75 E La Mafia Sai Fa Male
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Processo Mori, Parla Spatuzza "Graviano Ordinò Strage Carabinieri"
Mafia Processo Mori, parla Spatuzza "Graviano ordinò strage carabinieri" Venerdì 05 Ottobre 2012 - 13:23 di Andrea Cottone Gaspare Spatuzza ricostruisce la fasi del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma del gennaio 1994 che aveva come bersaglio i carabinieri. Ma il pentito non è in grado di spiegare se si trattasse di una ritorsione a causa di un "patto" con la mafia non rispettato. PALERMO - L'obiettivo era uccidere carabinieri, "ma non tre o quattro, almeno cento, centocinquanta". Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ordinava, il manovale Gaspare Spatuzza eseguiva, come avvenuto nel gennaio del 1994 nel fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma. Ma Spatuzza - che ha deposto oggi al processo di Palermo all'ex generale dei carabinieri Mario Mori per favoreggiamento aggravato - non è in grado di ricostruire il movente di quell'attentato. Alla specifica domanda del pm Nino Di Matteo se fosse a conoscenza che la strage di carabinieri era un atto di ritorsione, di "vendetta" per un patto non rispettato, il collaboratore di giustizia ha candidamente ammesso di non saperlo e inquadra l'atto all'interno della generale strategia terroristica portata avanti dalla cosca di Brancaccio. Gaspare Spatuzza , collegato in teleconferenza, ripreso di spalle con un cappello da pescatore in testa, ha iniziato la sua testimonianza ribadendo il suo pentimento, la sua decisione di sposare la legalità ma non rinnegando l'amicizia con Filippo e Giuseppe Graviano con cui, dice, "siamo cresciuti assieme". Poi ha passato in rassegna il ruolo avuto nelle cosiddette stragi in continente del 1993. Fino alla riunione di Campofelice di Roccella, comune del Palermitano, di fine '93, e quella frase pronunciata con voce tremante: "A noi queste morti non ci appartengono". -
Cronaca Il Ritratto
Ultimo aggiornamento lunedi 05.11.2007 ore 17.34 CRONACA IL RITRATTO . Salvatore Lo Piccolo, diventato nuovo signore di Palermo Da killer di borgata a uomo di fiducia dei due padrini di Cosa Nostra Una "carriera" con Riina e Provenzano e il patto di ferro con i boss americani di ENRICO BELLAVIA La foto segnaletica di salvatore Lo Piccolo PALERMO - L'ultimo colpo al clan era stato il sequestro della più grande sala bingo a sud della città. Anche quella era di Salvatore Lo Piccolo, lontana chilometri dal suo territorio, prova tangibile di quanto fosse ormai esteso il suo dominio sulle attività economiche dell'intera Palermo: dall'edilizia ai supermercati. Cresciuto a Partanna, alla corte di Rosario Riccobono, il padrino che trescava con la politica e con le forze dell'ordine, caduto sotto l'era dei Corleonesi, Lo Piccolo è stato per anni considerato poco più di un killer di borgata. Nel silenzio delle armi, in realtà, la sua stella è cresciuta. Dalla sua aveva a disposizione un serbatoio inesauribile di manodopera. Attingeva tra i casermoni dello Zen dove ha avuto la propria roccaforte. Lì custodiva le armi e la droga e i mezzi per le azioni che pure in questi anni sono state compiute. Ha messo la firma su delitti giudicati necessari pure durante la gestione "pacifista" di Provenzano. Servivano a risolvere conflitti, a dirimere controversie, a frenare eventuali pentimenti. Ma servivano soprattutto a consentirgli di avere la strada spianata per la successione a Provenzano. Così Salvatore Lo Piccolo, fedelissimo del superboss, di cui si professava nipote, indicato con il numero 30 nei pizzini cifrati (il 31 era il figlio Sandro), si è ritagliato spazi sempre maggiori. -
Anziani Nel Mirino Il Patto Sui Privilegi Della Casta Vito Lo Monaco
