STAGIONE 2008-09

e dintorni

Martedì 16 dicembre 2008 ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio

Academia Montis Regalis 7 Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” Alessandro De Marchi direttore Consiglieri di turno Direttore Artistico Salvatore Carrubba Paolo Arcà Alberto Conti

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È vietato prendere fotografie o fare registrazioni, audio o video, in sala con qualsiasi apparecchio, anche cellulare. Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo dopo la fine di ogni composizione, durante gli applausi. Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico il clima più favorevole all’ascolto, si invita a: • spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici; • limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse…); • non lasciare la sala prima del congedo dell’artista. Academia Montis Regalis Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” Alessandro De Marchi direttore Claudio Chiavazza maestro del coro Robin Johannsen soprano Roberta Giua soprano Franziska Gottwald mezzosoprano Markus Brutscher tenore Antonio Abete basso

Per i 25 anni dell'Associazione pro ammalati Francesco Vozza

Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 – Lipsia 1750)

Magnificat in re maggiore BWV 243 (30’)

Intervallo

Oratorium tempore Nativitatis Christi BWV 248 Parte I: Jauchzet, frohlocket, auf preiset die Tage (19’) Parte II: Und es waren Hirten in derselben Gegend (19’30”) Parte III: Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen (20’)

Il concerto è registrato da

Magnificat in re maggiore BWV 243

Il cantico di Maria, entrato fin dai primi secoli nel tessuto della tradizione liturgica della Chiesa, vanta una tradizione musicale antica anche nel movimento della Riforma. Lutero stesso aveva sottolineato l’importanza di quello splendido momento di poesia religiosa, chiosando il passo del Vangelo di Luca (1, 46 - 55) che fornisce il testo del Magnificat. Nel suo commento del 1521, Lutero poneva l’accento sull’influenza dello Spirito Santo, che parlava per bocca di Maria: «Allo scopo di comprendere propriamente questo sacro inno di lode, dobbiamo tenere a mente che la Santa Vergine Maria stava parlando sulla base della sua propria esperienza, nella quale era stata illuminata e istruita dallo Spirito Santo. Nessuno può comprendere correttamente Dio o la sua Parola a meno che non abbia ricevuto tale comprensione direttamente dallo Spirito Santo». Questa suggestione di Lutero era passata anche nei Lieder spirituali del rito evangelico. L’ultima edizione del Gesangbuch stampato da Joseph Klotz nel 1545 aggiunge infatti alla traduzione tedesca del Magnificat, in maniera significativa, anche un versetto precedente (Luca 1, 41), laddove il Vangelo dice: «Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo». Il filo della lettura di Lutero del cantico di Maria si snoda nel tempo fino all’epoca di Bach, che mette in musica il testo del Magnificat tenendo ben presente il contesto teologico dell’intero passo. Maria non è solo piena di grazia, ma anche cosciente della portata per la storia umana dell’evento che la riguarda. Lo Spirito Santo ha trasformato la più umile delle creature nella depositaria di una sapienza che va oltre il tempo. La musica di Bach esprime sempre una visione teologica, come del resto quella di tutti i musicisti del suo tempo. È bene tenere a mente che Bach, nella qualità di Thomaskantor a Lipsia, aveva tra i suoi compiti anche l’insegnamento del catechismo agli allievi più giovani. Lo studio teologico faceva parte della fitta trama dei suoi interessi intellettuali e le sue grandi musiche liturgiche riflettono in maniera viva quel ricco tessuto di rapporti tra musica, speculazione e riflessione spirituale. Esistono due versioni del Magnificat. La prima risale al 1721 e la seconda probabilmente a un periodo a cavallo degli anni Trenta. Nel repertorio si è affermata soprattutto quest’ultima, in re maggiore, mentre la precedente in mi bemolle maggiore conteneva quattro brani in più e presentava un assetto strumentale leggermente diverso. Il Magnificat in re maggiore è articolato in dodici numeri, che corrispondono ai versetti del Vangelo di Luca, con l’aggiunta della dossologia finale, il Gloria, tratta da quello di Matteo. La composizione risente degli influssi della lettura di Lutero. La musica riveste il testo con una particolare ricchezza di sfumature spirituali. Il cantico di Maria, nella versione di Bach, è rivolto a esaltare la natura trinitaria del Dio cristiano. Tre sono i numeri che impiegano l’intero organico vocale e strumentale: il Magnificat anima mea iniziale, il Fecit potentiam centrale e il Gloria conclusivo. All’interno di questa grande campitura tripartita si snoda il percorso delle arie solistiche e degli interventi corali minori, con una sottile interpretazione espressiva dei significati religiosi presenti nel testo. Come sempre nel mondo di Bach, il microcosmo e il macrocosmo convivono nella genesi del suo pensiero musicale. La forma ternaria ritorna in momenti essenziali del lavoro, come per esempio all’interno delle due dossologie che incorniciano il Magnificat. Il primo coro infatti è preceduto da un’ampia introduzione orchestrale, che viene ripresa alla fine, incastonando il gioco delle voci all’interno di un trittico strumentale. In maniera ancor più simbolica, la forma trinitaria viene esaltata dalla maestosa introduzione al Gloria conclusivo. Le 19 misure di questa sezione presentano una lode rivolta a ciascuna delle persone della Trinità, con una serie di figure basate sul numero tre (tre note per la parola Gloria, l’uso delle terzine, la presenza di tre trilli in ciascun intervento corale eccetera). La seconda parte del Gloria riprende la musica del Magnificat iniziale (nel metro di 3/4), chiudendo l’intero lavoro in un cerchio perfetto che congiunge la dossologia divina a quella trinitaria. Per rimarcare la sottigliezza dell’interpretazione del testo, si possono pescare quasi a caso un paio di esempi. Il versetto “Quia fecit mihi magna, qui potens est, et sanctum nomen ejus” esprime l’aspetto forse più intimo della vicenda di Maria. Bach decise di affidare la rappresentazione di questo portentoso processo di trasformazione della natura di Maria alla voce di un basso. L’aria si presenta in una forma strumentale completamente nuda, accompagnata soltanto dal basso continuo. Nelle profondità della voce grave non viene raffigurata l’identità sessuale dell’individuo, bensì la radice oscura e potente della vita che ha preso inizio nel corpo di Maria. L’aria si tende al massimo sulla parola magna, che al centro della forma si allarga fino a toccare la nota più grave (sol diesis) della sua estensione. Il terzetto “Suscepit Israel” tocca invece la questione del passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento. Maria ricorda ai discendenti di Abramo la promessa dell’avvento del nuovo Messia. Bach lega con grande finezza l’idea della salvezza di Israele al concepimento di Gesù, sovrapponendo al terzetto una coppia di oboi d’amore che intonano a note lunghe il cantus firmus del Magnificat, sull’antica melodia tradizionale conosciuta come tonus peregrinus. Oratorium tempore Nativitatis Christi BWV 248 Parte I: Jauchzet, frohlocket, auf preiset die Tage Parte II: Und es waren Hirten in derselben Gegend Parte III: Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen

