Montagne 360. Dicembre 2012, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 3/2012. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano divertimento In vetta al possibile futuro Gli scenari di un Alpi senza ghiaccio? ritratto del “signore delle vette” A 26 anni dalla scomparsa un Renato Casarotto dedicati alla montagna dei giochi da tavolo Le foto ela storia Montagne360 La rivista del Club Alpino I Alpino Club del rivista La taliano dicembre2012 €3,90 Editoriale Desideri che si avverano. orizzonti e orientamenti Regala buoni SPORTLER! La grande vittoria dell’ambiente: approvato il Protocollo Trasporti della Regali speciali per persone speciali. Convenzione delle Alpi

Lo scorso 17 ottobre, dodici anni dopo la sua sottoscrizione e a quasi dieci anni dalla sua entrata in vigore in altri Stati alpini, è stata finalmente messa la parola fine a quella che in Italia era diventata una vera e propria saga, anche a causa dell’opposizione proveniente soprattutto dal mondo dell’au- totrasporto: la ratifica del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi, che assume ora carattere vincolante. È uno dei risultati più importanti pro- dotti dalla Convenzione delle Alpi nella sua ventennale esistenza. Lo scopo del Protocollo è ridurre gli effetti negativi dei trasporti nelle e attraverso le Alpi portandoli a un livello “tollerabile”, limitare gli impatti suscettibili di compromettere il ruolo e le risorse del territorio alpino, diminuire la dipen- denza dal trasporto su gomma (oggi oltre l’80% per le merci), accelerando il trasferimento sulla ferrovia e sulle autostrade del mare. Uno strumento per la gestione dei trasporti nelle Alpi intese come un unico sistema, nel quale le misure unilaterali hanno ripercussioni a catena sugli altri territori e per la gestione della mobilità nelle aree turistiche, dove continua a prevalere l’auto privata. La ratifica italiana permetterà una più fattiva collaborazione per aumentare l’efficienza dei sistemi di trasporto integrati, coordinare le politiche e contribuire nel contempo a uno sviluppo delle attività econo- miche che non pregiudichi le risorse naturali e la qualità della vita della popolazione residente. Niente più strade di grande comunicazione attraver- so le Alpi. Addio al progetto (senza senso perché comunque irrealizzabile senza l’assenso degli altri Stati) di una nuova direttrice stradale fra Venezia e Monaco. I progetti di carattere intraalpino (strade con origine e/o destina- zione all’interno del territorio alpino) sul territorio italiano possono invece continuare a essere realizzati, ma solo a certe condizioni (valutazione posi- tiva degli effetti e mancanza di alternative offerte da ferrovia, navigazione o trasporto combinato). Obbligo di tener conto, nei canoni per l’utilizzo delle infrastrutture, dei costi cosiddetti “esterni”, favorendo il ricorso a vettori più favorevoli per l’ambiente. Il segnale politico (e giuridico) è chiaro, si tratta adesso di rispettarlo con misure concrete da parte dello Stato, delle Regioni e dei comuni alpini, af- finché la politica dei trasporti attarverso le Alpi e nelle Alpi cambi finalmen- te rotta. Marco Onida SPORTLER ti offre una vasta scelta di articoli moda, sci, bike, alpinismo, outdoor, running, fi tness e junior. Acquista ora i tuoi buoni SPORTLER nelle fi liali o su www.sportler.com. Auguri ai lettori di Montagne360 Regala sport, regala emozioni, regala un buono SPORTLER. “Sali alla vetta, in occasione delle festività natalizie, che no a 360 gradi riconoscendoci e riconci- volgi gli occhi giungono a conclusione di un anno non liandoci con l’immensità della natura, sia ad occidente, certo facile a causa della nota situazione essa prodotto di evoluzione o atto di cre- a tramontana, di crisi generale aggravata dalle calamità azione. La montagna, e il pensiero di essa, a mezzogiorno, naturali che hanno ripetutamente colpito possano rappresentare anche nelle diffi- ad oriente e il nostro Paese. Ma il Natale può rappre- coltà un elemento di serenità e di rifugio Best in the ! rimira.” In que- sentare la circostanza e il momento per nel quale ritrovarci da soli o in compagnia sta esortazione elevarci, se non fisicamente di certo spi- di famigliari e amici: questo è il mio augu- tratta dal Deu- ritualmente ed almeno per un tempo di rio per il prossimo Natale e il nuovo anno. teronomio (III, 27) è contenuto il messag- riflessione, distogliendoci dalla pressione Umberto Martini www.sportler.com gio che mi sento di trasmettere a tutti voi delle cure quotidiane, per guardarci intor- Presidente generale del CAI

Dicembre 2012 / Montagne360 / 1

Qualitätssiegel der familiengeführten Sporthäuser mit Top-Marken, exzellenter Beratung und besten Preisen. Sommario dicembre 2012

Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano dicembre 2012 € 3,90 01 Editoriale 05 In vetta al News 360 divertimento Le foto e la storia dei giochi da tavolo dedicati alla montagna JEU DU CERVIN, Segui ogni giorno 08 Le montagne dallo spazio Renato Casarotto A 26 anni dalla scomparsa un ritratto del “signore delle vette” Svizzera, 1925 ca. del Club Alpino Italiano n. 3/2012. Sped. in abb. Post. – 45% 2 art. comma 20/b Post. - del in legge 662/96 Alpino Sped. Club abb. Filiale Italiano 3/2012. n. di Milano Alpi senza ghiaccio? Mario Vianelli Gli scenari di un le notizie CAI su possibile futuro 3,90. Rivista mensile € 3,90. Foto Museo Nazionale

Montagne 360. Dicembre 2012, 2012, Dicembre Montagne 360. della Montagna www.loscarpone.cai.it 10 Sopravvissuto all’onda bianca sul Manaslu Davide Chiesa 16 Il futuro delle Alpi senza ghiaccio AA. VV. 20 Il lupo simbolo della società italiana Lorenzo Arduini 22 La guerra riaffiora dai ghiacci Marco Benedetti 26 Paul Pritchard il climber nato due volte Carlo Caccia 30 Metti d’inverno un trekking a Salina Fabrizio Ardito 34 34 Renato Casarotto il signore delle altezze 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Mountains from space; 10. Survivor from the avalanche in Manaslu; 16. The future Roberto Mantovani of the Alps without ice; 20. The wolf as a symbol of the Italian society; 22. The return of the war out of the ice; 26. 40 Economia ed ecologia Paul Pritchard the man who was born twice; 30. Plans for the winter hiking on Salina Island; 34. Renato Casarotto il matrimonio s’ha da fare the king of the mountains; 40. Economy and Ecology: can go hand in hand; 42. The mummies from Roccapelago; Alessio Liquori 46. The extraordinary beauty inside a normal mountain; Spire JAcket 52. Portfolio the horizon of an adventure; 60. CAI 150 42 Le mummie GIACCA IN GORE TEX PER TUTTE LE 1874-1883 the end of the heroic climbers, the beginning of mass tourism; 64. Letters; 66. International news; 68. di Roccapelago AVVENTURE ALPINE. New ascents; 70. Books about mountains; 72. CAI News Massimo Frera la Spire Jacket (disponibile anche il modello femminile) è un capo molto versatile. ha un gonnellino anti- 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Berge vom Weltraum 46 Lo straordinario interno neve staccabile, un cappuccio con irrigiditori, cerniere aus; 10. Überlebender der Lawine des Manaslu; 16. Die Zukunft der Alpen ohne Eis; 20. Der Wolf als Symbol der di una normale montagna impermeabili e svariate possibilità di regolazione. italienischen Gesellschaft; 22. Der Krieg kehrt zurück aus dem Eis; 26. Paul Pritchard Bergsteiger mit den di Massimo (Max) Goldoni zwei Leben; 30. Winterpläne wandern auf Salina; 34. Renato Casarotto der Herr der Berge; 40. Ökonomie und 30 52 Portfolio Ökologie: die notwendige Vereinigung; 42. Die Mumien aus Roccapelago; 46. Die außergewöhnliche innere Orizzonte d’avventura Schönheit eines normalen Berges; 52. Portfolio der Horizont des Abenteuers; 60. CAI 150 1884-1893. Das Museo Nazionale della Montagna Ende des heroischen Bergsteigens, die Geburt des Massen- Tourismus; 64. Briefe; 66. Außereuropäische News; 68. 60 CAI 150 Neue Besteigungen; 70. Bücher über Berge; 72. CAI News 1884-1893. Finisce l’alpinismo 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Les montagnes vues eroico, nasce il turismo di massa de l’espace; 10. Le Survivant de l’avalanche du Manaslu; 16. Le future des Alpes sans glace; 20. Le loup comme le Franco Brevini symbole de la société italienne; 22. Le retour de la guerre il vapore acqueo fuoriesce des glaces; 26. Paul Pritchard l’homme qui est né deux prodotti GOre-teX® pioggia e vento non possono fois; 30. Bons plans d’hiver randonnée sur l’île Salina; 34. 64 Lettere penetare l’abbigliamento progettato con la tecnologia di prodotto GORe-teX® è Renato Casarotto le roi des montagnes; 40. Economie Materiale esterno impermeabile nel tempo e antivento e offre una traspirabilità ottimale. et Ecologie: une union nécessaire; 42. Les momies de 66 Cronaca extraeuropea GOre-teX® Membrana Roccapelago; 46. L’extraordinaire beauté intérieure d’une I considerevoli investimenti operati nel settore per soddisfare le diverse Fodera simple montagne; 52. Portfolio l’horizon d’une aventure; 68 Nuove ascensioni esigenze dei consumatori finali consentono a Gore di offrire la garanzia 60. CAI 150 1874-1883 la fin des grimpeurs héroïques, GORe-teX® GUARANteeD tO KeeP YOU DRY™. les débuts du tourisme de masse; 64. Lettres; 66. News 70 Libri di montagna international; 68. Nouvelles ascensions; 70. Livres sur les montagnes; 72. CAI News 46 72 Qui CAI Athlete: Lutz FLeck www.marmot.eu Dicembre 2012 / Montagne360 / 3 Peter Musch

ad marmot Spire_It.indd 1 02.10.12 07:05 Giochi di montagna, p. 52 News 360 Gioco da tavolo, Germania, 1900 ca. Speleologia Osservatorio ambiente Appunti di nuove Cansiglio, un “no” lungo 25 anni a nuovi impianti sciistici esplorazioni a cura di Massimo (Max) Goldoni

Trovato un ingresso alto dell’Abisso Gofredo in Val Boana (Vagli Sotto, Lu) Dopo numerosi tentativi in altre cavi- tà limitrofe, gli speleologi del GSPGC (RE) con amici dalla pianura padana e dalla Toscana hanno trovato un nuovo ingresso dell’Abisso Gofredo, che apre interessanti prospettive di esplorazio- ne in zone lontane dal primo accesso.

Nuove sorprese dalla Val E fanno 25. Un quarto di secolo di pro- è da tempo in fase di declino e andreb- d’Arnetola (Lu) teste contro i progetti di collegamento be ripensato e ricalibrato anche dove Gli speleologi del GS del CAI di Lucca sciistico a Casera Palantina sulla foresta ha ancora un senso mantenerlo. Per la con altri amici toscani e liguri sono del Cansiglio, traguardo tagliato lo scor- montagna del futuro, quindi, è giunto il a -400 all’Abisso Carriola, scoperto so 11 novembre, quando si è ripetuta momento di una maggior fantasia e cre- recentemente nella zona dello storico per la venticinquesima volta la manife- atività, basate sulla tutela, sul rispetto e Abisso Attilio Guaglio. stazione per dire un chiaro “no” a qua- sulla solidarietà. Il CAI è pronto, questo lunque ipotesi di investimento su nuovi è un obiettivo per i prossimi 150 anni! Ultime dall’area carsica impianti sciistici nella zona. Ma non è la del Monte Naiarda (UD) costanza dei difensori dell’ambiente la In NA42, la maggiore cavità finora rin- vera notizia, casomai il contrario, cioè venuta, sono state intraprese le esplo- l’ostinazione di chi continua a proporre razioni nei rami più profondi. Ora il si- progetti per lo sviluppo della montagna stema NA42-NA49 conta un dislivello basati sulle stesse idee e sugli stessi totale di circa 450 m. Negli ultimi due schemi di ben più di un quarto di secolo anni il Gruppo Triestino Speleologi fa. Idee che non tengono conto di una (GTS) ha esplorato in collaborazione realtà sociale ed economica che è mu- Gruppo Speleologico Pradis, il Grup- tata nel tempo, in cui il turismo sciistico po Speleologico San Giusto, l’Unione Speleologica Pordenonese CAI.

il Covol dei Veci collegato Web & Blog con quello dei Siori (VI) www.seilschaft.it Una squadra, guidata da Alberto Ca- vedon, ha collegato il Covol dei Veci Montagne online: in Val Venosta, nelle Alpi, nel mondo con quello dei Siori alle risorgenze di Oliero (Altipiano Sette Comuni, VI). Si parte dalla Val Venosta, in Alto Adige, L’impresa è straodinaria per tempi, con una approfondita descrizione delle metodo e risultati esplorativi. Cinque sue cime e delle sue Alte Vie, con con- speleosub, Alberto Cavedon, Pedro sigli su dove fermarsi a dormire durante Balordi, Sebastian Kuster, Gerhard le escursioni. Fino ad arrivare ai trekking Wimmer e Gunther Faul si sono im- e salite in tutto il mondo dall’Africa alle mersi nel Covol dei Veci (Grotta Pa- Ande, il tutto corredato da foto e video. rolini), sono usciti in zona aerea dopo Il sito è in doppia lingua, tedesco e ita- 60 minuti, hanno esplorato enormi Il sito vuole essere una guida online per liano. Attualmente la parte tedesca è più gallerie asciutte e si sono nuovamente gli appassionati delle discipline di mon- dettagliata, anche se viene comunicato immersi, per poi riemergere al Covol tagna, dall’alpinismo al trekking, con un che tutti i contenuti sono in fase di tra- dei Siori. occhio di riguardo per lo scialpinismo. duzione.

Dicembre 2012 / Montagne360 / 5 News 360 Lombardia, corso per Un sentiero per ricordare Francesco Musso Il Club Alpino Italiano a Montecitorio per i Operatori Glaciologici Milano, vince il film Gli amici del presidente della commissione TAM Piemonte e suoi 150 anni sui camosci Il Servizio Glaciologico Lombardo Val d’Aosta, scomparso recentemente, gli hanno dedicato un Sono iniziati i festeggiamenti per la ricorrenza della prima Al Festival Internazionale (SGL) organizza il X Corso di Introdu- percorso in Val Maudagna associazione nata dopo l’Unità d’Italia Cinema di Montagna premiata zione alla Glaciologia finalizzato alla l’opera di Anne ed Erik Lapied formazione di Operatori Glaciologici del Servizio Glaciologico Lombardo. Voyage au bout de l’hiver, splendido Gli argomenti trattati sono: glacio- lungometraggio sulla vita dei camosci logia, climatologia, geomorfologia, durante l’inverno nel Parco nazionale cartografia, meteorologia, nivologia, del , ha vinto la prima permafrost, rischio ambientale, edizione del Festival Internazionale gestione immagini digitali, tecnica e del Cinema di Montagna, che si è pratica del rilievo. L’inizio del corso è tenuto a Milano lo scorso ottobre, previsto a marzo 2013. Per informa- promosso dalla sezione CAI di Milano, zioni: www.sgl.cluster.it, Alessandro dall’associazione Montagna Italia e dal Galluccio ([email protected] - cell. 335 Touring Club Italiano. Il documentario 5936724); Aldo Borghi (aldodante. è stato girato e prodotto interamen- [email protected] - cell. 329 9863947); te dai coniugi francesi Anne ed Erik Paolo Rocca ([email protected] - Lapied. Tra i film premiati ancheLinea cell. 339 2871341). continua di Hervè e Marco Barmasse, o scorso 26 ottobre a Montecitorio, un’amante della montagna, un luogo il divertente cartone animato di Marcel L il CAI ha dato inizio ai festeggia- dove si ritrova sempre la forza di rico- Barelli Gypaetus Helveticus e Arlberg, menti per i suoi 150 anni, che continue- minciare, sia per le singole persone, sia the hidden paradise, ritratto della me- In 1200 nel Gargano per ranno per tutto il 2013 con un calendario per i popoli». Dal canto suo il Presidente ravigliosa località austriaca, del regista omenica 7 ottobre 2012 la val Mau- attrezzare completamente e accatastare. fitto di eventi. Anche il presidente della generale, Umberto Martini, si è augurato Heinz Leger. Spelaion 2012 D dagna ha visto convenire le massime Il sentiero, infatti, ha una grande valenza Repubblica, Giorgio Napolitano, ha che «questo momento richiami l’atten- autorità del CAI regionale piemontese, naturalistica, sia perché racchiude nel suo mandato i saluti alla prima associazione zione sulle tematiche del territorio mon- 1200 speleologi e appassionati rappresentanti della Valle d’Aosta, di Lega microcosmo diverse specie arboree di tut- nazionale, descrivendola come «un fon- tano, ormai riconosciuto come cerniera hanno partecipato all’edizione 2012 Ambiente, amici e operatori nei veri set- to riguardo, sia perché riapre un cammino damentale protagonista nella diffusione d’Europa». Parole riprese dal Direttore La formazione del di Spelaion, il raduno internazionale tori della Tutela ambiente montano del chiuso da anni agli escursionisti a causa di del rispetto della natura e della monta- del CAI, Andreina Maggiore, che ha sot- Soccorso Alpino di speleologia che si è svolto a Borgo CAI per l’inaugurazione di un sentiero una galleria ed un ponte gestiti dall’Enel, gna». La vicepresidente della Camera tolineato «l’importanza della collabora- Trentino in Argentina Celano (FG), nel cuore del Gargano, dedicato a Francesco Musso, presidente che restavano chiusi al pubblico per moti- Rosy Bindi, presente in sala, ha riser- zione del CAI con gli altri enti per dare dall’1 al 4 novembre scorsi. della Commissione TAM per il Piemon- vi prudenziali. Marilena Piacenza, vedova vato al pubblico parole sincere: «Sono vita ad un’Europa delle montagne». (l.a.) I corsi di formazione del Soccorso È stata l’occasione per fare il punto te e la Valle d’Aosta, scomparso lo scorso di Francesco Musso, ha voluto ringraziare Alpino Trentino sono arrivati fino in della situazione sulle esplorazioni 15 settembre. L’iniziativa di dedicare un pubblicamente i partecipanti: «La mia Argentina. A metà ottobre gli istrutto- speleologiche in Italia, analizzando sentiero è stata di Lodovico Marchisio, riconoscenza più sentita ai Soci del Club ri hanno tenuto ad Arco di Trento un le situazioni più rappresentative in vicepresidente della Commissione TAM, alpino italiano e ai loro amici, che, insie- Il CAI a Bressanone per salvaguardare la corso di formazione e aggiornamen- diverse parti del Paese. scegliendo proprio i luoghi in cui Musso me, hanno lavorato alla realizzazione del to di una settimana a sei volontari «Sono molto soddisfatto della parte- aveva organizzato il suo ultimo convegno sentiero “Rocca Davì” a Frabosa Sottana libertà di accesso alla montagna argentini provenienti da El Chaltèn, cipazione ottenuta da questo impor- per salvaguardare l’ambiente. In meno in provincia di Cuneo, per mantenere Nel convegno di Bressanone il Presidente generale del CAI, in Patagonia, il villaggio nel Parco tante appuntamento», ha dichiarato viva nel tempo la memoria di Francesco Nazionale de Los Glaciares. di un mese il CAI GEB della sezione di Umberto Martini, ha sottolineato che la sicurezza nell’alpinismo Giampietro Marchesi, presidente Torino si è attivato per rendere agibile il Musso, Presidente TAM Piemonte e Valle Il corso si è incentrato su tecniche di della Società Speleologica Italiana. sentiero che da Miroglio, transitando nei d’Aosta, improvvisamente mancato il 15 debba essere affidata alla responsabilità degli scalatori soccorso ed elisoccorso, con manovre «Sono stati esposti e discussi pro- pressi delle Grotte del Caudano, ricollega settembre: Franco Stuardi, Paola Tiro- di corda, calate, recuperi in parete, getti provenienti da tutta Italia di una ora Frabosa Sottana. Percorso, questo, che ne, Beppe Borione, Daria Fava, Remigio a libertà deve essere intesa in che, se portata avanti con responsabilità e nozioni di primo soccorso e tecniche qualità davvero elevata, che hanno è intenzione del CAI, in collaborazione Guardiano, Massimo Viglietti e Lodovico «L senso soggettivo, soprattutto coscienza, non arreca danni né a se stessi di imbarco e sbarco dall’elicottero. mostrato come si può raggiungere lo con le “Alpi del Sole” e Lega Ambiente, di Marchisio». nell’alpinismo, dove bisogna lasciare alla né al territorio», ha poi sottolineato il Pre- È stata un’esperienza molto positi- stesso obiettivo, ovvero scoprire nuo- responsabilità dello scalatore la decisione sidente generale Umberto Martini. «Esi- va: Carolina Codò, coordinatore dei ve grotte, seguendo modalità diverse. su quali precauzioni prendere per salire ste la necessità di vigilanza e formazione, volontari argentini, ha espresso così Sono orgoglioso in particolare dei Ricerca collaboratori per agro-ambientale montano. Tali attività da una montagna». È quanto emerso a Bres- compiti che devono essere affidati alle as- la sua soddisfazione: «In Patagonia la nostri Gruppi del Sud Italia». il settore agro-ambientale svolgersi nel corso dell’anno accademico sanone nei giorni scorsi, nel corso del con- sociazioni come il CAI e non a un sistema cultura del soccorso in montagna da In Puglia è stato presentato anche montano 2012-2013, avranno diverse tipologie di vengo promosso dal CAI “La libertà delle di regole e divieti». In quest’ottica il CAI parte delle istituzioni è minima, non il programma della speleologia CAI impegno e prevedranno l’erogazione di un proprie scelte, la libertà in montagna”, mo- ha presentato l’“Osservatorio per la libertà è facile operare in caso di soccorso: all’interno delle celebrazioni per L’Associazione Valtemo cerca collabora- contributo. Tutti gli interessati sono invitati derato dall’alpinista e scrittore Alessan- d’accesso alla montagna”, uno strumento poterlo fare con i materiali adeguati e il 150°, denominato “I vuoti della tori, laureati in discipline scientifiche, per a mandare il proprio CV al seguente indiriz- dro Gogna, nell’ambito dell’International che intende preservare un libero e gratui- l’aggiornamento continuo è fonda- montagna”. l’attuazione di attività riguardanti l’ambito zo e-mail: [email protected]. Mountain Summit. «Questa è un’attività to accesso alle Terre alte. mentale».

6 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli

1 LAVAZZA

09_pagina_Montagne_200x270_natalizia

Monte Olimpo in abitazioni costruite da Efesto, secondo Omero (Odissea, 6, 61) «… sereno / È l’aer sempre, né mai nube il turba, / E una candi- Con i suoi 2917 metri la montagna mitologica per eccellenza è da luce lo rischiara… », suggestiva rappresentazione poetica che anche la più alta dell’intera penisola balcanica. L’Olimpo si erge non considera le reali condizioni meteorologiche della montagna, fra la Tessaglia e la Macedonia greca, e fa parte di un lungo al- spesso assai severe. lineamento montuoso che prosegue a nord nella Repubblica di L’immagine in alto è stata ripresa dalla Stazione Spaziale Inter- Macedonia e a sud nell’arco insulare delle Cicladi; grazie alla sua nazionale il 22 novembre 2004. I colori autunnali dominano la mole la montagna appare quasi isolata ed è visibile da grandis- scena e l’Olimpo, come spesso accade, è l’unica montagna inneva- sima distanza, soprattutto sul lato orientale dove precipita ver- ta della regione, e forse proprio per questo nell’antichità era det- so la stretta pianura costiera lambita dal Golfo di Thermaïkós. to “il luminoso”. A destra si vede parte della vasta città portuale Il massiccio calcareo dell’Olimpo comprende una cinquantina di di Salonicco, allungata sulle rive di un golfo ben riparato. Poco a cime di più 2000 m, la più alta delle quali è detta Mytikas, che ovest, parzialmente velati da una copertura di cirri, si trovano i significa naso; la vicina cima Stefani, alta 2909 m, è invece detta delta affiancati dei due principali fiumi greci: l’Axiós (o Vardar), “il trono di Zeus”. Le forme sono rocciose e aspre, con pendii sco- proveniente da nord, e l’Haliákmon che scende dai lontani monti scesi e vere e proprie pareti; la salita alle cime principali, molto del Pindo, vicini alla costa adriatica; fra le montagne il suo cor- frequentate nei mesi estivi, richiede qualche passaggio in roccia so si allarga in un lungo lago artificiale color turchese. Vicino al piuttosto esposto. margine meridionale dell’immagine si nota invece, al centro della La mitologia ha collocato sull’Olimpo la dimora delle dodici pianura della Tessaglia, la città di Larissa, importante nodo stra- principali divinità del pantheon greco, gli Olimpi (Dodekatheon) dale e ferroviario. presieduti da Zeus, che conquistarono la montagna nella guerra ISS Crew Earth Observations experiment and the Image Science & contro i Titani capitanati da Crono. Lassù, dove gli dei vivevano Analysis Group, Johnson Space Center

8 / Montagne360 / Dicembre 2012 l 23 settembre scorso, al campo 3 del Ma- naslu – Himalaya a quota 8163 metri– una I valanga ha travolto l’accampamento di 25 Sopravvissuto all’onda alpinisti di varie spedizioni, uccidendone 11, tra cui l’italiano Alberto Magliano. Tra gli alpini- sti presenti al campo c’era anche Silvio “Gnaro” Mondinelli, che si è miracolosamente salvato, e bianca sul Manaslu che così ci racconta l’esperienza. Cos’è successo sul Manaslu? «È scesa una valanga che ha coinvolto circa ven- Silvio “Gnaro” Mondinelli, scampato a una valanga ticinque persone, undici delle quali sono morte. sull’Himalaya lo scorso settembre, racconta la sua Fortunatamente al campo 3, a 6700 metri circa, eravamo “solo” in 25. Al campo base del Manaslu, esperienza. Con un pensiero a Alberto Magliano, quest’anno, c’erano circa trecento persone». Trecento persone sono veramente tante per unico italiano tra gli undici alpinisti morti sotto una montagna come il Manaslu la furia di neve e ghiaccio «Quest’anno il governo cinese ha impedito alle spedizioni di scalare sulle montagne tibetane e, di Davide Chiesa per questa ragione, il Manaslu, che si trova in ter- ritorio nepalese, è stata una delle montagne verso cui molti alpinisti si sono diretti». E le condizioni della montagna come erano? «Appena arrivati c’era molto caldo, lo zero ter- mico si trovava a 6000 m. È stata una stagione secca, durante la quale è caduta poca neve. Co- munque le condizioni sono migliorate ed erano ideali per salire alla cima. A differenza dell’anno scorso c’erano più crepacci». Secondo te qual è stata la dinamica della valanga? «Io non lo so, era notte, e non ho visto nulla. Ho solo sentito il rumore della valanga che scendeva. Gli alpinisti che si trovavano al campo base han- no ipotizzato che a causare la valanga sia stato il distacco di un seracco». Ci racconti cos’è successo quella notte? «Erano circa le 4.30 del mattino. Abbiamo sen- tito il rumore dello stacco della valanga e subito dopo siamo stati investiti da una massa di neve che ci ha trascinati verso valle. La cosa che più La sensazione che ho avuto è stata quella di essere chiuso in un sacco e gettato giù per centinaia di metri

mi ha impressionato è che eravamo in tenda den- tro i nostri sacchi a pelo, ci siamo sentiti schiac- ciare ed eravamo impotenti. In alcuni momenti abbiamo avuto la sensazione di galleggiare sopra la massa nevosa. La sensazione che ho avuto è stata quella di essere chiuso in un sacco e gettato giù per centinaia di metri. Per nostra fortuna la Il campo a 6800 metri tenda, con noi dentro, si è fermata dopo alcune sul Manaslu. In secondo centinaia di metri, mentre gli altri sono stati tra- piano i pendii superiori verso il campo a 7300 scinati molto più a valle. Ci siamo ritrovati senza metri di quota, luogo del scarpe e con indumenti leggeri, abbiamo dovuto distacco della valanga attendere la luce del giorno per recuperare del

Dicembre 2012 / Montagne360 / 11 Vite ad alta quota

“Gnaro? anche lui, come obelix, È caduto da piccolo nel paiolo della pozione magica”

