole. agli inizi del XII secolo chiaramente individuato per la prima volta Descrizione unità topografica – Immersi nella boscaglia, sul pog- come castello di pertinenza di un esponente della famiglia dei Be- gio di fronte alla casa, individuata ancora con il toponimo sud- rardenghi. Per la sua posizione strategica (posto tra le valli del- detto, si riconoscono alcuni brevi tratti di mura affioranti dal sot- l’Ambra e dell’Ombrone) fu più volte al centro di assalti e distru- tosuolo, una cisterna in muratura realizzata con pietre non squa- zioni operate alternativamente da fiorentini, senesi e aretini. Era drate ancora oggi usata dagli agricoltori, i resti estremamente diruti una roccaforte senese già alla metà del XII secolo periodo in cui, di una torre rinascimentale con mensole nella parte alta. dopo la pace con Firenze, fu a quest’ultima assegnato (possesso ri- Cronologia – 1203-età contemporanea. confermato poi nel lodo di Poggibonsi del 1203). Dopo la batta- Bibliografia – CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, pp. 72-73, n. 22.15; CASA- glia di del 1260, i senesi ne distrussero le mura e ven- BIANCA, 1937, pp. 20-23, 126, 145, 149-151, 183, 196; CASABIANCA, 1941, ticinque anni più tardi Firenze ne decise la ricostruzione. Dal do- pp. 266-267, 311, 327, 332; CIAMPOLI, SZABÒ, 1992, n. XXXIII, p. 87; cumento ora citato (datato al maggio 1285) apprendiamo che nel CONTI, 1965, II, pp. 288-289, 369; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 105; GUIDI, territorio del castello erano compresi i centri di S. Vincenti, , 1932, pp. 73, 89; REPETTI, III, p. 343; SANTINI, 1895, I, nn. 45, 47, 48. e Campiglia. Nel 1306 i suoi abitanti si sottomisero a Siena; in seguito divenne centro di ricovero per banditi tanto che (138) Località Montemartini – Gaiole in Chianti (F.114 III Siena quasi ottant’anni più tardi lo assaltò nuovamente; nel 1527 S0-4809/700) la fortificazione fu smantellata. Dal Catasto parcellare del 1427 630 m slm.; altura; macigno; vegetazione stabile: bosco. sappiamo che il comune di Monteluco della Berardenga, compreso Verifica segnalazione da fotoaerea. nel Pievere di Cavriglia, era abitato da una popolazione di 352 per- Ricognizioni effettuate: 2. sone raccolte in 62 famiglie. L’ultima attestazione della località è Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- del 1529 quando un nuovo assalto delle truppe aragonesi portò ul- posito: buono. teriori danni. Descrizione sito – Poggio posto sul rilievo in direzione est del po- Descrizione unità topografica – Pochi tratti di mura sepolti e co- dere Montemartini, interamente coperto di vegetazione boschiva, perti da vegetazione boschiva e ambiente sotterraneo sono le uni- sottobosco molto fitto e intricato, costeggiato da strada di bosco che tracce superstiti del castello. (già poderale). Cronologia – 1084-età contemporanea. Descrizione unità topografica – La zona in questione è stata og- Bibliografia – BICHI, ms. D.77, pp. 485-486; CAMMAROSANO, 1974, getto di segnalazione di anomalie nella crescita della vegetazione pp. 101, 111, 262n; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 73, n. 22.19; CA- coprente, durante la lettura dei voli aerei in laboratorio; si osserva SABIANCA, 1937, pp. 25n, 46, 165, 173, 174, 199, 203, 255-257, 261; ID., distintamente in foto un’estesa struttura di forma circolare. La ve- 1941, pp. 122n, 124, 177, 311, 312, 323, 325, 349, 374, 380, 393; rifica tramite ricognizione sul terreno ha mostrato una vasta pre- CONTI, 1965, II, pp. 284-285; DAVIDSOHN, III, pp. 44, 45, 356; FALU- senza di pietre squadrate e non squadrate di grande e media pez- SCHI, p. 118; GROTTANELLI, 1881, pp. 24, 43; MORETTI, STOPANI, 1972c, zatura ai piedi del poggio, in corrispondenza dei suoi versanti ovest p. 131; REDON, 1979, pp. 116n, 117n; REPETTI, I, p. 303; III, p. 411; e nord ovest; dopo avere smacchiato, la ricognizione è proseguita APP., p. 