Il periodo di Natale a Lipsia era accompagnato nel primo Settecento da un’attività musicale di grande sfarzo. Tra la notte di Natale e l’Epifania, venivano eseguite di regola non meno di sei Cantate, a volte replicate in entrambe le due chiese maggiori della città. Questa proliferazione di musiche liturgiche arrivava sulla scia dell’intensa attività svolta nelle settimane precedenti. Durante l’Avvento, per esempio, Bach aveva composto o rimaneggiato lavori come il Magnificat. L’Oratorium tempore Nativitatis Christi è formato da sei parti distinte, che corrispondono a una serie di lavori destinati a essere eseguiti in maniera autonoma nel corso delle celebrazioni liturgiche comprese tra il giorno di Natale e l’Epifania, a cavallo del 1735. Il termine oratorio, nell’opera di Bach, indica non tanto uno specifico genere di musica vocale, quanto un carattere narrativo sviluppato in forme di volta in volta diverse. Nel caso di questo lavoro, l’ampia parabola delle storie legate al Natale si articola in una sequenza di cantate indipendenti, ma collegate da un percorso narrativo unitario che si snoda dal Vangelo di Luca (2, 1 - 21) a quello di Matteo (2, 1 - 12), alla maniera delle grandi Passioni degli anni precedenti. Grazie ai libretti stampati a uso della congregazione di fedeli, è possibile ricostruire la cronologia esatta delle cantate. La Parte I venne eseguita la mattina del giorno di Natale nel servizio eucaristico della Nikolaikirche e ripetuta durante i Vespri serali nella Thomaskirche. La Parte II, viceversa, fu eseguita alla mattina nella Thomaskirche e alla sera nella Nikolaikirche il giorno di Santo Stefano, 26 dicembre. La Parte III invece fu eseguita soltanto nel servizio eucaristico del mattino alla Nikolaikirche, il giorno di San Giovanni, 27 dicembre. Le altre tre parti, che non ascolteremo in questo concerto, furono eseguite rispettivamente l’1, il 2 e il 6 gennaio. Il progetto di Bach consisteva nella trasformazione di una serie di cantate profane nella monumentale celebrazione della Natività di Cristo. La tecnica della parodia viene spinta in questo lavoro fino al punto di consacrare in maniera quasi completa i contenuti secolari delle cantate d’origine. Le fonti principali della musica dell’Oratorio erano infatti alcuni lavori dedicati alla famiglia reale sassone degli anni immediatamente precedenti. Laßt uns sorgen, laßt uns wachen BWV 213 era stata scritta nel 1733 per festeggiare l’undicesimo compleanno del principe Friedrich Christian di Sassonia. La cantata era un classico Dramma per Musica di gusto barocco, che rendeva omaggio al nobile adolescente attraverso i dialoghi di due personaggi della mitologia classica come Ercole e Mercurio. Una seconda cantata del 1733, Tönet, ihr Pauken! Erschallet, Trompeten! BWV 214, fornì un altro buon numero di arie e di cori dell’Oratorio, compreso lo spettacolare assolo iniziale dei timpani, evento assai raro nell’ambito della musica sacra. L’occasione questa volta era stata il genetliaco della madre del principe Friedrich Christian, Maria Josepha, Elettrice di Sassonia e Regina di Polonia. L’Oratorio contiene infine la musica di un’altra cantata celebrativa della casa regnante, scritta nel 1734, questa volta per ricordare il primo anniversario della salita al trono di Sassonia di August II. Altre parti dell’Oratorio provengono da cantate dello stesso genere giunte ai giorni nostri in forma frammentaria e da altre probabilmente perdute. Il quadro complessivo rivela in sostanza il disegno preciso di conferire alla festività di Natale, perlomeno in quell’inverno tra il 1734 e il 1735, un significato politico, stabilendo una sorta di sovrapposizione tra la regalità del Cristo e la consacrazione divina della casa regnante di Sassonia. Bisogna tener presente che in quegli anni i rapporti con le autorità cittadine di Lipsia si erano notevolmente deteriorati e Bach aveva cercato in numerose occasioni di mettersi sotto la protezione della corte di Dresda. Le prime tre parti erano collegate anche temporalmente, visto che dovevano essere eseguite in tre giorni consecutivi. La loro struttura complessiva esprime un senso di simmetria molto forte. La Parte I inizia e termina con un coro accompagnato da un’orchestra arricchita da trombe e timpani. La Parte II è immersa nel paesaggio sonoro di una pastorale, con il colore particolare conferito all’orchestra da una coppia di flauti, una coppia di oboi d’amore e una coppia di oboi da caccia. Il timbro di questa melodiosa fanfara incornicia l’intera cantata e crea un forte contrasto espressivo con le due cantate confinanti. Nella Parte III infine ritorna lo scenario musicale della prima cantata, con il coro pomposo e solenne iniziale Herrscher des Himmels replicato anche in chiusura. La Parte I e III sottolineano l’origine regale di Gesù, discendente della casa di Davide, mentre la Parte II si concentra sugli elementi narrativi caratteristici del Vangelo di Luca, i pastori e gli angeli. Al centro di questa cantata troviamo il recitativo dell’Evangelista, che esprime il nocciolo dell’intera vicenda: «E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia». Il calore e la luminosa semplicità del Corale seguente, “Schaut hin!”, avvolgono voci e strumenti in un immenso abbraccio universale, il momento forse più emblematico di questo umanissimo capolavoro.