Silvio “Gnaro” Mondinelli è uno dei più im- portanti e noti alpinisti himalayani a livello mondiale. Una persona semplice e, per chi lo conosce a fondo, anche buono. Ha dedi- cato la sua vita non solo all’alpinismo e agli allenamenti, ma anche agli altri. Atleta adolescente e poi uomo del Soc- corso Alpino della Guardia di Finanza, ha prestato servizio ad Alagna Valsesia per 33 anni. Con alcuni amici ha fondato l’Associa- zione Onlus “Amici del ” che si è dedicata a importanti opere di solidarietà in Nepal: la costruzione e il finanziamento, attraverso la raccolta di fondi, di una scuo- la e di un ospedale e l’adozione a distanza di decine di bambini. Enrico Dalla Rosa nel Tutti conoscono le sue imprese alpinistiche, che un appassionato di montagna potreb- suo recentissimo libro Sali un ottomila con ma la cosa che colpisce maggiormente nel- be desiderare”. Gnaro Mondinelli. Tutti i consigli per affron- la storia di Silvio è tutto quello che ha fat- Possiamo aggiungere che il suo approc- Sopra: Silvio Mondinelli materiale e iniziare a cercare i compagni che si «Direi molto bene. I miei cinque compagni e io tare l’alpinismo d’alta quota” (Hoepli, 2012) to per gli altri, a partire dagli innumerevoli cio all’alpinismo è concreto ed essenziale, e compagni impegnati trovavano con noi ai campi alti». abbiamo vissuto un’esperienza che non dimen- scrive di lui: “Difficile scrivere di un grande soccorsi in montagna, alla realizzazione di come del resto il suo modo di fare nella vita, nell’attraversamento di Tu sei stato uno dei sopravvissuti, l’amico e ticheremo, abbiamo fatto un viaggio stupendo alpinista che è più un amico che un com- progetti ambiziosi come l’Ospedale di Ma- e per questo è molto apprezzato da tante una difficile seraccata. compagno di spedizione Alberto Magliano, in- via terra, attraversando l’Europa e poi la Russia pagno di spedizione. Anche se nessuno lekhu e la scuola di Namche Bazar, sempre persone. Foto di Enrico Dalla Rosa vece, non ce l’ha fatta… il Kazakistan e la Cina, alla fine del quale ab- gliel’ha mai detto, da piccolo è caduto nella portati avanti mobilitando le energie degli La sua carriera sulle cime più alte è inizia- «Abbiamo trovato Alberto e lo sherpa Dawa, biamo donato il fuoristrada Great Wall all’ospe- stessa pentola in cui è caduto anche Obe- amici che gli sono sempre stati vicino. An- ta nel 1993 con la salita del Manaslu per che lo accompagnava, molto distanti da noi. Le dale di Maleku in Nepal. Moltissimi italiani, lix: risultato? Una persona letteralmente che se a un primo contatto può sembrare la difficile via Messner. Nel 2007 ha salito nostre due tende al campo 3 erano separate da instancabile, con una forza fisica prorom- timido, frequentarlo nelle lunghe giornate il Broad Peak, l’ultimo dei 14 ottomila che meno di un metro, ma la valanga ci ha portati Mondinelli era in viaggio da un pente, ma soprattutto una persona di gran- di spedizione ti fa scoprire un’inesauribile gli mancava per completare la prestigiosa lontani. La loro tenda è stata trascinata fin quasi mese con il progetto benefico de generosità, estremamente diretta, che vena di umorismo, basata sul racconto del- serie. Indimenticabile per lui, e da segnala- alla fine della valanga. Alberto era diventato non- “Settemila miglia lontano” ti dice sempre quello che pensa, ma che sa le mille avventure di una vita da Lazarù. An- re per noi, l’anno 2001 con la salita di ben no il giorno prima». anche ascoltare. dare in spedizione con lui è la cosa migliore 4 ottomila, tra cui l’Everest senza ossigeno. Hai commosso l’Italia quando hai dichiarato attraverso il gioco dell’acquisto di una tappa del Si definisce “un pesta neve” perché è salito alla stampa “vorrei diventare nonno anche io”. nostro viaggio, hanno versato direttamente nel sulle 14 vette più alte del mondo seguendo «Mi sembra un desiderio normale. Gli anni pas- conto dell’associazione “Amici del Monte Rosa” quasi sempre le “vie normali”. È sempre sa- sano e vedo aspetti della vita a cui prima non una cifra impressionante, e non è finita! A bre- lito senza l’ausilio supplementare di ossige- pensavo nemmeno». ve pubblicheremo libro e dvd, anche questi sa- no in bombola, ed è stato il primo italiano Lo sherpa Dawa invece era molto giovane… ranno venduti e il ricavato sarà donato all’As- dopo Messner, e il sesto uomo al mondo, a «… Dawa aveva solo 24 anni». sociazione. Tutte le informazioni le trovate su portare a termine questa impresa. Nono- E si trovava lì per fare il suo lavoro. Il tuo rap- www.7milamiglialontano.com». stante l’obiettivo raggiunto, Mondinelli non «Abbiamo trovato porto con gli sherpa come Dawa e con le po- Rimanendo sul tema dei locali che lavorano ha smesso di andare in Himalaya. Alberto e lo sherpa polazioni locali è sempre stato molto forte. sulla montagna, in tanti – alpinisti e non – di- A sinistra: il Manaslu Dawa, che lo Eri arrivato lì, al Manaslu, da un lungo viaggio cono che se gli alpinisti vanno in vetta è merito (8163 m) e la accompagnava, molto di solidarietà in fuoristrada durato un mese, solo degli sherpa climbing, per poi magari ac- copertina dell’ultimo distanti da noi. Le partendo da Alagna. Con questa iniziativa cusarli se qualcosa sulla montagna va storto. libro su Mondinelli nostre due tende benefica a favore del Nepal denominata “Set- «Non su tutte le montagne di ottomila metri ci al campo 3 erano temila miglia lontano” avete coinvolto tante si può avvalere della collaborazione degli sher- separate da meno di un persone che virtualmente hanno viaggiato con pa, quando questo è possibile il lavoro più grosso metro, ma la valanga ci voi attraverso numerosi territori. Com’è anda- viene svolto da loro: posizionano le corde fisse, ha portati lontani». ta questa straordinaria avventura? le scale, battono traccia. È evidente che tutti gli

12 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 13 Mondinelli sull’aerea sempre cercato di “arrivare in cima”. Questo mi cresta del Baruntse. dava la possibilità di trovare sponsor/amici che Foto di Silvio Mondinelli mi avrebbero aiutato per la cima successiva. Devo ringraziare per primo il Corpo della Guardia di Finanza e tutti i suoi componenti che mi hanno dato la possibilità di assentarmi dal lavoro». Secondo te, dato che li hai saliti tutti, quale può essere la via su un ottomila poco pericolosa? «Su un ottomila non esistono vie poco pericolose. In ogni spedizione le variabili sono troppe e im- possibili da prevedere e controllare. Oltre a pro- fessionalità, prudenza, esperienza, preparazione fisica e mentale ci vuole tanta fortuna». Hai la bellezza di 54 anni. Confidaci un segre- to sulla tua eccezionale forma fisica. «Allenamento costante, sacrifici, alimentazio- ne equilibrata e motivazione interiore. Anche se tutto questo non mi è servito nell’arrampicata sportiva, non sono diventato un Manolo, ma mi sarebbe piaciuto tanto». passione per la montagna». Il tuo futuro? Hai mai pensato a un libro auto- Su un ottomila Come mai hai fatto poco alpinismo esplorativo biografico delle tue mille avventure? non esistono vie e solo una volta ti sei cimentato con una inver- Costa troppo e si guadagna poco. poco pericolose. In nale su un 8000? Un augurio, un consiglio a chi si cimenta con ogni spedizione le «C’è una bella differenza tra alpinismo esplorati- gli ottomila. variabili sono troppe vo e invernali. Io non sono mai stato un professio- «Auguri! Occorrono tanti soldi, tanto tempo, e impossibili da nista, non ho mai vissuto di alpinismo. Quando tanti sacrifici, tanta buona sorte. Ma io ripartirei prevedere e controllare. ho avuto la possibilità di andare in spedizione ho già domani mattina».

alpinisti che salgono dopo di loro, usufruiscono Sopra: la solidarietà è tra di questi aiuti, che abbiano o meno ingaggiato gli i valori più importanti sherpa. Accusarli se qualcosa va storto è un mero per Gnaro. A sinistra, dall’alto: la esercizio muscolare della lingua. Troppi sono gli targa della Scuola di Indossa le tue EMOZIONI elementi da valutare di volta in volta». Namche Bazar. Pensi che un compagno “non sherpa” ma for- L’ospedale di Malekhu. te, che fa traccia, che porta zaini pesanti, pos- Con Gnaro i compagni sa eticamente essere paragonato all’aiuto di di spedizione, si Acquista riconoscono: Juanito uno sherpa? Oiarzabal e Alberto un binocolo Z-CAI «Certo, solo che l’amico non lo paghi». Magliano Infatti anche tu, lo dico ironicamente, tante scorta. fine a Fino avrai in OMAGGIO volte sei stato uno “sherpa” REGALO «Io e tanti come me». Chi ti segue apprezza la tua qualità nel non la t-shirt tecnica del esprimere pubblicamente giudizi gratuiti su altre persone e per essere sempre stato corret- C. A. I. to. Cosa pensi invece degli alpinisti che non si Club Alpino Italiano comportano così, che fanno dichiarazioni solo per emergere o farsi pubblicità? .it el

Presso i rivenditori che aderiscono all’iniziativa. aderiscono che rivenditori i Presso i «Innanzitutto ringrazio chi mi apprezza. Stimo w.z non solo gli alpinisti, ma le persone che pensa- ww no prima di parlare. A volte non basta nemmeno questo, perché le frasi dette vengono fraintese o, peggio, distorte e interpretate a proprio uso e

consumo per il desiderio di sensazionalismo». Per informazioni: [email protected] - tel. 0421.244432 A chi ti sei ispirato nel tuo alpinismo? «A nessuno, ringrazio solo chi mi ha trasmesso la Binocolo approvato 14 / Montagne360 / Dicembre 2012 Club Alpino Italiano osa sta succedendo ai ghiacci del Pianeta? ovvero i terreni lasciati liberi dai ghiacciai al loro A fronte: la lingua Stiamo assistendo a una fase di crisi della regresso, e la risalita della vegetazione arborea che terminale del ghiacciaio Il futuro delle Alpi criosfera (l’insieme di neve, ghiaccio e per- va a occupare zone prima interessate solo da vege- di Tsa de Tsan e le C Dents des Bouquetins, mafrost presenti sulla Terra) quanto mai intensa. tazione erbacea e prateria alpina. Queste modifica- nell'alta Valpelline (Valle Nella calda estate appena trascorsa i segnali a scala zioni implicano anche l’aumento di emissioni di gas d'Aosta). globale sono stati chiari e inequivocabili: in luglio serra (principalmente CO2) e quindi un ulteriore Foto Mario Vianelli. senza ghiacciai? 2012 i satelliti della NASA hanno rilevato che pra- contributo all’aumento della temperatura. Si nota la morena ticamente l’intera Groenlandia è stata sottoposta a Quali sono i dati a disposizione per descrivere laterale molto più alta di Guglielmina Adele Diolaiuti, del fondovalle, che Antonella Senese, Roberto fusione per più giorni consecutivi e, in agosto 2012, quantitativamente queste profonde trasformazioni denota un'arretramento Chillemi e Claudio Smiraglia si è toccato il minimo storico della copertura di della montagna italiana? Quali le tendenze degli della lingua glaciale.. ghiaccio marino dell’Artico. ultimi decenni e gli scenari evolutivi per il futuro? Foto di Mario Vianelli. Questi due eventi sono di grande impatto non solo Un contributo importante per rispondere a queste A sinistra: i ricercatori per l’area dove sono avvenuti, ma anche per le pos- domande viene dalle ricerche svolte e, ormai da di- dell’Università di Milano rilevano il detrito fine e sibili ripercussioni su scala globale (ad esempio per versi anni, dal monitoraggio dei siti glaciali e dalle le polveri alla superficie quanto riguarda il contributo all’innalzamento del ricerche svolte dall’Università Statale e dal Poli- del Ghiacciaio dei Forni. livello del mare) e riaccendono in tutti gli appassio- tecnico di Milano grazie al sostegno di diversi enti A destra: rilevamento a nati della montagna curiosità e apprensione per il pubblici e di società private e alla collaborazione del opera dei ricercatori di futuro della componente fredda del pianeta. Club alpino italiano (sia attraverso co-finanziamen- UNICATT delle emissioni di CO2 emissioni di CO2 Anche alle nostre latitudini l’estate 2012 è stata ti che mediante l’attività di soci che partecipano al dal terreno deglaciato sfavorevole ai ghiacci: chiunque si sia recato sul- rilevamento dei dati glaciologici o alla disponibi- nell’area limitrofa al le Alpi quest’estate non ha potuto fare a meno di lità dei rifugi che ospitano spesso strumentazione Rifugio Casati (CAI notare anche qui le evidenze dell’intensa fusione e scientifica dedicata). Milano) a oltre 3200 le conseguenti profonde modificazioni paesaggisti- Dal 2007, esempio, una vasta area glaciale dell’al- metri di quota che e ambientali: riduzione, a volte praticamente ta Valtellina, il gruppo Dosdè-Piazzi, al confine tra scomparsa, delle classiche “nord”, le pareti glaciali Lombardia e Svizzera, è continuamente monitora- un tempo affrontate dagli alpinisti anche per buona ta con strumenti installati per rilevare le condizioni parte dell’estate e oggi tormentate dalla presenza di meteorologiche a diversa altitudine, i flussi energe- roccia affiorante e da detrito, che ne impediscono tici alla superficie dei ghiacciai e misurare i tassi di l’ascensione anche da parte dei più esperti; riduzio- fusione glaciale e gli effetti sulla portata dei torrenti ne delle lingue glaciali, con crolli di interi settori per di alta quota. Dal 2010, inoltre, anche il permafrost Chiunque si sia recato effetto dell’assottigliamento del ghiaccio e dell’azio- (ovvero il ghiaccio “nascosto” nel detrito e nella sulle Alpi quest’estate ne della acque di fusione; ricoprimento parziale o roccia) è tenuto “sotto osservazione” grazie a un si- non ha potuto fare totale di interi settori delle fronti glaciali da parte di stema di monitoraggio installato dall’Università di a meno di notare le detrito roccioso che ne modifica gli scambi di ener- Milano e dall’Università dell’Insubria sulla vetta del evidenze dell’intensa gia e massa; formazione di laghi supraglaciali che gruppo, la cima de Piazzi, a 3434 metri di quota. fusione dei ghiacci spesso vanno monitorati per pericolo di esondazio- Un altro osservatorio privilegiato delle variazioni e le conseguenti ni disastrose. Il regresso glaciale si accompagna poi dei ghiacci in risposta ai cambiamenti climatici è profonde modificazioni a profonde modificazioni ambientali ed ecologi- rappresentato dal Settore Lombardo del Parco Na- paesaggistiche e che come la ricolonizzazione delle aree deglaciate, zionale dello Stelvio dove dal 2010 è attivo “Share ambientali.

Dicembre 2012 / Montagne360 / 17 rivelano quindi costanti condizioni di fusione alla Evidenze della crisi superficie dei ghiacciai. Diversamente dagli anni a disposizione foto aeree e ortofoto (foto aeree che e riflettività e aumentando la quantità di radiazione criosferica in atto. passati, quando a temperature diurne anche elevate sono state geomcamente corrette e georeferenziate) solare assorbita accelerando quindi la fusione. Que- Crolli di interi settori glaciali ed erosione da si accompagnavano minime notturne sotto zero che per analizzare le superfici glaciali e le loro variazioni sto fenomeno è studiato sulle Alpi solo dal 2011, parte delle acque di permettevano un parziale ricongelamento dell’ac- recenti. nell’ambito del progetto “Share Stelvio” che ha visto fusione alla superficie qua di fusione prodotta durante il giorno, nell’esta- I risultati ottenuti indicano che nel periodo 1991- le prime misure italiane per rilevare, caratterizzare del Ghiacciaio dei te 2012 la fusione (“ablazione” in gergo glaciologi- 2003 i ghiacciai della Lombardia hanno ridotto la e valutare l’evoluzione stagionale della copertura di Forni (Alta Valtellina, co) è avvenuta per quasi due mesi consecutivi non loro superficie del 21% circa, da 117.4 a 92.4 km2, polveri e detrito fine sulla superficie del ghiacciaio Lombardia). È evidente anche l’abbondante lasciando tregua ai nostri ghiacciai. con una forte accelerazione del fenomeno nel perio- dei Forni. I primi risultati sono davvero molto inte- detrito sopraglaciale e 2 Per valutare meglio le conseguenze di tassi abla- do più recente (da 104.7 a 92.4 km nel solo interval- ressanti e suggeriscono di non sottovalutare questo il consegunete colore tivi così intensi come quelli dell’estate 2012, basta lo di tempo 1999-2003). Metà della perdita areale fenomeno che, nei prossimi anni, potrebbe ulterior- scuro del ghiaccio estenderli a superfici glaciali di diverse migliaia di (53%) è da imputarsi alla diminuzione drastica dei mente accelerare la degradazione glaciale alpina. Ci che rivela un’albedo m2: si ottengono volumi superiori ai 50.000 m3 di ghiacciai più piccoli (inferiori a 1 km2) i più nume- sono possibile strategie di mitigazione per ridurre (o riflettività) limitata e quindi una più acqua rilasciata al giorno per ghiacciai di piccole rosi dal punto di vista numerico. Sono anche state la fusione in atto? In molti, durante la calda estate accentuata fusione. 3 dimensioni e valori di oltre 180.000 m al giorno analizzate serie storiche di dati climatici lombardi 2012, hanno suggerito, almeno per taluni ghiacciai Foto Guglielmina Adele per apparati di grandi estensioni come il Ghiacciaio che hanno indicato che nelle sei maggiori aree gla- sottoposti a reale rischio di estinzione, la possibili- Diolaiuti dei Forni. ciali Lombarde (Spluga, Bernina-Disgrazia, Piazzi tà di utilizzare coperture geotessili, non-tessuti di Questi grandi volumi di acqua rilasciata dai ghiac- Campo, Ortles Cevedale, Adamello, Orobie), le aree colore bianco che isolano neve e ghiaccio dai raggi ciai finiscono nei corsi d’acqua, non si tratta per- soggette a maggiore incremento delle temperature solari, proteggendoli dalla calda aria estiva e limi- tanto di una vera perdita, ma di un trasferimento nel trentennio 1976-2005 mostrano una riduzione tando anche del 60% la fusione nivale e quasi az- dell’acqua dai ghiacciai (dove è immagazzinata) ai percentuale maggiore anche degli apparati glaciali zerando la fusione glaciale. Queste strategie, la cui torrenti, dove diviene disponibile per i sistemi eco- più grandi. Si è inoltre osservata una marcata di- efficacia è stata testata sul Ghiacciaio “laboratorio” Confronto di immagini Stelvio”, progetto pilota afferente al noto program- logici di alta quota o da dove viene trasportata per minuzione delle coperture nivali al disgelo (nel Dosdè Orientale nel 2007 e 2008 e che sono poi storiche (sopra, 1932, ma di monitoraggio ambientale globale Share (Sta- confluire nei grandi fiumi di pianura, mitigando periodo 1985-2005) che ha ricadute negative sugli state applicate estesamente sul Presena (ghiacciaio foto archivio Comitato tions at High Altitude for Research on the Environ- così le magre estive. apparati glaciali, poiché una coltre nivale rilevante utilizzato per la pratica dello sci) sono da riserva- Glaciologico Italiano) e recenti (sotto, 2007) ment). Il progetto è coordinato da EVK2CNR e Fla Ovviamente per i nostri ghiacciai un rilascio d’ac- protegge gli apparati glaciali in estate, limitandone re a pochi, selezionati, ghiacciai per i quali vi sia la dei Ghiacciai Dosdè (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) e prevede qua così intenso ha effetti non trascurabili, soprat- o rallentandone la fusione. possibilità di sostenere la pesante logistica connes- Orientale e Centrale il monitoraggio in continuo della criosfera del par- tutto se nell’arco dell’anno le nevicate sono limitate In Valle d’Aosta la riduzione areale è risultata pari sa all’uso estensivo di queste coperture (gatti delle Gli autori: nel Gruppo Dosdè co e delle forzanti meteorologiche e atmosferiche. o addirittura ridotte rispetto a un tempo. I risultati al 27% nel periodo 1975-2005 con una netta accele- nevi, trasporto con elicotteri o impianti di risalita, Guglielmina Adele Piazzi (Alta Valtellina). Queste aree glacializzate rappresentano pertanto di una recente ricerca condotta sull’entità e la va- razione nel periodo più recente (1999-2005); com- ecc.) o dove particolari situazioni, come l’emersione Diolaiuti (1, 2, 3), L’intensa riduzione Antonella Senese (1), ha comportato una veri “laboratori a cielo aperto” per studiare i proces- riabilità dell’innevamento in alta Valtellina e nel plessivamente la superficie glaciale è passata da di roccia esposta, minino la sopravvivenza dell’ap- Roberto Chillemi (3) e 2 2 frammentazione si attivi e gli effetti sull’ambiente di alta montagna, settore lombardo dell’Adamello ha evidenziato che 163.9 km nel 1975 a 119.6 km nel 2005. Durante parato o ne possano accelerare la frammentazione. Claudio Smiraglia (1,4) degli apparati con un’attenzione particolare all’acqua, nei suoi di- negli ultimi anni gli apporti nevosi si sono ridotti il periodo di riferimento, si sono osservati anche in Non è quindi pensabile l’applicazione di queste (1) Università degli Studi glaciali. Un effetto versi stati (neve, ghiaccio e liquida) alla sua variabi- insieme alla persistenza temporale della neve. Que- Valle d’Aosta incrementi della temperatura prima- misure sugli oltre 800 ghiacciai delle Alpi italiane di Milano della deglaciazione è lità stagionale e storica funzione dei cambiamenti sta, infatti, tende a scomparire dalla maggior parte verile e estiva, con significative diminuzioni della e, se le tendenze climatiche non cambieranno, do- (2) Segretaria CSC CAI, infatti l’incremento guglielmina.diolaiuti@ numerico a seguito dello climatici in atto. della superfice glaciale a inizio estate, lasciando il durata della copertura nivale nelle stesse stagioni. vremmo rassegnarci a montagne sempre più scure unimi.it smembramento dei Cos’è successo nell’estate 2012 ai ghiacciai alpini? ghiaccio “nudo” ed esposto all’azione dei raggi solari Quali gli scenari futuri? Quali le soluzioni? Per e rocciose e sempre meno ammantate da nevi pe- (3) CAI sez. Bormio grandi ghiacciai di un Sono molto interessanti, per rispondere a que- per più tempo che in passato. quanto riguarda il futuro i modelli sono ancora in renni e ghiacciai. (4) CAI sez. Corsico tempo. Foto Guglielmina sta domanda, i dati raccolti sul ghiacciaio Dosdè Tutto questo va ad aggravare una riduzione in atto via di calibrazione: per il ghiacciaio dei Forni, per Adele Diolaiuti Orientale, nel gruppo Dosdè Piazzi, studiato sin da diversi decenni ed evidenziata da ricerche a sca- esempio delle simulazioni in corso di allestimento dal 1995 per la quantificazione della fusione estiva. da parte dell’Università di Milano e della Cattolica Questo apparato ha visto nell’estate 2012 lo spes- Su alcuni ghiacciai si utilizzano di Brescia, suggeriscono la perdita completa della sore della lingua assottigliarsi in media di 3,3 cm dei “non tessuti” bianchi, che lingua entro il 2030 e, a seguire, la frammentazione al giorno per il settore inferiore, ma nelle giornate isolano dai raggi solari del ghiacciaio in tre apparati distinti che corrispon- più calde di luglio e agosto la fusione giornaliera ha dono agli attuali bacini di accumulo. Le incertezze raggiunto gli 8 cm. Questo assottigliamento è il più la regionale condotte dall’Università Statale e dal nella modellazione sono da attribuire a fenomeni in inteso mai registrato negli ultimi 5 anni. L’incre- Politecnico di Milano. Sono stati infatti sintetizzati atto ancora poco noti e difficili da descrivere, come mento della fusione è da attribuire principalmen- i dati relativi all’evoluzione di tutti i ghiacciai della l’azione della acque che erodono termicamente e te alle elevate temperature dell’aria registrate in Lombardia nel periodo 1991-2003 e le informazioni meccanicamente il ghiaccio, accelerando la fase di luglio e agosto 2012. A questo proposito è davvero circa la contrazione del glacialismo in Valle d’Aosta collasso e l’incremento inatteso dei tassi ablativi importante l’analisi dei dati raccolti dalle stazioni nel trentennio 1975-2005. Complessivamente sono in seguito alla deposizione di polveri e detrito fine. meteorologiche supraglaciali della rete Share come stati analizzati 249 ghiacciai lombardi e 175 ghiac- Questi ultimi, noti come atmosferic soot e derivanti quelle localizzate sul Dosdè Orientale o sul Ghiac- ciai valdostani e i risultati non sono confortanti. Le sia da fenomeni naturali (detrito fine di aree recen- ciaio dei Forni. I dati registrati da questa stazioni, ricerche sono state possibili grazie al fondamen- temente deglaciate trasportato dal vento o cenere in funzione rispettivamente dal 2007 e dal 2005, tale contributo della Regione Lombardia (ITT) e conseguente ad incendi) sia da attività antropiche hanno evidenziato nell’estate 2012 temperature della Regione Autonoma Valle d’Aosta (Cabina di (combustione dei motori diesel) si depositano alla minime molto elevate, quasi sempre positive, che Regia dei Ghiacciai Valdostani) che hanno messo superficie di ghiaccio e neve, riducendone candore

18 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 19 Il lupo simbolo della società italiana di Lorenzo Arduini

l lupo rappresenta un’occasione ecce- in cui viviamo. Prima del Settecento la montagna zionale per porci domande sul rapporto era un luogo temuto, abitato da mostri, mentre, 1 camp “I tra uomo e ambiente. Il lupo è riappar- con l’Illuminismo e il Romanticismo, è diventata il so in luoghi tornati selvaggi. Inseguendo le sue simbolo di una bellezza nuova e attraente. Al lupo ripete settembre tracce entriamo in questo mondo compiendo un è successa una cosa simile negli anni Settanta: da meraviglioso viaggio”. Con queste parole Marco animale malvagio è diventato simbolo di una na- Albino Ferrari sintetizza il significato della sua ul- tura da proteggere. Questo cambiamento è stato tima opera: La via del lupo. figlio della nascita dell’ecologismo e di uno scon- 21_G0554 - Pubblicità Arrampicata 200x270 mm ITA Il libro racconta di un sorprendente viaggio nelle tro nei confronti del dogmatismo degli accademici, zone montane del nostro Paese, dall’Abruzzo fino ma anche di un “benessere” crescente che ha porta- alla Valle D’Aosta, tornate il regno del canis lupus to ad uno spopolamento delle montagne». Il libro di Marco Albino italicus, animale mitico, quasi estinto negli anni Nel libro lei parla dello scontro di diverse istan- Ferrari, La via del lupo, edito da Laterza. Settanta. La storia del lupo si intreccia con le vicen- ze, alcune a favore della presenza del lupo, altre Un’immagine del canis de del nostro Paese, tanto da far attribuire la sua at- contro. Come si può fare per raggiungere una lupus italicus (lupo tuale “rinascita” al boom economico, che ha di fatto mediazione? appenninico). Foto spopolato le montagne, e alla contestazione del ’68. «Nella mia ricerca ho individuato tre punti di vista. archivio PNALM di Marco Albino Ferrari che tipo di impegno le ha Quello freddo del biologo conservatore dell’am- Valentino Mastrella. Si ringrazia il Parco richiesto la stesura del libro, in termini di repe- biente: il suo scopo è salvare la purezza del canis Nazionale d’Abruzzo, rimento di informazioni e soggiorni nei luoghi lupus italicus, così cerca di creare le condizioni Lazio e Molise per aver attraversati dal lupo? per ostacolare accoppiamenti con i cani randagi. concesso l’immagine «Negli ultimi anni sono stato in tutti i luoghi de- Quello sentimentale dell’animalista che ama gli scritti, dai Monti Sibillini alle Alpi Marittime, fino animali e li difende tutti, indistintamente, il lupo ad arrivare in Valle d’Aosta, spesso spostandomi in e i cani randagi. Infine lo sguardo utilitaristico e bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici. Penso che pragmatico del montanaro, che cerca un equilibrio A partire dagli anni la conoscenza debba essere maturata attraverso con l’ambiente per assicurarsi il proprio sostenta- Settanta, il lupo ha l’esperienza, un concetto spesso estraneo alla cul- mento, equilibrio che il ritorno del lupo rompe. Di ripopolato la catena tura italiana». conseguenza, per lui, il lupo va cacciato. La situa- appenninica e un’ampia Nella sua analisi della vicenda del lupo si vede zione è complessa ed è la dimostrazione di come gli fetta di Alpi. Una storia, anche una critica alla società italiana degli ulti- uomini guardino ogni cosa influenzati dalla pro- la sua, legata a doppio mi quarant’anni. pria cultura e dai propri interessi. Il lupo continua filo ai cambiamenti «A me interessa cogliere i cambiamenti di come a essere una metafora. È un tema attuale, che fa della società e della l’uomo guarda ciò che lo circonda. Ed è sempre riflettere. E che deve rimanere caldo». cultura del nostro uno sguardo culturale, influenzato dalla società Paese.

