Catturato Domenico Raccuglia
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Cronaca Il Ritratto
Ultimo aggiornamento lunedi 05.11.2007 ore 17.34 CRONACA IL RITRATTO . Salvatore Lo Piccolo, diventato nuovo signore di Palermo Da killer di borgata a uomo di fiducia dei due padrini di Cosa Nostra Una "carriera" con Riina e Provenzano e il patto di ferro con i boss americani di ENRICO BELLAVIA La foto segnaletica di salvatore Lo Piccolo PALERMO - L'ultimo colpo al clan era stato il sequestro della più grande sala bingo a sud della città. Anche quella era di Salvatore Lo Piccolo, lontana chilometri dal suo territorio, prova tangibile di quanto fosse ormai esteso il suo dominio sulle attività economiche dell'intera Palermo: dall'edilizia ai supermercati. Cresciuto a Partanna, alla corte di Rosario Riccobono, il padrino che trescava con la politica e con le forze dell'ordine, caduto sotto l'era dei Corleonesi, Lo Piccolo è stato per anni considerato poco più di un killer di borgata. Nel silenzio delle armi, in realtà, la sua stella è cresciuta. Dalla sua aveva a disposizione un serbatoio inesauribile di manodopera. Attingeva tra i casermoni dello Zen dove ha avuto la propria roccaforte. Lì custodiva le armi e la droga e i mezzi per le azioni che pure in questi anni sono state compiute. Ha messo la firma su delitti giudicati necessari pure durante la gestione "pacifista" di Provenzano. Servivano a risolvere conflitti, a dirimere controversie, a frenare eventuali pentimenti. Ma servivano soprattutto a consentirgli di avere la strada spianata per la successione a Provenzano. Così Salvatore Lo Piccolo, fedelissimo del superboss, di cui si professava nipote, indicato con il numero 30 nei pizzini cifrati (il 31 era il figlio Sandro), si è ritagliato spazi sempre maggiori. -
Le Mani Della Criminalità Sulle Imprese, 2011
Le mani della criminalità sulle imprese XIII Rapporto di Sos Impresa Aliberti Editore SosImpresa.indd 5 09/11/11 12:18 © 2011 Aliberti editore Tutti i diritti riservati Sede legale: Via dei Cappuccini, 27 - 00187 Roma Sede operativa: Via Meuccio Ruini, 74 - 42124 Reggio Emilia Tel. 0522 272494 Fax 0522 272250 - Ufficio Stampa 329 4293200 Aliberti sul web: www.alibertieditore.it blog.alibertieditore.it [email protected] SosImpresa.indd 6 09/11/11 12:18 A Libero Grassi, nel ventennale della scomparsa SosImpresa.indd 7 09/11/11 12:18 SosImpresa.indd 8 09/11/11 12:18 Il Rapporto di Sos Impresa Le mani della criminalità sulle imprese è frutto di numerosi apporti e collaborazioni senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Un ringraziamento particolare va a Danila Bellino, Laura Galesi, Massi- mo Giordano, Nino Marcianò, Marcello Ravveduto, Valeria Scafetta e Ga- briella Sensi. I testi sono di Lino Busà e Bianca La Rocca. I dati che forniamo sono nostre elaborazioni sulla base delle statistiche Istat, delle rilevazioni fornite dal Ministero dell’Interno, dei sondaggi condotti da Swg per Confesercenti, delle ricerche del Centro Studi TEMI e delle numerose informazioni e testimo- nianze raccolte da Sos Impresa. Il Rapporto come sempre contiene molti nomi di persone, aziende, luo- ghi. Nomi presenti nelle inchieste giudiziarie, nelle relazioni degli organismi antimafia e delle Forze dell’ordine, nelle cronache giornalistiche. Per tutti coloro che sono chiamati in causa, eccezion fatta per quelli condannati in via definitiva, valgono la presunzione d’innocenza e le garanzie individuali costituzionalmente garantite. 9 SosImpresa.indd 9 09/11/11 12:18 Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia Quali sono le ragioni dell’inaudita potenza di alcuni? Dov’è la forza che assicura l’impunità ai loro delitti? Si chiede se sono costituiti in associazio- ni, se hanno statuti, pene per punire i membri traditori: tutti rispondono che lo ignorano, molti che non lo credono. -