Oreste Bossini Magnificat BWV 243

1. CORO [vl. I+II, vla, oboi I+II, flauti traversi I+II, trombe I-III, timpani, b.c.] Magnificat anima mea Dominum. L’anima mia magnifica il Signore

2. ARIA [S II, vl. I+II, vla, b.c.] Et exsultavit spiritus meus e già esulta il mio spirito in Dio, in Deo salutari meo. mio Salvatore,

3. ARIA [S I, oboe d’amore I, b.c.] Quia respexit humilitatem poiché Egli ha volto il Suo sguardo quaggiù, ancillae suae; alla Sua umile serva. ecce enim ex hoc Ecco, da questo momento beatam me dicent mi chiameranno beata

4. CORO [ vl. I+II, vla, oboi d’amore I+II, flauti traversi I+II, b.c.] Omnes generationes. tutte le generazioni.

5. ARIA [B, b.c.] Quia fecit mihi magna Grandi cose ha fatto in me Colui qui potens est, et sanctum nomen ejus. che è potente, e il cui nome è santo,

6. ARIA – DUETTO [AT, flauto traverso I + vl. all’unisono, flauto traverso II + vl. II all’unisono, vla, b.c.] Et misericordia e la cui misericordia si estende, a progenie in progenies di generazione in generazione, timentibus eum. su coloro che Lo temono.