20 / Montagne360 / Dicembre 2012 La guerra riaffiora dal ghiaccio A Punta Linke, in Trentino, un ammasso di roccia scura che si innalza sopra la vedretta del Viòz e il ghiacciaio dei Forni, riemergono i resti di una stazione teleferica austriaca della Grande Guerra di Marco Benedetti

er quasi un secolo la storia è rimasta se- San Matteo, a Punta Cadini al Monte Viòz e verso Residuati affiorano dalla polta sotto il ghiaccio. Ora, però, il ghiac- nord fino al Cevedale e all’Ortles. Vedretta del Viòz ai piedi cio dei Forni e della vedretta del Viòz è in Sono storie drammatiche, come quella dei tre di Punta Linke. P Foto Marco Benedetti una fase di drammatico ritiro. Tanti frammenti kaiserjäger austroungarici caduti nelle battaglie escono allo scoperto, ricomponendo la storia sul dell’estate del 1918 per espugnare Punta San più alto fronte alpino della Grande Guerra, quello Matteo e restituiti dal ghiaccio del Piz Giumela sullo spartiacque delle cime tra Trentino e Lom- nell’estate 2004. bardia che circonda il grande ghiacciaio dei Forni A questo spartiacque appartiene anche la Punta nel Gruppo dell’Ortles - Cevedale, dal Trésero al Linke, un ammasso di roccia scura che si innalza ricostruzione della baracca di arrivo della teleferica con l’officina e l’alloggiamento del motore. È stata completamente liberata dal ghiaccio la gal- leria di 30 metri nella roccia e sul versante opposto che si affaccia sopra il ghiacciaio dei Forni rico- struita la stazione di partenza dell’ultimo tronco di teleferica. Proprio alla fine della galleria, una volta fuso con i diffusori di calore, il ghiaccio ha restitui- to un carico pronto per le “barache brusade” e mai partito: legname, putrelle per costruire cavalli di frisia. La campagna degli archeologi nel 2013 sarà tutta finalizzata a mettere in sicurezza e rendere to- talmente accessibile il sito di Punta Linke creando un percorso museale dotato dei necessari supporti informativi. E fin dai primi interventi degli archeo- logi trentini a Punta Linke non si è mai interrotto il archeologico, dello scavo stratigrafico. E questa me- lavoro di catalogazione e di restauro di centinaia todologia viene oggi adottata anche in contesti che di oggetti e reperti da parte dei restauratori della non sono poi così antichi». La quinta campagna di Soprintendenza provinciale. Riportando oggetti ricerca da parte degli archeologi trentini, affiancati e manufatti a nuova vita, la storia stessa di quel da alcune guide alpine, si è conclusa alla fine dello sito a oltre 3600 metri e degli uomini che lo pre- scorso mese di agosto e in questa occasione è stata sidiavano ha ricominciato a scorrere con la sua organizzata una prima visita pubblica all’impianto quotidianità. teleferico di Punta Linke. L’intervento a Punta Lin- Chi era l’addetto a maneggiare il secchiello per la ke è infatti finalizzato alla realizzazione di un per- concia dei crauti? A chi apparteneva la pipa in ce- fino a 3632 metri sopra la vedretta del Viòz e il probabilmente adibito a polveriera, fu fatto salta- Sopra: alcuni dei residuati corso museale in quota di grande impatto emotivo, ramica che celebra il valore dei soldati prussiani ghiacciaio dei Forni, a sinistra del Monte Viòz. Nes- re in aria alla fine della guerra e oggi il ghiacciaio recuperati a Punta Linke. che permetterà di far tornare a vivere ambienti e con una strofa del “Wacht am Rhein”, un motivo sun colpo fu mai sparato per conquistarla, gli obiet- sotto la Punta è disseminato dei frammenti di deci- Foto Soprintendenza luoghi che un secolo fa circa videro lo svolgersi di popolarissimo tra i militari. Avrà riabbracciato il Beni Librari Archivistici Sopra: il sito di Punta tivi erano evidentemente altri, ma importante lo ne di casse di munizioni. Materiale – il legno – che e Archeologici della una storia drammatica, partendo dal vicino rifugio “suo amore abbandonato” l’addetto all’impianto Linke dalla cresta sud era eccome, uno dei principali centri logistici del per anni alimentò la stufa del vicino rifugio. Salvo Provincia autonoma di Viòz – Mantova (a mezz’ora di cammino dal sito). teleferico della Linke di origine ceca che appese del Monte Viòz. Foto fronte nel settore dell’Ortles - Cevedale. sporadiche incursioni dei “recuperanti” a caccia di Trento Dopo il periodo di lavori sul sito terminati lo alla parete della baracca dove lavorava la cartoli- Marco Benedetti Punta Linke accoglieva un doppio impianto te- pezzi di ferro, ghiaccio e neve hanno protetto per scorso agosto è stato completato il recupero e la na postale recapitatagli fin lassù da casa? leferico: quassù arrivava il sesto tronco della tele- decenni questo sito, ma negli ultimi anni il forte ri- ferica proveniente dal fondovalle di Peio e da qui tiro del ghiaccio ha iniziato a riportare alla luce le partiva l’ultimo collegamento verso le propaggini strutture della stazione della teleferica, oltre a ma- Punta Linke accoglieva Sotto: militari austriaci davanti alla Viòz sud orientali del Palòn de la Mare, oggi conosciuto teriali di ogni tipo. Contemporaneamente si sono un doppio impianto Hütte. Foto Museo “Peio 1914 - 1918. La come “Costòn delle barache brusade”, in territorio moltiplicate le “visite” di chi andava alla ricerca teleferico. La stazione Un po’ di storia Guerra sulla porta” lombardo. Un’unica campata di 1387 metri sospe- (peraltro oggi vietata per legge) di reperti e cimeli. della teleferica fu sa sopra il ghiacciaio dei Forni, il più esteso delle A partire dal 2005 il Museo “Peio 1914 - 1918 - la costruita in una A PEiO (tn), LA MEMORIA DELLA uomini, reparti regolarmente approvvigio- Alpi italiane. Nella vicina Viòz Hütte, costruita nel guerra sulla porta” che raccoglie le memorie della galleria di ghiaccio GUERRA IN QUOTA nati grazie alle teleferiche che partivano dal 1911 poco sotto la cima del Monte Viòz dalla sezio- guerra d’alta quota combattuta su queste cime, ha che proseguiva in una fondovalle. Un fronte inevitabilmente stati- ne di Halle del Club alpino tedesco, fu collocato il organizzato una serie di interventi di recupero dei galleria scavata nella co, come di fatto fu, dove non si potevano comando austriaco avanzato di questo settore del materiali affiorati per sottrarli al saccheggio indi- viva roccia della cresta. Allo scoppio della Grande Guerra l’abita- spostare grandi masse di soldati e dove scriminato (ora sono esposti al museo). Nella galleria erano to di Peio ai piedi del Monte Viòz si ritrovò furono combattute le battaglie più alte della Di recente è stata completamente Dal 2008 è poi intervenuta direttamente la Soprin- collocati i motori di a ridosso della prima linea che correva dal Grande Guerra, quelle per il possesso della liberata dal ghiaccio la galleria di tendenza per i beni librari archivistici e archeolo- trazione, una piccola Tonale allo Stelvio. Un fronte che si svilup- Punta San Matteo, a 3678 m, nell’estate del 30 metri nella roccia gici della Provincia autonoma di Trento per ripor- officina, un magazzino, pava quasi interamente su crinali e creste 1918. Eventi che segnarono la piccola val- tare alla luce, con una metodologia archeologica, un locale per il oltre i 3000 metri toccando cime come il le e la cui memoria si è potuta conservare fronte e da Punta Linke i rifornimenti venivano l’intero apprestamento. Ma perché degli archeologi personale, all’esterno San Matteo, il Piz Giumela, il Viòz, il Palòn grazie anche al “Museo Peio 1914 – 1918. La smistati all’intera prima linea. indagano su un sito della Grande Guerra, un evento ulteriori baraccamenti. de la Mare, il Cevedale e fino all’Ortles. Vette Guerra sulla porta”, emanazione del Centro di tanti volontari e di Maurizio Vicenzi, che La stazione della teleferica di Punta Linke fu co- a meno di cento anni da noi? Ce lo spiega il dottor Uno di questi fu fatto presidiate da centinaia di uomini, ricove- Studi Val di Sole. Creato nel 2003, proprio del museo è presidente, ha permesso di rac- struita in una galleria di ghiaccio che proseguiva Franco Nicòlis, archeologo e direttore dell’Ufficio saltare in aria alla fine rati in baracche, trincee e gallerie scavate nel centro di Peio paese, il museo raccoglie cogliere le testimonianze della vita su quel in una galleria scavata nella viva roccia della cresta beni archeologici di Trento: della guerra e oggi nel ghiaccio e nella roccia, al riparo dai tiri numerose testimonianze degli eventi bellici fronte di alta montagna: dalla cucina, all’in- per 30 metri sul versante opposto. Nella galleria «L’archeologia non è solo una disciplina a sé stante il ghiacciaio sotto la delle artiglierie. Anche queste trasportate in su queste montagne, ma qui non troverete fermeria da campo, ai mezzi di trasporto dei erano collocati i motori di trazione, una piccola che si interessa dell’antichità. Una scuola di pen- Punta è disseminato dei quota, pezzo dopo pezzo, con i muli e poi a riuniti per l’ennesima volta divise, elmetti, materiali sulla neve, ma soprattutto sulla officina, un magazzino, un locale per il personale, siero sempre più condivisa porta a considerare l’ar- frammenti di decine di braccia e infine rimontate una volta in po- bombe e fucili dell’uno e dell’altro schiera- vita di chi quella guerra la subiva, a Peio pa- all’esterno ulteriori baraccamenti. Uno di questi, cheologia come un metodo, che è quello dello scavo casse di munizioni. sizione, rifornite regolarmente di proiettili, mento. Ci sono sì, ma il lavoro di recupero ese e nel resto della valle.

24 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 25 A sinistra: Paul Pritchard uomo è fragile, diceva un grande al- del secolo scorso, non significava climber pro- in azione a Gogarth pinista. Prima energia pura, pronta a fessionista. Era un periodo di profonda depres- (Galles) nel 1987. La via è liberarsi in parete, e un secondo dopo sione economica, durante il governo di Margaret Paul Pritchard la sua leggendaria Super L’ Calabrese (E8 6b nella un fardello incapace di muoversi e di parlare. In Thatcher, con milioni di disoccupati che vivevano scala britannica), ancora mezzo un macigno, piombato dall’alto con la pre- col sussidio statale: io ero uno di loro, in una si- oggi assai temuta a cisione di un proiettile: la testa aperta in due e, tuazione piuttosto sconfortante per l’intero paese. il climber nato due volte causa della precarietà come in un film, un irreversibile The End pronto Era dura ma non c’era scelta: l’alternativa era delle protezioni. a comparire. Ma l’uomo è anche forte, addirittura prendere brutte strade. Il sussidio permetteva Foto Ben Winteringham, Un fenomeno dell’arrampicata, protagonista di grandi archivio Paul Pritchard. capace di rinascere, e Paul Pritchard ce l’ha fatta: di arrampicare e, più in generale, dava a molti Sotto: un’immagine nato – la prima volta, vien da dire – nel 1967, poi la possibilità di esplorare la propria creatività: imprese sulle pareti britanniche e del mondo. Fino recente di Paul, che nel Gotha dell’arrampicata britannica fino a quel in quel periodo, grazie alla crisi, non pochi miei dopo l’incidente si è drammatico 13 febbraio 1998, è risalito dall’abis- connazionali hanno potuto dedicarsi completa- a quando un masso, sul Totem Pole, ha rischiato di dedicato anche alla so riconquistando la vita e oggi è sempre pronto mente allo sport, all’arte e ad altre attività, rag- speleologia. ucciderlo cambiando la sua vita. Ma l’autore di Deep Play Foto archivio Paul a raccontare la sua storia, senza retorica e pretese giungendo livelli altissimi per poi affermarsi, ne- Pritchard di eroismo. gli anni successivi, a livello internazionale». non si è arreso e oggi stupisce parlando di “incidente Il Paul di un tempo, scatenato sulle pareti di casa Come ti sentivi vivendo col sussidio statale? provvidenziale”, che lo ha reso più uomo che mai e del mondo dall’Isola di Baffin alla Patagonia Non lo vedevi come un fatto negativo? fino all’Himalaya, sta tutto nel suo libro Deep «No, non provavo nessun imbarazzo o senso di di Carlo Caccia Play, pubblicato e premiato pochi mesi prima colpa: era un’opportunità per scalare, per scalare del sogno diventato il più reale degli incubi: sul sempre meglio. Era un’epoca particolare e la si- Totem Pole, assurdo obelisco di roccia che pare tuazione era comune a molti arrampicatori: era- una visione nel mare della Tasmania, è comincia- vamo in centinaia a vivere così». ta la sfida più dura, con Paul sopravvissuto – già La crisi e i sussidi, in altre parole, hanno fatto un mezzo miracolo – ma annientato, costretto a la fortuna della scalata britannica... imparare ogni cosa di nuovo, a ricostruire un’esi- «Sì, la disoccupazione ha cambiato l’arrampica- stenza trascorsa fino a quel momento a folle velo- ta. Già gli anni Settanta, grazie all’evoluzione dei cità e finita come sotto un maglio. Ma i miracoli materiali, avevano visto un miglioramento degli non vengono mai lasciati a metà – l’ha detto un standard. Negli anni Ottanta, invece, alla spinta altro grande alpinista – e Paul Pritchard ne è la tecnica è subentrata quella psicologica: la situa- dimostrazione: non ha mollato l’ultimo appiglio, zione ci portava oltre, a puntare a nuovi traguardi rimastogli disperatamente in mano, e da lì nono- per un continuo innalzamento del livello, a cui si «Caricai il piede, lo stante tutto è ripartito. deve l’eccellenza attuale». ruotai verso l’interno L’arrampicata lo ha portato vicino alla morte e e mi tirai fino a una lui, tenendo duro, è tornato all’arrampicata sco- puntina che mi prendo l’autentica profondità della vita. La metà garantì abbastanza destra del suo corpo non risponde più come una aderenza per superare volta, le imprese verticali sono ricordi ma, come il passaggio. L’unica ha scritto Mario Manica nella prefazione all’edi- consolazione fu un zione italiana di Deep Play (Versante Sud, 2005), dado numero uno nella ciò non ha impedito a Paul “di amare, di conti- roccia friabile… Non nuare a scrivere libri, fare progetti, contagiare i c’è più possibilità di suoi amici vicini e lontani di energia positiva e di proteggersi. Inizio a ironia”. E il contagio, vi garantiamo, è inevitabile: tremare ma ancora una Paul Pritchard, che abbiamo incontrato al Rock volta supero questo Master di Arco prima spettatore speciale al Clim- momento. La roccia bing Stadium e poi protagonista sul palco del scompare dai miei Climbing Village, non lascia scampo a nessuno. pensieri e quando ritorno in me ho i conati Paul, se me lo permetti partirei proprio di vomito per lo sforzo. dall’inizio, come fai anche tu durante le tue Seduto in cima a questa serate. Partirei, insomma, dalla tua vita di “Super Calabrese” climber a tempo pieno, dai tuoi “giorni di fuo- mi sento stordito e co” sulle rocce britanniche. Cos’ha significato inconsapevole di ciò per te, in quegli anni, dedicare ogni istante che ho appena fatto» all’arrampicata? (da Deep Play, Versante «Devo dire innanzitutto che climber a tempo Sud, p. 49). pieno, nella Gran Bretagna degli anni Ottanta

Dicembre 2012 / Montagne360 / 27 E quali erano i tuoi traguardi, gli obiettivi a «L’alta quota e le vie su neve non mi attiravano. Sotto: dalle rocce parte dello staff medico che mi ha soccorso in Ta- cui puntavi? Anche se, pensando che al momento dell’inciden- di casa alle più smania, e mi ha così permesso di avere dei figli, «Sognavo le grandi montagne, le grandi pare- te avevo soltanto trent’anni, non posso escludere impressionanti big wall per me una grande cosa. Incidente provvidenzia- del mondo. Pritchard che prima o poi avrei cambiato idea. Lo Jannu, le e positivo, sì, perché mi ha reso una persona ti rocciose. Dopo aver letto delle imprese nella ha lasciato la sua Yosemite Valley non ho più avuto dubbi: volevo ad esempio, con i suoi 7710 metri e le sue estreme firma sulle Torri del migliore». diventare un alpinista da big wall. Ma c’era il pro- difficoltà, è una montagna affascinante». Paine (Patagonia), su Ma come sei uscito dalla fase iniziale? Come blema dei soldi: le poche sterline settimanali del A volte, però, le dimensioni non contano: il El Capitan (Yosemite hai fatto a riprenderti? sussidio ci obbligavano a una vita spartana, come Totem Pole, dal mare alla cima, di metri ne Valley) e sul Mount «Ho dovuto imparare ogni cosa di nuovo: inse- Asgard (Isola di Baffin). misura appena poche decine... gnare una seconda volta al mio corpo a stare in nomadi sui furgoni, nella boscaglia, mangiando Ha inoltre salito la fagioli. Fino a quando, nel 1990, sono partito per «Bellissimo, mi piaceva. Una guglia rocciosa che Trango Nameless Tower piedi, a muoversi... la mia prima spedizione: un debole tentativo al sorge dal mare, alta sessanta metri e larga quat- (Karakorum, Pakistan) È stato come rinascere e partire da zero: impa- Bhagirathi III, nell’Himalaya del Garhwal, con tro: credo che nessun arrampicatore possa resi- e tentato il Bhagirathi rare a parlare, a scrivere (con la sinistra...), a ve- Johnny Dawes, Joe Simpson e Bob Drury». stere alla sua magia. Ne avevo sentito parlare, III e il Meru Centrale stirmi e tutto il resto. È stato proprio così: ogni (entrambi nell’Himalaya sono andato laggiù e lì è accaduto quello che sai: giorno avevo un’attività ben precisa da svolgere, Comunque, anche se sognavi l’alpinismo sul- del Garhwal, India). le grandi pareti, avevi un livello piuttosto alto sono diventato un disabile, con tutti gli “optional” Foto archivio Paul soprattutto per il recupero della parola, e lenta- anche in arrampicata... che ciò comporta. Ho rischiato di morire... di più: Pritchard mente mi sono ripreso. Durante la riabilitazione «Sì, anche se per me il grado in sé non ha mai dovevo morire, stavo praticamente morendo. E sono persino riuscito a scrivere un libro. Era una rivestito un ruolo fondamentale. Ciò che contava, invece no. Sono sopravvissuto ma incapace di fare anche in arrampicata, era quello che offriva cia- qualsiasi cosa: io che fino a quel momento avevo «Ho imparato tutto di nuovo: scuna via, le emozioni che riservava. La difficoltà passato la vita ad arrampicare. Un medico era come rinascere e ripartire da era una conseguenza delle linee scelte. Cercavo zero. Ma ora ho anche due figli» le più belle, le più intriganti, dove mi sforzavo di sfruttare tutto ciò che la roccia concedeva in ter- sorta di terapia, usando un dito solo sulla tastiera mini di protezioni: era uno scalare ad armi pari, del computer: uno stimolo mentale, per impara- mettendo davanti a tutto l’avventura». re a riformulare i pensieri, e un modo per non Così in Gran Bretagna, all’insegna dell’impe- passare le giornate davanti alla televisione. E ne- gno tecnico e fisico ma anche psicologico. Nel gli anni, non tanto fisicamente quanto dal punto resto del mondo invece, proprio in quegli stes- di vista cerebrale e quindi del linguaggio, sono si anni Ottanta, con l’avvento e la diffusione sempre migliorato». dell’arrampicata sportiva gli spit sono diven- Hai seguito un programma già collaudato in tati la regola. Perché questa differenza? casi analoghi al tuo oppure sei stato una sorta «In Gran Bretagna abbiamo poca roccia a dispo- di “esperimento” ben riuscito? sizione, così abbiamo sempre voluto preservarla. «Indubbiamente sono stato un “pioniere” anche È un modo di pensare, una volontà di conserva- se, è facile capirlo, casi come il mio non sono mai zione di ciò che possediamo, che risale a molto uguali e portano sempre a sperimentare nuo- prima degli anni Ottanta. A Gogarth, nel Galles, vi sistemi. Posso dire di essere stato una “cavia” uno dei luoghi che ho maggiormente frequenta- per quanto riguarda i tutori per le ginocchia e le to, l’uso degli spit è sempre stato bandito: incon- caviglie: ne ho provati di nuovi, certamente, ma cepibile pensare di bucare quella roccia, di rovi- Sopra: Paul nel 1987 su sicuro: non sarei più riuscito nemmeno a cam- allo stesso modo di altri pazienti prima e dopo nare quel terreno di gioco che offre innumerevoli I Ran the Bath (E7 6b, minare. Altri non si sentivano in grado di fare di me». possibilità di notevole ingaggio. Lì, su quelle pa- Dinorwic Slate Quarries, previsioni e, anche per il recupero del linguaggio, Oggi, quattordici anni dopo l’incidente, puoi Galles), una delle vie reti a picco sul mare, la tradizione è sempre stata non si pronunciavano. Ho venduto il materiale raccontare di essere tornato alle montagne, di per gente dai nervi saldi molto rigida e rispettata». aperte da Pritchard sulle da scalata, ho dovuto rivoluzionare ogni aspet- aver ripreso ad arrampicare – anche da capo- Niente spit e, all’opposto, protezioni spesso pareti britanniche. to della mia vita: cambiare tutto, proprio tutto. cordata – e di non aver mai smesso di trasmet- aleatorie. Così: non hai mai pensato che, viste Foto archivio Paul Tuttavia, nonostante le terribili sofferenze, l’inci- tere agli altri il tuo entusiasmo e la tua voglia le facilmente intuibili conseguenze in caso di Pritchard dente è stato provvidenziale: mi ha portato a una di vivere. C’è un messaggio, che ti sta a cuore, caduta, fosse conveniente salire addirittura svolta positiva». che vorresti lasciare? slegati, levandosi il pensiero di piazzare ag- In che senso? «Vorrei far capire che dietro ogni cosa, anche geggi parecchio inaffidabili? «Ho passato un anno immobile, in ospedale, la più negativa, si nasconde sempre qualcosa di «No, non ci ho mai pensato. Perché in verità sulla sedia a rotelle. Per cinque mesi, a causa del positivo, che ci aspetta e che bisogna sforzarsi di qualche buona protezione non manca mai... più danno cerebrale, non sono stato in grado di par- trovare. È stato l’incidente, più che l’arrampicata o meno! Anche un micronut, tanto piccolo da es- lare. Non riuscivo proprio a formulare un pen- o l’alpinismo, a insegnarmi che non bisogna ave- sere praticamente “inesistente”, se messo al posto siero, come quando si è davvero stanchi... capi- re paura di nulla: dopo il Totem Pole non temo giusto è in grado di resistere a una caduta». sci? Cinque mesi così. Tutto ciò mi ha insegnato più niente, con una sola importante eccezione». Prima l’arrampicata e poi le big wall rocciose. l’umiltà, mi ha reso molto più tollerante, capace Quale? E l’alta quota? Non ti sarebbe piaciuto salire di perdonare, più aperto e umano. L’incidente «Il pensiero di non essere, per qualsiasi ragione, un Ottomila? mi ha poi fatto incontrare mia moglie, che faceva al fianco dei miei figli».

28 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 29 Metti d’inverno un trekking a Salina Due proposte di itinerari sul monte Fossa delle Felci e Monte dei Porri, le due alture della “perla verde” delle isole Eolie di Fabrizio Ardito

on sono molto alte, le vette dell’isola di prima che il buio inghiotta tutto l’orizzonte. L’imponente falesia di Salina, ma imponenti certamente sì. Prima dell’alba, per chi ha la forza di svegliarsi Pollara è il luogo più Dal bordo dell’antico cratere del Monte presto, appaiono a meridione i bagliori rossi del spettacolare dell’isola: N esposta a occidente, Fossa delle Felci, in una bella giornata di tramon- sempre attivo cratere di Stromboli, che per secoli è uno splendido luogo tana, le isole scure circondano l’orizzonte mari- hanno guidato i naviganti diretti verso la Sicilia. da dove ammirare il no. Lipari a occidente, le aguzze Filicudi e Alicudi Poi, mentre il mare inizia a illuminarsi di sole, il tramonto a ovest, la piccola Panarea e la bruna Stromboli traghetto segue una rotta sinuosa tra la minuscola verso tramontana. Isolati in mezzo al mare delle Ginostra, i faraglioni di Panarea e Filicudi per poi Eolie, a 926 metri di quota, la veduta a volo d’uc- entrare finalmente nella rada di Rinella. Dopo il cello su Salina e i suoi paesi è una delle più belle vento del mare, l’umidità e l’odore di gasolio dei dell’arcipelago. Tra i vari modi per raggiungere motori del traghetto, è il profumo a tradire imme- l’isola, il più tradizionale è certamente il più af- diatamente l’anima di Salina, più agricola che ter- fascinante. Sul ponte del traghetto che lascia Na- ra di marinai. Il mare passa sullo sfondo, davanti poli nel buio della sera, davanti agli occhi corrono all’avanzare del profumo della campagna, umido le immagini dei borghi illuminati della penisola in inverno e secco e bruciato in estate, con il dolce Sorrentina e poi di Capri, con i suoi faraglioni, dei fichi d’india e delle viti cotte dal sole. L’isola è piccola, ma conta ben tre comuni, tutti il paesaggio è poco aperto, tra la polvere grigia In questa pagina: il cui piante sembrano inondare qualunque muret- lungo la stessa strada che passa tra le due alture dell’antico vulcano e le pietre bruciate dal sole faraglione e la sagoma di to, scarpata o veranda isolana. Il cappero, conser- dell’isola: monte dei Porri, a occidente, e Monte dei muretti a secco, percorse dallo zampettare in- Filicudi vista da Pollara. vato sotto sale e che viene normalmente utilizzato A fronte, dall’alto: la Fossa delle Felci a oriente. Si inizia con le case cessante delle lucertole tra gli onnipresenti fichi struttura del vecchio in cucina, è in realtà il bocciolo del fiore, mentre il di Leni, a mezza costa a osservare da lontano la d’india. Poi di colpo tutto cambia, e l’aria medi- semaforo di Pollara, da frutto – il cucunciu – è di forma allungata e si usa costa siciliana e poi, oltrepassato il colle di Valdi- terranea delle quote più basse muta in pochi pas- dove parte il sentiero soprattutto crudo e si conserva sott’aceto. chiesa, si scende a Malfa, allargata a mezza costa si in un ambiente eccezionalmente verde, fresco e di Pizzo di Corvo che nella zona più ricca di campi e vigneti dell’intera lussureggiante appena si entra nei grandi boschi termina a Rinella. La seconda grande altura triangolare dell’isola Al centro: il panorama isola. Con tratti scoscesi a picco sul mare, la via di castagni e ontani che ancora coprono le quote dal sentiero appena che insieme al Monte Fossa delle Felci ha l’onore prosegue verso Santa Marina, il paese più grande lasciato il semaforo di di aver dato all’isola il suo antico nome è Monte dell’isola, anch’esso scalo per traghetti e aliscafi e Un sentiero segnato segue a Pollara. dei Porri (860 m). Furono infatti le forme trian- si conclude a Lingua, ai piedi del faro che guarda tratti la strada forestale diretta Nel box: la segnaletica golari dei due monti a far dare all’isola il suo an- verso la vicina Lipari, da dove arriva galleggian- verso Monte Fossa delle Felci dei sentieri isolani tico nome greco di Didyme, che significa appunto do la pietra pomice che colora di grigio chiaro le gemelli. Il punto di partenza si trova nei pressi spiagge dell’antica salina che diede nome all’iso- più alte della montagna. La cima del monte, dove della cala più celebre di Salina: Pollara, dove fu- la. Proprio da Valdichiesa, per l’esattezza dal san- si arriva in poco più di un paio d’ore di cammino, rono girate anche alcune scene del “Postino” con tuario della Madonna del Terzito, parte la prima è una cresta che segue il bordo di un antico crate- Massimo Troisi. Qui la falesia rocciosa si affaccia passeggiata verso “la montagna”: un sentiero re, sbriciolato dal tempo ma ancora riconoscibile, segnato segue a tratti la strada forestale diretta che è stato popolato da un vero e proprio mare di Sulle brulle pendici del monte verso Monte Fossa delle Felci. Durante la salita felci verdissime. Molti sono gli endemismi pre- si raggiunge l’ampio belvedere senti in quest’area, e il cielo è segnato dal volo dei del Pizzo del Corvo rapaci (poiane e falchi della regina, soprattutto), indisturbato in un ambiente decisamente poco verso il tramonto, con una ripida discesa che dal frequentato. Per la discesa si può decidere di se- semaforo (il vecchio faro) conduce a un riparo per guire la via dell’andata oppure, per un sentiero poche barche di pescatori proprio davanti a un un po’ più ripido ma molto spettacolare, discen- faraglione e, sullo sfondo a coprire il tramonto, dere su Malfa. Il viottolo è sassoso e un po’ infido la sagoma di Filicudi. Un sentiero segnato parte (conviene evidentemente affrontarlo in discesa proprio dal semaforo e corre al di sopra della fa- piuttosto che in salita con delle buone scarpe ai lesia, compiendo in circa un’ora e mezzo di cam- piedi), e scende per quasi 900 metri passando vi- mino il periplo che conduce fino a Rinella. Sulle cino a una serie di grottoni dove, secondo le tra- brulle pendici del monte, dove le strade di oggi dizioni di Salina, i paesani correvano a rifugiarsi non arrivano, si raggiunge prima l’ampio belve- quando sul mare si avvistavano le vele saracene. dere del Pizzo del Corvo aperto sul mare verso Alicudi e Filicudi, per poi camminare a lungo a A proposito di vele, se quelle provenienti da tanto, onde confortare talvolta lo stomaco, e rav- mezza costa. In questo tratto lo spettacolo degli oriente gettavano giustamente la popolazione nel vivare gli spiriti abbattuti dalle penosissime mie uliveti invasi dalle erbacce è impressionante: per panico, le vele chiare delle navi cariche di malva- pellegrinazioni, come pur di recarne meco, qual quasi un’ora si cammina tra le piante e i muretti a sia significarono per secoli ricchezza e prosperità rara e deliziosa bevanda, alcuni saggi a Pavia”. Per secco che, per secoli, sono stati la ragione di vita per Salina. Nonostante il vino dolce e forte delle rimanere nel campo del gusto, un’altra importan- di generazioni di isolani e che oggi sono stati ab- campagne dell’isola avesse assunto il nome un po’ tissima particolarità di Salina sono i capperi, le bandonati al loro destino. beffardo di Malvasia delle Lipari (e non delle Eo- lie, come sarebbe stato giusto), da Santa Marina i battelli partivano verso la Sicilia. Da dove i barili del vino liquoroso avrebbero preso la via di Pari- In pratica gi, di Londra e perfino della remota corte degli zar di San Pietroburgo. Anche Lazzaro Spallan- Per arrivare a Salina si può utilizzare il traghet- tono soprattutto da Santa Marina di Salina. zani, naturalista che viaggiò tra le isole nell’esta- to della Siremar (www.siremar.it) che collega Tra i siti dedicati all’isola – ma soprattutto ai te del 1788, tra la geologia e i disegni dei vulcani Napoli a Milazzo toccando nell’ordine Strom- suoi aspetti commerciali – qualche informa- non poté fare a meno di parlare del vino. “Da una Per quasi un’ora si boli, Ginostra, Panarea, Salina (Rinella), Lipari zione su www.salina.me.it, e www.salina- quarta varietà di uve si ricava la famosa malva- cammina tra le piante e Vulcano. In genere nella stagione estiva è online.net. Le distanze tra i paesi dell’isola sia di Lipari… vino d’uno schietto color ambra, e i muretti a secco che, attiva anche la linea della SNAV (www.snav. non sono molto brevi, ma questo non vuol generoso insieme, e soave, che inonda e conforta per secoli, sono stati la it) che con un aliscafo segue la stessa rotta. dire che sia necessario traghettare la propria la bocca d’un’amabile fragranza, con un ritorno ragione di vita Sempre in estate, corse di aliscafi per le Eolie auto sull’isola. Salina è percorsa frequente- di soavità alcun tempo appresso di averlo gusta- di generazioni di isolani partono da Milazzo o da Reggio Calabria (tre mente da piccoli autobus di linea che seguo- to”. Il piacere della degustazione indusse l’auto- e che oggi sono stati ore di traversata). Molto facile spostarsi tra no l’itinerario Rinella – Leni – Malfa – Santa re a concludere saggiamente: “… durante la mia abbandonati al loro Salina e le altre isole: le corse verso Strombo- Marina – Lingua. Esiste anche una linea che dimora colà, mi riuscì a stento di procurarmene destino. li, Lipari o Panarea in estate sono molte e par- collega Malfa con il parcheggio di Pollara.

