il Golfo di ...ed il suo ... oltremonte Periodico della voce indigena e della Gente comune Rapallo, S. Margherita, , , media ed alta Fontanabuona ossia l’antico territorio della Podesteria (1203/1608) 2016 e del Capitaneato di Rapallo (1608/1797) Anno VI - N. 12 Il ponte detto di Annibale di Pierluigi Benatti * ra i monumenti che sorgono nell’ambito del altra vendita, in data 13 febbraio 1264, a fa- battaglia tra le forze spagnole e napoletane di Tterritorio rapallese merita indubbiamente vore di prete Gregorio, cappellano della Pieve, Federico d’Aragona e i francesi di Luigi d’Or- d’essere illustrato l’antico ponte in pietra che ed il documento relativo cita anche i canneti leans, scontro sanguinoso che vedrà coinvolti oggi scavalca la strada provinciale per San- presso la strada que tenditur versus pontem anche i rapalllesi quando le soldatesche sviz- ta Margherita Ligure e che è conosciuto col Bolagi. zere di Carlo VIII massacrarono gli ammalati nome di “Annibale”. Ed è di questo inesistente Il 15 settembre 1300 poi, il notaio Corrado de nell’ospedale di Sant’Antonio, oggi municipio. legame con il generale cartaginese che con- Spignano attesta di aver rogato un atto di ven- Il ponte ci appare oggi come un’opera assurda viene subito parlare, perché il caso è significa- dita relativo ad una casa “in carubio de Rua- così come è venuto a trovarsi interrato, dopo tiva conferma di come possa facilmente, e con rapidità, radicarsi una denominazione frutto soltanto d’una bizzarra, anche se suggestiva invenzione. Non può infatti trovare altro fondamento di quello estremamente fragile, che poggia su di una sbrigliata fantasia, il voler presumere che Annibale, scavalcate le Alpi nel 218 avanti Cristo, abbia percorso col suo esercito il nostro litorale attraversando, od addirittura costruen- do, questo ponte che, imponente nella sua mole, tuttavia non assolse mai altra funzione che quella di collegare il “pagus” rapallese con i “vici” di Pagana, Pescino e Porto Delfi- no. Il vittorioso itinerario del condottiero puni- co viene ubicato dagli storici ben lungi dalle sponde del Tigullio e, quel che più conta, Anni- bale fa capolino affiancato al nostro ponte sol- tanto a partire dalla seconda metà del 1800. In tutti i documenti, nelle carte, nei disegni e mappe pervenutici dal più remoto passato non v’è traccia di questo illustre (o forse ignoto, nel caso l’Annibale citato non debba identifi- carsi nel generale cartaginese) personaggio che avrebbe legato il suo nome al ben solido arco di pietra, ma sempre il ponte viene cita- Il ponte detto di Annibale to unitamente al corso d’acqua che sovrasta (Bolago, Borago, Boatto, Boate). È del 7 aprile leca” trovandosi ad pontem de Bolago; presso che dal 1826 si è spostato il letto del torren- 1049 il più antico atto che dà notizia del ponte. la porta dei giardini degli eredi di Baldovino de te Boate per permettere la realizzazione della Trattasi d’una donazione con la quale tale Rai- Salvo. strada carrozzabile per Santa Margherita Li- naldo dona alla chiesa di Santa Maria di Ca- Sui primordi del XIV secolo, sulla spiaggia gure. stello i beni che possedeva in Rapallo tra cui terre che certi Guinizia e Dueta tenevano da lui antistante la strada che dal borgo portava al Dobbiamo però tenere presente che le sue di- in locazione intorno al ponte con dieci alberi di ponte, venne eretta la torre che, in un atto del mensioni erano perfettamente rapportate alla olivo e cinque di fico. 12 aprile 1310 è ricordata come turreta de sa- situazione del corso d’acqua da valicare la cui Un altro atto del 4 marzo 1259 vede Aldebran- linis de ponte Bolago, costruzione che forse superficie trovavasi a quota assai inferiore di do, arciprete della nostra Pieve, acquistare incorporò un edificio preesistente appartenu- quella dell’attuale sede stradale. Il livello del queste terre, che ospitavano frutteti ed orti in to ai Doria. La torre sarà ridotta a rovina da mare ce lo indica chiaramente. L’irregolarità contrada pontis de Bolago che dice confinanti una delle tante inondazioni che travagliarono del torrente che, ad esclusione del tratto più col mare e con le mura del borgo. Rapallo, il 23 ottobre 1626. È presumibile che prossimo alla foce, sconfinava facilmente dan- Gli stessi appezzamenti saranno poi oggetto di qui attorno si sia svolta il 7 settembre 1494 la do origine ad estesi acquitrini paludosi, l’esi- l’Emittente Televisiva di Rapallo Tel. 0185 66664 Digitale Terrestre STV Augura Buone Feste Natalizie 2016-2017 Canale 71 2 - RAPALLO I RAPALLIN stenza d’una discreta profondità del torrente il conveniente castigo a questi presuntuosi del golfo. Il 23 settembre 1573 il podestà Ago- stesso nella sua parte terminale che lo rende- quanto che fusse exemplo a li altri”. stino Lomellino fa abbattere un muro fabbri- va percorribile alle imbarcazioni, l’esigenza di All’esposto della sassaiola dal ponte ne fa eco cato presso il ponte in modo che “se li passa poggiare una così pesante mole su di una soli- un altro, datato 22 maggio 1572, rivolto, forse comodamente a cavallo e a piedi”. Il 30 luglio da scogliera, sono gli intuibili motivi che deb- in qualità di agente controllore, da tale Ferran- 1600 Gio Battista Solimano, podestà rapallese, bono aver confortato la scelte dell’ubicazione te Compiano al nostro podestà: “Oggi a ore 14 espone al Senato genovese che: “converrà far del ponte e determinare poi le sue caratteristi- in circa li è stato fatto notizia che sotto il Ponte restaurare un ponte di grandissima importan- che. Che il Bogo permettesse ad i suoi natanti del Borego di Rapallo vi era un leudo nel quale za, nominato il Borago, quale è guasto a tal d’inoltrarsi dal mare per un certo percorso, è erano caricato quattro balle di sapone che si segno che se non si restòra venendo acqua alli confermato