TRIMESTRALE DELLA SEZIONE DI GORIZIA DEL CLUB ALPINO ITALIANO, FONDATA NEL 1883

ANNO XLIII - N. 1 - GENNAIO-MARZO 2009 “Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB/Gorizia” In caso di mancato recapito restituire a CAI Gorizia, Via Rossini 13, 34170 Gorizia

Attualità Ripercorrere, rileggere, ricordare. Mai più un Natale in trincea! di GIORGIO CAPORAL

Giulie occidentali – Jôf di Montasio, Buinz, Puartate, Cime Castrein, Jôf Fuart (versante sud).

’invettiva con cui Treves alla fine comunque bisestile, strano. Tenterò di è consentita, guarderò più ai risultati e ai vestono comunque proposte destinate a del 1916 invocava una ormai im - confrontarmi con situazioni del cui evol - potenziali sviluppi che ai mezzi per que - incontrarsi sulle quote e sui sentieri che possibile Pace vuole riassumere vere sono sufficientemente informato, ed sto spesi. conosciamo, si suppone a vantaggio di tutti. Circa l’incontrarsi e agire virtuosa - la riluttanza con cui propongo emotivamente coinvolto. Perplesso an - “Rileggiamo La Grande Guerra” è ad esempio un progetto regionale squisita - mente verso un’estesa frequentazione L che, là dove è stato difficile distinguere oggi, Natale 2008, questa rivisitazione mente culturale, dove “Sentieri di Pace” turistica del territorio, ancor più determi - del trascorso “anno di guerra” goriziano. provenienza e senso di qualche iniziativa (quasi un copyright della ormai maggio - nato appare il piano provinciale “Carso Nelle debite proporzioni, beninteso, e in rispetto ad altre affini, comunque orien - renne e brava associazione volontaria di 2014 +”, proposto come “masterplan” temperie del tutto inconfrontabili se non tate alla riproposta o rievocazione dei Fogliano) si confronta con attività di pro - nella presentazione avvenuta il 25 Mag - per un giorno di pace anomala di un anno trascorsi bellici isontini. Se una sintesi mi mozione turistica; queste e altre etichette gio scorso a Castelnuovo. Anch’esso 2 Alpinismo goriziano - 1/2009 parte dall’interesse che si è manifestato pare necessario registrarle a futura me - che saltano agli occhi nella sovrapposi - lato” è meglio resti una accorata indica - di recente verso la rilettura storica del moria, ma che quanto non è al momento zione ciclopedonale di alcuni sentieri. Ri - zione in un percorso più poetico che di - Carso e la conseguente sua maggior fre - conveniente esporre è meglio venga poi porta essa tracciati “utilizzabili con pre - mostrativo, così come non tutti i sentieri quentazione turistica ma, col suo “più”, “dimenticato” sottoterra. scrizioni”, affidate a una segnaletica possono diventare “ciclopedonali”. alla proposta rievocativa e culturale ag - La fase congressistica e conviviale di puntuale neanche a dirlo già oggetto di Sono pure da evitare improbabili re - giunge un’offerta sinergica di pregi e par - studio è stata tra questi dibattiti superata critiche interpretative ed estetiche! cuperi o scavi velleitari, che servono solo ticolarità del carso nostrano. È un pro - e, in assenza di iniziative diverse, rischia Con un occhio al passato e uno al di - ad alimentare bizzarri mercatini e, tra getto di tipo eclettico, pensato per chi ora di protrarsi con suggestioni comme - venire, la mappa “Museo all’aperto della collezionisti, il discutibile commercio incontrerà il Carso per la sua prima volta morative a suon di convegni fino al 2014, Grande Guerra” che assumo come riferi - amatoriale di residuati. Sempre il buon - e sarà indotto a frequentarlo ancora, col - centenario che per gli ex sudditi impe - mento suggerisce la visita degli ambiti senso e la legge rimproverano al colle - pito dalle suggestioni di una trincea rialregi e per l’Isontino non può purtroppo provinciali di vetta, tipo Colle di Medea, zionismo mercantile di spostare l’atten - aperta sugli altri suoi pregi e singolarità. esser dimenticato. “Plus”, il passo suc - M. Sabotino, Debela Griza ecc.. Siti in - zione dall’uomo protagonista, vittima in Come mai la scoperta turistica di questi cessivo verso la commemorazione dei somma che uniscono alla loro centralità vita dell’oggetto di cui era appesantito, ultimi non sia avvenuta sinora è però im - disastri successivi e finalmente della Vit - rispetto al “campo di battaglia” una ve - sublimando il valore di quest’ultimo oltre putato solo alla mancanza di adeguati toria italiana sarà breve, con appena un ste panoramica, geografica e storica, l’indubbio potere evocativo. Mi sembra servizi più che alla scarsa risonanza di saltino verso un formidabile 2016 (con - unita a caratteristiche per cui essi sono un’osservazione molto acuta: l’ho recu - questi pregi nella cultura turistica quista di Gorizia, poi persa e poi re - da tempo noti e variamente utilizzati an - perata per voi a Trieste, nell’ennesimo odierna, o per lo meno nei carnet degli al - denta!). Finale obbligato con banda, il 4 che al di fuori di intenti museali o com - confronto culturale della passata estate. berghi di Grado. Per come la penso, è novembre 2018, ore 15 a Villa Giusti: tutti memorativi, in particolare per brutti e in - In aggiunta ai parchi tematici così questo il neo della proposta; se c’è sul invitati, amici e nemici, alla festa di pe - gombranti servizi di teletrasmissione. avviati (se Dio vorrà!) restano da trattare Carso Isontino uno sviluppo possibile e tardi e luminarie. La loro trasformazione o sviluppo a i percorsi rievocativi sempre più diffusi: sostenibile, è verso un turismo di nic - Se avete l’impressione che io sia un Parco mono-tematico potrebbe anche qui, per gli stessi motivi e per quelli che chia commercialmente meno appetibile, po’ prevenuto verso le ricorrenze in ge - funzionare e meriterebbe perciò di esser intanto mi vengono a mente, sarebbe a meno di immaginare un Carso affine nere vi assicuro che avete ragione: rico - attentamente calibrata, soprattutto nella meglio limitare allo stretto necessario i alle Fantasyland onnicomprensive e prive nosco però che festeggiare la fine di un futura gestione. Se non altro perché si restauri di sistemazioni belliche. Con la di rischi. conflitto ha una sua dignità, quantomeno sovrappone spesso a “Zone Sacre” che, realtà virtuale della tecnica moderna La scala dei tempi pensata nel “2014 scaramantica. Penso anche che da qui al se anche hanno fatto il loro tempo e sono oggi possibili elaborazioni visive +” è di medio periodo e vi si supportano iniziative a vario titolo quali riconver - sioni silvicole e recuperi d’agricoltura ru - rale, naturalizzazioni di zone degradate, l’indispensabile ospitalità diffusa, l’ ac - compagnamento … l’offerta insomma che oggi manca e che consentirebbe “la svolta”. Nel piano si parla apertamente di ecoturismo con la presunzione che que - sto possa, sui modelli alla moda, soste - nere una “filiera corta” e virtuosa in cui la promozione delle risorse locali va di pari passo con l’ attenzione conservativa del Patrimonio Ambientale. In essa il Pae - saggio è insieme punto d’arrivo e di par - tenza: auguri sinceri! Rispetto allo sfrut - tamento brutale tipico dell’economia turistica intensiva, non sarà mai tardi! Altro aspetto dell’estate rievocativa nel novantesimo del 1918 fu la nutrita of - ferta di appuntamenti, quasi settimanali, di mostre e conferenze e presentazioni li - brarie. Incontri di cui resta buon ricordo di qualche esempio memorabile e il rim - pianto delle occasioni perdute nella loro sovrapposizione. In questa fase di av - viamento al centenario del 2014, quanto visto e sentito assume valore maggiore se riversato sul territorio, dove diventa quasi indice o catalogo di quanto ripro - porre in vista di un recupero. È corretto quindi parlare di archeologia di guerra da avviare come si sta facendo con un’a - zione che pretende di esser finanziata e quindi anche soggetta a regole e pro - grammi. Valgono qui i famosi “bandi” per le sovvenzioni in materia, ma soprattutto le leggi di tutela dei reperti della Grande Guerra, regionali e nazionali, con norme che non per caso si rifanno a provvedi - Monte S. Michele. Degrado nella zona monumentale (foto G. Caporal) . menti analoghi rivolti ai celebrati beni ar - cheologici e culturali nazionali. Per chi se la fosse persa, ricordo qui la legge na - bicentenario 2118 chissà chi per noi go - perso lo smalto, rappresentano in sé e di - delle fluide tattiche militari in rapporto al zionale 78/01 che, restando come fa nel drà del bello che in merito sarà stato im - gnitosamente una fase storica conse - terreno, ricostruzioni didattiche da offrire vago, sulla sua attuazione sottende va - postato in questi venti anni di inizio mil - guente alla “trincea risuscitata”. Tra il a complemento del “pacchetto” di per - langhe di buonsenso. Presa alla lettera, è lennio, e forse l’apprezzerà. fare e il non fare, questa mia lettura de - corso in esame. Il tutto presuppone però potenzialmente capace di generare equi - Ma intanto e a nostro vantaggio si gli sviluppi possibili guarda quindi al ri - un ambito museale moderno (aperto e voci e seri inconvenienti a qualsiasi frui - dovrà prima o poi lasciare le conferenze schio di allargare eccessivamente le aree chiuso) che possa gestirle e non l’attuale zione territoriale dal Colovrat al Taglia - e gli studi e cominciare a “far malta”: nel di questo tipo, investendo su restauri in - impresentabile strutturazione vecchia e mento, trascurando qui il contesto nostro rievocativo intento ciò pretende sostenibili al di là della riscoperta pur in - cadente. Non mi pare che questo settore extraregionale del Piave e quello mon - l’individuazione di siti di intervento, fase teressante di un particolare sepolto nel di intervento virtuale sia stato tentato o tano fino allo Stelvio. In questa poca luce che è tuttora al passo incerto di chi non tempo e nel suolo. Vedo il rischio che a proposto, ma importa accennarne per - è però chiaro che l’intervento diretto alla sa bene dove parare. Resta infatti (volu - suon di recuperi contigui si ottenga in ché più avanti dovrò riferire di alcune rivisitazione pubblica (culturale e turi - tamente?) nel vago il concetto di poten - qualche anno un desolato paesaggio di animazioni e rappresentazioni di sugge - stica) dei “resti di guerra” è possibile pur - zialità gestibile, forse perché potenzialità guerra, cui mancano per ora i reticolati. stione teatrale basate su referenze stori - ché conservativo del relativo Patrimonio gestita presuppone una “forza agente” Non che il Carso d’inizio Novecento che, quali vengono presentate in rela - (anche lui!). Qui la discussione verte ine - che alla Provincia e a molti altri manca. fosse rigoglio so, ma se l’esteso pano - zione al territorio di oggi e al tempo di ieri. vitabilmente su quale aspetto partico - Per non girare a vuoto in questa esposi - rama in guerra d’un osservatorio del ’15 Di passo in passo su questi “nuovi” lare dei “nostri” quattro anni di guerra zione sono perciò costretto a riferirmi non è oggi lo stesso di allora, per l’amor percorsi, se si terrà presente che nel vada recuperato, cosa che la legge non alla mappa del Carso Isontino esposta del cielo asteniamoci dal ricrearlo in tempo il Carso in genere ha subito per le sa dire. nel piazzale della Zona Sacra del San tempo di pace! Nella logica diciamo etica più svariate esigenze aggressioni di cui Il ragionamento è stato sviluppato e Michele, tra la “galleria” (chiusa) e le ca - di come salvare i trascorsi militari carsici, conserva danni ingenti (dai collegamenti chi l’ha seguito pensa alla scelta - in Re - sette del Museo (chiuso le feste fino a è ancora un con vegno tra i tanti a pas - viari sommati alle reti interrate e di su - gione - di poche aree di intervento gesti - marzo). La mappa è intitolata Percorsi sarci le consegne, registrando nel cin - perficie, dall’agroindustria intensiva a bili, rispettando il loro stato di fatto in un Didattici, Tematismi e Circuiti, e firmata quantennio delle sue disavventure le pa - quella estrattiva) sarà più facile accet - restauro museale. Nel caso poi di rinve - Interreg (Italia - Slovenia), Regione, Pro - role di un protagonista, di Ungaretti in tare che aree sinora indenni guadagnino nimento di vestigia dei trascorsi bellici, vincia. Credo risponda compiutamente ai visita al San Michele: “ Ecco , il Carso con le provvidenze degli interventi solo di una affinità in più che trovo tra queste e dubbi circa localizzazione e sviluppo dei non è più un inferno, è il verde della spe - migliore accessibilità, pianificando con i beni archeologici sta nel fatto che ap - recuperi, fatte salve alcune stramberie ranza … “. “Valloncello dell’albero iso - ogni cautela il recupero della viabilità Alpinismo goriziano - 1/2009 3