151; SANTINI, 1895, I, nn. 11, 45, 356. in direzione della sommità, dove sono stati riscontrati chiari alli- neamenti murari, crolli di forma circolare e banco roccioso spia- (140) Località Monteluco – Gaiole in Chianti (F.114 III nato; tali evidenze sono ipotizzabili come tracce di almeno due di- NO-4811/694) verse cerchie di mura che cingono la sommità. Su quest’ultima, è 834 m slm.; altura; macigno; torrente Ambra. collocata una torre quadrangolare in filaretto di pietra, divisa in tre Rinvenimento edito ambienti rettangolari paralleli (il centrale più ampio) posta in di- Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- rezione est e distante dalla cerchia difensiva più vicina 30-40 m posito: nullo. circa. Non risulta ben calcolabile l’estensione del complesso, così Descrizione unità topografica – In corrispondenza della pendice come le mura in direzione nord sono totalmente scomparse o rese verso ponente, riconosciuti frammenti fittili non meglio identifi- invisibili dall’interro e dalla vegetazione boschiva. Si segnala l’a- cati ma simili a quelli di vicini insediamenti «etrusco-romani». zione di clandestini in prossimità della torre, dove abbiamo rico- Interpretazione – Dubbia. nosciuto i segni evidenti di una fossa terragna scavata. Cronologia – II secolo a.C.-I secolo a.C. Non si rinvengono fittili di alcun tipo; la cronologia proposta è Bibliografia – TRACCHI, 1978, p. 26, nn. 13-14. pertanto da verificare; crediamo comunque plausibile un uso della

333 (141) Molino di Monteluco – Gaiole in Chianti (F.114 III Descrizione sito – Cima montuosa posta sulla prima fascia della ca- NO-4811/694) tena Monti del Chianti in zona est, delimitata dal borro della Balza 630 m slm.; altura; macigno; torrente Ambra; area edificata. a nord e a dominio delle sorgenti dell’Ambra. Il rilievo si presenta Descrizione unità topografica – Costruzione formata da più corpi; con variazione altimetrica molto forte tra 70-80 m ed è circondato il principale, lato sud ovest, risulta ascrivibile a un impianto me- da altre cime con le medesime caratteristiche morfologiche; la som- dievale della struttura molitoria; si presenta infatti come un alto mità è appiattita formando una vasta superficie tabulare, mentre i edificio realizzato in regolare filaretto di pietra; con poche altera- versanti sono disegnati da terrazzamenti in pietra a secco realizzati zioni causate essenzialmente da opere di restauro, le facciate mo- nel dopoguerra per piantare la pineta. strano una fase di rialzamento della struttura di poco posteriore. Descrizione unità topografica – La sommità del rilievo è caratte- Cronologia – XIII secolo-età contemporanea. rizzata dalla presenza di indizi ricollegabili a crolli di opere mura- Bibliografia – CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 72, n. 22.14; CARNA- rie delimitanti una superficie di piccola estensione e di forma irre- SCIALI, STOPANI, 1981, p. 50 golarmente circolare; al suo interno è visibile un aggere con di- mensioni più ridotte. La ripulitura del circuito più esterno ha (142) Montemuro – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- evidenziato un crollo consistente, composto da pietre di taglia me- 4815/701) dio-grande. L’apertura di una trincea centrale all’interno di tale 809 m slm.; sommità di montagna; macigno; borro Grande; vege- circuito ha evidenziato il crollo di una struttura in pietra, lastrine tazione stabile: bosco. di copertura e battuto pavimentale su piano di roccia; circonfe- Ricognizioni effettuate: 2. renza pari a quasi 100 m. Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- Interpretazione – Sito d’altura; parte centrale di complesso inse- posito: buono. diativo ipotizzabile come piccolo villaggio recintato e con nucleo Descrizione sito – Cima montuosa di forma ellissoidale orientata centrale ulteriormente fortificato, esteso verso la superficie nord nord est-sud ovest, posta sul crinale della catena Monti del nord est. L’abitazione individuata presenta pianta forse rettango- Chianti, esattamente sul confine con la provincia di Arezzo che lo lare, elevati in pietre e copertura in lastrine; resti di laterizi lasciano divide in due diverse aree amministrative. Il versante sud sud est ipotizzare anche coperture in cotto. del rilievo è caratterizzato da terrazzamenti disposti parallelamente Cronologia – VII secolo a.C.-VI secolo a.C. alle curve di livello e relativi a un rimboschimento di abeti. Elementi datanti Descrizione unità topografica – La lettura dei voli aerei ha rivelato Acroma grezza la presenza sull’immediato versante nord nord est di un’ampia Olla III.A3.IV Olla III.A4.III Olla III.A6.II struttura di forma rettangolare, probabilmente in muratura. La ve- Olla III.B.II Olla III.E1.IV Pithos III.A1.III rifica sul campo ha confermato tale emergenza ma ha mostrato ul- Bucchero teriori e chiare tracce di un aggere caratterizzante la sommità, con Pareti di forme aperte e chiuse non identificabili andamento più o meno circolare, diametro di 30-35 m circa e Rinvenimento inedito spessore dei crolli a esso relativi (in pietra rozzamente squadrata, legata da malta giallastra) da 2-2,50 m a 6-7 m. Lo shovel-test ha (144) – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- portato in luce indizi di una struttura in muratura, di pianta qua- 4815/690) drangolare, posizionata in corrispondenza del lato ovest, crolli di 454 m slm., sommità collinare, galestro; area edificata. laterizi e di pietre, battuto come piano di calpestio. Notizie storiche – Barbischio è citato per la prima volta nel 1010 Interpretazione – Sito d’altura; complesso abitativo formato da come luogo di stipula contratti; nel 1077 è attestato il mercato; nel edifici (al momento in numero di due) e circuito murario in pie- 1086 viene nominato per la prima volta un castello e centro cur- tra; il secondo edificio è posto esterno all’aggere. La superficie è tense di Barbischio. Il castello, di lì a poco, scompare dalla docu- probabilmente frequentata saltuariamente nel XV secolo come mentazione e trent’anni più tardi viene ricordato un castellare. Con prova la presenza di un frammento ceramico sopra ai crolli. l’anno 1220, Barbischio risulta nuovamente menzionato come ca- Cronologia – VII secolo a.C.-VI secolo a.C.; XV secolo. stello nella concessione fatta da Federico II ai conti Guidi; nel Elementi datanti 1237 sappiamo di un podere posto nei suoi pressi. Passato sotto la Acroma signoria dei conti di Battifolle, vi restò sino alla metà del XIV se- Olla III.A1.VII Olla III.A2.V Olla III.A3.XX colo finché non entrò nel patrimonio dei Firidolfi. Nel 1478 era Olla III.A4.V Olla III.B.I Olla III.B.VI sotto la dominazione aragonese ma venne poi restituito alla re- Olla III.F.II Pithos III.A1.III Pithos III.B.II pubblica fiorentina. Buccheroide Descrizione unità topografica – Alta torre in filaretto di pietra re- Pareti di forme aperte e chiuse non identificabili centemente consolidata e restaurata in maniera molto marcata, Rinvenimento inedito presentando una vasta superficie in cemento; non concordiamo con la scheda 22.4 presente sul lavoro di Cammarosano e Passeri (143) Montemasseto – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- circa la bontà del restauro. 4810/694) Cronologia – XI secolo-età contemporanea. 769 m slm.; sommità di montagna; macigno; torrente Ambra, Bibliografia – CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 70, n. 22.4; CASA- borro della Balza; vegetazione stabile: pineta. BIANCA, 1937, pp. 165, 169, 186, 257; ID., 1941, pp. 15, 19, 122n, 160, Ricognizioni effettuate: 2. 200, 336, 346; MAJNONI, 1981, p. 131; MORETTI, STOPANI, 1972c, Attendibilità identificazione: buona; stato di conservazione del de- pp. 77-79; R. COLT, nn. 11, 108, 171, 367; REPETTI, I, p. 272; posito: buono. SCHNEIDER, 1908, pp. 306-318; ID., 1914, p. 73.