anche da alcuni documenti storici, estraevano fuori del dominio contro il divieto”. piedi di esso non si potrà passare minaccian- mentre non regge l’ipotesi, avanzata anche I due documenti bastano a confermare la navi- do rovina”. L’urgenza dei lavori di ripristino dallo storico can. Stefano Cuneo, che si potes- gabilità del torrente almeno nella parte attigua era confermata anche dal patrizio Gio Antonio se arrivare a navigare sino al monastero di Val- al ponte. Quale la presumibile data di nascita Roccatagliata, annalista del Comune di Geno- le Christi sotto San Massimo, non fosse altro del ponte? Si concorda per una datazione alto- va originario di San Michele di Pagana, che il per la differenza di quota e per i lunghi periodi medioevale, anche se il monumento presenta 16 agosto dello stesso 1600 così dava infor- nei quali il torrente rimane quasi totalmente elementi che riecheggiano analoghe costru- mazione al Senato: “Per quanto poi riguarda asciutto. Gli anelli in ferro murati nell’antico zioni del periodo romano. al ponte del Borago vi resta qualche difficoltà monastero, che taluno ha poi scambiato per “Ponte bellissimo di pietre quadre, d’un sol e sta bene ad ogni modo di levarle via, percio- ormeggi marinari, avevano invece la funzione arco, antichissimo”, scrive Gio Agostino Mol- ché oltre che è molto antico e bello è di molta di tener legati gli armenti. fino nella didascalia sottostante la carte del necessità non solamente per gli uomini di que- Curiosa testimonianza è la comunicazione nostro golfo da lui tracciata a corredo delle sta podesteria ma per tutti li viandanti, e se li che il podestà rapallese Giacomo De Franchi “sagre sposizioni intorno alla Vergine di Mon- lasciasse andare in ruina come facilmente fra indirizzava il 27 ottobre 1548 al Senato del- tallegro”, pubblicate nel 1688, e questo agget- breve tempo anderia, se non li desse rimedio, la Superba: “La nocte passata a ore quattro tivo “antichissimo” è ripreso anche dal pittore saria poi cosa difficile per la molta spesa a in circa di nocte siendo la fregata de li ma- Giuseppe Brea che delinea in iscorcio la nostra rifarlo, e bisogneria metterli una scaffa” (isti- gnifici Commissari qui in un fiume nominato città nel 1732, enumerandone i maggiori edifi- tuire cioè un servizio di traghetto tra le due il Bolago a presso il borgo un tiro di balestra ci. Il ponte è giunto sino a noi pressoché intat- sponde). Il Senato genovese, con decreto 25 sotto un ponte esistente in detto fiume. È stato to, salvo qualche rimaneggiamento apportato agosto 1600, delegava il medesimo Rocca- buttato e tirato petre in bona quantità sopra nei corsi dei secoli. Queste riparazioni e modi- tagliata a sovrintendere la raccolta dei con- essa fregata e restato in essa ferito un omo, di fiche sono la conferma dell’importanza che si tributi pecuniari dei vari sestieri rapallesi “in che molto mi è doluto, sì anco per non sapere annetteva al ponte che costituì sempre l’unico restaurationem et aptationem pontis Boragi” chi sia stato tali presuntuosi per poterli dare comodo collegamento con la parte occidentale e le opere giungevano al termine nel settem-

I RAPALLIN RAPALLO - 3 di Enrico Castagnone bre del 1602. Altri restauri vennero commessi, www.agenzia2000.com [email protected] sotto la direzione del magnifico Francesco Ma- ria Spinola, a maestro Geronimo Maggio il 29 ottobre 1733. Egli s’impegnava nel contratto a “fare tutto l’astrico di nuovo di detto ponte con continuarlo per tutta la parte che condu- a ggaarraannzziiaa ce verso Langano, qual astrico dovere farlo di Laa ccaassaa èè uunna lastre e pietre di cava con suoi denti per trat- L tenimento del lavoro dove sarà il bisogno ed in mezzo, cioè per tutta la lunghezza del detto nell tteemmppoo ponte, farvi palmi quattro d’astrico di rissoli, cchhee dduurraa ne e le lastre che formano la sommità del ponte di Enrico Castagnone doverà lasciarle, con raccomodarle e piccarle solamente per renderle più sicure al piede. Pa- rimenti doveràwww.agenzia2000.com come promette ripigliare dove [email protected] sono buchi delli parapetti in quella misura che era anticamente e questo dalla parte del mare e di tramontana con farvi sopra detti parapetti il suo battume com’era anticamente”. nziiaa Le opere furono completate l’annoa successivossaa èè uunnaa ggaarraanz e compreseroLLaa anche la sistemazione,cca non pre- Il ponte detto di Annibale negli anni ’70 vista nel contratto, d’un pavimento in mattoni. La deviazione del Boate, come dicemmo, mise Oggi poi vi sfrecciano le rombanti fuoriserie e eBibliografiamppoo pullman turistici di gran lusso. Parrebbe quindit em circa 150 anni fa il ponte “in pensione” e l’e- l t chhee dduurraa nneel A. Ferretto, su “Il Mare” nn. 453, 454, 456 e c che, quasi a compensarlo del ruolo più mode- dera ben presto ricoperse parzialmente i gran- 740 di massi che lo compongono mentre l’erba sto che gli era stato imposto, qualcuno abbia Bollettino Santuario N.S. di Montallegro – anno voluto attribuirgli una ancor più illustre origine invase gli acciottolati. Divenuto inutile, il ponte 1931 si è trovato relegato a fare da spettatore, un scomodando addirittura Annibale Barca. Re- po’ antiquato ed assai romantico, all’avvento sta, comunque, uno tra i più importanti mo- *L’autore ha pubblicato questo scritto sul- frenetico della motorizzazione. Sotto il suo numenti della nostra zona che sarà doveroso la rivista “RAPALLO NELLA STORIA”, n. 3 del arco, annerito dal tempo, non sfilarono più i conservare e valorizzare come una delle voci luglio–settembre 1973. La ripubblicazione su leudi e le fregate, ma cominciarono a transita- più suggestive che giungono sino a noi da un questo periodico avviene previa gentile con- re le traballanti diligenze e gli eleganti landò. lontano passato. cessione della sua Famiglia.

