Lazar, Irena, Aleksander Panjek in Jonatan Vinkler. Ur. 2020. Mikro In
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Nuove tendenze della letteratura italiana in Istria Nives Zudič Antonič UP FHŠ, Oddelek za italijanistiko in Inštitut za medkulturne študije [email protected] Introduzione La produzione letteraria degli autori italiani dell’Istria e di Fiume si è sem- pre caratterizzata per ricchezza e vivacità, dovute all’eclettismo dei pro- tagonisti, ai diversi interessi da essi manifestati e alle tematiche trattate. Difatti, la marginalità geografica della regione nel corso dei secoli si è ri- velata tutto sommato un punto di forza, piuttosto che un ostacolo, perché, se da un lato ha fatto arrivare in loco, a rilento, interessanti stimoli cultu- rali, dall’altro, però, proprio in seguito a questo fatto, ha incrementato una fitta rete di rapporti con i paesi con i quali gli istriani si trovavano natu- ralmente a dialogare. Così, dunque, si sono intensificati i contatti con la Repubblica di Venezia, con l’Impero asburgico e con i maggiori centri di irradiazione letteraria. Man mano che le ragioni storiche e, conseguente- mente, economiche lo esigono, la sostanziale tranquillità viene sovvertita e si crea un ambiente di grande dinamicità che investe più settori della vita letteraria. Tra i nomi di spicco possono venir citati Pier Paolo Vergerio il Vecchio (1370-1444) e il Giovane (1498-1565), Girolamo Muzio (1496-1576), Gian Rinaldo Carli (1720-1795), Pasquale Besenghi degli Ughi (1797-1849), Michele Facchinetti (1812-1852), Giuseppe Picciola (1859-1912) e Giovanni Quarantotto (1881-1977) che davano alla letteratura e alla cultura di queste terre una condizione di privilegio, come spiega Tomizza citando un passo dal suo romanzo Il male viene dal Nord (1984):1 1 Il romanzo rappresenta la parabola della vita del capodistriano Pier Paolo Vergerio il Giovane, giurista, nunzio, e vescovo riformatore del XVI secolo. Questo è il secondo doi: https://doi.org/10.26493/978-961-293-049-3.527-546 527 Questa condizione di privilegio non era certo immotivata, come lo provava quasi ogni angolo di via con le sue ogive, i balconi in marmo, le inferriate, gli stemmi, i busti, le decorazioni geometri- che e quelle allegoriche, le mille iscrizioni, che raggiungevano l’e- spressione più alta nella piazza del Duomo, il Palazzo Pretorio e la Loggia. Né la cittadinanza aveva mostrato di demeritarla; altre scritte in- dicavano aver essa dato all’Istria e all’Europa ingegni notevoli in ogni campo, da Vittore Carpaccio del quale conservava la casa na- tale, all’umanista Pier Paolo Vergerio il Vecchio, da Andrea Divo traduttore latino dei poemi omerici studiati fin alla Sorbona, al poeta Muzio il cui trattato sul duello è citato nel capolavoro del Manzoni, all’economista Gian Rinaldo Carli del gruppo degli il- luministi di Milano, al medico Santorio inventore col Galilei del termometro e il primo ad applicarlo sull’uomo; per tacere degli stampatori, navigatori, santi, commercianti, uomini d’arme di- stintisi a Lepanto, di quel conte di Capodistria presidente della prima repubblica greca, e infine del fitto elenco dei martiri del- la Grande guerra, dal quale emerge la figura di Nazario Sauro (Tomizza 1984, 11). Nel corso del Novecento a scrittori e poeti locali si sono affiancati -al tri che hanno scelto la regione istriano-quarnerina come patria d’elezione e hanno testimoniato con le loro opere la continuità di una tradizione lette- raria sana e vigorosa. A questi si è poi affiancata una nuova generazione di autori che si sono affermati negli ultimi decenni. Pertanto in questo articolo, partendo da una presentazione generale dello sviluppo della letteratura italiana in Istria e nel Quarnero, si cercherà di illustrare soprattutto le caratteristiche di questa letteratura negli ultimi anni per concludere con una presentazione di alcune specificità che si sono verificate negli anni più recenti riguardo a plurilinguismo letterario e mul- ticulturalità dei letterati italiani dell’Istria. romanzo storico di Tomizza. La struttura del romanzo è molto originale: nella prima parte del libro lo scrittore presenta una sintesi di tutta la propria esperienza biografi- ca, culturale e di scrittura precedente; nella seconda parte, invece, presenta il ritrat- to nuovo di Pier Paolo Vergerio il Giovane, personaggio scomodo della storia euro- pea del Rinascimento, che si era adoperato dapprima per la riforma cattolica e quin- di, accusato di eresia e scomunicato, aveva avuto un ruolo notevole nella diffusione del protestantesimo. 