334 (145) Molino di Barbischio – Gaiole in Chianti (F.114 III Le parti originali dell’edificio presentano un paramento murario NO-4815/690) formato da corsi orizzontali e paralleli di piccole bozze di alberese. 450 m slm., fondovalle, galestro; area edificata. Le strutture della zona terminale, al contrario, sono più irregolari, Notizie storiche – In un atto del 14 gennaio 1296 contenuto nel a bozze e pietre spaccate di arenaria e alberese, e gli archi di valico Diplomatico di Coltibuono, è attestato il mulino con due pal- dell’ultima campata sono in mattoni. menti posto a Barbischio. Il paramento esterno delle navate laterali è in gran parte frutto di Descrizione unità topografica – Torre in pietra inglobata in fab- un rimontaggio e nel fianco destro un portale reca la data 1714. La bricati tardi e alterata nel tempo; presenti una porta con arco facciata, a quattro spioventi, con la navata maggiore appena so- tondo su mensole concave e tracce di un ballatoio. prelevata sulle laterali, presenta un semplice portale con arco a Cronologia – Generico Medioevo – età contemporanea. tutto sesto e al di sopra una bifora rifatta. In corrispondenza del Bibliografia – CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 72, n. 22.13; MAJNONI, fianco sinistro si eleva una torre campanaria a pianta quadrata, con 1981, p. 140. paramento murario a corsi sub-orizzontali di irregolari bozze di arenaria e alberese miste a frammenti di laterizi. (146) Castagnoli – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- Nel complesso l’intero edificio, per alcuni aspetti collegabile alle 4813/698) più antiche pievi del territorio di Arezzo – della cui diocesi San 505 m slm.; sommità collinare; galestro; area edificata. Vincenti faceva parte – e per altri avvicinabile alle realizzazioni Notizie storiche – 1104: attestati castello, corte e chiesa di S. Pietro della maturità del romanico, risulta ampiamente rimaneggiato, sia e S. Martino. Identificato spesso come Castagno Aretino, il castello fu all’interno che all’esterno. assediato dai senesi nella guerra aragonese del 1478-1479. Alla metà Cronologia – 715-età contemporanea. del XIV secolo furono effettuati restauri alle porte e alle mura. Bibliografia – BRACHETTI MONTORSELLI, MORETTI, STOPANI, 1984, Struttura in ottimo stato di conservazione. p. 205; CASABIANCA, 1940, pp. 21, 24, 25, 32, 126, 232; FATUCCHI, Cronologia – 1104-età contemporanea. 1981, pp. 196-197, 201-202, 204-205; GABBRIELLI, 1990a, pp. 60, 84- Bibliografia – CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, pp. 71-72, n. 22.9; CASA- 85, 130-131 nn. 160-164, 165; GIUSTI, GUIDI, 1942, p. 106; GUIDI, BIANCA, 1937, pp. 119-121, 126, 165; ID., pp. 109, 160, 136; CV, n. 65; 1932 pp. 72, 90; MARONI, 1973, pp. 134, 164, 196, 215; MORETTI, MORETTI, STOPANI, 1972c, pp. 128-130; REPETTI, I, p. 528; SANTINI, 1962, p. 331; MORETTI, STOPANI, 1966, pp. 63-64; ID., 1974, pp. 21, 1895, I, nn. 45, 47, 48. 30, 44, 46, 206; PAGLIAI, 1909, p. 245; PASQUI, I, pp. 16, 17, 562; RE- PETTI, I, pp. 76, 296-297, V, p. 172; STOPANI, 1987b, pp. 16, 21n; TAFI, (147) – Gaiole in Chianti (F.114 III NO-4811/702) 1972, pp. 81, 176, 201. 621 m slm.; altura; macigno; torrente Ambrella; area edificata. Notizie storiche – Nel 1285 apprendiamo l’esistenza del villaggio (149) Starda – Gaiole in Chianti (F.114 III NO-4815/703) aperto di Fietri. 615 m slm.; altura; macigno; torrentre trigesimo; area edificata: Cronologia – 1285-età contemporanea. emergenze monumentali assenti in elevato. Notizie storiche – Nel 1285 apprendiamo l’esistenza del villaggio (148) S. Vincenti – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- aperto di Starda. 4811/705) Cronologia – 1285-età contemporanea. 