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L’iniziativa ci offre l’oppor- faceva legna da ardere, dai tronchi di castagno, il cosiddetto “cancro del- tunità per riandare con la mente ai castagni selvatici si ottenevano pali la corteccia”, che tra gli anni ’50 e ’70 tempi dell’anteguerra, quando ancora e sostegni oppure, se di dimensione del secolo scorso aveva interessato i castagneti erano ben tenuti, mentre adatta, travi per il tetto, scàndole per interi boschi dell’entroterra colpendo adesso sono in grandissima parte ab- fasciare la cascina del fieno, travetti soprattutto le piante più giovani, cre- bandonati e ridotti a intrichi di piante per il solaio, tavole per usi diversi. sciute sulle ceppaie di alberi abbattu- abbattute dal vento e a impenetrabili Le castagne venivano fatte essiccare ti. Ebbene, il luogo dove per la prima barriere di rovi. sulla “grè”, un ampio graticcio sotto il volta in venne riscontrata la La cura che i contadini dedicavano quale per una quindicina di giorni do- presenza di questa malattia fu proprio ai boschi di castagni era superiore a vevano ardere ininterrottamente dei Tribogna, ed era l’anno 1937. quella dedicata alla loro abitazione. ceppi ricavati generalmente da piante Un altro fatto riguarda invece il tem- Le piante venivano periodicamente sradicate dal vento. Quindi, utilizzando po di guerra, i primi anni ’40, quando potate tagliando i rami secchi o su- dei robusti sacchi di canapa, si proce- molti castagni venivano abbattuti per perflui; il sottobosco, ripulito di foglie, deva alla battitura per staccare la buc- farne legna da tannino, ossia per rica- ricci e piccoli rami, aveva l’aspetto di cia dal frutto e subito dopo si faceva varne acido tannico, che era conside- un soffice tappeto di muschio. La pra- la cernita delle castagne migliori sepa- rato un “prodotto strategico” in quan- tica dell’innesto dava la possibilità di randole da quelle destinate all’alimen- to utilizzato per la conciatura delle ottenere frutti di varietà differenti, dalle tazione del bestiame. La farina ottenu- pelli e la produzione di cuoio. In zona quali si poteva capire quale fosse la ta dalla macinazione era conservata c’erano due stabilimenti, uno a Cara- più adatta a un determinato terreno, pressata all’interno di un “bancà” ed sco e uno a , e poiché all’esposizione, all’altitudine, e quindi estratta a grosse scaglie al momento in un periodo di ristrettezze alimentari all’ottenimento di una resa maggiore. di doverla adoperare per fare la “pa- nessuno più voleva abbattere le pian- Per secoli il raccolto delle castagne nella”, o per unirla a farina di grano e te di castagno, il governo ne decise la ha costituito la base dell’alimentazio- ottenere le “matte”, o semplicemente requisizione e l’abbattimento coatto. ne di intere popolazioni. Già in docu- per farne una polenta piuttosto liqui- A Tribogna il provvedimento non poté menti dell’alto medioevo si ha notizia da da mangiarsi con olio e formaggio. però essere messo in pratica perché dell’esistenza di castagneti nella no- Tutto questo (o quasi) fa ormai parte ci fu una vera e propria sollevazione stra zona. Nel decreto di donazione dei ricordi, anche se qualche raro con- da parte delle donne del posto, che si dell’Alpe Adra da parte di Carlo Ma- tadino, tra i pochi che sono rimasti, presentarono minacciose nei boschi gno al monastero di Bobbio, nel 774, si dedica ancora a curare il suo ca- “requisiti” armate di forconi e riusciro- è menzionato un “castanetum villici” stagneto e a raccogliere le castagne. no, con la loro decisa protesta, a im- ubicato nella zona del monte Pietra di Un lavoro di pazienza più che di fati- pedire il taglio dei castagni. Vasca, in val Petronio. In documenti ca, perché le castagne si raccolgono Una notizia che deve essere invece bobbiesi dell’862 e dell’883 si cita la una ad una, aprendo il riccio, che ha collocata in tempi più lontani si può produzione di castagne da parte del- aculei pungenti. Una antica leggenda trarre dal libro di Francesco Sena le “celle” di Porcile e Caregli in valle dice che a mettere le spine attorno alle “l’Alta Fontanabuona” (pubblicato nel Sturla e di Comorga e Scaona nell’a- castagne sia stato il diavolo, ma che il 1981 a cura del Centro culturale Vallis rea della bassa Fontanabuona. Signore, avuta compassione per i po- Fontis Bonae). Vi si racconta che gli Del castagno, come per il maiale, non veri raccoglitori, abbia inciso il riccio uomini di Tribogna erano conosciuti, si buttava via nulla. Il fogliame veni- con una croce per facilitarne l’apertu- nei secoli passati, per la capacità di va utilizzato per fare letto agli animali ra e rendere possibile l’estrazione del saper trasportare il legname mediante nella stalla, i ricci vuoti venivano sot- frutto. Tornando all’iniziativa della ca- il sistema della fluitazione. Sapevano terrati per farne concime, i virgulti che stagnata, vogliamo prendere lo spun- cioè approfittare delle piene del Lava-