Settimanale di politica, cultura ed economia realizzato dal Centro di Studi e iniziative culturali “Pio La Torre” - Onlus. Anno 6 - Numero 34 - Palermo 24 settembre 2012 ISSN 2036-4865 Anziani nel mirino Il patto sui privilegi della casta Vito Lo Monaco li scandali che hanno coinvolto Formigoni e Polverini, per forma di “consociativismo” con imprenditori mafiosi o in odore l’uso “spensierato” del denaro pubblico da parte loro e di mafia? Gdelle loro giunte e consigli regionali, hanno riportato in - come pensano di premiare quegli imprenditori che rifiutano drammatica evidenza il tema caldo della corruzione e dei privilegi ogni contatto con il sistema politico-mafioso? L’adozione di un decisi da giovani classi dirigenti regionali. I privilegi, abbondanti, rating antimafia e di tutte le forme di subappalto è nei loro pro- sono stati accordati con regolari delibere approvate da tutti, com- grammi? presi i gruppi di opposizione. L’uso distorto del denaro pubblico- -monitoreranno la proliferazione dei centri commerciali, alcuni vacanze e volgari festini da parvenu, ecc..- attiene alla responsa- dei quali si sono rivelati lavanderie del denaro sporco di mafia? bilità individuale. Essi, comunque, sono segnali chiari di un abbas- Adotteranno misure di sostegno e di protezione delle imprese samento di una soglia etica che riguarda tutti, sono i guasti della commerciali sospinte da questa proliferazione e dalla crisi eco- “cultura” del bunga bunga e di quell’esasperato individualismo che nomica nelle grinfie dell’usura e della mafia? pretende di giustificare ogni comportamento in nome di una pre- Lo scudo fiscale, la crisi economica e finanziaria, la stretta cre- sunta libertà. -
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UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No. C05761507 Date: 06/30/2015 RELEASE IN PART B6 From: H <[email protected]> Sent: Tuesday, December 15, 2009 12:25 PM To: '[email protected]' Subject: Fw: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid Attachments: hrc memo berlusconi 121509.docx Pls print. Original Message From: sbwhoeop To: H Sent: Tue Dec 15 10:43:11 2009 Subject: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid CONFIDENTIAL December 15, 2009 For: Hillary From: Sid Re: The Berlusconi assault 1. The physical attack on Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is a major political event in Italy and Europe. His assailant is a mentally disturbed man without a political agenda who has been in and out of psychiatric care since he was 18 years old. Nonetheless, the assault has significant repercussions. It has generated sympathy for Berlusconi as a victim—he has been obviously injured, lost two teeth and a pint of blood, and doctors will keep him in the hospital for perhaps a week for observation. The attack comes as Berlusconi was beginning to lose political footing, having lost his legal immunity. One court inquiry is turning up evidence of his links to the Mafia while another is examining his role in the bribery case of British lawyer David Mills. Berlusconi's government and party have used the attack as a way to turn the sudden sympathy for him to his advantage, claiming that his opponents have sown a climate of "hate." Through demogogic appeals they are attempting to discredit and rebuff the legal proceedings against him and undermine the investigative press. -
Le Mani Della Criminalità Sulle Imprese, 2011
Le mani della criminalità sulle imprese XIII Rapporto di Sos Impresa Aliberti Editore SosImpresa.indd 5 09/11/11 12:18 © 2011 Aliberti editore Tutti i diritti riservati Sede legale: Via dei Cappuccini, 27 - 00187 Roma Sede operativa: Via Meuccio Ruini, 74 - 42124 Reggio Emilia Tel. 0522 272494 Fax 0522 272250 - Ufficio Stampa 329 4293200 Aliberti sul web: www.alibertieditore.it blog.alibertieditore.it [email protected] SosImpresa.indd 6 09/11/11 12:18 A Libero Grassi, nel ventennale della scomparsa SosImpresa.indd 7 09/11/11 12:18 SosImpresa.indd 8 09/11/11 12:18 Il Rapporto di Sos Impresa Le mani della criminalità sulle imprese è frutto di numerosi apporti e collaborazioni senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Un ringraziamento particolare va a Danila