L’impegno civile della nostra asso - ciazione è rivolto dalla sua fondazione alla difesa dell’ambiente naturale dalla banalizzazione consumistica: in vista della miglior accessibilità ai confini in passato la nostra sezione assieme alle locali società affini ha assunto in più ri - prese il ruolo propositivo che le è con - sono (1997, “M.Sabotino e San Valen - tino, una proposta …”, con un documento recepito parzialmente in un convegno del gennaio 2005: CRASG 1999, “Progetto Sabotino” per un re - stauro archeo-turistico dei versanti ita - liani, poi elaborato compiutamente nel 2003). Sarebbe bene che ora si espri - messe, anche da sola se necessario, circa l’azione svolta o prevista sul terri - torio provinciale. Con l’occhio di chi è abituato a più vasti panorami, potrebbe forse anche far presente l’ultimo non marginale rischio di intervento intensivo sul Carso, aspetto particolarmente sot - tolineato dall’esperienza “Sabotino”: la compresenza di piani parimenti orientati in ambiti provinciali e statali da cui l’I - sontino è circondato! Si tratta di conter - mini concorrenziali, visto che il discorso nel suo complesso mi sembra avvitato sul “ritorno” turistico, e in termini di con - correnza potrebbe avvenire che ci si at - tenda troppo dalla fidelizzazione turistica dell’utenza potenziale extra re gio nale. L’errore fatale sarebbe proporre domani la rilettura delle vicende di guerra non come strumento culturale introduttivo al territorio, ma come gadget inflazionato e autoreferenziale. Lo spettacolino d’e - poca deve restare una suggestione a parte, evento che richiede sempre regìe attentissime e un calendario che non va esportato dalle ristrette aree in cui forse può sopravvivere, ove riesca a suggerire una corretta lettura dei luoghi attraverso documenti e testimonianze. Qualcosa di buono s’è visto, e parecchio di patetico, tra cui improbabili comparse in agguato tra gli alberi e manovre in ordine chiuso di attempati raffermati. Ciò potrà forse Carso. catturare per un po’ l’attenzione del turi - sta di bocca buona, curioso una volta per uno spot d’assaggio verso il nulla d’epoca. Ciò, nell’ottica “2014 +”, con - corre alla turnazione delle visite. Spesso l’ha a lungo interdetta, debba continuare che nasconde. Non siamo ancora per figura gli accessi alla Storia, strumento di però si dimentica che, soprattutto in vici - a conservare il ruolo di rifugio faunistico cui potrà validamente e a lungo valersi la nanza dei centri urbani, la fruizione in tutti e botanico che, sia pure in modo inopi - fortuna o forse per saggezza alle rievo - leva dell’accompagnamento col presidio i sensi contemporanea del territorio ri - nato e fortuito, ha per molti anni fornito a cazioni pirotecniche sperimentate altrove e la presentazione del territorio, la visita guarda oggi anche un’estesa utenza lu - maggior salute dell’ambiente tutto. Qual - (Battaglia dell’Ortigara, ore 21, simula - guidata e la segnalazione intelligente. dico-sportiva e altri impensabili alieni, vi - siasi escursionista un po’ smagato ha zione del lancio di granate!) con spetta - L’intelligenza a questo punto esige che sitors motorizzati e no, tendenzialmente del resto possibilità di accedervi e forse tori pateticamente divisi dagli attori da sia verificata collegialmente la sistema - più inclini ad adattare il territorio ai loro di capirla in questo senso, pur che sia uno squallido nastro, a volte tricolore. zione dei sentieri del Carso Isontino, con scopi che viceversa. E purtroppo anche consapevolmente preparato e aiutato da L’errore insomma, la bugia poten - l’eliminazione dei “doppioni” e lo studio amministratori op por tu ni sticamente in - una bibliografia peraltro eccezionalmente ziale e controproducente sta nella ripeti - delle criticità nel loro uso. Anche questo clini a favorire comunque e chiunque vi si ricca per un territorio così limitato. tiva banalizzazione degli itinerari e nella è “ecoturismo” e qui proprio noi accosti, permettendo di fatto la sua di - La ricchezza biotica non manca in - loro spettacolarizzazione circense all’in - avremmo molto da insegnare. sgregazione. vece tra i ranghi antropici, visto che in segna del Vogliamoci Bene, che resta un Augurandoci la massima frequenta - L’impulso alla frequentazione estesa passato (ma lo cito qui solo come scon - valore etico raccomandabile solo quando comporta risanare e attraversare aree giuro) è stato adottato in zone ristrette zione possibile e compatibile , una piani - non ammette finzioni . Con ciò si riporta il ficazione del genere dovrà tener conto degradate ora impenetrabili, integrare e addirittura il diserbo chimico e se è vero discorso nei termini della sostenibilità della necessità di diluire le frequenze di regimare la rete dei sentieri con devia - che qualcuno ha pensato ai fiammiferi morale, e l’assonanza con i parametri di ambiti alquanto ristretti: un problema mai zioni tematiche, fermo restando che è come economico mezzo di penetrazione! ben risolto né in guerra sulle direttrici di compito dell’accompagnamento “prefor - È necessario quindi promuovere an - sostenibilità ambientale ed economica assalto o di sgombero, né in pace nei mato” illustrare le situazioni territoriali, che la tutela e la “certificazione ambien - non è per niente casuale. luoghi archeologici di successo. Nell’ot - anche al di là del loro significato storico. tale”, sia degli operatori che del com - A questo punto il déjà-vu è inevita - tica rievocativa della sofferta conquista Di questi percorsi-visita non mancano portamento dei frequentatori, oltre bile: a prescindere dagli intenti e con al - italiana delle Quote, questa compatibilità esempi recenti, e la loro espansione è ricercare quella dei biotopi degradati del tri modi una “forte” valorizzazione riuscì deve esser pilotata col calendario dei moltiplicata dalla ormai disinvolta ac - Carso guerresco. Chi ha agito bene non per qualche tempo a un passato regime. percorsi visita, agendo sia sulle diverse cessibilità di zone di confine sino a ieri ha motivo di dolersi per queste mie reti - Avvenne dopo l’inevitabile bonifica dei capacità dell’utenza (filtrata dall’offerta precluse. E se pur appassionati studiosi cenze verso malriposte buone intenzioni, campi santi di battaglia, quando si passò organizzativa), che sulla estendibilità le sanno correlare a memorabili date di diabolicamente lusinghiere, e al rilievo dalla Pietà verso i morti per la Patria al evocativa (dall’Ingiusto Confine, alle Vie qualche tragico fatto di guerra, oggi esse verso il danno così procurato a sé e alla vortice retorico che assimilava il Reduce dell’Armata sino al culmine carsico del restano ambiti che è prioritario asservire comunità. Bipartisan col lodevole ma po - mutilato dal nemico alla mutilazione della settembre 1917). Ciò mi sembra anche di al mantenimento della selvatichezza, nel tenzialmente pericoloso intento sponta - Vittoria da parte degli alleati pro tem - gran correttezza espositiva, oltre a evi - rinnovamento naturale della boscaglia neista, si manifesta quasi in controcanto pore. Sostenendo simili ipocriti riscatti tare “in nuce” d’inflazionare eventi in aree carsica residua. È necessario quindi sa - l’incapacità di gestire in modo efficace di sangue mal speso fu così eternata in ristrette in cui un Parco Tematico (di per percepire gli stati ambientali in cui è quanto già esiste e compete, io penso Pace l’indecente bellezza della morte vetta) diventerebbe presto meta degra - lecito intervenire solo con meditati criteri alle Amministrazioni pubbliche, e che è data annessa al parcheggio (P, nella conservativi, difendendoli nel caso con stato trascurato in modo indecente! Ne cruenta e inflazionata per sempre la sua mappa) che rischia di coprirla. una estensione delle rinaturalizzazioni e sento reclamare spesso tra i più coinvolti celebrazione per via evocativa. Perché è È probabile che chi pianifica queste la “messa in sicurezza” di zone contigue e attenti a questi sviluppi a fronte di alla fine di questo che si continuerà co - cose, sperando che esista, pensi ora che degradate. Quel poco di naturalista che esempi diffusi e purtroppo annosi, visibili munque a ragionare, in fondo al Carso mi è scappata la penna. Nessuno auspica sopravvive in me non può esimersi dal addirittura sulla viabilità ordinaria di ac - che ci resterà. per il Carso Isontino la densità di visite pretendere che questa esigua fascia, sot - cesso ai luoghi della memoria che già contate da ben più famosi siti, in cui si ri - tratta finalmente alle restrizioni che ce esistono. 25 Dicembre ‘08 4 Alpinismo goriziano - 1/2009

sempre: «Julius chi?». Adesso il nome di Kugy corre, anche fuori dell’ambito Il bisogno di ricordare alpinistico. Si sa chi è stato Kugy, lassù, come diceva lui. Si sa che ha la - sciato un segno nella letteratura, nella di LUCIANO SANTIN musica, nella vita commerciale (e ma - gari chi riduce le sue conoscenze a questi meri dati di esistenza si sente in difetto). o limits , e per tutti. Una delle as - Villa Coronini, la fitta serie di incontri e quali parlare dei luoghi, e dell’uomo. È In alcuni casi verificati de visu, tra surde parole d’ordine dell’oggi, uscite alpinistiche nel Tarvisiano. E poi stato bello per tutti, con qualche ecce - gli alpinisti e i media, c’è stato quasi un fatte per colpire, attrarre, ven - convegni, concerti, un gran numero di zione, forse, per gli operatori impegnati contraccolpo («Ancora Kugy? Ma dere. È anche a questo mes - pezzi giornalistici e di trasmissioni ra - nelle riprese, neofiti di montagna. basta!»). Però va bene così. Perché è Nsaggio contraddittorio sino al ridicolo, diofoniche e televisive. Dal piccolo bilancio delle uscite, sempre successo che i racconti ripetu - che si può imputare la crisi dell’alpini - Qui, avendo già scritto, e più d’una traggo un paio di ricordi casuale. ti e insistiti dei vecchi suscitassero sa - smo. volta, tutto quanto avevo da dire, vorrei L’apporto di Claudio Magris, sempre zietà e magari noia negli ascoltatori. In passato chi si è avventurato sulle ricordare un piccolo tassello personale. difficilissimo da contattare, ma che per Eppure è su quelli che si sono formate cime, per un qualche utile (venatorio, Appunto un programma video, “Di roc - Kugy ha fatto eccezione («C’è stato un le memorie collettive, i sensi di appar - scientifico o altro), ovvero per la pura cia e di cielo – I monti di Julius”, otto periodo, nella mia vita, in cui non face - tenenza e di identità. gioia della scalata, ha sempre scelto la puntate di una mezz’ora messo in onda vo che leggere i suoi libri»). Quello di Julius Kugy è stato restituito alla nic - via più agevole. da Telequattro. Reinhold Messner («È stato un grande chia storico-culturale che gli spetta. Gli “inviti” della geologia, le tracce La gioiosa fatica di una ricognizione scrittore e un grande alpinista romanti - Quella di personaggio capace di riassu - dei camosci, le rampe appoggiate. Poi, sui luoghi che furono cari a Kugy, alla co»). mere e simboleggiare quanto le terre del quando alla cima si è sostituito il ver - ricerca della loro bellezza e di quanto, L’incontro con Enrico Furlan, già ra - Sì del Ja e del Da hanno saputo espri - sante, anche in questo caso si sono del grande cuore ancora aleggia lassù. gazzino nella casa dove Kugy visse i mere al loro meglio. Di cittadino e perso - cercati i punti deboli della parete. Il Carso, dove avviene il primo in - suoi ultimi anni, e con Maria Luisa na esemplare negli anni dell’incontro e Solleder, Comici, Bonatti, levando lo contro con le cime delle Alpi stagliate Malalan, discendente della mitica della feconda collaborazione, prima del sguardo alla tremenda maestà delle nel cristallino orizzonte della marina e Peppina, la vestale che ne custodì la “suicidio d’Europa” e del “secolo Nord, hanno cercato i passaggi meno dell’altipiano. Il Dobratsch, fondale vecchiaia (ed erede di preziose reliquie: breve”, con i loro drammi storici e i loro difficili. dell’Heimat paterna, meta di un pelle - pipa, occhiali, mobili, la Waterman’s danni alle coscienze e alle economie. Oggi c’è la ricerca della difficoltà grinaggio notturno per veder sorgere il d’oro, la medaglia del Franz Joseph Ne siamo usciti, oggi. E dobbiamo per la difficoltà. Salite quasi sul nulla, in sole sul fronte delle Giulie, e luogo di un Ordnung). ritrovare – mutatis mutandis – i principi perfetta assicurazione, che vogliono re - innamoramento destinato a durare E il ricordo – quasi la riesumazione