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Diapositiva 1 Anno accademico 2017-2018 Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione Geografia urbana e regionale Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’ Bergamo, 20 ottobre 2017 Il nostro percorso disciplinare • La geografia scienza dell’umanizzazione della Terra • Il processo di territorializzazione • La varietà della geografia • La lettura geo-storica di una città, il caso di Bergamo • Il caleidoscopio urbano: tanti modi di essere città • Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione del mondo • Dalla città alla campagna: espansione e dispersione urbana • Profilo storico urbanistico di Bergamo • Funzioni e crescita delle città • Ambiente e paesaggio • Sistemi territoriali urbani e reti di città • Politiche urbane • Le città del mondo: Singapore la città del futuro? • 1° Attività sperimentale • La territorializzazione dell’area di Palazzo Baroni, dal luogo di Formazione alla formazione del luogo; • Per la lettura geostorica di una città: il caso di Bergamo vedi: • L. Pagani, Bergamo, lineamenti e dinamiche della città, Bergamo, Sestante, 2000, pp. 1-177 e pp.267- 300. La lettura geo-storica di una città: il caso di Bergamo • Dove? • Da quando? • Come? • Perché? La lettura geo-storica di una città il caso di Bergamo • Come? • (tralasciamo la fase preistorica! In attesa che si consolidino le conoscenze) • La fase romana • La fase longobarda e carolingia • La fase comunale • La fase delle Signorie • La fase veneziana • La fase napoleonica • La fase austriaca • La fase sabauda • La fase novecentesca e repubblicana • La fase attuale (XXI sec.) La Bergamo comunale e delle Signorie: una città turrita La Bergamo comunale e delle Signorie una città turrita L’architetto Angelini, studioso dello sviluppo storico urbanistico della nostra città ha individuato la presenza di 40 torri nella nostra città nel periodo comunale e delle Signorie. Oggi ne permangono soltanto cinque: la torre civica, in origine torre dei Suardi (1), in piazza Vecchia; la torre dei dal Zoppo al Gombito (2); la torre dei Locatelli, al mercato del Fieno (3); la torre viscontea alla Cittadella (4) e quella dei Lacrotta o di Adalberto (5) presso Colle Aperto. Alla caccia delle cinque torri supestiti! 2 1 3 5 4 Le torri della città: dei Locatelli (3), in Piazza Mercato del Fieno Le torri della città: a sinistra quella di Adalberto (2), a destra quella dei dal Zoppo (2) in Via Gombito Le torri della città: quella dei Suardi in Piazza Vecchia (1) Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo • Come ? • La fase romana • La fase longobarda e carolingia • La fase comunale • La fase delle Signorie • La fase veneziana • La fase napoleonica • La fase austriaca • La fase sabauda • La fase novecentesca e repubblicana • La fase attuale (XXI sec.) Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo • Periodo Veneziano dal 1428 al 1797 • Bergamo città di frontiera muta radicalmente il proprio quadro complessivo di riferimento geopolitica ed economico si guarda a est (verso Venezia) e non più a ovest (verso Milano). • “Lungo tale periodo le gravitazioni, le direttrici di movimento, i contatti di ordine politico, sociale, economico, culturale, si rivolgono essenzialmente verso Venezia, con tutti gli effetti sulla vita della città, e, non ultimo, sul costruito urbano.” • Sedi delle nuove autorità podestà (rettore deputato al governo della città) e il capitano (rettore deputato al governo del territorio) e definizione delle piazze (Piazza Vecchia e Piazza Nuova) sulle quali si affacciano le nuove sedi istituzionali. • Edificazione delle nuove fortificazioni • Realizzazione della Fiera in muratura Profilo-storico urbanistico della città di Bergamo • Venezia anche per garantire sicurezza e pace realizza tra il 1430 e il 1450 una nuova cinta muraria denominata Muraine che racchiude le zone di espansione esterne alle mura medievali. • Le Muraine rimasero in gran parte erette fino al 1900 quando venne decretato l’abbattimento. • Le Muraine partivano da Porta S. Giacomo e giungevano a Porta S. Agostino. • La cinta quattrocentesca dei Borghi presentava 31 torri quadre, 2 torri rotonde (è ancora esistente quella del Galgario) , 6 porte fortificate che costituivano le vie d’accesso alla città (S. Caterina, di S. Antonio, della Torre del Raso, di Cologno, di Colognola o di S. Bernardino, di Osio). Tutte le porte, ad eccezione di quella del Raso, avevano il ponte levatoio sulla Roggia Serio. • In corrispondenza delle uscite verso la campagna erano diffuse attività produttive che sfruttavano i salti d’acqua della Roggia Serio. Grandi ruote d’acqua muovevano macine di grano, seghe di legname, magli del ferro e del rame, molini di cereali vari, gualchiere. La città palmare, raccolta nel perimetro delle Muraine La Bergamo veneziana: una città murata P. Cologno P. Cologno P. Cologno Vista delle Muraine attorno a Borgo S. Leonardo, davanti alle mura il canale Serio e, da destra a sinistra, Porta Cologno, Porta S. Bernardino, Porta Osio. Riconosci i piani e le parti della città! La Bergamo veneziana una città d’acque naturali, il Torrente Morla, e quelli