7. CORO [vl. I+II, vla, oboi I+II, flauti traversi I+II, trombe I-III, timpani, b.c.] Fecit potentiam Con il Suo braccio ha mostrato la propria in brachio suo, dispersit superbos potenza, ha disperso coloro che covavano mente cordis sui. orgoglio nel profondo del loro cuore,

8. ARIA [T, vl. I+II all’unisono, b.c.] Deposuit potentes de sede ha rovesciato i potenti dal loro trono et exaltavit humiles. e ha innalzato gli umili,

9. ARIA [A, flauti traversi I+II, b.c.] Esurientes implevit bonis ha colmato di beni gli affamati et divites dimisit inanes. e ha lasciato andar via i ricchi a mani vuote. 10. ARIA – TERZETTO [S I + S II + A, oboi I+II all’unisono, vc., violone, fagotto] Suscepit Israel puerum suum Si è preso cura d’Israele, Suo piccolo servo, Recordatus misericordiae suae. ricordando la propria misericordia,

11. CORO [b.c.] Sicut locutus est secondo ciò che aveva detto ai nostri padri, ad Patres nostros, Abraham ad Abramo e alla sua discendenza, et semini ejus in saecula. nei secoli dei secoli.

12. CORO [vl. I+II, vla, oboi I+II, flauti traversi I+II, trombe I-III, organo, b.c.] Gloria Patri, gloria Filio, gloria et Spiritui Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria infine Sancto! Sicut erat in principio et nunc allo Spirito Santo, com’era in principio, et semper et in saecula saeculorum. Amen. ora e sempre nei secoli dei secoli. ALESSANDRO DE MARCHI direttore

Cembalista, organista e direttore d’orchestra, ha studiato organo e composi- zione al Conservatorio di S. Cecilia a Roma e cembalo, musica da camera e prassi esecutive barocche alla Schola Cantorum Basiliensis. Fondamentali gli incontri con Jesper Christensen e René Jacobs. Dopo un periodo di apprendistato alla Staatsoper unter den Linden di Berlino e al Festival di Salisburgo, dove è stato assistente tra gli altri di Abbado, Barenboim e Runnicles, ha iniziato a dirigere regolarmente in numerosi importanti teatri e festival europei quali Staatsoper di Berlino, Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, Staatsoper di Amburgo, Teatro Regio di Torino, Maggio Musicale Fiorentino, Sächsische Staatsoper di Dresda, Essen Aalto- Theater, Opéra National di Lione, Theater an der Wien, ed inoltre Festival Rossini di Bad Wildbald, Festival di Montreux, Händel-Festspiele di Halle, Accademia di Santa Cecilia a Roma. Con l’Academia Montis Regalis di cui è direttore principale e con la quale ha meritato il Premio Abbiati (25a edizione) ha diretto a Torino (Teatro Regio), e in tournée a Parigi (Théâtre des Champs-Élysées) e Lione Juditha Triumphans, Orlando finto pazzo e L’Olimpiade di Vivaldi, registrati per Naïve. Al Festival Innsbrucker Festwochen Il Re Pastore di Mozart, al Bologna Festival, al Festival Händel di Halle e all’Unione Musicale di Torino Il Trionfo del tempo e del disinganno di Händel, con incisione per Hyperion, e di recente a Torino (Unione Musicale) Orfeo di Monteverdi e Davis pugna et vic- toria di Alessandro Scarlatti. Ha al suo attivo registrazioni per Naïve, Opus 111, Harmonia Mundi France, Accord, Symphonia, K617, Auvidis, WDR, Radio France, Radio Classique, Amadeus, Hyperion. Tra gli impegni futuri l’Oratorio Sant’Agnese di Pasquini al Festival di Musica Antica di Innsbruck, Orlando Paladino di Vivaldi al Concertgebouw di Amsterdam, Iphigénie en Tauride di Gluck alla Sächsische Staatsoper di Dresda. È stato ospite della nostra Società per Musica e poesia a San Maurizio nel 2002.