per reimpostare nuove dimensioni e stringere il senso dell’azione al “beau tutta la vita. morale – di alcuni personaggi cancella - nuove prospettive nel Caput Adriae. geste” (qualche innalzamento di mo - E poi Canin e Sernio, Fuart e ti dalla polarizzazione nazionalistica Kugy, vecchio signore di un secolo e struoso impegno magari su wall di pla - Coglians, e Montasio. che queste terre hanno conosciuto nel mezzo fa, sa spiegarci pianamente e stica), o imprese che devono, obbliga - Salite in buona compagnia: con gli ’900: Henrik Tuma, l’antemurale slove - bonariamente come fare. Nell’alpi - toriamente, essere un “di più” (o, più alpini della Julia, per la sicurezza e il no di Kugy, Rudolf Baumbach, il poeta nismo, il punto di partenza di questo esattamente, apparire così), rispetto al - trasporto dell’attrezzatura di ripresa (in del Tricorno, Viktor Parma, autore del - pezzo, ma anche nella vita comune, l’esistente. un paio di casi sostituiti dai Forestali l’opera lirica “Zlatorog”. nell’esercizio di quelle virtù umane e ci - E l’idolatria dei materiali, a fini di della Regione), e con degli esperti, Solo qualche anno fa, a domandare vili che il ’900 aveva accantonato e marketing, e gli spettacoli veri e propri, amici dei monti e di Kugy, assieme ai in giro, la risposta sarebbe stata quasi sprezzato. con lo spogliarello sull’Everest, la play - mate spinta su per l’Ottomila, il Grande Fratello in quota. C’è un gran bisogno di silenzio e aria fresca. Di un andare che non sot - Il Kugy tenda interessi o dimostrazioni. Che non sia eredità più o meno spuria e ma - lintesa della “lotta con l’Alpe” o fresco portato del consumismo. che non Abbiamo bisogno di Julius Kugy, della sua visione serena dell’alpinismo, dove esiste un po’ di competizione e di superamento (in primis interiore), ma ti aspetti prevale l’abbandono panico e felice, alla montagna. Il consegnarsi fisica - mente ed emotivamente a un mondo che, senza bisogno di elucubrazioni e o scorso anno, il 19 luglio, alla deformazioni, ha tantissimo da dare. cerimonia in ricordo dei 150 L’abbiamo celebrato bene il anni dalla nascita di Julius Kugy Dottore, lo scorso anno, riparando al - che si tenne nel parco di Villa l’ottusa trascuratezza del passato. LCoronini, fra i molti partecipanti ci fu Decine e decine di iniziative, ad un anche, ospite inattesa e perciò tanto certo punto germogliate spontanea - più gradita, Ursula Pitzer da Ramsau mente e divenute persino trend. (Stiria), pronipote del Nostro. All’interessantissimo convegno Tra le memorie dello zio la signora “L’Unione europea e le associazioni al - Ursula, assistita in veste di traduttrice pinistiche” tenutosi a Trieste a metà dalla gentile signora Erika Dugar, Gorizia, 19 luglio 2008, Villa Coronini, Ursula Pitzer con il marito. febbraio, per iniziativa del Cai XXX aveva confidato di ricordare alcune Ottobre, tutti si sono sentiti in dovere di composizioni inedite, che in seguito Dicke Wangen, Stroh im Schädel Guance paffute, senza cervello ricordarlo, con riferimenti o citazioni. sono pervenute alla nostra redazione. ja, wie heißt denn dieses Mädel? sì, come si chiama questa fanciulla? Ed è di qualche giorno fa la richiesta di Rime scherzose, composte probabil - Olga Kugy heißt die Dame – Olga Kugy si chiama la signora, informazioni fatta dal figlio di un amico, mente in occasione di qualche festa o wenig Inhalt, schöner Name –, poco è in lei, il nome è bello, che per la tesina della maturità ha scel - ricorrenza familiare, come era uso co - einen Bruder hat das Mädel, la fanciulla ha un fratello, to appunto Kugy. mune all’epoca, e mandata a memoria lieber Kerl, Gold im Schädel. un tipo amabile, l’oro nel cranio. Evitando elenchi e classifiche di da Anna Kugy nonna di Ursula e so - Publikum, schau her auf mich – Pubblico! A me guardate! merito, vanno ricordati gli artefici prin - rella di Julius. dieser Bruder, der bin ich! Quel fratello sono io! cipali delle iniziative, come il “Comitato Non si tratta sicuramente di opere Kugy”, la “XXX Ottobre”, il Cai di letterarie di livello ma, come già detto, Gorizia, Assorifugi, il CoProTur (e la di scherzi, motti di spirito che il tra - Regione, che ha ben sostenuto il tutto, Kopf zurück – Il capo indietro, duttore Bernardo Bressan ha cercato mettendoci di suo l’intitolazione della heraus den Bauch la pancia fuori, di riproporre nella maniera più fedele sala di rappresentanza al pianterreno ist der Fotografenbrauch. così si usa dal fotografo. della nuova sede di Udine). possibile. Und Du denkst, wie er Dich quält – E tu pensi a come lui ti tormenta, Tra le realizzazioni del 2008 (in Se questi pochi e semplici versi so hätt’ ich mich nie gestellt. io mai mi sarei messo così. realtà non ancora concluse, specie sul non possono aggiungere nulla alla Steckst Du dann mit trüber Miene Con uno sguardo cupo ti si vede piano editoriale), la collocazione dei poetica del cantore delle Giulie, apro - ganz verdreht in der Maschine, alla rovescia, nella macchina fotografica. busti bronzei a Valbruna e a Trieste, la no però un piccolo, simpatico spira - lähmt es Deine Fantasie – La tua fantasia è paralizzata, mostra al museo Sartorio, sempre nel glio sulla sua vita familiare, sui suoi af - spricht der Mann: „Jetzt lächeln Sie!“ l’uomo dice: „ora sorrida!“, capoluogo, la riedizione di Nel divino fetti, e su un’altra sfaccettatura del und Dein Gesicht erreicht zur Zeit e il tuo volto raggiunge in quell’istante sorriso del , la cerimonia a suo carattere. den Gipfelpunkt der Blödigkeit! il culmine dell’idiozia. Alpinismo goriziano - 1/2009 5

di pecore e dei venti secchi, sarebbe Il racconto sparita quasi completamente. Fu a questo punto che, un po’ tran - quillizzato, esplosi in una sonora risata: tutti o quasi tutti erano fuori in mutande Sul tetto del mondo come me: non solo quelli del nostro gruppo ma anche coloro che un giorno prima erano arrivati dal Belgio, dall’O - di MARIO SCHIAVATO landa, dalla Francia, dalla Germania, dal - l’America addirittura, i quali alacremente facevano lavorare le macchine fotogra - ’avventura si è consumata più di davo su per il mio Carso con lo zaino In quel nostro andare tutto scossoni, qualche anno fa quand’io, a quasi stracarico di pietre! Poi l’equipaggia - il paesaggio si fece ben presto caratte - fiche quasi temessero che quel sipario favoloso da un momento all’altro po - cinquant’anni, ero ancora un gio - mento. Già, un alpinista “ciabattone o ristico: larghe valli dal fondo pianeg - tesse crollare, sparire nell’azzurro. Sotto vanotto! Adesso che è tutto finito magna chilometri” come me con davanti giante, pendici rossastre coperte da Lda tanto, a ripensarci mi sento ormai gli sguardi assorti e divertiti delle – o l’incognita di un settemila aveva bisogno poca erba arida, vaste distese di pietre svuotato e di ansie e di paure. Come se cari angeli custodi discreti e scalcinati! – di rinnovare tutto. Un rebus autentico. e ghiaia qua e là interrotte da vette arro - una corda tesa si sia già allora allentata guide russe. Che, detto per inciso, non Oltre il Monte Bianco io non ero mai an - tondate, giochi incredibili di erosione e tutto sia andato a catafascio, si sia s’immischiarono mai nelle nostre marce accumulato disordinatamente nel mio dato... E allora cosa portare, cosa non lungo pendici che avevano proprio tutti forzate. Avevano solo il compito di se - animo: fatiche, angosce, dubbi, trava - portare? Tassativamente il carico per - i colori del pastello, vento continuo e guire le nostre mosse a distanza, inos - gli, strapazzi, affanni, crucci, impres - sonale non doveva superare i 25 chilo - spesso da uragano, forti variazioni di servati, di controllare discretamente che sioni, sensazioni, risate – anche quelle grammi tenda d’alta quota compresa. temperatura nonché, a tratti, un sole ac - tutto si svolgesse nel migliore dei modi. certo – e ricordi. Tanti ricordi. Talvolta Mah!... Scarta questo, scarta quello... cecante che scottava e ci infastidiva. E faccio fatica a raccapezzarmi. Riguar - Pesa e ripesa ramponi, piccozza, mo - blocchi militari perché non dovevamo dando le poche fotografie, cerco di an - Ho detto degli undici della brigata dare col pensiero ai tanti fatti e... mi - che si sarebbe divisa in tre gruppi: uno sfatti, ma mi è difficile riprendere il filo diretto al Pik Komunism, l’altro al Pik senza dimenticare un particolare, un’im - Lenin (me compreso), il terzo – e con un magine, una visione che serva a com - permesso speciale – al ghiacciaio pletare quel quadro in tutte le sue strut - Fedãenko (74 chilometri), la colata inte - ture, le sue linee, le sue ombre, le sue ramente continentale più lunga del luci. E ad un certo punto devo ricomin - mondo. A dividerci nella tarda mattinata ciare tutto daccapo. Gioia da un lato, ci pensarono degli elicotteri giunti ap - certo, e soddisfazione, mestizia dall’al - positamente per trasferire ogni gruppo al tro: gioia e soddisfazione per un’impresa relativo campo base. che per me è stata favolosa, mestizia Beh, certo, con quell’organizzazione per un’altra pagina di questa mia vita impeccabile, l’avventura che ci aspet - inquieta voltata per sempre. tava (a me, a Daniele e a Mauro) avrebbe Mi appaiono così la muraglia alluci - fatto ridere un Carlo Mauri! Ma nel nostro nante della vetta spazzata dal vento; le piccolo, all’inizio l’apprensione, la fifa, ci altre cime attorno aguzze come campa - fece parecchio tergiversare anche se nili di cattedrali; il riverbero torrido del ben presto ci accorgemmo che il “mo - sole sul ghiaccio; le ondate di nevischio stro” era piuttosto docile, non offriva dei che ti soffocano; il freddo doloroso sui problemi tecnici particolarmente com - campi alti che t’inebetisce, le notti da in - cubo che non finiscono mai, e il males - plicati a parte forse la lunga cresta ter - sere, la spossatezza, l’inappetenza che minale (dicono sia lunga sette chilome - ad ogni passo tentano di distruggerti... È Pamir - Valle Fergana, sulla destra il Pik Petrowski (4770 m). tri!). La questione più dura ed tutto finito? Tutto proprio. Anche l’esal - emblematica consisteva nel fatto che, essendo sprovvisti di portatori, dove - tazione di me stesso – ehi, superuomo! schettoni, sacco a pelo... E la corda?... dimenticare che eravamo diretti in una – che arranco, formica impavida e forse vamo sobbarcarci del trasporto di tutta Ma devo proprio raccontare le peripezie zona dai confini allora... bollenti (Cina e l’attrezzatura e dei viveri per i campi alti. sciocca, su per le ripide dorsali e non so di tutti i preparativi, l’incontro a Milano Afghanistan). Poi, dopo un tramonto che rendermi conto che proprio lì, ad un solo E fu certo questo il più grosso degli as - con gli altri undici della brigata che si sa - tinse tutto prima di giallo e poi di rosso, silli assieme a quello degli sbalzi di tem - passo, può esserci un qualcosa che rebbe poi divisa in tre gruppi e l’alter - quasi d’improvviso sopravvenne il buio. tenta di umiliarmi per sempre. Già, è peratura, della violenza dei venti, della narsi dei voli fino a Francoforte dap - Al campo di Achik-Tash arrivammo sfiniti tutto finito: il martirio degli zaini pesanti, difficile acclimatazione... Nonché della prima, quindi fino a Mosca e infine fino a dopo ben 16 ore di scossoni, verso l’una l’incedere stracco e affannoso sull’inter - famosa acquisizione del permesso. Per - Oæ con un Tupolev piuttosto scassatello anche se i nostri orologi segnavano le minabile ghiacciaio; il guado dei torrenti ché prima di allontanarci dal campo do - in quanto ad attrezzature, noi con ad - ore 21. Già, da Mosca avevamo guada - vevamo sempre possedere tale docu - rapidi e melmosi; le notti insonni passate gnato quattro fusi orari... sulle morene urlanti; il gusto schifoso dosso doppi pantaloni, aggeggi in ogni mento firmato dal medico dopo una Devo subito dire che i russi erano or - della neve sciolta... Sì, è proprio tutto fi - tasca e gli scarponi pesanti ai piedi per regolare visita. Una misura giusta che ganizzatissimi. Il campo aveva la cucina, nito. Dovrei esserne contento, gioire, ed risparmiare sul peso consentito e guar - molti non gradirono perché – dissero, - la mensa, l’ambulatorio, la stazione me - invece me ne affliggo. Vorrei poter rilan - dati con una certa astiosa, malevola suf - limitava la libertà di movimento. In effetti teorologica quasi che noi, invece di al - ciare la sfida, o perlomeno ritornare in ficienza dalle compassate hostess i russi volevano premunirsi da eventuali pinisti che pretendevano un settemila quel campo così bene organizzato dai russe? O