artificiali le Rogge urbane, Roggia Serio, Roggia Morlana. Bergamo città d’acque: il corso del Torrente Morla Bergamo città d’acque: i corsi naturali, il Torrente Morla in Borgo Palazzo Bergamo città d’acque, il Torrente Morla il corso d’acqua negato. Largo Oberdan, ai piedi della scaletta di Via Noca, l’alveo coperto del Torrente. Bergamo città d’acque, l’alveo del torrente Morla prima della sua copertura in via Largo Oberdan, ai piedi della scaletta della Noca. La Bergamo veneziana una città d’acque naturali, il Torrente Morla, e quelli artificiali le Rogge urbane, Roggia Serio, Roggia Morlana. Il canale Serio generatore dei luoghi e della toponomastica urbana legata ai siti del lavoro Via Frizzoni ieri con la roggia Serio e oggi con il manto d’asfalto e il canale mascherato, ma ancora presente! Il canale Serio un asse organizzatore della città Le mura bastionate cinquecentesche un violentissimo trauma urbano generatore di specifiche qualità urbane Bergamo nella carta di Alvise Cima (1643 – 1710), la rappresentazione di un trauma urbano Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città Le mura cinquecentesche il principale trauma urbano della città R. Ferlinghetti, Spazi verdi ed evoluzione del paesaggio urbano a Bergamo. Una sintesi geografica, in M.A.Breda, M.C. Zerbi ( a cura di), Rinverdiamo la città. Paerchi, orti e giardini, Giappichelli, Torinio 2013, pp. 286-331 Bergamo dalla città fortificata alla città fortezza La fortezza di monte e la città spogliata e lacerata GIOVANNI MACHERIO Bergomi urbs antiquiss.ma, 1660, part. Bergamo, Collezione privata Cronache di una perdita, il caso della Comunità di San Agostino Cronache di una perdita, il caso della Comunità di San Agostino Cronache di una perdita, il caso della Comunità di San Agostino Cronache di una perdita, il caso della Comunità di San Agostino La Bergamo veneziana, una città plurimurata: quelle medievali, le muraine le mura cinquecentesache La Bergamo Settecentesca, un labirinto di fortificazioni L’ecclettico studioso settecentesco Ferdinando Caccia, filologo e architetto, nel suo Trattato sulle fortificazioni ebbe a scrivere che Bergamo era un labirinto di fortificazioni. La città era infatti percorsa da una triplice cortina difensiva. Quella ‘Antica’ sul colle di origine medievale e romana, ormai priva di ogni funzione i cui pochi lacerti la rendevano ‘vaga, curiosa e pittoresca’. Le Muraine formavano la cinta ‘Vecchia, orrida e malinconica’, ormai inadatta alla difesa. La cinta medievale era stata così convertita in barriera daziaria. Il suo andamento, però, permetteva di riconoscere ancora la pianta palmare della città. Infine la ‘Cinta Nuova’, definita dal Caccia ‘Suntuosa, magnifica e maestosa’. Dopo due secoli i traumi urbani generati dalla fortezza di monte si erano ormai in gran parte riassorbiti e il vasto apparato difensivo cinquecentesco iniziava a dispensare sensazioni di bellezza, magnificenza e maestosità, qualità che ancora oggi lo contraddistinguono. Altri ‘segni urbani’ del periodo veneziano La realizzazione di un nuovo centro finanziario commerciale per la città Piazza Nuova (1520), l’attuale piazza Mascheroni, la piazza commerciale, sede dei notai, del mercato dei cereali, dei giochi e dei tornei. Piazza Mascheoni la più ‘pensata’, ma la meno ‘sentita’. ‘Fra le piazze di Bergamo è quella di geometria più rigorosa: è rettangolare, con un buon palazzo settecentesco sul fondo; due quinte di edifici la chiudono sui lati lunghi, …, il quarto lato è definito non da edifici, ma dal panorama sulla catena delle Prealpi, che appare sopra il muro di cinta di un orto. Di fronte al giardinetto, sta l’alta e nuda parete della Cittadella, liberata da sovrastrutture in un recente passato. Un pozzo con vera settecentesca è nel settore dove sono allineati gli olmi siberiani.’ V. Zanella, Bergamo Città, 1971 La Fiera di Bergamo….dal 903 la …Fabbrica più importante della città La Fiera di Bergamo nel prato di S. Alessandro era antichissima e vi affluivano mercanti anche d’oltre confine. Nel 903 (?) Berengario I donava il terreno al vescovo Adalberto che nel 913 lo cedeva ai Canonici di San Vincenzo e da questi passo nel 1438 al comune di Bergamo. Il comune cedette successivamente i suoi diritti di dazio all’ospedale di S. Marco di Bergamo. Il Senato Veneto riconobbe i vantaggi della grande Fiera concedendole nel 1560 l’esenzione da tutti i dazi per otto giorni e della metà dei dazi per altri quattro. La franchigia tanto ne accrebbe la ricchezza e la frequenza che l’11 gennaio 1732 gli Anziani della città « …nello scopo d’assicurare da gravi danni le mercanzie decretarono che sopra il prato di Sant’Alessandro di ragione del comune di Bergamo, alle botteghe amovibili solite ad erigersi per l’esercizio della fiera fossero sostituite cinquecentoquaranta botteghe di pietra…» Nel prato di S. Alessandro, dalla fiera mobile, alla fiera in muratura, la nascita di una nuova polarità urbana La Fiera di Bergamo, una delle manifestazioni commerciali più importanti d’Europa Una nuova centralità urbana generata nel periodo veneziano • Realizzazione a monte del Prato detto di S.
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