ACADEMIA MONTIS REGALIS

La Fondazione Academia Montis Regalis ha dato vita nel 1994 a Mondovì ai Corsi di Formazione Orchestrale Barocca e Classica, con lo scopo di offrire a giovani musicisti. È nata così l’orchestra con strumenti originali Academia Montis Regalis, che dall’anno della sua fondazione è stata diretta dai più importanti specialisti nella prassi esecutiva della musica antica quali , Jordi Savall, Christopher Hogwood, Reinhardt Goebel, Monica Huggett, Lucy van Dael, Luigi Mangiocavallo, Enrico Gatti, Chiara Banchini e Alessandro De Marchi. Fin dall’inizio, l’Academia ha affiancato all’attività formativa quella concer- tistica seguita a breve da importanti progetti discografici con la casa francese OPUS 111 e dalla realizzazione, in collaborazione con l’Unione Musicale di Torino, della rassegna concertistica L’Altro Suono dedicata interamente alla musica Sei e Settecento. Oggi è ospite regolare di importanti istituzioni concertistiche e festival quali Accademia di Santa Cecilia di Roma, Musica e Poesia a San Maurizio, Amici della Musica di Perugia, Firenze e Padova, GOG di Genova, Settembre Musica di Torino, Festival Barocco di Viterbo, Teatro dell’Opera di Lille, Teatro Municipale di Losanna, Festival di Montreux, Festival de Musique Ancienne a Lione, Théâtre des Champs-Elysées a Parigi, Teatro di Poissy, Teatro Regio a Torino. Da alcuni anni l’Academia ha affidato il ruolo di direttore principale ad Alessandro De Marchi con il quale ha eseguito tra l’altro Il Re pastore di Mozart a Innsbruck per le Festwochen der Alten Musik 2006 e recentemente Il Trionfo del tempo e del disinganno di Händel al Bologna Festival, al Festival Händel di Halle e all’Unione Musicale di Torino. Grazie al lavoro svolto con De Marchi l’orchestra ha meritato nel 2006 il Premio Franco Abbiati. In ambito discografico ha meritato riconoscimenti quali Diapason d’Or, Choc de la Musique e Grammophone Choice. Attualmente sta lavorando a un pro- getto, ideato e diretto da Alberto Basso, che prevede l’incisione dei manoscrit- ti vivaldiani conservati presso la Biblioteca Nazionale di Torino. Ricordiamo inoltre l’Oratorio San Giovanni Batista di Stradella registrato per Hyperion e “Concerto rustico”, un CD dedicato ai concerti di Vivaldi per Edel Classic. È stata ospite della nostra Società per Musica e poesia a San Maurizio nel 2002.

Alessandro Tampieri, Rossella Borsoni, Daniela Godio, Elisa Bestetti, Ayako Matsunaga violini primi Paola Nervi, Ljiljana Mijatovic, Elia Facchi, Diana Lee Planes violini secondi Luigi Moccia, Elena Saccomandi viole Alessandro Palmeri, Rebeca Ferri violoncelli Roberto Bevilacqua, Massimo Pinca contrabbassi Francesco Romano liuto barocco Fiorella Andriani, Manuel Granatiero flauti Pier Luigi Fabretti, Michel Henry, Gilles Vansson, Yanina Yacubsohn oboi Maria De Martini fagotto Gabriele Cassone, Matteo Frigè, Simone Telandro trombe Riccardo Balbinutti timpani Alessandro Albenga organo Mariangiola Martello cembalo CORO FILARMONICO “RUGGERO MAGHINI”

Nato nel 1995 per una collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il Coro Filarmonico “Ruggero Maghini”, intitolato ad una delle figure più rappresentative della vita musicale torinese del dopoguerra, è costi- tuito da cantanti professionisti e da coristi provenienti da gruppi piemontesi più volte premiati in concorsi nazionali e internazionali impegnati in un costante lavoro di perfezionamento della tecnica vocale e cura dell’ampiezza e efficacia del ventaglio espressivo. Con un repertorio che spazia dall’oratorio barocco alla musica vocale moder- na e contemporanea collabora con formazioni strumentali quali Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, Xenia Ensemble, Orchestra Barocca di Genova e Accademia del Santo Spirito di Torino. Costante è l’attività con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che ha affiancato in numerose produzioni, e i progetti realizzati con l’Academia Montis Regalis e Alessandro de Marchi dedicati a Vivaldi, Mozart, Monteverdi, Fiorè, Giay, Bach e Scarlatti. Nel 2006 ha preso parte al concerto inaugurale del restaurato Auditorium RAI di Torino. Nel 2008 ha partecipato alla Sémana de Musica Religiosa di Cuenca in Spagna con l’esecuzione di War Requiem di Britten e della Messa da Requiem di Verdi. Collaborano alla preparazione del coro Elena Camoletto (maestro sostituto) e il pianista Valter Protto. È per la prima volta ospite della nostra Società.

Olga Angelillo, Oltilia Bulgariu, Cristina Camoletto, Anna Fontana, Alessandra Foti, Roberta Giua, Olga Ileana Jimenez, Sveva Martin, Paola Roggero, Maria Russo soprani Anna Bessi, Elena Camoletto, Paola Cialdella, Daniela Lavagna, Luisa Martini, Monica Ninghetto, Christine Streuhbur contralti Alessandro Baudino, Pasquale Bottalico, Giovanni Caccamo, Adriano Gaglianello, Corrado Margutti, Fabrizio Nasali, Phillip Peterson tenori Riccardo Bertalmio, Luciano Fava, Ermanno Lo Gatto, Marco Milanesio, Andrea Nicolotti, Nicolas Oyarzun, Dario Previato bassi CLAUDIO CHIAVAZZA maestro del coro