520 m slm.; sommità altocollinare; macigno; torrente Ambrella; area edificata. (150) Nusenna – Gaiole in Chianti (F.114 III NO- Notizie storiche – In un documento dell’anno 715 è per la prima 4814/704) volta ricordata la basilica di San Vincenzo in fundo Bonuspagi, sog- 561 m slm.; altura; macigno; torrentre trigesimo; area edificata: getta alla pieve di Santa Maria di Altaserra. Da esso risulta che l’e- emergenze monumentali assenti in elevato. dificio, definito anche oratorius, era stato consacrato nel secolo pre- Notizie storiche – Nel 1285 apprendiamo l’esistenza del villaggio cedente dal vescovo di Arezzo Servando e che all’inizio dell’VIII aperto di Nusenna. secolo era stato rinnovato e ampliato dal vescovo Luperziano, il Cronologia – 1285-età contemporanea. quale vi aveva consacrato due altari in onore di S. Quirico e di S. Lorenzo. Nel 1104 figura con il titolo di pieve e come tale è re- (151) Mello – Gaiole in Chianti (F.114 III NO-4815/700) gistrata negli elenchi delle decime della fine del Duecento e dei 695 m slm.; versante collinare; galestro; borro Grande; area edifi- primi del Trecento. In un documento del 1177-1180 è segnalata, cata. con la denominazione di San Vincenzo a Montalto, tra le pievi og- Notizie storiche – Villaggio aperto citato sin dal 1187. A partire getto di una secolare contesa tra i vescovi di Siena e di Arezzo. dal 1196 è menzionata la chiesa di San Lorenzo de Millo. Si tratta Descrizione unità topografica – La chiesa attuale presenta una pla- di un atto di vendita stipulato tra un certo Foligno e l’abate di nimetria a tre navate concluse da un’abside semicircolare. Le navate Coltibuono, Guido, detentore del giuspatronato sulla medesima. sono spartite da archi a tutto sesto impostati su pilastri di sezione Negli elenchi della decima degli anni 1278-79 è registrata come quasi quadrata. Il primo e l’ultimo valico sono di dimensioni molto chiesa suffraganea della pieve di San Marcellino in Chianti, men- ridotte. Il penultimo pilastro a sinistra è di sezione circolare mentre tre in quelli del 1302-1303 figura come canonica. gli ultimi due presentano una forma composita, a sezione trapezoi- Frammentarie sono le attestazioni documentarie sull’insediamento. dale e semicircolare. Proprio la particolare conformazione di questi Dal “catasto dei contadini”, del 1427, vi risultano 14 abitanti di- ultimi suggerisce, per la zona presbiteriale, un diverso impianto ori- visi in 3 nuclei familiari. ginario, privo dell’attuale ultima campata e concluso da tre absidi se- Descrizione unità topografica – Assenti emergenze monumentali ri- micircolari direttamente innestate in corrispondenza dei medesimi. conducibili al villaggio medievale, a eccezione della chiesa. L’attuale

335 edificio, a un’aula rettangolare priva di abside e coperta a capriate, 919; II, p. 437; IV, p. 403; FRANCOVICH, 1976, p. 110; GIUSTI, GUIDI, presenta due fasi costruttive. La parte presbiteriale, riferibile alla ma- 1942, p. 63; GUIDI, 1942, p. 48; LISINI, 1908, p. 92; LOPES PEGNA, 1954, turità del romanico, è caratterizzata da un paramento murario a corsi pp. 953-954; MAJNONI, 1981, pp. 119, 124, 135, 140, 142; MORETTI, orizzontali e paralleli di conci di arenaria e di alberese. Il restante edi- STOPANI, 1972c, pp. 12, 120-126; PAGLIAI, 1909, pp. 163, 191, 208, ficio è una ricostruzione di epoca moderna. Nella parete terminale si 209, 210, 214, 229; REPETTI, III, p. 403; Suppl., p. 155. aprono due monofore sovrapposte, strombate e con l’archetto sca- vato in un sol concio. All’interno il presbiterio è preceduto da un (153) Località Podere S.Antonio – Castelnuovo Berardenga arco trasversale a tutto sesto impostato su due semipilastri. Ai lati di (F.114 III SO-4801/699) questi ultimi si conservano due teste zoomorfiche, un breve tratto di 223 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; fosso della cornice orizzontale e il probabile attacco di una copertura a volta. Malena Morta; seminativo: cereali. Lungo i fianchi esterni, in corrispondenza dell’arco, sono due lesene Ricognizioni effettuate: 1; terreno fresato; condizioni di luce: cielo pensili impostate su mensole. aperto. Cronologia – 1187-età contemporanea. Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- Bibliografia – BOSCHI, 1987, p. 57 e n. 8; BRACHETTI MONTORSELLI, posito: buono. MORETTI, STOPANI, 1984, p. 223; CASABIANCA, 1940, p. 19; CONTI, Descrizione sito – Rilievo collinare posto sull’immediato sud est del 1965, II, pp. 288-289; GABBRIELLI, 1990a, p. 198; GIUSTI, GUIDI, 1942, podere S. Antonio dal quale è separato tramite il corso della strada p. 105; GUIDI, 1932 p. 89; MORETTI, STOPANI, 1966, pp. 126-127; ID., per Castelnuovo Berardenga. Il campo occupa l’intera sommità ap- 1974, pp. 138, 216, 147; PAGLIAI, 1909, nn. 530, 531; REPETTI, III, piattita e tabulata con versante addolcito nel suo andamento. p. 190; STOPANI, 1987b, pp. 17, 34 e n. 22. Descrizione unità topografica – Concentrazione di laterizi e cera- mica posta in coincidenza del lato nord del campo; ha forma ret- (152) – Gaiole in Chianti (F.114 II NO- tangolare, misure di 8 x 5 m; l’aratura ha toccato i livelli di crollo 4817/698) superficiali. 701 m slm.; altura; galestro; borro della Vena Grossa; area edificata. Presenze, media per mq – 8 reperti. Notizie storiche – 1007, 1033: luogo di stipula di documenti citato Interpretazione – Casa di terra per gli elevati e copertura laterizia; sempre come Montegrossoli; 1049: attestato il popolo di Santa Ma- pianta non deducibile ma forse quadrata. ria Maddalena di Montegrossoli; 1102: prima esplicita citazione del Cronologia – III secolo a.C.-II secolo a.C. castello; 1124: donati a Coltibuono beni posti nel castello; 1153: Elementi datanti concesse a livello terre a Montegrossoli; 1172-1182: assedi fiorentini Vernice nera e sottomissione; passato poi per breve tempo in possesso dei Firi- Patera serie MOREL 2173 dolfi, Firenze ne ottenne nuovamente la proprietà acquistandolo Coppa forma MOREL 83 serie MOREL 2536 (Davidshon contesta quest’ultima vicenda, affermando che si tratta Rinvenimento inedito di una cattiva interpretazione della parola latina; questa deve essere correttamente letta come recupero). 1256: attestata la chiesa di (154) Località Podere S.Antonio – Castelnuovo Berardenga S. Tommaso a Montegrossoli; 1259: terre in vari luoghi detti tra cui (F.114 III SO-4801/699) Montegrossoli; 1298: citata la corte di Montegrossoli; 1347: acquisti 218 m slm.; versante collinare; argille e argille sabbiose; fosso della di terre nella corte. Nel 1389, Montegrossi fu definitivamente di- Malena Morta; seminativo: cereali. chiarato proprietà fiorentina e vennero stanziate alcune somme di Ricognizioni effettuate: 1; terreno arato; condizioni di luce: cielo denaro per restauri al palazzo. Nel 1478 il castello fu assediato dagli aperto. aragonesi; nel 1530 dalle milizie di Carlo V, anno in cui venne con- Attendibilità identificazione: ottima; stato di conservazione del de- quistato e demolito; rimasero in piedi una torre molto danneggiata posito: buono. e alcune parti del cassero concessi poi da Firenze a Bartolomeo Ri- Descrizione sito – Versante collinare posto sull’immediato sud casoli in censo perpetuo. Nel 1752, essendo stati usurpati alcuni ter- ovest del podere S. Antonio dal quale è separato dal corso della reni nei pressi del castello ed essendo la torre completamente in ro- strada per Castelnuovo Berardenga. Il campo occupa l’intera esten- vina, i Ricasoli chiesero di essere affrancati dall’impegno. sione della collina. Descrizione unità topografica – Alta torre in pietra in stato di pro- Descrizione unità topografica – In corrispondenza del versante gressivo disfacimento; aperture ad architrave e a mensola con archi sud ovest della collina, a circa tre quarti del pendio e a distanza di a sesto tondo e acuto per la porta. L’emergenza monumentale è circa 20 m dal pilone Enel, è presente una concentrazione di pie- ascrivibile al XIII secolo, presumibilmente si tratta della ricostru- tre di forma arrotondata e frammenti di un grande dolio; l’emer- zione fiorentina. Ai piedi