L'opposizione Dei Comunisti
rt Quotidiano / Anno LVI / N. 184 fSPP? v?o ) * Sabato 11 agosto 1979 / L 300 * ''•.<•» (*»»«* -' L\ " */ 9f "?P 81 * concima Ieri la vlctnda dal coniugi Panclroll Mqu* •tratl II 13 luglio «corto, sulla Costa Smeralda: I due Liberati — lei è la figlia del < re delle viti » Walter Fontana — •ono «tati liberati dal rapitori dietro il pagamento di un riscatto forse superiore al miliardo. Il rilascio «con i due coniugi testuale» è avvenuto in una località non ancora pre cisata. del Nuorese. Tutta la fase delle trattative è stata sequestrati condotta dall'industriale Fontana. I coniugi si sono ri fugiati in una loro villa in Brianza, dove presumibil mente verranno ascoltati dagli inquirenti: non si esclu sulla Costa de che II sequestro, e tu commissione», sia stato orga nizzato da una banda che ha la sua base in Brianza. Smeralda A PAGINA 5 ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO • Giuli•*•">< • o illustra alla Camera i motivi del «no» del PCI al tripartito La rottura nelle Brigate rosse l'opposizione dei comunisti Dall'Asinara per incalzare il governo sui problemi Curcio minaccia e creare le condizioni per una svolta e scomunica Nel pomeriggio il voto a Montecitorio e poi il dibattito in Senato - Critiche del capogruppo del PCI alla debolezza Un lungo documento di risposta ai « dissidenti », accusati del programma e alla scelta dei ministri - La questione della centrale di Caorso - Scelta moderata nell'economia di usare « santi in paradiso » — Derisi Negri e Piperno ROMA — La confermata (ma dente del loro gruppo parla compiacele. Ciò non signi politica che venga da altre I do la struttura e il program La vostra — avevano scrit rienza politica. -
Azzerato Il Clan Di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'ambrogio Di Stefania Giuffrè
Palermo, operazione Alexander: azzerato il clan di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'Ambrogio di Stefania Giuffrè. Categoria: Cronaca PALERMO, 3 LUGLIO 2013 - Maxi operazione antimafia a Palermo: azzerato il mandamento di Porta Nuova a Palermo, in manette il boss emergente Alessandro D'Ambrogio e numerosi affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo. L'operazione Alexander è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo: arrestate 24 persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Altre sei persone sono state raggiunte in carcere dalla nuova ordinanza, due sono ancora irreperibili. Le indagini, coordinate dai procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Teresa Principato e dai sostituti Caterina Malagoli, Sergio Barbiera e Francesca Mazzocco, hanno consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, individuandone capi e gregari. Tra i fermati anche Alessandro D'Ambrogio, ritenuto al vertice del mandamento. L'operazione dei carabinieri prende il nome da lui che è considerato uno degli uomini di Gianni Nicchi, ed è stato il punto di riferimento del giovane boss durante il periodo di latitanza a Milano. Oltre a D'Ambrogio, in manette sono finiti tra gli altri il suo braccio destro Antonio Seranella, Giuseppe Di Maio, Alfredo Geraci, Attanasio La Barbera, Giuseppe Civiletti e Giacomo Pampillonia. Spregiudicato e temuto, così gli inquirenti descrivono D'Ambrogio che per questo era rispettato anche dai più influenti dei mandamenti di Pagliarelli, San Lorenzo-Tommaso Natale, Brancaccio, Noce-Altarello, Acquasanta-Arenella, Santa Maria del Gesù. D'Ambrogio era uscito di carcere nell'aprile del 2011 e a dicembre succede a Nicolò Milano, diventando il capo della famiglia di Palermo centro. -
Arrestato Il Boss Raccuglia «È Il Numero 2 Di Cosa Nostra»