Claudio Chiavazza si è diplomato in clarinetto, musica corale e direzione di coro al Conservatorio di Torino, dove è attualmente docente. Dopo gli studi svolti con Sergio Pasteris, si è perfezionato in direzione corale e musicologia con Adone Zecchi, Fosco Corti, Giovanni Acciai, Andrea von Ramm, Piero Damilano e con Peter Erdei presso l’Istituto Kodály di Kecskemét in Ungheria. Con l’ensemble Gli Affetti Musicali, del quale è direttore artistico, ha realizza- to progetti di ricerca e prime incisioni di musiche inedite di Fergusio, Albini, Sigismondo d’India, Durante e Scarlatti per le case discografiche Opus 111, Stradivarius e Sarx Record. In qualità di direttore di coro ha tenuto oltre 400 concerti affrontando un repertorio che spazia dal canto gregoriano alla polifo- nia vocale contemporanea. Alla guida del Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” sin dalla fondazione, ha collaborato più volte con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e con direttori quali Rafael Frühbeck de Burgos, Serge Baudo, Jeffrey Tate, Helmuth Rilling, Christopher Hogwood e Juanjo Mena. È per la prima volta ospite della nostra Società.

ROBIN JOHANNSEN soprano

Soprano statunitense, Robin Johannsen ha fatto il suo debutto europeo nel 2002 quale “giovane artista” della Deutsche Oper di Berlino. Nel 2003 diventa membro stabile del Teatro e partecipa alle produzioni di Le Nozze di Figaro, Don Pasquale, Un ballo in maschera, Les Dialogues des Carmélites e alla prima di Aus einem Totenhaus di Janáˇcek. Con un repertorio ampio e versatile che comprende il repertorio lirico, came- ristico e sinfonico ha collaborato con orchestre e direttori di primo piano e artisti quali Agnes Baltsa e Montserrat Caballè. Nel 2003 ha debuttato a Bayreuth nel Tannhäuser sotto la direzione di Christian Thielemann. Da allora è ospite regolare del festival. Dal 2005 al 2007 ha collaborato con i Teatri di Lipsia e Mannheim ed è ritornata alla Deutsche Oper di Berlino in Das Schloß di Aribert Reimann. Nella stagione 2006-2007 è stata protagonista di recital a Bayreuth, concerti al Musikverein di Vienna e al Palau de la Musica di Barcellona (Cantate di Händel con il Bach Consort Wien), e ha partecipato alla produzione di Die lustige Witwe, Die Entführung aus dem Serail e Die Zauberflöte a Lipsia. Nel 2008 ha interpretato Sigfrido al Festival di Bayreuth, Deus Passus di Wolfgang Rihm con la Internationale BachAkademie Stuttgart e Helmuth Rilling, il Messiah di Händel con la Singapore Symphony Orchestra, La Creazione di Haydn con la Brandenburgisches Staatsorchester Frankfurt e Concerti dedicati a Händel a Dresda ripresi dal vivo da Deutschlandradio Kultur. Per la stagione 2008/09 ha in programma il debutto al Festival di Lucerna e Agilea di Händel alla Komische Oper di Berlino. È per la prima volta ospite della nostra Società.

ROBERTA GIUA soprano

Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza e il diploma di canto, si è dedicata in particolare allo studio del repertorio sei-settecentesco e all’ap- profondimento della sua prassi esecutiva. Svolge attività concertistica sia con orchestre moderne (Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestra del Teatro Bellini di Catania, Filarmonica di Torino, Milano Classica) che con orchestre barocche quali Europa Galante con Fabio Biondi, Accademia Bizantina con Ottavio Dantone, Accademia Litta con Carlo De Martini e I Barocchisti con Diego Fasolis. Con l’Academia Montis Regalis e Alessandro De Marchi ha partecipato alle Olimpiadi della Cultura di Torino 2006. Ha inoltre collaborato quale solista con Barthold Kuijken, Pál Németh e Simon Preston ospite di Settembre Musica e Unione Musicale a Torino (concerti monografici su Monteverdi), Musica e poesia a San Maurizio, Autunno Musicale a Como, Festival Monteverdi a Cremona, Festival di Bologna, Cantar Lontano ad Ancona, Segni Barocchi a Foligno, Festival dei Saraceni a Mondovì, Aterforum a Ferrara, Rossini Opera Festival a Pesaro, Osterfestspiele a Innsbruck, Trigonale a St. Veit, Festival Van der Vlaanderen a Bruges, Festival de Musique et Reinassance a Ecouen e Saarländischer Rundfunk a Saarbrücken. È stata protagonista nella Rappresentazione di Anima et di Corpo di Cavalieri, nel Ballo delle Ingrate e del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi, e nel Matrimonio segreto di Cimarosa per il Teatro dell’Arca di Milano. Ha registrato per la RAI, la Radio svizzera, belga, tedesca e spagnola e per diverse case discografiche (Virgin Classics, Opus 111, Chandos, Naxos, Amadeus, Symphonia, Stradivarius) musiche del repertorio rinascimentale e barocco. È per la prima volta ospite della nostra Società. FRANZISKA GOTTWALD mezzosoprano