della torre, una costruzione in filaretto di genza di superficie, disposta orizzontalmente sul terreno, è stata ve- pietra, completamente degradata, può essere riconosciuta come rificata spostando le grandi zolle di aratura. chiesa. Si sottolinea comunque la presenza inopportuna e incom- Presenze, media per mq – 10 reperti prensibile di una cava di pietrisco che, snaturando fortemente il Interpretazione – Il sondaggio ha rivelato la presenza di un terraz- paesaggio circostante sta facendo crollare i pochi resti superstiti del zamento realizzato in pietre di fiume con dolio infisso nel terreno; cassero. si tratta probabilmente di un’infrastruttura da collegare a (153). Cronologia – 1007-età contemporanea. Cronologia – III-II secolo a.C. Bibliografia – BOGLIONE, 1982; ID., 1989, pp. 15, 16, 17, 20, 21, 29, Rinvenimento inedito 30; CAMMAROSANO, PASSERI, 1984, p. 73, n. 22.16; CASABIANCA, 1937, pp. 93-98, 171n, 187, 189; ID., 1941, p. 178; CASANOVA, 1927, pp. 254, (155) Curina – Castelnuovo Berardenga (F.114 III SO- 258, 259; DAVIDSOHN, I, pp. 719, 720, 763, 771, 787, 837, 838, 854, 4802/699)

336 277 m slm.; sommità collinare; argille e argille sabbiose; fosso La pars urbana concernente le unità topografiche 1.1, 1.2, 1.3, 1.6 e Malena; area edificata: emergenze monumentali assenti in elevato. una pars rustica estesa sulla superficie di 1.7. Notizie storiche – Il toponimo è citato dalle fonti storiche per la prima e unica volta alla metà del XIII risultando un villaggio (1.1) – Concentrazione composta da pietre di media e piccola pez- aperto. Ancora alla metà del XVII secolo era un comune com- zatura, lastre di travertino, frammenti di marmo, laterizi da coper- prendente nel suo territorio 17 poderi e 78 abitanti. tura, da colonna e tipo mattoncini pavimentali, tessere musive in Attestazioni documentarie serpentino verde, bianche e nere, ceramica, reperti osteologici ASS, Biccherna, Cittadini Salvatici, 713-716: tra 1248-1252: censiti 15 combusti, metalli tipo chiodi e un piccolo piedistallo bronzeo da (min) – 21 (max) soggetti d’imposta interpretare come supporto per statuetta; la presenza ha misure di Cronologia – 1248-età contemporanea 100 x 60 m e occupa l’intera estensione del campo (a) e parte di Bibliografia – BONELLI CONENNA, 1987, pp. 61-62; CAMMAROSANO, (c); sono chiaramente riconoscibili allineamenti riconducibili a 1974, p. 331n. muri costruiti in ciottoli di fiume tratti in superficie dalle arature in corrispondenza del lato ovest e con orientamento nord-sud. Si tratta senza dubbio di una struttura interpretabile come residenza 4 – F.120 I padronale propriamente detta, dotata di elevati in travertino (pro- veniente dal vicino filone dell’Acqua Borra), infrastrutture in (1) Fontealpino – Castelnuovo Berardenga (F.120 I NE- marmo bianco (scarsa quantità), copertura laterizia, pavimenti 4799/696) mattonellati e mosaicati; la zona est del campo (a), mostra una 220 m slm.; altipiano con morfologia piana; depositi fluvio-lacu- estesa presenza di ceramica da fuoco e resti di ossa animali com- stri; torrente Arbia; seminativo e coltura stabile: cereali a rotazione busti che continuano per circa 10 m in corrispondenza della vigna e vigneto. (b): lascia ipotizzare un uso dello spazio come cucine. Le tracce Ricognizioni effettuate: 5; terreno arato e fresato; condizioni di pertinenti a elevati realizzati in ciottoli di fiume, limitati alla parte luce: di ogni tipo. ovest del campo (a) e le cronologie proposte dalle ceramiche a essi Attendibilità identificazioni: ottima; stato di conservazione dei de- associate, lasciano intravedere una fase di riuso dell’ambiente: ri- positi: buono. sulta inoltre chiaro il parziale sfruttamento dell’ambiente mosai- Descrizione sito – La superficie interessata dalla presenza di emer- cato. genze di reperti mobili è molto estesa e composta da spazi con di- versa destinazione d’uso: (a) seminativo di forma pentagonale, de- (1.2) – Concentrazione