sarà meglio che arrivi rapida - dolorose sorprese. Anche se le valan - con quel che ne segue, fossimo dei ram - russi per l’Alpiniade, ristare sotto l’oc - mente al pullmino che inforcò quell’an - ghe, l’inclemenza del tempo ed altri fat - molliti ed esigenti turisti. Dopo una chio vigile dei kirghisi i quali, passando gusta, interminabile valle nuda che por - tori ne combinarono ugualmente di tutti buona cena, mi assegnarono un’ampia al trotto in sella ai loro superbi cavalli, tava verso il Transalaj, pullmino che i colori: infatti morti, feriti, congelamenti, tenda con materassino soffice da divi - salutando sorridono ma non riescono a molto spesso doveva aprirsi un varco edema polmonare fecero parecchi vuoti dere con Daniele, il quale con Mauro capire la ragione, il perché tu sia giunto tra le migliaia di vacche e di pecore che soprattutto tra le file dei belgi, dei fran - aveva pianificato il mio stesso itinerario. sino lì da tanto lontano, né lo capiscono ingombravano la pista in quella transu - cesi e dei tedeschi... Ma non fu facile già quella prima notte a le loro donne che s’arrabattano o cullano manza che le avviava tutte al Bam-y- E adesso devo dire del cagnolino 4200 metri. Lo sbattere dei campani i bimbi fuori delle jurte fumiganti... Dunya, vale a dire il Pamir o “Tetto del Sarik, una bestiola alta una spanna che delle pecore ed un feroce mal di testa mi E poi non devo dimenticare Sarik. Il mondo” dove, come disse Marco Polo stava chiusa in un pugno. Quella mattina tennero per parecchio tempo con gli oc - caro cagnetto Sarik. che da qui passò tanti anni fa, “si esten - che mi precipitai fuori della tenda in mu - chi sgranati. Quando il mattino dopo alle Tutto era cominciato a febbraio. Un dono i migliori pascoli del mondo ed una tande era lì, nel bailamme, che si leccava sei mi svegliai, misi subito il capo fuori le zampette ferite. Un cane strano, devo annuncio m’aveva messo la febbre ad - magra giumenta diventa grassa in sei della tenda e... accidentaccio, tirai giù un dire. Sempre primo ad infilare la mensa dosso. Era da tempo che progettavo, giorni” e dove ci sono orizzonti tanto va - mezzo moccolo! La quinta era assoluta - non appena sentiva il gong che annun - che risparmiavo, che sognavo una vera sti che mai avresti immaginato di ve - mente assurda anche per la mia fervida ciava i pasti, non disdegnava tuttavia il spedizione, una di quelle su un’alta cima dere? di altri continenti: Aconcagua, Trisul, Ru - immaginazione. Sulla vastità del fondo ghiaccio e le vette. Bianco, con un mu - Più avanti ci immettemmo nella valle venzori, vulcani del Messico, Island Peak della valle Fergana, le montagne sfavil - setto nero e la coda a pennacchio, se dell’Alaj in cui scorrono le acque rosse in Himalaya... Arrivò il Pamir. Ben venga lanti al primo sole toglievano il respiro. vedeva una squadra incamminarsi con del Surhab (in kirghiso Kuzul Su) sulle cui il Pamir... Incrociai subito una serrata Altissime, solenni nei giochi d’ombre dei gli zaini in spalla su per il Pik Petrowski rive crescono poche betulle e s’anni - corrispondenza con gli organizzatori: te - ghiacciai e delle rocce, mi lasciarono che più che altro con i suoi 4770 metri ci lefonate, informazioni, lettere, tele - dano le casette con i tetti color aran - per alcuni minuti attonito. E spaventato. servì all’acclimatazione ed agli allena - grammi... Infine il sì. Dunque vado. Sul cione per tutte quelle albicocche messe Agguantai il piumino, me lo infilai in fretta menti, si metteva ultimo nella fila indiana Pik Lenin settemila e più metri in capo al ad asciugare. Alla sua estremità setten - ed uscii scalzo dalla tenda. In mutande. e, disciplinato, seguiva gli alpinisti. Ma - mondo e mi par di dire il mio Monte trionale s’apre il colle del Taun Murun Io, proprio io lassù? Mi prese un affanno gari poi, nei punti più esposti e difficili, Maggiore, che pressapoco con i suoi che permetteva – quando i rapporti tra terribile. Mi rannicchiai, un mucchiettino qualcuno era costretto a ficcarselo nello 1400 metri è a soli due passi da casa. A gli stati erano migliori – di scendere nel proprio, sull’erba. Pardon, sulle stelle al - zaino perché quello, impavido com’era, marzo mi chiesi se effettivamente avevo Turkmenistan cinese. È questa la famosa pine! E non si creda che questa sia una sarebbe stato capace di affrontare le tutto a posto. Intendo dire tutte le rotelle antica “Via della seta” che fu un tempo frase ad effetto. I prati erano – letteral - rocce coperte di ghiaccio col rischio ma - in testa mentre per allenarmi, per as - – per secoli e secoli, - la sola via terrestre mente! – coperti di stelle alpine e di eli - gari di scivolare e spaccarsi l’osso del saggiare le mie forze, per adeguarmi alle praticata tra Occidente ed Estremo crisi. Una flora ricchissima che però, in collo giù per la dorsale. future fatiche appena potevo me ne an - Oriente. pochi giorni, col concorso delle migliaia (continua) 6 Alpinismo goriziano - 1/2009

i pensa spesso che il turismo sia una panacea per lo sviluppo - ma di Turismo e sviluppo fatto è una strana, inconsueta e di - sturbante miscela di aspetti positivi Se negativi. L’aspetto positivo è spesso associato Quello che i turisti non sanno o fanno con politiche e strategie di sviluppo so - stenibile; la parte negativa è un turismo incondizionato che non sia altro che cieco trasporto di milioni di persone attorno al finta di non sapere o non vogliono sapere mondo, trasformando ambienti naturali e monumenti in una gigantesca Disneyland, da consumare velocemente. di BRUNO D’UDINE Il dilemma diventa ancora più pro- fondo quando si permette al turismo di penetrare in ambienti delicati e vulnerabili parte integrante dell’ecoturismo è la pro - le persone alla bellezza e fragilità della sorientanti poiché confondono le aspet - come le coste, zone umide, foreste tropi - mozione del riciclo, dell’efficienza ener - natura! tative dei turisti e manipolano le loro giu - cali, villaggi rurali e montagne. getica, della conservazione dell’acqua, Vanno dunque vigorosamente con - ste preoccupazioni nei confronti dell’am - Le montagne spesso vengono prese della creazione di opportunità economi - dannati certi operatori per le loro disin - biente. Nonostante queste obiezioni la ad esempio come metafora di stabilità e che sostenibili per le comunità locali. volte operazioni di lavaggio verde che pratica di dare una vernice verde in su - robustezza, ma i loro ecosistemi sono in - Per molti paesi, l’ecoturismo non è significa semplicemente mettere l’eti - perfice continua ininterrotta! trinsecamente deboli e hanno una tolle - semplicemente una attività marginale per chetta di “verde” o di “rispetto dell’am - Lo sviluppo crescente e il successo ranza estremamente limitata all’impatto finanziare la protezione dell’ambiente, ma biente” a pratiche ambientali vecchie e ir - su larga scala di imprese turistiche ad umano. Più alte e remote sono le zone di è una delle maggiori industrie dell’eco - responsabili. alto consumo energetico ed ecologica - montagna, più tendono ad essere fragili! nomia nazionale. I problemi associati con la definizione mente insostenibili sono la testimonianza La maggior parte delle attività eco - Il concetto di ecoturismo è larga - di ecoturismo hanno creato una note - dei tremendi profitti associati all’etichetta, nomiche sottopongono le risorse locali ad mente, alcune volte intenzionalmente, vole confusione tra i turisti e anche tra gli troppo ampia, di “ecoturismo”. uno sfruttamento, ma il turismo lo fa in non compreso da coloro che lo propon - studiosi accademici di questo campo Dal punto di vista commerciale l’eco - modo particolarmente cospicuo e c’è an - gono e dai politici che lo sostengono ed della conoscenza ecologica. turismo è divenuto uno dei settori del tu - cora poca ricerca sul suo reale impatto, in pratica spesso è usato come uno stru - Il problema di stabilire delle defini - rismo con una crescita annuale del 10- sui costi che sono nascosti in una prima 15%, contribuendo a fare del turismo in indagine. Molti studiosi tuttavia hanno generale la più grande impresa commer - ben rilevato, da tempo, che un turismo ciale del nostro pianeta. scarsamente pianificato fa più danno che Una definizione di ecoturismo accet - apportare benefici, comportando alti co - tabile sarebbe “una pratica di viaggio e sti ambientali che vanno a costituire sì de - soggiorno, a bassissimo impatto, che si gli utili economici immediati, ma che proponga scopi educativi, che sia sensi - hanno però come contropartita danni ir - bile all’ambiente e che faccia beneficiare reversibili di lungo e medio termine. le comunità locali e allo stesso tempo i vi - L’ecologia del turismo è una triste sitatori, attraverso l’apprendimento di al - storia di aspetti negativi che vanno dalla tri modelli di vita e di conservazione am - perdita di flora e fauna, al degrado delle bientale”. pendici delle montagne, a sentieri disse - Molti dei progetti di ecoturismo non minati di immondizia, acque eutrofizzate, raggiungono questi standard e, anche se paesaggi edificati e spesso un’inutile ur - alcune linee-guida vengono seguite, le banizzazione associata ad un impatto so - comunità locali ancora soffrono degli im - ciale negativo che include infatti dipen - patti negativi che il turismo nei loro terri - denza economica, alienazione e tori porta e comporta. xenofobia. Una quantità incredibile di denaro Accessibilità dei luoghi e bellezza viene spesa, si usano grandi risorse sembrano dunque essere in evidente umane nei paesi in via di sviluppo per il con trasto! cosiddetto ecoturismo nonostante una Troppo spesso il turismo ha alterato, mancanza quasi totale di risultati positivi, in modo prevedibile, i paesaggi oltre ogni con il solo risultato che ancora più soldi limite. Nonostante ciò per merito dei par - vengono investiti in campagne di rela - chi naturali e della protezione di biosfere zioni pubbliche volte a mitigare le critiche e della filosofia ad essi collegata noi pos - che vengono giustamente mosse ai vari siamo, a volte, provare il piacere di un tu - travestimenti della realtà fattuale. rismo verde e di conservazione della na - L’ecoturismo distrae dunque inutil - tura avendo così, in troppo pochi e rari mente e dannosamente risorse da pro - casi, una possibilità di osservare gli getti che potrebbero contribuire mag - aspetti positivi dell’industria turistica. giormente e molto più realisticamente a I progettisti e praticanti dell’ecoturi - soluzioni sostenibili in risposta alla pres - smo hanno apparentemente sottoscritto sione di problemi sociali ed ambientali l’impegno di mantenere la bellezza e lo nei paesi che cercano di emergere da si - splendore degli ambienti su cui interven - tuazioni tradizionali di scarse risorse. gono in tutti gli ambiti collegati alla loro di - Purtroppo il denaro che il turismo può versità bio-culturale. generare spesso lega parchi naturali e Alcuni aspetti spettacolari della Terra amministratori alla logica spesso acritica dovrebbero essere accuratamente con - dell’ecoturismo. servati per essere trasmessi intatti alla Fortunatamente però si crea una ten - posterità come parte di una eredità del sione in questo rapporto anomalo poi - genere umano e non essere trasformati in ché spesso l’ecoturismo causa conflitti e beni d’uso ed essere consumati dagli cambiamenti nei diritti per l’uso della terra squali del turismo. allorquando di fatto fallisce nel mante - Il turismo ecologico è una forma di tu - nere le promesse di benefici a livello di rismo che si appella a individui che siano comunità locali. Si assiste, di fatto impo - socialmente ed ecologicamente consci. tenti, solo al danneggiamento dell’am - Parlando in generale, l’ecoturismo si biente e al sorgere di una messe di pro - concentra sul volontariato, sulla crescita Moggessa. blemi correlati alle trasformazioni sociali personale e sull’apprendimento di nuovi e culturali che si possono riscontrare in rapporto al flusso, pur anche basso, di vi - modi di esistenza sul nostro pianeta. mento di “marketing” per promuovere zioni chiare è soggetto ad una notevole Questo implica il viaggiare verso de - sitatori. ogni forma di pacchetti del vecchio turi - controversia pubblica che si manifesta stinazioni dove flora, fauna, e l’eredità Molti critici ribadiscono infatti fre - smo che si riferiscono alla natura sempli - nella preoccupazione per una tendenza culturale siano le principali attrazioni in un quentemente che l’ecoturismo non porta cemente come alibi. alla commercializzazione di schemi turi - ecosistema ancora potenzialmente in - vantaggi né ecologici né tanto meno so - tatto. I critici sostengono che queste prati - stici travestiti appunto da turismo pro - ciali, ma si persiste imperterriti nel pre - Un ecoturismo responsabile incor - che di “lavaggio verde” sono portate clamato in accordo con la natura e dun - sentarlo come una strategia idonea per la pora programmi che si propongono di avanti in nome e sotto l’etichetta di eco - que ambientalmente sostenibile. conservazione e per lo sviluppo. minimizzare gli aspetti negativi del turi - turismo e spesso consistono solo nel Secondo McLaren (1998) 1, la mag - Mentre molti studi dunque sono stati smo convenzionale rispetto all’ambiente piazzare un albergo al centro di uno gioranza di questi schemi rappresentano condotti possibilmente per migliorare la e allo stesso tempo di mantenere o ancor splendido paesaggio a detrimento del - in realtà la distruzione ambientale, lo struttura dell’ecoturismo ci sono, sfortu - meglio migliorare l’integrità culturale della l’ecosistema circostante. Secondo questi sfruttamento economico e l’insensibilità natamente direi, troppi esempi che danno popolazione locale. Pertanto, oltre a va - commentatori l’ecoturismo deve invece culturale del peggior tipo. ragione a chi afferma che la pratica del - lutare i fattori ambientali e culturali, una come suo compito più alto sensibilizzare Sono anche pratiche moralmente di - l’ecoturismo dovrebbe semplicemente Alpinismo goriziano - 1/2009 7 essere fermata del tutto per avviare una que attorno a noi. L’Oceano Pacifico per parassiti e costruendo l’humus. poiché scattano solo delle fotografie e seria riflessione multidisciplinare su quali ampie zone è ricoperto di sacchetti di L’humus è infatti il risultato del ricco restano le loro impronte a terra come strade vadano realmente percorse per plastica alla deriva! tumulto di microbi, funghi, invertebrati, traccia del passaggio, di lasciare i luoghi coniugare sviluppo sostenibile e rispetto Una crescita suicida crea anche una rocce polverizzate dagli stessi organismi intatti, ma anche attività apparentemente di ambienti e popolazioni. ampia fetta di tragedie umane, dato che attraverso vari e complessi processi me - ecologiche come il camminare sui sentieri Il sistema dell’ecoturismo ha pur - sempre maggiori masse di persone sono tabolici. Allo stesso tempo dobbiamo pro - possono essere ecologicamente distrut - troppo una tremenda influenza finanziaria forzate a lasciare la terra, famiglie estese, porci di lasciar la Natura libera di ricoprire tive per migliaia di specie di insetti e mi - e politica. reti di mutuo supporto per ricercare la - nuovamente terre marginalizzate e an - croflora che costituiscono le lunghissime Tutto questo denaro potrebbe essere voro senza senso e pericoloso in mo - che spazi delle nostre zone agricole, la - catene della vita su cui l’ambiente si invece usato in ricerche sul campo che si struosi conglomerati urbani che li espon - sciar ricostituirsi le siepi ad esempio, poi - regge in dinamico equilibrio. propongano di trovare soluzioni alterna - gono alla disperazione e all’alienazione ché le ultime ricerche in ecologia Nei luoghi in cui l’ecoturismo implica tive ai vari problemi a cui vanno incontro uno dall’altro e dal mondo naturale di dimostrano che aree selvagge forniscono l’osservazione della vita naturale esso i paesi in via di sviluppo come conse - provenienza. un contributo vitale e senza prezzo, come può spaventare gli animali, sconvolgere le guenza sia della crescente urbanizza - In contrasto, una crescita intelligente la stabilizzazione del clima, la raccolta loro strategie per rifornirsi di cibo e per la zione sia dell’industrializzazione a fronte riconosce che molti elementi devono sì delle acque, la ritenzione del suolo e il ri - costruzione dei nidi. della pratica di un’agricoltura troppo ru - crescere ed anche molto rapidamente. ciclo dei nutrienti. Il semplice fatto poi di renderli fami - dimentale. A livello locale del resto l’eco - Alcuni di essi sono materiali, altri sociali e La crescita del suolo e il ripristino di liari alla presenza umana può renderli turismo poi si rivela quasi sempre fonte di ancora altri spirituali. una natura libera non possono verificarsi molto vulnerabili in altre condizioni. conflitto sul controllo della terra, delle ri - Dobbiamo rapidamente proporci di senza comunità umane profondamente In Kenia il disturbo della vita selvatica sorse e della ridistribuzione dei profitti. sviluppare industrie ecologicamente radicate e legate assieme da intime rela - per la sola presenza di osservatori nei In un mondo idealmente perfetto si compatibili per creare energie rinnova - zioni di affetto reciproco e di profondo parchi spinge i ghepardi fuori dalle loro ri - dovrebbe fare uno sforzo maggiore verso bili. contatto con la bioregione dove sono in - serve aumentando il rischio di riprodu - l'educazione dei turisti circa l’impatto am - Una crescita intelligente si pone sediati da tempi lontani ... l’opposto dun - zione in piccoli gruppi di consanguinei bientale e sociale del loro viaggiare. Ci come meta anche un aumento dell’ugua - que della globalizzazione! troppo stretti e dunque mettendo ulte - sono del resto pochissime regole e rego - glianza e della giustizia sociale. Nella pratica, benché l’ecoturismo sia riormente a rischio la sopravvivenza della lamenti che definiscano i confini ambien - Le zone povere del mondo devono inteso per gruppi piccoli, anche un mo - specie. tali ed etici per chi investe nell’ecoturi - aver accesso a migliori standards di vita, desto aumento della popolazione, anche Mentre dunque il termine ecoturismo smo. Spesso poi le imprese ecoturiste mentre le zone sviluppate devono mi - se temporaneo, mette della pressione ag - potrebbe sembrare abbastanza accatti - falliscono nel mantenere nella pratica i gliorare la loro capacità a vivere sempli - giuntiva sull’ambiente locale e richiede vante, uno dei suoi rischi maggiori è spe - propositi di conservazione che si erano cemente - dobbiamo imparare a fare più lo sviluppo di nuove strutture. cificatamente la penetrazione in territori proposte. con meno, imparare a praticare una ele - La costruzione di impianti per il trat - ancora vergini. L’ecoturismo ha anche in - Si trascura più o meno intenzional - gante semplicità. tamento delle acque, impianti igienici o fatti un effetto negativo sulle specie ani - mente che l’ecoturismo è un’attività ad La crescita intelligente implica anche anche cottages rudimentali avviene ine - mali e vegetali attraverso il valore che ad esse viene specificamente attribuito. Certe specie sono passate dall’es - sere poco note o valutate dalla gente lo - cale al essere considerate preziosi beni di consumo. La mercificazione delle piante può cancellare il loro valore sociale e por - tare alla sovra produzione entro le aree protette. Anche le persone del posto e le loro immagini, immortalate dalle fotografie, vengono alla fine mercificate (Kamauro, 1996) 3. L’ecoturismo spesso dichiara poi di preservare o anzi “promuove” le culture locali. L’evidenza ci dimostra tuttavia che istituire aree protette porta alla perdita il - legale delle case, della terra e delle bestie d’allevamento provocando dure condi - zioni di sostentamento e privandole del - l’uso tradizionale della terra e delle loro ri - sorse. Gruppi etnici, in posti anche molto remoti, vengono progressivamente visti come puro “scenario” della vita naturale e ancora selvatica, mentre loro sempli - cemente lottano per lo quotidiana so - pravvivenza e per la libertà di espres - sione culturale. Tessono faticosamente la trama della loro storia e vengono “osservati” dai tu - risti spesso sovrappeso in un contesto dove al contrario il cibo può essere frutto di faticosa lotta per estrarre limitate ri - sorse. Inevitabilmente le popolazioni locali possono esprimere un notevole risenti - mento verso questi cambiamenti! L’ecoturismo lavora in modo da creare immagini semplicistiche delle po - polazioni locali, dei loro usi e degli am - Jôf di Miez e Clap Blanc dall’alta Val Dogna (Montasio). bienti naturali in cui vivono. Attraverso le lenti di queste immagini semplificate, le autorità locali danno di - alto consumo e che i progetti che la so - il miglioramento e il recupero del suolo. vitabilmente quasi sempre mediante lo rettive e realizzano progetti sulle spalle stengono propongono comunque svi - Dobbiamo lasciare che il suolo si rigeneri sfruttamento di energie non rinnovabili e delle popolazioni locali, e, se i progetti poi luppi in ambienti bio-culturalmente fragili e si riconsolidi dove è stato eccessiva - l’utilizzazione di limitate risorse locali. falliscono, a loro viene attribuita la colpa! e per questo marginali e di precario equi - mente sfruttato attraverso pratiche pre - La conversione di terre naturali per librio. datorie di contadini non adeguatamente tali infrastrutture turistiche spesso co - È ora necessario fare una distinzione educati, dall’agribussiness delle multina - munque implica deforestazione e dete - molto chiara tra due modelli di sviluppo zionali, dai grandi proprietari. rioramento dell’habitat. contrastanti: una crescita suicida o una Per poter raggiungere questo scopo Gli ecoturisti dimenticano il grande crescita intelligente come scrive Harding dobbiamo adottare delle tecniche agri - consumo di energie non rinnovabili che NOTE (2008) 2. cole che combinino le ultime tecnologie comporta il loro arrivare a destinazione. (1) McLaren, D. 1998, Rethinking Tourism Una crescita suicida è il modello in della scienza ecologica con la saggezza Un viaggio di 10000 kilometri in aereo and Ecotravel: the paving of paradie and what cui attualmente siamo impegnati e im - tradizionale degli agricoltori pre-industriali consuma una media di 700 litri di carbu - you can do to stop it. West Hartford, Connec - plica la conversione di una natura coe - che avevano già infatti dimostrato che la rante a persona! ticut, U.S.A., Kamarian Press. rentemente organica, con il suo ricco pa - diversità conduce alla stabilità, che pian - Le attività di ecoturismo sono di per (2) Harding, S. 2008, Resurgence , vol 247. trimonio geologico in armonia con la tare molte specie commestibili assieme se stesse sempre momenti di impatto (3) Kamauro, O. 1996, Ecotourism: Suicide biosfera, in una disordinata e inquinata at - genera delle sinergie che incrementano la ambientale negativo poiché possono co - or Development? Voices from Africa 6: Sustai - mosfera e in montagne di prodotti indu - resa dei raccolti, la qualità delle varie spe - munque disturbare la fauna e la flora. nable Deve lopment, UN Non Gover na mental striali di scarto che si accumulano ovun - cie coltivate, aumentando la resistenza ai Gli ecoturisti ritengono spesso che, Liason Service. United Nations News Service. 8 Alpinismo goriziano - 1/2009

