Corsica E Cartografia

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Corsica E Cartografia Anna Maria' Salone - Fausto Amalberti Corsica e cartografia Corsica immagine e cartografia Anna Maria Salone - Fausto Amalberti Corsica immagine e cartografìa SAGEP EDITRICE Archivio di Stato di Genova: Autorizzazione n. 7/92-1395.V /9 .92 Foto a colori e in bianco e nero realizzate dalla Sezione Microfoto­ grafica dell’Archivio di Stato di Genova, fotografi Valter Grimaldi e Enrico Saperdi. © 1992, Sagep Editrice, Genova ISBN 88-7058-449-6 Con quest’opera il panorama bibliografico relativo alla Corsica si arricchisce di uno strumento di fondamentale importanza per la ricerca storica. Per la prima volta si presenta un corpus organico di cartografia e progetti, una fonte storica cui attingere per meglio delineare le vicende della Corsica nel periodo deH’amministrazione della Repubblica di Genova. I disegni, nella quasi totalità inediti, consentono di verificare la politica genovese nell isola, le necessità locali, i problemi legati alla sicurezza ed alla difesa, l’ansia dei privati di ben figurare senza scontentare l’autorità centrale, le opere pubbliche di primaria necessita. 7 : : t ■ Introduzione I secoli X I e XII segnano tappe fondamentali nella po­ Ma anche la Maona non ha vita facile, infatti contro litica di espansione genovese in età medioevale. E di Leonello Lomellini si leva il corso Vincentello d’Istria, tale periodo, infatti, l’affermazione della propria po­ sostenuto dagli Aragonesi, i quali persistono nella lot­ tenza politica da parte di Genova sia sui territori delle ta durante gli anni in cui il controllo dell’isola è eserci­ due Riviere sia nell’ambito del Mediterraneo. tato dai Campofregoso. La violenza di questi contrasti E fatale perciò che avvenga lo scontro con le altre po­ è tale che i popoli di Corsica, dopo una solenne riunio­ tenze marinare: nei mari orientali si determinano con­ ne nel 1453, decidono di darsi al Banco di San Gior­ trasti con Venezia ed in quelli occidentali con Pisa e gio5. con gli Aragonesi. In particolare si dimostra molto dif­ La Casa di San Giorgio, all’epoca molto fiorente, otte­ ficile poter esercitare un effettivo controllo special- nuto il consenso della Repubblica, accetta l’offerta dei mente su Corsica e Sardegna, che nel Tirreno costitui­ Corsi. Segue un periodo di controllo amministrativo scono avamposti strategicamente di fondamentale im­ da parte del Banco di San Giorgio, che esercita azione portanza, offrono scali sicuri e rappresentano riserve di governo, non solo sul Regno di Corsica ma anche di risorse di grande potenzialità. Ecco perciò che ben nelle colonie orientali, tramite speciali Uffici6. Negli presto Genova si trova a dover fronteggiare Pisa. anni successivi, dopo aver perfezionato patti e conven­ Le due Repubbliche, alleate nella lotta contro i pirati zioni con i Corsi, il Banco di San Giorgio si adopera in saraceni, diventano acerrime nemiche quando si tratta ogni modo per pacificare l’isola: ottiene giuramenti di di riuscire ad assicurarsi i benefici derivanti dal posses­ fedeltà dai feudatari, sia genovesi sia corsi, stipula pat­ so delle isole. ti con gli stessi a condizione che depongano le armi. Soprattutto per i primi secoli scarse sono le fonti stori­ Purtroppo i funzionari che esercitano il governatorato, che corse, pertanto è necessario far ricorso a quelle pi­ invano richiamati all’ordine con vari e severi provvedi­ sane e genovesi. In queste ultime si individuano, sul fi­ menti dal Banco, abusano dei poteri loro conferiti, nire del XII secolo, testimonianze sia dei contrasti fra causando il malcontento nelle popolazioni. La difficile le due Repubbliche marinare sia della presenza di mer­ situazione venutasi a creare favorisce le manovre del canti genovesi in Corsica1. Re Alfonso d’Aragona, che fomenta la ribellione dei Genova riesce poi nei secoli XIII e X IV , anche in segui­ feudatari di casa d’Istria, per cui ben presto si è di nuo­ to alla pace stipulata con i Pisani nel 12882, a stabilire vo alle armi. nell’isola alcuni capisaldi strategicamente importanti, Nel 1464 Genova passa sotto il governo di Francesco ma le posizioni acquisite si mantengono a fatica, so­ Sforza, cui la Casa di San Giorgio cede anche il posses­ prattutto a causa delle lotte che provocano i Re d’Ara- so dell’isola, ma la situazione non subisce apprezzabili gona, i quali vantano l’investitura papale. Così Geno­ mutamenti ed i Corsi non hanno pace. Così alla fine il va che, nel secolo XIII era riuscita a sottomettere gran Banco di San Giorgio torna ad occuparsi in prima per­ parte della Corsica, dopo alterne vicende, si trova nel sona della Corsica e, dopo alcuni episodi di guerra, 1350 ad avere solo pochi centri. riesce a riaffermare i propri diritti dando all’isola una Nel 1358, a seguito di una sollevazione contro lo stra­ parvenza di tranquillità. Si tratta veramente di parven­ potere della locale nobiltà feudale, i Corsi insorti offro­ za perché in realtà il possesso dell’isola è