Bach Oratorio Di Natale BWV 248 Dedicato Ad Antonio Magnocavallo
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Amsterdam Baroque Orchestra & Choir Ton Koopman direttore Yetzabel Arias Fernandez soprano Franziska Gottwald alto Tilman Lichdi tenore Klaus Mertens basso martedì 17 dicembre ore 20:30 Bach Oratorio di Natale BWV 248 dedicato ad Antonio Magnocavallo 155A STAGIONE 2019 | 20 BASILICA DI SAN MARCO piazza San Marco, Milano Schut © Foppe Foto CONSIGLIO DIRETTIVO Ilaria Borletti Buitoni presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Filippo Annunziata, Marco Bisceglia, Liliana Konigsman comitato esecutivo Lodovico Barassi, Anna Calabro, Gianluigi Chiodaroli, Marco Magnifico Fracaro, Maria Majno consiglieri CONSIGLIERI DI TURNO DIRETTORE ARTISTICO Liliana Konigsman Paolo Arcà Maria Majno SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO LE PROVE APERTE SONO SOSTENUTE DA COLLABORANO CON LA LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A MEDIA PARTNER PROGETTO FOTOGRAFICO con gli studenti del corso di formazione avanzata tenuto da Silvia Lelli: Silvia Bovo, Matteo Congregalli, Elisa Covello, Alesia Davydava, Annarella Giorgiani, Benedetta Manzi, Giorgio Marturana, Carlo Oriente, Tomas Pasinetti, Emanuela Selvagio, Roberto Viccari. È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare. Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di: • disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici • evitare colpi di tosse e fruscii del programma • non lasciare la sala fino al congedo dell’artista Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto. 2 Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750) Oratorium tempore Nativitatis Christi BWV 248 Feria I Nativitatis Christi Jauchzet, frohlocket, auf, preiset die Tage! (ca. 26’) Feria II Nativitatis Christi Und es waren Hirten in derselben Gegend (ca. 32’) Feria III Nativitatis Christi Herrscher des Himmels erhöre das Lallen (ca. 22’) INTERVALLO Festo Circumcisionis Christi Fallt mit Danken, fallt mit Loben (ca. 22’) Dominica post Festum Circumcisionis Christi Ehre sei Dir, Gott, gesungen (ca. 24’) Festo Epiphanias Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben (ca. 25’) 3 Foto © Vico Chamla With great respect and a deep friendship I dedicate this Weihnachtsoratorium to Antonio Magnocavallo. We did so many things, we enjoyed music and dinners together and had conversations that meant a lot to me. Bach in Milano without Antonio is hard to imagine, but unfortunately true. Ton Koopman Il 2019 è iniziato con la triste notizia della scomparsa di Antonio Magnocavallo, e continuato nel solco della sua determinazione a volere sempre il meglio per la Società del Quartetto. Gli è dedicato l’ultimo concerto dell’anno, al quale aveva dimostrato di tenere immensamente: con la monumentale realizzazione dell’integrale delle Cantate, Bach era diventato per lui immancabile, e l’amicizia con il suo omonimo Ton Koopman resta per entrambi un riferimento di simpatia e stima. Pensiamo al presente, perché Antonio Magnocavallo ha inciso in modo determinante sul cammino del “suo” Quartetto – Presidente, Consigliere, fondatore dei “Concerti del Quartetto” che hanno traghettato la Società verso l’apertura a tutto il pubblico oltre che ai Soci, attraendo anche tanti giovani che oggi vediamo nel pubblico. Un Quartetto che vive, insomma; come vive la Fondazione Mariani per la Neurologia infantile, pure da lui creata in armonia con i coniugi Luisa e Pierfranco, esempio di spontanea filantropia milanese. Della “Mariani”, il Presidente Magnocavallo ha condotto l’evoluzione con eclettica sicurezza: dagli esordi subito concretamente al servizio dei bambini con malattie del sistema nervoso, fino alla partnership con l’Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta e il ruolo ormai di riferimento nella formazione, assistenza e ricerca su queste complesse e talvolta oscure patologie, che meritano la nostra crescente sensibilità. In un’occasione che siamo certi lo avrebbe reso felice, celebriamo quindi lo spirito in musica: anche con la significativa alleanza dello Studio Legale pure inscindibile dal suo volitivo impegno di avvocato, e l’appoggio di un generoso sostenitore trascinato dalla colta umanità della sua figura. 