Nata a Marburg an der Lahn in Germania, dove durante gli anni di liceo ha preso lezioni di canto con Eugen Rabine, Franziska Gottwald ha poi prosegui- to gli studi ai Conservatori di Saarbrücken, Hannover e . Ha frequen- tato inoltre le master class di Elio Battaglia e i corsi della Jeunesse Musicale con Dennis Russel Davies. Nel 2002 ha vinto il Concorso Internazionale J.S. Bach di Lipsia. Ospite dei maggiori teatri in Germania, dal 1998 al 2002 ha fatto parte dell’en- semble del Teatro di Weimar dove ha debuttato in Die lustigen Weiber von Windsor di Nicolai. In ambito internazionale ha collaborato con Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra, e Musica Antiqua Köln (Messa in si minore di Bach e Arianna a Naxos di Haydn), Fabio Luisi (La contessa Marita di Kalman al Gewandhaus di Lipsia), Peter Neumann (L’Orfeo di Monteverdi a La Folle Journée e Requiem di Verdi a Lubiana). Si è inoltre esibita al Concertgebouw di Amsterdam, Monaco, Berlino, Atene, Vienna, Napoli, Milano, Venezia, Siena, Bilbao e Parigi. Dal 2005 al 2007 ha partecipato con Umberto Benedetti Michelangeli e l’Orchestra da camera di Mantova all’ese- cuzione integrale del repertorio sacro di Mozart. Tra gli impegni recenti Arianna a Naxos di Haydn con Umberto Benedetti Michelangeli a Lugano, la Passione secondo Giovanni di Bach a Madrid, la Passione secondo Matteo di Bach con la Concertgebouw Kamerorkest in tournée in Olanda, Motezuma di Vivaldi con Alan Curtis a Bilbao e nei teatri di Ferrara, Piacenza e Modena. Franziska Gottwald ha inciso alcune Cantate di Bach e La passione secondo Matteo di C.P.E. Bach con Ton Koopman e La Passione di nostro Signore Gesù Cristo di Antonio Salieri con la Neue Orchester Köln e Christoph Spering. È stata ospite delle Settimane Bach nel 2000 (14° ciclo). MARKUS BRUTSCHER tenore

Il tenore tedesco Markus Brutscher ha iniziato la sua carriera nei cori di voci bianche Regensburger Domspatzen e Augsburger Domsingknaben. Nel 1985 ha iniziato gli studi al Conservatorio Leopold Mozart di Augsburg e alla Hochschule für Musik di Monaco di Baviera, proseguendo il suo perfeziona- mento a Berlino con Norma Sharp, a Londra Rudolf Piernay e a Francoforte con Karlheinz Jarius. Attivo in ambito concertistico già durante gli studi, ha collaborato con diret- tori di primo piano ospite dei maggiori festival internazionali (Berlino, Lipsia, Halle, Monaco, Francoforte, Amburgo, Utrecht, Bruges, Toronto, Boston). Il suo repertorio spazia dai capolavori del periodo barocco alla musi- ca contemporanea. Si dedica particolarmente alla musica barocca e all’opus bachiano; numerose sono le collaborazioni e incisioni con ensemble e diretto- ri specialisti quali Frieder Bernius e Peter Neumann. Ha al suo attivo numerose registrazioni radiofoniche e discografiche. È stato ospite delle Settimane Bach nel 1995 (3° ciclo), 1996 (6° ciclo) e 1998 (10° ciclo).