I RAPALLIN Il 27 ottobre, dopo una lunga ed inesorabile ma- Periodico di informazione, cultura, storia, attualità, costume e tradizioni lattia, all’età di soli 43 anni, la Signora Bavestrel- Organo della lo Raffaella è stata strappata all’affetto del mari- Associazione Liguri Antighi - I Rapallin: tel. 320 9025916 - [email protected] Autorizzazione del Tribunale di n° 5 / 2011 R. S. to Daniele Busnelli e della mamma e nostra socia Direttore Responsabile: Davide Riccò - Responsabile Editoriale: Angelo Canessa Rosanna Sacco. Sinceramente addolorati per la Segretaria di Redazione - Fotografia e Grafica: Lidia Canessa tel. 328 7137716 Impaginazione, stampa e pubblicità Tipolitografia NUOVA ATA Via G. Adamoli, 281-16138 Genova loro così grave perdita, i componenti degli Or- tel. 010 513120 - fax 010 503320 - [email protected] - www.nuovaata.it gani direttivi dell’Associazione “Liguri Antighi – Anno VI - n. 12/2016 (dicembre) Distribuzione gratuita • Tiratura: 5000 copie I Rapallin”, ricordano con mestizia il luttuoso evento Delle opinioni manifestate negli scritti firmati o siglati sono responsabili i singoli Autori, dei quali la direzio- ne intende rispettare la libertà di espressione. La riproduzione, anche parziale, degli scritti, delle fotografie e si associano al cordoglio del marito, della propria e dei grafici pubblicati su “I RAPALLIN” è consentita solo se autorizzata dalla direzione del giornale. socia Rosanna e di ogni suo famigliare più stretto. IL PERIODICO PUÒ ESSERE LETTO PURE ON-LINE VISITANDO IL SITO www.liguriantighi.it I RAPALLIN FONTANABUONA - 5 gna per trasferire più a valle, fino alla da, era venuto a cessare il pericoloso ra, i tempi della miseria erano passati foce dell’Entella, grandi quantità di trasporto del legname sulla corrente e lui si dedicava a far legna nei boschi tronchi facendo i cosiddetti “cavallet- vorticosa del fiume in piena. Un altro di sua proprietà, non trascurando, tal- ti” sui quali salivano muniti di lunghe ricordo riguarda invece “Stein”, un an- volta, anche quelli altrui, un castagno pertiche per indirizzarne il percorso. ziano contadino di Cassànesi, frazione qui e uno là, per poi venderla e fare Indubbiamente dovevano essere degli di Tribogna, che si era preso a cuore soldi a favore del costruendo edificio. spericolati e non è detto che qualcu- l’iniziativa di costruire nel paese una Non sappiamo se il suo contributo sia no ci abbia anche lasciato la vita. Nel chiesa, essendo troppo lontana quella stato determinante, ma fatto sta che 1909, inaugurandosi a Calvari la lapi- del capoluogo. Qualche vecchio do- la chiesa venne costruita, dopo alcuni de in memoria di Domenico Cuneo, vrebbe ancora averlo ben presente per anni fu anche dotata di campanile ed realizzatore a metà ’800 della strada il suo aspetto dimesso, l’immancabile infine gli abitanti riuscirono addirittura della Fontanabuona, l’oratore ufficia- giacca alla cacciatora e uno sgualcito a farla promuovere a parrocchia auto- le, don Giovanni Cuneo, ebbe infatti a cappello marrone portato di traverso. noma. dire che finalmente, con la nuova stra- Eravamo nei primi anni del dopoguer- Renato Lagomarsino DAL 9 AL 12 FEBBRAIO 2017 4 LOURDES GIORNI 159° anniversario dell’Apparizione VIAGGIO CONFERMATO Organizzato dall’Agenzia Viaggi Tigullio Marcone - Chiavari con la collaborazione dell’Associazione Liguri Antighi - I Rapallin POSTI RISERVATI ALL’ASSOCIAZIONE Numeri: 9 - 10 - 13 - 14 - 15 - 16 - 21 - 22 - 23 - 24 - 31 - 32 - 33 - 34 Programma Partenza da Rapallo: ore 5.45 del giorno 9 - Ritorno a Rapallo: sera del giorno 12 Quota di partecipazione: E 390,00 Comprende: Viaggio AR in pullman GT, sistemazione in Hotel 4 stelle in camere doppie con servizi privati, pensione completa, bevande incluse, assicurazione ed accompagnatore Dettagli, informazioni e prenotazioni presso il negozio casalinghi del Socio Sig. EMILIO SIMONETTI, Piazza Cavour 16 - Rapallo

Per l’esigua disponibilità di posti, chi desidera partecipare, prenoti il più presto possibile e comunque entro il 9 gennaio 2017 6 - RAPALLO I RAPALLIN LA PRESENZA A RAPALLO DEGLI AVI DI COLOMBO PER CIRCA DUE SECOLI EVENTO STORICO DA RICORDARE A VANTAGGIO DI RAPALLO E DINTORNI articolo due dello statuto dell’Associazione Liguri Antighi – I “E l’atto principale, pubblicato sul “Giornale Ligustico” del 1893, ci fa L’ Rapallin, editrice del presente periodico, stabilisce, tra l’altro, che sapere che il 21 febbraio del 1429 Giovanni Colombo di Moconesi, abi- la stessa “si propone di impegnarsi con determinazione per man- tante a Quinto, colloca come garzone apprendista nell’arte dei tessi- tenere sempre viva la memoria della “Gens Ligustica” e del suo tori suo figlio Domenico di anni undici. Domenico Colombo, padre del glorioso passato, col ricordare e rendere onore a suoi personaggi grande navigatore, era dunque nato nel 1418”. Ed in questa premessa illustri...”. lo storico Ferretto già evidenzia, a prescindere da quello che scriverà Per tale motivo, non possiamo non insistere su quanto già accennato in in seguito, che gli avi di Colombo, prima di andare a Quinto, avevano nostri precedenti numeri sulla stirpe del grande Navigatore genovese, comunque abitato nel territorio della giurisdizione di Rapallo. anche mediante la pubblicazione di scritti di autori di chiara fama, au- “Ed altri abitanti di Moconesi aveano posto le loro tende a Quinto ed a torevolezza ed attendibilità, suffragati da puntuali atti notarili, a partire Quarto, giacché rintraccio che il 19 febbraio del 1449 un Bartolomeo de da Arturo Ferretto, sicuramente il più fecondo tra gli storici di Rapallo Sogia, pur di Moconesi, abitante a Quarto, accordava il figlio Giacomo di ogni tempo. con Giacomo de Zino, scardassatore, come risulta dagli atti del notaio Se ci sarà acconsentito, in un altro numero faremo poi conoscere il testo Andrea de Cairo”. di una conferenza sugli “Antenati di Cristoforo Colombo di Rapallo”, “I Fontanini poi conservarono sempre vincoli di affettuosa amistà coi svolta nel febbraio 2011 da uno dei più insigni studiosi contemporanei Colombo, che da Quinto avean scelto loro abitazione in Genova”. di storia colombiana, con l’auspicio che que- “Infatti da un atto, posto in luce dal Giornale sti scritti giungano alle autorità cittadine, alle Ligustico del 1885, si apprende che il primo scuole, al mondo della cultura locale, nonché aprile dal 1439 Pietro di Verzi, della Fontana- agli operatori del comparto turistico e, invo- buona, promette a Domenico Colombo di Gio- gliandoli ad una meditata riflessione, siano vanni, tessitore di panni, padre di