32 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 33 Ventisei anni fa sul K2 scompariva il grande alpinista Renato Casarotto vicentino. Dalle Piccole Dolomiti vicentine fino alle pareti Il signore delle altezze himalayane, una vita all’insegna di solidi principi etici A fronte: Casarotto i sono vicende, nel complesso divenire Una storia importante impegnato in un difficile della storia dell’alpinismo, che sboccia- Renato è stato protagonista di una storia impor- tiro di corda sulle no anzitempo e il più delle volte vengono tante, cominciata nelle Piccole Dolomiti vicenti- Whiteman Fall, nella C Kananaskis Valley, a sud osservate con stupore, come fossero stranezze. ne nei primissimi anni Settanta, dopo i corsi di di Banff, in Alberta. È la Molti non riescono nemmeno a capire cosa rap- roccia a naja, e poi rimbalzata sulle Dolomiti vere primavera avanzata del presentino. Preferiscono le certezze e i giudizi e proprie. Con ripetizioni prestigiose, vie nuove, 1984 e il ghiaccio, una che scorrono nel mainstream dell’informazione prime solitarie e prime invernali. colata formata da cristalli ufficiale. Pensano che sia meglio diffidare delle Se ne ricordano ormai in pochi, ma la prima, grossi e granulosi, non ha più la solidità del pieno novità. Peccato che, in questo modo, a volte si grande esperienza dolomitica di Renato nella inverno. Ma è giocoforza perdano delle opportunità irripetibili. Perché se stagione fredda (era il dicembre 1972) fu quella uscire dal flusso gelato. la prudenza in certi casi può essere una virtù, in sulla Solleder alla Est del Sass Maor, nelle Pale di Sotto: due ritratti di altri diventa un impedimento. E se per anni le San Martino, con alcuni amici. Poi, nello stesso Renato che risalgono cronache alpinistiche continuano a collegare uno inverno, con Diego Campi, che aveva solo quindi- alla metà degli anni Ottanta, al tempo della stesso nome a scalate valutabili ai limiti estremi ci anni, Casarotto salì la Torre Trieste, in Civetta, prima scalata della Ridge della scala delle difficoltà, forse è il caso di fer- portando a termine la seconda invernale della via of no return del Mount marsi a riflettere. Cassin. Il primo giorno i due alpinisti riuscirono McKinley, in Alaska, e Renato Casarotto, ad esempio, fu un alpinista a percorrere metà via, e alle 12 di quello successi- della prima invernale alla poco compreso dai suoi contemporanei. C’era vo arrivarono in vetta. parete est delle Grandes Jorasses chi guardava prevalentemente al passato, e non Nei mesi successivi Renato concluse molte altre si rendeva conto di quanto stava succedendo, e ascensioni. A metà agosto, in cinque giorni, rea- chi faceva ingannare dagli exploit mediatizzati lizzò con Giacomo Albiero una magnifica grande del tempo. C’è voluto molto tempo, per restitu- course: la prima traversata integrale della Civetta ire a Renato il posto che meritava. E a 26 anni lungo la cresta spartiacque, dalla Torre Venezia dalla sua scomparsa è bene ricordarlo anche su alla cima principale. Più di 3 km in linea d’aria e queste pagine. Anche se, per via dei soliti ricorsi 5 giorni di arrampicata, toccando 22 cime e su- della storia, oggi molti giovani alpinisti si sono perando 4000 metri di dislivello, in parte su dif- fatti un’opinione più che corretta delle imprese ficoltà classiche ma anche su tratti molto difficili. di Casarotto, e manifestano l’esigenza di saperne Nel marzo del 1974, in quattro giorni, sotto una di più. nevicata, Casarotto superò in prima invernale, In effetti, se si volge il capo all’indietro senza con Campi e Piero Radin, lo spigolo Strobel alla preconcetti, non è difficile rimanere stupiti da Rocchetta Alta di Bosconero, in val Zoldana. Lo Renato Casarotto, vent’anni di scalate straordinarie. spigolo nord-ovest è un’architettura superba e classe 1948, morì il 16 luglio 1986 precipitando in un crepaccio, ai piedi del versante pakistano del K2, a causa della rottura di un “ponte” di ghiaccio. Fu tumulato nei pressi del luogo dell’incidente. Quasi vent’anni dopo il ghiacciaio ne ha restituito le spoglie, che sono ora tumulate al Memorial Gilkey, a due passi dalla piramide di sassi che raccoglie le sepolture degli alpinisti di Roberto Mantovani - Foto tratte dall’archivio di Goretta Traverso caduti al K2.

34 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 35 Una fotografia scattata da Sulla sinistra, in secondo informazione pubblicitaria Casarotto dallo sperone piano, è perfettamente sud-sud-ovest del K2, da visibile la bianca lui scalato fino a quota silhouette trapezoidale del 8300 metri nel corso del Chogolisa suo tentativo solitario dell’estate 1986.

slanciata. Le difficoltà ambientali sono severe; le sistema di sua invenzione: la corda, due nodi au- Sopra: Renato nei pressi difficoltà, prevalentemente in libera, decisamen- tobloccanti, lo zaino come elemento frenante per della fronte del grande ghiacciaio Baltoro, in te elevate; l’esposizione al sole davvero infelice. ammortizzare un’eventuale caduta. Karakorum, nel corso «L’impresa» sostenne Gian Piero Motti, noto Il giorno dopo la scalata proseguì con difficoltà. della spedizione che lo Il libro scalatore e storico dell’alpinismo, «segna un net- L’arrampicata si svolgeva su terreno misto, e Ca- porterà sulla vetta del to salto qualitativo nell’evoluzione di Casarotto, e sarotto era costretto a ripulire appigli e appoggi Broad Peak Nord (7600 prefigura l’impronta che Renato darà al suo alpi- con l’aiuto di una spazzola metallica. «Mi sono ri- m), in quel momento Ancora tutto da leg- la più alta cima del nismo invernale e solitario». trovato sopra la testa un macigno enorme, grande gere e freschissimo Pakistan ancora da come un’automobile. Sembrava in bilico. Dovevo scalare di stampa. Inverni mitici passare per forza là sotto. Ho dovuto farlo per tre Si tratta di Goretta Nelle soste sullo Spigolo Strobel, lo sguardo di volte: a una velocità folle, credo». Terzo giorno: e Renato Casarot- Renato si era posato più volte sul Pelmo. E così un diedro pieno di stalagmiti, simili a «tante spa- to, Una vita tra le lo scalatore aveva cominciato a progettare una montagne. L’autrice solitaria invernale sulla parete nord, lungo la via Nel 1974, in quattro giorni, sotto è Goretta Traverso, Simon-Rossi, un itinerario storico complesso e una nevicata, la prima invernale moglie di Renato e difficile, fra diedri e profondi camini che d’inver- sullo spigolo Strobel compagna di mol- no possono trasformarsi in tremende ghiacciaie. te delle spedizioni Un bivacco sopra la Forcella Staulanza, e via. Era de affilate». La via estiva era irriconoscibile e cer- dell’alpinista vicen- il 19 dicembre 1974, il cielo una lastra di piom- ti camini strapiombanti apparivano smaltati dal tino. bo e la parete uno scivolo di neve. Condizioni ghiaccio di fusione. Solo il quinto giorno, Casa- Il libro, 270 pagine, da rinuncia immediata, insomma. Invece, un rotto riuscì ad arrivare sulla vetta. con foto b/n e a colori (19.90 €), è edito da Alpine provvidenziale vento da nord allontanò le nubi, Una grande performance. Mica finita: dal 22 al Studio di Lecco e ripercorre, tappa dopo tappa, la e Renato cominciò la lunga traversata iniziale. 27 febbraio 1975, con cinque bivacchi, Renato straordinaria storia alpinistica di uno dei più grandi Si muoveva in autoassicurazione, utilizzando un salì da solo la via Andrich-Faè (750 m; ED) sulla scalatori degli anni Settanta e Ottanta.

36 / Montagne360 / Dicembre 2012 E ancora oltre… sulle grandi vie solitarie: uscire dal mondo, pur L’attività alpinistica di Casarotto esplose letteral- tenendo i piedi e le mani saldamente sulla roccia. mente a metà degli anni Settanta. Nel 1977, con Sarà così in tutte le sue grandi salite: la parete Bruno De Donà, Renato aprì un’altra mitica via nord del Nevado Huascarán Norte, nel 1977; il nuova, il Diedro Sud dello Spiz di Lagunaz. Nel- Pilastro nord-est del Fitz Roy, nel 1979; il Tritti- la relazione della salita parlò di un tratto chia- co del Frêney al Monte Bianco nel febbraio 1982; ve di VII grado. Una novità assoluta, per quei l’invernale al Piccolo Mangart di Coritenza, nelle tempi, nelle Dolomiti. Quel diedro chiuderà gli Giulie, a cavallo tra l’82 e l’83; lo sperone setten- anni ruggenti di Casarotto tra i Monti Pallidi, trionale del Broad Peak Nord, nel 1983; la Rid- e gli aprirà subito un’altra, fantastica stagione, ge of no return al McKinley, nel 1984; la prima quella delle grandi solitarie sulle montagne più invernale della parete est delle Grandes Joras- difficili del mondo. Tutto merito di tecnica e alle- Renato Casarotto namento? Renato aveva un fisico atletico e slan- Nella sua ricerca, lo scalatore fu un alpinista poco ciato, era resistente, determinato. La sua vera vicentino si spingerà a frugare gli compreso dai suoi forza però, più che nei muscoli, stava nella testa. angoli più solitari delle Dolomiti contemporanei. Si preparava alle scalate con scrupolo, curava la C’era chi guardava preparazione atletica, correva, arrampicava tutti ses, nel 1985; il tentativo solitario sulle Sperone prevalentemente i giorni. Eppure continuava a dire che anche le sud-sud-est del K2, nel 1986. Che dire ancora, a al passato, e non sue migliori performance, per lui, avevano solo ventisei anni dalla scomparsa di Renato? Che era si rendeva conto un valore strumentale. Il che non esclude che un uomo difficile da conoscere sino in fondo; un di quanto stava lui provasse piacere nella scalata. Solo che per uomo capace di farsi domande scomode, prodigo succedendo, e chi si Renato il gioco non si esauriva lì. Per lui l’alpini- nel regalare amicizia e serenità ma per nulla al faceva ingannare dagli smo era l’occasione per affacciarsi a una finestra mondo disposto a rinunciare ai propri principi exploit mediatizzati del spalancata su un’altra dimensione dell’esistenza. etici. Per comprendere la portata delle idee e dei tempo. C’è voluto molto Era come se, nell’impegno della salita, grazie al progetti di Renato, oggi basta osservare le sue vie tempo, per restituire mix di fatica e concentrazione psichica prodotto facendosi cullare dagli stessi sogni che lo aveva- a Renato il posto che dall’arrampicata, Renato riuscisse a varcare una no incantato, immaginare il pensiero e la volontà meritava. soglia. Ecco il regalo che Casarotto si permetteva che ne hanno permesso la realizzazione.

nord-ovest della Punta Civetta. L’itinerario rag- e gigantesche. Poi si deve superare una serie di A sinistra: Casarotto giunge la vetta lungo una fessura-camino verti- risalti difficili fin sotto la verticale del diedro, che al termine della prima cale, profonda, alta 500 metri e sbarrata in più comincia 400 metri più in alto. In quattro gior- ascensione invernale della via Gervasutti- punti da strapiombi. D’inverno è una ghiacciaia ni, Casarotto e il suo compagno di cordata, Pie- Gagliardone sulla e, dopo nevicate abbondanti, le difficoltà non ro Radin, superarono i 1500 metri della parete. parete est delle Grandes sono uno scherzo. Ambiente selvaggio, arrampicata con difficoltà Jorasses. continue e sostenute: i passaggi estremi abbon- In alto: al campo base del Pale di San Lucano davano e non c’era un solo passo inferiore al IV K2 Renato riabbraccia due amici baschi, Nella sua ricerca, lo scalatore vicentino si spinge- grado. A complicare le cose, dal secondo giorno ci Mari Abrego e Josema rà a frugare gli angoli più solitari delle Dolomiti. si mise anche il maltempo. L’acqua che scendeva Casimiro, di ritorno dalla «Dove l’istinto creativo ed esplorativo di Casarot- dalla montagna finiva tutta all’interno del diedro. vetta (estate del 1986). to si è espresso più compiutamente» scrisse Motti, Sembrava di stare in una trappola. I due alpinisti Sopra: un momento «è nel selvaggio gruppo delle Pale di San Lucano. passarono la notte nell’umidità, al freddo, imbra- dell’avvicinamento alla Ridge of no renturn del (…) Renato effettua numerose prime nel gruppo gati, e in piedi; e il giorno dopo continuarono a McKinley, in Alaska, (…), ma è certamente la salita del Gran Diedro ritmi allucinanti. L’11 giugno raggiunsero la ca- nell’aprile 1984. dello Spiz di Lagunaz a imporsi su tutte. La parete lotta sommitale, mentre il maltempo non accen- Pagina accanto: un sud-ovest del Lagunaz, sopra uno zoccolo di 500 nava a diminuire. Non c’era tempo per cercare la bivacco di portatori m, forma un diedro regolare e perfetto, alto 600 via di discesa: bisognava rientrare lungo l’itine- baltì sulla morena del ghiacciaio Godwin m, da molti definito come il più bello e grandioso rario di salita. Che vuol dire più di 30 corde dop- Austen, ai piedi della delle Alpi». Già arrivare all’attacco della via non pie in mezzo all’acqua di scolo, sotto la pioggia, parete meridionale del è facile. Saliti sullo zoccolo per diverse centinaia chiodi che scarseggiano, ancoraggi su tronchi di K2, in Pakistan. La grande di m, occorre calarsi per 200 metri in uno stret- pino mugo e sporgenze di roccia, risalite e altri montagna appare molto to solco vallivo racchiuso tra pareti incombenti due bivacchi penosi. innevata

38 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 39 Sotto: i partecipanti del 1987. Si va da teorie “deboli” della sostenibili- il collegamento più facile da comprendere tra al corso nazionale di tà, per le quali le risorse naturali sono sostituibili ecologia ed economia. La salvaguardia dell’am- aggiornamento per da risorse costruite dall’uomo, a teorie più rigoro- biente naturale, della biodiversità e dei paesag- operatori TAM, Massafra (TA), 26-28 ottobre 2012 se, per cui le risorse naturali non sono sostituibili gi naturali, valorizzata da opere per la fruizione da manufatti o tecnologia umana. Sulla base di turistica sostenibile, è una delle carte da giocare questi diversi concetti, non poche teorie di svi- per un nuovo sviluppo locale. Un discorso tanto luppo sostenibile si confrontano, da quelle più più significativo in una terra, come quella taran- fiduciose sulle sorti progressive del sistema eco- nomico attuale, a quelle maggiormente critiche, I bilanci pubblici e famigliari si che predicono e predicano la fine della crescita restringono: la tutela dell’ambiente economica. non sembra essere prioritaria Teorie economiche che, in fondo, al di là delle differenze, dicono tutte la stessa cosa: bisogna tina, segnata dalla vicenda del polo siderurgico cambiare stili di vita e di consumo: occorre ri- dell'Ilva, oggi di stretta attualità. Per gli operato- sparmiare le risorse naturali perché, al contrario ri TAM provenienti da quasi tutta Italia è stato di quanto a volte crediamo, non sono inesauri- sorprendente scoprire le gravine joniche, vere e bili e valgono molto di più di quanto non ci in- proprie “montagne rovesciate”, scrigni naturali duca a pensare la apparente facilità con cui ne che racchiudono un tesoro di biodiversità, cul- disponiamo. tura e storia (come i villaggi e le chiese rupestri) Gli Operatori per la Tutela dell’ambiente mon- tutto da scoprire. A piedi, ovviamente. Ma anche tano (TAM) del CAI, soggetti alquanto bizzar- arrampicando, perché nelle gravine si trovano le ri, si sono ritrovati a discutere di queste cose, e pareti d’arrampicata più belle di questa parte del per giunta in Puglia, la regione meno montuosa sud Italia. d’Italia. Lo hanno fatto perché la valutazione eco- La crisi economica in corso morde anche le aree nomica delle risorse ambientali e il rapporto tra protette italiane. I bilanci pubblici e quelli delle valori economici e patrimonio naturale è sempre famiglie si restringono e la tutela dell’ambiente al cuore della loro attività all’interno del CAI. non sembra essere in cima alla scala delle prio- Perciò, ospiti del CAI Puglia, hanno chiamato al- rità. In un periodo come questo, invece, biso- cuni ricercatori e tecnici a spiegare i rapporti tra gnerebbe concentrarsi sui patrimoni locali, sulle economia ed ecologia. La scelta della Puglia è av- bellezze “dietro casa”. Bisogna fare uno sforzo per La salvaguardia venuta su stimolo del Presidente regionale Mario assicurare alle aree protette italiane risorse ade- dell’ambiente naturale, De Pasquale, operatore TAM a sua volta, che ha guate a svolgere le loro funzioni essenziali e im- Economia ed ecologia della biodiversità e proposto di ospitare il corso nella sua terra, tra le maginare forme di gestione sempre più efficienti, dei paesaggi naturali, cittadine di Massafra e Mottola, in provincia di per metterle al servizio dello sviluppo locale di valorizzata da opere Taranto, nel cuore del Parco Naturale Regiona- molti territori del nostro Paese. Le buone prati- per la fruizione turistica le “Terra delle Gravine”. Un parco che esiste solo che esistono, e vanno diffuse. il matrimonio s’ha da fare sostenibile, è una delle sulla carta, dal 2005, ma ancora in attesa di en- Ma le aree naturali, in specie quelle protette, di- carte da giocare per un trare veramente in funzione. stribuiscono anche vantaggi economici indiretti Lo sviluppo sostenibile è possibile, bisogna solo saper nuovo sviluppo locale. Perché il turismo naturalistico rappresenta forse ma ingentissimi, dovuti ai cosiddetti “servizi eco- sistemici” che sono in grado di fornirci. Si pensi coniugare tutela dell’ambiente e fruizione turistica. a un bosco sul pendio di un monte, vicino a un centro abitato: fornisce ossigeno e segrega ani- Difficile? Molto meno di quanto possa apparire dride carbonica, trattiene il suolo e assicura la di Alessio Liquori sicurezza idrogeologica, tanto per citare i due servizi ecosistemici più evidenti. In mancanza del bosco, bisognerebbe rimpiazzare in qualche cologia ed economia, due termini che dei limiti della crescita economica ha spinto alla Sopra: foto Mario modo questi servizi, per prevenire o riparare i hanno la stessa radice oikos, che in gre- ricerca di teorie e pratiche che ricomponessero la Vianelli danni conseguenti, con costi decisamente elevati E co significa “casa”. Come comprendere la distanza tra queste due sfere, per provare a co- per la collettività (e risultati incerti). propria casa e come tenerla in ordine, potrem- struire uno sviluppo capace di riconciliarsi con La natura, in Italia, è un valore. Un valore etico mo rispettivamente tradurli. Due termini che gli equilibri ambientali. Uno sviluppo economico ed estetico, per noi del CAI che la frequentiamo non dovrebbero essere in conflitto e che, invece, ed ecologico. Uno sviluppo sostenibile, come vie- in maniera responsabile. Ma anche un valore dall’inizio dell’era industriale si sono allontanati ne definito. economico quantificabile, che merita di essere progressivamente, fino a indicare due sfere appa- Peccato che sul concetto stesso di sostenibilità le preservato per migliorare la nostra vita e quelle rentemente separate e inconciliabili. opinioni scientifiche non siano affatto univoche, delle generazioni che ci seguiranno. Da qualche decennio a questa parte, tuttavia, la anche se la definizione più conosciuta e condivisa * L’autore fa parte della Sezione ORTAM del CAI crescente consapevolezza degli effetti collaterali e è certamente quella del “Rapporto Brundtland” di Roma ed è Presidente CRTAM Lazio

40 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 41 Le mummie di Roccapelago L’Appennino ha custodito un tesoro antropologico per viaggiare nel tempo e conoscere i nostri avi di Massimo Frera - Foto di proprietà della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna (SBAER)

on siamo sull’altipiano cileno-bolivia- modenese e ora tornano a parlarci: sono gli abi- In basso: mummia con no del Salar de Uyuni. E nemmeno ai tanti di un’intera comunità appenninica i cui corpi abiti e cuffia. piedi della cordigliera andina argenti- mummificati sono stati recuperati nel gennaio del Foto Paolo Terzi, archivio N SBAER 2011 na, né nei deserti peruviani. Siamo a Roccapela- 2011, durante il restauro della Chiesa della Con- go, nell’Appennino modenese. Eppure anche qui versione di San Paolo Apostolo di Roccapelago è possibile imbattersi in decine di corpi mummi- (MO). Fino allo scorso 14 ottobre è stata allestita ficati grazie a un fortunata combinazione di con- una mostra all’interno della chiesa modenese per dizioni climatiche e conservazione ambientale. conoscere da vicino ben 150 reperti e 13 di quei Tra i cinquecento e i trecento anni fa vivevano corpi mummificati scelti tra i 281 recuperati in a 1095 metri di altitudine, nell’Alto Frignano una fossa comune risalente al XVI-XVIII secolo.

Sopra: cripta della «Siamo stati chiamati quando il soffitto della passato di quella comunità come se il tempo non chiesa di Roccapelago, cripta, scoperchiato, ha rivelato ai restauratori fosse mai passato. che conteneva la fossa una montagna di ossa, pelle e resti umani av- comune con i circa 300 inumati. volti in tessuti e mescolati a oggetti di uso quo- La montagna ci regala una Foto Donato Labate tidiano», esordisce l’archeologo Donato Labate testimonianza senza eguali archivio SBAER 2011 che ha seguito la direzione scientifica insieme ai Camicie, calze, cuffie, sudari e persino capelli in colleghi Luigi Malnati e Luca Mercuri della So- acconciature intatte. Sono incredibilmente vergi- printendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia- ni i tessuti che hanno restituito i corpi dell’anti- Romagna, «con mesi di lavoro siamo riusciti a ca comunità di Roccapelago. Con gli indumenti recuperare ogni reperto e a ricostruire quasi inte- sono emersi anche ninnoli e piccoli oggetti d’uso ramente la vita di una piccola comunità montana quotidiano che, insieme alle ossa, stanno consen- di 40, 50 individui al massimo, uomini e donne tendo agli esperti di fornire un quadro esaustivo in egual misura. Abbiamo infatti recuperato cir- della quotidianità di questa umile gente, per lo ca 60 corpi mummificati su 281 sepolture rinve- più contadini. nute. Complessivamente sono state scavate poco Una finestra sul mondo di tutti i giorni che è meno di 40 sepolture posizionate tra la cripta, gli anomala per la ricerca archeologica, solitamente ossuari e sotto i pavimenti». impegnata a ricostruire vite e storie di personag- Ma come è stato possibile che corpi e indumenti, gi illustri, i cui corredi funebri sono tanto ricchi Nel 2011, durante i persino lettere, siano giunti quasi intatti fino ai quanto vasti. Stavolta, sono gli ultimi a parlare e lavori di restauro di una nostri giorni? «È frutto di un processo naturale pare abbiano molto da dire. chiesa, gli archeologi – continua Labate – la cripta era dotata di due Una vita impegnativa e stressante per il corpo, hanno rinvenuto una finestrelle che facevano circolare l’aria che ha fa- come testimoniato dalle patologie all’anca (inclu- fossa comune con vorito il processo di mummificazione». I corpi, se fratture) e alla colonna vertebrale, segni di chi 281 inumati tra adulti, che sono ancora visibili nella cripta scelta come è abituato a trasporti di carichi pesanti su terreni anziani, infanti e fossa comune per la sepoltura degli abitanti (pro- ripidi e impervi. Una vita difficile che richiede- settimini, di cui circa babilmente era la bombardiera dell’antica fortez- va una lotta per la sopravvivenza non solo con la 60 perfettamente za), sono di forte impatto e il loro studio è un’av- natura, ma presumibilmente anche con i simili, mummificati. ventura incredibile in grado di farci conoscere il come ci riportano i traumi, muti testimoni di

42 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 43 In grande: particolare di studio multidisciplinare così completo su dei anche la seconda donna più anziana oggi vivente una mano con polsino. resti mummificati in Italia – ci racconta Grup- è una 112enne americana, originaria dell’Appen- Foto Paolo Terzi, archivio pioni – Le analisi che hanno portato ai dati preli- nino modenese: “abbiamo già contattato i paren- SBAER 2011. In piccolo dall’alto: la minari sono stati effettuati soprattutto su un’area ti – continua Gruppioni – per poterne studiare il Rocca di Roccapelago. della cripta riservata solo agli infanti, visto che la Foto Donato Labate, mortalità infantile è indicatore delle condizioni Le molte riparazioni alle camicie archivio SBAER 2011. di vita di una comunità». Infatti, i bambini che fanno pensare che venissero Lettera componenda, non superavano i sette anni di vita erano moltis- sorta di accordo di usate per un’intera vita transazione tra Dio e il simi, ma chi giungeva ai vent’anni, soprattutto se defunto. uomo, poteva anche arrivare a un’età abbastanza DNA e metterlo a confronto con quello dei corpi Foto Barbara Vernia, avanzata per l’epoca. Con l’aiuto di alcuni studio- della cripta, di fatto suoi avi”. archivio SBAER 2011 si come il Prof. Claudio Franceschi, Direttore Di- Studi paleo-nutrizionali, analisi archeo-entomo- partimento di Patologia Sperimentale dell’Uni- logiche, ma persino studi di carattere biomecca- versità di Bologna e uno dei massimi esperti del nico e morfomco grazie alla creazione di modelli DNA in riferimento alle malattie da invecchia- virtuali nati dalle TAC e dalle scansioni dei corpi. mento, si approfondirà uno dei temi più curiosi Sarà così possibile persino ricostruire i gesti che della vicenda, ovvero la longevità degli abitanti cinquecento anni fa rappresentavano la quotidia- della zona. Una costante nei secoli visto che nità della via sull’Appennino.

scontri violenti se non mortali. Un’alimentazione materie prime sono tutte locali, filate e tessute sul Sopra: la cripta che ricca di segale, crusca, castagne, noci, poco adat- posto. Le molte riparazioni alle camicie ci sugge- conteneva la fossa ta ai denti, spesso usurati o perduti. La vita delle riscono che fossero le stesse anche per un’intera comune con i circa 300 inumati. donne era segnata dai parti: osteoporosi diffusa vita, aiutate a sopravvivere all’usura del tempo da Foto Barbara Vernia, – probabilmente per tante gravidanze e lunghi al- toppe e aggiunte posticce. archivio SBAER 2011 lattamenti – ed elevata mortalità in età giovane, Per l’analisi dei reperti sono coinvolti nella ri- verosimilmente a causa degli stessi parti. cerca studiosi di diverse discipline e di diverse Quando la morte giungeva, la salme dei defun- nazioni per analizzare DNA, patologie, cause ed ti erano preparate con amore dai propri cari: i età di morte, alimentazione, e altro ancora. I dati capelli delle donne erano acconciati con trecce e sono stati presentati lo scorso 22 settembre in un chignon o raccolti in cuffie, le mani intrecciate in convegno a Roccapelago. Il Prof Giorgio Grup- atto di preghiera o adagiate sull’addome, i polsi pioni (Dipartimento di Storie e Metodi per la e le caviglie legati per mantenerli uniti, i menti fasciati per evitare che la bocca si spalancasse. Quasi tutti i corpi vestivano calze La salma era vestita a festa, con semplici gioiel- di lana, una camicia in lino ed li e ricordi di una vita: medaglie votive, effigi di erano avvolti in un sudario santi (come quello di Sant’Emidio, protettore dai terremoti), e persino una lettera per “garantire” Conservazione dei Beni Culturali dell’Università Per approfondire a Maria Ori, che la portava ripiegata nel vestito, di Bologna – sede di Ravenna – ha coordinato le Con gli indumenti protezione e grazie in cambio di preghiere. indagini antropologiche e ci ha anticipato come sono emersi anche La Chiesa di Roccapelago tenti signori del Frignano, famoso per la sua tettonico. L’archeologa Barbara Vernia e gli L’analisi del vestiario e dei reperti tessili consen- gli studi sui corpi di Roccapelago stiano consen- ninnoli e piccoli oggetti ribellione al dominio agli Estensi. Sul finire antropologi Vania Milani e Mirko Taversari, tono di studiare non solo i tipi di fibre, cuciture tendo la creazione di un database per incrociare d’uso quotidiano che, La Chiesa della Conversione di San Paolo del Cinquecento, quando ormai il comples- sotto la direzione scientifica degli arche- e decorazioni ma persino gli indumenti in fibra dati non solo tra i corpi di Roccapelago, ma an- insieme alle ossa, Apostolo è un piccolo gioiello posto sull’Ap- so militare era in disuso, una parte della ologi Donato Labate, Luigi Malnati e Luca vegetale come canapa e lino, che sono sempre i che tra questi e quelli ritrovati in altre situazioni stanno consentendo pennino modenese, nel comune di Roc- rocca fu riadattata per realizzare una chie- Mercuri della Soprintendenza per i Beni Ar- primi a deteriorarsi. Quasi tutti i corpi vestivano analoghe, come per esempio quella marchigiana agli esperti di fornire un capelago. L’edificio religioso sorge su uno sa parrocchiale che raggiunse la massima cheologici dell’Emilia-Romagna hanno pre- calze di lana, una camicia in lino ed erano avvol- della Chiesa Maria SS. Assunta a Monsampolo quadro esaustivo della sperone roccioso elevato che ha ospitato giurisdizione territoriale nel XVII secolo. ceduto i lavori di restauro con una controllo ti in un sudario, anch’esso di lino. Seta e velluto del Tronto (AP) seppur in un contesto diverso. quotidianità di questa tra il 1370 e il 1400 una fortezza presidiata Dal 2008 al 2011 il complesso è stato ogget- archeologico sul campo. Il risultato è stato erano rari, sono stati usati solo per due cuffie. Le «Quello di Roccapelago è il primo caso di umile gente. da Obizzo da Montegarullo, uno dei più po- to di un importante lavoro di restauro archi- strabiliante.