composta da pietre di grande e media pez- limitato a nord da fosso acquaio orientato est-ovest sui cui bordi zatura in molti casi recanti evidenti tracce di legante, grandi grumi sono piantate due querce e un cipresso, a est da strada campestre di intonaco di colore bianco, laterizi da copertura e tipo mattoncini parallela al vigneto che si affaccia sulla strada comunale, a ovest da pavimentali, ceramica da fuoco e soprattutto da mensa; la presenza, una balza artificiale e a sud da un secondo fosso acquaio orientato con maggiore concentrazione che raggiunge poco più di 50 m della nord-sud in direzione S. Ansano a Dofana; (b) vigna composta da vigna (b), decrescendo rapidamente sino al suo termine, si estende tre larghi filari e spazio per seminativo posta immediato nord est di ulteriormente in larghezza per i primi 6 m del campo (c) mante- (a) e separata tramite fosso acquaio dalle case coloniche; (c) campo nendo comunque la stessa estensione; nell’insieme ha misure di 50 di forma rettangolare allungata e tozza con dimensioni pari a (b) e x 18 m ed è interpretabile come proseguimento dell’ambiente adi- posto sul suo lato ovest, caratterizzato dalla presenza di un grosso bito a cucina descritto poco sopra e in un edificio adibito a mensa albero di noce; (d) vigna posta sul lato ovest di (c) e a nord di (a), della residenza signorile, a pianta rettangolare, con elevati in pietra delimitata da fosso agricolo, ha forma di rettangolo allungato e intonacati, copertura laterizia, piano pavimentale mattonellato. tozzo, quasi un quadrilatero irregolare; (e) area ortiva di forma ret- tangolare, schiacciata sul lato nord e posta a ovest di (d); (f) vigna (1.3) – Concentrazione composta da pietre di piccola e media pez- di forma rettangolare allungata, parallela ad (a), delimitata dalla zatura, laterizi e ceramica in grandi frammenti pertinenti a conte- strada comunale; (g) campo in leggero pendio, di forma rettango- nitori da cantina e da trasporto, posta in corrispondenza dell’in- lare allungata che scende in direzione ovest-est del torrente Arbia, tera estensione della vigna (d); ha misure attendibili di 20 x 16 m posto a sud di un profondo fosso acquaio, a nord di (e), diviso da relativamente alle presenze individuabili come maggiormente con- (a) attraverso un taglio artificiale del rilievo sulla cui parete si rico- centrate. Interpretabile come edificio con funzione di magaz- nosce un pozzo di vena incastellato; (h) campo parallelo a (f), di- zino/rimessa, a pianta rettangolare, dotato di elevati in pietra, co- viso da fosso acquaio a nord, con la stesse dimensioni, forma e pertura laterizia, piano pavimentale sottoforma di battuto per l’as- pendenza; (i) campo piatto di grandissima estensione posto a sud senza di elementi edilizi tali da far pensare a soluzioni diverse. di (a) con il quale confina, raggiunge le immediate adiacenze della chiesa di S. Ansano a Dofana, è delimitato a est da un grande vi- (1.4) – Vasto spargimento di ceramica e laterizi, individuato sulla gneto, a ovest dalla strada comunale; recintato da mura in ce- superficie adibita ad area ortiva (e), con disposizione tale da com- mento. parire come trascinamento delle operazioni agricole svolte sui Descrizione unità topografiche – L’intera zona presenta una im- campi adiacenti. ponente concentrazione di manufatti fittili, elementi edilizi e corpi di fabbrica relativi a muri, con una frequenza altissima. L’insieme (1.5) – Vasto spargimento di ceramica e laterizi, individuato in degli elementi osservati e la loro composizione permettono di ri- corrispondenza della vigna di forma rettangolare allungata (f), con conoscere con sicurezza le tracce di almeno sei diverse e distinte disposizione tale da comparire come trascinamento delle opera- strutture interpretabili come un complesso di villa divisa in una zioni agricole svolte sui campi adiacenti.

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