Cristoforo, loro di stimolo per qualche nuova idea volta che Antonio, figlio del fu Lodisio Leverone, del ad iniziative, non solo onorifiche come da no- Ponte di , si sarebbe accordato con stri propositi, ma anche incentivanti del turi- lui”. smo locale. Un supplemento dunque in più di “Enrico Harisse, il distinto avvocato alla Cor- antica storia cittadina, sinora sconosciuta od te di New York, stampò nel 1884, a Parigi, il ignorata, legata al personaggio antico più fa- migliore degli studi critici intorno al Colombo, moso del mondo, che potrebbe procurare fu- di cui riconosce l’origine da Terrarossa di Fon- turi vantaggi a chi opera nel suddetto settore od in quello commerciale, se opportunamente tanabuona”. divulgato nei paesi d’oltreoceano, specie in Quindi prosegue: “Ho frugato e rifrugato in quelli Americani da dove proviene un maggior una quantità enorme di atti notarili, di corri- flusso turistico. spondenza e di decreti (si ricorda che Arturo Anche il defunto mons. Luigi Sbarbaro, per Ferretto è stato funzionario del Regio Archivio mezzo secolo parroco di Sant’Ambrogio di di Stato di Genova), per vedere se potevo rin- Zoagli (al tempo dei Colombo una “villa” di Ritratto di Cristoforo Colombo. tracciare qualche Colombo in Moconesi prima Rapallo), della cui parrocchia è stato un acuto Olio su tavola, di Lorenzo Lotto del 1512 del quattrocento, anteriormente al Giovanni, storico, in una sua intervista degli anni ’90 ad nonno di Cristoforo, e mi convinsi che prima un giornale ligure, aveva manifestato la convinzione che la famiglia Co- di lui e di tal epoca la famiglia Colombo non aveva scelto ancora come lombo, presente nei secoli XIII e XIV nel territorio di S. Ambrogio (località sua culla la verdeggiante pendice di Terrarossa”. Chiappa), due secoli dopo avesse scelto Terrarossa di Moconesi, quale “Avendo però trovato un’infinità di atti, che riguardano i Colombo, abi- luogo della sua abitazione, in particolare il Giovanni, attestato dalla sto- tanti di Sant’Ambrogio di Rapallo, mi sorrise tosto l’idea che essi, va- ria padre di Domenico e nonno di Cristoforo, e che, quindi, lo scopritore licata la cresta dei monti, che dividono Rapallo dalla Fontanabuona, si dell’America fosse oriundo dei nostri luoghi. fossero recati a Terrarossa, frazione compresa nella stessa giurisdizione Ma, riprendendo il filo, partiamo dunque dal Ferretto, riportando presso- rapallese, ricordata già nel secolo XI e con un nucleo di abitazioni nel ché per intero quanto ha scritto sul giornale “IL MARE” del 28 agosto e 1281, trovando menzionata la Fereira de Terrarubra, cioè Ferrea di Ter- del 4 settembre 1920 riguardo “I Colombo di Rapallo”. rarossa, che così chiamasi tuttora”. “Non è più posto in dubbio - così premette - che i progenitori dello “I Colombo non erano però di Rapallo ed il primo atto che li riguarda, scopritore dell’America venissero a Quinto da Terrarossa di Mocone- come rapallesi, non parla della loro origine anteriore”: si, in Fontanabuona, che trovavasi nella podesteria di Cicagna-Rapallo, “E contentiamoci di conoscere che il 23 febbraio del 1221 Nicolò del fu governata da un solo Podestà, che dalla località detta oggi di Corte, in Giovanni, alla presenza di Corrado de Maliolo, di Ansaldo de Valle e di Rapallo (il nome storico del Vico, oggi modificato, ma di cui il nostro Ansaldo de Maiolo (Maggiolo e Valle di Sant’Ambrogio) dava in locazione sodalizio ne chiede il ripristino), dettava leggi nella giurisdizione del a Giovanni Colombo una terra con casetta, posta in” pertinentiis Rapal- quartiere d’Oltremonte, che abbracciava Moconesi, a lui sottoposto”. li”, nel luogo detto Costa”

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“La Costa di Sant’Ambrogio accolse il primo Colombo, il quale promet- possedeva in Rapallo, colla casa, col forno e colla cipressa nei luoghi teva di abitare colla sua famiglia in detta casa coll’annua prestazione detti “moresasca, in bosco maiori, ad muris, in fundica” e nella cappella di soldi otto”. di Sant’Ambrogio le terre, confinanti con quelle di Citaino del fu Ansaldo “Il contratto di locazione fu stipulato nella casa del Comune di Rapallo de Columbo alla Chiappa. L’atto, stipulato dal notaio Vivaldo de Sarzano dal notaio Jannino de Predono, i cui registri conservansi al R. Archivio ci fa pur conoscere le trasmigrazione delle famiglie dalla Fontanabuona di Stato”. a Sant’Ambrogio e pone in rilievo i beni, che, alla Chiappa, possedevano “Il 4 marzo del 1240 la Pieve, matrice dei SS. Gervasio e Protasio, ac- i Colombo, confinanti con quelli del cardinale Ottobono Fieschi, perso- coglieva gli uomini della podesteria rapallese, adunati a suon di corno e naggio noto, più tardi pontefice col nome di Adriano V, il quale, per bocca di campana, e previa la voce del Cintraco, o banditore del Comune. Tra dell’Alighieri, nel Canto XIX del Purgatorio, dice i primi figurava Guglielmo de Audo, podestà di Rapallo e Cicagna, il suo Un mese e poco più provai io come vicario e giudice Negro de Artusio, prete Giovanni, rettore della chiesa di Pesa il gran manto a chi dal fango il guarda, San Michele di Rapallo, e prete Armanno, rettore di quella di San Siro. Che piuma sembran tutte l’altre some. Tra i capi di casa accorre Rolando Colombo, i quali tutti unanimi costi- Questa prima parte è stata pubblicata su “IL MARE” del 28 agosto 1920. tuiscono far procuratore generale un certo Buonvassallo Travengia, per Nella successiva edizione del 4 settembre (“IL MARE” era un settimana- difendere l’università degli uomini rapallesi, compresa tra Portofino e le) è pubblicata la seconda parte. Rovereto, in qualsiasi lite e specialmente quella che verteva cogli eredi In questa lo storico ha quindi così continuato: del fu Dondedeo de Castello, di Pescino. La procura, redatta