on Riccarda de Eccher, alpinista e pittrice, abbiamo parlato di mon - tagna e alpinismo ma anche di Riccarda de Eccher: la montagna, arte. O meglio di quanto questi Cmondi possano essere fonte di ricerca, di viaggi nella memoria, di ispirazione ma anche di "sentimenti" comuni. Tanto che l’alpinismo e la pittura le parole "alpinista" e "artista", secondo Riccarda, possono essere intese con una sacralità simile. E proprio questa possi - bilità di abbinamento, di fare "paio" tra al - di VINICIO STEFANELLO pinismo ed arte, ci è sembrata non solo interessante, come ci fa notare lei, ma anche estremamente stimolante. Di Riccarda de Eccher esponente di spicco dell’alpinismo regionale avevamo Da allora la montagna e l'arrampicata un po’ perduto le tracce dai primi anni ’80. Bolzanina di nascita, udinese dall’a - si sono aperte a molte altre possibilità. Da Riccarda de Eccher, dall'alpinismo dolescenza, ha praticato da sempre la montagna arrivando negli anni ’70 del ’900 chi pratica solo l'arrampicata e in monta - alla pittura dei paesaggi di montagna, a varcare numerose volte la soglia del sesto grado arrampicando su roccia, ad gna non ci va proprio... Diciamo che un una storia di cambiamento o l'espres- aprire vie nuove, a partecipare a spedizioni himalayane. In una in particolare, tempo c'era solo un modo. Adesso chi si sione della stessa ricerca? “Everest 80”, spedizione italo-nepalese guidata da Francesco Santon che fu co - avvicina alla montagna può trovare una Credo che la ricerca sia sempre una stretta ad arrestarsi a “due passi dalla cima” del tetto del mondo, aveva tra i sua formula, e all'interno di questo c'è sola. Se dovessi usare una sola parola per compagni anche il goriziano Adelchi Silvera. Proprio conversando con Adelchi un molta libertà. C'è ancora lo spazio per un descrivermi mi definirei un esploratore. paio di anni prima della sua prematura scomparsa ricevemmo frammentarie no - alpinismo esplorativo ma chi ama l'ar - Vorrei specificare che c'è stato un lungo tizie dell’alpinista udinese: matrimonio, due figli, lavoro negli Stati Uniti. rampicata, il suo gesto, lo può vivere a intervallo di tempo tra gli anni in cui ho Poi piano piano la storia si ricompone e si scopre così che l’amore, immuta - fondo e in assoluta sicurezza. Anche le praticato l'alpinismo - circa tra i venti e i to, per la montagna si è fuso con quello per l’arte, il design e l’antiquariato, am - attività invernali adesso sono più diffuse, trenta - e quando ho iniziato a dipingere, bienti questi frequentati a lungo per passione e praticati nella vita professionale, lo sci alpinismo, attività magnifica, le cia - facendola accostare alla pittura. I suoi primi lavori vengono raccolti in tre picco - passati i quaranta. In mezzo ci sono stati spe. L'attrezzatura moderna, leggeris - li libri: La cengia Paolina (2004); Bianco di Neve (2005); Un compagno di cordata anni fondamentali in cui ho formato una sima, rende molto più facili e quindi più (2006) in collaborazione con lo scrittore Enrico Maria Pizzarotti e pubblicati da accessibili molti modi di frequentare la famiglia, messo al mondo due figli. Mi Antiquità Edizioni. Nell’inverno 2006-2007 espone per la prima volta alla Libreria montagna. Ma c'è spazio per tutti e per sono trasferita in America e ho svilup - Sovilla di Cortina d’Ampezzo e viene pubblicato un catalogo. Successivamente, pato due attività lavorative che mi hanno nell’estate 2007, due sue opere sono comprese tra quelle della mostra Le molte formule. Per quanto riguarda me, portata a capire molte dinamiche del Montagne del Cuore al Museo Murer di Falcade. Nel settembre dello stesso per esempio, vorrei ripercorrere gli itine - mondo. E dopo tutto questo è arrivata la anno, in concomitanza con la manifestazione bellunese Oltre le Vette, mostra i rari delle baronesse Etvoss... pittura che, per molti aspetti, sintetizza suoi nuovi lavori in una personale di cui viene pubblicato un catalogo. Nel di - Com'è nato il tuo interesse per la pit- l'esperienza accumulata fino ad ora. cembre 2007 espone nella sede della sezione triestina del Club Alpino italiano tura e per l'arte? Cos'è per te lo "spazio" montagna, e “XXX Ottobre”. Lavoro da molti anni nel campo del - com'è nato il tuo incontro con questo L’intervista a Riccarda de Eccher che pubblichiamo è comparsa sul sito l'antiquariato, mio marito si occupa di mondo? PlanetMountain.com ed è stata realizzata dal curatore del sito stesso Vinicio arte contemporanea, con l'arte ho sem - Se ti riferisci allo "spazio montagna" Stefanello al quale va il nostro ringraziamento per averci concesso la possibilità pre vissuto, godendola. Ma non avevo come luogo fisico, e quindi all'alpinismo, di riprodurla. Un ulteriore ringraziamento va a Bruno D’Udine per aver reso fatti - mai pensato di dipingere, mai, neanche probabilmente ci sono arrivata per un vo questo contatto e aver riallacciato quel filo perduto tra Riccarda de Eccher e da bambina. Poi un'estate ero in vacanza fatto meramente cromosomico. Vengo l’alpinismo goriziano. in montagna con un mio nipotino. Un da una famiglia di Trentini dove la mon - bambino intelligente e curioso che conti - tagna, sia come paesaggio, che come nuava a farmi domande. "Zia, che fiore è frequentazione, era un dato scontato. Poi questo?" e io: "Tesoro, non lo so.." Mi la mia famiglia si era trasferita dall'Alto ero resa conto che pur avendo "calpe - Adige, dove sono nata e vissuta fino ai stato" montagne tutta la vita non sapevo dieci anni, al Friuli. Avevo nostalgia dei il nome di un fiore, a parte quelli proprio monti, proprio del fatto visivo, di vederli scontati. Così ho comperato un manuale. fuori della porta. La pianura, che ho co - I disegni erano vaghi e le descrizioni e i munque imparato ad amare come nomi noiosissimi. Ho capito che non li espressione della natura, non è il mio ha - avrei mai imparati. Quindi per costrin - bitat naturale. In montagna sto sempre un germi a guardarli con attenzione, ho ac - po’ meglio. Adesso vivo in un luogo con quistato una scatola di acquerelli. È stato delle leggere colline, dei sali-scendi, e mi un amore a prima vista. Ho amato da su - bastano. bito il gesto, la sensazione del pennello Avventura, voglia di esplorare, cono- che si appoggia sulla carta. E da lì mi ci scenza "fisica" delle terre alte e alpini- sono impegnata. All'inizio ho disegnato e smo... cosa significano nella tua espe- dipinto qualsiasi cosa, per imparare i ru - rienza? dimenti, l'alfabeto elementare. Poi rife - Credo che il senso di quella che è rirmi alla montagna è stato semplice - stata per me la frequentazione della mon - mente unire i due amori. tagna sia cambiato molto dai miei primi Come leggi o meglio come "senti" la anni ad ora. Come ho detto, ho iniziato montagna e il suo paesaggio? verso i diciotto anni, età in cui hai bisogno Intanto vorrei chiarire che non penso di costruirti un'identità, di essere qual - alla mia come a "pittura di paesaggio", cuno, di differenziarti dagli altri. Sicura - penso alle montagne come a uno "still- mente anche il fatto che provengo da una life", una "natura morta". Non ricorro ad Pelmo d’inverno. famiglia numerosa e di forti personalità ha alcuno dei canoni di rappresentazione giocato un suo ruolo. E il fatto che fosse del paesaggio, non dipingo quasi mai un un'attività in qualche modo assoluta. Vo - sto. In armonia con lo stesso, non attac - Weiss, per fare solo due nomi. Da Trieste primo piano, un piano intermedio e uno glio dire, se vai sul sesto grado devi sa - candolo. Adesso amo dei posti che non poi ho conosciuto gente del e di sfondo. La montagna è lì sola e protago - perlo fare. Sei tu, il tuo corpo, la tua vo - avrei mai guardato a vent'anni. Certi sfa - tutto l'arco alpino. Ci sono state le spe - nista. Diciamo ancora che il tema, per lontà, il tuo coraggio. Niente altro... (anche sciumi rossi, o degli ambienti lunari... il dizioni, all'Annapurna 3 e all'Everest. Le me, è la pittura, non la montagna. Il mio se ricordo - e adesso mi fa sorridere - che Van delle Sasse, per fare un esempio, o vie più belle e le estati più brade le ho percorso, ora, è all'interno del linguaggio mio fratello aveva detto che, se sul sesto quei pianori quando arrivi sul Sass de la fatte con Francesco Piardi di Padova. pittorico di cui cerco di decifrare l'alfa - grado ci andavo io, doveva essere vera - Crusc, adesso sono tra i miei ambienti Non solo essere donna non è stato un li - beto alla ricerca di una mia voce. Questo mente facile). preferiti. mite, al contrario era facilissimo, per me, comporta una grande dedizione. Un la - Cosa ti viene in mente pensando a Donna e alpinista è un connubio che, trovare compagni, molti volevano arram - voro quotidiano (per questo ho ceduto quei tuoi inizi in montagna? anche non volendo ricadere nel già detto, picare con una ragazza e, all'epoca, ce ne una delle mie due attività lavorative, per Ripenso a partenze al buio, guar - ha ancora e soprattutto ha avuto una dif- erano poche che andassero oltre il terzo potermi dedicare intensamente alla pit - dando solo per terra, l'attacco, la via... ficoltà di esprimersi. Com'è stata la tua e quarto grado. Forse anche il fatto che tura) che si impara solamente facendo. Certe volte non ci si accorgeva nemmeno esperienza? possedessi un'automobile, ha avuto un Perché la scelta delle montagne, al- che stesse cambiando il tempo, tanto si La mia vita alpinistica è partita da suo ruolo. lora? era presi dalla salita. L'aspetto contem - Udine, dove l'ambiente era piuttosto con - Pensi che qualcosa sia cambiato da La scelta delle montagne ha vari lati plativo era escluso. C'era il cameratismo, servatore, quindi lo era anche rispetto quando ti sei avvicinata alla montagna? interessanti. Innanzitutto il soggetto si la vita randagia che, a vent'anni, è quanto ad una presenza femminile. Ma io ho su - L'ambiente alpinistico è cambiato presta in modo perfetto alla pittura. Le di meglio. Ricordo delle scorrazzate per le bito cercato altri luoghi. Ho fatto amicizie molto. Quando ho iniziato io c'era quella montagne sono dei bellissimi volumi, Dolomiti, dormendo nei fienili e senten - a Trieste, dove c'era un'apertura com - sorta di filosofia della sofferenza... "dovrai esposti alla luce e alle sue variazioni, che dosi veramente liberi. Poi lentamente a pletamente diversa. La presenza femmi - prendere tanta acqua sulle spalle", come mutano colore a seconda delle ore del questo tipo di approccio se ne è sostituito nile in campo alpinistico aveva fior fiore di mi era stato detto alla fine del corso roc - giorno. Mi stupisco ogni giorno di quanto un altro, dove la contemplazione e la gioia rappresentanza nel passato e al pre - cia. Tutto si svolgeva all'interno dell'am - siano state poco visitate dal mondo del - di vivere un paesaggio sono al primo po - sente. Da Bianca di Beaco a Tiziana biente CAI e a delle regole rigide. l'arte. L'altro vantaggio è che io, alle mon - Alpinismo goriziano - 1/2009 9 tagne, voglio bene. Sembra un'espres - È interessante che per me siano abbi - sione forzata, ma è esattamente così. nate, facciano paio. Quindi rende più facile, per me passarci Quante atmosfere e diverse sfuma- molte ore della giornata. Sono volumi, ture ha lo stesso paesaggio, la stessa forme inanimate, ma, per me, sono pieni montagna, cosa li rende diversi? di vita. La montagna ne ha una gamma infi - Nei tuoi quadri prediligi le Dolomiti, le nita ed altrettante ne ha la pittura. Ho la - loro atmosfere... quasi un percorso tutto tuo ad inseguire la memoria fra le pieghe vorato per mesi sul Sass de la Crusc. La dei colori, cosa cerchi? stessa immagine, la stessa montagna l'ho Le Dolomiti sono un terreno che co - esplorata in diversi media per cercare di nosco e che amo. Cerco le sensazioni sentirne ogni possibile voce. Adesso sto che mi hanno dato certi spazi o certe luci. lavorando alla settima versione, ma ho Ma, ancora di più cerco un linguaggio ancora molto da fare prima di cambiare pittorico in cui esprimerle. E le Dolomiti immagine. E il mio amore per la sua forma hanno una tale gamma di paesaggi, luci, è aumentato man mano che la scoprivo, colori che credo non mi stancherò mai di che la conoscevo (sto parlando della dipingerle. Per esempio, quelle del Pelmo stessa luce, della stessa inquadratura alla o del Civetta sono forme a cui sono legata stessa ora del giorno). Credo che potrei da un rapporto affettivo. Voglio bene a quelle forme. Forse perché le ho guar - passare degli anni lavorando sullo stesso date, sognate, percorse nell'arco degli monte, ma trovandolo sempre nuovo. Un anni, pensando a salirle, prima, ammi - amore che cresce andando in profondità, randole esteticamente dopo. Perché non scivolando sul desiderio del nuovo. sono state compagne di percorso. O per - Viaggiare tra lo spazio e il tempo, ché conosco tutta la vita che ci si è svolta contemplando un paesaggio, una parete sopra. Certe volte con la matita o con il e una montagna... ma è possibile? pennello, salgo e scendo per le vie, pen - Certo, lo spazio è tangibile e reale sando ai primi salitori e in che circostanza anche se segnato da canoni in continuo avessero aperto il percorso. mutamento. ll tempo è sia il mio, quello Quindi l'alpinismo ha che fare con i sentimenti e anche con l'arte? della mia vita e del mio percorso, sia Per me ha a che fare con i sentimenti, quello dello scadere delle ore, segnato da ma, come dicevo, tutto ha a che fare con una grande variazione di luci e colori. Il i sentimenti. Riflettevo anche sulle due tempo delle montagne è quello della loro parole "alpinista" e "artista". Quando an - formazione, quello geologico, che com - dare in montagna era la mia attività prin - prende anche quello della loro fragilità, cipale non usavo mai, riferita a me stessa, della caducità. Presenti, e potenti quindi, la parola "alpinista". Mi sembrava che dall'aspetto immutabile, ma in realtà, in avesse un contenuto sacro e che non termini geologici fragili e periture... stesse a me auto fregiarmene. Lo stesso, Quanto c'è da pensare e quanto da cer - o ancora peggio, per la parole "artista". care di trasmettere con i pennelli! Un per - Alpinista è chi frequenta l'Alpe, e io sicu - ramente la frequentavo, ma "artista" è fetto parco giochi per la pittura come chi fa dell'arte. Io faccio della pittura, aveva detto Leslie Stephen. spero e aspiro a fare dell'arte, ma non sta Ma quale anima ha una montagna? certo a me sancirlo. Sono due parole, al - Quella che ci vuoi vedere. Io ne vedo pinista e artista con una sacralità simile. Spigolo giallo. una serena, armoniosa, fiera. Una montagna di auguri