14 www.unita.it LUNEDÌ 16 NOVEMBRE 2009 Italia p Corleonese è stato fermato nel territorio comandato da Matteo Messina Denaro p Latitante da 13 anni, ha tre ergastoli. Uno per la barbara uccisione di Santino Di Matteo Arrestato il boss Raccuglia «È il numero 2 di Cosa Nostra» Foto Ansa «Mimmo» ha finito la sua corsa ieri pomeriggio, poco dopo le 17,30 quando gli uomini della sezione Catturandi della Squa- dra Mobile di Palermo, insieme ai colleghi del Servizio centrale operativo, lo hanno fermato. DOMENICO VALTER RIZZO PALERMO [email protected] Gli stavano dietro da tredici anni, da quando aveva deciso di far per- dere le sue tracce e aveva scalato, uno ad uno, i gradini che lo han- no portato al vertice di Cosa no- stra e contemporaneamente an- che al vertice della classifica dei più pericolosi latitanti mafiosi. Un picciotto di rispetto che, a 43 anni, è diventato un capo. Dome- nico Raccuglia, detto «Mimmo» ha finito la sua corsa ieri pomerig- gio, poco dopo le 17,30 quando gli uomini della sezione Catturan- Un'immagine di archivio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il figlio del pentito Santino, di della Squadra Mobile di Paler- mo, insieme ai colleghi del Servi- zio centrale operativo, lo hanno fonte e – anche grazie allo sgretola- tività», ma soprattutto è un perso- finalmente scovato, chiudendo mento del vecchio vertice corleone- naggio vicinissimo al boss trapane- così per sempre la sua latitanza. Il personaggio se, aveva esteso il suo potere in tut- se Matteo Messina Denaro, l’uomo Una caccia lunga, che nelle ulti- Il «veterinario» vicino to il territorio della provincia, ma considerato ormai il po l’arresto di me due settimane ha avuto un’ac- a Giovanni Brusca non solo, il suo ruolo oggi appare Provenzano e quindi dei Lo Picco- celerazione che ha portato gli in- infatti di maggiore livello rispetto lo. -
Preso Il Numero Due Di Cosa Nostra – S.Palazzolo – La Repubblica – 16-11-09
Tradito dalla tv. Nel suo rifugio di Calatafimi, in provincia di Trapani. Nel suo rifugio trovati pizzini e 100mila euro Preso il numero due di Cosa nostra – S.Palazzolo – La Repubblica – 16-11-09 Raccuglia era latitante dal 1996 PALERMO - Domenico Raccuglia, il padrino che ha ereditato i segreti finanziari di Bernardo Provenzano, si nascondeva in una stanza al buio di una vecchia palazzina a 4 piani di Calatafimi, provincia di Trapani. Ma non rinunciava ai talk-show della domenica. La televisione ha tradito il boss che polizia e carabinieri cercavano dal 1996, da quando faceva da carceriere, per ordine di Giovanni Brusca, al figlio tredicenne del pentito Santino Di Matteo. Per giorni quella palazzina di Calatafimi era apparsa disabitata ai poliziotti della Catturandi della squadra mobile di Palermo e ai colleghi del Servizio centrale operativo. Eppure, le indagini portavano tutte lì, in via del Cabbasino 20. Ieri pomeriggio, poco dopo le 17, i padroni di casa sono entrati e usciti velocemente. Poi, di nuovo tutto buio. Qualche attimo dopo, un televisore si è acceso al quarto piano. Ed è stata la conferma attesa da giorni. Il blitz è scattato mezz'ora dopo, quando da Palermo è arrivato il via libera del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dei sostituti Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene. Mimmo Raccuglia ha lanciato uno zaino dalla finestra, ha impugnato il revolver e ha tentato una fuga sui tetti, ma non ha avuto scampo. Al suo arrivo in questura è stato accolto dagli slogan antimafia dei giovani di Addiopizzo. È finita così la latitanza del boss che il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso definisce "il numero due, per peso criminale, nella lista dei ricercati di Cosa nostra, dopo Matteo Messina Denaro". -
Cosa Nostra: Lobby O Partito ?