dal notaio “L’esame degli atti notarili ha sempre nuove rivelazioni per i cultori delle Lanfranco, ci dà l’elenco di tutte le famiglie esistenti allora in Rapallo e patrie discipline. Un registro di imbreviature, vergate dal notaio Corrado nel suo territorio”. de Spignano, oriundo di Pagana, conservasi al R. Archivio di Stato e ci fa “Dopo parecchi anni entra in scena Juanino de Columbo, il quale, insie- sapere che il 30 marzo del 1270 i fratelli Giovanni e Raimondino Divino, me ad Enrico Morello, il 9 giugno 1257, consiglia i coniugi Cita e Fran- di Cerisola, toglievano a mutuo da Federico de Canicia, o Canessa, lire cesco Cavassa a vendere alcune terre in Santa Margherita, situate nella undici, colla formale promessa di restituirle “ad proximum forum Ja- località chiamata Mirteto e l’11 novembre dello stesso anno prendeva in nuari quod erit in Rapallo”, cioè alla prossima fiera del primo gennaio, locazione da Gaudenzio de Mari, per lo spazio di sei anni, alcune terre in che sarebbe stata in Rapallo. Al prestito assiste in qualità Zenvardo de Rapallo nel luogo detto “alle mure”, attualmente i Muretti”. Columbo”. “A Sant’Ambrogio vestiva pur panni un’altra famiglia, i Faxeto o Fasceto, “E Januario, Guiberto e Lanfranco de Columbo assistono all’assemblea, mutatisi poi in Fasciato ed estintisi alla fine del secolo XVIII. Essi erano fatta il 1° maggio del 1272 dagli uomini di Rapallo, i quali nella Pieve in lotta coi Colombo e contristavano le frazioncelle di quel luogo eglogi- eleggono il giudice Marchesino de Cassino, oriundo di San Pietro di co correndo spesso all’arme ed a quelle battagliole, che nel medioevo Novella e scrittore degli annali di Genova, procuratore e sindaco col fecero schierare i fratelli armati contro i fratelli” mandato di pagare l’importo delle condanne, promulgate contro di essi “A porre un argine a queste lotte fratricide, il 10 novembre del 1261, s’accordarono Lanfranco de Faxeto e Giacomo, figlio di Rollando Co- da Martino Gropallo, giudice del Comune genovese”. lombo, i quali elessero arbitro Guglielmo di Negro, a nome pure delle “I Colombo di Rapallo avevano ormai oltrepassato la cerchia ristret- loro parentele. Il bacio della pace duratura e sincera fu dato in Rapallo, ta delle nostre mura, onde io trovo che il 22 Gennaio 1290 Angelo de nel portico della casa di Opizzo Fieschi, fratello del defunto pontefice Columbo de Rapallo riceve da un suo conterraneo lire novanta in acco- Innocenzo IV. Il notaio stipulante chiamavasi Giovanni de Amandolesio, mandita per portarle a negoziare nella regione di Costantinopoli”. ed i suoi atti, stipulati a Ventimiglia, a Genova e a Rapallo conservansi “L’arte del tessitore attrasse i nostri, onde il 30 settembre del 1302 avea al R. Archivio di Stato. già levato grido di tessitore Giovanni de Colunbo de Rapallo, presso il “Nella parrocchia di Sant’Ambrogio i Colombo avevano aumentato il quale Alda, vedova di Ansaldo Vallebella, di Moconesi, locava l’opera patrimonio avito, onde ivi, e precisamente nella località Castagnola, Ci- d’un suo nipote per nome Nicolò. Detto Giovanni è testimone ad un taino, figlio del fu Ansaldo Colombo, il 14 settembre 1263 comprava un atto, stipulato il 6 febbraio del 1312 dal notaio Filippo de Faxeto “ad largo appezzamento di terreno”. astellam”, cioè alla Stella, col qual nome s’indicava la nostra spiaggia “Un general parlamento, che si svolse il 18 aprile 1265 nella nostra delle “naggie” (nella ghiaia) malamente corretto in barbaro italiano col chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, fa conoscere i due capi casa Lan- nome di “Avenaggi”. franco e Giovanni Colombo, i quali vi partecipano”. “Lo stesso notaio, al 13 luglio del 1312, ricorda Alberto de Columbo de “Rollando Colombo, di cui sopra dissi, abbandonò “insalutato hospite” Rapallo, il quale acquista un barile d’olio e, maritando il 3 gennaio del le nostre amene pendici, né si conobbe dove andò a mutar aria, sicché 1313 una figliola, prometteva, nella sua abitazione, posta nella “villa” il notaio Maestro Olino d’Orero fu dato curatore dei beni del fuggitivo e di Borzoli, di assicurare la dote, mercè una casa posta alla spiaggia di il 18 maggio del 1265, egli, alla presenza del giudice del Podestà di Ra- Pozarello , l’attuale spiaggia or chiamata “delle Monache”. pallo e dei notari Enrico de Podio e Vivaldo Scarsella, cominciò a tessere “Un altro tessitore è Paganino de Columbo, testimone di un atto, me- l’inventario delle robbe e dei possedimenti”. diante il quale, il 25 maggio del 1313 Raimondo Pichenotto, speziale, “Nella parrocchia di Sant’Ambrogio esiste tuttora la località della Chiap- costituiva procuratore il figlio Guglielmo”. pa. Il 9 marzo del 1268 Guglielmo, arciprete di , procuratore del “I nostri annali ci parlano delle lotte tra i Della Torre e i Marcone ed i loro cardinale Ottobono Fieschi, del titolo di Sant’Adriano, dà in locazione ad seguaci, guelfi e ghibellini di Rapallo. Rainado Spinola e Raffo Doria, a Ughetto, figlio del fu Simone de Fontanabuona le terre, che il cardinale nome della cappella di Sant’Ambrogio, aveano emanato una sentenza,

