Meuccio Ruini
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Corso di laurea in Scienze dell’Educazione a.a. 2018-2019 Storia contemporanea Il lavoro costituente e la Costituzione della Repubblica italiana L’Assemblea costituente: composizione 556 deputati (la Camera dei Deputati dal 1921 ne contava 535) Democrazia Cristiana 207 seggi 37% Partito Socialista Italiano 115 seggi 21% Partito Comunista Italiano 104 seggi 19% Unione Democratica Nazionale (lista liberale) 41 seggi 7% Fronte Uomo Qualunque 30 seggi 5% Partito Repubblicano Italiano 23 seggi 4% Blocco Nazionale Libertà (lista conservatrice) 16 seggi 3% Partito d’Azione (lista radicale) 7 seggi 1% altri 13 seggi 2% • http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpe l=A&dtel=02/06/1946&tpa=I&tpe=A&lev0=0& levsut0=0&es0=S&ms=S Presidenti della AC GIUSEPPE SARAGAT (PSIUP, poi PSDI): primo presidente della Assemblea Costituente, eletto 25/06/1946 UMBERTO TERRACINI (PCI): vice-presidente, poi presidente della Assemblea Costituente, eletto 08/02/1947 Giuseppe Saragat Torino 1898 – Roma 1988 Umberto Terracini Genova 1895 – Roma 1983 Cronologia dei lavori dell’Assemblea Costituente L’Assemblea Costituente: - inizia i lavori il 25 giugno 1946 - elegge il capo provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola, ) - delega l’elaborazione della bozza a una COMMISSIONE DEI 75, presieduta da Meuccio Ruini (Partito democratico del Lavoro) - Commissione dei 75 si divide in 3 sottocommissioni (odg Dossetti): a) I sottocommissione: diritti e doveri dei cittadini b) II sottocommissione: organizzazione dello Stato c) III sottocommissione: diritti e doveri economico-sociali - sottocommissioni lavorano nella seconda metà 1946 - dicembre 1946: comitato di revisione (dei 18) redige il testo - il testo viene discusso e votato dai 75 nel gennaio-febbraio 1947 - la bozza è discussa in Assemblea plenaria nel periodo marzo- dicembre 1947 Enrico De Nicola Napoli 1877 – Torre del Greco 1959 Meuccio Ruini Reggio Emilia 1877 - 1970 Conclusione dei lavori Il 22 dicembre 1947 il testo emendato viene messo ai voti. L’Assemblea lo approva con - 453 voti favorevoli - 62 contrari La Costituzione della Repubblica italiana - è promulgata il 27 dicembre 1947 - entra in vigore il 1 gennaio 1948 Il capo dello Stato Enrico De Nicola firma il testo della Costituzione appena approvato dall’Assemblea, 22 dicembre 1947 Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75: “Difetti ve ne sono, vi sono lacune e più ancora esuberanze, vi sono incertezze su dati punti; ma vi giungono ormai voci di grandi competenti dall’estero; esse riconoscono che questa carta merita di essere favorevolmente apprezzata ed ha un buon posto, forse il primo, fra le Costituzioni dell’attuale dopoguerra”. (relazione finale all’Assemblea plenaria) Il tema costituzionale - 1 - il tema costituzionale è tradizionalmente debole in Italia - Il Ministero per la Costituente raccoglie materiali preparatori - sensibile alla questione e già attivo nel periodo che precede la formazione della Costituente è Giuseppe Dossetti (DC), autore di alcuni fondamentali ordini del giorno nei lavori della AC - il giurista Costantino Mortati (DC) sensibilizza l’opinione pubblica guardando in particolare al modello costituzionale della Repubblica di Weimar e a quello USA e contribuisce ai lavori con importanti relazioni e interventi - lucido contributo dialettico da Piero Calamandrei (Partito d’Azione), giurista simpatizzante del modello inglese - argomenti solidi a sostegno dei principi fondamentali e dell’inserimento dei diritti sociali ed economici in Costituzione vennero da Palmiro Togliatti (PCI), e da Lelio Basso (PSIUP) - sull’adozione del sistema parlamentare intervento risolutivo di Tommaso Perassi (PRI) Giuseppe Dossetti Genova 1913 - 1996 Costantino Mortati Calabria 1891 - 1985 Piero Calamandrei Firenze 1889 - 1956 Palmiro Togliatti (Genova 1893 - Yalta 1964) Lelio Basso (Varazze 1903 - Roma 1978) Tommaso Perassi (Intra 1886 – Milano 1960) Schema della Costituzione della Repubblica italiana PRINCIPI FONDAMENTALI art. 1-12 PARTE I - Diritti e doveri dei cittadini Titolo I: Rapporti civili art. 13-28 Titolo II: Rapporti etico-sociali art. 29-34 Titolo III: Rapporti economici art. 35-47 Titolo IV: Rapporti politici art. 48-54 PARTE II - Ordinamento della Repubblica Titolo I: Il Parlamento art. 55-82 Sezione I: Le Camere Sezione II: La formazione delle leggi Titolo II: Il Presidente della Repubblica art. 83-91 Titolo III: Il Governo art. 92-100 Sezione I: Il Consiglio dei Ministri Sezione II: La pubblica amministrazione Sezione III: Gli organi ausiliari Titolo IV: La Magistratura art. 101-113 Sezione I: Ordinamento giurisdizionale Sezione II: Norme sulla giurisdizione Titolo V: Le Regioni, le Province, i Comuni art. 114-133 Titolo VI: Garanzie costituzionali art. 134-139 Sezione