Bellino, Laura Galesi, Massi- mo Giordano, Nino Marcianò, Marcello Ravveduto, Valeria Scafetta e Ga- briella Sensi. I testi sono di Lino Busà e Bianca La Rocca. I dati che forniamo sono nostre elaborazioni sulla base delle statistiche Istat, delle rilevazioni fornite dal Ministero dell’Interno, dei sondaggi condotti da Swg per Confesercenti, delle ricerche del Centro Studi TEMI e delle numerose informazioni e testimo- nianze raccolte da Sos Impresa. Il Rapporto come sempre contiene molti nomi di persone, aziende, luo- ghi. Nomi presenti nelle inchieste giudiziarie, nelle relazioni degli organismi antimafia e delle Forze dell’ordine, nelle cronache giornalistiche. Per tutti coloro che sono chiamati in causa, eccezion fatta per quelli condannati in via definitiva, valgono la presunzione d’innocenza e le garanzie individuali costituzionalmente garantite. 9 SosImpresa.indd 9 09/11/11 12:18 Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia Quali sono le ragioni dell’inaudita potenza di alcuni? Dov’è la forza che assicura l’impunità ai loro delitti? Si chiede se sono costituiti in associazio- ni, se hanno statuti, pene per punire i membri traditori: tutti rispondono che lo ignorano, molti che non lo credono. -
Giuseppe Montalto
Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato. -
Schifani Renato Giuseppe (FI) Anagrafe Nato a Palermo L'11
Schifani Renato Giuseppe (FI) Anagrafe Nato a Palermo l’11 maggio 1950. Curriculum Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006). Soprannome Fronte del Riporto. Segni particolari Porta il suo nome, e quello del senatore dell’Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le «cinque alte cariche dello Stato» (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L’ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani «il principe del Foro del recupero crediti», anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni Novanta il piano regolatore di Villabate, strumento di programmazione fondamentale in funzione del centro commerciale che si voleva realizzare e attorno al quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici, sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con La Loggia. L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione dell’incarico ad un loro progettista di fiducia, l’ingegner Guzzardo, e l’incarico di esperto del sindaco in materia urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di urbanistica. -
Senato Della Repubblica - 225 - Camera Dei Deputati
Senato della Repubblica - 225 - Camera dei deputati XIV LEGISLATURA - DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI prende, dalla viva voce del Lo Giudice e di suoi sodali, essere stata frutto di una vasta operazione di corruttela, emerge con chiarezza il ruolo di «Cosa nostra», considerato il ruolo di garante svolto nella vicenda da Ca- logero Russello, già coinvolto con il figlio ed il nipote nell'operazione «Appalti liberi» sul condizionamento mafioso dei lavori pubblici, ora ar- restato e poi condannato in primo grado per associazione mafiosa, oltre che titolare di un noto albergo agrigentino. Cosa nostra agrigentina, come anticipato, riesce ad esprimere la sua forza anche nella determinazione di candidature ed appoggi politici: aspetto gravissimo, destabilizzante ed eversivo che emerge con chiarezza sempre dalle indagini denominate, con felice richiamo storico, «Alta Mafia». Ficarra Vincenzo, arrestato per associazione mafiosa nella medesima operazione, convoca nella sua abitazione il 7 aprile 2001, l'allora asses- sore regionale ai lavori pubblici Lo Giudice Vincenzo e Manganare Ca- taldo, candidato alle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati nelle liste di «Democrazia europea», ed ex sindaco di Canicattì. La prima conversazione, nella quale si menziona la necessità di inter- venire per risolvere quel contrasto, è quella tra Ficarra Vincenzo ed il fi- glio Diego (anche lui tratto in arresto il 29 marzo 2004 perché gravemente indiziato del delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale), intercet- tata il 29 novembre 2000 all'interno dell'autovettura Mercedes in uso al primo. Si apprende allora che, per organizzare l'incontro tra i due uomini politici, Ficarra Vincenzo si era rivolto a Parla Angelo (soggetto stretta- mente legato a Lo Giudice Vincenzo) e che il Lo Giudice aveva già ma- nifestato la propria disponibilità ad incontrare il «rivale». -
LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio. -
RIINA Salvatore, Nato in Corleone (PA) N 16.11.1930 ~ DETENUTO-PRESENTE
',r.' R.G.Sent. nr.4/2002 del 28.03.2002 REPUBBLICA ITALIANA Nr.1771 /97 R.G.N.RP.M. D.D.A PA Nr.1703j98 RG. GIP PA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Nr.12/2000 R.G.Ass.TP Estensori: ". LA CORTE D'ASSISE DI TRAPANI Dr. Vincenzo PANTALEO 1 I I - Sezione II - Dr. Alessandra CAMASSA i ! composta dai Signori: Dott. VINCENZO PANTALEO Presidente Dott. ALESSANDRA CAMASSA Giudice a latere ILCAN~C~~~~~~Maj;PJ I // i Sig. MARRONE GIOACCHINO Giudice popolare ., Sig. ARENA GIOVANNI " " MOTIVAZIONE CO·.Jo.u=à"j J i'7 Sig. FODERA' GIACOMO " " I I Sig. ZICHICHI ANNA SABRINA " " Visto Proc. Gen.le Pa i Sig. CONTICELLO ANGELA " " 22·/"1' €Il.- Sig. TARTAMELLA SAVERIO " " Impugnazioni : con l'intervento del Pubblico Ministero Dott. Roberto fJdv: e, &&e-b. ~ PisciteUo e con l'assistenza del Cancelliere Maurizio p..~ 6fA.~ 0"w: c i La Cara, alla puhbrlca udienza del 28.03.2002, ha Ilh'V 2, ~ emesso la seguente Redattaje schedaje . per il casellario il --1?;L~;t~~------ SENTENZA Campione~ 7GZ!D) puj# ff) contro Rep. ~ RIINA Salvatore, nato in Corleone (PA) n 16.11.1930 ~ DETENUTO-PRESENTE IMPUTATO a} del reato di cui agli artt.11 O, 112 n.1, 575, 577 n.3 c.p. per avere, in concorso con Virga Vincenzo ( separatamente giudicato) in qualità di mandanti e con ignoti, agendo con premeditazione, cagionato la morte di Giacomellt Alberto, all'indirizzo del quale venivano esplosi tre colpi di rivoltella che lo attingevano in varie parti del corpo provocandone il decesso; b} del reato di cui agli artt.110, 112,61 n.2, 81 cpv. -
Processo Lima
CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv. -
Ultimora 24 Ore Su 24
ultim'ora Page 1 of 10 L'INFORMATORE DI SICILIA - GIORNALE D'INFORMAZIONE INDIPENDENTE - FONDATO E DIRETTO DA IGNAZIO LA PERA - PER CONTATTARE LA REDAZIONE SCRIVETE A : [email protected] ULTIMORA 24 ORE SU 24 ULTIMORA Notizie ultimora CC bloccano corsa clandestina cavalli, 7 2/4/2012 denunciati, multe 20 mila€ LAV : NON ultimo aggiornamento 2/4/2012 Notizie ultimora Editoriale Nicolosi - CC bloccano corsa clandestina cavalli, 7 denunciati, multe 20 ABBANDONARLI Aiutiamo Salvo Barbagallo di Ignazio La Pera Frantumazione area €uro REGIONE Catania – Droga da Palermo a CATANIA piazza Teatro Massimo, presi 2 tunisini . Agenti della Squadra PALERMO Mobile, lo scorso 28 marzo, MESSINA avevano arrestato Marouan BALHOUANE 18enne e posto in SIRACUSA mila€. stato di fermo Tahar JAOUADI ACIREALE I Carabinieri della Stazione di Nicolosi hanno denunciato il già noto Mirko Pompeo CASESA , 18enne, entrambi di nazionalità AUGUSTA 28enne, S.A ., 41enne, D.G ., 31enne, A.R ., 42enne, D.M ., 36enne, V.C ., 40enne, e Z.R ., tunisina, per detenzione ai fini di 32enne, per maltrattamento di animali, competizione ippica non autorizzata ed interruzione di spaccio di hashish in concorso tra LENTINI un pubblico servizio. L’intervento è stato organizzato a seguito delle numerose segnalazioni dei loro. Gli Agenti dell’”Antidroga”, CARLENTINI cittadini di Nicolosi che in alcune mattine dell’anno si trovano a dover fronteggiare avevano appreso che i due extracomunitari avevano avviato TAORMINA l’occupazione delle strade utilizzate dagli organizzatori delle corse ippiche. Le competizioni creano pericolo sia per i fantini ed i cavalli che per gli spettatori e la gente comune coinvolta, un’attività di spaccio all’interno RUBRICHE dal nulla, in una mezz’ora di assoluta confusione.