costantemen­ no la signoria dell’isola a Genova, che, prudentemente, te turbato da episodi di molestie da parte dei pirati e si assicura la rinuncia da parte degli Aragonesi all’inve­ da nuove continue ribellioni, ma, mentre queste ultime stitura papale, prima di intraprendere l’amministrazio­ sembrano aver fine verso il 1510, gli episodi di pirate­ ne dell’isola3. La dominazione genovese però è resa dif­ ria, le devastazioni ed i saccheggi lungo le coste sono ficile dal praticamente perenne stato di guerra, in cui è avvenimenti praticamente di tutti i giorni. tenuta l’isola a causa delle continue lotte interne. Si La gravità di questa situazione determina l’esigenza di giunge così verso la fine del XIV secolo, quando Geno­ costruire un gran numero di torri di avvistamento a va decide di infeudare l’isola a sei cittadini costituiti in salvaguardia delle coste e dei centri abitati. una istituzione che appare più stabile e più forte. Si Alla metà del secolo XV I la relativa quiete interna è tratta di una associazione a carattere finanziario detta nuovamente turbata: si tratta della ribellione di Sam- maona di Corsica, ricordata anche dal cronista Gio­ piero di Bastelica7, ribellione che avrà termine solo con vanni della Grossa4, a cui Genova cede tutti i diritti a l’assassinio di Sampiero. patto che entro tre anni l’isola sia riconquistata. A que­ La guerra, in cui, come è noto, interviene anche An­ sta stessa società, in cui alcuni storici dell’economia in­ drea Doria, dura quasi senza interruzione fino ai trat­ dividuano una sorta di società anonima, anzi ad uno tati di Cateau Cambresis del 1559. In questa occasione dei suoi aderenti Leonello Lomellini, lo stesso cronista la Francia si disinteressa della Corsica lasciandola al ascrive il merito della fondazione di Bastia. suo destino e il Banco di San Giorgio, che vi aveva in- 9 vestito capitali più che ingenti con scarsi risultati, ritie­ zioni spesso assai disagiate, e di altra gente cui il relati­ ne più saggio disfarsene cedendola alla Repubblica. Il vo benessere, la nobiltà, le cariche pubbliche o eccle­ perfezionamento della cessione avviene nel 1562, la siastiche procurano tutta una serie di incombenze, ma Corsica diventa territorio di diretta pertinenza della anche di notevoli privilegi. Senza tralasciare che la più Repubblica di Genova, che esercita il proprio potere alta concentrazione della popolazione si ha nei centri sull’isola tramite una apposita magistratura, denomi­ maggiori ed in prossimità del litorale, in contrasto con nata appunto Magistrato di Corsica, e provvedendo l’interno poco abitato anche a causa delle difficili con­ all’invio in loco di un governatore e di alcuni funziona­ dizioni di vita nelle zone montagnose. ri, che durano in carica un biennio, eletti fra gli espo­ Così pian piano, ricerca dopo ricerca, si riescono a nenti del patriziato genovese nelle condizioni previste precisare fatti e circostanze che contribuiscono ad ar­ per poter aspirare a tali cariche. Il governo di Genova ricchire ed illuminare la millenaria storia di Corsi­ dura fino al 1768 quando, infine, la Corsica è ceduta ca che, secondo quanto si legge nell’introduzione di alla Francia. un’opera di relativamente recente pubblicazione, pro­ In questo lungo lasso di tempo in cui Genova esercita prio per il determinante apporto di nuovi dati, che sca­ l’amministrazione dell’isola molti sono i fatti che vi av­ turiscono dalla ricerca archivistica, «devrait ètre écrite vengono: alcuni centri abitati, per motivazioni diver­ tous les dix ans»10. se, cambiano più volte aspetto, si assiste infatti a co­ L’osservazione, giusta in generale per quanto concerne struzioni e distruzioni di interi paesi, secondo quanto la storia di un paese, ci sembra particolarmente valida l’opportunità del momento suggerisce; si provvede an­ per quanto riguarda la Corsica, perché, come si è già cora e sempre alla difesa, in quanto il pericolo dei pira­ accennato, resta ancora veramente molto materiale ar­ ti è ancora presente; si tentano sistemazioni urbanisti­ chivistico che giace inesplorato o parzialmente studia­ che e difensive da parte di alcuni governatori, che a to, a volte secondo una particolare ottica, che ne evi­ volte localmente sono ostacolati e derisi8. denzia solo alcuni fatti o condizioni particolari. Questo breve excursus nella tormentata ed affascinan­ Negli ultimi dieci-quindici anni sono state finalmente te storia di Corsica, evidenziando la varietà delle situa­ avviate serie campagne di studio della documentazione zioni, spiega inoltre come la documentazione, prodot­ archivistica, medita o addirittura mai consultata. In ta a suo tempo, inviata a Genova e custodita fra le pra­ questo ambito riteniamo di poter inserire la nostra ri­ tiche più importanti della Repubblica, si sia fin dall’o­ cerca che pensiamo possa fornire utili suggerimenti e rigine frazionata in diverse serie di documenti d’archi­ spunti non soltanto agli studiosi della storia ricca e vio.
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