I: La Corte costituzionale Sezione II: Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI disp. I-XVIII Scelte fondamentali dell’Assemblea Costituente: LA FORMA DI STATO E DI GOVERNO - La Costituente è vincolata: a) alla forma di governo repubblicana dal mandato popolare b) alla forma di Stato democratica dalla precondizione posta dagli Alleati e dal CLN - il retaggio dell’età liberale [e lo Statuto albertino] è stato spazzato via dal fascismo e dalla guerra; - restano sul campo ‘mattoni’ prodotti dal crollo dello Stato fascista, che saranno in parte riutilizzati (Pombeni) I 75 discutono sui caratteri generali della costituzione • Rigida • Espressa in un linguaggio dignitoso ma non tecnico • Essenziale • Immediatamente azionabile? • Principi e programmi? Scelte fondamentali dell’Assemblea Costituente: I PRINCIPI FONDAMENTALI A PREMESSA 1. Volontà maggioritaria di attribuire un carattere anche programmatico alla Costituzione, che istituisca una serie di obbligazioni a procedere a carico del legislatore, e non soltanto dei limiti all’azione di questo e degli altri poteri dello Stato; 2. La carta deve prefigurare lo Stato non solo nelle sue linee giuridiche, ma anche in ordine a principi, indirizzi e fini. 3. Questa scelta, sostenuta tanto dalla sinistra DC (Dossetti), quanto dal PC (Togliatti) e dai socialisti, è avversata da azionisti (Calamandrei) e liberali (Lucifero), che la accusano di “costruttivismo” e di genericità, preferendo: l’essenzialità e l’adozione di norme esclusivamente “azionabili” in sede giudiziale. Intervento di Togliatti 25 ottobre 1946 sull’opportunità di inserire nel testo principi programmatici Scelte fondamentali dell’Assemblea Costituente: LA PRIORITA’ DEI DIRITTI DEI CITTADINI Enfasi sulla Carta dei diritti, concepita come fondamento della costituzione; centralità dell’individuo pensato come ‘persona’ e affermazione della natura originaria dei diritti della persona; non si tratta però di riproposizione dell’individualismo liberale: la persona è socializzata → valorizzazione della dimensione sociale della vita umana. Ordine del giorno Dossetti, 9 settembre 1946, sui principi ispiratori "La sottocommissione [prima], esaminate le possibili impostazioni sistematiche di una dichiarazione dei diritti dell'uomo; "esclusa quella che si ispira ad una visione soltanto individualistica; “esclusa quella che si ispiri ad una visione totalitaria, la quale faccia risalire allo Stato l'attribuzione dei diritti dei singoli e delle comunità fondamentali; "ritiene che la sola impostazione veramente conforme alle esigenze storiche, cui il nuovo statuto dell'Italia democratica deve soddisfare, è quella che: a) riconosca la precedenza sostanziale della persona umana (intesa nella completezza dei suoi valori e dei suoi bisogni non solo materiali, ma anche spirituali) rispetto allo Stato e la destinazione di questo al servizio di quella; b) riconosca ad un tempo la necessaria socialità di tutte le persone, le quali sono destinate a completarsi e perfezionarsi a vicenda mediante una reciproca solidarietà economica e spirituale; anzitutto in varie comunità intermedie disposte secondo una naturale gradualità (comunità famigliari, territoriali, professionali, religiose, ecc) e quindi, per tutto ciò in cui quelle comunità non bastino, nello Stato; c) che per ciò affermi l'esistenza sia dei diritti fondamentali delle persone, sia dei diritti delle comunità anteriormente ad ogni concessione da parte dello Stato". ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 1 PARLAMENTO E POTERE LEGISLATIVO Bicameralismo: scelta di continuità, ricerca di equilibro e di ponderazione / si opta per il bicameralismo paritario (le due Camere, diverse l’una dall’altra, hanno pari ruolo nella formazione delle leggi) Referendum: istituto di democrazia diretta, permette ai cittadini di esprimersi in merito alle leggi adottate dal Parlamento [solo abrogativo per le leggi ordinarie; confermativo per le leggi costituzionali] Disegni di legge di iniziativa popolare: istituto di democrazia diretta, permette ai cittadini di farsi promotori di proposte di legge presso il Parlamento ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 2 GOVERNO PARLAMENTARE La scelta della forma di governo è combattuta: - si temono gli eccessi del parlamentarismo, che rendono il governo ostaggio del legislativo, - si teme la possibile deriva autoritaria di un governo forte, [per esempio a legittimazione popolare diretta tramite elezione, oppure protetto da tempi fissi di durata della legislatura]; Relazione di Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75, alla Assemblea plenaria; passo riguardante le scelte sull’assetto del governo “Si sono evitati due opposti sistemi. Innanzitutto: il primato dell’esecutivo che ebbe nel fascismo l’espressione più spinta. Non si può dire che appartenga a questo tipo il