l 12 marzo 2009 il nostro consocio competente fotografo, ha dedicato la Carlo Tavagnutti, prezioso colla - sua intelligenza artistica a documen - boratore di “Alpinismo Goriziano”, tare, preferibilmente nella classica compirà ottant’anni. tecnica del bianco e nero, le Alpi Giu - I È un traguardo prestigioso per un lie, le Carniche, le Prealpi ed il Carso, alpinista che può dimostrare sempre fino alle Dolomiti, alle Caravanche e ai con forza la propria passione per la Tauri. Con Celso Macor ha pubblicato montagna, alla quale dedica le sue Volo con l’aquila, insuperato esempio migliori attenzioni artistiche attraverso di poesia ed immagini della monta - la fotografia e la letteratura. gna di casa nostra. Sempre vicino alla La Sezione aveva voluto rappre - Sezione per oltre cinquant’anni, è un sentargli l’affetto di tutti già l’otto set - esempio per tutti noi di attaccamento tembre scorso, in occasione della ce - e disponibilità, oltreché di immensa lebrazione del 125° anniversario di passione alpinistica. fondazione nella sala minore dell’U - Nel corso della sua lunga visita - nione Ginnastica Goriziana gremita di zione delle montagne, egli ha saputo soci e autorità. Assieme a Sergio Ta - riportare come pochi il loro spirito più vano ed Eugenio Turus, Carlo aveva profondo attraverso la fotografia, co - ricevuto dalle mani del Presidente Al - stituendo negli anni quel raro archivio gadeni il trofeo con targa d’argento, di immagini delle nostre Alpi che ci è assegnato dal Consiglio Direttivo con dato di vedere su “Alpinismo Gori - la seguente motivazione: ziano” sin dall’inizio della sua pubbli - Classe 1929 e socio dal 1957, già cazione. Vicepresidente sezionale e Consi - Grazie per questo patrimonio di gliere, delegato alla Commissione Giu - amicizia, Carlo Tavagnutti, e ancora lio Carnica Sentieri, Capitano degli Al - tanti anni assieme in montagna ti au - pini, profondo conoscitore della gurano gli amici ed i numerosi esti - montagna regionale ed appassionato matori della tua opera. Carlo Tavagnutti (foto B. Del Zotto). 10 Alpinismo goriziano - 1/2009

pagna ogni salita, che sa farsi strumento spirituale e occasione nobilitante di me - Sui monti della Carnia ditazione. E anche qui riaffiora la vera eb - brezza dell’atmosfera silente pur che le si lasci avvolgere tutto: “La montagna non ama il rumore. Al massimo mormora, lon - Immagini e pensieri tano, con acque veloci”. Il volume, che non si stanca di spa - lancare squarci di ogni dimensione e di di SERGIO TAVANO ogni tinta, comprende infine un saggio di Luciano Santin ( L’alpinismo esplorativo sui monti della Carnia , tra le pagine 151 e n un magnifico volume, Carnia: il si - 167) che traccia la storia della conoscenza lenzio delle vette, Renato Candolini ci delle Alpi Carniche, delle conquiste e delle offre un affascinante panorama con figure che vi si sono cimentate. Egli pre - immagini ricche di colore e di scorci mette, nello spirito autentico dell’alpini - Iche propongono il rapimento vissuto e smo, che l’esperienza più alta sperimen - gustato davanti al silenzio delle montagne tabile attraverso l’ascensione si raggiunge carniche. Molto opportunamente nell’in - “dove la categoria dell’utile si smarrisce, troduzione di Marino Corti (l’altra è di Lino o non viene neppure presa in considera - Not), viene ricordato il “successo delle zione”. Il riferimento è certamente all’utile immagini di Silenzi in concerto delle Alpi economico: ma l’utilità della poesia, pro - Giulie” (con le parole alate di Celso Ma - prio perché appartiene a un’altra catego - cor, B&V, 1999). Il richiamo infatti riguarda ria, contribuisce a dare significati e a per - anche questo nuovo inserimento del con - cepire valori che sono tutt’uno con la gioia cetto di ‘silenzio’ nel titolo del nuovo al - della salita e della conquista, che è vitto - bum, edito dalla Comunità montana della ria su se stessi. “Uno spirito ulisside, so - Carnia, coordinato da Massimo Cargnel stenuto anche dal gusto per la solitudine e stampato a Nola, Napoli, 2008, 190 pp. e i silenzi, e per l’estetica naturalistica. Al di sopra della quotidianità orizzon - Perché l’aura di terribilità aleggia attorno tale e invano rumorosa le fotografie scat - all’ambiente alpino, con la comparsa del tate da Renato Candolini inducono a farsi Romanticismo si trasforma in una bel - attrarre dal silenzio delle vette, che al - lezza connotata da grandiosità e rarefa - l’uomo chiedono raccoglimento nella zione, varietà e mutevolezza”, e, si vor - scoperta e nella riflessione, che è il modo Amariana (foto Renato Candolini). rebbe dire, da poesia pura. migliore e più civile di trarre moniti e ar - Sono quasi mitiche le figure che si ricchimenti morali da quell’incanto, che stagliano contro e sopra le montagne qui il fotografo sciorina con luminosa am - montagna dove ci si sente liberi”, perché cordare le cime più significative, dall’A - della Carnia, da Grohmann a Samassa e piezza di visione. è un altrove rispetto alla piatta quotidia - mariana al Sernio, dal Cogliàns – Cjane - ad altri, fino a Julius Kugy che ha saputo Il volume guida il lettore attraverso le nità) e propone un confronto col mare: la vate alla Creta di Collina, alla Creta Fo - sommare gli interessi per le scalate con la immagini, valide in sé, a cui però sono af - montagna fa pensare a una conquista in rata, al Bivera e al Cridola. E qui le percezione di nobili valori estetici. Forse fiancati molti scritti, sia pure nella mag - sé, perché “è il punto che si deve rag - stupende immagini di Candolini, felice - per questo il racconto di Santin, si ferma gioranza dei casi senza la subordinazione giungere forse desiderando di non far ri - mente intercalate, assecondano la valu - a quell’Ottocento, che pure vide organiz - dell’illustrazione didascalica: le parole torno mai più”, mentre il mare (“anonima tazione e rendono ben evidente la con - zarsi le prime società alpinistiche, tra cui concorrono a riempire quei silenzi e a indifferenza marina”) si dilata in uno spa - cretezza fisionomica di ciascuna la SAF, nata appunto a Tolmezzo nel 1874 renderli intimi, come in ogni grande con - zio da conquistare ma poi da superare montagna. Ma poi lo stesso Matteusich, e poi nel 1880 trasferitasi a Udine. quista interiore in cui l’ascensione può per altre visioni e per altri possessi, sul - con un dire elegante, letterariamente pre - Al caleidoscopico e sfaccettato ap - riuscire feconda e duratura. l’esempio di Ulisse. zioso e sinteticamente allusivo, fa ripro - parire di tante immagini corrisponde una Dapprima le immagini guardano al - Lo stesso Matteusich ( Le cime della vare in tutte le sfumature la sequenza di grande varietà di ricordi e di notizie che l’uomo, alla sua attività, profondamente Carnia, da p. 81 a p. 135) si trattiene a ri - moti d’animo e di sensazioni che accom - animano in profondità quelle visioni. silenziosa, agli abitati, più spesso incan - tati nella solitudine, ma pronti a richiami d’altri tempi, per esempio a S. Pietro di parso sulle “Alpi Venete” nel 2008. Carnia, a Illegio o a Luint. Poi lo sguardo, Carlesso non ha mai scritto una riga su oltre gli animali, si intrattiene con vera Omaggio a Raffaele Carlesso se stesso, forse non ne ha mai avuto il gioia sulle varie trasparenze cromatiche tempo, impegnato com’era a lavorare per dei fiori; infine l’occhio è invitato a innal - di RUDI VITTORI mantenere degnamente la propria fami - zarsi, oltre i lucidi specchi d’acqua, per glia e a far prosperare l’impresa commer - cogliere i giochi di colori, di ombre, di ciale di tessuti che, con enormi sacrifici, forme, di linee, di masse conchiuse: con - uando passando per Listolade, sa - era riuscito a creare a Pordenone. Tutto il tro cieli incantati e orizzonti senza fine si lendo verso Alleghe, si butta l’oc - suo tempo libero lo passava tra i monti, sui chio in quella lunga valle che si assaporano vertigini e rapimenti. sentieri, nelle fessure, sugli spigoli di que - snoda a destra e porta nel cuore Lo scritto di Leonardo Zanier ( Là in Q sti giganti pietrificati. Ma il suo è sempre magico della Civetta, per un attimo, da - mont, pp. 9-12) guarda al lungo mutare stato un alpinismo dilettantistico. Dilettan - vanti ai nostri occhi, si profila netta la torre dei tempi sullo sfondo di quei “marmi” tistico nel più bello e nobile significato del delle torri, quella Torre Trieste che è stata che tanto esaltavano Celso Macor e in - termine. Carlesso dedicava alla montagna teatro di affascinanti avventure, nel pe - serisce il pensiero di Renato Candolini: soltanto il suo tempo libero, non è mai riodo più bello di tutta la storia dell’Alpini - “Ho voluto far vedere, girando anni su stato un professionista dei monti, non ha queste montagne la fascia alta della Car - smo: l’epopea del sesto grado. Passando oltre, ormai in pieno centro mai visto l’Alpinismo come una possibile nia, dai tetti degli ultimi paesetti o inse - fonte di fama e di reddito, ma nonostante diamenti: da Orias, Luint, Maranzanas, ad Alleghe, in mezzo alle funi delle seg - giovie e cabinovie, l’occhio esperto del - ciò è riuscito ad essere uno dei più grandi Clavais, Grac, Ludario, Voltois, alle vette, scalatori di tutti i tempi, uno dei principali alle cime delle catene alpine carniche, l’arrampicatore, distingue nettamente un’altra torre, un po’ più piccola, ma al - protagonisti dell’epopea del sesto grado. con la grande giogaia di calcare che va trettanto intrigante: la Torre di Valgrande. Oltre alle sue più grandi realizzazioni, dal Passo Monte Croce Carnico al Passo Sono due pilastri costruiti dalla natura che sono universalmente note, è da men - Giramondo e che esprime la sua mas - ai due lati opposti della Cattedrale, che zionare la longevità della sua attività sui sima potenza nel gruppo Coglians – Cja - fanno da guardia all’entrata nel Grande monti, portata avanti per oltre ses - nevate, montagne che mai si conoscono Tempio dell’Alpinismo. Due sentinelle che sant’anni. Le sue prime salite sono del abbastanza per quante sono e per quanto fermano i non iniziati e che con la loro gra - 1922, quando a quattordici anni inizia a Raffaele Carlesso. sono belle: fino allo strazio”. zia maestosa, col loro aspetto imponente, percorrere le rocce del Col Nudo e del Ca - Gianpaolo Carbonetto ( Carnia: un intimoriscono non poco chi intende profa - vallo per concludersi a ottanta anni suo - mondo, una storia, tra p. 53 e p. 70), ri - nare il Tempio. gio al grandissimo scalatore, nato a Ro - nati, nel 1988, sulle Torri di d’Averau, per costruendo le varie epoche vissute dalla Queste due torri, con le loro due pareti vigo, ma pordenonese d’adozione, che ha la direttissima degli Scoiattoli e per la Di - Carnia e osservando che “ogni terra ha la principali sono legate ad un nome solo, inciso il suo nome sulle più belle pareti retta Dimai. Ma uno dei suoi capolavori è sua anima e il suo carattere”, rileva le sin - quello di Raffaele Carlesso, che nel 1934 delle Dolomiti e di cui Gian Piero Motti certamente la ripetizione della Comici alla golarità nella formazione culturale e civile ha salito la parete sud della Trieste as - ebbe a dire nella sua Storia dell’Alpinismo: Nord della Grande di Lavaredo, portata a della Carnia che dovette derivare in gran sieme a Bortolo Sandri e nel 1936 la pa - ”…seppe innalzare ad un gradino supe - termine all’età di settantun anni, nel 1979. parte dall’incrocio delle correnti di mi - rete nord della Valgrande in compagnia di riore il livello raggiunto da Comici con la Un doveroso omaggio, questo del CAI grazioni, dalla protostoria celtica ai giorni Mario Menti. scalata della Nord della Grande di Lava - di Pordenone, a questo grande personag - nostri. Edito dalla Sezione del CAI di Porde - redo…”. gio che deve essere portato ad esempio, Luca Matteusich ( La montagna, pp. none, è stato dato alle stampe Raffaele Biri Si tratta di una raccolta di scritti che in momenti come questi, nei quali è più im - 73-74) indaga sul senso dell’ascendere, Carlesso – Gloria dell’Alpinismo italiano . vanno dal primo di Severino Casara del portante l’apparire mediatico rispetto alla dello sfidare l’”oltre” e cita Eliot (“nella Una raccolta di scritti che sono un omag - 1947 all’ultimo di Roberto Bianchini, ap - sostanza delle cose. Alpinismo goriziano - 1/2009 11