528 nuove tendenze della letteratura italiana in istria 1. Quadro storico della letteratura italiana in Istria Dal Duecento alla prima metà del Novecento la storia della letteratura ita- liana in Istria coincide con quella del resto d’Italia. Per quanto riguarda il secondo periodo del Novecento, invece, la situazione cambia: Bruno Maier, nella sua Letteratura italiana dell’Istria dalle origini al Novecento (Maier 1996), divide il Novecento in due periodi principali in cui il primo può es- sere definito come il periodo fra le due guerre mentre il secondo si realiz- za dopo il 1945. Il primo periodo, che inizia dopo la fine della prima guerra mondiale, si estende dal 1919 al 1945 e coincide con il passaggio da un lato dell’Istria (o dell’intera Venezia Giulia) all’Italia dominata da Mussolini e dal regime fascista (1922-1943), dall’altro dell’Adriatisches Küstenland,2 alla Germania nazista (1943-45). In questo periodo la letteratura istriana si unisce e si con- fonde con quella italiana; di questo periodo possiamo ricordare alcuni nuo- vi autori come la poetessa Lina Galli (Parenzo 1899 - Trieste 1993) e il nar- ratore Pier Antonio Quarantotti Gambini (Pisino 1910 - Venezia 1965), ai quali si potrebbe aggiungere lo scrittore fiumano Enrico Morovich (Sussak 1907 - Rapallo 1994) (Maier 1996; Zudič Antonič 2014). Il secondo periodo si situa tra la fine della seconda guerra mondia- le, e più precisamente tra la firma del trattato di pace di Parigi (1947) e il Memorandum d’intesa di Londra fra l’Italia e la Jugoslavia (1954), ratifi- cato nel 1975 dal trattato di Osimo, e il nostro tempo. Questo periodo, che segnerà profondamente e fisicamente la letteratura dell’Istria, è contras- segnato dal sorgere e dallo svilupparsi di due nuove letterature parallele ep- pur diverse, unite eppur divise. Da un lato del confine si sviluppa la cosiddetta “letteratura dell’esodo”, a volte definita triestina, rappresentata dagli autori che, residenti in Istria sino al ’45 o al ’54, si sono allontanati in seguito al passaggio della loro terra alla Jugoslavia e si sono stabiliti o nella vicina Trieste, o in altre città, italia- ne e straniere. Tra questi autori spicca Fulvio Tomizza, il quale, pur avendo optato per l’Italia trasferendosi a Trieste nel ’55, ha però continuato a recar- si, anche per lunghi soggiorni, nella nativa Materada, quasi a sottolineare con il suo itinerario biografico l’incontro, la convivenza e la possibile com- prensione reciproca di etnie e culture differenti, quali quella italiana, quella 2 Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) è una vecchia denominazione di origine austriaca e venne ripresa dalla Germania nazista per indicare il territorio del Friuli - Venezia Giulia e delle province dell’Istria, annesso al Reich. 529 croata e quella slovena (Maier 1996, Milani e Dobran 2010a, Zudič Antonič 2014). Dall’altro lato del confine, nel territorio istro-quarnerino, a quell’epoca territorio jugoslavo, si sviluppa l’altra nuova letteratura, quella “istro-quar- nerina” o “istro-fiumana”. A questa letteratura hanno dato il loro apporto sia i pochi autori rimasti in Istria, sia un certo numero di intellettuali “di sinistra”, giunti dall’Italia per collaborare con la repubblica socialista jugo- slava e con i suoi operatori culturali, ma anche una nuova generazione di autori affermatisi negli ultimi decenni. È quindi lecito riferirsi ad una let- teratura italiana dell’Istria e del Fiumano dalle precise peculiarità tema- tiche e stilistiche, memore sia della tradizione letteraria italiana che della nuova realtà umana e sociale in cui si è inserita: il mondo della città e quel- lo della campagna, la componente contadina e quella marinara e dei pesca- tori, con una conseguente duplice attenzione alla psicologia individuale e alla situazione collettiva e sociale, alla lingua italiana e ai dialetti locali, di tipo istro-veneto o istro-romanzo. Gli esponenti più noti e più apprezza- ti di questa letteratura sono: Osvaldo Ramous (Fiume 1905 - 1981), Lucifero Martini (Firenze 1916 - Fiume 2001), Eligio Zanini (Rovigno 1927 - Pola 1993), Alessandro Damiani (Sant’Andrea Jonio 1928 - Fiume 2015), Giacomo Scotti (Saviano 1928), Mario Schiavato (Quinto di Treviso 1932) e Nelida Milani (Pola 1939) (Maier 1996, Zudič Antonič 2014). Con la caduta dello stato jugoslavo, l’Istria è stata ulteriormente divisa in slovena e croata, ma possiamo affermare che la letteratura italiana dell’I- stria rimane tuttora presente come il prodotto della minoranza e persegue un suo percorso (Milani 2010b, Zudič Antonič 2014). 1.1 Scrittori e poeti della Comunità Nazionale Italiana in Istria a e Fiume La letteratura istro-quarnerina del dopoguerra è una nuova realtà che vede l’attività di storici, critici, saggisti letterari; una letteratura che, come spiega Maier (1996), si è svolta nel tempo attraverso varie fasi. La prima fase, che viene definita avventurosa e pionieristica, si svolge dal ’41 al ’45 ed è in connessione diretta con la lotta popolare di liberazione. Consiste in giornali clandestini, fogli volanti, proclami, si tratta di una let- teratura di battaglia, eroica in certi suoi