COSA NOSTRA: LOBBY O PARTITO ? Ideali e convenienze. Francesco Campanella è conosciuto come l’uomo che mise il timbro sulla falsa carta di identità con cui Provenzano affrontò il viaggio per Marsiglia. Ma quella immagine è riduttiva. La sua storia esprime un metodo politico, un sistema di rapporti d’affari, un costume nella gestione della res publica. La sua storia permette di comprendere come possono intersecarsi agire politico e agire mafioso; quale sia il contenuto delle richieste che Cosa Nostra formula ad politico che si muove nella sua orbita. Lo confessa lui stesso ai giudici142. Non ha mai partecipato a riti di affiliazione, “punciute”, presentazioni formali. Cosa Nostra, però, la conosce bene, l’ha servita, l’ha sostenuta. Cosa Nostra lo ha condizionato fin da quando era ragazzo. Di quella organizzazione è in grado di indicare uomini, strategie, investimenti, debolezze. Molte informazioni le ha assunte stando vicino a Nicola Mandalà, suo compaesano di Villabate, diventato “uomo d’onore” per volontà di Francesco Pastoia, uno della ristretta cerchia dei boss che dalla fine degli anni novanta risponde direttamente a Bernardo Provenzano. Una amicizia, quella con Mandalà, che nasce dalla regia occulta dei “padrini” dietro le elezioni della amministrazione 142 Cfr. esame Francesco Campanella innanzi al giudice dell’abbreviato, udienza 30 ottobre 2007; interrogatori innanzi al Pm del 19.9.2005; 23.10.2005, 19.10.2005. 292 comunale. Una amicizia che si consolida con gli interessi della famiglia mafiosa di Villabate nel settore del gioco d’azzardo e del traffico della droga, negli investimenti della grande distribuzione organizzata143. Ha solo diciotto anni e già è molto attivo sulla scena politica di Villabate, una roccaforte della mafia di circa ventimila abitanti. -
Per La Sicilia Gli Imprenditori Calabria 12% Italiani Nei Settori
DOMENICA 11 NOVEMBRE 2007 LA SICILIA [ LA LOTTA ALLA MAFIA ] il FATTO .5 La gioia. «Entrare in questo teatro - ha Il pianto. Damiano Greco, commer- Il «mea culpa» . Ivan Lo Bello: «Chie- detto la vedova di Libero Grassi, Pina Maisa- ciante del Borgo Vecchio, scoppia a piange- do scusa alla signora Grassi per i fatti del no - è stata un’emozione grandissima. Spera- re per l’emozione quando Tano Grasso lo ci- ’91, una pagina buia nella storia del mondo vo di trovare tanta gente, ma non ci credevo» ta come esempio di ribellione alla mafia industriale per dei silenzi imperdonabili» La mappa del racket I dati dello studio Confcommercio-Gfk Eurisko Gioia, lacrime, mille mani al cielo "La mappa della criminalità regione per regione" Campania 30% Puglia 22% 8% Sicilia 15% Basilicata 12% un «Libero futuro» per la Sicilia Gli imprenditori Calabria 12% italiani nei settori ... del turismo, Umbria 2% del commercio Marche 2% Palermo volta pagina, una associazione antiracket 16 anni dopo Grassi e dei servizi vittime del racket Trentino 2% Friuli 2% DANIELE DITTA LA LETTERA MANALISIM PALERMO. Mille e più mani alzate in se- Campania 30% gno vittoria, lo stesso gesto che fece Da- «Aiutatemi: mio papà paga il pizzo Basilicata 24% vide Grassi, figlio dell’imprenditore Libe- 11% Calabria 24% ro, mentre portava in spalla il feretro La Sicilia Puglia 19% del padre, ucciso dalla mafia il 29 agosto è onesto ma ha paura di restare solo» Sicilia 17% 1991 per essersi ribellato al pizzo. Sedi- Gli imprenditori ... reagisce ci anni fa era il gesto di una sola persona, che hanno avuto ieri quello della folla accorsa al teatro Sono la figlia di un imprenditore palermitano e lavoro esperienza indiretta Trentino 6% Biondo per il battesimo di «Libero futu- con lui. -
Mafia E Politica Ad Alcamo