44 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 45 In grande: verso gli a scoperta del sedicesimo ingresso del ingressi alle quote alte. Complesso del Monte Corchia è l’occa- Foto Zoran Curto. sione per parlare di una grotta simbolo Lo straordinario interno In piccolo: galleria L concrezionata alla dell’Italia speleologica. Siamo in un complesso Risalita dei Lucchesi. carsico, ovvero di un insieme di cavità trovate in Foto Paolo Dori tempi diversi e poi collegate, con un’antichissima di una normale montagna storia geologica e una cronistoria di esplorazioni altrettanto importante. Come teatro dell’azione siamo nelle Alpi Apuane, in Toscana, con un mon- Il Monte Corchia, sulle Alpi Apuane, è solo apparentemente te, il Corchia appunto, nella parte meridionale una montagna come le altre, perché al suo interno si cela un della catena. È nello spartiacque tra le Panie e l’Al- tissimo, non è una montagna particolarmente alta incredibile mondo sotterraneo. Questa è anche una storia o con una forma che la renda inconfondibile. È, infatti, resa unica soprattutto dal suo enorme reti- di conflitti, spesso legati a orgoglio e a interessi, meno alla colo vuoto interno, che si manifesta nell’impetuo- conoscenza e al bene comune sa corrente d’aria che percorre i numerosi ingressi. Primo tra tutti, la Buca d’Eolo, dove nel 1840 si ad- A cura di Massimo (Max) Goldoni dentrò Angelo Simi di Levigliani, paese a ridosso Con un racconto di Antonio Del Magro - Gruppo Speleologico CAI Lucca e una nota della montagna. Avanzò per circa duecento m, poi geologica di Leonardo Piccini - Università di Firenze il meandro si allargava, procedere con torce o lan- terne, non era agevole. Ma fu stesa la mappa del percorso. Bisognava arrivare nel 1912 perché Luigi Vittorio Bertarelli (speleologo e anche fondatore del Touring Club Italiano) si avventurasse sin dove il meandro si faceva voragine. Poi ci fu la guerra, dopo si costituì il Gruppo Speleologico del CAI di Firenze. Giovani e arditi, come si sarebbe detto allora, raggiunsero il supposto fondo, il Lago Sifo- ne. Il Corchia si contendeva il titolo di grotta più profonda del mondo con la Spluga della Preta, nei Lessini. Naturalmente la competizione non era tra le grotte o le loro montagne, ma tra gli esploratori. Se guardiamo ora quei numeri sono molto dimen- sionati, siamo sui -500/600 metri di profondità, anche con non sempre casuali sopravvalutazioni.. Oggi la grotta più profonda, conosciuta è in Geor- gia, profonda quasi -2100 m. Ma negli anni Venti e Trenta, si andava su scalette pesanti e con altret- tanto pesanti corde di sicurezza di canapa. Pesi e volumi enormi, interminabili tempi, incredibili doti di resistenza necessaria.

46 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 47 L’obiettivo era “portare fuori profondità”. I metri e puntano a raggiungere il Corchia “storico”. Poi In questa pagina a facevano notizia. Con questo spirito esplorarono i quelli che salgono dal basso compiono l’errore di sinistra: alla partenza di Triestini, nel dopoguerra, trovando un nuovo fon- mostrare la mappa a quelli che scendono. Avvie- un pozzo. Foto Mario Vianelli. do del Corchia. Anche loro sopravvalutarono la ne la prima giunzione e “vecchi” esploratori hanno A destra, in grande: profondità, la topografia non era esatta. Nel 1966 ancora qualcosa da dirsi. Nella prima metà degl Cristalli sommersi di la svolta. Sono Inglesi, vengono dal Derbyshire. E anni Ottanta, il complesso del Monte Corchia si aragonite nelle Risalite scoprono il ramo forse più famoso, adesso turisti- presenta in tutta la sua inverosimile dimensione. dei Lucchesi, Antro del Gli attori aumentano. Sono altri toscani, bologne- Corchia. Il Corchia ha uno sviluppo Foto Paolo Dori. si, liguri, romani. Anche gli ingressi aumentano e In piccolo a sinistra: complessivo di 55 chilometri, con i conflitti tra speleo si sopiscono a fronte dell’im- ramo del Fiume al una profondità di circa -1200 metri mensità da scoprire. Comincia un altro conflitto. Corchia. Una nuova estrazione avviata nell’area “di Retro- Foto Mario Vianelli. cizzato. Il ramo è chiamato Galleria degli Inglesi. corchia” intacca il complesso. Speleologi, e non A destra: Antro del Corchia, verso il fondo. Abituati a grotte estese senza grandi profondità, solo, si muovono per tutelare la montagna e il suo Foto Mario Vianelli. questi esploratori si guardarono intorno, non solo strordinario interno. Il dialogo sarebbe forse pos- A fronte: galleria della per scendere in basso... E qui, inevitabilmente sibile, forse. Le grotte non sono il luna-park degli Neve, Antro del Corchia. l’esplorazione cambiò. Negli anni Settanta e Ot- speleologi, ma non possono essere neanche solo Foto Paolo Dori tanta si scoprirono ulteriori grotte nella stessa una risorsa estrattiva. I toni salgono. Il bivacco Lu- montagna. Il vuoto è presente da infinitamente sa-Lanzoni sulla cresta del Corchia, provvidenziale prima, ma solo in quegli anni viene trovato. E la per tanti anche non speleologi viene letteralmente storia diventa tante storie. Ci sono i fiorentini che smontato. La vicenda entra in ambito anche giu- salgono dal basso verso la Buca del Cacciatore ri- diziario. Le parti smontate del Lusa-Lanzoni ven- battezzata Fighiera dai piemontesi (in onore del gono date alle fiamme. “Marmo pane/grotta fame” francese Claude Fighiera che aveva cambiato le campeggia a lungo su blocchi di marmo, contrap- esplorazioni nel massiccio del Marguareis, dove punta la montagna. L’attività estrattiva, seppure ebbe un fatale incidente d’auto), ci sono i pie- indotta a rispettare regole, continua spesso a de- montesi che passano una frana all’ingresso alto bordare dal ragionevole. Oggi, anche i detriti di

Per approfondire

Note geoLOgiche sul sotterraneo. Da un punto di vista geologico, prevalentemente verticale e costituite da Complesso carsico il Monte Corchia è costituito da una sequen- pozzi, talvolta anche molto profondi, e me- del Monte Corchia za carbonatica mesozoica che poggia su di andri, spesso di piccole dimensioni, scavati Leonardo Piccini-Università di Firenze un basamento formato da Filladi, Porfiroidi in regime vadoso lungo le principali famiglie e Scisti Porfirici. Al di sopra di un sottile e di fratture. discontinuo livello di quarziti, che segnano L’insieme delle gallerie è suddividibile in tre Il Complesso Carsico del Monte Corchia è l’inizio del ciclo trasgressivo alpino, troviamo fasce geneticamente distinte che, sempli- un grande sistema il cui sviluppo spazia- delle dolomie stratificate, riferibili al Carnico ficando, possiamo considerare localizzate le rilevato è di 55 km, a cui vanno aggiunti e comunemente conosciute come “Grezzo- intorno alle quote di 1400, 1100 e 850 m. almeno 8-10 km di diramazioni secondarie ni”, seguite da calcari metamorfosati, i fa- A quote inferiori a 700 metri il sistema car- esplorate, ma non ancora rilevate. Il dislivel- mosi Marmi delle Apuane, e infine da Calcari sico è ancora attivo e si trova ancora in fase lo totale tra l’ingresso superiore e il fondo è Selciferi metamorfici ridotti tettonicamente di sviluppo. Nella zona vicina al fondo si tro- di -1185 m. La particolarità di questo grande a poche decine di metri di spessore. Il com- vano due livelli di gallerie freatiche poste ri- complesso sotterraneo non sta però tanto plesso assetto strutturale è il risultato di più spettivamente tra 600 e 650 metri di quota nelle sue dimensioni, quanto nella estrema fasi “deformative” di età oligo-miocenica. Il e intorno ai 500, probabili segmenti di un più complessità morfologica che ne fa un caso sistema di condotti del Complesso Carsico vasto sistema di gallerie inesplorate dirette unico nel panorama delle cavità sotterranee del Monte Corchia, per circa la metà dello verso l’attuale zona delle sorgenti. conosciute in Italia. In nessun altra grotta sviluppo complessivo, è formato da galle- In base ai numerosi dati geologici e geomor- delle Apuane si trovano piani di condotte rie formatesi in condizioni di totale som- fologici relativi alle aree limitrofe alle apuane freatiche così ben sviluppate e di dimensio- mersione (regime freatico), talvolta anche e in particolare alla successione cronologica ni così grandi, questo nonostante che l’area profondamente modificate da successive delle fase di riempimento ed erosione re- del Corchia sia limitata a pochi km2 e quindi fase di scorrimento a pelo libero o da crolli, gistrate nei bacini apuani si può ipotizzare non certo in grado di fornire, né ora né mai, suddivise in più piani disposti tra quota 1550 che questa grotta abbia iniziato a formarsi le grosse quantità di acqua che è lecito ipo- e quota 450 m. Il reticolo freatico è interse- già alla fine del Pliocene, cioè tra tre e due tizzare abbiano scavato questo complesso cato da un sistema di cavità ad andamento milioni di anni fa.

48 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 49 A fronte: il Bivacco marmo da mandare a frantoio sono diventati un confini non sono netti. Di certo è che c’è un bene Il 16° Ingresso Lusa-Lanzoni, sul nuovo, incontrollabile affare. Come detto, la Gal- comune, che è la montagna con il suo interno. Monte Corchia, prima di leria degli Inglesi è stata turisticizzata, dopo aver Il Corchia non appartiene, esiste. Va rispettata, esssere distrutto. Il 16° ingresso del Corchia. all’arrampicata, a una simile sfida non si può degli stessi ragazzi di allora, oggi cinquan- realizzato un ingresso artificiale e creato una lun- Foto Mario Vianelli Il complesso del Monte Corchia si Appunti di una storia anche che rispondere abbracciando con anima e tenni, ma consapevoli di ciò a differenza di ga passerella metallica interna. Anche questa non personale corpo quella che appare come una vera e trent’anni fa… e a vincere sarà ancora una è una storia semplice e lineare. Vi sono stati cambi presenta in tutta la sua dimensione Antonio Del Magro propria “chiamata”. Bolognesi, romani e gli volta la Montagna con i suoi vuoti. Un altro di indirizzo nella gestione, poiché senza precise agli inizi degli anni Ottanta Presidente Gruppo Speleologico CAI Lucca stessi fiorentini ingaggiarono una corsa ver- merito è senz’altro quello di aver trasmesso strategie risulta difficile sfruttare tutte le poten- so l’alto cercando di intercettare il Fighiera il giusto spirito ai ventenni del GSL di oggi zialità di un luogo unico. Gli speleologi, intanto, servono regole condivise e applicate, soprattutto Che c’entrano i lucchesi del GSL con il Cor- prima che i piemontesi uniti ai faentini faces- che, analogamente a quelli di allora, hanno continuano a esplorare e soprattutto continuano dove i danni possono esssere irreversibili. chia? Eppure esiste un sottile filo che li lega sero altrettanto scendendone; potevano dei risposto all’odierna “chiamata” e stanno a ricostruire l’esplorato, a metterlo su carta. Ora Recentemente, è uscito il volume Antro del Cor- da trent’anni almeno. Erano i primi anni Ot- ventenni lucchesi rinunciare a partecipare conducendo nuove esplorazioni attraverso il il Corchia ha uno sviluppo complessivo prossimo chia o Buca d’Eolo a cura di Franco Utili (ne dare- tanta, la speleologia italiana e non solo, sfi- alla gara anche se consci di essere dilettanti 16° ingresso nelle zone remote del Fighiera. ai 55 km, con una profodità di circa -1200 m. Leo mo prossimamente recensione), esploratore degli dava sé stessa nella ricerca del collegamento al confronto? No, la “Grande Madre” ci offrì Qui vi è una lunga e dritta galleria di consi- Piccini, di cui potete leggere un approfondimento anni cruciali, di quando il Corchia si manifestò nel- tra Antro del Corchia ed il soprastante Abisso il nostro piccolo terreno di sfida per dei pic- derevoli dimensioni (10x5 m), da quota 1450 geologico molto attento, è tra i coordinatori della la sua complessità. Già dal titolo si capisce come è Claude Fighiera. La ricerca del “Tesoro di Re coli esploratori quali eravamo, collocandolo a quota 1570 m, per una lunghezza di circa mappa del Corchia. Dopo tanti anni c’è un record difficile fare una storia dell’insieme del Corchia, Salomone”, come qualcuno definì tale sfida, nel cuore del monte, in zona Galleria delle 300 metri e una direzione da SE a NW in da riprendere, tornare a essere la grotta più este- proprio perché i diversi esploratori lo hanno vi- scattò qualche tempo dopo che i piemonte- Stalattiti, un piccolo arrivo d’acqua lungo ascendenza, praticamente a seguire il profi- sa d’Italia. Ora il primato è al complesso della Val sto e lo vedono da angoli diversi. In questo senso si del GSP “schiaffeggiarono” i fiorentini del un pozzo ascendente che risultò poi essere lo della cresta del monte e a pochi metri di Nosè in Lombardia. Ma, forse, sinceramente, non è preziosa anche la testimonianza di Antonio del GSF nella scoperta della prosecuzione alla di oltre 100 metri di altezza, le “Risalite dei distanza dal pendio esterno… Intorno al ’78, importa più davvero tanto. I numeri degli uomi- Magro che racconta un punto di vista particolare. Buca del Cacciatore posta quasi in cima al Lucchesi”, la cui base, oggi, si può facilmente costituiva una interessante variante, ma ser- ni hanno dimostrato di essere poca cosa, rispetto Il Gruppo speleologico del CAI di Lucca è stato Monte Corchia, avvenuta nel 1976. La Buca, raggiungere tramite il percorso turistico po- vivano diverse ore di progressione per rag- all’interno di montagne come il Corchia, dove ri- ed è protagonista di esplorazioni strategiche in scoperta molti anni prima dal GSF, fu così sato nel 2001. Era il 1983, il GSL aggiunse un giungerla dall’ingresso posto quasi in cima La Capanna marrà sempre vuoto da esplorare e vuoto inesplo- molte zone delle Apuane. Al Corchia ha “firma- rinominata Abisso e di fatto si spalancò alle piccolo tassello alla complessità del sistema al monte. Oggi, con un accesso così prossi- Speleologica Lusa- rabile. Il Corchia ha insegnato che le gare possono to” alcune parti, importanti, delle esplorazioni. esplorazioni verso il basso dirette a collegar- carsico del Corchia, ma senza vincere nessu- mo, tutta la zona costituisce uno stimolante Lanzoni. essere stimolo, ma che il traguardo è destinato a Chi non è speleologo si stupisce di come cambi la col sottostante già esteso Antro, allora ben na sfida, senza operare nessuna giunzione, banco di prova per i giovani speleologi de- Venne progettata nel spostarsi, quasi a nascondersi. Inoltre, le perso- continuamente la mappa del mondo sotterraneo. conosciuto in tutto il mondo, ma senza inter- semplicemente scoprendo nuovi bellissimi siderosi di nuove scoperte nell’inesauribile 1976 da Carlo Azzali del ne più sensibili hanno capito che non esistono Bisogna accettare che, così come le montagne cettarlo… perlomeno nei primi sette anni. In ambienti ricchi di cristalli di aragonite; nes- “vuoto” quale è il Complesso Carsico del Gruppo Speleologico speleologi e cavatori, ma individui che esplorano esistono indipendentemente dall’essere salite o questo lasso di tempo diversi gruppi speleo sun podio dunque ma, anzi, l’imperativo fu Monte Corchia e non è escluso che ci riservi del CAI di Faenza. per curiosità e per dare conoscenza, altri che per meno, l’interno delle stesse è solo la traduzione si cimentarono nell’impresa, ognuno sce- “preservare” quei tesori nascosti cercando ancora qualche sorpresa, nel millenario buio Pensata come punto lavoro si dedicano all’attività estrativa. E spesso i di percorsi umani in costante evoluzione. gliendo la propria zona di ricerche e senza di- di limitarne al massimo la visita disarmando di pozzi e gallerie della montagna. di appoggio per le sdegnare la ben più difficoltosa esplorazione la risalita e vigilando sui riarmi successivi, ef- esplorazioni in quota, ascendente, ossia risalire dal basso, dall’An- fettuati dalle generazioni future di speleologi Approfondimenti: Federazione Speleolo- fu realizzata negli tro, con tecniche alpinistiche quelli che visti comprensibilmente curiosi di vedere quelle gica Toscana www.speleotoscana.it GSL anni immediatamente dalla base potevano somigliare a pozzi la cui piccole meraviglie. Nessuna corsa stavol- www.gslucchese.it successivi, con sommità si perdeva nel buio insondabile del- ta, ma una sfida quella sì, la soddisfazione Un particolare ringraziamento a quanti notevole investimento la grotta. Vi garantisco che all’età di 22 anni, di veder confermata un’ipotesi dettata da hanno raccontato le storie e fornito le im- di risorse e attività con appena tre anni di esperienza speleo- conoscenza, esperienza e gusto per la sco- magini indispensabili per questi appunti su volontaria. Da notare logica, ma con una buona predisposizione perta; che poi sono le motivazioni proprie “Il Corchia”. che il bivacco era stato pensato ecostruito con estremo scrupolo, in considerazione delle condizioni ambientali, compreso l’influsso di aria marina con elevata salinità. Per oltre un decennio, fu decisivo riparo per molti, anche

non speleologi. Nei primi anni Novanta, a seguito di accesi confronti con addetti alle attività estrattive, fu prima smontata e poi data alle fiamme. Si parlò di un temporale con fulmini…

50 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 51 Orizzonte d’avventura Un gioco non è mai solo un gioco di Aldo Audisio e Antonella Lombardo - Illustrazioni: collezione giochi del Museo Nazionale della Montagna CAI-Torino

a “sorridente” parola gioco non deve trarre in inganno. La raccolta di giochi che hanno L per oggetto la montagna costituisce per il 1 Museo un patrimonio il cui valore è da tempo con- solidato e non sospettabile di frivolezze. Riguarda un aspetto rilevante della storia della montagna, un approccio ludico supportato da puntigliose rico- struzioni grafiche che le nuove generazioni hanno in parte seppellito. I giochi risuscitano in cuore e ci sono di conforto nelle stagioni della vita, si riferi- scono ai ricordi incancellabili delle prime escursio- ni tra i monti, a un’alba del turismo alpino di cui si conservano gelose testimonianze nelle sedi del CAI. La raccolta è cominciata al Museo in maniera piut- tosto casuale, ma non ci è voluto molto a cogliere il lato culturalmente più stimolante di questa attività, e sono seguite regolari e mirate acquisizioni. Così il lavoro di ricerca e catalogazione è proseguito con metodo con il contributo di collezionisti e istituzio- ni culturali di ogni parte del mondo. Oggi si può dire, che il Museo dispone della più grande e completa collezione di giochi dedicati alle attività del tempo libero in montagna, in primo luo- go alpinismo, sci, viaggi ed esplorazione. appassionati nel 1850. Il dado era tratto: l’orizzonte 1. OVER THE ALPS, Gran La materia non era mai stata esplorata e ora final- d’avventura si era aperto. Bretagna, 1920 ca. 2. JEU DU PÔLE NORD, mente questa particolare attività ludica legata alla Nel corso di questi anni lo studio dei pezzi che sono Francia, 1900 ca montagna gode di una sistemazione in qualche andati ad arricchire la raccolta rivelò una significa- modo definitiva. Periodi storici, argomenti, perso- tiva proliferazione di giochi sulla montagna nella naggi sono accuratamente catalogati mettendo in seconda metà dell’Ottocento. Guarda caso, proprio relazione gli eventi all’interno di uno spazio tem- nel periodo in cui nacquero i principali club alpini porale, nel contesto culturale, ambientale e sociale e gli iscritti “giocavano” con le montagne inventan- delle varie epoche. Per fare questo occorreva partire dosi ricerche spesso fittizie, meri pretesti per legitti- da zero stabilendo un protocollo e ricollegando le mare la propria sete di avventure. tessere del grande puzzle con altre forme espressive Colpisce, nell’aprire quelle scatole ingiallite, la legate alla montagna. grande accuratezza iconografica che derivava Il percorso prescelto non ha precedenti se non dall’attenzione con cui gli illustratori si rifaceva- quelli, remoti, tracciati prima ancora di Albert no alla rappresentazione delle Alpi. La montagna Smith con la sua rinomata esplorazione a colpi di “reinventata” nei giochi si inseriva nel grande pro- dadi, del Monte Bianco, da iniziative decisamente getto di comunicazione lanciato da Quintino Sella fuori schema come il panorama prospettico dedi- con la nascita del CAI. Il gioco implicava all’epoca cato alle pendici del Bianco che divertì e stupì gli segue a pag. 56

52 / Montagne360 / Dicembre 2012 2 4 5

3. JEU DE L’ASCENSION DIFFICILE, Francia, 1895 ca. 4. JEU DE VOYAGE A TRAVERS LES ALPES, Svizzera, 1889. 5. MOUNT EVEREST, Gran Bretagna, 1923 ca. 6. DIE SCHWEIZER REISE, Germania, 1925 ca.

3 6

54 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 55 Il libro

Giochi delle montagne. 7. SKI & RODELHEIL, Orizzonte d’Avventura Germania, 1904 ante. a cura di Aldo Audisio, Antonella Lombardo e Ulrich Schädler

Giochi delle montagne. Oriz- zonte d’Avventura, a cura di Aldo Audisio, Antonella Lom- bardo e Ulrich Schädler, è il nuovo volume dedicato alle raccolte di documentazione del Museo Nazionale della Monta- gna, edito da Priuli & Verlucca con il Museo e la Regione Pie- monte, la collaborazione della Camera di Commercio di Tren- lo studio e la conoscenza del territorio mediante i Reich negli anni Trenta si concluse in un nulla di 8. THE KLONDIKE to e il determinante sostegno, dadi e il succedersi delle caselle. Via via che si pro- fatto e la bandierina del Führer piantata in vetta NUGGET GAME, USA, per la conservazione, scheda- 1898 ca. cedeva verso l’arrivo, costituito spesso dalla conqui- per gioco rischiava di gettare nel ridicolo iniziative tura e il riordino, della Compa- 9. SIMPLON TUNNEL, sta di una vetta immacolata, i paesaggi attraversati maledettamente serie. Fu così che, con ogni proba- Svizzera, 1906 post. gnia di San Paolo. L’attenzione avevano connotati familiari: la Svizzera, il Tirolo, la bilità, questi giochi vennero ritirati dal commercio. questa volta si è soffermata Baviera erano i soggetti preferiti. Erano i luoghi dei Oggi se ne conoscono poche unità sopravvissute: il all’imponente, nonché unica grandi viaggi che mettevano in moto la fantasia dei Museo ne conserva due, nella versione popolare e 8 per la tematica, collezione dei giocatori. in quella di lusso. giochi che, con le metodiche Particolare curioso. I giochi sono stati anche con- Anche Irving e Mallory con la loro controversa sa- e scrupolose acquisizioni av- siderati veicoli pubblicitari e hanno di frequente lita all’Everest, e la morte sulla montagna, furono venute nel corso degli ultimi riportato i messaggi di aziende rinomate. Qui sono nel 1923 involontariamente coinvolti in un gioco da anni, oggi vanta la presenza di molti gli esempi degli elementi formali e dei valori tavolo legato alla conquista del “tetto del mondo”; oltre 530 elementi che coprono simbolici che hanno dominato l’iconografia pubbli- anche in questo caso, per ragioni di opportunità, si trovano agli antipodi. L’elemento di continuità un arco temporale che va da citaria della montagna: descrizione minuziosa del “sparito” dal commercio e diventato introvabile. è inevitabilmente costituito dalla competizione. metà Ottocento ai giorni nostri. paesaggio, belle pastorelle, grandi macchie di fiori Ma quando nel 1953 la scalata vincente di Hillary Gli anni Settanta con le grandi sfide tra i paletti Il volume, di 383 pagine e 536 alpini. Con il trascorrere degli anni, alle pastorelle e Tenzing divenne un fenomeno mediatico di riso- di personaggi come lo svedese Ingemar Stenmark illustrazioni, è stato presentato dei primordi si sostituì la corsa alle vette suggerita nanza mondiale, migliaia di ragazzi si sfidarono a e l’italiano Alberto Tomba segnano un punto di a Torino al Museomontagna, dal clamore suscitato dalle grandi spedizioni extra- colpi di dadi per emularne le imprese. non ritorno per i giochi da tavolo. Ultimi sussulti nella Sala degli Stemmi al Mon- europee alle più alte montagne della terra. Lo stesso fenomeno caratterizzò la conquista dei di un fenomeno di cui avrebbero “fatto giustizia” te dei Cappuccini, lo scorso 20 L’intreccio tra l’aspetto ludico e la realtà della Poli nel 1909 e nel 1911 con gli eroi Robert Peary e le imminenti e dilaganti play station. Che cosa di novembre. In tale occasione è competizione venne accuratamente sfruttato dai Roald Amundsen trasformati in pedine di metallo. più stimolante e suggestivo del ripercorrere oggi stata anche inaugurata la mo- creatori di giochi e finì persino per creare qualche L’immaginario collettivo s’impadronì di ogni aspet- la grande avventura dei giochi da tavolo legati alla stra Ai Poli per gioco. Orizzonte problema di carattere “politico”. In particolare, la to di quelle conquiste. E pazienza se il Polo Nord montagna assaporandone le più remote suggestio- d’avventura che rimarrà aperta 9 corsa al Nanga Parbat che impegnò gli alpinisti del appare colonizzato dai pinguini che, come noto, ni? L’orizzonte d’avventura? al pubblico fino a giugno 2013.

56 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 57 10 10. SHUSS JOUE AU… SLALOM, Gran Bretagna, 1968. 11. PAR MONTS & PAR VAUX, Francia, 1900 ca.