4 «Gioite, esultate! Glorificate i giorni» Nel Natale del 1734 i cittadini di Lipsia poterono ascoltare il racconto della Natività sulle note della nuova opera del loro Kantor, Johann Sebastian Bach. Il Weihnachts-Oratorium (BWV 248) era un racconto lungo che si snodava in sei giorni differenti, componendosi di sei cantate (partes), una per ogni festività del ciclo natalizio: il dies Natalis (25 dicembre), S. Stefano (26 dicembre), S. Giovanni apostolo 27 dicembre), la Circoncisione o Nuovo Anno (1 gennaio), la domenica dopo il Capodanno (allora 2 gennaio 1735), l’Epifania (6 gennaio). Tra un giorno e l’altro, gli ascoltatori gustavano il ricordo della musica nel silenzio di un’epoca molto diversa dalla nostra e il digiuno di ogni altra musica garantiva di mantenere il filo del discorso. L’Oratorio di Natale è il secondo e il più lungo di quelli composti da Bach per celebrare i momenti culminanti dell’anno liturgico (Pasqua, Natale, Ascensione). Diversamente dalle cantate sacre, composte in gran numero e ad un ritmo talvolta forsennato negli anni precedenti, gli oratori aggiungevano un elemento narrativo e dialogico nel testo o affidavano la narrazione a un tenore nel ruolo di Evangelista, così come nelle passioni. Attingendo direttamente alle Sacre Scritture, il racconto evangelico ne riportava integralmente i passi senza parafrasarli. L’oratorio bachiano si distingueva, inoltre, anche dall’omonimo genere nato nel Barocco italiano e praticato da Händel negli stessi anni, come genere devozionale ma senza diretto impiego nel servizio liturgico. Originale e monumentale nella concezione, sul piano della sostanza musicale l’oratorio bachiano faceva sistematico uso della parodia, la pratica per cui una stessa idea tematica (propria o anche altrui) 5 poteva essere riutilizzata per rivestire un testo diverso. Tutti e tre gli oratori hanno, infatti, un’origine in buona parte profana e nel caso del Weihnachts-Oratorium le fonti principali sono due “drammi per musica”, ossia due cantate celebrative composte in occasione dei compleanni del principe e della principessa della casa regnante di Sassonia. La musica della fonte viene adattata da Bach al nuovo testo e contesto sacro, con modifiche che riguardano per lo più l’impianto tonale, l’organico strumentale e la scelta dei registri vocali. Gli unici brani che invece si presumono originali sono i recitativi dell’Evangelista e i recitativi accompagnati, la Sinfonia d’apertura alla II pars, l’aria n. 31 e i corali. Una simile pratica, molto diffusa al tempo, potrebbe deludere le nostre aspettative sul genio bachiano, quasi fosse l’oratorio una composizione “al risparmio”. È pur vero che l’incarico di Thomaskantor, rivestito da Bach ai tempi, era particolarmente impegnativo visto che, in qualità di responsabile delle due principali chiese della città (San Tommaso e San Nicola) gli richiedeva una serrata attività compositiva per fornire settimanalmente di musica sacra le funzioni liturgiche. Senza dimenticare la natura prevalentemente transitoria e occasionale della musica ai tempi di Bach, destinata solitamente a una sola esecuzione. Tuttavia, non sono solo ragioni logistiche a giustificare la pratica della Negli oratori Bach aggiunge un elemento narrativo e dialogico nel testo o affida la narrazione a un tenore nel ruolo di Evangelista, così come nelle passioni parodia, ma anche una concezione estetica lontana da quella ereditata fino ai giorni nostri dal Romanticismo, in cui l’originalità è divenuta un imperativo e un diritto da tutelare. Quella bachiana è un’originalità diversa, in cui non è l’idea tematica, l’ispirazione fugace e unica del genio, a dare valore alla composizione, ma piuttosto la grande maestria e la ferrea razionalità con cui essa viene elaborata, anche più di una volta. La citazione non è un “plagio” ma anzi una sfida alla tecnica compositiva del musicista. Inoltre, nel caso di Bach, si attinge a una universalità che, come vedremo e ascolteremo, valica i limiti di genere 6 e le tradizioni, superando anche l’opposizione tra sacro e profano. Secondo il biografo Spitta, tutta la musica di Bach – anche quella non propriamente liturgica – è pervasa di una religiosità dal carattere assoluto. Come già in altre composizioni, nell’oratorio bachiano convergono la tradizione cattolica e quella protestante, lo stile all’italiana e il rigore tedesco: il coro mottettistico coesiste con il corale luterano, le forme del concertare italiano con il contrappunto tedesco. È una sorta di “riconciliazione ecumenica” in termini musicali. Anche le forme propriamente vocali (come ad esempio l’aria) e quelle strumentali (come il concerto) sono integrate tra loro, in nome di un ideale di musica astratto, che prescinde dalla sua concreta realizzazione timbrica. Ed ecco quindi come tutto questo confluisca nei 64 pezzi di cui si compone l’Oratorio di Natale: 16 interventi dell’Evangelista (in una variante dell’antico “tono di lezione” ecclesiastico), 11 recitativi dallo stile arioso a una o più voci, 3 recitativi con strofe di corale interpolato, 9 arie solistiche, 2 duetti e 1 terzetto, 13 corali, 5 cori di apertura, 3 cori della turba, una sola sinfonia strumentale. Una tale mole di musica è ricondotta ad una struttura coerente e simmetrica, con il ricorrere ciclico di alcuni elementi e i rimandi tra una parte e