lasiciliaweb http://www.lasiciliaweb.it/stampa.php?id=12406 STAMPA | CHIUDI Cronaca Mafia e politica ad Alcamo Undici ordinanze di custodia cautelare e dieci avvisi di garanzia, tra gli indagati Vito Turano, ex sindaco e padre del presidente della Provincia. Arrestati anche il reggente della cosca Ignazio Melodia e un'avvocatessa che sarebbe coinvolta negli affari del clan. Divieto di dimora per un consigliere comunale dell'Udc, sequestrata una ditta di calcestruzzi che avrebbe conquistato il monopolio illecitamente TRAPANI - I carabinieri e la polizia hanno eseguito undici ordinanze di custodia cautelare nell'ambito di un'indagine sulle cosche mafiose del Trapanese, guidate da Ignazio Melodia, che risulta tra le persone arrestate. L'attività, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, riguarda complessivamente 21 persone, ritenute affiliate alla cosca mafiosa di Alcamo che avrebbero avuto collegamenti con la politica locale. Tra i reati contestati agli indagati, oltre all'associazione mafiosa, anche numerose estorsioni commesse sul territorio di Alcamo tra il 2006 e il 2008. Oltre agli 11 arrestati, gli investigatori hanno notificato anche 10 avvisi di garanzia. Perquisizioni sono in corso. Tra gli indagati c'è anche Vito Turano, padre dell'attuale presidente della Provincia di Trapani Mimmo Turano, segretario provinciale dell'Udc. Vito Turano, per anni sindaco democristiano di Alcamo (Trapani) è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Finito sotto inchiesta anni fa, in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti che avevano parlato dei suoi rapporto con le cosche, la sua posizione era stata archiviata. Un provvedimento del gip è stato notificato anche al consigliere provinciale dell'Udc, Pietro Pellerito, al quale è stato imposto il divieto di dimora ad Alcamo. -
L'eredità Di Falcone E Borsellino
L’EREDITÀ DI FALCONE E BORSELLINO INDICE PREFAZIONE 7 1. PIAZZA MAGIONE 8 2. MAGISTRATI PER SCELTA 18 3. LA NASCITA DEL POOL 28 4. MI CHIAMO BUSCETTA 38 5. IL MAXIPROCESSO 48 6. I PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA 58 7. IL PALAZZO DEI VELENI 68 8. LE PROVE NEI CASSETTI 78 9. DA PALERMO A ROMA 88 10. L’ATTENTATUNI DI CAPACI 98 11. VIA D’AMELIO, LA STRAGE ANNUNCIATA 108 12. NON LI AVETE UCCISI 118 13. L’EREDITÀ DI FALCONE E BORSELLINO 128 COLOPHON 138 PREFAZIONE La vita di due magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino raccontata at- traverso immagini che rappresentano, nel bene e nel male, anche alcuni passaggi cruciali della storia del nostro Paese. Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’ANSA a realizzare la mostra fotograficaFalcone e Borsellino, vent’anni dopo, che ha come sottotitolo la scritta comparsa su uno dei lenzuoli bianchi esposti a Palermo subito dopo le stragi e che sintetizza la ribellione della città: “Non li ave- te uccisi: le loro idee cammineranno sulle nostre gambe”. Le foto, tratte dall’archivio dell’ANSA ma anche dagli album privati di famiglia, ri- costruiscono le vicende umane e professionali dei due magistrati antimafia legati da un destino comune fin dall’infanzia negli anni del dopoguerra alla Magione, uno dei quartieri del centro storico di Palermo. La mostra si dipana attraverso una serie di capitoli che ripercorrono le vicende salienti della lotta a Cosa Nostra: la nascita del pool; il pentimento di Tommaso Buscetta; il maxiprocesso; la stagione dei veleni; la polemica sui professionisti dell’antimafia e quella sulle prove nei cassetti; la nomina di Borsellino alla Procura di Marsala e quella di Falcone al Dipartimento degli affari penali a Roma. -
«Mafiasconfitta? No, Anche Se Ora a Guidarla Ci Sono Le Terze Linee»