12

12. TEMERAIRES ALPINISTES, Francia, 1900 ca. 13. DAS SKILAUFEN, Germania, 1905 ca. 14. JSKI-JUMP, USA, 1938 ca. 9 11 13 14

58 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 59 CAI 150 il decennio 1884-1893 Il Cervino dal Col d’Heréns, 1885. Foto Vittorio Sella, Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna. Il Cervino rappresentava il più Finisce l’alpinismo eroico, grande problema nasce il turismo di massa alpinistico dell’epoca Terza puntata del viaggio attraverso i 150 anni del CAI e della storia d’Italia. Sulle Alpi si registrano i primi segnali di un’invasione di massa della montagna. L’arrampicata, nel frattempo, compie progressi impetuosi: addio scarponi chiodati, inizia il tempo delle pedule di tela e suole di canapa di Franco Brevini

Vittorio Besso, [Escursionisti alle sorgenti del Po – Crissolo – Pian del Re in occasione del VIII Congresso degli Alpinisti italiani], 1874. Tratta dal volume "Fotografie delle montagne", Priuli&Verlucca, 2009

n Rime e ritmi di Giosuè Carducci compare era inaugurato con una serie di brillanti prime in- un’elegia in terzine intitolata Esequie della vernali dei Sella, fra cui la Punta Dufour, il Gran I guida E. R. Durante uno dei suoi soggiorni a Paradiso e il Lyskamm. «Questi Sella – ha scritto Courmayeur il vate della nuova Italia ebbe modo di Massimo Mila, musicologo e appassionato alpi- assistere ai funerali di Emilio Rey, caduto nel 1895 nista – furono tutti, chi più chi meno, formidabili al Dente del Gigante. «Via tra lo sdrucio de la nuvo- specialisti dell’alpinismo invernale». Fu forse una laglia / erto, aguzzo, feroce si protende / e, mentre il tardiva revanche del nostro alpinismo nei confron- ciel di sua minaccia taglia, // il Dente del Gigante al ti degli inglesi pigliatutto. Ma certo è che la scalata sol risplende». La sua prima ascensione della cresta delle grandi montagne nella stagione meno favo- di Peutérey è definita nel volume sul Monte Bianco revole segna un passo in avanti nello svolgimento della Guida dei Monti d’Italia come «la più grande dell’alpinismo, che già con Edward Whymper, con impresa alpina del secolo XIX». Venne portata a Leslie Stephen e con Frederick Mummery aveva termine nell’estate del 1893 dalla guida di Courma- imboccato la mainstream sportiva. Nel 1871 erano yeur, insieme a Paul Güssfeldt, Christian Klucker e usciti Scrambles amongst the Alps del conquistatore César Ollier. del Cervino, Edward Whymper, e The Playground La memorabile salita conclude il decennio, che si of Europe del padre di Virginia Woolf, mentre nel

60 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 61 avevano fatto la loro comparsa le prime tracce di in- Sopra: John Ruskin e quinamento. Ruskin: «La società moderna, poi, va William Holman Hunt in montagna non per digiunare, ma per festeggiare, (1894). Foto Frederick Hollyer, LIFE (Wikimedia e, abbandonando i ghiacciai, li lascia coperti di ossa Commons). Ruskin, di pollo e gusci d’uovo». L’allargamento sociale di pittore londinese, aveva una pratica come l’alpinismo, fino ad allora appan- condannato come 1895 Mummery, il più temerario scalatore della sua naggio dell’aristocrazia, costituiva un dato di fatto «funamboli profanatori generazione, avrebbe chiuso la sua epoca con My talmente incontrovertibile, da suscitare le inquietu- gli alpinisti impegnati a scalare quelle che Climb in the Alps and Caucasus. La parabola che si dini degli stessi austeri soci del primo Alpine Club, lui stesso aveva Sopra: Bisson Frerés compie in questi anni di rapido miglioramento del- che deploravano la “cockneyzzazione” delle vette: devotamente definito le perfino Mummery e Burgener, ma avevano dovuto follia del tentativo, ove, con una frase che mi parve [Auguste-Rosalie le tecniche di arrampicata è ironicamente riassunta dai ventotto membri fondatori del 1857 si era pas- “cattedrali della terra”». ripiegare. «Very formidable» era stata la definizione ben trovata, dicevo che “finalmente la ragione aveva Bisson], Savoie 20. A sinistra: la copertina dallo scalatore inglese: «È stato spesso notato che sati nel 1890 a cinquecento soci. The Playground “Entrée de la Vallée de che l’inglese aveva fornito degli strapiombi della Te- in me ripreso il sopravvento sulla passione” e sog- originale del tutte le montagne sembrano destinate a passare at- of Europe di Leslie Stephen risuona di deprecazio- Chamonix, aux Ouches”. sta. Nel 1890 lo scrittore Guido Rey compie ben tre giungeva che “né io né le mie guide avremmo mai manoscritto Alpinisti Foto Centro traverso i tre stadi: un picco inaccessibile, la scalata ni contro il nuovo turismo dozzinale che si affaccia ciabattoni, di Giovanni tentativi nello spazio di una settimana. È un vero ritentato la prova”». In realtà Rey non si darà pace Documentazione più difficile delle Alpi, una giornata di relax per una sulle Alpi. Il riflesso letterario di tutto ciò sarà la Cagna. e proprio assedio, con nottate di bivacco al Colle o e del suo Cervino-Moby Dick, che resiste a ogni ten- Museo Nazionale della signora». satira del borghese, figura per definizione anti-eroi- Foto archivo Manoscritti lungo la cresta di Furggen, che oppone ogni sorta tativo, avrà finalmente ragione nel 1899. Lui così Montagna. e Rari, Comune di Ma il libro di Mummery e, fino dal 1892, Tra- ca, che si lancia con incauto donchisciottismo alla In basso: Sir Leslie di difficoltà, compresa una vera e propria pioggia cosmopolita, così amante dei fair means anglosas- Vercelli vels Amongst the Great Andes of the Equator di conquista delle «dentate, scintillanti vette» carduc- Stephen (1832–1904), di pietre durata tre ore. Scrive nel Monte Cervino: soni, per una volta mise da parte Mummery e de- Whymper documentano anche un altro snodo della ciane. Nel 1885 venne pubblicato Tartarin sur les padre di Virginia Woolf «Narrai allora le avventure ma celai le emozioni, cise che su quella cresta si doveva salire, costi quel storia dell’alpinsimo: l’affacciarsi dei maggiori scala- Alpes di Alphonse Daudet, mentre nella cultura ita- e Vanessa Bell. La sua ché mi parve troppo grave il dirle; ero sceso spos- che costi. In quegli anni l’arrampicata stava com- tori dell’epoca alle montagne extra-europee. E sarà liana il libro più significativo è Alpinisti ciabattoni opera The Playground sato, ferito; credetti sedato per sempre il desiderio e piendo progressi impetuosi e basta scorrere la lista of Europe risuona di proprio sul Nanga Parbat che scomparirà Mumme- dello scapigliato Giovanni Cagna, che risale al 1888. deprecazioni contro il stampai sulla Rivista del Club Alpino un’assennata delle prime dolomitiche dell’epoca per averne una ry nel 1895, nel tentativo del tutto anacronistico di Ma entrambi questi testi avevano avuto un prece- nuovo turismo dozzinale dichiarazione per convincere altri e me stesso della conferma: 1886 Cima della Madonna nelle Pale di aggiudicarsi il primo ottomila himalayano. dente teatrale nella commedia Le Voyage de Mon- che si affaccia sulle Alpi. San Martino, 1887 Torre Winkler, 1888 Torre In- sieur Perrichon di Eugène Labiche e Édouard Mar- Foto Telrúnya nerkofler, 1890 Cinque Dita, 1892 Torre Stabeler, Nel 1890 lo scrittore Guido tin, rappresentata il 10 settembre 1860 al Théâtre (Wikimedia Commons) 1894 Dent de Mesdì. Il simbolo di questa temeraria Rey compie tre tentativi in una du Gymnase di Parigi. In tutti e tre i casi tranquilli stagione fu Georg Winkler, il ragazzino di Monaco settimana sulla cresta di Furggen commercianti, provinciali spacconi, droghieri con definito la Meteora, per la prodigiosa brevità della la mania della villeggiatura alpina si ritrovano tra- Mummery ironizzò sua carriera. Quell’adolescente, che sarebbe caduto Gli anni Ottanta dell’Ottocento segnano l’estremo scinati in comiche peripezie nel cuore di scenari per dicendo che «È stato al Weisshorn, salì la Cima della Madonna e firmò congedo dall’alpinismo eroico e sportivo del XIX loro troppo avventurosi. Il sublime era disceso fino spesso notato che tutte il suo capolavoro con la scalata solitaria della torre secolo. Nel 1888 John Ruskin si reca per l’ultima ai libri mastri e alla partita doppia e, trapiantato in le montagne sembrano nord-est del Vajolet, che avrebbe preso il suo nome. volta a Chamonix. L’autore dei Modern Painters, atmosfere inusitate, l’eroico strideva comicamente destinate a passare Fu tra i primi a sostituire gli scarponi chiodati con che aveva condannato come funamboli profana- con il prosaico. attraverso i tre stadi: pedule di tela e suole di canapa. Si servì anche di tori gli alpinisti impegnati a scalare quelle che lui Intanto gli scalatori avevano alzato il tiro. Negli Un picco inaccessibile, una corda cui era fissato un uncino, che lanciava so- stesso aveva devotamente definito le «cattedrali anni Ottanta-Novanta dell’Ottocento la cresta di la scalata più difficile pra di sé nei passaggi più difficili. Un metodo discu- della terra», si trovava di fronte ai primi segnali Furggen rappresenta il grande problema del Cer- delle Alpi, una giornata tibile, che però testimonia un nuovo funambolico di un’invasione di massa della montagna. Il turi- vino. È l’ultima delle creste della montagna a non di relax per una ardimento, destinato a cancellare da molte pareti la smo alpino stava presentando il conto e fra le vette essere stata salita. Nel 1880 ci avevano provato signora». parola “impossibile”.

62 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 63 Lettere Messner, le croci di vetta e il ruolo d’Aosta hanno goduto di risorse incomparabilmente quelle indispensabili!) all’interno di un involucro ano- i bivacchi e l’educazione degli alpinisti degli ambientalisti più elevate rispetto alle altre regioni alpine. Hanno nimo che non scimmiotti cristalli di ghiaccio, astrona- Caro Direttore, con riferimento alla nota apparsa su La lunga intervista di Barbara Goio a Reinhold Messner, quindi avuto la possibilità di realizzare infrastrutture vi, ed altre discutibili forme”. Tito Gallas, invece, “rim- Montagne360 di Agosto, pag. 5 dal titolo E per bivac- pubblicata su Montagne360 di settembre, ha spinto sicuramente non finanziabili con il reddito agricolo provera” Luca Gibello, caporedattore de «Il giornale co un immondezzaio: la desolante situazione della molti soci a scriverci per replicare, in particolare su due pastorale delle alte quote grazie ad una condizione di dell’Architettura» e autore dell’articolo pubblicato su Fourche al Monte Bianco denunciata da un portale temi: la presenza delle croci sulle vette e la distinzione favore. Gli ambientalisti hanno avuto scarsissimo peso Montagne360 Ecco i nuovi rifugi: «Mi sono imbattuto spagnolo essendo il bivacco di proprietà dell’Accade- tra “alpinisti” e “turisti”. Per esigenze di spazio sintetiz- in tutto il territorio nazionale”. Veronica Olivotto, socia nelle parole ‘alpinisti, divisi tra innovatori e conserva- mico, ritengo necessaria una risposta. Si tratta, come ziamo qui i passaggi principali delle numerose lettere, CAI della Società Escursionisti Milanesi, definisce “ol- tori ad oltranza’. Un trucchetto di bassa lega. Gli uni, i gli altri 20 bivacchi dell’Accademico (escluso uno) ed in a cominciare da quella di Giovanni Carlo Carbonero, traggiosa” l’elencazione “...Antenne tv e ripetitori tele- conservatori, qualificati direttamente come oltranzi- generale come tutti i bivacchi d’alta montagna di rico- socio CAI e presidente emerito del Tribunale Ecclesia- fonici, croci di vetta, infrastrutture... ”. Secondo la Oli- sti; dunque i cattivi. Per converso gli altri, gli innovatori, veri non custoditi e la cui pulizia è affidata alla educa- stico Regionale Piemontese, che sottolinea il fatto che votto “si tratta di elementi ben diversi, perché antenne, necessariamente i buoni. Non accetto il tentativo di zione di chi li frequenta, con la buona abitudine, se non «le croci di vetta non sono certo ’infrastrutture’. Sono ripetitori (addirittura pericolosi per la salute umana ed condizionarmi con trucchi del genere. Ho rinunciato l’obbligo di portare a valle i “propri rifiuti”. Tre anni fa ab- la geniale sorprendente intuizione del meglio della animale) e infrastrutture in generale non sono in alcun a leggere il resto dell’articolo. Non occorre che mangi biamo fatto lavori al bivacco della Fourche con grosse gente di montagna, che guarda alle croci collocate modo paragonabili alle croci di vetta. Messner dimen- tutto l’uovo per sapere che è marcio (Balzac)». Fulvio difficoltà tecniche ed economiche come si può imma- sulle vette come segno positivo anticipatore di risur- tica la profonda religiosità delle popolazioni locali, che Barolo, della sezione CAI di Asti, ritiene che “la cosa ginare, peraltro con il contributo della Commissione rezione, speranza, ottimismo, solidarietà per tutti e fra si è da sempre espressa nel moltiplicarsi di croci, cap- più corretta, qualora le condizioni della struttura lo Rifugi e Bivacchi del CAI, per migliorare la funzionalità tutti». Carbonero cita poi Walter Bonatti, ricordando le pelle alla Madonna ed ai vari santi fin sui sentieri e nelle rendano possibile, sia cercare di conservare il fascino e l’accesso del bivacco, ma mai avremmo pensato di parole pronunciate dopo tre notti di bivacco lungo la aree lavorate all’aperto, non solo negli abitati”. Quanto dei vecchi rifugi, come si conserva un’auto storica o dover posizionare anche un cassonetto. Adesso valute- parete nord invernale del Cervino, in solitaria, nel 1965, al riferimento di Messner al buddismo (“Il buddismo una cattedrale, privilegiando il restauro. Ma al tempo remo anche questa possibilità e chiederemo al Comu- quando raggiunse la vetta: “… improvvisa e splendente in Asia non è andato sulle cime..."), Veronica Olivotto stesso, nei rifugi e nei bivacchi nuovi o da ricostrui- ne di Courmayeur se può provvedere allo svuotamento appare la croce metallica fissata sulla sommità. Il sole suggerisce: “Perché non guardare a tutte quelle cultu- re, ritengo sia giusto sfruttare al pieno le potenzialità con i propri mezzi almeno una volta la settimana. Al di che la illumina da sud la fa apparire come incande- re per le quali il divino ha permeato di sé le montagne delle nuove tecnologie, arrivando ad elaborare anche là delle facezie credo che ogni singolo alpinista che scente. Sono quasi abbagliato dai suoi contorni lumi- al punto tale da renderne alcune sacre ed interdette forme nuove che si staccano dalla tradizione, ma che frequenta questi luoghi debba fare un grosso esame nosi. (…) Come ipnotizzato, stendo le braccia a quella agli umani? Abbia la compiacenza, il grande Messner, rendono migliore, più economica più resistente e più di coscienza. Il mantenimento e la decenza di questi croce fino a stringerla al petto”. I( miei ricordi, BcDalai di scusare quelle piccole donne e quei piccoli uomini ecocompatibile la struttura”. ricoveri è affidato a chi li frequenta ed in questi luoghi Editore 2010). Fabio Balocco, socio CAI della sezione di che sentono l’esigenza anche di segni concreti per ri- Alessandro Pesaro, socio CAI di Pordenone, ci invita ci arrivano solo gli alpinisti. Non è richiesto neanche un Rivoli, mette in evidenza che “in Piemonte l’abbando- cordare la loro propria identità culturale e spirituale”. infine a riflettere sul fatto che “assumere che le vec- obolo, ma semplicemente di lasciare il bivacco pulito no della montagna è stato determinato non certo dalla Roberto Lombardo, infine, dichiara che “Le croci sulle chie costruzioni fossero migliori delle attuali in quanto come viene trovato, portando a valle i propri rifiuti, non mancanza di infrastrutture (leggasi ‘strade’), quanto cime non possono essere paragonate ai ripetitori. Que- capaci di inserirsi armonicamente nell’ambiente gra- asportando oggetti e ricordandosi anche di chiudere la dalla estrema frammentazione della proprietà fondia- sti diffondono idiozie che stanno distruggendo l’essen- zie all’uso di materiali e di tecniche edilizie locali pare porta, come si fa a casa […] A tutti è noto che per la ria, dal disinteresse della classe politica per l’economia za dell’uomo, la sua natura e la sua personalità. La come minimo una questione mal posta. In un’epoca a gestione dei rifiuti urbani almeno un po’ di educazione montana, dalla nascita di poli industriali in pianura. A croce è un punto di riferimento che libera l’uomo e lo bassa tecnologia era prioritario reperire il materiale da è richiesta anche al singolo cittadino e, laddove il senso parte il fatto dirimente che gli ambientalisti – ad onta spinge al bene. La fatica per arrivare alla cima è come costruzione vicino al punto d’impiego, usando fin dove civico, come l’attenzione alla raccolta differenziata, è di quanto affermato da Messner – non hanno purtrop- la vita e Lui è il nostro premio il nostro consolatore. Ciò possibile le capacità disponibili sul posto”. Per questo più spiccato, anche la pulizia della città e più in gene- po impedito l’apertura di alcuna pista/strada, il proble- che fanno i buddisti, li rispetto, hanno la loro fede come motivo, spiega Pesaro, “la perpetuazione di una forma rale il bene comune ne guadagna. Dove questo non ac- ma di fondo rimane lo stesso: senza il sostegno a diver- noi abbiamo la nostra”. al di fuori delle necessità storiche che l’hanno deter- cade (insieme ovviamente ad altri problemi) abbiamo si livelli delle pubbliche amministrazioni, non bastano minata non è quasi mai una scelta felice”, e quindi “pre- città che talvolta appaiono come un immondezzaio, le infrastrutture per rilanciare l’economia montana, Architettura in montagna, l’apparente scrivere lo chalet o la baita come riferimento ideale per ovvero “estercolero” come hanno detto i due alpinisti come appunto l’Alto Adige insegna”. distanza tra tradizione e progresso l’architettura ad alta quota pare cosa di cui nessuno spagnoli del bivacco della Fourche dopo un weekend Alberto Conserva, socio CAI della sezione di Como, tro- In redazione continuano ad arrivare molte lettere sul senta davvero il bisogno”. Pesaro evidenzia il fatto che passato alla Brenva al termine del quale, si spera ab- va invece “non accettabile”, definendola “castuale”, la tema dell’architettura in montagna, con riferimen- “anche i più tradizionali rifugi e bivacchi non sono ele- biano almeno portato a casa i loro rifiuti… Credo che distinzione che Messner fa tra alpinisti e turisti, lì “dove to particolare ai nuovi rifugi. Per motivi di spazio non menti fissi ed immutabili dello spazio alpino: sono stati i due spagnoli nella segnalazione di questa situazione distingue tra alpinisti che dovrebbero godere di un’al- possiamo pubblicarle tutte per intero. Sintetizzando le costruiti poiché in una fase precisa della storia recente avrebbero fatto bene a richiamare tutti gli alpinisti che ta montagna pura ed incontaminata e i ‘turisti’, (com- lettere ricevute, segnaliamo l’intervento dell’architet- si manifestarono nuove ed inedite esigenze, bisogni ai frequentano questi bivacchi alle loro responsabilità e prendono anche gli escursionisti), che devono accon- to Francesco Pizzolato, socio CAI di Arezzo, secondo quali cercarono di dare risposta. Ogni momento stori- non fare una sterile denuncia che così come appare tentarsi di frequentare un ambiente montano dove cui ”l’architettura dei rifugi è diventata l’espressione co ha impresso molteplici e diversi segni di sé, lascian- sembra richiamare una responsabilità del proprietario l’interesse prevalente è realizzare infrastrutture e reti di un’estraneità, spesso la mostra di un gusto per- do traccia della proprie idee”. La proposta di Pesaro, del bivacco cioè del Club alpino accademico italiano. Errata Corrige stradali a servizio dei proprietari di campi ed alpeggi in sonalissimo di un architetto che nulla ha a che fare perciò, è questa : “Al pari di tutti quanti ci hanno prece- È chiaro che questo problema, importante, ma insieme quota”. Secondo Conserva, “tutti dobbiamo aspirare a coll’universo montano, che impone, da ‘padrone’, una duto, il nostro stare al mondo ci offre l’opportunità – e ad altri ancor più delicati come la sicurezza dei bivac- mantenere intatti quei luoghi delle nostre montagne, forma che spesso è irrispettosa del contesto natu- anzi la necessità – di lasciare segno di noi. Se questo chi d’alta montagna (2 anni fa abbiamo rimosso il bi- Nel numero di anche sotto i 2500 m, che hanno evitato l’ antropizza- rale, ma sovente lo è anche della sensibilità di coloro deve accadere, giusto quindi consegnare prioritaria- vacco Lampugnani, pericolante, e l’abbiamo sostituito Montagne360 di zione e la urbanizzazione degli ultimi 50 anni. Curiosa che saranno i frequentatori (si è passati allo sfoggio di mente al futuro quanto di meglio abbia prodotto l’arte con uno nuovo, Lampugnani-Grassi, con difficoltà tec- novembre, abbiamo – conclude Conserva – è anche la considerazione che un’“opera d’arte” che spesso cozza con l’estetica della di costruire nel nostro tempo: l’uso di materiali nuovi, niche inimmaginabili e spese conseguenti) inducono a attribuito per errore l’abbandono della montagna in Lombardia e Piemonte maggioranza dei fruitori). Basta con questo indirizzo la sostenibilità ambientale, la riduzione del fabbisogno valutare l’opportunità di mantenere in efficienza questi il volume L’uomo del sia causato dagli ambientalisti. Eppure non dovrebbe ideologico che spesso si nasconde dietro le sacrosan- energetico, l’efficienza degli impianti, la razionalizza- ricoveri e portano a ripensare criticamente anche l’al- Klondike a Milo Manara. essere difficile riflettere sul fatto che le regioni a sta- te (?) esigenze del moderno universo tecnologico: si zione costruttiva, la componibilità, l’uso di elementi ternativa della loro rimozione. Soggetto e disegni sono tuto speciale, in particolare Trentino, Sud Tirolo e Valle possono inserire le tecnologie più sofisticate (solo modulari, l’attenzione per il riciclo”. Giacomo Stefani, Presidente Generale CAAI invece di Alarico Gattia.

64 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 65 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica [email protected] M WI5 R). La via si sviluppa principalmente su ghiaccio e misto seguendo una serie di Mount Bradley 2775 m diedri e rampe, con alcuni traversi chiave e Due nuove vie lampo per Silas Rossi e Pe- un’arrampicata molto diversificata, prima di ter Doucette sul Mt Bradley lo scorso apri- raggiungere la sezione superiore della cresta le. “The Sum of Its Parts”, 49 ore da campo Nordest. a campo, AK V, A2, AI6, M7, sale per 1220 m fino alla cima lungo il versante sud, per Mc Kinley/Denali 6194 m un’evidente grande spaccatura a destra di 58 tiri di difficoltà VI WI6 M6+ A2 in 84 ore to- “The Gift” (Blitz-House-Twight, 1998). «Le tali, con vetta il 27.6.2012. La difficile “Diretta difficoltà partono da subito: ghiaccio ripi- Slovacca”(Blažej, Križo, Korl 13-23.5.1984) do e rampa di misto fino a un bel diedro di alla sud del McKinley è stata salita dagli in- misto sormontato da un tetto a circa 240 glesi Nick Bullock e Andy Houseman, met- m», spiega Doucette. «Scalando fino a M7 tendo a segno la sesta ripetizione. Tempo e in artificiale creativa per superare il tetto, quasi sempre pessimo. abbiamo raggiunto il sistema di camini prin- cipale seguendo il quale siamo sbucati sulla Kichatna Mountains cresta ovest, 90 m verticali sotto la cima». Nella remota Patagonia d’Alaska, David Gla- Vetta il 16/4. La seconda linea è sul lato nord dwin, Mike Twid Turner, Stu Inchley e Kim della Cresta Est. “Heavy Mettle” (AK V, A0, hanno aperto lungo il pilastro Nordovest di WI5+R, M6, 1400 m) attacca il couloir prin- Middle Triple Peak, Kichatna Mountains, la cipale attraverso brevi fasce rocciose (M6), via “Hard Arteries” (1000 m, grado scozze- Errata Corrige tra la prominente Cresta Est e “Welcome se V, A3). «Il pilastro è una bigwall di granito to Alaska” (Charon-Faure-Moulin-Ponson, fantastico, con incredibili cornici di neve sul- Monte Buckland - Mon- 2002). Nella parte alta del canalone, la via la sua sommità. Abbiamo scelto una linea di- te Giordano. traversa a sinistra a un ampio sistema di die- retta, lungo un sistema di fessure e spigoli in Segnaliamo quanto dri, quasi a metà della parete, che risale per arrampicata su misto e ripida artificiale. La segue per le salite 550 m su “snice” e rigole di ghiaccio fino alla progressione è stata lentissima per il cattivo al Monte Giordano/ Cresta Est, a circa 2500 m. Da qui alla cima tempo e per le pareti completamente smal- Monte Buckland (cro- (26/4), prosegue cercando terreno meno a tate di neve e ghiaccio. In tutto 6 giorni. In naca extraeuropea di rischio per evitare grosse cornici e con una condizioni ideali la maggior parte di questa settembre). Si tratta di doppia per superare un bucone nella cresta. linea potrebbe essere liberata», hanno rac- due montagne distinte Da campo a campo 43 ore e mezza. contato Turner e Gladwin. Durante la discesa In alto: il Monte Buckland sommitale del Mt Buckland. situate nella medesima la cordata è rimasta bloccata due giorni di con la via Silber Kondor Foto archivio M. Kautz. area geografica. La (rosso). In giallo la via di In basso: David Gladwin con Mt Dickey 2909 m mal tempo nel bivacco-truna intermedio. cordata Kautz-Grosse- discesa. Foto archivio M. alle spalle le guglie delle John Frieh e Doug Shepherd hanno aper- Per le relazioni e la personale collaborazione Kautz. Kichatna (Alaska). Koschitzki, con la via to “No Such Thing as a Bargain Promise” ringraziamo: Markus Kautz, David Gladwin. In piccolo: la piramide Foto archivio D. Gladwin Silber Kondor sull’in- (1520 m, VI, A0, WI5R, M6) lungo l’inviolata violata nord-est, ha ALASKA Romain Jennequin, Simon Remy, Jérémy Nordest del Dickey (Great Gorge). Difficoltà realizzato la seconda Moose’s Tooth 3139 m e Bear Tooth Stagnetto, guidati da Frédéric Gentet, han- affrontate da subito, con progressione len- ascensione del Monte Due nuove grandi linee per due giovani cor- no invece aperto alla Est del Bear Tooth la ta su ghiaccio sottile, “snice” da verticale a Buckland (così deno- date francesi. Alla Nordest del Moose’s To- via “Bear Skin” (1350 m, ED+, WI6+, M5, A1). strapiombante e funghi di neve. 900 m nella minato nelle cartine di oth, Max Bonniot, Estelle Dall’Agnol e Robin Nel primo tentativo la cordata ha salito 900 prima giornata. Il secondo giorno, l’evidente Alberto Maria De Ago- Revest, guidati da Christophe Moulin, hanno m in tre giorni. Bloccata per il mal tempo e sistema di camini che li avrebbe portati fuo- stini. Prima ascensione aperto “Magic Mushrooms” (1500 m, ED M6, le difficoltà della via altri due giorni, il quar- ri dalla parete era intasato. I due hanno così da sudovest C. Mauri, 90°, A3). Un ripido canalone con neve molto tetto ha poi riprovato nonostante le pessime optato di uscire calandosi a un sistema di ca- C. Ferrari, 1966). La instabile su terreno verticale ed enormi fun- condizioni del ghiaccio (rovinatosi dal primo nali, seguendo i quali sono giunti all’enorme cordata Jasper-Heller- ghi di neve costituiscono i punti salienti della tentativo). La linea attacca su ghiaccio estre- seracco strapiombante Walmart incrociando Gantzhorn, con la via via lungo uno spigolo a destra di “There’s A mamente sottile lungo placche di granito, la via francese del 2008 (Move your ass and Shark’s Fin, ha invece Moose Loose About This Hoose” (Bracey, seguito da uno strepitoso canalone di ghiac- your mind will follow, ED) ma non condivi- realizzato la prima Helliker, 2008). Raggiunta la cresta nord- cio a sinistra della via “The Useless Emotion” dendo terreno con essa. Superato il seracco, ascensione del Monte est il quinto giorno, un gigante fungo di neve (Bridwell, Christensen, Dunmire, Jonas, Mc- cima il 2/4 dopo 37 ore complessive. Giordano (così deno- bloccava l’accesso alla cima. Dopo un primo Cray, 1999). Attraversata la parete nor-dest minato nelle cartine di tentativo lungo la cresta, la cordata ha attra- oltrepassando la via del 1999 e la via giappo- Mt Barrill 2332 m Alberto Maria De Ago- versato il nevaio sotto pericolosi seracchi per nese “Climbing is Believing” del 2008 la cor- Il 13 maggio scorso, Ben Gilmore e Hans stini, ma indicato come raggiungere la vetta il settimo giorno dall’al- data, ha poi raggiunto la cresta nord seguita Johnstone hanno aperto alla Nordest del “Monte Buckland” nelle tro lato. fino alla vetta. In tutto quattro giorni. Barrill “Alaskan Primer” (900 m, AK IV, 5.9+ cartine IGM cilene).