ANTONIO ABETE basso

Antonio Abete ha iniziato la sua carriera vincendo nel 1992 una borsa di stu- dio della Fondazione William Walton e nel 1993 il concorso As.Li.Co.. Particolarmente apprezzato per le sue interpretazioni della musica barocca è invitato dai maggiori festival di musica antica (Beaune, Bruges, Anversa, Ambronay, La Chaise-Dieu, Utrecht, Graz, Lucerna, Halle, Innsbruck) e dalle maggiori istituzioni concertistiche europee quali Salisburgo, Théâtre de La Monnaie a Bruxelles, Staatsoper di Berlino, Konzerthaus di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam e Théâtre du Chatelet di Parigi. Ha collaborato con i più grandi specialisti della vocalità barocca e ensemble di primo piano quali Il Giardino Armonico, Concerto Italiano, Hesperion XXI, Les Arts Florissants, Concerto Vocale e La Capella Reial de Catalunya. Particolarmente stretta è la collaborazione con René Jacobs con il quale è stato protagonista di numerosi concerti e registrazioni (Vespro della Beata Vergine di Monteverdi e Il primo omicidio di A. Scarlatti). Nel 1999 ha colla- borato al Progetto Pollini eseguendo a Salisburgo, New York, Tokyo e Roma, madrigali di Monteverdi accompagnato da Maurizio Pollini. Il suo repertorio operistico si estende da Monteverdi all’opera seria mozartia- na passando per l’opera buffa e i capolavori händeliani. Tra gli impegni recenti Le nozze di Figaro e L’incoronazione di Poppea al Théâtre des Champs- Élysées di Parigi, ripresa con Ivor Bolton a l’Opéra Bastille, alla Deutsche Staatsoper di Berlino e al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, Seneca a Salamanca al Festival di Beaune con Rinaldo Alessandrini e Concerto Italiano, La Senna festeggiante di Vivaldi ad Anversa, Utrecht e Gent, Le Nozze di Figaro con William Christie all’Opera di Lione e L’incoronazione di Poppea alla Copenhagen Danish Opera. Tra le numerose registrazioni ricordiamo Il primo omicidio di A. Scarlatti con René Jacobs (Grammy Award 1999), Le nozze di Figaro con René Jacobs e Concerto Köln (Grammy Award 2004) e Orlando finto pazzo di Vivaldi con Alessandro De Marchi, Editor’s Choice della rivista Gramophone. È per la prima volta ospite della nostra Società. Prossimi concerti: martedì 13 gennaio 2009, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Daniel Müller-Schott violoncello Angela Hewitt pianoforte

Il nuovo anno si apre con un concerto da camera che propone un sostanzioso programma musicale. Il duo formato da Daniel Müller-Schott e Angela Hewitt compie infatti un percorso molto interessante nella musica di Beethoven, che ha indagato in maniera molto attenta i rapporti tra il violoncello e il pianoforte. Delle cinque Sonate scritte per questa formazione, vengono eseguite le ultime due, pubblicate come op. 102, una coppia di lavori che risale a un periodo di trasformazione dello stile di Beethoven. Il rapporto tra la tastiera e lo strumento ad arco tuttavia era stato esplorato anche attraverso una delle forme musicali più amate dall’autore, il tema con variazioni. In un programma quasi monografico di questo genere, però, trova posto con ragione anche un lavoro degli anni Trenta del Novecento come la Sonata per violoncello di Sˇ ostakovicˇ, un musicista che ha sentito la necessità di dialogare con la musica di Beethoven per tutto il corso della sua vita.

Programma (Discografia minima) L. van Beethoven D. Sˇostakovicˇ Sonata n. 4 in do maggiore op. 102 n. 1 Sonata in re minore op. 40 Sonata n. 5 in re maggiore op. 102 n. 2 (Yo Yo Ma, Ax, CBS Masterworks 44664) (Janigro, Demus, Vanguard Classics ART 1218)

12 Variazioni su un tema del “Giuda Maccabeo” di Händel WoO 45 12 Variazioni su “Ein Mädchen oder Weibchen” dal Flauto Magico di Mozart op. 66 (Wispelwey, Lazic, Channel Classics 22605) martedì 20 gennaio 2009, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Andrea Lucchesini pianoforte Schubert, Brahms 27 GENNAIO 2009 IL QUARTETTO YSAYE SOSTITUISCE IL QUARTETTO GUARNERI

Per gravi motivi personali il Quartetto Guarneri ha annullato la tournée europea che comprendeva anche il concerto del 27 gennaio della nostra stagione. John Dalley è gravemente ammalato e i suoi compagni hanno deciso di rinunciare agli impegni europei per stargli accanto. I quattro musicisti americani del Guarneri avevano annunciato il ritiro dalle scene dopo oltre quarant'anni di attività e con que- sto concerto intendevano salutare il pubblico della nostra Società della quale erano stati ospiti con regolarità numerose volte, dal 1969 al 2007. Ringraziamo il Quartetto Ysaÿe che si è reso disponibile a sostituire il celebre grup- po americano mantenendo inalterato il programma.

LA MESSA IN SI MINORE DI TON KOOPMAN SU RADIO3SUITE

Venerdì 2 gennaio 2009 alle ore 20.30 circa andrà in onda all'interno di Radio3Suite il concerto di Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir (Messa in si minore di J.S. Bach) registrato al Quartetto il 14 ottobre 2008. Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 Milano tel. 02.795.393 – fax 02.7601.4281 www.quartettomilano.it e-mail: [email protected]