24 Italia GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2010 Foto Ansa SAVERIO LODATO Gli scenari PALERMO [email protected] «Quando arresteremo fra i Procuratori più taci- anche Giuseppe Falsone turni d’Italia. Mai anda- e Gerlandino Messina to in un salotto TV, re- È stio alla dietrologia, al- della vecchia mafia lergico ad ogni retorica resterà ben poca cosa» - tentazione irrefrenabile in certi ambienti antimafia - , attratto più dalla contabilità dei risultati che La nuova economia dalle parole; insomma: dai consun- «Cosa Nostra è in continua tivi, più che da proclami passegge- ri. Il minimo che si possa dire di mutazione. Ora spostano Francesco Messineo, 63 anni, ma- i loro interessi verso attività gistrato da 40, procuratore a Paler- mo, una di quelle poltrone che come le strutture turistiche non sono mai state un sofà per nes- e la grande distribuzione» suno e che occupa dal 2006, è che è un magistrato a sangue freddo. Cosa Nostra è stata ormai sconfitta? Sottola sua direzione è toccato ai Lo Pic- «Non parlerei di sconfitta, che resta colo, a Domenico Raccuglia, a Giovanni ancora un obbiettivo finale ma non Nicchi. E Matteo Messina Denaro? è realtà. È fortemente indebolita e «Quando sono arrivato a Palermo in grave difficoltà. Credo sia impor- operavano i grandi latitanti da lei ri- tante valutare realisticamente la cordati. Oggi, nel territorio di Paler- condizione attuale di Cosa Nostra mo, non vi è più alcun latitante di spic- perché sottovalutare o, all’inverso, co, dato che Giovanni Motisi, latitan- enfatizzare l’avversario, sono errori te da dieci anni, non è certo che sia speculari che non dobbiamo com- vivo. -
RESOCONTO STENOGRAFICO N. 92 EDIZIONE PROVVISORIA
SENATO DELLA REPUBBLICA - CAMERA DEI DEPUTATI XVI LEGISLATURA RESOCONTO STENOGRAFICO n. 92 EDIZIONE PROVVISORIA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE SEGUITO DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI RELAZIONE SULLA PRIMA FASE DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE CON PARTICOLARE RIGUARDO AL CONDIZIONAMENTO DELLE MAFIE SULL'ECONOMIA, SULLA SOCIETÀ E SULLE ISTITUZIONI DEL MEZZOGIORNO SEGUITO DELL'AUDIZIONE DEL DIRETTORE DELL'AGENZIA NAZIONALE PER I BENI SEQUESTRATI E CONFISCATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA,Esame di proposte DOTTOR del GIUSEPPEComitato CARUSORegime degli atti DIBATTITOEsame di SULLEproposte COMUNICAZIONI del Comitato Regime DEL PRESIDENTE degli atti SULLO STATO DELLE INDAGINI SULLE STRAGI DI MAFIA DEGLI ANNI 1992-1993 a 94 seduta: mercoledì 25 gennaio 2012 Presidenza del Presidente Giuseppe PISANU Commissione parlamentare di inchiesta sul fenome no della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 25.1.2012 EDIZIONE PROVVISORIA I N D I C E Seguito dell'esame della proposta di Relazione sulla prima fase dei lavori della Commissione con particolare riguardo al condizionamento delle mafie sull'economia, sulla società e sulle istituzioni del Mezzogiorno Seguito dell'audizione del direttore dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, dottor Giuseppe Caruso Dibattito sulle comunicazioni del Presidente sullo stato delle indagini sulle stragi di mafia degli anni 1992-1993 Emendamento alla proposta di Relazione sulla prima fase dei lavori della Commissione con particolare riguardo al condizionamento delle mafie sull'economia, sulla società e sulle istituzioni del Mezzogiorno 2 Commissione parlamentare di inchiesta sul fenome no della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 25.1.2012 EDIZIONE PROVVISORIA Interviene il direttore dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, dottor Giuseppe Caruso.