66 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 67 Nuove Ascensioni a cura di Roberto Mazzilis

Corno di Gioià, 3050 m ramico sulla conca di Alpago, ma partico- un diedro raggiungibile dal rifugio Padova in Alpi Retiche – Massiccio dell’Adamello larmente esposto a slavine, nel gennaio del 2 ore e 30. Discesa lungo la via Liessi – Pel- Sulla parete sud-est, nell’agosto del 2012 2010 Josè Luis Sasot, Roberto Manarin e larini a corde doppie. Gianni Tomasoni e Sibilla Bariani hanno Maudi de March hanno aperto la via “Super aperto e parzialmente attrezzato la via Sciosele”. Difficoltà concentrate nel primo Pilastro Caneva, 2600 m “Gioia nell’Anima”. Si tratta di un itinerario terzo di via. Utili chiodi e dead-man per Alpi Carniche – Gruppo del Peralba – di notevole bellezza e impegno, in ambien- attrezzare le soste. 900 m di dislivello con Cjadenis –Avanza te grandioso e solitario che dalle compatte pendenze fino a 70°. Ci è giunta la triste no- Il 27 novembre del 2011 Roberto Mazzilis placconate di ottimo granito grigio che ca- tizia che Maudi de March è morto assieme a e Fabio Lenarduzzi, in condizioni inverna- ratterizzano la parte bassa, porta ai diedri 2 suoi compagni di cordata per il cedimento li, hanno realizzato la prima ascensione di centrali e al gran diedro sommitale, inciso di una clessidra nel gruppo del Cridola-Do- questo pilastro lungo una serie di fessure sulla Torre Rossa. Questa via, dedicata alla lomiti d’Oltre Piave. e diedri che lo solcano sul versante me- memoria di Mario Merelli è già stata ripetu- ridionale. Raggiunto dopo aver risalito il ta il 17 agosto del 2012 da Mauro Filippi e Pilastro Gemelli, 2600 m circa lunghissimo canalone (tratti di I, II e III con Paolo Consoli. Difficoltà globali di ED (fino Dolomiti Orientali – Gruppo dell’ – passaggi di IV per 600 m di sviluppo circa) all’VIII, VI+ obbligatorio) R2+/III. Sviluppo Cime Cadin che separa il Torrione Gennaro dalla lunga 300 m suddivisi in 9 tiri di corda che pur es- Il Pilastro Gemelli è posto a cavallo tra l’Alta sequenza di torri e pilastri che digradano 1 sendo attrezzati con chiodi e spit, richiedo- Val d’Oten e il Vallon Antelao, sulla destra dal Crestone Ovest della Peralba. Sviluppo no l’integrazione di protezioni veloci e una della Cima Cariatide ed è caratterizzato in dell’arrampicata sul Pilastro Caneva 345 m buona preparazione alpinistica. Materiale basso da placconate grigie molto fessurate con difficoltà di III, IV, V, alcuni passaggi di consigliato: 10 rinvii, nut. friend dai micro e nella parte alta da 2 torrioni gialli e paral- V+ su roccia da buona a ottima, con qual- al 3 camalot, 2 corde da 60 m martello e leli. Il 28 agosto del 2011 Marino Babudri che tratto friabile nella fessura/camino di chiodi. Avvicinamento molto lungo a piedi e Ariella Sain, sulla parete sud-est hanno uscita, posto a un centinaio di metri dalla da Malga Lincino passando per il rifugio aperto la via “Totem”. Bella scalata su roccia vetta principale. Lissone (40 min) e la Baita Adamè, ottimo da buona a ottima in ambiente suggestivo 3 punto di appoggio (1 ora). Quindi ancora e solitario che si sviluppa lungo fessure e Creta da Cjanevate, per sentieri dapprima ben segnalati, poi placche grigie poste a destra dello spigolo Kellerspitzen, 2769 m per tracce in direzione del Corno Gioià (2 tra le pareti sud e sud-est. Sviluppo 260 m Alpi Carniche – Gruppo Cogliàns – 1. La parete sud-est del Corno di Gioià con il tracciato della via Gioia nell’Anima ore e 20 dalla Baita Adamè, 4 ore dal par- per 6 tiri di corda, difficoltà di V, VI, VII-, VII, Cjanevate 2. La parete sud est del Pilastro Gemelli con cheggio). Attacco presso una placca grigia VII+. Avvicinamento dal parcheggio in Val Nel corso del 2012 sulla grandiosa parete il tracciato della via Totem e fessurata (targhetta inox) posta 20 m a d’Oten lungo il sentiero 258 per la Val d’An- sud sono state aperte da Roberto Mazzilis 3. Il Pilastro Incassato con il tracciato della destra del canalone tra l’anticima e il Corno telao. Dall’omonimo Cason proseguire fino 12 vie nuove di notevole bellezza e difficol- via Una Scala Verso il Cielo di Gioià. La discesa si effettua a corde dop- a incrociare il sentiero 250. Quindi verso tà: una saga esplorativa eccezionale che pie lungo la via di salita, sfruttando i punti di la forcella del ghiacciaio fino in prossimità comunque non ha ancora esaurito le pos- per il disastrato Sentiero Cavalieri che ri- sosta attrezzati con fix e maillon. I primi sa- del Pilastro dove si abbandona il sentiero sibilità di apertura. Il 28 giugno del 2012 porta all’attacco della via (20 min). litori desiderano ringraziare per l’appoggio per dirigersi alla base della parete (3 ore). Roberto Mazzilis e Reinhard Ranna (guida logistico i volontari di Baita Adamè e l’amico L’attacco è situato sotto uno spigolo, sulla alpina e fortissimo alpinista carinziano) 2 Torre del Vento - 2104 m Roby per la fornitura dei materiali. verticale data da una evidente fessura po- hanno scalato in prima ascensione assolu- Alpi Giulie – Gruppo dello Jof di Montasio sta 100 m più in alto a separare il Pilastro ta la parete ovest del Pilastro Incassato. Un Il 2 agosto del 2011 in ore 9.30, Daniele Picil- Monte Sestier, 2084 m da un avancorpo sovrastato da una cresta vecchio progetto di Mazzilis che si è realiz- A0.1 di A3. Nel corso della prima ripetizione catena, più o meno lungo le linea di “Cjar- li e Cristian Pellegrin sulla parete nord han- Prealpi Venete – Gruppo Col Nudo – molto dentellata. Discesa verso nord per fa- zato in 7 ore di arrampicata meravigliosa e compiuta dallo stesso Reinhard con altre 2 gnei Uber Alles”. no aperto una nuova via dallo sviluppo di Cavallo cile cresta, poi a est per bancata detritica e molto impegnativa. Calcare ottimo, di quali- guide alpine austriache, la via è stata com- 580 m suddivisi in 14 tiri di corda. Difficoltà Nel gennaio del 2011 Josè Luis Sasot e con erba seguendo tracce di camosci fino tà superiore addirittura anche a quello della pletamente liberata superando difficoltà Torre Erma di IV, V, V+. Roccia molto buona, a tratti di- Francesco Artuso sulla parete sud-est han- alle ghiaie alla base dei pilastri. rinomata Via Dei Carnici sul vicino Pilastro fino al 7a+. Con l’aggiunta di tutti i chiodi Alpi Giulie – Gruppo dello Jof Fuart screta. Avvicinamento da Malga Saisera per no aperto la via “Made in Alpago”. Un iti- della Plote. Sviluppo della via 500 m circa ragionevolmente accettabili e 1 spit sul pas- Il 13 agosto del 2011 Daniele Picilli e Danie- il sentiero n. 616, poi a destra risalendo la nerario che richiede condizioni meteo e di Monfalcon di Cimoliana, 2450 m (tiri da 60 m) lungo placche compattissime, saggio in A3 (in apertura superato con un la Piussi, lungo lo spigolo nord-est, hanno fiumana detritica fino al valloncello sospe- innevamento molto rare per la formazione Dolomiti d’Oltre Piave – Gruppo Spalti di a tratti verticali e con brevi strapiombi in “pika” medio che nel toglierlo ha devastato salito (e dedicato al poeta friulano Erma) so della Cianerza, sopra l’evidente cascata. di ghiaccio sulla roccia. Sviluppo 300 m con Toro e Monfalconi – Ramo di Koegel corrispondenza delle caratteristiche stra- l’unica micro fessura, rendendo il passaggio lo sperone roccioso che rinserra a levante L’attacco si trova alla base di un ampio co- pendenze a 70°, III, più 200 m di cresta su Il 29 luglio del 2009 Sergio Liessi e Adriano tificazioni oblique della parete. Nella parte inchiodabile) in parete ora ci sono 26 chiodi l’orrido canalone di Forcella Riofreddo. Svi- latoio, a sinistra di un breve camino e subito misto di II per individuare la via di discesa. Sbrizzai hanno aperto una nuova via sulla alta, aerea e suggestiva, la via è caratteriz- e lo spit. Questa via, denominata “Una Sca- luppo 220 m. Difficoltà di II, III, IV. Roccia sopra un tetto delimitato a sinistra da una parete nord. Sviluppo 280 m per 6 tiri di zata da 2 lunghe e difficilissime diagonali, la Verso il Cielo” ha tutte le premesse per friabile nelle prime 2 lunghezze, poi buona e larga fessura (2 ore e 30). Via interessante Monte Teverone, 2346 m corda con difficoltà di III, IV e 1 passaggio di prima verso sinistra, poi verso destra, per divenire una grande classica estrema. Per ottima. Attacco da un avancorpo fessurato ma con discesa impegnativa in ambiente Prealpi Venete – Gruppo Col Nudo – V-. Lasciati 12 chiodi e 9 cordini lungo una aggirare astutamente una barriera di tetti la cima altri 300 m di I e II. In alternativa di- posto alla base dello sperone (1 ora e 30 dal molto selvaggio (difficoltà dal I al III con Cavallo serie di placche, colatoi e camini che si at- altrimenti insuperabili. Difficoltà sostenu- scesa dal Pilastro Plote a corde doppie (da rifugio Pellarini). Discesa a nord-ovest fino alcune doppie) sul versante est ripassando Sulla parete sud-est, in un ambiente pano- taccano dalla sommità di un avancorpo e te di V e VI, tratti di VI+, VII, VII+, 1 pass. di 60 m) attrezzate dagli austriaci con spit e a Forcella Riofreddo, dalla quale versonord per il vallone sospeso della Cianerza.

68 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 69 Libri di montagna del maltempo si susseguono a cura di Roberto Serafin (Adam Pustelink) e il Naranjo corribili da un ciclista di medio piglio là in alto… Ma proprio per nel thriller. Gennari Daneri è un dei Pou (Elena Correro, Eneko e livello e mediamente allenato; questo motivo, tolte scarpette e personaggio noto nel mondo • Reinhold Messner fratello. “Insieme – racconta – i 150 anni dalla prima scalata in compagnia della moglie, con Iker Pou). il percorso più lungo misura 50 imbragatura, la vita si ripresenta dell’arrampicata. È fondatore Soltudine bianca abbiamo portato a termine mille britannica, preludio alle celebra- carichi di 18 chili a testa: perché, km, il più corto 23 e ognuno imperiosa e non lascia scampo: e direttore della rivista “Pareti” La mia lunga strada al e più salite in montagna: pareti zioni del centocinquantennale non si sa mai, se la montagna è • Moravio Del Gaia di essi può essere percorso in i frequentatori della monta- e del Pareti Sport Center di Nanga Parbat impegnative, ’prime’, ma anche del CAI. in condizione non c’è tempo per Cicloescursionismo sui mezza giornata. Ogni itinerario gna, professionisti o dilettanti, Parma, istruttore d’arrampicata Priuli&Verlucca, collana ritirate. Günther è stato il mio Preludio? A giudizio del Presi- organizzare andirivieni in stile rilievi dell’Alto Tevere è stato rilevato con GPS Garmin sono donne e uomini né più FASI e istruttore d’alpinismo Campo 4, 369 pp., 18,50 € compagno di cordata, ho sem- dente generale Umberto Martini himalayano… Di queste e innu- GESP, 178 pp., 12 € Edge 605, è riportato sulla né meno come tutti gli altri ai del CAI. Da tempo “covava” pre potuto contare su di lui, era che condivide la presentazione merevoli altre imprese sul Picco carta topografica allegata ed è quali la montagna “scuola di questo romanzo cinico, ironico, il mio fratello preferito. Nel 1971 del libro con il collega Mike Glorioso, ma anche di storia, descritto nella guida. vita” ha concesso solo un’ef- di grande ritmo, appartenente a ritorno sul luogo della tragedia. Fowler, presidente dell’Alpine natura, iconografia, geologia, fimera tregua. Pur amando la quella letteratura di montagna Con la donna che amo. Assieme Club, “è nello spirito di un ideale personaggi reali e fantastici si • Andrea Gennari Daneri montagna, Paleari non si fa che sempre più spesso vira al a lei vado a trovare chi mi ha gemellaggio tra la storia paral- parla in questo libro davvero Mangart illusioni (conoscendolo, non è fantastico o al noir. salvato e salgo di nuovo, afflitto lela del Disgrazia e del Monviso, imperdibile. Pareti e Montagne Edizioni, il tipo) e con impietosa ironia dagli incubi, fino al ghiacciaio che va sottolineata l’importanza 354 pp., 16,50 € e gusto iconoclasta azzera la della disperazione. Spero in un della pubblicazione che segue • Autori vari • Alberto Paleari presunta ed elevata rettitudine miracolo! Ma non riesco a ritro- le manifestazioni collegate, UP Volevo solo amarti morale di chi frequenta le pareti. vare mio fratello. Uschi mi aiuta nell’ambito della triplice cele- Annuario di alpinismo Vivalda Editori, 168 pp., 17 € Nel protagonista maschile e Già nel libro La montagna nuda, a sopportare il senso di colpa brazione dell’Unità d’Italia, della europeo “… antiche strade di collega- nella sua antagonista femmi- Messner rievocò la scalata del che deriva dall’essere soprav- prima salita al ’Picco Glorioso’ e Versante Sud, 152 pp., mento tra case isolate, varchi nile scava e scava senza troppi 1970 in cui morì suo fratello vissuto. È lei che mi ridona la della fondazione del Club Alpino 13,50 € sull’Appennino tra l’Umbria riguardi. Lui è una guida italiana Günther e che segnò l’inizio voglia di vivere, la sicurezza, che Italiano”. Come noto, la salita al e le Marche, collegamenti tra trapiantata a Chamonix, lei una della sua carriera di alpinista. I mi sostiene nella mia passione Monviso di Quintino Sella e dei i monti e le città di pianura, piacente signora senza proble- ricordi e i rimpianti di quei giorni per la montagna”. In appendice padri fondatori del CAI seguì insomma un pezzo di storia mi economici. Si incontrano, ormai lontani non lo hanno mai al libro, un motivo d’interesse in un anno dopo la conquista del della nostra terra. Parlando con arrampicano, socializzano. Un abbandonato. più per gli appassionati di alpi- Disgrazia da parte di Edward i vecchi che li hanno percorsi a Una scalata solitaria invernale brutto incidente in parete, lui Nel 1978 è tornato al Nanga nismo: tutte le date del Nanga Shirley Kennedy, Leslie Stephen piedi, si ascoltano ancora storie nelle Alpi Giulie s’intreccia sospettato di inadempienza e Parbat realizzando una solitaria. Parbat (1841-2008). (il papà della poetessa Virginia di diavoli o spiriti incontrati not- con uno strascico della guerra lei che resta in coma compli- Nel 2000 con il fratello Hubert Woolf), della guida svizzera Mel- tetempo da incauti viandanti (e in Bosnia in questo romanzo cano le cose. Nell’accattivante volle vedere se era ancora • Giuseppe Miotti chior Anderegg e del cameriere forse buoni bevitori), misteriose vincitore del recente Premio È vero, verissimo e anzi pro- romanzo spiccano la capacità “capace”, e ha aperto una nuova e Michele Comi Thomas Cox. Costoro, dopo Alpinismo, falesia, bouldering, apparizioni nell’ombra, tra le fo- Leggimontagna. Così mentre babile, come osserva l’auto- introspettiva dell’autore, il suo via, anche se non ha raggiunto Monte Disgrazia aver pernottato all’hotel Terme relazioni e proposte sono al glie fruscianti nel vento di piante il protagonista, Flavio Ferrari, re, rinomata guida alpina e soffermarsi su piccoli dettagli, la cima: i rischi erano troppo alti Picco Glorioso Bagni Masino (ancora oggi ac- centro di relazioni che offrono secolari …”. I 21 itinerari presenti affronta la sua dura esperienza, scrittore di talento, che quando l’abilità nell’intrecciare situazio- e non voleva perdere un altro Bellavite Editore, 218 pp., cogliente e appartato ai margini un quadro aggiornato dell’at- in questa guida coprono quasi un colonnello dell’aeronautica arrampichi tutte le difficoltà ni in luoghi e tempi diversi come fratello. “Günther e io facevamo 28 € di una meravigliosa faggeta, tività arrampicatoria sviluppa- tutto il territorio collinare nell’ militare lotta contro il tempo per della vita come per miracolo nelle sceneggiature di Woody le cose più matte”, racconta ora ma soprattutto frequentato da tasi nel 2011. Ma l’annuario di Alta Valle del Tevere, da San Giu- fermare un pericoloso iraniano. si riducono a una sola: come Allen, la spregiudicatezza nel Reinhold, “eravamo convinti, buongustai della montagna), il Versante Sud, da considerare stino a Umbertide e sono per- Cinque giorni con il tormento faccio a raggiungere quell’ap- calarsi nei panni delle eroine. come lo sono tutti gli esseri 23 agosto 1862 risalirono la Val un fondamentale riferimento umani, che certe cose non di Mello, valicarono l’odierno per gli appassionati, offre anche potessero capitare a noi, che Passo Cecilia, misero piede sulla una serie di saggi e interviste Titoli in libreria soltanto gli altri morissero in parte superiore del ghiacciaio assolutamente accattivanti montagna. di Pioda e, percorsa la cresta anche per chi non è addentro Quando mio fratello perì nella ovest-nord-ovest, calcarono alle segrete cose dell’arrampi- saggI Francesco Bevilacqua nelle nuove avventure: il documentatissime schede. discesa, avrei voluto morire la vetta dell’inviolato picco. In cata. Da segnalare le interviste Beppe Caldera SULLE TRACCE DI NORMAN settimo senso (lo stimolo Al centro del libro un inte- anch’io: ero solo, disperato, omaggio a quei felici pionieri a Nalle Hukkataival, Nicolas FORMAGGI D’ALTURA DOUGLAS a fare) o il sesto senso (la ressante saggio sull’alpini- non riuscivo ad andare avanti, La storia esplorativa e alpinisti- Miotti e Comi, che del Disgrazia Kalisz, Christophe Dumarest In 175 schede una selezione Avventure tra le montagne voce che ti mette in guar- smo e le sue motivazioni. a camminare… Ma l’alpinismo, ca del Disgrazia in Valtellina, i conoscono ogni anfratto, metto- e Dave Birkett, tutt’altro che degli alpeggi dove si produco- della vecchia Calabria seguen- dia)? Edizioni Il Lupo, e le montagne, mi hanno dato personaggi inglesi che si sono no ora in scena questo volume meteore in questo cangiante no in altura formaggi prelibati. do le tracce di un eccentrico Uno dei più grandi alpinisti 382 pp., 28 € tanto: l’alpinismo per me non innamorati delle sue irresistibili spettacolare con importanti mondo dell’arrampicata. I saggi Un libro esemplare per far e colto viaggiatore britannico del mondo cerca di dare è soltanto pericolo, è altezza, asperità e si sono cimentati, un contributi: dagli storici Lorenzo riguardano Karma (Fred Nicole), vivere a lungo questa straordi- dei primi del Novecento. risposta. Marzio Sambruni grandezza, divinità, e corag- secolo e mezzo fa, per rag- Revojera e Angelo Recalcati a La Rampla (Elena Corriero), naria risorsa delle nostre Alpi. Rubbettino Editore, 283 pp., Alpine studio, 337 pp., 21 € RESEGONE E DINTORNI gio”. Della tragedia vengono giungerne la vetta. E molto scalatori straordinari anche se Oceano irrazionale – Precipizio Con un saggio introduttivo di 7,90 € 26 escursioni su Resegone, qui svelati tutti i particolari: il altro ancora, per la delizia di sconosciuti nelle grandi assise degli Asteroidi (Paolo Masa), Michele Corti, un glossario e guide Due Mani, Magnodeno, Bar- rapporto complesso di Mes- palati raffinati, si trova in questo dell’alpinismo come Benigno Via dei Fachiri – Cima Sco- incisioni e brani letterari sel- testimonianze Piero Ledda ro e Pizzo d’Erna con indiriz- sner con questa montagna, e illustratissimo libro dedicato Baratti di Mandello, che si dice toni (Orietta Bonaldo), Hotel zionati da Gianluigi Montresor Kurt Diemberger IL CHIODO FISSO zi utili e ricca bibliografia. soprattutto la sua disperazione al “picco glorioso”, montagna “stregato” dal Disgrazia e ha Supramonte (Maurizio Oviglia), e Alessandra Ravelli. IL SETTIMO SENSO 280 vie di roccia sul Gran Pietro Macchione editore, incolmabile per la morte del salita alla ribalta nel 2012 per aperto innumerevoli vie spesso Orbayu – Naranjo de Bulnes Vivalda editori, 255 pp., 22 € Che cosa porta al successo Sasso d’Italia in una serie di 167 pp., 15 €

70 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 71 Qui CAI Bressanone (BZ) UIAA Messner, basta la parola Rinnovato il vertice delle associazioni alpinistiche Tra i motivi d’interesse dell’International Mountain non si sa nulla. È questo aspetto che ho voluto sve- Summit (IMS), ai primi posti risulta la presentazione lare». Nel sottolineare a sua volta questa sua dimen- Nuovi incarichi nell’Unione internazionale sua volta Pier Giorgio Oliveti che fu a lungo ufficiale lunedì 22 ottobre del primo lungometraggio sione umana che viene messa in luce nel film al di delle associazioni alpinistiche (UIAA) giunta presidente della Commissione escursionismo dedicato a vita e imprese di Reinhold Messner. Il ti- fuori del mito e per alimentare le aspettative, Mes- al traguardo dell’ottantesimo compleanno del CAI nonché direttore delle pubblicazio- tolo? Semplicemente, Messner Der Film. In italiano: sner ha spiegato che «spesso noi scalatori veniamo essendo stata fondata nel 1931 a Chamonix. ni periodiche e capo ufficio stampa, è stato Messner. Basta la parola, no? Ne è autore il regista descritti come degli eroi. Invece andiamo nella na- L’olandese Frits Vrijlandt è il nuovo presiden- nominato nell’Executive Board formato dai tedesco Andreas Nickel. «Di Messner, che conosco tura selvaggia proprio per riscoprire la nostra fragi- te. Due i rappresentanti del CAI negli organi rappresentanti di cinque tra le più importanti personalmente da più di dieci anni, si crede di sape- lità». Nel cast, gli alpinisti altoatesini Florian e Mar- direttivi: Lucia Foppoli (nella foto), già presi- associazioni alpinistiche, una per ogni conti- re tutto – spiega Nickel –dall’infanzia in Val di Funes tin Riegler che interpretano i fratelli Messner negli dente della Sezione Valtellinese e vice pre- nente. Il neo presidente Vrijlandt è considera- alla scoperta dell’alpinismo, alla tragica perdita del anni Settanta e Maxime Belleville nella parte di Hans sidente del Collegio dei revisori dei conti del to un alpinista di valore ed è stato per sei anni, fratello Günther durante l’ascesa del Nanga Parbat Kammerlander. Molti i personaggi celebri intervista- CAI, fa parte del Management Committee. A dal 2006 al 2012, alla guida del Club alpino dei nel 1970 fino alle esperienze della maturità. ti, tra cui gli storici compagni di cordata Hans Kam- Ma della persona, della sua storia, dei suoi impulsi merlander e Peter Habeler.

Addii Ambiente Scarpone on line durissini, Il trentottobrino di ferro più rispetto per i bivacchi Le notizie in tempo reale Instancabile, organizzatore nato, era stato dal adoperarsi perché la XXX Ottobre fosse gran- 1988 al 1993 presidente della Sezione XXX Ot- de e ben figurasse nel caleidoscopico pano- tobre di Trieste e per questi lo chiamavano il rama del Club alpino italiano. Negli anni della Come è stato ripetutamente segnalato in que- “trentottobrino di ferro”. La scomparsa a 89 sua presidenza nascono la Scuola di alpinismo ste pagine e sullo Scarpone on line, diversi bi- anni di Lionello Durissini, ha gettato nel lutto il “Enzo Cozzolino”, la Scuola di speleologia “Ce- vacchi del CAI sono stati ridotti a immondezzai mondo alpinistico e speleologico triestino. Era sare Prez” ed esce il primo numero di Alpini- per l’incuria e la maleducazione di alpinisti ed socio del Club alpino da ben 75 anni. Aveva un smo triestino, bimestrale della Trenta tutt’ora escursionisti. La Commissione centrale rifugi carattere forte e battagliero, sempre pronto ad in auge. fa presente che «alcuni anni fa la Regione Val- le d’Aosta promosse un’iniziativa, con la colla- borazione delle Guide locali e del CAI, al fine di pulire un certo numero di bivacchi situati sul proprio territorio. L’iniziativa ebbe successo e un buon numero di bivacchi fu ripulito. Ora la domanda che ci si pone è la seguente: per- otizie sulla vita del CAI in tem- Scarpone” (www.loscarpone.cai.it). È ché si deve organizzare una “spedizione” per N po reale, aggiornamenti, appro- possibile accedervi anche dal portale pulire queste strutture e rimediare all’incuria fondimenti, novità editoriali, rasse- del Club alpino (www.cai.it) cliccan- Sondrio altrui? Certamente per amore della montagna gna della stampa sezionale e molto do sulla finestrella che riporta le no- Natale vien scalando che vorremmo sempre pulita e rispettata». E altro ancora sul notiziario online “Lo tizie del giorno. Buona lettura! ancora, la Commissione sottolinea che «le se- zioni si impegnano alla manutenzione ordinaria rrampicata urbana, che passione. Torna il 15 dicembre e straordinaria delle strutture, ma certamente A a Sondrio “Sondrio Street Climbing”, l’evento sportivo non possono provvedere alla loro pulizia an- diventato un classico a livello italiano, che nella scorsa edi- che se non di rado lo fanno. Troppo spesso si zione ha visto numerosi partecipanti scalare in stile boul- ricevono segnalazioni di bivacchi contornati da dering i palazzi istituzionali (municipio, banche, questura, immondizie. Che cosa si può fare per rimedia- palazzo della Provincia) e le vetrine dei negozi del centro re? Possiamo unicamente confidare nell’educa- di Sondrio. Come per le scorse edizioni, l’organizzazione è zione e nel senso civico di tutti i frequentatori del CAI di Sondrio – in particolare del suo Gruppo Giovani delle nostre montagne. Norma base è quella che da alcuni anni cerca con le sue iniziative di coinvolgere di riportare a valle gli scarti di quanto abbiamo la popolazione giovanile della valle e stimolarla a vivere con consumato e utilizzato (norma valida anche per interesse, divertimento e consapevolezza le bellezze e risorse i rifugi siano essi custoditi ed incustoditi); que- del territorio provinciale. sta buona abitudine ridurrebbe notevolmente i Per informazioni scrivere a [email protected]. costi di trasporto a valle dei rifiuti, con conse- Tutte le informazioni aggiornate relative all’evento saranno reperi- guente riduzione di costi e di inquinamento dal bili sul blog caigiovani.blogspot.it e sulla pagina Facebook Sondrio- momento che è sempre più diffuso l’uso dell’eli- StreetClimbing cottero per i trasporti da e per i rifugi».