RAPALLO C.SO GOFFREDO MAMELI 360 TEL. e FAX 0185 63315 e-mail: [email protected] • www.ecostore.it 8 - RAPALLO I RAPALLIN in qualità di arbitri, il 13 giugno del 1313, e il 26 giugno dello stresso Rapallo, trovo rappresentante del Borgo il Domenico Colombo”. anno, i principali uomini della “villa” di Sant’Ambrogio promettevano “Trovo più tardi che al primo ottobre del 1398 un Antonio Colombo di di osservare la sentenza dell’arbitrato. Tra gli uomini trovo Jenuino de Rapallo del fu Giovanni, in Genova, a Banchi, per sé e sua madre Cateri- Columbo e il fratello Bonifazio, e tra i testi Pietrino de Columbo”. na, costituiva procuratore un certo Antonio Piola, rapallese. Ciò emerge “Ha già colpito la mia attenzione il nome di Januario o Jenuino o Gio- dagli atti del notaio Bartolomeo Gatto. vanni, comune al ramo dei Colombo di Rapallo, trasmesso poi al ramo “Giovanni, Domenico e Antonio sono i nomi dei Colombo di Sant’Ambro- di Moconesi, ed ora la mia attenzione è di nuovo colpita dal nome di gio di Rapallo; Giovanni, Domenico e Antonio sono i nomi dei Colombo Domenico, che si ripete in famiglia”. “Infatti, come ci informano gli atti del notaio Giorgio da , il 28 di Moconesi, antenati di Cristoforo. Le relazioni tra Moconesi e Sant’Am- novembre del 1335 Vivaldo, arciprete di Rapallo, riceve da Domenico brogio non erano né difficili né impossibili, perché paeselli raggruppati de Columbo di Rapallo del fu Alberto, il fitto delle terre, che la chiesa sotto lo stesso governo, che aveva sede in Rapallo”. rapallese possedeva in Villa Borzoli. Sembra che i Colombo si fossero “Quando entrano in scena i Colombo di Moconesi, cessano quei di Ra- avvicinati di più al borgo di Rapallo, pur rimanendo sempre nel quartiere pallo, anzi il Domenico Colombo di Rapallo del fu Alberto, che aveva di Borzoli”. subaffittato le terre del Poggio, il 20 giugno del 1341 vendeva una terra “Infatti, il 7 giugno del 1341 si radunarono nella Pieve di Rapallo gli con casa diroccata alla Costa, proprio la casa avita, che nel 1221 il uomini di detto quartiere e, tra i trentadue di Borzoli trovansi Juani- primo dei Colombo di Rapallo aveva abitato”. no de Columbo, i suoi tre figlioli Ogerio, Giacomo e Castellino, nonché “Mi arride l’idea che un Domenico abbia scelto per nuova culla la Terra- Domenico Columbo, i quali, insieme ai ventinove di Sant’Ambrogio, ai rossa di Moconesi, e di questo caso il Giovanni, che impose il nome di cinque di S. Pietro di Rovereto, ai ventitré di Zoagli, ai diciassette di Domenico a chi doveva diventare il padre dello Scopritore dell’America, Monti, tutte degne rappresentanze del quartiere, a suon di corno e cam- pana si erano dati convegno, eleggendo procuratore Raffo de Canevale sarebbe il figliolo (da intendersi come discendente) di chi si partì da di Sant’Ambrogio, col mandato di presentarsi al cospetto di Giovanni Rapallo”. de Garibaldo, vicario della riviera orientale, e ottenere la difesa di detti Ed il Ferretto termina la sua particolareggiata analisi scrivendo: ”Sono uomini, dando le debite sicurtà di ubbidire agli ordini del Vicario, pro- nel campo delle induzioni, perché mi manca il diario di questo piccolo mettendo di arrestare tutti i malfattori e banditi, di non portare armi viaggio; ma, se sembreranno strane le mie osservazioni, sarò pago di offensive e di denunciare i furti”. aver illustrato una famiglia che ha una pagina, non ingloriosa, nella sto- “Già m’incontrai nell’Angelo Colombo, che nel 1290 bazzicava in Co- ria della nostra diletta città”. stantinopoli. Dopo molti anni lo trovo morto nella colonia di Caffa, l’anti- E noi pure, alla luce di quanto scritto all’inizio, indagato ed affermato ca Teodosia, ora Crimea. Possedeva pure i diritti sulla metà di una nave, successivamente da illustri studiosi sulla rapallinità degli avi del grande denominata San Giorgio, che il 3 luglio 1344, il figlio erede Giovanni Navigatore e da noi pure sostenuto su questo periodico nei numeri 7, Colombo, trovandosi pure in Caffa, cedeva ad un tal Vassallo de Porto”. 8/9 e 10/11 del 2014, in assenza di altri che siano in grado di fornire “La famiglia Colombo, diramatasi con un ramo solo in Rapallo, non creb- be a dismisura come tante altre, e in un numeroso parlamento del 30 prove certe su una diversa provenienza dei Colombo di Terrarossa di maggio del 1347, ove sono menzionati più delle due parti degli uomini Moconesi, ed essendo gli atti notarili non una semplice narrazione, ma di Portofino, di Nozarego, di Castello o Corte, di Santa Margherita, di fatti giuridici con presunzione assoluta di obiettività, ci sembra di poter San Siro, di San Lorenzo, di San Michele, di Olivastro, di San Massimo, concludere che le induzioni del nostro insigne storico Arturo Ferretto di Noceto, di Campo, di Novella, di Foggia, di Assereto, di Amandolesi, di erano sicuramente certezze. Monti, di Borzoli, di Sant’Ambrogio, di Zoagli, di Rovereto e del Borgo di Angelo Canessa

Augura Buone Feste

Auguri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo I RAPALLIN SANTA MARGHERITA - 9 STORIA DI S. MARGHERITA LIGURE - FIGLIA DI ROMA (dal 1500 al 1700 d. C.) parte venticinquesima l pericolo costante dei Turchi è un Convento nella Città, a riprova I lavori furono affidati alla direzione rare alla richiesta e tra i vari ricorsi Isempre concreto ma il Senato di- del sentimento religioso della citta- dell’Ingegnere P. Tommaso di Geno- riuscì ad ottenere che Ie successive spone un servizio di sorveglianza dinanza. Alla domanda presentata va. Nello stesso anno 1608, il territo- spese straordinarie deliberate dal sulle coste della Riviera di Levante. Il il 7 aprile 1696 al Padre Generale rio del Tigullio e parte della Fontana- Capianeato non potevano superare comando degli uomini di Santa Mar- Silvestro d’Assisi la prima risposta buona viene premiato con il decreto Ie 500 lire ma non potè disobbedi- gherita è affidato a Gio Antonio Bo- è negativa a motivo di precedenti del Senato del 4 gennaio 1608 che re alla quota di partecipazione alla glio. In data 13 giugno 1601 il Boglio impegni assunti per la costruzione approva la costituzione del Capita- costruzione del porto di Rapallo, ma viene ricevuto dal Podestà di Rapallo di altri Monasteri. Ma la determina- neato di Rapallo in sostituzione della costruirne uno anche a Santa Mar- Podesteria. Rapallo esultò, cosa che al quale viene presentata la petizio- zione dei Sammargheritesi fu pre- gherita. Si ripeteva così