Ampezzo, Resia, Fusine. Schede com - molteplici impegni sociali come consi - In libreria plete senza essere pedanti e tediose, de - gliere comunale di Savogna d’Isonzo e di - dicate all’escursionista, alla gita familiare, rigente dello Slovensko Planinsko alla visita scolastica. Accattivante nella Druøtvo (Associazione alpinistica slovena) veste grafica, asciutta e precisa nei testi di Gorizia. La curiosità dello scalatore L’ultima sua fatica a vedere le stampe che spaziano nella descrizione dell’itine - rario proposto dall’esposizione dei feno - riguarda la ricerca sulla microtoponoma - di MARKO MOSETTI meni naturali alla storia dei luoghi per - stica del Carso di Doberdò (Krajevna corsi, le peculiarità botaniche e imena in priimki na Doberdobskem Krasu) faunistiche, senza dimenticare le specia - comprendente i territori di Doberdò, S. Michele, Gabria, Jamiano con Medeazza i Michele Radici conosciamo e alquanto diverso dall’immagine vetero- lità culinarie e le tradizioni. e S. Giovanni di Duino e Rubbia. Un’ul - apprezziamo il lavoro cinemato - hippie che ci trasciniamo dietro nella me - Interessante la scheda inserita alla tima parte del volume è curata da Mas - grafico, in maniera specifica moria, alimentata da vecchie foto oramai fine di ogni capitolo - itinerario e dedicata simo Puntin e riguarda la toponomastica quello dedicato allo sport e all’av - irrimediabilmente sbiadite. Quello che allo sviluppo della manualità dei ragazzi. storica del comune moderno di Sagrado. Dventura. Un paio di edizioni fa, Radici ha davvero non sbiadisce, nonostante gli Un invito a realizzare con le proprie mani A completare il lavoro, oltre alle numerose presentato al Trento Film Festival un suo anni che passano, è la straordinaria vi - piccoli e grandi oggetti con i semplici ma - fotografie in bianco e nero e a colori, sto - lavoro interamente dedicato a Jim sionarietà di Bridwell, unita ad una tec - teriali che la natura mette a disposizione. riche e attuali, un’interessante carta to - Bridwell. nica raffinatissima, grande coraggio, Esercizi quanto mai utili oggi per le nuove pografica al 10.000 del territorio in esame, L’incontro con questo personaggio, amore per l’avventura e la natura. Radici generazioni che la natura hanno occa - divisa in otto comodi fogli per la praticità “mito” della storia dell’alpinismo statuni - ci riconsegna tutto questo ed anche qual - sione di viverla quasi esclusivamente me - di utilizzo. tense e mondiale, lo ha, per sua stessa cosa di più tra le pagine che ha curato. In diata. Non poteva mancare, a proposito Le principali fonti alle quali Klemøe si ammissione, impressionato moltissimo. coda al volume una cronologia dell’atti - di mediazioni, quello che oggi è il me - rivolge sono il Catasto Teresiano, quello Tanto da fargli dedicare un secondo la - vità alpinistica del nostro e un suo curri - dium per eccellenza. Per ogni luogo de - Giuseppino, il Catasto Napoleonico ed i li - voro, questa volta non più in immagini culum dal quale traspaiono tutte le mille scritto viene fornita una serie di suggeri - bri di battesimo dei paesi custoditi nel - ma sulla carta stampata. Va detto subito e una attività praticate per sbarcare il lu - menti sui dintorni da approfondire l’Archivio Arci ve scovile. Viene così rico - che è un’opera preziosa questo The Bird , nario tra una stagione di arrampicata e attraverso un’appropriata ricerca utiliz - struita l’identità del territorio attraverso i non solamente come omaggio al perso - una spedizione. Si va dall’attrezzista in zando internet. Camminaboschi.fvg può semplici e autentici nomi che la popola - naggio che ha segnato per più di un tren - parete per set televisivi o cinematografici essere richiesto presso gli Uffici di rela - zione che lo ha abitato usava per definirlo. a stunt man, a maestro di sci, a trainer per tennio l’arrampicata americana, ma an - zione con il pubblico della Regione F.V.G., Il panorama che si ottiene è la fotografia che e soprattutto dal punto di vita storico gli U.S. Navy SEAL , a recordman nel presso gli Ispettorati forestali e le Sta - delle nostre terre con la commistione e essendo la traduzione di Climbing Ad - Guinnes Book . zioni forestali. l’intersecarsi di influenze diverse: abitanti ventures di Bridwell, testo oramai intro - Ma la parte curiosa e significativa, e proprietari di fondi di origini anche di - vabile sull’epoca d’oro del suo alpinismo. ancorché breve, sono un paio di pagi - DARE UN NOME AL TERRITORIO verse che vivono e lavorano fianco a Gli scritti di Bridwell abbracciano un nette di aneddoti raccolte da internet. fianco. Il fuoco della storia ha continuato periodo lungo poco più di un ventennio Storie che il tempo e il passare di bocca Quello per la microtoponomastica è a passare e ripassare su quelle comu - essendo compresi tra il 1968 il primo, in bocca mutano in toni fantastici e mitici, un interesse di lunga data di Vlado nità, lasciando certamente il segno, a Confessioni di un drogato di velocità , e il come appunto si conviene ai veri miti. Klemøe. Solamente nell’ultimo decennio volte profondo ma non stravolgendole. 1989 l’ultimo, Shadows . Vi vengono ri - possiamo citare una serie di lavori sul Più deleteria per l’identità sociale e cul - percorse, in forme e stili diversi di scrit - INVITO AL BOSCO tema dedicati al territorio goriziano, par - turale potrebbe rivelarsi invece proprio tura, le realizzazioni più significative del tendo da Goriøko Ozemlje del 1999 a cura l’identità della memoria delle radici. Cosa periodo più fertile dell’alpinismo di La Regione ha li - dell’Istituto di ricerca sloveno (SLORI) che che Klemøe con il suo lavoro cerca di Bridwell, dalle prime salite di Yosemite, cenziato una nuova pubblicazione dedi - su una carta topografica allegata ripor - esorcizzare. alle realizzazioni in Patagonia, dall’Ala - ska all’Eiger. Non si tratta però solamente di pura cronaca alpinistica ma anche di spaccati di vita, sguardi su momenti pas - sati, personaggi, musica, bevute e altri stimoli, azioni al limite e a volte anche ol - tre il limite del lecito e della legalità. Tutte cose che hanno sì contribuito alla crea - zione del mito di Bridwell ma che nella storia non hanno mai un fine in se stesse ma che in qualche maniera contribui - scono a spiegare l’uomo Bridwell e la sua ricerca alpinistica: dal furto di corrente elettrica al Camp 4 di Yosemite, alle mol - teplici incomprensioni con i funzionari delle dogane di mezzo mondo, all’invin - cibile attrazione esercitata da pareti e cime impossibili o interdette alla scalata e regolarmente violate. È la curiosità dell’uomo che esce da queste pagine, in tutti i sensi e in tutte le situazioni: curiosità di vedere oltre una parete, oltre una difficoltà apparente - mente e ragionevolmente impossibile, fino a che punto ci si può spingere, quanto si può rischiare, ma anche la cu - riosità di provare e trovare nuove solu - zioni anche tecniche ai sempre più com - plicati problemi che l’uomo si crea per continuare ad avere il gusto di esistere. Questa stessa curiosità ci presenta un Bridwell esploratore in Borneo, attorno all’Everest, al Polo. Radici non si è accontentato però so - lamente degli scritti di Bridwell ma ha vo - luto integrarli con ulteriori contributi e note per meglio inquadrare il personaggio e le sue imprese, e rappresentare il tutto con il resto del mondo verticale in cui si Gorizia, ottobre 2007. Gruppo di alpinisti in un interno. Da sinistra: Peter Podgornik, Jim Bridwell, Pavle Kozjek, Silvo Karo, Giovanni Groaz. stava muovendo. I contributi più signifi - cativi sono di Giovanni Groaz, guida al - pina trentina, che è stato più volte com - pagno di cordata di Bridwell sulle pareti di cata a tutti coloro i quali desiderino me - tava i nomi prediali, gli idronimi e i topo - glio conoscere i patrimoni naturali delle nimi del Goriziano, per passare poi allo Jim Bridwell - THE BIRD - ed. Versante Yosemite e sulle Alpi. Sud, pag. 301, euro 19,00. È interessante e curioso avere un al - nostre terre. Camminaboschi.fvg Escur - studio specifico dei singoli territori con la tro occhio, un’altra visione, contempora - sioni naturalistiche con il Corpo forestale relativa pubblicazione dei volumi sulla mi - AAVV - CAMMINABOSCHI.FVG - ed. Re - neamente, quasi un controcampo cine - regionale è un’agile guida, curata dal crotoponomastica del territorio di S. Flo - gione Autonoma Friuli Venezia Giulia, pag. matografico, e riuscire così a inquadrare Corpo forestale regionale che ci accom - riano del Collio, poi di Piuma, S. Mauro e 103, S.i.p. il protagonista a tutto tondo nel corso pagna attraverso dieci zone boscose Oslavia, infine di Lucinico, Piedimonte e della sua stessa azione, con le sue per - della regione, dai sentieri sulle falesie di S. Andrea. Vlado Klemøe - KRAJEVNA IMENA IN sonali emozioni, quelle di chi gli sta ac - Duino, attraverso il Carso, la bassa pia - La ricerca di Klemøe è diventata nel PRIIMKI NA DOBERDOBSKEM KRASU - ed. Zadruæna Banka Doberdob in So - canto, e quelle che lascia trasparire. Ne nura e la laguna, le colline del Goriziano e tempo quasi una missione che si è so - vodnje, pag. 219, S.i.p. esce così un personaggio complesso e su su fino alle foreste alpine, il Cansiglio, vrapposta al suo lavoro di giornalista e ai 12 Alpinismo goriziano - 1/2009

ASSEMBLEA GENERALE Goriziani in evidenza ORDINARIA a Trieste L’Assemblea generale ordinaria dei soci è convocata in prima convocazione per mercoledì 25 marzo 2009 alle ore 17.00 iovedì 26 febbraio scorso nella Andrea Olivieri e Alessandro Simonazzi suggestiva cornice dell’Antico con la seguente motivazione: “Pur re - presso la Sede sociale di via Rossini 13 ed in seconda convo - Caffè S. Marco di Trieste si è stando nel genere del diario di viaggio di cazione per giovedì 26 marzo 2009 alle ore 20.30 presso la stes - conclusa l’edizione 2009 della una spedizione di alpinisti, realizzato con sa Sede, per discutere il seguente ordine del giorno: Grassegna Alpi Giulie Cinema organizzata strumenti e metodi tipici del home-movie, dall’associazione culturale Monte Ana - si stacca dalle altre opere di questo tipo logo . L’atto conclusivo è stata la procla - iscritte al concorso, per originalità, sia Parte ordinaria: mazione dei vincitori del concorso cine - per una certa qualità delle immagini, sia – NOMINA DEL PRESIDENTE E DEL SEGRETARIO DELL’AS - matografico riservato a produzioni di nelle scelte di montaggio”. SEMBLEA; autori delle regioni alpine Friuli Venezia Un bel viatico e un incoraggiamento per, speriamo, nuovi successi. – LETTURA ED APPROVAZIONE DEL VERBALE DELL’ASSEM - Giulia, Slovenia e Carinzia dedicate alla montagna (sport, cultura e ambiente). La BLEA DEL 26 NOVEMBRE 2008; giuria, composa quest’anno dall’alpinista – RELAZIONE DEL PRESIDENTE SEZIONALE; Peter Podgornik, dal giornalista Luciano – PROGRAMMA DI ATTIVITA’ SOCIALE PER IL 2009, Santin, dal regista Giorgio Gregorio, Alpinismo goriziano – NOMINA DEI DELEGATI SEZIONALI PER IL 2009; aveva a disposizione due premi: al mi - glior video la Scabiosa Trenta ; al miglior Editore: Club Alpino Italiano, Sezione di – BILANCIO CONSUNTIVO 2008; Gorizia, Via Rossini 13, 34170 Gorizia. soggetto il premio intitolato a Luigi Me - Fax: 0481.82505 – VARIE ED EVENTUALI. deot, indimenticato direttore di Alpini - Cod. fisc.: 80000410318 - P. IVA 00339680316 smo Goriziano . La Scabiosa Trenta è in - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Fulvio Mosetti. Parte straordinaria: terpretata ogni anno da un diverso artista regionale. Quest’anno è toccato al trie - Servizi fotografici: Carlo Tavagnutti. – PROPOSTE DI MODIFICA DEL REGOLAMENTO SEZIONALE. stino Andrea Milia dar corpo all’irrag - Stampa: Grafica Goriziana - Gorizia 2009. giungibile sogno di Julius Kugy con un la - Autorizzazione del Tribunale di Gorizia n. Si prevede che l’Assemblea si riunisca in seconda convocazione. voro in legno e fusione metallica. Il 102 del 24-2-1975. premio è stato assegnato al regista slo - LA RIPRODUZIONE DI QUALSIASI ARTICOLO È CON- veno Janez Burger per il film Na Sonœni SENTITA, SENZA NECESSITÀ DI AUTORIZZAZIONE, Il Presidente Strani Alp . Allo stesso film è andato an - CITANDO L’AUTORE E LA RIVISTA. CLUB ALPINO ITALIANO che il premio Luigi Medeot . Sezione di Gorizia La Giuria ha altresì deciso di segna - VIETATA LA RIPRODUZIONE DELLE IMMAGINI SENZA lare il film Illimani dei goriziani e consoci L’AUTORIZZAZIONE DELL’AUTORE.

11 febbraio 2009. Gita sociale con le ciaspole da Pierabech a Cima Sappada.