72 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 73 News dalle aziende Lecco Montagne360 a cura di Susanna Gazzola (GNP) La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari Tutti insieme nell’Acal Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta * Carbon Expedition Vario 4 raddoppia Redazione: Stefano Aurighi, Stefano Mandelli, Matilde Delfina Pescali Carbon Expedition Vario 4 pole è stato meno di 39 cm, senza per questo perdere Segreteria di redazione: Carla Falato premiato ben 2 volte per la perfetta in affidabilità. Ciò che lo rende estrema- Tel. 051/8490100 - e-mail: [email protected] Hanno collaborato in questo numero: combinazione di leggerezza, ingombro mente sicuro è l’impiego della tecnologia Massimo Goldoni, Roberto Mantovani, ridotto, stabilità e robustezza. Il geniale Titanal Rocksleeve sulla parte inferiore Mario Vianelli, Roberto Serafin, Carlo Caccia e collaudato meccanismo Power Lock II dei segmenti, che preserva il carbonio Grafica e impaginazione: Francesca Massai, Silla Guerrini consente di ridurre al minimo ingombro dagli sforzi e dalle rotture. Service editoriale: Cervelli In Azione srl - il bastoncino ripiegandolo in tre parti per Per informazioni: www.komperdell.com Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale:Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano * Ruffwear annuncia la nomina di Kong come Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 205723.1 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - www.cai.it distributore italiano Telegr. centralcai Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio Ruffwear, leader nel settore dell’abbi- impegnandosi a preservare gli spazi aperti Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. ome superare antiche, anacronistiche rivalità e luo- sezione di Lecco, Giovanni Pomi presidente Gruppo Gam- gliamento tecnico per cani con sede a e i corsi d’acqua. Ruffwear è partner della Abbonamenti a Montagne 360. La rivista del Club Alpino Italiano: 12 fascicoli del mensile: C ghi comuni? Lecco, città alpina dell’anno 2013, offre il ma, Marta Cassin con delega della Fondazione Riccardo Bend, nell’Oregon, lo scorso settembre ha Conservation Alliance per la protezione di abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € buon esempio e dà vita all’Associazione culturale alpinistica Cassin, Maria Teresa Bonacina presidente APE sezione di annunciato la nomina di Kong Spa come luoghi naturali speciali. www.ruffwear.com 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. lecchese (ACAL) in cui confluiscono sette club alpinistici: Lecco, Augusto Marchetti con delega Società Escursionisti distributore esclusivo dei prodotti Ruffwe- e www.kong.it non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione postale); supplemento spese per recapito all’estero: UE € la Sezione “Riccardo Cassin” del CAI, il Gruppo Ragni della Lecchesi, Dario Cecchini vicepresidente Gruppo Ragni della ar in Italia. La missione di 28,46 / Resto d’Europa e Mediterraneo € 23,52 Grignetta, L’UOEI Unione Operaia Escursionisti Italiani, la Grignetta. Il Consiglio direttivo ha eletto all’unanimità Coc- Ruffwear è di produrre pro- / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli sciolti, Fondazione Riccardo Cassin, l’APE – Associazione Proleta- chi come presidente, come vicepresidente Marta, la nipo- dotti a elevate performance comprese spese postali: Soci € 2,00, non Soci € 3,90. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978: ri Escursionisti, il Gruppo Gamma, la Società Escursionisti te del grande Cassin, e come segretario e tesoriere Maria per migliorare e ispirare le Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Lecchesi. Del consiglio direttivo fanno parte Michele Cocchi Teresa Bonacina. La sede legale è in via Saverio Fritsch 19 attività all’aria aperta per i Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42 - (eletto presidente) con delega della Sezione di Lecco “Ric- - 23900 Lecco - Italia. C.F. 92067160132. email: ass.cult.al- cani e per i loro compagni, 40050 Dozza (BO) - Tel. e Fax 0542 679083. Segnalazioni di mancato ricevimento vanno cardo Cassin” del CAI, Roberto Chiappa presidente UOEI [email protected] indirizzate alla propria Sezione. Indirizzare tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino Italiano Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 - * PRONTI ALL’AVVENtURA CON C.A.M.P. 20124 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti Padova di regola non si restituiscono. Le diapositive Familiarizzare Lo zaino CAMP M4 è lo zaino da con le tecnologie più avanzate, testati verranno restituite, se richieste. alpinismo da 40 litri, dal design pulito in laboratorio e sul campo, i prodotti È vietata la riproduzione anche parziale di testi, con i materiali fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita ed essenziale, ideale per le ascensioni C.A.M.P. continuano ad affermarsi per autorizzazione dell’Editore. di 1-3 giorni. Realizzato in robusto Nylon le loro peculiarità tecniche all’insegna Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni Il Centro Studi Materiali e Tecniche Ripstop antistrappo con trattamento dell’innovazione e della leggerezza. Perché Distribuzione s.r.l. Viale Vittorio , 28 - 20124 Milano (CSMT) organizza in dicembre il 5° impermeabilizzante, presenta l’apertura design essenziale e nuove soluzioni Tel. 02 632461 - Fax 02 63246232 Corso specialistico sui materiali e le Back Door sullo schienale che consente significano più divertimento e sicurezza: Servizio pubblicità: G.N.P. s.r.l. tecniche a Padova presso la torre e il un facile e immediato accesso anche ciò che tutti cercano durante ogni uscita in Sede: Via Udine, 21/a - 31015 Conegliano, TV Tel: 0438 31310 - Fax: 0438 428707 - e-mail: laboratorio del CAI. Si tratta di un cor- al materiale posto sul fondo. Realizzati montagna. www.camp.it [email protected] so di specializzazione rivolto a tutti i Responsabile pubblicità istituzionale (GNP): titolati nonché agli Istruttori sezionali Susanna Gazzola. Tel: 0141 935258 / 335 5666370 - e-mail: [email protected] della CNSASA. Intende fornire ai par- * Linea Radiant Asolo Responsabile amministrativo pubblicità (GNP): tecipanti nozioni sul comportamento Un mix di tecnologia e passione Francesca Nenzi. Tel: 0438 31310 - Fax: 0438 dei principali materiali alpinistici e le 428707 - e-mail: [email protected] Fotolito e stampa: Arti Grafiche Amilcare Pizzi relative competenze didattiche per La linea di prodotti “Hiking” base a cui sono sottoposte spa, via Amilcare Pizzi 14, Cinisello Balsamo (MI) poterli utilizzare in ragionevole sicu- di Asolo è dedicata a tutti le forze di spinta. Il tacco Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida rezza. Si comincia con alcune nozioni gli amanti del trekking. È in accentuato con sistema Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96- Filiale di Milano elementari di fisica utili a identificare questo ambito che è stato AsoI-Brake aumenta la Registrazione del Tribunale di Milano: n. 184 del e conoscere le unità di misura in uso e sviluppato, in collaborazio- tenuta in fase di discesa, 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale della le leggi che determinano forze e attri- ne con Vibram, l’innovativo mentre il disegno nella Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. ti. Nella seconda giornata le lezioni si progetto della tecnologia parte laterale interna è Tiratura: 243.952 copie svolgono alla torre con prove statiche Radiant, che combina ma- accentuato per un maggior Numero chiuso in redazione il 08.11.2012 (corda bloccata) e prove dinamiche. teriali e lavorazioni, design supporto e controllo della La direzione è affidata all’IA Federico e colore in un mix di tecnica pronazione. L’intersuola in Bernardin (CSMT) e all’INA Massimo e passione. La scolpitura del battistrada offre Eva termoformata funge da contenimento e Bazzolo (CSMT VFG). un elevato grado di tenuta a effetto radiale in ottimizza il comfort. www.asolo.com

74 / Montagne360 / Dicembre 2012 Dicembre 2012 / Montagne360 / 75 TRENTINO | Val Rendena - San Martino di Castrozza - Val di Fassa - Madonna di Campiglio

In edicola dal 27 novembre PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTA ’Hotel si trova a San L Martino di Castrozza, RIFUGIO TRIVENA 1650 mt. immerso nelle Pale di San Kurt Diemberger, una vita leggenda- Val di Breguzzo - Trentino Martino: le più belle tra le ria sulle montagne di tutto il mondo. Dolomiti! A 5 minuti dal centro del paese, vicino Roberto Mantovani intervista l’alpinista agli impianti di risalita, di austriaco, compagno di cordata di Her- fronte alla pista di fondo ed mann Buhl e protagonista di tantissime al campo scuola di Pra delle Nasse. Stanze con TV, tel., frigo bar. Per il relax: sauna, bagno ascensioni in più di sessant’anni di turco, palestra, tennis. Garage coperto e sala conferenze. attività. Esploratore dei deserti e dei Mezza pensione, a settimana, da € 350,00 a € 560,00 poli, oggi vive a Bologna. a SCONTI A SOCI C.A.I. 10% TUTTO L'ANNO stagione HOTEL PLANK di Gubert Antonio 21 38054 San Martino di Castrozza (TN) Via Laghetto 35 Si possono attraversare le Dolomiti invernale ☎ 0439-768976 fax 768989 d’inverno con gli sci, da ovest verso E-mail: [email protected] www.hotelplank.it est, dalla Val Gardena fino alla Tre Apertura invernale per sci alpinismo racchette ituato in posizione centra- Cime di Lavaredo? Nel 1928 Luigi Got- da neve. Corsi personalizzati con attrezzatura S lissima nel cuore di San tardi, Gino Tornari, Ugo e Italo Massi Martino di Castrozza. A gestio- dal 27 dicembre 2012 al 31 marzo 2013. ne familiare, 20 stanze arreda- lo hanno fatto, documentando in un www.trivena.com - web-cam attiva te in stile tipico di montagna, diario la loro impresa. Un itinerario che con una vista stupenda sulle oggi può essere interamente ripetuto. NOVITÀ: richiedi la guida sci alpinismo e Pale. Nell'area sciistica S.M. di racchette da neve della Val di Breguzzo Castrozza - Passo Rolle gode di una posizione unica: punta La storia delle grandi esplorazioni a € 6,00 comprese spese spedizione. meridionale del carosello Dolomiti Superski. Le piste, comodamente con gli sci, la diffusione dello sci nelle Sconto A coMItIVE E ScuolE dI ScI AlpInISMo raggiungibili con il servizio di skibus gratuito si estendono per oltre 60 Alpi e il suo ruolo nel primo conflitto Km. Si organizzano escursioni gratuite con racchette da neve. Ricerca di collaboratori alla pari. Mezza pensione da € 55,00 a € 75,00 mondiale. Questo e molto altro nel por- Info: rivolgersi a Antolini Dario SCONTI A SOCI C.A.I. 10% - CONVENZIONI PER GRUPPI tfolio fotografico “Ski Past”, a cura della Via Condino, 35 - 38079 Tione di Trento (TN) HOTEL CENTRALE Fondazione Museo storico del Trentino. 38054 San Martino di Castrozza (TN) Via Passo Rolle 74 ☎ e fax abitazione 0465-322147 - ☎ rifugio 0465-901019 ☎ 0439-68083 fax 768933 E-mail: [email protected] www.trivena.com E-mail: [email protected] www.hcentrale.it otel situato a Giustino/Pinzolo in Val Rendena, una a quest’inverno saremo felici di acco- Hposizione ideale per ammirare le maestose Dolomiti di Dgliervi per delle fantastiche sciate e cia- * NOTE PER I PICCOLI ANNUNCI Brenta, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta. Le spolate sulle Dolomiti. Il nostro piccolo alber- Informazioni. tel. 335 5666370/0141 935258 / e-mail. [email protected] splendide passeggiate estive si trasformato magicamente go, a gestione familiare, è situato in centro a Piccoli annunci sotto la neve, per regalare agli appassionati di sci un carosel- Campitello di Fassa, a circa 250 mt dalla funi- Annunci a pagamento lo di 150 km di piste indimenticabili. La nostra casa dispone via del Col Rodella, punto di partenza per il 25 anni di tour naturalistici senza eguali La guida Luca Gianotti propone 5 trekking di 63 stanze, recentemente rinnovate con servizi, doccia, famoso Sellaronda. Camere comode con ser- Guide alpine assieme al Produttore/Guida diversi a Creta, Sardegna, Corsica. phon e TV ski , telefono e rete wi-fi. Un’ampia zona relax e una saletta per divertenti serate con vizi, TV digitale, asciugacapelli, cassaforte, l’animazione in hotel per tutto l’anno. La cucina è la nostra punta di diamante, dove piatti di telefono e collegamento Wi-Fi. Deposito sci • www.claudioschranz.it [email protected] - 347 5413197 La guida Said Zarrouk propone 6 viaggi sapori locali e internazionali, intratterranno i graditi ospiti all’interno dell’ampio salone in tipico riscaldato e parcheggio privato. Ambiente confortevole adatto anche a piccoli gruppi. Gen Etiopia Ras Dashen diversi in Marocco. Per gruppi CAI. stile montano. La Famiglia Valduga vi aspetta, offrendovi un soggiorno unico e indimenticabile. Ottima cucina con piatti tradizionali, menù a scelta e ricco buffet di verdure. tel. 333 3019017 / email [email protected] • www.naturadavivere.it Tel. 0439 026029 Aperto tutto l’anno. 1/2 pensione da € 45,00 a € 65,00 Mezza pensione a partire da € 42,00 dal 1985 tour naturalistici con guida SCONTO A SOCI C.A.I. 5% SCONTO A SOCI C.A.I. ESCLUSO PERIODO DI NATALE, CAPODANNO, EPIFANIA. Sconti particolari ai gruppi e offerte speciali in bassa stagione SCONTO GRUPPI. SCONTO NON CUMULABILE CON OFFERTE SUPERSKI DOLOMITI • www.lyskamm4000.com autunno - inverno 2012: • TERRA PERLA HOTEL BELLAVISTA ★★★ 38086 Giustino-Pinzolo (TN) HOTEL FIORENZA ★★ Fam. Valentini 347 2264381 - 346 8077337 Patagonia/Nepal/Nuova Zelanda/Costa Associazione perlaTerra e la Riscoperta Via Rosmini, 38 ☎ 0465-501164-640 fax 503300 38031 Campitello di Fassa (TN) Piaz Veie, 15 ☎ 0462-750095 fax 750134 [email protected] Rica del Silenzio Antico. ALASKA, LAPPONIA, E-mail: [email protected] www.bellavistanet.com E-mail: [email protected] www.hotelfiorenza.com Scialpinismo, fuoripista, cascate da Tel 058 6444407 / [email protected] DOLOMITI; autunno, inverno, primavera, ompletamente rinnovato, è situato a 10 INCANTEVOLE INVERNO minuti a piedi dalla piazza principale del Conquistare le piste della zona e perdersi nel dicembre, giornate promozionali, corsi, estate! Esperienza unica in baite tradizio- C bosco incantato lasciando le proprie orme paese e a 5 minuti a piedi dalla telecabina dello uscite di gruppo • Tenerife 6-13 febbraio 2013 nali in legno disperse tra boschi e monta- nella neve. Quando l’avventura chiama, l’in- Spinale, principale collegamento sciistico. Potrete verno dello Sport Hotel Enrosadira risponde, Spedizioni: Settimana di camminate e visite -1/2 pen- gne protette dall’UNESCO. Passeggiate, godere una vacanza tranquilla, a due passi dal pronto a vestire di bianco il vostro entusiasmo. • un benvenuto speciale “l'aperitivo festoso”; - Aconcagua 6959 m. 1-21/2 sione hotel con piscina - € 590 + volo-Info: canoa, pesca, grandi trekking, sci, ciaspe, Parco Adamello Brenta, con passeggiate como- • al mattino il goloso risveglio: la colazione - Kilimangiaro 5895 m. 2-14/2 Simona 335 6912148 cani da slitta, aurore boreali mozzafiato de e piacevoli. 30 camere tutte dotate di balcone, con i dolci e le marmellate fatte in casa, le servizi privati, phon, telefono con possibilità di brioches appena sfornate, il profumo di un Scialpinismo: da ammirarsi dal sofà del nostro Lodge; connessione a internet, TV sat., cassaforte. A buon caffè e l'angolo del salato; • la sera: il - Cappadocia 16-24/2 - Tatra 16-23/3 • www.compagniadeicammini.it ideale per bambini, famiglie, gruppi di buffet degli antipasti, il menu a scelta e golosi disposizione beauty center con sauna, bagno dessert; • alcune serate speciali: un tuffo nella tradizioni "una giornata dei - Norvegia 24-31/3 e 31/3-7/4 Campania: la guida Alberto Liberati pro- meditazione, amanti dell’estremo, ecc, turco, idromassaggio, lampada UVA viso e corpo, wasser paradise. nostri nonni", serate di degustazione e a tema... assaporare qualcosa di unico; Mezza pensione da 50,00 a 150,00 • il welness: per rilassarti dopo le tue giornate; • la sala tv e il bar. E ancora: pone 3 trekking vicino al mare: Costiera accompagnati da guide d’eccezione. Per € € deposito sci con portascarponi riscaldato, internet Wi-Fi, tutte le mattine gra- SCONTO A SOCI E GRUPPI C.A.I. secondo periodo Accompagnatori, guide Amalfitana, Capri, Ischia. informazioni: Dave Winters & Laura Zago, tis skibus di Valle e pulmino per la funivia del Col Rodella. HOTEL VILLA EMMA ★★★ Mezza pensione da € 55,00 a € 85,00 SCONTO A SOCI C.A.I. e GRUPPI turistiche e T.O. Sicilia: la guida Nanni Di Falco propone 6 www.honouring-our-planet.org, 38084 Madonna di Campiglio (TN) SPORT HOTEL ENROSADIRA ★★★ Fam. Rizzi • www.naturaviaggi.org trekking: Eolie, Egadi, Pantelleria, Lampe- [email protected], 38031 Campitello di Fassa - Dolomiti (TN) Via Vallesinella, 13 ☎ e fax 0465-441129 Streda de Morandin, 43 ☎ 0462-750540 fax 750302 Patagonia, Nepal, Islanda dusa, Iblei, Sicani, Zingaro. cell. 334 7055789 E-mail: [email protected] www.hotelvillaemma.it E-mail: [email protected] www.hotelenrosadira.com

76 / Montagne360 / Dicembre 2012 G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] ALTO ADIGE | Val Pusteria - Val Casies - Val di Funes ALTO ADIGE | Val Badia VALLE D’AOSTA | Val di Rhêmes VENETO | Cortina - - Monti Lessini S. Viglio di Marebbe, nel HOTEL HOFMANN ✶✶✶ Acarosello sciistico del Plan de Corones, la Pension Arnica offre camere con mezza pen- sione e servizi, TV color, la maggior parte con balcone. Appartamenti da 2 a 6 persone con possibilità di mezza pen- sione. Nel ristorante curato direttamente dai proprietari, potrete deliziare il vostro palato con spe- cialità tipiche ladine e italiane. In ogni momento dell'anno la nostra Pension potrà offrivi le migliori premesse per il vostro soggiorno. Mezza pensione a partire da € 39,00 SCONTO A SOCI C.A.I. SECONDO PERIODO Il nostro Albergo è un 3 stelle e si PENSION ARNICA ★★ Fam. Moling trova in una posizione da sogno, ✶✶✶ RESIDENCE ’Hotel Antermoia, vi dà il benvenuto ai piedi del Sass Putia. A 10 Km nel cuore delle Dolomiti. Camere 39030 S.Vigilio di Marebbe (BZ) - Via Paracia, 11 ☎ 0474 501085 fax 506257 da Plan de Corones, a 16 Km dall'Alta Badia. Tutte le stanze sono confortevoli ed accoglienti. Dopo L E-mail: [email protected] www.pensionarnica.com dotate di bagno o doccia, WC, balcone e TV digitale a 23" e telefono. una giornata intensa potrete rilas- 'Hotel, in tipico stile montano, L'ottimo ristorante interno offre abbondanti buffet, nonchè menù a tre o sarvi nella vasca idromassaggio con è situato nel villaggio di quattro portate accompagnate da pregiati L acqua delle sorgenti alpine, nella Digonera, tra Arabba e la vini italiani e locali. La sauna finlandese e la sauna finlandese,nel solarium o nel Marmolada. Ottimo ristorante cabina a raggi infrarossi sono a completa bagno turco. Lasciatevi viziare con i segnalato dalla Guida Michelin. disposizione di tutti i clienti dell'albergo. piatti tipici della nostra cucina. Albergo di antica tradizione, con accogliente atmosfera familiare, L’hotel dispone di un accogliente Avrete inoltre modo di apprezzare la como- situato in una splendida posizione panoramica e soleggiata. stube, nella quale è possibile Min. 54,00 € da sala giochi per bambini e adulti, il bar Punto di partenza ideale per escursioni in tutta la Val Pusteria, effettuare riunioni-lezioni per Max 95,00 € arredato in legno antico con caminetto, e lo sulle Tre Cime di Lavaredo e sulle numerose malghe in Val Casies. gruppi. La gola dei Serrai di al giorno in mezza pensione splendido terrazzo con vista sulle Dolomiti! Arredamento tirolese, cucina tipica, sauna, bagno turco, idromassaggio, Sottoguda, paradiso dell’arrampicata su ghiaccio, dista pochi minuti d’au- Camere 1/2 pens. da 48,00 a 72,00 - Prezzi settimanali da 309,00 Hotel Laurin solarium e accogliente soggiorno. € € € to dall’hotel. Passeggiate con racchette da neve e possibilità di escursioni Via al Lago, 5 • 39034 Dobbiaco - BZ SCONTO A GRUPPI C.A.I. sci alpinistiche sui monti circostanti come Col di Lana, Falzarego e Civetta. Mezza pensione da E 55,- a E 80,-. Disponibili 6 appartamenti! Tel. 0474 972 206 Mezza pensione da € 52,00 SCONTO A GRUPPI C.A.I. [email protected] Sconto soci C.A.I. -5% escluso ad agosto. Sconto a gruppi. Fam. Michaela e Ivo Winkler HOTEL DIGONERA ★★★ Fam. Bernardi dal 1938 ✶✶✶ SCONTO A SOCI CAI TUTTO L'ANNO ALBERGO HOTEL HOFMANN Fam. Hofmann . Gasse, 9 39030 Antermoia - S. Martino in Badia (BZ) 32020 Rocca Pietore (BL) Loc. Digonera, 16 10% I-39030 S. Maddalena/Val Casies . T 0474 948 014 . F 0474 948 041 0437-529120 fax 529150 www.hotel-laurin.com Str. S. Antone, 51 0474-520049 fax 520070 ☎ E INOLTRE SPECIALI OFFERTE PER GRUPPI ☎ [email protected] . www.hotelhofmann.com E-mail: [email protected] www.hotelantermoia.com E-mail: [email protected] www.digonera.com a Pension Panorama, si trova Lall'inizio della Val Casies, offre un incantevole vista sulle RIFUGIO FALORIA (2.123) cime Dolomitiche ed è punto di partenza per sci di fondo, la terrazza sopra cortina discesa e per bellissime pas- i trova all’arrivo dell’omonima seggiate alle malghe gestite. Sfunivia, collegato al centro di Tutte le stanze, dotate di servi- Cortina in soli 10 minuti di salita zi, TV, telefono, hanno vista con una vista unica sulla valle panoramica. Cucina curata dalla proprietaria che usa prodotti di d’Ampezzo. produzione propria, coltivati in modo naturale, per offerirvi piatti Al centro della Skiarea Faloria- tipici e genuini. Vi vizieremo con le verdure del nostro orto! Cristallo, famosa per le sue piste: Mezza pensione da € 40,00 a € 58,00 minimo 3 notti Canalone Staunies che raggiunge SCONTO A SOCI C.A.I. 5% IN BASSA STAGIONE i 3.000 mt, canalone Franchetti, PENSION PANORAMA ★★ Fam. Mairhofer Alexius pista olimpica Vitelli, Tondi e 39035 Monguelfo/Tesido (BZ) ☎ 0474 944017 fax 069737 Stratondi. E-mail: [email protected] www.pension-panorama.com Ideale per famiglie e comitive, Il rifugio, ricostruzione di

ituato nel cuore della Val di www.print-house.it - Foto D. Colli dispone di 25 posti letto. Partico- una ex caserma della I° SRhêmes, sul confine del P. N. Gran lari riduzioni e facilitazioni sono guerra mondiale, sorge a Paradiso, l'Hotel è situato alla parten- riservate ai gruppi. Castelberto, comune di za degli impianti di risalita e all’arrivo Erbezzo (VR), a 1.765 m.lm., delle piste di fondo. In un luogo incan- nel Parco Naturale dei Monti Lessini. Nei dintorni resti di antiche tevole per escursioni con racchette da trincee e un panorama a 360° che spazia dalla Val d’Adige al neve e sci alpinismo. Arredato in stile Garda, dal alle Dolomiti di Brenta. La cucina propone rustico, dispone di 13 camere con piatti stagionali della tradizione alpina e si distingue per la ricerca servizi e TV. Ottimo ristorante con specialità valdostane e internazionali. di prodotti locali di qualità. Il rifugio è dotato di una camerata di Sala TV, ascensore, bar interno. Nuova apertura centro benessere. A 200 14 posti in letti a castello, bagno, doccia e acqua calda, mt Chambres d’Hôtes e Dortoir con 9 posti letto. Aperto tutto l’anno. riscaldamento. Orario invernale: dal venerdì al lunedì e nei giorni SCONTO A SOCI C.A.I. 7% - Ristorante sconto 10% festivi. Aperture infrasettimanali per gruppi solo su prenotazione. Sconto 15% per gruppi di min. 15/20 pers. non in alta stagione SCONTI A SOCI E GRUPPI CAI 8 % SULLA 1/2 PENSIONE TUTTO L’ANNO Mezza pensione da € 46,00 RIFUGIO CASTELBERTO Località Castelberto - 37020 ERBEZZO (VR) HOTEL-RISTORANTE BOULE DE NEIGE ★★★ Via Ria de Zeto, 10 • 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) ☎ 045-5116652 cell. 349-1760452 Chanavey 11010 Rhêmes Notre Dame (Valle d’Aosta) ☎ 0165-936166 fax 936907 Tel. 0436 2737/2517 • Fax 0436 3356 • [email protected] E-mail: [email protected] www.bouledeneige.net E-mail: [email protected] www.rifugiocastelberto.it G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected]

Pagine pubblicitarie rivista CAI.indd 4 02/11/2011 15:23:55 SVIZZERA | Val Sursette (Canton Grigioni)

GLI SPECIALISTI informazione commerciale

a 35 anni il Sig. online store DColetti si occupa di abbigliamento sportivo. Nel 1991 tanta espe- asports.it rienza si è concretizzata nel marchio Colvet, garanzia di ottima quali- impreste.it tà. La linea Colvet pro- pone abbigliamento sportivo tecnico da mon- tagna sia estivo che invernale: fiore all’oc- chiello è la linea alpinismo, affiancata dalla produzione di capi per trekking, alpinismo, escursionismo: materiali Schoeller, Polartec, Eschler, tessuti traspiranti, impermeabili, elastici e resistenti per una linea di elevato livello qualitativo ma concorrenziale nei prezzi. I capi Colvet, distribuiti in Italia e all’estero da un’efficiente rete di vendite, seleziona i migliori negozi di articoli sportivi per offri- Le migliori marche di attrezzature re massima qualità ad ottimi prezzi. per l’outdoor il trekking l’alpinismo Spaccio presso la sede. Per informazioni: lo scialpinismo e la speleologia Rivenditore autorizzato Centro ASSISTENZA S. Lucia di Piave (TV) subito a casa Tua Via Mareno, 11 1 KONG Rivenditore esclusivo ☎ 0438-700321 fax 460553

Quartier G. Carducci, 141 32010 Chies d’Alpago Belluno - 3C_kong tel. +39 0437.470129 - fax +39 0437.470172 [email protected] - [email protected] [email protected] - www.colvet.it

Bivio il grande comprensorio sciistico in Svizzera (Grigioni). Hotel Post, l'hotel ai piedi del Passo dello Julier. Ascese sempre diverse, seguite da INVERNO_pg_SX_88,5 x 116.indd 1 belle discese sia nella neve polverosa che26/10/11 nel 22.19 firn. Offerte in collaborazione con le guide- alpine locali Geni Ballat, Gübi Luck e Fluri Koch. Dicembre 2012 Marzo 2013 3 giorni/3 escursioni 03.03. – 09.03. CHF 1496,00 14.12. – 17.12. Uscite per offerta speciale per Seniores in principianti sci-alpinismo e buona forma fisica snowboard CHF 748,00 17.03. – 23.03. CHF 1496,00 24.03. – 30.03. CHF 1496,00 7 giorni/6 escursioni 26.12. – 02.01.13 incluso cenone di Aprile 2013 San Silvestro CHF 1620,00 01.04. – 07.04. CHF 1496,00 07.04. – 13.04. CHF 1496,00 Gennaio 2013 14.04. – 20.04. CHF 1496,00 3 giorni/3 escursioni un'altra settimana nel firn per 04.01. – 07.01. CHF 748,00 Seniores in buona forma fisica 17.01. – 20.01. CHF 748,00 3 giorni/3 escursioni Gennaio / Febbraio 2013 21.04. – 24.04.//28.04. – 01.05. 6 giorni/6 escursioni CHF 748,00 27.01. - 02.02. CHF 1496,00 Pasqua 4 giorni/4 escursioni Febbraio 2013 28.03. – 01.04. CHF 1128,00 6 giorni/6 escursioni 03.02. – 09.02.//17.02. – 23.02. CHF 1496,00 Sono inclusi nell'offerta: aperitivo di benvenuto, cena a quattro portate, colazione a buffet e tè da portare in escursione, sauna e bagno turco. Supp. camera singola pari a CHF 20/notte. Minimo di 3 partecipanti Per ulteriori richieste e chiarimenti siamo sempre a vostra completa disposizione Hotel Post Famiglia Lanz 7457 Bivio, Svizzera - Tel. 0041-81-6591000 - Fax 0041-81-6591001 www.hotelpost-bivio.ch [email protected]

G.N.S. s.a.s. di Nenzi Francesca tel. 0438-31310 E-mail: [email protected] PIÙ PERFORMANCE PIÙ PRECISIONE PIÙ COMFORT MAESTRALE RS Maestrale RS, prestazioni senza compromessi, unisce due pensieri d’utilizzo, il mondo del free ride e dello sci alpinismo. Rappresenta la combinazione perfetta tra leggerezza e precisione, si basa sulla tecnologia

Ph: Adam Clark - Chris Davenport Scarpa “Axial Alpine Technology ”, il gambetto e lo scafo utilizzano innovative plastiche più rigide e la nuova scarpetta Intution Pro Flex Rs. Il linguettone rigido, abbinato alla nuova fascia collo piede Predator Rs incrementa le perfomance in discesa. E’ compatibile con tutte le tipologie di attacchi. Queste soluzioni associate alle innovative leve “Zues” assicurano durante la sciata una reattività migliore e più intuitiva, più controllo ed efficienza sui terreni ripidi con neve fresca, come in pista. Maestrale RS, consente di sciare in perfetta simbiosi con qualsiasi tipo di sci da free ride ad oggi sul mercato.

La nuova forma è stata sviluppata per assecondare il piede e creare il Fit anatomico perfetto, per una migliore precisione e sensibilità nell’area del metatarso.

GEA RS AXIAL ALPINE TECHNOLOGY is a trademark of the shoe manufacturing company “Calzaturificio S.C.A.R.P.A. S.P.A.” located in Italy (TV) S.P.A.” “Calzaturificio S.C.A.R.P.A. is a trademark of the shoe manufacturing company

aumenta il comfort e migliora ® il controllo e la trasmissione della forza alle lamine dello sci. SCARPA

www.scarpa.net FOLLOW US: Official Licensee