la vicenda non fece Santa Margherita la quale ne per avere la disponibilità di sei miata per l’appoggio del Marchese della costruzione del Castello a dife- uomini armati per un miglior con- Gian Luca Chiavari, futuro Doge di si ritrovava nel nuovo assetto giuri- sa delle incursioni dei Turchi: uno a trollo del territorio ma per motivi a Genova, il quale aveva scelto Santa dico come un semplice quartiere e Rapallo ed uno a Santa Margherita! noi sconosciuti questa richiesta vie- Margherita per la costruzione del quindi niente di positivo. E la prima (continua) ne recepita con l’arresto del Boglio palazzo residenzale dove trascorrere occasione per ribadire la propria dott. Paolo Pendola e la sua incarcerazione nel Castello in serenità periodi di tempo lontano indipendenza fu la decisione di Ra- di Rapallo! II seguito della vicenda dalle lotte genovesi. L’appoggio non pallo di costruire un nuovo porto per Presidente Civico Museo del Mare di S. può essere paragonato ad una far- fu solo orale ma anche materiale per la cifra preventivata di lire 790 con Magherita Ligure sa a motivo che la guarnigione di il fatto che il terreno sul quale dove- la richiesta di contributi ai quartieri con la collaborazione del Santa Margherita, ora senza alcun va sorgere il convento fu donato dal- del Capitaneato. Santa Margherita cap. Umberto Ricci comandante, si “rilassava”. Accadde lo stesso Marchese Gian Luca Chia- cercò in tutti i modi di non ottempe- cultori di storia locale che, andando il Podestà di Rapallo vari in località Corte. Nel 4 maggio in ispezione al Castello, non gli fu 1607 il Capitolo della Congregazione permesso l’accesso in quanto sco- approvò a maggioranza l’inizio dei SISTEMA nosciuto alle guardie! Solo l’inter- lavori nominando una commissione TINTOMETRICO vento dell’Agente Maggiore premise e Presidente della stessa il Mar- al Podestà di controllare il castello chese Gian Luca Chiavari sia per il - BELLE ARTI e di constatare che i cannoni erano controllo dei lavori che per la ricer- Augu tutti vuoti e nessuno in ordine! II fat- ca dei finanziamenti necessari alia CORNICI to dimostrò ai Rapallini che l’autorità costruzione del Convento. Nell’anno EDILIZIA del Podestà di Rapallo era imposta 1608 l’ottima raccolta delle offerte VERNICI e COLORI ma non accettata dai Sammarghe- permise la posa della prima pie- FAI DA TE ritesi! Nel periodo 1606/1611 Santa tra con una solenne cerimonia alla Via Buonincontri, 10 - S. Margherita Lig. Margherita è testimone della propo- quale parteciparono il Parroco, le Tel./Fax 0185 286749 FERRAMENTA sta dei Padri Cappuccini di costruire autorità cittadine e la popolazione.

AGENZIA GENERALE DI RAPALLO E GOLFO PARADISO Torte su richiesta di qualunque tipo e peso Agente: Marco Totis Rapallo Sub-Agenzia Sub-Agenzia Via Milite Ignoto 41/3 S. Margherita Ligure Tel. 0185 231024 Via Cairoli 34 Via S. G. Battista 25 Via della Libertà, 22 a - Rapallo (GE) Fax 0185 67615 Tel. 0185 289436 Tel. 0185 721549 Tel. 0185 51665 [email protected] [email protected] [email protected] 10 - ASSOCIAZIONE I RAPALLIN Auguri di Buone Feste Natalizie 2016/2017 da “I Rapallin”

Ciassa da Basso

Il 3 novembre u.s. ha avuto luogo la cerimonia della do- nazione all’ANFFAS di Rapallo dell’importo equivalen- te al valore del Rapallino d’Oro da parte dell’Insignito, Comm. Amedeo Macchiavello. Nella foto a sinistra: il momento della donazione al Presidente del benemerito Ente. Nella foto in alto, una panoramica dei presenti alla ce- rimonia: il Comm. Amedeo Macchiavello, sua moglie, il figlio Gianni e la nuora, nonché, oltre al Presiden- te, altri Responsabili dell’ANFFAS e la Rappresentante dell’Associazione “Liguri Antighi - I Rapallin”, istitu- trice del Rapallino d’Oro, riconoscimento che viene an- nualmente conferito a Rapallini che, per i loro meriti, si siano particolarmente distinti nel corso della loro vita. I RAPALLIN ASSOCIAZIONE - 11

Fontanellato, 27 novembre 2016 - Un gruppo di Rapallin con lo sfondo della Rocca dei Sanvitale Poesie di Natale “Santo Natale” “Filastrocca in zeneise” A Te che sei neve sul cuore, O Bambin coscì piccin fior di ginestra su albe spalancate, co-a seu testa a rissolin a seu casa bella netta giochi di luce accanto al fuoco, riccioli d’acqua nelle fontane. che ghe stava a Lisabetta: A Te che canti la vita in strada, a Lisabetta a fiava, mani riverse d’Amore, sorrisi eterei fra nubi grigie, a Madonna a recamava ninnoli di bambagia nel Presepe. San Giuseppe o fà o bancâ A Te, Piccolo Gesù Bambino, che sai guardare lontano, e-o Bambin o fà a nanâ. una candela accesa sul mare, rime di poesia baciate, Quande a Messa a và a l’artâ voglia di stringere il Creato. tutti i angëi a cantâ, A Te, nato in una Grotta lontana, quande a Messa a l’è finïa dona Pace e Conoscenza a questo Mondo ingrato. tutti i Angëi in compagnia, Carezze di pargoli nutriti a baci. quande seunna o sunnagin Vesti femminili mai strappate. tutti i angëi in to giardin Lavoro per chi ha forza da spendere. a recheugge reuse e sciöe Pane caldo da mangiare insieme. pe’ fâ o masso a-o seu bambin. Un riparo di stelle per chi dorme all’addiaccio Oh Bambin dexideròu senza una Patria da sbandierare. scialla-scialla che t’ho attrovòu. A Te, Signore dell’Universo, L’è ciù de ‘n’ôa che te çercavo componi lacrime mai bagnate, sogni che ciascuno ha perso. e sciù pe-i bricchi ‘m’arrampignavo Miracoli ancora da gustare. e che corrivo ben de galoppo Speranze Vere pe’ poéi avéi ‘sto bello intoppo. da appendere alle finestre di casa Me so’ arrampignòu pe- o monte e o cian per Augurare al Mondo un Santo Natale. che m’ho frappòu scinn-a ‘na man ma, no fà ninte, no sento o dô Maria Rosa Oneto basta che vedde o mæ segnô. IDEE REGALO a partire da €. 6,60

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